Bollettino_Salesiano_197406


Bollettino_Salesiano_197406



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BOLLETTINO SALESIANO
EDIZIONE PER
I DIRIGENTI DEI COOPERATORI
Spedizione In abbonamento postale
Gruppo 2° (70) • 2· quindicina
Vogliamo portare I Cooperatori Salesiani a diventare collaboratori coscienti,
Integrafi, a fianco di noi, non sotto di noi: non solo, quindi, fedeli e docili esecutori,
ma capaci di responsabllltil apostoliche, pur sempre d'accordo e In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
A. XCVIII. N. 6 MARZO 1974 DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO • VIA M. AUSILIATRICE, 32 • TEL. 48.29.24
RINGIOVANIRSI
PERCHE' ,
COME
Caro amico, delegato o coopera-
tore, che sia,
vorrei aiutarti a riflettere su un
aspetto tanto importante che con-
diziona la nostra presenza nella
Chiesa, il nostro lavoro tra i giovani :
le energie umane, le persone che at-
tualmente sono a servizio della mis-
sione salesiana. Mi riferisco cioè
al numero dei Cooperatori, e alla
loro validità.
Tu sai che da tempo si parla di
formare cc Cooperatori coscienti e
responsabili», all'altezza della loro
situazione; infatti i temi di studio
di questi ultimi anni sono stati
scelti su questa linea. Si è tanto in-
sistito, cioè, perché si puntasse più
sulla qualità che sul numero. Credo
che sia stato necessario, per limi-
tare i residui di una passata infla-
zione.
E venuto ora il tempo di parlare
anche di numero e di energie. E,
senza tanti giri di parole, possiamo
subito affermare: dobbiamo essere
di più e più vivi, piil capaci, più ope-
rosi. E questo perché l' Associazione
è alquanto invecchiata e le forze del
male crescono ogni giorno di più,
cosicché soltanto una solida diga di
anime generose e forti potrà salvare
la nostra gioventù.
Osserva il tuo Centro. Non è vero
che siete in pochi e molti di voi sono
stanchi e impossibilitati, chi per
l'età avanzata, chi per malattia o chi,
forse, per delusione e scoraggia-
mento 7 Allora bisogna fare qualche
cosa con coraggio, per RINGIOVA-
NIRE i CENTRI. Non c'è via di
scampo. E questione di vita o di
morte, come ci ha ricordato, anche
quest'anno, il Successore di Don
Bosco dandoci quel messaggio,
chiamato «strenna JJ, che ha come
tema le vocazioni e con il quale ci
esorta a incrementare le vocazioni
apostoliche e salesiane.
Posso dare qualche suggerimen-
to?
Puntare molto sul coniugi di etil
30-45. Sono la parte più viva della
società, anche se dispongono di
scarso tempo.
Creare, con queste persone, se-
zioni o gruppi a si stanti, con in-
contri e iniziative più confacenti alla
loro situazione (il Centro potrà es-
sere unico). -
Curare Il sorgere di nuclei di Glo•
vani Cooperatori (senza però farne
un mito. Il nerbo, il grosso dell'As-
sociazione non saranno mai i cc Gio•
vani Cooperatori», ovviamente limi-
tati nel numero e nella costanza).
Ma bisognerà poi introdurre un
bel po' di aria fresca in molti Centri
stanchi. E aria fresca e ossigenata
significa modi nuovi e più attuali di
incontrarsi, di comunicare, più slan-
cio e più audacia nell' intervenire a
favore delle situazioni tristi in cui
si trovano i giovani, senza paura di
sporcarsi le mani o pagare di tasca
e di persona. Vuol dire, infine, as-
sumersi la propria parte di respon-
sabilità e lavorare, lavorare, lavo-
rare I
Questi pensieri ti troveranno o
no d'accordo 7 Discutine nel Cen-
tro, fa esplodere il problema... Già
sarebbe un passo avanti.
Tuo DON ARMANDO BUTTAllELLI 17

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ANNO SANTO
ANNO DIVERSO
dal
Rettor ,Maggiore
DUE
PREZIOSE
IDEE
DAI FRUTTI ALL'ALBERO
Alcuni segni di conversione e di riconciliazione
sono oggi particolarmente sentiti: lo sforzo ecu-
menico di scoprire e sottolineare gli elementi
comuni che affratellano confessioni diverse neJla
strada verso Cristo; il riconoscimento che la fede
può essere presente e operante anche ìn coloro
che apparentemente sono esclusi dalla comunione
ecclesiale; la testimonianza di povertà, che trova
applicazione concreta anche nella perequazione
dei beni ecclesiastici e in forme comunitarie di
vita sacerdotale; la totale liberalizzazione deUe
offerte legate al sacro ministero, la pubblicazione
dei bilanci delle istituzioni ecclesiastiche, anche
come occasione di più intensa partecipazione dei
laici alla vita della Chiesa, ecc.
(Dai •punti conclusivi• del Convegno delcgntì diocesani
per l'Anno Snnto)
CONVERTIRE LE STRUITURE
OLTRE CHE I CUORI
La conversione, presupposto e coronamento della
riconciliazione con Dio e con gli uomini, non può
limitarsi alla conversione del cuore. Certamente
ciascuno di noi deve convertirsi. Ma dobbiamo
anche, per cosi dire, convertire le strutture che,
necessariame.nte ed implacabilmente, fino a che
rimangono come sono, pongono delle condizioni
da cui sgorgano - al di di tutte le buone inten-
zioni e conversioni personali - gravissime con-
seguenze di oppressione sociale, culturale, politica.
(Abate Giovanni Franzoni - « La Terra è di Dio »
9-6-73).
APRIRE AL DIALOGO E ASCOLTARE
Una preparazione veritiera dell'Anno Santo po-
trebbe essere l'occasione buona perché tutti noi
nella Chiesa, da coloro che han.no il grave compito
ministeriale di pastori, a coloro che hanno la non
meno grave responsabilità di attuare la loro voca-
zione cristiana nella pluralità dei carismi, apriamo
di nuovo il dialogo per ascoltarci vicendevolmente,
ma soprattutto per ascoltare, attraverso la voce
18 dei fratelli, la voce dello Spirito (op. cit.).
DEFORMAZIONI 1
BISOGNA
CO E'"GER" 'El
VI devo esprimere realisticamente un pen-
siero. Vedete, cl sono delle Idee grandi belle e
luminose che fatalmente, per la debolezza pro-
pria dell' uomo, possono subire nel tempo de-
formazioni. Cosi è capitato per quella dei Coo-
peratori. Bisogna riconoscere che col passare
di alcuni decenni, la grande Idea di Don Bosco,
qua e là, è stata in certo modo deformata, svuo-
tata, declassata a seconda dei casi. Capita anche
a livelli più ampi: lo stesso Cristianesimo, ad
esempio, in vari luoghi e in varie occasioni, è
stato ridotto a forme di superstizione o di for-
malistico ritualismo. Noi dobbiamo essere rea-
listi, e ci sentiamo impegnati perché le even-
tuali deformazioni che l'idea del Cooperatori ha
subito siano corrette! Ed ecco un'occasione fe-
lice, quella del Concilio e del Capitolo Generale,
per li rllanclo del Cooperatori, cosi come Don
Bosco li ha pensati...
COSTITUZIONE
PIÙ CHE
REG-LJ' MENT,.,.
C'è un punto che deve far pensare. Cluando
noi parliamo di « Regolamento dei Cooperatori»
· il termine non è proprio: in realtà noi siamo di
fronte ad uno STATUTO, ad una COSTITU-
ZIONE.
Voi sapete benissimo che Regolamento si-
gnifica qualche cosa di minuto, di pratico, di
normativo, di prescritto. Quello che Don Bosco
chiamò Regolamento in sostanza è una quin-
tessenza dei grandi elementi di una « Costitu-
zione». La prova sta nel fatto che tanti di que-
sti articoli sono, In certo modo, una specie di
traduzione, di adattamento delle Costituzioni
del Salesiani ai Cooperatori.
(Don Ricceri alla Commissione internazionale per ti nuovo
Regolamento • 18·1 ·1974 • de S•l•slanl cooper,tores,
febbraio 1974)

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DI FRONTE
AL
REFERENDUM
Notificazione del
Consiglio Permanente
dei Vescovi Italiani
(21 febbraio ,1974)
IJ Consiglio permanente della
Conferenza Episcopale Italiana, in
coerenza con quanto i Vescovi
italiani hanno sempre unanime-
mente affermato, ritiene suo do-
vere dare, a quanti vogliono vi-
vere nello spirito del Vangelo le
a~i vicende del nostro Paese,
un orientamento dottrinale e wia
direttiva pastorale circa l'unità
della famiglia e l'indissolubilità
del matrimonio.
x. IL MATRIMONIO È DI SUA
NATURA INDISSOLUBILE. Alla
luce della Parola di Dio, la Chiesa
ha costantemente insegnato che
il matrimonio è indissolubile,
non soltanto come sacramento,
ma anche come istituto naturale.
Solo infatti una mutua dona-
zione personale e perenne dei co-
niugi garantisce alla famiglia il
raggiun~imento della sua inte-
riore pienezza e l'adempimento
della sua funzione sociale soprat-
tutto educativa.
2 . LA FAMIGLIA UNITA È
NECESSARIA AL BENE DELLA
SOCIETÀ. La fedeltà dei coniugi
al loro impegno di amore reci-
proco e di dedizione ai figli è
un bene irrinunciabile della con-
vivenza umana e costituisce una
espressione autentica di libera
scelta e di civiltà.
Per questo il Concilio Vatica-
no II, che ha fatto un coraggioso
confronto del messaggio evange-
lico con le culture dei popoli e le
esperienze delle nazioni moderne,
non ha esitato a denunciare il
divorzio come « una piaga » so-
ciale per le sue rovinose conse-
guenze nei riguardi della famiglia
e della società (cfr. « Gaudium et
Spes », 47).
3. IL CRlSTIANO, COME CIT-
TADINO, HA IL DOVERE DI
PROPORRE E DIFENDERE IL
SUO MODELLO DI FAMIGLIA.
Il cristiano, come tutti gli altri
cittadini, deve partecipare respon-
sabilmente alla costruzione di un
retto ordine civile e « impegnarsi
perché le leggi corrispondano ai
precetti morali e al bene comune »
(Decreto « Apostolicam Actuosi-
tatem », 14).
Questa partecipazione, necessa-
ria sempre, diventa più urgente
quando i valori fondamentali della
famiglia sono insidiati da una
legge permissiva che, di fatto,
giunge a favorire il coniuge col-
pevole e non tutela adeguatamente
i diritti dei figli, degli innocenti,
dei deboli.
In cosi grave circostanza nes-
suno può stupirsi se i Pastori
adempiono la loro missione di
illuminare le coscienze dei fedeli
e se questi, consapevoli del loro
diritto-dovere, difendono l'unità
della famiglia e l'indissolubilità
del matrimonio servendosi dello
strumento costituzionale del re-
ferendum.
4. CONFRONTO CIVILE E IM-
PEGNO PERMANENTE. Un leale
confronto di idee sui principi e
sui valori della famiglia non può
per nessuno diventare pretesto di
una guerra di religione.
I Vescovi, anche per il quoti-
diano contatto con le foro popo-
lazioni, non ignora.no le crescenti
difficoltà che oggi si pongono a
molti e sanno che il referendum
da solo non può risolvere i pro-
blemi della famiglia italiana.
Per questo ritengono urgente
che tutti gli uomini di buona
volontà si accordino per una
saggia riforma del diritto di fa-
miglia e per tutelare il bene della
famiglia stessa, mediante il ri-
sanamento dei costumi e una
organica politica sociale.
Nell'ambito dell'azione pasto-
rale, i Vescovi si impegnano in-
sieme con le loro comunità a
p:romuovere gli autentici valori
del matrimonio come comunità
di vita e di amore, per rafforzare
così, soprattutto dall'interno, l'isti-
tuto familiare.
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Ali'attenzione
dei direttori
e delle direttrici
di Case Salesiane
sRuELAZIO E
COME
E' NATO
IL CENTRO DEI
COOPERATORI
SALESIANI
A VASTO
I Salesiani operano a Vasto (Chieti)
dall'ottobre del 1966. I primi due
anni furono di preparazione della
scuola e delle varie attività aposto-
liche che essi avrebbero svolto nella
ridente cittadina abruzzese.
Nell'ottobre del z968 aprirono il
Centro di formazione professionale
che attualmente ospita 180 allievi
esterni e nel marzo del 1970 co-
minciarono a svolgere il loro aposto-
lato nella Parrocchia intitolata a
San Giovanni Bosco nel quartiere
più popolare della città. Per portare
avanti una mole di lavoro tanto con-
sistente erano necessari dei collabo-
ratori, essendo esiguo il numero dei
Salesiani che l'lspettoria poteva de-
stinare all'opera nascente. Vennero
20 così gli insegnanti per la scuola
professionale, vennero i dirigenti,
magari in erba, per le associazioni
parrocchiali, vennero i Catechisti
per la Catechesi ai ragazzi.
Ai più dispo11ibili e sensibili di
questi collaboratori nel 1972 fu fatta
una simpatica rivelazione: Voi che
avete assimilato tanto bene lo spirito
di Don Bosco e che lavorate con
tanto entusiasmo accanto ai Sale-
siani siete Cooperatori salesiani! •·
Dopo il primo momento di sor-
presa e di gioia tutti furono d'accordo
sul fatto di • cooperare • con i Sale-
siani, ma vollero approfondire il di-
scon.o della appartenenza ad una fa-
miglia tanto grande, vollero capirne
la portata, vollero comprendere a
pieno le loro responsabilità. Per que-
sto per un anno intero studiarono
insieme al Direttore della Casa il
libretto rosso~ (cosi fu battezzato
il volume di Don Aubry sui coope-
ratori) e cominciarono ad approfon-
dire anche il clima della spiritualità
salesiana partecipando ogni mese ai
ritiri con la comunità religiosa.
Nell'estate scorsa alcuni di essi
parteciparono ad un corso di eser-
cizi sptrituali per Cooperatori a Lo-
reto e tornarono carichi di vero en-
tusiasmo per Don Bosco e le sue
opere.
Finalmente il 20 dicembre scorso
nella Cappellina del Centro di fo,-
mazione professionale si riunirono
- an numero di quindici intorno
all'altare, presenti l'Ispettore don
Arturo :M:orlupi e il Delegato ispet-
torialc dei C'C., don Ferri, per la
cerimonia dell'Impegno. Facet;a110
loro corona tutti i Confratelli della
Co1111mità salesiana. La cerimonia
tanto semplice ma tanto sentita è
stata inserita nella Celebrazione eu-
caristica per la quale essi stessi
avevano scelto le letture e preparato
i commenti. Dopo l'Omelia ogni
Cooperatore ha espresso alla Comu-
nità le motiva::io11i di fondo che lo
hanno spinto ad entrare nella fami-
glia Salesiana.
Cerchiamo di riportare, cosi come
le abbiamo colte mentre venivano
pronunciate, alcune delle tonnule
che essi, tra la commozione generale
hanno espresso:
ERCOLE: (< Ho desiderato, ed
ora sono qui per entrare nei Coo-
peratori salesiani perché intendo
portare Cristo ai gio vani. E poi
mi sono accorto di quanta gioia
mi porti lo s tare con loro. Così
nello spirito di Don Bosco mi
impegno a continuare nella mia
azione educativa )>,
da NICOLA: << Sono stato giovane
in un oratorio salesiano e j,o sem-
pre ammirato l'opera educativa dei
Salesiani. Trovandomi ad insegnare
nel Centro di formazione professio-
nale mi sembra naturale collaborare
con i Salesiani per la formazione dei
giovani e per la mia elevazione mo-
rale».
MICHELE : (( t già da parec-
chio tempo che mi trovo a col-
laborare con la f:amig lia salesiana
e i l mio impegno di oggi è solo
il riconosc imento di una deci-
sione che è ormai maturata da
tem po e c he g ià attuo in con-
c reto >).
FERNANDO: e Il motivo che mi
ha spinto ad essere Cooperatore sa-
lesiano è l'esperienza che ho avuto
da earecchi anni con la famiglia
salesiana. ~ei confratelli ho visto
uno stile diverso di lavorare con i
giovani. Voglio anch'io con lo stesso
stile educare i giovani, specialmente
disadattati •·
ANNA : (( Chiedo di far parte
della famiglia salesiana deside-
rosa di poter contribuire con le
mie deboli e scarse forze ad al-
leviare quanto più s arà possibile
ogni dolore ».
LEONE: • Sono vari anni che la-
voro con i Salesiani: li ho conosciuti,
mi sono piaciuti. Con l'impegno di
oggi spero di aiutarli nell'educazione
dea giovani e cosi di realizzarmi come
cnstiano •·
LUIGI: (< D esidero far parte
della famiglia salesiana come coo-
peratore poic hé, essendo un pa-
dre felice di una famig lia felice,
vorre i poter realizzare ancora m e-
glio la mla vita trasmettendo, a
chi ne avrà bisogno, la mia feli-
c ità ».
LUCIANA: • Come potrebbe es-
sere, se non estremamente commossa,
una madre vedendosi attorniata nel-
l'atto dell'imp~no dai s~oi cari nello
stesso modo impegnati? (Anna e
Luigi sono rispelliflamente figlia e ma-
rito di Luciana). Desidero pertanto
svolgere il mio apostolato intensa-
mente dove e come potrò; perciò
chiedo di far parte della famiglia sa-
lesiana come Cooperatrice •·
Dopo queste parole, la cui trascri-
zione fredda non dice n~ la commo-
zione intensa con cui sono state
pronunciate, né la convinzione,
espressa dal tono di voce, di un im-
pegno tremendamente serio non per
un momento, ma per la vita, l'lspet-
tore ha consegnato ai nuovi Coope-
ratori l'attestato di appartenenza alla
famiglia salesiana.
Relazione delle comunità 11lell1n1 di Vasto

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I Convegni
Giovani Cooperatori
su
« CONVERSIONE
E LIBERAZIONE»
IL CONVEGNO
DI ROMA
PER LE
ISPETTORI E
ADRIATICA
E
ROMANO-SARDA
(9-11 febbraio
presso l'Università salesiana)
don Buttarelli e dell'ispettore don
Morlupi, sulla missione e sullo spi-
rito salesiano.
Testimonianze di Mario (giovane
chierico), Franca (giovane F.M.A.),
Maria Pia (G.C.), sulla risposta da
loro data alla vocazione; infine in-
teressanti esperienze fornite dai
gruppi di Vasto, L'Aquila, Cannara.
Liturgia eucaristica, pranzo tra canti
e allegria generale.
Un'ampia relazione del convegno
(il primo dei tre programmati) è ri-
portata sul numero di febbraio-
marzo di << Presenzagiovani )>, da cui
riprendiamo i due seguenti brevi
tratti.
cc Uno spettacolo di freschezza,
di giovinezza, di pulizia morale, di
gioia. Alcuni avevano percorso di-
stanze veramente grandi per esserci.
Molto seguita, apprezzata e applau-
dita le esposizione del tema fatta
da don Gennaro Luce. I dieci gruppi
di studio hanno permesso un nu-
trito scambio di esperienze)) (don
Giuseppe Ferri - Delegato ispettoria
Adriatica).
cc Aspetti positivi: forte interesse
al tema, 'temperatura' salesiana
alta, clima di amicizia che faceva
piacere. Contemporaneamente le im-
mancabili lacune da attribuirsi al-
cune alla ristrettezza del tempo di-
sponibile, altre alla mancata prepa-
razione remota. I gruppi di studio
nòn sembra abbiano preso di petto
il tema, infatti le loro relazioni sono
apparse povere di contenuto... Gli
impegni concreti previsti non furono
presi. Il tempo scarso giocò un
brutto tiro a questo riguardo... »
(don Armando Buttare/li).
TRE
MOMENTI
DEL
CONVEGNO
INTERRl;GIONALE
UN PO' DI CRONACA
Sabato 9 sera, arrivo a tarda ora
dei giovani dell'Adriatica, prove-
nienti da: L'Aquila (22), Cannara
(12), Gualdo Tadino (3), Perugia (4),
Macerata (10), Loreto (2), Forll (8),
Vasto (5), Ortona (4), Terni (4),
Ancona (1 O), Gubbio (6). Partecipa-
rono anche 4 giovani provenienti da
Colle Val drElsa (Siena) dell'ispet-
toria Ligure-Toscana. Dopo cena,
incontro familiare di affiatamento
con canti, e grandi risate.
Domenica 10, arrivo dei giovani
del Lazio: Genzano - Roma (Pio Xl
Fides, Borgo D. Bosco, S. Cuore,
Subaugusta, Gruppo ispettoriale,
Via Appia, Casa Mazzarello) - Col-
leferro - Civitavecchia. - Incontro
comunitario di preghiera - Introdu-
zioneai lavori. - Conferenza sul tema
del convegno (don Luce). Liturgia
penitenziale ed eucaristica.
Nel pomeriggio, gruppi di studio;
assemblea generale con interventi.
Dopo cena: serata di amicizia e sa-
luto ai GG. CC. della Romana di ri-
torno alle loro famiglie.
Oltre ai giovani erano presenti gli
ispettori di Ancona, don Morlupi, e
di Roma, don De Bonis, e l'ispettrice
Suor F. Ramella, con i rispettivi de•
legati e delegate ispettoriali. Pre-
senziò anche per tutto il tempo
don Mario Cogliandro, segretario
generale dei CC.
Luned/ 11, (per i soli GG.CC. del-
l'Adriatica). Interventi di don Ferri,
don Midali, don Aubry, don Zulian,

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I
I COOPERATORI Cosi il R ettor Maggiore nel vero apostolato in forma or-
SONO OPERA commentare la « strenna » sulle ganica, abituale, e col nostro
ANCHE DELLE FIGLIE Vocazioni alle F.M.A., nella spirito! Siamo davanti a un
DI MARIA AUSILIATRICE loro casa generalizia di Roma : potenziale enorme da valoriz-
z a re .
È necessario valorizzare con-
cretamente il terzo ramo della Nel presentare il commento
nostra Famiglia. Si tratta di a tutta la Congregazione, Ma-
impegni nostri vocazionali. I dre Ersilia CANTA, Superiora
Cooperatori interessano, per Generale, afferma:
Don Bosco, non solo i Salesiani
ma anche le F.M.A., e questo
per la stessa vitalità della no- « RINGRAZIO E LO ASSI-
stra missione nel prossimo CURO PER TUTTE DI AF-
avvenire. Molte ragazze e don- FIANCARCI IN UNITÀ DI
ne, non chiamate alla vita con- INTENTI ALLA SANTA BAT-
UN POTENZIALE sacrata, sono disponibili e de- TAGLIA » (Notiz. FMA - gen-
DA VALORIZZARE siderose di darsi a opere di naio 1974).
PER LA
PASTORALE I
DEI GIOVANI
Idee valide, orientamenti eccle-
siali e metodo salesiano, studi e sus-
sjdi che rispondano alle esigenze dei
gruppi giovanili: sono una preoc-
cupazione dei delegati cooperatori e
dci consiglieri incaricati di animare
il settore dei giovaru cooperatori.
È sorto il Centro Solesimw di Pa-
storale Giovanile : è suo compito
studiare, divulgare e promuovere
questi studi e questi sussidi. (H a sede
a Torino, piazza M. Ausiliatrice, 9 -
tel. 472291).
Tocca ai dirigenti dell'Associazione
22 verificarne l'utilità per i coopera-
tori e completarli con ciò che è spe-
cifico per la spiritualità del coope-
ratore.
Tre sussidi i1tili ai dirigcnti e ai
cooperatori più impegnati sono:
- lo n'vista Note di pastorale
gU)'l}onile •· Essa da 7 anni presenta
obiettivi di fonnazione giovanile, par-
tendo dalla situazione giovanile at-
tuale e prospettando mete per gio-
vani impegnati. Temi come l'evan-
gelizzazione, la professione, la scuola,
il mondo del lavoro, la catechesi ai
ragazzi, l'azione sociale, l'impegno
politico, l'attività ru quartiere, lo
sport educativo, la metodologia dei
gruppi, sono affrontati con studi seri
e con la presentazione di esperienze
moderne;
- la rivista «Dimensioni nuOtJe 11,
valid3 per i giovani di corsi superiori
e universitari, pone tutta la proble-
matica della $"ioventù d'oggi in chiave
di lettura cntica, aperta ad una vi-
sione moderna e profondamente cri-
stiana di tutte le realtà sociali, cul-
turali, umanistiche e religiose. Per
saperla leg~cre con esplicita chiave
formativa c è la possibilità di avere
un ciclostilato di commento fatto per
educatori che lo utifu.zano nei gruppi,
in classi, per riunioru e dibattiti;
- presso il Centro c'è poi tutto
il mOfJÌmento editoriale e/re f o capo
allo L.D.C. per innumerevoli testi,
sussidi, audiovisivi, collane religiose,
culturali, pedagogiche, ricreative, che
possono essere conosciute attra-
verso il catalogo che è inviato gratis
ai centri che lo chiedono.
A cura del Centro di Pastorale
escono sussidi litografati e ciclostilati
per periodi liturgici, per attività ru
3postolato, per scambi d i esperienze
tra gruppi giovaruli.
Richiedere abbonamenti alle rivi-
ste, informazioni erutoria]j, p renotarsi
ai sussidi tocca ad ogru centro che
vuole tenersi aggiornato, direttamente
o attraverso il proprio delegato.
Ed i cooperatori che deside1ano
suggerire, collaborare, richiedere ser-
vizi utili od anche criticare, sappiano
che la compartecipazione all'azione
del Centro è un loro ruritto-dovere
proveniente dall'appartenere alla fa-
miglia Salesiana.
ELIO SCOTTI
Direttore del Conllo

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VITA
DELL'ASSOCIAZIONE
VENETO-Mogllano Nei giorni 9-10 febbraio si è
tenuto a Cison un incontro per riflettere sull'attua-
lltli della vocazione del Cooperatorfl, vissuta anche
nell'ambito dell'intera famiglia salesiana. Interessati
all'incontro furono i Cooperatori più impegnati e al-
cuni salesiani più sensibili al problema. L'ispettore
don Tullio Sartor volle presenziare, Insieme al dele-
gato ispettoriale don Bruno Martelossl, a testimo-
nianza del suo Interesse verso il settore Cooperatori.
Tenne la Conferenza-base il Direttore Generale del
Cooperatori don Giovanni Raineri. Sul tema da lui
svolto lavorarono i gruppi di studio, mentre una ta•
vola rotonda su « La famiglia salesiana una e di-
stinta» aiutò i presenti a recepire meglio l'idea, tanto
cara a Don Bosco, di un unico blocco di energie umane
a disposizione della gioventù.
L'incontro, se si manterrà fede agli impegni presi,
potrebbe costituire una buona tappa per il rilancio
del cooperatori nell'ispettoria.
ISPETTORIA NOVARESE Per i giorni 23-24 marzo
è prevista la Giornata della Famlglla Salesiana, a ca-
rattere, per ora, lspettoriale. Sì terrà a Muzzano con
la partecipazione del vari gruppi della famiglia. Il
tema centrale sarà: la SPIRITUALITA SALESIANA.
Il programma prevede anche, oltre alle varie liturgie,
uno scambio di doni e l'ora della fraternità.
CAMPANIA - Nei giorni 17-18 marzo a Castellam-
mare, INCONTRO DI STUDIO DELLA FAMIGLIA
SALESIANA a carattere ispettorlale. I Cooperatori
hanno partecipato attivamente sia nei Gruppi di studio
che nella Tavola rotonda. Ora si spera di poter attuare
nei singoli Centri la Giornata della Famiglia.
TOSCANA A Firenze il 24 marzo: cc Giornata di
studio sulla Famiglia Salesiana» nella quale svolge-
ranno un ruolo di primo piano i centri presso le F.M.A.
ROMA - Ad iniziativa del consiglio ispettoriale si è
svolto, secondo una prassi ormai tradizionale, l'in•
contro degli insegnanti, cooperatori e simpati:uanti,
allo scopo di sensibili:uarsi ai problemi del giovane
di oggi. I partecipanti, oltre 50, hanno discusso, por-
tando ciascuno il proprio contributo, sull'argomento:
cc Due momenti del processo educativo: conoscere e
comprendere». La riunione si è svolta presso l'Istituto
S. Cuore il 17 febbraio, e presenziò l'ispettore don
De Bonis. A conclusione fu deciso di tenere un se-
condo incontro nel prossimo mese di maggio.
PUGLIE • SI sono svolti recentemente incontri zonali
dei Consigli locali a Cisternino, Lecce, Cerignola,
Taranto. Per I giorni 20-21 aprile è stato programmato
un Convegno regionale di cooperatori insegnanti, per
una sensibilizzazione al problema vocazionale.
MILANO Riunione dei delegati ispettoriali del
nord, il 5 febbraio, allo scopo di preparare il Convegno
GG.CC. di Como, e esaminare Il programma in corso
di attuazione e quello del prossimo anno. Presenti
don Strappazzon, don Ceresa, don Busato, don Sala,
don Pelli, don Morino, don Natali, don Martelossi,
Suor Petrinetto, Suor Cardani, Suor Tosi. Inoltre Be-
retta Daniela e don Buttarelli. Il Vicario don Zagnoli
rappresentò l'ispettore locale.
Graditissima la partecipazione ai lavori per metà
giornata del nostro superiore don Raineri.
VILLA S. GIOVANNI (RC) • Analoga riunione e per I
medesimi scopi, specialmente in riferimento al pros-
simo Convegno GG.CC. di Messina, si è svolta il
16 febbraio, presso la locale casa della F.M.A., pre-
senti don Broggiato, don Coin, don Fallica, don Papa,
il Delegato nazionale, Suor Pollmenl, Suor Catalano,
Suor. De Vita, Suor Fiorenza, Suor Pironti, Suor Ra-
gosta. Graditissima la visita del Segretario generale
don M. Cogliandro.
IN FAMIGLIA
Suor VERA CARRAI, ricca dell'esperienza di dele•
gata locale per molti anni a Montecatini, è la nuova
Delegata ispettoriale per i centri della Toscana, con
sede a Livorno.
Suor RINA DE VITA è la nuova Delegata ispetto•
riale per i Centri della Calabria che dipendono dal-
l' ispettoria meridionale.
Ad ambedue I migliori auguri e l'espressione della
nostra riconoscen:ta per l'aiuto che daranno aJl'Asso-
ciazione.
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Spediz. in abbon. POllule Gruppo (70) 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
f•' SI pubblica il 1° d11I mese I• F•miglia S•/esl•n•: Il 16
d•I m11u per i Dirigenti d• Cooperatori
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meriti e amici delle Opere di Don Bosco
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siliatrice, 32 - 10100 Torino - Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Teresio Bosco
Redazione : Armando Buttarelli
Autorfz:z. d a l Trib. di Torino n. 403 del 18 febbraio 1949
Per Inviare offe rte Hntlral del C. C. Postale n. 2-1355
lnruteto : Direz. Generai• Opere Don Bosco - Torino
Percambio d ' indlrizz;o Inviare anchel'indlrbzo precedente
UNA SERIE
DI
CORTOMETRAGGI
A SERVIZIO
DELL'UOMO
E DELLA
VERITA'
Partendo dall'uomo, dalle sue espe-
di amore. La risposta cristiana espli-
rienze, daj suoi interrogativi si cerca
cita viene data attraverso l'intervento
di dare una risposta alla luce del
di un illustre teologo, padre B. Ha-
linguaggio evangelico, attraverso il
ring.
linguaggio filmico. Questo è lo scopo
«Con lo stesso metodo di acco-
che si prefigge la Sampaolo film at-
stamento si sta girando un documen-
traverso una serie di cortomctra~gi.
tario sulla droga e sulle penose si-
IIl primo di essi In nome della vtta, madre), esista sempre una valida al- tuazioni nelle quali si trovano, a
della durata di 1 $ minuti, a colori, ternativa umana all'aborto, alterna- causa di essa, molti giovani e molte
è già in distribuzione (il noleggio si tiva fondata sul rispetto per la .vita, fa~glie. _C~mpiu_ti _q~':s~i •:assa~gi",
aggira attorno alle 1500 lire).
che è un valore per il quale si deve ne1 pross1m1 mesi s1 llllZ1era a girare
Nel documentario (sull'aborto), il rinunciare al proprio egoismo. Il in blocco tutta una serie di corto-
regista Carlo Fuscani - che cura la cortometraggio ha il suo momento metraggi, tra cui uno sul segno
rubrica televisiva • Stasera• - af- più affascinante (e convincente) quan- della pace nelJa Messa, uno sull'Anno
fronta l'argomento non enunciando do presenta una serie di fotogrammi Santo e una serie sui sacramenti.
semplicemente il quinto comanda- del bambino dentro il seno materno Per ciascuno di questi cort0metraggi
mento, ma facendo emergere come durante i vari stadi del suo sviluppo, il Centro Studi Sampaolofilm, in
anche di fronte alle situazioni più ma soprattutto nei primi tre mesi collaborazione col Centro Catechi-
drammatiche, sia a livello mondiale (i mesi dell'aborto): risalta evidente stico Paolino, compilerà una scheda
(sovrappopolamento e fame), sia a da queste fotografie che ci troviamo di accompagnamento che serva da
livello personale (per esempio l'osti- di fronte a un piccolo essere umano, guida ad eventualj dibattiti centrati
24 lità dell'ambiente verso la ragazza- verso il quale siamo debitori soltanto sul tema del cortometraggio •·