Bollettino_Salesiano_196404


Bollettino_Salesiano_196404



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Noi non oi ferm.ianto ma.i: vi è sempre cosa che
in.ca.i.a. oosa. .. Dal momento che n.oi ci fermas•
simo# la nodra Opera comincerebbe a deperire
DO.lii 110■00
15 FEBBRAIO 1964
ANNO LXXXVW N, "
mmON[ PO I OIRIGENII DEI COOPER.AlORI SAUSIANI
DIREZIONE GENERALE: TORINO 712 , VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 TELEF. 48-41-1?
Un valido strumento
È il Bollct tino Dirigenti, specialmentl' nella
nuova impostazione stttdilllll e appro11atll nel-
l'ultimo Com•egno dei Delegali Ispetloriali a
Zafferana. In quella occasione i Delegati hanno
chiesto con insisten::;a e/te il B. D. rendesse
piii vario, ricco e fimzio11ale, perchè Jo.~se una
guida pratica per i Dirigrmti e per i loro Col-
laboratori Ìfl tutte le forme di attività proprie
della Pia lJnione. Si desiderò che df'SS<' i1l,,e.
alimmlas.~r lo ~pirito. presentasse esempi tit-i
e concreti di quanto si fa in seno alla T,r::.a
Famiglia.
Dopo aver srnlito pareri, esperienze, rili1•1•i i11
limga costruttiva dis11mi.11n, il B. D. ha preso
l'attuale impost~one. Così. i:enen1l0 i11nmtro
alle rfrlii1>str comuni. co11rnlidate dal/11 espe-
rienza, il ILOStro B. D. ha moltiplicato le ru-
briche; llfcune di esse sono fisse, altre si al-
tenrernnrw toc-cando tutti i settori vitali della
nostra attività: formatfro , organiz::ativo, apo•
stolico.
Sono fisse le rubriche che si prefiggo110 di ap-
profondirr la conoscenza del Regolame1110 dl'lla
P. V., di poten;:;iarne l'organizzaziorw, <li pre-
sentare « c·sempi » e di dare ogni mt•se lo
schema dl'lla Conferenza mensile. Si alter11a110
i11vece 1B rubriche che , trattano della forma•
-sionc, dcfle attività rrligiose e delle Mrie forme
di apostolato caralleristiche del nostro spirito.
Pros.~imamente inizirrr11w anche la rubrica
sulle iuiziatÌL'r per la «Campagna» annual.e.
Ci par" di offrire così in poche pagine tanto
materi11l1J selezionato, t•ivo, concreto, che ri-
spo11dc, ai tanti bisogni di chi t:uol lat•orare e
sente la neressità di arricchirsi di itll'c e di
s11g!{erimc11ti pratici. lltili per sè e prr i suoi
collaboratori. Ma... il c-ibo lo si prcndr per
1w1rirsi. Occorre quindi leggere, rilcggrre, .~tu-
diare il D. D.; 1101t Mchi1•iarlo dopo 111w su-
perficiale lettura (a11rhe se il B. D. si deve
conservare con cura prr consultarlo i11 tante
occasioni); ma utilizzarlo per attuMe, pur con
i dornli ,ulo:ttamenti al propri-0 ambimte, le
direttfre, le i~, gli esempi proposti.
Per questo non dovrebbe mai mancare nella
riunione del Consiglin una esposi:io11e " uno
studio, ,J/meno su certe rubric-he, chi> tiolta
per rotta appariranno di particolare interesse.
Il sf'grc•to umano df'i grandi successi di
D,m Bosco fu propriil quello di una ()rg<mizza-
ziono sapiente. concreta, progressiva di tuNe
le sue opere. I figli rogliono camminare, anche
in questo, sulle orm1• del Padre.
IMPEGNO~
Utilizzare Il Bollettino Dirigenti consultandolo in privato
ed in Consiglio e conservandolo accuratamente
o

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Attualità della P. U.
del rev.mo don LUIGI RICCERI,
Direttore Generale del Cooperatori Salesiani
(degli AIII del CapitoloSuperiore del Seleslenl)
del Abbiamo secn.ùto con particolare inlcresse la
trattazione
Concilio Vatirano sui « Laici
nella Chiesa », e più ancora la parle riguardante
i loro impegni apostolici. intcgrathi <l.i quelli
sacerdotali.
Conosciamo al riiroardo il pensiero e J'an.qia
del Santo Padre Paolo VI, sintetizzati nelle
sue accorate parole: « 'B l'ora dei laici ». « A~1che
voi laici venite ad aiutare l'opera della Ch1c~a,
venile a confortare rrue~to Clero dh-enuto scar.so
e insufficiente. 'B ora di operare! Bisogna ope•
rare ogai... bisògna agire subito! ».
L'arg~mento è di vitale in1portanza per_la
Chiesa di oggi e di domani. ed è ovvi~ che ~-
leressa da vicino anche noi. e sotto tant:I aspetlL
Basterebbe aù esempio pensare al bisogno ur-
"ente che clappertutl o in Congregazione si sente
dj collaboratori che debitamente formati e pre-
parati consentano ai nostri sacerdoti di alleg·
gerirsi da orc1rpazi~ni nort s~~ett~m.-nte ~ace~-
dotali per ded1cars1 - nell ambito dcli ub~1:
dicnza e dell'attività :;ales:iaua - a comptll
più squisitamente sacerdotali.
Non è u1:1a forzatura l'affermare cl1e Don Bosco
vide chfaramenle la funzione autentica dei laici
nella Chiesa e la loro complementarietà aposto•
lica accanto al sacerdote. Si pensi che Egli as-
socia i Coopt•rntori all'apostolato dei Salesiani
assegnando ad essi - sono le parole di Don Bosco
nel rc,,.olamento della P. U. - « la stessa mebse
dei Salesiani ». chiamandoli « Confratelli » e ad-
dirittura imitanrlo i Salesiani a « loro indiriz•
zarsi o!!'Ili ·" oha che l'opera di essi può giovare
alla m~•mior "loria di Dio e a , antaggio delle
anime. "Ci:o' n l"a mcdcsuna 1I·berta' , cssendone 1'l
caso, i Cooperatori si rholgt:"ranno ai memhri
della Congrcga:done Salesiana» (Reg. Coop.).
Abbiamo ben motivo di rallegrarci che il
Concilio abhia gettato le grat_1cli pr~':'1c11se pc~
la valorizzazione delle forze de, fedeli 1mpcg11atJ
nell'apostolato, « nei quali - second? 1:1, paro)~
del Santo Padre - dobbiamo , edere I pm fedeli,
i più cari. i, più :1:ve,luti, i pi_ù ?1trcpiùi _co~a:
boratori. gli anuc1 delle ore liltime_ e :t:IBll. _1
fratelli, come diceva Sau Paolo ru FilippeSJ,
carissimi ed affezionalissimi, gaudio e corona
dell'apostolato evangelico ».
.
Orbene nella Pia Unione dei Cooperatori sa•
lesiani D~n Bosco ha inte!'O dare alla Chie~a
ed alla Congregazione un potcn~e strumen~o
per l'utilizzazione cli tante magnifiche energie
di semplici fedeli ed in pari tempo_ per la l?re•
parazione co~ciente e per ~a for~az1one _profo":-
damente cristiana e salesiana d1 questi fedeli.
Basti per questo ricordare che Egli vuole por-
tare i suoi Cooperatori a vivere nel mo_ndo ~-?-a
vita cristiana ad un lh-cllo che li affianclri addint•
tura a coloro che vivono nelle comunità religiose.
10
Per i Cooperatori Maestri
Pubblichiamo una lettera che mira a s tablllre un
primo contatto con i Maestri por prepararli ad un con-
vegno tutto per loro, che avrà per obiettivo quello
di fare dei Maestri, e degli Insegnanti In genere,
I più prnlosl collaboratorl nella c ura delle Vociu,ioni
Vtrona, t 6 gennaio , 964
Gentilissimo signor Maestro,
chiedo alla Sua bontà due soli minuti. Da lungo
tempo desideravo questo incontro con Lei. Per
molte ragioni.
Anzitutto, non è Ella iscritta alla P. U. dei
Cooperatori Salesiani, fondata da San Giovanni
Bosco? Tra noi quindi vi è un vincolo dt famiglia,
cl,~ dobbiamo rendere più profondo.
Lei è Maestro, la missione più meravigliosa
e responsabile. Non a caso ha dato il suo nome
a Don Bosco: vuole portare il cuore e lo spirito di
Don Bosco nella scuola, tra i suoi alunni. Certo
Lei si sarà chiesto più di una volta: come fare?
Eccole un aiuto. Ha già il volumetto Don Bosco
e la Scuola? Se non lo avesse, mi scriva: glielo
manderò subito in omaggio. È un piccolo ma-
nualetto ricco dì indicazioni pratiche su come
attuare nella scuola il metodo dì Don Bosco.
Qui compiegati troverà alcuni fogli ciclostilati.
Non li cestini. Abbiamo avuto un'idea, che sot·
toponiamo ora al suo giudizio. Presto ci sarà la
festa Don Bosco, venerdì Jt gennaio. Non
possiamo fare qualche cosa nella sua classe in
preparazione alla festa dell'Amico della gioventù?
Eccole la nostra proposta. Abbiamo scelto, dai
19 volumi delle Memorie Biografìche di Don Bosco,
tre episodi,1 che Le inviamo.
Nei tre giorni precedenti la festa Lei li po-
trebbe leggere a scuola. Sono episodi belli e in-
teressanti. Lascieranno traccia nel giovane cuore
aperto e buono dei suoi allievi, soprattutto se,
oltre a leggerli, aggiungerà una parola di commento.
Le pare una buona iniziativa, attuabile? Se Le
sarà gradito, noi prendiamo coraggio e riprende-
remo l'iniziativa per la festa di San Domenico
Savio, il 6 maggio. Che ne pensa? Ci piacerebbe
sentire la sua opinione, e per questo e per altro,
aprire un dialogo con Lei.
Non sarebbe possibile incontrarci una volta
all'anno, in uno dei nostri Istituti, per una mezza
giornata di studio sui problemi della formazione
della gioventù nello spirito di Don Bosco? Quante
cose belle avremo da dirci I Sarà certamente un
incontro proflcuo e lieto. Se riceverà l'invito, ci
venga. Rimarrà contento.
M.i è caro avere avuto questo incontro, come
sono lieto di porgere a Lei vivo e cordialissimo
il mio saluto e il mio augurio.
,.,,C. GWSEPPE CLliMENTEL
Deltt1alo Coop•rata,i
SAC. LODOVICO ZANlllLA
Ispettore

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Organizziamoci!
1. L' unica eccezione
L'iscrizione alla P. U. clei Cooperatori Sale-
siani_ è indfridunlt. Anrhe quando viene rila-
sciato un unico Diploma d'iscrizione a due co-
11iugi (diploma grande ;,rmpre disponiliile prf:'s~o
l'Ufficio Centrale), nello schedario ognuno cli
loro deve risultare i~critto con scheda personale
col proprio nome e cognome (per la spo~a anche
quello da gio'\\·ane).
Unica eccezione a questa regola è l'iscrfaione
in blocco di una Comunità religiosa, fatta Au
ri<-hiesLa tlel Superiore o della Superiora di dct ta
comunità preavvisala e consenziente. ,\\.nche q-ui
dunque non si tratta di iscrivere una « Famiglia
religioija » ossia un'intera CongTegazionc con
tutti i auoi membri, ma singole comunità di
delta Famiglia.
Tali iscrizioni vanno favorite al massimo per
il reciproco tesoro di aiuti spirituali di cui sono
fonte. Se infatti per una Comunità i; allettante
il miraggio di Indulgenze e priYilegi, per .i nostri
Centri il sostegno di queste oai<i di preghiera e
di sacrificio è gaTanzia di riu&cila per tut le le
svariate allivit:ì che comporlano la campagna
annuale e le iniziative dei Dirigenti.
P er agganciare tali Comunità occorre però
un serio Ia,oro di preparazione fatto dai sa-
cerdoti Delegati, previo invio del Bolletti110.
Moltiplicato o... diviso?
Una delle 20 risposte del nuovo pieghevole
sul/(1 Terza Famiglia salesi11na riguarda il Bol•
lettino e suona così: « Fu fondato da Don Bosco
nel 1877 come vincolo fra i Cooperatori e i con-
fratelli Salesiani. Attualmente si siampa in
18 lingue e in 32 edizioni diverse». Se si pensa
che il Bollettino Snlesinno è un periodico a livello
fimiilinre e non di rategoria, il numt•ro de:i let-
tori - moltiplicando per tre la cifra <li tira•
tura - potrebbe raggiungere il milione.
Ma c'è il pericolo, per tali pubblicazioni a
deciso sfondo religioso. che invece cli moltipli-
care per tre, rischi di do·vcr... dividere per
due! E questo a causa di falsi sislcmi di di1Tu-
sione, cli mancata o tra~curata revisione degli
indirizzi, soprattutto a causa del disinteresse
di riceventi non preavvisati.
In moltissime famiglie oggi arrh·ano (non
chie;;ti) parecchi periodici d'indole religiosa un
po' da tutte le parli. E tali l,ollcttini vengono
regolarmente cestinali o re!>piuLi o ammucchiati
senza suscitare l'interesse di ne~suno, perchè
ncs~uno della famiglia li ha mai chiesti.
Perchè una tale sorte non sia ri;;ervata anche
al periodico creato dal cuore di Don BoRco hi-
!logna assolutamente che il Bollettino non sia
fallo inviare se 0011 a chi espres.~amente lo de-
,çidera e lo richiede. Il fatto cli essere gratuito
esigo ancor più che sia evitato ogni !!perpero.
Per l'incaricato stampa
Zelatori e C onsiglieri p or la S tampa po•
tranno attingere da queste note men sili Idee
e suggerimenti pratici per la loro atti vità
Idee chiare anzitutto!...
Diffondere la buona stampa non deve essere
considerato un semplice gesto di generosità, bensì
un autentico dovere...
di ogni cristiano :
i Vorremmo che la voce della stampa cattolica
in Italia fosse più forte, e che ana diffusione più
larga, più sistematica, più costante, piil da tutti
sostenuta, corrispondesse nel pubblico italiano,
fra i cattolici specialmente ~ (PAOLO VI, zz- IX-196;).
di ogni cooperatore salesiano:
t Opporre la stampa buona alla stampa irreli-
giosa, con la diffusione d1 buoni libri, foglktti,
stampati di qualunque genere (riviste, periodici,
giornali cattolici) ~ (DON BOSCO, Regolamento).
Qualche volta però non la pensiamo cosi... C'è
chi acquista un buon libro, lo legge, poi magari
ne fa dono, o chi si abbona ad una rivista, più
per non dire un no al deleg-ato o al consigliere in-
caricato della stampa, che per vera convinzione.
Qualcun altro - che ha buone possibilità econo-
miche - preferisce fare un'offerta anche gene-
rosa, pur di dispensarsi dalla lettura buona (cioè
da un contributo alla propria formazione) e dalla
diffusione (cioè dall'apostolato).
O ccorre ca mbiare e far cambiare m entalità
Un nostro Pastore ha parlato forte e cl1iaro:
~ Si fondino asili, si costruiscano collegi e ricoveri
di mendicità. Ma per quanto possiate dare, spen-
dere, essere generosi, non vi saranno scuole asili
e collegi che bastino a far fronte al diluvio di er-
rori che divulga quotidianamente la stampa cat-
tiva, al torrente di corruzione che travolge tante
creature. La stamoa cattolica è la regina delle
opere perchè tutte le riunisce e le sostiene... ~
(CARO. FELTTN).
In concreto :
Che fare dinanzi ad una mentalità errata?
1. Il Consigliere e lo Zelatore incaricati della
stampa debbono essere essi i prìmi convinti di
queste verità, assimilarle, viverle, e poi trasfon-
derle e farle vivere. Negli incontri mensili pren-
dano di tanto in tanto la parola su questo argo-
mento, persuadano i presenti che il loro aiuto
non deve essere dato per sola adesione alle inizia-
tive del Centro e per spirito di solidarietà, ma
piuttosto per osservare un ben preciso dovere.
z. Scendendo ancor più al pratico: Non è male
esaminare la «situazione Stampa 0 degli iscritti.
Quanti degli assidui leggono un periodico catto-
lico? 11 nostro mensile perviene ad ognuno di
essi? Sarebbe paradossale che mentre si cerca
di penetrare ln ambienti non nostri, poi In
casa... si Ignori la stampa nostra.
1l

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CONOSCIAMO
IL NOSTRO
REGOLAMENTO
Questa rubrica vuole essere una guida pratica alla
Interpretazione genuina del Regolamento della
Pia Unione e dimOJStrarne la perenne attualità
m.
L'unione dei buoni a servizio sociale, nel
fare il bene e arginare il male: ecco il grande
assillo di Don .Bosco, quando il materialismo ateo
organizzava l'unione dei proletari per la lotta
di classe con L'unico miraggio del migliora-
mento econonùco, facendo man bassa di tutti
i valori spirituali.
Egli, che preveniva, scn2a lotte fratricide, i
corifei del materialismo e dell'ateismo, nel cu-
rare gli interessi del popolo, e in particolare
della classe operaia, con le sue opere benefiche
e con i suoi contratti di lavoro, precedendo di
decenni le organizzazioni sindacali, lanciava il
suo appeUo a tutte le classi per la più ampia
collaborazione nella bonifica sociale, con un
programma l,en più vasto e completo di eleva-
zione civile e sociale.
Oggi. che la Chfosa stessa o.fficialmente sol-
lecita e coordina la collaborazione di tutte
le attività di apostolato tlei laici, può sembrare
l'uovo di Colombo la crociata di Don Bosco.
Ma allora non era così. Don Bosco rimane
quindi, nella storia, uno dei pionieri più accorti
e più pratici del movimento unitario delle
anime apostoliche.
Facciamo alcuni rilievi sulle facilitazioni or-
ganizzative.
J. Il carattere gratuito della iscrizione.
Nel primo abbozzo del regolamento aveva fis-
sato la quota di un franco all'anno. :M:a nel
regolamento definitivo (c. 1V, 3) la sostituisce
con offerte libere: « I Cooperatori non banno
alcun obbligo pecuniario, ma faranno mensil-
mente, oppure annualmente, quella oblazione
che detterà la carità del loro cuore ». Il para-
grafo seguente, 4°, dispone. per questo, una
colletta nell'occasione ùcJle due Conferenze
annuali: colletta pubblica, senza pressioni.
2. Il carattere direttivo e non precettivo
di tutto il regolamento. Fin dal primo al,bozzo
Don Bosco ebbe cura di dichiarare: « Sebbene
si raccomandi l'osservanza di queste R()gole,
per i molti vantaggi che ognuno può procacciarsi,
per togliere tuttavia ogni ansietà di coscienza,
si dichiara che l'osservanza delle medesime non
obbliga sollo pena di colpa nè mortale, uè Ye-
12
niale, se non in quelle cose che fossero gia m
questo senso comandate o proibite dai pre-
cetti di Dio e della Santa Chiesa ». Nei prinù
abbozzi aveva inserito an<'he una scheda da
riempire all'atto della domanda: « Io sotto-
scritto. abitante in... via... casa... ho letto
le regole dell'Associazione Salesiana e con la
di\\'llla grazia spero di osservarle fedelmente
a vantag~o dell'anima mia. Firma cd indirizzo».
Nd regolamento deflnitivo la sostituì con la
« Dichiarazione di accettazione» da parte del
Superiore, che poi venne, a sua volta, sostit11ita
dal diploma di iscrizione, rilasciato a parte.
3. La somma discrezione di impegni col-
lettivi. Nel terzo abbozzo aveva fissato un
ineontTo mensile, La prima domenica di ogni
mese, o altro giorno più adatto « per trattare
del bnon andamento delle opere intraprese,
specialmente dei catechi.snù nelle parrocehie.
col beneplacito del Parroco» (V, 8). Poi, nella
festa di San Francesco di Sales, per animarsi
alla clivozionc verso il Patrono ed alla perse-
veranza nelle opere iniziate (V, 9). Ma nel re-
golamento definitivo, cedendo alle pressioni del
suo Consiglio generalizio. si linùtò a consigliare
almeno due conferenze all'anno in prossinùtà
delle feste cli )!aria Ausiliatrice e di San Fran-
cesco di Sales e la celebrazione delle due foste
« per animarsi reciprocamente alla divozione
verso questi celesti protettori, invocando il loro
patrocinio a fine di perseverare nelle opere
inconùnciate secondo lo scopo dell'Associazione
(VI, 4; V, 8) ».
Fu il successOl'e, il ven. Don Michele Rua, che
comprendeva meglio di tutti le intenzioni del
Santo, a stimolare alle conferenze mensili cbie-
dcndo a San Pio X un'indulgenza plenaria
11pcciale per q-uelli che, oltre a fare l'esercizio
della buona morte. partecipassero « alla confe-
renza che tratta argomenti di pietà o di carità >>.
Ancor oggi, alle due conferenze annuali si
un tono più solenne e s'invitano anche gl.i amici
dell'Opera Salesiana perchè conoscano meglio
la Pia Unione e, quando credano, vi si iscrivano.
C'è troppo bisogno di scuotere le coscienze
cristiane e curare gli interessi di Dio. dclla Cbicsa,
delle anime. « Vi sono molti cattolici - deplo-
rava il Santo Padre Paolo V1 il 6 nonmbre
u. s. - che vivono nella Chiesa senza nemmeno
pensare alla loro appnrtenenza alla Chiesa stessa,
al Corpo 1),fistico di Cristo, e sen::n rijleflere
che essi dorrebbero sentire in se stessi ogni do-
lore ed ogni gioia della Chiesa... Ncss1mo de-
v'es~ere estraneo alla vita della Chiesa. Ogni cri-
stimw può e deve avere conoscenza dei suoi grandi
problemi. Ognuno deve sapere che il Signore lo
ha chiamato ad a1Jere un posto nella Chiesci.
ciascuno deue rispondere ad 1111a vocanone, cia-
sc1,1,1w deve sentirsi in com11nio11e con la grande,
unirersale famiglia di Cristo. Bisogna che la
nostra formazione cattolica allarghi intorno a noi
gli orizzonti: dobbiamo reclere la scena tlel mondo.
rorne il campo di Dfo, douc anche noi dobbiamo
operare>>.

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ESEMPI
Un convegno di Zelatori
degli Esercizi Spirituali
Il convegno di cui parliamo si tenne a Napoli,
sotto la presidenza del Delegato lspettoriale don
Silvi, e alla presenza di tutti i membri del Con-
siglio lspettoriale. Intervennero gli Zelatori locali
addetti agli Esercizi Spirituali, provenienti da vari
Centri dell'lspettoria.
Dopo la celebrazione della S. Messa, il Delegato
lspettoriale introduce il tema delle discussioni ed
espone le ragioni del Convegno.
u Si tratta, egli dice, di fare in modo che cia-
scuno prenda cognizione delle proprie responsa-
bilità. l Cooperatori devono essere responsabili
del movimento e delle attività della P. U., alla
quale sono stati chiamati per vocazione. Se, come
affermava Don Bosco, nessun ragazzo entra in
una casa salesiana senza che vi sia stato chiamato
dalla Madonna, tanto più questo si potrà dire
di ciascun Cooperatore. La nostra quindi è una
vera vocazione; e il 1>rimo campo di apostolato
è certamente quello degli Esercizi Spirituali.
La P. U. non si fa con le grandi adunanze,
con le manifestazioni esterne, ma con la santifica-
zione di ciascun iscritto. E questa si potrà otte-
nere solo scendendo In profondità nella nostra
anima, con la partecipazione agli Esercizi Spiri-
tuali. Ecco perchè ciascuno deve sentirsi impe-
gnato a partecipare e a fare in modo che tutti
gli iscritti del proprio Centro vi partecipino~-
La Consigliera fapettoriale che si occupa di
questo campo di attività legge poi la sua rela-
zione, dalla quale si ricava una notizia confor-
1:ànte, che cioè le presenze sono andate sempre
aumentando negli ultimi anni, il che prova l'effi-
cacia degli Esercizi e l'anelito di perfezione che
essi suscitano nell'animo dJ chi ha avuto la for-
tuna di frequentarli.
Si passa poi alle notizie riguardanti i Corsi
del corrente anno. Oltre a quelli consueti, si ten-
gono anche dei Corsi di nuova Istituzione, come
quelli per Genitori dei SaJesiani e per Coopera-
tori-coniugi.
Gli Zelatori dei singoli Centri espongono a
turno le loro esperienze e le difficoltà che incon-
trano nel loro lavoro. Una Zelatrice, ad esempio,
per ovviare alle difficoltà mosse da qualche Coo-
peratrice .inerehti al pagamento della quota degli
Esercizi, si è impegnata a riscuotere la somma
ratealmente.
A tutti i partecipanti alla riunione don Silvi
è largo di consigli ed incoraggiamenti, esortandoli
a non scoraggiarsi. Non ci si deve stancare e,
quello che più conta, non ci si deve ridurre all'ul-
timo momento, ma incominciare in tempo utile
il lavoro di persuasione e di convincimento.
I Ritiro minimo per Zelatori Vocazioni
Abbiamo sott'occhio la relazione del ritiro minimo per
Zelatori Vocazioni tenutosi a Conegliano (Treviso).
Vi parteciparono Consiglieri e Zelatori in preva-
lenza insegnanti. La giornata comprendeva: Medi-
tazione - Ritiro in silenzio e comodità di confessarsi
- Messa del signor Ispettore - Colazione - Incontro
tecnico-organizzativo - Pranzo.
Ai nostri Dirigenti e loro Collaboratori pud inte-
ressare qualche idea e soprattutto il piano di azione.
t Cercate vocazioni per i Seminari, percbè flnchè
avremo parroci troveremo vocazioni anche noi
Salesiani. (D. ZIGGIOTTI).
Sono ancora numerosi I giovani che sentono
l'ideale: bisogna scoprirli, seguirli. Dio semina
ancora. Alla domanda fatta in un referendum
~ Come essere utili alla Chiesa i, sa 400 ragazzi,
12; hanno dichiarato di sentirsi inclinati al sacer-
dozio. Rimane ancora vero, perciò, quantoaffermava
Don Bosco: «30 giovani su 100 hanno la vocazione~-
Pregiudizio da smantellare: Dio è autore della
vocazione: io sto a vedere o. Risposta: Le voca-
zioni straordinarie sono assai rare (Samuele,
San Paolo, Sant'lgnazio di Lojola...). Il più delle
volte lddio si serve di altre vie... Dio chiama uno
dandogli, oltre a certi elementi interiori, anche
delle disposizioni che risultano a/1'esterno, le quali
ci mettono in condizione di collaborare all'azione
diretta di Dio; quindi propensione del ragazzo,
sostenuta da noi e guidata alla maturazione, flnchè
giunge la •chiamata• da parte del Superiore.
Prima di questa chiamata non c'è vera vocazione,
ma solo elementi di vocabilità, che richiedono la
collaborazione umana.
Tantissime vocazioni sono netedalla parola di una
persona buona. Essere iniziativisti, non attendisti.
Come svolgere la nostra azione
Sacerdoti, Parroci. - La parola del par-
roco è importantissima per il ~ vocabUe •, come
pure per far opera di persuasione sulla famiglia.
Zelatori e Zelatrici Cooperatori. - Aposto-
lato proprio, permanente della cooperazione sa-
lesiana (vedi Regolamento Cooperatori). In ogni
Centro vi sia una persona incaricata di questo
settore, in stretta collaborazione col Delegato.
, 0 Maestri e M ae.sfre. - Conoscono Don Bosco
come educatore. Ne hanno studiato il sistema.
Conoscono il carattere e le inclinazioni degli al-
lievi e delle allieve e anche le loro famiglie. Sono
in grado di dire se un ragazzo o una ragazza sono
adatti a seguire un tipo o un altro di vocazione.
Grandi possibilità degli insegnanti, che hanno a
disposizione l'insegnamento di varie materie che si
prestano per seminare l'idea di donazione completa
e Dio a servizio dei fratelli. Esempllflcazioni tratte
dagli esperin,.enti fatti dai Cooperatori di Roma.
l!l

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La Famiglia cristiana e il
ITJ La Scuola è per sua natura istituzione
educativa ausiliaria della famiglia
Mentre la famiglia è istituzione educativa na-
turale e primaria, la scuola invece è una esigenza
della civiltà, e perciò di origine convenzionale.
La famiglra delega alla scuola il proprio diritto
e compito educativo. famiglia, Chiesa, Società ci-
vile, le tre società a cui il giovane appartiene e
che devono trasmettergli il proprio patrimonio,
aiutarlo ad espandere la sua personalità e ad in-
serirsJ vitalmente, hanno bisogno di creare le isti-
tuzioni adeguate, cioè scuole a cui delegare il
proprio diritto educativo.
Delega, non rinuncia e abbandono, perchè il
dovere-diritto continua a inerire alle società
suddette.
0 Diritti e doveri della famiglia nei ri-
guardi della Scuola
a) Diritto di scelta. Il primo diritto da eser-
citare dalla famiglia è che la scuola esista, e sia
promossa e sviluppata in modo tale da soddisfare
il fabbisogno dì formazione dei figli secondo la
loro capacità, le aspirazioni e secondo le concrete
possibilità della famiglia e della società. La scuola
cioè è uno dei servizi fondamentali della nazione,
comunque lo Stato vi provveda.
BIBLIOGRAFIA
1. SI può richiamare la blbllografla data nella con-
ferenza sul diritto educativo della famlglla In ge-
nerale, " rint-racclarvi i passi che riguardano li di-
ritto scolastico.
2. PIO x11, / maestri, delegati del genitori, dJscorso
del 4-Xt•194;; Collaboràztone necessaria tra scuola
, famlglla, discorso ;-1- 19J4-
3. P. CASTELLI, / dir/111 e I doveri della famTgllo di
front• al problema scolastico, Roma, Paoline, 19H
4. 11. A. VARI, G11ida de/ genitori, Roma, Centro
Oidattlco Scuola-Famiglia.
5. Incontri scuola famiglia, ivi, 19n.
6. LUZZATTO•FEGIS, li vo/lo sconosciuto del'Italia,
Mllano, Giuffré, 19s6.
7. r-. BO,,.ACINA, Atr. Scuola-Famlglla . In D . E. P.
8. M. MASSA, I fìg/1 alunni, Roma, Centro Scuola-
Famiglla, 106:.. Cfr. spec c.ap. Xlii, sullo coila-
bora:ionc educatlvo-scolastlca lra genitori e maestri
9. Rivista del C.D.S.F., Servizio lnforma:lon,
Scuola e Famiglia , (bimestrale, Roma, via Guido-
baldo del Monte 5'4).
Alle famiglie compete ancora il diritto di scelta
fra un sistema di sen•izio scolastico di stato e un
sistema di scuola di libera istituzione o scelta,
fermo restando l'obbligo di contribuire finanzia-
riamente, o attraverso lo Stato o attraverso il di-
retto finanziamento.
La scelta deJl'indùlzzo ideologico e religioso è
un diritto fondamentale, perchè è conseguenza
immediata della libertà di educare. La libertà
Per i genitori di scegliere la scuola più conforme
ai propri princìpi moralì e religiosi è un diritto
naturale, e violarla equivarrebbe a mortificare la
famiglia ne_lla sua unità psicologico-morale-reli-
giosa con i propri fìgli, costringendoli ad assistere
all'insidia e alla negazione, nel momento della
formazione della personalità culturale e profes-
sionale dei fìgli, di ciò che secondo essi è l'anima,
il significato, il valore più profondo.
b) Dirilto di "sorveglianza" e di "giudizio" di me-
rito nei confronti dell'ambiente, degli insegnanti
e degli insegnamenti. La famiglia cristiana ha
facoltà di informarsi nei modi convenienti se in-
seg11anti e insegnamenti, testi e lezioni, sono ri-
spettosi dei propri principi morali e religiosi. Nel
caso che così non fosse, essa ha il diritto civile e
il dovere morale di intervenire e chiedere le con-
venienti revisioni.
Insidie e pericoli che oggi s'incontrano nella
Scuola italiana: il movimento laicista-liberale per
la scuola di stato t neutra ~; i/ movimento re-
lativistico e storicista (che in nome della libertll
di coscienza intende la scuola come libuazione
da ogni credenza dommatica e da ogni norma mo-
rale deflnitiva); il movimento di sottrazione della
educazione scolastica alla delega e alla sorveglianze,
della famiglia; il movimento per l'inserimento
nella scuola della educazione sessuale come ma-
teria d'insegnamento collettivo; il movimento di
coeducazlone moschi/e femminile scolastica come si-
stema abituale privo di garanzie morali; l'insidia
marxista, che mira a scardinare ogni valore e
prospettiva spirituale trascendente.
e) Dovere della cooperazione Scuola-Famlglfa. I ge-
nitori hanno vari compiti da svolgere: 1. Infor-
mare. La pedagogia moderna dà grande impor-
tanza alla conoscenza da parte di educatori e inse-
gnanti, della personalità totale dei soggetti. 2. Pre-
{larare. C'è una preparazione cultu-rale: tutto ciò
che i fìgli imparano in famiglia è base preziosis-
sima per la ripresa scolastica. C'è una prepara·
zione affettiva-morale: le virtù di casa forniscono
ottima base per il rendimento scolastico. 1· Fa-
1,orire il lavoro scolastico: informarsi dei compiti
e delle lezioni di ognl giorno; controllare il lavoro
fatto; incoraggiare e qualche volta anche punire
o rimproverare. 4. Integrare: la scuola non dà

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problema della Scuola Schema perla
Conferenza mensile
di marzo
tutto. La famiglia ha molti mezzi per integrare
lacune e deficienze: libri, giornali, radio e TV,
cinema e gite, conversazioni... Soprattutto è com-
pito dei genitori cristiani integrare eventuali defi-
cienze di educazione morale, religiosa, sociale.
; . Sostenere gli insegnanti nella stima e nel rispetto
conlldente dei Agli; sostenerli nelle loro giuste
aspirazioni e rivendicazioni economiche, sociali,
professionali.
d) l'aiuto della Chiesa e alla Chiesa nel campo
della Scuola. Per le famiglie che inviano i flgli
alla scuola di stato essa da tempo lavora per man-
tenerla sulla buona via della tradizione cristiana
italiana: 1. cura gli insegnanti e cerca di fornirne
dei buoni, di formarli e di aggiornarli (ATMCE e
LICIIM); z. ha fondato e sostenuto scuole per la
formazione di insegnanti cattolici; ;. ha difeso i
diritti della famiglia cristiana curando l'inseri-
mento dei Patti Lateranensi nella Costituzione
Italiana; 4. ma soprattutto cura l'insegnamento
religioso nelle scuole di stato, pur fra difficoltà
interne ed esterne notevoli; ;. la Chiesa conduce
oggi la grande battaglia della scuola libera cat-
tolica.
Però la Chiesa chiede aiuto alla famiglia. Le
rivendicazioni pubbliche basate sul diritto natu-
rale sono promovibili dalla Chiesa solo con la
mediazione delle famiglie cristiane, perchè solo
esse, in quanto famiglie, hanno diritto di ascolto
e di rivendicazione in nome del diritto comune.
(I] Iniziative di azione pratica per una
collaborazione Scuola-Famiglia
a) Frequentare gli Incontri organizzati dalla
Scuola dei propri figli.
b) Promuovere le organizzazioni stabili d1 geni-
tori, locali e nazionali, quelle cattoliche e le altre
che si possono influen.:are in senso cattolico.
c) Collaborare col Collegio, integrandone l'opera
di formal:"iooe.
Certamente l'ambiente familiare, quasi nido
apprestato dalla natura, quando sia assistito dalla
Chiesa e integrato dalla scuola, è il più adatto
ad assicurare una buona ed anche una perfetta
educazione; ma spesso le circostanze di luogo,
di lavoro, di persone, impediscono alla famiglia
di attendere da sè sola all'arduo compito. In
questi casi il collegio diventa una provvidenziale
istituzione, senza la quale molti giovanetti reste-
rebbero privi di granru beni. Esso, tuttavia, non
esenta i genitori dal dovere di occuparsi dei figli,
anzi, esige che il loro influsso sia presente anche
nel collegio, per integrare l'opera di formazione
che si compie lontano dai loro occhi• (P IO Xl 1).
P er la «campagna >> 1964
Difendiamo le nostre famiglie
Q UES T I O NARIO
1. Qua/I diritti hanno I guiltorl cristiani nu con-
fronti della scuola di stato. del suol programmi, del
suoi insegnontl?
2. Quali conseguenze avubbe una scuoio neutra,
per l'educazione cristiana dei figli di famiglie cr/Miane?
3. Hanno diritto I geni/ori cristiani a una scuola
1/btra cristiana?
4. QtJolJ doveri hanno I geni/Ori ntl confronti dello
scuola, degli lttsegnanti?
5. Che co~a devò110 dire agli iruegnanfi sul loro figli?
6. Come può la fam/g/Ja preparare I figi/ per la scuola?
7. Come deve comportarsi la famiglia «m I compiti
e le lezioni a caso?
8. Può la famiglia completare l'Istruzione e la far•
maz/on• scolastica?
9. Come può avvertire correggere influssi nocivi di
amblenle o di lnsegnamentd?
10. C/,e cosa put) fare la famlzlla per sostenere ti
prc,1ig/o degli lnse11nantl?
11. Come può la famizlia cristiana aiutare fa Chiesa
nella sua bottag/Ja par una scuola cristiana?
I due Centri lspet·orlali di Torino hanno organizzato un
ciclo di Conferenze per Genitori, [ ducatorl e membri di
Associazioni di cultura e di apostolato, Si tengono in
questo mese e nel prossimo
nel Teatro Salesiano di Valdocco via Maria Ausiliatrice, 32
GIOVEDI 13 FEBBRAIO • ORE 21
Lo Stata difen do la famiglia?
S en. Avv. GIUSEPPE ALESSI
già Presidente della Regione Siciliana
GIOVEDI 20 FEBBRAIO • ORE 21
Famiglia e tem110 llb oro
Av v. AMEDEO PEVRON
Presidente della Comunità Europea di Credito
e del Consiglio del Comuni d'Europa
GIOVEDl 5 MARZO ORE 21
Famiglia e Scuola
P rof. Oott, NAZARENO PADELLARO
Presidente del Centro Europeo dell'Educazione
GIOVEDI 12 MARZO , ORE 21
Famiglia o Ohlosa
On. A vv. RAIMONDO MANZINI
Direttore de L'Osservatore Romano
AUTORtZLAZIONf Ol!L TR18UNAL• DI TORINO IN OATA 16 FEBBRAIO J,U<), NUMBRO 403. - CON APPROVA>:TONS RCCU:3iA>Tl:A
DIRITTOR• REsPOSSAll(Lli: SAC, DOTT, PIETllO ZERBINO, VIA MAl!IA o\\USILIATRICB1 J1 • TORINO (712) - OVPICINI! ORAFICIU B. B. I.
1:i

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cologi, ai psico-sociologi, agli educatori e a tutti coloro
che hanno qualche responsabilità su gruppi di fanciulll,
di adolescenti o di adulti, uno strumento di indagine,
di facile uso e di valore scientifico ampiamente speri-
mentato, per la migliore comprensione delle caratteri-
stiche sociali delle singole personalità e dell'aspetto
dinamico dello psichismo umano, del gruppo e dei gruppi
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Direzione: via Maria .Auslllatrlce, 32 •Torino• Telefono 48-41-17
Al del mese, per I Cooperelorl e le Cooperatrici Salesiane
Al 15 del me.se, per i Dirigenti delle Pie Unione
Si Invia gratullemenl•
*Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperalricl
che le Opere Salesiane hanno li c. c. postale con Il numero 2-1355 (Torino)
sollo le denominazione, Direzione Generale Opere di Don Bosco - Torino 712
Ognuno pu6 valllfnn• e-on risparmio d1 Jpue, nell'inviar• la proprie offa,r.,
rkor,endo aJJ' uffìc:lo po•l•I• locale par Il lftOdulo ralellvo
*IMPORTANTE - Per correzioni d'Indirizzo si prega d'Inviare anche l'lndlrlzzo vecchio.
SI ringraziano I algg. AgenU postali cbe resplngono,coa le notilloazloal d'uso, I BolletUnl aoo recaplllU.