Bollettino_Salesiano_198307


Bollettino_Salesiano_198307



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ANNO 106 N. 7 2• QUINDICINA 15 APRILE 1983
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
BS- per i Cooperatori
Cooperatori: continuate a vivere il meraviglioso ideale salesiano nella
famiglia, nella società, sul lavoro, nella scuola... Giovanni Paolo Il (3 settembre 1980)
L'ANNO DELLA REDENZIONE .J
Aperite portas Redemptori
Il 25 marzo 1983 è iniziato l'Anno Santo della Redenzione.
I CC. lo celebrano con gioia e riconoscenza cercando di operare una revij•ione sin-
cera della propria vita e mettendosi a disposizione della comunità ecclesiale perché an-
che per mezzo del loro contributo di preghiera e di a:.ione i frutti della salvezza raggiun-
ga110 il maggior numero possibile di persone.
A) Che cosa è un Anno Santo
Anno Santo è il nome popolare
con il quale si designa un tempo di
richiami alla conversione e alla ri-
conciliazione, e di doni di indul-
genza e di perdono.
La Chiesa lo indice periodica-
mente: in via ordinaria dal 1300
ogni 25 anni, oppure in momenti
straordinari, in determinati luoghi
o per tutto il mondo cattolico,
come fece Pio XI nel 1933 per ce-
lebrare il 19° secolo della Reden-
zione (si concluse trionfalmente il I
aprile 1934 giorno di Pasqua con la
canonizzazione del nostro fonda-
tore Don Bosco!) e come ora ripete
Giovanni Paolo II nel 1950° anni-
versario della Redenzione.
In tale anno la Chiesa solitamen-
te chiama i fedeli a Roma dove le
Tombe degli Apostoli Pietro e Pao-
lo sono segni particolarmente elo-
quenti della fede portala nel mon-
Giovanni Paolo II bacia Il frontale della Por-
ta Santa.
do da Gesù, predicata dagli Apo-
stoli, testimoniata dai martiri, cu-
stodita e diffusa dai Successori de-
gli Apostoli, i vescovi delle Chiese
di tutto il mondo uniti in un solo
corpo morale con il successore di
Pietro, Vescovo e Papa della Chie-
sa di Roma.
Dal primo Anno Santo ad oggi il
Pellegrinaggi.o giubilare si è sempre
ripetuto in forme varie secondo i
tempi, ma sempre con lo stesso spi-
rito: cioè come cammino del po-
polo cristiano che cèrca la sua
identità alle sorgenti della fede,
cerca il perdono e la grazia di Cri-
sto, cerca Dio.
Anche oggi si rinnova questa ri-
cerca, si ripercorre questo cammi-
no. Questa volta il Papa ha voluto
che esso avvenisse nell'ambito di
tutte le Chiese locali, per facilitare
al maggior numero possibile di uo-
mini il rinnovamento e la conver-
sione a Dio.
Roma, come centro visibile della
Chiesa, può ancora essere la meta
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terrena del Pellegrinaggio: ma at-
traverso le sue memorie sacre essa
trasmette ai pellegrini il richiamo
1 della Gerusalemme celeste, meta e
patria dei santi, che vive e cresce in
1 1 ogni credente ed in ogni Chiesa lo-
cale in comunione con la Chiesa
universale, e quindi con Cristo.
NORME PRATICHE PER
L'ADEMPIMENTO DEL GIUBILEO
Tutte le pie opere hanno come base, centro e fine Il rinnovamento spirituale e la
riconclllazlone con Dio che avviene mediante la Confessione e la Comunione neces-
saria per ottenere la Indulgenza giubilare.
B) Il Significato del Giubileo: il
progetto di Giovanni Paolo Il
Quale significato e carattere spe-
cifico assume l'Anno Santo 1983,
come Giubileo della Redenzione?
Perché è stato indetto?
Lo ha detto il Papa ai Cardinali
il 2 dicembre 1982:
<<Tra l'Anno Santo del 1975 e il
grande Anno Santo del 2000 all'al-
ba del terzo millennio, è un Giubi-
leo di transito fra queste due date,
come un ponte lanciato verso il fu-
turo, ma che parte dalle esperienze
straordinarie di tutti vissute otto
anni fa, quando Paolo VI chiamò
tutti i fedeli a vivere il "rinnova-
mento spirituale in Cristo e la ri-
conciliazione con Dio".
L'evento della Redenzione è cen-
trale nella storia della salvezza.
Tutto si compendia qui: Cristo è
venuto a salvarci. Egli è il Reden-
tore dell'uomo, "Redemptor ho-
minis". Per l'uomo che cerca la v~
rità, la giustizia, la felicità, la bel-
lezza, la bontà, senza trovarle con
le sole sue forze, e sosta inappagato
sulle proposte che le ideologie im-
manentistiche e materialistiche
oggi gli offrono, e sfiora perciò l'a-
bisso della disperazione e della
noia e si paralizza sullo sterile e au-
todistruttivo godimento dei sensi
- per l'uomo che porta in se stam-
pata, nella mente e nel cuore, l'im-
magine di Dio e sente questa sete
di assoluto - l'unica risposta è
Cristo. Cristo viene incontro all'uo-
mo per liberarlo dalla schiavitù del
peccato e ridargli la dignità primi-
tiva >>.
L'Anno Santo è perciò un appel-
lo al pentimento e alla conversione,
come disposizione necessaria per
partecipare alla grazia del Reden-
tore>>. La grazia dell'Anno Santo è
la grazia della conversione. Apria-
mo perciò le porte del nostro cuore
al Redentore!
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A) LE PIE OPERE DA COMPIERE
Si può partecipare al Giubileo in duplice forma: comunitaria e individuale.
Partecipazione al Giubileo In forma comunitaria
a) Partecipare devotamente a una celebrazione comunitaria organizzata sul pia-
no diocesano o anche nelle singole parrocchie per l'acquisto del Giubileo.
In tale celebrazione dovrà essere sempre Inserita una preghiera secondo le Inten-
zioni del Papa.
b) È auspicabile che la celebrazione sia accompagnata, per quanto è possibile,
da un'opera di misericordia, nella quale il penitente prosegua ed esprima l'impegno
di conversione.
c ) l'atto comunitario potrà consistere, in modo speciale, nella partecipazione:
- alla Santa Messa programmata per il Giubileo;
- oppure ad una celebrazione della Parola, per es. un adattamento e un amplia-
mento dell'Ufficio delle letture, o alla celebrazione delle Lodi o dei Vespri, purché tali
celebrazioni siano finalizzate per il Giubileo;
- oppure ad una celebrazione penitenziale, promossa per l'acquisto del Giubi-
leo, che si concluda con la confessione individuale dei singoli penitenti, come previ-
sto nel Rito della Penitenza (Il forma);
- oppure ad un'amministrazione solenne del Battesimo o di altri Sacramenti,
come, ad esempio, la Confermazione o l'Unzione degli Infermi « Infra Eucharistiam »;
- oppure al pio esercizio della Via Crucis, organizzato per l'acquisto del
Giubileo.
d) I Vescovi diocesani potranno disporre inoltre che l'acquisto dell'indulgenza
giubilare avvenga mediante la partecipazione a una missione popolare promossa dal-
le Parrocchie per la ricorrenza del Giubileo della Redenzione, oppure partecipando a
giornate di Ritiro spirituale organizzale per gruppi o categorie di persone. Ovviamente
anche in tali casi non dovrà mancare la preghiera secondo le Intenzioni del Papa.
Partecipazione In forma individuale o di gruppo
Visitare singolarmente, oppure - come sarebbe preferibile - insieme con la pro-
pria famiglia, una delle chiese o luoghi Indicati (v. sotto) per il Giubileo, ed ivi dedicar-
si ad un momento di meditazione, rinnovando la propria fede con la recita del «Cre-
do• e del « Padre Nostro», e pregando secondo le intenzioni del Papa.
B) DOVE SI PUO OTTENERE L'INDULGENZA DEL GIUBILEO
a) In Roma: con la visita a una delle quattro Basiliche Patriarcali (S. Giovanni in
Laterano, S. Pietro In Vaticano, S. Paolo fuori le Mura, Santa Maria Maggiore), oppure
ad una delle Catacombe o alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme ( o ad una del-
le altre chiese o luoghi sllcri indicati dal Card. Vicario per i fedeli romani).
b) Nelle altre diocesi del mondo, con la visita alla Cattedrale o a un'altra chiesa
tra quelle stabilite dai Vescovi. In tali visite dovrà essere conservato, per quanto pos-
sibile, il senso del pellegrinaggio.
c) Concessioni particolari. Quanti, per motivi di salute malferma, non possono re-
carsi ad una delle chiese Indicate dall'Ordinario locale, potranno acquistare il Giubi-
leo compiendo la visita alla propria chiesa parrocchiale.
Per gli infermi impediti di compiere tale visita, basterà che si uniscano spiritual-
mente all'atto per l'acquisto del Giubileo compiuto dai propri familiari o dalla propria
parrocchia, offrendo a Dio le loro preghiere e le loro sofferenze.
Analoghe facilitazioni sono concesse agli ospiti degli istituti geriatrici e dei peni-
tenziari, ai quali dovranno essere rivolte accurate attenzioni pastorali alla luce di Cri-
sto Redentore universale.
I Religiosi e le Religiose di clausura potranno ottenere il Giubileo nelle loro chiese
monastiche o conventuali.
(Dafl'Oss. Romano, 27 febbraio 1983)

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IMPEGNO NELLA CITTÀ
Fatti più che parole con il coraggio e lo zelo di Don Bosco
La famiglia è uno dei campi di attività dove p iù si disp iega l'apostolato e l'impegno dei CC.
La famiglia «piccola chiesa domestica>> diventa luogo di educazione alla fede e alla carità intesa
come condivisione e accoglienza della sofferenza di tanti sfortunati.
Superando la ritrosia di un Cooperatore di Napo/~ presentiamo la sua esperienza non come un
<<esp erimento>> fatto su dei ragazzi ma come un esempio che anche altri di buona volontà p ossano
imitare.
Cristo Signore, in forza del matrimonio dei battezzati
elevato a sacramento, conferisce agli sposi cristiani una
peculiare missione d.i apostoli, inviandoli come operai
nella sua vigna, e, in modo tutto speciale, in questo cam-
po della faoùglia.
In questa attività essi operano in comunione e col-
laborazione con gli altri membri della Chiesa, che pure
s'impegnano a favore della famiglia, mettendo a frutto i
loro doni e ministeri. Tale apostolato si svolgerà anzitut-
to in seno alla propria fami~a, con la testimonianza
della vita vissuta in conformita della legge divina in lutti
i suoi aspetti, con la formazione cristiana dei figli, con
l'aiuto dato alla loro maturazione nella fede, con l'edu-
cazione alla castità. con la preparazione alla vita, con la
vigilanza per preservarli dai pericoli ideologici e morali
da cui spesso sono minacciati, col loro graduale e re-
sponsabile inserimento nella comunità ecclesiale e in
quella civile, con l'assistenza e il consiglio nella scelta
della vocazione, col mutuo aiuto tra 1 membri della
famiglia per la comune crescita umana e cristiana, e
così via.
L'apostolato della famiglia, poi, si irradierà con ope-
re di carità spirituale e materiale verso le altre famiglie,
specialmente quelle più bisognose di aiuto e di sostegno,
verso i poveri, i malati, gli anziani, gli handicappati, gli
orfani, le vedove, i coniugi abbandonati, le madri nubili
e quelle che, in situazioni difficili. sono tentate di disfarsi
del frutto del loro seno, ecc. (Fam. Cons. n.71).
Perché vedano le vostre opere buone...
Con la ricostituzione del Centro CC. a Napoli-Don
Bosco e la consegna degli attestati a un folto gruppo di
CC., che avevano curato la loro preparazione mettendosi
a servizio dei giovani nel locale Oratorio, venne a questi,
da parte del locale Direttore della Casa, l'invito a indi-
rizzare il loro impegno apostolico ai ragazzi del locale in-
ternato, formato, 111 massima parte, aa ragazzi _prove-
nienti da ambienti delinquenziali e con situaziom fami-
liari o inesistenti o delle più disastrose.
Si cominciò con una nostra presenza durante le ore
di ricreazione nelle quali si cercava di contattare i vari
ra~azzi che, di volta m volta. ci venivano segnalati come
piu necessitanti d'affetto. ln seguito, poiché si verificava
la permanenza di alcuni nell'Istituto, nei giorni di festa,
si prese l' iniziativa d'invitarli a trascorrere la domenica a
casa dei vari CC. impegnati in quest'opera, con evidente
soddisfazione dei ragazzi invitati i quali, in seguito, si
auto-invitavano ed estendevano l'invito ad altri amici
mettendo a dura prova la bravura domestica delle coo-
peratrici interessate che dovevano dividere a dieci quello
che era stato preparato per cinque. Questo anche perché
gli inviti erano estesi all'ultimo momento e nessuno si
sentiva di rifiutare a questi ultimi quel calore umano che
veniva offerto agli altri.
Fu a seguito di questi inviti che. con la disponibilità
dei nostri figli, potemmo avere ospiti oltre alle domeni-
che. in periodi diversi, quello natalizio e quello di pre-
esame, due ragazzi: uno di prima media che aveva l'u-
nico genitore m ospedale proprio durante le feste nata-
lizie e quindi sarebbe dovuto restare da solo nell'Istituto
mentre, venuto r,er stare assieme a noi per il solo Natale,
vi restò fino ali Epifania integrandosi bene nella nostra
famiglia; l'altro, di famiglia numerosa. impossibilitato a
trovare un po' di calma, nella baraonda domestica, ci
chiese di potersi fermare da noi, per prepararsi agli esa-
mi di licenza media, cosa che fece con buoni risultati.
Tra i tanti ragazzi contattati, ci si affezionò maggior-
mente uno che avendo perduto la madre in tenera età
era stato abbandonato dal padre trasferitosi all'estero e
del quale si erano presi cura, al momento, persone estra-
nee che avevano affidato lui e le sue sorelle e fratelli a
diversi Istituti per l'Infanzia, dai quali era giunto alla
nostra Casa Salesiana. A seguito della sua nchiesta di
avermi quale padrino di Cresuna e la mia accettazione, il
nostro interesse fu maggiormente rivolto a lui ed ai suoi
problemi per cui egli fu sempre presente tra noi sino a
chiederci egli stesso e, noi ad accettare, di entrare a far
parte in modo definitivo della nostra famiglia, ben accet-
tato dai nostri due figliuoli naturali che allora avevano
ntoorvd~1c17. tredici anni mentre egli ne aveva quasi quat-
Nello stesso tempo, ci fu segnalato, dal Direttore del-
la Casa, il caso di un ragazzo di quattordici anni com-
piuti, dal carattere piuttosto difficile e bisognevole di
vero affetto, perché m lotta con la madre, inoltre privo
dell'immagine paterna per non averlo mai conosciuto.
Questo ragazzo portato a diffidare dj tutto e di tutti, si è
inserito nella nostra famiglia con grande difficoltà per-
sonale perché, anche se finalmente convinto di essere
amato, non facilmente è disponibile a modificare com-
portamenti che ritiene giusti ed accetta i vari consigli
solo se vengono dati in forma di amorevole ragionamen-
to e dopo una verifica personale.
Sarebbe lungo raccontare, in poche righe, il lavoro
svolto in faoùglìa in questi quasi cinque anni, per non
parlare delle difficoltà incontrate: da quelle economiche
per l'aumentato numero dei componenti la famiglia a
quello individuale per l'inserimento di ciascuno d1 loro
nel campo lavorativo.
Inoltre, mentre il comportamento del primo è stato
di una maggiore disponibilità a quanto vemva detto trat-
tandoci come suoi genitori e chiamandoci con il nome di
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mamma e papà; il secondo ha avuto periodi di presenza
e di lontananza dalla nostra famiglia con esperienze
sempre diverse a seconda degli ambienti nei quali ricer-
cava la soluzione dei propri problemi (brevissuno tenta-
tivo di ritorno dalla rnacfre; ritorno alla Casa salesiana;
ed infine alla casa nella quale è ospitato un suo fratello)
ma grazie a Dio, per la sua fondamentale bontà d'animo,
ha fatto ritorno da noL
Per i problemi presentatici da queste due presenze
abbiamo dovuto chiudere l'esperienza dell'accoglienza
domenicale degli altri ragazzi ma a quanti dovessero
chiedermi se vale la pena di fare questo tipo di aposto-
lato, direi senz'altro di si; direi però che è necessano pre-
pararsi ad esso e farsi guidare da qualche sacerdote che
possa aiutare con la preghiera e l'intervento diretto, in
famiglia, allorquando sia necessaria una parola di chia-
rificazione tra i genitori ed i ragazzi.
Per i Cooperatori impegnati ID quest'opera è indi-
spensabile una intesa maggiore tra loro: che abbiano
presente che trattano con persone e che sappiano con-
trollare ogni loro azione nei confronti dei figliuoli cosl
acquisiti mentre la forza per poter continuare quest'o-
pera possono trovarla solo nelfa vita sacramentale e nel-
la disponibilità ad accettare questi ra0 azzi così come
sono con la speranza che con l'aiuto di Bio possano cre-
scere e crearsi un avvenire migliore.
(A. Napoli Don Bosco)
VITA DELLA ASSOCIAZIONE
Promesse
Per il centro è stato oggi un gior-
no particolare e pieno di gioia, due
cooperatori aspiranti hanno fatto la
promessa davanti a don Roccasalva,
ricevendo il regolamento e il me-
daglione di Don Bosco. Esse sono:
Candolfo Vincenza, Asaro Serafina e
poi dodici nostri fratelli che hanno
partecipato per un lungo periodo
alle attività del centro e risponden-
do alla vocazione salesiana, hanno
ricevuto l'attestato per dimostrare
pubblicamente maggior impegno.
Sono fratel li che hanno ricevuto
dal lo Spirito Santo chiamate e ca-
pacità per prendere parte al servizio
ecclesiale salesiano e per divenire
corresponsabili nell'ambito d i un'u-
nica grande famiglia. La funzione è
stata presieduta da don Roccasalva,
nostro delegato ispettoriale venulo
da Catania con qualche cooperatri-
ce. Durante l' Omelia ha messo più
volte in risalto la figura di Don Bo-
sco invitandoci ad essere sempre
unili ad operare nel bene, e non
sono mancate le foto durante la ce·
rimonia nella quale i cooperatori
hanno fatto la promessa.
Dopo la funzione abbiamo visto
delle diapositive riguardanti la mis·
sione di Trelew, dove vi sono nostri
fratelli cooperalori, i quali lavorano
con impegno, costanza ed amore
verso i fratelli poveri, emarginati,
malati. Le d iapositive sono state
portale da don Roccasalva. Infine
tutti insieme abbiamo fatto meren-
da di fraternità.
Attestati ricevuti: Milano Giusep-
pe - Viola Rocco Falzone Calogera
in Ciulla • Scalieri Rocca - Messina
Cristina - Toscano Biagia - Cilano
Francesca - Corvo Caterina • Corvo
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Giuseppina Corvo Fi lippa - lnserra
Giovanna - Viola Maria.
Oggi 17-2-1983, le ragazze del
CIOFS di Suor Concettina hanno
riaperto il laboratorio di Mamma
Margherita, iniziando vari lavori: al -
l'uncinetlo e a maglia, con l a colla-
borazione delle cooperatrice gio·
vani ed adulte.
Giornata di spiritualità
salesiana in Toscana
Domenica 13 marzo, nella Colo-
nia Don Bosco di Marina di Massa,
ha avuto luogo una giornata di spi-
ritualità per i Cooperatori Salesiani
di Livorno «S. Spirito», Livorno Col-
line, Pisa CEP e Marina di Pisa.
Presenti numerosi Cooperatori e
Vooperatrici, giovani e non più gio-
vani, i quali hanno accollo l' invito
con vero entusiasmo.
I lavori si -sono aperti con un can -
to religioso, la lellura di un salmo
ed una preghiera. Ha svolto poi la
sua brillante relazione sul tema « DI-
REZIONE SPIRITUALE» il Delegato
ispettoriale della Liguria don Tarci-
sio Faoro.
Presenti anche iI Delegato ispet-
toriaie della Toscana don Baldan, la
Delegata ispettoriale Sr. Vera Carrai,
il Delegato di Livorno Colline, la
Delegata di Marina di Pisa, la De-
legata di Livorno «S. Spirito» e la se-
gretaria coordinatrice per la Tosca-
na, Signora Maria Barbieri .
Punti focali della relazione sono
stati: la necessità di una direzione
spirituale, sia per i singoli che per i
gruppi; ogni uomo è chiamato alla
santità con richiami a S. Francesco
di Sales, Don Bosco e Domenico Sa-
vio; il Concilio Vaticano 11; la St ren-
na del Rettor Maggiore; individua-
1ismo e comunità; i laici al servizio
della Chiesa; il progetto di Dio; i
viaggi di Giovanni Paolo Il nel mon-
do, quale testimonianza di amore e
di apostolato e, infine, come opera
lo Spirito Santo.
Ha fatto seguito la celebraz_ione
della S. Messa. Don Tarcisio, all'O·
melia, ha ricordato la «Missione sa-
lesiana» nel Camerum, organiuata
e sostenuta dall'lspettoria Ligure·
Toscana.
Dopo il pranzo ed un breve tem·
po libero sono ripresi i lavori con i
gruppi di studio e la riunione con-
clusiva sulla relazione del mattino
con un dibattito vivace ma sereno,
al quale hanno preso parte nume-
rosi intervenuti.
La giornata si è chiusa con le con·
vincenti risposte del relatore ed ap-
propriati canti, accompagnati dalla
chitarra, da parte del Gruppo «Gio·
vani».
Suor Carrai
Scuola di Preghiera
«Ricordatevi che la vera preghiera
non consiste in sole parole; bisogna
venire al le opere» (Don Bosco).
I GG.CC. dell'lspettoria Centrale
prendendo lo spunto da questa fra-
se di Don Bosco hanno dato inizio
per il secondo anno ad una SCUO-
LA DI PREGHIERA. La spiritualità sa-
lesiana non è un insieme di idee, è
un modo di pregare e di operare.
Don Bosco ha insegnato ai suoi a la-
vorare pregando e a pregare lavo-
rando. Sotto la «guida spirituale» di
don Franco Lotto, l'invito è rivolto a
giovani disposti all'ascolto della PA-
ROLA ad un forte impegnativo dia-
logo con Dio, perché «Cristo (sia)
fonte di una gioia che il mondo non
può dare e che nessuno potrà mai
togliervi» (Giovanni Paolo Il ).

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RISERVATO Al GG.CC.
Crediamo utile far leggere ai GG.CC. le impressioni del gruppo di Alessan-
dria perché tutti a 6 mesi di distanza possiamo fare la nostra verifica.
Impressioni di alcune giovani che hanno partecipato al VII CON•
VEGNO NAZIONALE GIOVANI COOPERATORI - Roma 29 ottobre-
1 novembre 1982
Non sarà certo facile raccontare il chma di quei giorni. perché
sono stab davvero merav1glios1, ma la 9I0Ia e l'entusiasmo che ab·
biamo dentro, cl aiuteranno per darvene una minima idea.
Roma ci ha visti arrivare da ogni località, da ogni regione, ma•
garl con tradizioni, concezioni diverse, ma, al di là delle differenze
di età e dì pensiero, cl slamo subito sintonizzate sulla stessa lun•
ghezza d'onda, che aveva un solo nome: Dio. E non potevano
mancare il sole e un cielo azzurro intenso. torse come simbolo del
calore e dell'amlcizca nati In quei giorni
Incontro a, giovani In d1ffìcoltà con li coraggio e lo zelo di Don
Bosco• è stato l'argomento trattato nel convegno Coraggio e zelo:
ecco due qualità che ognuno di noi dovrebbe imparare ad avere.
Ed il primo coraggio è questo: amare, amare intensamente.
reallsticamente, personalmente. Significa possedere il coraggio
del «subilo•, sinonimo di audacia, disponibilità, dono totale agli al•
trl. Ma per avere coraggio ci vuole speranza, generata dallo stare
Insieme. Insomma è come una grande catena che si spezza se vie-
ne a mancare uno di questi elementi.
Non potevano mancare discussioni e progetti su quel mondo
misterìoso che è li mondo giovanile. Il problema più preoccupante
è senza dubbio una d1mensìone d1 morte riscontrata nei giovani,
molto più forte d1 un tempo. Droga: un ntug10 In un paradiso terre-
stre, violenza: come rifugio della società e della cultura; sesso: ri-
cerca di emozioni Inesistenti ed lnappagantl. Ma dì fronte a tutto
ciò non ci siamo scoraggiate. Sappiamo che dall'altra parte c'è an-
cora Il giovane impegnato che crede nella vita, che le dice si, come
all'uomo, come alla storia. perché si fonda sul si radicale a Cristo
E tali sono stati I giovani che abbiamo conosciuto, con cui ab-
biamo simpatizzato e perché no, stretto una vera ed autentica ami•
clz,a
Erano giovani come noi. con le loro esigenze, i loro •mille per•
ché sulla vita e sul male•: anche loro amavano Baglioni, o i Bea·
ttes. anche loro credevano nella vita, nel silenzio, nella pace, ma
possedevano, come noi. un qualcosa ln •Più•, di tanti altrl, un
qualcosa che sapeva d'Infinito, dì divino e che si chiama 010. Ed
allora cl siamo sentite piene di speranza. di profondità: e questa
scoperta ci ha fatto dire: Ma allora non siamo sole, c'è qualcuno
che la pensa come nolo.
È questo ìl messaggio che noì, insieme a, •Roberto•, al •Mar•
CO• , agli •Eugenio•. alle •Liliana. di tutta ltalla, vi vogliamo co-
municare.
Un forte grido di speranza che proclama la bellezza della vita.
resa feconda dalla dlsc1pllna dell'impegno e del sacriflcìo. Siamo I
giovani del .2000., con le nostre stramberie, la nostra pazzia, che,
a dispetto di quanto dicono persone ormai stanche e sfiduciate,
presentiamo la vita come festa, gioia e Impegno.
Un modo diverso di vivere e guardare la realtà Un respiro in•
somma dI ottimismo e di operosa presenza nel mondo, di speranza
che ci ha lasciato dentro tante felìcità, che neanche Il tempo riusci-
a cancellare. Non importa se abbiamo rinunciato al sabato sera
1n discoteca, non Importa se cl siamo perse lo spettacolo cinema•
tograflco: nessuna di queste cose, ne siamo certe, avrebbe potuto
donare la gioia che è ne, nostri cuori. E a questo punto ci sentiamo
in dovere di ringraziare le due persone meravigliose che ci hanno
dato la possibilità di vivere questa esperlenz.a.. un «grazie• di
cuore al nostri genitori!
La veglia dì preghiera, l'addio finale, 1balli. I canti, i giochi, la
fiaccolata nella grande piazza, sono stati momenti di festa ,n cui
celebrare •insieme. la gioia e l'esuberanza della vita. la certezza
di un futuro diverso. che si ottre a noi come dono ed impegno. E
l'allegrìa si è protratta anche sul treno che, con tanta tristezza e
nostalgia, cl ha condotte fino a casa. Ma, tra gll sguardi increduli,
perplessi ed interrogativi del viaggiatori. nel giudicare i giovani del•
le case salesiane. abbiamo cantato, giocato per tutto Il viaggio.
Sarà forse per questo amore alla vita Intesa come festa che è
stato detto che anche in Paradiso i Salesiani hanno un posto rìser•
vato per il troppo chiasso che fanno?
Alla, Loretta, Anna, Paola
Torino-Oratorio Michele Rua. Don MarchT1io •posa- con gli atti•
visti di MONDO NUOVO. Le nostre speranze sono alle sue spalle!
Un gruppo di CC. fnteggla alcune nuove Cooperatrici a Pletraper-
zla. A destra la Segretarla Coordinatrice di Sicilia, Lella Foti.
lii
Scuola di preghiera a Torlno-Valdocco.
Guardateli I vostri Delegati! Foto storica a ricordo della Riunione
di settore del 19 febbraio 1983 a Bologna.
I

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PARTECIPAZIONE
Dopo il messaggio che i CC. di Sicilia hanno indirizzato ai Salesiani in occasione
del loro Capitolo lspettoriale, pubblichiamo il documento redatto dai Cooperatori Sar-
di e letto al Capitolo della Delegazione dal Segretario Coordinatore Silvio Milia.
I COOPERATORI SARDI AL CAPITOLO DELLA DELEGAZIONE
Documento redatto dai Cooperatori Sardi per il Capitolo lspettoriale SDB
Ringrazio, innanzitutto, don Varese ed i componenti
il Capitolo per la partecipazione, mediante la mia pre-
senza, dei Cooperatori ai lavori capitolari.
Introduzione
1) Nella << Nota suJJa Famiglia Salesiana» contenuta
su <<ALCUNE TRACCE PER LA RlFLESSIONE>> re-
lative allo «ITER DEL GG22» si legge: «...i Coopera-
tori non sono una delle tante Associazioni ma piuttosto
un gruppo di persone che entrano nelle strutture pasto-
rali di vario genere con l'appono specifico della loro
Identità Salesiana>>.
2) Nello «Allegato n. 1>> riguardante la «FAMI-
GLIA SALESIANA)> alla voce <<Regolamenti art. 30>> si
dice: <<Nel rispetto della loro autonomia e secondo le ri-
chieste ed esigenze, offriremo il nostro servizio spirituale
di preferenza a.i gruppi che compongono la Famiglia Sa-
lesiana: anzitutto alle Figlie di Maria Ausiliatrice e ai
Cooperatori».
3) Quanto riportato nel n. I si ricollega a quanto af-
ferma il CGS (730, 739 b): <<Secondo iJ pensiero di Don
Bosco, il Cooperatore è un vero Salesiano nel mondo,
...un cristiano, ...che, senza vincoli di voti religiosi, rea-
lizza la propria vocazione alla santità in una missione
giovanile e popolare secondo lo spirito di Don Bosco.
...in particolare comunione con la Congregazione sale-
siana».
4) Quanto riportato al o. 2 trova un riscontro negli
articoli 25, 27, 28 del <1Nuovo Regolamento dei Coope-
ratori Salesiani >l.
L'art. 27, I afferma che gli Ispettori ed i Direttori
SDB rappresentano il Rettor Maggiore, che ha la piena
autorità nell'Associazione (art. 25,1) nell'ambito delle
loro competenze, e sottolinea i loro compiti per l'assi-
stenza spirituale e la fonnazione apostolica dei Coope-
ratori e per l'unione dei Cooperatori stessi con la Con-
gregazione.
L'art. 28, I afferma che i Delegati sono i principali
animatori spirituali e responsabili della formazione dei
Cooperatori e che rappresentano la Congregazione pres-
so l'Associazione.
Rilievi e suggerimenti
a) Le cose suaccennate (no. I, 2, 3, 4) non sono cose
del tutto nuove o sconosciute.
Se noi riflettiamo un momento sul progetto aposto-
lico-educativo di Don Bosco, vediamo che egli ha voluto
6/38
costituire un insieme di forze apostoliche convergenti
che dovevano indirizzarsi a lenire tre povertà del suo e
del nostro tempo: giovani in difficoltà, ceti disagiati, uo-
mini privi dell'Evangelo in terra di missione.
Don Bosco ha pensato i suoi Salesiani distinti (ma
non separati) in Salesiani religiosi ed in Salesiani esterni,
i Cooperatori, i quali «vivendo in seno alle proprie fa-
miglie mantengono in mezzo al mondo lo spirito della
Congregazione» (Don Bosco, Discorso al Capitolo Gene-
rale del 1877).
b) Quando ci si sofferma sulle relazioni ira SDB e
Cooperatori, generalmente si è portati a restringere il di-
scorso alle domande:
- che cosa i Cooperatori si attendono da.i SDB;
- che cosa i Cooperatori offrono ai SDB;
con l'aggiungere, talvolta, delle sottolineature di carenze,
insensibilità reciproche, ... Ritengo che questo modo di
porsi di fronte alle questioni sia non solo improduttivo
ma anche ingiusto.
La domanda dovrebbe, invece, essere:
- come possono i Salesiani, SDB e FMA, ed i Sa-
lesiani Cooperatori lavorare insieme nei campi della mis-
sione affidata ai figli spirituali di Don Bosco?
e) l componenti la Famiglia Salesiana nella loro
azione apostolica possono incidere nella realtà in cui
opera.no, se si riferiscono all'eredità spirituale del loro
Fondatore nella sua interezza, se non si ignorano, se co-
stituiscono veramente quell'unione di forze apostoliche
quale il nostro Fondatore in1endeva. È il tema della te-
stimonianza nella sua azione unitaria da parte della Fa-
miglia Salesiana.
d) Non dobbiamo guardare a questo operare insie-
me, che è stato di rilevanza fondamentale per Don Bo-
sco, come una intuizione geniale che riceve gli applausi
da spettatori nostalgici ma inerti depositari. Il Don Bo-
sco del XIX secolo è una vi La di apostolo che deve essere
rivissuta da parte nostra, oggi.
e) Quante volte si è assistito alla vita stentata o a
scarsi risultati di iniziative, pur valide e generose, prese
da persone isolate o soltanto da uno dei rami della Fa-
miglia Salesiana, senza che esse venissero sorrette me-
diante il coinvolgimento programmato e coordinato del-
le forze apostoliche che si richiamano a Don Bosco?
Un invito
Da tutto questo emerge l'esigenza della elaborazione
di piani pastorali a livello ispettoriale, al disegno ed alla

1.7 Page 7

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IN FAMIGLIA
1. Don Guido Favlnl cl ha lasciato
Don Favinl, nato a Varallo Pombia il
31 maggio 1898, è morto santamente a
Torino il 6 gennaio 1983.
È stato per 21 anni il secondo Se-
gretario Generale dell'Associazione
Cooperatori Salesiani, formalmente oc-
ganizzata (il primo - per la storia -
fu don Stefano Trione: 30 anni!).
Don Raineri, consigliere Generale
per la F.S. accorso a Torino per presie-
dere ai solenni funerali nella Basilica di
Maria Ausiliatrice, ne ha presentato
con commozione la figura:
«Un uomo pieno di giovani e pieno
di opere».
Fu il «continuatore delle Letture
Cattoliche di Don Bosco, Direttore del
Bollettino Salesiano, Segretario Gene-
rale dei Cooperatori ». E ancora: mae-
stro di vita spirituale, ricercatore della
tradizione e della storia salesiana,
scrittore dallo stile incisivo.
A lui l'Associazione deve moltissimo.
Basti citare la sua opera «Il cammino
di grande idea• che resta fondamen-
tale per coloro che vogliono capire i
Cooperatori. Dice don Raìneri: «Quello
che sperimentiamo tra i Cooperatori
nel mondo è dovuto anche alle soffe-
renze di questo uomo, che sapeva ri-
cercare nella "tradizione" e nella "me-
moria" quanto c'era di valido e sapeva
riproporlo in modo adeguato alla situa-
zione in cui viveva».
Don Guido Favlnl, fu Direttore del BS dal
1932 al 1950 e Segretarlo Generale del Coo-
peratori Salnlanl per 21 anni!
2. Provvidenza
Un gruppo dì Cooperatori di Roma e
del Lazio, la maggior parte cresciuta
attorno all'Ufficio Nazionale, mettendo
in pratica il motto « Fatti più che parole
con il coraggio e lo zelo di Don Bosco
in favore dei giovani in difficoltà» ha
fondato nel 1982 una cooperativa,
«Provvidenza•.
L'iniziativa che si prefigge di. dare
una mano in forma cooperativistica ai
ragazzi e giovani emarginati o in diffi-
coltà, ha la sua sede in un casale sul-
l'Ardeatina, qualche chilometro dietro
il Divino Amore.
Sa il Signore quanto ci sia bisogno
di iniziative di questo generel
Ai Cooperatori di Roma e del Lazio
non è proibito dare una mano, soprat-
tutto prestando la propria attività ( = la-
vorando) in modo che la Cooperatrice
residente e il suo sposo non si sentano
soli nel portare avanti una simile im-
presa.
Rallegramenti vivissimi a don Giua
Stefano che il 25 marzo attorniato da
un folto stuolo di confratelli e di coo-
peratori ha celebrato Il 50° anniversa-
rio della sua ordinazione sacerdotale.
Il giorno precedente un gruppo nu-
trito di Cooperatori lo ha festeggiato; e
alcuni di essi hanno rinnovato la loro
adesione all'Associazione mentre altri
per la prima volta fecero la promessa.
Il Delegato Nazionale, don Luciano
Panfilo, ha invitato i nuovi Cooperatori
del Testaccia ad essere fedeli alla loro
gloriosa tradizione ed ha manifestato a
don Giua gli auguri e le congratulazio-
ni dì tutti i Delegati d'Italia.
realizzazione dei quali concorrano tutte le componenti
salesiane, dove le iniziative intraprese e le mete da rag-
giungere vedano tutti i rami delJa Famiglia Salesiana in-
teressati ed operanti insieme.
Un problema aperto
Altro punto su cui si potrebbe fermare l'attenzione è
quello riguardante gli amici di Don Bosco a diverso ti-
tolo, che attendono di essere chiamati, e cioè inseriti con
pienezza nella Famiglia Salesiana. Quanti, con impegno,
senza strepito, in umiltà, operano come catechisti, alle-
natori, insegnanti, ... nelle scuole di tipo umanistico o
professionale, negli oratori, nelle polisportive salesiane,
in opere di assistenza, ...svolgendo un vero e proprio la-
voro di Cooperatori Salesiani. e senza che essi sappiano
pienamente questo?
Come potremo far conoscere a questi nostri fratelli
che ciò che essi fanno rientra proprio in ciò che Don Bo-
sco intendeva per Cooperazione Salesiana?
Dovremo comprendere, noi per primi che l'ingresso
nelJa Famiglia Salesiana come Cooperatori di questi
amici di Don Bosco, non significa farli passare da un im-
pegno ad un altro impegno, da una Associazione ad
un'altra, perché quei compiti che essi oggi svolgono de-
vono continuare a svolgere, ma significa, invece, una
presa di coscienza di ciò che in realtà essi sono, per il la-
voro che svolgono, una scoperta della chiamata ad una
maggiore partecipazione all'eredità spirituale che Don
Bosco ci ha lasciato.
Conclusione
Quando guardava ai suoi Salesiani esterni Don Bo-
sco li vedeva non solo come benefattori o collaboratori
nelle sue opere ma li vedeva anche come animatori cri-
stiani de.Ile realtà temporali.
È per questo che con uno stesso spirito dobbiamo
operare tutti insieme. affinché il lavoro che viene svolto
nelle case, parrocchie, oratori salesiani venga continua-
to nei luoghi dove vive e lavora la società d'Òggi, nei luo-
ghi in cui si dibattono le questioni del nostro tempo, luo-
ghi in cui è fortemente sentita la presenza e la testimo-
nianza di laici <<buoni cristiani e onesti cittadini > che
agli ideali salesiani hanno consacrato la propria vita.
7/ 39

1.8 Page 8

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CONVEGNO NAZIONALE
AGGREGAZIONI LAICALI
Milano, 26-27 febbraio 1983
Ritorniamo ancora sul Convegno Nazionale delle
Aggregazioni Laicali per sottolineare l'importanza di
questo fatto che è stato salutato da tutti come un mo-
mento di grazia.
Tanti carismi, tanti doni a servizio dell'unità della
Chiesa. I CC. vivano intensamente questo momento di
incontro per ritornare poi alla missione giovanile loro
affidata con la certezza di essere inseriti in una grande
comunità che accanto a coloro che si danno solo a pii
esercizi, desidera che vi siano anche loro che a fatti più
che a parole operano con il coraggio e lo zelo di Don
Bosco in favore dei giovani in difficoltà.
LA PROPOSTA
Le varie aggregazioni laicali, perlomeno le 26 rap-
presentate nella VII Commissione preparatorie al Con-
gresso, raccogliendo l'invito dei promotori del 20° Con-
gresso Eucaristico Nazionale, hanno da tempo iniziato
la preparazione a quello che ritengono un grande av-
venimento per la Chiesa che è in Italia.
Come base per il lavoro di approfondjmento è stata
proposta e accettata la lettera indirizzata da Mons.
C.M. Martini, Arcivescovo di Milano, al clero e ai fe-
deli per l'anno pastorale 1982-83 «Attirerò tutti a me».
Per evidenti motivi pratici le prime comunità ad es-
sere coinvolte sono state quelle ambrosiane le quali
però conscie che un Congresso Nazionale non poteva
essere limitato ad un ambito puramente diocesano,
hanno voluto e già realizzato due incontri: uno riser-
vato ai «vertici» delle singole aggregazioni e l'altro al-
largato ai responsabili «periferici» delle stesse, per po-
ter coinvolgere tutti gli aderenti su scala nazionale.
Da questi incontri, tenuti a Milano il 17 e il 31 gen-
naio 1982, è emersa l'esigenza di organizzare un mo-
mento unitario durante il quale potere, da un lato ap-
profondire il mistero eucaristico ne!J'ottica specifjca
dei laici, e dall'altro mettere in comune, per un arric-
chimento reciproco le conquiste spirituali raggiunte e i
frutti della riflessione culturale maturati in forza della
propria particolare spiritualità.
Facendo propria questa esigenza la VII Commissio-
ne del CEN ha promosso per il 26 e il 27 febbraio 1983
un Convegno di studio a carattere nazionale aperto ad
una rappresentanza qualificata - responsabili e quadri
intermedi - delle diverse aggregazioni.
Come sede, superando le obiezioni legate a consi-
derazioni di opportunità geografica, è stata scelta Mi-
lano - sede del Congresso - per sottolineare che l'in-
contro deve inquadrarsi, sja pure come momento par-
ticolare, nel contesto dell'avvenimento nazionale.
LE MOTIVAZIONI
Questo incontro è stato assimilato ai precongressi
celebrato a livello territoriale dei quali ha condiviso tra
8/40
l'altro l'aspetto «propositivo» mediante l'elaborazione
di un documento finale che ha raccolto i suggerimenti
di carattere pastorale. Più in dettaglio gli scopi del
Convegno potrebbero essere così definiti:
a) di studio: a questo è servita la prima relazione
incentrata sul tema: «I laici nella Chiesa e nel mondo
alla luce del mistero eucaristico». Il tema è stato
poi approfondito nei gruppi di studio appositamente
previsti.
b) di arricchimento reciproco, mediante la condi-
visione dell'itinerario spirituale percorso da ogni ag-
gregazione nel periodo precongressuale e della loro ri-
flessione spirituale e culturale fatta alla luce della pro-
pria identità.
Momento privilegiato della condivisione è stata
l'Assemblea Generale, mentre lo strumento di lavoro è
costituito dalla seconda relazione che è pensata come
raccolta e sintesi dei contributi delle varie aggrega-
zioni.
c) di proposta di eventuali suggerimenti di carat-
tere pastorale da inviare alle competenti autorità ec-
clesiali in vista di un rinnovamento della vita della
Chiesa, a partire dal Congresso Eucaristico.
I RELATORI
La Presidenza del Convegno e le relazioni sono sta-
te affidate a persone esperte nell'ambito delle aggre-
gazioni laicali.
La scelta della Commissione preparatoria è risul-
tata infine la seguente: Presidente: S.E. Mons. Fio-
rino Tagliaferri, Presidente della Commissione della
e.E.I. per l'apostolato dei laici.
Relatori: «I laici nella chiesa e nel mondo alla luce
del mistero eucaristico» Mons. L. SartorL
«Sintesi dei contributi delle varie aggregazioni sul
tema del 20" CEN» a cura di Padre A. Occhioni, Segre-
tario del Comitato Permanente per i Congressi Euca-
ristici.
PARTECIPANTI
Al Convegno hanno aderito i Dirigenti e i Quadri in-
termedi delle seguenti Aggregazioni Laical.i:
AGESCI - Amici di Padre Pio - A.N.S.P.I. - Aposto-
lato della Preghiera - Azione Cattolica - Comunione e
Liberazione - Comunità di Vita Cristiana - Cooperatori
Salesiani - Cooperatori Guanelliani - Cursillos - F.O.M.
- Lampade viventi - Legione di Maria - Movimento Fo-
colarini - Ordine del S. Sepolcro - Opera della Regalità -
Pro-Sanctitate - Rinascita Cristiana - Rinnovamento
nello Spirito - Serra Club - Società San Vincenzo - Ter-
z'Ordine Cappuccini - Terz'Ordine Carmelitani - Ter-
z'Ordine Conventuali - Terz'Ordine Domenicani - Ter-
z'Ordine Minori - Volontariato Vincenziano.

1.9 Page 9

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IN PREPARAZIONE
AL XX CONSIGLIO NAZIONALE
23-25 aprile 1983 - VILLA TUSCOLANA
Riteniamo utile richiamare alla attenzione di tutti in preparazione del C. N. alcune li-
nee di riflessione e alcuni punti operativi che sono alla base del nostro essere Coope-
ratori Salesiani in questi anni 1981-1983 regolati dall'impegno assunto al Convegno Na-
zionale di Frascati: FATTI PIÙ CHE PAROLE PER I GIOVANI IN DIFFICOLTÀ CON IL CORAGGIO
E LO ZELO DI DON BOSCO.
3° Congresso Nazionale (dicembre
1981): proposito di conversione
L'esperienza salesiana ha posse-
duto in passato una forza aggregante
straordinaria. Si richiede il coraggio
della «rifondazione» e soprattutto l'in-
venzione di nuovi momenti e luoghi di
aggregazione. I gruppi ecclesiali e mo-
vimenti che hanno «presa» oggi sono
quelli che hanno saputo cogliere a
tempo giusto questi «segni» della nuo-
va condizione giovanile. Gli altri vivac-
chiano tra nostalgie e vuoti paurosi.
Il carisma di Don Bosco possiede in
sé, oggettivamente, questa dimensione
aggregante, ma I giovani ci costrin-
gono a riscoprirlo, ritradurlo e riviverlo.
Senza questo, nessun giovane, nor-
malmente, è portato ad assumere an-
tichi uomini carismatici come modelli
del presente e del futuro.
Ogni Centro e ogni Cooperatore è
chiamato a ritrovare il coraggio e lo
«zelo» del Fondatore e la sua «amo-
revolezza», a rinverdire questo dina-
mismo nella mitezza e nella gioia, ad
assumere un atteggiamento profondo
di simpatia e di dialogo con i giovani
d'oggi, a creare una mentalità d'incon-
tro con i giovani che sembrano o sono
«lontani».
È necessario un proposito serio di
autocritica, o, meglio, di «conversio-
ne» e «ogni conversione è opera del-
l'intelligenza della fede, vissuta con Il
coraggio della speranza e attuata con
la praticità della carità».
Cammina e canta! Realismo e uto-
pia, buon senso e senso del rischio, ri-
composti i nuovi equilibri interiori eco-
munitari ci permetteranno di evangeliz-
zare i giovani a partire non più da vec-
chi schemi della casistica etigo-giuri-
dica, ma dal codice vivo e personaliz-
zato della propria testimonianza cari-
smatica e profetica battesimale, in cui
siano garantite la fedeltà all'uomo ca-
rismatico delle origini e la fedeltà ai
giovani d'oggi.
Solo così salveremo la nostra speci-
ficità e ragion d'essere.
(dalla Relazione di don Palmisano)
Conclusioni del VII Convegno Nazio-
nale del GG.CC. (Roma 29 ottobre.
novembre 1982)
1. I GG.CC. d'Italia riuniti a conve-
gno dal 29 ottobre al 1° novembre
1982 per verificare il loro incontro con i
«giovani in difficoltà» si impegnano a
riscoprire la carica innovatrice dell'e-
sperienza del Fondatore e ad educarsi
- per viverlo - al «coraggio e allo
zelo» di Don Bosco, rendendosi attenti
e docili allo Spirito Santo che ha ispi-
rato Don Bosco.
2. Il Convegno prende atto che il
ramo giovanile dei CS vive un momen-
to di poca incisività negli interventi
personali o di gruppo a favore dei ra-
gazzi in difficoltà. Fra le cause di que-
sta situazione individua:
- una formazione non sufficiente;
- un adeguamento alla vita bor-
ghese della odierna società. Pertanto
ogni gruppo o ogni centro di GG.CC. è
invitato a predisporre un itinerario che
guidi la formazione del Cooperatore e
a fare una verifica del proprio tenore di
vita perché ci si metta sulla linea della
povertà evangelica.
3. Mentre si Impegnano ad animare
e creare strutture che sostengano i
giovani in difficoltà, ribadiscono la ne-
cessità degli interventi personali.
4. Si individuano come strategie
d'intervento, insieme alle realtà già vis-
sute, quali presenze nuove· del Coo-
peratore:
volontariato
servizio civile
cooperative
utilizzazione del linguaggio
mass-mediale.
5. Per realizzare più efficacemente
la presenza pastorale si viva una set-
timana di preghiera per tutti i giovani in
difficoltà delle «Valdocco d'oggi» (1-7
dicembre) che prepari a vivere il «Cer-
chio mariano» dell'S dicembre.
Riscoprire lo zelo e Il coraggio
di Don Bosco
L'individuazione delle «nuove po-
vertà», delle «nuove Valdocco» non ci
deve far dimenticare il lavoro già avvia-
to e sostenuto nelle opere «tradiziona-
li» dai Cooperatori Salesiani e dagli
Amici di Don Bosco.
Elenchiamo alcune di queste attività,
ricordando di esse gli operatori che
con fatica e tenacia difendono spazi di
libertà e, seguendo il metodo e i mezzi
di San Giovanni Bosco, creano le con-
dizioni per PREVENIRE le « nuove po-
vertà», che giustamente vogliamo e
dobbiamo combattere:
- Insegnanti di scuole salesiane e
statali,
- Operatori della Formazione Pro-
fessionale,
- Catechisti, Educatori, Assistenti,
Dirigenti ed Allenatori Sportivi negli
Oratori-Centri Giovanili salesiani e non
salesiani,
- Operatori di Centri ed attività so-
ciali e missionarie...
Tutti coloro che danno il loro appor-
to affinché questi ambienti si conser-
vino o tornino ad essere luogo di edu-
cazione e di formazione umana e cri-
stiana, sappiano che stanno facendo
un'opera grande.
Solo un ambiente sano ed impegna-
to darà ad alcuni - forse più sensibili o
forse con un pizzico di fantasia in più
- la possibilità di guardare con occhio
di simpatia i giovani in difficoltà.
Dice il Vangelo: «Fare una cosa e
non omettere l'altra» :
- portare avanti l'una cosa (le cose
«vecchie», ma sane, che esigono fati-
ca, alla portata di tutti...);
- affrontare con coraggio il nuovo
a mano a mano che le esigenze dei fra-
telli ce lo fanno conoscere.
(rlflessione del Delegato Nazionale)
9/4!

1.10 Page 10

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PER UNA SEGRETERIA EFFICIENTE
On Cooperatore che non nominiamo per non «offendere la sua umfftà» ha mandato ai
componenti del suo Consiglio lspettoriale questa nota organizzativa. Nell'epoca dei compiuters
l'Associazione ha bisogno di questi pazienti e ordinati raccoglitori di notizie, di schede, di
elenchi.
Chi ha tempo, si presenti dal Segretario Coordinatore, dal Delegato e vedrà - se non si
scoraggia - quanto lavoro!
Ho accettato l'incarico di aggiornare e ristrutturare
la SEGRETERIA dell'Ufficio lspettoriale CC. nell'interes-
se dell'Associazione e per una possibilità funzionale
adatta ai tempi.
Tale compito comporterà notevole tempo per al-
cune difficoltà.
La più evidente apparsa riguarda lo schedario nel
quale sono rimasti inseriti Cooperatori defunti mentre vi
mancano coloro che entrarono nell'Associazione negli
ultimi anni e sono tuttora viventi.
Sarà allora mio compito aggiornarlo servendomi
anche dei dati della «radiografia» del 1974, e creando
anche uno schedario a parte, non più diviso per centri,
dei CC. defunti. Questo al fine specialmente di poterli
tenere sempre presenti per ognj evenienza.
Per lo schedario faccio notare due cose:
1) È bene che le cooperatrici vi figurino con il co-
gnome da nubile; al quale si potrà aggiungere quello da
sposata. Comunque la scheda deve sempre riportare
esattamente quanto figura nel modello dì iscrizione che
i centri inviano alJ'Uff. !spett.
2) Le schede saranno sempre completate con dati
successivi all'iscrizione (incarichi assolti, corsi di esercizi
spirituali frequentati e simili).
3) Circa il materiale riguardante i singoli centri: l'ar-
chivio avrà un raccoglitore per ognuno di essi, con tutto
il materiale riguardante la storia e la vita del centro sin
daUa sua nascita. Potrà essere così consultato dai diri•
genti del centro che si succedono e che talvolta non tro-
vano nella loro sede i «precedenti» (nell'archivio poi vi
sarà materiale di carattere generale diviso per argomen-
ti a disposizione per consultazione).
4) Vorrei richiamare l'attenzione su alcuni punti ri-
guardanti l'andamento dell'Associazione che mi sem-
brano importanti anche alla luce della mia non breve
esperienza:
a) Esistevano (ed esistono) alcuni centri presso De-
curioni. Meritano di essere fatti vivere e poi seguiti, aiu-
tati e continuamente informati degli avvenimenti che ri-
guardano la Famiglia Salesiana. Sarà necessaria la pre-
senza in alcune circostanze di componenti il C.L e l 'in-
vio di un Salesiano in occasione del ritiro mensile, delle
conferenze annuali e in occasione delle feste Salesiane.
b) È giusto preoccuparsi dei cooperatori giovani e
della ricerca di essi, perché danno ossigeno all'Associa-
zione. Non debbono, però, essere emarginati gli anziani
o servirsi di loro solo come persone da spremere fino in
fondo per poi accantonarli. Essi vanno valorizzati per·
ché, oltre che essere stati cooperatori nella loro epoca,
sanno affrontare le novità che l'Associazione offre e
10/ 42
non bisogna dimenticarsi che sono anche benefattori
utili in non poche circostanze.
e) Non trascurare i cooperatori 'isolati', cioè coloro
che hanno lasciato, per ragioni di lavoro od altro mo-
tivo la città ove operavano, trasferendosi in località ove
non c un centro. Se poi il cooperatore si trasferisce in
zona di altre lspettorie bisogna segnalarlo all'Ufficio
lspettoriale competente perché lo jnviti e lo inserisca in
altro centro.
d) Non bisogna trascurare gli ammalati e coloro
che da lungo tempo non danno segno di interessamen-
to. Cercarli e capire i motivi di questo silenzio che non
sempre è dovuto a loro stessi, ma più spesso perché
trascurati dai cooperatori amici e sacerdoti delegati.
e) Consiglierei di stabilire una data ufficiale per i
suffragi ai cooperatori e cooperatrici defunti (ma che
non resti sulla carta). Tale data che si presume sia il 13
novembre, deve stimolare il Cons. !spett. ad invitare i
parenti dei defunti per assistere, possibilmente ad una
funzione concelebrata con i delegati locali.
5) All'incaricato !spett. della segreteria tecnica rac-
comanderei:
- di far sì che sempre sia aggiornato lo schedario
e le cartelle dei singoli centri;
- di sollecitare i centri inadempienti (ad es. all'in-
vio delle relazioni delle conferenze annuali);
- di regolare la situazione delle domande di chi
desidera diventare cooperatore: queste, una volta com-
pilate, debbono restare nell'archivio del centro, con so-
pra annotata la data della consegna dell'attestato. È una
importante documentazione che non deve andare
smarrita.
Per concludere (per il momento), vi sono molte al-
tre discrepanze di cui di volta in volta vi terrò informati
perché voi del C.I. e noi tutti possiamo correggere quel-
le mancanze involontarie che apparentemente sembra-
no di poca importanza, ma che se superate in concreto
facilitano molto il, nostro apostolato.
O mettete ordine In segrete-
ria o vi faccio vedere lo. D1tl
resto con le buone maniere
si ottiene tuttol

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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- ESERCIZI SPIRITUALI VACANZE
a) Il N. Regolamento dei Coopera• b) Il Manuale per i dirigenti a pag.
tori all'art. 21 dice che «sono iniziative 26 afferma: La pratica fedele del ritiro
specificamente formative:
mensile dispone a fare periodicamente
- le riunioni mensili;
gli esercizi spirituali, tanto raccoman•
- I ritiri periodici e i corsi di Eser•
cizi Spirituali;
- le due conferenze annuali o altre
forme di incontri;
dati da Don Bosco che per i Salesiani
Il definl: "la pratica fondamentale delle
pratiche di pietll". Servono per la pro-
gressiva maturazione della personalità
del Cooperatore e la conseguente ani•
- la partecipazione a raduni e con• mazione cristiana della realtà sociale
vegni;
che lo circonda.
- e l'uso degli strumenti salesiani Il Centro cerchi di organizzare eser•
di comunicazione, come per esempio Il cizi «aperti• e corsi di esercizi Chlu•
Bollettino e I sussidi•.
si», oppure inviti I CC. a partecipare a
quelli proposti a raggio ispettoriale o
b) Il Manuale per I dirigenti a pag. /oca/e, sia salesiano che di altri gruppi
di impegno cristiano...
c) La Redazione di BS-CC. crede di
fare cosa gradita a tutti i Cooperatori e
simpatizzanti, amici di Don Bosco e
devoti nel presentare l'elenco di tutti I
corsi di Esercizi Spirituali e delle loca•
lità dove saranno effettuati.
Ne approfitto per segnalare che -
per il solo mese di luglio - sotto la di•
retta responsabilitll dell'Ufficio Nazio-
nale (specificatamente del responsa-
bile del settore amministrativo e logi•
stico Rag. Alessandro Pistoia e del De-
legato Nazionale) vengono organiz•
zate le QUATTRO SETTIMANE di FON•
TANAZZO.
_ _ _Esercizi Spirituali per Cooperatori durante l'estate 1983_ ___,
l s p e t t o rl a
Giorni
Mese
Luogo
Categoria
Adriatica
Campania
Centrale
Emiliana
Lazio
Liguria
Lombardia
No va re s e
Pugliese
Sardegna
Sicilia
Subalpina
Toscana
Veneto Orientate
Veneto S. Zeno
23-28
26-30
23-30
17-21
3-7
11 -15
4-6
18-20
29-2
4.7
18-21
10-12
10-12
16-18
8-11
29-2
4-7
18-21
18-22
4-8
6-10
20-23
25-28
14-18
17-21
5-9
20-24
3-7
1-5
8-11
24-27
24-31
31 /7-7
7-14
12-16
16-19
22-25
22-25
8-11
Agosto
Loreto
CC. adulti
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Settembre
Pacognano
Castelbottaggio
Pacognano
Castelbottaccio
Pacognano
CC. adulti
GG.CC.
CC. coppie
GG.CC.
CC. adulti
Marzo
Marzo
Belmonte Sop. C.
Balmonte Sop. C.
GG.CC.
GG.CC.
Agosto-Settembre
Settembre
Settembre
Como
Como
Zoverallo
CC. exallieve
CC.ri exallievi
CC.ci exallieve
Marzo
Giugno
Settembre
Arcinazzo
Frascati
Frascati
GG.CC.
CC. adulti
CC. adulti
Settembre
Bocca di Magra
CC. adulti
Agosto-Settembre
Settembre
Settembre
Como
Como
Zover Allo
CC.cl exallievi
CC.rl exallievi
CC.ci exallieve
Luglio
Agosto
Agosto
Torre Canavese
Caselette
Muzzano Biellese
CC.ci exallieve
CC.e, exallieve
CC.ci exallieve
Agosto
Agosto
Santeramo
Santeramo
CC. adulti
GG.CC.
settembre S. Andrea - Flumini di Quartu (CA)
Luglio
Settembre
Agosto
Cann, (PA)
Zatterana (CT)
Giblmanna
CC. adulti
CC. adulti
Giovani coppie
Luglio
Settembre
Roccavione
Roccavione
Cooperatrici
Cooperatrici
Settembre
Bocca di Magra
CC. adulti
Agosto
Luglio
Agosto
Agosto
Settembre
Marzo
Aprile
Settembre
Dicembre
Trento
Cencenighe
Cencenlghe
Cencenlghe
Cison di Valmarino
Susa di Pergine
Rifugio Gresner
S. Fidenzio
Padova-Monteortone
GG.CC.
GG.CC.
GG.CC.
CC. e simpatizzanti qj'
CC. del Trentino
.:s:,
GG.CC.
è
CC. adulti
§_
CC. adulti

2.2 Page 12

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-""·~1~n·- •,,. -,~~
~;~i-J f<~-~-~~~ u
FONTANAZZO (TN)
metri 1.400
sul mare
i «~: ~/ . \\ ... -~•' '-"f 4 SETTIMANE
..,...,~,
NEL SOGGIORNO
DI FONTANAZZO
18 dal 2 al 9 luglio
118 dal 9 al 16 luglio
1118 dal 16 al 23 lugllo
IV8 dal 23 al 30 lugllo
·.·~'U,,,..
1~~
·-~ -~.,;...- •
~
Per Informazioni e pre-
notazioni: Ufficio Nulo-
nale Cooperatori Viale
del SalHlanl, 9
00175 ROMA
Tel. (06) 748.04.33
ccp 452.56.005.
4
La valle di Fassa con Il
gruppo del Sella. Al cen-
tro (degli affetti!) Fonta•
nazzo.
AUTOFINANZIAMENTO
Contributi pervenuti, all'Ufficio nazionale dal
16.2.1983 al 31.3.1983 pari al 25% dell'intera somma
r accolta dal Centri, relatiVJ all'anno sociale 1982-83 (n.
64 Centri):
Agliè (10.000); Alessandria-lst. M. Ausiliatrice
(30.000); Alessandria-Casa A. Custode (25.000): Ales-
sandria-Rione Cristo (7.500); Alessandria-Monserrato
(7.500); Arquata Scrivia (5.000); Bosio (5.000); Brescia-
SDB (50.000); Bressana (5.000); Belledo (10.000);
Campo Ligure (7.000); Cassolnovo (15.000); Confienza
(5.000): Carpeneto (25.000); Chieri S. Teresa (36.000);
Conegliano (25.000); Cumiana (100.000); Diano D'Alba
(15.000); Fenegrò (10.000); Formigine (20.000); Fru-
garolo (10.000); Gabiano Monferrato (5.000); Giarole
(10.000); Lu Monferrato (7.500); GG.CC. Mascali
(10.000); Marano (30.000), Mede (25.000); Moncrivello
(5.000); Montaldo Bormida (7.500); Monteortone
(49,000); Mirabello Monferrato (5.000); M ilano-V Ti-
mavo (10.000); Napoli-V Paladino (15.000); Novara
(15.000); Occimiano (5.000); Anna Maria Pulejo
(10.000); Palestro (5.000); Pernate (10.000); Petrizzi
(15.000); Perrero (20.000); Potenza (40.000); Regina
Marg herita (20.000); Roma-V.le Togliatti (60.000);
Rom a-V. Dalmazia (55.000): Roppolo (2.500); Salus-
sola (50.000); San Giorgio Lomellina (5.000): San Sal-
vatore Monferrato-Istituto (7.500); Terzigno (20.000);
Terni (50.000): Tirano (10.000); Torino-Lingotto
(20.000); Torino-Falchera (20.000); Torino-M. Ausilia-
trice (50.000); Torino-S.G. Evangelista (30.000); Torre
Canavese (10,000); Tortona-lst. S Giuseppe (15.000);
Vercelli-lst. S. Cuore (15.000); Venosa (20.000); Villa-
dossola (10.000): Villa S. Giovanni (25.000); Visonà
Dorina-Novale (10.000): Viagrande (20.000); Vlgnola
Bo rbera (5.000): Villafranca d'Asti (10.000): Villanova
Monferrato (5.000). Totale L. 1.267.000.
A Fontanauo: la recita del Club del Sassolungo ovvero
'cooperatori plccoli' In attlvltà.
Come si sostiene economicamente
la nostra Associazione?
In ogni anno sociale il Coopera1ore. anche se fuori sede o lm-
pedi1o a frequentare il Centro. offre un contributo (libero e anoni-
mo) proporzionato alle sue possibilità (si Indica come punto di ri-
ferimento l'equivalente di una giornata dì lavoro o di pensione).
Detto contributo è distinto dalle offerte che si danno nelle con-
ferenze annuali o che si inviano alle Missioni salesiane o alle Ope-
re salesiane in genere. Esso è destinato a sostenere le spese ne-
cessarie per i vari servizi che l'Associazione offre al soci
La celebrazione della messa all'aperto durante una delle giornate
comunitarie sulle 0olomlU In valle San Nlcolò.
12 / ➔4
I CONTRIBUTI A CHE COSA SERVONO?
· A pagare le spese dei seguenti servizi:
- spese di ufficio: postali, telefoniche, cancelleria. fotocopie.
ciclostilati. ecc., spese che non debbono gravare sulla economia
della casa salesiana o delle FMA;
- spese per la preparazione e tornitura di sussidi formativi
(ad esempio: Bollettino per CC., sussidi vari, onorari per conferen•
zieri, ecc.);
- spese per eventuale impiegato negli uffici ispettoriale e na-
zionale;
- spese per necessitàdi viaggi di rappresentanza o di contat-
tl con CC. di altre re:gioni, nonché con altre Assocfaz1onl;
- spese minute 'varie'.
SI accettano anche offerte !Ibere. Indirizzare a: Ufficio
Nazionale Cooperatori Salesiani - Viale del Salesiani, 9 -
00175 ROMA - Ccp 452.56.005.

2.3 Page 13

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TRELEW
La missione gestita IN PROPRIO
dai CC SS d'Italia.
razione diretta di operatori locali. ln
Trelew 15.3.1983 questo senso siamo disposti a vedere
Carissimo don Luciano,
un livello qualitativo di lavoro meno
brillante a favore di una partecipa-
ti scrivo oltre che per darti mie zione locale più diretta e respon-
notizie, per metterti al corrente del- sabile.
le cose discusse nella programma- Per questo vorremmo dare impor-
zione che abbiamo tenuto qualche tanza: ai catechisti, al gruppo gio-
settimana fa.
vanile (quest'ultimo indirizzandolo
Nella prima parte ci siamo soffer- in un corso di formazione e in attivi-
mati un po' sugli aspetti della vita tà quali: animazione dell'oratorio,
comunitaria: convivenza, preghiera, catechesi, liturgia) ai gruppi di adul-
ricarica spirituale, ecc...
ti spontanei che, col tempo, potreb-
Nella seconda, siamo partiti dal bero assumersi responsabilità più
nostro ideale missionario per met- compromettenti, alle visite domici-
tere in discussione obiettivi e meto- liari che sempre si sono ritenute im-
dologie da adottare nelle diverse si- portanti ma per le quali non si riusci-
tuazioni per molti aspetti mutate. vano a sacrificare altri impegni.
È emerso chiaro che l'obiettivo fi- Altro aspetto che vorremmo con-
nale è l'evangelizzazione (nel senso cretizzare è la documentazione che
completo del termine) che però nel adesso si rivela indispensabile per
nostro caso si incanala nel progetto un miglior servizio missionario.
pastorale parrocchiale che a sua vol- In concreto: catechesi, laborato-
ta si riferisce a quello diocesano. rio di cucito, oratorio, attività spor-
La parrocchia M. Auxiliadora ha tive, attività musicali, animazione li-
come punto di riferimento con i suoi turgica saranno i nostri impegni che
uffici, strutture e chiesa il comples- ci vedranno tesi con particolare at-
so situato nel centro della città (cal- tenzione ad inserire elementi locali
le S. Martin 236) ma la sua azione per i quali e non dentro questa pro-
più capillare nei barrios si snoda at- spettiva le attività sarebbero fini a
traverso i centri comunitari (nomino se stesse e generatrici di equivoci.
alcuni: Fatima, Corradi, Cristo A questo orientamento geoerale si
Obrero, Don Bosco, Nostra Signora possono allineare i progressivi svi-
del Carmen...). Questi centri artico- luppi intrapresi con los canillitas per
lano le loro attività in base alle pos- i quali il programma è a parte e tut-
sibilità strutturali, sale, cappella, t'ora in cantiere.
campo da gioco, animatori locali, Rimane fondamentale in tutti que-
ecc ...
sti casi lo studio della realtà umana,
I centri sono seguiti da don Renzo religiosa e sociale per un intervento
Baldo.
fedele alle aspettative della gente, ai
L'attività di maggior importanza è valori evangelici ad un consegui-
la catechesi finalizzata ai sacramen- mento di una maturazione completa
ti della Comunione e della Cresima. e globale che in una parola chiamia-
Il nostro centro (il più dotato di mo «evangelizzazione». Questo
strutture e di personale) ora sta cer- (motto) in sintesi le nostre idee.
cando di sostenere le attività intra- Adesso sto preparando uno sche-
prese in questi anni con la collabo- ma di materiale per esplicitare mol-
ti aspetti che, per chi non vive qui,
sono oscuri. Questo lavoro occuperà
un certo tempo e non sarà subito
pronto ma... avete aspettato tanto...
Per quanto riguarda il mio inse-
rimento lo considero buono sia per
l'ambiente esterno che interno a l
centro comunitario e ai cooperatori.
Vivo nonostante tutto delle perples-
sità metodologiche che non mi sento
in diritto né in grado di valutare che
però trovano validi punti d'appoggio.
Con il tempo e con pazienza forse
riusciremo a rettificare i nostri pre-
giudizi e ad avvicinarci alla fedeltà
del progetto di Dio. In tutti i casi
sono contento di essere qui e di por-
tare il mio granellino.
Un abbraccio a te e a tutti i coo-
peratori che ti sono vicini.
Con Don Bosco «qui e là». Ciao
Marco
14.1.1983
Carissimo don Luciano,
non ti spaventare se solo adesso ci
facciamo vivi, però sono passate
tante cose in questi ultimi giorni che
ci obbligavano ad un ritmo piuttosto
accelerato.
Con l'inizio del mese di dicembre
c'è stata la chiusura dell'anno cate-
chistico e il 5 dicembre un gruppo di
ragazzi hanno fatto la loro prima co-
munione. Quest'anno oltre al gruppo
di ragazzi che regolarmente dopo i
due anni di preparazione ricevono la
comunione anche un gruppo di ado-
lescenti hanno potuto incontrarsi per
la prima volta col Signore.
La settimana precedente c'è stata
la chiusura del primo anno di cate-
chismo con il battesimo di ragazzi
che ancora non erano battezzati.
L'8 di dicembre, abbiamo una
grande sorpresa! Arriva Marco a
Trelew e la partenza di Giuseppe.
Dopo il ricevimento nell'aeroporto
e l'arrivo a casa un saluto a sacer-
doti e suore, e al Signore.
Tutti insieme abbiamo recitato
!'«Ave Maria».
Sarà stata una coincidenza o una
grazia del Signore perché con l'ar-
rivo di Marco siamo convinti di un
cambio positivo e di un arricchimen-
to per la comunità.
La domenica 12 un gruppetto di 9
ragazzi fanno la cresima assieme ad
altri ragazzi della parrocchia.
n lunedì Giuseppe ci lascia per ri-
tornare in Italia.
Da Trelew parte alle 4 del pome-
11145

2.4 Page 14

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riggio e noi lo accompagniamo al-
l'aeroporto e li gli facciamo una sor-
presa; a salutarlo ci sono anche i
bambini e giovani del centro comu-
nitario che vengono accompagnati
grazie alla disponibilità di una ma-
dre che ha cercato un pullmino e si
sono potuti spostare più di 80 ragazzi
e con i quali abbiamo «invaso» la
sala d'attesa e ci siamo messi a can-
tare per salutare Giuseppe. È stato
un momento di commozione: più di
un ragazzo si asciuga le lacrime, e
allo stesso tempo di stupore da parte
delJa gente la quale si chiedeva chi
stesse partendo.
Gli incaricati dell'aeroporto ci per-
mettono di poter entrare con tutti i
ragazzi fino alla pista di decollo.
11 padre Renzo ci fa delle fotogra-
fie che ancora non sono state svilup-
pate ma che vi manderemo quanto
prima.
Per noi incomincia il periodo forse
più intenso dell'anno. Infatti oltre al
Natale ci aspetta la colonia estiva e
subito ci mettiamo al lavoro di or-
ganizzazione.
Durante la novena di Natale ab-
biamo organizzato un torneo di cal-
cio, un concorso di presepi e altri
giochi e un momento di preghiera in-
tensa.
Visita ai carcerati
Il giorno 24 abbiamo avuto un'e-
sperienza nuova e molto interessan-
te. Col gruppo giovanile siamo an-
dati assieme ad altri giovani a fare il
Natale con i carcerati.
Dopo la messa che noi abbiamo
animato con i canti abbiamo fatto la
consegna di un regalino che ognuno
aveva preparato per ogni carcerato
e un pacco con qualche alimento per
coloro che non hanno parenti. Abbia-
mo avuto la possibilità di scambiare
qualche parola e abbiamo preso
l'impegno di ritornarci il più presto
possibile.
Alla sera abbiamo fatto il presepio
vivente con la partecipazione di gio-
vani e bambini.
La scenografia era ambientata
con testo, musiche, balli e costumi
tipici.
Dopo la rappresentazione alla qua-
le ha partecipato una modesta folla
abbiamo festeggiato con i giovani
con panettone e sidra (acqua di
mele). Per la mezzanotte siamo in-
vitati a fare un brindisi con i salesia-
ni e le suore e con loro abbiamo sen-
tito quel clima di famiglia tipico del
Natale.
La colonia estiva
Dopo la festa del Natale ci rimane
solo una settimana di tempo per or-
ganizzare la coloni~ e~tiva come è
ormai di consuetudine m questo pe-
riodo.
Quest'anno abbiamo dovuto ridur-
re l'orario di attività per mancanza
sia di spazio che di denaro. Infatti
sono occupati con i materiali delle
costruzioni sia la nuova casa che il
santuario, e per mancanza di fondi
non abbiamo potuto dare il pranzo,
di conseguenza le attività sono solo
nel pomeriggio dalle 3 fino alle 8.
Il tema della colonia è un viaggio
immaginario in aereo fino all'i_s~la
della felicità con l'impegno quotidia-
no di essere: puntuali, ordinati, per
continuare con volontà, al servizio
degli altri, con obbedienza, con co-
stanza, conoscendo amici nuovi,
creando unione, lasciandosi guidare,
guardando i doni ricevuti e ringra-
ziando.
Con questi argomenti che si trat-
tavano di giorno in giorno si faceva
un po' di catechismo, di un'illustra-
zione di alcuni paesi dove l'aereo fa-
ceva scalo. Ogni gruppo faceva sca-
lo in una nazione: il gruppo doveva
conoscere bene la geografia e qual-
cosa di tipico da poter presentare
poi l'ultimo giorno nello spettacolo
di chiusura oltre ad una esposizione
delle ricerche fatte. I paesi scelti
erano: Perù, Giappone, Sud Africa,
Messico e Italia.
Poi c'erano attività pratiche per
ragazzi e ragazze, e infine giochi a
competenze e torneo di calcio.
Quest'esperienza si finirà dome-
nica prossima con la messa e l'espo-
sizione del lavoro fatto.
Dopo questa impegnativa espe-
rienza io, Marco ed Olimpia andre-
mo alla missione assieme ad altri
Cooperatori del gruppo di Trelew.
La questione economica
Dopo questa veloce e sintetica
esposizione delle nostre attività pas-
so alla questione economica.
La situazione della cassa in questi
ultimi mesi è:
A questo punto devo dire che in que-
sto senso sembra che ci abbiate di-
menticati perché gli ultimi vostri in-
vii risalgono al 5.7.82 e al 24.8.82.
Pensando che l'ultimo è servito ap-
pena e solo per il viaggio di ritorno
di Giuseppe (n.d.r.: ne sono poi stati
OFFERTE PERVENUTE dal 16 feb-
braio 1983 al 31 marzo a favore della
mlnlone del Cooperatori a TRELEW.
ENTRATE
CC. Aosta - e.so Batta-
glione
CC. Cumiana
CC. Salussola
CC. Castello di Godego
Modugno Anastasia - Bo-
logna
lsp. Salesiana Sicula
lsp. Salesiana Subalpina
lsp. Salesiana Veneta-
Ovest
CC. Torino - M. Ausilia-
trice
N.N. (2 coop. di Roma -
Don Bosco)
CC. lecco (lotteria)
L 100.000
100.000
100.000
100.000
10.000
1.000.000
1.050.000
2.321 .500
161 .000
124.000
682.000
Serenella M . di Palermo
CC. S. Maria Mazzarello
di Palermo
200.000
100.000
Totale 7.048.500
USCITE
Spedite direttamente da
Lecco
L. 682.000
fatti altri in nov., dic. '82, febbraio,
fine marzo '83).
Per quanto riguarda la situazione
economica argentina, basti pensare
che un dollaro è giunto a 60.000 pesos
tanto che devono cambiare La mo-
neta e cioè togliere 4 zeri perché le
cifre non sono più contenibili nelle
calcolatricL
L'ultima volta avevo mandato an-
che il progetto della nuova costruzio-
ne cioè la casa per le Cooperatrici e
altre aule, però anche qui non c'è
stato un mattone pagato dai Coope-
ratori italiani.
Speriamo che ci sia una ripresa
anche in senso economico. Al riguar-
do ti dirò che non è conveniente
mandare pochi assegni consistenti
ma bensì più frequenti anche se di
piccola quantità perché con la gran-
de svalutazione non conviene avere
tanto «Liquido».
Con questo piccolo accorgimento
tecnico passo ai saluti e agli auguri
di un buono e prospero lavoro con e
per i Cooperatori. Ciao
Oliviero
14/ 46

2.5 Page 15

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VOLONTARIATO
a) Il Laicato M issionario è antico
quanto la chiesa. Ma è innegabile
che ha ricevuto un grande impulso
in questi ultimi anni dopo la Costi-
tuzione Dogmatica sulla Chiesa, la
Lumen Gentlum, del Vat. Il che ha
messo in risalto la realtà del Popolo
di Dio, popolo regale, profetico. sa-
cerdotale. Compete al cristiano per-
ché membro del popolo di Dio vi-
vere e annunciare il Vangelo. Non
deve chiedere il permesso a nes-
suno per fare questo. Certamente
facendo parte del Popolo di Dio sa
di avere del Pastori legittimi (da se-
guire) ma la spinta originaria ad es-
sere laico missionario gli viene dal
suo Battesimo.
I CC. hanno compreso questo da
molto tempo. Molti di loro sono an-
dati nelle Missioni salesiane e non
salesiane a portare il loro contributo
di credenti e di professionisti.
Ricordiamo alcune missioni e Isti-
tuzioni ecclesiali che da 15 anni a
questa parte hanno visto l'impegno
di laici missionari che erano coope-
ratori salesiani:
- nello Zaire, nel Ruanda, nel
Mozambico, in Egitto;
- tra gli Shuar in Equador, In
Brasile;
- ma soprattutto l'impegno dei
GG.CC. si è dispiegato nella NO-
STRA MISSIONE DI TRELEW, e qui
dovremmo ricordare tutti i nostri
MISSIONARI.
Qui c'è l'impegno dì tutta la As-
sociazione Italiana, un Impegno da
sostenere con la preghiera, con i
danari, con le persone.
b) Altro discorso, altro perché
nasce da altre motivazioni, è quello
del VOLONTARIATO.
1) C'è un volontariato che trae
cNon portate n6 bisacce né sandali.
Andate• .
origine dall'obiezione di coscienza
al servizio militare e che si manife-
sta come servizio civile alternativo.
L'obiezione di coscienza può essere
mossa da motivazioni di ordine re-
ligioso, filosofico, etico...
Se si viene a sapere che qual-
cuno ha motivazioni di comodo, gli
sia negato il servizio civile.
Inutile dirlo: questo tipo di volon-
tariato è negato alle donne!
2) C'è un volontariato internazio-
nale regolato da una legge dello
Stato, la legge n. 38 del 9.2.1979 dal
titolo Personale in servizio di vo-
lontariato civile».
Le origini di questo tipo di volon-
tariato sono diverse e molteplici. Per
rimanere nell'ambito dei Cristiani si
deve dire che il volontariato inter-
nazionale è legato per tradizione:
alle missioni;
alle opere sociali delle missio-
ni.
La legge n. 38 regola in maniera
chiara questo tipo di volontariato
che è aperto a tutti, uomini e donne,
giovani e vecchi.
Si deve anche dire che molte ini-
ziative e molti interventi dei Laici
missionari di cui parlavamo più so-
pra, attualmente possono e deb-
bono essere svolti tramite gli stru-
menti della legge n. 38.
A titolo informativo: mentre per il
servizio civile in Italia, sono tutti uo-
mini, per il volontariato internazio-
nale il 61 ,4% sono donne; mentre
per il servizio civile l'età media è
quella dei giovani del servizio mili-
tare, l'età media delle donne che
partono per l'America Latina è di
34,33 anni mentre quella dei maschi
è di 27,28 anni.
e) C'è anche la richiesta - tra-
sformata in proposta di legge - per
un VOLONTARIATO FEMMINILE in
Italia, un volontariato cioè che con-
senta a quelle ragazze o donne che
lo vogliono fare, di dare un deter-
minato periodo del loro tempo, gra-
tuitamente o quasi, per delle attività
di interesse sociale conservando
però i diritti di lavoro, di assistenza
sanitaria, ecc.
Una sintesi
SI è svolto a Pacognano di Vico
Equense un SEMINARIO SUL VO-
LONTARIATO per Salesiani Anima-
tori di Gruppi Missionari del Centro-
Sud.
Assieme a tanti Salesiani e gio-
vani vi hanno preso parte per la
Giunta Nazionale la Responsabile
del Settore Missionario Lillina Atta-
naslo e il Delegato Nazionale don
Luciano Panfilo.
Quale la posizione dell'Associa-
zione dei Cooperatori d 'Italia?
- Grande impulso al Laicato
Missionario e sostegno chiaro alla
Missione di Trelew.
- Accesso, anche perché è un
impegno del VII Convegno Nazio-
nale GG.CC., a qualsiasi forma di
volontariato Italiano e internaziona-
le, non escluso quello femminile
quando fosse approvato.
- Essendo la nostra una Asso-
ciazione Laicale sarà possibile ar-
rivare al riconoscimento dell'Asso-
ciazione come Ente promotore ri-
conosciuto dal Ministero degli Esteri
per gestire progetti di volontariato
internazionale? LO SPERIAMO!

2.6 Page 16

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Spedlz. In abbon. postale • Gruppo (70) • 2• quindicina
KARL MARX
IERI E OGGI
BOLLETTINO SALESIANO
Ouindlc/nale di informazione e di cultura raligiosa
L'edizione di metà mese del BS è partico-
larmente destinata al Cooperatori Salesiani
Direzione e amministrazione: Via della Pi•
aana, 1111 • C.P. 9092 • 00100 Roma-Aurelio •
Tel. 69.31.341
Direttore rHponsablle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: LUCIANO PANFILO Viale dei Sale-
siani, 9 00175 Roma . Tel. (06) 74.80.433
Autorlzz. del Trib. dl Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
C. C. Postale n. 2-1355 intestato a: Direzione Generale
Opere Don Bosco . Torino
C.C.P. 462002 lnlnl a Dir. Q..,, Opere D. Booço Roma
Per cambio d•lndlrlzzo Inviare anche l'Indirizzo precedente
FAMIGLIA, DNENTA
CIÒ CHE SEI!
UNA MDRAl.1 PBI
I IIBIITDRI CIIIITWfl Dlii
Padova, 9 gennaio 1983
Dist. Responsabile Mass-Media
Scafati Domenico
Cooperatori Salesiani
Ufficio Nazionale
ROMA
Con un rammarico quest'anno non mi è possibile confermare l'acquisto di Mondo Nuovo,
avendo in programma per /'83-84 un periodo di volontariato in Brasile.
Sono convinta della validità del Vostro mezzo di diffusione del bene mediante opuscoli acces-
sibili a tutti, e lo dimostra il fatto che in questi anni vi abbia collaborato.
D 'altra parte, quando ho cercato di istituire una rivendita, mi è stato risposto negativamente, e
in fondo è stato bello donarli.
Vi auguro di trovare nuove adesiQni e di promuovere il bene sempre con lo stesso slancio.
Grazie del dono dell'agenda 83 LDC.
Viva Don Bosco!
Paola Segato
16/ 48