Bollettino_Salesiano_195405


Bollettino_Salesiano_195405



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A. LXXVIII • N. 5
1° MARZO 1954
Bollettino Salesiano
Ul\\l CEl\\lTEl\\lllRIO
~ Ult au~ptl!lO
LA SERA dell'8 dicembre 1854, dal Cielo la Vergine Santa mirava una scena, che
Le riusciva particolarmente gradita, fra le tante che, in quel giorno solenne per la procla-
mazione della sua immacolatezza, la terra Le aveva offerto, in tutte le regioni dove il suo
nome era conosciuto e venerato.
Un giovanetto dodicenne, inginocchiato al suo altare, stava per farle una sacra promessa.
Vi si era preparato ,con una novena fervorosa; ogni giorno aveva offerto il suo bel
fioretto; aveva fatto la confessione generale e ricevuto la S. Comunione, in onore di Maria.
La sua anima, ancora splendente per l'innocenza battesimale, si era fatta in tal modo
più bella ed angelica, ed ora, mentre il cuore gli batteva
1989 2-12 marzo . 1954
forte forte, egli stava per dire alla Madonna una cosa,
che Le sarebbe riuscita di sommo gradimento ...
Nel XV ANNIVERSARIO del-
E la Vergine lo contemplava con occhio soavissimo.
i'ELEZiONE eINCORONAZIONE
di SUA SANTITÀ PIO Xli,
DOMENICO È TUTTO DONO DI MARIA
la Famiglia Salesiana si
unisce al plauso e ai voti
di tutta la Cristianità, umi-
Oh! Essa lo conosceva bene quel caro figliuolo!
Era stata Lei a regalarlo ad una famiglia, che l'aveva
accettato con . infinita riconoscenza, e custodito come un
liando ai piedi del Sommo
prezioso tesoro. Lei aveva ispirato a chiamarlo Domenico,
Pontefice l'espressione sin-
cera di quell'affetto filiale
che essa ha ereditato dal
santo Fondatore, e della viva
riconoscenza per le prove
anche recenti. della sua au-
gusta benevolenza per la Fa-
miglia di Don Bosco, quali
il sapiente e luminoso pro-
gramma segnato ai Coopera-
tori salesiani in occasione del
Convegno Generale del 1952
e la elevazione agli onori
degli altari di Domenico Savio.
perchè al solo suo nome si indovinasse che era del Signore.
Aveva gradito le preghiere che fin dall'età di tre o
quattro anni egli Le indirizzava di frequente; aveva eliminato
ogni difficoltà perchè appena di sette anni (cosa inaudita
a quei tempi) egli potesse fare la S. Comunione.
E in quel giorno indimenticabile, Domenico aveva scritto
i memorandi propositi: << I miei amici saranno Gesù e Maria
- La morte ma non peccati >>.
L'amicizia,' firmata in quel giorno, non si era mai rotta.
Parlare della Madonna, onorare la Madonna, per la
I Madonna sacrificarsi fino all'eroismo, era stato per Do-
menico il migliore dei programmi.
Oh! il giorno in cui avesse potuto rimirarla in Paradiso!
Per allora egli serbava i suoi occhi, astenendosi dal guardare
sia persone che cose, vane e sciocche.
Tutto questo la Madonna lo sapeva.
- 81

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Tra Lei e il piccolo Domenico l'amicizia era stata cordiale
e continua. Un giorno anzi in cui il fanciullo era stanco
dal molto cammino fatto, la Vergine gli si era fatta ac-
c/1:_lla scuola del Beato
canto, per tenergli compagnia e rendergli leggiero il viaggio.
Don Roseo, crebbe, al suo
esempio soprattutto, in
L'EROICA PROMESSA
Che cosa'dunque sta per dirle il caro figliuoletto, ingi-
nocchiato davanti al suo altare?
Anche se Don Bosco non ce l'avesse lasciato scritto,
potremmo immaginare il molto che Domenico fece in oc-
rapida ma breve corsa,
questa vita di 'adolescente
che, a 15 anni, d-0vevtt
chiudersi; questa vita,
cmne fu detto con piena
verità, del piccolo, anzi
del grande gigante dello
casione di quell'avvenimento, tanto glorioso per la sua
cara Immacolata.
Tutto fece col consiglio di Don Bosco e d'accordo con lui.
Anche quel trovarsi là, solo, verso sera, all'altare della
Madonna ... Don Bosco sapeva tutto.
Commosso, col cuore in trepido sussulto, l'occhio fisso
spirito: a 15 anni! A
quindiC'i anni una vera
e propria perfezione di
vita cristiantt, e con
quelle caratteristiche che
bisognavano a Noi, ai
nostri giorni, per poterle
al volto soave di Maria, Domenico rinnovò, più deciso e
consapevole, le promesse della prima Comunione. Poi ri-
petè più volte e a voce alta queste parole:
O << Maria, vi dono il mio cuore; fate che sia sempre vostro.
Gesù e Maria, siate Voi sempre i miei amici! ma vi scon-
giuro, fatemi morire, piuttosto che mi accada la disgrazia di
presentare tilla gioventù
dei nostri giorni, perchè
è una vita cristiana, una
perfezione di vita cristia-
na sostanzialmente fatta,
si può ben dire, per ri-
durltt alle sue linee ca-
commettere un solo peccato ! >> •
Forse altri giovani, in quel giorno, fecero a Maria la
stessa o altre promesse, che poi dimenticarono. Per Do-
ratteristiche, di purezza,
di pietà, di apostolato.
PIO XI
menico quelle non furono parole vane. Si ·può anzi affer-
mare che da quel giorno - 8 dicembre 1854 - ebbe inizio
la sua rapida ascesa alla santità. Da quel giorno, ci dice Don Bosco, egli pensò al modo
di onorare praticamente l'Immacolata Concezione, e il Signore gli ispirò di fondarne la
Compagnia, di cui dettò un sapiente programma di vita, che servì a lui per toccare i
vertici della santità, e a molti altri per raggiungere un alto grado di bontà.
E mentre è tutto immerso in tale pensiero, ecco, quattro mesi dopo, nel marzo 1855,
egli può manifestare a Don Bosco:
<< Sento un desiderio, anzi un bisogno, di farmi santo! •>.
IL TRIONFO DELLA MADRE SIA IL TRIONFO DEL FIGLIO!
La Vergine santa andava lavorando quella tenera animuccia, preparandola ad ascese
sempre più nobili.
Non passeranno due anni e Domenico sarà degno del Cielo e del nimbo dei Beati.
Cent'anni si compiono dalla grande proclamazione,- che vide Domenico Savio far dono
completo _di sè a Maria, e Maria avviarlo per i. sentieri eroici della santità.
L'anno mariano, che commemora quella data glor:iosa, -ci mostra ancora Domenico,
inginocchiato davanti alla Vergine, non. presso un umile altare, ma avanti al suo trono
di gloria, in Cielo. Non fa una promessa come cent'anni or sono, ma espone una supplica,
ardente e filiale, perchè Ella voglia salvare· questo povero morido, e soprattutto si degni -
secondo gli augusti desideri del Papa - << di custodire il fiore della purezza nei giovani >>.
E una bella speranza ci arride nel cuore.
Che, come nel 1854 la Ver-gine santa volle associato al suò trionfo l'umile gi.ovanetto di
Valdocco, maternamente spronandolo alla santità, così, in questa ricorrenza centenaria, il
Beato Domenico Savio resti ancora una gloria del trionfo di Maria, ed Essa, per la voce
infallibile del Vicario del suo Gesù, lo recinga dell'aureola dei Santi.
Questo il voto e la preghiera della triplice Famiglia salesiana.
82 -

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In ossequio all'invito rivolto dalla Superiora
Generale, nelle Case delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice, 1'8 dicembre scorso, si è aperta una fer-
vida gara di svariate iniziative dirette a far vivere
il grande avvenimento mariano, in modo da assi-
curarne nelle schiere giovanili e, per mezzo loro,
nelle famiglie, i frutti auspicati dal Santo Padre.
Diamo qualche primizia di questa fioritura di
omaggi mariani.
Nella Casa << 1\\1aria Ausiliatrice >>, le Oratoriane
hanno già riempito un apposito quadrante, per
assicurare la recita quotidiana del santo Ro-
sario; mentre un altro cartello raccoglie il pun-
teggio per la gara di squadre, fissato su ben
determinate pratiche in base ai suggerimenti del-
!'acrostico <<Immacolata>>.
Anche le alunne della Scuola sono impegnate
in gare di classe, per la conquista del gagliar-
detto mariano. Un'apposita pagellina stampata
indica i punti del lavorio individuale e dell'im-
pegno per l'apostolato in famiglia, specie per la
yiratica del precetto festivo e la recita collettiva
del santo Rosario.
Ogni sabato la Messa per la Scuola è fatta
celebrare secondo le intenzioni del Santo Padre
da una data classe, con offerte che sono frutto
delle spontanee rinunce della settimana.
Nella Casa << M. Mazzarello >>, altro fervore di
gara fra le squadre dell'Oratorio. Un grande
pannello dipinto, con lo sfondo dell'Apparizione
di Lourdes, ne indica, presso la porta della Cap-
pella, il programma di preghiera e di azione,
e ne segna il punteggio per far salire di setti-
mana in settimana, la bandierina vittoriosa.
Altra iniziativa: la lezione di Catechismo
mariano in tutte le squadre, ogni prima do-
menica del mese.
Tra le Figlie di Maria, turni ininterrotti di
mezz'ora di Corte a Maria (simile all'Ora di
Guardia), stabiliti per ogni giorno dell'Anno
Mariano dalle 7 del mattino alle 22; e la 'pere-
grinatio ' del santo Rosario nelle famiglie,
impegnate a recitarlo collettivamente nella set-
timana fissata. Così si spera di far rifiorire la
pratica della recita quotidiana in famiglia, come
già lo provano i primi nomi che si vanno racco-
Confidenze...
- Sai quanta carta occorre per la stampa del " Bollettino Salesiano "?
... Precisamente :135 quintali di carta ogni mese!
- E sai quanto inchiostro tipografico per ogni tiratura mensile ? ... la
bellezza di 200 chilogrammi d'inchiostro!
- Ma chissà che spese!...
- Già! ogni mese si va s'!i milioni!..• Ma se vuoi avere un'idea meno
vaga, aggiungi le spese .per la stampa, per la piegatura, per gli indirizzi e
per la spedizione, e vedrai!
E queste cifre... chi le paga?.•.
I ministri della Provvidenza!
Cioè?
- I cuori generosi dei benefattori, gli amici dell'Opera di Don Bosco,
Cooperatori e le Cooperatrici salesiane... Son essi che aiutano Don Bosco
a pagarsi i debiti che lo accompagnano sempre come... la sua ombra!
- Già: anch'io potrei aiutare Don Bosco!••• Non ci avevo pensato! E
dire che leggo ogni mese il " Bollettino "!•..
- Ma sei sempre in tempo. Don Bosco ha sempre bisogno e ti dirà
sempre grazie... come sa dirlo Lui!

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gliendo per l'" Albo d'oro", da offrire all'Im-
macolata il prossimo 8 dicembre.
Non meno fervida l'attività mariana tra le alunne
della Scuola, dove viene sorteggiata la classe di
turno per la " settimana mariana ", con gara
di speciali omaggi nella scuola e fuori, per avvi-
vare una. delle stelle luminose sull'apposito pan-·
nello indicatore.
· Inoltre ogni sabato: Catechismo mariano in
tutte le classi.
Per i bimbi dell'Asilo poi, la visita domici-
liare d'una statuetta della SS. Vergine, portata
a casa, per ricevervi 1'01~aggio del Santo Rosario
recitato insieme dall'intera famiglia.
E chi può resistere all'invito del bambino, che
ne ha già parlato tanto in casa, e che ora è lì,
con la corona in mano, pronto a contare le Ave
Maria?
Come si vede, si mira di preferenza al Ro-
sario in famiglia, che è già stato oggetto della
campagna condotta nell'anno 50° dell'Incorona-
zione di Maria Ausiliatrice, nel quale l'Ispet-
toria delle Antille potè offrire alla Madre Gene-
rale la raccolta, suddivisa Casa per Càsa, di ben
655.019 Rosari recitati in fa-
miglia; e l' Ispettoria Colom-
biana << Maria Ausiliatrice >>
riuscì a presentare su artistica
pergamena la bella cifra di
3.oII famiglie, impegnate · a
recitare ogni giorno il santo
Rosario.
Confortevoli preludi alla
commovente gara di amore fi-
liale alla Madonna, nella quale
si trovano impegnate le masse
giovanili che popola.no gl;Isti-
tuti e Oratori delle Figlie di
Maria Ausiliatrice in que-
st'Anno Mariano.
TORINO -VALDOCCO - Il Rettor Maggiore,
assistito dal Consigliere Generale dei Coope-
ratori e dai tecnici delta R. A. I., pronunzia
il radiomessaggio del 31 gennaio.
I preparativi per la trasmissione televisiva
dalle camerette di Don Bosco.
li venerando biografo del Santo, Don Eugenio
Ceria, comincia il sacro Rito trasmesso per
televisione, presente il Rettor Maggiore.

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CASA
MPADA~
Quando le campane della Basilica di Maria
Ausiliatrice suonarono l'Ave Maria - l'ora
in cui l'anima grande di Don Bosco 66 anni.prima
aveva lasciato la terra - la Casa m,adre di Vàl-
docco da tre ore aveva già aperto i battenti all'auto
della televisione, che con i suoi fari: rischiarava
in lungo e in largo il cortile bianco di neve.
Quest'anno infatti la festa del Padre potè vantare
due belle novità: un programma di televisione
trasmesso dalle Camerette di Don Bosco e un
triplice programma di radiotrasmissioni.
Dopo le numerose sante Messe celebrate nel
Santuario dalle prime ore del mattino, tra le
quali la più solenne quella del Successore di
Don Bosco ;ill'altare di Maria Ausiliatrice,' la
R.A. I. mise in on.da la S. Messa delle· ore 9,
celebrata all'altare del Santo dal Prefetto•:Géne-
rale. Seguì il Radiomessaggio del· Rettor l\\1aggj'ore,
vibrante di riconoscenza a Maria Ausiliatrice per
le mer:iviglie operate neLsllo .nom,~. nei primi
cento anni del nome salesiano., Agli albori di
questo nome l'Immacolata si era degnata di
cogliers: proprio nel giardino salesiano il fiore
più olezzante che la terra offriva alla Vergine· H
giorno in cui l'angelico Pio IX definiva . il
dogma dell'Immacolata Concezione. Quel giorno
infatti a Valdocco Domenico Savio gettava la
base della sua santità con la sua totale e irrevo-
cabile consacrazione. alla Madonna.
Altro messaggio dello stesso i~ettor
Maggiore fu trasmesso dalla R. A. I.
in cinque diverse emissioni su onde
corte, per far giungere la parola del
Successore di Don Bosco anche ai
numerosissimi figli e cooperatori
degli altri continenti. «Di questo
nostro dolcissimo incontro sulle onde
del!'etere - diceva il Rettor Mag-
giore - dobbiamo esser grati alla
Provvidenza e a quelli che ne sono
stati i benevoli strumenti: voglio dire
la -Presidenza del Consiglio dei Mi-
nistri e la Direzione Generale della
Radio Italiana».
Alla sera poi la R. A. I. ha ancora
illustrato la vita che ferve nelle case
salesiane registrando dal vero scene
dell'Oratorio di Valdocco, ùell'Istituto
- 85

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del Colle Don Bosco e intervistando capi d'arte,
giovanetti al lavoro, missionari giovani e
vecchi.
Ma la più bella novità la portò la tra::,missìonr,
televisiva dalle camerette dì Don Bosco. Anzitutto
fu trasmessa la Messa, celebrata dal venerando
ottantaquattrenne Don Ceria, lo storico della Con-
gregazione, che sessantotto anni prima a quello
stesso altare aveva emesso i voti religiosi nelle mani
del Santo. Poi l'occhio della televisione spaziò a
suo agio nelle altre camerette indugiandosi sui ci-
meli che si conservano numerosi, mentre si udiva
una opportuna rassegna delle più notevoli Scuole
professionali e agricole di ogni· parte del mondo,
presentate dal Consigliere Professionale sig. Don
Candela, e delle altre opere di educazione, illu-
strate dal Prof. Corradi, Presidente dell'Unione
Insegnanti Don Bosco. Ma la sorpresa più gradita
gli spettatori la dovettero provare quando sullo
schermo apparve la sorridente e slanciata figura
del signor Don Ziggiotti. La sorpresa divenne
via via commozione, ammirazione, decisione di
cooperare, a mano a mano che il Padre nelle
sue brevi ma felici parole rievocava i sogni pro-
fetici di Don Bosco, avuti proprio in quell,,
camerette, e oggi divenuti realtà, quasi che ii
Santo avesse a sua disposizione una ben più
potente televisione nel tempo e nello spazio.
Un'ora prima nella Basilica si era svolto un
solennissimo Pontificale celebrato da S. E. Mons.
Cazzaniga, Vescovo di Urbino, durante il quale
la Schola cantorum della Casa madre e quella
del Pontificio Ateneo Salesiano avevano eseguito
magistralmente, sotto la direzione del maestro
Don Lasagna e accompagnati all'organo dal
maestro Don Pessione, la Messa settima del nostro
Don Alessandro De Bonis.
Nel pomeriggio altre due funzioni dovevano
coronare la festa: la benedizione dei fanciulli,
preceduta da un bel discorso di Don Branca·
leone, che con Don Pezzetta aveva predicato l..1
novena, e la trina Benedizione Eucaristica, im-
partita da Sua Eminenza il Card. Fossati, nostro
amatissimo Arcivescovo, e preceduta dal discors0
di S. E. Mons. Cazzaniga, dettato dal cuore:
di un Ex allievo che ama Don Bosco e lo vuol,·
far amare dipingendolo tra le due mamme: l'Au-
siliatrice e Mamma Margherita.
L'Oratorio di Valefocco sotto la neve.
A de!!tra delle camerette di Don Bosco,
'che conispondono ai quaHro finestroni, si
vedono le nuove costruzioni. In basso la Ba-
silica e il monumentlno di Don Bosco.

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N d'
o
s
CONVEGNI REGIONALI
DEGLI EX ALLIEVI
Tutti i Presidenti regionali
delle 14 federazioni Ex allievi
salesiani d'Italia nei mesi di
dicembre, gennaio, febbraio
hanno fedelmente attuato l'im-
pegno assunto nel Congresso
Nazionale di settembre, orga-
nizzando i seguenti convegni
regionali: a SAMPIERDARENA
per la Liguria, a FIRENZE per
la Toscana, a MILANO per la
a Lombardia, BOLOGNA per
l'Emilia, a TORINO e NOVARA
per il Piemonte, a CATANIA
per la Sicilia, ad ANCONA per
le Marche, Umbria e Romagna,
a MOGLIANO per il Veneto, a
NAPOLI per la Campania e la
Calabria, a BARI per le Puglie
e la Lucania, a ROMA per il
Lazio, a CAGLIARI per la
Sardegna.
Uno dei punti più importanti
dell'ordine del giorno fu lo
studio della Strenna del Rettor
Maggiore per il 1954, seguita
dalla proposta di pratiche iui-
ziative per onorare l'Immaco-
lata nell'Anno Mariano. Furono
pure argomento di studio varie
proposte per il nuovo anno
sociale, ispirate alle necessità
dell'ora, la cui attuazione darà
al movimento Ex allievi d'Italia
nuovo impulso e più compatta
unità di azione.
PER LA PRIIIA_ VOLTA
nella storia dell'Africa i laici cattolici si sono
riuniti a congresso per maturare, sotto le direttive della Gerar-
chia ecclesia'!tica, un ben definito programma di apostolato.
L'incontro si è svolto a Kisuhi nell'Uganda dall'S al q di-
cembre ed ha avuto l'onore di aver presente l'Em.mo Card. De
Couveia, Arcivescovo di Lourenco ì\\1arques nel ~\\1ozambico, il
nuovo Delegato Apostolico Mons. Knox, 5 altri Arcivescovi,
12 Vescovi e 2 50 delegati ed esperti, rappresentanti di 43 diocesi,
15 regioni d'Africa e 14 organizzazioni internazionali.
La Pia Unione dei Cooperatori Salesiani vi fu ufficialmente
rappresentata dal nostro Don Davide de Burgh, il quale ci scrisse:
<< Come figlio di Don Bosco, una grande accoglienza mi attendeva.
La prima mattina, nella vasta sala, si fece l'appello degli esperti
e delegati. Quando fu annunziato il mio nome come rappresentante
dei Cooperatori salesiani, ci fu un applauso che mi pose in imba-
razzo, poiche molti Ecc.mi Vescovi, Sacerdoti e Laici mi avvicina-
rono per esprimere la loro devozione a Don Bosco e zl loro interesse
per il lavoro salesiano.
>> Molti Vescovi espressero il desiderio di avere i Figli di Don
l'osco. In Uganda il Governo darebbe non soltanto il terreno, ma
il denaro per le scuole, per le macchine e per il mobilio.
>> Dopo il Congresso, un Padre Bianco volle che lo accompagnassi
in un lungo viaggio di circa 700 miglia ed ebbi agio di vedere il gran
lavoro fatto dai missionari Padri Bianchi in quelle regioni. 111.a
ovunque mi sentii ripetere: "Non abbiamo sufficiente clero. Sarà pos-
sibile che i Salesiani vengano ad aiutarci, almeno per la gioventù?".
>> Il terzo giorno del Congresso parlai della Pia Unione, pre-
sentandola come una forma ideale di pratico e. attivo apostolato
,'ei laici. Parlò pure il rappresentante dei Cooperatori del Congo,
~ignor Pietro Kyupi, che ebbe l'onore di essere uno dei consulenti del
settore Educazione. Anche il Comm. Vittorino Veronese, Segre-
tario Generale del Comitato• Permanente dei Congressi Interna-
zionali del!' Apostolato dei Laici, fu cordialissimo con me.
>> Durante il Congresso e le bellissime manffestazioni che lo ac-
compagnarono provai le più care emozioni, ma ciò che mi fece versare
lacrime di gioia fu il constatare che anche qui in Africa Don Bosco
è molto amato e che gli Ecc.mi Vescovi vogliono averne i F(gli a
lavorare nelle loro Diocesi».

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BUENOS AIRES - Il nuovo Vescovo dt Viedma (Pa-
tagonia) S. E. Mons. Borgatti alle feste giubilari
della nostra parrocchia di S. Giovanni Evangelista.
Cm1sacrato il Vescovo della " Terra dei sogni ".
S. E. Mons. Giuseppe Borgatti, il nuovo Vescovo della
Patagonia, è stato consàcrato nella monumentale basilica di
Maria Ausiliatrice e di San Carlo a Buenos Aires. Vescovo
consacrante fu S. E. Mons. Mario Zanin, Nunzio Apostolico
in Argentina, e Vescovi con-consacranti le LL. EE. i Monsi-
gnori Emilio Sosa Gaona, Vescovo di Concepci6n (Paraguay) e
Vladimiro Borie, Vescovo di Magellano (Cile), salesiani.
Una massa imponente di fedeli assiepava il grande tempio;
al posto d'onore i padrini e molti insigni cooperatori salesiani.
Tutti poterono seguire l'interessante rito, commentato ddlla
parola eloquente del nostro Don Entraigas.
Dopo la cerimonia religiosa, il Comando Generale degli
<< Esploratori di Don Bosco>>, offrì al nuovo Vescovo una bril-
lante sfilata, a cui presero parte tutti i battaglioni dei collegi
e degli oratori salesiani del << Gran Buenos Aires>>. A sera il
vasto teatro del collegio Pio IX fu incapace di contenere l'eletto
pubblico accorso al trattenimento artistico-letter_ario offerto al-
l'illustre Figlio di Don Bosco, a cui il Santo Padre ha voluto
affidare .il governo spirituale della terra che fu già palestra
delle eroiche gesta del << Capataz de la Patagonia », il Cardi-
nale Giovanni Cagliero.
f~ffii<3:•)
Si compiono 60 anni
dall'arrivo dei Salesiani nel
Messico. La ricorrenza fu com-
memorata nella capitale con
una settimana di celebrazioni,
che coronarono le feste cele-
brate in tutta la repubblica.
Degna di rilievo la « Gior-
nata della Gratitudine Nazio-
nale 1>, incominciata nel San-
tuario nazionale di Maria Ausi-
liatrice e continuata nella ce.
lebre Basilica di S. Maria di
Guadalupe, dove si svolse il
pellegrinaggio dell'Opera sale-
siana, seguito dal solenne pon -
tifi.cale dell'Arcivescov.o Primate
del Messico, S. E. Mons. Luigi
Martinez, con l'assistenza del-
l'Ecc.mo Mons. G. Piani, sa-
lesiano, Delegato Apostolico,
di larga rappresentanza del-
l'Episcopato Messicano e del
Corpo Diplomatico accreditato
presso la Repubblica.
Nella serata di chiusura lo
stesso Primate del Messico
volle interpretare i sentimenti
dell'Episcopato Messicano.
Da sessant'anni - disse - i
Salesiani sono nel Messico. lo oso
dire che sono sessant'anni che
nel Messico è venuto Don Bosco.
;Perchè i figli di un Santo ne
Gompiono e allargano l'azione
apostolica, e ciò è vero in modo
speciale dei Salesiani, perchè
sappiamo molto bene con che
impegno, con che precisione, con
che profondità, con che attac-
camento conservano lo spirito del
loro Padre, S. Giovanni Boscc,.
Dimostrò quindi che son~
gli apostoli del nostro tempo e
soggiunse ·con· paterna arguzia:
:.~-,~~,.~ : I~;:~·:::~i-i:,~,-~,-,:: ..
lf.i).:::;:'.::,_-:·t..:._~·i·:•·~-:!'.~f
-~::~:/;;,
~
~-,
:pfffalSZIA· ::::~i ~' ,,t .,,_.:, .:H2 .. ~:,o; ,; ;:::, •
l~iPJ}Ji~ÌQi/ii,it
~ .. :h~ ..• ,.. e~·c-, ~;:;:: .. u ~; H ,~: .~; ~~~H,,
88 ~
JI 6 febb_raio del 1877 Don Bosco, parlando ai Direttori salesiani rac-
colti in conferenza, confidò: <• Il Santo Pontefice, quando mi ricevette
nella .sua camera stando in letto poichè era ammalato, mi espresse vari senti-
menti, fra i quali mi disse le seguenti cose: ... Vi predico, e voi scrivetelo
ai vostri figliuoli, che la Congreg~ione [Salesiana] fiorirà, si dilaterà
miracolosamente, durerà nei secoli venturi e troverà sempre dei coa-
diutori e dei cooperatori, fino a tanto che cercherà di promuovere
lo spirito di pietà e di religione, ma specialmente di moralità e
di castità•>:
Mémorie Bwgrafiche, vòl. XIII, pag. 82.

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2.1 Page 11

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Io non ho che un difetto da
rinfacciare ai Salesiani, che
sono troppo pochi per i bisogni
della nostra Patria.
Testimonianza preziosa.
Il Ministro delle Industrie
U. Krishna Rao, aprendo la
nuova Scuola Tecnico-profes-
sionale salesiana di Katpadi
(Sud India), tenne un lungo
discorso nel quale espresse la
sua soddisfazione per il lavoro
compiuto dai salesiani a van-
'taggio dei fanciulli abbandonati
nel Nord-Arcot. Si disse lieto
di notare che all'orfanotrofio
era unita la scuola tecnica,
dove quei ragazzi si sarebbero
resi utili alla società. Quindi
elogiò i Missionari per i loro
successi nel campo educativo.
I << missionari - disse -
dirigono pprecchie istituzioni edu-
cative, supplendo in larga mi-
sura il lavoro del Governo e delle
organizzazioni locali. Nelle isti-
tuzioni dei Missionari la disci-
plina è mantenuta in alto grado,
gli studi assai curati e ottima la
formazione dei giovani alla vita>>.
Un voto alla Madonna e un gioiello d'arte.
Durante la guerra, al lorchè le prime bombe
causarono danni e vitti me nel la città, Sua Ecc. Mons.
L. Mathias, Arcivescovo di Madras, fece voto so-
lenne che se fossero stati risparmiati alla città di
Madras gli orrori del la guerra, avrebbe eretto un
tempio in onore del Cuore Immacolato di Maria,
in· Kilpauk, sobborgo di Madras.
La Divina Provvidenza venne in soccorso al bene-
merito Arcivescovo salesiano nella persona di un
generoso benefattore, sig. Edgar R. Prudhomme, che
offerse la sua residenza a Kilpauk ed elargì una vistosa
somma per l'erezione del nuovo Santuario.
L'Architetto seppe fondere in un piano squisita-
mente elegante l'architettura indiana con l'architet-
tura cristiana. La costruzione monumentale s' i m-
pone oggi all'ammirazione di tutti. Il Santuario
fu solennemente benedetto ed i suoi tre principali
altari consacrati il 6 dicembre 1953 dallo stesso
Ecc. mo Mons. Mathias.
In tale circostanza venne inaugurata una" Novena
Perpetua" in onore del Cuore Immacolato d.i Maria
nel nuovo Santuario, che ha il privilegio di posse-
dere una statua della Madonna di Fatima, scolpita dal
medesimo artista che scolpì quella della "Madonna
Pellegrina" che fece il giro del mondo.
MADR<\\S · Monumento di riconoscenza al Cuore Immacolato di Maria
~ 89-

2.2 Page 12

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RONDA (Spagna) - Il Rettor Maggiore
in greghiera davanti alla Croce-ricordo
del martirio delle vittime della rivo-
luzione.
Verso la Beatilicazione
dei
Salesiani Spaénoli
vittime dei rossi
Il 1 5 dicembre 1953, nella cappella dell' Arci-
vescovado di Valenza, si svolse la solenne ses-
sione di apertura del Processo Informativo
Diocesano per la Causa di Beatificazione e
Canonizzazione dei Servi di Dio Don Giuseppe
Calasanz, Ispettore salesiano, e compagni mar·
tiri salesiani, dell'Ispettoria Tarragonese, caduti
nella rivoluzione rossa del luglio 1936_
Presiedette l'Ecc.mo Arcivescovo, Mons. Mar-
cellino Olaechea, Salesiano, il quale, compiute le
formalità prescritte, parlò ai membri del Tri-
bunale e ai parenti delle vittime, intervenuti alla
cerimonia, compiacendosi di rilevare i disegni
mirabili della Provvidenza, che aveva riservato a
lui la gioia di rendere questo onore :i.I suo sue•
cessare nel governo dell'Ispettoria Tarragonese,
Don Giuseppe Calasanz che, quale protomartire,
figura anche oggi a capo dei gloriosi caduti sa-
lesiani dell'Ispettoria. Terminò ringraziando i
nostri Don Castano e Don Bianchini, che il
ReU@r Maggiore aveva espressamente inviato da
Roma per la loro competenza in materia.
vALENCIA (Spagru.) S. E. Mons. Olaechea, salesiano, apre solennemente il processo apostolico per la beatificazione
e canonizzazione dei salesiani caduti vittim.e della rivoluzione comunista.

2.3 Page 13

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~ MILANO - Don Bosco e i
Salesiani all'« Angelicum ». -
L'<< Angelicum ,,, geniale istituzione
creata dai Padri Minori Francescani
con lo scopo altissimo di• avvivare
la cultura contemporanea con lo
spirito di S. Francesco, fin dal
1949 istituì l'Alto Corso di Cultura
Religiosa, diretto dal noto scrit-
tore e oratore Guido Manacorda,
a cui prende parte il meglio dell'am-
biente colto cattolico di Milano.
Quest'anno, nel ciclo di conferenze
consacrato allo studio degli Ordini
e Congregazioni religiose, i pro-
motori e il direttore vollero riser-
vare un posto a S. Giovanni Bosco
e alla sua Opera, con due confe-
renze tenute dai professori del
nostro Ateneo D. l~uigi Bogliolo
e D. Gino Corallo, una sul tema:
,, S. Giovanni Bosco e la Congre-
gazione Salesiana,,, l'altra sul tema:
« La missione pedagogica della
Congregazione Salesiana,,.
~ ROVIGO - Il più grande dei
36 Asili che entrano nel piano
assistenziale predisposto dagli In-
dustriali italiani a favore del Po-
lesine alluvionato, venne inaugu-
rato il 13 dicembre. Accoglierà da
200 a 250 bambini, che si vogliono
affidati alle cure delle Figlie di
i\\!Iaria Ausiliatrice, perchè siano
cresciuti secondo il metodo edu-
cativo di Don Bosco.
~ SANTA RO3A (Argentina). -
Medaglia d'oro. - Il Governo
della Provincia « Eva Peron ,,, in
riconoscimento dell'opera di fede
e di civiltà svolta dai missionari
s~lesiani a favore degli abitanti
delle pampe, ha conferito la me-
daglia d'oro al nostro Don Giu-
seppe Durando, in occasione della
sua Messa d'Oro.
~ CUBA - Sua Eminenza il
Cardinale Arteaga, Arcivescovo di
Cuba, illustre e affezionato Coo-
peratore salesiano, ha posto recen-
temente la prima pietra di un nuovo
Aspirantato salesiano in Cuba.
~ KRISHNAGAR (India). -
L'Adorazione perpetua ha avuto
la sua solenne inaugurazione. Sono
venti Suore Adoratrici che non
hanno altro scopo che quello di
assicurare le benedizioni di Dio
sull'arduo lavoro missionario e
produrre nei fedeli un aumento
di fede e di fervore cristiano.
SOGNO E REALTA'
Il Cardinale Desprez, Arcivescovo di Tolosa, esaminava un
giorno sulla carta del globo le più remote regioni della terra,
rilevando quanto avesse fatto la Chiesa per evangelizzarle. Ma,
fermato l'occhio sulla Patagonia e sulla Terra del Fuoco, riflet-
teva con dolore come a quelle parti estreme del Nuovo Continente
non fosse ancora giunta la luce del Vangelo. Di ciò si rammaricava,
quando, arrivatogli il Bollettino Salesiano francese, vi lesse che i
Salesiani avrebbero intrapreso quelle Missioni. Tutto giubilante,
come narrò egli stesso al Santo, esclamò: - Ecco che per opera
di Don Bosco si _avvera la profezia: In omnem terram exùJit
sonus eorum et in fines orbis terrae verba eorum.
*
La P~tagonia in quel tempo dormiva ancora il suo sonno se-
colare. Sopra le sue pampe e canaloni si udiva soltanto l'ululare
dell'indio e il nitrire dei guanachi. << Terra sconosciuta>>, << Terre
abitate da giganti>>, dicevano le carte geografiche. Su quelle terre
si stendeva l'ombra fitta del mistero.
Don Bosco, una notte memoranda, sognò. Era il 30 agosto del
I 872, festa della prima santa ·americana. Il Santo vide che gl'indi
massacravano i missionari giunti alle loro terre. Poi li vide far
festa ad alcuni salesiani sopraggiunti, e pregare con loro,
Allora il veggente volle conoscere di quali popoli si tr::ittasse;
e dopo molte ricerche, si persuase che gli indi del sogno erano i
patagoni. Da quel momento la Patagonia divenne la terra del
suo sogno 'missionario.
. Nel 1875 mandò i suoi figli a Buenos Aires. Cagliero ne fu il
capo.
Nel 18n il Governo Argentino comincia le spedizioni regolari
di esplorazione e di conquista. Don Costamagna e il eh. Botta
con Mons. Espinoza vi prendono parte quali cappellani militari, e
il 24 maggio giungono a Choele-Choel prendendo i primi contatti
con gli Indi della Pampa e della Patagonia. Era la prima volta
che s'immolava l'Ostia di pace in quei deserti. E questo, senza
averlo predisposto, avveniva nella festa di Maria Ausiliatrice.
Quest'anno, al compiersi del 75° dell'apostolato m1ss10nario
salesiano in Patagonia e dell'arrivo delle Figlie di Maria Ausilia-
trice in Argentina, si sono svolte varie manifestazioni commemo-
rative. Si sono pure allestite a Bahia Illanca due grandi mostre;
l'Esposizione dell'Opera di Don Bosco in Patagonia e la
Mostra professionale e agricola. I numerosi visitatori hanno
potuto farsi un'idea del lavoro che compiono in Patagonia i Sa-
lesiani nei loro 38 centri di attività e le Figlie di Maria Ausilia-
trice nelle loro 20 fiorenti opere.
Per la ricorrenza giubilare Sua Eminenza il Cardinale Capello,
Arcivescovo di Buenos Aires, ha scritto: << A 75 anui dalla sua
Fondazione, l'opera di Don Bosco in Argentina, come il piccolo
seme del V angelo, si è convertito in albero frondoso, i cui rami si
stendono dall'uno all'altro confine della Repubblica. Chi potrà
enumerare le anime che si sono rifugiate sotto la sua ombra benefica
e che hanno attuato tra di noi il pensiero di Don Bosco, bene me-
ritando della Santa Chiesa in ogni genere di attività?>>.
- 91

2.4 Page 14

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oon BOSCO
giudhala da un, 3-ndù
IL GOVERNATORE DELL'ASSAM
Raj Bhavan Shillong, 14 dicembre 1953.
(soprq)
Il Ministro
dell~ Finanze
dell'India e !a
· sua signora in
visita al Col-
legio Don Bo-
sco di Shil-
lòng (Assam).
92 ~
<< Rimasi molto soddisfatto dell'Opera Dori Bosco nello scorso settembre e fui ve-
ramente contento di aver potuto avere contatto con il personale e con gli studenti, un
contatto piu intimo che nelle visite ufficiali. Questo mi ha messo in grado di poter apprez-
zare maggiormente l'attività dei superiori di questa istituzione. Ho osservato i ragazzi
· intenti ai loro studi, al lavoro, alle partite, ed ho pure esaminato la loro sistemazione per
l'qlloggio e il vitto. Fui veramente sorpreso nel constatare l'atmosfera di metodo, di-
sciplina e ordine che prevale in tutte le sezioni che visitai. L'internato ha l'atmo~fera di
una famiglia, ove i superiori sono i fratelli maggiori. La scuola professionale attrezza
i giovani nelle arti loro utili, e siccome la tecnica viene adeguata alle nuove esigenze del
popolo nelle città e nei villaggi, sono convinto che la scuola sarà eminentemènte utile.
>> L'opera si trova naturalmente davanti alla difficoltà di dover impartire l'insegna-
mento di parecchie lingue. Questa difficoltà è inevitabile e sembra non vi sia altra solu-
zione che quella di mirare alla massima efficienza nelle lingue che si debbono insegnare.
Del resto questo è appunto l'interesse dello studente: rendersi capace di prender piena
parte alle molteplici e varie attività del suo paese, a mano a mano che cresce, come
d'altra parte è suo diritto.
>> Le autorità vengono incontro al problema dell'educazione dei ragazzi in Shillong
ed in altre parti del!' Assam, ed io confido che un av1Jicinamento positivo delle autorità
ai futuri problemi di questi ragazzi sarà a noi di guida nell'aiuto e direzione affinchè
diventino abili cittadini dell'India, giovani di carattere, forti e di spirito patriottico
Questo obiettivo si riflette nel quotidiano lavoro dei figli di Don Bosco. lo fui lieto i
constatare che le autorità sono conscie di quest'aspetto dell'attività dei salesiani e formi lo
i più sinceri auguri per il loro programma, sotto l'ispirazione del grande Don Bosco.
In Shillong i Salesiani hanno già a loro credito parecchie attuazioni importanti.
>> Spero di poter nuovamente avvicinare il personale e i ragazzi il prossimo anno >>.
}AIRAMDAS DOULATRAM
Governatore dell'Assam.

2.5 Page 15

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S'immagini una regione vasta quanto l'Italia e quasi tutta coperta da foreste irri-
gate da fiumi impetuosi in clima tropicale; 300.000 chilometri quadrati con soli
26.000 abitanti: ecco la Prelatura di Porto Velho in Brasile, affidata ai Salesiani
26 anni or sono. In tutto il vasto territorio una. sola città: Porto Velho con
12.000 abitanti. Gli altri 14.000 abitanti sono letteralmente disseminati. Il com-
pito del missionario è appunto quello di essere continuamente in viaggio per
portar conforto a tutte le anime a lui affidate. Questa relazione è del Vescovo
salesiano Mons. Giovanni Costa, che tante volte ha rischiato la vita sui fiumi
impetuosi della sua Prelatura. Ma la carità è più forte della morte.
Seringal e... seringheiros.
Si chiama Seringal una vasta estensione di terra
dove alligna la seringheira o pianoo che dà la
gomma. Generalmente la tenuta ha un pro-
prietario diretto, che quasi.sempre porta il nome di
Colonnello. È un titolo d'importanza dal momento
che la tenuta è un vero .regno. H propr-ietario
deve pensare a tutto. Egli mantiene a volte cento
e più famiglie, alle quali deye .provvedere gli ali-
menti, le medicine, i vestiti, e in caso· di malattia
anche il trasporto ali' ospedale di Porto Velho.
Il Colonnello fa pure le veci del magistrato su-
premo di pubblica sicurezza, le veci del medico
condotto, e persino, in qualche caso, del. mis- •
sionario. Ma il compito maggiore del Colonnello
nel paese della gomma è quello di aprire stràde
o sentieri per raggiungere le piante di seringheira.
Generalmente, essendo le tenute molto estese,
egli delega dei gerenti che vivono nei centri più
lontani dal baraccone del proprietario. Anche il
ger:ente deve pensare a tutto nel territorio a lui
affidato, specialmente ad aprir strade e costruire
baracche per gli operai. Per aprire strade ha bi-
sogno di due uomini che conoscano bene la fo-
resta: il primo ha l'incarico di scoprire nuÒve
piante e l'altro di tracciare il sentiero o scorcia-
toia da una pianta all'altra: operazione che nel
gergo della selva si chiama «fare la strada,>.
La gomma è quasi l'unico prodotto delle regioni Amazzo-
niche del Brasile. Questo operaio è intento a praticare le
i~cisioni dalle quali scolerà i1 prezioso liquido gommoso,
che viene raccolto in un sacco di gomma.
~ 93

2.6 Page 16

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Tagliare la strada.
Quando arriva qualcuno <1.lla baracca e domanda
del capo di famiglia, si sente rispondere appunto
così: « È andato a fare la strada>>, oppure: << è
andato a tagliare>>. E << tagliare>> vuol dire pra-
ticare con una accetta adunca nella corteccia
della pianta un'incisione lunga una spanna: da
tale solco sgorgherà il lattice gommoso, che viene
fatto stillare in una scodellina agganciata al tronco
della pianta, mentre il seringheiro continua l'ope-
razione su 3\\tre duecento e più seringheiras. Arri-
vato alla fine, ritorna indietro a raccogliere il
prezioso liquido in un sacco di gomma, poi va
a casa per << defumarlo >>, ossia per coagularlo a
fumo.
È un po' difficile descrivere un << defumatoio >>.
Ha l'aspetto di una tenda da campo, ma tutta
coperta di foglie di palma. Dentro c'è una specie
di forno a piramide con una apertura in alto,
nella quale viene introdotto il combustibile, ossia
legno di cocco babassù, che sprigiona molto fumo
e straordinarie calorie. Quando il fuoco è acceso,
il seringheiro prende un bastone levigato, lungo
un metro e mezzo, ci versa sopra una ciotola di
lattice gommoso e lo passa subito nel fumo che
lo fa coagulare. Ripete la stessa operazione per
alcune or~ fino ad esaurire il liquido raccolto.
Uomo allegro il ciel l'aiutll.
li seringheiro è un tipo sempre allegro: prende
tutto con filosofia. Alla mattina è già al lavoro per
tempissimo, e ritorna a volte a pomeriggio inol-
trato senza aver preso altro che un-:i tazza di
caffè. Ma intendiamoci: caffè di prima qualità,
forse l'unico che potrebbe vantarsi di essere
caffè del Brasile.
Oltre ad essere sempre ottimista, il seringheiro
è di una gentilezza sorprendente, specialmente
con gli ospiti; parla bene la lingua nazionale e ha
molto rispetto per la religione. I suoi figli sanno
fare il segno dell;i. croce, recitare i Misteri prin-
cipali della fede, il Pater Noster e l'Ave Maria.
Più in là certo non vanno, ma è già una gran
cosa, nel cuore della foresta.
Il seringheiro poi non tollera che in casa sua
i bambini rimangano senza battesimo. Quando il
neonato non può essere battezzato subito, la
mamma tiene acceso un lumino tutte le notti
perchè è convinta che il suo piccino, non avendo
la luce della grazia, soffra il buio. Quanta fede
nella semplice loro frase << essere ancora al buio! ,,.
Molte volte, quando il sacerdote tarda troppo
a farsi vedere, lo stesso seringheiro battezza il
figlio per avere una luce di più nella sua casa.
Ho conosciuto parecchi seringheiros che non
PORTO VELHO (Brasile/ • Piantagioni di Kautchou. operai intenti a raccogliere il liquido che dasà la gomma.
94 ~

2.7 Page 17

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hanno mai visto nulla del mondo civilizzato, non hanno mai
visto una chiesa. Se sapessero che tante cattedrali rimangono
deserte in mezzo al viavài delle nostre metropoli!...
Fiume, foresta e leopardo.
Il mio ultimo viaggio nelle tenute della gomma è durato
quasi due mesi e fu pieno di peripezie e di consolazioni.
Non ho avuto il coraggio di avventurarmi da solo, come le
altre volte, e ho chiamato con me un valoroso missionario
salesiano molto pratico di questo genere di viaggi: Don Fran-
cesco Pucci. Dopo sei anni, era la prima volta che ave-
vamo la consolazione di viaggiare in due. Fu una vera ispi-
razione.
Anzitutto risalimmo in tre giorni il Rio Maciado fino
alla prima cascata, fermandoci ad amministrare Battesimi nei
due o tre punti dove erano dislocate alcune famiglie. Presso
la cascata sostammo nella grande aziend;i di Angostura,
dove fummo ricevuti con molta cordialità. Questa tenuta
gommifera ha anche delle casette con luce elettrica ed è
circondata da una radura per il pascolo dei bovini. Dopo
tre giorni di sosta, ci siamo avventurati sull'unica strada
carrozzabile che unisce nella selva due centri gommiferi: è
lunga 48 chilometri; ma ci vollero ben otto ore di camiÒn
per arrivarci in capo!
Anche a Jaturama, il nuovo centro visitato, ci fermammo
tre giorni. Qui scampai per miracolo dalle fauci di un leo-
pardo che mi aveva inseguito (era evidentemente affamato).
Per fortuna il felino non ha buon fiuto, c così potei sfug-
girgli nascondendomi in un groviglio d'alberi.
Un protestante si converte.
Di qui con altre sette ore di marcia difficoltosa nella fo-
resta, arrivammo al villaggio di << Boa Vista>> (Bella vista).
Don Pucci, medico esperto, curò ferite e malattie; io ebbi
la più grande consolazione di tutto il viaggio: la conver-
sione di un protestante molto influente. Vera conversione,
perchè quell'uomo, da fanatico dell'eresia si trasformò in
apostolo della. fede cattolica tra i capi di famiglia della te-
nuta. Aveva due bambine e le fece accompagnare in città
in collegio dalle suore, per essere sicuro che fossero educate
cristianamente. In conseguenza licen.a:iò un giovane maestro
che si era fatto protestante per poter fare da pedagogo in
casa sua.
Da Bella Vista in su, il fiume non era più navigabile,
ma dovemmo proseguire ancora per toccare altri due vil-
laggi, che ci avevano mandato le staffette a scongiurarci di
visitarli: c'erano matrimoni da celebrare, battesimi da am-
ministrare, ammalati da confortare... non si poteva dire
di no.
Ad ogni ansa del fiume tortuoso e disseminato di casca-
telle la morte era in agguato. Io attribuisco solo alla pro-
tezione dell'Ausiliatrice la nostra incolumità. È appunto in
riconoscenza dell'evidente patrocinio della Madonna di Don
Bosco che ho cambiato il nome dell'ultimo villaggio rag-
giunto, che era chiamato Pagliai, in quello di Auxiliadora.
>B GIOVANNI COSTA
Prelato di Porto Ve/ho.
'1',o,,,,fHUdO,~
etun-e l,e, 8.utie
della d-e/,f),(J,'
<< ••• Passo tutta la mattinata, e
buona parte del pomeriggio, curando
i malati, che sono sempre più nu-
merosi, perchè la popolazione dei
nuovi cristiani kivari, grazie a Dio,
continua ad aumentare.
Non v'è nè medico, nè ·chirurgo,
e noi dobbiamo fare di tutto: curare
ogni genere di malattie, cucire larghe
ferite, e perfino togliere i denti! ...
Va aumentando pure il numero
delle kivarette interne, che 1ichie-
dono molta vigilanza, specie quando
I'engono i parenti a visitarle, po:chè
questi cercano di -indurle a scap-
pare e a far ritorno alla sel·va.
Sono del resto buone e s'interes-
sano allo studio del Catechismo.
Curiose certe loro domande, specie
nella freschezza del'idioma kivaro.
Durante la spiegazione della crea-
zione: << Se in principio non v'era
nè cielo, nè terra, dove stava se-
duto Dio? ... >>.
E un'altra: << Se Dio ha creato
tutti gli uomini, perchè alcuni sono
buoni e altri cattivi? ... ». La ·ri-
sposta, però, gliela diede pronta
una compagna: << Ci sono i cattivi,
perchè non conoscono Dio; come
noi che eravamo cattive prima,
perchè non 1apevamo che ci fosse il
Patadiso anche pei kivari... >>.
Commovente il desiderio di vita
cristiana che sentono i poveri sel-
vaggi. Un kivaro già battezzato ci
condusse la propria giovane sposa
dall'aria capricciosa e birichina,
con una bimba d'un mese o poco
più. Ci pregò di tenerla in casa,
d'istruirla bene e di farla battezzare
per poter poi ricevere tutti e due
il matrimonio cristiano. Gli si fe-
cero osservare alcuni inconvenienti
per la troppo tenera età della pic-
cina, ma il kivaro tagliò corto:
«Se· non la prendete subito, io dovrò
abbandonarla, perchè non posso vi-
vere così, come le bestie della selva... ».
La sposa kivaretta rimase, ed è
qui, contenta e impegnata nello
studio del catechismo, che schiuderà
a lei e alla sua famiglia una nuova
vita ... >>.
Una figlia di Maria Ausiliatrice
Missionaria in Equatore.
~ 95

2.8 Page 18

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I Chin appartengono alla grande tam1glia momento della spart1z1one dei beni, il piccolo
delle tribù Shan, éhe in tempi remotissimi di- Chin non si trovò presente. Quando tornò, era
scesero dal Yunnan e si stabilirono nella Birmania troppo tardi. Tutto il mondo era stato diviso
e nell'Assam..Come i Khasi, i Lushai e i Naga tra i suoi fratelli maggiori e a lui non rimase
dell'Assam, i Chin presentano
che la regione montana e sel-
tutte le ·caratteristiche della razza
.vaggia che nessuno aveva voluto.
1 I mongolica: sono bassotti, ma tar- di Don LUIGI RAVALICO In compenso la mamma gli re-
chiati e r-0busti; gli occhi a man-
galò l'elefante, il bufalo, il ca-
dorla, neri, vivacissimi; naso alquanto schiacciato vallo, la capra, il maiale e la gallina.
e la pelle giallo oliva. A differenza di altre tribù Sfortunatamente Hlinyu, prima di morire,
guerriere, i Chin hanno sempre amato il quieto affidò il suo beniamino alle cure del fratello
vivere e hanno sopportato pazientemente i soprusi maggiore, il Birmano. Costui, senza scrupoli,
dei loro vicini più forti, specialmente dei Birma-
ni. Persino le loro leggende e tradiziol1i sono
improntate a questo spirito di sottomissione.
Beati gli ultimi se i primi sono onesti.
Tutto il genere umano - essi dicono - deriva
da una donna chiamata Hlinyu. L'ultimo nato fu
il Chin. Hlinyu gli voleva un gran bene e pen-
sava di lasciargli una ricca eredità. Senonchè, al
96 -
pensò soltanto a fare i suoi interessi a danno del
povero ·Chin. Quando si trattò d'insegnare al
fratellino a leggere e scrivere, il Birmano gli
mostrava sempre il libro chiuso e la lavagna pu-
lita. Così il Chin non imparò mai a scrivere;
ed è per questo che ancor oggi non ha una scrit-
I "' OH, SE AVESSIMO ALCUN
TANTE ANIIJ!lE VOGLIONO

2.9 Page 19

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INDIA-ASSAM
(dall'alto in basso)
e Il missionario benedice le ca-
panne dei Chin.
e I Chin del Manipur, mentre so-
spirano invano il Missionario, si sono
costruiti la cappella da ~oli.
e I Chin, quando si convertono al
cattolicesimo, sono ferventi. Ecco una
ragazza, felice di aver imparato a reci-
tare il S. Rosario.
tura sua propria. Poi il Birmano pensò di ru-
bare al fratello gli animali migliori e più utili,
usando abili stratagemmi. Mise in groppa all'ele-
fante fasci di spine e vi fece seder sopra i1 Chin.
11 ragazzo, dopo qualche tentativo, non volle
più saperne del!'elefante, che passò in proprietà
al fratello maggiore. Allora montò sul cavallo, e
parve felice; senonchè moglie del fratello si
mise in mezzo alla strada e il cavallo le montò
sopra. In compenso delle ferite riportate dalla
moglie del Birmano, il povero Chin fu costretto
a cedergli il cavallo. Gli rimaneva ancora il bufalo,
ma anche questo gli fu tolto con uno stratagemma
dal fratello. Costui invitò il fratellino ad andar
a vedere il bufalo nel campo, ma prima lo con-
vinse a vestirsi tutto di rosso. Naturalmente a
quella vista il bufalo gli fu addosso, e il Chin
dovette cercar rifugio sopra un albero. Così
anche il bufalo passò in proprietà del Birrrta-
no. Al Clzin non rimasero che h capra, il maiale
e la gallina.
Anche la regione montana non_ rimase a lungo
in suo possesso. Il Birmano aveva demarcato
i confini del suo terr.itorio con pietre e colonne,
ma aveva convinto il fratello a segnare i suoi
con dei cespugli. Questi vennero poi distrutti
dal · fuoco, e il· Birmano a poco a poco allargò
sempre più i suoi possedimenti. Il povero Chin
rimase. senza terra e dovette andare randagio sui
monti.
Per questo ancor oggi i Chin non si fer-
mano a lungo in un posto e conducono una vita
nomade, lungo la frontiera settentrionale. Un
altro segno del servilismo in cui vivono i Chin
si riscontra nel tatuaggio che praticano sulla
faccia delle donne •per togliere loro ogni bel-'
lezza. Ma questa costumanza sta già scomparendo
e ,viene praticata solo presso la frpntiera.
'lIOVANI MISSIONARI! C'È TANTO DA FARE: MONS. MARENGO
NIRE A NOI E NOI SIAMO COSÌ POCHI! ... " Vescovo di Dibmgarh

2.10 Page 20

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Chin, ma inutilmente. << Il nostro Topa (Padre)
verrà certamente a trovarci - dicevano - noi
aspetteremo». E aspettarono per oltre dieci anni
con fede incrollabile. Dalla Birmania giungeva
qualche catechista, inviato dagli zelanti missio-
nari di Parigi, che visitava i vari villaggi e con-
tinuava la formazione cristiana dei catecumeni.
In ogni villaggio essi si erano costruita una cap-
pella e qui si radunavano ogni domenica per
cantare e pregare. Il catechista o il capo-villaggio
assisteva ai matrimoni, battezzava i bambini in
pericolo di vita, seppelliva i mo.rti. Così la Fede
non solo si conservò, ma si diffuse in tutta la
regione: vero prodigio della grazia. E il Signore
premiò la fede ardente dei catecumeni Chin
inviando finalmente tra di loro i Missionari sa-
lesiani.
Fede di neofiti.
Alcuni tipi di donne Chin venute dalla Birmania
ad abitare sui monti del Manipur (Assaml.
Aspettarono per oltre dieci anni.
I. Chin, come quasi tutte le tribù dei monti,
sono << animisti»: credono cioè negli spiriti, che
devono esser propiziati con appositi sacrifici e
scongiuri. Hanno l'idea di un Ente Supremo
che vive in cielo; ma lontano e indifferente ·a
ciò che capita in terra. TI buddismo non è riuscito
a penetrare su quei monti, e tutti gli sforzi che
oggi varie società buddiste fanno per conquistare
i Chin, non ottengono risultati tangibili. Hanno
invece abbracciato il Cristianesimo con entu-
siasmo. I Padri delle Missioni Estere di Parigi
hanno riportato tra i Chin numerose conversioni
e attualmente hanno ben undici residenze missio-
narie sulle Chin Hills. Da qualche anno sono sorte
belle comunità Chin anche sui monti e ndle
valli del Manipur nell'Assam.
Durante l'ultima guerra numerosi gruppi di
Chin abbandonarono le loro montagne e penetra-
rono nello stato del Manipur, una vera Terra pro-
messa per loro. Molti di essi avevano appreso
le verità principali del cristianesimo in patria.
Alcuni pochi avevano anche ricevuto il battrnimo.
Nell'Assam cercarono di mettersi in contatto coi
Missionari Cattolici, ma senza riuscirvi, perchè
i Battisti Americani avevano il monopolio asso-
luto in fatto di prost' litismo cristiano. Con lu-
singhe e promesse i Battisti cercarono di tirare
dalla loro parte i neofiti e i catecumeni cattolici
I Figli di Don Bosco avevano ripetutamente
tentato di penetrare nello Stato del Manipur, ma
si erano sempre visti sbarrata la via, finchè
Don Umberto Marocchino per il primo potè da
Kohima fare una breve visita alla com·mità Chin
del villaggio di Shimtong, ai piedi dei monti. Fu
accolto coi segni della più viva esultanza, e la
notizia della visita del Padre cattolico si propagò
rapidamente per tutta la regione.
Qualche mese più tardi, anch'io potei portarmi
a Shimtong di ritorno da una escursione tra i
Naga Tangkhul. In quell'occasione io venni
a sapere della presenza di oltre mille catecumeni,
sparsi in una ventina di villaggi sulla catena
dei monti Letha. Inviai un catechista a visitarli
e promisi loro che sarei andato personalmente
al termine della stagione delle piogge.
Lo scorso ottobre potei mantenere la promessa.
Raggiunsi lmphal, la capitale del Manipur, il
r3 ottobre, e il giorno appresso iniziavo la mia
lunga escursione con la visita al villaggio Purum
sulla via di Sughnu. Quei ferventi catecumeni
erano scesi per tre giorni consecutivi dal loro
villaggio sulla strada per darmi il benvenuto. Vi
giunsi da Imphal, avendo percorso oltre 70 km.
su un vecchio camion militare. Fui accolto in
trionfo. Lukas, il giovane catechista, piangeva.
i< Temevamo che non venissi più - mi diceva -
i Battisti cantavano già vittoria! ►>.
Quell4 sera la riunione si protrasse molto a
lungo. Non riuscivo a mandarli a riposare. Sta-
vano a guardarmi: erano tanto contenti di
avere finalmente il Topa tra di loro. Poveretti,
lo avevano atteso per ben dieci anni! La mattina
dopo, nella cappella che si erano costruita, am-
ministrai ro battesimi, celebrai la S. Messa e
diedi loro la S. Comunione. Com'erano felici!
Poi mi recai a benedire le loro capanne. Più tardi

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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La mattina di buo-.'ora cominsiamm, l'ascesa
della catena dei Letha, le cui cime più alte su-
perano i 2000 metri e si congiungono coi monti
della Birmania. Mi accompagnavano due cate-
chisti, tre portatori e un simpc1tico Chin, che
durante la guerra aveva fatto il soldato ed aveva
,isto ?.nche l'Italia. Egli precedeva armato, fiero
del suo posto di responsabilità.
Per lungo tratto seguimmo il corso di un tor-
rente che scendeva dalla montagna fragoroso e
gonfio di acque. La vegetazione c,a ricca e varia.
A Iberi secolari, ciuffaie gigantesche di bambù,
m~.gnifìci getti di felci, grovigli intricati di liane
e il suolo e il sentiero tutti ricoperti di kher,
un'erba altissima e robusta con cui gl'indigeni
coprono le loro capanne. Spesso dovevam0 aprirci
un varco nella fitta jungla. A mezzogiorno fa-
cemmo breve sosta. Io mi ristorai a'qmmto.
Gl'indigeni invece si rinfrescarono nel torrente.
Essi non mangiano mai durante le marce. Basta
loro un piatto di riso la mattina e la sera.
(continua).
Don Ravalico suona il caratteristico «gong» di legno dei Chin.
mi accompagnarono tutti fin sulla strada, dove
dovevo prendere la corriera per Sughnu. E at-
tesero con me per quasi tre ore sotto il sole co-
cente.
« Come facciamo a contarle? ».
Raggiunsi il mercato di Sughnu al tramonto.
È questo l'ultimo centro collegato con la capitale
per strada camionabile. Qui trovai alcuni cate -
cumeni di Shimtong, che avevano ormai perso h
speranza del mio arrivo. A piedi, in loro com-
pagnia, feci i quattro chilometri che ci separa-
vano dal loro villaggio. Shirmong è il paese più
importante dei Chin e la comunità è la più fer-
vorosa e ospitale. Qui feci la mia base di ope-
razione. La mattina seguente 43 catecumeni ri-
cevevano felici il battesimo.
Durante la giornata andai a visitare il villaggio
di Molnon, guadando un largo fiume con l'acqua
sino alla cintola. Vi trovai alcuni catecumeni e
una famiglia di vecchi cattolici, che mi dissero:
<( Il Padre in Birmania ci disse di recitare ogni
giorno nel mese di ottobre 50 Ave ]\\faria;
ma come facciamo a contarle? >>. Diedi loro un
rosario, ed essi non finivano di ringraziarmi e
vollero che partendo accettassi una gallina.
Ritornai la sera a Shimtong e preparammo ogni
cosa per l'escursione sui monti.
Questa vecchia donna khasi (Assam-IndiaJ, non potendo più
masticare la dura bete/ (nocciuola), la pesta prima
in quel tubetto.
~ 99

3.2 Page 22

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(da una lettera di D. Ivano Giacomello
al Rettor Maggiore) .
'M.·;;'.,"__.irabi.;le·Ì.l··.frion·•.fo d.~.ila graz.ia
•· divitià ottenuto dalle :Figlie
di ),\\)Ìaria, MsilµÌtrii;e ·nèlla foro ca-
. ,tech.esj .in uno 'dei .quartieri più
dl P(JTt..aw-l!rince (Haiti,). _
inÌsÒ'.; Una mambo: o,
eL '.f()(j,Ù ''7- veç:ehià
~Y,._,.,,. ~ebre ·iii
... Godiamo immensamente nel leggere delle Sue peregrinazioni,
in varie nazioni, e di tutto il bene e l'entusiasmo che suscita ovunque
la sua visita. Questo ci apre il cuore alla speranza che presto
possa ·venire anche fra noi, qui, nell' Assam. Vedesse quanto bene
fanno i suoi figli in questa bella Missione!
. Penso che l' Assam (in quanto a lavoro prettamente missionario
e a conversioni) sia una delle più belle Missioni della nostra Con-
gregazione.
Tutte le opere dell'lspettoria e della Missione sono in continuo
progresso. In aprile il nostro noviziato avrà una nuova sede ad
rfppèr Shillong. Nel prossimo gennaio Mons. Ferrando inaugurerà
i,ia ·nilòva chtesa parrocchiale a Marbisu, ·donde si attende al
gi'iissh' ~tretto missionario detto dèl Maharam. Poco· lontano si
sta c~stfu;~tlò l'aer6lrdmo di Shillong. Marbisu va divenendo
perciò un centro d'importanza ...
L'S novembre, ci fu la grande processione del Corpus Domini.
La facciamo in novembre perchè .in giugno piove sempre e ben
pochi potrebb;,,o prendervi parte. ·
Quest'anno superò ogni aspettativa. Vi erano 9.000 Cattolici
in processione, guidati dai loro capi distretto, osannanti e pre-
ganti. Vicino al Santissimo si ammiravano 1 50 soldati cat-
tòlici, in servizio a Shillong, come scorta d'onore. Si stimò che i
curiosi allineati lungo il _percorso, fra pagani e protestanti, fossero
piu di 8.000. Il punto culminante, che commosse tutti, fu quando
i 9.000 cattolici, prima della benedizione Eucaristica, recitarono in
massa il Credo. La benedizione finale fu data davanti alla Grotta
e lasciò in tutti una gioia di paradiso.
Si diede il riso cotto, con una specie di contorno di verdura, per
4 pasti, a circa 4.000 persone per volta. Vi erano 25 uomini a cuci-
nare, 30 donne a preparare la verdura, 50 giovanotti di A. C. a
distribuire il cibo nei tempi stabiliti. Un lavoro che richiese sa-
crificio; ma tutti furono contenti.
Mi dirà: << E per il dormire?». Si fece uso di tutti i locali: teatro,
sale del!' oratorio, scuole vicine. Al ' Don Bosco ' ci diedero la scuola
di falegnameria e i locali delle scuole superiori. Molti furono al-
loggiati nelle case dei cristiani. Dormirono su stuoie, per terra, e sii
grandi tende cerate, che si ebbero dai soldati per l'occasione.
Il sabato precedente la festa e anche la domenica 12 preti con-
fessarono per 5 e piu ore. Alla domenica si ebbero 3.500 S. Comu-
nioni. I giornali parlarono della grandiosità, ordine, divozione e
fede della massa. Ormai si è una forza, e solo da noi Cattolici si
possono fare simili manifestazioni di Fede. Deo gratias!
Ci benedica tutti e venga a trovarci.'...
~ 100
;vewt incomin-
1:Ì!iìitÒ:; à . .. . ·: J(i' lezioni di
<t:i~l'ìlii. ~e:1é SU9re te,nevàno:
:i.:;4;f~t'à~p~er-t~6;~'pr:~-~~<,}:tii~;siu:t()..
,.ltum/ort o
à. della',
Una
sacerdotessa si converte
.
..
n~vi. fede ~prirono'.
orizi'onti a
quella povèra a,nfin.ài ~'. quq:si
alle S<fgliè deU'e
. '.
Cortisponde;do 'all~i~o~ della
grazia, fu fedele al Catechismo e
si dispose all'abiura, compiuta in
forma solenne il venerdì 24 luglio.
La cerimonia fu molto commo-
vente, specie quando l'antica sa-
cerdotessa pronunciò la formula
di rito, aggiungendovi con slancio
spontaneo precisazioni personali
piene di fervore.
Subito l'humfort venne vuotato
degli oggetti sacri al culto voduista,
mentre il popolo cantava la lode
<< Abbasso satana,!».
Contemporaneamente alcuni uo-
mini si misero ad abbattere, ac-
canto, i tre alberi sacri alle di-
vinità: Legha, Ogoun Ferraille e
Ogoun Sadagris.
Per tre sere consecutive nume-
rosi fedeli si riunirono nello stesso
luogo per pregare è cantare lodi.
Il quarto giorno, la casa della
convertita apparve parata · a festa,
con ghirlande di fiori, immagini
s~cre e un bel Crocifisso, perchè
in quel mattino la vecchia mambo,
circondata da una folla in preghiera,
ricevette la sua prima Comunione.
Le si chiese se avesse conosciuto
la felicità nella sua vita. • No
- rispose - la conobbi solo
quando incominciai ad istruirmi
ne.Jla vera fede e ad imparare il
catechismo. Da allora la luce di
Dio penetrò nella mia anima, inon-
dandola di felicità"·

3.3 Page 23

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1lpostoli giapponesi alla Chiesa
IL SEMINARIO
1. Umili inizi. ~ I Mis-
DI MIYAZAKI
e con l'infuriare della guerra,
sionari Salesiani, arrivati in
Giappone nel 1926, presero
possesso al principio dell'anno
seguente delle due province
civili di Miyazaki e di Oita,
(sopra)
La chiesa e il seminàrio
di Miyazaki, chiusi con
l'infuriare della guerra
nel 1944 e distrutti da un
si andò sempre più acuendo il
doloroso stato di cose che portò
alla chiusura definitiva del Se-
minario (1944). Nel luglio 1945,
tutti i Missionari stranieri del
che costituivano il territorio di
violento tifone nel 19ii1.
K y u s h u furono concentrati
Missione loro affidato. Animati
nella stretta gola di Tochino-ki,
dallo spirito di Don Bosco,
nei pressi del grande vulcano
una delle loro prime preoccu-
Aso. Poco più di un mese
pazioni, fin dagli inizi del loro lavoro, fu la dopo, finita la guerra, i Missionari furono la-
ricerca di vocazioni indigene, per poter m1ztare sciati liberi, .e i Salesiani, ritornando a Miyazaki,
quanto prima un piccolo seminario.
trovarono tutti gli edifici del Seminario scon-
Furono veramente umili inizi. Dal 1929 al 1933 quassati dai bombardamenti: alla stazione ferro-
gli allievi Giapponesi raccolti aumentarono nella viaria, poco distante, erano stati fatti saltare due
proporzione di 3, 9, 16, 25, 36. Essi vennero ospi- vagoni di dinamite!
tati in una casetta provvisoria accanto alla resi-
Il 27 agosto un violento tifone abbattè il fab-
denza missionaria di Nakatsu, finchè nel 1933, bricato centrale del Seminario, riducendolo ad
col valido aiuto della Pontificia Opera di S. Pietro, un mucchio di rottami. Un secondo tifone, il
si potè acquistare un terreno e costruire il Piccolo 13 settembre, atterrò· anche l'ala secondaria della
Seminario a Miyazaki, centro principale della cucina e refettori, seppellendo quel poco di mo-
nostra Missione, divenuta in seguito Prefettura bilio e di effetti personali che restavano. Erano
Apostolica.
rimasti in piedi in condizioni pietose la cappella
Col passaggio del governo della Prefettura Apo- e la sala delle adunanze. Ma anche questi resti
stolica di Miyazaki al Clero Giapponese (1941) vennero abbattuti dal tifone nell'ottobre 1951.
- 101

3.4 Page 24

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finita la filosofia rrl Seminario Maggiore, entrò
nella Compagnia l1i Gesù, e morì poco prima di
iniziare la teologia. - 1 aspirante Salesiano: morto
alla vigilia di entrare in noviziato; e alcuni altri
che per mancanza di salute dovettero lasciare la
vita religiosa o il seminario.
La formazione data ai Seminaristi e Aspiranti
Giapponesi seguendo lo spirito e il metodo di
Don Bosco, ha dato buona prova. Dei nostri gio-
vani confratelli Giapponesi che furono chiamati
sotto le armi, quelli che non perirono nell'im-
mane flagello, tornarono tutti all'ovile, e uno di
essi (il eh. Yamaguchi) dopo sette anni, tre di
guerra e quattro di Siberia!
Il fondatore del Seminario di Miyazaki, Mons. Cimatti,
e l'attuale Ispettore con gli atlievi del 6° corso
p,;:emiati nel 1939.
2. Bìlancio consolante. - Dall'inizio del Se-
minario fino alla sua estinzio:ie (1929-1944), si
possono calcolare a circa centocinquanta gli al-
lievi che in forma relativamente stabile lo fre-
quentarono. Di questi circa un terzo fecero buona
riuscita e, compiuti i loro corsi, passarono al
Seminario Maggiore di Tokyo, o al Noviziato
Salesiano, o in altra Congregazione Religiosa.
Ecco alcuni dati statistici che abbiamo accer-
tati con la massima diligenza.
Ricevettero la prima formazione nell'antico
Seminario di Miyazaki: 9 Sacerdoti secolari -
7 Sacerdoti Salesiani - I Sacerdote Trappista -
4 Chierici Salesiani - I Fratello Converso Fran-
cescano - 3 Fratelli Coadiutori Salesiani.
Dopo questi che ha:rno avuto la fortuna di
continuare e raggiungere la mèta, vogliamo in
modo speciale ricordare i gloriosi caduti in gu~rra
(1939-1945) sui diversi fronti giapponesi: Man-
ciuria, Corea, Cina, Birmania, Filippine, Isole del
Pacifico:
6 Salesiani: 5 chierici e un coadiutore. - 7 Se-
minaristi: tre dei quali erano già nel corso di
hlosofia, quando furono chiamati alle armi, e
quattro avevano finito i corsi a Miyazaki e stavano
per entrare nel Seminario Maggiore di Tokyo.
Ricordiamo pure alcuni venuti meno per ma-
lattia, mentre davano le migliori speranze:
1 chierico teologo, morto alla vigilia di ricevere
gli ordini maggiori. - 1 chierico filosofo, morto
nel anno di filosofia. - r chierico Gesuita che,
~ 102
3. Dopo la guerra. - Co!! la fine delle osti-
lità, molte cose cambiarono. Il Seminario di Fu-
kuoka veniva riconosciuto dalla Santa Sede come
Seminario Interdiocesana per l'isola del Kyushu.
Il nuovo Amministratore Apostolico di Miya-
zaki, Mons. Domenico Fukahori, Vescovo di Fu-
kuoka, no:i potendo pensare alla ricostruzione del
Seminario, stabilì che gli aspiranti al sacerdozio
della Prefettura Apostolica di Miyazaki venissero
inviati al Seminario di Fukuoka, per essère edu-
cati insieme ai suoi, sotto la sua paterna e diretta
sorveglianza. Era evidente che, date le circostanze
e l'esiguo numero dei seminaristi, era questa la
soluzione migliore.
Nel frattempo le_ autorità civili di Miyazaki
continuavano ad insistere perchè i m1ss10nari
fondassero una Scuola media e superiore con-
forme ai nuovi programmi, e basata sullo spirito
e sulla morale cattolica. A vincere le ultime ti-
tubanze, si aggiunse la pressione di Sua Ecc.
l'Amministratore Apostolico, che metteva a di-
sposizione dei missionari salesiani, per questo
scopo, il terreno e i resti dell'antico Seminario:
la cappella e la sala. Furono perciò costruite in
fretta delle baracche provvisorie, e nell'aprile del
1946 la Scuola cominciò con 98 allievi.
In seguito i Salesiani riuscirono a ricostruire,
un0 dopo l'altro, gli antichi fabbricati di legno, e
a comprare ampi terreni all'intorno per i cortili,
e nel 1950, col valido aiuto della Sacra Congre-
gazione di Propaganda Fide, venne innalzata la
magnifica costruzione centrale in cemento armato,
che ha permesso di portare a oltre 700 gli allievi.
Noi speriamo fermamente che questa fiorente
Scuola (proprio in questi giorni le autorità della
provincia tornano ad insistere perchè vi aggiun-
giamo un corso universitario serale) oltre a rag-
giungere in pieno il suo scopo di divenire un vero
faro di irradiazione cristiana, non mancherà di
dare anche qualche buona vocazione per il Clero
secolare della Prefettura Apostolica di Miyazaki.
Sac. CLODOVEO TASSINARI
Ispettore salesiano.

3.5 Page 25

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INIATAILIE A IHIOINIG IKOINIG
Scrive Don ERCOLE TIBERI. Direttore della Scuola professionale ' Don R•naldi'
lllliiillilililmllllllllllmlllWiilllil!llllllmlimf llimllllllllrnlilmlllllmllllrnil~llmllllll
" Sento un desiderio e
un bisogno di farmi
santo: io non pensavo
di potermi far santo cou
tanta facilità; ma ora
che ho capito potersi ciò
effettuare anche standu
allegro, io voglio asso•
lutamente, e ho assolu
tamente bisogno di far-
mi santo''.
Beato DOMENICO SAVIO
llli!iilillllillllmllflllllllllllllillllllllllll!llll!llll@IIIWllllllllllllllil!illilllll!IIIIIIIIIIIIIII
Per il santo Natale abbiamo procurato di tene; e al :egri I nostri
giovani, facendo loro gustare le soavità delle feste natalizie.
In quella occasione anche il nostro cuore è stato inondato
della gioia più celestiale: trentacinque nostri alunni hanno
ricevuto il S. Battesimo diventando figli di Dio e nostri
fratelli in Gesù Cristo. Sono fanciulli e giovanetti che da
lungo tempo andavano preparandosi al grande atto della lorn
nascita spirituale con lo studio del catechismo, il miglioramento
del la condotta e la messa quotidiana, anche se distanti assai dal la
scuola. Gli ultimi tre giorni poi li passarono in pio ritiro riflet-
tendo sulla loro prossima divina adozione e approfondendo il
significato delle cerimonie del Battesimo. Quelle sere non vol-
lero neppure recarsi a casa per dormire: si accontentarono di
riposare nelle aule dell'Istituto.
Nella Notte santa, appena rinati alla Grazia, per la prima
volta offrirono il loro cuore a Gesù perchè vi rinnovasse il suo
Natale; e la loro prima Comunione vollero donarla a chi fa le
veci di Don Bosco sulla terra, quale atto di riconoscenza per la
grazia del S. Battesimo, ottenuta per opera dei suoi fìgli.
11 mattino dopo, santo Natale, si celebrò la messa per tutti
i giovani del la scuola nel cortile, perchè siamo ancora senza
chiesa e la cappella è troppo angusta per i nostri 1300 al Iievi ...
Dopo la santa messa, grande lotteria, poi gare sportive e un
po' di dolci per tutti. Il giorno dopo, lotteria per l'Oratorio e
una buona merenda per gli alliévi della scuola serale.
Così passò il santo Natale, che ha portato la gioia di Gesù
a queste masse giovanili, ancora pagane ma che si sentono ogni
giorno più attratte a Gesù.
Voglia benedirci tutti e pr·egare per noi.
- 103

3.6 Page 26

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Ascoltate, o prediletta di Dio, l'ardente grido che da ogni cuore fedele
s'innalza in quest'Anno a voi dedicato. Chinatevi sulle doloranti nostre
_piaghe. Mutate le menti ai malvagi, asciugate le lagrime degli afflitti e
degli oppressi, confortate i poveri e gli umili, spegnete gli odi, addolcite
gli aspri costumi, custodite il fìore della purezza nei giovani, proteggete
la Chiesa santa, fate che gli uomini tutti sentano il fascino della cristiana
bontà. Nel vostro nome, che risuona nei ciel i armonia, essi si ravvisino
fratelli, e le nazioni membri di una sola famiglia, su cui risplenda il sole
di una -universale e sincera pace.
Sua Santità PIO Xli.
"C'è un mistero... non ho più trovato
alcuna traccia di cancro ". - Da parecchie
settimane mio padre soffriva violenti dolori allo
stomaco. Il medico aveva dichiarato trattarsi di
t1lcera, ma il verdetto dei raggi X fu più doloroso:
ulcera alla bocca dello stomaco e cancro all'altra
estremità. Chiamati i medici a consulto, posero
al babbo questo dilemma: << O subite un'opera-
zione grave che vi potrà permettere di vivere
ancora 25 anr,i stando a regime rigoroso, o due
anni di sofferenze e una morte atroce>>. Mio
padre scelse l'operazione.
N cl collegio << Domenico Savio >> salesiani e gio-
vani cominciarono ferver.ti preghiere. Così fe-
cero nelle loro Case le 7ie suore. Il nostro con-
fossore D. Carnevale gli mandò la novena di
Maria SS.ma Ausiliatrice, che egli recitava tutti i
giorni.
L'operazione durò quattro ore. Poco dopo, la
mamma ed io incontrammo il primario, Dott. Nel-
lighan, che ci disse: << C'è un mistero che io
non riesco a spiegare. Ho visto io stesso la ra-
ciiografia e vi ho constatato tutti i segni del cancro.
Gli altri medici sono d'accordo con me. Questa
mattina, operando vostro marito, ho dovuto
bvare ed esaminare lo stomaco cinque volte, e
non ho trovato alcuna traccia di cancro. Io non
posso spiegare questo fenomeno>>. Noi però sa-
pevamo che il fenomeno tanto strano per il
primario non era che l'effetto delle molte pre-
ghiere a Maria Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco.
Montréal (Canada).
Ch. PAOLO MoNTPETIT, S. D. B.
" Pensate ai miei figli che chiedono pane! "
Fin dal 1938 sono cooperatore e fedele divoto
di Maria Ausiliatrice e di S. G. Bosco. Fui pro-
tetto neile tristi ore della guerra, ma soprattutto
in questo 1953. Costretto dalle necessità fami-
liari, mi spinsi a cercare lavoro fin nella provincia
<li Sondrio. Non riuscendo a trovarne, dissi a
Maria Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco: << Guar-
date la mia povertà, pensate ai miei figli che
chiedono pane!». Ebbene, pochi giorni dopo,
venivo assunto dall'Impresa Tettamanti nei can-
tieri di Premadio. Lavoravo in galleria, quando
il 4 agosto, nell'esplosione di una mina, due
miei vicini restavano feriti, io salvo. Il 28 ottobre
in un'altra esplosione rimanevano feriti vicino a
me tre miei compagni e l'assistente, e io dinuovo
salvo. Ma confesso che in tutte le ore della gior-
nata il mio pensiero è a Don Bosco e a Maria
Ausiliatrice, e si vede che loro pensano a me
e mi proteggono. Ora mando l'offerta da casa,
dove mi trovo per le feste Natalizie.
Ciminà (Reggio Ca!.).
PEPPINO RENDA,
104 -

3.7 Page 27

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Miracolosa guarigione da paralisi cerebrale. - Il giorno
di Natale del 1952, durante il pranzo, venivo colpita da improv-
visa paralisi che mi impediva qualsiasi movimento.
Trasportata subito ali' ospedale, fui dichiarata gravissima e i
dottori diedero come sicura la mia morte, salvo un 'miracolo. I
miei allora fecero- cominciare una novena a Maria Ausiliatrice
e a S. Giovanni Bosco nella vicina chies.a parrocchiale. Sei giorni
.dopo, il 30 dicembre, ripresi conoscenza con meraviglia dei me-
dici. Il miglioramento fu progressivo; rimasi tuttavia paralizzata.
Noi in America e il nipote Salesiano in Italia si supplicava la
Madonna di completare la grazia. Ed ecco che un giorno di fine
maggio, a mezzodì, sento come una forza sovrumana che mi fa
alzare e mi spinge a camminare. Scendo dal letto e, passo passo,·
arrivo nella stanza dove i miei cari siedono a mensa. Si possono
immaginare le esclamazioni di meraviglia e di gioia e la nostra
riconoscenza a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco. L'accluso certi-
ficato, rilasciatomi dai medici dell'Ospedale, attesta con eloquenza
la verità del prodigio.
Yonkers (Stati Uniti), 29-v1-1953. ANGELINA DE PALMA.
Affermiamo che tutto ciò che la signora De Palma ha accennato
nella lettera per la sua miracolosa guarigione da paralisi cerebrale,
è dovuto a grazia soprannaturale per intercessione di Maria San-
tissima e di San Giovànni Bosco.
Yonkers, 18-vm-1953. Firmato: Dott. MINERVINI, Dott. ZAYCO.
Un bambino paralitico da sei anni risana a contatto della
reliquia di Don Bosco. - Nel r947 il mio piccolo Carmelo,
di tre mesi, veniva colpito da un'inesorabile paralisi infantile che
lo lasciava in condizioni che facevano piangere: un braccio e le
gambe atrofizzate e perdita totale della voce.
Da sei anni piangevamo inconsolabili sulla sorte del nostro
piccolo, quando un mio figlio mi consigliò di mettergli vicino
una piccola reliquia di S. Giovanni Bosco pregandolo di inter-
cedere per lui presso Maria SS. Ausiliatrice. Immediatamente
il piccolo scioglie le gambe e allegramente si mette a fare i
primi passi. Non posso esprimere la felicità e la riconoscenza
che io e mia moglie abbiamo provato in quel momento, quando
abbiamo visto coi nostri occhi una cosa· che solo una potenza
divina poteva compiere. Desideriamo che questa relazione sia
pubblicata sul Bollettino Salesiano perche tutti riconoscano che
Maria Ausiliatrice e Don Bosco hanno un potere meraviglioso.
Fiumefreddo Bruzio · (Cosenza).
FRANCESCO P1zzrn1.
CUORI IN PREGHIERA - Ricordiamo ai nostri Coo-
peratori che nel mese di MARZO la Famiglia Salesiana è
invitata a raccogliersi in fraterna solidarietà di preghiera
per i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Coopera-
tori, gli Allievi e Ex allievi delle seguenti lspettorie:
28 febbraio - 6 marzo - SICULA
7 marzo - 13
VENETA
14
- 20
- AUSTRIACA
21
- 27
BELGA
28
3 aprile BOEMO-MORAVA
4
- IO
SLOVACCA
ffl1 = ,,
ffl!WfF!!-Z~N
'Il mio voto voélio com-
pierlo a tntò i costi '
Un mattino un pover'uomo, che
viaggiando a piedi la notte era
venuto da Alba e s'era confessato e
comunicato, si presenta a Don Bosco.
Caduto infermo, disperato dai me-
dici e ridotto in fin di vita, aveva
promesso di portare a Maria ·Ausi-
liatrice quanto possedeva in danaro,
e all'istante era guarito.
Don Bosco contemplava quel- ·
l'uomo sciolto nei modi, ma pove-
rissimo nel vestito, e pensava quale
somma potesse possedere.
Quegli, tratta fuori di tasca una
lira; la porse a Don Bosco con
solennità, dicendo:
- Ecco quanto io posseggo: prenda!
Tutte qui le vostre ricchezze?
:.._ Tutte qui:
,
- Qual è il vostro. 11leftu1ie?
- Sono un povero b:racciante.
E come farete a tot'nare a casa?
Oh. bella, andrò a piedi.
E non siete stanco?
Un poco, perckè il viaggio fu
abbastanza lungo.
- E siete ancora digiuno?
- Certamente, p;rchè pole'vo fare
la mia Comunione.
- E per colazione che cosa avetè?
- Nulla.
- Allora facciamo così.· Oggi vi
fermate con me: vi darò colazione,
pranzerete, cenerete, dormirete qui;
e domani ritornerete a casa vostra.
- Impossibile!
- E perchè?
- Questa sarebbe bella! Portare
una lira alla Madonna e poi man-
giargliene tre o quattro!...
- Sentite: voi date il vostro
obolo a Maria SS., e io vi offro
ospitalità a mie spese.
- Le dico di 110. Crede lei che io
non 'capisca che la borsa della Ma-
donna e quella di Don Bosco sono
una borsa sola?
- E allora come jarete?
- Ecco: io riparto a piedi: se
avrò fame, chiederò elemosina; se
sarò stanco, lungo la via ci sono dei
paracarri; se mi prenderà il sonno,
domanderò ospitalità nel pagliaio di
qualche cascina, ma il mio voto
voglio compierlo a tutti i costi.
E senz'altro partì.
(Memorie Biografiche. voi. X, p. 97).
~ ro5

3.8 Page 28

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c,m infinita gratitudine a Dio che, ascoltando le
preghiere di tante anime buone, mi diede resi-
stenza alla lunga degenza ed 'àl triplice intervento
chirurgico, sento il bisogno di rendere pubbliche grazie
anche alla Vergine Immacolata Ausiliatrice ed a San
Giovanni Bosco per la costante assistenza, ed a Santa
l\\1aria Domenica Mazzarello che, invocata con con-
fidenza nel momento più sconcertante, rispose sollecita
alle mie implorazioni spianando la via al superamento
delle ultime sofferenze.
Torino, 15 gennaio 1954.
Sac. Gurno FAVINI,
Salesiano.
per la cura di dolori artritici mi recai .alla Casa sale-
siana di Monteortone presso Abano. Avevo lasciato
la moglie ammalata da 14 anni e bisognosa di assistenza
specialmente durante le notti, che passava agitate e
insonni. Attratto dalle belle immagini di Ma'ria Ausi-
liatrice e di S. G. Bosco, chiesi loro la grazia sospirata,
vale a dire: notti tranquille per la moglie. Mi fu. con-
cessa subito e completa. Ancor oggi essa riposa e dorme,
dopo anni e anni di insonnia e di sofferenze.
Verona, S. Michele Extra.
ATTILIO ZANDOMENEGHI.
soffrivo terribilmente per una· supurazione causata
da puntura. Fu praticato un taglio ma peggio-
ravo ogni giorno più. Il dottore aveva deciso un'altra
operazione; io però preferii supplicare Maria Santissima
Ausiliatrice e applicai la sua immagine sul male in
continuo progresso. Poche ore dopo potevo alzarmi da
1atto non sentendo più alcun dolore. Il giorno dopo
ii dottore constatava la completa scomparsa del male.
La protezione di Maria Ausiliatrice era stata tangibile.
Musso (Como).
CLEOFE LILLIA.
Da dodici anni ero sofferente per una grave ciste.
Negli ultimi anni era ingrossata in modo impres-
sionante. Il dottore curante suggerì un consulto, dal
quale risultò necessaria l'operazione. lo, sempre tanto
d~vota di S. G. Bosco, mi rivolsi a Lui con la massima
hducia. Anche mio marito intensificò le sue preghiere
al nostro Santo. L'età avanzata (73 anni), lo stato de-
presso del cuore, la gravità del male, lasciavano poca
speranza, ma io andai all'operazione calmissima.
Il caro Santo guidò la mano del chirurgo e dopo soli
17 giorni, potei ritornare a casa mia. Qui in paese tutti
parlano di me come di una miracolata; anche il dottore
curante dice che non si può parlare che di un mira-
colo; ed io dico a tutti che è stata opera di S. G. Bosco.
Balangero (Torino).
VERNETTI CAROSIO.
un mio nipote, diciottenne, allievo del Liceo dei
Salesiani di Frascati, colpito da meningite, fu por-
tato a Roma in condizioni disperate la mattina del
24 marzo. A mezzanotte gli fu amministrata l'Estrema
Unzione. I professori dicevano vana ogni mia speranza,
ma la mia fede nel S. Cuore di Gesù e in Don Bosco
non vacillò. E il nipote fu salvo rimanendo con le fa-
coltà mentali integre. La nostra agonia si è cambiata
in letizia.
Dalla Clinica Umberto 1 di Roma.
CAMILLA D'ORTENZ!O.
Mi trovavo alla guida di una vettura ·in compagnia
del proprietario della medesima, quando, a causa
del terreno ghiacciato, perdevo il controllo della mac-
china e andavo a finire fuori di strada; il pericolo corso
fu più che grave, ma per la protezione del mio Santo,
Don Bosco, il fatto si è risolto con liévi danni alla mac-
china, senza la minima scalfittura, sia da parte mia che
del proprietario. Autorizzo la pubblicazione della grazia.
Cedegolo (Brescia).
ERNESTO BELOTTI .
una presso Società Edison.
mia cara nipote fu colpita da esaurimento
nervoso che si manifestò improvvisamente la notte
del 14 gennaio con sintomi gravi e preoccupanti, che
ci tennero in angustie per r8 lunghi giorni. Invocammo
Don Bosco con grande fede promettendo un'offerta,
h celebrazione di una S. Messa e la pubblicazione
della grazia. Notammo subito un lieve miglioramento
che continuò di giorno in giorno. Alla fine della novena,
il 31 gennaio, festa di Don Bosco, potè alzarsi da letto,
cd ora sta benissimo, meglio di prima.
Buia (Udine).
MARIA CALLIGARO.
JI nostro Umbertino di circa 2 anni, mentre giocava,
ingoiò uno spillo. Immaginare lo spavento e l'ansia
di tutta la famiglia, specialmente all'apparire della
febbre. Invocammo subito con fiducia Maria Ausilia-
trice e, grazie alle preghiere dei Reverendi Salesiani
e delle Suore di Maria Ausiliatrice, che vollero unirsi
al nostro dolore, la Madonna ci esaudì. Dopo 55 ore,
lo spillo fu emesso senza intervento chirurgico. Segui-
rono pòi altre grazie spirituali e temporali. La Ma-
donna ci ha mostrato la sua potente intercessione, e
noi con la più viva riconoscenza desideriamo pubblicare
I 1 grazia' unendo alla nostra !'.offerta di· alcuni cono-
scenti che abbiamo chiesta per onorare maggiormente
l'Ausiliatrice dei Cristiani.
Cairo (Egitto).
Famiglia BERLEN CESARIO.
ALTRI CUORI RICONOSCENTI
Giulia Contini (Occh1eppo Superiore) per la liberazione
da gravi pericoli che minacciavano la famiglia del fratello.
Celestina Maurino (Paesana-S. M.), per la superata ma-
lattia del sig. Vicario.
Rita Bosco (Piancerreto di Montalero), per l'ottenuta
µuarigione e pÌ-omozione negli esami.
Margherita Arduino (Frossasco). per essere guarita da
grave ulcera ad un occhio.
Maurizio Momo (Torino), per la protezione avuta negli studi.
Giuliana Palma (Torino), per la guarigione del babbo da
due mali refrattari alle cure mediche.
Argentina e Marina Del Santo (Canelli), per una segnalata
grazia ottenuta a favore del figlio e fratello.
Maria Sclarandis (Torino), per essere stata sorretta in un
periodo angoscioso e per il ritorno a Dio di una persona cara.
Bruna Cravero e marito (Torino), per aver loro salvato la
piccola da broncopolmonite.
Martina Giovanna in Pollo (Lusernetta), per due grandi
grazie ottenute.
Gian Luigi De Bernardi (Torino), per aver superato feli-
cemente gli esami.
Rina Pairetto (Rivalta), per la protezwne avuta m un
felice evento.
106 -

3.9 Page 29

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Caterina Rosso (Foglizzo), per la guarigione di una ca-
rissima zia.
Maria Manca (Torino), per essersi rimessa bene dalla rot-
tura di un avambraccio.
Raimonda Figus (Narbolia), per la guarigione da diabete
insipido, refrattario alle cure durate un anno e mezzo.
Venera Papa ved. Papalia (Firenze), per il subitaneo ces-
sare delle febbri reumatiche e il miglioramento della ma-
lattia di cuore.
Elena Ricdoni (Milano), oppressa dal male e sotto l'incubo
di una diagnosi preoccupante, si sottopose ad un'operazione
mettendosi nelle mani di J\\1. A., il cui aiuto fu evidente.
Salvatore Amato (Paternò), per la guarigione da un ascesso
al polmone sinistro.
Angelo Berruti, per il buon esito degli esami della figlia
e per altri favori.
Suor Orazia Scala (Caltagirone), per la protezione accor-
data ai suoi tre fratelli durante il servizio militare.
Linda Rosso (Cento), per essere stata esaudita in una si-
tuazione grave.
Giovanna Liberti (Carmagnola), per la grazia della libe-
razione da gravi disturbi mentali,
Maria Torrigino (Crocefieschi), per la guarigione del ni-
potino, che prima era sempre malato.
Floro Busetto (Pellestrina di Venezia), per guarigione d 1
scompenso cardiaco, forte asma e depressione generale.
Ci hanno segnalato grazie
ottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S. Gio-
vanni Bosco, di S. Maria 11/.azzarello, del B. Domenico Savio
e de1<Li altri Servi di Dio ~ alcuni hanno anche inviato offerte
ed elemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti:
Albanese A., Allievi A.. Allioni A., Andusso F., Archi M.,
Arduino M., Argiolas G., Artero G., Assalini A., Barba R.,
Barisone E., Bassano G., Beduzzi G., Belleli N., Bcllotti M.,
Benucci L., Berardo L., Berruti L., Berta A., Bertolusso R.,
Bianco E., Biga A., Bilardo R., Boano S., Bodrato Dr. ,Bo!-
drini A., Bolla C., Borello A., Borgarello D., Borgetti S.,
Borghi M., Borgnino R., Borsa B., Borretta M. G., Borri
Brunetto V., Bottazzi I., Broglio C. ved. Croce, Brovero E.,
Brugioni Domini E., Bruna E., Buffo A., Burdese A., Ca-
briy E., Caliera V., Caminati M., Cantarini G., Carosso O.,
Carsella E. e F., Casarin I. e C., Castellano L., Cavallero G.,
Cavalli G., Cesano C., Cesano E., Cerrato C., Cerreti S.,
Chiesa M., Chiriatti T., Cimpolo L., Clemente A., Colom-
bini A., Cornetti C., Cornetto D., Coniugi: Ferrero, Giac-
chino, Porcellana, Vandoni e Vero; Craveri A., Cugno-
nato V., Cuniberto A., Damonte T., D'Angelo C., Da Re G.,
Davico C., De Ambrogio R., Debernardi G. L., De Bernar-
dini C., De Gregari I., Della Puppa R., De Cursu A., De
Maio J., Demartini A., De l\\1artini G., De Pietro C., De
Raffaele M. e L., De Rossi A,, De Serafini C., De Stefani C.,
De Sutis G., Di Coro G., Diliberto G., Direttrice scuola
materna di Ziano, Di Stefano T., Dronero L., Dulio P.,
"Padre e Maestro"
« San Giovanni Bosco, per poter reggere il peso formidabile addossatogli dalla
Divina Provvidenza, si teneva in abituale unione con il Cielo, donde attingeva
quella sapienza, che tutti çon ·stupore ammiriamo in lui ».
S. Congregazione dei Riti, 26-v1-1953.
Maria De Raffaele Serges (Vittoria), per la grazia della
guarigione della bimba da pericolosa infezione.
Giulia Pavone (Castellaneta), per la liberazione da febbri
tifoidee, mediante la novena consigliata da Don Bosco.
Angelo Marrone (Salemi), per la guarigione del suo pic-
colo Antonino, colpito da poliomielite acuta. La ripresa
meravigliò i medici curanti per la rapidità.
M. Occhiena (Capriglio d'Asti), per essere stato esaudito
nella sua preghiera, diretta ad aiutare e sostenere la famiglia.
Giovanna Culatti Budri (Arquà Poi.) ringrazia S. G. B
e il B. D. S. per il felice esito degli esami del figlio.
Angelina Padovani (Arcole), per aver ridata la salute al
cugino, mediante una difficile e laboriosa operazione allo
stomaco.
Ferdinando Bertacchi (Cardoso di Stazzema), per la guari-
gione da mal di cuore con sintomi preoccupanti.
Lucia Manavella (Bagnolo P.), per la preservazione da
grave sventura e per la cònversione di un peccatore.
Ines De-Gregari (Roma), per aver ottenuto completa gua-
rigione ed evitato l'intervento chirurgico.
Luigia Cerruti (Casale Monferrato), per la guarigione di
preoccupante lnfermità e per evitata operazione.
Emilia Perlasco (Orbassano), ricoverata d'urgenza all'ospe•
dale in gravissime condizioni, si rivolse con fede a M. A. e
fu esaudita.
Michele Bragano (S. Giovanni Rotondo), dovendo presen-
tarsi al concorso magistrale, invocò con fede M. A. e, tra
1834 candidati, risultò il 15°.
Caterina Spandre (Mati) invocò S. G. B. e D. Rinaldi e
trovò un'occupazione alJa figlia.
Maria e Giovanna Barretta (Pagno) ringraziano per il fe-
lice esito ottenuto dalla nipote nel concorso magistrale.
Eleonora Sciarrone Pratticò (Campo Calabro) affidò a
S. G. B. l'esito dell'esame di concorso del figlio e fu esaudita.
Ghiglione Silvia ved. Ferri (Montoggio), per due grazie
che tanto le stavano a cuott.
Coniugi Mario e Antonietta Caruso (Torino), per la pro-
mozione scolastica della figliuola.
Falaini R., Falcetti T., Famiglie: Brambilla, Fossati, Giagra,
Henn, Omarini, Pertino e Vergnano, Fattori R., FenogJio G.,
Ferrando T., Ferrari M., Ferrero B., Ferrero F., Ferrero M.,
Ferrero P., Ferretto M., Fiordalisi F,, Zoaano Stampini S.,
Forenza C., Franzosi L., Gabba C., Gaddi L., Gallarotti R.,
Gallotti G., Gamba R., Ganna E., Garrone A., Gatto T.,
Gedda M., Genghini R., Genova A., Genovese R., Ghione C.,
Giacchetti E. e E., Giacomelli M., Giacosa E., Gianasso B.,
Giannone C., Gioberti C., Giordano M. C., Giovannini
sorelle, Giustetti D., Gizzi C., Gonella M., Gottero A.,
Grosso M., Guella M., Guerrini R., Iachello N. e B.,
Inclinò L., lvaldi M., Lavezzi M. e L., Lazzari F., Leno
L., Leonardi G., Liberali R., Lis~ A., Losito D., Lovera G.,
Maccario A., Maina C., Maiorana fratelli, Maranzani G.,
Marinetto G., Marnetto D., Marrone A., Masson G., Mel-
chiorri C. e P., Merlo F., Milanese A. e L., Milano C.,
Minnie L., Minutelli I., Moglia M., Mogni C., Montoneri L.,
Morera Q., Moretti C., Morra G., Navone M., Nicola A.,
Nisticò T., Novellone C., Osella C., Osenda M., Paita F.,
Pancaldo Sr. M., Pastorino T., Petaccia S., Patrono I.,
Pavesi S. Paviola M., Pelli G., Perucca M., Perrica S.,
Perrod M., Perrone A., Pezzani M. T., Pia A., Pia C.,
Pia M., Pirrella A., Poletti E., Ponticelli P. Porta G., Pro E.,
Rampi C., Ravelli L., Razetto P., Re R., Rivetti M., Ro-
mane11o A., Rosso G., Rosso R., Rosso T., Rotondo A.,
Ruggeri V., Saetta R., Sampietro T., Sanna F., Santi M.,
Santonocito L., Scacchi A., Sciandra C., Silvania G., Sossi R.,
Spinelli G., Stella G., Strada G., Stramaglia A., Tacchini B.,
Tagliaferri R., Talamanca A., Tavella L., Taverna D.,
Tessarolo P., Toledo C., Tomasin L., Tomatis M., Tomi G.,
Tosi Doti. F., Turinetti G., Vaccaro G., Valle A., Vandoni G.,
Verra L., Vigna E., Vignale S., ViHa A., Zambon M., Zap-
pala e;,, Zerla C ..
Ràccomandiamo caldamente alle preghieie
di tutti i devoti di Maria Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco
le particolari intenzioni delle seguenti persone:
Battisti A., Borello E., Provero E., Capello T., Cortese L.,
Cristino G., Dellacasa: Demichelis C. G., Fcrrero C., Guella
M., Marcone M., Martini F., Novario G., Ottolio M.,
Roizard E., Rossi A.
~ 107

3.10 Page 30

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Salva da morte un malato di nefrite acuta.
- Da tre giorni mi trovavo a letto senza potermi
nutrire, rifiutando il mio stomaco anche l'acqua.
Per consiglio del medico, fui ricoverato all'ospe-
dale, dove fu confermata la diagnosi di nefrite
acuta. Mi furono subito· praticate le cure del
caso; dopo di che, parve che l'organismo si ri-
prendesse.
Si era ormai alla vigilia del giorno in cui dovevo
lasciare l'ospedale, quando nella notte insistenti
conati di vomito mi prostrarono talmente da
lasciarmi privo di' sensi. ;La pressione altissima
e_ la perdita della vista facevano prevedere vicino
il decesso. Qualche medico giudicò che non avrei
raggiunto la sera.
·
Verso le undici del mattino, dopo parecchie
ore di assoluta insensibilità e di nessuna cono-
scenza, mi risvegliai. Per l'imminente pericolo,
mi venne amministrata l'Estrema Unzione. Ma
su di me vegliava Domenico Savio. I medici
fecero quanto la scienza loro suggeriva ed ebbero
per me le cure più premurose, ma tutti siamo
convinti che mi salvò dalla morte il Beato, mosso
dalle fervide preghiere di tutti i miei Superiori
e confratelli dello Studentato, e dei giovani che
avevo conosciuto nell'aspirantato e noviziato.
Alla distanza di un anno, sento imperioso il
bisogno di pubblicare la mia riconoscenza al
Beato, chiedendo a Dio che presto lo coroni
dell'aureola dei Santi.
Foglizzo (Torino), 4 gennaio 1954-
Ch. DINO DoNAGGIO, S. D. B.
bile adolescentibw pietatis ac pu-
ritat.'s exemplar dedisti: concede
propitius; ut Christi mortifi,;atio-
108
avete dato alla gioventù un mo-
dello mirabile di pietà e di purezza,
degnatevi concederci che, prati-
cando del continuo nel nostro
corpo la mortificazione di Gesù
Cristo, possiamo servirvi con mon-

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Liberata da grave forma di poliomielite. -
Nel luglio u. s. la nostra Maria Ausilia di
anni 4 ritornava dall'Asilo trascinando in modo
si levò il mio commosso grazie al Beato Savio.
Dopo qualche settimana, il mio bambino era
completamente guarito.
insolito la gamba. Colta in seguito da altissime
Morsasco d' Acqui.
LUIGIA PATAGONALE.
febbri, cominciò a destare serie
preoccupazioni.
Il medico, chiamato d'ur-
genza, dopo un consulto, con-
fermava una grave forma di
La promulgazione del Decreto della Sacra Con-
morbo Hain Medin e impo-
gregazione dei Riti col quale si approvano i mi-
neva un pronto ricovero al-
l'Ospedale Principe Amedeo di
Torino.
Presi da sgomento, ravvi-
vammo la nostra fede in Dio
racoli proposti per la CANONIZZAZIONE del
Beato PIO X, avvenuta /a domenica 17 gennaio,
ha grandemente allietato la Famiglia Salesiana,
che vede ormai posto dalla mano di Dio il sigillo
chiedendo, con quanto fervore
infallibile sulla santità del Bealo, nel quale venera
solo chi è padre e madre lo
può comprendere, la guari-
gione della nostra bambina, po-
I nendo l'intercessione del Beato
Domenico Savio.
non solo il santo Vicario di Gesù Cristo, ma anche
il più illustre dei Cooperatori Salesiani, iscriffo alla
Pia Unione personalmente da San Giovanni Bosco.
La nostra fiducia non fu
delusa. Maria Ausilia non solo fu salva, ma in Guarigione documentata dall~ radiografie,
men di due mesi si trovò completamente guarita. -- Stefano Romanò ringrazia Domenico Savio
Riconoscenti, alleghiamo la dichiarazione me- per una segnalata grazia. AllaJaUato · per un re-
dica e uniamo modesta offerta.
ferto medico comprovante lesioni ai polmoni,
Strambino (Torino), 15-xn-1953.
referto confermato dal tisiologo di un ospedale
Coniugi GILARDINI. primario di Reggio Calabria, invocò di cuore
Domenico Savio, verso cui da tempo nutre spe~
Il sottoscritto certifica di aver avuto in cura dal 7-7-53 ciale devozione; e, dopo breve degenza al Sana-
al 2-9-53 la bimba Mariuccia Gilardini. Essa presentava
una grave forma di Hain Medin che richiese il ricovero
d'urgenza in ospedale. Quando il soUoscritto la rinviò,
i segni della paralisi erano completamente scomparsi e
torio di Catanzaro, tornò in famiglia completa-
mente sano. Anzi le radiografie documentano il
pieno funzionamento dei polmoni.
la guarigione clinica poteva dirsi perfetta. In fede.
Dott. BIANCO CAMILLO.
Bava Marina.
D. LUIGI SAUCHELLJ, s. D. B.
" Questo bambino è ben
fortunato! ". - Il mio bam-
bino di r r anni era già affetto
da malattia intestinale, quando
· sopraggiunse la nefrite. Dopo
un periodo di dieta e di inie-
zioni, stanchi tutti e due di
cure che non davano alcun
risultato, decidemmo di chie-
dere la grazia al Beato Dome-
nico Savio. M'inginocchiai ac-
canto al letto e, pieni di fede,
lo pregammo insieme. Subito
il bambino migliorò, si sospe-
sero le iniezioni e, dopo soli
otto giorni, il Primario del-
l'Ospedale di Acqui, mentre
stava al microscopio per le
analisi, si volse a me e disse:
<< Questo bambino è ben for-
-tunato ! >>. Da quella stessa sala
Mentre la trasmissione televisiva del 31 gennaio volge al termine, gli operatori
captano l'allegro vocio dei ragazzi, che s'intreccia con lo scampanio del Santuario,
e presentano una rapida visione della basilica e dell'Immacolata che la domina.
~ 109

4.2 Page 32

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I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI:
Sac. LEONE BEISSIÈRE, t a Bouisseville (Orano) il
23-1x-1953 a 84 anni.
A r 3 anni entrò nell'Oratorio di S. Leone a Marsiglia,
fondato poco prima da Don Bosco. Fece la professione reli-
giosa perpetua a Torino nel 1885, nelle mani dello stesso
Fondatore. Svolse un'attività preziosa nell'Africa del Nord,
dove fondò parecchie Opere salesiane in Algeria e nel Marocco,
e nella Francia, quale Ispettore dal 1919 al 1925. Fu mo-
d elio di osservanza religiosa, di zelo apostolico e di allegria
sale.-:.iana.
Sac. ANGELO DIOS, da Espanedo (Spagna), t a Sa-
lamanca (Spagna), l'r-x-1953 a 86 anni.
Sac. ANTONIO KOTARSKI, da Mrzygtod (Polonia).
t a Oswiecim (Polonia), il 18-x 1953 a So anni.
Sac. TELESFORO CORBELLINI, da Melegnano (Mi-
lano), t a Colle D. Bosco (Asti), il 23-x-1953 a 69 anni.
Sac. GIUSEPPE VALENTIN, da Araras (Brasile),
t a Tupà (Brasile) il 28-VIJ-1953 a 63 anni.
Coad. ALFONSO BISOGNO, da Annunziata (Salerno),
t a Uribellarrea (Argentina) il 29-VII-1953 a 87 anni.
Coad. GIOVANNI VULPINARI, da Verrucchio (Forli),
t a Newton, N. J., (Stati Uniti) il 25-x-1953 a 86 anni.
Coad. GIUSEPPE RAGAZZINI, da Faenza (Ravenna).
t a Roma (S. C.) l'II-XI-1953 a 77 anni.
Coad. AUGUSTO BARBERO, da Chivasso (Torino).
t a Roma (Ist. Pio XI) il 6-xII-1953 a 62 anni
COOPERATORI DEFUNTI:
Sac. GIUSEPPE BALLARIN, t a Ch10ggia il 27-x1-1953.
Ebbe anima di artista •e cuore di apostolo. Dal sorgere della
nostra Opera in Chioggia Don Ballarin fu felice di frequen-
tare la casa salesiana, di lavorare in essa e di celebrare ali'altare
di Maria Ausiliatrice. Alla sua n1orte lasciò un vuoto in-
colmabile nel cuore dei Salesiani, del Clero e dej cittadini,
per i quali aveva generosamente speso le sue energie di ze-
lante sacerdote e di artista esimio.
Sac. FRANCESCO COMINI, t a Bellano (Como) il
9-1-1954 a 86 anni.
Cooperatore salesiano fin dal 1896, fu devotissimo di Don
Bosco e grande ammiratore della sua carità, che si sforzò
,, di imitare nelle varie forme che lo zelo gli suggeriva, e con
la fondazione di un Istituto per i vecchi poveri di Bellano.
GIUSEPPE PASCETTI, Commendatore di S. Gregorio
t Magno e Cavaliere del Lavoro, a Pisa il 4-1-1954 a 91 anni.
Il Comm. Fascetti, uno dei più illustri ciÙadini di Pisa, ehbe
modo di far rifulgere in tutti i campi le sue doti d1 cristiano
integerrimo, di cittadino esemplare, di lavoratore indefesso,
che pone in cima ad ogni suo pensiero l'onore di Dio, della
Chiesa, della Patria e della Famiglia.
Fu cooperatore salesiano fin dai primi tempi e s'ispirò
agl'insegnamenti di Don Bosco nell'educazione dei figli,
tra i quali l'On. Aldo. Contribuì alla sistemazione dei sale-
siani a Pisa e lavorò con l'indimenticabile Card. Maffi per
la costruzione della nostra chiesa a Marina di Pisa.
Ragioniere MARIO MEARDI, nato il I ottobre 1859 e
morto a Milano il 25 dicembre 1953, dopo lunga infermità
sopportata con serena, cristiana rassegnazione.
Fu per molti anni fervente e generoso cooperatore salesiano
divotissimo di S. Giovanni Bosco.
LUIGI BALDISSEROTTO, t a Urbana il 29-xu-1953
a 6') anni.
Apparteneva ad una famiglia cristiana d'antico stampo.
genitori gl'inculcarono quei germi di virtù che vennero
poi ampiamente sviluppati nel Collegio salesiano di Este.
Agricoltore su vasta scala, fu largo di consigli e di aiuti a
tutti i bisognosi, ma per le Opere di Don Bosco serbò la
predilezione e generosità propria dei Cooperatori più fer-
venti.
SAVERIO CARABELLESE, t a Molfetta il 6-I-I954.
Padre esemplare di dieci figli, li incitò alla virtù, alla carità,
alla beneficenza, alla preghiera, più che con la parola, con
l'esempio.
Cooperatore e amico di Don Bosco, non tralasciò occasione
per beneficare la sua opera. I Salesiani di Molfetta hanno
perduto in lui un padre amoroso, un consigliere prudente.
OLETTA VIRGINIA in MONTECCHIO, t il 7-l-1954
a Sa/boro (Padova).
Visse una vita di profonda pietà, di grande laboriosità e
di spirito di Sacrificio, tutta dedita alla cristiana educazione
della numerosa famiglia.
Chiuse ]'esemplare vita con cdifìcant1ssin1a fine, preparata
da lento e crudele martirio, offerto a Dio con serenità.
Era orgogliosa d'aver dato un figlio a Don Bosco ed una
figlia all'Istituto di Maria Ausiliatrice.
Nobil Donna CECILIA CAZZAGO, t a Rezzato (Brescia)
il 6-Ix-1953 a 63 anni.
Anima generosa per ogru miziativa di bene, fu vivan1ente
rtmpianta da quanti la conobbero e trovarono nel suo cuore
materno comprensione e aiuto.
Cooperatrice salesiana, ainò sempre diffondere e far co-
noscere l'esempio e l'opera di San Giovanni Bosco
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI:
Abbo Giobatta fu G. - Aiello Maria. - Albertazz, Avv.
Giuseppe. - Andreetti Francesco. - Ariotti Giuseppe. -
Avataneo Don Antonio. - Badia Luigi. - Balagna Don Gia-
como. - Barbotto Fedele. - Bastiani Giuseppe. - Bellone
Francesco. - Bermond Battista. - Bernardini Francesco. -
llertocchi Giuseppe. - llertolussi Don Ernesto. - Bianco M.
Bigliati Paola. - Biserti Primo. - Bonifacino Giovanni Bat-
tista. - Borgarino Molinero Anna. - Boscardin Giovanna.
- Bottero Giuseppe. - Brotto Giusto. - Brunella Giuditta.
- Burchi Epaminonda. - Bussolini Maria.
Campanaro
Maria. - Cantoni Arturo. - Carboni Elisa. - Carievaro Giu-
seppe. - Casalengo · Don Bartolomeo. - Casarini Gioconda.
- Catoio_ Can. Vincenzo. - Cerrato Rosaria. - Cerva Angela.
- Chiarle Ernesto. - Chiesa Giovanni. - Chiusura Rosa. -
Colombini Antonio. - Corso Giovanni. - Cravitto Maria.
- Croce Caterina. - Dall'Ora Ambrogio .- De Giacomi Elisa.
- Delladio Giuliana. - Dominis Casimiro. - Di Giovanni
Elvira. - Dorotea Angelina. - Dorotea Giobatta. - Esposito E.
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toria Caporilli. - Finetti Natale. - Fontana Attilio. - Formia
~reresa. - Fraigerio Maria. - Fusinaz Gerborc Maria. -
Gabrielli Paolina. - Garavaglia Giuseppe. - Garotta Giu-
seppe. - Gasparini Can. Cesare. - Gen10 Pietro. - Girardi
Domenico. - Gorni Giuseppina. Grande Maria. - Grandoni
Giuseppina. - Guadagnini Angelo. - Guidotti Maria. - Iagetti
Can. Luigi. - Laurino Rocco. - Magnino Antonio. - Manini
Ginetta. - Mantucci Maria. - Massolo Maria Carra. - Meloni
Firminia. - Milani Mpns. Prezioso. - Mistrangeli Luigia
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Giordano Maria. - Ottone Aldo. - Pagni Eugenio. - Parenti
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legrini Giuseppe. - Pellegrini Ilario. - Pellegrino Gregorio.
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Marzo: Dott. GIACOMO MEZZACASA, Epopea divina - XV: I MACCABEI
Attratnte, come tutte le altre del noto scritturista, è questa narrazione biblica che espone
le ,;icende di uno dei periodi più eroici del popolo ebraico. Nello stesso voiumetto ven-
gono pubblicati altri sz,ariati articoli, come: R1ccIOTTI, Lettura e studio della Bibbia;
R. GIUSTINI, Il Banchetto di nozze (racconto); CEs~REO, In Galilea (poesia); CHA-
rEAUBRIAND, Semplicità e complessità della Bibbia; FEDERICI, Mestieri presso gli an-
tichi Ebrei, ecc. Continua poi il racconto storico triestino di Uao MJONI. L'alabarda
di S. Sergio. eh, tanta buona accoglienza ha a'IJuto presso i lettori.
,-r- RINNOVIAMO L'INVITO A MANDARE ARTICOLI alla DIREZIONE e ad ABBONARSI.
Indirizzare gli abbonamenti (ltalia, annuo L. 800; semestrale L. 400 - Estero, annuo L. rooo; semestrale L. 500)
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zione che tale dicitura non sia superiore alle 3 righe di stampa.
La Società Editrice Internazionale si riserva di sostituire i tipi che n:nissero eventualmente
a mancare nel corso delle ordinazioni.
NORME E PREGHIERE RIPRODOTTE IN OGNI PAGELLINA
A GESÙ CROCIFISSO
Eccomi, o mio amato e huon
Gesi1 che alla santissima \\"ostra
presenza prostrato, Vi prego col
fervore più vivo a stampare nel
mio cuore scntirnenti di fede, di
speranza, di carità, di dolore de'
miei peccati e di proponimento
di non più otfender\\'i; mentre
10 con tutto l'amore e con t11tta
la compassione vado considerando
le \\'ostre cinque piaghe, comin-
ciando da cii> che disse di \\'oi,
o mio Dio, il santo profeta Da-
\\'idc: « Trapassarono le mie mam·
l' 1 miti piedi, w11tarono tuttr le
11ue ossa>>.
Indulgenz:t pkn;.iria.
A GESÙ RISORTO
O ( ;esi1 Redentore, che 1wllo
splendore della \\'ostrn Redc:n-
zione gloriosa ci rinnonik l'an-
nunzio della \\'ostra perenne \\ itto-
ria sul peccato e la morte, deh!,
per il prezioso Sangue che brilla,
segno di trionfo, sulle \\"ostre pia-
ghe Mnorose, concedete che an-
che noi, morti all'egoismo, alle
passioni, al peccato e rinnoniti
nello spirito, possiamo vi\\"Cre 11na
num·a vita di carità, di giustizia
e di pace; e men-è la \\"ostra
grazia, vittoriosi del peccato, pos-
siamo pcn enire alla gloria deiLl
immortale res11rrezione, dove \\'oi,
col Padre e con lo Spirito Santo
vivete e regnate, Dio per tutti i
secoli dei secoli..\\men.
Pag. 4
DOPO LA SANTA COMUNIONE
Atto di fede e di adorazione. -
:-,;iL:nor ,nio (~esl1 Cristo, io credo che-
\\'oi siete \\:e-r.:1n1ente in n1e col \\'ostro
Corpo, :-ìanl(ue, .\\nima e Divinità, l".
umili,ttD nel· mio nulla, \\'i adoro pro-
fondJn1ente cotne 111in I)io e Si!.!;nore.
Atto.di speranza. - :-ìi!.(nore, poicliè
siete \\·enuto nel1 1anin1a rnia, fate che
io non \\'e nt> discacci nrni pili col
peccato, 1n;t rirnaneteVi sernpre Voi
con la l;ra:cia: lo spero per la \\'ostra
hontù l' 1nisericordia.
Atto di carità. - :-ÌÌ!.(nore, mio Dio,
Vi arno quanto so e posso, e desidero
d'amar Vi sempre più; fate che \\"i ami
sopr,a o~;ni cosa adesso t.' sc1npre nei
secoli dei secoli.
Attp di offerta. - :-ìi_!.(nore, poicl1l·
\\'i siete don:1tn tutto a rne, io rni dono
tutto a \\'oi; \\.i offro il cuore t-' l'anitna
n1i,1, \\Ti t·on·<lcro tutt,1 la rnia ,·ita, e \\"O-
idio essere \\'oc"ltro per tutta l'cternitù.
Atto di domanda. :-ìie;nore, da-
te1ni tutte le ~ra~~ie spiritu;.di e te111-
porali che conoscete utili all'anirna
rnia: soccorrete i n1iei parenti, i be-
nefattori, gli a1nici, i superiori, e li-
her,tte le anime sante del Purgatorio.
Con approy,1zio1w cn:ksi,1~tica. - S.E.1., 'l'orino

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