Bollettino_Salesiano_198305


Bollettino_Salesiano_198305



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ANNO 107 N. 5 2• QUINDICINA • 15 MARZO 1983
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
, BS- per i Cooperatori
Cooperatori: continuate a vivere il meraviglioso ideale salesiano nella
famiglia, nella società, sul lavoro, nella scuola. .. Giovanni Paolo Il (3 settembre 1980)
Il Centro Cooperatori
...Così affiora di nuovo un interrogativo: che
tipo di struttura è il Centro Cooperatori? In che
senso è un centro apostolico salesiano? l possi-
bile fame un centro di riferimento?
Mons. Versiglia e Don Caravilrio, Beati
15 MAGGIO 1983 Ore 9,30
I COOPERATORI
IN PIAZZA S. PIETRO
Questi sono alcuni degli interrogativi che un caris-
simo amico rivestito di grande autorità mi ha rivolto in
una recente lettera. A queste domande si possono ag-
giungere altre osservazioni: in molte parti il Centro
Cooperatori Salesiani si identifica con il lab.M.M.; in
altre parti con il gruppo dei GG.CC.; in altre si presen-
ta nettamente diviso in due parti che sembrano incon-
ciliabili: vecchi e giovani. Dappertutto c'è però da
constatare con soddisfazione quanto segue: sono nu-
merosi specie fra gli adulti, gli amici di Don Bosco, i
collaboratori disinteressati, coloro che vivono con i
fatti la loro appartenenza alla F.S. Che fare per dare
unità e senso di appartenenza?
I Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Coope-
ratori interpreterebbero rettamente l'intenzione di
Don Bosco e la attuale condizione d ei laici nella Chie-
sa qualora si accontentassero di una adesione silen-
ziosa e sottintesa alla F.S. da parte di questi collabo-
ratori?
I due primi martiri salesiani:
Mons. LUIGI VERSIGLIA (1873-1930)
Don CARAVARIO (1903-1930)
«Quando avverrà che un Salesiano
soccomba lavorando per le anime,
allora direte che la nostra Congregazione
ha riportato un grande trionfo»
(Don Bosco)
XX Consiglio Nazionale dei Cooperatori Salesiani d'Italia:
- dalle ore 17 di sabato 23 alle 14 di lunedì 25 aprile 1983
- presso Villa Tuscolana, Via del Tuscolo Km. 2 - Frascati (Roma)
lei. (06) 942.25.10
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Don Bosco che percorreva mari e monti per
COINVOLGERE nel suo disegno apostolico quante
più persone poteva, su questo argomento ci inter-
pella..
Proviamo a disimbrogliare la matassa nel caso di
Cooperatori «non isolati» ma che vivono attorno ad
un centro, pur frequentandolo poco.
1) In un centro possono coesistere diversi gruppi:
a) il gruppo Lab.M.M.; b) il gruppo adulti; c) il gruppo
GG.CC.
Per questi gruppi è possibile co n una certa fre-
quenza (anche settimanale) ad orari diversi la riunio-
ne periodica. (Tra l'altro è impensabile che un gruppo
di GG.CC. non abbia riunioni frequenti proprio per-
ché l'età della maturazione ha bisogno perché le idee
si rinsaldino, di partecipata vita comunitaria).
Don Faletti a Courgnè ad esempio riunisce - mi
pare - alle 16 il Laboratorio M.M. e bevono il thè;
alle 20,30 si riunisce il Gruppo Nuovo - baldi giovani
dai 35 ai 50 anni - e le cronache dicono che per con-
cludere bene i lavori, guardano con simpatia una bot-
tiglia di barbera. (Mi perdona, don Faletti?)
2) Attorno a questi 3 nuclei fondamentali del Cen-
tro ruotano uomini e donne impegnati in vario modo
nella famiglia, nella catechesi, nell'attività parrocchia-
le ed oratoriana, nell'attività di quartiere, di sindacato,
imprenditoriale. t impensabile pretendere da tutti
una uguale frequenza alla vita del Centro.
Ora la cosa su cui bisogna insistere è far crescere il
SENSO DI APPARTENENZA ALLA ASSOCIAZIONE.
Ma questo obiet1ivo può essere raggiunto con moda·
lità diverse:
1. dovremmo in alcuni casi studiare forme di ag-
gregazioni incisive ma rapide (dr. Manuale del diri-
gente, Ammissione, pag. 9);
2. dovremmo assicurarci che siano utilizzati stru-
menti formativi adeguati: il manuale di preghiera
«Cooperatori di Dio», la lettura del BS-CC, organo
dell'Associazione, perché anche in carenza di contatti
diretti sia possibile ai Cooperatori di fatto isolati vi-
vere nell'ambito culturale dell'Associazione;
3. dovremmo stabilire alcune irrinunciabili occa-
sioni di incontro; a titolo esemplificativo: - un incon-
tro mensile; - senz'altro le 2 conferenze annuali; - gli
esercizi spirituali o una settimana di aggiornamento
spirituale.
Di queste cose avrei piacere si parlasse da parte
dei cooperatori impegnati con i delegati, i direttori e
le direttrici delle opere salesiane, soprattutto con i
parroci delle parrocchie rette dai Salesiani, che de-
vono essere caratterizzate in modo pratico - anche
se non esclusivo - da quella «unione tra i buoni per
giovarsi vicendevolmente nel fare il bene». Don Bo-
sco aveva chiara l'idea di essere un fondatore ed ha
fondato i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i
Cooperatori perché lavorino insieme.
Don Luciano Panfilo
Delegato Nazionale
2118
Roma , NATALE
1982
CAPODANNO 1983
Alla simpa t ica " GIUNT A"
dei Cooperatori Salesiani
d ' Italia ,
un vivo grazie degli
auguri natalizi .
Li ricambi o per tutti
i gentili " FIRMATARI "
proprio nella GROTTA
della NATIVITA '
a Betlemme ,
l a NOTTE SAN TA 1982 .
Un grazie a parte
per la generosità .
In Don Bos co .
Egit: f:lt:~
(D .
Rettor Magg i ore dei Sa l esiani)
Rev . D . Luciano PANFILO
Delegato Cooperatori Sal esiani
Via l e dei S alesiani
ROMA

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Raimondo Manzini
IMPEGNO NELLA CITTÀ
I GG.CC. - ma questo vale per tutti i CC. - del loro VII Convegno Nazionale
hanno preso solennemente nelle risoluzioni finali tre tipi di impegno: - un impe-
gno per la pace, - un impegno per la fame. - un impegno per la città; specifican-
do per quest'ultimo quattro versanti: - il volontariato - ìl servizio civile - le coo-
perative - i mass-media.
È nell'ambito dell'utilizzo dei mass-media e del più largo uso del volontariato
che /'On. Raimondo Manzini, prestigioso giornalista carico di anni ma giovanis-
simo di spirito, ha fondato il Segretariato ,,.r la dignità MIia Pfltsona umana di
fronte al persistente decadere del costume: lo scandimento è anche favorito dal-
la assenza e dalla rassegnazione di larga parte della gente pulita e che In se
stessa non condivide, ma che non sa o non vuole intervenire, favorendo cosi l'o-
pinione che «la coscienza comune.. non è offesa né turbata.
Il Responsabile del Settore mass-media dell'Associazione Domenico Scafati
e Il Delegato Nazionale don Luciano Panfilo sono andati a trovare Manzinl. Ne è
venuto fuori un appello che presentiamo alle Cooperatrici e ai Cooperatori
d'Italia.
La moralità del costume
Per la difesa dell'uomo
Siamo consapevoli, come cattolici,
dell'opera di demolizione del sani co-
stumi che si va gradatamente com-
piendo? La potenza dei mezzi di diffu-
sione - cinema, televisione, stampe
pornografiche - aumenta a dismisura i
suoi influssi e la cultura del laicismo
permissivistico altera lentamente I con-
cetti del lecito e dell'illecito, del bene e
del male. Il relatìvismo, lo scetticismo,
l'indifferentismo si insinuano anche in
noi. I giudizi sono meno precisi, l'adat-
tamento insensibile, la tolleranza sem-
pre maggiore, la passività e la rasse-
gnazione guadagnano molti.
Che cosa penserebbe, che cosa fa-
rebbe oggi Don Bosco dinanzi al peri-
colo ed al male che minacciano i ra-
gazzi, i giovanissimi, gli immaturi? L'e-
sigenza dello svago, specie nei ragaz-
zi, è un dato della natura. E Don Bo-
sco, Impareggiabile educatore, sentìva
che lo svago poteva essere il momento
di una sana ricreazione, come di uno
sviamento nel male. Facendosi tutto a
tutti, fin dal primi anni, si era improwi-
sato saltimbanco per trattenere i fan-
ciulli e sottrarli a cattive compagnie.
Ma in quella che più tardi si chia-
merà «la società dell'allegria .. aveva
scritto nel primo articolo del regola-
mento: «Nessuna azione, nessun di-
scorso che possa far arrossire un cri-
stiano... Era lo stesso programma di
un santo, San Filippo Neri, che am-
moniva: «Divertitevi e non peccate•.
Oggi con il falso concetto che libertà
significhi licenza, significhi autonomia
dai precetti della morale, diritto di fe-
rifé éd 0ffèndere Il sentimento comune
morale e religioso, si ostentano il ses-
suallsmo, la violenza, Il turpiloquio, l'a-
moralismo, le deviazioni del vizio. Lo
schermo, le radio libere, le copertine
dei periodici, la stessa pubblicità di-
ventano cattedre universali di osceni-
tà, di incentivi al malcostume, di offese
alla riservatezza, con deletefl influssi
sulla educazione, sull'età evolutiva,
sulla famiglia, sull'atmosfera sociale,
sul linguaggio, sui comportamenti.
Come difendersi? Come combattere
questo morbo? Don Bosco insegna: In
modo attivo e passivo. Il modo attivo è
quello di inculcare, ribadire i veri prin-
cipi, la morale dei Dieci Comandamen-
ti; di operare sulla cultura per opporre
la verità all'errore; per convincere che
se la «società cambia. - come si va
dicendo - la morale non cambia; pos-
sono mutare le forme esteriori del vi-
vere, ma la coscienza del bene non
deve mutare. E se - come si va dicen-
do - «l'uomo è adulto•. ciò comporta
un più e non un meno di coscienza
morale. Ed opporre mezzi puliti di sva-
go ai mezzi torbidi.
Ma il «mondo• possiede mezzi
enormi, finanziari e tecnici, a servizio
dell'errore permissivo. Ed allora Il mez-
zo che diremo passivo, perché difen-
sivo, consiste nel non arrendersi, nel
combattere, nell'opporre il biasimo e la
condanna morale all'impurità dllagan-
te, nell'unirsi, organizzarsi per far sen-
tire che c'è una opinione pubblica che
dissente, reagisce e chiede sia osser-
vata la Legge dello Stato, la Costituzio-
ne che dice si promuovano procedi-
menti atti a «prevenire• e «punire• le
offese al buon costume (art. 21). Chi le
applica?
Si è costituito a Roma il «Segretaria-
to Nazionale per la difesa morale del-
l'uomo contro la decadenza del costu-
me» (Lungotevere del Sangallo 1,
00186 Roma), che coordina 67 Gruppi
sorti in tutt'ltalla per il «buon Costu-
me• . Il Santo Padre Giovanni Paolo Il
ha ricevuto e benedetto la prima As-
semblea costitutiva svoltasi nel novem-
bre scorso. Rivolgiamo un ardente in-
vito ai Cooperatori Salesiani, perché
aderiscano, si uniscano a noi, per la
Chiesa, per l'Italia, per la Famiglia, per
le animai
Raimondo Manzlnl
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10a Settimana di Spiritualità
della Famiglia Salesiana
«La Direzione Spirituale nella Famiglia Salesiana»
Alla 10a Settimana di Spiritualità Sa/.esiana han,no preso parte assieme ad alcuni dekgati i.spettoriali e
al del,egato nazional,e d'Italia, alcuni cooperatori e cooperatrici. Siamo grati alla giovane_ ~oop_eratrice
Liana Cuozzo di Napoli delle note di cronaca che ci ha trasmesso «a comune edificazione».
Le parole di saluto e di Introduzione di don Ralnerl hanno sot-
tolineato l'importanza di una settimana come questa e il perché di
questo tema, che vuole venire incontro a esigenze diverse, awer-
tite da varie parti. Egli ha visto nei membri della Famiglia Salesiana
I destinatari di questa settimana dichiarando importante per tutti il
problema della direzione spirituale.
La prima conferenza l'ha tenuta don Carlo Colll e avev_a per-
tema: La direzione spirituale nella prassi e nel pensiero d1 Don
Bosco: "Memoria" e "Profezia"•· Partendo da queste ultime due
parole don Colli ha sviluppato il suo discorso, rifacendosi spesso
all'esperienza del piccolo Giovannino Bosco e sottolineando l'im-
portanza che aveva per lui la figura dell'.amico dell'anima».
«Il rapporto che sussisteva tra don Calosso e il piccolo Giovan-
ni era di una amicizia profonda, paterna e filiale che, anche se nata
dallo spirito si traduceva in sentimenti corrispondenti• così don
Colli ha definito li rapporto che deve esistere tra i giovani e la loro
guida spirituale, sottolineando ancora come «per Don Bosco, sa-
cerdote-educatore, educare è essenzialmente formare la coscien-
za del giovane di modo che liberamente risponda al disegno che
Dio ha nei suol riguardi•.
Per formare questa coscienza Don Bosco si rende conto che è
necessario che I giovani si Incontrino spesso con Gesù-Eucaristia:
un suggerimento che possiamo far nostro nel compito di educa-
tori.
Suor Maria Ester Posada ha sottolineato la direzione spirituale
nel pensiero e nella bontà di S. M.D. Mazzarello. Anche suor Po-
sada è partita dalla esperienza personale della Fondatrice la quale
riusciva con Il suo temperamento, la sua mente limpida, l'Indole ar-
dente, l'affettività sana, a penetrare nell'essere di una persona col-
ta nella sua totalità.
Suor Posada continua: Presupposti umani e divini sono cor-
roborati da una preparazione spirituale adatta, evidentemente non
sistematica. È vero che la Mazzarello ebbe la carenza di una pre-
parazione culturale, ma è altrettanto vero che fin dalla adolescen-
za ebbe una solida formazione spirituale». L'invito che viene rivol-
to a tutti noi, e che parte dalla esperienza delle FMA in seguito al-
l'insegnamento della Mazzarello, è quello di «studiare le persone, il
loro temperamento, le loro risorse, le loro abilità... scuotere l'in_do-
le... e con gradualità e continuità instaurare un rapporto educat1vo-
dlrettlvo».
Don Pasquale Liberatore, ci ha Invitati a riflettere su come Don
Bosco in ogni sua attività mettesse al primo posto la direzione spi-
rituale. Don Liberatore ha sottolineato l'Importanza dell'attenzione
al singolo che, dice, «Don Bosco esprimeva In mille modi, con una
ricchezza di fantasia degna del suo cuore: la famosa parolina all'o-
recchio, un'occhiata, una stretta significativa di mano•. È Impor-
tante che con I giovani, perché nasca un dialogo veramente pro-
fondo, si crei un «clima. formativo che per noi salesiani è un clima
di famiglia. Ogni ragazzo si sentiva un piccolo centro di attenzione
da parte di Don Bosco, e cosi deve diventare anche per noi oggi
l'incontro con i giovani.
Conclude don Liberatore: «La direzione spirituale non è un In-
tervento accanto agli altri, ma si prolunga in tutti gli altri. Questo
significa Incarnarla In interventi ben precisi. La direzione spirituale
deve essere la risultante della globalità degli interventi».
La prima relazione della seconda giornata, è stata tenuta da
don J. Schepeena specificamente sulla «Direzione spirituale sale-
siana oggi•. Il suo discorso ha ruotato Intorno a questa convinzio-
ne: La direzione spirituale è aiuto nella ricerca di una vita cristia-
na più profondamente vissuta nello Spirito Santo. La vita nello Spi-
rito rinnova l'uomo intero e va Intesa come un modo di essere qua-
litativamente nuovo».
La dimensione «direzione» secondo don Schepeens assume
importanza, a livello di aiuto personalizzato, secondo tre direttrici:
a) l'appropriazione personale della tede; b) la scoperta della volon-
tà di Dio sulla propria vita; c) nell'ambito dell'attuale contesto so-
cio-culturale. «Su questi tre piani - continua don Schepeens -
l'aiuto personale può condurre ad una fede più matura e adulta..
Infine i quattro compiti che assume la direzione spirituale sono:
quello di condurre alla conoscenza di sé;
quello di condurre all'accettazione di sé;
4/20
- quello di condurre a un distacco interiore;
- quello di condurre alla scoperta della volontà di Dio. Intanto
il direttore spirituale riuscirà a realizzare ciò se fonderà la sua di-
rezione sul colloquio personale.
«I metodi della direzione spirituale alla luce delle moderne
scienze dell'uomo• è il titolo che don Luciano Clan ha d~to al ~u~
intervento. Egli ha fatto riferimento, infatti, alle principali rivoluzioni
culturali che Ipotizzano una società senza padre (la critica psi_ca-
nalitica quella marxista, quella nichilista...) sottolineando po1 le
esigen~e dell'uomo nella comunicazione interpersonale. Partendo
da questo ultimo punto ha evidenziato i modi per aiutare l'uomo
d'oggi dando molto peso alla direzione spirituale vista come c~l-
loquio che vuole esprimere solidità, autenticità, amore, efficacia,
ascolto.
Quindi ecco l'impegno del direttore spirituale: condurre la per-
sona che si è affidata a lui, servendosi di una strada che prevede
quattro tappe: 1) l'accoglienza e il prestare attenzione alla persona
nella sua totalità; 2) facilitare l'auto-esplorazion~; 3) responsabiliz-
zare la persona; 4) stimolare la persona verso I n~pegno._Alla luc~
dì queste teorie don Cian si è calato nella memoria salesiana defi-
nendo Don Bosco una «proposta che con il suo essere affascina I
giovani».
Con la pratica del Sistema Preventivo Don Bosco fa una pro-
posta di direzione spirituale, e il salesiano riuscirà ~ concretiz~are
questa proposta a~raverso l'ambiente s~re~o! glo!oso, !am1hare;
con la pratica dell'incontro personale e md1v1duahzzato, col for-
mare in sé una «batteria di atteggiamenti• per esprimere l'amore
come:
la concezione positiva e ottimista della persona umana:
- la fiducia nella propria missione educativa-evangelizzatrice:
- la preparazione seria e sistematica a livello umanistico e
teologico;
una cordiale accoglienza data alla persona In modo auten-
tico;
- un ascolto profondo, espresso nell'amore genuino e sereno.
Mercoledì 26 gennaio siamo andati all'udienza pontificia dopo
una solenne concelebrazione in S. Pietro. Il Papa ha accennato al
nostro gruppo e ci ha Incoraggiati a proseguire con impegno nella
scoperta della Spiritualità Salesiana.
Nel pomeriggio al posto delle relazioni c_'è stata una ~vola ro:
tonda, durante la quale sono stati evidenziati vari problemi annessi
alla direzione spirituale. Il primo intervento è stato di don Guido
Gatti che ha fatto cenno ad alcuni problemi di natura morale. Subi-
to dopo don Beniamino Llltetlo è int~l'l(e!'lulo riguardo alla. scelta
vocaziona.le religiosa, vista nella fase 1n1z1ate e nel_la fa~ d1_ matu-
razione. Ha precisato, cosi, che l'educatore deve aiutare 11 giovane
a capire che ogni vita è vocazione e missione; deve far compren-
dere al giovane che, se ognuno ha la sua vocazi_one, si realizzerà
sia dal lato umano sia in linea dì fede In proporzione della fedeltà
con la quale vive la vocazione cui è stato chiama!o; deve sentire 11
dovere di proporre ai giovani una «vocazione» pìu 1mpegnat1va da
prendere In considerazione se si vuole trovare e attuare il piano di
Dio.
L'ultimo intervento è stato quello di auor M. Pia Giudici che ha
riportato la sua esperienza circa la formazione dei giovani alla pre-
ghiera, sottolineando Il bene che può trarne un giovane se educato
suffìcientemente.
Dopo la celebrazione Eucaristica che come di consueto ha
aperto la giornata di giovedl 27 gennaio, grazie all'Intervento ~i
don Jòaef Strua siamo stati invitati a pensare a un aspetto della di-
rezione spirituale, e cioè ai sacramento della riconciliazione..Don
Strus all'inizio della sua relazione ha ritenuto opportuno precisare
la differenza che passa tra il semplice «colloquio• di rendiconto, e
Il rendiconto sacramentale (confessione) e quello extras!1crame~-
tale (il rendiconto di coscienza). Infatti mentre la confessione si ri-
ferisce alla «rottura nelle relazioni con Dio•, il rendiconto dico-
scienza la Direzione Spirituale si riferisce al progetto spirituale del
cristiano. «Chi si accinge a fare il raffronto tra il sacramento della

1.5 Page 5

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Al termine della Concelebrazione fatta all'altare della Confessione e dopo aver cantato in varie lingue «Don Bosco ritorna» sotto
la statua del Santo all'interno della Basilica, ecco la foto ricordo dei numerosi partecipanti alla X Settimana di Spiritualità Salesia-
na. Don Raineri sembra dire: «Le cose stanno andando bene!».
·
riconciliazione e la direzione spirituale - ha detto don Strus - non
deve dimenticare che esse sono di natura diversa.
Guardando poi al sacramento della Penitenza e alla direzione
spirituale dal punto di vista delle finalità loro proprie, non si deve
assolutizzare li ruolo della Direzione Spirituale. Benché essa diret-
tamente si interessi del progresso spirituale del cristiano, questo
non esclude il contributo che il sacramento della riconclliazione of-
fre a questo proposito•·
Quindi, la direzione spirituale è la «ricerca delle Indicazioni del-
lo Spirito Santo. nell'obbedienza alla Parola di Dio e nella preghie-
ra, che Il cristiano realizza con l'aiuto del direttore spirituale. Que-
sta direzione si chiama spirituale non perché si interessi delle cose
spirituali, ma per la presenza e l'opera dello Spirito Santo• . Secon-
do don Strus, non si può staccare la crescita spirituale da quella
umana, e il compito del direttore spirituale è proprio questo: far
maturare la persona nella sua entità di uomo, di cristiano, per poi
portarlo alla santità.
Per realizzare ciò Il direttore spirituale dovrà assumere due
«ruoli• che aiutino la persona a realizzarsi secondo questo sche-
ma: la preghiera e la pratica delle virtù, «La direzione spirituale -
ha concluso don Strus - svolge una attività fino a quando la per-
sona non può camminare da sola. In seguito, quel minimo di dire-
zione di cui avrà bisogno, lo riceverà nel sacramento della peniten-
za o attraverso l'animazione spirituale in comunità•.
Il peso che si è dato in questi giorni al «colloquio•. di cui si è
ascoltato qualcosa anche all'ultima relazione di don Strus, è stato
evidenziato ancor di più dall'intervento pomeridiano di don Pietro
Brocardo che ha chiarito Il modo «salesiano• di vivere il colloquio.
«È soprattutto il momento privilegiato della paternità salesiana -
afferma don Brocardo -. Nel colloquio la bontà del direttore deve
brillare al massimo. Una bontà che sa farsi, secondo quanto scrive
don Ricaldone, affabilità, benignità, mitezza, giocosa e santa affet-
tuosità... Ma il colloquio salesiano è possibile solo a due condizio-
ni: che sia assicurato, da una parte, il "primato della paternità" e
dall'altra quello della "confidenza filiale". È come un ponte lumi-
noso lanciato tra due sponde: Il peso grava tutto su questi due pi-
lastri portanti. Nella misura in cui essi si incrinano o cedono, il col•
loquio decade e ristagna nel formalismo e nel nulla•. E credo che
non è necessario aggiungere parole di commento a una espressio-
ne cosl limpida e chiarificante per la direzione spirituale salesiana.
Il primo a prendere la parola è stato un sacerdote, don Renato
Cautero che ha distinto due aspetti della direzione spirituale: quel-
lo personale e quello comunitario. DI questi due tipi ha sottolineato
le difficoltà (pericolo di imporre una propria mentalità e sensibilità,
difficoltà di non riuscire a superare certe deficienze prima di tappe
definitive e importanti) e alcune facilitazioni (pregare molto, mo-
strare sempre fiducia, saper attendere con pazienza...) valide per
entrambi gli aspetti.
Il secondo intervento è stato quello di una F.M.A., suor Mlche-
llna Secco, che ancora una volta ha sottolìneato l'importanza del
colloquio che viene previsto, Ira l'altro, nelle costituzioni delle suo-
re. Anche qui ci sono difficoltà: la scarsa disponibilità, la debole
capacità di dialogo o di ascolto. ma suor Secco ha suggerito even-
tuali soluzioni: pregare e testimoniare di più; incontrarsi frequen-
temente con la Parola di Dio e, per i religiosi, con la Regola; as-
sumere atteggiamenti di carità, umiltà, fiducia, lealtà, perdono, In-
coraggiamento. È stata poi la volta di una volontaria di Don Bosco
che si è rifatta anch'essa alle costituzioni del loro Istituto secolare
indicando il colloquio alla luce della consacrazione nella seco-
larità.
Infine l'esperienza di due coniugi, I coniugi Masottl, entrambi
exallievi e cooperatori, che han riportato la loro esperienza di la-
voro In me.zzo ai giovani e di crescita spirituale di coppia; in parti-
colare come si aiutano I propri figli e i giovani a crescere spiritual-
mente; come ci si aiuta spiritualmente nel rapporto di coppia e
come si va Incontro ai propri simili per una reciproca crescita spi-
rituale.
Don Cogliandro ce t'ha fatto. Eccolo di fronte al Santo Padre
mentre Gli fa omaggio del volume: «Costruiamo insieme la
Famiglia Salesiana». Il Papa serenamente perplesso ma visi-
bilmente compiaciuto ha incoraggiato il Delegato Mondiale,
e nell'udienza tutti noi, a perseverare.
EDIZIONI PER LA FAMIGLIA SALESIANA
Siamo lieti di presentare alcuni testi di formazio-
ne per la F.S.:
AA.VV., Atti del Simposio di Roma (19-22 feb-
braio 1982), Costruire Insieme la Famlglla Sale-
slana, editrice: LAS-ROMA.
AA.W .• Atti della Settimana di Spiritualità Sale-
siana (23-29 gennaio 1983), La Direzione Splri-
tuale nella Famlglla Salesiana, editrice: SDB, Via
della Pisana 1111, Roma.
AA.W., Colloqui sulla vita salesiana, La Direzio-
ne Spirituale nella Famlglla Salesiana, editrice:
LDC-LEUMANN (To).
Per informazioni, prenotazioni, ordini:
Ufficio Nazionale Cooperatori
Viale dei Salesiani 9 - 00175 ROMA
Tel. (06) 748.04.33 - Ccp N° 45 25 60 05
5/ 21

1.6 Page 6

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L'ultima relazione della settimana è stata tenuta da don Jo1eph
Aubry sul tema: «la persona del direttore spirituale salesiano•.
Con Il suo intervento ha sottolìneato prima quanti tipi di direzione
spirituale salesiana possono esserci (la dire:i:ione occasionale,
quella continua-ordinaria, quella tenuta nei momenti-chiave) e poi
chi può ed eventualmente deve assumere Il ruolo di direttore spiri-
tuale: ogni membro competente della Famiglia Salesiana. ogni sa-
cerdote competente, responsabili particolari di comunità o di for-
mazione. Perché, però, un direttore spirituale salesiano possa es-
sere tale, gll si richiedono alcune qualità e alcune capacità. In pri-
mo luogo un'esperienza spirituale da vivere. «La dire:i:lone spiri-
tuale - afferma don Aubry - è un'esperienza umana tra le più de-
licate che si possono fare, perché interpella e impegna la persona
al suo livello più intimo... Si tratta di aiutare Il fratello nella sua vita
più profonda, nella sua esperienza di ricerca di Dio, di esplorazio-
ne della propria vocazione. di fedeltà degli appelli dello Spirito...
Nella rela:zione di aiuto due persone si incontrano nelle loro pro-
fondità, In presen:i:a dello Spirito Santo: si aprono l'una all'altra
sotto il sole della mutua fiducia•. In secondo luogo una cultura da
acquistare e da aggiornare sempre: sia storico-dottrinale, sia psi-
cologico-pedagogico, sia salesiana.
Poi un'arte del comportamento pastorale da affinare sempre
«che deve assumere oggi il direttore spirituale - continua don Au-
bry - attraverso tre aspetti; l'arte dell'incontro personale, la pru-
denza, lo stile salesiano. In questo clima lo stile della relazione è
semplice, svelto, e non si perde In complicazioni teoriche. Don Bo-
sco praticava la dlre:i:ione spirituale in modo incisivo, piuttosto ra-
pido, confidando più nella presenza stimolante che non nelle pa-
role e nelle lunghe sedute•. Infine una spiritualità e delle virtù in-
teriori da coltivare come l'umiltà, il distacco e la purlflca:i:ione. L'in-
tervento di don Aubry si è concluso con una riflessione necessaria
sul come formare i direttori spirituali Salesiani. «Molti di coloro che
potrebbero o dovrebbero esserlo non ci arrivano mai per mancan-
za di sensiblllua:i:lone all'importanza di questo servizio fraterno e
per mancanza di formazione, sia generale, sia specifica, dottrinale
e pratica, sia a livello di Famiglia Salesiana•.
L'ultimo a prendere la parola in questa decima Settimana di
Spiritualità della Famiglia Salesiana è stato Il Rettor Maggiore, al
quale si deve questo incontro di studio e questo tema cosl impor-
tante che egli ha scelto per la «Strenna 1983•. Partendo proprio
dalla Strenna «Promuoviamo la formazione rinnovando e intensi-
ficando l'esperienza formativa della dire:i:ione spirituale•, ha te-
nuto il suo intervento chiarendo il senso dei termini •rinnovando•
e «intensificando•. Ha detto don Viganò: «Ci si deve dedicare alla
direzione spirituale con contenuti e sensibilità nuove per rispon-
dere ai segni dei tempi. Rinnovare non significa restaurare, tornare
a concezioni pre-conciliari, ma piuttosto adattarsi alle nuove situa-
zioni della vita umana•. Ha presentato il Concilio Vaticano Il come
una visita dello Spirito Santo venuto a suggerire elementi orienta-
tivi di fronte alle novità, quali: l'importanza della dimensione co-
munitaria; la necessità per il direttore spirituale di sentirsi coinvolto
nell'organicità del popolo di Dio, della Chiesa.
E poi il verbo «Intensificare•: «guardare a orizzonti del futuro
per lavorare in questi decenni, per preparare nella Chiesa una Fa-,
miglia Salesiana degna del futuro •.
Gli orientamenti operativi di questa 10• Settimana di Spiritualità
Salesiana sono stati fissati in 5 punti:
- in primo luogo l'Importanza dì far conoscere le figure dei
grandi direttori spirituali come, oltre Don Bosco e Madre Mazzarel-
lo. don Cafasso, don Pestarino. don Rinaldi ed altri:
- è importante che venga compiuto uno sforzo di coesione e
di unità per mez:i:o di incontri regolari tra I responsabili delle diver-
se fasi della prima formazione, per evitare il disorientamento nei
giovani membri della Famiglia Salesiana costretti a cambiare spes-
so di direttore spirituale o confessore;
- i sacerdoti salesiani devono ricordare che sono richiesti da-
gli altri rami della Famiglia per svolgere verso di loro il servi:i:io di
animazione spirituale;
- una conoscenza più approfondita del problema della dire-
zione spirituale attraverso corsi specifici;
- sfruttare a livello locale tutti i meui possibili (come: la
«Strenna•; corsi di aggiornamento, incontri tra responsabili...) per
rivalutare la direzione spirituale.
Dopo le parole conclusive di don Raineri, anche a nome del
Rettor Maggiore, la 10• Settimana dì Spiritualità della Famiglia Sa-
lesiana si è conclusa con l'incontro comunitario col Cristo-Euca-
ristia.
Questa celebrazione, presieduta da don Viganò, ha ricordato il
nostro padre e maestro Don Bosco. Infatti è stata celebrata la mes-
sa propria della festività del Santo. E Il Rettor Maggiore, durante la
Messa, da buon padre di Famiglia è stato capace dì tirare le con-
clusioni di quanto vissuto insieme, invitandoci a Imitare Don Bosco
nel realizzare una Direzione Spirituale non per una élite, ma per la
massa dei giovani; con l'aiuto di collaboratori validi (anche laici e
anche giovani); non nella «nicchia• della separatezza, ma nel con-
creto dell'a:i:lone; non sulle «vette• dell'isolamento, ma nel «corti-
le• della vita quotidiana.
Liana Cuozzo, Napoli
6/22
COOPERATORE, DIMMI CHI SEI
J. AUBRY
12
Sorella e fratello carissimo,
ringraziamo Silvio Milia per le sue belle riflessioni a
commento della Strenna nell'ultimo numero del BS-Coo-
peratori. Vorrei riprendere l'argomento dopo aver parte-
cipato (con un gruppetto molto rappresentativo di Coo-
peratrici) alla 108 Settimana di Spiritualità della Famiglia
Salesiana svolta a Roma sul tema: «La direzione spirituale
nella nostra Famiglia». Vi offro due semplici riflessioni.
e 1. Che cos'è, la direzione spirituale personale? stata
e definita in questo modo: l'azione di un cristiano com-
petente che, a nome di Dio e della Chiesa, attraverso il
dialogo personale, porta a un fratello l'aiuto opportuno di
illuminazione e di spinta che questi non trova in modo
sufficien.te in se stesso né nell'ambiente, per permettergli
di discernere la volontà di Dio su di lui e di seguirla in tal
modo da crescere con sicurezza in santità personale e in
efficacia ecclesiale». Medita tutte le parti di questa com-
pleta definizione!
2. Come si giustifica la direzione spirituale? Dalla na-
tura stessa e dai contenuti del/'autentir.a vita cristiana.
e «vita», cioè crescita, dinamismo, cammino corag-
e gioso verso la pienezza della fede e dell'amore. «missio-
ne•, cioè scoperta, scelta e realizzazione progressiva di
un certo lavoro che Dio ci chiede di fare nella Chiesa e nel
e mondo per Il suo regno.
«conversione», cioè coscienza del bisogno di sba-
razzarsi della mediocrffà e del peccato che sempre tenta
di invadere la nostra vita. Infine è «comunione•. cioè
esperienza da fare insieme - rifiutando l'autosufficienza
- con l'apertura, l'interscambio, il mutuo aiuto fraterno.
Se sei sensibile a questi valori della tua vita cristiana (e
come concepire un Cooperatore che non lo sia?), allora
vorrai sfuggire alla terribile .. superficialità spirituale». e
chiedere (e dare) il tipico aiuto fraterno che si chiama di-
rezione spirituale.
3. Infine chi può fare da direttore spirituale? Qualun-
que fratello o sorella che abbia competenza e saggezza in
questo campo, sulle basi dell'esperienza di una vita sot-
tomessa a Dio, della riflessione e di un certo « dono di
consiglio». Il sacerdote (e per i Cooperatori specialmente
il Delegato) è la guida spirituale più normalmente indicata.
Ma questo ruolo non è per niente un suo monopolio!
Mamma Margherita e Luigi Como/lo sono stati autentiche
guide spirituali per il figlio e per l'amico Giovanni Bosco.
Un Cooperatore, una Cooperatrice ricolma di vera sag-
gezza cristiana e salesiana, a maggior ragione una Dele-
gata, può benissimo accompagnare un fratello, una sorel-
la sul suo cammino. Un fidanzato o una fidanzata, uno
sposo o una sposa che ha il senso delle cose spirituali
può guidare l'altro; i due possono, devono aiutarsi a cre-
scere spiritualmente. E i genitori, evidentemente, sono le
guide spirituali dei tigli...
Hai mai pensato a tutto questo? Cosa farai in questo
senso durante la quaresima? Pregherò lo Spirito Santo di
illuminarti.

1.7 Page 7

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VITA DELL'ASSOCIAZIONE
Il Centro «Luigi Scaglia» ad Asti
Il giorno 8 dicembre 1982, solennità li-
turgica dell'Immacolata Concezione,
nella casa di Asti «Madre Mazzarello•,
alle ore 18, è sorto il nuovo Centro Coo·
peratori Salesiani dedicato all'exallievo
«LUIGINO SCAGLIA», morto due anni e
mezzo fa, per malattia cardiaca.
La promessa dei venti Cooperatori (17
adulti e 3 giovani Cooperatrici) è stata
emessa durante la Celebrazione eucari·
stica, nelle mani del Delegato lspettoria·
le don Bruno Corrado, rappresentante
del Rettor Maggiore, alla presenza del
Consiglio lspettoriale dei Cooperatori
dell'lspettoria Subalpina, che ha sede in
Torino, della Comunità religiosa delle
FMA di Via Conte Verde e di un nume-
roso gruppo di persone, appartenenti
per lo più alle Famiglie dei Cooperatori,
o iscritti all'Associazione Genitori e Gio-
vani exallievi di Asti.
Prima della Promessa alcuni Coopera-
tori hanno partecipato la loro esperienza
di chiamata e, alla fine, ciascuno di essi
si è portato all'Altare per firmare l'atto
della propria appartenenza alla Famiglia
Salesiana.
A sigillo della grande giornata Don
Bosco ha voluto far giungere al Nuovo
Centro Cooperatori «LUIGINO SCA·
GLIA», una sua preziosa conferma: «una
copia autentica del regolamento dei
cooperatori» fatto stampare da lui stesso
nel 1880 e rilasciato con firma autografa
del S<1nto, in data 14 settembre 1881
come <1tto di accettazione nella Famiglia
Salesiana della Cooperatrice porcellana
signora Clara, zia di unii parente di una
neo-Cooperatrice.
T<1le reliquia è ora preziosa eredità
dell<1 Casa «Madre Mazzarello» e del
Nuovo «Centro Cooperatori• di Asti.
Ai Cooperatori, nell'offertorio della
Messa, è stato offerto il Manuale di Pre-
ghiera «COOPERATORI DI DIO».
•Ho fatto la scelta di Cooperatore Sa-
lesiano spinto dal desiderio di mettermi
in stato di servizio, di aiutare il prossimo,
non con aria di sufficienza e di superio-
rità, ma con umiltà, con sere1tità, con
comprensione, con gioia, quella gioia e
quella serenità che rappresentano lo sti-
le salesiano che mi sono state trasmesse
in gioventù dal mio Direttore del Colle
Don Bosco, «don Gioioso» e che ho
continuato ad arricchire prima all'orato-
rio Don Bosco, poi con i miei figli qui
alla Mazzarello. In famiglia cerco di col-
tivare e mantenere questo spirito aiutato
dalla moglie che con me condivide que-
sta scelta: vogliamo obbedire alla voce
della coscienza, a quella voce muta con
cui Dio, al/raverso Don Bosco, parla al-
l'interno delle nostre anime.
r
I GG.CC. di Mascali (Catania) il giorno della loro Promessa: semplicità, entusiasmo e
soprattutto tanta freschezza!
I Cooperatori, gli Exallievi e gli Amici di Don Bosco di Gaeta residenti a Roma in una
giornata di fraternità e spiritualità. Il Signor Montano, a destra con quei fogli in
mano, sta tramando altre novità per tenere unita la F.S. dei Gaetani di Roma!
Nella foto i Cooperatori di Genova-Quarto: Gianna Vallebona, Caterina Romano,
Riccardo Romano, Ottavio Bianchi, Gabriella Bianchi, M. Teresa Mandelli, Cesare
Sturlese. Il Direttore don Remo Ricci, Maria Gimorri, Piera Tinti, il delegato don
Francesco Ridella.
7123

1.8 Page 8

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Pensiamo di realizzarci come cristiani
difendendo i valori della famiglia e dan-
do ogni possibile contributo alla società
in cui operiamo, alla luce degli insegna-
menti di Don Bosco,.. (Stefano Sappa e
Pasquina Zanotti).
Promesse di cooperatori
A CE-QUARTO
Dopo un periodo di seria ed adeguata
preparazione sotto la guida di don Ridei-
la, il 30 gennaio, vigilia della festa di
Don Bosco, hanno fatto la loro promessa
davanti al Direttore e alla Comunità 9
cooperatori.
Sono tutti genitori di nostri allievi o
exallievi già ben inseriti nella nostra Co-
munità educativa. Hanno voluto ora en-
trare nella nostra Famiglia a pieno titolo.
Dietro di loro ci sono già altri genitori
e forse anche qualche nostro insegnante
laico, che si sta preparando ad iniziare il
cammino per diventare cooperatore.
Ripresa a Monteortone la tradizione degli Esercizi Spirituali. Lo «sprint» di don But-
tarelli ha reso possibile questo rilancio!
A MASCALI
Il 5 gennaio è nato un gruppo di
GG.CC. a Mascali in provincia di Cata-
nia. Sono venuti a festeggiare le nuove
Promesse il Delegato Nazionale, lspet-
toriale e locale, parenti ed amici, Il par-
roco, le suore ma soprattutto in segno di
unione e di fraternità i GG.CC della vi-
cina Nunziata.
Alle nuove promesse Il più fervido au-
gurio perché il loro entusiasmo non ven-
ga meno.
A MONTEORTONE
Don Bosco è sempre una calamita.
Quest'anno la celebrazione della sua Fe-
sta è stata rallegrata dalla «promessa» di
due nuovi Giovani Cooperatori. Sono i
primi di una «cordata•, che da alcuni
anni tira sodo con incontri settimanali e
iniziative vade... senza pretesa, ma con
tanto cuore.
Ci fu un momento di commozione,
vinta da un caloroso battimani, al mo-
mento della loro «motivazione». Com-
menti? Ha ragione Don Bosco: «Le forze
deboli quando sono unite diventano for-
ti, e se una cordicella presa da sola facil-
mente si rompe, è assai difficile romper-
ne tre unite». Grazie Don Bosco: tu sei il
«capocordata»!
Conferenze annuali
Alcuni Centri in difficoltà o nel repe-
rire i conferenzieri o nel numero di par-
tecipanti si sono uniti per la circostanza.
Ecco come Il Consigl io lspettoriale della
Toscana ha pensato di risolvere il pro-
blema:
«Vi dico anche subito che con i fratelli
del Consiglio abbiamo pensato di pro-
porvi una (ci pare) facilitazione per
adempiere con gioia fraterna e con frut-
8/24
Un gruppo di Cooperatrici nel giorno della Promessa a Santa Maria Ausiliatrice di
Roma presente il Delegato Nazionale don Luciano Panfilo ed il Parroco don Stelvio
Tonini.
_______ Perché vedano le vostre opere buone..._______,
FATTI PIÙ CHE PAROLA PER I GIOVANI IN DIFFICOLTÀ
...e noi GG.CC. quali fatti possiamo realizzare? Come?
FATTI nella Cltechesl attraverso una indispensabile qualificazione e una
qualificazione umana, teologica, salesiana per un servizio più rispon-
dente alla realtà giovanile. La catechesi sia scuola di vita e in clima di
famiglia, con amicizia e gioia si formi l'uomo e il cristiano del domani.
FATTI nell'animazione del tempo libero. Usufruiamo del gioco, dello sport,
del teatro... per riscoprire con i giovani il valore autentico dell'amici-
zia, della fiducia... Gli animatori si impegnino a conoscere in profon-
dità ogni giovane con i suoi problemi e con i suoi «talenti» dedican-
dogli non solo il tempo «superfluo», ma una fetta del proprio t empo.
Insieme si individuino obiettivi da realizzare.
FATTI con l'inserimento in strutture sociali. Ciascuno è Cooperatore negli
spazi ordinari: nella scuola, nel lavoro... Quali «onesti cittadini» è op-
portuno operare nelle strutture nelle quali siamo presenti per essere
CC. in ogni momento della nostra vita e far si che la «fede entri nella
Storia».
FATTI per far nascere in ognuno di noi l'uomo nuovo anche verificando il no-
stro tenore di vita con la povertà evangelica e realizzando nel quotidia-
no anche interventi personali.
Imma foggia

1.9 Page 9

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to a quanto ci chiede il nostro Regola-
mento: le due conferenze annuali, per le
quali c'è già un tema stabilito, ,I compito
d, mandarci la relazione su un modulo
giallo, che dovreste avere e la tradizio-
nale «raccolta• da inviare al Rellor Mag-
giore direttamente, segnando per noi
soltanto la cifra nel modulo stesso.
Data la consistenza «minima• di pa-
recchi Centri, la «Conferenza• sarebbe
più effìcace, anche per creare fra noi co-
munione, se si facesse unica per alcuni
Centri più vicini Avremmo pensato a tre
raggruppamenti ·
- PISA CEP con Pisa, Livorno, Marina
di Pisa; - FIRENZE ORATORIO con Fi-
renz.e Mazzarello, Scandicci, Colleval-
delsa, Chiesina Montecatini, - PIETRA-
SANTA con Viareggio, Carrara, Lucca
Non abbiamo elencato altri centri per-
ché l'hanno già fatta e ne abbiamo già la
rela1ione. Cosi, se qualcuno - quando
riceverà questa mia - ha già fatto o ha
già fissato una sua data... a no, sta bene.
la proposta è per facilitare e per solleci-
tare l'adempimento di questa tradizione
che dovrebbe essere svolta almeno en-
tro febbraio. Mentre la seconda sarà in-
torno a Maggio. A VOI DECIDERE EOR-
GANIZZARVI!
I Delegati e le Delegate di Sicilia. I CC. Salesiani sono in mani sicure ed entusiaste. Il
Delegato Nazionale, venuto per imparare, è partito profondamente colpito per il la-
voro, la generosità e la dedizione all'ideale salesiano.
• Le Cooperatrici del laboratorio
«Mamma Margherita• d1 Messina, ade-
rendo con entusiasmo alla proposta fatta
dalla Consigliera delegata per le M1ss10-
ni, signora Maria Santisi, hanno deciso di
mantenere per un anno, un lebbroso in-
diano
Per la raccolta della somma occorren-
te, la Segretaria Coordinatrice, Signora
Adele Cucinotta, ha messo, con squisita
signorilità, a disposizione la sua casa,
perché si svolgesse il 29 dicembre u.s
una tombola di beneficenza, alla quale
ha partecipato anche la delegata Suor
Carmela Trimboli.
Il ricavo, assieme alle offerte falle dal-
le Signore Arrigo, Nicosia e Basile, ri·
spondente alla somma nch1es1a per 11
mantenimento, sarà inviato a Padre An-
tonio Aless1 a Bombey.
Incontri per cooperatori
insegnanti
Sono molli , Cooperatori insegnanti.
Molt i di loro chiedono, anche alla luce
dell'ultimo documento della Congrega-
zione dell'Educazione Cristiana «Il laico
nella scuola•, di poter diballere alcune
tematiche anche per cercare di vivere in
pienezza il proprio essere «veri salesia·
ni• nel mondo della scuola.
[ con g10ia che segnaliamo l'iniziativa
del Consiglio lspettoriale di Sicilia in ac-
cordo con le altre componenti della Fa·
miglia Salesiana
Volendo iniziare un cammino d, rifles-
sione e di progella.i:ione sono stati or-
ganizzati dei momenti di incontro sulle
Don Lillo Montanti Ispettore SDB e capo «carismatico.. della FS di Sicilia durante la
presentazione della Lettera del Rettor Maggiore sulla Famiglia Salesiana alla scuola
dei Delegati.
tematiche più vive della Scuola Med,a
che possono essere anche d, valido aiu-
to per coloro che dovrebbero affrontare
gli esam, di abilitazione·
- a Palermo 5-6 febbraio; - a Cata·
nia 12-13 febbraio; - a Caltanissetta 26-
27 febbraio, - a Messina 5-6 marzo
Non s, può che pludire a s,mili inma-
tìve ed augurarci che altri Centri o altri
Consigli lspellonali prendano da tutto
questo uno spunto per entrare nel vivo
dell'impegno salesiano nel mondo.
Il corso per delegati,
delegate in Sicilia
Sarà stato per lo staff de, relatori S.E.
Mons. D omenico Amoroso, salesiano,
l'ispettore don Lillo Montanti, Suor Ma·
ria Nicosia, ispettrice FMA/CT, il nuovo
delegato nazionale don Luciano Pan-
filo ..
Oppure gli argomenti trana11· Don
Bosco chiama• a cooperare per i gI0·
vani; «forma• i cooperatori alla mi~sione
salesiana, la Lettera del Rettor Maggiore
su «la Famiglia Salesiana•, Le «nuove
povertà» de, giovani del nostro tempo;
gli orientamenti del CG XVII delle FMA
sulla FS...
Avrà influito positivamente 11 periodo
scelto· 2·4 gennaio 1983 o la sede, sem-
pre molto accogliente, cioè lo St uden
tato Teologico d1 una Messina •4 stagio-
ni•; o un po' d, lutto questo messo in-
sieme ..
Il fallo è che tultl i partecipanti (25
SDB e 23 FMA) abbiamo avuto l'impres-
sione che il CORSO PER DELEGATI/E,
ASSISTENTI SPIR. CC. sia riuscito abba-
stanza bene. Questo è anche 11 parere
degf, organizzatori : fe due delegate
ispelloriali Suor Domenica Polimeni e
Suor Maria Zambuto e del delegato
ispelloriale don Giorgio Roccasalva
I temi, decisamente pertinenti e attua-
li, sono stati presentati con grande «au-
torevolez1a• {oltre che autorità). Gradita
sorpresa è stata la Buona Notte della Se-
gretaria Coordinatrice lspetl. lns Lella
Foti, il saluto del doti Nini Cubeta, pre-
sidente ispettoriale degli Exallievl e le te-
stimonianze dal vivo di alcuni CC. tra i
quali Franco Cavallo, cooperatore se-
minarista studente d1 teologia. Già prima
avevamo viste alcune diapos1l1ve sulle
attivltà estive dei CC. in Sicil ia.
Come al solito, indice di alto gradi-
mento (e utilità!) hanno riscosso gli In-
contri per Grupp, e l'Assemblea finale
Abbiamo percepito maggior senso di
responsabilità per il nostro ruolo di ani-
mazione spirituale e salesiana e deside-
rio che «d1minu1scano le parole sui CC.
e aumentino i fa111 per e con i Coopera-
tori•
9125

1.10 Page 10

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Noi amici di Primavera
Siamo ragazze/i, grupp i g1ovanih, studenti
Leggiamo Primavera da cima a fondo, cI
serve anche a scuola, la discutiamo nel
gruppo, partecipiamo alla vita della R1v1sta
con propost e, espenenze, raduni e con un
favoloso Camposcuo la estivo annuale.
Perchè Primavera?
Primavera aiu ta a leggere la realtà nei
suoi vari aspetti e problemi, attraverso una
1nformaz1one chiara, ob1etl1va, aperta al
confronto delle idee.
Presenta I pro tagonisti della vIca di oggi,
con le loro esperienze, valo11 , p,ogett1.
A n ua uno stile d1 " redazione aperta"
che permette la diretta collaborazione del
giovani nella elaborazione del giornale,
ravorisce la partecipazione, il dibattito, la
creat1v1tà, la ricerca
S1 lascia interrogare dai ragazzi, ent,a nei
loro problemi, crea amicizia, gruppo.
PRIMAVERA
Mondo Giovane
Ottanta pagine di simpatia
col maxiposter gratis
Il contenuto di Primavera
Attualità:
1Protagonist1, problemi soc1al1, mondo del
cinema, della TV, della scienza. della
musica, dello sport, ecc l
Dibattito:
(confronto genitori-figli, Letlera del mese,
Esperienze)
Tempo libero:
(Narrat iva, Fai da te, Poesie, Umorismo ,
G1och1 )
Rubriche:
(Posta, Antenna, Il Medico, Ps1colog1a-test)
Dossier:
16 pagine per un'ampia trat1azIone d1
argomen ti culturali come:
La grande awentura della vìta La droga
Il gruppo Gesù: una buona notizia
Conoscersi per fare amicizia (rapporto
ragazzaIoJ Storia delle religioni Le fughe
dei ragazzi I 35 anni della Costituzione Italiana
Il mondo del lavoro I movimenti giovanili
cattolici La pubblicità, ecc.
Due dossier da utilizzare subito
• Il Gruppo - Che cos'è, come sI fa,
perché?
Gesù, una buona notizia Le parole,
le man,, la notte, il destino d1 Gesù.
(Pista d1ricerca e d1 lavoro a gruppi)
Abbonamento
Annuo L. 12.000 121 numeri!
Semestrale L. 6.000 112 numeri/
Abbonamento in pacco (scuole, gruppi,
parrocch1e) sconto L.1.800cad . ( = 15%)
diritto di resa
Puoi chiedere copie gratis alla Redazione
PRIMAVERA mondo giovane Quindicinale per ragazze/I fondato nel 1950
REDAZIONE: Via Laura Vicuna , 1 20092 Cinisello Balsamo (Mi) · Tel. 02/6188229
c /c postale n. 544205 Intestato a: PRIMAVERA · I.M. MAZZARELLO Sales D. Bosco
VIA TIMAVO 14 · 20124 MILANO
10/26

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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AUTOFINANZIAMENTO
NOTE DI SEGRETERIA
Contributi pervenuti, all'Ufficio Nazionale
dal 1° gennaio 1983 al 15.2.1983 pari al 25%
dell'intera somma raccolta dai Centri, rela-
tivamente all'anno sociale 1982-83 (n° 25
Centri).
Biancavilla (25.000); Bologna-$. Cuore
(15.000); Borgomanero (50.000); Bolzano-La-
boratorio Mamma Margherita (100.000); Chiari
(80.000); Frascati-Capocroce (20.000); lspet-
toria Ligure-Toscana (50.000); Milano-Via Co-
pernico (50.000); N.N. (5.000); Napoli-Via
Scarlatti (40.000); Nizza Monferrato (10.000);
Parma-SOS (50.000); Padova-Parrocchia Don
Bosco (30.000); Pavia-FMA (102.000); Reggio
Emilia-Collegio Santa Caterina (10.000);
Roma-Via Appia (15.000); Roma-lst. M. Maz-
zarello (25.000); Rovereto (50.000); Savona
{16.000); Siracusa (20.000); Torino-S. Paolo
(50.000); Trecastagni (30.000); Treviglio-SOS
(20.000); Trieste-SOS (40.000); Verona-Don
Bosco (100.000). Totale L. 1.003.000.
Il finanziamento
Il finanziamento dell'Associazione, per le fi-
nalità esposte nell'art. 32 del N.R., è un segno
di maturità ed è assicurato non da quote ma
dal contributo libero ed anonimo dei CC. im-
prontato allo spirito di famiglia.
La libertà va garantita evitando cont rolli e
registrazioni individuali ma annotando global-
mente le offerte. Il bilancio - preventivo e
consuntivo - verrà redatto dal Consigliere in-
caricato, e presentato al Consiglio per l'ap-
provazione.
A imitazione dei primi cristiani che mette-
vano tutto in comune, si cercherà di utilizzare
equamente i contributi per la solidarietà con i
poveri. Inoltre si potrà facilitare la partecipa-
zione ad esercizi e convegni di quei Coopera-
tori che non sono in grado di sostenere le
spese. (Manuale dei Dirigenti, pg. 28).
Si invitano i lettori del BS-CC ad inviare all'Uf-
ficio Nazionale Cooperatori Salesiani, Viale
dei Salesiani, 9 - 00175 ROMA, ccp.
452.56.005 un contributo libero e volontario
per la edizione loro riservata. GRAZIE!
Maggio In India
Il Segretario Amministrativo Sandro Pistoia co-
munica che è già avviata la organizzazione dell'VIII
Viaggio alle missioni salesiane dell'India. Tale viag-
gio si effettuerà con ogni probabilità dal 27 dicem-
bre 1983 all'8 gennaio 1983.
'= un viaggio apostolico nel senso che Coopera-
tori od amici delle missioni salesiane si recano in
segno di solidarietà a visitare chiese e comunità più
povere portando amicizia ed aiuto fraterno.
Esercizi Splrltuall
Per quei Cooperatori che vivono lontani dai Cen-
tri: l'Ufficio Nazionale è pronto a dare informazioni
e spiegazioni perché tutti coloro che desiderano,
possano fare gli Esercizi Spirituali. Sul BS di mag-
gio sarà pubblicato il paginone degli Esercizi per-
ché ognuno scelga l'occasione che più gli è con-
veniente.
I Cooperatori a Fontanazzo
Si è appena conclusa in modo soddisfacente la
Settimana bianca a Fontanazzo e già stiamo orga-
nizzando le 4 Settimane di luglio 1983.
Coloro che desiderassero passare una setti-
mana in ambiente sano e salesiano - e ad un prez-
zo ragionevole - si informino presso l'Ufficio Na-
zionale.
Chi è il Cooperatore Salesiano?
Come si forma il Cooperatore Salesiano?
Come prega il Cooperatore Salesiano?
Ogni Cooperatore deve avere
il suo libro di formazione e di preghiera:
«COOPERATORI DI DIO» . L. 6.500 la copia.
BS-CC non è più il Bollettino per i soli dirigenti,
ma è il Bollettino per i membri dell'Associazione dei
Cooperatori d 'Italia.
'= l'organo di collegamento, di informazione e di
formazione dei Cooperatori. Chi lo desidera, lo ri-
chieda all'Ufficio Nazionale: si possono ricevere sia
il BS rivista della Famiglia Salesiana (11 numeri al-
l'anno), sia il BS per i Cooperatori (7 numeri) per un
totale di 18 numeri.
Per prenotazioni: Ufficio Nazionale - Viale dei Sa-
lesiani, 9 - 00175 ROMA - Tel. (06) 748.04.33 - Ccp.
452.56.005.
11127

2.2 Page 12

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IN FAMIGLIA
1) La Signora Barbieri Maria è la nuova segretaria coordinatrice dei Coope-
ratori della Toscana. È stata eletta «con pieno comune consenso» come dice la
cronaca.
Alla Signora Barbieri le congratulazioni della Giunta e del Consiglio Nazionale
con il grazie alla Signorina Elena Mancini e l'augurio di Buon Lavoro e di tanta
collaborazione da parte di tutti i membri della Famiglia Salesiana.
2) Nel Veneto ovest Magagni Sergio di Trento prende il posto di Sarcheletti.
Sarcheletti ha l'impegno di Segretario della Consulta Mondiale: Magagni prende
il posto sorretto dall'amicizia e dall'impegno di tutti.
3) È morto a Roma il padre di don Novelli. Giunga a don Michele che è stato
per alcuni anni incaricato del Gruppo Centrale dei GG.CC. la più affettuosa par-
tecipazione al suo dolore con l'assicurazione del ricordo nella preghiera.
4) Don Angelini ci ha lasciato. Per tanti anni incaricato degli Exallievi e dei
Cooperatori del Lazio, lo ricordiamo per il suo attaccamento a Don Bosco ed alla
Associazione. Ci auguriamo che si facciano avanti i continuatori delle attività dei
salesiani grandi come don Angelini.
5) Tiziana Rivale nome d'arte di Tiziana Oliva vincitrice del 33° Festival di
Sanremo, è figlia di un Cooperatore e di una Cooperatrice di Gaeta. A babbo e
mamma le felicitazioni dei Cooperatori, a Tiziana l'augurio di una carriera lim-
pida e serena.
LA MISSIONE DEI COOPERATORI
È TRELEW IN PATAGONIA
Ringraziamo Giuseppeper ques-te note di cronaca. Vi tra-
spare l'amore per Trelew, per la vita vissuta con i GG.CC.,
per la missione salesiana.
Grazie, Giuseppe!
Carissimi Cooperatori,
innanzitutto colgo l'occasione
per inviare a Voi un fraterno e
sincero saluto e, nello stesso
tempo, potervi comunicare
qualcosa della mia esperienza
12/28
missionaria in terra straniera. sonale sono serviti a maturarne
Non voglio parlare della gioia, come uomo, impegnarmi sempre
del cammino di fede e della ri- di più a vivere il mio battesimo e
compensa che ho ricevuto.
dedicarmi con più amore al ser-
Non voglio neanche parlare vizio degli altri. E dopo correrei
dei momenti negativi, fatti di il rischio di non poterVi mani-
tristezza, solitudine e tenta- festare tutta quella felicità,
zione.
amore ed amicizia che ho rice-
Questi momenti di vita per- . vuto fra quella gente povera ed

2.3 Page 13

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dire di no per mancanza di tem-
po e di persone.
La nostra esperienza missio-
naria è seguita con interesse ed
appoggiata anche a livello par-
rocchiale, ispettoriale e dioce-
sano; ed anche le autorità civili
locali apprezzano il nostro la-
voro.
Penso che la nostra presenza a
Trelew sia un dono di Dio per
cooperare insieme ai sacerdoti e
alle suore a realizzare il suo pro-
getto di amore in mezzo a quella
gente. Spesso noi dobbiamo so-
stituire il sacerdote e le suore vi-
sto che loro sono pochi· e non
possono arrivare a tutto. Sono
convinto che a Trelew i Coope-
ratori possono fare molto di più
per realizzare la loro vocazione.
Giuseppe Belardo di ritorno da Trelew ha incontrato il Papa che ha voluto sapere di
Concetta, Rosa, Olimpia, Oliviero, Marco, Maria del Carmen, e di Trelew ed ha be-
nedetto questa attività dei GG.CC.
Marco con la mamma e la nonna la sera della partenza. «Quando un figlio.parte per Marco tra don Reboc vicario dell'lspet-
fare del bene, Gesù in famiglia prende il suo posto» (Don Bosco).
toria di Trelew e don Luciano. Buon
viaggio, Marco, e buon lavoro!
umile. Allora cercherò di raccon-
tarVi le mie impressioni della
nostra missione di Trelew: vali-
dità sociale, validità ecclesiale
con la chiesa locale e della vita
comunitaria dei cooperatori sa-
lesiani, sacerdoti e figlie di Ma-
ria Ausiliatrice.
La missione dei cooperatori
salesiani sta prendendo sempre
forme nuove nella chiesa locale.
La nostra presenza è vista be-
nevolmente e la critica della gen-
te del posto è positiva. Ci hanno
richiesto di svolgere attività
apostolica anche in altri centri
comunitari però a volte, anche a
malincuore, abbiamo dovuto
Validità sociale
Da parte nostra si portano
avanti queste iniziative: Assi-
stenza sanitaria, lavoro di rie-
ducazione coi giovani che ven-
dono giornali, riurùoni con grup-
pi giovanili (formazione di vita
spirituale e impegno nella vita
13129

2.4 Page 14

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sociale), visite alle famiglie, riu-
nioni con genitori durante le fe-
ste più importanti dell'anno e
qualche volta il tentativo per ri-
solvere problemi di vita fami-
liare.
Validità ecclesiale
con la Chiesa locale
Cooperiamo con i responsabili
della Chiesa locale attuando in
pratica nel nostro centro comu-
nitario il programma parroc-
chiale, ispettoriale e diocesano.
Le attività che svolgiamo
sono: catechesi e ritiri per bam-
bini e giovani che si preparano a
ricevere i sacramenti, prepara-
zione al battesimo dei bambini e
preparazione anche dei loro ge-
nitori, recitals spirituali. Ed in-
fine facciamo rivivere i momenti
più forti delle feste liturgiche
dell'anno e l'oratorio frequen-
tato da bambini e giovani.
La città è di circa 60.000 abi-
tanti per ora esiste una sola
Chiesa, il Santuario in costruzio-
ne, e 7 cappelle nelle periferie.
I Salesiani sono 9 divisi in due
parrocchie e in due comunità
dall'inizio dello scorso anno. Al-
cuni di loro sono anziani e con
qualche problema di salute e
fanno quello che possono.
La parrocchia centrale deve
attendere anche ai paesini del
campo che sono molti e fuori dal
centro abitato. Il sacerdote in-
caricato delle missioni del cam-
po deve percorrere una superfi-
cie che quasi mezza Italia per
raggiungere tutti i luoghi che
appartengono a questa Parroc-
chia. I sacerdoti hanno anche un
collegio dove svolgono scuole
elementari, media e superiori. In
questo stesso collegio ha sede la
nuova parrocchia e vive l'altra
comunità composta solo di due
sacerdoti.
Le suore sono dieci, anche loro
hanno un collegio e svolgono le
attività di asilo, elementare, me-
die e superiori. Due di loro svol-
gono anche la loro missione in
due centri comunitari della cit-
tà, infine ci siamo noi coopera-
tori missionari, piccola comunità
composta da cinque italiani e un
argentino. Le ragazze vivono in
una casa di affitto nei pressi del
centro comunitario. Loro de-
vono cucinare a turno e devono
anche preoccuparsi delle pulizie.
I ragazzi vivono al Centro co-
munitario in casa riservata a
loro.
Vita comunitaria
Ci incontriamo per la preghie-
ra, pranzo e cena e per la pro-
grammazione delle attività della
settimana e qualche giorno ci
prendiamo anche un po' di ri-
poso. Tutti i lunedì ci dedichia-
mo alla pulizia del Centro co-
munitario.
Vita apostolica
Lavoriamo insieme quasi tutti
i pomeriggi, ognuno con la sua
responsabilità e la mattina sia-
mo impegnati nella catechesi.
Desidero sottolineare la fami-
liarità che esiste fra noi Coope-
ratori, i Salesiani e le FMA, l'ar-
monia e la comunione sia nel la-
voro sia nel tempo libero. Du-
rante l'anno facciamo degli in-
contri comunitari per crescere
insieme nell'amicizia e nella spi-
ritualità.
La nostra comunità anche con
i suoi limiti, difficoltà, crisi, pro-
blemi personali e comunitari è
riuscita a dare una testimonian-
za di autentica amicizia, ci sia-
mo sforzati di liberarci dei nostri
difetti e voluti bene accettando
l'altro come un dono del Signo-
re. Cioè il nostro camminare non
è stato sempre di rose, abbiamo
incontrato anche le 11ostre spine
e ognuno ha cercato di toglierne
qualcuna perché l'altro potesse
camminare senza ferirsi.
Qui mi viene in mente un pas-
so del Vangelo, Giov. 12,24: «Se
il chicco di grano non muore non
dà frutto, però se muore mol-
to frutto». E noi per crescere
nell'amore ci siamo sforzati di
far morire il nostro 'io', abbiamo
cercato di dare agli altri la parte
migliore del nostro interiore, ed
infine abbiamo accettato la no-
OFFERTE PERVENUTE dal 1°
gennaio 1983 al 15 febbraio a
favore della nostra missione
di Trelev.
ENTRATE
Bologna - S. Cuore
100.000
Toscana - Uff. lspetto-
riale
100.000
CC. Roma - V.le To-
gliatti
Rinaldinl Roberto -
Roma
Comunità Ufficio Nazio-
nale (Giornata ritiro spi-
rituale 16.1.1983)
130.000
25.000
21.500
NN. Parrocchia Don
Bosco
Laboratorio M. Marghe-
rita - Napoli-Vomero,
SDB
65.000
200.000
Cooperatori di Sicilia 3.500.000
Maiani M. Teresa
20.000
Veronese Tullio - Ro-
vereto (TN)
100.000
lspettoria Monferrina
50.000
Orio Canavese
150.000
Oratorio Don Bosco -
Novi Ligure (AL)
30.000
Associazione Famiglia
Salesiana - Santeramo
in Colle (BA)
121.000
CC. Santeramo in Colle 25.000
Amici di Santeramo in
Colle
57.000
GG.CC. Puglia
102.500
Giovane Cooperatrice -
Roma, V.le Togliatti
100.000
CC. Monteortone (PD) 57.000
GG.CC. Monteortigne 150.000
Laboratorio M. Marghe-
rita - Bolzano
250.000
Milazzo Antonino - An-
dria (BA)
50.000
Lana Alfredo - Monteor-
tone
50.000
Baldo M. Luisa - Roma 500.000
Reggio Emilia - Coll. S.
Caterina
100.000
Napoli-V. Don Bosco 100.000
Signora Onofri - Roma
Daniela Marletta
Roma
Galeazzo Giovanna -
Padova
20.000
20.000
20.000
Motta Antonio - Roma 14.000
Coop. di Lombardia 3.000.000
9.228.000
USCITE
Oneri sociali
223.000
stra croce (i nostri difetti) cer-
cando di imitare un po' Cristo.
È venuto il momento di salu-
14/30

2.5 Page 15

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tarvi tutti, sento tanta nostalgia
di ritornare a lavorare nelle mis-
sioni tanto sognate da Don
Bosco.
Vi invito a pregare per Marco,
Rosa, Oliviero, Maria del Car-
men, Olimpia e Maria Concetta
perché possano continuare a se-
minare l'amore nei giovani di co-
desta città. Pregate perché altri
giovani po~o rispondere alle
chiamata che Lui fa a loro.
Ed infine pregate per me per-
ché posso continuare a fare la
Sua volontà, affettuosamente vi
saluto «Hasta luego».
Giuseppe Belardo
Le Cooperatrici del Laboratorio Mamma Margherita di Messina durante la tombola
di beneficiem:a.
Nota del Redattore: Giuseppe studia
teologia e Spiritualità Salesiana al-
l'U.P.S. di Roma in attesa di ritornare
nella terra del desiderio, delladonazione.
L'avventura salesiana continua...
IL VOLONTARIATO INTERNAZIONALE
NEL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
In occasione della Giornata missionaria mondia-
le (domenica 24 ottobre), Giovanni Paolo li ha dif-
fuso il consueto messaggio, che quest'anno « pren-
de lo spunto da un evento particolarmente signifi-
cativo; il 25° anniversario dell'Enciclica 'Fidei Do-
num'. Con essa aveva inizio nel campo della pasto-
rale missionaria, una importante svolta, che ha ri-
cevuto, poi, dal Concilio Vaticano 11 , quelle direttrici
lungo le quali la chiesa, cosciente della propria in-
trinseca natura e missione e sempre rivolta a studia-
re i segni dei tempi, continua oggi il suo cammino
nell'intento di servire l'uomo e di condurlo alla sal-
vezza dischiudendogli le 'imperscrutabili ricchezze
di Cristo· (Et. 3,8)».
Dal messaggio del Papa trascriviamo le parole
dedicate ai volontari, che fanno seguito al discorso
pronunciato in occasione dell'udienza del 31.1.1982
alla FOCSIV, Federazione degli Organismi Cristiani
di Servizio Internazionale Volontario: « ...oltre ai sa-
cerdoti, la Fidei Donum chiamava in causa diretta-
mente anche i laici la cui prestazione in missione si
presenta oggi più che mai preziosa ed indispensa-
bile (Cfr. Ad Gentes, 41 ). Ciò ha creato i presupposti
per l'esperienza di quel fenomeno tipico del nostro
tempo, che vivamente desidero raccomandare, qua-
le è il volontariato cristiano internazionale».
I GG.CC. nel loro VII Conv~no Nazionale (Roma 30 ottobre
- 1° novembre 1982) hanno individuato nel Volontariato Cri-
stiano uno dei settori privilegiati del loro apostolato salesia-
no miss-ionario.
15/ 31

2.6 Page 16

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Spedii. In abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Oumdklnala di lnlo1muione e di cullun religiosa
L'edizione di metà mese del BS è partico-
larmente destinata al Cooperatori Salesiani
Direzione e amministrazione: Via della PI-
Hna, 1111 - C.P. 9092 • 00100 Roma-Aurelio •
Tal. 69.31.341
Direttore r. .ponHblle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: LUCIANO PANFILO · Viale dei Sale-
siani, 9 • 00175 Roma - Tel. (06) 74.80.433
Autorln. del Trlb. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
C. C. Postale n. 2•1ll55 intestato a: Direzione Generala
Opere Don Bosco Torino
C.C.P. 462002 lnleo~ • Olr. Gen. o.,... O. Boaco Roma
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della collana « Mondo Nuovo ...
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Altri sono stati ristampati.
La rivendita è un atto di coraggio e di costanza. Non piagnucoliamo sulla cattiva stampa, sulla
pornografia. Diamoci da fare. Qualche volta i libretti di Mondo Nuovo li dovremo regalare. E rega-
liamoli: diffonderemo a nostre spese un'idea!
Gentilissimo signor Domenico Scafati
La Direttrice mi ha passato la sua lettera in cuJ si chiede la conferma della rivendita a
«Mondo Nuovo.., la Direttrice non ha più intenzione di rinnovare la rivendita per vari motivi.
Così ho pensato e ho ritenuto mio dovere in qualità di segretario coordinatore del centro
cooperatori di.... di rinnovare a mio nome la rivendita.
Per ora ho aderito con pochi numeri, ma ho fiducia di poterli aumentare diffondendoli
nella nostra scuola, forse una delle poche in Italia dirette da cooperatori con insegnanti
cooperatori ed exallieve salesiani.
Con non pochi sacrifici abbiamo continuato l'opera delle FMA che tre anni fa hanno la-
sciato la scuola per mancanza di vocazioni, il nostro carissimo delegato don Bruno Corrado
e l'attivissima Suor Pierina Pelizzari ci aiutano e sostengono.
Con riconoscenza la saluto e con lei saluto tutti i componenti dell'ufficio nazionale, in
particolare don Panfilo che non conosco se non di fama!
In Don Bosco.
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