Bollettino_Salesiano_199311cooperatori


Bollettino_Salesiano_199311cooperatori



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RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
ANNO 117 - N. 17 • 2• QUINDICINA • 15 NOVEMBRE 1993 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
STRENNA 1994
RENDERE RAGIONE ~
DELLA GIOIA E -
DEGLI IMREGNl1:DEtLA SRERANZA
lESTIMONllNDO
LE INSO ABILI RICCHEZZE
DI CRISTO! ~
1/ 97

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Quindic in ale di informazione
e cultura re li giosa edito
dalla Congregazione Sa lesiana
di San Giovanni Bosco
Anno 117 - N. 17 - 2• Quindicina
15 NOVEMBRE 1993
SOMMARIO
2 PRIMO CONGRESSO MONDIALE
Peppe Ceci
3 IL SALUTO
DI NINO SAMMARTANO
NEO-CONSULTORE MONDIALE
4 PROSPETTIVE E ORIENTAMENTI
DEL CONGRESSO MONDIALE
5 IL NUOVO MANUALE
DEI RESPONSABI LI
6 GIORNATA MISSIONAR IA
SALESIANA
8 STATISTICHE DELLA
CONGREGAZIONE SALESIANA
9 CONOSCIAMO I NOSTRI SANTI
D. Pasquale Liberatore
10 NOTIZIE DAI CENTRI
13 TESTIMONIANZA
DI UN GIOVANE COOPERATORE
Alessandro lannini
14 SCUOLA NAZIONALE
DI FORMAZIONE
Iolanda Masotti
15 ARIA NATALIZIA
Pompeo Santorelli
16 OPUSCOLI COLLANA
MONDO NUOVO
Direzione e Amministrazione:
Via de ll a Pisana, 1111 - C.P. 9092
00163 ROMA Aurelio
tel. 06165.92.915 - Fax 06165.92.929
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UMBERTO DE VANNA
L'Edizione di metà mese, destinata ai
Cooperatori Salesiani , è curata dall'Uffi-
cio Nazionale ACS (Pasquale Massaro)
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te l. 06144.60.945 - Fax 06144.63.614
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Per riéeverla rivolgers i al proprio Centro
ACS , che , tramite l'Ufficio lspettoriale ,
invierà la richiesta all 'Ufficio Nazionale.
Registrazione:
Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Officine Grafiche Subalpi ne • Torin o
2/98
Primo Congresso
dei
A ila presenza di 170 delegati
dell'Associazione Cooperatori
Salesiani provenienti dall'Ita-
lia, dalla Svizzera, dal Libano,
dalla Siria e dalla Turchia, si è
tenuto in questi giorni a Fra-
scati-Villa Tuscolana, il 1° Con-
gresso regionale Italia-Medio
Oriente.
Associazione ecclesiale di
laici salesiani voluta dallo stes-
so Don Bosco, l'A.C.S. è oggi
una realtà mondiale che vanta
presenze significative in Medio
Oriente e nel nostro paese. Or-
ganizzati a livello ispettoriale
(nella «geografia salesiana» l'I-
spettoria equivale più o meno
a strutture inter-regionali), i
Cooperatori salesiani hanno
una Consulta a livello mondia-
le e in Italia una Conferenza
nazionale.
Moderatore dell'Associazio-
ne è Don Egidio Viganò, Ret-
tor Maggiore dei Salesiani, che
nel messaggio di apertura del
Congresso ha sottolineato 1
tratti del Cooperatore salesia-
no oggi: un credente, membro
vivo del Corpo della Chiesa im-
pegnato nella nuova evangeliz-
zazione con lo stile e il carisma
di Don Bosco.
Ricca di spiritualità la rela-
zione di Paolo Santoni, Coor-
dinatore Generale dell'Associa-
zione. «In un mondo che ha un
bisogno estremo di testimoni
autentici dobbiamo sempre
più puntare a volare in alto. I
tempi ci impongono scelte co-
raggiose di vita» - ha sostenu-
to con passione il Coordina-
tore Generale, che ha concluso
il suo apprezzato intervento
ringraziando i Saleslani e i
responsabili dell'Associazione
per l'insegnamento ricevuto
nel corso del suo mandato.
Chiara e incisiva la relazione
di Pierangelo Fabrini che, in
base ai dati raccolti sullo stato
dell'Associazione, ha delineato
la figura del Cooperatore oggi,
non più benefattore ma apo-
Foto ricordo dei partecipanti.

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Italia e Medio Oriente
Cooperatori Salesiani
stolo, che risponde alle urgen-
ze del quotidiano a partire dal-
1'impegno nel socio-politico.
In prospettiva, ha continuato
Fabrini, i laici salesiani devono
prepararsi in maniera sempre
più adeguata per affrontare la
sfida delle nuove povertà e delle
nuove solidarietà, con lo specifi-
co e lo stile del Cooperatore, da
sempre impegnato sul versante
educativo.
Il tema di base del Congres-
so è stato svolto da Franco
Garelli, docente di Sociologia
all'Università di Torino, che
dopo una differenziazione fra
vecchie e nuove povertà nel-
la società contemporanea, ha
analizzato le nuove solidarietà,
soffermandosi sull'azione del
volontariato notandone i meri-
ti e alcuni limiti. «Nel far fron-
te ai bisogni di quote svantag-
giate di popolazione, non si
può prescindere da interventi
immediati e circoscritti, consa-
pevoli però che necessita il
raccordo con le istituzioni».
Hanno portato saluti e mes-
saggi al Congresso la Madre
Generale delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, Madre Marinella
Castagno, gli Exallievi, le Vo-
lontarie di Don Bosco e il rap-
presentante del movimento
per le vocazioni.
Giuseppe Ceci
Nino Sammartano, neo-consultore, festeggiato dagli amici.
Alle Cooperatrici e ai Cooperatori
dell'Italia e del Medio Oriente
Cari fratelli e sorelle in Cristo
e in Don Bosco,
I Coordinatori ispettoriali e
alcuni delegati e delegate mi
hanno eletto, nel corso del
Congresso Regionale di Fra-
scati, Consultore mondiale per
la Regione Italia-Medio Orien-
te per il prossimo settennio.
È un incarico che ho accet-
tato con disponibilità all'im-
pegno, consapevole del lavo-
ro che esso comporterà, ma
anche con tanta fiducia: fi-
ducia nel sostegno umano di
tanti fratelli e sorelle, e so-
prattutto fiducia nell'aiuto
del Signore.
Inizio questo impegno nuo-
vo con la forte carica spirituale
che il Congresso di Frascati ha
trasmesso a me e a quanti vi
hanno partecipato. È la carica
di una intensa, sperimentata
comunione fraterna, e della
presenza e della forza dello
Spirito che ci infonde sempre
nuove energie.
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Spero e chiedo al Signore
che questa carica resti desta in
me e mi accompagni nell'im-
pegno di questi prossimi anni.
Ma prego anche il Signore (e vi
invito tutti a questa preghiera)
perché l'ardore e la forza del
suo Spirito alimentino e vivifi-
chino tutta l'Associazione: tut-
ti i Centri, tutti i Consigli, tutti
i Cooperatori.
In questo scorcio del secon-
do Millennio, la Chiesa ci chia-
ma tutti all'impegno della
Nuova Evangelizzazione, e noi
Cooperatori, quali membra
vive di Essa, siamo chiamati a
parteciparvi dall'interno e con
le risorse del nostro carisma.
La Nuova Evangelizzazione ci
chiede di sviluppare le notevoli
potenzialità, spirituali e apo-
stoliche, del nostro carisma sa-
lesiano laicale, e di metterle a
frutto laddove più forti sono i
bisogni di Vangelo, di promo-
zione delle persone, di dignità
umana e di solidarietà.
Per questo impegno comu-
ne, chiediamo anzit.utto l'aiu-
to del Signore, ma sostenia-
moci anche con l'affetto, la
reciproca stima, gli incorag-
giamenti, la comunicazione,
il confronto e lo scambio di
esperienze, la condivisione
fraterna, certi che il saperci e
sentirci uniti moltiplicherà le
nostre energie.
Con questa fiducia rivolgo il
mio saluto a tutti i Cooperatori
e le Cooperatrici dell'Italia e
del Medio Oriente, sperando di
non disattendere, nel mio im-
pegno, le aspettative dell'Asso-
ciazione.
Il neo Consultore Regionale
Nino Sammartano
L'OTTIMA RIUSCITA DI UNO SFORZO COMUNE
li secondo Congresso dell'Associazione in ordine cronologico è sta-
to quello della Regione Italia-Medio Oriente.
La lunga preparazione ha dato lusinghieri risultati. Pierangelo
Fabrini, consultore uscente per la Regione, ha organizzato un grup-
po di lavoro, che in successive riunioni ha portato a termine le diver-
se tappe della preparazione del Congresso. Secondo Pierangelo la
cosa più bella che si è vista nella fase preparatoria è stata la colla-
borazione di tutte le ispettorie.
Infatti il gruppo di lavoro era composto da rappresentanti di qua-
si tutte le ispettorie italiane. La collaborazione in un progetto com.u-
ne è chiave di successo e così l'esito del Congresso, come hanno
constatato e manifestato i partecipanti, è da attribuire all'insieme
dell'Associazione a livello regionale, compreso il Medio Oriente che
ha fatto il possibile per la buona riuscita del Congresso.
Naturalmente ogni gruppo umano deve gran parte dell'esito dei
suoi sforzi ai dirigenti che si sceglie o che sorgono spontaneamente.
Così il ringraziamento dell'assemblea al gruppo di lavoro guidato
dal Consultore uscente, Pierangelo Fabrini, ha riconosciuto che l'As-
sociazione in questa Regione ha raggiunto una grande maturità a li-
vello di responsabili, il che fa sperare in un futuro di espansione e
fioritura dei Cooperatori salesiani nella suddetta Regione.
Al nuovo Consultore, NINO SAMMARTANO, a cui l'assemblea
ha espresso i più sentiti voti augurali, è stata affidata la responsabili-
tà dell'animazione dell'Associazione per i prossimi sette anni.
Alcune
prospettive
e orientamenti
generali
del Congresso
Italia e
Medio Oriente
L Congresso Regionale Italia-
Medio Oriente (Frascati, 4-8
settembre 93) è stata una tappa
decisiva per continuare il cam-
mino intrapreso con il Congres-
so Mondiale del 1985, sulla scia
del tema scelto «Nuove povertà
e nuove solidarietà».
I Congressisti hanno lavorato
intensamente, arrivando a con-
clusioni e decisioni che guide-
ranno la vita dell'Associazione
in questi paesi (Italia, Svizzera
italiana, Medio Oriente) nel
prossimo settennio. Estrapolia-
mo dai documenti finali alcuni
punti che ci sembrano di grande
attualità.
I Cooperatori d'Italia, Svizze-
ra Italiana e Medio Oriente si
impegnano:
• a potenziare il collegamen-
to, la conoscenza e il confronto
tra le Ispettorie Italiane e il Me-
dio Oriente, la cui presenza al
Congresso è fonte di speranza di
un fecondo sviluppo . (Senso di
appartenenza regionale);
a curare che la formazione
dell'Associazione sia unitaria (in
Medio Oriente si avverte ancora
una carenza nelle strutture e nei
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sussidi), perché solo sulla base
di una forte interiorità apostoli-
ca si potrà rispondere in mani..,
ra adeguata alle urgenze poste
dalle «nuove povertà».
Al riguardo si sono focalizza-
te aree prioritarie di intervento:
l'ACS sente di dover privi-
legiare l'area del servizio educa-
tivo e l'impegno a favore delle
famiglie e dei giovani, specie
quelli più disagiati;
riconosce nella quotidiana
testimonianza di servizio e di
amore dei singoli Cooperatori,
nella partecipazione alla missio-
ne della Chiesa - in particolare
nell'animazione giovanile -,
nella presenza responsabile e at-
tiva nell'area socio-politica e nel
volontariato, nel potenziamento
della comunicazione sociale, gli
ambiti e i luoghi più propri del-
l'impegno apostolico dei suoi
membri.
Per portare avanti questo pia-
no di azione è certo necessaria:
una forte sollecitazione per-
ché l'Associazione tutta rispon-
da con senso di responsabilità
alla sfid a per la piena autono-
mia economica, favorendo , at-
traverso i Consigli Ispettoriali,
un'adeguata solidarietà alla
Consulta Mondiale e al Rettor
Maggiore.
Al termine del Congresso i
Cooperatori Salesiani di questa
Regione hanno ribadito la loro
volontà di «essere segni di pace,
di accoglienza e solidarietà nel
cammino per la nuova evangeliz-
zazione e a servizio dei giovani
lungo il sentiero tracciato dal Pa-
dre, Maestro e Amico dei giova-
ni, Don Bosco».
Pubblicato il Manuale
dei Responsabili
F inalmente, dopo un lungo pe-
riodo di lavoro che è durato cin-
que anni, ha visto la luce il nuo-
vo «Manuale dei Responsabili
dell'Associazione», il quale sosti-
tuisce l'antico «Manuale Dirigen-
ti». Il Manuale viene distribuito
ai diversi Consigli ispettoriali du-
rante i Congressi Regionali dopo
una breve presentazione.
Il Manuale è un sussidio che
nella linea del Commento al Re-
golamento, diviene un'altra pila-
stro di rinnovamento dell'Asso-
ciazione se viene utilizzato con-
venientemente, cioè se i Consigli
ad ogni livello lo studieranno
singolarmente e in gruppo.
A chi va indirizzato?
Il Manuale dei Responsabili è
un libro che vuol aiutare sopra-
tutto i responsabili dell'Associa-
zione a tutti i livelli: è un libro
creato appositamente per loro.
Ciò non vuol dire che gli altri
non trarranno profitto dalla let-
tura e conoscenza di questo ric-
co volume.
Il libro si sofferma sugli aspet-
ti organizzativi ma non esclusi-
vamente. Perciò il lettore trove-
rà in questo volume le risposte
di cui avrà bisogno riguardo a
quesiti organizzativi. Però trove-
rà anche tanti elementi formati-
vi e spunti di animazione che
ignorarli sarebbe una seria man-
canza di rispetto e amore verso
l'Associazione.
Essendo un libro avallato dal-
la Consulta mondiale e presenta-
to dal Consigliere per, la Fami-
glia Salesiana, il Manuale è un
documento ufficiale e non può
essere paragonato ad altre pub-
blicazioni analoghe esistenti al-
trove nel mondo dei Cooperato-
ri. Conoscerlo e metterlo in pra-
tica è un dovere di tutti i respon-
sabili a qualunque livello.
Tutti sappiamo che oggi è ne-
cessario e~sere persone qualifi-
cate. Per arrivare a questo obiet-
tivo si richiede formazione. Il
Manuale può aiutare moltissimo
in questo senso. Ignorarlo è con-
tinuare a vivere in una dimen-
sione ormai superata.
Vuoi sapere:
che cosa è l'animazione?
- chi sono i responsabili nell'As-
sociazione?
- che tipo di formazione è ne-
cessaria per i responsabili?
- che cosa fare per animare un
Centro, un Consiglio a qualun-
que livello?
- che metodo e mezzi di anima-
zione utilizzare?
- che tipo di apostolato fanno o
debbono fare i Cooperatori?
- che elementi dinamici fanno
funzionare un gruppo?
- che leggi psicologiche hanno
bisogno di una particolare atten-
zione nell'animazione di un
gruppo?
- che cosa fare per crescere nel-
la fedeltà che cosa fare per l'e-
spansione dell'Associazione?
Nel Manuale è possibile trova-
re risposte adeguate a tutti que-
sti interrogativi e a molti altri.
Ignorare il Commento al Re-
golamento di Vita Apostolica e
ignorare il Manuale dei Re-
sponsabili è veramente un 'op-
zione per continuare a vivere
nel vecchio, è l'espressione di
chi si lamenta ma non fa niente
per migliorare.
Voglia il Signore che questo
Manuale, che può avere ulterio-
ri emandamenti, dia una forte
spinta all'animazione dell'Asso-
ciazione.
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Messaggio del Rettor Maggiore
per la
Giornata Missionaria Salesiana 1994
Cari Amici delle Missioni
P ensare all'espansione delle
frontiere del Vangelo riporta la
memoria e la fantasia alle origini.
Quanta fiducia nello Spirito del
Signore e quanta audacia negli
Apostoli. Pochi; un mondo immen-
so; molti popoli così differenti;
tanti odi e innumerevoli discordie
nonostante la famosa «pax roma-
na» . Nessuno di loro è deceduto di
morte naturale: tutti martiri! Ep-
pure erano felici nel cuore e porta-
tori a tutti di vera pace.
Anche oggi i missionari della
Chiesa sono portatori di pace e
anche oggi non pochi di essi
muoiono martiri.
I Salesiani sono, tra i missiona-
ri, speciali portatori di pace perché
s'impegnano ad educare alla pace
la gioventù dei popoli.
Si tratta della pace di Cristo,
che è l'unica vera; essa comporta il
risanamento e il rinnovamento del
cuore e anche del mondo, ma inco-
minciando dalle persone. Compor-
ta un riordinamento profondo. dei
sentimenti, una correzione dell'ag-
gressività, una capacità di comu-
nione e concordia per edificare la
famiglia, la comunità e la società .
La pace di Cristo costruisce
quella signoria del bene che esor-
cizza l'invidia di Caino, l'ira della
discordia e l'odio della guerra.
L'apostolo Paolo dice che la
pace è anche gioia interiore, nel
senso di una consapevolezza dell'a-
nimo che sperimenta la lieta cer-
tezza di avere parte alla pace del
Regno di Dio, la quale incomincia
appunto dalla trasformazione dei
cuori.
Dunque, i nostri missionari si
sentono portatori di questa pace
soprattutto educando la gioventù.
Quando anni fa si trattava di in-
viare missionari in Angola , qualcu-
no obiettava: ma c'è la guerra! e
così pure in Etiopia e in altri Paesi.
Ma - in risposta - se si aspet-
ta che tutto sia socialmente tran-
quillo, non ci si muove e si fa per-
der tempo al Vangelo, mentre l'au-
dacia dello Spirito chiama e so-
spinge alla fiducia.
Perciò, nonostante i pericoli, i
missionari salesiani si trovano oggi
in numerosi paesi traumatizzati
dalla guerra e dalle discordie. C'e
anche una lista di missionari sale-
siani martiri, che non è insignifi-
cante e diverrà, col tempo, seme di
fede; ma soprattutto è significati-
va la loro presenza coraggiosa che
cresce di anno in anno e che viene
premiata dal Signore con segni
evidenti di predilezione.
Oggi vi invito, cari amici, a
guardare all'Estremo Oriente: alla
Cambogia. Quanto sangue è corso
in, questo martoriato Paese e quan-
te difficoltà sussistono ancora!
I Salesiani della Thailandia
hanno preso contatto proprio con
le vittime della guerra cambogiana
nei campi profughi ai confini del
proprio territorio, dedicandosi ad
educare, con l'aiuto di bravi Exal-
lievi, più di mille giovani profughi.
è scoccata la scintilla dello
Spirito per qualche cosa di più:
andare, appena fosse possibile, a
radicarsi nientemeno che nella
capitale stessa della Cambogia:
Phnom Penh.
Ebbene, con la costanza, con il
coraggio, con la generosità e con
l'intelligenza di un dialogo promo-
z ionale ci sono riusciti: vi si sono
stabiliti e lavorano da più di un
anno con interessanti prospettive
di futuro per una scuola professio-
nale e con centri giovanili.
Si tratta di educare alla pace e
alle responsabilità cittadine nume-
rosi giovani, molti dei quali anche
orfani, shoccati dagli odi della
guerra. li mio invito, cari amici,
è di fissare quest'anno il vostro
sguardo proprio qui, perché diven- .
ga generosamente missionario con
tre atteggiamenti complementari:
- conoscere, come se si trattasse
di un caro argomento di famiglia;
- pregare, per la riuscita e per-
manenza di questo avamposto
evangelico in zona di frontiera;
- aiutare, affinché si traduca pre-
sto in realta il progetto di presenza
e di attivita educativa tanto caro
ai poveri cambogiani.
Io sono sicuro che Don Bosco
saprà ricompensare con munificen-
za quanto ciascuno di voi vorrà
fare in questo senso.
Che i nostri missionari in Cam-
bogia si sentano membri ammirati
e amati da una grande Famiglia
che condivide con loro i più nobili
ideali. Maria Ausiliatrice incorag-
gi e guidi.
Con riconoscente affetto,
D. Egidio Viganò
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Progetto della Giornata
Missionaria Salesiana Mondiale 1994
«Don Bosco Technical School»
di Phnom Penh (Cambogia)
li lavoro salesiano tra i cambo-
giani iniziò nel 1989 nei campi
profughi alla frontiera con la
Thailandia. Là avevamo 6 centri
professionali ed ogni centro acco-
glieva più o meno 200 giovani
cambogiani. Siamo andati avanti
così per circa due anni . Quel la-
voro veniva gestito da un solo sa-
lesiano, Roberto Panetto, e da 50
ex-allievi della «Don Bosco Tech-
nical School» di Bangkok. Si è
presentata poi la possibilità di
andare a Phnom Penh e ora sia-
mo in tre già da 2 anni.
Lavoriamo in un orfanotrofio
al quale abbiamo dato un'im-
pronta professionale.
I nostri giovani, tra i 15 e i 20
anni, vengono dagli altri orfano-
trofi del paese che non sono molti
perché il governo non ha soldi .
Oltre a essere orfani sono anche
ragazzi completamente soli.
Vogliamo insegnare loro un
mestiere affinché possano inserir-
si nella società. Ci aiutano 5
istruttori thailandesi ex-allievi del
«DON BOSCO» di Bangkok.
Abbiamo già fatto un anno di la-
voro con il primo gruppo di gio-
vani e li abbiamo inseriti nelle
fabbriche che sono gestite quasi
tutte da thailandesi, con i quali
noi abbiamo contatti essendo sta-
ti in Thailandia per molti anni.
In ottobre del 1992 abbiamo
iniziato col secondo gruppo di 78
g1ovam.
Insegnano loro meccanica, sal-
datura, elettricità e stampa. Non
è cosa facile perché si devono
usare delle macchine e abbiamo
bisogno di elettricità che nella cit-
di Phnom Penh purtroppo
manca in continuazione.
Tuttavia si fa quel che si può e
vediamo che la gente è contenta;
rimangono impressionati perché
diamo loro qualcosa senza chie-
dere niente. Diamo anche assi-
stenza a ragazzi e ragazze tra i 6 e
12 anni per i quali abbiamo fon-
dato il DON BOSCO CHIL-
DREN'S FUND. Assistiamo i
ragazzi che non possono andare a
scuola. Le scuole in .Cambogia
non sono un granché perché non
ci sono libri né quaderni: si impa-
ra tutto a memoria. Molti ragazzi
sono orfani oppure hanno solo la
mamma; tra gli adulti il 65%
sono donne perché gli uomini
sono stati i primi ad essere uccisi.
Noi mandiamo a scuola questi
ragazzi.
Adesso sono 900, ma il numero
aumenta sempre. In questo lavo-
ro ci aiutano un volontario irlan-
dese, un cambogiano cattolico
(presidente dell 'Azione cattolica),
una giovane vietnamita catecu-
mena e troviamo molti collabora-
tori nei villaggi .
Ci sono poi molti ragazzi che
vivono da soli e noi troviamo
loro una mamma perché ci sono
molte vedove che vorrebbero ave-
re figli e così cerchiamo di creare
delle famiglie.
Tutto ciò dà nuova speranza,
la gente comincia a sorridere, a
stare bene: lo si legge nei loro oc-
chi . La nostra vita tra la gente ti
fa pensare: si lascia un paese
come la Thailandia dove si è la-
vorato per trenta anni e quando
si arriva in Cambogia e si vede la
miseria, non si pensa più alla casa
di prima ma ci si butta nel lavoro
perché si vede che c'è bisogno.
Per i nostri giovani tutto ciò e
molto importanre, hanno trovato
un appoggio per la loro vita. Non
ho mai sperimentato in modo così
forte quanto un individuo possa
dipendere da te per la sua esisten-
za e per il suo futuro. E noi dob-
biamo stare attenti perché ci sono
pochi cristiani e la gente ci chiede
«ma questa di Don Bosco è una
nuova religione?».
(da «Intervista al direttore
della scuola»)
7/ 103

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Il
Il
Relazione sullo stato
della Congregazione
SALESIANI
LaRegione Italia-Medio Oriente
ne conta 3.505 (il 20,8%) segui ta
dail'Asia con 2.719 (il 16,4%) il Pa-
cifico con 2.207 (il 13,I%).
Essi lavorano in 171 5 case. L'I-
talia conta il numero più alto di
case (256), seguita dalla Spagna
(161) e dall'India (138). Ci sono
265 «altre presenze», di cui 98 in
India, 3 in Spagna e 8 in Italia.
regione asiatica ne ha il 27%, segui-
ta dal Pacifico (20.6%) e l'Europa
(13.3%). Ci sono 88 novizi in India,
57 in Polonia, 33 in Italia, 27 in
Spagna e 22 in Messico. 8 ispettorie
(ABA, AFM, AUL, BCG, FLY,
ISA, ISI, e OLA, oltre a RMG e
UPS), non hanno novizi. Il numero
dei Salesiani Laici è uguale a quello
dell'anno scorso. C'è un netto au-
mento nel numero di sacerdoti ordi-
nati di recente, che sono 226.
Quattro nuove Ispettorie
Trenta nuove presenze
Le quattro nuove ispettorie so-
no: Cebù (Fili ppine), Hyderabad
(I ndia), Haiti e l'Europa dell'est.
La missione del Madagascar forma
una circoscrizione indipendente. Le
tre nuove delegazioni sono quelle
di Delhi (India), dello Sri Lanka e
dell'Africa occidentale.
Cresce il numero del novizi
Vi sono 568 novizi di 79 ispetto-
rie, IOin più dello scorso anno. La
L'anno è iniziato con trenta nuo-
ve presenze - meno rispetto al-
i'anno scorso - soprattutto in ter-
ritori di missio ne. Di particolare in-
teresse sono le opere aperte a
Chenmi tz e a Heilige nstadt, nella
Germania orientale, iniziate dalle
due ispettorie tedesche. Le nuove
presenze di Shkoder e Tirana in Al-
bania, sono sostenute dalle ispetto-
rie italia ne e da quella di Lubiana.
L'ispettoria di Lione ha aperto un
centro di accoglienza a Les Hou-
ches nelle Alpi Francesi. In Polo-
nia, dove prima erano proi bite le
scuole private, sono state aperte 4
scuole.
In America sono stati recente-
mente aperti centri giovanili a Me-
rida, Tijuana, Ciudad Juares in
Messico. Oltre a molte nuove opere
iniziate in India l'anno scorso, an-
che sul fro nte asiatico vi sono due
presenze caratteristiche: Damasco e
Kafroun in Siria.
Il progetto Africa continua con
le sue importanti realizzazioni: i
noviziati aperti a Moshi in Kenya e
a Dondo in Angola provvedono
alle vocazioni locali . Le ispettorie
tedesche han no aperto una nuova
presenza a Sunyani nel Ghana.
Presenze nell'Europa dell'est
La presenza salesiana sta cre-
scendo anche nelle repubbliche di
Boemia; Slovacchia, Ungheria e
Polonia. Nelle repubbliche dell'ex-
Unione Sovietica i salesiani si pren-
dono cura dei giovani bisognosi in
Lituania, Russia, Bielorussia,
Ucraina e Georgia. L'ispettoria di
Praga sostiene la nuova presenza di
Aldan nella Siberia Orientale.
(ANS - 1993 - 2-3)
***
UNA BELLA INIZIATIVA DA IMITARE PER ONORARE
MAMMA MARGHERITA
C ome già abbiamo annunciato, è so rta in Uruguay, ad opera della signo ra Carmen Popo-
lanski de Lasarte , madre di un salesiano miss ionario, l'associazione delle «Mamme dei
consacrati», che si aggiunge a quella dell e «Mamme dei salesiani». La stessa signora si
fece promotrice di raccolta di firme per soll ecita re dal Papa la beatificazione di Mamma
Margherita. Così , con la collaborazione delle mamme dei salesiani e delle Figlie di Mari a
Ausiliatrice e della associazione «Maria Ausiliatrice», in due mesi si raccolsero ben 13.000
fi rme , che saranno inviate al Rettor Magg iore , perché a sua volta le presenti al Papa .
Ecco una bella idea da tradurre in pratica . Che succederebbe se anche in Ital ia e in tut-
ta Europa, dovunque c'è un 'opera salesiana , si raccogliessero firme per questo scopo?
Sono davvero molti, moltissimi quelli che sognano di vedere la Mamma di don Bosco sugli
altari. Le mamme cristiane avrebbero un luminoso esempio da imitare.
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Conosciamo i nostri santi
IL PRINCIPE AUGUSTO CZARTORYSKI
VENERABILE
C ento anni fa - 1'8 Aprile 1893
- moriva il Principe polacco Au-
gusto Czartoryski , salesiano. Lo
avrebbe dichiarato Venerabile -
nel Dicembre del 1978 - il Papa
polacco Giovanni Paolo Il , firman -
do il primo decreto del suo Ponti-
ficato .
Nel variegato panorama della
santità salesiana, la figura del
Czartoryski costituisce una testi-
monianza eroica del distacco dai
beni terreni . «Gran cosa davvero e
meravigliosa - è detto nel docu-
mento introduttivo della Causa -
che quest'uomo si sia mantenuto
illibato in mezzo alle lusinghe del
mondo e, ricchissimo com'era, ab-
bia abbracciato generosamente e
fedelmente la povertà salesiana ;
che potendo godere un mare di
delizie, vi abbia rinunciato per
amor di Dio, ed agli onori quasi
regali abbia preferito le umili ve-
stigia di Cristo , tanto da desidera-
re di essere aggregato alla Con-
gregazione Salesiana come laico
coadiutore ».
Augusto nacque il 2 Agosto 1858
a Parigi , nell 'Hotel Lambert, sede
della sua famiglia in esilio e cena-
colo di tutta l'attività diplomatica
degli esuli polacchi. Primogenito
del Principe Ladislao e della Prin-
cipessa Maria Amparo , figlia della
Regina di Spagna, egli fu visto
come il predestinato al trono di S.
Casimiro e quindi punto di riferi-
mento di tutti coloro che , dopo il
secondo smembramento della Po-
lon ia, ne sognavano la rinascita.
Ma i disegni di Dio erano altri .
A sei anni muore la mamma, am-
malata di tubercolosi : un'eredità
che trasmetterà al figl io. Quando il
male manifestò i suoi primi sintomi ,
cominciò per Augusto il lungo forza-
to pellegrinaggio in cerca della sa-
lute che non riacquisterà mai: Italia,
Svizzera, Egitto, Spagna furono le
principali stazioni del suo girova-
gare. Ma non era solo e soprattutto
la salute che egli perseguiva: coe-
sisteva nel suo animo giovanile
un 'altra ricerca ben più preziosa ,
quella della sua vocazione .
Egli non aveva tardato molto a
capire che non era fatto per la vita
di corte . A vent'anni , scrivendo al
padre, diceva tra l'altro, alludendo
alle feste mondane cui era costret-
to a partecipare: «Le confesso che
sono stanco di tutto ciò. Sono di-
vertimenti inutili che mi angustia-
no. Mi è molesto esser obbligato a
far conoscenze in tanti banchetti ».
Molto influsso sul giovane prin-
cipe fu esercitato dal suo Precetto-
re Giuseppe Kalinowski . Questi
aveva alle sue spalle dieci anni di
lavori forzati in Siberia; si farà poi
Carmelitano e sarà canonizzato
dall'attuale Pontefice. Fu Precetto-
re di Czartoryski solo tre anni ma
vi lasciò il segno . È lui a farci sa-
pere che ad orientare il Principe
verso la vita religiosa furono _in-
nanzitutto la figura di S. Stanislao
Kosta (era affascinato dal suo mot-
to: «Ad maiora natus sum ») e la fi-
gura di S. Luigi Conzaga: «La vita
di S. Luigi del p. Cepari mandata-
mi dall 'Italia - così afferma Kali-
nowski - ebbe efficacia risolutiva
sul progresso spirituale di Augusto
e gli aprì la via a più facile unione
con Dio». Ma l'evento decisivo fu
l' incontro con D. Bosco.
Aveva 25 anni quando lo conob-
be per la prima volta. Ciò avvenne
a Parigi , proprio nel palazzo Lam-
bert dove il Fondatore dei Salesia-
ni celebrò una S. Messa servita
proprio dal Principe Augusto.
Dopo quel primo incontro, D. Bo-
sco diventò punto obbligato di rife-
rimento per il discernimento voca-
zionale. Il Santo tuttavia avrà sem-
pre un atteggiamento di molta cau-
tela circa l'accettazione del Princi-
pe in Congregazione. Sarà invece
il Papa in persona a sciogliere
ogni dubbio: «Tornate a Torino ,
portate i miei saluti a D. Bosco e
ditegli che iÌ Papa desidera che vi
accetti ». Il Principe vola a Torino e
riferisce le parole del Papa. Siamo
nel Giugno del 1887. Gli occhi di D.
Bosco si riempirono di lagrime:
«Ebbene, mio caro , io l'accetto. Da
questo istante, ella fa parte della
nostra Società e desidero che vi
appartenga fino alla morte».
Quello stesso anno iniziò il No-
viziato sotto la guida del Maestro
D. Giulio Barberis. Deve capovol-
gere tante consuetudini: l'orario, il
vitto , la vita comune .. . Deve anche
lottare contro i tentativi della fami -
glia che non si rassegna a questa
scelta. Il padre va a visitarlo e ten-
ta di dissuaderlo. Ma Augusto non
si lascia vincere. Il 24 Novembre
1887 fa la vestizione nella Basilica
di Maria Ausiliatrice per le mani di
D. Bosco. «Coraggio , mio principe ,
- gli sussurra all 'orecchio -
Oggi abbiamo riportato una ma-
gnifica vittoria . Ma posso anche
dirle, con grande gioia, che verrà
un giorno in cui lei sarà sacerdote
e per volontà di Dio farà molto
bene alla sua patria». D. Bosco
muore dopo due mesi e sulla sua
tomba a Valsalice il Principe Czar-
toryski diventa salesiano emetten-
do i voti religiosi. La malattia fa sì
che egli venga inviato sulla costa
ligure. Qui affronta gli studi di teo-
logia e il 2 Aprile 1892 viene ordi-
nato sacerdote. Gli resterà un solo
anno di vita che egli trascorr~rà
ad Alassio in una camera che dà
sul cortile dei ragazzi. La sera
dell'8 Aprile 1893 seduto sul seg-
giolone già usato da D. Bosco egli
improvvisamente viene meno.
Aveva solo 35 anni di età e 5 di
vita salesiana. Aveva scritto sulla
sua immaginetta di Prima Messa:
«per me un giorno nei tuoi atrii è
più che mille altrove. Beato chi
abita la tua casa: sempre canta le
tue lodi » (Salmo 83) .
«Lei farà molto bene alla sua Pa-
tria» gli aveva detto D. Bosco. Ai
suoi funerali erano presenti già 120
giovani aspiranti salesiani!
D. Pasquale Liberatore
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NOTIZIE DAI CENTRI
.CORIGLIANO D'OTRANTO
CANALETTO: SETTE PROMESSE
Il 12 giugno è stato per il Centro
di Corigliano d'Otranto un giorno di
particolare festa, presenti tutti i
gruppi della Famiglia salesiana.
Dopo un cammino di preparazio-
ne hanno fatto la «Promessa» quat-
tro giovani e due adulti . È il segno
della crescita del nostro gruppo.
Per l'occasione è stato presente il
delegato nazionale, Don Pasquale
Massaro, che ha tenuto la seconda
conferenza annuale, trattando il
tema del Congresso Mondiale «Nuo-
ve povertà e nuove solidarietà -
Società plurietnica e cultura dell'ac-
coglienza».
È stato arricchito l'incontro an-
che dalla proiezione del film su
Mamma Margherita, apprezzato dal
numeroso pubblico presente.
Il 6 giugno durante l'Eucarestia
delle ore 11 hanno fatto la «Promes-
sa» del Cooperatore: Daniela Del
Buono, Chlara Poggi, Giovanna Bel-
lotti, Maria Luisa Lenzi, Rosanna
Angiolini, Gianna Di Costanzo, Nel-
la Balconi.
È stata una Celebrazione sempli-
ce, ma assai sentita. Ha accolto le
promesse il delegato locale Don Al-
fredo Fabbroni.
Sono sorelle impegnate in svariati
settori, dalla catechesi alla Caritas,
dal gruppo di Preghlera al Labora-
torio di Mamma Margherita.
L'Ispettore Don Gianni Mazzali
ha mandato le sue felicitazioni,
come il Coordinatore della Liguria
Fabio Fornasini; il delegato Don Er-
manno, nel suo augurio fra l'altro
dice: «Noi Salesiani vi sian10 vicini
con il cuore e la preghiera fraterna
affinché la Vergine Maria e Don Bo-
sco vi aiutino a diventare nuove
creature, di pensieri nuovi, di cose
nuove, di amore nuovo» .
Ringraziamo la Vice-Coordina-
trice nazionale Maria Barbieri che
ci ha onorati della sua presenza.
Speriamo che sia l'inizio di altre
persone che rispondano alla voca-
zione del Cooperatore Salesiano. Il
terreno è buono e ci sono diversi
giovani che hanno già chiesto degli
incontri per conoscere meglio que-
sta idea di Don Bosco.
TORRE CANAVESE
Domenica 6 giugno u.s ., si è svol-
to a Torre Canavese il Convegno
Cooperatori dell'Ispettoria Vercelle-
se FMA, in preparazione al Con-
gresso Italia-Medio Oriente del
prossimo settembre.
Erano presenti i Coordinatori,
Consiglieri, Delegate e altri Coope-
VENETO - S. MARCO
Sta assumendo ormai una valen-
za sempre maggiore l'appuntamen-
to primaverile per aspiranti del
Gruppo Formazione e Cooperatori
Giovani, tenutosi quest'anno in
un'edizione di tre giorni nella nota
colonia di Caorle. Ed è stato proprio
il successo dell'anno passato a spin-
gere gli organizzatori ad ampliare i
momenti di formazione, di riflessio-
ne, di preghlera e di confronto per
soddisfare così la richlesta di istitui-
re degli esercizi spirituali anche se
di breve durata. Di conseguenza si è
rivelato abbastanza serrato il ritmo
delle giornate, per altro ben struttu-
rate e curate, segno di una scrupo-
losa attenzione verso i partecipanti.
Il risultato? Soddisfazione da parte
di tutti, aspiranti e non, ricaricati
per quanto vissuto e rimotivati in un
impegno quotidiano di dono della
propria vita ai fratelli.
-■ UPS - Roma: li neo-Gruppo dei Cooperatori sorto presso l'Ateneo Salesiano.
Co11fplime11ti e... buon lavoro.
Ci scusiamo per il ritardo nel
pubblicare alcune notizie.
Gli ultimi due numeri del BSCC
sono stati infatti utilizzati per il
Sussidio annuale.
10/ 106
È sempre commovente il giomo del «sì».

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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La Spezia - Canaletto: Il momento solenne della «Promessa».
la cerimonia svoltasi a Capocroce,
durante la S. Messa dell'Oratorio,
celebrata da S.E. Mons. Giuseppe
Mani, Vescovo Ausiliare di Roma: le
sette catechiste, presentate dal Par-
roco, prima di emettere la Promessa,
hanno dichiarato pubblicamente i
motivi che le spingevano ad entrare
a pieno titolo nella Famiglia Salesia-
na, dimostrando così come lo stile di
Don Bosco si possa vivere nelle si-
tuazioni più diverse: in famiglia, sul
lavoro, in Parrocchia, nell'Oratorio,
da giovane o da anziano, senza nes-
suna limitazione o condizione.
Il Parroco Don Manfredo, con en-
tusiasmo e competenza, si è dato
molto da fare per la preparazione
delle nuove Cooperatrici con due in-
contri mensili di formazione e di
preghiera, sullo spirito salesiano e
sul Regolamento di vita apostolica.
Presto si svolgerà un nuovo corso
per aspiranti Cooperatori, al quale
speriamo che aderiscano altre per-
sone che vogliono vivere il vangelo
con lo stile di Don Bosco per l'edu-
cazione della gioventù.
POTENZA
Roma: Il Gruppo dei Cooperatol'i nel giorno della «Promesrn» a S. Maria della
Speranza.
ratori sensibili al problema, prove-
nienti dai Centri di Agliè, Aosta, Ca-
luso, Cavaglià, Romano, S. Giusto,
Salussola, Torre e Vercelli.
La giornata è stata aperta da Sr.
Rosetta Chiaverano, Delegata Ispet-
toriale, con la preghiara al «Dio-
con-noi» e la presentazione del
Coordinatore della Lombarda, Dott.
Angelo Montalbetti.
L'eccellente oratore, commentan-
do alcuni articoli del RVA e parten-
do pure dalla sua esperienza di vita,
ha parlato dell'impegno del Coope-
ratore/ trice, nella famiglia, nella so-
cietà, nella Chiesa locale. Degno di
nota il suo studio sulla corrispon-
denza tenuta da D. Bosco, durante
un soggiorno a Roma, con i «suoi»
ragazzi di Torino.
La relazione ha pure dato ampio
spazio agli scopi del Congresso e al
suo problema specifico: NUOVE PO-
VERTÀ, NUOVE SOLIDARIETÀ, PLU-
RIETNIE E CULTURA DELL'ACCO-
GLIENZA.
Dopo la pausa per il pranzo, il
gruppo affiatato, ha visitato la mo-
stra di Arte e Tesoro del Kremlino,
presso il castello di Torre.
Il pomeriggio ha registrato anco-
ra un momento di Assemblea e si è
concluso con la Celebrazione della
S. Messa, ricordando la recente
scomparsa della sorella di Monsi-
gnor Tarcisio Bertone, Arcivescovo
di Vercelli.
Tutti i presenti, alla fine, hanno sa-
lutato «Angelo», con l'impegno di at-
tuare ciò che egli ha messo a disposi-
zione con la parola e la testimonianza
e di ritrovarci ancora insieme un altro
anno per un confronto.
FRASCATI - ROMA
Quattordici nuovi Cooperatori (7 a
Villa Sora e 7 a Capocroce) hanno
fatto la Promessa di vivere nella Chie-
sa secondo lo stile di Don Bosco.
Particolarmente suggestiva è stata
«Intanto il Signore aggiungeva
ogni giorno alla comunità quelli che
erano salvati» (jT 2,41). Potrebbe
essere presentato con questa espres-
sione di fede dei primi cristiani il
dono che il Signore ha fatto alla Fa-
miglia Salesiana e, per essa, a tutta
la Chiesa un mese fa. Nove Coope-
ratori giovani hanno promesso di la-
vorare con Don Bosco al termine di
un cammino triennale amorevol-
mente seguito dal Centro locale.
Un traguardo che in realtà è solo
l'inizio per nove vite personali e co-
munitarie ora più fortemente inseri-
te nell'unico mistero di Salvezza.
Nata lungo gli itinerari seguiti da
ciascuno nella direzione spirituale,
fortificata nei periodici incontri di
meditazione della Parola all'Oasi S.
Biagio delle FMA in quel di Subia-
co, sperimentata nei piccoli e grandi
impegni quotidiani e oratoriani la
chiamata alla cooperazione si realiz-
zarà in molteplici forme seguendo il
dettato del Regolamento di Vita
Apostolica. Leonardo, Donatella,
Anna Grazia, Tiziana, Loredana
(1 •), Carmelita, Rosangela, Giulia-
na, Valerio (2"), ringraziano tutti co-
loro che li hanno accompagnati e
11 / 107

2.2 Page 12

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preparati e come una squadra ben
assortita (invisibili ma presenti in fo-
tografia Maria Ausiliatrice e Don
Bosco) «portatori del dinamismo
delle nuove generazioni», s1 impe-
gnano a «concorrere alla missione
comune».
GENZANO - ROMA
La prima domenica di ogni mese,
qui a Genzano, è LA DOMENICA
SALESIANA.
Presso l'Istituto «San Giovanni
Evangelista» infatti ci si incontra,
mensilmente, per partecipare alla
Celebrazione Eucaristica, preparata
ed animata in modo lodevole. Ci si
incontra però, innanzitutto, per po-
ter trascorrere del tempo in un cli-
ma di serenità e di gioia cercando di
scoprire o riscoprire il «senso» del-
]' amicizia.
L'elevata presenza e l'interessa-
mento di cooperatori, ex-allievi ed
amici di D. Bosco pensare che si
è colto nel segno e si è raggiunto lo
scopo che è quello, principalmente,
di stare insieme in modo piacevole
per conoscerci di più; poi, per di-
scutere i problemi della vita quoti-
diana ed i perché della nostra esi-
stenza. Particolare attenzione viene
rivolta alle esigenze ed interpellanze
dei giovani che tormentano gli ani-
mi di tutti.
LA DOMENICA SALESIANA
vuole essere quindi un'incontro pe-
riodico stimolante tra persone che,
conoscendo le tematiche di D. Bo-
sco, si rendono disponibili per at-
tuarle e viverle.
L'incontro spesso, in corrispon-
denza di particolari ricorrenze, non
si limita alle sole ore antimeridiane,
ma dura un 'intera giornata; infatti,
oltre che per la S. Messa, si sta in-
sieme per il pranzo e per alcune ore
del pomeriggio.
Crediamo di essere sulla giusta
strada. Speriamo di avere costanza
e di possedere una continua carica
per migliorarci ancora e non trovar-
ci superati e tagliati fuori dalla so-
cietà che ci circonda.
Potenza: Un momento di agape fraterna dei neo-Cooperatori con la Comunità
salesiana.
Potenza: I magnifici 9 neo-Cooperatori!
t
1,
«Al caro nostro delegato naziona-
le, Don Pasquale Massaro, in via di
guarigione dopo delicate difficoltà
di salute, assicuriamo la nostra pre-
ghiera, augurando un felice ritorno
al servizio tra i Cooperatori».
12/ 108
Napoli - Vomero: Cooperatrici impegnate nel Laboratorio «Mamma Margherita» .

2.3 Page 13

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sa, famiglia), la casa di acco-
TESTIMONIANZE
glienza per i nifios della calle
che ci ospitava, ci ha fatto capi-
re quanto è importante guarda-
L'ESPERIENZA DI UN GIOVANE COOPERATORE
re alla persona amandola in
quanto tale, superando i limiti
TRA I RAGAZZI DELLA STRADA IN PARAGUAY costruiti dalle nostre menti occi-
dentali spesso incapaci di acco-
«C OMPARTIR» è un verbo
che in lingua spagnola significa
CONDIVIDERE, un verbo mol-
to usato e amato dalla gente del-
1'America Latina tradizional-
mente accogliente e disponibile.
Compartir-condividere è stata
la parola chiave dell'esperienza
che abbiamo vissuto questa
estate ad Assuncion, capitale del
Paraguay.
Eravamo un gruppo di 11 gio-
vani (alcuni dei quali cooperato-
ri) appartenenti a diverse Ispet-
torie salesiane d'Italia. Tramite
l'Organismo non governativo sa-
lesiano VIS (Volontariato Inter-
nazionale per lo Sviluppo) ci sia-
mo incontrati durante l'anno e
preparati a questa partenza.
Abbiamo incontrato, durante
un mese intensissimo, molte co-
munità cristiane, realtà e perso-
nalità del mondo politico, socia-
le, religioso e in particolare sale-
siano, con il duplice scopo dico-
noscere per capire e di celebrare
un incontro fraterno di scambio
e solidarietà.
Soprattutto però abbiamo in-
contrato i preferiti di Don Bo-
sco, i nifios (pronuncia nignos)
della calle, i ragazzi della strada,
presenti a migliaia in questo
paese e a milioni in America La-
tina a denunciare con la loro
stessa vita i meccanismi perversi gliere la ricchezza presente nella
del sistema economico e politico diversità. Ci sarebbè tanto da
internazionale. Abbiamo cercato dire sul Paraguay, non solo sui
di essere per loro e con loro ragazzi della strada, ma anche
amici e fratelli .
su tutto questo popolo appena
Non è facile tradurre in parole uscito fuori da decenni di ditta-
la ricchezza dell'esperienza vis- tura, come ci sarebbe tanto da
suta: la gioia dello stare insieme, dire su come questa esperienza
il lavoro, l'accoglienza, il condi- nel suo insieme ha cambiato e
videre il tempo, il cibo, pratica- sta ancora cambiando le nostre
mente vivendo insieme a loro se- vite, soprattutto nel modo di
condo i loro ritmi.
pensare e di considerare quali
E non si possono descrivere i sono le cose più importanti .. .
tanti volti espressivi e ricchi di Come sempre i poveri sanno in-
vitalità di questi ragazzi che · segnare molto su quali sono le
troppo spesso conosciamo solo cose importanti.
perché i giornali ci dicono che Concludo con quello che è il
rubano, che sono pericolosi, o senso di un'esperienza fatta que-
che ne hanno ammazzato un sta estate da circa 400 giovani
gruppetto.
(tra loro molti giovani coopera-
Ognuno si porta dentro la sua tori) in diversi paesi dell'Ameri-
storia particolare e i segni più o ca Latina, dell'Africa, dell'Asia e
meno evidenti delle violenze su- dell'Europa dell'Est. Esperienze
bite, delle difficoltà affrontate: brevi, di un mese a poco più,
Ruben, 8 anni, è stato trovato da che non hanno lo scopo o la pre-
Pai Martin - il salesiano, Don sunzione di fare qualcosa di
Bosco della situazione - dormi- grande, ma essenzialmente di vi-
va dentro uno scatolone, solo, vere un incontro. L'ultimo gior-
era la sua casa, qualche furto, no uno degli educatori della
qualche lavoretto come lucida- casa di accoglienza dove ci tro-
scarpe o venditore ambulante vavamo, ci ha salutati dicendo-
per sopravvivere o la ricerca nel- ci: «Siete rimasti solo un mese,
la spazzatura; come lui tanti, poco tempo, avete potuto fare
troppi.
poco qui, ma quello che ci avete
Questo mese di vita trascorso lasciato è molto importante; noi
al Don Bosco Roga (roga = ca- non credevamo che a qualcuno
potesse interessare il Paraguay e
il nostro lavoro con i ninos della
calle; voi ci avete fatto sentire
importanti, ci avete ridato la
speranza e la voglia di continua-
re a lottare per questi ragazzi.
Ora noi sappiamo che non siamo
soli, ma che ci sono dei fratelli,
delle comunità, che anche se lon-
tani, condividono quello che fac-
ciamo e sono dalla nostra parte».
Alessandro Iannini
Borgo D. Bosco - Roma
13/109

2.4 Page 14

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SCUOLA
DI FORMAZIONE
«FONTANAZZO»
F orse questa è stata la nostra
ultima «Scuola di Formazione» a
Fontanazzo.
Rammarico? Forse sì, e non
credo solo per me, ma certamente
per molti che in questi anni han -
no condiviso questa esperienza di
vacanza-studio comunque positi-
va da ogni punto di vista .
Dalla ricchezza delle tematiche
svolte, alla bravura dei nostri sa-
lesiani che in questi anni si sono
alternati per presentare, sempre
con competenza e incisività, il
tema dell'anno, e qui non posso
non rammenentare con profonda
nostalgi a la calda e forte presenza
di Don Nicola Palmisano proprio
pochi mesi prima della sua scom-
parsa; ma la cosa che ha reso
questa esperienza direi «unica»
era proprio quell'alternarsi di va-
canza, condivisa con i propri fa -
mili a ri e tanti amici, e l'impegno
ad approfondire con l'apporto di
tutti, il tema da seguire poi, du-
rante l'anno, nei Centri della no-
stra Associazione.
.
.
((Amici di Fontanazzo» ili escursione al Santuario di S. Giuliana, patrona della Val
di Fassa.
Ed infine: la Scuola di Preghie-
ra, umile pretesto per invitare,
specialmente nelle giornate pio-
vose, chiunque in quel periodo si
trovasse a condividere con noi la
propna vacanza.
Bene, Fontanazzo ora resterà
solo «vacanza», ma non per que-
sto meno importante: i momenti
liberi vissuti insieme a tanti amici
nello stile di famiglia che ci è pro-
prio, rende sempre e comunque
quelle giornate da ricordare e da
scegliere come una vacanza deci-
samente diversa.
E la Scuola di Formazione?
Si continuerà a fare , natural-
mente!
Ma per venire incontro alle ne-
cessità di molti si sceglierà una
sede idonea, ma più facilmente
raggiungibile e limitando il tem-
po all o stretto necessario per dar
modo a tutti i responsabili, spe-
cialmente i consiglieri ispettoriali
ed i coordinatori dei Centri, di es-
sere presenti.
Constateremo la bontà di que-
sta iniziativa dal numero delle
persone presenti all a prossima ._,
Scuola.
Se saremo ancora pochi vorrà
dire che la lontananza e il tempo
saranno stati solo un pretesto.
La Coordinatrice Nazionale
Iolanda Masotti
IL RICORDO
DI UN AMICO
Enrico Guidi, il «cuore» del
SOGGIORNO DON BOSCO di
Fontanazzo, ci ha lasciato dopo
una breve e gravissima malat-
tia, il 28 settembre c. a.
In tanti lo hanno conosciuto
in questi anni durante le vacan-
ze in Val di Fassa: generoso nel
lavoro, innamorato di Don Bo-
sco, tenace nel progettare e ren-
dere sempre più «accogliente»
la casa alpina. Ci mancherà il
suo entusiasmo e il suo sorriso!
Sandro Pistoia è intervenuto
ai funerali a Bolzano e ha por-
tato alla signora Lia e ai figliuo-
li Serenella e Stefano la solida-
rietà dell'Ufficio Nazionale e di
tutti gli «A m ici di Fontanazzo».
14/ 11 O

2.5 Page 15

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L« famiglia è il luogo principale
in cui avviene l'educazione alla so-
lidarietà anche perché è il luogo in
cui la si può sperimentare».
«Infatti non c'è un momento
preciso, in cui si inizia ad educare
alla solidarietà, perché dipende dal
tipo di impostazione generale della
famiglia. Se questa cerca di fare
esperienza di solidarietà, allora tut-
ta la vita diventa educazione alla
solidarietà. In questo caso educa-
zione e testimonianza sono la stes-
sa cosa. La solidarietà è criterio di
giudizio e di scelta, quindi è un ele-
mento naturale dentro un cammi-
no educativo: l'educazione alla so-
lidarietà si fa da quando si comin-
cia ad educare, cioè da sempre».
(Giuseppe Gervaso, presidente
dell'Azione Cattolica Italiana,
sposato con 7 figli).
Maria Luisa Bari De Rita, 8 fi.
gli, un lungo curriculum lavorativo
come autrice di trasmissioni televi-
sive per ragazzi, come condirettri-
ce di una nota libreria per i più gio-
vani a Roma e ora dedita ad attivi-
artigianali, ci racconta la sua
esperienza. i,Già da bambina ero
stata educata a impegnarmi per gli
altri, frequentavo la parrocchia e
gruppi giovanili di impostazione
laica. Però non ho dato indicazioni
precise ai miei figli, non li ho spinti
a frequentare gruppi, ma nella
quotidianità familiare c'era sempre
un'attenzione perché il bambino,
sia in casa sia fuori, avesse presen-
te che c'era l'altro: non si doveva
dargli fastidio, non lo si doveva so-
praffare, non lo si doveva umiliare.
Facevamo attenzione a piccole co-
se, come il lasciare il posto sull'au-
tobus, oltre che alle cose più im-
portanti. Poi, quando hanno fre-
quentato la scuola media hanno
sentito il bisogno di spiccare il vo-
lo, di fare da sé. Ci sono momenti
nel processo di maturazione dei ra-
gazzi in cui sopravvengono altri
problemi e ci sono periodi in cui si
chiudono maggiormente, ma poi
ricominciano ad aprirsi, ad espan-
dersi verso gli altri».
<<ARIA NATALIZIA>>
UTOPIA DI UN SOGNO
/ l canto del gallo
ha spezzato il mio sogno:
un desiderio notturno
di campi da arare
di pascoli erbosi
di frutti maturi
di pace fra gli uomini
di ogni razza
di ogni paese
Lamenti di bimbi
coprono il suono
di campane lontane:
agnelli affamati
che giacciono mesti
coi musi appoggiati
su flosce mammelle,
quasi fantasmi di alberi
che protendono i rami,
braccia sterili e secche,
a rifugio di morte e di corvi
in attesa.
E si spezza il mio sogno:
di lucidi aratri
di covoni di grano
di belati mansueti
di zufoli e armoniche
di aie affollate
di antica saggezza.
Ma, al calar del sole
riprenderò il mio sogno
mentre il Cielo
annuncia il tempo
domani:
sarà Natale il nuovo giorno.
E al calar del sole
riprenderò il mio sogno.
Pompeo Santorelli
15/ 111

2.6 Page 16

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COLLANA *
GUIDO GATTI
I comandamenti
sono ancora attuali?
*
GIORDANO MURAao
Ama_rsi e sposarsi
nel Signore .
Sì: il decalogo conser
il ruolo di «pedagogo•
che conduce a Cristo.
Ecco come.
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ELLE DI Cl
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Al fidanzati veramen
di Interrogarsi I te capaci
di 4 •shock d • lafl proposta
a r esslone».
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MONDO Nuovo