Bollettino_Salesiano_195403


Bollettino_Salesiano_195403



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=-

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In copertina:
l
TORIKO-VALDOCCO - Statua dell'lmmaco'ata, che Don Bosco avern collocato nella sacrestia
del Santuario e che oggi è stata decorosamente sistemata all'estremitì del nuovo porticato co-
struito in continuazione di quello di casa Pinardi. Sopra uno sfondo dipinto dal Prof. Crida
è magistralmente richiamato il pergolato di rose del sogno di Don Bosco, e una hella e de-
licata fioritura di glicini incornicia la candida statua. Fu inaugurata dal Rettor i\\laggiore la
sera del 7 dicembre 1953, in occasione dell'apertura dell'Anno Mariano.
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A. LXXVIII N. 3
1° FEBBRAIO 1954
IOllettitlo •·Salesiano
ROMA - Si è diffusa una voce che elettrizza i nostri aspiranti dell'Istituto S. Tarcisio: « Arriva il Papa!... ,,. (v. pag. 45).
Il PAPA ha bisogno dell'aiuto dei fanciulli
La pupilla degli occhi di Gesù.
Nella solennità dell'Immacolata, dopo la
trionfale apertura dell'Anno Mariano, il Santo
Padre rivolgeva all'Azione Cattolica Italiana
un radiomessaggio nel quale, tracciate le nor-
me direttive per l'Anno centenario, manifesta-
va un suo particolare desiderio << ai cari e
forse irrequieti fanciulli in ascolto>>.
Ricordate - diceva - quanto vi amava
Gesù e con quanta tenerezza vi accoglieva?
Parlando alle turbe, Egli 7JÌ proponeva come
modelli per entrare nel reino dei cieli. Anche il
Papa vi ama, come vi amava Gesù. Voi siete
i prediletti del Papa, come eravate la pup1:lla
degli occhi di Gesù.
Ebbene, cari fanciulli, il Papa ha bisogno del
vostro aiuto. Il Papa ha tante ansie, tanti ti-
mori per le sorti di questo mondo minacciato di
rovina. Volete voi aiutare il Papa? Volete aiu-
tare la Chiesa a salvare il mondo, a salvare
l'umanità in pericolo? Allora alzate al cielo
i vostri occhi limpidi e puri; giungete le vostre
piccole mani e offrite a Gesù la vostra innocenza.
Dite a Gesù che salvi la Chiesa, che salvi le
anime. Siate con la vostra preghiera, coi vostri
piccoli sacrifici, gli angeli protettori di tutta
l'Azione Cattolica, che ripone in voi tutte le
sue speranze.
L'arma più potente.
Strano contra5to: per salvare il mondo e
l'umanità in pericolo il Papa chiede l'aiuto
dell'elemento più debole, dei fanciulli. Sì,
perchè le battaglie di Dio si vincono con la
preghiera e il sacrificio, e non c'è preghiera,
non ci sono sacrifici più accetti a Dio che la
preghiera di anime innocenti e i sacrifici dei
piccoli. La Madonna ai tre fanciulli di Fatima
non ha parlato diversamente.
La risposta di tutti i fanciulli è stata pronta
e generosa. L'Associazione Fanciulli di Azione
Cattolica, gli Aspiranti, le Sezioni Minori della
- 41

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Gioventù Femminile hanno accolto con gioia Fortunatamente oggi le cento città d'Italia
l'invito del Papa e hanno iniziato, con la - e non soltanto d'Italia - hanno un Don Bo-
Novena del S. Natale, in unione con tutti sco: ce l'hanno nella persona dei suoi figli che
i fanciulli d'Italia, quest'opera di salvezza agli non dimenticano l'ultima volontà del Padre,
ordini del Papa e della Chiesa.
espressa sul letto di morte, che i Salesiani la-
Ma è desiderio del Papa che questa inno- vorassero dovunque e sempre per la difesa
cente crociata di preghiere e di sacrifici duri dell'autorità del Papa; ce l'hanno pure nella
tutto l'Anno Mariano; e noi pensiamo all'en- falange dei Cooperatori e degli Ex allievi, che
tusiasmo col quale Don Bosco accoglierebbe si sentono orgogliosi di brillare nella società
l'invito del Vicario di Cristo e lo trasmette- per questa nota caratteristica inconfondibile
rebbe alle masse giovanili che popolano i suoi di amore al Vicario di Cristo.
Istituti e i suoi Oratori; pensiamo alle vive
raccomandazioni che farebbe ai suoi Coope-
ratori perchè s'interessino che i loro figli si
Appello ai genitori e agli educatori.
uniscano al grande esercito di fanciulli che L'Anno Mariano ci offre una preziosa oc-
moltiplicano le loro preghiere e i loro sacrifici casione di imitare Don Bosco in questa sua
per aiutare il Papa a salvare il mondo.
cattolicissima prerogativa di saper trasfondere
nelle anime giovanili l'amore al Papa.
I ragazzi di Don Bosco.
I genitori e gli educatori non hanno che da
attuare il programma tracciato dallo stesso
Sappiamo che in una occasione analoga i S. Padre, che chiede ai nostri fanciulli pre-
poverissimi ragazzi dell'Oratorio di Valdocco ghiere e sacrifici. Le mamme aiutino i loro
vollero confortare l'angelico Pio IX inviandogli piccoli ad << alzare al cielo i loro occhi limpidi
il loro piccolo obolo accompagnato da senti- e puri, a giungere le loro piccole mar.i e ad
menti che rivelano con quale ardore nella offrire a Gesù la loro innocenza ►>; i babbi li
casa di Don Bosco si amasse il Papa.
contemplino con paterna compiacenza e si
Beatissimo Padre - dicevano - noi sianw uniscano alla preghiera dei loro innocenti
un ceto di giovanetti, i quali riputiamo a nostra figliuoli.
grande ventura il poter
Con la preghiera, il
dare un segno di vene-
razione a Vostra Santi-
tà. Ci protestiamo vostri
affezionatissimi figli; e
malgrado lo sforzo dei
màlevoli per allontanar-
ci dall'unità cattolica,
noi riconoscendo nella
Santità Vostra il Suc-
cessore di S. Pietro, il
Vicario di Gesù Cristo,
a cui chi non è unito
va eternamente perduto,
e nell'intima persua-
sione che nessuno da voi
disgiunto può apparte-
nere alla vera Chiesa,
dichiariamo di voler iJi-
Diletti figli Salesiani di Don Bosco, abbiatevi
tutto il Nostro paterno compiacimento e la
Nostra gratitudine per quanto avete fatto e
continuate a fare a vantaggio di questi ragazzi,
Ogni vostra premura, ogni vostra aspirazione,
ogni vos1ra ansia, voi l'avete avuta per Gesù.
Di fronte ai lupi, che tentano di penetrare nel-
l'ovile della Chiesa per devastare quel tempio
di Dio che è l'anima giovanile, sta ferma e
potente la vostra azione di sal.vezza.
Non vi stancate, diletti figli, in questa prov-
videnziale opera di redenzione e di educazione.
Abbiate sempre vivo dinanzi alla mente l'esempio
luminoso del vostro grande Padre e Fondatore,
Raddoppiate i vostri sforzi per moltiplicare il
numero dei ragazzi da voi assistiti. E siano
benedetti quanti collaborano con voi... PIO Xli
Papa chiede anche i pie•
coli sacrifici. Don Bo-
sco, un giorno del 1860,
parlò delle strettezze del
Papa ed ecco che ad
una voce i 700 giovani
gridarono che avrebbero
rinunziato volentieri al-
la colazione per inviare
un piccolo soccorso al
S. Padre. Mille piccoli
sacrifici potranno fare
i nostri fanciulli, se
sapientemente diretti,
soprattutto abituandosi
a rinunziare decisa-
mente ad ogni diver-
timento che possa met-
vere e morire sempre
tere in pericolo il can-
uniti a questa Chiesa, di cui Voi siete Capo dore delle loro anime.
visibile, offrendoci pronti a spendere ogni nostro A tutti i Cooperatori che condividono con
avere, ogni sostanza e la vita medesima, per i Salesiani l'alta e tremenda responsabilità
mostrarci degni figli di un sì tenero Padre.
dell'educazione della gioventù, l'augurio che
Aveva dunque ragione quel liberalissimo a ciascuno dei loro di~cepoli i nemici di Dio
giornale torinese che nel 1879 scriveva:
e del suo Vicario abbiano motivo di ripetere
In Don Bosco l'arte di innamorare al Papato quanto un antico maestro del futuro Cardi-
è tutto, e si può dire che in ciò vale mille maestri nale Cagliero gli diceva un giorno del 186o:
clericali, e millr'• giornalisti così detti cattolici Ti compatisco; Don Bosco a riguardo del
coi loro eccessi. Guai se le cento città d'Italia Papa vi scalda tanto la testa che sareste capaci
avessero per ciascuna un Don Bosco!
a farvi martiri per la sua causa.
42 ~

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Un giorno Don Bosco era
circondato da alcuni sale-
siani che parlavano con grande
ammirazione dei vari Ordini
Religiosi, rilevandone i meriti.
Uno di essi, dopo di aver
altamente elogiato le beneme-
renze e lo zelo invitto di uno
di questi, concluse dicendo:
« Se non fossi Salesiano, mi
iscriverei a quell'Ordine ».
Don Bosco, che di gran cuore
aveva condiviso tutte quelle
lodi, esclamò con calma in-
cisiva: « Oh, no! se non fossi
Salesiano, io mi farei Sale-
siano!».
Mem. Biogr., voi. IX, pag. 718.
« Ricordo che ogni anno nel
carnevale, in compenso
di tanti disordini che si com-
mettono, Don Bosco ci esortava
a ricevere la SS. Eucaristia e
a fare delle ore di adorazione
dinanzi al tabernacolo. E
mentre parlava, pensando agli
insulti che riceveva Gesù Sa-
cramentato, specialmente in
quei giorni, piangeva e faceva
piangere anche noi. Ci racco-
mandava anche di compiere
le nostre pratiche di pietà il
più divotamente che fosse
possibile con l'intenzione di
acquistare l'annessa indulgen-
za plenaria, e diceva: " Pro-
curiamo un buon carnevale
alle povere anime purganti,
cooperando a farle entrare più
prestò nei gaudii del Para-
diso"». (Can. G. B. ANFoss1).
Mem. Biogr., IV, 256.
ma CENTO ANNI
i Salesiani si chiamano così
~ a sera del 26 gennaio r854 ci radunammo nella stanza di
Don Bosco: esso Don Bosco, Rocchietti, Artiglia, Cagliero e Rua; e
ci venne proposto di fare coli'aiuto del Siinore e di S. Francesco di
Sales una prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo
per venire poi ad una promessa e quindi, se sarà possibile e conve-
niente, farne un voto al Signore. Da tale sera fu posto il nome di
Salesiani a coloro che si proposero e si proporranno tale esercizio.
Così in una memoria manoscritta, giunta fino a noi, dell'allora
chierico diciassettenne Michele Rua.
Se non si può dire che nel gennaio del 1854 sia nata la Con-
gregazione salesiana, si deve affermare che in quel mese e in
e quell'anno Don Bosco si impegnato a fondo e definitivamente
con S. Francesco di Sales. I Salesiani di Don Bosco - come
sono ora chiamati i continuatori del modestissimo drappello di
un secolo fa - i loro allievi, i loro cooperatori celebrano questo
anno il primo centenario della loro iscrizione a quella scuola sa-
lesiana che già un secolo fa aveva al suo attivo due secoli di
vita feconda e legioni di allievi.
Già parecchi anni prima il nome del santo Vescovo di Ginevra
aveva sollecitato la mente e il cuore del giovane sacerdote di
Valdocco. Ci assicurano i suoi biografi che Egli, quando ancora
era nel Convitto Ecclesiastico di S. Francesco d'Assisi, aveva
stabilito in cuore di porre tutte le sue opere sotto la protezione
dell'Apostolo del Chiablese e stava solo aspettando che la Di-
vina Provvidenza, attraverso il suo direttore spirituale Don Ca-
fasso, mettesse il suggello al suo divisamento. Don Cafasso parlò
senz'essere interpellato e Don Bosco 1'8 dicembre del 1844 be-
nedisse la prima cappella in onore di S. Francesco di Sales in
due spaziose camere dell'Ospedaletto, che la Marchesa di Barolo
avrebbe aperto l'anno successivo 1845.
Si sa che l'Oratorio due anni dopo, nel 1846, ottenne final-
mente una sede fissa e il giorno di Pasqua del 1846 (12 aprile)
nella tettoia Pinardi Don Bosco benedisse la seconda cappella in
onore di S. Francesco di Sales.
Sei anni dopo, non più una modestissima e disagiata cappella,
ma, per quei tempi, una chiesa bella, spaziosa, comoda: la chiesa
di S. Francesco di Sales, benedetta la domenica 20 giugno del 1852.
Le ragioni che fino a questo momento si desumono addotte
da Don Bosco per assumere S. Francesco di Sales come titolare
e protettore del suo Oratorio non sono tali da costituire un le-
game profondo esteso e indissolubile tra Lui e il santo Vescovo
di Ginevra. Sostanzialmente l'Apostolo dei giovani vedeva nel
~ 43

1.6 Page 6

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Santo di Sales il tipo perfetto della calma, della mansuetudine,
della carità e intendeva proporlo a sè e ai suoi collaboratori come
modello nella educazione dei giovani. Entro questi limiti la sale-
sianità del Salesio non è ancora molto impegnativa per Don Bosco.
Ma il 26 gennaio 1854 si squarciano i veli e Don Bosco si
manifesta per la prima volta un discepolo della scuola salesiana.
Il denominativo di salesiani con la sua comparsa timida e ardita
insieme compie la funzione di gettare un fascio di luce sulla
concezione che Don Bosco aveva della vita di perfezione.
Altro è che Don Bosco collochi sotto il patrocinio di S. Fran-
cesco di Sales le sue cappelle e il suo Oratorio, e altro è che
chami salesiana la sua istituzione. Il qualificativo salesiano aveva
già allora un contenuto dottrinale e storico preciso, che Don Bosco
poteva, come fece, arricchire, ma che non poteva modificare.
Chiamando salesiani i suoi attuali e futuri collaboratori egli iscri-
veva sè e i suoi alla scuola salesiana.
È noto che, nel linguaggio tecnico degli storici della spiri-
tualità, col termine di scuola salesiana si designa una - e la più
personale - delle quattro grandi scuole di spiritualità dei tempi
moderni.
Dalla metà del Quattrocento fino alla metà del Seicento, cioè
dal Rinascimento al Giansenismo, le tre grandi nazionalità europee,
la spagnola, la francese, l'italiana crearono tre grandi monumenti
di sapienza cristiana chiamati rispettivamente scuola di spiritua-
lità spagnola, francese, italiana. Accanto a questi tre monumenti,
opera collettiva di grandi cristiani, S. Francesco di Sales, da solo,
innalzò il suo. la scuola salesiana.
li significato essenziale dell'adunanza della sera del 26 gen-
naio 1854 non può dunque essere che questo: Don Bosco ha di-
chiarato di fare sua e dei suoi la teologia spirituale di S. Francesco.
Erano legione già a quel tempo i discepoli della scuola salesiana;
Don Bosco ha contribuito ad infittirne le schiere.
Crediamo non sia stata estranea a questa scelta, da una parte,
una ispirazione superiore e, dall'altra, la grande somiglianza delle
due personalità.
T doni della grazia, è stato scritto, si sono uniti a quelli della
natura nel Vescavo Savoiardo, per farne uno dei santi più com.
pleti e più attraenti. << È' uno degli uomini - di Don Bosco sen-
tenziò un suo biografo non italiano - più completi e assoluti che
io abbia conosciuto, frutto squisito del Cristianesimo latino>>.
Don Bosco, chiamando i suoi discepoli salesiani, ha inteso
scolpire in essi, fin dove fosse possibile, i tratti umani caratteristici
dell'anima salesiana, tratti che erano propri anche della sua: la
bontà, la dolcezza, la squisita sensibilità, la mansuetudine, il fa-
scino personale. Ha inteso fare sua e comunicare ai suoi figli
l'inclinazione naturale che S. Francesco aveva trovato nella scuola
italiana e innalzata a perno della sua ascetica: l'inclinazione a
mettere in evidenza il lato bello, attraente della virtù cristiana;
a mortificarsi interiormente fino all'estremo limite, senza che al-
l'esterno traspaiano i segni di codesta austerità di fondo. Soprat-
tutto ha inteso additare la perfezione soprannaturale di tutti
questi eccellenti doni naturali nella santità eminente di S. Fran-
cesco, la cui mortificazione eroica, sempre dissimulata dal sorriso,
ha permesso che in quell'anima fatta per amare predominasse
sempre e solamente la divina carità.
Non è dunque privo d'interesse questo primo centenario del
nome salesiano adottato da Don Bosco.
44 -
'Un grave delitto'
Da molto tempo parecchi
nostri figli hanno abbandonato
Iddio; si sono allontanati da
Gesù, dalla Chiesa, dal Sacer-
dote. Alcuni sono oggi indif-
ferenti; altri - sembrerebbe
incredibile - sono divenuti
nemici del Signore e vivono
incatenati dall'odio, immersi
quindi in una tristezza pro-
fonda, senza nemmeno imma-
ginare che, tornando alla casa
del Padre, ritroverebbero la
pace e la serenità perduta.
Voi senza dubbio ne conoscete
alcuni; essi non sanno quello
che fanno, e del loro quasi
incomprensibile odio e della
loro inesplicabile avversione
vi è una causa principale: il
veleno della calunnia versato
insidiosamente nell'animo loro
da uomini senza coscienza, i
quali sistematicamente accu-
sano la Chiesa, travisano i di-
scorsi del Papa e interpretano
con animo malevolo ogni
suo gesto.
QUESTO È UN DELITTO,
DILETTI FIGLI, UN GRAVE
DELITTO. POTETE INFATTI
CREDERE CHE IL PAPA, LA
CHIESA, SIANO CONTRO I
POVERI? PUÒ IL PAPA ES-
SERE CONTRO GLI OPE-
RAI? PUÒ IL PAPA DESIDE-
RARE LA GUERRA?
Nondimeno anche a questi
infelici, vittime di una propa-
ganda perversa, voi direte
ugualmente « buone e sante
Feste» a nome del Papa, il
quale ama tutti e tutti vorrebbe
vedere sereni nella concordia
e nel conveniente benessere.
S. S. PIO XII

1.7 Page 7

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Omaggio filiale.
Al Santo Padre, mentre fa ritorno da Castel Gandolfo, appaiono le prime luci agitate dai nostri, schierali sulla via Appia.
,,,1,
per benedire una statua de/l'Immacolata
Quella sera il Santo Padre avrebbe fatto ritorno
da Castelgandolfo al Vaticano. I Salesiani e i gio-
vani che popolano le nostre Case di S. Callisto e
di S. Tarcisio, presso le Catacombe, si erano schie-
rati lungo la Via Appia. Perchè il loro omaggio
filiale avesse maggior risalto, ciascuno portava
una candeletta accesa. Lo schieramento aveva il
suo centro sotto un fanale, alla cui luce appariva
in tutto il suo candore una bella statua dell'Im-
macolata. Non era ancora stata benedetta, il che
si era avuto cura di mettere in evidenza con la
scritta: "Statua da benedire".
All'arrivo del corteo pontificio, quando il
Santo Padre vide le prime luci, fece rallentare e,
sorridendo paternamente ai giovani schierati, co-
minciò a benedirli. Giunto poi alla statua, attor-
niata dai più picco Ii con cande Iine, sostò, si rac-
colse in preghiera e dall'auto, ferma accanto alla
statua, la benedisse con più segni di croce.
La scena, al tutto inaspettata, aveva suscitato
la visibile compiacenza del Papa. Anche i compo-
nenti il seguito, sorpresi per quella sosta fuori
programma, si sporgevano e ammiravano, mentre
dai finestrini dell'autopullman che seguiva si af-
facciavano sorridendo le Guardie Svizzere.
Salesiani e giovani tornarono a casa giubilanti
accompagnando in processione la Madonna be-
nedetta dal Papa e cantando il "Magnificat". In-
vidiabile preludio all'anno sacro a Maria Imma-
colata
Vorremmo dirvi, diletti f,g/i, come un tenero amore, simile a quello
che riempiva il Cuore divino di Gesù per tutti i fanciulli, accende il
Nostro e lo fa traboccare di gioia oggi che avete voluto allietarCi
con la vostra presenza così piena d'incanto.
PIO Xli ad un gruppo di allievi salesiani il 19-4-1953.
~ 45

1.8 Page 8

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Nuova opera salesiana 'Marchesa Teresa Germi Tor1onia '
Al decimo chilometro, tra l'ansa dell'Aniene e la Tiburtina,
il Marchese Sen. Alessandro Gerini ha donato una vasta esten-
sione di terreno per la costruzione di un grande Istituto Sale-
siano, ìn memoria della madre, Marchesa Teresa Gerini Tor-
lonia. L'Opera avrà carattere prettamente sociale: con l'Ora-
torio curerà l'istruzione religiosa e l'educazione morale dei
giovani del luogo, tanto numerosi, e con le Scuole professio-
nali a indirizzo meccanico ed elettromeccanico, avvierà la
gioventù operaia a trovare una conveniente sistemazione nella
vita sociale.
Nel pomeriggio della dom-:nica 13 dicembre scorso, si
svolse, in forma strettamente privata, una semplice cerimonia:
il Rettor Maggiore benediceva il terreno, ove dovrà sorgere
l'Opera, e invitava i presenti a rendere grazie al Signore e ad
esprimere la più viva riconoscenza al munifico donatore.
TORINO - Don Bosco cornme-
rnorato ne « La Domenica del
Pioniere Piemontese ». - Con
l'intento di illustrare alla gioventù
la vita e le opere delle grandi perso-
nalità che hanno giovato alla patria
e alla città di Torino, nel campo
religioso, sociale, industriale, com-
merciale, culturale, ecc., è sorta a
Torino, per opera del Dott. lng. Gia-
como Negri e del Prof. Francesco
Offidani, l'iniziativa de La Domenica
del Pioniere Piemontese. I benemeriti
promotori hanno voluto dedicare la
prima manifestazione inaugurale al-
1'esaltazione della figura di S. Gio-
vanni Bosco, come colui che più di
ROMA Ingegneri e benefattori attorno al Rettor Maggiore, dopo la benedizfone del terreno sul quale sorgerà la nuova
Opera Marchesa Teresa Gerini Torlonia.

1.9 Page 9

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ogni altro fa convergere ver:io To-
rino gli occhi di ogni parte del
mondo.
La solenne commemorazione fu
tenuta dal nostro Don Bogliolo,
professore nella Facoltà filosofica del
Pontificio Ateneo Salesiano, nel-
1'Aula Magna dell'Istituto Francesco
Offìdani, alla presenza delle autorit:A
e di elettissimo uditorio.
MOLFETTA (Bari). - La prima
pietra delle Scuole professionali
salesiane fu posta il giorno dell'Im-
macolata con un'imponente e signi-
ficativa manifestazione. L'Ecc.mo
Vescovo Mons. Salvucci la benedisse,
presenti le autorità. Parlarono, oltre
Sua Eccellenza, l'on. Del Vescovo,
il sen. Jannuzzi e il Sindaco, rile-
vando tutti la necessità di scuole
professionali in una zona in cui
sono molti gli operai non qualificati.
SIRACUSA - Per le figlie del
popolo. - Alla periferia della città
in un aggregato di tuguri, molte
famiglie venute dalla provincia vi-
vevano nella più nera miseri'.! morale
e materiale. Il Parroco Don Giuseppe
Bruno, con l'aiuto di benefattori e
degli enti pubblici, acquistò il ter-
reno necessario e costrusse una bella
casa che affidò alle Figlie di Maria
Ausiliatrice. Fu inaugurata all'inizio
dell'Anno Mariano come omaggio
ali' Immacolata e al Papa. Vi sono
già in piena attività l'asilo, il labora-
torio per ragazze e la cucina sociale
con trecento minestre giornaliere.
NOVARA - In preparazione al-
i'Anno Mariano, il 6 dicembre
scorso, fu celebrata una solenne
giornata presieduta dal nostro Ret-
tor Maggiore, che inaugurò un mo-
numento ali'Ausiliatrice nel vasto
cortile dell'Istituto. La onorarono
con la loro presenza l'Ecc.mo Mon-
signor Gilla Vincenzo Gremigni e
le massime autorità. Parlò il Sindaco
Avv. Prof. Giuliano Allegra, esal-
tando in forma incisiva e luminosa
l'efficacia del sistema educativo di
Don Bosco.
AMSTETTEN - E risorta più
bella la chiesa del Sacro Cuore
distrutta dalle bombe. - Dopo il
bombardamento del 20 marzo 1945,
erano rimasti in piedi la facciata, i
due campanili e il muro di destra.
Nel 1949 i nostri confratelli, ani-
mati dall'Ecc.mo Vescovo, organiz-
zarono un comitato per la raccolta
delle offorte e destarono nella cittadi-
nanza un fervore tale che molti
operai e ferrovieri in pensione si
obbligarono a prestare gratuita-
mente l'opera loro per turno, sotto
la direzione pure gratuita di tecnici
volenterosi che assicurarono la con-
tinuità dei lavori.
Così il magnifico tempio fu rico-
struito non col denaro dei ricchi,
ma con i sacrifici, i sudori e le pic-
cole offerte dei poveri, i quali ebbero
la gioia di vederlo consacrato il
giorno di Cristo Re.
Degno di nota il fatto che nell'uni-
versale distruzione era rimasta in-
tatta la statua di Maria Ausiliatrice,
ritrovata tra le macerie in prossi-
mità della bomba scoppiata.
ARACAJU-SERGIPE - Rione
Maria Ausiliatrice. - La città di
Aracaju ha voluto rendere omaggio
a Maria Ausiliatrice e ai Salesiani
intitolando la zona ove è situato il
nostro ginnasio: Rione Maria Ausilia-
trice. L'idea partì dal rappresentante
del popolo alla Camera Legislativa,
sig. Nelson Vieira de Araujo, grande
ammiratore dell'opera nostra.
RECIFE (Pernambuco) - Una
via intitolata a Domenico Savio.
- La divozione al santo discepolo
di Don Bosco va facendosi popolare
in quella città, dove abbiamo già un
centro di scuole elementari e di isti-
tuzioni educative col nome di Do-
menico Savio. Ora si apre, proprio
dinanzi al nostro collegio, una via
nuova, trasversale a via Don Bosco,
che i proprietari, nostri cooperatori,
,·ollero si chiamasse Via Domenico
Savio. Così Maestro e Discepc-lC' si
trovano ancora una volta uniti a in-
dicare alla gioventù la via del bene.
t!I•> !•>~,, :t P;!
BUCARAMANGA - Scuole Pro-
fessionali sorte per la fede di una
Cooperatrice. - La signorina Sofia
~ 47

1.10 Page 10

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Motta, morta nell'agosto u. s., co-
nobbe attraverso la lettura del Bol-
lettino Salesiano Don Bosco e la sua
Opera. Piena di ammirazione per le
meraviglie compiute da Maria Au-
siliatrice nel mondo, desiderava con-
correre a tanto bene e pregava la
Vergine che le aprisse la via. Ed
ecco che si ammala a morte un suo
cugino, Tesoriere generale del Di-
partimento; i medici disperano di
salvarlo. La buona Cooperatrice al-
lora prega Maria Ausiliatrice così:
« Se mi guarite il cugino, spacciato dai
dottori, io vi prometto di farmi pro-
pagatrice del vostro culto in città e
di introdu vi i Salesiani>>. Il cugino
guarisce in forma tale che vi si ri-
conosce un miracolo, e la sig.na Sofia
diventa un'apostola dell'Ausiliatrice.
Superando incredibili difficoltà e
umiliazioni, costruisce una cappella
alla Madonna di Don Bosco e vi
racco6lie la gioventù anticipando
l'oratorio festivo. Ogni anno sup-
plica l'Ispettore per la venuta dei
Salesiani e finalmente nel 1944 ha
la gioia di vederli arrivare. Gli inizi
furono poverissimi, ma con l'assi-
stenza di Maria Ausiliatrice, nel 1953,
la grande benefattrice, prima di mo-
rire, aveva il conforto di visitare i
laboratori e di salutare i primi al-
lievi usciti col diploma di compiuto
tirocinio professionale.
MOSTRA PROFESSIONALE SALESIANA APARIGI
Fu inaugurata dallo stesso Presidente del Consiglio, M. La-
niel, nei locali della Maison de la Chimie. Organizzata per
celebrare il Centenario delle nostre Scuole professionali, ri-
mase aperta dal 17 al 24 novembre e fu visitata da molti amici
dell'Opera salesiana, industriali e tecnici, che ammirarono i
risultati della formazione tecnica e pratica che ricevono i gio-
vani artigiani nelle Scuole salesiane del Lavoro.
Grandi pannelli, eseguiti con arte e modernità, permette-
vano, a mezzo di disegni originali, di testi appropriati e di
sobrie statistiche, di conoscere quanto concerne l'Opera sale-
siana nel mondo in generale e l'attività professionale in specie.
Nel centro della vasta sala era stato installato un piccolo
laboratorio di meccanica, nel quale allievi del nostro Istituto
di Caen, davano una dimostrazione pratica di lavoro, azio-
nando torni e altre macchine, costruite da loro stessi, e pre-
standosi a dare ai visitatori informazioni e chiarimenti.
Gli organizzatori non dimenticarono che Don Bosco, uscito
da famiglia contadina, fu pure creatore di Scuole agrarie. Un
grande pannello illustrava quest'altra attività e sopra un ta-
volo si potevano ammirare vari prodotti delle Scuole agricole
vicine di Pouillé e di Giel.
In occasione della Mostra si tenne nello stesso locale una
<< Giornata» consacrata allo studio di problemi professionali,
sotto la presidenza del Consigliere Professionale Generale,
Rev.mo Don Antonio Candela.
La Mostra di Parigi fu definita << un'eloquente sintesi del-
l'opera geniale creata da Don Bosco e continuata dai suoi figli
attraverso il mondo, a vantaggio della gioventù operaia».

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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trl t;, ~ ;;t•R rn
TOKYO
Un ammiraglio
giapponese entra nella Chiesa. -
Uno dei più noti ufficiali della Ma-
rina Imperiale nipponica è stato ri-
cevuto nella Chiesa cattolica. Egli è
il Vice Ammiraglio Kazuyoshi Y a-
maji, già membro dello Stato mag-
giore nipponico durante la guerra
rmso-giapponese del 1904-1905 ed
Aiutante di Campo dell'Imperatore
Taisho, genitore dell'attuale Impe-
ratore. Quattro delle sue figlie spo-
sate sono cattoliche, come pure le
loro famiglie, mentre la quinta ha
emesso gli ultimi voti come religiosa
del Sacro Cuore. Il Vice Ammiraglio
è stato istruito dal nostro Don An-
tonio Colussi e battezzato dal Vescovo
Mons. Louis Prosper Durand O. F.
M., espulso dalla Cina comunista.
Ora l'unico rimpianto dell'ammi-
raglio Yamaji è di aver abbracciato
la fede troppo tardi. Ogni domenica
si reca alla missione salesiana di
Tokyo-Meguro per ascoltare la
S. Messa. Quando vanno a trovarlo
i suoi allievi d'armi, apertamente
dichiara di essersi fatto cristiano e
consiglia loro di fare altrettanto:
<< Solo abbracciando la religione cat-
tolica - dice - si potrà sperare la
vera rinascita del nostro Paese•>.
te:••>•-•
DIBRUGARH (Assam). - Due
Missionari salesiani si offrono a
penetrare tra i feroci Tagin. -
Il 22 ottobre u. s. una spedizione
governativa di oltre 100 membri ve-
Ventiquattresimo anniversario dell'eroica morte
dei Protomartiri salesiani
Mons. LUIGI VERSI GLIA e Don CALLISTO CARA VARIO
vittime dei comunisti cinesi.
niva barbaramente trucidata dalla
tribù assamese dei Tagin sulle mon-
tagne Abor a nord-ovest di Dibru-
garh. Il massacro ha commosso tutta
l'India e il Governo Centrale sta alle-
stendo una spedizione pumttva,
mentre due missionari salesiani si
sono offerti di recarsi tra quelle
tribù feroci per tentarne l'evangeliz-
zazione. Si spera che il Governo
accolga la generosa offerta.
Tempo fa un signore hindù, che
conosce bene quella regione, diceva
al Vescovo di Dibrugarh: << Tutti i
nostri sforzi per avvicinare e civiliz-
zare le tribù assamesi sono stati
vani. Soltanto voi possedete il se-
greto del successo, voi che vi presen-
tate senza armi e conquistate il cuore
dei selvaggi. Noi non possiamo che
ammirare l'opera che avete compiuto
tra i Khasi, i Garo, i Lushai e altre
tribù dell'Assam >>.
SHILLONG - Il Governatore
dell'Assam alla Scuola professio-
nale Don Bosco. - La Mostra
professionale allestita quest'anno ha
superato le precedenti, tanto per gli
oggetti esposti quanto per il numero
dei visitatori. Anche il Governo di
Nuova Delhi inviò le sue congratu-
lazioni.
Tra le v1S1te illustri ci fu
quella del Governatore dell'Assam,
che s'intrattenne nella Scuola quat-
tro ore ammirando, lodando, con-
gratulandosi. Promise un bel premio
ai primi in condotta e studio, e lasciò
loro tre ricordi: << Siate buoni e vir-
tuosi - divenite forti e robusti -
siate diligenti e laboriosi. L'India ha
bisogno di uomini forti e retti che non
tentennino di fronte al dovere >>. Partì
entusiasta dell'ambiente di familiarità
e di allegria trovato in quella nostra
Scuola professionale.
BUCARAMANGA (Colombia) • I primi alunni delle nuove Scuole professionali schierati di fronte ai laboratori.
~ 49

2.2 Page 12

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dlnno. Jlla,iano.
SEGRETERIA DI STATO
DI SUA SANTITÀ
N° 3158 3 6
Dal Vaticano, il 29 Dicembre 1953.
Rev.mo Signore,
Con vivo conforto il Santo Padre ha appreso
il fervore di preghiere e di opere con cui i
Rev. di Salesiani e gli Aspiranti delle Cata-
combe intendon~ celebrare l'Anno Mariano.
Egli ringrazia anche per i devoti auguri
natalizi che di cuore ricambia, auspicando che
dalla devozione alla Madre di Dio essi trag-
gano uno stimolo sempre più efficace per la-
vorare con generosità a servizio della Chiesa
e a bene delle anime.
Con tali voti, Sua Santità invia una spe-
ciale Benedizione Apostolica, pegno della di-
vina grazia e dei celesti ausili.
Profitto volentieri dell'incontro per con-
fermarmi con sensi di distinta stima
della S. V. Rev.ma
dev.mo nel Signore
Rev.mo Signore
Sac. VIRGINIO BATTEZZATI
Catacombe di S. Callisto
ROMA
G. B. M0NTINI
UJ:f;ul
LIMA • Nuova via intitolata a
San Giovanni Bosco. - Le auto-
rità cittadine hanno voluto onorare
Don Bosco nell'anno centenario delle
Scuole Professionali Salesiane intito-
lando al suo nome la via contigua
al nostro Collegio. La via precedente
è intitolata a Maria Ausiliatrice: così
sono associati i nomi dell'Ausiliatrice
e del suo Apostolo. L'inaugurazione
fu solenne. Il Sindaco, signor Luigi
B. Nicolini, esaltò l'opera salesiana
dichiarando che la nuova Via Don
Bosco voleva essere un omaggio del
Municipio al grande Apostolo della
Gioventù in riconoscimento del la-
voro educativo svolto dai suoi figli.
Quindi scoprì la targa che perpetua
nel bronzo la riconoscenza della città.
In breve.
~ VALLIERA DI ADRIA (Rovigo).
Asilo ~ Mamma Margherita Bosco>>.
- L'inaugurazione, avvenuta nello
scorso dicembre, rivestì una partico-
lare solennità perchè l'opera è dono
degli industriali d'Italia ai cittadini
di Valliera, vittime delle disastrose
alluvioni del 1951. Il nostro Rettor
Maggiore fu presente con una ca-
lorosa adesione.
~ SARAGOZZA (Spagna). - Nuove
Scuole popolari. - Il 4 ottobre u. s.
nel popoloso Borgo S. Giuseppe le
Figlie di Maria Ausiliatrice inaugu-
rarono l'edificio del Collegio Maria
Ausiliatrice con Scuole professionali
per le figlie del popolo. La cerimonia
fu preannunziata da due trasmissioni
radio che ne illustrarono l'impor-
tanza.
LIMA (Perù) • Il Rev.mo sig. Ispettore D. Ramasso ringrazia per l'omaggio reso
a Don Bosco intitolandogli una via.
50 ~
~ La cittadinanza onoraria di Lo-
reto a un salesiano. - In una so-
lenne accademia tenuta nel Palazzo
Apostolico in onore del nostro Don
Enrico Luciani in occasione del suo
60° di Sacerdozio, il Sindaco di Lo-
reto gli consegnava il documento di
Cittadinanza Loretana Onoraria per
le singolari benemerenze da lui ac-
quistate col suo apostolato di oltre
25 anni nella città Mariana. S. E.
Mons. Malchiodi assisteva poi alla
Messa di Diamante di Don Luciani
e tesseva un beli'elogio del vene-
rando Figlio di Don Bosco.

2.3 Page 13

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(Dal lebbrosario di Contra-
taci6n, I6 ottobre I953).
,, ... Sono felicissima di essere
tra i lebbrosi. Ogni mattina mi
sveglio con una gioia nuova, ac-
compagnata da un: finalmente ci
sono !. .. La mia felicità è grande
anche per la riconoscenza con cui
le povere inferme rispondono alle
mie premure, che cerco di of-
frire con un costante sorriso.
» Se a volte il dovere mi chiama
per breve tempo altrove, queste
povere sofferenti, appena mi ri-
vedono, esclamano: "Venga, her-
manita, la sua allegria ci toglie
il dolore; il giorno passa in fretta
e sembra che la croce diventi più
leggera... ".
>> Un giorno mentre parlavo
delle mie amatissime Superiore
lontane, una di queste care in-
ferme, un'anima veramente bella,
mi espresse il desiderio di essere
il piccolo Cireneo della Madre
Generale... Naturalmente accolsi
con gioia l'offerta davvero pre-
ziosa.
>> La poverina ha i piedi defor-
mati e ulcerosi, perciò ogni passo
le è di vivo dolore; eppure non
ne risparmia alcuno per Gesù;
e anche di notte si alza tre, quat-
tro e perfino cinque volte, per
prestare i suoi servizi alle com-
pagne, completamente immobi-
lizzate dal morbo.
>> Altre lebbrose hanno voluto
seguire l'esempio del!'offerta.
Così, scegliendole tra le più vir-
tuose e sofferenti, ho potuto fis-
sarne una per ciascuna delle no-
stre Madri e per ognuno dei
Superiori del Capitolo Salesiano.
Saranno gli angeli dell'immola-
zione e della preghiera a scor-
tarne di lontano il cammino; altre
compagne di sventura già da
tempo si sono prefisse di voler
essere gli angeli del conforto per
il Santo Padre... >>.
Una Figlia di Maria Ausiliatrice.
STATI UNITI - L'Ecc.mo Vescovo di Paterson con l'Ispettore D. Giovannini
alla posa della pietra angolare dell'ampliamento della Scuola professionale.
Una Mostra e un Centenario
Con una ammiratissima Mostra didattico-professionale per le
arti della stampa, della meccanica ed ebanisteria è stato commemo-
rato a Paterson (Stati Uniti) il Centenario delle Scuole profes-
sionali salesiane. Contemporaneatt,ente furono inaugurati i nuovi
laboratori di elettromeccanica, di mimutenzione e riparazione auto, e
quello di arti fotomeccaniche, annesse alle arti grafiche.
La Scuola accoglie gli aspiranti Coadiutori Salesiani e oltre
200 allievi esterni. L'Ecc.mo Vescovo di Paterson, benedicendo i
nuovi locali, rilevò quanto sia apprezzato negli Stati Uniti, che
sono ali'avanguardia del progresso tecnico e industriale, il nuovo
genere di apostolato svolto dai Salesiani attravtrso l'insegnamento
professionale e confermò il suo appoggio morale e materiale per l'in-
grandimento dei locali già iniziato allo scopo di appagare le continue
richieste di Scuole professionali e agricole.
La Settimana Don Bosco richiamò gran numero di visitatori.
Soprattutto gl'industriali rimasero meravigliati che da ragazzi si
possano ottenere simili risultati tecnici.
Quest'opera di Don Bosco ha un grande avvenire negli Stati
Uniti, dove col bisogno di una perfezionata istruzione tecnica delle
nuove generazioni si sente quello di salvare la gioventù del ceto
medio e operaio da ideologie non solo contrarie alla vita morale e
religiosa, ma alla stessa vita civile. Questa mèta fu ben delineata
nella lettera scritta da S. E. Mons. Montini a nome di Sua San-
tità, e costituisce per i figli di Don Bosco un dovere e un ?Janto.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede
in TORINO, eretto in Ente morale con decreto 13 gen-
naio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Ereditd. Ad
evitare- possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:
Se trattasi d'un Legato: << ••• lascio all'Istituto Salesiano
per .le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma
di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».
Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza
l'Istituto, la formula potrebbe esser questa: « ••• Annullo
ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio
erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede
in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo n.
(Luogo e data)
(Firma per esteso).
~ 51

2.4 Page 14

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Cosl il Rev.mo Rettor Maggiore definl il
porticato dell'Oratorio, che si apre a fianco
della cappella Pinardi, per tutta la lunghezza
dell'edificio centrale.
11 giorno 7 dicembre, alle 16,30, proce-
dendo alla inaugurazione del nuovo braccio
annesso alla recente costruzione, il venerato
Superiore spiegò ai giovani le memorie più
care del nido, cioè la cappella Pinardi, e
particolarmente la statuetta della Consolata
che sorrise ai primi giovanetti di Don Bosco,
e che, rintracciata dopo molti anni, fu in
seguito ricollocata al suo antico posto; poi
la statua a Don Bosco, ricavata dal calco
che servì al monumento eretto da Castel-
nuovo al suo grande concittadino, e collo-
cata al centro del porticato, sopra lo sfondo
pittorico della collina natla, oggi dominata
dal grandioso istituto " Bernardi Semeria ";
e finalmente, ultimo ricordo, la statua del-
l'Immacolata, che Don Bosco aveva collo-
cato nell'antica sagrestia del Santuario, e
che, dopo l'ampliamento, era rimasta in
aspettativa di una degna collocazione.
All'estremità del nuovo porticato, essa è
stata ora decorosamente sistemata, sopra uno
sfondo dipinto anche quello dal prof. Crida,
autore delle altre pitture del porticato. Vi
è magistralmente richiamato il pergolato di
rose, sognato da Don Bosco, e una bella e
delicata fioritura di glicini, che coi loro
pampini incorniciano la candida statua.
" Le spi ne che si celano sotto le rose
del pergolato sono per noi - disse il Su-
periore, dopo aver benedetto la statua -
sono per noi e per quelli che continuano
l'opera educativa di Don Bosco; i pampini
fioriti del glicine, siete invece voi, o giovani,
che sbocciate e salite tenendovi vicini alla
Madonna, ispiratrice e Ausiliatrice di quella
purezza che è il tesoro più prezioso della
vostra età ''.
·
Salutata dalle note della banda e dal canto
dei giovani, la Statua benedetta ebbe l'omag-
gio affettuoso di un allievo, che espresse
il sentimento di tutti i compagni.
(sopra) TORINO-VALDOCCO:
Mentre s'inaugura la statua dell'Immacolata col magistrale sfondo pittorico del prof. Crida,
all'estremità del prolungamento dell'antico porticato centrale. Parla il Rettor Maggiore.
52 ~

2.5 Page 15

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25 anninel cuore del Bengala
Il 24 maggio 1953 segnava il 25° anniversario Le statistiche erano dunque tali da sconcertare,
dell'arrivo dei figli di Don Bosco nel Bengala. anzichè infondere entusiasmo per la sublimità
Così proprio sotto i materni auspici di Maria dell'impresa, ma tutti si misero all'opera di buona
Ausiliatrice i Saksiani entravano in questo campo lena, fidenti in Dio e nell'Ausiliatrice dei Cristiani.
missionario, già fecondato da lunghi anni di la-
Mo11s. Bars governò la diocesi di Krishnagar
voro e di sacrifici dei Padri del Pontificio Istituto dal 1928 al 1934- Sotto la sua direzione la diocesi
delle Missioni Estere di Milano.
andò a poco a poco acquistando fisionomia sale-
Secondo le disposizioni di Propaganda Fide, siana, e gli oratori festivi e quotidiani ebbero il
l'immenso territorio del Bengala Centrale, che si loro pieno sviluppo. L'allegria e l'entusiasmo per
estendeva fino alle pendici dell'Himalaya, venne l'apostolato sostenne validamente quei pionieri
diviso in due parti, seguendo il corso del Gange: nelle gravi difficoltà economiche e di ambiente.
la regione a nord del fiume restò affidata al Pon-
L'anno della Canonizzazione di Don Bosco
tificio Istituto Missioni Estere, e quella a sud portò alla missione un nuovo alito di vita con
venne assegnata ai figli di
Don Bosco con centro a
Krishnagar.
l\\·1ons. E. Bars venne no-
minato Amministratore Apo-
stolico di Krishnagar e vi
si stabilì con alcuni confra-
telli, mentre gli altri mis-
sionari si dispersero tosto
nei centri distrettuali di
Bhobo,para, Shimulia e Jes-
sore. Quattro centri missio-
nari in funzione di parroc-
chia, ma con numerose sta-
zioni secondarie disseminate
ovunque si trovasse un
gruppo di famiglie cattoliche
o una posizione atta a sta-
bilire nuovi contatti coi pa-
gani.
La popolazione della nuo-
va diocesi era di circa 8 mi-
lioni di abitanti, di cui sol-
tanto 8000 cattolici.
<e La'iciate che i piccoli vengano a me ».
S. E. Mons. Morrow benedice un gruppo di bambini accorsi a lui in aperta cam--
pagna, presso Ranabondo (Krishnagar).
~ 53

2.6 Page 16

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la nomina di S. E. Mons. Ferrando a Vescovo
di Krishnagar. Purtroppo la sua dimora in diocesi
fu brevissima, poichè col trasferimento di Mon-
signor L. Mathias ad Arcivescovo di Madras,
Mons. Ferrando veniva, l'anno dopo, trasferito a
Shillong. La diocesi di Krishnagar perdeva così
il suo primo Vescovo salesiano. Questi però du-
rante il breve periodo della sua permanenza aveva
costruito un ampio fabbricato per le alunne in-
terne delle Suore di Carità << Bartolomea Capi-
tanio >> e fatto erigere l'episcopio presso la Cat-
tedrale.
Fame, acqua e fuoco.
Nel 1935 l'Ispettore salesiano Don V. Scuderi
successe a Mons. Ferrando in qualità di Ammi-
nistratore Apostolico e continuò a dare impulso
alla missione. Ma quante difficoltà in quegli anni
di disastri! La siccità bruciò le campagne; poi
venne la carestia, e con essa la fame; poi, quasi
a colmo dei guai, l'inondazione. Ma le calamità
non erano terminate. Il venerdì santo del 1936
un terribile incendio ridusse in mucchi di cenere
la Cattedrale di Shillong, l'episcopio e l'adiacente
seminario filosofico e teologico. Fu la vera prova
del fuoco ed un doloroso collaudo dell'incipiente
opera salesiana in India.
Nonostante i disastri, la fiducia in Dio andò
aumentando; lo zelo crebbe, si cominciò una
scuola per la formazione dei futuri catechisti, e
si diede ampio sviluppo a quella scuola profes-
sionale che, iniziata nel 1933 con 98 allievi, ne
contava 188 nel 1936. Dal 1938 al '40 si poterono
acquistare parecchie macchine e motori per i vari
reparti di meccanica e falegnameria, così da di-
venire una delle scuole di tal genere meglio at-
trezzate nel Bengala.
Nel 1936 si potè pure far acquisto di una villa
circondata da un ampio terreno alla periferia
della città, ove ebbe inizio una bella scuola ele-
mentare per interni ed esterni, entro le cui mura
passarono quasi tutti i ragazzi cristiani della Mis-
sione. Questo fu pure il periodo florido delle
scuole nelle residenze distrettuali di Bhoborpara,
Ranabondo e Shimulia.
La nuova Scuola professionale.
Le organizzazioni giovanili degli uomini t: delle
donne cattoliche erano in piena attività, il lavoro
ferveva ovunque e ogni festa, nc>i centri e nei
villaggi, prendeva l'aspetto folkloristico di un
trionfo cristiano.
L'ultima opera compiuta da Mons. V. Scuderi
nella Missione fu la costruzione della moderna
Scuola Professionale di Arti e Mestieri. Va pure
ricordato il grazioso Santuario dedicato ali'Au-
siliatrice eretto a Ranabondo, a motivo del quale
il villaggio si chiamò Mariampur, cioè << Villaggio
di Maria>>. Esso divenne tosto il centro mariano
della diocesi e luogo di pellegrinaggio dei cri-
stiani e dei pagani.
Finalmente la Divina Provvidenza, in premio
del lavoro compiuto dai figli di Don Bosco in
quella terra di sole e di fuoco, inviò il Pastore
alla Diocesi nella persona del Vescovo Salesiano
S. E. Mons. Luigi La Ravoire-Morrow. Con la
sua venuta tutta la Missione ricevette un vigoroso
impulso. L'opera di rinnovamento fu iniziata dalla
Technical School, che dalla vecchia sede passò
alla nuova, costruita da Mons. Scuderi, presso la
Don Bosco Middle School che, nel vasto com-
plesso delle sue istituzioni scolastiche, professio-
nali e agrarie, presenta l'aspetto di un vero Borgo
ragazzi Don Bosco.
KRISHNAG'AR (India) - Anche la nuova chiesa di Meliapota è un fatto compiuto.
54 ~
Un piano strategico.
Mons. Morrow, dopo aver
preso possesso della diocesi e
conosciuto lo stato della Mis-
sione, dato che le conversioni
tra gli Hindù e Mussulmani
sono rare, ideò sapientemente
un altro piano nelle vie del-
l'apostolato nel Bengala. In
mancanza di molti cristiani che
assorbissero tutta l'attività dei
missionari, rivolse le sue at-
tenzioni ai problemi dell'edu-
cazione morale e intellettuale
dei Cattolici, elevandone così
anche il livello sociale e le
condizioni economiche.
L'inaugurazione della Scuola
Superiore S. Giuseppe di Khulna

2.7 Page 17

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apre la serie delle opere del nuovo Vescovo.
Preparata dai Missionari, questa scuola divenne
in breve tempo la più bella e ambìta istituzione
educativa della città; le classi cittadine più alte
e facoltose la preferirono alle altre, e molte au-
torità scolastiche vi collocano i loro figli. Essi
dicono che << alla scuola dei Padri s'impara bene
per la scuola e per la vita>>. La bontà del me-
todo, l'ottima disciplina e gli eccellenti risultati
le crearono fama in tutto il Bengala Orientale.
In questi ultimi 13 anni la missione vide la
totale sistemazione di tutti i suoi fabbricati, con
nuove costruzioni e ampliamenti. Le prime atten-
zioni furono rivolte ai problemi della scuola, spe-
cialmente degli internati maschili e femminili.
Gli allievi da 350 furono portati a rroo; alla
scuola superiore vennero aggiunte le classi medie
e ginnasiali e i laboratori delle scuole professionali
furono aumentati e rimodernati nei macchinari.
Con l'acquisto di un vasto appezzamento di
terreno presso la scuola fu possibile dare principio
anche alla sezione agricola. Così di anno in anno
nuove costruzioni e miglioramenti vanno rendendo
le opere educative e sociali davvero imponenti.
Una divisione che moltiplica.
La divisione dell'India in Hindusthan e Paki-
sthan diede origine alla formazione della diocesi
di Jessore, il cui territorio era toccato al Pakisthan,
compreso il distretto di Khulna. La diocesi di
Krishnagar veniva così a perdere nuovamente
più della metà del suo territorio con quattro sta-
zioni importanti e molte sottostazioni e metà
della popolazione cattolica. Per conseguenza tutti
gli sforzi vennero concentrati nella piccola diocesi
e vennero aperte tre nuove residenze. Solo in
questi due anni furono fabbricate sei chiese in
muratura con casa per il catechista e alcune
stanze a disposizione del Missionario.
Le belle chiese parrocchiali di Maliapota e
di Ranaghat, di recentissima data, sono un esempio
tipico dell'arte edilizia dei nostri missionari, e
ogni comunità cristiana potrà sentirsi orgogliosa
della sua chiesa.
Il « Duomo » del Bengala.
Ma lo svilupço maggiore, lo sforzo più intenso
della missione venne realizzato al suo centro. È
sorta così la bella e moderna nuova Cattedrale
di Krishnagar, quattro volte più ampia dell'antica.
Accl!nto le fu costruito il Convento delle Suore
Adoratrici Perpetue. L'adorazione perpetua si fa
nella cappella del SS. Sacramento. La comunità
delle Adoratrici è composta di 20 suore. L'altare
della cappella, eseguito in Italia a Ortisei, è un
gioiello d'arte. La bellissima statua del SS. Re-
dentore, -a cui la Cattedrale è dedicata, e un
grande Crocifisso sono pure opere della Val Gar-
dena e prezioso ornamento della Cattedrale. Una
stupenda torre campanaria domina tutta la città.
Oltre a quest'opera gigantesca, è sorto anche
il nuovo convento col noviziato per le suore indi-
gene Catechiste di Maria Immacolata che, fondate
nel 1923 da Mons. S. Taveggia, ricevettero nuova
vita e sviluppo da Mons. Morrow. Il palazzo a
tre piani fabbricato per loro è uno dei più mo-
derni della città di Krishnagar, che conta 70.000
abitanti. Queste suore indigene fanno un lavoro
Ecco un saggio delle off<!rte spirituali delle
eroiche allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice
di Shanghai, in occasione dell'onomastico della
Superiora Generale.
A. offre con generosità l'intima pena causata
dalla dura opposizione dei parenti, nella spera~za
di farla apostatare. P. si propone di sopportare
con gioia l'importunità delle compagne di lavoro,
per farla andare al ballo. F. e G. offrono un mese
di obbedienza serena ai genitori pagani, che le
obbligano a frequentare le Scuole superiori,
dove si trovano come all'inferno. L. e A. s'im-
pegnano di sopportare serenamente le molestie
delle compagne che non le lasciano in pace,
perchè cristiane. E. offre la fatica della sua gior-
nata d'insegnante, protratta per undici ore, fra
incarichi e adunanze obbligatorie, perchè << fe-
dele al Bianco Padre>>. T., infermiera d'ospedale,
offre il fioretto d'alzarsi ogni mattina alle 4,30
per ascoltare l'unica Messa delle 5. Si fa pre-
mura di aggiungere che, avendo pregato per
poter svegliarsi a tempo, tutte le mattine, al-
l'ora precisa, ha il richiamo del canto di un gallo
sotto J,, finestra.
Uno dei tre fiorenti oratori festivi delle Figlie
di Maria Ausiliatrice di Huanta è per le indie
quechua, che abitano nei lontani villaggi della
Sierra. Sono complessivamente r 10: una quaran-
tina di fanciulle e un numero maggiore di donne.
Hanno anche un po' di scuola, perchè sono
quasi tutte analfabete; ma ciò che le attira è il
Catechismo. Alcune si mettono per via alle
quattro del mattino per giungere alle due del
pomeriggio, portando un po' di mote o cancha
- il loro povero cibo preparato con granoturco -
da prendere per la strada.
Una giovane di ventisei anni, giunta una do-
menica tutta trafelata alle tre del pomeriggio,
era felice d'arrivare ancora in tempo al Cate-
chismo, per poterlo poi ripetere alla gente del
suo paese, senza Sacerdote. «Vedi, Madrecita
- diceva con incantevole semplicità alla Suora -
il Signore fa con me un miracolo: quando sono
di ritorno al paese, ricordo tutto quello che ci
hai detto e lo ripeto parola per parola; mi ha
dato proprio una memoria speciale per questo>>.
~ 55

2.8 Page 18

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prezioso di avv1cmamento negli ambienti pagani
femminili. Fu pure avviato con successo l'apo-
stolato della stampa. La serie dei libri d'istru-
zione religiosa scritti e pubblicati da Mons. Mor-
row in lingua inglese e bengalese è stata apprez-
zata da tutti. Ecco i principali: lo aspetto Gesù;
Il mio Catechismo; La mia Fede Cattolica; La
mia Storia Sacra; La Storia della Chiesa; Il mio
Compagno; La vita di Gesù in quadri.
Assegnazione di terre e viveri.
Il lavoro nella Missione è assillante, ma gli
operai sono pochi e la loro salute malferma,
mentre le condizioni economiche della popola-
zione richiedono l'assistenza caritativa della mis-
sione. Anche al presente, quando è possibile, si
comperano terreni e si distribuiscono fra i cri-
stiani più poveri; l'ultimo acquisto fu di IO ettari
di terra per cristiani venuti dal Pakisthan. Que-
st'anno fu pure fatta una larga distribuzione di
viveri, grazie alla grande quantità di uova e latte
in polvere, inviata dal Governo degli Stati Uniti,
a mezzo della N. C. W. C. Si potè così rendere
meno dura la carestia e la fame, dovuta al grande
numero di rifugiati dal Bengala Orientale. Du-
rante il 1953 fu anche possibile vestire, mantenere,
educare oltre 800 ragazzi e ragazze.
Questi sforzi costanti per sollevare i cristiani
dalla miseria hanno i loro ottimi effetti sulle po-
polazioni, che imparano a vedere nella Chiesa
Cattolica la madre buona che vuole il bene
di tutti.
I figli di Don Bosco qui come altrove non ri-
sparmiano sudori, sempre disposti anche al sacri-
ficio della vita. Il solo rimanere più di 15 anni
in questa regione costituisce un gran merito per
qualsiasi missionario, date le difficoltà non ordi-
narie del clima. In 25 anni di apostolato molti
missionari vi persero la salute e dovettero rimpa-
triare; tre morirono sulla breccia, il primo a
29 anni di età, il secondo a 33 ed il terzo a 39.
Di fronte alle loro tombe, nel cimitero della mis-
sione, vi sono pure altre tombe di anime generose
di Suore, cadute come gigli profumati.
Le tappe segnate in questi cinque lustri di apo-
stolato, tra sofferenze e sacrifici senza numero,
hanno reso più gloriosa la data presente e irra-
diano di splendori il futuro della Missione.
Sac. LUIGI DEL NEVO SQUERI
Missionario Salesiano.
IL COMPIERSI DEI CINQUE LUSTRI DI ATTIVITA MISSIONARIA NEL BEN1
(sotto) Le grandi vie del Bengala sono i fiumi. Qui il Vescovo si fa davve,
Suore di Maria Bambina in Krishnagar. - (sopra) La nuova cattedrale di Kri~
56

2.9 Page 19

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;ALA TROVA LA MISSIONE SALESIANA IN PIENO FERVORE DI OPERE
o II pastor et nauta ''. - Bambini della Prima Comunione preparati dalle
~nagar vista da nord-est. La bella torre campanaria domina tutta la città.
57

2.10 Page 20

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Amatissimo Padre,
Di ritorno dalle Missioni, le comunico le im-
press10ni raccolte in quei campi fecondi, ove
più che altrove si sente la grandezza di Dio nel
silenzio delle foreste interminabili, nel canto ora
placido ora turbolento dell'immenso Rio Negro,
ma soprattutto nella diuturna immolazione di
tanti confratelli che lottano contro la natura sel-
vaggia e contro il male, purtroppo fecondo anche
in quei luoghi.
I confratelli danno mirabile esempio di rinuncia
a qualsiasi conforto umano, sorretti dall'unico
ideale di trasformare il verde di quelle selve in
una speranza in Cristo, il canto di quelle acque
in un inno al Creatore, il loro quotidiano mar-
tirio in redenzione per tante anime. E la divina
Provvidenza fa loro sen-
tire la sua protezione in
modo sorprendente. Ecco
appunto un episodio nel
quale è sensibile l'inter-
vento della bontà divina.
Certa Miss Sofia, pro-
testante venuta dall'Ame-
rica del Nord, nubile,
idealista fino alla rinuncia
di se stessa, vivendo una
vita da asceta, venne
trasformando la popola-
zione che vive lungo il
fiume Içana. Tradusse
la Bibbia in lingua Ba-
niva (dialetto parlato da
questi indi) e si lanciò
in un lavoro degno di più sano intento. Visitava
capanna per capanna. Passava ore ed ore con gli
indi, insegnando loro a leggere sulla Bibbia da
lei tradotta e diffusa e inoculando lentamente il
veleno della sua dottrina. Non c'è casa in cui
non si sia seduta allietandola col suo sorriso in-
sinuante. Miss Sofia era ascoltata come un ora-
colo. Cosi potè diffondere col suo ascendente le
sue idee iconoclaste: guerra alle imm1gini, in-
cendio alle chiese, eliminazione dei Santi. Iddio
si adora in ispirito e verità, e non nei templi.
E le statue furono abbattute dai nuovi proseliti.
E ci furono anche tentativi di incendiare le cap-
pelle innalzate dai nostri missionari.
La voce si sparse in un baleno e mosse il mis-
sionario in aiuto dei figli, vittime di inganni.
Don Schneider, accorso sul luogo, rivendicò il
diritto di disporre delle immagini come proprietà
sua, vietandone la distruzione. Protesse le cap-
pelle come proprietà della Missione. E per argi-
nare l'impeto iconoclasta, invocò l'intervento
del delegato di polizia, residente a circa 12 ore
di distanza. Miss Sofia fu arrestata e tenuta sotto
custodia. La notte seguente, con sorpresa di tutti,
era scomparsa.
E la situazione dei suoi proseliti ? La più triste.
Ella aveva detto: << Ormai la fine del mondo è
prossima, dunque non si lavori, non si pianti;
cantiamo e preghiamo perchè viene la fine>>. E
i poveri illusi pregarono e cantarono. E venne
la fine, ma di Miss Sofia e... delle loro pianta-
gioni! Con l'ultimo canto seccava l'ultima radice
di mandioca. Il municipio di S. Gabriei, che ri-
ceveva farina ricavata dalla mandioca di questa
regione pagando solo circa 30 cruzeiros al paneiro,
ora deve provvedere altrimenti, mandando a com-
prare nel lontano Parà,
a circa duecento cruzeiros
al paneiro (cesto conte-
nente 30 kg.). Questo
risultato dell'addottrina-
mento protestante fu de-
cisivo a favore del mis-
sionario. Gli indi com--
presero il loro errore. Si
convinsero della buona
volontà dei missionari. E
adesso sono più che mai
docili alla voce del buon
pastore, sempre pronto
a dare la vita per le sue
pecorelle.
Questo fatto mi fece
ricordare il triste lamento
del Divin Maestro: I<<
figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della
luce». Se ogni cattolico pensasse un po' di più
al problema missionario; se ogni missionario
avesse maggiori mezzi materiali e morali, quanto
bene si potrebbe fare! E mi sgorga spontanea
dalle labbra la preghiera: Signore, mandaci buoni
e zelanti missirmari per illuminare tanti infelici
che giacciono nelle tenebre e nel/' ombra di morte!
Amatissimo Padre, ho voluto narrarle questo
episodio, perchè veda le difficoltà dei nostri con-
fratelli, e come la Divina Provvidenza li assista
nella lotta per l'estensione del regno di Cristo.
Dove non può arrivare la mancanza di per-
sonale, arrivi la nostra preghiera e quella dei
nostri buoni cooperatori e amici; e in modo tutto
particolare la sua santa benedizione attinta al
cuore stesso di Don Bosco.
Recife (Rio Negro - Brasile), 24-x-1953.
Sac. LADISLAO PAz, Ispettore.
" Non si dà vero progresso ove sia bandita la religione e ridotta al silenzio la Chiesa".
(Dal radiomessaggio di Pio XII al XIV Congresso Eucariçtico Nazionale).

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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nel regno del bambù e della tigre
Quest'anno abbiamo celebrato il ventesimo del-
l'apostolato missionario nella tribù Garo.
I Garo abitano le ultime propaggini delle col-
line che chiudono a Sud la valle del Bramaputra,
appartengono alla famiglia Tibet-Birmanese e
hanno la fisionomia del tipo mongolico. Sono di
carattere allegro, sinceri e onesti.
Le colline Garo sono coperte da dense foreste
di bambù, che raggiungono l'altezza di 10 metri
con un diametro di 1 5 centimetri. Questa pianta
è il dono munifico della natura ai Garo.
Dalla nascita alla morte, i Garo si servono del
bambù per tutte le necessità della vita. Il neo-
nato viene posto a giacere sulla stuoia di bambù.
Non vi è bisogno di fasce, perchè il bimbo passa
la maggior parte del tempo sulla schiena della
madre, che lo tiene strettamente legato a sè con
pezzi di tela. La mamma compie i lavori di casa:
pulire il riso, attingere l'acqua, tagliar la legna,
piantare il riso; e il bambino rimane sempre an-
nidato sul dorso materno, sotto il sole cocente
o la pioggia torrenziale.
La capanna del Garo è costruita di bambù,
dal pavimento al tetto. I muri sono graticci di
bambù, i chiodi sono di bambù. Simili capanne
non difendono dal freddo notturno, che d'inverno
è crudo. La capanna è quindi provvista d'un fo-
colare, ove pezzi di bambù bruciano la notte in-
tera, mentre la famiglia dorme sdraiata attorno
alla crepitante fiamma. Per la cucina il Garo usa
pentole di terra cotta, ma se queste mancano,
il riso viene bollito in tubi di bambù. Sulle col-
line Garo vi sono acquedotti: i tubi sono di bambù.
Anche le salsicce Garo sono preparate con pezzi
di carne imbottiti di spezie dentro a tubi di bambù
e cotte a fuoco lento. I secchi per l'acqua
sono lunghi pezzi di bambù. I Garo sono ghiotti
di una specie di birra casalinga, che distillano
dal riso. Il lambicco è di bambù. Molte volte,
dopo le prime piogge, il Garo ha già consumato
le sue riserve di riso. Ma è il tempo in cui i bambù
emettono i teneri germogli che, tagliuzzati, bol-
liti e conditi con un po' di pesce secco dall'odore
sgradevole, formano il piatto della stagione.
Vi sono però altri concorrenti che sono ghiotti
di tale cibo: sono dei coleotteri, che si attaccano
ai teneri rami del bambù, forandoli per deporvi le
uova. Ma male incoglie a questi predatori, perchè
quando le uova schiudono e le larve voraci at-
taccano i germogli, il Garo spacca il bambù,
prende le larve e le fa friggere, preparando così
un piatto prelibato.
Nelle colline Garo, in tempi non ancora lon-
tani, il solo mezzo di trasporto era a spalle: al-
l'uopo i Garo preparano cestoni coniformi di
bambù. I missionari, nei loro giri, fanno uso di
questi cestoni per portare l'altarino portatile, le
coperte e il cibo occorrente.
Insomma, che cosa non fa il Garo col bambù ?
Dalle trappole per i topi a quelle per la tigre,
agli strumenti musicali, alle borse pel tabacco:
tutto è fatto col bamvù.
Trentasei specie di diavoli.
Il bambù ha la sua importanza anche nella re-
ligione dei Garo. Essi credono in un Essere su-
premo e in un'altra vita. Ma praticamente i Garo
~ 59

3.2 Page 22

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LB esperienza ci
è maestra che
i bene{attori dei
nostri Missionari
godono in vita e
in morte una spe-
cialissima prote-
zione del Cielo.
DON BOSCO
ASSAM-INDIA
Tipo caratteristico delle montagne pre-Himalaia. Vicino alla sua capanna monda il riso.
non si curano molto dell'Essere supremo, perchè
sono sotto il regno del terrore degli spiriti ma-
ligni. Sono questi che causano le malattie, por-
tano via o incendiano le capanne durante i tem-
porali per mezzo dei fulmini. Devono perciò
essere placati.
Secondo i sacerdoti pagani, vi sono 36 specie
di diavoli. Quindi la prima cosa da farsi è trovare
il nome del diavolo autore della malefatta: serve
a tal fine un piccolo arco fatto di bambù con una
stringa di _cotone che viene fatta vibrare. A se-
conda del suono, lo stregone pronuncia un
nome. Queste divinazioni sono costose, perchè
devono sempre essere accompagnate da banchetti
e libazioni, in cui lo stregone ha la parte at-
tiva e il paziente quella passiva di vuotare la
borsa.
Tale è il regno ove i nostri missionari hanno
svolto la loro attività in questi vent'anni.
Abbi1mo parlato finora dei Garo che vivono
nell'interno delle colline. Qui la civiltà non ha
fatto ancora progressi sensibili. I vestiti sono ri-
dotti ai minimi termini. La coltivazione ha ancora
a base il sistema barbaro di bruciare interamente
le foreste di bambù per sgombrare il terreno e
coltivarlo a riso o a cotone.
Dopo due anni, il terreno è già sfruttato e al-
lora il Garo passa a un'altra foresta.
Migliaia di Garo si sono stabiliti nella pianura
dell'India e del Pakistan, ai piedi delle colline.
Questi sono venuti a contatto con gli abitanti
della pianura e con i missionari. I Battisti ameri-
cani furono i primi a predicare il Vangelo e a
fabbricare scuole e ospedali. I Missionari catto-
lici americani della Congregazione della S. Croce
hanno operato meraviglie fra i Garo del Pakistan,
che abitano la parte sud delle colline.
L'opera dei Missionari Salesiani.
Noi salesiani arrivammo in ritardo fra i Garo;
ma in vent'anni i pionieri di questa missione,
Don Pianazzi, Don G. Costa, Don Colzani, Don
Zanon, e altri hanno scritto pagine di eroismo
e di sacrificio tali da emulare i più arditi missio-
nari. Nei primi anni del nostro arrivo, i Battisti,
che pretendevano di avere il monopolio esclusivo
delle colline Garo, si opposero al nostro ingresso.
I villaggi cattolici subirono delle vere persecuzioni.
I missionari di allora, senza tetto, senza fissa di-
mora, furono come gli Ebrei erranti, finchè un
Governatore cattolico diede il permesso di sta-
bilirsi a Tura, capitale dei Garo.
Tura è situata nel centro delle colline Garo;
ma allora non vi erano cattolici, e le comunità
cristiane erano molto lontane. Intraprendere un
giro missionario voleva dire camminare nel regno
del bambù e dell'elefante per tre o quattro giorni,
prima di raggiungere le prime comunità. Il Ve-
scovo stesso ebbe qualche idea delle sofferenze
dei suoi missionari, perchè tutte le volte che an-
dava in visita pastorale, doveva camminare scalzo
lungo le tortuosità dei torrenti, per ore e ore,
e ritornare a casa con le febbri malariche.
E le malattie? Malaria, dissenteria, colera, feb-
bre nera, lebbra, erano allora molto diffuse. I
viaggi snervanti e il cibo insufficiente rendevano
l'organismo dei nostri missionari poco resistente
a combattere i germi di tali malattie. Eppure non
dimenticavano tutta quella povera gente che sof-
friva ancora più di loro. Curare gli infermi, di-
stribuire medicine era sempre una delle attività
più importanti del loro zelo apostolico.
Ora tutto si cambia in meglio. Il nuovo Governo
Indiano ha un programma grandioso: aprire
60 -

3.3 Page 23

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strade, insegnare l'agricoltura e aiutare i Garo
a governarsi con le proprie leggi in un distretto
autonomo, entro la Repubblica Indiana e lo Stato
Assamese. Ma purtroppo non vuole più servirsi
dell'opera dei missionari.
Noi cattolici abbiamo tre stazioni missionarie:
Tura, Damra, Bhagmara e due sottostazioni. Le
suore sono solo a Tura con una scuola interna
ed esterna e la cura del lebbrosario.
I cattolici Garo in Assam sono circa 8000,
frutto di un ventennio di lavoro. Le celebrazioni
di questo evento si svolsero con particolare so-
lennità a Tura, dove Mons. Bars e Don Costa
prepararono grandi festeggiamenti con l'inaugu-
razione della luce e della pompa elettrica che spinge
su l'acqua dai piedi alla sommità della collina,
ove sta la stazione missionaria con una scuola
e la chiesetta. I cristiani di Tura, che sono ora
un bel gruppo di 300 con famiglie fra le più
distinte, hanno preparato una chiesa di bambù
e paglia, per raccogliere i fedeli durante le fun-
zioni, e alcune capanne di frasche e bambù, dove
i cristiani accorsi da tutte le colline Garo bivac-
carono per tre giorni, facendo ricordare la festa
dei Tabernacoli a Gerusalemme.
Vi furono danze folkloristiche Garo molto in-
teressanti e trattenimenti ginnici. Il capo del Di-
stretto, i membri Garo del Parlamento Assamese
e molti Sacerdoti onorarono con la loro presenza
la bella manifestazione.
Pericoloso sporgersi!
Dopo le feste di Tura, ci recammo con la jeep a
Bhagmara (a 100 km. da Tura), la seconda stazione
missionaria. La pista non massicciata costeggia
per 60 km. il confine del Pakistan, seguendo tutte
le anfrattuosità delle colline, che s'avvallano con
numerosi corsi d'acqua senza ponti. Fortuna che
si era nella secca! È una pista abbandonata,
perche la vera strada viene costruita più in dentro.
Fu un viaggio che mise a dura prova anche la
nostra jeep, con un carico di sei sacerdoti. Bimbi
quasi ignudi ci salutavano al passaggio della jeep
col saluto: Jesuna Rasong: Lode a Gesù.
La stazione di Bhagmara sorge su d'una col-
lina che domina il più grande fiume Garo, il
quale sfocia nella pianura del Pakistan. Alla sta-
zione missionaria si gode una bella vista. Dodici
mesi or sono quella località era ancora una cc selva
selvaggia, aspra e forte)>, ove nessuno si avven-
turava di notte. I due bravi missionari salesiani
Don Willy e Don Francis mi dissero: << Di notte
quel sentiero che passa a pochi metri dalla Mis-
sione e la via della tigre, del cinghiale e dell'orso
nelle loro razzie notturne. Pericoloso sporgersi! )).
DIOCESI DI SHILLONG (Assam)
Anno 1952-1953.
Cattolici
Sacerdoti esteri
Sacerdoti indigeni
Chierici indigeni
Suore indigene
Suore estere
Maestri e Maestre
Scuole per Catechisti
Studenti Universitari
Studenti medi
Allievi elementari
( adulti
I930
Battesimi ) art. mortis
504
/ bambini
2883
Comunioni pasquali registrate
Comunioni di devozione
Matrimoni
Catecumeni
62.743
43
IO
24
21
54
5o3
7
I66o
324I
8531
531 7
26.038
373.732
726
2156
Volete parte-
cipare perpe-
tua mente alle
fatiche e a, me-
riti di un mis-
sionario?
Fondate una
BORSA
MISSIONARIA
ASSAM-INDIA - Un gruppo di catecumeni a scuola di Catechismo.
~ 6i

3.4 Page 24

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In poco tempo i due missionari hanno disbo-
scato e spianato la cima della coìlina, costruito una
minuscola casa con tre stanzette e veranda e altre
capanne per la cappella e la scuoletta. L'irriga-
zione, ottenuta dall'ariete, dà fertilità a un orto ricco
di bei vegetali. Così s'incomincia una stazione mis-
sionaria, centro irradiatore di civiltà e di religione.
Una ventina di poveri cristiani vennero a ri-
cevere la S. Cresima. Tutto era piccolo e semplice
in quella cappella, ove a stento potevamo muo-
verci e stare in piedi con la mitra in testa. Ma
i due pionieri vedono già sorgere una bella casa,
una chiesa decorosa e una scuola grande per ri-
cevere i numerosi figli dei Garo.
Quando partimmo, Don Willy e Don Francis
avevano le lacrime agli occhi e anche noi era-
vamo commossi nel lasciarli soli: essi non mcon-
treranno più un confratello per oltre sei mesi!
A circa 5 km. da Bhagmara si trova un altro
centro missionario dei Padri della Santa Croce;
ma questo è nel Pakistan ed è proibito varcare
i confini. Così i due Padri sono isolati, con tutto
da fare, con centinaia di poveri da aiutare, col
lavoro missionario da organizzare e con 1800 cat-
tolici da accudire.
Da Bhagmara ci recammo a Damra, a circa
200 km. di distanza, sull'opposto versante delle
colline. Qui la festa annuale fu rallegrata dalla
presenza della prima suora Garo, Figlia di Maria
Ausiliatrice. Sentì la voce di Dio nella scuola di
Gahuati. Come erano contente le ragazze Garo !
Non si distaccavano più da essa. E noi si pro-
ci!l C-HIESA lei SllfHZIO
Relazione di Don Roozen al Rettor Maggiore.
Comm. Tang King Po, munifico fondatore della
Tang King Po Schoo/, capace di 1200 allievi.
62 ~
Le tornerà certo di conforto, tra le tante no-
tizie dolorose che le pervengono dalla Cina,
riceverne anche qualcuna consolante.
Proprio in questi giorni, mentre arrivano de-
portati alla frontiera gli ultimi Missionari, la
Provvidenza ha aperto un altro campo di aposto-
lato ai figli di Don Bosco nel territorio di Hong
Kong, a Kowloon. Si tratta dell'imponente Tang
King Po School, eretta con rapidità meravigliosa
dalla munificenza del sig. Tang King Po, su un
vasto terreno donato dal Governo. La scuola,
lunga 165 metri, con due piani, è situata in una
zona di Kowloon, industriale e popolatissima, e
nello stesso tempo in un punto tranquillo, quale
è richiesto dal carattere di scuola. Potrà acco-
gliere 1200 allievi.
L'atto magnanimo del sig. Tang fu subito pre-
miato. Difatti l'anno scorso a Natale ricevette il
santo Battesimo, all'età di 72 anni, prendendo il
nome di Pietro. Sua Santità Pio XII allora volle
onorarlo con la nomina a Commendatore del-
l'Ordine di San Silvestro.
Domenica 19 luglio u. s. S. E. Mons. Bianchi,
Vescovo di Hong Kong, alla presenza di tutte
le Case salesiane di Hong Kong e di Macao,
fra una eletta folla di parenti ed amici, bene-

3.5 Page 25

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vava un grande stringimento al cuore, perchè non
sapevamo come rispondere alle insistenti richieste:
«Quando manderai le suore a educare le nostre
ragazze?>>. Quanto bene si potrebbe fare! Non
solo per le ragazze, ma anche per i giovani è
urgente aprire nelle Garo Hills un collegio e una
scuola con internato, come a Gahuati e a Shillong,
per la formazione cristiana della gioventù.
A Damra Don Colzani col suo gioviale colla-
boratore Don Busolin si sentono impari all'im-
mane lavoro.
Quanti villaggi dall'interno domandano medi-
cine per il corpo e luce per l'anima! Bisogna ri-
spondere che aspettino anch'essi il loro turno.
Lasciammo Damra per ritornare a Shillong.
Ma, ahimè! la jeep, veterana di tante battaglie,
a un certo punto si fermò e pm non si mosse.
Con un mezzo di fortuna raggiungemmo Shillong
verso mezzanotte. Povera jeep! aveva, in quel giro,
percorso più di 1 100 chilometri.
Eravamo stanchi e con le ossa rotte; ma la
visione dei nostri eroici missionari e la fede dei
bravi Garo riempivano il nostro cuore di gioia e
di desiderio di fare quanto è possibile per aiutarli.
Intanto li raccomandiamo alle preghiere e alla
carità di quelle anime generose che vorranno
cooperare all'evangelizzazione di quel popolo e
alla costruzione dell'orfanotrofio di Bhagmara.
Maria Ausiliatrice ci benedica tutti.
Shillong (Assam-India), 24-xn-1953.
~1 STEFANO FERRANDO, Vescovo di Shillong.
disse e impose l'unifor-
me al sig. Commenda-
tore Tang King Po.
Dopo la cerimonia, il
neo-Commendatore con
i suoi amici, con i quali
circa cinquant'anni fa era
andato ad Hong Kong
in cerca di fortuna, si
recò a visitare la casa,
soffermandosi in cappella
per spiegare a quelli, an-
cor tutti pagani, gli enig-
mi che stavano davanti
ai loro occhi. In serata il
sig. Tang offrì una lauta
cena alla cinese, che servì
a cementare l'amicizia
fra i suoi parenti e i mis-
sionari cattolici, con i
quali venivano a contatto
La nuova Scuola Tang King Po di HONG KONG è già in attività. Ecco
S. E. il Governatore mentre ammira la nuova stampatrice « Heidelberg ».
per la prima volta.
Il 22 luglio si fece l'inaugurazione della scuola.
Gli stessi che tre giorni prima avevano parteci-
pato all'imposizione delle insegne al Comm. Tang,
più un buon numero di benefattori che ci avevano
aiutato ad ammobiliare la Casa, erano presenti
al ricevimento di S. E. il Governatore di Hong
Kong, Sir Alexander Grantham, e di molti in-
signi personaggi del Governo.
Il Direttore della nuova casa ringraziò S. E.
23 aule scolastiche, alla cappella e al dormitorio,
ammirandosi dappertutto l'ampiezza e la sempli-
cità degli ambienti, ricchi di aria e di luce.
Se il Signore continuerà a donare pace e tran-
quillità a questo lembo di terra, l'avvenire sarà
veramente florido. Confidiamo nell'aiuto di Maria
Ausiliatrice, a cui quest'opera è dedicata. Il la-
voro è complesso: aspiranti, artigiani esterni, stu-
denti esterni vi ricevono formazione, istruzione
il Governatore, il Comm. Tang, S. E. il Vescovo,
successore di Mgr. Valtorta, che ci aveva intro-
dotto presso il sig. Tang, e quanti cooperarono
alla erezione di questa casa.
S. E. il Governatore rispose encomiando l'opera
ed educazione.
Ci aiuti, amato Padre, con la sua preghiera ai
piedi della potente Ausiliatrice, affinchè possiamo
veramente corrispondere allo scopo inteso dal
nostro santo Fondatore: la gloria di Dio e l'edu-
delle scuole professionali salesiane. Quindi, en- cazione della gioventù.
trato nell'atrio, scoperse il busto di bronzo che i
Salesiani in segno di gratitudine vollero erigere
al Comm. Tang. Seguì la visita ai laboratori, alle
Hong Kong, 24-x-1953.
Sac. GOFFREDO RoozEN, Missionario salesiano.

3.6 Page 26

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di
Maria Ausiliatrice
e del suo Apostolo
-·------------------'"!
NOVENA AMARIA SS.ma AUSILIATRICE
CONSIGLIATA DA SAN GIOVANNI Bosco
PER OTTENERE GRAZIE E FAVORI.
1. Recitare per nove giorni: tre Pa-
ter, Ave, Gloria al SS. Sacramento con
la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato
o;:ni momento il Santissimo e Divinissimo
Sacramento; e tre Saf.ve Regina a Maria
SS. Ausiliatrice con la giaculatoria:
J11aria, Auxilium Christianorum, ora pro
nobis.
2. Accostarst ai Santi Sacramenti.
3. Fare un'offerta, secondo le proprie
possibilità, per le Opere Salesiane.
4. Avere molta fede in Gesù Sacra•
------------------- mentato e in Maria SS. Ausiliatrice.
Guarisce durante la processione di Maria Au-
siliatrice. - Il mio bambino Paolo di 21 mesi, il
25 maggio, si ammalò gravemente in modo repentino.
Il medico dichiarò trattarsi di meningococco di forma
grave e sollecitò il trasporto del piccolo ali' ospedale
Gaslini di Genova, dando però poche speranze che vi
giungesse vivo. Anche i medici dell'ospedale, al rice-
vere quel corpicino ormai agli estremi, fecero le loro
gravi riserve.
Riposi allora la mia fiducia in Maria Ausiliatrice.
Il 26 maggio, mentre passava sotto la mia finestra la
processione della Madonna di Don Bosco, portata in
trionfo da tanta gioventù, le raccomandai con fede il
mio piccino e feci un voto. Il bambino tornò presto
da morte a vita. Lo stesso professore curante nel conse-
gnarmelo mi disse: << Si fermi al primo santuario a rin-
graziare il Cielo•>.
Savona, via 4 novembre 69.
ANNA MINUTI.
Sarei grato se volesse pubblicare la relazione di questa
segnalatissima grazia di Maria Ausiliatrice, avvenuta
in modo repentino proprio durante la processione annuale.
Sac. CARLO C1APPEI
Direttore Oratorio Salesiano.
Prodigioso effetto di una novena a Don Bosco. -
Una sinosite frontale trascurata da tempo procurava
alla mia bimba di 2 anni atroci dolori al cervello, con
crisi violentissime che duravano da tre a quattro ore.
durante le quali nessuno riusciva a tenerla ferma. Rico-
verata all'ospedale, dopo due mesi di dolorosi esperi-
menti, dottori e radiologi la rimandarono a casa malata
come prima. Peggiorando sempre più, fu portata a
Torino per un mese di cure, che risultarono anch'esse
inutili. I professori dissero che bisognava attender~
l'età dello sviluppo - dai 12 ai 15 anni - per tenta1e
la trapanazione del cervello. Ma chi avrebbe potutu
attendere fino allora se le grida della bimba in crisi
andavano al cielo ? I vicini accorrevano a vederla e
anche loro piangevano. Fu di nuovo ricoverata all'ospe-
dale, ma per la terza volta le cure ci lasciarono delusi.
Stanca di vederla soffrire, mi decisi di fare una no-
vena a S. G. Bosco. Noncurante del freddo, che i me-
dici dicevano esserle fatale, ogni mattina me la portavo
con la neve alta alla Messa delle 7 nella chiesetta dedi-
cata al Santo e lo pregavo con tutta la mia fede mentre
la bimba ne teneva in mano l'immagine e la baciava.
Il penultimo giorno, mentre tutte e due pregavamo,
la bimba grida che si sente male. È portata nel vicino
Istituto delle suore e soccorsa. Tosto si calma e io
me la porto a casa. Da quel giorno fino ad oggi - ho
voluto attendere un anno - più nessun sintomo del
terribile male. La piccola è tornata normale e ha ri-
preso i suoi giochi rifiorendo in salute. Ora per credere
che Don Bosco fa miracoli non ho bisogno di leggere
le relazioni degli altri.
Aosta, 1-XH-1953.
ALICE MELLI in GUARDA.

3.7 Page 27

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Evita un intervento chirurgico assai difficile.
- Nel giugno scorso, dopo soli nove giorni dalla na-
scita di un bimbo, fui ricoverata d'urgenza all'ospedale
per preclusione dell'intestino. Il primario giudicò il
caso gravissimo e chiese il consenso dei miei per proce-
dere ad un intervento chirurgico assai difficile, da ese-
guirsi in due tempi diversi. Lo zio salesiano, chiamato
telegraficamente, volle affidare la cosa a S. G. Bosco,
mi fece baciare la reliquia ex carne e cominciammo
una novena insieme a gran numero di persone. Ed
ecco che prima dell'intervento, si notò qualche sintomo
nuovo che fece sospendere la decisione di operarmi e
che fu tosto seguito dalla scomparsa del male più
grave. Restò un tumore, che fu asportato con una facile
operazione ed io potei tornare sana e salva tra le braccia
dei miei quattro bambini.
S. Giovanni Rotondo (Foggia).
LORETA SANTORO in POMPILIO.
Scherzi di due fulmini. - Il fatto è avvenuto
sotto i miei occhi. Era il pomeriggio della domenica
22 luglio. 700 oratoriani, d'ambo i sessi, gremivano la
chiesa di Maria Ausiliatrice.
Mentre il Parroco terminava l'istruzione catechistica,
ecco scatenarsi un furioso temporale.
Non so per quale ispirazione, contro il mio solito, ra-
duno nei banchi anche i giovanetti inginocchiati sul
pavimento nel passaggio tra le due porte laterali. Mentre
ha inizio la benedizione col SS. Sacramento, un ful-
mine, un vero serpente di luce, penetra per una delle
porte laterali, guizza rapidissimo, ad un metro di al-
tezza dal suolo, attraverso il passaggio, ed esce per la
porta opposta provocando, fuori, uno scoppio fragoroso.
Malgrado la sorpresa, nessuno si muove, ed io intono
il Tantum Ergo, cantato da tutti con nervoso entu-
siasmo. Il fulmine, passando, aveva acceso le luci elet-
triche e le lampadine che adornano la statua dell' Ausi-
liatrice sopra l'altare maggiore.
Poco dopo, per la stessa porta e lungo lo stesso pas-
saggio, guizza un secondo fulmine, che invece di scop-
PUERTO
CASADO
(Paraguay)
India e he
ANNO
MARIANO
L'Immacolata del
grazioso monu-
mentino erettole
nella nostra Casa
di Caselette (To-
rino), 1'8 dicem•
bre 1953.
piare come il primo all'aria libera, se la prende con la
povera finestra laterale del Battistero, strappandola
dalla parete e buttandola sul pavimento con doppio
fragore del tuono e dei vetri in frantumi. Gli sguardi
di tutti si levarono istintivamente alla Vergine Ausi-
liatrice, che parve sorriderci maternamente e dirci:
«Non temete i fulmini: qui ci sono io». La grazia
fu doppia: nessuna persona lesa e la calma più per-
fetta nella massa di oltre 700 giovani. Guai se ci avesse
colti un senso di terrore e di panico!
Ciudad Trujillo (Santo Domingo), 24 luglio 1953.
Suor MARIA L. RINALDI, Direttrice delle F. M. A.
guari riceven•
do dal Rev.mo
Don Modesto
Bellido la be-
nedizione di
Maria Ausilia-
trice.
Luglio 1953.
La benedizione di Maria Ausiliatrice la guarisce.
- Quando venne il Rev.mo Visitatore straordinario,
visitò anche un paesello abitato dai nostri Indi. Io
aspettai il Superiore in una cascina dove si trovava
un'india ammalata da quattro mesi. La febbre non la
lasciava mai. L'avevo portata tre volte dal dottore, il
quale le aveva ordinato medicine e tre qualità di inie-
zioni. Consumate le medicine e fatte le iniezioni, l'am-
malata era rimasta nelle medesime condizioni. Si pre-
gava molto per la sua guarigione, perchè la donna
aveva una figliuoletta di pochi mesi. Infine invitai il
Signor Visitatore a darle la benedizione di Maria Au-
siliatrice, facendo benedire anche una medaglia che
misi al collo dell'inferm3. Il Superiore benedisse l'am-

3.8 Page 28

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malata con grande fe1vore e raccoglimento. Il giorno
dopo ritornai a visitarla ed ella mi disse: «Dopo che
il Padre mi ha dato la benedizione, non ho più avuto
male t. Oggi la buona mamma fa di tutto, lavora
molto ed è tornata allegra come un tempo.
Puerto Casado (Alto Paraguay), luglio 1953.
Suor EUGENIA MORETTI F. M. A.
Evita di essere operata. - La notte del 16 luglio
u. s. fui presa da terribile colica epatica e attacco di
appendicite. Era necessario l'immediato intervento chi-
rurgico. Per tale decisione ebbi il senso del terrore e ci
rivolgemmo con ardente fede, io e le mie figlie, a Maria
Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco, che mi ottennero
la grazia chiesta evitandomi di essere operata.
Martin"a Franca.
LUCIA MAFFEI MARINOSCI.
Investita da un'auto. - Mentre mi recavo in
via Capo S. Chiara, fui investita da un'auto che giun-
geva improvvisa da via F. Cavallotti. L'urto mi colpì
CUORI IN PREGHIERA - Ricordiamo a1
nostri Cooperatori che nel mese di FEB-
BRAIO la Famiglia Salesiana è invitata a
raccogliersi in fraterna solidarietà di pre-
ghiera per i Salesiani, le Figi ie di Maria
Ausiliatrice, i Cooperatori, gli Allievi ed
Ex allievi delle seguenti lspettorie:
31 gennaio - 6 febbraio
7 febbraio - 13
14
21
28
7 marzo
- 20
- 27
6 marzo
13
LOMBARDO-
EMILIANA
ITALIA
MERIDIONALE
NOVARESE
ROMANA
SICULA
VENETA
in pieno; ma portavo addosso la reliquia di Don Bosco;
e, mentre avrei dovuto essere stritolata, ebbi soltanto
la frattura della clavicola sinistra, che si ricompose in
cinque giorni senza postumi.
Genova.
MARIA ANTONIA BRUZZONE.
Maria SS. Ausiliatrice difende un innocente. -
Da un po' di tempo mi trovavo a disagio nel mio am-
biente di lavoro, poichè alcune voci calunniose mi ren-
devano sospetto ai miei superiori. La pena mia era
poi resa mortificante dal fatto che non avevo prove
per dimostrare la mia innocenza. In un così doloroso
frangente non mi restò altra via che mettere tutto nelle
mani di Maria Ausiliatrice. Pregammo e promet-
temmo un'offerta. E la Vergine non si fece attendere:
venne sollecitamente istituita un'inchiè"sta, dalla quale
la mia innocenza risultò evidente.
Torino.
GIUSEPPE CORDERO.
66
ALTRI CUORI RICONOSCENTII
Ginevra De Giobbi (Cosio Regoledo), per la guarigione
del figlio da grave deperimento.
Olimpia Frassà (Moncrivello), per aver potuto condurre
a termine un affare di grande importanza.
Fausta Barbero (Genova-Bolzaneto), per la guarigione
della nipote Fausta, ridotta in fin di vita e senza umane
speranze.
Pina Coltabiano Sorge (Riposto), per la guarigione del
bambino da grave mal di stomaco.
Angela Bertino (Torino), per il buon esito dell'anno sco-
lastico 1952-53.
Coniugi Canalis, per la guarigione della figlia e diverse
grazie.
Benita Mancardi Occelli (Farigliano), colpita da un eczema
alla mano destra, che le rendeva impossibile il lavoro, ricorse
a M. A. e a S. G. B.: al termine della novena si trovò guarita.
Luisa Scagliotti (Torino), ringrazia per la guarigione della
mamma da forte emorragia.
Giuseppe Capello di Domenico, seppellito da una frana,
fu salvo da morte invocando M. A., dalla quale aveva già
ottenuto di far ritorno dopo 3 anni di internamento in Ger-
mania e 3 mesi di prigionia in Russia.
Coniugi Margherita e Carlo Ressico (Torino), rendono
nota la guarigione della loro Lauretta di quattro mesi, di-
chiarata in pericolo di vita per grave infezione intestinale.
Maria Speziari Puritani (Milano), colpita da grave encefa-
lite letargica, guarl senza i previsti postumi; rottasi una gamba
al collo del femore, ne riebbe l'uso perfetto.
Maria Roberti ed Ernesta Raimondi (Regina Margherita
Torino), rendono noto che la sig.ra Fiorenza Cavallo scon-
giurò il pericolo di perdere la vista con l'aiuto di M. A.
Rinuccia Muraro (Moncalieri), è grata per le molte grazie
ricevute e in particolare per la sistemazione di un alloggio.
Maria Anna Perazzo Brusasco (Vercelli), fa conoscere l'evi-
dente intervento di M. A. e di S. G. B. in un'operazione.
Maddalena Barbasso inMargaria, ringrazia M. A. e S. G. B.
per grazie ricevute e offre orecchini d'oro.
Teresa Gariglio, rende nota la guarigione della sorella da
bronchite e da sciatica maligna.
Michelina Saroppo (Roccarainola), ottenne la guarigione d,
un fratello malato da tempo.
C!lterina Siri (Tiglieto), aveva il marito ridotto in fin di
vita da emorragie interne con crisi cardiache. Invocò M. A.
e lo vide tornare miracolosamente alla normalità.
Caterina Donadoni (Torno d'Isola), piccola di 7 anni, vuol
ringraziare pubblicamente S. G. B. d'averla guarita perfetta-
mente da lunga e penosa meningite tubercolare.
Lucia Mattioli (Coriano Veronese), è riconoscente per la
guarigione della nuora, che doveva subire una difficile ope-
razione, del cui esito i medici dubitavano.
Ester Agostini (Cabiate), è desiderosa di far conoscere che
M. A. le ottenne la grazia della guarigione del figlio da otite
e grave deperimento organico.
Maria Morten (Pavullo-Modena), ottenne da M. A. e da
S. G. B. la guarigione della mamma e la propria.
Maria Sartorelli (Udine), si trovava in angoscia per una
gravissima situazione finanziaria che non aveva vie d'uscita.
M. A. e S. G. B. intervennero ed essa potè esperimentare
la loro meravigliosa potenza.
Maria Gassino (Rodallo), raccomandò a M. A. il fratello
colpito da violenti dolori viscerali per un male giudicato dai
medici di estrema gravità e lo vide fuori di ogni pericolo.
Maria Riboli in Bodoni (Trigolo), ottenne la grazia che il
marito si decidesse a subire un'operazione inevitabile con-
servando la massima calma.
Maria Mitta Lindo (Niardo), superò una grave operazione
di appendicite con peritonite diffusa: pur essendo in pericolo
di vita, la sua fede in M. A. non venne mai meno.

3.9 Page 29

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Per intercessione del Venerabile
Don Michele Rua
Don Rua gli manda un sonno ristoratore e lo
guarisce. - Ero a letto da oltre due settimane col
capo dolente per un grave urto contro una sbarra di
ferro. Nel frattempo fui colto da un'enterite acuta,
che mi prostrò talmente che le mie condizioni diven-
nero preoccupanti.
Mancavano pochi giorni alle nostre nozze d'oro ma-
trimoniali. Si pensava di rimandarle a guarigione otte-
nuta, quando mia figlia mi portò l'immagine di Don Rua.
La fissai con amore e m'intenerii ripensando ai buoni
consigli che avevo avuto da Lui a Valdocco dal 1883
al 1890. Quindi con grande fiducia gli chiesi la grazia
di ristabilirmi un poco in salute, tanto da poter parte-
cipare alla Messa del nostro Giubileo. Poco dopo mi
addormentai in un sonno ristoratore che da parecchie
settimane non avevo più avuto.
Quando mi svegliai, era scomparso il dolore al capo
col solito intontimento, erano pure cessati i sintomi
dell'enterite, sicchè volli che mi portassero i vestiti,
mi alzai e potei celebrare allegramente il mio giubileo,
compreso il lungo viaggio di nozze. Si vede poi che
Don Rua fa le cose bene, perchè a tutt'oggi continuo
a stare ottimamente.
Rivoli (Torino), 25-1x-1953.
Cesare Pacileo (Napoli), affetto da tromboflebite
con necrosi secondaria, nei suoi indicibili dolori invocò
fervidamente il ven. Don Rua e nel giro di 24 ore si
vide avviato decisamente alla guarigione.
La famiglia Falzoni Luigi (Borgomanero) ringrazia
Don Rua per i favori ottenuti e per l'assistenza alla
figlia nel conseguimento dell'ideale religioso.
Una mamma (Torino), afflitta per la condotta ir-
regolare di un suo figliuolo che comprometteva seria-
mente salute e pace familiare, lo raccomandò al ven.
Don Rua e fu pienamente esaudita.
Dott. Bodrato (Roreto di Cherasco) ringrazia Don Rua
per la guarigione della figlia Emanuela da difterite.
Caterina Davico (Bricco Favole di Cherasco) in-
vocando Don Rua guarì da un continuo male al capo,
che i più celebri medici dicevano causato da tumore
al cervello.
Giuseppina Cillario (Dogliani) è grata a Don Rua
che le evitò un intervento chirurgico.
Valentina Maugeli (Mirabello Monferrato) e marito
si rivolsero a Don Rua chiedendo la grazia di una
buona sistemazione e la ottennero in pieno.
AUGUSTO CROSAZZO
ex allievo di Valdocco dal 1883 al 1890.
Rosalia Nicolosi ved. Paci (Palermo) ringrazia
Don Rua che ottenne al nipote il buon collocamento
desiderato per provvedere alla numerosa famiglia.
*
Eleonora Mari (Vinchio d'Asti) è grata a Don Rua
per aver trovato impiego e per altre grazie.
Guarisce un missionario. - Colpito, durante la
notte, da un attacco di appendicite, temendo di do-
vermi sottoporre per la terza volta ad un intervento chi-
rurgico e non volendo lasciare la mia cara Missione di
Margherita Santi (Roreto di Cherasco), afllitta da
grave malattia alla gola, invocò Don Rua e ne ottenne
la guarigione.
Mendez, mi raccomandai a Don Rua. Potei così cele-
Maria Josepha de Ortega (San José de Costa Rica)
brare senza alcun dolore e guarii senza operazione. rende grazie a Dio per la guarigione della figlia Irma
Altre due volte, colpito
da ostinato reumatismo, ot-
da altri mali, supplicai il
tenuta invocando Don Rua.
caro Successore di Don
Bosco, che io conobbi nel
1910, e ne ottenni pronta
guarigione.
Don Bosco, parlando di Don
Rua, disse più volte: << Don Mi-
Dott. Umberto Brusa-
tazzi (Sabbioneta), seguen-
do l'invito trasmesso da Voci
Fraterne di rivolgere ogni
Mendez
{Equatore), 25-x-1953.
Sac. CARLO M. PoGGIONE
chele potrebbe fare dei miracoli,
se volesse>>. Mem. Biogr. VI. 707.
giorno una preghiera al no-
vello Venerabile, ottenne la
guarigione del figlio, da anni
colpito da vari disturbi ner-
Missionario Salesiano.
vosi.

3.10 Page 30

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Per intercessione del Servo di Dio
Don Filippo Rina Idi
« No, Don Rinaldi ci penserà lui!». - Il
10 agosto fui improvvisamente colpita da fortissimi do-
lori, che col passare del tempo. pur essendo intermit-
tenti, aumentarono terribilmente. Una radiografia ri-
velò una calcolosi che rendeva necessaria l'operazione
chirurgica. << No, dissi, Don Rinaldi ci penserà lui!>>.
Il medico curante cercava di convincermi a farmi ope-
rare, ma io preferii fare con vivissima fede una novena
a Don Rinaldi. Al nono giorno il grosso calcolo si eli-
minò spontaneamente, o con più esattezza: miracolosa-
mente. Accludo il certificato medico e rendo grazie al
potente Servo di Dio.
Brindisi.
ANGELA MANTARELLI.
CERTIFICATO MEDICO
Certifico di avere avuto in cura da due anni la signorina Man-
tarelli Angela di Vincenzo, per una calcolosi, per cui era neces-
saria l'operazione chirurgica.
Certjfìco che detto calcolo e stato eliminato quando ormai
era stato deciso l'intervento, spontaneamente; per cui la signo-
rina M antarelli può ritenersi completamente guarita
Brindisi. 28-vn-1951
Dott. ENRICO 0ELL'ANNA.
Mio nipote Emanuele, di diciassette mesi, venne
portato all'orlo della tomba da una grave gastro-
enterite. Era la seconda volta nel giro di pochi mesi.
Ormai sembrava un cadaverino.
Raccomandai alla sorella di affidare la salute del pic-
cino all'intercessione di Don Rinaldi. Alle nostre pre-
ghiere si unirono anche i giovani dell'Istituto Cardinal
Cagliero d'Ivrea.
Intanto la mamma collocò un'immagine del Servo
di Dio sul piccolo infermo.
Il miglioramento fu immediato e il bambino fu presto
fuori di pericolo.
Bollengo (Torino).
Don VITTORIO GoRLERO
salesiano.
Lo scorso anno ero afflitto da forte esaurimento
nervoso che mi dava molta pena: essendo ricorso
alla intercessione di Don Rinaldi, ne risentii notevole
miglioramento.
Quest'anno avevo messo mano ad un affare il cui
buon esito, che mi premeva tanto, era ostacolato da
numerose difficoltà.
Per intercessione di Don Filippo Rinaldi, al quale
anche questa volta avevo fatto ricorso, l'affare ebbe
l'esito desiderato.
Alba, via Coppa, 6.
Rag. GIUSEPPE MARTIN!.
* Volete che il Signore vi faccia molte grazie?
Visitatelo sovente.
* Volete che ve ne faccia poche?
Visitatelo di rado.
* Volete che il demonio vi assalti?
Visitate di rado Gesù in Sacramento.
* Volete che fugga da voi?
Visitate sovente Gesù.
* Volete vincere il demonio?
Rifugiatevi sovente ai piedi di Gesù.
* Volete essere vinti?
Lasciate di visitare Gesù.
SAN GIOVANNI BOSCO
68 ~
Da qualche tempo andavo soggetta a forte mal di
capo. Visitata più volte, non si trovava la causa;
mi si consigliò anche una visita oculistica pensando che
dipendesse dalla vista. Misi gli occhiali, ma senza alcun
risultato.
Vedendomi scoraggiata, la mia buona Direttrice mi
consigliò di fare una novena a Don Rinaldi. La incomin-
ciai con fiducia e ne ripetei una seconda; alla terza
sentii un vero miglioramento e a poco a poco il male
scomparve. Mentre il caro Padre mi guarì da questo
disturbo, mi fece una grazia ancor più grande, facen-
domi sentire ben chiara la vocazione religiosa.
Este.
BIANCA GOLDIN.
per anni nella mia famiglia soffrimmo pene ed
ansie, causate da un malinteso che creava una si-
tuazione talmente ingarbugliata, da non lasciare adito
a nessuna speranza di chiarificazione. Venni a cono-
scenza delle molte grazie che Don Rinaldi elargisce a
chi in Lui confida. Iniziai anch'io una novena e al nono

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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giorno ebbi la g101a di vedere superato ogni ostacolo e
tornata nei nostri animi la sospirata tranquillità.
Di un'altra grande grazia vado debitrice a Don Ri-
naldi, al quale manifesto, anche a nome dei miei cari,
la più viva riconoscenza.
Roma.
AIDA CuRTI.
La carità del Servo di Dio Don Filippo Rinaldi
non si smentisce: non ricorro mai invano alla sua
intercessione, come non invano ricorrevo alla paterna
sua saggezza e bontà durante la sua vita mortale. Due
grazie singolarissime di ordine morale mi ottenne in
questi ultimi mesi, a conforto mio e di alcune consorelle
e a gloria di Dio. Gli sarò sempre tanto grata.
Alessandria.
Suor ROSALIA DOLZA, F. M. A.
In riconoscenza al Servo di Dio Don Filippo Ri-
naldi, invio per la sua Beatificazione l'offerta pro-
messa, per avermi ottenuto la perfetta guarigione di
mia sorella, operata d'urgenza di peritonite acuta, nel-
l'ottobre scorso. Dopo pochi giorni, fu portata a casa
perchè spedita dai medici; le fu amministrata l'Estrema
Unzione, che essa ricevette in piena lucidità di mente;
ma poi migliorò a poco a poco, ed ora con meraviglia
di tutti gode perfetta salute
Alzano Lombardo.
lVIADDALENA SALVETTI.
per mezzo d'una mia sorella conobbi una ragazza,
la quale era molto scoraggiata per il suo stato di
salute, avendole detto i medici che il caso era grave e
che avrebbe dovuto fare delle cure lunghe e difficili.
La esortai a pregare il Servo di Dio Don Rinaldi. No;i
molto tempo dopo mi scriveva che era tornata la ragazza
sana e allegra di prima, con meraviglia del professore
curante. Riconoscente ringrazia.
Cairo (Egitto).
Suor GAETANA PAVANO, F. M. A.
Afllitta da gravissima malattia, senza alcuna spe-
ranza di guarigione, iniziai con i miei familiari una
novena a Don Filippo Rinaldi. Dopo pochi giorni,
quando la catastrofe, oltrechè inevitabile, era conside-
rata imminente, si iniziò con viva sorpresa dei medici
un prodigioso miglioramento che mi portò in poco
tempo al ristabilimento completo.
Torino.
BICE GENTA.
verso la metà di agosto, fui colpita da ripetuti at-
tacchi di angina pectoris. In quei terribili istanti
ricorsi al Servo di Dio Don Rinaldi, e gli attacchi ces-
sarono. Quando però potei essere portata da un va-
lente professore, mi sentii dire che, data la mia età
di 79 anni, non c'era più nulla da fare e che non avrei
più dovuto stare cinque minuti da sola nè di giorno
nè di notte. Raddoppiai la mia fiducia in Don Rinaldi
e quando il professore mi fece la seconda visita, rimase
altamente sorpreso nel vedermi di molto migliorata.
Ora posso lasciare il letto qualche ora e attendere alle
faccende domestiche indispensabili.
Torino.
GIULIA PASTERIS.
Due anni fa la mamma si ammalò di flebite con
complicazioni. La sorella, Figlia di Maria Ausilia-
trice, ci mandò l'immagine del Servo di Dio Don Ri-
naldi da applicare all'ammalata, cominciando la novena.
Dopo poco, constatammo un miglioramento insperato,
seguito dalla guarigione.
Nel novembre scorso ancora la mamma fu presa da
forti dolori per cui si prevedeva la necessità di un in-
tervento chirurgico che, data l'età, difficilmente avrebbe
sopportato. Pregai con fede il Servo di Dio e prima
della fine della novena, il pericolo era scongiurato.
Fagnano di Gaggiano.
GrnmTTA PrzzAMIGLIO.
Jn una caduta dall'altezza di 7 metri riportai la
rottura di tutte due i piedi, per cui dovetti subire
un'operazione il cui esito, a detta dei dottori, era molto
incerto. Prospettandosi il pericolo di non poter più cam-
minare bene, mi raccomandai a Don Rinaldi e ne
ottenni la grazia desiderata, perchè oggi, alla distanza
di 8 mesi, posso camminare speditamente.
Novi Ligure.
ANSELMO LASAGNA.
JI mio piccolo Carmine, di anni sette, giaceva da
oltre tre settimane a letto, colpito da febbre alta che
minacciava di degenerare in tifo. Ogni risorsa terapeu-
tica era stata praticata, ma senza risultato. Memore
dei favori ottenuti dal Servo di Dio Don Rinaldi, ri-
corsi allora alla valida sua mediazione, ponendo sotto
il guanciale dell'ammalato una sua immagine. Il giorno
successivo la febbre era del tutto scomparsa, e in breve
il bambino ritornava in perfette condizioni fisiche.
ANNA AUTIERO.
Nel dicembre scorso, essendo degente in una cli-
nica di Bombay con epatite amebica e polmonite,
ebbi una emorragia interna che il dottore attribuì ad
un tumore, dell'esistenza del quale egli si diceva certo.
In tale frangente mi raccomandai a Don Rinaldi,
e quando fu fatta la radiografia e la cistoscopia, non fu
scoperto alcun tumore.
Grato, pubblico il favore ricevuto, come avevo pro-
messo al carissimo Padre, e mi raccomando ancora alla
sua protezione.
Madras (India).
Don ARCHIMEDE PIANAZZI
Ispettore Salesiano.
Febbraio: Dott. MARIO GrACOBBE, LEGGENDA FIESOLANA
li lavoro, accuratamente condotto, tratta di ciò che si riferisce alla leggenda e alla realtà
intorno alla vita del pittore Giovanni da Fiesole, conosciuto sotto il nome di Beato Ange-
lico. Come il volumetto di Gennaio era intonato ali' arte musicale, cosi questo riecheggia
motivi dell'arte pittorica. Titoli di alcuni articoli sono: Pittori antichi e moderni. - La
morte di Michelangelo (19 febbraio). - La cattedra di San Pietro (22 febbraio). -
Perchè sono comunista? - Battibecco a notte fonda (novella). - A bordo d'una por-
taerei. - L'alabarda di San Sergio (romanzo in continuazione), ecc.
- - INVITIAMO tutti i Cooperatori ad abbonarsi alle nuove LETTURE CATTOLICHE.
Indirizzare gli abbonamenti (Italia, annuo L. 800; semestrale L. 400 - Estero, annuo L. 1000; semestrale L. 500)
ali' Amministrazione delle Letture Cattoliche: S. E. I. - Corso Regina Margherit.1. 176 - Torino (725) - C. C. P.

4.2 Page 32

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Ci hanno segnalato grazie
ottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S. Gio-
vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello, del B. Domenico Savio
e degli altri Servi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerte
ed elemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti:
Accomazio M., Alcide M., Aldera L., Aliberti F., Ali-
berti M., Ameri M., Amigoni P., Anzalone B., Ardissone M.,
.Arioldi F., Attuoni G., Avico M., Bacci A., Badella E.,
Badolato G., Balosso G., Bellinzona M., Bellone F., Bene-
detti S., Bernardi E., Bernardi F., Berruti A., Bertea A.,
Bertoletti M., Bertoletti R., Bertolino C., Bertolino P., Ber-
telo A., Bertelo E., Bertene G., Bianco M., Bigotto M ..
Bocasso T., Boero I., Bolla A., Bottarelli F., Bonaluni M.,
Bonicati A., Bonino E., Bonomo M., Bonsaver M., Bor-
ghetti R., Bori!ialli G., Borsetti A., Borsetti E., Boscarollo C.,
Brigador L., Brigarello F., Brizzolara ved. R., Broggi L ..
Bronzo L., Bruna A., Bruno C., Bruno G., Bruno P., Cam-
peri G., Campus E., Camurati A., Canuto E., Capella F.,
Capezza C., Carnevale C., Carnevale G., Carme! A., Ca-
rosso O., Carpani L., Casalegna A., Casalicchio F. e N.,
Casetta E., Casetta M., Cattana A., Cavalli P., Cerutti G.,
Chiappone C., Chiodi M., Chiudano P., Codino T., Cornei G.,
Coniugi: Alanzi, Antoniotti, Marchisio, Tassano e Vacchero;
Conte M., Cortesi A., Crespi C., Crosetto M., Cucchetti C.,
Cutrufello C., D'Asprea A., De Ambrogio R., Degiorgis E.,
Del Conte M., Del Rocca N., Della Lunga R., D'Esposito G.,
Destefanis N., Dezzani C., Dognibene L., Drocco E., D. V.,
Elisei B., Enrico A., Ex allievo, Fabbri E., Fagarazzi A.,
Faggiani M., Falco M., Falese A., Fama D., Famiglie: Ber-
chialla, Cibrario, Giustetto, Masio, Parella, Porro e Villata;
Fattore R., Favaro R., Ferraris B., Ferrero F., Filippi A.,
F. M., Foli G., Fondacci M., Formento A. e A., Fornelli A.,
F. P., Francesini D., Frassati C., Gabriel C., Gallea M.,
Gandolfo B., Garetta G., Castaldi E., Gavazzi L., Gedda M.,
Germano T., Ghirardi M., Gili G. e M., Gilli M., Giorgi C.,
Giorgini I., Giovannini Lucio e Luciana, Giorgis A., Gior-
gis R., Gindri M., Giuffrida B., Giustetto R., Go A., Go-
nella M., Grasseni A., Grasso D., La Sorte A., Leone M. P.,
L. e M., L. P., Lobina A., Losito D. L., Luceti M., Luci-
sano E., Magliano M., Magnetti-Viana, Mainardi A., l\\1an-
tello O., Maranzana E., Mariani F., Marsilio P., Martin P. A.,
Mattea E., Mazza M., Meinardi R., Merzano G., Monti-
eone B., Mosca G., Muratore P., Naretto D., Nicotra E.,
N. N. Randazzo, Novo C., Olivero A., Ontani M., Osella G.,
Pagliotti A., Pagnanelli A. e T., Palo E., Paparella M., Pa-
renti M., Parisi E., Pastorino G., Penzo M. L., Pia D.,
Pirelli S., Plaia E., Platone E., Poltroneri G., Possisio C.,
Quadri A., Quaglia L., Quaglia M., Quaranta F., Quirico A.,
Rava G., Raviola M., Reviglio G., Renata (suora), Ricci F.,
Ricci Petitoni M., Righi B., Rizzi P., Roberto C., Rocco M.,
Rolfo G., Rosatti A. M., Rosso A., Rosso G., Rossotto P.,
Rumiana Z., Sacchi G., Sale G., Saluzzo M., Sanviti A..
Sarda M., Saverio C., Scagliotti M., Selavo L., Signorino G.,
Sola G., Spina G., Strumia M., Taio R., Tapparella G.,
Tanerini L. e C., Tavella M., Ternavasio C., Tironi E.,
Toffano Stampini S., Toffoletti G., Torrigino L., Toscani L.,
Vacchetti M., Vachino R., Vagnone N., Valenti R., Vi-
cola F., Vignoli C., Zammuto S., Zanandrea M., Zano G ..
Zanotti E .. Zavattero A., Zucca C., Zucca T.
Raccomandiamo caldamente alte preghiere
di tutti i devoti di Maria Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco
le particolari intenzioni delle seguenti persone:
Anselmo C., Artusio fam., Avico M., Barotello G., Be-
nenti M., Bertea A., Bietto G., Boggio F., Bolla M., Bo-
sco C., Bruno P., Capirone M., Caprino P., Cavalli T.,
Chiola M., C. M., De Benedetti M., Dizioli N., Ferraris G.,
Formento A. e A., Lanfranchi M., Lavarini G., Manghi E.,
Marese M. A., Marino C., Mazza M., Miraglio M., Monti C.,
Mozzi Fam., Nida S., Pace T., Patania S., Pescatore P.,
Pia D., Peano M., Quaranta F., Quaranta F. e M., Que-
rio L., Quirico A., Rossotto P., Rubino L., Sola G., Ta-
rane-Berti, Testa M. V., Toffoletti G., Toffolon G., Vi-
gliani M .. Zanotto L., Zarotino Cavalieri S., Zavatteto A.
I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI:
Sac. GUGLIELMO BRACCO, nato a Mondavi (Cuneo),
t a Savona il 29-x1-1953 a 75 anni.
Sac. GIUSEPPE CAMACHO, nato a Huelva (Spagna),
t a Cordoba (Spagna) il 24-xm-1953 a 61 anni.
Sac. LIVIO MORRA, nato a Scarnafigi (Cuneo), t a
Santiago (Chile) il 7-v11-1953 a 33 anni.
Coad. GIOV. BATTISTA VASCONCELOS, nato a
Paudalho (Brasile), t a Recife (Brasile) il 20-v-1953 a 77 anni.
COOPERATORI DEFUNTI:
Dott. GIUSEPPE MONTINI, t a Brescia il di-
cembre 1953.
Morì ottantenne dopo una lunga vita di medico coscien-
zioso. Ebbe per tutte le miserie umane una carità inesauribile.
Fu vivamente rimpianto da quanti lo conobbero e in parti-
colare dalla Famiglia salesiana, alla quale donò il figlio
Don Luigi, Missionario in Cina, beneficando inoltre quelle
nostre Missioni con munifica generosità.
GIUSEPPE ABBATE, t a Milano il 16-x1-1953 a 75 anni.
Fu ricercato per la sua abilità nella modellazione del legno,
ma più ancora ammirato per la fede con cui impreziosiva il
suo lavoro. Sua ultima volontà fu il desiderio che una gran
Croce ne annunziasse il trapasso davanti all'abitazione a te-
stimonianza del suo grande amore per essa.
Suo testamento spirituale fu un invito alla carità, con
queste sue ultime parole: Vogliatevi bene, vogliatevi bene,
·2·og!iatevi bene tutti, tutti, tutti. Vogliate bene a tutti.
Due suoi figli, sacerdoti Salesiani, Don Franco e Don
Luigi, gli .riconoscono, dopo Dio, la grazia della vocazione.
t ESTER TESO n. ZIGGIOTTI, a Grumolo delle Abba-
desse (Vicenza) il 15-x11-1953 a 71 anno.
La sua vita di sposa e madre cristiana esemplare l'aveva
preparata da tempo al passo estremo, che fu repentino per
un attacco cardiaco.
Sorella del nostro venerato Rettor Maggiore e fervente
Cooperatrice, amò sempre considerarsi della nostra Famiglia.
All'amato Superiore le condoglianze e per l'Estinta i suf-
fragi di tutti i suoi Figli e Cooperatori sparsi nel mondo.
ANNA DECAROLI n. FURBATTO. t a Carugate (Mi-
lano) 1'8 dicembre 1953 a 61 anno.
Affezionata all'Opera salesiana, che aveva conosciuto ed
amato da quando era stata zelante Patronessa del 1° Oratorio
Festivo di Valdocco, fu felice di offrire a Dio nella Congre-
gazione Salesiana due figli sacerdoti, di cui uno missionario
in India. L'Immacolata volle premiarla chiamandola a sè
nelle prime ore dell'anno a Lei dedicato.
PETRONILLA NICOLELLO ved. ORECCHIA, t a
Torino il 26-x1-1953 a 75 anni.
Legata da affettuosa devozione alla duplice Famiglia sa-
lesiana, fu generosa cooperatrice, specialmente delle opere
missionarie. A questo spirito educò i figli cui dedicò, con
eroico sacrificio, tutta la vita, formandoli al pieno senso cri-
stiano. Impersonò cosi in profondità lo spirito e la missione
dei Cooperatori salesiani.
Venerò i Successori del Santo, specie il Servo dì Dio
Don Rinaldi, e fu in relazione di cordiale familiarità con le
Superiore Generali delle Figlie di Ma;Ìa Ausiliatrice. Amava
sentirsi parte viva della Famiglia di Don Bosco, la quale
perciò oggi depone sulla sua tomba il fiore della riconoscenza
e della preghiera.
CAROLINA BILL/A ved. ROMERSI, t il 28-x1-1953
a 85 anni.
Mamma di cinque ex allievi, tra i quali Mons. Carlo Ro-
mersi, Ispettore dei Cappellani Militari, amò sempre consi-
derarsi di famiglia con i Figli di Don Bosco. La morte la
trovò ben preparata da una vita di fede profonda, sentita e
integralmente vissuta. di fortezza nel sacrificio. di bontà
inesauribile
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI:
Bearzi Elvira. - Beretta Don Battista. - Casagrande Gio-
vanna. - Fava Pietro. - Fiorentino Ettore. - Ghifra Teresa.
- Monari Epaminonda. - Pontremoli Can. Prof. Stefano. -
Scaglia Giuseppina. - Scarpani Margherita. - Soldan Matilde
Corazza. - Trombetti L. - Vespa Giuseppe. - Volta Giulia

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Autorizzazione del Tribunale di Torino in data 16-2-1949 - n. 403.
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4.4 Page 34

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pontificio; di sottolinearne, ma sem;a enfasi alcuna, il gigantesco contributo aHa storia
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guerra illustre contro il tempo, perchè tutta tesa alla conquista dell'eternità.
Tutte le (<voci>> di cui l'opera si c:om}:)one (il primo volume sugli Ordini, il secondo
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giose: invitati per la maggior parte dei casi, dal compilatore; designate, altre volte, dai
rispettivi superiori.
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