COOPERATORE
DIMMI CHI SEI
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J. Aubry
CONVEGNO INTERISPETIORIALE
GIOVANI COOPERATORI
Brescia, 13-14 Febbraio 1982
Sor•lla • fr•t•llo carl••lmo,
per tre volte in questi ulfimi mesi, le circostanze prov-
videnziali mi hanno portato a ricevere, a nome del Rettor
Maggiore, la promessa di nuovi fratelli e nuove sorelle per
la loro entrata nella nostra famiglia. La prima volta erano
dieci raguzi e ragazze di una parrocchia salesiana, ma-
gn;t;camente preparati e affiatati, che sono riusciti a tra-
sformare il giorno della promessa in una vera festa par-
rocchiale. Negli altri due casi, c'è stata una sola sorella ad
entrare nella Famiglia, ma circondata da tante e tanti ami-
ci, e un solo fratello, che aveva accanto la giovane sposa,
già Cooperatrice, e un fervente gruppo di Cooperatori
findanzati o sposati. Insomma tre feste profondamente
salesiane, che hanno rinnovato la gioia e l'entusiamo nel
cuore di tutti i partecipanti.
Personalmente, quando partecipo a queste feste. e
soprattutto mi capita (con mia maggiore gioia) di presie-
dere, faccio sempre al Signore una preghiera supplicante
a favore di questi nuovi fratelli e sorelle, e chiedo una
grazia: «Signore. fa ' che io possa ritrovarli fedeli e ferventi
fra dieci anni!».
li giorno della festa è sempre bello. Ma quando sono
spente le luci, tolte le ghirlande e i serti, portati via dal
vento i canti allegri e le musiche commoventi, quando ini-
ziano i giorni feriali, allora viene il tempo di vivere la Pro-
messa fatta. E quanta umiltà, quanto realismo, quanto
coraggio, quanta speranza segreta ci vuole!
Il giorno della Promessa s'interpone tra due altre realtà
senza le quali la Promessa stessa non avrebbe senso; o
piuttosto diventerebbe una solenne menzogna. ~rima c'è
la Promessa «cordiale». cioè questo desiderio sincero,
profondo, forte di vivere l'impegno cristiano sul serio ispir
randosi allo spirito e alla missione di Don Bosco; c 'è la
volontà a poco a poco maturata di far tacere le paure, le
esitazioni, i continui «rimettere a domani» , e di lanciarsi in
un impegno chiaro e serio, compromettendosi con fratelli
e sorelle davanti a tutti.
E dopo, cioè dopo la Promessa «cordiale» e la Pro-
messa, «orale», viene la Promessa «vitale». «Cosa pro-
messa, cosa dovuta », dice Il proverbio. L'impegno pub-
blicamente assunto bisogna viverlo nel grigio di ogni
giorno, nel succedersi monotono dei doveri «ordinari».
Bisogna tenere occhi aperti e orecchie aperte alle urgenze
piccole o grandi dei fratelli. Bisogna collaborare a/l'interno
del gruppo, del Centro . de/1'/spettoria.
Bisogna partecipare fedelmente alle attività, alle riu-
nioni di preghiera e di riflessione... Allora viene la tenta-
zione: « Troppo duro, troppo faticoso!», «Non c'è bisogno
di tante cose per essere un buon cristiano!».
Eh! Siamo tutti esposti alla tentuione della vigliacche-
ria! La Promessa, bisogna rifarla ogni mattina, o almeno
ad ogni comunione, o almeno ad ogni riunione di gruppo,
o almeno ad ogni ritiro mensile. Se non metti legna nel
fuoco, questo si spegne. Hai trovato di quale legna ha bi-
sogno la tua fiamma del tuo amore salesiano per essere
sempre viva e brillare?
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Nel numero di settembre '81 di COOPERATORES don
Raineri ha scritto un articolo poi tradotto e pubblicato in
diversi Bollettini e Notiziari. Il titolo era: Due sfide ai Coo-
peratori: lavoratori ed exallievi.
Tra i primissimi che hanno accettato la sfida sono stati i
giovani Cooperatori del Nord Italia, e più precisamente
dell'lspettoria Lombardo-emiliana. Avevano programmato
da un anno, e hanno realizzato in questi giorni, un incon-
tro che si è rivelato originale, attuale, gradito: le premesse
per essere... fecondo.
Non un taglio storico - aveva precisato don Strap-
pazzon - ma realistico, in prospettiva. Cosa fare SUBITO.
Ottantacinque partecipanti di 4 lspettorie, quasti tutti
giovani, di cui alcuni operai e sindacalisti. Tutto intonato
sul mondo del lavoro, fin dalle prime battute: il canto «Se il
Signore non costruisce la città», la lettura della Gaudium
et Spes, 34: « ...col lavoro gli uomini e le donne prolungano
l'opera del Creatore e si rendono utili ai propri fratelli», la
preghiera comunitaria.
È toccato a un Dehoniano, padre Erminio Crippa,
esperto del settore, dare l'avvio con la riflessione «Pre-
senza cristiana nel mondo del lavoro •.
È partito dallo scandalo del secolo XIX - la frattura tra
mondo del lavoro e Chiesa - dando le varie spiegazioni:
quella dei rivoluzionari, la cattolico-sociale e la laica. Ha
denunciato, con la forza oratoria che gli veniva dall'espe-
rienza e, a volte, con realismo provocatorio, i peccati dei
padrini, dei lavoratori e dei lavoratori cristiani. In concreto
che fare?
1. Riconsiderare i valori del mondo operaio;
2. godere della grande novità che vi sono «apostoli» I
quali non sono «clero»;
3. far diventare la santità cittadina del supermercato,
della fabbrica, della professione;
4. rendere attualì le Encicliche sociali (Rerum nova-
rum. Laborem exercens);
5. vivere una santità nuova: della tecnica, della com-
petenza, della giustizia dell'impegno sociale, della vita fa-
miliare.
Anche la traccia per i gruppi di studio era graffiante. Ad
esempio:
- quali sono i peccati commessi dai cristiani alla na-
scita dell'industria e del movimento operaio?
- come impostare un piano pastorale salesiano, che
dia testimonianza agli operai?
- come possono essere collegati il mondo che lavora
a quello che soffre e che prega?
- come sviluppare una corretta spiritualità del lavoro?
Stile salesiano di presenza nell'ambiente di lavoro è
stato il Il tema trattato da Don Ennio Ronchi, insegnante
nelle Scuole professionali di Milano. L'oratore ha iniziato
con l'affermare che fa parte dell'identità del Cooperatore
uno stile salesiano di presenza: «fare esperienza di Dio
per avvicinare a Dio... Lui a casa nostra perché noi a casa
Sua... tra noi e il mondo Don Bosco non ha costruito un
muro».
Il centro della Relazione è stato «Il lavoro nell'espe-
rienza di Don Bosco». Una mamma lavoratrice: lui pastore,
contadino, studente lavoratore; lui prete nelle scuole pro-
fessionali e agricole, con una passione che lo consumava
per il troppo lavoro. Analizzando gli articoli del NR sul la-
voro ha concluso che il C.S. vi è presente come persona
qualificata, intrapendente, aggiornata, infaticabile.
(M.C. da «Cooperatores,, febbraio 1982)