Bollettino_Salesiano_198202


Bollettino_Salesiano_198202



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BOLLETTINO
.01\\aNO 106 N 2 QU ,NOfC IN A 15 GENNAIO 1982
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2 " ' 70 '
SALESIANO
RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1877
I I BS-CC
Cooperatori: continuate a vivere
il meraviglioso ideale salesiano nella famiglia,
nella società, sul lavoro, nella scuola...
Giovanni Paolo Il
(3 settembre 1980)
Il Nuovo Regolamento:
UN DONO DELLO SPIRITO SANTO
ALLA CHIESA DI OGGI
Come contributo allo studio del Tema di quest'anno don Francesco Maraccani, ispettore sa-
lesiano nel Veneto occidentale, offre ai Cooperatori alcune considerazioni che ci sembrano assai
lucide ed indovinate, e quindi meritevoli di attenta lettura.
Ne riportiamo la prima parte, rimandando al prossimo numero per il seguito.
1. Il Vangelo...
Ci domandiamo cos'è un Regolamento di un'As-
sociazione cristiana. La semplice parola «regolamento» ci
richiama aspetti giuridici: un aspetto non ben accolto dalla
sensibilità dei giovani d'oggi e del quale dobbiamo sve-
stirci per accettare la prospettiva evangelica di ogni cri-
stiano che vive il suo «seguire Cristo» secondo la regola
fondamentale: il Vangelo.
Il Vangelo stabilisce come seguire Cristo e come pra-
ticare il comandamento dell'amore di Dio e del prossimo in
cui sappiamo che consiste l'essenza della santità.
Quando noi pensiamo al Cristiano e alla sua norma di
vita non pensiamo che al Vangelo, alla Parola del Signore.
Ma noi sappiamo che lo Spirito Santo nel corso della
storia ha voluto arricchire la sua Chiesa di moltissimi doni
proprio promananti dalla promessa del Signore di inviare il
suo Spirito di Verità e di amore per condurre la Chiesa
verso la realizzazione del Regno di Dio.
2, •..vissuto da Don Bosco
Lo Spirito Santo ha arricchito la Chiesa di tanti «ca-
rismi• (i doni dello Spirito) passati attraverso l'esperienza
concreta di uomini mossi dallo Spirito che hanno colto al-
cuni aspetti della via indicata dal Signore nel suo Vangelo
e li hanno incarnati e concretamente vissuti.
Lo Spirito Santo ha fatto sorgere delle esperienze vive
di uomini che hanno seguito Cristo e hanno colto alcuni
aspetti particolari, caratteristici del Vangelo, e Il hanno in-
carnati nel loro tempo e trasmessi alla Chiesa perché di-
ventassero un dono permanente della Chiesa.
Ebbene: noi crediamo che Don Bosco è stato uno di
questi uomini suscitato dallo Spirito.
Leggiamo dall'Introduzione al Nuovo Regolamento
(N.R.): «Con senso di umile gratitudine crediamo che i
Cooperatori sono sorti non da solo progetto umano, ma
per iniziativa di Dio. Lo Spirito Santo... suscitò Don Bo-
sco... •.
Lo Spirito Santo ha dato. questo dono alla Chiesa nella
persona di Don Bosco.
Don Bosco, nell'esperienza dello Spirito, ha incarnato
concretamente un modo di vivere Il Vangelo e ha tra-
smesso questo modo alla sua Famiglia - quella che noi
chiamiamo Famiglia Salesiana.
Quando noi parliamo di «regolamento» intendiamo
questa regola di vita (= Vangelo), ma una regola di vita
che è passata attraverso l'esperienza spirituale di un uo-
mo suscitato dallo Spirito, che è diventata esperienza di
un gruppo di cristiani che vogliono seguire Cristo.
In questo numero:
Relazione sul Congresso Nazionale
3. Una Carta Costituzionale
Il Regolamento allora non è per noi un insieme di nor-
me (anche se le contiene per il bisogno di un gruppo di
PARTICOLARMENTE INDICATO PER
COOPERATORI SALESIANI

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darsi una struttura), ma è per noi come la carta co-
stituzionale in cui è condensato il progetto evangelico ed
apostolico di Don Bosco e quindi Il progetto di coloro che
vogliono seguire Cristo imitando Don Bosco.
Allora il Regolamento ci dà la carta d 'identità di una
vocazione nella Chiesa, di una chiamata che è via di san-
tità personale, chiamata che è prima di tutto la chiamata d1
Don Bosco fattasi esperienza nella sua vita e che diventa
chiamata di altri gruppi nella Chiesa.
4. Una MIHlone
Ma Insieme Il Regolamento è anche l'indicazione di
una missione nella Chiesa. È il mandato dei Cooperatori
ricevuto dallo Spirito Santo per essere apostoli nella
Chiesa.
Il Regolamento allora è «l'angolatura vocazionale con
cui il Cooperatore vive il Vangelo» (don Egidio Viganò), è il
modo concreto con cuì noi viviamo Il Vangelo.
5. Una ricchezza spirituale
In un Regolamento di un'Associazione spirituale gli
elementi evangelici e spirituali prevalgono su quelli giu-
ridici.
Anche g nel Regolamento scritto da Don Bosco è
vero questo, anche se in quel tempo appaiono più ab-
bondanti gli elementi giuridici (voluti del resto dal Diritto
Canonico anche oggi) per indicare la regola di vita; è
quindi sempre un'azione dello Spirito Santo.
Nel Proemio al N.R. si legge: Troverai qui contenute le
ricchezze spirituali della tradizione salesiana sul Coo-
peratori e le norme fondamentali per la loro vita ».
Sono messi in evidenza questi due elementi: da una
parte gli elementi spirituali che sono prevalenti, per cui per
noi ìl Regolamento ré!ppresenta il nostro modo di vivere ,1
Vangelo; dall'altra parte alcune norme giuridiche in cui si
struttura un'associazione
Esse orientano in forma stabile Il senso della vocazione
salesiana e ne illuminano la missione, lo spirito e la fe-
deltà.
Il Regolamento è la carta d'Identità di una vocazione, ci
Il senso pfofondo, vivo, della vocazione, ma insieme è
anche un mandato, una missione.
Inoltre: Ai Cooperatori che vi sono fedeli asslcurano
l'autenticità della vita evange/lca lndicata loro da Don Bo-
sco e promossa dal Concilio Vaticano Il.
•~icurano l'autenticità della vita evangelica»: il che
significa che il Regolamento si rifà al Vangelo, è illuminato
dal Vangelo, non solo, ma è il nostro modo di vivere il Van-
gelo. Il Vangelo rimane per noi la Regola suprema.
Però «assicurano l'autenticità della vita evangelica» ma in
quella prospettiva particolare che lo Spirito Santo ha dato
alla Chiesa attraverso Don Bosco. Quindi assicurano l'au-
tenticità della vita evangelica indicata loro da Don Bosco.
8. Il Regolamento
In questo Proemio è davvero condensato cos'è per no,
un Regolamento. Il Rettor Maggiore (don Ricceri) nella
presentazione del Regolamento mette in evidenza alcuni
aspetti caratteristici. Ne sottollneiamo due:
- Anzitutto mette in luce come nel N.R. sono 1llustrah
lo spirito e la missione salesiana (e parla di autentico spi-
rito salesiano e vera missione salesiana) ma illustrali nella
chiave che è propria del Cooperatore e quindi nella chiave
secolare, cioè in quello stlle particolare di vita che I Coo-
peratori adottano, per cui vivono lo spirito di Don Bosco e
la missione salesiana vivendo nel secolo.
2
GRAZIE!
All'attua/e ispettore della Sicilia giunsero, poco
dopo la nomina avvenuta nell'estate scorsa, gli au-
guri del Cooperatori dell'isola. La sua risposta non
tardò molto.
Vale la pena leggerla.
Carissimi fratelli Cooperatori,
mi è di conforto, in un momento cosi delicato della mia
esistenza, sentirvi vicini sia singolarmente che co-
munitariamente.
A voi debbo tanta gratitudine per la forte carica con cui
avete saputo testimoniare ìl fascino che su di voi esercita
la figura di Don Bosco. Campi di lavoro, convegni na-
zionali dei GG.CC., incontri e rapporti personali sono di-
ventati per me tempi forti di salesianltà nel quali mi sono
ritrovato discepolo alla vostra scuola, di motivato en-
tusiasmo e di speranza. Di qui la mia simpatia per l'As~
sociazione CC. che, insieme alle altre componenti della
Famiglia Salesiana, ma con caratteri del tutto originali, è
portatrice delle Intenzioni salvifiche di Don Bosco e ne ri-
vela esperienzialmente la ricchezza carismatica per l'oggi
della Chiesa.
Il vostro grazie rivolto a tutti i Salesiani «per il lavoro di
assistenza spirituale e di promozione apostolica» verso
l'Assoc1az1one, oltre che motivo di soddisfazione per
quanto si fa. è stimolo ad assolvere con maggior dedizione
e preparazione 11 nostro ruoto di «nucleo animatore di
queste forze apostoliche e spirituali•.
La Vergine Ausiliatrice, Madre della nostra Famiglia,
ravvivi costantemente la vostra vocazione apostolico-
missionaria, I cui frutti in Sicilia sono già visibili, e vi dia il
coraggio di osare In sintonia con Don Bosco: «Nelle cose
che tornano a vantaggio della pericolante gioventù o ser-
vono a guadagnare anime a Dio, lo corro avanti fino alla
temerità» (MB 14,662)
Riconoscente e fiducioso della vostra fattiva co-
munione di fede e di carisma.
Don Ullo Montanti
Ispettore
Questa è una caratteristica che illumina tutto il N.R. ed
è quindi anche la chiave in cui va visto proprio questo stile
particolare di seguire Cristo e di vivere il Vangelo che è
proprio dei Cooperatori.
- In un altro punto il Rettor Maggiore dice espres-
samente: Il Regolamento è lo strumento efficace perché il
vostro amore a Don Bosco traduca nella vostra vita di ogni
giorno il suo grido-preghiera che vuole essere la volontà e
la preghiera di ogni Cooperatore saleslano: «Signore,
cerco anime, 11 resto non mi interessa•
Cioè il N.R è per il Cooperatore l'incarnazione con-
creta della m1ss10ne che Don Bosco ha vissuto e quindi
dell'esperienza spirltuale di Don Bosco che è tradotta nel
suo motto: «da m1hi animas caetera tolte• e che diventa
l'espressione concreta di ogni salesiano, di ogni coo-
peratore.
(segue)

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COOPERATORE,
DIMMI CHI SEI
15
J. Aubry
Sorella e fratello carissimo,
parecchi oggi si lamentano della confusione delle idee
su tanti problemi anche fondamentali della vita privata,
della società e della Chiesa stessa. Ebbene rendiamoci
conto dello sforzo straordinario che viene fatto proprio
nella Chiesa per portare luce, ordine, serenità nelle menti
e nelle coscienze.
Il nostro infaticabile Papa ci viene incontro in questo
senso con il suo ultimo intervento: l'Esortazione Apo-
stolica Familiaris Consortio, lanciata il 22 novembre 1981,
nella festa di Cristo re dell'universo. Noi, della Famiglia
Salesiana, dobbiamo essere tra i primi ad accogliere con
immensa riconoscenza e gioia questo documento che ci
tocca da vicino, e ci invita in modo pressante a vivere me-
glio i valori della famiglia e a lavorare con impegno rin-
novato per la-verità e la felicità delle famiglie del mondo.
Dopo la Gaudium et Spes, questa Esortazione è il testo
magistrale più importante sulla famiglia. Non riveste certo
la stessa autorità, perché non è emanato da un concilio
ecumenico. Ma in concreto è forse più importante del te-
sto conciliare, per due ragioni:
- siamo qui in presenza di uno studio teologico-pa-
storale globale, di una specie di trattato sintetico, con 86
lunghi numeri;
- è emanato dal Papa, ma come espressione esplicita
della riflessione di tutti i vescovi del mondo attraverso i
loro 206 rappresentanti al V Sinodo romano (26 settembre
- 28 ottobre 1980). In effetti questo Sinodo aveva ela-
borato 43 proposizioni all'esame del Papa, che le ha am-
piamente utilizzate nella sua Esortazione (come è stato
fatto già per i due sinodi precedenti, Il cui frutto sono stati
la Evangelii Nuntiandi di Paolo VI e la Catechesi tradendae
di Giovanni Paolo Il).
Già molto prima di essere Papa, mons. Karol Wojtyla
era specializzato nello studio del problema coniugale e
familiare (ben conosciuto è il suo libro Amore e Re-
sponsabilità). La sua Esortazione è da studiare a livello
personale, a livello coniugale e a livello di gruppo con
grandissima cura: è intelligente, fervorosa, autorevole,
ricchissima. A tutti i Cooperatori traccia un programma
preciso di azione a favore della famiglia, nella linea degli
articoli 2-3, 8-3 e 10-4 del Nuovo Regolamento.
Delle sue quattro parti (luci e ombre della famiglia, Il
disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, I compiti
della famiglia cristiana, La pastorale familiare), la più si-
gnificativa per noi e più sviluppata è la terza parte (nn. 17-
64), che espone i quattro compiti della famiglia: 1. Formare
una comunità di persone. 2. Servire la vita. 3. Partecipare
allo sviluppo della società. 4. Partecipare alla vita e alla
missione della Chiesa.
Nel suo Messaggio alla famiglia cristiana, il Sinodo af-
fermava: Tutto quanto abbiamo detto sul matrimonio e la
famiglia può essere ricondotto a due parole: amore e vi-
ta». f anche la sintesi de/l'Esortazione. Ora tante volte
nella cultura odierna, l'amore è falsificato e contraffatto in
mille modi; la vita è conculcata e soppressa con violenze
sovvertitrici o anche legalizzate. Urge rievangelizzare la
cultura: i Cooperatori sono chiamati più che mai a con-
tribuire coraggiosamente, con tutti gli uomini di buona
volontà, a servire l'amore e la vita, e quindi la loro felicità e
quella degli uomini e di tanti giovani! (1)
L'IMPEGNO DEI SALESIANI
PER I COOPERATORI COME
ATTO DI FEDELTÀ
A DON BOSCO E Al GIOVANI
Nei giorni 12-17 gennaio dello scorso anno si svolse a Pa-
cognano (Napoli) la «Visita d'insieme», cioè una riflesmone
accurata nella quale i Salesiani d'Italia nella persona dei
maggiori responsabili della Congregazione: Rettor Maggiore
e Consiglieri superiori, ispettori e loro delegati, si con-
frontarono con la realtà salesiana d'Italia. Al tem1ine i Su-
periori maggiori pervennero a delle «conclusioni» offerte poi
ai Salesiani interessati.
Qui di seguito riportiamo quando riguarda i Cooperatori.
1. Si prende atto del cammino compiuto per rin-
novare la figura del Cooperatore Salesiano secondo il
progetto di Don Bosco rilanciato dal Capitolo Generale
Speciale.
2. Per l'ulteriore sviluppo dell'Associazione restano
sempre importanti:
a) L'interessamento della comunità ispettoriale e
locale per l'Associazione nel programmare l'a-
nimazione e nel dare buoni delegati;
b) L'approfondimento della vera identità del Coo-
peratore;
c) Il coinvolgimento reale dei Cooperatori nelle at-
tività salesiane attuando quanto prescrive il Capitolo
Generale 21, 79.
3. Nella pastorale vocazionale per i Cooperatori:
a) Ci sarà una effettiva collaborazione con la Pa-
storale Giovanile per proporre la vocazione di Coo-
peratore nei nostri ambienti educativi e ai leaders dei
movimenti giovanili (potenziando cosi il numero di
vocazioni maschili).
b) Si ponga attenzione nel lavoro apostolico agli
ambienti operai, per favorire le v:ocazioni di Coo-
peratori lavoratori.
c) Non si trascuri l'età media, favorendo l'iniziativa
dei «Cooperatori nuovi», e gli anziani dell'Associazione.
d) Prima dell'ammissione dei giovani si verifichi la
loro maturità, e mentre si ai Giovani Cooperatori
l'attenzione voluta dalle loro esigenze, si tenga ferma la
unità dell'associazione.
4. La prassi di Don Bosco, la nostra tradizione e la
complementarietà della vocazione salesiana dei CC.
giustificano l'affermazione che noi non siamo come il
Fondatore ci vuole, senza la presenza dei Cooperatori;
si procuri quindi la fondazione di Centri in tutte le no-
stre opere, specialmente le Parrocchie e gli Oratori, per
un servizio salesiano più qualificato alla chiesa locale
(CGS 741).
5. Ferma restando la volontà di Don Bosco di tenere
vincolati strettamente i CC. alla comunità salesiana e ai
suoi superiori ai vari livelli, si lasci spazio ai loro lea-
ders, dirigenti e consigli per l'esercizio di una effettiva
responsabilità e conveniente autonomia, dando alla
presenza salesiana soprattutto il carattere di ani-
mazione pastorale.
(1) Ai Delegati ricordo la lettera del Rettor Maggiore sul tema:
Appelli del Sinodo. negli Atti del Consiglio Superiore n. 299, gen-
naio 1981, pp. 3-30.
3

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CONGRESSO NAZIONALE 1981
per definire gli « indirizzi dell'Associazione per il triennio 81-84
(Frascati, 6-8 dicembre 1981)
FATTI PIÙ CHE PAROLE
Fratelli e sorelle carissimi,
è difficile sintetizzare a caldo i ri-
sultati del nostro Congresso, anche
perché sono stati tre giorni intensi nei
quali il binomio preghiera-lavoro ha
ritmato magnificamente l'andamento
del Congresso.
Una cosa è certa: tutte le com-
ponenti che hanno caratterizzato
questa tre-giorni salesiana, hanno mi-
rato a dare il senso del concreto a
quella che è la missione del Coo-
peratore Salesiano.
Ci si è sforzati con santa ossessione
di far comprendere quale è la vigna
che il Signore ci ha assegnato da col-
tivare e Don Bosco ci ha lasciato in
eredità; vigna i cui tralci copiosi sono i
giovani scomodi, quelli da cui tutti si
tengono alla larga; i giovani difficili, i
senza sorriso, i senza speranza, i sen-
za avvenire, perché senza amore, co-
me giustamente ha ricordato don Pal-
misano nella sua concretissima re-
lazione. Relazione nella quale è stata
tracciata la situazione attuale nel
mondo giovanile, tutto sommato non
poi cosi distante, anche se con pro-
blematiche diverse, da quella in cui
operò Don Bosco.
Conseguenza naturale di detta re-
lazione e del dibattito, sono stati gli
indirizzi approvati per il triennio 1981-
84 che si riassumono nella assai elo-
quente espressioni: FATTI PIÙ CHE
PAROLE. LA NOSTRA RISPOSTA A
DIO: UN PIÙ CORAGGIOSO SERVIZIO
SALESIANO, CON IL CUORE DI DON
BOSCO, Al GIOVANI IN DIFFICOLTÀ.
Due sono perciò gli elementi che
dovranno ancor più caratterizzare la
nostra missione tra i giovani che sono
chiaramente nostri nello svariato
mondo giovanile: il coraggio di spen-
derci, di darci spingendoci fino alla
temerarietà: e il cuore di Don Bosco
con l'amore più smisurato, la do-
nazione più libera e la santa smania di
salvare quella particolare gioventù che
il Signore pone lungo la nostra vita.
I Centri e i singoli Cooperatori, deb-
bono prendere atto che il Congresso
"
ha espresso la necessità di dare con-
cretezza di fatti all'Associazione, di
scuoterla da un certo torpore in cui
talvolta sembra vivere, di richiamarla
ali'amore al 'cortile·, intendendo con
questo termine gli ambienti dove i ra-
gazzi e I giovani sono più soli e in at-
tesa di una mano amica.
Esorto quindi ciascun consigliere
ispettoriale a spronare i Centri affinché
gli indirizzi approvati dal Congresso
siano fatti conoscere e assimilare dalla
base e non restino lettera morta.
Coraggio dunque e buon lavoro!
Paolo Santoni
Segr. coord. naz.le
COSÌ I LAVORI DEL CONGRESSO
6 Dicembre: Celebrazione delle
Lodi. - In assemblea: significato del
Congresso; Verifica degli «indirizzi»
del Congresso 1977; Cenni sulla si-
tuazione dell'Associazione in Italia:
(Paolo Santoni, segretario naz.le
coord.re). - RELAZIONE: «La nostra
risposta a Dio: educatori di giovani in
difficoltà, con lo zelo e il coraggio di
Don Bosco» (Don Nicola Palmisano). -
Eucaristia (presiede Don Luigi Bo-
soni).
Pomeriggio: visita della nuova Su-
periora generale FMA Madre R. Mar-
chese e della Madre L. Galletti. - In-
terventi per un dibattito sulla relazione;
TESTIMONIANZE e «provocazione» a
mezzo audiovisivi sul tema della re-
lazione. - Saluto della presidente della
Confederazione mondiale Exallieve
Anna M. Bonitatibus.
Dopocena: Compieta: «Buonanotte»
di D.G. Aubry; Incontro responsabili
del finanziamento detl'Associazione.
7 Dicembre: Celebrazioni delle
Lodi; Saluto del presidente della Fe-
derazione nazionale Exallievi Walther
Sudanese. - Presentazione delle pro-
poste per la scelta degli «indirizzi » del
triennio 1981-84 (Domenico Scafati). -
GRUPPI DI STUDIO sulla scelta degli
«indirizzi. - Eucaristia (presiede Mons.
L. Liverzani, Vescovo di Frascati,
Cooperatore).
Pomeriggio: «Il Consiglio ispettoriale
in funzione»; Comunicazioni di esperti.
PRESENTAZIONE e AP-

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PROVAZIONE degli «INDIRIZZI• del
CONGRESSO; Il finanziamento ai vari
livelli (Sandro Pistoia); Il •ramo gio-
vanile• dell'Associazione (Enzo Man-
no).
Dopocena: Compieta: •buonanotte•
di M. Laura Baranda; Fraternità sa-
lesiana.
8 Dicembre: Celebrazioni delle
Lodi; «Punti fermi• e «rac-
comandazioni» (Don A. Buttare/li); Vi-
sita di Don Luigi Ricceri; Esame del
programma 1981-82. - Testimonianze
a caldo sul Congresso. - Parole d1 Don
G. Rainerl. - Angelus con il Papa -
.cerchio Mariano» - Eucaristia (pre-
siede Don G. Rainer,) con offertorio
straordinario per Trelew.
IL CONGRESSO E I SUOI VARI MOMENTI
Un po' di cronaca
Domenica 6, ore 9, riunitì in cap-
pella, ci siamo incontrati per invocare
l'aiuto del Signore su ciò che Ini-
ziavamo a fare. Animati da Don Ric-
cardo Macchioni celebrammo le Lodi
presiedute da Don Mario Prina che fe-
ce dono di una efficace omelia.
Dopo la designazione di Giorgio
Bortolotto a moderatore dell'as-
semblea e della segreteria, e dopo i
doverosi saluti ai vari gruppi e per-
sonalità presenti, Paolo Santoni, se-
gretario coordinatore nazionale, Iniziò
i lavori, chiarendo - specialmente ai
numerosi nuovi eletti - il significato
del Congresso, e tentando una verifica
degli «indirizzi• fissati nel 1977.
Segul poi una sua sintetica relazione
sulla situazione dell"Associazione
Don Nicola Palmisano c1 servi quindi
il «piatto forte• del Congresso con la
relazione sul tema: «La nostra risposta
a Dio: educatori di giovani In difficoltà,
con lo zelo e il coraggio di Don Bo-
sco•. Dopo la recita dell'Angelus in
collegamento con il Papa, l'Eucarestia
presieduta da Don Luigi Bosoni. La
sua omelia fu assai gradita.
Il pomeriggio iniziò in clima di gioia
per la visita e il saluto della neo-eletta
Superiora generale FMA Madre Ro-
setta Marchese a cui Paolo, a nome
del Cooperatori, offrl in dono un qua-
dro assai significativo per una su-
periora: la Madonna «annunciatrice
del Signore» Simpaticissimo e cor-
diale anche Il saluto di Madre Letizia
Galletti.
Dopo un breve intervento «pro-
vocatore» d1 Ullina Attanas10 che sot-
tolineò Il pericolo di fermarsi solo alle
belle parole, si ebbe una sene di altri
interventi sulla relazione di Don Pal-
misano, che dimostrarono quanto la
stessa fosse stata ascoltata e as-
similata. Seguirono quattro te-
stimonianze veramente toccanti, frutto
di una esperienza vissuta sulla propria
pelle: della signora Paola Spada,
Cooperatrice di Roma che ha al suo
attivo la fondazione e la conduzione d1
una casa di accoglienza per ragazze
madri, della signora Pierpaoli Fortuna,
una mamma vedova da vari anni, tanto
provata dalla perdita del figlio per
droga: di Bernardino Proietti, reduce
da Trelew e di un componente la pic-
cola Comunità di Cooperatori di Co-
negliano Veneto. Alle testimonianze
fece seguito la proiezione di dia-
positive commentate, sempre sul tema
della giornata. Da ricordare anche la
presenza in quella serata della Pre-
sidente della Confederazione mondiale
delle Exallieve, Anna M. Bonitatibus,
veramente gradita perché assai si-
gnificativa per noi e quella di Luis Ulik,
giovane cooperatore di Trelew, giunto
proprio quel giorno per una visita in
Italia. Dopo la •buonanott~• di Don
Aubry, un gruppo di consiglieri di-
scusse Il problema dell'autofinan-
ziamento.
La seconda giornata iniziò con la
celebrazione delle Lodi presieduta da
Don Buttarelll, e con il saluto del Pre-
sidente nazionale degli Exallievi Walt-
her Sudanese la cui presenza fu ac-
colta con gioia e calore. Seguirono la
presentazione fatta da Domenico
Scafati delle proposte della Giunta
esecutiva circa gli indirizzi per il trien-
nio 81-84, alcuni interventi e infine i
gruppi di studio da cui sarebbero sca-
turite ulteriori proposte. L'Eucaristia,
presieduta da Mons. Liverzani, ve-
scovo di Frascati e cooperatore, con-
cluse la mattinata.
Al pomeriggio comunicazioni sul
funzionamento dei vari settori di cui si
occupa un Consiglio 1spettonale.
Frattan1o una Commissione ap-
positamente nominata, composta da
SIivio Milia, Gianni Scurì ed Enzo
Manno, aveva elaborato le «proposte
di indirizzi,. scaturite in mattinata dai
gruppi, che vennero presentate in aula
per la votazione. Furono individuati
sette punti fondamentali su cui con-
centrare i-attenzione e, dopo alcuni
interventi, si passò ad una votazione
per stabilire se si preferiva scegliere
quale indirizzo triennale una o più
proposte, di quelle presentate. Con 74
voti passò la prima istanza.
Messi ai voti i temi, l'assemblea ac-
cordò 11 favore al primo dei temi pro-
posti dalla Giunta: Fatti più che parole.
La nostra risposta a Dio· un più co-
raggioso servizio salesiano, con il
cuore di Don Bosco. ai giovani in dif-
ficoltà.
Ma l'Assemblea tenne anche a rac-
comandare all"attenzione del Consiglio
Nazionale altri temi ritenuti importanti.
Alla cena seguì la 'buonanotte· di M.
Laura Baranda, giovane cooperatrice
argentina, e infine l'allegra e mo-
vimentata serata fraterna in cui, tra
l'altro, non mancò Il simpatico scambio
dei doni stile «Roma-80».
Con la celebrazione delle Lodi pre-
sieduta da Don Cogliandro iniziò la
giornata conclusiva del Congresso.
Dopo gli interventi di Sandro Pistoia
sull'autofinanziamento, di Enza Manno
sulla situazione del ramo giovanile e di
M Pia Onofri sul convegno europeo
GG.CC. del luglio 1982, i congressisti
salutarono con gioia Don Luigi Riccerl
di cui ascoltarono le sempre attese
parole. Don Buttarelli quindi espose gli
ormai tradizionali •punti fermi».
Dopo alcune testimonianze sulla
s

1.6 Page 6

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validità o meno del Congresso, don
Raineri presentò alcune prospettive
sull'Associazione e fece particolari
raccomandazioni.
Recitato l'Angelus in collegamento
con il Papa, si partecipò co-
munitariamente al «Cerchio Mariano».
L'Eucarestia, presieduta da Don
Raineri, suggellò il nostro Congresso.
Enzo Manno
PUNTI FERMI:
RACCOMANDAZIONI
DI FONDO
GLI «INDIRIZZI» APPROVATI DAL CONGRESSO
PER IL TRIENNIO 1981 •84
Anche questa volta, se lo vorremo, il
Congresso avrà segnato una svolta
positiva nella nostra Associazione.
Dibattito ampio, partecipato, aperto
a tutte le istanze e proposte quello ri-
guardante la scelta degli «indirizzi».
La Giunta esecutiva aveva pre-
cedentemente inviato agli interessati
TRE PROPOSTE come strumento di
avvio alla riflessione e alla con-
seguente scelta:
1. FATTI PIÙ CHE PAROLE. LA
NOSTRA RISPOSTA A DIO: UN PIÙ
CORAGGIOSO SERVIZIO SA-
LESIANO, CON IL CUORE DI DON
BOSCO, Al GIOVANI IN DIFFICOLTÀ.
2. NELLA CHIESA LOCALE: UNA
PIÙ FORTE PRESENZA SALESIANA.
3. COOPERATORI ED EXAL-
LIEVI/ E: UN PIÙ INTENSO RAP-
PORTO FRATERNO FONDATO SULLA
MUTUA CONOSCENZA E LA RE-
CIPROCA COLLABORAZIONE.
1Consigli ispettoriali, riuniti in gruppi
di studio, elaborarono altre quattro
proposte e alcune integrazioni e al-
ternative alla prima e alla terza delle
proposte della Giunta.
L'Assemblea ritenne Invece ed ap-
provò con 74 su 83 votanti, di scegliere
per il prossimo triennio un solo «in-
dlrizzo», e di porre all'attenzione del
Consiglio nazionale (marzo 1982) sotto
forma di «raccomandazioni» le altre
proposte (votanti a favore 56 su 83).
Susseguentemente pertanto il Con-
gresso si pronunciò a favore della pri-
ma proposta della Giunta nel me-
desimo testo nel quale era stata for-
mulata (votanti a favore 74 su 83):
FATTI PIÙ CHE PAROLE. LA NO-
STRA RISPOSTA A DIO: UN PIÙ CO-
RAGGIOSO SERVIZIO SALESIANO,
CON IL CUORE DI DON BOSCO, Al
GIOVANI IN DIFFICOLTÀ.
Gli «indirizzi» posti all'attenzione del
Consiglio nazionale sono i seguenti:
Rapporto più intenso con Exallievi/ e
(voti 69) - Rilancio devozione a M.
Ausiliatrice (55) - Sensibilizzazione
all'autofinanziamento (49) - Maggiore
presenza nella chiesa locale (38) -
Approfondimento del N. Regolamento
(27) - Impegno per i terremotati (24).
Pertanto ora l'Associazione deve pren-
dere atto delle scelta fatta dal suol più
qualificati dlrlgenU e, attraverso un lm•
pegno concreto del Consi9II lspettorlall e
locali - nel loro ruolo di animatori e pro-
poaltorl - e aoprattutto del alngoll soci,
renderla concreta con gesU molto I•
gnlflcatlvl.
Il delegato nazionale presentò du-
rante il Congresso quelli che sem-
brano doversi ritenere punti stabili
e irrinunciabili o comunque da
raggiungere. L'identità del singolo
e quella di un Centro debbono
confrontarsi con essi.
FORMAZIONE
SPIRITUALE-SALESIANA
- nessun nuovo Cooperatore sen-
za la necessaria formazione
- educazione ad acquistare il
cuore e il coraggio dì Don Bosco per
svolgere la missione
SPIRITUALITÀ SALESIANA
- contemplativi nell'azione; la li-
turgia della vita
- più che il Tabor, amare il «corti-
le»
- saldatura (o fusione) tra Fede e
opere
- la spiritualità salesiana appaga in
pieno il Cooperatore autentico
MISSIONE SALESIANA
- nella direzione ragazzi e giovani
in difficoltà
- con gesti concreti, interventi co-
raggiosi anche se modesti, rea-
lizzazione di qualche opera in proprio
nello spirito dell'art. 10,5 del N. Re-
golamento
Nella foto, da destra a alnistra: Domenico Scafati, V. segr. Coordinatore naz.le, Paolo San•
toni, Il regolatore Bortolotto, Don L. Rlccerl, Don G. Ralnerl, Walther Sudanese, presidente
naz.le Exalllevl

1.7 Page 7

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SECOLARITÀ e
CONSEGUENTE AUTONOMIA
- animazione del temporale
- santificarsi nel mondo e non
«nonostante. il mondo
- Salesiani, ma «esterni»
- l'Associazione è retta col-
legialmente dai consigli
- autofinanziamento Indice di rag-
giunta maturità
Raccomandazione di fondo
Ringiovanimento
- cgruppI nuovi• (metodologia par-
ticolare per suscitarli)
- gIovanI Cooperatori (ramo dell'unica
pianta che è l'Associazione)
Crescita
- molti Cooperatori (ma molto formati)
- reclutamento no, suscitare con co-
raggio molte adesioni si
Spirito e senso associativo
- sentirsi Cooperatori, parte viva di un
organismo vivo (salesiano è bello, pur-
ché...): gustare con gratitudine a 010 la
vocazione salesiana
- conoscersi tra noi e farci conoscere,
La presidente mondiale delle Exallleve di Il. Au■lllatrlc:• Anna Il. Bonltatlbus ••Iuta l'H•
MmblH,
sostenerci mutuamente
Uscire dall'anonimato
- gruppi e singoli in stato d1 perenne
ricerca· sollecitare una definizione del
proprio rapporto con l'Associazione
LI HO AMATI PRIMA E CONTINUERÒ AD AMARLI
Il p bel dono della nuova Superiora generale delle FMA
ai Cooperatori. - li saluto al Congresso di Madre Rosetta
MARCHESE.
Porto Innanzitutto il saluto della ca-
rissima Madre Ersilia che mI ha detto
di interpretarla e di dire che i Coo-
peratori restano nel suo cuore e che
continuerà ad essere presente con la
preghiera presso i Cooperatori e le
Cooperatrici.
Non ho esitato un attimo quando mI
è arrivato l'invito a venire; ho detto: sì,
sì, un momento lo devo trovare. E
questo perché? Veramente 10 debbo
dire un grazie a Don Buttarelli; è lui
che mi ha aiutata a scoprire bene la
vocazione del Cooperatore e con lui
abbiamo collaborato bene Insieme
quando ero qui a Roma e veramente
da lui ho imparato a conoscere, ad
apprezzare e ad amare megho questa
vocazione.
Madre Letizia ha 1llum1nato molto
bene l'Assemblea del nostro Capitolo
Generale. Gli interventi più ap-
passionati Il ha fatti sui Cooperatori.
Partiremo da esso con le idee molto
chiare. Il Capitolo le ha dato il compito
di viaggiare; essa lo aveva già fatto
perché aveva aiutato noi povere vi-
sitatrici quando non arrivavamo a vi-
sitare tutte le lspettorie. Indubbiamente
in tutte le vistte che farà avrà uno
sguardo particolare nelle attività dei
Cooperatori e perciò continuerà a so-
stenere l'Associazione.
Cosa devo dire ora io che comincio
adesso, che non sono ancora convinta
di essere Madre Generale? Ho già
scritto qualche riga che mi è stata ri-
chiesta per il Bollettino dei Coo-
peratori. Certamente non posso che
mettermi sulla linea seguita dalla no-
stra Madre Ersilia che ha capito anche
lei bene la vocazione del Co9peratore
e ha sostenuto le sorelle incaricate nei
vari Centri dei Cooperatori delle nostre
case. Non posso non mettermi in que-
sta hnea Mi ci metterei per continuare
il lavoro di Madre Ersilia, ma già cr so-
no perché i Cooperatori li ho amati
prima e continuerò ad amarli.
Proprio prima di venire in aula, par-
lando con le suore qui presenti, ab-
biamo esaminato I problemi che loro
hanno a livello ispettoriale nel loro la-
voro, e ho loro detto di lavorare senza
scoraggiarci e dr lavorare soprattutto
per ringiovanire i Centri dei Coo-
peratori e di avere un occhio par-
ticolare per i Cooperatori giovani e di
lavorare in accordo con le delegate
delle Exallieve, là dove l'incarico non è
riunito nella stessa persona, perché è
proprio dalle migliori exallìeve che
dovranno venir fuori delle Cooperatrici
giovani. Quindi ho lasciato questa pa-
rola d'ordine alle suore. Bisognerà
rinnovare, fare ancora degli Incontri
tra le delegate delle Exallieve e quelle
dei Cooperatori a livello ispettoriale,
perché c, sia sempre maggiore unione
d i lavoro, perché. l'Associazione delle
Exallieve dovrebbe spontaneamente,
se ben condotta, alimentare i Centri
del Cooperatori.
Questa è la linea secondo la quale
vorrei portare avanti il lavoro, so-
stenendo i Centri c he già c i sono e fa-
cendo in modo che veramente, fin do-
ve è possibile, non ci sia Casa delle
Figlie d1 Maria Ausiliatrice dove non
esista un Centro di Cooperatori. Fin
dove è possibile, perché non dap-
pertutto abbiamo piena libertà d i mo-
vimento. Ma anche laddove ci sono
associazioni parrocchiali e non si può
fare un Centro di Cooperatori, sI può
sempre trasmettere lo spirito nostro,
arrivando a collaborare con i parroci e
con i laici impegnati per far scoprire
toro questa vocazJone nella Chiesa.
Questa è la hnea nella quale cer-
chiamo di restare, perché grà ci siamo.
ma migliorando sempre secondo le
nostre possibilità il nostro lavoro in
questo ramo della Famiglia salesiana.
7

1.8 Page 8

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Posso veramente assicurare che
l'argomento della Famiglia salesiana e
quello dei Cooperatori hanno avuto
un'attenzione particolarissima nel Ca-
pitolo e perciò certamente da esso
verrà un impulso nuovo collaborare
con tanto entusiasmo anche In questo
campo.
Auguro anch'io una bellissima festa
dell'Immacolata: che veramente que-
sta «Madonna dell'Annuncio» che ora
ricevo sia la Madonna di tutti, perché
tutti dobbiamo annunciare Il Signore,
l'unica parola che dobbiamo an-
nunciare è proprio Lui. Perciò è l'au-
gurio che ricevo e che faccio: che tutti
possiamo diventare annunciatori del
Signore Gesù.
DON LUIGI RICCERI
...sempre protesi verso il futuro
MADRE LETIZIA GALLEm
Con voi mi sono sempre sentita
molto felice. Adesso non vi lascio, solo
mi sposto, e questo spostamento non
significa una separazione, ma un av-
vicinamento più grande perché è un
avvicinamento di cuore, di spirito, di
preghiera. Vi lascio un ricordo di que-
sta visita che non sarà l'ultima, perché
vedrò tanti altri Cooperatori, in quanto
comincerò a girare il mondo di nuovo,
dal nord al sud e dall'ovest all'est.
perché dall'Australia all'Inghilterra e
dal Giappone alla Terra del Fuoco, ho
riscontrato Cooperatori e Cooperatrici,
continuatori nel mondo della nostra
bellissima missione e chiedo per cia-
scuno quello che chiedeva Don Bosco
per tutti I salesiani, le tre esse: Salute,
sapienza e santità...
Sono molto contento di trovarmi tra
voi, ed è ovvio, ma sento il bisogno di
dirlo e di ripeterlo: mi trovo molto bene
In mezzo a voi e sono contento sen-
z·a1tro di essere venuto anche perché
rivivo quella che è stata evidentemente
la mia passione, più che la mia attività,
ben lieto che questa passione e questa
attività abbia trovato un erede il quale
si è messo in gara col sottoscritto: Don
Raineri.
Permettete che mi congratuli con il
Cooperatore che ha parlato, Enzo
Manno, e in lui con tutti i giovani Coo-
peratori, perché ho trovato nelle sue
parole, nel suo stile, degli elementi, dei
valori spiccatamente salesiani: un
senso di massimalismo, dì radicalismo,
8
cioè volere le cose sul serio e volerle in
profondità; un senso dì concretezza
anche, e di salesianìtà perii tatto che il
suo riferimento praticamente era alle
origini, e noi, guardate, abbiamo bi-
sogno dì essere fedeli alle origini ma
sempre protesi verso il futuro.
...Per questo nostro spirito di con-
cretezza, di praticità, di azione, non
perdiamoci net misticismo, in una
specie di narcisismo spirituale; non so
se mi spiego, fermarsi solamente a
pregare, pregare, pregare... Per carità,
non fraintendetemi! Ci vuole la pre-
ghiera, senza la quale la nostra attività
diventa un movimento di un motore
che gira a vuoto; ma, detto questo, ci
vuole anche un senso di praticità...

1.9 Page 9

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DON GIOVANNI RAINERI
...che le conclusioni del Congresso
non restino... conclusioni
(dal suo intervento)
1, Ho visto con g101a te tre proposte
fatte dalla Giunta perché credo che,
messe in pratica, possano diventare
un programma di attuazione degli in-
dirizzi che si è dato lo stesso Con-
gresso. . Fatti più che parole•: l'ho
sentito richiamare anche qu, poco fa
che la spiritualità salesiana è una spi-
ritualità di Impegno... Sottolineare che
la messe, la missione sia soprattutto la
gioventù In difficoltà, penso sia molto
bello e sia una delle tante di-
mostrazioni che it rinnovamento a cui
tutta la Famiglia salesiana si sta de-
dicando, sta raggiungendo i suoi sco-
pi. Quindi senz'altro azione. Ma vorrei
dire: facciamo in modo che le con-
clusioni del Congresso non ri-
mangano... conclusioni, ma che siano
veramente un inizio di un programma.
l'inizio soprattutto dell'azione.
esiste nel mondo, è quella degli Exal-
lievi e delle Exallleve delle FMA. È una
realtà questa di cui dobbiamo tener
conto. Se noi riusciamo a mobtlltarla,
la nostra presenza diventa davvero
formidabile.
...Allora che cosa bisognerà lare?
Credo che sia un cammino da fare in-
sieme. Don Bosco aveva già detto
qualche cosa a questo riguardo; gli
Exatlievi hanno tatto un lungo cam-
mino, hanno aperto la strada al-
l'appartenenza ai Cooperatori; sempre
più Exalhevi entrano tra I Cooperatori e
poi ritornano ad animare con spirito
salesiano le schiere degli Exalllevl.
Però vorrei mettere I Cooperatori di
fronte a una constatazione che ogni
giorno più diventa per me chiara ed
evidente: gli Exalllevi hanno fatto, in un
secolo circa di vita, un lungo cammino,
si sono fortemente organizzati, e ora
stanno facendo un lavoro grandissimo,
per esempio per mobilitare , giovani
Exallievi. Sono forze grandissime che
sono Il a nostra disposizione per un
lavoro insieme. Trascurare questo
aspetto vuol dire trascurare una delle
possibilità che Don Bosco ci offre...
...I Cooperatori si devono rendere
conto che nelle Associazioni, o gruppi
o movimenti giovanili dei Salesiani, vi
sono dei leaders meravigliosi che la-
vorano con spirito di vocazione sa-
lesiana. Non avranno niente da pro-
porre a loro i Cooperatori? Non sarà
questo un campo in cui i Cooperatori
insieme agli Exallievi più sensibili, po-
tranno svolgere un magnifico lavoro
per la loro vocazione salesiana?
Vi lascio questa domanda: cercate di
approfondire Il problema perché è ur-
gente. Si tratta di Inserire veramente
nella chiesa locale con maggiore o
minore efficacia la missione salesiana.
2 . Avete anche scritto nelle pro-
poste: «Una più forte presenza nella
chiesa loca/e•. il che vuol dire che noi
che siamo chiamati a compiere la
missione salesiana, dobbiamo cercare
di rendere più efficace questa pre-
senza perché sia p,ù efficace anche la
missione. E allora qu, v,ene fuori il te-
ma della Famiglia salesiana. Perché
Don Bosco ha Inventato la Famiglia
salesiana? Perché in momenti di rin-
novamento della vocazione salesiana
è parlato della Famiglia salesiana e
la si è rilanciata? Perché già al tempo
di Don Bosco risposte articolate e
concertate alle esigenze dei giovani
erano certamente molto Importanti, ma
oggi, mentre le esigenze sono au-
mentate, una risposta più articolata ma
coordinala a queste esigenze è ancora
più Importante. Ed allora vorrei ve-
ramente che questa Idea della Fa-
miglia salesiana venisse sentita come
qualcosa che ognuno di noi deve por-
tare avanti per rendere più efficace la
nostra missione...
Certamente I Cooperatori qui hanno
forse il maggior merito: perché mentre
si discuteva ancora di Famiglia sa-
lesiana, per l'antiveggenza di Don
Ricceri già si faceva F S.: Figlie di M.A
e Salesiani si trovavano d'accordo
tramite I Cooperatori.
3. Cooperatori ed Exal/ievil e. E ne-
cessario, si legge nella proposta della
Giunta, «un rapporto più intenso•. lo
vorrei che I Cooperatori si rendessero
conto che la presenza più formidabile
di spirito e di carisma salesiano che
8 dicembre, o Cerchio Merlano• un ritorno alle origini
LA NOSTRA RISPOSTA A DIO:
EDUCATORI DI GIOVANI IN DIFFICOLTÀ
CON LO ZELO E IL CORAGGIO DI DON BOSCO
(dalla Relazione di Don Nicola Palmisano)
La condizione glovanlle
cl sfida
Nella società e nella comunità ec-
clesiale la condizione giovanile si pone
come sfida e presenta nuove domande
di accoglienza e di responsabilità.
Oggi, «davanti ad una realtà gio-
vanile forse meno euforica e meno
esuberante, più povera di prospettive,
più sola e marginale In molti casi, la
Chiesa si interroga con lede per par-
lare con i giovani al mondo con-
temporaneo considerando la com-
plessità de, suoi problemi, offrendo a
tutti il senso di una speranza che può
aggredire anche le sfere più nascoste
di ribellione, di apatia. di chiusura co-
me può arricchire ogni ricerca di ve-
rità, di senso, di impegno». (Consulta
gen. apost. laici, «Comunità ecclesiale
e condizione giovanile. p. 4).
Che faremo noi come Assoc1az1one
dei Cooperatori Salesiani, in ltaha, per
accogliere e assumere questi pro-
blemi, questa sfida e questa nuova
domanda del mondo giovanile?
Che faremo noi per diventare o es-
sere sempre più «credibili•, «si-
gnificativi•, «liberanti• nei riguardi dei
giovani d'oggi?
Questi fondamentali interrogativi
saranno dinanzi a no, in questi giorni e
9

1.10 Page 10

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in questa relazione che, più che de-
cidere, vuole seminare una sana in-
quietudine e concrete esigenze; più
che concludere con delle risposte ben
precise calate dall'alto, vuole aprire un
discorso, critico e sereno, in funzione
di impegni operativi per il futuro, scelti
congressualmente.
«Con Don Bosco e con i tempi. è
l'impegno di un carisma e non lo slo-
gan di una pubblicità, del resto ormai
stanca.
Una alntesl da ricomporre: buon
senso e senso del rischio
Va subito detto che è necessario
evitare due opposti eccessi: muoversi
nella realtà senza un progetto, in ter-
mini tradizionalistici e ripetitivi o
spontaneistici e alla cieca, e, dall'altra
parte, progettare a tavolino, in maniera
astratta, senza tener conto del criterio
pastorale dell'integrazione tra fede e
vita, fede e cultura, fede e storia.
Questi due eccessi contraddicono
l'unità e /'equilibrio tipico dell'azione
apostolica del nostro Fondatore, Don
Bosco: la sintesi tra buon senso e
senso del rischio, la ricerca costante
della composizione tra sogno e realtà,
tra il fascino dell'utopia e /a forza del
realismo, tra carisma e istituzione, zelo
e pazienza, profezia e pastoralità. In-
somma, occhi in avanti e in alto e piedi
ben piantati sulla terra...
A mio avviso, nel movimento sa-
lesiano, storicamente quella sintesi
armonica di realismo e di utopia è sta-
ta infranta a spese de/l'utopia, del
senso del rischio. Siamo diventati
troppo paghi del nostro lavoro, troppo
pieni di «buon senso» e di ras-
segnazione apostolica, troppo riversati
su noi stessi, sui nostri gruppi, nelle
feste del nostro calendario, quando
addirittura non abbiamo dato spazio,
dentro, ad uno spirito di resa. Sintesi
infranta a spese della nostra re-
sistenza, della nostra missionarietà...
La nostra Identità è la nostra mls•
slone: sua attuaUzzazlone
Che i gruppi della Famiglia Sa-
lesiana siano «tanto bisognosi di rin-
novamento» (Atti Cap. gén 21 , 516) è
un'affermazione del nostro Rettor
Maggiore.
E il rinnovamento della missione
potrà partire con il piede giusto se è un
fedele e dinamico ritorno alle sorgenti
dove è chiara la nostra identità di mis-
sionari dei giovani.
Rlublcarcl nalle • ValdOCCO•
d'oggi
«Destinatari». Brutta parola. Sono
coloro cui ìl Signore ci invia: sono la
10
nostra missione! Sono coloro at-
traverso cui il Signore ci fa sentìre la
sua voce che ci chiama: sono la nostra
vocazione!
Anche qui abbiamo un paradigma:
« Valdocco»! L'«Oratorio• è il nostro
concreto modello evangelico di campo
di missione.
·
«E la prima ora dell'Oratorio di Val-
docco non è tanto da concepirsi come
l'inizio di questa o quella «istituzione»
(anche se non la esclude), ma come
l'espressione più chiara e la con-
crezione primigenia della carità pa-
storale di Don Bosco» dice il Rettor
Maggiore (Atti Cap. Gen. 21, 567).
E mi pare di poter dire che questo è
il senso dell'intero libro «Memorie del-
l'Oratorio•, scritte da Don Bosco nel
periodo della sua piena maturità e
dell'assestamento della sua opera,
negli anni '70, con chiari intenti pa-
radigmatici di Fondatore.
Nostro impegno prospettico è di
riubicarci nelle Valdocco d'oggi: «La
riattualizzazione del sistema Pre-
ventivo ci richiede, tra le priorità d'im-
pegno, un proposito di riubicazione
concreta tra i ragazzi e i giovani più
bisognosi del popolo» (E. Viganò, Il
progetto educativo salesiano).
Don Bosco è il prete dei «Barabba»
(ctr M.B. 3, 395) e avrebbe potuto
esclamare: «La strada è la mia chie-
sa!».
...Pur nell'attuale marginalità com-
plessiva della condizione giovanile, i
giovani «poveri,. «abbandonati", «pe-
ricolanti» costituiscono una priorità
nella priorità.
E, a titolo esemplificativo, oggi po-
trebbero essere
- giovani di cui le strutture edu-
cative e pastorali normali, di fatto non
si occupano o se ne occupano in mi-
sura scarsa; giovani con una in-
sufficiente educazione di base, sog-
getti alla selezione ed esclusione sco-
lastica, all'analfabetismo dì ritorno;
- giovani irraggiungibili con i nor-
mali sistemi educativi e pastorati; dro-
gati, tossicodipendenti in genere, ex-
carcerati, ragazze-madri, emigrati,
terremotati, apprendisti, borgatari.
emarginati in genere. Giovani bi-
sognosi di tutto: di famiglia, di so-
stentamento, di istruzione, di lavoro, di
tempo libero adeguato, di Vangelo, di
senso della vita, di fede.
In ogni caso «Valdocco» è i giovani
«senza famiglia» «senza parrocchia»,
...senza Chiesa».
Con I giovani In dlffl~oltà
Chi sono ì giovani di Valdocco?
giovani per i quali Maria, per grazia
dello Spirito di Dio ha suscitato Don
Bosco e tutti i gruppi della Famiglia
Salesiana?
I benpensanti della classe borghese,
per certi aspetti privilegiata? Gli stu-
dentì di estrazione media? I gruppi di
élites culturali e religiose? I figli di
operai occupati e quindi per certi
aspetti sicuri?
Don Bosco ama tutti i giovani, ma
non tutti ugualmente: fare parti uguali
fra persone disuguali non è giusto.
Don Bosco ha delle preferenze, ha i
«suoi• giovani.
La formula notissima «giovani poveri
e abbandonati» non va elusa con
acrobazie esegetiche e con un al-
largamento Indebito del campo che
svuota di ogni mordenté salesiano la
formula stessa rendendola co-
modamente generica.
Chi sono dunque i «preteritì » di Don
Bosco?
Sine glossa. Quelli che hanno poco
o niente: i «poveri». Quelli che non
hanno nessuno: gli «abbandonati».
Quelli che rischiano il carcere o altre
esperienze traumatiche (droga...) i
«pericolanti» (ctr M.B. 14,662).
Sono i senza-sorriso, I senza-spe-
ranza, i senza-avvenire, perché senza
amore. Ad essi Don Bosco ricostruità il
sorriso e si porrà vicino a loro, a ga-
ranzia fattiva.
Coraggio e dinamismo apostolico:
centro dello spirito salesiano
Cooperatore Salesiano è passione
apostolica, è zelo ardente per il Regno
che viene; è fretta salesiana perché
non sia vanificato il sacrificio di Cristo
e non continuino a perdersi nella tri-
stezza del peccato e del non-senso
milioni di vite sbocciate per la gioia e
per la festa; è convinzione profonda
del valore della mediazione umana
nell'oper.a di salvezza del Padre. Sia-
mo Cooperatori di Dio, perché cosi ha
voluto Lui.
Congresso Nazionale:
proposito di conversione
Ogni Centro e ogni Cooperatore è
chiamato a ritrovare il coraggio e lo
«zelo» del Fondatore e la sua «amo-
revolezza,., a rinverdire questo di-
namismo nella mitezza e nella gioia, ad
assumere un 'atteggiamento profondo
di simpatia e di dialog9 con i giovani
d'oggi, a creare una mentalità d'in-
contro con giovani che sembrano o
sono «lontani».
È necessario un woposito serio di
autocritica, o. megliÒ, di «conversio-
ne» e «ogni conversione è opera del-
l'intelligenza della fede, vissuta con il
coraggio della speranza e attuata con
la praticità della carità» (Atti Cap. gen.
21 , 563).
(La relazione tenuta a/ Congresso - a richiesta del
partecipanti - è stata pubblicata per intero in fa-
scicolo a parte. Richiesta presso /'ufficio lspettorlale
e quello Nazionale. L. 250 la copia).

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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conseguentemente svolgerai con mag-
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stampato a lato), indicando in esso la
causale di versamento: «Per pacco
speciale edizioru».
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alcune pubblicazioni, queste siano in-
dicate nel modulo e se ne defalchi il re-
lativo prezzo dall'importo totale.
- Spedizione e imballo sono gratis.
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2.2 Page 12

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mondo: un impegno del
Cooperatore»
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G. Mattai - «Il Cooperatore
Salesiano è presente tra la
gioventù lavoratrice»
250
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giovani»
2.200
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e dei futuri Santi della Fa-
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2.3 Page 13

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Partecipanti al Corso di eserctz1 a S. Sal-
vatore Monferrato (Alessandria).
Giornata di spiritualità a Marina di Pisa il 15novembre u.s.
o 1'11 ott.obre u.s.
Delegati del Veneto occidentale alla 2•
scuola. 23-25 ottobre u.s., a Monteortone,
Padova.
·- Incontro d'Avvento di GG.CC. a
teortone, Padova. il 29 novembre u.s.
Mon-
13

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Nella direzione del Bollettino S•·
lnlano
Don Enzo Bianco chiamato dai Su-
periori ad altro importante incarico lascia
la direzione del Bollettino.
I Cooperatori Salesiani esprimono vi-
va gratitudine al carissimo Don Bianco
per il dono salesianissimo loro offerto per
ben sei anni. Egli sa bene come il frutto
del suo lavoro era mensilmente atteso,
letto e apprezzato nelle famiglie dei
Cooperatori.
Lo zelo, anzi la passione, unitamente
alla rara competenza, con cui egli la-
vorava attorno al Bollettino perché di-
venisse strumento valido di formazione e
di informazione, hanno fatto crescere il
prezioso organo della Famiglia Salesiana
nella comune estimazione.
La riconoscenza si fa più grande nel
ricordo di altri preziosi lavori destinati a
far conoscere meglio Don Bosco e la
nostra Associazione: come non ricordare
almeno il prezioso opuscolo «Coo-
peratore Salesiano ossia un modo pra-
tico» che ha avuto una ampia diffusione?
A Don Giuseppe Costa che subentra
l'augurio affettuoso di una efficace e
fruttuosa presenza nel Bollettino. Anche
egli porta nel nuovo arduo compito pas-
sione e competenza. Ma noi Cooperatori
godiamo che la scelta sia caduta su di lui:
egli infatti è di casa con noi, avendo la-
vorato non poco nell'Associazione negli
anni scorsi. Sarà quindi senz'altro sen-
sibile alle nostre esigenze e anche per
questo la nostra riconoscenza.
Consiglio Nulonale
Se ne conferma la data e la località: a
Roma, presso l'Ateneo Salesiano, dalle
ore 9 del 27 marzo alle ore 19 del se-
guente 28 (si consiglia l'arrivo a Roma
nella serata del 26).
Si ricorda che la presenza di tutti i
membri del Consiglio è di obbligo anche
in vista dello scopo principale del Con-
siglio: elaborare il programma as-
sociativo 1982-83.
È possibile e gradita anche la pre-
senza di altri consiglieri ispettoriali che lo
desiderassero.
14
La nostra Missione
Il nostro lavoro si sta facendo
molto interessante
Trelew, 10.11.1981
...Qui ci si lascia prendere dal ritmo del lavoro e,
dal momento che si viene un po' con l'assillo che tre
anni sono pochi, si cerca di spendere anche l'attimo
per ilservizio ai fratelli.
Sono già sei mesi che sono qua e mi sembra di es-
servi già da tanto tempo, mi trovo veramente bene.
Sto frequentando, anzi l'ho quasi concluso, un corso di
maglieria per poter poi aprire un corso nel Centro co-
munitario. È stata una cosa che mi ha impegnato
molto, ce l'ho messa tutta perché potessi apprendere
bene ed in poco tempo. Inoltre il corso mi ha dato la
posmbilità di conoscere altre persone e di esercitarmi
nell'idioma. Per quanto riguarda il Centro stiamo at-
traversando un periodo molto delicato, in quanto con
la consegna delle nuove case proprio davanti alla
«capilla», sono venute a vivere nuove persone nel
barrio, molte delle quali sono state trasferite qtri dal
barrio «la laguna», uno dei peggiori barrios di Trelew
soprattutto dal punto di vista morale.
Come spesso avviene tra j giovani di borgata si
sono formate bande rivali; ce n'è particolarmente una
che ci sta dando fastidi e mettendo disordine. li nostro
lavoro quindi si sta facendo molto interessante anche
se difficile. Abbiamo più volte tentato di instaurare un
dialogo con loro in qualche momento di tregua; ab-
biamo anche tentato di integrarli agli altri, invitandoli
ad una «fiestita» organizzata dal gruppo giovanile, ma
sono state brevi parentesi che non sono durate molto.
Questo problema ci ha portato dei grossi benefici a li-
vello nostro comunitario; infatti essendo un po' con-
tinuamente in stato di emergenza, ciò ci porta ad es-
sere molto uniti, a parlare tra di noi e discutere in-
sieme le nonne da adottare o gli atteggiamenti da as-
sumere. Nei ragazzi poi che frequentiamo as-
siduamente il Centro tutto ciò ha creato uno stimolo a
domandarsi cosa deve differenziare un ragazzo che
comincia un discorso di impegno cristiano, dagli altri
eh.e ancora purtroppo sono succubi del vizio, succubi
deJ]a strada. Speriamo di poterli col tempo integrare o
nella peggiore delle ipotesi almeno renderli innocui.
Stiamo studiando alcune metodologie insieme al Pa-
dre Lucio e alcuni genitori dei ragazzi che stiamo in-
cominciando a riunire in commissione per collaborare
alle attività del Centro comunitario.
Molto soddisfacente per me il contatto con la gente
del barrio soprattutto il fatto che io gtrido la ca-
mionetta mi dà modo di aiutare tante persone. Mi
sono specializzata in trasporto di gestanti al reparto
maternità(!). Dopo la nascita del bambino cerchiamo
di seguire la famiglia; soprattutto è un'occasione
buona per incominciare il mscorso del battesimo e ciò
dà buoni risultati ...
Maria Concetta

2.5 Page 15

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di Trelew lll Patagonia
I Offerte dal 1° al 31/12/1981
Un Cooperatore di Mon-
teortone (PO)
Vardano Pellegrino - Corato
L. 400.000
50.000
Alunni 4• elementare - Roma
Don Bosco
50.000
Entriamo con voi nel Cerchio Ma riano
Raccolta tra amici di due CC.
di Roma (V. Togliatti)
97.500
Trelew, 29.J 1.1981
Caris.5imi Cooperatori e Cooperatrici di Dio (Salesiani come Don Bosco),
nell'occasione della festività dell'Immacolata, noi, «vostri inviati», che vi
Denti Oddino - S. Michele di
Bagnolo
Offertorio In occasione del
Congresso naz.le CC.
CC. Vallecrosia
CC. Napoli - V. Alvino
20.000
401 .000
400.000
150.000
rappresentiamo nell'apostolato in questa mis.5ione tanto sognata da Don
Bosco, ci rendiamo presenti spiritualmente in mezzo a voi grazie a questo
scritto e con la recita dell'Ave Maria.
Questa devozione di invocare Lei nel giorno dell'otto dicembre come
CC. Bologna - S. Cuore (In
memoria di Giorgio Nipoti)
CC. Napoli - $ . Cuore
CC. La Spezia - S. Paolo
CC. Sicilia
100.000
165.000
300.000
200.000
madre e aiuto dei cristiani, ci fa ricordare i grandi pasfil che la Famiglia
Salesiana ha fatto fino a oggi, mercé la fiducia che Don Bosoo aveva in Lei.
Ricotdiatl\\O la partenza dei primi missionari religiosi, e, dopo un secolo,
dei primi Giovani Cooperatori. Dal giorno che Don Bosco pregò insieme con
BARTOLOMEO Garelli la Vergine Maria, il regno dell'amore entrò di più
nel cuore della gioventù; ogni giorno infatti aumentano le opere salesiane,
N.N.
CC. Torino - Sassi
Alcune CC. di Cagliari - S.
Paolo (in memoria di Italia
Achenza)
Muzl Teresa - Roma
Rimborso spese diapositive
(Novi Ligure)
10.000
60.000
100.000
50.000
35.000
ed alcuni giovani lasciano tutto per seguire da vicino il Cristo.
Noi che svolgiamo l'apostolato nel Centro «Nuestra Senora del Camien»
sentiamo la presenza di Maria e la sua protezione, scopriamo che cammina
con noi, che opera nel nostro apostolato e guida i nostri pensieri. Abbiamo
la certezza che Lei vive in rne-tzo a noi e desidera la nostra salvezza e quella
di ogni uomo, perché si viva nella pace della propria anima, nella pace fa-
CC. Civitavecchia
150.000
Motta Antonio - Roma
12.000
Famiglia Fiorentino - Porta
(PO)
100.000
Club amici delle Missioni -
Frascati
50.000
ModugnoAnastasia - Bologna _ _ _1o_.ooo_
miliare e nella pace sociale.
Totale
L 2.910.500
Proprio nel nostro Centro (già vi abbiamo informato) si sta costruendo
un santuario dedicato a «Nuestra Seiiora del Carmen, Reina de la paz».
L'Argentina e il Cile si stanno mobilitando con la guida dei vescovi per
organiz1..are marce e per esprimere il desiderio di vivere in pace. Il 12 di di-
Altrt eontrlbutl: Lombardia: acquisto ma-
teriale di varia natura e relativa spedizione.
per un Importo complessivo di circa due
milioni.
cembre Argentina e Cile pregheranno per la pace: la nostra parrocchia or-
ganizzerà una grande marcia dalla parrocchia fino al nuovo santuario.
Unitevi a noi nella preghiera.
Sappiamo che parlate spesso della nostra e vostra missione di Trelew. Vi
diciamo: Grandi passi si sono fatti, però nel futuro siamo chiamati a dare
molto di più. Abbiamo tanto fiducia nella Provvidenza e nella vostra ge-
«Carissimo Don Gianni, sono venuto a
conoscenza che al Congresso nazionale vi
sarà !"offertorio straordinario 1n favore della
missione di Trelew. È per ques1o che li con-
segno un mio oggetto ricordo: un anello...
Davide Grogolalo - Verona.
Dalla Sicilia: oggettini m argento
nerosa collaborazione.
Continuate, senza stancarvi, a portare avanti nei vostri luoghi il pro-
getto dell'amore.
Fraternamente in Cristo, in Don Bosco e nella Vergine Maria vi sa-
lutiamo «con un carino grande».
UNA SCHEDA
ORIGINALE
DA TRELEW
Giuseppe, Maria del Carmen , Rosa, Maria Concetta. Olimpia
(da «Noi e Loro», foglio d.i collega-
mento tra i Centri CC. della Calabria).
•EL DIA DE TRELEW» quest'anno è
stato celebrato, a leggere le notizie che ci
giungono, con maggiore impegno e in un
numero maggiore di Centri.
La preghiera è stata privilegiata: sia
nella fase di preparazione che nello svol-
gimento.
Sono state preparate alcune belliasime
liturgie della Parola, ad esempio nel Veneto
occ•• in Sicilia, in Lombardia.
Vi è stato poi tutto un lavoro di sen-
sibilizzazione che porterà certamente frutti
in •Uomini e soldi». Ora bisogna prosegui.re
senza sosta.
Trelew non vuol dire solo •el dia de
Trelew», ma ben altro.
15

2.6 Page 16

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
OrJmdicinale di inlorma1jone e di cultura reliqio$a
L'edizione di metà mese del BS è partico-
larmente destinata ai Cooperatori Salesiani
Direzione e amministrazione: Via della Pi-
aana, 1111 - C.P. 9092 - 00100 Roma-Aurelio
Te!. 69.31.341
Direttore responsabile: Enzo Bianco
Redattore: Armando Buttarelli • Viale dei Sale-
siani, 9 • 00175 Roma • Tel. (06) 74.80.433
Autorizz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
C. C. Postale n. 2-1355 intestato a : Direzione Generale
Opere Don Bosco Torìno
C.C,P. 462002 lnteal a Olr. Gen. Opere O. 8o•co • Roma
Per cambio d'indirizzo inviare anche l' lndirino precedente
MONDO NUOVO
Nuova serie delle
LETTURE CATTOLICHE»
fondate da Don Bosco
Operazione rivendite In corso
Una «rivendita» a domicilio comporta due grandi
vantaggi: mentre diffonde il bene, offre a chi vuole
impegnarsi una occasiom, di fare apostolato ac-
cessibile a ognuno e che abitua a smuoversi, a
rompere il ghiaccio, a penetrare capillarmente nelle
famiglie.
In ogni Centro non potranno dunque esserci più
Cooperatori che inizino una rivendita al loro in-
dirizzo?
Informazioni e condizioni
Il programma per il 1982 prevede 9 libretti e 8
posters. Il minimo di ordinazione: 1Ocopie per ogni
libretto; 5 copie per ogni poster.
Le condizioni, veramente di favore, praticate alle
«rivendite., sono le seguenti per il 1982:
Spedizione e imballo gratis; sconti: fino a 20 co-
pie nessuno; da 21 a 50 copie di ogni opuscolo e
per almeno 10 copie di ogni poster 10%; per quan-
titativi superiori 20%. Detto sconto è sul prezzo di
favore praticato alle sole «rivendite». Infatti nel 1982
gli opuscoli saranno ceduti al prezzo di L. 350 (il
prezzo di copertina per la vendita in libreria sarà
invece da L. 400 a L. 500), i posters a L. 400 (in li-
breria invece a L. 600).
Si può aprire la «rivendita» anche con i soli
opuscoli o con i soli posters.
li pagamento avverrà a merce ricevuta, mediante
modulo allegato di conto corrente postale N° 8128,
direttamente all'Editrice LDC. L'impegno è per il
solo anno 1982.
Per Iniziare una .rivendita• o confermarla scrivere di•
rettamente al se9uente Indirizzo, con cui si corrisponderà
In seguito per ogni occorrenza: Cooperatori Saleslanl, Uf•
flclo Nazionale· Viale del Saleslanl, 9 • 00175 ROMA.
GENTE CHE CREDE
AL VALORE
DELLA BUONA STAMPA!
Con la presente confermlano per il 1982
lG nostr~ RIVENDITA di "~i.Ondo Nuove'' .
I Chiedi.amo cne siano inviate:
n• 4,.(J copie degli opuscol1- (.C.. 350)
(firm.1 de1 responsabile del
'rivcndUo' )
- ~ ¼ n ~·
r~•,.,_ ,
'\\·u--,.-!-.,-&-,,.,..lh..:.O ¼
\\
..,~
firma del Par oco o de-~
,._ ~ J
Coap~rato )
,1. MILANO )'"i;
1/f',
-~
Con la presente conferm.iam.o per il 1982
la nosera. RTVENOlTA di "Mondo Nuovo".
I Chiediamo che siano inviate:
,
30 n'
~ . ' / l i fO copie degli opuscoU (i:..lSO)
n• f copie di posters (C. 400) ? · />tA.. ~ , _ ,
~ i D ~-e.. ~ ~-,-
èo,tJ,J~Q f a ~ ~ . 'G~~f).~~
16