Bollettino_Salesiano_194305


Bollettino_Salesiano_194305



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1.2 Page 2

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l'RRIOOJ(O \\li•:-..
!->li.E PFR I <OO-
l'ER \\TOIU l>l· LI 1
OPERI. H \\lh!->J0",1
DI S. GIO. Ji()Sl O
BOttE~r~r,~10
SJ.\\tESJJ.\\~10
1' MAGGIO
1943-XXl
In ourqutn n/1~ dis.po11:1uJ1Ì mùtitltriuli pn· /,, /imin,,iont lt!lt1 rorl(1, l'rrh:imlt Ìtl'lf1,111n snsti111isre Jr nltr, rdh:itJm t·iUrt.
SOMMARIO: 11 Clublll:o Sacerdotale del l\\t'tlor Màltl!iore. li S~co,·doto. • l.a Messn Giubilare,. • Il JV Succ.,e,,.
sore di S. Gfovannt Dose-o. - La prin1n '1"'-'--• di Oon Ricaldone.... J •Ortltc,do dl Sh-rigUa. D~lle: no1,tre 1\\-fls.:-.fonì
Il Giubileo Sacerdotale del Rettor Maggiore
Son passaù cinquant'anni dal
giorno in coi il no-.iro Rev.mo
Renor l\\lag~io~ Don Pie1ro Ri-
caldone saliva, in Siviglia (Spa-
gna), l'alrnre del Si1tnore per la
sua prima Me'l!ta,
Il 27 corr. eJ!li salirà l'altare
di Maria Au$ilialrice in Torino
per la sua Mc:s'-a Giubilare.
Si stringerat'I.OO attorno a lui,
nell'intimità consentita dalle nt•
tuali c ircostanze, Salesiani, Fi-
glie di Mari.a Ausiliatrice, rap•
presentanze di Alliè,•i éd Ex-Al-
lievi, Cooperatori e Cooperatrici.
Pochi, cerio, di numero, per
le difficohà di viaggio ed i pe-
ricoli delle incursioni. Ma ani-
mati da un fcr-vorc che s'accen-
derà del palpito di innumeri
cuori protesi, oltre i monti ed
oltre i mari, da tuue le terre, ad implorargli, in quell' ora, conforto di grazie e di benedizioni.
Noi raccogli.amo in modo speciale l'omaggio dei Cooperatori e delle Cooperntrici Sale!>iane -
omaggio di preghiere, di auguri, di propositi santi di apostolato - e glielo prci.entiamo fin
dalla prima pagina di questo numero del Bo I I et ti no che gli dedichiamo con filiale affctio,
auspicando alla sua Messa d'Oro l'alba del giorno tanto sospirato pel cristiano trionfo dell'amore.

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I L SACERDOTE
Nell'occa!>ionc della 1\\k:1sa Giubilare del
nostro Rettor \\Iaggiorc dedichiamo a lui e
presentiamo ai nostri Cooperatori alcuni pcn-
:,icri suJ .Sacerdote: cattolico Essi gion:ranno
ad illustrare il ::.ignificato dei festeggiamenti
coi quali cclchriamo la faust.a ricorrcnz~1 cd
a far conoscere meglio b eccelsa dignitù alla
quale è stato !<Uhlimato il +0 Succc~rc di
Dnn Bosco, cui 50 anni di vita sacerdotale
hanno conferilo bcncmcn:11.:c tali da accredi-
tarlo alla atfctmosa venerazione di cui sono
o~gctto gli uomini di Dio.
Il Sacerdote secondo l'idea
di Giovannino Bosco.
Giovannin<> era un fanciullo e come t.ale
non poteva a\\'erc dcJ Sacerdote se non un'idea
intuitiva, prodotto di una mente bamhma, colo-
rita dal·sent,mento della sua natura affctLuosa e
orientata alla visione misteriosa, avuta a nove
anni, del compito assegnatogli dal Signore. Qua-
le fosse questa idea appare dalle sue Memorie.
~ell'aprilc del 1826, anno della sua prima
Comunione, ::.i accompagnò con Don Calosso
che tornava con i borghigiani di Murialdo
dalla :\\Iissionc predicata a Buttighern. In
quella occasione ebbe con lui un colloquio
storico, anche- se molto semplice come poteva
essere quello di un fanciullo, che gli aperse la
via al santunrio. :\\ella conversazione Giovan-
nino manifestò il desiderio di abbracciare lo
~tato ecclesiastico, e a Don Calosso che J?liene
domandò il perchè, rispose: Per avvicinarmi,•
parlare, istruire nella religione tanti miei com-
pagni, che non sono cattivi, ma diventano
tali perchè nessuno ha cur.i <li loro•·
"\\ella mente di quel fanciulJo il Sacer-
dote era quindi anzitutto l'amico dei fan-
ciulli c lo !!trumento divino della loro sal-
vez:,,a. Giovannino da buon n:tg,tzzo non pen-
«ava ai grandi, che pure hanno più biso~no
del Sacerdote pcrchè sono più cattivi. Egli
lo i>ape,·a: li .1vc,a sentiti hcstcmmiare, aveva
lan'\\cntato il larnro nei giorni di festa, li aveva
visti disertare la Ch1esa... Ma nella sua con-
0 <lizione di fanciullo si preoccupava solo dei
piccoli, perchc: ~enti\\'a nel proprio cuore l'eco
del dissesto delle loro anime bisognose cl.i uo-
mini che le conducessero amorevolmente a Dm
Questo anelito lo preoccupò insistentemente,
e qualche anno dopo lo rnuristò fino al p~nto.
- 66
Avrebbe voluto avvicinare i 8accrdoti del suo
pacsc, :,,elanti cd esemplari; ma \\'Cdendoli m-
ccclerc dignito~i e gravi e rispondere scn aJ
suo ~aiuto, senza dirgli un.i p.1rola, non potè
trattenere le lacrime e ripetut.1mente si sfogò
con la mamma e con i compagni: «Se io fo~c;i
prl:H: vorrei farl: d1,·ersamt·ntc; vorrei 3\\'\\'ici-
cinarrni ai fanciulh, vorrei dir loro delle huone
parolt, dar dei hunni consi~li •·
Giovannino non c:unhii> piì1 ,,ucsto modo di
concepire il Sacerdote. Lit vestizione chieri-
c:,lc pose termine alla vita e alla mentuliu) del
J!iO\\'ane sccolarc e diede inizio a quella del
chierico. ~[a se ùallc preghiere dette nell'in-
tinto del cuore durante la cerimonia religiosa
e dai propositi scritti la sera di qucJ giorno
memorando appare che c~li si fece del Sacer-
dote l'idea dcll'uomo che riduce al minimo le
necessità e le debolezze della natura umana e
presenta agli nitri uomini splendori di virtù
divi ne, è pur evidente che continuò a domi-
nare in lui la carancristica concezione di Jpo-
stol.ato giovanile che aveva avuto fino allora.
Suggellò infatti le risoluzioni prese per la
\\'estizione con questo proposito: Ogni ~iomo
racconterò qualche esempio o qualche massima
vantaggiosa alle anime dei miei compa~ni od
amici, e quando non lo potrò con altrui, lo
farò con mia madre •·
Divenuto prete, Giovanm Bosco realizzò
questa sua conce:>:ione e fu l'uomo di Dio che,
pur pensando alle anime di tutu, si dedicò
specialmente .i quelle dei $?10, ani; fu la bontà
del Si~ure resa sc:n~ibile ai fanciulli con l'ama-
hilìù1 delle parole e del sorriso, e con l'amore
fattivo di una vita spesa soprattu1to per essi.
N el pensiero di
Manuna Marg h erita.
Nelle parole e negli atti della santa mamm,1
di Don llosco i>i :;corge l'elevato concetto che
il popolo cristmno ha dei suoi sacerdoti.
;\\larghcrica sapeva che il pr\\;Le ùenc il po-
SlO d1 Dio, pcrcio non si peritava di affidarqli
i propri figli, tc!\\oro del suo cuore. Giuseppe
e Ciovanninn le manifestavano lutto quello
che a,·e,,ano folto o detto, ma riscnavano per
il confcs~ore i segreti più intimi, e la mamma
non era gelosa li, queste confidenze, anzi 111-
sistcva con frequenti raccomandazioni e incul-
cava con l'esempio che ffiànifcstassero sempre

1.4 Page 4

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t
schiettamente al Sacerdote parole, pensiel'i cd de-Ila potenza di Dio messa a disposizione dei
azioni che potessero clispiacere aJ Signore. suoi Sacerdoti.
L'alto concetto che Mamma Margherita aveva I grandi Fondatori delle Famiglie religiose
I
del Sacerdote $i rivelò soprallutto nelle memo- da S. Benedetto a Don Bosco, per tacere cli
rande parole rivolte al figliuolo poco dopo la sua altri più recenti, non possedevano nulla; da
vestiziont": << Amo meglio lLI av\\!re pcr figlio un queslo nulla sono sorte abbazie, conveuti,
povero contadino, che un prete trascurato nei case religiose, istituti, chiese e centri di at-
suoi <lo\\'eri ,1. Per quanto amasse il suo Giovan- tività numetosi come le arene del mare.
ni e desiderasse il compimento dei suoi desi- S. Vincenzo dc' Paoli, S. Giuseppe Bene-
deri, preferiva il suo ritorno ai campi piuttosto detto Cottolengo, S. Giovanni Bosco, Don
che vederlo prete non del tutto cliligentc nel Orione e cento altri apostoli della carità hanno
compimento dei suoi sacrosanti doveri.
fatto stupire il mondo dclll! finanza pel quale
U giorno del Corpus Domini del 18.+1 Don sono sempre stati un mistero gl'istituti di be-
Bosco cantò la Prima l\\llessa nel paesello na- neficenza fatti da nullatenenti, e riempiono di
tio. Appena Mamma Margherita potè trovarsi gioiosa ammjrazionc il mondo dei sofferenti
sola col figlio gli disse: «Sei prete: dici la che si vedono maternamente assistiti nellc loro
messa; da qui avanti sei adunque più vicino innumerevoli miserie.
a Gesù Cristo. Ricordati però che incominciare Ma l'onnipotenza di Dio ueì suoi Sacerdoti
a dir messa vuol dire cominciare a patire. brilla soprattutto nelle stupende metamorfosi
Non te ne -accorgerai subito, ma a poco a che essi operano negli uomini. La volontà
poco vedrai che n1a madre ti ha detto la verità. umana è l'unico vero ostacolo che pul> sbar-
Sono sicura che tutti i g iorni pregherai per n11;e la via della grazia; e questa si serve
me, sia ancora io viva o sia già morta; ciò mi quasi sempre del Sacerdote per superare-trion-
basta. Tu da qui innanzi pensa solo alla sa- falmente l'ostacolo.
lute delle anime, e non prenderti nessun pen- Dai barbari rozzi e bellicosi e dai molli
siero di mc ! ~-
patrizi dell'impero crollato S. Benedetto trasse
Mamma Margherita era compresa della ele- i suoi monaci che rifulsero per santità e sa-
vata missione del figlio Sacerdote fino a1 punlo piell7,a, dilatando il regno di Dio per tutta
di desiderare cli essere climcnticata perche l'Europa e riedificantlo le chiese e i borghi
egli potesse pensare solo alle anime. A quei che essi stessi o i loro padri avevano devastato.
tempi le mamme non abdicavano a.i loro diritti S. Francesco ò'Assisi popolò la ccrra cli
nè dinanzi alle moine o ai capricci del bambino, convcnti nei quali vivevano dei Sacerdoti che
nè quando il figlio era cliventato uomo, perche sembravano uomini di un altro mondo: sem-
sentivano tutta la superiorità che Dio e natura plicità, candore, disinteresse si cliffusero al-
dànno alla madre sugli esseri che le debbono l'intorno e trionfarono dei vizi mediante In
i tesori della vita. Ma il figlio era cliventato Sa- parola e l'èsempio cli quei frati di tempra tani()
cerdote e la madre volle passare in sonordine. opposta a quella che dominava l'epoca.
Quelle parole furono l'ultimo atto dell'au- Dell'ambiente sibaritico del secolo XII Sau
torità materna cli Mamma Margherita. Da Pietro Nolasco e S. Fdicc <li Valois trasst·ro
quel giorno sull'affetto, cbe restò immutato e falangi di S1cerdoti cosl eroici da offrire al-
grande quanto il suo cuore di l\\1adre, prese l'occorrenza la propria persona per rcdimerl'
il sopravvento un profondo senso di venera- i cristiani schiavi dei mussulmani: sostituzione
zione perché sentiva che il figlio le era diven- chi; equivaleva ad un vero martirio.
tato immensamente superiore.
S. Francesco Zaverio e, prima e dopo di
lui, migliaia e migliaia di Sacc1·doti missionari,
Nelle pagine deJla storia.
convertiron<, intere nazioni pagane, pur es
scndo doppiamente invisi, perchè stranieri e
li Sacerdote è l'onnipotenza divina a dispo- perc:hè soppiantavano la rcli~ione nn.7-ionak.
sizione dell'umanità. Egli moltipli<.-a tra gli S. Vincenzo Ferreri, 8. Paolo della Croce
uomini le opere del Signore come la crea- il santo Parroco di Ars e tutta la falan)?C dei
zione moltiplicò gli astri del firmamento.
Sacerdoti dati alla predicazione evangelica e
Strumento cli Dio, il Sacerdote opera alla al ministero delle confessioni attirarono folle
stregua di Dio; crea dal nulla, a differenza degli innumerevoli di peccaton, e li convctirono a
uomini che fabbricano stati e aziende sfrnttando Dio con l'efficacia di una parola che era e si
capitali enormi e sacrifìcando interessi e vite. mostrava la parola onnipotente di Dio.
Ogni pagina della storia della Chitlsa ci pre- Don Bosco, in un secolo chi; \\·idc molt1
senta qualcuno di questi meravigliosi trntti seminari chiusi e ~li altri quasi <le5crti. diede
61-

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alle Diocesi migliaia di Sacerdoti; e mentre
tutta la gioventù era insidiata e corrcYa alla
rovina, trasformò il suo primo Oratorio in un
giardino di gigli e di fiori o\\ez.7,anù e popolò
i :;uoi Istituti di giovanetti che emulavano il
candore degli angeli.
Davvero ogni pagina della storia della Chiesa
presenta nel Sacerdote lo strumentò delle più
stupende creazioni di Dio nel regno della
grazia, mentre la storia intima delle anime
narra altri trionfi, meno smagliami ma assai
più numerosi, con i quali egli sorregge le de-
bolezze, piega le volontà, terge le hgrime,
modc1·a ~li eccessi e vince i difetti della no-
stra povera natura um:ma.
Alla luce della Rivelazione.
Dalla sacra persona del Sacerdote irra-
diano gli :splendori abbaglianti tiella divinità.
:\\:'cl linguaggio della Rivelazione egli aE-
surge alla carcgoria di cooperatore di Dio e -di
a111111i11istratore e dis-pensatore déi .Uistert del
Signore. È l'uomo di Dio per eccellenza, depu-
trto a creare nelle anime nuovi mondi sopran-
naturali, infinitamente più belli e grandiosi
di quelli che i nostri occhi contemplano, ,~
cornunic-arc.: lo Spirito Santo, a richiamcre
mille volte Gesù in terra, anzi a perpetuare
:mila terra la permanenza dell'Uomo-Dio.
Senza di lui i tabernacoli resterebbero vuoti
e le chie,e, <lesene, diventerebbero mute come
i ruderi dei templi pagani.
È l'uomo deputato ufficialmente a integrare
la Passione di Cristo, aggiungendo. all'agonia
dcl Redentore i propri martiri per far giun~erc
fino alle anime la Redenzione operata sul Cal-
vario
Bc:1cdice, tutto e tutti: uomini, anim:iLi,
piante, senrnnti, messi, case, macchine, acqu,1,
fuoco; a tutte le crcarure uscite dalle mani
d1 Dio o trasformate dalle mani degli uomini
imprime il suggello della propria benedizione
che e benedizione del Signore.
Compie funzioni identiche a quelle del Re-
dentore, anzi compie le suè stesse funzioni:
adora, prega, ringrazia a nome di tutta l'wna-
11-ità, di- cui è il rappresentante ufficiale; come
Gesù perdona le colpe e celebra lo stesso Sa-
crificio dell'ultima Cena e e.lei Calvari.o. Gesù
J?liene diede l'incarico quando disse: Come i(
Padre iT1'11ià me, io im:io voi, affidando così
al Sacerdote la sua propria missione.
:\\'d confessionale non ha addosso che una
stola violacea, ma ha in mano un potere in-
finito. Traccia un segno di croce e a voce
bassa dice: lo li assolvo dai tuoi peccati: ciò
- 68
che le forze immani dell'universo non riescono
a fare, lo fanno queste parole sommcssè, che:
riedificano istantaneamente lo splendido tem-
pio di Dio distrutto dal peccato.
All'altare, curvo sull'ostia, pronuncia le pa-
rnle della Consacrazione e il pane diventa il
Corpo dell'Uomo-Dio. La più grande tra le
meraviglie di questa transustanziazione non
è il cumulo di miracoli che essa esige e dei
quali consta, ma che rutto possa e,ser1:: fatt0
da un uomo mentre essa è cosa essenzial-
mente ùivina, e che sia fatta con parole che
hanno la Yirtù di produn-e ciò che producon•,
solo se vi è presupposta tale u11ione tra Ge:'ù
Cristo e il suo Sacerdote che le parole <lc!-
l'uomo siano parole di Dio e l'azirmc sa-
crificale dell'uomo sia veramente l'azione sa-
crificale di Gesù.
Si compie dunque in lui la misteriosa realtà
proclamata da ::ì. Paolo quando disse: Gf'slÌ
vive in me. Questo diYino fenomeno si realizza,
è vero, in tutti i cristiani che vivono in grazia
e della grazia; ma non ha il suo perfetto com-
pimento che nel Sacerdote, il quale partecipa
non solo della vita, ma anche dei poteri e
della dignità dell'eterno Pomcficc Gesù. E
cosl egli diventa un suo Legato, un alter egu
o, come dicono i Padri, un alter Christus.
li Sacerdote è dunque la risposta di Gesi1
alla supplica: ,1Jane 11obisci1m, D0111iT1e, che due
discepoli gli rivolsero ad Emmaus sull'imbru-
nire del giorr\\O della Risurrezione, e che t'un'IJl-
nità da venti secoli ripete nelle sue preghiere
e con i suoi dolori: Gesù è restato in mczi.o
a noi nella persona dei Sacerdoti e nella on-
nipotente parola loro concessa c<m cui istruisce,
aiuta, perdona, rim1ova il sacrificio redentore
e compie· le ammirevoli creaz.ioni della grazia
che fanno dell'anima il tempio <li Dit> e il
Paradiso in terra.
}';; q9esta la dignità sublime che noi ci pre-
pariamo ad onorare nella , cnerandc1 persona
del nostro Rettor :'.\\laggiore Don Pietro Ri-
caldone al chiudersi del ciclo dei suoi 50 anni
<li sacerdozio.
Egli ha realizzato l'ideale di Giòvannino
Bosco e il pensiero di l\\Iarruna l\\1argherita;
ha continuato l'opera proYvitlenziale del Pa-
Jre prodigandosi in mille modi per l'esten-
sione del Regno e.li Dio e ha vissuto la santità
interiore del Sacerdote cattolico accompa-
gnata da un cresce.r,ùo di zelo e di opere.
Benediciamo con lui il Signore e auguria-
mogli ad multos armos, ad multas coronas.

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LA MESSA GIUBILARE
Come abbiamo a11111111cit1to, il Rt•/tor .llag-
ginre, a Dio piaceudo, cehbrerà la .Hessa Giu-
b ·tarf', il 27 carr., al!'a!tar maggiore della Ba-
Iilica di Jlaria Ausiliatrice. Di qul'lla basi/ira
du• egli i·olle a111plia1a ed arricc/Jit(I di pi-e:::iosi
marmi e di artistiche decorazioni per adeguarla
a/l'a_Ofuenza dei fedeli ed ali'incremento del culto
citi' si infervora .1pecù1/111e11te nella pietà euca-
risliw e nella divo:::io11e alla T'ergine Santa, a
S. Oimit11111i Bosco ed a/In Beala iHaz:mrello.
/)i quella basilica da cui ha congedato centi-
11aia di giO'i•a11i missionari i,n;iati fino agli
estremi confini dèlla terra a. portare agli ù,Je-
deli la luce dl'I r'angelo e lo ci-1:illti di Cristo.
La 1/essa d'Oro è ftssaf{I per le ore 10.
Ass1s1p-à pontiftca/111ente S. Em. ;t Car-
di11alr .t1reii•escr1vo di Torino, 1•i auiste-
ra11110
pure
gli
Ecc.mi Arnv'PSCO'i."i
e
I0
1'·
.fCO'l-'Ì Salesiani: ,\\fons. Felice Gu('rra,
l/011s. Luigi O/h:ares, Jlons. Ernesto
Coppo, ,Ho11s. Fed,•rico Emm111el, J11011s.
1llarcefùw Olaechea, e JJon.t. Salvatore
Rotolo. ComJerPanno al santuario pt•r la
cirtoslt111.zt1 gli ispettori e rappr<'se11ta11:::('
dellr i·m·ip fspettorie.
Colle Superiore dt<l C-nnsiglio Gt'11l'Nlfi-
zio ddle Figlie di Maria Ausiliatrice in-
teri•erran110 1:•arie I spettrici e rappresen-
tam::1• d('/!e loro Case. Dame Patro,teue,
Cooperatori, Cooperatrici ed e.,,.allif:'"<>1
sarmmo rappresentati dalle ri~petti~·e pre-
sidenzt' e da 111111 stuolo d'im,;itati. I nostri
cari gi01:ani t1ccorreran110 11el maggior 1111-
me o po,;sibile. Ma tutta la triplice Fa-
miglia salf'siana sarà spiritualmente pre-
m,te in quell'ora, implorando da Dio (I/
lT Successore di Don Bosco le grazie più
elette. ll sig. Don Ricaldone ai·rà tutti
11el cuore salendo all'altare. .1/a speriaf-
111e11l(' coloro che più soffrono sollo la
turmf11tc1 della guerra: cappellani e sol-
dati esposti sui dft,ersi fronti alle raffiche
delle artiglierie cd allo strazio delle altre
armi; feriti, malati e mutilati, profughi
e prigio11ier-i; internali nei campi di co11-
ce11tra111ento e dispersi alla mercè dei ne-
mici, ~•ittime delle ùic111·siuni, delle sopraf-
fa:sio11i, della penuria, d1•gli stenti e della fame.
La sua prPghiéra, 11ell'ojferla della Vittima
Dn•ma, raggi1111gf'l·à ancltc i più lontani 111issio-
11an e le fio, enti comunità orbate dei loro pa-
slori.
ExJi immolerà l'Oslia di Pace per la pace
del mondo, pel 1·icario di Cristo e per tutta la
Cln"esa, per le autorità e pei popoli; ma special-
mente per la Fa111~1;tlia spirituale che il Signore
gli lta affidato.
.
N<'l pometigl:io, alle ore I5 gli si farà oncom
omaggio di u11a familiare accadl!mia m•I salo11r
della Casa-madre, per la prese11tazio11e d<'gli
auguri e dei doni e/te, come abbiamo ow1u11-
ciato, co11sistera11110 in 1111a feri-i'da crociata ,1
fm:ore delle vocazioni ecclesiastiche e rPligiose,
in 1111'offerla per gli orfani di guerra c/U' vPrra11110
arco/ti nei nostri orfanotrofi, e nella i11teiw:fì-
ca~io11e della crociata catechistico. Sortì per
lui la più grande co11solazio11e potrr colmare
Il siJt. D. Rlcaldone coll'Em.mo Card. Ca11llero
ed il Reuor Ma11giore O. Paolo Albera.
con 11uo-z;e f·oca::ioni 1 vuoti .fatti dalla gurrra
e dalle persewzioni religiose, m•er mez::::i si({(,·
cie111i per accogliere ed edurare il 111uggior m1-
111ero possibile di orfani, concorrere con un'ade-
guata ùtr11::io11e religiosa olla ricristianizza-
- ~ione di questo pm:ero 111011t:!o.
69
-

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Il IV Successore di San Giovanni Bosco.
li I\\' SuCC<.'Ss<lrc di S. Giovanni Bosco,
re, .mo Don Pietro Ricaldone, nacque a Mi-
rabello 1\\Jon,crrato (Alcssan<lna) il 27 lug-lio
18jo, da Luigi e Raitcri Candida, ndlJ casa
patema situata m contrada Rovere al n 9.
Lo stesso giorno, verso le orè 18, fu ri:cato
al Fonte battesimale e ri~cncrato alla vita
della Grazia dall'Economo Don Carlo Co-
gnasso, e...~. endo padrino lo zio Ricaldonc Luigi,
e madrina la zia Buzio Luigia in Rkal<lone.
~ella famiglia prnfon<larncnw cristiana trovò
l'ambiente ideali; per la sua prima educazione.
La mamma, puS!>tma, trac,a ùrille lun~he pre-
ghiere fatte m casa, mattino e sera in ginocchio
sul nudo pavimento, dalJ'asoistenza quotidiana
alla Santa l\\lcssa e dalla quasi quotidaana Co-
munione, ispiro1.1one aJl"cscrc,zio delle più
nobili virtù domestiche e sopranuno della ca-
rità verso i poveri e i bisognosi. Il babbo, tem-
pra forte e cuore generoso. assecond:wa pie-
namente la mamma, offrendo ai ti.gli l'el>Cmpio
di una fede che animava tutln la sua ,ita pri-
vata e puhblica. Fu anche sindaco di Mira-
bcllo, e col suo buon senso cnstiano, colla sua
rettitudine e colla sua atuntà, seppc rendere
preziosi servizi al paese. Caratteristica di fa-
miglia eru l'ospitalità: poveri e girov:i~h1 bi-
sognosi trovavano sempre la porta apcrui, un
piatto di minestra e riposo per la notte.
?\\cl s.-intuario domestico, il piccolo Pietro
ebbe cosi quella prima formazione alla pietà
cd al sen~o del dovere che assicurò le basi pi:i
progressivi sviluppi della sua educazione. Fre-
quentate la prima e la seconda elementare
:11 paese natlo, avendo a maestro Angelo l\\lan-
fredi, proseeuì gli studi nt>i nostri collegi di
Alassio e d1 Borgo S. Martino
Incontro con Don Bosco.
E fu nel nostro collegio di Borgo Ran
\\fanìno che egli ebbe la ~io1a di incon-
1rarsi la pnma volta con Don Bosco. li buon
. Padre aveva regalato agli alunni una di quelle
,·isite che erano attese come una benedizione.
Dopo il solenne ricc\\imento, si ern ritirato
nella sua stanzetta, e superiori e giovani co-
minciarono a passare ad aprirgli il loro cuore.
Il picc-0l1J Pietro atlcst il suo turno. E tJuando
fu tulio solo col Santo si scnu subito 1,tua<la-
gnarc <lalht sua pall!ma bomil. Gli fece le sue
confidenze, ascoltò i suoi pre:1.iosi con!:igii,
e nell'animo suo s'impresse 4ucl fascino che
-non fece che aumentare col crescere Jegli
anni e della conoscenc.i <lcll'impare~ttiahile
apostolo della gioventù.
Lo rivllle pm ancor.i nel 1882 in Torino
quando, con rutto il collegio, partecipi, alJa
<.·onsacrazaonc della chiesa <li 8. Gio\\ .inni
Evangeli!lta cd ebbe agio di godere del suo
sorriso e della sua parola conquistatrice
.\\nch'egli doveva t·sscme ben pre~to gua-
dagnato.
Proscguiu gli studi n Casale .:.\\lonfcrrato
ccl ammesso al Scmi1l'1rio \\"escovilc, il giov:me
chierico senti decisamente lit chiamata alla
vita sale~iana e passò a compiere il suo aspi-
rantato e noviziato a Torino nel nostro Isti-
tuto di \\alsalice dal 1889 :il 1890, pren-
dendo contatto coi Servi di Dio il Principt.' Don
Augusto C1.artorisky e Don .\\ndrca Beltrami.
Nel settembre del 1890 parti, a1t1.-.<>ra ch~rico,
per la Spagna ove l'esperto l spcuorc Don Fi-
lippo Rinaldi seppe 1:inciarlo nell'apostolato sa-
lesiano e dirigerne saggiamente i passi. L 'af-
fcnnazione fu cosl rapida e cosi sicura che
il futuro terzo successore di Don Bosco non
esitò ad affidargli una delle opere p provvi-
denziali e più urgenti dell'lspcttoria: l'Ora-
torio festivo di Siviglia. Il 23 luglio 1892
il eh. Pietro Ricaldonc, tuttora studente di
teologia, cominciò nd accompa~arYi setti-
manalmente il direttore Don ,\\tzcni, ed il 5
gennaio dell'anno seguente prese con lui sta-
bile dimora nell'ex-convento <ldla SS. Tri-
nità offerto pro\\•vi:;oriamentc dalla Curia.
G10\\-a.ne, pieno di zelo e ricco di.doù di mente
e di cuore, egli divenne ben presto l'anuna
dell'Oratorio, acquistando tale ascendente sui
500 birichini, che Don Rinaldi non tardb ad
adt.lo~~Ji l'intera direzione appena a~sunto
alla dignita saci:rdotalc. Gnm giorno per- lui, il
28 maggio 1893, quando potè salire l'altare per
In sua prima Messa!
Alba radiosa di un mini~tero cht: il Signore
benedisse con una fioritura di opere proV\\1<len-
ziali. Colla grazia di Oio e coll'aiuto dei buoni,
Don Pietro Ricaldone riuscì infatti ad attuare
un programma che all'Oratorio aggiunSè dap-
prima cor,;i di scuole elememan per est1:m1,
poi scuole professionali cd infine anche il
corso classico, con tale impuhm che in hrevt
si affermarono e raggiunser<> nicraviglioso s,,·i-
luppo. Oigi , i si allianca anche la Casa l ni-
vcrsitaria. l\\el 1898, per prodigare la crisuan.1
educazione alla giovcnli1 di un altro rione,
aperse nella stessa tittà un secondo Oratorio
dcd1caco a S. Ilcnedc110 <li C.1latra\\'a.

1.8 Page 8

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_spettore ( 190:x-19:n).
Nel 1901 il Servo di Dio Don Michele
Rua, chiamando Don Filippo Rinaldi a To-
rino a succedere al compianto Don Bclmonte
come Prefetto Generale della Società Sale-
siana, divise l'lspeuoria Spagnuola in tre:
Bctica, Celtica e Tarragonese, cd affidò la
priim al Direttore di Siviglia, devando l'Isti-
tuto SS. Trinità a sede ispettoriale. li sig. Don
Ricaldone, pur continuando a tenere anche la
direzione dell'Istituto, si accinse subito alla
nuova missione con quel fervore t: con quello
spirito di organizzazione che ,t'!Ono ancor oggi
la caratteristica del suo ;,.e.lo. Alla sua giurisdi-
zione vennero assegnate sette Case con 86
confratelli. Sua prima preoccupazione fu
quella di accrescere il personale per poter pro-
cedere allo sviluppo delle varie opere già av-
viate ed a nuove fondazioni. Cominci<'> quindi
a mandare un sacerdote per le provincie della
Castiglia, ricche di ottime vocazioni, a reclu-
tare giovani aspiranti pila vita salesiana, ed aprì
per loro nella Casa di Ecija, un apposito
aspirantato, che poi passò in quella di Montilla.
Grazie a questa forma apostolato, proseguita
poi tutti gli anni, riusci a portare il numero
dei confratelli, in un decennio, a 184, ed a
fondare: fin dal 1901 il Collegio di C6rdoba
con annesso un fiorente Oratorio festivo; nel
1902 la Casa cli Ronda con scuole per esterni
cd Oratorio festivo; nel 1904 l'Orfanotrofio
di Cadice con scuole profcssionali; nel 1909 la
casa di S. Josè <lei Valle col noviziato e lo stu-
dentato filosofico dell'Ispettoria. Una cura spe-
ciale pose nell'organizzazione degli cx-allievi e
dei Cooperatori salesiani, che risposero cordial-
mi!nte a tutte le sue iniziative. Sensibilissimo
anche all'urgenza dei gravi problemi suscitati
dalla questione sociale e dalle esigenze della
classe operaia, mentre dava il massimo incre-
mento agli Oratori festivi ed alle Scuole Pro-
fessionali, prese ad interessarne i buoni e so-
prattutto il clero con opportune pubblicazioni.
Di fronte poi alle meravigliose risorse agri-
cole della regione, ne promosse la più ampia
valorizzazione, mettendo la sua specializzata
competenza nel campo agrario a servizio dei
proprietari e dei contadini, e diffondendo il
sisrema Solari colla fondazione della Biblioteca
Agricola So/ariana che pubblicò, dal 1903
al 1928, ben 140 volumetti in ottavo, volgariz-
zanqo la pratica applicazione dei principii
scientifici del grande pioniere della nuova
agricoltUia Stanislao Solari. Pur essendo as-
sorbito da tanto lavoro, vi collaborò personal-
mt·nte con volumi che salirono rapidamente a
diverse edizioni e di cui ci limitiamo a ricor-
dare i due primi intitolati: li Clero, l'agri-
coltura e la q11eslio11e sociale; l'agricoltura, ·gli
agriC11ltori r la questione sociale.
Buon intenditore di musica e zelante del
decoro delle sacr~ funzioni, fu uno dei primi
ad attuare la riforma dd canto sacro promossa
dal Santo Padre Pio X.
All'apostolato salesiano, particolarmente a
quello educativo, impresse un fervore che portò
l'Ispettoria ad una mirabile fioritura.
Seppe poi assimilare così bene il carattere
e la lingua degli Andalusi, che egli passava
per uno di loro, cordialmente amato e stimato
da autorità e popolo, amici e benefattori.
Visitatore nell'Am.erica meridionale.
L'abilità dimostrata nel governo dell'Ispet-
toria e la stima incontrata colle sue dori e col
suo tatto, consigliarono Don Rua ad incari-
carlo di una visita straordinaria. alle Case sa-
lesiane dell'America meridionale. Vi dedicò
più di un anno, dal 1908 al giugno 1909, tra-
scorrendo dall'Argentina all'Uruguay, ed a
Rio Grande do Sul nel Brasile, visitando com-
plessivamente 60 Case salesiane e quasi al-
trettante delle Figlie. di Maria Ausiliatrice. Fu
una visita delle più fruttuose, pcrchè condotta
con grande diligenza, larga compn:nsionc, vasta
competenza e cordiale amabilità. Lo accompa-
gnò il direttore della Casa di Utreril, Don An
tonio Candela, oggi Direttore Generale delle
Scùole Agricole e Profession;1li salesiane. Parti-
to da Cadice, il 7 marzo, sbarcò a Buenos Aires
il 24, e l'indomani iniziò la visita alle Case della
Capitale e dell'Ispettoria affidata allora all'indi-
menticabile Don Giuseppe Vcspignani.
Il 20 luglio proseguJ per l'Uruguay, accolto
a Montevideo dall'Ispettore Don Gamba.
E spinse la sua visita fino alle due Case di
Rio Grande e di Bagé nel Brasile, che :il-
lora appartenevano all'l spettoria Uruguayana
Scese quindi al Chubut cd alle Missioni
della Pampa. Poi, il 25 novembre, iniziò la
visita alle ì\\lissioni della Patagonia affidate al-
!'Ispettore D. Pagliere. A Fortin Mercedes il
grande missionario Don Pietro Bonacina get-
tava le basi della futura casa di formazione e
del Santuario di Maria Ausiliatrice che doveva
poi essere meta di pellegrinaggi. Ci voleva una
gran fede per iniziare quelle opere in un de-
serto come era àllora Forrin; ma la fet.lc non
mancava in quegli ammirabili figli di Don
Bosco, e la parola animatrice di Don Rical-
donc incoraggiò il santo Missionario a prose-
guire la sua impresa giudicata umanamente

1.9 Page 9

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temeraria. Da Patagones passò a Yicdma, a fcsta di S. Francesco di Sahis, n tempo per pre-
Pringles, a Concsa, a Choele-Choel, riuscendo siedere anche gli Esercizi spirituali ai Salesiani
a celebrare la festa di .l\\atale a Roca. La notte e alle Figlie di ì\\faria Ausiliatrice. Proseguì
del 31 dicembre lo sorprese in viaggio per quindi per S. Martin de los Andcs, donde
Chosmalal. A mez~nottc, tra lo scalpitar dei cominciò la traversata dcllc Cordigliere che
cavalli, cantò il Te Deum coi compagni, compì a cavallo in quattro giorni, giungendo
sotto il cielo stellato nella immensa solitudine a Yaldivia, nel Cile, il 7 febbraio. Duecento
pata~onica. li 3 gennaio 1909, dopo sei giorni chilometri a cavallo, senza contare la travcr-
di vettura, era a Chosmahl, ove trovò presso ~-.ata dei laghi Pirihueco e Panguipulli. Il
la povera chiesa parrocclùale, in una miser- viaggio in Cile doveva servire solo di pas-
rima casetta di fango, due infaticabili missio- saggio per imbarcarsi a Valparaiso alla yo]ta
nari, Dou ì\\fattco Gavotto e Don Bartolomeo di Puntarenas (Magellano). ::\\ [a, nellà set-
Panaro, "cncrati allora come apt,stoli e pochi timana che vi si trattenne, n:galò una visita
anni dopo compianti e onorati come santi. anche .1 quelle Case dell'lspettoria affidata a
Da Chosmalal tornò a Roca, uve Don Rical- Don Luigi Nai. 11 16 febbraio, il piroscafo
done contribuì con la sua non comune perizia Oris.ta fece rott1 per Pu11tarenas, sbarcando-
al!raria a<l incoraggiare cd a orientare a maggior velo il 21. Col Prefetto Aposwlico JVlons. Fa-
incremento l'opera del no5'tro Don Stcfonclli gnano visìti, le l\\ lissioni dell'isola Dawson e
che, con t1::nacia superiore ad ostacoli umana- ddla Terra del Fuoco, spingendosi poi fino
mente insornvmtabili, avem iniziato lo sfrut- a Gallcgos cù a S. Cruz.
tamento <lei deserto patagonico tl0t.'ltO di una Ebbe quindi agio di conoscere a fondo
quell'anima di aposto-
lo, dotata di non co-
mune talento organiz-
zatore, dal cuore grande
e pronto a soccorn:n::
ogni sorta di miseria.
Ed ebbe anche occasio-
ne di coastatare l'eroi-
smo dei nostri l\\Iissio-
nari. Poclù giorni dopo
l'arrivo a Puntarcnas,
con l\\lons. Fagnano e
Don Candela andò in
cerca di una spedizione
partita con lo sc;opo di
trovar una via di co-
municazione tra la fo-
ce del fiume Azopardo
:...... emissario del lago
Fa~nano che sbocca al
Don Rlcnldonc, dopo il guado di un fiume, in v!Slla alle Ml..sloni della Pamgonia.
fondo del Seno del-
l'Ammiragliato nel ver-
fcconùità mera,,igliosa sino ~llora sconosciuta. sante del Pacifico - e la l\\lissione di Rio
Yi si trattenne nove giorni. Il 21 gennaio Grande situata alla foce del fiume omonimo
parti pcl :;\\Icuquén con uno dei nostri più sull'Atlantico. La spedizione che constava di
intrepidi missionari Don Domenico Mila- un sacerdote e cinque coadiutori non aveva
nesìo, anima di apostolo e tempra di santo potuto trovar modo di use.i.re dal fondo del
pioniero, il ,, Padre degli Indi >\\ com'era chia- Seno <lell'Ammirngliato, ove era stata sbarcata
mato, che doveva condurlo a Junin dc los 46 giorni pr\\m3. I pantani non avevano per-
Andes. Impiegarono sette giorni, shallottati messo di spingersi nell'interno. Avevano viveri
su di un affusto d i cannone acconciato a mo' per J5 giorni, consumati i quali si alimenta-
di carro, che correva p<.;r l'aperta campagna. rono di carne di cavallo, di guanachi e di tre
Strade quasi non ve n'erano. Guadarono va.ri piccole volpi. Dormivano per terra. Erano
affluenti del Limay, fiumi vorticosi, riposando, l'>paruti e diafani. L'arrivo di Don Rical<lone
di notte, per terra, sotto il cielo stellato. fu 1a loro salvezza.
Giunse a Junin de los Andcs la vigilia della A Santa Cruz s'incontrò con Don Beau•
72

1.10 Page 10

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H1ir. rmssmnario dal cuor d'oro e d.1l1a tem-
pra d'acciaio, che cmula,·a nella mb:.ionc della
Tcrr.1 ud Fuoco le s:1:sta ammirabìli di Don
\\lil,1nesio tra gli indi t.lella Pa.tagoni:t
Attraverso la l',ttagonia e la Terra del Fuoco
ù,vctte pcrcorrcn: in gran parti.: regioni prive
<li :.tradc, ~ cavallo o :.hallottato in una ,·eHura
l·hc ,HtraYersava la brulla campagna cupert:l ili
ro,1 e di sterpi. Il l-nlorc soffocante di giorno,
e d, notte le zanzare, le , vinchucas ~. ter-
1ibtli parassiti della ri:gione, la monotonia
scl11accinntc del paesaggio e la intcrminahilc
durata di qut:i \\taggi, che d,1vvt:ro scmbra-
v.1110 non aver. tìnc, fecero cspcri111enlan.: a
Don Ricaldone huona parte dei sacrifici della
,·1t·1 missionaria D, nacqm: in lui quel
sc111irm.:ntn d, alicttuusa ,·ell<!razione chi! rna-
111fe~tò sempre per i missionari e t1uel10 zelo
per prestar loro ;1111to, che diede orii::inc più
tardi alla Crociata J\\lissionaria da lui iùcatJ
e ahilmente diretta, che.: portò immenso van-
tae.1.(10 e sollic,·o ai nostri missiunlln.
Ripreso il pirosL'afo per \\Jontcvideo, sostò
:?Ile Isole '.\\Ial\\'illl' per far visita al c-.ippellano
s11l-.,ianu cd .illc Figlie di ::\\lana .\\ui<iliatricc.
Raggiunse Turino il giugno, rcc-ando a
Don Rua cd ai ~upcnon notizit: particolareg-
giate ùei Salesiani, delle Figlie di l\\faria Au-
siliatrice, delle C1t":c e delle Opere
'.\\LI il più ~r:rn conforto l'avc\\'J bsciato
in \\mcrica m·c. ali., soddisfazione cd alla
gr.1titudine <lei confr,.itdli c delle :;uorc che
a\\'ernn•i appn:zzatu I sacrifici compiuti per
i::iungen: alle più 1mptn ie regioni fr.1 disagi
che snlo essi erano in grado di valutare, s\\,ra
.1ggiunta l'ammira1.io11e delle autorità civili
e rdigiosc, dei ('oopcr-.ttori e dc!!li cx-nl-
1c,·i entu,-iasti delle doli e <lei t.'ltllo del VI•
~itatorc e commos.-.i dalla sua nffahilità. La
, i-.ita aYe\\"3 infervorato tutti nel compimento
delle \\':lrÌe missioni. nell'incrcm<·nto dello
zelo e nella d11fus10nc dello spirito di Don
Bosco. In realtà egli non si era risparmiato.
Si ero prodigato ~enza misura nelle udienze
e nella preùic:1zmnc in conferenze e riu11ioni,
in convegni di c,-allic,·i e bl·ncf.uwri con
tanto affetto e t.mta edificazione da lasciare
in tutti la più ,·i,-:1 i.oddisfazionc. I frutti du-
r.1runo a lungo con ctlìcacia consol,rntissima.
Direttore Ge nerale delle Scuole Pro-
fessionali ed Agricole Salesiane.
L'organiz1.azionc e l'impulso 1mprcsso al-
i' lsp,.noria Bctica 11 hene comp111to nella vi-
sit.1 alle Case e :\\li,;sioni dell'America mendio-
11 ile. c sopnllt111t<> la compct..:n1~1 acquisita
nel c.tmpo tecnico profc:.sionale cd agricolo, lo
accrcditaron,, nel 191 r nll.1 direzione gcncr.tle
delle Scuole Profc:>Sinnali cc.I Aericole Salesi:inc.
Era mortu, poco dopo I.I su:1 rielezione, il u-
tolure Don Bcrtclh Ed il suc-ccssQre di Don
Rua, Don Paolo J\\lhl·ra, vide in Don Rical-
donc l.1 pcrson, più indicata a raccoglierne
l'eredità. Lo chiamò pertanto a far parte del
Caprtolo superiore coll'uflkio di Consigliere
Profc,;sionah: e eli affidò lluella mansione che
a,·e, .1 proprio bisogno della ~ua ahilìtil :;p1.·
cializuta per l'aggiornamento ed il perfozio-
namentu dell'opera ini1.iam dul suo predcccs-
son:. Don Bcrtcllo avt•va ven1mcnte segnnto
il passo alle nostre Scuole l'rnfcssionali, con
norme did:ntiche e pcdaJ?nS?iche. con pro-
grammi di cultura generale e tecnica e con
dispol:-1lio11i pratiche h:<ldis,;imc.: allo spirito
cli Dnn Bosco. Don Ric:al<lope si mise :,<:nza
indugio all':ipplic:iziom· cd tllli, SYiluppo. cstl·n-
dcndone l'aclct_,uamento dalle arti del legno.
del lihro e dcll'ahhigli:11ncnto :i quclk del
ferro, dclla mcccanic;1 e dcll'dcuromccca-
nica. Ci \\'orrc.:bbero molte pagine per illustrarc
la capillarità a cui giu1N.: la sua appassionata
:m1v1tà Preso contatto coi superiori, coi mat
stri e capì d'arte, forcn<ln tesoro dcll'espericni,1
di unti, con praticit,1 di pmpn~iti e larghezia
di \\'edutc, integri, e perfezioni> norme e pro-
grammi, scendendo fino ai piì1 minuti parti-
colari. A~!l1curata l'impostazinnl'. mi:'c lllllc
le sue cure:: alla formazione dd persmulc,
all'.mrczzaturJ delle scuole cd alla compil.1-
iìonc dl'l testi. X ulla rispa1 m,ò per port:irc
i nostri confratelli capi d'arte a quella culrnru
tecn ico-professionalc in contin\\lo aggiorua-
mc.:nto, che guadagno e consc:n·a alle n,,strt
scuole tauta stima t tanto succes~o. Cc>n :;antn
ardimento li sprono alla massima compete1m1
e li pr,,,·n<le dei titoli c dei meai corrispon-
dt·nu. \\ ollc le scuole sempre all'ayanguurdia,
e scppc c11n\\'ogliarc.: la benclicen73 dei not tri
Cooperatori all'allestimento di scuole modello.
Crcl1 a Lombriasco quel tipo d1 Scuola pra-
tic-,1 di agril·oltura, che rimant.: tuttora uno dl·I
mit?liori e~rcrimcmi d1 3l:,ilita1.ione alla dire-
zione di aziende agricole.
Troppo esperto della ,·ita e dcllc sue l'Si-
gcnic pt'r far dei temici, ncll'organir.zazimw
lant<J delle Scu(1le profcs!liont1li quanto di
quelle agricole, egli mirò n farnl! vere palcstrc
di addestramento per mcllcre gli allievi lll
grado di applicart: la lcoria alla pratica Sic-
che, u~ccnJo da.i no::;tri htituti, dopo il quin-
quennio profl!ssion:ilc.: od i corsi d1 aqrari:J,
essi pos::;ano assumere t't>ll piena compcte11z.1
b propri,, rcsporuabilit,, tecnica e tr.1rnc la
73

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ben meritata retribuzione. Qu1,;~to criterio assumere l'uflìcio <li Prefcno Generale <lclla
fondamentale, la cui importanz.i non sfug~e Società Salesiana, Don Ricaldone trasse op-
ru a ltl:ssuno,
il se{trcto del ::illCCCSSO delle
portunamcnic i frulli che ~i era proposto.
nostre Scuole, dell'interesse che suscitarono R.tccolte tutte le osservazioni, dai tecnici e
e dell'apprezzamento che ra~iunsl.'rO in tutte.: cultori Ji scienze prof.:ssion:ili, ,; dai nostri
le p.1rti del mondo. :--;orme e programmi di- maestri e c:1p1 d'arte, preparò la pubblica-
vennero fonte d1 ispirazione in Jt:tlia ed al- 7.ione ufficiale dei nostri Programmi che riuni
l'estero per le Scu<1h: di Stato. l testi poi in opuscoli apprezzatissimi, ttlll<>ra fonte di
anùJrono J rubJ. Perchè frutto ù1 ~cicnza e ispirazione in Itaha cd all'estero.
di 1.:spcrienz:1. Oon Ricaldonc, infatti, ne
affidi> la compilazione a tecnici salesia1ti cd
<.-sterni e la din:ssc pcn;,mahncnte prestandovi
Prefetto Gen erale.
la propria competenza.
Colla elezione d1 Don Filippo Rinaldi a
Come efficace stimolo all'emulazione tra ili Rcttor :\\Iagg1orc, il sie. Don Ric.,ldonc venne
allievi ctl al cr(.-ùito presso il pubblico, e~li eletto alla carica di Prefetto· Generale ddJa
promllsse non solo la partecipazione delle Oll- 8ocictà Salesiana, che equi,•ale a Yicario <lei
strc Scuole rr 1fcssionali cd a~nt"Ole alle mo- Rcttor .i\\faggiorc.
stre cd espu81z1cini rc1dunali e naz1ona.li che
La sua attività fu quindi as~orbita dalla
gnrcg~iaronn in encomi e premi di prim'or- colh1horazionc più stretta all'attività del terzo
dine; ma ancln:..,'orQanizzazione di ~ :\\Iostre successore d1 Don Bosco, sicchè. il piì1 delle
did:mico-protcssionah Jnnuali nei sin~oii volte, si fuse con essa. Tutta,•ia il suo impuls'.>
istituti. J\\los1rc locali dirette a meglio disporre e la sua opera personale rifulse t1pcClalment'!
le mostre n:gion:1li, nazionali cd internazio- · nella Crociata missionaria, nell'organizzazione
nali, che portarono il nostro s1;;tem:i cd i della Pia Unione <lei Cooperatori e nelle ~rnn-
rrostri programmi a conoscenza di tanll com- d1ose feste dclla Beatificazione <li Don Bosco.
petenti e richiamarono l'attenw>nc delle au- La Crociata missionaria, og~i, continua colle
torità, degli stessi governi e delle istituzioni i, borse missionarie•· 1\\1a investi un <:Omplc~o
industriaJi. All'Esposizione Internazionale del di iniziatn-c alle quali poS:liamo appcn;1 ac-
Libro e d'Arte Grafica per citarne una - cennare. Anzitutto, 1:1 prepar:iz1one dd per-
tenutasi a Lipsi.1 nel l()J4, parteciparono 53 sonale; quindi: il rcclutamento di aspirami
scuole tipografiche salesiane, 51 <li legatoria, missionari, l'allestimento di Case di forma-
4 di fonderia d, caratteri. 3 dì litografia, con zione spccializ;,,ate per futuri :;:1.cerdoti, per
42 librerie, cont-orrentl da 18 stati d'Europa, capi d'arte e per catechisti e tutta la cura per
America, Africa cd Asi:1, e fiorenti <li .3675 la loro form:1zionc. Dall'lslituto <t Card. Ca-
allievi ( c890 tipo1trafi, 1753 legatori e J2 li- j;!liero II alla Scuola Agraria di Cumiana, al-
tof.!rali).
l'Istituto • Conti Rehaudcngo a quello • Ber-
La j!randiosa cspos1z11me non potè avere ìl nard1-Scmcna sul Colle S. Giovanni Bosco
successo che meritava per lo sc()ppio dcllu a Castelnuovo, tutte le Case per aspi1·,rnti
j!'rande guerra: ma ,dlc nostre scuole n:nnc missionari ehhero <la lui l'impronta, i pro-
2"!'e~nato il Diploma <l'Onore. lhuscitiss1ma grammi, le direttive e l'assisten;,,a diretta fino
invece la « 1\\Jostra di<lattico-pmfcssionnlc t alla loro completa s1stcmnzione. Per otte-
c.llestit:1, sotto la din:zionc dello !>tesso Unn nl!ntc il finanziamento non c-;itò a proporre
' Ric.ildonc, . !l'Oratorio di Torino, nel HJ:?O :1I Rcttor :\\I.t~giore Don Rin1ldi la Crociata
in occ.1sione della inaui:;ur.iz1on1. del monu- mi,,taionaria che gli pcrmise di allestire nu-
mento a Don Bosco. l\\lostra completa che, merose spcJ1zioni missionarie annuali. Per
mentre illut-tr.1va i proj?rammi <iclle nostre inl:crcssarc poi tutto il mondri al gran pro-
Scuole Profc:sionali eù Agricole. olfriva i :;aggi hh-ma delle 1\\lissioni, ltc~u1 pt'n;On'llmentc il
progrt-;,,si,i c.l1:ll'ab1litazaonc <legh alunni. Stu- con<.-orso della Socil:t:i Sales,an.\\ a I E1>posi-
diosi e tecnici d, Yaglia, soc10!0~1 emmcnli zirme l\\Iiss1on,lria \\ aticana nd 1925, cd or-
ne foccro i p1i1 lusinghieri elogi ~la. anche ganizzò l'faposizionc l\\lissionaria Salesiana,
la folla <lei puhblieo , i rrovò grande inte- 1.-ommcrnorati,·a del Ci1uhtlco d'Oro delle no-
res~. pcrche Don R,caldone ~..:p1>e cur.1rue stn; \\Llssmni, per l'ann•l seguente, nella Ca-
i più minuti particolari e farla parlare colla sa-madre di Torino. l nostri Cooperatori ri-
genialità della Jisposiz1one e la proprietà delle corderanno il successo che ebbe la sezione
indi<.~1;,ioni.
salesiana alla I\\IostrJ Vaticana ed il for\\'orc
Prima di lasciare la Direzione generale c.lclle . 1isi<ionario che suscitò l'Espoi;1:aone salcsian:1
Scuole Professionali cd 1\\grjcolc Salesiane per d1 Torino. Rimandiamo al Boli, ttino del 1926,
74

2.2 Page 12

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pcrchè anche solo una rievocazione sommaria
csiger!!bbe troppe pagine.
Grande impulso diede p=e, come Prefetto
Genera!,;, alla Pia Unione dei Cooperatori e
delle Cooperatrici salesiane col coordinamento
<lt una vasta attività di propaganda e la siste-
mazione dell'Ufficio centrale. Aggiornò l'Uf-
ficio Corrisponden;,.a e l'Ufficio Stampa Sa-
lesiana, con modernità e prntìcità di criteri
che sveltirono immediatamente ed agevola-
rono efficacemente anche il servizio informa-
zioni e pubblicità. Lanciò quindi conferenzieri
e propagandisti nelle città e nei paesi, con
materiale scelto, a far conoscere Opere e Mis-
sioni di Don Bosco, suscitando vivissimo in-
teresse e j?enerosa cooperazione. Promosse con-
vt-gni locali e regionali e la creazione di uf-
fici ispettoriali per s.;guirc più facilmente il
movimento e diffondere anche l'associazione
dei Divoti di Maria Ausiliatrice. Favori le
jniziative dell'Ufficio Propaganda che preparò
una serie di opportunissime pubblicazioni ed
un interessantissimo assortimento di mate-
riale. ~reoccupato poi di concorrere, secondo
lo spirito di Don Bosco, al bene delle anime
loro, pubblicò, tra l'altro, proprio pei Coopera-
tori e lll Coopcra,.ici salesiane, il prezioso
manuale per l'Esercizio della Buona l\\1orte,
che incontrò tanto favore.
11 frutto del complesso lavoro emerse in oc-
casione delle feste per la Beatificazione, quando
a centinaia di migliaia Cooperatori e Coopera-
trici risposero all'appello del Rettor Maggiore,
ed il sig. Don Ricaldone potè dare al programma
il massimo sviluppo ed organizzare in Torino
quel corteo della traslazione da Valsalice alla
Basilica di Maria Ausiliatrice eh~ fu il gran
trionfo della Salma gloriosa di Don Bosco.
li volume XIX delle Memurie Biografiche ne
ha perpetuato la descrizione; ma bisognava
essere a fianco del sig. Don Ricaldone nei
mesi di preparazione per valutarne la gran-
diosità della concezione e la perfezione del-
l'artuazione. Il Signore lo benedisse con una
riuscita che più splendida non si poteva bra-
mare.
\\'orremmo pur dir qualche cosa dell'aiuto
prestalo al compianto Don Rinaldi nel go-
verno di tutta la Società. Ma, quando si ilice
che fu il suo hrnccio destro si dice la realtà.
Visitatore delle Case Salesiane di
Oriente ed Estremo Oriente.
Come seppe co1Ti$ponùcre alla tiduda di
n1111 Hua, di Dwa .-\\lht:ra e di Don Rinaldi
t11 turtc le mansioni che /:(li .1.ffìdamno, così
Don Ricaldonc seppe rappresentarli come vi-
sitatorn delle Case lontane. Abbiamo già ac-
cennato alla visita compiuta nell'America me-
ridionale.
Dal novembre 1912 al maggio 1913. come
Consigliere Professionale Generale, fu mandato
alle Case saltsiane degli Stati Uniti e del
+ l\\T.!ssico. Partì da Torino il 1 novembre;
si imbarcò a Liverpool (Inghilterra) il giorno
16, e giunse a New York. il 22. Compiuta la
visita alle Case dell'Est, il 12 gennaio partì
per la California ed il 22 del mese seguente
rnggiunse il Messico. A Tampico, il treno su
cui viaggiava fu assalitQ dai rivoluzionari e
fu grazia cl.i Dio se non ebbe a soffrirne.
Accolto, il 27, a 1-Iuichapan dall'Ispettore
Don Piani e dai confratelli, vi :ti trattenne
quasi due mesi visitàndo accurata.mente le Case
dei Salesiani e quelle delle Figlie <li Maria
Ausiliatrice. L' t I aprile si imharcò a Vera
Cruz per Cuba e giunse all'Avana il 15.
Dall'Avana ritornò a New York, donde, dal
28 aprile al 4 maggio, fece una punta fino a
Montréal e ad Ottawa nel Canadà. Lasciò
New York il 10 maggio e tornc':l a Torino la
vigilia della festa ili Maria Ausilinlrice.
Con diversi incarichi e per varie circostanze,
soprattutto per presiedere corsi di Esercizi
spirituali, fu, negli anni seguenti, nella mag-
gior parte delle Case di Europa, valendosi
dell'ottimo possesso delle lmgue principali per
affiatarsi con rutti i confratelli e trattare con
autorità, Cooperatori ed amici.
Il 24. dicembre del 1926, parti da Torino
alla volta dell'Estremo Oriente. Con un gruppo
ili missionari, celebrò il Natale a Venezia e
la sera stessa s'imbarcò per l'India.
Giunse a Bombay il 1 0 gennaio e prose-
guì subito per Calcutta, accolto a festa il
giorno 13 da Mons. Mathias e da altri con-
fratelli. Sc~so, il giorno 16, a :\\Iaclras. per-
corse tutta l'Archidiocesi, giungendo alle va-
rie missioni, a Tanjore e a l\\Iàylaporc. Tor-
nato a Calcutta e visitate le opere esistenti,
si diresse all'Assam. Da Shillong visitò dap-
prima la regione montana e poi la pia-
nura, parte a piedi, parte a cavallo e p,trte
su elefante. Assistette ovunque a ~-pettacoli
ili fede che gli richiamarono il fervore dei
primi ( ri5tiani. Ovunque comunioni nume-
rose ed una pietà commovente. In un vil-
laggio presso CherrapunnJee celebrò la l\\Ic:-:sa
sul piazzale dinanzi a 1500 persone c.:hc assi-
steva.no con mirabile de\\'nz:ioni:, sotto i ml{trÌ
del sult: indiano. .Nel pomeriggio prcsicdctt<:
una accademia popolare di :,ooo persone e la
chiuse lc-ggendo un tliscorsi:tto in l,hassi. Si-

2.3 Page 13

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mili omaggi si rinnovarono negli altri vill.ig~i
assamcs1 e mggiunsero la ma$$una solennità a
Shillong. Ti,rnò J Calcutta il 6 :tprilt'. Il 10,
s1 imbarcò per Rangoon (Birmania) e rait-
giunsc Penan_g il 17. Era ud atLcndcrlo l'l-
spcttorc delle Case della Cina Don Canazei.
Da Pcnang, in treno, passi> a Bangkok nel
Siam (oggi Thailandia) e \\ i~itò le rcsidenzi
della l\\l issionc di Rajahuri aflìùata ai PP. delle
\\fissioni Estere di Parigi che la S. Sede avcv.1
offerto ;) noi proprio in quell'anno. Prose~uì
quindi per l'lndocin:1 frani.:csc, Puonglcnk
(Cambodgia), Saigon, I lano1, ed, imbarcatosi
ad Haiphong J?"Ìunsc ad Hongkong il 16 m.1g-
gio ed. il ZJ se~ucnte, era a .:\\lacao. Tre
giorni dopo parti per Shanghai uve si trat-
tava d1 trov:m: la via per l'opera nostra pro-
vata con gravi difficollà pro\\•ocatc tlall'ini.:crta
situazione cìn1:se; di pro~ui pcl Giappone.
Trn il 7 giu~no cd il 4 luglio visitò Tokio
e la missione dt :\\li)azaki, predicando gli
Esercizi ai Salesiani della Prefettura Apo-
stolica allorJ affid.ita a :.\\Ions. Cim:11ti. ..\\
01ta assistNLe ad unn gara l"atcclustic-,1.
originale; concorr~•nti mm pagani, rncno
uno; vinse il trofeo un pagano. Dopo la
gar.1 vide con commozione lo spctmcolo ùi
quell'Oratorio fosti\\ e> esuber,rnte di vita e po•
polato nella. quasi totalità da pagani. \\'i bat•
tczzo 7 catccumem, tra cui una mamma con
due figli e due figlie. Coronò l'indimentica
bi!,,: giorna.t.a un'accndcrnia, .il termine dellJ
quale rivolse paterne parole <li ringraziamento
e di incora<.?giamcnco che uno dei presenti
traduceva in gi:1pponese. .\\ ~Iivazaki inn.·ce
s1 avventurò a legger.: un discorsino in giap-
ponese che wnnc attentamente ascoltavi e ca-
lorosamente applaudito. Il 1] luglio, era già
ad Hongkon(t e proseguì per l\\lacao, ove pre-
dicò pure un corso di Esercizi spirituali, vii-1tò
tutte le opere, e preparò il personale per la
..\\Iissione dèl Siam D..il <> ,1~os10 al 30 settem-
bre, visitò il \\ 'icanato 1\\postolico di Sluuchow
con S. E :\\fons. Versiglia, predicando eli Esa-
ci:r.i ant·hc .1 quei missiom1ri. Coll'eroico \\ 4.:-
scovo, che quattro anni Jupo Juvcva Jarc la
prova suprema del sun amore per lt• anime
col martirio, Don Ricaldonc trattò a hmgu i
\\ ,1ri problemi <lclla :\\fo,sionc.
Da ::-ihiu-Chow a Chi-1 line, attraversò la
7,011a infestau dai pirau, ID 1.:uì tanti missionari
erano stati affrontati e dcruh;1ti. ~on ne sof-
fcr:;e lorse pel fat:o che la barc-.1 che an, ;t
noleggiato ospitava due figuri, riconosciuti <lai
barcaiuoli come c;ipi briganti, i quali, stn-
z'avviso intesa, avevano preso posto in
anticipo ùa padroni. Durantc il giorno gh
amici rumavano l'oppio e durame la nott1,;
sullo stretto tavolato il si~. Don Ricaldone
dovette donmre fra quella compagntJ poco
J?radita. Quindici giorni dop,>, \\"iag_aiando in
barca da Lok-Chong a Slnu hnw, giunto
a Jcn~-Khai, fu obblignto ad approdare da
un gruppo di pirnti coi fuciU sp1an:iti. Per
furtuna non gli fecero dd male: dopo qual•
che scambio e.li parole, lo lasciarono ripanire
senza esigere nulla.
\\ ::-.ram-Yun'! amministrb il o;;_ Battcl'imo a
-
A Mi y11z.:i k I du.nn1e la visita n lle no,u·e Missioni del Giappone.
--

2.4 Page 14

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i a<lulti e ùm;11\\L<;• la santa l\\ks,;a ii
ammise alla santa Comunione che d1-
~u-ibuì pure ::t n11mcro:.i cristiani. Con-
unuando il '"iaggio fu sorpreso piu
\\'oltc in apcrt.t campa~na dai tempo-
rnli, e don.'tte anr:i,·crsarc torrt!nti
straripati, st'lll.a tro,·ari; di che ciha~i.
Il caYallo ad 11n certo punto non rcssL·
più, e Don Ricaldone dovette prosL-
_guirc a piedi nonostante la stnnchc;,;;,a.
Da Lin-Kong-1 faw a Ycunt:-Shanl!
pcrcor::;c in h.1rca q.o km. in -+ giorni,
in compagnia di tre pirati che \\'ollcru
cs:.-crc ammessi a bordo. Quando man-
c;n-ano 20 km. Don RiCàl<lonc e Don
13occassinn che In accompa~na,·.1 prl"•
ferirono sn•ndcrc :1 trrra e pi.,n;or-
rnrc a piedi il tratto rimaneme \\la,
sorpresi dalle tcnchrn, tlue volte sha-
~li, rcmu il st·lllicrn; e lJU::tndo giunstm
fin:i.lmcruc a Yeunir-Shane, tro\\'aron11
chiuse due p<>rtc della città. Fecero
allor.1 il J!ll'l'> dl·llc mura pa~sando \\'i-
ciuo al luogu o,·c emct.'Ya assassin.1tn
dai pirati il c11rpo di un loro an a-
sarin, e, tro..Narn apl·n.a la terza porta,
rae;~riunscro la residenza missiorlaria nllt
due d()pn nwzzunotlc; ma non pmt-
rono dornurc pcr l\\:ccc.:ssiva :1Land11:nu
Rnornato a ,racao, il 30 parti pl·r
è\\lanila m·c,; l'ath;ndcva il Dd~·g,llo
Apostolico ;:;_ E. ..\\Ions. Piani. Ritomù -
poi ad I l011gkonl.!. donde riprc;:sc la Yia
dd ~1am conduccndoYi un notevole.:
l.!rnppo di ~alcsiani ptr inaugur,trc defi-
nitm1mcnu. la nuo\\'a missione lat-.ciundnvi
cmm: supl ri11re l'attuale Yicario \\ pnswlil·o
~- E. ~Ious. P.isotti. Giunse a Rang-nok-kuck 11
lf> ottohrc: cd il :?I), dop,, la 8. :\\h:ss.1, cons,1crù
Il :\\li,-sionc .1 \\l.1ria Ausiliatrice. li :? novem-
hre, pcr P1:n.111g-Cakut1:a. fucc ancor,1 11 na
rapida "i"'ita ndl'.\\s,<am. li 19, lasçi<> C.1kutta
per Bomh.1), ove si imbardi pcr l'lt:di;1 l,!Ìun-
gtnùu a Tonno il 9 Jiet:mhrc.
Di un , iaggm così imp<irtante egli foce rc-
lazionc non solo nl Rcttor ì\\lnl{gion eù ag-h
,litri Supcnon, ni.1 si puì1 dire a tutt1 1 Coo-
~ratori, ::;Ìa aura\\l:rso le corri~pondenzc dd
Bollrtlùm. sia culk· intcrcssanti,,csiml cunfcrcn:t.c
ch't:!!li tenne a Torino e nei princip.,li teatn
Ji molte dttà d'ltalia, documemandolc con
nlm mission 1ri da lui stesso farti girare nelle
mi~sum1 visit:tk, i:hc suscitarono tant,1 a111mi-
r.1zionc l' tanto amore per le "ission1 in lwha
cd all'Lstc10. Compilò quindi un apposito
opu$C<llu, diffuso in centinaia di migliaia <li
copie, per lanci,1rc l'appello ufficinlc ,I qudh1
Il SII(. Don Rlc::aldone, in barca :ali.a , J.
sita ddle :\\1i"lonl Salcsbnc dell:a Cil\\iA,
Crociata \\lissionana che c.licde tant1 frutti
consolanll tin dal primo anno e che continua
con fcrnll"c a $t'1Stcncrc l'opera pm\\, idenzialc
della dihlt.1z1011e del Regno di Dlll.
Fu un \\'ia~Aio di ispezione e di espansione:
visitò le opere csistt:nt.i, rinfr:inci1 i no:.tri
missionari e li incoraggi<> a :;upcrnrc le difficoltà
che il c:ima, l'ambiente, gli usi, la lingua e so-
prattutto la· mentalità n:-sa tl'nace ùa una ci-
\\'iltà plurimillcnanu oppongono ,il h1vorc, di
e,~.1n~cliua1innc. ~i prodi!(i, in ,·itll{gi, vi;,itc,
confercnzl', pn:dicazione di E~t:rcizi Spirituali.
Parttcolarmtme fruttuosi 1 convcf?ni missionari
in cui trallò <lin:tlamcntc i prc>hlcmi locali
dando pmtkhc t.liretti,·e per 1'11ppli1.".1rionc dello
spirito <li D. Bosco all'apostul.110 ddlc rnis~ioni.
\\ "iaei:ib in battdlo, in lnrcia, in barca. In
barca, \\"lag~in quanto mai noini;u t' sfibrante
per la mancanza di mo, imentn e per il c-.ildo
snffncnmi:, pcrcorsè oltre a i 30 km., in compa-
gni.t non :icmprc grac.lita.•\\ltrt• 1111~liaia di
krn. rccc in treno, in auto, a cavnlto, sull'dc-
fantc, in ,·cltllrt, tirate clu buoi, in portantina.
77

2.5 Page 15

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a pit:di. Provi, a tutt'agio la sferza del sole
tropicale Il caldo soffocante di gi"rno, e spesso
anche dì n<)lll!, gli alimenti div,;rsi dai nostri,
le scomodità di.:i \\'iaggi, delle residenze missio-
narie e dei ricoyeri notturni nei quali gli era
giocoforza tante volte sostare dormendo an-
che per terr.1, le zanzare e rntJlti altri disagi
diedero alla sua visita l'improntà di un \\'Ìaggio
\\'cramcntc apostolico.
Rettor Maggiore.
Preparato dalla Divina Provvidenza ad una
conoscenza cosi vasta di tutte le Opere, di
tutte le Case e !\\liss1oni salesiane, da un capo
all'altro del mondo. parve proprio l'uomo pre-
destinato al go,·emo generale della Società
Salesiana, alla morte del Rcttnr ;\\laggiore
Oun Filippo Rinaldi. E, difatti, gli hpettori
e Delegati, convenuti anche dalle più remote
regioni, furono un.a.ninù ad clt·ggcrlo Rcttor
Mag~icm·, il 9 maggio 1932. L 'deziunc plebi-
~citaria confcrm<'> l'aspettazione non solo ùei
8alcsi.1ni e delle Figlie di ;\\faria Au!liliatricc, ma
di tutti i Cooperatori, ex-allic, i cd amici, delle
autorit,1 ccdcsìastichc e civih che apprcu.avano
in lui il degno I,. Successore di Don Bosco.
Dal Sanlo Padre Pio XI, a Sovrani e Capi
di Stato. ad eminenti personalu.à <l'Europa,
di America e di Asia, ~iunscro fr·licitazioni
cht: ri\\'clavnno l'altissima stima in cui era uni-
,·crsalmentc tcnuto.
Le dirfwoltZ, eccezionali dei tempi non fe-
cero che dar rilic,·o alle sue pel"SQnali llualità.
Jl primo decennio. del suo Rettorato è di-
stinto d., un'imensa att1vit.ù intana per la
formazione rcligiog.1 dei :-iakstam e la disci-
plina cld )8ro apostolato. \\'oluminosc circo-
lari, \\'Cri tn1ttati specializzati, impanirono le
norme piì, minute per 1'.ipplic.1z1onc dello
!<pirito di Don Bosco in tutti i rami. ,\\i Coo-
peratori è p111 noto l'impu'so dato agli Ora-
tori festivi. all'organizzazione degli c,-allievi,
e la Crociata Catechistica intraprei;:;1 per ag-
giornare e diffondere, i::ccondo Il· diretti,·e
della Santa ~edc, l'inscgn,.mento dcll,1 Rcli-
~inne. \\ servigio della Congrej!:izionc e delle
Diocesi egli ha crcuto lTRieio t'entrale Cate-
chistico S.ilcsiano e la Libreria della Dottrina
Cristiana sul Colle San Giovanni Bosco In
pari tempo c~lì ha curato l.1 preparazione cli
saccrdoli hl·Oe :lltrczzati all'apo~tolato, al mi-
nistero nl all'inSl'J?l]?.mcnto, imprimendo :ij?li
studi l'impul~o voluto dal compianto Pio XI
coll'applic:-.izionc integrafo delle di_.;po.sizioni
della Sci111tior11111 Domi1111s finu ad ottenere
dalla Sanla Sede la più aul-!usrn appro,•azionc
-
coll'erezione del Poutiliciu .,\\11.:neo ~alesi.mo.
E per favorire la cultura dei l\\linistri del
8antu.trio, completò il pro~ramrn.i già inten-
sificato dell'apostolato <ldla huona stampa
colla fondazione della Omma P"trum S,1lt--
sia11a e Jd periodico Saltsum11111.
La Canonizzaziol)e di Oon Bo~co e la 8ea-
tific1zinne Ji ~ladre \\Iau.ardlo gli ispira-
rono l'amlace impresa dell'ampliamento della
Has1lic,1 di ;\\foria .\\usiliatricc alla quale pose
mano fidando odia Divma Prnn-idenza, che
coro11i1 r,ipidamente la sua fiducia.
\\lonumcnto della sua n11ivit;1 rimangono le
nuo\\e fnn<lazioni che in 10 anni asso"mmauo
a 2.35 Ca,;c Salesiane cd a 2.39 ddlc Figlie di
;\\lari., ,\\usiliatrice.
La ;\\fot:stà del Re Yittorio E1mmuelc III,
di mtJ/11 proprio lo nomino Cm·alirr1 di Gn.11
Crarr. dtl/'Ordì11t> dr/1-1 ( ·orr,11a d'Italia, deco-
randolo t!cl (;ro11 Cord,mr, con decreto dd
6 dkeinbre 193-+-XHI.
Il 21 aprile 1938-XY, su proposta dd Caro
del Go,crno e del ;\\,linistro dcll'.\\gricoltura e
Foreste, gli riconobhc le grnn<li ·1-icncmerc::11; e
nel <:ampo delle scicnzt· agr,1ric conferendo!!li
la Stt!la d'Oro al Jlerilu Rwali·, con Diploma
di Prim;1 ('lasse.
Ed il 25 aprile 19-1-0-:\\.\\ Ili , su proposta ùcl
i\\Iini11tro <lcll'Educazionc Nazwnnh:, premiò
in lui l'npostolato educativo della 8ocielà sa-
lesiani cnlb Stella d'Om ul miritn dtllt1 Scuola.
.,\\Itri solenni riconoc:cirncnti gli ,cnnero da
\\"arie nazioni estére, Società ccl ,\\ccademic
scientifiche.
11 progrnmma della sua attività su~citatricc
cù organizzatrice comcmplava un imponente
s,iluppo, spccialmenle nel campo degli Ora-
tori e della Crociata Catechistica, m occa-
sione del Centenario dell'inizio dell'Opera.
La gm•ria lo ha ritard,110, stroncando pur-
troppo quant'era g-ià avviato cd accumulando
nel suo t·uore esacerbato incn,11-rahili dolori:
fatituti di,.trutti o conlimni; Salesiani e Figlie
di ~faria J\\usiliatrice dispersi, randagi, affa-
mali; rinchiusi m campi di concentramento,
imprigionati, maltrattati e trucidati; gio,·cncù
sotlnllta :illa loro educazione c variamente vcs-
sa1 J. e seviziaca; Coop1;ratnri e C'ooperatrici
martoriali; missioni e<l opere paralizzate I ..
\\1a, come il Giubileo sacerdotale <li Don
Paolo \\Ibera ~gnò 1'.iurora di isiorni miglion,
così anche noi preg:hiamn a confidiamo chi:
quccta sua :\\.lt:!'sa Giuhilare sia foriera di pace
e di frrvida npre,:a della pron iùa misswne
affid,lla da Oio a S. Gio,·Jnni Bosco cd alle
sue istituzioni. ;\\Taria Ausili:1trict· ,!\\'valori
nostri ,nti colla sua materna intcrc1..>s~ione.

2.6 Page 16

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LA PRIMA MESSA DI DON RICALDONE
Siviglia (Spagna), 28 maggio 189.J.
Dall'tdizione spagnuola del Bollettino Sale-
siuno del lllf'Se di ago~·to 1893 ricavia1110 la de-
scri:::.ioue della festa della prima Iliessa del no-
stro i 11mnato Reuor 1ìlaggiore. j; una pagina
di storia d11, merittJ dnvi•ero di essere riprodotta.
Egli era stato ordmato il ltiomo precedente,
27 maggio nella cappella dell'.4rcivescm·ado di
Sii•iglùi dal/'Arci1,•esc<J'l'O Em.mo Cardinal Sanz
y Fores.
li direttore dPll'Omtorio avei•a differito tin-
che la .mlew1itcì esterna di 1llaria Ausiliatrice
11/ 2.8, festa dt!lla SS. Trinità, titolare dell'opera
s"lesiaua in Sii-iglia, per ossimrarP il maggior
concorso di amici e Cooperatori. li parroco di
S. Andrea, entusiasta ammiratore di Don Bosco
e fen:ente Cooperatore salesiano, aveva offerto
la sut1 ampia ed artistica chiesa, impeg11a11dosi
pure a tenere il discorso di arrasione. L'attesa
era 7•ù:issi111a; e l'esultanza degli oratoriani i'n-
descrii•ibile. « Don Pedro >> era tutto per loro ed
era tutto loro. Alle prime luci def/'alba comin-
ciaro110 a sb11c<1re dalle varie case della Porta
del Sole e ad tif)luire all'Oratorio per prepararsi
cu11 una buona Confessione. Una q11ara11lina
erano stati co11•1Je11ie11teme11te disposti per la
primo Co1r111nio11e. Celebrò per loro uno dei con-
fratelli, risPrvar1do al novPZ!o Sacerdote la con-
sola..-.ione di distribufre la Santa Comunione
a tutti quei birichini clze l'atte11dl!'lla110 proprio
dalle stie 111a11i. Terminata pertanto la Santa
Messa, egli s'appressò all'altare e, dopo wer
ritiolto la commossa sua parola alla turba dei
frugoli, cominciò a distribuire il «Pane degli An-
g,li ». La gioia e la commozi(me brillavano negli
/JcrJu· di lutti. Ed esplosero poi in clamorose 111a-
t1ifcstazioni quando Don Ricaldone apparve in
mrtile per assistere alla loro colazione regala-
ta diii/e Cooperatrici.
I·erso le undici cominciò la sfilata alla chiesa
di Sant'Andrea per la solenne f1111zione. Era la
prima volta che la folla dei birichini passwa
i11col01mata attraverso le vie della città, e gli
occhi del pubblico che conoscev;a" l'ambiente 11011.
potevano a 11ie1.10 di benedire il Signore del cam-
biame,rto operato ne/l'irrequieto quartiere dal-
l'opera dei Figli di Don Bosco. Don Ricaldo11e
eru accompagnato dal Direttore del nostro Col-
legio di Utrera Don Oherti, dal parroco Don
JQSè Ca111.acho e da D. Giovanni Romero che si
era tanto adoperato per la S1·stemazìo11e dei Sa-
lnitmi nella rapita/e del!'Andalusia e che j,m-
grrn du padrino cou la $Ua Signora Do1111a
fmhdla Villa/on. La china di Sant'Andr.ea
era ifarzosamente addobbata ed illuminata.
Assunti i sacri paramenti nella sagrestiu, si
avviò all'altart> per offrire per la prima 1•olta
il D'ivino Sacrificio. li coro della scuola d1
ccmto diretta dallo zelante Coopera/()le siguor
Agapito J11sa11sti, salutò il s110 n1gresso con
11ote gioconde. Cooprraton· e Cooperatrici che
gremivano la 'l'asta chiesa senfl<vano la sug-
gestiwa solennità dell'ora. Al I·angelo, il Par-
roco sali il pulpito e con S111aglim1te eloquen::a
el(!'l,·Ò 1111 ùmo di fede olla SS. Trinità ual-
umdo il prodù:io della bont,ì divina nel sitblim<
mistero della vocct:;;ione sacerdolale e 11el ma-
ll'rno concorso della T'ergine llusiliatrice. Ter-
minata la S. li/essa, la folla si co11tese le mani
consacrate del 11,n•p/lo Sacerdote per deporvi il
baciQ della devozione e della gratitudine. Ma,
primi volltro_ essere i birichini de/l'OrattJI io, che
s1 apersen, il •varco ro11 sa11to orgoglio quasi a
dire: << Don Pedro è nostro~-
Seguì subito la Co11fere11;;;:a salesiana, che,
con /ulla la discre::ione voluta dal complesso
della f m1zio11e, lasciò libero il pubblico solo alle
I 5,30. 11 munifico padrino pensò alla refezir1111•.
Tutto era riuscito spleruiidame11te fino allora.
llla qua11do il novello Sacerdote slava per tor-
nare all'Oratorio fra i mai birichini, per poco
1w11 fu una tragedia. Per la scarsità di perso11ale,
i giovani erano rimasti affidati ad un solo con-
fratello aiutato da un aspirante. Nel pie110
dellt1 ricrMzioue, 111e11/re i trece11to vivacissimi
frugoli si divertivano allegra111e11te, ecco en-•
trare un forsennato cogli occhi fuori dell'orbita,
e, rotea11do un 11odoso bastone, menar botte a
destra e a sinistra, specialmeule sui più piccoli.
I giovani, dapprima storditi si dit'dero alla fugu
gridando «al pa:::zo ». Ma poi, riavutisi ed tlj-
ferrato q,uwto capila'l1a loro sotto mano, 11·tor-
naro110 i11 cortilf', disposti a linàare il disgra-
:::iato. Per fortuna arrivò il direttore che, fattosi
in mez::::o, riusd a strapparlo dalle loro mani
cd a portarlo altrove. Aveva ricC'l·11to per i.strada
uno sassata da 1111 111011ello e, non sapendolo
iàn,rificare, era corso all'Oratorio a far vendetta
su lutti. li Direttore ebbe il suo daffare per
calmMe la turba dei giovani; ma finalmente
ottenne la serena ripresa dei gittochi. Tutto era
quiT1di i11 ordine, quando a/c1111i avvertirono l'ar-
rivo del nO'llello Sacerdote. E tosto, ad un sol
grido: << Don Pedro! Don Pedro!», tutti gli si
diressero inco11tro disputa11dosclo a gara per dir-
gli q11a11to sentivano i11 cuore.
{,a .li!ÌOmata .~i d1111se con 1111a larga distribu-
79

2.7 Page 17

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La t11rb11 mm slelft• 1111 m1;111,•11to iu forse.
Capì benissimo clw erano destiuati al sig. Don
Ricaldrme. 111a, sapendo per t'Speriew::a che quello
che a lui si offriva finiva sempre a loro, pensa-
rono di rispan11iargli la fa tica della distribu:.;ione.
Gridando ad 1111a v:oce: (< Sono per noi, so1w
per noi x, in un baleno furono sopra al v<zssoio,
<' fec<'"ro piazza pulita. T,a b11011a s1gnura ebbe,
qualche istante di sconcerto, poi nel .wrriso di
Don Ricaldone comprese tutto e feCl' /J111m viso
a cottit•u gioco. Uno dei p1cçi11i pn1> ebbe la
dt>licate::rza di corn•re rol dola strappalo che
gli colm:a f1a le mani ad offrìrne al festeggiato.
Scena di fa111i1!lia! Di 11m1 di qurlle famiglie
che D1111 Bostu /w saputo f onuare coi figli della
strada/ li cuore non 111ancm•a davi:ero.'...
il/le 20, la banda musicale, mandnta dalla
stessa siguora, raccolse ancora giot•o11i e ff)pulu
nt/omo al 11ovello Sncerdott- che congedù poi
piccoli e l!.randi colla sua bmedi:::ione...
Don Rlc:ildonc fn Spal(n:i, In allo a de,;tra, tra li Servo
di Dio Don Mkhc1e Rua rd U :.i!(nor Don Rlnaldl.
TESQ RQ
SPlr< I TUALE
::ione di dolci che mise il colmo alla gioia dei
ragar:::::i. Erano ormai le 19. quando cm11i11ciaruno
a scitm,are pu tomorseue (I/le loro case dando al
110'1Jello Sacerdote l'llrri'l:edaci per la domenica
sPguente. ,Ha, erano appena usciti 111 istrada i
primi gruppi, che 1:idero avanzarsi 1111a bt•11 nota
Cooperatrice, acco111png11ata dalla persona di
,ter'l,·izio che rfcai·a w1 rièco 1:assoio di dolci dt1
offrire al festeggiato.
I Coope1a1ori che, ra11Je.,rnt1 e 1·01111t111cat1, visitano
unn ,;hiesa o pubblica cappella (i Religiosi e le Re-
li~iose, la loro cappella pl'h :1ta) e quivi pregano
secondo l'intenzione del Summo Pontefice. possono
acquistare l'indulgenza plenaria:
Il giorno 3 - Invenzione di s. Croce.
I l giorno 8 - Appari:,;ione di S. :'11,chel,: ArcBJ'I\\!.
- 11 giorno 24 Ì\\laria Ausiliatrice.
Il sfg. Don Ricaldonc, Renor Maggiore. fra lspellori e Direttori delle Case di Spa-gna.
80

2.8 Page 18

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l,a prima banda di musica ronn arn dal sig. Oon Rlcaldone nella Casa di Sh•lglla.
L'ORATORIO or SIVIGLIA
Xel giubilM sacerdotale del Sig. Do11 Rical-
doue presentiamo m· lettori una prùni:::ia, clie
rnrq [Qro gradita. Essa ng11ard,1 l'attii•ità del
festeggiato nell'armo della sua ordi11a:::io11e sa-
cerdotale. SoJ10 pagine che •1:edn11111Q prossima-
mmte la luce ,u,f ucondo volume de[[li Annali
tldla Società Salesiana.
Xdla capitale dell'Andalusia si desideravano
da tempo i Salesiani. Li desideravano i suoi
Cardinali Arcin:scovi pa la cristiana educa-
zione della gioventt1 bisognosa; li desideravano
clero e nobiltà per la re<lenzion.c di innumere-
voli figli del popolo, che cresceva.no in assoluto
abbandono; li desideravano anche le Autorità
èivi!i, preoccupat1: ùi qudle turbe di rnga;,-.zj
che inf.:stavano la città e si preparavano a di-
1·cn1arc una min.1cda per l'ordine pubblico.
La C2.sa di Utn:rn, ddla Diocesi ispalense, fa-
ce,·a parlare mollo di sé, accendendo negli ani-
mi una tal quale gelosia cli possedere un simile
lstituto anche nella metropoli andalusa. Nè
tuLLo si usauriva in aspirazioni e voti. Parecchi
insigni Cooperatori si aùoperaYano positiva~
ni~nte per l'attuazione del disegno. Spiccava
fra essi l'avv. Romcro, uomo assai colto, sti-
matissimo nei circoli ecclesiastici, specchio di
prudenza e sempre disposto a sostenere ini-
ziative e.li bene. Non meno zelante mostrava
il virtuoso e autore, aie avv. l\\Iu1ìtn:, genero di
quel marchese di Casa Ulloa, ,1 cui si doveva
la fonda11;ione di l'trcra. L:) figlia di que&t'ul-
timo, ;.\\ladre Consolacion ùcllt' S4ore Ripara-
trici, che spiegava un'attività straordinaria in
favore della classe operaia e godeva immenso
credito nel ceto aristocratico, considerava la
venuta dc:i Salesiani uella sua città un interesse
di famiglia. Ben tre furono i Cardinali che si
presero succcssivame.nle a cuore l'impresa. 11
Card. Gluch (.rlnnali. pag. 450) caldeggiò a
tutto potere la fontlazione; il Card. Sanz y
Forés (,,Jn11n/i, pag. 543) fornl la casa; il
Card. Spinola (.-lnuu!t, pag. +52-543) ampliò il
cnmpo di azione. l\\Ia veniamo ai fatti.
li seconùo ùei detti ArciYcsco,·i trov<'l chiuso
il piccolo Seminario, c:hc aveva avuto comoda
sede in un antico convento di Trinitari, a
fianco di una chiesa monumentale. Il vasto
e disabitato cùiffrio pareva ai Cooperatori che
si prcstafse magnificamente all'uopo, tanto più
che sorgeva in una zona, dove pullulava una
gjoveutù ,·eramt:n1e abbandonata. L'avv. Ro-
m1:ro, coadiun1to (falJJ sua pia consorte e da
altri, riuscì a ottenere dall'Arcivefcovo il con-
senso d'installarvi un oratorio da affidare ai
Salesiani. Allora l'ispettore Don Rinaldi d'in-
tesa con Don Rua, incaricò delle trattative
Don Oberti, direttore a Utrera, snlesiano dr,-

2.9 Page 19

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talo di profonùa pietà, di l-~imia pru<lcnza e di
straordinario prestiC"Ìn: ern proprio fallo per
guacfagnarsi i cuon. Vinte le prime difncoltà,
si convenne in via provYisoria che la Curia
aHcbbe ceduto ai Salesiani l'ex-convento della
SS. Trinit11, pcrchè yj apns..~cro 1111 Oratorio
fc~tivo; intanto si pigliò tempo per studiare
e tis.~:ire una ~'flD\\ cnzionc <lcfiniti\\·a. li comin-
ci.u-c così !'cn;,.a una hasc sicura ispiro da prima
qunlche lcgillimo timore. I ,'av\\'. Romcro a
chi ~li manifostava giuste appreni:ioni. ri-
:,.po«c arg11L1mentc: - Le cose provvisorie a
volle sono le più stabili. Qui in Andalusia é
molto in voga il i-almo Bratus qui possidet,
hcnchè non compreso frJ quelli del Salterio.
:\\cl pomeriggio dunque e.lei ::?J lu~lio 18921
partiti dalla Casa di Utrera e accompagnati
<laltc preghitrc e dai voti dei Confratelli,
giunJ{e,·ann a Si,·iglia Don ,\\tzeni e il Ch. Pie-
tro Ricaldonc per dar principio all'oratorio.
Dovevano andar ogni sabato e toruare a
Lltrcrn il lunedì o martedì seguente \\"itto e
alloel!io non poterono avere nell'ex-convento;
ma ricevettero allora e poi C'<\\rÌtatcvolc osp1-
tàlitit <lai P.i<lri Frnnccscani. L'indom;1n1 dopo
la \\Ics..c;a si misero all'opera per attirare gio-
vani. Ne radunarono un gruppetto, a cui dopo
il rne~.:odl fi:cero il cntech.ismo. Il giorno ap-
pr\\'!ISQ, gran fcM.a <li S. Giacomo, Patrono della
Spa_gna, nt. nccorst.ro 6z. Don ,\\tz<.:ni fece
loro il panei.ririco dell'Apostulo in una forma
adatta all'uditorio. Enino prci;cnti l'a\\'v. Romero
e la sua Signora, commossi fino alle l.icrime,
vedendo finalmente così bene realizzato il loro
sogno. Nnn dimenticarono mai piii quella
predica, un:i \\'era nodtà oratoria per t:ntrambi.
\\ta novità assai pi(, grande parve loro l'aver
saputo l'omtore incatenare l'attenzione di quei
<liavolcrti, dei quali bisogna che facciamo la
conoi;cenza. Di là dai muri che cingono il
sacrato dcll.1 chiesa, si stendeva a perdirn d'oc-
chio una ~pi:rnata, che m certe ore del giorno
presenta, a uno spcllacolo s111golan;. Si tra-
~forma\\'a lcueralmcnte in un campo dì bal-
taglia, nel 4uale si affrontavnno, armati di
robuste fionde, due orde di ragazzi, risoh·cndo
a colpi di pietra le loro eterne competizioni
rionali. Xci furore di tali mischie neppure i
carabinieri a cavallo ri11sciva110 a disperdere
i combattenti, pcrchc'.: t.-omro la forza pubblica
le due mosnadc si avvicinavano e ne forma-
vano in un atlimo unn sola. Qul·ste le prode:zze
cullctti1·c; ma ve n'el"'JIIO anche altre alla spic-
cinl.ua. con k quali I piccoli sca,·c7.zaculli di-
sturbavano c1un e i cittadini e facevano atti
di precoce delmqucnn; poichè nelle loro ba-
rnffc mctle,·ano nuno ancht'. alle anni Un
giorno Don Rkaldom· vide, pa~nùo, una
fiera zuffa tra quelle can~lic. Cacciatosi in
men.o, fece -sospendere la mischia. Uno gron-
dava sangue da una larga ferit.1. Lo pre~c in
braccio e lo portl.1 in una barbieria e mentre
lo s1 medicava, fuo1·i gli av\\'crsari accaniti,
sbraitavano, brandendo i coltelli. Non parliamo
poi d'ignoranza religiosa e di libcrtina~in. Ecco
gli clementi l-U cui dovevano opcrare i Sale-
siani con il metodo insegnato lnro dall'esem-
pio e dalla parola di D. Bosco.
In poche domeniche il eh. Ricaldone ~i
trovò a capo di oltre 500 sbaraz;f.ini, che s1
sfor.tava cli dominare, anzi di domare con la
sua energia, accompagnala da inntr.a pazien23.
\\la Don Ob~·rti comprese ben presto l'im-
possibilità di agire cfficacemcnlc su quella
mas..,;a !lcnz'averc colà stahile dimora. Xc trattò
con la Curia, la quale fini con pt·nnettcrc che
i Salesiani m·cupassero, sempre provviso-
riamente, il convento; quindi la seni del 5 gen-
naio 181)3 Don .\\tzeni e il suo aiutante d1
rampo ,·i presero stanza, non allontanando-
sene pi1'1 nel corso della settimana. Arrivarono
colà con molto buon \\'Olere, ma sin.e illau/i,.
Don Ohcrti a\\·c,·a dato loro poco più che il
denaro del viaggio: non essendovi poi cuoco
cucina e nemmeno unn sedia per sedersi, rc-
citate le preghien:, anticiparono l'ora del riposo.
La Provvidenza però non li abbandonava.
I Salc::1inni erano ivi da pochi giorni, quando si
presentarono due nobili gion1nctti, con<lotri
dal !oro precettore con l'aria <l, voler far loro
visitare il convento; ma in realtà In ,·encrandn
loro nonna, Donna Agnese Bcnjumea aveva
m:indato i due nipotini, affinchè intunto il
loro mentore osservasse e riferisse. OsscrYÒ
egli un'cslrema povertà e riferl cose che im-
pietosirono la buona iiignora, sicchè tosto in-
in,·ib ngni ben di Dio. Da quel punto Donna
Benjumca, sccondata dalla figlia Dolon:s, di-
venne la mamma dei Salesiani, che riscontra-
rono in lei una copia fedele della harccllonc~e
Donna Dorotea Chopitca. I suoi fratelli Diego
e Paolo, non meno doviziosi che caritatevoli,
le si associarono poi t'empre e ~cneros.imemc
nella carità.
Frattanto furono improvvisate scuole diurne
per i giovani più abbandonati dei tluc popolosi
~obborghi. A poco a poco le buone m:in1erc,
l'istruzione rchgtosa e !a pratica dei sacra-
menti \\'Cnivano ammansando quei branchi di
selvaggi. I ,a città guar<la\\'a stupefatta. P.1r-
rcbbc k·ggenda, ma è pura storia ciò che.- ac-
cadde sul finire del primo mese mariono.
Ogni giorno funzioni e canti richiamavano alla
chi1.s. fnllc lii r.J!!:t2zi \\I dia,•011 • Ri~· ldonc

2.10 Page 20

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wnne un'idea originale. Bisognava assolu-
tamente disarmare quella Lurba bellicosa e
farla finita con le non incruenti sassaiole. Una
sera, dopo una t.-onveniente preparazione de-
gli anil'ni, svolta da alcuni giorni, esortò tutti
a fare un fioretto, che sarebbe tornato gradi-
tissimo alla Madonna: offrire a lei le fionde.
Lo spagnolo porta in fondo all'anima qualche
cosa di atavico, che lo rnwwe ad amare la
\\ladre di Dio. Forse neppur Don Ricaldonc
si aspettarn l'<.:ffetto prodotto dalla sua pro-
posta: decine e decine di fionde si ammontic-
chiavano quotidianamerttc ai piedi della \\'er-
gine, sicchè per la chiusura del mese se ne
contarono parecchie migliaia, giacchè ognuno
ne aveva più d'una. Allora con grande solen-
nità i pericolosi strumenti furono portati nel
mezzo del cortile e sotto gli occhi della gente
trasecolata vi si appiccò il fuoco, quasi sa-
crificio in onore di ì\\iaria Ausiliatrice. E sa-
crificio fu, pcrchè sebbene intorno al bel falò
tripudiassero i monelli, non pochi di essi la-
s::avano trasparire il rincrescimento di veder
ri<.'.otti in ccncre i curi o rdigni fabbricati con
l~ loro mani. I m maginare i commenti che
~'<>rsero a lungo per le bocche <li tutti in cirtàI
Un altro frutto conseguì l'Oratorio festivo
col porre termine a un vandalismo, contro
cui non c't.ra stato mai mezzo che valesse.
Il l\\lunicipio non sapeva più come provvedere
all'impianto dell'illuminazione a gaz, perchè
1 piccoli devastatori, non paghi d'infrangere
i vetri, staccav:mo anche le ioLclaiaturc me-
talliche e divellevano e portavano via i pal~
di sosteg110. Con l'ammansarsi dei giovani
tale saccheggio andò scemando, finchè non
ne rimase più se non il triste ricordo. ~cl 1899,
trovandosi Don Rua a Siviglia, ]'a/rade, nel
porgergli l'omaggio della cittadinanza, vo-
lendo pure segnalargli il proficuo lavo.ro com-
piuto dai suoi figli, raccontò per filo e per
,;cgno la storia dei fanali.
Del resto, anche la Jnfante ebbe da allora
le sue da contare. Pna volta. azzardatasi a
passare di in t:.1rrozza, era stata assalita da
un nuvolo tli quei malandrini, che le avevano
fracassato i cristalli; ma pii1 tardi, Yolendo
sperimentare la verità di quanto senti\\'a dire,
ripa$SÙ e tornò a paJazzo con la carrozza in-
colume. Un'altra volta rifacendo quel cam-
mino, si formli cd entrò in casa. Era sul tardi;
i giovani rimasti la conobbero e corsero a
1),111 Ricnldone ,·ociantlo: - Don Pedro, la
lnfanLc! Don Pedro, la Infante! - Don Pedro
slava allora occupato in un'operazione che
dis(.'Ordava in genere, numero e caso con il
rite,·imcnto di una Principessa reale: nettava
gli agiamenti dell'oratorio. Ella manifestò iJ
desiderio di vedere tutta la casa; entrò anche
nelle squallide camerette, dove s'accorse che
sui letti miscn: stuoie servivano do coperta.
Tocca alla vista di tanta povertà, l'indomani
fece pervenire una buona quantità di mobili
e di biancheria; fu un primo atto della sua
regale munificenza \\'erso l'Istituto.
Per due anni l'opera andò avanti senza un
direttore fisso, ma a dirigerla si succedettero,
scmprc provvisoriamente, Don Atzeni, Do11
J>ertile, Don Castellano, Don Bui!, essendo
la Casa considerala come succursale di Vtrera;
ma nell'estate <lei 1894 l'Ispettore propose e
mise alla testa il ~iovane sacerdote Don Ri-
caldone, che la durò ivi prima quale Diret-
tore, poi quale Ispettore oltre diciassette anni.
Veramente nell'Oratorio nominare Don Ri-
caldone sai·ebhe stato come fare il nome di
un illustre sconosciuto. Don Pedro era il suo
nome cli battaglia. I ragazzi vedendolo accla-
mavano a Don Pedro; nelle loro contese si
appclla\\'ano a Don Pedro; era Don Pedro
una parola magica, che aveva la virtù di ri-
condurre l'ordine nella moltitudine a volte
turbolenta e di muoverla come una persona
sola per dove si aveva da andare. Quando
imperversavano ancora le guerriglie delle
fionde, hastò talora che egli ~i avanzasse in
mezzo ai conttnJenti, perchè al grido di -
Don Pedro I Don Pedro! - abbassassero le
armi e gli si serrassero intorno, mansi come
agnelli. Così n.nche fra la citLadinanza il nome
di Don Pedro venne ad acquistare Wla larga
pupofarità; anzi fino a tutt'oggi il Rettor
l\\1aggiore è dai Soci spagnoli designato abi-
tualmente con il familiare appcllat..ivo di Don
Pedro, ricordo Yirn di tempi eroici.
'DALLE NOSTRE MISSIONJ
Dal Vatica11a, il 25-11-19+3·
L' ( 'ffirio i11forma:.;io11i della Scgretcrja d,:
Stato di Sua Santità si prt'gi11 rendere noto
al 'Rea,•.1110 Do11 Riraldone Pietro, RNtor Mag-
giore dei S,desiani, clze /'Etc.ma D elRgaJJio11e
A posto/ira di Gemsalemme, in data 20 febbraio
1943, im;im:a alla Santa Sede la seg11e11te
comu11ira::;io11e telcgrafic,1:
Religiose e Religiosi dclla Palestina libe-
rati dai Campi di concentramento prc)!ano
informare le rispettive Congregazioni di inol-
trare all'indirizzo deì medesimi posta e r-.idìo-
mess:ig,gì.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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CIRENAICA
Rr1·.1110 rd . 111101.1110 l '"drr,
eccole alcune nostre noriiic. Da avant'ieri
mi tro,·o 4ui con otto c.-onfr:1.1clh e ne atten-
diamo .1ltri quattro. Solo il re, .mo Don .-\\1-
,.ori rimarrà a Dcrn~. Finora ogni 1111ss111n:?riu
fu ncll.1 propria rcsiùcn:r.a. Dnhhi:uno . rin2ra-
;,iare la Di, ma Pron·idt·nza. La , ita regolare
lii comunità ci c., di conforto. Pa:;s1;rcrno il
t,,mpo nclln preghiera e nello studio fin tanto
che i:i mcllcrcmo nuovamente in moto.
Ci ricnrùi nel l"aro santuario e ci raccomandi
alle prl·Phum· dei Confrntc:lli e dd C'nnpcra-
wri.
Af mo e <lc,·.m11 in G. C.
case nostre? .\\n:tc :,;offerto Janni in quc,-11
tempi? La nnstm vi ta s1 syolgc nel sikmii11
e nl'ila prc~hicrn. l'crcliiamo pure <li tener(•
occup,1ti i gÌrJvani chierici che studian•> la
teologia. Jkncditcci ,on atfc.:un ùi P.1<lre. Si.111111
c. sanmo :-cmprc aff.mi IÌ!!li in Dnn no~w
Dcv.nw in G. C.
sa~ \\·,..,_n,zo Rt'l o Il
Cn,_r: ( t 11/ra/ fllf{'l'fl{'/11/ ,i/ ( <1111/' Dthra D1111
(India), 7-xtr-1<)-12,
Dal z(, C(/mpo d1 ( ·,mrt11tm111n1/fJ /'1 ~!!Ù>·
IIÙtl d1 .t;lltrrtl di BO.\\JB J 1·.
Bmc,. 27-1-194-3.
-:-- GrO\\ \\-.::--1 Lu \\TO
r"icari,, . lp11sto/icr., d, Duna.
CINA
li 23 mar::<, /'Isp_ettrm Do11 llrnga riuscn·a
" far p1 n·r11ire al Rt I/or 1/a((((ÙJre qurste 110-
ti:w lrlrr:raficl,e:
Grazil· st·ntitisSimc C111nmn:-;;i assicuriamo
o~scn .111:,;i strenna • Lt: Opere conunuano.
hn<ll·ltc ù,1 Dio. Abb1amn aperto una Colonia
.\\gricula nell'isola Colo:rnc pn:ssn :\\focao. 11
µovernatnmto 1Inng Konit d1icde un'opera
simile di1wnJente eia .\\hc.·rdl•cn. Riceviamo re-
~nlarnwmc comunic.11zion1 attravcr.-o In i, Ra-
dio \\ Jtic,ma •- !::cue suore e <licci nostri con-
btdh sonn intcmati a Lokchong ( 1). Uenedi-
t.:ci llllli.
S,\\C. C\\RI.O Iln.\\G \\.
DALL'INDIA
/11wlìssimo Padre,
l'Oli inunensa gioia ho ricc\\'uto la VO$lra
lette ra dcli' 1 1 luelio e l'ho letta e riletta an-
1.:he t!l!li altri i:nnfratelli con ~r.rndc profitto
spirituak· per le anime n11:.trl'. •\\mato Padre.
e la ,·os1r.1 puml:l ci <li 1.:r.tlllle contorto :'\\"01
spcs~o prel!hiamo per l'amata nostra Congrc-
~azionc e per VOI in particolare. \\ o~lia l,1 \\"er-
gine .\\ usili:nric:c benedirvi e dan·i la fonu
sutlicientc ;I pnrtan: il pcl-nntc f.mlcllu, <li,·e-
nmo più gmvc in questi Jillic11i ccmpi.•\\ spct·
tiamo \\'OO ansia ,·ostrc norizic. <.:0111e Yannn le
( li l',,r 111m,1u1llitA <ki r,tr. 1 1i J I rn, si<>nari, l'"'"·
-., mu c-l u.· auorr e s-:s1c-.1a:ni sono ttltt.:rnau ne-IL. Utt',t:'
r1.:.,_1JmL, J111'l•Unnan.1, n.·,id,:n;,...a al•haM ol'.l canv,d , . u1
u1 .a 1.uru, buon., dc-li.i clnù Ui L11k1,;h">r.&!
Ref.•.mo Pt1dre,
a quasi un anno Ji di~tanza d,111'ultima n,-
Hra - 7 gennaio 194-2 - :,,pero ,·i gÌllll\\!,l
(fllt·st.1 mia a mssicumn i ddlc mie buone con-
dizioni di salute e del sc111pn: mio più forll'
u11.1~·n1m1;11tu al nostro santo Padn: Don Bo-
.si:o. :\\1 i trovo in un ;1111hic111c 1.;, nto ùi, crs,
dal nostro e non vedo l'or.1 di mrnare in mcz.211
.,i nonri gim·ani alli~,·i. l >'.iltra parte amhe
qui ci ,-ono delle anime hi~oirno,,.,: di aiuto
c mi pare, in qualche modo, t·omc c-.1ppcl-
bno militare, di t'!:'!-<:re menn indegno ùi mi,
padn·, ca<luto sul campo di battaglia ndh
Grande G111.:n-a. L 'esperienza d, questi an11i,
k <lurc pro\\'e lìsichc e morali superate, spero
m 1 po~i:ano scn ire domani. l fo conosciu1c,
pii, d.1 \\'icino uomini e i:oSc; ho tocauu con
ma.no i frntti dell'educazione ei1wanile in
quanti ho p<>tuto an·icinan•, s<>pratmno in
t.tnti!:.,itni nostn ex allil",·i l'Cmpre affczin-
na1i. Oon Uosco è amato da tut1i. Dopo un
.innn passato coi soldati, ~mu ora qua!'Ì d.1
1111 anno coi nostri ufficiali. :\\li aon presentato
c11mc fi~lio <li D on Bosco: ho trovato acco-
~licn.ra, Jirci, entusiastica, cJ ho ùato tullO
il mio cuore e la mia buona volun1it... (censura)
Sc1;nc commo,·enti Ji ti.·dc e di convinzione
mai , i;:tc... Sono in rclaiionc cpi,aolarc cnr
nostri rnnlratclli, particolarmente con il P·l
dr" l ~UL•t: è un eran <."Onfo110 per mc, pon:ro
<..-Sule! aiuto come posso. hss1 pure sentono
le tlurc consc.l?Uenzc dcli.; gucn-,1.
Gradite, rcv.mo Padre, i miei ossequi e
l'a,;sicuraz1011e delle mie preghiere. Gra<li:c
e,purL· eli ossc4ui di tutti i nostn m1sswn3ri cJ
alli,·,·i, e \\"O!diute hcnL·dire qul.'sti rn~iri
tigli lontani. Dcv.mo
Sac. C,tm ''" TFonono,
3 l11J\\embre 19.µ
1'111. Cappe/101111.
-
--
(..'on fllTIHl!U p <;lelt'.\\utaraj, l•.,·rle1111"1rt<;.-. 011 C,ratich~ :-;. 1:. t., (",1r■o H<-UH'I"' 1\\1,lr,-thcnhlt 1
D1rc•1tur~ re r<>n<abile D . G l l Il O 11 .\\ V 1 '- I, \\'1• t..:o110l,·11ijo, 10 Tonno (1c