Bollettino_Salesiano_197206


Bollettino_Salesiano_197206



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BOLLETTINO
Vogliamo portare I Cooperatori Salesiani
a diventare collaboratori coscienti,
Integrai/, a fianco di noi, non sotto di noi:
non solo, quindi, fedeli e docili esecutori,
ma capaci di responsabilità apostoliche,
pur sempre d'accordo e In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
SALESIANO
Spedizione in abbonamento postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
EDIZIONE PER I DIRIGENTI
A. XCVI. N. 6 • MARZO 1972 • DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO• VIA M . AUSILIATRICE, 32 • TEL. 48.29.24
UNA PRESENZA
CHE Cl SOSTIENE
La circolare di Madre Letizia
Galletti alle Delegate Ispetto-
riali. (Interessa però anche le
Direttrici e le Delegate locali).
Reverenda e Carissima Dele-
gata Ispettoriale Cooperatori, desi-
dero ringraziarLa per la parte-
cipazione e la collaborazione data
al Consiglio nazionale svoltosi a
Grottafenata nel dicembre u. s.
Ora, a livello ispettoriale e locale,
si dovranno sensibilizzare i con-
sigli per un impegno sempre
maggiore e per una adesione
fedele al programma proposto e
studiato nel suddetto Consiglio.
Le sarei tanto grata se avesse
la bontà di far giungere la mia
parola di incoraggiamento a tutti
i Centri Cooperatori, alle delegate
locali e alle Direttrici.
Il Centenario dell'Istituto deve
portare un vero rinnovamento in
ogni settore di apostolato; quindi
anche tra,i Cooperatori perchè, se-
condo il pensiero di Don Bosco e
la finalità dei Centri, questa bene-
merita e attualissima famiglia sa-
lesiana dia i frutti di santità che
la Chiesa attende.
Vorrei che in ogni Casa dove
esiste il Centro Cooperatori si
lavorasse con entusiasmo e co-
stanza, in una vera e fraterna col-
laborazione con altre opere: ex-
allieve, oratorio, centri giovanili,
ecc. Un'attività deve sostenere
spiritualmente e moralmente l'al-
tra. L'unità dei cuori e delle vo-
lontà nel lavoro apostolico sarà
la più efficace risposta alle solle-
citazioni della società _che esige
dai consacrati e dai laici impegnati
una testimonianza di coerenza e
di autentica carità.
Si faccia in modo che non
manchi a nessun Centro la pos-
sibilità degli Esercizi Spirituali,
delle giornate di ritiro, della
formazione salesiana e soprattutto
di una ben approfondita cate-
chesi.
Verranno promossi anche pel-
legrinaggi in occasione del Cen-
tenario F. M. A. Sarà utile prendere
contatti per tempo con i respon-
sabili dei santuari (es. Mornese,
Torino, ecc.) per evitare un ec-
cessivo affollamento in determi-
nati giorni e per poter dare ai
pellegrinaggi un'adeguata ospita-
lità.
La prego di salutarmi le Diret-
trici, le delegate locali e i coo-
peratori che collaborano al no-
stro apostolato.
Chiedo una preghiera, La saluto
di cuore e Lei mi senta aff.ma
in X.to.
Sr. LETIZIA GALLETTI
Nel prossimo numero:
Gli Atti delle « Giornate di studio sullo Spirito Salesiano» dì Grottaferrata
41

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PROBLEMI PRATICI
Lo sviluppo di un
Centro Cooperatori presso le
Figlie di Maria Ausiliatrice
visto nei confronti del
Parroco locale non salesiano
Se un Parroco appoggerà lo sviluppo di un nostro centro
ne deriverà un sicuro vantaggio per la sua parrocchia, ma ge-
neralmente il nostro clero diocesano non conosce ì conte-
nu1i e le finalità della nostra associazione.
Può anche darsi il caso d1 chi non ha ancora assunto il
principio del pluralismo e che, quindi, non favorisce le scelte.
Nella maggior parte dei casi I sacerdoti diocesani vedono
come un doppione la nostra associazione e le sue espressioni,
temono che divenga una «chiesuola», o - se in teoria la
incoraggiano - in pratica poi la condizionano.
Occorre dare una risposta sul piano delle idee e un'altra,
conseguente, di carattere pratico.
Sul piano delle idee:
le FMA sono in una determinata parrocchia in quanto tali,
e non come suore generiche o amorfe; esse faranno «chiesa»
in quella parrocchia se sapranno essere se stesse e quindi se
porteranno tutti i loro contenuti, e - nel nostro caso - se
dilateranno nel settore dei laici il «discorso salesiano li, aiu-
tando a scoprire ed a sviluppare le eventuali vocazioni apo-
stoliche tra i laici. in modo che la loro opera proietti la sua
fisionomia moltiplicandosi sui laici;
il settore prevalente del nostro apostolato è quello della
gioventù, che oggi attende le nostre migliori sollecitudini;
i genitori, in genere. desiderano aggiornarsi sul loro impegno
educativo; è un loro diritto-dovere, che possono attuare anche
senza !"appoggio di una autorità;
il discorso a contenuti educativi. nella maggior parte dei
casi. non viene svolto dalle strutture strettamente parrocchiali;
vi è qualche iniziativa in merito, ma essa o è troppo saltuaria
o si limita ad una élite;
ogni scuola integra se stessa comprendendo nel discorso
educativo i genitori degli alunni; le nostre scuole. quindi,
hanno il dovere di trattare i problemi educativi con i genitori;
opporsi a ciò significa resistere ad una urgente istanza attuale.
Si tratta, pertanto, di due dimensioni convergenti: quella
dell'Istituto delle FMA che pone i suoi particolari contenuti
educativi; e quella dei genitori nei confronti dei loro figli.
Ogni scuola nostra può sperare in queste due dimensioni
per il solo fatto che è una scuola.
Sul piano operativo
Si inizi con pochi (adulti o no), ponendo capillarmente Il
discorso precedente ed invìtandoll a conoscere gradualmente
le idee, le applicazioni pratiche, ecc. di Don Bosco, le finalità
e la fisionomia dell'Istituto.
Questi pochi potrebbero trovare qualche altro amico e sug-
gerire iniziative come questa: incontri di genitori su temi edu-
cativi, impostati su formule semplici ma impegnative, con riu-
nioni discretamente frequenti: senui pretese, quindi, ma con
un metodo piano e mordente insieme.
I rapporti con il Parroco, agli effetti operativi, dovrebbero
essere tenuti da quei pochi già precedentemente preparati; la
suora lasci a loro gli aspetti organizzativi. Contemporanea-
mente dlftondere la conoscenza di queste istanze anche fra
altre persone, fra le giovani exallleve, ad esempio, offrendo un
graduale nutrimento formativo. I pochi del piccolo gruppo po-
trebbero diventare gli animatori delle case e nei piani diversi (il
gruppetto, I genitori, i giovani) si potranno trovare vocazioni
laiche all'apostolato salesiano nella famiglia dei Cooperatori.
Tutto ciò, presentato ai parroci prudentemente, ma con
chiarezza, è probabile che incontri un autentico incoraggia-
mento: si tratta di dimostrare che tutto questo, per le FMA,
è fare «chiesa».
DON TARCISIO STRAPPAZZON
42
Zoverallo, 30-10-1971
Criteri
per l'aggregazione
all'associazione
Diventare Cooperatore
è cosa facile ma seria
Superato una volta per sempre Il falso con-
cetto del cooperatore come sinonimo di be-
nefattore o d i devoto o di semplice amico
delle opere salesiane, ne consegue che le
nuove aggregazioni debbono essere curate
seguendo criteri ben precisi e Improntati
a grande senso di respom111b/lltl.
Li possiamo cosi esprimere:
anzitutto si evitino le iscrizioni in gruppo,
in massa, e anche ogni iscrizione singola che
sappia di Improvvisazione, o sia frutto di fa-
cilì e ntus iasmi (per es. dopo un corso di eser-
cizi, dopo un pellegrinaggio...);
ogni aspirante cooperatore, prima di essere
accolto nell'Associazione, f accia un conve-
nie nte periodo di preparazione durante Il
quale la frequenza ai ritiri mensili, la le ttura
del « Bollettino» e di una buona biografia
di Don Bosco e la partecipa zione all'aposto-
lato salesiano nel centro, lo preparera nno ad
essere vero salesiano esterno;
è compito specifico del delegato e del con-
sigliere per la formazione presentare, attra-
verso ripetuti colloqui, la genuina f igura del
cooperatore, si che coloro che chiedono di
esserlo acquistino chiara coscienza di cic) che
significa appartenere alla famiglia salesiana,
e quali sono gli impegni conseguenti che s i
assumono divenendo cooperatori. A questo
fine è necessario prendere conoscenza del
Regolamento;
soltanto quando si è certi che l'Interessato
ha una s ufficiente formazione salesiana e
l'indispensabile informazione sulla natura
del Cooperatore e dell'associa zione (e per
ottenere cic) potrà essere necessario anche
un periodo di un anno, e per I giovani anche
di più) si potrà far fare la domanda e dare
l'attestato di appartenenza;
la« Cerimonia dell'impegnoN, con la con-
segna dell'attestato di appa rtenenza, corona,
nella sua sostanziosa semplicità, il lavoro
paziente e metodico svolto nella fase di pre-
parazione. Tutto il centro vi partecipa con
gioia per accogliere fraternamente i nuovi
membri della famiglia.

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LE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE:
cento anni a servizio della gioventù
Un centenario che interessa anche i Cooperatori
1972 I Anno centenario della fondazione dell'Istituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
e 11 primo gennaio scorso dedicato alla divina maternità
di Maria stato aperto il ciclo celebrativo (la data di
apertura venne festeggiata a Roma nella Casa genera-
lizia con una solenne concelebrazione, presieduta dal
Rettor Maggiore dei Salesiani don Luigi Ricceri).
È stata significativa questa giornata per dare il via alle
celebrazioni centenarie, perché l'Istituto che sorse dal
cuore del grande Apostolo della gioventù, a completa-
mento della sua opera, fu direttamente ispirato dalla
Vergine della quale bon Bosco era devotissimo, e
quindi Maria se ne può dire la vera Fondatrice.
Il Santo, sempre guidato dalla Madonna in ogni sua
impresa, volle l'Istituzione quale <<vivente Monumento
della propria riconoscenza all'Ausiliatrice', e gli impresse
nel titolo stesso il carattere mariano che lo distingue.
Tutto l'arco di storia di un secolo di vita dell'Isti-
tuto Io rivela in modo singolare e spesso prodigioso.
Umili le origini in Mornese - piccolo borgo monfer-
rino della diocesi di Acqui - dove il Santo pose
pensiero e cuore, per l'idea che da tempo andava
maturando, sul gruppo delle Figlie dell'Immacolata,
semplici e fervorose, generose e forti nel sacrificio.
Fra loro primeggia per virtù la giovane Maria Domenica
Mazzarello, già orientata, per inattese e provvidenziali
vie, a un apostolato fra la gioventù del paese che la
rendeva pronta ad affiancare l'opera del Santo. Pietra an-
golare del mistico Monumento, fu suo talmente il pen-
siero e lo spirito di Don Bosco, da cooperare in modo
mirabile alla realizzazione del suo disegno, e da seguirne
la stessa via di santità, fino alla gloria degli altari.
La data di fondazione dell'Istituto - 5 agosto z872 -
festa della Madomla della neve, non venne fissata in
antecedenza, ma anche questa, per particolari circo-
stanze, fu scelta per ispirazione della Vergine quasi
per consacrare, in una luce di candore, la base del suo
nuovo Monumento. Mons. Sciandra, Vescovo di Acqui,
presente in quel giorno alla cerimonia di vestizione e
di professione, disse e fece inserire nel verbale di fonda-
zione: «... un cumulo di circostanze dimostrano una spe-
ciale provvidenza del Signore per questo nuovo Istituto>►.
La storia doveva dargli ragione. Apertosi il cammino tra
l'if1comprensione, la povertà e il sacrificio che assodaro-
no la virtù austera, forte, serena e irradiante delle
prime religiose, l'Istituto crebbe e si estese rapidamente.
Con l'aiuto dei Salesiani, assai presto si andarono
susseguendo le fondazioni in Italia, e fin dai primi anni
si varcarono le frontiere e anche l'oceano con la prima
spedizione del 1877 in America, nell'Uruguay.
Non molto dopo, nel 1880, le Suore Salesiane sce-
sero in pieno campo missionario nella Patagonia, la
terra vaticinata dai sogni di Don Bosco. E stesero i
primi fili di quella vasta rete di apostolato missionario,
aUargata oggi a tutti i continenti fin nei posti più avanzati
di prima linea. Nel progres•sivo espandersi, la sede
centrale dell'Istituto conobbe la legge del trapianto.
Da Mornese Don Bosco la trasferl nel 1879 a Nizza
Monferrato, dove due anni dopo - nel 1881 - la
Confondatrice Santa M. Mazzarello morl in un canto
d'amore a Maria, e dove, nel 1885, la Vergine Santa
confortò i l Fondatore, ormai al declino della vita,
con la dolcissima visione della sua presenza.
Cinquant'anni dopo, la sede generalizia fu trasferita
a Torino, e ultimamente - nel 1969 - a Roma, più
vici11a al cuore del Papa.
Nel 1886 Don Bosco aveva avuto avviso<< ex alto•> che
e le Figlie di Maria Ausiliatrice dovevano propagarsi
molto. Oggi il piccolo drappello delle prime religiose
divenuto una falange di oltre 18.600 suore, disseminate
in ogni parte del mondo.
Nei cento anni, dal grande Pio IX che animò Don
Bosco alla fondazione dell'Istituto, a Paolo VI, tutti gli
otto Papi incoraggiarono, sostennero e benedissero larga-
mente l'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sempre
saldamente inserita nella vita apostolica deUa Chiesa.
Molteplice la loro attività ispirata alla edùcazione della
gioventù femminile, con gli oratori; la vastissima rete
della catechesi, le scuole dei vari ordini e gradi; gli
Istituti assistenziali e le opere sociali, rispondenti alle
esigenze dei tempi e dei luoghi, e con la dedizione gene-
rosa e sacrificatissima nel vasto campo missionario.
«La Chiesa, tuttavia, dispone di un metro infallibile
per valutare la validità di un Istituto religioso - ha
scritto recentemente il Rettor Maggiore dei Salesiani: -
la santità i>. Ed ha aggiunto: << Tra le Figlie di Maria
Aitsiliatrz'ce, durante questo secolo, la santità si può
dire estata di casa, sempre nello stile proprio di salesiana
semplicità fatta di gioia e di operosità».
Accanto alla Confondatrice Santa l\\faria Domenica
Mazzarello, altre religiose di straordinaria virtù sono
incamminate alla gloria degli altari e fra queste due sono
segnate dal sigillo del martirio.
e N~ manca, nella luminosa scia di santità, una candida e
forte figura giovanile di cui in corso la Causa di Beati-
ficazione - Laura Vicw'ia - primizia dell'apostolato in
terra americana. Di lei si può ripetere quanto fu detto di
S. Domenico Savio, che cioè consacra iJ sistema educa-
tivo di Don Bosco, in campo femmini le.
Allo scoccare del suo primo secolo di vita, l'Istituto
canta quindi la sua perenne riconoscenza a Maria,
ripetendo le parole stesse del Santo Fondatore: <• È lei
che lza fatto tutto I ,>.
Ma ad esso si associano doverosamente i Cooperatori
che si sentono membri di una sola famiglia, nella quale
anche la gioia è patrimonio comune.
Essi intendono partecipare al centenario rafforzando
i vincoli di fraternità salesiana con le Figlie di Mana
Ausiliatrice, sostenendone l'apostolato e le opere. , 43

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Il grande educatore di giovani,
DON COJAZZI,
così vedeva i Cooperatori
«Ogni cnsuano deve essere un Quale fu la missione di Don Bosco?
cooperatore di Dio, perché a tutti
disse il Signore: Avrai cura del tuo
pross1.'mo e lo amerai come te stesso.
Se voi avete fiducia in quanto Don
Preservare o strappare la gioventù dai
nemici della sua vera felicità. In altri
tempi, la gioventù non era così insi-
diata come è ora, ed è per questo che
Bosco diceva e faceva e volete la- Dio mandò Don Bosco con questa
vorare con il suo spirito, voi diven- specialissima missione. Se pertanto
tate cooperatori con Don Bosco.
voi volete cooperare con Don Bosco,
Badate bene: cooperare con Don salvate la giove11tù o, almeno, aiu-
Bosco e non già: cooperare per Don tate coloro che lavorano per salvarla.
Bosco.
Salvate la gioventù dai suoi nemici
L'Opera Salesiana vive di sola il primo dei quali è l'irreligione.
carità e quindi ha bisogno di coloro Il grande delitto moderno è quello
che aiutino e costoro si dicono bene- di aver escluso Dio dagli affari e
fattori; ma essa è anche, ed essenzial- dai rapporti sociali. Come alcuni
mente, un esercito di apostoli che falsi scienziati, così come molti uo-
lavorano perché si avveri la grande mini di governo dicono: Dio è un'ipo-
parola del Pater: Venga, o Signore, tesi di cui possiamo fare senza. Se essi
il vostro Regno!
riuscissero nel loro perverso disegno,
Tutti coloro che nel nome di Don la società si sfascerebbe, rovinata
Bosco, aiutati dai suoi insegnamenti e dalle radici.
sorretti da] suo spirito, lavorano per Se volete cooperare con Don Bosco,
l'avvento di questo regno sono Coope- dovete prendere per primo e solenne
ratori Salesiani.
impegno questo: inseg11are a prati-
Don Bosco diceva cosl:
care la religione cristia11a.
11 come è un affare semplicissimo,
<< Verrà giorno che dire coopera- quando siate convinti che questo è
tore salesiano sarà come dire buon il supremo bisogno moderno.
cristiano>>.
Vedete un fanciullo che abita
Quando coopererete salesiana- vicino a voi e dì cui nessun si cura?
mente?
Don Bosco vuole arrivare fino a lui
Quando avrete ben compreso quale per vostro mezzo: vuole che voi
fu la missione che Dio affidò a diciate la buona parola e lo avviate
Don Bosco.
alla clùesa o all'oratorio.
Don Bosco Santo è un santo. Ora Conoscete un'opera giovanile che
un Santo è un dono che Dio fa al languisce o che minaccia di morire
mondo, ma è un dono di una qualità per mancanza di mezzi o di aiuti
speciale, perché egli è incaricato di personali?
missione divina sopra un'epoca par- Don Bosco vuole aiutare questa
ticolare. Quando egli si presenta, opera con il vostro danaro o con il
con l'esempio, con la parola, con vostro lavoro.
le opere, rivela quale sono i peri-
coli che corre quell'epoca e in che
modo Dio desidera che siano ripa-
rati dalla sua Chiesa. Un santo,
adunque, dice a tutti i cristiani dei
suoi tempi quale deve essere l'opera
Il parroco e la chiesa abbisogna
di sostegno e di aiuto nell'opera dei
catechismi domenicali o·quaresimali ?
Don Bosco vuole che la sua voce
. arrivi fino per mezzo vostro.
La diffusione della buona stampa
domanda il vostro soccorso? Non
più necessaria, in quale direzione negatelo per amore e in nome di
deve volgersi l'azione cristiana.
Che cosa significa dunque com-
Don Bosco. Il Vescovo invoca l'aiuto
dei buoni per un'opera urgente di
prendere un santo ?
religione?
Significa com.prendere il pensiero di
Dio sopra un periodo storico.
Abbiate la santa ambizione d'esser
voi i primi a presentarvi in nome e
Che cosa significa cooperare con per amore di Don Bosco.
un Sa11to?
Significa cooperare cou i disegni Dopo l'irreligione il peggior ne-
44 salvatori di Dio.
mico del giovane è il vizio.
Voi cooperate con Don Bosco
contro il vizio quando avrete una
intima e profonda stima della san-
tità e purezza del costume e la
curerete in voi, nei vostri figli, nei
vostri dipendenti.
Voi coopererete con Don Bosco,
quando sull'esempio di S. Paolo, vi
sentirete bruciare quando vedrete
un giovane in pericolo di scandalo.
Opposti ai due peggiori nemici
moderni sono i due grandi bisogni
moderni: diffo11dere l'istruzione reli-
giosa e inculcare la vita cristiana.
Voi cooperate con Don Bosco
quando aiutate le missioni fra i
popoli civili e specialmente le mis-
sioni fra i popoli pagani. Non ne-
gate quindi il vostro soccorso alle
opere missionarie. Se potete, date
denaro per una borsa missionaria,
se non potete, date oggetti, se non
potete dare neppure questi, fate
propaganda fra gli amici e i conoscenti,
e soprattutto date la vostra preghiera,
le vostre buone azioni, i sacrifici
per compiere i vostri doveri, gli
sforzi per vincere le tentazioni.
I Missionari hanno più bisogno di
aiuto soprannaturale e morale che
di aiuti materiali.
Quando vi sentite tentati a com-
mettere il peccato, invocate l'aiuto
di Dio per intercessione di Maria
Ausiliatrice e di Don Bosco; e dite fra
di voi: Signore, non voglio offendervi
per non togliere ai missionari l'aiuto
della mia cooperazione. Chissà che
in quello stesso momento, in vista
del vostro sacrificio, Dio non mandi
il colpo di grazia per la conversione
di qualche povero infedele!
Da Don Bosco dic,,vo co,i... di don A. Coj11zzi
FIORETTI
DI DON BOSCO
È uscito Fioretti dì Don
Bosco, primo volume della
« Biblioteca del Tempio di
Don Bosco», nella collana
« La vita di Don Bosco in
fatti», preparata da don Mi-
chele Molineris, redattore del
mensile del Colle « Il Tempio
di Don BOSCO·)/.
cc Fioretti di Don Bosco» è un
l!bro che riposa, diverte, edifica.
Ottimo per parlare ai ragazzi,
per« buone notti>>, conterenze,
letture per gruppi giovanili ecc.
Richiederlo a: Salesiani
14022 Castelnuovo Don Bosco
(Asti), aggiungendo le spese postali
(L. 150).
Il volume è di 450 pagine e costa
L. 1500.
Il c. c. p. è 2/ 32'152.

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DIRETTRICI E DELEGATE
COOPERATORI A CONVEGNO
ISPETTORIA ROMANA
Roma 19-20 novembre 1971
Il convegno romano ha l'onore di essere presieduto
da Madre Letizia Galletti consigliera generalizia, in-
caricata dei Cooperatori dei Centri FMA, insieme con
le ispettrici, Madre F. Ramella e Madre Zalambani e
il delegato nazionale don A. Buttarelli.
Sono presenti i delegati ispettoriali: Don G. Ferri e
Don S. Tonnini; le delegate ispettoriali Sr. M. Giannan-
toni e Sr. M. Piras per la Sardegna; inoltre le seguenti
suore: Sr. A. Lonero, M. Di_ Lello, G . Latte, C. Russo,
M. Ribichini, M. Beccalosso, M. L. Di Giovanni, A. Nuc-
ci, V. Bordoni, A. Celidonio, M. Sanna, A. Bonaminio,
E. Vinciguerra, R. Coletta, R. Taglialatela, L. Bianchi,
F. l'occia, I. Puxeddu, M. Murru, M. Cercenelli, A.
Crescenzi, E. Di Alessandris.
Prima di iniziare i lavori il Dott. Gerardo MarchiteUi,
consigliere nazionale, porge un saluto alle convegniste a
nome dei Cooperatori del Lazio. M. Letizia ringrazia, e
porge il saluto della Madre Generale con la caratteristica
serenità: si dice contenta di partecipare al convegno,
esortando tutte a porre il massimo impegno nello studio
dei problemi che verranno trattati perché il lavoro in
questo settore di apostolato sia più facile e più proficuo
nei nostri Centri.
Don Buttarelli parla sul terna: Il Cooperatore sale-
siano: Chiarezza di idee - il curarlo è un atto di
fedeltà a Don Bosco - un dovere ecclesiale, met-
tendo bene in luce la figura del Cooperatore e sotto-
lmeando che i Salesiani, le FMA e i Cooperatori sono
tre volti d'una stessa famiglia perché hanno comune il
Fondatore, il carisma, lo spirito che li anima, nel comune
lavoro per la gioventù. Afferma che fondamento e con-
dizione dell'apostolato del Cooperatore è la sua testi-
monianza a Cristo e al suo messaggio, ed è efficace solo
se vive di fede e in grazia, se è un uomo di preghiera e
di pietà eucaristica e mariana.
Passa poi a commentare le Norme per una comune
intesa tra Salesiani e FMA circa i Cooperatori. Risponde
infine ad alcune obiezioni. Nel pomeriggio il delegato
ispettoriale don Tonnini presenta il secondo tema:
Un Centro in funzione. Affenna che la responsabilità
del Centro è anche dei Cooperatori e ne delinea la di_na-
mita e gli impegni formativi fonda.mentali: incontri
mensili, consigli locali, esercizi spirituali, iniziative
apostoliche.
A sera una larga rappresentanza di giovani CC. di
Roma porta una ondata di freschezza primaverile. In
una tavola rotonda espongono le proprie esperienze
con tanta spontaneità ed entusiasmo da suscitare am-
mirazione e simpatia.
Nella seconda giornata don Buttarelli schiarimenti
ancora sul terna << il Centro in funzione» ed insiste che
non il numero ma la qualità caratterizza un Centro
vitale. Per formare un consiglio bastano poche persone
che si curino veramente del settore loro affidato, e in-
coraggia a fondare gruppi giovanili con elementi validi
e ben preparati.
Nel pomeriggio la Delegata ispettoriaie Sr. Gian-
nantoni tratta il terzo tema: La delegata locale: suoi
compiti e responsabilità, compiacendosi del lavoro
svolto finora nei centri e incoraggiando ciascuna delegata
ad essere vera animatrice e formatrice spirituale.
I numerosi interventi dopo la trattazione di ciascun
argomento dimostrano quanto sia vivo il desiderio cli
chiarire sempre meglio a se stesse il compito richiesto per
poter lavorare di più e con maggior efficacia.
Al termine dei lavori si ritiene opportuno fissare con
chiarezza alcuni impegni pratici. Essi sono:
curare molto la formazione soprattutto con un con-
tatto individuale
formare o rinnovare i consigli locali
favorire la formazione dei Cooperatori giovani e in-
coraggiare le nostre exallieve a farne parte.
sensibilizzare le nostre Comunità al problema per-
ché sia sentito come opera della Casa
Si fanno voti che ogni Casa della FMA sia affiancata
da un Centro.
ZAFFERANA (Catania)
14-15 dicembre 1971
Presiedono le ispettrici: Madre E. Coccio (Me);
Madre A. N. Chimenti (Ct); Madre M. Cara (Pa);
presenti D. A. Buttarelli; D. N. Fallica; D. M. Coglian-
dro e le delegate ispettoriali 8-r. G . Catalano; Sr. M.
Pironti a Sr. M. Fiorenza. Sono presenti quasi tutte le
Suore interessate e precisamente:
per 11Ispettoria di Catania: M. Aprile (Aci S. Antoni~);
A. Gennaro (Acireale); L. Rizzo (Ct); T. Cataudella
(Noto); M. Piacenti e A. Lauria (Palagonia); C. Pen-
nisi e D. Pluchinotto (Pozzallo); G. Scala (Siracusa);
V. Sanfilippo (Trecastagtzi); C. Pulvirenti (Vfagratule);
per l'lspettoria di Messina: M. Blunda (Alì Terme);
G. Riggi e M. Bombaci (Bia11cavilla); C. Gliozzo (Brotz-
te); G. Agosta (Bronte); I. La Malfa (Caltabiano);
V. Mammana (Cesarò); S. SciJipoti (Mascali); A. Ga-
rofalo (Nunziata); L. Gliozzo e C. Triolo (Messina);
N . Gennuso (S. Teodoro);
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per l'Ispettoria di Palermo: T. Pecoraro (Altofonte);
S. Pirrelli e T. Consiglio (Caltabel/otta); Altadonna
(Caltavuturo); Lo Vano e M. Raja (Cammarata); C. JJum-
balo (leo1,jorte); M. Di Carlo e R. Alaima (tWazzarùzo);
C. Alaimo e C. Bruno (P. Ar111eri11a); M. Umana e L. Da-
migella (Ravanusa); M. Ruggeri e M. Coletti (Pietra-
perzi.a); M. Costanzo e M. Zambuto (S. Cataldo};
L. La Porta e A. Pistarà (Palermo - Casa M. A.), C.
Patti e C. Lio (Palermo - Casa M. Mazzarello); A. Calvo
e R. Guglielmino (Palermo-Sampoù,); M. G. Perriconc
(Palermo- S. Lucia); C. Franceschini (Riest); M. F. Mus-
se (Trapani).
Le due giornate, dense di studio e di scambi di idee,
hanno dato la possibi.lità di svolgere ampiamente gli argo-
menti comuni a tutti i Convegni CC.
Quali risultati?... L'impegno di continuare a lavorare
con entusiasmo nella traccia delle norme che ci sono
state illustrate. Il lavoro è stato portato avanti con la
buona volontà non solo di scoprire le lacune e le diffi-
coltà..., ché a far questo si è un po' tuui maestri, ma
con l'intento di superare, nel nome di D. Bosco, padre
comune dei tre rami della Famiglia salesiana, quanto
può ostacolare la cura di questi <! salesiani esterni>>. Per
questo si debbono avere idee chiare. E si parte da una
definizione sui Cooperatori: cioè fedeli che tendono
aJJa perfezione con particolare impegno nel proprio
stato (sposati, celibi, nubili, ~ovani), in sintonia con
lo spirito di D. Bosco e quindi con vocazione saiesiana,
e fanno opera di apostolato nel proprio ambiente di
lavoro, di famiglia con particolare preferenza per i
giovani e corresponsabilità propria.
Cosa significa per il Cooperatore responsabilità pro-
pria? Il Cooperatore non deve essere l'eterno bambino
che passa iI tempo solo ad ascoltare, ma per lui deve
pure arrivare il momento di sentirsi corresponsabile nel
Centro e del Centro assieme agli altri eooperatori sia
per l'apostolato organizzato sia e soprattutto per quello
individuale.
In questa visione della responsabilità egli agisce in
maniera un po' di,·ersa dai salesiani e dalle suore i
quali lavorano nell'ambito stabilito e guidato dell'ob-
bedienza; il Cooperatpre invece può scegliere il suo
campo di lavoro e di apostolato e in quell'opera scelta da
lui ha la piena responsabilità.
È stato affermato che coloro che chiedono di iscriversi
nell'Associazione debbono essere consapevoli di cosa
Don Bosco e la Chiesa si attendono da loro, debbono co-
noscere il Regolamento e sapere bene che apparterranno
in maniera integrale a questa nostra famiglia.
Occorre un cambio di mentalità in noi, ma non può es-
serci dall'oggi al domani; è necessità superare le non
poche difficoltà, ma dobbiamo persuaderci - è stato
affermato - che curare questo ramo della Famiglia
di Don Bosco è un atto di fedeltà al Fondatore e un dovere
ecclesiale, perché il mondo ha bisogno anche di validi
Cooperatori per la cristiana educazione della gioventù. A
proposito di difficoltà è emerso che esse sono normal-
mente queste: non tutti i Centri hanno il Salesiano
assistente e, viceversa spesso tutto i.l tempo dell'incontro è
utilizzato dalla conferenza del Salesiano la quale non
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sempre riguarda il tema assegnato. C'è poi la difficoltà
fi.nanziaria (rimborso spese conferenziere). Non rare volte
il Salesiano dispone di pochissimo tempo e non può
prestarsi per le confessioni; oppure sono i Cooperatori
ad avere fretta e non si riesce a fare bene il ritiro mensile...
Come fare per risolvere questo problema?
La discussione è animata e si tenta di fare e dare op-
portuni suggerimenti.
Dopo di che don Nino Fallica svolge la sua relazione
su: Un Centro in funzione, sottolinea la necessità di
completare la verifica aggiungendovi Lutti i dati richiesti,
invita a compilare lo schedario per ogni Centro an-
notandovi la data della avvenuta iscrizione.
Si giunge alla relazione della Delegata Ispettoriale Sr.
G. Catalano su: La D elegata locale - molto chiara che
ribadisce le note difficoltà.
Uno sguardo a volo di rondine sulla <• Bozza del
nuovo regolamento CC. SS. ~ e don Mario Cogliandro
ne spiega i punti più salienti.
L'ultimo tema del çonvegno sui Gruppi giovanili
viene bre\\'emente s,•olto da Sr. Maria Pironti.
Dei gruppi di Cooperatori giovani ci sono, ma non
possiamo dire che sia un campo facile né che i giovani
siano molto perseveranti. Biancavilla ha un bel gruppo,
compatto, affiatato che cerca di esprimersi negli incontri
ed altre attività locali; di questo gruppo parecchi hanno
partecipato al campo di lavoro.
R.ava11usn mantiene i contatti con Palermo e Palma di
Montechiaro.
A N1mr:,iata e Mascalì un nucleo di giovani e ragazze
iscritti ma il gruppo si va incrementando con la parte-
cipazione ai ritiri minimi, molto apprezzati.
A Catania c'è un gruppo che si può definire modello,
ed è quello dei giovani che hanno preso la direzione del-
l'Oratorio S. Filippo Neri. Parecchi di essi hanno com-
preso il valore vocazionale del Cooperatore e si sono
iscritti all'associazione; continuando il loro lavoro in
quell'Oratorio nel quale c'è un affluenza di circa ~oo
ragazzi. Catania - 111. A11siliatrice, il Centro ha un
gruppetto di giovani che si mostrano impegnati e lavorano
solo la <lomenica nei catechismi parrocchali perché
gli altri giorni lo studio li assorbe. Sono divisi in due
Parrocchie non salesiane e fanno anche un po' di Ora-
torio. Aitro loro compito: incrementare gli Esercizi.
Nella discussione che segue don Buttarelli precisa:
~ ringiovanire i Centri non significa immettere solo
gi9vani ma anche adulti di età molto valida poiché più
che i giovani che sono ancora flunuanti, i membri più
attivi ed entusiasti sono e saranno sempre i Coopera-
tori dai 25 ai 60 anni, ai quali bisogna riconoscere una
valida e continua dedizione. Il domani è dei giovani, ma
devono formarsi ed aderire per vocazione. Con questo non
si nega che i giovani Cooperatori siano desiderosi di
lavorare seriamente e ne danno prova anche col cate-
chismo negli oratori e nei campi di lavoro, a questo
proposito è necessario fare una precisazione: i nostri
campi di lavoro sono validi se ad essi partecipano giovani
già iscritti, con un vero ideale salesiano...

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Vita dell'associazione
(sostegno all'oratorio, catechismo
parrocchiale, assistenza a casi di bi-
sogno economico...).
Don Oddone Pelli è il nuovo
Delegato ispettoriale per l'Ispettoria
Subalpina (Piemonte) in sostituzione
di don Boffa, e il prof. Pino Lacqua-
niti subentra al rag. Mimmo Ser-
retti come rappresentante dei Centri
della Calabria presso il Consiglio
nazionale.
La Giunta esecutiva ha aderito
ufficialmente, a nome dell'Associa-
zione, alle iniziative promosse dal
"Comitato nazionale per un'I talia
pulita", partecipando anche al «Con-
vegno per la lotta contro la porno-
grafia>>, svoltosi a Roma il 6 feb-
braio se.
VENETO, Verona - Programmati
e attuati sette incontri zonali per
dirigenti a Padova, Cornedo, Bel-
luno, Trento, Verona, Legnago, Al-
barè, allo scopo di esaminare l'at-
tuazione del programma annuale e
sensibilizzare agli orientamenti del
recente Capitolo generale.
A CATANIA - la preparazione alla
festa di Don Bosco ha visto im-
pegnati laici, cooperatori ed exal-
ljevi, nella trattazione dei tre temi
scelti per il triduo: Don Bosco
contesta (On. Domenico Magrì), At-
tualità e validità del sistema edu-
cativo di Don Bosco (Dott. Fran-
cesco Novello, P rocuratore gen.le
della Repubblica a Lodi), Don Bosco
precursore delle istanze di oggi
(Dott. Nino Barraco).
I Centri delle Ispettorie NOVA-
RESE (Salesiani) e VERCELLESE
(F. M . A.) hanno svolto nei giorni
12-13 febbraio, a Muzzano, un riu-
scito << Incontro giovani », che -
per le prospettive che ha aperto -
può considerarsi punto di partenza
per la formazione di nuovi Centri
giovanili. - Erano rappresentati i
centri di Alessandria, Aosta, Asti,
Biella, Bioglio, Borgomanero, Muz-
zano, Vercelli (Belvedere e S. Cuore).
Guidò le conversazioni il direttore
dell'Opera salesiana di Alessandria,
don Viotti.
MONTECATINI, Term e - È in
atto una buona ripresa del Centro,
basata sulla regolarità del ritiro men-
sile e lo studio del tema annuale.
Parallelamente l'avvio verso oppor-
tune iniziative a favore della gioven-
CAMPANIA - Una Giornata di
studio sullo spirito salesiano si è svol-
ta domenica 5 marzo presso l'Isti-
tuto salesiano di Castellamr:-.:,re-
Sca.nzano. Relazione centrale: I va-
lori evangelici particolarmente
vissuti nello spirito salesiano, te-
nuta da don Martinelli. Animarono
i gruppi di studio, i giovani che
avevano partecipato alle Giornate
di G rottaferrata.
BRINDISI - Il 9 gennaio se. è
stato ordinato sacerdote il giovane
cooperatore Giampiero Perchicelli che
il 13 seguente celebrò in casa sale-
siana, fraternamente festeggiato dalla
comunità.
Un augurio ai cooperatori di CO-
RIGLIANO d'Otranto (Lecce) per
la ripresa del lorò Centro, ed in
particolare ai giovani (Gio.co.sa.)
per le iniziative progra,mmate.
È stato definito il programma dei
<< Campi estivi di lavoro e di animazione
Cristiana » che si svolgeranno in
Sicilia, Sardegna, Piemonte, Molise,
e che sarà pubblicato nel prossimo
numero. - (Intanto sarà bene sen-
sibilizzare gli interessati e p repararli
opportunamente).
NOTE DI SEGRETERIA
Presso l'ufficio nazionale è a disposizione
dei centri la serie delle sette lezioni svolte
da don Aubry alle Giornate di Grottaferrata,
sullo spirito salesiano (ciclostilato). L. 500
la serie, anche in francobolli.
Si ricorda il tema della seconda conferenza
annuale al quale è doveroso attenersi: Le
Figlie di Maria Ausiliatrice: cento anni a
se.rvizio della gioventù. È molto conveniente
che esso sia presentato da una Suora sale-
siana, opportunamente preavvertita e pre·
parata. Prendere per questo accordi con la
Delegata ispettoriale fin da ora.
Con il mese di marzo si conclude il lavoro
per la verifica-rilevamento dei Cooperatori
coscienti ed impegnati. Si potranno cosi
elaborare i dati pervenuti e renderli ufficial-
mente noti.
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SpediL In abbon. postale • Gruppo (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
SI pubbllca Il 1.• del mese per I Cooper•torl Salesiani; il 15
del mas• per i Dirigenti del Cooperatori
S'Invia gratuitamente al Cooperatori, Bene-
fattori amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: via Maria Au-
slllatrice, 32 10100 Torino Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Don Pietro Zerbino
Autorlu. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
Per Inviare offerte Hrvlral del C. C. Poatale n. 2-1355
Intestato a : Direz. Generale Opera Don Boaco - Torino
Per eamblo d"lndlriz.z.o mvlara anche l'fndlrlno .,...cedente
UN LIBRO CORAGGIOSO
GIORNO PER GIORNO
TRA I PROTAGONISTI
DI UN'EPOCA
Ed. Vallecchi Firenze • Pag. 582 • L. 6.000
Dopo la seconda guerra mondiale c'era da rimettere in piedi più di mezza Europa.
La formula coloniale. che per oltre due secoli aveva caratterinato l'atteggiamento degli Stati
europei nei confronti dei Paesi afro-asiatici, tramontava proprio nel momento in cui l'Europa
usciva devastata dal conflitto piil disastroso di tutti i tempi.
La rinascita dell'Europa avrebbe dunque coinciso con l'affacciarsi all'indipendenza di nuovi
ed immensi Paesi. Ricostruzione e decolonizzazione sarebbero andate di pari passo all'insegna
di un comune principio riabilitativo inteso alla ricomposizione detrunità e alla restaurazione
della pace nel mondo.
Era comunque una decisa inversione di tendenza quella che portava i vincitori ad aiutare i vinti,
anziché rivalersi su di loro come la ferrea legge e la logica stessa della guerra avevano imposto
nel passato.
Era insomma un principio universale di solidarietà quello che, ponendosi come alternativa ad
antagonismi nuovi ed antichi, veniva a lievitare, pur tra comprensibili ostacoli, la strategia della
ricostruzione.
Occasionati da una presenza assidua e coerente a contatto di quanti - grandi e men grandi -
possono considerarsi «protagonisti di un'epoca» perché si adoperarono attivamente, In Italia
e all'Estero, per tradurre In atto questa strategia di solidarietà e di giustizia sociale, sono stati
raccolti in volume e pubblicati dall'editrice Vallecchl di Firenze i più significativi «scritti e ap-
punti» del parlamentare bresciano Lodovico Montini.
L'opera. di oltre 600 pagine, si intitola, appunto, Giorno per giorno tra i protagonisti di un'epoca
e comprende una ottantina tra articoli, stuqi, relazioni e conferenze apparsi a firma di Lodo-
vico Montini dal 1945 al 1970 su giornali, periodici. libri e resoconti diversi.
Una continua tensione alla perfettibilità dell'azione umana accompagna ogni resoconto, lascia
in sospeso ogni conclusione, rinvia a prospettive sempre nuove la realizzazione della solida-
rietà tra gli uomini.
Grande è, almeno in apparenza, la varietà degli interessi in cui l'autore si trova via via coinvolto.
Ma, a ben considerare, è una precisa scelta di ruolo, e quindi una ben definita ottica attraverso
cui filtrano i contributi di pensiero, a ricondurre ad unità e a dar senso compiuto all'esperienza
- ricca e spesso intricata - che balza fuori dalla lettura di questi scritti.
Il ruolo dell'uomo politico, dell'uomo cioè che si fa portatore di speranze universali e che sa
cogliere la misura del possibile.
E di ciò sembra volerci avvertire lo stesso Autore quando dice, come per aiutarci a riscoprire il
gusto di un' esistenza non arresa al conformismo né disaffezionata all"impegno civìle: «la po·
litica è la ragione del mio parlare a voi: mia esperienza e mio impegno è l'azione,.
Un libro coraggioso, oltre tutto.
CLAUDIO DEL VICO
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