Bollettino_Salesiano_194303


Bollettino_Salesiano_194303



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la osacqalo alle dlaposldonl mlnhtcrtall ptt la llrftltadonc della carta 1'c:cl.b.lone Italiana so1tltulsce le altn: edl11lonl estere.
:, /' F./ I.ZIO r,, B C \\ f
TJV J
Bollettino
no

1.2 Page 2

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PERIODICO MEN-
SILE PER J COO-
PERATORI DELLE
OPERE E I\\IISSIOXI
DI S. GlO. IJOSCO
BOltE~f~fJNO
SJ.\\ ·l .ESJ J.\\~J O
Anno LX\\'11 - N. 3
10 MA R ZO
1943-XX I
111 ossrquio ollt! ditposh1rio11i 111i11isteriali /Jt!T lo fimito~ioM ,_}/Cl rnrttt, f'tdi:riottl! i1olùwn soslituisu lt allr< ~,lhim,i estrrr.
SOMMARIO: Padre dcgU orfani•• Sotto In cupola dell'Ausiliatrice. - In famiglfa: Italia, Frnncln, Colombia, Centro
America, P ortogallo, Cina. Dalle nostre Missioni: Cina, Egiuo e Pnlcsrlna. India, Giappone, Venezuela.
In memoria: S. E. Rev.ma Mons. Dante Muner:itl. - Tesoro spiritunle. - ~ecrologio.
PADRE DEGLI ORFANI
Con questo titolo fu composta la salma di
Don Bosco nella tomba di 'i'alsalice cinquan-
tacinque anni or sono. «Hic composìtus est in
p ice Christi Joa,mes Bosco Sacerdos, orplumoru111
Pater•> si leggeva sul bassorilievo marmoreo
che ne ritraern le care sembianze.
rt titolo non riassumeva certo tutta la mis-
sione dell'apostolo; ma specificava la cate-
goria prediletta nell'esercizio del suo aposto-
lato: quèlla dei giovani orfani, poveri ed ab-
bandonati.
Orfani erano infatti per lui non solo i gio-
vani orbati del padre o della madre o d'am-
beduc i genitori; ma anche quelli che, pur
avendo l'una e l'altro, crescevano nell'abban-
dono, vagabondi per le strade e per le piazu,
esposti a tutti i pericoli dell'età, dell'ambiente
é dello sfruttamento. Per questo nel suo pro-
gramma egli usò i termini più estesi: giovani
poveri ed abbandonati.
A questi derelitti si senù portare dal Si-
gnore quasi per istinto fin dall'inizio della
sua missione; ad essi consacrò quindi le più
soliccite cure, prodigando l'ineffabile tene-
rezza della sua paternità sacerdotale.
E la corona più fulgida della sua gloria sono
ancor oggi le schiere degli orfani, dei giovani
poveri ed abbandonati che al mo cuore at-
tinsero il palpito della vita, e dalla carità ch'e-
gli anda,·a mendicando per loro trassero le
risorse per ascendere i gradini della ~cala so-
ciale a farsi onorata posizione pel tempo e per
l'eternità.
Alla scuola della sventura.
Il cuore del Padre sì era formato alla scuola
della sventura per la più vasta e più sentita
paternità spirituale.
Orfano anch'egli di pnùrc all'età di duo ann!,
non bastò tutto l'affetto di mamma i\\1arghc-
rìta a fargli obliare qucll'I I mnggio del 1817
quando Francesco Bosco chiuse gli occhi all:1
luce del tempo, affidando i figli alla impareg-
giabile consorte con queste parole: «Ti rac-
comando i nostri figli, in modo speciale Gio-
,·annino ».
<, Io non toccava ancora due anni - narrò
più tardi il Santo nelle sue Jlemorie - quando
mi morì il padre. e non mi sovvengo più
della sua lìsjonomia. .:\\"011 so che sia stato di
mc in quella lutuiosa occonenza; soltanto mi
e ricordo, cd il primo fatto della vita di cui
tengo memoria, che mia madre mi disse:
- Eccoti sen:::a padrr! - Tutti uscivano dalla
camera del defunto cd io voleva assolutamente
rimanere. .:\\Iia madre, che aveva tolto un re·
cipìente nel quale stavano delle uo,·a nella
crusca: - T'ieni, Gir.n.:anni, ,:ie11i meco - ri-
peteva dolorosamente. - Se non ·z:ùme papà,
non ci voglio venire neppur io - risposi. Po-
z•ero figlio, - ripigliò mia madre - rìeni
meco: tu 11011 hai più />(Idre! - Ciò detto ruppe
in forte pianto, mi prese per mano e mi trasst:
altrove, mentre io pi:rngeva pcrchè ella pian-
geva, giacchè in quell'età non poteva certn-
mente comprcnderè quilnto grande infortu-
nio sia perdere il padre. Però mi ricordai
sempre di quelle parole:
Eccoti stn~a
padri'_/
Ben comprese col crescer degli anni il
<, grandt' infortunio>>, soprattutto quando il
fratellastro Antonio nell'osteggiare la ma vo-
cazione al sacerdozio, giunse al punto di co-
stringere mamma lVIargherita a sacrificare
il povero Giovannino ed a mandarlo fuori
- casa a cercarsi lavoro in qualche cascina come
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1.3 Page 3

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gar,one ili campagn.1. L'.1utorità tld babbo
quanto a\\'n:bbe p<>tuto facilitargli la vita I
!\\la tgli forse non sirchbc riuscito ;1 farsi
un'idea adeguata ddla grnnde svcntui.1 cd il
suo cuon. non awt-hhe forse saputo aprirsi
quant'era necessario al sollie\\'O degli orfani.
1 lirah''.i sempre le dc di Dio, anche quando
ci •;emiliano tanto inc di spine!
Il primo ospizio.
La prima :mima infatti che Dio :nrcbbc
p.offerto al $UO apostolato, 1'8 iliccmhrc 18.p,
do\\'c\\'ll c~sere l'ani111;1 di un orfano di padre
e di madre. l'anima di Bartolomeo Garelli,
l'astigiuno sedièt:nne, garzone muratore. E le
primt• frotte di gio\\'ani <:hc gli corsero anorno
per lt• vie per le piane, proprio giova111 po-
,·cri ccl ahhandonati.
App1·na e;-ntrato nel Coll\\ iLto di S. Fran-
1.:esco scriss.! ancora nelle sue .l!t'llwrie -
:,ubito mi lrO\\'at una schiera di giov;111ctti
che m1 sc~uiY.mo p, r I v1:1li e per le pi,1zze e
nella :;te:.sa sagrestia tklla chiesa 1kll'Isti-
tuto. l\\b non pot<:va pn·ndcnni llircll,1 cura
di loro per mancanza di locale •-
Pcrchè m~i quei eiovani sel?'llirnno lui a
preferenza di tanti altri lilJCcrdoti pii, zelanti
e caritalc\\'oli che pure ,thbonda\\'ano in To-
rino? Oh, l'intuito dl·t ~iuvani I G li l<•ggcvano
il cuot"l' negli occhi t sentivano ch'era fatto
per lorn.
L'chhcro hcn pre:;to ;1 disposizio11c e fi-
nirono per averne quJsi il monopoliC>. La
pro,·vida tHsstone apparve a Don Bosco in
tulle le sue esigenze: " 1ì!,i derelictu.s es( /mu-
p1•r, 1Jrjlha110 111 eris ndj11tnr: a le si è :1hba11-
donato il misero, Jcll'orfano tu sarai l'niuto ~
(Salmo I X, Il. q.).
E, pur non sapenJo ancora quale i;.ircbbe
stata la !>ua sistemazione, egli non fece che
aR>econJare la Prowidcnia.
1 figli della strada, gli orfani, 1 derelitti
gli affiuirono a frolle dai quartieri dclln città
di T orino. disputandosdo in una gara di con-
fidenza i: <li ahbanJono.
11 Santo s1 senti lcKato alla sorte d1 quei
birichini e vi si L"t>n:;acrò totalmente. Tanu
anni dopo, nel 1.859, dando la •strenna~ per
l'anno S(•gucnte agli intemi raccolti a centi-
naia nell'Oratorio di S. Frnncesco di Sales,
egli pot~ J1re senza tema di smentita: 1/iei
car, figliuoli, rQi sapflr qum,tu io t·i ami 11el
Sig1wr1, e come io mi sia tu/lo cc,a,arrll/O a
fan:1 qm / /11 /Je 11/llggwre che f>ùlriJ. Quel poco
di sc:in1;;;a, q11el poco di nprnc11;:;a du lw ac-
quùtaltJ, 1/IUllllO S()/1() t' 'JlllllllO possq:go, prt'-
gltiur, fatùlte, s,mit,i, '" mia ,'Ìft1 sto,n, f11tlo
desidao impù:gart' a 1·11.1/ru seri.'i-::io. ili qua-
luflq,tt• ,:forno e f>tr qua/1111quc cosa fate pur
capilalf di llll', 11111 spuialmcn(r ndlt m.11· dtl-
l 'm1i111fl. f't,r par/1 mù,, p,•r stre1111a, '1.'I lutto
ml' strs.io; mra cosu 111nd1i11a, ma q1u111da w 'l'Ì
do tutto. nwl dire dtt 111illt1 rin·rbo p, me.
Tutto infatti avcv,1 lktcrificato per loro.
Bastercbhe ricordare il drammatico collo-
qum colla marches.1 Giulìt:lta di Barolo, quando
la mun ifica Dama, preoccupala 11011 meno
di assicurare alle sue ll!tituzioni un pn.zicm,
direttore spirituale, quanto di pron c-tlt·re an-
che alla si,-tcma.zionc del Santo, glt pni;l' il
dill·mma J1 scegliere tra il suo Oratorio e
l'0;.pcdal,•tto. lo t't ho pi<i ri/1ttt11/o da lfllln
tn11po rispose Don Bosco. - I.a mia t. ita
è co11sflc1 "'" t1! hou•.1'l'tir1 dei p0'1'<'1"1 .~irn·anrtti
e 111111m 111m mi farà drnare dalla J/1uda che
il S~t:11tm 1111 lta tracciata.
La ,\\IJrchesa gli act.·ordò ancora lrc mesi di
tempo per pensarci; ma, quando gli mandò
Silvio Pellico a far 1'11lwno tentativo, ebbe la
stessa risposta. La J\\lurchesa non uvrcbbe
stentato a trm·arsi un aiuto cappellano pci suoi
istilut1; ma tanti poveri orfanelli, wnti gio-
vani ahhandonatt dove sarebbero andati a
finire se Don Bosco non si fosst sacrificalo
per loro?
La prima ancora <li salvez;,..a fu l'opera
degli O ratori. Per<> urgeva no ospizi per chi
non avl v.1 più gl•niwri, tetto; cd, ap-
pena act1uistata Cai:ia Pinardi, il Santo non
tardò accogliervi i più abbanùonati. È
vero che più volte In sua carit:ì\\. fu mal ripa-
gata: giovinastri vaga hondi tolti propno dalla
strada g li scapparono d i notte rubando len-
zuola e coperte. 1\\,fa non tardò a bu~sare
alla porta un orfano autlntico.
li primo orfanello.
Ern una tarda e piovosa sera lici maggio
1847. li Santo aveva da poco cenato quando
un .t(iovinctto sw quindici anni, tutto bagnalo
da capo a 4>ied1, si fc1.:c innanzi a chiedere
pane e ricovero. i\\Iamma l\\Iarghcrita lo ac-
colse amorevolmente, lo fece avvicinare aJ
fuocn, e uopo averlo riscaldato e fatto asciu-
gare gli porse minestra e pane. Quando lo
\\'idc ri:;torato, Don llosco lo interrogò donde
\\'ellisse, ti(! a,•cssc parenti, che mcsticn facesse.
Sono un pc,,•cro orfano - ri:.p<>sc
giunto p<>c'anzi dalla \\'alscsia per cercarmi
lavoro, e fo' il murntore.•\\ vcvo tre hrc, ma
le ho già spese, e adesso non ho più niente
e non son" più dj nessuno.
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1.4 Page 4

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Sei già promosso alla Comunione?
Non ancora.
E a confessarti ci sci già stato?
Sì, qualche volta, quando viveva mia
madre.
E ac.lcsso <love vuoi andare ?
Xon so. Domando, per carità, di poter
passare la notte in qualche angolo di questa casa.
Ciò detto, si mise a piangere. A quella vi-
sta la buona mamma Margherita, che aveva
un cuore tenerissimo, pianse ella pure.
Anche Don Roseo era estremamente com-
mosso, e dopo alcuni istanti, riprese: - Se
sapessi che non sei un ladro, ccrcl1erei di ag-
giustarti in questa casa; ma altri mi porta-
rono via una parte delle coperte, e temo che
tu mi porti via il resto.
- Oh, no, signore: stia tranquillo; io sono
povero, ma non ho m<1i rul·ato niente.
- Se vuoi - disse mam~ Margherita
a Don Bosco - io lù accomoderò per questa
notte; e domani Jcldio provvcdedt.
- Dove volete metterlo ?
- Qui, in cucina.
F se vi portasse via le pentole ?
Procurerò che non succeda.
Fate pure, sono contentissimo.
l\\fadrc e figlio uscirono fuori, ed, aiutati
clall'o,·fancllo, raccolsero alcune teste di mat-
toni, fecero con essi q1iattro pilastrini in mezzo
alla cucina, vi appoggiarono sopra alcuni assi,
e su questi adagiarono il materasso tolto,
pt'r quella sera, dal letto di Don Bosco. Due
lenzuola ed una coperta completarono i pre-
parativi. Mamma l\\largherita fece al garzon-
cello un sermoncino sulla necessità del lavoro,
dell'onestà e della religione e poi lo invitò
a recita1·e le preghiere.
- Non le so più -- rispose quegli arros-
sendo.
- Le reciterai con noi - disse la mam-
ma. E, postisi in ginocchio, gliele fece ripe-
tere parola per parola.
L'indomani il Santo si dette attorno a cer-
cargli laYoro e, prodigandogli vitto ed allog-
gio, gli assicurò l'avvenire.
Un mese dopo, al primo si aggiunse un
compagno, trovato da Don Bosco sullo stra-
dale di S. Massimo: colla testa appoggiata
ad un olmo, piangeva dirottamente.
- Che hai ?- gli chiese premurosamcnte -
pcrchè piangi ?
- Piango perchè sono abbandonato da tutti
rispose. - Mio padre morl prima che io
potessi conoscerlo; mia madre, che mi voleva
tanto bene, è morta ieri e l'hanno portata po-
c'anzi a seppellire.
E scoppiò di nuovo in pianto dirotto.
Dove hai dormito la notte scorsa?
Ho dormito ancora in casa; ma oggi
il padrone, perchè non gli si er-d pagata la
pigione, si prese le poche masserizie che vi
erano e, appena rimosso il cadavere cli mia
madre, chiuse la camera, ed io son rimasto
orfano privo di tutto.
- Adesso che vuoi fare e dove vuoi an-
dare?
- Io non so che fore, nè dove andare...
Il poverino era anche affamato. Don Bosco
se lo condusse all'Oratorio e lo affidò a mamma
Margherita con queste parolt:: - Ecco un al-
tro figlio che Dio ci manda: abbiatene cura
e preparate un altro letto.
La scena si ripetè nei mesi seguenti, con
tal frequcn7,a che la madre un giorno gli
disse: - Ma, se fai sempre così, e tutti i
giorni mi conduci in casa dei nuovi giovani,
non ti rested nulla per te, quando sarai
vecchio.
- l\\Ii resterà sempre - rispose non Bosco
- un letto all'Ospedale del Cottolengo. Ma
se questa è opera di Dio, andrà avanti.
Per quell'anno tuttavi.\\, data la ristrettezza
dei locali, dovette limitarsi a sette. Coll'ac-
quisto di tutta la Càsa Pinardi e colle succes-
sive costruzioni potè far posto in pochi anni
ad un numero ognor crescente.
Calamità pubbliche e sventure improvvise
ispirarono prodigi alla sua carità.
Nell'espansione dell'Opera le sue prime
cure furono sempre per gli orfani. Sull'e-
sempio dell'Oratorio di Torino, egli molti-
plicò gli Ospizi in Italia ed all'estero, ovunque
una pubblica chiesa o la generosità dei Coo-
peratori gli permise di sperare la suffeiente
beneficenza. Basterebbe ricordare, fra le Case
aperte durante il corso della sua vita, gli Ospizi
di: Genova-Sampicrdarena, Roma Sarro Cuore,
La Spezia, Faenza, Firenze, Catania, Nizza-
l\\1are, La Navarre, l\\larsiglia, Sarria-Barcel-
lona, Buenos Aires, Viedm:i di Patagonia...
Il suo programma.
Ma quel che è notevole si è che il Santo
non ebbe solo di mira un'ospitaliLà qualsiasi,
bensì una vera, adeguata educazione ed attrez-
zatura alla vita da supplire completamente
alla perdita dei genitori.
Sarebbe molto interessante una statistica
degli ex allievi che appartennero a questa
categoria di prediletti che alle paterne cure
-- del Santo debbono la loro onorata posi-
35

1.5 Page 5

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1-ionc sociale e, non pochi, Ja loro fortuna. i\\lfa
più che il numero dei beneficati bisognerebbe
rilevare la varietà e la qualità delle posizioni
raggiunte. Se ne avrebbe la tlocumenta1-ione
più eloquente di quella preoccupazione di orien-
tmnento professionale che oggi si impone alla
scuola come un problema nazionale e che
Don Bosco sentì fin da quando, un secolo ad-
dietro, cominciavasi appena a far l'ltali:i,
corne un problema sociale d'importanza vi-
tale. Raccogliendo sotto il suo tetto, alla sua
men a, giovanetti poveri cd abbandonati, egli
assunse tutta la responsabilità del loro avve-
nire. E, Padre e llaest; o rl, i iirn ani, come lo
chiama la Chiesa, non si limitò ad offrir loro
un letto cd a mendicare un pane. Con sag-
gczz~1 e premura veramente paterna, studian-
tlone l'indole, le forze e le inclinazioni, chi
ammetteva agli studi, chi alle arti e ai me-
stieri; chi assecondava ndle sue aspirazioni
alla vita sacerdotale e religiosa, chi indiriz-
1-ava a professioni convenienti, chi ai pub-
blici impieghi, chi all'industria, chi al com-
mercio.
Il suo senso pratico fu spesrn favorito <la
ispirazioni snprann:llurali, soprattutto quando
si trattava ,ij vocazioni allo stato ecclesiastico
od alla perfezione religiosa.
Se ebbe a piangere qualche spostato fu in
coloro che resistettero aUa sua voce, che re-
spinsero i suoi consigli, che si opposero a1
suo indirizzo. Egli a ciascuno de-i suoi orfanelli
seppe fare e prospettare il giusto posto nel
mon<ln, portandoli a qud grado di cultura
cd a quell'abilità tecnica professionale che
garantivano le ri~orse della riuscita. Così volle
attrezzati i woi Ospizi, le sue Scuole Pro-
fessionali ed Agricole.
<• Questi Ospi::i - egli dispose nei suoi Re-
golamenti - abbiano di mira 110n solo l'istru-
:::ione religiosa dei gim:a11i, 1110 a11clte di abili-
tarli a guadagnarsi 011estame11te il pe1111-; perrir,
i luhoratori no11 abbiano scopo di lucro, ma
siano ,'ere sruolP di arti e mesfipn' ~.
Fu quindi Padre dezli 01fr111i nel pieno senso
della csprçgsione.
L'eredità paterna.
L'eréùiLà patema fu raccolta con venerazione
e con la stessa preoccupazione di responsa-
bilìtà dai Successori del Santo, che, nel pro-
gressivo sviluppo dèll'Opera Salesian:i, conti-
nuarono a <lare la loro preferenza ai giovani
più poYeri cd abbandonati, sopratrutto agli
orfani. E la carità dei Cooperatori seppe tanto
---
adeguarsi allo zelo dei Rett01·i .l\\Iaggiori du
permettere un'estensione della beneficenza
proporzionata ai bisogni. Grazie a1 loro con-
corso, ogni anno, i Successori di D. Bosco
hanno poruto inaugurare numerose nuove
fondazioni di cui han dato regolarmente l'elen-
co nelle lettere circolari di Capodanno pub-
blicate dal Bullmino Salesiàrio del mese <li
gennaio. J Cooperatori ananno notato che
molte cli quelle opere erano destinate in modo
particolare ad accogliere la gioventù povera ed
abhandonata.
Da quei resoconti annuali risulta infatti
che, agli Ospizi e alle varie Case di beneficenza
aperte <la D. Roseo, il Servo di Dio D. Michele
Rua ne aggiunse altre 67; D. Albera, che
resse la Società Salesiana nel periodo tlella
prima guerra mondiale, altre 2.4; Don Filippo
Rinaldi, in nove anni di rettorato, altre 73; e
·l'attuale Rettor l\\Iaggiore, Don Pietro Rical-
done, nel primo decennio del suo governo,
altre -1-0.
Questi! cifre danno tuttavia soltanto il
numero degli Jstituri ufficialmente e preva-
lentemente tlest inati alla gioventù povera ed
abbandonata. Per integrare il quadro della
beneficenza bisognerebbe riportare la stati-
stica degli orfani ospitati d'urge.nza negli
altri collegi, al sopraggiungere di pubbliche
calamità: terremoti, inondazioni, carestie, ecc.
I nostri Cooperatori ricordano quello che si è
fatto, per citare solo l' Italia, in occasione dei
terremoti di '.\\1cssina, di Avezzano, di Li-
guria, all'infuriare della. guerra mondiale,
e dall'attuale Rettor Maggiore nella guerra
d'Africa e nella guerra attuale, come abbiamo
detto nel Bollettino di gennaio. Occorrerebbe
pure tener conto delle agevolazioni fatte in
tutti i nostri collegi sulla già modi.t."3 pensione
ordinaria agli alunni angustiati da particolari
strettezze.
Le statistiche, diligentemente nidatte anno
per anno, recano delle cifre oltremodo conso-
lanti. Xoi, sull'esempio di D. Bosco, non le
pubblichiamo nei loro eloquenti particolari;
tuttavia ai Cooperatori, che appartengono
alla nostra famiglia, non possiamo rifiutarci di
riassumere almeno alcuni dati della benefi-
cenza che la loro carità ci mette in condizione
di fare ai giovani bisognosi di pane e di edu-
cazione.
Dal resoconto del 19-+o (l'ultimo completo
che potè classificare l'archivio centrale della
Congregazione) ricaviamo che in quella sol~
annata vennero accolti .~ratuitt1111e11/e negli
Istituti della Società Salesiana 10.739 nl111mi
i11ler11i e 12.101 tra semiconvitti cd esterni,

1.6 Page 6

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con un:1 r,cneficen:rn complessiva che su però
per quell'anno i 38 milioni. A questi si deb-
bono aggiungere i gio\\'ani acc'llll a pensione
ridottu, e cane 9585 interni e 5-1-25 tra semi-
convittori cd esterni. con una beneficenza
complessiva che oltrepassò i 12 mLiioni.
Yi è di più; nei nostri numerosi Oratori
Fcstfri e Doposcuola si atùr:mo i giovani per
mezzo di trottenimcnti cultumli e ricreativi,
nssociazioni e ~iochi, allo scooo ù1 poter impnr-
al Rcltor :\\lnggiorc per il suo Gi11hilco Sacer-
e dotale, che quello di prc:-cnt·m.)i un'ullcrta
che lo metta in grado di ospìtan; cd eduC3re
gratuitamente nei nostri Istit.::i u:.. maggior
numero di orfani.
Etl egli avrà i mezzi per .iumcnturc la
beneficenza che tr:idizion:ilme:nc si fa dai
F(~li di D. Bosco, i quali anche in que,;to
seguono le direttive caritatevoli <li colui che
fu giustamente chiamato <• Padre dc~li orfPni ~.
Bar e e I I o n a (Spairn~) • L 'OP<"r.i di D. Bosco lllusu,,.m nel mosaalei della cdpi;,
del Trmplo a l S:acro Cuore •ul " Tlbidabo •·
.tir loro l'istruzione religiosa; ora il bilancio
delle spese per questa caratt~ristica attività sa-
lesiana a~g-iunsc alla beneficenza suesposta
;altra bcneficcnza per un valore complessivo
che superò i 17 milioni.
Le cifre sono del 19+0. Quelle del cor-
rente anno, anche solo dai dati che abbiamo
potuto avere da varie lspettorie, le superano.
Confidiamo pertanto che, anche nelle stret-
tezze dell'ora che volge i nostri cari Coo-
perotori e le nostre pie Cooperatrici continue-
ranno ad aiutarci quanto sarà loro possibile,
permettendoci di prodigare l'opera nostra a
tutti I giovani bisognosi che busseranno alle
nostre porte.
Concorreranno cosi efficacemente anche al
secondo dono che ci proponiamo di offrire
SOTTO LA CUPOLA
DELL' ~AUSILIATRICE
Il mese di gennaio si chiuse con la festa
del nostro santo Fondatore Don Bosco. Si
era invitato per la novena l'Ecc.mo Vescovo
di Pit1glia.no :\\Ions. Battistdla, e per la festa
di S. Francesco il uum•o VesC.'O\\'O di Pavia,
S. E. Mons. Allorio. Ma, sopravvenute le
incursioni e sfollati i giovani, si dovette ridurre
il programma a più modc,stc proporzioni. Pre-
dicarono quindi la novena I nostri due con-
frntclli Don Garneri e Don Zanantoni. [ fe-
deli e devoti accorsero in numero discreto
e cuno con not.cvoli sacrifici fin <lai primo
-- 37

1.7 Page 7

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giorno, il 22 gennaio. In mattinata passarono
a prendere la benedizione ùella .:vtaclonna e
ad invoc-.irc l'assistenza del nostro Santo gli
alunni intcmi di prima e seconda Media
dell'Istituto <• Carù. Richclmy », che raggiun-
sero Cumiana per continuare anch'essi i loro
studi in quel nostro Istituto.
Il 23 partecipammo fervorosamente a1 pcl-
lcgrina~gio cli penitenza e di propiziazione
indetto clall't\\postolato della Preghiera, dalla
Cattedrale al Santuario ùdla Consolata. Col
nostro Rcrtor l\\Iaggiure cr:!nO i Superiori del
Capitolo, Direttori e Confratelli cd i nostri
allievi interni rimasti dopo lo sfollamento dei
compagni. Il pcllcgrina_g~io raccolse dietro la
Croce migliaia <li persone che gremirono la
basilica, la piazza e le adiacenze, pregando con
intensa pietà la \\'ergine Santa per la pace.
Impartì la llc:ncdizionc Eucaristica l'Em.mo
Card. Arcivescovo, il quale, di ritorno da
Roma, ci confortò anche con la benedizione
del Santo Padre, dicendoci la parwcipazione
del Papa alle nostre ansie ed alle nostre pene,
e ricordando quanto egli abbia falto prima
per impedir la guerra e ·poi per mitigarla. Non
lo si volle ascoltare, ed ora egli ci invita a
rivolgerci insistentemente a Dio per affret-
tare l'avvento della sospirata pace.
Alla festa di S. Giovanni Bosco celebrò la
Messa della Comunione generale il nostro
Rettor Maggiore e tenne Pontificale S. E. Mons.
Ma?..zini. La scuola di canto ùe,i nostri confra-
telli coadiuto.-i dcli'Oratorio e dcli'Istituto
~ Conti Rehaudengo >> svolse il programma
liturgico con ottime esecuzioni.
La festa esterna ùi S. FrancesCQ rii Sales
fu trasferita anche quest'anno alla prima do-
menica di febbraio e riusci molto devota.
Pontificò S. E. l\\Ions. Gionalj e disse il pane-
girico del Santo il nostro Don Luzi.
L'omaggio dei giornalisti e degli scrit-
tori cattolici a San Francesco di Sales.
Particolarmcnrc gradito il concorso dei gior-
nalisti alla funzione promossa dall'Unione di
S. Fral'\\,Cesco di Sal~s, rappresentata dal redat-
tore de l'Italia prof. Arata, cui si associò
anche il Comitato della·« Messa per l'Artista ~.
rappresentato dal sig. De Silvestri. Col. Com-
mendatore Prof. Cima, !;cgrctario rcgioruile
del 8indacato Fascista dei giornalisti e Segre-
tario di redazione de La Gazzetta del Popolo,
e col Gr. Uff. Prof. Avenati, Presidente d:::1-
1' Istituto di Cultura l~ascista e Cronista Capo
de La Stampa, erano numerosi colleghi dei
-
quotidiani torinesi ed il Cav. Luigi Chiesa,
corrispondente de I.'Osser'vatorP Romano. Cc-
lchrò per loro, nella cappella delle Reliquie,
alle I r ,30, il Dirctrnre del nostro Bol/pff1110, il
quale riwocò hrcvemente la figura e l'aposto-
lato del Santo Patrono traendone fervore <li
aspirazione all'alta missione del giornalismo
nel campo religioso, patriottico e sociale.
La domenica seguente, t -1- febbraio, Coo-
peratori e Cooperatrici intervennero alla Con-
ferenza Salesiana tenuta dal nostro Don Fn-
gliasso.
I N FAMIGLIA
Sa n l u Lu s su r g i u - Inaugura-
zione del primo tempio a San Gio-
vanni Bosco in Sardegna.
Presso il nostro Istituto, che sorge a cava-
liere dell'amena cittaùina di S. Lussurgiu,
svetta finalmente lo snello campanile che canta,
dall'alto delle colline digradanti verso i] Cam-
picùmo, la gloria di S. Giovanni Bosco alle
devote genti di 8ardegna.
Il sogno, lungamente vagheggiato, è dive-
nuto luminosa realtà. Un grazioso tempio,
snello nello slancio degli archi ·ogirnli, di stile
pisano-sardo, accoglie folle di giovani c di
devoti imploranti benedizioni sulla patria in
armi.
La solennità dell'Jrnmacolata aprì la serie
dei festeggiamenti per la dedicazione.
Impartì la benedizione al tempio, il 9 <.li-
ccmbr-e, il Direttore dell'Istituto, delegato
dal Vescovo Diocesano. Presiedette le mani-
festazioni, quale rappresentante del Rettor
Maggiore, l'lspettorc Dott. Ernesto Berta. A
sera, S. E. Mons. Nicolò Fra;,.iolì, Vescovo
di Bosa, espose le reliquie dei SS. Martiri
e di S. Giovanni Bosco, da includere nel se-
polcreto dell'altare.
Nella mattinata del giorno seguente, lo stesso
Ecc.mo Mons. Frazìo li consacrò l'artistico al-
tar maggiore, ricco di marmi pregiati, genero~o
dono del Cav. Giovanni Onali di Cagliari.
Alle on: 16, il Rcv.mo Can. Dott. Sole, del
Pontificio Seminario Sardo, irtiziò, con la nota
facondi;i ed efficacia, il triduo Ji pnidicazione,
se~ruito attentamente dal pubblico, che grc-
mivà ogni angolo del tempio. Chiuse ogni sera
la funzione la solenne ben<:tlizione Eucari-
stica. Nei lre giorni si celebrarono Messe spe-
ciali successivamente per i soldati e per le

1.8 Page 8

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fami~lie cil-i richiamati, per i hamhini (lclle
scuole. e per I Cooperatori, le Cooperatrici,
le T>arnc Patroncsst: e i 131!nefattori. D11mntc
tuw, il mattino del 13, ~r-.inùc affiuenza ai
SS. Sacr.unenti fino all'om del Pontifit-ale,
cclehn.rto da S. E. :.\\lons. Ciuseppt· Cogoni,
A.rcl\\'cscovo Jj Oristano, ch1; lcnnc una sma-
glialllc Omelia su~- Giovanni Bosco. La chiesa
ere gn:mna fì~> all'inn:ro,-imilc. La Sclwla
Ct111l11rw11 ddl'Islltutu cantò la llww ,1ubi-
laris del \\'itLUdini. Fra le personalità interve-
nute notammo tulle le .\\ut<>riw di ~ Lussurgiu,
il Podestà di Abhru;anw, il Comandante del
Presidio Col. :.\\lar.111, \\iiri :iltd ufficiali e un
gran numero d1 amid, di h"ncfattori c di fa-
miliari cll'gli allievi.
I fcstt:gg1amenti furono chiusi, a sera, col
canto del Te D<·11111 e con l,1 solenne benedi-
zione Eucaristie-a, irnpartiw da S E. 1\\.fons.
Cogoni, che, all.i fine, vollt· dire a1 Lussurgesi
un'ultima parola di C()mpiacimento e di esor-
tazmnt".
Corono le.. cclehr.udnni, il giorno •~• un
solenne funerale in suffragio ùd hendauori
defunti.
V i g o d i C a d o r e - 11 Patriarca
di Venezia benedice la nuova Scuola
Materna delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice.
L'mau~urazinne della nuova Scuol.1 l\\Ia-
tcrna delle Figlie ai :\\Jaria \\usiliatrice in l 'igo
di Cadore (Belluno), pac:;c nativu di 8. Em.
Rcv.ma il Care.I. Aderldatn Piazza, Patriarc11
d1 \\-cn~z1a, riv<.:stì unJ particolar<.: ~olennit.ì
pl"rt·bc presenziata ùallo stcs;;o Eminentissimo
Porporato.
Lo attcnde,-ano nel corulr.: della scuola au-
torità e popolo, associazioni religiose cd or-
ganizzazioni patriotuche con labari e bandien:,
facendo ala al candido stuolo dei cento b1mln,
schierati in hdl'ordinc sul limitare dell'atrio.
11 primo saluto fu risen,Ho all'innocenza: due
sole parole dette da una piccolina, anche a
nu111e dei compagni. Poì I gio\\',111i dr ,\\. C.
i::.c~irnno il canto del Btnrdirtus; IJ nipote
<lei Cardinale lesse con gnizia un indirizzo
ù'om,1gg10, e 11 bimbo del PoJcstà offrì un
muzzo d1 fiori.
Indo,:s,1ti i sacri paramenti, S. Eminenia
p.1,sò a benedire il locale, qu111Ji atfoccian-
dosi alfa vcr-.inda rivolslc la sua commossa
parola ·al popolo. Dopo d1 aver espresso la
propria <\\mm1raziont· pi:r la hcllcua del nuovo
cù acco~licntc edificio, che chiamò un.1 fine-
stra sul mondo, pcl m:i~nifico panor:irna delle
montal!ne del Cadorc, <lispieganksi all'in-
tnmo, esalto l'opera delle Figlie di l\\lariu Au-
siliatrice, che prendevano in consegna l'c-
ducuzione dei bimh1 d1 \\ 1go. I ,e disi.c :mimate
clall:1 slcssa fiamma di amore per le anime elci
Fond.11on. S Gim·...nni lfo:.co, il S,tnlo cdu-
<.':l.torc pi11 moderno e pii1 italiano; e da ciò
ne 1r,1si:e la miglior gannzia per il paese, nel
sapere r propri hambini affidati a mani sicure.
Parli, inolm: della prm vida opera degli Asili
e Giardini d'Infanzia, tra:;formati nella nuova
forma di cùucaziouc infantile.. della Scuola
materna, che dcfìni purl' come vestibolo della
chiesa, dovi: i himbi imparano a conosco:rc
e ad amare Dio. Partu;olarmcntc ~aera poi
quella di \\ 1go pt"rchè eretta in munoria dei
valoro;;i C,1duti, il cui eroismo è per se scuola
di grandi e nobili e;;cmpi.
Jm itate quindi famiglie a collaborare
all'opcm delle msc_gnanli pn assicurar!.' alla
Scuola i migliori frutti, concluse augurando che
la terra di V1go la quale pub gloriarsi d'aver
dato i natali a emin<.:nti figure nel campo
della religione e in quello della scicni.a e delle
arti, possa continuare le belle tradizioni pas-
sate, dando ancora uomini di salda fede, che
siano il \\'anto della Chresa e della Patria.
\\ 'iiiilò poi minutamente, insieme al Regio
ProvYcditore agli Studi, alla Ispettrice Sco-
lastica, al Din,ttorc Didallico e ;1llc altre
persnnalùà, lutto il locale e la rclati,·a anrez-
z.atura. E nel e<mge<larsi si moslrÒ tiuanto mai
soddisfallo per il promettente inizio dell'O-
pera, che si cstended1 anch<.: alle fanciulle e
alle giovani del pae:,1•, con l'apertura della
Scuola <li lavoro e <li economia domestica,
del dopo-scuola e dcll'anncs.~o Oratono fe-
stivo, nonchè coi catt"chismi e con le altre
forme di apo:,tolato p,,rrocchialc.
FRANCIA
Il Giubileo d'Oro di
" Villa Pastré ".
L'lspclloria Franct"sc ddfc FiRhe di :\\!aria
Amiliatricc ha celebrato il cmquantcoario <lei
t-.0\\·iziat.o e Collegio di Villa Pastre in 8.te
1\\1.lrgueritt (l\\larsii;li:i): la fondazione clll" <leve
con:.1dcrnrs1 eome jl centro di tutte k altre
opere dell' Istituto in Francia. Essendosi il
i\\cwiziato aperto prnprio nella festa dcli' lm-
m"?colata <lei 1S91, la ricorr1.onza giubilare coin-
cise, per felice cr,mbinazionc, con qucll.1 cen-
tenaria dell'Opera Salesiana; perciò le due
date vcnnl!ro commemorate insieme, con una
solenne cclchr-.iziom:., il 31 maggio u. s.
-- 39
b

1.9 Page 9

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TI giorno innanzi, dopo la chiusura e.li un
particolare Corso di Esercizi Spirituali, le
Direttrici, unite alla re\\·. lspellricc, ~i recarono
al Pensionato \\T. C Daghcro • per porgere
il riconoscente nmaggio di tutta I' Ispl·ttoria
alla vencrnnda ;\\T. \\malia di \\lcana, l'inizia-
ziatrice e l'anima <kll'<•pcra c.lellc Figlie <li
'\\laria .\\usiliatricc in Francia, che pochi mc.-i
dopo volavu al Cido. :'\\ella sttssa sera s1 vol-
lero festeggiare pure le antiche prime sci no-
, ·izie, tutte presenti a rievocare le memorie
rei e ~fons. Grcnouilkt, il l'ttrroco di St-
1\\targueritc, il Rettore di ~- D. <le 1a G,mlc,
moltt altri Saccrdou e diversi Direttori Sa-
lesiani. La chiesa era stipata d1 alunne delle
Ca~e di :\\farsiglia e di St. C) r, di giovani
ddl'Oratorio Salesiano t S. Leone ,), di ex .11-
licvc, benefattori e rdigiosc di altri Ismuti
della città. .\\I \\'angelo, il celchrance III un
bel discorso tcssè 13 storia <li \\'illa Pastré,
ùopo la prima visione che ne ebbe in i;ogno
S G. Bosco nel 1880 (1): ricordò i p,ncri
cd eroici inizi dell'opera, il suo sviluppo che
dil'dc origine al sus,cguirsi delle altre fontla-
zilllli, le \\'arie vicend,• tril\\ti e ltt•tc; le fi,i.;urc
degli Ispettori Salcsi:rni c dei Parroci d1 !-i.te
\\Iargucnre che la orcondarono da curt, fra
1 quali Don \\Ibera t 11 futuro Card. :\\faurin,
grandc benefattore. Chiuse facendo i migliori
voti per l'avvenire e plr un crescente aumento
d1 vocazioni· auguri espressi c,m fervida pa-
rola anche da !i. E. '.\\Ions. , ~co,·o, fcrm:1-
tos1 tlopo la :\\fossa per ricevere un breve
omaggio della Comunttà e delle alunne.
,·c1 pornerig~o. vespri solenni, disrot"fo <lei
Sak:s,ano Don Dalloz :sul cemtnario degli Ora-
tori festivi, t Bencdizione eucaristica. Più
tardi una geniale a1:ca<lcmia all':ipcrto, csc-
guira da Jiwrsi gruppi tli alunne delle v.1ric
Ca<c e rallc~rata da scl'lta mus1ca strumentale
<lcll11 Banùa ùdl'Oratorio Salesiano• S. L~onc *
chiuse l'indimenticabile giornata, che segnò
una hclla t.!ppa nella nta dell'opera.
:;. Il. M"n• Giulio C'.ilccdo,
\\'c•co~o di n~rmnqulll2 (Colombia).
del p:issato, e a ccld,r;1rc, con animo grato a
Dio. 1 loro cingu:mt':mni <li dt.1 rdigio~a.
t'ù·I scguent1:, la commcrnoraziont· g1u-
hilare s'iniziò con la Santa \\fc.:!\\sa cclchrnta
alle ore 7 d:il Yicario GcncralL <ldla Diocesi,
\\lons. Borcl, già tt·stamonc dei lontani prin-
cipi dell'opera. .\\Ile 10 la santa \\lessa m
canto, cst•guita dallt :'llunne della Casa unite
.1 quelle del Pensionato ~e, u:ne ,> e a un
gnippo d1 orfanellt· <li ..,t. Cyr, fu celebrata
dalrI~pcttore Sab,iano Don J".tun:, con a:,-
s istrnza pontificale di S. E. RcY.ma ;\\Jon~i-
gnor Dday, \\'esco,·o ùi l\\Ian;i~lia. \\''intcr-
no- \\<·11:1cro pure i due \\'ic-Jri Grncr.1Ji :\\Ions.
-
COLOMBIA
na lettera <ldl' bp~tt"re Don Bcrrolo, in
dat.a 11 agosto u. ~ , c1 diede huonc notizie
cli tutte le c:ise tiella stw Jspcwma e d1 c1tuJIIC
dell'Equatore: e del Ycnczuela. \\ Ilo~otà ferve-
' ano i preparativi per la Consacr:monc Episco-
pale <li S. E. ~Ioni:t. Giulio Caiccdo, eletto,
come abbiamo a suo tempo annunzrnto, Yescovo
dt lfarranguilla. La Consacrazione era fissata
per il 16 <lc.:llo :.tc:.so mese, nella Primaziale.
Il 23, il nuovo Ycscovu s;tksiano tenne le pr1mt
Sacre Ordinazioni promoYcndo al sacerdozio
sd nostri confratelli, altri dodici al 8uddioco-
nato, undici a~li Ordini :\\Iinori 1; sci alla Ton-
::ur.1. Prese pos~csso della sua Diocesi, il z9
i;c~uc.nte, fr-a accoglienze 1nonfal1. :'>:at1'·o di
Bogotà. laureato a Roma in filosofia e teologia,
ornato di belle doti di mente e di wprc e spl dal-
mente di ~randc.· hontà -:d umiltà, ha incontrato
la pii1 cordiale adesione fra tlllli i diocesani.
r,) Il tauo ~ npornuo ,.di., ,\\lc111wi" 1Jiu1<rafid,r J1
S. G. llo,co, \\'o l. X\\', pag. 53.

1.10 Page 10

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CENTRO AMERICA - Gran a d a -
Pel Centenario Sa]esiano.
Ci è giunta con molti mesi di ritardo una
copia del .'llensajerito de 1.llaria .dusiliao.ora del
nostro Collegio di Granada (Centro America)
colla relazione ùelle feste fatte nel gennaio
dello scorso anno per commemorare il- Cente-
nario dell'Opera Salesiann. La celebrazione
cominciò il 18 gennaio con una duplice Gara
Cateclzi.stica: la prima tra gli alunni del nostro
Oratorio festivo e di altre scuole della città
di Granada ed i giovani del nostro Oratorio
festivo di 1\\fosava; l'altra tra gli alunni dei due
nnstri coi.cgi di Gr:mada e di ?\\Iasaya.
Cooperatori <:d ex a!Jievi concorsero non
ionio ad apphn1dire le balde schiere durante
la sfilata per le vie cittadine e durante le gare,
ma anche a provvedere a tutti i giovanj un'ab-
honùante colazion.c e ricchi premi ai vinci-
tori. II 25, fu la volta delle alunne ed ex alunne
degli Oratori e Collegi delle Figlie di Maria
\\usiliatrice che con funzioni religiose e gare
catechistiche diedero a Don Boeco il fervido
omaggio della loro pietà e divozione.
li 29 gennaio, il collegio Don Bosco si gremì
ùi nuovo per una grandiosa accademia in cui
onitori scelti tra Salesiani, Cooperatori, Ex-
allievi ed Ex allieve delle Figlie di :\\! aria Au-
siliatrice si succedettero, fra inni e declama-
zioni Jci giovani, ad esaltare l'Opera del Pa-
dre comune. Ri colse pure l'occasione per de-
corare i più benemeriti de!Ja fondazione de-
gli Oratori festivi e dell'insegnamento cate-
chistico in città.
:\\Itri brillanti discorsi celcbrntivi interca-
larono lJ rius,citissimo concerto tenuto la sera
~cgucnte dalla handa del Collegio Don Bosco
ollietato anche da un canto della Scuola Pro-
fessionale Jlaria Ausiliutn"re. La vigilia della
festa fu poi Luuo un fervore di preparazione
spirituale che culminò nella funzione più sug-
~estiva della ::Vlessa di mezzanotte e della
procc,,sione di chiusura.
Alla Messa campale di !\\Iezzanotte nel cor-
tile del collegio Don Bosco, con Comunione ge-
nerale, accorsero non meno di tremila persone.
l"no spettacolo commovente! La processione
trionfale coronò le celebrazioni con manife-
~tazioni di entusiasmo la cui eco dura tuttora.
PORTOGALLO - Li s bona - L a
Croci ata Catechisti c a.
•.\\nche gli alunni delle nostre Scuole Pro-
fc;sionali d; Lisbona hanno accolto con entu-
siasmo l'invito del Rcuor l\\Iaggiore per la
Crociata Catechistica ed hann.o allestito una
mostrn catechinica cosi interessante che, chiusa
dopo il periodo fissato, per bisogno dei lo-
cali, si dovette nuO\\-amcntc riordinare per
assecondare le insistenti richieste del pub-
blico.
Il quotidiano ..J roz di Lisbona, facen-
done la descrizione diceva fra l'altro:
<< È una esposizione didattico-catechisrica ve-
ramente modello.
>1 Sta a dimostrare ciò che può essere una
sc\\lola di catechismo: una cosa viva, at-
traente, fascinante e pratica, capace di for-
mare il carattere e la personalità, di suscitar
vocazioni.
~ Le nostre catt;chil!tc la devono v1s1tare.
Oltre che uno stimolo a fare, sarà per loro tma
feconda e rara le;,,Jone. Rara pcrche in Porto-
gallo non si fece mai nulla del genere: è la
prima volta che si organizza fra noi una mo-
stra ùidattico-catechistica ,1.
S. E. ì\\ions. ;\\,Janue1 Trindade Salgueiro,
che presiedette la gara intcrcollegfale di Re-
ligione nella nostra cas::i di Lisbona, ,·isitando,
durante un intermezzo. la mostra disse: 1, La
gara catechistica a cui sto assistendo sarebbe
ben poca cosa se consistesse solo in un puro
esercizio mnemonico. Questa rappresenta-
zione grafica però delle ,,erità che i Yostri ra-
gru:zi hanno imparato a memoria valorizza
immensamente la gara. Sarehbe una cosa
molco buona se conscn-astc questi lavori 4. E
lasciò capire il grande desiderio di organizzare
qualche cosa di più grandioso per ùare sem-
pre maggior incremento alla Crociata Cate-
chi~tica cd estenderla in tutlo il P()rtogallo.
Dalla CINA
In una lettera giunta <la Slrnnglwi in data
7 settembre u. s. la rev. \\"isitntri~·e clavo huonc
;,otizie di quella Casa ùclle Figlie <li ~!aria
_.\\usiliatrice aiutata giorno per giorno dalla
Divina Provvidenza, sempre sollecita nel soc-
correre coloro che si atlìùano a 11.:i. Diceva
d1e nel passato 5 agosto, si ebbero una vesti-
7,ione e due nuove professioni indigene; e
che il lavoro era sempre in aumento presso
i poveri del Dispensario, le orfanelle interne
!! la Scuola, la quale, malgra<lo le difficoltà
dei tempi, prosegue benino.
Da Scltiulunc 11un ave1·a potuto più avere
notizie dirette dalla fine di aprile; ma ai primi
di luglio era riuscita a sapere che le Suore
internate da quattro o cinque mesi avevano
riacquistato la libertà e che stavano bene e
ahhastanza tranquille.
- 41

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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DALLE NOSTRE MISSIONI
CINA
n,m (_'11a wrtr,/11w dr/I' lspctton· Car!fJ Braga,
spedita da Slt,1111:/mi il 1 8 nr,ri mhrr ;.runu, ci
reean, lr s1•,:11r11li nnti:::it·:
•Imal.11/f/ Padre,
ci sfnr:tiamo e.li essere degni fìgli di f>un Bo-
sco. 11 Signore ci bcneuicc e ci cosucne. Tutcc
le Opl•rc· continuano. A .\\larno :;1 :.viluppuno
gr,mdit,samcmc. Ho notizie anche da Yun-
nanfo11 i:-hiucho\\, Confratelli e Suore inter-
nati a Lokd1onsz. Il \\"icario .\\postolico Mons.
Canazei e cinyuc altri confratclh .sono liberi.
Ad I longkong tulli bene, cos, pure ad Hanoi.
Qui ci trattano assai bene. Lu l\\Io~lra cate-
chistica fu un trionfo...
Pu:cn/11 d,r 111111 à sia giunto la re/(1:::icme
mrrrd(l/11 da /1111/e ht'lle foftJ,i:rnfir. Da altra
co"i,pondrn:a r,1ppia1110 e/te la illustra Cate-
clristia,, ullut,ta per commcmr,r"rc ti Cente-
nari() ddl'Opaa Salesiana, rimase aperta cin-
que mesi da .1:iugno a ottobre e suscitò
11110 strav,·d/Jwrio mteresse. Autont,i erdesia-
stirhe, s11p,-, wri d, istituti rl'l1:{fios1, alte per-
1;011ali1<i w1rl11• dtl 1111)11do p11g(l11<1 passarono a
y:isit<1r/11 r1p1,rtm1drme le lll~fflt0ri impressi<mi.
J,'11u111g11ur:11111t prece.dl'tlf• d, pt>r/11 Kionzi
le· Sacre Ordùw:io11i di un hf'l 1111111rro di 7/fJ--
slrt a,11/wt,lli dd/"lspettoria cinest r drll'lspet-
torill 1 lwi, o~p,ti p.-r IIJ .<tll(lw dr/lu teolog,a
dr/ 11ustl(J s111de11tato dt 1lm1gkm1g. I 1101.•elli
Sarerdoft relrbrarono la lurn flli11w ,llesm il
4 gi11g11u, {t'l'la del Corpus Dnmini fra il giu-
1,ik, , lt- [Nit dtlflt a/111mi e dei frdt'li. I.a Mostra
s, rl11t1H' ro11tcmporm/.l'm11e11tt 111 cirlu drlle cr-
/ehru-:sw11i dt"I li Centtwanr, della Compagnia
di Gesù; ,d miche Lo cermumia di rhiumra
m,ursr ad 111m i111p,,11tnte ma111fnta::ù111e di fede.
gli auguri più cordiali con T'otlcrta di ftr-
voro:,;c preghiere. T confrntdli tutti, che sonn
con mc, le Figlie di ..\\Iaria Au~iliatrice c<l i
giovinetti italiani (unti ventina) a noi affidati
per l'edncazmne e l'istruz1onc, si uniscono a
mc per protestarle lutta lu loro wncrazione,
affetto filiale e profonda gratitudine La no-
stra viw si svolge nom1almcntc cc.I in condi-
zioni favon,voli: dal lato rnutninlc la Provvi-
denza ci ha sl·mpn: assisuti e finora non ab-
biamo ÙO\\'Ulo ridurre il trattamento di an-
tcgu~·rra.
I.a YÌta n:lig1osa si svol~c con tutta rcg:olarit:1
e nulla manca ai confratelli di tutto ciò che
dc\\'c concorrere a mantenere alto lo spirito <li
pietà, <li canlà, e di sacrifizio. Certo l'impa-
zicn✓,a dcll'uttcsa talor,1 si fa sentire... :\\la la
hnona volontà e la fidU<:ia in l)j,> finisce sem-
pre col trionfare. I 0011tri d1icn<·i, finita la
filosofia, sono passati al con;<i teologico; sic-
chè qu(•st\\mno abbiamo un sol cor:;o ùi filo-
soffa, 11 terzo, ed assai ridotto. In tt-ulo~ia in-
vece: il numero è c.liscrcto e tutti studiano
con impegno e serietà. I giovani sacerdoti
sono impegnati a far scuola ai venti ragazzi
italiani; gli anziani, oltre la ~cuoia ai chierici,
esercitano il sacro ministero. I co:iJiutori sonu
tutti occupati nei laboratori e nei lavori ùi
casa. Le autorità sono contente del nostro
Campo pcrchè nel lan>ro fiorisce l'ordine e
l'allc~ria. Colle solenni funzioni di chiesa,
valgono a sostenere il morale, il teatro, la
banda, l'orchestra, ccc.
Da t1ltra corrirpo11dem:;a sappiamo che i no-
stri Istituii di .-Jlemmdrùi d'E1tillo e del Cairo
rimasero aperli e furono grC'l11ilt di o/unni che
fMtum10 compiere rF/!olt1rm,.11lt' , loro corsi. J
rrmfratrllt nusdro110 a fare , /olfJ l:'sercìzi Sr,1-
ntuali, pri dù·uti in dit·,·uc rnsc da Don Libero
Biondi.
EGITTO e PALESTINA
Dal Camp() 11. ro. L'lsp11tore Don G. B.
Cmwlr, il Ci 1w1·r111hre u, .1 , im·iaz·a, ha le
altre, r1ues/P. f/()fl:::1c:
INDIA
Da Slullong S. E. Jllum. Farando, m dota
24 ,ur:- 1·111hl'r, scrisse:
R1"t·.111r> ed amal.11,0 Padrr,
~i avvicinano le fc~tc <li :t\\at,1lc e di Capo-
d:mno, cd io sento imperioso il lmmgoo di
inviare a lei cd a tutti i Superiori l\\Iaggiori
-
Amufis,imo si.i:, Rtllnr 1ll11ffgÌ(Jre,
ho ricevuto la vostra lettura dello scorso
giugno. Qui nella missione dcll'.\\ssam i rn•
stri figli godono perfetta. suIute; e noi contt•

2.2 Page 12

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nuiamo il nostro lavoro. l JGovernatore del-
l'Assam ha scritto una bella lettera alle Suore
addette agli ospedali, sottolineando che «..•l'i-
nesauribile serenità ed allegria delle Suore
durante molti giorni di arduo dovere furono
di conforto a tutti •>.
Abbiam fatto la processione del C'orpus
Domini in questo mese di novembre e fu un
bel trionfo per '.\\:ostro Signore. La maggior
p,irte dei sacerdoti è ora in visita ai vari di-
stretti mi8Sionari. Il 24 ottobre abbiamo inau-
gurato il ~oviziato della Congregazione Dio-
ceqana della <• Suore Missionarie di 1\\iaria
Ausiliatrice dei Cristiani,, benedicendo l'abito
religioso ad otto giovinette. La ·Provvidenza
Divina è sempre buona con noi...
L'lsp<'Uore Sal1:sia110 Don Jllaria,w l.,guet,
it, datu 17 111r.:e111bre, dal 1Vord ludir1:
Rev.1110 e C'ar.11111 Padre,
la vostra lettera del 24 agosto fu un gran
regalo. Tutti abbiamo gc,duto nel sapere che
voi e tutti gli altri Rupcrion stare bene, e
tutti preghiamo quc,tidianamente per voi e
per le \\·ostre imenzioni. A voi ed a tutti i
Superiori presentiamo i più forvidi auguri
pregando il Signore a donarci presto una giu-
sta pace cristiana.
Eccovi intanto alcune notizìe. Il nostro
studentato teologico cli l\\Ja~lai venne tra-
sferito altrove: studenti e professori (55 in
tutto) stanno bene e proseguono i loro studi
10 comune. Anche il piccolo seminario, col
direttore Don Vincenzo Scuderi, va bene:
s0110 25 saltisiani tra studenti e professori. l
ConfratdH <lell'Ispettoria godono pure tutti
buona salute e mantengono il vero spirit0 di
Don Bosco. Nella casa di Sonada la vita pro-
cede regolarmente: oltre agli studenti di filo-
sofia abbiamo una ventina di buoni aspiranti.
I nostri 4 novizi di quest'anno Li abbiamo
uniti a quelli del sud. Con Don Cinato ci
aiutiamo quanto possiamo. Parecchie aelle
nostre scu-0le sono chiuse; ma quelle di Shil-
lcing e Krishnagar sono in piena efficienza.
Le nostre residenze missionarie continuano a
funzionare; ma potete immaginare fra quante
difficoltà! Ci vennero in aiuto i Padri Ge-
suiti e quelli di S. Croce con alcuni sacerdoti.
lo son sempre in moto per visitare le Case
a far tutto il possibile per aiutare ed incorag-
giare. Finanziariamente non andiamo guari
bene; ma la Divina Provvidenza ci viene
in aiuto c"n intenzioni di Messe, unico no-
s'.ro introito, dall'Inghilterra e dall'AmeriCà.
Tutti abbiamo fatto gli Esercizi Spirituali.
ln tutte le case si compiono regolarmente le
nostre pratiche religiose con gran fervore.
Le ultime notizie da D. Alcssi e Confra-
telli erano buone: il personale e i fabbricati
di J\\fon<lalay sono salvi...
GIAPPONE
Laudate Dominum in thympano et
choro. - Strumenti musicali giapponesi.
Rei-.,1110 f'd Amat.1110 .vig. Don Riwldont.
Nella speranza che presto o tardi le pervenga,
butto giù la relazione mensile. Xel mondo in-
cero, suoni di guerra... Nella mia povera re-
lazione, suoni <.lcgli strumenti mw,icali (o me-
glio di alcuni) del Giapponi•. Fui richie~to da
vari di qualclle nozione sulla musica giappo-
nese, e ben volentieri aderisco all'invito. La
musica giapponese penso che sia davvero trn
le più c.arattcri!'tiche del mon~o e per le sue
tonalità e per gli strumenti che l'accompagnano,
e più per lo spirito di profonda espressione
di cui è piena, come tutlil la sua letteratura
epica e romanzesca. Non posso trattare a
fondo l'ar~omento (se ne può leggere in
opere specializzate); ma dire) qualche cO$a chç
possa interessare i nostri cari amjci a conoscere
sempre più e meglio questa grande :'\\azione.
È bello anche qui risco1;trarc lati caratteri-
stici di somiglianza colla nostra musica popo-
lare itali.ma, specialmente nei canti delle no-
stre isole... Quanti bei raffronti potrei fare con
le nenie C3ratteristiche degli .\\hruz?i, di Si-
cilia, e più della Sardegna ... :;'l:on meno carat-
teristiche le intonazioni netto sapore gre-
goriano, le tonalità, le cadenze, il recitativo
e lo svolgimento neumatico. Ne di<.'tiì dei saggi
in un'audizione radiofonica all'ftalia e al Giap-
pone.
È spontaneo srnlgiml!nto ùi quanto il Crea-
tore ha insito nella natura umana, nella mani-
festazione dei sentimenti per mezzo della mu-
siqt ? È derivazione delle antiche melodie ebrai-
che o delle tonalità greche o di a/tri pàesi?
Agli studiosi il risolvere la questione: sta <li
fatto che per i Giapponesi è facile l'appren-
dimento delle melodie gregoriane, più clic la
melodia moderna, anèhe perchè piì1 consone
al ritmo e alla tonali1à delle loro originali ma-
nifestazioni musicali. Altro punto caratte-
ristico è che la musica in Giappone è sem-
- - pre accompagnata dal canto e dalla danza,
43

2.3 Page 13

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triade inscinùibile e che :.i completa viccndc-
vo!mcntc in una triade armonica clic soddi-
s;fa l'occhio, l'orecchio e il cuore. Si possono
ilistin~ucrl' ùuc grnndi dì, isioni musicali: mu-
sica che chiamerò c!tlssi'ra, con cui s1 esegui-
scono gli antichi cami nazionali, e che ,·iene
eseguita anche ora a Corte nelle caimonic
rituali, con strumenti importati dalla Cina
Yer:;o il jOO, .\\li d1spen:.o u~ ucscri\\'cre C
stn1mcnti c modalità dt csecuz1onc, dttììcili
del resto a tradursi nel nostro linguaggio mu-
sicak modcrno. Si entra in un momlo <.li su<>ni
cosi caratteri~tico e lontano uni noi-tro orec-
chio moderno, ma nello ste,so tempo soffuso
di un qualchl• cosa di originak che non stona,
che raccoglic e trnsporta n"ll~ i:eirioni del
sentimento , uoi religioso, \\'ucii r.,ntastico, vuoi
guerresco, co~i caro all'anima giapponese Pro-
van; su d1 un buon or~no con registrazione
a flauti l' hordoni nelle otrnn: più acute a
sbinarrir~i 1n un seguito di accordi del più
puro crom1111smo, in ritmi ascendenti e di-
scendenti, con ,·oci lamentevoli che esplodono
di tanto in tanto a ricamarc gli accordi... qual-
che colpo soruo di tamburo in ritmo irrego-
lare... il wtto eseguito lcntamcmc e sen7.a
fracasso, ad ondate, cui ,·ient.: meno lu forza...
e su 4ucsto clcvarc un canto (alle m ite pii1 che
neumatico) lìg-urato con dann dagli ampi mo-
vimenti, in , iscosi paludamenti.. e ci si può
fare un'idea <li un tipo ùi musica classica
per manifc~tazione religiMa. :--on meno ca-
ratteristica la musica che possiamo chiam:irc
pqpo/(lre o n,/1:are, che 1.1:JI secolo XII al
XI\\" as..,un!>c torme di\\'crsc per il cc.:to ari-
stocratico, e nel secolo X\\, con l'introdu-
z-ionC' di un.1 specie di chit.arra a tre corde
(sami'sni), per il popolo. I In assistito a
varie esecuzioni del genere e devo con-
fessare chl', nonostante la semplicità dei
mezzi music:1li1 mi sono scnttto eccitato for-
temente d11ì sentimenti espressi dal trmomio
musica, canto e danza, e in ccrtt momenti
trascinato nel YCro scn:;o della parola dal-
l'onda riLmit11 del compleS!>O. Da tali mani-
e festazioni non escluso nessun sentimento
per forte che si ,·oglia immaf(inarc. L:t musica,
sempre accompagnata dal canto e dalla danza,
natur:ilmcntc luogo a molte scuole, che in
Giappone hn dall'origine (e anche questo t:
caraueri~tico) sono fondate da ciechi, come
pure fu uu cieco che perfè7,10no lo strumento
(di cui :;opra) che viene a nernpire le pause
del canto o che segue il canto in una forma
di accompagnamento indipendente dal canto
flesso. Tali canti, a seconda che narrano epi-
sodi storici oppure sono espressione di senti-
- 44
menti momentanei, si dicono lung'hi o t rcvi,
e le varie scuole si dividono il compito. La
ptù quotata, la più diffusa e amata dal popolo
ora è la scuola di Edo (Tokyn) che svolgt·
argomenti moderni di narrazione lunga. 81
hanno in Giappone intere famiglie che s1
trasmettono tali insegnamenti e fondano $CUOll'.
Al momento attuale il Giappone è più che al
corrente di tutto lo s,;Juppo moderno mon-
diale dl·lla musica, e, pur mantenendo k
tniu1z10ni antiche, sta dando l'sempi di buonl
comp1,si:i:io11i moderne; non è lontano il tempr,
che anche In questo campo mieterà allori no11
mdilfercn11
Oltre la chitarra a tre corde d1 cui sopra,
è utilc ricordare, sull'ar~omento, il li11ffJ giap-
poncsc (bina), anche quc:;to proveniente daJl.i
Cina, e Jitfuso otto secoli fa in Giappone.
Quc.::;to ~trumento, come gli altri, fu perft-
zionaw da maestri ciechi. Si accnmpagna.no
con questa specie cli chitarra a quattro corde,
toct-atc con plettro larghissimo alla puma, i
canti epici od anche canti d1 erazia ed elc-
g:imm. La forma dello slrurncnto è quella
della nespola giapponese (bim,), da cui il nome:
può avere o no la cassa armonk-.1.
,\\ltro strumento usato è l'urpa giapponese
(koto) a tredici cordc. È lunga due metri e !i
suona orizzontalmente, con tre plettri ,1 un-
ghia, che s'infilano nel pollice, indice e mcc..l.o
della destra, mentre colla sinistra si regolano
le modufa7,ioni delle corde, sòlb•atc dai ri-
spttt1vi ponticelli. L'arpa o fa il canto o ac-
compagna il canto cnn gli altri scrumemi: da
ciò Jivcr:,c scuole e modalit.il.
e Sono caralteristici (e dd n.--sto vi il cor-
nspettirn in tutto il mondo) i canti di cam-
pagna, tuui soffusi (specie nella pan.: sct-
ccntrionale del Giappone) di un sentimento di
melanconia profonda. Hono specialmente que-
sti canti che porl1no l'impronta ui somiglianza
con molti dei nostri canti popolari isolani o
collc modulazioni e inflessioni J!rt:gorianc ca-
rallcnstiche. È bello assisrcn.: n feste popolari
in Giappone, quando, dopo i pasti o adunanze
speciali, si mcomincia a cantare. Si può dire
che tutti i canti popolari di ogni regione c
cli ogni condizione sociale sono frutti di im-
provvisazione: è davvero un funcQ cli fila, man-
tenuto naturalmente da qualche buon ecci-
tante alcoolico; è una gara bellissima cui s1
accingono moltissimi, con cui sul motivo ini-
ziale si lancia vÌ\\•a, appropriata, hriosa la ri-
spost.a dt 26 sillabe in quattro Yersi nel ritmo
7-7-7-5. fi o assistito con H:ra soddisfazione a
Lali gare anche tra i nostri cri:;tiani, e rima~•
meravigliato nel constatare la delicatcz1.a del

2.4 Page 14

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st:ntimento, la giustezza di osscrva?.ioni nelle
controrisposte fatte anche da modesli conta-
ùini, pescatori ed operai.
Il popolo giapponese ama la sua musica;
ama in genere tutta la musica cd h a attitudini
magnificbe per riuscirvi. Anche in Giappone
le manifestazioni religiose, civili e festive sono
sempre rallegrate e vivificate dal canto. ~elle
nostre opere cd istituzioni non dimentichiamo
certo l'importanza che il nostro Don Roseo
.dava a.Ila musica come elemento educativo
per la gioventù, e i nostri lettori· ne sono in-
formati.
:\\I i perdonerà, amatissimo Padre, ~e non ho
fatto sfoggio della nomenclatura giappnnese in
relazione alla musica. Ci :liuti il Signore a
sapere anche colla musica armonizzare menti
e cuori per elevarli a Lui. Ci benedica wtti e
specialmente il suo aff.mo
\\gOSlO 1941.
Mons. Y1:--CEN7,0 C1:11.\\TTI
Jspellore Salesiano.
VENEZUELA
Fra le indiette dell'Alto Orinoco.
Da una lettera alla Superiora Gt:11<:rale spi-
goliamo:
\\'crso le piccole indie di queste sch·e tro-
picali sono sempre rivolte le nostre più ,'ive
aspirazioni: sentiamo d'essere qui sopratutto
per loro, e ,·orremmo poterne accogliere molte
in Casa; ma soltanto ora incominciamo a vin-
cere un po' la d iffidenza e la ritrosia JeUt'
mamme nel lasciarci le lorò figliuole. Xei mesi
scorsi ne ve.onero alcune, accolte fostosameme
come un vero dono del Cielo. Una g iunse al
tutto inattesa, e certo per la preghiera della
sorellina, la quale dal giorno della sua prima
Comunione, per un anno intero, non fece che
ripetere quoti<li:rnamcntc: 1, Signore, fa che
venga qui la mia sorella, perchè anch'essa ti
conosca e ti a.mi!... •>. E venne alfi11e, accom-
pagnata cl.-il fratello, che presentandocela disse:
Eccn qui la sorella di :\\l aria ! »; e senza t1g-
1,.>iungere una sola parola, se ne andò.
Pare,·a sui quindici anni: timida e quasi
spaurita, vestiva la caratteristic.1 11ag11a, una
~pccie d'ampia sottana ricadente al disotto
ùcllc braccia fìno a meZ74'l gamba e allacciat:i
alle $palle da una piccola striscia di stoffa, e
portaq1 un largo cappello di paglia che le om-
brcggiava il viso bruno. Non seppe dirci d'a-
vere tm nome, uè mostrò di capire cosa alcuna.
L'incontro con la sorellina e un'altra indietta
gualtivas della stessa tribù non fu certo com-
movente: gli indi sono poco espansivi, e perciò
il saluto si ridusse soltanto a un semplice sor-
riso vicendevole. Ma, lasciate sole, s'intratten-
nero a parlare nell'idioma nativo; le altre due
fecero hene gli onori di casa con la nuova
ospite, le mostrarono immagini e giochi, le
misero indosso un bel vestitino azzurro e le
fecero perfino infilare un paio di sandali, che
t:sscndo catamt:nte i primi della sua vita, le
procurarono granc.le ilarità e g-ioia. Tuttavia
pareva sempre sul punt() ùi ritornnn;cne alla
selva, perchè inc:1p:1ce di farsi intender('; ma
con l'aiuto delle due interpreti, superata anche
questa difficoltà rimase definitivamente con
noi, e ndla festa di Cristo Re ricevette il santo
hattcsimn.
:'\\on molto Jopo giunsero altrt ùuc indiette
primizie delle <• piaroas ~ che da tempo desi-
c.leravamo. QuanJo una delle il g\\lahivas * le
vide comparire corse ùall'assistcntc dicendo:
<• Son piaroas... via, ,·ia ... »; giacchè fra le due
tribù ,·i è una profont.la inimicizia. << :\\la no
- le si t;spose - sono indie... •); e siccome
inùìe per loro è-sinonimo <li guahil·as, lo sdegno
si calm<>, e non fu compromessa la pace in-
terna.
Altre ancora giuosero proprio il 24 n<)vembre.
come dono Ji Maria Ausiliatrice, e una alla
fine <lei mesc seguente. Fra tutte ora sono 23;
le ultime arrivate capiscono ancor poco; ma
la maggior parte delle altre sono ~ià cristiane,
rivelano una notevole te0tlen1,a alla pietà, im-
parano il castigliano, e si prestano volentieri a
lavorare nel co11uro, il vicino terreno che an-
diamo faticosamente dissodando per trasfor-
marlo i11 orto e campi.
Pià difficile e faticoso però il lavoro di dis-
sodamento c di penetrazione nel campo tlclh:
anime, specie degli adulti; ma a.oche in questo
ci sonu d'aiuto le nostre care indiette, inse-
gnandoci parola per parola la loro diflìcilc lin-
gua che, senza sussidio di libri o di rcj:tOlt:
grammaticali, dobbiamo apprendere a viva
,·oce, hadando bene alla pronuncia dd suoni,
dai quali può variare lutto il significato. Siamo
riuscite così a metter insieme qualche rispo-
stina di catechismo: prime scintille di luc1.: da
offrìn.: ne;;i nostri brevi, ma non infrequenti
contatti con le donne indie.
_-Jt11res-P11erto .-lyacucho (Ycnczuela).
- Sr. Jou.,;n_\\ PAZzETTA, F. .11. A.
45

2.5 Page 15

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IN MEMORIA
S. E.. RE.V.MA MONSIGNOR DANTE MUNERATI
Vescovo di Volterra, Principe del Sacro Romano Impero, Conte Palatino,
Gr. Ulf. della Corona d'lt,'\\lia, Cav. dei SS. M.,urizio e Lazzaro.
Ahh1om dato 11n11z11t
m 1 IJtJllrt1111n di jll nnnin
d,•lln m<'rte lii S. I•:.
l\\lons. ,1uner.1ti, aV\\l·nuta
pr<ipno mcntn: il peno•
Jico ai.a,·a J><:r nn,liir<· ,n
m ,cchmn. per affrettar1,1la
n11>1osì suffl'BJ?i. Xc rit•
vochrnmo ora hrcn·ni.·n•
k la ,·ara e vén<:rnh1 li•
i:um che hn l:hciatn di
<Ì- tanto nconfo e tunto
runp1a1110.
:-.:a,o da unule fami-
11li,1 in B,u,molo '>an \\ itu
C\\fan111va) 1! 12 01111hrc
1R61), S. E. l\\1on<. l\\1u111:-
rntì 1ru,corsl' l'infan,:,:1 a
;\\luz7l-C.llle (\\'t·ron,1l o\\t'
i Jft•r,itori sI erano 1r.,~ft.•-
ritt pochi mesi dopo J.1
sun na.~cita. Alle ~cuoi,·
cl.-mc-ntnri si ùi-.tìnM· bc11
rresto pa prontc•7.z,1 d'in•
~•·1(111>, ,;chiett1:~.Y~'I J1 ç.1-
muc1,· e nnb1lta d1 11spi•
razioni che lo fecero mt·•
comandare all'lsul\\lto aperto in \\"crnnu Ja Don
X,co!n ;\\.(a;a,.1 p<'r ~,udenti poveri e bro\\'i •. Pcr•
cnr-t> 11uJ1\\Ù1 briUantl'mcntc il gmnusio cJ 11 liceo,
tn:qu,·uton<lo le scuolt• dd Seminario Vl"Rcov,h:, e
cous,·11111 anche il diploma di m:11:slro clcmenr~re.
l\\ln, scnhmdo forll- ,ocaz1nnc allu v11a rdig1(Nl e
mtssin'l.n1a chit.-sc <li e ere accohn tm I forti di
J),,n Bt1,c,1 Amm,•,so come a.,p,mnt,· al nostro
, ullci-i11 di Val,-alice, ,! I) nn,·cmbre Jl"I 1!IS9, , ì
r,.:cHltc l',1hllc) chu,ric,1h· tkllo.: mnru <ld Scr\\'o di
I lu, Dun J\\.T,clu·k Hu,1, 1'8 <licemhr.- dl'I 1!h,10 e
Ri cmi-nnò per scmprl' al S,w,ore coi \\'Oti 11crpcru1
11 f.l. Jl(o,tn 1t-i91. '\\d tn.:nnio "'-'J.!Ucllk compi gli
,tudi ll'ologici e, laun-.lto"i in Tcolo11ia, Diri<co
C.1nonico e- Ci\\'ilc. r1Cc\\·e11c l'Ordiruwune "110.'::ÙO-
rnl,· a Bor~o S. Doamno dn S. E. :\\Tons. T,-sc,ri,
iI 17 t.-hbraio l R9 I Ct-lchrò la 1,un pnmn :\\leii,;a
nl'l nostro C.:ollc1.uo d, Ponna ov'cm in,c.1(1umtc e
fino al 1907 cont1nuu a prestarvi la R\\11\\ atlività
&.111.-smna come Cons1!llicrc scolastico e C.;1tcdusta.
:-011u lo 1.hrczion,· .!dl'111dimc11tu:,1hik Don Ba-
ratlu, e nella piit conhalc 11m1c1z1a con St.uuslao
f;oluri, protese il MAO upo~tolato a quel cen.,oolo di
&IU1.li f!ncìah c-he t<mpro all:1 vita cristian11 l(,;nern-
zinni di valenti profl"~~ionisti, di p:1ùri Ji famiglia
r.. c d, citwilini <rscmf)lnri di cui 111nu ,·a oncora
- - ori:hght>qa, dl'tl1cando III pun tempo la ~un compe•
tcnza a l'l<~h•t<- puhhlica-
;noni <l1 cunittcre storico,
social<, e di tlir111C'\\ Cuno-
111co. So~:l\\'n run:wia le
, lissioni; m.1 i Sup.,rio-
r1, ,:ilut:tndo 11.· ,uo: pan,-
colari doti, aih nltidaruno
ll'Vt:Ce 11 delit.~110 incarico
<li Procunuort· Genera!.·
<lclla Soc,ctò Snll·srn1U1 in
Roma. :11la prom<>7-Ì<me
di l\\lons. Marcnco alla
1,çùc n"!iCO\\'th: di i\\la~sa-
<:arrnra. Tenne l'alto uf-
ficio fino al 1112 I, c:iro ai
Sommi Ponto:11c1 Pio X,
13':nedetto XV e Pio Xl,
uppreZZ1.1tn1.~. 1mo dalla San-
1a Sede e d11l Gon:mo
italiano. Con'IUltore di \\"a·
rie Sacre Conl(re~azioni ..-
(.'omnt1.ssuom Po11Ufic1e t>d
t·~antinatorc <l, ( ul'lu, m.•
se a scn•17,iQ delta SanL1
U1icsa i suoi 1nlcnt1 e ti
i;ua perizi:1 11•und1ca. J\\la
la mis.sio11e cht• lo rese
più pupolare, e che c~li cbbe curi,,,uma, fu qud'a
<l1 ,\\..~1,tente Ecd• 11i,1Stico del1' 1ncip1wu" J\\<.1,oc1a-
z1011•· Romana dcMh Stu<lcnu liru\\'cn<ii.r, d, Azione
Cullcllicn. Ot-gno fìglrn di Don Bost'o cr,h prod,~ò
ni gionmi il fer\\'orc dd suo a.posto!aro, l.1 llll!{l!ez:r.a
dl'f),t suo Jirezione, i 11:sori della sun cuhurn e ddlB
~ua ,·~perì= con 'IUclln amnbìk 111ovi.1l•ta che elt
~uatl:i1<nava la confiùcnz~ d, rutti.
Pio Xl , ·ollce prcm1,1rc il suo :r.do cle,·nndolo
1111' !• p1scop.ito e ,k.,.11 nandolo. con 801!1.• dd 20 d,.
c,;1nhrt• 1!)23, nl!n ~,•dt• di Volterra, µi:ì i:nueJra di
H. I.mo, 1I primo successore di S. Pictrn. Per in-
dultu tlcl Santo P,1dre vcnn<! C<>nti:◄cnrto uellà 110-
str.1 Bas1hc.1 del Sacro Cuore in Rom ,. proprio
il i:iorno della le:.ht d1 s. rran~"l!co d1 Sale:;, 2'J
gennaio 1924, clall'Lm.mo Grdinn! C.,ultero, :is-
s,stito d11 S. E. l\\lo1u. Carlo Ros,1, 011,i.ri l'arditl:lfo
f>n·fotto ddla ~.icrn Congregn:zione l onc,srorialo:,
e dal suo gmnd<i am,co S. E. Mons. (,,o\\'. Battistd
Hosa, morto Arc1\\'e~CO\\'O d1 Perug1u. I .,cc il soler>nc
i111o:n-uo in Diocx·,1 il 12 luJ,Clio Sct.:llt"Olc, e \\'I n-
ma.,c fino alla i,wrtc, t'$crcitando il ministero pd•
1,1omlc con farl!a cc>mpnmsionc, saggm solerzia, pra•
tico so.:nso on.,'llnizz..1t1w1, illuminata 1irutk1v.u <' inr-
~auribilc bontà. C uor" generoso, tuunmto dallo spi-
nto di S. Giovanni Bosco, si dic,lc tutto alla S\\la
tlilettn diocesi. In diciotto anni, p ...rcorsc qu~trro

2.6 Page 16

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,ohe in ,isita pastnr:,lc le 113 r>~rroçchie, diss~m,-
nau· m cinqu..- pro\\'lnctc dl\\·crsc. C't·l,·brò ,I $modo
dioc,·,;am, c:J 1I Pruno u>nl!'ll:'"fòo J"uou-i~tico eh,
riu!<CÌ un ,ero trionfo t'i (;1:sù Sacrnmennuo. :\\In
lt' cun: p1{1 pnt.'nw le ris<'rvÒ nl Seminario, cd 111!,1
giovcntu di A,;io,w Cottnlico, Del S, minorio non
~ulo 11mpliò i luc11h, m.1 portò uh 8tutli al pn:~til{io
ndut·sto ,l,11le l"1òÌll~ n1a: dei ttcmpi •· dalle di~po,i-
zioni ùdla Sant:1 Sedl' ~hl~inno, mm bado Il ,.1-
u,fic-1 f'l'T aprire: un Oratorio uncht• u1 fonc,ulli
l.!clla città cpisc•ipak fr-a 1 <1uah trovava, corn·
s.•mprc fra i p1ccoll e fra gli umili, le sue dt:l,z1c.
L'A~ionc Cattoht":1 t·hbt• proprio in lui 11 Vcsco,o
chc: ci 1·okn, p, r 111 l\\l.UI fioritura r l.1 ~UI\\ orl!llniz-
ZIIZ;r,ne. ;\\la un po,10 spccialc ,x:curavano nncora
nrl suo ,;:ran cuore i JlO\\'eri, !!li npu.\\i cd i ,-an:c-
mti. QLU.!lli ~occorrc,11 t·on tutti , m,-:ui. Per eli np1·-
ra1 i1\\'cvu Uf\\ll co111r>r1·nsio11c "Jl•·ci11hztata dalla ~ull
p:IS810IW JWT l.1 qu,•sti!lne 1tocìnlt•, I carCc!rlltÌ li
" it.i\\n rumeno due ,ohe all'anno cdt·brnndn loro
la S. :\\1t:ssa, d•s1rihuc11do la "i. Coinuniom· e la-
scirnùn M"tllpre 11n.1 11c:r>ero'lll nffcrtu P< r ;1111,·t..re
la 1orn misero mcns,1.
Nun è 11uinui , dirl'. quantn Cl,•1n t P"POlo gli
fo1t11cro aflczionuti I E quanta •cima rnccmr.lies.~<' nei
suni r.1pporti ,·olll· auwriu, CQ.l!h uomini cli stuJ10
r couli L"Sperti di problemi 1toc1.1li. Quant.1 n·1wr1t-
z on1• nd1" Cune e n,,i S1-n11n<1ri prl:SH> cui la S.1111J
S..d,• l'incarico ~onnlc di partiL-ol,1ri missioni. Tu11i
nmminl\\auu in lui la fone 1111.-llil(cnZll, la ,,1Ah1
culturu, il camtccn· ,ch1ctto, IL ~oùu pietà; m" so-
rruuutto la ~r.111<.I, lmntà del cuore eh,· si apri,,,
,1 tulll colla ~,•mphc1ta dc1 11nmù1 e l'umiltà ,k,
"Inti. J.(' virtù caru11, ri~uchc ddlu scuola Ji l)un
llosrn form~rono lc .l!cmrr,e piir prc7.iose della •ua
coronn p,i-torale.
NECROLOGIO
Salesiani defunti:
Snc. A/,RSS.I\\DRO JNGITTLERI. du Mnn-
ùcllo L.iriti {C'orno), t I Foi lazzo (Torin••) il 10--
<,, \\11-1q42 11 anni,
l'a'iW 25 unni ndlt· llnl!lll' Ca.se di ,\\n1c.11tina.
pr<>ÙÌ~.mdo il l'Un nJlostnlJto ali., ~lissioni c<>n uno
zclo cd uno sr1ri10 di sntcrtf11·io che tocci, p111 volr.,
l't·roismo m·, lunulii , iu11ui II cu\\'llllO, frn 11nnw.101u
c disa~i d'o11ni g..-ner<' Chiu~,· 111 sua ,ita fra i
nos1ri ch1c:r11:1, m•>Jello, IÌn<1 11ll'vhimo, dì, um1ld,
d1 po,cm\\, J, .1lm..-gaziu11c, di h:nlÙll p1ctll l' di
ltlll<>rc al 111,oro.
C,,a,/, LOfUi.\\ 7.0 11<JlffU;/:')·, ù11 S. Sel,a.
srrnno Cur<111t· (Alcssanùrm), 1 :1 Baenolo (('une<>)
J'8-x11-1<142 11 71 unni.
Accolto d l Don Bosco ·,h',sn nel nostrr, Os1>1z10
di Samp1tril.1r.,na. d1n·nn1• un n11un11 nutt,strn a.1-
/.0laio e: cun,r,i Uf'la \\ e-111 nu~•one nt·1 Juhnraturi
Jcllc.: no,trl· prini:ipali sn1ok prol"cssmnHh ,I\\'\\alo-
randn b ~un pc·rizia r,•cn11·11 n,I fulu1do ~~tmpio
Jdlc p1ì1 puJ,, \\lrtù r,·livioN,·
Cond. IR,l(;S<J c;JOI IXS/, ù11 l·rn.sano
t cCwlcol, II Sanuar:o 1C1lcl 11 30-:>>1-11142 ., 71 anni.
L:nori> per 47 "nm ùn huon ~.•k:.ianl) nclll' no-
strt- (asc del Ctlc nnprczwscndo 11 suo la, oro con
un ftrviùn ~pm10 Ji f'lll'IÌI, cor1 l(ntnù,· umore u
ù,-, Don Buscu 1·d ul bene
l!IO\\:lllli.
Cr,t11/ GTI .<:;FPPR Il IJU' l, J-i Ocn (St>:tgna)
t a ;\\lnhc-rmnùo (SpaRl11) ,I 1-,11-1942 a zS anni,
Cli. Cìl!EI-UUXO BIDOl,I, da C.1mpo11c (U-
clin::), "t a Arco (Trt•mo) ,I 1<)-Xl-11>42 a 24 nnm.
f[SORO SP l~IT UALE
I Co<>fh:nuon eh1:. ro11/eHat1 r r1111111111rati. \\'isit.1110
un.1 chi.-,,a n pubhltcn c.1ppcll.1 (i R, lllliosi e lc Rc-
h~'lOSC:, la loro cnJlpdla priva LU) c 11,u, 1 pn-g-dn!I sc-
~11111!0 l'intenzione dd Sommo P ontefice possono
11cqui~1.1n··
l)l::-:Dl I.GE~ZA PI l:l\\ \\RIA
1) :-Sd u1ornt> rn cui dàano il nom•· ,,Ila Pia LJ,.11111,•
1/,1 Cuoptrnlon.
,1 ,..i l(IOrl'u in <:ui f'l••r !11 prim11 , uh., s1 consac.-nmn
nl Sacro Cuorr J, Gesti.
3) Tuue le volti.' cht pn otto 11iorni con11nui n1-
i.11Jo110 a,ih 1 S1:rc1,:i sp1ntuali.
~l In p,mto ,li 11101 tr ~e, c.onft"s~:.ti e <:omunica11, o
•,hn,no C••ntnll, in, ochcranno Ùl\\otamcntc il S,"'-
ussimo "\\um! d1 lit~ù. culi,, bu<·,-a, se _potrJ11110,
,,.,J nlmcno col cuore.
Or,,I \\lf:Sf:
1) In un giorno Jrl 1m,,;e a loro se.cita.
:) Il l!torno ,n cu, tanno l'Est-re i::u1 dr/In B1101w 1111,rtr.
Jl Il i:iomo in rn1 partecipano all.1 Conjnmzn "'ru-
Jtk ukasian,1.
:,_;H \\lt>+ l)l 'I\\Rl.CJ A'lll'llll:
ss. IJ ~•nrno 2~ - .\\'11lttnCÌJZlòOC ù, :'\\lana
Cooperatori defunti :
An,. Cm. d, Gr. Crn, r P. IOtO Pt..Rl<.:OLI,
t a Rom11, 11 111-1 u. ~- .iù 84 unni.
Crctlentc ,·st rnp1arl', incc11r11 c11tadrno, pruks.•io-
nisra mccccp1b1k, eJ.(li h,1 lqcuto il suo 1u111w spe-
cialmente' nll' \\ zionc C'n11ohca con una vita ùi npo-
s1olato cht e 1ullo un poc111u dt frdc '" t1i amort:,
pro<l111ando m modo p11rr1col11n· il suo zt·lo ,11l'or-
aan;Z:ta?.10llt', alla d,ra1unc, 11Jla formazione cd alla
.au1da J1 qut:lle talan111 d1 ICIOHmi clic do,·c•·ano co-
~titwr.- l'u"u 1111,irùiu ndlu colluhor-.t✓.H)ll< Ù••i laici
all'npo.•lolu111 i,:crorch1co. Dn11t1~simo Ji O,m Bo-
sco, s,ntl il fascino prcw\\ 1d,•n'f.i1<lc J, l l'ìanto cd
attuise l;irJ7>11l1cn1c al ~uo 1p1ri10 nel compimento
ddla nob,:, mi.,..,one cu, 1I S111nnre lo ha ch1:1mato•
!jtnnsc qu111J1 m1im1 n1ppvr11 colla F.1mi11hn :fa-
h:sianu 111 cui trovovu ..Jcmcnti b~n prcpar-at• per
l'nuuu-11onc .i~lle dirett1\\,· pontifici<: e la n·aliaa-
z1one Jdlt· p,ù lcnidc 11m:1n1JH. Ed a no, dava il
suo conh:ik 1>n,zio~o ,1111-·on,o in 1u1k k nostre
più ~ol,nni rn3111k;,ta✓.111n1.
:z~-• Comm. RO<:C<J _l/,UI, t n Torino, 11
u. s.
n 57 ann,.
L'nhilità tecnica, la rdtitu,lm,· del l'animo t' la
1:cnc1OH d.-J,zionc nl , ero unor d1 Pt11 rm, 1,tli cat-
47

2.7 Page 17

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lh,Lrono ben menlatfi stima nel campo prol<>ssio-
nalc cd u1uu11mc fìduc'a nelle irnportan11 c:nrichc
cui fu clùamal<).
Poru.-:i spo;,;wl,· compctt ""' ne! Sind ,calo ,ld-
l'.1bb1idu memo di cui era Prcs1dcntt: e nel Com1-
l(lio pr nncialc, <folle Coi pur1<11nn1. Alfoziunntis-
~1mo a ;•Op<'rn s,1ksiann, apprcl7-R\\"8 &[H·<·rnlmcntc
le nostre ::-,cuolc pruf<:$~1,m h nlle qualt prc,,la\\:l
di gran cuore 11 ~uo co11,·1,r1,o. Jc..iùcratiss1mo aj!h
csnm1 annunh ù.11 mJcslr1 e d.111h alhc:n.
l'ERTIIU I ALHSS/0, t a Chamh111·,· (..\\nsln)
1!25-x1-19.t 2.
Ammimton.' delle, Opl.'rt• :ilc,iane I.' f,•rv.-me
Cooperatore, tlinms,:;imo e.li :-.. Gmvan11i lfo~co.
,nllc lasciare nwm suo ll\\1.'fl Jlh, nMlrl.' :\\lis,wn1,
H.'l!Ucndo l'~>«:mpiu dcl fm1dlo Luciuno, mono
qualche ~nr,o prima ,
li ICSER E.llll.U wl. ltREr·J.1R/O, t n
13cri,imo, il 30-:1.-19+?.
!-icmpr< !{miti ull'\\Jpcm •al~,iana 1u·r l!li aiuti
ricevuti in Am,·ricn. ed nunbucndo nlla protcz1ont•
d1 Don Bosco la mt>de~rn fortu na fatta tlnl murito,
volle ~r<dc ddlc ,uc sostanze l' Istituto ~aksiano per
1-: :\\lissioni, cnronan.lo con qu~ro 11:esto 1:cnl'1oso
l.1 sua ,·it3 ~"'emplarmenrc cristiana.
FAVRE P 1()/.IS.1, t n Torino, il -:t8-x1-19.µ.
Chiamntn unprovvisamcntc nll'ctem1ti1 dnllc m-
cun;loni aerc<, :aveva J'nnam:1 prcparnm (la una ,-ira
di pietà e da c,1.ntil !!:Cncn>ill, &pesa nel h,nclicarc
il prossimo. Ammirarne,: c.ldlc Oper,· :--al,"!\\ianc,
,·olle lej!:Jrc I suoi uveri nllc nostre ~l1,s111111
Altri Cooperatori defunti:
ndlo C,w. D. Giu~cppe, Vi1t11,,ln ('\\lodcl\\!I) - :\\1,u·-
i:iloni Elisa, Rimini (Forlì) - ~lt.:l, Teresa, D,pigna-
110 (Cosenza) - '\\lilonj Posquulc, E11gi (:ci,iu. Tic.)
- l\\linnuOC1 G1u,cppc, Pe1111(l S, Gim:a11111 (;\\l.ac,-
n,1,1). :\\lomi C:1rlo, ,1magQ (C.omu) - ;\\lorm 1-run-
•·L•M'll, Unrcat·trmm (Asti) - l\\tortcn Sani..-, Pcn 111/,,
(;\\foJcttal - Pacchi1:rmi Suor G1uscppma \\fo,•a r
<:oz::,lr (Pistoia) - Papale DolL Cosb!.1111110, 1w,r-
1111n11 ('le,;smu) - Pcllcgtini L.a, Cr.re;:/,n 111/t'!
11°111,0/11 (Lucca) - Pcr~o Rulltl, CuwtMt,t·o (Como)
- P1ffur"tli Rumino, S,·m·i,1 (Cnmn) - Pilari C:k-
nw11tina, Bulul(H/1 - P1stocchi111 Ber11ardo, C11111bj,,.
1r,1 ('\\.ovur,1) - Prando D11, iJ•·• Coda11 mm (\\'cr-
cclhl - Prmcipc Giuseppina, Roma - Ramondo
Dr. Enrico, Tc,rmn - Sai\\,, lori Pt<:tro, F1r~11:,
:-;ar;mno Giul'èppt·, Casa/i, 1'1cm{ (,\\k,..l - St'll.r•
roll<" Ca,•all.-ro A11101\\iu, Q11111n11ri (,\\!'ti' - Scralini
Fnmcesco. Orto11n a \\l,m1 (('hil'li) - S.-tjllu (;io<1111-
111n.1, ,lfarti11à Fra11t11 (Traneo) - '-onur m, a \\ ir-
l(ilio, ,l/rJ<·ua di Fif:mme CTr..nto) • Suppa ;\\laran-
uoni Franc,·scu, Sehio (Vic;.,11z,~) - Ta0110n llat-
t1sr:.i, l'i,:o d1 f'asw (Trento - Tnnruui h1.11,•11H1,
?.1111/foli (An·llino) - Varbonl Mic:hd,·, S11/tl-D,,w
C.\\o,.ta) - \\'arc~e \\"11l0ria, Torì110 - Znmh,w Prof
Dnmcrùco, C,,f,,11,m (Leccèl - Zal!o C,-c,lta S r .,,,.
(T"·' drrmrmn
i,n) - Zenarolo Tl·resÌM. Go,1~111 -
1/,enone Stcfo1to, !'1~::::om,•r1c11 ('\\'oniro) - Z1J!I\\Ugo
(;jornnni, J<11J>,1/"1 (Gcnoq\\),
CONDIZ10Nl per essere iscritti alla PiaUnione
dei Cooperatori e delle Cooperntrici Sale..iane
e per ricevere il « Bolle ttino Salesiano».
Amielini \\ni:c11c.. Rwm - \\nllolctt.1 Ci1ust:ppc,
'°""' Rn·a111011/t' (8dluno) - .-\\ni;ielotu Terc,111:1, Cm 11/-
hrin (:\\o,arill - ,\\nrjco ;\\!.,ria
('l'orino) -
.-\\neni llalhrom,. Lwnrno Ftrraris (\\"crc:..-llil - Ar-
muntlini l\\111lild1•, ,lfilt11111 - At1:c1ii Catlo, S1111wrr:al
(Co1Zhari) - lkrnnbu France ,e,,, Lqz;:;., ( mh,rt' (Bel-
luno\\ - 13crn:irdi D. Emilio, Futa (,\\lodcr1al - 81.1-
R1C1Jrdw1111, dte pl', l'Ht'U C(Jr1perato11 S,1/emm•
11011 basta f>to11e/1Wrt' in q11a/1111q11t modo lt Ot>~t o
lt ,\\/isnom S11fr,11111t', ma IJC(or" rssrre 111]ir111(111e111<'
uu///1 alla Pu, U111Q11t dei Cooper,11r,ri. Sn/11 c111i
si J>osso110 ~odt•rt- , favori ,p1r1111ali cont~ni dal/u
Clt1é'<11 alla l•'m111ìtlia Salesicmri
~om Carlo, /l<n ari {Ceno, n) - Dlasi .-\\malllu, Rm11,1
- Bocchino I-'d1c1ta, L1rnruo Fl!rroris (\\ crcclh) -
Bou:ola An~dn, I"alt•tr1fr /P:in:t) - C:alion I rene,
Ro1111•110 (Trento) - Ca~un0\\.1 Gìornnni, (Jostalw
(llclluno) - C11•1dlann \\'inn•n«ma, '11111/esik,mr,
Spial!git, {P,'l'l'llm) - Ccm,olo Peppino, (:hiarm:alft'
Cmtrale (C11t.an7.aro1 - Ca, 1 Tert.-sn St, uppt1 fGe-
11m ~) - Coi:ci Domenica, 1'1'rrmca (Luccu) Cro-
$1110 Fiore, 'l'io111c, di Soj)rn (Trento) - Uel Lupo
f\\melaa, L1t•n1110 - De ;\\l.irtmo A\\'\\'. J\\limo. \\ape,/,
- Dcnd Fmnct•sco, .l/0111rc11i-011nro (Forio - Donini
'\\larco Giannina, Sen:iarw (~hlano) - l>ottorolh
Ott,1' ia, 81J/,r1111 {Yiu:rlu>l Filipu.s~i G1u•cppin:1,
Resrnlcfi11n (\\\\1rcscl - Filappu lllb l\\ larJ(hcnta, Ca-
slo,:110/r (Torino) - Fochi St•\\ ,•rina, Cor11i~lio (P11rma)
- Gamba l rnnccsco, C,i.,1rl'~llfe10 (Asti) Gnosa
Allost•no, Grrre r·t'T::asrn (S, tu. Tic ) - Gros,-1
Leopoldo, /11,llcmfJ (Spezio) - Loria (,ra;,iu, Fra11-
1. Età non minore da 16 nrrni.
2. Godere huona ripu111,;ion1: rehg,o~a e ci,ile.
3. Essere in grado d1 promuo,·en!, o p,·r se o
rcr mezzo e.li altri, con prc1,:h1ere, offt-rtc o ln,·ori,
le Opere o le :\\J1 sion1 della Socìet., Sale~t0na.
I 'Unione non lega alcuno in coscicn:t.n, e non
impone nessuno quota d'i~crrz1one, nè contributi
periodici; pcrèio vi possono portecipnrc I, fomiitlic
secolari e le comumt;, rehgio,c, inituti ,•d associ1-
ziom, per mc.:zo dei ri.,;pertiv, 1teniion o supenon.
All'atto del1'1Scrizione, la SoCJctà Salesi.ma im·ia
il D11>/oma-regola111t11to.
Chi pertanto desidera iscrivcnn tra , Coupcr111on
Salesiani - ricevere il Bollrtti110 Snlesiano - a,•Nt
chiarimenti CJl'CA le Opere di Don Bosco - m,·1ar,
olfcne in loro fa\\'ore - si ri,·olga :il
,·,A c·ofr,r1e (:-iuacu,:1) - J.ucchcs. Fdcrti ~hri11, Gol/I'
t'111bcrto (Trc··iso) - !\\ (arengo Anna, Onulct ( A!ess).
R1 TTOR l\\ll',C;(:IORE OFU.A SOCIL'TA SAl.tSIA..','I
CorrOLl•','CO, N. 32 Tortt..,.o ( 109), i.i,c(•11icondo
- ,r.ircn •o I .un:ruo, Carmnl(no/a (Torino) - l\\lani- b1:nc nome e inJirizzo.
-
.(:on pnmcuo dtll'Autonta l:cclu, .allea. OIJ, GnoflCJ,~ S, E. I•. Co,oo K.-11 o.a :\\lat11henu, I"
0ir~ttore rnr>0ns::b1le: O, C U I O O F.-\\\\' I ~ I, \\';. Couolcn~o. i, Tonno (10t11