Bollettino_Salesiano_195209


Bollettino_Salesiano_195209



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ANNO LXXVI
1° MAGGlO 1952
NUMERO 9
Jlla,ia dlusiliaUi~
lo ouole
Chi dice l\\Iaria Ausiliatrice dice baluardo e difesa della ci,·iltil cristiana. Kon è un'affer-
mazione prcknziosa o retorica fuori luogo, ma una certezza cresimata da venti secoli di storia
e giustificata da sicuri principi teologici. l\\Iolti, forse ancora troppi di, oti di :\\Iaria Ausi-
liatrice, sono guidati nella loro din)zione da viste ristrette e impreci:;e, che non permettono
di cogliere tutta l'ampiezza e la dimensione di quello che è stato ed è - soprattutto per
merito di S. Giovanni Bosco - w1 Krande rnlto marianu. La conseguenza inc\\'itabile è che
essi non possono rica,are lutto quel frutto spirituale che si ripromettono e che sarebbe
auspicabile.
Che l\\Iaria SS. sia presente in tutte le svolte difficili della storia è tatto che nessuno ignora,
ma non sempre si sottolinea come la ì\\ladre di Dio vi sia presente appunto nella .ma specificu mis-
sione di Amiliatrice: a Lepanto come a \\'ienna, a Buda come a Font::.inebleau, a Roma come
nelle più lontane terre di missione. Quanti sanno che l'immane e plurisecolare lotta dell'oc-
cidente cristiano contro l'oriente mussulmano trae ispirazione e ardire dalla divozione a l\\ laria,
Auxiliw11 Christia11oru111 P Che i pionieri e gli artefici della Controriforma, soprattutto nelle
contrade di lingua tedesca, combattono e si affermano nel nome di l\\Iaria Ausiliatrice e ne dif-
fondono il culto, come si può rilenre da tutta una copiosissima letteratura che sta per essere
debitamente esplorata e nlorizzata?
Il secolo XIX, per wnire a tempi più vicini, è passato alla storia come il secolo della fm-
macolata, ma non mancano buoni titoli per definirlo anche il secolo dell'Ausiliatrice. Accenniamo
ai principali: la liberazione di Pio T'Il dalla prigionia 11apoleo11ica, che i coetanei dissero mi-
racolosa, e l'istitu::;ione della festa liturgica di 1llaria Ausiliatrice; la miracolosa appari:;;ione della
I ·ergine di Spoleto, <e Ausiliatrice dei Cristiani », che scosse la coscienza cattolica italiana, e /a
Noi,ena nazionale, promossa dall',, Unità Cattolica» di Torino nel 186+ in suo onore, seguita
da una vastissima eco, non soltanto in Italia ma, si può dire, in tutta Europa; i numerosi Centri
sacri al culto di Maria Ausiliatrice, che continuano a fiorire nel primo e nel secondo Ottocento
in tutti i paesi di Europa; in fine e soprattutto l'erezione del grande tempio i1111al:.::ato da
Don Roseo in I"aldocco e divenuto in breve, per l'opera taumaturgica e per l'intraprendenza
del Santo, il focolaio più ardente del culto a << i\\Iaria Ausiliatrice•> nel rnondo. Tali le
affermazioni saliemi di un grande movimento che impronta largamente ùi la storia della
spiritualità del sec. XIX e che sarebbe ingiusto e antistorico misconoscere o, comunque,
trascurare.
Di questo passato di gloria e di grande::::za mariana lutti , Cooperatori e le Coopera/rie, de-
i·o111; sentirsi continuatori ed eredi.

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Ma la ,isione storica ùevc essere sostenuta da una piìa approfondita consapcvoleu,a del-
l'intima natura e della vera portata di codesta diYozione.
TI culto di :\\lana Ausiliatrice non è, come taluno ha pensato, la me~sa in evidenza di uno
dea tanti titoli titanici, sia pur tanto cara alla Vergane, bensi il culto che onor.t la :\\ladre di
Dio, nella sua specifica funzione e missione di Mediatrice unil•ersale e suprema della Chiesa Cat-
tolica e dei wm Capi, i Romani Pontefici· Putro1w del!tl C:llll'sa e Ausiliatrìa ~m111 ler111i11i rhe
JI rqufraf,:mw.
:\\ Yero dire, il patrocint0 e l'aiuto di \\ lana su t11tta la Chiesa, come sui singoli, sono cose
abituali e di sempre; ma 4ueslo intervento materno assume proporzioni imponenti e \\"istose,
\\t•rnmente straordinarie, tutte le volte che la Chiesa intera e la skssa ci,iltà crisliana
sembrano soccombere sotto l'urto ,iolcnto dei nemici coalizzati, si traiti dei pl' rsecurori an-
tic.:ha comt: da 4w:lli moùemi, altrettanto implacah1li e disumani.
Che Don Bosco :ihhia inteso, innanzitutto, il culto al titolo ,lu\\'ilmm Christianorum con
questa ,·isionc ampia di cose, pure senza e~cluderne gli altri aspetti \\'ilali, lo d1l·c, tra l\\1\\tro,
la s1rn lucida prefazione all'opuscolo dal titolo Marat"iglie della \\ladre di Dio inrnrala sotto il
titolo di 1/arin Ausiliatrice ( 18(18): <• Il bisogno oggi uni,·ersalant·nte sentito d1 inrncare \\laria
non è particolare ma generale: non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, in-
noct·nti ùa consen are. Queste sono cose sempre utili in ogni luogo, prt•-;,;o qualsiasi persona.
,1/a i: la sles.m Chù·sa Gatto/ira che è assalita. È amzltta np/lp suf fu11~ir,m, nel s1111 Capo, nella
.111a do1tri11a, 11ella sua disciplina; e assalita rome Chiesn Calto/ira, comi maestra ti, Ittiti i fnfr,fi.
E appunto per meritarsi una speciale protezione del cielo che si ricorre a l\\laria, rnme J\\ladre
rnmune, conte speciale Ausiliatrice dei re e dei popoli cattolici, come cattolici di tutlo il
mondo n
l\\on è possibile qut comnwntare il pt·nstero del Santo; tutta,·ia le sue a_/]1:nna::iom basta110
ti farri romprendere quanto d1 rtniversale e di cattoliro, e perrù) di amtamenle vn•o e attuale, ·vi
siti nel culto al lito/o di Auxilium Christianorum. Nella rinata coscienza del sentimento della
solidarietà e socialità dell'età contemporanea, che nel piano soprannaturale s, traduce nella con-
sapevolezza dell'appartenenza di tutti i re<lt'nti ad un unico corpo, 11 Corpo :\\I1sttco <li Cristo,
la divozione a Maria Ausiliatrice acquista luci e trasparenze nuove. I fedeli che la invocano
e la sentono «Aiuto• ùi rutto 11 popolo cristiano, non possono non vol~ere il loro sguardo e
il loro pensiero alla grande :\\ladre comune, la Chiesa, e non sentirsi solidali con essa; par-
tecipi delle sue gioit> c delle s11c pene, delle sue speranze e dc, suoi timori. Di quali accen-
sioni spirituali non diwnta allora capace, anche la sola recita attenta e meditata cldla giacula-
toria così t:ara a Dcn Bosco: llmia, A11xilium Clrristùznorom, orti pro tmbi's. O \\[aria, tu che
sci l'_\\ìuto, il Patrocu11u, la Difesa di tutto il popolo cristiano, prega pt:r noi!
L'Ausiliatrice non possiamo mfalli considerarla che nell'.tlteggiamento che le è proprto:
quello della sua proteiione materna su tutta la Chiesa, atteggiamento cspn:sso così bene
nella dolce 1mmaginl della Basilica di \\'aldocco do,e Essa è al emiro della Cl11esa mil1!011te,
ralFgurata nella persona del pruno Papa, San Pietro, e di tutti gli altri Apostoli. che è quanto
dire al centro delle preoccupazioni e delle lotte del mondo cattolico.
l\\la i divoti di !\\!aria Ausiliatrice dc,ono, soprattutto ndl'ora che ,·olge, aprire gli occhi
~u1 pericoli che incombono sulla Cl\\ iltà <.:ristiana, per affrontare in pieno, sotto l'egida di ;\\!a-
ria, le responsabilità della loro vocazione cristiana.
Non è degno di questa divozione chi, senza disertare, resta neghilloso e inerte di fronte
al rigurgito di pagancsuno e di naturalismo che tentano di sommergae il mondo. Essere di-
\\'oti di ~lana Ausiliatrice significa professare un cristianesimo dichiarato e militante; significa
mettersi con tutte le forze a sen izio della causa di Vio e della Chiesa per il bene dei fratelli:
significa insomma entrare in pieno nelle viste che il Vicario di Cristo nel fehl>raio scorso ha
dis(:hiuso ai redd1 di Roma e, pc:r essi, a qut>llt di tutto il mondo.
Il suo potente , grido di ris,:rglw •, che tanu con:,<,·nsi h:i tro, aro nella coscien a cristiana, è
stato ,mcht! <• 1111 grido di ris'l:e,l{lio mariana v e, po~s1amo ben dirlo, un grido da risvegliu nel

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PaLrocinio onnipotente ùi "\\Iaria Ausiliatrice. Senza nominarla, - ma la cosa \\'aie il nome -
il \\•il·ario di Cristo In alluso a lei quando ha rnluto mctlère. ancora un!1 rnlta, le rrcchir
mura ,li Roma, per ,·irhi di lei sempre u,lra », sotto il suo manto materno; quando ha afkr-
mato che nella luce di ~Iaria ogni uomo di buona volontà deve riesaminare con la « risolutezza
degna dei grandi 111omr111i della storia 11ma11a, quanto pcrsonalml•ntc possa e lh:bha fare l"Ollll"
suo con tributo all'opera sah.ifìca di Dio per venire in soccorso d1 1m rnond,, aYvialO cn,n'ù
alla rovina'>.
La voce del Papa è per tutti un comando: comando che è da tempo 111 \\'ia <li esecuzione,
ma che aHà, nt>I 1111·s1· che è per eccellen::a il mese dell', lusiliatrtce, una risposta più piena, dccisa-
rncntl." impronLata al rinnovamento ùel rnstume e ddla pratica cristiana.
Maria lo nwle/
A eh, legge 1 19 volumi delle ·• Memorie Biografi-
che d1 S. Giovanni Bosco e vi trova a ce11L1na1a
le grazie e i miracoli operali da Mana Ausi liatrice
per la preghiera o I.i benedizione del Santo. viene
spontanea una domanda: ma quale fu il segreto che
servi a Don Bosco per operare tutte queste me-
raviglie?
La rispo,ta la possiamo avere fissando Don Bosco
in Lrc istantanee.
/>1·imll istm1tcmr11. Nel 1881, mentre il S:into
s1 t ), ,.,;i a R J'Tla, -,Jr fu presentato un signore
che. da d1c1otto anni infermo nelfe gambe, si reg-
geva a stento sulle grucce. Con tutta umiltà il po-
vero storpio, quando fu ·alla presenza d, Don Bosco,
gli chiese la benedizione. Il Santo gl , fece alcune
domande e vista la su.i viv;i fede, lo benedisse, gli
tolse d1 mano le stampelle e disse 1n tono d1 co-
mando: " Cammini! ·· Lo storpio prese a cammi-
nare senza la menoma difficoltà e parti con le grucce
sotto il braccio dicendo che le voleva conservare
per ricordo. Quando furono soli, il Procuratore Ge-
nerale Don Dalmazzo disse a Don Bosco: - Dunque
è proprio guarito del Lutto dopo la sua benedì•
zione!
È stata la bened1:z1one d1 Mana Aus1hatnce a
guarirlo, corresse egh.
- Anch'io. - replicò Don Dalmazzo - ho dato
tante volte la benediLione d1 Maria Ausiliatrice con
la medesima formala, ma non mi è mai successo
nulla d, simile.
- Ragazzo che sei! rispose Don Bosco. -
È perchè non hai fede
{XV, pag. 161).
Secomla ista11ta11ea. Ci è data da una testi-
monianza di Don Giovanni Turchi nel cos1 detto
Processo informativo, " Un giorno - egl, depose
- mì recai nella chiesa dI Mat'la Austl,atnce c. lo
trovai che stava benedicendo un bambino infermo.
tra le b, acci;i dc:lla mamma. M1 ferma, a gua, darlo,
ma restando alquanto 1nd1etro tn modo che egli
non mi vedesse, e osservando attentamente 11 suo
contegno, pensavo tra mt:: Che fede tn quel-
l'uomo! E la scena mI iece una impressione in-
dimenticabile"
(X, pag. 88).
1',>r;;o ist,mtn11ea. Il gIovanello Eugenio Ricci,
giocando con il fratello C1rlo e con un cugino,
fece pe: saltare un fosso, ma gh falli 11 piede. cc1,cò
,. s, ruppe una gamba.
Don Bosco, che amava il pio giovane e n'era ria-
mato, andò a visitarlo. L'ammalato gli fece mille
feste. Don Bosco - come sì esprime il Padre Ge-
suita che narra il fatto - " con quel mansueto,
urmle e venerando aspetto che a1oconda e soggioga
i cuori". gli disse sorridendo:
- Mio caro, quanto sarei contento che ti fossi
rotta anche l'altra!
Che dice, Don Bosco t
- Eh, s1, - continuò pacatamente l'Uomo d1
D10 - perchè allora potresti apprezzare meglio il
potere deMa Madonna a guarirti! (Xl, pag. 505).
ln q.ieste tre istantanee resta come fotogralata
la fode che Don Bosco aveva nella Vergine Aus1ha-
tnce. Parlava dunque per esperienza ti giorno ,n
cui pronunciò le parole orma, celebri: " Abbiate
fede in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono
1 miracoli ", lo, avrebbe potuto aggiungere, ho
sempre avuto una grande fede nella potenza e bontà
di Maria e ho visto fiorire i miracoli sui miei passi.
Abbiate anche voi fede, molta fede in Maria Ausilia-
trice e constaterete per esperienia personale quanto
buona e potente sia la Madonna.

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cll <Valdoeeo
fi'esfo del Beato Domenico S<t1'io.
Una originale accademia, ricca di sce lti hFnni musicali
e rieYocazinni sceniche. aprì in festa la sera dell'8 marzo.
Oltre la m.1s~a dei gio\\',ini studenti e artigiani della
Ca,a-mudre, che \\'enernno ,n D11mcnico Sn\\'io il loro
J,!ln1 ic,so compa1-tno, ernno presenti i Rev.111i Superiori
\\laggion, una folt.t rappres<entanzu delle Fig lie di \\,[n.
ria Ausiliatric:e e numerosi e, allie"i, cooperntori e ,1mici
delle Op..-rc S:1Jcs1:111c. li Rc,·.mo Prcfetro Generale
Don Renam Ziggiotti, in una :lppropriata conclusione,
mlditò n tull i 1 con\\'Cnuti, e specialtnente ni g10,·nn1,
,I li. Domenico come :1mic0 e comp:igno quotidi.mo di
~tudio, cli l.noro, d, :i-postoluto s\\'olto nella purezza e
nell'unione con Dio.
11 L!inrno 9 si svolsero solenni funzioni m,11,, Basilica.
Il Pontificale ddlc 10 fu celebrato da S. E. ì\\lons. Oreste
i\\larcnuo, Salesiano, nuovo Vesco,·o cli D1hrug,1rh
( I ndia). l.:i canto1-in dell'Oratorio e del Pontificio AtenL'O
'ìulcsian , t•sci,:uì il µ;rnndiost> programma della festJ Ji
S. Gio,·anni Bosco.
,\\Ile n1 e 15 ,olennc funzi•>ne-nmaggio delle CornpJ-
,::-n1<: decrl i lstttut, e O, a tori Salesiani di Torino ul
Beato Domcni,:t> Suvio, fondawre Jdla Comp,u:nia del-
I' lmmacol,1tu. Alle 16 chbc lungo il fra terno incontro
,li Soci Emeriti con i •Giovanissimi •. come giocond;,
man1festazmne di riconoscenza a Dio per la riassun•
zinne Jdln • c,1usa ,) del Beato e in ,·ista del secondo
Coni:rresso Internazionale delle Comp,1gnie, in occa-
sione del primo Centenario. Presiedeva il Re, .mo
Don Giorgio Seri~.
Alle 1/i,30 ndla Basilica ~i canrnrono ) solenni ,·espd
pnntificali. Tenne il panegmco Don Emi lio Foidiasso,
del Pontificio -\\teneo Sulesi mo. '-icg11i la trina benedi-
zione, dopo la quale i fedd, furono ammess o al hacio
dellJ Reliquia.
L'altare del Beato, durante tutta la l!1ornata, tu affol-
latt, cli di"ori ,cC"<i a \\'aldncco per onoo·.Jre l'angelico
Aliie\\'o di Don Bosco; ma quanto pi,, numerosi I c uori
che, quel :!iorn0, in o~ni parte del mondo, ebbero pal-
pit, di amore e di venerazione per il primo rni:razzo non
n1>1rtire. che la Chiesa hn innal1.ato ;ill'onore degli ultari !
I.ti Pasqw, dt•i Mifilllri 1wlla Basilica
cli ,'lla1·i<i .Jusilir1fri<'c.
Preparati da appositi tnJui cli predicazione ,n rnttc
le C.1serme e dall'opera remota e quotidian,1 del C,1p-
pd lano Capo Dnn Alfredo Richiarcl0nc e J~gli altri
Cappe llani, 1 molitarì Ji s tan;-,a a Torino, Hi rnli e \\ 'e-
24 MAGGIO
Solennità di Maria SS. Ausiliatrice
Nel suo Santuario-Basilica:
* VEGLIA SANTA NELLA NOTI'E DELLA VIGILIA: ore :n,15: Adorazione pre-
dicata Corte di Maria Ore 24: Supplica a Maria Ausiliatrice Recita del Santo
Rosario - Ore 0 ,30: S. Messa.
* SANTE MESSE dalle 0,30 alle 1:2.
* SOLENNE PONTIFICALE delle ore 10, celebrato da SUA EMINENZA REV.MA
IL SIG. CARD. MAURILIO FOSSAT[, Arcivescovo di Torino.
* Ore 15 e 16,30: SOLENNr FUNZIONI · Predica · Benedizione.
* Ore 18,30: VESPRl PONTIFICALI - PROCESSIONE - Benedizione Eucaristica
* Ore 20,30: FUNZIONE DI CHIUSURA.
* LLLUMINAZIONE E CONCERTO.
Gl'iww111erevoli divoti che ogni a,mo accorrono a Valdocco a godere gl'inca,1ti di questa
Festa, le" masse imponenti di popolo orante e giubilante clte accompagnano l'rlusiliatrice
nella gra11diosa processione, tocca110 con mano la verità di quanln scri•11eca Don Bosco
nel I88..j: " La festa di Maria Ausiliatrice dev'essere il preludio della festa eterna
che dobbiamo celebrare tutti insieme uniti un giorno in Paradiso "

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naria, hanno chiesto, nella quasi total ità, ai Comandi,
di par tecipare ulle solenni funzioni del precetto pasqw1le,
che tennero per lorn nella b:1silic,1 di J\\far ia Ausil ia-
trice dall' r 1 al 18 marzo. In ognuno di tali giorni i
Comandi J\\li lirnri provviJcro al trasporlo. con auto-
mezY.i, nlln 8nsilicA d i più di u n mJl.(liaio di giova ni,
nel se~cnre ordine:
JHarted, 11 t11(1r:::o: XX II Reggimento fianterb e
Battaglione Genio Pionieri della Divisione •Cremona•:
oltre 1300.
Mcrco!e,/l 12 11wr:::o: I V Reggimento Alpini, Q u ar-
tier i Generali del Terr itorio e della Division e, Com -
pagnia S ussistenza: un migliaio.
Gi<n•edì , 3 mar:::o .- V11 R~J.!J.!imento A r tiJ;!licria • Cre-
mona• con il R eparto Spccia lis1i, autisti del 1" Auton.'•
parto e della Officina R ipnr Au t.: un mi11.lia in
vano nel corril e dell 'Oratorio l'ahbondantc colazione
preparata loro; q uindi ,·isitnvano il Cotl<llenl(o, resti
1.u1;ndo agli infermi la ,·isita eucaristica di Gesù.
11 precetto pasquale d ei rrulitnri. vis,btlmentc bcnc-
det ro da Don Bos1..-o e <la Dome:,nico Sa,·io, ;, stato
q u est'anno contracldistinto dal nu mero imponente di
giomni - la quasi tnt alir:\\ - che nei giorni ,mtece-
dent1 si erano messi in nota, liberamente. p resso i ri-
spetti,·i comandi mili1.1ri, per 111 partecipazion~ a ll,1
funzione, e da un p rofondo spiriw d i rncco!.(!tmento e
cli fe:,clt:.
Tornan clo alle proprie case essi porternnno, 111 qu:1si
1u1tc le Regioni J 'l rn li a, eon h1 l!i<>i11 p,1squale, il ri-
cordo mcancellabile di Don Bosco e Jel Santuano
d i \\'al<locco.
I ·e11erdl 1+ llllll"ZO: Battagl ione Genio Cnllegamenn
~ Cremona,, Compu1;n ia F ucilieri, Comp. Collel!a•
menti T erri c. , Compagnia Genio Pionieri Tt:rrit. ,
Fesf(l <li Sm1 G'i11.<.<•1>pe.
Comp:i1?nta Ferrovier i, Reparti clelle Scuole cli Apph-
caY. io ne, Gruppo •Aosta Jt,11' .-\\rtiglic ria Alpimi <li R i-
voli: 1300.
Si sw,lse con la trndizionn li.' snlcnnitii \\'Olut.1 du
11on Bosco, che n ut ri"" per il caro Parri1rca una di,o-
Y.ionc spcciali~~1ma.
Sa/}(1/fl 15 mhren. Gruppo SusJ Jell'Anig licria
AJpina d, Rivoli, Repa rti cldla Div . •Cremona d,
stanzo a Venaria, Distrew, \\1ilitare di Turino: 950.
/,1111,•dl 17 marco: I Battaglione A llievi Csrabmien
e piccoli Reparri, 960 .
La sera precedente preparò l!li un11111 un nusci11ssimc>
omaggio sccaclcn11co, che offri ai giovani ,1rtig ian1 ,.
sruJcnn dell' Oratorio ampia possibilttà di nmnifcst::ire
il loro ren iJn entusiasmo per il santn Protètture
Il m ,1ttmo dellu festa cnntn b :\\lessa il rnerend,s-
simo Uon 1\\1. Bdlido, del Capaolo Superiore, e nel
Martedì t!S 111ar:::n: Battaglione i\\lob ile Carabinier i pomeriggio la Casa- mu<lre, la Parrucchi1 e il ," Oru
, Torino , e 11 l3au agl ione Allie\\'i C'arahinieri.
torio fe~tivo, inforvurati dal pane).!irico lcnuto tla Don
C,1s:1legno, si unirono nell'Jccompagnctre i:-i solenne e
Le confessioni poterono dTettuArs1 con ordine t' dh·ota proces~1one I.i belln smtuu Jel ~.mto.
grnnJe com0Jiti1, grnY.ie a lla generusit;'1 di oltre una c1n-
Corono la resta il mistero sacro in t r e arn Ji 1-.. Ha-
quantma d 1 Sacerdoti Confessori Jclla Casa-maure. sar1: Go~1<0//111, 1nrerpretal0 dalla Compagnia l"ilodr:1m-
del!' Ist it uto Inlerrni;donnlc dcll,1 Crncena. del Rehau- matica J ei :'\\1ae~tri d'Arre e dei gim•,1111 Artil.!iam.
clenii:o, coucli u,·alJ cln
Sacerdoti Jd Cmlo
len!?o e del Convit-
to Eccles iasticu Jella
Consolnta.
Solenne t' dennn
lo S. Messa clella
comunione generale,
celebrata all'altare
<lcll'Aus iliatricc, a
turno, dai Cappellilni
l\\lilitnri e incercalnru
<la can ti colletti,·i Jel-
l'imponente m.LSSG di
giovan1. J ricordi pa-
sq ua li furono sug-ge-
rit1 <la[{li m segna-
menti di Don Bosco
e di Domen ico Savio,
c hi: parlarono cftica-
ccmente, per tanri
giorni, a ll'animo del-
le m igliaia di giovani
in armi.
Oopo la funzione
reliitiosa, seguenùo la
lradiziont! salesiana,
1 mi litari con,unw -
TORINO -VAL DOCCO • l J!iovani artigiani o r g o gliosi di por
lare in process io ne la sl-alua d e l loro patrono San Giusep pe
- 165

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AZIONE SALESIANA
Tor in o. - li compianto Ret•
tor Ma.ggiore Don RicaJdone so-
lennemente commemorato al-
i';\\ e<.-ademia di Agricoltura.
D 1mi,niu 30 marzo nelln seJe dcl-
i' f ··<·HJ,•1111:1 ù1 Ai.irirnlturn Ji To-
r;110 ehbe luo1w """ ,olt·nnc .:nmme-
moraz,om· ddl'inJinwnti-,ahilc nc,-
stTo Hettor ì\\l~1gglon.\\ con l'inter-
n:nto ddle ,\\11tnrttù. Dopo la nobile
premes~n del Presidente, come
inJ.!. Adriano 'l'ournon. che si dìss<·
onornto d, '1ppartenere all,1 grande
fnmii.iha sa lcsinan, l'accademico ba-
rone prof. (:;io\\':mni Ounna <l'Ul<l~
ruuo tenne tin ele,·nto discorso corn-
mt•mornti\\n dt'lmeando con profonda
e lummosn smte.~i la figura di D. Ri-
cnldonc non solmnto nei suoi meriti
di , Agricoltore ardito,, ma soprat-
tutto nelln sua gnindezzn di , fìo-
c,ologo del!'Agricoltura•. che gh
3\\C\\'a n,critato la no,nlna a socio
onorario dell'Accademiu Ji ¾'1icol-
tura di Torino e- In distinzione dell:1
Stella d'oro al menw rurnle •.
11 plauso vihrantc dell'eletta adu-
nanza coronarn In nohilissima com-
Oll'mora1.ione.
Convegni organizzativi dei Coo-
peratori Salesiani nell'Italia Meri-
dionale. - Asse,·unJando le di-
rctti,·e del compianto Rcttor Mag-
giore, l'Ispettore delle Case salesiane
dell'Italia Memlionale, Don Rug-
gero Pilla, mdissc un primo turno
di conveirrn tra il 16 ed il 2.3 marzo
ultimo scorso
L' lspertoria abbraccia le reg:toni
della Campania, del Molise, delle
Puglie, della Lucania e della Ca la-
bri11, comprendenti 108 diocesi, che
per il monmenm Jei Cooperatori
vennero raggruppate in 21 zone fa.
cenu capo alle nostre Case p1u
vicine. In questo vasto campo lavo-
.ano complessivamente 405 Snle-
siarn, di cu, 193 sacerdoti, 113 chie-
rici e 71 condiutori. Nelle case d1
formazione si preparano all'aposto-
lato 23 Ascritti e 2.00 Aspiranti.
ncnelìcinno dell'opera educati\\'a dei
F1iili di Don Bosco 10.772. giov:1111,
d1 cm: 7180 nrvh Oratori; 7:ù
nclk Scuole élt·ntt'tll.nri · 217z nelle
Secondarie; 150 nelle Liceali; 3h8
ndle Scuole prnft',sionnli, in v r:in
pnne orfoni raccolti ncll'Orfanotrnlio
Ji Bari, ndla Sn10!.i A~raria <li Co-
ngliano d'Otranto ILecce) e ndl,1
Pia C,1~a Arei\\esco, ile per :-Ì(lrÙn•
mutJ a Aapoli-'I'arsrn. l).,gl, interni.
1<Ji ~ono ,ufartu !!ratuiti, .1 l1ri -1,10
a pcns1ont' ndutta <l1 almeno l.1
01l'tà
Le Fii.dic di l\\l.irm A,1s1lintrice cu-
ran<1 una massa fcmmmile d 1 17.8211
allieve e oratoriane, m 37 Case, con
tutte le opere educari,·e e di benrs-
ficenza proprie del loro lsututo.
Relatori in tutti i convegni luronu
il Segretario della Pia unione D. Fa-
vini che illustrò In missioM ùei ('oo-
pernrori secondo il ,·onc..:tto di
Don Bosco e prospctrù il programma
del prossimo Comegno generale <li
Roma; e ti Dcle-gato lspettoriale
Don Arcadio Vacalebre, che delineil
1I movimento della Pia Unione ncl-
l'Ttalin Meridionale e diresse le di-
scussioni.
Aperse la serie il Con,•cgno dei
Sale.siani Incnricati dei Cooperatori
della Campaniu, delle Calahrie e
del Molise che s1 renne nella Casa
di Nap oli-Vomero il 16 marzo,
sotto la presidenza dell'lspertore.
11 17, il Segretorio Gene.raie tenne
conferenza anche alle Figlie di ì\\la-
ria Ausiliatrice che intervennero nu-
merose nella loro Casa lspettoriale
con le Direttrici della città e di
Villa San Giovanni.
Il t 8 seguì il Convegno <lei Di-
rettori Diocesani e Decurioni delle
di0<:esi di A\\'crsa, Cajnzzo, Cascrt,1,
Alife, Ca.lvi, Teano e Sessa Aurunca,
nel nostro collegio di Caserta, sotto
In prcsidem,n degli Ecc.mi Vescovi
di Aversn, Cajnzzo e Caserta. Diede
il benvenuto il Direttore e pnrlò
anche il Direttore Diocesano di Cn-
sel'tll Can. Guerriero. Chiuse il Ve-
scovo di Ca.~erfa 1\\-fons. Mangino
con appropriate esorrazioni dt attua-
Htà. Il 18, confcremm ai Cooperu-
ron nella chiesa del nostro fiorente
Oratorio di Andria. Al termine,
I'l~pettore distribuì le tessere ai so.:i
della sezione i'aùri <li funu!(lia. ag-
grcga!il all,1 Pia Uniont'
L' mdomam, ,wllo stesso Ur.1torio,
Convc~tnu dL~Ì Ducrtori di,>cesanl e
Oecunon, dcli~ diocesi di Andria,
Burlctw, Bisc<•;J•,·, Trdni, Ru,·o e
Hitonto. l.' lspetw re <lerto '" medi-
tazione (.à prc:-.utJcttt l't-1dun;.Jn:t.a,
aperta dal D11·cttorc ddl'Or. t n-io.
,cll'nc.:nsiunc il P.11Tuco di Sant' A-
go~tmo volle t~ posH dclb prim1
pietn1 del suo Or.Honn 11.1m,cchialc
çJ<odic,1to nl hemo Domenico Snvio
10,·110 l'Ispettore a hcncd,rla
Il 21. ConYcl!no dei Direttori
Diocesani e Decurioni delle diocesi
di Venosa, Acerenza e l\\latern, l\\lar-
sico, l\\lclfi, ltapolla, .\\nglona e
Tursi 1 Potenza, 1•ric<1rlco1 Irsina,
sotto la prcsiJenzu dd \\'esco,o <li
Vcno~o che celebrò la \\'lessa nclln
coppella del nostro Is tituto e Jcttl,
la meditazione. Inviarono cordinli
adesioni anche glt Ecc.mi Arei,·<?·
scovi d1 Acel'enza, ..l\\latera e Poten7,a.
11 Direttore dell'Istituto nel dare 11
hem·enuto mjsc, in rilie,o che in
s1 ann i 25 alunni passarono alla
Socier:'1 Salesiana e nitri () a vari
~crninRri.
Chiuse In seri<' il Com·egno dei
Salesrnn1 Incaricati della Pia Unione
neUe Pus.(lic e nella Lucania, rac-
colti, il 23, nel nostro OrfonoLrofio
di Bari sotto la prt!siJenza dell'lspe1-
tore. li Direttore diede una mnl!Tii-
fica relazione dell'opera <lcll'Tstituto
rigur11itante di interni e di oramriani
e della parrocchia frequcntarissinu1.
Le ndunanz" suscitarono ovunqu~
vivo intcrexse (' caldo entusiasmo,
che si trasmise alle urnom Ex al-
lievi attmverso >LÌ convegni ùei Pre-
sidenti reuionali u>nvocatj contem-
poraneamente :1 NApnli e a Rari.
Il Beato Domenico Savio e la
sua canonizzazione. - L'Ossen•t1-
tore Romallo annunziava che il
4 munm in unu nunionc della S. Con
gregazione dei Riti, svoltasi nd pa-
lazzo apostolt.:o ,·aticano, fu discuss.1
la riassunzione della Cllusa del beato
Domenico s~,,o, in \\'1sta dclb su,,
canomzzaz1one. La notizia ~ mo-
tivo di giubilo e ci stimola ad ac-
compllf!nare con le nostre preiih,ere
i lu,nri di quel S<1.ro Dicastero
166

1.8 Page 8

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Cerva r o (Fo!!gia). Maria Au-
s iliatrice visita le singole case
della parrocchja.
1).1 quanJn
furono colloc,ltl nclh, chiesa d1 qucs10
,.rrch,;o b<1rgu nu ,ile un 11rnnde qua-
dro di S, (j_ llc>5U> e un., hdla sratu"
di :\\laria ..\\11,1liall'll"l', ,.; «hbem trii
quella huon,1 pnpoJ.1z11me ondate di
en1u~i1,-mo ,. di kr\\"!>fl• tale che al
l{ev.do Parroco l>nn \\"mcenw For-
•·clla , cnm· l11 f'dict· 1d<'1l Ji indire
unu speciale I 1.,it111111 1/1111ae. Il po-
polu accolse In prnpoHtu n1n giubilo
,. il giorno <l, S. <.iiu~•·ppe In stotuo
J1 l\\.larlb Au~1li,11r1cc cominciò so-
lennemente 11 suo itiru per la parrcx:-
chia. I.a ,·isita ,i sn,l11e così. Quandn
la ~ladonna c.>ntra in una fomiglìa,
i! salutat,1 n,I ,~mtu della Sa/f·e Re-
gina, , iene col10G1t11 nel posto d'o-
nore e ornata d1 hun e d1 luci. In
serorn, invirnndn parenti e anùci, si
recita il Rosa, 10, sa depongono ni
piedi delln Madonna le domande
di gn12ic. qum1li al rapo famiglia
prununzm In con,-.icrnzmnc ul Cuore
Immacolato di ;\\!aria, ,mpcgnando,i
a recitare u~ni ,era la Coruna e a
fare la S. Comunioni' oi:ni primn
s,,hato del mese per cinque ml'SI
consecutin. Sot10,uilto da tutti i
membri <kl la fomii.:llil l'atto tli con-
sacrazione, baciala h1 slntua, r,a'<so
aUa fami1tlin scL!u~nh.•.
ARGENTINA
l 25 anni di
lavoro salesiano nella c ittà di
S. Rosa, c,1p1tul<• <ldh1 nu,wa pr<'-
vinci.1 arl(.,.ntmn dc:-1111 1';1mpj, fu.
rono commt~montti ,·un solt:·nni fe·.
Mcl(l(iament,, pn•p:imll d,1 r.1dio-au-
Juioru trasmesse d;11la Radio dello
Stato col titolo l1'1•t1rr111r/,, Du11 Bosm,
per la ùurnta d, quindici giorni.
Int.:n·ennero alle f.,,te le m,1ssime
nu1oma. Gh atll cununemorarivi eb-
bero de11m1 coron,1men10 nell'inau-
l!umzione ddb nuo\\',t \\ 'ia Don Bo-
sco• che il :'.\\1unicipio i:cntilmente
\\'Olle Jt,dicure al S:1n10, fU!r ren-
dere giusuzia II Don lk»c:o - come
si espresse - 1wr il hcnc che per
mcv.o dei ,uoi fii: li ha fom, nlLi
1110ventu della Pompa•· Beneilissc
l.1 tar11a S. E. il Vescovo :\\Ions.
Dott. Annunzuttu Serafini. Quindi il
Sindaco lesse un clcv:uo di..;corso sul
sii;uu6cato dell'oma1ucio della cin:adi-
nanu all'ApoMolo della {(ÌO\\'entù.
sua na"<.'1t,1 in quella che fu l11 c11•.1
centrnle delle :\\lissiont ::;,,lesinnc in
l':11,ll(OOl,l, L.i bianca nrtiMi<:a •1:IIU,l
llllSUnl tn I ,(Jo
CILE
Congresso Mariano
nella diocesi di Magellano. - · Fu
banJ110 a Natales da !>ua EcccllcM.11
,\\lon'I. \\\\'l,1d1mtro Borie, \\°i~CO\\'O
Sak-siuno, con l'adesione dei \\'cscovi
Cilrni c di tutte le auwrnil l<,c11h
e con l'aui;(uslil benedizmnc <lei
S. l'ndre, comunicata du S. E. il
:\\unà> Mons. Mario :llinm Unn
follt1 mui vista 10 quelle regioni j!rc-
llll\\'a la piana principale della cittÌI
c le •tr.idc , 1cine. Dopo In ~lessa
solenne l\\lons, Boriè, trn l'imk'!Cri-
, ìhilc cmozwne della ~ente, bene-
disse le due corone d'oro e di izemmc:
prc,:1o~c donnte dalla cittn per mrnru-
nnn• (ìc~(, e In sua SS l\\ l11dre rnnw
~u,,i Suvnini. (Juindi pro1cl'dettl' al-
l'im;oronazume dell'ìmma111nc d<•I
llamlunn e Jdlu \\ emin<· ud Car-
mine, ti111l.m, clell.i parrncchnt '\\•••
11i•1m1 ,,:i:ucnti sa s,nlscro le adu-
nan{e p,1oci:1h e plenarie che chhcm
J,•111111 coronjmento nella ,,ulcnni,-
:-.1n1u prnçct-..~ionc: con r11nnlat.tint: in-
coronatu. l'ha penso quel 11ir,rno al-
l'nrnn, dea J\\lissio11,1ri S:1lc~1:1111 11
l'unili A1·cnas, , ide m quelle 1111111-
k-,.rnw1n1 d1 fede il primo un·,•ra-
111<:1110 ddl,t not.t profezia tl1 Do11 Jl.,.
fico: t·ronn 1 11\\Jr.lculi opl!nU1 e >n 1,t
ditTus1onc delle Ji,·ozion, sa!t,~u1n<'
a c.-~i, S,1namcnrn10" 11 :\\!ani .\\u-
siliutrin·. li Con1,rre..,.o ebbi, anrnra
un cpìlngn l!r.indìoso I' 1 1 non·mhr.·
,, l'orn·n11, dove nelln l!rl111 pi,1a.:1-
purn1 pruspicicnw il mllrc, ù11p11 l.1
solenne l\\Tessa ..:elchrn1a sull'a!ta1 e
monumcntllle cret10 :1113 Madonnu
del Carmini:", pn,~crlli I,· autorità, la
popolazione e i.:mn lolla di pcllcgnn,
venuti per ,·i,1 111,1rì11im.1, ucncJ e
terrestre, !>. E. l\\lons. Horic, dopo
di an•r hcned,•tto uhre ri,-chis,;ìrne
e artistiche corone rl'):òll.lte dai cut"d-
dini, in m<"an .1 un Mleniio sano
incoronò :\\lari,1 Hcitin.1 di quelle
1erre. A qur-,,ti rinnurnti spt·uacoli
cl, fede nelle prcdìletlt terre m.1gell<l-
niche dovct1cro cMulmrc gli spiriti
irrandi dei prnn, l\\lissionnri Hn-
ll">iani.
FILIPPINE - Promettenti inizi
dell'Opera Salesiana.
Swmo
lieti di porrnrc u>nmccn·r.a dc_i
nosrn Coopcmtort 1I cons..>lnmc svi-
luppo che vo prcn,lemlo l'Opcr.i Sa-
lesìunn nelle Filippme. \\ppcn~ un
,umu fo , nostri l\\lassuu,.m c,pul81
J.11lu Cina, \\'i 1011,1arnnn il lorn b-
,uru ,1postula:u prr v11l1·rc del com-
pianto l{ett01 ;\\ l11i;ur1nr<' ,I qu.1le
ndl'.,nnuncian· 01 eunfratclli l'apcr•
tura Ji questo nuovo ,11mpo ùi ~po-
,rnlato così ~i '"'J'rllllC\\'.1' 1.',·,;pul-
,um,· non pncht l\\lis~1nnuri dHlla
Cina c1 pcmusc di dilut.uc l'01w,a
S.il,-s,,inu nelle !sol,· Fihppin~ ove
l\\fona Ausali,11riec e S, (;10rn11111
Bosco "ono Ltnto t·nnu::,,<.·iuu cd
~tnuti ,.
li P.1pa. m un'hm 1dic., allo: Fi-
lippine. dato d,c t' l'unico p,ll'SC
<'llttnhco dell'Oncntl', ,1 :IUl!Uta\\'ll
d,e di li parli'>e 1:i luce <Id C·,,t,a-
ncs1nll, per 1uuc le ~.u:iun1 , ll·ine
:\\In il c1t."ro t' ~r..n~u, 1,.• per dtl I en-
'itiani poto prutiL~~,.nti: t• ,·'i· h1~oj!nn
ARGENTINA - Viedma .
La prima statua del novello Servo
dì Dio Zefirino Na.muncurà, il
,::11ilio della PamJ:?orua •· Fu innu-
guram per commcrnornrc 11 65° della
CERVAftO (Foggia) - li nuovo ollare a S. Giownnl B""co e lu sm1w,
di Maria Ausili;at.rice allualmo,ntc In vu,1ta alle case d.,,11~ 1>.UToccb!a

1.9 Page 9

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Rlf\\.11NI - ll.inno,,ato Santuario-Parrocchia dJ Maria Ausilialrjce.
di ,uno lo slorzo pe1 mantenerli
nella ,·it., cristi.amo. D 'nltrn pilrte i
Protestanti lavorano con n1ezz.i ~pl'f·
t,H:olo~i. ~ dovrcnto Jottarl' pct u,n
tenderci quelle povere anime in pe·
riLolo per la lom iµnontnza re l,glllsa.
I nostri Confratell, esp licano la
lor<> :nti vit~ in due centri.
A Tarlac odi' Isola di Luzon. 11011
mnltu lont~no da \\lantla D. Di
F;;ko e Don Rutkowsk, dirignno
una scw,la mcd ,J per esterni innto-
lata Scuola Don Bosco "• frequen-
tata da 250 nlunni. È l'unica scuola
cattolica ma$chile in una città di
;o.ooo ahitanti. di cui la mnggio-
ram:~ sono cattolic1. I loc;di sono
in~ufiìdtnt1 ,,lk• nel~e~;;;ità; se ,1,·es-
~1rno an1hic..>nti capaci potrcnuno por-
tare 1mmediata1llt:ntc il numero Jet
gao, uni a -,oo, con e,, idente nm-
rnui.iu Jella gioventù di <1uc lla ciuit.
A Victorias ndl' Isola di r--:cJ.(ros
Don D'Am<1re ~ta dirigendo i lavori
di costruzion e di una scuola indu-
striale per 300 allievi. Si tratta J,
un"opera di grande portata e di ind1-
sc1.1tibi le valore. li costo del com-
plesso sarà più di un milione di do l-
lari americani. La scuoln si aprirì1
nel prossimo semestre per i fig li
degli impiegati e degli operai della
locale rnffi,wria dì Zllcc-hcro, ima
delle piu unportantì delle Filipp ine
l principa li ,12.ionisti di que,tn smhi-
Jnnl'nlo snno i sigg.ri Ossono, nostri
mumfìci hcm-fm1ori, che ncll'intentu
d , realizzare per I lo.o opcrui , prin-
cipi proposti d;1i Pap, nelle loro En-
cicliche sullo ques1ione M><'n,lc, l,nnno
dato vitn a vane opere J 1 assistenza,
frn cu, prmoeg,iia la Dnn Hmcn
tedmiw{ Srh1J1J/.
L,1 scuola è situata ,n posizione
climatica ideale: " pochi minuti dnl
cen1ro dl'lla cittadina, ma isolata;
cì,condat.1 dal , crde sterminato J,•lla
canna d:i zucchero e do Ile palme di
cocco, non molrn lontana dal mure
e dai monti, con ,·cn1ilazion1· du-
rante tutto l'anno.
Dnn [)'A.more, coadiuvato da
Don l\\lonchiero, ha pure imprnn-
tHW il fiorente Orator io 4untidiano
rer gl(Jrnnotti no11 Ros/'IJ Bo_v., C/11/1.
che nin le ,uc ben Ofl.(Jnizznu, ~è-
zion1 fornm riYe e ricreatÌ\\'e ha susc1-
1:1tc le più viYc simpa ri c ìn nmo il
Paese.
\\'ari Vi,scm·ì e, desidemno nelle
loro Dioce,i per l'apostolato proprio
Jr i Salesiani: Ormori fc1,1" i e quo-
iidiani. !Scuoi<' profes~iona h, or,i:arn7.-
zaz innc della C. Y. O. (Catlw/ic
) ·0111/, Orwmizotirm),
Prus:-;in,amentt! si inizied1 a Ba-
uon, nella fomosn diocesi di Lippa,
un Or,llono q uotidiano.
A Cebi,, la sccondA c 1tti1 delle
Filippine, che conta più di 500.000
abitanti, si com inceril pu, e con
l'Oratorio q uotidia no per po, orga-
CINA Sbanghav
168 ~
L'ull,ma fo10 dei Mlss10nan Snleslnni prima di essere dfspcr,1 et1 cspuJsl dalla Cina

1.10 Page 10

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nizznrri n scuola professionule '\\ellJ
,apuah-, !\\fanil,1, S. E. l'.-\\rci,..-.cm·o
\\lon,. Reys cede ai S,1lesiJn1 per
l'im1,i,1nto delle loro opl'rt- 1I l••rr,mo
e il pal-1z7.o ciel Scmuu,nc, \\lu)!l(1orc.
l 'm1 •1wùizion1:, cmnp<ht,1 di 1\\l1s-
sinn;iri espulsi dallo C,n.i, partir.i
nel 11wse di 1'iu){no d,,ll'ltalia nlh
l"" volta del le Filippine per l"' e a lla
i,iiflvcmii di quel lontano ma catto-
lico pue,e d'Orienlc, i lc~ur, prc7,iosi
di 4udl.1 cducaz1unc profond,unente
e n,1i.in.1, che ~uolc cffeuuar,;i la
don.• urrl\\" Don !k)sCO col suo in-
(on1pn,uhìle sìsren1:1
GERMANIA - Cenni s ul m o-
vi mento di ricosLl"U:UOne delle
case salesiane. - \\,' inno 111~ 1 fu
per I' bpct10ria Gern1an1<~' un anno
,li ru;:u~1ruz1oni e 1n11UijUntzfont. li
,,,stu prui.1ramma di rtl'Ostru,.,.,ne fu
re,o possihilc dalle so,·v,,n•,oon, 1:
p1cst11i J!ilVernati,i, <e1rn1c nnche
d:illt• elemosine dc, coopemmri e
hen..ra11nri.
Wùnburg. La prun.t a riaprire
le sue ampie porte 11ll'ohhand11nua
L!IO\\'enrù fu la <-as,1 di Wunhure,
n11nplc1amcnre di,1rutt,1 tl.,llc homhe
c.· n~L?I rnodernarTicntl~ ricostruita.
<>,p1111 un cent in,1io di studenti e
zoo 11rti1'1un1. dei quith R, sono
esuli, -, orfani di padrc e ~s urfani
di J>udrt· r madre Tutti qu~ti i,'10-
,·nn1 hanno <>l!ni wmodu:, di Ì<tru,~i
e p1:rfezionar~i nella lom profe,,ionc,
arti, u mestiere. e dall'c,prt.'l,,inn•.' dei
loro occhi si può dedurre •·hc sono
co11t1•nt1 c fclic,.
Man nhe im. l'och1 11nn1 la, 1 Sa.
Jc.,ani pu,sern piedi.' 1n quc~t., città
mdu,triale ,ulli: n,c del Reno Le
u,nJiz11m1 .;llom t•rnno ,·ernmcnte
111dc,ine Tanto per i !'>ak-,.i.mi come
pc, t r.tl(Jzzi «er\\'i,·u un B1111lu, o
i.n11err11neo di cemento ,1r,11ato, de-
stii1ato a rilul{10 dun1111,· I.i l{uerra.
I.'li nm crnhre si pntè 11111111.(urnre 11
nuovo I,muto. La pllrroc..:hia, affi-
d:11.1 nnch'c,sa ai Salesi.tni, ern troppo
p1u:ol.1 per accol.(lier., 1~ folla <lei fe.
dcli acco,si alla funzione, ct:lchraia
ù.1 Su;1 Eccellen1,,1 il \\ t-su>,·o di
Frihurl(o, al111 cu, dim·e,1 ,1pp;1r1i,mc
Ili cittil. La casu é sistcm,,m in fom>J
t·cc,•llcntc e modern:inwntc nrr~ù 11u
\\ 'i sono ricoverati 1zo apprendisti,
wn i ,1u:1li ,·enl/Ono 1n;1nr,·nuti ahri
:,o 11mvane1t1, che al momento de-
"'"" ,llol!,ciare anchr.t nt'I ,udd<'tro
~,rterruneo
Bamberg. Il 25 nonmhre tu
, 1.1t1ivuto il nostro collcuiu di lhm-
lu!r-'{, con un c.:on.sidcrc:vnk• incre-
MESSICO,COACALCO S. E. Mons. Guitlltlmo Piani, Delegato
ApoSlolico, dopo la benedldone della prima pictrJ del Noviziato
,m,ntu Vi fu aJ!g1unto un J.tbbrtcnw
num·o, d1c può .1ccoi,(lierc ')O ~tu-
,lcmi. separati daitli arti•~i,mi, c,,n ,
quali, però, vl\\·ono tn huon11 11,mona 1
tn tcm1>u d1 ricreazione Sua Ec:ccl-
lenza l'Arc1n.,~covo di 13amhcrl(J
volle hene<lire personJlmcnt<' li
nuo\\·il C.:it!:la '-·un ~rand~ cnn,nr~u d,
coopcr,1tori, henefanon e nutnrir.,
Hannover-Ricklingen. 11 1X no-
vembre fu un giorno d, l{r,ind,· ,l lc-
l!rtll per l,t popolazione dt l l.11,nuver-
R11:khn1tcn, p.1rrocchin ,uccurs.tlc, I 1
cui .1n\\m1n1~tnl'1.1t,ne, un ._inno pnnu
crJ stata .1tlìdata a, :.ali,,i.mi. Si
maul{urb ,n 4uel !?iomo un o,piziu
pc, ben So J.'(1ovan1 apprcnJ1s11 .\\n,
clw qui l.1 ~iSf('m~zione è \\'cr,,mcntt
modcrn.1, su:chc l ~1ovan1 M ttnvanu
u loro :11:iu. L:1 cu,a, dcdicut 1 ,1
Don Bosco, vcrril initrandit., al wr-
mine d, que,t'unno.
Monaco. \\nche w casa d, !\\lo-
na~o fu 4u,i-1 completamente ,Jj.
,truttJ ddlle homhc. Con la 11ra~t.1
di Dto cd enurm, ~.u.:r1fìc1 siamo r1u-
sc111 a condune a rcrmmc il ,·11~to
d,, cuifitio, che ricetto ;1 400 ulli<•\\'i
,n m,11(1tiornnllt ,11 ttl{1an1. U1, nel S11-
lesùu111111. r~L(nu una viu l(•U•J e
br-ios..i. spcculm~nre nei J!IOml r..11
festa I hhor.tturi, mo<lern.1mcnte
impiantati t• foruiu de, p1u s,·ariHi
utensili e m.1cch1m:, furono l!Ìlldi-
cau ass.11 lavorevolmente dull'uu1u-
rità cumperenu.· l' Uè:gn,tment.e vnlu•
- 169

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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tat1 <lui corpo insegnante. L'Oratorio
quotidiano poi con i suoi rinnnvati
.imb1cn1i ben ,1rrcdati offre <11,!ni co-
modità, e l'ampia sahl di_ studio e
letturn attira in folla i rn!!azzi dei
distretta.
Berlino. A Berlino acquistammo
una seconda casa, dedicata nl beato
Domenico Savio, un colle,iio per
80 ragazzi.
Waldwinkel. Degna di menzione
è soprattutto la nostra Scuola profes-
sionale di Waldwinkel. Sono 18o ap-
prendisti di diversi mestieri. l--i ca8"
è fornita dei più moderni apparecchi
tecnici e meccnnici. Ha suscitato
l'interesse ddJ'Autorità civile e per-
sino del!'Alto Commissario Ameri-
cano, che fu ,1 visitar!~ varie volte,
esprimendo sempre In sua grande
,1mmirazione e ;,od<lisfazione.
Benediktbeuren. ::liamo riusciti
ad a!")rire n lato dello Studentato
teologico un Ginnasio-liceo pareg-
giato per i nostri aspiranti. Unito
al liceo funziona lo Studentato filo-
sofico dei chierici.
Buxheim. È anche asp1rantato al
~acerdozio. Per l'ampliamento fatto
nll'antico edificio possiamo tenere
fino a 150 studenti.
A Bendorf fu permutata la casa
vecchia con un sanarorio, rutto ri-
messo a nuovo e provvisto dj tutto
l'occorrente per un'adeguata scuola
elementare. La casa offre alloggio a
i 50 orfani, mentre la prima non ne
conteneva più di 70. La scuola è pa-
reggiata. Un reparto speciale per
apprendisti è ancora in costruzione.
Essen-Borbeck. Fu riportata allo
scopo primitivo, vale a dire è tor-
nato Aspira,nmto per Figli di Maria.
Durante la guerra la casa fu seque-
stro1a dai nazisti e quarnlo la po-
temmo riaprire, qu,ilche nnno fo, fu
destinata per apprendisti nelle vi-
cine miniere di c:1rbon fossile. Ora
per questi abhiamo fabbricato un
eclificro proprio.
A Velbert, non molto lontano cla
Essen, ci fu uffidatn dn Sua Emi-
nenza i] Cardinale di Colonia una
parrncchia. .-\\ccnnto ad essa si srn
erigendo un piccolo, ma grazioso
edificio per una settantina cli ragazzi.
L'inaul!urazione clell:i casa si è fatta
in questi 1<iorni.
A Triere Wiesbaden pure stiamo
inJ!rrmdendo le nostre case e sperinmo
cli poterle inaugurare nel corso di
ques1':mno
A Saarbriicken, centro industriale
della Saar, , iene pure eJificato un
bell'ospizro per arti~<iani e studenti.
11 1\\-lugisrrato dclln citti1 ha voluto
~ 170
chiamare i Salesiani per l'assistenza
alla gioventì1 in quelle vaste miniere.
In tutte le altre case: BurJ?hausen,
Ensdorf, Hclenc.nberg, Marienhau-
sen, Regensburg e Sannerz. si può
pure registmre qualche mitdiura-
mcnto deuno di nota.
Ma qudlo che pi,, contu, i:: che
col proQresso materiale delle nostre
case c'è un continuo progresso mo-
rale e spirituale nello spinto del
nostro ,;anco padre Don Bosco,
GIAPPONE - T okyo. - Cap-
pe!Jano militare salesiano deco-
rato. - Il Dipnrtimento dell'Armata
Americana annuncia che ad un sn-
cerdotc !;a)esi,mo, cappellano in Co-
rea, è stata decretata la • Stella d'Ar-
gento• per avere rifiutato di lnsciansi
curare mentre si prendeva cura dei
feriti e dei morihondi sul campo d,
ba rt.-iglia.
l1 sac. Antonio Sokol, salesiano,
addetto al Comando della Seconda
Divisione di Fanteria, si recò volon-
tario al fronte per soccorrere le truppe
che si trovavano sotto il tiro nemico
a Dunuri (Corea) nel novembre 1950.
Ecco il testo della motivazione: • Il
capitano Sokol, ferito gravemente,
continuava a prendersi cura dei fe-
riti e ad amministrare gli ultimi sa-
cramenti ai moribondi, rifiutando d1
lasciarsi medica.re fino a che altri
pii, seriamente feriti non fossero stati
medicati. Con la sua presenza infuse
forza e coraggio agli uomini che
combattevano attorno a lui. [J capi-
tano Sokol fu portato ultimo ,lll'ospe-
dale. li coraggio, la devozione al do-
vere e lo sprezzo completo della sua
salvezza pffSonale e di ogni sollievo
nelle sue ferite, <limostrato dal capi-
tano Sokol, ridondano ad onore di
lui e del suo servizio militare•·
GIAPPONE - Collegio Uni-
versitario Salesiano a Tokyo. -
li 21 febbraio 1952 i\\fons. Vincenzo
Cimntti, primo Superiore dei Sale-
siani in Giappone e già Prefeno Aro·
stolico cli Miyaznki, tenne il cliscorso
ufficia le per l'inuaugurazione del
Collegio Universitario Salesiano di
Toki,o. Il Collegio sorge presso lo
Studentato filosofico nel quartiere
J.i Chofu, e potrà rilascinre ni gio-
vani chierici salesiani il titolo le)!ale
di insegnanti nelle Scuole medie.
Rettore i.\\fagnifico del ColleJ.(10 Uni-
versitnrio è lo stesso Mons. Cimatti,
e 11 corpo professorale è composto,
oltrechè di rdigiosi s;:Jesiani, anche
di elementi esterni, vari dei quali
sono cmtolici e altri catecumeni
GOA {India Portoghese). - Radio
Goa n·asmetre rutti i l(iorni un'Ora
Cfltulfra di informazioni e prol(ram-
m1 reliJ.(i,1si, sotto la d1rc,aaon<' del sa-
lesiano Don llul!h !\\le Glinche~. Uno
dei programm..i ~ una Novenu Pcrp~-
ma 10 onore <li :'viaria Ausiliatrice.
MESSICO - Posa della prima
pietra del noviziato Salesiano. -
Quest'anno l,1 fcstn di Don Bosco
a l'vlexico, cap1rn le, ebbe uno splcn-
dorl' speciale per l'intervento dc!! De-
lel(uto Apostolico, S. E. l\\lons. Gu-
glielmn Piani, salesiano, eh"' al mat-
tino celebrò la ~- :Vlcssu e nel poine-
riggio benedisse la prima pieLra dd
noviziato a Coacalco, Mexico. Co-
ron,'> In fesrn la calda parola dell'Ar-
civescovo, S. E. i.\\lons. Luigi :Mar-
tinez, che impartì ai fedeli la bene-
dizione eucaristica.
PALESTINA - Bet l e m me. -
Giòrnata Salesiana. - Fu tenuta
il z7 gennaio. Intervennero il Go-
vernatore, il Sindaco della città e il
Capo della Polizia, quamunque non
cattolici; e molte personalità sia ci-
vili che relig1osc, specialmente del
Clero latino del Patriarcato. Il Vi-
cario Patriarcale della Giordania,
lvfons. Nehme Smaan, venuto appo-
sitamente dalla capitale, Amman,
tenne incatenato per oltre un'ora col
suo dire smag)lante il folto uditorio,
che superan1 il numero di quattro-
cento persone, lumeggiando brilfan-
temente l'urgenza dell'opera dei Sa-
lesiani e dei loro Cooperatori nel-
l'oro presente.
SPAGNA - Una Cooperatrice
compie cento anni. - È la mnr-
chesa De lkrtemaii, fondatrice deUa
fiorente scuola al!ricola di Campano
(Càdice). Fu scritto chi:: la sua vita
rnpprescnrn da sola un cnpitolo della
storia Jclla cnrità cristiana. Un se-
colo d, vita, un secolo di cai;tà. E
noi, mentre li:: porgiamo cordiali fe-
licitazioni, facciamo voti che il buon
Dio tardi ancora un poco a pre-
miarla, aftinchè gli uommi abbiano
più tempo ,,d apprezzare. in lei. la
grazia della c-<1rità.
STATI UNITI - Paterson.
Cinque premi al Concorso. -
Dopo un solo anno cli atti,·itit, lu
moderna scuola profe~sionale sale-
siana Dm, Bosco TNJmic,1/ Sdlf)of di
Puterson N. Y. ottenne - nella
competizione con le Scuole Indu-
striali e Professionali degli Stati
Uniti - cinque premi nel concorso
indetto dalla Ford a Chicago

2.2 Page 12

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14 maggio: SANTA MARIA MAZZARELLO
La santa Madre nel ricordo di una Suora nonagenaria.
Il 4 mag_,:ù, del 1880 miu padre e mia madre
mi accompag11aro110 a .\\,zza .llo11fcrrato. La prima
impres.1i01U' d1 qu1·l viaggio la ricentti alla sta::iolle
di A/ha. Il mpo stazione, cl1t co11osceva 111/0 padre,
,:li dommulo: "Come mai andate a Nù:::::a? ''. E
mio padre rupose: " VadQ ad accmnpaguarr 111,a
fig!ù1 che t:uol farsi suora ". " ili quale ulituto? ''.
" Di Don Bosco. E lei lo co11Qsce Don Borro? •·
"lo no, ma /ti mm sa che Don Bosco è il primo
ladro che ablnmno in l'ie11,m1te? ". Capii in .re-
,:uito che 'l.'olt•va dire: ladro di mori gioi•1mi/1.
Giungemmo a .Viz:m alfe 8 circa, Per andare
all'Istituto ,,,, ricord1J che c'n-a wz ltmg1J t>iale.
La portinaia ci fece accumodan in parlatorio. Dopo
pochi istanti, si prese11tò la Superiora, .lladre ,Haz-
zarel/,,. Falli i amvNtei,oli, ri rmtdussi: i11 chirm,
poi ri raccontò come Do11 BosclJ aveva potuto acqui-
stare q111•/fa casa e tante altre rm,jìdl'm:e rlu• 1111
diedl!To l'impn·ssione di ,ma mamma.
C'o111bi11uto per la pms1m,e e per il mrrt'do, s,
tratta.:a di ripartire. /.a mia pm:era 11um1t11a "'·
/ora /11 prna da 1111 pùmtri r1m1•11/so rlte 1/fm r111
sch:a o frenare. I.a santa '1/,ulrr mi chiamò II parlr
e mi disse: " J"edi in cl1t .,11110 {asri lo mamma;
io i11 co.rcie11.;;a mm ti posso /011 rr; tua lll<l(fr1· .foffr1·
Jroppu. l:: mr.t:lio e/re t·ada tJ msa e e/re rilomi (ra
qualche mrs,• ". Ci a1..•,:ia1111111, /111/i e tre mrsli mrsti
i•erso {a sta-::im1e. Q11a11dn v>i ,:ùm[!etllmo, il trc110
era appma partito , m•r,:1111110 dot'u/o t1Sf!t'llllre
quallro r1rr. Mio paptì rlùs,. " lmlim1111 nll'al-
l,ergo a prn1tlf'Te w, bocc,me ". liia ma111111t1 pum-
geva e io pure. f,'afhergatore domandò: I i j, rnp1-
"1ta q11a/d11' disl{ra:::ia? ··. .lfitJ p,,dr,, racco11tò l'ar•
radutn. l.',1/bergalflrr esdmuù: " Oh. q1u111/11 mi
dispiare! III qur/ collegio r'i 1111a Suptrtt1ra cltr è
1l11a santa: si toglierebbe il puur di bocca per ciarlo
11 chi 111· lw bisog110 ". 1//,Jm mia 11wm111a rientrà
i11 se sll'SStJ r tli.m• a min paptì: " Tanto al,t,1111110
quattro ort· di aspt'lto, ritoma 1lt1 quella wmla Su-
periom e dillr che se 1111 lmria dormire una 110/te
in q1,el rm1t•r11fa, io le lascio mia figlia "
.li/o pa,lr,, rwd/J .t1,hito, ,. 111i11 111a11111u1 I' io
gli a11dt111w111 dirtro.
i> .lii p1m· ,mcora d1 n·dne 11110 bahbo a uscire
da/!'Istituto I' t•tnirc1 111tfJ11/m. " Ebbene, rltr casa
ti ha dello?". " Jlli lw dr/f11 che se vuoi fcrmarli,
ti //em ,mdu d,eri giorni! ".
Ril1llrammo. la sa11/11 '1t11/re Cl accolse a festa,
poi chiumò la suora Eco11oma, la quale c1 co,;dusse
nell'orto, nella vigna, 11el/11 r1111ti11a, 11.1:/ltl stalla...
A/fora la miti pm·era 111,w1111a l'.~clm11ò: " lo lt1 ri11-
grazio tallfo e le lascio miu figlia senza pian.gtre ".
E parll CtJ/1 f!lt orchi lucidi, 11111 SQTTide11do.
ln quella smzta c,m, io /,o ITOfJato 1/ paradiso
;,, terra e l'unica pena che avroo ertl qurllu che
mia mamma si pmtisse e mi mandasse di 1mot'" a
prendere.
» Pauarono maggio, giugno e Luglio, e 1m g/()mo
la santa f'l.ladre rad,1110 le postulanti e ci disse:
" Il ,0 agQs/o t·errà Do11 Bosco per assistere agli
Eurci::, Spm·tuali delle secolari, e TJoi pmtu/a11ti
potrete a11dare a chiedergli ,ma benedi::1tme "
» Al/ara dissi f ra me: " Io vado a do,,umdargli
che preghi per me pere/te m,a mamma 11011 vm.f!a
più o prmdl'Tmi ".
VetllU' Don Bosco t 01tcl1'io m, pr,•st·11tm. Egli
si lrrrmt•a dalla parte d~1 Salesimu, m piedi, co11
le mani ,:ùwte sul petto. Appena mi •,:,de, alzò la
ma destra e mi disse: " Berlicche /entù di darvi
u11n :::rimpula sulla porla tle/ co11ve11to; ma 1\\lrlria
.,1usiliatrirt è ben p11i potl!t1te ". Intanto mi porge
una 11u:dc~{lia di Jlaria Ausiliatrice e del S. Cuore
dicem/,,mi: " Ctmsen:atela e pregatela p1,rd11· più
1iessw11J vi possa ftrapp11rr da q11n111 w11/a
Casti"
~ ·lppcna 11.:;c1ta, 1·ad11 dalla ve,u•ratu .\\ladre
,llfl::::mre//,1 e le do11umdr1 1e a7'eva rarcr111/alo {ti
la 111i11 stor,11 il Don Ro.rctJ. Essa mi r,sfwsr · " Fi-
f!UTat, 1111 p,,' · lui a T11r1110 t 10 a 1\\"i:::;r1! "
o Compresi allora clre Dmz Busco rra 1111 m11/o e
tJg,:i rm1 1 miei 90 011111 ru111p1uti sr ho 111111 pma
è quella dt mm mprr rinitra-:.iare il S1g11ore di tanta
11w b1111t1Ì prr ,ma povl'm fonmra, dli' si /asciù
por/art· m/le spalle dr, miri stmt, Superiori e mnle
S11p.-r111re; e 11011 pnssn di111r11tirare che la 11ostra
sa11tll .ll<ldrt .lluz::;ard/,1 ri ripelrr.•a sCJT.•e11te:
.. S111/e ,,bbrdie11li e pu, tcrt'/1' sempre t•ifluria ".
Così p11r,, 1111 uiutò la bl"lla 1:ìaculatoria dt .m11r Te-
resa I a/s,: Pa11telli11i. " I 11/011/à di Dio, Paradiso
111io! ". ,Jgr:irmgo a11rora rhr quandu ao a Roma,
111 1•1t1 della Lu11gara, t•irù111 alla parrocrhit1 tlz
sw1ft1 {),,mtl'a, qzu'lll! huune Trn.str...•,·rùu· r:olr'l.'0110
farmi u11a {esta f' mm wpCf-'illW come (are. Allora
a11daro110 dal re,:erend" l'urraco pudtè diresse
lom co1111 (me, ed egli rispou. " I:rmim è quella
di dtir,hrt• u11a bmrd1::w11t al SaT1to Prulrr '' E
il Bl'uto Pw X rispose. " . I/la dilettiSSl11u, Jìgllll,
suor l/11ria Genia, con l'mwurio che il Signore le
co11crd11 ancora molti wwi di i,ita. pient1 pitì
rari c11n(orlt "
» È fiala la projezw d, 1m Santo, prrcltè sono
a11rora qui rQn i miei 90 mmi, f e/ice della 1111a .rauta
vocazio11e di 1-ì'glia di .M,m·o Ausilialrire ».
CD.i un au1o~rato senno con mano ferm.1 dalla vec-
chia Suora).

2.3 Page 13

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CINA
Mons. Arduino e la diocesi
di Shiuchow.
(Relaziom• di Don Giimppe Curdiiam, suo 0,111-
paxnv di 1>riJ!,io11i11)
I giornali e le agcn;r,ie parlano <ldla persecu-
zione che infierisce in Cina contro la Chiesa cat•
tolica, ma cre<lo che i nostri benefattori al'ranno
piacere di avere notizie sicure e dirette di 4uello
che è avvenuto nella diocesi salesiana di Shiuchow,
fondata dall'eroico :\\fons. \\·crsiglia.
[ " liberatori " entrarono nella nostra missione
nell'ottobre del 1949 e sulle prime non tratta-
rono male i missionari; in apparenza ignorarono
e completamente la Chiesa e le sue opere, ma
certo che ci tenevano d'occhio fin d'allora.
Passò il 1950 senza gravi incidenti. I cristiani
e I catecumeni frequentavano la Chiesa più che
per il passato. La Le,ttio illariae, impiantata nellt:
pri1,1cipal i residenze, dava frutti ubertosi. Le
Rcuole elementari e medie rigurgitavano di al-
lieYi. La S. Infanzia, gli orfanatrofì maschile e
femminile, l'ospizio dei vecchi, il ricovero delle
cicche, il piccolo ~eminario e tutte le altre opere
della diocesi fiorivano come non mai. .ì\\fa il 1951
cominciò male. Un'armata dei soldati del :\\'ord
fu spostata al Sucl, e Shiuchow, centro della no-
s,ra diocesi, <liYcnne il centro del quartiere gene-
rale. S'iniziò allora la rcqui~izione dei locali e
l'episcopio divenne: sede del comando. Tutto fu
requisito, ccct·tto poche stanze, auclù:sse ripetu-
tamente richiegtc.
Ed ecco che il 2S marzo, verso mezzanotte, un
nugolo di l{uardic inYasti l'episcopio. Chiusi il
Vt":--cm·o e tre missionari in una stanza, inizia-
rono una se\\'cra perqu1s1zaone. Nulla fu risp1r-
miato, neppurt: il S. Tabernacolo. Due ore dupr)
fummo chiamati nel nostro refettorietto e alla
luce Ji una fioca lanterna cominciò un lungo in-
terrogatorio. Si voleva che il VescOl'O confessasse
di essere in colpa. Il capo polizia cominciò una
fiera requisitoria: ~ T u, gli diceva, se avessi lo
spirito cristiano, se avessi umiltà, riconosceresti
subito il tuo fallo, e noi ti lasceremmo in pace».
\\'isto che il Vescovo non poteva dichiararsi col-
pevole di un delitto non commesso, se ne andarono
lasciando alcune guardie a nostra custodia. Cosi
cominciò la prima prigionia, durata pochi giorni.
Il primo aprile furono ritirate le guardie, ma ci
fu ingiunto di non uscire dal limite del nostro
giardino. Nella notte il nostro hravo Don Luigi
Yeh fu portato nelle prigioni, dalle quali venne
liberato senza alcun giudizio dopo 5 mesi ed
espulso dalla missione.
)fri mesi d i aprile e di maggio, benchè a domi-
cilio coarto, si poteva ancora lavorare un poco
per la diocesi: i cristiani potevano venire alla
chiesa, c il Vescovo riusciva ancora a far sentire
sulla diocesi il suo influsso di pastore.
!\\'ella notte dal 22 al 23 maggio la polizia fece
una seconda perquisizione. Non trovarono nulla,
ma per screditare la missiont: inscenarono una
commedia: radunata la scolaresca, fu fat to di-
scendere il Vescovo e fu presentato a lutti gli al-
lievi come una spia, un contro-ri,·oluzionario,
un clt:lin4uente. fl discorso durò per un'ora, ma
ni: gli allievi nè i maestri si lasciarono commuo-
vere, sicchi: l'oratore terminò brusca.mente: << Voi
non capite niente, andate a studiare! ,1.
Cosi cominciò il secondo periodo della nostra
prìgionia che do\\'eva durare oltre sci mesi . Sei
guardie furono messe a nostra custodia, fummo
dli usi in tre in una piccola cameretta; C]Ualcuno
dormirn per terra, Monsignore in una sganghe-
rata branda. Si doveva fare assoluLo silenzio.

2.4 Page 14

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Tutto fu messo a soqquadro: documenti, lihri,
hi,1111:hc:ria, oggetti personali. r primi tre me,;i
furonu mesi <li n-ra sofferenza per il 1:al<lo, per
l'immobilità a cui cra,-.1mo obbligati, per la cat-
tì,·cria <lei soldau, per le sordide invctt1ve cht: ci
mamhvano, per i sospetti che qualunque nostra
mossa destava in loro. Durante la S. Messa, cht:
ci permettevano <li celebrare, chi cantava, chi
fischiava, citi accendeva la sua sigaretta alle can-
dele. li Yesco,·o rcst:t\\'a sereno t: commenta,·a
bonariamente: Tutte queste sigarette , ,1lgono
bene la" bugia "a cui il \\'e..~co,·o avrebbe diritto!•.
Mentre eravamo sotto custodia e ci eru proibita
ogni comunicazione con l'esterno, gli ~amici» si
scagliarono contro l'opera della S. Infanzia e
degli orfanotrofi. Dopo varie perquisizioni, an-
gherie e mtimi<lazioni, le buone Figlie di l\\Taria
Ausilrntricc, eh.e da 28 anni dirigernno l'opera,
suhirono un proce!\\So pubblico, accm,.11t.: di ucci-
dere i blmhini. Pensate: lasciare la famiglia, la
patr111, sacrificare la gio, inezza per andare in Cina
ad ammazzare i lnrnbini che la pcffertù dei pa-
renti a,·cva abbiuidonato o portato ,dl'nrfonotrofìo
nwzzo morti!... Dopo la farsa del proçcssn puh-
bhco, lt: suore furono combnnatc all'cspuls1011c
in :,erpt:tuo dalla Cina, e una suora cinese a 5 anm
<li prigione • per avere aiutato ~li imperialisti eu-
ropei a uccidere i b:unhini cinesi ,,.
Anche i missionari aùdeni al seminario e al-
l'orfanotrofio maschile, dopo perquisizioni, inti-
rni<la:1,ioni e prigionia, furono espulsi, accusati
d1 awr tr-.itt:110 male gli orfani e di a\\'cr loro
impedito di prendere p.1rtc alle organizzazioni
dei " libcr.itori ". Questi i prctcsti; ma la \\ cr-.i,
grande nmitra colpa era quella di essere sacerdoti
cattolici, fctlch al Papa.
Gli ultimi tre mtsi <li p·igionia passarono meno
male per il cambio dei nostri custodi. I nu,wi
can:cneri si mostrarono pii't urnant, conquistati
specialmente dalla dolcezza, tlalla serenità e dal
sorriso <lei nostro \\ cscon,. In ,•~nsto uno J1:1
ru prigiomcn fu liberato; dopo ~ci mesi glll~ll
iberato il secondo; e il 29 1111,embn.: anche .\\lun-
s1gnorc vcni,·a rilasciato. Però fu obbligalo ad
, bhan<lonare nelle loro mani tutti i paraml'nti e
le insci;nc episcopali, pcrcht> queste, diceva il
capo polizia, do,·ranno scn-irc al nuovCJ n:snivo
che nomtnerà il gm·erno.
li \\ 'est:o\\'o, scortato d1 due poliz1otu, fu nm-
dottri all.1 :,cde d~Ua polizia n·ntmle cli Canton
e li gli fu comunicata la scntcnia. Lra state, con-
Jannato a sci mesi di prigione, oramai già scon-
tati, e ad essere espulso in cll'rno dalla Cina, <li-
citiarato criminale per aver con il'ttcrc ai :,uni
missionari fatto prop.1gand;1 cuntru la triplice au-
tonomia ddla chit:sa, l'io.'.• contro 11 monmcnto
scismatico ddla chiesa separatista nazionale.
li giorno dopo, ancora accompJgnato d,t gu:.irdil·
annate, fu ~cortato fino al confine.
Ora riceviamo notizie che an<:hc i poclli sacer-
doti che ancora rimangono 1n diocesi, saranno
presto .dlnnt,,nati e che i cristiani sono snllfl una
FOCLIZZO (Torino) S. E. Mons. Arduino. i Mi,.,;Jon,.rl e,publ con lui da.1111 Cln~.
parentJ e comp3esaal. rncntr+: li \\·enerando Parroco rlevoC3 le doloro~ vicende
- 173

2.5 Page 15

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continua satanica pressione pcrchè sottosc1·ivano
un documento eretico che nwk 1lit-t.1ccarli dal
P,tp,l e aggrq~arl 1 alla chiesa nazionale.: cinest·.
\\'oglìann ì nostri cari Cooperatori ricordarsi di
'""' ndk- loro pn:ghiere. li nostro venerato e se-
reno ,\\lons. ,\\nluino tutti cì esurta\\·a alla rasse-
gnazione e ci da\\'U queste apostolich1· dir.:uin::
1) Perdonare e pregare per chi ci ha fatto del
male: 2) amare con piu intensità e frrwm: la Cina
e prq~are per i cristiani e catecuint·ni forzata-
mente ahhandonati: 3) preparare, .ti nostro ri-
torno 111 C.'111a per nssistcrc al1'1rnmanrnhìk trionfo
della l'luesa.
Lo \\'Og!ta ldtlw, cc lo ottenga J\\laria Aus1-
lwtncl !
/lmJ:Kk"'1f!, z+ gennaio 195.!,
Don U1t':..fl'l'E Cl'<.:CHIAR.\\
.llissiu11nr,11 .'-,'alrsÌ(IJIO.
EQUATORE
La vis ita alle Missioni dell'Oriente
Equatoriano.
Yel/a p1w/1l/<1 preredrote (cfr. lJollrlliim di
aprile, png. 134) il T'isitalore e il wn Jido accom-
pagnatore smw arrivalt a mf'f1i 1/t>I t•iaggio af/ra-
i•erso la 111issin11r ,, .11 accint:orw a visitare Ym,pi,
la rl'sidm:w plti l1mtmin, e di recn,te (mulw::;in11c.
A mcnn~iorno, formata dow i kirnn ,;;tpt'.\\';mo
cs.--erri an1ua. Approntato un fuoclwrcllo, lii pre-
para qualche cosa cfa mangiare l' poi \\"ia ;_b nuorn.
Dopo quattro altre ore di \\·iaggio, fcrm~ita per la
notte. Amatutto c:1mbiare i vt·stiti fradici di su-
dore e d i pioggia, con altri asciutti, per riprc11derli
al mattino dopo, asciugati alla meglio accanto
al fuoco. Jntanto cuoce la cen'.l, si mangia quel
tanto cue la stanchezza consente, si recita 1I ros,trio
e le preghiere, e poi a dormire. Il sìg. V1s1tatore
in un'amaca, gli altri sotto la piccola tettoia di
foghe d, palma col fuoco per compagnia. ~es-
EQUATORE
Don Chlllb>,ì ~ tu per tu con un U•llo <l"lla foresta.
EQUATORE
Vic.1rla10 Apo~lolico dl Mcn<l<!Z - Olsp,:ru,ario. Infermi e ln/cr n1ltrL
suno dc, terrori della selva;
non !>i sentono ne tigri nè alti i
animali; dànno invl'Cc molestia
le zanzare e altri insetti. Guai
poi se le formiche ci invadono
il giaciglio! .\\h il sonno è un
sognare di salite, discese, radici
e piante, finchè spunta l'alba
e uno s1 alza p1u rotto di
quello che lo fosse al coricarsi.
Non c'è ù.1 rwrdcr tempo: la
S. ì\\llcssa sull'altare improvvi-
sato; intanto bolle l'acqua per
il caffè; refezione rapida, e, col
sole che spunta, via di nuo,·o.
n mcucr,;i in viaggio con le
ossa rotte t• i pinli indolenziti
non è la miglior promessa di
buon viaggio; tuttarn1 un passo
dopo l'allro e un giorno dopo
l'altro arrivimno anche noi alla
mèta !
174 -

2.6 Page 16

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l!QUATOR.c • Fl!ili• di Maria Auslll:urlcc, Missionarie a Sucila
vanti agli occhi, ora, tutte le
particolarità del \\1.tAAio, al
1erl",0 giorno, arnvammo fìnal-
111cntc, dopo w1a disct:sa che
r ·mbrò intenninahill·, al fanne
l "pano, sul far della nottl'.
Per ,1uanto fosse incantevole
il punto d<>ve attran-rs;tmmo
la corrente, non potemmo far
a llll·no di tenwn· l'O$C1Jntà
in nn luogo cosi sclv.ig~io.
G r.11.ic a Dio, ti travcr:.ata fu
tranquilla; ci mettemmo per il
hosco della scoscesa spondct e,
prima che si consumassero le
nostre pile elettrid1e, giun-
1,em111t> alla 11ostra casetta
di l lunimbimi. \\'olgcn<ln lo
:;lt'Uardo a rimirare corch-
glicra, non potemmo frenare
il nostro estro poetico e gri-
dammo:
1llio caro Cutucù,
111111 Il scordrrò 11101 piri!
Quattro ore prima d1 J.!iungere alla mis.~ionc,
il ki,·arn :\\lithde corse inn,mzi ,1d an·i:;are il Pa-
<ln:, leggero wmt: una kpre. Dopo tn: ore si udi-
romi grid I allegre nella foresta. Don Ghinassi
aveva subito mandato un maestro con alcuni
ki,·ari più grandi, recanti scco un bdl'ananasso
maturo e una buona limonata: non avevamo mai
~st,\\lo frutta rnsi sap<>rita I Finalmente, Jopu tr~
giorni di sclrn, sbU<.'311111\\0 fuori nello shosca-
mcnto della missione, accolti da grid;J allcgn: e
fraterni ahhr.1t·c:i. li rappresentante de l Rcttor
J\\Iaggiorc <.·ra ,trrivato anche a Yaupi I
Siamo a sola 300 metri sul livello <lei mare e
praticamente all'orlo ddla pianura amazzonica.
t facile comprcn<lcrc la kntcu,a e la sinuosità
<lei fiumi amaz:mnici, se s1 pensa t·he, nwntrc
scendono trecento metri, devono percorrere, mt
sembra, 4000 km. per shoccare ncll'.\\tlanticol
La :\\Iiss i11ne occupa, su <li un cucuzzolo, il
centro <li una conca che dc\\''t:;;scr stata il cratere
di un ,ulcano. :\\Ietà del fondo t: ocn1pat:1 Ja un
bel la~o. li tareno è l111,1~i tutto sgomhro <bila
boscaglia l' colti\\'ato ron ogni ben Ji 1>111. Basti
dire che la missione 11u111ticn<.· fH'r conto suo 50 ki-
vareui interni. Si attende solo che le suore ven-
gano :1d oc.:rnparsi dclk• ki,~trettc; intanto J) Cl1i•
nass1 st.l preparando loro la c':l..~. S'impcgna pure
ùi ("ostruire piccole capanne lungo il cimmin<>
ove pos.~,11111 ristorarsi e riposart:. <.lai faticoso
\\'iaggio.
Quattro giorni di riposo, facendo compagnia al
solitario missionario, sembrarono sulfa:icnti, sia
per compiere il mandato, sia per riposare i pi,·<li
gonfi. Ripreso il cammino <li ritorno, con da-
.\\ consolarci era giunt.1... la posta J .1 :\\lcndez:
w1a lclll~ra ùi Don Bou. t ndla quale: ci dt\\'.t il
benvenuto e un cestino di panini e frutta, cltc il
guardiano della casetta si fece un don·re <l1 spar-
tire, 1.:rnt buon anticipo, assa~iandu debitamente
anchc la bottiglia del \\'ino. [ntanto era arriYato
anche 1I mubttierc <la Sucì1a; non ci ocl·<1rrl·\\-a
che un buon riposo ~-r disporci a riprl'tllkrc il
qaggio, questa n1ha però dt num·o a cavallo. Sci
ore per le consaputc strad , attraverso hosclu e
vm,ti sboscamenti coltivati. ArriYammo :t Mendez
sotto );1 p1<1,i:gia.
L'a11t1co \\"1c-a1iato si chiama\\'.¼ di \\h:n<le7. e
c; ualaqui.:a; ora si chiama solo d1 \\lcmk·z. :\\fa
<·iè, non toglie che la fl città , abhia soln 400 co-
loni, hl·nchi· nei <lintorn1 abitino c1n.1 1200.
\\ anta una bella chiesa, m legno si c,1p1sce, un
uspc<btlc in via di organizzazione, in mattoni,
e coml~ pure in mattoni il , palazzo • ùd \\'icario
.\\postolico. in via di ultimazione. Son gli unici
edifici in muratur.i in tutta la pro\\'incia!
,\\I signor \\'isitatore tocrè, hcncdirc e inaugurare
la nuo, J h.tnd'I: bisognava sentire quanti demoni
usc1111no da que!lt· tromlw! Per la fc~t:a ili Cristo
Re il coro i;i pro<lw,se nientemeno clw ron una
l\\Itssa del Perol:1, m un'intcrpretv.ione csc.:lu~i-
\\'amcntc... orientale, per impe{{llo dei l!i,wani di
Azione Cattolica. Si lr.itla di colnni hi:inchi. I
kiYari hanno il loro celltro a mt·zz'nra cli cam-
mino sul fiume Cuchanza, con internato di 50 ki-
varetti e 70 kivarette. l\\lctà del giorno ,·anno a
scuola, 1: l'altra met.ì rnnno a coltivar la clwrra.
lavoro che li mantiene. I lanno la loro centrale:
elettrica e una macchina per mond.irc il riso
- 175

2.7 Page 17

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Fa impressionl' sentire i ki,·aretti a cantare e
preg-.ire in latino e spagnolo, nonchè nel loro
idioma kivaro. '\\l•s~11no Jei nostt i giovani dei
paesi Ji antica ci,·iltà sa pregare in tre lingue...
La missiom· sta sul riglio della sponda del fut ioso
fiume Pautc, nel punto dove sforia il Cuchan7..:J.
li Pautc Yil·nc nicntemt'.no du da Cucnca e si è
,enuto ingrossando per tutto il pcn:orso, for-
mando come un ahil-So che diYide le due sponde.
La genialità dei mi~ionari, e :specialmente del
coadiutore $Ìg. Pand1eri, unì le ùm· rive con un
ponte a sospcn~wnc, che ha del favoloso, quando
si consideri il luogo o\\"e fu costruito e le diffi-
coltà che si don-ttcro superare. l\\Jisura 84 m. di
lungheua e 40 di ,iltezza, e permette il transito
ai pedoni e alle bestie.
:\\[.1 il p,mtc 11011 fu che la culmim1zione logica
dell'impm1a eroica di costruire una stmd:1 mulat-
tiera di cnmunil-aiionc tra Pan e \\lendez, cioè
<lalla parte abitat.1 e rivilizzata a quella :-eh·aggm
dell'Equatore Orientale. L'anima e l'eroe del
progt~tto fu il no~tro Don Albino Dl'I Curto.
L'impresa chht dcll'm-vent11rn, lici rom:inzo e
Jdla tragedia, ma fu la chia\\'c elle' ;1prl l'Oriente
Equ2toriano alla colonizzaziont'. .\\ quci-to ,·alo-
ml'o pioniere è intitolata la piazza tli :\\Icndez,
e la citt,1 del Pan gli sta preparando un mo-
numento.
La pro:-sima residenza da visitare era quella <li
Limon ; non mi soffermo a parlare <lellc peripezie
di quel viaggio, che comincLÒ sotto una pioggia
torreniialc, che infangò tutlr> il pcrcorso e rese il
Rio '\\egro impassabile fino all'indomani. Il giorno
seguente lo pas.<;ammo su una iattcra manoHata
da un eroico •Caronte,. dalla mano monca e con
un occhio solo, imperturbabile nella sua allegra
tr<lnqlllllid1. :\\on posso passar sotto silenzio il
rice, irnento che ci fece, sulla notte del secondo
~iorno, il cacico kivaro Chiriapa, nella sua «villa 1>
di campagna, circondato dalle sue quattro mogli
e da figli e parenti, ve~tito III tutt·1 elcg-J11za cu-
ropc.1, e tutto in faccende per renderci gradito il
ripMo, imponendo il e silenzio sacro » alla sua
linguacciuta tribù, quando ci vide pronti a chiu-
der gli occhi.
Cclchrammo la S. l\\Tcs~a in un estremo ùd
capannone, davanti a un gran quadro di santa Te-
rci-ina: i mcmbri cristiani della famiglia si con-
fcs~arono e ~·omunicarono, come a l"e\\'ano preso
p:irtc alla recita del rosario l,1 sera prima, mentre:
Chirfap.t e il resto della trihù ass1,;tc\\"ano in ri-
spettoso silenzio.
CONVEGNO. GENERAI..E
Drl COOPERATORI [ l>L:I I E COOr>f.R \\ TRlCI SAI.CSIANE
Roma 11 - 12 - 1J Seffembre 1952
Ricordiamo che per partecipare al Coovegoo occorre la tessera di iscrizione, che vieoe
rilasciata dal Com.italo Cooperatori Salesiani, Via Marsala 42 - ROMA (121), col versa-
mento di L. 500.
Chi provvede da aJ viaggio e all'alloggio, non ha che da scrivere al Comitato sud-
delto, inviando la quota e chiedendo la tessera.
Chi invece desidera unirsi a una comitiva, si rivolga al rÙipettivo Decurione, oppure al
rev.mo Direttore Diocesano, o ai Salesiani Incaricati dei Cooperatori negli Istituti Sale-
siani locali.
Le iscrizioni si chiuderanno il 15 luglio.
Raccomandiamo caldamente a tutti i Cooperatori e Cooperatrici particolari preghiere,
in questi mesi di preparazione, per la buona riuscita.
E facciamo appello alla loro carità pcrchè ci aiutino a sostenere le spese di organizzazione..
Li ringraziamo fio d'ora di gran cuore e li pref!hiamo di indirizzare le offerte alla
DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO
Via Coltolen,(o, 32 - TORINO (709)
specificando che son!' destinate a sopperire alle spese del Convegno dei Cooperatori a Roma.

2.8 Page 18

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)-Ton saremmo giunti a Limon nemmeno al
terzo gìnrno, se, raccolti in uno sforzo comune
dal missionario, i coloni non avessero rifatto il
ponte abbattuto da una frana, per le torrenziali
pioi:;ge antecedenti, in un luogo ove le pareti a
picco non avrebbero altrimenti penncsso il
passaggio.
All'avvicinarci a Limon, schiere di ragazzi, ra-
gazze e coloni ci fecero allegro ricevimento in
mezzo alle frane che ostacolanino il passag~io.
Anche a Limon vi è un internato di kivaretti e
kivarctte; ma il lavoro maggiore è dedicato alla
scuola e alla cura di anime locali e nelle colonie
circonvicine, fra una popolazione bianca che su-
pera i 4500 abitanti. Per vicine che siano queste
colonie, distano sempre +, 5, 6 e pi1'1 ore a ca-
vallo. Hanno la loro piccola cappella e scuola sotto
Ja vigilanza dd mis.,ionario. Questa missione <li
Limon è risultata <la un traslc>co dell'antica In-
danza - nome familiare agli :rntichi lettori del
Bollet1i110 - che ora è una delle menzionate co-
lonie, sorta a nuova vita ,on 2700 abitanti; ma
ormai la «primogenitura>> è passata a Limon.
l dilettami <l, architettura trnverehhero da am-
mirare nella chiesa d 1 Limon, per quanto co-
struita in legno, le lince armoniche, i capitelli
classici, porte e finestre in pltrO rinascimento;
è dedicata a Nostra Signora di Guadalupe in
omaggio ai benefattori messicani che ne promos-
sero la erezione.
Da Limon si trattava di andare a Gualaquiza
per via diretta. Ci vogliono tre giorni a piedi,
ma il viaggio di Yaupi ci aveva persuasi che non
eravamo allenati abbastanza. Decidemmo quindi
<li << uscire 11 al Sig- Sig in due giorni di ,·iaggio
a cavalle> e rientrare pure a cavallo, per il passo
del Matanga in tre giorni. Così si fece. Il primo
giorno, dopo dieci ore di cavalcata, scavalcando
la cordigliera, sostammo nella colonia di Chi-
huinda, ove sta un nostro sacerdote per attendere
ai coloni. Pio\\'ve a catinelle e a mala pena tro-
vammo posto sul pavimento per dormire. Il se-
condo giorno sostammo nella colonia di Ag uacate,
O\\"e un altro salesiano attende ai coloni sparsi
per tutta la regione. Ripartimmo il dl seguente
sotto la pioggia, che però cessò presto e ci per-
mise di arrivare in buon tempo a Gualaquiza,
la più antica <lellt: nostre missioni. Conta un mi-
gliaio dì abitanti, coloni bianchì. I nostri prestano
loro assistenza spirituale e dirigono la scuola.
Anche Gualaquiza ha ora il suo campo di avia-
zione che darà nuovo impulso allo sviluppo della
regione.
A 7 km. da Gualaquiza sorge da poco la mis-
sione del Bomboiza, per i kivari della regionl'.
Vi si arriva attra, crsandr> il fiume omonimo e la
vasta tenuta, coltivata con tutti i prodotti della
regione per il mantenimento dell'internato. Una
piccola scuola sulle rive del fiume riceve i figli
delle famiglie di coloni che si tro,"Jno d.i quelle
partì. Siamo agli estremi del Vicariato, e la visita
è giunta al suo termine; rimane solo <la rifare
il viaggio <li tre giorni per rnornare al Sig-Sig,
donde in tre ore di camion si giunge a Cuenca,
sede abituale del Vicario Apostolico, Mons. Do-
menico Comin, ormai venerando missionario di
78 anni, dei quali 50 li ha passati nella missione,
fra sacrifici e peripezie che solo il Signore può
conoscere.
Non mi sono indugiato a parlare ùei ricevi-
menti, che furono cordialissimi in tutte le parti;
delle funzioni speciali di Batte~imi e Cresime
che ebbero luogo in quest'occasione; ne della vita
sacrificata <lei missionari; nè dell'edificazione che
riportammo dalla loro allegria in mezzo a tante
privazioni. rJ Signore li aiuta ed essi vanno aYanti
contenti di sapersi protetti da Maria Ausiliatrice
e dal nostro santo Fondatore.
Coa<l. ì\\TATTEO A11rnRoG10
1/is.<innnrio Salesiano.
'
Realtà e s p e r a nz e .
Amatùsitno sigllor Dm1 Ziggiotfl,
Come le avevo promesso nella mia ultima,
vengo a intrattenerla sul mio recente viaggio
lungo la penisola. Fu un viaggio di molte espe-
rienze, di semina e cli qualche risultato.
1) Huei Yang. Km. 329 da Bangkok. A yucsto
nome devo far precedere un po' <li storia. Negli
ultimi tre o quattro anni nelle nostre cristianità
più antiche era diventato ognor più impellente
un problema demografico: il posto occupato dalla
popolazione cristiana qui diveniva impari all'ac-
cresciuto numero dei nostri; inoltre la tendenza
all'inurbazionc col pericolo della perdita della
fede diveniva sempre più forte. Si in1ponern una
pronta soluzione. La Thailandia ha ancora mol-
tissime regioni forestali quasi disabitate: si trat-
tava di scegliere un posto conveniente e cambiare
la foresta i.n piantagioni di cocco o altrn per poter
dar da vivere a qualche migliaio di persone. Il
taglio della strada che, col tempo, congiungerà
Bangkok con Singapore, ci diede l'occasione di
trovare la località opportuna, e di mettere subito
mano all'opera. E venne fatta la scelta di Huei
Yang. I pericoli e le difficoltà bastava aver occlti
per vederli; ma non mancarono i coraggiosi che,
sicuri della parola del missionario, gi dissero
pronti all'impresa. Si trattiva di rcndcn~ abitabile
una zona fino allora dimora di tigri, serpenti e
- 177

2.9 Page 19

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di ogni 1,:enerc di hestic scl\\'atichl,: inoltre hiso-
gnau risnln-re subito il problema dell'acq11,1, dei
tr.1:;porti, COlllllllirnxioni e abita7,im11. '1'11tto \\Tnne
atlrontatr>, e lllksso già si pub mtonare l'inno 1.klla
,·ittoria: la foresta, coi suoi misteri e pt,ricoli, si
ritira rapid,1rn1.·ntc davanti alla scure e al fuol.-o
dei nostri.
:\\Ii recavo là per la prim;.1 rnlt;t per constatare il
già fatto, grazil' specialmente allo spirito di orga-
nizzazione di Don Pietro Jclhc1, e per prendere
accordi dt'iinitÌ\\'Ì sul Ja farsi. Alla stazioncina
,,,,
7..
o
o
.(...)
CIUl'1PNON
PVKET
SIAM - JI \\'lcara.uo A1><>s101ico di ltaiabun " rar,pre<;enlato
dalla strl'><'i2 1ra11e1111i.11a
di IIuci Yang Yi tr~mo una trentina di giovanotti
e uomini ad aw:ndermi. 1 ,·isi fortemente abbron-
zati, le hran;ia bruciate dal sole, e le dure mani
d1cc,·,mo d1iaro lo sforno sostenuto eia q111;i corag-
giosi nei 1m·si pa!,~ati. In allegra compagnia ci
accingemmo a fare i 5 km. che ci iieparnvano dalla
r1.·si<lenz.1 mission:lria in costruiione. l 1n carro
trainato <la un bufalo ci s1:gui,·a portando i bagagli.
.\\Ii fermai cinque giorni. La prima decisione fu
di mettere subito mano ad una scunla per i nu-
merosi bambini e bambine che h,111no seguito i
genitori nelle nume piantagioni. Poi la visita alle
\\'arie famiglie, l'ino alle più internate nella foresta.
Ammirnhilc il coraggio di un giovanotto, antico
pn·si<lcntc della Gim·entì1 Cattolica, che col fra-
tello sta tli~hoscan<lo alle basi tli un monte: ogni
matt111a nel i;uo terreno si possono ammirare h:
grosse irnproute della tigre che fa visita regolare
al p1c.:cnlo corso d'acqua che attraversa il terreno.
n.\\fa l,1 tign· non disturb.1 chi è in pace ml Si-
gnore •, mi assicura il gio,--:mottn.
Si dt·cirlc pure ùi aprire una strada perpendico-
lare a quella tracciata dal governo, che llnira la
no;;tra rcsiden7.a al mare. \\'cn~nno a raccolta di-
\\ crs1 maggiort•nti: il pranzo è scn·ito con carni,
non troppo tenere, di una scimmia. È la 16811111,
mi dice con aria di tnonro il giovane cacciatore,
frntcllo di un nostro salesiano Tl1ai.
La domenica ebbi la g1ma di vedere la maggior
parte dei nostri piantatori attorno all'altare im-
pronisato. Con che gioia si accostano ai Sacra-
ml'nti ! La foresta con i su111 p..:rii:oli c col suo
mistero come an·icina a Dio i; fa ,edere che
solo lui è importante!... 1\\frlla predica assicuro
lulli che se noi saremo frdeh net noslri doveri
verso il 81gn()rc, c:gli non manchcr:1 di benedirci
anche de pinguedine lerrae: e lascio come ricordo
il prnsiero familiare a.I beato Domenico Sa, io
fin <lcu sum primi anni: , '-,1.1110 ,·ostn amici, spe-
cie <lurantl' la solitudine, (;e:;11 e i\\Iaria ».
Partii ùi là ml cuore pieno di speranze: sngnarn
la scuola pcr i ragazzi e k rag. izc, poi la chiesa,
poi I' 1mbulatono, poi b ca~1 delle suore... • ::\\laria
Aw1iliatricc, pensaci tu ... mant\\Jc1 Lu i mezzi... ».
2) Cium phon. Da lfuci \\a11~. dove si è im-
piantato stabilmente ti segno della nostra reden-
ziont, cume ho detto sopra, lino al km. 930 da
l!an1-:kok, do\\'e sorgc llaad Yai, mcca di quc~to
n 1strn \\Ìa~gio, non tro\\"eremo pii1 alcun se~no
di c1 istiam•gimo. È ,·ero che lungo tutta la peni-
sola snn11 i-parst: famiglie ù1 uttnlici, ma finora
la m1ssiont- non possiede alcun terreno m cui
poter impiantare una quah;i,1s1 opera cattolica.
e Scopo t1ui11di tli questo viaggio specialmente
di ,isit.ire alcuni centri principali p1.r assicurarci
un ptl'dc.; a terra. A sera tarJ.1 del rJ gennaio, il
1reno entrn nella stazione di Ci11mphon, che sta
•isorgtml,, tbpo la distruzione della guerra. Prese
l'! nostre rnligc, ci recammo in un vicino albeJ"t~O.
onn,,i non più degno di t:11 nume pçr i troppi
s1:gni di dct:n·p1tezza, proprietà d1 una \\'CCchia
signora cattolira. Accolti a festa <lai quaranta cn-
sti.1111 t·i n:a della località, spentlemn11, due giorni
a girare nelle vie e nei Ji11tor111 m cerca Ji una
sede. li Si,.:-norc ci b1.nc<l1ssc. Trovammo una
ca:;a con un terreno in ,endita che farebbe per
i nostri bisogni. Tutto hene, ~1tl eccezione <ld
prezzo. Speriamo di metterci d'accordo e far
presto sorgere colà un nuo\\'o tabernacolo al Dio
<l'amore.
Con gmntlc nostro rammarico, ahbiamo trovato
che I prntcstanti ci hanno prcccc.luto: è quello
che constaterò in tutti i posti importanti della

2.10 Page 20

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penisola: sono di va-
rie denominazioni, ma
spccialmcntc i l'rc-
sbitc:nani e gli ;\\\\'-
vcnllsti.
~} Bandon. A scttt:
ort: di treno d.a l'ium-
plum 61 tro,·a la città
di Bandon (km. 636
da Bangkok}: <Jllcsta
fu la nostrJ tcrza
mèt1. Questo porto
di mare, il dclla
Thailandia, è. impor-
tamc pcr il mcn.-ato
di legname che 1h1llc
foreste che lo l·ircon-
dano \\'iene spt·dico
alla capitale e all'e-
stero. lnoitre è d1 qu,
che s1 prcndono I hat-
telli111 per l'isola di
Samui, l'isola dei coc-
chi, che glt sta a SIAM • 1-luel Janl{ Lu fo.-et\\lU &i ritira davanll a11·accc11;. e al ruoc:o di coloniualorl crn1fonl.
nord l'St. Anc\\w qui
abbiamo già un bel gruppo di cri~tiani, cd è ore. e ci a1Tcbbe portati ucll'isola dello sta-
impellente il h1sogno di :ivere un terreno e una
casa propria. Qu.indo 11 \\lis.c;ionarìo passa, è
costrdto a pn:n<lcr dimora negli albcrglti dcliii
città, che non son certo 11 luogo più rac-
gno, Puket. Ci vollero 9u:1si dodici ore di treno
locale, rnmc qui chiamano gli 0111111/,m, per farl'
210 km. e arrivare alla ciltadm.i di Kuntang, sulla
costa occidentale tlella penisola Th.11, sul. golfo
colto per ricevere i cristi,rni e cclchr.irc i d1- del llengala. Fummo però piil fortun:iti di quanw
Yini mistcri. .-\\oche qui passiamo la m:1ggior pote,~.11no sperare: arri,·au a Kantang alle sette
parte del tempo girando e dom,•rndando. Un'altra pomeridiane. trovammo subito un battello che
constatazione: q11,111do
si vedc,·a qualthc lo-
calità chc s.:mhm,-.1
fatta per noi per la
sua posizione t amt··
nità, 11uasi sempre,
con che strl·tta al
cuore glielo lascio 1m-
nrngi11are, si veniva a
sapcn· che era pro-
prietà <lcllc pagn<ll·.
,\\<l og111 modo am:h~
qui la Madonna, il
cui nome benedclto
ci sta,~1 sempre sulle
lahhm a confono e
incoraggiamento, ci
aiutò u scoprire quello
che pub fare per nlli,
e le tratta tivc ~ono
hcn avviate.
~) Puket. Lisciata
Hantlon <li buon mat-
tin,1, 1n1ziamm11 il
\\'!aggio che avrd,he SIAM
do\\·uto durare trenta t..1 P•rtc estero.a d~I Kraal (tnrpoln l""" ekr~nll) a pocu <11>,uuU:.1 dalla nuo\\'a MJ,~1onc SaJe,jian.a.
- 1 79

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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era in procinto di salpJre. Il primo movimento
nel vedere la nostra (1 nave» non fu certo di en-
tusiasmo: un guscio di zo tonnellate!!! Avanti,
in 11omi11e Domini! La nostra vita è nelle mani
del Signore. La nostra sorte penso fosse di poco
più allegra di quella di S. Paolo in viaggio verso
Roma; però fwnmo più fortunati di lui, chè ar-
rivammo in porto senza il minimo incidente, se
si eccettuano le conseguenze del rullìo e del bec-
cheggio che durarono le dodici ore di traversata.
Passammo molto vicini ai numerosi scogli che si
alzano a picco sul mare, e dove le famose rondini
thai fanno il loro ancor più famoso nido, cibo
prelibato dei ricchi. Il prezzo di detti nidi è
sulle 30.000 lire al chilo: non è roba per i nostri
denti, quindi passiamo oltre.
Puket è l'isola più grande della Thailandia.
Ila una lunghezza massima di 45 km. e una lar-
ghezza massima di 20. La sua ricchezza favolosa
è <lata tlal sottosuolo, pieno d i stagno. La prima
cosa che ci colpì entrando nel chiuso golfo di
Puket fu una grande draga che scava lo stagno nel
fondo del mare. Dentro la terra lo stagno, e
alla supcrfìcie immense piantagioni di gomma e
cocchi: ceco l'isola di Puk,·t.
;\\lcuni huoni signoti, educati a Penang, nella
Malesia britannica, , ,ogliono assolutamente che
mettiamo su una ~cuoia: essi mi a,·e,·ano invitato
per discutere il problema e anzitutto trovare un
terreno adatto. Possiamo dire che le cose sono
bene incamminate, e che anche colà abbiamo
g un piede a terra. .:\\la adesso incomì_nciano le
preoccupazioni: il trovare un terreno adatto è
certo il primo passo indispensabile, ma per rag-
giunger la mèta, cioè far sorgere una scuola come
si de"e, la strada è ancora lunga e costosa...
Mi pare, amato Padre, di sentire da lontano
la sua voce sempre incoraggiante che mi dice:
i, Abbiamo veramente di che ringraziare il :-ìi-
gnore ! ». Di questo sono più che convinto. Ad
ogni modo mi permetto di segnare alcune cifre
che dicono 4uanto sia ancora lontana la mèta.
11 Vicariato Apostolico di Rajaburi, affidato
ai Salesiani 25 anni fa, consta di 19 province.
Di queste, solo io 5 possiamo dire di avere delle
opere già efficienti; in altre due abbiamo appena
un piede a terra, nelle rimanenti 12 ancora nulla!
È vero che dappertutto si trovano gruppetti di
cattolici visitati periodicamente dal missionario:
ma come opera stabile non abbiamo assoluta-
mente nulla.
Scoraggiarci ? No affatto, ma aumentare gli
sforzi, e innalzare più accorate le nostre suppli-
che a Dio, e, dopo di lui, ai nostri Benefattori.
Quest'anno a ottobre si compiranno i primi
25 anni di apostolato salesiano in Thailandia.
Siamo tutti impegnati per rare di quest'anno la
pietra miliare di un avvenire ancor più fulgido e
frcondo per la salute delle anime e per la gloria
di Dio e della nostra buona I\\lamrna Ausiliatrice.
Ci aiuti con le sue prcgh.icre e con la sua
benedizione.
A nome tli tutti i Confratelli
Le sono in C. J. aff.mo
►I-< PtITRO CAl!llETTO
f'icario Apostolico di Rajaburi.
1+ febbraio 1952.
Due pubblicazioni sulla .PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI
/ 11 preparazione al p1·oss1mu Convegno Ge11era/e di
Rmna, l'Ufficio Cooperatori S11lesia11i ha mrato la p11h-
blicazio11e tli due op11scoletu, di ,m ce11ti11aio cli pa!fÌlle
cmù1110, edizio11i della S. E. I.
li primo è di Don CERJA, 11 biografo di Do11 Bosco,
,. s'intirola: I Cooperatori Salesiani (U11 po' di storia).
Storia a t,olo d'uaello, cnm'egli scrive nella premessa,
ma sujliciell/e a deli11eare il laroro compiuto dal sonto Fon-
datore per aeare e orga11izzare quella che fu dejinitu la
terza Famiglia snlesùma e dotata dai Sommi Pontejici
di fm•ori spiritual, rn111e 1111 Jerz'Ordi,ze I antico, con la
dtfJerew:,a rhe, mmtre in quelli si propo11e~·a la perfezione
cristùmn nell'esern::io della pietà, in questa si ha per fine
prinr,pole la t"ita ullit·a 11ell'esercizio della carità, special-
mente 11el/a ano della giaventtì più po,uera e abbandonata.
D011 Cerio ne ricorda le origini e ,~ illustra l'orgm,i::-
zazione e l'espausione d11ra11te la t•ita d{ Do11 BosCll e
sotto il rettorato dei successori. :'lbbraccia più di 1111 se-
colo e mette in rilievo la preveggew::a e la !fe11ialità del
Santo clte comprese per tempo la necessità delln coopera-
zione dei laici al/'apos1olato della Chiesa e si as;·ìcurò il
sostegno dei buc,11i per il progressi1.•n st•iluppo della sua
tJf>era 11el 1111111da
I/ secondo è di Don FA\\'1'11 e s'ì11titoln Don Bosco e
l'apostolato dei laici. Doc11.111e11ta l'ampia t"isione d,•I
Santo, che, co11 la Pia Unione, lw 111irato realme11te a
sruotere dal languore. in rui ~iacciono, tanti cristia11i,
e diffondere /'n,ergia della t"llriltl •, pre,·orre11do a/tre
orga11izznzio11i con te11Uttivi di costituzione che risal;::0110
al 1 850. /I suo ideale è cl1iarm11e11/e riflesso i11 questr de-
fì11izio11i che diede in un cmn:eg110 di E.,· allievi del 15 lu-
glio 1886: I Cooperatori sono il sosrcgno delle opere
di Dio per meizo dei Salesiani• ... , I Cooperatori
saranno quelli che aiuteranno n promuovere lo spirito
cattolico• ... • Verril tempo in cui il nome di Coope-
r:nore vorrà ùire vero cristiano•· L'abbo11da11te ci/.11zio11e
dalle Memorie Biografiche di Don Bosco credito
al/a tesi. lrtsieme con l'opuscolo di Don Ceria mette a di-
sposizione gli ele111e11ti uf]iciali di va/utazio11e di q11e.,ta
benemerita istitttzio11e che celebrerà sole1111eme11te a Roma
il 75'' del rico11osci111e11to I'o11tij1cio e della p11b/Jlicazio11e
del suo orKa110 me11silP li Bollettino Salesiano.
S1 posso110 acqw.,tare, a[ prezzo di L. 150 cwscu rw,
f'resw l'Urnciù Cooperatori Snlc$iani. Via Cottolengo, 32
- To,-i110 (7091
180 -

3.2 Page 22

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La nuova Diocesi di Dibrugarh.
.4bbumw d,iesto al mn·ello r·escovo Sah-suwo
Jfo11s. Oreste .Uarengo qualchr 11oti:::ia ml/a sua
11110m DmCl'SÌ di Dihrugarh (.·1.mmz). Egli ri lw
pro11la111entr soddisfatti, ma con quella im111Nlin-
t1 zza e mpidità di stile du e caratteristim J1-gh
apostoli c/11' amano assai più {are che dire.
Confini, clima, risorse naturali. - La Dio-
cesi occupa la parte nord Jdl',\\ssam, all'estremo
nord-est ddl'[ndia. Conlìna a nord col 'l'ihc-t
e con la Cina, .i est con la Birmania, a sud ccii
Bcng.ila, a ovest col Bhutan. Quando si g1u11gl'
a Calcutta, bisogna ancora fore circa mille km.
per arri,are a Dihrug.trh.
li clima i: torrido nella pianura, formata d,llla
granùc vallata del l.lralul1ap111ra: piogge abbon-
danti da giugno a ottobre, zona malarica specie
alle falde ùdle colline fino all'altezza d1 800 m.
:\\"elle colline p1i1 alte (alcune ramunguno qua:;i
3000 m.) il clima è salulm·.
La pane piana e fertile l ricca ù1 risaie. Conta
le migliori piantagioni di thc 111 tutto 1I mondo,
, i sono pozii lli petrolio e miniere <li carhcme.
Quasi tuuo è in mano <li Società straniere. Si
\\erifica anche qui, com1.: nel resto dell'India, il
paradosso <li una regione ricca e di una popo-
lazione povera. In generale si può dire che la
INDIA · ASSAM · Glovanl sposi
regione è quasi totalmente agricola: riso, tht:',
c.1nna da zucchero, canapu, i:crcali, agrumi, le- svariata, ma la caccia non è un dhcr111nento
gname, petrolio, carbone. La fauna è l'icca e molto in voga.
Razze, civiltà, ling ue. -
Conta circa tre milioni di
ab1tanu appartenenti alle
razze \\riana, Dra\\ 1ùica,
Kol, Mongola. Quc·stc poi
suddivise, specie ncll\\' ct1l-
linc, 111 moltissime trihil.
l.'\\s,-am, come 11 rcsto
dcli' Ine.La, prcscm:t forti
rontrast1 nel campo della
Liviltù. LJ gente della pia-
11urn è più evoluta, m:J non
nccessanamenrc p111 cil'llc
dt quella ddh: colline. L 'c-
ducazi,mc i: ahbastamn ùif-
fu,a tra le caste altt·: po-
chis.-;1mo fra le rnstc basse
della pia1111ra e frn !-{li ~ hi-
tant1 dt'llc colline. Alrunc
1r1hì1 delle collint sono ve-
ramente molto primit1\\e:
INDIA - AbSAM La Ca11edralc di Olbrugarb
non s1 p(>SSono però chia-
- 181

3.3 Page 23

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mare selvagge. Tutti quanti sono sotto il go-
verno regionale dell'Assam (capitale: Shillong)
1.:he alla sua volta fa capo al Governo Centrale
che ha se<le a Nuova Delhi.
L'ulrimo censimento dava 145 lingue parlate
in Assam.. La grande maggioranza di queste sono
parlate nella Diocesi di Dibrugarh. Nella pia-
nura la lingua Hindi e Assamcse sono assai dif-
fuse. Nelle colline, tribù che alle volte contano
poche migliaia parlano una lingua che nessun
altro capisce.
Religioni. - L'Induismo è predominante
nella pianura, ma l'Islam vi è pure fortemente
rappresentato. Gli aborigeni (Dravidici e Kol)
sono animisti, ma con forti tinte di Induismo.
Le tribù delle colline sono tutte animiste. La
gente delle colline ha quasi nulla in comune
con quella della pianura, ad eccezione della po-
vertà.
I Cattolici sono da 25 a 30 mila, tutti nella
pianura. Nelle colline, dove le speranze sono mag-
giori, non ci fu ancora permesso di stabilirci a
lavorare. Da più località sono anche venute de-
legazioni, ripetuti inviti, ma finora perdura il
"eto delle autorità governative. Più tardi forse,
quando le cose siano meglio sistemate, si potrà
entrare.
I protestanti, favoriti dal governo mglese, ci
hanno preceduti e vi lavorano da circa 60 anni
<.:on ottimi risultati.
Stato della Mfasione. Sviluppi urgenti. For-
tuna del metodo di Don Bosco. - ln tutta la
Diocesi sono cinque residenze missionarie. Que-
ste si trovano in un centro di qualche importanza;
i cristiani però sono sparsi in oltre 200 comunità,
quasi sempre lontane dal centro, in piantagioni
ùi the o in piccoli villaggi. Vengono visitati ogni
tre mtsi. Di più non si può, data la grande scar-
sità di sacerdc,tì, la mancanzu di comunicazioni.
Accanto alla residemr.a sorge generalmente una
scuola per ragazzi e, dov'è possibile, una per ra-
gazze tenuta dalle Suore. Data l'estrema povertà
ùi quella gente, le- scuole non sono sempre nu-
merose come si dcsidererehbe, e sono un grande
peso sulla Missione.
Bisogna aprire nuove residenze, aumentare il
personale in quelle già ape-rtc; urge soprattutto
fondare una scuola di Catechisti, promuovere e
incor:1ggiarc l'educazione formando maestri, a-
prendo scuole in tutte le nostre cristianità, am-
pliando e migliorando gl'internati per ragazzi e
ragazze presso la residenza.
I cristiani sono ferventi. La visita del M issio-
nario segna sempre una Comunione generate.
Sono generalmente molto attaccati al Missionario
e ne hanno grande venerazione. L'aiutano in
quel che possono, ma quel che posi;ono è assai
poco; i più abbisognano del nostro aiuto anche
materiale.
.\\nche nella Missione di Dibrugarh il metodo
di Don Bosco si è rivelato efficacissimo. La cura
che prendiamo dei figliuoli ci affeziona i genitori,
che corrono dal missionario col cuore aperto
e disposto ad accogliere il buon seme della pa-
rola salrntricc di Dio.
VENEZUELA
Visita di S. E. Mons. Armando
Lombardi, Nunzio Apostolico nel
Venezuela, alla Missione Salesiana
dell'Alto Orinoco.
Per la prima volta nella storia dI questa Mis-
sione si è avuta la grande fortuna di ospitare
l'inviato del Papa, il quale ebbe la compiacenza
di fermarsi con i figli di Don Bosco ben quattro
giorni. Furono per lui giornate intense, piene di
lavoro e di sacrifici, ma di grandi consolazioni
per tutti.
La Prefettura Apostolica dcli'Alto Orinoco
conta 25 persone tra Salesiani e Figlie di Maria
Ausiliatrice, con otto residcnze sparse su di un
territorio di circa 200.000 k1112•
L'Ecc.mo Nunzio giunse in apparecchio alla
capitale dt'I territorio Amazonas. Erano a rice-
verlo il Rev.mo Prefetto Apostolico, Mons. Se-
condo Garcia, il signor Governatore del territorio
e le autorità civili e militari di Puerto Ayacucho.
Ai due << Asili 1► dei giovanetti e ddle fanciulle
Jelle Figlie di Maria Ausiliatrice si unì festante
la popolazione in un caloroso tripudio di affetto
e di devoto omaggio. E cominciò il lavoro per
Sua Eccellenza.
A Paria, nel cuore della to1·esta, tra gl'i11digeni:
Battesimi, prime Comunioni, Matrimoni; posa
della prima pietra per l'erigenda chiesa in onore
di Nostra Signora di Coromoto, Patrona del \\'e-
nezuda. Nell'isola di Ratòn: posa della prima
pietra per una resìden7;3 e cappella in onore di
S. Giovanni Bosco. In Ayacucno: cento prime
Comunioni e Cresime, visita ai due Asili, al
Consiglio Municipale, alla Guardia Nazionale,
all'Ospedale; benedizione della nuova residenza
del Prefetto Apostolico e casa parrocchiale; be-
nedizione ai lavori della nuova cattedrale.
Tutto questo lavoro, che potè svolgere l'Ecc.mo
Presule, fu preparato da mesi con lo spirito di
sacrificio dei buoni Missionari. Nessuno si ri-
sparmiò perchè l'esempio dell'instancabile Pre-
fetto Apostolico precedeva tutti.
182

3.4 Page 24

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Per la prima volta si potè mettere insieme una cli sacrihc10 ebbero ragione sugli clementi della
hancla che seppe farsi onore. I duecento allini natura. Potè così rendersi conto pienamente in
cieli'<, Asilo Pio XI>> e trenta ragazzi di S. Fer- quali diJJìcoltà climatiche l.1\\orano i figli d1 Don
nandu di Atahapo offersero a Sua Eccellenza un Hosw per l'espansione del Regno d1 Dio.
ben ese~uito saggio ginnastico, e i giovanotti del
Il rappresentante del S. Padre non ebbe che
quinto e sesto grado una preparata gara <.~.1te- parole di ammirazione, di lode e di incoraggia-
chistica.
mento per i Missionari e di congr~tulazione per
\\"isitando poi il laboratorio femminile dcl- il Prefetto Apostolico, che seppe in poco tempo
i'<< Asilo Madre Mazzarello >>, pote constatare i organizzare e realizzare tante opere di bene a
ri.sultati ottenuti dalle buone suore nei lavori favore di que~tc popola;r,ioni.
manuali, per la formazione della figliuola cri-
La beneclizùme di Dio, portata dal >funzio a
stiana alla vita domestica.
nome elci Papa a questo territonn, faccia che gi
Visitò pure il laboratorio per i giovani, dove possano condurre a Gesù tutte queste care anime
Yanno dirozzandosi nel lavoro meccanico e del e ci aiuti ad arrivare anche agli indi che vivono
legno, del sarto e del calzolaio una ventina di nella selva, ancora a, rnlti nd pagane,;imo.
ragazzetti.
Nel capace Hotel Amazonas, trasformato in
Don L1J1c1 Cocco
cappella, fu eseguita la ;\\fossa in onore di Maria
Ausiliatrice, composta
Hissio11ario Salesiano.
da un Missionario del
territorio, cantata dai
trecento fra ragazzi e
ragazze dei due Asili,
a cui assistè turta
la popolazione. Nello
stesso Hotel fu offerta
a ll'Ecc.mo· Nunzio
una serata di gala per
esternargli la ricono-
sccn:~a di LUtti. I gio-
vani in quell'occasio-
ne seppero superare
se stessi nei canti e
nelle declamazioni.
Purtroppo il calore
di un sole equatoriale,
che spingeva il ter-
mometro oltre i qua-
ranta gradi e che non
dava pace neppure di
notte, fu per il Nunzio
un inco,noclo non pic-
colo; perb il suo gran
cuore e il suo spirito
VE NEZ UE LA Prefellura Aposrollca dell'Alto Orinoco. li ,..,(enn~
dcevlmeoto all'Ecc.mo NuflUo Apostolico1 Mons. Armando Lombardi
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, ererm m Ente '.\\'lomlt
con Decreto 13 gennaio r924, n. 22, può legalmente ricevere Lef!ati ed Erediti!. Ad evitare pos~i-
bili contestazioni ~i consiglinno le $egucnti formule:
Se trottasi d'un l,egata: • ... lascio all' lstitrlto Salesllmo per le l\\,h,siom can ,ede 111 Tnrmn a titolo
di legnto In somma cli Lire .. (oppure) l'immobile sito in .. ,.
Se trottasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto. la formula potrebbe esser que-
sta: ... Annullo o~ni mio precedente disposi1.ione testamentaria. Nomino mio erede univ«sale l'lsti•
tuto Sa/esimw per le /lfissiom ron ,ede m Tarmo, lasciando ad esso quanto rni appartiene a qunlsias,
titolo •·
(Luot:1n e darn).
IFimw per esteso ►

3.5 Page 25

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_.,,,, ~ ~l' -~ :J,t
~
*~
*
::,:
I ~ < ~ ,E 1 .. I
·.~-b.-
\\
j¼
\\
Lt· _
',·ji::i
,
,;,1,/,,
,§1
,:
I:
I;
f.
.
i X,~r.r;:T
1\\1
:f /-' -r · \\~· .\\\\.)
e( 1llia moglie f}'l"idava,: .. llladomm, {<w-
nw<'i!" n.
Il 21 gennaio, ,tlle ore 20, tu con mia mord1e accom-
pagnavo due sposini nostri amici, in viJggio <li 1107,zc
all'albergo l\\1afnld,i a San Remo. Era buio, pioveva a
dirotto cd io, non conoscendo la strada, infilai l~ scor-
cu1tot.1 a gradini di ,·ia Cost1glioli. lmprov\\'isamente s1
Ieee un salto al primo graclino e si ruppero i freni. Al-
lora n,i 1ro,·a1 senza scampo. poichè b macchinn prc-
cipiram a salri dalla d iscesa e già \\'CdC\\'C> lu fine <li
tutti, frncassati contro il muro di fondo alla vin. :\\lia
m glie gridava dispernta: , Madunna fermaci, 'VL1donn~
fermaci!,. 1:. come da ordine ricc, uto la macchina con
uno ~chianto contro il muro di sinistra si fermò fr.i-
t·assatn, e noi tutti ne u~cinuno SfHffentnti, n1-a ille~i.
Tutta la gente della contrada, uscita dalle case, dice\\'a:
" f: un miracolo della nostra J\\b<lonna Ausili,nrice ! •·
Al7.ammo gli occhi in alto e proprio a pochi metri du
<l,"·e c1 era\\'amo fcrmut1 c'ern una bell:1 ì\\.Y 1donnn di-
pmtn :-ii pi(lnge,·:, tutti per la grande emozione e pe1
la certczz!\\ dell'intervento divino Doppio miracolo:
noi tut ti illesi e h, ~tretti~sima via dc,crta, altrnncnti
4uante vittime ci sarchhcro ,tate I I,:i (\\L,donna ci ha
voluto hene ,. ci ha salvati tutti.
L1nisco olferra in nnl(rai1amento
1Ui/111w. \\ 'inie Btcstrice d'F.ste, 21
Coniul(Ì A'-GEI.O ed ELbA RoLLl~I.
/llam•fllrt ,,s,,losione ,li una homba <i
11/(IIW.
L n nus1.ro ,•ecch10 operam, 1a,·01.1ndo tra , rutrnm,
<l i l(hisa destinati alla fusione di qui!! ,i.:iorno, fest,1 ùi
l\\lariu Ausili~trice, lrO\\'Ò una bomba a mano. Non ~o-
nnscendo l'orrendo ordigno, si cm messo d'impegno per
tos:fic1e quel po' d1 nwtnllo che la circondava quando
la bomba s·'apri lasciando vedere un,i buona dose di
,,;tolo. Accorsero mio marito e un ingegnere che per
..:aso s.i tJOvavu in ufficio. Questi che conoscern molto
bento l'ordigno, sulltovO gll occlu al c1e1u mntando ,ili
operai a ringraziare la Madonna, la cui dngie è ;1p-
pesa al muro della fonderia. Questo avvenne nel po-
meriggio del 21 maggio, proprio mentre io con mia ni-
pote ci reca\\'amo ali' Istituto Don Bosco per assistere
alla solenne funzione in onore <l1 ;\\lari.r '\\usili,1
trice .
I ,a santa Vergine continui a benedire c:osi la nostra
casa!
r·erono \\'ia Monte Su~llo, 8. P!P.RA PADOV...NI.
" ...Ju.rilium Chrisfianonon ' ' .
Durante le torbide giornate del Cairo, alla fine del
gennaio scorso, s i affermò in m odo singola.re I., ma-
terna potenza di J\\lnria Ausiliatrice. In quelle ore tra-
giche, s'era fatta larg,1 distribuzione delle sue med~glie
hcnedetre, e la Vergine SS. rispose con prove <li effi-
cace prote;oione, non soltanto sulle nostre due Case e
sulle alunne, che poterono rag,tiuni::ere incolumi le
loro famiglie, ma anche su t uui i hcncfartori di qul'l lc
nostre opere.
Uno di questi, che nel pomeriggio del sabato 2() gen-
111io imp lorava per telefono l'a iuto di preghiere, mentre
l,l propria casa stava per essere rnla(l{iunta <l,11 fuoco di
tr~ incendi ,·icini, pore,·a poi assicurare che la prote-
zione della Ventine SS. era stata dJvvero prodigiosa.
Pe1 sei ore consecuti,e, im·ocan<lo insieme alla famiglia
, In Madonna <ldle Salesiane•. aveva csp,>sto il <JUudro
d1 l\\bria Ausi liatrice, or du una finestra, or dall'altra,
come scudo contro le fiamme invadenti che già quasi
lo làmbivuno, senza tutta,·ia recnrc ~lcun danno.
Ripetutamente in quello stesso pomeril(gio, s, era
unche tentato d'appiccare il fuoco a una grossa p1,inta
d'eucaliptw nel cortile della Casa, e sempre - quasi
si parasse a difesa una mano inYisihi le - le fiamme si
er,mo subito spente.
Un altro benefattore s1 compiaceva di mostrare
l'esterno <lei suo palazzo affumicato per i vicini ince11<l1,
m,1 rimasto in piedi fra I.: rovine circostanti

3.6 Page 26

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I
(1A
'' È ~(aria Ver,i~ine stessa chl' t·iw; essere onorata sncto i{lte<to
bel titolo tli Aiuto dei Cristiani, c:d lw promesso /note~ionc
s/1c.:icill' a coloro che l'an:s~cro con questo h:1 riroln llll'tJùlCll
SAN GIOVANNI BOSCO.
I
L"o,1 mnh<! altn· Jlt'IM>n<". du: ,, le,·t'ro un <loHrt· d1
:Ut~tòlrc <la 4u,1li pnituli fo,,1:ro ,.u,1,• ~campale in quei
j.'Ìorni r••r l'.tiutn Ji \\I.tria Ausilia1ricc, I! ~he J1JI 1c,·ip.1-
,!, run11 Jl<ll alle fur1zion1 nn1.,r,1z1tllllè1110 nell;1 c:1ppell11
,lcll,1 noNtm ,·:1,11 di Rud cl h1rag, l'unico sohhorgu
dclln cmà ri,-p,1rrnia1u dall.1 mllka ,lcrnstatnCè
/)inttrìcr Suor Ro\\llLDL :\\L\\M lf.10
lti,wquista la risfa tfoJm 16 (lttUi-
A,c\\'fl due anm t sci m~i nllor.:hè pen.le111 com-
pletamente la ,·ista nll'occhio sini•tro per la compaf'a
J1 una grossa m;tcchia hianca. 1 medici non ernno riu•
,-au a togliere t;1lc mncd1ia, m,1 10 non potc\\'o ra~so:•
Jtnnrmi perchè l'ucduo destro non cm sufficiente per
me che studio. Sur, etto do una i;(111nJe fede, il 16 nito•
,u, 1'J5 entrai nel Policlinico ù, Romn, <love fui opc•
mto, ma con e,.1t.. nc),(llt1,·o. fui qumdt cons11?li11to 111
torn.1re a casa p ...rdu: non c'e-rn nulla Ja fare. Prima d1
pnrtirc 1111 reca, nella c,1ppel!J e con le lacriml' nizli
occhi inl'oc.1i 1'1111110 di :'\\Inria Atmlmtrice l'sc11 quasi
trnsformnto, come ~e la JVL1donrllt mi avesse prome-ss11
Ji ridurmi la \\'ist11. l'rm•,·idenza ,olle che tom:1,;.,e q1wl
i,:1orno il prnf. C:iutoki, il quale 1111 , i,itò e, cun mcro\\'1•
11lia di nitu non 1111 la«ciò panire, anzi mi prnpo<l' l.1
d1tfa:iliss1m:1 npcrnzmne del lntplllntu comi:itle. Il l'rn•
k--ore 1111 a, rchl,., operato subuo, ma do\\'f trnrnrc
l'o,dtiu da rnnl·stare? Oi::-ni f,!iornn 111orivano p1·rsnrw,
111.1 nessuno ,olle da,mi l'occhio e ,tetti 20 11i11rni ud
a~pettare. ln qul'll'utte,a non fc,·i altro che prt'l,(are,
prt'l?Mt', Prl"l!nre. hnalmcnte un,1 hunna lan~1ulla Ji
17 ,mni, do\\'e-mli;si pri,·are per ne-1·essi1à ,lell'onhio
dc,tm, me lo ccdttte. l'nma Jdl'upcmz1one m corsi
in rnppell:1 ,1 fa,e II l\\lnn,1 Aus,l1,11tice l,1 prnm,•,~,1 di
1"ere lontano ù;1 oµn, peccato 1• di far pubblirn, <' l,1
11111z1.1 L'nper:az1nnc nuMd ,1 nwnl\\tl-(lia e 11> con uramle
l.[Ìoia potei n-tfcrc1 nnche dalf'oechin stm><tro. dnpo
t h unni che non ci ,·e-,kvo pii1 1
t ha ha bisoL?nO di ~mzic e nun 1 ,corre n ;\\ l:1r1;1 ,\\us,.
li,1tri~c è con,c una colun,ba che ,uol ,·olnr,· ,cnz,
uh!
:,emin,1risra i\\lAmR1 .-\\11>0
J1'11·i11 . l usili"ll'i<'t· ,. S . .l/ . Jlw::a r ello
m i st1fl'11110 '" ltl O!Jlie ,. ' " lm 111biw1.
l'resttl'••Wvo la l!iow Jt \\ll't nuovo tnlnoh:.no 1n 1an11
alin q1111mfo n,1;1 mni:lic• \\'ct1i\\'H impro\\'\\ is.1m1·111c cnlp,t.t
da ncf11tc con forti dosi <li .1lhum1na H,·~.11as1 :ill'n,pc-
dak ddlt- :\\lolincuc ,1 Torino, 1 nwù1n la ~ottnpm.cm
alle cure ùcl suo C3~u J11\\, ero prt.>t.te~:uparttt· 1..· 1!t 1n ~.
E~M, inf.mi, ùuhiw,·,1m> di ,.,lrnre 1',1mn1.1l.,ta ,. 1umd1
anche l'nttcsa cren1uru1.1 Che t,1re allt11" • R,~orrt,mmo
fìduciu,1 ,1 i\\·Lori,i SS. Au~tliatricc e u S i\\1:-uia i\\l~zza-
rello. siniri della loro r,otcnre inten:essiunc che s, po•
lesò prc,to e 1angihilmcntc lnlaui, mentre l.1 ...:1cnz.1
med1~-a rl\\c\\'a pren~to un lunL?o periodo d1 ,olferenzc,
dopo appena due ,cuimanc ci rallc11rn,·11 una hell.1
bimha, d1e, quantunque narn pnm,1 del tCl11Jl<> pre-
,·isto. 110Jc ora con h1 m,1mm,1 onim,1 saluto:. Cunw ht>
promesso, invio umile uticrrn e. unito n mia mol.!lic,
rin11n1z10 cli cuore :.\\larm Ausiliatrice e S. \\laria ::\\foz.
zarellu p.•r 8\\'Crci dato <;fnJ e salva !;1 nostrd p1ccold
Ausilia.
H,11t1111/o P,emom,
Lo 1·(•/iq11i" cli Do11 Uos ,·o
Ln ,e,.1 Ji :--a1:1le tutta In mia lamurh,1 lu colta Jn
\\'Om.Ìto e: ù"lori fort,s,im, \\'iscerali cht .uh110 ~11ri-
buuruT1n nd un dolce m,1nl.!into durnnte 11 pranzo. Qucll,1
che sta\\'ll peggio era 111 nrn1 hamhin,1 tli due ,mni pèr
la quale, spnventati, ch1.1rnammo Slth110 11 medico.
OUC',11 ,, .,trrettò a pmdii.:.1rlc CUft' cn,·r,.-idw. Joro
averci tlid1ian110 che I.i hamhma er.i ormm mtoss1caro.
:.\\la tutto ,cmbra,·a mutih.· ,. la mia hamhina i.:ii1 ml
pallore dl'lla morre sul \\t1ho e le mcmh1a 1rril!id1tc
stcll·,1 pc, lii-darci. P11zia di dolore e di ,li,,,erazion,',
mentre per ben rrc \\'tl lte il cuoricino c-<-ss:wn d1 bat•
tere e la :--i riitnima\\'a cun l'o·,.,.,).!t!no, le n1isi fnt te manl
una rcliqui11 di :;;, (, Bo,co e mi d,e,li a 1m·ocare il
nostro <anu, Protetto, e ,\\llor,1 LI bimh.1 pi~n piano ri-
Ì,rese a n~pìrare nor1n.tltncntc. e le sue i•uance st n-
colorironn. Ringrnzm di 1utt11 cuore 'i Ci Bosco in-
sieme rnn I mie, fom1i.di11ri.
<.t1~{1t1r1.
Prof.sa C,10-.:A~:-òA l'otrnA 1n Coi--Gtl'

3.7 Page 27

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G mn·iyi011e mimcolos<1 a11Pstaln d a l m e-
tlil·o.
lol cuore rrahoccante ct, ,·1, ,ssnna l!IOJa compio il
dol'erc di rendere nota la grazia che S. Giovanni Bosco
h,1 voluto concedere m1racolos□ mentc al mio carissimo
nipotino Luigi, che era giù stato spacciato du~li spe-
cialisti appo$itamcnte convocnu.
l ,a tede cosrnme, viva, anlente che ho sempre sentito
pc, Don Bosro, uncorn una ,olrn è staro premiata con
una l(razi.a che ha del mirocolo, come ~i può vedere
<lall 'acduso certificato medico. E io non solo sento il
bisogno di ringraziare, ma des idero che questa ,:tra1ia
vengu puhhlicnta sul Bollet1i110 Soleriano.
:\\lnrcùmise, Via l\\1ichele Lener, 1+
LUIG I MOK'l'UO!ll.
DTCHJAlùJZIONE .l!E'DJC.l - C'mifiro 10 qui rotto•
srritto 1Mdito-rh1rur!,!l> rhr. il bambino ;.\\Jrmtuori Luif!i tli Frw1-
Cl'fc'O af/Prto da nrat1issi111n .formc1 di plt1uritl! r<>n 1:crs11ma11lo ,.
miuarrfo di men111g1tt rere/rro-spmale t ,:uarilo miracolosa-
m e n te 11011 potimdosi s-p;e1tare coi dati uiemijiri lu rapida scom•
panJo d1 11111; , nntomt' f!Tll1.•ùsù11i rhe lo mw,udrn•a,10.
i,, /rrl,·
\\Ju,.tiamu, z.-4-..x-195 1
Dote 1.:-n.A-.:cesco LAuRtTANO
!Ilio 11,uh-e era ridotto a ,mo scl,el et·t"o
(/i :1'2 ,~f}- "
'.\\.lio p.1pa s1 ero ammalato d1 u na mala ttia miste-
riosa che nessuno riusciv;i a capire. Se si curnva in
unri 1nan1er;i. peggiorava; se si curava nell'altra, ancora
p1ì1. Temen1mo che fosse la tubercolosi perchè dima-
p-nvu ogm iriomo (da 75 kg. ern ridotro a uno scheletro
cli 32 kg.), mu i medici ci nssicunn-nnn che non lo ero
affatto. lo comprendevo benissimo la pena di mia
mamm,, che scmbmva n,les~c impazzire per il dolore.
J'inulmente compresero la ma lattia. ma oramai non
t· ' en1 pii, nessun rimedio perch è il babbo era quasi ri-
dotto agli cstremi. D ietro il consiglio del nostro buon
Parroco, incominciammo una no\\'ena a l\\Tarùi Ausi-
liatrice e a Don Roseo. Oh, miracolo I Ln sera stessa
che finiva la n,wena, incominciò a srnr mcJ.l)io e due o
tre giorni dopo n1angiavo con1e prima scnz:l nessun
c.listurho, mcnrre d,, sci mesi più d i due cucchiai di
brodo non pote,·a prendere.
OopC> una quindicina e.li giorni JC> ri,·edevamo a casa
completamente guarito. Da allom non soffri più nulla.
l.'n mest' e mezzo fo, mia mamma , i 1rovava ni:lla
quattord,ccsnna maternità e il dottore le >l\\'e\\'a assicu-
rnto la mone. Uru, mattina, mentre sta\\'n per recarmi
a lla l\\lessa, mi dice che 1I giorno stesso dcn, andare
all'ospeda le e che sicuramen te deve morire. l\\'11 ,cm-
brn,·a che il cuore don,sse ad ogni momento fcmurs,
perchè, o ltre alla perditH di mia mamma, anci visto
la nua vocazione infrangersi e avrei dovuto sacrificare
In min vita m me-1,zo al mondo che mi tanta naus~.
Ricorsi piangente n Mar ia promettendole di far pub-
b licare anche la grazia del babbo. Poi feci celebrare
una Messa e feci d ire il Rosario davan ti a l suo altare.
La sera stessa una bambina veniva di nuovo a ralle-
grare la nostra casa, la mamma era sal va e la bam-
bina pure. L'abbiamo chiamata l\\farja Grazia m nco-
noscenza a Cole; che sempre ci assiste.
186 --
Ora attendo un'altra grazia e ho tutta la fiduc ia di
venire presto esnudirn, quella di poter al più presto
1ealizzare il mio i,le,1le
Che la l\\1nc.lonna c1 uss,sta sl'mpre e ci l.'trnduca tutti
al Paradiso.
f),1 un paesello di 1111mt111t1111
U11a po1,trn jigliliola.
CL'i11getlfu1 spo11ia11eit,l di questfl rtlazio11r ri ha i11-
dntt1 o fare eccezione olla regn/a di no11 pubblicare grazie
anommel.
Grazie,. di M<wi<l SS. A usilialt·k e e ,1;
S. lt,[cn-ia Mazzarello.
Adempio, sebben e con molto rita rdo, In p romessa d i
fa r p u bblicare una grande gra?.ia, ricevu ta per inter-
cessione di Mar ia SS. Ausilmtrice e d i S. Maria i\\faz-
zarcUo.
~cl marzo 1 937, , dolori mtcstinah che da tempo sof-
f ri"o n intervalli si fecero piì.t forti e accompagnati da
vom ito cominuo. Chiamato d'uri:cnza il dottore, con-
statèi il caso gravissimo e fu i trasporttna all'o~pedalc
d(l\\·e, -1,8 ore dopo, fui sottoposta a u n mtervento chi-
ru rgico, di cui però il prnfessore non assicurò l'esito.
Si rrnttava di peritonite per ocdusionc intestinale.
Dopo due giorni fui so1tr,post.1 ;I un secondo in ter-
vento; quaranta giorni dopo a un terzo e, dopo tre mesi
circa Ji degenza nll'osp~Jn le, sempre in pericolo di ,· ita,
potei uscire per la convnlc,cen;rn, :Vla nel corso de l-
l'nn110 nitri disturbi del gem·re si fecero sentire e mi
obblit.:,irono ,1 ntornnre a ll'osp<"da )i, ,I giorno stesso
dell'anniversario. Il professore 1rovò che il male si
t'ra rinnovato in u n'ultnt posizione e- che url!eva nuoYa-
mente un intervento chirurgico in tre momenti. Data
la mm dcholt•1,z:1 l1Sic.1 e dietro consiglio de lle nue
venerate Superiore, non accettai l:t proposui del dot-
lore; rinnovai mvece, unita alle consorelle. le m,e sup•
pltd1e al Cu~lo e mi ahbandonai fiduciosa ne lle mani
di Maria Ausiliatrice. li dottore m 1 con..:edò con que-
sta frase: Vada pure, dun:m fin che jl{>!r-l ! •·
Sono passati t..t, anni e continuo a godere una suffi-
ci<'n te salu te, d ie mi permenc di lavorure dal mattino
a lla sera seguendo l'orario dell,1 ,omunità. Perciò, come
espressione della mia profonda riconoscenz:i a i\\'1aria
Ausiliatrice e a lln cara nosrra Santu, prego sia pubbli-
cata la grnzin
Sirm /!';v12zera).
Sr. C 1T1-:1t1'IA C111sorr1, F. AT. A.
Mia mamnw. <1ppa1·,,e improtn,i sam<•nte
fmwi di pm·i<'olo senza l ' uso di alcuna
nw,Nci11a ·,.
Il Z4 marzo u . s., mrn mamma, non P"tendo propr io
più reggersi in piedi, si poneva a letto e 111 diagnosi del
dort. Aimone notificava broncopolmonite.
L'uso ren erato della pcmcillina stroncò il male, che
perèi no n s'arrese tornando ben quattro volte in un
mese e sempre più violento perchè la febbre, In pe-
nil-illinu. la canfora e i sulfamidici spossav,1110 sempre
piu l'ammalata provocandole cns, impressionanti. Per-

3.8 Page 28

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ciò il ~-1 11prile fu por1111..1 a Torino in cura dal pru• Dm, llOl'wo è ttm·o, s,:mJ>t'f' cli (J1wt1
fessor Lanza. che poti: ridurn, la fd,bre sui 31)" l,1,cndo
uso co~hmte di formantina r01d1è ,.; tratUt\\',1 di un 1
lfltllJrP.
hronl:,,ru1lrnor11te a·tult t1le. Data 1'im.::~1pacit~l dc,:rl1
fl .:.1 )A·nnuio 11)51 hJt L"Olto da g-ta\\'t• hronL~o-p,,1tnon11c.
antihinti<:i I ndurlc anrorn la fehhn·, si a~pe llll\\';1 .111-
s1ns1 dit" t·t 1tj.!..tn1~n,n htl' •~> prenf..k~se: l'iniziati\\'U ~ in-,
,·c.:e l.t dc:hole.zza ._. t, fchhre non In p<"rmiseru.
c1111vrur111· rht" si ript·I~ pi,r ben rr,· ,ohe. '.\\11 furono
so111n11ni-.tr<1te tutte lt mcJicinc d,•I '""'• quali 1•,·ni-
c1lhn.,. strt_'(ltt•mH.:ina, '1Un,mi\\.'..in,, •. 111~1, vi-.to a11.1t1ll·
\\ ' t'rSO JI 20 n1ar\\!10 c;;;1 Ul!J!Ìunst- un:1 pl~untc (ltlSt~
pneumnnic:i .:on ,·1rc.1 dut> litri di ~i,·ro Yista la ~i111.1-
ogni ri,ne'-iio, fu ahh~1ntlonara 01tn1 i pt:ranz.t u11rnna.
Il , fchhra11,. .,_,,.·ndn :wli estremi, 1111 fu .1mruini•tr,11,1
½ione u 111,1n.1nu~ntc di,,,c•rat:1, ci au.nst•Hnmo tultt fcr- dH un ',11lcsiano d,•ll'urntono , ,\\L?rll'lll ,, la Latn•ona
\\'Ort1sam,·n1t: .ti -;, 'ian:1m1•nti del!,, l'onf,·s~iont: e dd l, Un;mnc e si attl"nth•v,1 ormai d,1 1111 111urnt:ntc> .dl'ahro
Comunione per tochc1e da nui ogni 1rnped1mcnto :1111 il 1rJp:1sso.
irn1zu1, e ,., mccont:mdamrno alla \\'crl(Ìne ..\\u,1Ji;11rin·
Il (, fohhr:uu, ,·cri;u mezz01.-iorno, <on la tcbhrc oh r._.
per m,·,:1.0 dei c1ri l!invani ~tudcnt1 ddl'Oratnrin tli 1 ·I• \\?mdi mi assopii, ma dopo hrt.., e tempo 111i 51 t:•
\\'aldm·1·0. I pmpno 1111andn si \\"I\\C\\ 1 snttn l'incuho tli i::liui •· .llla suora assi,tt·nt.: ùid,i.u 1i di a, cr ,0111.110
un.1 1111mi111•111c setticemi:i, tnnto più wmihile in quanto che, mentre andavo in 1wlle1rrinaL(1.do ,11 lkcdu, Dnn !lo-
orma, il mal,• era 11•,ul'fatto al!li annh1011,·i. umt nntt<' sco nu 1\\Vt·,·,1 Jctto:
dei primi d, i.riu1?n11, mentre p1u ferv1dJ era I.i pr<'•
,',e '/t·,·li ;:m.•efl, t.·c11t<1 dw 'tbern '1w lmta 'J barl>u11
ghi,·rn ,·omune. mì,1 mamma appan e impro\\'ds.inient<' (se n1oi JtUarirc, Jrn hcre una ho1ti!:lia Ji h.1rlwr.1).
fuori tli pericolo scn1.1 l'uso di ~lcuna medicina. Anche
l..a ~uora l'. la miu sil!nOru cre<lono si tratti Òi dcliriu
la plcur111· 11u.,ri e il zo d,·lln ,tesso rnt·sc potevo accum- r re~1nno in,-ertl", n111 d:wnnti ,Ili~ 111il· in~Ì!'.-lt•nzt• n1i
pa1?1111rl,1 nll.1 processione della Co11sohlta.
Rcmli,uno nr11.1 I., honta della l\\ladonru1 perché :ihr,
imparinn a ricorrere ., lei con conh,lcnza.
dirnno d11t• b icchieri d1 \\'ino: non osano andarl· ohrt·
pcrch,· dn \\an J!iorni non preml.:,·u d1t• un po' J'11cq11.1
con 1,!hiac<.·10 t' mnn,fe~rnvo u:ià i rrunt :,1nto1ni di corn.'.l
In qud momento n·nm· a \\'1~1t.ir111i un pa<lre r,lip-
pino, nmico d1 fomii.rlia, {' conosciutn l,1 cosa. d.w,1nt1
a lle 1>r,•ss;1nri mie insisu·nze e~or1l1 ;1d ,1rcorrt1m1anrn.
qu:isi 11d e.snudire il des1cl{'raO di un mnrihondo.
·• lJt>JiO lll11ghe 1wi ore (li folta tra la ,,ifo
Onpo ;l\\·cr \\'Uolilta in hrc,·e tempo la bonii!lia, chh1
,,
P la n1orfp... ".
come un brivido ìn 1u11a I~ persona e, m1 wnui rinr.-
scen• all,1 virn.
N,•1111 11111tc dall'II ,li 9 lehhn110 scorso la mrn
Fu chiamato il professore Rohinn, medico nmrnt,•,
adoratu mnm,na, ,c1111n1enne, clu: do lunL(h1 unm il qu11lc nnn chhc l'hè II co~uH.ire il rnpido mìu lirmr-
versa 111 precaru: nmdizioni di salut,•, venne 11nprov- mentn rnurnros1 poi m completa i.ruani.rione.
,·isamc111,· ,·olp,ta d" un gm,·e nttacc11 ,-.ud1aco. don110
Il I J 011ohre 11151 ,·ollì re-.ùm,•nt,• "'dire in pcllci:n•
a disturbi dd ,i,11·ma drcolatonu. l'cn..ai suhito di n.11!11io .i1 Becchi. portando il Don lln"·o la mia moòe,1.1
chiam,1a· 11 medico dw, n,·corso, ,·onst.itò la 1ffà\\'ila ofieru l' rin,srazianùo il mio cir11 :-.imo ddl.1 1:rn~ia
del cast,, inten:c1wndo con in1,•1-11H11 di canfom et! ottenuto.
etere. Nonostante tutto lit crisi antLI\\ n nggrnvandnsi
e il nw,ltco mi confessò che il nt,~• eru tlispcrdtu e
Tar111r,
non c'cr11 piu nulb da fare. :\\li ~ui.rc,•rì nnchc ti, chìa•
mare il sac1·rdote dw. nc~-on;o subito, alle 3 <lei nt:11·
tmu. somminrstrò 1 'i:lt'r.11nent1 nlla t·nm infrrm:i che
non ò11v11 più ~<=gni 111 \\'il11.
Rendono ancora pubbliche grazie a Maria
<..:1111 l'animo ,,·onvoltn 1• stmzmto dul dolorl' sollc\\'OI
lo suuard~ :ti quadro della SS, \\'1•ri.rmc Ausiliatrkl',
chictkndo Ji~peratamcnte, ma rnn C..-de immen'11. la
1-trnz111 d1 strnppar.- ;1)1:1 nu,rte la mia mlurnta m.11n111a
Con lu \\ cr11ine SS in,·n,·,11 nnchr l'i11ttrcessior1t: dl'I
caro llon llosco. D,t qu,•l momt•nto llltle le nrn• ~lll'-
rnnze n·nncro ripu,te n,n letle vin•--inlòl nella poltll'-3
<lella \\ ttgmc SS. d1 Jlon Bo,rn, J\\1, ntre ~ì attl'ntlcva
da un nu,mentn all'nltrn la c.il>l5troft·, ,tlle 5 del m.1t-
LJno, dopo luni::he ,.,, ort d1 loun ua I.i v11.1 e la morte.
il ,·nrpo tldl.1 canr mfcnm1 riprende, o .:u lore dando ,
primi ~c!,'ru d1 va,t. Tosto scompan·c dal suo volto
quelh tcrrifa1mte t-sprcs stone aidavcri,i1, il suo , 1>•>
tll\\·cnnc rowo. 11 suo ,a:u.arJo vi,o ,. $ulle ~ue Lahhr.1
un sorriso e una parulil. :\\l.ario •, il mio nume.
C'np11 ,uhm.> che la \\'cryme SS. e l>nn Bosco an·-
vann .,n·nlto la m1i1 111vncazt0J1l' dilol.JH.'I ;tta e n1i ov,:-
o;ano 1•sautl110. Dal profondo del cu11re. rendo 1nm il
mio \\ ' I\\ ,s..,,.amo rincrn:ie,.uncnco, uu·uuu1d,a pr-otczu•ne
per l'avn·nm,
Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco:
r I '1Jlt1rt11u /'tJolirm ( ·\\md1,1) pc.:.r la .oluzi,1t1l· del •hlcm.e
d1.·lt1 -r-at11• pt."r 1 ,uoi -,,..,i tinli t"O\\ttctt1 a d,,rr111rc m un:a t"llnu.·r,-t.
Hrlnni ,\\!aria (l>«trnom•nnul J1N l'rsilo felk~ di 1111.1
~,pt•r;t1 1on.· i.latlìnll" ,~ Julorosil.
"-',•1:rr11i /lùm !Rond1iol p,·r lu ~• lvetz11 .lei fii:lio ti, 10 1111111
ntn11...to lru I, runtc- pchtt-rtnri J1 un c-1arr11 li.'." "iifU.ll~ito ml'n-
lum,· p,·r miracolo.
,\\/,/ani .-lnr,micttn l\\ld1n) per aver ottenuto da Dùn Il<>•
·"" un por.tu rc,:r la tn,!11.11 uu,c-t:mtnte rropno il 31 ,:tcnnain.
Pr,.<Jl.o ('tltstmn <Cc.·mu...c-n), avt:ndo h1 na:nnma 1?r.1vi~6111u1.
ntcnut11 nrnuli n1nnhondrt1 mvod1 c..·on 1,nm1 fcù1.• ~11111,1
Au1oitliuH1lt. .-, ,.-oo mrr,wiulii1 del S-a<'t•rdntt· \\1h.· li: nvc:,a t1.1 1n
i' 1..:>~1rem11 l lnzinn~ t" dd tluunrè. la \\·1dt• ripr,·n<lc::rs1 e 1,:uar 1r1•
Fr111Jntlo .\\',cola per la Jz:tJ.sru.!ionc- ilrll'1 f1J:lia da comm,..-
z1onc ( '-·rcbrnlc
<.'al(1/c11r,, IA"<murd, S,1/tatorr< (G1arn· Su·1lta) per u11 à(f,IO•
dissnnn • 1111r,1culo •• ort,•JHHo propr111 ,I l l 111,l!!CIO,
IJa/h; c.,'ifln nomtnll:,i r F,wnz:1) per 11\\·c1 ot1\\.•11utn da 11nu Ilo•
sco lu J(Unri.i.:ionc del 111mno ,·\\~ZtUI11lt'~ ,, \\"mv,o una in•uh••
fi.1Ìi-~Ìnu oft'c.·rt.a- s-:mo , "uld1 dl'I cuw1n.1 •. Ura\\·i$.5unn 1
IJu1tl1im .·lm:rl., ~ 11,etumo (~ovara) P<"f la uuar1cmne del
n1po11n•1 ,\\nronm aJ J" s.?1arno Jdla nn\\'C":u
I)" Jlr.ut ,.Jmw ;,1 U,~:.1111 (P;_1,frr11d111 J, P.J.~) pc-r 11
buon t:14110 d, un <lifh1.,; ,h.• ano oper1l1t111u dur.ttu In~ nrr.-

3.9 Page 29

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Grazie attribuite a Santa Maria Mazzarello.
Guarito eia scompenso cardiaco. - l)d tempo
ero colpito da frcquent, attacchi cardiaci con gravi
disturbi che mi impedinino di attendcre ri,i::olannente
ai miei lnvori. Avc,·o già tentato alcuni ri1t1edi. senza
ottenere. un notevole n1itdior:tml"nto.
Sebbene cons,i::hato di rnccomanclarmi all'interces-
sione di Sanw ;\\!aria \\lauarcllo, non lo feci perchè
non crede"o alla possibilità di un miracolo. Alloro mi
in,itarono ad applicare ,ilm.eno la reliquia della Sanrn
sul cuore: li uccontentui, ma senza prestar fede alcuna.
l\\fa la buona Sanu1 ha voluto darmi unn bella lezione.
Dal momento in cui ho portato la santa reliquia sul
mio cuore - dalla prima\\'era scorsa - non ho più
sentito alcun disturbo cardiaco.
Ringrazio di cuor,· Santa ;\\laria ;\\lauar!'llo per avenn,
oucnuto questa grnndc 11razia dal Sii;:nore e im rnndo
un'offerta per le Opere S,tlesiane, la pr~gn a voler con-
tinuare su di me e sulla mia famii::lia la sua protezione
Foglizzo (1'orinol.
Rosso BARTOLO~IEO.
Guarita da tubercolosi ossea. - La mia fo;chuo
ltna Graziell:1, ùi cinque anni ùi età, si tr0\\'à\\'>I grnvc-
mente ammalata con un disturbo in una l!amba che
non b h1scio\\'a c,1mminnre. L:, si rcce esaminare in
Cuenc.1 e Guay:1qu1! di, parecchi specialisti, che di-
chiararono trattarsi di tubercolosi ossea e che, perciò
non c'ern spernnzo guariuione.
Ci rivolg.:mmo al lora con lede J Sanrn l\\1aria J\\Iazza-
rello. seguendo il consiglio di una mia nglin e di due
sorelle, figlie di '.\\IJria Ausilialrice.
L:1 nostra fede ci dettò una novena dietro l'altra,
senza contarle. con la ferma speranza che la nostr.1
celeste protettrice ci uvrebbe esauditi.
Quando già la fede incomincia,·a 4uasi a vacillare,
vedendo la nostra carn figliuob ogni g1omo più grave,
, ·enne al nos tro paese il \\'enernndo s,llcsiano Don Gioac-
chino :jpmelli, veterano dei rniss,onari, grande apo-
stolo della divo;,;ionc a J\\'.L:triu Ausili:nrice. Gli portai
la mia piccina per ch1edcrgl1 la henedi,ione della Ma-
donna di Don Bosco, e gli rnccunmi la nostra pena
nel \\'edere come il cie lo scmbra\\'n non voler asco l-
tare le nostre suppliche. li huon snccrdole disse: No,
non perdete In fede in Santa '.'\\laria Mazzarello: essa
vi e,a udirà. Non lasciatela •·
Rinnm·a n nella fede, ~ontmuammo a pre!(arc, e con
noslrn m..-rll\\'i!(lia potemmo YCdl!n.· la bambina a cum-
mmnre quasi normalmente. li miglioramento si fece
sensihile, !!iorno per tiiomo, e <>Kgi la mi,, fi>!huuhi
è tornata ad essere l'allegria della casa e dei suoi ise-
nitori che. ripieni di grnlitudinc vcrsn la lrru santa
l'rotettnce. adempiono b promessa di puhhlicnre la
grn;;;ia e mandano una piccola offerta.
l:'I Pan (Equatore)
Zo1LA Zu:s IGA Dr. LoPFZ.
I
(j)tt>dir!aP-io,,e 1/'a,111,tt>
la va compiendo, silenziosa ed eroica, in w1 duro carcel'e del Kwangtw1g (Cina),
11110 Figlia di Jlan·a Ausiliatrice ci11ese, imprigio11a/a il git11:110 scurso, sollo le
(!ravi cal111111ie che accomunarono nella stessa sorte le benefiche opere di quella
Casa co11 tu/te le t1ltre delle 1\\Jissio11i calloliclze della Ci11a rossa.
Forte e serena, la i:iova11e mora è diveuuta l'angelo consolatore di quella prigione
di terrore e di atrr,ci sofferen::e morali. Una perso11a, sfuggita di là, e testimone
della sua vita quotidia11a, pote assicurare che tuffi la co11sidera,w u11a sa111a e
11•1tro110 per lei a111111irata venerazione. Gli stessi carcerieri la rispettano, soggiogali
dal suo co11teç110 e dalla carità che esercita come infermiera del carcere femminile.
I 'iva impressione destò, fra l'altro, la cura che si prese di una povera detenuta
ro11s1111ta dalla tisi, e co11 le membra già in ~faceto. Nessuno avi ebbe osalo avvi-
ci11arla per l'orrore che ispirava; solo la pietosa Suora si chinò su lei a servirla,
a medicarla, a darle 1m po' di cibo, e infine a co11fortarla con la certezza d'u11a
felicitrì futura dischiusa dal Battesimo.
le compagne di cella non sapevano spiegarsi tanta bontà, e si dicevano: <• i\\la
che può aver mai fatto di male questa giovane suora? f>erchè è qui in carcere? 1>.
Percl1è? Per opporre alla violenta predicazione dell'odio, la irresùtibile predica-
~io11e dell'amore di Cristo1
188 -

3.10 Page 30

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Srn·i ,li /Jit1 t1lw11ì 1111111w 1111d ,,. 11n-iat,, c,!Jo:rtc, per
la rt'/e/,ra::;1011t' ,li 1tllllt' .\\lesu di ri11,:r,,::;ia111r11tn - - ,
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,\\c,·om,·rn F.. .\\,toh,1t1 rne . .\\I.. -\\~n~ C .. \\ll>l·m e;..
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i:•onr \\I .. R.J,n,, \\I llaJonc ,\\ ,, H,ddi,-.err, \\I .• ll•IJì;-
nno \\I., Rarh<·ri• ,,n., lhrhn11 l', H.irh,rri $., l1'1rd111w G ..
llanm, !\\f. ll:1mn,n R.• Bnzandl,1 I'., lkrruti O. H,·osa-
ninn E., Bir.11,ln IL, Bnl,hn1a \\ .• Rn1r1.1lunc fom.a, Bordu•11i11u e:.
1111,c·ìn fl., Cl11"" I{ , llruni A., llnuu F.. F.. Durzi,, \\I., C11-
un.1mi E .• Cuuwrann !\\r C:ln:d1 <r., l. :1n,,li--: I., C,1nt•p11 ,1.,
l'ann\\'a .\\•• C.a11u1u h.., C.n-hom: \\ ., l:•lrnlcl ..-'\\., C-n'>1çcl,1 I..
C:1«,U'1 _.\\,, Cuu..tt., I., Cas111:l1on1 \\'•• L'ava,:lia G .. c:....1.
1.-,,, r.,. Cc,Jo,loa E., c ~n1n \\I.. l',·rd,i O. P.. Ccn·hio F..
< hnppini \\I .. ('hiappo F.., Chi.oro I., Ci.-1,, P.. Crpr,.n, I
Cl.trit G .• ( 'o,1s~oln ( ., C"olocn~, l Coni P., ( 'o-.~;1rin L.,
C'otto C .. C"n ·,rmn1-; !\\t., Cru,·arr C,., Cunìhe-rt1 ( ,., Cnr\\.·u-
ruro r.. D.1l!lll'lì,u r, n.11 Chtamro, Il.il Ciu _\\,, IJ,l<Sl Il" t'.
I h·' .\\rn"rosi,, .\\., n~ \\n,:dì, I.., Ile TI,nroli \\ , Ddtin" I..
lldh :\\lanu I•.• l),,Jpi:mo R., l>c P,,,i;; (; ., Oc<111in" \\ .
Ili \\ldn-o R., f), --:at»le, Duh.,ulu, \\I, E,. ,·'>i,•tto \\I,.
l'.tll•ni O .• r"llr1nl'tt1 nm1ul.!'1. Fdnllr,, Dott. C .. l·11n·r,1 \\I.
Ft·no E.. r\\,'"l'rll D .. Fern:'fll lt, ' ..rn·ro T Ft.•Ut:"r♦ 1 \\ ". ,
F,·~tu ram.a Fo~li.tl'ffl I>.• Fur111ill r., foti L.. J,'1 .,nn.·•
t.chìni \\,, Fmn,: h (;_, Frani:,1111 ( '., 1"ra"~Y L .• Fulni ~--
<;alll·one :\\t.. c.;.-l1c;ro ,\\ .• Ganrnnn \\J, Ganazzo 11nrell\\",
(;u,1cri •r., c;;u.,ino O ., Ghìouo t~.• Gianta ~t.. <iih f;.,
(:ior~rnt .\\ <;11.1.i \\J., GourH.a~ ,1, Grandi f., c:n.·• O ..
c;ulmn A. t (. I :u.fnt•l F.• I :tf\\Y~ ,·oniud, Loh('ra, n , ..\\
I .oj,·ro G., 1... lluss., I>. A .. \\J.,,:l1e1t" I.., \\lac..,.J I., \\l.,inì E.
:\\L,1111,, C, l'\\honc·tt" :'Il.. 1\\.'lnrc•JII<" I'.. \\l:criann \\,. \\lu,t·r,1 \\I ,
~1.t~rro G., \\fo-...mu { . • l\\Iam1nincrlo \\J . :\\fastrtlnJ011i11 L.
\\l.1uulot11 <; \\lrn~•nti :'\\I , ,\\lorJhdh 1\\1., \\lnrandm,, (;,.
~roro <; "\\e~rnni C .• l'aderì :\\ .. J';1c:liut11 .\\. P•hniu no C..
l'ahro \\1. P.1p1m I , Pa~~n·o fam.n, Pasero cunnu.!i, P.t-
"l'""" I., l',,..,orotto I.., Patn L l',11ncc,I,, \\1.. l'a\\lnelh C:..
l'dht,;icr \\ .. Pc:nn1.m .., .• Pt'rnr1tni \\I., Pira" P., Plonte1n
rnmuur, Prc.-1t1 e: l'rc.-rti P.. P,w1.in C1 .. Pozzi> R. 1 Qunt-
tru,d D. P., Re :-;.. lh·di l\\l. Rc•11ot, K.. Re,.-2zo .\\., Re\\'
nero T.. R,bero ..\\ . R,caldon< \\ Riva ..\\ H1nt1<> T
R,ao In'(. .\\I., R"~" I .. Rotondo e Zappetti. Ruh,n, t; ,
s.,n·h, T .. SJ«·•· \\I SJnla G.. Sdl1tordlo \\I. s,vio L.
S,:1l\\'U fom.a, s,.,r., \\ ,-.,_m, \\I., ~,,ai:nolo n.. """"'' c ..
Stwcl·h1 A., 'l"al(li:tnu conius.ti, Tt.·rr,lnOY.l -\\.1 TC!-t'i&ro O ..
Tcmrn,sonc G., T11mhesi L .. Tn,p,n B., Trucco ç " C..
Turm:t G. P.. Vac, h1110 R., Vulcm< E., Va1'don1 I•. , \\'.i•
n~:tt1 11., Vart.~1,1 C. Vcnnc:n E.• \\'el'lpa E.• \\'e,;;tor1 V. \\'i•
~loctti G .. \\',1.al.- \\ .. Zambotto I) . r.ucd,i ,
ll11N·om11mli1111w ,·a l11"me11le "Ile /Jl't'f!hif'l'C
di 11111i , dn•Ofi dt Jlaria . lmili111riu, le tef(llenr, per-
<1mr e le loro p,ut,rnlari i11tew 111111
Amllteis <;.. ,\\r;hrn,,, \\1., .-\\rtt,M I.., 8,ecc-h10 .\\., lldlo T .,
lh·rtulino :\\I., llr,,.'llnt<- ~-. flr;1111,111 C., Bu,so C., Cane·
l•iUn S.1 Cantnrottt lt., C:1-..olat1 e;., Cht.tntort.· L., C11rt:lt"ro T . .
('u,t,l \\I., Cou1-1'111"1,oli, n,,111111,trn Il., I)., S11'·,1 G .• Ua-
znni C.t Ft:noL(lidtn T., Ferie O P.1 Fcrrundn '-·· Furia
nello E., GRllon<t I, (jalupp, E.. G,isr,ld, F ( ih,,1,.,,1 H..
G1oh.hnino Ci-,. ( ÌIO\\'rnal~ L., G1unho:"1.•> S.,. (ir3zi.1nu C•.
Gnlln-Rapdlo, .\\l.rchcrita :\\[., :\\l~rtin, G.. :\\lenzon I•.•
\\l"·d11~rJ1 I., ,\\11gl1rt1n \\ .. Or«••~•• \\., l'accolln I... I'~,•~•
fraodh, Pa~liann C .. !',mono I., l'dk:nnello li. I'.. l'dlo-
c101lo ll D., !'111 ( :.. l'uzzolo (, . ll,11aldo i--., Ri11ot11 .\\..
Hn,no ,\\I , Hossn \\I., Scaruttì.i ,\\., Scrru F., :Stc~ho I::.
'l'orn•n li., U1:hc111 \\I .. V11cc,rrono \\ e Zanon
l\\ladre MADDALENA GERBINO PROMIS
i.:i:1 l:'c,mQ111a Geirur1/e dr/I,· Fi.i:hr di \\/11rn1 /l11<i/iatrin.
u, .'.\\,11,1 a S. l\\lichelc :\\!ondov, (Ctuwo\\ il 22 mttr1-n
, "i;I,, mort.1 a C.:.i"rnm·n (Torino) ,I •1 rnar;:o 1115z
l'.1rut.1 per l'Ar:!cn1tn.1 appcn.t pochi giorni dopo l.1
l'rufc,,;,i,.mc rdil!m,.t, nd nu,·cmbre del 11-,,s. ,·i tr:i-
scon-e la maf;!i.:ior p.trtc dt•ll.1 sua ,·ira form.mdosi ali 1
, cuul.1 ,lt•i primi gr,mt!, '.\\ln,stonari Snlt·'l,lnÌ, trn i qu,1li
'.\\lons. Losrnmagn.,,
Cntw! ~cmplìce sunra prinl'l e poi pc, 1111 triennio -
d.,I 1,114 J capo dell I C'J'<a di Buenos Airc•,-Alrna11ro,
\\'Ì wuh: un fecondo upo<tol.Jto ..-du<·a11,·o, ,o,tencntlo
e as<t',,IJnd" quella .11lor,1 incipiente ScuolJ "-orm,11,·.
'-cl IC/ t;, deru ;1 n·i:~c, e I' lspe11nri 1 ,\\ri.:cntin", sptc•
gava in p1i.t rnsro <'llmpo le sue dori dt go\\'erno ,. le
risors.,. d,•1111 strn mt·11t1• ,1rg11niu..11ri~c. .ifformanùo :il-
tr.·st !., ,u.t opera per In "·iluppo delle '.\\ltss1on1 ddt1
Pamfl't e Jdl.i Pa1,1i:nn1-1 .
Pa~s.11,1, ,t,i annr dopo, ,1ll'lspet11m:1 dell'Urui:uav.
st .u:"lui1-.t.t\\'a nuo\\'c hl~nt."nlc.·renze di h1\\·orn e di or~.1-
nrzzumnc, anche nel c,tmpn m1ss1onuno del Chuco
P,tft:11,!llUY·J,
Hotornata ali' bpellorrn di Buenos A1rt>s, , i contmua\\·u
LI sua instancahile opcru, sorrctt,I e 1:u1d:1ta semprt,
da rntl.'n-.J ,·in mtcriorc, d.1 fcdehi1 a11,·n1,1 e ,·1111lc ai
prin~1p1 e alle 1r,1di1-1oni Jcllo ~rmtn J, S . Ciio\\' ll<>srn
ì\\lonumcntn del suo zdo per moh,ploca,c le poss,h,1,rn
d1 hcnc •c.:ontlo le csi1.tcnzc <lei temp1, , im uw la hdh,-
simn Scuulu Agncoh \\1. \\lnnardlo, ti, :\\loròn, 11-
cum1,c1u1.1 étl elo1t1a1.1 ,tn..:hc d.11 unn·rnn .irl:(entin,,.
:-.:e1 1•1Ji, pec la m 1l.111r.1 Jclla comp1:1nt.1 è\\ladre ,\\,-
ril!hi, n·ni\\'a chiamata .1 sos1i1uirla n,·llc i:m\\'ose m:on-
s,nni di E<·unoma (;,:ncr.,le Jdl' (:;rituto. 1: cnn la com-
pcknz.i S\\1,1 propria, si doni> :1ll'impo11,mtc uilìdn per
oltre un decennio hncht', mirum d., l<•nt" e progrcs-
sh·o n1-..lotl\\ t.:hi~:--t: unuhnente ùi 1,!,,,.·rnc: <..""-Ont·rata
::-,j ritirèi ;illurn nel :-.:nnzi:tto lntern:1Z1unale :\\lis~io-
nariu Ji C.u"S.1no\\':t (rurino), Jn,c ,-i. ,e ,:li ult1n1i ~utnt
ndl'umihil, nell:1 pr<•1thi<."ri1, nella =ffercna,1 santifi.::11.1
dùll\\11n11rosa ades10nc ulla ,·ulontà Ji Diu, ,. du,c - ;li
\\'espri Jcll:1 festa Jd H. IJomeni,·o S.1\\'Ìn - si spcns,·
piamente, nrncchit.i J<·t mcr ili Ji lento e intcn~u patir<•

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Sa, GIOI ! ·\\Nl 8 -JRHfERl. da l:l.ovc1,'llo ((;enoml.
1- 1\\·f il .z6-t-H)5.? :1 75 anni.
Sa,. ltOIJERTO WJECZOREK.dn ~lich11nkow,t7.{Polon1aJ,
" S. Pedro Tlaquepaque (l\\.tcssico) il. 1-1-1952 • ~s anni.
Sur El?NESTO MJGLJETTf, da O~cimiano (Ales,an-
dria) ~ " U,m:clluna-Tibidaho (Spa~na) 1'8-1-195-' a 7+ ill1ni.
t Sr1r. VJ.\\'C'F:SZO CAMPO. da Villn Rosa (Sicilia), a
Cumrns (Vcnerneln) il 19-1>:-1951 u 65 nnni.
Sur. GIUSEPPE,' C~11WZZO, da Acqui (Alessandria),
t n fl,thia Bianca (Argentina) l'rt- x- 1951 a 30 anni.
C111ul. GIOV,.JN.VJ JORQUER.4, da Mulchén (Cile),
t a Sant iago del Cile il 7-x-1951 a 87 nnni,
Coad. CANDIDO SC.·JGLJOYE, da Moasca (Asti), ·t •
l'hi1ri (Dre,cia) il 5- xu-195 1 a 76 anni.
e'01Jd. A.VTO.VTO BERNASCONJ, da Rancate (l'an1on
t • Ticino)
Toriuo-Omtorio il 5-11-10152 a 74 anni.
('nad. ,IIJCHELANGBLO DAZIA1VO, da S. Michele
t lllonchn1 (Cuneo), n I vrea il Jt-1-1952 a 43 anni.
Comi 1./l','O ROSSINI, da Cosianzana rVcrcclli). t ,
1'urino-Ornt1wio il 28-2...u15a n 7+ anni
COOPERATORI DEFUNTI
GIOVANNI BATTISTA Card. NASALLI ROCCA
DT CORNEGLIANO, Arri1•escm•o di Bolof!lln, "I' il
11 tTWrY.o J();:;2.
• L.., ...tnm1"a n1uolica ha i:-ià m~~o 1n luee l't•minrnte fi,gurtt
dr! compianttJ Poq,orato. ~oi <lc~iJcriamo !>ot)lo da.re sf<)gO
:n "'entìmcnt1 ù, profonda s..~tltudint pc.·r h1 l{ntndt h~n~vo-
J~nza chL' 'l'lnpr.._. ùimostn) ai 61'.{li Ji Don Roseo.
11 !'.llO nm<lr(' a Don Bosco t• a.Ile sue opere risale ni tempi
dd suo ch,cm·nto. Più \\'olle in pubb iichc •ssemblcè Lii Cuo-
pcraton ~:ale:-.1an1 si g loriò di essere Cooperatore- fin da
qu:1ndo 1:r..1 ,·hu.~rit·o In st•minario
(f,ovanc prelato. n..oJaudo ,i 'l'onno presso un suo fru•
tdlri, rht> <"opri\\',1 un'altn coricH in c ittà, t'bhc u_gio di c;.·ono-
::i.rcri: dJ. nciuo I Sup,..rJori t:" l'Opera snle~1ana, a1la quale !il
ufle-:-:1orn·i nlHl.!J(Ìnrmt:nlc
\\jel n1.29 porti> lo -..plcndor~ c.lcl)a sacra porpora a l trionfaJe
nt11rnn llr 0011 Busco a ValJol'l.:O. Anchl' :-1llr: fo!{te dell&
Canoni1z~uione ,·olle: es~cre pn·scntc a.ccertando dt teo;st're
uno JL~i Ire ~ran<li panc'{irici del Sunto. L'uhin.t.a ,oltu che
poh.: l"h'Jlt...1.fflnun: a l\\fariu Ausiliatrice fu nel 1<)38, pl.'r la
h<·atdicrurn,nc di S 1\\1.tria Mazzardlo. della cui umiliò volle
ùln• le lodi.
1\\1a il trntto maQL{lc>re d1 b-t.!ne\\·ulcnza cc lo diede nel 1929
n lfologna U Card. Domeruco Hvampa aveva chiamato i
Sah.-.tRni m 4udlo t::ittii e avevn iniziato In costruzione dd
tt•mpw del S. (.'uorc nccanto nU'opera :,;.alc.siana con rinten-
zion< Ji nllìùarlo ni figli dj Don Bosco. l\\lo uopo la sun morte
il 1rntp10 fu ~lifiduto a un sact!rdote del Clero dmc.:esano
1,, Crnfl.na la ~rande cupola nd 1929, 1I Card. Nasali, Rocca
Jit-Jl·. t;on la , •1sta pa.rroct·hin dd S. Cunre, ni s~ile~inni. 1
tiuali l:J riro,rruirono u11d prinlll volta allora e unn seconda
vohi, Jor,o l'ulLi1tm AUcm1
L' Ist,tutv Sule-siano di Tlulo~na era p~r il comp,anio Car-
d1n.1h.• un' opera prediletta. SpL-sso e vt>lt:ntieri ,, rl.'C3\\."ù !-il,\\
nt.•ll~t Parron:hia ~ia nell'Istituto per prest.·nzi:\\rc n cdeihra-
7.HJni e feste..~.
Ih.:-.ccntemcnte s1 era mo~trato tnolrn sodùisfaun ne! st'n-
tJrc che si .indaYa riors.{a.nizzando netl'Archicì10-cesi bok1-
~nese la Pin l 1nione dc1 Coopcraror1 Srt le~iani. Anz.1 c,,pn-
rnC'- u 111 Uirettore il vivo dCbide.rm che tale bcncficR orl{aniz..
z~1i1one ripr~ndt":-.....,e 11 ritmo c.h :,viluppo e d1 azione d, url
tctnr>n,
.-\\nchc nd distnhu irc In sua munilica be,mdicenza non dt-
m,nticavn mai I' l~tituto Salesiano.
Pl•r 4ucsto I' intcrn famiglia Sal1.•s1:-1na ~, uni""cc d1 cuore
al Clero e ai fot..lclì ddln ~ua \\~asta .:\\rchidioccsi per piangcrrh!
la perdita e ,nvoc'1UJ{li Lia 010 ampJH rirompen.sa.
,',J~m. T0.'\\11.-ISO FONTJC/iLLI. t o !,iav.,na ,I 2-1-1952.
Oa molti anni racopm·a la caric,1 di Direttore dei Coope-
ratori Sule~ìn.ni AntÌ) intc.nsarn~n•c Don Bost.~o e le Opere
Sufesian<'. \\!ella parrocchia dr S Frunccsco un Paola, di cui
fu primu Parrnco, portò lo spiri«> di Don Bom, prediligendo
la gioventù e nvendo scnlprc in cima aJ UJ.e-ni auu pensi~n,
In sal vezza dèllc anime a lui aftìuatc.
EDVI GE CARBONJ t a Roma il 17-11-11152.
Una !>piccata di\\·07.ione olla Pa~sione di Gt:sù fu In noto
carntu.:-ristica della sua vita. Povera es~a ~tessa, e-re cono~ClUta
come la ma<lrc dei pcwcra. Fu onc-hc ar<le.ntc zelatrice delle
opc:re salesinnc e nutriva un.a fiducioso divolione per S . G. Bo•
:;co e per _il H. Dotnt.!nico Savio che 1'3.!Sttl~tcvano con grazie
~traordinar,e. Chiuse lo sua ,. itil un~di<."1t con l'atto eroico di
<>fforta di se stessa a Dio p~r 11 trionfo dello Chiesa,
LUIGI RONCO. t a H.n·u di Ch,en il zz-x1- 1951 a 72. ttnnr
Il Sìqnorc premiò la 8Ua piclà1 1J suo lavoro e i suoi non
licv, sacr ifici ch,am,ando l'unic., suo figlia .11l'ls1i1u10 del le
Figlie di J\\.1Jria Ausiliatrice.
ROS.-1 PR!XETTO ved. PETIUNF.TTO t u Tonno
I 29-tt-1952 a 82 nnm
Ailt"VÒ nel snnH> timor di Dio la numcro-.a figliuoJanzA,
pn:cedendolu •.~ou l'c~cmpio, sorretrn dn confidcn1~ 1ll1mi•
l ata ncll'Ausiliatrice, c.·ui era orJ;:oghosa <l1 aver dato una
li~liili nell'fsuruto che nt· porta il nome. C-on11bhc person.il•
mc.nit.'! 1Jor1 Bosco del quali:. secondo le. proprie possihil1lil,
S.O!itenne le ,,pere.
M.-ITJI,DE C1IPRTOG!,JO ved ,lC!iTO, t n Ros,qnauo
\\fonf. 1'11-111-1952 a 86 anni
La su:i lunt;~ vitn "'i può compendiore rn I re parole: pre-
ghic:rn, la,·oro, fomiqlia. Fu nuunmu di un Snlesmno è' d1 una
Figlia di \\foria Ausilia1rin·
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Aimc G. Butttsta \\rrolu Gm,·:_mn1 - Alln1s l,iovo.nn,
Ameri'l Nntnlma - Ansdmi V,norio - Atzeni Masia •\\
llhrin • lhJano l\\laria - Bab'llnti C lara • Benz, Guac-
cbme l\\liinina - l3o D. Lui~• - Bollini Palm1ra • Bolla An-
tonio - Bravo Hem1ancc - Uunnomo Ci\\'1ln - Cahn Cele-
stina - Cupnll" Maria vcd. GarJdlo - Ca~c11a Bu111sta
- Cnssn Giuséppc - Casino f;cba,tiana • Cu,·Jd:i An-
tonio • Cavalieri Maria • Chiesn Jol.,nJa - Comha Giu-
seppe - Cosra Mnrgherita - Co.;,m Pietro - Crc.~mont·~, mg. Ul-
tkrìcu Dalbon P ic:tru - Danieli Mari.i - l)iotto ·\\ntonfrt -
Disdcri Dotnt!nlca Ferrando Giulia • Fcrrari [JJ - Ferrnrio
l'ranccsco - Gabasio France.;co - Gnll, Cnlomha - Galiziu
:'sicofao - Ghiazzn l:lice - Giordani l\\ficel, Carmela - Guic-
ciardi Rosa - Lnncia Fronce-.c:a - l.,.ucca Emmo Lucra Mnr•
i;hcn tu • l\\.lagliiOnl' Stefano • I\\lichi.-lin1 Pa{"ifìca - 1\\:Jlott1
\\lons. Alfredo - Montanari Turchi :\\s;unrn - \\ loro f) Ca.-.
UUH1 - Xu\\-'C"lh \\Lur~lu..-ntJ - Ottnlen1-;hi Arturo - Po<lovan1
Elena - Panaroli O Emidio - Pcrossi Romualdo - Philip
CìiHl.'.Omo - Picinoti D. Gio\\'Jnn1 . Prosp1:ro (710,·urm, •
Prottn Fr--..tnt't.~"lrco - Rnhu-;1t:lli l\\..1odc:~to - Runco Lu11ti -
Ro,si Localdla CiuJina - ~u lotu -\\»unta - Salm110 Elc011or.i
• Sampaofu Giust·ppt• - SU\\'Ìnu Lui~inu • Sinwn11nu Silvm -
Sort"<tnO Mons. Adnh•lmri • S1rappa11 \\rnafuu - Succo Ma-
ria - Tabacchi Vclilti Maria - Truvcn.a Pietro - V:ifcgl(in Vir-
ginia - Vinccnzi D. An11clo • Z'1ccbeo Angdina.
LETTURE ,\\Iaggio: P. GIULIANO P 1cc rOL1, O. F. M. - DIGNI'I'A DELLA FAMJGLIA
CATTOLICHE
"DON BOSCO"
È "" rommento e rma conferma m11 esempi di q ""''" gli ultimi Sommi
Pontefici li'l1mo, nelle loro e111"idtrhe, rarcoma11datn ai fedeli ml/'orgo•
me11to rle/ ·i1atrim:mio e della Famifdin.
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PREG.·1Tf. Pii/I t,;01 cura di A. G T ll'r,·mu1ul -
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