Bollettino_Salesiano_198104


Bollettino_Salesiano_198104



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BOLLETTINO
ANNO 10 5 N. 4 2' QUIN DICINA 15 FEBBRAIO 1911
SPEDIZION E IN ABBONAMENTO POST ALE GRUPPO 2• (70)
RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1877
I I BS-CC
Cooperatori: continuate a vivere
il meraviglioso ideale salesiano nella famiglia,
nella società, sul lavoro, nella scuola...
Giovanni Paolo Il
(3 settembre 1980)
C'È BISOGNO DI « PROFONDITÀ»
La « strenna» non è una pia esortazione
(dalla presentazione della Strenna 1981
fatta dal Rettor Maggiore alla Famiglia salesiana del Lazio)
Al centro della nostra Famiglia c'è la preoccupa-
zione di Don Bosco: Il dinamismo della carità, l'Impe-
gno della carità soprattutto per la gioventù. Se noi
guardiamo bene, il mondo oggi vive un trapasso cul-
turale, un travaglio; le cose non vanno bene, c qual-
che cosa che esige un cambio profondo di tutta la
convivenza umana. In una situazione cosi, bisogna
rimboccarsi le maniche e lavorare molto. Perché?
Perché I cambi culturali sanno far perdere Il senso del
Vangelo e invece non c'è vera cultura senza la luce del
Vangelo; allora c bisogno di opere di carità. Opere di
carità nel senso profondo di azioni, in cui si fa presente
la luce del Vangelo di Cristo.
D'altra parte c'è un grosso pericolo: questa cultura
emergente è caratterizzata da mezzi tecnici formidabili
che ci portano in casa tutte le cose Interessanti del
mondo. Noi possiamo sederci alla televisione 6-7 ore e
passare dalla guerra a una partita di foot-boll, a una
pellicola, a una conferenza scientifica e persino a
spettacoli immorali; una cosa _per cui la nostra fantasia
è sempre occupata. Occupata In che cosa? In cose
della superficie. Diventiamo del sugheri, sempre a
galla; abbiamo il pericolo di diventare una massa
enorme di superficiali. Allora In questa situazione per
SPECIALE SUL SEMINARIO
MISSIONARIO
una Famiglia che deve impegnarsi, lavorando, a far
crescere secondo la luce del Vangelo la nuova cultura,
di che cosa c'è bisogno? Di profondità, di profondità.
Noi abbiamo una vocazione del lavoro, dobbiamo es-
sere "profondi» se no cl perdiamo, diventiamo fatui,
superficiali.
Ed ecco un fatto molto bello che ci aiuta a con-
centrare la nostra attenzione su un progettino che
chiamiamo «Strenna»: l'anniversario centenario della
santa morte di Madre Mazzarello. Come mai una ra-
gazza che non aveva esigenze culturali, perché non
sapeva quasi né leggere né scrivere perché ha impa-
rato dopo, è alla radice di un istituto che viene oggi
riconosciuto ed è attivo In tutti I continenti? Da dove
viene questo? E che cosa aveva questa figura? Una
grande profondità interiore, Il suo senso di Dio, la sua
necessità di trovare la ragione del suo lavoro in un
piano di Dio; e ha trovato l'Illuminazione piena di que-
sto suo desiderio di crescere In Dio, In Don Bosco.
Quando ha visto Don Bosco la prima volta, ha detto:
« Ecco qui Il Santo, Il mio Santo!».
Noi cl siamo proposti come Strenna di quest'anno,
per tutta la Famiglia salesiana del mondo, ricordando Il
centenario della santa morte della Mazzarello, proprio
questo: di saper fare come lei, di saper arricchire la
nostra interiorità con la vita interiore di Don~ osco,
saper scoprire come si fa ad aver n lavr o e proi
cede dalla vita Interiore.
PARTICOLARMENTE INDICATO PER COOPERATORI
l/13

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SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ
DELLA FAMIGLIA SALESIANA
CAMPI DI LAVORO E DI ANIMAZIONE
CRISTIANA NELLE ZONE TERREMOTATE
Ne sono previsti due nei mesi di Luglio e d i Agosto.
Durata: 25 giorni.
Stile: quello sperimentato nei numerosi campi svolti
In passato.
L'appello è rivolto sia al •veterani,. del nostri cam-
pi, perché mettano a disposizione la loro esperienza,
sia ai nuovi •.
I gruppi che non programmano un campo estivo
proprio, prevedano una partecipazione, quale segno d i
solldarlatà e di verifica del loro essere Cooperatori.
I
(In seguito informazioni in proposito)
SI esvolta a Roma presso il Salesianum dal 25 al 31
gennaio sul Tema: « APPORTO DELLA DONNA AL CA-
RISMA SALESIANO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO
A SANTA MARIA MAZZARELLO
Per , Cooperatori parteciparono Paoline/li Dina,
D'Andria Febea, Beretta Daniela (che svolse una delle
relazioni), Lella Foti, Sarchelettì Luigi, Ribas Terradel
Josefina.
De/l'Importanza e del rischio nella trattazione del
tema parlò il Rettor Maggiore nella «buonanotte• della
prima sera. dicendo, tra l'altro:
Congratulazioni! Perché finalmente Insieme af-
frontiamo del problemi profondi, che toccano tutta la
nostra fedeltà alla vocazione salesiana. Finalmente
Insieme!
Ho Intuito subito che ci sono delle difficoltà, perché
affrontiamo dei problemi seri. Però se non Incomin-
ciamo, mal andremo in profondità.
La novità del tema per noi come studio: quando una
cosa è nuova vuol dire che le rlflessloni fatte Insieme
non sono parecchie, che Incominciamo, che cl accor-
giamo che siamo all'lnlzlo di una strada, che c'è una
ricerca da fare. Però che c'è una ricchezza da scoprire,
che c'è una via Interessantissima che fino adesso non
avevamo affrontato. Ma la novità è anche un rischio,
non bisogna affrontarla con superficialità, bisogna
avere coscienza di affrontarla con calma. È quello che
ha fatto Don Bosco a fondare, che ha fatto la Mazza-
rello a collaborare con Don Bosco nella fondazione,
che hanno fatto tutti i Santi ad Iniziare qualche cosa di
salvezza. Correre dei rischi: è un proverbio antico co-
me I romani quello di dire che " gli audaci sono aiutati
dalla fortuna". Se non abbiamo un po' di audacia, la
Provvidenza cl lascerà seduti e non nelle prime trincee
della storia •·
(Delle relazioni e interventi saranno pubblicati ampi
stralci nel prossimo numero).
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HAI MAI VISITATO LA TERRA 01 GESÙ?
VIENI CON NOI IN PELLEGRINAGGIO!
La Giunta esecutiva nazionale della nostra Associazione
organizza un Pellegrinaggio in Israele offrendo cosl la possi-
bilità di fare una esperienza unica e di ricevere un contributo
alla propria cullura biblica.
Sono molte le persone oggi che vanno nella Terra d i Gesù;
andare con la nostra Associazione vuol dire anche avere per
compagni di viaggio persone di famiglia e Incontrare le co-
munità salesiane d i Israele.
Il periodo scelto è quanto mal Indicato per l'atmosfera
particolare nella quale si compre l'itinerario: la Settimana
Santa. con Il glovedi santo al Cenacolo, la via Crucis il venerdl
santo nella via dolorosa• e la Pasqua al Santo Sepolcro di
Gerusalemme.
Itinerario: Galilea (Nazareth, Cafarnao, Beatitudini, Gior-
dano, Lago di Tlberiade, Cana, Tabor...): Samaria: Giudea
(Gerusalemme, Betlemme, Gerico, Mar Morto, Hebron, Beta.•
nia, Emmaus, ecc.).
- Via aerea: quota L 740.000 tutto compreso.
- partenza domenica 12 aprile, ritorno lunedl 20 aprlJe.
- informazioni e richieste di programma: COOPERATORI
SALESIANI - UFFICIO NAZIONALE - V.LE DEI SALESIANI,
9 • 00175 ROMA · TEL.: (06) 74.80.433.

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SEMINARIO
MISSIONARIO
I settori principali in cui i Cooperatori svolgono la loro missione sono:...
... la cooperazione all'evangelizzazione dei non cristiani, la promozione del laicato
missionario e delle iniziative ecumeniche della Chiesa. (N. Regolamento, 8, 7).
UN PO' DI CRONACA
Un quasi accampamento in aule trasformate a dormitorio,
una cucina da campo in una stanzetta due per due (non per
questo però le mense sono state meno calorose), una sala
riunioni da non poterci più passare.
Il Seminario missionario tenuto a Roma, dal 5 all'B dicem-
bre scorso non poteva non avere uno stile di austera autoge-
stione. I partecipanti si sono adattati facilmente e con buon
animo alle ristrettezze logistiche pieni come erano di spirito
missionario. E questa è senza dubbio la prima e forse più ful-
gida nota positiva del Seminario: tutti sono arrivati a Roma
assolutamente consapevoli del clima necessario, molto sensi-
bilizzati e personalmente coinvolti nel discorso missionario.
Giovani con una scelta apostolica già fatta, quella missionaria;
con il desiderio già delineato di partire o Impegnarsi a fondo
nelle retrovie. Con premesse del genere I risultati non poteva-
no essere che lusinghieri. Ma andiamo con ordine. Anzitutto
chi furono I partecipanti. Eccoli:
De Gennaro Pasquale (Napoli) - landolo Alessandro
(Napoli) - Russo Bianca (Napoli) - Chiabotto Chiara (Torino) -
Morea Lino (Torino) - Beretta Daniela (Lecco) - Mulè Tania
(Brindisi) - Cabiddu Rosanna (Settimo S. Pietro) - Slddi Daniele
(Cagliari) - Bellina Maria (Ragusa) - Bellocchi Daniele (Bian-
cavilla) - Firrinclell Maria Concetta (Ragusa) - Ferraris Ada
(Torino) - Lizlo Enza (Nizza Monferrato) - Faes Daniele (Rove-
reto) - Todeschi Marco (Rovereto) - Zoll Gian Paolo (Faenza).
I LAVORI
Tre giorni pieni zeppi di impegni: riunioni, relazioni e di-
battiti con tanta preghiera personale e a gruppi. Di questa,
momenti molto significativi sono state le due celebrazioni della
Parola. La prima aveva come tema centrale la chiamata di Dio
e gli impacci di una nostra risposta. Spunti interessanti sono
state le riflessioni tratte da testi di Papini, Pronzato, Lebret,
Follereau. La seconda più specificatamente salesiana e mis-
sionaria metteva al centro Il nostro progetto Trelew.
A questa celebrazione parteciparono anche alcuni studenti
di teologia del Perù, Messico, Bolivia che hanno arricchito
l'incontro portando le loro esperienze.
La prima mattinata è stata incentrata sulla conferenza te-
nuta da Don Antonio Smith, del dicastero delle Missioni presso
Il Consiglio superiore salesiano, su « evangelizzazione e pro-
mozione umana•- Molto interessante la presentazione e il di-
battito seguito nei gruppi di studio (a parte si riporta un'ampia
sintesi della conferenza).
Pieno di fascino è stato anche Il racconto del venti anni
passati In Taìlandla dal relatore come missionario, in un am-
biente dove l buddisti erano più del 90%, e dove i fedeli forse
arrlva'lano a 100, ma sparsi per oltre cento Km.
Nel pomeriggio, Maria Pia Onofri ha presentato una pano-
ramica dell'impegno che l'Associazione a livello nazionale e
lnternazlonale, ha avuto nel sostenere le missioni fin dal pri-
missimi momenti.
Schematicamente ha tentato di mostrare:
1) una continuità dell'Impegno missionario nei Coopera-
tori, taato da potersi senza alcun dubbio affermare che la
missionarletà è coessenziale alla nostra vocazione;
2) l'appoggio offerto, nei primi tempi, all'opera diretta dei
missionari, preti e coadiutori salesiani;
3) una presa di coscienza più diretta e responsabile
dell'essere Chiesa e quindi missionari dopo il Concilio Vatica-
no Il;
4) un pullulare di Iniziative, attività, tentativi sempre più
coraggiosi da parte del Cooperatori sia italiani che esteri.
IL FIORE DEL CARISMA SALESIANO
Cosl Don Aubry ha definito l'Impegno m1ss1onario della
Famiglia salesiana nella Conferenza svolta il 7 mattina.
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LUNEDI 8 DICEMBRE
Lavoro nei gruppi di studio su proposte per:
- sensibilizzazione missionaria nei centri;
- rilancio del progetto Trelew.
Varie ed interessantì sono state le proposte emerse in
questi gruppi.
Per chiarezza di esposizione conviene riportarle In tre
blocchi:
a) revisione e proposte per i prossimi seminari;
b) proposte per la sensibilizzazione;
e) proposte di varie iniziative missionarie.
L'intervento interessantissimo si è sviluppato in tre aspetti
fondamentali :
1) il fatto misslonarìo svela la forza di espansione della
« carità pastorale» salesiana:
a) le missioni: frutto ultimo e pieno della carità dina-
mica di Don Bosco;
b) carità dinamica verso I fratelli bisognosi, e somma-
mente verso Dio Padre, per la sua gloria;
e) a immagine della carità dinamica di Cristo stesso.
2) « le Missioni. mettono In piena luce le linee fonda-
mentali della Missione salesiana:
a) primo aspetto: la missione nella sua origine: è un
mandato divino:
b) secondo aspetto: la missione nel suo obiettivo: l'e-
vangelizzazione dei poveri;
e) terzo aspetto: la missione nel suo secondo obiettivo:
l'edificazione della Chiesa.
3) le Missioni mettono in alto rilievo le risorse degli ope-
rai della missione salesiana:
a) il coraggio e la creatività;
b) la collaborazione tra tuttl i rami della Famiglia.
Hanno fatto seguito i Gruppi di studio; quindi la mattinata si
è conclusa con la celebrazione presieduta da Don Sebastiano
Karotemprel, missionario salesiano Indiano, Insieme alla co-
munità parrocchiale.
Pomeriggio molto denso di lavoro. Dopo la relazione del
gruppi di studio e la replica di Don Aubry, Don SIivio Brose-
guini, della ispettoria ecuadoriana, cl ha presentato il « docu-
mento di Puebla ».
La trattazione veramente interessante è stata purtroppo un
poco strozzata per la ristrettezza del tempo (a parte se ne
pubblica lo schema).
Infine Daniela Beretta, la più attesa, ha parlato della sua
esperienza a Trelew, della situazione socio-ambientale e delle
prospettive che ci si offrono. É stato il momento più coinvol-
gente e affascinante per tutti. (Se la Signora Anna, nostra
cuoca e mamma, non ci avesse sollecitato perché la cena era
pronta, avremmo ancora continuato per lunghissimo tempo).
La serata si è conclusa in allegria tra canti, facezie, bar-
zellette ...
4/16
Proposte per I prossimi seminari
Sebbene, a parere di tutti, il seminario sia stato fruttuoso,
tuttavia ad una revisione attenta sono emerse alcune proposte
da tenere presenti in un prossimo incontro del genere:
- il seminarlo sia articolato a due livelli, uno per i nuovi,
coloro cioè che si affacciano ad una sensibilizzazione missio-
naria e vogliono approfondire la propria vocazione missiona-
ria; ed un altro più specificatamente avanzato, per coloro che
debbono prepararsi per un lavoro missionario, dopo aver già
fatto la loro scelta vocazionale;
- per una possibile attuazione della proposta prece-
dente, potrebbero scindersi i due livelli. Quello di sensibilizza-
zione a carattere ispettorlale o interregionale e quello più
specifico a carattere nazionale concentrando l'attenzione sul
progetto Trelew;
- poiché Il campo di lavoro (Trelew) è identico per tutti I
CC. d' Italia, è necessario arrivarvi con una conoscenza vi-
cendevole, approfondita e amichevole, precedente. Occorre
quindi coltivare incontri anche più rapidi, ma Intensi;
- forse occorre snellire Il seminario e orientarlo a temi
più pratici.
Proposte per la senslblllzzazlone
Diciamo che il fuoco di fila su questo genere di proposte è
stato intenso e fortemente sentito, specialmente perché si è
riscontrato nell'Associazione un interesse alquanto generico e
poco impegnato:
- «infilare• in ogni Consiglio lspettoriale uno « che
rompa le scatole sul problema missionario;
- sensibilizzazione di base che si giova di materiale
preparato a livello nazionale (cassette, testimonianze, giorna-
lini, diapositive, tracce di cammino comune...);
3) cercare di realizzare a livello lspettoriale delle espe-
rienze periodiche con spirito chiaramente missionario;
•4) far lavorare di più Il consigliere lspettorlale per le
missioni;
5) far •sentire•, ma soprattutto «vivere» di più « el dia
de Trelew»;
6) corrispondere molto con i CC. missionari (CM).
Proposte di Iniziative missionarie
Sono state anch'esse molteplici e solleticanti, alcune di
facile realizzazione, altre che richiedono molto più tempo, ma
soprattutto che qualcosa maturi ancora nell'Associazione. Le
riportiamo così come sono state formulate, senza sottoporle ad
un attento esame critico:
1) campi di raccolta per Trelew (per sensibilizzare più
persone al progetto missionario);

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2) molto sentito e sofferto è stato Il problema del rientro e
del fermarsi lì solo 3 anni o del fare una scelta totale per tutta la
vita.
Essendoci poi molta difficoltà di ritrovare al ritorno una vita
che consenta di continuare l'esperienza della missione, diffi-
coltà di operare a tempo pieno in un lavoro sociale e aposto-
lico, l'Associazione dovrebbe dare una certa sicurezza, sensi-
bilizzando le case salesiane, per un reinserimento di tipo
operativo del Cooperatore missionario rientrato da Trelew. Se
è una scelta totale, creare per il Cooperatore missionario delle
parentesi di ricarica.
3) si sente l'importanza e la carenza di una équipe che
lavori a tempo pieno e in un suo locale per il progetto missio-
nario (potrebbe essere anche uno sbocco per i CM rientrati);
4) creare una comunità fissa di volontariato di coopera-
tori In Italia, dove i CM possano ruotare per fare esperienza di
vita comunitaria, per es. presso una parrocchia che offra am-
biente e possibilità di lavoro;
5) i CM tengano un « diario di bordo,. con riflessioni,
esperienze che serviranno per coloro che succederanno a lo-
ro.
Dopo la relazione e discussione su tali punti ogni parteci-
pante si è assunto in prima persona l' incarico e l'onere di
sensibilizzare la propria lspettoria a tale problema. Alcuni di
loro si sono dichiarati pronti a partire, una volta terminato il
corso di laurea.
Il seminario si è infine chiesto cosa si è tatto a livello
ispettoriale e nazionale sulle proposte del Capitolo XXI e del
Capitolo generale speciale dei Salesiani per quanto riguarda
un progetto di laicato missionario della Famiglia salesiana. Si
augura che non siano rimaste solo parole gettate al vento...
La conclusione è avvenuta con la S. Messa con la comunità
parrocchiale e il Cerchio mariano » In unione con tutta la
Famiglia salesiana locale, e con un pranzo consumato nella
nostra minicuclna, con tanta allegria e gioia salesiana e una
partenza piena di speranza, di tanta serenità, ma soprattutto di
tanta, tantissima voglia di lavorare.
Maria Pia
EVANGELIZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA
Sintesi della conferenza di Don Antonio Smith
Sono due realtà complementari, come anima e corpo. Gesù
non solo predica il Regno di Dio ma guarisce gli ammalati,
nutre gli affamati, consola gli afflitti, libera dalle angoscie...
secondo Il programma tracciato in Le. 4,18-19. Nessuno mal
mostrò un umanesimo più marcato che il Figlio di Dio. Egli non
venne solo a salvare anime ma uomini da tutto quello che li
opprimeva.
I migliori seguaci di Cristo, i più imbevuti del suo Vangelo,
sono sempre stati anche I più aperti ai problemi della promo-
zione umana (Benedetto, S. Francesco, S. Vincenzo de Paoli,
S. Giovanni Bosco, Madre Teresa...).
Da parte di Dio non c'è contrasto tra Evangelizzazione e
Promozione ma connubio. Ciò che Dio unisce, l'uomo non
separi. Purtroppo da parte dell'uomo c'è la tendenza al divor-
zio tra Evangelizzazione e Promozione, a grave danno dell'una
e dell'altra. Ci sono quelli che si professano cristiani, praticano
la religione ma restano insensibili ai bisogni del prossimo. So-
no I peggiori nemici del Vangelo, che convincono gli altri della
sua inadeguatezza. S. Giovanni Il chiama « bugiardi (1 Gv.
4,20). Essi provocano un altro tipo di divorzio, non meno no-
civo, di coloro che vogliono promuovere il progresso umano
senza il Vangelo o contro di esso o almeno in sostituzione alla
predicazione evangelica. Ciò è una Illusione perché ogni gesto
anche minimo di solidarietà umana ha già in sè una dimen-
sione spirituale. Ignorandola l'impegno promozionale e di
progresso diventa facilmente monco. Viene allora la tentazione
di piantar oppure di battere le vie della lotta violenta.
In conclusione: ogni tentativo di separare l'Evangelizza-
zione dalla Promozione umana o viceversa è destinato al fal-
limento. L'Evangelizzazione senza Promozione umana è un
castello in aria mentre la Promozione umana senza vangelo è
una casa costruita sulla sabbia (Mt. 7,24 ss.). Solo unite por-
teranno frutto.
Di che unione si tratta allora?
Non di una unione esteriore, di semplice convenienza o
utilità per cui p.e. si danno degli aiuti materiali per motivi di
proselitismo o per cui si appella a Cristo il grande Contestatore
o Rivoluzionario per sottolineare le proprie opzioni ideologi-
che. L'unione non è solo esteriore ma essenziale. La promo-
zione umana non è solo In vista della evangelizzazione ma ne
fa parte Integrante. D'altra parte il Vangelo non deve essere
sfruttato solo come appoggio di certi rinnovamenti sociali ma è
l'unica vera forza che può rinnovare la faccia della terra fino in
tondo. Non si può umanizzare sul serio ignorando l'unico vero
uomo secondo Il cuore di Dio, Gesù Cristo.
Tra Evangelizzazione e Promozione vi è dunque un rap-
porto essenziale, ma vi è anche distinzione. Non è vero che
una vale l'altra: che la promozione è già evangelizzazione e
che l'azione promozionale è già preghiera. Può essere anche
tutto Il contrarlo. Tutto dipende dalle motivazioni che ci ani-
mano. L'Evangelizzazione non è riducibile alla Promozione
(EN 32). Perché le forze con cui bisogna realizzarla totalmente
(in ogni campo) e per tutti non sono la scienza, le tecniche, i
soldi, le strutture le le organizzazioni, ma la carità, l'altruismo,
la misericordia, il perdono ecc. forze di cui il cuore umano è
troppo povero per poter cambiare ìl mondo. Queste vengono
solo dallo Spirito di Cristo manifestato nel suo Vangelo. La
fame nel mondo non è fondamentalmente un problema eco-
nomico. Nel mondo non mancano né i soldi né i viveri neces-
sari ma manca la carità sufficiente per una equa distribuzione
a tutti. Lo stesso vale per il problema della sovrappopolazione.
Non manca Il posto ma la carità a cederne a chi non l'ha...
Lo Spirito del Vangelo è dunque la risposta definitiva allo
sforzo promozionale umano. Da ciò risulta infine che nella re-
lazione essenziale tra Vangelo e Promozione il Vangelo tiene il
primato. Non nel senso che l'impegno promozionale deve ce-
dere I passo all' Evangelizzazione o essere messo in disparte,
ma perché la vera e totale promozione umana è già inclusa
nell'Evangelo e so/o in esso. Il « progetto uomo. che Dio rea-
lizza In Cristo consiste difatti nel « ricapitolare tutte le cose in
Cristo, quelle del cielo come quelle della terra (Ef, 1,1O)». Ed il
risultato sarà un cielo nuovo e una terra nuova (Rev. 21 ,1).
La vera promozione, come intesa da Dio, non è dunque
solo un progresso in avanti ma un salto di qualità nella novità
di vita In Cristo, capostipite della nuova umanità.
In fin del conti la piena realizzazione di noi stessi e la pro-
mozione totale della società umana ha un nome proprio: Cri-
sto, Redentore dell'uomo.
5/ 17

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LA TERZA CONFERENZA GENERALE
DELL' EPISCOPATO LATINOAMERICANO
Puebla de Los Angeles - Mexico 1979
Schema della relazione di Don Silvio Broseguini
1.0 SITUAZIONE DELL'AMERICA LATINA (AL)
1.1 Grandi linee riguardantl la su_a descrizione socio-economica.
1.2 Le varie aree.
1.3 Situazione socio-culturale.
1.4 Necessità di una lettura del documento dall'America Latina
credente e oppressa.
2.0 TENSIONI PREPARATORIE
2.1 Il cardinale Sebastiano Saggio nella XVI assemblea ordinaria
del 1976 della CAL, di cui è presidente, annunciava il desiderio di Paolo
VI di convocare la terza Conferenza Generale dei Vescovi latinoameri-
cani in occasione del decennale di Medellin.
2.2 I lavori preparatori: divisione del paesi latino-americani in cin-
que gruppi. Paesi bolivarlanl, paesi del corno sud, amerlca centrale,
Antille, Brasile.
Luglio-agosto: riunioni regionali.
Agosto 19TT: si riunisce la Riunione generale di coordinazione -
Sistemazione del materiale - Commissione di redazione.
Dicembre 1977: esce il DOCUMENTO DE CONSULTA (DC).
2.3 DOCUMENTO DI CONSULTA. Contenuto • Limiti Non molto
accettato - Vari episcopati, come quello del Brasile, non l'hanno tenuto
in considerazione: inviarono APORTES.
2.4 DOCUMENTO DE TRABAJO (DT) • Il Documento di lavoro - L!I
sua distribuzione - molto materiale pervenuto - Valore diseguale.
Giugno 1978: riunioni dei quattro gruppi.
Luglio 1978: fa Riunione Generale di Coordinazione prepara il DT.
commissione redattrice.
2.5 COMPLICAZIONI: morte di Paolo VI.
Elezione e morte di Giovanni Paolo I.
Rimane tutto In sospeso.
Nascono due correnti.
Giovanni Paolo Il fìssa la data per il genna,o 1979.
2.6 Contenuto del DT: molto mi!Jliore del DC.
3.0 RIUNIONE DI PUEBLA
3.1 La dinamica della Conferenza porta a redattare un documento
nuovo,
3.2 Differenza con Medellln.
3.3 Non ci fu mal discussione nelle plenarie, ciononostante emer-
gevano le divergenze.
3.4 Le·commlsslonl: moderatori e relatori: i vescovi.
Solo i vescovi avevano voce e voto nelle commissioni.
3.5 Assoluto dominio dei vescovi sul testo.
3.6 La redazione: problema: deve essere un testo articolato.
Esigenza di una Commissione di Articolazione.
Quattro redazioni.
Ruolo del periti.
Metodologia.
4.0 TESTO DEFINITIVO
4.1 Schema generale del Documento - Divisione In nuclei - Questl
in sottotemi.
4.2 PRIMO NUCLEO: la visione pastorale della realtà di AL.
Aspetti storici dell'evangellzzazrone: momenti e periodi.
Contesto sociale e culturale oggi In AL.
Realtà pastorale di AL.
Tendenze e speranze. La evangelizzazione.
4.3 SECONDO NUCLEO: riflessione dottrinale.
SI affrontano due punti principali:
I) I disegni di Dio su questa realtà
Cristo centro della storia
La Chiesa comunione e servizio. Maria madre e modello
La dignità dell'uomo.
6/18
Questo nucleo si ispira al discorso del Papa in cui parla delle tre
verità: su Cristo, sulla Chiesa, sull'Uomo.
Il) presentazione della realtà dell'evangelizzazione
Concetto di evangelizzazione, dimensione e criteri
Evangelizzazione e promozione umana
Evangelizzazione e cultura
Evangelizzazione e idiologia, ev. e polltlca.
4.4 TERZO NUCLEO: evangelizzazione nella e dalla Chiesa In AL:
comunione e partecipazione.
I) centri di comunione e partecipazione
Famiglia
Comunità ecclesiale di base, parrocchia, chiesa particolare
Comunione chiesa universale.
Il) ~genti di comunione e partecipazione
Ministeri gerarchici
Vita consacrata
Laici, nuovi ministeri
Pastorale vocazionale.
lii) mezzi di comunione e partecipazione
Liturgia, orazione particolare, pietà popolare
Catechesi, testimonianza ecclesiale di vita, educazione.
IV) dialogo per la comunione e partecipazione
Ecumenismo, non cristiani, non credenti.
4.5 QUARTO NUCLEO: Chiesa envangelizzatrice e missionaria
oggi e nel futuro di AL
Opzione preferenziale per I poveri
Opzione preferenziale per I giovani
A.zione della chiesa con I costruttori della società pluralista
Intellettuali - studenti.
5.0 CONSIDERAZIONI SUL DOCUMENTO
5.1 È Importante capire il documento come un •tutto •·
Si presenta come orientamenti pastorali
5.2 Luogo di produzione; riunione di vescovi
Una esperienza umana e spirituale.
5.3 Fonti impiegate.
5.4 I destinatari
6.0 CHIAVI 01 LETTURA
6.1 Tenendo presente 1·orfzzonte da cui tutto si è mosso: Evange-
lizzazione nel presente e nel futuro di AL.
6.2 Data dalla coordinata fondamentale scelta per l'azione della
Chiesa: comunione e partecipazione. Il cui telone di fondo è l'opzione
preferenzlale per I poveri.
7.0 -ASPETTI FONDAMENTALI
7.1 P~cezione socio-anallllca: molto realista.
7.2 La tematica della liberazione lungo tutto il testo: liberazione
Integrale.
7.3 Le comunità di base.
7.4 La conferma dell'opzione preferenziale per i poveri.
7.5 Predilezione per I giovani.
7.6 Azione della chiesa con i costruttori della società pluralista in
AL.
7.7 Azione dalla •Convenzione, stipulata tra il Consiglio della
chiesa In favore della persona nella società nazionale e internazionale
Denuncia di situazioni di ingiustizia e di oppressfone.
8.0 PUNTI CONFLITTIVI
6.1 Riletture del vangelo (179,559).
6.2 Chiesa popolare (263,262).
6.3 Magisteri paralleli (262,687 ,628,990).

1.7 Page 7

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CONVENZIONE TRA I COOPERATORI« MISSIONARI»
E l 'ASSOCIAZIONE CHE LI INVIA
DOCUMENTO
Durante il Seminario si fece un'attenta lettura con relativo commento della convenzione, operante già da un anno. Emerse
anche la convenienza che fosse più conosciuta. Per questo viene ora nuovamente pubblicata.
Tra i Cooperatori che partono per le Missioni e l'Associazione che Il
Invia, intercorrono diritti-obblighi. La conoscenza e l'osservanza di
questi agevola la realizzazione del • progetto missionario», dà al par-
tenti un maggiore senso di sicurezza e ali'Associazione che Invia ga-
ranzia di riuscita nel suo Intento.
Il Consiglio nazionale straordinario, tenutosi a Roma nel giorni 8-9
dicembre 1979, awalendosi dei pareri espressi da alcuni Consiglieri
ispettoriall e da esperti, tra cui alcuni che hanno fatto l'esperienza di
Cooperatori missionari•· ha elaborato la presente •convenzione•·
A- PREMESSE
1 - Il Cooperatore missionario (CM) parte come •salesiano• o come
•associato• e quindi non di sua esclusiva Iniziativa. Risponde, per-
tanto, nel senso più pieno al termine • missionario•· cioè missus -
Inviato da Cristo - nell'ambito dell'Associazione - nei confronti della
quale quindi assume degli obblighi.
2 - L'Associazione si assume la responsabilità di tutto il •progetto•
apostolico missionario. Invia I Cooperatori e può richiamarli In caso di
necessità (malattia, necessità gravi del 1amlllari. inefficienza nel lavorQI
ed altri casi eccezionali).
3 - L'Associazione favorisce con ogni mezzo la formazione e la
preparazione del C. che chiede d i partire per le Missioni e si fa garante
della sua Idoneità.
Ad essa spetta presentarlo al Superiori dellaChiesa e della comunità
salesiana del luogo ove si recherà.
B PREPARAZIONE
1 - La preparazione cristiana di base e quella salesiana di ogni
cooperatore e l'esperienza di una vita attiva In un Centro o gruppo di
CC., sono di fondamentale Importanza e fanno da supporto a quella
specifica missionaria. Quindi: cultura religiosa, conoscenza dello spiri-
to e della Famiglia salesiana (quindi del suo fondatore), del metodo
educativo di Don Bosco anche a livello di esperienza, saranno oggetto
di studio accurato da parte del CM. Questi studierà anche, come ma-
teria specifica, principi di missiologia.
2 - Il C. che aspira a partire si impegna ad acquistare una buona
esperienza nel fare catechesi, animare gruppi e vivere la • vita orato-
riana•·
3 - SI Impegna anche nello studio almeno parziale di materie che gll
saranno assai utlll: insegnamento del canto e uso di qualche strumento
musicale, infermieristica, uso di mezzi audiovisivi, e particolarmente la
lingua del luogo dove andrà.
Un'esperienza dl un Campo di lavoro e di animazione cristiana• gli
sarà Indispensabile.
4 - La preparazione spirituale in prossimità della partenza avverrà
attraverso un Corso di Esercizi spirituali, qualche Giornata di spiritualità
e frequenti colloqui con il sacerdote salesiano che egli stesso libera-
mente avvicinerà.
Il CM d'accordo con Il suo delegato lspettorlale, vivrà per un
congruo periodo di tempo In una casa salesiana o delle F.M.A., in
modo da esperimentare la vita comunltafia, prevederne le difficoltà e
comprenderne I slgnlflcatl.
5 La prassi da seguire per realizzare la •partenza" è la seguente:
Inoltrare domanda al Consiglio lspettorlale competente; questo pre-
senterà 11 candidato se lo ritiene opportuno - al Consiglio nazionale,
cui compete la definitiva accettazione.
C - DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLA MISSIONE
a) Vita 4posto//ca
1 - Il lavoro del CM - li progetto a cui è Inviato - è concordato
con Il Consiglio nazionale dell'Associazione e non può essere mutato
senza un preciso accordo con lo stesso. Resta al CM la più ampia li-
bertà nella metodologia di applicazione del progetto.
2 - Il CM si Inserisce nella pastorale locale. I rapporti con I pastori
della chiesa locale e con la comunità S.D.B. locale sono previsti nella
apposita •convenzione• che Il CM si Impegna ad osservare.
3 - Il CM - aiutato dalla Comunità salesiana locale - program-
merà e revisionerà periodicamente il proprio lavoro missionario, In-
formandone dettagliatamente il Consiglio nazionale.
4 - L'offerta di una totale disponibilità al progetto, da parte del CM,
esclude automaticamente di assumere impegni ad esso estranei e li-
mitati !'attività apostolica.
5 - Il CM si impegna nel lavoro per una durata di almeno tre anni.
Eventuali deroghe saranno vagliate dal Consiglio nazionale, che può
delegare la Giunta esecutiva, la quale procederà d'accordo con l'é-
qulpe animatrice.
6 - Il CM si applicherà al suo lavoro di evangelizzazione e di pro-
mozione umana, escludendo - nello spirito dell'art. 10 del N. Rego-
lamento dei Cooperatori - qualsiasi forma di partecipazione al potere
politico locale oppure a forze politiche comunque organizzate.
7 - Il CM si farà speciale premura di creare sul luogo del suo
apostolato una continuità autoctona. sensiblllzzando I giovani del po-
sto ad un discorso umano, cristiano e salesiano, anche allo scopo di
suscitare altri Cooperatori.
8 - L'Associazione avrà cura di sensibilizzare al progetto missio-
nario tutti i Cooperatori, in modo da renderli partecipi delle realizza-
zioni dei CC.MM. e creare con loro una Comunione di intenti.
b) Problemi Economici, Assicurativi a di Lavoro
1 • L'Associazione, ai vari livelli. si assume l'onere finanziario totale
per il mantenimento. l'assistenza sanitaria e per I viaggi di andata e
r itorno.
2 - Durante la permanenza In missione, la Comunità salesiana lo-
cale si Impegnerà ad aiutare I CC.MM. ad Impiegarsi In un lavoro
educativo che, aprendo loro la strada per una più facile penetrazione
apostolica, ne assicuri anche l'onesta sostentamento ed I benefici
delle leggi sociall, sempre che ciò non comprometta il raggiungimento
del fine apostolico che deve rimanere primario.
3 - Per Il proprio ,antenimento I CC.MM. prowedono con Il lavoro e
le offerte ricevute a Utolo personale. In assenza od Insufficienza di
quest•, attingono di comune accordo dal fondo messo a disposizione
dall'Associazione.
4 · L'Associazione provvederà anche alla creazione delle strutture
necessarie per lo svolgimento delle attività apostoliche. La loro pro-
prietà è regolata dalla •convenzione• stipulata tra Il Consiglio nazio-
nale e l'lspettorla salesiana locale.
5 - Sono a carico dell'Associazione anche le spese per I sussidi che
si ritenessero utili alto svolgimento del lavoro.
6 - Nell'ambito delle leggi Italiane, l'Associazione prowederà ad ef-
fettuare In patria un versamento assicurativo, che provveda a coprire I
CC.MM. di ogni assicurazione, qualora non ne usufruissero nel periodo
della loro permanenza in missione.
7 - L'Associazione. ai vari livelli, è impegnata a curare con ogni
mezzo Il reinserimento In patria del CM, aiutandolo anche, nei limiti del
possibile, a trovare un'occupazione a lui idonea
D - VARIE
1 - L'Associazione si impegna a tenere stretti contatti con le famiglle
dei partenti, usando loro le attenzioni dovute a chi ha fatto un dono
tanto prezioso alle missioni.
2 - In caso di •partenza• di una coppia di sposi, anche con figli. se
uno dei due non fa parte dell'Associazione, si fa deroga per lui a quanto
detto In A. 1 (Premesse) purché egli condivida Il progetto nelle sue fi-
nalità, si Impegni a collaborare alla sua realizzazione e sia In sintonia
con lo spirito e la metodologia applicata.
7/19

1.8 Page 8

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COOPERATORE,
DIMMI CHI SEI
11
J . Aubry
IL PROGETTO
DI DIO PER ME
Don Mario Cogllandro
9
Sorella e fratello carissimo,
siamo ormai giunti alla quaresima. È questo un tempo sa-
cro durante Il quale la Chiesa Intera fa I suoi esercizi sp,ri-
tualidi 40 giorni, per prepararsi a celebrare con profitto le
feste pasquali•• cioè il Giovedl Santo, Il Venerdl Santo e la
Notte di Pasqua.
é un tempo di verità durante Il quale la Chiesa cl fa ripren-
dere coscienza che la fede non va da sé e richiede forza e
coraggio: suppone una scelta decisiva(« prima conversione •J.
e, dopo, lo sforzo di una lunga educazione e maturazione della
fede («conversione continua•). La Chiesa è «militante• Il
vangelo parla di rinuncia, di penitenza, di porta suetta. Il no-
stro Capo è un crocifisso. san Paolo sI considerava come un
buon soldato di Cristo e invitava I primi cristiani al combatti-
mento sptrltuale
Guardando a Cristo che, per primo, ha voluto fare la sua
quaresima di 40 giorni nei deserto, ci disponiamo a mettere In
opera I tre mezzi che Egli stesso e la sua Chiesa ci propongono
per far •riuscire• questo tempo sacro.· pregare di più, ascol-
tare ogni giorno un poco di Parola di Dio, digiunare. Ri-
guardo ai digiuno, occorre ncordare che non si limita alla pn-
vazione di qualche alimento. Si può digiunare di sigarette, di
liquori. d1 cinema, di spese inutili. Più profondamente ancora,
possiamo far digiunare il nostro egoismo, le nostre tendenze
alla critica, all'impazienza, alle lamentele, allo sfruttare Il
prossimo... Il digiuno della quaresima tende a renderci più dl-
sponlb//1 per amare Dio e Il prossimo.
C'è uno stile salesiano anche nel modo di fare quaresima
Nel 1881, c'era nella casa d1 Este un bravo salesiano. don Nl-
cole Fenoglio, che si dedicava a penitenze straordmar,e con
per,colo della salute. Voleva digiunare come un monaco, pas-
sare le notti ,n preghiera. portare c1/lc10... 1113 luglio 1882, don
Bosco gli mandò una lettera molto Illuminante anche per noi.·
• Carissimo Don Fenogllo, lodo Il tuo desiderio d i fare e
patire qualche cosa per la maggior glorla di Dio; ma prima di
venire all'opera, d esidero che cl partiamo qualche Istante
personalmente.
Ciò faremo nella muta degh esercizi spirituali che sarà fis-
sata a tua comodità. In questo lrattempo, procura di esercitare
la virtù della carità, della pazienza e della dolcezza di San
Francesco di Sales. Prendi caldo, freddo, sete, dispiaceri co-
me altrettanti regali che ti fa Il Signore... Prega per me... Aff.mo
Amico. Sac. Gio. Bosco•·
Ecco la legge salesfana: fare penitenza innanzitutto con la
vita, con gli avvenimenti, con le contrarietà quotidiane del•
/'ambiente, sorridere invece di gridare, aiutare il prossimo:
Carità. pazienza, dolcezza• Offrire, unendosi alla pazienza
di Cristo...
A me stesso e a te. auguro una buona quaresima, fonte .di
gioia pasquale/
8/20
Più si approfonùi-.ce il mb1cro del piano cli Dio nel
suo rapporto d'amore con l'uomo c più !>i rimane
• sconcertati •, -.ì prova cioè difficoltà :l cogliere la pro-
pria noia ncl e concerto" globale. Solo ùopo lunga ri-
flessione, ùubhi a volte ango:.c1m,i. altern::1t1vc e prove.
djffic<>hà operotivc. !>i rici.cc a di,ccrm·rc (e non da 1u1-
ti!) la pcrsonnlc c originale chiamaia, e si risp1m<lc un
generoso n quella che comunc.·menic si chiama « voca-
zione».
Il Nuovo Regolamento <lei Cooperatori è di una
scmplidtà lineare nell'art. 7: battc~imo, unico per tuui:
\\ ocaz1oni alla sanlilà rcalinalc con modalità dt\\ crsc
come diverso(• l'impul<,o dello Spinto: tra le mille quella
"salesiana•: all'interno di questa lo !>lato religioso. con-
sacrato sccolan:, laicale impegnato. Mt•ra\\'iglia e dispia-
ce che qua e là pcr il mondo, dopo il Vaticano II. lo
studio delle fonti e una discreta lcllcratura in proposito,
spunta la domanda di rito: « Ma è proprio una vera vo-
cazione quella del Cooperatore salesiano?"·
Ma non e '>t:llO chiaro D. Bosco quanùo all'iniLio del
suo Regolamento ha serino: • con -.ifla11a 11ropo;.ta non
imcndiamo dirt· dw questo sia il solo meno... pcrocché
v<: ne sono mille ahn... Noi ne propo111amo uno. è
l'opera ùei Coopcratori salesiani•? l'llon è <,tale> chiaro
Pio TX quando in un'uùicnza intima (inknno, a letto) il
21 gennaio 187 1 ha conlidalo a D. Bosco: «Credo di
svelarvi un mistero... un ~cgreto... La vm,tra Società è di
genere 111w1•0: rclìgim,o e ~eco/(lre. nui vow tli povertà 1:
ùiritto di pos!>cùcrc, abbraccia clau.,11 ali e hberi cittadi-
11i•?
Don Ricccn nel !>UO lungo mandato ha ribadito più
\\'ohe questa 1dt·a-ha.,c. e fa110 msenrc.: nd proemio del
NR che la gamma ùi questa voca1ion<.·1 in concreto, è
ùivcrs1ssimt1: "<lalla più semplice alltt ptù impegnativa e
qualificala». D. Auhry l'ha condcmato nel titolo del suo
libro più tradotto« Una vocaLionc concn.:ta nella Chiesa:
Coopcratort• o;alc<,iano ». Don Egitlio Viganò ha ripetuto
alm.eno dicci ,·oltc, in Italia, in America latina e in Afri-
ca: • È una I tra vocaLtonc... Implica un'in1Ltativa di Dio
percepita dalla CO!,Cten,a di ognuno. qum<li. da pane dd
chiamato. una ri!,pc,~la di libenà intl·tfor~• (dr NR, 22: S,
dil'enw Coope,atore per libera Kelta), di as.,unLionc di
responsabilità, <lt impegno !>torico... È una fi:,.io110111io
salesiana ui unione con Dio».
L'art. 7 !>Ì cuncluùc con <luc prccba,,;ioni !>ull'anua-
zione del progetto di Dio: l'oggi in cui , ivo pmprio io, nel
mio conlcslo familiare. culturalt•, -;ocialc; la com1111ione
con gli altri gruppt <lclla Famiglia .,alcsiana. che rcnùc
più feconda la mi!>!>ione. l na paMorall: \\·ocazionalc
congiunta pct meuc di confrontare I nuovi progeui,
quelli dei micì lratdli chiamati alla !,ICS!,a costruLionc·
Cristo col volto di Don Bosco.

1.9 Page 9

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DINAMICA
SALESIANA
9
-
Don Carlo Borgettl
Stiamo cercando di chiarirci un aspetto molto Importante,
diciamo cosi. di dinamica salesiana •· Don Bosco cl ha la-
sciato una spiritualità. Quando la viviamo a fondo, ci sentiamo
impegnati ad avvicinare altri, a dialogare con i lontani. Vor-
remmo aiutarli a crescere. Allora ci accorgiamo di crescere ul-
teriormente noi stessi. Si produce cosi una dinamica di cresci-
e, ta: si conosce Don Bosco, cl si responsabilizza. si lavora anche
per g/1 altri. si accorge allora di vivere una grande realtà, si
aderisca alla Famlglla Sale"5iana. si ritrasmette ulteriormente
messaggio e impegno. La Famiglia sì arricchisce, chi riceve a
sua volta dona: Il giovane diventa apostolo per altri che lo di-
venteranno a loro volta.
Il Salesiano, religioso e laico, cresce nella sua spiritualità
semplice e Impegnativa, testimoniandola, trasmettendola e
aiutandola a germogliare In altri. Il Consigliere generale sale-
siano per la Pastorale Giovanile. in un recente Dossier del suo
Dicastero, focalizza alcune caratteristiche che contraddistin-
guono l'identità apostolica di Don Bosco e dei suoi.
Indica un cammino, sottolineando la differenza fra Don
Bosco e chi lo aveva preceduto con altro stile nell'evangeliz-
zazione del mondo giovanile:
Dalla prestazione di un servizio, alla presenza-partecipa-
zione nella vita del giovane. L'Oratorio prima di Don Bosco era
un servizio di catechesi. Il gioco vi si univa come attrattiva e
trattenimento. Don Bosco partecipa alla vita del ragazzo e in
qualche modo la assume: Il problema del lavoro, Il bisogno di
amicizia ...
Dal tempo limitato al tempo pieno... Occupa tutta la gior-
nata... si prolunga attraverso contatti e attività.
SI passa da un programma catechistico limitato a un pro-
gramma educativo potenzia/mente integrale». Se per forza
maggiore non si propongono tutte le possibilffà educative, si
coprono le urgenze più gravi, si aiuta per la valutazione e la
sintesi vitale delle diverse esperienze •.
Ci si trova così con slancio missionario ad evolvere • dal-
l'Istituzione alla comunità• vera, dalla centralità del pro-
gramma alla centralità delle persone e dei rapporti interper-
sonali •.
Queste Indicazioni di Don Vecchi non sono utili solo per la
riflessione della Pastorale giovanile, ma per tutta la nostra
azione apostolica di Famiglia salesiana.
nascono spontanei due Interrogativi. Al primo deve ri-
spondere ciascuno esaminando se stesso e il gruppo in cui
lavora.
Al secondo tenteremo una risposta nel prossimo mese su
questa colonna. Cl riconosciamo, pur con i limiti inevitabili per
orari, temperamento, problemi vari, nello stile di Don Bosco?
Perché non tutti coloro che lavorano, per vocazione vera, per
scelta di fede, negli stessi nostri ambienti, con questo stile
(animatori, catechisti, organizzatori laici, giovani o meno gio-
vani magari dirigenti di organizzazioni salesiane), non tutti
prendono coscienza di essere Famiglia salesiana, traendone
anche sul piano associativo quelle che sembrerebbero con-
seguenze logiche?
PER COOPERATORI E FAMILIARI : VACANZE ESTIVE
LUGLIO prossimo - FONTANAZZO - VAL DI FASSA {Trento)
Anche per Il prossimo luglio, come già da diversi anni, l'Associazione organizza periodi di ferie estive
nelle Dolomiti e precisamente a Fontanazzo di Val di Fassa (Trento, m. 1400), nel« Soggiorno alpino Don
Bosco» che ancora una volta l'ispettoria salesiana ,, Adriatica» mette a disposizione.
Informazioni e iscrizioni: presso i rispettivi Uffici ispettoriali o presso l'Ufficio nazionale, al più presto
possibile.

1.10 Page 10

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ADS=AMIL1
DI DOMENICO SAVIO
UN MOVIMENTO
SALESIANO
PER I
PREADOLESCENTI
1) CHE COSÈ IL MOVIMENTO ADS
Un po' di storia
Il Movimento ADS affonda le sue
radici nella prima esperienza pasto-
rale di Don Bosco, chiamato da Dio a
prodigarsi per il bene totale dei gio-
vani. I suoi primi contalli apostolici
gli fecero comprendere che solo
creando uno spazio di accoglienza e
di sana libertà avrebbe potuto trasci-
narli all'amore di Dio e alla piena
maturazione di sé. Frulli della sua
geniale intuizione furono i giovanetti
dell'Oratorio di cui egli stesso scrisse
le note biografiche e alcuni dei quali
raggiunsero le più alte vette della
santità. Primo fra tutti Domenico Sa-
vio, il fondatore della « Compagnia
dell'Immacolata».
Don Bosco fu sempre profonda-
mente convinto dell'importanza del
protagonismo giovanile: ai suoi gio-
vani affidò subito incarichi di grande
importanza; mandava giovanissimi
salesiani ad aprire nuove case perfino
nei più lontani continenli riponendo
in loro grande fiducia. Ed era con-
vinto dell'importanza dell'associazio-
nismo come mezzo potente di matu-
razione della loro personalità, spe-
cialmente per quanto riguarda la di-
mensione sociale e aposLOlica.
Le «Compagnie», cosi come ven-
nero sorgendo e configurandosi fin
dai tempi cLi Don Bosco, costituirono
il terreno fertile per la maturazione di
varie generazioni di giovani. Recen-
temente i fcm1enli e le mtuizioni che
seguirono la riflessione conciliare
portarono una ventata nuova nel
campo dell'associazionismo salesia-
no, dando maggiore spazio alla
spontaneità, alla creatività, alla par-
tecipazione. La struttura tradizionale
delle «Compagnie» venne cedendo il
posto ai «Movimenti», come a realtà
più vicine alle istanze del giovane di
oggi. Il passaggio è stato graduale e
naturale.
Già fin dal 1954, anno della cano-
nizzazione di Domenico Savio, ven-
nero sorgendo tra i ragazzi e i giovapi
degli Stati Uniti, vari gruppi o Clubs
che si ispiravano al nuovo Santo.
Un'ondata di entusiasmo pervase la
gioventù americana e... attraversò
l'oceano, giungendo anche in Italia.
Dapprima il Movimento andò rac-
cogliendo i ragazzi più piccoli - del.le
scuole elementari - e specialmente
quelli che non gravitavano attorno ad
opere salesiane (scuole pubbliche,
parrocchie ecc.). Poi l'entusiasmo per
il piccolo grande Santo divenne irre-
frenabile e non si poté impedire che
anche i ragazz.i delle nostre opere
aderissero al Movimento. l gruppi e i
Clubs si moltiplicarono a macchia
d'olio. Dal cuore del Piemonte, che
aveva dato i natali ai primi grandi
Santi salesiani, andò percorrendo
tutta l'ftalia, moltiplicando consensi,
interessamento, entusiasmo. Fu crea-
to un organo di collegamento(« Rea-
Lione a catena»), alcuni salesiani ri-
cevettero l'incarico di interessarsi uJ-
ficialmente del Movimento, si diede il
via ad un primo esperimento di or-
ganizzazione, di studio e di appro-
londirnento dei motivi ideali che lo
sorreggevano.
Movitazioni salesiane
I. Il Movimento ADS risponde alle
istanze delle CostitU7Joni SDB, in
particolare all'art. 9: « Gli adolescenti
e i giovani sono i primi e principali
destinatari della nostra missione... le
tappe dell'adolescenza e della giovi-
nezza hanno un valore decisivo nella
vita cLi un uomo... ,,. Il Movimento
ADS concretizza la nostra attenzione
di educatori,. appartenenti alla Fami-
glia Salesianà (FS), per la fascia dei
preadolescenti (e degli adolescenti)
da curare secondo lo stile salesiano.
10/22

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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2. Si è già detto che il Movimento
ADS ripresenta - in modo a uuale -
l'esperienza educativa di Don Bosco e
lo stesso cammino di santità percorso
<la Domenico Savio. fon può quindi
cs!>ere trascurato da chi, impegnato
in un qualsiasi ambito di educazione
nella Chiesa, si ispira al « sistema
educativo» e alla spiritualità salesia-
na.
no, con mete graduali, inserite in un
quadro formativo organico, e che lo
accompagni fino alla sua piena ma-
turità nella vita della Chiesa e della
società.
Così iJ Movimento ADS vuol essere
la prima fase, quella preadolescen-
ziale (e... adolescenziale), di un Mo-
vimento Giovanile Salesiano in cui il
giovane, dopo aver maturato accura-
a trovarsi nella posizione di cerniera
tra un passato e un futuro, in cui il
«passato• sarebbe la fase preadole-
scenziale e adolescenziale che il gio-
vane trascorre tra gLi ADS, e il « futu-
ro• l'impegno definitivo e maturo
nella Cniesa e nei vari rami della Fa-
miglia Salesiana. In altri ter mini,
verrebbe a configurarsi come un luo-
go di maturazione vocazionale che
3. Di fallo, oggi, esso è l'unico mo-
vimento per preadolescenti, che sia
profondamente legato e che :.gorghi
e.lai carisma salesiano. Vi sono molti
movimenti e associa:t.ioni nella Chie-
sa, alcuni dei quali trovano ospitalità
anche nei nostri ambienti, ma nessu-
no è così di ~ lamiglia» come questo
che, dai Superiori Salesianj, è stato
più volte dichiarato «preferenziale».
Situazione in Italia
li movimento non è un'associ37-io-
nc: non ha elenchi, :.trutture gerar-
chiche c simili. Possiamo però affer-
mare che oggi in Italia vi sono oltre
30.000 Ragazzi ADS riuniti in circa
I000 gruppi o clubs. La maggior parte
di essi si trova in opere salesiane; un
certo numero presso quelle delle
FMA; altri sono seguili da membri
della FS. Alcuni gruppi organiaati
hanno sede presso altri organismi
ecclesiali o presso scuole statali o
private.
Il Rettor Maggiore Don Viganò
Indossa la maglietta ADS du-
rante la lesta del Movimento
tenutasi nello scorso maggio a
Catania.
Prospettive
J. Continuare l'approfonc.limento
della identità del Movimento e lo
studio e l'elaborazione ili una « pro-
posta forma Liva ADS », che sia gra-
duale cd adeguata alle fascie di età
dei rng37,zi che vi fanno parte. Si sta
inoltre prendendo in seria considera-
zione la fascia della età adolescen-
Liale e che è certamente tra le più
difficili e delicate e la più vicina alla
esperienza di vita di Domenico Savio.
2. Continuare sulla strada, ormai
e.la molti intrapresa, di una visione
organico-dinamica del Movimento
ADS: un movimento, cioè, che non si
limiti a ~cguirc il ragazzo durante la
sua rasc preadolescenziale o adole-
sccmiale, «consegnandolo» poi ac.l
altre associalioni o movimenti ccclc-
~iali, ma che gli prospetti un carnmi-
tamcnLe le sue convinLioni profonde
e le sue scelte di fede, giumo alla fase
giovanile, po~sa fare ulteriori scelte di
impegno apostolico e di inserimento
nella vita della Chiesa e della Fami-
glia Salesiana.
Sarebbe infatti inutile e dannosa,
per Ltna crescita spirituale armonica
dc:-1 giovane e del cristiano, una di-
scontinuità nel cammino d1 fede. li
cari:.ma è qualco:.a di cui ci si im-
pregna c che - a un certo punto - ci
c.liventa connaturale. li cammino ncl-
l'approfonc.limento del ca1isma deve
procedere senla s<>ste o discontinuità
dalla fanciullezza alla maturità: è su
questa linea ormai che si stanno
muovendo un po' tutti i movimenti
ecclesiali.
TI MlWimenLo Giovanile Salesiano,
e.li cui il Movimento ADS si ricono-
scerebbe come una componente ne-
cessaria, quella iniziale, vcn-cbbe così
comincia già dall'età preadolescen-
ziale dcll'ADS e va man mano pro-
gredendo, fino alle scelte definiLive,
che immettono il giovane nel contc-
~to di un più ampio « Movimento Sa-
lesiano» in cui i1 carisma <li Don Bo-
sco si esplica nelle sue varie diversi-
ficazioni.
SpirituaJità del ragazzo ADS
Gli clementi essenziali della spiri-
tualità ADS sono gli stessi della spiii-
tualità salesiana, vissuti nella situa-
zione particolare propria <lei ragaao.
Ritrovandosi in gruppi o Clubs, gli
ADS imen<lono ripercorrere ideal-
mente l'esperienza di Domenico Sa-
l'io che, con alcuni compagni, sotto la
guida amorevole cd attenta di Don
Bosco, bruciò le tappe nel cammino
\\'erso la santità giovanile.
11/23

2.2 Page 12

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I punti fermi della sua vita spm-
tuale, mutuati cla Don Bosco, posso-
no essere i seguenti:
- Gioia, ottimismo e fiducia
noi facciamo consistere la santità
nello stare sempre allegri»; « non con
le percosse... »);
- Attenzione all'altro, ansia
apostolica per i compagni, amore
fatto di incontro e dj spazi di comu-
nione (« far del bene ai compagni...
anche se Li costa»);
- Centralità dell'incontro con
Cristo, specialmente nella Eucarestia
(come celebrazione della vita spesa
gioiosamente per gli altri) e della Ri-
conciliazione (come conversione e
crescita continua);
- Maria, madre e modello ili
servizio e di disponibilità I miei
amici saranno Gesù e Maria»);
- Dimensione ecclesiale: comu-
nione con la Chiesa locale. Papa e
Vescovo visti come «segni di urutà e
carità».
Chi è jJ ragazzo ADS
Da quanto si è detto, possiamo ora
capire meglio chi è il Ragazzo ADS.
Jl Ragazzo ADS è un ragazzo (dagli
otto ai quattordici anni circa) che
s'impegna a vivere da cristiano au-
tenti.co fino ad essere « vero testimo-
ne ili Cristo tra i compagni», secondo
il carisma e la spirituaUtà salesiana,
ispirando la propria vita a quella di
Domenico Savio. Come ha fatto Lui,
stringe un patto di amkiz.ia con Gesù
e coi compagni perché ciascuno - e
insieme - possa sp<'rimentarc la
santità del vivere in grazia, nella
bontà e nella gioia.
Per essere aiutato in questo cam-
mino aderisce al Movimento ADS che
si configura più come una «corrente
di spiritualità» che come una istitu-
z.ione, e che lo mette ìn contallo con i
compagni che vivono la sua stessa
esperienza.
2) COOPERATORI E MOVIMENTO ADS
presenza «tipica», fortemente carat-
terizzata, chiaramente percepita co-
me « presenza salesiana».
Dovendo quindi animare pastoral-
mcme gruppi ili preadolescenti, darà
la sua preferenza a quelli - come gli
ADS - che gH sono maggiormente
« connaturali», con i quali pou·à più
facilmente entrare in sintonia e che
vedrà crescere. nel loro itinerario
spirituale, secondo le « Unce di forza»
irradianti - come da un campo ma-
gnetico - dal carisma salesiano.
11 «salesiano», per sua nativa co-
stituzione, è irresistibilmente auratlo
dal mondo giovanile, cosl che. ove vi
sono giovani e dove i problemi dei
giovani vengono dibattuti, egli è su-
bito presente, interessandosi, ascol-
tando e portando il contributo del suo
carisma: un insegnante a scuola, un
catechista in parrocchia o all'orato-
rio, un assistente sociale nel contesto
del suo lavoro, e così via, saranno at-
tenti alla opportunità e alla possibilità
di raccogliere gruppi di ragazzj per
farli «crescere» cristianamente e far
loro conoscere il carisma salesiano. Il
Cooperatore «salesiano» sarà quindi
l'« animat0re nato» dei Ragazzi ADS,
H inviterà a conoscere e ad aderu-e al
Movimento ADS che apre le porte
all'appartencnla alla grande Famiglia
Salesiana.
Ma... com e fare?
Ogni vero Movimento scaturisce da
un carisma, riconosciuto dalla comu-
nità ecclesiale, pena la sua insignifi-
canza e precarietà: così come ognj
carisma veramente vivo e valido sfo-
cia in movimenti ecclesiali che ne in-
carnino la novità feconda e le carat-
terisùchc peculiari.
Il Movimento è quindi affidato alla
cura e alla responsabilità di chi del
carisma è il principale garante. Nella
Famiglia Sale~iana è il Rettor Mag-
giore, successore di Don Bosco, il
primo garante del carisma e quindi il
primo responsabile dei movimenti
che da esso scaturiscono. Ma con lui
ne sono responsabili, in solidum, an-
che gli altri Membri della Famiglia
Salesiana, chiamati da Dio alla stessa
missione di Don Bosco, la cura della
gioventù, specialmente di quella più
povera e pericolante.
Don Bosco volle i Cooperatori Sa-
lesiani come i suoi primi collaborato-
ri, impegnati in p1·ima persona e per
la connaturalità derivante da una ve-
ra vocazione divina, nelle «sue» ope-
re a favore della gioventù. Ma li volle
anche fantasiosi, creativi, impegnali a
gestire « in proprio» delle iniziative e
delle opere, proprie del carisma sale-
siano, nei mille campi offeni dalle
esigenze della chiesa locale e della
società. Cooperatori all'interno delle
opere salesiane e Cooperatori all'e-
sterno di esse; nei quadri delle strut-
ture salesiane e nei vari ·rigagnoli in
cui la varietà della situazione e le ur-
genze dei tempi fanno imbattere lo
zelo creativ() dell'apostolo salesiano.
li Cooperatore quindi ha un vastis-
simo campo di azione, ma è innega-
bile che la sua preferenza vada a
quegli ambiti e a quelle scelte apo-
stoliche che gli permettano di espli•
citare con maggiore libertà il proprio
carisma. Può si animare gruppi di al-
tra estrazione, inserirsi anche in altri
movimenti ecclesiali, ma, ove lo fac-
cia, la sua dovrà essere sempre una
Chiunque abbia dimestichezza col
mondo dei ragaui sa che basta catti-
varsi la stima e la simpatia di quelli
u·a loro che maggiormente spiccano
in seno al gruppo, per conquistare
tutto il gruppo. È stata l'esperienza
tipica di Don Bosco (per es. con Ma-
gone Michele) cd è certamente anche
l'esperienza di tutti gli educatori.
Bisogna quindi cominciare special-
men 1c col farmarsi alcuni « leaders »,
quei ragazzi, cioè, che godono di un
natmale ascendente tra i compagni e
che vengono designati o riconosciuti
e accettali come «capi» naturali e.lei
g1·uppi per compiti particolari. Una
volta Formati questi lcaders, sarà fa-
cile far convergere intorno ad e~si gli
altri ragazzi, proponendo loro non
solo il ncccssaiio divertimento, ma
anche un cammino impegnato verso
una vita spirituale più attenta e un
intcre%e apc>stolico graduale e adatto
aJla loro età.
L'animatore all'inizio avrà un bel
12/24

2.3 Page 13

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L'OSCAR DON BOSCO wa gll ADS del Lazio 1'11 giugno scorso.
,cicolclli ove vengono presentati il
progcuo e le mete educati\\'C. ADS, la
l1gura di Domenico <:;a\\'io come mo
dello di , na pc.r il ragazzo e come
punto di nterimcnw per l'opera cdu-
catha dcli'Animatore..
E-,istc inohrc una e propo'>ta for-
mativa annuale• che viene comuni-
<.:ttlO ncll'inl,CllO <.:entrale dello ri\\'1sta
RADAR \\DS <.:hc ,·iene mnala
men;,ilmcntc. ai raga1Li, accompa•
gnala da una GL IDA pl'r t"A111ma1orl'.
f: un cammino di lede ciclico e orga-
nico cht: porta il I ag,1110 a lare la ...ua
c-,pcricn,.i di \\'ita cnstiana ,.,piran
do.,, alla mctodolugw salesiana e al
can..,ma e alla sp11 uualità di Don Bo-
,co La n, i;,ia inoltre, in una ,cric di
anicolclll mtcrc,,anti presenta figu
1e di raga11i, <..li m,.,,mnari e in genere
;ikunc prnhlemalkhl• adalle alla loro
1.•tà, che h a,, iano , er.,o la mlla della
loro matu1 ità umana e cristiana Alti i
...us;,idi ...onu in l,i-.1. di :.tud1u e di
r1..11iuaLiunc
do lare, I inché il gruppo non abbia
raggiunt<> una sullidcntc lisionomia,
ma p01, gradualmente dovrà nascon-
dl·r,1 dietro le quinte, :.ceglicndo la
metodologia del e l..u lare•. dello ;,li
molare,;, del ,.uggerirc, lasciando am
pio ,paLto all'im cn11va dei ragani.
In qucst<>, del I c,10, ;,ara aiutato
dalla stessa na1ul'.1 del Movimento
d1e - a diffcrcn1a ùcll'as~ocia1.ionc
- non ha -,1rullurl' obbligate e ben
defln11c, ne rappo1 li vcnicistici d1 di-
pcndcn1J né i11nc1ari propm,ti dal-
l'alto a cui .,i dchba nccc,sariamentc
.illcncrc· il \\10\\ imenio e propone ma
non impone"· invlla .,d un cammino
di comunione, mu con.,cnt1: • 1:scur-
,ioni geniali e ..,cdtc comunitarie, è
più ,ulla linea dcll.1 1:omun1one chl·
della ;,trunura. 01 ,trullurc , i ...ono
quelle ;,trcllarnenll' necc;.;,aric per
la,onn:, appunto, la comunione e lo
,cambio delle c-.pcnl·n,c: ogni grup-
po e libero d1 dar~, o meno quelle ar-
ucolationi 1:hc più nticne opportune
li Coopera1011: che d1:cidl dt fondarl
un gruppo ADS a, r.1 modo. coi !.Uot
1apan1, cli ;,bi11a111r-,1 liberamente.
,mcntando, cambiando e scegliendo
quello ch1: man mano , erra giudicato
opportuno, purch1. 1wntn ndlo ;,piri
to generale e nell<: litw<: londamcntali
del Mm ,mento l m:1 (;arbma salesia-
no.
Com ien1: moltn. mcucn,i in con-
1~1110 coli'Animato, e '><llc;,iano locale
l' - 'ipcc1almcnlt - c.:oll'lncancato
i-,pcttonalc in modo d,c qucl,Li po:.!>a
a-,,,curarc l'a-,-.1,1c111a al gruppo e
permettere l'ut1h11a11onc del -..cn 1no
,pecifico dd l\\1m 11m.•n10 ADS. ",on s1
11chicdono ckn(;hl 1.h ragaui, ma -,olo
I a1.k!>1ont dd gruppo cd il collega-
mento pcnodll:o col Centro.
A li,cllo n:won,tle il Movimento
/\\DS è c.:oorùinatu da un Delegato
na,ionale che nt e 1l·,pon;.abilc. L' cht
l:l\\'ori-.cc incontn l' -,cambi di espc•
den,e tra gli lncam.:ati regionali, cura
l'clabora11onc di :-.u"idi e propo-..11.'
lormau, 1.:, cura un ,cn 1110 di infoi
ma,ionc per gli A1111natori loLah. pc, 1
1;.1pigruppo e i ragani, scrvcndo,i
ùq;h organi di -..1ampa del MO\\ 1men
111 l as,Kura il colkgamento con gli
organismi ecdc,iah "milan.
Strumenti di anima1lone
<:;ono qudli prup11 della uadiLionc
,ak•-.iana: incontro lrn mativo almeno
'>l'llimanale; mm11l•n11 di preghiera
personale e di gruppo; m:,menti n-
crcatin di gruppo: cdcbra,ionc d1
alcune leste rchg111,e tipiche della
,pirituahta del \\I m imenio ADS
l .1mp1 C!>ll\\'l pc, 1agaa1 e campi d1
qualilila,ionc pct .1111matori...
Oue-,te ini.i:iauve prcl,uppongono
l'apprnlon<linH:nto dei contenuti del
\\lonmento. Per qu1:-,w !>onu dbpo·
mhili akuni sus,1d1 '>la per i ragaui
,1a per gh animatc111 : alcuni agili I.i-
Concludendo
li Movimento dl·t Ragaui ADS d
,l·mbra un luogo pri, ilegiato pet l'.:1
pu,tolato dei Cooperatori ,alc-.iani,
,pcc1e di coluro che si 1rnvano a
,ontallo col mondo dei ragaui. Gli
in...cgnanti in mo<ln parti1:olarc po,-
,ono tro, are - 1. molti hanno tro, ato
nel Mm imento ADS uno .,trumcn-
lO utilbsimo d1 l'duca7ionc. S0110
,om , ari gruppi 11 ,1 1 ragaui (e I a
gauc) del '>l'l."ondo dclo clcmcntarl l'
- specialmente - tra i pn:aùok-
,cenu (ragaui 1. r~1g.111cl della ,cuoia
media, mentre è m la..,c di '>tudio 1.· di
,pcrimen1a11on1: un collegamento
d<:gli adolc-,ce11 1i lil-ll'l'tà del biennio
(l'età adole-,cen11,dl· che Iu propria di
Domenico Sa,·10).
'\\on riman<: clw ùa cominciatl':
ha,ta mctter.,i in nmtallo con l'lnc.i•
ncato i'>pettori.ik- o con qualunque
altro Animatotl' locale p1:r a\\'crc
(;htanmen11 e ,ugrenmenu.
Chi volc.,,c, puo comunicurc col
CENTRO r-.AZ tu, \\l E ADS Via dd
Bosco 71 - 9~ 12.~ ( J\\T-\\,lA. per uhl'•
tiori dclucida110111 o per U\\'CI l' docu
mcn1a11oni e su.,.,iùi.
\\la ,oprnttuth> hi,ogna a,·lrc t"an•
,,a apo.,tohca di Don Bo-.co e, coml
I ui, decidere di Ul'Ùicare la propt ia
vita per il bene d<:i ragaui, « la pot
,iun<: più eletta dl Ila umana !>oc1cta
D. Giuseppe Fab:one
Cuurduwtore 'Va::10110/t
13/ 25

2.4 Page 14

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LABORATORI
MAMMA MARGHERITA
Incontro nazionale responsabili nel Centenario della morte
di S. Maria Mazzarello
(Torino-Valdocco, 22/24 maggio 1981)
--PROGRAMMA--
Giovedì 21 ma-'g=g=-l_o_ _ __
Pomeriggio: arrivo e sistemazione nelle proprie sedi
- Vespro.
Venerdl 22 maggio
Ore 9: apertura dell' Incontro presso la «tettoia Pi-
nardi »: preghiera comunitaria, presentazione dei par-
tecipanti.
Relazione: IL LAVORO SANTIFICATO NELLA TRA-
DIZIONE SALESIANA (spiritualità dell'azione).
Conversazione sul tema.
Ore 11 ,15: Eucarestia nelle camerette di Don Bosco.
Ore 16: Relazione: IL LAVORO SANTIFICATO NEL-
LA TESTIMONIANZA DI S. MARIA MAZZARELLO.
Riflessione sul tema e esperienza.
(Rosario meditato).
Sabato 23 maggio
Ore 9: preghiera comunitaria nella chiesa di S.
Francesco di Sales.
Relazione: IL LABORATORIO MAMMA MARGHERI-
TA: che cosa è, quali scopi si prefigge, funzionamento,
rapporto con l'Associazione Cooperatori.
Relazione: COME IL LABORATORIO M.M. SI ADE-
GUA ALLE ESIGENZE DI OGGI (tavola rotonda •
Esperienze - Comunicazioni varie).
Ore 11,15: Eucarestia dinanzi all'urna di S. Maria
Mazzarello.
Pomeriggio a disposizione.
Domenica 24 maggio
Solennità di Maria Ausiliatrice - Pellegrinaggio a
Mornese.
Ore 8: partenza in pullman.
Ore 11: Eucarestia al Santuario di S. M. Mazzarello.
Ore 15: partenza per Torino e ritorno alle proprie
sedi - Pausa di riposo.
Ore 20,30: solenne processione mariana - Ritorno
agli alloggi.
- Sono previsti interventi dei Superiori e delle Supe-
riore FMA;
La quota di L. 80.000 è comprensiva della spesa per
alloggio e vitto, servizi pullman e spese di organiz-
zazione, dalla cena del 21 alla piccola colazione del
25.
Le iscrizioni si fanno presso i rispettivi uffici ispet-
toriali sull'apposito modulo.
14/ 26
DOCUMENTO
PREPARATORIO
ALL'INCONTRO
Nel Convegno nazionale delle responsabili del 1976
furono approvate e partecipate alcune "conclusloni e
« linee operative•· Chiediamo che di detto documento
si faccia un'attenta rilettura, sia per verificarne l'attua-
zione, sia come preparazione immediata al prossimo
Incontro.
LE «CONCLUSIONI »
partecipate a tutte le Cooperatrici
« In occasione del Centenario delle Missioni sale-
siane, riunite nel luogo in cui Mamma Margherita diede
vita al primo laboratorio, abbiamo compiuto una rifles-
sione sulla natura dei nostri laboratori e una verifica di
quello che essi realizzano.
Partecipiamo con gioia a tutte le Cooperatrici, e
particolarmente a quelle interessate dei laboratori, i ri-
sultati del nostro lavoro.
Precisiamo anzitutto, riaffermandola, la natura dei
laboratori di Mamma Margherita. Essi si prefiggono
questi scopi:
. - essere mezzo per renderci utili ai bisognosi, in
patria e nelle missioni, e alle opere sia salesiane (SDB e
FMA) che non: opere che possiamo sostenere in vari
modi (paramenti e biancheria liturgica; guardaroba per
squadre sportive, per teatro e simili; in caso di neces-
sità, guardaroba delle comunità salesiane);
- essere occasione e mezzo per la nostra for-
mazione spirituale-salesiana (daremo spazio al dialogo
con Dio e alla riflessione, mediante adeguate letture e la
preghiera con preferenza al Rosario meditato, e me-
diante momenti di silenzio);
- favorire l'amicizia, in un clima di salesiana
codialità, usando anche I mezzi tradizionali per ali-
mentare la sana allegria: canto, musica e simili... Ciò
consentirà di non chiuderci in noi stesse, ma di aprirci a

2.5 Page 15

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simpatizzanti che potrebbero affiancarsi alla nostra
opera.
Durante i lavori la nostra attenzione si è fermata
su alcune caratteristiche che debbono qualificare i no-
stri laboratori: Spiritualità, Missionarietà, Comunione
fraterna. Conseguentemente resterà escluso da essi
tutto ciò che contrasta con tali valori, e cercheremo di
vivere in quel clima che bandisce in modo assoluto
quanto nuoce alla carità. Faremo oggetto della nostra
conversazione argomenti di attualità, per chiarire me-
glio a noi stesse e trasmettere agli altri, gli orientamenti
della Chiesa. Da ciò la necessità della presenza, più
volte da noi reclamata durante Il convegno, del sacer-
dote o almeno di una suora preparata in materia.
Soltanto se riusciremo a realizzare questo pro-
gramma, attueremo anche le finalità che ci siamo pro-
poste in questo Convegno: INCREMENTARE e RILAN-
CIARE i nostri laboratori. Ma per fare ciò è indispensa-
bile AGGIORNARSI.
La nostra ricerca, a questo proposito, ha individuato
alcune linee operative.
MOMENTI
DA NON DIMENTICARE
Congresso nazionale 1976: attorno al Rettor Maggiore Don Riccerl e
durante l'assemblea.
LINEE OPERATIVE:
1) Per ringiovanirsi i laboratori debbono essere fre-
quentati anche da cooperatrici di età media e da gio-
vani spose, e poiché abbiamo constatato con gioia, at-
traverso testimonianze vive, l'esistenza di alcuni labo-
ratori di giovani cooperatrici, auspichiamo che ancora
molli altri ne sorgano, con stile di vita adeguato alle
esigenze giovanili;
2) l'aggiornamento si potrà realizzare attraverso
forme di lavoro, che ogni laboratorio cercherà di sco-
prire, con geniale creatività. Tra queste va incoraggiata
l'esperienza di chi offre alle adolescenti la possibilità di
apprendere quanto è necessario per la missione della
donna nella casa (taglio, cucito, ricamo, lavori a maglia,
economia domestica, pittura ecc.);
3) circa i manufatti destinati alle missioni, terremo
presente queste due indicazioni:
a) produrre ciò che veramente è utile;
b) benefìcare, dopo averle Individuate attraverso
la consulenza dei competenti uffici missionari. le mis-
sioni più bisognose che spesso sono anche le più
ignorate;
4) l'aspetto finanziario deve essere tenuto ben pre-
sente e pertanto: esatta registrazione delle entrate-
uscite, decisione collegiale (e non della sola responsa-
bile) sul come spendere il danaro, frequente comuni-
cazione del bilancio a tutte le partecipazioni al labora-
torio.
È augurio e speranza che In quest'anno centenario
ogni Centro cooperatori incrementi o istituisca il « la-
boratorio Mamma Margherita». incontri come ii nostro,
a livello ispettoriale. sono da incoraggiare: in quella
sede si potrà verificare se si cammina sulla linea del-
1'incremento e dell'aggiornamento.
TORINO, presso il Santuario di M. Ausiliatrice, 21
marzo 1976.
Cll1W
UIII
W8III
2
Una prima notizia
su chi era Santa
Maria Mazzarello la
si può ottenere
leggendo la breve
biografia che Don
Enzo Bianco ha
preparato con lo
stlle aglle e orlgl-
nale che lo distin-
gue (pagg. 50, DE-
POSITO PRESSO
LE SEDI ISPETTO-
RIALI OELLE FMA).
...1111
LA RAGAZZA
CHE VENNE
LLE C SCINE
1.&•T.1 ■Hll ■.llllllLH
15/ 27

2.6 Page 16

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Spedlz. in abbon. postale • Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Oumdicjnale di inf ormazione e di culturB reliqiosa
L'edizione di metà mese del es è partico-
larmente destinata ai Cooperatori Salesiani
Direzione e amministrazione: Via della Pi-
sana, 1111 - C.P. 9092 00100 Roma-Aurelio
Tel. 69.31.341
Direttore responsabìle: Enzo Bianco
Redattore: Armando Buttarelli Viale dei Sale-
siani , 9 00175 Roma - Tel. (06) 74.80.433
Autorizz. del Trib. di Torino n . 403 del 16 febbra io 1949
C. C Postale n. 2· 135S intestalo a : D)rezione Generale
Opere Don Bosco , Torino
C.C.P. 462002 lnle-1t. a Dir. Ge-n. Opere O Bosco Roma
Per cambio d ' indìrino inviare anche l'indirino precedenle
-STAMPA A SERVIZIO DEL BENE-......
È uscito il n. 37
COSÌ VA BENE
« Il Centro Cooperatori di Aci-
reale ha sostenuto e sostiene l'i-
niziativa « Mondo Nuovo» con
100 copie di opuscoli e 5 di po-
sters. Anche quest'anno conti-
nuerà a tenere invariato il numero
sia dei primi che del secondi; ha
deciso però che il pacco non ar-
rivi più all'indirizzo dell' Istituto ma
alla:
Cooperatrice Agata La Rosa -
Via A. Pacinotti, 15
95024 Acireale (CT)
La decisione è stata presa di
comune accordo per una mag-
giore responsabilizzazione dei di-
versi membri del gruppo... » .
MONDO
NUOVO
nuova serie
delle
«LETTURE
CATTOLICHE»
fondate
da Don Bosco
Angelo Viganò
ATTILIO GIORDANI, Un laico apostolo
Editrice ElleDiCi - pp. 96 - L. 1.200.
Vivace biografia di un laico che « Incarnò Il vero tipo del Coope-
ratore salesiano, il salesiano nel mondo, secondo il geniale progetto di
Don Bosco che voleva preparare deì laici impegnati ·nella missione
giovanile al servizio della Chiesa locale» (Don Gianni Sangalli).
L'Associazione deve essere grata all'autore, attualmente Ispettore
salesiano a Milano, per non aver voluto far cadere nella dimenticanza
una figura tanto eccezionale di Cooperatore.
Si raccomanda vivamente ai Cooperatori di acquistare la biografia
e di diffonderla. La lettura sarà tonte di gioia. tanto il protagonista
seppe vivere il suo Cristianesimo in chiave salesiana.
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