Bollettino_Salesiano_195201


Bollettino_Salesiano_195201



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Scritti del Sac. Pietro Ricaldone
[I] Collana « Formazione Salesiana » :
Vol. I - I Voti: Introduzione - POVERTÀ.
Voi. Il - I Voti: CASTITÀ - UBBIDIENZA.
Vol. III - Le Virtù: Introduzione - LA FEDE.
\\'ol. IV - Le Virtù: LA SPERANZA.
Voi. Y - Le \\·irtù: LA CARITÀ.
Voi. VI - LE VIRTÙ CARDINALI.
• Voi. \\'Il - Le Virtù: L'UMILTÀ.
,. Voi. VIII - La Pietà: VITA DI PIETÀ - L'EUCARISTIA - IL SACRO CUORE.
Voi. IX - La Pietà: MARIA AUSILIATRICE - IL PAPA.
• Vol. X - IL RENDICONTO - LA VISITA CANONICA.
Vol. XI - ORATORIO FESTIVO_- CATECIDSMO - FORMAZIONE RELIGIOSA.
Voi. X[I e XIII - DON BOSCO EDUCATORE.
Ubrerirl Dottrina Cristiana - Colle Don Bosco (Asti).
• DI pros~ima pubblicazione
[I Altre 0/)ere:
J.
L'ESERCIZIO DELLA BUONA MORTE. S. E. I. - Torino.
VITA DI S. GIUSTINA E RUFINA, patrone di Siviglia. Scuola Tipografie:, C::.1le-
siana - Siviglia.
NOI E LA CLASSE OPERAIA. (Opuscolo). Scuola Tip. Salesiana . Bologna, 1917.
SALVIAMO LA GIOVENTÙ! Opuscolo per la Crociata Missionaria. Tip. Salesiana, 1928.
SCUOLA AGRICOLA SALESIANA. Monografia in i11 collaborazione col Prof Cer-
radini, architetto. · Scuola Tipografica Salesiana. Torino 1922.
I TENERE LA DESTRA
Li brc·tti LU X LA FINE DEL MONDO
SI DICE...
III Biblioteca Agraria Solariana diretta da Don R1cALoom:
1° - Tomos I y 11:
EL CLERO, LA AGRICULTURA Y LA CUESTION SOCIAL por D. Pedro
Ricaldone. Sevil!a, 1903.
LOS LABRADORES, LA AGRICULTURA Y LA CUESTION SOCIAL por
D. Pedro Ricaldone. Sevilla, 1903.
- Tomo XIIT:
LAS LEGUMINOSAS Y LOS CEREALES por D. Pedro Rica!done. Sevilla, 1904.
- Tomos LXfT, LXVH, LXXVIIT, LXXXIII, LXXXIV, LXX,'{fX, XCI:
EL PROBLEMA FORRAJERO por D. Pt<lro Hicaldone. 7 voli. in-8. Sevi/la, 1909.

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A. LXXVI , N. I
BOLLEl flNO SALESIANO
t• GENNAIO 1951
La morte del IV Successore di S. Giovanni Bosco
DON PIETRO RICALDONE
La do/oro.~a 11otizia è già corsa da 1111 rnpo all'altro del 1wJ11d'J.
Proprio nel !(Ìorno assegnato al suffragio dei genitori dei salesiani defunti, 25 novembre, a11-
ui1.•ersario dP!la .;,,orte di mmmna Ala;gherita, la Famiglia Salesiana I,~ ·perduto· il suo Padre.
Per quanto m•esse gin superato gli ottant'un a1111i, la robusta fibra, la serena i11tell,:t:e11:::a, l'ala-
crità dPllo spiri/o, l'<·mhaanza della S11a atti1.·ità ci dai1a110 !'illusione di una ancor lunga resi-
stenza alla mole dd lm•oro, alle sorprese della stagione, alle insidie del male.
Restammo percio increduli al primo ltllarme dei medici. Sperammo in una di quell.e sue im-
pror·cise riprese che altre i•olte az·ev.·ar10 arrestato la nostra trepidazione.
lnvece il suo more, sopra)iat!o dalle incal:::m,ti esigen:::e del suo di11a111ico fervore di aposto-
lato, straziato dall'angoscia di tanti fi,1:?li e di tan!P opere tra1:olte dalla persecuzione religiosa, a11-
gustiato dalle receuti S'i.'enture, ,w111e meno. E nonostante le er1ergirhe cure dei •valenti sanitari,
prodigate giorno e 110/te con rn111111m•e11te a)/etto, al/e ore 15,38, cedei/e.
La grandP anima 'l:olò al premio dei giusti. La salma si compose, dopo tanto lavo1·0, a placido
riposo.
Noi, piombati nel /11tto, sentimmo fui/a !e, perdita di tanto Padre. E adorando, nel pianto,
la voloutcì di Dio, tro1.1a111mo cm!forto nella Fede che ce lo i!lmnùd, in quell'ora suprema, di luce
sopr01malurale. Prfrati della nostra guida in terra, ci parve di avere acquistato un nuovo pro-
tettore in Cielo.
La figura di Don f:icaldo11e si staglia, anche fra i successori di Dm, Bosco, ton traiti incon-
fondibili, a proporzioni eccezionali.
· Prm•a f'loquente, la riso11011:::a mondiale della sua scomparsa e il plebiscito di cordoglio e di
rimpianto che .fece della sua sepoltura quasi un'apoteosi.
In w1 baleno la triste notizia raggiunse anche le regioni più lontane. RAI, telegrafo, tele.fono e
giornali la diffusero in Italia e all'estero. Le radio delle più /011ta11e nazioni e la stampa i11ter-
11azio11ale 11e fecero larga ero, suscitando condoglianze in tutti i paesi doi,e l'Op<'ra Salesiana ronfa
una casa, una chiesa, 11110 missione, un cooperatore, w1 e.,c allievo, amici e ammiratori.
Il S. Padre Pio XII, che per il primo m1ei1a partecipato alle nostre ansie con la sua benedi-
zione durante la malattia, 1.1olle pure essere il primo a condividere il nostro lutlo con u11 telegramma
che da solo forma il più alto elogio del 1.wierato Estinto.
SO'l.>rani, Capi di Stato e Capi di GO'l•emo; Em.mi Porporati, dal Cardinale Arci1:escovo di
Ton·uo, che l'm•eva ripetutamente co1!fortato della sua visita e della sua benedizione, al nostro
Cardinal Protettore, che da Roma m,eva seguito con crescente lrefJidazione le fasi della malattia,
ai Cardinali delle Co11gregazio11i Romane e delle sedi Metropolitane; Principi,· Arcivescovi e Ve-
scovi; Autorità civili ed ecclesiastiche, militari, politiche, scolastiche; iliinistri, Senatori e Depu-
tati; Superiori di Ordini e Co11gregazionì religiose ci espressero a rnce, per telegramma o per let-
trra il loro compianto con parole di grandissima stima e di profondo dolore.
Cummoventissima la partecipazione del mondo del lavoro, dalla Fiat che diede un'attestazione
impu11ente, alle umili industrie, ai singoli lavoratori, ai figli del popolo, prediletti dalle sue so!leci-
tudini, agli intimi della nÒstra Famiglia - Cooperatori ed E.-v; allievi, Cooperatrici ed Ex allieve -
alle masse gim•anili dei nostri Istituti e di quelli delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nel 1•uoto immenso che egli lascia, questo cristiano mondiale tributo ci pure un njlesso del con-
forto di1:i110 che ci -.:iene dal Cielo.

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ULTIMI
GIORNI
- Bellissimo Capitolo!
e mi sentirei di alzarmi
subito per tenerne un
altro simile. Abbiamo
deciso di offrire al Go-
Autunno 1951. Don Ricaldonc è contento di verno alcune centinaia di posti per i poveri fi-
aver potuto ultimare Don Bosco Educatore. Da gliuoli di famiglie alluvionate.
Cascllette torna a Torino, dopo a\\·er espresso al
Direttore del piccolo Orfanotrofio, voluto dal
18, 19 novembre. Dopo una notte agitata,
suo buon cuore in quella residenza estiva, il la giornata passa relativamente tranquilla. Di-
presentimento di non arrivare al 60° di Messa screta pure la notte. Sufficientemente tranquillo
e la L'Onvinzione che Don Bosco Eduu,tore sarebbe anche il lunedì.
stato il suo testamento ai Confratelli, il «canto del
cigno».
Martedi, 20 novembre. Dopo una notte
quasi tutta insonne, e nel dolore di non poter
9, 10, n novembre: Feste della novella Santa partecipare alle Riunioni degli lbpettori d'Italia
:\\lana Domenica Mazzarello. Giorni di grande conYocati per oggi, ha un gmndc conforto; riceve
conforto per l'esito trionfale delle celebrazioni, dalla Tipografia del Colle Don Roseo le prime
malgrado la pioggia quasi ininterrotta; per il sa- copie stampate del volume I della sua opera Don
crificio affrontato dagli Ern.mi Cardinali Schuster Bosco Hducafr,re. Pregusta la gioia di aver presto
e ·\\Joisi Masella, \\'enuti di lontano nonostante anche il volume TT.
il mal tempo, e per la bontà dell'Era.mo Card. Mau-
rilio Fossati e degli Arcivescovi e Vescovi inter-
venuti a onorare la Santa Confondatrice; per la
presenza di tanti missionari e confratelli venuti
Invitato dal Prof. Buttino, viene il Prof. Cro-
setti, ematologo. Sala~sn. Ipodermoclisi. Notte
alquanto riposata.
da lontano. Sul tardo pomeriggio riceve ancora Mercoledì, 21 novembre. Esami vari. Elet-
e benedice 3 orfanelli della Casa di Montalenghe. trocardiogramma. Giornata agitata. Notte affan-
Giornate di dolce fatica, che egli cerca di dissi- nosa.
mulare fino a voler fare atto di presen7,a nel nuovo
salone teatro per la prima rappresentazione dram- Giovedi, 22 novembre. Pauroso sbalzo ba-
matica per onorare l'Em.mo Card. Protettore, rometrico, dalla pioggia al sereno. Prodromi della
accrescere ['allegria dei figli e incoraggiare gli catastrofe. Si va in cerca di ossigeno. Il Dott. Vi-
attori dello storico dramma di Don Lemoync diii, incontratosi casualmente con l'infermiere e
Le Pi'strine.
saputo il caso, accorre a visitare l'Tnfermo. Frat-
tanto il Prefetto Generale interroga i due dottori
Lunedì, 12 novembre. Riprende il consueto
lavoro; corrispondenza, udienze, riunioni capi-
tolari, correzione delle bozze di Don Bosco Edu-
catore.
Tra le udienze più commoventi, quelle a un
gruppetto di l\\lissionari tornati in quei giorni
dalla martoriata Cina.
sullo stato dell'infermo e si sente rispondere:
« purtroppo è grave, molto grave! ~- Allora, scam-
biata una parola con gli altri Superiori, non esita
a compiere quello che Don Ricaldone tante volte
aveva manifestato doversi fare con i nostri amma-
lati e, accostatosi al letto, gli dice:
- Sig. Don Ricaldone, debbo dirle che i me-
Vener.dì, 16 novembre. All'una di notte:
grave allarme per asma cardiaca. Urgente accor-
rere del Prof..Buttino, che da vero e sacrificato
amico non lo abbandonerà più durante il penoso
calvario. Dopo l'affannosa nottata rimane tutto il
giorno a letto.
dici sono molto preoccupati del suo stato: siamo
alle soglie dell'eternità e conviene si prepari a
ricevere il S. Viatico.
- Ohi ben volentieri - disse levando le mani
al Ciclo e illuminandosi con un bel sorriso -
venga, venga pure Nostro Signore!
E mentre il Sig. Don Ziggiotti si accinge a
Sabato, 17 novembre. Passa la giornata tra disporre le cose per invitare al suo letto il con-
letto e lettuccio. Immensamente addolorato per fessore ordinario e spargere la voce per raccogliere
le tragiche notizie del Polesine. Per venire incontro confratelli ad accompagnargli Gesù in Sacramento,
a tanti poveri giovanetti, alle ore 17 raduna d'ur- egli chiama il suo segretario per dettargli quei
genza i Superiori del Capitolo: poi si rimette a preziosi ricordi che, non potendo pronunciare egh
letto per non alzarsi più.
personalmente, desiderava fossero !cmi prima del
Dopo le ore 20, un segretario, vedendolo tanto S. Viatico.
affaticato:
- Ah, signor Don Ricaldone, quel Capitolo Alle 15,r 5 il piccolo corteo giungeva nella ca-
di stasera!
meretta e prin1a ùel Misereatur il Prefetto Gene-
2~

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Don Rle.1ldonc sul letto dl morte.
raie legge le parole testamentarie <lei Padre ai
suoi figli:
Carfrrimi Figliuoli, 110n poi-endo parluroi, t•i !ll-
sdo tre niordi:
I) \\'tnAMO Sl'J\\1PH1' I! TUlTI !>rllL CUORF. F.
NELLO srnuTo m SAN GmvANNI Bosco.
2) VrVtAMO i-lEMl'llF E TU1,.I NFI. CUORE,
NELLO Sl'JIHTO E NRLL.A PUREZZA A:-.Gll,ICA
DI 1\\JAIUA i\\lJSII.IATRICT.
3) \\'1n.n10 $!!Ml'IW E TUTTI NPI Cl;()IU! DI
GESis SUI.I.A su., CROCE, NELLA rl'"1MA
DEL SUO AMORE CHI' Cl l'AR,\\ lJ.TFlt:-A:\\U~'-TI'
f'ELICI I:\\ p \\K.\\l)ISO.
1'1 be11ed1c·o tufli di 1:rat1 more: vi tlomc111d11 /wr-
do110 de/fe 11u1.11ca11:::t• r11111messe e vi assicuro che se
il S~1;11ore i•orrcì tlrrnglir1111i in Paradiso, ogni ;:forflfl
pregherò per t'OI e pi-r tulle lt vostre 111/t'11z11mi•·
Don Ziggioui terminò la lettura a~icur,mJolo
tr.i la commozione di tutti i presenti che a\\:remmo
fatto ksoro delle isue raccomandazioni, 1n;1 che
ci augur:ffamo di poterlo ancora fcsu:g~urc nelle
sue Yicine nozze <l, Diamante.
Dopo il ringraziamt·nto al Viatico, a!l'Econumo
Generale che per il primo si avvicina al suo letto,
Jicc con bonaria s.:mplicità: a Hai visto che è
andato lutto hcne •·
Poco dopo S. hminenza il Cardinale Arcive-
scovo, giunto a Valdocco pel Giubileo ùci Sacer-
doti, sale con S. E. ;,\\,Jons. llottmo e con 1\\1ons.
Barale a bcne<lin: Don Ricaldone.
Invitato dal Prof. Crosetti, \\'Ìcne il Prof. Giulio
Dogliotti, Direttore della Clinica <ìenerale, il
quale tornò pm ogni giorno, mattino e sera. An-
che il suo illustre fr.itello chirurgo, Prof. Mario
Dogliotti (che già aveva operato varie volte il
Signor Don Ricaltlonc: al trigemino) viene a vi-
sitare l'Infermo: e gh fa portare dal suo primo
assistente, Dottor Angelino, cl\\'. allic\\'O salesiano,
una speciale tenda per l'ossigeno.
Per la notte, al Coad. Bianconcini e ai Sègrct.ari,
c;i unisce a vegliare l'infermo il Prof. Buttino.
Giunge il telegramma <li S. E. J\\lon.'l. Monlini
con la Hencd1z"111e del Santo l'adrr.
Venerdl, 23 novembre. Estrema Unzione
alle 5,30. S. Comunione: per l'ultima rnlw, e.lata
l'impas.-;ihilità che pai avrà di deglutire. Lo \\'Ì:;il<'\\
il Rc,·.mo P. Chiesa, Superion:: ddla Piccola
Casa della Divina Provvidenza"· 1ncommc1:1 una
lunga tcona di bpcttor~ Direttori, Confmtelli,
Personaggi, cht vengono a baciare la mano del
moribondo. Sfilano pure i profrsson e gli alunni
dell' >\\tcnco. Lu visitano il Prof. Ttpp.ill e il
Prof. l\\fatli. \\'crso le 11 il Direttore uel Bollet-
~3

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La salma di Don Ricnldone circondata dal giovani dell'Oratorio
tino Salesiano gh si avvicina e gli chiede un'ultima
benedizione ai Cooperatori cli tutto il mondo
e al "Bollettino Salesiano". 11 buon Paùrc
apre gh occhi, sorride e p~onunzia un sonoro e
prolungato 1, si•>. Poi vorrebbe continuare a par-
lare, rna il rantolo glielo impedisce.
Per la notte si fermano a ,·egliare, successi\\'a-
mentc, il Dott. Vidili e il Dott. Giacomasso, be-
nemerito sanitario <lc.:lla Casa Capitolare:.
Giungono ron ritmo crescente tdegrammi, let-
tere, 1:1cssaggi di augurio e pregh1crn. Tutte le
più quotate e importanti Agenzie internazionali,
e specificamente I',lusa, I'111s, la Rertter, la Cip,
I'J11terslampa, I'. ltp, tramiti le loro corrispondenti
italiane, si tengono informate telefonicamente,
di ora in ora, dello sviluppo della malattia: prova
evidente delh, popolarità che circonda la persona
del JV Successore di Don Bosco.
Sabato, 24 novembre . Commemorazione J I
~!aria Au,-iliatricc. Si pensa da molti: << Oggi il
nostro PaJrc n gu.tr.~cc o la :.Vladonna lo prcnd,.

1.7 Page 7

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con sè >►. Dappertutto si prega, specialmente nelle
lase dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice. Particolari preghiere fanno pure i rico-
verati della Piccola Casa del Cottolengo e vari
Istituti religiosi della città.
Continuano le visite di persona)!;gi e di confra-
telli. La maggior parte ùegli esterni viene tratte-
nuta in portineria per non affollare l'umile stanza
dcli' Infermo.
L'Economo Generale Don Giraudi, che tro-
vasi accanto al cappezzale dell'infermo, chiama
per nome il Signor Don Rica.ldone e gli dice:
<( Qui tra i presenti che pregano per Lei, c'è
anche Don Ceria. Gli dia una particolare benedi-
zione per quanto ha scritto per Don Bosco e per
quanto ancora potrà fare, e alzi il braccio benedi-
cente verso di lui >>. Don RicaJdone alzò pronta-
mente il braccio, sorrise e morruorò: - « Bravo!
bravo!*· - Don Ceria portò rapidamente le
mani al viso per soffocare un singhiozzo, e per
nascondere la sua commozione.
Quando si presentò presso il letto dell'infermo
il Prof. Valletta, Presidente della Fiat, Don Rical-
donc, udita la presentazione fattagli da Don
Giraudi, L11uovendo le mani tremanti esclamò:
«Oh Valletta, Valletta! Grazie, grazie, grazie!».
Il direttore della Fiat piegò il ginocchio e gli baciò
commosso la mano.
S. Em. il Card. Arcivescovo viene per la se-
conda volta a portargli il conforto della sua be-
nedizione.
Quando Don Ricaldone se lo vede dinanzi, gli
sorride e riesce a esprimere i suoi sentimenti
pronunziando con sforzo queste parole: <• Ma
ancora?!&,
Per tutta la notte si fermano a vegliare contem-
poraneamente il Prof. Buttino, il Prof. Crosetti,
il Dott. Vidili, convinti che il trapasso sia per
giungere da un momento all'altro. E con i medici,
il Prefetto generale, che continua a suggerirgli
preghiere.
Una reliquia e.~ ca-me del Beato Pio X viene
fissata al guanciale. L'intercessione del grande
.Papa forse ottiene il prolungamento di vita per
dare ai parenti dcli'Infermo il conforto di ba-
ciargli la mano ancora 10 vita. I nipoti Suor Fe-
licita e Don Luigi son già presenti. Giunge ncUa
tarda sera anche il Dott. Vittorio, al quale il malato
rivolge con piena conoscenza un cordialissimo
saluto, l'ultimo con piena conoscenza.
Domenica, 25 novembre. Gravissimi al-
larmi alle ore 2, alle ore ro, alle ore 13. Gli stanno
accanto i Superiori Maggiori, Ispettori, Confra-
telli, Segretari. Gl'Ispcttori Don Fava, Don Toigo,
D. Gerli, D. Gugiatti, Don Pontes, Don Resende
Costa, i Direttori della Casa Madre e del Ca-
pitolo, sono tra i più assidui. Visite assai nume-
rose: notiamo il Prefetto, Ecc. C'arcaterra, e il
Sindaco, Avv. Peyron; !'On. Rapelli con i Diri-
genti locali della D. C.; il Prof. Paolino Ri-
caldonc col Prof. Giuseppe e un loro congiunto,
due altri parenti da Mirabcllo, il Sen. Burgo,
l\\lons. Coccolo, tutti i sigg. medici già nomi-
nati, l'Ing. Bonadè e l'lng. Bcrtolone.
Alle ore r3 un segretario stringe la reliqurn d1
Pio X alla mano dell'Infermo, suggerendo le con-
suete giaculatorie, ma senza nessuna reazione,
almeno apparente. Sopraggiunge il s1g. D. Gi-
rnud.i, elle chiama Don Ricaldone. Questi apre
gli occhi e D. Giraudi gli parla per l'ultima volta.
t Coraggio, gli dice, Le siamo qui tutti v1-
cino e preghiamo per Lei. Coraggio. Lei fu
sempre coraggioso e forte: lo sappiamo t . Don
Ricalùone sorride un'ultima volta, e Don Giraudi
subito commenta: «ne è una prova questo suo
sorriso, che è anche una gioia per noi i>
Nuova assoluzione s,tcramentale. Incomincia
una penosissima agonia. Il . Rev.mo D. Ziggiotti
indossa cotta e stola: preghiere liturgiche, santo
Rosario, lit.mie, giaculatorie. Poi sorregge e guida
la mano del Rettor Maggiore morente per l'ultim~
benedizione alla Congregazione.
Dopo le 15, i medici giuùicano opporruno !<fol-
lare la stanza per un po' ù.i calma e di sollievo al
moribondo.
Quindi rientrano Supei-iori e Confratelli. Ulti-
me giaculatorie.
Alle ore r5,38 il rantolo ùell'agonia. Il Prof. But-
tino, con le lacrime agli occhi, esclama: «Il si-
gnor Don Ricaldone non è più tra noi •·
Il gran cuore del grande Lavoratore, Superiore
e Padre, aveva cessato di battere per riposarsi per
sempre nel Signore.
Prima e dopo il pio trapasso, da tutti è ammi-
rata la semplicità della camera da letto.
[I crocifisso è dono di un medico (già defunto da
qualche anno) in riconoscen,r.a dei benefizi spi-
rituali ricevuti.
Il quadretto dcli'Ausiliatrice ha una ghirlanda
dorata, che in India usano mettere al collo al-
l'ospite che intendono onorare. << l\\1ettetela a.Ila
Madonna•►, aveva detto ai segretari, quanùo l'a-
veva avuta in dono dai suoi Missionari. E cosi
ricordava l'Oriente.
Sul tavolo da studio aveva un piccolo Jac-sunile
della croce m()numentalc posta all'estremo limite
della Terra del Fuoco, all'incontro del Pacifico
t: ddl'Atlantico, per iniziativa dei Salesiani di
Magellano. E così ricordava l'estremo Occidente,
ove s'iniziò l'opera missionaria salesiana.
Sul letto di morte disse e ripctè distintamente:
<( J/lu111i11are... ~ (e le altre parole del Benedictus).
Questa aspirazione missionaria gli era stata molto
familiare durante tutta la vita.
-5

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SOLENNI ONORANZE FUNEBRI
Incessante sfilata di autorità e di popolo din•
nanzi alla venerata salma.
La notizia che il Rettor Maggiore dei Salesiani
era morto si diffuse rapidamente nella città fin
dal pomeriggio ùi domenica, e per quanto ormai
pre\\'ista, suscitò profonda imprc!-sione e cor-
doglio non solo m quanti aveYano conosciuto la
sua luminosa figura di Sacerdote e di Superiore,
ma in tutta la cittadinanza.
I primi a visitare la salma, provvisoriamente
composta nell'umile cameretta, furono, dopo
l'Em.mo Card. Arcivescovo, il Prefetto, il Sin-
daco, il Preside della Provincia, e le principali
autorità e personalità di Torino.
La folla che sostava nei cortili, per quella sera
non fu ammessa a rendere omaggio alla salma
perchè le prime ore furono riservate ai primi tr.i
1 figliuoli, i Salesiani, i quali si avvicendarono per
tutta la notte a pregare accanto alle venerate
spoglie dell'amato Padre defunto.
Nella mattinata di lunedì fu portata nella
Chiesa succursale parata a lutto, in piazza Ma-
ria Ausiliatrice, ed esposta sopra un alto catafalco.
Attorno austera semplicità: mazzi di garofani
bianchi e sei grandi ceri.
Solenne, quasi statuaria appariva la figura del
TV Successore di Don llosco, immobile nella
maestà della morte. Sotto le palpebre chiuse
s'indovinavano ancora gli occhi, gli occh.i pro-
fondi e scrnlatori di Don Ricaldone. La bocca
aveva preso l'espressione che gli era caratteristica
quando si raccoglieva in pensieri gravi. Le mam
congiunte in preghiera col rosario intrecciato alle
dita, dominate dal Crocifisso. Il corpo rivestito
dell'umile talare, di cotta e di stola. Tutto spi-
rnva serenità, pace, invito a meditare.
Dalle 8 del mattino, quando si apersero i can-
celli, fino a tarda sera fu un continuo, commovente
pellegrinaggio di persone di ogni ceto e condi-
zfone, che si segnavano riverenti, sostavano a lungo
pensosi e oranti; offrivano ai Sacerdoti di servizio
oggetti da far toccare alla salma e si aprivano
un varco tra la folla per u~cire.
Abbiamo osservato quella folla devota: era ve-
ramente variopinta: accanto a personalità distinte
c'erano operai in abito di lavoro. Nel primo
banco, proprio vicino alla salma, vedemmo in-
ginocchiato il Duca di Pistoia a contatto di
gomito con una pia popolana, che certo non im-
maginò chi fosse il suo vicino. In questa mesco-
la~a di persone ci parve bene simboleggiata la
varietà e l'universalità dell'apostolato salesiano e
in particolare di quello del Hettor Maggiore de-
6~
funto, che aveva trattato sempre con ogni ceto
di persone con la stessa paterna bontà.
impossibile citare anche solo i nomi principali
delle personalità che accorsero a rendere omag-
gio alla salma venerata e a presentare al Capitolo
Superiore le espressioni del più vivo cordoglio.
Diremo solo che nessun'autontà, nessuna perso-
nalità nel campo ecclesiastico, civile e militare
rimase assente.
Commovente soprattutto il plebiscito di affet-
tuos.'l venerazione tributato dalla massa: chi ten-
deva un'immagine, chi una medaglia, chi un velo
e cru, non avendo altro, gli occhiali. In certe ore
ben quattro sacerdoti raccoglievano gli oggetti
dalle mani dei visitatori, li avvicinavano a quelle
fre<lde ma pur sempre paterne e benedicenti di
Don Ricaldone e li restituivano alla devozione
commossa dei fedeli. «La sua grande;,.za di Sa-
cerdote - scriveva il Popolo Nuovo d1 Torino -
era confermata dal privilegio dei grandi: di es-
sere, dopo il trapasso, ancor più amati».
Intanto affluivano a centinaia i telegrammi da
ogni parte del mondo. Da quello altissimo e ac-
corato che esprime il cordoglio, la stima per
l'estinto, e trasmette la confortatrice benedizione
del S. Padre, che pubblichiamo altrove; <la quelli
cordialissimi del Presidente della Repubblica e del
Presidente dei Ministri a quelli di umili Sacerdoti
e di ignoti Cooperatori. Sono Em.mi Cardinali
ed Ecc.mi Vescovi, Ecc.mi Ministri, On. Sena-
tori e Deputati, Prefetti, Presidi di Province,
Sindaci, Questori, Rettori Magnifici di Uni-
versità, Provveditori agli Studi, Presidi di scuole,
Superiori di Ordini e Congregazioni Religiose,
Associazioni Cattoliche, Case Editrici, Società,
Compagnie di Navigazione, Unioni di Coopera-
tori eù Ex allievi di ogni parte del mondo, Co-
munità italiane all'estero, Direttori di giornali e
riviste, centri di cultura, privati di ogni cate-
goria.
La Messa funebre,
~ L'ultima giornata terrena delle spoglie mor-
tali di Don Pietro Ricalùone - scriveva Ennio
Grammatica nel Popolo N11()'1)() - non ha avuto
la tristez;,aa sconsolata del distacco, ma ha segnato
invece l'ascesa del suo spirito nella luce perenne
del ricordo, della gratitudine e dell'affetto, tanto
significativa è stata la presenza delle alte auto-
rità e la partecipazione di decine di migliaia di
cittadini d'ogru rango ai solenni riti funebri, in
nverenza di tributo e in sincerità di comma.
zione •·

1.9 Page 9

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Le estreme onoranze al IV Succe!\\.'\\Ore di Uon delle Figlie di :\\fari:1 Ausiliatrice, Madre Linda
Bosco ebhero inizio martedl, 27 novembre, alle Lucotti, col Con..iglio GeneraliT.io al completo.
ore 10 con )a solenne ~k-ssa di suffragio cantata Il Pontificio Ateneo Salesiano col Rettor :\\.la-
nella Basilica di Maria Ausiliatrice dal Rev.mo gnifico Don Gennaro, sceso a Valdocco per ren-
Prefetto Generale Don Ziggiotti, assistito da Don dere un commosso Lributo d1 riconoscenza al suo
Florcncio Sanchez, Ispettore Salcsimo di Bar- primo Gran Cancelliere, volle l'onore delle ese-
cellona, e da Don Giovanni Rt":iende t,ista, cuzioni musicali che furonC) impeccabili nella
Ispettore di San Paolo del Br.isilc. ,\\ rendere stupenda l\\lessa da Urqme,,r a tre mci dd Perosi.
imponente la funzione non fu soltanto l'alta Dirigeva il M 0 Don l\\.lichcle Pcs.'>ionc e sedeva
dignità ddla porpor.i cardinalizia di S. Em. l'Ar- all'organo il 1\\1° Don Luigi Lasagna, salesiani.
cin:scorn e la solt:nnità c.lclla sua assistew.a pon- La città di Torino awva offono una magnifica
tificale, ma anche la stessa folla che !1tÌparn la corona di crisantemi con la scorta di v-.11lctti
Basilica e si estende, a sulla scalinata e nella mmùdpali in uniforme. Anche la Fiat a\\'c\\-a
piaz7,a, accrescendo la emotività viva e profonda mandato una bdla ghirlanda d1 garofani bianchi
di quella straordinaria testimonianza d'amore e ros.~i, scortata da un gruppo di sorveglianti in
w;rso la figura e l'opera di Colui che per vent'anl\\i divisa.
avc,·a dt'ji(namente r.ippresent:ato Don Bosco sulla Acl'ill\\to al catafalco quattro c-.trabirueri in alu
terra.
uniforme prestavano ::.cn"izio d'onore, mentre
Insieme con l'Em.mo Cardinale Arcivescovo sulla pi,lz1.a funzionarn un bt:n ordinato servizi!)
nell'ampio presbitero avevano preso posto le d'ordine disposto dai rispettivi Comandi della
LL. EE.: l'Arcivescovo di Vercelli, Mons. lm- Qut-stur.i, dei Carabinieri e <lei \\'igili urbam.
berti; il Vescovo di \\sti, ì\\Jons. Rossi; il Vescmo Prima della funzionc finnarono la pergdmena
d'l vre.-1, 1\\fons. Rostagno; il Vescovo di Casale, da cl11uders1 nella hara l'Em.mo Cardinale e gli
]\\.fon~. Angrisan1; 11 Vescovo di Acqui, Mons. Ecc.mi V1.-sco,·i; dopo l:t funzione vi apposero
Dall'Omu; il Vescovo titolare di Eudoss1aJc, la loro lirma le Autorità.
:\\lons. Pinardi; mentre S. E. Mons. Lucato, Ve-
scovo salesiano d'Isernia e Yenafro, appena giunto
Jal suo lungo viaggio, celebrava all'altare di
L'imponente corteo.
Don Bo~co. In posti distinti c'erano pure il Vi- Le cstn:me onoranze rese a Oon Riealdone nel
cario Generale della Diocesi dt 'l'orino, ì\\fons. pomcrigg,iu presero l'aspetto dt una grandiosa
Coccolo; 11 Cancelliere della Cuna, can. llaui~l. manifestazione popohre superiore ad ogni pn: -
e altri Vicari Generali e Rettori di Seminari in- \\isione, pur es..-;(.·n<lo una giornat.1 (a\\·orati\\hd l\\on
viati tLt molti Ecc.mi Vescovi .1 rappresentarli. siamo in grado di pronunz1J1r1e una cifra; nle-
Tra quc.--stt non pos.~iamo dimenticare Mon.'l. Od- , 1amo !\\oln c1ualcht espressione dei giornah cit-
donc, compagno di scuola di Don Ricaldonc, tadini che parlarono di una o marca di popolo 1,
rapprcscnbllle il Capitolo, e I Can. Ricchetta e Ji • folla enorme•• d1 t centomila torinesi l di
Coppo, r.1pprcsentant1 ti Seminario di (~sale, . mi~liaia di altre persone venute da città e da
Diocesi del compianto Rettor f\\laggiore.
borg-.ite v11:.me e lontane• per l"ulumo saluto alla
In banchi riservati e parati a lutto avevano spoglia del Successore di Don Bosco.
preso p<>Sto le più alte Autorit:ÌI e Personalità, tra a Si pub <lire - scriveva li l'opolo Nuovo -
le quali spicc:nano il Prefetto, fac. Carcatcrr.\\; che 1en pomeriggio tuttt· le strade <l1 Torino por-
il Sindaco comm. avv. l'eyron, 11 Preside della Pro- tavano a Yaldocco. Im.:'--i;.~tc er-a infatti l'affluire
vincia prof. Grosso, il Generale Pialorsi Coman- di colonne, di sclucrr, d1 sparsi g1·upp1 d1 ut-
dante la Piazza di Torino, il Gcn. Levi dei ('.J. tadini verso la Casa Madre dei Saksiani. Gremiti
rabinicri, il Prof. Valletta, Presidente della Fù,t, i tramv.,i, continuo il tr-,uisito di autobus t:raspc,r-
il Rettore dell'Unive~nà Prof. .\\llara, i Dm:hi tanti rdigiosi e laici; lunghe le hle dei ciclisti
di Pistoia e di Ber~mo. il Prof. Pescetti, Prov- stuùcnll e operai ~-
veditore agli studi, il Capo Compartimento dc·llc La ham con la salma venerata del Rcttor \\tag-
Ferrovie dello Stato, Tng. Savoja, il Presidente giore dopo la Mest-a solenne era stata riportala
dell'Un1tal~i e molte altre Autorità della città e nella chiesa succursale e riaperta per dar modo
provincia d1 Torino e di altre province.
al pubblico di soddisfare la sua pietà. Tuttavia
Ahhiamo pure notato la pn.-scn1~1 di rappresen- alle J]._!O si dovette chiudc:re il cancello per
tanti qualificati di tutti gli Ordini, Congregazioni procedere prh-atameme alla cluusura defimm a
e Islituu religiosi, maschili e femminili, multi della hara. Erano presemi: il Capitolo Superiore
dei quali avevano mandato anche gruppi <li rnp- della Socil·tà Salesiana e il Consiglio Ge1wrnh-
presentam•,e giovanili.
zìo <lcllt Figlie d1 \\!aria \\usilìatnce al completo;
Accanto alla salma avtvano preso posto dJ 11n 1 due Ecc.mi \\"esc;ovi ì\\fons. Rossi di Asti e
lato i membri del Capitolo Superiore della So- l\\Jons. Binaschi di Pinerolo; molti Ispettori Sa-
cietà Salesiana e dall'altro la Superiora Generale lesiani dell'Italia e dell'estero.
... 7

1.10 Page 10

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,
Le Autorltà durante la Melis:l run<'bre.
•\\Ile quattonlu.:i meno <liec, 11 Signor Don Zig-
:• .ott1 recita il Dt· Profundis, quindi depone nella
c1ssa la pergamena firmata 11 mattino d.alk Auto-
' 1rà ccclesi.l!;tiche e civili. l:Ìl'J:\\'Ut: la chiusura della
h:tra con la i;al<lat11ra ùcl coperchio di zinco,
mc.:ntrc nella sala ùonùna un silcnzio che pesa
~11i cuori. Alle lju.Htordic1 e d1ec1 si chiude il
krctro anchc col coperch10 <li legno. \\'er:;o !te
, , si erano agg11111tc.: a'ftre <luc ghirlande ., quelle
dd mattino: un,1 ui rose, gigli c.: crisantemi bian-
d1i, offerta dall.1 officine Villar Perosa; l'altm
,I, crisanteffil e g;trofani rosa, dono dcli'Avvo-
c.:,lln Gianni Agnelli.
Frattanto a, lati del feretro si erano schierati
a guardia <l'onore carabinieri in alta tenuta e
, ,1lktli municipali con le torcc stemmate. Sui
pochi banchi r1m:ost.I s'inginocchiavano, nelle
preci dell'attesa, il Prefetto, il Presidente dell:i
<;iunta Provinciah:, 1I Sindaco, il Comandane
del T erritorio militare, i Segretari Regionale e
Provinciale e la Delegata rt!gionalc della D. C.,
il Rettore dell'Università, il Provveditore agli
S111ù1, Assessori e Con.siglien della Provincia e
del Comune col vice Sindaco e altre personalità
dcll.1 D. C.
Fuori, tra il monumento di Don Bosco e la
Basilica, abbiamo notato un'altra accolta di per-
sonalità. Fra I molti ncordiamo i Senatori Fras-
sati e Conte Tournon; 11 Pr~idente della Fiat.
prof. \\ alletta, col capo <lei s1.:r\\'1zi stamp·1, <lott.
Pct.tclli, e con l' lng. Benolonc, Direttore Generale
della \\'illar Perosa; l'assessore municipale al-
l' Istruzione, prnf.ssa Tettanlilnzi; l'assessore pro-
\\'inc1ale Fanton; 1I vice Questore Dott. Scalera;
il :\\larchese Compans di Brichameau per l'Or-
dine di :\\lalta; il Dott. Giulio Re, vice Diret-
tore del Popolu N1ur.;o in rappresentan1,a dd
Direttore, On. Quarello, assente; l'avv. Zaccone
e moltissimi altri. Più oltn: un folto gruppo
di Damt: Patrones:.c Centrali con a capo la
l\\larchcsa Compans dc Brichanu.-au.
Gli Ecc.mi Vescovi invece aYe,inno preso posto
~ui faldistori disposti nella sacrestia della Hasilica,
parati di piviale nero e mitra bianca. C'era Mons.
Rossi di Asti, i\\lons. Binaschi d1 Pinerolo, :\\fons.
Rosso di Cuneo, i\\lons. Lucato, Salesiano, e il
Vescovo ausiliare Mons. Bottino.
Alle 1.-1-,30, mentre scendevano i mesti rintoc-
chi delle campane, il corteo cominciò a sfilare
per via Cottolcngo, tra una duplice siepe umana,
mentre dalla folla gremente la piazza si levava
un brusio diffoso cli canti e di preghiere.
Apriva il corteo un picchetto di Guardie Ci-
viche di Torino in alta uniforme. Seguiva un
gruppo cli sorveglianti della Fiat e della Riv,
pure m uniforme.
8

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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L'Em.mo Card. Fo,sa1I n,&lslc pontlflcalmenl~ alla Messo cantata dal Rcv.mo Don Renato Zho!lotll, Prefetto Generale.
Quindi il crocifero con ai lati gli accoliti e
dietro la interminahile t<:oria delle Associ,1iioni,
Istituti e rappresentanze di ogni genere. Oltre i
numerosissimi collegi e le rappresentanze sale-
siane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Pie-
monte e <li altre regioni dcli'Alta Italia, oltre i
folti gruppi di Cooperatori e Cooperatrici, di
Dame Patronesse, di Ex allievi e dt Ex allieve
che omcmamo per brevità, notiamo - seguendo
l'ordine della sfilata - la Scuola dcmcmarc Dc
:\\micis al completo, e numerose rappresentanze
di varie Famiglie del Couolcngo, del Villag~m
,'-,'11ia I iscosa, dell'Jstit11to S. Pietro, delle On,;o-
lioc, dell'Istituto Bonafous, del Collegio S. Giu-
seppe e degli altri Istituti dei Fratelli delle 8euok
Cri~tìanc, ùdl'Albcrgo di \\'inù, dell'Istituto Fcr-
nrnte t\\portt, dei Tommasini e dei Fratini del
Cottolcngo, della Scuola clementan: Pacinotti,
d<.-gh artigianelli dd l\\lurialdo, delL\\u~ustini:1-
num, delle ACLI, delle Parrocchie della 'Salute,
del Carmine, di S. Tomm11s0, <l1 S. Donuto, drllc
Stimmate, della Spera1m1, della Crocetta, ccc
dell'Unionc lnscgna.nu Don Bosco, della Casa d1
Carità, del Consiglio Diocclòano di A. C. e di
iliven1e Associazioni Parrocchiali della mcdc..-i;una;
delle Dame deUa Croce Rossa Italiana, <ldl' l 'ni-
lalsi con Barellieri e Sorelle in clivìsa Lour-
diana; la Società Editrice Intcrna:iaonalc col
Comm. Caccia a cap l <ld Comiigliu ù1 Arnrnini-
stmzwne, dei dirigenti e delle maestranzc al
completo; circa roo Suore del Cottolengo, Suore
ì.\\Iiss1onarie della Consolata, Suore <l' l vrea, Suore
della Trinità, lmmacolatine, Suort d1 ~- Signora,
Suore dt S. Anna, Suore Domenicane, l\\Iona-
chc Cappuccine, uno stuolo di Figlit: di l\\fari.1
Ausiliatrice, le Piccole serve dei Poveri, il I'te·
colo Clero di \\'alùocco: studenti e artigiani, ,
Chierici e Sacerdoti dcli' hitttuto ùdla Conso-
lata, una mai..<.a d1 Chierici e Sacerdoti ::>alcsian1
del Piemonte, tra cui quelli della Casa Capt-
tnlare, i p1ì1 dtretti collaboratori di Don Rical-
donc.
Dopo la Croce Ast1h: pr11n•dcva ti \\"en. Col-
legio <lei Parrnc1 e gli Ecc.mi \\ csco,1 m quest'or-
dine: l\\lons. Bottino, \\'csco,·o :\\us1lian:; ;\\ Ioni;.
Lucato, Salcsi,11m, \\"ci;cm o Ùt }~ernia e \\'cn~•fro;
ì\\lons. Rosso, \\'cscovo <li Curwo; J\\lons. B na-
schi, \\'csl'ovo dt Pinerolo; 1\\luns. Rossi, \\"cscovo
di Asti, olliciantc.
Ouind1 st·g1.1i1a, su modesto carro funcbrc, il
lcrètro, scon,,w eia quattro Car,•h1mcri in alt;1
uniforme e Ja S(!t \\'alletti del ;\\lunicipto <li
Tonno in di\\'isa con ccn.
Rc:!.;).(CI' ,no i quattro cordoni il Procurai ire
Gcm:r,tlc Don Tomasctt11 il prof. Grosso prc:11-
<lcntc ùcl Cons,g-lio prov1nci:llc, il prof. Vallc11.1
~9

2.2 Page 12

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..
li corteo f'Unc.bre In eorso Rc11tn2 M.argherlu.
e il lldga <lott. Dui-marcr, presidente ddl'!\\s~o-
ci:wionc dq~li Ex l\\llw\\'i Salesiani.
rnctro la bara i parenti del defunto: il prof.
Paolo Ricaldone e llUattrn nipmi: Don Luigi,
8uor Felicita, il dou. Vittorio e il sig. Pietro con
altn congiunti.
Quindi il Capitolo Superiore dei s~1lcs1ani, il
C'onsiglio Generalizio delle Figlie di l\\faria Ausi-
liatrice, le Autorità massime della città e pro-
..,jnda: il Prefetto, il Comandante del Presidio,
il Sindaco col Consiglio Comunale. Altre Auto-
rità fra cui: i Sindaci di ~firnbello col Huo Con-
siglio, di Pinerolo, di Chieri, di Casellcttc con le
insegne del loro grado. Una elett,1 rappresen-
tamm del Clero Torinese con \\lon.s. Rossi,
Can. Battist, Can. Quaglia, Om. Pas:;era. Una
mpprcscntanza <lei Cappellani Militari di Torino.
J\\lon.<1. Galimberti, pn rnsto di Oui110 Arsizio;
Mons. Prevosto di Varese, il Parroco di Borgo
n. Martino, compagno dt Don Ricaldonc. Il
\\fan:hcsc Compans dc Urichantcau per l'Online
d1 \\fatta, la sua nobile Signor.i, Pn-~itlente del
Comitato Centrale D.1mc Patronesse. I Sen. F1as-
sat1 e To11rnon, i Duchi di Pistoia e Bergamo. Trd
le numl'msc altre p1:rso11;11ità ricordiamo ancora
il Vice-Procuratore gcn. Don Marcoaldi, molti
Ispctton e Direttori salc.-siani ùdl' Jt;dia e del-
l'estero e l·hieric1 S..Jko;iiani rapprL-Sl·ntanti , Sa-
~ IO
lt·~i.mr delle Isr)t.'lloric più lontane e quelle elci
p;1t.~i i-ituati oltre la t.-ortina d1 forro. Seguivano
i rappresentanti di Ordini e Conir-cwiuoni reli-
giose e una folla di uomini e dr Ùl)nne di ogni
con<l.izione.
• Signore e donne del popolo - ha scntto u o
quotidiano cittadino uomini e gio,.1motti s'in-
dùnarnno a1 passaggio del carro funebre; il
sussumo delle preghicrc si faceva piìJ alto e vi.-
br.tntc; gli occhi, come i cuori, avi:vano un·bat-
tito più vi,·o. Così passam tra i Torinesi la bara
<lei modesto, operoso, filantropico succcs.-.ore di
Don Bosco».
"\\1cscolati tra la folla, anche noi abbiamo potuto
cogliere qualche fl'llSè come queste; t &mbra un
trionfo, non un funer.dc !•· - Solo alla proces-
sione di J\\laria Ausiliatrice si vede tanta folla! t.
- Sembrano i funenili di Don no~co! •· E un
vcncr.indo salesinno con le lacrime ngli occhi:
, !::ii:tm11 in lutto, ma mi sento orgoglioso di cs-
~cn: salt:siano ! •·
Le esequie.
Terminato il lungo percorso (quctlo della pro-
cessione di M:1ria Ausiliatrice, ahbrcviato di
JXlt:o), 11 feretro, S(·mprc scortato da carabinieri
in alta unifom1c e dai ...alletti del Comune, tornò

2.3 Page 13

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davanti alla Basilica e la bara fu portata nel
tempio ix·r le esequie, officiate da S. E. Mons.
Rossi, . assistito dagli Ispettori Salesiani Don
Oldani e Don Pilla. La Sc/10/a cantnrum del
Pontif. Ateneo Salesiano ei;egul il LibeTa me,
Domine a tre voci del Perosi.
Dopo le esequie la bara venne portata a spalle
da sei Sacerdoti salesiani all'autofurgone, che
parti per il cimitero con la scorta di un drappello
di \\0igili urbani in motocicletta, St!guito da una
decina di autopulmann con una cinquantina di
automobili. La FiaL aveva offerto tre torpedoni
e quattro macchine 1400.
.
Al cimitero, schierate per l'estremo saluto, le
guardie giurate dcUa Fiat, nella loro divisa blu.
S. E. l\\Ioru;. Lucato, presenti circa tremila
persone, diede l'ultima assoluzione al tumulo
nella cappella del cimitero. Quindi la salma fu
portata a spalle fino alla tomba della Famiglia
Salesiana dai confratelli coadiutori del Colle Don
Bosco e dell'Istituto Rebaudengo, mentre face-
vano ala, schierati in doppia fila, i bambini del-
l'Istituto Domenico Savio di Sassi e gli alunni
della Casa Madre, orgogliosi di rappresentare m
quelle estreme onorall7..c la gioventù salesiana di
tutto il mondo.
Quando la bar-.1 giunse alla tomba, Mons. Lu-
cato le diede un'estrema benedizione e la salma
venerata del IV Successore di Don Bosco scese
lenta.mente nel buio sotterraneo del terzo am-
pliamento per occupare il loculo 11. 20, mentrc i
Superiori del Capitolo. le Superiore del Consiglio
Generalizio e tutti i presenti recitavano commossi
l'ultima preghiera di suffr.1gio all'indimenticabile
Superiore e padre.
Erano le 17,20. I funerali erano durati csatt.i-
mente due ore e cinquanta minuti.
La Provvidenza che volle l'Opera di Don Bosco,
ci farà dono di un degno successore dell'Estinto.
Ma ciò non toglie che all'Estinto paghiamo na-
turale tributo di lacrime, accompagnate però da
fen·ore di preghiere a Dio, che conceda a Don
Ricaldone nella pace del suo regno il premio di
quanto per lui fece e patì
I parenti, I Sul)èriorl, il Consiglio Generalizio delle Suore, te Autorilà seguono il ferelro.
IL CO NSIG LIO SUPERIORE della Società Salesiana profondamente commosso per l'1mpo·
nente dimostrazione d1 affettuoso rimpianto tributato al Rev.mo Rettor Maggiore
Sac. PIETRO RICALDONE
compie 11 grato dovere di rinnovare a tutti l'espressione della più viva riconoscenza per la
parte presa al grave lutto e assicura il perenne ricordo dei F1gl1 di San Giovanni Bosco
nelle quotidiane preghiere.
- Il

2.4 Page 14

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La bar:, rlenlra nella Basilica p<,r le esequie.
Prime commemorazioni.
Tra le solenni commemorazioni che ebbero luogo
m vanr c1uil, ricordiamo quella tcnum a Torino
il lunedl 26 novembre dal Presidente in seduta
plenaria della Giunta provinciale. ~ Chi lo avvi-
cinava - ha eletto il Prof. Grosso - sentiva il
fascino che sprigionava dalla sua ~r.i.ndt·u~1 che
si rivdava nella sua grande semplicita, e questo
é il mir:1colo salesiano: saper creare cose grandi
con grande semplicità 11.
11 dicembre, davanti al Consiglio convocato in
sc<lut.t plenaria, il Sindat.-o h.1 commemumto
ufticialmente dinanzi all'As!l1,;mhle:1 levatasi in
piedi, la veneranda figura del compianto Don
e Ricaldone. L'Amministrazione :\\Iunicipale in-
tervenuta ai funerali - ha concluso l'Avv. P,y-
ron - ma io desidero inviare anclw da quest'aul.1
la nos1.r.1 espressione di con!oglio alla Società
Salesiana, la cui opera nob1hss1m,l tramanda nel
mondo il nome <li Torino, suscitandole considt·-
razione e onori..· •·
li giorno dei funerali fu pure tenuta una riu-
scitissima commemorazione alla Radio.
GLI OCCHI DI DON RICALDONE
D011 R1mldo11e at•e1w lll'f!li occhi ,ma ma l1tCf'
profonda rhe attraei:a e affascium•a i f!UYl!ani, r
11011 i giovm11 so/ta11f(J.
So, d1e mm abbiamo conosciuto Dm, Bosco,
/egge,u/o di lw che 11111/te meraviglie operava co11
gli occhi, quasi fossero di rrmtimto irmdi(I/Ì di luce
divi11a - umlando le rosrien::e, i11fondc11do vi-
.t:ore o calma11do un e11ore itt lempes/11, Jigge11doli
11r/ futuro e· lrgge11dm:i d11aramer1te a/lrave,so i
misteri()Si t·r/i - ahhiamCJ trovato spesso 11ot11ra/e
t·rdf7 brillan la /ua def!li ocrhi di Don Bosco 11ellt,
lum11ws11 pupilla degli ordii di Dou R1cald1111e. A11z1,
12 ~
come ci è lecito crl!dere che il s,11110 Fondatort•,
partendosi di qui; abbia lascia/1> i11 do111 a Don Rua
la sua mano ferma e saggia, a D11•1 1/bt>m lt1 mt'll/e
elrfta, a Don Ri11aldi il clJ(Jrt riboccanlr d1 ltlll!-
re::s::m per i figli, rosì è consola11te per 11oi il pensare
c/11• i moi occhi 1,u•mv1,tliosi il Santo li abhia lr-
gati in preziosa crrdità al mo quarto Succnsore.
Co11 questi suo, occhi p,eui di lucr Egli co11tiima
oggi dal Cielo a guardare patemamnite la Fmm,:lia
Salesia11a, dopo ar:erla sag,giammle gqvernatu per
1111 ventennio /ascia11do/a fiorente nelle opae r
11d/o spirito

2.5 Page 15

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Le esequie.
-
L'u ltlm.a benedizione,
- 13

2.6 Page 16

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L'estremo saluto di Don Ricaldone
a1 Cooperatori Salesiani di tuffo il mondo
Pochi giorni prima di ammalarsi, il nostro compianto
Rettor Maggiore aveva preparato la lettera annuale
ai Cooperatori Salesiani. 1.eA'gendola oggi l'anima vibnt
t.!i commozione, quasi ascoltasse una voce che viene
dal Cielo.
Benemeriti Cooperatori
('. Benemerite Cooperatrici,
No11oslc111te gli sforzi dei buo111, 1 tempi corro110
ancora diffici/z assai; e tulli smtiumo il bisogno di
speciali aiuti dal Cielo per raggiwzgere quell'am-
hie-nle di 11ormalità e di pacr che consenta il pieno
sv•iluppo di mia vera r proficua ripresa cii;i/e, re-
hgtosa e sociale.
Nel presentare quindi gli llllJ:Uri per il nuovo
au110 a ·voi, alle vostre famiglie e a lutti i '/:ostri
rnri, vi assirnro il più (rrvido quotuiitmo ricordo
11elle mie preghiere, in quelle dei Salesiaw, delle
Figlie di Mana Ausiliatrice e di tutta la gioi-entù
racco/la r1elle nostre Case e 11elle nostre 1Hissicmi.
Sia davvero rm amw Jelire, a/lielalu e/alle più
ahbondanti bnu•dizioni, a co11(orto d1 tante p()po-
luziuni w,corn duramente pruvate, a sollievo del
mondo intero!
Educati a/fa scuola di San Giuva1111i Bosco,
umpre serenamente ottimista miche nelle più dure
procelle della vita, 11ni guardiamo c011 fiducia al-
I'av1.1er1ire, pcrchè, pur fra le più trepide vicende.
11 S~!(IIOre 11011 ha mancato di consolarci con paterna
hnntà.
la prima gioia che a inonda l'a11ima ai chiu-
dersi di quest'amw che 11more, è la vostra costante
h1Jntà e beneficenza, che ci permette di continuare
la missione di Don Bosco; di sostmere /ante opere
fiorenti e di promuoverne altre sempre prov-vidm-
ziali; di dare ,ma buona educazione e assiatrare
11u sodo avveuire a lw1ti poveri giovani; di aiutare
1111gliaia di cuori generosi che aspirn110 all'aposto-
lato salesiano sforzandosi di raggiu11gere quella
Jon11azio11e religiosa, wlturale, pedagogica, temico-
professio11ale che deve abilitarli ad essere validi
slrumenti nelle mani di Dio per la salvezza delle
a11/111e e a vantaggio della società.
,-.Jltra i11eflabile gioia è qttella cli veder maturare,
,lietro il soave impulso di particolarissime be11edizio11i
celesti, squi'sili frutti di santità nella uostra famiglia.
e Nel 1950 sfata la Beatificazione dell'angelico
a/1111110 di Do11 Bosco, Domenico Savio. Quest'anno
lestè trascorso, la s-uprema esaltazione dell'umile
figlia di Mornese, la prima Superiora, Confonda-
lrice dell'lstitut.o delle Figlie di J\\lan°a Ausiliatrice,
Sa11/a filaria Domenim ,\\laz:::are/ln.
la gloria della Madre s'irradia onnm su tutla
la fervente Cm1grega:::io11e a letizia delle anime, a
crescente stima dell'htituto, stimola11do religiose e
alu11ne all'imitazione delle sue preclare virtù.
Dagli splendori della solenne Cano11izzazio11e
11elltl Basilica 1•aticm1a, è 1111 StJ.SSt'guirsi di feste
che, dopo Romfl t' Torino, diffo11clono i fulgori
della SUtl sa11tità fino alle terre più lontane, susci-
tando ammirazione e dù•ozione in tutte le classi
s11ciali.
Altre 1mdici Cause di Beatijicazio,u e Cano-
niz:::azicme Ja11110 il loro corso presso la Sacra Con-
gregazione dei Riti, tra cui primeggiano quelle
dei Servi di Dio Don Michele Rua, Don Filippo
Rina/di, Don Andrea Beltrami e Principe D011 ,-111-
gusto Czart.oryski.
Cm, i due nostri mar/in Mons. f,uigi rPYsiglia e
Don Callisto Caravario, sono a buon punto anche
Don Luigi 111erte11-s, .'l1adre l\\ladaale11fl 1'1ora110,
Suor Teresa Valsè Pante/li11i, Donna Dorotea de
Clwpitea e Zefirino Namtmcurà.
Date mem orande.
Il corso della storia ci ha poi recato delle date
veramente me111ora11de e altre ce ne prospetta vici-
mss1me.
Abbiamo celebrato, 11el 1950, il 75° delle ,\\fis-
sioni Salesiane. Avete letto le relazioni dei festeg-
giame11ti culminati in Argentina e sop-ra/lutto nella
città di Buenos Aires, che ricordò i primi missionari
con dimostrazioni di gratitudine ed esultanza di
i11cumparabile grandiosità. No11 era ancora esa1trito
il programma giubilare delle Missioni, che un altro
75° destò un particolare mtusiasmo nei nostri cuori:
il 75° del po11tificio rico11osci111ento della Pia Unione
dei Cooperatori e delle Coop >ratrici Salesia11e. F11
infatti il Breve del Sar1/o Padre Pio IX del 9 mag-
gio 1876 che l'accreditò tljficialme11te alla Chiesa
universale e l'arricchì dì fante preziose Indulgenze.
Quest.a ricorrenza segna per 'Ooi, Be11e111eriti Coo-
peratori e Cooperatrici, una grande ora. E noi
seguiamo con compiacenza Le celebrmrioni che 11e
fate nei convegni locali, regi011a/i e na::iionali, solfo
la guida degli zeltwti Direlfori Diocesani e De-
curioni.
Degna coro11a sarà il Convegno Giubilare clze
si terrà in Roma nel mese di settembre del pros-
simo mmo.
Spero che la partecipazione vostra sarà nume-
rosa. Per parte mia saluto già fin d'ora i mppre-
sentanti rhe c01n•frram10 sia a Roma che a Tori110.

2.7 Page 17

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I pr~,:rammi t'i t:erra111m spuijicati Ji mrsr in
mrse da/In stess1J Bolll"ttino.
Jutauto, co111t• m·ete upp,e.w dal numero d, l>i-
cembre, 1m'rll'llt1 rappresml1mza della vostra Unione
ha parta1palo, tiella prima metti del/'ottolm· p. p.,
al Co11xrtm, iUomlia/e ddl'Apostu/atr, dei l.aici
che ugnò 11dla sfuria ,Id/a Chiuu un" t11ppa ,:lt>-
riosa. Cou i /)e/cgati dri Cu,,peratori e ddle ( 'tH1pr-
ratrici partu1paro110 a11rhr t•an' d1rigml1 delle
nostre ( 'm11pag11ie ReligioS<', f1111date da Don Bosco,
fin dalla 111el1ì del secolo srorso, per formare alla
pietà a/l'apostolato le massi' dei moi gim;uui.
Abbwmo così portato al gr011dim;o Co11i•q:1w il
nostro 11111J.-sto ma cordiale contributo 111cdia11tr .t:li
apostoli i11 allo, Cooprrat11ri r Cooperutricr, e
attrm·ers11 lll for111a:::io11e degli apostoli di doma11i,
secondo 111 spinto e lo :::cl11 elci nostro Fo11dtllore.
Grar,de gwia fu per tutti ,,,,; se-nlirci uniti al/r 111a-
g11ijirhe e multiformi .'1smcill:::.io11i e Jstituz1011i, sia
di A.:::.io11r Call"lica sili di 11postola10 sprriali::zato,
approt•11te e ben,dette d11l/a Chiesa. E gioiti mag-
giore, t/1•/ tutto speciale, coustuture la mirabile cor-
rispondrw:u df'llo spirito r dei programmi dati a
questi· 111,slrt 11rga11iz:::ll:::ù111i da D011 BoJCo 1111
ucu/o fa. A mgione ìl Drrreto del Turo prr la ma
cauo11i::::::u::w11e ha quali.fìcalo la Pia U11io11e dei
Cor,perat,,11 Salesiani cmne 1111 11otn:ole primo
ahbo:::.:::.o di , Izio11e Catto/ic11 ». Il Breve di Pio /.'(
fu i11fat1i la rurona <1 rspmmenfi che il St111/o
ave·va i11iziato pl'ima del 1850. L:g/i senti il b1mg110
del cu11corso d1·1 laici all'apostolato fin dai primordi
dell'opera rua e r,e prtn111Jsse stre1mome11tt• l'orga-
11izzm:ii,11e f,11 d'al/om.
li 1952 ugna pure il rentnmrio di dut• llt"!JmÌ-
111e11ti Ji wpitale importcm-;;e1. f: infalli del 1852 -
C/'11/u 111111i fa - la 1w111i1111 ca11011im di Drm Roseo
a t Diret111rr-Cllpo ~ degli Ore1/ori di ,'>'. Franasco
di Salt's, d1 S Luig, e dr/I' foge/o Custudt• t il
suo r,co1wscm1mto di o Fondatore della Pia isli-
tm:ùme ,, fa/111 dall'Arcinuu1·u di T11ri11,1 ,llc,11-
~-ignor Fr,ms1111i, che gli ru11/tr1 m1d1r lr .fac,,ltà
inermti, compresa quella di dar l'abito ecclesias/ic()
ai giovani di'sidcrosi di co11surrarsi a quell'apo.,t11lato.
Ed è ,mrurtz del 1852 la prima sisll'111fl:;Ùl/le,
nella Caw-madre di 1'11/tlorro, dell'OJpi::in, rht•
co11tai·,1 3fi i1111'rni, e l'ardm11n1tt> di 1mdiri gi11t•,111i
scelti a 1111 programma pi,i 111timo d1 pietà r ti, ap11-
st11lato, ro111m1to con la ,1estizio11e di Rua r di
Rocrhielli deriso prel11di11 alla coslituzìonc deNtl
Società ,",'ail'sia11a. li 20 g111x110 1852. il Sa1110
vide bet1ed11·r r aprire al culto la wa prima c/11es11
dedicata a S. Francesco .di Sales. E poco J11p() i11i-
::ùn-a la costrn::io11e di quegli edifici che <lrwn.·,mo
sosllt11Ìrt' lfl povera rasa /'mordi e chr t111tura
gdosamei,te si co11senJ0110 rome la cu/lll d1 /14fla
l'Opem.
Cari rimrdi, che meritano p11re u11a de_J!lltl c11111-
111emorazim1r, mentre ,ffÙÌ si prospetta,w llltre ,:r<111-
diose datr giubilari pt·r il 1953. Ve le accr11110
appma, riserlumd,,,,,; di t1otijican:i il prn.,:rnmma
ddlt rdr/1111:irmi appm" dtfermir,a/n
\\l'l 1953 ricarre: il pri11111 Cn1tr11ar111 della
Stampa Salesiana, org,miramentc i111::.i11ta rm1 le
Letture Cattoliche 11l'i mnt di mar::o; , ,l prmw
Crn/t11t1rin delle Snw/e Prof<'Ss1mwli S(llrsimu,
ini::iate 11ell'aut11111w dd/,, stesso amm 1853.
Dt1 t1/11,ru ad oggi, q1u111ta strada! (J11u11t,· lipo-
grajie e lihrrrie! ()uauft• scrwle prufrmnnal, e
agl'irol1·, cl/lll'artc del filmi a quelle dell'aM11i:lia-
111e11/11, ciel ferro e dd lt:1t1w! Qiumli allri l.lfituti
i11fnwri, medi, superiori fll'T la rristi1111t1 ed11ra~ùme
della gùrre11tù sia mwclii/1• che fffllmmile.1
lbf1101111J (lroprio da ri11,,:ra~iare il S1g11urr e la
T'ergine Sm1tu .·lusillutrirl' che si d(l(IIÒ rrursare
ml/'11111ile Fllmiglia Sal,•sirm" henedì:::ùmi dl'l 1111/u
stnwrdùwrie. 1~· a11com ud 1953, q1wsi " mr01w-
me11to ,li queste ricorrcw:1·, C(ldrà il giubilm d'oro
della Pontificia J11cornm1zim11· della sua immagine
taumaturga, rompiut,1 il 17 maggio 1903 dal-
/'Em.nw Curcl. Richelmy, J,t'gat,, Pu11tijìri11. 1l11c/,e
d1 queste ulebrazio11i t·i ,·crrà /ire.sto co1111wicato il
programma.
Nuove fondazioni.
l11ta11to, I,,, il piacere di l'lwcan:i lt• 11111Yi·1· Jrm-
da:i1111i 11tf1111/e in q11.-.,1'm11111 11r/le ,•arie parti del
11111111/o;
Salesiani:
In ITALIA: a r.,m,rwbau". f>t'' Orf.m, di L!U<·rra
del :\\ln(iw; ad ,lbb,1d1,1 S , ,\\fort<1 (Cremona), Orfano-
trofio ,: SnJola al.(raria: a Ci1·1t,111m·a (:'Ilarche), Par-
ro.:d,ia ~<l Oratorio feslÌ\\'u; ,1 S Sa{,·111<,1,· ,'11111J,·rr11l11,
a~sist<·n~,, ,piritual.: all1: Fi11lic di l\\,foria Austliatm:e;
n T"di (Pcruiti,1), Ordtcnio r.-~1ivu; a I ·,rtri (Snkrnn),
Orntorio quo1idiano; a F111'f11li- Capoaorr, et.ipcrlura
di,)l'( lratorin quotid,an,,.
In AllSTRlk a H/11,/,11:, Chpi:r10 1wr ,\\rtii:rnn,.
In FR.\\:SCIA: ad Orlr11111, Scminàrru per LT.:mini;
a Duw:,·nllr, Scuole clcmcnt,m e cinn:Ls111; 11 ,tlu-
lluJ11u, Purro<·chia e ( lralm1n fe,t,vo.
In (il'IU\\1ANIA· a f'rlbr.-1, Ospizin ,111i1.1..m,·lli.
ln 01 .-\\,nA a De11 Ha11r:, Fstern·,to e I )ntlorio
festivo,
In POLO' IA. a llyt11111, as~istcn7at ~piriw.,lc, .ille
Saks1.1nc: .., Krt'lktm·, P11rrm:chi,1 Ol!ni,-anti; n K11:111«1
Cù·.<~wka C>p,·rn ~alcsiana: 11 l,rrnico Op,,{1k11, u~si-
z,,,,, stcn;r.a •p1ritunle alle Suor1:; Il ,\\lìed:::ylmr;;, l'ar1<l<'chia
S. (;,usi'Jll)l'; ,1 Rabka, Orfonotrofìo; a
uKsiswn;,-~
spirituale all'Ospedale I' :di,· S:1lesiane; a <,'h11ru1111iro,
Parroc,hia; ., Cir,:::k1n,. J';1rroc1 h,a; a Kat1J1<·1re, ('ap-
pc:llanua o~p,.;J..(e; a Kobylnik<1, Parrocchia; 11 K11tr<1-
lerc11, l'nrrn,;chia; a .\\'urcn fì11,.fek, Pam1cch1a; :i (Jsrc1r-
Zag,,,,,,., e1111, Studcnta10 Tcolol.!1n1; M f'ottia/1,wiu, l'arruc<hia;
a 1'11rrh11, Cuppcllania; a Uu111i11
l'an<1<.·d11,1;
a Sirmio11mvire, ('app<'ll,m·n; u S11fow, P:uro~dua, a
S::c::od,nr~. Pnrrocdua ., ll'r,irlnw, Osp1i1io J!ÌO\\'an1
mutilati,
In l'OKTOCALLO: a Vi,mn do Cmtrt/11, Scuole
elemcnt11ri e Oratorio ft-;i11vo; a O porto, Orfan,11rulio
e Scunlc profcs~1nnal,.
~ 15

2.8 Page 18

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Tn SPAG:--.IA: a Rora//n11r1, Parr(lCChia S. Giovanni
Bosco.
J\\.elle ANTILLE: a I ·;,111 Ale,!re (Habana), Collegio
e Oratorio S. Gio\\'ann, Bosco; n Haitl-Petirmi,ille,
Aspiranti e Oratorio festivo.
Nel!'ARGENTINA: u Buenos Aires, la Casa del Bol-
lettino.
Nel BRASILE: n Rarbace11a, Istituto Salesiano.
Nel CANADÀ: a Edmo11to11, Collegio ed Ospizio
S. Cuore, per l'assistenza agli Emi1nati Italiani, Po-
lacchi, Tedeschi.
1'el CENTRO AMERICA: a S. Vicente, Scuole e
Oratorio.
Nella COLOJ\\IlllA: a Fll.Wf<Omf.ia, Istituto Salesiano.
Nell'EQUATORE: a Bumboiza (Gu,ùaquiza), l\\Iis-
1ione D1,mcnico Savio, con intcmato per Kivaretti.
Nel PARAGUAY: ad .ds1mci611, nUO\\'a Opera salesiana.
Negli STATl CNJTI: a Malm:ah, Parrncchia per
polnn:hi.
In CINA: a Alacoo, Salcsian Press, Tipografia e
Librerin .-d,trice; o /1011g - Kong• Sltm1ki1Qa11, Scuole
elemtntari, medie e sera!,; o Hong - Kong-Kowlucm.
"lcunle clemem:m, medie e professionali.
l'\\el G LAPPONE: a Tokyo-.\\,frmna, C:isa S. Francc~co
Ji Sales per la Stampa.
ln l'.\\'DIA: a ,Ua/iapnta, Scuole <' Oratorio; a Co
'aga1 1 Openl 1;.alt~-siann.
J\\.elle Fl Lll'PINE: a Tnrlnc, Scuole medie per
e~temJ; a Vfrtoriu1, Scuole profess,onal, e Oratorio
r..stivo
Figlie di Maria Ausiliatrice:
In ITALIA: a ,Uoriwse (Alcss:u,.ùrìn), in omaggio
alla Canonizzazione di S. J\\foria D. :\\lazzarello, ria-
prirono, ricostruirn, la Yera Cas:i Madre <lei!' Istituto,
con Orfonorrofìo per le orfnn<' dei Carabinieri; a Cer-
,rnara (A,·ellino), a Grignmw I',ato (Firenze), a Issogne
(Aosta), a Jltltwo- Ss. Sih,e,r,o e ,Uarti111i, a Noto
(Siracusa), a Rm11n-Ci11ecit1à, ,1 Senorhi (Cagliari), a
Sir-ivuwn de1<li .-lbruzzt (Salerno) Scuola materna
e <li lavoro, Dopo-scuola, Oratorio festivo e Opere
pnrrocchiali; n 1'urum-,1/1raj111ri, le steHse opere t.'
Scuole elementari; .i l'u/emw una Casa di cura per
F'11(lie di Mari 1 .-\\u,1Ji,1tru:e; a Pm•io. altre due Case:
una con Pension.11" s;udcnti. Scuole dem...nrnri, la-
hora1ono e Oratorio festi\\'n; l'altra con Scuol:i m.s-
tcrna; a Bel/111w e a P1•d<1m (L'atnnin) s'incnric.ironu
d~IJ.1 cucina e guardaroh,1 dei loti ili Istituti Salesiani.
Ne l BELGJO: a Grami B1g11rd, un,1 Casa di Forma-
zione per Aspimnli e Postulunti con annessa Scuola e
lnhoratorto.
In GERMANIA: a lJoflro/> e n Alanaca - S. Ulrico,
Scuola materna. Dopo-scuola, Oratorio festivo e Opere
parrocchiali.
Nell'INGHILTERRA: a 1'qrrerù/ge (Londra) assun-
sero la direzione di un Ospizio prcservarivo dell'in-
fanzia, dello Società Cattolica di Soccorso.
Nel PORTOGALLO: a Uf1flrto, assunsero la direzione
del 1Pa1ronaro di N. Signom Addolorate e <li S. Giu-
seppe t, per fanciulle orfane e bisognose; a Go/e,:ii,
due Case, una con Scuole, Oratorio e Opere sociah;
l'ultra con Ambulatorio e Dispensario.
J\\.ella SPAGKA: a Bt1rcel/tJm, - S. Andres de Palomflr,
una Casa con Scuole elementari e professionaJi, Scuoi,
cli lan:iro, Rdezione scolasiica " tre Orawri festi,·1 :
n Barcello,111-liorra e Barcel/mm-Sarrià, oltre Jue Case
per la cucina e i;tuardaroba dei due rispettivi lstinw
Salesiani; a fvladrid - S. Berriardn, assunsero la direzione
J'una Scuola professionn le; a Sa11ta11der, una Casa
con Scuola materna cd e lementare, Oratorio festivo,
oltre all'incarico della cucina e della i;ruardaroba del
locale Istituto Sulesiano.
Nell'lKDJA: a Ba11del nel Bengala, una Casa Missione
con Scuole, Oratorio festivo, Dispensario.
Nel BRASILE: a Nntnl, Scuola materna ed ele-
mentare, Scuole serali, Oratorio festivo; a Prrrà de
l\\lTinas, un Orfanotrofio; a Portn Vellro, una terza Cosa
con Pensionato studenti.
Nel Cl LE: a Puerto Ayun, Scuola materna eù
elem~ntare, Lahorntorio, Oratorio festivo, Catechismi.
Nella COLOMBIA: a S. Rosa da Virerl!o, Scuole
elementari e ginnasiali, Oratorio e Scuola festiva.
Nel PARAGUAY: a Puerto Pinasca nel Chaco Parn-
guayo, una Casa 1Vlissione con Scuole, lnborarorio per
le indie e per le fi.c(!ic dei lavoratori addetti alle locali
fabbriche di tannino.
Ansie e dolori.
Vorrei chiudere qui la lettera e lasciarvi solo la
dolce impressione di buone notizie. /Ila voi saprte
che, fin dall'anno scorso, be11 150 delle nostre Case
7.•eni·vai10 trai•olie da!ltt bufera scristia11izzatrice;
1900 co11fratelli e centinaia di Figlie di li/aria
.'lusiliatrire, deportali, esiliati, incarcerati e •vessati.
I11 parecchie re,:ioni la sit11a:::io11e si è ancora ag-
xrai•ata: mm 1111a rasa risparmiata; il numero
degli i11carc,•rati e dispersi aumentato: le loro
sofferem::e Dio solo le pzw misurare! lmpf/ssihile
soccorerli; ueppure si riesce a comunicare con loro.
Nou ci resta che pregare il Signore pcrc/1è disponga
che al periodo del!'odir> sottentri q11a1110 prima
l'amore e Jrallcwto sostmga e couforti i 1wstri cari
11el/a tremenda prm:a, liberandoli da ta11te angustie
1• ricu11d11ce11doli al seno della loro Fam(glia religiosa.
Strenna per il 1952.
Dal ca11to nostro, pei·.masi che fonte di tante
lribo/11zio11i e, possiamo hm dire, di ogni male, è
l'egoismo e /'orgoglio insano, ro!Liviamo co11 più
intensa mra la virtù dell'umiltà che proponga
anche a ~1oi come <•strenna•> prl 1952.
L'11111il1à è splendore di verità: rnule possibile
e e gioconda la vita familiare l' sociale; lo scudo
della castità; e la •virtù che allarga il cuore a ser-
vizio del prossimo ed i, (onte di bontà e mitez:::a.
Ce 11'è tanto bisog110! /'ratirhiamola ed i11mlchia-
11Lola mzclze agli altri, sic11ri che solo co11 l'umiltà
si sanano le 11azio11i, st af/ratella,w i popolt, si fon-
dono i cuori.
Il Signore faccia scendere su tu.lii voi e sulle
vostre care fat11iglie copiose benedizioni. Il/aria SS.
sia la vostra Ausiliatrice, e San Gio-vmmi Bosco
~•i dica la gratitudir1e di tutta la (amitlia salesiana
e partico/amumte del i·os/r,,
11Jf.11w III G. e .1/.
S.\\c'. PIETRO RlCr'\\ LDONE
!<l'//nr !lla,!!.fftOre.
16 -

2.9 Page 19

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P·ROFILO DELL'UOMO
dettato dal suo coetan e o Don Ceria , biografo di San G io v a nni Bosc o .
D . R ica/done sortì da natura un'anima squmta-
menle sacerdotale, e al sacerdozio aspirò jinn dalla
tenera età. Il sacerdote è uomo di Dio, del quale
ha sposato gli iutt>ressi, ed è 1101110 del prossimo, al
cui bene spende la propria vita. A questo dupliCI'
obiettivo D. Ricaldone si preparò negli anni de/-
l'tulolescenza e della giovinrzza, /mendosi /011/anu
dal/r co11tamiriazio11i mo11dw1e e dedicando il meglio
del suo tempo al fm,oro 111tellettuale e alle pmticlze
della cristia11a pietà
D'ingegno aperto, lo irrobustì apprer,dmdo dai
maestri e dai libri quel sapere che, fecf/1/dato dallo
studio e vivificato dall'esperirn::::a, doveva poi met-
terlo nella possibilità di affermarsi lodevolmente e
11til111ente prima in pubblicazioni di carattere socia!<'
e tlppresso in tmzpie trattazioni di argome11to asce-
tico, 111(1 che special,nmtr 11011 gli la.sciò mm· esaurire
una ve11a bene.fica nel sacro ministero della parola.
li cuore ebbe all'altezza dell'ingegno. Senza
indagare qui le disposiz-io11i i111111te e lr ma11ifesta-
e zi<mi giovauili, il certo si che, 11m1 appma entrò
nella •oita 'i.'Ùsuta, vemw rivelando sm1tirncnti di
sempre più nobile e virile g<'1wrosità, i quali erano
prl'sagio d'un avi•enire di gran lu11ga supniore alla
comune mediorrità. Co11 questo si rive/cl tosto auche
1101110 di ,1:ovcnw e si trovò aperta la via fl impie-
gare i sum talenti 11efl'esacizio dell'autorità, ptls-
sando per t11lt1 i gradi, eia/ più mnile di 1111 poi,ero
oratorio ftstivo, su su fino al fastigio del potere i11
ima fa111,:gfia religiosa che coula membri di tulle le
11azio11i, che ha funzioni di s·variato l{ene,·e, che
suscita opere quasi in <wni plaga del globo. Le sue
graduali e{e1'(1zioni parti'i.•a110 dall'alto della gt:rar-
chiu do111estiu1, ma iuc011/rav•ano il p/atisn dei di-
pendmti di qualsiasi condizione. J11dubbia111n1tr
senza esimie doti 11011 si ascende cosi la scala del co-
mando in sodalizi, donde è sbimdìta as.rn{utam('1lte la
fusi11gt1 del far carriera.
Orb('Jle, in tutte li' cariche esercitMe da D. Ri
caldone, se si ammira'l!{I lo spirito d'111izmriva, di
ordine, di disdplimz, mm si p1il/"l>a 11011 ravvisare
anche quale fosse l'i111pulso interiore, che tJWVe'i,'a
la sua i11sla11cahi{e e feconda attività. !I mm•c11te
sacerdotale agiva custanle de11/ro di fui e nt frp1-
rava e m,imm·a le impreie esterne.
Queste imprese a persone 11011 volgari, ma alquanto
pavidr, sembrmiano talora alquanto azzardate. Jl1a
O. Ricaldrme aveva imparato da Dm, l.Josco u11a
gran lezione. Il santo Fondatore, qua11do Ili/ disegno
dopo matura riflessione armmpag11a/a da fen1ida
preghiera gli appariva conforme alla glol'ia di Dio
e risponde111e a rt'ale heneficiu del prossimo, 11011 si
altm·dai•a in ragionamenti, ma, wmmcrl{mdo esi-
tazioni, titubanze l' incertezze, si l,111cia'l'a con
prudente fnme,:;;,:;;a al/'ese~·uzione. Cosi aaade1,1a che
ltz prova del tempo .rmenth-a le paure dei timidi, di
roloro cli<' erano gi1111ti perfino a credrr,, m,ergli
dato 'volta il an'e/111.
Naturalmente D011 Riraldmw 11011 dovei/e rnmlarP
lfl grmulwsità delle opere create d{I D. Bosco; pur
tuUavia palesò genio 11011 orrlinario 11el dare svi-
luppo agli ideali dff .'·iauto, lottando con 11011 mi-
11ore fermezza per vincere i111111a11cab,li J,fficoltù.
fosomma D . l?._icaldone possedei/e In tempra di
gmnde sacerdut<!, che molto operò per la !floria di
Dio e il beue dr{ prossimo, che molli solfen) da mi-
seriP spirituali e materiali, che a 1110/lissimi dispe11sr)
a larga mano tesori di consigli, d'inrora.1:g1a111e11to
e di umano e divi110 conforto.
Ed aco che il po-polo 11el suo profonrlo senso rri-
stimw ha c1Jmpreso tulto ciò. fo quella specie di
commiato che i vivi pr('Jldo110 dai de.f1111ti 'l'Ìsitm1-
du11e le spoglie mortali, il pupo/o a{lluì spontaneo,
numeroso r co111111ossu iutoruo al letto funebre di
/), Rimldo11e; e l'afflusso 11011 ressò fino <1 che la
salma, so/tratta agli sgtwrdi dr/ pubblico, venne
jìnalmmle chiusa nella /mm. Simili dimostrazioni
popolari 11011 .wno frpquenti, lllfl si ripetono ugni
vo/Ja che scenc/11110 nella tomba i1eri amici e benefat-
tori del popolo.
Le condoglianze di S ua Sanlilà Dio Xli.
Città. Vaticano 25 - XI - 1951
Notizia pio trapasso Rettore Maggiore Don Ricaldone rattrista cuore Sua
Santità che memore tuttavia quale servizio abbia reso servo buono e fedele
alla Chiesa e quale spirito abbia sempre sostenuto e guidato degno succes-
sore Don Bosco nel &uo lungo e fruttuoso cammino raccomanda al Signore
anima eletta fidente suo premio eterno mentre alla grande Famiglia Sale-
siana orfana tanto padre invoca con solazioni della Fede e invia partico-
lare confortatrice benedizione.
MONTINI Sostituto.

2.10 Page 20

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Il IV Successore di 5. Giovanni Bosco
NOTE KIOGRAFICHE
Famiglie di una volta. ngerne saqi;tiamentc i passi. L'affermazione fu co~I
ì\\1irabello ~lonferrato, grazioso pucse ricco di vi-
gneti, vanta l'onore di aver dato i natali al IV Suc-
cessore di San Giovanni Bosco.
Pietro R1caldune nacque il 27 luglio 1870 da Luigi
c., Raitcri Candida. Lo stesso giorno, verso le ore 18,
fu battczwto dall'Economo parrocchiale Don çarlo Co-
gnnsso, essendo pudrmo lo zio Ricaldone Lu11.(i, e ma-
drina la ziu Duzio Luigia in Rical<lone.
è\\clla fanugha profondamente aistiana trovò l'am-
biente ideale per la sua prima educuzione.
La mamma, piissima, rraern dalle lunghe prel:(hiere
focu• in casa, mnuino e seni, in ginocchio sul nudo
p:n-imento, dall'assistenza quotidiana alln santa Mcsst1
e dalla quusi quotidiana Comunione, i~pimziont· al-
rnp1<la che il fururo terzo successore di Don Bosco
non esitò ad affidargli una delle opere più provviden-
ziali dell' Ispettoria: l'Oratorio festivo d1 Siviglia. Il
2~ luglio , 892, il eh. Pietro Ricaldonc, tuttora stu-
dente di teologia, cominciò ad occompa~nal'\\,i setti-
mnnalmente il direttore Don Atzcni, e il 5 gennaio
dell'anno sel(uente prese con lui stubile dimoro nel-
l'ex con"ento della SS. Trinità, offerto provvisona-
mente dalla Curia.
Giovane pieno <li zelo e ricco di doti di mente e di
cuore, divenne hen presto l'anima dell'Oratorio, ac-
quistando tale ascendente sui 500 birichmi, che Don
Rinaldi non tardò ad addossargli l'intera direzione,
appena assunto alla di1,TJ1itÌl sacerdotale.
l'esercizio delle più nobili virtù domestiche e sopra-
tutto della cnrità "erso i po,·en
Giorno rndioso per lui, il 28 maggio 1893, quando
potè salire l'altare per la sua prima Messo!
11 bnhbo, tempra forte e cuore 1.teneroso, ossecon-
da\\'u pienamente la mamma, oJfrerido ai figli l'c,.;,cm-
p10 d, una tede che animava tutta lu sua vita privati!
e pubblica. Fu sindaco di Mirahello, e col suo huon
Alba luminosa di un ministero che il Signore bene-
disse con una fioritura di opere mirnbili. Con la gra-
zia ùi Dio e con l'aiuto dei hwmi, Don Ricnldone
riuscl infatti ad attuare un progntmma d1e all'Ora-
torio ,1J.(giunse dapprima con.i d, scuole elememari
J
senso cr1~ti11no. con la sua rettitudine e con h, sua
anività, seppe ren<lere preziosi sei'\\·i;d 111 paese.
per esterni, po, scuole profe!ISionaJj e infine anche il
:\\cl santuario domestico, il piccolo Pietro ebbe cosi corso class1co, con tale impulso che in breve si af-
quella prima formnzionc alla pietà e al senso <lei <lo-
verc che os>1curo le basi per , progressivi sviluppi
fermarono con uno sviluppo meraviglioso. Oggi vi si
aff111nca anche la cns, l'nivcrsitaria. Nel 1898, per
della sua educazione.
prodigare educazione cristiana nll" gioq,ntù di un
Frequentate la prima e· lll seconda elementare ul
paese natio, prosegui (lii studi nei nostri colkgi <li
altro rione, aperse un secondo Oratorio dedicato a
S. Benedetto <li C'alatrava.
Alassio e e.li Borgo S. Martino.
Ispettore (190x-x9n).
Incontro con Don Bosco.
Nel nostro collegio di Borgo S. Martino il giovane
Rical<lonc ehbc la gioia <li mcontrorsi la prima volta
con Don Bosco. li buon Padre aveva regalato agli
alunni una di quel.le visite che erano attese come una
be,wdizione, Dopo il solenne ricevimento, si era riti
r:Ho nella sua stanzetta, dove super-iori e g'iovani pas-
sarono ad e1prirgli il loro cuore. [I piccolo Pietro at-
tese il suo turno. E quun<lo fu solo col Santo, si scnii
subito guadagnato dalla sua hom,\\. Gli fece le sue
confidenze, ne ascoltò , prc7,iosi consigli e ne suhi
quel fascino che numenLii col crescere degli anni e
dells conoscen7.A del l{ranùe apost<1lo della l:(Ìovcmù.
Lo rivide poi nel 1882 in Torino qu:mdo, con tutto
il collegio, partecipò alla consacrazione della chie.sa <li
S. Giovanni Ev:ani,:dista.
Proseguiti gli studi a Casale Monferrato e amme.sso
al Seminario Vescovile, il giovnne chierico '<'nti de-
cisamente la chiamata allo vita salesiana e passo .,
compiere il suo aspiruntato e noviziato a Tonno nel-
l'Istituto dì Valsalice <llll 188r1 al 11190, pren,lendo
C<>nwtto con i Servi di Diu Principe Don Augusto
Czartorisky e Don Andrea Beltru.m,
Ali' estero.
1'\\el sctternhre del 1890 parti, ancora ch,enn,, l"''
la Spagna. ove l'lspe1tore, il Sel'\\·n di Dio Don l"ilippu
Rinaldi, seppe lanc,arlo nell'llpostolato salesiano e ti,-
~el 1901 il Servo cli Dio Don Michele Rua, chia-
mundo Don Filippo Rinaldi a succedere a Don Bel
monte come Prefetto Gcnernle dclla Società Salesiana
di,·ise l'Jspettoria Spagnola in tre: Bctica, Celtica ~
Tarragonese, e affidi, la prima al Direttore di Siviglin,
Don Riculdone, pur continuando a tenere anche la
direzione <lell' Istituto, si accinse subito alla nuova
missione con quel fervore e con quello spirito di or-
g.111izz.1zione che furono la caratteristica ùel suo zelo.
Alla sua 1.,<iunsùizione vennero assegnate sette Cuse
con 86 confratelli
Rlle, ando con amurezza che il personale salesiano
era in numero troppo esiguo per far fronte alle vaste
possihìl,tà di npostolato, si affrettò n mandare un sa-
cerdote per le province <lclla Custigli11, ricche di ot-
time vocaz,oni, a reclutare J(tovan, asp,rnnti alla vitJ
salesiana, e :ipri per loro un apposito aspiranu,to. Gra-
zie a questa fo1·mu di apostolato, in un decennio riuscì
a portare il numc.ro dei confrntelli a Jll4 e a fondtire:
il Collei:(io d, Còrdoba con annesso un fiorente Orn-
tcirio festi,•o, la casu di Ronda n,n scuole per esterni
e Oratorio festivo, l'Orfanotrofio di Codice con scuole
professionali, In casa di S. José del Valle col novi-
ziato e lo studentato f-ilosofìco.
PrO\\-vide pure a organizzare )(li Ex allievi e i Coo-
peratori s.1lesian1, che nsposero cordialmente a tutte
lt: ~ue iniziallve. i'iensibilissimo anche all'urgcnw dei
gravi problemi susc1tal1 dalla questione sociale e dt1lle
r8 -

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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esigenze della classe operaia, mentre davn il massimo
incremento agli Oratori festivi e alle Scuole profes-
sionali, prese ad interessnrne i buoni e soprattutto ,I
clero con opportune pubblicazioni.
In quegli anni Don R1calclone trovò anche tempo
per dedicarsi ad una impresa gr.mdiosn che gli pro-
curò belln famH. Ideò e pubblicò la Bibli111eai Avarw
So/ari,m<1 compostn Ji qo volumeui e che la giuria
ùell'Esposizione Nazionale e lnterna~ionnle di To-
rino del 1928 volle premiare col Gran Premio e con
Medaglia d'ui:iento del Ministero. Ecco un tratto
Jella motivazione di s1 distinta onorificenza: • T,,i
Bibltoteca intitolata <li nome dtl gra11de lta/ùwo Sta-
11is[ao Snlari, piot1iere i11sigtte dellu 1mova agricoltura,
per mer,fn e tenarin di ,m altro distmto Italtnno, il
Sac. Pierro Riwid1111e, si rese, forse, la p11bhlicazio11e
agricola pi,', benemrrita e di magf!ior diflusume 11el/o
lingua di Ce"•n11tes •·
Buon intenditore di musica e ,.clnntc del decoro
delle sacre funzioni, fu un<> dei primi ad attuare la
rifonna del canto sacro pron1ossa dal Santo Pndrc P,n X.
All'apostolato salesiann, particolarmente a quello edu-
cativo, impresse un fervore che portò l' lspettoria ad
una mirabile fioritura.
Seppe poi nssimilnre cosi bene ti carattere e la lin-
gua degli Andalusi, che egli pas.<;,wa per uno di loro,
cordialmente amnto e stimato da autorità e popolo,
amici e benefattori.
In Patagonia, nell'Uruguay
e nella Terra deJ Fuoco.
L'abilità dimostrata nel ~overno dell' lspettorrn rn-
ùussc Don Hua a incaricarlo di unu visim straordinarin
alle Case salesiarn, dcli'America mcridion.1le. Vi de-
dicò più di un nnno, dal 1908 al giugno 1909, visi-
tando complessivnmente 60 Case salesiane e quasi
altrettante delle Figlte di Maria Ausiliatrice,
Fu una visita ddle più fruttuose, perchè condotta
con grande diligenza, larga comprensione, vasta com-
petenza e cordiale amabilità. Lo accompagnò il di-
rettore della casa di Utrcra, Don Antonio Candela,
oggi Direttore Generale delle Scuole agricole e profes-
sionali salesiane. Partito da Cadice il 7 marzo, sbarcò
a Buenos Aires il 24, e l'indomani iruziò la visita alle
Case della capitale e dell'lspcnoria affidata allora al-
l'indimenticabile Don Giuseppe Vespignani.
Il 20 luglio proseguì per l'Umguay, accolto a Mon-
tevideo dall'Ispettore Don Gamba. E spinse la sua
visita fino alle due case di Rio Grande e di Bagé nel
Brasile, che allora appartenevano all'lspettoria Uru-
guayan.1. Scese quindi al Chubut e alle :\\fissioni delL'l
Pampa. Poi, il 25 novembre, iniziò In visitu alle :\\lis-
sioni della Patagonia, affidate nll'Ispettore D. Paglierc.
Da Patagones passb n Viedma, a Pringlcs, a Concsa,
a Cboele-Choel, riuscendo a celebrare la resta di Na-
tale a Roca. La notte del J I dicemhre lo sorprese 10
viaggio per ChosmalaL A me7,zanouc, tra lo scalpitnr
dei cavalli, canrò ìl 're De11m con i compagni, sotto
il cielo stellato nella immensa solitudine patagonica.
Il 3 gennaio 1909, dopo sei giorni di vettum. era a
Chosmalal, ove trovò presso la povera chiesa parroc-
chiale, in una miserrima casetta di fango, due infati-
cabili missioruiri, Don Matteo Ga,·otto e Don Dar-
tolomeo Panaro, venerati allora come apostoh e oggi
compianti e onorati come santi.
Incontri con pionieri e missionari
Da Chosmalal Don Ricaldone tornò a Roc.i, ove
contribuì con la sua cccez,onale perizia agr.iria a in-
coraggiare e a incrementare l'opera di Don Stefenelli
che, super.indo ostacoli un1anrunente insom10mabili,
aveva iniziato lo sfru1tamcnw del deserto patagonico,
ricco d, una fecond11ii mcnl\\1gl,osa sino allora scono-
sciutn.
11 21 gennaJO parti per 11 Neuqu<'n con Don Dome-
nico M.iL.rnesio. anima di apnstolo e temprn di santo
pioniero, il Padre degli Indi•• com'era chmmato,
che doveva condurlo a Junrn de los Andes. Impiega-
rono sette g10mi, sballottati su di un affusto di can-
none ~d.ntato a carro, che corre,·., per l'aperta caun-
pa!!nn. Strade qllas1 non ve n'erano. Guadarono van
affiuE:nti del Limny, fiumi \\'onicosi, riposando, la
none, per terra, sotto le stelle.
Giunse a Junin de los AnJes la vigili~ dcllt1 tesla
di S. Francesco di Sales, a tempo per presiedere l,(li
Esercizi spirituali dei Salesiani e ùellc Figlie di i\\laria
Ausiliatrice. Prosegui qumdi per S. J\\lartìn de los
Andcs, dond,• cominciò In lrnvl'r&lta delle Cordirtlicre
(spellore nella Spal(rut.
che compi a cavallo rn quattro 1-riorni, giungendo n
ValJivia, nel Cile, 1I 7 fehhmio. Duecento chilomet,;
a cavallo, senzn contnrc I.i traversata dei lal.(h1 Piri-
hueco e Panguipull1.
n viaggio in Cile do,·eva servire solo d1 passaggio
per imbarcarsi a VuJparaiso alla volta di Puntarenas
(J\\lagelluno). J\\fa, nella settimana che v1 " tr:menne,
r('l(Jli'1 una visirn anche a quelle Cnsc. Il 1(> febbraio,

3.2 Page 22

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il p1rusc-afo Orum rc-.:e r11u., ,,er Puntarenns, sh,1rc.m-
dovdo il .i I Con ,I l'rcfc1t11 Apostolico ;>.!on•. F;i-
gn mo visi1ò lt- :\\lìs~1nni th-ll'isol,, D.1wson " Jdb 'l'<·rn
del I uon•, sp1engendnsi pui !1011 :t Gallerios " a !'>. t rui..
Fhhc quì111l1 ,1i,:io di nrnnsi:,·rc ,, fondo qucll'un11n·1
di 11postolu, dntuta J, non çomune tulento 01win11.za-
tore, d:il cuore grande e pron11> a ~occorrer,: oi,n, sorta
di m,~c:ria. "d ebbe .rnch,· ol'rnstone ÙI con,urnrc
l'croi~n,u dl•i nostri mis..~iunari.
A SanlJ Cruz s'incuntrn i:on Onn Re:1u,01r, mis-
sionario dnl cuor d'oro ,, d.11111 tempr.1 d'.1cch110, che
emul11, a n,•lla m1ss1one d,•lln Tcrr.1 del Fuo,·o lc l(csru
anunirnluli di Don \\lil11m·sin Ira icli indi dl'llu l'ato-
l!Onb
.\\1tnl\\'t•rs11 la Patal(on1.1 e fa Terr.1 del Fuoco dm <'tte
pl·r..:oru.·n:- in uran p.1rtc r-r......-:ioni prive J1 ..,fr,ld,~, a ca-
, allu 11 ,lullottato in una , dtura che .1ttr.1,cr<-avn lt
hrulh c,mpagrw c.:np,·rt:i d1 ron e ùi sterpi Il c·,lun,
~otfocuntc Ji i.tiorno, tli notte le- z:.inzare~ lC' 1·1111 lmnn.
tcrnl1tl, p:1rnssiti dclln n·l(Ìum:, h 111onutun111 ~chiuc-
c·nntc dd paL.,.ctl(l(m .., I1 1nt<·rmin·,1hile <lurnt,1 e.I, quei
,·uf,l;,i. teH·ro L°"P<·ritn,·nt,tte • Don R1t'.llc.lonc hu,,n:1
par,., d-,, s,1critic1 e.Idi, ,·it.1 mi«ton.,n.1. O, li n:l<'<tue
m lui qud ,cn1imen1<1 <11 .1 kllut»a , o:nernz1onc ,ht·
111.1ntl L·!'ti, ~t.•ntprt' pt."r i u,i,~ion~ri e t1ui.•1lo zelo net
Nell'l-sola oa..."Son (Terra drl Fuo<'o).
0 >n:stJ1 Imo ,11uw, c.:hl' d1ctl1: uru.:m<' 1>iù t.1rd1 alt.,
Crociata l\\lission.iria
R,prc·~u il pirosc:1!0 pc1 \\Junttvidco, sostò alll' lsoJ..
l\\lu lvm,· p<0r fnr visitn nl 1·:ippdlano snlc~i11rtu a ll~
Fia.:lit: di \\bn, .\\usihatran·.
R.1.1u:iun,e Torino il 1" gi111:no, rec.,nt.lo a Don Ru 1
nutìz1c p.1rucolJrt::1111ìa1c dei Sal<-simi. ddlc Fiche J,
\\lana ,\\u"lintnce, Jdle (.'n,~ e ddle Open·
In Am,•rit,1, uve crJ 1>,1•.satu Don Ric~ldon,·. ali,
~odd1sf,iz1nn,· ~ olla urnt1tudmc d,:1 confrutdh ,. d,·ll1
suore, ,h,: a, ,·v.ino .1pp1·e1:iato i sacrifici compiuti l''"'
g1un>(cre ,,Ile pii1 nnpen·ic rc,111oru fra ch~al(I eh..- ,olu
t.~"'-l ~ntno 1n ~rado dt \\·alut.nc. ?\\'t-ra al!l!JUnl:t l'amnu-
ra~ionc delle aumrit:t c1,·1h e rcli11iose, <lo:i cooperatori
e tlcitli e~ allic,·i, en1u,i:1S11 delle <loti e del nmo del
,·i~ilùl<1re '" commos•i J~lla sun aJfabilit,l.
In rc.'altii ('1(/i non ~• c.-r,1 rìspanniuw . .Si ern rrod1-
,::,,10 , ..nza misura ndk udienze e ncllu prèd1cazionc,
in cnnforenzc e riu111ur11, m conveuni di ex nll,evi e
bcoduttm 1, con tnnto uffctto e tontu ctlitìcu1,ione da
la,,·iurc m tutti la p,ù viva soddisfazione.
A capo delle Scuole Profes-
sionali e agricole salesian.e.
Uon Hi,·al<lone , en1\\'11 da un amh,entc: popolare
For-,c ru questa la rugwne deU.i suu sp1ccaro predile-
z1nnc per 11 popolo la<·nr,unre.
Il S,·n·o di Dio Onn Ru 1 prima e 1mi Don Albera.
intu,rnnn k mera, 1J!lmsc.- ri~orse dello spirito J'inizia-
11v11 d1 Don R1cnldont' nd settore l.ivoru e ifl chiuma-
runo d,llh1 Spa1,tnn " Torino per mertcrln n capo del
mov111wnto profess1onule e at.trìcolo sulcs1unn.
D., •1ud 1.tiomo a 01t~1 sono passati nlrrc: 40 unm,
net qu,ilt Oon R1c3IJonc profuse te,;orì d1 mente e di
cuorl' per 11ttrez1.arc e .1<le1:uare ni u:m11i le sn,ole
pmft=~siun.111 e ilt?ncule, create da Don Bo!.Co 1>cr dare
11i llrsh degli openii un'nùcgu~ta
pr~pnrnzione tecnic11, tlcvunclone
in ,,,1n 1cmpo il ll\\dlo cultur,1le e
men.ile
Don Hìcal<lonc, amm.1 c.11 ge-
ni 1h, tpostolo in <1W1lsias1 cnmpo
J, lwne, 11pparve gig,mte nel campo
proft:ssionale.
Durante gli undici ,anni che fu
Direttore Generale dellè scuole
prufo,..•ionali e agricole, diede al-
1',nsellnomento profe-,smtwle un
impul~o t.-0,;1 poderoso che uncor.i
oggi pcrJuruno gli c!Tc11i salutari.
El(h sostituiva Don Giuseppe
llcrtdlo, intclliiccn1.:1 clcttn, che
a, eva ~egnnto In vin 1111..- nostre
Scuole con nom,c J1J.1tt1chc e
ped,1i111git-ht>, con programmi c.11
culturu generale e tL-cmrn e <.-On
di.,posizmm pr,mchc fcdt'lis.sime
:1110 ~p iruo di Don Bo,w. l'crcib,
1e1w11do con to di ogni elemento
ucquis110 dal suo untcccssore, va-
icl,.,nJn acutamente <>1(01 dispo-
,11.in1w e sopr.i.ttutto la pn11ic"1
npcr.mte in halrn e ull'estero.
cn,npl •w , pro"nunrm, li semplificò e li dw:tdò con
snl11pp1 tcnnco-prJtKI dw cos1ituillet1no ,·cri tc,;on
t.l··I genere, ai quali ,1 ti,-, e la rnassunn p.irtc t.lel pro-
l(rcss1vn c: r.,pi<lo fitmrc dd ramo pro(es,ion11k• e ùgn-
colo sall'~ianu.
Pur1ror1><1 1,11i pro::r,1mu11, di fronte: ali., m:c1:ssitù
Ji nl.l,ciare a~li ;11Jj,,, 1 un nttt"Stato d1 ,.,111rc legale,
d,1,ettern moJific:1r,1 11lqu,1ntu per conformarsi alle
,,·uulc.' ~unilar1 t.!cllo :-.t,,tu, pur <:on,..n·undo l.1 ca-
n1ller1s11c11 1mpress.1v1 d,1 l>nn Bosco d, scuole lt.-orico-
prati<"hc p.:r l'inscl(ll ,me1ll<> d<•i mestieri.
\\li1,in1do le mndirìc.11.mlll 1<uhì1e, lti S.:uulc profcs-
sion,th ,.1le,1 me ebbcw t<ile ~uccesso m ltalin e o.l-
20 -

3.3 Page 23

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l'estero che in un ,ampo si moltiplicarono, furono e con 4 2 lihrcrie. concorrenti d~ ,!! stati d'Europa, ,\\m.,.
sono rid1ieste cont1nu,1menre nvunquo: ilii autorìt:, l.'d riel, .\\fric i ,. A,ia, e liurenti d i _; 675 allievi ( 18<10 n-
enti privali e cono,icono un solo freno al loro cam- pnl(rJfl, 175_l. lei:,,tnri e 32 liw11r,11i\\. La 11:r,intlu>sa
mino: In ,;carsit/1 di rwr,;onale sulcsiano tecnic-11 •
c,po~i1.ion non pntè avere al !-luc:n.-...~o cht.• nicru.,v~
Don Ricaldonc, quando assunse J.1 direzione 11cm·role por lo ,c:oppio della !!r tndc 1!Ucrra: m:1 alle no tre scuoi!'
delle S,·uole pmfcs~iunali e a)!nwk saJ.,sianl', Jro\\'u -en ~.. .is~e .•n11n il I) .piuma d'<)n.,,
37 Scuole profes,mnali e
Riu.;.,:iu~-.1m" la \\lo~tr;.1
42 Hcuolc a1tricole. <>11!!i,
Jid tt irn-profo,~innnl,· .,l-
alla sua mane, la~ciu 1 51
lest1ta, sotto la tlin•zton,
Si;uole professionuli e 9,1
per,orhtlt d1 Dun Rica lJ, ne.
Scuole nicricole.
all'( >rntoriu <l, Torino, nel
Il compianto Rettur Mag-
1920 111o,·ca~ium· Jdla mau-
lOOrc nvevn il dono di ve-
l!Unizinnc del monumento
dere ,ub1to e mohu lont,mo.
a D11n llnsc:o :\\lost1., cnm-
Pcrc,ò tl, fronte ni l{rnndi
plcrn dw, mentre illus1nw:i
problemi &ocinli il suo en-
i pnwrnmmi delk nostre
rusinsmo si accendna non
Scuoi,· pmfe~sion.ih e al!n-
d1 unn fiamma pn~•l'l!l!Cnt,
ma <11 un:i ,·olontà e d1 un
col,-, uffri,01 i s.1gc1 pro-
l!r....,,"·i dcll'abilirnzione
ard1mcntn ferrei, diretti d,1
deuli 11lunni. Stutlms, ,. tec-
unn prcclarissimu intclli-
nici di v,l~.dia, .:;ociolov1
gen,,n Co"J si spici:a per
eminenti ne fecern i pii,
es. In sua singolare propt·n-
lusin11l11cn dol!i. :\\!.1 ancht
s1one per l'agraria. Ohre I.,
la fnlla .td puhhltc·o , 1
c1L1t,1 11,b/iotua ,'•iu/mumo,
tro\\'Ò ur:1n1lt., intere,~c. pcr-
basu·rcbhe il suo bel rnlu-
chl! Dnn l(1caldont• ••·pp<.'
me ,','mole agrimlr sn/ts1n11e.
curt1rne I pili minuti fHtrti-
Pr(l/[mmmi e rlQmtt; e so-
cnl:iri c forh parlan· ,·un la
pmttutto la sua urnndl.' mo-
11en111l1t:, ,ldla di•p11•1z1nntc e
noi:rafi., 1n quarto Sriw/11
la prnprit:thdelle in,lin1zinni.
aRrieu/t1 w/l'StOrla. N/lrme f>h
gli ed,Jiri e loro 11rred,1-
111rnt1; pt=r 1mmortal11mc ,\\
Prefetto Generale.
nome in questo s ·1mn·.
(Ju.,,-ta monowatia, fotta in
Con la elezione di Don
collabonizione con il prof.
Filipp,, Rinaldi " Rl.'ttor
architttto ì\\lario Crrn1dim.
:\\lasrgiorc, Don Ricaldom·
Preside ùell'Acc.1dcn1111 Al-
venne clct10 all:1 ,·nrkn di
bertina <lt Tonnn, fu tanto
più ll(lf>rt,7.7.at:1 111 qu.mto
e l'umrn opera 1n fotto di
Dlrct10Tc G.,n, delle Scuole Profei,,,. e \\1tricolc Sak,lane.
Prefe110 Generale della So-
cietà Salt·~lnnn checqui\\.11c.l
\\'icnrio Jcl Rettor ;\\l,11111iore.
costruztont Ji gr,111ù1 scuole al(r,,n.,. La monoJ(rllfia.
I..1 suo attinta I u quindi a~sorhiM clalla collahnrn-
~t11mru1a nel 1()22, è ancora riccrcarn oggi d,ti cum- z1one più stretta col terzo succes!!ore d1 Don llo~co,
pl.'lenti come un 1otin1~lln di dottrinu e di esperitmw s1cchè, il più delle volte, si fuse con essa. Tutlll\\'ÌcJ
la ~uu opern per,;on11le rifulse spccinlmc-nte nclb Cro-
ciaw missionarrn. nell'nn:aniz.zaziom, <lclln Pi:1 lJnronl.'
Organizzatore di esposizioni dei Coopernton e nelle t?rnndio~c lt-,.te delln Rc:uifi-
e di mostre professionali. cozione di Don BoRu>.
La C'rociat:1 missìom1ria ogc1 .:on11nun con le • borse
Come efficace •tinwlo ,1ll'emul.1zione tr,1 icli ,tllt<' .'J missionarie •. !\\la 1m·c~tl un cnmple,so di 111h1i,1ti\\"e.
e al credito presso il puhblico, l'L.'ii pmmo<:se non ,;olo Am:1111110, la preparnzione del personale, quindi il
la partecipazione ddle nostre -;..:uole profes•ionali e redu1.1mem,, Ji a,,,irnnli mi~sicmari, l'all~timcnto d,
ai;rricol,• .,Ile esposizioni re}ltonal, e nazionali, che !fJ- Cose d1 fonnaz1ono spcc,alizwte per fururi sacerdoti,
rcggi11run11 in cnu>mi e premi di prim'ordine, ma nn• per c,1pi ,l'nrte e per i:t11echisri e 1uti.1 la curn per In
che J'ori::,mizwz1onc di !\\1ostre d1dattico-profcssio- loro formazione. U,tll' Istituto C'nrd. Cagliero nllo
nali • unnuati nei ~inl(ult i.,ti1u11 !\\fo,tre locali diretti! Scunln :111rnria di Cummna nll'Isti1u111 Conti Rehnucknuo,
a preparare le mostre re1nonali. nazionali e mtemozto• 3 ,1mll11 llem.,rdi-~cmicria sul C'oli,- Don Umco a Ca-
nali. che purt.Jmno 1I nostro <istema e i nostri pro• stelnuO\\·O, tutte le Case per a,p1ran11 m.is,,nnnn eh-
grammi a cono•ct=nz,1 d, tanti competenti e nchium:1- bcro da lu, l'impronta, 1 progr-,umn1, le d,re1u, t" e l'ns-
rom, l'attenzione delle 11111.orinì, deuli s tessi l!overni e sistenz,, dire11a fino nlla loro rnmplcrn sisrcmllzione.
delle 1qtttuz1oni indu~tnnl1.
Per ottencrn(' il finanziamento non esitò a proporre
All'bposizinne ln1ernnz1onale del Libro e J'Ane al Hettor l\\laJ?i:inr~ Don Rinald1 la Crociata mis<io-
Grnfic,1 - per cu,irnc una - 1enut.1si a Lipsia nt-1 nann che gli pcrmi,c di allestir,' numerose spedi-
1tJq. p:1rtec1pamno q ~cuolc 1ipnur:1fiche s11lcs111n,·. zioni missionarie :tnnunh Per intc-r~,;are poi mito il
s, di lci:Jtoria, 4 dt fondcrin d, cor,111eri, J d1 l11ol(rnfo1. mondo 111 gran prohlcma tielle i\\li~sioni, se,:ui pt•rsn-
- 21

3.4 Page 24

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n,l111wn1e il concorso 1.h:lla Su1.·il"t:i S:tlc~i;11rn ,di' E,p11-
Negli Stati Uniti e nel Messico.
siz1onc i\\1iss1unarìn Vaticana nel 1925, e orJ,.!ani~z,1
J'Esposiz1\\JOC \\ lissionarrn Sale,iann, c1m,mcmurnnv.1
C'ome seppe corrisp<lnderc alla fiJucut di Don Rua,
del ( ;iuh1lco cl Oro Jdlc no.;trc ì\\1issioni, per l'nnno di Doti Albera e d, Don Rinaldi in tuue le mansioni
~eguente, 1wlla casa madre d1 T1.1rinn
che 1?:li affidarono, i:osi seppe rapprcsenmrl.i e fedel-
mente interpretarli come vi-
Dà impulso alla
Pia Unione dei
sitatore delle Case lontane.
Dal novembre 1912 al
m.1ggio 1913, fu mandato
Cooperatori.
alle Case snlesmne degli
Stati Uniti e <lel i\\'lt-ssico.
Gmnde impulso diede
Si imbarcò a Li,·erpool <In-
pure, come Prcfrlto (~ene-
ghilterrn) il giorno 16, e
ralt:, alla Piil t:niont: de,
giunse a New York il 22.
Coopera101i e delle ( 'oope-
Compiuta la visitn alle
ratrici sulesiane col coor-
Case dell'Est, il 12 gennaio
din,mento di una rn~ta
atm 11,, di propaganda e
la s,~temazione dcll'U1nc10
par1ì per la California e il
22 del mese seguente rag-
giunse il Messico. A Tam-
centrnle_ Aggiornò l'Ufnc10
pico, il treno su cui viaggiav"
Corrispondenza e l' l 1fficio
fu assalito <lni rivoluzionari
St:.:ul1pa Sule.sirln:1, con rno-
d.::miti, e pracicita di criteri
che sveltirono il serv1z10
informa7.ioni e pubblicità.
e fu irrazia di Dio se non
ebbe a soffrirne. Accolto, il
27, a Iluichapan dall'Ispet-
tore Don Piani e dai con-
Luncio conferenzieri e pro-
pagandisti nelle città e nei
paesi, con mntcriale scelto,
a far conoscere Opere e
l\\lissioni di Don Bo~co, su-
scitando vivissim<l mteresse
e generosa cooperazione.
l'romosse con,·e~ni locali e
regionali e la creazione di
uffici 1spettorinli per s~irc
più facilmente il movimento
e <liffon<lc,e anche l'as-
sociazione dei Dirnti di
M,ma Ausiliatrice. Favori
le inizi,iuve dell'Ufficio Pro-
paganJu che preparò una
Pr<'fello Generalo della Socte1à Salesiana.
fratelli, vi si trattenne quasi
due mesi visirnndo accurarn-
mente le Case dei Salesiani
e quel.le <ldle Figlie di
Maria Ausiliatrice.
L'11 aprile si imbarcò a
Vera Cruz per Cuba e giunse
all'Avana i.I 15. Dall'Avana
ritornò a New York, donde,
dal 28 aprile al 4 maggio,
fece unn punta fino a Mon-
tréal e a Ottuwu nel Ca-
nndà. Lasciò New York il
10 maggio per essere a To-
rino la vil(ilia della festa di
Maria Ausiliatrice.
serie Ji opportuni, puhhlicazinni e un interessante
Con diversi rncarichi e per vane circostanze, fu,
nssortimcnto di materiale. Preoccupato poi di concor- ncglt anni seguenti, nella maggior parte delle Case
rere. secondo lo spirito di Don Bosco, al bene delle di Europa e in Palestina, valendosi della conoscenui
anime dei cooperatori, pubblicò proprio per loro il delle lingue principali per affiatarsi con tutti i confn,-
pre7.ioso mnnuale per l'Esercizio della IJuonn Morte, rclli e trattare con autorità, cooperatori e amici.
che incontrò 1.anto favore.
Il frutto del complesso lavoro emer~è in occ;.1~1one
delle feste per la Beatificazione, quando a centinaia di In India, in Siam., in Birmania, in Indocina.
tntJ.llillÌH cooperatori e coope,~nrici risposero "ll'uppdlo
del Rcttor Maggiore, <' Don Ricaldonc· potè dare al
ll 2+ dicembre del 1926 parti da Torino per
prngrnmma 11 nus~imo ~viluppo e organizY.arl' in To- l'Estremo Oriente. Con un gruppo di missionari ce-
rino quel corteo della traslazione da Vals,1licc alh, Ba- lebrò il Natale a Venciia e la sera stessa s'imbarcò per
silil•a di J\\lari;J \\usiliatrice che fu il grnn trionfo della l'I ndia
s.1lma j.lloriosa di Don Bosco. Il volume XIX delle
,He111nrie Biografìcl,e ne ha perpetuato la descriz11.1nc;
ma bisogna\\'a essere a fianco cl, Don Rica!Jone net
Giunse a llombay 11 10 ~ennaio e prosegui subito
per Cakutla, accolto a festa il g1orn@ 13 da ì\\1om1_ Ma-
thias e d;i altri confratelli. Sceso a Madras, percorse
mesi di preparazione per valutarne la i<rnndiosit/1 dell,1 rutt11 l'Archidiocesi, giungendo alle varie l\\1issioni, a
concezione e la perfezione <lell'.1ttuaz1one. Il Sil(nore Tanjore e Maylupore.
lo bcneùisse eon una riuscila che pii, splendida non si
Tornato u Calcutta e vi,utate le opere esiscentt, s1
potcrn bramare.
diresse ali'A.•sam. Da Shillong visitò dapprima la re-
Quanto alla sua ,1tt1vita spc,-iiica di Vieuio dd gione montanu e poi lu pianura, parte n piedi, parte a
R<·ttor J\\Iagi;r1ore. diciamo 1utto quando affcrmi,uno <:ltc cnvullo e parte su elefante, assistendo a spettacoli cl,
fu il braccio tlestro di Don RiruilJi nel governo dd- fede che glo richiamavano il fervore dei pnm, cristiuru.
l'inrera CongregJzione
Ovunque comunioni numerose e una pietà comnw-
22 -

3.5 Page 25

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vence. In un villaggio pr=o Cherrar,unnjee celebrò
Da Shiu-Chnw a Chi-Iling, attraversò la i:ona in-
la Messa sul pia?.:tale diMnzi a 1500 persone che assi- festata dai pirati, in cui tanti missionari t'rano stati
stevano con mirabile devozione, sono i raggi del sole affrontati e derubati. Non ne sofferse perché provvi-
india.no. Nei pomeriggio presiedette un'accademia po- denzialmente nella barai su cui viaggiava avc,·a110
polare di 3000 persone e la chiuse leggendo un discor- preso posto da padroni, s<"nz'avv,so nè intesa, due fi-
serto in lingua Khassi.
guri conosciuti come capi brigami, Durante il giorno
Simili omaggi si rinnovarono negli altri villaggi ns- quei poco grndiri compagni fumavano l'oppio e durante
samesi e raggiunsero la massima solennità a ShjJlong. la notte si sdraiavano comodi sullo sn·ctto tavolato;
Tornò a Calcutta il 6 aprile. li 10, si imbarcò per e Don Hicaldon<· doveva Jormirc aflìancato a quc-
Rangoon (Birmania) e raggiunse P.-nang il 17. Era i.il'individui !
ad attenderlo l'Ispettore delle case della Cina Don Ca-
Quindici giorni dopo, mentre viaggiava in barca
na?.ei. Da Penang, in treno, pussò a Bangkok nel Siam da Lok-Chong a Shiu-Chow, giunro n Jeng-Khai,
per vi~itare le residenze della Missione di Rajaburi fu obblifr.llO ad approdare da un grnppo di pirati
affidata ai PP. delle Missioni Estere di Porigi, chi: In con i fucili spianati. Per fonunn non gli fecero del male:
S. Sede aveva offerto a noi proprio quell'anno. Pro- dopo qualche scambio di parole, lo lasciarono ripartire
s~ul quindi per l'Indocina francese, Puonglenk (Cam- sen,..11 esigere nulla.
bodgia), Saigon, Hanoi e, imharcntosi ad Ifaiphon1t,
A Nam-Yun,t! ,,mministrò il S. Bauesimo a 7 uJulti
giun~e a Hong-Kong il 16 mo1<gio e il 23 a Macao. e durdnte In sama l\\lcssa li ammise alla santa C..omu-
nione che distrihu, pure a numerosi ui,tiuni. Ccmti-
nunndo ,I via1<g-10 fu sorpreso pili ,ohe in aperta cam-
In Cina e nelle Filippine. pagna d ,1i tempomli, e dovcne at1m\\'ers.1re torrenti
stranpat,, senza trovare cli che cibarsi. Il C>Jvallo a
Tre giorni dopo partì per Shanghat, ove si trottava un certo punti) non resse p,ù, e Don Rie"ldonc dovette
di trovare la via per l'opera nostra provarn con gro,·i proseguir<' .i p1c•d1, nonost:mte la sfinitezza.
difficoltà provocate dall'incerta situazione cinese; di
Da Lm-h.01w-llnw :1 Yeunl!-Shang pt'rcorse in
prosegul per il Giappone.
barca 140 km. m 4 giorni, m compagnia di ere pir.iti
Tra il 7 giull'no e ìl 4 luglio v1Sitò Tokio e la Mis- che vollero e~sc-re ammessi a bùrdo. Quando man.:n-
sione di Miyazaki, predicando gli Esercizi ai salesiani vano 20 km. Don Rin,ldon.- e Don Tloccossino che
della Prefettura Apostolica allora
:1ffidata a Mons. Cimatti. A Oita
assistette a una gara c.Jtechisrica
or~inale: concorrenti tutti pagani,
meno uno; vinse il trofeo un
paj:tano.
Dopo la f(ara vide con commo-
7Jone lo spettacolo di quell'Oratorio
festivo esuberante di vita e po-
polato nella quasi tor.ilfrà dn pn-
lf<)ni. Vi battezzò 7 catecumeni, trn
cui una mamma con quattro figli.
Coronò l'indimenticabile giornata
lm'accadernia, al termine della
quale rivolse paterne parole di
ringraziamento e di incoraggia-
mento che uno dei presenti tra-
ducevn in giapponese. A Miyazaki
invece si avventurò a leggere un
di.<;COrsino in giapponese che venne
attentamente ascoltalo e calorosa-
mente applaudito. • Il bello era,
commentava poi argutamente, che
rutti capivano, meno chi parlava J,.
li ,3 luglio giunse a Hong-
Kong e proseguì per Jvfacao, ove
predicò pure un corso di Esercizi
spirituali. vi~itò tutte le opere, e
preparò il personale per la 1\\-lis-
Don Ricaldone... Missionario in Gi.-,ppooe.
sione del Siam.
Dal 6 a1.,'0sto al 30 settembre, visiti) il Vicariato J\\po- lo accompagnava preferirono scendere a terra e per-
stolico di Shiu-Chow con il Servo di Dio S. E. l\\Jons correre a piedi il tratto rimanente. Ma, sorpresi dalle
Versiglia, predicando J!)i Esercizi anche a quei mis- tenebre, due volte sbagliarono il sentiero; e quando
sionari. Coll'eroico Vesccwo, che quattro anni dopo giunsero finalmente a Yeun1!-Sh.1ng, tr0\\'arono chmse
doveva dare In prova suprema del suo amore per 1~ due porte della dttà. Fecero allora il !!Ìro Jelle mura
anime col martirio, Don Ricaldone tnlltò a lungo 1 passando vicino al luogo ove giaceva cadavere un uomo
vari problemi della Missione.
v111ima dei pirati, e, 1rova1a aperta la terza porta,
~ 23

3.6 Page 26

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r·1u~itrns.•ro la resiili:111.11 missionario
Rettor Maggiore.
alll' ,lue di notte, lllil non poterono
Jnr,nirt~ per r~c:-.·l•<;.~Ìnl st;Jnchczza
Prcpar-.1ro d,1llu Divina P rovviderm1
Huornato ;1 :\\luc.10, 11 30 parti per
con unn conoscenza così vasta di tutte
M,mil.t, me l',mendeva il IJele<?ato
le Opere e ì\\lh,ioni salesiane, do un
Ap<»tuhco S. L. ;\\lons. Prnm. Ri-
capo all'nhro del mondo, par\\'e pro-
tornò p!)i ad Honl(-Kon!(, donde ri-
prio l'uomo preùc,tinato al i(O\\'emo
rrese l.1 via del Sium conducendovi
llenemle della Società Salesiana, nll11
un notevole gruppo ùi S,1lcsi,mi per
morte del Rcuor Mag!{iore D on Fi-
inrtu)i!urare delinni,11111cn1c la nuova
lippo Rinuldi. Perciò, i::Jj lspc11c11·1 e
mi,s1one. Giunse .,, R:mu-Nok-Kuck il
Dclef.('Jti, C<>mcnuti nnchc dulie più
26 ottobre; e il .Z(), ùnpo );1 S. l\\lessa,
remote reitioni, furono un:inun, o
cnn,acrò la ~lis,,iom· 11 :\\tana Ausilia-
eleggerlo Rettor ;\\l.,l(~iore, il 17 m.1g-
tric·c. li 2 nO\\'cmhrt', per Penan[?-
s..<io 193a. L'ele-r.ione plebi.sciraria cnn-
(',1ku11a fece ancnr.1 una rnpid1 ,·is,ro
fer-mò l'a,pet1.azionc non solo dei
ncll',\\s,;am. li 19 1,,scrù Calcutta per
Salesiani e delle Fic:lie d, :\\hmu Aus1-
Bnmhay, ove si imharcò per l'lwlin
liatricc, mn di lutti i coorcnuori, eic
)i!rungénùo a Torino il !/ dicembre.
allievi e um1c1, delle autorrrù eccle-
s1astìche e civili. tutti apprczzuruno
Bandisce la Crociata
10 lui l'uomo degno di essere il
I V Succ,.,,...,re di Don .Bo8cO.
Missionaria.
Dal Santo Padre Pio Xl, d" !IOHan1
e Cdpi di Srnto, da émÌnl'nll pcr,;onn-
Dr un , ia1:igm cosi 1m1>orronte e,L!lr
lità d'Europa, d1 Amene-a e d1 Asia
fclc rehnione nun ~nlo 111 Rc1tnr l\\1ag-
giunsero felicitnziooi che ri\\'tl,wunu
giore, ma a tutti r Cooperatori, sia
l'altissima stimo in cu i Don Hicnl-
ntcnwcrgo le corri,pomlcnze dd IJ11/-
done em tenuto.
lt-11ilw, sia con le intcrc,,,.antissime
Le dithcoltà eccezionali dell'epoca
nmfcrcnze che u,nne ,r 'l'onnu e nei
del quo Rettorato non fecero che dar
principali tE"atri d1 molte cittii d'lmlia.
riliern alk sue eccezionali qualità.
tlon11111,ntandole con film mi-.-.ionari
11 primo decennio è di-;unto da
d., lui stesso fau1 ii1mre nelle mis.,1001
un'intensa a11ivitfi intemn pc:r la for.
\\·isirntc, che susc1wrono i.:rande am-
mazionc relif.!iosa dei Solesinni e la
miru~ione e amore per la l\\l issioni
Rcllor Ma111!iorc.
disciplirw del loro apostolato. Volu-
in lrnlia e all'estero.
minose circolari impartirono le norme
( ·ompilò qumdr un uppo~ito hhrctto,
per l'applicazione dello spirito d,
diffuso in centinaio di mil(li;iia di copie, per l.mei:ire Dun llo,co in rutti i ~cuori
qudla CrocU1t,1 .\\[1nrnr,orw che diede ranll frulli fin
A1 cooper.1ton è p1u noto l'impulso dato 31!'h Om-
,.I.il rrimo anno e d1e contmu,1 ancora 11,:t1t1 11 ~u,teoer-e 1ori fr,ti,·i, all'organiu.azinne dC1?li C'- allie\\'1, e lu
l'opera provv1denzi,rle dcll,1 d,lataz,one dd l(t>(!'no di (.'rf)('ra/tr f.'nted,istira mtraprehd per lll?l!'iomare e diffon-
Diu nel mondo.
dere, secondo le di, ettive ùellu Snnta Sede, l'm~c~na-
h1 un viaggio d1 •~IW7.r!>nt' e dr espuns,one: v1s11/1 mcnm delh1 Heli,(ionc. A ~er\\'1z10 della Con J:1rt'l!'(1zion e
le opere, rinfn:rnc-i1 i 111iRsiom1ri e li rncor,11.u(iò o ~upc- e uclli: l>io,esi egli cn•1'1 l'Uffa·in Ccntrole C11tL'Chi-
ru1 e le d1fticoltil che il duna, l 'amh1en1e. 11li usi, h 11tico ~ale•rnno e L, Lrbrerin dellu l>ottrinu Cristiuna
l111gu11 t; soprattullo I I mentlllità resa tenace tlu una qui l'olll· Dun Bosco.
('1\\'lltÌ1 plunmillen.ma nppOnt!ono al Ja,·oro J1 c~uns:eliz-
In p,m tempo curò la prep,,raz1one di sacerdoti
y,.1rinn~ Si prodii:i1 in \\·Ìtt{~i. ,·isite, CQnf,.•n•n,;t•. pre- l>ene attrezzali all'apo,tol,110, al min.ì,,tero e all'in,e-
dn:aziune di l:sercizi ~11iri1u.1li. P:irt1,olar111cnte Irut- i:namcnto, imprimendo auli studi l'impulso rnluto
1m,sr , con"Cl!ni mi,sion,ui, m cui 1r,1111'l dirc11,1mente ùull'mdi111c11111:,1lnle Pio X l finn II ottenere dall11 Santo
1 prohlerm locali d,1mlo sO~l!C d1rert11·c per l'applica- Sedi• lu p1u aui:usta 11pprnn1z1one con l'erezione del
zimw ùcllo spirito d r Dun Bosco rndw nc lk nostre Pontrfi,·io \\teneo S,r lcsiu111,. E rcr favorire In cultu n:r
l\\1,ssion,.
dei l\\.l mr•11 i del Santuario, comp letò ,I rrogronuuu
\\'i,tl(l(il> in battello e III h,1rca: ''Wf(J.(1 qunnu, ma, .Jell'upo~ml,110 ùdla huun:i ~tampa con la fnndaziom·
noiosi e sfibranti per la manc:inza di movimento, per dello C:nrm111 Pfltr11111 Sa/,.rw11<1 f' del periodico Sa{~-
,I c.,IJo ,offo..-.anti: e per l,1 oompaa.1nm nun sempre !l'rn- '"'""m
<lu.i. In barca percorse oltre 730 km. Altre m111liaia
La Cmonizzazione d, Don Bosco e la Ile-Jtificai1one
d, km. fece in treno, in HUIO, a ca"allo. sull'ckfonte. d1 l\\1.1Jn i\\l.1:aarello a.1h '"p1rurono l'audace 1mrrc;i.1
in \\"Cllurc rirate da huoi, in pormntinn, a predi Il sole dcll'nmrlinmcnlu dell., Hasrlirn d, \\lar io Ausiliatrice,
trorrctrlc, il culdu •ofTucante ù i !{iorno, e ~rcsso .m - alla tJUale po~e mano frdi,ndo nelln IJivina Provviùen-.m,
che d1 notte, gli ulinwn11 diversi dcù nostri, le sc-omo- che premiò ampiamente lo ~u11 fiducia.
ùità dei viaggi, delle rc~1tlcnze m1ss1onane e dei ru.:o-
Monumento della sua n111vitò rimanguno te nunvc
"eri notturni nei quali mote volte ~ostò dormendo fnnduz1om ~he in meno dì vent'anni assommano o
per 1crn, le zanznrc e multi altri disagi diedero ,,Ila 407 01~e sah:siane e a 64<, dcli., Fil(he d, l\\taria Au -
•u,1 vi,itn l'imnrontn di un \\'iUgJ?io verumente upo- s,liutrice. (Juundo fu eletto Hettnr '.\\lagg1ore , Sale-
•rulÌl'O
siani t'raou 84 r I e le Fiitlie d, l\\larirt Ausiliutricc 520~.
24 -

3.7 Page 27

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Oggi, alla sua morte, i Salesianj, compresi , novizi,
sono 16.364; le Figlie di Msrin Ausiliatrice 13.580.
Re Vittorio Emanuele lii, di motu proprit1 lo no-
minò Cm,aliere di Gra11 Croce dell'Ordi11e della Co-
rono d' //olio, decorandolo del Grau Cordrme, con
decreto del 6 dicembre •9H- E il 21 aprile 1938 ;:Ii
riconobbe le i;(mndi bcm·mercnzc nel rumpo delle
scienze ai;irarie conferendogli In Stella <l'On) t1I lllr-
rito R11ra/e, con Diploma di Prima Classe. Cosi il
25 aprile 19.,0 premiò in lui l'apostolato educativo
della Società salesiana con la Stella d'Oro ,il m.-rito
della Scuola.
Omertiamo gli altri solenni riconoscimenti che gli
vennero da varie nazioni estcrf", società e accadetnie
scientifiche.
Il programma della sua att1v1tu susc,tatnce e orga-
ni.-,zarrice contemplava un imponente- sviluppo, spe-
cialmente nel campo degli Oratori e della Crociata
Catechistica, in occasione del Centenario dell'inizio
dell'CJper-d, 1941. Ln guerrn lo rirnrdò, stroncando
punroppo quant'era gi:ì avi inw accumulando nel
suo cuore esacerbato inennrrabili dolori: istin1ri distrutti
o confiscati; Snlesiani e Figlie di :.\\faria Ausiliatrice
dispersi, randagi, affamati; rm-
chiusi m cump, di concentramcnw,
1rnprigionnti, maltrattati e truci-
dati; gioventù sottratta alla loro
educazione e variamente vessata e
se\\'iziatn; cooperatori e coopera-
trici martoriati; mt~s1on1 e opere
paralizzate! ...
Oasi di cielo in mezzo a tanti
dolori venne nel 1943 la sua l\\lessa
d'oro che, sebbene celebraw in
clima di guerra, riusci una gran-
djosa manifestazione di affetto e
di ammirazione da parte di tutti
i componenti la famiglia salesiana
che in quei tristi anni furono in
grado di venirne a conoscenza.
Altre sorgenti <li ineffabili con-
solazioni per lui furono la Beatl-
fic:,zione <li Domenico Savio nel
r950 e la canonizzazione di Santa
Mnri:1 MazzareUo nel corrente
anno: in quelle occasfoni lo ve-
demmo cosi radioso che oggi, dopo
la sua scomparsa, ci viene spon-
taneo pensare a quelle due date
come a preludi di 1,.,audi celesti.
il ricordn dell'imtnens11 ben,• fatto da 1111 sì saggio e
.<rm/o Superiore al no.Hm lstitu/lJ, che egli rn11 ta11la
hene1·0/enza
sole,,a
rlnamare
i/ 1
'
,·aro l.stllulo ";
i•aiuto
cintoci 111 tutte le 11wlrepliri rirrosta11:::t> in rui siant.11
rimrse n l,11 per ro11.1i;:!i1J ,. per oJ,poggw; I, sagge
rlire11ivr con cui c1 ha u111pre Ìlldiriz::ate e uuidare; lo
/>11/emità di rn1 ci è s,•mpre .<lato largo. No11 è pn.ui/Jile
dire 1111/0 quello rhe d11 /11i ohbia1110 ria1•ur", 11r la 110-
.rtra ricrmosre11::.11 v:arrrì ma, a ricnmbcar/rJ; r:nll.{n a/we11u
lfl 11ostra preglun·t1 •·
Un ultimo dono \\'Olle concedergli il Signore nspar-
miandogli la decadenza delld \\'ecchiain. Don Rical-
dont: morì sulla hreccrn, ancora vigoroso nello spirito
e gagliardo nel lavoro. Lal'oratnrc cccczi,male, non si
~mentì neppure sul letto di morte. Pochi A10rn1 prima
di 1norire1 giù graven,cntc malcuo, voJle l'ontinuurc .1
correggere le bozze dcli.i sua ultima grnntle op-,rn
Dou Bouo Ed11C<1lorl', finchc, vinta dnf mal..,, la n1àn<1
srnncn si fermò.
Ancorn una volta si avYeravn la 17.trofa del ~amo
Fondntor<.': Quando av\\'errà che un !ìafes,ano mw,ia
per cecessivo lavoro, la Con1,?rc~nz1<1n,· avr:) rirort,Ho
un grande trionfo
·
Nel chiudere questi cenni non
pO$SÌamo dimenticare la preziosa
auività svolta dall'indimenticabile
nostro Rettore quale Delegalo Apc-
stolico delle Figlie di Maria A11s1-
liatrice. Nella commossa parteci-
pazione della morte alle Suore la
Rev.ma Superiora Generale del-
l'Istituto scrive: lo set1to il bi-
sogno di richiamare a me e a ••oi
Don Ricaltlonc ~crillore.
- 25

3.8 Page 28

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. . ~ ,,g.,. ~ )_
lllLlllllllll <Qa,,dida
Papà L1111:i: gn111 l:wor.ttore, ):?r,1n c.,ttoli,;one, 1111-
Al mc.-.., dei \\'cspn sospcndc,11 e si foccva premura
stero. • Lo ,-idi pianj?erc una solJ n1lt,1, quando tur- di invitare tutti a lasciare il gioco p,•r antl.1re in chiesa.
nai dalla ~pagnll, dopo che la m:1111111:i cr.1 molta. En-
trni in t'!bJ e p:ip:, m1 :tccolse con qut-ste sole parole:
• Era una 11an1R - ~clamava pii, tardi Don Rieal-
- Son c'è p11i, - h ,lue l:tcrime irli i-okaruno le iru:.nce. donc - e mo rinnescc di non uva potuto fusare per
;\\la subito si riccnnpme •·
i~critto tanti cpisodi edificunu~simi, Non potei farlo,
esscndmni 111ln111;onu10 troppn l(invunc dnlla caaa pa-
Ebbt• stmprc 1·1or·1 chl" In beata innocenza del suo temu e pm anche dull' Italia•·
Pidri11 nnn fosse 1wr nullu turhatA. Trun1v,1 modo di
allontanarlo htll,rnwnr,, d,1 situttzmoi, dJ convcrsnzioni.
,hevn ~cmpre vivo il riC()rdo dea Novis~imi. , Pa-
Ja eventi, d1t· polt~s..-m influire sm,~trnm.-ntc 'iUlla zienza I - ,nlevu dire - Jopo tutto andremo a ripo-
,·er11ine anima .tcl tì1tliuolo. IJon Pi,0 1ro J.(lienc serbò 'lilre alln rt11111li11n • /localicl adibita u <.:imit<·ro).
eterna ric,.,nn,.;cn.u, parlandone con .1IT•:1tuo,,a urnrni-
rnzione per si alto !Wntire e crisrian<> rispetto ol fan-
Che ~pirito di fede! l'na volta, vicino alla ,•en-
ciullo.
demonia, una acmr<-"Sta Ieee ~correre il mosto per le
vil!n.-, lmmal(in11r"i l(li uomini I l..n mnmma si limitb
l'omo J.,lb fibm monl<"rrina, Una voha si ,enti a dirt•c • Ptct.(hiamo... Ah, i nostri peccati I•·
male: t:lrn,sc .1!1:1 m:ommo una scodcll'1 dì brodo. Gli
fu portatn, ,on nn,1 I\\ ,1 11iì1. AJlorn tlomnndò un dito
Don Pietro ricordava pure che, il'invt'mo, dopo la
tl, vino, ma di ,111el/11 là. \\'enne per l'uppumo dal!', in- cena si riunivano tutti nella stullu: le- donne a lm·o-
fernorto • E 1111\\ nl'i brodo un dito tli \\'1no; e 1mi ima rnre, 1tli uomini n convcr~.ire, i nll,(!17.7.t n divenir«,
sorsata di quella mi~cela. Poi due dna, e un'altro sor- fino u cadere: dul sonno. Quando l:i mamma si accor-
sata, ln hrc-n•, tunn la bottil!lia Ji un litro ,1ndò a gc,·n che il fiuliuolo era mezzo a<ldnnTicnt:nto, lo tm-
tìnire nella aco,Jdla. Alla fine restitul diccndo: • Gra- scina\\'a o lo ponarn a ripùso, Frattanto lo invilll\\':1 11
zie, Cm,dùlin: il tuo hrodo ha fatto proprio hene •· dire le preJihicrc: ma sl, gli era impo~ihile tenere gli
occhi aperti. E la mammn, amornolmentc· · Ah. P1-
Si ac<..-Ol'l!C una vnltu che P,dnn (dnrantt• le mc,mzc tlrin.' Prnsi !Klltnnto a giocare, e non n prc1,.'llrc, Suvvia,
autunnali) fnccvn do mala vpgloa il comp,to tbrogli ripeti con mc iilmeno l'invocnziont• A S11n Ciuseppc:
dal cui.:ino, incadcnto di fargli un po' tli rip,•ti,iom,.
Si Jjmitò t dir11l1 • Domattin:i Vt•rnu ,1d .11-ure ;_ E
cosi il ru14,1zzc11u dn,·ctte al7.ar5i ali-, + e guodnrc i bulli
all'aratura, mentr<' il padre teneva l'arutro
,','r111 Gi1m•ppe r ·,.,r,,m·/111,
(,'11ftotle di \\la,,,, e (,c.111 h<'llo,
f.'11<111disr1 l'mnmu e 11 rvrp,, """•
11Umd1} mm ojfmda il mi" /)jr,;
Gli rima"e 1mprl"SSa per tutta la ,·ira fa ,ana ,1llegr1a
della wndl'mmia sui colli monferrini, e lip..'<'.ialmente
il lieto ritorno sul carro ricolmo d'uva trii i cori fe-
stanti dei \\'endc:mmi.-ttori. Tali rimcmhran✓.e gl'ispira-
rono poi, a Cunelh, l'odattamento • vl'n,kmmi~e • alla
musica vcrnnwnre r,11mfri11a di l\\-1agn,, Giuon,1 •:
Vwa I'.-/111t111nu - dolu 1tag1on,
In rire1°,1 111 Sacramrnt11,
prr morrrt' p,,, ro11Jn1to,
rt ricordo di que,,te semrlici, mn ~lil:!iosissime
espressioni n1>prese dalle labbm matt'rne, commo-
veva nncom in que,;ti ultimi tf•Orni il signor Don Ri-
caldone, specmlmente quando le ripetevn sul letto
dei suoi dolori
dnlu stflqwn - dt!lla -uendt!ntmia oh!
li Collegio di Borgo prama si ll'OVIIVII I rvrirabello
nh! olt!
ed era sorro wmc Piccolo Stm1mm11. <:o,icchè era na-
ecc. ec<'
turale che di li 11i passasse al Seminurio dt Casale.
Lo zio di Don Ricaldone - uomo di J(r&n consiglio,
Don Fascic, Oiretrore Generale drgli Studi, a Pe- sacerdote ~cmplarissimo e stimatiisimo an ;l,,ljrahcllo,
nango, si di,·crtiva ,, interpdlare il f,rmi~lio Pnwera: giù professore di Teologia al eh. &netti dellu cas.i d,
• Com'era Don Pietro da piccolo?•· lm·uriuhile rt~('>U'lta, Mirdbcllo - quando il nipote p:•~•Ò come chierico al
nel curatreristicn 1li,il!.'tto: • Dun Pietro a l'ail srncc grande Seminario, uli fece un rcRulo, che onflul su
c'me 'n l11iu (Don l',erro era sveglio come una faina). tuttn In sua vitn avvenire: In Sm111r1t1 di S. Tommaso.
Grazie tuia Somma, il vi\\'aCe ongc11no del chierico non
Mamma C:inJidn: vera reg,nn di ca~a.
si perdette dietro alle filosolic! del momento; ponderò
Il pOmeriggio Jdl" domenica, mentre i fii.ili giocavnno bene la sua voca1.ione: fece tes<lrO a V11l,-alice dell' in-
alle bocce (specialmente
ad allenani al benal(lio,
~l'i?namento dd crlebre teo-
lol(O Don Pi.cena: diede
colpendo a volo la boccia
con ..apra una pkcoL1 mo-
" Pensare bene d1 tutt,.
alla ~"" vivacità orntoru
un solidissimo fondamento
neta), la mnmmn leggeva
In Filotw oppure il Bolltt-
tino Sfllesù11w : Il· u111che
sue letture.
Parlare bene dr tutti.
Fare del bene a tutti."
DON RICAlDONF.
dottrinale: lo attrezzò a fare:
i ~u<'c11si rnmmenti delle
Str~mu f('nllan,1 • Forma-
26

3.9 Page 29

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SIP'lll~AGILII ID Il ILUCIE
Bontà JJOterna. - .Nel 1944-, durante la guerra
Ascemlente e fnsciiw s tti y fo t,a11i. - Don R1-
partigiana, un confratello sacerdote venne arrestato, ri- caldune era diacono e Iavurarn nell'incipiente Ora-
tenuto colpevole di non commessi reati. Don Rical-
dooe, appena lo seppe, mandò uno dei Superiori mag-
giori a visitarlo e non si diede pace finchè col suo
torio d1 Siviglia. La itioventù del rione cm più che
turbolenta. Prospiciente la chie!'a si stcndcvn a perd1m
<l'occhm unn ~pianata che in certe ore del giorno si
altissimo prest~io non ne ottenne la liberJziooe. Sa- trasformava in un campo di battaglia nel quale si
putolo finalmente fuori del carcere, per quanto an- affrnntavnno, armati <li rnhuste fionde, due orde di
cora a domicilio contto in unJI ca!'B salesiana di To- rul{azzi per riso!, ere con lo pietre le loro rivalità rio-
rino, alle 8,30 del mattino eni già là per stringersi al
petto il figlio, vittima innocente. Alle espressioni di
meraviglia e di confusione del confratello per tanta
nnli. Un 1?iorno il di:tcono Riea ldon e , ide, passando,
una fiera zuffa fra qucllt: canaglie. Cacciatosi in mezzo,
fece sospendere la mischia. Quindi ne prese in brac-
degnazione, Don Riculdone rispose con naturalezza: cio uno che grondan1 sanl{ll.. da una larg;, ferita e Io
• La 11.1a vita mi sta n cuore quanto In mia•·
portò in u na barhieri,1 e mentre Io si medicava, fuori
J!li avversari sbraitavann bmndendo i cnltelli.
Fu allora che a Don Ricaldone ,·enne un'idea ,::e-
A un sacerdute che si lamentava molto del IunJ.(o ninle: disamrnre qu<•lla turba bellicosa.
tempo che doveva trascorrere lontnno dalla propria
Approfiuò del mese di rnagg,o predisponendo abil-
casa, essendo destinato alla vita di propaganda, cercava mente gli animi al ~acrifìcio Llllll seni f'(Ji propose
in mille modi di far coraggio. Quando però s'avvide o tutti un bellissimo fioretto che sarebbe tornato l?rll•
.J
che l'interessato insisteva, non gliene mosse rimpro- ù1tissimo alla i\\ladonna: offrire ,1 lei k fionde. Far.se
vero e t,mto meno arrivò n una imposizione appellan- neppure Don Ricaldone si aspettava l'effetto miracoloso
dosi all'ubbidienza rcli,riosn.
che ne segui: oirni uiorno ai piedi della \\'crgin~ si
Non per queste, diminuì la sua patema l>cne,·olenza ammucchiavano le fionde a centinaia, sicchè alla fine
verso di lui, anzi non lasciava passare occnsione di del mese se ne contarono parecchie miiilinia, poichè
:..
ringraziarlo per 01tni più piccola cosn.
<'ia~cuno ne possedevn più di una. Allora quelle armi
Ogni tanto perb gli diceva sorridendo: Ti procu- giovanili furono portate in mezzo al cortile e con grande
reremo un buon paio di scarpe perchè possa ripren- solennità, presente gran folla, vi si appiccò il fuoco
dere a camminare•·
e se ne fece un bel falò, quasi sacrificio in onore di
••
M11ria Ausiliatrice.
In tutta la città si fece un gran parlare <lei fatto e
Agli inizi, l'attività del Centro Catechistico gravava di quella figura slanciata di giovane prete dal'(li occhi
su pochi individui, i quali, alcune \\'olte, per l'urgcnr.a vividi, che esercitava sulle masse giovanili un fascino
di determinati lavori, si vedevano costretti a veiiliare nuovo
fino a tarda notte. Il buon Padre a una certa ora scen-
deva dal suo ufficio e bussava nlfo porta.
- Figliuoli, è ora di andnre a letto I
- C ancora parecchio da sbrigare e poi... l'esem-
p io ce lo le i !
- Prima la salute. Solo quando avrete la mia età
potrete permettervi il lusso di lavorare anche di notte.
E p d i una volta tolse loro d i mano h1vori ur-
gen ti che a l mattino dopo restitu iva, dopo d'averli
revisionati lui stesso con l'accurntezza sua propria.
Dis ìun>ll1.o-a .
10 )!iugno 1929, il giorno
dopo la 1rnslaz1one di Don Bosco d~ V:1lsnhce a Val-
docco. Alla Fini si vide uno spectacolo unico· Ero.mi
Cardinali, numerosissimi Vescov1 e 1\\1,s.sionar, erano
presentati al Scn. Agnelli da un semplice prete. Erano
i Prelati convenuti a Torino per le feste della Beatifi-
cazione <li Don Bosco. Don RicaJdonc ne fece la pre-
sentazione osservando come tutto il mondo fosse ivi
rappresentato. Infatti con i Prelati it.iliani e stranieri
••
Una voltn, non potendone più, un l(iovane sacer-
dote gli scrisse una luni;:a lettera, pregando di essere
mandato ovunque, anche a compiere il lavoro più
umile, pur di non dover stare inchiodato a tavolino.
• Druvo - rispose - ho letto attentamente. Fa'
sempre cosi. Quando hai qualche dispiacere sfogati
con me, vedrai che passerà tutto. E ora ritorna tran-
quillo al tuo posto; sai che il Rettor Mai,miore ti è sem-
c'erano Vescovi, \\'ican e Prefetti Apostolici che veni-
va.no da diverse parù drll'Asia, dell'Africa e dell'Ame-
rico. Il Sen. Agnelli diede loro il benvenuta ricor-
dando di aver conos<·ilH<• personalmente Don l:losco,
la cui • immal-!ine illuminante - disse - parla sem-
pre al mio spirito•.
Qualcuno dei presenti, vedendo la disinvoltura di
Don Ricaldone in mezzo a quell'illu~tre consesso,
disse: • Quel prete dev'essere p1u d1 un cardinale t .
pre vicino•·
Verso il medesimo ebbe ancora poco prima <li mo-
rire un ultimo t.mtlo di paterna delicatezza. ~apcndo
Nell'anno 1927, mentre v1sitav.i le i\\liss1on1 della
che era molto stanco e che ciò nonostante si trnvava Cina, seppe che il Dirctture della i\\1issionc si trovava
in1pegnato in un grande congresso, scrisse a quel Ve- m imbarazzo per l'accoglienza ad un /.!rande personag-
scovo che non lo fa~sse lavorare troppo e avess<" cura gio inglese, che era stato annunziato. Don Ricaldone
della sua salute.
si accinse subito a togliere dall'imbar.uzo il buon Oi-
- 27

3.10 Page 30

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rettore. Chiamò a st') i cinesini e cominciò a insel!rutre
a cantare in piemontese:
Che /,.,/ 11asl11 t'1ì /',i 'I Jur1111ghl11,
che bel 11as1Ì11 c'ri l'à 'I frtm1i111i11...
In meno che si <lice Don Ricaldone aveva insegn.1lo
parecchi canti in dialetto piemontese ai ragazzi cinesi.
Arrivò il personaggio, un saluto e poi «musica ,.
L'Ambasciatore restò conquistato dal cordialissimo
ricevimento e domandò che lingua fosse quella. t La
lingua materna dì Don Bosco 1, rispose prontamente
Don Ricaldonc
l ,utiltà . - Quando s'iniziò la pubblicazione della
popolarissima ~ Collan1 Lux,, egli stesso siabili che
oµni libretto fosse giudicato da umi commissione che
doveva pure rndicare !{li eventuali ritocchi.
Anche per , suoi lavori non ammise alcuna ecce;c,ont.'.
lino di questi: Si dice... subì delle vere mutilazioni
e [orti correzioni. Quando si vide presentare il ma-
noscritto ridotto in quello stato: • Già - disse scher-
zosamente - si \\'ede proprio che il Rcttor l\\fa1ig1ore
srn di\\'enrnndo \\'ecchio e non sa più tenere 111 penna in
mano... Voi tnvece, l(iovani, S'1pete tutto, n, cte stu-
diato i libri grossi... ,,.
Ma poi, facendosi seno, soggiunse:
, Avet<' fatto bene! Anche il Rettor ì\\1aggmn: deve
stare a quanto si è deciso: la legge è uguale per tutti •·
E accettò, senza discuterle, LUrte le osservazioni.
lor chiaro.· Si trovav" in ~m·ti le duran te la ricrèazione
con un L{rnppetto di altri quattro o cinque coadiutori.
Doo Ricaldone naturalmente ero l'anima del gruppo:
parlava, interro,gavu, scherz<1va sapient~numte con tutti,
mtno che con quello Jul cnppèllo chiaro. A un ceno
punto costui se ne accor1?e e dice al Superiore che lui
pure è confratello. • Tu confratello? - glj dice Don
Ricnldone - impossibile, con quel cappello I... Al-
lora l'imputato spiegò che dovendo partire, ed essendo
sprovvisto del cappello, il Prefetto lo aveva provvisto
di denaro per comperarne uno e che egli non trovan-
dolo nero, lo aveva preso chiaro.
Bene, - dis~e allora Don R.icalùone - tutto spie-
gato; e tu, - disse al sacerdote presente - faglielo
tingere• e cominciò a scherzare anche con lui.
L<ibo ,-iosità.
Un anno prima della morte
un s,,lesiano anziano fu ricevuto da Don Ricaldone.
Approfirtando della fomiliariti1 con cui il buon Padre
lo accolse, !-!li disse • Sig. Don Riculdone, ieri in-
contrni il medico che saliva da lei cd ebbi una forte
tentazione. A,·rei ,·aiuto fermarlo e dirgli: - Signor
dottore, scriva al sig. Don Ricaldone u.n3 ricetta che
sarÌt certamente efficace: gli dica che spezzi rutte le
penne I•. IJon Ricnldone sorri~e e disse: Hai ra-
gione sai, ma 110 ancora 1nnti lnvori tra mano: devo
correggere le bozze del tal libro, poi ho ideato il tal
altro lavoro... Del resto - soggiunse - sono in buona
compn11nin: anche Don Bo~co lavorò fino a ll'ultimo•·
Solitl111·ict1ì. - Net pnnu anni del suo Consi-
glierato professionale Don Ricaldone aveva molto a
cuore un11 certa iniziativa. Ne nveva parlato confiden-
zialmente col segretario; aveva scritlo nella Spa-
gna, aveva già ottenuto quanto gli occoircva pe1 la
reali7,7,nzione, nella cenez7,a che il Capitolo Superiort'
avrebbe approvato a pieni vot i. Invece, portata la
cosa in Capitolo e discussa, l'idea non venne appro-
vata. A llora e~li non ne fece più parola, e al segretario
che gli chiedeva perchè non attuasse la sua idea, serrna
accennare mm,mamente nl Capitolo, disse: Ho pon-
derato meglio la cosa e ho trovato che non merita di
essere attuata•
Egli, per principio, faceva sempre rigorosamente suo
quanto venisse dPciso in Capitolo.
, Ge loso cm1sc1Tat01·e d ello .~p;,•ito d'i Don
H osco, - Eletto Rettor Maggiore, volle regalare
una delle sue primè visite ali' Istituto Missiona-
rio d'Ivrea. Superiori e giovani !-!l'improvvisarono
un'acco~lien7.a affottuosis.sima. Quando cessarono gli
evviva, Don Ricaldone fece cenno di voler parlare e
sorridendo disse: lo indovino che cosa pensate in
questo momento. Chis~à - direte tra di ,oi che
cosn ci dirà di bel lo 11 nuo, n Rettor Maggiore? lo
vi dico che se camhias~i una virgola di quello che ha
fatto e detto Don [losco. guasterei tutto. Perciò, cari
figliuoli, ecco la parola <lei vostro Rettor 1\\1:aggiore:
conserviamo {!Closnmentc lo spirito e le tradizioni di
Don Bosco•·
Correggeva con una abilità tutta sua qualunque
stortura venisse a c.:.onoscerc, anche in cose non uraVi.
Parecchi nnni or sono un confratello coadiutore mis-
sionario era arrivato a Torino con un cappello di co-
.1\\ 't>ssm, tai·oi·o è iynobile.
lfn giorno
Don Riraldon" ,·isitn una casa s~ lesiana del Piemonte.
I Superiori gli offrono la stanza più bclln, una sa la
con ~tue-chi e affreschi di antica casa gentilizia. Pas-
sano i mnfratclli a pnrltue col loro Padre. Tra gli nitri
un chierico che hn una peno da confidare a l buon Pa-
dre. Davanti al Rc1tor Maggiore e in quella sala esita
nlquanto, ma poi, vinto dalla bontà accogliente e scher-
wsu del Superiore, si fo coraggio e man ifesta la sua
spina: • Si_g. Don Ricaldone, è il terzo anno che mi
tocca scopare i luoghi di decenza I...•·
Oon Ric.1ldonc lo ascolta, poi gli dice sorridendo:
, Voglio raccontartene una. J\\llcntre mi trovavo nl-
l'Oratorio di Siviglia, in un tardo pomeriggio, gli ora-
toriani erano tornati alle loro case e io stavo facendo
pulizia ai luoghi che hai nominato om. A un erano
sento un vociare di raj:!8zzi, rientrati nell'Oratorio, che
gridavano: - Don Pedro, la Infanta! Don Pedro, la
Infanta! - J\\,Ii affacciai ne l cortile, e pensa come ri-
masi quomlo mi ,•idi da\\'anti In Principessa reale, ch e
nella su., p1ssegginta serotina si era degnata di far
fermare la carro7,za e scendere per farci visita! ,.
Il chi.-rich~tto sornse e si nffreuò a cambiare di-
sconHJ
Racconta un e, allievo di Siviglia:
Nei primi anni in cui la casa ospil3va un gruppo
di gJOvani poveri. un iiiorno venne a trovarlo u na be-
nefattrice. l\\lemre giuco. in cortile, mi si avvicina e
m1 prega di cercarle Don Ricaldone lo giro per la
casa, ma inutilmt'nte F inalmente lo trovo in cucina
m tenuta di cuoco. intento a preparare il pranzo.
- Vado subito - mi dice - ma tu fermati qui e
sta attento a non lasciar hrucinre lo pietanza e a non
lasciar mancare il fuoco sotto la nent(>la ,
28 -

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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• Accetto la consegna ed esrli va n dar udienza nlla
~ignora, Orn non saprei dire quale attrattiva mi abbi,,
riportato jn cortile, so soltanto che quando Don RicJl-
done torni,, la pittnnza em brucinrn nella padl'!la ~ il
l'uoço sollo la pentola era spento. lo nttcndevo il ITl<:n-
rato castigo o almeno umi sl{ridata, invece si limirò a
dirmi: - Peccato I dtl\\'rcmo ritnr-
dar" il pm.nzo. - E con tutt,1
naturnlezza si rimise all'opera ,.
sono per noi l •: e fecero piau.a pulirn. I.:i buona si-
gnora ebbe un momento di sconcerto, ma po, osser-
vando il sorriso espressivo di Don Ricaldone, comprese
1utto e fece huon I iso a cattivo ~ioco. Uno dei pic-
coli però, con ini;enua delicatcna, 1:orse a uffrirc .il
festef;(giato il suo bottino: un dolce che gli co lava lrn
Primavera 1920. La IV ~nma-
sinlt• dell'Oratorio ili Valdocco.
mentre assiste alla l.,zinne d1 ma-
tematica. viene distraw1 Lia n>lpi
vigorosi di maz:rn che salgono dal
sottostante orrn. li professnre, al-
quanto impa7,icnt1to, si sporge dalla
!Ìncstra e un , Oli!• di meravil,!lia
i:rli sfuJ.(ge spnntanco. l\\ell'orto c'è
Don Ric.ùdo:-ie che stu ini?ìand.n
i laYori per la 1trandios>1 mostra
professionale e ai.:r icola.
Ln pii,na ,•ignria dei cinqunn-
t'anni pou~,·a :tl!nra faritli Llim<·n-
ticnrc la sua canea di Direttore
Genen1k delle Scuole professionali
e 8,l?ricole. !\\la quando alla fine di
110,•embrc- del 1943 ,·olle rc·carsi a
diritterc personalmente lo sgom-
bro delle macerie nel Pontificio
Prt,cecluto dagli Ecc.ml Vescovi Salesianì e seguito eia S. Em. il Card. Fossalì.
si clirl~e all'alt,ire per la McssJ cl'Orn
Ateneo Salesiano, facendo tranquillamente " piedi d
rmtro Valdocco- Via Caboto. sostJndo nlle correnti
d'aria create dalla mancanza dei vetri e dai varch1
lt: dna. s~l!ll,t cli f.1m1ulL1, di quelle famiglit· ..-1,~ lJun
Bosco ha saputo forman• nnclw tra 1 ragazzi dcli.,
strada 1
,tp<'rli cl.al hombardanll.'nto. i settnntatrè anni cran"
suonati.
Eppure chi lavornva 1rn i c,ilcinacci vedt'v,1 comp.1ri1 ,·
ogni tanto tra il poh•eronc, Don Ricaldnne che recava
col sorriso paterno, qudehe supplcmcnto-rnziun.: eh,·
placasse l'appetito di qu.-i temp1 di razionamento
Durame la guerrn, dopo u.na notte di homhard.amenu,
un parrocu di Torino dw nell.i notte ave":, a\\'uto 1<1
chi<'sa e I I canonica bombardata, il mattino di buo-
n'ora si ,ede arrivare un biglietto di Don H1c:1ldone
nel quale l(li diceva che avrchhe potuto sc,•glicre tiua -
Fi11ez::e.
Primavera 1932. li Liceo Vnlsuli, e
si recò in massa a ,·1sorare la Scuola agraria di Cu-
miana. Quando 'iupcriori e liceisti ,·i giunsero, ebbero
una sorpresa che li recc slrabiliare. Il Rettor Maggiori
si era recato I/, appositamente per trovarsi n ricever!,
e accompagnarli lui stcS-S<l nttra, erso i mod,·rnis9im1
locali e l'ampia tenuta dando loro spiegazioni "tte u far
capire l'importanza tlelle tru~fornrnzioni compiute in
uno dei p,u ini::rat1 terreni di aziende. che oggi dii
Junque casa sa lesiana, Sil'uro dì trovarsi a casa sua.
Qud buon parroco r;1ccuntan la cosa lacrimando di-
nanzi alla sa lma di Don Ric<1ldonc.
L·n canonico lii Torino. la cui abita1,ione era rirnns.t.:l
gr;ivemt.'nte s.inistrata l.1 stessa none. il 11iorno dopo
si ,ede arrivare l'in,:. \\'alot1i, l'an..hitcLto dell'amplia-
mento dell.1 Ras1lic,1. d,., g"/i dire di aver avuto ordine
da Don Ricnldonc di fure un soprnluogo p.-r n·dere
4uah lavorj urgono e n1:.1ndnrC' i 1nurntor1.
ogni prodotto, compreso il vino ,, l'uva.
J>muìnio ,li .si•.
'\\'c:lla notte terribile del
Ge11ero1~ità. - 28 maggio 1893. 1<iorno dell,
prima Messa di Don Ricaldone, ore ">· I giovani
orntoriani di Siviglia sci,11navanu dall'Orntorio effon-
dendosi c l 1n1oros1mente nel sa luiarc il novello Sa-
cerdote, il loro Dun Pedro•· i\\fa ,•rJno app.,na usciti
in istrada i primi h'fuppi, che videro a,·anzars i un:1
cooperatrice a loro ben nota, accompagnaro dalla fan-
hombardamenlo che ci prl\\'Ò del paluzzo delle camerate
per gli studenti. Don Ricaldone si trovava con noi
sotto la Basilica d1 \\!aria Ausiliatrice. Allo schianto
della bomhA fatlllc, tn·mb rutto il rifugio e sembrò
che ci dO\\·esse seppell ire. Don Ricnldone, dominandosi
completamente, mt1rmorò soltanto: , Sùmw 11011 col-
pa,.I Do,, Hnsto!... J\\f(lrin A11silwtnu!.. •-
tesca chi:: recava un ricco vassoio di dolci da o/Trire al
festeggiato. La turba non esitò un i.stante. S,1f>endo
{>er esperiew;a che quello rhe si offri1Ja a Dn11 Rimldone
fi11ivn sempre n loro, p~nsarono di risparmiargli l;t
faticJ della distribuzione-. In un baleno furono soprn
Poco dopo la su:1 elezione a Renor MagQiorc, l\\-1 i-
rabello fece una strnda di <:Ìrconval lazione del paese
e la dedicò ~1 suo fì~liu p1(1 illust re, Don Ricnldone.
Perc1è> fu inntato a inau,rurnrl,1 t• a benedii la . Tutto
al v:,_ssuio, 1?rid.1ndo ad una voce: , Sono per nui I il pae1;e ern mobi litat<J. Fu r1ce,•uto con grande ,1p-

4.2 Page 32

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!)arnto di frst,1 e di ~olcnnità. Tutti seé!uirono il loro
cnntcrr;..u-1c,,, l'atto sct?nn a tanta stima. l)opo si por-
tarono ndln chiesa ddla Parrorchin e Don R1caldonc
salì il pulpito. Ln chiesa ern stipatissima Egli parlò,
come era solito, con parola facile e concetti pratici
per 1?li ascoltatori e li commosse· ric,·ocan<lu la mammn,
che riYedeva ,·i,·a su di un hanchettn vicino alln ha-
laustra dell'altare magJ.(10re. Di Il tutti i l(iorni esSll si
reca\\'n n ricevere la "· Comunione. L'allusione alla
mamma, donna virtu<>sissima, ancora ricordata OIUd
nel pnese, per la quale e~li aveya quasi un culto, avrebbe
strappato lagrime a qualunque nitro, che non avesse
su di sè il dominio che ave,·a Don Ricaldone. Egli
ebbe un piccoli~srmo arresto di un secondo; poi ri-
prese come se pnr\\:isse della mamma di un altro.
t6 giu~no 19+6, Commemorazione solenne del
centenario dell'Oratorio. All'accademia della sera, nel
cortile, presenti moltissime personalita e una folla
di cooperatori. Al microfono si er.1no succeduti oratori
piccoli e q111nd1. A chiudere la solenne assemblea si
avanza Don Ricaldone. Comincia a parl,tre lento, pa-
cato. D'improvviso al c,impanile scoccano le 22. Egli
s'interrompe. La folla attende, mentre le ore s~n-
dono lente. Quando è scoccato l'ultimo tocco, egli
cscl,1mn sorridendo: • Anche le ore hanno la loro voce
e il loro lingllaqgrol •. I present, non s1 contennero e
proruppero in scroscianti applausi.
Prima dcll'opl•razione al •trigemino•, Don H.icnl-
<lone ,•bbe da soffrire Jolori così ac.:uti che, non di
rado sogliono spingere ., I suicidio chi soffre di que~to
male. li scgn•tario an<la,·a u ,·isitarlo e si sforzant di
su~gerirf(li qualche pensiero di fede o 1.ti>1culatorie.
!\\li ricordo egli scrive - di a\\'erlu trovato rnlnra
tremante in tuttn !:i persona e specialmt'ntte nel capo. con
le mani incrociate dicendo: Den 1trn/1m! Deo gmtiu.1'
Zelo. - i\\'cl 1922 durame una funzione di addio
ai missionari nel coro della basilica di i\\1aria \\11siliu-
trice uno studente quattordicenne non riesce a fre-
nare le lacrime. Il Prefetto Generuil' Don llicaldone,
transitando nel coro, lo vede, lo av,·,cina e l(IÌ l'ap-
ptmrnmento in ullìcio dopo la funzione. Là, intralte•
nutosi amorc\\'olmente sull'ideale missionario del 11io-
v:10cttn, !,lii impone il crocifisso dei missionari. Quel
fanciullo due anni dopo paniva per I(' nostre '.Vlissioni.
lèiducia ili Diii.
Un insigne hcncfactore.
llernardi Semerta, a\\'e,·a lasciato un'eredità pe< In co-
SLTuzione di un'opera nella terra natule di Don Roseo.
Le gravi ditlicoltà sorte per quel lascito furono superate
con preghiere indettte da Don Riculdone nelle case di
formazione. Si era nel 1936, durank hl guerra ctio-
pic.i, 1 tempi erano difficili, il materiale da costruzione
:1umentava. C'era qwndi chi pensa, a si <lovesse ri-
mandare ad epoca migliore. M:i Don Ricalclonc, uomo
di fede, disse con for-;:a: • Nn! La Prrwvidenza ci h11
111a11dato q11esrn ni111n in 1/llt'<lo tempo; 111 que.,to ites.rn
tempo si dl"l.•e 1111pcr:11are if t1~11arr1 pa l'opera II n11 è
de.,tim1tn Guai s~ si fo~~e attt·,o ! Qu:int<> costerebbe
ogl(i la massiccia costruzionL· del <.'1Ji1P Don Boscu?
30 -
Durante i homhardnmenti, di cui non volle cviHtre
nl'ppure uno resistendo all'invito di pa~.sare le notti
fuori città, Don Riculdone, col rosario in mnno, , isi-
tava i rifugi, passeqgia,·a lungo i ponici della c-a~a
madre. Quando crollavano attorno a lui i muri degli
edifizi. Don Ricaldone al?.ando le hraccin con 1rn le
mani l'inseparubilc rosario in un qesto che turti ricor-
diamo, sembrarn ripetere: , Cora!(gio, figliuoli, con
questo metro ne costruiremo dei più grandi e dei più
belli'•
Buon unw1·e. - La rettitudine di Don H.ical-
done. mirabilmente impressa sul suo volto composto
nella maestà della morte, faceva che quaoùo egli
si concentrava nello studio di qw,lche questione il
suo volto assumc,;sc un tono di !reverità. Jn,t.'Ce ba-
stavo incominciare n parlare coo lui perchè qualche
pi 1cevolezza venisse ad animare la com•ersazione.
i\\lai cose serie a tavolo I• ammomva bonariamente,
e per ottenerlo dava la stum a episo<li e a ricordi !te-
pidi, dei quali possedeva un repertorio inesauribile.
f' questo anche nei periodi più difficili
••
Raccontava ,·olen1ieri che quando tornò a Mira-
bello o celebrarvi In prima Messa, reduce dalla Spa-
gna, a un certo punto del suo discorso attaccò con
enfasi a parlare spagnolo. Accortosene dopo qualche
periodo, ripigli('> in italiano. • Come parla bene anche
. in latino il nostro Don Pietro!• commcntav11no com-
mosse le vecchierelle.
"
l:n salesiano di salute caitiom:volc pativa d'insonnia
ed era assai scoraggiato. Don Ricaldone gli mandò
un higlietto di suo pugno cosi concepito:
Ria/la:
50 grammi di riposo assoluto per 10 !!ÌOmi, evirnndo
ogni lavoro mentale.
35 grumm, di letto, anche se sembra che non si dorma.
Soo grammi di estratto di cucina e di cantma.
I 83 di scremtà e dr allegria.
11 tutte, per I o giorni, più 1 5, più 30.
Il dottore Sa.e. Pn!'TRO R1CA1.00NR
che saluta e hencdice.
A Ivrea, presso il lago Ririo, in un pomeriggio dj
sole un gruppo di oltre 60 novizi salesiani, seduti ad
aiuola intorno a u.n prete, stanno cantando allcgrnmente.
Il prete canta " fa la battuta con tutto serict.à. T novizi
cant-.ino e ridono insieme. Cogliamo qualche parola:
Che bel 11asì11 a l'ha 'I furmighì11, che bel 11asrì11 ca l'ha
'f furmigim!... ,. • lf merlo ha perso il becco, come faro
a t•1,/ur?... •· • Fra A,fortino aimpmurro, suona be11e le
rnmpa11e!... •· Quel sacerdote è Don Pietro Ricaldone,
membro del Capitolo Superiore della Societ.'1 Sale-
siana. Egli. come Don llosco, assiUuto da mille pro-
hlcmi, trova il tempo per tornare giovane tra i gio-
vani e passare ore di spensiemta leti;,;in.
Come Prefetto Gencrnle Yisitò le case di Francia.
A Montpcllicr un ecclesiastico alto.locato, dopo aver
conversato con Don Ricaldone, fece queste riflessione;
Con uomini come questo, non mi meraviglio che la
vostra Congregai.mne ahbia lo sviluppo che ha •·

4.3 Page 33

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DUE BENEMERENZE DI DON RICALDONE
LA CROCIATA CATECHISTICA
L'S dicembre 1941 Don Ricaldone raccolse i membri
del Cnp1tolo Superiore nella camerettH dove 53 anni
prima ero volmn al cielo l'anima sanla <li Don Bosco.
LI raccolti con profonda emozione s'impel{narono in
una solenne promessa.
• A perpetuare t1 giorno fausns.simo dell'B dicembre
18.p - scrisse poi lo stesso Don Ricaldone a tutti i
salesiani - in cui ebbe origine la nostro Soc1eti1 con
la prima lezione di caceehismo impartita dal nostro
Padre Bll'orfanello Bartolomeo Gru-clii, promettemmo:
1) di fondare presso la casa natia sul Colle San Gio-
vanni Bosco lu LIBRERIA DEl~LA DOTTRINA
CRISTlANA; 2) di industriarci a far sorgere in tutte
le ispettorie della Socic;tà un nuovo orfanotrofio per
raccogliere i giovinetti poveri e abbandonati•.
In ques11 trulli c'è tutw la personaliuì d , Don Rical-
done. Raccolto in preghiera traccia un piano di Fedeltà
" Don Bosco, al Mli) spirito, e ne sceglie le due carat-
teristiche essenziali; la l{ioventù povera e abbando•
nata, e la fofffi..'.Jzione, P1struzione cristiana attraverso
il catechismo.
O1,1gi, a d istanza di weci anni dtll lancio di questa
Crociata catechistica, i suoi frutti possono essere mi-
surati in eloquenza di cifre. Una delle realizzaziom
catechistiche più geniali d, questa Crociata è stata la
diffusione di nozioni catechistiche in forma di vivaci
letture tra il popolo. Don Ricaldone ponendosi a capo
di un gruprio lii valenti teologi e professori, guidundo
quasi la loro mano in uno stile agevole e divulgalivo,
lanciava un'ottantina di libretti, i t lihretti Lux•, che
portarono davvero la luce a tanti cuori dopo lo sban-
damento della guerra, giacchè furono diffusi in Italia
(non contando le edizioni all'estero, nelle traduzioni
in varie lingue) oltre ouo milioni di copie, senza con-
tare i cinque milioni di • foglietti Lux sparsi sui
tram, per le vie, nelle case, dovunque. Questa fu in
ordine di tempo, una del le prime e più geniali realiz-
zazioni di Don Ricaldone, unitamente a un ben riu-
scito catechismo per orierai Amico ascolta e a varie
collane per intellettuali e persone colte, nelle quali
il dogma e la morale sono esposti in maniera avvin-
cente e moderna (Collane Fides, Verillls, Fulgens).
J\\la il febbrile lavoro decennale dçlla LIBRERJ,l
DOTTRINA CRISTIANA, sortl\\ come e.~pressione
editoriale del CliNTH0 CATECHISTICO SALESIANO, ha
altre cifre riassuntive. Un complc,;so di 170 autori
In atteso alllt redazione di 351 pubhlicazioni catechi-
stiche, delle quali sono stati diffusi ben 12 milioni
e 49 mila volumi tra grandi e piccoli. Tra questi vanno
ricordai i i • catechismi t rer le cinque classi elemen-
tari, presentali in veste elegante, a colori, per render
più gradito al fanciullo l'incontro con la scienza delle
scienze: la Dottrina Cristiana. È da notare un parti-
colare di rilievo: Don Ricaldone volle che tali pub-
blicazioni avessero il prezzo limite più basso, veramente
popolare, alnnchè le parrocchie e i fanciulli meno ,ih-
bienti ne potessero qodere. Opem di apostolato, in-
somma- di solo e squisito apo~tolato cristiano.
Questo però non bastavo alla visione oriramzzativa
di Don Ricaldone, Egli sapeva che là dove non si
le/!J(e - come in talune regiom p1(1 incolte d' Jrnlio -
molti Vcsco\\'1 domandavano con msist.,nza giovani
enerl(ie di sacerdoti, lerrat1 nella donrina e ardenti
dello zelo di Don Bosco, per annunciare alle lurbc la
parola di Gesù. Le cifre raggiunte dn questi sacerdoti,
inviati direttamente da Don Ricaldone a qu.-st'opcra
di e,·:mgclizzazione, sonu imponcnri: +-J.7 Concircssi
Catechistici nelle diverse tl1oces1, una trentina lii
l{randiose moslre catechistiche, senza contare le pre-
dicazioni stmordinane e le innumerevoli •visite• ai
Seminari d'Italia, nei quali qut?Sti • Prop.1ga11dis1, del
Catechismo• - come li ch,ama\\'a Don llicaldo1w -
trattano di diclatuc,1 catechi,ric.1, <l1 ric,d,tgoRia, d1 or-
J!llnizzazione parrocchia le a1 futun sacerdoti li' Italia.
l\\la l'insegnamento della Relil.(ione ha h1sog110 di
mt,zz1 adej1'uaci, modern1. E s11 questo punto Don Ri-
cal<lonc ebbe idee e piani grandiosi Al Colle Don
Bosco. nella casa fondata app<>SJtaniente per l'ed,roria
catechiMicn, c~li \\'nll~ '-Or~_essen, i lahuratori tecnici
per l'edizione di pro,ezwni lumino~c ,.u pellicola, atte
a render.- più gradi10 ed eflìc.,ce l'insel-(nnmentn della
relig10ne sia n1 p1ccol1 che a, grandi. 1.e F,/111111,· Don Bu-
1ro hanno avuto quindi un crc:sumte ,.v,luppo nella
scuola, sfa di parrocchia che di oratorio, e attua Imente
entrano con speciali edizioni didatlll:he Sl"icntiliche
nelle scuole elementari e medie. 12 milioni d1 foto-
gr.,mmi ~u 300 chilome1ri lii pelltcola fornno lanciati
per I' Itnlia I." nel mondo
Anzi pochi giorni prima di chiudere la sua lumi-
nosa vita Don lli~~dldone. recandosi al Colle; Don l:losco,
si compiacc\\'a dd le prime realiz7,az ioni di filmine io
/ech111color. Oggi l'attrezzatura d, tnli laboratori - tre
le prime nel genere - apre un immenso sviluppo a
questo sussidio didattico non solo per il catechismo
ma anche per qualsiasi altru disciplina.
Oggi quest'ercdit~. nella quale v1ve 11 suo spinto
più genuino ed ardente, egli IJ lascia nlb tripliçe fa-
mi!(lia Salesiana, ripetendo che • ,.,.l[a nussione cate-
chistica affidata da Dot1 Bosc<, a, moi Ji,:/i t•'è lo scopo
primo e pri11cipole della nostro atti,,,1,i ,.
LA Più PREZIOSA BENEMERENZA PATERNA
Al cuore dei figli la più preziosa bcnemerenw no11
può essere altro che il cuore dd Pudre l\\fo il cuo, t
dell'uomo è un po' come il cuore di Dio: un segrctto
cioè, che cono,;ce lui solo, e colui al quale... lo avrà
voluto rivelare[ Ecco perchè Diostesso non si è contentato
di farsi conoscere solo i11dfr,·11n111c11/e 111traven,o le sue
opere, la Creazione, ma si è aperto con noi direila-
mente nell'intimità della Rivelazione.
Anche la paterrutà di Don R1caldone si poteva rico-
noscere indirettamente dalle sue creazioni che hanno
portato a oltre 16.000 1 suoi figli salesiani, e a oltre
10.000 gli aspiranti ad appartenere alln sua famiglia,
alla w-nnde Fnmi1din di Don Bosco !\\la a tutti questi
fi!(li cl.(li ha lettemlment~ rhelato la luce della Fede
che illuminava la sua a01m:1, e l'ardore che infiammava
il suo cuore pMcrno ,·on qu('ll;1 clw possiamo conside-
rare come lo p1ì1 grande eredità p,1tcrna, e la più e.aro
benemerenza al C1.10re dei fi~li: la Co/Irma per la For-
- 31

4.4 Page 34

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•11fl:rin11e Sflh•sif11111. È un ,c,o snigno sp1ritunl.-, lu nesirno. Altri due ,•o lum, duvevano trattare ampiamente
scrigno d..t padre, hi primn serie, che consta d, hen della Umiltà (n,1 Vlll e della Vita <li P etr) (voi. VI lii,
1J \\'Olumi, dO\\ ,11i tuu, all:i sua fervida renna e .il che rappresentano, rispctn\\·amcntc, l..juella il fondamwtu
suo zelo sacerdot.1 le. Tre o quattro sono nnnuncinti insosutuibile e indispensabile di ogni viw \\'irtuosa. e
cume di pn>ssìma pubblicazione Essi sono per la in- quiesta il vertice della vita interiore nella devozione al
tera Famiglir1 ::inlesiann come / lihn wrrr. che, mentre Sacrn Cuore e nell'Eucaristia pienamente vissuta. li vo-
4:nn,pendiano e condensano tanta dottrtna, amn1anni- lume IX tratta con particolare unzione ed eff,is1onc
scc>no la lmfo viwle dello spirito cristiano della vita delle altre due de, ozioni salesiane: 1\\laria tlustlia-
e dello spirito saksiano delle noslre genuine tradi- triu. - Il Paf)a.
zioni.
Non basta. F'cdcle al principio di San Tommaso,
\\bhiamo nominato le nostre tradizmm, le trad1zi<>m fonte per luj preziosissima e inesauribile, ro11te111plaw
sn/es1a11e. ì\\.oi snpprnmo, rerchè lo ahhiamo appreso fl!iis tradere, e non pago di aver cosi el!li stesso tra-
c!J.\\1,i sua ,tessa hocc.1, che Don Ricaldonc riteneva mandato ai suoi il frutto delle sue meditazioni e con-
un.i 1111ssw11e -"'"• affidatagli dalla Divina Provvidenza, templazioni, spronava con smgobre ardore ed effi-
qucsm, eh.: egli h~ così fedelmente cc,mpiuto, non cacia I figli a sp.,zzare il pane dclln verità e della virtù
d1c1amo d, fissare, m,1 di assicurare per iscritto e di a tante anime, soprat tutto i,iornnili, affidate olle loro
atlida, e non alla lettera morta, ma a una parola scrilta cure nelle più che 2300 Open, sulesinne sparse per
che è viva come lo spirito, questo tes!lro e questo pa- tutlO il mondo. Ed ecco i voJum.i sopra l'Oralmw /e-
trimonio che sono le nostre tradizir,m spmt1111h. C,à sta•o (voi. X Il. e sopra D011 Bosm nl,m,torr (voi XIl
nel 1932, quamlo ,·enne ele1w Henor Maitgiore, fra e Xllll.
le sei dirt'ttivc 111:iestn, che imponeva alle sue aui-
È nostro UV\\'Cre - atformava con 11 senso di respon-
v1tù di !':idre, tigurarn quesrn scu ltoria espressione: sahslitil di un aposrolu - l(uanre lo l(r.tnde piaga dello
l'n!ermta• ur,•<J Trnditiom.,: palernità a servi.zio ddla iµnornnza rel.i~iosa ! •. E an11nonlva, uun,o di una
tr:1rlizione genuina del s:inlo Padre <' Fondatore Don
l!o,ro.
Non si pui, duh1tare che Don Ri<-,tldune, ndl'nssol-
1empr.1 emin"ntc•mente pratic,1 e salcsian ,, che, 1n
molli cas, e per una gran pute dei c">vani. l'iim·nrn
di s.,h·ezza è l'Orntorio fcs1ivo 1
vcre n t.1lll'Sto cornpito, abbia pr<>ct..•dut.o con un piano
Oice,·amo che 4uesto piano era, nella mcntr d1
hcn ddiniu,. chiaru,·eggcnte imcunile, org,inico e Don l{icaldonc, Orl(anil'o e inteµrale. Jnte1tr:1le so-
pit·no di sapienza spirituale, rivelandosi M.aestro di pranutto. Può essl'mc conferma non solo In c~·idcnte
spirito ed Educatore diicace e imrareggiahilc. !Jasw sua prcmuni di portare " compimento ques1'ultimo
uno sgu,,rdo inlclli!.!enle u
lavoro, mu anche In ,u,i di-
questo \\'t'ro Corpus t hce-
chiarazione t'splicita cl, qut'-
tirnm c!,e egli ci ha la-
sn~to. In altrettanti volumi
sn ultimi m,•si. • Quesw..
e po, il .\\'111•, d,111itt1.< ! ,.
distinti Don Ricaldone par-
h della Fede (vol. 111),
Infatti. del pnmu \\'Olumc
/700 1111g. \\ e.,!li disponeva per
con un'ampia introduzione
gli omaggi, appcn,1 due 1,!'Ìorni
trnttcggrnntc 1'1 stru11ura
prima di ricevere il Vi01ico.
della , iw soprannaturale e
e gius10 in quell'ora. pcn. si
clrlla grazia; della ,','pera11z11
revisionavano le ultime pa1?1ne
(,·ol. TV), e della Carità
m bozze del sccvndo volum«,
(voi. Vl. Per la particol,1rt•
Coiocidenze o Provvidenza 1...
perfer.ionc, poi, a cui è ordi-
Figli e figlie benediranno
nata la ,·tta religiosa, egli
con peren n e ricono.sccn,r,'1
cantò ai suoi figli spirituali,
quesw che è la più curn be-
quusi novello frnncesco d'As•
nemerenza del Pudrr scom-
sisi, le qlorie 1.klla P,wertlÌ
parso. E poichè nun ~onn
(voi. I), quasi novello Ignazio
meno tigli e ficdi~ di lui 1
di Loyola,illustrò il p1cgio di-
Cooperatori e le Couperatric,
vino della ()hbediem::o (\\'01. 1I),
(che egli considcr:w~ come
ma p che tutto, quasi un
i Sale.'""'' I/PI IIWII/I<>), non
alt, o Don !Josco redivi,o sep-
mnncheranno anche lorn di
Pt' ,•sJltare il l'ascino e lo pn-
I ,rne tesoro, sin per paRcere
lenza santitìc3trice dello Ca-
t-ssi stessi la propria anima,
.tl11r) (voi. Il). Un rnlumcsnprn
Le 1/i,·1,ì Cmdinnli (voi. VI)
servendosi di questa cara /Ji-
1,/intern .,pirituale di Jam1Jtlia,
doveva presemarlc co,nc il
sia per diffondere con ~pirito
prt-~upposto e come le torzc
salesiano una educaziont: ve-
ausiliaril' delle virtù teolnga \\i
ramente cri~tiuna dei figli nel-
della Fede, della Spernnza e
ddla Cnritù, eh,: sono le ,·inù
nuove e proprie del Cristin-
Dlrcuo a Rom,1 per la B.: tilicazion~ tU Donu:nico
Savio, ad Alessandria riceve te ovazioni dei giovan1
di altri t,-eni. Aprile 1Q~o.
le fnmighc, e un muggior
senso morale della vita nelll\\
società
Auwriv,1a1onc del Tr1hunale d1 Tonno in dat.a 16~.l-H).f.-() - n. 40~
l'on Approv!lz1onc Ecclcs1ast1ca
(ltl Gn1f. S. E. I. - D ircuore: Dutt. O. 1'11<11<0 Ze11u1 rsu Cnnclìrell resr,011•. I). Gu1uo FA1-1M. vu, Cottolcngo 32 -Torino (709)
32 -