COOPERATORE,
DIMMI CHI SEI
CRESCERE PER
AIUTARE A CRESCERE
J. Aubry
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Sorella e fratello carissimo.
hai già letto l'ultima enciclica del Santo Padre Dio ricco dì
misericordia? Se non l'hai fatto ancora, ti racc omando di farlo
al più presto. Come cristiano evidentemente, desideroso di
sentire la voce del Padre comune In un testo al quale ha vo-
luto dare Il peso di una • lettera enciclica •· Ma anche c ome
cristiano salesiano, perché questa lettera ha per noi una r,-
sonanza particolare.
A differenza di altre encicliche, questa è una lunga e bella
meditazione, Il cui tema porta sull'aspetto più profondo del-
l'amore di Dio per noi: il suo amore misericordioso. È l'amore
che si potrebbe chiamare .. attivamente c ompassionevole •,
pronto sempre a soccorrere, a perdonare e a risollevare, co-
me appare sommamente nell'atteggiamento del padre del ti-
glio prodigo.
L 'encicffca sviluppa due pensieri principali: Cristo rivela
all'uomo fa misericordia del Padre; la Chiesa. deve. in un
mondo tormentato, rendere testimonianza della stessa mise-
ricordia, proclamando/a e mettendola in opera. In altre parole,
In un primo tempo siamo tutti noi beneficiari della misericor-
dia di Dio; ma questa mierlcordia deve talmente entrare nel
nostro cuore da provocarci, in un secondo tempo, a diventare
i suoi diffusori sugli altri, secondo l 'invito evangelico: « Siate
misericordiosi come è misericordioso Il Padre vostro • (Le
6,36).
Ora, dicevo che quest'enciclica ha per noi, membri della
Famiglia Salesiana, un interesse del tutto particolare.
Don Bosco. in effetti, è stato nella Chiesa uno dei testimoni
più vivi e dei realizzatori più efficaci di questo suo compito di
miericordia. È stato mandato da Dio Padre e da Cristo buon
pastore per essere, davanti ai giovani, Il rappresentante del
loro Amore misericordioso.
Basterà ricordare le famose frasi del trattatello sul Sistema
Preventivo: • La pratica di questo sistema è tutta appoggiata
sopra le parole di San Paolo che dice: La carità è benigna e
paziente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque
disturbo» .
In linguaggio salesiano, la carità si chiama • amorevolez-
za •· Non ci scosteremo molto dal significato del testo ponti-
ficio se traduciamo ogni volta la parola «misericordia . con
•amorevolezza•· L 'enciclica ci Invita a non aver paura di ri-
salire, attraverso Cristo, fino al Padre per imparare come
dobbiamo praticare l'amorevolezza salesiana nei nostri rap-
porti con I giovani e tra di noi. Questo gesto, lo ha fatto /'ul-
timo Capitolo Generale sdb, che, in un testo singolarmente
audace, afferma che Dio stesso è stato il primo a mettere in
pratica il Sistema Preventivo: .. Questo Sistema è un metodo
di educazione, ma è soprattutto una spiritualità: è un amore
che si dona gratuitamente, ispirandosi alla carità di Dio che:
1) previene ogni creatura con la sua provvidenza: 2) la segue
con la Sua presenza; 3) la salva donando la vita• (AGG 21
17).
Sorella, fratello, leggi l'enciclica con un cuore salesiano: vi
imparerai, alla scuola di Dio Padre e di Cristo. a dare alla tua
pratica dell'amorevolezza la sua autentica verità e la sua
stupenda bellezza.
Don Carlo Sorgetti
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SI é molto lns,stlto sull'esigenza di formazione e matura-
zione di un autenllc o laicato giovani/e di sp iritualità salesiana
SI é raccomandato di senslbìl/zzara ragazzi a ragazze a cre-
scenti impegni e responsabilità fin dal loro primi contatti con I
nostri ambienti. Si dovrebbe gradualmente passare dal p iccolo
servizio di chi Incomincia, al più regolare e costarrre Impegno
di animazione, alla scelta radica/a di campo nella famiglia sa-
lesiana. L 'anno scorso su questa colonna, ci si è soffermai/
con frequenza sul crescere di giovani Impegnati e animatori
degli ambienti salesiani, verso la scelta totale e convinta di
splritualitll e famiglia salesiana. È un discorso che deve essere
ripreso. Ancora sono vive diffic oltà e aperti non pochi Inter-
rogativi. Non possono però essere affrontati senza uno
sguardo • missionario •· Per non perdere di vista /'importanza
e le proporzioni dei nostri problemi, non dimentichiamo in
quale realtà siamo Inseriti.
Il nostro mondo è laicizzato, ì valori tradizionali in crisi, lo
si ripete sino alla noia. Il • riflusso • di cui tanto si parla,
spesso si esaurisce nel mediocre e nel banale. La dimensione
del privato è vissuta, è stato ribadito autorevolmente, In molti
casi, In una dimensione che ha del patologico. È evidente
quanto manchino tanti giovani di fiducia in se stessi e di
speranza negli altri e nella società; quanta solitudine si soffra
anche nel frastuono di discoteche e motorette; quanto amore
sia invano rimpianto negli amoretti sovente solo di facciata,
negli esibizionismi e in tante vuote forme di bullismo o di fuga.
Innegabilmente, grazie a Dio, sono vivi e operanti gruppi e
movimenti ecclesiali in cui maturano e agiscono giovani ge-
nerosi e capaci, ricchi di fede e di idee. Ma la grande massa
dei giovani ci è lontana ed estranea. È diffidente nei riguardi
delle istituzioni ecclesiali, non conosce e non comprende il
Vangelo, non ha avvicinato ambienti religiosi, non ha ricevuto
proposte di fede, dopo la preparazione ai primi Sacramenti,
spesso deludente o comunque non recep!ta nel senso giusto.
Il moltiplicarsi di catechisti del resto non è sempre accom-
pagnato dal crescere di preparazione e dialogo costruttivo.
C'è chi si consola pensando alla serietà di scelta che, In
questo clima, sostiene comunque chì è con noi. Don Bosco
però ha cercato anche gli altri. Gli altri continuano ad avere
bisogno di Lui. Di giovani che parlino Il loro linguaggio e ri-
diano senso alla loro vita con testimonianza e amicizia; di
ambienti in cui incontrarsi, « essere giovani» davvero, e ma-
turare. Pensiamoci seriamente, quando cl sembrano troppo
Importanti I « distinguo•, le differenziazioni, le gerarchie e le
suddivisioni Interne nei nostri gruppi e nelle nostre comunità
giovanili. Se sono Immerse in Impegno salesiano, sappiano
coprirsi con spirito missionario. Bisogna Integrarsi e guardarsi
attorno, crescere per poter aiutare a crescere.