Bollettino_Salesiano_194202


Bollettino_Salesiano_194202



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m
1 FEBBRAIO 19,P XX
z , n abbo1111m n o poata

1.2 Page 2

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l'ERIODICO l\\ll::..;.
:.ILE PER I COO-
l'EIUTORI l}lil,l,P.
OPERE ~; '\\IISSIO"I
DI s. GIO, 80/iCO
BOtlET~fl~IO
SJ.\\ LESI J.\\~I O
Anno LX\\'l - ~ z
10 FEBBRAIO
1942 - xx
SOMMARIO: Il Traua10 dell'Amor di Dio• Alla memorn di un gnndc Educ:uore. • Tel>oro •r,lrhualc. In
famiglia, • Dal Norf:tlorfo dello Fi,illo di M. A.• Lellcrn di O. Giulivo. O;ilie nostro MiS<lonl. • Necrologio.
Crociata missionari:..
Il Trattato dell'Amor di Dio
Dopo la traduziont: della Fzloten, Don Cc- na tulti possono trovare il loro posto, pur-
ria ha condotto a termine :mchc quella <lei chè lo vogliano. S. Francc~co <l1 Sales ve
Teo/11110 o Trattato dell'Amor di Dio• di li guida con quella dourina, quell'abilità
San Francesco di Sales. La S. E'. l. ne ha e quel fervore che l'han facw degno <li
fatto un'edizione comoda ed clcg:mtc (1). essere proclamato Dottore di Santa Chiesa.
E non poteva giungere più a tempo, men- .\\lcuni tratti Jella stessa introduzione dj
tre il flagello della guerra, con t,tnta osses- Don Cerio basteranno per chiarirne ai let-
sione di spiriti, tenta di soffocare non solo tori, che ancora non cono~cesscro l'opera.
l'amor del prossimo, ma anchl! l'amor di la natura e lo t,copo.
Dio. Il grande maestro di spirito educa. col L' EpistoLl t.lella '..\\lessa <l1 S. Fr.ince-
p;ezioso volume, le
sco di Saks - scri-
anime alla pcrfe7.io-
\\"e il traduttore - è
ne dell'amor <li Dio,
un eloqut:ntc passo
unica vera sorgente
di S. Paolo, don~
di ogni altro amore,
l'.\\postolo esalta la
e le cb•a alla san-
grazia conferitagli di
tità Lo segnaliamo
annunciart: le i111pn-
quindi volentieri ai
~rrutabili do·ri-::ir di
nostri CoopcralOri,
C,isto, facendone co-
perehè ne traggano
noscere In rarità rhe
il rnntaggio spm-
trasrnule IJf:111 inten-
tuale che si è: pro-
dere, siechè i cu01 i
pesto il piissimo Au-
siano ripil'lri di t11ttn
tore. Nella scala del-
In piene::::za di Dio.
la perfezione cristia-
È il dono conferito
al Salcs10 dallo Spi-
(t) S. fllA'-òC-f,-.C"O DI
S\\LE.~, /1 Trotu1111 n Trnt-
rito Santo, allorchè
egh seri\\ cm il Trat-
talo drll'n111ar dr Dw.
Traduzione di F.. Cena.
Due \\'Olumi ddlu collana
• l compaiini di vita •·
S E. l. Torino
Monumen10 a S. Francesco di Sale~ In Annecy.
tato dell'A11101 d,
Dio, nella quale opc-
rn narrò, per cosl
dire, la storia della

1.3 Page 3

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carità, esponendo in lungo e in largo
come la carità nasca, cresca e raggiunga
l'apice della perfezione nell'unione del-
l'anima con Dio, quaggiù mediante l'o1a-
zione, e in Cielo con la visione beatifica.
Questo lavoro costituì il maggior titolo a
farlo dichiarare da Pio IX Dottore della
Chiesa; infatti nel Decreto si mettono in
spiccato rilievo la dottrina, l'acume e la
chiarezz~, con cui egli nel suo Trattato
sviscerò i più ardui problemi toccanti la
teologia mistica, sì da non essere possibile
percorrerlo senza sentirsi rapiti dal fascino
che ne deriva.
t Sopra l'origine e l'elaborazione del Trat-
tato il santo autore stesso ci fornisce notizie
particolareggiate e interessanti. Così sap-
piamo da lui che ne aveva concepito l'idea
molto tempo prima che si risolvesse a met-
tervi mano; ma che a determinarvelo erano
state le religiose della Visitazione e in modo
speciale la Madre Chantal, loro Superiora.
Gli straordinari fa, ori divini che in esc;e
scorgeva manifesti, lo facevano persuaso
della necessità cli un'opera, che fosse adatta
alla loro condizione e direzione spirituale,
fra libri consimili già esistenti non trovan-
dosene alcuno accessibile alle medie intel-
ligenze. Trapelato il suo disegno, tanto le
Visitandine che la loro santa Madre, av-
vezze ad ascoltare dalle sue labbra esorta-
zioni sull'amor di Dio e ansiose di avere
da lui sull'argomento anche uno scritto che
rimanesse, non cessavano d'insistere perchè
vi si accingesse; come poi ebbe principiato,
non gli davano più tregua con le loro pres-
sioni, perchè affrettasse il lavoro.
>> ••• La prima edizione porta la data del
31 luglio 1616.
,, ... L'autore medesimo ci ha :ibboz-
zato nella prefazione il disegno della sua
opera, scrivendo: " Ho avuto in animo di
esporre la storia del come nasca, cresca e
decada l'amor divino, e poi le sue ope-
razioni e prerogative, i suoi vantaggi e
pregi ". In queste poche parole è indi-
cato quale sia il contenuto essenziale del-
l'opera.
,> U Trattato CQmpren<le dodici libri. Si
può di,•idere in tre parti: storia, pratica e
comandamento dell'amor divino. Queste
tre parti si svolgono nei dieci libri centrali,
18
tolti cioè il primo e l'ultimo, l'uno dei quali
fa da preambolo e l'altro da chiusa.
,> PREAMBOLO (l. I). Tre nozioni prelimi-
nari: La volontà governa tutte le potenze
e passioni dell'uomo, anche l'amore; ma
l'amore giunge a prendere su di lei il so-
pravvento. - Di tutti gli amori, l'amor
divino dev'essere il dominatore: esso è o re
o niente: non può vivere senza regnare, nè
regna senza essere sovrano. - Essendo
Dio bontà infinita, il cuore umano si sente
per naturale inclinazione portato ad amarlo,
il che però non gli è possibile fare senza
l'aiuto soprannaturale della grazia.
)) Parte prima: STORIA DELL1Al\\lOR DIVINO.
- I. Come nasce (I. II). Generano l'amore
divino: Le perfezioni infinite di Dio, con-
siderate in se stesse; i benefici divini,
fra cui primeggiano la creazione, la con-
servazione e la redenzione; 30 gl'impulsi
della grazia, che, pur lasciandoci liberi di
secondarli o no, ci stimol:ino all'amore; -lo la
fede, la speranza, il doloroso ricordo delle
nostre colpe e le attrattive del Redentore.
- II. Come cresce (I. III). L'amore, nato
che sia, può andar crescendo fino al nostro
ultimo respiro, mediante: Le opere
buone; l'azione di Dio, ognor presente
nell'anima che ama. Si ottiene per tal modo
il dono della perseveran7.a finale, ossia la
grazia di morire nella divina carità, arri-
vando al Cielo, dove si compie l'unione
perfetta dell'anima con Dio. - III. Come
decade (1. IV). M.a quaggiù purtroppo non
sempre l'amore continua a progredire. A
volte l'uomo lascia il suo Dio per correre
dietro alle creature, sedotto e attratto da
oggetti sensibili, che invece di portarlo,
come dovrebbero, a Dio, lo allontanano da
Lui. Questo avviene: per incostanza della
volontà; per umana debolezza di fronte
aIle tenrazioni; per la nostra miseria, es-
sendo noi incapaci di amare, se Dio non ci
aiut.a.
•> Parte seconda: PRATTCA nm.L'Al\\JOR 01-
vrno (I. V-L~). Il santo amore si pratica
mediante quattro esercizi. Eserci::.io di
compiacenza e di condoglie11za (I. V, 1-5).
Compiacenza, con cui l'anima gioisce al
vedere quanto Dio, da lei amato, sia bello,
perfetto, amabile; condoglie'nza, con cui

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!':mima compas:,iona i patimenti sofferti da
(-;csù e si :iflfo?:ge delle offese fatte a Dio.
Ese,a::.rtJ tH ht'llet:ole11w (I. Y, <,-12).
L'anima a) desidera che Dio sia cono-
sciuto, amato e servito da tutte le creature;
/1) sospira il Cielo per amarlo senza inter-
ruzione e YcJerlo amato da tutti; r) si
unisce con entusiasmo alle lodi date da Dio
a se stesso. 311 E'serci-::io dell'ora:::ione (I. \\"l-
\\"lf). Ne' suoi diversi gradi: meditazione,
contempl:tzionc, quiete, estasi, fino a lla li-
tJuefazionc dell'anima, alla ferita d'amore.
al languore amoroso, alla morte d'amore.
Esem::.10 d1 unione (1. \\1ll-IX). lTnionc
della nostra volontà con quella di Dio me-
diante: a) l'obbedienza a' suoi precetti, con-
:-igli, ispirazioni; b) l'abbandono al bene-
placito di\\'ino; e} l'indifferenza.
Parte terza: COMA:NDA'.\\JENTO 01:.LL'A-
l\\lOR or D10 (I. X-XI). Sue proprietà, van-
taggi e pregi. Il " caro comandamento ·•
rnole che l'amor divino: re~ni nel nostro
cuore e ne re~oli gli affetti per le creature,
per noi, per il prossimo; 211 abhia il predo-
minio sopra le virtù, le azioni e le perfe-
zioni dell'anima.
• Cmt:"A (I. XII). Alcuni aV\\'ertimenti
per il progresso nel santo amore, rig\\lar-
danti sopr.ittutto la retta intenzione, l'of-
ferta delle azioni e le pie aspirazioni.
... Uscita la Filotea, il Generale dei Cer-
tosini a\\'eva consiglialo all'autore di de-
porre la penna, perchè non anebbe potuto
m,11 più produrre nulla che le stesse al
paragonr; ma poi, letto il Teotimo, cambiò
parere e gli raccomandò di non cessare mai
piu dallo scrivere. La prima opera è un
manuale impareggiabile di direzione spi-
rituale per le anime che aspirano all.t \\ iLa
divota; in quest'altra invece il Santo si ri-
volge alle anime che sono già ben a,·anti
nella dinJzionL, facendo pure una parte
notcrnlc alb mistica. Con l'elevarsi del-
l'argomenlo , i s'mnalza pure l'intonazione
generale e lo stile.
, L'originalità del Tra/lato sta anzitutto
nd punto di partenza, nella maniera cioè
d1 concepire l'argomento, e nel modo di
condurre lo s, olgimento.
~ Quanto alla concezione del tema, egli
non considera, come facevano ordinnri.1-
mente gli altri, la pratica delle virtù quale
via per arri,-are all'amore divino, alla di-
,·ina carità; ma vuole che dall'amore cele-
ste si vada alla perfezione delle virtù. Que-
sta è l'idea centr;ilc del Traltalo. Un tale
proces~o culmina nella " santissima indif-
ferenza", l'effetto, per dir così, più tangi-
bile dell'amore, consistente nella rinuncia
assoluta della propria volontà per sotto-
metterla in tutto e per tutto al YOlerc e
al beneplacito divino. In tale stato l'anima,
nulla ~orgcndo dt \\'Cramentc am'lhilc fuori
del suo Dio, Yalut.1 il pregio di ogni cosa
dall'aiuto che gliene Yicnc all'amore, alla
glorificazione, al godimento di Dio. Che
luminosa descrizione fa egli della carità!
" La carità, dice fra l'altro-, è un sole che
abhella de' suoi raggi tutta l'anima, per-
fezionandone tutte le facoltà spirit11:di, go-
vernandone tutte le potenze, rna rise-
dendo, come in proprio trono, nella ,·o-
lontà, alla quale fa teneramcnt" amare il
suo Dio sopra tuttt: le co:.e ". Essa è che,
"quale regina di tutte le "irtù, di tutti i
comandamenti, di tutti I consigli, di tutte
insomma le leggi e le azioni cristiane, ha
il còmpito di assegnare a tuui e a tuttt.'
posto, ordine, tempo e \\"3lore ". li Santo
giunge a dire che " l'amore è il compen-
dio di tutta la teologia ". Si comprende
bene come da questa reducti.o od Ttn11111
guadagni assai l'unità della lratta:-:10nc.
Riguardo allo s,·olgimento, nolcrò :mio
tre qualità: la sicurezza, la !Wmplicità e
l'unzione.
~ Nel c.1mpo ùottrinale il 8:Jlesiu si muove
franco e risoluto, come chi til·ne in suo
dominio la scienza \\\\3Cra. Anche nei pro-
blemi" più scabro3i della teologia, quali la
grazia efficace, l.1 vocazione alla fo<le, la
predestinazione, proct·tlc cosi c!iattn e pre-
ciso da non dar luogo a titubanze, sicchè
il lettore ne rimane illuminato e con l'animo
tranquillo.
11 Chiunque poi conosca i gusti h:uerari
del lcmpo anche nc~li scrittori di cose spi-
rituali, non può non ammirare la maniera
con cui d'ordinario si esprime il Santo:
maniera fatta eh si limpida, schietta e tra-
sparente semplicita, che, senza punto de-
trarre alla dignità del nobilissimo argo-
mento, egli riesce a for comprendere certe

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operazioni spirituali anche ai tanti che al- mettendosi a polemizzare con avversari;
trimenti, o non avendole sperimentate o ma il Santo si guarda bene dal sollevare
non avendole studiate a fondo, stentereb- discussioni . Fa al nostro proposito un do-
bero a formarsene una giusta idea. Confe- cumento riprodotto in appendice dall'ed i-
risce a questa semplicità l'aver egli messo tore d i Annecy. È una nota apposta dal
in pratica due consigli dati da hù stesso Santo in margine a un capo del libro decimo
a un monaco, occupato
dopo la prima stesura.
nello scrivere di teo-
Diceva: " Questo capo
logia. Il primo era di
va molto addolcito, af-
bandire loutes /es pa-
fnchè gli eretici leggen-
ro/es méthodiques, ossia
dolo veggano chiara la
tutte le forme scolasti-
dottrina cristiana e be-
che, buone a usarsi nel-
vano impercettibilmente
l'insegnare, ma ingom-
quest'acqua zuccherata.
br:rnti nello scrivere per
Bisogna dunque rifarlo
il pubblico; e il secon-
con parole affettiYe e di
do, di eliminare tutte le
contemplazione".
questioni non stretta-
» Dal fin qui detto s i
mente connesse con l'ar-
vede che non abbiamo
gomento. Torna inoltre
da fore con un'esposizio-
di non poco vantaggio
ne didattica o scolastica,
alla semplicità salesiana
come sembrerebbe indi-
qucl simpatico rivolgere
care il titolo di Trattato;
il discorso al lettore,
no, nessun procedimento
quasi stando con lui in
compassato, ma elasti-
familiare conversazione.
cità, calore e facondia.
•> Altra principale ca-
>> ... Il testo per la tra-
ratteristica è l'unzione.
duzione non poteva es-
Nella lettera citata or
sere se non quello fis-
ora il Santo vorrebbe che
sato con tanta compe-
il dogma cattolico fosse
tenza dagli editori di
esposto •· in stile affet-
Annecy nel IV e V vo-
tivo", parlando cioè non
lume delle (Jfovres de
solo all'intelletto, ma an-
Saint François de Sales.
che al cuore, sì da fare Reliquiario d e l c u ore <li s. Francesco di S3les. D i questa mag i s t ra le
dello studio una vera
e d i z i o n e, giunta al
orazione. Orbene, emana da queste pa- XX.VI e ultimo volume, il Papa P io XI
gine un profumo di Paraùiso, che a volte da buon intenditore disse che è una
inebria financo l'autore, facendogli sospen- delle più belle e meglio riuscite edi-
dere il ragionare per prorompere in pre- zioni del nostro tempo. È davvero mo-
ghiera. A tale unzione, in un tempo pieno 11u,1ie11t1wi aere perew1itlS alla gloria del-
di controversie teologiche, sarebbe stato l'ammirabile e amabile Dottore della
di gran nocumento il seguire l'andazzo, Chiesa i>.
C ON F ERE N Z A SALESIANA - G li Oratori che ter ranno la Conferenza Sale-
siana, in questo mese od in seguito, ricord ino ai
Coopera tori che la celebrazione d e l Cente nario dell'Opera Salesiana è rinviata a tempo da
determinarsi dal Re ttor Maggiore. Inv itino quindi a l raccoglimento ed alla preghiera per
propiziare la misericordia di D i o, in attesa di p ote r da1'e la desiderata solennità es teriore.
- 20

1.6 Page 6

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ALLA MEMORIA DI UN GRANDE EDUCATORE
Con questo titolo, in occasione del cente-
nario dell'Ordinazione sacerdotale di S. Gio-
vnnni Roseo, S. E. Giuseppe Sivak, Miuisu·o
della Cultura N'azionale e dell'Istruzione Pub-
blica della Nazione slovacca ha scritto pel
Bollelti110 Salesiano slovacco, questa pagina
che traduciamo con piacere.
Gli uomini rimangono stupiti davanti alle
open• d'arte, di scultura, di musica, ecc ; 11e
fa11110 elogi, le esalta110 e se ne ricordano per
set:oli. ,lla per l'arte suprema e più i111porta11te,
l'arte d1:!l'ed11cazione, hanno una comprensione
troppo insufficiente. Epperò .re fe 11a;;;io11i hanno
mai mancato alla propria gioventù - f(lllto
111'!/a Jamiglia come nella scuola - questo m•-
?·e1111t> proprio pa la trascurate::::m def/a suu
educa::ione. Credt'Vano d'aver fatto il foro do-
i•ere da11do alla gioventù l'occa.sio11e d'acguistare
le piri copiose cognizioni possibili. Pu 11110 sba-
glio enorme che si prese una vendl'tta crudele.
Solo chi f'bbe un'intima rela:::ionf' colla gio-
'l.'rntti, chi visse con essa e lavorò per essa, clzi
si sobbarcò alla missione di farle da g uida. sa-
prà valutare adeguatamente il difficile, ma 11eflo
stesso tempo bello e bn,efico fav,,,oro deff'educa-
:ione.
J\\"oi Slovacchi irrigidivamo nel vedere coi 1w-
,rtri occhi come la nostra gioventù a11dava cor-
rompmdosi e dPprm:andosi. Ci faceva peua 11011
pourla aiutare in modo opport11110. Ln girn•Mt!Ì
slrr..•acca d01.,eva esser educata moralme11te, cri-
stia11ame11/e, secondo l'i11dole sl&1-1acca, e come
lo Psige il 11osfro carattere 11a'.::ionafe. .
Gli Slovacchi f11ro110 sempre 1111 popolo di co-
stumi i11IP111erati; e così "<1ohn.1ano crescere an-
che la loro gioventù. Perciò, appena diventati
arbitri deffa propria sorte, posero tra le prime
r più premurose cure q11ef!t1 dP!la ried11cn'.::io11e
d1.f/a giOfJe11tù. E si è già fatto molto a q11e.1·to
fr~iu~u(Ilurdlio~·.
ma
Si
non tutto. ]Von {11 mai possibile
tratta di 1111 fa~oro che richiede
paruchi anni: bisoffna rimuovere fa mota dt>i
decnmi, c01·reggere i d1fetti, raddrir:zarè i ca-
ratteri, riconquistare le anùne av'i.'ilite e cor-
rolle. Noi però non perdiamo la fiducia di riu-
scire: 11oi spmamo di pnter educare quella ge-
11era::rio11e nuova di giovani di cui il popolo
sl1J1'arco sente il bisogno. Il Presidente della no-
stra Rtpubblica usci mia 'l.'olta i11 questa espres-
sione: r Lo Stato sl<n•acco diventerà u11 giorno
1111a potenza spirituale)}. Ma per diventarlo ve-
ramente è necessario che i valori spirituali del
popolo siano eleY.'ati al sommo della perfe:::ione
e della nobiltà. Ed a ciò 11011 si riesce clte con
una buona edutllzione.
Noi siamo consci della opport1111itò di 1111a
buona educa-.:ione e dell'immensa 11rge11:;a di
buoni educatori. È per questo che oggi ricor-
diamo il grande educatore Don Bosco. L'opera
che ha creato questo valentissimo educatore e
singolare amico della gioventù ci sen:e di mo-
dello, perchè anche noi vogliamo creare. Gf'i-
stituti salesiani, 11101111me11ti di operosità salt1-
siana, sono a11clze da noi dei centri di ed11ca-
::rione. E sono insurrogabili, poichè si /Jre11do110
cura specialmente di quelli di rni ci si di-
mentica.
Al popolo slO'iJ(ICCO rende i massimi servizi citi
lo aiuta nell'educa1·e la sua giM•entù. Be11c/1è
piccolo, esiguo, ma 111oraf111e11te sano, bene edu-
cato e b,;J1 istruito, 1111 popolo può essere stru-
mento di grandi opere, può èssere piii utile di
quelli che do111i11a110 il mondo.
Il fascino del fm:oro salesiano è prodigiosfJ,
la si m11111elfr da tutti. fila 11011 si dei•e dimen-
ticare clie fu Don Bosco il primo ad esercitare
questo fascino di grande educa.tare. Per questa
ragione IIQÌ ricordiamo con gratitudine la sua
spiccata prrsonafìtà.
lo ho aderito beu vofr11tieri al desiderio del
redattori•, il quale m'ha pregato di scrivere que-
ste parofr. La fausta ricorrenza del giubileo
sacerdotale di D 0 11 Bosco è motivo dei festeggia-
menti; ma per uoi è l'occasione di manifestare
i nostri sentimenti di gratitudine per quel la-
voro, che ci è stato tramandalo come preziosa
eredità.
TESORO SP IRITUALE
T Cooperatori che, ron/essati e co11111nh·ati, visi-
tano una chiesa o pubblica cappdl3 (i Reliidosi e le
HeliJ!iose, la loro Càppella privata) e qui,·i pn.gano
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono
acquistare:
L'INDULGENZA PLE::-SAH IA
Ocx, ME-"E:
, ) In un piomo del mese a loro scelta.
2) Il giorno in cui fanno I'F.,-erci::io della Buona ,U01 te
3) Il giorno in cui partecipano ella Co11ferem1m men-
sile snlesi:ma.
N1n. ~IP.SI! DI FEBBRAIO A:--rCHE:
1) Il giorno 2 - Purificazione <li l\\lfaria SS.
- 2) Il giorno 22 - Cattedra di S. Pietro in Antiochia
21

1.7 Page 7

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IN FAMIGLIA
La data centenaria.
&condo le dm.:ttive del Rcttor :\\laggiore,
anche gli altri nostri Orato1-i ed Istituti hanno
ricordato la data centenaria dell'inizio del-
l'Opera Salesiana con intime, de-votc funzioni
<li nngr;mamt:nto e di propizìaziom:.
.\\ Firenze, la chic:.a della S. f:1miglia , i<le
an:orrcre numerosi CoopcrJlori, insieme ai par-
rocchiani al tn<luo predicato con tanta un-
zione da s_ E. Re, .m.1 ;\\lons. Giorg1s Gio\\'anni
Ycscovo di Ficsole, il quale fece una sintt:si
fdicis.~im,1 dell'apostolato <l1 Don !losco.
L'8 <liccmbrt, ce:khril la \\lessa <ldla Comu-
nione i;cneralc S. Ecc. Rc,·.ma :\\ lons. Gio. Batt.
Tirinn:mzi, Yc~co,·o di Gaz.1 e \\ icario .\\po·
stolico d1 Arabia.
S. E. 1\\.lons. Gior_!.!is chius<: le funzioni col
panee-mco e l.t Bu1e<l1zione Em:.1ristica.
~egli uJumi due giorni le Sante ('omu-
nioni ra~rono le duemila.
In lJUCSt'anno l'Opera Salesiana fiorcnt111a
segna il suo sessantesimo di vita. L'Istituto,
la Parrocchia e l'Oratorio (..'"tmtìnuano :1 com-
p1cre un ~ran bene tra i giovani cd i fcùeli.
In sostituzione di :\\.fon11. 7'1a!{ri, defunto
nel mese di novembre, è stato nominato Di-
rettore Dioce,-ano dei Cooperatori il Rcv.mn
ì\\lons. Dr. Tirapa.ni Giovanni, Yicario Generale
tiella Oiocc.,;i il qualt, nono:-tantc k tank sue
occupazioni, h.1 accettato di gran cuore.
A Trento, S. A. Rcv.ma il nuorn \\rcive-
sco,o Principc "'\\lons. Carlo dc Ferr,ui ha voluto
far coincidere la su.t prima Yisna al nostro
lsùnno per le Yocazioni con la data cente-
naria dell'Opera salesiana. Accolto solenne-
mente la scr-.1 dd 7 dicembre ndl'anncsso San-
tuario d1 :\\Iana Ausiliatrice, inondato di luce
e stipato di Coopcratori c<l amici, dopo il
<:aoto dcli'. Jt-, \\larw, rivoh.c ai giovani
e<l al pubblico un paterno discorso, rilc-
vamlo con compiact nz.a come la t-arattcristicn
dei Coopc:raton S.1lcsian1 s,a quella di non
essere soltanto, come presso ,1ltri religiosi, un
terno ordine, ma di formare coi fiJ?li di S_ Gio-
vano, Bosco 1111\\1111c.1 grande famiglia.
Impartì q11inili la trina Bene<liziont: cucari-
~tica, e si <legnò di presiedere, nel :;alone Don
Bosco, una breve ncca<lcm,a commemorativa.
L'indomani mattina, il Direttore diocesano
ddl"Opcra per le ,c>cazioni l·cclc..;;iasticht. delle
:\\lis:;ioni, ;\\lons. Oompieri, celchrò la i\\lessa
ddla comunità riYolJ,:endo ai gio,ani 1111 caldo
t·d alfcttuoso innco a seguire la yoce di Gt:si1
che li chiama all"apostolato sotto la materna
protezione ùell'Ausiliatricc Immacolata. Alla
\\lessa .:;olennc assistette pontificalmente S. E.
\\Ioni;. Rauz,, YescoYO .:\\usiliare, il quale pure
si dcgnb di ri,·olgcrc la sua parola ai gio,·ani e
fodd1 che grellUvano la ch1e~a, inncitgiando alla
granùcu.a <li Don Bosco che con la sua pict.i
fa1ta di serena purtzza e di fede eucaristica
seppe conservare fedeli alla Chiesa intere gene-
razioni di giovani.
D e r n a - AJta onorificenza al Vicario
Apostolico ed a vari Salesiani.
La \\laes1i1 dd Re lmpcr,ttorc, di 11wl11 pro-
prio con decreto del 27 ottobre 11. s. ha confe-
rito la Cum111end<1 dell'Ordine 1."0lnnialc ddl.1
Stella d'ltali., a S. E. Rn.ma :\\Jons. Giovanni
Lucato, \\'icano Apostolico di Derna è l'ono-
nlìcenza di C,roalirrt a rnri Salt:siani.
?\\cl diffonderne 1u notizia i gìornali hanno
mess·> in rilit:,·o lo stato d1 !'1:f\\ 1z10 e le per~o-
nali benemerenze dd \\'cscovo e dei suoi col-
laboratori con espressioni di fervida ammir,1-
zionc e di sìnccr.1 gratitudine, facendo un po'
di storia del \\ "icariato. Còmc i nostri Coopera-
tori ricorJeranno, la Sacra Congregv:ionc <li
Propagand.1 Fide 11, data 22 giugno 1939 siste-
ma,·a la Circoscrizione CLclcsiastica l.ibica in
tre Yicariati ed una Prefettura;
n) \\"1carn1to Apostolico Tripoli affidato
a S. E. :.\\Ions. Yittorino Facchinctri, O. F. \\I.
b) \\'icariato ,\\ pcistolico di Bcng-,1si affiJato
a S. E. 1\\lons. Candido \\loro, O. F. 1\\.1.
e) Prefettura \\poswlica di ì\\lisur,tta, de-
legandone l'amministrawmc al ,·ic:ttio Apo-
stolico di Tripoli.
d) \\·icanato Apostolìt.:o ili Dt:rna allìdato a
S. E. l\\.[ons. Giovanni Lucnto, 8alcs1ano.
:\\.lons. Lucato ncevette l'annuncio dl'lla no-
mina il 15 settembre 1939, mentre era prern-
sto della parrocchia-santuario d1 ;'i. 8. della
~c\\'C a La Spezia. Con:-acrato il 5 novemhre
segu1:nte, il Yicario Apostolico <li Derna, sul-
l'esempio dei bencmenci Figli di S. FranccS{..'O
che l'ave, ano preceduto, orientava suh,to la sua
atti\\'ità verso il suo nuovo campo di lavoro..\\1-
lcstita in un mc..-w la spe<lizi011t• mis,-ionaria e
preceduto dai suoi collaboratori, r I saccrdou e
6 coadiutori laici, festosamente accolto da tutte
le autt>rità civili, polìtichc, militari, dai fedeli e
dalle notabilità ar,tbc di Dcrna, il 30 dicem-
bre 1939 prese pos,.esso della Sede \\ icarialc.
Resosi ragione dell'ambiente, e coordinata
l'<>pcra dei singoli 1\\Iissionari salesiani in una
unica direttiva, per cosutuirc la base del s11c-
ceS.'\\1\\'0 sviluppo tlelrapo!-tolato, egli non per-
22

1.8 Page 8

▲back to top


dette mai il continuo contatto con loro, te-
nendo conferenza ai Parroci ogni martedl del
mese, in Beda Littoria, anche durante l'occu-
pazione britannica, e preoccupandosi di cono-
scere e sovvenire alle necessità spirituali dei
nazionali ed in specie dei coloni disseminati
sul Gebel Cirenaica. Dopo due anni di lavoro,
la Cro11aca Vicariale documenta che non solo
e~li ha visitato più volte ogni residenza missio-
naria, ma anche quasi tulte le singole famiglie
coloniche del Gebel dernino. Per ognuna di
queste, specie nel periodo della occupazione
britannica, ebbe parole di conforto, di inco-
raggiamento a perseverare nel sostenere i di-
sagi che la colonizzazione e la guerra impon-
gono a tutti, e nella pratica dei loro doveri
religiosi, civili, patriottici e sociali. Nazionali
ed Arabi non si rivolsero mai invano al Vicario
Apostolico.
Uno dei disagi più sentiti delle popolazioni
coloniche, si sa, è quello delle grandi distanze
ùai centri cd in particolare dalla ch_icsa. Monsi-
gnor Vescovo, non potendo, per il momento,
diversamente provvedere, incaricò tutti i mis-
i.ionari, secondo le loro possibilità, di portarsi a
celebrare la S. Messa nei rag~ruppamenti agri-
coli più distanti dalla chiesa, e ne diede egli
stesso l'esempio recandosi più volte da Dcrna
a Mameli, quando non v'era ancora il Parroco,
per la Messa festiva; poscia, nelle case colo-
niche dei diversi raggruppamenti di Lamluda
e Fonte Amara (Berta), Castelvccchio (Razza)
cd in altre località, a celebrare almeno una
volta alla settimana quando non poteva nei
giorni fesLivi.
Oggetto di particolari cure pastorali furono,
specialmente nel periodo bellico, gli amma-
lati, i feriti degenti nei vari ospedali militari di
Dcma sia nazionali che mussulmani e britan-
nici. Settimanalmente egli sostava presso il loro
capezzale, e tutti gli erano gratissimi delle de-
licate attenzioni.
D,t vero figlio di D. Bosco, intimamente
compreso della necessità di una soda forma-
zione cristiana della gioventù, diede vita in
Dcma ai due oratori, mascrule e femmioilt:.
la quest'ultimo da lui personalmente diretto,
si recava ogni domenica a farè il Catechismo
alle bambine. Fin dal maggio 19+0 riuscì ad
organizzare un'assortita premiazione catechi-
stica per cui ebbt: la valida collaborazione delle
Dame Patronesse salesiane, che gli consenti di
distribuire nel Teatro Littoriale di Derna, il
giorno 22, generi di vestiario a più di 200 tra
bimbi e bimbe.
Le parrocchie del Gebel, nonostante le dif-
fiooltà della guerra, furono sempre rigogliose
di vita cristiana. L'ambiente coloniale, specie
nei suoi inizi, è irto di difficoltà per le nuove
necessità che si impongono ai coloni, pcr il
sacrificio che esige la vita, per la differenza
culturale e religiosa degli indigeni. Mons. Ve-
scovo cercò di superarle e di farle superare
ai suoi collaboratori. Con la parola, sia in
privato che in pubblico, ottenne che anche i
nuovi coloni le superassero e vivessero nella
miglior armonia con tutti gli indigeni. Fatl<:
pocrussime eccezioni, il collaudo di questo
spirito di collaborazione tra nazionali in-
digeni lo si ebbe durante il periodo della
occupazione britannica. Per cui, alla ricon-
quista della Cirenaica, Monsignore cd i Mis-
sionari furnno oggetto di calorose dimostra-
zioni di simpatia e di stima anche da parte
degli Arabi, che spesse volte erano ricorsi alla
loro protezione.
Compreso della responsabilità e ddlc fatiche
che gravano, specialmente nell'ambiente colc-
niale, sulle autori.là locali, egli prestò sempre
la più generosa ed efficace cooperazione, te-
nendosi in frequente e stretto contatto sia con
quelle civili come con quelle politiche e mili-
tari. Nonostante le esigenze dd suo ministero
cercò di essere sempre presente a tutte le ma-
-nifestazioni da loro indette, portando sempre
ed ovunque la sua paterna parola ed il suo :.r.elt>
pastorale. Questa vasta attivilà apostolica e pa-
triottica, svolta in cosl breve tempo dalla sua
nomina a Vicario Apostolico di Derna cd in
momenti ranlo difficili, segnalata dall'Eccel-
lenza il Regio Prefetto di Derna alle Superiori
Autorità del Ministero dell'Africa Italiana, in-
dusse la Maestà del Re Imperatore a confe-
rirgli l'alta onorificenza..
L'opera dd Vescovo fu efficacemente fian-
cheggiata dai Missionari salesiani, che riscos-
sero pure ampli elogi dai Governatori Generali
della Libia. Vennero inoltre insigniti dell'ono-
rificenza di Cavaliere nell'Ordine coloniale della
stella d'Italia: Don Esilarato Atzori, Provicario
e Parroco di Derna; Don Lorenzo Gaggino,
Parroco di Tobruch, e Don Luigi Sois, Par-
roco di Luigi Razza.
Non meno generose furono le Suore della
Sacra Famiglia di 8polcto presso i nostri sol-
dati ferili cd ammalati, cui prodigarono in
mezzo a tanti pericoli, la loro preziosa assi-
stenza. Ottr, di esse rimasero sul posto anche
durante l'occupazione britannica, e quasi tutte
furono decorate della medaglia di bronzo al
valor militare.
Preghiamo il Signore perchè Ycscovo, Mis-
sionari e Suore possano sempre corrispondere
alla loro vocazione.
23

1.9 Page 9

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FRANCIA - Qualche notizia dalle no-
stre Case.
Xci mese <li giugno dello scorso anno ha
ripreso le pubblicazioni il Bol!rtti110 Sa/,esiano
in lingua francese, che si stampa a Romans
(Drome) ed esce, per ora, una volta ogni due
mesi. Dai numeri che ci son giunti togliamo
qualche notizia sommaria sulle condizioni e
l'auività delle nostre Case. L'Ispettoria del
~ord fu la pii'1 esposta alle operazioni di guerra.
Yarie Case vennero requisite pei soldati ; ma
non han sofferto danni rilevanti. A Parigi
continuano il loro apostolato tanto la parroc-
chia di S. Giovanni Bosco a Charonne, come
l'Oratorio S. Pietro a l\\lénilmontant. L'Ispet-
tore, dopo un soggiorno a Lione, è ritornato
alla sua sede rianimando anche l'Opera degli
Amici dei fanciulli •> a Rue Crillon. Della
Casa di Meltes nessuna notizia. Quella di
Binson, ridotta ad ospedale durante la guerra,
ospitò per qualche tempo le truppe di occupa-
zion.e; ma, appena lasciata libera, ha riaperto
le sue porte agli alunni delle scuole elcmentari
e spera di poter presto estendere l'opera sua
anche agli a!Lri. La Casa di Maretz, per le
,·ocazioni tardive, occupata per alcuni mesi dalle
truppe vincitrici, ha potuto riprendere il suo
scopo nel mese di ottobre con una trentina di
aspiranti al sacerdozio. Le Case <li Giel e cli
Coat-an-Doc'h non hanno subito interru-
zioni; anzi la prima ha ospitato anche un nu-
cleo di studenti di filosofi,i e la seconda altret-
tanti studenti di teologia, impossibilitati a fre-
quentare il nostro studentato <li Lione. La Casa
<li La Guerche ha accolto anche i novizi pro•
fughi dal Belgio e dall'Olanda nel mese di
,ruiggio r940 e prospera coll'aggiunta delle
classi ginnasiali prcparatoriè al noviziato. L'O-
r:itorio di Rennes, rispanniato, grazie a Dio,
dai bombardamenti, continua a fiorire di ot-
timi giovani. La Scuola professionale <li Caen
ha incominciato a far posto ad una cinquantina
di artigiani, in attesa cli aver liberi tutti i locali.
L'Istituto di Pouillé pare che abbia anche
potuto riospitare i giovani, dopo il periodo di
occupazionll, per le scuolè elementari, ginna-
siali cd agricole.
Un'opera nuova si e potuta iniziare a Meu-
don, alle porte di Parigi: un orfanotrofio quanto
mai provvidenziale.
Delle Case del Sud, evacuate quasi tutte al-
l'inizio delle ostilità, nessuna ha sofferto nè pel
passaggio delle truppe, nè per l'occupazione.
Quella di Nizza Mare, oltre alle fiorentissime
scu1,le professionali, ha aggiunto una classe
alla sezione studenti. A Grasse, il nostro Isti-
--
tuto Pénelon sta per :iggiungere alle scuole ele-
mentari e secondarie un corso tecnico, sotto il
patronato ddla municipalità e <lei sindacato dei
profumieri. A La Navarre, novizi aspiranti
hanno ripreso con fervore la loro preparazione
alla vita salesiana. A Tolone, artigiani e stu-
denti attendono solo i nuovi localj per potersi
moltiplicare. La Casa di Marsiglia continua
in pieno, rigurgitante di giovani artigiani, !ltu-
denri ed oratoriani. Quella di Montpellier
ospitò profughi dalle altre Case di Franci,t,
Relgio ed Olanda, cd ora ha sistemato anche
l'ampio cortile per la folla tlei giovani orato-
riani. L'orfanotro:fio di Gradignan, che ospitò
i nostri studenti di teologia del Belgio e del-
l'Olanda all'inizio delk operazioni, conta ora
pil'.1 di cento giovinetti che scguono special-
mente il corso di agraria. A Villemur, presso
Tolone, si iniziò la costruzione di un'opera
nuova di cui daremo notizia appena si inau-
guri. A Roanne , la vita ha ripreso subito,
appena liberato l'edificio. ,.\\ Chateau d'Aix,
Casa di formazione, gran fervore e belle spc•
ranze per l'avvenire. Le due scuole agrìcolc di
Pressin e di Ressins hanno acquistato presti-
gio dall'impulso che il Maresciallo Pétain ha
dato all'agricoltura. L'Istituto di Caluire ha
aumentato il numero degli alunni. L'Oratorio
di Romans, divenuto centro parrocchiale,
estende il raggio della sua influenza. Cosl pure
l'Oratorio <li Tonone. Lo studentato filosofico
e teologico di Fontanière (Lione) si è ripo-
polato ~li una cinquantina di confratelli. :'Jel
Cantone francese della Svizzera l'Istituto di
Morges ha inaugurato una filiale a Sion capi-
tale del Vallese: un orfanotrofio chc l\\Ions.
Bieas ha affidato ai Salesiani, e che nelle scorse
vacanze ha potuto per la p1ima volta g()dere <li
una ridente villeggiatura a Vcmamiège (1400
metri).
L'Istituto di Landser (Alsazia) è.. tuttora
oct·upato; ma la parrocchia continua a funzio-
nare col parroco salesiano.
Dei 250 Salcsi:ini chiamati alle armi, pa-
recchi sono ancor prigionieri; di 9 si ha no-
tizia che son morti in guerra.
Le Figlie di 11/aria Ausiliatrice, passate le ore
di trepidazione, hnnno pur ripreso cd intensifi-
cato il loro ap<>Stolato. A Lilla-Sud, il bom-
bardamento del 28 ma.ggio 1940, durante il
quale le suore si erano rifugiate nel sotterraneo
attorno alla S11pcriora che aYeva tollO con se
il SS. Sacramento dalla cappella, ha lascialo
intatta la Casa, sicchè poterono subi10 riaprire
l'Oratorio ed allestirvi anche una refczion~
quotidiana per un centinaio di bambine, men-

1.10 Page 10

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tre curano la ,-;cuoia parrocchiale che conta
2_:;o alunne. La loro Casa-famiglia <h Rue
d'Autin, dopo l'esoùo del ma~gio 19,¼o, ri-
gurJtltJ di giovinette e si1,?norine tanto pcl pcn-
~ionatn, quanto pcl h1boratorio e l'oratorio.
I launu accolto anche le orfanelle dell'Orfano-
trntio di Guines. L'educandato e l'esternato
J..-lla Casa sorella, nella stessa città, funzirma
p<:r ora nei sotlcrra111:i, in attesa della lihera-
;,ionc dei loc-.lli. .\\ Parigi- Charonne, pur fra
t.intc pri,·azioni, le suore hanno mantenuto
l'opaa della Prokiione della GiO\\ ,mc, allc-
~tcndc,,·i anche umi cucina popolnrc, per fron-
ll'JO:Ì~1re le esigcn7(;; ddla situazione. Conti-
1111:1110 pure e tcm•rc l'Oratorio ed a prestarsi
p<:1 Catechismi ndla parrocchia di ~- :-,iJ!nora
della Spcran7.3 cd in quella ili S. Gio\\',inni
Bosco. .\\ Lione, le loro Scuola di Economia
e tlonwstica frequcmatissima. Quattro Suore
hannn riportato il diploma di insegnamento
in ù Scienze fnmiliarì e ùi Economia dome•
~tica ai Corsi superiori dello StaLO, aggiun-
::<.:nJ,1 prestigio al già apprezzatissimo Istituto.
O~ni domenica po1 si spargono a dirigere gli
Oratori festi,·i ndk parrocchie dcli' Immaco-
lat.1 Concezione e d1 Pierrc-Bénitc \\nche la
!'irnola di Economia domestica di Greooble
ha chiuso l'anno con un brillante successo. A
Tonone hanno 250 alunne tutte savoinrdc, da.l-
l'.1siln alle scuole superiori, una l><:u<>l:t dì Eco-
n•Jn11,1 domestica c<l un fiorente Oratorio.
Le 5 Case <li Marsiglia, pensionati, cùu-
~ndato e nm·ìziato, scuole parrocchiali, ed
Or;nnrio fcstirn, sono in piena atti\\'ità. Anche
., Nizza si m:mtcngono in fiore lanto l'Or11torio
S. Pietro, quanto i <luc Orfanotrofi: « Naza-
reth • e quello pei bimbi di « \\"ilJa de:s Pins ,.
.\\ Witteoheim, attendono nella preghiera l'ora
di poter riaprire il pensionato e l'cstc:rnato
rcr i Corsi di Economia domcscica, iniziati
nel 1,nS.
A Pasqua, ali' Istituto di Economia domestica
dt Lionl! convennero una scssatina ,ti suore
ddcJ,?ate <lei principali Ordini mi~~ionari fr.m-
ccsì per un con~rei-so, anzi una scttim,ma di
,tudi s.1lcsi:mi, ,-cguirn da tre giorni dì Azione
C':molica tc:nuti dalk dirigenti na7ionali dci
mn, imenti Cm,r t·ml!tmts e Amts I ·e1illm1tt'$,
che .1ccrebbcro il numero delle Con~ressistc
crm religiose di altri Ordini.
L'Afr,ca fr,wcesr cdchm quest'anno il cin-
quantl'narìo ddl'mizio dell'Opera sal(•siana
in:iu1:urata ad Orano jj 2-1, agosto 1891. Dei
primi S<:lte !>alesiani sopravvive Don Bcissière.
Orano ha un fiorente Oratorio salesiano nel
sflhhorl(o di Eckmuhl, con una scuola di canto
che fa servizio ordinari«> andw alla Cattedralc.
L 'Or.nono della nostra parrocchia di Casa-
blanca ha dato quest'anno belle ,·ocazioni sa-
cerdotali.
Dal BrfttirJ sappiamo ch1.: le vocazioni man-
tengono in finrc: 62 studenti di teologia conta
la Casa Vicu:x-Héverlé; 27 studcnti di filo-
solfa quella di Farnières; .,Itri q. frequentano
l'L ninr,ità di Lovanio.
.\\ Lione 11 Card.•\\rc1,·escovo Etn.mo Gt·r-
lier, il 29 J!lllgno u. s. ha prnmosso ai ,·ari
Ordini sacri una cinq1rnnum1 Ji s;alesiani.
Sak:,i:i111 e Figlie dì :\\forìn \\11sìlìatricc hanno
organinato, Jurantc le vacanze, parecchi turni
di ville~f!Ìatura dì cui hanno goduto ;50 ragazzi
e -1,00 gin, im:tt..:. La Ca~t ddlc Figlie di :\\lari.i
Ausiliatrkc dt Saint-Cyr-sur-Mer ha ospi-
tato una !-css.'lntma J1 gim inette cd una doz-
zina d1 suore per un corso di ùuc mc,;i <lt
,, fom1.1zionc sociale Jomcsuca cd a~ricoln •1
organizzato sento il patronato govt:rnativo.
Hanno pure aperto dei cnr~ì anrtuali dello
stesso genere a Sa1nt-Cyr stesso cd a Sa-
vigny.
PERÙ Lima - Il Presidente della
Repubblica alle feste giubilari.
Ln Repubblica Peruvmna ha celebrato, ml
centenario dcll'injzio dell'Opera di S. Giovanni
Bosco, and1c il cinquantenario dcll'arri\\'o dct
Salcsi,rni che, m numero dì tre s,1cenloti, sbar-
carono al porto del Ca113o no+-1891 per esten-
dere il pronido apostolato ntlla terra 8ant,t
RMn da Lima. I dicci collegi salcsiànì e lc
tredici Cnse delle Figli(' Ji l\\laria Ausil iatrice,
fiorenti di vìtu e gn:miti dì alunni. andarono .1
gara nel fc~t<:ggiarc la duplice ricorrenza, aSSt:-
comlati llall'adcsionc cntusia~ta non solo dei
Cooperatori c<l cx-allin1, ma ddlc autorità rl-
lif:!:iosc e ci\\'ili e della mu,-s.1 del popolo. Chiuse
le 1.:clehrazioni locali. fu la ,·nlt.1 della Capit:tlc
con un'auc:.taz1onc <li amrirc a Don Ilosco cd
all'Opcr:i sua, che pit1 soknnc non si sarcbhc
potuta desiderare. Il Rtttor \\laggiorc invii>
quale suo r:ipprcsentante l'Ispettore cli Buenos
Aire~. Don Giuseppe Ri.;,ncri. n nostro Don
8allahcrry, notissimo predicatore, preparò la
cìtcadmanza con un corso di Eserci2i spirituali
alla radio, diffuso in luttc le famiglie. I fcsle~-
giamcntì si iniziarono il 21 settembre colla
bcne<lizinnl' della cappella dell'Oratorio fc-
sti\\'o, compiuta da S. E. :\\Jons. Fortunato Chi-
rìchi1,?no, salcsiano, vesco\\'o di Piura, il quale:,
durante la S. :\\lessa, <listrihul la Comunione
alla folla degli Orat0nani, alle Dame-Patro-
nesse c,I ai numerosi cx-allic,·i, un gruppo dei
25 -

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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quali cominciarono, nello stesso giorno, a pre-
starsi come catechisti ai piccoli.
Il 24 dello stesso mese, mentre nella cripta
si celebrava la festa della Madonna della :\\1er-
cede e la ricorrenza mensile della commemo-
razione di l\\Jaria Ausiliatrice, un altro vescovo
salesiano S. E. :Mons. Otta,'io Ortiz Arrieta,
dj Chachapoyas, proccdwa alla solenne con-
sacrazione del Santuario di .Maria Ausiliatrice,
iniziato nel 1915 etl aperto al pubblico nel
1922. Terminata la funzione, una folla di fedeli
si riversò nel sacro tempio e lo grcml letteral-
mente per assistere alla ì'>lcssa celebrata dallo
stesso Ecc.mo Yescovo il quale ricordò in quel
giorno anche la sua consacrazione episcopale
ric<!vuta sotto le volte della stessa chiesa, poco
dopo la inaugurazione. :'\\cl sepolcreto dcll'al-
tar maggiore vennero deposte reliquie dei santi
Solutore, Avventore cd Ottavio, avute gentil-
mente da Roma, per l'inter1.-ssamento di un
cx-allievo Religioso agostiniano. T tre ~iorni
seguenti furono impegnati nellll gare catechi-
stiche ispcttoriah tra i giovani dei vari coll1.-gi,
giunti alcuni da distanza superiore :u mille
chilometri. Coron<> le ~are un riuscitissimo
Congressino cal<:chistico. 'sell'anni,·crsario dcl-
l'mgresso del pruno salesiano nel Perù, Don
Antonio Riccardi, il 27 scttemhrc si tenne il
convegno dei Cooperatori e delle Cooperatrici
L'invito fatto dal Comitato di Onore, presie-
duto dalla signora Enrichetta Garland de Prado,
consone del Presidente della Repubblica, foce
accorrere neU'ampio teatro del no,nro collegio
il fior fiore dell:1 città.
Colla signor.l del Prcsi<lcnte erano J'(•~-Pre-
1,ideatc della Corte di C.assazione Dr. l\\lanuel
R. Valdivia, il Procuratore dc.Ila Repubblica
Dr. Filippo Portocarrero, il Ministro d'Italia
I:cc. Italo Capanni, il Presidente della Corte
d'Appello Dr. Giuseppe Prisancho, il Presi-
dente dell'Aceadc.:mia Peruviana Dr. Giuseppe
dc La Riva Agucro, il vice Presidcmte <ld ':3e-
nato Dr. Ottavio Alva, ,ari Senatori e Dcpu-
talj e tutta l'aristocrazia. Presiedette la riunione
il Xunzio Apostolico S. E. Mons. Fernando
Cento, cui facevano corona le LL. EE. ì \\·e-
scovi ~k>siani \\lons. Ortiz Arricta, Mons.
Chirichigno, Mons. Alvarèz, Mons. Gctulio
"\\ argas, il rapprcscntantt: dcli' \\rcivc.:,;c.:o,·o
ammalato, il Decano del Capitolo metropo-
litano.
Dopo il saluto porto dall'Ispettore Don Cog-
giola, prese la parola lo stes:;o Nunzio Pontificio
che fece la commemorazione ufficiale del S,1nto,
esaltando la sua devozione alla Santa Si:de ed
invitando Safosiani e Cooperatori a tener fede
al suo programma colla parola d'ordine di
-
Pio Xl. • Sempre più e sempre meglio • Rin-
graziò il Nunzio Aposlolico il nostro D. Sal-
laberry il quale comunicò all'assemblea il ca-
blogramma giunto da Roma colla benedi-
zione del Santo Padre.
TI 28 settembre, anniversario dell'ingresso
delle Figlie di ~1aria .\\usiliatrice in Lima per
iniziare l'opera loro a fianco dei Salesiani, fun-
zioni e commemorazioni si svolsero nel Col-
legio Leonardo Pflucker, che sorge nella bor-
gata R1mac accanto alla primtll\\'a sede dd-
l'Opera salesiana, tornata a noi nel 1937, cd ha
una scuola sernle frequentata da 250 alunni ed
un Oratorio fiorente d1 500 giovani. Cclehrò la
Messa della Comunione generale S. E. ì\\1ons.
Alvarcz, vescovo di Ayacucho. Quella in canto,
il rappresentante dei Rettor \\(ag~iorc Don
Reyncri, attorniato da 24 ex-allievi dcll'anM
di fon<lazionc, tra cui gli altri due Vc$covi rn-
lt.-siani \\Ions. Ortiz e :\\lons. Chirichigno.
Tenne il discorso ufficiale il Dr. Vittorio An-
drea Belaunde dell'Università Cattolica di Li-
ma. •\\ sera, nella. Ca.sa ispcttorialc, con grande
aflucnw di amorità e di popolo, S. E. :\\lons.
Francesco l\\1uente commemori> colui che
Lima chiamava 11 Don Bosco della città, il sa-
lesiano D. Carlo Pane, l'organizzatore dell'o-
pera salesiana e promotore dell'erezione del
tempio di l\\1aria Ausiliatrice. La commemora-
zione si chiuse con l'inaugurazione sulla fac-
ciata della chiesa di una lapide-ricordo e d1 un
husto <lei venerando figlio dj Don Bosco la
cui salma, due giorni dopo, esumata dal cimi-
tero col consenso delle autorità ccclesinstichc
e civili, venne trasportata in lungo corteo di
macchmc, come in trionfo. alla cripta del san-
tuario. Cantò la :\\kssa d1 Req111e111 Don Rc.:,neri,
cd impartl l'assoluzione S. E. Mons. Ortiz. La
tumulazione fu don1ta ritardare per permet-
tere al popolo di sfilare <linal17.i alla bara a
testimoniare l'affetto che serba per lo zelante
sacerdote che impersonò e diffuse neila Repub-
blica lo spirito del santo Fondatore.
Il ottobre, giornata catechi!-lllca ed eucari-
stie.i per ~li alunni dei nostri collegi della ca-
pitale e dei paesi vicini. li santu.1rio di \\lar.ia
Ausiliatrice si affollò di oltre 1500 giovani che
ascoltarono la !\\fessa e ricevettero la Comu-
nione dalle mani di S. E. '.\\Ions. Chirichiirno,
poi si riversarono nel cortile, trosform:tto in
sede del congresso. Gli aspiranti svolsero il
tema: ~ Don Bosco apostolo del Catechismo•;
gli studenti di filosofia: • Importanza del Ca-
techismo nella vita*; gli !ltudenti delle Scuole
:Medie di Lima: Yìviamo il nostro Catechi-
smo•; gli artigiani delle Scuole Professionali
della Casa ispettoriale, nel cinquantesimo an-

2.2 Page 12

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nivnsario llclla Rerum ,Vo'l:arnm: Il C;1tc-
d1ismo nella questione operaia•· Coi tre Yc-
sc;o\\·i saft:,,iani presiedette il Congresso l'Ec-
cdcntissimo ~unzio .\\postolico, che lo con-
cluse cm1 paterne parole. Gli intt:.rvalli n.:n-
m·ro rallt'gr:1ti dalla banda e dalla scuola
<li l'anto.
I f<.'Stl-ggiamcnti si chiusero il 5 ottobre cui
Cnm·cgno degli cx-allievi e solenne funzione di
ringraziam.:nto. Dopo la l\\Icssa celebrata llal-
l'Jspettore Don Coggiola, e l.1 colazium:, l'as-
St·mblea ge1wralc rese omag!!'io ai soci fondatori.
Ali<• 1 1, poi, 111ui si raccolsero alla porta del
M11pio pd ricnimcnto del Pre:-ideme della Re-
pubblica, che si degnò di assistere personal-
mente alla cerimonia conclusiva. Accompagnato
dalla gentile sua Signora, dal Capo della Casa
111ilitarl', Gen. Ferdinando '\\ lclgar e dal De-
c.ino di S<:rvizio, Com:imlantc Pietro l\\Liwrc,
S. E. il Dr. Pratlo venne accolto dal rapprc-
scntantc dd Rcttor :\\lnggiorc, dall'Ispettore
e dai Direttori delle Case salesiane del Perii,
.11 suon<> dcli:, Marcita de Bmulerus e fra gli
c,·, ,va e gli applausi det 1:om·enuli.
J1 Capo dello Stato entri, suhito nel s:1cro
tempio, gremito di folla, ove fu circond;1to
,lai l\\Iinistrn dc:ll'Ed11caz1onc pubblit:a, Dr.
Pietro 1\\1. Oliveira, dal primo \\'ice presidente
del Senato, Dr. Ottavio \\lha, dal Presidente
Jdla Corte superiore Dr. Giuseppe Fn~ando,
Ja rnri Senatori e D ep11ta11. dal Presidente
naiionak de~li Ex-allievi e dai rapprL~entanti
ddla famiglia del primo bendattore e fon<la-
tl)rC dcll'Opcr.1 salesiana nel Pcrù.
fn prcshiterio, attorno al Nunzio Apc1sto-
l1co, erano ~ E. :\\lons. Ortiz Arrieta, :-.. E.
:,\\fons. Ferdinando Ortcga Centeno, rappre-
,;cntantc l'Arci\\"escO\\ o, \\Jons. \\'italiano Her-
roa, supt•riori e rappresentanti delle comunità
religiose della capitale. Un posto distinto ave-
\\"ano le rappresentanze delle Figlie di !\\!aria.
Ausiliatrice e degli cx-allievi venuti espres-
samente tla .-\\ri:quipa. Durante la :\\kssa 1:de-
hr.ita da S. E. .\\,Jons. Ch1richigno, ~ali il pul-
pito S. E. Mons..·\\lvarez che, reso omaggio al
Capo dello Stato cd al Rappresentante della
!-ama Sede, con nobilissimo discorso rievocò
L1 grande figura del Santo Don Bosco. esal-
tandone l'Opera e lo spirito. Terminato il di-
scorso, l'Ecc.mo ::'\\un?lo ,\\postolico intonò il
Ti Dcu111, e, dopo la lknedizione cuc:,ristit::.1,
imp,1rtl anche la Dcnedizione Apo,-toltca a
nome Ji Sua Santità. Usciti ùal tempio, 11 Pre-
~idcl!le e le autorità salirono la tribuna apposi-
tamente preparata per assistere alla sfilata
tlqili alunni dei Collq:(i s.ilc!liani, delle alunne
ù1 quelli ùt·lle Figlie di ì\\1aria Ausiliatrice, degli
cx-allievi: in tutto, 11.000 persone. Infine, il
Capo dello Stato visitò il Coll~io Santa Rosa,
le scuole cd i laboratori, ammirando l'attrez-
zatura didattica e tecnica, la disciplina ed il
pro~n:sso degli allievi che gli n,:::;l·ro omaggio
col più fervido entusiasmo. In tipu~rafia gli
vt nnc prest:ntata una monografia ~ulla Opere
salesiane nel Perii, preparata ixr l'occasione,
e due allieve <!elle [• iglic di ~Iaria Ausilia-
trice, mpotine del j?r,mdc colonnello Bolognesi,
otTeMcro un mano di fiori alla sua gemili: Si-
gnor.i. Dopo il canto dc•ll'iono nazionale, ese-
~ito dalla massa dn-:li allievi, 11 Presidente
lasciò l'Istituto, tra rmnovatc calorose manife-
stazioni. Le ccnmonie furono coronate, poco
dopo il me:r.zog1omo, coll'inaug11raz1one della
Casa , dell'ex-allievo» ndl'. li·l'11ida Brasi/, be-
nedetla dallo slc!iSO Ecc.mo Nunzio •\\posto-
lico, .,s.,istito dai Ycs1:ovi salesiani l" dalle auto-
rità e personalità convenute.
Il Presidente della Repubblica volle dare un
attestutn di particolare affetto invitando a ban-
chetto nd suo palano, col !\\linistro della Edu-
cazfone ,azion31e, il Nunzio Apmaolico, i no-
stri tre Vescovi Peruviani, il rapprc::;1:ntante dd
Rcuor ;\\laggiore, l'fapettore ed I Direttori salc-
sia111 prl·Sent1 alle feste.
.\\ consolidare il frutto delle ccld,razioni,
Don Sallaberrv chiuse le feste con un altro
cor;o di Esercizi spirituali alla radio, asc.olta-
tissimo cd apprezzatissimo. Così il programma
si nwntcnnc fedele alla più alta aspirazione del
Santo: Da mi/11 ammas cOf'tera tollle.
E la benedizione di Dio continuerà a fecon-
dare il prov,·ido apostolato. li Collegio di Santa
Rosa, in Lima, co11t.1 attualmente 1020 allic,·i
distribuiti nelle scuole primane, medie e prc>-
f<.~innah; 6oo gio,·ani frequentano l'Oratorio
annesso. '-ella città dl'I Callao, il collc~io, fon-
dato nd 1897, ha +so alunni e 200 oratoriani.
Il collc!,!io di Arequ1pa, fondato nel 1896, ha
una media di 200 alunni nelle scunle primarie
cd ahrcttanti in quelle professionali-agricole;
non meno ne conta l'Oratorio festivo. 11 colle-
gio d1 l'iura, fondato nel 1906, ha più di 6oo
alunni. Quello di Cuzco, la capit:1lc incaica,
fondato nello stesso anno, cont,t pur circa 600
alunni distribuiti nelle scuole primarie, mcùic
e profossionali, e 400 oratoriani. Il collegio di
Ilu:111cayo, iniziato nel 1923 e trasferito in lo-
cale proprio nel 1934, ha 400 :ilunni e 150 ora-
toriani. Oltre .ti primo internato mdigcno di
Vucay, 11urisce oggi rii;oghoso 4uel11, d1 Puno.
Ptr tacere degli altri, la Casa di formJZione Ji
:\\lagd;1lena del ;\\far ha una quarantina di aspi-
ranti, cd un numero consolante di nu,·izi e di
studenti di filosofia.
- -..,.,..,

2.3 Page 13

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I. Ima . Jnlcrno del Santuario di Marb Au ,lll:a1r .cc con,ocr,uo il 14 ~llt-mbrc 194 1
Dal NOTIZIARIO
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
La " Crociata Catechistica ".
Proprio nel mese centenario dl'll'Ordin:i-
zionc Saccrdmalc di S. Giovanni Bosco, il
29 i;:"iugno u. s., n:onc npcrta con sineolare
solennità una bella Mostra Cotuhùlim, nel
Collegio •Immacolata. d1 Conegliano Veneto
diretto 1.lallc Fighe di '.'Ilaria Ausiliatrice. Si
degnò inaugurarla lo stesso Ecc.mo \\escovo
diocesano, alla prcscnz.1 del Rettore del Se-
minano di \\ 11tori<>, di quasi tuli1 i Sa-
cerdoti di Conegliano, delle rappresentanze
degli Istituti Religiosi c Associa?.ioni di
A. C'. cittadine e di un buon numero cli
inntati.
Dopo il saluto, rivoltoj!li da un'alunna del
Collegio, l'Ecc.mo Presule passò a visitare le
singole sezioni della Mostra, soffermandosi
p:irticolarmcnte a quella teorico-pratica del
Credo• e della S. :\\fossa t; e, osservando
con \\'i\\'o interesse l'ampia raccolta di quaderni,
compiti, illustrazioni, ccc., che formano la più
espressiva documcmaz.ione dello studio cate-
chistico, iniziato nell'.--\\silo Infantile e seguito
con progressi,•o sviluppo in tutti gli altri
- --- 28
rami della Scuola, come pure nelle varie altre
opere ann1.-s-~.
Assai soddisfatto per quanto :l\\'c\\'a ,·eùuto,
l'Ecc.mo \\\\·scovo, dopo aver espresso piu
volte la sua benevola approvazione nel pas-
i;urc dall'uno all'altro rc,;parto della :\\Iostra,
la ripete ancora parlando a1,?li interYcnuu
nella Cappella del Collegio. Egli si com-
piacque di notare che l'intc:rcssante rassegna
j!li torna,·:i graditissima anche p,·rchè era la
prima sorta nella sua diocesi; e perciò, cn-
com1ando l'opera di chi ra,·c,·a Yoluta e or-
ganizzata, formulava i più fervidi voti che
servisse d't:scmpio od altre consimili, per di-
Yulgare rn~giormente l'importanza dell'istru-
zione reh~1osa.
A queste note d':11uvità catcch1st1ca ne a~-
giungiamo altre brevi, ma espressive, giunte
ultimarnentc per aereo dal Centro Amerim.
Esse ci dicono che la ricorrenza centenaria
della missione sacerdotale di S. Giovanni Uo-
sco portò nel Collegio ~ ì\\Iaria Ausiliatrice ,,
di S. José di Costa Rica un vero fervore per
l'insegnamento religioso. Si fece catechismo
un po' dovunque: nella scuola, nell'oratorio,
nella portineria. nell'annessa chiesa di S. Fran-
t·c:sco e perfino nella prospicente piazzetta;
facendo risuonare, si può dire, da mane a sera
tutta la Casa delle semplici e sublimi verità
cristiane, quasi come un incessante inno di

2.4 Page 14

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fede: una laus pere11111'-s in forme e note diverse.
Re ne ottenne un mirabile risveglio di pietà
che permise di stabilire nel mese di maggio
ta cosi detta << lega df!lfa Gra.::;ia 1>, per la fre-
quenza ai Santi Sacramenti e la perseveranza
nel bene. La chiesa, non certo piccola, divenne
in breve ristretta a conccnere tutte le volon-
lcrosc, mettendo nella felice necessità di far
cclcbrnrc due sante l\\Iesse ogni giorno, con
un numero consolanrissimo di sante Comu-
nioni quotidiane.
\\"ennero così preparate con particolare de-
,•òzione le feste della Beata Madre Mazzarcllo
e di i\\Iaria Ausiliatrice. La prima fu prece-.
<luta ùa un triduo predicaro rispettivamente
dai Superiori dei Cappuccini, dci Redentoristi
e dei Gesuiti; quest'ultimo in special modo
grato alla Beata per avergli ottenuto, proprio
in quei giorni, di ricuperare la vista, già assai
indebolita e compromessa.
La fesi.a cli Maria Ausiliatrice riuscì ancor
più solenne per l'intervento dell'Ecc.mo Ar-
fu numeros1ss11na; tale da dare all'Ecc.mo
Pasfore ta più gradita ed eloquente prova di
quanto andava operando la fervida campagna
catechistica in quella distaccata plaga ddla
capitale.
CILE - Santiago.
L'inaugurazione della Cappella dct No-
viziato di Santiago-Cisterna e del nuovo lo-
cale dell'annessa Scuola gratuita delle Figlie
cli Maria Ausiliatrice, diede occasione il 16
ago:;ro u. s. ad una bella festicciuola, resa
solenne per l'intervento delle autorità eccle-
siastiche e civili. Lo stesso Arcivescovo di
Santiago S. E. Rev.ma ì\\lons. Giuseppe ::\\!a-
ria Caro si degnò d'imµartire la rituale bene-
dizione alla Cappella, circondato dall'Ispet-
tore Don Gaudenzio l\\hnachino, dai Diret-
torj Salesiani dell'Istituto 1~eologico e del-
l'Oratorio <• Don l3osco » e dal Parroco di
Cisterna.
L , ma - lntetno della cripta del tempio d l Maria Ausiliatrice.
civcsco,·o, il quale celebrò la santa Messa e
amministrò la Cresima a centonove alunne,
per la massima parte neo-comunicande di
quella stessa mattina. Benchè in giorno fe-
riale, l'affiucnza dei fedeli atlc sacre fu nzioni
e la loro partecipazione ai Santi Sacramenti
Nel gruppo degli invitati presenziava alla
devota cerimonia il Podestà della capitale,
in mezzo a uno stuolo cli distinte persone e
alle numerose schiere delle allieve e ex-allieve
dei Collegi cli Santiago. Portarono lustro e
- decoro al sacro rito gli Studenti dell'Istituto

2.5 Page 15

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Teologiet> Salesiano, con le loro anistiche
esecuzioni musicali, e il Piccolo Clero del-
l'Oratorio ~ Don Bo~co ~ col devoto e inappun-
tahile servizio all'altare.
li giorno seguente, la celebrazione della
prima santa !\\lessa donò alla Cappella, be-
nedetta ma ancora vuota, l'ineffabile presenza
dcll'O:;pite didno, e accese h trcmulà e sim-
bolica lampada a imlicame la soave e miste-
riosa dimora. Più tardi. alle 9,30, venne cc-
lebr:ita la Ì\\ ksi;a solenne clall' Ispettore Sa-
lesiano, il quale al Vangelo tenne un bellis-
simo ùiscor$o di circostanza commc.:ntando le
parole dcl sacro testo: La 111111 C"sa è Casa
di oru;;itmr. La renderanno rnlc la fervida pietà
ddle ,o, i1.ie, per le quali più p.micolarmentc
t: stato u~·no il nuovo Tal,e1 nacolo, nonchè
l'argentina voce delle po,·crl' bimhe della
Scuoht grntuit.t, umili o~piti di predilezione
nella Casa Jd Signorc.
COLOMBIA - S. Rosa de Osos.
La C.1~1 cldl,1 Fij?lic di :\\lana Ausiliatrice
in S Rosa <h Osos ha ric~>rJato il ::.un vcnti-
cinqu~s1mo d1 fondazione, compiuto nel mese
di a~osto JQ ~o. ma cckhrato nt:i ~iorni 25
26 e 27 ,1prile u. s. con solenni frstcggiamenli,
promos.~i Jallc affezionate cx-allieve, ai quali
prese parte l'intera citmdinan1.a.
L'on. Consiglio Municipale fissò parte del
suo preventivo per concorrere alle spese dei
restauri fatti in tale occa.o;ionc nel Collegio;
il venerando Capitolo della C.mcdralc provvide
coi fondi del proprio erario ai solidi cd eleganti
muri di cinta, e la cassa delle ex-allic,·e contri-
buì ellìcac<·mente all'interna imbianc,atura dcl-
l'edificw.
I tre giorni di festa, dedicati il primo alle
alunm· e ai loro parenti, il secondo a~li ex-
alhevi e il tcr7.0 alle cx-allicn:, vennero di-
stinti da solenni funzioni rcli~iosc celebrate
nella Cattedrale, con la comp!tta partecipa-
zione dc~li istituti cittadini e di.;i ,·,1ri centri
di .\\. C.; Ja du;corsi commemorati\\'i, tenuti
da illustri personalità ecclesiastiche e civili,
e da accadl·mie e trattenimenti vari svoltisi
nel Collcg10.
Lo stessn Ecc.mo \\'L>sct1vo cclehrò la santa
Messa nll giorno solenne dcli.i chiusura, in
cui fl ebbe, fra l'altro, anche un imponente
conco L"On figurazioni allc~oriche, ~randioso
Tt' Dt•um, t-oncerto ddla Danda loc,.ilc, arti-
stica illuminazione del Collegio: espressioni
tutte di ~ioia, colle quali la cittadinan1.a volle
mostrare il suo gradimento e la su3 riconQ•
- -- scen1a verso l'opera nostra.
Lettera di Don Giulivo ai giovani.
Carissimi,
nel Galantuomo di quest'mmo - l'inlere!isan-
tissima l, .rtre1111a •► per gli assodati alle Letture
Canolichc di Don Bosco ho lelto 1111 brano
della lt'lttra-tesLammto dii llareseiallo CadtJn111
pel proprio figliuolo, du t·orrri imprimere bene
nella t·ostra mente e 11rl t·ostro more; Si ricordi
soprattutto mio figlio che i;1; Dio ha voluto
fargli la grazia di tante belle doti, non è punto
merito suo; ma sarà merito suo - e gran<le
- se, a forza di lavoro, d1 costanza, di ahnc-
_gaziom.-, di carattere, senza insuperbirsi della
buona fortuna e senza anilirsi nella cattiva,
~aprà inJirizzare tali !<UC facoltà al raggiungi-
mento dd fine ultimo dell'uomo che è Dio; il
qual fìnc non si ottiene se, nel pass:igJtio attra-
\\'Crso quei;to mondo, non si ha per norma
continua di lutti i giorni c di tutte le ore ciò
che con una sola p:1rola chi:1ma il do1•crt•
li rl!arruia/lo ne ha fallo il com1111?11to co/1(1
ro11dotta d, tutta la ma v·itfl. lo ,·e lo f aum
ron Ire prrwdi del Cip(Jl1Ì, il saggio pedag<Jgista
lunto IJ1 ,umcrito dtll'edura:imu popolare, 11altt
1un.·w1t'mmì or so11a a F"sam, dr/ Garda. /11
""" di qw i libri che ,ro11 dm·rtbbrro mai sparire
dal/" àrcula:::io11e, percht capaci di rifar lu
grnfc ,1, \\"ita vera, egli srrisse tra l'altro:
L:1 nostra giovinezza ùovrc:hh' essere tult,1
i;pcsa :t formare in noi il rarnftrre; la nostra
\\'irilit?I a corroborarlo di opere generose; il
rc.o.;to della vita a consenarlo immutabile e
forte: fino u che sulla pietra del nostro sepolcro
si possa scolpire con verità: rg/i era uomo di
raratfrrt.
Diciamolo altamcnk: non vi hà virtù nra,
non vi ha çarattere. perché da molti si va rin-
nef!:an<lo l'ideale perfetto della ,·ita morale,
Gçsì.1 Cristo: la sapienza della sua vita, la mo-
rale <lcl suo Vangelo.
,Hiei cari: mentre i 11tJstri soldati sald.a110 la
/aro fedi col S(Jngue sui niri frcmti e nello spirito
uistia110 lrtn:ano la fur:;,z di tanti sacrifici, ,,oi
tempratet·i la corcim:::a rd ,I raratltre nella v:cra
rrl~11ùme rl,e è quella di \\ . .')'. Gesù Cristo, e
s,a/eli• sempre fedeli, ncorda11do anrara questo
gmi·e 111011ilo del Ciptmi:
~on vi ha delitto mag1,tiore quanto il <lisco-
noscl·rc lo propria diqmtà col vergognarsi di
Dio, col rinnegare la fede che tamo ci subbli-
ma ,. Ì!. uno schÌaffo Jato a Colui - nostro
S1.l!f1or Gesù Cristo - che ci ha fatti sì grandi,
solle,·andoci su tutte le open della creazione,
ehiamancloci a parkcip.irc al', stessa sua gloria.
rostro aJJ.11 /J DON G IULl\\'O.

2.6 Page 16

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DALLE NOSTRE MISSIONI
Apostolato fra i lebbrosi.
In uno dei lebbrosari d'America, affidato
alle Figlie di Maria Ausiliatrice, e passato
in questi ultimi anni per dure prove, si cb-
hero, pochi mesi or sono dei veri miracoli
di misericordia divina, dischiusi a conforto di
quelle eroiche missionarie che rimasero aJ loro
posto in difficili e quasi insostenibili situa-
zioni. Ne riportiamo brevemente quaJcuno.
Il primo riguarda proprio uno dei maggiori
esponenti dei disordini interni: un infermo
che per il suo spirito sovversivo, non vinto
dalla carità, anzi sempre più accanito nella
propaganda irreligiosa e rivoluziona1·ia, alla
fine del 1940 con grande pena era stato :illon-
tanato dall'Ospedale. Si continuava tutta,·ia
a seguirlo con la preghiera, ostinandosi a spe-
rarne il ravvedimento... Ed eccolo, poco tempo
dopo, ripresentarsi pregando e supplicando,
perfino in ginocchio, d'esser ripreso all'Ospe-
dnle. perche fuori non poteva più vivere. Fu
accolto, e non si rese indegno del generoso
perdono, mostrandosi subito completamente
mutato. Non più una parola di bestemmia o
di rivolta, e neppur.: di lamento: grato di tutto,
Jiccva di voler soffrire ognj cosa in espiazione
della sua triste vita. Ricevette più volte i santi
Sacramenti, e, dopo aver chiesto ancora ripetu-
tamente perdono, spirò in pace.
Un altro lebbroso, esasperato dalla soffe-
renza, aveva tentato di a/frettarsi la morte
con una forte dose di narcotico, e giaceva
in una specie di letargo, dal quale i medici
non riuscivano a destarlo. li suo stato era
gravissimo: sarebbe certamente mono pre-
sto senza potersi più risvegliare dal sonno mi-
cidiale. Possibile che 1\\Iaria Ausiliatrice lo
lasciasse morire così ?... 8i pregò con vivissima
fede, e non invano: contro ogni previsione
il disgraziato, dopo un )!iorno e mezzo, si
tkstò, pentito, e chiedendo con premura il
s:icerdotc. Ebbe tempo di confessarsi, di
ricevere la santa Comunione; all'indomani
festa di S. Giuseppe, patrono dcll'03pcdale,
l>'addom,cntò nel sonno d'una placida morte.
Il terzo, un giovane di ventotto anni, si
presentò al Lazzaretto dicendo che voleva
provare se potesse stare un po' meglio,
pcrchè soffriva rnolto. Era però ormai al ter-
mine della vita; il suo aspetto non lasciava
alcun dubbio; quindi, dopo avergli prestate
le.: pii1 sollecite cure, gli si consigliò di ricevere
i ')anamcnti. l\\la egli non ne volle sapere;
tlisse che era venuto all'Ospedale per guarire,
e che non gli sì parlasse mai •ni: di sacerdote
nè di religione... Dunque, non rimaneva che
pregare e sperare, tentando magari ùi aprirsi
la via con una medaglia cli :\\1arìa Ausiliatrice:
l'avrebbe respinta?... No: la baciò, anzi, mor-
morando un << aiutami 11 che schiuse l'animo
alla speranza. :Vla cercato di toccare ancora
il punto dei Sacramenti, si ostinò nel rifiuto.
Più tardi il sacerdote tentò di avvicinarlo,
di dirgli qualche parola: inutilmente; respinto,
dovette allontanarsi, lasciandolo quasi alle so-
glie dell'eternità. La Suora infermiera, intanto
continuava ad assisterlo, pregando e spiando
ansiosa il rivdarsi d'uno tlcgli ultimi assalti
Jella misericonlia tlivina, mentre il tempo,
ormai cosi breve, scorreva rapidamente. l\\la
a un tratto il giov:ioe si riscosse, e rivolto
alla Suora, le disse che gli rincresceva d'aver
mandato via tanto male il sacerdote... Un
attimo di luce accolto e secondato; poi la gra-
zia della confessione, della prima ed ultima
Comunione, e la morte cristiana, confortata
dalle speranze immortali.
:\\lolte simili conversioni straordinarie si po-
trebbero aggiungere ancora; senza contare gli
altri miracoli che la grazia divina va operantlo
nel Lazzaretto in non poche anime, assurte
a traverso il dolore a cime ben rute d'immola-
zione e di samicà: sono i fiori più belli germi-
nati dall'apostolato missionario fra i lebbrosi.
NECROLOGIO
Salesiani defunti:
Sa,. COSTrl.ìl.-lG:'\\,.J LU1GI, da Caramilgna
(Cuneo), t a Santia[(O (Cile) il 1z-,•m-1941 a 75 annt.
Nipote di !\\lons. Giacomo C'osramngna, c111rò
~im·inctto all'Oratorio dt Torino quanùo ,·iYe,·o
Don 13o~co e, fatta nella mani del Santo la sua totale
consacrozioné :1 Dio, pani anc-or chicnc-o per !'Ar-
gentina, iniziando ncl!'Orntnrio di Almaw-o 4ud-
l'apostolato che mise in rilievo le sue pre2ioae abi-
lità, il suo fccnido zelo il ~uo spirito ~a!esiano.
Nel 1896 fondò il colleuio di La Paz (Bolìvin\\, poi
passò a tlir1gcr.- il Collegio Patrocinio di S. Giu-
seppe• 111 Santiasro d, Cile, finchè nt'! 1()0-1 fu fatto
Ispcnorc. In tre anni fondò il Colle.Qio di Va!tlivi,1,
la Scuola agricola cL Linarcs t' !'Oratorio fcs6\\'0
nella Capitale. Nel 190<) mandato in ls1l11gna a diri-
gere il collccio dt Snrna-Barcc!lona, sah·ò l'opera
dalla furia incendiaria d.-i teppi~ti che a, evano orga-
mzzato In ,, sertimnnn nera . -.;.-1 T•J Io fu lll\\'Ìato a
fondare il primo Collegio ~i,l,:~ìano nelle Filippine;
poi tornò in Ar11entina a dingen, il collc~o di Viedmo,
donJc passò a Uahia Bianca cd II Punta Ar.mas. Stre-
mato di lor.:c, chiusela sua laboriosa esistenza m San-
tiau;o, cdificarulo tutti colla sua pietà cd il suo fervore.
31

2.7 Page 17

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Sac. COLLOGROSSO CALOGERO, do Piazza
Padre e mae~tro ai suoi parrocch'nni, esercito
Armerina (J.::nm1), t a Randnizo (Catunia) il 26-x- un pre:r.ioso npostolato con la paroln, In ~rompn e
1941 a 66 anni.
lo carità beneficando lan:iamcnte quanti l'avvicina-
Rinum1ando ad una comoda carriera nel secolo, rono. Ammiratore e cooperatore delle Opere sn-
\\"Olle esst:rc fi(~lìo d1 Don Bnsco; t: collo ~•rito del lcsiane, con l'Oratorio Festivo e con In diffusione
l-ianto compi un ,1ero apost11lato nella scuola, nel- della di,ozionc a S. Gìo,nnni Bosco prnmosse In
l'Oratorio e nel sacro ministt'ro.
·
snntità dei costumi e le vocazioni ecclesiastiche e
Sttr.•JJARDJ ASGE/.0, do Tromello (PHia), religiose, e curò con i:rnn zelo l'incremento ed il
t a Cuneo il 19-x-19.p a 28 anni.
Coad. MAJ.VARDJ AJESSAXDRO. da Casal-
buttano (Cremona), t a Buenos Airt's (Repubblica
fervore della Pìa Umone.
Cm'. GIUSEPPE .\\IA.SOLfSl, t a l•Jcn7.a il
13-x1 u. s. nd Sr anno. ln~1gne cooperatore t• henl'fut•
Argentmn) il 6-m-1941 e 74 anni.
Coadiutore pio e laborioso, esercitò un'cst.>mplarè
cdifiau1011t: nel compimento dei suoi dowrì nel!.- Case
dell'Aritentina ove passò i 1w1i 43 nnni d1, 1111 rt:ligios.1.
torc dell'Op~•ru salesinnn fin dai primi tempi, le
conservò st•m1•rc il suo offl'tlo ed il ,u,\\ oppogt!io,
nnche in epoche criticissimc, quando I,, ditfiden:la
e lo freddezza tcnta\\"ano ds sconcertare 1th amici più
Coad. S.·l":S.41.VllDORE GTACI,\\ TO, da To-
rino, t n Tonno i! 26-x-1941 a 66 nnni.
Passò In ~u,1 vita rcligsosa in V11ric Casl' d'Italia cd
in queJlo d1 Alcs..tndno d' h111no, sempre dihi:cnte, pio,
labonosn nel compimento dei vari uffici affid:1tiulì
Cli. BL'RtS GIUSEPPE, dn Bucno~ Aires (Re-
t pubblica Argentma), ,1 Piossasco (Tonno) il 31-
\\'Ut-H),fl (I 24 anni.
Ch. 11srrit11J HOERO G/OACHJ\\"O, dn Ciavcno
t (Torino), a Casu-lnuo,o D. Bosco ( .\\~t1) il 30-X•
19+1 a 17 anni.
fedeli. E1di, lun111 dal $c:em11r la sua sttmJ, ne sah,.
persino l:J s1tua.z10ne finonziona colla ~un ,:icnerostrn.
Anche l'or~ono della chiesa ricorda la ~un munifi-
ccrum e, nello stesso tempo, il fervore tlclln pic-t/1
cristiam, che on1ma\\"a turu I.i sua , n.1 di cattolico
com·into cd t-Scmplal'f'..
L.-LUZ/.. IX.-1 PIETRO, t 11 30-x-11. ~- o 63 anni.
Esemplorc pndrc di fumi1tlin, fervente, lnborio~n. d1-
votit<Simn d1 \\lnna Aus1li11trice e di S . Giovanni
Bo,.co, fu benedetto dal S111nore colla ,·ocnr.10ne del
1>rimo~en110 alla Socie1i, !hlt~rana.
Sar. NE.\\.\\ ;JERT P-JOUJ, da Srcm Ucrt (Cam-
bra.i), -t n Pres~in il 25•\\-IIJ+O a 66 onni.
Sar. IJEUDE PJETJ<O, ùu Dals Douitemonr, t in
Altri Cooperatori defunti:
Amaln 1\\1. di ::;;otes, J>e,11!,/in - Deroln D. i\\lichclc,
flolleng1> (Anst:1) - Brum:nnti Alfredo, Sm arnn (Ra-
Sluerro 11 q-n- rq 10 a 33 anni.
\\Cnnal - Bront D. Lui1<1, l'u!!l/lUra (t "dme) - Col-
Sue. l'l\\'CEST GIUSEPPE, ùa Oran, t m COROO A11nCM', l1o111em,1,:11n (Asti) - C',1110,cro Clo-
J!UeTr.t nel 11)40 n 3,; anni.
Cl,. B.-1S1',lRD PIF.TlW, da PlouKOsmnn, t in
11lde, Cnna/,- (Cuneo) Ct·rroto Frnnn~co, R<'l 1-
gnimo (A~t1) - Chiappn Giuseppe, Trillo f'errelltsi
guerra nel uiuitno ll'HO n 26 anni.
(Vercelli) - Chiaroli Cclhno, Rio/a (8olo11no) - C1r-
Clr. CUHFF ALBlUH'O, da Plony:,n, t in gucrro trr10 Giovat1n1, Triug,:in (l\\1ìlonnl - l)'Am'lto Gio-
il 23-n-111.,0 A 2; anni
Clr. PLC -XJ.J.Y GIOI' IX.\\l, da C;rnnd Champ.
t in gu1:rr11 ,I 2.+-V-1 q 10 o z6 anm.
Ch. CL ZI.V ,JSTB!,.\\1/0, t ,n l(uerrn nel rq-4-0.
Ch. DURrl VD LL'IGI, t in 1n1crm nel 19+0. o
,mnino, S. r;prùmo Pu. (!:>alcrnn) - De A11ostm1
G,o,·anm, .\\./1/,mo Del Gro,so Ansc,olina, S .lfa<•
<imo (CamprihJ~so) - De 'lcrcanti Fmm:i, Cr=on11
- De Sa11nq l\\lurio ,•ed. Munxi, Soln111t·o (Pcru1?-in)
- Palddlu Elisabetta, 1'01i110-Sum - Fnmeri :Mario,
28 anni
Gr,cr/1ìt1 ( 13olo2na) - Fcrrnus Ferruccio, ✓1rt1n(1 (~o-
Ch. LO( TFTO\\ RF\\' ITO, dn \\'icrzon \\"ìlla- varu) - rormilli Attilm. Firrtr"e· - Fm11~1ti :\\fodesto.
t ec~. tn ll'Ut'rru nel 1940 a zii anm
Pnuiglio11, (~alemo) - G,1qparoli D. ;\\hrio, C11rni.su,
C<md. /JR IUrERGHR PAOLO, da Plcumcur (\\'ureSt) - Gmccone Pcrronilln, f"i{lnnle .)lnnf. (Ales•
t Gaulìcr, m ,::uerni d 21-\\'1-1940 n 25 unni.
anndrul). - Grnmoni Rosnl111, M<J1110 (:-Sovara) -
Cooperatori d efunti:
Ca11. \\.luur. Dr. EM.l,\\ UELE .ll.lGRI, t a f'i-
Lonza Dott. Fortunato, Toritto - '.\\fala~pin,1 '.\\1arch.
Angiolina, Villnfra11ca (.\\puoni:il - :\\IArcuo Domt:-
niea Yed \\"alan:i, Tor11111 - ::\\larrinelli An!lseli.:ii,
renze il 29-x1-1941.
[flasì (\\ cl'l>nti) - i\\fornndlt Grac:omo, ,;lt-iglum,,
Di,ettorc Diocesano dct Cooperatori, omh l'Opvr,1 (Potem:nl - l\\fo,a GiO\\·,annt, So111111nrit•11 /Jo,,ro (Cu-
Solcsiona <ii un amore fattivo 1mpegmmdo In sua alto neo) - ì\\lolino RobC'rto, Torino - Pacoti <.:un. Pietr<1,
e faconda paroL-i a farne conoscere lo spmto e le be- Bergamo - P<-rozzo 1\\lons, Giuseppe, V.•rrrlli - Rai-
nemerenze: ed a suscitare ,•alida c:oopcm7.ione. Prese mondo Lorenm, Rodd, (Cuneo) - Re Rl.'ltmO, Ro,i-
sempre vm1 parte ru c:on,,curu e portò o~ volta il JlllfDIO Jlunf (Ales-;onJr,a) - ltcl.andinr C,uho, C,uu/-
contributo della sua esperienza. n suo -zelo s11ccrdo- ntro (l\\lnd•·na) - Sabbnt ni Lodm ic:a, 0Hra (.-\\n-
t11le si prnÙtl(ava specialmente nel disp;,nso.re lo pn- comi) - Snhiru G1org10, S11bb10 Cl11r<f (Url"scin) •
rolo di Dio e nella direzione delle onimc, coll'effic:icin Snmambrol!io l\\-1ario, , /111:cra (Yori:se) - Scati Gn-
dt:lla sun eloquenza e della sua pieril.
mnldi 1\\forc-h. Stanislno, 1',1ri110 - S1urzo l\\ lons. 1\\la-
Jlo111. PIETRO S/.\\"Elll, Prcp. Parroco-\\'1- no. Pu,z::a Armuinn (Hnnul - Tas..ini Francese:,,
cario Foraneo di Soresina (Cremona), Prelato Do- Pergi11e V11/dur110 (An.•z7.o) - Tombini f.mtlio, Xt' ,,
mestico di S. S., Can. On. della Cnttedrale di (Bergamo) - Tornato Ro~n, Tori110 - Trani Eli$.1,
- 32 - Cremonn, t il 5-x11-1941.
Pirano (Polo) - Zolla Marlf\\11, Vigeva11n (Pa,·ia).
Con p,,rmeuo d.U'Autorltl EcclniuriC1L - on. Grafiche S.E.I.• Cono Rea. l\\lar11herit11, 176
D1ttnorc ,._pons■bilè: O. G U I DO F' A V T N T Vi■ Cottol"nRO 12. Torino Crool