Bollettino_Salesiano_199001


Bollettino_Salesiano_199001



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2 · I GENNA IO 1990
~ il
Rivista fondata da san Giovanni Bosco nel 1877
Quindicinale di informazione e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana di San Giovanni Bosco.
INDIRIZZO
Via della Pi sana 1111 - Casella post. 9092 - 00163 Ro-
ma-Aurelio - Tel. 06/ 69.31.341.
Conto corr. post. n. 46.20.02 intestato a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, Roma.
DIRETTORE RESPONSABILE
GIUSEPPE COSTA
Redazione : Giuliana Accornero - Marco Bongioanni -
Pi erdanie Giordano - Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi
- Cosimo Semeraro.
Collaboratori : Nino Barraco - Sergio Centofanti - Paolo
del Vaglio - Umberto De Vanna - Monica Ferrari - Maria
Galluzzo - Maurizio Nicita - Silvano Stracca.
Impaginazione: Uffic io Grafico SEI
Archivio: Guido Cantoni (Roma)
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
Spedizione : Stabilimento Grafico SEI - Torino
Fotocomposizione, Stampa: ILTE - Torino
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA
* Il primo di ogni mese (undici numeri, eccetto agosto)
per tutti.
* 1115 del mese per i Cooperatori Salesiani.
Collaborazione: La Direzione invita a mandare notizie e
foto riguardanti la Famiglia Sale siana e s'impegna a
pubblicarle relativamente alle esigenze redazionali . Te-
sti e materiali inviati non vengono restituiti .
Edizione di metà mese. A cu ra dell'Ufficio Nazionale
Cooperatori (Alfano , Rinaldini) - Via Marsala 42 - 00185
Roma - Tel. (06) 49.50.185.
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in 39 edizioni nazionali e 18 lingue
diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie) in : An-
tille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Ca-
nada - Centro America (in Guatemala) - Cile - Cina
Hong Kong) - Colombia - Ecuador - Filippine - Francia
- Germania - Giappone - India (in inglese, malayalam ,
tamil e telugù) - Irlanda e Gran Bretagna - Italia - Jugo-
slavia (in croato e in sloveno) - Korea del Sud - Litua-
nia (edito a Roma) - Malta - Messico - Olanda - Para-
guay - Perù - Polonia - Portogallo - Spagna - Stati Uni-
ti - Thailandia - Uruguay - Venezuela - Zaire.
DIFFUSIONE
Il BS è dono-omaggio di Don Bosco a chi lo richiede .
Copie arretrate o di propaganda : a richiesta, nei limiti
del possibile .
Cambio di indirizzo: comunicare .anche l'indirizzo vec-
chio.
SOMMARIO
3 SUI SENTIERI DEL CONCILIO
di don Egidio Viganò
5 CRONACHE SALESIANE
9 VITA ECCLESIALE
Pace con Dio Creatore . Pace con tutto il
creato
di Angelo Paoluzi
12 La Terra è ammalata , ma è possibile guarirla
di Gaetano Nanetti
16 REPORTAGE
Viaggio nel Paese del calmo mattino
di Silvano Stracca
21 PROBLEMI EDUCATIVI
Per i giovani in cerca di lavoro le " comuni-
cazioni " sono un miraggio?
servizio redazionale
26 OBIETTIVO BS
Ha cinquant 'anni ma sembra nato oggi
di Duilio Corgnali
31 PROTAGONISTI
L'ambasciatore Peter Secchia : uSono
parente di Don Bosco ... "
di Giuseppe Costa e G. N.
34 COMUNICAZIONI SOCIALI
La poesia s'addice alla " Don Bosco Verlag "
di A. P.
37 EDITORIA
365 giorni con il Calendario Salesiano
di Monica Ferrari
RUBRICHE
Pigy di Del Vaglio, 5-8 - Li bri e altro , 24-25 - I nostri
Santi , 41 - I nostri Morti , 42 - Solidarietà, 43
1 Gennaio 1990
Anno 114
Numero 1
In copertina:
Immagine
di costumi
coreani.
(Servizio di
Silvano Stracca
a pagi na 16)

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- - - - - - - - - - -~
-
I GENNAIO 1990, 3
Don Viganò
ci parla
Che pensi
della perestroil<a?
Dai nuovi fennenti un richiamo al discernùn ento.
Le nuove tecnologie e la nuova evangelizzazione:
due provocazioni per gli Europei di oggi.
A settemb re o no stato a Berlin o est : mu ro, po liziot-
ti, passapo rto. Pe r le strade se m ideserte no n vedev i
ca m m in a re ness un p rofeta; i des ideri d i un m iglior fu -
t uro bi sog nava cerca rli nell e ba rzell ette create per m i-
g li orare il bu o n um o re degli increduli .
Ep pu re, a d istanza di poc he settima ne tu tto è
ca mbiato.
Ma po i, g uarda o ltre: la Po lo ni a, l' Ungheri a, la Ce-
cos lovacc hi a, e a nche più ad es t, su da i P aes i Ba ltici
fin o gi ù a ll a Bul ga ri a . È ei a che spi ra la « peres tro i-
ka »: un vento che è a rri va to fin o a Ro m a, a l verti ce
de l Vati cano.
Ma c'è ei a crede rci? C he cosa ne pens i? Durerà?
Mi so no in co ntrato l'altro gio rn o co n un professo re
uni versitari o che a ma riflettere sui grandi eventi socio-
po liti ci. Ne è na ta un a co nve rsazio ne affascina nte.
Lui ci crede, ma a suo m odo: no n crede che la pere-
st ro ika procederà tri o n fa lmente, però essa è cli fa tto
un evento vera mente strao rdin a ri o : è brezza da terzo-
millenni o; è svegli a che ridesta l'Europa; o ra è so lo agli
ini zi, a rriverà lo nt a no; a nche se sorgesse un 'esecrabil e
T ien A n Men occ id ental e, essa riprenderebbe pres to a
sp ira re più forte!
Ma piut tosto che esa lta rsi, c'è ei a rifl ettere. Se esa-
m ini l'an im a cl i q uest i eve nti poco fa impensa bili , tro-
vera i c he, in radice, si dov rebbe parla re di ben du e
pe restro ike, meno spet taco la ri ma più mo rd e nti, en-
tra mbe così vi ta li che ness un tira nn o potrà imbri gliar-
ne l'energia cl i fut uro. Esse costitu isco ti o la sogli a cli
un 'epoca storica nu ova, fin ora in edi ta . Va nno crescen-
do co n intensificazio ne cl i ritm o, e in cid o no in eso ra-
bilm ente; hanno bi sogno d i te m po, m a va nn o
suscita ndo nu ovi protago nis ti ; sorgera nno a nche degli
into ppi, q ues ti però sa rann o d i du rata tra nsito ri a per-
ché nati vecc hi , oss ia fu o ri da ll e nu ove lo ro a ree d ' in-
flu sso.
Q ues te du e fo rze di spinta soc ia le so no : la « crescita
tecnologica», e la « nuova evangelizzazione».
Q uas i a dire: l' in telli genza dell'u o m o e lo Spiri to del
S ignore; la sc ienza e la Sa lve·zza; la rice rca e il Va nge-
lo; la progettazio ne e la sp iri tua li tà. No n pensa re a qu e-
ste for ze in astra tto, ma co nsid erale in qu a nto presenti
a tti va mente in qu esto sco rcio del seco nd o mill enni o .
Basta che osservi co n a ttenzio ne.
- Da un a parte, la « tecnologia » sta ca mbi a nd o
co ncreta mente il co ncet to di lavo ro che è a ll a base cli
ta nt i pro bl emi soc ia li e compo rta nuo ve mod a lità cl i
vit a; fa es pl o dere le cul ture in ta l m o d o che emerge tra
loro una interco muni cazio ne m o ndi a le assetata cli so-
lid a rietà; dà un vo lt o post in d ustri a le a ll a società, così
che in essa d ivie ne pra tica mente o bso leto par la re di

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4 · I GENNAIO 1990
class i; comport a una compless ità sociale che impedi-
sce e squ alifica il monopolio dell o stato; raggiunge, al-
l'a pice del settore degli arm amenti, un a pote nziali
ta nto sofistica ta da escluderne praticamente l' uso, men-
i re obbliga - ed è un fatto - a tras formare le relazio-
ni tra le grandi potenzi:!; impone, nell 'affro ntare i
problemi um ani, l' uso dell 'oggettività e ciel rea lismo
dell e scienze, relega ndo le ideologie all 'olimpo dei miti.
Inso mm a, se ti dom andi il perché dell a perestroika ,
non potrai prescindere dal dare un posto preponderante
a ll a cresce nte incidenza che ha av uto il salt o ,scientifi -
co e tec nologico proprio del processo di secolar izza-
zione di qu est i decenni .
- Dall 'a ltra parte, la « nuova evangelizzazione»
non è un aspetto da lasc iare rinc hiu so all ' in terno dell a
Chi esa cattolica . Sei in vitato a pensa re all a ri vo lu zio-
ne reli giosa su citata nel mondo dal Co ncilio Ec um e-
ni co Vaticano 11 : è sta ta visita dell o Spirito Paracl ito
all a sto ria um ana, vera Pent ecos te dei tempi nuovi, un
so ffio da ll 'a lto per riproporre il Cristia nes imo qua le
(erm ento profeti co: « un a freccia lanciata nel mond o
f,e r indica rne il futur o».
Il mi stero di Cri sto , la spiritu ali dell a sua Pasqu a,
so no il « motore primo» del processo stori co ri vo lto a
trasformare profondamente tutta la realtà um ana (viene
spontaneo, qui, far memoria ciel primo discorso di Gio-
va nni Paolo 11 dopo la sua elezion e: « ap rite le po rte
a Cri sto! »). Tra le energie sto riche rilanciate dal Co n-
cilio puoi pensa re all a coscienza eccles ia le di senti rsi
in viati a percorrere la strad a cieli 'uomo per servirlo; all a
scope rta dell a vera laicità dell 'ord ine temporale; al ri -
lievo dato all a dim ensione sociale della vita cli fede; al
ri co noscimento del protago nismo ciel laicato in tante
nuove fronti ere (pa rtico larmeote nella cultura, nell' e-
co nomi a e nell a politica); al concetto eva nge lico del-
l'a utorità e dell ' uso del potere come servizio in
qualunque istituzione; al senso profondo di «co munio-
ne e partecipazione» a favore dello sviluppo cli un a
co nvive nza fratern a cl i spessore democratico; all ' im-
portanza data all a perso na - all a fami gli a - all a
co munità sociale prima e più in là dello stato; all ' in-
di spensa bilità cli coltivare la trascendenza non co ntro
ma al di so pra dell a scienza e dell a tec ni ca, guard ando
all a spiritualità del Vangelo co me a genuina Parola di
Dio in di alogo co n l'u omo.
Inso mm a, un Co ncilio chi amalo a battezzare, co n
la nuo va eva ngeli zzazione, la nascita cli un 'epoca sto-
ri ca mai vista fino ra; essa pone ter mine a quell o che-
ma del razionalismo (ma turato soprattutto in Hegel e
Marx) che aveva ispirato tante strutture socio politiche
ormai in decl in o. C'è oggi nell 'a ri a un a ri ce rca di
signifi cato e di qua li tà di vita che esigo no quell a cre-
scita spiritu ale che è propia del processo cli perso-
nali zzazione.
Ma, potres ti chi edere: fun zione socialmente q ue-
sta eva nge li zzaz ione co nciliare? E, ancora più a fon-
do, si all eera nno tra loro le uddelte due vigo rose forze
cli rinnovamento (tec nologia e Concilio)? Se si alleas-
sero davvero, il mondo trove rebbe la strada maestra
per ini ziare il percorso del terzo millennio . Intanto so-
no già appa rsi due uomini dell 'est (un o a Mosca e l'al-
tro a Rom a) che ne hanno intuito le portata sto ri ca.
L'esperienza insegna, però, che non bisogna farsi il-
lusioni. Aci ogni modo, rimane pur vero che le due forze
si sta nno avvicinando un po ' di più. Ognuna nel suo
ca mpo es ige cì·èatività: l'una progetta un a « politica
nuova», di tinta dai mod elli capita listi e marxisti or-
mai senescenti; l'a lt ra ini zio a una « pas torale nuo-
va» , che intende superare ogni modello di tipo cleri cale
istituziona lista o di relati vismo intimista.
La pere troika dovrebbe esse re pensa la non come un
ri to rn o al « prima », come un passaggio« all' ovest»;
il suo trag uardo è nuo vo, è un progetto da crea re; così
anche la nuo va eva ngeli zzazione è ri cerca crea ti va -
in fede ltà all a Paro la di Di o - per ri spondere alle in -
terpellan ze inedite dell ' uomo d'oggi.
Quei C ristiani che, per uscire dalle sperequazi oni so-
ciali e dai problemi di qualit à di vita, credono di dover
cercare una risposta non nel Vaticano 11 ma « altrove»
e si ispirano a uno dei due gra ndi sistemi fin o a ieri in-
disc ussi dell' est e dell 'ovest, non imbocca no la strada
del futuro: nascono superati.
Dunque, la perestroika dovrebbe farci rifl ettere co n
più audac ia al protago ni smo cristiano nell a società ciel
futuro .
Lo appiamo bene: nel dive nire umano ci sa ran no
sempre peccati separazioni lotte e, quindi, bisog no di
liberazione. Però la stori a lancia og ni ta nto deg li ap-
pelli particolarmente solenni che invitano i credenti a
darsi da rare co n so lerzia per battezza re i segni dei tem-
pi. La peres troi ka può co nsiderarsi oggi il più fo rte i- i-
chiamo che in vita i credenti d'E uropa a di scernere e
ad eva ngeli zza re il grande processo di ecolar izzazio-
ne che la ca ratterizza, affinché tutti i va lori in esso co n-
tenuti non venga no dec lassat i a secolarismo, bensì siano
ratti ere ce re co me appor! i nu ov i per la storia dell a
sa lvezza.
D . Egidio Viganò

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1------- - - - - -- - -sll-
ITALIA
Stampato il disco
con le musiche
ciel film «Don Bosco»
Le Edizioni SBK Songs cli
Milano hann o in ciso e
stampato le musiche che il
Maestro Stelvio Cipri ani ha
co mposto e dirett e per il
film « Don Bosco».
La co lon na sonora ciel
« Don Bosco» cli Cas tellan i
viene così a trovarsi in un a
se rie di dischi che
racco lgo no il meg li o dell a
musioa cinematogra fica di
ques to mezzo ecolo.
Proprio con riferimento a lla
musica ei a compo rre, Stelvio
Cipri ani, ri spose così al
nostro co llabora tore
Pier Dante Giordano:
« Il tema che accompagna
Don Bosco deve esse re
ab bas tanza robusto, con
modulazioni tra toni
drammatici o so len ni o
trionfali. Per i ragazzi è
necessa ria una mus ica lità
ariosa spensierata che, in un
momento dell a
sca mpag nata, deve diventare
quasi una ball ata . Per la
vita quotidi ana dei ragazzi
penso un tema abbas tanza
vivo , ma con una venatura
romantica» . Chi ha
ascoltato la m~1sica sa che
Stelvio Cipriani è riuscit o a
rea lizzare una musica
proprio ccylì.
Ora essal in distribu zione
dai « Dischi Rico rdi » e può
essere richiesta presso i
migliori negozi cli musica
oppure direttamen te alla
SBK Songs Edizioni
Musica li S.r.l. ,
Via M. Gonzaga, 7,
20123 Milano o
Via G. Nicotera, 24,
00195 Roma.
Cultura e lingue
classiche
a Palermo
La Faco ltà cl i Lett ere
Cri sti ane e Classiche
de ll 'Università Pontificia
Sa lesiana ha tenut o a
Palermo il terzo conveg no di
aggiornamento e cli
didattica.
Dal 29 ottobre al
IO no ve mbre oltre
q uaLtrocento co nvegnisti, in
massima pane docenti di
scuole medie superiori ma
non mancava no anche gli
studenti , hanno a ffo llato i
sa loni del Jolly Hotel di
Palermo, sede del co nveg no .
La finalità precipua
dell'incontro - ciel qua le il
BS tornerà a parlare - è
stata qu ella
dell 'aggiorn amento sia sul
piano scienti fi co sia su
quello didattico e la ri sposta
è stata pienamente adeguata
alle att ese dei partecipanti
per l'a lt o li ve ll o dei .
co ntributi apport ati e la
va rietà e profondità dei temi
proposti.
I numeros i relatori che si
sono avvicendati,
prove nienti da diverse
uni versit à statali, dall a
Pontificia Università
Sa lesiana e da alcuni li cei
classici, hann o o fferto
ri cerche originali su
tematiche sva riate, ma tra
loro idea lm ent e co llega te
dall 'orizzonte co mune della
ricchezza, ancora non del
tu tto esplorata e conosciut a,
clell'h11manitas del mond o
classico.
La metodologia del
co nveg no prevedeva anche
int eressa nti seminari per
temi ma , a ca usa dei tempi
risireiti e della quantità delle
comu nicazioni , non è stato
possibi le destinare del tempo
ad int erventi li beri dei
partecipanti.
A presiedere i lavori so no
stai i il rettore
prof. Melise nda Giam bertoni,
e i professori Monaco, Aricò e
Puglisi dell ' Uni ve rsità cli
11 A-P oves~ NJe1./r~
PI NUOVO,,
STOl.tt;&tHJX> UN
LIBRO R.f;(,(:J-11/St/MO;

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abbiamo così in teso rendere
omaggio a un a mirabi le
personalità cl i educatore, la
cui opera è ri cca di preziosi
in segnamenti per tutti coloro
che, in un Ateneo Catlo li co,
studiano i problemi della
form azione dei giova ni >>.
Con l'occasio ne il Reti or
Maggiore è stato in vitato a
visit are la benemerita
Uni ve rsità mil anese.
SPAGNA
Un monumento
ali' Ausiliatrice nella
Casa salesiana
di Alicante
Nella foto : un momento del Convegno di Palermo
Palermo, Amat a e Riggi
dell a Pontifi cia Uni ve rsit à
Sa lesiana, Marin one
dell 'U ni versità di Torino,
Rocl oli co cl i quella di
Ca tani a, Mazzarin o cli
quella cli Mess in a, Wi.ilfing
cl ell 'U ni ve rsità cli Colonia e
Ca mm arata, direttore
generale clell ' istruzione
classica ciel min istero dell a
Pubbli ca istru zio ne·.
Non sono manca ti acce nti cli
viva at tu alit à per il nos tro
te mpo negli interve nti ciel
pro f. Romano La
sva lut azione cie l potere: ei a
Lucrezio a Giovenale»), ciel
pro f. Vecchio Le
racco mand azioni nel
co~ tume socia le ci el tardo
Impero») e dell a prof.sa
Eli sa Romano Forma ciel
~a pere tecni co a Roma »).
Nel corso ci el con veg no ha
trova to ampio spazio anche
la problematica relati va alla
metodologia , seco ndo alcuni
non più adeg uata,
dell ' insegnamento del lat in o.
li prof'. Cal va no ha
prospettato nu ove tecni che
cliclauiche che, face ndo leva
sulla forza dell ' imm agine e
sull ' uso della vignetta,
prevedono un largo uso cli
mezzi audi ovisivi.
La relazione fin ale del pro f.
don Biagio Amata-, presid e
della Pontificia Un iversità
Sa lesiana, ha dato un
res piro ancora più ampi o al
te ma del co nvegno,
inserend olo nel con testo più
ge nera le della civilt à
euro pea, face nd o
ri feriment o
all 'a ppunt amen to del 1992.
L'Università
Cattolica di Milano
dedica una sala a
Don Bosco
Per ricordare i 75 anni cli
fo nd azione dell ' Istituto
sa lesiano di Alica nt e, il
centenari o dell a mort e cl i
Sa n Giova nn i Bosco e
l'A nno mariano, i sa lesiani
di Ali cante hann o eretto un
bel monum ent o
ali ' Ausiliatri ce.
li monumento è opera del
sa lesiano coad iu to re
Juan Manza na ed è stato
rea li zzato in l'erro, pi etra
bi anca e acciaio .
Il Pro Rettore dell 'U ni versità
Ca!l olica del S. Cuore cli
Mila no ha dato noti zia a
don Egidi o Vi ga che il
Consigli o cli
Ammini strazione cl i
quell 'U ni ve rsità ha
deliberato di cledi cai·e un a
delle nuove aule al nome cli
Don Giovanni Bosco.
« La cle.cisio ne, ha scritt o il
pro f. Pi etro Zerbi anche a
nome del rett ore
pro f. Adriano Bausola, è stata
presa prop ri o alla fi ne
dell 'ann o cent enari o, e
I
Nella foto : la statua,
particolare
del monumento

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- - - -- - - - - -i58-
1 GENNAIO 1990 · 7
erchiamo di capire
UNGHERIA
I Salesiani tornano
a Szombathely
Nel nuovo recente clim a
politico , Salesiani, Figli e di
Maria Ausiliat rice e
Cooperatori cl ' Ungheri a
stan no riorgani zzandosi,
cerca nd o cli ricuperare il
tempo perduto .
A Szombathely, un a città ai
confini dell'Austria, il
24 settembre di qu es t'anno i
Sa lesiani so no ritornai i nella
parrocc hia da cui erano stati
cacciati nel 1950. E. si nel
1929 avevano costruito
un 'a mpia ch iesa in zona
periferica, dedicandola a
S. Quirin o, mart ire della
città nel V seco lo. Allora la
chi esa era stata co nsacrata
da l cardinale sa lesiano
Augusto Hlo nel e visitata da
Don Pietro Ricalclone.
Celebrando nel 1989 il
60° di fonda zion e, nessuno
avrebbe sperato in un
immediato ritorno dei
Sa les iani. Invece l' in cred ibile
si è verificato. Dom enica
24 settembre l' ispeuore
Don Janos Pasztor celebrò
nella chiesa parrocchi ale la
S. Messa. A rendere più
festosa qu ella giornata
furono i giovani e ragazzi
dell ' imponente coro e
o rchestra di Budapest,
diretti da don Janos
Dauner. Accanto a un
nutrito repertorio di brani
classici, essi e. eguirono
bra ni cli autori sa lesiani e
anc he il co mm ove nt e « Giù
dai co lli ».
Nella foto : La Chiesa
Szombathely
ANNI DI PAZIENZA
Non abbiamo ancora messo agli atti il 1989, un anno che verrà
ricordato nella storia perché molti popoli hanno riconquistato senza
sangue libertà a lungo negat e e represse, loro sì, con la violenza
e persino con la mort e. All'inizio cli quest i anni 90, conclusivi di
un secolo ricco di avvenim en ti, si deve dar prova soltant o di
pazienza perché oggi nessuno, proprio nes un o, nepp ure i
supergrandi che disegnano i destini dei popoli , ri peto nessuno può
dire quali co nseguenze avranno le situazioni che erompono dall'Est
europeo.
Le vicende dell a Polon ia, dell 'U ngheria , della Germania
orientale, della Bulgaria e dell a Cecoslovacchia si inie ·sono con
una serie cli fermenti e ri volgim enti che non ri parmiano la stessa
Unione Soviet ica, come impariamo dalle tensioni etniche e nazionali
che vi si sono sviluppate di recent e. In sintomatica contrapposizione
con quanto è accad ut o, e questa volt a in un bagno cli sa ngue, nella
piazza Tienanmen cli Pechino a metà dell'anno. Le televisioni , le
radio, i giornali hanno fornito la cronaca qui della sollevazione,
della rabbia, della sconfitt a e del mas acro, altro e della prote ta
massiccia e della vitt oria .
È giusto che calcoliamo il trasco rso anno 1989 come quello della
fine cli alcu ni miti , delle ideo logie tota lizzanti, clei . istemi politici
chiusi. Dobbiamo anche ricordare che i ca mbiamenti han no trovato
immed iate reazioni e solid arietà. Piani cli aiuti , crediti agevolati,
prestiti a modico in teresse, investimenti e max iafra ri (come quello
dell a Fiat nell ' URSS). Prospettive di svi luppo , sorrisi e
congratulazioni, abb racci e baci. La guerra fredda è finita .
E invece, no. La gio ia che ric111pie chi ricorda plumbei decenni
cli guerra fredda deve essere temperata eia altre ril"Jession i. Che nel
mondo - lo abbiamo scritt o, con tinueremo a ripeterlo sino all a
noia·- si registrano una trentina di contlit ti, dal Libano al Salvador,
clall' Afghanistan allo Sri Lanka , dalla Cambogia al Sahara
oriemale, e ad altri ca muffat i eia guerre civi li . occupazioni ,
guerriglie, armistizi in tensione (fra l' lrak e l' Iran, ad esempio).
l'vligliaia di morti , centinaia di migli aia di feriti, cli in validi , di
profughi. Per un miliardo circa cli persone che si rallegrano (e
invitano tutti a rallegrarsi perché possiedono la capacità di
informare), altri quattro miliard i restano indifferenti al la distensione
perché ne trarranno olt an to marginali benefici .
Cerchiamo di capire che nessuna pace autentica sarà possibile
se prosegue lo scandalo del dilaga111e impoveriment o dei già poveri.
Che si continuerà a coltiva re la coca e a trafficare stupefacenti si no
a quando le grandi centrali del commercio (le « piazze » di Zurigo,
Londra , New York , Tokyo) permetteranno che fa ticati prodotti
della terra, dal caffè al cacao, dallo zucchero al caucci ù iano
venduti oggi.da un terzo alla metà a du e terzi ciel loro va lore degli
ini zi del decennio 80 (senza contare l'inflazione). E ciò si traduce
nell 'esplosion e della rame.
Per questo nessuno può dire che, con la libert à per popoli sino
a oggi sottoposti a tirannie, si sia anche raggiunto il traguardo della
triade che, con la pace e la giustizia, può ga rantire l'armonico
sviluppo dell'umanità. Rallegriamoci pure, dunque, per la riscoperta
ciel va lore dei diritti umani. Ma rammentiamo che, oltre la
solidarietà all 'Est, è necessaria quella al Sud , dove un uomo su
quauro non mangia a li vello delle calorie minime, un uomo su due
appena si sfama.
Angelo Paoluzi

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8 1 GENNAIO 1990
PARAGUAY
Una nuova rivista
per i giovani
È uscito il n. O di Revista
Juvenil, una rivista destinata
ai giovan i del Paraguay che
si defini sce come un «mezzo
scr itto cl i forma zione,
di vertim ento e cli
informazione genera le» .
A ltri obiell ivi specifi ci della
riv ista sono : la form azione
nei giovani cl i una capacit à
cri tica con tes ti che aiutano
alla rifl ess ione, al dialogo e
al cli ba Il ito; l ' informazione,
la promozione elci va lori
um ani, la crescit a ci el
prot ago ni smo giova nile.
Il I O numero uscirà tra fin e
febbra io e i primi cli
marzo 1990.
I I gruppo redazionale è
fo rm ato dai sa lesiani
don Cri stob al Lopez, Pedro
Piffa ri , .losè Antonio Rublo
e Josè Ma ria Costa,
quest'ult imo assu merà la
direzione.
A lla neonata ri vista
sa lesiana non ci resta che
augurare un lungo viaggio!
I Nella foto : Il n. O
della rivista e il poster
regalato
Pl6ò' ~ te, VPuU o
412RIIIA Il "90,,
(
~
COS/J PIRE?
~~ ))
WI 1CIIJO,, A LUI~
LÌ!l/lJ /JDPIO 4 I.0/20!
0~
~ ~/
ITALIA
Da vent'anni
a servizio dei giovani.
È il COSPES
di Milano
Co me si co nviene ai cen tri
impegnati culturalm ent e, il
entro cli Psico logia linica
Edu ca ti va cli Mi lano ha
vo lu to ce lebrare i vent'a nni
cli attività pubblican do un
vo l ume.
« Ven t ' anni di atti vit à di un
Ce ntro di Psico logia so no
un null a rispello all 'età di
i ·1i1uzion i benemerite di più
lunga data, ha scriu o per
l'occas ione il
roncla1ore/ anim a1ore ci el
entro don Br.uno Ravas i ,
ma sono per noi l 'occasione
per incontrare am ici e co i
ring raziare tante persone che
co n noi hann o lavorato e
co ndivi o i nostri intenti ».
Il vo lume che è . 1a10
presentato da l prof. Giorgio
Moretti nella Sa la verd e
dell ' Istituto S. Ambrogio cli
Milano il 6 ottobre 1989 è
nato co n la· co ll aborazion e
di am ici e ricerca tori lega ti
all o stesso centro .
Eccone i nomi:
Bru no Ra vas io , G. Morelli ,
M. Acciaro, A . Mosca,
N. R. Mollleiro So li s,
M. Pinato, C. Vaggi,
D . Carobbi o, R. Bucchi eri ,
G. Larnbert i , F. Fa ntoni ,
G. Scolli , S. Fcrraro li ,
M. Mauri, V. Leu zzi.

1.9 Page 9

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t------------------,----s/J-
VITA ECCLESIALE
Giornata della Pace 1990
I GENNAIO 1990. 9
La XXIII Giornata
Mondiale della Pace
propone un maggior
impegno dei credenti
verso la natura.
L'opportunità dz
conoscere i problemi e
la necessità di una
nuova f onnazione
in questo campo.
PACE CON
DIO CREATORE
PACE CON TUTTO
IL CREATO
Cernobil in lin gua ucrai-
na designa la pian ta dell 'assenzio a
form a di stell a. Nella citt à cli Cerno-
bi l all a fine cl i ap ril e ciel 1986 si veri-
ficò un a delle maggio ri catast rofi
nucl ea ri dei nostri tempi . Molti i
morti, a mi gli aia i co ntaminati . La
città e i dintorni furono evacuati . Per

1.10 Page 10

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10 · I GENNAIO t990
decenni, forse per seco li , incombe-
ranno i pericoli delle radiazioni.
« Il terzo angelo suo nò la t romb a
e cadde dal cie lo una gra nde ste lla ,
a rd ente come una torci a, e co lpì un
Lerzo dei fiumi e le so rgenti delle ac-
que. La stell a si chiama Assenzio; un
terzo dell e acque si mutò in assenzio
e molti uomini morirono per quelle
a1.:q ue, perc hé era no di venute a ma-
re». Così, ai versetti 10-11 del capi-
tolo 8, è scritto nell'Apoca li sse di
Sa n Giovanni. È un caso che le rea-
zio ni nuclear i si manifest ino co me
un 'esplosione irraggiata a forma di
stella?
Dalla tragedia di Cernobil , in ogni
caso, possia mo forse datare una più
acuta presa di cosc ienza dell ' in terdi-
pendenza di mol ti problemi. Quello,
per esempio , fra pace e ri spetto del-
la na tura che, sfiora to in a utorevo li
int erventi dell a C hiesa, si traduce og-
gi nel concetto « Pace con Dio crea-
tore, pace con tutto il creato »,
formulato per il 1990 nel messaggio
cli Giovanni Pao lo II ·per la XXIll
Gio rnata Mondiale della Pace, che
cade co me ogni anno il I O ge nn aio.
La Santa Sede, del resto, non ave-
va atteso il verifica rsi cli annunciate
tragedie per mettere in guardia il
mondo dal « rischio degli a bi ssi ». La
Pontificia Accademia dell e Scienze,
infatti, aveva condotto due appro-
fondite ricerche sulle conseguenze di
un eventuale conflitto atomico, ipo-
tizzandone le ricadute, per la prima,
su un 'area cittadina e prospettando,
nell 'a ltra, l'o rrore cieli' « in verno nu-
cleare». Si sotto linei che aveva no
partecipato a lla stesura del documen-
to studiosi di estrazione ideologica
molto di ve rsa, se non addirittura
contrapposta .
E co me all ora era stato a nticipato
il possibile dramm a, oggi lo sloga n
della Giornata della P ace suona co-
me un rintocco di speran za dentro
tumultuosi mutamenti , e con voce
profetica . Perché ecologismo e dife-
sa della natura sembrano avere un
senso solta nto se siano rapportati a
un quadro generale. Quale tutela del-
l'ambiente è mai possibile se si con-
sidera - così una certa filosofia
«verde» è portata a fare - l' uomo
come la causa prima e deter minante
di ogni in quinamento? Di qui è bre-
ve il passo per co ncezioni restrittive,
dall 'aborto all 'eutanasia, nella salva-
gua rdia astratta di una natura immo-
bile, pietrificata e fine a se stessa.
Per questo ri suona il grido « Pace
con ·Dio creatore, pace con tutto il
creato» . Che sia un impegno mobi-
lita nte possiamo costatarlo ogni gior-
no. Nelle coscienze (un po' meno,
a mm ettiamolo , nei gesti quotidi ani)
cli ciascuno di noi . Nella crescila di
formazioni e st rutture politiche e ci-
viche alle quali, fra l'a ltro, sembra-
no a ndare il consenso, l'adesione e
il voto della gente. Nelle abitudini
menta li di molti giovani (non tutti,
purtroppo) che, dagli scout ai peace
bird, si organizzano nel rispetto ciel
mondo che li ci rcond a. Nelle st rut-
ture ufficiali le cui preoccupazioni si
traducono in decisioni operative, sul
piano nazionale e a li vello intern a-
z i o n a l e.
C hristopher Flavin , vice direttore
del WWI (World Watch Institute),
l'istitu zione che pubblica ogni anno
un rapporto sull a salute ciel mondo,
ha lanci ato a Siena, a i primi dello
sco rso novembre , un grido d 'a ll ar-
me : « Soltanto dieci a nni per salvare
la terra». Ma anche segnali di ca uto
ottimismo per ini ziative ass unte qu a
e da governi (ad esempio in Ol an-
da, Norvegia e Svezia) per ridurre
l' inquinamento . Il timore fa eco a ll e
« g ra vi inquietudini circa i danni che
l' uomo fa su bire alla na tura e di c ui
a lcuni so no irrimedi a bili », nelle pa-
role , il 20 ottobre sco rso all'UNE-
SCO, di Mons. Lorenzo A ntonett i,
nunzio in Francia e capo delegazione
della Santa Sede per la 25" Con feren:
za genera le dell'Organizzazione.
Per operare non c'è sempre biso-
gno di rumore. Lo dimostrano Lfran -
cesca ni del Seraphicum cli Roma che
ha nno risposto in a nti cipo allo slo-
gan (peraltro assai vicino all ' ispira-
zion e del loro fo nd a tore) dell a
G iorn ata dell a Pace crea ndo un Cen-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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- - - -- - - - - - - # -
tro di Studi ambientali, una Scuola
internazionale di Ecologia. E in un
non lontano convegno organizzato
dai vescov i lomba'rdi si è anche pro-
clamato che la tutela dell'ambiente
non può essere garantita soltanto
dalle leggi, ma è una questione che
deve entrare nella coscienza della
gente, nella morale comune: si trat-
ta - è stato sottolineato - di un do-
cumento che« ha valore etico, come
modello di approccio alla realtà nel
uo complesso» e « valore educativo
per indicare su quali basi si possa co-
gliere un consenso globale sul tema
dell'ambiente».
Ma sarà opportuno rammentare
le preoccupa~oni ventennali della
Chiesa. Nel 1971 Paolo VI ammoni-
va: « ... attraverso uno sfruttamento
sconsiderato della natura, (l'uomo)
rischia cli distruggerla e di essere a
sua volta vittima cli siffatta degra-
dazione.
Non soltanto l'ambiente materia-
le diventa una minaccia permanente:
1 GENNAIO 1990 · 11
inquinamenti e rifiuti, nuove malat-
tie, potere distruttivo totale; ma è il
contesto umano, che l'uomo non pa-
droneggia più, creandosi cosi per il
domani un ambiente che potrà esser-
gli intollerabile: problema sociale di
vaste dimensioni che riguarda l'inte-
ra famiglia umana. A queste nuove
prospettive il cristiano deve dedica-
re la sua attenzione, per assumere,
insieme con gli altri uomini, la re-
sponsabilità cli un destino diventato
ormai comu ne» («Octogesima Acl-
veniens », 22).
Si era agli inizi degli anni Settan-
ta, poco prima dello« shock petroli-
fero», nei quali si finiva cli consu-
mare, in una quasi totale cecità, la
crescita materiale del mondo detto
sviluppato, senza precise consape-
vo lezze e assunzioni cli responsa-
bilità. Il risveglio, come tutti ricor-
diamo, fu abbastanza doloroso e,
quanto meno, indusse a riflettere
un momento sul saccheggio che l'u0-
mo stava compiendo. Ma, appunto,
un piccolo momento, se pochi anni
dopo Giovanni Paolo Il doveva an-
cora ricordare che lo« sfruttamento
della terra, del pianeta in cui vivia-
mo ... per scopi non soltanto indu-
striali, ma anche militari, lo svi luppo
della tecnica non controllato né in-
quadrato in un piano a raggio uni-
versa le ed autenticamente umani-
stico, portano pesso con sé la mi-
naccia all'ambiente naturale dell'uo-
mo, lo alienano nei suoi rapporti
con la natura, lo distolgono eia essa.
L'uomo sembra spesso non perce-
pire altri significati del suo amb ien -
te naturale·, ma so lam ente quelli che
servono ai fini cli un immediato uso
e consumo. Invece, era vo lontà del
Creatore che l'uomo comunicasse
con la natura come "padrone" e
"custode" intelligente e nobile, e
non come "sfruttatore" e "distrut-
tore" senza alcun riguardo » («Re-
demptor Hominis», 15 / b).
Sono questi i precedenti e i ri feri-
menti che, leggendo il Messaggio del-
la Giornata della Pace, possono
completare una personale meditazio-
ne. Partendo forse dalle poche paro-
le di Genesi 1,2 1: « Dio vide quanto
aveva fatto, ed ecco, era cosa molto
buona». Nel meraviglioso rapporto
fra il Creatore e il creato .
Angelo Paoluzi

2.2 Page 12

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I ,nolti guasti provocati
dall'uomo e che
l'uomo è oggi
chian1ato a riparare.
Il problema ambienLe,
nei termini in cui oggi si propone al-
l'o pinione pubblica , è nato all'incir-
ca trent 'a nni fa, in co in cid enza con
le prime avvisaglie dell e co nseguen-
ze che posso no derivare all'uomo eia
una troppo allegra gest ione della na-
1ura . Una seri e cli in cidenti in im-
pianti industri ali e di ma nifestazioni
cli toss icità di prodotti dell'industria
rivelarono che le cose era no ca mbi ate
- e di molto - ri speuo al passato.
Ma prima che la Co munità intern a-
zionale si orientasse ve rso I'adozio-
ne di misure a tutela dell 'a mbiente,

2.3 Page 13

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le tras forma zioni tecnologiche e lo
sviluppo industriale avevano com-
piuto pass i da giga nte. Cosicché, se
da un lato è fortemente aumentata
la co nsapevo lezza che la na tura è un
patrimonio da salvagua rdare (ma
molta strada resta a ncora da percor-
rere specie in campo educa ti vo per
o tte nere un a mobilitazione generale),
dall'altro si sono fart i drammatici i
pericoli per il pianeta e per la stessa
vit a dei suoi a bita mi . Ecco perché si
parla oggi cli « emergen za a mbi en-
te » . Le ma lalli e cli cui soffre la Ter-
ra so no molte . Esaminiamone , in
sintes i, le principali.
ATMOSFERA - Lo sv iluppo in -
dustriale accele rato in molte aree del
mondo ha co ntribuit o in la rga mi su-
ra a inquin are l' ar ia che res piri a m o,
specialmente nei centri urbani e ari-

2.4 Page 14

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14 · I GENNAIO 1990
dossò delle fabbriche. Le stesse fab-
briche, la motorizzazion e di massa,
gli inceneritori, gli impianti di risca l-
damento ecc. immettono nell'aria
enormi quantità di gas nocivi. Ogni
anni da milioni di ciminiere, tubi di
scappamento, camin i salgono nel-
l'atmosfera circa 5,4 miliardi di car-
bonio. In numerose città, l'aria non
è più quella mi sce la di azoto e ossi-
geno (oltre a qualche altro elemento
in quantità trascurabi le) che madre
natura ha sapientemente combinato
per consenti re una sana vita sulla
Terra, ben una mistura velenosa in
cui entrano an~he ossido di carbo-
nio, anidride solforosa, piombo,
benzopirene, idrocarburi incombu-
sti, amianto, polveri varie. Sono tutti
agenti responsabili cli molte malattie,
dalle bronchiti croniche agli enfise-
mi polmonari , dalle congiuntiviti ai
tumori.
ACQUA - È un a ltro vitale ele-
mento che ha subìto un forte degra-
do, sia che si tratti dell 'acqua che
bev iamo ogni giorno, che ci si ri feri-
sca alle acque di mari, fiumi e lag hi.
L'inquinamento delle falde acquife-
re, causato dagli scarichi industriali o
dell ' uso su vasta sca la dei dise rbanti
in agricoltura, ha reso spesso imbevi-
bile l'acqua che sgorga dai rubinetti
casalinghi. Ci hanno trovato di tutto,
dai fenoli al piombo, dal ferro a l cro-
mo, in quantità superiore ai limiti fis-
sati per dichiarare potabile un'acqua.
Una indagine condotta negli Stati
Uniti ha rivelato la presenza in acque
« potabili » di 253 diversi compo-
nenti organici, che naturalmente non
avrebbero dovuto esserci.
Quanto ai mari, ai fiumi e ai la-
ghi, essi presentano dovunque segni
dell'azione inquinante dell'uomo. li
Mediterraneo, entro il quale si rove-
sc iano gli scarich i di 140.000 com-
plessi industriali e di città abitate
complessivamente da 120 milioni di
ab itanti, è dato per « morto » entro
la fine del secolo, sempre che non si
corra tempestivamente ai ripari. So-
no inquinati il Mare del Nord, l'o-
ceano lungo le coste at lantiche degli
Stati Uniti, il Mar Baltico, il Mar Ne-
ro. I grandi laghi americani e cana-
desi sono avvelenati eia rifiuti chim ici
a l punto che la vita acquatica è pres-
soc scomparsa. l fiumi non sono
eia meno (in Italia il Po è considera-
to una cloaca a cielo aperto).
PIOGGE ACIDE - Mo lti gas ve-
lenosi che sa lgono nell'atmos fera
ri cadono su ll a Terra trasc inati dal-
la pioggia. Abbiamo così le temu-
ti ss ime « piogge acide», c he deva-
stano bosc hi e fores te. Ne sono sta-
ti co lpiti 2.600.000 ettari in Ger-
mania, 400.000 in Polonia , 40.000 in
Cecoslovacchia, 465 .000 in Jugo-
slavia. Anche in Italia il problema è
grave. Tra il 1984 e il 1988 , 435 .000
ettari di bosco sono stati cance llati
o danneggiati . G li alberi indeboliti
dalla pioggia cor rosiva perdono le
foglie, le cime si di ssecca no, le radi-
ci non svo lgono appieno la loro fun-
zione vita le. E l'a lbero le ntamente
muore .
DEFORESTAZIONE- È uno dei
probl emi più grav i, anzi, secondo
l'opinione dell ' in glese prof. James
Loveloek, un'autorità in materia ,
« il più grave in asso lut o». Perché?
« Perché - ri sponde - se non ci so-
no a lb eri•non c'è pioggia , se non c'è
pioggia cambia in modo radica le il
clima , e se cambia il clima la vita, la
vita umana , potrebbe diventare im-
possibile, a lmeno in certe zo ne » .
A ll ' ini zio de l seco lo c'erano 1,5 mi-
li ardi di ettari cli foreste tropicali, og-
gi ce n' è meno dell a metà. E si con-
tinu a a di struggere alberi. Ogni anno
scompare una quota di foresta gran-
de quanto l'Italia. La deforestazio-
ne avviene s pesso a causa di incen-
Foto LDC

2.5 Page 15

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- - - -- - -sll-
1 GENNAIO 1990 15
Foto LDC
di provocati dall'uomo, che vuo le
strappare alla foresta terre da colti-
vare. Si calcola che ogni anno gli in-
cendi immettano nell'atmosfera una
quantità di carbonio pari a quella ge-
nerata in tutto il pianeta dal consu-
mo di prodotti petroliferi delle in-
dustrie e dei trasporti.
EFFETTO SERRA - L'.immissio-
ne nell'atmosfera di ingenti quanti-
tativi di anidride carbonica insieme
a lla deforestazione provocano l' « ef-
fetto serra», destinato, secondo mol-
ti scienziati, a provocare il riscal-
damento della Terra, con t1n au-
mento, nei prossimi 40 anni, di 2-3
gradi centigradi della temperatura
media del pianeta. Quanto basta per
causare un vero disastro. li calore
provocherebbe una dilatazione ter-
mica delle acque marine e la conse-
guente inondazione di isole e di terre
costiere.
BUCO DELL'OZONO - La fasc ia
di ozono, che avvolge la Terra assor-
bendo le radiazioni ultraviolette del
sole, protegge la vita umana dagli ef-
fetti negativi cli queste radiazioni.
Nel 1982 si scoprì c he la fascia cli
ozono era lacerata sopra l'Antartide.
Dopo attenti studi si è giunti alla
conclusione che la rarefazione dello
strato di ozono è dovuta a gas arti fi-
cial i, in particolare i clorofluoro-
carburi, usati soprattutto come pro-
pellenti nelle bombole aerosol e nel-
la fabbricazione di materiali plasti-
ci . La comunità internazionale, al-
larmata dall'inquietante fenomeno,
si è impegnata a mettere al bando i
clorofluorocarburi per evitare un ul-
teriore assottigliamento della fascia
di ozono. Se non si riuscirà ad otte-
nere il risultato, c'è il rischio di ve-
der aumentare i tumori della pelle e
altre affezioni, oltre che una altera-
zione anche grave dell'equilibrio che
governa il regno vegetale e animale.
RIFIUTI - Ogni anno vengono
prodotti milioni di tonnellate di ri-
fiuti. In parte si tratta di rifiuti soli-
di urbani e in parte cli rifiuti indu-
striali, questi ultimi spesso dotati di
forte tossicità .
Per i primi ci sono problemi di
smaltimento. Gli Stati Uniti produ-
cono rifiuti urbani al ritmo di due
chi logrammi pro capite, 200 milioni
di tonnellate l'anno, che aumente-
ranno ciel 26 per cento nei prossimi
tre anni. New York eia sola ne pro-
duce 25.000 tonnellate al giorno .
Quanto ai rifiuti industriali , a l pro-
blema dello sma ltimento si associa
l'elemento della perico losità. I. Pae-
si industrializzati hanno tentato di li -
berarsene spedendo li in Paesi del
Terzo Mondo, con una vergognosa
operazione che ha di recente suscita-
to ondate di proteste . Spesso si prov-
vede a liberarsi delle scorie tossiche
rovesciandole in discariche ab usive,
fonte di inquinamento di acque e
terreni .
Nel complesso, il panorama che
abbiamo delineato a grandi linee è
poco rassicurante. Siamo alla cata-
strofe ecologica? Qualcuno lo pen-
sa, ma i più sono fiduciosi che
l'uomo saprà cambiare le cose ripa-
rando i guasti ed eliminando le cau-
se dell'inquinamento. I governi
hanno già varato misure, altre se ne
aggiungeranno per ottenere da tutti
un maggior rispetto per l'ambiente.
C'è ancora molto lavoro da compie-
re, egoismi da eliminare, modi di vi-
ta da modificare. Ma qualcosa si è
fatto . È importante accettare l' idea
che l'irreparabi le si può evitare se il
problema verrà affrontato a li vell o
mondiale. Gli strumenti ci sono . Si
tratta di metterli in pratica. Ma cia-
scuno deve fare la propria parte. E
ciò si potrà ottenere so lo se la gente
verrà educata ad adottare i compor-
tamenti che meglio si prestano a di -
fendere il patrimonio ambiente.
Gaetano Nanetti

2.6 Page 16

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16 · I GENNAIO 1990
REPORTAGE
V1AGGIO
DEL CALM
MATTINO
Il Congresso
Eucaristico di Seoul
ha rilanciato
l'irnmagine della Corea
con i suoi problerni
e le sue speranze.
Le origini
della presenza
cristiana.
L'arrivo dei Salesiani.
«Choson », l' a nti co no-
me dato alla Corea dal mitico re
Hang Hun , significa « paese del cal-
mo mattino ». Chi ha visitato questa
terra in occasione dei Giochi Olim-
pici di Seoul, resta ndo colpito dal-
1'orga ni zzaz ione , d a ll 'o rdin e,
dall'efficienza, dalle costru zioni
grandiose, ha certamente trovato
quella definizione rispondente al ve-
ro. In realtà basta gettare uno sguar-
do ad una carta geografica per
ren ders i con to di quanto fitti zia sia
la calma di questo paese.
La Corea è una peniso la che si
este nde fra il Mar Giallo e il Mar del
Giappone. Ormai da più di cinque
lust ri questa terra è drammat icamen-
te di visa· sul 38 ° parallelo, dopo la
sa nguinosa guerra dei primi an ni '50.
Somme ingenti vengono spese da una
parte e dall 'a ltra per l'acq uisto di ar-
mi e materi ale bellico. Migli aia e mi -
g li aia di fam igli e so no tuttora
a ll 'osc uro sulla sorte dei loro con-
giunti rim ast i a l di là del co n fine; una
tragedia che rig uarda milioni cli
persone .
Seconda potenza indu stria le del-
l'Estremo Oriente no n comu ni sta do-
po il Giappone, la Co rea del Sud vive
eia tre a nni un a diffi cile fase cli tran -
sizio ne verso la democrazia . Il « pae-
se ciel ca lm o matt in o » sta speri-
menta nd o come sia più faci le for-
za re le porte della prosperità eco-
nom ica che passare eia un regim e a u-
toritario ad un sistema p apert o.
Nel corso dei secoli , la Corea è sta-
ta un ponte fr a i suoi due ingo mbran-
ti vicini , C in a e Giappo ne, e ha
risentito assai di questa collocazione.
Oggi, quasi un q uarto dell'intera po-
po lazio ne ciel globo vive in un'area

2.7 Page 17

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I GENNA IO 1990 · 17
che può e se re so rvo la ta in tre ore di
vo lo partendo eia Seoul. La Corea
non è mai lata un a co lon ia occiden-
ta le, e la s ua lingua è la riprova del -
la s ua indipenden za. La sua posi-
zione s fida i luoghi comuni della geo-
po liti ca: in una zona ciel mondo do-
ve tul ti i pae i ono contrassegnati
dalle medes ime carat teristiche, la

2.8 Page 18

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18 · I GENNAIO 1990
Corea rappresenta un vero cuore pul-
sante tra Es t ed Oves t.
Ad Oriente il Gi appon e: un giga n-
te dal pun to di vista economico, ma
una briciola nell 'universo cristiano
con il suo milione complessivo di cat-
tolici e protestanti di fronte agli ot-
to milioni di coreani. Ad Occid ente
la Cina: più di un bilione di abitanti
co n una Chiesa fiorente, ma purtrop-
po ancora div isa al suo interno ed
iso lata dalla comun ione ecumen ica.
Proprio dalla Cina il cristianesimo
giunse in Corea. A portarlo fu un lai-
co, membro dell 'ambasciata co rea-
na a Pech ino, Lee Sung-hoon. A
quel tempo, il « paese del ca lmo mat-
tino » era un a parte chiusa ciel mon-
do e a ness un miss ionario èra per-
messo entrarvi . Lee Sung-hoon ri-
cevette l' istru zion e religiosa eia mi s-
sionari catto li ci nella capitale cinese
e fu battezzato nel 1784. Ri entrato
in patr ia, cominciò ad istruire i suoi
parenti e amici. Un primo nucleo di
persone, dopo essersi auto-istruiti ,
formò una co munità cri sti ana.
Per un seco lo la fede cri ti a na so-
pravvisse e si diffuse grazie ai laici,
che si fecero mi ss ionari e fondarono
dappertutto comunità che si riuniva-
no segretamente la domenica per leg-
ge re la Bibbia e prega re. Questa
I Ritratto di John lee Byeok ,
uno dei fondatori della
chiesa cattolica coreana
ILa cattedrale di
Myongdong in Corea.
Qui si formò
la primitiva
chiesa cattolica
coreana
rea ltà non poteva restare a lungo na-
scos ta. Lee Sung-hoon e i suoi segua-
ci furono avvicinat i da fun zionari
co nfuci ani nel tentativo di costrin-
gerli ad abbandonare la propria fe -
de, spesso sotto forma di incentivi
fin anziari, più sove nte con mezzi
brutali. cri ve uno storico ca1to lico:
« la spada della persecuzione si ab-
ba11.é sul gio va ne germoglio come
un a ge lata impro vv isa)}.
Naturalm eme una co munità cos ti-
tuit a so lo da laici so llevava molti
problemi all ' interno e nei rapporti
co n la vicina C hi esa di Pec hino . I
co nve rtiti ve nivano battezzati, alcu-
ni erano nominati preti e vescovi en-
za alcuna autori zzazione aposto lica.
La Chiesa di Pec hino, interpellata,
di ede il perm esso d'a mministrare so-
lo il battes imo . Dieci anni dopo il
bau es imo di Lee Sun g- hoon , ecco
l'a rri vo del primo sacerdote , un ci-
nese, padre Chu Mun -mo.
P. Chu poté lavo rare abba. tanza
tra nquillamente per sett e anni, fin -
ché scop piò un a violenta persec uzio-
ne. li IO maggio I80 I fu deca pitato,
ma la sua missione di eva ngeli zzazio-
ne aveva già portato molti frutti. La
storia della Chi esa coreana registra
altre tre persec uzioni su larga sca la:
nel I839, 1846 e I866. Mi gliaia cli cri -
stiani vennero mas aerati brutalmen-
te. Ma proprio le noti zie di eroi smo
e di fede ltà senza precedenti che
giungevano a Roma, avevano ind ot-
to già nel I83 1 Papa Gregorio XV I
a riunire la cris tianità co rea na in un
vicariato apo tolico indipendente dal
vescovo di Pechino.
L'au:eggiamento del regno corea-
no era dec isa mente anticri sti ano e le
pone del paese res tava no chiuse agli
stra nieri . li primo vicario aposto lico,
un fran cese, morì poco lo nt ano da l-
le co te dell a sua mi ss ion e che non
era riuscito a raggiungere. Altri mi s-
sionari, pure frances i, riuscirono a
, penetrare in Co rea so lo nel 1836 di
nascosto . I mi sion ari, per poter ci r-
co lare se nza essere ri co nosc iuti , ri -
corsero ad un'astu zia adottando
un'usanza loca le. I parenti di un de-
fumo per alcuni mes i dopo il deces-
so dovevano co prirsi il capo co n un
cappello a larghe fa lde e nascondere
il vo lto dietro un ampi o ve nt agli o .
Non era loro permesso parla re e nep-
pure ri spondere a domand e.
Protetti da qu es to « abbigliamen-
to » , i miss ion ari riu scirono a visita-
re i cri stia ni , incomrarc i paga ni ,
insegnare il catechismo, battezza re e,

2.9 Page 19

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- -- -- - -- - - -s/1-
persino , preparare d ei gio va ni a l sa-
cerdo zio . Presto però il tranello fu
sco perto e 12 missionari ve nnero uc-
c isi in quegli anni . Altri mi ss ionari
rinun ciarono a llo stratagemma per
prevenire persecuzioni contro i cri-
stiani.
Non si hanno statistiche precise sul
num ero cli cristiani uccisi in quel pe-
riodo : a lcuni st orici parlano di ci rca
diec imila martiri. Fu proprio in que-
g li an ni che la Ch iesa mise radic i in
Co rea . li 1845 è la data impor tante
d ell 'o rdinazione del primo sacerdo-
te loca le, Andrea Kim, che fu ucciso
l'a nno seguente. So la mente nel 1883
la Co rea aprì le fronti ere agli stranie-
ri e cinqu e a nni dopo venne co nces-
sa la libe rtà relig iosa.
Ini ziava a ll ora l' evange lizzazion e
sistematica del « paese del calmo
mattino » . Se i primi 170 a nni so no
stati segnati da uno sv iluppo lent is-
simo , g li ultimi 35 an ni hanno visto
un a vera e propria esplosione di con-
versioni. Nel 1954, a l termin e della
guerra tra le due Co ree, in tutto il
paese si contavano meno cli duecen-
tom il a catto li ci. Oggi i catto lici so-
no qu as i due milioni e mezzo , il 50Jo
dell a popolazione . Il movimento cli
co nve rsioni si è verificato su sca la an-
cora maggiore nelle C hi ese prote-
sta mi . A ttua lmente, i protestanti
dell e diverse confessio ni sono il 15 %
dei 42 milioni di co rean i.
Nel 1984 il ca ttolicesimo corea no
ha ce lebra to il s uo bice ntenario. In
una grande piazza cli Seoul, din a nzi
ad un milione cli persone, il Papa ha
proclamato sa nti 103 martiri, fra cu i
tre vescovi e sette miss ion a ri france -
I GENNAIO 1990 · 19
si. Per la prima vo lta ne ll 'era moder-
na, una ce rimonia cl i ca nonizzazio-
ne si svo lgeva lontano d a l Vat icano.
Nell 'ottobre sco rso Giovann i Paolo
11 è ritorn ato in Corea per concl ude-
. re il co ng resso euca ri st ico intern azio-
na le e visitare per la seco nda vo lta
q uesta giovane C hi esa .
A l Nord, un a C hiesa de l silenzio
senza sacerdoti Eucaristia. Al
Sud, un a C hiesa c he negli ultimi an-
ni è stata sovente in prim a lin ea nel -
la lotta per la Verità e la G iu stizia
nella società .
L' arri vo dei salesian i nel « paese
del ca lmo mattino » coi ncid e co n la
primavera della C hiesa. Nel marzo
1953, l' a llora is pettore del Giappo-
ne, don C lodoveo Tassinari, vo lle
sondare quali fossero le possibilità di
lavoro nella vici na penisola. A Seoul
trovò un a chi esa parrocchiale, d edi-
cata a san Giovanni Bosco . A Pusan
vide campeggiare la scritta « Yohan
Bosco Home » s ul frontal e di un or-
fanotrofio. Incontrò una confrater-
nita cli don Bosco a Mokpo. Notò
che « G iova nni Bosco » era un nome
com une tra la popolazione cristiana,
in ogni ceto. soc iale.
In Corea, dunque, don Bosco ave-
va preceduto i s uoi sa lesian i. Non
poco merito spettava a monsignor
C imatti che, fin dal 1932, vi era pas-
sato tenendo co nce rti e « decantan-
do » - è proprio il caso cli dirlo -
il cielo d el proprio spirito , don Bo-
sco incluso. A quell'epoca un a vita
di don Bosco appa rve a puntate s ul-
la ri vista cattolica « Kyonhyang » ab-
bastanza diffu sa. Fo rse lo stesso
C im arti av re bbe m esso le tende in
Corea e non gli elo avesse impedito
lo scoppio della seconda guerra mon-
diale . Poi il conflitto fratricida e la
s partizion e territoriale sul 38 ° pa-
rall e lo.
Fu in quel momento che !_' ispetto-
re sa les ian o di Tok yo intraprese il
primo viaggio nella penisola corea-
na. Vi ritorn ò nell 'agosto '54, « tra-
piantando » a Kwa ngju , nell'estremo
Sud , il confratello Archimede Mar-
telli , intraprendente pioniere d egli
ini zi, aposto lo d ei lebbrosi. Don
Martelli, pur tra enormi difficoltà,
seppe d es treggiarsi assai bene e in
breve tempo a Kwangju, una città di
studenti che co nta oggi tre uni ve rsi-
tà, so rse un a delle più belle ope re sa-
les iane d ' Oriente.

2.10 Page 20

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20 · t GENNA IO 1990
Sono passati più di trent'anni. I
sa les iani non raggiungono oggi la
cinq uantina, sebbene siano costitui-
ti in « visitato ria » o quasi-provincia .
Probabilmente hanno dato più voca-
zioni a ll e diocesi di q uante non ne
hanno trattenute per . Ma i segni
cli s peranza non manca no : già ve n-
Lollo so no i sa lesian i coreani, per lo
p giovan i, e la prospett iva per i
prossimi anni è cli avere eia 5 a 10 no-
vizi all'a nn o. Alla grande opera di
Kwangj u si sono aggi unte quattro ca-
se a Seou l. E il lavo ro sa les iano ha
un 'ottima poss ibi li tà, dato il nume-
ro altissimo cli giovani nella popol a-
zio ne co rea na.
« La nostra congregazione ha cm-
cara una presen za modesta », dice il
s uperiore, don Marco Cuveli er, bel -
ga, eia 24 a nni in Co rea. « Però in
trent'anni ha una re/e già notevole di
amici ed exallievi che l 'hanno falla
conoscere e che amano don Bosco.
Il "D888" è diventalo un momento
di rilancio della nostra presenza ed
azione, afl raverso la trasm issioneai
laici i111pegna1i - cooperatori ed
exallievi - del nostro spirito e il lo-
ro coin volgimento ne/l 'in teresse con-
creto per i giovani».
« Il laicato in Corea» ricorda an-
cora don Cuveli er, « come è stato alla
base della fonda zione della Chiesa,
così rimane ancora un punto sicuro
e valido di riferimen to, più che in al-
tre parli del mondo. Creda che noi
stiamo vivendo qui un momento pro-
fet ico di Spirito Santo, che coincide
proprio con lo sforzo di rinnovamen-
to della Cong regazione; e tutto que-
sto è cli ollimo auspicio per l 'av-
ven ire».
11 << paese elci calm o malli no » si sta
convertendo a l cr istian es imo in un
modo sco nosciuto in Asia ad eccezio-
ne delle Filippin e. « Per l'Asia », con-
fidava il Papa lo scorso ottob re ai
vescovi coreani, « noi abbiamo
un 'ansia particolare, una lunga an-
sia, un 'ansia vecchia di secoli. L 'A-
sia è il continen te ,nena catt olico e
cristiano. Forse la Co rea sarà un
punto f ermo per le conversione del-
l'Asia. Forse Nostro Signore sta cer-
cane/o la strada per entrare in questo
immenso con tinente, e forse l 'ha
tro vata ».
Sil va no Stracca
( / - ('()11/ÌIIII(/)

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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- - - - - - - - - - -5'1-
PROBLEMI EDUCATIVI
I GENNAIO 1990 · 21
PER I GIOVANI IN CERCA
DI LAVORO
LE ccCOMUNICAZIONI»
SONO UN MIRAGGIO?
La realtà ha s1nentito
le ottimistiche
prevtstont
sull 'incremento
di occupazione.
Prevalgono
gli ùnpieghi
saltuari.
Vi viamo in pi ena era
dell ' informazione . Non è una novi -
tà. Lo sa nno anche i bambini , che or-
mai armeggiano con invidiabi le
disinvo ltura attorno al computer,
so tto gli occhi cli ge nitori spesso fru-
strat i da un co mplesso d ' inferiorità
a l cos petto di quegli schermi in vas i
da sc ritte verdo line o gia ll ogno le, eia
cifre, di agramm i, sigle impenetrabi -
li, che ess i sono in capac i di decifra-
re e men che meno di far co mpar ire
battendo i tasti giust i dell e inferna li
macc hin ett e.
Quando si d ice informazione , bi -
sogna stare attenti. Non si deve pen-
sa re - ma è questo il •live ll o di
conosce nza dell a maggior parte del-
la ge nte co mun e, rim asta a ll a mac-
china pe·r sc rivere se non addirittura
alla penn a stilogra fica - a l tipo di
info rm azion e che ci viene da ll a lct -

3.2 Page 22

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22 · I GENNAIO 1990
~V~
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lillJ1 Jl.f~;
VUOI
RICEVERE
Il BOLLETTINO
SALESIANO1
Dal lontano 1877
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Il Bollettino Salesiano
Diffusione
Casella Postale 9092
00163 ROMA
tura ciel giornal e o dagli a lt ri mezzi
cli comunicazion e cli massa, radio e
TV sopra llutto. Certo , anche su que-
sti versanti - a loro vo lta peraltro
fortemente co ndi zion a ti dalle nuove
tecnologie - l'a rrtusso cli in forma-
zioni si è in gigantito , è diventato un
fiume in piena. Basti pensa re che nel
mondo fu nzionano oggi 40.000 emit-
ten ti radiofoniche, con 2 miliardi di
apparecchi radioricevent i. I telev iso ri
so no più di un miliardo e mezzo (cir-
ca 27 milioni in Ita li a). Ogni giorno
escono quasi I0.000 diverse testate
giornalisti che (78 le testale quotidia-
ne in Italia) , la cui tiratura è di 450
milioni cli cop ie.
/ settori
del/'inform.az ione
Ma oggi , quando si parla d' infor-
mazion e ci si deve riferire a una più
vas ta accezione del termine . Sono in -
forma zioni , per fare un ese mpio, an-
che q uelle trasmesse da computer a
co mputer sotto form a cli dati. Ecco
a ll ora l' informati ca, neo logi smo
compo to da du e parole: IN FORMa-
zion e automAT ICA. Sta a indi ca re
la teo ria e la tec nica cli un sistema che
raccogli e noti zie in numero tanto
gra nd e da non poter tro vare ospita-
lità nel cerve ll o um a no, di ordinar le
in modo da poter a loro vo lta forni-
re a ltre noti zie. L' uomo non potreb-
be ri co rçlarle tulle, perché è nell a sua
natura dimentica re . La macchina , al
co ntrario , non dimentica. Interpella-
ta per mezzo cli Ùn impu lso, non di-
ra mai « non ricordo » . I co mputer
so no capaci di immagazzinare nell a
lo ro stermin ata memoria fatta di mi -
cro processo ri al silici o, milioni di in-
forma zioni. I modelli oggi di spo-
nibi li sul mercato ges ti sco no infor-
mazioni co n una rap idi tà centina ia
di volte superiore a quelli dell e ge ne-
razioni precedenti .
L' inform azione in se nso laLo inve-
ste un a molt ep li cità di se ttori : ricer-
che cl i mercato, consulenze , relazioni
pubb li che, pubblicità , indagini de-
moscopiche , documentazione (spec ie
co n le ba nche- dati) , telem ati ca ecc .
In intes i, tutte le a tti vità che rientra-
no nel cosidd etto terzia ri o superio-
re, quell o che, per inten derc i, si
di st in gue da i settori agri co lo e in clu -
stri a le, per occ uparsi el ci «se rvizi ».
A cava ll o fra gli anni Settanta e
Ottanta si è guardato a ll o sv ilup po
dell'informatica come a un poten zia-
le se rbatoio di nuovi posti di lavo ro.
Si azzardavano cifre sulla richiesta di
es perti in vista dei nuo vi « mestieri »
che avrebbero prolifera to attorno al-
l' informa tica. Per es''emp io, nel 1984
q ualcuno prevedeva che il fabbi so-
gno cli addett i av rebbe raggiunto pri -
, ma del ' 90 il mezzo milione cl i unità.
Per i giovani sembrava ap rirsi un
mondo fatto cli nuo vi mestieri. E sa
il cielo quanto ci fo sse - e ci sia
ancora ogg i, purtroppo - bisogno
d i lavoro per i giovani. In Italia, su
un tot a le di 2- milioni di di socc upati
- dato 1988 - i giovan i fra i 14 e
i 29 a nni so no il 70 per cento. li pro-
blema di socc upazione di venta dram-
mati co per i giovan i ci el Sud, dove il
tasso cli di so ccupazion e è a lti ss imo
anche ri spe tto a l No rd . È una ten-
denza che non acce nna a modifica r-
si, e si calcola che nel 1990 su IO

3.3 Page 23

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- - - - - - - - - - -s/1-
I GENNAIO 1990 · 23
ro . Ci si è accori i che il scu o re è fon -
dato più ulla qualità che sulla quan-
tità. Difatti , per far e un ese mpio , le
società che operano nel oftware
(cioè i prog rammi che re nd o no pos-
sibile l' utilizzazione del computer e
lo m ettono in condizione di svo lgere
un compito particolare) ne lla mag-
gior parte impiegano da tre a cinque
perso ne. Per di più, molti si so no
lan ciat i in ques to campo, ma pochi
hanno retto alla distan za .
Inchiesta francese
giovani disoccupa ti ben 9 ris iederan-
no nel Mezzogiorno.
Vi s ta come uno s bocco promet-
tente, l' informatica ha dato vita a
co rsi di laurea in 111olte Universi tà ,
a Pisa, Torino, Bari , Salerno, Udi-
ne, Milano e, rece nte111ente, Roma .
I g iovani vi si so no affo ll ati. Pa-
rallelamente s i è avLlto il boom d e i
co rsi di informatica presso scuole
private, ma col tempo ci si è accorti
c he poche di esse fornivano una pre-
parazione seria. La maggior parte
d avano solo l' illusione - paga ta a
caro prezzo - del « lavoro sicuro ».
Nelle stesse Università non si è rat -
ta ancora chiarezza s ui confini cli
ques ta disciplina, inserita in Faco ltà
diverse. Non ci ond stati finan zia-
111cnt i adeg uati e non sempre il per-
sonale docente si è dimostrat o al-
l'a lt ezza del co mpito . Sono in som -
ma pochi i corsi in grado di fornire
una solida profess ionalità ai giova-
ni , c he pure sono i più adat ti a im-
possessars i d e ll e nuove tecnologie e
di tutti g li stru111 enti cie l co111ul1icare.
Foto LDC
Fin dai primi anrn Otta nta c'era
già c hi esortava a non lasciars i tra -
spona re da troppo entusiasmo. Stia-
mo attenti - si diceva - perché
l'innovazione tecnologic'à a ll ' ini zio
porta occupazione , 111a in un secon -
do te mpo di stru gge posti di lavoro.
Ceno, c'è stata una forte espansio-
ne nei Paes i indus trializzati della pro-
du zione e dell' ex port di se rvizi. Le
reti di informa zione g iapponesi for-
ni sco no il 30 per cento dell'ex port
mondiale, incluso il lavoro che c'è
di etro l' inven zion e cli nuo vi m arc hi ,
le ca mpag ne pubblicitari e, l'attività
cli vendita e di sca mbio . Ma sono sta-
ti ancora g li esperti a valutare c he
con l' introdu zione ciel computer sa-
re bbe scomparso in dieci anni un ter-
zo dei dipendenti di banca .
Forse c'è sta to eccesso di ottimi-
smo da parte di a lc uni e eccesso di
pess imis mo d a parte cli altri . Ciò che
oggi appare chiaro è che si è fatta
molta confusione fra lo sviluppo del
seuore informatico e la s ua rea le ca-
pacità cli creare nuo vi pos ti di lavo-
li fenom eno è sta to ri scontrato a n-
che in Francia. Un a rece nte inchie-
sta è giunta a ll a co nclu sione che
l'e uforia di un tempo ha lasciato po-
sto a lla delus ione. Ness uno nega che
le nuo ve tecno logie della comunica-
zion e, come a ttività in sé, abbiano in
e ffe tti allargato il campo dei m es i ie-
ri e quindi de ll'occupazione, 111a s i è
molto lontani da quel fe nome no di
massa che qualcuno aveva previsto.
Sempre in Francia, il Centro cli in -
formazione e di documentazione sul-
la g ioventù aveva sostenuto che
te le matica , informatica, radio , TV ,
giornali av rebbero ristrutturato il pa-
norama degli impieghi re ndendo ob-
so lete certe qualifich e e facendone
nascere alt re a tutto va ntaggio di
queste ultim e co m e pos ti di lavo ro .
Qu es te previ s ioni sono s tate rimesse
in ca usa dalla rea ltà. È piuttosto fre-
quente, invece, il fenom eno degli im-
pieg hi sa ltu a ri , jJer cu i anche l'in-
cremento di posti di lavoro avvie-
ne all' insegna del precariato. In ogni
caso, sono pochi i posti disponibili
ri spetto a l numero delle persone che
vo rrebbe ro inserì rvisi.
In de finitiva , sembra che le gran-
di speranze suscitate dall'innova zio-
ne tecnolog ica nel setto re della co-
muni cazione, si siano alquanto ri-
dimensionate. Ne è forse un segnale
il fatto che a l neonato corso di scien-
ze dell ' informazione pre so l' Univer-
sità roma na « La Sapienza», è stato
eccezionalmente proroga to di 30
giorni il te rmine di isc ri zione , dato
che so no rim as ti sco pe, ti sedici po-
sti s ul nume ro programmato di stu-
denti .
O

3.4 Page 24

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-
ANGELO MONTONATI
Elisabetta e l'imprevi sto. Colla-
na Fondatori e riformatori, Edizio-
ni Paoline, pp. 187, L. 14.000.
Per chi crede, il destino si chia-
ma Provviden za: nel gioco del le
circostanze anche l'imprevisto
può essere un segno del cielo.
Qualche volta Dio si mani festa in
,:nodo palpabi le. quasi evidente.
E il caso di una donna straordi-
naria, Elisabetta Renzi , vissuta in
Romagna al tempo del ciclone
napoleonico, e divenuta - prov-
videnzialmente! - fondatrice del-
le Maestre Pie dell 'Addolorata .
La sua è una storia curiosa .
Nata in una famiglia benestan te,
aveva tutti i requisiti che, secon-
do i canoni pubblicizzati oggi dai
mass media, garantiscono il suc-
cesso a una ragazza : benessere
economico , bellezza, fascino de-
MARCO BONGIOANN I
Sac. Giovanni Bosco comun icato re educatore, editrice
S.D.B ., Roma 1989, edizione extracommerciale, pag. 102.
Con questo vol ume Marco Bongioanni si riconfe rma ove
e per chi occorresse, saggista di primo piano e atten to stu-
dioso . Quando poi si tratta di teatro Bongioanni scrive d'i-
stinto quasi un fatto spontaneo che denota una assidua
convivenza e una assoluta fami liarità con esso. Il volume su
Don Bosco, primo di una serie di ben quattro vol umi che l'Au-
tore dedicherà al San to, si sofferma su lla sua personalità
teatrale .
Il teatro di Don Bosco è secondo Marco Bo ngioanni qual-
cosa di co nnaturale con la sua indole e co n la cultu ra che
respira . Eppure il rapporto fra Don Bosco e il teatro non fu
cosa fac ile.
«Simpatia e integrazione, scrive Bongioanni a pagina 16,
o non piuttosto diffidenza e condiscendenza? Adozione ca-
lorosa, oppure fredda tolleranza rispetto a una " moda" del-
l'epoca , di cu i sente peraltro la sfida? ... "· A partire da questo
interrogativo l'Autore scandaglia la personalità del Santo fi-
no a definirne egregiamente il suo atteggiamento interiore
nei co nfronti della musa teatra le. A questo volume ne se-
gui ran no altri tre che presenteranno il Santo educatore eco-
municatore nel «gioco drammatico », nel «teatro giovanile »,
nella «drammaturgia musicale ».
Per richiesta rivolgersi a:
Editrice S.D.B.
Via del la Pisana 1111
00163 ROMA.
rivante dalla fem mi nilità, dall 'in-
telligenza e da una profonda sen-
sibilità. Ma lei , attratta molto
presto dall'esperienza del divino,
sceglie senza tentennamenti la
contemp lazione in un monaste-
ro di clausura , poverissimo e
sperduto sulla montagna.
Non vi resterà molto. Gli eventi
mandano a monte il suo proget-
to , e Elisabetta dovrà fare i conti
con l' Imprevisto , con Dio stesso,
che pare si diverta a compromet-
tere ogni aspiraz ione. Espul sa
dal monastero in seguito alle leg-
gi napoleoniche, dopo un sog-
giorno "neutro" tra i suoi, viene
cooptata da un prete per dare
una mano ad alcune donne pie
che gestiscono a Coriano, pres-
so Rimi ni , un «Conservatorio »
per educare ragazze povere del-
le campagne. Alterne vicende -
tra cui la conoscenza con Mad-
dalena di Canossa, alla cu i ope-
ra la Renzi tenterà invano di ag-
ganciarsi - la port eranno alla
guida dell 'istituto , che gradual-
mente si trasformerà, grazie al
suo intuito e alla sua manageriale
lungimiranza, in una congrega-
zione di educatrici: le Maestre Pie
dell 'Addo lorata, che ancora og-
gi svolgono con successo la loro
missione non soltanto in Italia e
a San Marino , ma anche negli
Stati Uniti , Brasil e, Messico e
Bangladesh .
Una recente biografia (Elisa-
betta e l'Imprevisto, Ed . Paoli ne,
pp. 187, L. 14.000) racconta que-
sta straordinaria avventura con lo
stile avvincente della cronaca
giornalistica, presentando la pro-
tagonista - Beata dal 18 giugno
1989 - nelle vicende della sua
sfida quotidiana all ' Imprevisto,
superata alla luce della fede tra
difficoltà di ogni genere. Ne è au-
tore Angelo Montonati , capore-
dattore del mensi le paolino «Je-
sus», ottimo conoscitore del mon-
do ecclesiale, non nuovo ad
impegni bioagiografici.
Il volume, introdotto da un 'acu-
ta prefazione del card . Pietro Pa-
lazzini , si completa con una
originale" Intervista postuma» al-
la Beata, ricostruita sulle sue
stesse parole.
L. S .
- ANDRÉ BARRAL-BARON
Nascere, vi vere e morire oggi .
Igrandi perché dell'uomo a con-
fron to con l'istruzione «Rispetto
della vita umana nascente e la di-
gnità della procreazione". Colla-
na Uomini, fatti e problemi. Edi-
zioni Paoline, pp. 143, L. 12.000.
« L'uomo è un animale incer-
to. Nell 'animale l' isti nto e il mon-
do , a cui spesso si adatta, so-
no vincolanti. L'animale è un fa-
scio di risposte. L'uomo invece è
un fascio di domande! .. scrive
R. Garaudy, sottolineando che
«l' uomo non è mai in uno stato
di perfetto equilibrio con la natu-
ra ». Perciò momenti di maggior
preoccupazione (o di maggior eu-
foria) ecologico-spirituale sono
anche quel li di massima ricerca
di equilibrio , e allora - come
oggi - nessun interrogativo è
ovvio .
Manip ol azi one ge ne ti ca ;
aborto volontario; eutanasia:
dietro a queste parole si nascon-
de l'interrogativo per eccellenza,
il potere di agire sul mistero del-
la nascita e della morte. Forse
anche il potere di camb iare la vi-
ta. Se ne discute. C'è chi è entu-
siasta dei progressi della scienza
e c'è chi teme per le possibili con-
seguenze negative.
André Barral-Baron in Nasce-
re , vivere e morire oggi (Ed .
Paoline , pp. 143, L. 12.000) af-
fronta il problema in tutta la sua
complessità , riflettendo sul rap-
porto tra scienza e uomo ; sulla
nascita quale frutto della libera
realizzazione del linguaggio dei
nostri corp i, e ricettaco lo di pre-
cisi legami di sangue e d'affetto ;

3.5 Page 25

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- - - - - - - - - - - - -~
-
sull'accettazione della sterilità
accan to alla speranza derivai~
dal sentirsi abbandonare, a poco
a poco, dalle proprie forze vitali.
E lo fa con linguaggio facile , per
provocare l'interesse del pubbli-
co giovane , oggi partico larmen-
te sensibile .
L'autore non condanna le nuo-
ve conquiste dell 'intelligenza
umana , ma sonda sempre più
profondamente il mistero della vi-
ta e dell'uomo . Rifrova la dig nità
umana là dove il corpo vive , ama,
soffre, combatte con la sua mal-
formazione ; provoca il letto re ad
approfondire armoniosamente
ogni aspetto del sapere , sia
scientifico che morale, perché so-
lo così può ritagliarsi il suo spa-
zio di libertà di fronte al pro-
rompere delle nuove scoperte .
Conferiscono maggior comple-
tezza al volume i brani di noti
scrittori antichi e moderni (A. Ga-
raudy , E. Bonné, H. Bourgeois...)
posti alla fine dei 15 capitoletti
che compongono il volume e nei
quali è significativamente distri-
buita l'ampia materia trattata.
Cornelia Colosìo
LUIGI MELESI ,
BANO FERRAR!
La vita in teatro , ElleDiCi, Leu-
mann (TO) , 1989, pp. 168, L.
16.000 .
Gli autori di questo volume so-
no : don Luigi Melesi e Bano Fer-
rari. Il primo è un salesiano che
da sempre si è dedicato ad un la-
voro educativo di frontiera lavo-
rando ieri ad Arese oggi al
carcere S. Vittore e mantenendo
sempre una particolare attenzio-
ne a ciò che è per i giovani pro-
mozione culturale . Don Melesi è
stato anche responsabile nazio-
nale dei Cin eci rcoli giovanili sa-
lesiani , una associazione che ha
proprio l'animazione cultura le fra
gli obi ettivi primari del proprio
statuto . Don Melesi ha fatto an-
che, direi sempre , teatro per e
con i giovani e Bano Ferrari , l'al-
tro autore del volume, ne è al
tempo stesso testimone e frutto .
Che dire del volume? Se fos-
simo insegnanti di lettere o ani-
matori di gruppi giovanili non
esi teremmo minimamente ad ac-
quistarlo. Qu esto perché in esso
Melesi e Ferrari hanno saputo ca-
B. A. BELLERATE,
J. M. PRELLEZO
Il Lavoro scientifico in scienze
dell 'educazione, La Scuola, Bre-
scia 1989, pp. 252, L. 27.000.
I
Il vo lume è finalizzato soprat-
tutto all 'aiuto «pratico » di cui ha
bisogno chi si accinge a prepa-
rare una tesi o ad avviarsi al la-
voro scientifico. L'argomento
viene tuttavia col locato all 'inter-
no di una tematica più ampia. So-
no pagine che accompagnano il
giovane studioso nei momenti più
significativi della vita universita-
ria : dalle prime esigenze del cor-
ricolo universitario ai contatti
iniziali con il linguaggio e i pre-
supposti del lavoro scienti fico , al-
la conoscenza e utilizzo dei
sussidi per la ricerca (biblioteche,
archivi , centri di documentazio-
ne) . Un.a particolare attenz ione
viene data alla " ri ce rca e co m-
puter ».
lare tutta la loro esperienza co n-
creta di teatro «sinergico » cioè di
teatro fatto in gruppo e costruito
insieme proprio come si convie-
ne per un teatro di tipo educati -
vo e scolastico dove la ricerca ed
il laboratorio ne dovrebbero es-
sere gli elementi più caratteristi -
ci . Il volum e è arricchito da foto
e utilissime indicazioni di appro-
fondimen to .
La SEI coniuga fumetto e letteratura:
ci riuscirà?
Fra le novità che la Società Editrice Internaziona le di To- ·
rino ha presentato alla Fiera del Libro di Francoforte que-
st'anno merit_a una nota d'atten zione la nuova collana di libri
per ragazzi. E una col lana denominata " I RODITEK " dall 'o-
nomatopeico titolo francese della rivista «Je bouquine " del-
l'editore Bayard cui l'iniziativa SEI si ispira. Si tratta di una
serie di volumi a scadenza bimestrale caratterizzata da un
fumetto efficace e ricco con un testo avvincente ed in ogni
caso adatto a catturare ragazzi dai 1O ai 14 anni.
Si tratta in fondo di una via di mezzo fra il fumetto tradi-
zionale ed il racconto letterario . Ogni volume consta anche
di un dossier storico, culturale o di attualità. Il primo della
sene presenta La fidanzata di Dracula , un racconto fanta-
stico di Oliver Cohen ; L 'ultimo dei Moicani di James Feni-
more Cooper e Storia e capricci della moda, un dossier di
Patrizia Del Meglio.
L'efficacia grafica è evidente. È sperabile un successo sui
g!ovani lettori che in realtà sembra abbiano bisogno più che
d1 _n_uo~ì _prodotti grafici dal linguaggio accattivante , di una
pIu 1ncIsIva, soda ed ampia azione culturale svolta da inse-
gnanti e animatori che abbiano essi stessi determinate sen-
sibilità.

3.6 Page 26

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26 · I GENNAIO 1990
OBIETTIVO BS
Udine
Lo raccontò Iui stesso,
mons. Gugli elmo Biasutti. Diceva cli
una Pasquetta ciel 1934. Lui e i suoi
«ca ri ss imi ... ex delinquenti » della
Piccola Casa Federico O za nam sali-
va no verso via Planis, subito fuori
Udine, verso est. A ll a ferrovia lui si
fermava e, indicando quanto stavà
dall'altra parte, diceva alla sua « tri-
bù di randagi»:« Domani questo sa-
rà tutto nostro ». Probabilmente
loro, i « reduci delle patrie ga lere»,
anche per l' esperienza portata in cor-
po, soffrivano meno di entusiasmi e
giudi cavano il loro protettore so ltan-
to un po' pa zzo. E sennò, chi g li elo
avrebbe fatto fare a raccoglierli in
casa?
Don Biasutti era così. G iovane, in-
telli gente, persino genia le, sognato-
re arguto, colto e d'una carità che
più concreta non poteva essere. Di
non aveva timore a dire, maga ri an-
che con una certa compiacenza, di
avere più che virtù e saggezza, entu-
siasmo .
Furono questo entusiasmo cristia-
no e questo coraggio del fare, anzi
dell'osare evangeli co che provocaro-
no a Udine l'arrivo dei sa lesiani nel
lontano J939, il 29 ottobre appunto.
Cinquant'anni fa.
Ma andiamo per ordine. Era il 19
giugno 1932 e don Biasutti venne ri -
chiesto di celebrare la « Messa ciel po-
ve ro » al la chiesa di S. Francesco
presso l'ex ospeda le civi le. Fu un o
shock per il g iovane sacerdote. Lui
era laureato a Roma e a Lovanio. A
Lovanio aveva av uto qualche fasti -
dio, perché aveva sc ritto di privile-
gia re a ll a tradi zionale de finizione cli
Dio (lo sono colui che so no) que ll a
s uggerita eia san Giovanni: « Dio è
amore». Su Dio-carità, su Gesù-
carità aveva riflettuto molto . Teolo-
gicamente. Ma là, a San Francesco,
la te'ologia diventava vita. E vita du-
ri ss ima. Scoprì, in fatti, che quegli
uomini non avevano nemmeno do-
HA CINQUANT'ANNI
MA SEMBRA
NATO ,OGGI
È l'Istituto «Bearzi>> di Udine.
Una visita ai suoi laboratori
è sempre sorprendente.
FMA e Salesiani insieme nella gestione
della scuola media e nell'animazione
pastorale della parrocchia.

3.7 Page 27

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- - - - --
- 5'1-
1 GENNAIO 1990 · 27
Insieme per un futuro ricco di memoria
La Fam igli a sa lesiana di Udine ha
festeggiato il suo cinquan1e imo com-
plea nno « insieme » dando di se stes-
sa un a imma gin e co mpau a e
partecipe. Oggi il « Bea rzi » è ben più
di un centro professionale e la cele-
brazione l' ha dimostrato.
I festeggiamenti per i 50 an ni di
fond azione i so no tenuti il 28-29 ot-
tobre, con la part ecipazione del Ret-
tor Maggiore e hanno co in vo lLO
ami ci, benefa ttori, impati zza nti , ex
allievi, coll aboratori, autorità civili e
religiose; tantissime perso ne che era-
no a te. timoniare qu anto l'Opera
affondasse le ue radici nel territ orio
e fosse amala da lla popolazione del-
la città. Oggi la gente la sente cosa sua
come al moment o in cui ha collabo-
rato a farla nascere.
Il Retlo r Maggiore, a Udine per
due giorni , è stato win olt o nelle fc-
. tose liturgie organizzate dai giova ni
e dalla Parrocchia, nei momenti di fe-
sta, nelle cerimonie ufficiali e nel
gra nde raduno degli ex allievi. Nei va-
ri int erventi ha soLLolinea10 la bellez-
za cli quel co in vo lgimento dell ' int era
comunità citt adi na e aie. iana alla fe-
sta e il signifi calo anche di . ervizio ci-
vile svo lto dall 'Opera sa les iana nei
suoi 50 anni di vit a.
Tra i momenLi più significativi,
spicca no la commemorazione civile
tenuta dal direiLore de« La Vita Cat-
tolica», don Duilio Co rgnali tenut a
nel Palazzo della Provincia, la presen-
za dell'Arcivescovo della cinà, del
Sindaco e ciel Pre ·iclente della Provi n-
cia e dell 'ex ministro San luz; e la
<<promessa solenne» fatta durante la
messa parrocchiale eia sei giova ni coo-
peratori, segno tangibi le e speranza cli
ul te riori frutti a li ve llo vocazionale.
Facendo qu·1si un bilancio cli que-
sti giorni, il Rettor Maggiore attribui-
va i positi vi risultati raggiunt i in
quella città soprattuuo allo spirito di
unione della co munità salesiana ani -
ma trice, e alla collaborazio ne piena-
mente correspo nsabil e cl Il e Figlie cli
Maria Ausili at rice, che cond ividono
quotidianamente l' impegno ed ucati-
vo nell ' intera Opera .
A rimarcare la piena ali ualit à del-
l'Opera e l' importa nza di mantenere
vivo l' impegno cd ucarivo tra i giova-
ni , è stato l'int ervento dcli' Arcivesco-
vo al Palazzo della Provin cia.
L'Arcivescovo, dopo aver rico rda-
to le grandi trasfo rm azio ni subit e e
prodotte fra i giova ni ciel Friuli ha
avu to parole cli incoraggiamento e
spera nza per una ulterio re crescita
della presenza sales iana nella sua
Regione .
ve potersi distendere e neppure un
tetto qualsiasi.
Ricord and o qu el giorno, lo defi -
nirà giorno dell a sua vocazione a ll a
povertà. Lo dice a più riprese e a date
success ive . Vuo l dire che il fatto
cambiò qua lcosa nell a sua vita. Di
certo lo a ll on ta nò, a lm eno per il mo-
mento, dalla « tanto amata filoso-
fia » . Com inciò co l trovare un pos to
per quei « randagi» , perché potesse-
ro dormire in sa nta pace. /:: non con -
tent o, decise che a nche lui doveva
andare co n essi. A ev ita re risse eco-
se del ge nere, si sc hermi sce. Ormai,
a uorno a lui co minciava no a racco-
gliersi vagabo ndi , ex carcera ti , red uci
da ll a vita.
Doveva essere un a sit uaz ione
provvisoria . E in vece diven ne defi-
nitiva.
Aprì dunque la Piccola Casa O za-
nam, a ll ora in via P la ni s, oggi via
Don Bosco. Que l « picco la » non e ra

3.8 Page 28

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Un oratorio, i giovani
e la città
Fra le tante iniziative
della Famiglia salesiana udinese
notevole successo ha avuto
«Cittàgiovani ».
Eccone una presentazione.
Un modo nuovo di fare cultura , una inedita occasione per riflettere
sui valori fondamentali della vita , uno stare con i giovani , anche quelli
che solitamente non frequentano i nostri ambienti_, al di là degli schemi
classici : questa è stata in estrema sintesi «CITTAGIOVANI ». Un Ora-
torio/Centro Giovanile che si fa attento ai problemi e alle domande dei
giovani della città e un po ' di temerarietà , sulle orme di quella stessa
che don Bosco voleva avere in fatto di cultura tramite la stampa , stan-
__:...-:-::..-,-_ · n•o• a• l-1'o•r-ig.in•e• d•i-tu• t-ta• l-'in• i-zi.at.iv•a•.•ll•p-ri•m•o•e•s•p-er.im• •en• t•o-ri.sa• l•e•a•I 1• 9•8•6•q•u•a•n- - - - •
a lla tt o cas ua le, m a ri spo ndent e a un
suo m o do prec iso cli vedere le cose.
Le sue, a p p unto, le vedeva picco le.
Le vo rrà sempre così. Pi cco le. Pic-
co la quell a casa, pi cco lo il Rifu gio
Bea rzi, pi ccolo il Cotto lengo fri ul a-
no. G li pi aceva così. No n vo leva pa-
rago na rsi, neppure lo nta na mente, a i
g ra nd i dell a ca ri tà: a d on Bosco, a l
Cotto lengo, a d o n Ca la bri a, a d o n
O ri o ne . A nzi, cli ess i era a nel ato a
st udi are il perché e il co me. A i viventi
cl ' e.ss i aveva chiesto a nche co nsig li o.
Lui , po i, to rn ava pe r la sua pi cco la
st rada, « ri te nend os i ni ent 'a lt ro che
rusce ll ri spet to a l fium e che quel-
li era no.
No n pensava a ffatto cli fo nda re e
diri ge re . Fond are sì, ne senti va la
sto ffa, ma no n diri gere. Ci vo leva-
no a ltre qua lità, a mmetteva ca ndid a-
me nte e pubbli cam ente. Ma era cli
fa ntasia fervida e le cose no n le so-
gnava a ffa tto semplici.
A ci esempio, fond a ta la P icco la
Casa O za na m , bisognava dirigerla,
cura rl a e fa rl a cresce re. Sta bili to che
q ues to no n spettava a lui , imm ag i-
nava co me fa re. Co me fa re? Sem pli -
ce: bastava co mp ra re que i cin q ue
et ta ri cli terreno dava nti , ex Mang i!-

3.9 Page 29

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- - - - -- - - - - -#1-
do per due settimane, circa 10.000 tra giovani e adulti parteciparono
a dibattiti con personaggi di rilievo del mondo della politica, spettaco-
lo, cultura , del panorama ecclesiale , concerti e spettacoli in un teatro-
tenda allestito presso il Bearzi. Nella primavera 1988 - anno Cente-
nario della morte di don Bosco - per quasi due mesi si alternarono
dibattiti quali « L'influsso dei mass media sul comportamento e la for-
mazione dei giovani », «La partecipazione dei giovani alla realizzazio-
ne del bene comune » a commedie musicali come «Jesus Ch rist
Superstar », «Forza venite gente », «C'è da non crederci» , il Concerto
per la pace dei Gen Rosso ...
Altre serate furono dedicate a concerti di gruppi musicali giovanili e
alla «Rassegna Nazionale Giovane Clown ». Concluse la manifestazio-
ne Madre Teresa di Calcutta, padre Antony. L'edizione 1989 ha riunito
i giovani ~:lella diocesi udinese a riflettere sul tema «Festa e Servizio ».
«CITTAGIOVANI » ha saputo man mano coinvolgere nella sua pre-
parazione diversi gruppi cattolici della città, impegnati nell'allestimen-
to delle strutture, nella pubblicità, nell 'accoglienza del pubblico e degli
ospiti , nei servizi stampa... Tutto questo ha suscitato presso enti pub-
blici e mass media interrogativi ed attenzione rinnovata sulle proble-
matiche e politiche giovanili . Non sono mancati i problemi nel gestire
una proposta culturale cosi ambiziosa, sia nell'organizzazione - è sem-
pre difficile portare in una città di provincia personaggi di un certo livel-
lo - sia nei costi . Si è comunque aperta la breccia per una seria
presenza culturale d'insieme dei gruppi cattolici nel territorio , che sta
avendo sviluppi sia nell'Oratorio del Bearzi sia nella pastorale giovani-
le diocesana.
Giuseppe Misdariis
1 GENNAIO 1990 29
li, bastava fo ndare una compagnia di
pret i Oblati, bastava destinare quei
nuovi locali a Casa ese rcizi per uo-
mini e giovani, con cors i per sacer -
doti novensi l i, · con un'a la pe r
sacerdoti vecch i ... Così quegli Obla-
ti, a se rvizio d i tutte queste rea ltà,
av rebbero trovato anche il tempo per
reggere la Piccola Casa Ozanam .
Semplice, no?
Così pensava proprio, don Biasut-
ti. E così lo esponeva al vescovo No-
gara, salito fin là, al pri mo piano,
per dare il suo consenso. Venticinque
anni dopo, mons. Biasutti non po-
teva non annotare, bo nar io: « Mons.
Nogara non era facil e all 'ent usia-
smo» . Un eufem ismo, per dire il di-
sappunto ciel pres ule. C'era però,
con mons. Nogara, «quel sant' uomo
clell 'avv. Biavaschi », che i nvece lo
incoraggiava e gli diceva: « Compe-
ri, don Biasutti, comperi ».
Non è che don Biasutti avesse so l-
di. Non ne aveva affatto . Ma lui era
uno di quelli che si fidavano pi ù del-
la Provv idenza che dell a Banca . li
suo problema non era tanto compra-
re, anche quell o, ma sopratt utt o sa-
pere per che cosa comprare. S'era
invaghito di quell a sua idea degli
Ob lati . Che non passava . Ma erano
in mol ti a non condiv iderl a. A co-
minciare da quelli ciel se mi nario che
si sentivano offesi dell a proposta cli
un corso per sacerdoti novensili . Co-
me se il seminario non bastasse ! E
c'erano molte altre perplessità« in al-
to ». Lo fara nno soffrire non poco.
A comp licare le cose stava no poi
i suoi « red uci dell e patrie galere» .
Non capi vano mol to quell e sto rie cl i
preti e cl i ese rc izi e di corsi. E gli di-
cevano: « Ma lasci stare i pret i ! Pen -
si invece ai ragazzi di strada, ai
ragazzi abba ndonati ». li loro ragio -
namento no n faceva una grinza .
G uardi noi , gli dicevano. No i o rm ai
siamo rovi nati. Se qualcuno ci aves-
se racco l to prim a che anelass im o in
prig ione, non sarem mo un peso per
lei oggi . Co me dargli torto?
E intanto fu acquistato il terr eno,
nel 1936, co n i so ldi dell a signo ra
M elan ia Bearzi, che voleva in tal mo-
do ono rare la memoria del propri o
figlioletto, G iacomin o, morto all 'e-
cli otto anni . Su q uel ter reno c'e-
rano degli ed i fici . Erano ser viti pe r
una fattoria agricola, co n tanto cl i
stalla e latteria, falli ta . Po i il marche-

3.10 Page 30

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30 · I GENNAIO 1990
se Mangilli l'aveva trasformata in'
scuderia per cava lli e aveva costrui-
to anche un a ll evamento di pollame.
Falli to anche questo. Erano in molti
a vat icin are anche il terzo fa llimen-
to, quello degli Oblati e tutto il resto.
Ma per gli Oblati ci dev'essere sta-
ta una opposizione decisa ai vertici
della chiesa diocesana, se non pro-
prio cieli' Arc ivescovo. E le cose si
trascinavano per le lunghe. Intanto,
anche per sovvenire alle necessità del-
la casa, don Biasutti andava in giro
a p red icare. Un bel giorno, mentr'e--
gli se n'era andato via in un giro di
predicazione, i suoi amici ex carce-
rati gli combinarono uno scherzetto.
Gli accolsero in casa un ragazzo di
15 ann i. Tornato, don Biasutti se
lo trovò davanti. E loro a dirgli che
l'aveva no trovato per caso, affama-
to e dormiente, su l cigli o della stra-
da e che per compass ione l'avevano
portato in casa. E poi: « Adesso, se
vuo le, lo mandi via lei».
Non lo farà. Anzi ne accoglierà a l-
tri, di ragazzi so li e abba ndonati.
Sinché il numero crebbe sull a trenti-
na, e gli Oblati non venivano. E lui
che non sentiva la stoffa del diretto-
re di collegio. E studi ava di notte e
di giorno il modo di sbrogliarsela .
Era troppo devoto di Francesco
Saverio e dalla sua discepola Fran-
cesca du Chantal per non essere an-
che devoto e imitatore cli san
G iovanni Bosco. Fu così che il 29 ot-
tobre del 1939 la Piccola Casa Oza-
nam con a nnessi e connessi fu con-
segnata a tre sa lesia ni . Erano don
Davide Zampese, nativo di Sesto a l
Reghena dei nostri, si co nsola va
don Biasutti) e due chierici: Benedetti
e Conci ni .
In com inci ava così l'avve ntura
strao rdinaria di questa presenza sa-
lesiana in Udine.
Si doveva all 'opera di uno che ave-
va preso con Dio e con se stesso que-
st'impegno: « Noi siamo e vogliamo
essere sempre nell'ultima trincea del-
la carità» . E che per questo sostene-
va anche: « Bisogna osare non
troppo, ma tutto. Bisogna essere te-
merari » . E di diceva: « lo ho
osato».
Immalinconiva quella pioggia, che
aveva sa lu tato l'arrivo dei salesiani
a Udine. Ma era come la preghiera
e le lacrime di don Biasutti: ristora-
trice e feconda.
A cinquant'anni da quel giorno,
, non resta che ringraziare Dio per la
fede di questo prete friulano e per il
coraggio di quei pionieri.
Poi , come Diocesi e come Friu li ,
diremo pure g razie per il tanto bene
piovuto su l popolo friulano, in vir-
di quella postazione salesiana, di
della ferrovia, poco fuori Udine
est. E g razie dunque ai 250 salesia ni
che in questi 50 anni si sono succe-
duti a serv izio cli migliaia di giovani
ciel Friuli.
Duilio Corgnali
di reti ore
« La Vita Ca ttoli ca», Udine

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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-----'----------- i11-
PROTAGONISTI
I GENNAIO 1990 · 31
L'AMBASCIATORE
PETER SECCHIA:
«SONO PARENTE DI
DON BOSCO...»
In una intervista al
« Bollettino
Salesiano»,
il rappresentante
degli Stati Uniti
in Italia racconta
come è arrivato
a stabilire questo
legame di parentela.
A n1mirazione
per il lavoro
dei salesiani
fra i giovani.
Roma, gennaio - « Il mio
t ri savo lo era fra tello cli M a mm a
Ma rg herita , la madre cli Don Bosco.
Quindi , Don Bosco e io sa remm o cu-
gini a lla lo nta na ». A va ntare qu es to
g rado cli pa rentela con Don Bosco è
l'ambascia to re degli Stat i Uniti a Ro-
ma, Peter Finley Secchia, in un a in -
te r vista co ncessa al « Bo ll ettin o
Sa les ia no». « Sapete chi mi parlava
cli Do n Bosco qu a ndo ero ragazzo?
M ia no nn a , che lo de fini va il Sa nto
Buo no». Qu egli accenni lascia rono
in Peter Secchia la curiosità cli saper-
ne cli più . Qual e occasione mi gliore
de lla sua nomina ad a mbasciatore in
Ita li a per soddisfare il desideri o cli ot-
tenere noti zie più dettag li a te?

4.2 Page 32

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32 · I GENNAIO 1990
E difatti, aggiunge Peter Secchia,
« dopo il mio arrivo nel vostro Pae-
se ho chiesto a l Consolato ·america-
no di Genova di aiutarmi a rintrac-
cia re la famiglia di mia nonna, per
poter verificare se questa parentela
esistesse veramente. Sapevo che mia
nonna era nata a Occhiena e che la
sua famiglia proveniva dal piccolo
paese di Serra di Capriglio. A un cer-
to momento, la famig lia si era tra-
sferita a Castelnuovo, a pochi chi-
lometri da Torino. Risulta tutto da
certe carte trovate negli archivi . Con
l'aiuto di parenti che ancora abi-
tano nella zona, siamo riusciti a met-
tere insieme tutti i pezzi dell'incastro.
La ricerca ha avuto il suo lieto fine
quando , nell'ottobre scorso, mi so-
no recato a Castelnuovo Don Bosco,
dove ho conosciuto alcuni miei pa-
renti, i cittadini e il reverendo don
Elio Scotti, che sovrintende al la Ba-
silica e al museo del Colle Don Bo-
sco. Pensate che ho potuto vedere
anche la casa del mio bisnonno. Ho
app rofittato della visita per riper-
correre i luoghi dove Don Bosco è
nato, ha vissuto e lavorato. Debbo
dire che la ca lorosa accoglienza riser-
vata a me e ai miei familiari a Ca-
stelnuovo mi ha profondamente
commosso».
Ritorno
alle origini
Un ritorno, dunque, alle ong1111
italiane dell'ambasciatore e alle ra-
dici della sua parentela con Don Bo-
sco. Un ritorno, bisogna dire,
compiuto a tempo di record, dato
che in ottobre egli era il rappresen-
tate degli Stati Uniti in Italia da so li
quattro mesi . Avere sulle spalle la re-
sponsabil ità di una ambasciata della
superpotenza mondiale, non è certo
uno scherzo e per adempiere ai nu-
mero i e importanti impegni che e -
sa comporta il tempo non è mai
abbastanza. Ma c'era quella curiosità
L 'ambasciatore Peter Secchia in un ritratto ufficiale con la moglie e i figli
eia soddisfare e Peter Secchia non è
uomo da dormire sopra alle co e.
Il suo dinamismo concreto ne ha
fatto un fortunato uomo d'affari.
Dopo aver prestato servizio nel Cor-
po dei marines dal 1956 al 1959, e
aver conseguito la laurea in econo-
mia all'università del Michigan, Sec-
chia ha creato una società di
commercio all'ingrosso di materiali
da costruzione che è la quarta di tutti
gli Stati Uniti. Ad essa ha aggiunto
una catena di ri toranti in tre Stati.
A 52 anni - è nato nel 1937 a En-
glewood, nel New Jersey - Peter
Finley Secchia si è ritrovato amba-
sciatore degli USA a Roma. Si è lan -
ciato nel nuovo lavoro con energia
e sicurezza, privilegiando i metodi di -
retti, fuori' dagli intrighi delle tradi-
zionali s'edi diplomatiche, per
puntare invece alla risoluzione dei
problemi concreti. Chi g li rimprove-
rava mancan za di esperienza interna-
ziona le ha rapidamente dovuto
ricredersi, e oggi Secchia gode di lar-
ga considera zione in tu~ti gli am-
bienti.
Ma torniamo all'intervista e a Don
Bosco. Peter Secchia non è di religio-

4.3 Page 33

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~ - - - - -- - -- -:58-
1 GENNAIO 1990 · 33
ne cattol ica . Che ne pensa, lui , non
cattol ico, d i Don Bosco e del suo me-
todo educativo? « Non è necessario
essere cattolici - risponde Secchia
co n il suo accattivante so rri so - per
co mprendere e apprezzare il gra nde
va lore d ell 'opera di San Giovan ni
Bosco . La sua dedizione ai ragazzi,
ai giovani, per la loro educazione e
il loro sviluppo, è ben nota. Per
quanto mi riguarda, neg li Stati Uni-
ti mi so no occupato anch'io de i gio-
vani e dell e persone socialmente
sfavorite, delle minoranze, degli or-
fani. E mi sono spesso chiesto se il
Santo mi avesse in qualche m_odo in-
viato un messaggio ... ». Ha av uto oc-
casio ne d i co noscere il lavoro dei
sa lesian i negli Stati U ni t i? « Non cli-
ret.ta mente - risponde l' a mbasciato-
re - ma di ce rto, se seguono l'esem-
pio dei loro confratelli ita liani, il loro
contributo non può che essere
prezioso».
((Sui giovani
sono ottimista»
Negli Stati Uniti, Peter Secchia è
stato sempre un energico fa utore del
vo lo ntariato, come via offerta ai gio-
vani per un impegno nel campo so-
ciale. Ecco, quale opinione si è fatta
dell a condizione dell a gioventù ame-
ri cana oggi? « Come padre di quat-
tro figli, so no molto in te ressato ad
osservare gli atteggiamenti dei giova-
ni d'oggi. Naturalm ente ci so no dei
problemi, come q uel lo de lla droga ,
che so no causa cli grav i p reoccupa-
zioni. Ma quando penso ai giovani
americani non vedo so ltanto proble-
mi. Vedo che la grande maggioran-
za dei nostri giovan i sono bravi
ragazzi, che a scuola studiano sodo,
che praticano gli sport e si guadagna-
no qualc he soldo con lavori part-
time. Questi giova ni ha nno inten zio-
ne cl i a nd a re a ll'università, di farsi
una famig li a e di avv iare una ca rrie-
ra. Credo c he a vo lte si tenda a met-
tere l'acce nto so lo sui problemi d ei
giova ni : ma bisogna tenere a m ente
che queste sono soltanto eccezioni.
Certo, i prob lemi ci so no , e dobbi a-
mo lavorare per riso lver li , ma vi so-
no a nche notevo li ragioni per essere
ottimist i ».
Lei, a mbiasciatore, ha nominato
la droga. È certamente una minac-
cia per la gioventù in tutto il mon-
do. Pochi mesi fa, il presidente Bush
ha an nunciato un suo progetto per
co mbattere la diffusione ciel flagel-
lo. A suo avviso, quali sono i punti
più qualificanti del progetto? E pen-
sa che si potrebbero ap plicare anche
fuo ri degli Stati Uniti? « Que ll a de-
lineata d a l Pres id ente Bush è un a
strategia co mpless iva per affrontare
il prob lema droga, che prevede ini-
ziative su qu attro fronti principali : la
repressione, l' in terdizione, il tratta-
mento, l'educazione. Ce rtamen te
questo approccio può essere adotta-
to anche in a ltri Paesi, e infa tti noi
stiamo collabora ndo strettamente
con a lcuni di essi. Vorrei ricordare
c he l'Itali a è fra i Paesi in prima li -
nea nelle ini ziative internazionali per
combattere il traffico di droga».
Sempre in tema cl i droga, lei ritie-
ne importa nt e un'azione p reventiva
basata sull' edu cazione? « Sì, mo lto
importante. Co me ho g detto, l'e-
du cazio ne è uno deg li elem enti chi a-
ve nella strategia antidroga ann un-
ciata dal Presidente Bush. Il suo
piano prevede una diffusa opera di
prevenzione da parte dell e sc uole
e d elle comu nità, che aiuti g iovani
e ad ulti a rifiutare l' uso della droga.
Più la ge nte è in formata circa i peri-
co li insiti nell ' uso d ell a droga, me-
no è inclin e a provarla ».
Peter Secch ia è in Italia , come ab-
biamo rico rdato, da qualche mese.
Come ci si trova? Si sente circonda-
to da un ambiente amico? E i suoi
quattro fig li co m e si sento no in Ita-
li a? L'am basciatore non ha esitazio-
ni. « Tutta la fa migli a Secch ia -
risponde - è molto sod di sfatta per
com e so no a ndate le cose nei primi
mesi cli permanenza qu i. Siamo estre-
mamente grati agli italiani per l' ac-
cog li enza ca lorosa che ci hanno
riservato . Tutti sono stati quanto mai
ospita li e premurosi. Naturalmeme,
passare da una cultura a un'altra e
imparare ad adattarsi a una nuova
lingua, a un nuovo stile di vita co m-
porta sempre qua lche diffico ltà . Ma
direi che ci stia mo adattando bene e
apprezziamo molto le tante cose me-
ravigli ose che l'Italia ha da offrire » .
Signor ambasciato re, un ' ultima
do ma nda: ha avuto modo di farsi
un 'idea dei giovani italiani? Che op i-
nione ha di lo ro? « Nel complesso ve-
do mol ti degli stessi tratti positivi che
scorgo nei giovani americani: ener-
gia, ent usiasmo e desiderio di lavo-
ra re sodo e di andare ava nti nell a
vit a».
Giuse1>1>e Costa
Gaetano Na netti

4.4 Page 34

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34 · I GENNAIO 1990
COMUNICAZIONI SOCIALI
Gern1-ania
LA POESIA
'ADDICE ALLA
«DON BOSCO
VERLAG»
Incontro a Monaco con
don A lfons Friedrich
direttore del/ ~editrice
salesiana tedesca.
Oltre quarant'anni
di attività ed
in qualità crescente.
L'ultimo successo, sem-
bra quasi incredi bil e, è un libro di
poesie, dal titolo Destinato a te (Dir
zugedacht), trentasei brevi componi-
menti di augurio che riguardano i
soggetti più var i, dal giorno che si
vive alla gaiezza, dalla coscienza di
sé a l tempo, dall'anno nuovo al co-
raggio. Bisognava pensarci, e lo ha
fatto Elli Michler, autrice di a ltri vo-
lumi di lirich e. Queste « poesie di
augurio» hanno ev id entemente in-
co ntrato il f~vore del pubblico e eia
quando sono uscite, nel marzo dello
sco rso anno, se he so no ve ndute cir-
ca quindicimila copie. Da far mori-
re d'invidia ogni poeta laureato delle
nostre parti.
Per il momento Destinato a te è il
fiore all 'occhiello della « Don Bo-
sco Verlag», la casa ed itri ce sa lesia-
na tedesca, con sede a Monaco. Non
a caso fa parte di una co llan a il cu i
rito lo è tutto un programma: « Aiu-
to alla vita», dove Elli Michler ha già
pubblicato Come foglie al vento e
Gli anni vanno come le nuvole, due
vo lumi peraltro un po' più impe-
gnativi dal punto cli_•vista dei con-
tenuti. E sempre non a caso accanto
a opere di a ltri autori che contengo-
no meditazioni e inviti a riflessioni
spirituali.
Un giova notton e a lto più cli un
metro e ottanta, co n un fisico da gio-
catore cli basket, ci racconta con vo l-
to grave e grand e semp li cità il
cammino quarantenn ale dell 'attivi
editoriale dei sales ia ni in Germania .
Si chiam a Alfons Fried ri ch, ha tren-
tun ann i, sacerdote dal 1984, viene
dal Nord, ha .studiato pedagogia e
teo logia, da due anni i superiori gli
hanno attribuito l' in çarico di se-
gretario-direttore della Don Bosco
Verlag, fondata - tiene a precisare
- da don Edmund Johannes Lutz
SDB il 7 ottobre 1948, su licenza con-
cessa dagli,alleati (in tempo di occu-

4.5 Page 35

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- - - - - - -- - - -# -
pazione un tale permesso era indi-
spensabile) nell ' agosto precedente.
Dal terzo piano dell 'edificio della
Sieboldstrasse di Monaco di Bavie- .
ra si vede una distesa di tetti da una
parte, il fervore di una città operosa
nel pomeriggio di un giorno feriale
che si sta stemperando nel tramon-
to. Don Friedrich mi fa visitare i va-
ri settori di attività, dove lavorano
una dozzina di persone a tempo pie-
no, con apparecchiature automatiz-
zate che semplificano le operazioni,
dalla stampa alla diffusione a lla cor-
rezione.
Nello stesso tempo mi racconta co-
me si sia svi luppata l'edit rice Don
Bosco, dopo quella lice nza degli oc-
cupanti americani per « pubblicazio-
ni religiose e pedagogiche». Da
allora sono state edite 250 opere cir-
ca, da quelle iniziali di educazione
musicale e per recite di filodramma-
tici (ricordando probabilmente l'at-
tenzione del Fondatore per il teatro
pedagogico), di testi per il lavoro gio-
van il e, il tempo libero e, in a nti cipo
su tutti, il « fa i da te».
Si trattò in un primo tempo, ov-
viamente, di una attiv ità marginale
per i salesia ni tedeschi, occupati an-
ch 'essi nell'opera di ricostruzione
morale del loro paese. Attività co-
munque non trasc urata, seco ndo il
genio proprio della Congregazione,
quando ci si allargò, co n l'acq uisto
di una piccola casa ed itrice , ai setto-
ri pedagogico e teologico, co n parti-
co la re riguardo alla preparazione
scolastica e a ll'onnipresente preoccu-
pazione del lavoro giovani le . E og-
gi, nella media a nnuale, si pubbli-
cano fra 20 e 25 . libri (senza con-
tare le riedizioni), dalle tremila alle
cinquemila copie, per arrivare alle
dieci-dodicimila e, per qualcuna, nel
tempo sino a lle trentamila.
Una « forza tranquilla» è quella cli
don Frieclrich che aggiunge a lle sue
spi egazioni dati tecnici sui collega-
menti editori ali, sui modi di diffusio-
ne, su ll a presenza in libreria. A
sentirselo raccontare così sembra un
lavoro facile, di tutto riposo. Madie-
tro si intuisce la grand e pazienza sa-
lesiana e, forse, quel minimo se nso
di scommessa che porta i figli di Don
Bosco a pensare per grandi prospet-
tive. Così dai timidi inizi del 1948 si
è arrivati all 'attuale situazione di una
stabile rete di ffusionale in collega-
mento con una serie cli lib rerie nella
Repubblica fed era le, in Austria e in
Svizzera.
.
La sollec itudine magg iore è diret-
ta sempre, nat uralmente, a lla gioven-
tù'. Libri e manuali per educatori e
insegnanti, opere per i ragazzi, pub-
bli cazioni sp irituali , di meditazione,
di liturgia, di cura d'anime. E per
tutto questo non si trascura l' aspet-
to organizzativo. Dall a Fiera del Li-
bro cli Francoforte del 1970 dieci case
editrici germa nofone (oltre le tede-
sche ci sono le due più importanti
dell'Austria cattolica , la « Styria » di
Graz e la « Tyrolia » di Innsbruck) si
,,.,.,,1,
,v,..,~,_ ..
1 GENNAIO 1990 · 35
sono consorziate sotto la sigla di
« Impegno editoriale di g ruppo»
(Verl agsgruppe E ngagement).
Questa st ruttura si impad ronisce
dei problemi di una società in evo lu -
zione e Ii espli cita . Con la letteratu-
ra religiosa vuole offrire un con -
tributo per un mondo, come si di-
ce, più vivibi le e, nello stesso tempo,
il gruppo si pone come medi atore
dell 'educazio ne religiosa. Due volte
a ll 'anno i membri di« Impegno edi-
toriale» si riuniscono per veri fica re
i temi del tempo ed elaborano una
strategia cul t urale che si traduce ov-
viamente in libri e altre analoghe ini -
ziati ve.
~~? ..
.
.. •· ,
....
..
,,,.
,, --.. ..
•• I
•.•• J

4.6 Page 36

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36 · 1 GENNAIO 1990
I Pagina tratta
dal volume di poesie
« Dir Zugedach t »
edito dalla
" Don Bosco Verlag »
Mi astengo dal ch iede re a don
Friedrich quale sia il gi ro d'affari
della Don Bosco Verlag, perché eia
tutto il suo discorso mi pare di aver
capito che l'aspetto econom ico« va
da sé», ovviamente in positi vo, e non
c'è da preoccuparsene, se tutto vie-
ne fatto in uno spirito di servizio.
Purèhé, altrettanto natura lmente,
ognuno si dia da fare nel posto che
il Signore gl i ha dato nella storia,
propria e di tutti . Devo ammettere
che non fini sce mai cli meravigliar-
mi qu esta spontanea fiducia dei sa-
lesiani nella Provvidenza , neppure
quando la esprime un giovanotto che
pure parla di tecn iche, di organizza-
zion e pratica, di lavoro editoriale.
Il risultato è là, nei cataloghi . Nelle
oltre duecento opere presenti, negli
autori che, specie da alcuni anni a
questa parte , costitu iscono va lori
editoriali sicuri . Possiamo fare esem-
pi che forse non dicono molto a l let-
tore italiano (ed è un peccato), ma
che sul mercato di lingua tedesca cer-
tamente «vanno ». Vediamone alcu-
ni. E lm ar Gruber , diciannove libri ,
per lo più di argomenti spirituali, e
alcuni cli loro in plurime ristampe (si-
no a dodici e quattordici per la pre-
parazione rispettivamente alla Prima
Comunione e a ll a Cresima); e il più
recente I bambini ch iedono di Dio
(Kincler fragen nach Gott) rapida-
mente giun to a ll a settim a ed izione .
Josef Griesbeck, dodici opere, per lo
più cli anima zione giovani le, a lcune
delle quali riedite più vo lte. Max
Ross ler, ei titoli, uno dei quali in
ventiquattro rista mpe: Buon miglio-
ramento! (Gute Besserung), brevi
meditazioni per gli ammalati in una
dimensione di speranza cristiana.
Elfri ecle Pausewang, i cui opuscoli
sono stati ristampati addirittura 34
volte, mentre le opere educative han-
no raggiunto le 14 ed izioni, come i
130 giochi di gruppo pedagogici per
bambini da 3 a 8 anni. Ruclolf Seitz,
sette libri specialmente dedicati ai
giochi infantili, mentre i nove cli Jo-
sef Seuffert so no riflessioni spirituali
sempre per i bambini .
Alcuni cli qu est i autori non so no
comp letamente ignoti a l pubblico
italiano . Dalla LDC, infatti , so no
stati pubblicati, o ltre i citati Gruber
e Griesbeck, anche altri : Rita Diep-
mann, Benedikta Gintersberger,
Franz Mahr, Walter Ni gg , Rosema-
rie Portmann, Elisabeth Schneicler.
Di italiani, per contro, c'è so lt anto
T eres io Bosco con la ','.ita e l' opera
ciel Fondatore.
Non bisogna assalire il lettore con
le problematiche religiose ma assu-
merne i valori dall'interno. Questo,
se posso riassumere il se nso cli quan-
to mi ha eletto don Friedrich, è l'ob-
bi ettivo dell'editrice sa les iana, che
per ora si limita ai libri con qualch e
incursione negli aud io visivi: fra gli
a ltri il ben noto musica l « Evviva
Giovanni », la cu i fama non è rima-
sta circoscritta al mondo tedesco (sul
« Bollettino Salesiano » ne parlò a
suo tempo Piercla nte Giordano) .
Prima di anelarmene, il mio inter-
locutore mi regala un matitone su un
lato del quale è scritto« Un buon an-
no con le Edizioni Don Bosco ». E mi
indica quattro versi del libro con il
quale ho aperto questo mio artico-
lo: «T i auguro gioia / e tutte le cose
nell e qua li essa si trova. / Ti auguro
gioi a / e tutt e le cose che essa desta ».
Un co ngedo , un viatico.
A.P.

4.7 Page 37

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:~------·=-----·
-·· ---

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38 · I GENNAIO 1990
:ALENDARI01959 SALESIANC
gli o olta nt o che si fa cc iano buoni e
oN , 0 ,
- - ~ . . OPERl D • "
cahIlecgsni.a»n.oLsae
mvopcraeza.iollneeg
rsia,Iem,.aa
molt o
na per
i giova ni non ha comunque bisogno
dell e indirelle con ferm e che anche i
più rece nti ca lend ar i dedicati ai ra-
gazzi (1979, ' 85, '87 , '89) forni sco-
immagin e cli Don Bosco cin.:onclato no. Oggi le foto so no diffe renti :
eia ragazzi: so no gio va ni cli tutte le ragazzi co n lo za ino sulle spa ll e in
razze, indi ani , cines i, europei, afri- 1art enza per un viaggio , studenti in
ca ni . So rrid o no . « Il so rri so cli un protesta per le vie di Rom a, un a cop-
bimbo - ha sc ritto il poeta indiano pia che si tiene teneramente per ma-
Rabinclranat h Tago re - è il segno no, chi vende collanine per strada e
che Dio non è anco'ra stanco degli chi in vece suon a da solo la chita rra.
uomini ». Questo del 1955 è il primo Non se mpre so no immagini di
cli una lunga seri e cli ca lendari dedi- gioi a, la realtà giovan ile ora è più tra-
ca ti ai giovani e al loro mond o. Le vag ltata, ma non a caso il ca lend a-
sue foto co nse rvano que l non so che rio dell ' 85, anno intern azio nale de l
cli edulcorato , grazie all 'evidente uso giova ne, si apre co n queste famose
del ritocco grafico e ciel fotomontag- paro le di Paolo VI: « No i abbiamo
gio che ai nostri occh i più smali ziati fidu cia nei giovani. La loro sete cli
ass um e il fascino ci el ca ndore degli asso lu to non può essere pl acata dai 13
anni Cinqu anta.
surrogati di id eo logie e cli es perien- .t
La fi gura cli Domen ico Savio af- ze . No , i gio va ni hanno in la ca- ?
fi anca quell a cli Don Bosco in questi pacità, l' ingegno , l' inventi va, la f '
calend ari dedicati ai giovani , così nel fantasia, la fo rza, lo spirito di ded i-
'57 come nel '6 1. Fotografie cli o ra- zione e di sac rificio per poter dare il
tori , cli giochi, di scuole so no acco m- loro co ntributo all a salvezza dei fra -
pagnate dall e prime immagini delle tel li ». Fotografie di gio vani le ritro-
rea ltà mission ari e. Su tutte predomi- viamo co munqu e sfog liando tutti i
na l' idea di a ll egri a e di gioi a: « Noi calendari sales iani, come nota por-
qui facc iamo consistere la santità nel- tante, perch é, come ha scritto don
lo stare molto all egri » è il pensiero Egidio Vi ga nò, « Don Bo co è un re-
cli Domenico Savio che fa ei a dida- ga lo cli Dio fatto ai giovan i, è il loro
scalia e eia puntuale comment o a.Il e ami co, segno e portatore per loro
immagi ni . D'altronde, così a fferm a- dei va lori cli liberazione ciel Cri sto ».
va Don Bosco: « Dai giovani io vo- Nell 'ed izion e 1978 un ' immagin e è

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- - - - - -- ~ --
--:-"~-
!.:--,~
·• ·:··•4··
~-
.•.::.o
parti co larm ente commovente: un ra-
gazzo viene co lto da so lo co n in boc-
ca un a sigaretta che si ind ovi na essere
in q uel mom ento la sua uni ca com-
pag ni a, il suo unico sco po, mentre
co n la ma no si co pre pa rzia lm ent e il
viso. Ma a qu es ta imm agin e di deso-
lata solitudine si acco mpagna - e la
tras form a illumin a nd o la - qu esta
se mpli ce rrase che Don Bosco sc ri s-
se nell a prefazio ne cli un suo libro:
« Miei ca ri , mi bas ta che sia te gio va-
:-:::.:::.-- ni perc hé io vi a mi ».
Un 'a ltra rea lt à mo lto a mata da
Do n Bosco e cli cui i ca lend a ri ren-
do no atte nta testim o ni a nza è qu ell a
dell e mi ss io ni . li 1964 si apre co n il
di segno di una graziosa Mado nna
co n il Bimbo in bracc io : i tratti dei
lo ro visi so no tipica ment e o ri enta li ,
gli ocè hi ha nno il tagli o a ma nd o rl a
caratteri sti co e la veste dell a Mado n-
na è un ra ffin ato chim o no, Qu ell a
del '64 è un 'edi zio ne dedicata inte-
ramente all e missioni , così come i ca-
lend ari ciel '76, centenari o dell a
partenza dei primi di ec i fig li di Don
Bosco per l' Am eri ca La tin a, e
de11 '86. Con qu esti ca lend a ri nell e
nost re case ha nno fatto capolin o im -
mag ini di rea ltà nuove e di ve rse . I
............
nostri in verni si so no illumin a ti gra-
zie a i co lo ri vivi del ves tito di qu ell a
do nn a boli via na che ha in tes ta la
tradizionale bombetta (genn aio '86),
al sorriso di qu el ba mbino della Nu o-
va Ocea ni a ( ' 76) o agli occ hi rid enti
cli qu elle ragazze dell o Za ire co lte
da ll 'ob iettivo mentre porta no il pe-
sce a l merca to . Ca lend ari co me no-
di al fazzolett o nelle case dei tanti che
co n ge nerosità e fede ha nno da to la
loro simpati a a lla Fami gli a di Don
Bosco; qu alcosa ei a appendere a ll a
pa rete, da tenere so tto gli occ hi e ei a
gua rd are di ta nto in ta nto, per ri -
co rd a re.

4.10 Page 40

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Quan te le occasion i, gli anniversa-
ri che i ca lendari salesiani hanno sot-
tolineato ! Il 1966, ad ese mpio, è
dedicato al 150° anniversario dell a
nasc ita di Don Bosco: a t_ale propo-
sito il calend ario compie una scelta
ben precisa·: ripercorrere gli avveni -
menti dell a gi ovinezza del Santo fa-
ce ndolo imperso nifica re eia un bam-
bino . Ecco lo, quindi, mentre gioca
con i compagni , di vid e il suo pane
co n un altro pastorello, lavora nell a
fattoria o studi a con gli amici. Non
si tratta, però, cli un a ricostruzione
sto ri ca, i ragazzi vesto no gli abiti dei
giorni nost ri, o, megli o, quelli più
sempli ci del 1966, pan ta loncini co rti
e bretell e, perch é l' infanzia cli Don
Bosco - q uesto l' insegnamento sug-
gerito - è ancora d'esempio per tutti
i giova ni .
Sfogliamo insieme altri ca lend ari .
Alcuni presentano le immagini el ci
luoghi cli culto cari alla devozione sa-
lesia na. È il caso del 1968, illustrato
co n le fotografie dell a basilica cl i To-
rino dedicata a Mari a Ausi liatrice, o
del 1967, co n il nuovo temp io di San
Giovanni Bosco appena finito di co-
st ruire sul co lle accanto alla casetta
nat ia. Una suggesti va foto apre l'e-
dizione del '72: la sc ultura di Don
Bosco ricava ta dalla nud a roccia sul -
la vetta del Casto re, nel gruppo ci el
Monte Rosa, a 4226 metri , che sp ic-
ca su l ca ndore delle nev i perenni. Al-
tri anni , altri terni: l' importanza dell a
stampa cattolica nel ca lendario ciel
' 62, le vocazio ni nel 1960. Il 1959 è
dedicato in vece a un 'a ltra realtà sa-
lesiana mol to importante, le sc uol e
professiona li , dove i giova ni im pa ra-
no, o ltre a un mesti ere, un modo cli
vivere. Numerose vo lte, poi, i calen-
dari sales iani hann o portato nell e
nostre case immagini d'arte, con ri -
produzioni fede li cli quadri famos i.
È il caso cli quest'a nno . Il ca len-
dario 1990 si è fatto artisticamente
ancor più raffin ato: ogni mese è ac-
compagnato eia un quadro cl i Co rra-
do Mezza na che ha riperco rso co n
grazia e sensibilità episodi dell a vita
del Santo. Il tratto dei di seg ni è sem-
pli ce e cl i fac il e lettura, ma sono i
co lori, co n la predom inanza dei
gialli-clorati , a illumina re artistica-
mente i pe rso naggi e a sugge rire
un 'a tm osfe ra serena cli pace. A tutti
i let tori, buon 1990!
Monica Ferrari

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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- - - - - - - - - - -#1-
1 GENNAIO 1990 · 41
ES ITO NEGATIVO
A una mia cara zia fu diagno-
sticato un tumore al seno;
dopo l'operazione i medici ci dis-
sero che temevano la presenza
di altri foco lai in altre parti del cor-
po e predisposero delle analisi.
Con grande fiducia portai avanti
la novena a Maria Ausiliatrice co-
me consigliata da Don Bosco ed
altre preghiere. L'esito delle ana-
lisi fu negativo e di questo rendo
grazie con cuore di figlio alla no-
stra cara Mamma e a Don Bosco,
per aver intercesso per noi .
Lettera firmata - S. Martino B.A.
(VR)
DUE GRAVIDANZE
INTERROTTE
e on la presente si desidera
pubblicamente rendere
grazie al Signore poiché, per l' in-
tercessione di S. Domenico Sa-
vio, ha al lietato la nostra famig lia
con la nascita di una meraviglio-
sa bambina: Lucia.
Sposati da alcuni anni, non
avevamo ancora potuto avere la
grazia di stringere fra le nostre
braccia una creatura ta nto desi-
derata. Due gravidanze , infatti , si
erano spontaneamente interrot-
te con grave pregiudizio per la vi-
la della madre... La terza, invece,
grazie a Dio, è andata abbastan-
za bene.
L'abitino di S. Domenico Savio,
ricevuto in regalo da una buona
vicina di casa, ha accompagna-
to mia moglie dalle prime settima-
ne di gravidanza sino al parto. Un
parto, peraltro , molto travagliato
in quanto , oltre al taglio cesareo,
ha presen tato delle gravissime
co mplicazioni mettendo in serio
pericolo , ancora una volta , la vi-
ta della madre.
Per grazia di Dio invece, su in-
tervento di S. Domenico Savio
che ha senz 'altro guidato le ma-
ni del medico, proprio quando si
temeva il peggio il pericolo cessò.
Ora la nostra bambina, che fra
qualche settimana compirà ven-
ti mesi, è una dolce frugoletta che
va sempre correndo in giro per la
casa.
Riconoscenti del duplice dono
(la vita del la madre e della fig lia),
seppure a distanza di parecchio
tempo, desideravamo far cono-
scere questo duplice intervento
miracoloso di S. Domenico Savio
presso il Signore. Ad Essi rendia-
mo grazie con la promessa di
educare nostra figlia Lucia se-
condo i principi evangelici , affi n-
ché viva da autentica cristiana
nella Fede , nella Speranza e nel-
la Carità di Dio.
Cetti[Ja Rondasso
e Giuseppe Portale
UN RING~AZIAMENTO
A DON BOSCO
S ono un ragazzo di vent 'an-
ni e desidero ringraziare
Don Bosco e Maria Ausiliatrice
per avermi aiutato a trovare un
buon lavoro, e per il loro continuo
aiuto nei momenti diffici li della
mia vita. Di tutto cuore grazie.
Lettera firmata - 66026 Ortona
LA MADONNA
Ml HA PROTETTO
11 giorno 6 settembre e.a. ero
su l ciglio del la strada , ag-
grappato a una ringhiera , quan-
do a un tratto persi i sensi e mi
trovai per terra. Un lungo rotolo
di plastica, che sporgeva da un
camion in movimento, mi aveva
colpito alla nuca, gettandomi su l-
la strada. - Subito soccorso dai
presenti , ripresi conoscenza, e
venni trasportato all'Ospedale di
Genova-Voltri.
I Medici, stupiti , constatarono
che , dato l'e tà di 96 anni , per il
colpo alla testa e la caduta avrei
potuto perdere la- vita, invece
avevo riportato soltanto lievi fe-
rite e mi rimandarono a casa.
La Mano della Madonna mi
aveva protetto, tanto che il gior-
no dopo potei celebrare la S.
Messa .
Non finirò di ringraziare Maria
Ausi liatrice finché avrò vita e, per
riconoscenza, desidero sia pub-
blicata la grazia insigne.
Sac. Can. Antonio Macciò
Campo Ligure
UNA COOPERATRICE
SODD ISFATTA
S ono una cooperatrice sale-
siana di Rimini , che legge
da anni il vostro bollett ino, e, co-
me i miei familiari , un' «attivista
parrocc hiale" ·
Oggi scrivo per rendere testi-
monianza di una grazia ricevuta
da Don Bosco: mio fi glio, che og-
gi ha ormai 34 anni , ha lavorato
per ben 11 anni come «precario »
presso una banca molto nota di
qui. li lavoro si svolgeva per lo più
nel periodo estivo, per 3 o 4 me-
si; gli altri mesi si arrangiava a fa-
re qualche altro lavoro. Tanto
pareva che l'assunzione defin iti-
va presso questa banca non do-
vesse tardare , ma era solo una
presa in giro...
Infatti , nell'inverno 88 (proprio
nel Cent enario di Don Bosco) , la
banca mette sulla strada tutte
quelle persone con cui aveva
avuto un rapporto di lavoro a tem-
po determinato per tant i anni e
quindi anche mio figlio .
A nulla sono servite le proteste,
gli scioperi , l'intervento dei sinda-
cati: il Consiglio d'amministrazio-
ne è rimasto _fermo su lla sua
decisione , tutti fuori!
Ci è cad uto il mondo addosso .
Avrebbe dovuto sposarsi proprio
nell 'ottobre di quell 'anno...
Ma non era possibil e che Don
Bosco ci avesse abbandonati , co-
si gli ho chiesto di aprirci un 'al-
tra strada, farci vedere un 'altra
possibilità di lavoro per questo li-
glio, prima della fine del Cente-
nario . E proprio nel gennaio '89 ,
un am ico di mio fig lio gli ha tro-
vato un posto per tre mesi come
magazziniere in una grossa dit-
ta di abbigliamento della zona.
Era un segnale, Don Bosco mi
aveva ascoltata. Dopo pochi gior-
ni fu chiamato a lavorare negli uf-
fici di questa ditta, i mesi
diventarono sei e in giugno è sta-
to definitivamente assunto! Ave-
vo promesso a Don Bosco che se
mi avesse ascoltata avrei compe-
rato i fiori per adornare l'altare
della nostra chiesa , dedicata a
S. Maria Ausi liatrice e di scrive-
re al «suo » Bollettino per rende-
re testimonian za del suo aiuto.
Ho fatto tutto questo è sarò
sempre grata a Don Bosco della
protezione che vorrà sempre ac-
cordarci, in particolare per que-
sto figlio che finalmente in ottobre
si sposerà!
Grazie di cuore a Voi tutti.
Maria Cenni Borsari
CHIÈ
«PADRE VERSIG LI A?»
E ra il 12 agosto del 1985 e
con alcun i amici mi recai a
messa in una chiesa di Aosta ove
mi trovavo in vacanza.
Decidemmo di andare , in
montagna.
Ad un certo punto imboccam-
mo una strada stretta e impervia
che porta al Gran San Bernardo .
Li avvenne l'imprevedibi le: ad
una curva un camion carico di
bottiglie d 'acqua minerale , sen-
za controllo per un malore im-
provviso dell 'autista stava per
venirci addosso. La mancanza di
spazio e il burrone sottostante ci
avr.ebbe portato a sicura morte.
Urlai : " Padre Versigliana aiu-
taci! Avevo la sua immagine
nella borsa .
Scendemmo attoniti e increduli
dalla macchina. Tutti mi chiede-
vano chi fosse quel Padre Versi-
glia invocato ed anche loro oggi
lo sentono presente nella quoti-
dianità.
Scarafite Tommasa - Rapallo

5.2 Page 42

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42 · I GENNAIO 1990
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
EGETTI sig.ra ALMA BOLIS - cooperatrice , 1 a
Monza a 78 anni.
Fu tra i primi nella formazione del gruppo dei
Cooperatori Salesiani a Monza.
Esempio di mitezza ed innata bontà , non ha tra-
lascia to occasione per porgere aiuto disinteressa-
ta me nt e .
Devota di Maria Ausiliatrice, Don Bosco. Dome-
nico Savio, ha educato cristianamente i tre fi gli av-
viati alla scuola dei Salesiani.
LEONARDI Di Bella Antonietta - cooperatrice ,
Monacella (CT} a 83 anni.
Fedelissima a Don Bosco ha voluto che i suoi
li gli lrequent asse ro le scuole e gli ambienti sa-
lesia n i.
E cosi il figlio Giovanni ha frequent ato il S. Fran-
cesco di Sa les e la figli a il Maria Ausiliatrice di
Ca tania.
Semp re attenta e generosa per le necessità del-
l' opera salesiana e sempre pronta a infondere in
tutt i l'amore per la Verg ine Ausiliatrice e per San
Giovanni Bosco .
PICCO c.omm . Pietro - exallievo e cooperatore,
Lan zo Torinese a 86 anni.
Dall'infanzia frequ entò assiduamente l'Oratorio
Salesiano di Borgo S. Paolo a Torino e vi conob-
be molto bene Mons. CIMATTI . apostolo e missio-
nario, che rivedeva con piacere ogni volta che il
Sacerdote tornava a Torino.
Ne ricevette uno stile indelebile ch e cercò di tra-
smettere ai suoi quattro figlioli : retto , buono , giu -
sto, e leale, dedicò tutta la Sua vi ta alla Famiglia
ed al lavoro. Quando le fatiche degli anni lo obbli-
garono a lasciare la sua attività lavorativa (inde-
fessa e impegnativa fino ai 70 anni); attività ben
conosciuta dai Salesiani di Valdocco, clienti da
sempre della PICCO E MARTIN!, ent a far parte
e dedicò le sue giornate alla Conferenza parroc -
chiale di S. Vincenzo , con carità fatti va e silenzio-
sa, quasi schiva dei ringraziamenti.
Soffri molto, insieme alla sua pia consorte, il tra-
sloco dalla zona di Valdocco , che però continuò
a frequentare, per l'assistenza domenicale alla
S. Messa in Basilica e per l'attività assistenziale.
Si è dato tutto agli altri con dedizione assoluta ,
umi lmente, senza chiedere nulla itl cambio.
CARRIERI sig. Albertino - cooperatore , 1 Fer-
rara il 14 ottobre 1989.
Le vicende della vita lo hanno visto protagoni-
sta per tanti anni nella Parrocchia salesiana di
S. Benedetto.
Tre sono le caratteristiche salienti della suà vita:
1. Amava il lavoro e la sua famiglia , ma la sua
sollecitudine e i suoi interessi esorbitava no dal-
l'ambiente familiare e di lavoro per diffondersi in
quello parrocchiale e oratoriano, privilegiando que-
st'ultimo di una presen za quasi continua .
2. Amava soprattutto i giovani. Di loro, alla ma-
niera di Don Bosco , amava tutto: la gioia di vive-
re , le intemperan ze, i giochi, lo sport e le
problematiche. Era attento al problema dei ragaz-
zi in difficoltà e lo teneva vivo anche presso i sale-
siani : era un Cooperatore salesiano nato e
rece ntemente aveva fatto la .. promessa ». Sono
numerose le generazioni di giovani che lo ri corda-
no animatore, educatore e dirigente P.G.S., capa-
ce di trasmettere un sa no ottimismo . Teneva molto
alla presenza dei genitori nell'Oratorio-Centro gio-
van ile. Aveva scoperto il suo posto di " laico " nel-
la Chi esa .
3. Am ava infin e tutta la sua comunità, la .. sua "
S. Benedetto. Negli ambienti parrocchiali e orato-
riani respirava aria di casa e vi si trovava comple-
tamen te a suo agio.
FRANCHI MARIA TERESA ved. Chlabotto - exal-
lieva e cooperatrice, Torino nel 1989.
Deceduta il 19 agosto u.s. dopo quasi un anno
di soffere nze sopportate con eroica rasseg nazio-
ne. Partecipò fedelmente alle attività dell 'Associa-
zione. Negli incontri le sue battute argut e e cordiali
portava no una nota di serenità e di saggezza .
La sua fede sincera ed equilibrata e la devozio-
ne a Maria Ausilia trice l'aiutarono nei momenti dif-
ficili e conclusivi della sua esistenza .
CERIZZA ing . cav . Luigi - exallievo , · Brughe-
rio a 75 anni.
Nasce a Brugherio nell 'in terland milanese il
2.2. 1914 da Famiglia Artigiana di profonda tradi-
zione religiosa. Presso 1st. Salesia no di Sondrio
frequ enta il Ginnasio e il Liceo Classico dal 1925
al 1933 accanto a d. Lorenzo Salu zzo al quale ri -
mase legato aff ettivamene e con riconoscenza tut-
ta la vita e al quale attribuisce un 'impronta
fond ame ntale nella form azione della fede e della
pe rso nalità.
Lau reato si in ingegneria edile fa servizio mili ta-
re per sette ann i come Ufficiale del Genio in situa-
zioni sempre delicate, talvolta disperate che la
devozione in Don Bosco gli fanno supera re.
In seguito, presso l'Ufficio Tecnico del Comune
di Milano, ricopre incarichi di elevata responsabi-
lità, come dirigente addetto al Piano Regolatore
con onesta e aperto rigore morale. Contempora-
neamente si dedica alla famiglia con amore e ab-
negazione, ed affida il figlio Pierluigi alla Scuola
S. Ambrogio dei Salesiani di Milano.
Pa rtecipa attivamente nell'Unione Exallievi di
Sondrio , ricopre il ruolo di vicepresidente Regio-
nale dell 'lspettoria Lombardo Emiliana.
Nell 'anno centenario di Don Bosco , nonostante
i disturbi pesanti di malattia che matura la sua fe-
de e devozione a Don Bosco in modo esemplare,
promuove nel Comune di Brugherio la dedicazio-
ne dì due vie del paese a Don Bosco e a San Do-
menico Savio.
Muore a Brugherio nel marzo del corrente an-
no, confortato dai sacramenti religiosi e dall 'affet-
to dei familiari e amici numerosi.
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1 -1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
<<.•• lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco con sede in
Roma(oppure all'Istituto
Salesiano per le missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire...,(oppure)
l'immobile sito in... per gli scopi
perseguiti dall'Ente, e
particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
<<..• annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l1stituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente per
l'esercizio del culto, per la
formazione qel Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari e
per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)

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--------=-------------- - - s 8 -
I GENNAIO 1990 · 43
borse di studio
per giovani Missionari
pervenute
alla direzione
opere Don Bosco
Borsa: Maria Ausiliatrice , in suffra-
gio di Adele ed Enrico Aleardis, a cu-
ra della nipote Molina Giuseppina
Massara, L. 1.000.000
Borsa : Maria Ausiliatrice , Don Bo-
sco , Domenico Savio , in memoria di
Nizzi Pietro , a cura della nipote
Monica
Borsa : Maria Ausiliatrice , in suffra-
gio dei miei defunti , a cura di R.P .,
L. 500.000
Borsa: tn suffragio di Ernestina Figaz-
zolo , a cura della sorella, del frate ll o
e delle cugine, L. 450.000
Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , per ringraziamento e
continua protezione, a cura di Favre
Li no e Cristina , L. 300.000
Borsa : Ges ù, Maria e Giuseppe , sal-
vateci , a cu ra di N.N. - Cavall erleone,
L. 300.000
Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , in suffragio di mio figlio ,
a cura di T .G.A. - Vi llarbasse , L.
300.000
Borsa: Maria Ausiliatrice , a cura di
Nare tto Giovanni, L. 300.000
Borsa: Maria Ausiliatrice , in memo-
ria e suffragio dei miei genitori Che-
rubina e Antonio Repossi , cura della
fig lia Rosina, L. 300.000
Borsa: Maria Ausiliatrice , Don Bo-
sco, Domenico Savio , a cura di Ce-
sara Pi erina , L. 300.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , in suffragio di Grosso
Pietro e Maria , a cura del fig lio, L.
250.000
Borsa: S Giovanni Bosco e Mamma
Margherita, invocando aiuto per gua-
rigione nell'operazione, a cura di Cle-
mente! Anton ia, L. 250.000
Borsa : Don Bosco e Domenico Sa-
vio , ringraziando e invocando conti-
nua protezione per tutti , a cura di
N.N. , L. 200.000
Borsa: Santi Salesiani , a cura di
N.N., L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice , per grazia
ricevuta e implorando ancora prote-
zione , a cura di M.A. - Pedara, L.
;?00.000
Borsa: SS . Cuori di Gesù e Maria ,
Santi Salesiani , implorando protezio-
ne per la piccola Stefania e famiglia ,
a cura di Falcone Orazioantonio , L.
200.000
Borsa : Maria Ausiliatrice , S. Giu-
se ppe , Don Bosco , per la prosperità
della famiglia , a cura di Codazzi Leo-
poldo, L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , per ringraziamento , a
cu ra di Molinari Wanda , L. 200 .000
Borsa: Mari a Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , aiutateci, a cura di S.V.,
L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , per aiuto e protezione ,
a cura di Annunziata e Lucia Pecc hio-
li , L. 200.000
Borsa : Maria Ausiliatrice , per ringra -
ziamento e protezione delle nipotine,
a cura di Borzi Giuseppina , L. 150 .000
Borse Missionarie da
L. 100.000
Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , implorando una guari-
gione , a cura di Piera
Borsa : Mari a Ausiliatrice , per ringra-
ziamento e ottenere ancora grazia, a
cura di R.A. - Torino
Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, per continua protezio-
ne, a cura di I.M. - As ti
Borsa: Maria Ausiliatrice , per grazia
ricevuta , a cura di M.P.
Borsa: Maria Ausiliatrice , Santi Sa-
lesiani , in memoria di mamma Ma -
rianna e per protezione della famiglia,
a cura di Cam pagn olo Mariuccia
Borsa: Maria Ausiliatrice , Don Bo-
sco , Domenico Savio , per grazia ri-
cevuta, a cura di Caste lli Luigina
Borsa : Maria Ausiliatrice , Don Bo-
sco , per ringraziamento e protezione,
a cura di Z.R. - Torino
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, proteggete mio figlio , a cura di
N.N.
Borsa: Maria Ausiliatrice , Santi Sa-
lesiani , a cu ra di Ronco Anna
Borsa : S. Cuore di Gesù , Maria Au-
siliatrice , Don Bosco , a cura di Pit-
tare llo Margherita
Borsa : Maria Ausiliatrice , Don Bo-
sco , in suffragio di Avogaro Angelo ,
a cura della moglie Baldo Maria e figli
Borsa : Maria Ausiliatrice , a cu ra del-
la Famig lia Piras
Borsa: Maria Ausiliatrice , S. Gio-
vanni Bosco , a cura di Rina Nasi
S"rra
Borsa : Domenico Savio con ricono-
scenza, a cura di Marco Adrianna ,
mamma e papà
Borsa : Maria Ausiliatrice , a cura di
Nocera Fran ca
Borsa : Maria Ausiliatrice , invocando
salute per me e in suffragio dei miei
defunti . a cura di Maizza Rosa
Borsa: Maria Ausiliatrice , in suffra-
gio dei miei genitori e della sorella , a
cura di Pessina Teresa
Borsa: In memoria e suffragio di Canti
Lucia , a cura di Savardi Luciana
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , per ringraziamento e
protezione , a cura di Bongioanni Ce-
sarina
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , per grazia implorata , a cura di
Grosio Giovan na
Borsa: SS. Cuori di Gesù e Mari a,
a cu ra di N.N.
Borsa: Maria Ausili atrice, Don Bo-
sco , Domenico Savio , a cura di Ma-
rino Martore Giuseppina
Borsa: S. Giovanni Bosco , per rin-
graziamento e invocando protezione
sulla famiglia , a cu ra di G.M .R.
Moretto
Borsa : Maria Ausil iatrice e Don Bo-
sco , in suffragio di C.G. e invocando
protezione sulla famiglia, a cura di
N.N .
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco , a cu ra di Gaglione
Rosa
Borsa : Maria Au siliatrice, S. Dome-
nico Savio , in ringraziamento e a suf-
fragio delle anime del purgatorio, a
cura di Rebora Pia
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , per ringraziamento e continua
protezione . a cura di Co lombo
Giovanna
Borsa : Maria Ausiliatrice , Santi Sa-
lesian i, in memoria e suffragio di San-
tuz Emilio e per nostra protezione , a
cura di F. Santuz
Borsa : S. Giovanni Bosco , Santo e
Protettore , aiuta i miei figli, in partico-
lare Francesco , a cura ex allieva di
Fae nza
Borsa: S. Cuore di Gesù e Maria Au-
siliatrice , in ringraziamento e invo-
cando protezione , a cura di N.N. -
Dogliani
Borsa: Maria Ausiliatrice , a cura di
Missana Lina
Borsa: In suffragio del Prof. Maio Giu-
seppe , a cu ra di Nanetti Domenico
Borsa: Beato Michele Rua , a cura
del Centro Anziani di Roreto -
Cherasco
Borsa : Maria Au si liatrice, Don Bo-
sco, Domenico Savio , per ringrazia -
mento e protezione della famiglia. a
cura di N.N. - Retorbido
Borsa : Don Bosco , a cura di Bosio
Guido
Borsa: Maria Ausiliatrice , a cura di
Rossi Benedetta
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco , invocando protezione per mio fi-
glio Paolo , a cura della mamma
Borsa : Don Bosco, prega per noi, a
cura di Russo Carmela
Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi Sa-
lesiani , proteggete Carmen e tutti noi,
a cura di M.P. - Acqui Terme
Borsa: Maria Ausiliatrice , Don Bo-
sco , Domenico Savio , per protezio-
ne dei miei figli Maurizio e Domenico ,
a cura di Rigamonti Maria

5.4 Page 44

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TAXEPERçue
TASSA RIScossA
TORINO FERROVIA
Paul Christophe
La storia della Chiesa è
molto cambiata negli ultimi
LA CHIESA NELLA
anni. Non c'è più nessuno
a pensare che essa possa
STORIA
identificarsi con la storia
del papato o anche con la
DEGLI UOMINI
sola storia del clero e della
Dalle origini alle soglie del Duemila
gerarchia.
Il Concilio Vaticano II ha
definito la Chiesa come il
popolo di Dio in cammino
nella storia. Dunque la
storia della Chiesa è quella
di un «popolo» che
procede verso una meta
comune.
Questa prospettiva allarga
grandemente le dimensioni
della storia della Chiesa, e
la complica. Diventa
difficile dominare le
vicende di una realtà così
vasta e articolata, lungo un
arco di 2000 anni.
È possibile tuttavia
individuare gli aspetti e i
momenti che nel corso dei secoli hanno segnato le tappe
pag. 842
più importanti del ca~mino compiuto dalla comunità dei
L. 39.000
seguaci di Cristo, dalle sue origini ancora intrecciate con la
predicazione e la vita di Gesù, fino ai nostri giorni.
È quello che fa l'opera di Cristophe, nella quale la ricerca
dell'essenziale non avviene a scapito dell'ampiezza
dell'orizzonte considerato.
Cristophe ha scritto in tal modo una storia che è un'opera
di sintesi a un ottimo livello informativo, e nello stesso
tempo un'opera di revisione di molti luoghi comuni
appartenenti alla storia della Chiesa più tradizionale, in un
felice equilibrio di solidità e di novità.
varia~