Bollettino_Salesiano_196006


Bollettino_Salesiano_196006



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Noi non ci fermiamo mal;
vi è sempre cosa che incalza cosa...
Dal momento
che noi ci fermassimo,
la nostra Opera comincerebbe
a deperire
DON BOSCO
15 MARZO 1960
ANNO LXXXIV N11M, 6
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI
DIREZIONE GENERALE: TORlNO 714 VIA MA.RIA AUSILIATRICE, 32 • TELEFONO 22~117
per la Campagna delle Vocazioni
Per amare bisogna conoscere
Al convegno dei Delegati Ispet1oriali della
Pia Unione nello scorso settembre, tra.ttandosi il
tema delle voca.zioni si riconobbe la necessità di
dare ai Cooperatori una tonosc1mza adeguata
del problema e, tra le proposte pratiche. ci fu
anche quella di organizzare visite a case di for-
mazione e a seminari, da farsi possibilmente a.
complemento di convegni e di giornate per le
vocazioni, o·vvero anche indipendentemente.
Non è necessario che tali visite siam, organizzate
su scala ispettoriale; basterà anche solo forni.are
gruppi di Cooperatori a:ppartenen,ti ad uno o
più Centri.
Per amare bisogna anzitutto conoscere. I Coo-
peratori, se preparati psicologicamente e spiri-
tualmente, da queste visite possono impara.re ad
apprezzare e amare questi vivai di vocazioni
ecclesia.~tiche e religiose. Vedere in atto i leviti
e i religiosi inte11ti alla loro formazione spirituale,
respira.re il clima. di fervore delle l&ro case, co-
noscere 1a loro vita,, trascorsa nella serenità, nello
studio e nella pietà... tutlo sen•e a far capire e
valorizzare sempre più la voca#one reli,giosa e
sacerdotale.
Ce lo confermano le prime relazioni quanto mai
positive delle visite già attuate cla gruppi di Coo-
peratori a case di formazione. Ad esempio le
Cooperatrici che nei loro Laboratori lavorano per
queste case, avendo visitalo rambierue e le per-
sone che godorio i frutti del loro sacr~ficio, si
sentono animate da nuovo zelo e spirito aposto-
lico a favo re delle vocazioiii.
Inoltri/ la manifestazione di omaggi,0 che gli
aspiranti o i semiTiaristi offriranno agli ospiti
ùt occasione dell'incontro contribuirà a legare
sempre più i Cooperatori all'idea, alla casa e ai
giovani che ·vi maturano la loro t'Ocazione.
Se poi anche i Cooperatori porteranno qualche
omaggio agli aspiranti o seminaristi, da questi
stessi doni trarranno motivi di utili ricordi, di
legami speciali di benevolenza, beneficenza e pre-
ghiera per queste vocazioni: si educheranno cqsÌ,
sempre meglio ad aiu.tare le voc,;izioni.
La primavera che avanza e il periodo quaresi-
male sono un tempo propizio per incrementare
la campagnci delle vocazioni, anche col promuo-
vere tali iniziative.
Tn11itiamo quindi i nostri Dirigenti a organi~-
zare sapientemenle, d'inlesa con i Superiori re-
sponsabili, visite di questo genere, che sono llu•
tentici pellegrinaggi pérchè suggeriti da moti·vi
nobili e tendenti ad accrescere nei nostri Coupe-
ratori la stima per il Sacerdote e il desiderio di
cooperare a formarne molti e degni.
L ' Ufficio Centralè Cooperatori sarà lieto di
ricevere la relazione di tali visite per sewi,alarle
ad esempio sul Bollettino Dirigenti.
I IMPEGNO DEL MESE Organizzare
islte di Cooperatori
a case di formazione e seminari
ias

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~o spirito cattolico di Don Bosco
Introduzione
L'insufficienza dei sacerdoti in ogni parte del
mondo è ruupiamente documentata. Ne oc-
corre un maggior numero nei paesi cristiani per
conservare e rinnovare la vita religiosa; assai
di più ne occorrono nelle nazioni pagani} pe.r
estendere il regno di Dio. Don .Bosco, a conclu-
sione del sogno sulle Missioni, fatto nella notte
dal 31 gennaio al 1° febbraio 1885, diceva: « Il
pensiero principale, che mi restò impresso dopo
questo sogno fu di dare a Mons. Cagliero e ai miei
cari missionari un avviso di somma importanza
:riguardante le sorti future delle nostre missioni:
Tutte le sollecitudini dei Salesiani e delle Suore di
Maria Ausiliatrice siano rivolte a promuovere le
vocazioni ecclesiastiche e religiose » (XVII, 305).
Usando le stesse parole di Don Bosco noi
diciamo: - In unione con i Salesiani e con le
Figlie di Maria Ausiliatrice « tutte le sollecitu-
dini dei nostri Cooperàtori siano rivolte a pro-
muove.re le vocazioni ecclesiastiche e religiose».
E siamo certi di interpretare rettamente il
pensiero e il sentimento di Don Bosco. Ma
affinchè le nostre «sollecitudini» abbiano mag-
gior garanzia cli successo, conviene che si ap•
plichino e si sviluppino seguendo l'esempio di
Don Bosco; ciò, naturalmente, per quanto è
possibile, secondo le condizioni dei singoli.
Cerchiamo, quindi, di conoscere meglio lo
spirito che animò Don Bosco e lo guidò nell'apo-
stolato delle vocazioni ecclesiastiche e religiose.
[ [ ] L'ansia delle ani'me
Detto spirito ce lo indica il suo motto pro-
grammatico: Da mihi animas, coetera tolle, che
dimostra la consacrazione di tutta la sua vita a
cercare solo e sempre gl'interessi di Dio nelle ani-
me. E poichènella economia della grazia il Signore
si serve dei suoi ministri pc.r guidare le anime
alla salvezza eterna, una delle opere più sublimi
è procurare alla Chiesa m.olti e santi sacerdoti.
Don Lemoyne scrive: « Il suo ardente desi•
dc.rio sino agli ultimi istanti di sua vita fu
quello di formare molti e santi preti» (V. 397).
Lo spirito che animò Don Bosco è pure in-
dicato dalla considerazione in cui teneva la
vocazione ecclesiastica. Per lui essa rappresenta
un tratto di speciale benevolenza di Dio verso la
famiglia: « Il più gran dono che Dio possa conce-
dere alla f3lllÌglia è un figlio sa cerdote» (VI, 111).
Per la Chiesa poi uon è un dono qualu.uque,
ma un tesoro. « Ricordiamoci che noi regaliamo
un grande tesoro alla Chiesa, quando noi pro•
curiamo una buona vocazione» (XVII, 262).
Si capisce quindi che per Don Bosco era « WJ
giorno di festa » quello in cui una vocazione
ecclesiastica o :religiosa da lui curata veniva
coronata con la ordinazione sacerdotale. Godeva
di aver arricchito la Chiesa di un tesoro inesti-
mahile a salvezza delle anime.
O!] A sm·vizio della Chiesa.
1!; -importante notare che Don Bosco nello
svolgere il suo apostolato per le vocazioni ec-.
clesiastiche e religiose ebbe soprattutto di mira
di servire la Chiesa. Anche in questo egli mise
in prima linea gli interessi generali e il bene
della Chiesa, subordinando ad essi ogni altro
interesse, compresi quelli della sua Congregazione,
che egli vedeva come interessi particolari della
Chiesa. Sono sue le seguenti parole scritte per i
Salesiani: « ...che questa vocazione o questo prete
vada in diocesi, nelle missioni, o in una casa
religiosa, non importa: è sempre un grande tesoro
che si regala alla Chiesa » (XVII, 262).
No,i importa! Quanto èsignificativa questa affer-
mazione sulle labbra di Don Bosco! Ed è illm.ni-
nata da altre parole pure del Santo: « La religione
cattolicaè universalee vuole chedovunque si faccia
del bene; e dove maggiore è il bisogno esige che
rnaggiori siano gli sforzi della carità» (XIlI, 626).
Questo suo amore alla Chiesa non fu sempre
riconosciuto e apprezzato secondo verità e giusti-
zia e conviene metterlo in evidenza. Qualche dato.
1. Nel 1860 il piccolo seminario di Giaveno
(Torino) aveva visto le vocazioni ecclesiastiche
così dimin11ite, che si pensava di chiuderlo.
Prima di ricorrere a tale provvedimento l'Au-
torità ecclesiastica si rivolse a Don Bosco,
il quale, dopo laboriose trattative, accettò di
assumere la direzione del seminario. Era quello
il periodo au.reo dei tempi eroici, che vide 11na
fioritura smagliante di virtù tra i giovani del-
l'Oratorio. Nell'ottobre del 1861 il piccolo Se-
minario accoglieva 216 alunni, che salirono a
240 nei mesi seguenti (VI, 603, 1043).
A cose sistemate Don Bosco ritirò i Salesiani,
2, Nei 1863 Don Bosco aprì un piccolo Semi-
nal'io vescovile a Mirahello Monf. per asseco.o-
dare il desiderio del Vcscovo di Casale. Ogui
aimo m1 buon numero di giovani maturava la
vocazione; la maggior parte di essi entravano
nel Seminario diocesano; solo qualcuno si fer-
mava con Don Bosco (VI, 636 • VIII, 412).

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PENSTERI
nell'apostÒlato
<lelle
vocazion,,
rEll LA
CONFERENZA
M..1:JNSlLE
3. Nel 1865 il Seminario maggiore di Torino
contava 46 cl,ierici; 38 di essi avevano compiuti
gli studi ginnai:iali II Valdocco.
.N'el 1866 Don Bosco scriveva al Vicario gene-
rale della Diocel'li di Torino: « La me<lia dei
giovanetti che domandano cli iniziartii nella
milizia clericale è di circa 50-55 all'armo, di
cui 25-30 opparlengono e chiedono di essere
aggregati alla Diocesi di Torino» (VUI, 455).
Nel 1873 su 150 chierici del Seminario Maggiore
di Torino ben 120 provenivano dall'Oratorio.
Pure nel 1873 Don \\scanio Savio, ripetilOl'e
di morale, faceva notare rispettosamente al-
1' \\rcivescovo che solo quattro dei sacerdoti
del Convitto Ecclesiastico non erano stati edu-
cati all'Oratorio di Don Bosco.
4. Oltre Ja Diooc~i di Torino, molte altre rice-
vettero W1 buou aiuto ria Dou Bosco. in parti-
colare quelle di Casale (uri 1870 i tre qunrti dei
suoi sacerdoti proveniYruio da D011 Bosco),
di àsti (nello ~kst10 1870 i due terzi d1•i parroci
erano ex allievi salesiani). di Milruio, di Genova
ecc. (V, 408).
5. Nella prima conferenza che tenne ai Coope-
ratori di Torino, il 16 maggio 1878, Don Bosco
volle mettere in evidenza il contrihuto dato
dai suoi Istituti alle Diocesi: « Volete che vi
dica in tutta co1illtlen:1a e segretez:ia il numero
dei chierici che si vC!<Lirono l'anno srorso?
Fra tuLlc le no,tre Case sparse in Italia.
Francia. Urngunv, Repubblica 1\\rgentina, nel
corso dell'anno passato si fecero 300 chiorìci.
Questi in massima parte vanno uellt• proprie
diocesi; e, tanto per dirvi di una, nella Diocesi
cli Casale di 42 chicJ"ioi che sono in Seminario,
34 uscirono dalle no:,tre Case. Altri poi si faw10
religiosi, altri vanno alJe lllÌ:,:<Ìoni estere ed
anche ~ fermano con noi ad aiutarci con ogni
loro potere» (XJTT. 627).
Ritornò sullo s tesso argomento due mc11i dopo.
scrivendo al CtLTato tli S. Giuseppe in Nizza
Marittima il 31 luglio 1878: « ... i nostri ~luùe11ti
per oltre alla metà vanuo chierici noli<' ris1wttive
diocesi. Quest'anno nelle nostre Case 11hhia111u
circa 300 giovani cl11•. compiuto il ginnm;io, en-
trano nel chiericato. F«~i i<ono ripartiti così:
Salesiani, 80. 1\\/issionari. 20. Ordini religfo.çi. 15.
Ritornano in Diocesi presso i loro Vescori. 185.
Totale, 300 (XIII, 735).
Nel 1881 mettrva a disposizione ùd Vescovo
di Firenze 70 posti nei suoi Istituti di Lucca,
La Spezia, Sam1liordareaa per altrettanti giovani
da coltivare per lo stato eccles.iai;tico (XV, 338).
[ill] Consuntivo
Venne già ricordato (Boffcttino Sales. 15 dic.
1959 pag. 522) che il biografo di Don Bosco
giudica « 110n essere lungi dal vero coloro i
quali assrriscono avere il Santo formati 6000
sacerdoti» per le diverse diocosi (V, 412).
A questo numero imponente acèosriamo il
numero dei sacerdoti salesiani formati da Don
Bosco nello stesso periodo di tempo. Nel 1888,
alla morte del Santo, i sacerdoti salesiani erano
307. Aggiungendo il numero dei sacerdoti de-
funti sino a quella data (sono 32 secondo il
Necrologio Salesiano daJ 1851, al 1888) si ottiene
339, che è 17, 69 volte minore di 6000. U rap-
porto dimostra la nostra tesi. Don Bosco si
mostrava contento del servizio reso alla Chiesa
ed esclamava: « Siano rese grazie al Signore e alla
sua SS. Madre, che ci hanno fornito abbondanza
di ogni meno per fare questo hcne » (V,411).
Una testimonianza cli indubbio valore su
questo apostolato di Don Bosco gli venne data
da coloro, ohe agivano sulla sponda opposta.
Alti fum~ionari governativi dell'epoca dichia-
rarono II Dm1 Dnlmazzo: « ,fontre noi cerchiamo
cli disfarci ùei religiosi e impedire le vocazioni
ecclcsia.stiche, Don Bosco, con una costanza
degna di m.igliol' causa (sic!), ci fabbrica preti
a vapore sotto il naso» (V. 412).
Conélndc>ndo
A imita1:io11e di Don Bosco, le « solleritudini »
dei nostri buoni Cooperatori n<'I lavorare per le
vocazio11i siano animate dalla carità verso Dio e
dal desiderio di servire la Chiesa Jj Gesù Cristo.
Questa è la volontà di Don Bosco. che risuJLa da
molte tiue dichiarazioni. Leggiamone qualcuna.
« I Cooperatori Salesiani non df'hbono sol-
tanto raccogliere limosine per i nostri ospizi,
ma anche ,tdopcrarsi con ogni mezzo possibile
per coopi:r11rc alla salvezza dt'i loro fratelli e
in particolar modo della gioventù ».
« A noi poco importa l'icevere cento lire di
più o di mrno. ma conseguire la gloria di Dio. »
« Il vero scopo diretto (dei Cooprratori) non
è quello di coadiuvare i Safo~iani. ma di pre-
stare aiult1 alla Chiesa, ai \\ e~covi, o.i Parroci
sotto l'alta direzione dei Salesiani nelle opere
di 1,..neficenzu, come catechi»mi, educazione dei
fanciulli poveri e simili».
« I Cooperatori sono il sostegno delle opere
di Dio per mezzo dei Salesiani ».
« I Cooperatori saranno quelli che aiuteranno
a diffondere lo spirito cattolico ».

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I Cooperatori nella Consulta Generale
dell'Apostolato dei Laici
er invito ufficiale di S. E. MonR. )fario
CAl!tellano, Pre8idonte della Commlln Ge-
nerale dell'ApoRlolaLo dei Lni,•i, lit Pia
Unione dei Cooperatori parLecipò alla p1·imo, adu-
nanza plenaria cli detta Constùta, tonutnsi il
21 fehhraio scorso alla Do11lWJ Mariae ili Romll.
Oltre nn centina.io furono le Opere Ciitloliche
rappre1>entate, che, come la nostra, svol~ono
opera di apostolato in 1talia. Dopo la S. )1e~sa
,celebrala dallo stesso l\\Jous. Ca.stolln,no, si la-
vorò intensamente allo Rvolgimonto del Pro-
gramma, e,he prevedevo i seguenti punii: a.) te
norme ponliilcie circa il coordinamento dell'a:po-
stolato dei laici: b) iJ problema dell'Emil(razione
e) il problema della Stampa; d} determiulùione
del calendario delle riunioni clei seg111mti ,;ettori:
liLurgioo (3 ma.rio 1000), deJJ'ApoRtolato rlel
Mare (10 marzo), cu,ritlttivo a,ssi,;LenziAIH (17
marzo), iemminile (24 mllrzo}, g1ovnnilo (31
marzo). Tranne il fèmUJinile, la Pia (1nion<' par-
teciperà a tutti gli altri settori per quel t·he la
interCSSJ\\. Ultimo numero del programma: comu-
nicazioni e propm,te.
Nutrite e inLeres;,.an1 i ri1:111ltarono le disc11t1~ioni;
sottolineata da tutti fu l'nt,mosfera <li cordialità
fraterna e di fattiva volontà di collabornre che
animò l'eletta assemblf"n. definita 1in :-ì. E. Mons.
Castellano di imporla.rum storica per il coordi-
namento delle Opere C'altoliche in Italia.
Dato iJ ca,rattere di estremo intereMe e di
quasi novità dell':wvenimento, orediomo riu-
scirà gradito ai nost,ri Dirigenti che 11i soffer-
miamo acl illui;trare i I >1iitni1icato dell'iniziativa
e quello cbe essa rappret'enta nella storia tlel-
a.postolltto oattotico dei laici in Italia.
Pio Xli di S. li. aveva annunziato, qualche
t$11pO prima della sua morte, che er11, allo ;;tu.
dio un progetto destJnato a facilitare il coordi-
namento ùell'Azione C1,1,Uolica con q11èll<' altre
Opere Cattoliche che, pnr non confondendosi
con essa, svolgono un 111ai-'tl.i:fico q11anto frnt-
tuoso apostolato in seno ulla Chiesa.
n regnante Pontefice Giovanni XXlll ri-
prese il progetto, o già fin dall'inizio del s110
Pontificato non m8Jlcò !li insistere sulla 11oces-
sità ùel coordinnmento d<'lle diverse Op.,re di
AposLoln.to nei La_ici. A tnle scopo reco nppor•
tare alcune modifi<:he allo Statuto clell' l.:i<me
Oaltolica ltnli<wa, che vonnoro poi comunil·Otl':
dall'Em.mo ~nrd. 'l'ardini, SCouretario rli ::-ltato
di Sua So.ntità, con lettera del 3 settembre I9,19,
a. S. E. 11Jons Mario Castell~no. Segretr1,rio della
Commis1,1ione Episcopnle per l'Alta Uirnzione
dell'A.C.L
Df"lle sucl<lelie cinque norme, le prime t1unttro
legano In. mento\\•ata Commii!sione Episcopale
per l'.\\lta. Direzione ùell'.\\.C.I. con la. Conferenza
/1piRropa1e T1,,U,w<1 (('.E.T: il mo1111imo organo
direL(.i\\·o della vii-o. (I <l.11lle att.ività cntloliche
in Italia,, aJle imrne,lin.te dipenrlenze <lei Santo
Padre) e ne indicano la struttura. Ln quinta
norma dice testualmente: ~ La C'orumissione.
oltrt- nll' \\lt a Direzione cleU'A.C.L presiede anche
a1 coonJinamento ùell'npostolato dei lni,•i m ltalia,
per rm man,lato ricevuto dalla. C.E.J. Per questo
mandai.o, il Prela.tn Segre1;ario tieno i contatti
oon i Dirigenti Ecclesia;;tioi e Litici delle varie
Organizi:nzioni e pre~ieclc aJla Oo,umllci Gtmerale
previ.~tn dallo ~ta (11 to dell'A.C. T. (art. 1:J) •·
O!!:iri quindi la pre,let ta C-0mmissione i.:i chiama
Co111111i>isio11e fJ1iReop11ll' pl"r l'A/la Direzione
tleU'.i.O.I. e il coordin1rn1e11Jo del1'.-i1Josl.olalo dei
T,(lfoi, con sede iJr Roma, vin della Concilia-
zione. I.
A meglio definire la natura, la corupo;nzrone e
1 compiti di qnella cbe prima si chiamnrn • Oo-n-
~ulta generale cl~n- J .0.1. e clell11 operr <·<1lf-0lic'het,
oggi invece Consulta Generale cirll'.I po11tolaJo
tlci Tinfoi•, stralcinmo l11, p,trte che t·i interessa
dal Verbale della riunione preliminnre degli
Ecclo.~iastici atldett,i in so<le na,zion11le llllo Opero
che ili dotia Consultu fanno parte, tenutn'ii in
Roma il 26 gennaio scon~o. È $_ E. Moui<. Castel-
lano che parla. nella ,un veste ili Preeù11m/e
<lrlla Consulta Generale.
La Consultii Generale - disse i\\Jon.-. Ca~tel-
lano - già esisteva nello Statnto cho dal 194-6
tegolo, I' A-Ziono Catfolicu., e mira.vn, a 0001·din.are
l'atlivit:\\ dell'A.C.I. con quella. delle opere da
e.isa tlipe11ùenti o àrl t1ssa coordinate e aderenti.
La prnAAi però, col rom1enso superiore, eru an-
tlat II oltre la lettera delle norme .it11t11tarie, ed
anch(\\ altre Opore, d1e con l'A.C.l. non hanno
vincoli giuridici, orano sta.te i1witole nlle riu-
nioni della Consul1 n. Ora, vengono legalmente e
clellnif.ivamente a far po,rte della ConAulf.a, Gene-
rai<' le opere Cattoliche di apostolato dei T,aici.
\\lfo adnnanze della Consulta Generale parte-
cipano cli diritlo gli Ecclesiastici e i Dirigenti
lrud :uldet ti alle i;udde,tte opere in sede naiionale.
& 8co110 della, Con~u1t.a. è far conoscere ull'Epi-
scopu,tn o alle Opere stesse quali souo le orga-
ni?.r.azioni di apostolato dei laici, le loro finalità,
i loro programmi, i loro dirigenti, in una parola:
cono,;cersi per stimor~i e amarsi vicendevol-
mente, µer collaborare per quanto vo~«1òile,
orientando tutte le forze verso il fin<' ~oneral e.
che è In gloria di Dio o il bene ùell!' anime.
~ Il <'oorilinamento può anche e~1,;ere fatto
in orùino a, obbiet.Uvi éoncreti che sia,110 comuni,
rua. in missun caso e>:1ijO significa vin nificazione
ùelle Oprro o menomazione dell'aulouomia pro-
prio di 1·iascuna. In !Hlrticolare, non porri! mai
(COlllllltW (I paqh,a #tlflUtmlf'/

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CONVEGNO DEL CLERO A BERGAMO
NEL CENTENARIO DELLA VISITA DI DON BOSCO
Cent'anni fa S. Giovanni Bosco
andò a Bergamo appositamente
per consolare il Vescovo, $. E.
1\\lons. Pier Luigi Speranza, • la
gemma dell'episcopato italiano»,
come l'aveva chiamato Pio IX,
che era stato malmenato dai mas-
soni anticlericali, per visitare e
incoraggiare i Seminaristi e per
fondare in quella Diocesi il primo
Centro delle Conferenze di S. Vin-
cenzo de' Paoli.
Dall'incremento di quella bene-
fica Organizzazione sbocciò più
tardi il complesso del Patronato
San Vincenzo, una imponente
Opera per l'educaz-ione giovanile,
che nello spirito di Don Bosco,
sotto la vigile cura di sacerdoti
diocesani, guidati dal loro bene-
merito Fondatore Don Vavassori,
ora ospita oltre 2000 ragazzi, di-
stribuiti in sette sedi diverse della
città e provincia.
A ricordare lo storico avveni-
mento la Pia Unione locale dei
Cooperatori Salesiani ha organiz-
zato un importante Convegno di
Sacerdoti Cooperatori Salesiani e
amici delle Opere di Don Bosco,
con a capo lo stesso Ecc.mo Ve-
scovo Mons. Giuseppe Piazzi.
L'eletta Assemblea, composta
da 120 partecipanti, si è radunata
il 24 febbraio presso il Patronato
S. Vincenzo.
Dopo la preghiera rituale, gui-
data dal Vescovo, il R1;1v.mo Don
Plinio Gugiatti, ispettore dei Sa-
lesiani, rivolse il saluto a nome
della Famiglia Salesiana, preetso
le finalità della giornata e lesse
il seguente messaggio inviatogli
dall'Em.mo Card. Gustavo Testa,
ex allievo salesiano: Splenduùi
è stata l'idea di ri&ordare il grmuh
avvenimemo della venuta del no-
stro Santo Don Bosco a Bergamo.
Srmo sicuro che i miei cari berga-
maschi parteciperanno con gioia
ed entu.siasmo a tale manifestazione,
e voglia mettere me, tanto benefi-
cato dal 1tostro Santo, tra i primi.
e tra i più Jeroorosi. B(l1ledicendo
Lei e tllfti i convenuti, di gran cuore
mi confermo aff.mo Cardinal Gll-
stavo Testa•·
A questo punto S. E. Mons.
Vescovo comunicò il rescritto
dell'Ero.mo Card. Tardini, re-
cante la benedizione del Santo
Padre, da lui tempestivamente in-
formato della celebrazione.
A S. E. Rev.ma
Monsignor Giuseppe Piazzi
Vescovo di Bergamo
Nelle solenni celebrazioni con
cui la benemerita Società Sa•
lesiana commemora la fausta
ricorrenza centenaria della fon-
dazione è opportunamente in-
serito il Convegno dei Sacer-
doti Cooperatori Salesiani in-
detto a Bergaino per ricordare
i cent'anni trascorsi dalla visita
ivi compiuta da S. G. Bosco,
che a] Pastore della Diocesi
bergomense Mons. Pier Luigi
Speranza recò in tempi difficili
non lieve conforto, ai Chierici
seminaristi portò i tesori della
sua predicazione e contribui con
/coratinuazù>ne da. pagina r~ecedenle/
.significare di mettere aJtre Opere sotto il pa,tro-
na.to dell'Azione Cattolica.
~ Oltre alle riunioni della Consulta, si doVTanno
stabilire continui contatti di tutte le Opere Cat-
10liclie col Prelato Segretario, al quaJe, tra l'al-
tro, sarà bene ogni anno inviare una breve
rnlazione clel lavoro fatto, e i1 programma per
il nuovo, lo statuto o il Regolamento e le pubbli-
cazioni cU carattere organizzativo o .formativo
di ciascuna Opera. Il tutto sarà ordinato in un
Archivio e measo a disposizione della Commis-
siono Episcopale, dell'intero Episcopato e di. eb.i
ave;;se da conoi;oere ampiamente le diverse opere
cnttoliche: in ogni caso il Prelato Segretario
sarà iu grado di sollilisfare alle richie~te di in-
formazioni e notizie provenienti dalle Diocesi.
~ Negli articoli sopra riferiti non sono nominato
le Consulte Diocesane e Parrocchiali, perch~ è
eviùeute elle, nell'ambito parrocchiale e dioce•
sa,no, !'.Autorità Ecclesiastica, competente ha il
diriHo e il dovere di co01·dinare tutte le Opere
<li apostolato dei Laici. È pure evidente che il
Vescovo lluò incaricare il Delegato Vescovile
dell'Azione Cattolica di attendere anche a
quest'opera di coordinamento. È bene quindi
che gli organi centrali delle singole opere SE)glla-
lino alla periferia jl diritto e il dovere di aderire
alla Consulta Diocesana, per la necessaria atti-
vità, di coordinamento t.
Come si vede, è tutta un'ansia verso L'unità
che a.nima in quesLl iliflìcili momenti la Chiesa
e il Vica1'io di Gesù Cristo, il quale ne fece uno
dei tre punti fondamentali del su.o programma
pontificale, insieme con quelli della verità e della
pace, sin dalla snit p:rima Enciclica « Ad Petri
Oathedram& del 29 giugno 1959. Si daranno dispo-
sizioni })er la partocipa,zione della P. U. alle
Cons11lte Diocesane e Parrocchiali clell'Apo;itolato
Ilei Laici.
Intanto i nostri Dirigenti esortino i Cooperatori
e le Go<>peratrici ad aùeme in pieno, oltre ohe con ·
la preghiera, anohe con la loro opera, prestandosi
sempre volentieri, nello spirito di Don Bosco,
tutte le volte che vengono richiesti della loro
fattiva collaborazione dalle competenti Autorità
Ecclesiastiche. Li benedirà dal Cielo il nm1tro
Padre e Fondatore Don Bosco, sempre e in tutto
umile ma ferventissimo servitore della Chiesa.

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efficace impulso a istituire nella
città le Conferenze Vincenziane.
Con paterno compiacimento
l'Augusto Pontefice esprime fer•
vidi voti, perchè il sacerdotale
incontro, richiamando a medi-
tazione ed imitazione le virtù
e gli esempi mirabili dell'in-
clito Santo, susciti nei parte-
cipanti accresciuto anelito di
vi1a spirituale e nuovo ardore
di apostolato.
Come pegno dei favori di-
vm1, invocati per l'interces•
sione di Maria Ausiliatrice e di
S. Giovanni Bosco, affinchè lo
zelo e le opere del Clero ri-
splendano a salutare profitto
delle anime, Sua Santità invia
di cuore a Vostra Eccellenza
Rev.ma e ai Sacerdoti conve-
nuti l'implorata apostolica be-
nedizione.
Città del Vadcan.o, •9•2• l 960
Cardinale 'rARD!Nl
Ha prello quindi la ptU"Ola Don
Favùù, il quale hn fatto un'inte-
ressantissima rievocazione storica:
dall'incontro affettuoso col Vescovo
e poi con i chierici del Seminario
all'opera delicata da accompagnare o
Temo, invece del Vescovo, l'inno-
cente Don Figini, appc:na liberato
dalla prigione, alla fondazione 1n
città delle Conferenze Vincenziane.
Don Dosco venne a Jkrgamo per
sen-ire il Clero e il Clero pensò
poi a far conosceni Don Bosco.
Date nlcune infonno:l!loni circa
que,;t:o originale istituzione, e fatto
un cenno al centenario della Con-
gregazltlne, l'oratore fece voti che
a Bergumo si possano raccogliere
molta frutti preziosi dalla coope-
razione salesiana. Nella dioce,1
che ha !lllputo esprimere un Papa
come Gio\\'anni X.Xllf, soggiunse,
ben possiamo richiamare quanto
egli stesso ha detto il 16-xu u. s.
a Mcma. Capo~-illa: • n fatto è
che i() dati'età di se:tte anni fui
nutrito dalle ~t111re Catt-01icl1e
(fondate da Don llosco, che ora
porta110 il ritolo di Muidia110 JZ).
E di Il appresi U bello scrivere
e ricevetti i primi rudimenti di
storia e di vita cattolica •·
Dopo opportuni inter,•ent1 e un
breve intervallo, Don Vignato,
Dclegàto dei CoopcratQri per In
Lombardia, ha fatto un'ampia e
documentata presentazione dello
catnpRlllln per le vocazioni sacer-
dotali e religiose e hn particoler-
menll' insistito sulle direttive di
S. Giov. 0osco circo i mezzi atti
a suscitare queste vocaziom e
farle prosperare.
Il Rev.mo sig. Don R.iccen,
investt'ndosi di ciò che avrebbe
fatto Don Bosco se si fosse tro•
vato al suo posto, ha sentito il
bisogno d1 ringraziare tutti a nome
del V Successore di Don Bosco,
suo e di tutta la Famiglia Sale-
siallJ!, In rapida sintesi ha poi
concrcmto i propositi dell'Assem-
blea, animando a lavorare con
sano ottimismo in unità d'intcnu:
Sacerdoti del Clero Diocesano e
Religiosi, s,:condo le direttive del
Vescovo, per l'avvento del regno
di Dio.
Chiuse l'adunanza 5. E. Mons.
Giuseppe Piazzi, che si co,n-
piacquc per la rile,·ante partecipn-
zione dei Sacerdoti alla celebra-
zione centenaria, nella certez:,,a
che dalle sorgenti di Uoo Bosco
essi avrebbero attinto nuove ener-
gie di bontà e di snntificazione.
Ringrnziando inoltre i Salesiani
dell'orgonizzazione compiuta in-
sieme CQn i Sacerdoti del Patro-
nato, faceva i due rilievi seguenti:
1) Qunndo un'animn grande -
come quella di Don Uosco - ~,
interessa a un'ora di sofferenza
di una Diocesi, la D1oce~1 non lo
devé dimtmticare. Don 8()Sco è
venuto o infondere ricchezza d'a-
mor di Dio al Clero, che è l'a-
nima della Diocesi; e cosi bo fnuo
del bene II tutte le nostre popo-
lazioni.
2) [I Santo venne a Bergamo
per compiere opere di carità e per
incoraggiare il Clero nel suo in-
defettibile amore al Papa. T.'o-
more da Don Bosco, vi,·o, forte,
costante per il Vicurio di Cristo
ci dico nncorn una volta la oeces•
sità di mantenerci su questa linea.
Ogni movimento cattolico de-
v'essere sostenuto cLi morivi di
fede, fntto di fedehi\\ al Papa e d,
carità do tradurre in ogni opena
di misericordia, di cui Giovnn•
ni XX(II lumin<>so esempio
Alla benedizione del VesCOY()
fece sèguuo la pro1ez1one di un
nuonssimo documcntorio salesiano.
FERRA.RA
Giornata (li aggiornnn1cnto sueer(lotale salesiano
Fu indetta allo scopo d, pre-
sentare I,· ricchezze ~piritunli di
S. G. Ro~co. delb ,ua Opera,
del suo Si~terna Educati\\'O e di
lavorQ opostolico per offrire ru
Sacerdoti Decurioni e Coopera-
tori della Diocesi una guida e
un incorulfgiamento nel loro ma-
ni.stero.
Fu onoruta dalla pr04senza da
S. E. Mons. Natale Mosconi,
Arcivescovo di f'llmu-a, e del
Re,·.mo Don Luigi Ricceri, Di-
rettore Generale · dei Coopera-
tori.
Intervennero :l\\lons. Bedesch1,
direttQre diocesano uci Coopero-
tori e unu settantina di 11,lcerdoti
e religiosi dell'archid1octrs1.
La manifestazmne è riuscita
degna corona delle fcMc per il
Centenario della Congregazione
Salesiann.
Don Fuvini tenne lo medita-
zione suJ tema: S. Domemco Savw,
130
frutto rkll'edueaz-imte saeerdotale di
un Sa11to.
La seduta <li studio fu aperta
con La pnrola del s1g. Ispettore
Don Gugiatti, che salutò i con-
venuti e illustrò la finalità della
• Giomatn •·
Don Favmi, in una cornice sto-
rica interessantissima, ho impo-
stato il suo argomento fondamen-
tale: • Lu terza famiglia spiri-
tuale di Don Bosco, i Cooperatori
Salesiani •, dimostrando come pos-
'<Ono c:s~cre un pre;:ioso aiuto a1
Parr0e1, a1 Vescovi, alla Chiesa,
vivendo du ferventi cristiani, ane-
lanti olio sulvczza delle anime,
secondo il motto dd Fondatore:
Da mil,i ammas!
Don Viitnato, Delegnto dei Coo-
peratori della Lombardia., diede
1m'ampia rela~one , sulla cam-
pognn delle vocazioni sucerdotnli
e relai,ose •• msistendo sui mez"i
per suscitarle e farle prosperare.
.Passò poi al secondo argomento;
• Il problema della stampa e le
realizza.z:ioni della Congregazione
Salesiano in questo Sllttore •·
li sig. Don Ricceri, in .rapidu
sintesi, concretò i propo!iiti del-
l'assemblea: lavorare eon saggin
ottimismo, in unità d'intt:nà: sa-
cerdoti del clero diocesano e r<:•
ligiosi, secondo le d1retm·e dea
Vescovi per l'avvento del R,:gno
di Dio.
1.\\llons. .-\\rcivescovo volle ringm-
ziare il sig. Don Riccen e i rela-
tori confermando il programma di
azione e benedicendo con larghezza
di cuore l'nssemble.t.
Segui l'al(llpe fraterna, durant<: lu
quale due belle esecuzioni musicuh
dei piccoli cnntori dell'J~riruto por-
tarono lo nQta tradizionale di sok-
siana allegria. li Direttore rinnovò
il ringrazinmcnto a S. E. Mons. Ar-
civescovo, ai Superiori e ai l'!nt-
ditissimi ospiti.

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CONVEGNI ZELATORI E ZELATRICI
A BOLOGNA intervennero
22 Zelatori e Zelatrici, due Figlie
di M. A., il Delegato Regior:;_ale
Don Ceresa, il Direttore cli Fer-
rara Don Polatti e il Delegato lo-
cale Don Zanoni.
Dopo un bel pensiero di medi-
tazione svolto da Don Zanoni,
Don Polatti trattò il tema centrale
del Convegno: La campagna delle
Voca:doni. L'oratore illustrò con
concetti piani e convincenti l'ur-
genza e l'importanza vitale del
problema per le diocesi e congre-
gazioni religiose, sia maschili che
femminili. Ricordò lo stupendo la-
voro svolto da Don Bosco e dai
primi Salesiani, che ne avevano
imparata l'arte dal Padre. Concluse
inclicando i mezzi per superare le
difficoltà oclierne.
Quindi il Delegatò Don Ceresa
parlò del sempre attuale problema
della stampa, informando dell'at-
tività svolta nella regione; quindi
citò l'esempio di Bologna e Panna,
dove i Cooperatori provvedono al
mantenimento di un aspirante alla
vita salesiana.
Il Convegno si chiuse nella cripta
del Santuario del Sacro Cuore.
Palermo, sono intervenuti: Don Ra-
sà, Delegato Regionale, i Salesiani
Delegati locali ed oltre settanta fra
Zelatori e Zelatrici.
Dopo la meditazione e la Santa
Messa, i convenuti si sono riu-
niti in ana sala dell'Istituto ove
Don Rasà, con la sua calda pa-
rola ha iliustrato la figura morale
del Consigliere della Pia Unione
ed il funzionamento del Consiglio.
Riferendosi alle note caratteri-
stiche del giovane Giovanni Bosco,
«chierico zelante e di buona riu-
scita t, Don Rasà ha invitato i
Cooperatori e Cooperatrici ad es-
sere zelanti nelle varie branche
dell'attività da svolgere.
Chiamati dal Signore, eglì ha
detto, all'apostolato, corrispondia-
mo alla chiamata attuando le pa-
role di San Giovanni Bosco: oSalve,
salvando, salvati,.
Ha preso quindi la parola
Don Gemellaro, che hl! trattato il
tema sulle vocazioni, mettendo in
rilievo la missione della Chiesa
e le sue finalità.
w-
... ... ,re
A MESSINA
Si svolse nei localj dell'Istituto
San Domenico Savio di Via Lenzi
per i Consiglieri, Zelatori e Zela-
trici di Messina e località più vicine.
Dopo la meditazione tenuta dal
Direttore dello Studentato Teolo-
gico Don Conti, ebbero inizio i
lavori. Don Rasà trattò il rema
della figura morale del Consigliere
.i dello Zelatore salesiano, rile-
vando come nel mondo attuale urga
la loro opera per realizzare l'ideale
di Don Bosco.
Dopo alcuni interessanti inter-
venti, che dimostrarono, tra l'altro,
il vivo interesse preso dai parteci-
panti, Don Capitanio parlò della
Campagna delle Vocazioni, dando
un panorama della situazione mon-
diale e mettendo inrisalto l'estrema
necessità dell'apostolato delle vo-
cazioni, per il quale prospettò
anche i mezzi più efficaci.
Chiuse il Convegno una seconda
lezione di Don Rasà sul funii!liona-
mento pratico del Consiglio dei
Coopemtori nei suoi vari incarichi.
li Convegno raggiunse lo scopo
di portare nuova luce nelle menti
e nuove fiamme di zelo nei cuori.
A REGGIO EMILIA interven-
nero 54 Zelatori e Zelatrici, 8 Sa-
cerdoti tra cui il Vicario Generale
Mons. Carlo Grasselli, e 7 Figlie
di Maria Ausiliatrice.
Don Pellizzoni svolse il pen-
siero d'introduzione. Don Polattì
trattò il tema delle Vocazioni.
Don Ceresa intrattenne gli Zela-
tori sui due problemi; Vocazioni
e Stampa.
Chiuse il Convegno la parola
persuasiva e ricca di esperienza
cli l\\fons. Grasselli, che definì
1 provvidenziale » la Campagna
delle Vocazioni, proposta dal Ret-
tor Maggiore alle forze salesiane.
Seguiva nella cappella la funzione
religiosa. Assai apprezzato dai con-
venuti il delicato senso di ospita-
lità delle Figlie di M. Ausiliatrice.
A PALERMO
Il giorno 11 febbraio, presso
l'Istituto Don Bosco di Palermo,
si tenne il primo convegno dei
Consiglieri Cooperatori, Zelatori
e Zelatrici cli Palermo, Trapani e
dei centri viciniori.
Al Convegno, tenuto sotto la
Presidenza di Don Gemellaro, Di-
rettore dell'Istituto Don Bosco di
TORINO
In margine alla Campagna Vocazioni
L'n febbraio u. s. n.ella Basi-
lica di Maria Ausiliatrice, l'Em.mo
Cn.rdinale Arcivescòvo Maurilio
Fossati consacrava Sacerdoti
49 alunni del Pontificio Ateneo
Salesiano.
Nel pomeriggio la Casa Madre
si raccoglieva nel teatro attorno ai
novelli leviti per una grandiosa
accademia di omaggio: due ore di
intensa commozione e spirituale
godimento.
Una bella iniziativa, fiorita nel
cuore di un.a Cooperatrice, inte-
ressava all'avvenimento i genitori
e parenti prossimi dei Salesiani e
Figlie di Maria Ausiliatrice abi-
tanti in città. lm'Ìtati a -prender
parte all'accademia, essi non vol-
lero presentarsi a mani vuote: fu
pertanto stabilito di far precedere
unu solenne Ora di adorazione
pro vocazioni. Diressero la fun-
zione, nella chiesa di San Fran-
cesco, i Delegati lspettoriali. Canti,
preghiere e fervide considerazioni
di Don Arcbentì fecero trascor-
rere un'ora deliziosa.
L'incontro di questi Coopera-
tori qualificati, in quella chiesa di
San Francesco dove cento anni fa
celebrava In sua prima Messa il
ven. Don Rua e dove pure aveva
predicato, confessato e celebrato
il santo Cafasso, veniva cosl ad
unire anche la Ter6a Famiglia nella
partei;ipazione salesiana all'anno sa-
cerdotale, che ha il suo punto di
richiamo proprio ìn Torino.
In questa circostanza varie Coo-
peratrici hanno accettato di buon
grado di fare da i madrine • ai
neo-ordinandi che, provenendo
da Paesi esteri, non aYevano la
consolazione cli godere della pre-
senza dei loro genitori. Altri
Cooperatori banno cordialmente
ospitato parenti di Sacerdoti no-
velli.
I Consigli Ispettoriali, vista la
sentita adesione alla iniziativa,
hanno già stabilito cLi offrire l'armo
venturo più. ampia collaborazione.
mettendosi tempestivamente in re-
lazione coi genitori degli ordinandi
esteri, per stabilire con essi nuovi
vincoli di fraternità cristiana e sa-
lesiana.
AllTORJUAZIONll DEL rRJBUNALB DI TORfNO rN DATA 16-2-1949, N. 403. - CON APPaOVAZIONE ECCLESIASTICA
DlllTTOBB USPONSABll.B: SAC&RDOTK DOTI, PIBTRO ZBR81NO, VIA MARIA AtlSILIAfltlCB, 32 - TOltlNO (714}, Otl'ICI.NB GllAFICIIB S.B,I.
131

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GIUSEPPE COLLI
o ERRATO
Prefazione di G. SISTO
Presidenle Amministrazione Provinciale di Alessandria
Pagine 175, con fotografie - Copertina cartonata e plastificata - L. 850
per ordinazioni
rivolger,i alla
SOCIETÀ
EDITRICE
INTERNA71ONA
TORINO
CORSO REGINA MARGHERIIA 176
c.c. P 2/171
La bella e caratteristica terra piemontese, che diede i natali a Santi quali
S. G. Bosco, S. G. Cafasso, S. Domenica Mazzarello e S. Pio V (l'unico
Papa piemontese); a un poeta come l'Alfieri; ad artisti come il Migliara, il
Monteverde e il Morbelli; a missionari come il cardinal Massaia e il cardinal
Cagliero, e pare persino al grande Cristoforo Colombo, rivive in questo libro
con le sue leggende cavalleresche, le sue feste folkloristiche, i suoi vini, i
suoi ondulati paesaggi irti di castelli e abbazie, mentre le città di Ales-
sandria, Asti, Acqui, Casale, Nizza e Chivasso narrano, accanto ai paesi,
la loro storia antica ed avvincente.
Giustamente fu osservato che prima di conoscere il mondo bisogna cono-
scere l'Italia, e prima di questa la propria regione.
Ai Piemontesi, e ai Monferrini in particolare, questo libro è quindi utile e
piacevole.
BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPE_RE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO
Direzione: via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino - Telefono 22-117
Al 1° del mese: per i Cooperatori e le Cooperetrici Salesiene
Al 15 del mese: per I Dirigenti delle Pie Unione
Si invia gratuitamente. Spedf:zfone In abbonamento po,tale. Gruppo 2°
*Facciamo noto ei benemeriti Cooperatori e alle benemerite Coopetetrici
che le Opere Salesiane hanno il Conto Corrente Postele con il numero 2-1355 (Torino)
sotto la denominazione: Direzione Genera/e Opere di Don Bosco - Torino 714
Ognuno pul> valersene con ri•parmlo di spesa, nell'inviare le proprie offerte,
ricorrendo all'ufncio postale locale per il modulo relativo
*IMPORTANTE - Per correzioni d'Indirizzo si prega d'Inviare anche !'Indirizzo vecchia.
Si riograzlaoo I Sig. Agenti postali che respingono, con le notlllcazloni d'uso, i Bollettini non reçapltatl.