Bollettino_Salesiano_195009


Bollettino_Salesiano_195009



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Airno LXXIV • MAGGIO I 950 · Numrro 9

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ANNO LXXIV
t0 MAGGIO 1950
"IUMERO 9
L' Oratorio
a1
tempi
del
Beato
Domenico
Savio
1
'
1
In pn:parazione alla Beatificazione ùi Dome-
nico Savio si sono tenute varie conferenze per
illustrarne l'angelica figura e la scuola di Don
Bosco che lo p lasmi) alla santità. Diremo più
tardi di quelle promosse ùal nostro Ateneo Pon-
titicio ed altrove.
Ora pensiamo di far cosa gradita ai nostri
Cooperatori offrendo loro, qua-;i integralmente,
quella tenuta dal nostro Econom 1 Generale,
rev.mo Don Fedele Giraudi, nella cappella cli
San Francesco di Sales, il 4 gennaio u. s ., ai
Salesiani raccolti per l'esercizio mensilL· della
h11ona mortt.
Egli si propose di descrivere l'ambiente in
cui ,·isse e si santificò il pio giovanetto.
Dopo d'aver ricordato <:he s'avvicina l'a.,no
<:cntcnario del la costru7.ionc della prima ch,c-
s::tta di D. Bo~w, quella che fu testimone della
pietà serafica del ~avio, O Giraudi rispose. cnn
la competcn7.a che gli deriva dai diligenti studi
e dall'uilìcio. alle seg-i.1enti domande:
Questa è la modesta balaustrata in legno, do-
'i.''l'gli tante '/.'Olle s'inginocchiò per ricevfre la sa11tu
Co1mwio11e con l'aspello e l'ardore dì un Seraji110.
Quello è il coro dove 1111 giorno Don Bosco lo
trovò da molte ore in estasi, cmi gli ocd1i fissi 111
'J 'abernacolo.
Presso ques/(1 chiesa, proprio a co11/alto con es,<e1,
il Savio vide 1wco1·a la povera casa Pinardi,
prima sede stabile dell'opera di D. Uosco, e vz
abitò per u11 mmo e me:;;zo. La famosa <1 cappella
lrlloia », che accolse Do11 Bosco e i s11oi giova11i
la Pasqu.11 dl'I 1846, rm allora adibita " wlu d1
studio per i gio,_•a11i studenti.
Di questo nostro grande Oratorio che
cosa vide il Savio? Che c'era allora,
nell'autunno del 1854?
Ben poca COl'a; ma quello che c'era è ancora oggi
il centro e il cuore di questo nostro Oratorio, oppure
vive - come la casa Pinardi - 11el ricordo i11-
ca11cellabi!e dei primi tempi di questa casa madre
di tutte le Opere salesiane.
Il Savio vide f' praticò q uesta chiesa, costruita
due a1111i prima del s11n arrivo. No11 c'era ancora il
sotterraneo, sca'IJalo più tardi nel 1858, e che fu
il refel/orio dei giova111 pe-r più di 70 anni. N~n
c'era la piccola sagrest ia costruita solo 11el 1860.
Ma questo ,: /'altare della :Madonna dinanzi a
rni, /'S giugno 1856 il Sai·i1J, circondato dai suoi
amiri, legg1•m1 il rexolame11t1J da lui compilato, con
l'aiuto e la ;:uida di Du11 Bosco, per istituire la
Compagnia di Maria J111111acolata.
( 1) Col scmplu.:c 11To10 d1 u Orarono » no, inJichmn10
per antonomas,a la Casa ma<ln· d, T'orino, Vm Cottolen-
go 12: la i:ulle cd 11 t·t'n1r o d i rutta l'Opera salesrnno
L'altare della Madonna davanti al q uale il Be-.ito Domenico
Savio rinnovò i propositi della prima Comunione ~ fondò
1a Compa~nia dell'l mn\\.3.colata.
- 1 61

1.3 Page 3

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La statuetta della Consolata che era 11ell'antica
u,ppella-telloia, - la pr1111t1 statue/la della i\\,/a-
donna comparsa nell'Oratorio di Valdocco - era
11masta al su11 posto a11cl,e q11a11do il [l)(ufe fu
cotlt'erlilo in salt1 di studio. Qua11te wlle il Sa-
t:io at'1'1Ì arcarr:::;ato col suo sguardo la rara 'la-
da1111i11a, ùtvalala poi, come preziosa re/1qwa, dal-
l'amico di Don Basca Don Giacoml'fli, d11rm1f1 i
lavori cli di:1110/i::irme e/dia rnsa ! Oue/la statue/la
rilomò dupo iJ anni 111 1111rsta ;asa; rollocata
press·a poco 11el posto di prmw, è oggi co,m·rt•ata
mmc l'oggi t/11 più caro e pi,i a11tico clei primi tempi
dell'Oratorio.
La casa J>i11ardi fu demolita 11e/la pri11ui1•era del
1856, e lt• :\\'kmorìc Biografiche narrami rlie an-
che i gif7t•a11i tle/l'Oratoriu concorsero 11eltoprm di
de11UJliz1011e, particolar111e11/r: 11e/ rimrwtJcre t lra-
rportare il 11wteriale dn11,1/ito per sgombrare il ter-
reno e afffl'llare cosl I lavori per la 1111m•a costm-
;;ione, q111•/111 rhe 1Jcrup/l ewllameute il posto dd-
l'a11t1ca casa Pùwrdì, riOI' dt1lfo chiesa dì ,"i01m Fra11-
Cl'SCO al/11 sralt1 che è al cn,tro del p"rt,rnla. li
Sa'l'io, <l'VV ezZtJ a imporsi t·ulo11tariamc11tt aspre
pwite11::1· rhr Don Bascu xli do'IN!'l'a pruihirl', be11-
rhè tanto tft'licalu di salute, avrà ,,,rtamn1le falla
lt1 par/(' s1111. E e, pari' di t•edrrl,,, rrm f/lU1lr/1e
111alfo11e mli,• spalle, passare sorrùlmte i11 mezzo
ai co111pag11i, cosi come lo ,:idr e lo dt·.tcriss1• il Cn-
g!iero: col volto pallidi:tto, !fii occhi cerulei, /'aspetto
a11gelico.
,-lcw11/o alla casa Pi11ardi sorgeva gu) un nuovo
edifizio, costruito nel 1853, rlte si este11Jrrn dalla
srala a cui abbiamo testè ucam,ato, si,w alla ca-
mtra
di
/)011
Bosco.
V ui
ricordate
cl,e
il
Sa'C'i1J
1
appena gi1111/o all'Oralorw, dnideroso di parlare
con Don Bosco, andò ttt>lla sua camere/la. TI suo
sguardo, scrisse poi Don Bouo, si portò subito su
d'un cartello Stl mi. a grossi C11ratteri, eranr, srrille
le segumti parole, che sult"t:a ripetere S. Prm1cesco
di Sa/es: Da mihi anirnas cctera tollc. Egli lr
ù-sse e poi, c011t11111a Don Bosco, io l'inv;,a, e l'aiu-
tai a traclur/1•. E il Savio r:0111111('11/ò: Ilo capitu,
q111 11011 si fa ,wgo:do d, dmwro, ma di w11ml'. Ilo
capito!
Dov'era e quale era questa cameretta di
Don Bosco?
Nel gn,ppo di quelle che noi c/1unruamo ot:gi le
camerette di Don Bosco, la cmnera dove andò il
Savw è quella dove so110 esposti i principali ri-
traili del Santo. Dove ora c'è il passaggio che
me/le 11e/f,1 cappelletta, c'rra invece una finrstra
che guard{l'(Ja nel cortile, perchè la ti-staia di
questo edifizio comprende,1te la cappellella, La ca-
mna duve mori Don Boscn e la pi.ero/a f!<llleria,
fu costn1ita 20 1J1111i dopo. \\"eppure c'era la c,111,era
altigua che fu poi per 27 wmi lo studio di Don
Bosco e per 22 a1111i l'abilazirme di Don !?un, 11è
~ 162
il locale della sala-museo, dooe ora sono raccolti
gli oggetti e/te apparten11ero a Don Bosro.
Per eco,wnu·a., la fabbrica erti stata costruita a
rior corpo semplice,
con tre sole rtanze che guar-
dm:ano t·erso la clriesa di S. Francesco di SaleJ.
S, nrc,,dri·a al/11 ramtrn di Du11 Bo.reo, clt" ,nco-
mwcirì ad abit"rla 11d/'autm1110 dd 1853, passando
p,,, il ballatoio du• rom• l1111go tu/fu l'Pdijfoio, Pa
ullo c11111i, dal 1853 al 1861, questtl 11111cu cameretta
fu prr Don Bosm la sua camna di studio, di ri-
poso e d, ricl"i'11111·11to. Per Ire a1111ì la frcq11n1/Ò
tmror11 \\lamma Jlllrf!herita.
n; quanti falli lieti e tn'.1/i (11 tf'stimone qursta
mmeretta in· quei primi <11111il ·
/,irtissimo l'incontro col Sai·ia. Ala nel ge111111io
pr1•cede11te Drm Bosro era stata qut, armata ma1111,
111Ìl1<1criato di morfi• da alnmi ministri prulestanti.
(Jui ti/ q11dl'm11m 185+ Dt111 Busco e!ah11riJ t'
scrtSSl' il Regolu111n1/o dell'Orat11rio. In qu,,,,·ta
stm,,._" furono J!t'flellf h basi dl'l/a Jittura Suchtu
Sult•sia11Cl.
Qui il 26 gm11aù1 dtl I lij4 i pochi e giO'i.·am"s.,i,ni
collahoratori di na11 Hosco s1 d1im1111rww per la
prima t•olta col 11111111· di Salesiani.
Qui il 25 marzo ,ft,/ 1855 il chiericu .1lid1dt•
R11a, assistito d,1 Don Bosco, emise i primi i•oti
1111111111/i.
Per il ramino di ,,uesta s/1111:11 :scese 111111 110/te
il f11/111111e co11 gm11 paicolo per lti v ita di Don /J11-
sr,1 r spave11/II d11 .1!1,,va11i r/11• dormfrmw 111'!/a
cam, rata al piww .mpaiore.
lii 1JUest<1 sl<w:11 ù '>Llle 111,c/11· 1·1pet11tamn1tt• il
de1m111iu a turbart' il lavoro r/lJI/Ufl/t/1 le 'i'tJlir e
il .<mmo di Du11 Busru col/ puuruse i11fnttl'::it,111.
Oh, 11111wte t·ol/1•, dopu Il pn11111 colloquio, J11rà
rilomuto 1wrf11, 1'1111,t:flirri !'>'at,w in questa co1111•nl/t1,
pn- padare co11 Don Bosco, prr diri:li a11ruru 1111a
t•oltu e srmprr.: Smto clw il S~,;nore mi f'lll)le
sunl/Jl
( Jueslo è f'ambirnte e/te accolse il Sm:io nd/'ot-
tub;,, dr/ 185+. ('l,i,u/rv·a il corti/, 1111 lungo muro
rh,• corr("l)tl sul/" v 111 del/a G111rdù11era, do'/..,'11·11
la catapl't·d1ia d'1111a pm:era p,,rti11uia.
Quanti erano i giovani interni dell'Ora-
torio nell'autunno del 1854? E che cosa
facevano?
I J!lll'l.'lllli ì11temi l'rtlllo 1, 5, st111ln1ti e artigia11i.
l.'C111110 prima rrmw sulu 76, pt•rdu'· 1w11 t·m a11-
cora compiutu il mwt·o ed,jici11 m.<tmito 11el 1853
t1cC1111ta alla Ct1ra P111nrdi. P,,icltè pa ma11Ctm:u di
forale " di perso11ah i11seg11a11tr mm v, era w1rortl
11rm111a classe lntl'ma, gli stud1'IIIÌ in q11el/'a11110
srnlastico r85+-55, andavano tufli a scuola ù1 cilt,ì.
Q1u/li di r·, 2' r J" ,,:i11nasio pressa il prof. B011za-
t11110 dli' dava /e::iuui 111 ,:ia Barbm·rmx, pre~so la
c/11es11 fii S, Fru11rcsru d'Assisi, pruprio 11ella casa
dove Silvio Pellico scrisse Le mie prigioni.

1.4 Page 4

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Quelli di +11 e 5a gi1111asio andavano a scuola presso
il prof. Dm, /\\lal/eo Picco in una casa 11e[le vici-
11a11ze della chiesa di Saul'Agostino, che è presso
il sautuarifJ della Consolata. Erano scuole private,
e per i giovani dell'Oralorw di Don Bosco gratuite.
Il Savio il pn·mo a11110 a11dò a,rch'1•g/i alla scuola
del prof. Brm:::a11ùw. Siccome w1 po' di latino l'avroa
già sludiato al paese, così ili quel/'anr,o 185+-ss
completò la 111 e fece lui/a la 2" girmasiale.
/,'a11no seguente 1855-56, Don Bosco inizw le
scuu/r i11teme, e comi11cù} co11 1111a sola classe, la
311 ginnasiale, a/fidando /'insegnamento al chierico
Francesia, che fu cosi, in quell'anno, il maestro
di Domenico Savio, che frequentava appunto la
3a gi,masia./e.
Nel terzo ed ultimo m1t10 che il Savio rimase
ne/l'Oratorio frequentò la +• ginuasiale i11 città,
pre1;so il prof. Don Picco, che dopo la mQTt.e del
discepolo ne fece u,1 gra11de elogio, ricordato da
D011 Bosco md/a vita che scrisse del Savio.
E gli artigiani ?
A questi Don Bosco aveva già provveduto i11
precedenza, per sottrarli ai pericoli che correvano,
andando al lavoro ne/li! botteghe de/fa città. Nel-
!'rJttobre del 1853 aperse il primo laboratorio, quello
dri calzolai, iu 1w corridoio di casa Pinardi, presso
il campanile della chiesa di S. Francesco di Sales,
costruito proprio in que/l'aww.
Poco dopo desti11ò alcani giovani al mestiere del
sarto, stabile11du11e il laboralorzo nel locale de/l'an-
tica cucina di casa Pi11ardi, passata co11 lllumma
,Uargherila nel nuovo fabbricato.
Nel r85+ iniziò pure il laboratorio dei legatori
cli libri, colloca11do/o 11pl/a slan:::a dove ora e'e lo
studio fotografico. fl primo libro lo legò Don Bo-
sco, dinan:::i ai giova11i incuriositi, e presente Mamma
Jlargherita che rideva aUegramenle.
li Savio, venendo all'Oratorio, trovò già ini:::iati
questi tre Laboratori, e nel 1856 vide pure L'inizio
del laboratorio dei falegnami, che Don Bosco col-
locò nel locale or,, occupato dalla Libreria della
Douri11a Cristiana.
Ancora una domanda: Chi erano i Supe -
riori del Savio nell'Oratorio ?
Possiamo rispo11dere: Don Bosco e solo Don Bo-
sco l Do,i Bouo era solo ed era lutto. Fi110 ali'estate
del 185+ era anche /'1111ico prete 11ell'Oratorio.
Qua11dr1 vi giunse il Savio, da poche settimane era
entrato nella casa di Do11 Bosco u11 sacerdote, Do11
Vittorio Al11.sot1alli di r1vigliarza. A questo suo caro
amico Do11 Bosco aveua più volte rivolto l'invito
di venire a lavorare 11ell'Oraton·o, dicendogli: Venga
ad aiutarmi a dire il breviario! Don Alasmatti,
esperto e .1ti111alo maestro t'feme11/are, abbandonò
ge11erosame11/e l'agiatezza della sua famiglia e il
14 agosto 1854 comparve 11ell'Oratorio col breviario
sotto il braccio e disse a D011 Bosco: - D<Y1Je devo
mettermi a recitare il breviario? - Don Bosco
gli assegnò 1111a cameretta w•lla casa Pi11ardi con
la carica di Prefetto. Fu il primo Prefetto dell'Ora-
torio e quindi anche del 11ostro Domenico Savio.
L'Alasonatti avroa allora 42 a1111i, Don Bosco 39.
Altri aiutanti di Do11 Bosco erano: il chierico
Michele Rua di anni 17; i/ chierico Felice Reviglio;
il chierico Giovanni Francesia di anni l6. Il Ca-
gliero, quando arrivò il Savio, 11011 era ancora chie-
rico; ricevette l'abito da Du11 Bosco un mese dopo,
il 22 1umemlne 185+, festa di sa11ta Cecilia. Un buon
augurio per il futuro 11msico ta11to popolare.'
C'erano a11che, con alcuni altri, il Buzzetti e
il famoso Gastùzi, che furono tra i primi che rice-
vettero l'abito, che poi deposero perchè mm ave-
va110 illcli11azio11e allo studio.
Don Bosco 11011 potè avere la gioia di vedere uno
dei suoi giovani ordinato sacerdote prima del giu-
gno 1857, quando il Savio era già mQTfo. La sera
stessa però di q11el/a prima Jl,fessa, celebrata qui
nella chiesa di S. Francesco di Sales, il novello
sacerdote si licen:-:iò da Don Bosco per passare tra
il clero della diocesi. F11 per Don Bosco tma drlle
11011 pocfte prove più dure e pirì amare: /'abba11-
do110!
Con Don Bosco il Sa:vio truvò anche 1\\Jamma
.\\largherita, di cui godt'tte per due anni la compa-
gnia e l'ammirazione; e la pianse in morte con
t,llli i suoi compagni il 25 no'l'embre 1856.
In questo ambiente, eh.e i testimoni contemporanei
c/1iama110 ambiente di grande povertà, ma sa/uro
di preghiera, di pietà, di droozio11e alfa ,1,Jadomia,
di am,;re a Gesù Sacramentato, lutto lpirito di
famiglia e dì santa allegria, in questo ambiente in
mi Don Bosco era tulio, e qui particolarmente i11
questa chiesetta di S . Francesco di Sales, maturò
la santit<Ì di Domenico Savio.
Dico maturò, perchè il fiore della santità era già
sbocciato 11el cuore del Savio prima ancora che
s'i11conlrasse con Don Bosru, cl11' fu il grande giar-
diniere che questo fiore accolse nel giardino dell'Ora-
torio, lo protesse, lo coltivcì, trasji1rmandoln nel vol-
ger di poche sfaKioni i11 un fm!to maaviglioso di
sa11tità, per i secoli, per I'etemità.
E che tale fosse il Savio prima ancora che il
Signore regalasse questo fiore a Don Bosco, 11e famw
fede, tra le altre molte, tre dirhiarazio11i che po-
trebbero essere chiamale tre .formule dì anticipala
canonizzazione.
La prima è del maestro del suo paese. Parecchi
mesi prima che il S,lVio entrasse 11e/l'Oraioriu, e
precisamente nel maggio 1854, w1 11111ile .~acerdote
di Mo11dorzio veniva a Torino per raccoma,ui.tlTe a
Don Bosco l'accettazione di uu suo allievo. Dopo
d'aver descritto la condotta esemplare del giovaneltrJ
co11cluse la sua raccoma11da:::1011e dicmtio: - Si-
g1wr Do11 Bosco, qui in casa potrà avere giovani

1.5 Page 5

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\\largll('rila. /:'ssa m•1.•va ossa-
t·a/o il Scn•11, a pri·gan faN-
ra.w111e11/e ,, l1111ga111ente in questa
d1iP.w, rmrhe dopo Il' f1111ziu11i
comuni. L'm•n1a vpd11to spesso
entrare r raccogliersi ro11 nlcu11i
compag111 qut presso l'altare della
l/adm111a; I' ne restò tanto am-
mirata e l'dijirata, che disse a
Don Bosco: Caro Gim1c11111i,
fu hai tanfi giovani b111J11i, 1110
t1essuno s-upera la /Jp/lezza dr/
cuore c del'anima dr/ Sa'Vio.1
IJ011 Bost'(J disse t scrisse:
* Rimasi I/liii poco sl11pilo con-
siderando i /m.wri che la .t?ra:::ia
dfrina ai·et·a già operato III così
/e,iera età•· Parok profonde che
p11ò dire solo 1111 Santo r!ie scopre
1111'a•1111w sa11/a.
Jla111111a 1/argheriltl dice:
\\'essu,w supn-a la belle::::::a del
ruore e de!f'a11ima t!d Sat'10~.
&1,rno della chi.,.. di S. Fnu,cesco di Sale,, col comp1Ni60 degli edifici dell'Oratorio
~!Menti nl temi>" del Bca10 D<imcnlco Savio.
Parole gentili e semplici d'ima
mamma santa, madre rl'1111 Santu.
.Vesmt1(1 mera·l.'ig/ia 11d1wque
uguali, ma diffirilmenle aHà rhi lo superi i11 ta- rhe tre grandi l't1p1 ahhimw fl1Ji i11timame11te rico-
/e11to e virtù. \\e faccia la pr0t:a e lei trooerà u11 m1sc11110 e nperlame11fe prorlamalo la m11tità del
San Luigi!
Sat·io.
J? /,a prima dichiara:::irme di santità del nostro P111 .\\' am11111avt1 lrmlo il Sai,io rhe l'ai·rl'hbe
Sat•io, J,ztlfl dal mo maestro, il pio ed esN11p!t1re voluto veder .prorlr111wto santo, a11che pr,ma di
ft1rerdote Crusrppe Cugliero, che ll'Vet'a po1111<1 pe- D011 Bosco. Ricordate che la musa di beati/ira-
netrare così addcn/ro 11e/l'a111mo del mu disrepolo :::io11e e cat10111::::"::io11e dd ,'>'iltlÌO fu i11tr11;Jotta
1 srorgen:i i tanti tesori di pil'là, di bo11t,ì e d, pu- sollo Pio X e preciramenle f', t febbra,o 1914.
rezza, da potrrl!J d1iamarr 1111 San Luigi.
li Salotti lo sera del 19 luglio avern ro111111P-
Lt1 scco11dt1 dirhirtrm:::io11e In /ere no11 Bosro su- 11wrato il Savio al Sacro Cuore di Ramo; f'in-
bito dopo il prmw incontro col
Sot·i<,, Q'CVemllo ,I 2 (lftubre
.•ucCt'ssivo, quam/11 /)011 /Josco
si trovava ai llerdn, presso Ca-
.rtrfnuorn, per la ft's/11 del sr111/11
Rosario. li Sat'io rra au11111-
P".t:11ato dal padn· t i·enit•11 da
.Um1do11io. no11 Roseo lo cl1m111ò
i11 disparte e 111• .wiu/ "" dia-
logo piullostu prol1111gato, dopo
del 1p10/e Don Bosco poti m,
giorno scri'l'ere queste paro/i :
,, Conobbi ù, quel gùn:a11e 1111
a11i1110 tutto uamdo lo spiritr,
del Signore, e m11asi 11011 pom
.ft11pito co11sidercwdo i la'i,·or, d1e
la gra:ia divina uvrea già t1pe-
mto i11 cosi tenerti età!
Don Bosco ai•eva trO'IJalfJ
duvvero la stoffa per fare 1111
Sm,to.
l.11 ll'r:::a dirhiara::ione d1·!f11
scwtltà de! Sai•ifJ è di .1lmnm•1
L'lnlerno della chiesa di $. Francesco di Sales In cui Il BHto Savio Domenico
r.aggiun.<e t'estasi nel ftn·orc della picu\\ e, dclhl dl"oziont II Gesu Sacramentato.

1.6 Page 6

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domani fu ricevuto i,1 udienza da Pio X. Era- In quella circostanza egli aveva ripetutamente
•1.:a.1110 alla i•igilia della prima guerra 111:mdiule dello ai suoi compagni: ,, fovece di dire: "recitiamo
esattamente /lii mese prima de/fu 111:1rle di 1111 Pater, Ave e Gloria per colui clze di noi sarà
l'io X. Parlando della santità del Saviu, il il primo a morire ", dite così: " recitia11w un Pa-
},apa esortav1a il Salo/li a interessarsi perchè ter, A1·e e Gl.oria per Domenico Sa-1,io clze sarà il
ne fosse affretta/a la causa. <• I Salesiani, disse pri11lo a morire " ,,.
Pio X, 11m1 abbia110 i prl'gi•uli~i di q1wfche /-,):li prea1111u11zianJ cosi chiaramente che la sua
Co11grega::io11e religiosa che tm-
scurù di interessarsi defla gfori-
jìcazione dei suoi memhri, prima
di aver promossa que/fa del Fo11-
datore. Troppo vasta e co111-
p!essa 1: la figura e l'opera di
Do11 Bosco: occorrt' molto tempo
per esa111i11arla. La rosa invece
è più facile per la vita hrevl' e
snnplice del Savio. Dunque 11011
si perda tempo e si spinga avanti
a/(lcremente la sua musa! ►>.
Be11ede110 Xl ' diceva allo
stesso Salotti d'esure un grande
ammiratore della santità del Sa-
'1:io, che ai•ei•a imparato a ru-
1wscrrP sin dalla prima sua in-
fanzia. La mamma sua lo pro-
po11evt1 r,n11e modello ai moi
figli e lui, - il futuro Papa -
ancora ruga-::zetlo, era dalla
mamma, sempre prese11te, ùn:i-
tato a leggere ai fratelli11i la
'l.•ita del Sm•io, scritta da Don
Bosco.
Pio ){I in 1111 111emora11do di-
uorso per la proclamazione delle
'l.•irtù eroiche del Savio, dissP
parole solenni, indimenticabili, La camerella di Don Bosco. con la prospettiva dello studio del Santo costruito piu
chiamando il Savio « il piccolo,
1ardl. Sulla porla dj p~saggio c'é ancora 1'antlco cartello con la scrlu:i:
anzi il grande giga11te dello
/)a mihi onimnt, rrll•ra /r,/lr.
spirito; il piccolo 111a grande
apostolo della p-urezza, della pietà, dell'apo;·10lai!J•>. morii' era vicina, e ripete,:a: <, Bisogna che io corra,
E lo additò come modello ai g10va11i, procla- altrimenti la notte mi sorprende per istrada! 1>.
mandolo unti vera prouvide11za per i nostri giorni. Questo 11011 sembra il linguaggio d'un fanciullo q11i11-
<• Qua11to bisogno abbiamo, egli esclmnai•a, di ele- dicc1111e! Questo è il lì11guaggio d'un fanciullo sa11to.
vare uno stendardo di questo candore P di questo Bisogna che io corra! Per arrivare... dove'! A/111 sua
splnidore in me:.::zu alla gioventti di oggi,,.
meta. E.fa sua mela era questa: T'oglio farmi Sa11to.1
Primo e 1111ico caso fi11ora 11e//a storia della Chiesa, Par presto adunque; correre prima ch1• arrivi
di 1111 Beato Confts.sore di cosi tenera ellÌ, d'un /a notte, cior la morie, rhe arre.ria ogni cosa qu(ll-
giovanetto quindil'l'rme che arriva agli onori de/- giù, e fissa eternamente lassù la nostra sortt•.
l'altare per aver praticalo le iiirtù ifl grado eroico; li compia11to Don Caviglia, tra le altre sue bf'lle-
e arrivt1, coi miracoli richiesti, allra11erso al vaglio mermze, h11 pure quella di ai,er raccolto tutte le
d'1111 tribu11a[e /('li/O e severissimo, quale è oggi principali /esti111011ianze fatte dai compagni del
quello della Chiesa, in que.,ta materia.
Saviu, dai co11tempora11ei, dai suai Superiori, dai
Il santo po11tejice Pio .\\ <•sortm•a i Salesiani ad suai parenti, dagli amici. Sono le deposi:::ùmi fatte
affre//arsi a far proclamare san/o Domenico Sa7,•io. dai lesti 11el processo per la causa del Sa·oio. e
l'vo11 bùogna dimentirare che anche il Sai·io sono pagine che si leggo110 con profonda co111mr,-
a7'1"1.'ll fretta di arrivare. "\\ e1 primi giorni di ge11- zio11e e con s11/11/ar(' edificrrzione. Seguono 11011 poclie
11aio Jel 1857, due 111esi prima di morire, egli, dichiara-::io11i di personaggi illustri della Cliiesa e
come noi oggi, faara in que,ç/a china I' Eserci::::io del laicato, che lessrro la vita di qul'slo angelico
ddla B11011a l/or/t•.
::iovam•, lieli (' sorprui a u11 temp? di scoprire i11
- 165

1.7 Page 7

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liii 1011/o miracolo tli m11tit,i. Ne rito una s<da che
111ttr lr romprndia. L' ,lt-1 card. Aglùmlt, 1111 .~rande
porpom/11 rhr era al SIIQ /cmpn desfr:nalo comr un
Cardi,mll' p"pabile. Bgf, disse r scrisse: i. Voi t>rc-
chi (t'd in sono prossimo agli mmi Ro) ri sr11tiamo
pmjrmdammte 1tmili1111 di11anz1 a mu1 ,,irtù gi-
.t?an/1 in u11 gim;anc q11indice1111e! , .
Jl/nlitmulu la sm1l1t,i ,lei Savio, pusswnm a11rhe
noi ripetere oggi l'umile e coraggiosa co11/essio~
fatta da questo gra11dt> e p,o Cardinale.
Il 11wlfino dr/ ,., ,rwr:o 1857 Do111e11im Sa'l:ir,
per l'ultima ..:ulta faretJa qui in qu,.sta rhiesa di
S. Francesco di Sa/rs l'Esercizio di B11m1<1 .llorte
cm suoi ro111pag11i. ,Vrl pomeriggio, pac/111 ù1fermo,
partiflll per Tl,Jm11/011io per riturnarr in famiglia.
Ottn giorni dopo era in Paradiso.
Q11m11l11 Do11 BosrtJ appreu dal padre la 11oti:rù1
della morte del Sat•in, esclamò rnmmouo dinnn::i
at suo, gfovaJLi: lbhiamo 1111 A 11,r:elo di me110 in
terra e tmo di piri in ( ',do! >>.
IIINI IFAIMIIIGILIIA Sotto la cupola
dell'Ausiliatrice.
dei Chic-rici di San
Yiatorc, da ~tontreal
li 2 marzo passò
(Cannd11).
da Torino S. E.
Durnntc la scrti-
l\\1on.~ Emilio de Brigard, ,·cscovo ausiliare di rrutn:t di Passione ahhiamo a\\'uto la consol:t-
Bogotà (Colombia) con vari sacerdoti pellegrini zione di ri\\·cdere C1r.thinieri. Utfìeiali e Sol-
a Roma, e celebrò all'altare di Don Bosco.
dati delle varie Anni affollare la hasilica per
L' 1 1 mattina giunsero da Roma i pelkgrini l'adempimento dd precetto pasqu,1lc. Preparati
dell'Aust,ia guidati dal nnstro Ispettore di \\"icnna, dai rispetti,; cappellani e diretti dal cnppdlano
D. Nit.~ch; e O. Auffray, rnn una bella rapprcscn- capo rcv.mo Don Ricd,iardr,ne, ebbero comodità
tan-t;1 degli alunni dt:l collegio di Grasse (Francia). di accostarsi, ogni giorno a centinaia, ai santi
,\\ scr.i tornò da Roma 11 rcv.mo Rettor Mag- Sacramenti e di godere un'ora di spirituak· dcva-
giore portando alla c-.isa madre una speciale be- z1onc alraltare della Madonna, nella c:,~a di Don
nedizione del Santo Patlrl'.
Ilosco. Il 22° Fanteria porti) anche la handa
,\\\\vertiti a tempo, ci siamo raccolti, salesiani che diede conccrto in cortile
e giovani, nel cortile Don Roseo prclIBo la sta-
l)urantc la st:ttimnna i-- anta abbiamo visto
tua dd Santo, e gli abbiamo improvvisato un , nffiuin~ alla Ba~ilica tra la massa di alunni delle
<."3lnroso rice\\'Ìmento a suon di banda. Uno de- pubbliche scuole pd precetto pasqualt.-, anche
gli alunni gh disse la gioia di tutto l'Or.norio. un pcllcgrinag~10 da Dublino; una hcll,1 rap-
Egli rispose affabilmente impartendoci subito la pr, sentanza del nostro Istituto di Sa,m-Dizier
benedizione dd P:1p;1 cd invitandoci a manife- (Francia); cd un imponentissimo pl"llcgrinaggio
stare la nostra gralltudint· ,·erso 11 vk.irio d1 Cri- cJ 1 , 500 Insl'gnanti l"a1toliri francesi con Sua Ec-
sto nnn solo coi nutriti applausi con cui ne ave- cdkn·,a Mons. Giuseppe Martin, ArcivcilCO\\'O di
' amn salutato l'annuncio, ma soprattutto con Rourn (Francia) che cdcbrò all'altart cli Don
fon idc preghiere ,;e..:nntln k- intenzioni di Sua Ilusrn Tutti i pelk·grini pro5eguirono prr Roma.
Santità, La banda cmonii gli eniva al S.into
Le soll'nni funzioni tkgli ultimi tre ,ziorni prl-
Padre chiudendo la lilialt• dtmostrazìont•.
pararonn una solennissima Pasqua ricnndui:enJo
I I 15. pas~arono ali Oratorio i pellegrini argen- tante anime a Dio
rm1 guidati dal Parrorn tklla nostra Ba~rlica di
San Carlo, in Buenos l\\irci;, Don Zitta. A~rnl-
tarono In :\\lessa all 'ahare della Madonna e poi Per la Canonizzazione della Beata Maz-
furono ricevuti dal Rettor i\\Iaggiore.
Il 16, giunse da Roma S. E. ,\\lon!i. Emilio
zarello.
So:,a Gaona, ,·c..-scovo I.li Concepc.:uin ncll'l ru-
11 14 marzo u. s. b Sacra Congregazione dei
guay, il quale, dopo aver assistito alla solenne Riti ha tenuto, nel Palazzo Apostolico Vaticano,
Beatificazione, si trattenne con noi una quin- la Cn11grrgazio11e, o adunanza, detta Prr/)(rratoria,
dicina di giorni Lo stcs~o giorno, i rapprcsen- nella quale gli Em.mi e Rc\\'.mÌ Cardinali, i Rev.mi
tanll della nostra Opera in I ngbilterra mtervc·- Prelati l'fficiali e Consultori teologi h,1nno d:-
nuti alla Beatificazione di Oomenico Sa\\io
scus.-;o I due miracoli proposti per la l ;monizza-
Il 18, sostarono all'Onitorio 25 pelll~rini di zionc della Beata '.\\laria Domenica \\Tar.znreUo,
Briançon (Francia). li 19, un gruppo d1 alunni vergine, Confondatricc dell'Istituto delle Figlie
del Collegio "Dante Alii:hicri ~. opera Don Orione di Maria Ausiliatrice.
cli Tortona. Il 2 J, nitri pellegrini franct.-si ria
l1rcghiamo perchè la Causa possa procedere
Chamhcry. li 22 celebrò all'altare di Don Oosrn felic1:mcntc e darci presto la gioia dell'annuncio
il rev.mo P. Luciano Pagè, Superiore Gencr.ile dl'lla Canoniz7.azione.
166 -

1.8 Page 8

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Roma. - Incremento di opere provvidenziali.
Dando conto ai Cooperatori del bene compiuto
nell'anno decorso, in occasione della conferenza
salesiana, l'Ispettore Don Robe1to Fanara an-
nunciò: un bell'aumeutc> dei giovani accolti gra-
tuitamente o quasi nelle varie case, e degli aspi-
ranti nel nuovo aspirantato di Gaeta; la creazione
di due nuovi centri di vocazioni, w10 a L anusei
per aspiranti al sacerdozio, ed uno in Roma a
San Callisto per gli a~piranti coadiutori; infine
la sistemazione dei Licei dt Cagliari e del Te-
staccio e lo sviluppo, in genere, ùi tutte le altre
opere. Particolarmente cara l'Opera del Borgo
l?agazzi di Do11 Bosco che giornalmente ospita
250 interni cd oltre 700 esterni, offrendo svaghl
e ù1vertimcnt1 adatti, a~istenza materiale con
refezione calda, un'accurata ii-tru?.ione elementare
e professionale ed una completa educazione civile,
e morale e religiosa. L'Opcr:1 giustamente oggetto
dell'ammirazione e della cordiale simpatia anche
di illustri \\ isitatori e pellegrini dell'Anno Santo.
La cronaca registra tra le ,·isite più recenti
quelle: di S. E. Mvron Taylor; di S. Em. il Car-
dinale Arcivescovo di Rio Janeiro; di S. 1\\1. la
Regina Elisabetta del Belgio; di 8 M. la Re-
gina Vittoria Ji Spagna; del Gran Maestro del
S . M. O. di Malta, S A Em.ma il P rincipe
L'lùovico Chigi-Alhani
l~a Sa11titli Sua si compiace di tale co/loca:::ùme
atLche per il suo significato morale e simbolico: il
venerato segno df'lla Rede11zio11e, rag.r;iante di luce
nella notte, sia ai docenti e discenti t"ncitamenlo
e richiamo a chiarore di virtù e di dottri110., per far
rifulgere in t011tì cuori opachi e renitenti la santa
luce della verità che sola ci sublima.
Formando tale augurio, il Santo Padre risponde
all'atto di ossequio filiale con La Benedizione Apo-
stolica.
Mi valgo volentien· d-ell'occast"o11e f>er professarmi
co11 sensi di religiosa sli1Tlll
della Signoria Vostra Rev.ma
dev.mo nel Signore
G. B. M ONTINI.
Pavia. - Nuovo Salone.
li 5 febbraio u. s. in occa5ione della solennità
e--;terna di San Giovanni Bosco, S. E. ~lons Carlo
Allorio, vescovo diocesano, dopo la celebrazione
delle sacre funzioni, inaugurò con la benedizione
rituale il nuovo Salone ~ Roberto Zavatarelli •>,
coronando, con paterne esortazioni alla serena
lct1z1a salesiana, i discorsi tenuti in chiesa agli
uomini cd ai giovani. Seguì un trattenimento di
omaggio a S. E. cd ai benefattori dell'Orato rio.
Bo Il e n g o - Faro d eU'Anno Santo oltre la
" Serra " di Ivrea.
La vigilia della festa dt Cristo Re, :.vlons. Pa'llo
Rostagno, Vescovo di Ivrea, benediceva, nella
cappella del nostro Istituto Teologico di Bol-
lengo, una grande Croce luminosa, eseguita in
metallo dai nostri elettro-meccanici deU'Oratorio
di Torino.
Il sacro simbolo è stato inalberato sulla tor-
retta dell'Istituto che domina dalla Serra, gran
parte deU'alto Canavese e la via che da i\\!Iilano
conduce ai massicci alpini della Valle d'Aosta.
L'idea fu suggenta dalla circostanza dell'Anno
Santo, per ricordare iJ gran mistero della no-
stra Redenzione.
E il S. Padre, gradendo l'omaggio di un album
illustrante la cerimonia, se n'e compiaciuto con
la seguente lettera inviata da S. E. Mons. Montini
al Direttore:
SEGRFTE'Rl A DI STATO
DI SllA SANTIT,\\
N. 2.24161
Dal Vaticano, li 10 marw 1950.
Reverendissimo Signore,
l'Augusto Pontefice ha accolto con g101osa sod-
disfazione l'Album che Gli rappresentava nelle su-e
nitide f otograjie, sotto vari aspetti, la croce l11111i-
11osa, eretta sulla torre di codesto istituto Teologico.
S i e i I i a . - Il Presidente della Regione al-
l'Opera Salesiana.
Il 29 gennaio u. s. il Presidente della Regione,
prof. Franco Restivo, appena sceso dall'aereo, si
è diretto al nostro Orfanotrofio << Santa Chiara~
di Palermo ove si educano secondo il sistema di
Don Bosco 180 orfani di guerra interni e 180
semiconvittori, mentre all'annesso Oratorio af-
fluiscono in media altri 600 giovani. li Presidente
visitò minutamente i laboratori di ebanisteria,
calzoleria, tipografia e legatoria, meccanica e sar-
toria, compiacendosi vivamente della moderna at-
trezzatura e del profitto degli allievi. L'r 1 feb-
braio, ospite di Cata11ia, sostò al a.ostro Ospizio
Sacro C uore, alla Barriera, dove pure vengono
formati alla vita, nei vari laboratori, circa 300
alunni delle nostre Scuole Professionali. Supe-
r;ori e giovani gli fecero in ambo le case le più
festose accoglienze, grati deU'interessamento che
egli promise perchè le due provvidenziali isti-
tuzioni a vantaggio dei figli del popolo possano
raggiungere lo sviluppo auspicato.
A sera nel salone dell'Istituto Maria Ausilia-
trice l'on. prof. Orazio Condorelli tenne una sma-
gliante conferenza ai cooperatori ed alle coopera-
trici illustrando in Don Bosco jl Santo della
Conciliazione.

1.9 Page 9

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I.' Istituto ha un'e<lucandato
ed un esternato di hcndi-
ccnza con scuole elementari
e d1 lavoro, e l'oratorio fc.
sti\\'o. l n 50 anni ha estL·so il
suo apn!.tolato nella zona delle
Cordigliere a migliaia di fan-
ciulle del popolo fra cui il Si-
gnore ha colto un fiore <li vinì1
singolari, la gio\\'ane Laura \\"i-
cuna l\\Iakcnna, mo<ldlo d1
amor filiale e di eroica pu-
rezza.
BH,\\Sl LE R ec i fc • Per
l'Anno Santo.
L'Arcavesco,·o di Pemam-
BRASll.E • Santa Ca1erlna·
Il com:orso ddl~ folla all'Inaugurazione dcll'Aspirantato Sal~lano.
buco. E. \\lons. )Iichek dc
Lima Valverde ha affidato a,
Sales1a11i la celebrazione dcl-
ARGENTIKA J u nin de los A nd es -
Giubileo d'oro.
1'.tpcrlura dell'Anno Santo. Ed i nostri hannu
allestito per la notte di Natale un bcll'alt·ire
nella gr;u1 piazza <li Derby, sul quale 8 E. l\\Jon-
I .e figlie di \\!aria Ausiliacncc hanno celebrato signor Riccardo Yilela ha cclehrato la :\\lcs,;a
il 50" fondazione del loro fiorentl' collcg10 <l1 di meuanotte alla prc.-scnza d1 i.:arca 18.000 fedeli.
Junin de los .\\ndes (1899-19.f9) l\\cl corso dcli,, \\'ari sacerdoti han.no aiutato ,1 distribuire la sant.1
no,cnu dell'Immacolata, dedicando i rnn giorni Comunione. I n prima lìla era il Governatore dello
agli omaggi delle alunne, delle Figlie d1 Maria, Stato di Pcrnamhuc() con tutte le autorità e le
<lcllc oratoriane, e delle cx alunne, con particolari loro famaglie. Le handc dell'esercito, dell'.1\\ i;1-
suffragi per le suore, cx allieve e benefattori defunti. zionc e tiella polizia militare si alternarono nel-
.\\Ila commemorazione ufficiale:, con l'1naugu- l'e~ccu.done di scelti pezzi d'opera. fra il canto
razmnc di uoa targa commemoratint, cd alle so- dell'Inno Brasiliano e dell' Inno Pontificio.
knni funzioni coronate dalla proces~1ont• della
Il 01rcttorc del nostro colh:g10 di Recife com-
cdeste Patrona, intavcnncro tutte le aurnrità e mento la cara funzione esonando i fedeli alla
folla di coopcn1tori e di rnoperatrici.
santilìcazinnc dell'Anno Giubilare.
BRASfLE - Santa t:alttln:>:
Saggio ginnico all'lnaugurnzlonc dcli' ·\\ •piraniato Sal-,..lano,
168 -
CILE Sa n t ia go .. Col-
legio "Gratitud Nacional ".
11 5 m,trzo nel nostro tempio
dcdic-.ito a \\ Iaria Santissim 1
Ausiliatrice, si cantò una Messa
solenne in ringraziamento nl
Signore per la beatificazione di
Domenico Sa,·io.
La chiesa s1 riempì letteral-
mente d1 fedeli, cooperatori,
11mic1, alunni ed ex alunni.
Celebrante, il nostro Ispcttcm·,
rnn l'assistmza pnntificalc di
S. Em. Re, .ma il Cardinal G111-
seppc Caro Rodrlgucz, Arc1-
\\'CSCO\\"O di Santiago, che alla
fine intonc'> il Tf' Drttt11.
La scuola d1 canto dei nostrt

1.10 Page 10

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stuùenti di teologia e filosofia
eseguì le parti corali ed il Di-
rettore dello Studentato teolo-
gico fece il panegirico del no-
Yello Beato.
EQUATORE - L'Oratorio
di Quito.
La premiazione effettuata nel
nostro Oratorio durante le feste
natalizie dello scorso anno ci
offre la statistica della fre-
quenza di 1135 fanciulli <li cui
ben 847 assidui. Son tutti figli
del popolo cd il Comitato cki
Cooperatori ha scelto premi
utili in tagli di stoffa. Agli as-
sidui ,·enne regalato un vestito
intero.
QUITO (Equatore) - Nel " Giorno della gr111i1udine" gli alunn,
del nostro Orarorio hnnno pona10 in tdonfo lo ste1nma del S,mto
Padre Pio Xli e le bandiere 1>0nLifìcie, per le vie della capitale.
FRANCIA - Nizza Marittima - Il 75°
dell'Opera Salesiana.
Kello stesso anno in cui Don Bosco lanci<> i
primi missionari oltre oceano, il Santo inizib
pure la diffusione dcll'Opt:ra salesiana in Fran-
cia, a ì\\'izza :\\Ilare. Inizio modesto e faticoso:
un piccolo edificio sul fiume Paillon, in cui il
Santo fece un bagno involontario che lo costrinse
a mettersi a letto in pieno giorno, non avendo
altra veste per cambiarsi; ed, in quei poveri lo-
cali, pochi orfanelli raccolti clalfe Conferenze di
S. \\'incenzo de' Paoli. )fa l'C>pcra prese presto il
suo graduale s,·iluppo fino ad imitare la ca'la-
NlZZA MARIT1'1MA (Francia) • U complesso dell'Opera Salesiana auorno al s:intuario di Maria Ausllimrlcc.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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madre di Torino. L'anima fu il compianto nostro
Don Cartier, salesiano della prima ora e del più
genuino spirito, che ancbe durante l'imperver-
sare della persecuzione del 1906 seppe tener
fronte alle insidie ed alle violenze anticlericali,
e salvare la casa dei figli del popolo, che si am-
plib in edifici sempre più vasti e più moderni,
affiancando all'Oratorio l'internato, con le sezioni
artigiani e studenti, in mezzo a cui sorse il mo-
dernissimo santuario-parrocchia Maria Ausilia-
trice. I successori non fecero che seguire il piano
già da lui tracciato. Sicchè, ora, grazie a Dio ed
alla carità dei buoni, l'Opera si presenta con 228
studenti di cui 6o esterni, e con 230 artigiani,
di cui 150 esterni. Le scuole professionali, già
organizzate per le arti del legno, del ferro, del
libro e dell'abbigliamento, si sono arricchite di
un superbo laboratorio di elettromeccanica. È
pur terminato il nuovo teatro. Da un anno l'isti-
tuto ospita la sezione aspiranti coadiutori che
ne conta una ventina. La parrocchia conta 7000
anime c<l, oltre alle varie organizzazioni parroe-
chiah e d1 Azione Cattolica, ha due fiorenti Orn-
ton, maschile e femminile.
A ricordare il Giubileo di diamante, è in pro-
getto I'lustitut popo1Jlaire Car/1er che comprenderà
un Oratono modello con sale per la gioventù e
pei genitori, un salone per conferenze familiari,
teatro e cinema; aule di scuole primarie pcr un
centinaio ùi cst.:rni; corsi professionali serali pc1
figli degli operai. La tipografia stampa tre perio-
dici per le famiglie, pei giovani, per gli ex-allievi.
PALESTINA - Ritorno delle Figlie di Maria
Ausiliatrice a GerusaleJll1lle.
li 27 giugno u. s. le Figlie di Maria Ausilia-
trice han fatto ritorno alla povera e mutilata
Casa di Gerusalemme, rimasta da un anno nel-
l'abbandono, e già in gran parte preda del sac-
cheggio e delle fiamme. Non è difficile immagi-
nare lo stato della bella e amata Casa: il giardino
e il cortile, tutta erba alta e secca; il tratto di
edificio ancora in piedi, senza ,·etri e senza porte,
ingombro di macerie e di rottami, coi tetti scon-
quassati e aperti alla pioggia. Di mobilio, quasi
nulla; solo qualche letto sgangherato, e casse e
cassoni vuoti.
Ma più sentito forse l'isolamento per la bar-
riera•di separazione tra il confine ebraico e arabo.
La Casa si trova infatti proprio sulla linea che
divide la città in due parti: a destra, la cosl detta
zona neutra, formata da quattro o cinque file di
case diroccate; e al di là, un altro stato. Dalla
Ca.~a si vede l'orologio della chiesa del Santo Se-
polcro, se ne sente il suono delle campane, ma
non vi si può andare. Le Suore della non lontana
Betlemme, recandosi in città, passano a neppure
cinquecento metri di distanza dalla Casa: ma
senza un permesso, assai difficile ad ottenere,
non vi possono entrare.
Penoso anche l'esodo di quasi tutte le affezio-
nate alunne e oratoriane; il quartiere conside-
rato ancora, al momento del ritorno della piccnla
Comunità, come zona militare, non presentava
che solitudine e distruzione. Poi, a poco a poco,
andò ripopolandosi di nuovi abimnti, emigrati
da ogni parte del mondo: marocchini, spagnoli,
tedeschi, francesi, turchi...
Tra questa popolazione eterogenea, radunata
a traverso le p1ì1 svariate vicende, le Suore hanno
incominciato a fare un po' di bene, anzitutto con
l'Oratorio. Nel cortile della Casa, fra tanto ro-
vinìo, è rimasta salva l'altalena, che ha subito
attratto un gruppetto di bambine, poi altre e
altre, in modo da dar vita a sempre più nume-
rose accolte giovanili ogni domenica e giovedì.
Impossibile per ora riattivare la già fiorente Scuola;
ma le Suore hanno potuto riprendere i labora-
tori di cucito, sartoria e ricamo.
SA.'nO DOMINGO - Ciudad Trujillo-
La prima pietra della Scuola Arti Grafiche.
Il Prest<lcnte della Repubblica, S. E. Trujillo
ha voluto ùotare la zona più popolare della città
di un Istituto di Artt Graficht·, costruendo a $Ue
spese l'edificio e correcL.mdolo di tutto il mac-
+ chinario. Alla posa della pnnu pietra, il di-
cembre u. s. parteciparono tutk le autorità. Im-
partl la benedizione rituale S. E. il nostro Mon-
signor Pittini, Arcivescovo di Santo Domingo,
esaltando in un vibrante discorso il gesto del
Presidente a fa\\'ore della classe operaia nel pro-
gramma di beneficen7..a che va sviluppando in
tutta la Repubblica. Ricorrendo lo stesso giorno
il 14• anniversario della elevazione dcll'Arcive-
scovo alla dignità episcopale, il superiore dei
Francescani, P. Monte&io, al Vangelo della Messa
celebrata nella chiesa di Maria Ausiliatrice, porse
a S. E. le felicitazioni e gli auguri di tutta l'Ar-
chidiocesi. Fecero servizio d'onore i Giovani Esplo-
ratori. L'edificio sarà presto a disposizione dei gio-
vani sotto la direzione dei nostri confratelli.
SPAGNA - Barcellona -Tibidabo -
Alla memoria del primo Salesiano.
Barcellona ha voluto perpetuare la memoria
del primo salesiano spagnolo, morto in fama di
santità, dedicando al P. Manuel Hennida la
strada che sbocca sulla piazza del Tibidabo.
Presiedette la cerimonia di inaugurazione il
nostro Ecc.mo Mons. Ferrando, vescovo di
ShiUong, fra le rappresentanze delle autorità
ecclesiastiche e civili. Il P. Hermida era vera-
mente un'anima di apostolo che concorse alla
diffusione della divozione al Sacro Cuore di Gesù
in tutta la Spagna.

2.2 Page 12

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ANNO SANTO ANNO DI ESPIAZIONE
I peccati del nostro tempo.
lnùicendo la giornata mondiale di penitenza,
la scorsa Domenica dj Passione, il Santo Padre
ha denunciato l'enormità dei peccati Jel nostro
tempo, invitando tutte le anime buone arJ unirsi
a lui, in spirito di penitenza e ùi espiazione,
per oltonere la misericorùia ùi Dio a questo
mondo perverso e la com·ersione dei peccatori.
Ecco le sue accorate parole:
All'occhio illwni11ato dalla fede, come allo sguardo
di ogni onesto, cui suffraga la coscienza naturale
11011 ojj11scata da pregiu,lizi e da trt1viamenti, men-
tre sfolgora nella sua indefellibile chiarezza quella
legge che incoraggia al bene e storna dal male,
che precede e so'l:rasfa tuffi i codici della terra ed
è una in tulfi i popoli e in tulle le età, che è 11orma
di ogni azione umana e base di ogni civile consorzio
(cfr. Ciccr., Di:: LECIBUS, 1. Il, c. {); a q11ell'occhio
noTI può sfuggire lo spellacolo miserando di un
,,umdo in di.sfaci111e11to per la rovina, i11 esso ope-
rata, delle fo1uiame11tali strntture morali della vita.
Alieni da ogni i11gi11sti.ficato pessimismo, che con-
/rasta con la stessa speranza cn·s1ia11a, figli a11::i
del 11oslro tempo, 11011 legati da irragionevoli 110-
stalgie di età che furono, ]Voi 11011 possia11w tullavia
no11 rilevare la crescente marea di colpe private e
pubbliche, che tenia di sommergere le anime nel
hmgo e di sovvertire /ulli i rnni ordinamenli socillli.
Come ogni tempo ha una impronta propria che
sigilla le si.e opere, cosi l'età nostra nella sua stessa
cnlpevnlez-::u si distingue per contrassegni, quali i
secoli passati 11U11 videro forse mai egualmente in-
sieme congi1111ti.
Primo e più grai•e stigma è la consaprvolezza,
r/1e re11de inescusabile !'fJl!raggio alla lt•gge dh•i11a.
J\\'el grado di luce e di vita intl'llettuale, diffuse,
come non 111ai per l'ùma11zi, nei van celi sociali,
onde va alt.era la cù:illà moderna; nel senso puì n't•o
e geloso della propria dignità personale e della i11-
taiore libertà dello spirito, onde si gloria !tJ cosciem:;a
d'oggi; mm doi.•rehbero piu trovar posto la possi-
bilità o pre.1111i;:;io11e tl'ig11ura11:::a delle norme d1e
1rgulaJlo i rapp1Jrli delle creature lm loro e cui
Creatore, e quiudi neppure lo scusa i,, essa fondala
che at1enuer1:bbe la colpa. La quale, dilagando in
ww c[IWSÌ uni~•ersalità d1 decadi:11::(I morale, ha
co11/ami11alo anche zone una volt(/ lradizio11al111e11/e
im,mmi, quali erano le campagne e la lfmera .fa11-
ci11/Lezza.
Una serie di spudorate e cnmina!, pubblicazioni
apprestano ai vizi e ai dP/itti i mezzi più obbro-
briosi di sedu~ione e di trm1iamn1to. Velando
l'ig11mni11ia r la hrut/ez-:;;a del male sollo l'orpello
della estetica, del/'arie, della effimera ed ingmme-
vole grazia, del ffllso coraggio; oi,vero acco11d1:~ce11-
de11do senza ri1eg110 alla morbosa avidità di sensa-
zioni violente e di nuove esperienze di dissolutezza;
/'esaltazioue del malcostume è giunta .fì110 ad uscire
palesemente in pubblico e ad inserirsi nel ritmo della
vi/a economiw e sociale del popolo, facendo oggetto
d'industria lucrosa le piaghe più dolorose, le più
miserevoli debolezze delfÌumanità.
Persino alle più basse mamfestazioni di questo
scadimento morale si osa tah•olta cercare una giu-
stificazione teorica, appellandosi ad liii umanesimo
di dubbia lega o ad una co111miserazio11e, d,e in-
dulge alla colpa per ingannare e traviare più fa-
cilmmle le anime.
Falso umanesimo e co111misera::::ione anticristiana,
che ji11iscono con sov.1vertire la gerarchia dei valnri
morali e con al/enuare a tal punto il senso del peccato
da coo11estar!o, presentandolo come normale espa11-
sio,w delle facoltà dell'uomo e quasi arricchimrnto·
della propria personalità. l' rea/o di lesa società
la "ciuadi11a11.,:;a data al delitto col pretesto di uma-
11itaris1110 o di torteranza civ•ile, di llflturale defetti-
bilità umana, quando tutto si lascia correre o peggio
si metle in opera per eccitare scie11le111e11/e le pas-
si911i, per allen/are ogni freno che promana da un
elementare ri~pet10 della pubblica moralità o dal
pubblico decoro, per ra_ffigura,-e coi colori piri !iedu-
centi l'ùira::::ione del 'viucolo coniugale, la ribel-
lio11e alle pubbliche autorità, il suicidio o la soppres-
sionf' della •vita altrui.
Se11-;:a dubbio Noi riconosciamo col cuore pieno
di te,u•ra co111passio11e la .fragilità della 11mww na-
lùra, particolarmente 11e!le presenti co11dir::io11i sto-
ricl,e; riconosciamo che la miseria, /'abba11do110, la
promtscuità di persone abitanti in squallidi tu-
g11ri sono una delle gravi cause della immomfi11ì;
111a è pur sempre propria dell'uomo la volo11fà li-
bera e do111i11atrice dei sum atli, proprio dell'uomo
l'aùtto sopra1111aturale della grazia, che Dio mai
11011 nega a chi .fiduciosamente la im•oca.
Ed ora misurate, se i•i regge l'occhio e lo i;pirilo,
con l'umiltà di chi forse deve riconoscersene iu parte
responsabile, il 11u11ze1·0, la gra•11ità, la Jreque11:;;;a dei
peccati nel mondo. Opera propria delf'1101110, il pec-
cato ammorba fa terra e delurpa come macchia
immonda l'opera di Dio. Pensate alle immmerevo/J
colpe private e pubhliche, nascoste e palesi; ai
peccali contro Dio e la ma Chiesa; contro se stessi,
11ell'a11ima e nel corpo; contro il prossimo, parti-
colarmente contro le più umìli e iudifese creature;
- 171

2.3 Page 13

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ai percati illjiue contro la famiglia e la umana so-
c1ettì. , I/ami di essi s0110 tanto inaudili ed efferati,
che sono occorse nuove parole per indicarli. Pesate
lt1 /oro graviltì: di quelli commessi per mera legge-
re::::za e di quelli scientemente premeditati e fredda-
men/e perpetrati, di quelli che r01.:i11a110 una sola
'<:it11 o che invece si moltiplica110 in catene d' ,-ni-
quiltì fino a divenire scelleratezze di secoli o delitti
contro intere nazioni. Co11fro11tate, alla luce pene-
trante della fede, questo immenso cumulo di bas-
s0zze e di viltà con la fulgida santità di Dio, con
la nobiltà del fine per cui l'uomo è stato creato,
con g/'ideali cristiani, per cui il Redt11tore ha pa-
tito dolori e morte; I' poi dite se la divina giu-
sli::ia possa ancora tollerare tale deformazione della
sua immagine e dei suoi disegni, tanto abuso dei
suui doni, tanto disprezzo della sua volontà, e so-
pra/111/fo la11/o ludibrio del sangue innocente del
swJ Figli11olo.
T'icario di quel Gesù, che ha versato fin l'ullima
goccia del suo sangue per rico11ciliare gli 110111ini
col Padre celeste, Capo visibile cli quella Chiesa
che è il Corpo mistico per la salvez:::a e la sa11ti-
fica::ione delle <miihe, Noi vi esortiamo a sentimenti
r ad opere di pe11ite11:::a, affinchè si co111pia da 1!oi
e dtl tutti i Nostri figli e figlie sparsi per il mondo
intero il primo passo verso la effettivo riabilitazione
morale della u111a11ilà. Con tutto l'ardore del Nostro
rnore paterno ·vi domandiamo il sincero pentimento
,,i delle colpe passale, la pieua detestazione del pec-
cato, il fenno proposito di rm.n•editnento; scon-
giuriamo di assicurarvi il perdono divino mediante
il sucrame11lo della confessione e il /es/amento di
flmore del Redenlore divino; vi supplichiamo infine
di tilleggerire il debito delle peuP temporali dovute
alle vostre colpe con le 11111/tiformi opere di sodi~(a-
zione: preihiere, elemosine, digiuni, mortificazioni,
di cui offre facilr opportur;ità ed invito il volgente
Anno Santo. Per questa via l'anima ritorna 11rlfe
braccia del Padre celeste, risorge nella grazia sa11-
/Jficante, si ristabilisce 11e/l'ordi11e e 11ell'amore, si
rico11ci/ia con la divina giustizia; è il gra11 ritomo
della umanità ribelle alle leggi di Dio e della Chiesa,
che abbiamo sospirato nella Nostra attesa piena di
fiducia e di speranza e che affrettiamo coi Nostri
de~ideri, coi gemili del Nostro cuore, co11 le 11/o-
t l rl' preghire, coi Nostri sacrifici, col dispensare lar-
gamente l'inesauribile tesoro spirituale della Chiesa,
rnmmesso alle Nostre cure. Non temete per la gioia
serena della vostra vila, quasi che l'im:ito alla pe-
nitenza voglia stendervi un velo di cupa tristezza.
Tanto ne è lonlana il rimzegamento di sè, che an:::i
è co11dizio11e i11dispe11sabile del/'i11ti111a letizia, de-
stùwta da Dio ai suoi servi quaggiù. E Noi con la
medesima ansia e sollecitudine, che Ci brucia il
cuore per la vostra corre:::ione, 11011 dubitiamo di
esorlari·i co11 l'Apostolo S. Paolo: Siate sempre
lù•ti nel s,:gnore: <• Gauclete in Domino semper;
iterum dico, gaudetc >> (Phil., I\\", .+),
In questo spirito .Voi spesso abbiamo levalo /11
iYostra voce in favare degli indigenti e degli op-
pressi da inique condizioni economiche, miseramente
privi a11che delle cose più necessarie alla vila, in-
vocando e promove11do una più Pffelliva giustizia.
.\\Ja nella vi.sio11e cristiana di uria società dove la
ricchezza sia meglio distribuita, trovano pur sem-
pre poslo la rinunzia, la privazione, la sofferenza,
retaggio inevitabile ma fecondo quaggiù. E il godi-
mento più intenso, che valga mai a gustare o a de-
siderare un cuore sulla /erra, sarà e dovrà essere
sempre superato dalla speranza della futura e per-
fetta felicità: << spe gaudentes 1) (Rom., Xli, 12).
Sostituite, invece, la concezione materialistica del
morulo, nella quale il benessere viene sognato pu-
fetto e compiulo in terra, come termine e scupo ade-
guato della vita, e vtdrele l'aspirazione alla giu-
stizia dii'enire spesso ciao t>goisma e la co11seg11ita
agiatezza una corsa i•erso l'edonismo.
Ora appunto l'edo11is1110, cioè la ricerca afja1111osa
di ogni godimento terreno, lo sforzo esasperato di
conquistare quaggiù r ad ogni cos/o la felicitò in-
tera, la fuga, come da somma sciagura, dal dolore,
l'affrancamento da og11i penoso dove·re; tutto que-
sto rende la 1,•ila triste P qnasi insoppor/abile, per-
chè scava intomo al/o spirito tm 1.mo/0 mnrtah•.
Non altro indica il prese11IP moltiplicarsi di gesti
i11sa11i di ribellio11e alla vita e tll mo Awore, per-
chè cou a11ticrislia11a pretesa si i•uoil: da essa esclu-
dere ogni sorta di palimeuto.,
Saper sopportare la vila! E la prima penitenzn
di ogni cris1im10, la pri111a condizione e il prùnu
mezzo di santità e di santificazione. Con quella
rasseg11azio11e docile che r propria di chi crede i11
rm Dio giusto e buono, ed in Gesù Cristo maestro e
guida dei cuori, abbracciate con coraggio la spesso
dura croce quotidiana. A portarla co11 Gesù il ·wJ
peso diven/a lieve.
Jlla le condizioni singolarmente gravi dell'ora
presente sospi11go11fJ i cristiani, se mai iu passato,
oggi sopral/11/lo, a dare in compimento di quel
che manca alla passione di Cristu (cfr. Col., 1,
24), 11011 solo per desiderio di riparare sempre me-
glio al malfatto e per dare segno più certo e prova
più sicura della sincerità del loro ritorno, ma anche
per concorrere alla salvezza di lutti i redenti.
A tal fine, tutti i crisliani, penitenli ed ùmoce11li,
affratellflti ne/l'ù11e11zio11e e Tle!l'apera di una espia-
zione salutare, si uniscano al supremo Pastore delle
anime ed unico loro Salvatore Gesù Cristo, l' .dgnella
del sacrificio, che toglie i peccali del mondo. Egli
è là, sui 11ostri altari, a rinnovare i11 ogni ora il
sacrificio del Golgota...
Le sofferew::e, accettate con cristiana e iio/011-
terosa rassegnazione o /ibemme11te e generosa-
mmte scelte, ridoneranno un volto cristiano alla
umanità decaduta e saranno nelle bilance della giu-
stizia divina 1m salvificr• conlrappeso agli uma11i
delitti. .
172 -

2.4 Page 14

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DALLE NOSTRE
MISSIONI
EQUATORE
Terra incantevole.
Parlanclo clell'Equatore facilmente lo si con-
fonde con la linea equatoriale, oppure si ha la
pallida idea di una minuscola nazione sperduta
nelle lande selvagge dell'America: una naziont:,
ignota nella sua gloriosa storia e nella esuberante
\\'italità del suo popolo.
L'Equatore im·ece si può, con giusta ragione,
chiamare la « Svizzera Americana» per tante sue
somiglianze con la Svizzera europea.
l\\lassicci giganteschi di ogni forma e dimensione
si innalzano superbi e fieri; monti coronati di
nevi sempiterne luccicano sotto un sole sfolgo-
rante; tavolati di altipiani sterminati e prati sempre
verdi su cui aleggia una eterna primavera; ,'Ulcani
ardenti torreggiano imponenti con il loro pen-
nacchio di fumo bianco-nero nell'immensità az-
zurra; creste di rocce dolomitiche spaziano cer-
cando l'infinito; catene dentate di montagne gra-
nitiche e brulle vegliano le misteriose vallate an-
iline dove scrosciano fiumi impetuosi, spumeggianti
sotto il tormento di un sole tropicale; ni\\'ee ca-
scate d'acqua; ameni e placidi laghi; ridenti col-
line; campi ondeggianti di messi mosse dalla
dolce brezza equatoriale; conche di terre fertili
dove si cullano sorridenti, inondate dì sole, tra
l'olezzo dei giardini in fiore, le graziose cittadine
di Ibarra, Quito, Guayaquil, Ambato, Riobamba,
Cuenca, Loja: città costruite con arte alle quali la
grande e cristiana Spagna infuse il soffio 1•iyifi-
catore della sua cil'iltà.
Clima.
L'Equatore è un vero paradiso terrestre ri-
spetto a<l altre regioni a clima completamente
tropicale. Non è un inferno come lo si crede co-
munemente. Solo alcune zone del suo estesissimo
suolo hanno un clima malsano, paludoso, caldo
e umido.
Il calore è ben marcato _dove la depressione è
assai notevole: raggiunge il massimo di 40 gradi.
Ma l'Equatore gode di tutti i climi possibili
e immaginabi)j: dal pil'.1 caldo al più freddo, con
zone intermedie fresche e primaverili, do\\'e la
1·ita e l'attività umana si possono s,·iluppare
molto be11e nelle loro molteplici forme.
EQUATORE • Seggiovia di fortuna improvvi-
sata per supera.re gli abissi dei grandi fiumi.
La costa del Pacifico ha un clima tropicale mi-
tigato dai venti del mare, in generale sano.
La parte montagnosa, cioè la regione formata
dai due giganteschi bastioni che corrono paralleli
e da sud a nord, gode <li una varietà di climi cht:
difficile enumerare. 80110 tutti sani ed assai con-
facenti al benessere dell'uomo.
L'altra immensa zona che declina verso la
conca amazzonica, cioè l'Oriente equatoriano, è
influenzata da un clima eminentemente tropicale,
solo in poche parti malarico.
Tutte e tre queste regioni naturali dell'Equa-
tore hanno due stagioni più o meno definite: la
stagione delle piogge torrenziali che dura quattro
buoni mesi; la stagione della assoluta siccità che
comprende il resto dell'anno.
L'Oriente è la parte più piovosa e umida del-
l'Equatore.
Sterminate pianure <li pantani rivelano le più
accentuate depressioni del terreno.
Abitanti.
Questo lembo di terra è abitato da varii popoli
<lifferenti di stirpe, lingua e tradizioni.
Vi,·ono uniti, ma solo apparentemente; in pra-
- 1 73

2.5 Page 15

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tica cia~cuno è geloso della propria libertà e in- l'a11ama Flats li fabbricano csclusi,·amcnte loro
dipendenza e porta st·co, dovunque vada, le pro- in centri di produzione assai atti\\'a, come: Cuenc:1,
prie tradizioni.
Canar, Jipijapa, Otavalo.
nomina per lo piti l'elemento spagnolo. li Qu.est'ultima si può considerare cumc l'emporio
resto della popolazione si riduce a un discreto principale del commcrclCI degli Indi. Ù: una bella
numero di Indi, discendenti dagli antichi lncas. e graziosa cittadina, d1fosa, come da bastioni gi-
e Frammisto a questi il tipicamente conosciuto gantesd1i. dai vulcani che la circondano. Ri~pcc-
indio creolo, il meticcio cd il mulatto, con parti- chia le sue case in ridenti cd amene lagune e
colari differenziazioni somatiche e psichiche. rn piscine naturali, che sono una grande attrattiva
numero considerevol.c 11nchc la razza camitica che pei tll risti.
abita di preforenza le regioni più calde del suolo
equatoriano.
L'indio è generalmente superstizio:;o, ma però
Ascensione al vulcano Sangay.
assimila la civiltà quando possegga i mezzi ncc,:s- Una delle merangl11: dcll'Equatorc e il rnlcano
sari. TI loro gusto estetico é bene sviluppato: San~ay, il più bello e attirn del mondo. Ì~ situato
amano lo sfoggio nell'abbigliamento personale e nel nostro Vicariato e misura un'alt<•zza di
un certo qual lusso in molte cose.
5500 m. sul livello del mare.
La moda moderna, che si è infiltrata un po' Pochi si azzardano a scalarlo direttamente,
dappertutto, è penetrata anche tra loro. Se ne contentandosi i piì1 di contemplarlo mac,-toso e
vedono già vestire come l'europeo o l'americano: impom:ntc a grande dis1anr.a. :--:on rìpos,1 nè di
portano p.int.1loni, camicie, cmvatte di vivi colori, notte nè di giorno... Crepitano le montagne cir-
scarpe, c.ippello. Adornano le loro dita con anelli costanti cd un pennacchio di fumo nero e di ce-
d'oro e orologi costosissimi. Le donne ostentano nere ,1vvolge l'atmosfera circostant<· lanciando
..,
piÌI anelli in ciascuna delle dita delle ma.ni, re:-idui a trecento e piìt chilometri di di~tanza.
orecchini wn perle e ùiamnnli che abbagli.mo la li Sangay è la sentinella vigile della selva m1lle-
vista, collane ùì oro ma..<s~iccio e d'argento. Scm- naria. è il gigante macqtoso dell'Oriente Equato-
hrano tank piccole regine durante le loro fr~,c riano.
tradìz111n,1li. Gli lndiì sono un po' timidi con D.i dttt· settimane qut·sto colosso era cnlrato
gcnk straniera e mantengono un certo riserbo in una fa~c di auivi1:1 mai ,;sta da trenta anni.
,:on tutti. \\ nono d1 prerl•rcnza nei campi; pochi È un cono perfetto. l'er arrivaffi biso~na vincere
in città. A compenso delle vanità della mnda una lunga serie <li barriere o contrafforti, superiori
manifc,;tann molte lode\\'oli virtù.
ai 4000 m.
~0110 1nod,:st1 e riservati, specie le donne.
Il 22 marzo, fatti i convenienti preparati\\ i mi
ì\\knano poi una scmplicita di vita primitiva che arrischi:ii all'impresa: hcne equipaggiato, ma senza
shalonlisce il fort'stitm. Sono assai frug;1)i, di guida, con cinque indi car.~mlores incominciai la
co;;tu1111 buoni e morigerati. '.\\folti <li loro sono scalata.
ottimi cru,uani e pratil·:mo la religione con un Furono sette gioni dì lotta. Il secondo giorno
senso d1 n·sponsabil1ta lak da dar lezionc a tanti era a soli 10 km.; ma non potei prosq~uire dal
altri
fianco occidentale, a rau~ dei muraJ?lioni per-
Assai ditluso fra loro, il culto dei trapa.c:"ati. pemlicoh\\ri, la cui 11ltczr.a giunge\\'a a n·ntinai;l
Gli lndii di Otavalo, per c:-empio, sogliono rin- d1 metri! Dovetti girargli intorno alla dist,tnza di
chiudere nelle bare, o collocare nella fos.-<a, dcn11ro parecchi chilometri varcando montagne e valli,
ahh1>ndantc e viveri chl· essi credono necessari attrawrsandn fiumi l' seguendo la cresta di alte
per il luni,:o viaggio dell'eternità. Vestono i cada- \\'ettc che si ergevano com;; spade aAilak sorgenti
veri di un abito nuovo e lo coprono con altri d;1gli abissi. Solo cosi potei e\\'itare l'ostaclllo mag-
drappi di valore. Quando hanno un ammalato in giore inaccessibile agli stessi campioni ddl'al-
t.-m;;i, s,cntrano un porcellino d'India credendo pinismo.
che i dolori e il male stcs~ ddl'ammalatc> passino Nd pomeriggio del 26, accompagn;lto da soli
nelle.: v1s~cre del povero animale. Non vogliono la- due uomini, fissai le tende sull'ulttmo contraf-
sciarsi prendere fotografie perche le credono causa forte che battc;r,zammo vetta « Don Bosco»:
<li morte prematura.
4600 m.
Nei giorni di feste o di mercato gli sposi stanno li vulcano era avvolto in un denso mare di
scmpre a.«sìeme. Quando l'uomo da solo o in nubi. .ì\\la I suoi ininterrotti boati pcrcuore\\'ano le
compagnia dt"gli amici prende delle bibite: alcoo- nostre orecchie, mentre migliaia e migliaia di
liche, la moglie se ne astiene per poterlo accom- pietre arroventate volavano per l'aria, alcune
pagnare a casa se si ubbriaca.
vicinissime alle nostre tt·n<lc.
Gli Indii commerciano coi loro apprezzati ar- Sull'imbrunire, ci sorprese un forte temporale.
ticoli di tt.-ssitura di lane finissime, celebri ormai 1\\1a, alle dieci di notte, una scossa straordinari'.1
in molti mercati di America. I pregiati cappelli che si ripercosse per tutta la montagna, squarciò
174 -

2.6 Page 16

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le nuvole, e dalla tenda potei contempla.re il
Sangay in tutta la sua maestosa grandezza, sotto
un cielo azzurro, trapuntato di milioni di stelle.
Era una colonna di fuoco di duemila metri di
altezza, mescolata a migliaia di pictr.: di smisu-
rate proporzioni e lanciate come leggere piume a
distanze inca.lcolabili.
La lava formava un vero canale d.i fuoco e
metallo liquido che, raffreddandosi, si trasfor-
mava in pietra dura e porosa.
La selvaggina che abbondava nei dintorni è
ormai perita completamente.
Di mattina mi trovai vestito di bianco: un sot-
tile strato di cenere mi ave,·a ricoperto tutta la
veste.
Dalle falde dei contrafforti potei scorgere sor-
genti di petrolio, di acque termali e di a.eque mi-
nerali medicinali.
11 27 celebrai la Santa Messa alle falde a
4800 m. sotto una roccia, ad un altarino improv-
visato. Subito dopo, nuvoloni neri avanzarono
dall'Oriente minacciando tormenta. Coi miei fe-
deli cargadores mi affrettai a scendere. (Conti11r,aJ.
Sa.e. ISIDORO FORMAGGIO
P.fissionario Salesia110.
TNOTA
D agli orrori delle deportazioni al-
l'Istituto delle Figlie di Maria Au-
siliatrice.
Nella festa dell'Epifania u. s. due giovani po-
lacche fecero la professione religiosa nel Novi-
ziato indiano delle Figlie di Maria Ausiliatrice di
Kotagiri, alla presenza del Rev.mo Don Feclri-
gotli, in visita straordinaria alle Case dcli' India.
Per quali vie la Vergine Ausiliatrice le abbia
condotte fin laggiù, a iniziarvi la vita religiosa
salesiana e missionaria, lo dicono le commoventi
memorie scritte da una di loro, con cuore tr.i-
boccantc di riconoscenza.
È una lunga odiss.:a di sv.:nture illuminata
tLilla fede, apt:rta nel febbraio 1940 col rapido
intimato esodo dal paese nativo, insieme a tutta
la gente del luogo, la-,ciando l'agiatezza della
casa per raggiungere, parte in islitta, parte a piedi,
tr.t la campagna sepolta nella neve, la più pros-
s ma stazione ferroviaria. Poi su carri-bestia.me,
il lugubre viaggio verso la Siberia. Quindici
g iorni d'ininterrotto percorso, tra fame e soffe-
renze d'ogni genere; e l'arrivo della comitiva
decimata, alla gelida steppa, per proseguire fino
al limite della foresta ai due squa.llidi Campi di
concentramento. Là, nell'asprissimo inverno si-
beriano, i lavori forzati fino a sera nei boschi fra
scarsissimo cibo e molte lacrime; ma fede e pre-
ghiera, sempre.
L'allora fanciulla dodicenne vide, pochi mesi
dopo, morire di stenti il babbo, mentre quasi su-
bito anche il fratello maggiore veniva strappato
a forza da.i suoi cari.
Nd giugno 19+1, una nuova improvvisa par-
tenza causava lo smarrimento della sorella mag-
giore, mentre girava per la campagna a cercarvi
<iualcosa <la mangiare. Poi un altro asprissimo
viaggio d'un mese fino al Turkestan; altre e più
dure sofferenze, condizioni di vita quasi impossi-
bili, durante un lungo e tragico anno. Nell'ago-
sto 1942, ancora in viaggio per la Persia: nuove
avventure, nuovi dolori nella sosta a Teheran,
segnata dalla morte di un'altra sorella. E infine,
con la fa.miglia ridotta ormai alla mamma e a
un fratello di dieci anni, un ultimo trasferimento
a Karachi nell'lndia.
Qui l'attendeva l'_\\ usiliatrice col suo dono di
grazia. E qui, l'incontro con l'altra giovanetta
connazionale, che ave\\'a avuto le stesse vicende,
gli stessi dolorosi vuoti nella famiglia, ed era so-
stc1mta da eguale sentimento di fede e d'amore
alla l\\Iadonna, affennato con prove di eroico co-
raggio, anche nella strenua difesa della sua tanto
cara medairlia
Nel C~po. di Karachi le due giovani vissero
insieme la loro fervida , ita di pietà, prcn-
dtndo parte alle funzioni religiose, al canto sa-
cro, al fiorire dell'Associazione delle Figlie di
Maria, ed ebbero gli stessi ideali di consacra-
zione al Signore. Ma dove?... Come?... Uno ze-
lante Coadiutore Salesiano polacco, internato in
qud medesimo Campo, fu lo strumento di cui
si servi la Vergine Ausiliatrice per aprire la via
della sua Casa alle due giovani tanto provate.
Gli ostacoli non furono pochi: difficilissimo il
pcnnesso d'uscita dal Campo, e non meno arduo
il doloroso distacco dalle due povere madri. Ma,
con l'aiuto del Signore, cutto fu Sltperato; e il
15 settembre 19+6 le due giovani iniziavano nella
Casa Ispcttoriale di Madras la loro prima for-
mazione religiosa, che doveva condurle poi alla
meta tanto desiderata.
Ora, già in pieno apostolato missionario, bene-
dicono la bontà divina, cercando di trarre dalle
passate csperien7,e di dolore un più fervido im-
pulso d1 operosa carità.
BRASILE - MATO GROSSO
Tupan. - Il primo lustro dell'Opera
Salesiana.
AmatissimfJ Padre,
e Forse la prima volta che appare sul Bollettino
il nome di questa Casa. Appartiene all'lspettoria
S. Alfonso del Mato Grosso, e fu aperta dallo
zelo apostolico dell'indimenticabile Ispettore
- 1 75

2.7 Page 17

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Don Carlctti, che consumò 111 questo vasto campo giomo festirn cittadmo il 2+ maggio, e dedicò
LUtte le sue forze. Tupan ~ una nuova cìttadina a Don Ilosco una delle pii., h<•llc piazze della
bra<;iliaoa, a nord dello Stato di S. Paulo. ::forge città, nel cui centro sorgerà, per volontà del po-
su ùi un ferule terreno, un giorno tutto fon·sta polo, un monumento a Don Bosco, ad imitazione
brasiliana, ora abbattuta per dar luogo a vasti di quello della piazza \\ !aria Ausiliatrice in To-
campi ùi cotone e caffè. Tupnn è nome indigeno: rino.
vuol dire i, Dio grande~- Qui infatti abitavano Ci benedica, amato Padre, e preghi perchc
varie tribù di Indi, delle quali si riscontrano possiamo compiere bene la nostra missione.
ancora le vestigia. Noi v1 fummo chiamati dal
nostro Vesco\\'O \\Ions. Enrico ~Iourao, ,·era
tt-rnpra di apostolo, il quale volle i figli di Don
Suo aff.mo in G. C.
Sac. TO:\\IA~ GlllRARDn.u,
Bosco m città, prima che l'infestassero i semi-
Jfissio11ario Salesiano.
natori di zizzania. Cosi nel 19+4, sotto la
protezione di Maria Ausiliatrice, Don llosco
aperse i battenti della sua casa ai primi gio-
rnni, che .iumentarono fino a raggiungere oggi
SlA)l
il bel numero di quasi seicento. La casa ha
anche un fiorente Oratorio festivo, frequentato
Festa bianca nella casa dei ciechi.
ùa più di 200 ragazzi, figli degli operai dc·lle
fabbriche vicine, e un artistico Santuario de- Le Figlie di l\\laria Ausiliatrice lraMo raccolto
dicato a \\(aria SS. Ausiliatrice, che attira quo- i primi frutti di due anni di la\\'OTO e di sacrificio
tidianamente folle di fedeli. Annesso alla casa nella non facilt: opera di assistcn1,.'l ai fandull1
funziona l',\\spirantato. L'Ispettore Don Borra ciechi di Bang Kuk, nella fcst,1 dell'Immaco•
lo volle in questo terreno propizio per le vocazioni lata u. s.: tre Battesimi, sette prime Comunioni
che sbocciano numerose nelle buone famiglie tli t: Cresime. Il Rev.mo Don Bellido, allora in v1-
emigrati, ancora gelosi dei huoni costumi, portati ~ita alle Case del Siam, celebrè, la santa l\\h;t,;;a
dal focolare natio. La casa ha compiuto i suoi ,;olenne, cantata li\\ tutre le sue parti dai fanciulL
primi cinque anni di vita. E, grazie a Dio ed alla l", ,il termine, amministrò il santo Battesimo a
Vergine Ausiliatrice, possiamo dire che i frutti dul· sorelle maesln: nell'Istituto e a un bambine,
spirituali sono consolanti: aumento della pietà cieco.
eucaristica, conversione e battesimi cli adulti. :-.Jel pomeriggio S. E. Mons Chorin, \\·escovo d1
Questa zona ospita più di 130 mila Giapponesi. Bang Kok, il quale per la prima rnlta onora\\'a
Kella Pasqua dell'anno scorso, 10 gic)\\"ani giap- con la sua prc;.cnza la piccola Cappella ddla
ponesi, appartenenti all'esercito brasiliano, rice- Casa, accolto dal canto ddl' Fra Sarerdos, am
e vettero il santo Battesuno. 11 popolo devotis- rninistrb la Santa Cresima. I fanciulli misero
simo della Vergine Ausiliatrice e di Don Bosco. tutta la loro anima cntusia~til c sensibile, mcnll·t.:
Basti dire che la Camt·ra l\\1unicipalc decretò due <li loro, pure ciechi, i11 ,·cste e rocchetto,
prcsta\\'ano inappuntabile servizio al-
l'altare. I neo crcs1m1ndi, raccolti e
dern11 nei loro candidi abiti, erano
compresi e commossi del grande
dono loro concesso.
Dopc> la Benedizione Eucaristica,
S. E. presiedette unn breve accade-
mia ,.-~primendn l.1 sua sorpresa e
vi,·is.<;ima compiaccnw.
La « festa bianca», come la chia-
mano, la~ciò veramente una candida
scia di luce in tutti lJuei fanciulli
an-olti nelle ombre della cecità. Il
piccolo battezzato del mattino, mentre
coi compagni, al termine delia gior-
nata, cantava la lode " Andrò a , c-
derla un dì... ,, interrompendosi come
colpito da un'1mpro\\"V1sa ri, elazionc,
esclamava: Oh, cht• gioia!... .\\'011 m.·et·o
SIAM • La Rc11inu Ramp bal. di pai,""g1lio per Bang Pong. ricevuto l'om•u10
delle allieve delle Figlie dj Maria Auslllalricc e dcgll alunni del nostro Colle,clo,
•i lntraujcne co l Dir-Oltore intcrc~san<.losi a.tT~\\biln'U!nt~ delle Opt!rc Salcilane..
mai pmsatn che in Paradiso tuJ11 sarò
più ntro e potrò n:t!Me b('!Je la lta-
d,mna!

2.8 Page 18

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.\\llri, ancora catecumeni - perchè la prO\\ :1
l0he precede il Baues11no non è hren: si sono
infon·orati maggiormente nel desideno d1 divl'-
nire cristiani; e studiano con nuo,·o ardore 11
loro lihro di Catechismo, scorrendone con le dir 1
la scrittura in sistema Rraille. Alcuni rivelano
una pietà singolare, nelle frequenti visite in Cap-
pella, nel canto dolcissimo delle lodi sacre, e
nella de\\'ozione alla l\\ladonna, ripetendo la re-
cita del Rosari() perfino cinque o sei volte al
giorno.
Queste le speranze e le promesse che illumi-
nnno la Casa dei Ciechi di Bang Kok, e irra-
diano la loro luce anche su tutta la .\\Iissione del
Siam.
CH,\\CO P.\\R.\\Gl.J \\YO
Progressi consolanti.
..l.111atiss-1mo Padre,
Con sommo piacere le in\\'io queste righe p~·r
infonnarla del progresso delle opere in qu<:sta
.\\lissione e Yicariato .\\postolico del Chaco Pa-
raguayo « Maria Ausiliatrice 11.
Per grazia di Dio e la protezione ddla no~tra
cdestc Madre, l'intenso lavoro dei nost ri mis-
sionari nell'anno 1949 i: stato coronato da un esito
confortante.
Il \\"icariato .-\\postolico, che comprende il "ord
dd Chaco e gran p.1rte dell'Est, come potril
n:dcrc dalla cana geografica, ha una superltcie
approssimativ:1 di , 70.000 kmq., ed è bagnato,
ad oriente, per una lunghezza di 750 km., dal
Rio Pamguay, sulle mi rive si trova•10 le prin-
cipali cittadine ,. \\ 11lt>ggi ;1bitati.
Il Chaco è una 1mmens:l pianura che discende
sensibilmente da o,cst a est a tot:a\\re il gran Rio,
tra lt' periodiche l'ltcrnati,c delle grandi secche
e delle impetuose inond;tiioni; sicchè la \\'ltil n,-1
cuore del Chaco è poco men.o che 11nposs1bilc,
anche per la mancanza :t.%<>1uta di acqua dolce:
la maggior parte dei pozzi hanno acqua salata.
I piri:::alos, o grandi la$tunc, consen·ano l'acqua
piovana per un certo tempo; però, 4ua'ldo H·n-
gcmo meno le piogge, si seccano.
La zona centrale, tra i paralleli 21" e ;q0 ,
come una gran fa'lcia di 300 km. di fronte e J'iO
di profondità, con orientazione da sud-est a nu ·d-
O\\'CSt, forma la grande rc•gione dei boschi di
q11ebracho, pt:r l'estrazione del tannino, chl· s1
l:1rnra 111 quattro grandi fahhriche installate presso
il Rio Paraguay. Alternati con i boschi si incon-
trano unmensi palmizi le cui foglie, con un fa.
cile procedimento, danno la cera n:-gctak, d1
molto rnlorc.
SIAM • Olovnnl che rlcevcuero Il lla11eslmo e fecero
la prima Comunione du.notc la fesm di Don Bosco.
Gli t"tla11.fit-ri, che fanno allc\\amcnto di lw-
stiamc, sono numerosi, e i loro c:ampi, con ba ,e
al Rio Pamguay, si estendono nell'interno dd
Chaco \\crso ovest, per circa 200 chilometri, cio&
tin dove si può lroyare acqua e pascoli.
Veri nemici dell'uomo 111 qul'sta rrgione, oltre
,11 grande calore che supera 1 4 3 ~radi all'ombra,
oltre la mancanza <l'acqua e di commestibili fre-
schi (verdura, frutta, ccc.), sono sciami spaH·n-
tcvoli di mosche, di quattro o cinque dassi, che
si danno il turno per non la'lci11.rri m pace. Sono
molto pcricolosc le sei o sette specie di vipere
\\·eleno~c, sen1a contare il hoit stra'1gofatore, che
abbondano in questi boschi. ,\\Itri nemici <h I-
l'uomo e del he;;ti:>me sono le tigri o _vag11arct1,
che, spcci;1(ml'nte in tempo di secca, si an 1c1-
na'lo alle ah1ta:t.1oni in cerca di alimento e di ac-
qua. Hanno una forza straorJmaria t con molta
facilità 11mmazznno un ca\\ allo o un bue. Bisogna
usare le urmi rontro questi animali, e con molta
precisione, p1>ichè difficilmente si s.tl\\'a la \\ Ila
chi sbnglia il primo colpo contro di loro.
Le quattro fahbriche che sfruttano i boschi di
quebracllfJ appartengono a Ji:;tintc imprese: un,1
nordamcru:ana t tre arg. ntin~. Que,;te 1mprc:-e o
compagntc seguono mtte In sn·sso sistema nei
loro affari. Esse sono paJrnnl, dl'lle loro terre,
- 177

2.9 Page 19

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ùei loro boschi e delle ca'le dei villaggi dove
vivono gli operai, degli edifici piccoli e grandi,
delle nostre chiese, delle case delle suore, dcl-
l'llllica bottega, dell'unica macelleria, dell'unica
panetteria, dell'unica latteria, ccc. Son veri pi.c-
coli @ grandi feudi, e poichè vi affluisce la po-
polazione, dobbiamo trovarci anche noi, con le
nostre residenze missionarie, che sono molto ri-
spettate e aiuta.te dalle autorità delle fabbriche.
In questi piccoli porti industriali, le direzioni
hanno costruito le nostre chiese e le nostre case,
e pa':lsano una quota mensile in danaro per il
mantenimento dei missionari e delle suore. Di
più, in alcuni posti noi abbiamo messo parte del
nostro per migliorare un poco gli edifici, però
abbiamo sempre edificato in terreno altrui poi-
che le imprese non vogliono, per il momento, ne
vendere, nè regalare.
Quattro delle nostre residenze missionarie si
trovano presso queste fabbriche; ma quella di
Fuerte Olimpo è invece in una zona libera, che
non ha, cioè, nessun padrone.
Le quattro residenze missionarie delle fabbriche
sono, da sud a nord:
1) Pt,erto Pi11asco, con 8000 abitanti e 500
indi che vivono nei loro toldì, nelle vicinanze del
paese, lavorano nella fabbrica come portatori di
sacchi e attendono alla manutenzione delle strade
del paese.
2) Puerto Casado, a 71 km, al nord di Puerto
Pina<;Co, con 7000 abitartti, e circa 600 indi.
3) Puerio Sas/re, e 32 km. sopra Puerto
Casado, con 6000 abitanti e 500 indi.
+) Pue-rto Guaranl, a 120 km. a nord di
Puerto Sa-,tre, con 3000 abitanti, e pochissimi
indi, i quali ricordano ancora lo sterminio dei
loro antenati in questo porto, e per questo non
vi prendono dimora.
Fuerte Olimpo è a 32 km. a nord cli Puerto
Guaraul, conta 3500 ahitanti e pochi indi. Quivi
ognuno è padrone delle sue terre e della sua ca'>a;
vi è molto sviluppato il commercio, e c'è libertà
di azione. Il grande missionario che fu il nostro
Don Livio Farina iniziò sulla vetta di uno dei
colli che circondano Fuerte Olimpo la costru-
zione di un santuario a Maria Ausiliatrice, tutto
in pietra. Per molti anni l'opera rimase ferma
per mancanza di mezzi; ma adesso, con l'aiuto
della l\\fadonna e delle anime buone, speriamo di
poterlo terminare.
Ciascuna delle cinque cittadine ha LLna bella
chiesa, (Fuerte Olimpo, in costruzione), e sono
state erette in cinque quasi-parrocchie dedi-
cate: Pueno Pinasco al Sacro Cuore; Puerto Ca-
!<ado a San Raimondo; Puerto Sastre alla Sa,; ra
Famiglia; Put.:rto Guaranl a San Pietro Apostolo;
e Fuerte Olimpo a i\\laria Ausiliatrice.
La nostra opera ID1ss10naria importa: 1) l'assi-
stenza alla popolazion<: civile; 2) l'assistenza agli
ahbattitori del q11rbradzo che Yivono in mezzo
ai boschi per mt.:si e anni; 3) l'assistenza agli indi
che vivono sotto le tende nei dintorni delle cit-
tadine i cui uomini in gran maggioranza lavorano
nelle fabbriche ùi tannino.
Rispetto alla cura delle popolazioni civili, si
svolge lo stesso lavoro che si suole fare nelle par-
rocchie. Si sono formate o si stanno formando
le diverse branche dell'Azione Cattolica, si cu-
rano le confraternite e arc1confraternite, si fanno
conferenze settimanali agli operai, si preparano
le prime Comunioni, si tiene Oratorio quotidiano,
e aUa sera si fa Catechismo, si visita l'ospcùale, si
curano gli infermi, ecc.
Qua11to .ai boscaioli, il missionario li visita perio-
dicamente, servendosi degli augusti scartamenti
d1 ferrovia che i;i internano f ·a i boschi per por-
tare alle fabbriche i tronchi di quebradzo. Deve
portarsi la sua branda pieghevole, l'indispensa-
bile zanzariera, l'altare portatile e qualche com-
mestibile...
Per gli indi, dove c'I: personale, un sacerdote
viene espressamente incaricato della tolderia. Si
è già ra,::colto molto frulto durante l'anno scorso,
con l'aiuto del S1gnore !
A Puerto Pinasca, più dt cento, tra ragazzi· cd
adulti, assistono giornalmente al catechismo, che
finora si e sempre fatto all'aperto per mancanza
un locale adatto lo stiamo costruendo.
A P11erto Casado, sono 230 gli indi che ricevono
l'istruzione religiosa. Abbiamo già avuto batte-
simi, cresime e matrimoni fra di loro. Questo
Porto ha ricevuto l'influsso benefico degli indi
Lengua~ della nostra antica missione di Napègue,
perchè si sono trasferiti qui nella quasi totalità.
In più, a Pucrto Casado lavorno le Figlie di
Maria Ausiliatrice, che stanno realizzando un'opera
efficace, sia fra le raga·~ze civili come tra le in-
dia11e. Queste ultime frequentano le scuole di
religione, di cucito, di ricamo, ecc. Qualche ra-
ga·tza india frequenta già le scuole pubbliche as-
sieme alle ragazze paraguayane.
A Puerto Pinasco la Compagnia ha qua,;i ter-
minato la casa per le suore. Ho già sollecitato
per lettera alla l\\1adre Ispettrice il personale per
questa nuova opera, che sarebbe la seconda nel
Chaco. Spero che la risposta sia affermativa: sa-
rebbe una benedizione per qui:sto Porto.
li vizio principale di queste tribù di Indi è
l'ubriachezza cl1e produce effetti disa.strosi nel
Loro fisico e nd loro morale, poichè favoriscono
la turbercolosi, che tra di loro miete molte vit-
time.
A questo riguardo si sta lavorando specialmente
fra gli indi giovani, e, in alcuni Porti, il risultato
ottenuto è consolante. A Puerto Casado, per
esempio, più di 60 indi che formano varie squa-
178 -

2.10 Page 20

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Jre <li calcio, sport che molto li appassiona, hanno
promesso, seguendo le esortazioni del missio-
nario, di non bere acquavite, e mantengono la
promessa.
A Puerto Sastre circa 60 indi partecipano al-
l'opera catechistica.
La popolazione totale del Vicariato è difficile
calcolarla con esattrzza, però non supera i 35.000
ahitanti. Gh indi vanno, al più, dai 5000 ai 6ooo.
Esiste tuttora al nord del parallelo 21n, tra i me-
ridiani 59n e 60''• una tribù di indi completamente
selvaggi ai quali non ahhiamo potuto ancora av-
vicinarci, denominati comunemente indi Moros.
Usano arco e frecce nei combattimenti e sono
ahilissimi nel colpire con la cachipozra, specie di
randello. Odiano a morte il civilizzato e a volte
assaltano le popolazioni per vendetta o rappre-
saglia. Non s1 lasciano prender prigionieri; e se
ciò avviene, si chiudono in un silenzio assoluto
e muoiono di odio e di tristezza.
Vedremo ciò che il Signore ci prepara fra
queste povere anime, che nutrono tanto veleno
nel cuore! Il giorno in cui potremo sta.bilire con
loro un primo contatto pacifico, sarà un grande
trionfo. L'opera missionaria sarebbe per loro
molto efficace, appunto perchè non hanno mai
avuto contatti con i civilizzati, i quali purtroppo
sono generalmente la causa della loro rovina mo-
rale e fisica.
Il nostro progetto sarebbe di stabilire un'.>.l-
tra n,-sidenza missionaria a Bahia Negra, a 162
km. a nord di Fuerte Olimpo, dove si trova una
popolazione di 600 ahitanti con alcuni Indi.
Aspettiamo che la Divina Provvidenza ci mandi
missionari genuini con molto spirito di sacrificio
e grande amore alle anime. Desideriamo anche
stahilire delle residenza fra gli indi, nell'interno
del Chaco, fino all'ovest.
Presentemente, ho la mia residenza a Puerto
Pina'lco, ad experimentmn; però, non potendo
acquistar terreno, non potendo edificare, non
potendo progettare, senza il permesso dalla Com-
pagnia, ho pensato di trasferirmi a Fuerte Olimpo
dove ho già trovato una casa adatta e dove si
può lavorare con libertà per la glor;a di Dio.
Termino, amato Padre, questa rassegna di
vita missionaria, augurando a lei e agli altri Su-
periori, un felice Anno Santo 1950 pieno di
g,·azia di Dio e di molte opere per la sua di-
vina gloria. Mi raccomando caldamente aUe sue
orazioni, come pure le raccomando questa mis-
sione, dove frequentemente si ripete il nome di
Maria Ausiliatrice e del nostro amato Padre
Don Bosco.
AJJ.mo in G. C.
12-1-1950.
>J1 ANGELO MuzzoLON, Salesiano
Vican·o Apostolico.
INDIA
Dati consolanti della Diocesi
di Shillong.
Dalla relazione annuale di S. E. 111011s. Fer-
rando rileviamo l'immenso ed arduo lat•oro dei
missionari fra difficoltà ed ostacoli numerosi. Il re-
soco11to lo prospetta sotto i seg11e11ti Ire differenti
aspetti:
a) Opere senza diretto scopo missionario.
b) Lavoro di evangelizzazione e {:onsolida-
mento della Chiesa.
e) La Missione cattolica nel clima dell'In-
dia indipendente.
Opere senza diretto scopo .missionario.
Le tribù animistiche dcll'Assam offrono un
terreno propizio per il seme evangelicù. Il pro-
gresso del Cristianesimo, in quest'ultimo secolo,
fra i Lusha1, Garo, Nagas, Khas1, ha dt'I mera-
viglioso. Ma le alte caste e la ma.,;sa Hindù e
l\\Iaomettana, sono rimaste del tutto indifferenti al
messaggio evangelico, a causa della stnittura so-
ciale, religiosa e fisolofica, legata a :;;c;colari tradi-
zioni che si mostrarono finora refrattari~ ad ogni
alt0a concezione o ideale di vita. Perci/1 i Missionari
si rivolsero quasi csclusiYamentc agli ahorigcni. È
nostro dovere camhiare rotta e stahilire contatti
personali con le classi evolute cercando di abbat-
tere le barriere e i pregiudizi che nutrono contro
la religione cri!ltiana. Non siamo conosciuti. L'aY-
venire della C'h1esa in Assam dipende dalla qua-
lità e vigore della nostra vita spirituale e intellet-
tuale e dallo spirito di dedizione e sacrificio al
servizio della gente in mezzo a cui ,·iyiamo. Ab-
biamo quindi curato lo sviluppo di tre Collegi
universitari a 8hillong, che contano circa mille
studenti. La missione cattolica di Shillong è
cosl forse il centro più notcYolc di alta cultura,
dopo Gauhati, sede dell'llni,·ersità dell'As$:i.m.
È vero che i professori laici sono qua,i tutti
non cristiani e gli studenti cattolici sono una
minima minoranza; ma tali collegi, che scmbrc-
rehhero un lusso all'apparenza, sono necessari
perchè ci mettono in contatto con le classi colte
e dirigenti, che hanno bisogno di conoscere bene
la Chiesa, madre della \\'erità, anche nella luce
della scienza, non soltanto attraverso le opere di
carità verso i poveri.
In Gauhati, la <• Don Bosco High School » è
ora frequentata da molti ragazzi delle più distinte
famiglie. Accanto ad essa sorge pure il pensio-
nato ~ Don Bosco» per gli studenti universitari.
Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice in Gau-
hati stanno costruendo un bel fabbricato per
estendere la loro opera alle ragazze della città.
Nel campo della carità, due suore della congre-
- 179

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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ga'l.ionc di C'ri:-to Re, della Spagna, sono andate
a la,orare nel numo ospedale Ji Kohuna, sulle
colline ~aga,;. Koh1ma è la capitale dclk colline
'\\aga,, a 2000 metri sul li,·ello del mare. Durante
la guerra fu tt:atro di feroce combattimento, per-
chè l'a,·anzata giapponL'Se, che mniaccia\\'a di in-
vadere l'India, fu arginata e respinta in Kohima.
La regione Naga fino al 19+7 era monopolio dei
Battisti americani: per i cattolici era terra proi-
hita. Or-.i ,1bb1.uno un sacerdote e due suore, e
aspettiamo il momento d1 incominciare a S\\'Ìlup-
pare l'opera nostra m scuole, ccc. Domandiamo
preghiere affinchè il Signore ci conceda di supe-
r.:irc k· difficoltà e fare del bene fra i Nagas, una
delle più belle e caratteristiche tribù dcll'Assam.
Confinante con i :t\\agas vi è il l\\Ianipur, retto
da un 1\\Iaharaja. Abbiamo anno insistenti do-
mandt· di aprire una mis..-;ione in questo stato, da
, 11lagg1 interi e persone inlluenti. Secondo in-
forfTlaztoni, 6oo cattolici immigrati dalla Birmania
s1 sono stab1ht1 entro i confini del i\\lanipur e
domandauo la visiu1 del sacerdote. ,ì\\la il :VIanipur
i.· ancora chiuso ai missionari, e bisogn.1 aspet-
Ltrt· che le cose ~iano sistemate e che la confinante
llirmama abbm s11perato il pencolo comunista.
Il lavoro missionario propriamente detto.
Fu ostacolato dalla crisi economica, dalla ca-
restia causata dalle eccessive pi()ggt che distrus-
sero il raccolto in alcuni distretti, e da malattie di
forma epidemica. La carità cristinna si prod1gì>
generosamente .i :,ollcrnre tante miserie. l\\la noi
dobbiamo contare solo sulle nostrt risorse: il
GO\\cmo cerca di a,·ocarc a si: l'educazione e
non aiuta più le rnissioni. Il problema economico
sta alla base di ogni cosa, e i nostri cristiani
non possono competere con le altre cla'ISt meglio
organizzate e attrezzate. I protestanti per il
mantenimento delle loro scuole t dei loro pa-
stori, ta,;sano mensilmente ogni famiglia e rac-
colgono una somma tale da non abbisognare più
di ~iuti dall'Europa. Anche noi cerchiamo d1
instillare nei cattolici il dovere cl.i sovvenire alla
Chiesa; ma non possiamo imporre tasse perchè
In massa nostra in generale i: povera.
Dotati come siamo di scarsi mt>zzi e prin d'ogni
aiuto go,·crnati\\'o, non possiamo quindi svilup-
pare le nostre scuok· primarie nei , illaggi.
•\\ quC'Ste difficoltà si dernno aggiungere quelJe
prcn·enienti dalla ,·a,;tità dei distretti missionan.
l 'n sacerdote mi scrive: <• Sono incaricato della
cura spirituale di circa 4000 cattolici, cli, isi in
piu di 60 villaggi, su un ,·a,;to clistrctto monta-
gnoso. Sono solo e giro continuamente a piedi,
a ,·isitare i cristiani. 1 disagi per mangiar.:, dor-
mi re, ,'Ìaggiare, sonn grandi. In aprile 1; ma1?g,1>
le piogge straonlm,me gonfiano I torrenti, spaz-
zano via i tronchi di alberi o di bambù, che
funKono eia ponti. !\\on ::;o quante mite ho do-
vuto atlra\\'Crsarli con l'acqua alla gola. 1\\1.i glt
strapazzi materia.li wno un nulla paragonali al-
l'affii1.ione deU'animo, nel vedere l'abbandono spi-
rituale dei cristiani! •·
Tale è la vita di quasi tutti i nostri missionari.
li tempo buono per girare è così breve! Quando
incominciano le piogge (e l'Assam è uno dei
paesi più piovosi del monclo) i sentieri della pia-
nura sono melma e pon.anghere, il caldo umido
e opprimente, le sanguisughe numerose 10 ag-
guato. Nelle colline Garo I missionari devono cam-
min.ire ore e ore nelle foreste di bambì1 fra erba
altissima: e Dio sa come sono ridotti i vestiti al
tenninc della marcia. I Garo che accompagnano
11 missionario indossano lln solo panno a, fianchi
e non portano scarpe. Marciano cun i sotto le
ce~te cu1wifonni che rncduudono il bagaglio.
Tempo fa anch'io fui colto dalle acque torrcn-
:ziali a Cherrapunjce. In quel giorno caddero
pi11 <li 800 milliml·tri di acqua in 24 or<:, comt
constalatnm() poi dai giornali. Noi dovemmo ar-
rampicarci sulla scalinata di rozzi cd ineguali
g:radin, che intagliavano il ripido monte. Si guaz-
zarn in quclJo che era una ca~cata d'ac4ua. ,\\rrirnti
a ca-m <lurammo fatica a stagnare iJ sangue chl'
sgorgava dalle ferite causare dalle sanguisught·
l\\.11 tronwo in giro nella vallata del Brahma-
putra. Era il mese di febbraio 1949; mt>sc asciutto
e hcllo. Ma in quei giorni uragani furiosi trasfor-
marono le risaie 111 pantani e resero tmpraticn-
lnli I sentieri. I cristiani ebbero compassione Ji
me: collocarono una sedia sopra una barella <li
hambi1 e mi trasportarono di ,-ìllaggio 111 , illaggio,
mentre il missionario guazzava nel fango e ncl-
l'.1cqua. Se racconto questi fatti si è per dare
un'idea dello spirito di sacrificio e di immoh1zione
che animano i missionari in Assam, quando si-
mili casi non rappresentano nulla di straordmano
nella loro vita. La mancanza dei mezzi ci costringe
a sL-gnarc il passo e persino a indietreggiare. ~ l'e-
terno, angoscioso grido dei ~lissionari che si ri-
pett> di anno in anno: «Oh, se aYessimo più ca-
techisti!».
Oltre ai catechisti è necessario aumentare le
stazioni m1ss10naric. Quest'anno ne abbiamo
aperta una a Digboi, il centro petrolifero dcl-
l'Assam; ne stiamo costruendo un'altra sulle
colline Khasi, a l\\Iarbisu. .\\prire una stazione
rnol dire costruire la cac;a per il missionario, la
cappella, la scuola, la casa <lcllc suore e la scuola
per le ragazze, ecc.: in un:L parola far sorgere
tutta quella orga1lizzazionc di opere missionarie
che possono irradiare luce d1 cantà e di verità.
li mis::;ionario allora si adatta a ,·i,·cre in una ca-
panna dt paglia per mesi e mesi, mentre son 1:gl1a
la lenta costruzione e lavom lui stesso. Queste
costruzmni pesano molto sul gia esiguo hilancw
180 -

3.2 Page 22

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della miss10ne e impongono altri sacrifici, ma si cultura. La parola conversione suona 4uindi ostica
va avanti fidando nella Divina Provvidenza.
nelle orecchie degli llindù. Le tribù aborigene
Ringraziando il buon Dio, siamo pure riusciti si trovano, pel momento, disorientate nel trava-
a mandare le suore a Tura, sulle colline Caro glio di aprirsi una via sulla soglia di una nuova
ove si costruisce la casa e la scuola per esse. Le èra. L'antica India ba sempre pregato: ,, Guidaci
suore indigene della Congregazione diocesana, dall'errore alla verità, dalle tenebre alla luce,
sotto la direzione delle Figlie di Maria Ausi- dalla morte all'immortalità ».
liatrice, fanno tanto bene nelle loro scuolctte e La risposta a tale preghiera è nostro Signor
nel girare di villaggio in villaggio per istruire le Gesù Cristo. Ecco perchè noi guardiamo a\\·anti
fanciuJle e le donne.
con fiducia.
Le cifre della statistica annuale ci incoraggiano
La Missione Cattolica nel clima
dell'India indipendente.
a sperare e a lavorare con crescente entusiasmo
per il sublime ideale missionario.
Preghiamo i cari cooperatori che ci aiutino a
Noi abbiamo potuto continuare il nostro lavoro
missionario. Ma non si può nascondere che la
religione cristiana da molti. ancora viene confusa
fabbricare il Seminario diocesano, l'opera pit1
urgente e indispensabile, se si vuole che la mis-
sione diventi Chiesa.
con il potere che governava prima dell'indipen-
denza. Si guarda il cristianesimo come una n:-
Statistica annuale.
ligione straniera. Si ammira e si loda il lavoro Cattolici . . . . . . . . .
so.-Hs
dei missionari a favore delle Tribù delle Colline Sacerdoti (religiosi esteri) .
51
Khasi e Garo. La più alta autorità della provincia Sacerdoti (religiosi indigeni)
2
!
si espresse in tal senso in parecchie occasioni; Suore estere . . .
52
ma solo per incitare la popolazione a seguire Suore indigene . . .
.'\\7
l'esempio e avocare a sè quest'opera di civiliz- Maestri e maestre
396
zazione e di educazione in. mezzo alle tribù Chiese contenenti più di +oo persone .
43
primitive. Noi dobbiamo quindi dimostrare con Stazioni missionarie con residenza
le parole, coi fatti e con la bcneliccn;r,a che la Novi;r,iati per suore diocesane
Chiesa Canolica è universale e non solo euro- :\\'ovizie . . . . . . . .
3
pea, perchè abbraccia tutte le genti e non ,·iene Scuole per catechisti
7
a distruggere la cultura e la vita propria dclk: Scuole superiori (rr1l!P,1;n)
3
genti fra cui vive e prospera.
Studenti . ..
617
Cercheremo sempre di meritarci l'elogio che Scuole medie
12
il 20 dicembre 194S, il Governatore dell'r\\ssam Studenti . . .
1.068
facna aIla Missione cattolica, in una lettera Scuole clcmcnta_rì .
scritta al Vescovo: 1 Durante l'anno passato il Allievi . . . .
3°5
8.274
mio Governo ed io abbiamo avuto il beneficio Dispensari . .
15
della vostra piena comprensione, e quella della Consultazion i .
148.012
grande comunità, della quale, Ella, Eccellenza,
è la guida spirituale. Le siamo profondamente
grati i>. Quel governatore era sir Akbar Hydari,
mussulmano. Ci amava e ci stimava molto. Morì
Battesimi: adulti
in ari. 111/Jrlis
bambini ..
1.880
806
3.482
improvvisamente 11el compimento del suo dovere.
Siamo ancora in periodo di transizione. L'As-
6.168
sam, che rappresenta da sè una torre di Babe'e Comunioni pasquali registrate
:10.703
per la molteplicità delle lingue e per la varietà Comunioni di dern;r,iont .
408.667
dei popoli, cerca di assimilare e fondere tutte M11trimoni .
896
le diverse genti dando loro unità di lingua e Catecumeni
2.987
L,ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, crcno in Ente ì\\Iorale
con Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere l,e!fali ed F-reditrì. Ad e,·itare possi-
bili contestazioni si consigliano le seguenti formule:
Se trattasi d'un [.,egato: , ... lascio ali'Istitltto Salesia110 per le .\\li.isùmi ca11 sede in 1'Qri110 ~ titolo
di legato la somma di Lire ... (oppure) l'unmobile sito ,n ... •·
Se trattasi invece, di nominare erede di ogni sostallZll l'Istituto, la formula potrebbe esser questa:
... Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'lstit11to Sa!e-
sìa110 per le A1issÌ<mi con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene ,1 qualsiasi titolo •.
(Luogo e data).
(Firmr, per e,te.w).
181

3.3 Page 23

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Culto e Grazie
di Maria Ausiliatrice
Gli organizzatori dei pellegrinaggi sono vivamente
pregati di scrivere per tempo e prendere gli op-
portuni accordi col Rettor del Santuario di Maria
Ausiliatrice - via Cottolengo, 32 - Torino (709)
~~---------._.,.____,_______1
mi vidi completnmeme perduto. La morte era incv,-
~ Grazie attribuite all'intercessione di
tabile, imminente. Fu al!orn che mecolsi tutte le mie
forze e, coo una fede che mai avevo a,·uta, i.ridai:
~---------------~ ) MARIA AUSILIATRICE e di S.GIOV. BOSCO
Raceomaudiamo v/twmrntt fri J(ra.zint..i. nei rosi di guart•
gio11e, di .-.peri}fr«re sempre ht11e la malattfo e le rirrosta1r:::e
pi,i importwdr. a di f"J:110re chu1ramante la propria firma.
Sard hnzr, potmdolo, aggiu7'1/erc un urtifa;aw medit'O.
/\\'un ti pubhlirano i11ft-gralmt1tt~ lt rtlazioni di graztt ar1D-
11Ìmr, n firmate collt semplici mh:;io/i
]\\,!aria Ausiliatrice, salvami!•
All'istante I piedi si liberarono dalle staffe, le bisacce
caddero dalla sella. ed io mi trovai fermo sul preci-
pizio. li ca\\'allo cominuò a rotolare e sc-omparve.
Accorse subito la guida, spaventata. l\\li alzai mci.zo
stordito, ma senza nlcuna feritn, ad ecce:,:ionc di una
piccola graffiatura alla faccia. TI miracolo ern evidente!
La MC1donna m1 aveva sah'>ttO da certa morte.
A piedi. per un cammino pieno di fan1-10 e di ciottoli,
pen•cnnt alla misera smmherga. Presi pochi bocconi,
Rotolavo col cavallo verso l'abiss o.
e poi mi gettai su un gelido J?iaciglio, per passarvi la
notte, che fu msonne.
Il 10 .itiugno scorso, destinuto alla Scuola Agricola
Salesiana di Cuem:a, lasciai la mia cara m ssione cli
Sucua e m, diressi a Méndez, dove giunsi ,I giorno
dopo attraverso la indomitn e millennria foresta 01 ien-
rnle.
In questo fiorente centro missionario restai fino al
lunedi, allorch~ riannoda, 11 mio viaggio a cavaUo, ac-
compagnato da un mulattiere, che faceva anche da
guida.
A sera g,à a,·cvo rag-1(1unto la piccola colon,a tl1
All'indomani ero in marcia u piedi per raggiungere
e ,•alrcare la titaruca catcllll <lclle Ande, e, dopo undici
ore di sudato cd es1enuunte camminare, ~iuns1 final-
mente al primo ,•entro ci, ile, Se, illa del Oro.
11 giorno 16, dopo un vial{gio in carro di alcune ore,
mi troYaYo finalmente nella nostra hell., e h>Tandiosa c-.isa
centrale delle M,ssion,. li m:o pruno pensiero fu que!lr)
di andare a vi8itllre la Madonna Ausil;atricc nel suo
devoto santuario. La sua materna bontiJ mi accumP',1-
gned1 sempre nel mio nu,wo campo di apostolato.
Sanw Eleru, <love pcromta, sul nudo cd umido suolo,
C1lt'11ra (Equatore).
nnfrancando alquanto le stanche membra.
AJ di seguente, per tempiss1mo, ahbandonai la ca-
MARCO IlEL"UlAME, Coad. Sa!esia110.
pannuccia che 1ni aveva ospitato e, senza la j?IOia <lella
Comunione e della Me,;sa, giacchè mancava il sacer- Ingoia u no spillone!
dote, ripresi ti lutll!O cd aspro camm no. Ovunque s1
contemplava la selvaggia immensità del bosco, l'orrore La m'a bamh1na Marcella Manfre<l,, alla vigilia dd
d1 abissi senza fondo, interminabili valli, fium, scro- suo secondo compleanno e precisamente il 5 marzo
scianti, ret11li e fiere, e una i.,,amma rnerav1i:liosa di 1949, mcnLTC gio~-ava da s(ll,1, trmalo uno spillone
colori.
fermacapèlli della lun,::hezza di cm. 6 e mezzo, se lo
Verso Je ore 16 del mnrtedì già mi avvicinavo alla pori.ava aIIH bocca e lo 1n1nuugia,·a. Nessuno se n<·
seconda tappa, Pailas, un'altra casuccia d1 ltegno e pa- accorse, ma la piccola lo disse. Sebbene 1n bimba non
glia, sperduta nel cuore della foresta, c1uundo d'im- accusasse <li,;turbi 111 pnrrni ai raggi, e si può imma-
provviso il cavallo scivolò sopra un terribile prt"<'1p1z10 ginare il mo spavento quanto s1 nde lo spillone nell'tn-
e cominciò a rotolnre bruscamente verso l'ab•sso. lo testino! li chirurgo, uno <lei migliori <li Milano, mi
con lui. Jnvano tenuii togliere i piedi dnlle staffe, e ,n- disse che la cosa ern uravissimo e le speranze poche.
vano di liberarmi dall'impermeabile che mi avvolgeva: L'opera:,:ionc era indispensabile, ma come anesretizza.re
l'mesorabile pioggia e il freddo penetrante mi 10tiriz- una bimba di due anni per farle In paratomia? Si do-
z1vano
veva forse d'altra parte, nspettare che lo ~pillonc bucasse
Dopo v,1rie capriole che demmo per oltre 20 metri, l'1ntcst no procurando la peritonite, cosa sicura. dara
~ 182

3.4 Page 24

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In lunµ-hezzn dell(J spillone e le piccole dimen~ioni Li vidi uscir salvi dal finestrino.
<ldl'1ntestmo? li professore propose ili aspettare akun,
innrn·. -.;e) fr.m,·m(>O, dietro cons1gho d1 una Sunr.1
di Maria Au~thatnce, m, rivol~i a S. Gio\\'anni Bosco
t: misi .1ddo~,u alla himha una rd,quta del ~anto.
I.t' Suore prcj,111\\·.tno con fedt', e infuui, ti uiorno dopo,
il prnfe:;sore riusci a far us.:,re m,rncolo!>amentc lo
spillone sen7A'I ,mervemo operarorio.
Hendn puhbhca In ~rnzì.1 .,uspican<lu d:1 S. G1on1nni
Boi;co protezione ~u turtn la m,a fam1J.rhn.
In fode.
L101A MA.'>.SfTTI In J\\.IA'-FRl'l>I.
Il worno z8 M:ttembre scorso, m,o m.,r,to, col no-
stro piccolo G1or11io di aprcl\\3 <J anni, 11 l>ort.lo dd ,.1-
m1on col quale lm·ora, p<:r 111.1asto 1mprovv,so 111!0
ster1.n e sprO\\'\\'ÌSto di freni, p,·rdeva il ,·urn,rndo cd 1111-
d.iv., >1 capovolucrst m un precipizio.
Come descri\\erc lo spa\\·rnto che prorn1, ncll'.u..,i-
stere al disastro? fn"',cai sub110 l'Ausiliatrice e Don Bo-
M:n ~ ,·ursi verso dt loro. t,<l c.-rco che, •1ua,i subito, li
vid, tutti e due uscir fuori dal finestrino sani e suhi.
Xon r,otci fare a meno di pcn.<w'lrc a un mir-•colo e rm-
graz,ai nel mio cuore I due potenti intercessori prfi"''
Pochi giorni dopo la novena...
Dio. lm·io quimli ora un'offerta chicdemlo di far cck-
brnre una sant,1 Messa eh rmwnziam~nto all'altare d1
Ero disoccupato da ,, mesi senza alcuna po~sihilit/t
di tro\\Jre la\\'orn.
l\\laru ,\\usilì,1trin
S11/uggi,1.
Fam1iclia l..<JRl'-1 ,
•\\,·c,·u fatta domanda p..-r un con,·nr,o, l' dopo vari
lll'1<1 non sapevo nncor nulla della pralÌl'a. IVIi rivolsi a
:\\laria Au~Hmmn e a S G10\\;mn1 Bosco e, pochi Mi sento ringiovanita.
dorn1 dopo 3\\'t."f lintt.a la nn\\'c:na, m1 Ycnnc comunil11l0
che fa m •.1 domanda era st.11:1 ;10.:coha e che mi in,·itu-
,·ano o prescnrnrmi p<.'r sostenere la provu scrmu.
F:tttil la prm a, ntrenni <.'sito fa\\'ore\\'ole.
R1nt'.fnzio :\\1.,rin .\\usìlintricc e S. Gio\\'ann, Bosco
.:on .,nnnu profoml.mu,nre grato ddlc )11'11ZÌc che <'.on-
tanuam, ,nte mi con~cdono.
S1·11efrat1.
DoMH~ICO \\'rrn.
li 1(1omo <l~I S . :,..;àrale 11148 fu, coh,l d.a furti dolori
eh•· durarono cnn alrernall\\'e di brc\\'i mterm1ttrnzc
per due mesi fin che fu, portut.t all'osp,·dalc di Puviu
ove I profes~ori m1 fecero l:t di,t.L!nosi: ~'·"·.- nefro. 1 ,.
cakolrn;i. lo non n'SSU\\'O dt pr.-wire ,·on molt,1 faluc1a
S. <~im~mni Bo,ico, c he la pmn.1 notte dc-li,, semm.uu
1<iml t mt appar\\'c rwl sonno, confor1.11\\tlon11 a Rp~1;,re.
I..1 m.tuina su~ct•s..qivà I professori mi tro\\'arnnn
molto rmi::hnr:tt:i e m1 d,~-.ero che sp,,ravunn di poternu
;
Mi sottoposi alla trapanazione del cranio.
fare l'aspon..zinnc ,h ulcun" n>stolc ,. di un rene.
L'otto dicembre 19.l7, ,n ,eh'llÌto ad un fatale inci-
dente fl·rronarin ., Bruzolo (\\',dle dt Susa), riportavo
la fr:tttura ddl.1 ba,., .:ranicu.
Don S., sco, d,c d., anni :.,, """ scelto come m,o pro-
Fui opcrat,1 1I -I ma11J.!10 "H'I con esito idicissm,.1.
A d1~t.mr.a di un ,umo m1 srntn guarita e ringiornn1r.i
e rmw.uio ~- G1ovannt Bo .,·o,
S,1r1111ma L,,,nrl/i,u, (Pa,·1al.
tettore, J.(uiùava all.1 perfezione le m.,ru dd valcnk
chiruri,:o che su di me :1fTrontava la diflki11ssima op~
razione ddla trapanazione del cranio
Dovevano tagliarle due costole.
Ed and1e in ~•·!(t.lito il ::-iuu 111um non c,,ssc,.
Ci potemmo s,~tema.re in cmi, e ,enz.i fatica potei
riprendere le mie uccupazion1 d'ufficio.
Orn, quasi perfettamente J{unrno, nnl!ra,io Don Bo-
,-cn S,mto e l\\Lu-,a S~. Ausil111mce, .:\\famm.1 Cde~tc,
ed umilmente L, imploro athnchè voKl~nu continuare
la Loro filllm prote:.mme su di me t:d i miei can.
L..i inia p1u;, 1la ,h cinque m.-s, ili eta M ammalò con-
tempornn,.,.menre di polmonite, bronchite e plcunt~.
11 medirn consiuli,'i ,li farla ,e,kre nllo specialista dt>I•
l'Ospl'<lalc1to dei bambini di ,\\lessandna, 11 quale d,-
chi~rò che ~ebbe ~1i1tu necessario il ta~lio d1 due cos,.,,
e chc solo un miracolo aHehb,• potuto c\\'ltare lalc
opcmzionc. lo feci notare che 11 miracnlv ci s.1rchh1:
Torino.
VERCET.J.I Gt0VASNI.
sano pcrchè ave,·umo invoc,110 :-òan G10\\'anni Bosco.
E re:tlmt·nte b.t~tò l'estmzìnne dd liquido, pcrchè l.1
Cade dal quarto piano.
1\\110 figlio Remo, anni 19, si tro\\'nva a Ia,•ornre
bambmn $(\\lans~e pt:rfetmmente. Ora ha già 16 mesi ctl
è un fiore di ,alutc. ll1cnno,n•nte a Don llui.<:o, pubhh,o
la j!'razm e invio uno offerta
in Gemwn. lo pr.·11a\\'0 pl•r hu l\\1;iriu Ausiliatrice e
Don Bo!!Co.
Cmalcermelli
El'Gl.'". 110 Ct-:1t.\\llu.l I.
Un 111orno mentre stava al <jWlrtO pi,mo, sul para-
petto dt urui fine,tro per la pul1z1a de, v..rri, cad<lc sulla La macchina si capovolgeva.
strncJa dirimpeuo .,I palaz20. In fnlla 111 1tt·ntc accorrc\\'11
terrnrauata, credendo d1 sollevnrc un morto, ed in-
vece il caduto, d.1 ,;olo, si al7.ò e si m,--e suh1to a corn·rc
,n cas.i, quasi \\'er20.l(noso nel vedersi l'Osi anoromto.
Conw non attrihuire a mimcolo queAtn cadere d11l
qwirto pi11no c<l essere u.ncora m vìt:, e lnvornre ?,
Tutto ciò anc:nnc certo pc-r i.nterces,ìonc di M.,rìa
Aus1l1111rice e d1 S. G10'\\"ann1 Bosco, alla cui protezione
io ,ivcvo caldamente raccomnndaco mio figlio.
Il :4 fehbm,o 1<149 ìl Rev. Scott, p,1store ddln ch,~5'1
alll!h<:.lnn a Pen.mg, mentrl" ,·on la sua auto i,un11t'\\·,1
nei pressi d, H,ud Yu1 (Si11m mcr1clion,1leJ, a t:aUS!I dd
terreno ,;;1bb,oso e dcl ln veloc ,til, prec1p11ava ,n un bur-
rone. L..1 macc:hin,1 s1 capovcili:e"a fl'-'r hen tre \\'Ultl ·
pastore: e auu,-rn rimane\\:ano intatti. Il inomo innanzi
,I f"IMUre a,·cvn ri~c,uto dal no,1ro m,~siunarì<> Don "-,1-
mlc l\\lnnè una rd1qum d, Don Bosco :-.111110, che pur
ll"l(l'{IIIO.
Cf:ilRA Zl::.HIJA.
111\\a scco nel mom<!nto ùdl'11wiJente. Sun G,o,,1nn i

3.5 Page 25

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llosrn ci ha fotto una g-mnde gra~ia, scampandoci dalla
mnnc " Cnsi .iffcrmnva al :\\lissionario il fortu n,ito
,ramp,ito, quanùo giunse alla residenza, tutto 1mpnl-
, t'nUn, 1n cerca ùi aiuto.
( Dal Sinm Salesimw ••l.
!l ....._......._,....._..~__..~....__.,,..~.._~..__...~_..._ _,, ..__......_., ~....._,,l!I
~ Grazie attribuite all'intercessione ((_(
~--------------~ ) del BEATO DOMENICO SAVIO
Ringraziano ancora de lla loro intercessione Cadeva da un albero.
Maria SS. Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco:
Il giorno •" ottobre 19+8 la m,,m.ma, salita su <lt un
Sartoria ./111,a Jlaria (Preglia) ringrazia v,vornente San
Gio,·dnnt Bosco per la ridonata salute nlla nonna upcruta
\\Jrgentl'mente da ernia e relative complicazionL
noce per bacchiarne I frutti, causa improvviso ma lore,
cadeva dall'alrezza <li circa sette metri. Soccorsa e tn1-
sport.~tn a casa sen1,a che avesse r ipreso conoscenza, si
('il/ario Pladtfo (Son Renio} pel frlicissi.mo e,ito do due
npt:razioni: i.nvocn da San Gio, anni Bo~co continua e pa-
lema pro1czionc l
p,,.,., C,·r1>111
Jfllria (Zo11no) ringrazia per l'aiuto se~no-
1~1t,s.--:,1mo ottenuto durnnte due dinic1li prove d'csnmc <li ..:on-
curso.
1"rnmmo Gaetam, (.Napoli) rin(lrn'l.1a Dnn 80::.co Sur1tu JH.·. r
,...~~ere pnpà fortunati~simo d, una bambina [
Sirio Gia,mn (h·n~n) ha in,,i:ito offena in 1m111~izin li Snn
GH)\\'ànni nosco in ..:.t•gno di ricono"ccnza pc.-r l'ottenutri m1-
pil'l!O.
avvertì il dottore, il quale non nascose trattarsi di un
caso grave, poichè, dal primo esame, risultnvn lesionato
il polmone destro e si temeva un'emorragia interna.
Ordinò alcune cure preventi,e e In più assoluta immo-
bilità in attesa dello svolgersi del male.
lmpressionat1, ma fidenti nell'niuto divino, racco-
mandammo la nostra inferma a Domenico Sa,·10 con
l'inizio di una noYena.
Per alcu ni giorni lo stnto dell'inferma si mantenne
assai ùubbio, poi n poco a poco cominciò a migliorare,
St, (,11111111 Cesira (8. V i to nl Tauliamentol per la se~nala-
t 1ssm1n urazm rtce,·urn invocando protc.1.1ont' e ass1stenz.t.
\\. \\', (Tormo) con sentimenti di infinita r 1cono~cen...:,1
rmL.trn.ziii l'..liutn di San GioY:tnni Bosco per grazia ricc.·vul.t,
umto nttesn e <lesidt!'rnrn e ha ofl\\:rtH CO!i-picue summ11 per 14,·
('pere salesiane.
e al settimo giorno, dietro consiglio del medico e fr~
lu stupore di tutti, potè scendere per un po' <li temp,,
-dal letto.
Orn son passati So giorni e la mamma si sente henc,
lavora in casa quasi come pnma e il dottore l'ha <h-
R. t\\ . .'.\\~ ringrazia per tutto l'a-.:.s1iitcnza riccvurn per ,I chiarata guarita nè più bisognosa di cure.
passaro e ch iede un niuto $peciale ti-nvnnd,,5;i in clitlicil1 e
ptnost! circos:tanzc...
11 dottore l'ha assistita, sl, mn lddio l'ha guarita.
Innalziamo perciò una fervida preghier.1 di ringra-
.,
P. ,11. (\\lontnnnro) ringrazia perchè colpita 1mprovv1sa-
menre <la forte dolore aJ fianc<, N,mbtro èsso scon,pa..rvc m
pochi ,zt0rni dnpo nyer fiduciosan,ente invocato l'aiuto e la
ziamento u Dio che, per uncrcessione eh Domenico
Savio volle accordarci una cosl m·rucolosa guarigione.
nrott:ziunc di r\\laria Au5iliatricc L' di San Giovanni Bo-.co.
Uastiglione d'..J.,11.
Ari 11.1A RAVIO!..A.
Rul/e ,,1riddtu,,,111 t·ed. Spinello (Candiolo) èsp rimc la ,u11
r;cono~ccnza u !\\Jaria Ausiliatrice prr avtl ritrovato l'uni:llo
nuziale il terzo glorno di una fiducio~a novc.na di prcqhiere e
pc.•r averla niutar:i t! confortata ln ,11rie circostanze: ha fnlto
offerta secondo le sue pos:sibilifò e: invoca conlinuJ1 ~s••
Stl.'rJZ,\\l
Gorfnn lmo f! Teresina (J>jnt:rolo) h11nno fotto nffert3 nn-
µrazrnndo pcl .fdicissinu1 t'MÌto ù1 un'operazione resasi nece:--.•
.s.r,riu d'urgenza nl marito, in\\'ocanclu speciale assistenza e-
protezione per entrambi.
Fami{(lia Rubino riconoscente a San Gmvanr.i Roseo rwr
1tr:tzi.1 rin:,·ura da tanto desidernhl.• offrono modesta offerta.
,,,,,.fio '101
,1/nrin (Torino) avendo un frntcllo colp110 da
grave ma.Jania mis:e sotto n suo capezzale un'immagine d1
San Gioninni Bosco esortando il caro infornio a 1nvoc:orc
fiduciosamente l'niuto potente del Santo. Oopo molte sot-
fl-rcn.ze cornint•ii, il n1i1,.tliornmento i:••. proprio il .3 t gennam
u ,. potè lascinrc l'o,pcdak! Ha inviato l'o(fcrta promcs,,1
e ÌnYoca ancorn protezione .: conforto.
R11/!rn·ui ,._l\\'hta (Como) è ncono~cent1s.s1ma a San Giovanni
Bosco pc:r m t.•r ottenuto con la sua potente intercessione di•
.:\\lari~, Ausilia1ric:e due urandi grazie che tanto le stavano
::1 conre: inYrn offt."rta ed e m anesa di specialissima graz1u.
Ferito in un mitragliamento.
Gravemente ferito da u11a pallottola esplosiva in
con$eguen7.a di un mitragliamento aereo, nel 194-4
venivo ricoverato all'ospedale ùove, malgrado le cure
dei sanitari, le mie condizioni andarono af.!!{rnvnndosi:
iniziai allora una nove!Ul a Domenico Savio, al tennine
della quale ebbi una fortissima emor ragia, per cui ,·enn,
immediatamente rioperato. Ciò fu la mia sah•ez7.,a, in
quanto, pur rimanendomi In mano menomata, ebbi
salvo il braccio che già era considerato perduto.
Riconoscente, pubblico a o nore e gloria di Dome-
nico Savio, e porgo offerta, fiducioso che anche per
l'avven ire egli interceda p resso Dio per le grazie che
necess itano a me e ai miei cari.
'/"orino.
l.lnonA MASslMO.
Riaccettata in fabbrica.
LaMadonna vuole che la onorrarno sotto il titolo
d , M :i r , a A u 5 1 I , a t r I ce: i tempi corrono cosi
tri sti che abbiamo proprio bisogno che la Vergine
Santissima c1 a1utr a conservare e diffondere la
fede criq1Jna.
SAN GtOVANNt BOSCO.
Da un anno mia fo?l1a era stato licenziata dallo Sta-
bilimento perchè non c'era lavoro. In quei tristi mo-
menti feci due o tre novene a Domenico Savio pro-
menendo metà paf,!a della prima quindicina e di far
pubbliaire In grnz,a. Oh prodigio! Mentre il lavoro
andava ancora ùi1n_nuen<lo ceco che mia figlia venne
richiesta allo Stabilimento e r iassunta in servizio.
Adempio perciò la mia promessa.
BIAN<'HI FALETTI DEl.fl:-.;A.

3.6 Page 26

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Il wnoscntto IJmtn/1111 ,l11re/in (Her~amu) prni"un-
damentc ricono~c,•nte .li Hcnco Domenico S:ivio per
avere onenulO u nn 11rondc grazia n ella siNtem11zionc di
un piccolo appar111mcnto e per la Sua a~s,sren1.1 du-
mnre un'opera.mmc di appcnd1cite, og1C1 sc1111tumcn•c
rrn{.'Tazia mediante l'un1t.1 offerta per le Opere Salcs,anl'.
G1useppi11t1 Pw :::t1 (\\ lus,,omelt) - Ammalatu con
esaunmento ncr,nsn t nt.lotto ad una c,strcrna dcb<i-
le.tza, consulw, di\\ crs1 Professori, pro,111 t:1nt.- medi-
cine, ma tutto fu mutile. Visto che la suen/.ll utrutna
non m1 npportova nessun m,gliorumt·ntu, m1 rl\\'O)si .il
Beato Domenico Savio pcrchè m'mtc1t•cdcsse dnl Sa-
.:ro Cuure di Gesù In tanto sospin,111 guan11 one.
Prom sr ,li pubblicare la gmua e d'1n\\l;lr<- o!Ten:i p<'r
le Opere ,.,1.-~1anc. Dn nlloro comincrni a mii:tliorore e
ora m, sento del tuno w,arrta.
D. Fu11,m,lo (Rom.-i) nngrazÌJl il lk:110 Dom«mco Sa\\'io
per la guaru:,one completn di suo fisrho t nunJa offertll.
Ad11 Rf/{){)11 (B,ellu) Rinf{mz10 11 13eu10 Dnmcn,co
Savio per ,11 ere cs.1udttn la mia prel(h1er,1.
TORINO - ( no,trl alunni delle Ca.., do.I Bcl11Jo all 'Or:n orlo nel ritorno dal pellegrinaggio a Roma.
~ ' - " " ' - " " ~ ~~ ""··· '-"" r1.
~ ~ Grazie attribuite a ll'inte rcessi o ne de l
n---------------1 ) SERVO DI DIO DON MlCHELE RUA (
Per un'infezione.
F;n da (luc,rn t·,tutc un'infe.t.mne ncl1' 1nd1ctt della
mano sinist ra mi prnducc,·a dolori, intiamnrnz1onc e
uonfiore. Teme,o du, il ùorrnre mi f,11:e~~e un taiilio.
lll non posso sopporrnrc, a causa <l, dcholenn cnrd1.1rn,
11 più piccolo ~parinmentu di ,;angur, e ho dovuto pru
,·olte farmi fare punture d1 canfor-.1 per so,ren~.,.., 11
cuore. Dopo B\\'er lungo tempo soffeno, cnn la pm-
spetti,·a che 11 dito m, rimanesse mah le, mt>n1re ne
ho bisogno per 11 mo uflìc,o, mi misi a prc11.ire I) Ru,1.
..\\.v,·enne allom che 11 dito cln si s12onfi1ì e , cnnl' u
cessare ogn i infiumm,vione.
H1conosccnt:ss1mu ul Ser\\'o d1 Dw rendo puhh li.-n
la 1,,'T'.iz;:1,
CDlrmttt1 (Bnlo1111,1 \\.
Avvolto dalle fiamme.
:\\[i trO\\'J\\ll in mtlnt,1cn.r per le ,·ac.tn✓.c t:s11n· e ,·u-
c,na,·o I p,1s11 per me, per mo m:tr11ll e pe1 fam lìari
su un fornello 11d aknol e rcrroltu.
Per m a ·mpruilcnza pro,·ocai l'11ccen,i11nc e lo s~or-
pio ili un fiasco d1 ulcool cht· rene"' rn mano e che
a,·evo a\\'Yicmnco aI fnrn.ellcno, che ,o crede\\'O spento,
Venn, im·e~• rn d11I liquido occc~o. (hc ,n un :irtimo
m , ,ncendili \\'C.qt,n e c.11pclli provocando anche incendi,
attorno. l\\ li 1r1w11i O\\'\\'Olta dalle finmm~. ustionata in
\\'Ìso e in molte parti del corpo e d,spemta. ln\\'nou
l'aiuto DiYlnu e Don Rua perchè mi 111ut11q~, ..:he mi
s;ih·asse ! \\I io m.-into mi ,wvolse 111 una cupercn e io
mi gettai per terra roto!Jndom, 111 mnt.lo che riuscii a
~otfocarc le fiamme.
R iportai molte u,1 ·nni di 1°, 2" e 3•1 i,-ndo e 11 mio
,·,so restò pmi:ino, tm sofferenze 1nsopportab1lr. :--up-
plicai :1n,:om IJon l\\lithelc Ruo pcrchè mi aiutusse e
perchè m1 ottenesse da Dio la fon:o per NOpportare
tanto mnle. lìf(li mi esaudì. Non qemii più gli alroci
dolori. e mi ,·enne 111 cuore tanta rnlma che potei con-
forta.re I miei fomilrnri Sl!Omènti e lo StC?•so dottore,
r8s

3.7 Page 27

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il 4UJle, venuto 1, curarmi, desistette dal formi l'inie-
zione: di morfina, come aveva deciso. JVfaJ1-tmdo le
grnv1 ustioni non mi venne febbre, e, ciò che sorprese
tanto me- come il dottore e i miei parenti, mni 10 mi
lagnai per il male che sopportai scnr.a soffrire. Le cure
dumrono parecchio ma, fatto sorprendente, non mi
nm.ase alcuna cicatnce sul viso.
Benchè questo fatto sia avvenuto anni fa, st'rnpre io
sento nel mio cuore una grande riconoscenza per
Don Michde Rua, che da moltissimi ,umi considero
mio celeste Protettore.
Tnri11n.
Lt.JS,\\ GUGLIID..Ml.Nl•
Mi alzai senza dolore.
Nello scorso mese di dicembre, improvvisamente un
fortiss:mo dolore alla gamba destra m:nacciava di im-
pedire il mio solito lavoro nella cucina deUa cnsa sa-
lesiana. Sembrava fosse un principio di sciatica, che
m, da,'11 dolori acutissimi.
[I dolore continuava da parecchi giornj orma.i e non
dava segno di cessare.
Ricorsi allora con grande fede all'intercessione del
Servo di D.o D . Rua, promettendo di pubblicare la
11rnzia e di fare un'offerta, se mi avesse liberato dal
dolore in modo che io potessi continuare il mio lavoro.
Alla sera, prima di coricarmi, applicai una reliquia
del Servo d, Dio, sulla parte ammalata.
Il mattino dopo mi alzru tranquillamente senza il
m n·mo dolore, che era scomp-.1.rso completamente, e
putei continuare il lavoro usuale che compio da trenm
annt.
Foglizzc Canauese.
Rosso CANDIDA.
sero meravigliate, e il dollore, dopo 11ver fatto un ac-
curato esnme del "'3nl:,'llC, non trovò traccia di vaiolo.
D. Rua, qunle buon Pudre, aveva veramente pensato e
provveduto a questo suo fi1d10.
S,-iangai (Cina).
8udd. l'VlARJO Cm,RHZZA.
Si temeva di perderlo.
1\\110 marito si ammalò e do,·ette venire operato di
appendicite. L'operazione riusci bene, ma disgrazia-
tamente insorse un fatto febbrile con congestione pol-
monare. U cuore s1 era tanto mdebolito che egli st
trovò in pericolo di vita.
li medi<.-o e gli assistenti, preoccupati, non davano
più speranza per la sua salvezza, ed io ero disperata.
Pt-egai tanto il Signore ed invocai l'u1tercessione dd
Servo di Dio Don Michele Rua, che già n el passato
mi aveva protetta e che anche mio marito venerava.
Lo supplicai di intercedere presso il S. Cuore di Gesù
per la salvezza del mio caro malato, il quale si cm
tanto aggravato che si temeva di perderlo da un mo-
mento all'altro.
Don Rua ascoltò le mie suppHche e mi ottenne da
Dio la grazia invocata.
M,o marito incom,ociò infatti a m:gliorare in modo
da stupi1·e i medici che lo assistevano. Passò bene
la notte seguente e il giorno dopo venne dichiarato
fuori pericolo. Dopo pochi giorni potè essere accom-
pagnato a casa, del tutto guarito.
Torino.
LUISA GuGLillLMlNI,
Assaliti da uno sciame di api.
Le chiazze rosse erano sparite.
Con vero piacere scrivo questt> righe per un dovere
di ri<·onnscen:ai versu il nostro carissimo Padre D. Rua,
che durante queste scorse vacanze rn1 concesse una
gn1zia speciule.
G,ii in una malattia, che ebbi cinque anni fa, avevo
,.,,,rimen1nto l'aiuto del nostro caro Padre D. Rua,
ma IO queste ultime vacanze lo sentii in modo speciale.
nn o ltre un,1 se1timann avevo febbre alta e, non s.ipenùt1
quale ne fosse In causa, i mci Superiori m , mand:u-ono
all'Ospedale. Arrivato all'ospedale con oltre 40 gradi
d, febbre. sta,·o già per concarmt quando la suora si
tin:urf!c che an•,·o turro il c01 po macchiato da chiaz,.c
russe. I sintomi sembravano di va,olo e perciò venni
portato al padiglione d'isolamento. :VTentre m, porta-
vano colà io dissi tra me: • C11ro D. Rua, pensaci tu •·
lntnntu, ,1rrivuto al padiglione, iJ dottore prinurio con -
statò il fatto e subito ordinò che ven sse disinfettata lo
casa e che tULti i ragazzi facessero la vaccinazione
contro il vniolo.
1\\la che è che non è, nello stesso giorno, dopo un
po' d, sonno, la febbre era scesa a 38 ~adi e la notte
la passai trnnquillameme. Al mattino seguente sve-
i.:l·undomi, vidi che le dllazzl' erano completamente
sparire e così pure la febbre e mi sentivo tanta forza
che avrei poruro riprendere subito ,t lavoro. Le infer-
m t,re e le suo,e, al 111111,110, quand,, mi videro, rima-
186 -
Mi trovavo nel giardino di casa nostra con mio ma-
rito, il quale imprudentemente era andam a toccare
un aJ,•eare e con curiosità ne aveva staccato un telaio
stando a vedere il lavoro delle api.
Queste, disturbate cd ml"erocitc, ,ili si a,'\\•entarono
aùdosso, pun,~endolo in p pan,. Egli corse verso eh
me ortcrr, to, inseguito dallo sciame completo. Sgo-
menta mi trorni ncll'impossib"litÌI di difenderlo e di
difendermi. Invocai allora Don Rua per avere soccorso.
Con gnrnde stupore, vidi sull'1stnnte lo sciame delle
api, che già roteava sul nosLro capo, staccn,si da no,
c<1me ,ul un comando, e fare ritorno all'nlveare
Con animo commosso, m,o marito ed 10 rendmmo
grnz;c a Don Ruu per questo fatto, per noi quasi mi-
racoloso.
Turino.
CESARl"IA BARm RO.
Brmi110 Clotilde e fami1dia (Pontecurone) - Al !'len·o
d, Dio Don Michele Rua ci siamo rivolti m momenti
tristi, quando il dolore passava sulla nostra famii:lia
ed abbiamo ricevuto grande aiuto. Lo ringraziamo di
,·ero cuore.
Ilde/e Neri (Coluniia-Bolo.l(na) - Sono tanto rico-
noscente a Don i\\·Iic·hele Rua, per la guarigione dal
nulc agli occhi che mi cagionava essa.i disturbo e sof-
fcr<'n?JI

3.8 Page 28

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,,~...__,,~.....__..,,..._.,._.._.,.~.._.,..-..._,.._.,,'---'"....._..1!,
),)J
Grazie attribuite all'intercessione del
~
Servo di Dio Doo FLLIPPO RINALDI (
: ; . . , - . . . . . - - . . . , - . * -•~ . . . - . . . . - - - . , - . . . . . . . , . . . ~ , - . . . ~
Triplice favore.
),;t wra ,lei 26 no,·cmhre J.,1 1')47 un tc:legrnmmn
improvviso mi chinm,wa tn fam1i;(lia. Papò, 11•/I da anni
01-.eraro dì ukern, 1n.1 rur ~cmprc '<Otfer·,·nte, a,·eva
,I\\ uto una i;iastrorrngia che l'nvevn ndorto 1n condì-
zumi Jisperatc. Lo 1.ro, .11 in forte crisi da due l(lllrn
Il nwJico condotto d.i,·,1 poche ,pcrnnze. Lon tutto
<'1Ò non p!!rsi la hduci.i , che posi complct11m1:ntc in
Don l{1rutld1, mv11<",mdnnc 111 prot._.zwnc og-m ,era
4uundu rutta In fomiJ.(11.1 ,•ra riunita. Dopo tre 1,1iurn1
p.,pa era fuon pcrinilo e Jlia fim, della semman., po-
teni 1,t1à nlzar,1 con grandi: nostra 111<>1a.
\\.ella est.lit del '4S il nlttl ~Ul(1n1:1to Frnncesco, af~
fctto d1 cmntilm acquisita, durante il i,:ioco &i fece una
pmfondn fcri1a1, c.,u~a di una cmorrngj.1 s1rnord1nana,
che Ju t·emi, forze. P.iss,") un.1 ~ctumana ,1ll'osp<e<lale,
ma poi vcdclldo inutili le .:ure, , enne portnto :i <:.tt,a.
SuJ nt,1mm.1 ,·ru Ji;,p,·r.1t:1 e non s.1p.,,11 più che fare...
Avuto n>nos-·en.w dd c.1,11 le s1,cd11 unn rcliqu1,1 di
Don llinahli. La mamma, con 11rundc fiducia nell,1
protewme di Oun Rinald1, l'apphd, I malatu, e nei
1t1orni ~lu.:ccs9.in il ra~az✓.n n111itliorù ,l vi~tu <l'ocdiro
hr t1 a • rnplc t, euari~ionr:
'di aumnnn scnr,o C'-1•1) mio fratdlo, lt·rm1nsto
11 ·u:cnhn dd nso, fu colr1to dnlk ft,hhri ddle n~aie.
Superata la cr1S1 cm i:ià m ,·111 d1 mieh11r,1mcn1n,qu:1nd,,,
,l (\\1U~:l ,l'un~\\ in1c-1.iont-, ror~r per d liqui,lu un pn'
i:unsto, i:lì si protlusse un ast:c,'SO rltc gh cau:tav1
dolori rn,men,li, Si lrnlta\\"il di fore un ta!,!IÌO chirur-
1:1(0, e mio fratello non s1 ~Pnti,,. J1 so1topors1 all'11p,· -
rM1unc. 1\\1,a mamm.1 ,1m:1Jra 1111.1 voh,1 ricnrrevu ul
I' trono Jelfa mia f.1mid1a Don Rinald1, cd 11 e1orno
sc~Uelltè 1I prufe.ssore nn "" shalonhto ed esclamò:
lo non lu> 111cntc J., l'art·, la cos.1 è l!til risoli., da ,,.•
Clu , i ha f.i a, . qu, -.ra i:rn1.ìa? Snnn c:1si rnnssim1 e,
h11 ~ !\\t11tn trn I furtunnti I •.
l'icnn d1 l(ratitudine dt-sidero che \\'en~ann re~i nutì
a lutti, que,11 tratti di particolare protezione sulla
m,u famii:li:1 tla parre tl.-1 Sen·n J1 Dio Don RinJltli
('crt·hì, m-~lt1 ricorrano a lui con liduci.1 ~upplicnn,ln
il huon Dio .1d de,ilrln prc,to 11gli onori d1·gli altari.
Ct:rano '\\o,arnJ
Gn:,rl'PE '.\\IAFl'i .
Cessò istantaneamente la febbre.
,·,m !\\les1,on11 a ktto ndk pnme ort Jell11 '""'
tO"'iC
e febbre, non potei ,h1udcre occhm tutm fa notte.
Alle ore 4,30 foci ancrt1rc 1I D1rctltlrc che non po-
tt"·o alwrm1 per celebrare la S \\l,:,,a, p<-rchè m,
sc·ntivo molto male. Prevedevo qualcht• cosa tl1 gnn·e.
Contempor.tne:,mente pre!J!'li un confrntello por-
rnrmi il termometro.
Nell'attc~ mì rivolsi 111 Serrn d1 l),o D Fihrpo
Rmnldi e gli dissi con turtn semplicità e rnnfidenza:
• Don Rm,1ld1, ,·cdetc l'imbarazzo 1n cui m1 trm·<l; n
sono tutti I rai,:azzi da confcs..;;are per l'Esen:iz10 della
Buon,1 \\ !orte e tanta !(ente che deve fare il primo \\'e-
n crdi del mese; ottenetem, ,1lmeno che io pos..,1 al7.anni
per 4ue~t'oggi e domani •·
T('rm11u1ta questa prcgh,ern, cessò istan1anc,1mt•ntti
la fehbre I' mì scntu meuhn. li termometro che rn .;
sotm l'nscella non sei:nò akuna linea.
\\lì al7.ai, scesi in d1ici,a e, apcnu il cnncello ai ft·-
deh, mì posi a confe~s.1rc. C.onfc,sai per tre quarti
d'uru, ccld1rai h1 '>. l\\lcss.a, Ji nu,wo confessai tUtl i i
Jrim·,rnem t'<I alm fedch fino alle '1,45, quandn dovctfi
ret:Hrmi ad un f11nernle m Pnrrocchin.
;\\Jj nt1rai alle 12,35. 'Sci pomcrigj!io e nd ,!1nrnn
sel!ucnte connnuni a l11n1rnn· scnz,1 111, ltn clrntu.rho.
La 11razia fu complet,1.
R1conostentc al 'iern, di Dio, chr fu mio Prufcs,orc
ndlo Studentato Tcolo~ico di Fouhzzo, rendo pub-
bli ,1 In er.u.111.
,\\lodtrtr A/tu (Ral(usa). Orfanutrnfio S-II~wno.
Sac. CAR\\H.LO P111<0111, Saksiuno.
La febbre diminui.
:\\lin rn;.11no, colp1w da khbn tnrtissi1ne, s1 .-111 :11(-
gra,·;1to ll111lo che fu d 'urJ;:cnza n,·o, l'ruto .111'nspt·clalc
perch-, il mc,hco tcnw, n Unii ,,ncditli1e. Suhuu all"ra
,·,m urandc fcrn11c e lìdul'i,1 mi rl\\ubi u U. Filippo R1-
naldì ml'liamlo un:1 no,,·na. alla qu:ilc pr<'•e p,1rtt: m:o
rnaritu ste~so. (Juot~t 1st11ntan<·;.u11entc- riscontrai 1111 m.-
i.:hommcntu; la fchbrc ptesc II scendere, 11 m.il,1t,1 cn•
mm,:iò a prnfenre q1.L1!t:he p11rola, ;1J ,1p11rc gh uc,h1,
che prima crnn11 eonl1nu:1mcnte c\\11u,1, ,. tlupc, uc
1!Wrn1 fu complct.11ncntc sfcbhrJto, l'.1 ssat1 ,enti gmrn,
pott- f.ir ritorno .i cnsa, e presto attl·ndcrc 111 suo ullicio.
T11rtna.
Non era terminata la novena.
L';.tnnn p:1!\\satc>, \\ ersn il 10 81,!0Sto. f:i un•nnalò s,:mvc-
mcnr.: il 11ill\\ant'llO C:m1ae.illo Sih csrro. 1'1:rdl1ranùu
la tcrn1wr;1tura ,1lt ss1m.1, fu chiamato 11 me,.l1n,, 11
quale, dupu 111,,1111 111ur111, ùid1i11ri1 l'l1c si rr:illa\\a\\ d1 11fo.
proJ.il(.uono llltlc le cure possih1l1 e tlopo I, tcr ,1
flt:llintnnn 11 tnale nun al·..:cntu~,a a dlm,nuirt... I•u n-
l'.overato a11'ospcù,,te. rna, nono:-.tantc: le 1.:u1 L" tn.ntcrnc
delle huune suore, la tehhre contìnu11\\11 a nl!1<crarc <JUel
tenue corp1ccìuolo rulotlO a~li cstr,•mi.
li , a,-0 era irra, e e si dìspc1a,a della 11u.1ni,:1one quando
.i pensò di r1cnrrcre al Scn·o tl1 Dio n. Filippo ll1naltf1
t'<I in,ocammo la sua 1111er.·c,s1one prom!'ttemlo d,
pubbh,~1re la l!"OIZi,1.
Si romintìò uru1 nonna e tutti 11li orfanelli prt'l!ll-
rono ft:n-orn,iamcnte per ,J loro t·ompa~no.
Non era terminuta la novena qunndn c11min c11> ad
abb:t~,arsi la tempcratllra e a norars1 un st·nsih1le m,-
r.horamcnt<l.
\\.el i:iro d1 pochi l!iorni la fehhre cessò completa•
menrc, e cominciò la cnnvalesccnw
R1conoscenti al Sen·o di 1)10 rendiamo pubblica
la gra:na.
Mudicu .·1/ta (Rngusa).
Il Direttore
!"i.le. ZARCAllO SAtX.-\\TOIH:.

3.9 Page 29

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L'operazione riuscì ottimamente.
Nd rehhnuo 1LJ4X usci,u dallu Clinica dopo a,er
sublto un atto operatorio. Ln sci:ni1to non mi sent11
più bene a cuus.\\ dei dolori allu stonu,co. che uml:1-
,·ano aumentando. Nel nm·embre il medico 1ni cons1-
gliava di entrJre nuovamente in Chnica in ossen·aziunce.
Furono fatte le lastre e risultò un'ulcera duodenale, g1,1
multo an1nznta.
Ln buon'.\\ I\\1adre l~pt·ttrici: 1111 diedo: un'1mm111!inc
di D. Rinald, c"n l,, reliquia d1c••ndomi: - lncomin-
c1arno con fe<le Ull\\t no\\"ena. e \\ t.'.drai che otterrai la
uuariJ;tione... lncornl-(l.!tata e tiduciosa ndln pr<>tez,one
ck) Servo di Dio, mi sottoposi, calma e serena, «ll'in-
ter,·ento chirurgico, che riusci ottimamenr", nonostante
)., qravitò del male. Ora, dopo cinque mesi, sto bene e
nngraz10 di cuore D. Rillllldi per la protezione accor-
dutam,, ed al quali., debbo ancora la grazia di a,·erm1
'liberata da un fur11ssimo mal di testa. che da molti
i?;iorni mi travaglia,·,,, non appena applicai sulla p>1rrc
clulornnte la sua imm.a~ine wn lu reliquia. Gnna per
questi insigni fa",ri, in\\'io tenue offerta per la causa
della sua Beatificazione, invocandone la protezione
p:nern I sulla mia vita relig1us.1.
Ca.,tPI Ga11do!.fo.
Suor CI..\\RA Pll'l'I
F 1\\1. \\ .
Ci ha trovato ìJ lavoro.
Dj pare<:chio tempo le cundiz,uni economiche erano
inquietanti e ci facevano temere un fosco e doloroso
:1\\\\ cn·rc. :\\[ o marito, per m:tlft:rma salute, era scn~,1
l:ivoro, ed ,e, teme\\<> d'esser pre;,to disoccupata, pcr-
d1è si pr.,.~nnunciava 13 chiusurn della fabbrica in cui
lavoravo. In ,·osi critica ccnd1zione, m, rivolsi con fi-
ducia 111 Servo di Dio Don F lippo Rinaldi, di cu i
rn'er1t ~rnta recapi ttHa una i1nn1~H~1ne, perchè ci ,·en isse
in aiuto. Pochi ~iorni dopo, mi11 marito ,enne r111n1-
messo all'ufficio che occupa,·a pnma, ed ,o C'Ontinuo
n la"orare nella fabbrica sen?.;i la prt,0ccupa7.ione d'un
e,·ennmle licenziamento. R,ngra:-,io ,I Senn d, D10
d'un così pronto e benefico 1ntervenw. e mando una
offerta per la causa dell>1 sun 8c..111ficaz1on"
1'111rtii:ny (Vullcse-Svizzera l
l\\ f \\RIA l\\loLC1 C \\l.l)l;Jt,\\.
Gli restavano tre ore di vita.
A causa dt mvcshmento, an enuto il I o aprile u. s.
il dottor Natta Giuseppe, di anni 82, riportò la frat-
tura della base cranica, con commo'!:ione cerebrale.
Dopo 18 giorni di trepidazione l'ammalato ~i al,(-
gra,I:,, essendo sopravvenuta un'cmorrag,a ,erebrnlc,
d1 modo che, ,, g iuJizio dei 1nedici cuninti, non gli re-
SW\\'ano che tre ore di vita. Le fililic disperate s,· rivol-
sero a llorn .:on preghiere al Servo <l, Dio D. Filippo
R •nald,, e pos.trono una sua reliquia, 11,·ura dalle Suore
d1 l\\l. Aus' lìu1rice, sul petto del padre. Que,ti, ira la
sorpre.s~ d1 tutti, il g iorno seguente riprese conosct:nza,
l'Ominciò a parlare e gradatamente andli m'cliorandu.
La famiglia, riconoscente, desidero rendere pub-
blica testimon-anza della grazia.
rllassio.
Pam'glin Dr. :,,.\\1TA.
188 -
Cu11111r:1 F'rassa (Moncrivello). - Ndl',nverno scorso
il nostro Giusepp,·, di anni 3, si amm11li, di nefr,te,
che, in poco tempo uggrnvatas1, )o portò in fin d v·rn.
Il donare non nascose il pericolo. An,ndu rnand11to
In notizia alle sordle, suore d1 ;\\l, A .. esse c, consuzlin-
rono di raccomandarlo al Servo tli IJ:u Uun Frlipp,,
R' nald,. e allt! nostre preghiere lrn•rono le loro e qudle
delle loro consùrdle.
11 buon Podre non si fece pregare inYuno e venne
in nostro aiuto. Ora ,I n11s1ro bambino sca bene, ed hu
ripreso la solita nrn.c,tà.
l\\landiamo offert,1 e preghiamo sw pubbl1cato la grazm.
D. S I'. S. (CampoligureJ. - !'sella cura di una
dolorosa fortu1tu caduta, un carissimo congiunto ,·enne
riconusciut<> affetto da carcinoma. Ignorandosene la
natura. fu smtoposto ad una prima operazione e po,-
chè lo si riconobbe maligno, si dovette d, urgenza
procedere ad un secondo intcrvento chirurgico per
l'estrazione totale anche delle minime fibrille. L'ope-
razione naturalmente era nssa1 più lunga, d1ffic,lc,
d'esito incerto e dolorosa
lmplomto fen·idomcntc tutla\\'ia il patrocinio del
Seno di Dio Don Fdippo Rinald,, con promessa di
pubblicare b gnlzta, nmo riusc't bene ed a nche la con-
,·n lescenza fu cosl rapida "d efficace che il caro fami-
liare pote ridarsi, molto prima di ogni pre,•isto, ,11le
sue consuete e non lcJ.(i,,:ere occupazioni.
Tanto a gloria d, Dio e con la più profond:1 r,cono-
sccnza verso ti pietoso suo Servo,
Trom·ww D. L11ii:1, parroco (Trenzano - Hresc,al. -
l · na mia sorella ern ridotta agli estremi per la rottura
d , una ,·ena nello stomaco con conse~ente pcrd ta
di sangue. Fatte fari; preghiere al Scn o d1 DIO IJon
F,lippo Rmaldi, essa guarl, m, sembra proprio, p1 0-
tligiosamente. !\\fondo, riconoscente, una offerta per
le Opere salesiane.
S',h-ia Loratelli (Livorno) - Dopo otto lunla(hi mesi
di disoccupazione mi rivolsi con fiducia al Sen·o d,
Dio D. Filippo Rinuldi. Alla fine della no,·ena mio
mariro era rias~unio m servizio. C'on ,1nimo ricono-
scenti; ringrazio e ndempio promes!'l1.
Hu11sig11ore 1·e1wl'(I (Acireale) - Rendo ,wiss,mc
Ja(raz1c al Servo di Dio D. Filippo R111nld1 per a,·ermi
,alidamente assisuto no,glt csam, di un concorso. :\\li
ero presentata con molta trepidaztone perchè, date le
mie occupazioni, a,·cvo avuw poco tempo disponibile
per la preparazione. Avevo però molta fiducia in Don R1-
naldi, a cui m1 ero , i\\'amentc raccomandata· infatti il
Scn·o di D10 mi assistette v,sibilmeme perchè m, nu-
scì facile supernre tutti gli esami ed ottenere 1'1donei1il
con vot, multu soddisfacenti. In ademp,mcnto :tlla
promessa fa1m invio un'offerta per l:1 causa d, bea11-
tìcaz1one.
Sr RtJsetta Pamdi (Pisa) - Ringrnzio Don Filippo
Rinaldi per iwcrm 1 protelta in un momento d1 dolorose
angustie.
lAt'ia110 Sard~II, Per mtercess1one del seno d1
D,o Don Fil,ppo RinaJd,, miu padre, Luigi Sardelli,
ch e nel maggio del 194b ,·ersa,·a m disastrose condi-
zioni per una grn, e bronco-po imunite, riusch-u mira-
culosnmcnte a superare la cns, e a nstabil1rs1 in per-
fcttn sq)utl',

3.10 Page 30

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!l...._, •. . , _ , . . . _ . . . _ . . . . ~ . . _ _ . . .._.,.._,......_,~..........,...._.....__...._.,.__,,!
)
(
) Grazia attribuita all'intercessione del :
) Servo di Dio Don ANDREA BELTRAMI (
,..-,,,,........~~,-.. ....-.,-,.., ~..-,.....-.....-,.._..--.....-.....,~,,,,-......--..~
La febbre continuò a discendere.
Facevano giil due anni che ero ridotta ad una com-
p leta inazione, essendo affetta da tubercolos, che, non
solo mi prese uno dei polmoni, ma anche la µola. Quan-
tunque circondata d alle premurose c ure delle mie 0L-
t1me Superiore, il male progrediva sempre più, la
febbre cont,nuava ad essere sempre più alta e la de-
bolezza generale sempre più notevole.
Avevo ricorso ,1 parecchi Santi per otrenere la gunr i-
gione, perchè volevo lavorare In mezzo alla gioven cè,,
ma non ero st-.ta ancora esaudita. Certamente il Signore
voleva f(lorificare il suo servo Don Andrea Beltrami,
che, essendosi santificato in mezzo a, dolori di questa
stessa malattia, doveva ottenermi la grazia della guan-
gione.
Consigliata dalla m ia ottima Direttrice, com1nc1ai
1.1n.1 no\\'ena a Don Bel trami con promessa di ren-
dere pubblica la grazia. Durante la novena, la febbre
che, da molto tempo non discendeva dai 38 gradi,
non salì più dei 37,5. Cominciai una seconda no\\'ena
e la febbre continuò a discendere; ne feci una terza
e a lln m età di q u esta il dottore mi dichiarò pronta pel
lavoro!
Adesso che sono ritornata nel campo del ln\\'oro,
vengo a compiere la mia promessa rendendo pubbl ica
In l!razia. Invio quindi un'offerta e invito tutti quelli
ch e hanno bisol{no di q ualche favore, ad invocare ,I
Hervo di D,o Don B eltrami, che, a,·endo trascorsa
tutta In vita nella sofferenza e nella malattia, saprà
aiutare quelle an,me soffer enti c he lo invocheranno
crrn fìduc·a.
S ..7nsè dos Cnmpnr ( Bras ile).
Suor MORtlH~ Ci.AHA.
ANIME RICONOSCENTI
C, hwuw segnalato gra:sit! ottenute per interce.ss,o,u! di .'\\,fn,·,a
.-ll/si/iat,ice e di S. Gint•n,m1 Bouo, della B,atn l\\1azr:arello
~ dee/i allri Sert:.i di Dio - a!tu,,i lia11110 a ndJ~ 11ll.'iutJt
oj]trle pu la r,/tbra::iunr di ra,1/r Nfesst di rù,grnzi(Jmtnl<J,
per lo J11fission1 <a/esia,,e o per ,1/1re op,rr di r>. Bosco - i
segut'nti·
Aghemo C., Alessio A., Alitane I., Andorno L .. Arolfo
L., Aschieri 'VI. T., Astigiano I.
Bacchetta Mathi !{., !laidi G., Unila G ., Barello C., Benzi
C.. B~nzi G., Bemnetto V., Bertone T ., Berto11i C. e
i\\l., Bezzat1J 1\\,1. G., Bianchi \\ I,. Bianco r.., 13iasmi I..,
Bietta G., Biole110 G., Dirocco C:.. B. L., 13obhio E., Bo-
drito :-lovclli R., Bona<·ossa G.. Boncompagni F., Bonfante
L., Bonin M .. Borella G., llnr iano T .. Bor1<nino D., Bom,
D., Bozzetri T., Brnnca1i ('., llr~ro G., Bril(nolo M., Brul(nn
A., Bru.sa L., H. S
Cnlandra R., Cuppato T., Carbone L ., Cardona M., Ca-
s.ùcgno M., Caudano O., Cc,ruui A., Cesario C., Chc,,,-a
E., Chialcs M., Chiuntaretto M., Chiesa Abbiati L., Cimi-
nino Maglione M., Cioppi L., Coizza E., Compostella nn.
cornm. P., Con iuq-i: Dorio, Gontcro, l\\1[archet1ì e Pini; Cont i
G., Conti M., Corio S., Cravino G., Cubito A.
Dc Ambroi;io H. , Dclpiano M.. Del Sunto S., Destcfanis
e fi ![li, Dulia G .. Duno E.
F,1t.:~hini L.• Fan1.; C., Capra, Caro~~n. G.:alli, '\\Iu,·i1rmr,,
Rubino, Tarditi. Testa e Varelln; Farinone L., Fattore H.,
Ferrcro R., Fèrro E., T. M :\\ di Bruzolo, Fo<:liao \\f.,
l:ont1 <..: .• Fo rnara C., Frii,crio R., Frnla P.
Guhzia i\\1., Garmo L. T., Gazzola C ., G. B. C., Giacchino
G., Gianola M., G iobcllina \\1., Giordancngo A., Giordan,,
A., Giordano Colli G., Giovannini A., Gi urumello 1\\1.,
C lnuda T., G. J\\1. P., Gaietto A.. Gol;,io L., Goria G.,
Grandi O., Crasso D.. Grimald, C.
leardi E.
La Greca F., Lanzavecchrn E., Lmdaver C.
\\faina C., Mariano E .. Martmucd G., lVLirtincni :\\I •
i\\lascrotto G., Mascrotto V., Ma.ssae;lia C., Mana n., I\\Trn-
nno M., 1\\,1:tzza I. M., :Vlnz:,,ettn E., :Vforlo E., Mezzo A.,
i\\l. G., J\\.11rol(lio M., I\\Ioiso M ., Molinari L., :'.tondo c..
l\\lont i G., Monticone A., Montomoli B.. Monzc11lro R.,
J\\.lorenili G., ]\\,forra G., Mortera P.. Mussano R.. :\\luz,o
Grasso \\ 'I.
'\\!a.-.;i e;,, Nnvont.· F., , . V.
t)ddone P., Ormezznno E.
l'npinc, Bcchis :\\1., l'ascal G., Peccctto '.VI., Pccchio C.,
Pennaz,o M ., Pernnn L., P~rntti prof. A., Pescè P., Pe,ce
R .. Pessimi A.• l'. C. di Biella, Pezzo!, A., Picca Pic~on~
G., Picchiura (;., Picco E., Pivano C., P \\1.., Ponsu re,
l'. P., Prama!,liirore !,., P rato F,., Pretto G.
Rac,·a A., RucCJI C .. Raimond, T., Raspino L., Rnrn•lo
F., Rnzzini D., RebauJengo C.:., Repctli T., Rcvclli (; .,
R1u·1 '.\\1., Rigoni E.1 Ri);lotti lVl., Ri~on1 'J., Ri,~zo C., Ro~le
M., Romano T ., R<>•a Cardinal l,., Rosa G., Rossi \\I.,
Rossoui M., Rnssnnn ,1., Rnstn!,lno T., Rovelli .-'.., Ruf-
fino N.
Sacco G., Sarton s E.. S. B., Scovazzi -\\., Solari V .. Sn.
rns:io A.1 Sorrcnti G .• Sr. Severina, Srn.cle:.• nni V.
Terzolo C .. Tiraboschi M., Toffoleru G., Tom1t•tt1 \\.,
--rorasso D., ,.,osdli :\\I.. 'Tou3CO .\\. ~ D ., T ra,·crsa G , Tu-
minello G.
l nu Cooperstnc~.
, ·., \\ ·I T .. V•retu A. Varetto J\\lamr1elli .\\., \\ 'arrnm l'.,
\\ .iale i' .. V1asco l., Vigliano :\\l., \\ '1,:lietti Gas,·r, \\I , Villa
\\ 1I.. \\"illata V., Volrn1ien E.
Zano11 I·.. Zoppi L .. /,ucconc [)
IN FIDUCIOSA ATTESA
Uacrmtltmdimno raldamNtlt nllt preJ!hfrrti tli l1111i i de,•oti ,/i
J1/aria llusiliallfrt, le St'f!Utnti prrson~ e le lnrr, fmrtirolnri
mlen~io11i:
.\\bde F., Alns,a e;., Al,herr, \\ I...-'.ndomo 1,., Ardito r-.,
Ardito L.. Astrun A.
Balon M ., Bel lo E., Bergamm1 F., llcr!o(ero (;,, Bcr1-tnJ.<hO
\\ 11., Bertoluzzo (;., Benone E., Birocro C .. Biotto E.. llon-
fantc I.. Bon~1m·ann1 G., Boschrs G., Bovio A., Boz.zola
G .. Br•l!"l!"•o L ., Buff• D., Busso A.
Cagna R., Carrcra \\ •I., Cavallaris A., Cdlerino A., Ctr-
ruti E., Cerruti \\11 1("helini E., Ce~a ;\\lanfredi P., Ce~ario
C., Ccsuro R., Ch,olA J\\I., C ivard1 T., Colombo I,., Co-
niugi: Petrti; Cordero G., C:orinn ivi. ..\\., C ravir10 A.. Cr<ll·~
\\ I., Crost11, G., C'11n1bertt F
Onhancli, Oapozzo \\I., Dec1s1 F., O. 1\\1., !)usi l\\1.
l•an,iglie: Carosso, Colombo, Galli e Gemile; farn1• l\\ l.,
Faure A.. F. D ., F cm1ro T., Perrc ro IVI., Fern·ro V . 1-or-
nnscro F., Forneris F., Fossati P., Foti V.
Uallesio V., Gall, V., Garassino R., Garella D., Gh11mo
G., Ghiberti B., Giaccone M., Gianolio J\\I. , Gili :\\l.. Gio-
:macc1 G., Giovale A., Grassino O., Guarnero E.
L evino 1\\1., Liberali G-., Loren7,ari ~ I.
Maccario A., Maina C., Maria, l\\1nss imcllo !,., l\\lnthi
C ., Melono M .. :\\lesturini G ., Mol!flr I., M. V.
Navone G.
l'astonn , A., l'czzoli A., Piazza T., Porrà G.. Prato Dim
i\\l., l'rigrone M.
){acca C., Raimondi T ., Ra~pmo L., RavascnL!n :\\l.~ Rt:'-
""ldo .F., Rcll"is L., RiccurJ, \\1., RiKotti N., Robecchi T ..
Rocci C., Roggero G., Rolle L., Rosa L., Rosso T., Ru.sso G.
Salvetti C., Santi/i L., Schenone A., Scovena :.\\I.. Serena
A., Solan V., Sorelle: Cavali,.
Taliano M .. Toncni I., Tnveri L.
Varetto Martinelli A., Viale G., Vietn. V11Zhan1 E. \\·i-
11liani P., Vignalc M .
7,anasn V., Zanetto P., 7,uppi L.. Zoppo la B.. Zuccon,· D.
~ 189

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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NECROLOGIO
! ALESIA.Nl DEFUNTI:
Sar SPJN/?Ll.J GTOACHINO, e.In Cipn.-ssa (lmptcria),
t a Cu,nc,, (F.qu11torc), il 26-1X-HJ41/, a 82 anno.
Brneùcttn da Don Roseo n1orc-ntc. mentre ; primi Sale-
~iani t..·ni-rnvnnn ndl'Fquatorc. 5j tempri'> al fianco dei Serv·i
di Dio Don Anù.re,a Rt1hrnm1 e Pr-inci[\\(! Uon AuuuMo C7..ar-
rori~ki, t-, rHJZi!lunto ancon\\ chierico l'Equat<u·e, fu il primo
u pcnrtrnre con l"indllnèntic.abile coadiutore Pnn(·h~ri, Ira
K,vriros, c.lossodando le prnne zolle del V,cariato do '.\\.1endc-;e
e Cunlaquiza. Oio solo sa quanto soffef'Se nd1'aspro apo-
srolaco, tra le bufere delle persccuzioni, ~cmpr~ sulla br,·c-
crn a snl\\'~zzn dei sum cari Riva.rt>~- Nd tè)H) ricomò alla
l'asu d1 Cuenc:a ove.· d~did, i suoi ultimi trent'anni alla cura
ddlè ,·rn.·azìono e dello diffusione del culto a l\\taria Ausilia-
1rict!. Vi attCbt" cnn l'affetto ed iJ fervore e.li un vero apostolo,
prnmuc.wcnùo, con la parola e con la stampa, l'en!"~ionc lii
varit.." chic.se, la con,;;acrazione ddlt:. farni~lie, la più tenera
divoziune a 1\\-laria Ausiliatr;Ct!. I\\1orl come un santo, su.sc1-
1ando il p1ù lnruu nmprnnto e cornmossa V<'neraz.1on~.
Sac.•UO.'\\'Tf!SClll [.UlGI, da 8. And,·ea in Pino1?nle
(Rawnnn), ·t a Roona (Mandnone) il z2-v1,r-rg49 a 69 annr.
lnfaticnbile nel lavoro, ircneroso nel sacrificio. diresse 11
nnstr0 Ts11tuto dt Corigliano d'Otranto ed il P•tronato
I.eone Xll I di Vem-zio, lasciondo soprattutto ne, nostri Ora-
tori e nelle nostre Scuole A!lruric c>Lto ricordo del ,uo tipt-
rito e del suo zelo.
Sar. CANTET.,LA LUIGJ, da Ol~vano Lomclltntt (PAvia),
t a Lan,o Toriru:ac, 1I 10-11 u. >1. :, 76 nnru.
Sar. PRANDO GJUSJ:.'PPE, do Villonovo (Novero), 1" a
Colle Salvetti (Pisa) il 22-11 u. s. u 76 mmi.
Sar. R.-IB.../Gf.TATT GJOVANNI. da Celle L1'1urc (Sa-
vona), t o Gcnova-Sompierdarenn, il 5-111 u. s. ad 81 anni.
COOPERATORI DEFUNTI:
t .Won< GIUSEPPE TRTKAI•. 11 Budapest, l' rt-11 u. s.
a 77 anni.
Protonotario Apo-stulic-o e Pn·fato Domestico di Sua San-
tità. retton.• t:mt•ritu tlcll'Univt-r!9it~ Pa2maniam1 di 11udapl.'St,
decano dello facolr.à teolot'oca e professore di filosofia riclla
!<ill'~sa univcN1tà era un Jlrnn d1voto di 8. Giovanni 8~,--o
ccl tnsÌL.rJJe coopcrnturc dell'Opers salcsmna in l~ngherm. Al la
sua gent·ro:ntò dohhiun10 h,4, bella chiesa di S. Giovanni Bo-
sco C' rannt'"SSO IStllUlO <l1 Balassogyarn)at,
C'm,tma EGLOGE. P.../SSARELLf C.1/PPEU.0, t a
Bolo,-!nA il 3-111 u. :-.
Ern una delle Dame Patrone,ssc p,ù henemente ddl'CJf'<'rn
-;ale.<.;1:.ma. 0 1 nobtlL· f11miulin, ~pirito clettu, ,:unn: ept•rtn
~d 111-.mi fnrmn di hcndil:effil.a, ebbe:- tenere prcc.Hlc:-zioni pd
n~tro [i,tiuu,, e.li Bolngna. cui Ucùìcò anche l'ultin,o ~uo
••rnl-·olu ,.tc~o ùaI h:ttn cou affetto mutt-mo. Anima d•arti...rn.
nfr~e p1:nnello e penna a ~~rv1zio dei più alti ideali, cst-•rci·
1a11ùo con la pittu.ra e con gli scntti un mu~nifico aposto-
1,uo
l'mf. ('omm. PIERO GRIB.·IUDJ, t o Torino, 11 24-111
u. •· n 76 anno.
C.:rebb,· alla scuola do Don Bosco e serbò •empre pel Samo
m più offNruosn devu2.mnC\\ !.Spirando culture ed. insegna-
menu,, nnche sulla cattedra uni\\"ersitaria, a rt'tto cntcrio
· nt•nt ifiro. •Htn rtà culturali ~ !iociah ai principi <:ristauni che
onformurono turro lo suo vita. Cordo«lc collaboratore ndl'ur-
~.11ni.zzaz.1nnc Udla no~lrn fcdert1ztonc ex all it·\\'i, era ·,cmrn.·
.1 lìnm,:u dt-1 sw:ct·!.:"ìOri di Don Busc·o u1 oµni m1.zi3ttva sa lç-
srnna.
rnmm. CHT.F.STINO TETT.-IMANTI, t a Tr.:,catc, il
22-tu u. ~. a 50 nnnr.
Affezionato cooperatore, curò con l'indu•trin il b~ne d~lle
dossi lavo.ratricL t·onfort,,mdosi nelle lunghe sofferenze con
una tenera divoz1onc u S. Gro,•anni Bosco, lt: cui opere e
missioni soccorre-va µ-eneros.amen te.
TERESA ZEN/ t•ed. DE LUGAN, t a Tesero (Trento),
,1 ,2-111 u. •· a 75 anni.
t\\-taouno di un nostro confratello missionario in Brasile,
, antificò la suo \\'ita nell'um,ltii e nel lavoro col fervore della
pr~gbiera e della carotò.
I ·mm11. EDOARDO ROM.-1GNI.VO, t "Cn,iliari, il 14-Xll•
Jtr ,J aJ 8.l 011111.
1lnuno cinndmo e padre esemplare, prestò rn d,vcrso Cn-
mun 1 le funzioni di sci.!TCtarm con edificante c-ristJan11 ded1-
ZJ()nc, cattn•nndm;1 st1mn e gnittrudine da autonttl e p1,po-
lazronL li Signore lo prt:nuo anch~ con la voca1.1one dl un
fi~.dm sacerdote ulln Soc-i..:ci Salc!<-iuna.
IJ0.11F..VfC'O GARBF.'UO. i" a Duscn /Cuneo), ,I 10-11
u. ,. ad 8J u.nnI.
.\\n1n1u rcua, cunre flcc() di bont:'1.1 ~t dedicò tutto al benr
della sun famiglia ,thlCMt"r,dn o;;en·namcnte fauche l' :;acnfi..::1,
li,·t<> di vcJcr~ un IÌl(lio d1iamal,> dal Signore alla Socict;,
Sall'si..um.
ALTRJ COOPERATORI DEFUNTI:
ro- Antonaoli Luiµi, Tvrino - Darattin Lu1l!Hl PctruC'c:o,
drmpo (Udine) - Bnrnrrini Gro,·anni, Auo,ia (Genova) - Bee-
cari Giuseppe, Villa Pasqua/, (Nlanrovo) • Boschin Oorne-
norn, Sal:::rmo (\\'enc-~ta) - Cane Tcobuldo, Cmte/111,aldo (Cu-
neo} - Caroti Antomn, Arezzo Cossi don. D. Ciusepru:,
Vidwno S0110110 (Pincen,,,) - Chiesa Paolina l\\.brunott,,
Ge110t10 - Chinchigno Giovanni, T<Jra11/Q Conu Luol(Ì,
,HerutM (Como) - Crcvena P ietro, Caravaggio (BtrJ.<nmo) -
Cr,,tr Virginia, Ct>i<lrcriu (Svin,•ra) - Crmtn Cntcrina, C'unr-
1111, (Torino) - De Ce'!aris Moria, ~ TonturlitJ (Roma) - Del
Missicr, B11it1 (Udine) - Dc Man:ho Fron<eesco, Ma/I, (V:-
ctcnza) • Diann Francesco, Fiumrfreddo (Ci1tani<1) - Farne
Giuseppe, Sw,l11n· (Cagliari) - Fasoli Anira Dell'Avalltc.
,1/tlanu - f'rnnchino Pietro, Buttiglt'era Alta (Torino) - Gatti
D. Candjolo, Ga;;r;o/i d'A,ola (Mantova) - Ghiddi An)J('lo,
C'ostri,:nano (Modena) - Grnr Aritentona 8ag31, Borco (Udine) -
Giraldo Luiguo, Codet·1go (Padova) - Gorgoni Amalia, Gal"t111r1
(Lecce)• GrcJ.<Orio c-nv. uff. Alessandro, Frurma (Rm~go) • Cn-
g110!0 Gim,mni, ins<J.<rl,,S,,/iceto (Cuneo) - Lionetto Rossi Mad-
dalena, Sa,•,niera (Tonno) - Monni Ra~,a7,zono Claudina, Fiden-
:a (l'arma) - \\lannu :\\1ann,eiu Giulio, 1/wla (Cugl r•ri) - \\l11r-
d1i C;1rmda, L,>hifl (Vl·rnnn) - ·!\\·1fl"'l~anzani Ci.lmilla, Fumaue
(Vemn•) - Mcnmi Fumi• ..\\ntonorna, Vil/11,:-11urrliu (Como)
Minellono D. Antnnir,, """" ('l'orino) - Molo Fronce;;cu,
Bri1111a,,o (Alessandria) - Ncl{ri Emanudli l\\lari:1, l'irtolu
(Piacènz.a) - Nuti SJ.mudc, Gencn.-n - PRc<.·hioni n. Gaetano,
Bu,·gojlJrtc (Muntova) - Panzcn l',ctr<>, Lurago (Como)
Ped,•r~oli .\\nton,o, Fae11::a (Ravenna} - Pinna Varè f'ran-
cesco. Ù>rem:ar:o (B~lluno) - P,azza Vrnrenza, Rih~m (A~r•-
genro) - P,crrobon :\\I.• Cmrcl/ranrQ f"m•to {Tn·viso) - l'ola
l"Rv. Vittorio, C'ast,//11 rle/1' ,lcqiia (Sondrio) - Poi etto C lotilde,
Fam (Vicenza) - Preci I) Giuseppe, Mmtlrtltn (MoJt'na) -
Prr-to Luuu macxlrn, Culdognr> (Vkenz~ \\ • Rl":.tlc Gius~ppt"".
Ruhhw (Pana) - Rm-ci• Sr lrtn~, So//liute Ofo11u (\\'arest·)
Roru O. Filipp<1, Pom,ignm (Cr~mona) - Salali MarinJ
1.uglo, Rimi11i (Forti) - Sni(nri Ernesta, S,•,tu U11dt11w ( I ..1
Spezia) Sprc;ofi,·o Rusn Bdlrami. c,,~2(1'11)!U (Bn~amu) •
S1orri Cesare, l\\l,/mu, - Turditi Angelo, Not•ellu (Cuncol
- Taricco l\\lurco, Pessiu,w ('f()r,no) - Themell i D. Tc<tdosio,
Cheremule (Sassari) - Toccoh Don,en,co, Cm·edi11" (Trcnt•>)
- Tri~Jt8 Franc('.~C'a, Busrrt1d (Sirncusa) - Vacmo Luigrnn
G,ulta, Buron:;:o (\\'ercclli) - Vaio Viltoria, Rnma111J C. (To-
r1110) - Vannoncini Pi~tro. Srl,m (V,cenz,) • Volpi D. F'au-
stmo, r·,'1,.,1r,/o (Berl!;.HuO)
TESORO SPIRITUALE
r Cooperaton che, co1{{~sJati t tomunicor,, vrn1lano unu
,hie,a II pubblica c,ippella (1 Rd1g,os1 e le llcligiosc, la loro
rappella priv•ta) e qurvi prci:ano seconJo l'intenzione del
Somn\\u Pontdice J'OS:.om., U\\:'quist.Jrc.:
L'li\\"DULGENZA PLENARIA
Ocs, MESE:
1) In un g,omo dd mese a loro sc,•ltn.
z) Il giorno in cui fanno l'Hurti::10 del/" 811011a m1Jrtr.
3) Il ~ Ion10 m cui partecipano ulla Couftrtn:.ra me11silt sa-
lesi1.1.n1t.
Na Mrcse 01 MAccto ANCHK:
Il giorno 3 - Invenzione della S. Croce.
li giorno 8 Apparizione di S. M,chcle Arcangelo.
TI grorno 18 Ascensjon~ di N. S. Gcsu Cristo al Cìdo.
U giom<> 24 • Maria SS. Ausiliatrice.
li giorno z8 - Pentecoste.

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LETTURE
CATTOLICHE
I ndirizz:ir~ ,:li abbon.1mcnt.1 (lt.aliD, annuo L. 600; ~emesrrale L. 300 - Estero, annuo L. 800~
oemestrule L. 400) all'Amministrazione delle u 1t11r,. Cattolichs: S. F.. I. - Cono Regina Mor-
gh critJ, 176 - T ò rtno (709) - Conto C orrente Pmt3le 2- 171.
"DON BOSCO" 11,fese di J\\.Jaggio: R. CAN E STRARl - L'OSPITE SCONOSCIUTO
Autoriz7,azion e del Tribun:lll~ di T oTi no in d,11.a 16-2-194.9 - n. ◄03,
Con approv.wionc EcclcsiklStic<1.
Officinetirnfichedella Soc. J::d. lntern111:ìonale • Red~ttoree LJi.rertor• rcsponubìle: O. G U lOO FAVI N I, vrn Cottolengo, 32 - Torino(701;).