Bollettino_Salesiano_195004


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'Bollettino Salesiano
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DJ SAN GIOVANNI BOSCO
PER LE CASE SALESJANE, DIRETTORJ DIOCESANI E
D IR E Z IONE GENE R A L E: TO RIN O (709) VIA CO T TOl-ENGO, 32 TEL EFONO 21•117
AXSO Lxxi,·
:15 FEBBRAIO 1950
La Beatificazione del V en. D o menico Savio
m1~a dubbio anche I'esa!ra2tio11e del s1.ste111n educatit·a
J, S. Giova1111i Bmco.
Crediamo qumdi pnssa tm narc 1rr,pdil<l a, 110s/ri rl'l·.1111
Dll't'/tari Dìoresani e De/'llrirmi la coufertmm rlte ha
tenuto il nnsll·o rPdollare Don Fai·i11i all'U11ia11e Trise·
~11anti Don Bo.<co 11el/'11llim11 adu11am:sa presieduta dal
1,i.mn s1[!, Don Ziggwt/1 e dul Pre,<ìdente Prof. Corrodi.
Lo ripo, tiama qui 1'it'nl11ta ed i11te{!1'ola rrm qua/rh,
altro fu1rtrrolarl'.
La stoffa e il s arto .
L'anno 1835, quando Don Bosco frcqucntavn il
primo corso di filosofia nel Seminnrio di Chieri, si vide
in sogno • già prete con rocchetto e stola: e, così ,·cst1to,
11 lnvoro, in una bottega da sarto: ma non cuciva rohc
nuove, bensl rnppezzava cose logore e metteva insieme
un gran numerC> di pezze d, panno , . (.ìlem. Biap.,
,o!. I, pag. 382).
Egli stesso lasciò scritto che non ne parlò con nlcuno
linchè fu prete. Lo confidò poi, per primo. a Don
C.1fasso.
Sogno significativo. La m1$SJon~ di Don Ros,·o, in•
l,1tti, fu rrevalenrem~nre dll'ertn alla redeniione ùei
rngnzzi c.lella ~trada •, alla educazione delln gioventù
ro,·era ed abhaodom1rn, che da lle mani d1 genitori
incuranti od inetti usciva sciupata prima ancora d'aver
rreso forma. Ed il prod igio del ,uo miniswro fu appunto
quello d, avei abilitato a , ila onesta e dignitosa soggetti
che p:1rcm1no predestim1ti alla galera,
l\\b, a conforto d1 un lavoro cosi fortunoso e rnnte
volte ini:rnto, il Signore non tardò n IllJU)d\\lrgJ, fior
di fanciulli che abbisognavano solo cli una mano mae-
,tra per prendere quma e rngg,ungerc un grndo di per•
le~ionc più che ordinario. ,\\llora egli provava induhhrn•
mente la soddisfaziune che provu 11 sarto quando pa,sa
ila, rammendi a lavori d1 taglio. Sodd1sfaz1one pro-
porzionat'\\ alla QWllitìi delle stoffe; sempre però lr-d.-
scendcntc le fatiche del ramrnen<lo. 'un itiomo, eccogli
addirittura panno di prima qualità. Ed il Srrnto Ieee
il suo capolavoro.
Ira il l ollohrc, prnnu luned, del mt'Sl' , 1854. Don
l~,sco s1 trovava al colle natio con alcun, dei mi1d101i
tldl'Orntorio: a\\'cvn celehrmo, il i:iorno mnanzi, la festa
dd lu lvladonna del Rnsano ,. si pref1,1rnn " ntorm,re
" 'l'orino.
11 volto suo ilare, l'arm ncleote m,, nspetrosa •
trassero ,·erso di lui i suoi sguardi, merur,.. il U"iovinetm
gJ1 si appress,wa accompagnaro dal padre.
• Chi sei? - gli chiese - dond... vieni?
Io sono Savio Domenico - rispose il tancmllo,
dodicenne - di cui le ha parlato Don Cuglicro mio
maestro, e veniamo da 7'1ondon10 •·
li huon i;acerdmc- ~•ern infatti portM0 a Torinn,
alcun, mesj pnma, a perorare l'aceett:az1one de-ll'ullicvo
rm.-diletto ali'Onnori<l, perchè altrimenti la famiglia non
sarebbe sr.ata 111 1.'Tndo d, fargli proseguire glt studi.
E sarebbe stato un peccato perchè, disse a Don Bc1scn:
• Qui in sua casa può mere g1ornni uguali, ma d,tli-
cilmenlc avriì eh i lo superi in talento e vi, tù. Ne faecw
la proYa, e troverll un San Luitli •·
Don Do~co lo rm"e in di~parte e, disc11rrendo lami-
liarmente con tu, degli stud, e del tenor d1 vita fino
allora piaticato, risconti ò in quel ginvam, • un anime>
tutto secondo lo sp,riro Jd Signore , ,, restò • non
PQCO stupito considerando I lavori che In gi nzia divin.1
,l\\eva g,11 operato ,n cosi tenera et.i , . Cito, fra ,•,rgo-
lette, le ~tesse sue parole.
Si dispose qumd1 a rrnnarnt' col padre Mu Dome-
nico lo prevenne:
Ebbene, che gltene pare? mi condurn't a Tonno
per istudinre r "·
, Eh, m, pare c-he ci sie buona stoffa , , ispose.
A che ruò servire ~tu<.-st.i stoffa? •.
• .\\ fare un bell'ab,to da rcimlnre ol Signore
• Dunque io sono la stolfn, dia ne sm il ~arto; dun4ue
m1 prenda con le, e farà un bell'nh1to pcl Signore•·
• lo remi, che la tua wacilità non regga per lo ;,tudin •.
"Non tema questo: quel Signore che m , h.i clllto
tìnorn s:inini e gn1zin, mi aiuterà anche per l'an enin: .
, .l\\,fo quan<ln tu ahbra •~rmmatn In studio del Imino,
che ,-osa \\'0rra, r.ire? '·
• Se 1! Signore mi cor!<'cdem hlnlll grni:1a, d~s,<lero
ardcotementt' d1 nhhracc,are lo stato ccclesinst1co ...
11 resto è noto. Don Bo~co gli porse un volumetto
delle Letture L'lll/(J/,r/,r us~cgnandogl, un:, png1nn 1.fa
srudmre ., memoriu per l'mdoman,; poi commcio a
trattare col pa<lrè. J\\,fo non tniscorser,, otto mmut,,
che SaYio tornu a lu, a recitargli tutta In pngin:1.
Bnivo! - ,:!11 di~se allorn il Santu - tu lrni nnt1ci-
pato lo stu<lio <ldl11 tua lezione ed 10 ,mt1 -,po la ri-

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irostn. Rì, ti condurrò a Torino e fin d'ora ~ei anno-
, erato tra i mu~i cari fis!huoli; comincia anche tu fin
d'orn a pregare Iddio, affinchè ruuti me e te a fare la
sun i;:anra ,·olontà•·
JI 29 dello stesso mese, Savio Domenico era a Torino,
ali'Oratorio di ~- Francesco dt Sales, che, per l'anno
scolastico 18s'1-·55, conta,·a già 115 alunru interni tra
studenti l'<l artigfani, oltre nllc centi naia che vi afflu1-
' ano nt, 1!1orm fest1,,, alle scuole i.emii e domenicali.
Corse subito nella cameretta del Santo per met-
tersi - son sue parole - • interamente nelle mani
<le; suoi superiori •: e, fissando un cartello oppe,;o alla
parete con le parole scnt111rali Da mihi m,imas, ulna
10/le •, trattene, con l'aiuto di Don Bosco. il senso
O Signore, datemi anime e prendetevi Nttc le altre
cose~, ; Ilo capito I - esclamò - qui non ha,"'\\'i ne•
gnzio cLi danaro, ma negozio di anime. ho c,,pito; spero
che l'anima mia farà anche parte di questo commercio •.
Da quel giorno inconunciò l'a"ione diretta di D on
Bosco nello sviluppo della sua spmtualirà.
La stoffa.
Ma prima di analizzare l'opera del ~ sarto •• dobbiamo
esamina.re la stoffa.
Savio Domenico non ern materia ~egg,a. A,•eva i,ià
un'educazione che Don Bosco definisce t civile•, per
incoraggia.re anche i pii1 rozzi figli dei csmpi ad irru-
tarla; ma che andn\\'ll ben oltre lo co!lidcttn • civiltà
dei modi t o • civilN del tmtto t, come comunemente
s'intende. J1 suo garbo esteriore non a,·eva nulla di
convenzionale o di mnnieraro. Era invece il riflesso di
una tempra inreriore già decisa e ben definita, il ri-
flesso di una spiritualità accentuata, di un animo
- per dirla con Don Bosco stesso - rotto secondo
lo spirito del Sil!Jlore •· Natura, ambiente familiare e
scuola avevano concorso a fame un fonciuUo cristiano
a modo.
Da natura a,·eva sortito • un'indole buona, un cuore
n. propriamente nato per In hontò • (Don Bosco, Vita, c.
La faIDJglia, modestissima, • non ricce che di aspi-
razioni cristiane, di nra crisnana, vissuta, sebbene nelle
più modeste condizioni, nell'esercizio ordinario, nel
compimento de1?li ordinari doveri della vita comune•
(Pio XI), aveva quel che si dice il • sensus Chnsti •,
p,ù che sufficiente ad avviare i figli allo virtù. I geni-
tori, che diedero alla luce ben dieci figliuoli, erano
, lodati dai vicini come cnstiani esemplnn ,. Il babbo,
contadino, costretto dn crisi di mvoro (I fare il fabbro-
ferraio, era assiduo cantore in parrocchia e stimato
da tutti come ottimo cattolico •· 1-'1 madre, così pia,
che, quando morì, 11 Parroco disse ai figliuoli: :Non
$tate n pregare per vostra madre, perchè era una santa
donna, ed ora è gii1 in Paradiso •· ~empre a tutte le
funzioni in chiesa, non traJru;cia\\'anO mai il Rol;ario
in casa. Nelle lungi-e serate d'inYerno lo dicevan<',
con i.!llre famiglie vicine, nelle stalle - come ~1 usarn
- trn oneste conversaz,oru e la lettura di buoni libri
affidatn generalmente a1 ragazzi od alle ragazze m;.
gliori.
Il babbo, all'atto del Barrcs1mo d1 Domenico, figu-
111\\',I ancorn come • ilhtternro •, ma alla morte del snmo
ligliuolo glj lesse correntemente tutte le preghiere della
buona· morte dal Giornnc Provveduto•· Il che prova
cl1e imparò n leg.."<!re quand'eni gia capo di famiglia,
nM ritagli di tempo, dopo le fatiche della giornata.
La madre fucev;1 la sarta. E questo ~piega anche il
buon gusto con cui vesti, a i suoi fotliUoli, spec1almcntc
Domenico che, nella costante modestia delle sue con-
dizioni, portava gli abiti con decoro'!B proprietà, senza
ricercatezze, sempre in assetto.
A 4uattro ann,, sapeva le orazioni a memoria e le
diceva con amol"e spontaneamenu.,, pronto anzi a ri-
cordarle a1 suoi èan, quando le faccende domestiche
costringevano a qualche ntnrdo. Un giorno che s'assise
a tavola u.n forestiero senu far!IÌ neppure il SCj!OO di
croce, ne provò tnnta pena da rifugiarsi in un an~olo
con I~ sua scoddla In mano. Richie,;10 poi del perchè
di quei • capricci •• nspose cnndiclaml·nte: • [o non bo
osato ponni a tovola con uno che si mette a mangiare
com._. fanno le hesta: •·
L'l pietà, sentit:J. e fervida, gli rendeva cara l'obbe-
d 1c117,a e gli ispirava un tenerissimo affetto per i geni-
tori. Stava volentieri 1n essa presso In mamma e, qunndn
il rapii tornava dal Ja,·oro, gh corre, a incontro, gli
saltnva al collo e lo colma\\'U d; carezze e di baci, espri-
mendo una compn,nsionc delle sue fatiche e dei suoi
sacrifici, che non è focilc risr~ntrare; Cnro papà,
quanto siete srnnco I mm è ,·ero? - gli diceva - YOI
la,·orntc tanto per rlte cd io non son buono ad altro
che e dn:r.i fu.scidio; ma pregherò il buon Dio che doni
a voi la san,tll, e che nti faceta buono•. Poi lo accom•
pagnavn in c11u, gli pre~nta\\'a la sedia, lo face\\'d se-
dere e gli teneva compatmiR, facC'ndogli m,lle careZ?.e.
Gli stes~i genitori seppero innamorarlo della chiesa,
portandoselo insieme alle sacre funzioni ed inst11lan-
dogli il dovuto rispetto alla ais.'l dì Dio. Fu la co,;a
che colpi il cappellnno eh Munalclo fin dallo prima
volta che lo vide, a cinque ,mni, in compagnia della
madre. , La serenità del suo sembiante, la compostezza
della sua persona - ne scrisse poi a Don Bosco nel
1857 - il suo atteggiamento divoro, trass.,ro sopra cli
lui gli sguardi miei e gli sguordi degli altri ,. Ma qual
.orpresa vederlo più volte in anticipo dii,'Onti alla portn
ancor chiusa, in ginocchio sul limitare, col capo chino
e le manine g-iunre, nd attendere che si aprisse I Talora
sul terreno coperto di fango, sotto fa pioggia e perfin
sotto la neve!... Gli altri ragazzi schiamazzavano a loro
agio nei pressi.
"La morte, ma non peccati".
Imparò pre.«ro a -servir :Messa e la serviva come un
angioletto, Rrn to al sacerdote che lo aiutava a reggere
il mes..sale, mcomodo e pesante per lui. A sette anni
sape,-a già tutto il piccolo Catechismo a memoria
L'aperta intelligenza e l'ardente p1c1i1 gli ottennero,
c:ccezione p,ù umca che rara a quei rempi, la grazi~
della prim:i Comunione. Non si leggono senza emo-
zione le pngine in cui Don Bosco, su te~timonianz.1
dello stesso cappellano e dei genitori, dc.scrive il ftr•
vorc della ~ua preparazione, il suo raccoghmento, la
richiesta del perdono olla mamma, la compunzione del
cuore alla Confessione, fa Comunione, il ringraziamento.
l:ii pensi che la funzione durò cinque ore. E Domenico
fu 11 primo ad entrare in chiesa, l'ultimo atl uscime.
l\\fa il documento più cspl,cito del suo pro$!J"csso
ipiritu:ùe l'uhbiamo nci ricordi che egli si scrisse su
di un bigheuo e conservò poi sempre 1n un suo libro
di divozioni per nle1?gerc e riconformare u quando
a quando: • Ricordi fotti do mc, "iav10 Domenico,
l'anno 1849, quando ho fatto In primn Comunione,
esl>cndo di sette anni:
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1. :\\li cunfc~srrb molto •o,·ente e fot ò la o.;011111-
mnne tulle le , ohe che ,I cunfe,_~,.,rc m, Jarl'I lll·c111.,
i. Yùglw 'lun11flc·,uc I g1om1 k-s11,·1.
1. I miei arn1'l <ùntnnu Gesù e l\\fori11
4. La morte, ni.1 non peccati.
t smto bene os,;er,11to (O. Caviglia) cht! net tre primi
ncurdi ~i può probab,lrnente sconrere l'"p,ruztnne dd
aippellano; nu ti quarto, che è ti p,ù 11npci:ri.1t1,o,
~ tullo suo.
I ,e ., nflcme che, come scr ..se Don liosco, !lu.-su
ncnrw fwono come la 1,,•,.11da delle sue azum, lino ""·'
e nnc della ,·11.t1 •• f.tcil.- misurare l'cncrgia d1 n,lunt,1
che fio d'nlloru dimos1r,1vt1. Un voltt,vo, ., selle 01111,,
e d1 che tempra I Lo ,uuto induht>mmcnte l:t snmlu
la qunle allora nun era anl'Ora infetta dalla peste dd
huc,,imo. .\\ru1, ne, p,ll·•t, eia pè.r lo p1u in mano .,I
clc,ro, perchc ~mr•cll1'1••" .mo I maestri la1t·1. Dom.--
mco Sa, 10, pd corso d,:mcntare, ne ebbe tre 1u111 ,.,.
ccrdot1, a ~lur111ld11, ., ( ·a,relnuovo, a :\\londonio.
.-\\hbwmo 1nil r1le,.11o> l',mpr1:~s,on1: ùd pruno, lo
,res.-.o aippellano che l'ammise nlJa p1 mu Comunione.
Il ucondo, Don Allora, '11:ri~se a Don ll"~<·u. • l~l(li
rrn di complessmne 1ilquanto debole e grnc1lt:, da 11Rpeuo
l,!m,·e misto ul lloke cnn un non -so che d, l,!ru, e e p1,1-
1rrnle Ero d'indole m11tss1ma e dolc18simu, di on
umore ,emprt' ul(uulc. A\\'C\\11 costantemente 111le con-
te1(no nella scuofa e luon, m chiesa e o, unque, che
ljUando l'occh,o, 11 p<'n~1ero o il parl~re del 111.,~-:,uo
,ulgnas1 a lui, , 1 lasc1u,a I.i più bella e i;:10<:und.1 ,m-
('re,.,ionc. La ,11111/ <fllll ptt 1111 maatru n p111J d11tm11irt
un" .,,., rnn (cnnl «,111p,11s1 Jl'lle dure /aticltt d1t' spNsn
gli tocca d1 so1tu1rrr i111/,11110 11t/la rolt11rt1 tli m 11/1 t' 11111/
,foposr, 111111111 dr re,·t, al/1t't•t. Laonde pn~so dire che
d/lt fu !::ia,·io di nornc e 111le pur sempre ~i 1n•>H1rò col
lu110, \\'aie n d,re 11ello studio, neUu p1etu, nd conYcr-
eare coi ~uo, e1>mpu1m1 eJ m oj!ni ,ua a-1mne. UJI primo
g1<1rno che entro nell,1 mia ,-cuoia smo all11 fine J1 qucl-
1'11nno sc:ola,,11~-o e ner qua11ru mesi ddl'unno aucce.-
ol\\o ,,. progred, nello ,md10 in modo stt,iurdmano.
I l(h •i meritò cci.11m1cmt:n1e iJ pnmo po to dt t-uo
p~nodo, e le altre unonficenz~ della ~cuol,1 e qws1
-cmpre tutti i vou d1 c1RRt.:unn matcrià, che ù1 mnno
in mano s'and11v11 insep:mindo. Tal rdice nsulr,no della
...,cnza non ;,. -a,10 du ,mrihuir~i all'tni,:c.1;no non l'U•
munc, d1 cui t:l<'li cm tornilo, ma czmnd,o nl 11rond,s.
t. s1mu ,uo amore alIn Mud,o ccl nlla , 1rtu prn dt•l{ll.1
d1 speciale amm1ro✓.1nne la d,luienza 1.i:m ,·u, p1oct1ra\\a
d, adcmpien- 1 pru 1111nuri dover, d, ~,·ol.1n, n,,runo
e st.'W)atamentc l'11'>l1Jdu1tù ,. lo costanza m1t.1h1le ndla
ln·quenui <lell.1 ,cuoi.i. D1 modo che:, dch<•lc quut <-itlt
lu "l!nlpre d, >ii1lu11·, pcrçorrc,·a o~i J.(10rno oltre qunrrru
l11lomc1r, d1 ,trnJa, rl cht· nr<·t.-,a pu1 <411u11ru h:ttt:
rru l'nndatu e rit<II no•·
\\la 4l1t h1so1rn11 ,11b110 r1porturt le nsptlsll' che tlu:dc
,<l una pcr~oou u11emp.in1 che l'incontrò. un 1nomo,
IUtto solo per 1,trndu, &<•llu Id ,,forza del ,olc d1 cstitlt:,
ali,• due dd j>Ollll'rtJta.i10. È un dralol(o mera\\ 111h11so.
• Com mio, non hm 11morc a camm11"111re tulio s,1)0
.,.., 4ue:.te Mr,,de ? •·
fu non 'llmu li<tlo, ho l'uniielo cu,rudt- dic- m1 .1c-
rump,1una tn IUllt I p,1ss1 ••
.\\hnc·no II sara pcnoi,;1 la Mrad.1 pc1 <tUl!su, l",tldo,
du\\cn<lol., fan• quuttro H1he al .r1ornu •·
Niente è J')t,..•nu.,n. ful~ncc C fatu:a t1ttanUu "Il l,tHH ..1
per un r•aJrunc d1e PJLM mnlro bt•m
Ch, < ttuc,10 p.11lm11t•?
• f.: 010 creallon, che pal{,I un hicclucr d'acqul J.1to
per 1rnor suo •·
E le naJms11• dw d,cJc at cnmpu14n1 d1c lo lèlll,1nino
ad una parttt.1 d, nuoto rust1l':lnO >
Dom.cnico, , uo1 lare una parht,11 •.
, Che p,1rt11~ ? •·
L na p.1rt11>1 a nuotare •·
( lh nu ! n• nnn .:, \\'lldo, non S(ln pr.111«1, ,..mo dt
mnnr ndl'acqllà •·
• Y1en1, fo molto piacere. Quell, che v.mnu ., nuo-
rarc non ~tntonu p1u il caldo, hanno molru buon appe-
tito e1l acqui,11mn molta saniti,
,. l\\ l11 JO terno d1 mntir nell',1c4u11
Othò, nun trmcre, noi 1'in~e1:ncremo quanto ~ ne-
ce,;sario; cnon1111.:er,11 .1 ,·edere t·o111c fucc10m11 no,. e
por fnm, tu alu cll.tnto. Tu o , cdnu a ranunrn.1rc
n1:ll'.ic4u.1 1·mne J'IC.c1. e- fartmn s,1h1 ti., irrl{l1nt1
\\l,1 non <' Jk'Ct',11<1 1mù.lre 111 <!Ul't luoi:111 do,~ ,uno
Tanti pt·rh.:t•l1:.
,,ente ,1tfa110: .,nzi c1 ,annu 1\\1111 •.
L':indan, 1u1t1 non dimostra che non §18 peccai<> •.
• :-ic non Hl!ll 1uff,1rt1 ndl',u:quu, corn1nt·,:r,11 n n~dcr,:
J.(!1 ulm •·
!l.1Sm, 10 ~onu 1rnbro~l1uw e non ,o dtt dire•·
s.r,, • \\ 1en1, , rcn1:
sulla nostr:1. p:.tr(ll,1. non ('1 C male,
e n<>i II lthcr-,re111n J,1 11un1 pcncolu
• Prnna d, turt· 411,mto mi dtt<·, voithn d1manclan:
licen,,..;s a 1111., m.,tlrc; ,,,: dia m1 ,l11-il J, ,i, .:1 ,inJru:
11lrnment1 no
:-.ta ~1110, i:uardau ben.: dal dirln 11 1u11 m.1Jr<': .,,,-.1
non u la,<er~ cenameme ,·en,rc, 11nz1 l11 ,hm ai no~rn
genitori e ci farnnnu p,,,,!<:lre il c.tlùu i;un h\\U>nt n1lp1
d1 bacch,;tm •·
•Uh! w 111i., 111,1drc nc,n 1111 lasi:1,1 1111d,11e, ~ ,e~nu
che è cc,,.1 1ni1lfn11a, pcrc11'> non c1 ,ado: ~t• poi ,olctc
che ,·i 1>11rl, s<hll'thm1cn1e ,·i drrì, i:hc lui 11111ann.11u
.- v1 anJa, un., \\'ohu -;ol,1, ma non c, ,tndrl, 111.11 pili pc<
J',1n.-nirc:, r•·rchc m tali luOf!hi hani scmpr, pcrtl"<•lo
d1 morir nf'll'uct1u,1 o d, otl'.-nJerc altr1m1:nn 1I Suinorc,
:i-;;,. ,tate p,it ,1 parhtrmi dr nuoto: r,e ud cos.t J1-
....pmce ..u , o~tr1 l:~n,tort \\'OI non cto, re"~•~ p1u larln,
pcrchc 1I S1gnurc 1:,1s11ga quet li111iuol1 d1,· fanno cose
contniru: "' \\tJIL'l'I del p:1dre e dl'lln mudre •.
fai on\\ lci.:1.tiamr• l'cloi.:10 fa1111 ,lui 1er1.o 1n,,-,s1ro,
Don Cughl'rn, quei:l1 che s1 interessi, per tarlo ill'C0-
11licrc .ill'Onuur,u di Torino.
lo pus.o dm·, - scn,se and,'<:~1, 11 Don 8ost.'"
dupo la mort<' dd Sa,1u - the m ,.,nr, anni Jll d,e
attendo a,1 1,tru1r,· 1 rtll!ll7.7.I nnn ne ehhr m,11 alcuno
1.hc abhm p,1r.•gogm1O ti :o;av-i,, nella p,e1ù hl!h <'••• g,o-
, ane d1 et,1, rn.a .1,,enn.itu al pan Ùt un uomu perietIO.
La ~u.1 dtl1g,:ni,1, 1ssrduttà allo ~tuoin, , l'affHhohr:, "
catt1v,n ano l'alfc111, dd maestro e lo rcndl•\\,1nu la de-
lizi.i dea 1.·nmpaMn• Qunndo lo nm,ruH> 1n chiesa, ,o
ero compre,o ti, altu mcm,·1s:1lta nd ,·cd<"n: 111n1tl r.1<··
i:u11limcntn 1n un g,o~tnl'llt> di cosi rcrwr.1 eta. 1'1u , ult~
ho detto trrt tnt: 51~~<::o: Ecco un\\uurna ,nnut:-ente, cu,
s, ,tpronu le Jehzre del parndjso, <' che ,.,, HU"' affetti
,·a ad ,abnan· COl!lt anl!el1 del c,do... •·
Tm I farti bpc...·iuli l'tn~l'l{nante c1111 l'c.'tnt<'ll ,uppor là·
1.1one J1 una 11mve 1:,tlunnm Un comp,1i,:no scap,·strato
dupo aver pru\\"ocato un d1surd1nt, Jddo~,ò l,1 ,·ulpa ;il
:,,,11,·10. F qu~~tt. Men✓,a <lire parolu, s1 l.1sc1ò 1n0uere tn 1-;1-
nocchio m meno ull'uulu come l<>s!I<.· ,1111<1 Uit\\"\\"~ro cuh,c-
vole. Quund,, 11 m1c,-tro ,cnm~ in ,:hrnto <lcll'.1ccJdu1u "
1tl1 chic,, cun !,orrrc-.i r1:n:ht: n..n ,, tiw,,• Httlp,m,. t'l!h
75

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candiJ:im,:nt< nsrmsc· • Pen:hè qud tnlc, essendo S?ilt
co!J)t'volc rii 11ltr1 falli, NU"ebbe for~e llU<to cacciato di
scuoln; ,tal cnntn mio FJ>Cf'a\\O d1 t'S!lerc pndonato,
esstndo l.1 prim., ,n;in..::i.nzn d1 cu, a,1 ,lCl'Us.,11> ncllu
scuol;1: d'ahronde pensava anche nl nn tro D1\\'m St1l-
v1110n,, il qunlc lu ing,ustamc·nte culunniutn •·
Ec,·u In &tuffo che rnp1tnva nelle mnni di Uun Bosco
il 29 ouohrc del , 854, l'anno ddla Jefin,1.1nnc del
doamn d..tl' lmmncola1n Concez,ont•.
ll sarto.
Don Ho ~o, nd I S5~. contava 311 ;1nr11 J1 ,:tù, 13 di
rocerdoztn c.11 apn~tolato frn la gtmc:ntù. La sua mis-
sione c:r., ~,:, hcn definita: Ed11ratort' tlrll'ndnltscrn-:::a.
• Adolt·sccnt1um patrcm et m:111istrum • lo proclamò
la Chtc5il quunJn lo e<¼lltò all'onore J.,rh 1111:m.
La ~ua sn111l11 eia ormw in 11110. con un cnttrio d,
organiua7.wne che all'Oratorio cli V11Jdocco offnva
l'amh1cntc mL111n anche alla cultura dei santi. Tanto
~ , t·ro che Domcn11:o ~1\\'tO ,;i ~nti ~uh110 nt'I suo dima.
Fu detto ar11u111nu,n1e che 13 pedagogia cli Don Bosco
~ la • pcJ,11.">II ,t Jcl prole1aria10 • (D. Cu,·11.!li,1). I..:!.
stona rin 110:¼cr,1 .i Don Bosco ;im:hc 11 1110l0 dt • apo-
stolo Jd ptult•rnrn110 perché cffcl1 l\\',1mcnce le sue
pre<lile7.ion1 tli mirustero furono per qut· ra clns~c. l\\fa
crrcrchhc dti ,, pcnsa~,;c con simile dcfin1z1onc di ri-
durre 1I suo l't~h-nlll educativo a tJuakosa di dozzinale.
Pcdat:OJ{ia drl prnl,•1.ina10. ·ma non pt·r fare Jc1 pro-
lctan dello spm111. Al comrano, prnpno per clcvore
i fo.-h del popolo alle ,·ctk cldla C-1\\ 11<" .-ducazione e
ddla p.:rfi:z,oni, a 1~1,ana
Pcrche, è bene ,iarlo, 01>n ~ro non fu mn, S(l)tanto
pt.•,fa11011u· fu sempre ~~cHdorc; .,nzt pnma sacerd<lte
che p,·dauoi:o. Neppur per l'ulumu rnl,!auo tlclla ~trucfa
el!h •• e mm l1mi1n10 a concepire un.1 funzionc peda-
J!Ol11c:1 h1i, ,1. M111 nella sua tc.~tn l'11lc:1Je di un uomo
• purnmcnt~ uomo•· Ideale tanto c1w all'nnt,clcnm-
h~mo nos1r.1no e str:initro, che i.:,unl!e al Jl,lrntlos.<:o
d1 ntcm·re un rr"l!r<:sso I'educn1.1Pne aHll"II dolla rd1-
L!to11c. C1 H1rrchl1'.' C'1rdut:ci a hollarh .-un ISi ~ua sm-
ncn sdcynos:i J1dlinnv. one: • l.'uomll. S<'nza rdtJtione
e una hd•·a tla -SCtTill!lio, c11w fcrutc, m11rnano. mut,h,
a w, dannoso ai:li altri •· 01!1:t ~h anchhc a 60stej?no
della ~u:1 1,~1 1,· sturin , ontcmpornn,-a, la mr..tra e,;pt,-
nenw quut1d11ma.
• Animu humana, nutumht('r du i,1111na • ha dello
Tertullwno. E l'uomo non lut d,c unn \\'ÌR per la ~ua
perfezione tntcgrnlc: l'1mlla71on,• d, l'nstu.
Oon Uoi:co lo 15,ipc,11 ben i,,,mo. l'crc1ò, mcncndosi
a ,cnu1n delta -:,o,,·nru, s1 !!Wlrdu hcnt.• tbl farle 11
tono <11 Ulrparl,• le uh.
No, c1 crm 11111 • O)!l.?1 d1 fronte ad un r,~orso di la.i-
c,~mu d1t ci ai \\nrrebbe gabbtllare comt• conqu1st.'l
democrnucu, mentre è un 1risnss1mo ltnmneno dt dc-
genern1.1one, d1e, applu:ato alla pcdni,:ug1,1, ntrofo:ze-
rehbc l'cvoluz,one de.\\Ja narurn uman.,. I.'uomo che
non c ..cscc n• Cnsro, per u:-,tn· l'tnc181vo lin1,'liaU1,?io
d1 Sòtn Paolo, non ra~un(!crù n1111 h pc,foz nne <lei
;uo es~,·rt•: s:tn't sempre un delkl<'rit..-, p.:rc:hè di re-
sterà umprc la potenza paù sul>lnnc d11 tradune m
111tn: la pot!'1lz:& d1 conispondcn~., 1111.a Gru,a p..-1 In
elc,az:Ònc Rlln scmo soprannarurale. '1'0110 imperdo-
nabile all,1 re<laKogta chi:, pt:r t0S1p1c1wi o per ~pin10
setrnrao, rmurue1.1 R questa quotn e i•r~cmdt: dal <:.n-
slianc~:1110 111 I c:omp1mcn10 ddla s.1,1 fu11~,nne, E rE'-
spons.1l11h1., i:,a,·1s.<1mu d1 trontc 111 ~1111:oli '•01.!l!Cttl.
rnpact d1 uno cJc,-nzionc wpcrrore, rd ella socicta 00•
trclta acl un h,dlo d, mediocrità sp1ntuale, f.11al1n,:ntc
suscct11h1lc di wprnffazione do p.1rte dd pr01tress<> m~-
t. tcriulc vtro che In Chiew1 fa la i;ua pane do,c può;
rn.;1 l'osr.•nt111.illm· al.!nost,co e lnicistu della pedai:11~1,1
ndl,1 ,c-uulu 11(.' contrasta e ne compromcllc qunRi sempr~
11 su,·c•-s-"'•·
Fortuna per la str,ff:1 rro,·are un buon &irto! E prov-
\\ ,Jcn;,~1 per S.i, io l'a, er tro\\ 1119 in Don Bosco un ,'<lu-
01111n• SJccrdotc •econdo 11 cuore d, Dio.
( omc scmrhce ,-duca1ore, Don BoM:o non avrebbe
nn110 altro d., fare che oon cn.ue 31 J?io..-ineno lo
smmpo rn;evutn, Eitli er,1 già in lorm.i per quanto ri-
µu,ml,1 la • ,:i..-,ltà dcj modi •· Nr,n c\\,ra nulla da egg1un-
11cn·. Sape,., ~tare decorosnm-,ntc in società oon una
hnt•~"'' di trailo die dava dc, puuh al fiore della nn•
b1lt11. Il p,nft:-ssorc Bonwnino, che accou.lievn cani.li·
te:, ulm.:ntt• , raJ?aui d, Don ll<)SCO .111,1 sua ,.cuoia di
gmnas,o trcqucntllta du fi!!li ddl'at18tucrazm, eb~ più
volte.- a dire clic • non nconlavns1 d, .,ver a,•uto akun,
p1ì1 attento, pi11 docile. p,ù nspcttoso • del g1m:mc
S:n 10. • :\\d ve<tire e: nella <11p,~l111n1ra - pn'Clsa lo
$tessi, l>on Roseo - non ,·ra punto nc,-ri:ato; m;1 IO
quetl.1 mo<.1.,.11,1 dt ab111 e nella um,lt· ~ua cond1z1oni.,
ef,!h ,1p1,i1rl\\11 puhto, ben c<lue.110, concse, m gu1M eh-,
1 suoi comp111111i dt cÌ\\•ilc ed anche d, nob1lt.: conùiz101,r,
i qualt in buon numero 1Tlterven1,1mo o detta scunla,
i:u<ltc,ano us."'11 dt potersi trBtkn<:re <·on Domenico non
~olo per 111 scienza I' p1,:tà, ma '1nche per le sue: c1,1h
e pmce,oli numere J.1 trottar.-•·
Più J.i ~-0s1 che ~-osa si potrt·bbt• de,;1derare;
J\\la nel nm1po spmtualc <JU,1nt.1 strada aHehhe um'Or
potuto f.lrel La perfo:,;ic,n,• cnstmna toocn l'fnfin io;
cd 011n1 minuto, 011111 resp,ru, 01tni palpito del cuor(
pui, pon,irc, od un.i quo1a più ah:i.
E supwnzn del m.1es1ro intliv,tlunrc lo capac11,1 ÙI
un'.,nim.i, &t1molarfa ed .11u1arlo ad 11scemlere i;cmpre,
con d<-<:ts1nne, c:ostanza, abnt.~T.t0ne e 11t:nerosi1à. Quel
che Ieee Don I.losco. D,1lle IIUC mam • l'ab,10 • pre!ic
<jUdl'dt'!,'11n,.a che ora forma 11 n05lm incanto, I.a
trunamo s.:olp11a in un pem.Jo dtl a1po \\'Ili ddb
ht01èTl<IÌ.1 m cui legl!]amo: • Tutte qut'lle virtù, che nor
abb1.1mn \\·cdu10 n.1sccre e crescere nei ,11n ,;tad1 d1 sua
\\'tt,,, crd>hcro oirnora mcrav1~h11satncntc e crebh.:ro
ins1tme ,en,.a che un.~ fosse da nrn;umcnto all'altrn •·
l>t questo crescita furono te~cimon, 1 )t1ovan1 d.-1•
l'Or,11orio ai quali 11 Santo polte 1:1rc ~ppello anch,
i;o.rr• .,mlo la b10Rmfia d1 :\\l.al[on.: l\\.J,chcle, 111 cui, met-
lt-ndo tn nl,e,·o le dh·cri:cnze di:1 Juc tipi, scrisse tld
Sav1<1: • Vo, 05$Crvaste la ,·1nt1 natll con Ju, e cohm,Ul
fino •ll',.ro15mo m rutto ,I c,,rso ddle Mlii v1tn mortale•·
Il mac:siro ne d:i rutto ,I mt:rno all'alunno. .:\\In la
.,nnonia clcllo ,viluppo Jdll.' ,·1rt11 d., lu, prnticatc: IO
,rrn~lo eroico, è rutta s:Jll)!ena ti, Oon Bosco che vii
diede l,1 furtnuln ndegua111 e nt• ~ontennc esubernnzc,
p1•riC"olnse.
B:1all1 n~ortl.1re che 11 Sa,.in kntlevn nd austere )'le-
n11e1\\ze eh,· a\\'rebbero poru10 pr.-g1ud1cnrc, data la g1.1•
c,hr:, d, Jl,1 ~ua ~-omple,.,io1w, n•Jn solo la resistenz 1,
ma anche l'1:4u1hbno ddla sua personahtà.
La formula della scuola di Don Bosco.
L., formuli, ddla scuola d, l).,n Bosco ce IR lasw
11 ~;l\\'10 ,n un i,-.uao,io ~ulloquio çnl Rtovane GJvto
Can111ln, 1,t1un10 ùa Tortona ull'Onitnno, un anno dopo,

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l'autunno del 1!!55: « Sappi che noi qui facciamo
con,uurre la i.antilà nello star molto allegri. Noi
procureremo soltanto di evitare. il p~cato come
un gr.m nemico che ci ruba 1a grazia di Dio e la
pace del cuore, procureremo di ade mpiere ei,at•
tameute i nostri doveri, e frequentan, le cm.e di
pie ,à. Comincia a ~riverti fin d'oggi per ricordo:
·,t &r, D, mi1t11 ;,, /artìtia, servite il Signore in santa
tllegria )>.
!~ unn formula nwr.wi~ltosnl Nella gmzin c.lc-ll'aclnt-
r,mcnto alla m1·n10!11:1 1nov11ni!c, ha rutto il fascino e
ruu,· le esil!cnu· Jcll'a~ccttcn erisTiaru,. Tfa l1l potcn~.a
d, far de, santi u \\ulo. Come fece di Domcn1cn Sa,in.
In meno J, tre 1mm un., vera e propria p.-rfczionc
d1 ,11a cristrnna, e con quell.- cnrattcri~tich.- che hiv,..
gn:n-ano a noi - r1lc,ò 1I S3nto Padre Pio Xl - a,
~rn sriorni, per po1.-rle prc-scntare alb 1110H·ntù dei
na!-tn l?iom,, pere hl· è una , ira cns11ana, una pcrfo-
one dt ,·,tn cn,tmna ""'lanualmente fatta, ~• può
b,n ù1rc, per r1durl11 111lc ~uc linee c:1n1tll'n~t1clw, <li
pure1.~.a, di p1cti1 e di apostoliuo; di spirito ,. di op1·rn
<l1 ,1pos1olato (Allm:uz1n111, 9 luglio r 933).
[),fatto, • L.-. prima cosa c:he 11li \\·enne cun.,J.:lr,11.1
fl('r far<i !!:lt110 lu d1 aJupl'rars, p.-r 1,.'\\.ladai:n.are anime
a !),o; perc,occhè non h:wv, ros:J p,ù s:anr" nl m,indo
che coopernre al hcnc ddlc 11n1mc, per la nai sah e=
G~ù Cristo sJ>:irac fin l'uhum l-.">eci:1 del prc1.11lSO suo
sangue• (Don Bo~co. l'Ila, aipo Xl).
11d qucsru non r~llt'11t1'>, nè d1struSf>C l'intcmn fcr•
vorc dell'an11ru1 su:1. O~tenninò solt,mto un ordine
nuo\\'O nell'uso dea mcz:.:i esteriori di snn1ifknz10ne.
0.w\\-gli tcn<lev,1 11 far r,revulere la pcn,ten,a, Don
lki-co lo m<lus,;e II l:tr J)rc,.tlere l'apo~tol:lto. F. qu,
~ for«e l'innrn-azaonc p1i1 evidente portrtta d.1! ;\\l,,e,tro
al pr01?TUmm., ddl'angdaco alunno.
Per le pmm:hc d1 pietà nnn fece che htc1l1forgl1 la
l omunione quotidiana. incomggiandn con d1l'Cr~1onc
11 oma11:1t1 spont.1ne1 al SS. Sneramento ed n l\\I.m:t SS.
~\\.I tndi,·idllllli che in unione con altri comp.1wii,
lo urllcra con fri-quenti e lun.rrh1 colloq111 ,p1r1-
iu,1!1. Don Bo~co cscrcit.m1 ln direzione Npirituulc 11rc-
lcnhiltnl!lllC in conl'cssiont•. Fuori di confcs~ione, w,:1\\ ,1
b1 • paroln all'orecch,o •• di passagitio, anche in ptt·n:1
ncreazione. A\\e\\'D poco rtmpo per trnm:ncrc in col-
loquu parti.". Olan j l!UOI gaO\\'anJ, nè lo ritt Ol'\\,1 n ..-ces-
1:mo, ordinari 1men1<·. :--.:elle prediche, nelle puhhlache
("!l()rtazìont, ne, sermoncini serali ddla • hut•na notte•
d, pens.1v:t nbbon<l.:mtcmcntc la parola d1 Dm, nnra a
loggio di cloqu,·nu 11 ,h ,ruJizione, m.1 ll(·m1u,: m
h1nz1onc formutl\\'ll, otfrcndo 11 tutti le <l1n:tt1\\I· gc-n,~
1.1h pel proJ.{rc,,o ~p1ritulllc, s1cchè ai ptù for\\'otost
ahinialmentc ba,mvuno I poc-h1 minuti dt conlidcn1.~
della Confessione Mcrnmt·ntnle. Abb,amt:. un.i 1.-tt,·m Jd
Savio al pad«•, tq,cd1ta ,la Tonno, ti 6 sctlemhrc 1K55,
rn cui il cnrn fiidiuolo glt da\\'1t 1..'0me nnttzia stmot •
dmana l'aver a,uto un'ora da colloquio con Don lio~co
cun agio d1 parlarHh da multe COS<! e. tm l'altro, anche
da una proposta dt nssocinzione d1 prcgh:crc pn f.lui:-
.re nll'ondarn 1.h colém, che minaccia,11 la duà .:d il
l'M11ontc. • Per l'11<ld1ctro - mre1ungc - non ho m,u
f1<1tllt<l stare d11..-ci 111in1111 ~ulu •.
i\\ln anche da 11,nt.1 parsimonia di trnltc111m1•nti par-
I c,,l:iri il giuv1nt tro 1rnssc il m11.~simo prnlìttu, pcrd,è
an,m3to da una dcca!l:1 1olnnt~ da farsa santo
"Voglio farmi santo"•
! Emn ~1:i me~i du che ,I Savio dimoravo nll'Oratorio
- ci raccont,1 Don Tki,;co - quando Ju i\\'1 fotta una
predica 11ul modo focìlc di farsi :<.1nto • Il predicatore,
c-he cm lui stesso, '" cm rofformnto a 1wiluppare spe-
cinlmrnte qut:Sti tre pcrurieri: è rnlontà di Dio che ci
facciamo Nttt santi - è as..sai focale nuo;cin·i .. è prepa-
rato un gran premio in ciclo per chi l'Ì fa aanto. Quella
pred,m - 11C1nn ancora parole da Dnn lfo,co - per
Domenico fu com-, una scint1Jla che ~li infiammò il
cuore d, amnr di D,o •· Per qualche ,riorno non disse
nulla; mu 1 compal(ni prn:na, e po, ,md11: Don Bosco
notarono una ,limin11zione di allegria m·I 6llO contcf.\\nO
abituale i,d un JltÙ ,1uAtero raccoghnwnto. Il ~.mro si
affrenò il d11ctl,·r1,111 se pat1•se t11ukhc mule. • ,\\nz,
- n,po,-1;
p.1t1S<:o qualche hcne •·
• Che , orn-&11 dart• ? •.
\\'oJ?lao dare d,c mt llènlo un dc;,,dc.,rio cd un bi!-Ogno
d1 farm, santo: 10 non pensa\\'O di potermi far santo
con 1.m111 t.,cilt!:1; ma ora che ht> 1.·ap,111 poterlòi ciò
effetti.tari• ,mcht• &1,1ndo allegro, 10 \\'OJ!ho ,IR<olutum,·nte
ed ho 11~~olut,1111t-n1c- hisugno d1 fm ma '<!IOtn. J\\.11 dica
dunque com,· dchho rcaohrmi... •
Don Bosi:n I•> e .ortò ,1 non mquiernr~,, 11 consen are
un.a rostuntt• moderata nllegrin, o perse,, crnrt• ncll'e~atto
adempuncnto dei dO\\en di ptctà e tli studio cd a non
mancnr ma, ali I r1crrazione coi suoi comp:iJ!n1.
Quello eh.- paù 1nul1 Sa\\'io ~-ondcn,11 odi:, formula
già da noi c11,1tn
Non fu fu111:11 d, pagli,1. Qu.1khl! tcmro dnpo, il
!:-iamu s1 proffcrs<' 11 fargli un rcualo lii ~uo Jlnid,mento
e l'in\\'IIÒ a dirl(l t che co,;a di-~1d1·r11sst· Il rcl(alo che
domando - uh rt•po,c - è che m1 lnct'fa !lnnto, In m1
voglio <lare tutto nl Sitmorc, e sento un hii,niino di fann1
santo, 1: se non ma fo Mnto 10 fo niente. 1,ld,o m, ,11ole
,-anto ed io dchho farmi tale •·
Per la fos1.1 da :--. G10.-anm Batustn, i.110 i::1omo ono-
m.1Hico, Don Bosco cstnc l'an,1tc1 ., tutti i giovam,
i qual, 11u b11,1ltcttm1 ~h espressero , p1Ìl svariati de1,,.
den. Sa\\'io Dr1nwnico bUI suo seri~~,·: • Dim,mdo che
mi sah·1 l'11n111m c m1 fnccm santo,. l'a1tl.-C1Jlundo più
rardi ad nna , onvcn,azitmc in cu, si fo,·c,·11 l'<•11mologia
di alcune pllrolc, chre~I.' che cosa rnlt'ssc din· Domenico;
cd :l\\'ut.i la risposi 1 • <lei Siµnnrc: •: • Veti.i ,e non ho
ragione - m~istctte - d, ch:c<l,·rk clu, mi faccia
Moto? finn ti nome dtt·c che io sono dl'I Sagn<,rc. Dunque
to dcbho e .,,gho csH·rc tutto del Sif(nurc c \\'0(!!10 fann,
san1O e i.ari, mfd" <" fim:hc non s:arò i,;ml<I
Don IJoi;co 11<11,1· • l..a $mania eh,· ,gh d,m,istra,":J di
voler.a fan• 11,mto non d<'rh·a\\11 <lai non t<-n,7c una \\'ita
veramente d., s.mtn; ntl ciò dtccrn pcrchc rglt volc\\'a
far ngidc r,1.:11111•11,,•, pa~Mr lunJ:he ,ire ndln preghiera,
le quali co~c crunglt dnl dirctrorc pru1h1r.·, pcrchè non
comp,1tih1la i:on l.1 I\\U:t ci,', e le sue uccupaxioni •.
S.1i..,g1a d1sc«,rnmc del :\\L,e,,tro, che lo ~"J..'lll\\'fl at·
tentami ntc eJ mtencn1, a pront.1mr11te II temperare
code.sto sun ardore! Gh , ictò infa111 11 di)!1\\1no a pane
ed acqua ogm a.ihato nd unorc della ,\\l.1donrui, il di-
giuno qu,ncsarn.ile i:ua non era tenuto e: .:hc nlla che-
tichella cglt ,·ta I iu..c110 e fare per una s1:11imarui, il
lasrnu: la colazione, il mettere schegl{c di lcw-no e pezz,
tlt mMtonc nd 1.-tto per tormenrnrai il 1onno, 11 por-
tare c1l1zio.
Un rn.itrino d'm,·erno che egli ,·r,1 mn:1sto a letto
per un mcum()tlo, Don Bo5co s1 accorllC che dormiv11
77

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con lu snl11 ~upcrla d'e,rote e lo nrnpro,·erò: • J>.,rd1è
lllli fatto cosl? Vuui monr d1 freddo? •·
• No - rispose - non morrò di freddo. Gesù, nel la
capanna ù1 Betlemme, e quando pende,·a in croce era
meno coperto d, me "·
Don Bosco !(li impose ùi copnrs1 come conveniva e
di non pem1t:t1cr$1 mai più 11lcuna penitenza senza espli-
cito suo p.,rmesso. Qualche i:tiorno dopo, lo ~orpre.<e
,n cortile tutto nffiitto. • Povero me! - esclamava -
10 sono vcr-Jmcnte imbro1tliato. Il Salvntorc dice che
se non fo penitenza, non andrò in paradiso; e a me è
proihico di farne: quale adunque sarà il mio paradiso? •·
La penitenza die il Signore vuole da te - gh disse
aJIora m modo perentorio - è l'ubbidienza. l,;bb1disc1,
e a te basta•·
"Non porrebbe permettermi qualche altra peni-
le~?,,
S,: t1 s, penncnono le pen11enze di sopportar pa-
zientemente le ingiurie qualora re ne ,·enissero fatte;
tollerare con r.1~Sel!n,1z1one il caldo, ,l freddo, il vento,
la pioggia, fa &tanchezza t: tutti gli incomoJ i di salute
che a Dio piaccrn d, mandam •·
1\\fa questo si snffre per n~-cess1tà •·
Ciò che dovresti soffnre per necess,rà offrilo n D10.
e d1\\'enm ,·irtù e merito 1,cr l'llnima tuu
Piccolo apostolo.
Suvio si aJuttò a queste norme ed accentuò invece
il suo .ipostoluto alJ'Orntono, in città nell'andare e
Yenire da scuola. a l\\londonio durante le vacanze. La
hiogruìin narra epi~od, e<lifìcant1ssimi: per impedire e
nparn1c le bestemmie; per correggere modi grossula111
tra I compagni, per distorglierli da discorsi cani,i, do
srampe ed illustrazioni Oscene, per sedare contese, di-
, erb,, ris~e. È notissimo il gesto eroico con cui ne nip-
pucilicò due tanto irritati da sfìdurs1 a snssatc. Solu,
m me;-,io a loro, sul campo delJa sfida, coa 11 suo cro-
cifisso alto levato in mano, s, andò ad 111ginocch111re,
primn rii pied, dell'uno, p01 ,li p,ed, dull 'n ltro, ,nYi-
tandoli u lanciar una pietra contro d1 lui pronun-
ciando queste parole: • Gesù Cristo innocente mori
perdonando a, suoi crocifissori, in p~·•:catorc voglio
t•ffcnderlo e fare una solenne , endena ,.
t\\aturnlmente ambedue si rifìutàrono d1 colpirlo, pro-
tcstundo che non avevano nulla contro d, lu,, onz, lo
m rebbero volentieri dileso qualorn fosst' ~t11to da ,.Jtri
màltmllato. Egli ullora, alzandosi in piedi, prose{ru1:
Come? voi siete ambedue disposti ad affrontare a11che
un grave pericolo per difendere me che sono unn m,-
serabile creatura, e non siete capaci di pecrdonarv, un
insulto ed una derisione fima, 1 ndl11 s,:uola per su lv,11
l'anima ,·ostra, che costò il s>1nf(ue del Sa!l·,norc, e che
, oi andate a P<'rdere con questo peccato? ,. Non c,
volle d, p iù: i due, commossi, si riconciliarono fn1 loro,
anduruno a confessarM e d1, ennero ottimi omic,.
Altre volte, purtroppo, il suo apostolato 1tli costò
caro, come quundo si fece ad ammonire un nipote d,
l rbano Rannzz,, manesco cd alquanto anurmak•, d1e
J.!(i rispose coprendolo di , ìllanie e tempcstanJol!> d1
pugn i e d1 cale,. Sano seppe frenare lo ,del.mo nu1u-
mle. soppùrtÒ tull<l e si lim1tii a dirgli· lo ti perdono:
hai fatto male; non trattar con 11ltn m simil guisa •·
Grazioso il moùu che usi', con un v:Hndunte d1'crn
uscito m un:1 ornb,lc be,tcnHn ;a. Cli s1 ,1ccos1i, rispct-
tosamcntt' e lo prc!,!I> ad md1c.1rg l1 dm.- si 1rn,•:1ssc
l'Orntono. Qu~I,, tosto ammans.,to dalJ'ant1 di p:1ra-
d1so che gli spuava dal volto· :-Son lo ~o, carn ragaz-
zmo - gli rispose m, rincresce•·
• Oh, se non sapete questo, voi potreste formi 11n
altro piacere •·
• Volèntieri •
Domenico l{lJ s'accosti> quanto potè alJ'orecchto e.
con dolcissimo accento, p iano che altri non udisse.
soggiunse: • M1 farete un gran pia.cece se nella vosaa
collera direce altre parole senza bestemmiare il santo
nome di Dio,.
Brnvo - esd11mo l'altro, stupito ed ammirato -
bene, hai rugione: questo è un v1z10 maledetto che voglio
vmccre a qualunque costo•.
Che se si adoperm·a ad impedire 11 male, anrn, più
si industriava di eccitare al bene. E per questo s:1pe-.1
servirsi di runa: m1Rg-1n,. libn, fruttu, quaL~ias1 dono
che gli pervenisse era per lu, un'esca santa per atti-
rare 1 più indilforcnr, nlla preghiera ed a1 Sacramenti.
per stimolare gli indolenti allo studio ed al lavoro,
pt:r animare I discoli a miglior condotta. D'inverno,
li ricoprirn col suo mantello, presca,·a loro i suui guanti
per condurseli m chiesa o indurlt a compiere quukhc
opera buonu l'ulir loro le scarpe, ras~enarc gli abiti,
a,urarli a superare difficoltà scolasnche, assister!, so-
prattutto m caso di millatna e render loro I più unuh
servigi: eran per lu, non solo un'eserci;,;m d , boma,
ma lllilllbil1 industrie di apostolato, che gli permet-
tevano cli dire a suo tempo una parola salutare. AmanJo
ardentemente l dd,o, s , struggeva anche pt:r la snh o.,z7..,
delle anime.
Ci fu, un g iorno, un md1screto che tentò d1 mtcr•
romperlo mentre egli, durante la ricreazione, raccon-
1ava un bell'esemp,o ru compagni. Che te ne fa d1
queste co~c? gli disse.
, C.:hc me ne fa? - rispose Sa\\'10 - mc ne lu perchè
l'anima dei m iei compagni è rcdentu col l:lalll!l•e d1
Gesù Cristo; me ne fa perchè siamo tutti tratelli, e
come tali dobbiamo amare , icendcvolmente J'anim.i
nostra; me ne fa perchè l d<lio rnccol11il11da cl, aiurarc1
l'un l'altro a salvarci; me oe fu perchè ,;e rie,,co :1 Slll-
vare un'anima. 01erterò ancltè 1n sicuro 1n sn.l\\'ez-za
ddla mia•·
Questo zelo gli cons1gliò una pia nssociaz,one che tu
il frutto più bello e duraturo del suo ~pirito d, apo-
stolato: la Co111p(lg11ia dLoll'Jmmacolata Co111:~:::io11e. t,
pensò parecchi mesi, poi ne parici " Dnn ilo~co, Mese
un abbozzo di rCJ!o(amemo, fece corrèrc la voce ha 1
rs migliori, ,.-, giugno 1856, si impegnò con essi alla
osservanza, a1 p1ed1 delJ'altare di J\\fanu SS.
La Compagnia dell'Immacolata.
Scopo della Compagnia •: ass1curars1 in , itu td 111
morre il paaocl.llio dellu .B.:atissima Vergine lmmac(J-
lata, dedicandosi interamente al suo santo seniziu
1mituntlo l'esempio di Luigi C:omollo, comp:1gno Ji
Don Bosco nel ,em,nario d, Ch,cn e mono in con•
-=~110 ù, ,amitit.
O~bhgh1 fondamenmli: 1 J Osservare nl!oro~-am~nt~
le rcuolc J~ll11 casa. ~) F.<l,Jicare I compagn i ammo-
nendolI c:i, ,wtc, ulmcntc cd eccitandoli al bene colle
r,arolt: 111.1 molto più .:ul huon esempio. 3) Oc(·upnr~
.-,u1tumentc 11 t"mpo.
Cotne si \\ cdt-, un prugra_11111,11 aU 1\\o e con cntt!ri
tu11'11ltro dte med ion,. Don Bosco prese ,n c~.une

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anche gli articoli se.1n1enti. unn trentina, io cui ~ono
sl'(ci6cnte le norme di condotta e le pratiche part1co-
l:tri di pietà. Nell'approvarlo appose i;ette condizioni:
1) Le mentovate promesse non hanno forza di voto.
21 Nemmeno obbligano sotto pena di colpa alcuna.
3) Nelle confere07.e s1 stabilisca qualche opera dì cn-
rit.i. esterna, come In nenezza deUa chiesa, l'nssistcnza
od ,J catechismo a qualche fanciullo pii, 1gnornnte.
4) Si dividano I giorni della settimann in modo che in
ciascun giorno v1 siano alcune comunioni. 5) Non si
&Rgiunga alcuna praticn religioS:1 senza speciale per-
me~sn de, superiori. 6) Si proponir,i per iscopo fonda-
mentale di promuovere In divozione ,·er.;o Maria 8S.
l=colma e ven;a il SS. Sacramento. 7) Pnm" di
uccettare qualcheduno, gli si faccia leggere la \\'lt:a di
Lui~i Comollo.
~ e\\'id,mte la costante discrezione del direttore sp1-
ntuule e lo ,ri~le attenzione a pre,..erure ansie di co-
scienza.
La Compagnin dell'Tmmacolata formò il lievito del-
l'Omtono, che diede una fioritura di JtJovani esemplari
e valse ad elevare il tono di condotta di tutta la mas!ia,
su•citando anche bellissime \\'oc.1zioni allo stato eccle-
siastico ed ella futurn Società Snlesiann.
Domenico si era già allento con un altro ottimo com-
pagno, Gio\\"anni ,1,fuSliaglia, p~ vicendevole emenda-
mento. Voitlio che noi siamo veri amici - gli aveva
detto al termine degli Esercizi spirituali di Pasqua -
1·eri amici per le cose dell'anima; perciò desidero che
d'ora in avanti siamo l'uno monitore dell'altro in tutto
ciò che può contribuire al bene spirituale. Quindi se
tu scorgerai in me qualche difetto, dimmelo tosto,
affinchè me ne possa emendare: oppure se scorgerai
qualche cosa di bene ch'io possa fare, non mnm.·1u· di
suggeru-melo •·
Maturo per il Cielo.
11 rigor della stagione fece purtroppo precipitare le
5uc condizioni di salute.
Don Bosco invitò alcuni medici a consulto. li dottor
Valluuri, pieno di ammirazione, esclamò: • Che perfa
preziosa è mni questo giovanetto l ~- Richiesto della
causa del male che ne affievoliva di giorno in giorno
l3 salute, soggnmse: La sua gracile complessione, la
cognizione precoce, la continua tensione di spirito,
!iOno come lime che gli rodono insensibilmente le forze
vitili •·
, Qual rimedio potrebbe tornurf.di p,ù utile?•·
Il rimecLo più utile - concluse - sarebbe lasciarlo
andMe rn paradiso, per cui mi pare assai preparato.
L'uniCli cosa che potrebbe protrargli hl vita si è l'nllon-
lJnarlo qitalche tempo dallo studio e trattenerlo in
occupa2ioni materiali adatte alle sue forze 1.
Ma neppur., la tregun agli studi e le cure de!J'mfer-
inena basturono. Ben presto non si vide altrn spemnn
,·hc quellq dell'aria nnt1:1. E Don Bo~co ne scnsae al
padre, fissando In partenza al r" marzo 1857.
Anùrai a casa, e, dopo che ti sam1 alquanto rista-
bilito m salute, ritornerai o gli disse il Santo.
• Oh, questo p01 no - rispose Domenico - io me
ne vo e non tornerò più •·
Prima d1 partire, fece tutte le pratiche dell'esercizio di
buona morte, s1 congedò da.i compagni uno per uno,
,altlò un debito di due soldi che a\\e\\·a con uno di ess,,
pnrlb ai soci della Compn1mia ddl'lmmacolata, e poi
Mlotò Don Bo~co: Ella dunqut non vuol proprio
questa CJtrcas~ - gli disse - ed io son co$1retto a
porta.ria u Mondomo. li disturbo sarebbe di pochi
giorni... poi sarebbe tutto finito; nlltil\\•ia sia fatN fa
,olontà di Dio. Se va a Roma si ricordi della commis-
sione deil'Inghilterra pre,;~o il Pap"; preghi uffinchè
10 possa fare una buona morte e a rivederci m para-
diso... •·
Celesti carismi.
Ln rnmm1ss1one per l'Ln!(hilterra ci ripol'ta ai fe-
nomeni srraord1ruin che hanno illustrato In vita del
Savio. Don Bosco ne riferisce più d'uno nella biogrnfu.
Frequenti i r.1p1menti al contauo con Gesù Hacm-
mcntato, od anche solo all'e><po~1zione del ~S. Sacra-
mento per l'adorazione. Un giorno alle due del porru.-
riggio, crn ancora nel coretto dcllu chic;;a di !:i. Fran-
cesco d1 Salc.,s, ritto sulla punta dei riedi, una mano
arpoggiata all'antifonario, lo s~.1rdo fisso, immobile,
al tabernacolo. Si era appartato là ul mattino a fare il
rinl{raziamentu; cd 11 tempo gli çru \\'olnm, s~nw che
egli iic ne accorgesse.
Altra vo]tn Don Bosco lo sorprese 1n m1st1co collo-
quio e colse, tra Utlll pausa e l'altra, queste sue pa-
role: • Si, mio Di<>, ve l'ho già det.to e ,e lo dico di
nuovo: 10 ,., nn'lo e vi voglio amare fino alla morte.
Se vo, vedete che io·sia per offendervi, mandatemi Ju
morte: iu, primn la morte, m:.1 non peccare ,.
Bastò, un giorno, che, durante ln ricrc,uione, cndestie
il discorso sul tema del paradiso e sulla gloria degh
innocenu, che egh perdette ogni sens1b1htà e s'afflosciò,
come morto, frn le braccia degli astanti.
Una volta corse nello camera d1 Don Bo~co ~ lo in-
vitò n seguirlo in fretta in ciw.t. Arrivam atl una porta,
sall al terzo piano, tirò un cumpancllo e disse al Santo:
• È qua che deve entrarn ,. E sem:'ahTu lo lasciò lii.
In quell'appartamenlt) stwu morendo un signore che
~i era fatto protestante e che smaniava di avere un
sacerdote per morire do buon cattolico.
Un'altra volta si prcl!CntÒ invece a chiedergli il per-
messo di andare subito n caSil perchè la mamma era a
letto. Nessuno gliene aveva scritto, nè fatto cenno.
Giunto a casa, nonostante le insisten7.e de, suoi che
volevano condurlo altrove in attesa che la mamma su-
perasse il momento più difficile, egli salì ud abbracciarla,
le pose al collo un abitino della Madonna e, contento,
ripartl subito per Torino. Poche ore dopo la mamma
allietava I.i famil.()ia d'un nitro anl{1olello. Don Bosco
gh chiese un giorno come U\\'è~Se fuuo a venire a cono-
scen?.a d1 questi fatti; ma egli, in,..cce di rispondere
s1 mise a piangere. Ed d Santo, che capì trottarsi d1
nveln~1um strnordmant', non insistette di più. Sul•
l'lni.thilterra ehbe comc una visione. Un mattino -
finì per racconiarc i Don Bosto, preJ!llndolo n nnn
parlarne che al Santo Padre - menlrc fut·eva 1l rin-
(IT(IZiamento alla comunione, fu, sorpreso da una forte
distrazione (egli chiamava così i suo, rapimenti), e m1
parve d1 vedere una vnst1ssimn piunura picnn di gente
avvolto in densa nebbia. Cnmminavnno, ma come uo•
mmi, che, smarrita la via, non vedono più <love mettono
piede. Questo paese, mi disse uno che mi era vicino,
è l'Inghilterra. I\\tenue ,·olcvo domandare altre cost>,
vedo ,I Sommo Pontefice Pio IX, tuie quale ave~~i
veduto dipinto in alcuni quadri.
Egli, maestos.1mente vestito, portando uoo lumi110-
siss1mn fiaccola tra le mn.ni, si avanzavo verso quella
turbo immensa d1 gente. Di mano m mnno che ~• nv\\'1-
;11

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cin,t\\,1, 11I ch1uro11• tli quella hll<'l'<>h, ~cornp1m,a l.1
ncbl.11u, e gli u11mim r1•s1.wnno nl'll,1 luce cnmi: d, mcz-
l'<>l{iorno. C.!ucst.1 l1.1c.ol11, mi d1Sl'c l'amico, è J,1 reh-
l!•One cuttulu:n che Je, e illuminare gli Tn11t~, •.
Don Bosco ne parlo a P,o lX, 4uando il '-;a,·,o era
g:ià monn, nel 185k, 1-d 11 Papa n,· tt•nne conto: Questo
- dis,,· m1 conl.-rn1,1 nel m"' propositu d1 lo, omr!"
ent:1)11c,11n,·nre II h1, or, deil' l n1,1l111tcrra, a cui hu 2ià
nvolt•> h.• mie p,ù , ,, < soll,-c11ud1n1. TaJ ,acconto, ,.e
non 11hro m1 e come consil(l10 J1 un'anima buona •.
.\\,t•Yo dunque corso henc la &Uu ,·ira. Alla 5cuoh1 <l,
l)11n Bo ,1'11 <.'era porruto alle p,11 intun'.e comun,cuzioni
,·on 1>10. I r;i maturo pel ciclo
"Oh, che bella cosa io vedo!... ".
Dit,1111, ,1 casw, lu durò pnl'hi 111nrn1, in alternallHl
<li un J>a••cJ,!l!Cro n11uliommen10. \\'olle riccn•r, 11 Santo
Y1u11c<> e l'E«trcma l"nzic,nc.
Dopu f)Uclla che ,•gli ritenn,· tlm.,,se e~s.·rc l'uh1ma
sw, cumum<mc, rinnm ò I propu 111 Jdla prnn. Ter-
nnrt, qu1n<l1 il r,n~rn,mmento, ..,clamu: Or.1 sono
,,,nicmo , , ero cht• tl•·hho fare ,I lungo , i111:11io Jel-
l'c1crr11ra, ma ,·or, c;,.,u ,n mia LOmpa2111u ho nulla a
1cmere. I )h, due pur emprc- ,litclo a 1u111· eh, h"
c;e-~ì• pt·t !-.Uu an,,u1 t..· t.:ompa~no non t~1nc.: pili alcun
m"k·, n.-mm,mu lu tllOrtc •· Prin1.1 d1 ricc,crc l'Olio
~.,nu,, fcn qu,•.•m p1t·ch1cra; Oh. S!Jmon,, perdonate
J n11tt f't-t. cuti, iu \\, n,u. \\·1 ,·o~lln arru,rc:- 1n l-terno
IJu,.,.,., !i:lt r:imento <lw ne-Ila ,·o,trn infinita 11111Wr1cnrd1a
permett..-1, d,., t< rin:,.,, sc.inc.,lli ,J.,ll'anim:t mm tutti
flt'Cl'Urt c-nn1mcs!-<i1 con 11u<luo, nn1 lo 'iJ~t;1, ,:on lu
l •tt'l',t t'"" 1,· 111..ini e coi p1etl1: ,m 11 m11> L'l>rpu ~ l'un,ma
mu -..1011hc:na <li, 111,·nt, ddla ,o,tra pi,~,,<>n1•: ,·0,1
sia . R1,·c,ut,1 and,, l'lndulutnt,1 plcnnna, in art1-
•·11lu morti,•• n1!,c uh oc.:hi al , 1,,.;1h~s-0 e recito que,;11
, cn1 che: 1111 erano mnhn fom111lmn. S11:nur, lu hhcrrJ
l\\lll'4 , 1 ,lnnn - Ec~o le m,c potcnZ<·, ,I corpo 11110 - 'l'utto
\\I J11, .-1,c tuno i: ,1>M1i,, o D11,, - I nel ,oMrct \\'o)c.-1
10 m'nhhanJuno
\\ 1dt• • ,1pprcs-,-a1 1 l.1 morte se, is,e lJun Bo<t·n -
colla tra11q111!11ta lldl'nnim11 11tm>< ,·ntc •· Un'urn <' m~z7.o
1,r·111.i , li,, ,piras~t, il 1'r1:,·o,1u torno ,1 le!,!l,!crklì le
p1 c.rh1ere i.Idla rnccon1.111d.1z1011e <ldl'11nnna R1d111,st<1
ancum i.li uu ncurtlw Per me - rispose non ,;apre,
che ricordo lasciarti •·
Qualche ricordo che m, confon,.
,on sapn·1 d1rtJ nitro se non che t1 ncord, dell11
pa&sione del SiKnOrc •.
Deo ![rtl/;m! - concluse il Sa,·io In passioni" d1
Nc,,rro Sumor Ge5ù Cristo ,a ,cmpre nelln mia ffl\\'1111:
nella mia 1-io.:c:i, nel mio cuore. Ce.su, Giuseppe e .\\forti
Hssucter;cm, in quCbt'ultnn,, ai:c,niu Gl· ù, Giusc:ppe I'
Muri11. spm m p~ce con ,o, l'an,mu mw •·
!-ii utlJurmcnlÒ e riposò per una meu'om. R\\'C!l!l1u•
10,i. chiamo 11 r,1p;, )ho Cllro pap;i è temru: prendete
11 m,o G1<,\\11nc Pron·edutu, e le!ITletenu le pre~luere
della buon.i mune •·
La mnmma nun potè p1i1 resistere: le st ~cl1rnnto, ,
il cuore. Il babbo, irn i ~in11ulti, si mibe a le~~en·
C,iunto alle uhune ,m·uu, ,on, lttan,chc cui Dumemco
,i,punde,,1 " ,<><:e d1st1nta m1:,aicordioao Gesù, ah
htntc p1e1a 111 111c1 , sun111un,c. Quc ,10 i- appunto
tJuello che Jca1<lcio. Uh, CilfO p,,p.i, cantore: eternnmemc
lt: Ji;d, del S11111<1re 1... •. l'an ,. prcnderl' ancora un pu'
d, ripow: po, 1111',mpm,, ,io •• .-co:.se e \\ddio, Mro
Jlllf t, addw! - ,-sdamo 11 prc,·o,to ,olc,·a ancora
d,nm altro ed "' non po~,o p,i, ncord.1rm1... Oh. che
h1•ll,1 coS/1 iv , cdo ma, I.... Cun un sorr,,o di c1du
,u!lc lahhru, le mani e1ur111: ,n forma di croce dmunz,
al pt•tto, scrcnament<- spirò. l'll la sera dt:I Q nurzo Ili~ ,
Pd monJo s1 d111'u,c un ,o,l\\e profumo: rl protunlQ
th una sant11ò. nuO\\a, a 15 11nm 1 ::ianto ~i.m,slao Kos1l.:.
nt: ,n e,a ,R. San GiuHmni Rcrl<num, e i:;an l.u1A1
C1onY..ntta ne avc-\\·tu10 .?J,
:-,mtiti1 complc1a; f,lllii d1 111nuc\\:1ti,1, d1 pre~h1c1 M
,li pcnm:n.za, ,h fervore eucaristico e d, tentra di\\,
11unc ,a :\\lon,1 S:s., d1 ,crc1L1 eo,1ante ll-<ld1., al dm N<'
tli tlon, C11ri,m,111c1, eslllsi, profezie, , 10,ion,, ero1sm1 d,
,·nrità e di upostol,uo, e cnr!Hww, dopo morte, du e~~
ll""tl apP3riz111n1 al padre, 11 Don Bu,co, da ,l!r.1.Z11: e
t,1,or, spintuah, fini, al damor de, numcoli.
l~'I ,coffa, docile- al In, oro del slrto Il oJrtO, ab,I., a
t,1111c un mndt•llo alla i:,on:nlù de, no,1r, ll'mp1. •.
~ac. G11111u FA\\'ISI.
•-\\ Jton.c.&. 1 rw del "fnhwu.le th Tonno m dal.a 16-2-1oi•1 n. -tot
Con -.ppr0Ya.Ut.1nc Eccle-.:a;Uc:;&..
t)1t~111c<1111f.rt1tddlJ1:-W.c Id lntcrn,u:1on lf"-H.cdaU<rft"c-ll1rctlU,f r, nu -.i111lt: U.l.UIU,>l•\\\\l~t ,. l.onolcn-,co :u• ronn<>l70!J•-
e Facciamo 0 0 10 ai benemeriti Cooperalori che le Opere Salesiane hanno Il Conto Corrente Po,
1,tale col N. ~l:J:i:j (Torino) sotto la denominazione: DIREZlONE GENERALE OPERE DI
DON BOSCO TORINO. Ognuno pu~ valersene con risparmio dl spe,a, nelfinviare le proprie
nff'erte. ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo.
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione: Torino (709) Via Collolen~o, 32 - Telefono 22-117
11"1..PORTAN'l h. - f•cr ..:nrn~'lof<lnl J'mdo 1z1u ~, µrca,:J U1 lll\\'hlrC' c;,'-"fflJ'H e, 111,.1e111c-
al nuol'n. t"Omt,letn r hrn scntto. r1nchl" 11 \\'4..•cchio rnc..f1r1zzo
Si ringraziano i Si,::nori Agenh Postali che respingon1J,
colle notificazioni d'uso, i Uollenini non recapitali.
~1 lll\\ u ,er;.i1u t.amt'lHc.