Bollettino_Salesiano_199110cooperatori


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ANNO 115 - N. 15e 2• QUI ND ICINA 15 OTTOBRE 1991
SPEDIZIONE IN AB BONAM ENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
1/ 8 1

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8 DICEMBRE 1841
LA RIALIIZAZIOlll
DI mT SOGNO
Laconclusione, in genere, spiega e
rende chiari tanti pa rticolari che al-
l'inizio sembrano insignificanti. L'ul-
tima scena è il completamento dei
primi fotogrammi: così abbiamo tutti
imparato nella lettura dei grandi
film .
L'8 dicembre 1841 non è stato
proiettato un film spettacola re nella
sacrestia dell a Chiesa di San France-
sco d 'Assisi in Torino. Anzi l'episo-
dio, ivi occorso, parrebbe rientrare
nei fatti così quotidiani che non meri-
terebbe neppure una menzione
d'onore, se non fosse stato, invece,
quel «povero episodio» il compimen-
to di un sogno. Un sogno divenuto
improvvisamente una realtà.
Non tutti i protagonisti del «sem-
plice fatto» se ne resero pienamente
conto, anche perché quel compimen-
to poneva le basi di un sogno più
grande. Solo don Bosco percepì i se-
gnali contenuti nei particolari della
singolare vicenda di quel mattino 8
dicembre, festa dell'Immacola ta.
Solo don Bosco comprenderà, total-
mente, il 16 maggio 1887 nella cele-
brazione dell'Eucarestia, nella Basili-
ca del Sacro Cuore in Roma, a ll 'alta-
re di Maria Ausiliatrice, la storia del-
la sua vita e dei suoi sogni.
L'8 dicembre 1841 rimane nella
tradizione salesiana una data «origi-
na le».
Un'esperienza giovanile
pedagogica spirituale segna lo sviluppo
di un dono del Signore:
la predilezione per i giovani.
simpatico, a lla ricerca di una sintonia
tra un adulto e un giovane smarrito ;
che indica una presenza sempre più
avvertita perché sperimentata, Maria
Immacolata e Ausiliatrice, è come ri-
tornare alle origini di una intuizione
educativa globale: i'ORATORIO.
Sono definiti i destinatari dell'im-
pegno a postolico di don Giovanni
Bosco, prete d a pochi mesi, dal 5 giu-
gno precedente: i giovani, i giovani
smarriti , allontanati dalla Chiesa pri-
ma della celebrazione della Messa.
Bartolomeo è il primo di una lunga
schiera, di una massa incalcolabile: il
rappresentante di una scelta che
coinvolge la gioventù intera, perché
la carità pastorale non è soddisfatta
se a rriva ad alcuni, ad una élite, a
giovani che godono già di cure suffi-
cienti in famiglia e nella società. Gio-
vani riusciti in partenza.
Si sperimentano nella pratica, ac-
costati nel tempo e nello spazio con-
tenuto da una sacrestia, che «due
sono i sistemi in ogni tempo usati
nell'educazione dell a gioventù: pre-
ventivo e repressivo» (così scriverà
più tardi don Bosco nel trattatello sul
Sistema Preventivo).
Con la bontà eretta a sistema,
emerge nel giovane prete Giovanni
Bosco, la ricerca di quel punto che
possa servire come varco per rag-
giungere il cuore di Bartolomeo Ga-
relli. G li strappa una risposta positi-
va, un «sì» con un sorriso, dopo mol-
ti «no» detti con tristezza .
L'impegno di don Bosco e di Bar-
tolomeo Garelli è quello, diremmo
noi oggi con parole più forbi te, di
fa re un tratto di strada insieme nelle
difficoltà della vita e nella costruzione
cristiana dell 'esperienza. Loro si
esprimevano più semplicemente di-
cendo che, come buoni amici, si sa-
rebbero rivisti la prossima domenica
e l'altra ancora. Non più da soli , ma
con tanti altri ragazzi. Non soltanto
più nella sacrestia di san Francesco,
ma in un campo, in un prato, in un
la boratorio, in una scuola: per gioca-
re, per studiare, per prepararsi al fu-
turo.
Avrebbero avuto .. . a disposizione
locali e gioventù, in Torino e nel
mondo intero, nelle missioni, ovun-
que. E qui riprende il sogno, in quel-
la parte che si realizzerà in quasi 50
anni di storia dell 'oratorio , del-
i'ORATORIO DI VALDOCCO.
Uno spazio per laici educatori
e salesiani
I Cooperatori hanno da riflettere
su quell 'umile inizio nella sacrestia di
san Francesco d'Assisi, perché inclu-
de già, positivamente, molti tratti
della loro vocazione.
L'ora torio di don Bosco è sempre
una iniziativa di frontiera tanto sul
piano dell'educazione, quanto su
quello dell'evangelizzazione.
La tradizione della Congregazione
di don Bosco riconosce questi tratti
A 150 anni di dista nza soffermarsi
su ll 'episodio che riporta in evidenza
un nome, Bartolomeo Garelli ; che ri-
corda un dialogo semplice affettuoso
2/82
* Maria vuole bene a tutti, ma ha una speciale
predilezione per i giovani.
(DON sosco)

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fondamentali che lo definiscono e lo Accompagna nella scoperta del
impegnano in una difficile realizza- Cristo e della vita dei cristiani, in una
zione: «L'oratorio si colloca nel tem- presentazione anche sistematica della
po libero e oltre come momento di persona del Signore e degli insegna-
sintesi tra gratuito e funzionale , tra menti della sua Chiesa.
obbligo e distensione, con un certo Sul piano dell'animazione culturale,
progetto, per aiutare ad elaborare infine. Don Bosco ha sempre curato
una visione e un senso che salvi la che i suoi ragazzi e giovani si dedi-
qualità della vita. Si inserisce nel pro- cassero allo studio, aiutandoli in ma-
cesso di formazione dell' identità che niera concreta e semplice perché rag-
il giovane percorre. Questa richiede giungessero il risultato al termine di
di sperimentare valori, criteri e visio- un anno scolastico.
ni della realta e, attraverso una disa- Animazione culturale comporta,
nima e interiorizzazione, approdare a inoltre, la capacità di approfondire
scelte personali» (don Juan Edmun- l'esperienza cristiana a confronto con
do Vecchi).
i problemi della cultura in continua
C'è lavoro per tutti i Cooperatori in evoluzione.
qualsiasi ambito possono e vogliono Animazione culturale è aiutare a
esprimere la loro cooperazione sale- fare sintesi attorno ad alcuni nuclei
siana.
portanti: il senso della vita e dell'agi-
Sul piano dell'espressione giovanile, re, quali il valore della persona,
innanzitutto. Questa esige una pre- l'apertura verso il mistero trascen-
senza da educatori, che sanno acco- dente, la solidarietà con quanti han-
gliere la loro vitalità nelle diverse ma- no più bisogno, la comunione con
nifestazioni tipiche della spensiera- tutto l'umano della vita, la partecipa-
tezza e della gioia legate all'età.
zione personale alla storia che si va
Non è questione in primo luogo di costruendo.
un campo da gioco. Con espressione
della tradizione: è questione di un
cortile per incontrarsi da amici e vive- Una commemorazione
re in allegria. È la fase della convoca- che piacerebbe a don Bosco
zione anche di massa, dell'aggrega-
zione orientata da interessi giovanili.
L'8 dicembre da vari anni è ricor-
È l' occasione per condividere un dato dall'Associazione dei Coopera-
cammino di crescita che coinvolge tori come la giornata del «cerchio
anche l'esperienza cristiana.
mariano»: un'iniziativa da non perde-
Sul piano dell' educazione alla fede re e da valorizzare sempre meglio,
intesa in senso ampio. È la dimensio- perché appaia evidente la presenza di
ne più caratteristica dell'esperienza Maria nella storia di don Bosco e
oratoriana. Per questo è anche della sua Famiglia. Così fu fin dal-
l'aspetto più difficile da gestire.
l'inizio, quell'8 dicembre 1841.
Valorizza ciò che i giovani si por- Non può diventare la giornata del-
tono dentro come desideri , ideali, va- la verifica oratoriana dell 'Associazio-
lori, ricerche: è il significato del vive-
re .
Valorizza organizzando alcune ri-
sposte alle domande più profonde.
Valorizza creando un ambiente che
è già annuncio di vangelo vissuto ed
offerto, prima a ncora di iniziare la
vera catechesi.
Provoca interrogativi a partire dal-
la vita quotidiana, dallo sviluppo e
dalla crescita personale, dai probleni
ne?
Ritrovarsi come Salesiani Coope-
ratori, prima o dopo del momento
mariano , per verificare la quantità e
la qualità della cooperazione nel so-
stegno e nello sviluppo dell'oratorio
stile don Bosco nei diversi luoghi
dove l'Associazione vive.
Dopo 150 anni avremmo un rifio-
rire dell'intuizione di don Bosco e la
realizzazione più completa del suo
della vita civile sociale e politica, dal- sogno.
l'incontro con testimoni del vangelo ,
Don Antonio Martinelli
dagli avveninenti felici o tristi che ob-
bligano ad una riflessione.
~~~~[Hl □ @
~~~ □ ~[M(Q)
«Era 1'8 dicembre 1841 ... »
L'inizio della missione
fra i giovani
«Era 1'8 dicembre del 1841, festa
solenne dell'Immacolata. Conce-
zione dell'Augusta Madre di Dio .
D. Bosco sentiva più vivo del soli -
to nel cuore il desiderio di formar-
si una famiglia di giovanetti fra i
più bisognosi e più abbandonati.
Ma una famiglia, perché sia bene
ordinata, educata e difesa, abbi-
sogna di un 'amorosa madre. Or
Madre pietosissima di questa isti-
tuzione e loro Protettrice Maria.
Ed è apppunto in un giorno sacro
alla sua più bella gloria che la Ce-
leste Regina volle che avesse in-
cominciamento l'Oratorio».
Il significato della celebrazione
non vuole essere solo rievocazio-
ne storica: si tratta di vivere in noi
quell'inizio della missione con la
stessa «i ntensità di fede » che era
in Don Bosco, ripensare la «mis-
sione» che in Bartolomeo Garelli
era ben espressa: gioventù pove-
ra e bisognosa; si tratta di chiede-
re alla Vergine la fecondità nel
nostro impegno tra i giovani. E
questo in unione con tutte le com-
ponenti della Famiglia salesiana.
***
Il giorno dell'Immacolata: pos-
si bi Imente alle ore 11 ,30/11,40, in
Chiesa, in cappella o anche in un
angolo ben preparato del cortile,
dinanzi all'effige della Madonna,
si riuniscono comunità, giovani,
fedeli ... Si può iniziare con il Ro-
sario, oppure con una breve Li-
turgia della Parola intonata alla
circostanza. Canti , interventi
spontanei su Maria; quindi alle
ore 12, lettura di alcuni brani del
racconto rievocativo (M .B. Il, pag.
70-75) , recita dell' «Ave Maria» e
Atto di affidamento a Maria .
Don Bosco si pose in gi-
nocchio e, prima di comin-
ciare il catechismo Recitò
un'Ave Maria... Quell'Ave
fu feconda di grandi cose.
3/83

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La Consulta mondiale
LaRiunione della Consulta Mondia-
le dell 'Associazio ne si è celebrata a
Roma-Pisana da lunedì 24 giugno a ve-
nerdì 28 seguente.
Cinque intense giornate di lavoro
con tanto materiale da discutere, tanta
voglia di fare e pensiamo tanta .. . illu-
minazione dello Spirito Santo, invocato
all'inizio dei lavo ri.
Partiamo inna nzitutto dai compo-
nenti la Consulta, sono tre di lingua
spagnola, tre di lingua inglese, cinque
di lingua italiana, uno di lingua porto-
ghese e uno di lingua francese, totale I3
membri di cui tre religiosi e dieci laici .
Molto materiale è stato trattato e
molte decisioni importanti sono state
prese considerando che bisognava get-
tare le linee programmatiche per il
triennio 1991 / 1993. Ma andiamo per
ord ine.
Circa gli argomenti e le tematiche di-
scusse basta dare un'occhiata all 'Ordi-
ne del giorno . Circa invece i Punti ferm i
e le decisioni importanti prese in toto
da tutti i Consultori eccovi una veloce
sintes i:
MANUALE PER DIRIGENTI
Uno strumento agi le al servizio della
base. La Consulta ha fatto proprio il
progetto e la realizzazione dell 'opera
che prenderà il posto dell'ormai supera-
to Ma nuale Dirigenti seconda ed izione
a nno 1978. Ognuno delle guide che ha
fin qui lavorato alla prima stesura, pas-
serà ora ad analizzare tutto il testo per
operare i necessari tagli e darle una cer-
ta organicità. Tutto il materiale tornerà
a Roma e verrà trasmesso ad uno sti li-
sta che uniformerà in una forma molto
snella e veloce tutti i vari capitoli .
Qu indi dopo l'approvazione del Rettor
Maggiore si passerà alle stampe; speria-
mo di poter concludere tutta questa
operazione per la Pasqua 1992.
PIANO DI FORMAZIONE
Poiché ce ne sono più di uno, due
Consultori ed una Commissione ci la-
voreranno sopra per crearne uno che
4/84
abbia un respiro internazionale e rac-
colga le esigenze di tutta la base asso-
ciativa mondiale; il tutt o dovrebbe es-
sere concluso per dicembre 1992.
CALENDARIO INCONTRI
INTERNAZIONALl
Ce ne saranno a tutte le latitudini e
nel corso dell'anno 1993 per ogni Re-
gione sa lesia na ogni Consultore mon-
diale d'intesa con i Consigli ispettoriali
organ izzerà a nome della Consulta
mondiale un Congresso regionale a
tema unico per tutto il mondo, in sosti-
tuzione del Congresso mondiale del
1994. Nell'ambito dei Congressi regio-
nali verrà eletto il nuovo Consultore
mondiale per il settennio 1994/2000.
PROGRAMMAZIONE
TRIENNALE
Sarà resa nota in un prossimo a rti-
colo.
BOLLETTINO SALESIANI
COOPERATORES
Orga no ufficiale e istituzionale del-
l'Associazione a raggio mondiale. La
Consulta analizzando il progetto ha
da to i'OK alla realizzazione.
SEGRETERIA ESECUTIVA
CENTRALE
La Consulta ha accettato di procede-
re all a ristampa dell'A nuario dei Con-
sigli ispettoriali nel mondo datato 1988,
dando il via libera alla campagna «ag-
giornamento dati». Questa operazione
si dovrebbe concl udere per gennaio
1992. Via libera a nche al «Censimento
Associazione nel Moudo an no 1992»,
disco verde della Consulta anche per
questo rilevamento, gli ultimi dati in
nostro possesso risa lgono all'anno ...
1984. Tutta questa operazione si do-
vrebbe concludere per giugno 1992.
SUSSIDI FORMAT
- Il Cooperatore salesia no e il rap-
porto fede e politica
- Il Cooperatore salesiano e la fami-
glia
- Il Cooperatore salesiano e il mon-
do del lavoro .
La Consulta ha deciso di utilizzare,
per adesso, quelli che ci sono senza
crea rne altri, ma per la prossima riu-
nione della Consulta mondiale del
1993, ogni Consultore porterà il frutto
di una sua ricerca nella propria Regio-
ne salesiana di tutto ciò che esiste sulle
tematiche che sono state sù esposte e
metteremo in comune tutto questo ma-
teriale per avviare un successivo lavoro
d quipe.
Come vedete, cari lettori, la Consulta
mondiale ha lavorato molto sodo, po-
che sono state le pause, molti invece i
momenti di preghiera e le sessioni di la-
voro, e anche se si parla in cinque lin-
gue, l'amore all'Associazione, la serietà
nel servizio di Consultore, l'amore ai
giovani e la protezione di Maria Ausi-
liat rice e di don Bosco, ha nno permesso
di essere una squad ra ben affiatata che
anche se gioca una partita ogni due
anni ha un gioco armonico e tecnica-
mente elevato.
Paolo Santoni
* Coloro che ci aiuteranno nella formazione cri-
stiana dei giovani saranno visibilmente protetti dal-
la Madonna.
(DON BOSCO)

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«... La Chiesa oggi sta vi-
vendo una epoca inedita della
sua missione nel mondo. Ciò
esige che l'Associazione non
si paralizzi su una mentalità
nostalgica che rimpiange la
vita di cinquanta anni fa .
Non possiamo essere uomini
imboscati ma di avanguardia.
Dobbiamo ringiovanire per-
manentemente per afji-ontare
i nuovi problemi.
... Ogni Cooperatore è im-
pegnato nel risanare determi-
nate situazioni concrete, cosa
che può essere anche assunta
solidalmente in piccoli grup-
pi. Questi impegni vanno
orientati in due direzioni pra-
tiche: nella parrocchia o in
una iniziativa sociale».
(da l saluto del Rettor Maggiore)
«.. .Nei confronti delle al-
tre Associazioni laicali, i
Cooperatori sono in prima
fila , perché sono loro che
debbono animare tutte le As-
sociazioni laicali che noi ab-
biamo .
Questo è un compito mol-
to importante perché sono
quelli che capiscono meglio
lo spirito salesiano vissuto
da laici.
Il lavoro fatto insieme è
più facile per essere portato
avanti.
L'animazione delle FMA
nei confi·onti dei Cooperatori
è un 'animazione di un genere
diverso di quella che si con-
duce all'interno di un 'Asso -
ciazione ...».
(Madre Marinella Castagno)
«... Attenzione alla realtà
e ai segni dei tempi, richiede-
re quello che è possibile nella
storia di ciascuno , incorag-
giare sempre anche quando
non si possono raccogliere
molti _ji-utti dal proprio lavo-
ro, favorire con la testimo-
nianza, il dialogo, l'amicizia,
l'accettazione del carisma sa-
lesiano , accompagnare tutti
con il passo che ognuno ha,
non perdere nulla e nessuno
di quanto e di quanti il Signo-
re vi ha affidato ...».
(dal saluto di D. A. Martinelli)
*

1.6 Page 6

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Carissimi amici,
sono lieto di comunicarvi che il nuovo delegato nazionale dell'associazione sarà il confratello salesiano don
Pasquale Massaro, che lascierà il suo servizio di direttore Parroco a Potenza, per mettersi a disposizione dei coopera-
tori salesiani.
Il suo personale interesse per il laicato, la passata esperienza di animazione nella Famiglia Salesiana, la pronta di-
sponibilità a realizzare questo servizio danno garanzia che egli potrà accompagnare con efficacia l'associazione in que-
sti anni significativi della sua vita.
Colgo questa occasione anche per esprimere l'apprezzamento e la riconoscenza della CISI e dei Cooperatori Sale-
siani, per il generoso servizio di animazione realizzata da don Alfano, nel corso di questi ultimi anni, che hanno visto,
a livello nazionale, una crescita dell'associazione a livello di formazione, di qualità vocazionale, di impegno sociale ed
educativo.
Affido don Alfonso e don Pasquale alla vostra preghiera, perché ciò che è stato seminato dall'uno possa maturare
nelle mani dell'altro e cresca la loro gioia nel lavorare in mezzo a voi.
Chiedo anch'io l'aiuto della vostra preghiera, per l'efficacia del compito di animazione che mi è stato affidato.
Un cordiale saluto.
Roma, 20.7.1991.
In don Bosco obbl.mo - don Giovanni Fedrigotti
Presidente CISI - Consiglier Generale per Italia e Medio Oriente
ZI' «FONZO» VA VIA...
C osì si è presentato la prima volta che a Villa Tuscola-
na, a Frascati, ha incontrato un folto gruppo di coopera-
tori giovani e simpatizzanti.
A prima vista ci era sembrato piuttosto serio; piglio
autoritario, una veste da Ispettore non ancora comple-
tamente smessa, ma poi ha parlato.... con quel suo dia-
letto napoletano pulito ed ai ragazzi che attenti e incu-
riositi lo guardavano, ha detto subito: «Mi chiamo Don
Alfonso Alfano, ma per gli amici sarò soltanto Zì Fon-
so! »
E così lo abbiamo chiamato per questi lunghi sette
anni che siamo stati insieme e, come buon discepolo di
Don Bosco, lo abbiamo sentito «maestro e amico» e
come ogni buon salesiano che si rispetti, ha lavorato so-
do, ha studiato, si è preparato con la puntigliosa preci-
sione che lo distingue, all'inizio forse per dovere da
compiere ma poi, poco a poco, quasi senza accorgerse-
ne, si è innamorato dei Cooperatori ed ha dato alla no-
stra Associazione, il meglio di se stesso, con dedizione,
slancio, passione e costante serietà e capacita.
Grazie, Fonso, soprattutto per l'affetto e la simpa-
tia che hai saputo trasmettere e che certo non si esauri-
rà solo perché passi ad altro incarico.
Nella vigna del Signore è solo l'amore che semina e
certamente continuerà a dare i suoi frutti.
Questo è il nostro augurio.
Ed ora un doveroso e affettuoso saluto e un caldo
benvenuto ad un vecchio amico Don Pasquale Massaro,
il nuovo delegato, il quale non me ne voglia per quanto
detto sopra, so, con assoluta certezza, che di lui diremo
altrettanto alla fine del suo mandato, perché Don Pa-
squale conosce da sempre i Cooperatori, ha già tanto la-
6/86
varato per loro in passato con entusiasmo e grandi ca-
pacità organizzativa.
Ci aspettiamo molto da lui e il nostro benvenuto più
concreto è una fervida preghiera a Maria Ausiliatrice e
Don Bosco perché lo assistino in questo nuovo compito
accettato sicuramente, non solo per obbedienza, ma per
amore alla nostra Associazione.
L'inizio è ottimo, grazie Don Pasquale Massaro!
Iolanda Masotti
NON È UN SALUTO, MA UN GRAZIE!
S ono passati sette anni, sono tanti, ma sembrano an-
che così pochi: sembra ieri quando «L'UBBIDIENZA»
mi apriva un campo di lavoro, sinceramente non previ-
sto, inaspettato: un servizio di animazione da «capire»
nei suoi vari aspetti, da quelli storici a quelli teologici,
da quelli pastorali e organizzativi.
Sono stato aiutato molto in questa delicata scuola da
tante persone. Un GRAZIE al Signore per questo lavoro
di animazione tra i nostri fratelli laici. Avrei potuto fare
di più e meglio.
Grazie a voi cooperatori: mi avete aiutato ad amare e
stimare di più il carisma salesiano. Sono particolarmen-
te riconoscente a quanti con me hanno condiviso questo
servizio in un momento di rinnovamento della vita del-
1' associazione.
Al successore Don Massaro auguro un «lavoro» sem-
pre con animo ... PASQUALE!
C'è tanto da fare; la via non sempre è comoda: ma si
è in buona compagnia. La Madonna è aiuto garantito
per chi opera nel regno del suo FIGLIO.
PACE E GIOIA.
Don Alfonso ALFANO

1.7 Page 7

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OLTRE LA NOTIZIA
CAMPI ... - - - - -
FORTEMENTE CAMPI
Non so ... forse nel prossimo
numero si proverà «a dire di
più », dell 'estate «calda», semi-
nata di esperienze di ogni tipo:
campi , tanti ; esperienze di ani-
mazione, tantissime ; esercIzI
spirituali , ovunque e con cre-
scente partecipazione. Dagli
spacci di agenzia: povero nostro
fax , rimasto a lungo inoperoso ...
qualcosa è arrivato, altro giunto
fuori tempo massimo.
E questo non solo per gruppi
specifici di Cooperatori .
Campi! Fortemente campi:
provate a chiedere a un giovane
e non solo giovane di partecipa-
re a qualche incontro e quante
volte arriva quasi imperiosa la
risposta: «ma ho fatto due campi
PGS, sono stato ai campi del
post. .. , sono stato impegnato con
il CGS, il TGS, sono andato con il
VIS, in Africa , in America ..., sono
andato in Polonia! »
Eh , sì. .. per i Cooperatori
l'estate non sempre è poi così
«vuota ».
e per concludere l'anno associa-
tivo in un modo diverso.
È significativo il numero delle
presenze : è evidente, che stare
insieme , fa piacere a tutti. Se
poi il tutto è accompagnato dal-
la visita a un NOTO SANTUARIO
e da un fraterno momento-con-
torno di un buon pranzo «casa-
reccio » e da suoni e balli , si re-
sta nella buona e sana tradizio-
ne salesiana.
COOP ERA TORI
SACERDOTI - - - -
Per don Bosco avere tra i Coo-
peratori Salesiani dei sacerdoti
diocesani era un impegno: per
noi oggi è un sogno e per fortuna
sembra cominci a diventare
realtà . È uno degli obiettivi dei
prossimi anni. Per questo siamo
ben felici di ricordare il simpati-
co don Normando Antonio , coor-
dinatore del Centro di Torre Ca-
navese, ordinato sacerdote nel
150mo anniversario dell'ordina-
zione sacerdotale di Don Bosco .
PELLEGRINAGGI ...
DI FINE ANNO - - -
Va sempre più estendendosi
la tradizione di concludere l'an-
no associativo, con un pellegri-
naggio (mariano o... quasi!) o a
livello locale o a livello ispetto-
riale . Serve per conoscersi, per
ravvivare la devozione mariana
GIANLUCA E LUCIA
A VENEZIA - - - -
Due giovani Cooperatori a Ve-
nezia: non in viaggio di nozze,
ma come animatori dell 'ESTATE
RAGAZZI nella Parrocchia di S.
Girolamo.
È stata l'unica esperienza por-
tata avanti (da quanto ne sappia-
mo!) per quanto deciso nell'ulti-
mo CONVEGNO CCGG. Ricorda-
te? Si propose un interscambio
di animatori tra ispettorie per
campi scuola vari di animazione.
Questo è avvenuto tra le ispetto-
rie del Lazio e quella Veneto-
Mestre.
Gianluca e Lucia hanno vissu-
to un 'esperienza unica, difficile
da dimenticare. I momenti for-
mativi fatti di preghiera, medita-
zione sul libro di Giona, il lavoro
tra i giovani animatori e i ragazzi
(tantissimi quasi tutta la giornata)
hanno lasciato in loro un segno
di profonda riconoscen za per
questa estate diversa: attività di
gruppo, come lavori in cuoio , pit-
tura su stoffa, traforo, pirografia,
teatro, giuochi , tornei di calcet-
to ... i tuffi nel mare della laguna
sanno di tanta fatica e riempiono
lo «zaino ricco di tanta gioia».
E per tutti. .. alla fine la curiosa
domanda a questi due «romani »:
ma chi sono i Cooperatori?
E l'insolita coppia ha provato
a rispondere. Forse hanno capi-
to poco. Ma sul volto di quei pic-
coli veneziani si leggeva la gioia
di aver avuto DUE AMICI tutto
per loro per circa 20 giorni!
È un seme per «rilanciare in
modo nuovo i ca mpi di lavoro»
di felice memoria. BASTA PRO-
VARCI PER GUSTARNE IL VALO-
RE!
*
7/ 87

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FONTANAZZO (TN) - lllsieme sorride11ti... dopo la scuola!
FONTANAZZO - III SCUOIA NAZIONALE
DI FORMAZIONE - una proposta che cresce
Ancora un passo avanti, forse len-
to, ma senza dubbio positivo, ap-
prezzato con entusiasmo da quanti
hanno avuto la fortuna di parteci-
parvi. Come per tante altre iniziati-
ve, approvate con il consenso co-
mune in fase di programmazione,
la scuola nazionale di formazione
non è condivisa in fase di «parteci-
pazione».
Restano owiamente delle diffi-
coltà concrete, che, alla luce di
questo triennio, possono essere
preziose per una progettazione for-
mativa più adatta alla realtà asso-
ciativa.
IN PROSPETINA:
- la scelta del tema e delle modali-
tà di presentazione collegata alle
esigenze della vita associativa.
Comunque, nonostante le diffi-
coltà, non si rinunci a questo seme
che aiutato a crescere.
Don Alfano Alfons,o
- riflettere sull'opportunità o
meno di conservare sede e periodo
- chiarire ulteriormente i destina-
tari della scuola
- coinvolgere delegati/e ispettoria-
li
SCUOLA DI FORMAZIONE - D. Nicola co11 1111 atte11to gruppo cli «ripete11ti».
8/ 88

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VORREI
RINGRAZIARE ...
In primo luogo il Signore che in
questa settimana ci ha riempito di
doni al di sopra di ogni speranza; il
tempo stupendo, i torrenti ricchi di
acqua ci hanno regalato un sotto-
fondo musicale dolcissimo che ha
allietato le nostre giornate. I prati
non ancora tagliati con varietà di
fiori dai colori inverosimili, dal bian-
co candido al giallo tenue fino al-
l'arancione più carico, dalle più deli-
cate gradazioni di viola fino al rosso
porpora di papaveri giganti, tra un
verde intenso di fili d'erba da dare
l'impressione che un artista eccezio-
nale con cura e maestria uniche, ab-
bia messo insieme il tutto.
Tocco finale: i picchi ancora in-
nevati e un cielo azzurrissimo, han-
no reso lo scenario semplicemente
da contemplare e da ringraziare
Colui che ce ne faceva dono.
Un altro immenso «Grazie» al
nostro Don Nicola Palmisano che,
dopo aver tanto lavorato per noi
nella preparazione del sussidio, ce
ne ha anche fatta una esauriente
esposizione, dando vita ad un di-
battito vivace, scaturito poi in espe-
rienze ricche e interessanti.
Averlo come «compagno di viag-
gio» sacerdote attento, discreto,
amico esuberante e vivace nel con-
dividere canti e barzellette nei mo-
menti di relax, è stato un altro gran-
de dono che il Signore ci ha fatto.
Ancora un «Grazie» al nostro «zì
Fonso», come sempre puntuale e
preciso, pronto alla battuta ma so-
prattutto alla «scalata» di ardue vet-
te, coinvolgendo spesso inesperti e
inaweduti montanari che, immagi-
nando in lui la stessa serietà di mi-
nistro di Dio, molto inconsciente-
mente, fiduciosi, l'hanno seguito.
Voglio ancora ringraziare tutti gli
amici che con me hanno condiviso
l'abbondante ricchezza di questi
giorni. Sono stata veramente felice
nel vedere notevolmente aumenta-
to il gruppo di cooperatori deside-
rosi di partecipare a questa setti-
manna che diventa ogni anno più
interessante e mi auguro che il
prossimo sarà ancora di più perché
ci spiace non condividere, con tanti
altri fratelli, la gioia immensa che
noi ne abbiamo avuta.
Iolanda Masotti
SIGNORE,
noi ti ringraziamo...
- Per il colore di questi prati,
per questo cielo così straordinaria-
mente azzurro e sereno, per la lim-
pidezza di queste acque, per la
maestosità di queste montagne.
- Per la semplicità così limpida
ed evidente di Giorgio, Angelo e
tanti altri di noi qui presenti...
- Per l'entusiasmo e l'incorag-
giamento che Amalia, Fulvia, Luigi
hanno saputo infonderci...
- Per la testimonianza così sco-
moda e forte ma ugualmente vin-
cente di Anna Maria e Domenico
di Acireale...
- Per le mani e la voce di
Emma che hanno permesso di pre-
garti e lodarti cantando...
- Per l'allegria e la gioia di vive-
re di Angelo, Danilo, Laura, Giam-
piero, Maria Pia e tutti i giovani e
non... qui presenti...
- Per l'entusiasmo così ingenuo
e contagioso di Paolo...
- Per la presenza di Francesco,
Mauro, Luca e tutti i bambini per la
loro innocenza, per il loro stupore
e partecipazione...
- Per i meno giovani, per la loro
allegria, voglia di cantare, di agire,
di lottare...
- Per l'impegno di Pompeo e di
quanti hanno preparato i nostri in-
contri di preghiera...
- Per la preziosa presenza tra
noi di Don Nicola e la ricchezza in-
teriore di Iolanda e Don Alfano...
- Perché anche una piccola di-
storsione può regalarti la gioia di
dare e ricevere...
- Per Claudio, per la sua straor-
dinaria c·apacità di infondere sana
allegria e tanta voglia di ridere...
Rita di Ladispoli
... tra u~a le zione e l'altra, una faticosa ESCURSIONE! E giunsero al rifugio tutti felici e
contenti!
ALLA SCUOLA DI FORMAZIONE:
Laura ed Emma in un ambiente di assoluta
libertà, sorridenti e incatenate!
9/89

1.10 Page 10

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alcune considerazioni tratte
dalla relazione conclusiva di D. Alfonso ALFANO
nizialmente mi hanno colpito due
aspetti:
- un modo di lavorare approssi-
mativo e slegato: tanta fatica, tanto
lavoro ma poco coordinato e senza
progetti chiari e modulati. Un ufficio
e una struttura centrale articolata sul
disbrigo di affari occasionali, ma non
organizzata sul piano ARCHIVIO e
del COORDINAMENTO.
- un modo di incontrarsi e stare
insieme, che nel tempo ho definito
da condominio.
Ho anche assistito a uno spegner-
si di tante INIZIATIVE qualificate
e che hanno fatto grande l'associa-
zione in un determinato periodo . In
particolare tre mi hanno lasciato
amarezza, anche perché non hanno
avuto un risvolto in proposte alter-
native:
- I campi nazionali di lavoro dei
CC.GG. (presenza nel sociale)
- L'abbandono del progetto Trelew
e noi per loro (dimensione mission.)
- La morte dei centri... diocesani
(sacerdoti diocesani...)
Ho trascorso giorni e giorni a ri-
leggermi il cammino della nostra
Associazione dalle origini.. .. Ho ca-
pito, attraverso LO STUDIO delle
varie edizioni di testi spirituali, for-
mativi, storici, bollettini (quei collo-
qui estivi con don Ricceri a Canne-
to!) che ereditiamo un patrimonio
ORIGINALE E QUANTO MAI
RICCO! ... Un tesoro poco cono -
sciuto e apprezzato: una memoria
storica, da vivere alla luce del «NO-
VUM» del Concilio.
Questa riflessione e lettura stori-
ca del pensiero e dell'azione dei
CC.SS. mi hanno aiutato a orienta-
re il mio lavoro di questi anni.
La presente relazione ha quindi
lo scopo di lasciare il frutto di un
lavoro svolto che potrebbe in qual-
che modo essere utile a quanti sono
chiamati ad animare l' Associazione
nel futuro.
10/90
IL CENTRO:
IL (' A:\\1PO BASE DEL
L
SO,... .., O!
1 - LE TRASFORMAZIONI
SOCIALI E AGGREGATIVE
Altro delicato problema avvertito
in questi anni sono state le rapide
trasformazioni all'interno delle ag-
gregazioni apostoliche: associazioni
cattoliche, movimenti ecclesiali...
hanno subìto cambiamenti radicali
sulle modalità di associarsi, dovuto
al cambiamento del tessuto cultura-
le della società. Ci siamo pertanto
ritrovati con una realtà associativa
variegata e differenziata non solo
per l'aspetto anagrafico ma anche
per una sensibilità apostolica tal-
volta non solo diversa ma addirittu-
ra contrastante.
Questo pluralismo di associati ha
trovato anche una seria difficoltà
nel rinnovamento sul piano concre-
to organizzativo.
Un esempio vale anche per altri:
la riunione mensile, l'unico momen-
to insostituibile per la vitalità del
CENTRO. Quanta difficoltà nel ri-
trovare orario e giorno che concili la
disponibilità di tutti. Frazionamento
e impossibilità nel ritrovarsi insieme
e tutto a danno della solidità del
Centro. E le dispersioni non si con-
tano ... E così la struttura «fonda-
mentale» e vitale dell'Associazione,
il CENTRO, è stato e in parte resta,
il punto nevralgico dell'ACS.
Forse l'idea di Centro andrebbe
almeno sul piano operativo rivisto.
Lo farà il Manuale? Speriamo.
2 - IL RILANCIO DELL'ACS
ALLA LUCE DEL NUOVO
REGOLAMENTO
È stato certamente l'obiettivo fon-
damentale di questo periodo, attra-
verso stimoli vari e sussidi idonei.
La conclusione di una jàse speri-
mentale - Per quasi un decennio si è
lavorato a rinnovare il testo del Re-
golamento.
Il IV Congresso Nazionale dei
Cooperatori Salesiani, ha segnato
in qualche modo la conclusione di
un cammino di «prova» e di «espe-
rimento» del NUOVO REGOLA-
MENTO. Non si è trattato soltanto
di fare una semplice esperienza, ma
soprattutto di saper cogliere i «SE-
GNI DEI TEMPI» attraverso le
«novità culturali e sociali».
Sia il IV Congresso che anche
l'ultimo CONSIGLIO NAZIONA-
LE hanno dato chiaramente la sen-
sazione che molto di nuovo sia ma-
turato ma che anche tanto di «vec-
chio» vada recuperato, come patri-
monio insostituibile delle origini
dell'Associazione.
IL CONGRESSO MONDIALE
è stato il momento forte di questi
anm ...
I COOPERATORI
sono per noi
un sostegno incrollabile:
bisogna pensare
a organizzarli.
DON BOSCO (M.B. , XVIII, 146)
Da questa ASSEMBLEA QUA-
LIFICATA esce fortificata l'identi-
tà del Cooperatore ancorata alle
origini e proiettata verso una pre-
senza rinnovata nelle varie realtà
territoriali.
3 - LA NUOVA ANIMAZIONE
ASSOCIATIVA - Con la promul-
gazione del RVA inizia anche una
nuova impostazione strutturale del-
la VITA ASSOCIATIVA in Italia:
decentramento e coordinamento
sembrano alla base di questa nuova
formula organizzativa. Ma alla
base dello spirito del nuovo testo
c'è L'IMPEGNO DELL'ANIMA-
ZIONE, un termine nuovo che rac-
chiude sensibilità ed esigenze for-
mative, educative e pastorali nuove.
Con una coraggiosa azione di
sensibilizzazione si è giunti a ritro-
varsi concordi su di un PIANO PA-
STORALE TRIENNALE, defi-
nendo contenuti e tempi di attua-
zione, di verifica e di confronto.
Criterio di fondo di questi impegni
unitari è stata la fedeltà al Magiste-
ro ordinario della Chiesa italiana e
locale e del Magistero della Congre-
gazione. Pertanto sussidi, temi di

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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incontri, di conferenze annuali di
convegni... hanno avuto se~pre
questo punto di riferimento. Radi-
cati nel cammino ecclesiale ma con
le sensibilità spirituali ed educative
salesiane.
Questa impostazione ha facilitato
molto il cammino associativo: in al-
tri termini si concorda nella CN
(CONFERENZA NAZIONALE
che si raduna ogni tre anni ordina~
riamente e comprende tutti i Consi-
glieri ispettoriali) ORIENTAMEN-
TI, OBIETTIVI PRIORITARI
PROGRAMMAZIONE E CA~
LENDARIO INIZIATIVE COR-
RISPONDENTI. Verifiche periodi-
che vengono fatte attraverso i due
incontri annuali del Comitato dei
Coordinatori. LA FORMAZIONE
E LA RIDEFINIZIONE ALLA
LUCE DEL RVA di ruoli e figure
dell'ACS sono state le scelte ben
chiare di questi anni.
Non è stato e non è facile un tale
lavoro, in quanto comporta uno sti-
le di lavoro organico, profondo e
coordinato: l'approssimazione e
l'improvvisazione era, e in parte re-
sta ancora, un limite della nostra
Associazione.
Il Regolamento ha ormai indica-
to il senso e lo spirito della struttu-
ra organizzativa dell'ACS. Ne ha
sancito lo spirito di FLESSIBILI-
TÀ E ADATTABILITÀ, NE HA
CHIARITO IL VALORE DEL
SERVIZIO, DELL'APPARTE-
NENZA E DELLA CORRE-
SPONSABILITÀ e i Cooperatori
d'Italia ne hanno avviato il proces-
so di assimilazione e di funzionali-
tà, gradualmente, integrando con
un opportuno regolamento interno
la funzione e il ruolo della struttura
unitaria (CN), anche se a livello
sperimentale.
Una serie di incontri zonali tra
responsabili ha individuato nel
CENTRO la cellula da curare e se-
guire con particolare attenzione.
E alla fine di questo anno, dopo
una campagna... si tireranno le
somme .
PROPOSTE
AVVIATE ...
DA CONSOLIDARE
1 - CREARE UNA SCHEDA
AGILE E UNIFORME
PER COMUNICARE E
RELAZIONARE CON
L'UFFICIO CENTRALE
Occorre superare il male dell' AP-
PROSSIMAZIONE. Realismo e
concretezza, esatta e tempestiva in-
formazione, conoscenza oggettiva
delle difficoltà, dei progetti... aiuta
IL SERVIZIO CENTRALE.
Uno strumento agile e comune po-
trebbe aiutare a camminare su questa
linea... anche in merito ai dati e a
uscire da questa GIUNGLA.
2 - AUSPICO
UN MINI-ANNUARIO
DEI COOPERATORI
(ai vari livelli!)
Si sa quanto sia difficile conosce-
re lo stato di un'associazione laica:
mobilità e incostanza caratterizza-
no la vocazione laica vissuta. Si po-
trebbe almeno partire a livello loca-
le e ispettoriale.
Certe radiografie del passato
hanno sempre, con una lettura at-
tenta, data un'immagine incomple-
ta dell'Associazione. Questo com-
porta un pericoloso dualismo:
un'associazione sulla breccia, orga-
nizzata e con un termine improprio
«praticante» e un'associazione
«sommersa», che raccoglie in un
numero imprecisato i «lontani».
3 - RILANCIO
DEI COOPERATORI
SACERDOTI E
DEI CENTRI «DIOCESANI»
Quale fosse il ruolo dei sacerdoti
diocesani nel passato è noto a tutti
e quanto fosse presente nella mente
del nostro Fondatore lo è altrettan-
to. Per anni è stato il veicolo privile-
giato della diffusione del carisma
salesiano e la promozione di voca-
zioni salesiane religiose. Che oggi
non ce ne siano non sembra.
Che siano pochi è vero. Forse ...
dimenticati: probabilmente è anche
colpa di un nostro modo di animare
sempre più racchiuso nei nostri am-
bienti. Quanto vantaggio ne avreb-
be tutta la FAMIGLIA SALESIA-
NA, se si riallacciassero questi con-
tatti, a cominciare dai Seminari
fare almeno inizialmente un inven~
tario dei sacerdoti cooperatori.
Non sarebbe difficile program-
mare qualcosa anche per questi sa-
cerdoti diocesani.
Qualcosa si è fatto per il DB 88!
4 - AZIONE DI ANIMAZIONE
TRA I COOPERATORI
INSEGNANTI
Si è avviato nel PROGETTO
STAMPA, anche un inventario dei
Cooperatori Insegnanti. Per ben
due volte è stata presentata una
scheda sul BSCC, con varie solleci-
tazioni. Risposte? Meno di cento.
Sono solo questi? Si è stati solleciti
a fare l'opportuno censimento?
Non si demorda: SI INSISTA! È
un campo minato, ma anche un
campo privilegiato per la missione
del cooperatore salesiano.
. .-N CO'\\ICLUSIONE
I LONTANI! Si è insistito tanto nel
Sussidio di quest'anno
È questo il rovescio della nostra
Associazione. È l'associazione som-
mersa, non mi stancherò mai di ri-
peterlo. E numericamente forse è
superiore a quella presente ai nostri
incontri.
Anche a questi nostri amici oc-
corre far arrivare la nostra VOCE,
nei modi e nei tempi che ciascun
Centro ritiene opportuno.
·
Sottolineare quest'aspetto signifi-
ca accettare anche un possibile al-
lontanamento, purché si possa sem-
pre contare sul sostegno morale e
formativo dell'associazione. Occor-
re abituarsi a contarci non solo sul-
le sedie delle nostre sale di riunioni
ma anche dalla nostra capacità a
stare accanto a quanti sono costret-
ti da svariate circostanze a vivere
«lontano». Ho avuto conferma in
questi anni che i LAICI e ancor di
più i CC.SS. vanno aiutati a vivere
nella serenità e nella gioia la pro-
pria vocazione, che vanno sostenuti
spiritualmente e fraternamente nelle
variabili (talvolta difficili) prove
della loro vita e che i'ASSOCIA-
ZIONE ha il DOVERE di organiz-
zarsi per realizzare sempre questa
azione di animazione per vicini e
per i lontani.
Don Bosco e la tradizione asso-
ciativa sono stati MAESTRI in que-
sto stile di animazione fondato sul
«contatto persona per persona ... ».
11 /91

2.2 Page 12

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non sono soltanto dati!
on ricordo bene: forse sì era nel
maggio del 1950.
Con gli aspiranti di Torre A. ero
presente nell'anfiteatro di Pompei, in
uno scenario unico e suggestivo. A
migliaia entrano agitando bandiere,
striscioni, gagliardetti, car_telloni ...
grupp_i di donne e uomini di ogni età,
cantando e pregando. Li guidava un
prete dinamico e sorridente (sembra-
va la controfigura personalizzata del
vulcano che ci faceva da sfondo!): era
Don Luigi Ricceri, che animava una
giornata - raduno dei Cooperatori
Salesiani. È la mia prima immagine
del terzo ramo della Famiglia Sale-
siana. Un'immagine forse di un pe-
riodo epico, diverso da quello di og-
gi, ma è stato quel primo lontano im-
patto con i Cooperatori che mi ~:> ac-
compagnato in questi anni di respon-
sabilità nell 'Associazione. Ho prova-
to a tentare un collegamento tra la
MEMORIA del passato e le «novità»
del Concilio Vaticano II e del nuovo
tessuto socio-culturale.
Da questa ricerca, confortata da
sette anni di esperienza, appare un po-
tenziale di «cooperatori» commovente
e quanto mai vitale!
ALCUNE CONSIDERAZIONI
ALLA LUCE DELLE TAVOLE
RIPORTATE
1 - Emerge tanta ricchezza di per-
sone e di iniziative, ma con un'orga-
nizzazione «approssimativa» della
vita degli associati a tutti i livelli.
Abbiamo rivisto e controllate le
varie «radiografie» del passato: le ri-
12/ 92
sposte si aggirano sempre sul 40%;
numeri dati a caso, caselle riempite
ad occhio e croce, e confrontate a di-
stanza di qualche anno si sono notate
palesi contraddizioni.
Forse non si può parlare di super-
ficialità, ma certamente è un modo
inaccettabile di interpretare oggi la
vita associativa.
2 - UN LAVORO INCOMPLETO
È un modesto contributo, auspi-
cando che altri lo facciano in modo
più organico.
Abbiamo fatto riferimento a una
fonte diversa da quelle seguite negli
anni precedenti: sono state fotoco-
piate e controllate tutte le richieste di
attestati perve nuti all'Ufficio Mon-
diale dal 1975 al 1990. È stata una fa-
tica, per arrivare a DATI IL PIÙ
OGGETTIVI POSSIBILI.
Evidentissimo il modo spesso con-
fu so e impreciso con cui vengono fat-
te tali richieste.
3-LE CIFRE!
Sono attendibili, con oscillazioni del
5% al massimo per quanto concerne
però la nostra ricerca.
È chiara la diversità del periodo in-
dicato «ANTE- E POST-REGOLA-
MENTO NUOVO» evidenziata dalla
TAB. X .
La T AB. A e B è ricavata dal con-
trollo dei MODULI - RICHIESTA
di ATTESTATI. La TAB. C invece
da quella fornita annua lmente dalla
TABELLA C
Cooperatori entrati in ACS
tra il 1984-1990
(fonte Scheda annuale Ufficio Mondiale)
lsp. S.D.8. GG.CC.
Adriatica
31
Centra le
46
Emiliana
18
Ligure
8
Toscana
12
Lombarda
13
Meridionale C 45
Meridionale P 21
Meridionale CL 17
Novarese
47
Romana
53
Sarda
6
Sicula
26
Subalpina
58
Veneta S. Marco 21
Veneta S. Zeno 36
Tot. S.0.8.
457
Iscritti totale
dal 1984 al 1990
97
592
51
87
88
110
197
228
38
181
259
141
396
180
98
312
3083
lsp. F.M.A.
Alessandrina 20
Emiliana
11
Ligure
4
Lombarda S. Fam. 4
Lombarda 1mm. 8
Lombarda S. Mont. 16
Meridionale Vse 41
Monferrina
21
Napoletana
26
Novarese
40
Piemontese
26
S. Cuore 31
Romana S. Agnese 20
Romana S. Cecilia 19
Sarda
15
Sicula S. Gius. 23
Sicula Morano 7
Toscana
6
Veneta S. Ang. 10
Veneta M. Reg. 8
Vercellese
8
Adriatica
Tot. FM.A.
364
Totale
821
115
67
31
25
63
103
76
119
91
177
111
90
111
69
56
78
57
72
30
78
61
1680
4763
+ 117
4880
NB. I GG .CC .: sono compresi nel
numero totale. Mancano 117 CC.
per mancanza di indicazioni di ap-
partenenza a specifica ispettoria.

2.3 Page 13

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CENTRI DI PROVENIENZA
Da grandi centri urbani ... 40%
Da medi centri urbani ..... . 16%
Da paesi picco li ... ... ..... .... 44%
segreteria dell' Ufficio Mondiale. La
TAV. X è tratta da un lavoro prece-
dente, realizzata con criteri diversi.
Potrete notare non corrispondenza
con eventuali dati presenti negli Uffi-
ci locali, differenze dovute a inesatta
compilazione dei moduli di richieste,
doppioni, ripetizioni di nomi, confu-
sione Ispettorie SDB / FMA.. .
Ci siamo trovati davanti un «mate-
riaie» confusionario. Ma questo non
altera se non minimamente i dati.
È interessante anche la percentuale
maschi-donne e relativa indicazione
delle fasce di età.
IN PERCENTUALE
anni 1975-1990
- TOTALE MASCHI ... .. 24,37%
18-30 anni ........ .. .... .. 37,34%
31-45 anni ....... ......... 24,13%
46 anni ......... ... ....... .. 38,53%
- TOTA LE DONNE .... .. 75,63%
18-30 anni ....... ......... 17,39%
31-45 anni ... ..... ... ..... 34,61 %
46 anni ... .... ...... ... ... .. 48,00%
4-IL NUMERO
DEI COOPERATORI
È comunque comprensibile che la
vocazione tipica laica del cooperato-
re comporta per sua na tura un feno-
meno di «dispersione», non facile da
superare. Ma è altrettanto vero che
tale fenomeno è favorito da un modo
precario di intendere l'animazione e
la cura degli associati.
Il fermarsi al conteggio dei PRE-
SENTI ai nostri incontri mensili e
purtroppo un'abitudine che dovrebbe
farci riflettere.
Si ha l'impressione che i CC che
fanno la PROMESSA non siano po-
chi: ma quanti trovando stanze vuote
e senza proposte significative, escono
dalla porta opposta, andando ad in-
grossare il numero dei cooperatori
«del sommerso» .
Quella voce ALTRI (da noi anche
confermata ricavata con un sistema
computerizzato di percentuali) è la
conferma di questo fenomeno.
5 - LA SCOMPARSA quasi totale
dei Centri presso opere diocesane.
Da un calcolo approssimativo per
difetto (sono certamente di più) dal
1975 al 1984 sono scomparsi (erano
chiamati volta per volta nelle prece-
denti radiografie centri morti) I02
CENTRI diocesani: in questi anni è
mancata nelle Ispettorie quasi ovun-
que la figura del Salesiano animatore
sul territorio non salesiano.
Inoltre non ovunque si sono rinno-
vati i CENTRI a norma del RVA. La
campagna sul Centro deve proseguire
con maggiore chiarezza ed essere so-
stenuta e incoraggiata da tutti i re-
sponsabili, religiosi e laici .
Un rilancio che non partà: dalla
«base» rischia di comporre stupendi
spartiti musicali, ma senza validi in-
terpreti.
LA PROVENIENZA - Da un cal-
colo, quasi attendibile al 93%, abbia-
mo suddiviso I CENTRI di apparte-
nenza dei nuovi associati in GRAN-
DI-MEDI E PICCOLI CENTRI
URBANI.
È interessante notare come sia for-
te la provenienza dei CC dai piccoli
paesi.
Nella TAB. D sono indicate le
PROMESSE per anno: spiccano al-
cuni anni (1975 - 1988) per particola-
ri avvenimenti. Ogni Ispettoria può
dalla T AB. A ricavare il quadro per
anno dei propri associati.
Don Alfonso Alfano
RIEPILOGO GENERALE
1972 ...... 47.488 - Italia e Medio Or. (140.387-CC. nel mondo)
1979 ...... 9.589 Italia - (riferim. CC. attivi)
1983 ...... 10.172 - Italia (CC. CON PROMESSA)
1985 ...... 15.304- Italia (CC. CON PROMESSA - ALTRI 15.387)
1990 ...... 16.878 - Italia (CC. CON PROMESSA - ALTRI 10/15.000?)
13/93

2.4 Page 14

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~
1975 88
1976 74
1977 90
1978 46
1979 19
1980 32
1981 48
1982 32
1983 55
1984 73
1985 43
1986 129
1987 116
1988 87
1989 89
1990 67
L
TABELLA A - COOPERATORI entrati in ACS dal 1975 al 1990 (fonte: moduli)
richiesta ATTESTATI-DIVISI per Ispettori e
ILE IVE ISU ILT IVO ILO IAD ICE IRO ISA IME
15 28 167 68 44 54 35
4
o o 115
25
8 210 28 27 30 19 25
o o 59
14 35 120 16 28 80 13 40
o o 143
16 17 126 11 33 45
o 46
o o 177
7 13
92 22 25 49 18 20
o o 66
1 13
61 27 12 20 20 24
o o 190
7 29 69 39 21 66 35 25
2 15 82 99 97 18 21 78
o o 84
o o 123
38
16 212
8 26
25
14 32 58 20
55
11
1 52 24 64 49 14
9 25
o 65
4
3 118 65 98 34 20 47 56 21 118
9 18 86 12 33 21
9 24 74 16 91
28
2 92 49 33 73 25 55 56
o 87
31 33 175 71 58 93 50 65 92 35 77
58 12 103 19 98 27 28 45 100 27 106
24 54 111 31 56 27
9 38 79 29
77
290 297 1876 589 753 711 330 577 540 148 1633
N.B. - Per l'ispettoria Romana-Sarda vanno aggiunti 627 (1975-1982)
ISI TOTALI
163 781
129 634
73 652
78 595
137 468
90 490
105 528
80 647
84 643
68 455
53 680
20 542
3 619
50 917
69 781
20 622
1222 10054
627
10681
14/94
1000 -
950 -
917
900- 883
850 -
800-
750-
700-
650 -
600-
550 -
500-
450-
m
716
672
734
643
597
554
529
680
619
542
455
781
622
400-
350 -
300 -
250-
200-
150-
100-
1975 1976 19TT 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990

2.5 Page 15

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TABELLA B - CC. entrati in ACS tra il 1975 al 1990
Divisi per fasce di età e per sesso
MASCHI
DONNE
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
Totali
18-30
37
43
51
60
50
65
53
30
51
28
142
41
38
78
64
54
885
31-45
16
11
38
34
20
27
23
34
41
26
33
34
56
63
74
42
572
45-Oltre
29
32
32
31
28
41
56
101
56
48
76
58
75
92
94
64
913
Totali
82
86
121
125
98
133
132
165
148
102
251
133
169
233
232
160
9370
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
Totali
18-30
73
79
81
90
55
100
76
84
78
47
83
60
70
118
85
83
1262
31-45
65
53
88
130
944
78
108
96
150
84
101
89
95
174
159
98
2512
45-Oltre
106
181
200
146
133
148
15
263
242
209
326
269
270
390
314
271
3483
Totali
244
313
369
366
1132
326
199
443
470
340
510
418
435
682
558
452
7257
Totale
7257
2370
1034
10681
N.B. - Per 1.054 mancano le opportune indicazioni nelle schede e quindi da aggiungere al totale.
NUMERO DEI COOPERATORI NEI DIVERSI ANNI
REGIONE
ISPETTORIA
1972
1979
1983
1984-85
ANTE
N. R.
CON
IN
PROMES. FORMAZ.
CON
PROMES.
IN
FORMAZ.
TOTALE ALTRI GG.CC.
SDB
FMA
SDB
FMA SDB
FMA
IAD Italia ADRIATICA
ICE )) CENTRALE
ILE )) LOMBARDA
ILE )) EMILIANA
ILT )) LIGURE
ILT )) TOSCANA
IME )) MERID. CAMPANA-BAS.
IME )) MERID. PUGLIESE
IME )) MERID. CALABRA
INE )) NOVARESE-ELVETICA
IRS )) ROMANA
IRS )) SARDA
ISI )) SICULA
ISU )) SUBALPINA
IVE )) VENETA EST
IVO )) VENETA OVEST
Totali
2.000 381
1.050 96
3.660
8.000 666
50
2.100 63
5.300 410
6.500
3.000 240
7.500 3.000
5.700
1.200
5.000
68 218 76 185 33
15 259 60 167 92
1.800 100 1.888 1.559
353 79 335 28
50
587 34
265 18 198 51
666 99 550 116
335 660 101 517 143
167 43 63 104
832 79 138 681
900 100 300 350
132 8 291 437
605 1.080 165 1.903 1.777
1.986 133 704 1.282
116 39 49 54
688 467 491 197
52 24 294 739 40
54 6 319 196 35
32 25 3.504 2.965 108
45 34 442 486 22
52 4 677 805 15
14 4 267 145 46
79 20 765 110 45
68 33 761 183 57
4 39 210 165 57
7 36 862 1.738 25
150 100 900 6.200 100
6 2 736 596 14
59 106 3.845 138 600
108 25 2.119 362 61
7
110 357 38
466
1.155 202 23
47.488 8.566 1.023 10.172 1.567 8.366 6.938 1.203 459 16.966 15.387 1.286
N.B. - Da Cooperatores - Anno 14° - N° 3.
15 / 95

2.6 Page 16

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o
.!o::
I-
Spediz. in abbon• postale - Gruppe 20 (70) - 2a quindicina
BOLLETTINO SALE
S I A N O Quindicina l e
L'ed' .
di
m• ,,ormaz1.one
e
d''
cultura
religiosa
si'ma1!za1oanieCdoiompeetraa' tmorei sSeadi el .BS. e. ~articolarmente de-
e straz1one: Via della es1am. Direzione e amm1·n· .
Ro. m a Aurelio - Tel 69,s3a1n3a, 1111 - .P. 9092 - 001010-
RDeirdeatttotorerer:esApLoFnAsNaObile· .. U• M41B.ERTO DE VANNA
00185 RO MA - Tel. 44A.5L0F.1O8N5S· O - ,a Marsala, 42 -
Aulorizz. del T 'b .
49.33 .51 .
~ ri · d1 Torin
stal_e n. 2-1355 Intestai . o ~- 403 del 16 febbraio
Tonno e .e.P. 46200 a. Direzione Generale O 1949 e .e . Po-
ma. Pe
. 2 onleslato a Dir G
pere Don Bosco :
r cambio d'indirizzo inviare .ane~e. oI.ipnedreiri_zDzoon pBroescceode- nRteo.-
DICEMBRE
il ~rande
RCH\\0
i . f' t
H'
=.i ·TJi~
della Eami~\\ia lll Don llosco . ; , ; .
Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori, Exallievi,
Exa\\lieve, Volontarie di Don Bosco, giovani e fedeli delle parroc·
chie e opere salesiane, amici e benefattori, sono invitati a
rievocare una data storica della loro Famiglia spirituale, l'inizio
I -1 della missione di Don Bosco tra i giovani.
"DEoran lB'Bosdciocesmi bpreos1e84i1n... g- i nocchio , e prima di cominciare
i! catechismo, recitò un'Ave Maria , perché !a Madonna gli
desse la grazia di poter salvare quell'anima.
Que!f Ave fervorosa e la retta intenzione fu feconda di
_:andi cose!"
_ 1,.11, ,.,• .,;, o;,,••fi"" J; o., •••• - 11. 10- ' '.'._
Vn appuntamento ideale
Alle ore 12 del prossimo 8 dicembre, "\\'ora -dell'Angelo",
singolarmente o in gruppo, in casa o viaggiando o nella strada,
con devozione profonda saluteremo la Vergine tutti alla mede-
sima ora, esprimendo cosi un "segno" di adesione al rilancio
della devozione mariana e di comunione tra tutti i tigli di
Don Bosco.
Associazione
Cooperatori Salesiani