Bollettino_Salesiano_194002


Bollettino_Salesiano_194002



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Edi:,;ione rjdotta :;.econdo te prescri~ioni minls1cdal.i.
..\\nno l,._'-jV • n. 2i - Pul.•bhcaziunc mc.milt! rn FEUilR.'JO 1940-l[Vlil
Spedtz. ìn abbonamènlo p<><tale •Gruppo.;

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PERJODICO MEN-
SJL[;: PEII l COO-
PEfiATORT DELLE
OPERE E MISSIONT
Dl S. GJO. DOSCO
BOltET~fJNO
SJ.\\lESJJ.\\NO
Anno LXIV - N. 2
x0 FEBBRAIO
x940 - XVIII
SOMMAR IO: Due "sogni" di Don Bosco In due grandi quadri nel Santuario dell'Ausiliatrice. - l.n famigUa:
Convegni di Decurioni Sa!eslanj - Ad onore della Beata Mazzarello. - Letrera di D. Giulivo ai giovani. • Dalle
nostre Missioru : Viaggio d'esplor:l%ione nella Cordiglle.ra Patagonica Meridionale - A.s§am - Giappoite • Cina.
Crociata Missionaria - Necrologio
Due ''sogni.' ' di Don Bosco
1n due grandi quadri nel Santuario
de lI'A usi li africe.
Nel sa11f11ario di ~Uaria Ausiliatrice, chi' può
dirsi vrra,rur,1t// " la Chiesa dei sogni di Do11 Bo-
sco », 11.011 poteva mancare 1m ricordo di quelle
i'llustrazioni singolari che ill11111inaro1w fd nccom-
pag11aro110 il Santo dai primi albori d,,/la ragio,ie
fino al tram01110 della sua vita, co11 tale l!sube-
ra11::a da meritargli, Ji,11 dagli mmi ginvanili, il
titolo di sognatore. Auche perchè nell'espoi-le
<'gli le sole'i,•a tutte indicare colla co11m11e deno-
111illa.zio11e di so![ni; mmlrt•, voumdole tkbita-
1rumte classificare, bisognerebbe tener conio delle
distinzioni che fa D. Ceria nell'i11trodu;io11r
al XVII volume delle « ill1J111orie Biog,afiche >I.
- Sotto il mm1e generico di sogtii di D. Bosco.-
egli scrive - vamu, confusi sogni che 11011 furono
sogni, sogni nient'altro che sogni, e sogni rive-
latòri. Certi sogni si debbono assol11ta111mte chia-
mare visioni, perchè accaddero fuori dello stato
di sormo; la/i furono, per rsempio, la rivelazione
profetica presso il capezzale del giovinetto Ca-
gliero morente e l'altra del 1870 mli'avve11iri'
dell'Italia e della Fra11cia, di Roma e di Parigi.
Sono dello stesso genere Le apparizioni di Luigi
Colle, che ,,gli solwa denominare distrazio11i.
Talora, al contrario, Don Bosco narrò nell'inti-
mità sog11i veri e pr<lj)rii. Ma la categoria più
1111111erosa e caratteristica dei sogni di Don B osco
è costituita da qu.elli che contenevano elementi
rivelatori i11afferrabiH con le sole forze della sua
mente. 111 essi egli rivedeva il passato, vedeva il
prese11te, antivedeva il f1tt1tro. Per lo più le rive-
lazioni gli si presentavano sotto spe,ie di simboli;
111a non di rado gli si affacciava anche la nuda
realtà, come quando gli si scoprivano i segreti
della coscim;:;a o gli si spiegavano diuan...-i. le par-
ticolarità di ll,c,ghi a lui sco12osciuti o co11umque
fuori di mano. - Se lo l'j><,.-..io non fosse tanto limi-
tato, potremmo indugiarci a riproduri-e lo studio
che.fa D. Ceria mll'origine e sulle note .pscifiche
delle diverse categorie di sogni. Ci acco11te11tia1110
i11vece di rilevare so/tanfo l'opportunità di ri-
corda,-e nella basilica dell'Ausiliatrice questi fe-
nomeni meravigliosi di C1lÌ è latta intesmta la
vita del Sa,1to, e la genialità lUllla scelta pti
d11e quadri del prof. J\\JarÙJ Barberis di Ronza.
Sono slali infalti prefl'riti quello che ill11stra f.t,
lotte e i trionfi della Chiesa e d1?/ Vicario di
Cristo nrl mondo, e qiiello che disvela la mis-
sio1U1 salvatrice d11/la Società Salesi.ana in mez:::o
alfa gioventù.
Diamo 1m breve riasmnto dell'uno e dell'altro
seguendo i partfrolari che il pittore potè rappu-
sen.tare od al111e110 accnmare nel poco spar::io
cousentito.
Il "sogno" delle d u e colonne in mezzo
al mare.
Il primo sogno che ha f omito al pittore l'ispi-
ra-.:ione pel primo quadro è qutllo che il Saiito
narrò ai suoi giova1ti la sera del 30 maggio 1862.
(V. illustrazione a pag. 31).
Narrò dunque San Giovanni Bosco di avere
- - in visione assistito, dal'alto di 1mo scoglio ùmol-
27

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zantrsi in mez:w nl mare, ad ima viole1ita bat-
taglia fra due opposie sqaadrr di ,mv i; e mmtre
una, guidata dal Ro111a110 Pont,'fìce, sbaragliando
i battelli avversari, riusciva, dopo aspre vicmde,
a liberarsi d<lgli am1lti, k allre aff011dav..a110
i11abissa11-do nei gorghi i loro guerrieri e le loro
armi.
Erano, queste 11a'ili nemiche, fomite di acuti
speron;, armate di camumi, di ardenti jillccfJle
incendiarie, di fucili, bombe, libri, e/te i niari11ai
scagliavano viole11tnnente contro la nave del Pon-
t fice. La quale, cii-coudata da navicelle piu pic-
cole, sosteneva te1111cementc gli 1,rti. 11 Pilota d.:lla
g ·a11de Nave, d1wante 11110 di questi assalti, Ctl-
dwa esamine, ma tm Successore, eletto dai piloti
d.?fle navi seconda.ie convocate, assttmeva il co-
mando, l' con.due.va la nave ad ancorarsi fra d1ie
Colonne, che, di div:1,·sa altezza e mimra, si
l.vava110 in mezzo alle onde.
La prima di· queste Cofanne, assai alta e grande,
reca11te sotto il capitello ,ma scritta Salus ere::.
d'.'ntium elevava nel cielo luminoso ima grande
Ostia; la seconda, di minore altp::;:::a e 111isura,
e.on la sc,-itta Am,ilium Christianorum po;-tava,
s-.tl capitello, il simulac-o dell'Immacolata.
Entrambe recavano, alla base, numerose aJ1core
di salvataggio; ed era appunto ad una di queste
àncore, che la Nave della Chiesa agganciava le
proprie catrne, rtsta11do iiittoriosa, con le fedeli
1,a•vi che attomo a lei si a11co:·ava110, tra il ro-
·l'inìo dei battelli nemici che, di!tmiati dal vento
e dalle fiamme, si abbattwano fra le 011.de.
Q.iesto, per sommi capi, il racconto del sogno
che l'Artista lui sìnti'tizzato nella visione dl,fi11i-
tiva, del trionfo cioè della Barca di Pietro, or-
111 ggiata ormai fra la Colonna E11caristica e
la Colonna l\\laria11a. (Memorie Biografiche,
Vol. YII, pag. 169).
Quanti ascoltarono la nan-a:tione dalle lab-
bra di Don Bosco l'intesero per 1ma vera visione
e profetica; ma il Sa11to 111:l fame il racconto
parroa non avesse altro scopo che d'indurrè i
giovani apTf'gare per la Chiesa epel Sommo Pon-
t ftce, e di attirarli alla divozione verso il SS.
Sacramento e verso /Jlasia lmmac.olata Ausi-
Eatrice. E q11esto è anco-a lo ,tcopo del Sttccessore
di Don Bosco nefl'off,ire il quadrfJ alla ammi'ra-
zio,ie ed alla meditazione dei Cooperatori e df'i
fedeli c.he frequentano il nostro ampliato San-
tuario.
Il "sogno" della inondazione e della
zattera salvatrice.
Il seconda sogno che haform·to al prof. Jlfario
Barberis l'ispirazione per l'altro q,1adro fu rac-
- - contato da Do11 Bosco alla 111oftit11dine dei moi
28
giovani la sera del primo giorno del 1866. (V. il-
lustrazione a png. 4-2).
La materia di cui è ffSS1tlo il racconto di <)ltesto
sogno, è talmente drnmmatica e ricca di e.pisodi,
che l'Artista, nel concepire il quadro, ha dovuto
11rcessariarru:11il! riasmmere le scett.e più sa/ia,ti,
sì da costituire mia unità di a::ionP, 11arrativti
e pitto,·ica.
So,-volando perciò sui particolari i11iziali del
sogno, nei q1i.ali Sau Giwanni Bosco si ind1tgùt
a desc.:ù;ere lei limacciosa ma.rea che invade la
campagna, ove egli trovasi coi moi gi()'l,•(V1Ì, le.
p erigliose vicende di fuga e di salvataggio attra-
verso 1111a tormentata. nm,iigazio,ie rn 1ma povtra
::::attera incalzata dai gorghi e daflp raffiche,
l'Artista ha scelto il momento in wi la fragile
imbarcazione sta per giwzgere a salvamento.
Nel centro della :::attera, recantr su 1tn albero
di fortmui la vela lacera, appare San Giovarmi
Bosco circondato dai suoi ragazzi. Egli li fissa
negli occhi, li tiene avvinti a con gesto paterno,
l' i giovani ri.spo,ulono al richiamo del Santo con
vari atteggiam1mti di spavento, trepidazione, in-
voca-:;ione, prrghiera e confidenza.
Attorno a Sa11 Giovarmi Bosco alcuni chir-
rici si adoperano a salvare alc1mi giovani, che
sono precipitati o stanno per precipitare tra i
vortici minacciosi che percuotono la zattera, fa
qaale si ava11.za fra i.solotti, ml/e cui rive si mmi-
da110 mostri, coccodn:/li, serpenti che avvinghiano
nelle foro spirè gli sve11lllrati 1;iovani che sotLO
vo/011fariamente pci·duti: molti di q;tést,: precipita-
no an-:;i entro llna f omace che rosseggia al sommo
di ,m i.solotto, e Sili/a q11,ale risaltano le parole
a11m1011it,-ici per q1~lli che si abba!ldo11a110 alla
disonéstà.
li/a al di sopra di tanto terrore, fra le nubi
plumbee e violacee, s'inc.tt'Va im l1t111ùwso arco-
baleno, twlla ci,i iride brillano le lettere: 1\\1. E.
D. O. U. i\\1 (Mater et Domina omnis universi
Maria) (I). Luminosa speran"<:a, 1·isplendn1te 11el
nome di i\\/laria, di q11el rifi,gio sicuro che, nelle
linee di tm maestoso Castello, si profila oltre
l'ori;;zotite.
È il Castello a cui la zattera approderà, e
wf citi co11forft-vole asilo i giovani ca11tera11110
a Maria k lodi della loro affettttosa e filiale
1-ico11oscen"':Ia. (1lle-111oric Bù,g,aficlte, Voi. VIII,
pag. 275 e segg.)
Di <J1lesto sogno /tee il commento Don Bosco
stesso spiegando che: 1c ll prato è il mondo; l'ac-
qua che minllcciava di affogarci, i pericoli del
mondo. - L'itwtulazione così terribilmente estesa,
i vizi e le massime irreligiose, e le persecw::ùmi
contro i mumi. - Il molino, cioè un posto isolato
( 1) Maria è matlre e regina tli rutto l'universo.

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e tra11q11illo, 1110 pllr 111i11acciato, la casa del
pane, la Chiesa Cattolica. - I canest,·i di pane,
la SS. Eucarestia, che serve di viatico ai navi-
ganti. - La zattera, l'Oratorio. - L'isola felice,
la Sucietà Salesiana, stabilita e trionfante».
Qllesto seco11do quadro, admUjlte, richiama ai
visitatori la missione salvatrice della Società Sa-
lesia11a ili mezzo alla giO'IJmtù, ed ai gmani pri-
'lrilRgiati che, nel ginnasio, 1Jelle sci,ole professio-
11ali e nell'Oratorio f esti'UO a11nesso alla basilica,
si educano nello spirito e col sistema di San Gio-
vami.i Bosco, la sublimità della irocazione alla
vi(à salesiana cui ogni atmo parecchi si consa-
crano con fervido sla11ci.o e generosa abnega,.,-ione.
Cooperatori e fedeli, nsse:rva11do l'uno e l'altro
quadro, in11alzino pertanto una preglzwa a Dio
pel trionfo della Chiésa Cattolica e del Vicario
di Cristo e per la fioritura di b1w11e vocazioni
alla Società Salesiana. E collo stndio e colla
pratica della Religione, tanto inculcata dai no-
,stro Rettor Maggiore 11ef/a sua Crocùita Ca-
tf!chistica, portino il foro conhibuto di a:::ione
cattolica nella lotta sferrata dal'ateismo P dal
11eopagmiesùno che, perseguitando la China, 111i-
11acciano di trat•olgt're la civiltà e la vita di
intere wicioni. Cooperera11no . co\\'Ì efficacemente
anche al ristabilimento della pace nel mo11do
ed alla salvezza di tante pooere popolacùmi.
Perchè - come scrisse il Santo Pad1 e Pio Xli
nella sua pn·ma E11.ciclica:
<< La salvezza non viene ai popoli dai mezzi
esterni, dalla spada, che può imporre condi-
zioni di pace, ma non crea la pace. Le energie,
che devono r:nnovare la faccia della terra,
devono procedere dall'interno, dallo spirito...
Perchè, se è vero che i mali, di cui soffre
l'umanità odierna, provengono in parte dallo
squilibrio economico e dalla lotta degLi in-
teressi per una più equa distribuzione dei
beni, che Dio ha concesso all'uomo come mezzi
per il suo sostenta.mento e il suo progres-,o;
non è men vero che la loro radice è più pro-
tonda e interna, come quella che tocca le cre-
denze religio~ e le convinzioni morali, per-
vertitesi col progres!livo distaccarsi dei popoli
dall'unità di dottrina e di fede, cli costumi e
di morale, lll\\a volta promossa dall'opera in-
defessa e benefica della Chiesa. La rieduca-
zione dell'umanità, se vuole sortire qualche
effetto, deve essere soprattutto spirituale e re-
ligiosa: deve, quindi, muovere da Cristo come
da suo fondamento indispensabile, essere at-
ttiata dalla giustizia e coronata dalla carità )1.
Compire questa opera di rigenerazione,
adactando i suoi mezzi alle mutate condizioni
dei tempi e ai nuovi bisogni del genere umano;
è ufficio essenziale e materno ddla Chiesa.
La predicazione del Vangdo, commessale dal
suo divino Fonùatorc, nel quale viene incul-
cata agli uomini la verità, la giustizia e la ca-
rità, e lo sfor.io di radiczme saldamente i pre-
cetti negli animi e nelle coscienze, è il più
nobile e più fruttuoso lavoro in favore della
pace. Questa n1issione, nella sua grandiosità
sembrerebbe dover scoraggiare i cuori di co-
loro che formano la Chiesa militante. Ma l'ado-
perarsi alla diffusione del regno di Dio che
ogni secolo compl in vari modi, con diversi
mezzi, con molteplici e dure lotte, è un co-
mando, a cui è obbligato chiunquè è stato
strappato dalla grazia del Signore alla schia-
vitù di Satana e chiamato nel battt:Simo ad
essere cittadino di quel regno ».
(Encicl. " Summi Pontificarus >•).
Rc1.:gio Calabria. • Decurioni lruervcnu,l al Convegno.
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IN FAMIGLIA
ITALIA - Torino. - Il Convegno delle
Dame Patronesse.
Il 4 gennaio, nonostante la neve, un bel
numero di Dame-Patronesse del Comitato
Centrale rispose all'invito dell'attivissima Pre-
sidente Marchesa Carmen Compans cli Bri-
chanteauMarsaglia e convennealla Casa-Madre
per invocare la benedizione di Dio sul nuovo
anno e presentare gli auguri al Successore <li
S. Giovanni Bosco. Scese nella nuova cappella
di San Pietro, le Dame assistettero alla santa
Messa celebrata dal nostro Don Cucchiara, del
Vicariato Apostolico di Shiu-Chow (Cina) e
poi passarono nel salone ove il medesimo mis-
• sionario tenne la conferenza sull'Opera no-
stra in Cina e presentò lorn i ringraziamenti e
gli auguri dei Salesiani e delle Figlie cli Maria
Ausiliatrice delle varie Missioni. La Segretaria,
Contessa Maria Teresa Camerana, si rese quindi
interprete dei sentimenti comuni nel far gli
auguri al sig. D. Ricaldone ed a tutti i Supe-
.rio.ri, traendo dalle recenti gioie nazionali dello
scambio delle visite tra l'Augusta nostra Fa-
miglia Reale e Imperiale cd iJ Santo Padre
Pio XI I lieti auspici di pacifica prosperità,
col proposito di intensificare ancor più lo zelo
del Comitato per rispondere ai bisogni straor-
dinari delle Missioni in questa tormenta di
guerra. Ringraziò, a nome del Rcttor Mag-
giore, il Prefetto Generale sig. Don Berruti,
confidando alle Dame, col bilancio del bene
compiuto nell'anno decorso, anche le preoc-
cupazioni e le _pene della Società Salesiana nei
paesi belligeranti e soprattutto nella Polonia, e
rilevando la critica situazione delle Missioni.
Chiuse l'adunanza facendo omaggio a tutte le
intervenute dell'interessante monografia del
sig. D. Giraud.i sulla cappella e l'altare della
Beata M-azzarello.
Lugo - A ricordo di un'insigne Coo-
peratrice.
Il 10 dicembre u. s. anniversario della morte
della :Marchesa Maria Spreti-Borea, l'Istituto
Don Bosco ha inaugmato un ricordo marmo-
reo alla memoria della munifica benefattrice.
Alla presenza delle Autorità cittadine, con
a capo il Podestà Avv. Giuseppe Seganti, ed
una eletta schiera di Cooperatori e dj Coope-
ratrici, di ex-allievi, ed allievi, il Dott. Michele
Rossi commemorò in un elevato discorso la
compianta Marchesa nel teatro dell'Istituto,
- - fatto edificare dalla stessa Cooperatrice.
30
Disse dell'inizjo e del fiorire delle due case
salesiane da lei fondate: una, cedendo il pro-
prio palazzo, nel 1890, alle Figlie di Maria
Ausiliatrice, col nome di Istituto $ . Gaetano;
l'altra, acquistando terreno e fabbricande ex
novo ai Salesiani nel 1892 il magnifico Isti-
tuto intitolato a D. Bosco.
La manifestazione si chiuse con lo scopri-
mento delle due lapidi murate nell'atrio del-
l'Istituto. In una è ritratta la sorridente effigie
della illustre Benefattrice; nell'altra, di fronte,
sono incisi i nomi degli altri benefattori più
insigni.
Convegni di Decurioni Salesiani
L'iniziativa del nostro venerato Rettor Mag-
giore, di celebrare il cinquantenario dell'Ope-
ra Salesiana promovenùo la crociata catechi-
stica, ha destato anche in Calabria un largo
e fervido movimento coronato da due riusci-
tissimi convc.gni.
Il primo si tenne, il 26 ottobre, nell'Istituto
salesiano di SovERtcro per le diocesi della
provincia di Catanzaro; il secondo, il 16 no-
vembre, nel Seminario Arcivescovile di REGGIO
per le diocesi di quella provincia.
Ai due convegni, diretti dal nostro Don
Fa&ulo, partecipò, in rappresentanza del Rettor
M.aggiore, l'Ispettore Don Giuseppe Festini.
Il convegno cli Soverato fu presieduto dal-
1'Arcivescovo di Catanzaro e Vescovc> di Squil-
lace, S. E. Rev.m,a Mons. Giovanni Fiorentini.
Il Vescovo di Nicastro, S. E. Mons. Eugenio
Giambro, mandò come suo delegato Mons.
Concetto Fiammingo. Inviarono affettuose ade-
sioni l'Ecc.mo Mons. Antonio Galati, Arci-
vescovo Metropolitano di S. Severino e Ve-
scovo di Cot.rone, e S. E. Mons. Eugenio Raf-
faele Faggiano, Vescovo di Cariati.
Numerosi i parroci e sacerdoti intervenuti,
numerosissime le adesioni.
n Direttore dell'Istituto, prof. Don Giovanni
Tedeschi, dando il benvenuto agli ospiti ricordò
il vivo interessamento, le liete speranze e pre-
visioni del servo di Dio Don Michele Rua
sullo sviluppo dell'Opera Salesiana in Calabria.
Segui una viva e interessante relazione del
rev. Don Italo Pignatelli, Assistente Centrale
di A. C. su l'insegnamento catechistico alle
associazioni giovanili. •
Relatori dell'ordine del giorno fissato dal
Rettor Maggiore per tutti i convegni in corso:
r) nece:;sità del catechismo; 2) l'esempio di
San Giovanni Bosco; 3) crociata catechistica,

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1.7 Page 7

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furono l'Ecc.mo Arcivescovo 1\\Ions. Fioren-
Nelle discussioni vive e pmtichc che si in-
tini, il can. prof. Pietro Fragola <l1 Catanzaro trecciarono colle relazioni, i convenuti prcscru
e il prof. Francesco Caporale, Parroco di Ba- l'impegno di aderire e partecipare cordialmente
tolato.
al programma catechistico tr:icciato e.lai Rcttor
J\\lla refe-1,iunc si rese interprete della grata l\\laggiore, in preparnz1or,c al centenario del-
soddisfazione e dei propositi dei convl.!nuti il l'Opera Salesiana, ed esposto dall'hpcttore
rcv. P. Giu~cppc Corona, Superiore dei Reden- Don Festini. Questi nobili propositi confer-
toristi di S. Andrea dell'Ion.io.
marono, chiudendo l'agape fraterna che fu offer-
Il com·egno d1 Reggio Calabria, onorato
dall'intervento dcll' \\rcivescovo Mons. Enrico
:\\lontaJbett1, del Vescovo di Gcmce :\\lons.
n. Battista Cluappc, del Vescovo di Oppido
;\\lamertina l\\lons. Nicola Canino ed incorag-
giato dalh1 benedizione e e.la cordiali adesioni
dei \\'escoYi di Bova, l\\Ions. Giuseppe Cognata,
di ì\\lileto Mons. Paolo Albera, di Nicotera
e Tropea Mons. Felice Cribellati, prese pro-
por.tìoni panicolam1ente imponenti per il nu-
mero degli intervenuti.
Un ampio salone del Seminario fu gremito
da decurioni, parroci e sacerdoti - ben t 50 -
convenuti dalle varie diocesi e parrocchie della
provincia, Clii !li unirono rappresentanze di
Salesiani, di Figlie di Maria Ausiliatnce. di
Cooperatori, d1 Cooperatrici, e una schiera
ta agli ospiti nel refetlorio del Seminario, l'Ar-
civ~covo di Reggio e il Vescovo di Oppido
l\\famertina.
\\"~covi e decurioni vollero anche assistere
alla conferenza salesiana con proiezioni che
Don Fasulo tenne, nel pomeriggio nel cinema
moJ.emo, gremito ùi pubblico.
In occasione dei convegni fu comunicata la
nomina d'!i seguenti Direttori Diocesani: can.
prof. Pietro Fragola d1 Catanzaro, l\\lon.<;. ~•-
cola Cantafora di Cotrone, parroco Antonio
l\\lazz1t •lii di Tropea, sac. prof. Serafino \\"1oli
di Opp1do :\\lamertina, can. Rocco Trapani
di Reggio Calabna, parr. prof. Francesco Ca-
pomlc di SquiJlace.
Tdcgrammi di di\\'oto omaggio furono inviati
al Santo Padre e al Rcttor Maggiore.
di alunni del Seminario Pontificio Pio XI con
a capo il Rettore P. Michele Pedace S. I.
ARGENTINA - Cordoba -
Degne della numernr.a, eletta assemblea fu-
"Festa del Colono".
rono le relazioni di S. E. l'Arcivescovo .l\\fons.
La prima
Montalbetti, del ·salesiano Don Angelo Pis<..i- Il ottobre u. s. il Collegio Salesiano Pio IX
tcllo, e del Vescovo di Gerace, S. E. Mons. rut \\isto gr(..mìrsi tempio e cortili di un'impo-
Chiappe, i quali illustrarono briJlantcmente 1 nente stuolo ili agricolrnri, intervenuti da tutti
i tre temi dell'o. d. g., su5cirando fervido en- i punti della Provincia per la prima Festa
tusiasmo.
del Cc>lono , indetta dal <lirl'ttore D. Fanzolato.
Le adesioni di decurioni e parroci al ron-
u1 presiedette lo stesso Regio Console
vegno pervennero in tal numero che il rego- d'l,alia, Col. Cesare Afcltra. La festa cominciò
latore pregò d'essere dispensato dal leggerle colla comunione generale d ei coloni e di tutti
l\\llte.
i Coopcrarori salesiani; segui la messa solenne,
con accompagnamento
corale di tutti gli alunni
interni del collegio, stu-
Jçnti cd artigiani.
Accompagnmano il
R. Console varii diri-
genti delle Istituzioni
Italiane di Cordoba,
tra cui il presidente
della C:isa d'Italia
dottor Rocco Pacella,
le rappresentanze dei
principali Enti ltali:mi
della città, nonchè un
foltissimo gruppo di
connazionali di Cor-
doba, di ogni categoria
bo•eralo, • DttUrlonl in,cn~nutl aJ CuD\\qCno.
- 32
suciale.

1.8 Page 8

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Al Vangelo, Don Fanzolato pronunciò dal
pergamo un elevato discorso inneggiando alla
Vergine Ausiliatrice, ed illustrando la vita
di Don Bosco, e le Opere salesiane.
Terminò il suo discorso recitando una pre-
ghiera per la pace, che fu ripetuta in ginocchio
con grande fervore da tutti. Chiuse la funzione
rdigiosa colla benedizione invocando la pro-
tezion~ dell'Altissimo sui coloni e
sulle loro campagne.
Dopo Messa le Autorità Italiane
cd Argentine con rutti i convenuti
passarono a visitare le officine delle
nostre scuole professionali, riportan-
done entusiastiche impressioni. A
mezzogiorno la Direzione del Col-
legio offerse il banchetto che fu ral-
legrato da fervidi discorsi, recitazioni
e brindisi augurali in italiano e casti-
gliano, inframezzati da canti ancht.:
in dialetto piemontese.
Nel pomeriggio, dopo una rappre-
sentazione artistica nel salone teatro,
tutti parteciparollO alla processiont.:
della Vergine del Miracolo, patrona
della diocesi di Còrdoba.
11 gruppo filodrammatico aiese « San :Ber-
nardo >• rappresentò in seguito con vero suc-
cesso artistico il dramma di Emmet Lavery
«La Prima Legione )>: felice incontro dei figli
del Santo di Manresa con quelli del grande
Apostolo della gioventù dei nostri giorni.
Il convegno suscitò fecondi propositi dì
bene e nel cuore di tutti nuovi palpiti di vene-
OLANDA - Aia - Convegno di
Cooperatori Salesiani.
I
Il 6 novembre u. s. i Cooperatori e
Cordoba. Coloni italianJ che hanno conosciulo Oon Bosco.
l ~Coperatrici saksiane della Capitale
t.:nnero un solenne convegno nel T eatro razione per Don Bosco, di ammirazione e di
Reale dell'Aia.
affetto per la sua opera provvidenziale.
Intervenne lo stesso Ecc.mo Internunzio Apo- Un elegante numero unico, oltre al program-
stolico Mons. Paolo Giobbe che si degnò di
assumere la presidenza del Comitato d'onore
costituito di cospicue personalità, fra cui: il Vi-
cario foraneo dell'Aia, parecchi Monsignori
ma, alle adesioni, ed all'elenco del Comitato
d'onore, tracciò anche una bellis:::ima sintesi
del sistema educativo del Santo e dell'Opera
salesiana in Olanda e nel mondo.
della città, il Superiore Provinciale dei PP.
Gesuiti, le LL. EE. il Ministro degli Affari
Eeon?mici, il Ministro delle Colonie, duè mem-
bri del Consiglio di Stato, vari ex-ministri e
deputati. Al convegno era pure rappresentata
PERÙ - Lima - Fervore catechistico.
Da una lettera dell'Ispettore D. Coggiola
al Rettor Maggiore rilcYiamo il succcesso della
la Corte di Cassazione cd il Supremo Tribu- Gara catechif.tica svoltasi alla presenza del-
nale :vlilitare. Aperse l'adunanza il Direttore l'Ecc.mo Arcivescovo nella Casa fapettorialc
della nostra casa di Lauradorp Don Giovanni
van Lenl, che diede il benvenuto alle autorità
cd agli intervenuti, e portò l'adesione, il rin-
graziamento e la benedizione del nostro Rettor
Maggiore. Ringraziò quindi anche a nome dei
Salesiani olandesi i benemeriti Cooperatori, e,
fatta una sintetica esposizione dell'opera e del
sistema educativo di Don Ilo;;co, conchiu$c pre-
di Lima. I nostri alunni diedero tal saggio di
studio della Religione, che Mons. Arcive:.eovo
usci in questa magnifica dichiarazione: Ora
no11 lzo più pattra che vengano i 1umtici a bm-
ciarci i libri di religione; pe-;chè, se anche bm-
ciassero tutti i caterhismi della 111u1 diocesi, mi
basterebbe chiamare i giova11i d<i Collrgi Sak-
siani ed in poco più di rm giomo il Catechismo
gando i Cooperatori e le Cooperatrici a conti-
nuare la loro caritàverso l'Opera salesiana in O-
landa, cui si pro5petta un promettente avvenire.
sarebbe ric-ostm:tto alla lettera.
La gara si svolse la vigilia della festa <li Cristo
- - Re. Gli ultimi sei sostennero cosl bene la lotta
33

1.9 Page 9

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c:h.;, dopo più di mezz'ora, i Superiori dovet-
tero fissare un sesto premio per non far torto
a nessuno. Il primo fu un giovane tli 4a. ginna-
siale del Collegio di Lima; il secondo, un alunno
della scuola serale di Lima-Rirnac; il terzo
un aspirante di Magd.alena del Mar; il quarto
uno di 5a ginnasiale della Ca.'-a Ispettoriale; il
quinto e il sesto, due aspiranti di Magdalena
del Mar. I tre aspiranti, tutti figli di famiglie
p:>vere s'imp!gnarono per con-,eguire il premio
anche con un'altra scopo: di mandare il denaro
al Rettor Maggiore p~r la Basilica di :Maria
Ausiliatrice. App,ena ricevuto il premio, conse-
gnarono le complcssi,,c lire 400 all'Ispettore
p,::rchè le trasmettesse al Rev.mo D. Ricaldone.
11 gesto rivela uno spirito che fa bene sperare
della loro riuscita nella vita salesiana. E noi
l'additiamo all'ammirazione e al plauso dei
nostri Cooperatori e dei nostri alunni.
Ad onore della Beata Mazzarello.
Essendo o rmai termi11ato ['011110 della Beatifica:::io11e
e perdurando invece le dispori:::ioni per la li,,ùtazione
d1!/le pagine, no,, possiamo ospitare le rela.:::ioni delle
Jestt an11uali r:he si celehrauo ormai iu tutte le nostre
chi~se. Perciò questa mbrù;a 11011 farà che esaT<rire in
rapidi cenni la cro11aca delle jl'ste nJO(lesi dal no-
t•embre 1938 al 1tO'l't111bre •·939- Pu fo aitre, che rilm-
tra110 nello svilufYPo ordina.rio del culto della Beata,
rirrviamo ai periodici locai,.
Roma - Otto Em..mi Porporati, il Duca del
Mare ed una folla di personalità alla cel e-
brazione.
Le feste cclcbiative della Beata Maria Domenica
l\\lazzaTello nell'Istituto di \\"Ìll Dalmazia si condusero
lu domenica 3 dicembre con una cerimonia di im-
ponenza eccezionale. lntervennero le LL. Em.
Rcv.me i Sigg. Card. Cusparri, I Ilond, Fumasoni-
Biondi, Tedeschini, Salotti, Marmnggi, La Puma
e Massimi. Erano pure presenti S. E. J\\llons. l\\lontini,
Sostituto della Segreteria di Stato, S. E. Mons. De
Homanis, Sacrista e Vicario di Sua Sant.ità per la
Città del VatiCllllO: l'Ecc.ma Sorella di Sua Santità;
S. E. il Duca del l\\lare, Grande Ammiraglio Thaon
di Revel; il Conte Mimbcla, Ministro del Perù presso
la Santa Sede; i Ministri dd Salvador, del Nicara-
gua, i Consoli del Messico, dell'Inghilterra, dcl Bra-
sile; il Principe Orsini, il ,:?enerale Corelli. Il Mare-
sciallo Badoglio, assente da Roma, aveva inviato
una calorosa lettera lena fra lunithi applausi.
Dopo canti di toccante delicatez?.a mtlodica ese-
guiti dalle alunne, prei,e la parola il Gr. Uff. Arturo
Poesia che, data lettura delle adesioni, presentò l'o-
ratore ufficiale comm. Claudio Frotta-Cavnlcabò il
quale fece della Beata un vivo ritratto incorniciato
ocll'epoca burrascosa in cui visse la Coofondntrice
delle Figlie di Maria Ausiliatrice. L'eletto uditorio
coronò l'orazione, spt·sso interrotta dn vivissimi ap-
plausi, con una vem ovazione.
A Lucca predicò il triduo dal 22 al 25 l?iugno u. s.
nella Parrocchia di S. Pietro Somaldi, Mons. Pietro
Lnzzerini, Canonico della Cattedrale. 11 worno della
ft..sta celebrò la Messa della Comunione generale
S. E. Mons. Arci\\'escovo, Conte Antonio Torrini,
e cantò quella solenne il Priore Dott. Don Paolino
Borelli. Mons. Arcivescovo chiuse la funzione po•
meridiana colla Bent!dizione Eucaristica.
A stra, illuminazione dell'Asilo Regina l\\lfarghe-
rita, diretto dalle Figlie di Maria Ausilaitricc.
A Campiglia Marit6ma (Lìt•orno) dnl 12 al 15
Ottobre u. s. nella Chiesa parrocchiale off-:rtn dal Pre-
vosto Don Gaetano Ferri, predicò il triduo Mons.
Can. Adolfo Braccini, di Pisa, ex-alliern salesiano.
La festa fu deeorarn dalla presenza ùdl'Ecc.mo
Vescovo Diocesano Mons. Faustino Baldini, il quale
celebrò la l\\Ie!tsa della Comunione Generale, assi-
~ctte pontificalmente a quella solenne e chiuse la
funzione pomèridinna colla Benedizione Eucaristica.
A S. Ambrogio di Susa, le feste in onore della
Beata s'intrecciarono con la celebrazione del cin-
quantenario ùell'Opcra delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice nel paese. Preceduta da un triduo predicato
nùla chiesa parrocchiale, la giornata del 15 ottobre
u. s. riusci un trionfo per la partecipazione di S. E.
Mons. Umberto Ugliengo Vescovo tli Susa, che, ri- ·
cevuto solennemente dalle autorita ecclesiastiche,
civili e poliLiche del luogo, celebrò la Messa dcJla
Comunione Generale, a>,Sisterre pontificalmente a
quella solenne celebrata <lai Prof. Cav. Don Cana-
vesio, e: cantata dalla cantoria locale; e, nd pomerig-
gio, presiedette la solenne processione in onore della
Beata, cui parteciparono n1.11nerosi giuppi tli fedeli
anche dai pai,si vicini coi rispettivi parroci, gli alunni
dcll'lstituto Sale.qiano di Avigliana e la Banda del
Dopolavoro Montecatini pure di A,igliana.
Dopo le funzioni, nd locale del Cinema Ambrosio
si tenne la Commemornzione civile, aperta coi saggi
dei piccoli dell'Asilo e delle fanciulle ddl'Oratorio.
li barone Paolo Prever di S. Giorgio, Presidente del-
l'Asilo, con appropriate parole di circos1anza, con-
segnò alle Suore una pergamena-ricordo. Quindi
S. E. Mons. Vescovo, esaltò l'apostolato compiuto
in paese nel mezzo secolo trascorso rutile Fi1;dic di
Maria Ausiliatrice, presenti a.lcune delle prime, che
iniziarqno l'opera e la sostennero fer,,orosamente.
A Livorno, le feste furono preparate da una con-
fcn:oza tenuta dall'Avv. Dino Andrt!is, il 5 novembre
u. s. nel T eatro Goldoni, alla presenza di numerose
autorità ecclesiastiche e civili, di Asi;ociazioni cat~
tolìche, di Comunità religiose ed Istituti, e di una
folla di gioventh studiosa.
Il triduo si svolse poi dal 9 aJ 12. novembre u. s.
nella chiesa parrocchiale della SS. Trinità, offerta
dai Padri Cappuccini. Ogni mattina, tn particolari
funzioni, per allieve, ex-allieve, orntorÌltne, Associa-
zioni cattoliche, Educandat~ cd Istituti della città.
J..n prima, con fervorino, celebrata dal Parroco P.
Damaso Ferroni.
34

1.10 Page 10

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Ogni sera, unn grnn folla alle prediche dell'ora-
tore del triduo prof. Don Gal(gino.
Lu festa ra~iuni,c la massima solennità e superò
~ni aspenati~-a. Dalle 6 alle 10,30 si ..uccedettero
continuamente sante MeMc, accompaW\\atc dal cnn-
to dt sacri mottetti. Cdcbrò la Messa solenne, can-
1'118 dalla scuola di canto del!'lstitutu S. Spirito,
J\\lonR. Comm. Mario Msrcucci. Vicario Generale.
Tenni.: a~istenza pontilìcalc e disse una splendida
omdio S. E. Mons. V=vo diocesano CJme Gr.
UIT Giovanni Piccioni.
AJ termine delln funzione pomeridinna il Parroco
rivolse una cordinte parola di oon11Tntulaziune, di
rinl(mziamcnro e d'augurio alle Figlie d1 Maria Au-
1iliatricc, t-d 1mpartl la Benedizione Pupale.
A Conegliano Veneto le relcbrazioni in onore
ddla Beata riuscirono di eccezionale imponcnw, per
la partecipazione, di 8. E. Rcv.ma .\\fon~. Angelo
Bartolomasi, ArcivcscO\\·o titolare di Petra e Ordi-
ru1rio militare, e dell'Ecc.mo Vescovo della Diocesi
:'Ilons. Eugenio Bcccc1ca10.
Il Duomo, splendidomcnte addobb:ito e illuminato
fu sempre gremito, 1utt1 i )riorni del tri<lu<>, dal 16 al
J9 novembre u. s. 11 tulle le funzioni.
Alla Messa prch111z10 cantavano so.cri mottetti le
nlunne dell'Istituto Inunncoluta ddlè Fil(lic di l\\Iaria
Ausiliatrice; a qucll,1 ddle 9, le Orfanelle dell'lsti-
luto S. Antonio: alla i;rra, la Schola cantol"UUI •
del Duomo. Su.11':ihare e sul pen!UffiO si ~u,..,cguirono
lo ulant.issimo Arciprete ì\\lons. E. Antoniani, l\\lons.
Giordani, Don D.1 Ile. prof. D. Cecc:.hin e D. S,irtor.
La vi1,tilia, tuuu In cittadinanza, pn•ccdutn dulle
:iutotitli ecclt.'lliu,ti('h,·, Ci\\·ili, politich<.' c militari,
.11i mosse nd incontrar.- S. E. Rev.mn l\\lons. B:irto-
lom.1si, che accompa1rm110 da Mons. Rubino, Con-
sole Gen. Ispettore dei Cappellani della M. V S. :---.
fu rice\\"Uto .,olennem11nt1: all'btitUto lmm.1colata.
Il giorno dellu fosta, le sante Messe si 8UCCt.-dcttero
inint~rrottamente lino aJle 11,30. Celebrò per la
C.:omunione Gcnernle l'Ispettore Salesiano, Don An-
tonioli. Le Orgonizw;r;ioni maschili dello C:. I. L.
assistettcJO alln l\\lesso celcbnita da )\\1on,. Rubino,
in Pia.z:i;o Cima.
S. E. :\\Ioru;. BJrtolom.asi tenne solenne pon1ific:.ale
e disse l'omelfa, tra1teg11iando lo fiaur11 morule e
spirituale dello Bea1a. Prc-.enti, tutte le nmot,ti! cit-
Udin.-. Alta fine dell,1 l\\lcssa Pon1ificale, S. E. per
1,;lt!ciule indulto Jul S. P11dre Pio XH, impartl nnche
In Bén~dizione Papale; quindi ammìni~trò ln Cresima
n I so fanciulli.
Nel pomerii:~10 dopo i Vespri Ponulic,1li tenne il
panegirico della Rtslt,1 S E. J\\lons. Bcccegato. Assi-
stelle nnche S. E. :\\fons. Bartololll3Si. La funz.ione si
chiu~e col canto del Te Dcum e la Brncdi7-ionc Eu-
c-:11 istiai. S,·olsero il pml!'ramma musicale J([i alunni
dell'Istituto Sah,· iant1 d1 Pordenone.
L'indomani - primo anniversario delln lkatifica-
iione di l\\l. l\\lttzinrvllo si celebrò uno Mt:~sa per
tutti i BcncfattoJ i defunti; cui se-gul quella pro
pace •• celebrata da l\\Ions. Rubino. Alle 9,30 in
Piazza Cima, S. E. Mons. Bartolomasi celebrò pei
Caduti delle fo1zc a1mat:. :\\lagnifica coron:1, la com-
memorazione ci\\·ile della Beata, tenuta 111 sen d:t
S. E. l\\101111. Bartolomasi al te.'\\tro Accademia, prc•
sente S. E Rcv.mn l\\lons. Beccc11uto.
,\\ Cori,:liano d'Ot.ra.nto, dal 16 nl 19 novemhn·
u.~., ndla chiel>ll parrocchiu.tc:, predicò il triduo il
Can. prof. Don Beniamino Piantedo. Ali.: funzioni
dd mnttinn ~i succed1::ttcro D. Rcara.fìle, Direttore
dell:1 locale Scuola Agrnrin Snlc~iana, Don Sacchetti
é 1\\-fons, Cnlulano, Parroco del luogo.
La festa fu unorntu dalla prc,wni~'l cli S. E. Rev.mn
l\\.loru,. Cuccarullo, Arcin'$covo di Otr:in.10, il quale,
dupo la l\\lessa ddla CJmunione Generale, assi~rcttc
p<>nuficnlmcnt.: a quella solenni.·, csahando le glori1:
della Bea1a.
L'Ecc.mo Arcivescovo tenne: pure il discor110
di chiuso, primu del cnnto del 'l'~ Deu.111 e dello soh:nnl.'
Benedfaionc Euc.'lristicn.
A Marina di Pisa, le festc ad onore della Ikutn
Mazzarello comcisero col giubilc,u d'argento d1 mi-
nistero parroct:hiale dd nosm, parroco Don \\lancfor.
2,. Prcdi,;ò il triduo :'IIoru;. <..:on. Adolfo Braccini. L.1
festa, il no,·embre u. ~. c:ulrninò, dopo la mc11~a
giubilare del Parroco, nell>1 l\\lc,;su solenne c:.antat11
dall'oro.tore d1•I triduo, il qunlc tenne il discorso d'oc-
ca.,ionc, e, nt:I pomeriggio, il p111H·1tirico dello Bc11m.
Colla folln del popolo inten·enncro tutte le autor,tll
e le fiorenti associazioni parrocchiali.
A Palestro predicò il triduo lo stesso re\\•.mo Rct-
1ore Don l',11?liolico che inf,•n:orò ruft>1 la popolndonc
ad una ardente man1fes1a'Z'ionc di fede. Alle solenni
funzioni della festa, carattcrizzntc do una Comunione
venimenle generale, segui nell'Asilo delle Fii::-he di
Mario Ausiliatrice un riu~·11isqimo trattenimento
musico-drnrnmatico-letter.1rio.
A Viarigi Monferrato, che giui;tamentc si van111
di an:r dnto i nauili a b,·n H FiJ(lic di M'nria Ausi-
liatrice - tni cui la Rcv.ma .\\llldrc Teresa Pentore,
del Ctmsiirlio Ctlleralizio, e la Re, ma l\\ladre France-
SCll G11mba, tanto bencmeritu dello Congregazione -
festeglfib la Beota dal z nl 5 nm·crnbre u. s.
Predicò il triduo il Prof. Don Luigi Riculdonc.
Alle prime S. M~se del 5 novembre vi furono
CJmunioni \\•e,amente gtncralì. Alla Messa soll·nne
foce servi.zio la scuola di canto parrocchiale.
:--=el pom1:ril!'itio, chiuse le fun:tioni lo zelante pre-
vosto Don l\\largarino.
A Lomello nella parrocchia dt Santa :\\LuiF.,
predicò 11 triduo P. Giovnnni Bnlduzzi, Sup.-riurc
degli Ohhati dcll'Immacolaca d1 Vigevano, do! 16
al 111 novembre.
Commovente la funzione pci fanciulli, In vigilia
della fes1,1.
Lo tpettacolo più bello dclla domenica muttinn,
fu la Comunione generale a !\\le,-sil prima, dumntc
la quale la scuola di canto dell'Oratorio femminile
cantò mottetti di circo~tan~.11. Sell\\ll altra l\\lc.."S!lll p..-i
bambina con Comunione pure generale. Omma
l'csccu;,:ione delta l'vlcs.<1a compo~lll <fai coneittndino
Don Anl!',·lo C.:c.ruul)l, alla fun1.ione solenne. Al v.in-
gclo tessè il panegirico l'oratore P. Baldu,:z1, ch1:,
nel pomerigwo, parlò ancora della •Beata nll 'in1,·rn
popolo.zione prima della Benedizione Eucaristica,
- e, a llCru, tenne una brilllllllè c:.onforenza.
35
-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Lettera di D. G iulivo ai giovani.
Carissimi,
lo domenica 17 dictmzbre ha parlatQ ai giovam arti-
gim1i e studenti dell'Oratorio sa/esia110 di TQrÌtt0 nel
salo11e-teatro della Casa-madre delle Opere di Don
Bosco, ,ma A,Jedaglio d'oro di ecuzifmale t'alare: il
Capitano fl.T"l.'rJrato Umberto V:"selli.
Tet1ente degli Arditi nello Gronde G,,erra, t·erme ri-
rhiomoto alla pratim della .,,,ita rri.•tfrmn dallo morte
di "n fratello missior,ario che ,mt>1:a offerta la su.a vita
per Id sa/,.,e::za dell'f111i11u1 del rombotlmte.
Dopo la t•ittoria la s1t0 cosrien::ra ebbe lfl prOtJa del
fu{J(o da uno ~(idfl al duello. Voi sapete rhe Dio solo
è padrone della vita e che il duello è espressamente
vietato dalla leg!!e di,,ina. A11ch'egli lo tnpM•a. E pei--
ciò, f>t4r essendo w, abile schermitore e prevedendo le
conseguenl:t, rifiutò la sfu/11. Comraddizione delle leggi
umam:! Fi, dirhiarnto 1u1 vile e degradato. Per quasi
Lre ltmri andò ro111i11go olf'esterQ eserdta11do, più che
la ma prQfessione di am•ocatQ, la franca professione
dello fedi! raltolira rollo parola e roll'esempiQ. Nel J935
fomò ÌII ltnlia e $'arruolò set11plice soldato per in cam-
pagna etiopico. Il sufi ,çolore 11011 tardò ad imporsi.
Rei11tegrat() 11d su.o grado, gli vem1t! affidmo f'agga11cia-
mento di ,m'Amba di 3800 metn" neJ/o Sriaa, orrnpata
da circa 5000 abissini. li 9 ollobre 1937 co11 130 ascari
del IV Tcselli, raggiunse la posir::iom,; 1110, fatto ber-
saglio d'una raffica violenta, aveva appena battez-
:mto il mo Scù,mbosci 111ore11te, che ebbi! spezzato il
braccio do un proiettile. Ritto hl./tm•ia sttl.l'A111lia, egli
co11ti11uò ad incoraggwre i mperst,t,, finchè fa miiraglia
lo colse in pin,o alla testa e al petto perfora11dogli i
polnwm ed il plessQ cardiaco e prostrm,dolo al suolo.
Gli abissù,i presero il sopr(l'IJ'l•ento; ma, gi1111ti di fronte
all'eroe che pareva morto, resero omag!(io al suo valore
colla fa11truia di gtttrro. Se11011cM fa meravigliosa re-
sistenza del piccolo =Leo aveva dato tempo alle 11ostre
-pattuglie di ri11fQrzo di sorprendere i nemici, di sgomi-
narli e di metterli in fuga. L'Amba divenne italiana.
Il capittmo, col era11io scheggiato, le d,te brauia stro11-
cate, un polmone squ.arciato, varie costole infrante,
traspQrtato dopo vari giorni di barella ad "" ospedale
da campo e poì all'ospedale di Addì; Abeba, per le cure
dei medici e pBI' la grazia. di Dio, guarì completamente.
S. E. il Maresciallo Graziani dando notizia al Mi-
nistro dell'Africa Italiana S. E. Tem::::si scrint: «Se
il Visetti è m1cor vivo, lo si deve ad uno di l[W!i miracoli
dell'alta rhimrgìo, che non si pQssono spiegare se nor,
con l'ù1te-roe11to divino •·
Al termine della co,iferen::a raggiw1se la stazione
e riportl per l'Africa Italiana a riprerrdue il co-
ma11do del wo battaglione lV Toselli Metlaglia d'oro •·
Io t:•e lo riproducQ ;,. fotografia ,11e11trt S. A. R. il
Principe Umberto di Savoia gli ap_p1mta fa ~ Jl,fednglia
d'oro,,. Leggete la motivazione dettata dnl .Maresciallo
Gra:::ia11i:
Rinovellava in terra d'Africa le lc:ggendaric: tradizioni
del ,·olontad$mo e dell'arditismo dclla ~randt: guerra.
In un combattimento aspro e cruento, dumro più Jj un-
dici ore, comandante di compngnia. eqrema avanguardia
di t:uttn la colonna, si slanciava audacemente all'assalto
dj fortissime posizioni che l'impt:rvia noruru del terreno
e lu mbbw abissina re.odevano prcssochè imprendibili.
Ferito una prima volta al L-apo, una seconda ,·oltn da
pallottola esplosiva al polso destro, prosegu"~' imp~rtur-
bato ad aYan~arc, t::rtt~cinando col valore e con l'esempiu
i •uoi ascari gi,\\ duramente provati.
Ferito ancora all'omero cd alla spalla sinistra, magni-
fico di calma e di cosciente spirito di ~acrificio, infliggc,•.i
f~rti J>Cr~ite al ~emico occupando In posi2.ionc, al ,Ìlrid~
<l1 Savoia! 11, du1pcratamcnte contendc.ndoht ni renerau
contrntmcehi nemici. Travolto infine da una raffica di
mitragliatrice al petto, che gli trapassa,•a i polmoni, ca-
deva fra lo urlo dei ribelli; m~ con mir.bile forza di volt1n-
si rialzava per gridare: e Viva il Rei e, fat"ti ancora pc>chi
passi, ricadeva svenuto. Ad un ufficiale soprug~unto con
rinforzi per ricupera.re il suo corpo, non appena npr-eu
conoscenza, ordinava di non occuparsi d, lui, ma di d,f,n•
dere bi posizione cosl duramente conqwstalll, e, con ser.nu
Hl)icismo, esortava l'ufficialt: medico uccorso, n rende:rc
prima le sue cure agli ascari che d'ogni intorno copi-iv-..no
il terreno.
Lo st.llSSo feroce 2vversario, percosso da blnto fulgido
valore, in uno dei fraromischiamcnti dt.tlh cruenta pugn.1,
lungi dall'infierire sull'eroico comb>1rtcnte, gli a-ibulllVl
I• funtn~ia che già i ~uc>i avi avevano cantato eul CJduro
Leone di quel mede,imo batuglione nero.
Dtmghezit. 9 ottobre 1937-X\\'.
Cosl QU"l;li che pel dignitoso rifiuJo d'una sfida al
dtiello era .,tato dithi.arato wt vile, rivendiciJ la tempra
e l'eroismo del .,,,ero va/Qre ispirato da quella fede che
egli ro11ti11u.n a 1•i1·ere i11 pieno frntl('i11TJe11te, sem:a spa-
t.'alderin, mo. se11::;a ri.,pettQ 11ma110, ,lo(l'aniste11:::a alla
Jl!essa e alla Comw1io11e quasi quotidia11a, fino alla
fedele osservanza di t1'tti i Comandamenti, fino al-
i'esercizio dcll'apostolato fra soldati tJ uffiriaJi. A.d
tlll superiore che 1•ol~1a distoglierlo dai ser,•ir la Messa,
qiwsi disdicesse al sua grado di eapitm,o, rispose w,
giomo fierame11te: Chi non sa professare la pro-
pria fede, non saprà mai difendere degnamente la
propria Patria.
Miei cari, 11011 crediate che occorra mai t•iolare la
legge di Dio per dar prm•o di valore. Il duello, come
il suicidio, sono le estret11e armi dell'orgoglio. La ._,;10
11011 si gioca per w1 p,mtQ d'o11ore; ma· la :ri consacra
anche ai più eroici sac-rifici 111!1 servizio di Dio e della
Patria. Jmparatè dallo Medaglia d'oro U. Viselli.
Vostro afl'.mo DoN GIULIVO.

2.2 Page 12

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DALLE NOSTRE MISSIONI
Cordigliera Patagonlc.i Meridionale. - Catena e ghiacciaio "Marconi ".
Viaggio d'esplorazione nella Cor-
digliera Patagonica Meridionale.
Rw.mo Signor Don Ricaldone,
mentre mi accingo all'ultima parte del
programma con lei concertato, le invi() pel
Bollettino, un rapido cenno riassuntivo
dc.Ife esplorazioni compiute neUa Cordigliera
Patagonica Meridionale dal 1935 al 1938.
Forse non sarà fu.or di luogo per molti let-
tori una premessa sull'aspetto generale deJJa
Cordigliera stessa e sulle esplorazioni prece-
denti, perchè comprendano il piano scienti-
fico propostomi ed il complesso dei risultati
finora raggiunti.
I. - Aspetto generale. - Le prime esplo-
razioni.
All'estremità sud dell'America Meridionale,
fiancheggiata a levante da un'ininterrotta ca-
tena di laghi, e, a ponente, da un fitto labirinto
di canali, fiordi ed isole, che si perdono nelle
turbolenti acque del Pacifico, si innalza la Cor-
digliera patagonica meridionale.
Essa si differenzia dalle zone cordiglierane
del Nord per lo straordinario sviluppo dei
campi di ghiaccio, •i quali ricoprono, come un
esteso manto, tutta la Cordigliera, cosl <la non
t.rovare confronto che nelle regioni glaciali
dello Spitzberg e dell'Alaska.
La singolare bellezza de' suoi fiordi, la mae-
stosa arditezza dei monti, la imponente gran-
diosità dei ghiacciai, che scendono fino al mare,
nella verde cornice di esuberanti foreste ver-
gini, fanno di questa regione cordiglierana una
delle più pittoresche e attraenti del globo.
La Cordigliera patagonica è formata da
una complessa catena di monti, interrotta e
sommersa in alcuni punti da altipiani e valli
ghiacciate tra.wersali, la quale si estende per
quattro gradi, ùalla fronte del ghiacciaio Montt,
che scende nell'Estero Calen (-1-So 15' lat. sud)
fino all'estremità sud della catena SarmienLo,
nel Seno Union (52°, 10' lat. sud). In tutta
questa lunghezza di 440 chilometri per 50-go di
37

2.3 Page 13

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larghezza, la Cordigliera è ricoperta da un patagonica è rimasta fino a pochi anni fa una
esteso cd ininterrotto manto di neve e ghiaccio, terra incognita, quasi fosse confinata nei circoli
che stagna nelle valli, si dilata negli altipiani, polari; e ancor oggi presenta, nel suo inte1no,
risale fin sulle vette di tremila metri e poi grandi zone inesplorate. Centinaia di picchi,
scende festonato in centinaia di ghiacciai, che di candidi massicci fantasticamente plasmati
riempiono le valli e precipitano nei fiordi pata- di ghiaccio, arditissime guglie di granito non
gonici ad occidente, mentre invece, a levante, soltanto non vennero 1nai scalate, ma sono tut-
sciolgono le loro fronti su di una ininterrotta tora avvolte nel mistero dei loro cieli foschi e
catena di laghi d'ogni dimensione e forma. tempestosi.
L'altez?:a dei monti non ha di per sè grande I primi cenni su questo enorme campo di
attrattiva, perchè nessuno oltrepassa i 3500 ghiaccio che ricopre la Cordigliera patagonica
metri; gran parte delle vette si mantengono sui li troviamo negli scritti dei capitani King e
duemila metri, alcune più elevate raggiungono Fitz Roy e del naturalista Darwin (1831-36)
i 3000-3400 metri circa. Ma quando uno ci si i quali ci lasciarono entusiastiche descrizioni
trova di fronte e vede SOYrastare Vl!rticalmente quando, nell'esplorazione dei canali patago-
sul suo capo quelle aduste pareti di granito e nici, penetrarono nel Seno Eyre, sulle cui
di ghiaccio per mille o duemila metri, rimane acque videro galleggiare grandi Jcebergs prove-
fortemente :impressionato e si convince che i nienti da ghiacciai che scendevano daUa Cor-
monti della Patagonia, per arditezza di forme digliera.
e per bellezza e attrazione alpinistica, non hanno Più ampi ragguagli e descrizioni abbiamo
nulla da invidiare ai più celebrati colossi delle poi dalle Com.missioni di periti ingegnerì ci-
nostre Alpi e fors'anche delle altre parti del leni ed argentini (1894--900), le quali, per de- '
mondo.
terminare il Divorti1m1 aquarum fra le due Na-
Basso è il livello delle nevi, le quali si man- zioni, effettuarono numerose spedizioni ai mar-
tengono perenni all'altezza di r 500-16oo metri. gini della Cordigliem e nelle valli adiacenti,
Io nessun'altra parte del mondo poi, vi senza però penetrare nella zona dei ghiacciai,
sono ghiacciai che, a questa latitudine, abbiano creduti inaccessibili.
uno sviluppo cosi grande, e scendano fino al Fu soltanto nel 1914 che, per iniziativa della
mare con le loro maestose fronti, da cui si Società Scientifica Tedesca di Buenos Aires,
staccano gli Icebergs, che vanno alla deriva si realizzarono due spedizioni dirette ad esplo-
trascinati dal vento o dalle correnti, dando l'il- mre l'interno del.la Cordigliera, penetrando
lusione di regioni scmipolari. NeU\\:misfero nella regione dei ghiacciai.
Nord bisogna infatti risalire fino al 57° parallelo Componevano la prima di queste spedizioni,
(Alaska) oppure al 67° (Norvegia), per incon- i professori Reichert e llicken, che iniziarono
trare un ghiacciaio che scenda fino al mare, nel 1914 le loro esplorazioni nel lago Argen-
mentre nella costa patagonica trova..~i già, tino, e, seguendo il corso del ghiacciaio Mo-
presso il golfo di Penas, a +6° 50' ùi lat. sud. reno, raggiunsero iJ culmine dei ghiacciai,
Sfortunatamente su questo superbo scenario nelle prossilnità del Seno Andres; ma, sor-
di picchi e cli ghiacciai si" scatenano venti e presi da una bufera, dovettero retrocedere, senza
tempeste con straordinaria violenza e conti- aver potuto scorgere le acque del fiordo.
nuità. La causa cli questo perturbamento atmo- Due anni dopo (1916) una seconda spedi-
sferico, che tiene celati i monti quasi perenne- zione, a cui partecipavano Witte, Kuhn, Kol-
mente in un denso manto di nubi, va ricercata liker, dalla valle del Rio Tunnel penetrava nel
nelle correnti umide del Pacifico, che, cosl:rette corso superiore del ghiacciaio Viedma, che ri-
a risalire le elevate catene delle Ande, al con- saliva per un buon tratto, arrei:tandosi sui C'On-
tatto delle nevi pe1·enni e dei ghiacciai, si raf- trafforti orientali del Cordo l\\Iariano Moreno,
freddano e condensano cadendo in pioggia e a più di venti chilometri, in linea d'aria, dal
neve. Queste ma~c aeree, sgmvatcsi della loro Seno Eyrc.
umidità sulle cime nevose della Cordigliera, si Alla stessa epoca (1916) rimontano le mie
precipitano in una corsa vertiginosa nella zona prime escursioni sulle Ande della Patagonia
pampeana del litorale, per forza d'un gradiente meridionale. Erano viaggi di missione e di
termico e barometrico, originando quei con- studio, ad un tempo, ch'io effettuavo partendo
tinui e furiosi venti, che dànno poco lusinghe- da Punta Arenas, sullo Stretto di Magellano,
vole rinomanza alla Patagonia.
dove risiede il centro principale delle Missioni
Quantunque ad una latitudine assai poco Salesiane. Queste mie prime escursioni furono
elevata e vicina a centri di popolazione, con dirette, in quei primi anni, soltanto alla regione
-- -- vie di facile accesso, tuttavia la Cordigliera
di Ultima Esperanza, alla estremità australe

2.4 Page 14

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della Cordigliera, dove emergono per eleva- e Giuseppe PcUissier di Valtoumanchc, il sa-
zione e bellezza i due massicci del .Balmaccda lesiano Carlo Cassera e due portatori cileni.
e del Paine. Potei visitare allora i laghi Mera-
Sbarcammo nel porto di Santa Cruz il 1z
viglia, Grey, Sarmiento, Nordenskjol<l e Az- dicembre del 1935, e il 24 dello stesso mes'!
zurro, il Seno di Ultima Esperanza e le valli giungemmo alla es/ancia Fitz Roy del sig. Mad-
del Rio Serrano, Gcikie e Grey.
sen, situata in una valle cordiglicrana prossima
Nell'estate del 1929, ritornai a questa re- al monte Fitz Roy.
gione ed effettuai nuove escursioni nelJe valli Di qui iniziammo il trasporto degli equipag-
interne della Cordigliera, riuscendo a comple- giamenti verso l'interno, per mezzo di cavalli,
tare l'ilJustrazione dei massicci Balmaceda e risalendo in una prima giornata un cordone
Paine. 1n quella stessa estate prolungai il mio morenico che si innal7.a fra la valle del Rio dc
viaggio di ricognizione fino al ghiacciaio Up- las Vueltas e quella del Rio Bianco, suo af-
sala, sul braccio settentrionale del lago Argen- fluente di destra.
tino, e la superba visione di quelle candide Questo primo tratto cordiglierano è formato
catene di monti e degli immensi ghiacciai, mi da numerosi avallamenti morenici, da conche
ispirò l'idea di intraprendere da quello stesso lacustri e da rocce montonate, fra cui crescono,
luogo la mia pr·ma formale spedizione esplo- specialmente nei luoghi r;parati dal vento,
rativa dell'interno, cbe da parecchi anni an- macchie di faggi, già in gran r,artc distrutte
davo progettando. Ciò cbe realizzai l'estate dagli incendi.
successiva con il dott. Egidio Femglio di Udine, Raggiunta la valle del Ro Blanco, incisa sul
che dal r925 si trovava in Argentina come geo- fianco orientale del Fitz Roy, ne co;.teggiammo
logo dei giacimenti petroliferi di Comodoro per alcuni chilometri la sponda destra, fin quasi
Rivadavia e con le due guide alpine, Evaristo alla confluenza con il 'Rio dc las Vueltas, dove
Croux e Leone Bron di Counnayeur.
nel 1932 avevo già stabilito un mio accampa-
In quella estate australe (dicembre 1930- mento con la guida Derriard e due portatori
marzo 1931) esplorammo un vasto settore cor- cileni, allorchè scalammo il monte Elettrico
diglierano ad occidente del Fiordo Spegazzini (2160 m.), contrafforte orientale del Fitz Roy.
(Lago Argentino) ed effettuammo la prima Oltrepassato il Rio Bianco volgemmo a po-
traversata della Cordigliera Patagonica, dal nente in direzione della valle del Rio Elettrico e
largo Argentino al Fiordo Falcon, nei canali stabilimmo un primo accampamento nelle vici-
del Pacifico (1).
nanze di questo fiume, all'entrata delJa foresta.
Nell'estate successivo (dicembre 1931-feb- In una seconda g;omata, percorremmo la
braio 1932) realizzavo un'altra spedizione con valle del Rio Elettrico rinchiusa in una profonda
la guida Derriard di Courmayeur e due porta- forra a truogolo, tutta ammantata da foreste
tori cileni riconoscendo dapprima la regione di faggi australi, in parte abbattuti dalle bufere,
montuosa ad Ovest del lago Viedma, fino alJe fra cui scende rumoreggiando il Rio Elettrico.
origini del ghiacciaio Upsala, e poscia il ver- Dopo aver percorso una diccina di chilometri,
sante orientale del Cerro Fitz Roy (2).
raggiungemmo la zona nuda e rocciosa del'a
valle, e stabilimmo l'accampamento a ridosso
Il. - Nuova spedizione al Cerro Fitz Roy. - d'una roccia montonata, eretta nel bel mezzo
Esplorazione deUa Catena Marconi, del della valle con un pennacchio di alberi a le-
massiccio Gorra Bianca e dei ghiacciai vante, che ci dava sicuro affidamento d'essere
e monti interni.
ben protetti dal vento.
Tre anni dopo, nelJ'est.ate del 1935, sotto
gli auspici della Reale Accademia d'Italia, at-
tuai la terza spedizione che ebbe per iscopo
cli esplorare il versante NW del Cerro Fitz
Roy e il tratto cli Cordigliera interna, che corre
fra questo monte e il lago San Martin.
Vi parteciparono le due guide Carrcl Luigi
Nutrivamo le migliori speranze di poter in
poche settimane realizzare il nostro programma
di escursioni nell'interno, ma la Cordigliera,
che al nostro approssimarsi si era., per alcuni
giorni, scoperta, si chiuse ermeticamente entro
una plumbea cappa di vapori e incominciò a
scagliare su di noi tutta l'ira dei suoi venti e
delle sue tempeste.
( 1) Cfr. A. DP ACO$TINI, Prima tptdi-:rio11e 11el/a Cor-
Per ben ventisette giorni rimanemmo bloc-
diJ(liera Pa1ago1tica M,.,-idiottale, in B<lllettino della Reale
Soeiel1Ì Geografica Italiana• serie Vl, vol .VIH, no\\•em-
brc 1931-x, pag. 803-813.
(2) Cf,. A. DI! AnosnN1, Suonda spndiziolUJ n~lln Cor-
diglitra Patngonlu, ,'1.,J,,,idionale, in • llollcttino ddla Re.aie
Società C-..eogrnfica Itnlin11:i •, serie \\'l, voi . lX, novembre
IQJ2-X1, pag. 723-730.
cati nel nostro accampamento, in Wl conlinuo
succedersi di vento, pioggia e neve, finchè
sopraggiunsero alCUlle giornate di relativa
calma e di sereno, in cui ci fu possibile effet-
tuare alcWle importanti escursioni nell'in-
- -- 39

2.5 Page 15

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La carovana di De J\\gosti.n..i in viaggio verso il J•itz ll.oy.
temo dei ghiacciai e dei monti, finalmente
spogli d1 nubi.
Fin d:il principio ci dedicammo alla ricogni-
7.Ìone d'una bellissima catena con vette e tor-
rioni di ghiaccio, che si innalza per un'altc,zza
di 2.650 metri, come linea spartiacque fra la
µarte superiore del ghiacciaio Viedma e la
conca terminal(! della valle del Rio Elùttrico.
Da questa catena scende nella valle del Rio
Elettrico un bel ghiacciaio, il quale man.tiene
all'incirca una larghezza di tre chilometri e
si svolge pianeggiante per una lunghezza di
otto o nove chilometri, fin sul lago menzio-
nato. Catena e ghiacciaio vennero denominati
«Marconi'> in onore dell'allora Presidente
dclii.\\ Reale Act'ademia d'Italia, sotto il cui
patrocinio si realizzava la nostra spedizione.
Altro massiccio da noi riconosciuto ed esplo-
rato ne' suoi versanti di SW fu quello vaga-
mente segnato nelle carte cilene e argentine
con il nome di Gorra Bianca (m. 2770), situato
alquanto più a levante della catena Marconi
e rivestito di un esteso manto di ghiaccio, che
risale fin sulla vetta e scende frastagliato nel
margine di sinistra del ghiacciaio Marconi.
In un'ascensione, compiuta il 27 gennaio
sulle pendici occidentali di questo monte, riu-
scimmo ad internarci in un vastissimo alti-
piano glaciale, che si protende ad occid@te, e
divisammo con chiarezza le catene ed i monti,
che fom1ano il cordone centrale di quell'im-
portante settore cordiglierano.
Da quel vasto pianoro glaciale, all'altezza di
1700 metri, circondato da elevate catene di
mcmtagne, tutte candide di nevi, irradiano in
distinte direzioni cinque grandi ghiacciai di
cui il maggiore scende nel Seno Eyn:, presso
i canali patagonici. QueHo ghiacciaio, ch'io
denominai Pio XI, in onore del grande Ponte-
fice, era già stato da me riconosciuto e rilevato
quando, nel dicembre del 1929, percorsi con
la goletta " Renato » di Punta Arcnas tutto quel
vastissimo seno, (!ffettuando alcune ascensioni
sui monti circostanti.
(Continua).
A. M . DE AGOSTINI.
Gbla.:clalo Pio Xl,
..

2.6 Page 16

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ASSAM
Nel campo deUe conversioni.
Rt"IJ.tno si'g. D. Ricaldone,
ritorno da una visita pastorale sulle colline
Khasi, e precisamente ad Umniuh, grosso
villaggio sperduto nella giungla. Ero partito
di buon mattino coa Don Bianchi in automo-
bile, prendendo la strada che congiunge Shil-
long con la pianura del Bengala. Un viaggio
all'altezza di duemila metri; la strada corre sul
crinale dei monti costeggiando profondi ,·al-
Ioni e paurosi precipizi. Era terminata la sta-
gione delle piogge. Il ciclo beJ1issimo, le catene
dei monti che parevano inseguirsi come smisu-
rati giganti, la limpidezza dell'aria, invitavano
l'anima a sciogliere un inno a1 Creatore. Scen-
demmo al 50° chilometro, ove già ci aspettavano
i Cristiani che erano venuti a prendere i nostri
bagagli. Ci salutarono col « Sia lodato Gesù
Cristo: Y n yaroh ia 11 Jestt Christ )>. Con essi
ci inoltrammo nel viottolo che si distacca dalla
strada asfaltata. Marcia a piedi: solo le gambe
ci potevano aiutare. li scnt.icro ora serpeggiava
in una folta foresta, ora si arrampicava fatico-
samente sulle erti pendici, ora spariva in mezzo
all'erba altis•irna. « Dov'è Umniuh? » <loman-
darruno. ~ Al di di quella montagna... laggiù! ».
E continuammo a<l avanzare. Scalammo una,
due catene di colline che chiudevano l'or;z.
zonte e la meta era ancora lontana al di là
della montagna. Oltrepassammo vari villaggi:
miseri aggrnppameoti di capanne, sparse qua
e là, ove quella povera gente vive ancora la
vita quasi primitiva. In un prato, gli uomini
cran tutti impegnati in una gara di tiro aU'arco.
Mentre le frecce ratte sibilavano nell'aria,
s'udivano strane e selvagge urla. Al nostro
saluto ci guardavano con meraviglia. Avran
proseguito il giuoco fino a seTa per poi chiu-
dere la gara con abbondanti bevande inebrianti
fino ad ubriacarsi quasi tutti. Non hanno
ancora sentito la buona novella, e chissà quan-
do la potranno sentire! In seguito trovammo
la strada sbarrata da una collina; il senliero
si mutò in una ripida scala, intagliata nei fian-
chi. Facemmo di necessità "irtù e, ansanti,
ci trascinammo su per la montagna. Marcia-
vamo da sei ore quando il panorama cambiò.
L'occhio spaziò sull'immensa pianura del Sy-
lhet (Bengala) che si distende come una cana
geografica coi suoi fiumi serpeggianti, i suoi
stagni cd i suoi boschi. Sembrava di vedere
il mare. La mèta non era lontana. Umniuh,
sorge sul limitare di un altipiano che domina
con ripidi fianchi la pianura. Gode di un clima
tropicale con pioggia e sole a dovizia, il che
spiega la vegetazione lussureggiante che cresce
ovunque, si direbbe anche sulle pietre, in un
trionfo di aranceti, di piante di caffè, di palme .
Dopo il faticoso cammino pareva veramente
per noi la terra promessa. Alle nostre orecchie
giunse subito l'eco dello scoppio dei petardi.
Alcuni cristiani, spintisi innanzi come vedette,
appena ci scorsero, volarono a portare la no-
tizia. Da due ore <-i aspettavano, e finalmente
arrivammo, stanchi, sudati, col viso arrossato
dal sole. Ma le acclamazioni di gioia che salu-
tarono il nostro apparire, ci fcc.-ero dimenticare
i disagi e la stanchezza: I fanciulli sventolavano
bandierine multicolori, uomini e donne si
accakavano per baciare l'anello al \\'e.-;covo.
li missionario Don Tc>ncllo e le Suore che da
una settimana si trovavano sul luogo, sorri-
devano soùdisfatti. Solenne l'ingresso in paese!
Anche i pagani e i protestanti, accorrevano aJ
nostro passaggio. L'aria risuonava di canti,
di evviva, ùi scoppi di mortaretti, di rullìo di
tamburi. Dinanzi a11a cappella, l'entusiasmo
raggiunse il colmo. Ma si faceva notte e noi
ci ritirammo per rifocillarci alquanto, prima
di cominciare il lavoro. Era in programma la
Benedizione solenne, l'accademia e la riunione
all'aperto per la trattazione di argomenti reli-
giosi. 11 giorno seguente, non ci fu un istante
di requie: Confessioni, Battesimi, Messa Pon-
tificale, Cresime, visite alle famiglie, udienze,
riunioni, teatro, riempirono tutta la giornata.
Accettammo il nella capanna di una vecchia
che ricevette il battesimo quello stesso giorno.
Ci accolse con semplicità, circondata dai
figli e da uno stuolo di nipotini, tutti cattolici.
Fu l'ultima ad abbracciare la fede; ma, appena
la grazia h11 trionfato, dopo tanti anni di lotta,
si è data con sincerità a Nostro Signore. Anche
S. Matteo - come si legge nel Vangelo -
dopo la sua conversione diede un banchetto;
così la nostra vecchia, per ei.i>rimerc la sua gioia
ci invitò nella capanna ove aveva apprestato
il tè, banane, aranci e miele. Tutto si svolse
in Wl'atmosfera di gioia cristiana. Quando mi
alzai per benedire quella famiglia ospitale, mi
ricordai del Salvatore che entrava nelle case
di Palestina e mi parve di udire l'eco delle sue
parole risonanti attraverso tutti i tempi e luoghi:
«Oggi la salvezza è venuta a questa casa». M.a
in mezzo a tanta festa, il mio cuore era punto da
una acuta spina perchè quei poveri cristiani son
costretti a vivere io mezzo a pagani e prote-
stanti ove tentazioni e lacci di ogni genere sono
tesi alla loro fede. Durante i lunghi mesi delle
piogge, restano isolati sui monti, perche
- - il missionario non li può visitare che tre
41

2.7 Page 17

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2.8 Page 18

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o quattro volte all'anno. Quello almeno era
GIAPPONE
stato un giorno di benedizione e di gioia per
loro. Al calar della sera cominciarono gli addii In margine ad un Cinquantenario.
ed una nube di tristezza parve offui.care il cielo
di quel giorno radioso. L'indomani non avreb-
R ev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,
bero più veduto le Suore aggirarsi come an- una delle pagine più gloriose e c-ommoventi
gioli di carità fra le viuzze ineguali e pietrose e della storia dell'apostolato missionario fu com-
la campana non avrebbe più dato i suoi squilli memorata nella nostra Prefettura Apostolica
di festa per invitare i fedeli al banchetto Euc~- in occasione della festa della grande Patrona
ristico. Si sarebbero sentiti come orfani. Varie delle missioni: la data cinquantenaria della
deputazioni di paesi pagani vennero a pre- fondazione dell'Opera Pontificia di S. Pietro
garmi di inviare loro almeno un catechista; per il clero indigeno.
de..iderosi di istruirsi nella Religione, pronti La commemorazione trovò il suo ambiente
a costruire una capella, giuravano di mandare naturale nel nostro seminario: ambiente calci.o
i fanciulli a scuola. Il primo impulso del cuore di comprensione, ambiente che dimostra pra-
era di rivolgermi a Don Tonello e di dirgli ticamente i risultati dell'opera, ambiente i cui
<1 Vedi qual messe? Va' subito n. Il Missionario elementi non possono non sentire la ricono-
rispondeva sorridendo: « Si Monsignore; altri scenza pei benefattori che si prodigano per la
venti posti mi attendono; non ci sono strade, loro formazione. Suoni, canti e discorsi armo-
non ci son mezzi e perciò non si può accorrere nizzarono come in un grandioso poema sinfonico
alla prima chiamata per visitare tutti quelli la figure della patrona dell'opera S. Teresina,
che doID2ndono. Di più, io ho già due mesi le iniziatrici Stefania e Giovanna Bigard, i
impegnati per la visita ad altri villaggi... Quello 400 seminari sparsi in tutto il mondo coi 16.000
che posso rispondere si è che andrò appena seminaristi, i 6000 preti già formati in questo
mi sarà possibile. Riguardo poi al catechista, cinquanteru\\iO, e la pleiade deì sostenitori del-
io ho già una lista di cinque villaggi che atten- l'opera. Le parole di conclusione del nostro
dono il loro turno. Mi trovi un benefattore ed D. Tassinari: « Gli sguardi e le speranze della
io troverò un altro catechista disposto ad andare Chiesa, dei missionari e della cristianità sono
a dissodare il terreno. Fra cinque o sei mesi rivolti a voi, miei cari seminaristi. Fate presto
poi, quando il lavoro sarà ben avviato, andrò a diventare buoni preti, e pregate ogni giorno
anch'io a fare il resto. Ah, Monsignore, se per coloro che vi aiutano ,i si scolpirono nel
avessimo molti catechisti!».
cuore dei nostri giovani giapponesi in forma
t proprio la necessità più urgente fra questi indelebile. Al Signore il farle maturare.
' popoli primitivi, semplici, buoni eh~ vengono Far presto a formare buoni preti! Per asso-
a noi. Non possiamo più battezzare isolata- ciazione di idee vien fatto di pensare agli ini? i
mente: dobbiamo ricevere villaggi interi, dopo dell'opera che (coincidenza provvidenziale)
mesi di istruzione, stabilendo fra essi un buon viene a essere, direi, quasi motivata dalle ne-
catechista. Quando poi sono rigenerati a Cristo cessità della formazione del clero giapponese.
il missionario li deve sempre accompagnare È noto il metodo della Chiesa nell'evange-
ed assistere con cure delicatissime. Mi ricordo lizzazione. Gli apostoli, formate le comunità
che durante la grande guerra era facilç con- cristiane, eleggevano e consacravano un prete
quistare certe posizioni, ma difficilissimo con- o un vescovo del luogo e gliele affidavano; già
servarle. Nelle pacifiche conquiste di Cristo, fin dall'era apostolica dunque il problema del
il demonio sferra i suoi feroci attacchi dopo clero nativo fu praticamente risolto. Anche
il Battesimo. Che può fare un missionario se attualmente la Chiesa propugna lo stesso me-
non è coadiuvato da catechisti ben formati ? todo; basta leggere la magna carta delle mis-
Nel campo delle conversioni, e quindi dell'avan- sioni in Rerum Ecclesiae di Papa Pio Xl. TI
zata dell'esercito missionario, questo e il più missionario in Giappone poi ne tocca con mano
urgente. Noi lo offriamo alla considerazione la necessità che un mondo di ragioni conva-
dei nostri Cooperatori, pregando il buon Dio lidano. La base è la fondazione di semi.nari per
che susciti anime generose all'apostolato m!s- la formazione del clero nativo, suscitato in
sionario contribue.Qdo aJ mantenimento di qual- ogni parte del mondo dalla Provvidenza per
che catechista in missione. Lei ci aiuti, signor venire in aiuto ai proprii fratelli. Per fondarli
Don Ricaldonc, e ci benedica tutti,
e sostenerli, ecco l'opera d i S. Pietro eh.e, colla
Suo aff.mo in C. J. ~ STEFANO FERRAJ.'-'DO preghiera, l'elemosina ed il lavoro, si propone
Vescovo di Slzilfong.
Shillong, novembre 1939.
di raccogliere i mezzi indispensabili. Nel 1889
- - il vescovo di Nagasaki scriveva ai suoi bene-
43

2.9 Page 19

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fattori ed amici in Francia lettere piene di an-
goscia perchè non aveva potuto accettare dei
seminaristi per mancanza di mezzi, ed implo-
rava aiuto. Una di queste giunse anche a Caen
alle signore Bigard, che già da tempo avenno
in animo di lavorare per le vocazioni nelle mis-
sioni. La lettera implorante soccorso fu come
una rivelazione che prospettò d'un tratto le
linee dell'opera. La signora Bigard con la sua
figliuola si assunsero questo lavoro come por-
zione della loro eredità. Andarono elemosi-
nando attraverso la Francia, ed a cinquant'anni
di distanza il mondo può constatare il bene
prodotto dal lavoro di due donne volonterose,
avvalorato dalla preghiera, dai sacrifici e dalla
grazia di Dio. La qualità delle persone, l'epoca
storica (l'epoca di ferro) che si attraversava,
contrassegnata in Francia dall'antireligione,
potevano far pensare ad un fiasco completo.....
Contemporaneamente a Lisieux pregava e
il'i.mmolava per le missioni Teresa del :Bambino
Gesù..... «Io soffrirò assai. Ma se questa è la
condizione perchè il piccolo granello di senapa
debba germogliare e crescere, farei peccato a
rifiutarmi~ diceva la. fondatrice. Sempre così
le opere del Signore: per il Calvario e sul Cal-
vario. Ma quegli anni di calvario per la Chiesa
in Francia hanno dato: l'Opera della Propa-
gazione della Fede, della S. Infanzia, di S.
Pietro Apostolo, delle S<.--uole d'Oriente, del-
1'Antischiavismo.
E i missionari che fecero in Giappone per
questo problema di primo ordine ?È bello sto-
ricamente considerare come hanno affront'lto
la questione i successori di S. Francesco Sa-
verio. Sotto la guida di quell'incomparabile
pioniere che fu P. Alessandro Valignani, che
dal 1575 al 1606 fu superiore dei Gesuiti in
India, Cina e Giappone, i missionari lavora-
rono con slancio, e sicurezza di direttive nella
grande impresa. Scriveva il Padre Acquaviva,
Generale della Compagnia: « Con uomini come
j giapponesi è permesso òperare che, formati
nei seminari alle lettere e alla pietà nè più
meno degli europei, saranno atti a diventare
religiosi, sacerdoti secolari e vesco,·i..... Non si
ha da fare fondamento pel governo di questa
Chiesa del Giappone su gente forestiera; ma su
gli stessi nativi». Nel 1580 si aperse il primo
seminario ad Arima ed il noviziato e scola-
sticato giapponese a Funai (Oita). Due altri
vennero aperti nel 158r. Nel 1589 i semina-
risti giapponesi erano già 45; nel I 596 ricevet-
tero la tonsura 6 scolastici fra cui il futuro
martire B. Paolo Miki; nel 1600 furono pro-
mossi al sacerdozio i due primi giapponesi
- -- Luigi Miyabara e Sebastiano Kimura, che su-
44
birono essi pure il martirio e vennero beatificati
dalla Chiesa. Nel 'r604 i seminaristi erano più
di 100. Alla morte del Valignani in Giappone
vi erano t 50 missionari (ùi cui metà giapponesi)
e due seminari per i nativi. Nel 1626 la Congre-
gazione di Propaganda Fide scrisse all'ultimo
vescovo del Giappone di orùinare preti tutti i
giapponesi che giudicava degni; e nel 1630
impartì le medesime direttive a tutti i superiori
di missione in Giappone.
La persecuzione stroncò questo prospero
stato di cose. Ora lentamente e faticosamente
tutti i capi missione del Giappone lavorano in
patientia per riuscire allo stesso intento. Il
gran seminario regionale di Tokyo accoglie
un'ottantina di seminaristi per la filosofia e fa
teologia; i piccoli seminari (notevoli quelli
di Tokyo, Nagasaki, Fukuoka, Miyazaki) ne
accolgono qualche centinaio. Cosi si vengono
preparando gli operai apostolici giapponesi
del doro.ani.
La nostra Prefettura in questo cinqua1ttennio
offri alla Chiesa il suo primo sacerdote giappo-
nese. Una settantina di seminaristi sono in
preparazione. L 'anno scorso in Italia una brava
signora, ponendomi fra le mani una generosa
offerta per l'educazione di un seminarista giap-
ponese, mi disse: << Oh, come sono felice, per-
ehè avrò anch'io il mio prete! ,,. Pensavo a quan-
to scrisse Papa Innocenzo XI a Mr. Pallu, uno
dei primi vescovi inviati nel XVII secolo in
Estremo Oriente: « Amerei assai più che voi
ordinaste un solo prete in queste regioni che
l'apprendere la conversione di cinquantamila
infedeli». Parole d'oro! Ci aiutino tutti i buoni
colla preghiera e col sacrificio e coi mezzi in-
dispeQsabili a realizzare l'una e l'altra cosa.
Ci benedica tutti e mi creda
Suo aff.mo in G. C.
Miyazaki, 3 ottobre 1939.
Mons. VINCENZO CCMATII
Pref. Ap. di Miyazal<i.
CINA
Nella tormenta della guerra.
Amatissimo Padre,
dalle lettere ricevute in questi giorni da vari
confratelli del Vicariato stralcio alcune notizie
che, sebbene per lo più penose, diranno a lei
ed ai Cooperatori di quanti eroismi risplenda
la vita dei nostri missionari, in questa tormenta
di guerra.

2.10 Page 20

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La dolorosa situazione del Vicariato di Sh.iu
Chow (Cina) non ha fatto che esasperarsi in
questi ultimi mesi. I bombardamenti frequenti
obb)jgano abitanti e missionari parecchie volte
al giorno a disperdersi sulle colline sotto gli
alberi. Col ritorno del freddo e col blocco
delle vie cli accesso al mare, tante miserie si
sono aggiunte alle precedenti. I generi di
prima necessità sono rincarati di almeno quat-
tro volte rispetto al prezzo dell'anteguerra.
Certi generi non si t rovano più. Del vino da
messa si fa Ulla straordinaria economia per
paura che si debba sospendere la celebra-
zione prima di poterne ricevere altro. Non
si trovano candele cli cera, nè steariche; e ci
si aggiusta come si può.
La sera bisogna andare presto a letto perchè
non si trova quasi più petrolio per accendere
l'! l;unpade. Il chinino, medicinale indispensa-
bile per la malaria che imperversa, manca
assolutamente e parecchi nostri missionari,
affetti dalla malattia, si trovano a mal partito.
Latte, pasta, fonnaggio, aghi, filo, ccc. ccc.,
tutti oggetti d'importazione, non si vedono
più sul mercato.
I poveri, i profughi aumentano in massa
alle porte delle nostre missioni, ed i missio-
nari fanno il possibile per consolarli. l\\1a
c:ime piange il cuore a non poterli aiu-
tare quanto occorre per mancanza di m,czzi !
Tutta la Cina conta ora più di 100 milioru
di questi poYeri infelici. Eppure il loro morale
è alto: soffrono, ma resistono e sperano nella
vittoria finale. Le ùistnLZioni causate dai bom-
harùamenti nemici sono incalcolabili. Anche
le nostre rcr.idenze hanno sofferto. La Città
di Lin Chow fu già bombardata parecchie
volte. La b!lla chiesa di Maria Ausiliatrice
ebbe i vetri infranti e una porta sconquassata.
Un'altra residenza in città ebbe il tetto rovi-
nato. La residenza di Lin Kong Hen, il. tetto
scoperchiato e le mura tutte scosse da bombe
cadute vicinissimo. Nam Yung e Lak Chong
non subirono seri guasti ma ebbero le mura
e le tegole squarciate da scheggie di rimbalzo.
Shiu Chow, centro della nostra missione, è
stata bombardata ben 40 volte. Le nostre opere
soffersero solo 3 bombardamenti per colpi di-
retti. In uno di essi una bomba colpl in pieno
la chiesetta di S. Teresina, gioiello di stile ci-
nese, che era la chiesa delle religiose indigene.
In un secondo bombardamento, una bomba,
entrata di sbieco per una finestra, distrusse lo
studio e il gabinetto cli fisica della nostra scuola
nonnale, ora chiusa. In un terzo bombarda-
mento ben 6 bombe caddero nel recinto della
missione rovinando un'ala delle scuole normali
femminili, alcune casette del ricovero dei vec-
chi e la pro-cattedni.lc ove è seppellito Mons.
Versiglia di f. m. Per grazia di Dio, la bomba,
scoppiata appena toccato il tetto, non distrusse
complètamente la tomba dell'eroico Vescovo
e non ne disperse le ossa. Io tutti questi bom-
bardamenti fu visibile la protezione di Maria
Ausiliatrice: non un morto, non un ferito.
Appare tanto più grande la protezione se si
considera che il personale addetto a queste
opere era tutto al suo posto. Ora invece, almeno
quando si può, al primo avviso di aeroplani
in vista si scappa sulle colline vicine a ripararsi
sotto gli alberi. I missionari nei distretti si pro-
digano in mille guise:;, con coraggio veramente
apostolico. Tante volte, presi di mira come spie,
sono continuamente vigilati e le loro opere di
bene e di carità di$interessata riescono a far ri-
credere tanti e a renderli benevoli. Le scuole,
in generale, in tutta la missione, sono chiuse;
quindi il lavoro dei missionari si esplica spe-
cialmente nel confortare, consigliare, animare
i cristiani, nel ricercarli quando sono clispersi
e amministrare loro i Sacramenti, nell'aiutare
e seminare le verità della nostra fede tra i pro-
fugh.i, nel dispensare medicinali di produzione
cinese, nel distribuire libri e fogli di propa-
ganda tra i pagani, nel dirigere e sostenere i
numerosi nostri catechisti e le suore indi-
gene. Colgono tutte le occasioni per fare il
catechismo a tanta gente pagana con cui
vengono a loro contatto e per perfezionarne
la cognizione tra i cristiani, specialmente
tra i giovaTti. 11 contributo allo studio mon-
diale del catechismo per la ricorrenza del
centenario della prima lezione di catechismo
di Don Bosco, sarà modesto fra noi, data la
difficile situazione, ma non per questo meno
generoso e fattivo. È già tradizione di ogni cri-
stianità, nella ricorrenza della festa patronale,
di organizzare gare di catechismo e di sacre ce-
rimonie. Proprio l'anno scorso a Lin Chow per
la festa di Maria Ausiliatrice erano in gara i tre
gruppi di giovanetti delle tre cristianità di L in
Chow, Tung Pi, Jong Shan. La gara era divisa
in due parti: la prima consistevanella pronunzia
chiara e distinta delle risposte della S. Messa,
e la seconda nell'esposizione delle cerimonie
della S. Messa e del servizio alla Benedizione.
La gara si tenne nella nuova chiesa di Maria
Ausiliatrice alla presenza di tutti i cristiani. l
gareggianti stavano in presbiterio. Chi conosce
la grande differenza tra la lingua cinese e lt:
lingue europee può calcolare la grande cliffi-
coltà dei nostri giovani. Orbene, su 35 concor-
renti, gjà selezionati nelle gare locali, ben 18
furono vincitori e vennero premiati.
- 45

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Quest'anno po, nella residenza di K'i Tam,
1,-:r la festa del Sacro Cuore, vi fu una gara di
catechismo suddivisa in tre parti: a) risposte
per iscritto a domande del catechismo; b) ri-
~postc a senso, per provare il grado di compren-
sione delle verità della Fede; e) risposte a me-
moria, come nelle gare ordinarie.
Questo assillante lavoro si svolge ora in mez-
zo a tanti pericoli: pericoli di malattie scl\\7.a me-
dici e medicine, pericoli di JNCrra, pericoli
di briganti straordinariamente aumentati colla
guerra, pericoli di falsi fratelli, pericoli nei
viaggi, a piedi, per lo più estenuanti, ccc.
Immagini che i nostri missionari del Lin
Chow per recarsi al ccnt~> a fare i santi spiri-
tuali Esercizi dovettero camminare a piedi,
per zone inospitali, 1.-ss~nt.lo bloccate dai nenu-
ci le vie ordinane, per sentieri in!!rpieantisi
fin sulle cime delle montagn'!, e tra andata e
ritorno, fecero hen 420 km.
È m•;rnvig'ioso come questi pionieri di civiltà
cristiana, pur fra tanti pericoli, disa,e;i, neces-
sità, vi\\'ono sereni e fiduciosi nella Provvidenza
del huon Dio.
Caro Pa<lre I siamo in pochi e frn 1 pochi
qu.1lcuno è stre!U3tO di forze! Ci venga in aiuto
con personale e con mezzi. Oh, se i nostri buo-
ni Cooperatori e le gentili Cooperatrici fos-
sero qui in me-~zo a noi e vedessero gli eroici
s:1crifici di tanti umili missionari, sentirebbero
tutti j_f bisogno di aiutare secondo le possibi-
lità e il loro buon cuore, i poven missionari
del Vicariato Apostolico di Shiu Chow!
Ci benedica, carn Padre, e le sue preghiere
ci ottengano fedeltà alla nostra vocazione mis-
sionaria, coraggio in tutte le avven;ità, e fiducia
nel Signore che, come sempre sa <lai male rica-
vare il bene, cosi, dopo questa bufera, ci dar.i.
un'era di pace e di ch,iltà cristiana per questa
povera Cina.
Grazie ancora, amato Padre, del richiamo
fatto nella sua lettera ai Cooperatori alle con-
dizioni del no9tro Vicariato e dell'invito ri-
Yolto pcrchè ci Ycngano in aiuto. Il Signore
li ispiri ad essere generosi.
Suo aff.mo in G. C.
-1- gennaio 1939.
8ac. C llJSEPrF C'l CClllAR..\\
,\\lissumario Salesimw.
Crociata missionaria
Borse complete.
Bona S.ICRA F.J,\\l!GU -l (6&) a cura dei coni!l2i
lknicno e Luciu Andrtom.
Dm,-u '1,1RENCO .'10\\S. G/Ol'A\\'\\ "I, n cum
di Luigi Canali Smnmn prec.: 1221 g,50 - fn
onore di S. Franc-~~co Zaverio, 8370 - Tot.
L. ::o,SS.50.
Borse da completare.
13<!1"'<3 ll.-lDOXS l nm, IEGR.,17.IE D(CASTEL-
,U()t\\TE (UDIJ\\f,,,") o cura degli ex-allievi sa-
ll'Mianì - Sommn 11rcc., 7<138 - N . N. 10 - Flu-
so - m1ani Leo. 10 - ;\\1 ::-... 20 - C. D. L. B.
s - ,\\lario Barnccm,
Adami Otra,·10, 10 - N . , .
5 - '-· N. 5 - , :---. 20 - ~. :-.. 2 - Tot. L.
7775.
80nm M.-JDON;\\A DI J,OURDES
prcc.: 1581 ,55 - Fcuclc Antonio, s
Somma
Tot. L.
15R6,55.
llorsu MARl-rl .'1.l'S/1,JATRICE (291 ) - S<>mma
pr<!c.: 1353.10 - I \\I T 15 - Rou1;\\l.inu,25-
t'icchi .\\n,.iolin:i Uor11i,, 100 - TM. L. 1493.10.
Br>"-1 \\1 IRI.-J AUS(L/.,JTRJCF ES <i/OVAS.VJ
IJOSCO (6") - Sommu prcc.: 16502,30 - Lino
1',·tl nnini, 20 F,1muili,1 Ruffa, 10 Pietrina
Gi11ff,i.l,1, ro '\\ '\\. 25 -
-35
- Tt,t. L. 16oo2, 30.
C;unpano Luisa,
ll<,r~n UOSCATI DOTT. GJUSHJ>PH Somma
prec.: 1020 - Mt1rio C.:immino. 10 Tot. L. 1030.
&r:;o PF.DUSST 1 DO.V LUIGI Solllma prec.·
5749,55 - Ricdorc.li Giulio, 10 L:tudi Ciu..~cp-
rinn, 15 - Ald<> B.1ruui. 25 - Fandl:'lli Anna,
10 - Antonio Ccrriti, 10 - Francesco Ccrrin.
s Tor. L. 5824,55.
Uo:AU PlCCOLT nrrc, DI DO.'l\\l lJOSCO -
Somma prcc.: 305(, Fabbri l\\rcnng1:li1, 100
'/m. L. 3156.
Uo-..a PISCETT I 1)0.\\" LC'IGI, a cura Jd Sac.
Dott. G. B. Cah1 (21 ) - Somma prc<·.: 16887,10
P11rdo Prof. \\Iìchck, 130 - Rina Actis, 250 -
Vntlarino Ciuseppnl:t. 200 - Ferra,i~ Cristinu,
,so J\\laria Spimpolo, 35- Tot. L. 1 7552, 10.
Borso REGIN✓l DT J\\,JONDOV] (2•)
Sommo
prcc.: #Mo,70 - Dunni Terc~n l\\fari,1, 10 - Tot.
I,. 4-1-90,7c,.
Bor,;a RUIZ ELISA Dl ARUB, 1 - Somma prec.·
6ooo - l\\Iaria Vidaun, 8190 - Tnt L. 14190.
Borsa RUA DO\\' \\l/CllELE (4•) Somma prec.:
26o - Fami~lio Crespi, 500 - Ciucch1 :\\1ario,
ro Tot. L. 770.
tlor$n SOLARO DON GAET.4NO, o cum dj alcuni
parrocchiani di .\\iruno - Somma prcc.: 3340 -
,ino Tosaro, 500 .\\u1,,'1J.'<tn 1,om, 40 ,appirn
Gmlta, 200 - Giu,cp1>e Laros:i, 75 Soginm
V.-rhano, 35 - Tinn Sanrocco, 70 - Edo Sar-
dole, 1zo !:;nndro l..esa, 300 - i\\lenico Dora,
(15 Cri$tina Biflì, 65 - Carlo Rolu110, 100
!\\Iorio Vigano, 300 Crazin Lnurn, ,oo ~ Rino
C.:,tn, 305 - .\\ni,:clQ l.nrusa, 25 - 1'111. L. 5840.

3.2 Page 22

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Borsa SACRA FAMIGLIA E S. GJOV,4NNJ
BOSCO, pen~teci Voi, a cura di due pie persone
ricqnoscenti - ,0 n:rnamcnto L. 10100.
Borsa S. ANTONIO DA PADOVA - Somma
prec.: 446o - Roirai Maria, 25 - Tor. IJ. 4485.
Borsa S. FRANCESCO DI SAAES (2•) - Somma
prec., 10364 - Rozzi '.\\laria, 25 - Tor. L. 10389.
Boma S. GIOVANNI BOSCO (S") - Somma
prec.: 2052 - Rozzi Maria, 25 - Capellino Te-
resa, 50 - Desideri Giuseppe, 20 - N. N. roo -
Rigoletti Rina, 20 - Mariano Rina, 20 - Tot.
L. 2287.
Borsa S. GIOVANNI BOSCO, PER LA FOR1'tlA-
ZJO:vE DI UN SACERDOTE INDJGENO,
a cura del Sac. Gatti Stefano - r0 versamento
L. 500.
Borsa SAVIO DOMENICO (41) - Somma prec.:
12294,30 - Eusebietto l\\laria, 10 - Znffuina
Fmnc..."'ICO, 50 - Gai Giacomo, 10 - Tor. L.
12364,30.
Borsa S. CUORE DI GESU' CONFTDO IN VOJ
(31) - Somma prec.: 8857 - Pisano Giuseppina,
45 - Antonini Anna, 10 - Valentino Francesco,
ro - l\\1enotti MorJ{ia, 5 - Caretta B. 5 - Pit-
tini Atnelia, 50 - 01,((8 Vantero, 5 - N. N. Corio,
,oo - Tor. L. 9987.
Borsa S. GJUSEPPE (31 ) - Somma prec.: 17772
- Vig-Jni Giuseppe, 25 - Tot. L. 17797.
Borsa S. TERESA DEL BAJVIBINO GESU' (111 )
- Somma prec.: 761016o - Rozzi Maria, 25 -
Tot. r•. 7635,60.
Borsa SISTO DON COLOA1BO - Somma prec.:
300 - C. D. L. B. s - Tot. L. 305.
Borsa TOMASO PACCINI, a cura di Gandolfi
Elena - Somma prcc.: 14000 - NuoYo yersa-
mcnto, 1000 - Tot. L. , 5000.
Boma TRIONI!.' DOX STEFANO - Somma prec.:
2182180 - N. N. Cuorgnè, ,oc - Tot. L. 2282,So.
Borsa VERSIGLIA E CARrlV.4RIO - Somma
prec.: 11623,50 - Bogetti Giuseppina, 50 -
Tot. L. , ,673.50.
Borsa VOSTI DON SAMUELE- Somma prec.:
100 - N. N. in suffragio dei propri defunti, 2000
- Tot. L. 2100.
(Stgue).
TESORO SPIRITUALE
Cooperatori che, co11feswti e rom1111ù:ati,visitano
tma chiesa o pubblica cappella (i Re)jgiosi e le Reli-
gio~e, la loro cappella prh•ata) e quivi pregano se-
condo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono
acquistare:
L'INDULGENZA PLENARIA
OGNI MESE:
1) In un giorno del mese a loro scelta.
2) Il giomo in cui fanno l'Estrci:::io di Buo11a /1,fortf!.
3) n giorno in cui partecipano alla Conferenza mensile
salesiana.
NEL MESE DI FBBJIRAI0 ANCHE:
1) Il giorno 2 - Purificazione di Maria SS.
2) Il giorno 22 - Cattedra di S. Pietro in Antiochia.
,~..,.~~
NECROLOGIO
Sa l esia ni defu nti:
COTTRINO D. FRANCESCO, sec. do J\\lanta
cli Sa!uzzo (Cuneo), t alla Villa Moglia di Chieri
(Torino) il 17-XI-1939 a 75 anni.
Veneranda figuro di patriarca salesiano, crei;ciuto
alla scuola di Don Bosco, tutto infervornto d<•I suo
spirito, fu il primo direttore dell'Opera Salesiana
in Tre~iglio, cui prodigò le sue più belle e preziose
cncrgiè. fl suo amore a Don Bosco, la sua fcdclt!,
allo spifito salesiano lo fecero prescegliere più utrdi
per la direzione del santuario eretto presso la casetra
natia del Santo ai Becchi di Castelnuovp. Fra pri-
,azioni e sacrifici seppe suscitare un fervore cli pietà
e di opere da permettere poi il magnifico sviluppo
dell'annesso istituto. Passò gli ultimi anni nello
direzione spirituale dei nosrri no\\cizi, mo<lcllo fino
all'ultima ora del più genuino spirito s-alesiano.
ZAfO D. GIUSEPPE, sac. da Valenza (Ales-
sandria), t a S. Donà di Piave (Venezia) il 4-x-1939
a 7S anni.
Un nitro veterano dei tempi <li Don Bosco, entrato
all'Oratorio di Torino nel 1881. Nelle diverse case
in cui trascorse la sua vita religiosa fu soprattutto
apprezzato per la direzione spirituale e per la cura
delle anime. Ma prodigò il suo zelo anche nell'in-
segnamento e nell'apostolato della buona stampa.
Ovunque ba lasciato la più cara memoria.
ROSSI PIETRO ANTONIO, coad. da Caraco,
(Belluno), t a Rio Grande (Argentina) il 25-1x-r939
a 82 anni.
Spese qua~i 50 anni nelle nostre Missioni deila
Patagonia Meridionale e della Terrn del Fuoco, spe-
cialmente all'iso la DJwson, edificando tutti colla
sua pietà, col suo zelo, col suo amore al lavoro e col
più generoso spirito di sacrificio.
DAFFARA D. LORENZO, sac. da Palestro (Pa-
via) t a Valparaiso (Chile), il 30-v11-1939 a 78 anni.
Dopo a\\•èr esercitato il sacro ministero nella par-
rocchia del paese nntio, nel 1922 si fece salesiano
e, partito per l'America, continuò a prodiqnre le
sue cure spirituali, con gran frµtto delle anime, nelle
nostre Case del Cile.
ROUBY D. ANGELO MARIA, sac. da Parma,
t a JI..Iacas (Equatore) nell'agosto 1939 a 3:z. anni.
Una tragica traversata sul fiume Yaupl tolse im-
provvisamente la vita a questo ~ovanc ma ulan-
tissirno missionario ch'era una delle più belle spe-
ranze della nostra missione di Macas (Equatore).
Vi si era recato ancor chierico ed, imparata mcra-
vig)josamente la lingua kivara, era divenuto l'an-
- - gelo dei Kivari. L'ordinazione sacerdotale gli con-
47

3.3 Page 23

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sentl di svolgere in pieno il sacro apostolato. Dalla
missione di ì\\lncas, n quella di Sucun fino alla crt:a-
zione della Colonia Kivara di Sevilla Don Bosco,
si consacrò al bene delle anime con tanto fervore e
con tanto amore da cauivarsi l'affetto di tutti ed
assicurare alla ci\\'ilinazione i più rapidi succcs~i.
L'impro,"·isa trn1rica scomparsn suscitò immenso
eordogliél in rutta la rrussione.
BIGrlTTJ JSJDORO, coaù. da S. Giulian<>
Milanese (l\\lilano) t a l\\.Iucas (Equatore) nell'a-
gosto 1939 n 38 nnni.
Anche questo buon salesiano ru trm·olto con D
Rouby dalle acque dd fiwne Yaupl nellu disasrrosa
traversata. Era uno dei mii;:liori coadiutori delle no•
stre missioni. Animato da vero spirito salesiano an•,•11
messo n ùispnsizione ddla mis~ione la sua compe-
tenza tecnirn nella folegnarncri:i, nella meccanico e
nell'cdiliziu, din~endo le varie costruzioni e dotnndo
la mi~ione di !\\Iacas di un ampio laboratori<> e di
un impianto elettnco-idraulico. Tutto consacrato
al hClle cki Ki\\'t1ri, era da qut'Sti con ispo•to con
affettuosi sensi dì gratitudine e d1 ,;tim,1.
CENCI PIETRO, coad. di Rimini (Forll) 1 a
Torino (Oratorio) il 5-x11-1939 a 68 anni.
Orfano di padre e di madre, fu rac,omandato u
D. Bosco, nel $UO passaggio a Rimini \\' dal Santo
accolto nell'Oiato1io di Torino ed 11\\'\\'ÌUtQ all'arte
e.lei taglio nella sartoria. Divenuto maestro, direSPe
le no~tre scuole professionali cli S. BeniAnO e di
Torino, acqui<;mm..losi benemerenze in ltalill e al-
l'estero e c:atthandosi la stima di innumere,olì al-
lievi che, ohrc all'abilitil. tècnica, ammiravanb in lui
un modello dì salesi,mo, rutto consacrato al bene
dei 1.•io\\'anì nello spirito di Don Bosco. Cavaliere dell:i
Corona d'ltnlm, ebbe l'augusto e)ojlio di S. M. la
Regina Imperatrice che nella vistta olla Casa-l\\ladre
s'indur;iò o lungo ntlla s\\Jo scuola.
FERNA,VDE?. TELESF. DAJV. eh. da Corte-
.lnzor (Spagna) i n Si,·i1:-lio (Spal?Tln) il 24-ix-193()
a 24 anni.
D'ANTOXJ ERMISTE, eh. du Cìconicco (Udine)
t n Romu il 16-x1-1939 a 28 anni.
Cooperatod defunti:
/110'\\'S. EDO IRDO BFSCA t a Torino il 4-
xu-1939 nd 84 anni.
Pio e 7-elnnte ,sacerdote, al min.ìstero sacerdotale
a~1unsc la cura dì n umerose opere dì carità e di bt:-
neficcn;,,a che l'unanime fiducia delle autorità atlida-
rono alla sua amministrazione. Cnnonico-Prevosto
ùel Capitolo della Metrop<>lìtann, onorò l'alta dignità
colla santità dello vita rutta intesa al ben" delle anime.
Affo.,;ionam Cooperatore, ebbi, per l'Opera salcs1aru1
le più cordinh predilezioni.
SrlC. ANGELO ROCCO lll.tlRTl.\\'EI.U t a
S<>ndrio il 5-x-1930 a 70 anm.
Santità di ,·ita, mstrtà cl.i culrura e mitez:r.a d'animo
illustrarono il suo ministero sacerdotale a l\\fartano,
Sondrio, Chiuro, Pellio Superiore e Trevisio. Amò,
sostenne e heneficò l'Opera salesiana, specialmente
quelln Sondriese nd suoi inizi
CAROLINA PREVIGNAs'\\O t a San Sah,atorc
Monferrato il 2-xu-1939.
Pia, zel3Jlte, gencro~a Cooperatrice, lasciò tutte le
sue sostan:r.e all'Opero salesinna e chil.llle la ~ui, vita
in povertà francescana presso le Fii;:lie di !\\!aria Au-
~iliatrice.
l\\J.n M.-1RCIIISJO DOROTEA OXORIN.1 t a
Torino il 13-xn-1939 o 66 unni.
Insegnante per quasi nove lustri nelle pubbliche
scuole, ispirò la sua missione educatrice al sistema
di Don Bosco e fu zel3Jltc Cooperatrice delJc Operl'
e specialmente delle l\\lissioni salesiane.
Altri Cooperatori defunti:
Albera Paolo, None (Torino) - Alberi'\\ Maria, 1llo11-
temru:11u (Asti) - Albertelli D. Gio.mbattistu, Lama
(Alessnndria) - Alvini l\\Iaria, Cm11pnq11a110 (V11n:•se) -
Anr.;cli Amedea, S. Polo di Pian (Treviso) • Angeli
Giuseppe, Clo::: (Trento) • Antonioli Luisa, S. Sal-
t·atQre }\\,1011/. (Alessandria) - Arduìni Ilda, Ro,•ereto
(Trento) - Ba,u Agostino, Dova lnferiore (Alessnn-
drio) - Botro Giovanni, Refram:ore (Asti) - Bonm,;
Bartolomeo, Rocdll'ftn Cengio (Savona) - Bourgeo13
Teresa, Torino - Bruno Nicola, Trapn111 - Camera
Luiszi, 01e110 (l\\lilano) - Carlini l\\loria, 11/mone (Ge-
nova) • Ca~si l\\laria, Pinrem:n - Cattaneo Cu,·. D
Ciuseppe, Castelletto Tirino (Ko,'nrn) Costa l\\Ton;.
Vittorino, Vi/Iorio V1'11eto (Tre, iso) Cruciani ;\\lons.
Ani::elo, ,'\\.lo11te1ossu di Sassoferrato (Ancona) • Dalln
Torre Candida, ìl.J,,:::::,wa (Trento) • D.: Carli Emi-
lio, Verpolate (l'.ovara) • Dho Regino, Fm1ta11,·to
,l'.r/J!og,w (Novu.ru) • Doglio Don Romeo, Albm·
(Como) - Fanzaga Parn;n1.1.io, Ca.sie/ Bo:::zmre (Ber-
gamo) - Gullotti Antonio, Tr(mtello (Pa,-ia) • Gior
dani Giannino, Quinto (Treviso) - Grigoli Gaet:mo ,
Rrconio (Verona) - Laffruncht Francesco, Preseglie
(Brescia) • Laurenti l\\lons. Pio, Nep1' (Viterbo) -
Lombardo Gius~ppe, Nisremi (Cnlrnnissetta) • Ma-
rnzzani Lucio, Corlt:ttO (Bre~cin) - lV{a.rengo l'rf'lf
Giacinto, Edolo (Brescia) - Noro :'I.Iaria, Torino -
Orlandi Landoni Elena, .'l-fi/tl110 - Pal11 Giovanni.
Oristmw (Cagliari) - Paolotti Suor Anna, Toriffo
P:issern Carolina fu Crist., Gl'r111ig111,gt1 (Varese} -
Piano Emilia, Pomedecm,o ((;cnov-.i) - l'renazzi GJU-
seppe. Sedeglin110 (Udine) - Preti Dioli Anna, Bor-
cioleu, (Vercelli • Roselhni Giuditta, Chiesi110 U,:;::,'.•
11ese (Pistoia) - ,Ros~i Cantù Virginia, Ser"!f,m (Mi~
Jano) - Rovere Galleano J\\,1anetta, .'\\,Jagt,m,u Alp,
(Cuneo) Sulpìzi Prof. Giuseppe, N"d Ligure (Ales-
sandria) • Tacooni Pietro, Prit•emo (Littorio) • Tona
;\\faddalena, C11111i110 (Alessandria) • Urb:mo Giusep-
pe, Smera (Caltanissetttl) - Zuabom D Battisia,
Brt.seia.
-
Con permesso delt'Auto..-Jtà Ecc:lesiastic:a. - Tip. S.E.I., Corso Regina Margherita, 176.
Oimllon> responsabile: D. C -U I O O FA V IN I, Via Co1101en110. J:a - Torino to9.