Bollettino_Salesiano_199011cooperatori


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ANNO 114 - N. 18 • 2• QUINDICINA 15 NOVEMBRE 1990
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
"LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
IMPEGNA
AD APPROFONDIRE
E A TESTIMONIARE
LA DIMENSIONE SOCIALE
DELLA CARITA11
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Non è un commento, ma solo
una prima riflessione, spontanea
e semplice. La strenna va accolta
come dono anzitutto. Poi come
impegno di studio, di riflessione
e di confronto con la nostra vita.
È, come le altre, una vera minie-
ra dove attingere ricchezze per la
nostra meditazione.
Tra tutti i termini che la com-
pongono emerge l'ultima parola,
ma la prima in ordine di lettura
della strenna: «LA CARITÀ».
Una parola forse usuale e co-
mune, ma tanto usuale e comu-
ne da farne il punto chiave di
tutta la pratica evangelica.
Ripenso a tante espressioni
della S. Scrittura, ripenso al
maestoso e solenne inno alla
carità.
Gli altri termini che compon-
gono la frase ne fanno da corni-
ce e ne indicano metodo di ap-
plicazione e frutti da saper co-
gliere.
Parlare di carità in funzione
sociale richiama il concetto di
prossimo. Non sembra oggi in-
fatti in discussione il valore della
Carità, forse neppure è messo
sotto accusa il significato e il
senso delle sue manifestazioni.
La vera difficoltà nasce dalla
vita quotidiana, tra i rapporti
interpersonali.
Il difficile per una società in
conflitto di idee, di valori e di
principi, non è infatti amare il
prossimo, ma capire e accettare
il prossimo. Non esiste infatti
carità se non riferita alla pro-
mozione e alla difesa del bene
altrui.
«Chi è il mio prossimo?» è
l'interrogativo di ieri e forse an-
cor più di oggi. In altri termini
la domanda potrebbe anche
suonare così: «Come farmi pros-
sr. mo?.
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A SERVIZIO
DELLA NUOVA
EVANGELIZZAZIONE
«Negli ultimi anni si è fatto
urgente il bisogno di una "nuo-
va evangelizzazione": "nuova
nel suo ardore, nel suo metodo,
nelle sue espressioni» . Essa tro-
va la sua ragione nelle situazio-
ni inedite "ecclesiali, sociali,
economiche, politiche e cultu-
rali" caratterizzate da una cre-
scente accelerazione del muta-
mento e dell'accumularsi di
questioni che chiamano in cau-
sa la responsabilità di tutti.
E nuovo dunque il contesto,
sono nuovi anche gli obiettivi
generali a cui essa tende : si trat-
ta di rinnovare il tessuto umano
della società, accettando di rin-
novare anzitutto lo spirito evan-
gelico nelle comunità ecclesiali.
La "nuova evangelizzazione"
si rivolge alla persona, "centro
e vertice di tutto quanto esiste
sulla terra". E consapevole però
che il rispetto della persona esi-
ge una solidarietà anche a livel-
lo mondiale. Di questa solida-
rietà la carità è l'anima e il so-
stegno. Persona e società ven-
gono così trasformate da una
"nuova cultura", attenta oltre
che alle esigenze della morale
individuale, alla totalità dei bi-
sogni dell'essere umano».
(CG23 , p. 22)
Il passaggio ad una Carità ac-
cettata e vissuta sembra l'invito
del Rettor Maggiore che si ar-
monizza con le sue sensibilità
della Chiesa di oggi. Una evan-
gelizzazione si fa nuova, quando
rende visibile la NOVITÀ DEL
VANGELO.
La novità che è Cristo ci fa es-
sere in Cristo non una realtà pu-
ramente intimistica, individuale,
ma una forza che muove e guida
la storia di un popolo, che non ti
chiede solo la «carità» ma il sen-
so del «gesto di carità» .
Non è una crociata a moltipli-
care le opere di carità, ma l'im-
pegno a porre gesti, atteggia-
menti, azioni che generano il
bene comune, nel rispetto del-
l'uomo: una testimonianza, in
altri termini, che additi a tutti il
REGNO DI DIO, facendolo pre-
sente, dove oggi vivo.
È questo farsi prossimo, farsi
samaritani nel piccolo e nel diffi-
cile, che rende credibile la fede.
È farsi prossimo con il debole,
il fragile, nello spirito e nel cor-
po che genera voglia di credere.
E in un mondo segnato da
una cultura del profitto, marca-
to spesso da egoismi e individua-
lismi, c'è urgenza di una rete di
relazioni di coraggio, di amore,
di fiducia, che scaturiscono dal
cuore grande di Colui che salva,
Cristo.
È un cammino tracciato e in-
dicato dalla Chiesa, meditato e
rilanciato dai nostri Capitoli Ge-
nerali.
È una sfida che ci viene come
messaggio maturato in questi
anni di confronto e di analisi
storica. Una sfida continua che
abbiamo sotto i nostri occhi
giorno per giorno. Emarginazio-
ne, devianza, ingiustizia, sfrutta-
mento, povertà sociali e morali.
«Si tratta perciò di abbattere,
si legge negli atti del CG23, una
sorta di diffusa indifferenza, di
andare contro corrente, e di
educare al valore della solidarie-
tà contro la prassi della concor-
renza esasperata e del profitto
individuale» .
A una sfida non si va senza
armi, e per il cristiano l'arma
della CARITÀ è insostituibile.
D. Alfano Alfonso

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BEATI
AD'IBALE M. DI FIWTCIA
Messina
(1881-1927)
GWSEPPE ALLAJWfO
Torino
(1881-1928)
FONDATO BI
Rogazionisti
Figlie del Divino zelo
Missionari e
Missionarie
della Consolata
Giunti in Paradiso quasi insieme, dopo aver lavorato nella vigna del Signore
lo stesso numero di anni, insieme hanno ricevuto anche il riconoscimento di
essere stati autentici imitatori di Cristo.
ANNIBALE, uomo di preghiera, pose al centro
della sua vita il comando di Gesù: «Pregate il Padro-
ne della messe perché mandi operai nella sua mes-
se» (Mt 9,38) e dettò come scopo fondamentale della
sua Congregazione quello della richiesta di numero-
se e sante vocazioni per la Chiesa. Volle nutrirsi del-
la spiritualità e del pensiero di San Francesco di Sa-
les. Di Don Bosco condivise il desiderio di diffondere
il bene mediante la stampa e l'educazione della gio-
ventù; e per questo secondo lavoro volle attuato in
pratica il Sistema Preventivo. Nel 1903 Don Rua lo
annoverò tra i Cooperatori Salesiani. ANNIBALE
DI FRANCIA amò Dio e i fratelli, particolarmente
quelli piccoli e poveri; amò il sacerdozio e curò i gio-
vani in formazione nei seminari e nelle comunità re-
ligiose; realizzò la sua missione con grande umanità
e spiritualità, per essere implorante e al tempo stes-
so operante senza risparmio e senza limiti.
GIUSEPPE ALLAMANO, nativo di Castelnuovo
d'Asti, nipote di Don Giuseppe Cafasso, ebbe da Don
Bosco la guida spirituale negli anni (1862-1866) dei
suoi studi nell'Oratorio di Valdocco. La sua spiritua-
lità fu essenzialmente mariana; la «sua» Consolata
era per Don Giuseppe un esempio eccelso di servizio.
E questo esempio l'Allamano non si stancò mai di
additare ai Confratelli e Consorelle degli Istituti da
lui fondati. Giuseppe Allamano non fu solo sacerdo-
te della Chiesa torinese alla quale appartenne e servì
per tutta la vita come direttore spirituale in semina-
rio e, per 46 anni, come rettore del Santuario della
Consolata e del Convitto ecclesiastico; fu anche sa-
cerdote della Chiesa universale per quell'apertura al
mondo che lo fece fondatore e padre di missionari.
«Essere, prima di fare... fare bene il bene... essere
straordinari nell'ordinario»: sono questi i principi
che hanno fatto di lui un grande uomo d'azione.
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Mimmo Calabretta
Diap. L.D.C.
S alam è un bambino di 10 anni morte di 14 milioni di bambini -«proteggere le vite dei bambini e
e vive alla periferia di Dacca, ca- all'anno. Una strage dovuta a ridurre le loro sofferenze».
pitale del Bangladesh, da due violenze, fame, malattie: a volte Intanto Bush, Andreotti, Kai-
anni, cioè da quando è fuggito banalissime come il morbillo e fu, Mitterand, Mulroney, Havel
dal suo paesino nel nord del la tosse convulsa che causano e tutti gli altri promettono, nella
paese, perché maltrattato dalla 2 milioni di morti all'anno. O Dichiarazione, di ratificare la
matrigna. Ora trasporta mattoni come la disidratazione per diar- Convenzione sui diritti dei bam-
per dodici ore al giorno e viene rea, causata dall'inquinamento bini siglata all'Onu nel 1989 (so-
pagato con un dollaro e una sco- dell'acqua; con un sacchetto di lo una quarantina di paesi l'han-
della di riso. La sua casa è il sali (costo: 50 lire) si salverebbe no già fatto, gli altri, tra cui
marciapiede, il suo tetto un telo- un bambino. Ogni anno 2,5 mi- l'Italia, non ancora), di elimina-
ne di plastica che dovrebbe pro- lioni di bambini muoiono per- re la fame, di migliorare le con-
teggerlo dalle piogge monsoni- ché non hanno questi sali. Così, dizioni sanitarie, di combattere
che.
ogni giorno che passa vuol dire la povertà, l'analfabetismo, la
Lahara, una bambina dell'iso- 40 mila piccoli innocenti che droga.
la del Borneo, a tredici anni è muoiono senza clamori, né Per passare dalle parole ai fat-
stata venduta già due volte: dal commemorazioni ufficiali.
ti e salvare nei prossimi dieci
padre ai mercanti della prostitu- E ancora, 800 milioni soffrono anni 50 milioni di bambini, oc-
zione e da questi ai cinesi della la fame; metà dei bambini del corrono, secondo l'Unicef, 3 mi-
città di Sampit, che apprezzano terzo mondo non hanno acqua la miliardi all'anno. E non sem-
molto le piccole vergini. Lahara pulita da bere; 100 milioni brino troppi; è esattamente la
vive e lavora in un quartiere a piccoli analfabeti si aggiunge- cifra spesa in America nel 1989
luci rosse.
ranno agli altri. E poi, innume- per la pubblicità delle sigarette.
Queste sono solo due delle revoli sono i bambini vittime di A complicare le cose c'è il
tante, agghiaccianti storie di maltrattamenti e abusi, quelli problema del debito del terzo
bambini raccontate al Palazzo di venduti come schiavi o costretti mondo, una delle cause del
vetro dell'Onu, a New York do- alla prostituzione. Infine c'è il dramma dei bambini. I paesi po-
ve, il 29 e 30 settembre scorso, si nuovo incubo dell'Aids: a New veri chiedono da tempo la can-
è svolto il più grande summit di York un bambino su 60 nasce cellazione dei debiti, specie per
tutti i tempi. Settantuno re e sieropositivo, e già questo dato è le nazioni più povere dell'Africa;
capi di stato e cinquanta mini- allarmante. Ma in Africa centra- ma i paesi ricchi non sembrano
stri degli esteri, hanno parteci- le il rapporto è di 1 a 10.
sensibili a questa richiesta.
pato al vertice organizzato dal- Questi i dati impressionanti A proposito di paesi sviluppa-
1'Unicef, l'Agenzia per l'infanzia emersi dal vertice, che si è con- ti, non si può certo dire che qui i
dell'Onu, sulla situazione dei cluso con la firma di una solen- bambini vivano felici e senza
bambini nel mondo. Per due ne Dichiarazione consegnata al- problemi. Ogni giorno di più le
giorni i grandi della terra hanno 1'Assemblea Generale dell'Onu. cronache riportano notizie di
discusso su come combattere la Solo il futuro dirà se questo abusi di ogni genere sui minori,
guerra invisibile che provoca la summit mondiale sarà servito a maltrattamenti, trascuratezze,
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abbandoni. Problemi tipici delle
società del benessere cui si ag-
giungono in Italia fenomeni più
gravi: i piccoli zingari costretti a
rubare dai loro genitori. I bam-
bini che la camorra usa come
corrieri della droga o, peggio,
come killer. I ragazzi calabresi
che fanno le sentinelle in Aspro-
monte. E poi il terribile capitolo
delle violenze sessuali che spes-
so si verificano nello stesso am-
bito familiare.
Nemmeno in Italia, dunque,
la situazione è rosea. Come av-
verte il giurista Alfredo Moro,
già presidente del tribunale dei
minori, «l'attenzione per l'infan-
zia è più dichiarata che attuata,
e la legge sulla tutela penale dei
bambini attende da due anni in
Parlamento di essere discussa».
Ma, a parte le responsabilità e
i compiti dei politici, tutti siamo
invitati ad impegnarci per aiuta-
re i bambini in Italia e nel mon-
do. A maggior ragione noi coo-
peratori, chiamati alla missione
di «salvezza della gioventù» (art.
1 Rva), non possiamo esimerci
dal rispondere con i fatti al grido
disperato dei bambini.
Oltre al contributo economico
che ognuno può dare, dobbiamo
lavorare per sensibilizzare le co-
scienze; in particolare i coopera-
tori impegnati in politica insie-
me ai centri locali dovrebbero
far propria l'iniziativa dell'Uni-
cef Italia che ha chiesto ai sinda-
ci di tutta Italia di convocare al-
meno una volta all'anno i consi-
gli comunali per discutere solo
progetti per i bambini.
Forse così faremo qualcosa di
concreto per accogliere l'esorta-
zione pronunciata da una bam-
bina calabrese ai funerali di una
compagna uccisa dalla malavita:
«Lasciateci in un mondo in cui
l'uomo possa avere la gioia del-
la vita, il gusto della libertà, la
sicurezza della famiglia, la cer-
tezza dei doveri e dei diritti, la
felicità di stare con gli altri».
I DIRITTI DEL BAMBINO
Anche se tra luci, carenze, ambiguità questa dichiarazione di diritti ci
porta a una visione universale per la difesa dei piccoli. Resta arbitraria
infatti, l'interpretazione dell'inizio della vita e dell'estensione del con-
cetto di bambino.
Rimandiamo per una riflessione più ampia al n° 106 della Collana
«Mondo Nuovo».
Principio primo
TUTTI I BMfBINI SONO UGUALI
Diritto all'uguaglianza senza distinzione di razza, sesso, religione,
nazionalità.
Principio secondo
CRESCERE NELLA LIBERTÀ
Principio terzo
IO SONO IO
Diritto a un nome e a una nazionalità.
Principio quarto
SALUTE, CIBO, CASA
Diritto all'alimentazione, alla casa, al gioco e a cure mediche adeguate.
Principio quinto
QUEI «POVERI ASSOLUTI»
Diritto ali'educazione e a cure speciali se fisicamente, mentalmente e
socialmente ritardato.
Principio sesto
SE SI STRAPPA LA FAMIGLIA.. .
Diritto all'amore e alla comprensione da parte dei genitori e della società.
Principio settimo
LE TRE SCUOLE
Diritto a ricevere un'educazione primaria gratuita e ad avere la possibi-
lità di dedicarsi a giochi e attività ricreative.
Principio ottavo
UN AMORE DIVENTATO VISIBILE
Diritto a essere il primo, in caso di necessità.
Principio nono
LA FINE DELL'INFANZIA?
Diritto alla protezione contro ogni forma di crudeltà e di sfruttamento
nel lavoro.
Principio decimo
UNA CULTURA DELLA PACE
Diritto a essere educato nella pace, tolleranza e fratellanza universale.
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_ _ _ _ _ _ TESTIMOIIAIZA _ _ _ _ __
UNA COLLABORATRICE ENCOMIABILE
IN FAVORE DELLE MISSIONI
Ricordiamo la figura di una collaboratrice,
esempio e stimolo per i cooperatori, giovani e anziani.
T eodolinda Andreatta, dopo alcuni giorni di forte indisposizione, ha chiuso la sua vita terrena
per il Cielo.
Non attese l'età matura per orientare il suo animo al servizio del Signore. Da fanciulla fece
esperienza che stare con Lui è fonte di serenità e di pace. Comprese presto che la vita richiedeva
impegno, dedizione, servizio. Conobbe povertà e lavoro; non fu insensibile alle necessità altrui e
alla richiesta di collaborazione.
La preghiera quotidiana, la partecipazione attiva alle feste religiose corroborarono il suo spi-
rito nell'affrontare le esigenze e le prove della vita. L'Africa e il Venezuela la videro, assieme al
marito, in cerca di lavoro per assicurare all'età matura un migliore avvenire. Ritornata in Italia si
stabilì alla periferia di Bassano del Grappa. La privazione di figli e la morte prematura del marito
troncarono le speranze di una vecchiaia serena. Ma l'indole ardimentosa, alimentata fin dalla gio-
vinezza, non le permise di chiudersi nel suo dolore.
Le condizioni precarie della vita di tanti fratelli che venne a conoscere nel terzo mondo le aprì
il cuore e la mano. E rispose prontamente al richiamo dei missionari che si affaticano per migliora-
re le situazioni spirituali, morali ed economiche di tanti diseredati. Saveriani, Comboniani, Pime,
Salesiani... trovarono in lei la risposta pronta alle loro molteplici richieste.
Nella modesta casa di via S. Pio X al n° 20 Mamma Teodolinda lavorava, scriveva, pregava
per tutti i suoi figli spirituali dell'Africa, delle Americhe. Raccogliere indumenti, lavarli, stirarli;
confezionare pacchi, spedirli, fu una occupazione sostenuta per più di 20 anni con grande tempe-
stività e gioia. Ed era felice quando poteva mostrare quello che aveva preparato e quanto ancora
attendeva il suo solerte lavoro. La ricompensa di tanta alacrità l'attendeva dal Signore, ma acco-
glieva con gioia la riconoscenza e le preghiere di tanti assistiti dalla sua generosità. Trattenersi poi
a pranzo o a cena con qualche missionario era per lei una festa di famiglia.
Negli ultimi anni curava con predilezione le Missioni Salesiane. Lo sanno i confratelli della
Bolivia, del Brasile, dell'India e Don Lodovico Zanella del Centro Missioni Salesiane di Valdocco
(Torino) a cui spediva quintali di indumenti. L'elogio che ne fece alla notizia della morte è la te-
stimonianza più eloquente dell'impegno costante e fervido della signora Teodolinda in aiuto ai
missionari.
Partecipava con trasporto all ' Istituto E. di Sardagna di Castello di Godego alla festa di Maria
Ausiliatrice e di Don Bosco felice di intrattenersi con i Salesiani. Con Don Giovanni Calzavara,
che godeva con lei di grande dimestichezza, ricordava ultimamente il lavoro compiuto, le molte
spedizioni di pacchi postali, la corrispondenza epistolare con i Missionari . Si entusiasmava al
pensiero di aver potuto contribuire ad alleviare i disagi di tanta povera gente. Nel commiato non
tralasciò la richiesta di un ricordo costante e reciproco nella preghiera.
Ora, nella Casa del Padre, dove certo le è stato assegnato «un posto» meritato, attende con
struggente desiderio i suoi missionari e quanti condivisero con lei l'amore per la dilatazione del
Regno di Dio.
Don Carlo Drago
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E'
un singolare bilancio questo di
fine anno, nel quale non figurano le
parole «dare» e «avere». Sono state
sostituite da «diritti» e «doveri». Ciò
può indurre ad una considerazione
amara: «Non ci posso far niente».
Fortissima e imperiosa la voce che
interpella le coscienze!
E si spezza quel «sogno» di lucidi
aratri, di covoni di grano, di belati
mansueti, di zufoli e armoniche, di
aie affollate, di antica saggezza.
Allora dov'è il Poverello di Assisi
che diceva di spargere granaglie il
giorno di Natale perché anche i
passeri potessero saziarsi? Che ogni
uomo doveva mangiar carne e fe-
steggiare la venuta del Salvatore?
È forse rimasto impietrito ai piedi
di quel monte, in quel presepe,
quella notte, a Greccio?
Per il Figlio di Dio .un colle per
nascere, un colle per morire.
Povero allora, spogliato di tutto
alla fine, ma con una. grande ric-
chezza di acqua che disseta e di
cibo che toglie ogni fame.
Questa forza rigeneratrice per
l'uomo è passata attraverso l'uomo.
È stato un «sì» di rinuncia, di
disponibilità piena, di abbandono
completo per soddisfare una richie-
sta esclusiva di autentico amore.
Al «sì» della maternità divina della
fanciulla di Nazareth, parole troppe
volte passate come semplice e bella
espressione, deve fare eco il di
ciascuno di noi a diventare figli e
fratelli con tutto quello che tale con-
dizione comporta.
È un concetto ricorrente che ha
fatto abitudine al nostro orecchio,
ma forse non è salito fino alla volon-
né sceso nell'intimo del cuore.
La bellezza della paterna bontà di
Dio ci offre la possibilità di ricomin-
ciare ogni giorno daccapo e non c'è
quindi spazio e motivo per rimpian-
gere il tempo perduto.
Ecco allora il passaggio obbligato
sugli stretti sentieri della via di Be-
tlemme.
A noi, come in quella notte ai pa-
stori, viene rivolto spesso l'invito ad
«andare alla grotta» perché là trove-
remo Colui che ci salva e Colei che
ce lo indica.
A volte ci siamo lasciati vincere
dal timore di trovarla vuota e non
siamo andati.
A volte ci rifiutiamo di andare per
paura di trovare Qualcuno diverso
da quello che immaginiamo e che
non ci permette di continuare a fare
le cose di comodo della vita: un Ge-
sù che mette alla prova la nostra
fede puntellata di trovate umane.
A volte non avvertiamo più il bi-
sogno di una Madre e preferiamo
fare i grandi agendo di testa nostra.
Quella volta, tutte quelle volte,
per noi non è Natale e chiudiamo la
porta in faccia a quanti si identifica-
no in quel bimbo e in quella donna,
che nella notte della sofferenza, del-
la debolezza, della povertà, del-
!'emarginazione, bussano alla ricer-
ca di un po' d'Amore.
Mentre il Cielo annuncia il tem-
po, domani sia per TUTTI un buon
Natale, il «nuovo giorno», che gene-
ra vita e speranze!
Rinnovato il
CONSIGLIO GENERALIZIO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE - 1990
Madre Generale M. MARINELLA CASTAGNO Italia
Vicaria
M. ROSALBA PEROTTI
Brasile
Dic. Formazione M. MATILDE NIVARES
Perù
Dic. Past. Giov . M. GIORGINA McPAKE
Scozia
Dic. Comunicaz.
Sociali
M. GRAZIELLA CURTI
Italia
Missioni
M. LINA CHIANDOTTO
Cina
Amministraz.
Visitatrici
M. LAURA MARAVIGLIA Italia
M. ANNA MARIA DEMEUR
M. ELISABETTA MAIOLI
M. M. LOURDES PINO
M. LOURDES BARRETO
M. CIRIACA HERNANDEZ
M. ANTONIA COLOMBO
M. A. MARIA MATTIUSSI
Belgio
Italia
Antille
Brasile
Argentina
Italia
Filippine
Alla Madre Generale e al suo Consiglio gli auguri affettuosi e la preghiera
costante di tutti i Cooperatori Salesiani d'Italia.
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Prospettiva
vocazionale
per i giovani
Animatori
del MGS
ISPETIORIA ADRIATICA
Vivere «nel mondo» da Salesiani
In apertura del Consiglio ispettoriale dei Coope-
ratori (Ancona 15 luglio) il Sig. Ispettore ha presen-
tato il «messaggio» del CG23 quale evento vitale per
tutta la Famiglia Salesiana, momento di revisione, di
studio e di crescita, di progettazione e di rilancio del-
la «spiritualità salesiana». Nel tema del CG23, «Edu-
care i giovani alla fede», c'è l'esplicito invito ad essere
«fermento» spirituale in mezzo ai giovani attraverso il
recupero dei valori evangelici. È sempre più essen-
ziale far circolare il Vangelo nella società, vivendo la
vocazione specifica secolare del Cooperatore; occor-
re prenderne coscienza per testimoniarlo con coe-
renza per fare dei giovani «buoni cristiani ed onesti
cittadini».
Rilanciare l'Associazione CC.SS.
Da qui, l'urgenza di rilanciare l'Associazione dei
Cooperatori sulla base di una spiritualità «rinnovata»
che rafforzi /'identità profonda del Cooperatore. A
questo proposito, il nuovo testo recentemente pub-
blicato a commento del RVA, diventa il testo di spi-
ritualità del Cooperatore salesiano.
Il CG23 interpella ogni appartenente alla Fa-
miglia Salesiana a «fare comunione», perché nella
Chiesa la missione è sempre affidata ad una co-
munità.
Questo concetto, ben evidenziato dalla «Christifi-
deles laici», stimola i Centri dei Cooperatori, che sor-
gono nell'ambito delle nostre opere, ad entrare nel
vivo delle concrete situazioni salesiane.
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Un anno di formazione per i giovani
Questo appello deve avere risonanza e traduzio-
ne operativa a livello ispettoriale e locale. Per questo,
l'ispettoria propone ai giovani animatori più sensibili
alla missione di Don Bosco, un anno di formazione
che li porti a diventare Giovani Cooperatori. Questo
«anno di formazione» si svolgerà a livello ispettoriale,
regionale e locale col sussidio di schede apposite,
per costituire in ogni opera un piccolo nucleo di gio-
vani Cooperatori. È un cammino che dev'essere
preoccupazione non solo dei SDB, ma anche degli
attuali Cooperatori proprio per concretizzare l'obiet-
tivo di un cammino insieme, come vere «comunità
educative» che aiutino i giovani a scoprire la loro
vocazione e a offrire loro spazi concreti per viverla.
Il Sig. Zampini, coordinatore ispettoriale dei Coo-
peratori, ha comunicato l'esperienza vissuta a Fonta-
nazzo nella scuola nazionale di formazione sistema-
tica e permanente dei Cooperatori da operarsi nei
singoli Centri e tramite iniziative ispettoriali. Occorre
intensificare la vita del Centro, come punto di riferi-
mento per la comunione e l'azione.
Relazione tra MGS-PG-CC.SS.
I consiglieri poi, in fase di discussione, hanno pre-
so in seria considerazione il rapporto che deve esiste-
re tra la Pastorale giovanile ispettoriale, il Movimento
giovanile salesiano e l'Associazione dei CC.SS.
Maria Grazia Giampaoli ha riferito come sono
stati stimolanti gli interventi che hanno offerto, al
Convegno Nazionale dei Giovani Cooperatori, il

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Dott. Lello Nicastro e Don Giovanni Battista Bosco
Delegato nazionale della Pastorale giovanile. Ecco i
punti nodali:
- far diventare i giovani protagonisti attivi della
missione salesiana, non semplici usufruitori;
- aggregare i giovani attorno ad esperienze con-
crete di pastorale e di promozione sociale;
- mettere davanti ai giovani le testimonianze va-
lide di Cooperatori leaders come esempi trainanti;
- usare la strategia del recupero di quelli che
dopo la promessa·man mano demordono;
- realizzare la «nuova evangelizzazione» attraver-
so il servizio, la testimonianza, il sacrificio.
Reciproci vantaggi
Il contatto costante tra Cooperatori e Pastorale
giovanile può garantire ai CC.SS. nuove vocazioni
giovanili e spazi di azione apostolica e alla P.G. ani-
matori veramente formati e testimoni fedeli dello spi-
rito salesiano. I Cooperatori diventano cos~ animato-
ri dal di dentro di un vasto movimento apostolico
laicale giovanile.
Linee programmatiche 1990-91
A questo scopo il Consiglio ispettoriale dei Coo-
peratori traccia le seguenti linee programmatiche:
1. Ogni Centro si colleghi e collabori con la Pa-
storale giovanile locale.
2. I CC.SS. adulti considerino la P.G. locale la
base da potenziare e da sostenere per avere GG.CC.
3. Incrementare l'incontro tra GG.CC. e Coope-
ratori adulti per formare sempre più «famiglia».
4. Creare «collegamento» e «informazione» reci-
proca a livello locale e ispettoriale tra MGS e CC.SS.
5. Incontri sistematici e più rawicinati del Con-
siglio ispettoriale. Più contatto con i Centri locali.
Maria Grazia Giampaoli
TENDOPOLI MGS '90 - VENETA S. MARCO
L'esperienza eccezionale dei due giorni trascorsi a
Caorle nella Tendopoli MGS '90 può riassumersi in
una frase piena di significato ed esplicativa del termi-
ne «Carità» e cioè: «Non abbiamo il diritto di essere
felici da soli».
E proprio sul recupero del valore cristiano della
Carità si è impostata la trattazione durante questo
appuntamento di condivisione e di preghiera che
quest'anno presentava appunto come slogan: «La
carità rigenera il mondo».
I lavori si sono articolati in cinque fasi distinte ma
allo stesso tempo complementari:
• divisione degli intervenuti in due categorie: ra-
gazzi fino alla quarta superiore compresa; ragazzi di
quinta superiore-università e lavoratori; sviluppo se-
parato per i due gruppi sopracitati dell'argomento
centrale mediante momenti di testimonianza, di gioia
fraterna, di preghiera;
• festa musicale;
• veglia di preghiera;
• incontro con l'Ispettore;
• Santa Messa conclusiva.
Durante la prima fase sono stati proposti dei
punti di riferimento affinché la carità sociale diventi
realtà; in particolare hanno raccontato le loro espe-
rienze alcuni laici e religiosi che hanno voluto dare il
loro apporto alla costruzione di un edificio comune
basato sull'altruismo e sulla gratuità.
Si sono susseguite negli interventi persone impe-
gnate in comunità terapeutiche, nel servizio civile, nel
volontariato missionario, in istituti di pena, nel setto-
re politico, nel versante culturale, nell'animazione del
tempo libero ed in tutti si è potuto riscontrare grande
senso di responsaboilità e completo spirito di dona-
zione, uniti ad una non comune forza interiore basa-
ta su grandi ideali e radicate motivazioni cristiane.
Hanno collaborato alla presentazione alcuni
animatori molto trascinanti, originali e «freschi» nel
proporsi, sia durante questa fase, che nella coinvol-
gente festa che è seguita, nella quale si è cercato di
divertirsi assieme anche allietati dalle note di un vali-
do gruppo musicale.
Si è poi passati ad un momento di raccoglimento
con la partecipazione ad una veglia di preghiera, bre-
ve ma intensissima; va detto che la scelta della forma
e dello svolgimento di questa veglia, ne ha certamen-
te valorizzato i contenuti suscitando forti emozioni e
notevole trasporto.
Nella mattinata successiva c'è stato un interessan-
te incontro con l'Ispettore che ha dissertato sul tema
centrale della Tendopoli illustrando nei particolari il
vero senso della proposta formativa '90 e presen-
tando le iniziative per il nuovo anno.
Con la Santa Messa finale, impreziosita dalla pro-
messa di impegno concreto formulata da tre nuovi
cooperatori, e con un sentito arrivederci all'anno
venturo, si sono conclusi i lavori della Tendopoli '90,
un'esperienza tanto utile quanto ricca di contenuti e
di proposte.
Samantha Brescia e Fulvio Zennaro
9/ 105

1.10 Page 10

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ROMA - LA GIORNATA
DEL COOPERATORE
Cresce tra i Cooperatori del
Lazio l'interesse e l'attenzione
per questo momento forte del-
la vita associativa.
La giornata del Cooperatore
è nata dall'esperienza prece-
dente della giornata di studio,
che per anni è stata un'occa-
sione per avviare il lavoro del
nuovo anno.
Da alcuni anni infatti, si è
cercato di chiarire obiettivi e
significato dei momenti di ag-
gregazione degli associati.
Si è notato infatti, che occor-
reva distinguere la preceden-
te giornata di studio in due
momenti diversi, per evitare
che si venissero a confonder-
ne le finalità : avere un incontro
di tutti i Consigli locali (assem-
blea ispettoriale!) e un altro
per tutti gli associati, dando al
primo l'occasione per assolve-
re i compiti previsti dal Rego-
lamento di vita apostolica, ele-
zione dei Consiglieri, concor-
dare e verificare la program-
mazione ispettoriale, aiutare
l'organismo ispettoriale nello
studio di alcuni problemi; al
secondo invece offrendo un
giorno di festa per tutti i Coo-
peratori, aspiranti, amici di
Don Bosco, familiari, per il lan
cio dell'anno associativo.
Si è giunti così alla terza
esperienza della giornata del
Cooperatore, sempre più par-
tecipata, ma soprattutto più vi-
vace e più familiare.
Interessante e sentito l'ap-
pello per prendere sul serio la
campagna annuale sul Centro.
La relazione dell'anno asso-
ciativo trascorso ha fatto nota-
10/ 106 .
re luci ed ombre . Positiva e
costante la crescita numerica
dei nuovi associati, in difficoltà
alcuni Consigli locali. In una
fase di verifica il nuovo corso
di rapporto Cooperatori Gio-
vani e Movimento Giovanile
Salesiano.
L'impegno ad essere più
«presenti» nei Centri, a favori-
re e sostenere iniziative locali
e zonali, ha trovato tutti con-
cordi soprattutto in rapporto al
tema dell'anno.
Al momento di studio e di ri-
flessione della mattinata, con-
cluso con la solenne concele-
brazione presieduta dal Sig.
Ispettore, D. Ilario Spera, è se-
-
Roma: Il momento di festa della «Giornata del Cooperatore» del Lazio.
Roma: Il momeno di studio della «Giornata del Cooperatore».

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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guita l'agape fraterna e la festa
in teatro, con testimonianze e
presentazione del calendario
ispettoriale.
PELLEGRINAGGIO
ISPETTORIA
SUBALPINA AL COLLE
DON BOSCO
Il 30 settembre i Cooperatori
della Subalpina-Torino, si sono
dati appuntamento nella casa
di S. Domenico Savio a Morial-
do: un altro gioiello che si ag-
giunge ai luoghi sacri alla me-
moria della santità delle ori-
gini . Qui S. Domenico Savio è
vissuto prima di trasferirsi a
Mondonio. E di qui è partito il
pellegrinaggio di tanti Coope-
ratori, che tra canti, preghiera
e raccoglimento si è portato
davanti alla casetta di Don Bo-
sco e poi al tempio del Colle.
Alla presentazione del sussi-
dio annuale, fatto dal delegato
nazionale , Don Alfonso Alfano,
ha fatto seguito una breve di-
scussione e poi tutti insieme
nella grande Chiesa superiore
per la solenne concelebrazio-
ne, con la promessa di alcuni
Cooperatori.
Come sempre tanta fraterni-
tà ed occasione per comunica-
z;ioni e lancio del nuovo anno
3.ssociativo.
COMO
Il 13 e 14 ottobre si è tenuta
l'assemblea annuale dei Consi-
gli locali della Lombardia. Un
appuntamento ormai abituale
che serve per confrontarsi, ve-
rificare e programmare.
Particolarmente importante
l'incontro di questo nuovo an-
no: previsto il rinnovo del
Consiglio Ispettoriale.
Al pomeriggio di sabato
relazione del coordinatore
uscente, Loriano Saibene, che
ha illustrato il cammino e lo
stato dell'associazione in Lom-
bardia . Ha indicato orienta-
menti e impegni che attendono
il nuovo Consiglio.
Il tema dell'anno è stato pre-
sentato dal delegato nazionale,
Don Alfano , che ha sottolinea-
to, tra l'altro, l'importanza del
sussidio che offre sensibilità
e idee e che pur collegandosi
alle origini offre spunti pro-
fondi di riflessione, per vivere
oggi, nello spirito della Chiesa
e della Congregazione, la vo-
cazione del Cooperatore.
In particolare si è soffermato
sul problema grave dei lon-
tani.
È seguito il lavoro dei grup-
pi, le cui conclusioni furono
poi riprese la mattina di dome-
mca.
Da Como emerge un'asso-
ciazione ringiovanita sia per la
presenza di Cooperatori gio-
vani all'assemblea sia per la
composizione stessa del Con-
siglio.
I ringraziamenti calorosi a
Loriano sono stati tanti e .. .me-
ritati. A lui non mancheranno
occasioni di stare nei servizi di
animazione dei Centri, per non
sciupare la ricchezza del-
l'esperienza acquisita, magari
come visitatore ... straordinario.
RILEVAMENTO
COOPERATORI
INSEGNANTI
Ripresentiamo in questo nu-
mero il tagliando già apparso
lo scorso anno. Alcuni hanno
già risposto. A questi diciamo
grazie!
Agli altri? Affrettarsi a com-
pilarlo e spedirlo a:
UFFICIO COOPERATORI
SALESIANI
Via Marsala , 42 - 00185 ROMA
I Consigli locali siano attenti
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ·- - - - - - - - - - - - ~
Nome e Cognome --- ------ --- ---------------- --- ------------------------------------------------ ---------- ------------------
0 ata di nascita -------- ---------- ------- ---- -- -- ---- -- --- ---------- ------- ---- ------ -- ----- ---- -- ----- -- ------- ------------ ----
1ndi rizzo -- -- -- --- ------- ------- ------------ -------- -- -- ------ ----- -- -- -------------- -- ------- ----- -------- ---------- --- --- ----- -----
Tel. ----------------------------------------
Scuola-Istituto (dove insegna attuai mente) --------------------------------------------------------------------
Mate ria d'insegnamento --- -- -- --- --- --- ----- --- ---- --- ---------- -- -------------- ----------------- -- --- ------- ---- -- ------
----- ---------------.·---------------------
11 / 107

2.2 Page 12

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e lo ricordino ai propri asso-
ciati insegnanti delle scuole di
ogni ordine e grado.
Quale finalità? Il conoscere
la consistenza dei Cooperatori
Insegnanti ci consentirà di ri-
prendere uno degli impegni
più interessanti e certamente
incarnato nella nostra voca-
zione di educatori. Cultura ed
educazione sono un binomio
inscindibile.
Sarà poi compito della CON-
FERENZA NAZIONALE preve-
dere iniziative concrete in me-
rito. Occorre arrivarci prepa-
rati.
PERLE D'ESTATE
GLI ESERCIZI
SPIRITUALI
Non sappiamo quanti hanno
partecipato agli Esercizi Spiri-
tuali organizzati a livello ispet-
toriale durante questo periodo
estivo. Non sappiamo neppure
quanti hanno predisposto per i
propri Cooperatori del Centro
questo momento forte della
vita formativa del Cooperato-
re. Non è certamente per amo- dagli Uffici Ispettoriali, leg- ti se volete. Ma solo perché nei
re di statistiche, per il gusto gendo anche notiziari vari, si nostri Consigli Ispettoriali se
delle cifre o per voglia di esal- potrebbe fare una media di 60 ne parli, si studi e si affronti il
tazione. È per capire, riflettere Cooperatori a Ispettoria. Il che problema. Soprattutto si diano
e stimolarci a fare meglio e di significherebbe circa 850 par- anche occasioni durante l'anno
più.
tecipanti.
ai Centri, da soli o con altri
Dalle notizie che ci arrivano Sono numeri, anche azzarda- Centri confinanti , di organiz-
~ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~ - - - - - - - - - - - --- - - - - - - - -
Note varie -------------- --- --------------------------------- --------- -- ------- -- -------- -------------- ------- ---------------- -- ----
Titolo di st ud io (Laurea o Di ploma) -------- -- -- --------------------- --- -- -----------------------------------------
Anno di co nsegu imento ---- ------------ --- ------------------------------------- -- ----------------- -----------------------
Sede
Posizione g iuridica (cattedra, incarico ... ) -------------- ----- ------ ------------------------ ---- --------------- -- -
Centro Cooperatori di appa rten enza -- ---- -- --- ------- --- ---- -------- --- ----- -- --------------- ---- -- -------------
-----------------------------------------
12/ 108

2.3 Page 13

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zare gli Esercizi Spirituali in
modo adeguato e opportuno.
Non si cada comunque nella
tentazione di chiamare «tali»
quelle abituali tre sere di fret-
tolosi incontri che sono di pre-
parazione alla Pasqua.
Per queste esperienze oc-
corre tempo, clima e spirito
idoneo.
Occorre insistere. Nella set-
tima lezione è la prima perla
- si dice - da salvare!
Anche in questo Don Bosco
la sapeva lunga! Aveva ben
capito che cosa potesse rap-
presentare nella vita di ognu-
no di noi, religioso o laico,
adulto o ragazzo che fosse, il
fermarsi un attimo e «ATTEN-
DERE ALLE COSE DELLA
PROPRIA ANIMA».
PREPARIAMO
LE CONFERENZE
ANNUALI
Da alcuni rilevamenti risulta
che quasi ovunque viene tenu-
ta la Prima Conferenza annua-
le, anche se con modalità di-
verse.
Non deve essere assoluta-
mente la conferenzina durante
l'incontro mensile e al solito
gruppo di Cooperatori. È
qualcosa di più.
È un forte momento di ag-
gregazione di tutta la realtà sa-
lesiana del territorio, concor-
data con tutti gli altri organi-
smi locali, sia religiosi che lai-
cali. Promossa dai Cooperatori
ma estesa a tutta l'area sociale
ed ecclesiale in cui si opera.
Va preparata bene, integra-
ta con momenti significativi di
informazione e di festa. Se ne
parla comunque ampiamente
nel sussidio dell'anno alla set-
tima lezione.
Occorre attenersi al tema e
alla raccolta delle offerte da
mandare direttamente al Ret-
tor Maggiore.
I tempi di svolgimento sono
da inserirsi in un calendario
espressivo localmente.
Della prima conferenza tut-
ti conosciamo l'argomento: la
strenna! Per la seconda confe-
renza, da alcuni anni si è de-
mandato ai Consigli Ispettoria-
li dare eventuali indicazioni in
merito.
Come già negli anni prece-
denti l'Ufficio Nazionale indica
come possibile scelta: IL SA-
CERDOTE ALLA LUCE DEL SI-
NODO DEI VESCOVI! Sembra
un'occasione da non vanificare
per riflettere sulla vocazione
sacerdotale, per arginare false
mentalità e luoghi comuni ne-
gativi presenti nei nostri atteg-
giamenti.
Organizzata bene la seconda
conferenza potrebbe essere
un forte stimolo a rimetterci in
sintonia anche con lo spirito di
Don Bosco che considerava
tale vocazione una benedizio-
ne per le famiglia. E questo
oggi, non lo è affatto! È più
sentita come una disgrazia che
come una grazia!
Settimana di spiritualità
Roma - Pisana - 24-30 gennaio '91
_,,
ccDIMENSIONE SOCIALE DELLA CARITA»
- Prenotarsi presso i propri Uffici lspettoriali!
OLTRE LA NOTIZIA
di ADAL F.
NON DI SOLO PANE
Provate una mattina di
un giorno qualsiasi, a sosta-
re davanti a un'edicola di
giornali. È un assalto di
gente in transito, che si ac-
calca e pigia per acquistare
un giornale, un settimana-
le: per molti è un rito gior-
nali ero, per riempi re i mo-
menti di vuoto sullo scrit-
toio del proprio ufficio. Per
altri forse è un modo come
un altro per darsi tono, per
ritrovarsi in compagnia di
un mondo che rivive imma-
gini e sensazioni attraverso
una carta scritta.
Per tutti è una fonte di
notizie, da conoscere e da
poter commentare con
amici di lavoro, forse meno
con quelli di famiglia.
E così accanto al cornet-
to, quasi sempre accompa-
gnato da un caldo «cappuc-
ci no», c'è il nutrimento di
cose scritte. E magari al
momento del l'intervallo,
tra iI gustoso sorseggiare
dell'immancabile caffè si dà
un'ultima sbirciata, tra
smorfie, cenni di approva-
zione o gesti di stupore e
meraviglia. Tra un lavoro e
l'altro, tra una pausa e l'al-
tra si consuma la colazione
del mattino, fatta di lavoro,
caffè e .. .giornale.
Alla sera altro nutrimen-
to, altre notizie, non più
lette, ma ascoltate e com-
mentate visivamente.
13/ 109

2.4 Page 14

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È proprio vero che l' uo-
mo non vive di solo pane,
ma anche di tutto quello
che esce dal la bocca
dei .. .giornalisti!
Peccato che non sempre
sono parole e cose che fan-
no bene al la salute e allo
spirito!
SEMPRE STRAGE È
La chiamano la strage del
sabato sera. Dovrebbero
al meno per rispetto al la
cronologia del tempo, chia-
marla la strage del l'alba
della domenica, dal mo-
mento che viene consuma-
ta nell'area di pertinenza
del giorno di festa. Per r i-
spetto dei morti almeno
usare quest'attenzione e
onorare almeno con questa
correzione iI giorno del ri-
poso festivo.
È invece meritevole e
degno di atte nzione la pre-
mura dei responsabi Ii di
governo, iI lancio degli ap-
pel Ii televisivi, a mo' di
«s pot», ai nostri giovan i, ri-
chiamando! i al la vita, al suo
va lore, al le pot enz iai i ener-
gie. E così continua iI «se-
rial» televisivo al l'itali ana:
dai pan noi in i, dagli anti-
concezionali, al la droga,
all e discoteche ... ! Da noi
non riuscendo a produrre
dei modelli «Dallas», «Ca-
pitai », ci accontentiamo di
«Spot moraIi».
È iI model lo educat ivo
del duerni la. Quasi che i
giovani fossero dei ... (lascia-
mo perdere la parola!): ba-
OLTRE LA NOTIZIA
di ADAL F.
sta una imm agine, una frase
ad effetto e tutto ritorna in
riga.
Ma forse potrebbe anche
andare, serv irebbe anche iI
richiamo, ma a che serve
urlare «attent i al lupo»,
quando il lupo lo teniamo
dietro l 'ango lo? A che ser-
ve uno «spot» infarcito di
cultura e di immagini tele-
v isi ve che «fanno a pugni»
con un messaggio così ovat-
tato di apprensione?
E la politica dell'inquina-
mento continua anche nel-
l'educazione: si tenta dico-
prire gli «ignudi» con pic-
cole toppe, perché si è in-
capaci di confezionare un
vest ito .
CHE NOME DATE
AL VOSTRO BAMBINO?
Quante volte abb iamo
partecipato forse con un
pizzico di emozione, ma
certamente con tanto sp i-
rito di tenerezza al batte-
si mo di un bambino. Non
sempre abbiamo avuto la
fortuna e anche la voglia di
segu ire con attenzione il
rito e forse certi particola-
ri ci sono sfugg iti. Forse ci
ha fatto sorridere iI «pian-
to Iino» del piccolo nell'atto
di vedersi scode ll ata su ll a
testa quella pioggerellina
di acqua . Abbiamo sorriso
nel vederlo destrarsi maga-
ri da l sonno e agitarsi e
sgranare tanto di occhi .
Ma c'è un momento,
qualche volta imbarazzan-
te, quando si sentono le ri-
sposte alla domanda inizia-
le del sacerdote: - Che
nome date al vostro bam-.
bino?
E qui non piove acqua,
ma un intrecciarsi di nomi
dai gusti e sapori più stra-
ni . Dai santi noti e comuni
a quel Ii m·eno noti, ma
sempre anello di una tradi-
zione che ha radici nella
santità della lunga storia
della Chiesa, dai nomi di
fiori, di pietre preziose a
quelli meno esotici di cose,
oggetti sconosciuti: e così il
parto continua nel sentirsi
fieri di aver creato un
nome originale. Compia-
ciuti i genitori. Forse lo sa-
rà un po' meno iI «pupo».
È anche questo un modo
per allontanarsi dal senso
cristiano del nostro nome.
Occorre andare, come in
tante altre manifestazioni
paganeggianti , andare con -
trocorrente.
Ricordo i I g iorno del la
festa della donna. Una bam-
bina si presenta in classe
con un bel mazzetto di mi-
mose.
- Me le ha regalate
mamma, per il mio ono-
mastico.
Si chiamava Mimosa!
E non sarà facile capi re in
questo spirito la stupenda
espressione: «I vostri nomi
sono scritti in cielo».
14/ 110

2.5 Page 15

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Se vogliamo :.:.:.:.::.:.:.::::::::•···.- ...........................................................................................................................................................................
. "->-----<..'. ·•:\\{:
.......
.... .
:~.. rilanciare
·II i e ringiovanire
~~s~~ ...... .... ·:::r:1:11r1r11
~:z~ on e
~LJi1111
:!!i!!lll! bisogna
I/= ritornare
alle originil
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nel Centro
con lo spirito
e lo stile
di famiglia. (:..·:-\\..:-{..:...}:..:.{..:.}..:...}:-.·:\\-..:.~..:...:-:..:...::..::..::..::.:..~::...:::.:..:::..~::..:::-.::;.:.~:-.::;..:::.:...:..··:.:.::.-;::..;::.-;::..;::.-;::.-;::.-;:.:.;:.:.:;..::;.-::;..::;..:::.-::.:.::..;::.-;::..;::.-;::.-:::..::.:.::.:-;:.:.;:.-::;.-:::.-:::.-::.:-::.:-{:.-{:..::.\\-::.\\.::\\..
È partita la campagna annuale del Centro.
Un anno di riflessione, ma soprattutto di concreto
rinnovamento dell'immagine del nostro nucleo centrale
dell'ACS.
Abbiamo solo offerto il sussidio informativo.
Il resto è lasciato all'inventiva ... personale.
Fateci arrivare le vostre «creazioni» e troveremo
spazio nel nostro Bollettino, come abbiamo fatto per
questo nostro amico di Roma.
15/ 111

2.6 Page 16

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinata ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel 69.31 . 341.
Direttore responsabile : GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
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Autorizz . del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949 - e .e. Po-
stale n. 2-1355 intestato a: Direzione Generale Opere Don Bosco -
Torino - e .e .P. 462002 intestato a Dir. Gen. Opere Don Bosco - Ro-
ma . - Per cambio d'indirizzo inviare a nche l'indirizzo prece.dente.
*
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