Non è un commento, ma solo
una prima riflessione, spontanea
e semplice. La strenna va accolta
come dono anzitutto. Poi come
impegno di studio, di riflessione
e di confronto con la nostra vita.
È, come le altre, una vera minie-
ra dove attingere ricchezze per la
nostra meditazione.
Tra tutti i termini che la com-
pongono emerge l'ultima parola,
ma la prima in ordine di lettura
della strenna: «LA CARITÀ».
Una parola forse usuale e co-
mune, ma tanto usuale e comu-
ne da farne il punto chiave di
tutta la pratica evangelica.
Ripenso a tante espressioni
della S. Scrittura, ripenso al
maestoso e solenne inno alla
carità.
Gli altri termini che compon-
gono la frase ne fanno da corni-
ce e ne indicano metodo di ap-
plicazione e frutti da saper co-
gliere.
Parlare di carità in funzione
sociale richiama il concetto di
prossimo. Non sembra oggi in-
fatti in discussione il valore della
Carità, forse neppure è messo
sotto accusa il significato e il
senso delle sue manifestazioni.
La vera difficoltà nasce dalla
vita quotidiana, tra i rapporti
interpersonali.
Il difficile per una società in
conflitto di idee, di valori e di
principi, non è infatti amare il
prossimo, ma capire e accettare
il prossimo. Non esiste infatti
carità se non riferita alla pro-
mozione e alla difesa del bene
altrui.
«Chi è il mio prossimo?» è
l'interrogativo di ieri e forse an-
cor più di oggi. In altri termini
la domanda potrebbe anche
suonare così: «Come farmi pros-
sr. mo?.» .
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A SERVIZIO
DELLA NUOVA
EVANGELIZZAZIONE
«Negli ultimi anni si è fatto
urgente il bisogno di una "nuo-
va evangelizzazione": "nuova
nel suo ardore, nel suo metodo,
nelle sue espressioni» . Essa tro-
va la sua ragione nelle situazio-
ni inedite "ecclesiali, sociali,
economiche, politiche e cultu-
rali" caratterizzate da una cre-
scente accelerazione del muta-
mento e dell'accumularsi di
questioni che chiamano in cau-
sa la responsabilità di tutti.
E nuovo dunque il contesto,
sono nuovi anche gli obiettivi
generali a cui essa tende : si trat-
ta di rinnovare il tessuto umano
della società, accettando di rin-
novare anzitutto lo spirito evan-
gelico nelle comunità ecclesiali.
La "nuova evangelizzazione"
si rivolge alla persona, "centro
e vertice di tutto quanto esiste
sulla terra". E consapevole però
che il rispetto della persona esi-
ge una solidarietà anche a livel-
lo mondiale. Di questa solida-
rietà la carità è l'anima e il so-
stegno. Persona e società ven-
gono così trasformate da una
"nuova cultura", attenta oltre
che alle esigenze della morale
individuale, alla totalità dei bi-
sogni dell'essere umano».
(CG23 , p. 22)
Il passaggio ad una Carità ac-
cettata e vissuta sembra l'invito
del Rettor Maggiore che si ar-
monizza con le sue sensibilità
della Chiesa di oggi. Una evan-
gelizzazione si fa nuova, quando
rende visibile la NOVITÀ DEL
VANGELO.
La novità che è Cristo ci fa es-
sere in Cristo non una realtà pu-
ramente intimistica, individuale,
ma una forza che muove e guida
la storia di un popolo, che non ti
chiede solo la «carità» ma il sen-
so del «gesto di carità» .
Non è una crociata a moltipli-
care le opere di carità, ma l'im-
pegno a porre gesti, atteggia-
menti, azioni che generano il
bene comune, nel rispetto del-
l'uomo: una testimonianza, in
altri termini, che additi a tutti il
REGNO DI DIO, facendolo pre-
sente, dove oggi vivo.
È questo farsi prossimo, farsi
samaritani nel piccolo e nel diffi-
cile, che rende credibile la fede.
È farsi prossimo con il debole,
il fragile, nello spirito e nel cor-
po che genera voglia di credere.
E in un mondo segnato da
una cultura del profitto, marca-
to spesso da egoismi e individua-
lismi, c'è urgenza di una rete di
relazioni di coraggio, di amore,
di fiducia, che scaturiscono dal
cuore grande di Colui che salva,
Cristo.
È un cammino tracciato e in-
dicato dalla Chiesa, meditato e
rilanciato dai nostri Capitoli Ge-
nerali.
È una sfida che ci viene come
messaggio maturato in questi
anni di confronto e di analisi
storica. Una sfida continua che
abbiamo sotto i nostri occhi
giorno per giorno. Emarginazio-
ne, devianza, ingiustizia, sfrutta-
mento, povertà sociali e morali.
«Si tratta perciò di abbattere,
si legge negli atti del CG23, una
sorta di diffusa indifferenza, di
andare contro corrente, e di
educare al valore della solidarie-
tà contro la prassi della concor-
renza esasperata e del profitto
individuale» .
A una sfida non si va senza
armi, e per il cristiano l'arma
della CARITÀ è insostituibile.
D. Alfano Alfonso