Bollettino_Salesiano_200910

Bollettino_Salesiano_200910



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Mensile - Anno CXXXIII - nr. 9
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 9/2009
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Ottobre 2009

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I ragazzi a rischio sono tanti,
troppi, e rappresentano per la
società un peso sulla coscienza.
po ancor oggi la situazione è grave. I
ragazzi e i giovani a rischio sono tanti,
troppi; rappresentano per l’umanità
un “grido inascoltato” e per la società
un peso sulla coscienza: mentre si
cerca di globalizzare l’economia, non
si esprime altrettanto impegno per la
promozione della dignità di ogni uo-
mo. Ragazzi di strada, ragazzi solda-
to, ragazzi abusati, carcerati, schiavi,
analfabeti, orfani, abbandonati, affa-
mati… ecco le sfide che sollecitano
le coscienze di tutti. I salesiani sono
dalla parte dei giovani, perché come
Don Bosco hanno fiducia in loro, nella
loro volontà di studiare, di uscire dalla
povertà, di prendere in mano il pro-
prio futuro… I salesiani credono nel
valore della persona, nella possibilità
di un mondo diverso e soprattutto nel
grande valore dell’impegno educativo.
I salesiani investono sui giovani, glo-
balizzano l’impegno per l’educazione
per preparare un futuro positivo per il
mondo intero.
Il sistema preventivo, inoltre, punta
sulla dimensione religiosa come la
ricchezza più profonda della perso-
na; perciò cerca di orientare il ra-
gazzo alla realizzazione della sua
vocazione di figlio di Dio. È, questo,
uno dei contributi più importanti che
il sistema educativo salesiano offre
a ragazzi, adolescenti e giovani in
situazione di povertà e rischio psi-
co-sociale. Si tratta di una chiara
esperienza di solidarietà, orientata
a formare “onesti cittadini e buoni
cristiani ”, cioè costruttori della cit-
tà, persone attive e responsabili,
consapevoli della loro dignità, con
progetti di vita, aperti alla trascen-
denza agli altri, a Dio.
ٗ
Ottobre 2009
Anno CXXXIII
Numero 9
Mensile - Anno CXXXIII - nr. 9
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 9/2009
In copertina:
Oggi i giudizi
sui giovani divergono,
c’è chi li difende
ma troppi sembrano
aver perso la fiducia
di educarli. Eppure
essi hanno in mano
il futuro del mondo.
Foto: MGS Triveneto
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Ottobre 2009
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Le encicliche sociali (7b)
di Silvano Stracca
MISSIONI
14 Il Don Bosco del Giappone
di Gaetano Compri
VIAGGI
18 Il miracolo c’è
di Enrico dal Covolo
EVENTI
20 Tempi di crisi / Trick or treat?
Redazionale
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 Il sistema metrico decimale
di Michele Novelli
FMA
28 I tre dei diritti umani
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Luciano Alloisio (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
SALESIANO
O
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Banca Intesa - Fil. Roma 12
IBAN: IT 20 P030 6905 0640 0000 3263199
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS OTTOBRE 2009

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RIBALTA
di Alessandra Mastrodonato
G IOVANI
SCINTILLE
DI CREATIVITÀ
La Commissione Europea ha proclamato questo 2009
anno della creatività. Naturalmente inclini alla creatività
sono soprattutto i giovani…
LLa creatività dovrebbe essere una
qualità particolarmente vicina alla
sensibilità e all’esperienza di noi
giovani. Dovrebbe, perché in effetti,
a ben guardare, sembra proprio che la
fantasia sia sempre più emarginata
soffocarla, forse semplicemente
perché hanno paura di rimettere in
discussione quello che hanno costruito
per se stessi e di farsi contagiare
dall’eccentricità e dalla dissonanza
delle proposte giovanili.
dall’universo giovanile, dominato
Ma questo non significa che la
dall’omologazione e dal conformismo
fantasia, la curiosità, la capacità di
o, quanto meno, da un forte senso di sognare siano ormai irrimediabilmente
realismo, che – pur essendo di per sé bandite dalla nostra esperienza di vita.
un aspetto positivo – rischia spesso di Nella maggior parte dei casi, la nostra
soffocare la nostra capacità di
irriducibile e innata creatività è
desiderare e di sognare, spingendoci a semplicemente un po’ addormentata,
convogliare tutte le energie nella mera
ma non del tutto estinta.
gestione dell’esistente. E chi di noi ha la fortuna di incontrare
Nessuno sembra accorgersi di quanto
grave sia questa perdita. Al contrario,
5 sul proprio cammino persone
disposte a scommettere sui valori
i più (educatori compresi) appaiono
spesso scomodi della fantasia
quasi compiaciuti della sconfitta della
e dell’intraprendenza, non ci mette
fantasia, convinti come sono che ciò
molto a convertire la propria
sia sintomo di una maggiore
inquietudine in energia creativa
concretezza da parte dei giovani, di
e impara in fretta che, provando a
una acquisita capacità di restare con i vedere sotto una prospettiva inedita
piedi per terra e di meglio adattarsi e e originale anche ciò che è usuale e
integrarsi nella realtà sociale del
familiare, è possibile recuperare la
presente. Troppo spesso, infatti, il capacità di meravigliarsi delle piccole
razionalismo oggi imperante, cose: una farfalla multicolore posata
sostenendo con forza l’idea che solo il
sul profumo di un fiore, una goccia
pensiero razionale e scientifico può splendente di rugiada, una manciata
consentire conoscenze precise e di lucciole nella notte, un parco con
durature, ci porta a dimenticare quale
... alberi/elefante, rendendo
ruolo fondamentale riveste la fantasia
straordinario anche ciò
– o se si preferisce il pensiero
che è ordinario.
divergente – nella formulazione di Essere creativi significa, infatti, saper
idee nuove e originali,
“vedere ciò che tutti hanno visto e
nell’allargamento degli orizzonti di pensare ciò che nessuno ha pensato”,
comprensione della vita e nella
come amava dire lo scienziato
sperimentazione di forme inedite di
ungherese Albert Szent-Györgyi,
protagonismo. Ma senza fantasia, premiato nel 1937 con il Nobel per la
senza creatività, la nostra vita rischia di medicina. E, se ciò è vero, la fantasia, il
inaridirsi, di rimanere intrappolata in
pensiero divergente, e perfino il
una routine monotona e ripetitiva, di
disordine, riacquistano tutta la loro
smarrire la capacità di meravigliarsi e
dignità come lievito e sale della
di scommettere sul futuro.
nostra quotidianità, non meno che
Difficile, però, accorgersi di tutto come elementi essenziali della scoperta
questo, quando ci viene insegnato che
scientifica. Forse aveva ragione
adattarsi è meglio che manifestare una
Nietzsche quando affermava che
sana inquietudine di fronte a tutto ciò “bisogna sperimentare il caos dentro
che tende a riprodursi in modo di noi se si vuol far nascere una stella”.
meccanico, quando gli stessi educatori
E a me sembra che la creatività
– in famiglia, a scuola, in parrocchia –, consista proprio nel non aver paura di
anziché incoraggiare la creatività e la
questo caos e nel saper dare a esso
curiosità di noi giovani, tendono a
una configurazione sensata.
BS OTTOBRE 2009

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LE TT E R E AL D I R E TT O R E
sangue, perché il sangue è la strada… La legga. Si accor- nea di teatro satirico popolare
vita; tu non devi mangiare la gerà che i primi ad accorrere in cui si prendeva in giro la ge-
vita”. A parte che il precetto là dove c’è dolore, miseria, po- rarchia ecclesiastica, a volte
si riferisce al sangue degli vertà, sono preti, frati, suore e perfino il Papa. Non corri-
animali, in campo biomedico volontari cattolici. Aggiungo sponde molto alla sua tesi, co-
il sangue non è considerato qualche pillola: è stato un pre- me può constatare.
un alimento, quindi qualifica- te pugliese a portare in Africa
re la trasfusione come un
mangiare e nutrirsi non è cor-
retto. E ancora, a livello isto-
logico il sangue viene consi-
derato un tessuto, quindi fare
l’idea della “Banca dei cerea-
li” (il raccolto che non serve
per mangiare lo si deposita e
lo si rivende attraverso una
cooperativa formata da più di
ACHI APPARTENIA-
MO? Caro direttore, ho
letto su una rivista che
una trasfusione equivale a fa- 800 contadini). Ed è stato un la vita umana non appartiene
re un trapianto, e mi risulta prete salesiano che ha portato né allo Stato né alla Chiesa,
che i Testimoni di Geova con- i pioppi in Patagonia, barriere ma solo all’individuo e ne
DONARE IL SAN-
GUE. Caro BS, […].
Una signora, Testimone
di Geova, madre di un bimbo
di 6 anni mi giura che la Bib-
bia – Parola di Dio – proibisce
la trasfusione di sangue […]
anche per salvare una vita. Mi
pare impossibile che Dio, dato-
re di vita, proibisca di salvarla
a chi la sta perdendo, se ciò
siderino lecito il trapianto.
D’altronde non mi pare che i
TdG non mangino carne… e
la carne contiene comunque
del sangue. Ergo la loro posi-
zione è senza fondamento!
OPERE. Sig. direttore,
[…] dove stanno le
grandi opere della
Chiesa o dei preti […] oltre le
salvacolture dal terribile vento
della Pampa… ecc. (le segnalo
che sotto l’ecc. c’è dell’altro,
tanto altro, che una lettera non
mi permette certo di esplicita-
re). Ora anche una noterella
storica: le megacattedrali non
sono state costruite dai preti
“per affermare il potere del
clero”, ma, guarda caso, dal
popolo che le ha fortemente
volute e pure pagate. Le diver-
se corporazioni di una città de-
può fare ciò che vuole […].
Ma è vero? Sa, l’ha scritto un
pezzo grosso, che anche se
non è cattolico, è un guru (si
dice così?) del laicismo […],
che al riguardo ha detto pure
un fracco di altre cose […].
Giuseppe, Modena
Ha ragione lui. Se fossi ateo
lo scriverei anch’io ... Se fossi
ateo!
6
comporta una trasfusione. Da
dove hanno preso i Testimoni
di Geova questa dottrina?
M. Pettinato, Milano
Ha ragione: è impossibile che
Dio impedisca di salvare una
vita attraverso una trasfusione.
megacattedrali costruite più
per affermare il potere del
clero che quello di Dio […].
Vendel, Padova
Prenda una qualsiasi rivista, di
qualsiasi tendenza e colore,
settimanale, mensile o trime-
cidevano, poi facevano a gara
con le altre città per avere la
cattedrale più bella. Essa rap-
presenta la massima espressio-
ne della cultura medioevale.
Era tra l’altro, la sede per riti
di carattere popolare, vi si riu-
nivano proprio le corporazioni
M JACKSON. […] è
morto M.J. Un grande
di tutti i tempi […]
Era un dio!
Lena @...
Perché Dio vuole salvarle le strale; la sfogli nelle pagine di dei mestieri per discutere i loro Un dio che muore per aver in-
persone, non ammazzarle. cronaca anche, anzi soprattut- problemi; vi si poteva tenere gerito una dose eccessiva di
“Non è il Dio dei morti, ma to, la cronaca dei disastri natu- anche mercato: si discuteva il barbiturici mi pone qualche
dei vivi” (Lc 20,38). Del resto: rali: inondazioni, tsunami, tifo- prezzo del bestiame, dei tessuti, perplessità sulle sue prerogati-
“La gloria di Dio è l’uomo vi- ni, guerre, terremoti… e quella del frumento… Vi si rappresen- ve divine. Soprattutto perché
vente!”, incalza s. Ireneo. Se dei disastri alle persone: apoli- tavano perfino le famose “Fe- dopo tre giorni non è risorto.
Dio ha creato l’uomo, non può di, rom, barboni, ragazzi di ste dei Pazzi”, forma sponta- Pace, comunque, all’anima sua!
volerlo morto perché “Dio
ama la vita”, grida accorato
papa Ratzinger. Quando dalla
A P P E L L I Sua divina fantasia uscì la vi-
ta, e specificatamente quella
umana, il Creatore esclamò
entusiasta: “Ecco, è una cosa
molto buona”, la migliore co-
sa fatta. Per gli altri “pezzi”
della creazione il libro sacro
dice: “Dio vide che era cosa
buona”. Il superlativo lo usa
solo per l’uomo. Sarebbe pro-
prio il colmo, dunque, che pro-
prio Lui impedisse al suo ca-
polavoro di curarsi, e lo prefe-
risse morto. Non ha senso. I
Testimoni di Geova argomen-
tano la loro tesi dalla proibi-
zione dal Deuteronomio 12,23:
“Astieniti dal mangiare il
I Sono alla ricerca di im-
maginette sacre e santini
dei vari soggetti di santa
Alessandra. Ringrazio anti-
cipatamente tutti coloro
che possono inviarmeli
gratuitamente. Non faccio
scambi perché non sono
un collezionista. Grazie di
vero cuore. Flores Maurizio,
Via Francesco Albani 25,
40129 Bologna.
I Mi chiamo Belalimini,
cerco padrini e madrine
per supportarmi nella scuo-
la. Ho 16 anni, mi piace tan-
to studiare ma non posso
più. Ringrazio tanto chi vorrà
aiutarmi. Scrivete a: Belalimi-
ni Kahindi, Parrocchia di
Nyasubi, P.O. Box 561 Kaha-
ma, Shy – Tanzania.
I Soy antíguo alumno sale-
siano. Me gustaria mantener
amistad y correspondencia
con lectores/as del “Bolletti-
no Salesiano” para luchar
contra la soledad y cono-
scer mas Dios en este mun-
do de tragedias constan-
tes. Juan José Domínguez,
Apartado postal 60, 13080
Ciudad Real (España).
I Appassionato musicofilo
pensionato 60enne cerca
dischi in vinile di Mozart e
spartiti di ogni genere. E
tanti amici e amiche per
lettere di opinioni. Antonio
Guarnieri, Via Mascagni
44, 45100 Rovigo RO, cell.
349/41.53.811.
OTTOBRE 2009 BS

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P ‘‘ OSTA AI TERREMO-
TATI. Caro direttore, […]
Sono un “terremotato” de
L’Aquila. Vivo in una casa in
affitto […]. Le volevo dire che
Non ci è stato possibile
pubblicare tutte le lettere
pervenute in redazione. Ce
ne scusiamo. Provvedere-
mo a suo tempo alla pub-
blicazione o alla risposta
da allora non mi recapitano più personale.
il Bollettino Salesiano, benché
INTERNET DIPENDEN-
TI. Caro direttore, mia ni-
pote non ha più la mamma
e sono io a occuparmi di lei,
con il papà. Ma sono in diffi-
coltà. Milly è una solitaria, e
mi sembra che sia diventata
abbia segnalato il nuovo indi-
dipendente da Internet. Quan-
rizzo. È un delitto! […] La po-
sta è sacra e anche al fronte
russo e in altri fronti durante la
seconda disastrosa guerra
mondiale essa veniva, fra peri-
coli, recapitata ai soldati. Oggi
invece a causa di un terremoto,
terribile quanto si vuole, ma
durato solo 22 secondi e non 6
anni, la posta non viene recapi-
tata, nonostante protezione ci-
vile, volontari e forze dell’or-
dine impiegate. Che vergogna!
Paolo D., sfollato!
Caro signore, se quanto scri-
vivono a occhi aperti e vedo-
no ciò che altri non vedono o
non vogliono vedere: quella
di “mandare a quel paese”
tutto e tutti. Però se uno ci ri-
flette sopra, in ultima analisi
si manda “a quel paese” uni-
camente se stessi, per varie
ovvie ragioni:
– prima di tutto, perché i so-
praddetti si sono tolti una spi-
na dal fianco;
– secondo, perché una spina
(sotto forma di rimpianto, di
rabbia, di nostalgia) si confic-
ca anche in chi abbandona un
do le dico di cercarsi amiche
mi risponde che ne ha a mi-
gliaia in Facebuk (sic) e si
confida con loro ed essi l’aiu-
tano tantissimo. Mi domando,
allora perché è più svogliata,
più superficiale, più nervosa
di quando non aveva Inter-
net? Mi potete dire qualcosa?
A noi nonni non c’è nessuno
che ci aiuta, ma mica la sag-
gezza ce l’abbiamo infusa.
Nonna Giuliana, Verona
Gentile signora, è vero, Inter-
net è la grande piazza virtua-
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
A CASA TUA
ve è vero, sì, le do ragione, è ambiente che tutto sommato è le dei giovani; è vero che lì si
una vergogna. Né mi va di stato parte importante della incontrano e fanno amicizia. Il Bollettino
commentare oltre questo en- propria giovinezza;
Ma… è un’amicizia “a basso
nesimo disservizio.
– terzo, perché – anche se costo”, perché impegna poco,
non sembra – l’ambiente inte- al contrario di quelle reali –
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
PROBLEMI ALL’ORA-
TORIO. Caro direttore, ti
voglio dire che non sono
d’accordo sulla conduzione
dell’oratorio. Ormai siamo dei
ro si è impoverito: il valore di
una persona è incalcolabile;
– quarto, perché s’impoveri-
sce in qualche misura la pro-
pria vita: che ci fa uno con un
sacco di idee destinate a rin-
secchire in un ripostiglio del
le amicizie in carne e ossa –
“Basta un click e ce ne libe-
riamo”, ha scritto l’ex diret-
tore di AV. Per comunicare
davvero non basta il mouse.
Gli strumenti mediatici sono
utili, utilissimi, ma non pos-
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
ragazzi e giovani abbandonati. proprio cervello?
sono sostituire la vita vera. i giovani e le missioni.
Quasi sempre soli. Il direttore E c’è un’altra cosa da sottoli- Internet è una grande risorsa,
quando c’è se ne sta con qual- neare, il fatto che ormai gli ma ormai sono tutti d’accor-
che animatore e in cortile gli oratori si riempiono di extra- do, gli esperti, che può costi-
“extracom” se la fanno da pa- comunitari che hanno menta- tuire anche un rischio. Molti-
droni. Mia nonna la sento can- lità, cultura, costumi diversi plicare i contatti non significa
tare “neanche un prete per dai nostri. C’è da ricomincia- automaticamente moltiplicare
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
chiacchierar”[…] Ha ragione. re da zero. Rimboccarsi le le amicizie, e i rischi che si ci. Comunicate
L’ho denunciato un sacco di maniche non basta: occorre corrono sono facilmente in-
volte, ma da quell’orecchio armarsi di pazienza e di ac- tuibili.
non ci sentono. Allora ho deci- coglienza, occorre testimo- A corti discorsi: signora, si
subito il cambio
di indirizzo.
so di sbattere la porta, tanto niare la propria fede, occorre procuri qualche libro che
non mi sopportano più perché evangelizzare con la vita più parli di queste cose, perché
protesto. Meglio andarsene e che con la parola… Rifletten- occorre che prima le conosca
mandarli a quel paese.
do su alcuni oratori (e ce ne lei, per poter indirizzare sua
Mario@...
sono te l’assicuro) in cui or-
mai i frequentatori sono al
nipote. Ad esempio ho tra le
mani un libretto di circa 90
Per la vostra corrispon-
Caro Mario, ho già scritto a 90% (non è esagerato) extra- pagine dal titolo Chiesa e denza:
qualcuno che la sfida in un comunitari e non più cattoli- Web 2.0 di V. Grienti (cfr.
oratorio è denunciare propo- ci, mi tornano in mente i pri- pag. 9); parla proprio di que-
nendo. Fai attenzione: i due mi “fortunati” tempi del cri- sti problemi e potrebbe esser-
IL BOLLETTINO
SALESIANO
verbi vanno a braccetto; in- stianesimo quando i primi di- le utilissimo. Comunque, an- Casella post. 18333
fatti, la denuncia senza la scepoli, mandati allo sbara- cora una volta, è questione di 00163 ROMA Bravetta
proposta è sterile, la proposta glio nel mondo pagano, dove- educazione prima che di proi-
senza la denuncia è solo una vano incominciare da zero… bizioni o di punizioni. Inter-
pretesa. Esiste una macro/ten- Loro ce l’hanno fatta… Si net è la più grande sfida edu-
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
tazione che assale quelli che iste et ille, cur non ego?
cativa odierna!
BS OTTOBRE 2009

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& IN ITALIA
NEL MONDO
TORINO, ITALIA
“DONNE
DAL MONDO”
IN FESTA
La Comunità fma di Porta Pa-
lazzo (Torino) ha vissuto un’e-
sperienza emozionante, la fe-
sta di fine anno mercoledì 10
giugno scorso. Al civico “35”,
si sono incontrati volti di don-
ne velate con grappoli di bim-
bi al seguito; sorrisi migrati dal
Maghreb; giovani nigeriane
esuberanti e festose; discrete
presenze dall’Est Europa, più
riservate ma non meno ricche
di vita e di storie da racconta-
re; giovani mamme peruvia-
ne... Tre ore trascorse insieme,
apprezzando l’esposizione dei
lavori prodotti dalle donne nei
vari laboratori e gustando una
merenda etnica, preparata con
la collaborazione di tutte. È
stato il “grazie” per un anno
trascorso insieme nella pace
della reciproca tolleranza, nel
rispetto delle differenze e nel-
la dignità riconosciuta e accol-
ta delle differenze stesse. È ve-
ro quanto recita la scritta di
Ndjock Ngana, poeta cameru-
nense, stampata sulle borse di-
stribuite come “gadget pensan-
te”: “Spoglia l’uomo del colo-
re della pelle, del colore degli
occhi e vedrai il colore della
mente, il vero colore dell’uo-
mo!”.
NOI,
GLI ADOLESCENTI
BELLI & FRAGILI
di Umberto De Vanna
Splendido volume dedicato agli
adolescenti e di cui essi sono in
qualche modo gli autori. De
Vanna ha raccolto molte loro te-
stimonianze che evidenziano so-
gni e illusioni, coraggio e paure,
speranze e incertezze. Emerge la
fragilità di questa magnifica e dif-
ficile età che l’autore, esperto di
problemi giovanili, non con-
8
danna, indica invece le coordi-
nate per trasformarla in trampo-
lino di lancio. Ecco il perché di
ricorrenti domande provocatorie,
ecco il gioco/test (più test che
gioco), ecco una grafica eccel-
lente che separa le diverse se-
zioni, ecco splendide foto, spes-
so a tutta pagina, che parlano
come fossero parola scritta. Ed
ecco, soprattutto, i temi: l’ami-
cizia, la preghiera, l’esame critico
di sé, il gruppo, i rapporti con l’al-
tro sesso, la libertà, l’innamora-
mento, ma anche Gesù e il Dio
di Gesù. Da non perdere.
MADRID, SPAGNA
BUON
COMPLEANNO,
MADRESELVA!
Domenica 26 aprile nel salo-
ne del CES Don Bosco (Cen-
tro de Enseñanza Superior) di
Madrid, si è celebrato il 25°
anniversario della Fondazio-
ne Madreselva. L’appunta-
mento ha aperto una serie di
giornate commemorative nel-
le varie delegazioni della
ONG che si concluderanno
l’11 dicembre alla Fondazio-
ne Ortega e Gasset di Ma-
drid. La Madreselva è una
ONG di volontariato giovani-
le. In questi 25 anni, i suoi
volontari e le volontarie han-
no raggiunto i paesi più sper-
duti e poveri per raccontare
con i fatti la solidarietà. Per
l’occasione è stata inaugurata
una mostra fotografica Esse-
re donne in Mozambico, fi-
nanziata dalla comunità auto-
noma di Madrid, che ha intro-
dotto i presenti nella realtà
della donna nel continente
africano.
OTTOBRE 2009 BS

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redazionale
CHIESA E WEB 2.0
di Vincenzo Grienti
L’evoluzione nel cyberspazio
è inarrestabile… Il passaggio
da Web 1.0 a Web 2.0 ha
cambiato le carte in tavola per
quanto riguarda l’interattività
e dunque la socializzazione.
Il luogo resta Internet, ma gli
agenti di socializzazione si
sono moltiplicati: Facebook,
Twitter, MySpaces, ecc. Oc-
corre esserci, perché il Van-
gelo non può non essere
annunciato. Tenendo
presenti anche i rischi…
In una novantina di pa-
gine di grande acume e
saggezza, l’autore ana-
lizza i pro e i contro,
più i primi che i secon-
di, delle nuove tecno-
logie che interessano
l’annuncio. Viene ad
esempio presentato
“Davide”, un sistema
filtro per l’accesso
controllato dei picco-
li, applicazione del
metodo preventivo di
Don Bosco. È da leg-
gere.
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
ARGENTO DI SAN MARINO
PER L’ANNO DELL’ASTRONOMIA
NEW YORK,
SEDE ONU
Le Nazioni Unite hanno proclamato l’anno 2009
suor Rosalba Cervantes Araoz “ANNO INTERNAZIONALE DELL’ASTRONOMIA”,
9
e suor Alejandra Garrido Maya con il motto “L’Universo a te scoprirlo”. L’anno 2009
dal Messico, suor Teresa Bur- cade nel quattrocentesimo anniversario delle prime
gues Fernandez dal Paraguay osservazioni astronomiche al telescopio di Galileo
AL PALAZZO
e suor Rosa Silvia Sidasmed Galilei nel 1609. Lo scopo principale della celebra-
DI VETRO
dall’Argentina che lavorano
sul campo. Relatori, Guido
zione è di dare a tutti i cittadini del mondo la pos-
sibilità di riscoprire il loro posto nell’universo con
Nella sala XXV del Palazzo di Barbera, Presidente del Vides l’osservazione del cielo e far sentire a tutti l’emo-
Vetro si è svolto in giugno il Internazionale e suor M. Gra- zione dell’osservazione e della scoperta personale
terzo Parallel Event, Right zia Caputo, Rappresentante degli oggetti celesti.
to education in urgency si- Permanente dell’Ufficio dei
tuations in Latin America”, Diritti Umani dell’Istituto In- Per commemorare l’“Anno internazionale dell’A-
realizzato con la collaborazio-
ne di VIDES Internazionale
e Domenicans Network, e
sponsorizzato dall’Alto Com-
missariato dei Diritti Umani.
Ospiti di rilievo sono le FMA:
ternazionale Maria Ausiliatri-
ce. Il dialogo ha portato le
rappresentanti delle Nazioni
Unite a riconoscere la valen-
za educativa delle esperienze
presentate.
stronomia”, la Repubblica di San Marino ha emes-
so una raffinata moneta d’argento da 5 Euro, dise-
gnata da Maria Angela Cassol. Il diritto mostra una
composizione di pianeti e volta celeste: sulla parte
sinistra sono rappresentate tre torri con piume, tra-
dizionale simbolo della sovranità sammarinese. Il
rovescio, poi, riporta un astrolabio, antico strumen-
to di misurazione astronomica e sul fondo, inserite
nella volta celeste, le rovine di Stonhenge, ritenute
il più antico osservatorio astronomico forse risalen-
te al 2500 a.C.
La moneta, pesante 18 grammi, è inserita nella
divisionale fior di conio sammarinese del 2009,
composta da otto tagli. Tiratura: 50 mila serie com-
plete.
Per informazioni: Azienda di Stato Numismatica
della Repubblica di San Marino
Tel. 0549.88.23.50/70
E-mail aasfn3@omniway.sm
BS OTTOBRE 2009

1.10 Page 10

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… Ecco, dal BS di ottobre 1909, un brano
dell’articolo di fondo che ci è apparso
particolarmente interessante, anzi, decisamente
attuale. L’esortazione ai cattolici a destarsi
“dal loro torpore” è quanto mai vera e può
essere ripetuta e gridata oggi. E non solo
ai giovani.
WEB
FMA SU YOU TUBE
Da mesi le Figlie di Maria Au-
siliatrice sono presenti su You-
Tube con un canale proprio:
FMA TUBE. Il link che indi-
rizza a questo spazio è
http://www.youtube.com/cgf
manet. Non è per seguire una
moda, ma per dialogare con un
mondo sempre più variegato e
ricco di possibilità. È anche un
modo per farci trovare da chi
abitualmente frequenta questo
spazio virtuale. “Le nuove tec-
nologie – come dice il Papa –
rispondono al desiderio fonda-
mentale delle persone di entra-
re in rapporto le une con le al-
tre”. Sul canale si possono tro-
vare i video già presenti nell’a-
rea In-video del sito dell’Isti-
tuto delle FMA. Ma sono atte-
si video prodotti dalle ispetto-
rie o dalle singole sorelle, dalle
comunità e dagli oratori/centri
giovanili, a condizione che ab-
biano come tema il carisma
educativo, l’amore e la predi-
lezione per i giovani.
MEDELLÍN,
COLOMBIA
de che sono alla base della co-
struzione di un ecosistema co-
municativo emergente e piani-
10
ficare risposte creative per vi-
Molti son quelli, che, di fronte ai mali che oggidì af-
fliggono la società, sentono una spina dolorosa in
cuore, ma, purtroppo, pochi lavorano di proposito
per alzare un argine contro l’impetuosa corrente de-
vastatrice; perché i più, anche pii, retti ed esemplari,
si limitano a deplorare le rovine che il vizio e la mi-
scredenza vanno continuamente accumulando. Noi
non vogliamo far la diagnosi di questo fatto; ma non
possiamo fare a meno di osservare, che se molti dei
cattolici si destassero dal loro torpore e compren-
DIPLOMA
VIRTUALE IN
EDUCOMUNICAZIONE
Si sono aperte lo scorso 18
maggio le iscrizioni per il se-
condo corso di Diploma Vir-
tuale in Educomunicazione
coordinato dall’Equipe di Co-
municazione Sociale dell’Ame-
rica (ECOSAM). Si tratta di un
vere la missione e il carisma
salesiano in dialogo con la cul-
tura contemporanea. L’Univer-
sità Cattolica del Nord di Me-
dellín accredita 120 ore di la-
voro lungo quattro mesi.
Rilascia una certificazione ac-
cademica a chi raggiunge
l’80% degli obiettivi. La prima
esperienza educativa virtuale
ha permesso ad alcune FMA
provenienti da Messico, Co-
dessero che oggi il loro primo dovere è la franca ed progetto di formazione online lombia, Cile, Costa Rica, Santo
esplicita professione della fede, perché tutti non solo che promuove l’apprendimen- Domingo, Perù di sviluppare il
dobbiam essere, ma dobbiam pur mostrarci seguaci to con le nuove tecnologie proprio processo formativo con
di Gesù Cristo, con la più generosa cooperazione in- informatiche e comunicative. autonomia e in ambiente colla-
dividuale al trionfo dello spirito del Vangelo in mez- L’obiettivo è riconoscere le sfi- borativo.
zo alla società, più presto spunterebbe il giorno della
sospirata restaurazione. È costume della Divina
Provvidenza di lasciar libero il campo alle cause se-
conde e, in via ordinaria, di non intervenire là, dove
l’uomo può fare, e deve fare, da sé. Chiunque, infatti,
ha fior di senno non può attendere un miracolo
quando non occorre; l’agricoltore ad esempio, non
aspetta che i suoi granai si riempiano prodigiosa-
mente di frumento, sapendo aver Iddio disposto che
i campi biondeggino di messi mercè le sue cure. Or
si vorrebbe pretendere che la società divenga cristia-
na in un ambiente irreligioso qual è quello che la cir-
conda al presente… e non si cura la formazione cri-
stiana della fanciullezza e della gioventù?
(bold d.r.)
OTTOBRE 2009 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (26)
Divagazioni (mica tanto) su una annuale normalità: vacanze in famiglia.
La scuola è iniziata da qualche settimana. >> Dopo qualche giorno che erano arrivati al paese,
Anche quest’anno Alice, a differenza dei suoi preso possesso della casetta che era veramente deli-
amici, ha passato le vacanze con la famiglia. ziosa, una mattina il padre le propose di fare un giro
Avrebbe dovuto essere l’anno delle vacanze con in macchina, solo loro due. Attraversarono alcuni
gli amici, secondo le promesse. Invece, mamma e paesi, accolti dal silenzio e dalla distruzione. Molti
papà hanno deciso di prendere casa in Abruzzo, di questi nel giro di pochi mesi erano diventati paesi
in un paesino di montagna; l’aria avrebbe fatto fantasma. Si fermarono in uno. Alice aveva un grop-
tanto bene alla piccola Beatrice. E poi, quest’an- po in gola al pensiero che, solo pochi mesi prima,
no, tanti soldi non ce n’erano, visto che mamma nella piazzetta a quell’ora ci sarebbero stati i bambi-
Stefania non lavora più. Per
ni a giocare a pallone, e
Alice avrebbe potuto essere
ora… Però, mentre lei e
utile e interessante, perché
papà Giulio passeggiavano
il paesino che avevano
tra le macerie silenziose,
scelto non era lontano da
alcune grida gioiose arrivaro-
alcuni di quelli devastati
no fino a loro; le seguirono
dal terremoto di aprile e
forse, chissà, avrebbero
in silenzio, come attirati da 11
un incantesimo. E l’incantesi-
potuto contribuire a dare
mo ci fu, quando, giunti
una mano, chissà… E così,
presso a uno spiazzo erboso
mentre Sara e Chiara parti-
fuori paese, videro dei bam-
vano per il mare assieme
bini che giocavano a pallone
ad altri/e compagni/e di
e delle persone che si affac-
scuola, Fabio partiva per le
cendavano vicino a delle
vacanze studio in Inghilter-
tende da campo e dei fornel-
ra, Viola faceva chissà cosa
li di fortuna su cui bollivano
(Alice non sapeva quasi più
delle pentole. Alice e papà
niente di lei), la sua fami-
Giulio si avvicinarono. Gen-
glia partiva per l’Abruzzo,
te che aveva perso tutto,
assieme alla nonna che si
eppure molti li salutavano
univa per dare una mano
con un sorriso e – pareva ad
con la piccola. Alice sapeva che parte della deci- Alice – con grande calma e serenità. Sorridevano a
sione dei suoi genitori dipendeva dall’idea di dare chiunque arrivasse in paese. I visitatori erano tal-
una mano anche economica con la propria pre- mente pochi che, chi arrivava era accolto come una
senza in quella regione tanto provata e anche per benedizione. Alice e papà Giulio accettarono il tè
questo non aveva saputo dire di no. Certo, un po’ che una vecchia signora porse loro con grazia e
le bruciava essere l’unica a fare ancora vacanze ascoltarono le storie che avevano da raccontare. Tor-
in famiglia, chissà quante ne avrebbero raccontate narono a casa in silenzio. Il mattino dopo risalirono
al rientro a scuola i suoi amici… Comunque era in macchina e arrivarono fino giù a valle, presso
andata con loro e non se n’era pentita. Anche se una cittadina che aveva dei negozi aperti. Compra-
poi, al rientro, Chiara le aveva confidato di esser- rono delle cose, scegliendo ognuno dei due quello
si messa con un ragazzo, Gianluca, quello carino; che sembrava più utile e poi risalirono in macchina.
Sara le aveva raccontato che si era fidanzata con Arrivarono al paese e scaricarono le buste della spe-
Luca, il secchione della IV B e tutti i suoi compa- sa. Le persone del luogo sorridevano. La vecchia
gni/e le erano apparsi più belli e più adulti. Alice signora offrì di nuovo del tè. Alice, al rientro a scuo-
aveva la classica abbronzatura “da muratore” la, ha ascoltato i racconti delle vacanze dei suoi
anche perché era molto vicina a quello che aveva compagni... È restata in silenzio ma le sorrideva il
fatto durante le vacanze.
cuore pensando alla sua vacanza.
ٗ
BS OTTOBRE 2009

2.2 Page 12

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CHIESA
LE ENCICLICHE
SOCIALI (7b)
OCTOGESIMA
ADVENIENS di Silvano Stracca
Lo stemma araldico di Paolo VI.
te il “no” di tutte le enci-
cliche sociali precedenti
all’ideologia marxista e
Un omaggio
a Paolo VI:
la medaglia in oro.
a quella liberale, sia
pur rinnovate storica-
denza concreta del
12
QUALE DEVE
ESSERE L’ATTEGGIAMENTO
DEL CRISTIANO DI FRONTE
mente. Il cristiano dun-
que non potrà aderire
“né all’ideologia marxi-
sta, al suo materialismo
ateo, alla sua dialettica di
cristianesimo, ma
potrebbe anche in-
dicare “uno slitta-
mento più accentuato
verso un nuovo positi-
AI MODELLI DI SOCIETÀ
E ALLE LORO IDEOLOGIE
violenza”, né a quell’ideo-
vismo”, cioè verso “l’i-
logia liberale “che ritiene di
deologia onnipresente del
esaltare la libertà individuale sot- progresso scientifico e tecnologico”.
ISPIRATRICI? ECCO
traendola a ogni limite”.
Dopo aver definito la politica “una
LA DOMANDA CENTRALE
maniera esigente di vivere l’impe-
DI TUTTA L’OCTOGESIMA
ADVENIENS.
OLTRE LE IDEOLOGIE
gno cristiano al servizio degli altri”,
il Papa si sofferma sui “movimenti
La fede cristiana si pone, insomma, storici concreti usciti dalle ideologie
al di sopra e talvolta all’opposto del- e, per un verso, distinti da esse”.
le ideologie. È qui interessante no- Paolo VI richiama, al riguardo, la
Paolo VI ribadisce, nel 1971,
“l’obbligo” del cristiano “di
partecipare alla ricerca, all’or-
ganizzazione e alla vita della so-
cietà politica”. Ma “poiché l’azione po-
litica deve poggiare su un progetto di
società (che sia) coerente nei suoi mez-
zi concreti e nella sua ispirazione”, egli
dovrà affrontare il confronto con le
ideologie, cioè con quelle “concezio-
ni totali della vocazione dell’uomo e
delle sue diverse espressioni sociali”.
Ma quale criterio seguire per giudicare
il valore delle ideologie? È ovvio – dice
Papa Montini – che il cristiano che
vuole vivere la sua fede in un’azione
politica, non può, senza contraddirsi,
tare come l’Octogesima accenni a
un certo “regresso delle ideologie”
in quegli anni, regresso che potreb-
be rappresentare un terreno favore-
vole a un’apertura verso la trascen-
magistrale lezione di Giovanni
XXIII, che, nella Pacem in terris,
operò una distinzione tra “false dot-
trine filosofiche sulla natura, l’ori-
gine e il destino dell’uomo” e “i mo-
vimenti storici con finalità econo-
miche, sociali, culturali e politiche”.
“Le dottrine”, aveva sottolineato
papa Roncalli, “una volta elaborate
e definite, rimangono sempre le
stesse, mentre i movimenti, agendo
sulle situazioni storiche incessante-
mente evolventesi, non possono non
subirne gli influssi e sono soggetti,
quindi, a mutamenti anche profon-
di”. Una simile affermazione della
Pacem in terris aveva provocato un
dare la propria adesione a sistemi
certo scandalo in parte del mondo
ideologici “che si oppongono radi-
cattolico che aveva finito per igno-
calmente o su punti essenziali, alla sua
rare l’intera enciclica giovannea.
fede e alla sua concezione dell’uomo”.
Mentre Paolo VI la recupera proprio
Perciò Paolo VI ribadisce chiaramen-
Visita in Terra Santa di Paolo VI. nel suo passaggio più contestato.
OTTOBRE 2009 BS

2.3 Page 13

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Papa Montini in visita al Centro salesiano di Arese che da cardinale di Milano
aveva voluto affidare ai figli di Don Bosco.
“La politica è una maniera esi-
gente – ma non è la sola – di
vivere l’impegno cristiano al
servizio degli altri. Senza certa-
mente risolvere ogni proble-
ma, essa si sforza di dare solu-
zioni ai rapporti tra gli uomini.
La sua sfera è larga e conglo-
bante, ma non esclusiva. Un
atteggiamento invadente,
tendente a farne un assoluto,
costituirebbe un grave peri-
colo. Pur riconoscendo l’auto-
nomia della realtà politica, i
cristiani, sollecitati a entrare in
questo campo d’azione, si
sforzeranno di raggiungere
una coerenza tra le loro op-
zioni e il Vangelo”.
IL LIBERALISMO
cabolo”. Non v’è dubbio poi che in
molti casi il socialismo “è stato e re-
In questo quadro viene passato sot- sta ispirato da ideologie incompati- responsabilità e di apertura allo spi-
to lente d’ingrandimento dalla Oc- bili con la fede”. Chiaro il riferi- rituale che garantiscono lo sviluppo
togesima adveniens anche il rinno- mento ai socialismi arroccati su po- integrale dell’uomo”.
vamento dell’ideologia liberale con sizioni marx-leniniste. Ma che dire
l’invito ai cristiani a non “idealizza- delle varie forme di socialismo de- LA PRIMA VOLTA
re il liberalismo… perché è un’af- mocratico che adesso rifiutano il
13
fermazione erronea dell’autonomia marxismo delle origini? L’Octoge- Scriveva padre Sorge su “La Ci-
dell’individuo nella sua attività, nel- sima distingue tra vari livelli. Una viltà cattolica”: “È la prima volta
le sue motivazioni, nell’esercizio valutazione prudente del diverso le- che in un documento pontificio si
della sua libertà”. Perciò il cristiano game concreto che, secondo le cir- ammette, sia pure con riserva, la
deve impegnarsi in ogni circostanza costanze di tempo e di luogo, si ri- possibilità per i cristiani di aderire
al “discernimento”, attingendo “alle scontra tra ideologia socialista (non a determinate correnti politiche del
sorgenti della sua fede e nell’inse- accettabile come visione totale e au- socialismo. Tuttavia il riconosci-
gnamento della Chiesa i principi e i tonoma dell’uomo), concrete realiz- mento di questa possibilità non ha
criteri opportuni per evitare di la- zazioni storiche del socialismo (sog- nulla a che vedere con l’approva-
sciarsi sedurre e poi rinchiudere in gette a mutamenti profondi, quindi zione del socialismo da parte della
un sistema, i cui limiti e il cui tota- anche accettabili) e la lodevole aspi- Chiesa. Infatti, Paolo VI da un lato
litarismo rischiano di apparirgli razione a una giustizia maggiore, insiste sull’originalità e sulla supe-
troppo tardi se egli non li ravvisa “permetterà ai cristiani di precisare riorità del pensiero sociale cristia-
nelle loro radici”. In tal modo il cri- il grado di impegno possibile in no: “La fede cristiana si pone al di
stiano è aiutato a comprendere “le questa direzione, una volta assicu- sopra e talvolta all’opposto delle
debolezze” delle ideologie. “Socia- rati i valori soprattutto di libertà, di ideologie in quanto riconosce
lismo democratico, capitalismo tec-
Dio… che interpella, a tutti i livel-
nocratico, democrazia autoritaria –
li della creazione, l’uomo quale es-
afferma Paolo VI – manifestano il
sere responsabilmente libero”. E
grande problema umano della con-
ancora: “Il cristiano, al di là di ogni
vivenza nella giustizia e nell’ugua-
sistema, affermerà al centro delle
glianza. In realtà, come potrebbero
sue opzioni, l’originalità dell’ap-
essi sfuggire – chiede il Papa – al
porto cristiano a vantaggio della
materialismo, all’egoismo e alla
trasformazione positiva della so-
violenza che fatalmente le accom-
cietà”. D’altro lato, il Papa spinge
pagnano?”. Particolare interesse ri-
ripetutamente i cristiani a impe-
veste quel che l’Octogesima dice
gnare la loro fantasia sociale e
sulle varie correnti socialiste. Si sot-
creatrice in un’opera seria di ricer-
tolinea innanzitutto l’ambiguità del
ca originale, convinto che nessuna
termine “socialismo”: “Secondo i
delle ideologie ancora dominanti
continenti e le culture (esso) assume
Padre Bartolomeo Sorge
porti con sé la risposta agli interro-
forme diverse sotto uno stesso vo-
della “Civiltà cattolica”.
gativi angosciosi dell’uomo”. ٗ
BS OTTOBRE 2009

2.4 Page 14

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M ISSIONI
VOGLIO DIVENTARE
TERRA GIAPPONESE
di Gaetano Compri, vicepostulatore
Don Vincenzo Cimatti,
il Don Bosco del
Giappone, voleva
inculturarsi totalmente
tra la gente cui era stato
invito come apostolo
e missionario. Ce la mise
tutta. Forse non ci riuscì,
14
ma ha lasciato
un’impronta indelebile.
Don Cimatti all’organo.
Nel “Cimatti Museum” di Tokyo
si conservano 950 sue
composizioni musicali.
Don Cimatti all’ospedale
ammalato. Anno 1963.
Tokyo, 25 marzo 1957, ore 5,40
del mattino. Don Cimatti ha
già celebrato la sua messa quo-
tidiana. Mentre fa il ringrazia-
mento cade in avanti sull’inginoc-
chiatoio. Un’embolia. È il primo se-
rio assalto alla sua salute. Dopo una
settimana di ospedale, si riprende e
scrive al rettor maggiore don Zig-
giotti: “Che fu? Ascoltavo delle ss.
Messe in sacristia… mi portano in
camera… non potevo parlare…un
bel segno di croce che segnai in
OTTOBRE 2009 BS
fronte fece capire che volevo l’Estre-
ma Unzione… viene il medico… mi
guidano all’ospedale… divenuto
bambino che non sa parlare; mi
danno la pappa come facevano un
tempo… Entra ora la Mamma in
azione (è pratica perché faceva così
con Gesù)… La Mamma non sa solo
fare la pappa, ma è buona insegnan-
te… Hai capito… in una settimana
mi ha sbrogliato passabilmente!”.
Ha un po’ di difficoltà di parola, ma
continua nell’ufficio di direttore fino
al 1962, vicino agli 83 anni. Ancora
fa l’insegnante, suona, cataloga libri
e materiale scientifico. Non riesce a
stare senza far nulla: in vita sua non
ha mai fatto il disoccupato. 30 mag-
gio 1963: lo vedono camminare bar-
collando. Lo accompagnano all’o-
spedale per una visita e lì la situa-
zione appare subito grave: deve met-
tersi a letto. Non si rialzerà più. Pas-
sa ben due anni e mezzo – gli ultimi
– in quella situazione. Tra le sue ma-
ni scorre senza posa il rosario. Dice:
“Adesso il mio lavoro è pregare!”. E
si sforza di accogliere i visitatori con
il solito sorriso. Al chierico che gli
fa i servizi personali un giorno dice:
“Anche la Madonna faceva così con
Gesù Bambino!”. La morte arriva
all’alba del 6 ottobre 1965. Nella
sua stanza si celebrava la messa e il
sacerdote aveva appena pronunciato
il congedo finale: “Ite Missa est –
Andate, la Messa è finita”. Era finita
anche la messa di don Cimatti su
questa terra. Fu sepolto nel cimitero
cattolico di Tokyo.
“VORREI…”
Aveva detto un giorno: «Vorrei di-
ventare terra giapponese», ma non
sappiamo se lo sia diventato davve-
ro. Subito dopo la morte, si fece sen-
tire forte la domanda di introdurne la

2.5 Page 15

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2.6 Page 16

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BOX
redazionale
BRUXELLES, BELGIO
VISITA
ALLE ISTITUZIONI
COMUNITARIE
Bruxelles è un crocevia politi-
co e diplomatico internaziona-
le, ma anche Giano Bifronte in
cui il gotico si fonde con l’Art
Déco e con il terziario avanza-
to, in cui la pietra, le guglie e i
putti bronzei si giustappongo-
no con nonchalance al vetro-
cemento e alle installazioni
postmoderne. È una città mel-
ting-pot, dove hanno diritto di
cittadinanza, con tutti gli idio-
mi del caso, anche la bandana
e lo zainetto, il chador e la
borsa di sacco, la cravatta e la
ventiquattrore. Questa Bruxel-
les hanno scoperto una venti-
na di trevigiani in viaggio di
istruzione (studenti, insegnan-
ti, impiegati, liberi professio- (cfr Il Bollettino Salesiano, conoscenza delle istituzioni capitale Belga, che è anche se-
nisti), coordinati da Irene Pos- marzo 2002, pag. 32).
sovranazionali e intergoverna- de della NATO (dove il gruppo
samai, sorella del coadiutore Nobile e utile l’obiettivo della tive che decidono la vita civile, ha ottenuto un incontro), si de-
salesiano Luigi, morto tragica- signora Irene: stimolare il sen- politica ed economica europea cidono le missioni di pace e le
16 mente a 22 anni in un inciden- so di comunità collegato alla e che lavorano per la pace in- operazioni umanitarie/di soste-
te stradale, il 23 aprile 1966 causa europeista, diffondere la ternazionale. Dalla sede della gno logistico a Paesi del Terzo
e Quarto Mondo. “I viaggi di
istruzione che organizzo –
conclude Possamai – consen-
tono di instillare e poi diffon-
dere la consapevolezza della
vicinanza e della protezione,
garantite da istituzioni altri-
menti non adeguatamente co-
nosciute e valorizzate”.
Ci sembra un’ottima iniziati-
va che merita attenzione e
imitazione.
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Dal maggio scorso papa
Benedetto XVI è su Face-
book! Impensabile fino a
10 anni fa. Ma l’ultraottan-
tenne capo dei cristiani
cammina avanti al gregge
e… trascina la Chiesa. Ora
Facebook, YouTube, Wiki-
pedia, IPhone saranno le
piazze digitali nelle quali la
Chiesa cattolica incontra la
gente. Soprattutto i giova-
ni. È un esempio e uno sti-
molo per tutti.
ROMA. A fine maggio è stato
siglato un accordo di collabo-
razione della durata di cinque
anni, a partire dall’11 giugno
2009, tra l’Associazione “Nuo-
va Costruttività” che promuo-
ve l’ipotesi di una società più
umana seguendo le intuizioni
demariane e la Facoltà di Filo-
sofia dell’Università Pontificia
Salesiana, per la promozione
degli studi sul teologo/filosofo
salesiano Tommaso Demaria,
un grande della cultura mo-
derna ancora da scoprire.
TORINO, REBAUDENGO.
La SSF Rebaudengo di Tori-
no – affiliata alla Facoltà di
Scienze dell’Educazione del-
l’Università Pontificia Sale-
siana – offre la possibilità di
iscriversi a un corso di laurea
triennale in Psicologia della
Comunicazione, anche con
formula week-end. Altro
plus è il rapporto numerico:
docenti/allievi, a misura
d’uomo; infatti, il numero
massimo consentito per cor-
so è di 70 studenti. Il titolo è
riconosciuto dalla Comu-
nità Europea. Per saperne
di più: www.rebaudengo.it;
e-mail: segreteria@rebau-
dengo.it; tel 011-23. 400.83
ore ufficio.
OTTOBRE 2009 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
SAN JOSÈ, COSTA RICA
In aprile è stato inaugurato
un programma sociale, de-
nominato ISMAR-Istituto
Suor Maria Romero per la
promozione della donna,
presenti benefattori, rap-
presentanti del settore pri-
vato e del Governo. Giova-
ni, bambine/i e donne han-
no offerto rappresentazioni,
danze, canti e testimonian-
ze. La rappresentante del
Governo ha affermato che
l’opera è uno dei migliori pro-
getti arrivati sulla sua scri-
vania, importantissimo nel
campo educativo e morale.
FOGGIA, ITALIA
È stata la XXVI edizione
del GREST all’oratorio S.
Cuore dei salesiani. Giochi,
laboratori, serate insie-
me, passeggiate, olimpia-
di, gruppi di impegno e
molto altro ancora. Il tutto
attraverso il mondo del cir-
co: “Karura Circus” per
continuare a promuovere
anche in tempo di vacanze
i valori per un cammino
educativo di crescita e re-
sponsabilizzazione verso
la meta sempre valida di di-
ventare ed essere “onesti
cittadini e buoni cristiani”.
17
LINS - SAN PAOLO,
BRASILE
Al Centro Studi per Minori di
Lins gestito dalle FMA, è
stato inaugurato il Labora-
torio di Comunicazione, che
comprende l’implementa-
zione del Corso di lingua in-
glese in partnership con
l’IBM Brasile, il funziona-
mento di due laboratori di
informatica e la cessione
del tempo di non utilizzo dei
computer del laboratorio al-
la Word Community Grid,
per portare avanti progetti di
ricerca avanzata, come
Energia pulita, Riso per ali-
mentare il mondo, Ricerche
sul cancro, ecc.
MANILA, FILIPPINE
La Philippines Founda-
tion Inc., leader nel cam-
po civico, sociale ed eco-
nomico, ha assegnato il
premio “Perlas”, riservato
a chi ha raggiunto suc-
cessi esemplari, alle FMA
di Cebu per la capacità di-
mostrata «nello sviluppa-
re le abilità accademiche
e tecniche della gioventù
nei corsi di tecnologia e
ingegneria». Presenti uo-
mini d’affari, educatori,
leader municipali, giorna-
listi e personalità. Ha riti-
rato il premio l’ispettrice
con la direttrice di Cebu e
altre consorelle.
DOSSOBUONO (VR),
ITALIA
Il gruppo degli “Amici Don
Bosco”, formatosi sponta-
neamente una quindicina di
anni fa per iniziativa di alcu-
ni exallievi salesiani della fa-
miglia Fantoni, celebra con
particolare solennità il me-
se di maggio con la recita
comunitaria del rosario e lo
conclude con un pellegri-
naggio a un santuario ma-
riano. Quest’anno la scelta
è caduta sul Colle don Bo-
sco (cfr foto) e presso il san-
tuario di Maria Ausiliatrice di
Valdocco a Torino.
CAMMARATA (AG),
ITALIA
Michele è uno dei bambini
che ha portato novità e
speranza nelle “Comunità
di accoglienza per immi-
grati” di Cammarata. Ketti,
la giovane mamma, come
altre presenti in comunità,
è stata aiutata a portare
avanti la sua gravidanza
dalle suore FMA che si
stanno adoperando affin-
ché queste giovani donne
possano affrontare questo
evento importante della lo-
ro vita con il massimo so-
stegno possibile.
BS OTTOBRE 2009

2.8 Page 18

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VIAGGI
IL MIRACOLO C’È
Giancarlo Manieri (a cura di)
Continuiamo
il resoconto del
processo canonico
a Ceferino Namuncurá
che porterà l’indiecito
mapuche sugli altari,
esempio di come la
santità sia alla portata
di tutti.
Consegna della documentazione relativa al miracolo di Ceferino
alla Congregazione per le Cause dei Santi il 14 gennaio 2006: il postulatore
don Enrico dal Covolo, padre Dante Simón con la documentazione
e don Luis Gallo.
18
Il presunto miracolo attribuito al-
l’intercessione del “santino della
pampa” si riferiva alla guarigione
della signora Valeria Regina Her-
cominciò l’inchiesta romana, che si
concluse con il Decreto sul miracolo
che il papa Benedetto XVI ordinò di
preparare in data 6 luglio 2007.
con una e-mail che ho ricevuto nel
marzo 2004 dal Postulatore generale
dei Chierici di San Viatore, una con-
gregazione fondata nel 1831. Il padre
rera, avvenuta a Cordoba in Argenti-
José Antonio Lezama – questo è il no-
na. Valeria aveva 30 anni, quando fu MIRACOLO
sottoposta a una revisione uterina do-
po un aborto spontaneo, al secondo
NEL MIRACOLO
me del Postulatore – stava, e sta anco-
ra seguendo la causa di beatificazione
del suo fondatore. Io ero stato nomi-
mese di gravidanza, nel maggio del
1999. Sottoposta a biopsia dell’endo-
metrio, il reperto istologico diagno-
sticò un “coriocarcinoma”, cioè un
tumore di natura maligna e con mor-
talità del 98% dei casi. La patologia
Questi i documenti processuali. Ma
vorrei concludere con qualche cosa di
più personale. Nel miracolo di Zeffiri-
no mi sembra di ravvisare un “miraco-
lo nel miracolo”. Tutto è cominciato
nato da appena quattro mesi Postula-
tore generale della Famiglia Salesiana
ed ero impegnato a preparare la tripli-
ce beatificazione del 25 aprile 2004,
quella del principe polacco Augusto
Czartoryski, sacerdote salesiano; quel-
presentava inoltre, come condizione
la di suor Eusebia Palomino, Figlia di
aggravante, quattro lesioni vulvari,
Maria Ausiliatrice; e quella della mi-
corrispondenti ad altrettante metasta-
stica portoghese Alessandrina Maria
si del coriocarcinoma. Dopo un’in-
da Costa, cooperatrice salesiana. Per
tensa preghiera, fatta per l’interces-
tal ragione mi sfuggì l’importanza di
sione di Zeffirino, Valeria nell’arco di
quella e-mail, che mi segnalava una
15 giorni si trovò inspiegabilmente
grazia straordinaria ottenuta – annota-
guarita, senza terapia alcuna, in modo
va padre Lezama – non per l’interces-
repentino e completo. Ora è madre
sione del suo Fondatore, come in un
felice di tre bambini. Il caso era ecla-
primo tempo aveva pensato, ma per
tante e di fatto il processo sul miraco-
l’intercessione di Zeffirino Namun-
lo fu breve. L’inchiesta diocesana si
curá. Per questo – cosa assai rara tra i
svolse dal 7 ottobre al 29 dicembre
Postulatori – trasmetteva a me il rela-
2005 a Cordoba, cioè – secondo nor-
tivo dossier, da lui diligentemente rac-
ma – nel luogo dove era capitato il
presunto miracolo. Gli atti vennero
portati a Roma da don Dante Simón,
vice postulatore, e all’inizio del 2006
La signora Valeria Herrera,
miracolata da Zeffirino,
con i suoi tre figli.
OTTOBRE 2009 BS

2.9 Page 19

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colto fino a quel momento. Mi limitai giorno dopo la gente non avrebbe par-
a stampare e archiviare l’e-mail. Tra- tecipato, sarebbe stato un flop. Invece
scorsa la cerimonia del 25 aprile, mi decine di migliaia di persone sfidarono
ritrovai sul tavolo, come per caso, le condizioni atmosferiche, dormendo
quella stessa e-mail. La lessi stavolta all’addiaccio. All’alba dell’11 novem-
con attenzione e decisi di inoltrarla su- bre un cielo azzurro fino all’inverosi-
bito a un perito medico della Congre- mile fu la risposta gioiosa di Zeffirino
gazione delle Cause dei Santi. Tutto si alla sua gente e alle mie preoccupa-
svolse con estrema rapidità, nel modo zioni. Si fece vivo solo il vento, l’in-
che ho descritto sopra. A parte i mes- quilino più fedele della pampa dopo il
saggi telematici, ho conosciuto Valeria deserto. Strappò dal palco il grande
e suo marito, Joseph, solo l’11 no- stendardo di Zeffirino preparato per la
vembre 2007, a Chimpay, il giorno liturgia, ma non l’entusiasmo della
stesso della beatificazione. Li ho ab- gente. Presiedeva il cardinale Tarcisio
bracciati, pieno di commozione, con i Bertone, salesiano. Nella sua cento-
Il grande cartello che accoglie
loro tre bambini, che possiamo chia- cinquantenaria storia la congregazio-
i pellegrini e gli ospiti a Chimpay.
mare “figli del miracolo”.
ne salesiana ha avuto due soli cardina-
li dell’ordine dei Vescovi (i cardinali na può vedere in alto, nell’ultima nic-
LA SPINA PERSONALE
appartengono a tre ordini gerarchici: chia a destra della navata centrale,
Diaconi, Presbiteri e Vescovi). Il pri- una grande statua di san Giovanni Bo-
L’11 novembre 2007 ho partecipato al- mo fu il cardinale Giovanni Cagliero, sco, ritratto nel gesto di indicare l’al-
la solenne liturgia di beatificazione. Il grande tutore e amico di Zeffirino; il tare e la tomba di Pietro. Accanto a lui
giorno prima mi ero recato a Chimpay secondo è proprio l’attuale, il Segreta- stanno due giovani, uno dalle fattezze
dove Zeffirino era nato il 26 agosto rio di Stato Tarcisio Bertone.
europee, e l’altro con i tipici tratti so-
1886: una landa della Patagonia ar-
matici della gente sudamericana. È
gentina di solito quasi deserta, ma sta- AD MEMORIAM
volta zeppa di gente. Quando si diffu-
evidente il riferimento ai due giovani
santi: Domenico Savio e Zeffirino Na- 19
se la notizia che era presente il Postu- Davanti alle circa duecentomila perso- muncurá. Rimane così, fissato nel
latore di Zeffirino, sono stato assediato ne che affollavano la landa abitual- marmo e nel cuore della cristianità,
da giornalisti, telecronisti e da moltis- mente deserta di Chimpay, il cardina- l’esempio della santità giovanile e in-
sima gente che voleva una buona pa- le si è commosso più volte. Al termine sieme rimane fissata la perenne vali-
rola, una benedizione. Ho fatto del mio della celebrazione, qualcuno sussurrò dità delle intuizioni pedagogiche di
meglio. Con qualche difficoltà. Verso che l’alto prelato sembrava più un Don Bosco. In un secolo e mezzo, in
la mezzanotte non ne potevo più. C’e- giapponese che un italiano, tanto il Patagonia, come in Italia e in tante al-
ra un freddo tagliente e piovigginava. vento pampeano l’aveva ricoperto di tre parti del mondo, il sistema preven-
Di fronte alla richiesta di un’ultima in- sabbia gialla. La sua omelia, in lingua tivo ha formato eroi e santi”. Poi la
tervista televisiva, ho chiesto di poter- spagnola, è stata interrotta più volte da preghiera finale: “Beato Zeffirino, noi
la svolgere in un luogo coperto… tre- applausi. Traduco per i lettori la con- ci rivolgiamo alla tua intercessione
mavo dal freddo ed ero preoccupato clusione che mi è parsa davvero ispi- potente: sostieni il nostro cammino,
per la situazione meteo: temevo che il rata. “Chi entra nella Basilica Vatica- perché anche noi possiamo procedere
sulla via della santità, educando i no-
Un momento della beatificazione.
stri ragazzi con il cuore di Don Bosco.
Tu hai raggiunto le vette della perfe-
zione evangelica compiendo bene i do-
veri di ogni giorno. Tu ci ricordi così
che la santità non è qualcosa di ecce-
zionale riservata a pochi eletti: la san-
tità è la vocazione comune di tutti i
battezzati, ed è la mèta impegnativa
della vita cristiana ordinaria. Facci
comprendere che, alla fine di tutto,
una sola è la cosa che conta: essere
santi, come Lui, il Signore, è santo.
Beato Zeffirino, guidaci tu, con il tuo
sguardo sorridente. Mostraci la via
del Cielo: accompagnaci tutti all’in-
contro con il tuo Amico Gesù!”.
Enrico dal Covolo
Postulatore generale
BS OTTOBRE 2009

2.10 Page 20

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EVENTI
TEMPI
Globalizzazione di che?... Chi mi
sa rispondere? Personalmente cre-
do di avere un po’ di confusione in
testa. Quel che so, o meglio che ri-
DI CRISI Redazionale
cordo è la definizione degli antichi
filosofi, i pitagorici, per la preci-
sione, per i quali la giustizia è il ri-
flesso dell’armonia del cosmo. Per
Ben oltre i 200 milioni
di euro in pochi giorni.
Kaká = 68 milioni;
Cristiano Ronaldo =
93 milioni; poi Benzema,
Aristotele è dare a ciascuno il pro-
prio; Cicerone sentenzia che è da-
re a ciascuno la propria dignità; san
Tommaso dice che c’è giustizia
quando le relazioni dei singoli tra
loro, della collettività con i singoli
e dei singoli con la collettività sono
ordinate; Leibniz era convinto che
la giustizia vera si identificasse con
la pietà, ecc.
Albiol, Arbeloa...
Quale crisi nel calcio
europeo?
meno di un dollaro al giorno siano
considerati davvero ‘umani’, o in-
vece qualcos’altro”. Un terzo infine
scrive: “Ho letto che in Spagna la
>> Insomma si ha l’impressione
che qualcosa scricchioli nel mo-
derno concetto di giustizia… op-
pure che troppa gente si sia fabbri-
cata una definizione a proprio uso
crisi ha fatto balzare al 18% il tas- e consumo. Quando vestì la talare
20
so di disoccupazione, che è diventa- Don Bosco si raccomandò a Dio:
to il più alto d’Europa. Il signor ics Fate che la giustizia e la santità
Non sappiamo come abbia
festeggiato “la pacchia”
capitatagli il cristianissi-
mo Kaká, sappiamo come
(sic) le sa o non le sa queste cose?
Che giustizia è mai questa nei con-
fronti dei suoi stessi connazionali?
È proprio morale tutto questo?”.
siano l’oggetto costante dei miei
pensieri, delle mie parole e delle
mie opere” (MB1,370). Non è tol-
lerabile che chi non ha niente assi-
l’ha festeggiata Ronaldo che, pur
sta inerme a questa prevaricazione
essendo “Cristiano”, non ci pare >> Certamente sarebbe interes- della giustizia. Occorre trovare una
che mostri tutte le qualità del suo sante sapere qual è la definizione soluzione. Chi deve muoversi? Il
nome. L’ha fatto con Paris Hilton di giustizia (se c’entrano anche i Papa s’è mosso con una enciclica.
(ed è tutto dire): 20 mila dollari per poveri) e magari anche qual è la de- E l’UE? E la FIFA? E i governi
una sera! Ma… nonsolocalcio. La finizione di libertà, se comprende nazionali?
ٗ
Stampa ha divulgato anche la noti- anche la libertà di morire di fame; e
zia che l’attrice Catherine Zeta Jo- visto che ci siamo, che cosa inglo-
nes ha incassato più di due milioni ba il concetto di globalizzazione
di dollari per uno spot di 7 (diconsi
sette!) minuti, riguardante
uno shampoo. Ahimè, la ver-
gognosa elencazione potreb-
be continuare per pagine.
>> Un lettore chiede un po’
provocatoriamente: “Ve la
prendete sempre con il sesso
voi preti, e questi non sono pec-
cati? E non mi pare che siano
veniali, a ragionarci sopra. O
sbaglio?”. E un altro: “Mi do-
mando, di fronte a certe discri-
minazioni se gli esseri umani
(oltre un miliardo dicono le ulti-
me statistiche) che vivono con
OTTOBRE 2009 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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TRICK Redazionale
OR TREAT?
“Scherzetto o
sessò… e addio contenuti
ideali: All Hallow’s Eve di-
do azioni che
mai avreb-
dolcetto?”. Si ripropone venne Halloween.
ogni anno e sempre
>> Quali e quan-
bero potuto
compiere, tipo
rompere, imbratta-
più come festa
consumistica.
ti i contenuti?
Molti, a dir la
verità, e molto
re, inzaccherarsi, fare dispetti
e/o sberleffi e, all’insegna della
famosa domanda “trick or treat?”,
“Che cos’è infine
diversi: vanno
abbuffarsi di dolci. Secondo alcu-
Halloween?”, si
dai più religiosi ai
più profani: invocazio-
ni poteva configurarsi come una
specie di rivolta collettiva contro
domandano molti
ni, preghiere, rimembranze, danze, gli adulti che una tantum stavano
genitori cattolici. Bella
fuochi, commemorazioni, masche- al gioco e in qualche modo conce-
rati, banchetti, processioni, prove, devano al bambino il diritto
domanda.
scherzi… Presso i celti celebrava di vendicarsi contro di loro. Pro- 21
anche l’ultimo raccolto e l’inizio prio questo fatto segnò l’ingresso
dell’inverno. Era perciò una festa nella festa di maschere, di streghe
di popolo in cui folclore e religione e diavoli, di scheletri, teschi, zuc-
si mescolavano senza soluzione di che ecc., quasi a significare la pre-
continuità. Vi si ricordavano i mor- sa di potere dei bambini per una
Èprima di tutto una festa,
Halloween, una grande festa
che tra i celti celebrava la
morte dell’anno vecchio e
ti, si inneggiava alla vita dell’al di
qua che entrava in contatto con
quella dell’aldilà. Pare che i roma-
ni conquistatori la identificassero
notte.
>> Oggi la festa è più una grande
sfilata che altro, una specie di car-
l’inizio del nuovo, capodanno di con i Parentalia, che era la loro fe- nevale anticipato. È diventata una
Samhain. Al tempo di Carlo Ma- sta dei morti.
festa pagana a ridosso, anzi, al po-
gno fu come tante altre feste paga-
sto di una festa cristiana. La forte
ne “cristianizzata”, e divenne “All >> La modernità ha assegnato un spinta al business la defrauda di
Hallow’s Eve”- Vigilia di tutti i
significato particolare alla ogni significato (religioso o profa-
santi. Così andò avanti fin verso
festa delle zucche. no che sia) ma non evita di “di-
la metà dell’800, quando si
Era l’unica notte sturbare” una delle ricorrenze più
diffuse in ambiente america-
a disposizione caratteristiche del cristianesimo, la
no e perse i connotati reli-
dei bambini, splendida festa di “Ognissanti”.
giosi laicizzandosi e impo-
che poteva- Resiste ancora la “Commemora-
nendosi come festa dei
no passarla zione dei defunti” che viene cele-
bambini. Nel contempo si
da protago- brata il 2 novembre ed è troppo in-
affermò, sempre e solo in
nisti assoluti, carnata nella cultura di ogni popo-
America, l’uso di solenniz-
andando anche lo per soccombere agli attacchi del
zarla con grandi mascherate
contro tutte le business godereccio. Ultimamente
(scheletri, zucche vuote, sco-
regole, e per- poi, a complicare le cose sono en-
pe, parrucconi e quant’altro)
ciò compien- trati in campo anche gli adulti che
in genere a scopo benefico.
hanno cominciato a partecipare in
Ma, ahimè, quasi
maschera alla baldoria dei bambi-
subito mister “Com-
ni. Quanto ci sia di pedagogica-
mercio” fiutò l’af-
mente valido in Halloween è tut-
fare e se ne impos-
to da dimostrare.
ٗ
BS OTTOBRE 2009

3.2 Page 22

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LETTERA
G AI IOVANI
Marco Talon
GATTA CI COVA...
A cuore aperto
Tutto ciò che posso fare è scrivere, parlarti
Se me la togliessero è come se mi portassero
a cuore aperto e farti abitare nel segreto di via il sole di giorno e la luna
una o due parole piccole piccole.
di notte.
La prima: “a”, come amicizia. Così si esprime Senza amici è vivere al buio, è mosca cieca.
un giovane universitario: “Non ho un amico da Gli amici sono gli occhi che ti fanno gustare il
poter chiamare ‘amico mio’ ”. Quanti reclamano mare, i monti, il cielo, le stelle, la natura tutta.
amicizia e si sentono morire un poco alla volta La seconda è: “v”, come la vita.
al gusto della vita.
La vita può essere vissuta come calcolo o
L’aquilone dice: voglio il cielo.
22 Il girasole anche: voglio il sole.
come dono, come possesso o come gratuità.
Come vivere?
La margherita pure: voglio il prato.
Sorridi, dà luce a chi ti guarda.
A che serve il cielo, il sole, il prato se non
Ama, dà calore a chi ti si avvicina.
ci sei tu?
Parla, dà voce a chi ti ascolta.
Chi trova un amico trova un tesoro.
Aiuta il tuo sorriso, la tua parola, la tua
Da piccolo per attraversare la strada davi la cordialità a diffondersi intorno a te.
mano alla mamma; da grande per confidare
Dà un’anima all’anima che ha bisogno di
le tue ansie cerchi la mano di un amico.
compagnia, di motivazioni, di cambiare vita!
Da piccolo ti perdevi nelle braccia della
Posso sciogliermi in una confidenza?
mamma.
Vivo felice perché ho trovato un tesoro:
Da grande le tue braccia cercano
un amico vero.
comprensione e accoglienza.
Questa è l’equazione della mia esperienza.
Da piccolo volevi diventare grande; da grande La vita sta all’amicizia come l’amore sta alla
vuoi ritornare piccolo.
gioia.
Un’amicizia vera non ha età, abita una sola
Amico tuo
stagione; quella dei sogni fatti da bambini.
Carlo Terraneo
Ognuno di noi alla domanda di amicizia
vorrebbe rispondere positivamente.
Mi sento di poterti dire:
Vorrei essere un’oasi se ti sentissi
disperso, assetato, stanco e
logoro.
Vorrei essere una casa se non
avessi un recapito, un tetto, una
accoglienza degna di te.
Vorrei essere una scala se volessi
rialzarti di nuovo, guarire da ferite
e ricominciare guardando in alto.
Credo nell’amicizia.
OTTOBRE 2009 BS

3.3 Page 23

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IL TEATRO
D B DI ON
OSCO
Euacuslcnctroietm,atitondadfnaionltloeam,epoldaedunetcnerarnatziidsavsiaicmD,oaomonnmzdiBi,efodaasdircaedois,rcitutuorlaa. didattica,
IL SISTEMA
METRICO DECIMALE
di Michele Novelli
comunicazioneicc@donbosco.it
Il 1850 rappresentava l’anno fatidico che il governo piemontese
aveva scelto come termine ultimo per adottare in tutto il Regno Sabaudo
il Sistema Metrico Decimale e con questo sostituire
le vecchie misure sino ad allora usate.
23
Ma Don Bosco…
BS OTTOBRE 2009

3.4 Page 24

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Don Bosco l’aveva
introdotto nelle sue scuole
già da qualche anno e
aveva scritto anche un
libro: “Il Sistema Metrico
Decimale ridotto a semplicità”,
Paravia 1846, esaurito in due
mesi. Ancor più successo riscosse
la seconda edizione del 1849.
Tuttavia per i suoi ragazzi preferì
la commedia teatrale e così
compose otto dialoghi che, cuciti
insieme e divisi in tre atti,
costituirono la commedia di cui al
titolo. Si conservano i dialoghi ma
non la sceneggiatura. Eccone titoli
e relativi personaggi/interpreti:
1. Scoperta, definizione del
sistema, sue unità fondamentali
Cesare e Ferdinando; 2.
Spiegazione delle unità e loro
ettolitro, decalitro: paragonati con
la pinta, boccale, brenta, emina,
la’USdP.LreSMeei,cdaafioritaaiRtalotooodsgmenihlaerlia,ildfliealSer2pfliles4aescrgctoaaiounnmdgozeanmalopReur2dnMe0isoa0s,9o.
derivazione dal metro – Lorenzo e coppo – Battista, brentatore; Pietro
Alberto; 3. Multipli e sottomultipli il mugnaio, un militare;
– Antonio e Beppe; 4. Metro,
7. Gramma, ettogramma,
il fumo del carbone. Gli spettatori
ettometro, chilometro: paragonati chilogramma, miriagramma:
godevano un mondo di queste
col piede, trabucco, miglia – un confrontati con l’oncia, con la
scene e ancor più i giovanetti”
falegname e un maestro di sistema libbra, col rubbo – Giacomo il
(MB III,602 ss.). “La scena della
24 metrico; 5. Metro paragonato col cuoco, Alessandro il carbonaro,
raso – Luigi e Costante; 6. Litro, Fabrizio il panettiere;
brenta, del litro e dell’ettolitro
fece scoppiare dal ridere… Uno
8. Chilometri e miglia, tavola e degli attori… faceva la parte
ara, stero e tesa – Lucio, padre di spettante le antiche misure di
famiglia fittaiuolo e Renzo
capacità, e compariva sul palco
impresario.
con la brenta sulle spalle.
Deposto il suo arnese e standovi
LA SCENEGGIATURA
appoggiato, egli doveva a un
certo punto fare al suo
Variava sempre l’aspetto delle interlocutore questa domanda;
scene, ora rappresentando una ‘Quanto è grande il litro?’. Ma
bottega, ora un’officina, ora
non venendogli tosto sulle labbra
un’osteria, ora un’aperta
queste parole, né tenendo egli la
campagna o la casa di un fattore. dovuta posizione, il suggeritore, a
Erano recati in vista, e adoperati i bassa voce, gliele ricordò e a un
nuovi e vecchi pesi, le vecchie e tempo stesso lo ammonì
le nuove misure; primeggiava
dell’atteggiamento che doveva
eziandio in mezzo il globo
tenere, dicendogli: ‘Sta
terracqueo. Don Bosco trovava appoggiato alla brenta’. Allora il
sempre nella sua mente feconda buon giovane, forse un po’
il modo di mutare la veste
confuso non badò più di tanto al
drammatica a’ suoi dialoghi.
senso del suo discorso e gridò:
Talora il palco aveva l’aspetto di ”Oh, quanto è grande il litro: sta
scuola co’ suoi cartelloni, il
appoggiato alla brenta!”. A questa
pallottoliere e la lavagna... Coloro uscita uno scoppio di risa risuonò
che rappresentavano gli scolari per tutta la platea: il suggeritore
erano vestiti chi da contadino, chi non ne poteva più; il compagno
da brentatore, chi da cuoco, chi di recita faceva sforzi erculei per
da signorotto di campagna e altri tenere la serietà, e dovettero
in altre fogge. Un mugnaio era passare alcuni minuti prima che
tutto bianco per la farina, un
si potesse riprendere la scena
fabbro tutto nero per la polvere e (MB III, 600 ss.)
OTTOBRE 2009 BS

3.5 Page 25

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IL SUCCESSO
ridendo”. La testimonianza del
successo fu piena allorquando
Fu un grande successo. Il giornale Don Bosco si vide giungere dal
l’Armonia nel n° 149 del 1849 si Regio Economato la significativa
esprimeva in questi termini: “Ieri somma di £ 400 per il contributo
(16 dicembre) assistemmo a un offerto alla causa del Sistema
saggio, che diedero i figliuoli
metrico decimale.
dell’Oratorio di S. Francesco di
Sales sul Sistema Metrico
QUALCHE COMMENTO
Decimale. Si sa che quest’opera fu
fondata ed è diretta dall’ottimo
La commedia andò in scena il 16
sacerdote don Bosco, che
dicembre 1849, vigilia di quel
all’educazione dei giovani operai 1° gennaio 1850, data del
consacra le sue sostanze e la sua definitivo mutamento dei sistemi
vita. Non ci stenderemo a fargli di misura in Piemonte. Il clima di
verun elogio, che i suoi giovani comprensibile ansietà di
con le savie risposte, colle belle un’opinione pubblica scarsamente
maniere, coll’edificante
istruita, dava al lavoro una cornice
compostezza, ieri glielo fecero tale di straordinaria attualità e attesa.
da non potersi desiderare né più La commedia, per il suo stile
ampio, né più veritiero. Lo
brillante, si pone anche come
commenderemo, però, altamente sdrammatizzazione delle
metrico; adesso il mondo
per aver voluto chiudere il saggio perplessità che il totale
camminava in santa pace, ecco
con un tratto di storia sopra Pio VI mutamento di unità di misura
una novità: Sistema metrico
e Pio IX, scritto bene e declamato comportava. Nei dialoghi non
decimale; subito si cangino pesi,
con forza da un giovanotto, talché mancano note di costume e stati misure, e chi non sa cavarsi almen
riscosse gli applausi della stipata d’animo che rivelano l’impaccio sappia imbrogliarsi... oh! che
moltitudine che assisteva”.
Presente a quella ‘prima’ del 16
di una tal rivoluzione: “Tempi
stravaganti! Se io fossi alla testa
tempi! Oh, che teste!” (I dialogo). 25
L’autore ha saputo ricavare da una
dicembre 1849 era anche il
degli affari, vorrei tagliare capo e materia di per sé arida e
celebre abate Ferdinando Aporti coda a quell’ente immaginario
intrattabile uno spettacolo che ha
che, nel lasciare la sala, si
che chiamano progresso e
meritato ampi consensi e simpatia.
commiatò con questo commento: mandarlo in sepoltura”. “Che hai Il lavoro è arricchito di battute
Don Bosco non poteva
Cesare, da mostrarti cotanto
comiche e brillanti. Riportiamo
immaginare un mezzo più efficace sconsolato?”. “Sono seimila anni ancora qualche esempio:
per rendere popolare il sistema
che il Signore creò il mondo e
“Bene, ora dimmi tutti questi
metrico decimale; qui lo si impara non si è mai parlato di sistema
multipli uno dopo l’altro”. “Deca,
I Paesi che non usano il sistema metrico decimale.
BS OTTOBRE 2009

3.6 Page 26

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Etto, Kilo, Kirie eleis...”. “No, non “Per li pesi useremo il gramma”. polivalente e istruttivo impatto
confondermi il Kirie della S.
“Poh! Ci sono già tanti grami al con il reale. I dialoghi terminano
Messa col Miria del sistema
mondo, ancora mettere il gramo sempre con un intervento che
metrico decimale”(III dialogo). nel Sistema metrico. Mettere dei ricapitola la materia esposta, il che
“Quell’altra misura che voi
buoni che ne abbiamo tanto
fa pensare che venissero usati non
userete invece del brenta dicesi bisogno!” (II dialogo).
solo sulle tavole del palcoscenico,
ettolitro che vale cento litri.
ma anche e forse più all’interno di
26
Questa misura contiene circa due
brente”. “Oh, oh! I brentatori non
I VALORI
un’aula scolastica. L’uso dei mezzi
scenografici (mappamondo,
sono mica muli; ci fa andar gobbi Non sono di poco conto i valori misure, pesi, contenitori, fettucce,
una brenta, come faremo a
che questo lavoro porta con sé, esempi alla lavagna, tabelloni)
portarne due?” (IV dialogo).
anche per noi a oltre
costituiscono il supporto per
“Si userà un peso che dicesi
centocinquanta anni di distanza. conferire allo spettacolo la
Kilogramma”. “Poffar... che
Quelle che sono per noi le
naturale drammatizzazione e
parola turchina! Fate il piacere di scoperte didattiche circa l’uso dei all’apprendimento scolastico
ripeterla?” (VII dialogo).
mezzi espressivi nelle scuole,
solidità e concretezza. Nel lavoro
“Mi avete detto poco fa che
trovano in Don Bosco un
sono compresenti tutte le
invece del miglio vi sarebbe
antesignano, come organizzatore caratteristiche che connotano il
un’altra misura: favorisca di
di una scuola viva che coinvolge i teatro di Don Bosco. Egli
ripeterlo che mi è già sfuggita da suoi alunni in una didattica
valorizza i suoi “ragazzi di
questa zucca piena di panata” (IV partecipata. Cambiando in
strada”, pressoché analfabeti,
dialogo).
continuazione la scenografia
facendoli protagonisti nel farli
“Alberto mio, se io volessi andare (mercato, bottega, scuola,
recitare dinanzi a tutti e anzi
a bere alla trattoria del Gambero campagna...) i dialoghi smettono facendoli “maestri” che
(dove vanno i signori) dovrei
di essere freddi esercizi ripetitivi, insegnano una materia nuova e
farmi portare un metro cubo di per trasformarsi in apprendimento ostica. Il teatro per Don Bosco
vino? Poffarbacco! Questo
non è mai fine a se stesso, vuota
sarebbe un buon quartino! Ce ne
esercitazione. Infine non è
sarebbe per me e per te!”
possibile passare sotto silenzio la
(II dialogo).
cura e la meticolosità nel
preparare la commedia in ogni
dettaglio. Non perché è fatta da
ragazzi deve essere raffazzonata
e approssimativa: quella che oggi
si chiamerebbe professionalità è
una componente educativa
sempre presente nei teatri
dell’Oratorio.
Bassorilievo metrologico.
Michele Novelli
OTTOBRE 2009 BS

3.7 Page 27

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B FFFFFFFFF AGLIORI serena.manoni@libero.it
FRANCESCO
Bontà e allegria
Nel giorno dell’Assunta, F Francesco usava annotare le più
il 15 agosto 1977, nasceva
a Milazzo Francesco
Salmeri, che in breve si
intense esperienze della sua vita. Dai
suoi scritti trabocca un Amore che
cresce e matura con l’età. Dopo
un’esperienza in seminario il 25
Francesco Salmeri
(1977-1993).
rivelò un bimbo pieno
di allegria, di intelligenza
aprile 1990, disse: “Sono pazzo di dei comandamenti. È utile ricordar-
Te, Signore Gesù”. L’anno successi- li: “1. Mantenermi sempre allegro;
vo, ricevuta la cresima, desiderando 2. Studiare e pregare con impegno;
e di bontà.
sempre più assomigliare all’Amico 3. Aiutare gli altri anche quando
con la A maiuscola, appuntò sul suo costa sacrificio; 4. Giustificare tut-
Francesco imparò a cono-
scere e amare Dio parte-
cipando assiduamente al-
l’Eucarestia. A soli 7 an-
diario: “Voglio vivere in umiltà, ca-
rità e castità…”. Ma non era un mi-
stico staccato dal mondo e con la te-
sta altrove. Amava stare con gli ami-
ti, vedere in tutti, anche nel più pec-
catore, il volto di Dio; 5. amare
ogni creatura di Dio senza disprez-
zarla; e salvarla sempre anche se in
27
ni, infatti, chiese di poter ci ed esprimere nei momenti di cambio dovrò essere punito io; 6.
servire in qualità di ministrante gruppo tutta la sua contagiosa alle- Morire ma non peccare”. France-
quel Gesù che gli piaceva tanto gria. Era un ragazzo davvero specia- sco visse concretamente la sua spi-
da ritenerlo l’amico più prezioso. le, semplice e furbo, gioioso e medi- ritualità, facendo il ministrante, pro-
L’anno 1988 fu zeppo di eventi tativo, silenzioso e allegro. Aveva clamando la Parola di Dio, guidan-
che si rivelarono cruciali anche momenti di così alta intensità da la- do la preghiera del Rosario. A
per la vita di Francesco. Fu l’an- sciare sbalorditi quanti lo frequenta- Pasqua 1993 scrisse quasi profeti-
no del centenario della morte di vano. Scrive con convinzione: “Non camente: “Adesso sono pienamen-
Don Bosco. Ne conobbe la vita e so ancora che cosa il Signore abbia te convinto che Dio nel suo im-
rimase affascinato da quel prete preparato per me, o la morte in gio- menso amore per me, mi farà mori-
che si era votato ai ragazzi e dal vane età come Domenico Savio, op- re, ma non peccare. Sì, io morirò
suo miglior allievo, Domenico pure una vita dura e faticosa vissuta giovane oppure diventerò sacerdo-
Savio, che riusciva a far coincide- per la salvezza delle anime. Qualun- te. È questo il mio futuro. Grazie a
re la santità con l’allegria. Così que sia la sua volontà io l’accetterò. Lui, posso stare tranquillo: so che
volle provare anche lui e fece il Solo mi preoccuperò di vivere, pun- non smarrirò la via che conduce al
proposito di imitarlo. Il Papa pro- tando alla perfezione come Don Bo- Cielo”.
clamò il 1988 anno mariano, dun- sco. Se la morte venisse da un mo-
que agli intendimenti già chiari di mento all’altro, io non mi dovrei F È il 15 maggio 1993. Francesco è
Francesco, si aggiunge l’amore preoccupare di nulla”.
in auto con la mamma per raggiun-
per la Madonna alla quale decise
gere Milazzo. A un tratto la vettura
di affidare la sua vita. L’88 segnò F Poco più di un anno prima del sbanda e si ribalta girando su se
un’altra tappa importante: il 4 set- tragico epilogo della sua vita, egli stessa. Muoiono entrambi. Pochi
tembre egli ricevette la prima co- scrisse una specie di ruolino di mar- giorni prima, aveva scritto: “Tutta
munione e s’impegnò a vivere of- cia per sé, con la richiesta a Maria l’eternità non mi basterà per render-
frendo al Signore lo stesso propo- di aiutarlo a diventare santo. Si trat- ti grazie, per tutto ciò che tu, Gesù,
sito di Domenico, “La morte ma ta di intendimenti precisi che s’im- hai fatto e fai per me. Grazie di ve-
non peccati”.
pegnava a rispettare quasi fossero ro cuore. Grazie di tutto cuore”. ٗ
BS OTTOBRE 2009

3.8 Page 28

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F MA
I TRE di Graziella Curti
Stefano, Lorenza e
Maria sono tre giovani
DEI DIRITTI UMANI laureati con esperienza
di relazioni internazionali
alle spalle.
Da un anno si trovano
>> Come sei approdato a Veyrier e
che cosa ti regala questa esperienza
di volontariato internazionale? Che
cosa fai concretamente?
la difesa dei Diritti Umani; i Parallel
Event che abbiamo contribuito a or-
ganizzare, in particolare quelli di
marzo sui bambini di strada…
a Veyrier (Ginevra) e
lavorano presso l’Ufficio
dei Diritti Umani creato
dalle Figlie di Maria
Stefano: Mi sono laureato in Scien- Lorenza: Sono giunta a Veyrier gra- Ausiliatrice. Tutti i giorni
ze Politiche e Relazioni Internazio-
nali nel 2006, e dopo un periodo di
zie al Servizio Civile Internaziona-
le. Prima di optare per questa espe-
frequentano gli
volontariato a Mogyoród, in Unghe- rienza ho lavorato per due anni co- ambienti dell’ONU
ria, presso le suore salesiane, ritornai me collaboratore presso la
in Italia per riprendere gli studi. La Direzione Generale per i Rapporti e percepiscono il polso
Laurea Specialistica in Politica Inter-
nazionale e Diplomazia che sto se-
Internazionali e con l’Unione Euro-
pea del Ministero della Salute, a Ro-
delle politiche mondiali.
guendo impone agli studenti un pe- ma. Concretamente, credo che il Da quell’osservatorio
28
riodo di tirocinio, da farsi o in Italia
o all’estero. Gli stimoli che sto per-
ruolo dell’Ufficio dei Diritti Umani
di Ginevra sia quello di infondere
fanno da ponte e
cependo da questa esperienza sono speranza a tutte le sorelle che con costruiscono reti
molti: le sessioni del Consiglio dei
Diritti Umani, nelle quali gli Stati si
sacrifici e passione lavorano in tutto
il mondo. In secondo luogo credo
di solidarietà con chi
confrontano sui diversi aspetti di
questo grande ambito; la Revisione
che tra le attività dell’ufficio ci sia
quella della sensibilizzazione mi-
lavora in Paesi in via
Periodica Universale, un gruppo di rante alla collaborazione. Sensibi- di sviluppo. Così hanno
lavoro davanti al quale ogni Stato
membro delle Nazioni Unite si deve
lizzare i governi su alcune proble-
matiche relative soprattutto ai bam-
risposto a una breve
presentare portando le politiche da bini, specificatamente in ambito intervista.
lui adottate riguardo la promozione e educativo, e alle donne, e sperare di
La Salésienne, casa delle Figlie
di Maria Ausiliatrice, sede
dell’Ufficio Diritti Umani FMA
di Veyrier.
Maria, Stefano, Lorenza, volontari
presso la sede dell’Ufficio Diritti
Umani FMA di Veyrier - Ginevra.
OTTOBRE 2009 BS

3.9 Page 29

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Umani. Penso a quegli Ambasciatori
che hanno partecipato ai nostri Pa-
rallel Event, penso a tutti quei fun-
zionari o ex-funzionari che ci hanno
sostenuto e che hanno creduto nelle
nostre iniziative. È necessario allora
un lavoro dal basso, un lavoro che
porterebbe a educare ai Diritti Uma-
ni coloro i quali decidono sui Diritti
Umani.
Lorenza: Non sono proprio in grado
di rispondere a questa domanda, dal
punto di vista professionale. Ma so
che dal punto di vista umano, molto
in me è cambiato. Sono orgogliosa
La sede dell’ONU di Ginevra.
che nel mio piccolo posso fare qual-
cosa. Ma anche per questo vorrei ri-
che solo una persona con una fede
forte, sana e sicura può avere. E per
una persona giovane (sempre 26 an-
ni ho!) questo è davvero importante.
portare una parte della testimonianza
che ho scritto circa un mese fa: “La
domanda che mi pongo tutti i giorni
è: come posso io, da qui, contribuire
in maniera positiva a quanto loro fan-
Una sessione di lavoro all’ONU
di Ginevra.
Lorenza: L’esperienza lavorativa va no in loco? All’inizio ho avuto molta
di pari passo con quella di conviven- difficoltà a darmi una risposta, ma
za con la comunità. Per rispondere, forse oggi ne ho una. Le FMA hanno
intraprendere nuove collaborazioni riporto una mia testimonianza di un bisogno di un ufficio come punto di 29
o rafforzare quelle già esistenti.
mese fa: “Ero spaventata prima di riferimento, di raccoglimento, di
arrivare qui, perché la convivenza coordinamento. Molte Province rea-
Maria: Come spesso accade le op- con le Suore mi faceva un po’ paura; lizzano, con sacrificio e fantasia, del-
portunità più belle si presentano in ma con il passare dei giorni mi sono le attività che permettono a bambini,
modo inaspettato. Quando ho inviato dovuta ricredere e ho scoperto che ragazzi, donne, uomini e intere fami-
la mia domanda per partecipare alla proprio loro, le Suore, sono la mia glie di migliorare la propria vita, per-
selezione per il servizio civile con il forza ed energia grazie a tutto l’af- ché sono accolti nella difficoltà, ac-
VIDES a Ginevra, mi trovavo a fetto che riescono a darmi in ogni compagnati nella crescita, attraverso
Bruxelles. Da poco mi ero laureata in momento”.
una maggiore consapevolezza di sé e
Politica delle relazioni internazionali
degli altri, e aiutati a inserirsi nella
a Roma, ed ero stata selezionata per Maria: Quella di Veyrier è una pic- stessa società che anni prima li ave-
uno stage nella “capitale d’Europa”. cola Comunità, poco più numerosa di va isolati. Sono azioni di eroismo
Il mio periodo di tirocinio stava vol- una famiglia. Ed è appunto così che quotidiano che sfuggono all’attenzio-
gendo al termine, quando una mia ci si sente... in famiglia.
ne dei molti e soprattutto sfuggono
collega mi ha segnalato il bando del
all’attenzione dei ‘grandi’”.
Servizio Civile. Ho inviato la doman- >> Quale futuro ti si è aperto da-
da all’ultimo minuto e dopo qualche vanti dopo gli incontri e le relazioni Maria: Quale futuro mi si è aperto in
giorno mi hanno contattato per il col- sentite all’ONU?
conseguenza di ciò, onestamente non
loquio. Da quel momento in poi tutto
saprei dirlo…forse perché ancora
è andato molto velocemente e, si può Stefano: Prima di conoscere diretta- non so che cosa mi aspetterà quando
dire in un attimo, mi sono trovata a mente i meccanismi decisionali delle concluderò il servizio civile. Certa-
Veyrier, a lavorare nell’Ufficio dei Nazioni Unite, ero molto scettico ri- mente posso dire che, grazie a questa
Diritti Umani di IIMA e VIDES.
guardo la possibilità per questa orga- esperienza a Ginevra, sono ancora
nizzazione di incidere veramente sul- più convinta che il percorso di studi
>> Quali sono i momenti comunita- le situazioni critiche vissute in molti che ho scelto mi ha portato esatta-
ri che ti hanno toccato e perché? angoli di questo nostro mondo. Spes- mente dove avrei voluto essere, poi-
so l’Organizzazione delle Nazioni ché quello dei Diritti Umani è dav-
Stefano: È tutta la vita comunitaria Unite è un enorme carrozzone buro- vero il campo in cui vorrei impe-
che è formativa. Ogni suora de La cratico che lancia ottime iniziative e gnarmi e impiegare le mie energie in
Salésienne ha le sue ricchezze, e fa ben poco di concreto, però vi sono futuro. La speranza è naturalmente
ognuna di loro riesce a trasmettermi tante persone che lavorano al suo in- quella di poter dare il mio, seppur
quella fiducia sconfinata nel futuro terno che credono davvero ai Diritti piccolo, contributo.
ٗ
BS OTTOBRE 2009

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Vito
Orlando
MCRAITSRTIIMAONNOIO
A IMMAGINE DI DIO,
CIOÈ UOMO E DONNA
Uno sguardo
al matrimonio
di Aldo Bertinetti
Effatà, Cantalupa (TO)
2009, pp. 335
SANTITÀ ATTUALE
LA SANTITÀ
NON PASSA MAI
DI MODA
di Benedetto XVI
(a cura di) Leonardo
Sapienza
Libreria Ed. Vaticana
Città del Vaticano, 2009
pp. 280
CRISTIANI OGGI
L’INIZIAZIONE
CRISTIANA IN ITALIA
DAL CONCILIO
VATICANO II AD OGGI
Prospettiva
pedagogico-catechetica
di Cettina Cacciato Insilla
LAS, Roma, 2009
pp. 342
Leonardo Sapienza ha rac-
colto in questo libro le rifles-
sioni che Benedetto XVI ha
offerto sui santi nelle cate-
chesi del mercoledì, nelle
SOTTO IL SOFFIO
DELLO SPIRITO
Identità carismatica e
passione apostolica
di Pascual Chávez
Villanueva,
ELLEDICI, Leumann
(TO) 2009, pp.144
omelie e in messaggi e di-
scorsi in varie occasioni.
Spunti e riflessioni che pos-
sono aiutare a conoscere
meglio i santi e a valorizzare
il messaggio perenne circa
la possibilità della santità per
tutti. Proprio perché la san-
tità non è destino di privile-
30 Il testo raccoglie medita-
giati o di cristiani di altri tem-
zioni e omelie del Rettor Il libro parla della famiglia nel pi, ma, come dice il Vaticano
Maggiore dei salesiani contesto odierno; riflette sul II, “Tutti i fedeli d’ogni stato e
tenute durante il corso di matrimonio cristiano all’inter- condizione, sono chiamati Come fare i cristiani oggi? I
Esercizi Spirituali alle
partecipanti al Capitolo
generale XXII delle Figlie
di Maria Ausiliatrice (Mor-
nese settembre 2008).
Come afferma la Supe-
riora generale delle FMA
nella presentazione, “Il
Rettor Maggiore conte-
stualizza la vocazione re-
ligiosa nella realtà odier-
na con le sue sfide e op-
portunità; evidenzia le
coordinate che rendono
possibile umanizzare la
cultura, per molti versi af-
fetta da relativismo e in-
dividualismo, e indica l’al-
ternativa: essere disce-
poli di Gesù che vivono
no della vocazione all’Amo-
re; tratta dell’uomo e della vi-
ta come progetto e anche
della sessualità nella pro-
spettiva di un’educazione
morale e positiva. Tema cen-
trale del testo è la spiritualità
del matrimonio e della fami-
glia. Il libro può risultare mol-
to utile per gli operatori pa-
storali della comunità cristia-
na, soprattutto per coloro che
sono impegnati nella pasto-
rale familiare e giovanile, e
può essere utilizzato per i
corsi di preparazione al ma-
trimonio e per gruppi fami-
glia. Per il suo linguaggio e la
sua impostazione pedagogi-
ca è anche una lettura utile
per quanti desiderano ap-
dal Signore, ognuno per la
sua via, a quella perfezione
di santità di cui è perfetto il
Padre celeste” (LG 11). Be-
nedetto XVI dice, inoltre, che
La santità non passa mai di
moda, anzi, con il trascorre-
re del tempo, risplende in
modo luminoso e manifesta
la perenne tensione dell’uo-
mo verso Dio”.
vescovi rispondono rilan-
ciando l’itinerario iniziatico,
secondo il modello catecu-
menale. I cambiamenti so-
ciali richiedono intelligenza,
creatività e coraggio per fa-
re una scelta pastorale che
punti al modello della inizia-
zione cristiana nello stile del
catecumenato. Questa scel-
ta fa emergere la dimensio-
ne educativa della pastorale
ed evidenzia il processo ri-
chiesto per l’apprendistato
delle nuove generazioni per
divenire cristiani di oggi. È
proprio la dimensione edu-
cativa del processo di ini-
ziazione cristiana che viene
evidenziata, come espres-
sione di una comunità che
un’esperienza teologale profondire il tema della fami-
accompagna il cammino di
intensa e perciò lumino- glia e della vita matrimoniale
fede con tutta la sua vita ed
sa, profetica, testimo- dal punto di vista antropolo-
esprime la sua missiona-
niante”. Tutto questo ha gico e teologico.
rietà con un più fecondo
bisogno del “soffio dello
servizio al Vangelo nel con-
Spirito” e della nostra di-
testo concreto della vita del
sponibilità per divenire
nostro tempo.
apostoli del vangelo nel
nostro tempo.
OTTOBRE 2009 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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EPACCOELOEGVIAAN, GELO I DIRITTI
SERVIZIO SOCIALE
CIVILTÀ DI PACE
L’UOMO E I SUOI DIRITTI LAVORO PER BENE
di GianMaria Polidoro
Una riflessione etica
Buone pratiche
Velar/ELLEDICI, Gorle (BG) a partire dalla
del servizio sociale
2009, pp. 191
Dichiarazione Universale di Karen Jones,
dei Diritti dell’Uomo
GianMaria Polidoro, france- di Paolo Mirabella
scano, fondatore di Assisi Effatà, Cantalupa (TO)
Barry Cooper e
Harry Ferguson (a cura di)
Edizione italiana a cura
LINK SALESIANI
UTILI
Pax International, presenta 2009, pp. 158
di M. Luisa Raineri
le linee di un ambizioso pro-
getto di pace basato sull’e-
Erickson, Trento, 2009
pp. 311
www.sdb.org è il portale uffi-
ciale della Casa Generalizia
cologia e sul Vangelo. La
Salesiana.
riflessione e il progetto na-
scono dalla spiritualità france-
Il libro si propone di deli- www.infoans.org è l’Agen-
neare il meglio del lavoro zia ufficiale di notizie dei sale-
scana, sensibile ai problemi
sociale nella sua dimensio- siani.
dell’uomo e ai temi della sto-
ria umana riferiti alla politica,
ne pratica riferita ai vari http://biesseonline.sdb.org
campi della sua attuazione. il Bollettino Salesiano online.
all’economia, alla bioetica e
all’ecologia. Il progetto illu-
Gli autori sono partiti da ca- www.donbosco-torino.it è
si reali ben riusciti, raccolti il sito della Casa Madre di
strato include ampiamente il
con cura dagli autori stessi Torino-Valdocco.
tema dell’ecologia, e la me-
todologia che viene prospet-
tata rigetta lo stesso concet-
e da colleghi che operano
nella stessa zona, sottopo-
sti ad analisi critica accura-
www.donbosconews.it per
reperire notizie sul mondo sa-
lesiano.
to di nemico. Queste posizioni
sono frutto di una riflessione
evangelica profonda, in stile
ta per accrescere il livello di
comprensione delle buone
www.unisal.it è il sito del-
l’Università Pontificia Salesia-
prassi del lavoro sociale. na di Roma.
31
francescano, a cui viene dato
L’analisi che viene offerta
il nome di “Pace con il Crea-
costituisce una testimonian-
to”. L’autore immagina queste Il testo parte dalla convin- za illuminante di come, nel-
pagine come “l’apertura di zione che la Dichiarazione la mente di assistenti socia-
www.mgsitalia.it è il portale
del Movimento Giovanile Sale-
siano, MGS.
un discorso che altri sono
chiamati a portare avanti per
la realizzazione di una ci-
viltà di pace”.
Universale dei Diritti del-
l’Uomo rappresenta un
punto di riferimento impre-
scindibile per la riflessione
etica e giuridica contempo-
ranea; analizza i contenuti
della Dichiarazione e rico-
struisce le principali tappe
li e di educatori nel sociale,
possa articolarsi il rapporto
tra teoria e intervento prati-
co nel lavoro quotidiano.
L’attività degli operatori con-
sente anche di sensibiliz-
zarsi circa i “percorsi di aiu-
to” che si possono attivare
www.volint.it è il portale per
l’Animazione Missionaria e del
Volontariato per lo Sviluppo in
Italia e all’estero.
www.elledici.org è il sito uf-
ficiale della Casa Editrice sa-
lesiana che si occupa di edu-
cazione, catechesi, liturgia e
audiovisivi per l’evangelizza-
storiche che l’hanno pre- nelle prassi indicate.
zione.
parata; si sofferma sulle
principali “generazioni dei
www.missionidonbosco.org
è il portale della Procura Mis-
diritti”, sulla loro salute at-
sionaria Italiana che opera in
tuale e sulle prospettive di
Torino-Valdocco.
futuro. L’autore affronta an-
che le domande più scot-
tanti del dibattito attuale
www.seieditrice.com è l’e-
ditrice che si occupa di libri
scolastici e testi per l’inse-
sull’universalità dei diritti e
gnamento della Religione
sulla possibilità di indivi-
Cattolica.
duarne il fondamento. Vie-
www.cnos-fap.it per una co-
ne anche affrontata la ten-
noscenza dell’impegno dei
denza attuale di persegui-
salesiani nel campo della
re una logica dei “diritti
senza doveri” e la questio-
Formazione Professionale in
Italia.
ne del rapporto tra l’etica il
www.colledonbosco.it si
NCcsrdihoOOeireneNRcotvatReaatSItmncoSIqglePuiocnFiOnhstAeoteNaarsDVoelelEEevgpNaNnrreinasDZsnplAasIoeTot.iAttrlsiieIvciePhlpilbiEEieobrRdssert-ii--i
trici.
diritto e la proliferazione
dei vari codici deontologici.
occupa dei luoghi che hanno
visto nascere e crescere Gio-
vannino Bosco, e del grande
movimento degli amici di Don
Bosco e dei pellegrini in visita
al Tempio di Don Bosco.
BS OTTOBRE 2009

4.2 Page 32

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ON LINE
Breve profilo di un coadiutore decisamente simpatico, Nello Gemignani
(1914-2002).
SGHIGNAZZATE, A cura di Giancarlo Manieri
SGHIGNAZZATE…
MAVE NEACCORGERETE!
Il Sig. Nello Gemignani era un uomo
che si faceva amare! Sempre
gentile, salutava per primo. Grande
lavoratore. Puntuale, anzi no:
puntualissimo. Preciso e ordinato
in tutte le sue cose. Amava ripetere
32 (e scrivere sui cartelli in libreria):
L’ordine è di Dio!”.
Spesso il signor Nello, di vocazione coadiutore sale-
siano, di professione libraio, interveniva nelle con-
versazioni tra confratelli con un’affermazione diven-
tata quasi un’intercalare; “È una constatazione”. Ce l’ave-
va sempre in bocca. Comunque ogni sua risposta genera-
va buonumore e voglia di controbattere, di entrare in quel
giro di facezie e di piccole provocazioni che sembravano
senza soluzione di continuità. L’ultima parola era sempre
la sua! Molto i salesiani di Firenze gli devono per come ha
seguito e fatto fiorire la “Libreria Salesiana”, sua creatura
e suo orgoglio. “Quante volte ho dovuto dormire tra i grilli
per salvarla”, diceva, riferendosi al fatto che per timore dei
ladri a volte sceglieva di dormire tra gli scaffali del nego-
zio. Quando l’alluvione del 1966 devastò la sua libreria, fu
l’anima della ristrutturazione e l’autore del rilancio. La vide
insperabilmente più bella della precedente.
IL PUNTO DEBOLE
Il suo punto debole però, era la voglia matta di apparire a
tutti i costi e in ogni frangente come l’uomo più carico di sof-
ferenze, il più provato, afflitto, sfortunato e oppresso da ma-
lattie e dolori d’ogni genere e specie! Un po’ ci credeva e
un po’ lo faceva apposta. Era un marchio di fabbrica: era na-
to un venerdì 17 e per di più era venerdì santo. Anche que-
sta era “una costatazione”. Probabilmente ci fu una sostitu-
zione d’infante. Nello, infatti, affermava di essere figlio di una
nobildonna inglese che per uno sfortunato scambio finì in
una famiglia di contadini, poveri, nella lucchesia. Lo rac-
conta lui stesso in alcuni testi scritti per la scuola: “L’erede
degli Homeloving” e “Le avventure di Chris”. Gli abbiamo
OTTOBRE 2009 BS
fatto confessare che quei libri avevano molto di autobiogra-
fico. Insomma, le sue vicende quotidiane si trasformavano
in avventure inaudite, dove lui era immancabilmente il sof-
ferente e l’incompreso. Storiche alcune sue frasi. Quando
l’impiegato della libreria si ammalò: “Ecco… Capitano tutte
a me!”. Quando tornava da un luogo lontano o isolato: “Avrei
anche potuto morire: nessuno se ne sarebbe accorto!”. Du-
rante un momento difficile della sua malattia (perché poi
davvero negli ultimi anni della sua vita è stato provato assai
duramente) gli dissi, per incoraggiarlo: “Signor Nello, vedo
che soffre molto… Pensi quanto è vicino a Gesù crocefis-
so”. E lui di rimando: “Sì! Ma lui se l’è cavata in tre ore!”.
Quando arrivava, non per sua colpa, troppo tardi a refetto-
rio e non c’era più nessuno, al pasto successivo lo si senti-
va borbottare: “Oggi mi è toccato mangiare, un pezzo di pa-
ne duro, in un angolo buio della mia stanza, da solo!”.
Il signor Nello Gemignani (1914-2002).

4.3 Page 33

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ALESIANI COADIUTORI
Il signor Gemignani durante l’imposizione
dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica nel 1992.
Da sinistra: don Elio Torrigiani, don Angelo Viganò,
[Nello], don Sessa (direttore del coro della cattedrale
di Firenze), don Guido Chiarlo e don Severino Breschi.
Il signor Nello nella sua libreria a Firenze.
TUTTE A ME
Capitano tutte a me! Piove sul bagnato! Non c’è rosa
senza spine! Questa è la dura realtà! ”. Erano le massi-
me che accompagnavano i suoi discorsi. Le ha raccolte
in un libro: “Fiori sparsi ” che spesso citavamo per farlo fe-
lice! Il peggior complimento che gli si potesse fare era:
Oggi la vedo bene signor Nello! . Capitò un giorno in
comunità mio cugino. Lo avvertii che al signor Nello pia-
ceva essere un po’ commiserato. Lui che sapeva recita-
re bene, sottolineò le gravi sofferenze che poteva imma-
ginare in uno che aveva menato una vita così e co-
sì…“Ora sta esagerando…”, pensavo. Quando Bruno se
ne andò Nello mi disse compiaciuto: “Suo cugino sì che
mi capisce! . Un giorno, fatte alcune analisi di routine, il
33
Il signor Nello tra parenti e confratelli. Da sinistra:
don Valerio Baresi, don Pierdante Giordano, il signor
Nello Gemignani, la sorella Andreina, la mamma
di don Vito Fabbian, don Vito Fabbian e don Stanislao
Kmotorka.
medico, referto in mano, sentenziò: “Ringrazi il Signore,
lei ha il fisico di un ventenne”. Nello allora mi si avvicinò LE ULTIME BATTUTE
e borbottò sottovoce: Signor Direttore, cambiamo me- Un brutto giorno venne investito da un’automobile. An-
dico; questo non ci capisce nulla. Ma Nello era un fur-
bone e in genere recitava, stava al gioco, perché si era
accorto che i confratelli ci ridevano, e spesso anche lui
non riusciva a star serio alle sue battute soprattutto
quando affermava di essere al vertice dello strazio. Ma
cercava subito di rimettersi nei panni del personaggio:
Lei mi fa ridere anche quando non ne ho voglia! . Lei
sghignazza, perché le vanno tutte bene.
In genere Gemignani faceva colazione al bar: cappucci-
no e brioche. Ma talvolta il giovane impiegato, particolar-
mente attento e devoto al suo “Maestro” (Nello aveva ri-
cevuto l’ambito riconoscimento di Maestro del lavoro!),
ordinava che la colazione gli venisse portata in libreria. A
lui piaceva quell’attenzione e in quei casi la consumava in
un angolo, perché nessun occhio indiscreto potesse co-
glierlo in un momento di “sacrosanta golosità”. Ma don
Vincenzo Savio, poi vescovo di Livorno, che stava al gio-
co come e più degli altri confratelli, scoprì la furberia. Al-
lora passava “per caso” nel momento e nel luogo della
colazione costringendo il “maestro” a farfugliare qualcosa
per… negare l’evidenza. E un giorno a tavola don Vin-
cenzo informò: “Oggi sono andato al bar e quando il ba-
rista mi ha chiesto cosa desideravo, gli ho risposto: quel-
lo che prende il maestro, e lui mi ha servito un vassoio in-
tero di brioche alla crema, con un cappuccino in una
dammo a trovarlo in ospedale. Era davvero malconcio,
graffiato, incerottato, con qualche vistoso ematoma. Ap-
pena ci vide, accentuò le smorfie del viso, i fiotti e i lamenti.
Terminati, da parte nostra, i conforti di rito, sottolineammo
la sua “fortuna” di essersela cavata tutto sommato a buon
mercato. E lui: “Guardate, in questa stanza, c’è un solo
crocifisso, ed è proprio sul mio capo!”. Qualche settimana
dopo, si manifestarono delle complicazioni che causarono
difficoltà di equilibrio, perdita di memoria, difficoltà di pa-
rola... decidemmo di chiamare l’ambulanza. Nell’attesa
eravamo al suo capezzale, pronti ad accompagnarlo in
ospedale. “Datemi qualcosa da bere”, disse a un certo
punto. Ci guardammo imbarazzati. Era presente la nipote
Paola: “Zio, va bene un po’ d’acqua?”. “Macché acqua, da-
temi un po’ di vin santo”. Sforzandoci per non ridere, gli
versammo un bicchierino di quello buono che conservava
come medicina per le sue “indisposizioni”... Si potrebbe
continuare per pagine. Ma non vorremmo essere frainte-
si. Chi non ha conosciuto quest’uomo potrebbe scam-
biarlo per un ipocondriaco... In realtà il signor Gemignani
sentiva fortemente in sé la vocazione di essere il “paraful-
mine” della comunità e della congregazione e soprattutto,
attorno a lui non mancavano mai la serenità e il buon umo-
re. Fedele, preciso, prezioso, amante della preghiera, in-
namorato di Don Bosco. Ha lasciato un gran vuoto.
tazza grande, speciale...”. Grandi risate dei confratelli.
Valerio Baresi
BS OTTOBRE 2009

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
VIDEOGIOCHI
NUOVI MAESTRI
I videogiochi fanno parte della cultura contemporanea,
una realtà con cui fare i conti, dalle infinite possibilità
non ancora completamente sfruttate.
Scienziati, ricercatori, medici uti-
lizzano apparecchiature dal
funzionamento analogo ai vi-
deogiochi e ottengono risultati sor-
prendenti. C’è chi utilizza in campo
no i bambini hanno la prova tangibile
dei loro miglioramenti. L’espediente
usato per dare questa percezione è
l’avanzamento di livello, che si ottie-
ne nel momento in cui si è raggiunta
I videogiochi regalano il piacere
di decidere.
chirurgico joystick e video tridimen- una serie di abilità (che all’inizio del
sionali per alcuni interventi. Saperli gioco non si hanno). Regalano il pia- buona coordinazione oculo-moto-
usare è anche una formidabile carta cere di decidere: i videogiochi ri- ria: abilità particolare che molti adulti
professionale. È indispensabile per- chiedono, a ritmo continuo e a gran- non possiedono, ma è sempre più ri-
ciò inquadrarli in un progetto educati- de velocità, di prendere vari tipi di chiesta nel mondo attuale e ai livel-
vo e di vita. Com’è facile intuire, la decisioni. Questo è gratificante per li professionali più alti. I videogiochi
parte “gioco” dei videogames pre- un bambino, che così si sente auto- aiutano a svilupparla perché coinvol-
senta anche delle positività, di solito nomo. Sviluppano il lato magico della gono l’occhio con le immagini, l’orec-
poco considerate. I videogiochi sono mente e insegnano a costruire sto- chio con la musica e gli effetti acusti-
34 perfettamente congeniali ai bambi- rie: questa tipologia di giochi con- ci, e anche il tatto, dato che le ma-
ni che se ne impadroniscono con sente di vivere una vera e propria vi- ni lavorano veloci e incessanti. Co-
grande facilità. Le nuove generazioni ta parallela, costruita in un mondo tri- me tutti i giochi, anche i videogames
sono nate nell’era digitale, non han- dimensionale. Desideri, motivazioni e possono essere un modo per scari-
no avuto bisogno di apprendimento scelte dei personaggi non dipendono care la tensione e convogliare l’ag-
per accedere ai nuovi media, ne con- dal gioco ma dal bambino, che così gressività.
dividono il linguaggio. I videogiochi dà il via a una costruzione narrativa
costituiscono anche una piacevole dinamica. La possibilità d’interazione ᭿ A questo si contrappongono due
introduzione al computer e costringo- è alta: può continuamente intervenire grandi gruppi di obiezioni. La pri-
no i ragazzi a usare molto inglese nella storia, senza per questo diven- ma nasce da quello che era lo slogan
“dal vivo”. Possono rivelarsi iniezioni tare onnipotente perché ci sono co- provocatorio dei primi videogiochi: «è
di autostima, perché mentre gioca- munque delle regole. Allenano una più forte di te». Significa che il bam-
bino non potrà più farne a meno. Il
pericolo dell’assuefazione è concre-
to: «l’utente passa sempre più tempo
davanti allo schermo, si isola e di-
mentica gli altri aspetti della vita, i
servizi elettronici creano una realtà
parallela che può alterare di molto la
coscienza», afferma uno studio della
facoltà di medicina di Harvard. Il peri-
colo riguarda anche gli adulti. I più
piccoli hanno perciò bisogno di rego-
le giuste per usare bene i video-
giochi. «Posso giocare?» Quando i
bambini chiedono il permesso di vi-
deogiocare, i genitori devono sapere
“a cosa”. Questo vale in particolare
se il ragazzo ha intenzione di giocare
on-line, dove c’è meno controllo. Ci
sono videogiochi da computer, da
OTTOBRE 2009 BS
I più piccoli hanno bisogno
di regole giuste per usare bene
i videogiochi.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
consolle, da scaricare, individuali o
da condividere, per piccoli e adulti,
NON È SOLO
d’azione, strategia, ruolo, educativi,
con protagonisti violenti o teneri. L’in-
tervento più intelligente che possa fa-
UN GIOCO DA RAGAZZI
re un genitore è aiutare il figlio affin-
ché sia in grado di operare le “sue”
scelte, avendo una gamma ampia di
Anche se non sempre comprendiamo a fondo questa verità,
sappiamo però che il gioco è una delle attività più serie
possibilità: esistono anche giochi di-
dattici, per imparare l’inglese, cono-
scere antiche civiltà, scoprire come si
che la specie umana può realizzare e che, in definitiva,
ci caratterizza e ci distingue.
allevano gli animali. Naturalmente ci
sono anche giochi stupidi o violenti.
I Essere aggiornati non è semplice,
ma è importante.
l gioco implica la
dimensione sim-
bolica dell’esi-
᭿ I ragazzi sono assorbiti dai vi- stenza e veicola un
deogiochi: bisogna evitare di inter- mucchio di valori
rompere un bambino “sul più bello”. etici importanti. Tut-
La strategia migliore è accordarsi to questo però, pur
prima sul tempo. Gli esperti consi- appartenendo al-
gliano di non superare un’ora al gior- l’intelligenza, resta
no, perché le attività vanno diversifi- lontano dal cuore:
cate. E, dal punto di vista fisico, un se non fosse così,
bambino ha bisogno di molto mo- non penseremmo
vimento. Alcune consolle offrono la che il gioco è un’e-
possibilità di controllare il tempo pas- spressione tipica
sato ai videogames, utile in assenza dell’infanzia, non ci
del genitore: si chiama timer familiare infastidirebbe che
35
e consente di impostare un limite adolescenti e gio-
massimo di utilizzo giornaliero o set- vani si comportino in modo ludico,
Si va diffondendo sempre più
la figura del genitore giovanilista
timanale, dopodiché si spegne. Il se- non saremmo assolutamente certi
condo gruppo di obiezioni negative ri- che un adulto è tale anche perché
che si lascia tentare da tutto ciò
che è virtuale.
guardano il mondo virtuale creato dai rinuncia a giocare. Siamo, dunque,
videogiochi: soprattutto quelli di ulti- immersi in una contraddizione che
ma generazione incoraggiano sem- proprio non abbiamo voglia di risol- che una parte di noi adulti appartiene
pre più le persone (senza distinguere vere; e dimostriamo mille volte que- a una generazione che fa fatica a
tra adulti e bambini) a entrare in mon- sta mancanza di disponibilità pren- convivere con la tecnologia (e che
di fantastici dove possono vivere fuo- dendo le distanze dai giochi dei no- sbaglia sia quando usa la demoniz-
ri dalle regole. Questi prodotti lascia- stri ragazzi, invocando la mancanza zazione a oltranza del computer e dei
no implicitamente intendere che nei di tempo e la necessità di concen- suoi corollari, sia quando manifesta
mondi virtuali tutto è concesso: si può trarci su cose ben più importanti una sorta di indifferenza che ha la
uccidere, compiere violenze e cru- (ma lo sono?). Questa distrazione pretesa di ridurre la posta in gioco),
deltà efferate. Si difendono con «tut- costa cara: lasciati alla loro solitudi- si va diffondendo sempre più la figu-
to è finto», ma la cronaca dimostra ne, i ragazzi diventano sempre più ra del genitore giovanilista che si la-
con brutale evidenza che questo accaniti nel gioco, caricandolo di scia tentare da tutto ciò che è virtua-
“massaggio” sulla coscienza influen- aspettative sempre più inquinate e, le e spalanca paradisi artificiali in cui
za la persona e la realtà. Gesù ha ri- soprattutto, sono quotidianamente confinarsi quando la quotidianità si fa
sposto con chiarezza nel vangelo di tentati da esperienze ludiche ambi- insopportabile. Complici dei figli (che
Matteo: «Conoscete tutti il comanda- gue: la dirompente presenza dei vi- è l’errore educativo più grave), questi
mento che dice: “Non commettere deogiochi nella vita dei nostri figli padri e madri pensano se sia suffi-
adulterio. Ma io vi dico: chiunque crea più di una difficoltà nelle rela- ciente contrattare sul “quando” e sul
guarda una donna per desiderarla, in zioni familiari e nell’azione educativa “quanto”, dimenticando il “se è giu-
cuor suo ha già commesso adulte- dei genitori, perché mette pesanti sto”. Che fare allora? Insistere sui
rio”». Per Gesù la responsabilità del- ipoteche sullo sviluppo intellettuale, controlli e limitazioni non porta a
l’uomo è globale: riguarda anche il affettivo, sociale e – ultimamente – grandi vittorie. Credo, anche per
mondo virtuale della mente, gli ava- anche morale dei giovanissimi.
esperienza personale, che la strate-
tar, Second life e l’universo di Inter-
gia migliore sia la prevenzione. Cer-
net. La morale cristiana non si occu- ᭿ Ma la dipendenza da queste chiamo di condividere i giochi dei no-
pa di una semplice contabilità delle esperienze non è mai la causa; piut- stri figli; se ci fa benissimo tentare la
azioni, ma della persona nella sua to- tosto è la conseguenza di un disagio strada evangelica del tornare fanciul-
talità, mente compresa.
ٗ relazionale ed educativo. Se è vero li, possiamo guadagnare il diritto e lo
BS OTTOBRE 2009

4.6 Page 36

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spazio per avanzare proposte, sug-
gerire un gioco piuttosto che un al-
tro, evidenziare che regalarsi tem-
po l’un l’altro conta molto più che
divertirsi da soli. Soprattutto, pos-
siamo far assaporare ai nostri ra-
gazzi il gusto di esperienze diversi-
ficate. È il modo migliore per evita-
re la concentrazione su una sola
attività e le forme di accanimento
che ne conseguono. È anche im-
portante che la casa sia luogo ac-
cogliente per gli amici. Alla fine,
nessun ragazzino ama spontanea-
mente starsene di fronte al com-
puter: prima subisce la sua solitu-
dine, poi ci si abitua e alla fine può
anche preferirla, perché meno im-
pegnativa. Ma se gli si consente di
invitare amici, trascorrere il tempo
libero con i coetanei, vivere il gio-
co come esplorazione delle proprie
attitudini e del mondo circostante,
comprenderà che il videogioco può
costituire un particolare modo di
tenersi impegnato per una mezz’o-
ra, ma non propriamente il miglio-
36 re, né l’unico.
᭿ Del resto, i ragazzi sono più
intelligenti di quanto possa sem-
brarci e sanno distinguere quanto
vale e a che cosa serve un gioco
rispetto a un altro: se nessuno
spegne la loro voglia di scoprire le
regole del convivere, comprende-
re le mete di un’impresa, entrare
nello spirito di gruppo per condivi-
dere un percorso e un obiettivo,
apprendono presto l’esigenza e la
responsabilità di scegliere le atti-
vità più opportune per un benes-
sere che non sia fittizio. Peraltro,
proprio nelle scelte ludiche un ra-
gazzo verifica tutto quello che ha
imparato in famiglia e che serve
per una vita piena: la capacità di
comunicare giocando con le paro-
le, la voglia di manipolare i diversi
materiali per creare un oggetto
nuovo, l’allenamento a compiere
percorsi difficili e prove impegnati-
ve per conquistare un tesoro, la
perseveranza nel risolvere un
rompicapo, la tenerezza del sen-
tirsi una cosa sola curando bam-
bole e peluche. Se un ragazzo im-
para in casa a giocare e giocarsi
nel modo migliore, la dipendenza
da videogame non condizionerà la
sua crescita in modo invadente e
drammatico.
ٗ
OTTOBRE 2009 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Nato nel 1945, l’artista romano
Eugenio Cannistrà, vive e opera
nella capitale. Innumerevoli
le personali e collettive cui
ha partecipato.
EUGENIO CANNISTRÀ
VERSO L’ALTO
Il mestro Cannistrà è un talento
naturale. Il BS si è occupato di
lui recentemente, intervistandolo
(cfr. luglio 2009 in Primo Piano).
Torna a parlare nella presente rubri-
ca per presentare un suo crocifisso.
Il suo curriculum artistico è di tutto
rispetto. Ha iniziato a dipingere da
quando aveva 6 anni, in prima ele-
mentare, e da allora non ha più
smesso, facendo dell’arte pittorica
la sua ragione di vita. “Vivere di arte
non è facile: le gratificazioni econo-
miche sono risicate, ma la personale
soddisfazione è grande”. Sono sue
parole che non stentiamo a reputare
vere. Dal 1969, ha iniziato a esporre
a Roma alla Galleria D’Urso, poi è
stata una serie lunghissima, anno
dopo anno, in Italia, in Europa, in
America, spesso più volte l’anno,
tra personali e collettive. È uno dei
pochi artisti che aborrisce le litogra-
fie, le tecniche di riproduzione mec-
canica delle immagini, oggi in voga
in molti pittori, per creare più copie
in breve tempo e… guadagnare be-
ne. Lui preferisce fare tutto a mano
una, due, dieci, 50 copie.
>> È un artista che… guarda in
alto! Crede che nell’uomo sia presen-
te il desiderio d’infinito, la voglia di sa-
lire, la libertà di spaziare nei cieli, l’im-
pulso verso Dio. Tutta la sua pittura, sia
religiosa sia “laica”’, risente di questa
“filosofia”. L’uomo non è un terricolo,
è un essere mosso dal desiderio infinito
di lasciare la terra e i suoi malanni per-
ché sente che la vera patria è un’altra…
Il Crocifisso che presentiamo non si
scosta dai canoni esposti. L’opera fa
parte di una Via Crucis realizzata per
la chiesa di Selva Candida a Roma.
Si tratta dell’undicesima stazione.
Cannistrà ha voluto rappresentare un
dramma in un contorno di bellezza e
di gloria: dietro al crocifisso si apre
un cielo luminoso il cui centro/gene-
si è un punto lontano, in alto… un ri-
chiamo, indubbiamente, alla “misti-
ca rosa” del paradiso dantesco. La lu-
ce che avvolge il Cristo crocifisso è
la luce della speranza, lasciata in ere-
dità agli uomini.
>> Cristo muore, ma il cielo non si
fa nero, le tenebre non avvolgono la
terra: niente lampi minacciosi, nien-
te brontolii di tuoni. Succede anzi tut-
to il contrario perché quella del Cri-
sto è una morte che porta la vita. An-
che questa volta il canone dell’arti-
sta è rispettato: il dipinto è in verti-
cale, come in pratica quasi tutti i suoi
dipinti… “anche quelli orizzontali”,
afferma con un paradosso l’artista.
L’opera è del 2006.
Alcuni suoi quadri sono presenti an-
che presso l’Università Salesiana
UPS all’Ateneo Salesiano. I suoi figli
hanno studiato presso le FMA. ٗ

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) Molti politici non dovrebbero ricevere voti
ma dare i “voti”.
2) Se i soldi non sono “tutto”, “poco” ci manca.
BS OTTOBRE 2009

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
GIOVANI
E NICHILISTI?
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
È proprio vero che
i giovani negano ogni
valore? È vero che sono
Igiovani sono motivo di
grandi speranze: guardando
a loro o pensando a loro, si
guarda e si pensa il futuro.
nichilisti? Conviene
Quando sogniamo un mondo mi-
con i giovani non essere
gliore di quello che attualmente vi-
viamo, pensiamo a chi potrà co-
mai troppo sicuri nei
struirlo, ai giovani, che hanno da-
giudizi. L’arcipelago
giovani non è
omogeneo, troppo
vanti il tempo, la vita, la possibi-
lità di progettare a lungo raggio.
Sono insiti in loro l’entusiasmo, la
voglia di amicizia, di pace, di soli-
Eppure i giovani danno anche
grandi segnali di speranza
a una società appesantita
e concentrata su cose effimere.
38 spesso i giudizi su
di loro sono affrettati
e non corrispondono
a verità.
darietà tra i popoli, di giustizia: su
queste – come anche su molte altre
cose – sognano.
Eppure li vediamo anche isolati,
rinchiusi nel loro narcisismo, con
poca voglia di combattere, spesso in
la musica, lo sport, le nuove tecno-
logie informatiche, la compagnia
dei pari, il sesso. Amano viaggiare,
cimentarsi in sport estremi...
preda a molte dipendenze come la I GIOVANI SPECCHIO
droga, l’alcolismo, il disimpegno DELLA SOCIETÀ
anarcoide. Generalmente non vo-
Quando sogniamo un mondo
migliore pensiamo a chi potrà
costruirlo, ai giovani, che hanno
davanti il tempo, la vita,
gliono sentire parlare molto di Lamentarsi dei giovani di oggi è
Chiesa, di religioni, tanto meno di quasi una moda. Pensiamo tuttavia
politica. Preferiscono di gran lunga che sia eccessivi entusiasmi sia giu-
la possibilità di progettare
a lungo raggio.
stificazioni semplicistiche non abbia-
no molto senso. I giovani di oggi so-
no espressione, anzi specchio, della
società che abitiamo. Siamo forte-
mente concentrati sul lavoro – in ge-
nere entrambi i genitori – sul profit-
to, sul benessere a tutti i costi; siamo
fortemente stressati da una continua
ricerca di cose (quelle che “tutti han-
no” o dovrebbero avere), con una
forte connotazione individualistica e
privatistica. I valori morali, la fede,
le religioni hanno molto spesso un
posto secondario, quando addirittura
non assente: i valori li stabiliamo noi,
la Chiesa – si dice – farebbe bene a
rimanere nella sfera propria interna
(interna alle proprie chiese, s’inten-
de) e non intervenire nelle cose pub-
bliche, ed è bene che taccia anche su
temi che riguardano i valori morali,
la famiglia, la solidarietà.
OTTOBRE 2009 BS

4.9 Page 39

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La famiglia, poi, certamente esi-
ste (anche se aumentano molto i
single e le famiglie di fatto), ma che
tipo di famiglia è? Frequentemente
è poco proiettata sui valori propri di
un nucleo familiare, sul bene da co-
struire insieme, anche se il senso di
appartenenza è molto forte. Aumen-
tano i matrimoni civili, l’età in cui
si “convola a nozze”, come anche le
cosiddette “nuove” famiglie e i di-
vorzi. Il numero dei figli è notevol-
mente ridotto, con bambini super
protetti e super coccolati, qua e là
anche viziati; il tempo dedicato al-
l’educazione dei figli è ridotto e
troppo spesso demandato ad altri. E
allora, nei giovani si manifestano la
problematicità e la complessità del-
le nostre società, come anche della
famiglia. La scuola e le altre comu-
nità formative s’impegnano per i
giovani e cercano di dare del loro
meglio. Poche volte i risultati corri-
spondono alle attese.
Nonostante le spine del presente…
il futuro può essere luminoso.
I giovani lo sperano, gli adulti
devono crederci.
rere, gli ideali da seguire, le moda-
lità per affrontare la prova e scopri-
re il senso del sacrificio. I giovani
EPPURE SONO CAPACI
DI GRANDI VALORI
nell’incontrare Giovanni Paolo II 39
no sincere, le parole che insistono, sono stati conquistati dalla sua au-
le parole che promettono, le parole tenticità e dalla forza morale nel-
Ci sono forti segnali di pessimi-
smo attorno ai giovani e alla loro
capacità di scoprire grandi valori e
donarsi a grandi ideali. Recente-
mente il filosofo Umberto Galim-
berti ha affermato dei giovani: “In-
terrogati non sanno descrivere il lo-
ro malessere perché hanno ormai
raggiunto quell’analfabetismo emo-
tivo che non consente di riconosce-
re i propri sentimenti e soprattutto
di chiamarli per nome. E del resto
che nome dare a quel nulla che li
pervade e che li affoga? Nel deser-
to della comunicazione, dove la fa-
miglia non desta più alcun richiamo
e la scuola non suscita alcun inte-
che vogliono lenire la loro segreta
sofferenza languono intorno a loro
come rumore insensato” (L’ospite
inquietante. I giovani e il nichili-
smo, Introduzione).
Eppure i giovani danno anche
grandi segnali di speranza a una so-
cietà appesantita e concentrata su
cose effimere. Ricercano la verità
più profonda quando sognano giu-
stizia, solidarietà, pace, coerenza.
Quindi esprimono una ricerca della
verità e non solo nichilismo. I gio-
vani sono capaci di grandi valori,
aspettano soltanto i loro animatori,
che possano incontrarli lì dove so-
no e segnino il cammino da percor-
l’indicare i valori da seguire, anche
controcorrente; l’hanno seguito fi-
no alla fine, lo hanno amato perché
si sono sentiti da lui amati.
RITORNIAMO
AI GIOVANI
Le domande che vengono dalla
vita dei giovani di oggi, la loro si-
tuazione complessa e i loro bisogni
profondi fanno appello alla nostra
capacità educativa, al tempo che lo-
ro dedichiamo, al nostro senso di
responsabilità per le future genera-
zioni. Occorre ritornare ai giovani,
progettare per loro e con loro, so-
resse, tutte le parole che invitano al-
gnare con loro il futuro, sperare in-
l’impegno e allo sguardo volto al
sieme a loro. I giovani non hanno
futuro affondano in quell’inartico-
bisogno di pessimisti attorno, ma di
lato all’altezza del quale c’è solo il
chi soffia sulle loro ali e spinge la
grido, che talvolta spezza la corazza
loro libertà lì dove l’etica che la co-
opaca e spessa del silenzio che,
stituisce li libera con la sua verità. I
massiccio, avvolge la solitudine
giovani cercano l’infinito, anche
della loro segreta depressione come
quando danno segni di attaccamen-
stato d’animo senza tempo, gover-
to ai surrogati; cercano nuove fron-
nato da quell’ospite inquietante che
tiere e nuovi orizzonti da esplorare,
Nietzsche chiama ‘nichilismo’. E
per abitare il mondo del senso e di-
perciò le parole che alla speranza
Occorre ritornare ai giovani…
sertare la casualità della presunta
alludono, le parole di tutti più o me-
Il Papa ne dà l’esempio.
innocenza del niente.
BS OTTOBRE 2009

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
L’ONU SERVE ANCORA
ANZI VA RIFONDATA
di Severino Cagnin
L e perplessità sull’efficacia del-
l’ONU sono state reali in pas-
sato e ora, forse, lo sono ancora
di più. I caschi blu non rie-
scono a portare la pace nelle zone
24 ottobre 2009:
LXIV Giornata
delle Nazioni Unite.
calde del pianeta. Tuttavia i proble-
mi oggi si risolvono solo a raggio
Oggi l’ONU appare
mondiale e non locale. “Fame e po- un’organizzazione non
vertà sono inaccettabili”, ha detto il
Papa alla Conferenza dell’ONU, in
sempre capace di mediare o di risolvere
giugno, sulla crisi economica e fi- i problemi che lacerano le varie nazioni. Il disegno
nanziaria senza precedenti nella sto-
ria. “È assolutamente inaccettabile dell’umorista Banegas affronta con chiarezza
40
che centinaia di milioni di persone
continuino a soffrire la fame e che
quasi brutale il problema.
cresca la povertà”. In effetti, la fame
è un mostro dai tentacoli sempre più
lunghi, di conseguenza la povertà >> Occorre fare scelte coraggio- grato alla stregua di qualsiasi altro cit-
continua a crescere a livello espo- se. Non saranno facili, tutt’altro; e tut- tadino con tutti i doveri, ma anche i di-
nenziale in ogni parte del mondo. tavia sono possibili, soprattutto se ritti che gli competono; finché i bam-
sono fondate sullo spirito di bini di ogni colore non giocheranno as-
solidarietà che è il vero col- sieme a scuola come se fossero tutti
lante del genere umano. È della stessa razza nonostante il colo-
ormai acclarato che nei rap- re della pelle e la diversa cultura e vi-
porti internazionali non val- sione della vita; finché in chiesa non
gono più i principi di pace, pregheremo anche con canti africani
giustizia e aiuto da portare a e orientali, non cambierà nulla, anzi
popolazioni colpite, quando le continuerà il disfacimento! Certo, ri-
decisioni del Consiglio di Si- modellare una cultura non è cosa da
curezza e delle Istituzioni in- niente, un processo di “transcultura-
ternazionali come UNESCO, zione” costa lacrime e sangue, ma non
FAO, OMS, ecc. sembrano fa- abbiamo alternative…
vorire non tanto chi ha vera-
mente bisogno di aiuto, quan- >> Il Papa ai responsabili del-
to piuttosto “i padroni del l’ONU ha voluto indicare anche vie
mondo”. Perché mai i grandi concrete di soluzione: libertà di reli-
Stati dovrebbero avere limitate gione, decisioni comuni e non dei so-
forze militari? Chi controlla le liti pochi eletti perché sono potenti,
fonti di energia? Perché tu hai la scienza a favore della vita e del-
le armi nucleari e io no?
l’ambiente; stenti, disperazione e
violazione dei diritti da estirpare
>> Prima di tutto i diritti del- perché radici del terrorismo. Chi ha
la persona! Sembra diven- a cuore la salute sociale e morale del
tato uno slogan facile; in realtà genere umano deve prestare più di
è solo inutile. Finché ognuno qualche attenzione alle parole piene
di noi non avrà il coraggio ci- di saggezza e di speranza del suc-
vile di considerare l’immi- cessore di Pietro.
OTTOBRE 2009 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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DOMANI
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
L’intento è mettere in luce
la naturale capacità
dell’uomo di guardare al domani
come se fosse il primo giorno
della sua vita.
Le Officine Meccaniche, a di- ta; non si preoccupano troppo
spetto del nome, sono studi di dell’omogeneità del prodotto ma
registrazione di Milano. Chi si solo di catturare, stupire e affasci-
fosse trovato a passare da quelle nare l’ascoltatore senza soluzione
parti il 21 aprile scorso si sarebbe di continuità. Le parole della can-
forse sorpreso per la concentrazio- zone, sospese tra il lirismo delle
ne decisamente fuori norma di ar- parti melodiche e il realismo delle
tisti di fama nazionale. Quasi 60 parti rap concentrano l’attenzione
tra interpreti, cantautori, musicisti sulla Speranza.
ٗ
e gruppi erano lì, tutti nello stesso
giorno, per registrare una sola can-
zone. Li aveva chiamati Mauro Pa- DOMANI di Mauro Pagani
41
gani, proprietario degli studi e au-
tore della canzone in questione,
coadiuvato in questa impresa da
Jovanotti e Giuliano Sangiorgi (lea-
der dei Negramaro). Il tutto per un
progetto di sostegno alla ricostru-
zione post-terremoto in Abruzzo: i
proventi discografici ed editoriali
del disco nato in quella giornata,
infatti, saranno devoluti per gli in-
terventi di consolidamento e re-
stauro riguardanti il Conservatorio
“A. Casella” e la sede del Teatro
Stabile d’Abruzzo dell’Aquila.
>> La canzone, che ha per titolo
Domani e per sottotitolo la data
fatidica dell’insolito consorzio, è
costruita con sapienza e mestiere.
La linea melodica assai semplice
e l’arrangiamento essenziale la-
sciano ampio spazio alle peculia-
rità di ciascun interprete confi-
dando nella loro capacità di ren-
dere originale un materiale che
altrimenti avrebbe di poco supe-
rato la banalità. E loro, i 56 artisti
impegnati, raccolgono la sfida e,
senza lesinare le loro qualità e la
loro inventiva, deliziano le nostre
orecchie dando una sfumatura
originale praticamente a ogni no-
Tra le nuvole e i sassi / passano i sogni di
tutti / passa il sole ogni giorno / senza
mai tardare.
Dove sarò domani? / Dove sarò?
Tra le nuvole e il mare / c’è una stazione
di posta / uno straccio di stella messa lì a
consolare
sul sentiero infinito / del maestrale
Day by day / Day by day / hold me / shi-
ne on me / shine on me / Day by day sa-
ve me shine on me
Ma domani, domani, / domani, lo so / lo
so che si passa il confine, e di nuovo la
vita / sembra fatta per te
e comincia / domani / domani è già qui
Estraggo un foglio nella risma nascosto /
scrivo e non riesco forse perché il sisma
m’ha scosso
ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi, fa
pensare a domani ma puoi farlo solo oggi
e la vita la vita si fa grande così / e co-
mincia domani
Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare /
con un po’ di fortuna / si può dimenticare.
Dove sarò domani? Dove sarò?
Dove sarò domani che ne sarà dei miei
sogni infranti, dei miei piani
Dove sarò domani, tendimi le mani, ten-
dimi le mani
Tra le nuvole e il mare / si può andare e
andare / sulla scia delle navi / di là del
temporale
e qualche volta si vede / domani / una
luce di prua / e qualcuno grida: domani
Come l’aquila che vola / libera tra il cie-
lo e i sassi siamo sempre diversi e siamo
sempre gli stessi
hai fatto il massimo e il massimo non è
bastato e non sapevi piangere e adesso
che hai imparato non bastano le lacrime
ad impastare il calcestruzzo / eccoci qua
cittadini d’Abruzzo
e aumentano d’intensità le lampadine
una frazione di secondo prima della fine
e la tua mamma,
la tua patria da ricostruire, comu le scole,
le case e specialmente lu core e puru nu
postu cu facimu l’amore
non siamo così soli / a fare castelli in aria
/ non siamo così soli / sulla stessa barca
non siamo così soli / a fare castelli in aria
/ non siamo così soli / a stare bene in Ita-
lia / sulla stessa barca
a immaginare un nuovo giorno in Italia
Tra le nuvole e il mare si può andare, an-
dare / sulla scia delle navi di là dal tem-
porale
qualche volta si vede una luce di prua e
qualcuno grida, domani
Non siamo così soli / Domani è già qui /
Domani è già qui
Ma domani domani, domani lo so, lo so,
che si passa il confine / e di nuovo la vita
sembra fatta per te
e comincia / domani
Tra le nuvole e il mare, si può fare e rifare
/ con un po’ di fortuna si può dimenticare
E di nuovo la vita, sembra fatta per te / e
comincia / domani
E domani domani, domani lo so / lo so
che si passa il confine, e di nuovo la vita
sembra fatta per te /
e comincia domani / Domani è già qui,
domani è già qui
BS OTTOBRE 2009

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto
13-1-1924 n.22, possono riceve-
re Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
per le Missioni, con sede in Tori-
no) a titolo di legato la somma di
… o titoli, ecc. per i fini isti-
tuzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
42
per le Missioni, con sede in Tori-
no) l’immobile sito in… per i fi-
ni istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o l’I-
stituto Salesiano per le Missioni,
con sede in Torino) lasciando ad
esso quanto mi appartiene a
qualsiasi titolo, per i fini istitu-
zionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
OTTOBRE 2009 BS
I NOSTRI MORTI
STRACCA sig. Silvano,
collaboratore del Bollettino
Salesiano,
† Roma, il 05/06/2009, a 71 anni
Da oltre 15 anni collaboratore prezioso della
nostra rivista. Giornalista professionista, scru-
poloso e sistematico nel lavoro. Silvano sa-
peva toccare le corde sensibili dei lettori, che
apprezzavano forma e contenuto dei suoi ar-
ticoli. Puntuale nella consegna degli elabora-
ti, sempre documentato, mai banale, mai
scontato, voleva servire al meglio i lettori, per-
ché era convinto che il suo lavoro fosse più
una missione che un mestiere. Era un signo-
re distinto e nel contempo umile e amabile,
serio e sereno, che ha accettato il male sen-
za drammi, affidandosi alla volontà di Dio e
continuando a scrivere perché voleva “finire il
compito assegnatogli”. Quando muore un uo-
mo “buono” si dice che lascia un vuoto. È ve-
ro! Ma Silvano lascia anche un pieno: la sua
personalità mite e solare, scevra di risenti-
menti, delicata anche nella critica per non far
male a nessuno. Un esempio per tutti.
CHIUMMARIELLO sig. Francesco,
exallievo salesiano,
† Napoli, il 16/06/2009, a 83 anni
Era cresciuto e si era formato “salesiana-
mente” nell’Oratorio di Tarsia a Napoli. In
quel quartiere era nato, lì aveva conosciuto i
salesiani e Don Bosco, del quale restò am-
miratore incondizionato per tutta la vita. Sem-
pre cercò di seguire gli insegnamenti e gli
esempi del santo dei giovani, il “suo” santo,
trasfondendoli non solo nei suoi familiari, ma
anche in tutti quelli che frequentava. Fu pa-
dre attento e premuroso, marito fedele e non-
no saggio e giusto. Sempre, ma soprattutto
nei momenti più difficili si è fatto accompa-
gnare dalla lettura del “Giovane Provveduto”
che conservava come una reliquia e che ora
gli fa compagnia nell’urna funeraria.
MARINI sac. Daniele, salesiano,
† Castello di Godego (TV), il 14/01/2008,
a 90 anni
Daniele si trasferì dalla provincia di Padova a
Torino in cerca di lavoro negli anni 1935; fre-
quentò l’oratorio salesiano di Torino dove
chiese di entrare come novizio nel 1937 come
coadiutore. Fece il tirocinio pratico al Cairo.
Maturò nel frattempo la vocazione al sacer-
dozio e fece gli studi di teologia a Betlemme.
Fu ordinato sacerdote a Gerusalemme il 29
giugno 1955. Si distinse come zelante sacer-
dote, dedicandosi all’apostolato nella predi-
cazione, nei ritiri per gli allievi e la confessio-
ne. Rientrò in Italia per assistere i genitori or-
mai in fin di vita, poi fu trasferito nel 1968 alla
scuola di Bardolino (VR) con l’incarico di in-
segnante. Passò il resto della sua vita in va-
rie case come insegnante, animatore, vice
parroco… infine nella casa di riposo di Ca-
stello di Godego.
direttrice, in diverse case del bresciano e del-
l’Emilia. Sempre pronta all’obbedienza e alla
condivisione, si è distinta per il sorriso abitua-
le sulle labbra, la signorilità e la gentilezza dei
modi. Aveva assimilato il sistema educativo di
Don Bosco e di Madre Mazzarello, reso più vi-
vo dal genio femminile, quasi a farne una se-
conda natura. Donna di raro equilibrio e di
buon senso, era punto di riferimento per con-
sigli e suggerimenti. In ogni casa dove è pas-
sata è rimpianta come una mamma. (Rizzini)
BALBO suor Anna, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
† Torino, il 18/01/2009, a 77 anni
Subito dopo la Professione le fu chiesto di
conseguire la laurea in Economia e Com-
mercio e successivamente la specializza-
zione in Statistica presso l’Università Catto-
lica di Milano. Nel 1961 è a Torino per inse-
gnare nell’allora Istituto Pedagogico “Sacro
Cuore”. Le studentesse che l’hanno cono-
sciuta da vicino attestano che era esigente,
ma anche rispettosa e attenta con tutte. Pur
temendola per la difficoltà della materia, ne
apprezzavano l’intelligenza. Le consorelle
docenti, invece, parlano della sua finezza
d’animo e della profonda sensibilità che la
caratterizzava, oltre alla preparazione pro-
fessionale, la diligenza, l’amore al dovere, la
precisione e la puntualità. Benché un po’
schiva nella parola e nelle relazioni, parteci-
pava a tutto ciò che avveniva nella comunità
e soprattutto era una “tenace figlia di Don
Bosco e di Madre Mazzarello”, secondo la
significativa definizione di una sua exallieva.
GOAD suor Giuseppina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Shillong Bellefonte (India), il 04/02/2009,
a 93 anni
72 anni di vita religiosa e 70 di vita missiona-
ria feconda e appassionata. Dalle montagne
della Valle d’Aosta, suor Giuseppina arrivò a
Madras nel 1939 realizzando il suo sogno
missionario. Dopo l’abilitazione alla lingua in-
glese, campo della sua passione evangeliz-
zatrice fu soprattutto il Nord est dell’India. Era
intelligente e creativa, tanto da divenire anche
architetto, ingegnere, artista e musicista. Ha
composto e tradotto molti canti in inglese e
nella lingua locale. Aveva una predilezione
speciale per i giovani e ne ha saputo accom-
pagnare tanti/e a realizzare la vocazione sa-
cerdotale e religiosa. Era amata da tutti e ha
“toccato” profondamente la vita di molti.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”
PANIZZINI suor Pierina,
Figlia di Maria Ausiliatrice
† Lugagnano d’Arda (PC), l’08/02/2008,
a 84 anni
La sua vocazione è maturata a Manerbio
(BS), dove era nata, a contatto con le FMA co-
me tante altre compaesane. Suora dal 1946,
ha rivestito vari incarichi, compreso quello di

5.3 Page 43

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MM iill
eessee Savina Jemina
OOTTTOTOBBRREE
ACQUE BIBLICHE
FIUME GHICON O GHION
Con questo nome si indica sia un
fiume, sia una delle sorgenti co-
stanti di Gerusalemme (ne parlere-
mo più avanti). Nella Bibbia, il fiu-
me è citato dapprima come uno
dei quattro del Paradiso e “scorre
intorno a tutto il paese d’Etiopia”
(Gen 2,13). Poi, quando l’autore
biblico fa un riferimento alla sa-
pienza, che “espande la dottrina
come il Nilo, come il Ghicon nei
giorni della vendemmia” (Sir
24,25). Per l’autore sacro il numero
4 ha valenza simbolica, perché ri-
chiama i punti cardinali, le stagio-
ni, le fasi lunari, gli elementi primor-
diali (acqua, terra, aria, fuoco) e le
operazioni aritmetiche (addizione,
sottrazione, moltiplicazione, divi-
sione). Anche i quattro fiumi, quin-
di, indicavano la totalità, la fecon-
dità e la bellezza. La localizzazione
del Ghicon è meno incerta di
quella del Pison: “scorre intorno”
all’Etiopia, potrebbe essere il Nilo,
o gli affluenti Nilo Blu o Atbara, che
nascono sugli altipiani etiopi.
LUCI DAL MEDIO EVO
>> 4 ottobre 1134: dodici cistercen-
si provenienti dalla casa madre di
Morimond, nel nord della Francia,
arrivano a Coronate (Milano), da
dove nel novembre del 1136 si tra-
sferiscono nella sede definitiva,
chiamata anch’essa Morimondo.
In pochi anni l’aumento delle vo-
cazioni è tale che si fondano altre
due abbazie: Acquafredda (Co-
mo), nel 1143, e Casalvolone (No-
vara), nel 1169. L’abbazia nel Cin-
quecento diventa parrocchia, nel
Seicento vede una forte rinascita
culturale e spirituale, ma nel 1798
è soppressa dal nuovo governo fi-
lofrancese. Circa 25 anni fa, il Co-
mune acquista il cenobio e ne av-
via il restauro.
>> 10 ottobre 881: gli arabi incen-
diano l’abbazia di San Vincenzo al
Volturno (oggi nel comune di Ca-
stel San Vincenzo – Isernia). Alcuni
monaci scampati al massacro ripa-
rano a Capua e fondano un mo-
nastero “in esilio”. Dopo la definiti-
va cacciata araba nel 916, torna-
no a San Vincenzo, ma il complesso
non raggiunge lo splendore prece-
dente e nel sec. XVII passa sotto
l’abbazia di Montecassino. Con la
soppressione napoleonica, deca-
de. Nel Novecento torna proprietà
di Montecassino e durante la se-
conda guerra mondiale è bombar-
dato dagli alleati. Dal 1989 ospita
una comunità di suore benedetti-
ne, provenienti dal Connecticut
(Usa).
>> 16 ottobre 709: sant’Aubert, ve-
scovo di Avranches, consacra la
prima chiesa sulla rocca detta
Mont-Saint-Michel, al centro della
baia dove si registrano le maggio-
ri maree d’Europa. Nel 966, vi arri-
vano i benedettini. Per otto secoli
ingrandiscono l’abbazia e la di-
fendono con alte mura. Il com-
plesso diventa mèta di pellegri-
naggi. Con la rivoluzione francese,
i monaci sono cacciati e l’abbazia
trasformata in prigione. A fine Ot-
tocento sono avviati importanti la-
vori di restauro. In occasione del
millennio di fondazione, nel 1966,
43 nell’abbazia si insedia una picco-
la comunità monastica. Inserita nel
Patrimonio mondiale dell’Unesco,
è visitata da oltre tre milioni di per-
sone l’anno.
PRETE E SCIENZIATO LUIGI CEREBOTANI
Nasce a Lonato (Brescia)
l’11/01/1847. Sacerdote nel
1869, si laurea in teologia all’Uni-
versità La Sapienza di Roma e si
appassiona alla Fisi-
ca. Nel 1873 è se-
gretario del cardi-
nale Hohenlohe, a
Monaco di Baviera.
Nel tempo libero
dall’attività pastora-
le, stringe contatti
con vari scienziati
europei (tra cui Gu-
glielmo Marconi).
Diventa famoso per
l’invenzione di stru-
menti di trasmissione
di parole e dati. Tra
questi, il teletopometro per rile-
vare con esattezza le distanze
tra due punti: ha preceduto di
anni i moderni telemetri mono-
statici. Il teleautografo per tra-
smettere a distanza le lettere
dell’alfabeto a una velocità su-
periore a quella del Morse: è un
antenato della tele-
scrivente. Il teletipo-
grafo che, median-
te una penna e par-
ticolari impulsi elet-
trici, comunica il mo-
vimento della mano
a un’analoga mac-
china ricevente: un
fax ante-litteram.
Cerebotani diventa
socio di varie acca-
demie scientifiche. È
ammirato per la sua
religiosità e per il ca-
rattere schivo, non interessato a
sfruttare le sue rivoluzionarie in-
venzioni. Muore il 19 ottobre
1928, a Verona.
BS OTTOBRE 2009

5.4 Page 44

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P P RIMA AGINA Marita Dalla Via
DA… A… LA TURBINA
DELLA SOLIDARIETÀ
Da una cena a un’impresa; dall’Italia al Perù; dalla Val Leogra alle Ande;
da Schio ad alcuni villaggi…
Èuna storia trasfor-
matasi in sfida. Ma
partiamo dall’ini-
>> Uno dei tecnici,
Chicco, si è trasferito
con la famiglia in Perù
zio, dall’Operazione
per offrire le proprie
Mato Grosso a favore
competenze a servizio
delle popolazioni andi-
dell’Omg. Nella comu-
ne più povere e da una
nità dove vive, a Cha-
cena a Schio presso l’i-
cas (leggi Ciacas), servi-
stituto salesiano, più di
va una turbina per pro-
10 anni fa, dove qual-
durre energia idroelet-
cuno lanciò, provoca-
trica a favore di gente
toriamente, l’idea di
44 costruire una turbina
che viveva ancora con
le candele, quando c’e-
per portare l’energia
rano. Alcuni volon-
elettrica in alcuni vil-
tari di Schio s’im-
laggi sperduti delle
batterono a Trento
Ande, dove operavano italiani volontari
in una turbina degli
dell’Omg di don Ugo De Censi. La sfida
anni ’60 che stava
era di recuperare una turbina non più fun-
per essere dismessa.
zionante e renderla ancora operativa, uti-
Sono riusciti a por-
lizzando materiale di scarto, recuperato da
tarla in fabbrica,
operai e tecnici in pensione che di riposo
rimetterla a nuovo e
non volevano nemmeno sentir parlare. Da
spedirla in Perù.
allora, era il 1996, le turbine ricuperate a
Qualche mese dopo
Schio per il Perù e rimesse in funzione sono state
era già in funzione a
tre, l’ultima è partita nella metà del mese di giu- Collo. La seconda è partita per Jambon, come
gno ’09. I volontari “in riposo”, che da oltre 10 quest’ultima, che andrà a sostituirne una ormai
anni “si sporcano le mani” e lavorano con preci- non più funzionante. Ma per produrre energia non
sione millimetrica al tecnigrafo a favore dei cam- serve solo una turbina, ci vogliono delle condotte,
pesini peruviani, sono tutti ex operai ultrasessan- un generatore elettrico, i trasformatori, i quadri
tenni della Pretto che, dopo aver lavorato una vita elettrici di comando e di protezione. Ebbene, tutto
per le loro famiglie, hanno deciso di darsi da fare o quasi è stato recuperato grazie a gare di solida-
per gli altri. Una squadra da far invidia. Una volta rietà che non hanno limiti, grazie all’intraprenden-
alla settimana Luciano, Silvio, Giuliano, France- za di questi che non si possono definire certo
sco, Rinaldo, Renato D e Renato R re/indossano la pensionati. “È un piacere averli ancora qui – com-
tuta blu e le scarpe antinfortunistiche e tornano in menta l’ingegner Aldo Cateni, dirigente della
fabbrica in uno spazio loro concesso dall’impresa Andritz Hydro (ex Pretto) –. Siamo una famiglia e
e… lavorano come se fossero giovanotti, alle tur- questo lo dimostra. È un modo per essere ricono-
bine. Avevano chiesto all’impresa uno spazio di scenti nei confronti di persone che hanno dedica-
quattro metri per quattro per un paio di mesi, gli to una vita all’azienda. Sono anche un esempio
hanno concesso 100 metri quadrati e un carro- per gli operai più giovani; la loro dedizione e
ponte, e… sono ancora lì.
intraprendenza è un modello per tutti noi”. ٗ
OTTOBRE 2009 BS

5.5 Page 45

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45
BS OTTOBRE 2009

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
crescere bene il mio piccolo e
proteggerlo da ogni male fisico
e spirituale. Il 14 settembre
2008, al termine di una gita in
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
montagna, mio cognato chiu-
dendo la portiera dell’automo-
bile schiacciò il pollice di mio
UN GRAZIE
DI CUORE
diventare mamma era la fecon-
dazione artificiale. Una notte di
aprile 2008 successe un fatto
figlio. Il bambino per il forte do-
lore emise un forte grido; il di-
to già ferito, si gonfiò rapida-
La notte tra il 2 e il 3 ottobre 1996,
al termine di una gravidanza, ini-
ziai a sentire delle contrazioni.
Pensavo che fosse giunto il mo-
mento del parto; ma nei giorni
precedenti era accaduto qualco-
sa a mia insaputa: la mia bimba
era stata soffocata da un doppio
giro di cordone; e io dovetti parto-
rire senza poterla mai stringere a
me. Come mi disse un sacerdote,
partorii un piccolo angelo che ci
protegge e guarda dal cielo: Cri-
stiana. Fu benedetta e sepolta,
ma non sarà mai dimenticata da
me. Su consiglio del medico deci-
si di affrontare una nuova gravi-
danza, ma a circa due mesi dal-
strano, non saprei se in sogno o
nella realtà: nell’angolo della ca-
mera da letto vidi un ragazzino
sui 12 o 13 anni, con i capelli ne-
ri, a mezzo busto, che guardava
me e mio marito mentre riposa-
vamo. Il giorno seguente raccon-
tai tutto a suor Teresina, che dis-
se senza esitazione: “Sarà stato
Domenico Savio!”. Io credo an-
cora oggi fermamente che fosse
veramente lui. L’11 maggio, infat-
ti, con stupore di tutti scoprii di
essere incinta. Ero così felice,
che mi sembrava di essere in pa-
radiso e da quel giorno portai
sempre con me, giorno e notte,
l’abitino. Ma il 4 giugno il Signore
Mamma Margherita.
COME MAMMA
MARGHERITA
A 43 anni sono rimasta vedova
– come Mamma Margherita –,
con un bambino di 7 anni e
mezzo. La vita così semplice e
piena di fede della mamma di
Don Bosco, la venerabile Mar-
gherita Occhiena, mi ha ispi-
mente. Pensai subito a una
frattura o a una lesione dei ten-
dini, che avrebbe richiesto un
intervento. Durante il tragitto
verso il pronto soccorso invo-
cai Mamma Margherita, oltre a
Don Bosco e san Domenico
Savio, a me molto cari. Effet-
tuata la radiografia, fu riscon-
trata solo una millimetrica frat-
tura, che richiese soltanto un
minuscolo tutore, che il bambi-
no portò per una quindicina di
giorni. Si trattava di un piccolo
sacrificio da sopportare, da
parte del bambino, rispetto al-
lo spavento preso, che aveva
procurato grandi timori.
l’attesa iniziai ad avere delle per- mi ha tolto quel bimbo. Mi assa- rato a chiederle aiuto, per far
Colla Lorena, Parma
dite. In seguito al distacco di lì un dolore immenso. Nello
placenta fui ricoverata e messa a sconforto non nego di essermi ri-
riposo assoluto. Mi alzavo solo bellata, poiché mi chiedevo: ”Per-
per il minimo indispensabile e per ché il Signore me l’ha dato per
i controlli. Affidai il mio bimbo (poi- così poco tempo, per poi ripren-
ché sapevo di aspettare un ma- derselo?”. Tuttavia in seguito ri-
DUE IMMAGINI
DI SETA
46
schietto) a san Domenico Savio,
recitando ogni giorno, insieme a
mia madre, il rosario e la novena
del piccolo santo. Promisi di chia-
marlo Domenico e feci un piccolo
fioretto: il taglio dei capelli. Il 9 set-
tembre nacque il mio bimbo, che
presi a sperare. Pur nell’ango-
scia, credo che il Signore per l’in-
tercessione di san Domenico
Savio aiuterà di nuovo noi e pro-
teggerà con il suo amore tutte le
coppie che desiderano avere la
gioia di un bimbo.
Mio marito e io abbiamo sempre
desiderato diventare genitori. Nel
luglio 2006, trovandomi incinta, in
seguito a emorragia con forti dolo-
ri, mi accorsi che avevo abortito.
Ne provai immenso dolore, ma
non mi demoralizzai: mi rivolsi a un
chiamai Enrico Domenico: Enrico,
Mary, Torino sacerdote salesiano per avere
come il nonno paterno. Abbiamo
l’abitino di san Domenico Savio.
DOPO VENT’ANNI
dovuto affrontare ancora altre
prove, come un’operazione alla
GRAVIDANZA
Avendo poi scoperto di averne ri-
cevuti due (precisamente si tratta-
DI MATRIMONIO
testa, dopo soli 40 giorni dalla na-
scita; ma in ogni difficoltà ho sem-
TRAVAGLIATA
va di due immagini di seta di san Ho 40 anni di età. Mi sono spo-
Domenico Savio), ne regalai subi- sata a 20 anni e abito in un pae-
pre confidato nell’intercessione
dei santi. Oggi che Enrico Dome-
nico, ormai dodicenne, ha anche
approfondito la conoscenza del
Già nel 2007 mia nuora aveva
perso in grembo il suo primo
bambino. Nove mesi fa, quando
ho appreso che una sua nuova
to una alla mia figlioccia, che era
in stato piuttosto difficile di gravi-
danza. Dopo alcuni giorni scoprii
di nuovo di essere in attesa, ma
sino in provincia di Lecce. Desi-
deravo fin dal mio matrimonio di-
ventare mamma, ma invano.
Tanti dottori mi dicevano che ero
suo santo protettore, sento il bi- gravidanza si era manifestata a anche questa volta la gravidanza sterile; altri invece erano più pos-
sogno di comunicare a tutti la mia rischio e le causava apprensio- fallì.Tuttavia io continuai a pregare sibilisti. Così sono trascorsi ormai
testimonianza di riconoscenza. ne, ho rivolto le mie preghiere a per mia cugina; fui vicina a lei e a tanti anni e io mi sono rassegna-
A. D., Sant’Apollinare (FR) Mamma Margherita e mi sono suo marito il giorno in cui partorì, ta a restare senza figli. Nel 2007,
recata al Colle Don Bosco per in quanto i miei zii non poterono un’amica vicina di casa mi disse
pregare san Domenico Savio. essere presenti. Ringraziando Dio, di pregare, mi consegnò il Bollet-
ASPETTANDO
UN BAMBINO
Il giorno seguente ho indossato nacque una bimba sana, sebbene tino Salesiano incoraggiandomi a
l’abitino, come già avevo fatto da un parto difficile. Trascorsi 15 leggere le numerose grazie con-
per la nascita del mio secondo giorni da questa nascita, scoprii cesse alle mamme per interces-
Mentre lavoravo presso l’Istituto
San Domenico Savio a Torino, mi
fu regalato un abitino; ma per la
mia poca fede lo riposi in un cas-
setto. In seguito, ancora nello
stesso Istituto, ebbi la fortuna
d’incontrare suor Teresina, con la
quale iniziai a confidarmi. Quan-
do le raccontai del mio grande
desiderio di avere un bimbo, che
dopo sei anni di matrimonio non
era ancora venuto, lei mi parlò di
san Domenico Savio e del suo
abitino. Le sue parole mi convin-
sero e assieme alla preghiera ri-
presi in mano quel piccolo sca-
polare che giaceva ancora nel
cassetto dove l’avevo riposto. A
ogni visita di controllo lo portavo
con me, anche se i medici ave-
vano detto che l’unica strada per
OTTOBRE 2009 BS
figlio Luca, venuto alla luce in ot-
tima salute, dopo una gravidan-
za travagliata. Ed ecco che il 13
ottobre 2008 è nata Ginevra.
Mentre vedo questa piccola in
braccio allo zio Luca, ringrazio
Domenico Savio per la felicità
che mi ha regalato.
Martinengo Silvana, Rivoli (TO)
Attilio Giordani Matilde Salem
con gioia di essere in attesa. Al-
l’ottava settimana di gestazione,
per un distacco della placenta ri-
masi immobilizzata per un mese.
Per tutta la gravidanza tenni sem-
pre con me l’abitino, recitando con
fede la novena mattino e sera.
Quand’ero triste guardavo lo
sguardo limpido di san Domenico
Savio e mi rasserenavo. Alla fine
della gravidanza sopraggiunsero
complicazioni, per cui il ginecolo-
go decise di sottopormi con ur-
genza a un cesareo. Il 15 febbraio
2008, esattamente dopo un anno
dalla perdita del nostro secondo
bambino, è nato Leonardo, nostra
gioia immensa. Ora l’abitino è ap-
peso sopra il lettino del piccolo.
Morana Anna Maria,
Sampierdarena (GE)
sione di san Domenico Savio.
Leggendo, venni a conoscere
questo piccolo grande santo del-
le mamme e presentai la richie-
sta per avere un abitino del ra-
gazzo santo. Fu così che potei
anch’io, dopo 20 anni di matri-
monio, avere, per la sua inter-
cessione, la grazia di un bellissi-
mo bambino che ho chiamato
Mario Dominic. Attualmente ha
sette mesi ed è il mio tesoro.
L.O., Salice Salentino (LE)
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IN PRIMO PIANO
redazionale
Mons.
ANTONIO POSSAMAI
Un anno fa era in Italia
e ne abbiamo approfittato
per intervistarlo.
Salesiano, già ispettore della
provincia di Recife, vescovo, ora
emerito di Ji-Paraà nello Stato
di Rondonia - Brasile.
Monsignore, ci tolga una curiosità: perché è in Italia?
Per partecipare al forum dei cattolici sulla “salvaguardia del crea-
to”, che interessa sempre di più il Papa e la Chiesa. E naturalmente
l’Amazzonia che è “il polmone del mondo” e dove io risiedo, nella dio-
cesi di Rondonia.
A proposito, quali sono i grandi problemi di Rondonia?
L’immigrazione che ha prodotto un’immensa quantità di poveri, per-
ché i latifondisti comprano enormi estensioni di terra, disboscano e fan-
no allevamento di bestiame, coltivazione di soia e, oggi, di canna da
zucchero per il biodiesel.
Non porta benefici alla popolazione?
No. Viene tutto esportato. Chi ci guadagna è lo Stato che utilizza i
soldi per cercare di ripianare l’enorme debito estero.
E i poveri?
Sono sempre più poveri e, rimasti senza terra (sem-terra) diventano
sempre più violenti, sempre più lontani, anzi nemici dello Stato. Man-
ca educazione, manca lavoro, manca una riforma agraria. In compen-
so – bel compenso! – c’è droga, ci sono disordini, uccisioni... Chi sta
peggio ovviamente sono i giovani.
Eppure il Brasile è ricchissimo, a quanto si dice.
Ed è vero, ma chi sfrutta la ricchezza sono le grandi compagnie mul-
tinazionali, non il popolo che è sempre più emarginato. Senza parlare
dei trafficanti... Sono questi i poteri forti che riescono a bloccare ogni
riforma.
Lei è emerito da oltre un anno. Ora di che cosa si occupa?
Risiedo a Porto Velho, la capitale e lavoro proprio nella pastorale
sociale. Sono anche vicepresidente della Commissione Episcopale
Amazzonica che si occupa della salvaguardia di questa realtà fonda-
mentale non solo ai brasiliani, ma al mondo intero. Occorre che i bra-
siliani prendano coscienza di ciò che sono e di quello che hanno, si
oppongano alla distruzione della foresta, alla privatizzazione del-
l’acqua, ecc. come vorrebbero certe compagnie. È immorale fare bu-
siness sulla pelle della gente.
NOJOUD
A 10 anni, quando aveva an-
cora una gran voglia di gioca-
re, Nojoud, bambina yemenita,
15 fratelli, un papà e due ma-
dri, si è ritrovata moglie di uno
che era più grande di lei di 20
anni. Non sapeva nulla di ma-
trimonio, solo che avrebbe do-
vuto seguire lo sposo dovun-
que andasse. Nella nuova casa
la prima notte il marito le dis-
se che voleva dormire con lei.
Rifiutò e fuggì. Lui la rincorse
finché la catturò. Fu una notte
di urli, dolore e terrore. E da
quella sera, ogni sera si ripete-
va la triste storia di violenza:
più lei resisteva più lui la co-
stringeva. Poi cominciarono le
botte, i lividi, il terrore e il la-
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voro: cucinare, lavare, pulire,
rammendare. Chiese ai genito-
ri di riprenderla perché finisse
quella tortura. Invano. Fu la
matrigna che ebbe pietà della
sua disperazione e le consigliò
di andare dai giudici. Lei ci
andò. E l’ebbe vinta. Il marito
che l’aveva violentata prima
dell’età consentita dalla legge
e il padre che l’aveva pratica-
mente venduta furono arresta-
ti. Nojoud ora è sotto la prote-
zione dell’avvocatessa che
l’ha difesa. Vuole studiare e
diventare avvocato anche lei
per difendere le altre – e sono
moltissime – cui tocca la stes-
sa malasorte.
BS OTTOBRE 2009

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
FMA
di Maria Antonia Chinello
A scuola di animazione
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
CHIESA
di Silvano Stracca
Laborem exercens (8a)
Calendario
2010
Portare
il Vangelo
ai giovani
(Illustrazioni del pittore Franco Parachini Sdb)
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
L’apoteosi di novembre 2008