Bollettino_Salesiano_200612

Bollettino_Salesiano_200612



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Mensile - Anno CXXX - nr. 11
Poste llaliane S.p.A. Spedizione in A.P. D.L 353/2003
(Conv. in L 27/02/2004 n. -461 art. I, camma 2, DCB PO
Spedizione nr. 11 /2006
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
DcAoLNL.A..
RUSSIA
AMORE
(pag. 14)
QUELLA NOTTE
(pag. 20)
coMUNITÀ.
EDUCANTE E...
(pag. 28)

1.2 Page 2

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- 150 - MAMMA MARGHERITA - 150
I
di Pascual Chavez Villanueva
FAMIGLIA
CULLA DELLA VITA
MAMMA MARGHERITA
IL MODELLO
La mamma di Don Bosco, Margherita Occhiena, può essere
il modello di ogni mamma ... Il suo è un messaggio di fortezza,
di ottimismo, di speranza contro ogni speranza.
11 primo ricor-
do di Don Bo-
sco è la ma-
no di sua ma-
dre. Giovannino
aveva solo due
anni e non vo-
leva uscire dal-
la stanza dove
era spirato il
papà. Racconta lui stesso:
"Povero figlio, disse mia madre, vieni
con me, tu non hai più padre. Ciò det-
to , ruppe in forte pianto, mi prese per
mano e mi trasse altrove, mentre io
piangeva perché ella piangeva". La
mano di Margherita, che pure è stra-
ziata dal dolore e dall'apprensione
per il futuro, è dolce e ferma: non la-
scerà mai i suoi figli. È il suo pri-
mo importante messaggio: "Possia-
mo essere colpiti, ma andiamo avanti
e qualunque cosa capiti tu puoi con-
tare su di me". Margherita aveva allo-
ra 29 anni, Giovannino 2, Giuseppe
4, Antonio 14. Per Antonio, Margheri-
ta è solo la «matrigna». Per di più egli
è un adolescente grezzo, buon lavo-
ratore , ma cocciuto e geloso.
Margherita è una mamma molto
«moderna» : la responsabilità della
famiglia è sulle sue spalle. La clas-
sica battuta sulle madri oggi do-
vrebbe suonare così: «La mamma è
sola! ». Oggi, le mamme sono sole
in molti modi. Perché hanno un
doppio lavoro , fuori e in casa , o
perché sono separate con i figli a
carico, o perché sono lasciate sole
nel compito di educazione dei figli .
Mio marito di queste cose non s'in-
teressa, dicono , quasi a giustificare
una distrazione che è in realtà una
colpa grave. Mamma Margherita è
DICEMBRE 2 006 8S
prima di tutto presente . Il suo è
un amore totale ed effettivo, fatto di
poche parole , molte azioni, un
esempio continuo, una donazione
assoluta. Contadina analfabeta, è
ricca d'infinita saggezza e raro equi-
librio. Tutti sono concordi nel sottoli-
neare il suo ruolo determinante nel-
la formazione di Giovannino. I suoi
furono insegnamenti semplici e
grandi. Per esempio:
Decisione e coraggio sono gli in-
gredienti per riuscire . Nessuno vide
mai Don Bosco «scoraggiato». E
neanche sua madre. In famiglia tutti
devono dare una mano. Margherita
abituò presto i figli a lavorare in casa
e in campagna. Giovanni dovette in-
gegnarsi per pagarsi gli studi: imparò
a fare il sarto, il falegname, il barista,
il barbiere. Anche a Valdocco nessu-
no veniva «viziato ». Quando un ra-
gazzo correva da Mamma Margherita
per farsi attaccare un bottone alla
giacca, lei gli porgeva ago e filo : "Per-
ché non ci provi tu? Bisogna impara-
re a fare un po' di tutto".
I La casetta di Capriglio (Asti)
dove il 1° aprile 1788 nacque
Mamma Margherita.
Il temperamento si deve domi-
nare. Ogni figlio ha un tempe-
ramento diverso che deve imparare
a tenere sotto controllo . Con la dol-
cezza e la pazienza Margherita
piegò Antonio , tentato all 'asprezza.
Con attenzione seguì l'evoluzione di
Giovannino: "Giovanni aveva in sé
quel sentimento di sicurezza ne/l'a-
gire che si può con tanta facilità tra-
snaturare in superbia; e Margherita
non esitò a reprimere i piccoli ca-
pricci fin da/l'inizio, quando egli non
poteva essere capace di responsa-
bilità morale", ricorda don Lemoyne.
Litigi e incomprensioni tra fra-
telli non si risolvono con predicozzi
e discussioni. Mamma Margherita
riconobbe la parte di ragione di
Antonio che non capiva la voglia di
studiare di Giovanni e intervenne
efficacemente . Anche se probabil-
mente aveva le lacrime agli occhi
mentre preparava il fagottino di
Giovanni che andava a fare il gar-
zone lontano da casa.
I figli hanno una strada sulla qua-
le vanno accompagnati. Appena
comprese la vocazione del figlio, gli
disse chiaramente: "Sentimi bene,
Giovanni. lo voglio che tu ci pensi be-
ne e con calma. Quando avrai de-
ciso, segui la tua strada senza guar-
dare in faccia nessuno. La cosa più
importante è che tu faccia la volontà
del Signore. Il parroco vorrebbe che
io ti facessi cambiar idea, perché in
awenire potrei avere bisogno di te.
Ma io ti dico: in queste cose tua ma-
dre non c'entra. Dio è prima di tutto".
Questo è veramente «dare la vita».

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Mamma Margherita nei campi
con i figli. Dal film su Don Bosco.
Gioia e serenità sono il sale della
vita. Margherita vigilava, ma non in
modo sospettoso e pesante. Sapeva
rimproverare sorridendo e prendere
la vita con un pizzico di umorismo.
Quando lasciò il suo piccolo paradi-
so dei Becchi per seguire Don Bo-
sco in una periferia triste e malfa-
mata, cantava con suo figlio: "Guai
al mondo se ci sente, forestieri e
senza niente".
Parlare, dialogare, raccontare
sono momenti irrinunciabili della vita
famigliare . E nella piccola casa dei
Becchi c'era anche il tempo di rac-
contare i sogni.
La coscienza morale è una gui-
da fondamentale . Fin da piccoli , i
Bosco impararono a distinguere il
bene dal male, senza ipocrisia e
senza furberie. Conoscevano esat-
tamente quello che dovevano e
quello che non dovevano fare . Sul
letto di morte Margherita poté dire al
figlio : "Ho la coscienza tranquilla, ho
fatto il mio dovere in tutto quello che
ho potuto".
Dio s'impara in famiglia . La pre-
ghiera, il catechismo, il senso della
provvidenza, i sacramenti, le opere di
carità: tutto questo Giovannino Bosco
lo imparò sulle ginocchia della mam-
ma. Su quelle ginocchia nacque il Si-
stema Preventivo. Ecco il modello
per tutta la Famiglia Salesiana. O
Dicembre 2006
Anno CXXX
Numero 11
In copertina:
Per la prima volta
un salesiano diventa
il primo coll aboratore
del Papa com e Segretario
di Stato della Città
del Vatica no: è il cardin ale
Tarc isio Bertone.
Foto: Archivio
del cardinale
fJ1
i/_Q)ffflf/fiktff)
~~J/ff}W)
M ensile di inform az io ne
e cul tu ra reli giosa edito
dalla Congregaz ione Sa lesia na
di San G iovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 Quo vadis Europa (2)
di Silvano Stracca
M1ss10N1
14 Russia... secondo profezia
di Giuseppe Taba relli
- VIAGGI
18 Poi Pet: il villaggio diventato città
di Giancarlo Manieri
MEMORIE
20 Quella notte
Redaz ion al e
- SPECIALE
23 La prima volta di un salesiano
diCDC
FMA
28 Comunità educante è...
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 li Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Bagliori -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Arte Sacra - 37 Laetare et beneface-
re. .. - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 41 Va ria - 42 I nostri morti - 43 // mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni Giancarlo De Nicolò - Franco Leve r
Natale Maf1ioli - Francesco Mollo Vito Orlando
Segreteria : Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Cationi
Giuseppina Cudemo Graziella Curti - Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero Cesare Lo Monaco
g:~~~f~~~g".'~~be~~oS~~~~1i1~ ~~~;i~n~:,,~~~~i
Arnaldo Scaglioni · Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Registrazione: Tribun ale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni ,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
8S DICEMBRE 2006

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di Carlo Di Cieco
COLOR
CHE SON SOSPESI•..
Il grido dei precari è oggi forte ... e si può dire che sia il grido
dei giovani, soggetti non solo a precarietà lavorativa,
ma anche affettiva. La precarietà è la grande questione sociale
del nostro tempo.
La precarietà colpisce ormai
diverse fasce sociali ma si può
dire che "precario" è diventato,
in particolare, un sinonimo di
"giovane". Non si tratta né di un gioco
di parole né di un azzardo, ma di una
sfida ormai strutturale a ogni tipo di
proposta educativa. Educare, oggi è
come camminare sulle acque per
l'apostolo Pietro: si parte con
entusiasmo ma subito dopo si scopre
l'instabilità delle acque e ci si sente
tirati sul fondo e si grida verso
qualcuno che possa salvarci . La
passeggiata sulle acque si trasforma
in un incubo. Resta fondamentale , per
venirne fuori , tenere ben presente la
metà verso la quale si tende . Nel caso
di Pietro, è stata questa meta a
salvarlo e tenerlo a galla. Nel caso di
chi educa le cose sono meno facili . In
ballo infatti non sono questioni di fede ,
ma di sistemi economici e sociali che
condizionano in maniera irrimediabile
anche i processi educativi.
O La precarietà tocca tutti e non chiede
tessere confessionali . Si può dire che la
soffrono meno le classi benestanti. Le
classi più umili hanno una
consuetudine secolare con la
precarietà. Oggi l'allarme è salito di
intensità perché essa lambisce le classi
medie, ossia la fascia più consistente di
popolazione prefigurando un regresso
sociale generalizzato: si va verso
l'impoverimento.
La precarietà lavorativa che attanaglia
i giovani, condizionandoli e scaricando
le batterie del loro entusiasmo per la
vita, non è tuttavia l'unica precarietà
che li assedia. Essi sperimentano la
precarietà dell'amore, la difficoltà di
realizzarlo in forma stabile e non
soltanto occasionale. Intorno a loro,
specialmente sul piano dell'amore,
vedono moltiplicarsi le condizioni di
precarietà: tutto si muove e cambia
troppo velocemente, più che su una
giostra. Gli amori vanno e vengono,
i matrimoni si sfp.ldano con più facilità,
le separazioni diventano costume , il
dover contare su di sé vivendo spazi di
solitudine riempiti da musica e internet,
DICEMBRE 2006 BS
o altre evasioni, è una medicina
consolidata.
O Ma la precarietà del lavoro
condiziona tutto l'essere e la vita.
Per questo oggi si assiste a una carica
crescente dei giovani precari che
chiedono - per ora pacificamente -
risposte. L'allegria di essere giovani
finisce presto quando ci si affaccia alla
ricerca di un lavoro. Il futuro appare
subito nero, il mondo diventa angusto,
gli spazi sognati svaniscono.
E gli educatori, singolarmente, non
possono fare molto per il
cambiamento. Essi sperimentano che
solo fino a un certo punto si riesce a
stare efficacemente accanto ai giovani.
Poi mentre ragazzi e ragazze cresciuti
con belle speranze nel periodo
formativo , vengono inghiottiti dal
risucchio dell'incerto futuro economico
ingombrante, quale macigno sulla loro
strada, educatori e genitori misurano
tutta la propria impotenza.
E l'astrattezza di un bel mucchio di
cose dette ai propri giovani.
O Si apre una grande questione
sociale che non si può pensare di
risolvere cercando garanzie per quella
fascia di giovani che frequentano le
rispettive istituzioni private, cattoliche,
o di categoria. Non si viene fuori da
un problema sociale generalizzato
salvando magari i più garantiti. Come
cristiani potremmo avere qualche
rimorso con questa pratica che
confligge con il vivere la dimensione
d'amore ampio cui richiama papa
Benedetto .
Il ritorno ai giovani teorizzato dai
salesiani nel loro prossimo Capitolo
generale è una notizia interessante.
Tornare ai giovani significa pensare ai
precari, una nuova tipologia dei
prossimi decenni a economia di
mercato. Le cause di questa situazione
sono convincenti? Sono ineluttabili? Gli
educatori devono svolgere il compito di
imbonitori o avviare lo scomodo ruolo di
profeti? La terra nuova verso cui siamo
incamminati tutti , non sarà definitiva in
questo mondo, ma comincia da qui.

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f:, mo con il dolore". Anche
ISCRIMINAZIONI. ni sta di un noto quotidiano
f.ij Don Bosco insegnava ai suoi
Caro direttore, mi di- nazio nale è intervenuto a pro-
ragazzi che le spin.e che ci spiace rilevare che ci sono pa- posito della posizione della
pungono nel tempo saranno pi di serie A e papi di serie B. Chiesa Cattolica sulJ e persone
fiori per l 'eternità. Non creda Un papa dei nostri giorni as- divorziate, scrivendo che il
tuttavia eh.e io sia un sadi- sai dimenticato è Paolo VI, i diritto canon ico Li considera
co.. . combattiamo il dolore, cui luoghi dell'infanzia non scomunicati "latae senten-
soprattutto quello supe,fluo, sono affatto meta di pellegri- tiae" [... ]
in.utile, gratuito, insensato,
~ERCHÉ IL DOLO- ma... con intelligenza, perché
1.,- RE? Egregio direttore, liquidare il dolore, significhe-
[...] Perché tutta questa soffe- rebbe dare il ben.servito alle
renza? Perché [...] questo emozioni, inaridire l'uomo. Bi-
"freddo" di amore che noto in sognerebbe imparare a fare
giro? Perché per arrivare a come l'ostrica: quando un
Lui bisogna portare tutte 'ste granello di sabbia le entra
croci [.. .] stride immensa- dentro e la ferisce, 11011 si di-
mente la parola "amore" con spera; giorno dopo giorno
la parola "dolore".
trasforma il suo dolore in
Diego, Roma una perla!
D No, caro Diego, l'unica cosa
che non "stride" con la paro-
L COMPENDIO E LA
la amore è proprio il vocabo- GUERRA. Caro diretto-
lo incriminato: dolore... E vi- re, l'evangeli sta Giovanni
ceversa! Rifletti: amore senza 18, 11 dice " Metti via la spa-
naggi, a differenza di quelli di
Giovanni XXIlI e Giovanni
Paolo II. E anche Giovanni
Paolo I è dimenticato. Perché
queste discriminazioni anche
per i successori di Pietro?
Santino, Atri
È difficile, caro San.tino, rego-
lare la coscienza e il sentire
delle masse. Per non dire ùn-
possibile. Di "psicologia delle
masse" hanno parlato perso-
naggi importanti; altri l'hanno
convenientemente (anzi in/con-
venientemente) sji·uttata man-
dandole (le masse) al macel-
lo... e c'è, come ben sa, chi lo
Luca, Roma
Caro signore, "l'autorevole
opinionista" è tanto autorevo-
le che ha preso una topica.
Ma non si meravigli: non è il
solo che s'incaglia nelle spire
del Diritto, soprattutto quello
canonico di cui con ogni pro-
babilità non conosce nenune-
no l'abc. Le trascrivo il giudi-
zio del cardinal M. Pomped-
da, Prefetto Emerito della Se-
gnatura Apostolica, e Giurista
di fama, morto solo due mesi
fa: " Il divorzio in sé non è
peccato... i divorziati risposati
non sono scomunicati. Non c'è
dolore è puro divertissement, da! C hi di spada ferisce di fa tutt'ora. Non mi risulta che nessun canone che dica che
superficialità, gioco, e spesso spada peri sce". Sembra il ri- la Chiesa - intendendo stavol- chi si risposa civilmente nono-
volgarità. D'altronde dolore pudio della violenza e della ta la gerarchia - abbia cercato stante un matrimonio valido
senza amore è scoramento, guerra. Ma il "Co mpe ndi o" di ~fruttare il sentimento col- vada in.contro alla scom.uni-
frustrazione, avvilimento, di- dedica 4 domande e risposte lettivo per dirigere i flussi di ca ". Tra i delitti che secondo
sperazione. L'amo re è la con- sulla guerra (483-486) e pellegrin.i/turisti verso Sotto il il Codice di Diritto Canonico
quista più alta della vita e adombra la possibilità di una Monte invece che verso la comportano la scomunica "la-
della storia. In assoluto. Ogni guerra giusta ...
Concesio di papa Montini o tae sententiae" (cioè una sco-
conquista vera esige un fati-
Salvatore verso la Canale D'Agordo di munica "automatica" senza
coso (leggi pure doloroso)
approccio e altrettanta fatica
per mantenerla. È ben per
questo che i fallimenti in
amore sono in. aumento espo-
È vero. Ma legga ben.e i 4 in-
terventi; alla fine si accor-
gerà che la Chiesa è davvero
riluttante ad ammettere la le-
papa Luciani! Dicono, quelli
che se ne intendono, che "gli
individui si uniscono spoglian-
dosi delle loro caratteristiche
individuali per aderire a un
bisogno che intervenga un or-
ganismo ecclesiastico) figura
l'aborto procurato, ma non il
divorzio. Il che vuol dire che il
divorzio attribuisce semplice-
nenziale. La tendenza di oggi, gittùnità della guerra. L'uso corpo unico indifferenziato", mente effetto civile di non con-
nell 'Occidente opulento, è (delle armi) è "moralmente che si può formare attraverso sistenza a un vincolo coniuga-
l'abbattimento del dolore da giustificato" solo se esistono chissà quali meccanismi, per le. Ma il vincolo sacramenta-
raggiungere a qualunque co- "contemporaneamente" alcu- cui l'anima della folla presen- le rimane. Ed è quel vincolo
sto: o per via farma cologica,
o attraverso tecniche psicolo-
giche, o ancora con il rifiuto
di ogni vin.colo morale...
"Rendere tutto fa cile" è la fa-
tica e il mito dei ricercatori
ne condizioni. Ebbene, a mio
avviso quelle condizioni è ben
difficile che esistano in con-
temporanea. E se guerra c'è,
la legge morale chiede "uma-
nità" verso i combattenti
ta aspetti che corrispondono
alla vita psichica dei bambini
o dei primitivi. E Freud in.cal-
za: "La folla è volubile, impul-
siva, sensibile alle immagini,
ma soprattutto chiusa alle
che la Chiesa non ha potere di
rescindere, se il matrimonio è
stato contratto validamente,
che pone qualche interrogati-
vo alle coscienze.
di settore; preparare la pap-
pa fatta, vivere in una specie
di eutanasia perenne sarà,
forse, anche bello (ben.ché ne
dubiti), ma certamente può
avere risvolti drammatici, co-
me la c,,escita di individui
senza spessore, incapaci di
affrontare qualsiasi impresa.
"Il dolore ci è maestro", di-
ceva con verità Eschilo 2500
anni fa! E Seneca, cinquecen-
to anni dopo ribadiva: "L'o-
(niente odi, vendette, scatti di
collera), il rispetto del "dirit-
to delle genti" (diversamente
si commette un crimine), la
condanna delle distruzioni di
massa, fino alla disobbedien-
za agli ordini. E, ancora, per
evitare la gue rra occorre
astenersi dal vendere le anni
e farla finita con le ingiustizie
soprattutto economiche e so-
ciali. Ce n abbastanza per
un approfondito esame di co-
istanze critiche, irrazionale,
l'!J priva di senso della realtà,
lt:.J suggestionabile, vulnerabile al
IUSTA MERCEDE.
Caro dir. , [... ] Come se
contagio mentale". Insomma, la caveranno tanti "brav i cri-
certi atti, parole, visioni, ten- stiani" che sfruttano la mano
dono a propagarsi "infestan- d'opera di tanti lavoratori (so-
do" le masse. Da qui, ahimè, prattutto stranieri) elargendo
alcune perniciosissime conse- una busta paga assolutamente
guenze che ben conosciamo. inadeguata; o proprietari di
appartamenti che affittano a
l'!JCOMUNICA. Caro di-
i:,/ rettore, [... ] Qua lche me-
prezzi impossibili e denuncia-
no al fisco somme irrisorie?
ro si prova con il fuoco, l 'uo- scienza. Non le pare?
se fa, l' autorevole (!) opinio-
Siro, Varese
DICEMBRE 2006 BS

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~ t&II
Come se la caveranno ? Bella
domanda, caro signore! Pia-
cerebbe anche a me sapere la
risposta, se non altro per ap-
piccicarla furtivamente sulla
porta di casa di certi titolari
di imprese e/o proprietari di
appartamenti che hanno fatto
dell'esosità il loro ideale di
vita. Il precetto sul "giusto
stipendio " da dare agli operai
è uno di quelli che con ogni
probabilità peserà non poco
sul nostro destino eterno. E
tuttavia i sindacati in qualche
modo cercano di difendere il
potere di acquisto e il posto di
lavoro degli iscritti. Peggio
stanno gli studenti universita-
ri costretti a rivolgersi ad af-
fittacamere (che sarebbe più
opportuno chiamare affittabu-
chi) i quali per una stanza e
un bagnetto hanno l'impronti-
tudine di chiedere 5/600
mensili (ha letto bene!). Co-
storo, e ce ne sono tanti, più
che sfruttatori sono malfatto-
ri. Ma mi fermo, sarebbe
troppo lungo e vergognoso
entrare in dettagli. Caro Si-
gnore, in questo mondo la
giustizia è diventata Ceneren-
tola. Ma ne stiamo pagando
lo scotto: tutti tentano di
"sfruttare", e chi può cerca di
difendersi con mezzi altrettan-
to illeciti. Il risultato: violen-
ze, furti, intollerabili furbizie,
aumento costante dei prezzi, e
via elencando. Vorrei correg-
gere il Dante del 1° Canto del
Purgatorio: "Onestà vo' cer-
cando ch'è sì cara... ". Mi
perdoni l'alto poeta.
J#!J ~
ANTORE E CAN-
TANTE. Caro dir., [... J
Vi è una fondamentale diffe-
renza, a mio parere tra can-
tore e cantante [.. .]. Il can-
tore (penso al cantore di
chiesa) sa comunicare l'e-
speri enza con Dio e in qual-
che modo diventa suo testi-
mone. Il cantante esegue
una melodia magari anche
con molta espressione ma
non so quanto sia coinvolto
emotivamente. Troppi altri
fattori entrano in gioco a di-
sturbare la linearità delle
ERRATA CORRIGE
Il signor Francesco . Di_Pa-
a è volontario m1ss1ona-
~i6~ non sacerdote (cfr· Ap-
pelli 2006) .
APPELLI
Sono un detenuto 40enne.
Mi piacerebbe corrispon-
dere con uomini e donne
di tutte le età e da qualsiasi
parte del mondo, scopo
si ncera amicizia. Enzo
Cioffi, Via N. Poggiorea-
le 177, 80143 Napoli.
Cerco amici spagnoli, fran-
cesi e inglesi per diffondere
la devozione a Maria Ausi-
liatrice. Querin Renzo, Via
Cottolengo 14, 10152 To-
rino.
Mi chiamo Gianni, sono
un pensionato, e con amo-
re colleziono santini. Gra-
direi ricevere e scambiare
con altri collezionisti. Le
mie tematiche sono "di tut-
to". Gianni Cervellin, Via
Petrarca 25, 35043 Mon-
selice (PD).
Sono Antonio, ho 40 anni
e vivo a Cremona. Cerco
am 1.c1Z1e via e-mail.
Tre474200439 @yahoo.it.
Sono una signora di 43 an-
ni , felicemente sposata sen-
za figli. Soffro un po' di so-
litudine, sono una donna di
Chiesa, leggo giornali reli-
giosi e vorrei corrispondere
con altre signore mie coeta-
nee che si sentono un po'
sole. Nadia Campedelli,
via Galileo Galilei 5,
27036 Mortara (PV).
Mi chiamo Vittorio, ho 13
anni e invito parrocchie,
conventi e persone a man-
darmi antiche immaginette
sacre. Risposta assicurata.
Guida Vittorio, Viale del-
la Resistenza 191, 75010
Grottole (MT).
Ragazza 39enne cerca ami-
ci a Roma per vera e since-
ra amicizia. Maria Paola,
tel. 339/3763107.
esecuzioni: i soldi, il succes-
so, lo sponsor, la ditta disco-
grafica , lo show, le luci ...
Vedo il cantore come " mini-
stro del canto", il cantante
come un arrampicatore so-
ciale[ ... ]. Che ne dice?
Fabrizio, Gino, Paola
Forse non avete tutti i torti
nella vostra disanima. In-
dubbiamente la fina lità di
cantori e cantanti è diversa,
soprattutto se mi parlate dei
cantori di chiesa (il vocabo-
lo in effetti generalmente si
applica a questi ultimi). Lo
sponsor in questo caso è Dio
e quando si canta per Lui,
poi non gli si chiede la par-
cella! Un canto che sgorga
dalla fede è necessariamente
diverso da una melodia can-
tata per avere successo, sol-
di, notorietà, et sirnilia. L'e-
spressione di sant'Agostino,
"Chi canta prega due vol-
te", la dice lunga sulla diffe-
renza cantore/cantante. La
differenza la fanno le fonti
d 'ispirazione che per gli uni
sono ultraterrene, per gli al-
tri sono, invece, terrenissi-
me! Per non parlare dei
contenuti.. . Si cantano spes-
so canzoni senza senso. E
quando ce l'hanno è quasi
sempre a senso unico. Se-
gno, tuttavia, che l'amore è
il motore del mondo. La dif-
feren za in questo caso è nel-
la maiuscola dei cantori in
confronto alla minuscola dei
cantanti: tra "Amore" e
"amore" può esserci un
abisso, anche se, in fondo ,
l'amore viene dall'Amore. Il
tutto senza, ovviamente, ne-
gare che ci siano cantanti
impegnati, capaci di tra-
smettere forti emozioni e
messaggi positivi. È bene
tuttavia non accentuare le
differenze, la gente fa poca
distinzione tra i due termini.
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
n~te in redazione. Ce ne
scusiamo. Provveder~mo_ a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
IJS DICEMBRE 2006

1.8 Page 8

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DILI, TIMOR EST
EMERGENZA
PERENNE
Timor Est è perennemente in
emergenza e la giovanissima
democrazia deve ancora co-
noscere una vera pace. Nel
piccolo e martoriato Paese si
continua a fuggire e a morire.
L'A lto Commissariato delle
NU ha eretto alcuni mesi fa
cento tende presso l'opera sa-
lesiana di Diii , perché i rifu-
giati , soprattutto ragazzi/e po-
tessero avere assistenza sco la-
stica e morale. In effetti la
scuola ha superato in breve il
numero di mille allievi, obbli-
gando gli organizzatori a sud-
dividere le classi in turni per
tutta la giornata. Il campo è
stato tra l'altro visitato dalla
moglie del Presidente, signo-
ra Gusmao, che ha ri ngraziato
ufficialmente i salesiani per la
preziosa opera da loro svolta
a favore dei più svantaggiati .
.{ERCO UN A TEO
!._ER PARLARE DI D!Q
Diafogh/ on fine
LA CAPPELLA
DEL SILENZIO
L'oratorio della parrocchia sa-
lesiana di S. Maria della Spe-
ranza, a Roma, ha realizzato
la "Cappella del Silenzio": un
luogo pensato per la preghie-
ra, dove nulla possa distrarre
la concentrazione. In una so-
cietà caotica, dove il rumore
regna sovrano con il chiasso,
la musica, le grida, la concita-
zione, occorre ogn i tanto
"staccare la spina", immer-
gersi nel silenzio, un silenzio
che parla e che atti nge al Mi-
stero della Parola e dell'Euca-
restia. La luce naturale fi ltrata
da una vetrata blu aiuta l'im-
mersione nell'infinito si lenzio
del cielo e del mare. È una
cappell a che potremmo defi-
nire didattica: insegna a pre-
gare. Grazie agli architetti
Massimo Ceccaccio e Marina
Corallo.
CATANIA, ITALIA
La Strenna del Rettor Mag-
giore ha innescato le più va-
rie ini ziative un po ' dovun-
que. I salesiani di Cata1ùa
Barriera hanno realizzato con
l'ufficio Diocesano di PG e
il Centro Socia le IV, l'ambi-
zioso progetto di incontri pe-
ri od ici aperti per favor ire la
riflessione, il confronto, l'ap-
profondimento su i temi più
scottanti che riguardano la
famig lia, come "l'educazio-
ne all ' amore" , l'"accoglien-
za", "le risorse morali nella
vita di coppia", "la vita di
fam iglia verso nuove pensa-
bilità", ecc. L ' an no 2007 sfi-
da la Famigli a Salesiana a
confrontarsi con il tema del-
la vita.
CERCO UN ATEO
PER PARLARE
OIDIO
Originale il volume di Cagnot-
ti - De Vanna, due giornalisti,
il primo ateo il secondo prete,
sales iano e già direttore del
BS. Si scrivono come si fa og-
gi, via e-mail. Dopo i conve-
nevoli di rito, le idee profon-
de: i due discutono nienteme-
no che su Dio. 130 pagine che
appassionano chi è in ricerca,
e lo siamo sempre un po' tutti.
Da leggere, ma anche da gu-
stare e soprattutto da... discu-
tere tra sé e sé o con gli amici ,
perché è facile parteggiare per
l'uno o per l' altro. Ciascuno
può sorprendersi a dire: "Ha
ragione!", riferendosi a Mar-
co. E la volta dopo: "Ha ragio-
ne! ", riferendosi a Umbe1to.
Non temete, non sono discus-
sioni sui massimi sistemi ...
una e-mail non lo permette-
rebbe, sono argomenti vissuti,
riflessioni sincere che vengo-
no da dentro, è ricerca, ricerca
e ricerca per dare un senso,
per sfuggire al l' assurdo. È
proprio da leggere!
DICEMBRE 2006 BS

1.9 Page 9

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Non un altro calendario, ma un
CALENDARIO PER UN ALTRO
SOSTIENI con il CALENDARIO 2007
i progetti avviati nei paesi in via di sviluppo dalla
Federazione Ligure Exallieve/i delle FMA ONLUS
~
~
Exallieve ed Exallievi
delle Figlie di Maria Ausiliatrice
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
--
GENOVA, ITALIA
CALENDARIO
MULTICULTURALE
Le exallieve/i deUa Federazio-
ne Ligure hanno progettato -
coinvolgendo più di 300 ra-
gazzi dai 9 ai 15 anni - un ca-
lendario 2007 come un grande
strnmento di pace e solida-
rietà. Ogni mese i possessori
dell'originale calendario sono
chiamati a cooperare a un pro-
getto di solidarietà concreta a
favore di un ' opera particolare,
ese mpio :
Tessere un sogno - Sam-
pram - Thailandia;
Tra le colline la speranza -
Kigali - Ruanda;
Adesso più che mai - Tblisi
- Georgia;
Un ponte verso la vita -
Santa Cruz - Bolivia, ecc.
I 13 disegni vincitori illustra-
no copertina e mesi del calen-
dario 2007, pensato per "fa.re
del bene", non solo per se-
gnare il tempo.
ANNULLO SPECIALE
PER MAMMA MARGHERITA
In occasione del 150° anniversario della morte di
Margherita Occhiena, madre di san Giovanni
Bosco, il comune di Capriglio in provincia di Asti
ha chiesto e ottenuto un annullo speciale dalle
Poste Italiane per celebrare questo anniversario.
Erano presenti il Rettor Maggiore che ha anche
ricevuto le chiavi d'argento della città, il sindaco di
Capriglio, il presidente della provincia, autorità reli-
giose, civili e militari.
Molti i ricordi salesiani a Capriglio : Piazza
Mamma Margherita, Piazza don Mario Caustico ,
salesiano del paese e martire della resistenza ita-
liana ; una via intitolata a Vera Occhiena, suora
FMA e anch 'essa nativa del paese, missionaria e
martire in Mozambico ; infine il museo Mamma
Margherita con una raccolta di erbe medicinali di
Capriglio e un'esposizione di fotografie dedicate a
"tutte le mamme del mondo".
A mamma Margherita , l'Associazione Genitori dei
Salesiani ha dedicato una preghiera:
Cara Mamma Margherita,
Madre di Don Bosco e nostra guida,
aiuta, ti preghiamo, i nostri figli
che hanno scelto di seguire il tuo;
ispirali, incoraggiali e sorreggili
così come facesti con Giovanni;
fa ' che come tuo figlio
siano amici, modello e conforto per i giovani,
affinché abbiano costanza e fede incrollabile
durante il loro cammino.
E a noi genitori rafforza la fede
perché possiamo comprendere il volere di Dio
ed essere docili strumenti nelle sue mani.
IJS DICEMBRE 2006

1.10 Page 10

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l00annifa
Offriamo ai lettori un brano interessante
tratto da una lunga "lettera aperta agli
amanti della gioventù" sugli oratori festivi.
Autore un don Simplicio - certamente uno
pseudonimo - che l'Istituto Storico Salesiano
non è ancora riuscito a identificare.
La lettera venne pubblicata periodicamente
sul BS a cominciare dal gennaio 1903 fino
al dicembre 1907.
[... ] "Una istituzione come la ginnastica che
rappresenta un potente mezzo preventivo e
profilattico d'igiene sociale, di economia pub-;
blica e di prosperità nazionale, sviluppando e
mantenendo sani ed attivi al lavoro produttivo,
sia quello del cervello, sia quello del braccio,
tanti e tanti esseri che ora intristiscono, alcuni
sotto la forza della debolezza, altri sotto la
debolezza della forza male impiegata, non può
non considerarsi tra quelle che devono dare il
maggiore coefficiente alla soluzione dei nostri
problemi economici: la organizzazione di essa
è questione delle più vitali". Ma il concorrente
ad affrettare la soluzione di questo problema,
implica anche "il dovere di redimere dagli
errori presenti tutti coloro che per ignoranza o
per vanità alimentano il confusionismo nei
concetti e nelle manifestazioni di inconsulte
prove sportive, che sono una delittuosa nega-
zione degli alti ideali dell'educazione fisica
(I)".
Questo sì. Il far della ginnastica o il darsi a qua-
lunque altro genere di sport con esagerazione, a
danno dei giovani e dello scopo degli oratori,
questo, dico, è proprio un delitto.
DICEMBRE 2 006 BS
VIVERE DA MAGI
L ' idea è nata a Colonia, appe-
na appresa la morte cruenta di
Fr. Roger: tornare a Taizé in
bicicletta dopo IOanni, geni-
tori e fig li , seguendo un itine-
rario consacrato dai santi . Da
Cas telnuovo Don Bosco e
din torni che ha visto le gesta
di giganti della santità come
Giuseppe Allamano, Giusep-
pe Cafasso, Domenico Savio,
Don Bosco, M amma Mar·ghe-
rita; a Taizé il cui fo ndatore è
diventato un martire dell' Ecu-
meni smo; ad Ars di Giovanni
M . Vi anney, santo dell a ri -
concili azione; a La Salette
dove M ari a ha lasciato un
messaggio per l' umanità a
due pastorelli. "Là, dove pas-
sano i santi. .. Dio passa con
loro e niente è più come pri-
ma!": questo il tema del viag-
gio in bici.
TORINO, ITALIA
MASTER
IN "SCIENZA
DELLA FAMIGLIA"
La scuola Superiore di Forma-
zione e il Cospes dell' Opera
Salesiana Rebaudengo han no
progettato e organizzato un
master particolarissimo in
"Scienze della Famiglia" , con
l' intento di ri vitalizzare l' isti-
tuzione fo ndante della società,
oggi in crisi ovunque. Formar·e
operatori in grado di supporta-
re padri e madri , mariti , mogli
e figli nel non fac ile ménage
farnili are è un dovere non più
procrastinabile. Consapevoli
di ciò, ecco atti vata questa ini-
ziativa di alto profilo per offri-
re motivi di fidu cia e speranza
a chi è in difficoltà all'interno
della famiglia.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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i
OSSERVATORIO
Redazionale
Un'idea nata e subito
realizzata con il con-
corso di tutti : stu-
denti , genitori , professori e
tutta la scuola . Lo scopo ,
favorire la conoscenza e il
rispetto reciproco . Già,
perché le incomprensioni
nascono dalla reciproca
ignoranza. Così il liceo
classico dell 'Istituto sale-
siano Pio Xl di Roma ha
contattato quello gestito
dal rabbino Jay Rosen-
baum a New York, ed è
partita la scommessa sulla
riuscita dell'iniziativa, sin-
golare e coraggiosa. Il suc-
cesso è stato pieno, la
soddisfazione completa, la
gioia immensa. Dieci giorni
a New York ospiti di fami-
glie ebraiche: scuola al
mattino e visite nel pome-
riggio: alla sinagoga, alla
cattedrale cattolica, ai
musei della città. Insieme
anche incontri di preghiera.
Proprio nella Grande Mela
i ragazzi del Pio Xl , come
alunni della scuola salesia-
na, hanno avuto il com-
mosso riconoscimento di
quanto hanno fatto i loro
educatori durante la perse-
cuzione antiebraica scate-
nata nella seconda guerra
mondiale dai nazisti , sal -
vando una settantina di
giovani dalla deportazione
e forse dalla morte.
ANCHE QUESTO
È DIALOGO
Un'iniziativa esemplare del liceo salesiano
del Pio Xl di Roma: il gemellaggio
tra una scuola cattolica italiana
e una scuola ebrea americana.
Nel mese di ottobre
u.s. gli alunni del Pio Xl
hanno ripetuto l'esperien-
za. Nel marzo prossimo
saranno i newyorchesi a
ricambiare. .. Un esperi-
mento esemplare che
sarebbe auspicabile tro-
vasse imitatori.
I Il signor Viola (di Parma residente a N.Y.)
consegna a don Silvestri, promotore dell'iniziativa,
una copia del rotolo del libro di Ester trovato
ad Auschwitz.
Il ricambio della visita
da parte dei giovani alunni
ebrei newyorchesi più che un atto dovuto è stato
una vera festa. Le famiglie romane degli alunni del
Pio Xl si sono fatte in quattro per far sentire a loro
agio gli ospiti . E ci sono riuscite alla grande. L'en-
tusiasmo dei giovani e dei genitori ha facilitato l'or-
ganizzazione e soddisfatto tutti. Roma offre visite
non paragonabili con alcun 'altra città del mondo: i
Musei Vaticani, gli scavi di San Pietro , il Foro
Romano, il Colosseo .. . Al Pio Xl si sono ritrovati
una sera il rabbino Rosenbaum , l'ambasciatore
israeliano e l'ambasciatore americano presso la
Santa Sede. Ed anche a Roma alcuni cattolici ed
ebrei si sono riuniti insieme a pregare nella basilica
di Maria Ausiliatrice al Tuscolano .
I Gli alunni del Pio Xl con (da sinistra) il rabbino
Rosenbaum, sua moglie, il vescovo William Murphy,
la segretaria del rabbino signora Shapiro
e don Silvestri.
BS DICEMBRE 2006

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
QUOVADIS CHIESA
IL SÌ ALLE
11RADICI CRISTIANE"
EUROPA<2> DELL'EUROPA
FU NEGATO IN NOME
DI UNA MALE
INTERPRETATA
LAICITA.
di Silvano Stracca
I n principio, quando ancora era-
no fumanti le macerie della se-
conda guerra mondiale, fu
l'Europa di Alcide De Gasperi,
del tedesco Konrad Adenauer,
del francese Robert Schuman, del
belga PauJ-Henri Spaak, ecc. Sta-
tisti e uomini di governo di matrice
cristiana, fermamente convinti che
il Vecchio Continente poteva tro-
vare le ragioni e la forza della sua
unità futura solo sulle solide fon-
damenta spirituali del suo passato.
Mezzo secolo dopo, al momento
del coronarsi dell'allora ardito di-
segno dei Padri Fondatori, è l'Eu-
ropa di una classe politica e buro-
cratica espressione di forze che
rinnegano le fonti della sua storia.
Forze che, con il loro rifiuto di
menzionare l'eredità cristiana, han-
no minato in radice il ruolo che
una Costituzione europea, nata da
un 'amputazione assurda e faziosa
della memoria storica, può effetti-
vamente svolgere tanto sul piano
politico quanto su quello giuridico.
LAICISMO
PIÙ CHE LAICITÀ
Negli ultimi decenni, dunque, lo
spazio politico, istituzionale, cultu-
rale e civile europeo ha assunto un
volto differente dal passato. Il fe-
nomeno della secolarizzazione ha
conosciuto una forte accelerazione.
I costumi e le mentalità sono rapi -
damente e profondamente cambia-
ti. Il confronto fra i valori e gli stili
di vita è diventato pressante, met-
tendo in gioco molte delle eredità
trasmesse dal passato. La stessa
mappa religiosa, in conseguenza
DICEMBRE 2006 BS
delle ondate di immigrati da altri
continenti, è andata modificandosi ,
dando vita a un pluralismo varie-
gato e complesso. L'Europa dei 25,
della Costituzione sottoscritta a
Roma nel 2004, è il risultato di
quest'evoluzione. Un 'Europa che
considera l'idea laica della Rivolu-
zione francese il valore fondante
della nuova identità europea. Ac-
canto alla laicità possono coesiste-
re differenti culture religiose, con i
loro rispettivi diritti , a condizione
che e nella misura in cui rispettino
i criteri della cultura illuminista e
si subordino a essa.
I tratti distintivi di questa cu ltura
venivano così schematizzati da Jo-
seph Ratzinger: "La cultura illumi-
nista sostanzialmente è definita dai
diritti di libertà. Essa parte dalla li-
bertà come un valore fondamentale
che misura tutto: la libertà della
scelta religiosa che include la neu-
tralità religiosa dello Stato, la li-
bertà di esprimere la propria opi-
nione a condizione che non metta in
dubbio proprio questo canone, l'or-
dinamento democratico dello Stato,
la libera formazione di partiti, l'in-
dipendenza della magistratura, e
infine la tutela dei diritti dell 'uomo
e il divieto di discriminazioni".
A proposito del concetto di discri-
minazione annotava però il cardina-
le: "Il concetto viene sempre più al-
largato e così il divieto di discrùni-
nazione può trasformarsi sempre di
più in una limitazione della libertà
di opinione e della libertà religiosa.
Ben presto non si potrà più afferma-
re che l'omosessualità, come inse-
gna la Chiesa cattolica, costituisce

2.3 Page 13

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....................................... .
un obiettivo disordine nello struttu-
rarsi dell'esistenza umana. E il fatto
che la Chiesa è convinta di non ave-
re il diritto di dare l'ordinazione sa-
cerdotale alle donne, viene conside-
rato da alcuni inconciliabile con lo
spirito della Costituzione europea".
evidente - osservava il futuro
pontefice - che questo canone del-
la cultura illuminista contiene va-
lori importanti dei quali noi, pro-
prio come cristiani, non vogliamo
e non possiamo fare a meno. Ma è
altrettanto evidente che la conce-
zione mal definita o non definita
affatto di libertà che sta alla base
di questa cultura inevitabilmente
comporta contraddizioni; ed è evi-
dente che proprio per via del suo
uso (un uso che sembra radicale)
comporta limitazioni della libertà
che una generazione fa non riusci-
vamo neanche ad immaginarci.
Una confusa ideologia della li-
bertà conduce a un dogmatismo
che si sta rivelando sempre più
ostile verso la libertà". Non è diffi-
cile comprendere che il dibattito
sui rapporti tra Chiese e Stato, tra
religione da un lato e società dal-
1' altro, è destinato a crescere d'im-
portanza nel nostro continente.
Convinto che sia necessario un
dialogo tra laici e credenti, Bene-
detto XVI ha già indicato alcune
importanti linee guida di una ri-
flessione sulla laicità, una "sana"
laicità che non coincide con il lai-
cismo. Sottolineando come essa
debba tener conto "della dignità
dell'uomo e dei suoi diritti fonda-
mentali che rappresentano valori
previi a qualsiasi giurisdizione sta-
tale. Questi diritti non vengono
creati dal legislatore, ma sono in-
scritti nella natura stessa della
persona umana, e pertanto rinvia-
bili ultimamente al Creatore".
LA QUESTIONE
DEI DIRITTI UMANI
Se i diritti umani fondamentali -
primo fra tutti la dignità della per-
sona - non sono creati confe-
riti dallo Stato, ma solo riconosciu-
ti , ciò significa che essi preesistono
alla legge, alla politica, alle scelte
dei Parlamenti, e non possono, o
non dovrebbero, essere toccati da
L''unico monumento dedicato
al!'Unione Europea nella cittadina
di'Pontremoli (MS).
alcuna decisione politica. Questo
principio generale, ampiamente ri-
conosciuto in Europa, in pratica
però è spesso violato. "Se pensia-
mo alla clonazione, dice il Papa, se
pensiamo alla conservazione dei
feti umani a scopo di ricerca e di
donazione degli organi, se pensia-
mo a tutto l'ambito della manipo-
Il berretto frigio della Rivoluzione
Francese. L'Europa considera
l'idea laica della Rivoluzione
Francese il valore fondante
della nuova identità europea.
Il glifo, simbolo dell'Euro, scelto
dal Consiglio europeo
nel dicembre 1995, si ispira
alla "epsilon" dell'alfabeto greco,
in riferimento alla prima lettera
di Europa. Le due barrette
orizzontali rappresentano
la stabilità economica.
[azione genetica, la lenta consun-
zione della dignità umana non può
venir misconosciuta da nessuno".
Nell'attuale crisi culturale e spiri-
tuale del Vecchio Continente, se-
condo il Pontefice, "appare quindi
legittima e proficua una sana lai-
cità dello Stato, in virtù della quale
le realtà temporali si reggono se-
condo norme loro proprie, alle quali
appartengono anche quelle istanze
etiche che trovano il loro fonda-
mento nell'essenza stessa dell'uo-
mo". In primis il "senso religioso" e
"l'apertura alla Trascendenza". An-
che a questa fondamentale dimen-
sione "uno Stato sanamente laico
dovrà riconoscere spazio nella sua
legislazione", perché si tratta di
"una 'laicità positiva ' che garanti-
sce a ogni cittadino di vivere la pro-
pria fede religiosa con autentica li-
bertà anche in ambito pubblico".
BS DICEMBRE 2006

2.4 Page 14

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IN RUSSIA...
COME PROFETIZZATO
di Giuseppe Tabarelli
Nel 1894 Don Bosco
ricevette l'invito od opni-e
un 'opero, contrarie
le autorità dell'impero.
Egli ero conosciuto, tonto
do meritare uno biografia.
Attuoln1ente lo Russia
propriamente detto ospito
sette opere salesiane.
Se andiamo a cercare nei XX
volumi delle Memo rie Biogra-
fiche di San Giovanni Bosco
troviamo alcuni riferimenti alla
Russ ia. Anzitutto un a profezia di
Don Bosco del 1884: lo vedo dinan-
zi a me il progresso che fa rà la no-
stra Cong regazione. Dall 'America
del Sud passerà a quella del No rd,
poi all 'Austria, all 'Ungheria, alla
Russia... Quindi alle Indie, al Cey-
lon, alla Cina... Da qui a cent'anni
quale sviluppo meraviglioso non ve-
dremmo dei salesiani, se foss imo
ancora a questo mondo! Gli ordini
antichi, Domenicani, Fra ncescani e
altri furono destinati dalla Provvi-
denza a essere colonne della Chie-
sa; il nostro invece è istituto per i
bisogni presenti e si propagherà
con rapidità incredibile in tutto il
mondo (MB 17, pp. 30-31).
INVITI
Nel 1884 pervennero inviti a
Don Bosco sia dalla minuscola iso-
la di Ma lta sia dalla sterminata
Ru ssia. A Malta per un coll egio
gratuito per "giovanetti " onde im-
partir loro l'insegnamento profes-
sionale. Della possibilità di pene-
trare in Russ ia non era nemmeno
DICEMBRE 2006 BS
I Gatchina, 20 maggio 1994:
il Rettor Maggiore don Egidio
Viganò inaugura la scuola grafica.
Accoglienza in costume.
da parlarne: l' opera sales ian a nelle
sfere govern ati ve era guardata di
mal occhi o, ed era vietato l' in gres-
so del Bollettino Salesiano con
l' ordine di sequestro alle fro ntiere.
Don Pozzan ne chiese la ragione al
di rettore dell e Pos te imperi ali; si
poté così sapere che tale ostraci-
smo dipendeva dall e opini oni reli -
g iose del periodico. Anche distr i-
bu zione e vendita di immag ini di
Mari a Ausili atrice erano severa-
mente proibite. Ma Bollettino e im-
magini passavano di contrabbando
dall a Polonia austriaca alla Poloni a
russa con bu on effetto che i rubli
mandati dai po lacchi sostennero
validamente in quel] ' anno critico le
opere salesiane. Ci furono altre due
lettere: la prima chiedeva un prete
salesiano e alcune suore di Maria
Ausili atrice per San Pi etroburgo, la
seconda proponeva l'apertura di un
ospi zio a Odessa. (Cfr. Verbale del
Capitolo Supe riore 28/02/1884).
La Ru ssia doveva vedere i primi
salesiani so lo dopo la grande gue r-
ra, all orc hé tre di essi fecero parte
dell a mi ssione pontifi cia in cari cata
di dar da mangiare agli affa mati
con i mezzi che la carità del Papa
so mmini strava (M B 17, p. 347).
UNA LETTERA
E UNA BIOGRAFIA
Moltiss ime lettere segui vano Don
Bosco dovunque. Persino dall a Rus-
sia, Governatorato di Vilne Lukiszk,
un a maomettana di nome Rosalie
Bogdanowicz con una lettera scri tta
in bu on fra ncese lo suppli cava
d' impetrare la guarigione di un gio-
vane maomettano di 26 anni di no-
me Zacharie (MB 17, Appendice
D oc. 64 ). Don Bosco le fece rispon-
dere nella stessa lingua il 28 marzo

2.5 Page 15

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- Casa salesiana di San Pietroburgo.
- Casa salesiana di Gatchina.
(1885) ringraziando per la modesta
offerta di tre rubli e promettendo di
pregare.
Nel 1906, la principessa Maria
Mikhailovna Volkonskaja, conver-
titasi al cattolicesimo nel 1901 in
Svizzera, scrisse una biografia di
Don Bosco dal titolo AoH-6ocKo ,
oreu Cli1POT 1,1 Hl,11J..ll,1X (lt13 He,QaBH.s:iro)
npownaro che pubblicò a San Pie-
troburgo nel 1908. La scoperta di
quest'opera ha dell' avventuroso o
del provvidenziale. Volendo offrire
un fascicoletto alle tante persone
che mi chiedevano chi fosse questo
Don Bosco, ho voluto ripubblicare
in Russia, attraverso la piccola edi-
trice di Gatchina, una breve biogra-
fia del santo di 48 pagine (in russo)
che avevo trovato e schedato a Ro-
ma quando ero bibliotecario presso
l'Università Pontificia Salesiana.
Ho considerato questo fascicolo co-
me la seconda edizione del libretto
pubblicato a Roma nel 1951 dal se-
minario cattolico russo. Non sapevo
chi ne fosse l' autore, essendone ri-
portate solo le iniziali M .V.- C.T. In
seguito (Cfr. Enciclopedia cattolica,
voi. I, ed. Francescani) ho scoperto
che l'autore era Maria Volkonskaja.
La principessa, vissuta tanti anni a
Roma, era morta nel 1943 o nel
1952. Dovevo trovare una copia ori-
ginale dell' opera. Con l'aiuto di Iri-
na Galynina la rintracciai presso la
biblioteca nazionale di San Pietro-
burgo e ne ottenni fotocopia. Con
sorpresa ho scoperto che non si trat-
tava di un fascicoletto, ma di un li-
bro 12 X 18 di 128 pagine. Niente
indice, i 12 capitoli numerati con ci-
fre romane e una breve descrizione
degli argomenti del capitolo. Alla
pagina 127 in una "postfazione" si
dice che Don Bosco è stato dichia-
rato venerabile, grande gioia per i
salesiani, ma che erano successi fat-
ti incresciosi a Varazze nell'agosto
1907. Il libro stampato nel 1908
(data riportata nel frontespizio) , era
stato scritto due anni prima perché
varie volte (Cfr. pp. 72, 73, 87, 99)
si fa riferimento a questa data
" renepb (1906)". Non è indicato un
editore, ma a pagina 2 è indicata la
"Tipografia F. Berke, Novyj pereu-
lok N° 2". Mentre a pagina 130 si
dice che il libro viene venduto nelle
librerie "Novoe Vremia" (Nevskij
40) e Wolf (Nevskij 13). Dove e co-
me la Volkonskaja ha conosciuto i
salesiani e quale interesse l'ha spinta
a pubblicare in Russia una biografia
di Don Bosco? Da quali fonti ha at-
tinto? Quale tiratura avrà avuto il li-
bro? Sarei felice se qualcuno dei
lettori del BS rni aiutasse a trovare
delle risposte. Infatti, dopo cento
anni ho l'intenzione di ripubblicare
questa "storica" biografia. Il fatto
sorprendente per i salesiaru, arrivati
in Russia solo nel 1991 a realizzare
I San Pietroburgo: don Dziedziel
e don Martinelli davanti alla nave
della rivoluzione.
senza saperlo il sogno profetico di
Don Bosco, è stato scoprire che pro-
prio a San Pietroburgo quasi cent' an-
ni prima, il santo dei giovani veniva
fatto conoscere con una pubblicazio-
ne scritta appena 18 anni dopo la sua
morte.
OGGI
Dopo la perestrojka, i salesiani
hanno accettato l'invito delle auto-
rità scolastiche della regione di Le-
ningrado ad aprire una scuola grafi-
ca. Nel 1991 un salesiano italiano
venne in Russia in esplorazione.
Dopo varie ricerche, ecco la dispo-
nibilità del direttore della scuola
professionale n. 13 di Gatchina con
il quale si iniziarono le trattative
per avviare una joint venture, dura-
ta fino a oggi. Contemporaneamen-
te altri salesiani sbarcavano in Rus-
sia dalla Poloni a e dalla Slovacchia.
Attualmente sono presenti oltre che
a Gatchina (scuola professionale,
parrocchia, editrice) e a San Pietro-
burgo, anche a Mosca (con un'ope-
ra per ragazzi della strada, una casa
di accoglienza e la parrocchia della
cattedrale) a Samara, a Rostov-sul-
Danubio e in Siberia (Aldan e
Jakutsk) con centri giovanili. Il
Bollettino Salesiano in lingua rus-
sa, iniziato nel 2004, contin ua
idealmente quello di Don Bosco del
1877, portando a conoscenza l'a-
zione dei salesiani, il ca.risma del
fondatore e il suo Sistema Preventi-
vo, usato con successo con i giova-
ni di 131 Paesi dove sono presenti i
salesiani. Don Bosco è un simpati-
co educatore, amato dai giovani
perché sanno che lui vuol loro be-
ne. "Non basta che i giovani siano
amati, occorre che essi sappiano di
essere amati".
BS DICEMBRE 2006

2.6 Page 16

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redazionale
SAMARA, RUSSIA
tanto che oggi è considerata
tra i capolavori archi tettonici
Il 19 novembre scorso la c ittà dell a città. Tuttav ia, le ben
di Sam.ara (un milione e note vicende della ri voluzio-
mezzo di abitanti), capitale ne marxista portarono a ll a
de ll a reg ione omonima ne lla sua ch iusura ne l 1930: i co-
Ru ss ia europea, ha fes teggia- muni sti la trasformarono pri-
to i cent'anni de ll a prima ma in un clu b, po i in una sala
chiesa cattolica. Una comu- c ine matografic a, infi ne, nel
nità cattolica era presente 1938, ebbero l' idea di farn e
nell a c ittà già fi n dall a fi ne un mu seo, convinti che la
de l xv11 secolo, ma so lo ne l Chiesa catto lica fosse ormai
1864 i fede li ebbero una loro al suo definitiv o tramonto.
chiesa che pera ltro dovettero In vece capitò que l che tu tt i
poco dopo consegnare ai lu- sanno: la fi ne del socialismo
terani. C i riprova ron o nel reale sovietico. Ne l 1991 ces-
l888, l'anno de ll a morte di con il regime di essere un
Don Bosco, costruendo un museo per to rn are, nel 1993,
edific io in legno che in prati- a essere q uello che era: una
ca fu la prima loro chiesa uf- chiesa aperta al cul to. Vi arri- -
fic iale. Ne l 1902 cominciaro- varono proprio in quell 'anno
no a innalzare un grande tem- i salesiani di Don Bosco e
pi o in mu ratura , perché la " riconsacrarono" al Signore
chi esetta d i legno era ormai que lle mu ra, nate per lui. Nel
diventata troppo picco la per 1996 è stata di nuovo " bat-
la fe rve nte comuni tà cattoli ca tezzata", e si chi amò - e s i
che continu ava a crescere. La chiama tuttora - "Chiesa del
costru zione fu ultim ata in Sacro Cuore di Gesù". U n
quattro anni , ne l I 906 e subi - mese fa le feste centenarie ne
to consacrata al cul to. Era in hanno rievocato la storia e la
stil e gotico, gra nde e be ll a, sofferenza.
La chiesa dei salesiani a Samara.
- Samara: dove l'inverno fa sul serio.
DICEMBRE 2006 BS
- Si rappresenta il Natale in chiesa.
BREVISSIME DAL MONDO
BAFOUSSAM, CAME-
ROUN. I saveriani della
nuova parrocchia di Nefa
hanno dec iso di costruire un
campetto poli valente (50 X
30) recintato da attrezzare
per calcetto, basket, palla-
volo, pallamano. Simpati ca
iniziati va per i ragazzi ca-
merounesi. pofpofalba-
tros @yahoo.fr
RUVO DI PUGLIA (BA),
ITALIA. Nonostante la
scarsità di clero, sono sem-
pre molti i sacerdoti che
chiedono di andare in mis-
sione. Come don Michele
Stragapede che ha scelto il
Sud Sudan. Rim patriato,
ancora una volta ha v into il
ri chi amo missionari o, e ora
è in Sud A merica dove le
necessità sono maggiori .
CASTEL DI GUIDO, RO-
MA. Il Pontificio Ateneo
" Regin a Apostolorum" or-
ganizza un corso di esercizi
spir ituali per sacerdoti pres-
so il Centro Sacerdo1ale
Ma ria Mate r Ecclesiae di
Castel di Guido da l l2 al 16
febbraio 2007.
Per info:
tel/fax 06.665.27.9 17; celi.
333 .229. 12.04; e-mail istitu-
tosacerdos @arcol.org
GELA, SICILIA. È indetto
il concorso nazionale di poe-
sia "La Gorgone d' oro" nelle
sezioni poesia religiosa e
poesia a tema libero, max 40
ver i da inviare a Centro
Cultura e Spiritualità, Via
Cammarata 4 - 93012 Gela;
tel. 0933.937474. Testi ano-
nimi, busta con i dati dell' au-
tore a parte. Premi azione 28
aprile 2007.

2.7 Page 17

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NAIROBI, KENIA
Foto scattata presso l'Uni-
versità Salesiana di Nairo-
bi , dove un gruppo di ope-
rai sta squadrando le pie-
tre che dovranno servire
per la costruzione. Essi ar-
rivano al lavoro, sempre a
piedi , perché il biglietto del
bus costerebbe quanto l'in-
tera giornata lavorativa ...
Guadagnano infatti 80 shg
al giorno in moneta locale,
che corrispondono a 1,1O
per 8/1O ore di lavoro
(poco meno di 30 al me-
se!). La cosa si commenta
dasé.
LA PAPAIA DI SENAN
di Paolo Valente
EMI ed. 2006
La pedagogia delle favole
è sempre viva. Ovunque.
Anche il piccolo Benin, se-
polto tra Niger, Nigeria, To-
go e Burchina Faso, espri-
me la sua saggezza edu-
cativa per mezzo di favole.
Il giornalista Paolo Valente
ne ha raccolte una ventina
in un volumetto di 64 pagi-
ne. Gran parte dei racconti
ha per protagonisti gli ani-
mali: ancora una volta le
favole stigmatizzano i vizi
dell'uomo e ne incoraggia-
no le virtù. Una bella favola
non fa mai male.
QUITO, EQUADOR
Dopo cinque anni di accu-
rato lavoro di restauro , è
tornato a risplendere il
santuario di Maria Ausilia-
trice del Collegio "La Tola"
a Quito, e il 24 maggio u.s.
è stato solennemente
inaugurato alla presenza di
due vescovi , l'ispettore,
numerosi salesiani e gran-
de folla di fedeli , tra i quali
i membri dell 'ADMA che
hanno patrocinato il re-
stauro. Notevole la bellez-
za degli affreschi della cu-
pola e delle cappelle degli
altari laterali.
CATANIA, ITALIA
Grande festa a Catania
dopo la chiusura del cam -
pionato cadetto. Dopo 23
anni la squadra della bella
città siciliana è tornata in
serie A. La grande festa è
stata fatta anche all'Orata-
rio Salesiano , dove lo
sport è in auge . E i ragaz-
zi hanno pensato che Don
Bosco - benché torinese
- avrebbe accettato vo-
lentieri di partecipare alla
gioia dei catanesi ... ed
eccolo bardato da tifoso!
I salesiani - sacerdoti e
confratelli laici - del quin-
quennio appartenenti alle
regioni Italia e Medio
Oriente, hanno partecipa-
to a una settimana resi-
denziale di spiritualità e
aggiornamento nell 'Istitu-
to salesiano - casa per
ferie - di Gualdo Tadina
in Umbria. La foto è stata
scattata in occasione del-
la giornata di ritiro, anima-
te dall 'arcivescovo di An-
cona monsignor Edoardo
Menichelli.
TORINO, ITALIA
Festa della Madonna dei
Ghiacciai alla Capanna
Gnifetti (3647 m) nella più
alta cappella d'Europa in
ricordo del salesiano don
Aristide Vesco e dei ca-
duti del Monte Rosa. 11
senatore Davico conse-
gna la targa del Senato .
La Cappella è stata voluta
da un gruppo di giovani
del Liceo salesiano di
Valsalice a ricordo della
loro guida spirituale , don
Aristide , caduto al Ciam-
pono (Gressoney) il 9 lu-
glio 1966.
BS DICEMBRE 2006

2.8 Page 18

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IL VILLAGGIO -.
DIVENTATO CITTA
di Giancarlo Manieri
Nello terra dei tristemente
famosi Khmer rossi. Un
territorio di confine si
popolo in pochi mesi
di decine di migliaio di
profughi. Bambini costretti
al lavoro per
sopravvivere. Casinò e
alberghi. Come ritrovare
le proprie rodid L'arrivo
dei salesiani.
E ntrati in Cambogia, la prima
tappa, praticamente a ridosso
del confine, è la città cli Poipet.
Ci siamo arrivati attraverso strade
impossibili e micidiali sobbalzi della
jeep, che ha tenuto sebbene l'ultimo
tratto assomigliasse a un campo arato
cli fresco e male: solchi, buche, salti,
sassi, fosse, breccia, sabbia... Una
volta arrivati, ho strabuzzato gli occhi
mentre don Battista sorrideva felice.
"Credevi di trovare una casetta e hai
trovato un villaggio! Di' la verità!".
Era così, infatti. TI muro di cinta na-
scondeva uno spazio amplissimo, do-
ve campeggiavano alcune costruzioni
ben fatte, un grande monumento a
Don Bosco, alcune baracche e un'im-
pressionante numero di ragazzi e ra-
gazze. Chi lavorava, chi giocava, chi
correva, chi si accingeva a entrare in
classe (erano le otto del mattino).
Sull'opera di Poipet ho intervistato il
direttore e fondatore don Visser John.
- Caro don Visse,; tu che sei stato
uno dei fonda tori di questa meravi-
glia, racconta com'è nata l'opera
di Poipet.
Poipet è un posto strano, venuto
DICEMBRE 2006 BS
- L'opera salesiana a Poipet.
alla ribalta nel 1975, quando i Kh-
mer rossi hanno assunto il potere.
Una delle prime imprese messe in
atto è stata quella di catturare tutti
gli stranieri, caricarli su camion e
scaricarli, dopo un viaggio inferna-
le, alla frontiera in un posto abban-
donato da Dio e dagli uomini che si
chiamava, per l'appunto, Poipet.
Questo posto! Era costituito dalla
dogana più tre o quattro case malan-
date. Nient'altro. Fu un modo cli ra-
ra efficacia, per invitarli a sgombra-
re perché indesiderati. La Cambogia
khmer divenne un immenso campo
di concentramento che ha provocato
la morte violenta o per stenti di qua-
si tre milioni di persone. La mattan-
za è finita solo nel 1980 quando ai
Khmer subentrarono i vietnamiti .
Ma la iattura non era finita: questa
terra bella e sventurata negli anni
'80 venne "seminata" di mine. Mi-
lioni di mine, e non esagero. Solo
qualche settimana fa un'intera fami-
glia è stata dilaniata da un ordigno
nascosto nel loro campo. Ri sultato:
otto morti. I Vietcong che l'avevano
invasa per schiacciare i Khmer si ri-
tirarono nel 1991 , e l'Onu stabilì
che nel Paese tornasse una monar-
chia costituzionale con il vecchio re
Norodon Sianuk. I Khmer si rifece-
ro vivi - sono cambogiani - e si ri -
schiò la ripresa degli 01Tori, ma nel
1998 morì (o fu assassinato?) il loro
capo, il sanguinario Po] Pote il par-
tito comunista khmer si frantumò.
- Hai un po' deviato il discorso,
ma è troppo interessante, perciò ti
prego di continuare: che cos'è suc-
cesso dopo?
Che i più di 600 sfollati, che si
erano rifugiati in Thailandia, comin-
ciarono a tornare. Una transumanza
non indolore. In effetti, forse ancora
insiemi e smaITiti, ma soprattutto
sfiduciati - avevano perso tutto - si

2.9 Page 19

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K
Sa
Guff
Thailand
0 50 IOO!m'i
La mappa della Cambogia.
Il camion della missione fa il giro per i villaggi:
raccoglie i ragazzi per portarli a scuola.
A Poipet c'è chi lavora.
fermarono al confine. Ti lascio im-
maginare in quali condizioni. È
questa la genesi di Poipet che si tra-
sformò di colpo in una ca.otica. città
di più di 100 mila abitanti, senza ar-
te né parte. Dieci anni fa qui era an-
cora tutta foresta, e gli unici esseri
viventi che vi circolavano erano i
soldati. Khmer, ovviamente. I pro-
fu ghi si ritrovarono da un giorno al-
]' altro in una città che non era una
città, ma un enorme agglomerato di
baracche, tende, rifugi precari, sen-
za servi zi, senza strutture ammini -
strative o politiche ... e alla fame:
niente casa, niente lavoro, nfonte
terra, nemmeno il becco di un quat-
trino. Il villaggio lillipuziano di pri-
ma si era trasformato in un caotico
ammasso di persone di diversa
estrazione, differenti per dialetto,
costumi, tradizioni, mentalità, modi
di vivere, e perfino di ragionare. In-
somma senza radici. Nacquero, ma
in casi simili è una cosa scontata,
bande di delinquenti e malfattori
che rubavano, taglieggiavano, vio-
lentavano. Un avamposto di malaf-
fare, insomma, dove i bambini,
scippati della loro infanzia, erano
costretti a lavorare, per cui niente
scuola, niente giochi, niente tempo
libero. Ti rendi conto del perché sia-
mo venuti noi salesiani?
- Perfettamente, non temere! Ma ...
continua.
C'è poco da dire ormai: l' arte del-
1' arrangiarsi spingeva i profughi a
tornare in Thailandia, non per re-
starci, ma so lo per comprare (spesso
anche rubare) generi di prima ne-
cessità, stoffe, merci varie e ri entra-
re per rivenderli . Certo non a Poi-
pet, in cui regnava sovrana la mise-
ria.: i commercianti improvvisati si
spingevano fino a I00 km da qui.
Poi intervennero le grandi organiz-
zazioni internazionali e cominci aro-
no flussi di denaro, impiegato, pur-
troppo, quasi esclusivamente per ri-
mettere in moto l'economia.
- Come sarebbe a dire, ''purtrop-
po"?.. .
Vuoi sapere il tipo di economia:
club, casinò, alberghi... Ne ha.i visti
no, in frontiera, a pochi km da qui?
- Ne ho visti, sì. Tanti!
Ecco. Stasera andiamo a far cena
lì, in uno di quegli alberghi/casinò,
e forse - è sempre prudente il du-
bitativo - anche "casìno" con l'ac-
cento sulla "i". Con due euro e 50
centesimi si prende riso, birra a vo-
lontà, quattro pietanze diverse, frut-
ta e caffè.. . un po' diverso da quel-
lo italiano. E si viene serviti da una
serie di camerieri/e con tanto di di-
visa e di inchini rituali.
- Attualmente qui a Poipet ci sono
industrie?
Macché! L'unica vera industria è
quella che ti dicevo: alberghi e casi-
ni di proprietari thailandesi e cinesi,
che impiegano più di 10 mila cam-
bogian i. Immagini quanto possono
g uadagn are ? . . .
- I padroni o i cambogiani?
I cambogiani ovviamente. Un
centinaio di dollari al mese. Una
miseria che però per chi non ha nul -
la è una fortuna.
- Ma, don, non mi hai ancora det-
to nulla dei salesiani. Siete subito
sbarcati qui? Oppure...
No, non qui. I primi tempi qui era
pericoloso. Siamo andati prima di
lutto nella capitale, a Phom Penh, sta-
bilmente nel 1996. Poi a Sihanouk-
ville, nel 2000, infine qui nel 2003.
- E già avete potuto costruire tutte
queste cose?
Ma tu ci credi all a Provvidenza?
- Hai ragione, scusa.
Dunque, eccoti la storia - a dire il
vero troppo breve - della nostra ve-
nuta in Cambogia. Il resto a dopo.
Prima andiamo a mangia.re.
(continua)
Servizio fotografico dell'autore
BS DICEMBRE 2006

2.10 Page 20

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Da un volume in inglese, un episodio che ha
QUELLA NOTTE.••
Redazionale
Uno sconosciuto episodio di
guerra d'alta montagna, nel
racconto di un protagonista,
don Ambrogio Rossi che fu
in seguito direttore e
ispettore di comunità e
complessi scolastici salesiani
negli Stati Uniti
e in America Latti1a.
Traduzione dall'inglese
di don Giacomo Medica,
rivista in redazione.
Durante il periodo del mio tirocinio
pratico, prima di entrare nello
Studentato Teologico, venni chi a-
mato a servire la patria nella prima guerra
mondjale. Nel tardo novembre 1916, rni
trovavo sulle vette delJe Alpi in una posi-
zione che avrei immensamente goduta in
tempo di pace, ma che potevo apprezzare
ben poco in quelle circostanze. Dalla no-
stra postazione sulla parete del.la monta-
gna potevamo guardare giù in una minu-
scola valle a qualche distanza da noi, o in
su verso un nero picco roccioso che ci
guardava dall' alto con viso freddo e du-
ro. Eccetto questa nuda altura, tutto era
coperto da una coltre di neve che si accu-
mulava in grosse colme a ridosso ili ognj
dirupo e prominenza. Tuttavia, la bellez-
za del suo splendore, illuminato dalle
stelle, sfuggiva al nostro apprezzamento:
improvvise raffic he di vento spingevano
vortici di neve a turbinare attorno alle
fess ure delle nostre gelide tlincee. A ren-
dere ancor meno desiderabile la nostra
posizione, la valle sottostante voltava
bruscamente al.l'insù verso una caverna
che per parecchi giorni aveva vomitato
contro di noi mortali fiotti di m.iu·agliatri-
ce. Ne avevamo discusso, e alla fine il
capitano Vanelli spi attellò un ardito pia-
no per liberarcene.
ACCADDE
QUELLA NOTTE
la notte ideale per un assalto - dis-
se - la luna tarderà a levars i. Dieci di
DICEMBRE 2006 BS
I Don Ambrogio Rossi,
protagonista dell'avventura
raccontata nell'articolo.
noi strisciando lungo la val le possono
arrivare lassù e sorprendere i nostri
amici!" . Fui uno del gruppo assal tatore.
Ci preparammo, i colletti dei p astrani
da trincea tirati attorno alle orecchie e
le tasche piene ili bombe a mano. Nel
più assoluto silenzio, ini ziammo la di-
scesa che non presentò ostacoli: non
c' era la luna, ma milioni di stelle briUa-
vano sopra di noi così scintill anti nella
notte limpida che i picchi più svettanti
sembravano toccarle. Nessun rumore
turbava la quiete, eccetto il lieve scric-
chjolio dell a neve sotto gli scarponj e il
mmmorio del ruscello montano di cui
s' intravedevano le acque precipitare
dalla parete all a nostra destra. Poi la ri-
salita. Massacrante. Ogni tanto doveva-
mo ai utarci l'un l'altI·o per scavalcare
qualche ostaco lo di1 roccia o accerchiar-
lo. Lentissimo il p1·ogredire, att1·averso
cumuli di neve in c ui si affondava fino
I Don Giacomo Medica, traduttore
del testo inglese che racconta
la storia qui riassunta.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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dell'incredibile, raccontato da uno dei testimoni oculari.
Busto di don Ambrogio
a San Salvador.
tre Vanelli diceva: "Siamo contenti
d'essere venuti ... ".
Il santuario di Maria Ausiliatrice fatto costruire da don Ambrogio
a San Salvador.
alle ginocchia. Arriveremo prima che
sorga la luna? Un pallido chiarore ne
annunciava il sorgere. Giungemmo fi-
nalmente fra i roccioni che segnavano
la prossimità del nido d'aquila dove si
celava il nemico. Ci fermammo per ri-
prendere fiato , e... fummo investiti dal
plenilunio cbe ci colpì come raffiche di
mitraglia. Mentre con cautela, e un tre-
mito non del tutto causato dal freddo,
preparavamo le granate, non potei fare
a meno di chiedermi che cosa Dio pen-
sasse di uomini che si att1ibuiscono un
potere di vita e di morte su altri uomini.
Non era affare nostro, ma qualcuno
avrebbe pur dovuto risponderne.
L'ASSALTO ... FALLITO
Un comando sussurrato dal capitano
pose fine al mio fantasticare : era il mo-
mento dell'assalto. Avanzammo carpo-
ni verso l'antro nero che spalancava la
sua bocca sopra di noi. Il vento con raf-
fiche irregolari ci colpiva occhi e fronte
con brividi freddi e il respiro immetteva
un ' aria irritante nei polmoni, mentre lo
stomaco brontolava come un buco vuo-
to. Mormorai una preghiera a fior di
labbra, e avanzai barcollando pronto al-
!'eccidio. 50 m: "State pronti!". 25 m:
Vanelli indicò alla nostra sinistra uno
spuntone di roccia a pochi metri dalla
grotta, da avremmo potuto lanciare i
nostri ordigni e fuggire. Proprio in quel
momento calò il vento per qualche
istante, e nella notte udimmo sorpresi
un canto mormorato, come di monaci in
coro: "Inviolata, integra et casta es,
Maria" . Solenni e struggenti le note av-
volgevano le rocce e lambivano il cielo
con infinita tenerezza. Ne restammo in-
cantati . Quell'inno era anche il nostro
"Tu sei senza macchia, sei tutta pura, o
Maria!" . Ci guardammo stupefatti . "Re-
state dove siete", accennò il capitano, e
come un gatto comi.nciò a strisc iare ver-
so la caverna. L' osservammo, trattenen-
do il respi.ro. Eccolo all' imboccatura,
osserva, poi torna alla postazione: "Si
preparano per la festa dell'Immacolata,
sono cattolici come noi ... Non possia-
mo approfitt!ife della loro devozione".
Esitò, poi: "E rischioso, ma ... venite! ".
Lo seguimmo senza rumore fino a ri-
dosso della caverna. Allora Vanelli
avanzò verso il nemico/amico e disse:
"B uona sera, ragazzi. Possiamo entra-
re?". Confusione... un correre ai fucili,
ordini eccitati in tedesco ... ma nel ve-
derci ritti e disarmati, si fennarono in-
terdetti. "Keine Gefahr, Nessun perico-
lo", disse Vanelli in un tedesco stentato.
Poi indicando il quadro di Maria Ausi-
liatrice illuminato da una rozza candela:
"Auch wir haben Maria als Mutter, an-
che noi abbiamo Maria come madre! " . I
momenti successivi presentarono una
scena assolutamente impossibile: dita di
mani avversarie che s'intrecciarono fra-
ternamente. Ci si saluta, muti, con calo-
re. Poi fummo nuovamente fuori, men-
LA SORPRESA
Erano passati gli anni, la gue1Ta era fi-
nita. Il nostro Studentato Teologico di
Torino era colmo di attività e di giovani
salesiani francesi, tedeschi, inglesi, au-
striaci, italiani ... studiavano insieme, co-
me fratelli. La guerra? Solo un 1icordo.
Anch' io ero fra loro, studente di teologia.
Venne il giorno dell' accademia dell 'Im-
macolata che si celebrava ogni anno: era
una delle nostre belle tradizioni. Scenette,
cori, declamazioni, scherzi si succedeva-
no inframmezzati da intervalli orchestra-
li. D' improvviso, quell'anno ci fu silen-
zio quando uno si alzò per offrire il suo
tributo a Maria. Era un giovanottone ai-
tante e parlava un italiano fluente, sebbe-
ne con marcato accento austriaco. Ascol-
tai le prime parole con interesse, ma ciò
che seguì mi rapì in rigida attenzione.
"Maria, Aiuto dei Cristiani, non bada
a luogo né a circostanze - diceva - ma
veglia su quelli che cercano il suo aiuto,
anche quando sono attorniati da morte e
carneficina. Io, che l'ho provato sulla mia
pelle, ve lo posso garantire. In quella ca-
verna, in quella notte, io, salesiano, mi
preparavo con i miei camerati per la festa
dell'Immacolata. Nessuno aveva un ' im-
magine della Vergine di Lourdes, ma io
portavo sempre con me una litografia di
Maria Ausiliatrice. Ci radunammo attor-
no a essa a cantare il nostro canto favorito
'Inviolata'. Le ultime note stavano anco-
ra disperdendosi nell'aria, quando .. .".
"Quando - io gridai, incapace di trattene-
re l'emozione - la nostra caverna fu
riempita dal nemico. Io ero uno del loro
numero, salesiano come te". Ero balzato
sul palco e, in una confusione eccitata,
terminammo il racconto in maniera quasi
antifonale. Poi, con spontanea emozione,
mentre un assordante applauso scuoteva
la sala, concludemmo con un frenetico
abbraccio.
O
BS DICEMBRE 2006

3.2 Page 22

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lettera .
ai giovani
Carissimo
se mi dovessi chiedere
"quante sono le stelle del cielo" non ti saprei
rispondere. C'è una stella che le illumina tutte: la stella cometa.
o
Non c'è presepio senza
\\t
un cielo di stelle e la sua cometa. Se tu avessi la
curiosità di conoscere quanto pesa un fiocco di neve, ti direi che la neve
è l'abito da sposa del Natale. Un'ultima domanda: a che servono le feste? A stare insieme.
~
"Natale con i tuoi"
dice un proverbio. Cosa aspetti? Fa una telefonata,
invia una e-mail. A tutti fa piacere avere notizie dagli amici. Fa piacere
ricevere gli auguri. Deciditi, esci dalla tua indolenza: scrivi, telefona, manda un sms.
Q
~ ..
A riflettere.
Natale sei tu se ritorni bambino.
Natale sei tu se porti luce e amore. Natale sei tu se ti lasci cullare
dalla tenerezza e dalla gioia di vivere. Natale sei tu se ti accorgi che tutto attorno a te è presepio.
Natale sei tu quando
ripeti "Dio mi ama". Da noi il Natale inizia
--.:
molto prima del 25 dicembre. Già a novembre le luci a intermittenza fanno
la loro comparsa e tutto diventa un albero di Natale. L'Italia stessa è un presepio a puntate.
Noi come italiani
ci presentiamo festosi, luminosi, idilliaci,
un po' poeti e un po' pastori. Noi italiani abbiamo un'immagine
natalizia del nostro paese, quasi fosse il paese dei balocchi. Siamo come bambini: ci illudiamo.
{(
Non voglio illuderti,
ma fare gli auguri in questo periodo funziona
~.I ·"
con tutti. Dico "buon" come fosse un sedativo per tutte le tensioni.
Ripeto "Natale" per offrire uno scampolo di cielo a tutti i tuoi pensieri. "Buon Natale" come dire
"Per favore abbracciami".
Carlo Terraneo
ACHE
SERVONO
lE FESTE?
DICEMBRE 2006 BS

3.3 Page 23

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•••••••••••••••••••••••••
SPECIALE
diCDC
••••••••••••••••••••••••••••••••
IL CARDINALE BERTONE
•••••••••••••
E' SEGRETARIO DI STATO
LAPIU' ALTACARICA
MAI OCCUPATA
DA UN FIGLIO DI DON BOSCO
li Rettor Maggiore legge la nomina voluta da papa Benedetto nel solco
di 100 anni di storia di fedeltà dei salesiani al successore di Pietro.
La nomina del cardinale Bertone a Segretario di
Stato sigilla più di 100 an ni di "amorevole inte-
sa" e di servi zio per la Chiesa e la Santa Sede.
•••••
Lo racconta la storia. Sfogliandola, si scopre che i
papi di nome Benedetto ai salesiani hanno portato
bene, segnando co me dei picchi di attenzione nel-
l' intreccio Chiesa e co ngregazione sa lesiana. Penso
a Benedetto XV che nominò cardinale un discepolo
d'eccezione di Don Bosco, Giovanni Cagliero. Era
la prima porpora salesiana. Il 23 giugno 2006 un
altro Benedetto, il XVI della serie, ha co nferito per
la prima volta l' ufficio di Segretario di Stato al ca r-
dinale Tarcisio Bertone, un altro salesiano, scelto
"perché fedele e capace" .
Non solo Cagliero e Bertone
Cagliero e Bertone sono due picchi di una lunga
vicenda che prende le mosse da Don Bosco stesso iI
quale per la spiritualità salesiana teorizzò l'unità di
tre speciali amori: Gesù sacramentato, Maria Ausi-
liatrice, il Papa. Cagliero e Bertone non sono due
.•••••
fiori nel deserto. Dopo i primi tre vescovi salesiani
(Cagliero, Costamagna, Lasagna) ne sono seguiti al-
tri, fino a ben oltre 100 all'inizio del lii millennio.
Alcuni avviati alla beatificaz ione. Vari i ca rdinali di
••••
alto profilo; tra tutti Hlond, Silva Henriquez, Beran,
e il più recente, il cinese Zen, nominato proprio da
Benedetto XVI. Lo stretto legame tra congregazione
e Chiesa trova una prima e compiuta radiografia in
un volume del 1989, " Religiosi e Curia Romana". Il
capitolo dedicato ai salesiani porta la firma di Tarci-
sio Bertone, allora Rettor magnifico della Pontificia
.•••••••
.••••••••
••••
Università Salesiana. L'autore, partendo da Don Bo-
sco, rivisita le costituzioni salesiane per affermare
continua a pag. 26
Il cardinale Tarcisio Bertone.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 8S DICEMBRE 2006 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
SEGRETARIO DI STATO
.••
••
~
ANCHE PERCHE SALESIANO
"Ml FARO' AMARE
PIU CHE TEMERE''
li cardinale Tarcisio Bertone si muoverà con lo fiti/e di Don Bosco,
il più rispondente al progetto di Chiesa di ~fnedetto XVI
••••••••••••••
//eredo che papa Benedet-
to abbia riflettuto, dopo
la sua elez ione, sulla
scelta del Segretario di Stato.
Com'è ovvio, ha nominato anzitut-
to il suo successore all a guida del-
la Congregaz ione per la Dottrina
centrata sull'amore.
del suo essere salesiano, rispetto a
quella politico/diplomatica richie-
sta per un Segretario di Stato?
li serv iz io di Segretario di Stato
è una mi ssione complessa. Nell a
stori a della Chi esa ha avuto ac-
centu azioni a volte più po lit iche,
,t ·
dole. Ho già detto che la Chi esa
non è uno Stato, anche se il Vati-
cano può essere co nsiderato un
piccolo Stato, "u n fazzo letto di
terra", come diceva Pio Xl, per
ass icurare una base minima d.lin-
dipendenza nell a mi ss ione di ca-
della Fede. A dire la verità, pensa- altre volte più religiose. Il servizio rattere universa li stico. La Chiesa
••••••••••••••••••
vo di essere più vicino a questo
ruolo dopo la lunga co llaborazi o-
ne con lui . M a ero stato mandato a
Genova come arcivescovo era
quindi opportuno valutare se la-
sciarmi co ntinuare il servizio pa-
storale in quella grande arcidioce-
si. Circostanza che, probabilmen-
te, ha spinto il Papa a orientars i
verso un altro ru olo. Così mi ha
prospettato questa ipotesi, del tutto
inattesa, già a metà dicembre
2005 . Non so quanto nel progetto
di Benedetto XVI, abbia giocato il
fatto di essere io salesiano. Non
c'è dubbio che lo stile salesiano di
ri guard a l'a iuto al Papa sia nel
governo ad intra - quindi la Curia
Rom ana, i rapporti con le Chiese
sparse nel mondo, i singoli ve-
scov i, le Conferenze ep iscopa li, e
le tante problematiche co nnesse:
una complessità che ri chiede di
elaborare anali si, progetti, com-
portamenti, proposte, ecc. - M a
l'az io ne del Papa, stori camente
comporta anche rapporti ad ex-
tra, con gli Stati ,e con le orga ni z-
zaz ioni intern azio nali . La Chiesa
si pone come inte rl ocutri ce privi-
legiata di Istituzio ni e orga ni sm i
intern azionali , che cerca no di le-
ga re nell a solidarietà popoli e na-
è in rea ltà una, co munità di fede,
di speranza, di carità e deve por-
tare il messagg io evangelico a
tutti i popoli. La figura del Segre-
tario di Stato deve essere, di co n-
seguenza, una figura eminente-
mente pastorale.
Farsi amare più che temere:
questa massima di Don Bosco
guiderà il Segretario di Stato di
un Papa che na scritto la prima
enciclica della storia sull'amore?
Già il passaggio dal servizio in
una Chiesa loca le pur significativa
a quello della Ch iesa universa le,
acca nto al Papa, per la mia vita è
stata una rivoluzione copern ica na.
affrontare i problemi, di intessere
le relazioni, di avere spiccato il
zioni, costruendo reti di pacifici
rapporti e garantendo per via ne-
Il passaggio dal timore all'amore
poi è ril eva nte per la Chiesa, defi-
senso di Chiesa e di fedeltà al Pa- goz iale la co nvive nza tra culture nita dal Concilio Vaticano Il la
•••••••••••••••••••••
pa, ered itato da Don Bosco, può
avere influenzato questa scelta. Bi-
sogna poi considerare la familiarità
con Ratzi nger negli anni della mia
perm anenza a Roma...". Così il
card inale Tarcisio Bertone raccon-
ta in un'intervista escl usiva al Bol-
lettino Salesiano quando, come e
perché Benedetto XVI ha maturato
la sua nomina.
Come si svilupperà il primato
della dimensione religiosa, tipica
e popoli diversi. Più volte è stata
ch iamata a mediare in co nflitti
internaziona li e a riconciliare po-
poli e nazioni. Riconciliare è suo
ruolo tipico: co ntinu a l'az ione
del suo Fondatore che il profeta
Isa ia chi ama " Principe della pa-
ce, consigliere ammirabile" . Nel-
la eccles io logia di papa Benedet-
to, il primato nella Chiesa è spiri-
tuale, di nuova evangelizzaz io ne
e mi ss ione, co nfo rme all a sua in-
co ntinua inca rnaz ione di Cri sto,
con la missione di essere sorgente
di amore. Diffondere l'amore anzi-
ché la paura mi è co ngeniale, per-
ché è costitutivo della com unità
dei discepoli di Cri sto sparsa in
tanti paesi e culture. D'altra parte,
tutte le ra mificaz ioni della Chiesa
e le sue istituzioni esistono per
portare amore nel mondo, per le-
nire le sofferenze umane. L'encicli-
ca Oeus caritas est ha voluto porre
• • • DICEMBRE 2 006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••
•••••••••••••••••••••••••••••
nel cuore della Chiesa l'abitudine
preferenziale a scegliere il primato
dell'amore nella propria azione.
Un primato che ogni istituzione e
ogni persona, quindi anche il Se-
gretario di Stato, devono praticare.
Lo spirito di famiglia proprio del
carisma di Don Bosco, è di grande
aiuto per realizzare questo obietti-
vo caro a Benedetto XVI.
Con un salesiano in una re-
sponsabilità così alta, i giovani
nella Chiesa di Benedetto saran-
•••
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no valorizzati, oppure si resterà
alla semplice celebrazione delle
Giornate Mondiali della Gio-
ventù nello stile collaudato 'da
oltre 25 anni?
Prima di prendere possesso del
/
mio ufficio ho sognato Giovanni
Paolo Il e con lui ho dialogato sui
giovani. Gli ho detto che la sua
più grande invenzione è stata la
1 11 cardinale Tarcisio Bertone con
il Rettor Maggiore in piazza
san Pietro.
/ '- ~
Lo stemma del Cardinale.
Giornata Mondiale della Gioventù
perché ha avviato un rinnovamen- nìamo di fronte ai giovani di peri-
to della pastorale giovanile ed ec- feri~, quelli lontani dalla Chiesa.
clesiale. Lui mi appariva contento. Qu esto è l'interrogativo che deve
Gli ho chiesto una benedizione porsi la Chiesa sia in un'Europa
speciale per questo mio nuovo in- che.invecchia, sia negli altri con-
carico e mi sono inginocchiato. tinenti dove i , giovani sono in
Prontamente mi ha dato la bene- maggioranza. E importante far
dizione. Mi sono svegliato conten- approdare la questione educativa
to. Penso sia di buon auspicio. Pa- al centro dell'agenda mondiale.
pa Wojtyfa mi voleva bene e mi Lei ha mantenuto uno speciale
ha manifestato tante volte la sua legame con il vescovo salesiano
stima. Vorrei interpretare il sogno Vincenzo Savio. Che cosa signifi-
in collegamento con le GMG. Es- ca ora che si pensa di avviarne la
se sono delle tappe che non si fer- causa di beatificazione?
mano al momento celebrativo. Ri- Monsignor Savio è stato mio al-
cordano a tutta la Chiesa il dovere lievo, quando ero giovane profes-
di farsi carico dei giovani in un sore all'Ateneo salesiano. Da al-
dialogo attivo e reciproco con es- lora abbiamo maturato una cono-
si. Le GMG devono nutrire spiri- scenza e stima reciproca e un
tualmente i giovani e spingere le rapporto anche dialettico di col-
Chiese locali all'ascolto del mon- laborazione e confronto di pro-
do giovanile.
getti pastorali. Ci siamo confron-
Il Cardinale... salesiano!
••••••
, I salesiani in vista del proprio tati negli anni ruggenti dell'im-
26° Capitolo generale riconosco- mediato postconcilio. Siamo ri-
no urgente un ritorno ai giovani masti amici fino alla sua morte
per tornare a Don Bosco. Un'au- prematura, che ha svelato la sua
tocritica per il rapporto con i profondità spirituale. Don Savio
giovani vale anche per tutta la era un uomo di Dio e del popolo
Chiesa?
di Dio, cui si era votato senza ri-
Dobbiamo sempre domandarci sparmio. L'ho accompagnato nel-
che cosa facciamo per i giovani e la sua lunga e dolorosa malattia.
con i giovani. Siamo sinceri: i Sono lieto che si voglia avviarne
gi,ovani che parteciparo attiva- la causa di beatificazione. Abbia-
mente alla vita della Cliiesa sono mo bisogno di modelli di vescovi
minoranza. Il problema che dob- per il nostro tempo, contenti del-
biamo affrontare è come ci po- la propria vita.
D Il Cardinale cronista sportivo.
, • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS DICEMBRE 2006 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
che "l'amore e l'adesione al mini- na, lo stesso Rettor Maggiore Egi- istituzionali". Sia il cardinale Ber-
stero petrina sono una delle com- dio Viganò, che predica nel 1986 tone sia il Rettor Maggiore concor-
ponenti irrinunciabili del patrimo- gli esercizi spirituali a Papa e Cu- dano nel rilevare i cambiamenti
nio spirituale ereditato dal Fonda- ria. Nel!'Annuario Pontificio del intervenuti dopo il Concilio nei
tore. Cosicché i salesiani ne hanno centenario della morte di Don Bo- confronti del la Santa Sede e del
fatto un punto qualificante di azio- sco ricorrono ben 30 nomi di sale- Papa. Osserva don Chavez: " In-
ne apostolica tra i giovani". Secon- siani che a titolo diverso prestano nanzitutto c'è una sensibilità ec-
do la sua accurata ricostruzione, fi- la loro opera. Un elenco a tutti fa- clesiale diversa; pur rimanendo in-
no al 1988 la presenza dei salesia- miliare, con sacerdoti, vescovi, variabile la fedeltà al Papa e al suo
ni nella Curia romana passa da cardinali anche in prima linea. magistero, ci sia un nuovo fonda-
sporadiche collaborazioni con gli Non si può ignorare che negli ulti- mento antropologico e teologico
organismi centrali della Chiesa mi anni di papa Wojtyfa una Figlia dell'obiettivo da raggiungere attra-
(1888-1962), alla loro significativa di Maria Ausiliatrice, Enrica Ro- verso la missione salesiana, che
presenza con Paolo VI (1963- sanna, è sottosegretario al Dicaste- qualifica il nostro servizio sociale
1978), per concludersi con i primi ro per i Religiosi .
ed ecclesiale". Bisogna poi pren-
1Oanni del pontificato di Wojtyfa.
dere atto che " la ben nota formula
Chavez: salesiani onorati
di "onesti cittadini e buoni
Nomi e figure
È lo stesso Rettor Maggiore Pa- cristiani" è oggi da rifondare sul
Scorrono nomi e figure di parti- scual Chavez a segnalare il salto piano antropologico e su quello
colare rilievo. Bertone ricord a l'a- di qualità con la nomina di un teologico, e da re/interpretare stori-
zione di don Tomasetti che da Segretario di Stato salesiano. camente e politi ca mente".
procuratore della congregazione, "Questa nomina - si legge in una
sotto il rettorato del beato Filippo sua affettuosa lettera a Bertone lo Bertone: dal Giovane erov-
Rinaldi, aveva trasformato la sua scorso 24 giugno - ci onora. lo, veduto alla Chiesa del Concilio
residenza "in luogo di incontri di come successore di Don Bosco, "Nel Giovane provveduto - ri-
personaggi della Chiesa e dello non posso non pensare al nostro corda il cardin ale Bertone - Don
Stato italiano, per tessere le fila Padre, al suo amore incondizio- Bosco aveva elaborato un catechi-
..•••••••
••••••••••••••••
della ricon ciliazione e avviare
trattative vere e proprie in vista
dei Patti Lateranensi". Tra i tanti
nomi, è ben evidenziato quello di
don Vincenzo Miano, scelto nel
1965 da Paolo VI quale primo se-
gretario del Segretariato per i non
credenti appena costituito. Fu
"senza dubbio una delle figure
più rappresentative del rapporto
salesiani/Santa Sede". Negli anni
prima e dopo il Concilio numerosi
figli di Don Bosco operarono atti-
vamente a prepararlo o a real iz-
zarlo in qualità di consultori,
esperti, canonisti, teologi, tipogra-
fi. Il cardinale Rosalio Castillo La-
ra guidò l'ultima fase della " labo-
riosa impresa" di revisione del
Codice di Diritto Canonico, pro-
nato per la Chiesa e alla sua asso-
luta fedeltà al Sommo Pontefice.
Si tratta della più alta carica oc-
cupata da un figlio di Don Bosco.
Ci sentiamo fieri di questo onore,
ma nello stesso tempo stimolati a
crescere sempre più nell 'amore e
nel servizio alla Chiesa, in fedeltà
alla nostra missione. Da parte
mia, del mio Consiglio, della
congregazione e di tutta la Fami-
glia Salesiana, porgo a Vostra
Eminenza l'a ugurio più sincero di
un servizio rispondente alle atte-
se del Santo Padre e ai bisogni
della Chiesa e del mondo".
Una nomina che responsabi-
lizza
È lo stesso Chavez a invitare la
smo sulla Chiesa. Significa che ac-
canto al catechismo su Dio e la vi-
ta morale egli aveva posto la Chie-
sa come popolo di Dio e l'eccle-
siologia quale centro della sua
azione per l'educazione dei giova-
ni. Da giovane, mandavo a memo-
ria domande e risposte del Cate-
chismo di Pio X, ma anche do-
mande e risposte sulla Chiesa che
erano in appendice al Giovane
provveduto. Rispecchiavano una
concezione del tempo di Don Bo-
sco e della teologia dell'epoca.
Credo sia urgente oggi porre la
questione del rapporto rei igio-
si/Chiesa, pronti all'offerta di per-
sone valide per il servizio al mini-
stero petrina. Il Rettorato di don
Egidio Viganò ha aperto le porte
mulgato nel 1983". Con Castillo, i congregazione a vivere l'evento dei salesiani a un più ampio servi-
nomi di spicco di quel periodo senza trionfalismi. "Senza nascon- zio verso la Santa Sede, anche con
sono Stickler, Shirieda, Javierre dere o non apprezzare che si tratta i vescovi salesiani che, prima mol-
Ortas, Trochta .
di un'altissima nomina - ha detto to rari, si sono poi moltiplicati. E in
al Bollettino Salesiano - sono con- genera le i vescovi salesiani sono
C'è pure una FMA
sapevole che coinvolge per un im- stati uomini di frontiera in zone
Giovanni Paolo Il "segna un pegno di servizio più qualificante; calde e difficili, avamposti di pro-
nuovo sviluppo dell'azione sale- non vogliamo che la nomina ven- gettj apostolici nei vari continen-
siana presso la sede di Pi etro . In ga "sfruttata" come via di accesso ti. E emersa l'evol uz ione di una
••••••
••
primo piano, i ca rdinali Stickler, a privilegi. Su questo sono stato
Obando Bravo, Rodriguez M ara- chiaro: nei rapporti con la Santa
diaga; la figura di don Renato Fari- Sede si devono conserva re i canali
DICEMBRE 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
congregazione che sembrava limi-
tata all'ed ucazio ne dei giovani e a
opere a carattere giovanile". O
• • • • •• •• • •• • • •• ••• • •• ••••• ••

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ROLANDO
MARTIRE
A 14 ANNI
Lo violenza non ho colore
né lo guerra ho vincitori
mo ramare tinge di nuovo
luce colori ormai spenti e
riscaldo di speranza cuori
congelati dallo brutalità.
Nello scenario di terrore
e morte del 2° conflitto
mondiale, un giovanissimo
seminarista dispenso
parole di gioia ben oltre
i n'ntroni di bombe e
connom.
E' Rolando Rivi di San Va-
lentino di Reggio Emilia.
La sua vicenda per alcuni
aspetti riporta alle prime perse-
cuzioni contro i cristiani. Negli
anni tra il 1943 e il 1945, i tempi
della guerra partigiana, ribolliva-
no odi contro tutto e tutti; anche
i preti vennero presi di mira da
frange estreme di partigiani, in
particolare quei sacerdoti che si
adoperavano per la fine delle
ostilità e che non mancavano di
gridare contro le efferatezze da
chiunque compiute. Il ragazzo,
appena quattordicenne - era en-
t:rato in seminario a 11 anni e su-
bito, com'era d' uso, aveva vesti-
to l'abito talare - dovette lascia-
re il seminario per motivi di si-
curezza e tornare in famiglia.
Qui, non depose l'abito ecclesia-
stico anche se papà e mamma in-
sistevano; era il segno della sua
scelta di vita: "Io studio da prete
e la veste è il segno che sono di
Gesù". Sfidò con umile fierezza
insulti e provocazioni, senza ab-
bassare lo sguardo o indossare
maschere. Come ogni ragazzo,
anche Rolando aveva i suoi eroi,
erano i giovani delle "Fiamme
Verdi" della brigata "Italia", par-
tigiani di ispirazione cattolica
senza per ciò nutrire alcun gene-
re di astio verso altri, benché
l' anticlericalismo di alcuni era
diventato violento soprattutto in
Emilia.
Rolando, dal volto pallido e
dall'animo candido, fu cattura-
to il 10 aprile 1945, domenica in
Albis. Era andato a messa e ave-
va suonato l'organo dirigendo il
coro dei cantori tra i quali c'era
anche suo padre. Tornato a casa,
mentre i suoi andavano a lavora-
re nei campi prese i suoi libri e si
recò al boschetto a due passi da
casa per studiare. Non tornò più.
Catturato da una formazione di
partigiani comunisti, fu portato
al campo base. Gli strapparono
di dosso la talare - forse dava
loro fastidio - lo ins ultarono, lo
percossero a sangue .. . un ragaz-
zino di 14 anni! Quale gloriosa
impresa! Qualcuno, pare, s'inte-
nerì, ma il capo fu irremovibile:
"Domani avremo un prete in
meno!". Lo portarono in un bo-
sco, presso Piane di Monchio e
lo fecero fuori con due colpi di
rivoltella, uno in direzione del
cuore, l'altro alla tempia, poi lo
coprirono alla meglio con qual-
che palata di terra e foglie sec-
che. Era il 13 aprile. Un venerdì.
Rolando Rivi (17/01 /1931-03/04/1 945).
Il parroco don Camellini e il pa-
dre lo cercarono per tre giorni, e
quando incontrarono il capo par-
tigiano e gli chiesero del piccolo
seminarista, rispose: stato
ucciso qui, l'ho ucciso io, ma
sono perfettamente tranquillo!".
Il piccolo, prima dell'ultimo sa-
crificio, aveva chiesto di pregare
per mamma e papà, quindi si era
inginocchiato per un attimo di
raccoglimento, prima dei due
colpi assassini. Era un giovane di
una inimmaginabile ricchezza
spirituale. Il prof. Paolo Risso ne
ha scritto la biografia: Rolando
Rivi un ragazzo per Gesù, edi-
zioni Del Noce 2004. Aveva ra-
gione la nonna: "Rolando o
diventerà un santo o un mascal -
zone" . È diventato un santo: al-
l'inizio di quest'anno, il 7 gen-
naio 2006 è stata introdotta la
sua causa di beatificazione. D
BS DICEMBRE 2006

3.8 Page 28

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...
COMUNITA _
EDUCANTE E.••
di Graziella Curti
Tre giorni intensi di
condivisione tra educatori
laici ed FMA per riflettere
su quella comunità
educante sognata
da Don Bosco e Maria
Domenica e trovare
insieme le condizioni
necessarie per garantii-ne
la continuità nell'oggi.
L a pedagogia d'ambiente è uno
dei capisaldi del!' educazione
salesiana. Questa è la forte
convinzione che le Figli e di Maria
Ausiliatrice hanno ri confermato da
tempo e che hanno voluto mettere al-
1' ordine del giorno dell'incontro di
una settantina circa di educatori ed
educatrici, che operano in diverse
realtà. Dopo un interessante excursus
storico, di quando «la comunità edu-
cante non c'era», secondo il curioso
titolo della relazione della storica
suor Grazia Loparco, hanno messo a
confronto le loro esperienze e hanno
cercato di individuare il profilo di
una comu nità educante salesiana per
i nostri tempi. Si sono poi susseguite
le testimonianze concrete di operato-
ri in quattro comunità salesiane di-
stribuite in luoghi diversi d'Italia e
con fina lità differenziate: oratorio,
casa di accoglienza per minori a ri-
schio, comunità in un quartiere a for-
te degrado, scuola.
ABITARE LA PERIFERIA
Librino è una zona periferica di
Catania. Il progetto di fame un gran-
de quartiere prende vita intorno agli
DICEMBRE 2006 8S
I All'ascolto attento di una relazione
durante la tre giorni che ha visto
insieme educatori laici e FMA,
per approfondire il discorso sulla
Comunità Educante.
anni '70. Nato da un sogno di futuro,
per vari motivi, è rimasto un'urba-
nizzazione incompiuta e, sotto tanti
aspetti, fallita. Le Figlie di Maria
Ausili atrice vi approdano nel 1987,
ma solo più tardi, con alcuni giovani
del MGS , che vogli ono esplicitare Ja
loro scelta di stare dalla parte dei
giovani poveri, riescono a realizzare
il sogno di una casa salesiana nel
cuore del quartiere. Attualmente, do-
po varie vicende, una comunità edu-
cante sta crescendo. Così la presenta-
no suor Maria Luisa e un animatore:
«La caratteristica della nostra comu-
nità che ci piace evidenziare è la va-
rietà e l'apertura alla collaborazione.
La varietà ci permette di avere più
possibilità di confronto e di intessere
con fac ilità reti con le varie agenzie:
servizi sociali, parrocchie, scuole,
ASL, Enti Pubblici , Assessorati . L'a-
pertura fa sì che la nostra casa sia
considerata una casa per tutti. Il filo
rosso delle attiv ità è l'educazione ci-
vile e religiosa. Il fatto di non avere,
per scelta, la celebrazione E ucaristi-
ca in casa ci permette di raggiungere
ogni giorno le parrocchie dove ci oc-
cupi amo di animazione liturgica, ca-
techesi, formazione dei ministranti,
corso prematrimoniale, pastorale gio-
vanile. Qui i poveri hanno molti no-
mi e molti volti. Le domande dei gio-
vani e delle donne sono certamente
in primo piano, ma la rete di azione è
più larga e complessa».
IL CAPITALE UMANO
Michele Visentin è preside nell'I-
stituto Maria Ausiliatrice di Padova e

3.9 Page 29

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Un lavoro di gruppo.
Il gruppo FMA e laici provenienti dalla Sicilia.
la volontà di coinvolgerli nella co- vendo in pieno la legislazione attua-
munità che favorisce la prossimità e le, la nostra è a pieno titolo una co-
l'interiorità. Un processo che è diffi- munità educante salesiana, articola-
cile sintetizzare, ma che riesce a es- ta in maniera flessibile, perché met-
sere illuminato da un'espressione del te insieme esperienze per varie età
relatore: «Il nostro è un impegno a della vita dei giovani. Costruire fa-
imparare ogni giorno a vivere consa- miglia è il compito degli educatori,
pevolmente gli spazi e i tempi delle FMA e laici, dei ragazzi». Qui si ac-
relazioni umane».
compagnano nella crescita i giovani
che non hanno genitori. Agli educa-
111 professor Mario Pollo, uno dei
relatori più esperti, che da anni
è impegnato nella ricerca sociale,
e segue e incoraggia le nostre
scelte educative.
LA MAGIA DEL CORTILE
Bologna-Corticella: una comunità
educante nel cuore della parrocchia.
La scelta dei giovani più poveri e del
lavoro in rete con i servizi sociali so-
tori è richiesta una genitorialità di-
versa, matura e sostitutiva rispetto a
quella della famiglia d'origine. Le
strategie che vengono adottate, con
l'aiuto di esperti, l'ambiente gioio-
so, il protagonismo, il gruppo, la
no una prassi consolidata. L'oratorio crescita armonica di ragazze e ra-
ritiene la CE una costruzione sociale, è una comunità intera che prende in gazzi con gli educatori permettono
una realtà in divenire che vive attra- considerazione la parte più . giovane di trovare sicurezza per la propria
verso intensi processi comunicati vi. di se stessa, camminando insieme a esistenza. Le Figlie di Maria Ausi-
Nella sua relazione non si limita a essa verso Gesù. Il cortile è lo spazio liatrice cercano di tenere aperte le
comunicare dei fatti, ma vuole rive- dell'incontro. La scelta di questo porte di questa "famiglia allargata"
lare le motivazioni di fondo che ser- spazio come luogo educativo ha facendo crescere la corresponsabi-
vono da stimolo nella realizzazione creato una nuova figura: i Cortilai. lità, sostenendo il lavoro di équipe e
di un ambiente in cui si impara a Si tratta di persone che dedicano un la progettazione condivisa. La posi-
pensare e ad abitare insieme in quel- po' del proprio tempo libero per stare tività delle quattro esperienze ha
lo stile di famiglia tanto caro a Don con i giovani, non come sorveglianti, trovato una forte conferma nell 'in-
Bosco e a Maria Domenica. Uno sti- ma come educatori. Nel presentare la tervento sull' animazione del prof
le che genera vita e tensione verso la realtà del Centro Giovanile, l'anima- Mario Pollo, da lunghi anni impe-
felicità. Le idee di Michele Visentin tore Marco Badiali ne ha definito lo gnato nella ricerca sociale e profon-
e dei suoi collaboratori sono legate stile riassumendolo nello slogan do conoscitore delle nostre scelte
alla tradizione salesiana, ma hanno il "molti che fanno poco e non pochi educative.
merito di essere tradotte neU 'oggi. che fanno molto". Non con la pre- Al termine dell'incontro è risultato
Per questo, di fronte alla società flui- sunzione di chi vuol farsi maestro, particolarmente illuminante il profilo
da, si sente l'esigenza di aiutare i ma con la familiarità dell'amico e tratteggiato nei lavori di gruppo che
giovani nel passaggio alla comunità l'autorevolezza del padre.
defmisce la CE come: una comunità
consistente; dalla società dei non-
teologale, che vive nella gioia del Cri-
luoghi, l'urgenza di accoglierli negli COSTRUIRE FAMIGLIA
spazi familiari dell'incontro; dai tem-
sto risorto, assume i tratti del Sistema
Preventivo e li ridice con linguaggio
pi fagocitati dal consumo, dal lavoro «A Pavia, il Nido è un simbolo - nuovo. Una consapevolezza che apre
e dalla saturazione di informazioni, hanno detto gli educatori -. Pur vi- cammino.
·
BS DICEMBRE 2006

3.10 Page 30

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M IL
ESE IN
LIBRERIA
Mo,onte
o cuto di Giuseppe
~~~
LA FEDE-
BIii
(OD·~,il~L o
Il
LA BIBBIA
E IL CORANO
di Michel Reeber
(ed altri) , ELLEDICI
Leumann (To) , 2006
pp. 112
I due documenti sono
venerati e fondanti delle
grandi rel igioni monotei-
ste e meritano di essere
studiati con attenzione.
Non è possibile com-
prendere il Corano in tut-
te le sue peculiarità sen-
za conoscere il quadro
biblico della storia del-
l'umanità. Storici e teo-
logi speciali sti analizza-
no e studiano i legami
tra questi due grandi te-
sti : come e in quale con-
testo è apparso l'islam;
come si è form ato il Co-
rano ; qual è la sua ese-
gesi corretta; se nel Co-
. rano e nella Bibbia c'è il
medesimo monoteismo ;
quali sono le grandi fi -
gure comuni; che ne è
delle grandi questioni
come il profetismo , la
retribuzione e l'allean-
za.. . Il volume si pre-
senta indispensabile per
comprendere l'islam e
per poter dialogare in
maniera positiva con
fratelli musulmani .
L'EMMANUELE,
IL SERVO,
GERUSALEMME.
Tre visioni di Isaia poeta
e profeta
di Vincenzo Mercante
Ed. Segno, Tavagnacco (Ud)
2004, pp. 126
In Avvento e Natale, può
aiutare la riflessione sulle
profezie dell'Antico Testa-
mento che parlano del
Messia come il "Servo di
Jhawh", secondo Isaia. Il
testo invita ad approfondire
il senso della Sacra Scrit-
tura mai abbastanza sca-
vato . L'Emmanuele, i canti
del servo di Jhawh , lo
splendore di Gerusalemme
ne costituiscono l'oggetto
di riflessione. Il discorso se-
gue una linea interpretativa
fedele rispetto all 'esegesi
cattolica, ma ne evidenzia
difficoltà e differenze; così
porge al lettore un ampio
approfondimento. Utili an-
notazioni testuali teologi-
che, archeologiche, stori-
che sono presentate in un
afflato poetico che appas-
siona e guida a una seria e
profonda meditazione , ap-
plicabile anche al tempo li -
turgico da vivere. ·
Vin ce nzo
Merca nte
L'Emmanuele, Il servo, Gerusalemme
Trevi,lonidl tsalapona~profci.i
PICCOLO TRATTATO
DELLA FEDE
CATTOLICA
di Jacques Perrier
Paoline, Milano, 2006
pp. 222
Un nuovo libro sulla fede
cattolica? Non è già stato
detto tutto al riguardo? Muo-
vendo da tali interrogativi
l'autore costruisce questo
piccolo trattato, mette in
evidenza la sfida che i cri-
stiani del XXI secolo sono
chiamati ad affrontare, co-
me credenti fra altri cre-
denti , e spesso anche fra
non credenti. La convinzio-
ne che tutti abbiano qual-
cosa da dirsi a vicenda è
alla base di un nuovo indi-
rizzo intrapreso dalla Chie-
sa, quello del dialogo inter-
religioso . Si tratta di un ve-
ro e proprio dialogo, e non
della constatazione che vi
sono alcuni princìpi morali
universali. .. Il fondamento
del dialogo interreligioso è
basato sulla possibilità del
cristiano di arricchire la
propria fede attraverso il
dialogo con le altre tradi-
zioni religiose .
COMUNIONE E
COR RE S PONSAB ILITÀ
PER LA MISSIONE
di autori vari
EMI, Bologna, 2006
pp. 384
Il Movimento missionario
italiano ha compiuto un
grande passo in avanti,
prendendo coscienza di
poter contribu ire al cammi-
no della Chiesa. All'origine
sta la realtà di discepoli
partiti per evangelizzare,
obbedendo al comando del
Signore. Evangelizzatori ed
evangelizzati , la nostra fe-
de è stata potenziata e rin-
novata, la nostra umanità
toccata e cambiata. Molto
è stato donato dai missio-
nari e di più , forse , essi
hanno ricevuto . Quasi tutte
le congregazioni religiose ,
maschili e femminili , pur
non avendo un carisma mis-
sionario specifico, si sono
spinte oltre i loro iniziali con-
fini e sono oggi presenti nei
continenti. Il laicato ha pre-
so coscienza della sua di-
mensione apostolica e sta
ponendosi ovunque a servi-
zio di solidarietà e fraternità.
COMUNIONE .
ECORRESPOBSABILITA
PER LA MISSIONE
DICEMBRE 2006 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
MODERNO
DON ORIONE.
DARE LA VITA
CANTANDO L'AMORE
di Don Arcangelo Campagna
Ed. Shalom
Camerata P. (An), 2006
pp. 447
DARE LAVITA
CANTANDO
LAMORE
!.:fl SHALOM
San Luigi Orione, capace di
leggere con chiaroveg-
genza profetica gli aweni-
menti della storia, si rivela
oggi quanto mai attuale con
una presenza stimolante e
significativa. Come uomo e
come sacerdote, vive la sua
straordinaria awentura per-
correndo le strade del mon-
do a contatto diretto con gli
uomini senza distinzione di
razza, nazionalità, religio-
ne o credo politico. La for-
za straripante della sua
carità, il grido vigoroso e
l'opera straordinaria a dife-
sa dei deboli, dei poveri, de-
gli emarginati hanno segna-
to positivamente la storia
del secolo scorso. Pur in
una realtà tragica, come
quella della prima metà del
Novecento, ha consumato
l'esistenza "cantando l'amo-
re". Con questo linguag-
gio universale, ancora oggi
porta serenità e speranza a
tanta gente.
LA LUCE SVELATA.
DON PASQUALE
LIBERATORE
di Don Luigi Benvenga
Loffredo Editore, Napoli
2006, pp. 224
L'autore presenta la figura
di un salesiano che , pur
provenendo da umili origi-
ni, ha guidato per anni la
postulazione per le cause
dei Santi della Famiglia
Salesiana. Si tratta di una
biografia dettagliata, ricca
di testimonianze e di docu-
menti che evidenziano la
sua fede , l'attaccamento a
Don Bosco e alla missione
salesiana, la capacità di
spaziare nelle latitudini del-
la terra per documentare la
forza della santità di tanti
figli e figli che si sono ispi-
rati al progetto del padre
comune. Don Liberatore
ha saputo interpretare il
ruolo affidatogli con saga-
cia ma soprattutto con
competenza e profondità. Il
testo ne è prova: l'abbon-
danza delle citazioni e de-
gli interventi di persone
che hanno vissuto con lui
sono una garanzia della
storicità di questo profilo.
LA LUCE SVELATA
Oon Pasquale Liberacorc
FA VENDITA PER
~g~iikPoNDENZA. 1 libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le ~b;: ti
rie cattoliche o vanno ne ~ive
direttamente alle nspet
Editrici.
ALLA SCOPERTA
DELLA BIBBIA:
L'ANTICO
TEST AMENTO,
ELLEDICI-PICCOLI , Torino
2006, pp. 192
Questo sussidio è stato
scritto per permettere ad
adulti , giovani e ragazzi, di
leggere e amare i testi del-
1'Antico Testamento (A.T.).
Il messaggio rivelato affer-
ma che Dio si è fatto cono-
scere ; che vuole vivere in
alleanza con ogni uomo.
Gli Ebrei hanno accettato
che Dio è l'amico e il sal-
vatore degli uomini . I cri-
stiani credono che il vero
Dio è il Dio di cui parla
l'A.T. e che Gesù è stato
inviato da Dio per adem-
piere le promesse dell'Anti-
ca Alleanza. È necessario
perciò che i cristiani cono-
scano l'A.T. che aiuta a
comprendere la missione
di Gesù, raccontata in mo-
do semplice e chiaro nel
Nuovo Testamento. Il testo
si offre come aiuto per vin-
cere l'ignoranza religiosa
di tanti che , pur cristiani ,
non conoscono le verità ri-
velate per la loro salvezza,
né sanno comunicare le
ragioni della propria fede.
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06.44700145
Email : cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06.4462179
Email : info@pgsitalia.org
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06.4460946
Email :
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS (Salesiani)
Tel. 06.516291
Email : vis@volint.it
VIDES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06.5750048
Email:
videsitalia@videsitalia.it
SERVIZI CIVILI
E SOCIALI (SCS)
Servizio civile naziona-
le
Emarginazione e disa-
gio giovanile
Tel. 06.4940522
Email : serviziocivile@fe-
derazionescs.org
CNOS/SCUOLA
Tel. 06.4440354
Email:
cnos-scuola@salesiani .it
BS DICEMBRE 2006

4.2 Page 32

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WLl!VE
-
Il breve profilo di un salesiano laico speciale, il signor Luigi Franchi Mozzi,
di Rimini (1871-1943).
SALESIANO
COADIUTORE E...
DIRETTORE
di Giancarlo Manieri
La vicenda di un coadiutore che le
circostanze portarono alla direzione
di una grande opera. Storia tutta
particolare, ambientata durante
la rivoluzione messicana, mentre
erano dittatori Calles e Cardenas.
Luigi è uno dei tanti salesiani italiani partito missio-
nario. Gli toccò il Messico in tempi particolarmen-
te difficili che richiedevano coraggio, astuzia, di-
plomazia ed eccezionali capacità organizzative. Talenti
di cui il signor Luigi era abbondantemente fornito. Dalla
natia Rimini, si ritrovò a Valdocco, ricevuto dallo stesso
Don Bosco, per "imparare un mestiere". Scelse di di-
ventare "maestro legatore", perché stampa e derivati
andavano allora per la maggiore, rappresentavano il fu-
turo. Ma, come capitava spesso a molti alunni che vive-
vano con Don Bosco, fu da lui catturato e decise di ri-
manergli accanto per sempre.
MISSIONARIO
Anzi, no. Gli venne voglia di "terre lontane", proprio du-
rante l'anno in cui con 81 compagni faceva il noviziato.
Era il 1890. E chiese di partire. Doveva essere in gamba,
il nostro, perché un mese dopo aver emesso la prima
professione, gli concessero di fare la professione perpe-
tua che normalmente viene permessa solo dopo 6 anni di
"tirocinio". Il Bollettino Salesiano del gennaio 1894 riporta
con abbondanza di particolari , la cerimonia della partenza
di 60 missionari destinati all'America, all'Asia, e all'Africa.
Per il Messico partirono in 17: otto salesiani, sei FMA e
tre aspiranti. Capo spedizione era il famoso don Raffaele
Piperni. Luigi aveva 22 anni e una gran voglia di buttarsi a
capofitto nel lavoro. Venne destinato a Santa Julia... beh,
non potevano certo destinarlo altrove, visto che era l'uni-
ca casa allora esistente in tutto il Messico e, per di più,
ancora in costruzione. Vi arrivò nel gennaio 1894, e una
DICEMBRE 2006 BS
- Il coadiutore Luigi Franchi Mozzi.
decina di giorni dopo aveva già messo in piedi e iniziato a
far funzionare il laboratorio di legatoria. Franchi era un ve-
ro artista e a qualunque attività si applicasse, venivano al-
la luce piccoli capolavori. Tra le altre cose iniziò con 12
ragazzi e 6 salesiani la scuola di banda. Sì , perché tra le
altre cose Franchi era anche un ottimo musico.
MA ...
Si annunciavano tempi foschi per il Messico. Nel
191 O era scoppiata quE;Jlla rivoluzione che cambiò a tutti
le carte in tavola, scombinando totalmente il vecchio
assetto dittatoriale e avviando, ahimè molto lentamen-
te , la nazione verso la democrazia. Da Diaz a Madero,
da Huerta a Carranza, passando per ribelli famosi co-
me Villa, Obreg6n , Zapata. Sono i tristi tempi in cui non

4.3 Page 33

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-------------St1LEcflll!lll 6011(}/t/T1JRI
- Visita del Rettor Maggiore don Albera nel 1903.
La banda del collegio S.1• Julia nel 1930.
Al centro il maestro Franchi Mozzi.
pochi sacerdoti finirono in carcere. Fu Carranza a uscire
vittorioso dal bailamme delle lotte intestine, e cercò di
pacificare il paese ; ebbe però il torto di lasciare nella
costituzione le vecchie leggi anticlericali , risalenti al
1857, emanate da Benito Juarez ; una spina nel fianco
che sarebbe tornata a pungere tragicamente quando al
potere arrivò Plutarco Elfas Calles. Se Carranza aveva
chiuso un occhio - e spesso tutti e due - riguardo a
preti , chiese , scuole cattoliche (la maggioranza della
popolazione era cattolica) , fino a visitare il collegio sale-
siano di Santa Julia il 20 dicembre 1917 e a congratu-
larsi per i successi della scuola, Calles applicò pignole-
scarnente le leggi e fu l'iniziatore di quella persecuzione
che per più di 3 anni devastò la Chiesa messicana.
Espulse dal paese i preti stranieri ; a quelli autoctoni
proibì di esercitare il ministero e dirigere collegi. L'arti-
colo 33 della costituzione carranzana venne applicato
alla lettera, fino al martirio di non pochi religiosi . Si ri-
corda il famoso gesuita padre Pro (1891-1927).
FRANCHI DIRETTORE
Chi salvò la situazione a Santa Julia fu il maestro Fran-
chi Mozzi che, non essendo sacerdote, poté diventare a
tutti gli effetti direttore dell'opera. La maggior parte dei sa-
lesiani erano partiti alla volta di Cuba, alcuni si erano na-
scosti nelle abitazioni di cooperatori , altri presso amici.
Quando la polizia arrivò per prelevarli, non ne trovò nem-
meno uno. Furbamente Luigi trattò bene gli agenti, offrì
loro un'abbondante merenda mentre la banda del collegio
eseguiva i pezzi migliori del suo repertorio . Passata la bu-
riana, verso il 1934, con Luigi ancora direttore dell'opera,
chiesero ospitalità per un corso di esercizi spirituali , un
gruppo di passionisti. Il signor Luigi riservò loro i locali
dell'infermeria dove potevano disporre del dormitorio, della
sala mensa, della cappella e di un lungo corridoio per il
raccoglimento. Capitò in quell'occasione che il superiore
degli esercitandi si era dimenticato di portare il cilicio che
usavano per darsi la penitenza. Non sapendo come rime-
diare, egli avvicinò il signor Franchi pregandolo di prestar-
gli i cilici che usavano i salesiani. E Franchi: "Se proprio ci
tenete, non ho difficoltà". Senza por tempo in mezzo fece
il giro dei laboratori, prese con sé i più scalmanati degli
alunni, consegnò loro un pallone e diede il via libera per
- Il laboratorio di legatoria del maestro.
giocare una mezz'ora nel corridoio dell'infermeria. Com'e-
ra da aspettarsi, per trenta minuti ci fu il finimondo . Imbu-
falito, il superiore dei passionisti si precipitò dal maestro
Franchi : "Che storia è questa?'. Al che candidamente egli
rispose: "Padre, nqn mi avevate chiesto di prestarvi il cili-
cio dei salesiani? E precisamente quello che ho fatto. Per
noi durante tutto l'anno, giorno e notte, questo è lo stru-
mento della penitenza".
LA FINE
Un altro giorno seppe che sarebbe arrivata in casa la
polizia per una perquisizione. Stavolta non fece in tempo
a far sparire tutto ciò che potevano considerare compro-
mettente, così trovarono le suppellettili della messa e al-
cune lettere. Poteva significare la chiusura del collegio ,
ma il nostro coadiutore interessò la sorella del procurato-
re della Repubblica e in qualche modo salvò capra e ca-
voli. Quando però arrivò al potere Lazzaro Cardenas, le
cose peggiorarono e i salesiani dovettero lasciare Santa
Julia. Così Luigi perse il posto. Come già avevano fatto
tanti altri, si rifugiò a Cuba, presso la casa salesiana di
Camaguey, che ospitava altri fuggiaschi. Da , non si
mosse più . Non eccessivamente v~cchio , ma indubbia-
mente molto stanco, morì nel 1943. E ricordato come uno
dei più grandi salesiani coadiutori del Messico.
O
BS DICEMBRE 2006

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
L'INVITATO
GUASTAFESTE
Di fronte alla TV i bambini ci stanno volentieri e vedono
di tutto, ma sono ben pochi i programmi adatti a loro.
Tra l'altro diventano facile preda della pubblicità.
Quali rimedi?
La televisione ha preso la Bibbia
sul serio : è "cresciuta e si è
moltiplicata". Dalla pay tv satel-
litare al digitale terrestre, alle innu-
merevoli tv commerciali , la televisio-
ne non fa che aumentare i canali ,
sommergendo i telespettatori sotto
un diluvio di immagini , giorno e notte.
Si sono moltiplicati anche gli appa-
recchi tv all 'interno della famiglia,
mentre i programmi fanno capolino
sui telefonini. Il buon televisore che
tr9neggiava nel tinello e riuniva tutta
la famiglia è una cartolina sbiadita.
I bambini si trovano sempre più
spesso davanti programmi che non
sono adatti a loro e i genitori non
hanno i mezzi per tamponare la fal -
la. La tv ha un carattere ambiva-
lente: può arricchire la vita dei bam-
bini o impoverirla; può aprire la loro
intelligenza o atrofizzarla. Tutto di-
pende da due fattori: quello che i
bambini vedono e la relazione che
hanno con il piccolo schermo. La
televisione, dopotutto , è solo uno
strumento . I suoi effetti benefici o
negativi dipendono dal posto e dal
ruolo che conquista nella vita del
bambino e della sua famiglia.
Il problema della tv non è tanto
quello che fa, quanto quello che non
fa fare. Può essere un'ottima finestra
sul mondo e diventare una specie di
gigantesco libro illustrato su cui i
bambini possono attingere sapere e
simboli . Esistono buoni programmi e
canali tematici di ottimo livello. Ma
anche in questo caso guardare la tv
24 ore su 24 sarebbe micidiale. La
televisione mira solo a tenere i bam-
bini e gli adulti davanti allo schermo
per più tempo possibile. Quindi offre
al pubblico quello che il pubblico vuo-
le. Ma tra il bambino che appena tor-
nato da scuola si inchioda davanti
alla tv fino la sera e quello che si fer-
ma a guardare la tv dopo aver gioca-
to all'oratorio o fatto altre attività con
dei coetanei, c'è una grande differen-
za. Per il primo, la televisione riempie
un tempo vuoto, privo di occupazioni ,
contatti personali , centri di interesse.
Per il secondo è un momento di pau-
sa e di distrazione in una giornata
ben riempita.
La relazione che il bambino ha
con il piccolo schermo si inqua-
dra nel contesto familiare . Coloro
che presumono che la televisione
possa riempire un vuoto , una man-
canza affettiva o un'assenza di co-
municazione , quando la spengono
si ritrovano con il medesimo vuoto.
Magari più profondo e più desolato .
Regalando un'illusione di vita e di
presenza, la tv maschera soltanto
le difficoltà. Intrappola le persone
impedendo loro di mobilitarsi per
rendere la vita più piena, le relazio-
ni più calde e il loro tempo più crea-
tivo. Per esempio, quando la televi-
sione è accesa durante i pasti , i
genitori si interessano meno ai figli.
Il pasto serale è un momento convi -
viale quasi unico nella giornata. La
presenza della televisione fa da
"schermo" alle parole, le frammenta
o maschera le difficoltà di dialogo
vero e di confidenza reciproca . Il
rapporto con la tv della famiglia è
una specie di cartina tornasole della
sua buona salute. Il compito dei ge-
nitori, a questo punto , non è più
semplicemente quello di controllare,
quanto quello di insegnare ai propri
figli a convivere con teleschermi
sempre più invadenti. Non possia-
mo eliminare la televisione dalla
La televisione aveva tre grandi
possibilità: divertire, informare e
istruire. Ha scelto la prima. Soprattut-
to per i bambini la televisione si è tra-
sformata in una grande fonte di pia-
cere. I bambini più piccoli non ca-
piscono sempre ciò che vedono, ma
captano l'emozione che si sprigiona
dalle scene. Non avendo la maturità
per decodificare correttamente le im-
magini, confondono realtà e finzione .
La pubblicità finanzia praticamente
tutti i canali : questo influisce pesante-
mente sulla concezione dei program-
mi. I bambini sono le prede più appe-
tite dai pubblicitari: facilmente mani-
polabili, influenzano i genitori nelle
scelte di spesa.
DICEMBRE 2006 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
UN PICCOLO DEBITO
VERSO LA TV
Occorre porre un limite numerico
agli apparecchi a disposizione;
se in ogni camera si colloca un
televisore, è inevitabile che
si moltiplichino le occasioni e
il tempo in cui si guarda la tv e,
soprattutto, si stabilisce un
rapporto troppo individuale con
essa, come può spiegare il bello
schizzo di Valente.
Il piccolo schermo rovina figli e famiglia o... C'è anche
da lamentare una qualche responsabilità degli adulti.
nostra vita, ma possiamo trasfor-
marla in uno strumento utile.
Grazie alla tv, i genitori possono
dotare i figli di una qualità senza
prezzo: la capacità di saper sce-
gliere . Questo sottintende la cono-
scenza di criteri per decodificare e
giudicare le immagini e quindi un
vero dialogo educativo. Il vero pro-
blema , in fondo , è il bambino "ab-
bandonato" davanti alla tv. Distrarsi
guardando la tv può essere benefi-
co , a patto che la tv non sia l'unica
fonte di tempo libero. La televisione
può trasformarsi in uno strumento di
sintonia e di condivisione : un mo-
mento di affetto, come quando si
guarda un bel film , o si fa il tifo per
la nazionale di calcio , saldati dallo
stesso sentimento. E allora un pro-
gramma tv diventa il supporto del
piacere di stare insieme. Il desiderio
di imitare gli eroi dello sport può
anche invogliare all 'esercizio fisico . I
bambini e i ragazzi hanno bisogno di
essere attivi. Davanti alla tv un bam-
bino non deve fare alcun sforzo, né
intellettuale, né sociale, né fisico ,
manuale. Consuma semplicemente
delle immagini che il più delle volte
non generano niente in lui. Il piacere
di guarda~e resta superficiale e im-
mediato. E importante insegnare ai
bambini a sentire il tempo non come
un vuoto da riempire, ma come un
magnifico dono da organizzare nel
modo più piacevole e utile finalizzato
a delle mete concrete. Ciò che vale
di più, in ogni caso, è che i genitori
si ricordino di essere presenti e con-
tare davvero nella vita dei loro figli.
Gli "eroi veri" sono loro.
I La tv ha un carattere ambivalente:
può arricchire la vita dei bambini
o impoverirla; può aprire la loro
intelligenza o atrofizzarla.
II piccoli amano le novità e si
entusiasmano all 'idea che la vita
domestica non è solo routine.
Quando c'è qualcosa di diverso
da fare, la TV resta spenta
e abbandonata.
Me lo sono chiesta spesso: la tv è
una rovina-famiglia o è soltanto
ciò che rende evidente la diffi-
coltà di comunicare e convivere all'inter-
no della casa? Stabilire il rapporto cau-
sa/effetto, nelle diverse esperienze della
vita, è sempre molto arduo ; di sicuro,
però , fra fenomeni concomitanti è legitti-
mo sospettare una interdipendenza. In-
dulgo in queste riflessioni un po' compli-
cate perché non credo alla teoria che la
tv si insinui nella vita quotidiana delle fa-
miglie devastando la loro intimità; piutto-
sto , mi rendo conto che si preferisce far
parlare il tubo catodico, quando si è or-
mai spenta la voglia e la capacità di ali-
mentare relazioni affettive profonde.
Ovviamente le situazioni di crisi
conclamata della famiglia sono , in fon -
do, quantitativamente meno numerose
di quelle in cui si tira comunque avanti ,
ma si fa fatica a condividere i sentimen-
ti, le opinioni , il vissuto di tutti coloro che
compongono il nucleo domestico : ma
proprio in questa fascia affollata di per-
sone i danni della televisione rischiano
di essere più devastanti, perché si crea,
di fatto, una vita di fuga dalla responsa-
bilità comune di costruire flussi efficaci
di comunicazione e di col laborazione .
Ed è inevitabile, in queste realtà, che a
rimetterci siano proprio i soggetti più
deboli: il bambino lasciato a se stesso,
ma anche la nonna che esce poco di
casa, la mamma casalinga che ha biso-
gno di sognare un mondo più bello di
quello in cui si trova a svolgere un com-
pito spesso poco gratificante, il papà
che ha problemi con il lavoro. Se questo
è vero, c'è realmente bisogno di regola-
re il rapporto con la tv: ma questo vale
per tutti i membri della famiglia, non solo
per i più piccoli. In fondo, tutti possiamo
essere invischiati in un uso sbagliato del
mezzo televisivo e, da parte degli adulti,
è molto facile essere protagonisti degli
stessi comportamenti che si rimprovera-
no ai ragazzi. Come sempre , dunque,
occorre fare attenzione all'intero conte-
sto entro il quale si pone la fruizione
BS DICEMBRE 2006

4.6 Page 36

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televisiva e a certi dettagli che incido-
no sul modo personale di porsi di fron-
te ai tanti messaggi che la tv offre.
La prima cosa di cui ci siamo
preoccupati in casa è dare un limite
numerico agli apparecchi a disposizio-
ne; se in ogni camera si colloca un
televisore, è inevitabile che si moltipli-
chino le occasioni e il tempo in cui si
guarda la tv e, soprattutto, si stabilisce
un rapporto troppo individuale con
essa. Se invece si è costretti a condi-
videre la scelta e la visione dei pro-
grammi, c'è speranza che si crei una
qualche forma di discernimento critico
e di condivisione critica di ciò a cui si
assiste. Un'altra cosa che ci è sem-
brato importante determinare sin dall'i-
nizio, è che non è assolutamente indi-
spensabile e inevitabile essere spetta-
tori di un programma televisivo , né ci
sono delle ore canoniche in cui biso-
gna ottemperare a questo impegno.
L'instaurarsi di abitudini , in qualunque
campo , esime dall 'esigenza di darsi
motivazioni e obiettivi in quel che si fa.
Peraltro, lo sforzo dei genitori di parto-
rire proposte alternative ai propri figli è
sempre premiato: soprattutto i piccoli
amano le novità e si entusiasmano
all 'idea che la vita domestica non è
sempre e soltanto routine , ma anche
occasione per accogliere qualche
squarcio di inedito . Non siamo stati
invece molto rigidi sulla necessità di
spegnere la tv durante i pasti; in fondo
può essere anche positivo che il mon-
do si sieda a tavola con la famiglia e
partecipi al rito della condivisione degli
elementi primari della sussistenza.
Basta tenere il volume basso, in modo
tale che non impedisca la conversa-
zione, ma possa anche richiamare l'at-
tenzione di tutti, quando vale la pena
recepire un 'informazione o ridere in-
sieme di qualcosa.
Dopo quasi venticinque anni di
matrimonio, mi rendo conto che è sta-
to fondamentale stabilire queste rego-
le subito, perché la stessa coppia, e
successivamente i bambini , possano
orientare il proprio modo di fare, sen-
za dipendenze ma anche senza de-
monizzare la tv. Crescendo, i ragazzi
hanno utilizzato questo strumento con
vari intenti: rilassarsi e divertirsi , infor-
marsi e confrontarsi. Tutto questo li ha
portati , credo, a percepire la continuità
fra il dentro e il fuori , fra il vicino e il
lontano, fra il passato e il presente,
sviluppando un'attitudine più matura al
valore della prossimità, ma anche una
maggiore con sapevolezza verso un
pluralismo culturale che ha sempre
bisogno di posizionamenti critici. E
che questo sia anche merito della tv,
non mi dispiace.
DICEMBRE 2006 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
L'artista Siro Perin nasce a Treviso
nel 1972,frequenta l'Istituto d'Arte
a Venezia poi l'Università Ca' Foscari.
Usa per le sue creazioni materiali diversi.
La Chiesa dei Santi Patroni di Marcon
(VE) ospita alcune importanti sue opere.
SIRO PERIN "PERES"
IL LEGNO
PER ESPRIMERSI
È exallievo del collegio salesiano
"Astori" d i Mogli ano Ve ne to , dove
ha frequentato le medie. Siro Perin ,
o Peres, defini sce l 'arte " la somma
di eventi storici, politici, sociali, cul-
turali e religiosi che, fi ltrati attraver-
so la mente e il cuore de ll'artista, si
esprimono in un concetto concretiz-
zato da lla materia". Ov viamente
l' artista non nega che l' arte sia anche
sentimento, sollecitazione de i sensi,
elevazione morale e culturale. L 'ori-
ginale crocifi sso che presentiam o ne
è la prova: un concetto concretizzato
dall a materia che soll ecita il senti-
mento e l'intelligenza.
È un corpo maschile appeso a un
tronco, una croce senza bracci. Le
braccia del condannato, alzate sopra la
testa e inchiodate al tro nco grezzo,
bastano a descri vere un suppli zio an-
cor più crudele e beffardo : quello di
morire senza poter allargare le braccia
nel segno uni versale dell 'accoglienza.
Ges ù appare costretto a rinunciare al
gesto più umano e div ino: "Quando
sarò innalzato, attirerò tutti a me!"
(Gv 12,32), lui che è nato e vissuto
solo per q uesto. Cond anna atroce,
dunque, sc herno ind ic ibile. Anche i
piedi sono inchiodati in basso, al legno
informe. Sul suo corpo altrettanto
infor me risaltano i musco li pettorali,
smisuratamente gonfi per l'affann oso
respiro che stenta a uscire dalla cassa
toracica e s'accumula ne1Jo stomaco. Il
ventre è teso, le ginocchia piegate, le
caviglie deformi .. . una massa di mate-
ria, distrutta dal male. Del mondo.
"Sicut vermis et non homo".
Si è colpiti dallo strazio conte-
nuto di questo "povero Cristo".
L 'esposizione dei co ntorti piani del
legno, lucidato a mano, pro voca un
dramm atico co ntrasto tra zone di
riflessione della luce e incavi oscuri.
Sembra di udi re il suo grido : " Mio
Dio, mio Dio, perché mi hai abban-
do nato?" o, più um anamente, "per-
ché mi hai ridotto così?". È il lamen-
to secolare ò volto al Padre dal Figlio
il c ui vo lto, ripiegato all'indietro,
te nta di g uardare il cielo attraverso
l' occhi ello formato dalle sue braccia
che un unico chiodo fissa sul legno.
La fede, in que l gruppo corpo/tronco,
vede la ri.nascita della vita, crede che
dall a sofferenza sorgerà la redenzio-
ne, dalla morte la risurrezione. Nella
real izzazione dell'opera Siro Perin ha
detto di essersi is pi rato alla potente
profezia d i Isa ia, che, da a lcun e
espress io ni , se mbra vo ler i nd icare,
nel Mess ia trad ito e messo a morte
come uno schi avo, tutti i perseguitati
e i martiri dell a stori a.
D

4.7 Page 37

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SAI CHE GIOVANNI
MEZZASALMA SI È
= ; _/ FA'ITO CAMBIARE NOME?
TIJITO È RELATIVO
AH SI'?
E COME SI
CHIAMA, ORA?
~
BS DICEMBRE 2006

4.8 Page 38

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per
sf\\OE e.11cHE
ragazzi, genitori, educatori
r - - - - - - - - - - - - - - - --1
VAIl LmOaRtrimI oINnioQeUlaESveTrgImC1)t~a Econsa-.
crata sono segni profetici straordman
i -- -
del Dio-Amore. .
,
ran-
Gli sposi profetizzano I amore th· -
de di Cristo per la sua sp?sa (la ,e
MA:IRIMONIO
sa) amata fino alla morte m croce.
Le persone consacrate profet1zza~o,
nella loro verginità, un amodr~ ;sci~~~~
che è segno del Regno , ,o
E VERGINfli\\' .
non ci sarà più uor:rio o _donna. ·1 Re-
La verginità e ,1
no non solo non
celibato per '
c?ntradd1cono
Il
a
~
aignità del matrimonio, ma la presup
pongono e la confermano .
UNICAPROFEZIA
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
La difficoltà di parlare
di verginità oggi in un
contesto sociale
massimamente erotizzato.
Il cristianesimo non
disprezza l'eros quando
valorizza la verginità e il
celibato.
e 'è ampia convergenza nel
ritenere che le società oc-
cidentali vivano in conte-
sti fortemente erotizzati. L'eros, in-
teso come fo rza del desiderio ses-
suale che ci attrae verso qualcuno,
segna e caratterizza ogni attività
umana; gli stessi modelli di marke-
ting e di sensibili zzazione commer-
ciale sono per lo più impostati con
criteri di lettura erotici. Ciò che
conta è sed urre, trasfonnando - se
necessario - anche l'anatomia natu-
rale del corpo con rimodellamenti
non indifferenti (labbra nuove, naso
rifatto, seni al silicone, ecc.). Perciò
Benedetto XVI nell 'enciclica Deus
caritas est contestualizza l' eros nel-
1' amore, come dono di sé, cioè co-
me agape: "In realtà eros e agape -
amore ascendente e amore discen-
dente - non si lasciano mai separare
completamente l'uno dall' altro.
Quanto più ambed ue, pur in dimen-
sioni diverse, trovano la giusta unità
nell' uni ca realtà dell 'amore, tanto
più si realjzza la vera natura dell' a-
more in genere" (n. 7).
DICEMBRE 2006 IJS
I "Ciò che conta è sedurre", sembra
predicare la società erotizzata
di oggi. Ma tutti sanno che
non è così.
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Qual è la nostra visione delle per-
sone consacrate e che cosa pen~a-
mo del loro modo di vivere l'amore .
Come è impostat~ la nostra cate~
chesi matrimoniale: e pr~se~\\e la pro
fezia dialogica della verg1rnta .. .
Che cosa può dire il forte n~h!8:mo
ll'a a e da parte .della ver~m1ta a
~na gviia coniugale oggi cond1z1onata
dalSl'eerioctisomnvoin?to
della
..
fecond1ta
··
spin-
t aie delle persone consacrate nella
"~aternità-maternità"? Che cosa pos-
sono dire alla famiglia 0991?

4.9 Page 39

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I Gli sposi cristiani hanno perciò
il diritto di aspettarsi dalle persone
vergini il buon esempio e la
testimonianza della fedeltà alla
loro vocazione fino alla morte.
NEL CRISTIANESIMO
Nel cristianesimo la sessualità è
realtà che esprime la verità dell' uo-
mo e di Dio, una realtà quindi sacra
e profetica: il corpo, in quanto porta
la dignità di immagine dell ' invisibile
Dio, contribuisce a rivelare la Sua
natura più intima. Questa profezia è
sempre stata espressa attraverso due
forme: il matrimonio e la verginità
consacrata, segni profetici straordi-
nari del Dio/Amore. Gli sposi profe-
tizzano, nell'essere "una sola carne",
quell' amore grande di Cristo per la
sua sposa (la Chiesa, il gruppo dei
suoi discepoli) amata fino alla morte;
le persone consacrate profetizzano,
nella loro verginità, l'esclusività del-
1' amore nella storia e la trascendenza
di un amore che mai tramonta, un
amore di quel Regno dove non ci
sarà più uomo né donna, ma tutti sa-
remo una cosa sola nell'amore di
Dio. La persona vergine anticipa così
nella sua carne il mondo nuovo della
risurrezione futura (cfr. Mt 22,30). In
forza di questa testimonianza, la ver-
ginità tiene viva nella Chiesa la co-
scienza del mistero del matrimonio e
lo difende da ogni riduzione e da
ogni impoverimento.
L'UNICO MISTERO
DELL'ALLEANZA
La verginità e il celibato per il
Regno di Dio non solo non contrad-
dicono alla dignità del matrimonio,
La verginità è vocazione all'amore:
Irende il cuore più libero di amare
Dio (1Cor 7, 32-34). Libero dai
doveri dell'amore coniugale,
il cuore vergine può sentirsi,
pertanto, più disponibile all'amore
gratuito dei fratelli.
ma la presuppongono e la confer-
mano (Familiaris consortio, 16). Il
matrimonio e la verginità sono i
due modi di esprimere e di vivere
l'unico Mistero dell'Alleanza di
Dio con il suo popolo. Quando non
si ha stima del matrimonio, non
può esistere neppure la verginità
consacrata; quando la sessualità
umana non è ritenuta un grande va-
lore donato dal Creatore, perde si-
gnificato il rinunciarvi per il Regno
dei Cieli. Dice, infatti, giustamente
san Giovanni Crisostomo: "Chi
condanna il matrimonio priva an-
che la verginità della gloria, chi in-
vece lo loda rende la verginità più
ammirabile e splendente. Ciò che
appare un bene soltanto a paragone
di un male, non è poi un grande be-
ne; ma ciò che è ancora migliore di
beni universalmente riconosciuti ta-
li è certamente un bene al massimo
g;ado" (La Verginità).
CUORE LIBERO,
FEDELTÀ EROICA
Gesù ha indicato con l'esempio e
la parola la vocazione alla verginità
per il regno dei cieli (Mt 19, 3-12).
La verginità è vocazione all'amore:
rende il cuore più libero di amare
Dio (lCor 7, 32-34). Libero dai do-
veri dell'amore coniugale, il cuore
vergine può sentirsi, pertanto, più
disponibile all'amore gratuito dei
fratelli . La verginità per il regno dei
cieli, di conseguenza, esprime in
maniera esemplare la donazione del
Cristo al Padre per i fratelli e prefi-
gura con maggiore esattezza la
realtà della vita eterna, tutta sostan-
ziata di carità (lCor 13, 4-8). La
verginità, certo, implica la rinuncia
alla forma di amore tipica del matri-
monio, ma la rinuncia è compiuta al-
lo scopo di assumere più in profon-
dità il dinamismo, insito nella ses-
sualità, di apertura oblativa agli altri
e di potenziarlo e trasfigurarlo me-
diante la presenza dello Spirito, il
quale insegna ad amare il Padre e i
fratelli come il Signore Gesù.
Pur avendo rinunciato alla fecon-
dità fisica, la persona vergine divie-
ne spiritualmente feconda, padre e
madre di molti, cooperando alla rea-
lizzazione della famiglia secondo il
disegno di Dio. L' amore universale,
a cui il matrimonio e la verginità so-
no consacrati, non è, in realtà, che
una consequenziale fecondità dello
Spirito, una vera maternità e pater-
nità di chi si è totalmente aperto al-
i'Amore nuziale, personale e miste-
rioso di Dio. È Lui che riempie di
Sé e abilita a generarLo nelle altre
creature. Il suo amore è assieme
eros e agape, amore di desiderio ol-
tre che di dono, un amore verginale
e sponsale che trova la sua perfetta
profezia - come indica la D~us ca~
ritas est - nel fianco squarciato d1
Cristo (S. Marcianò).
Gli sposi cristiani hanno perciò il
diritto di aspettarsi dalle persone
vergini il buon esempio e la testi-
monianza della fedeltà alla loro vo-
cazione fino alla morte. Come per
gli sposi la fedeltà diventa talvolta
difficile ed esige sacrificio, mortifi-
cazione e rinnegamento di sé, così
può avvenire anche per le persone
vergini La fedeltà di queste, anche
nella prova eventuale, deve edifica-
re la fedeltà di quelli (Giovanni
Paolo Il, Novo Incipiente, 9). D
BS DICEMBRE 2006

4.10 Page 40

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EVENTl2006
QUALI SPERANZE?
di Severino Cagnin
TJ-o i fotti importanti
dell'anno ormai quasi
interamente troscorsq
oleum· aprono al futuro e,
sebbene o fatico, isp,i-ono
fiducioso atteso.
T itoli a tutta pagina oscurati
due giorni dopo: l' usa e getta
ormai prevale anche al su-
permercato dei medi a. Ma tra politi-
ca, cultura, Chiesa, mondo, ecc.
quali eventi scegli ere di questo
2006 agli sgoccioli ? D a una ventina
in elenco ne ho scelti solo cinque.
Mi rimane il dubbio di aver elimi-
nato qu alcuno che meritava. È de-
terminante il criterio secondo cui
uno decide le preferenze.
1. L'accordo di settembre per il
Libano può costituire un varco nel
muro di divisione che separa due
mondi . La questi one non è solo mili-
tare, ma ha un peso anche politi co e,
soprattutto, culturale. Al di là di ogni
contrapposizione, si fa strada la con-
vinzione che è indispensabile trovare
il modo di vivere senza attentati , ac-
cettandosi reciprocamente, e proget-
tando un pi ano economico e politico
di scambio e integrazione.
2. Anche il viaggio del Papa in
Germania in settembre ha confe r-
mato la possibilità de ll a pac ifica
convivenza tra ebrei e palestinesi,
cri sti ani e mu sulm ani , nonostante lo
stravolgimento di alcune parole di
Benedetto XVI. Il Pontefice ha of-
fe rto la soluzione del Vangelo agli
interrogativi attuali , a condizione
che ogni uomo accetti l' altro a qual-
siasi etnia, religione o cultura ap-
o ,c EMBRE 2006 BS
partenga. "La violen za è irragione-
vole - ha affermato all ' uni versità di
Ratisbona - è in contrasto con la na-
tura di Dio" . E ha ricordato il ver-
setto più citato dai musulmani in
Occidente: "Nessuna costrizione
nelle cose di fede". Sa bene il Papa
che l'Islam è non solo alle porte, or-
mai è nei negozi, negli al!_tobus, nei
condomini, nelle scuole. E indicati-
vo che a Parigi la proibizione di
......
I
La significativa vignetta di Vauro
la dice lunga sulla guerra e le sue
conseguenze.
I
Internet è la piazza globale...
Ma a lei interessa poco, anzi
non sa che cosa sia.
I
L'unica globalizzazione per ora
è quella del commercio che crea
tanti paperoni e molti più poveri.
portare il velo islamico ha dovuto
essere ritirata dal governo per le rei-
terate proteste di immi grati e degli
stessi francesi.
3. Islam come urgenza, Africa
come futuro. L' ultimo campionato
mondiale di calcio mi ha fatto pensa-
re ali' Africa: quanti atleti africani
forti, agili, intelligenti, rispettosi de-
gli avversari più che i colleghi euro-
pei. Dicono che tra pochi anni le fo r-
mazioni sportive di club e quelle na-
zionali saranno composte da atleti di
colore. In Francia -Italia del dopo
mondiale, i calciatori francesi erano
tutti africani eccetto uno ! Ciò fa ca-
pire che il predominio dell a vecchia
Europa è al tramonto, sta emergendo
l'Africa, anche se a fatica.
4. La globalizzazione sta abbat-
tendo i confi ni e fac ili tando le cono-
scenze e i flu ssi mi gratori e operazio-
ni finora impensabili di grandi gruppi
economici e industriali (Wind agli
egiziani , Albacom agli inglesi, Tre ai
cinesi . . .).
5. Se poi parliamo di Internet...
La rete è diventato il ricettacolo di
tu tto, di cultura, di arte di religione,
ma anche del crimine . .. Internet si
sente, si vede e si legge. . . È di ven-
tato indi spensabile, ma . . . bisogna
saperlo usare !

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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MINIGONNA BLU
di Lorenzo Angelini
C'è un segno distintivo della civiltà occidentale,
un requisito inconfutabile che la contraddistingua?
La democrazia? Le libertà civili? Lo stato sociale?
Niente di tutto questo. È il consumismo, l'a rte
dello spendere.
Il cantautore Sebastiano
Barbagallo (Seba).
Seba, poco più d i vent'anni,
co n il si ngolo d'esord io, Do-
menica d'estate, si è ritag li a-
to uno spaz io in mezzo ai mill e
prodotti co nfez ionati ad hoc per
sfondare nell a bell a stag io ne
scorsa, guadagnandosi l'ambìto
pa lco del Festivalbar. Lo hanno
prem iato il ca ndore co n cui è
scritto il testo che rim anda a poe-
sie d'altri tempi , la musica d istesa
e solare, l' inte rpretazione semp li-
ce ma elega nte. O ra è giunto l'a l-
bum Quadri d'autore in cui, forse
un po' pretenz iosamente, tenta d i
costrui re una sorta d i ga ll eri a dei
suo i di pinti-ca nzo ni mettendo vi -
cino arrangiamenti va ri egati e te-
sti di argomento diverso senza al-
tro legame che la propria inte r-
pretaz ione.
In tutte le gallerie c'è sempre
un quadro che co lpisce immed ia-
ta mente; in quell a d i Seba spicca
questa Minigonna Blu. Con pochi
tratti e in maniera ca nzo natori a
eccoc i dipinto il gra nde rito co l-
letti vo del co mprare in cui i su-
permercati sono tem pli grec i, le
co mmesse sono vesta li , le casse
sono sc ri gni che aspetta no carte
d i cred ito e banco mat per essere
scassinati , gli abit i e le sca rpe
vengono procacciati per assicu-
rarsi un posto nell a élite favorita
e non per essere indossati. La mi-
nigonn a blu, infine, è la veste sa-
ce rdota le necessari a per offi ciare
questo ri to e chi la indossa smette
di essere una persona per d ive n-
tare un insetto che si agg ira tra gli
scaffa li co munica ndo attraverso il
"tv-fo nino". La mu sica dell a
ca nzo ne alimenta all 'eccesso l' i-
ro nia: l'arrangiamento co n vio li-
no, banjo e fi sarmonica ha un sa-
pore vaga mente country; la melo-
d ia d istesa e il ritmo co invo lgente
hanno un'a ri a quas i festosa; l' in-
terpretaz ione Iimp ida e serena
co ntrasta con la fo rm a "tragica"
del testo che viene ca ntato . All a
fin e tutto ri sulta ta lmente stempe-
rato e grottesco da fa rc i sorgere
un drammatico dubb io: forse
questo sistema deli ra nte e freneti-
co, ta nto crit icato e messo al la
gogna, non è alt ro che l' un ico
modo in cui poter v ivere.
D
MINIGONNA BLU
di Sebastiano Barbagallo (Seba)
Supermarket come templi ionici
Che dettano le leggi della nuova so-
ci età
La signora compra delle scarpe belle
rosse e profumate
Che nemmeno mai userà
E tu , proprio tu , con la minigonna blu
Ancheggi mente bevi il tuo caffè
Tu, proprio tu, sacerdotessa che
Inizi il rito dello spendere
Ma perché non mi basta il tem po
Ci salverà un orologio che batte un
po' più lento
Il vestiario è l'appartenenza
All a casta facoltosa di questa città
Le comm esse sognano le casse co-
me dei forzieri
Carta o bancomat
E tu, proprio tu , con la minigonna blu
Comunichi da insetto in videotel
Tu , proprio tu , sei la vestale che
Ci guiderà tra fuochi e secoli
Ma perché non mi basta il tempo
Ci salverà un orologio che batte un
po' più lento
BS DICEMBRE 2 006

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
m
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di€ ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo og ni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. ll testarn.ento deve essere scriuo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00 I63 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria AusiLi atrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
DICEMBRE 2006 BS
.....J I NOSTRI MORTI
LAPREZIOSA sr. Vincenza,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Roma, il 04/07/2005, a 96 anni
Vincenzina, come tutti la chiamano, con
nel cuore la benedizione e la gioia dei suoi
genitori vive i suoi primi 32 anni di vita reli-
giosa nella casa di Macerata con l'incarico
della sacrestia e del guardaroba di circa
200 ragazzi. Ma si presta anche per la ca-
techesi in parrocchia. Altri 24 anni li tra-
scorre ad Ancona come guardarobiera nel-
la casa addetta ai salesiani e impegnata
nell'oratorio e nella catechesi. Sono tempi
di tanto lavoro, di sacrificio, ma vissuti nel-
la serenità e nella condivisione con le so-
relle . Quando non può più lavorare, prega
e offre per i giovani , si interessa dei loro
problemi e li ascolta con amore. Nella casa
"B. Maria Romero", dove trascorre gli ultimi
tre anni , si raccomanda alla Madonna di
cui è molto devota: "A iutami a ringraziare il
Signore per i prodigi di amore e di miseri-
cordia compiuti nell'arco della mia lunga
esistenza... Maria, non lasciare la mia ma-
no nell'ultimo istante della mia vita, perché
alla chiamata dello sposo io sappia dire
'Eccomi' e con te cantare in eterno il Ma-
gnificat!".
DAL BROI sac. Antonio, salesiano,
t Civitanova Marche Alta (MC),
il 24/11 /2005, a 95 anni
Dalla sua amata terra, il Veneto , ha tratto
tanta parte della sua personalità, le doti più
belle della sua gente. "Ragazzo e contadi-
nello, di famiglia povera, il Signore mi ha
offerto in Verona un nido nell' Istituto per
studenti poveri per il compimento dei miei
studi liceali". Non ha lasciato più i salesia-
ni . Gli stenti, l'esaurimento, la tubercolosi
hanno temprato il carattere e anche il fisico
che lo ha poi sostenuto fino alla fine . Ha
portato impressa nella sua vita la signorilità
del portamento, il gusto del vestire appro-
pri ato e dignitoso, la passione del bello e
della musica. Il suo parl are, scrivere mani-
festava una ricchezza culturale non comu-
ne . Scrive : "Nella mia vita ho dovuto pla-
smare e ripl asmare me stesso per essere
gioioso e austero, tradizionale e moderno
e rivestire me stesso della dolcezza di san
Francesco di Sal es e della pazien za di
Giobbe". Un salesiano appassionato , un
consacrato fed ele.
ventenne. Piccoli e grandi gioivano della
sua presenza. Esercitava il suo ministero
sacerdotale con coerenza e con singolare
e personale rapporto con Dio. Si potrebbe
scrivere un libro solo con gli aneddoti sim-
patici della sua vita.
FABBIAN sac. Vito, salesiano,
t La Spezia, il 17/02/2006, a 75 anni
Se n'è andato all 'improvviso, senza distur-
bare nessuno. Ma le centinaia di messaggi
di cordoglio inviati da ogni genere di perso-
ne dopo la sua morte testimoniano quanto
don Vito fosse conosciuto e amato. Fu un
ministro fedele, generoso, qinamico, entu-
siasta della sua vocazione. E sempre stato
una fucina di idee, messe al servizio della
pastorale sia giovanile sia adulta. Di lui si
può dire che "viene dalla gavetta": fu assi- ·
stente , direttore di oratorio , consigliere
scolastico, catechista, parroco , direttore di
comunità. Amò i giovani come pochi altri.
Come parroco diede il meglio di sé. Intelli-
gente e sensibile all 'arte, ci teneva moltis-
simo al decoro della chiesa, delle suppel-
lettili sacre, delle funzioni liturgiche e se
c'era da spendere qualcosa per restaurare,
sistemare, ripulire , non badava a spese: la
casa del Signore doveva essere la più bel -
la. Indubbiamente però , la cosa più sale-
siana che ha fatto è quella di aver dato im-
portanza ai giovani, di averli organizzati e
valorizzati , di averli fatti esprimere al me-
glio. "Gli volevamo un bene dell'anima", ha
scritto uno di loro, dopo aver appreso della
sua morte. Proprio per questo sarà ricorda-
to. In benedizione.
Venuta la ser_a d_i .
uel giorno Gesu disse.
q "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
LAMBORGHINI sac. Mario,
salesiano,
t Castel de' Brilli (BO), il 24/10/2004,
a 87 anni
A du e a nni d a ll a morte ricordiamo don
Lamborghini . Gli abitanti di Buonacompri
gli appioppano la qualifica di "birichin " co-
me a dire : puledro indomabile, che una la
fa , l'altra la inventa. Per tutta la sua vita da
salesiano è stato insegnante-ed ucatore.
Ma, secondo lo stile di Don Bosco, egli sta-
va sempre in mezzo ai suoi ragazzi : con
loro giocava, correva, andava a passeggio,
cantava, pregava. Era un prete sprint, tutto
scatti, cervello, cuore e bicicletta. Ha preso
la vita come una gara da vincere. Era un
"uomo tutto d'un pezzo", aveva un caratte-
re forte e comunicativo: sch ietto e vivace ,
ha sempre mantenuto la limpidezza del
"cuore da ragazzo ", l'esuberanza di un

5.3 Page 43

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Dicembre
IL FRUTTO DEL MESE
Il melo
Originario dell'Asia, già noto nel
Neolitico, è stato introdotto dagli
antichi romani in Gran Bretagna e
da , nel Nord America. Oggi si
contano circa 7500 varietà di mele.
Da sempre il frutto è apprezzato per
le proprietà nutritive e salutari: "Una
mela al giorno, toglie il medico di
tomo". Contiene, infatti , vitamine A,
B1 , B2, PP, C, E, sali minerali, zuc-
cheri e fibre tra le quali la pectina
che riduce il colesterolo ed è usata
in cucina come gelatinizzante nella
preparazione delle marmellate. La
mela favorisce la digestione, com-
batte l'anemia, contribuisce a risol-
vere infezioni intestinali e ulcere. È
assai usata nella preparazione di
confetture e dolci. Va acquistata
soda, senza macchie o ammaccatu-
re . Si conserva in frigorifero per sei
settimane, ma va tenuta lontana da
verdure , pomodori , meloni o pere,
che si rovinano a contatto con l'eti-
lene rilasciato dalla mela stessa.
L'ITALIANO DEL GIORNO
1° dicembre 1941: nasce Federi-
co Faggin , inventore del micropro-
cessore .
2 dicembre 1469: muore Piero
de' Medici , padre di Lorenzo il
Magnifico.
3 dicembre 1997: a Roma, muo-
re il disegnatore di fumetti Benito
Jacovitti.
4 dicembre 1798: a Bologna,
muore il fisiologo e naturalista Lui-
gi Galvani.
5 dicembre 1590: è eletto papa
Gregorio XIV, il milanese Nicolò
Sfrondati .
6 dicembre 1478: nasce il diplo-
matico e scrittore Baldassare
Castiglione .
7 dicembre 1965: Paolo VI e
Atenagora di Costantinopoli tolgo-
no le reciproche scomuniche, in
vigore dal 1054.
8 dicembre 1965: Paolo VI chiude
il Concilio Ecumenico Vaticano Il.
9 dicembre 1995: muore Franco
Bonvicini , in arte "Bonvi", autore
dei fumetti "Sturmtruppen".
10 dicembre 1475: muore l'artista
conosciuto come Paolo Uccello.
11 dicembre 1991: muore Giu-
seppe Luraghi , scrittore e "papà"
dell'Alfa Romeo "Giulietta".
12 dicembre 1901 : Guglielmo
Marconi compie il primo collega-
mento radio attraverso l'Atlantico.
13 dicembre 1545: con Paolo lii
si apre il Concilio di Trento, e ini-
zia la Controriforma.
14 dicembre 1466: muore lo scul-
tore Donato di Niccolò , noto
come Donatello.
15 dicembre 1996: muore il politico
e sacerdote Giuseppe Dossetti.
16 dicembre 1945: muore il
senatore Giovanni Agnelli , fonda-
tore della Fiat.
17 dicembre 1749: ad Aversa
nasce il compositore Domenico
Cimarosa .
18 dicembre 1737: a Cremona,
muore il liutaio Antonio Stradivari.
19 dicembre 1883: a Torino,
nasce il poeta Guido Gozzano .
20 dicembre 1969: muore il disco-
bolo e olimpico Adolfo Consolini.
21 dicembre 1375: a Certaldo
muore il poeta e scrittore Giovan-
ni Boccaccio.
22 dicembre 1858: a Lucca, nasce
il compositore Giacomo Puccini.
23 dicembre 1851: a Torino ,
muore il poeta e patriota Giovanni
Berchet.
24 dicembre 3 a.C.: nasce l'im-
peratore Servio Sulpicio Galba .
25 dicembre 1223: san France-
sco d'Assisi "inventa" il presepe.
26 dicembre 1476: muore Ga-
leazzo Maria Sforza , duca di Mi-
lano e signore di Genova.
27 dicembre 1894: muore Fran-
cesco Il di Borbone , ultimo re
delle Due Sicilie.
28 dicembre 194 7: ad Alessan -
dria d'Egitto, muore Vittorio Ema-
nuele lii , re d'Italia.
29 dicembre 1883: a Napoli ,
muore lo scrittore Francesco De
Sanctis .
30 dicembre 39: nasce l'impera-
tore Tito Flavio Vespasiano , più
noto come Tito.
31 dicembre 1855: a San Mauro di
Romagna nasce Giovanni Pascoli.
Savina Jemina
Giovanni Pascoli
Guido Gozzano
IL BESTIARIO DELLA BIBBIA
L'ASINO
Non compare nelle Letture dome-
nicali, ma è citato in altri passi
biblici (156 volte) ed è "figura" fis-
sa nei presepi. Ha, quindi , un
ruolo importante nell'immaginario
collettivo e riuriisce aspetti positi-
vi e negativi. E animale impuro,
la cui carne poteva essere man-
giata soltanto in caso d'estrema
necessità (2Re 6,25) , ma è
anche segno di ricchezza (Giob-
be 42,12). Non può essere usato
come "arma da guerra", ma è
animale da soma e da sella, scel-
to da patriarchi, re , profeti e
anche da Gesù per i! suo ingres-
so a Gerusalemme. E anche sim-
bolo d'operosità: fa girare le
macine dei mulini e le ruote dei
pozzi. Si oppone all'uomo ottuso,
com'è accaduto a Balaam , inca-
pace di comprendere la parola di
Dio (Nm 22,21 -35) . Negli apocrifi ,
un asino riscalda la stalla dov'è
nato Gesù e un altro serve come
cavalcatura a Maria durante la
fuga in Egitto.
8S DICEMBRE 2006

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Luciano Verdone
NON DIRE
E TORNATO NATALE
N o n pensa re: è ancora N atale. N o n d ire: è
to rn ato N ata le. N on cedere all a tentaz ione
della circo lari tà de ll 'esperi enza . Che ne sa i
se ne av rai alt ri ? E po i, og ni N atale è diverso. Tu
non se i lo stesso, ri spetto all 'a nno sco rso. E le per-
so ne, intorno a te, compa iono, sco mpa iono, si tra-
sfo rm ano. H a rag io ne il f il osofo che afferm a che
non si pu ò entrare due vo lte nell o stesso fium e.
N on d ire: anche quest'a nn o, guerre e vi olenza . La
Un'altra metafora si addice al Natale . È quell a
dell a notte, simbolo dell 'attesa d i un nu ovo princi-
p io. Nel bui o dell a notte, dai fond ali dell 'a nim a,
sa lgon o e in gigant isco no le ombre. All 'a lba, inve-
ce, tutto ri acqui sta la sua dimensione.
Cado no le masc here e ciascuno appare quell o che
è : povero di relaz io ni aute nti che e di se nt im enti
veri ; nud o di amore; assetato di soggettività si gnifi-
cativa e di relaz ioni armoni che.
spe ranza è l'esse nza dell 'a nim a. Q uand o l' uo mo
smette di interpreta re il mo nd o ha già ceduto al
declin o.
ll
Un augurio
Accogliamo la vita, così com'è
Una metafora si associa al Natale . Q uella dell a
L'attimo non torna.
strada. Co m'è di ffic il e, ogg i, raffi gurare la propri a
strada. Guard are al futuro se nza paura. Q uanto è
d ive nuta in te nsa la nostra es peri enza, e qu anto
t ransito ri a, preca ri a, framm entata . Una settim ana,
per densità di situaz ioni , sembra un anno. E quanti
ri sc hi di morte, in una settim ana.
Sempre all 'erta, co me sold ati al fronte.
Temi amo malatti e, auto impazz ite, l 'ag itaz ion e
no stra e deg li altri , la foll a e le fil e, i ritu ali e le
mode, l'a ridità e i co nvenevoli.
A ssapori amo l'a ngosc ia dell e infini te po ssibili tà.
M a se tutto è po ssibil e, null a è ril evante. Tutto è
banale. An che la morte, estrema emoz io ne dell a
vita, c i co in vol ge a tempo programm ato . Soc ietà
bugiarda che prom ette tanto ma ci togli e tutto : sen-
tim enti e relaz ioni , futuro e se nso del dramm a.
E la tu a strada, com'è?
È lun ga all e sp all e ma o sc urata din anz i ... com e
accade a chi è disori entato. O si snod a, fo ntale e
definita, graz ie all a res idu a f idu cia del fa nciull o?
Gesù centro della famiglia.
Culla della vita e dell 'amore.
DICEMBRE 2006 BS
.\\UGURl
ltalia
Francia
Germania
Buon Natale e Buon
Anno Nuovo
Joyeux Noe\\ et Bon-
ne Année .
Froh\\iche We1hnach-
ten und ein gutes
Neues Jahr
Me1Ty Christmas and
Gran Bretagna Happy New Year ,
Fe\\iz Navidad Y pro-
Spagna
cni>rn ano nuevo

5.5 Page 45

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RE LAX
il Cruciverba
Santuari d1ltalia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro aese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
11
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o I o 1 ■ 9 10 11 12
15
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22
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31
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33 34
36
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38
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40
41
42
43
13
14
Hl
I
29
35
■■
o
A gioco comp letato risu lterà, nelle case lle a doppio bordo, il nom e di un famoso Santuario.
Definizioni
V~RTICALI. _l. Lombardo del _capo luogo_- 2. Il
ORIZZONTALI. 1-16. Vedi foto - 9. Organizza-
zione tetrnristicapalestinese - 15. Allegri, gio iosi -
19. Lisciato dal fabbro - 20. Il generale ateniese
ptu noto arch1v10 fotografico 1taltano - 3. St g10ca
con le "francesi" - 4. Incollerito - 5. Un aiuto...
poetico - 6. Iniziali di Dalì - 7. La scuo la che precede
1I liceo-8.11 nome di Pacino - 9. Un'importante città
che vinse i persiani a Maratona - 21. Morì tra le etiope - 10. Azione Catto lica Italiana - 11. I media
braccia di Garibaldi - 22. Il copricapo del Pontefice che diffondo no le news - 12. Toccare terra - 13. 11
- 24. Un tipo di spumante, equivalente al dry - 25. secolo del Caravaggio - 14. C ittà francese che fu
Lo è Brontolo - 26. Compose La Canzone di Mari- strategica per lo "sbarco" -17. Grasso dei suini-18.
nella - 28. Un titolo ecclesiastico - 30. Eroici a me- Non Dichiarato - 22. La Madre, Santa di Calcutta -
- 31. Viene dopo il bis - 32. È potente quello di 23. Lo sono certe peruviane che vivono molto in
petto -33. La zo na di Tolmezzo - 36. Si pronuncia alto! - 26. "Compatti" come lo sono gli olii - 27. Ha
sull 'altare - 37. Strumenti - 39. Il Walter che nel scritto Il Nome della Rosa - 29. Si paga insieme
1954 tentò la conqLùsta delK2-40.ll regno del Ne- all'alloggio - 31. Lo formavano le Lescano - 34.
gus - 41. 1n tipografia rivede e corregge le bozze - Ass. Naz. Partigiani d'Italia-35. Il precettore di una
42. Spellare animali - 43. Spec ie di delfin i fluviali volta - 37.... Simbel, tempio sul Nilo -38. Baronetto
tipici del Sud America.
inglese-39. Cavalli scuri-40. Avanti Cristo.
La so luzione nel prossimo numero.
LA MADONNA CHE Cl SALV
Il culto mariano della Madotma SS .ma della Catena nacque in Sicilia
nell'armo 1392. Sotto il regno di Martino I d 'Aragona, tre poveri cittadini
palermitani, vittime innocenti di un madornale errore giudiziario, stavano
per essere condotti dalle guardie nella piazza della Marina per essere
impiccati. Erano quasi aITivati quando si scatenò all'improvviso un forte
temporale. Non potendo proseguire l'esecuzione fu cercato riparo nella
chiesa di S. Maria della Catena, detta così per via dell a catena che chiudeva
a difesa il vecchio p01to di Palermo affinché fossero impedite le incursioni
dei p irati saraceni. J tre prigionieri
ri volsero fervide preghiere alla
Madonna perché venisse in loro
a iuto e fosse dimostrata la loro
SOLUZIONE del
numero precedente
D cu ■ s T E SI ■ e us■ TU
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innocenza. Sotto gli occhi sbalorditi delle
guardie avvenne il miracolo. Si sentì la voce
soave della Madonna che diceva: "Andate, non
abb iate più timore" e nello stesso istante le catene
che li legavano caddero a terra, spezzate da una
forza potente. Sorse dapprima un altarino con
un' immagine della Madonna che "ci salvò",
come disse il Vescovo Mons. Bella, e poi nel
XVII secolo venne innalzato l'attuale santuario,
nel territorio che divenne, nell'800, il comune di
Aci Catena. L'interno della ch iesa è a tre navate,
a croce latina; elegante è l 'architettura
del l'abside, del transetto, della cupola e delle due
cappelle laterali, in una delle quali , dedicata alla
Madonna, vi si ammira l' icona della Madonna
dipinta su pietra risalente al 1500. L'abside si
orna di un artistico coro ligneo nelle cui pareti
laterali si ammirano due affreschi di discreta
fattura raffiguranti il Miracolo della liberazione
dei lTe condannati e il terremoto del 1693 che
quasi distrusse il tempio.
BS DICEMBRE 2006

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
FINALMENTE UN
LAVORO SICURO
Ricordo il 21 luglio 2005 come
una giornata uggiosa e afosa.
Nel mio cuore c'era molta tristez-
za, perché ero preoccupata per il
lavoro di mio marito Augusto: en-
tro 1O giorni scadeva il contratto
del suo lavoro e non si sapeva se
e quando sarebbe stato rinnova-
to. Potevo godermi con lui la nuo-
va casa, dopo sei mesi di matri-
monio, ma tanti pensieri si affolla-
vano nella mia mente. Allora mi
rivolsi a Don Bosco, pregandolo
di aiutare mio marito a trovare un
nuovo lavoro o a conservare
quello che già aveva. La sera mi
sentii molto più serena, poiché
ero convinta che Don Bosco mi
avrebbe esaudito. Mio marito Au-
gusto mi confermò nello stesso
pensiero. La prima settimana di
agosto per lui giunse, inaspetta-
to, un col loquio di lavoro, per cui
si poneva fine alla nostra trepida-
zione. Con cuore riconoscente e
pieno di gioia rendiamo grazie al
nostro caro amico Don Bosco per
aver ridato felicità e sicurezza al-
la nostra piccola famiglia.
Buglione Barbara, Roma
LA CHIAMEREMO
MARIA CATERINA
Ricordo la gioia e i progetti del -
le prime sei settimane di gravi-
danza: potevo finalmente rin-
graziare il Signore, perché ri ce-
vetti la lieta notizia della prossi-
ma nascita del primo figlio. Ma
poche settimane dopo mi sve -
gliai con la febbre alta. Preoc-
cupata per la creaturina che
portavo in grembo , chiamai il
ginecologo, che mi sottopose a
una ecografia, tranqui llizzando-
mi sullo stato di salute del pic-
coli no. Nei giorni successivi la
febbre non accennava a dimi-
nuire . Do po avermi visitato , il
medico diagnosticò broncopol-
monite con versamento pleuri-
co. Accompagnata al pronto
soccorso dai miei familiari , fui
rass icurata dai medici del re-
parto che avrebbero fatto tutto
il possibile per salvare il bambi-
no. Controllarono l'entità del
versamento pleurico , attraverso
un ecocardiogramma e una ri-
sonanza magnetica. Fu neces-
saria una radiografia al torace
per effettuare il drenaggio del
liquido. Chiesero il mio consen-
so promettendo di proteggere
l'addome con una fascia di
piombo, per limitare rischi al
nascituro , ma io ero dominata
dalla paura di perdere il mio
bambino e non mi fidavo di chi
mi stava curando con amore e
professionalità. Dopo la radio-
grafia fui portata in sala opera-
toria per il drenaggio del liqui-
do. Avevo perso le mie forze ,
ma non la speranza: con le la-
crime agli occhi supplicai il Si-
gnore di proteggere il mio bam -
bino, a Lui offrii le mie sofferen-
ze per la salvezza dei peccato-
ri . Il giorno seguente soprag-
giunse un distacco di placenta.
Mia cognata mi portò l'abitino
di san Domenico Savio, che
adagiai con profonda fede sul
mio ventre , promettendo solen-
nemente di non separarmene
mai . Quei giorni così tristi per
me erano quelli di preparazione
a ll 'arrivo delle spog li e di san
Domenico Savio a Cagliari , nel-
la parrocchia di san Paolo , do-
ve da 12 anni insegno catechi-
smo. Pregai san Domenico Sa-
vio con tutte le mie forze, affi-
dandogli le mie sofferenze e la
vita di mio figlio. Fui sottoposta
a un nuovo intervento per elimi-
nare una sacca di liquido dal
polmone. La minaccia di aborto
spontaneo era sempre in ag-
guato, ma riuscii a sopportare
tutto, sostenuta dalla preghie-
ra. Domenico era diventato un
grande amico: passavo le ore a
rileggere la sua vita, stroncata
dalla stessa malattia che aveva
colpito anche me. Dopo un me-
se di degenza, fui dimessa dal-
l'ospedale. Mi attendevano una
lunga convalescenza e una se-
rie di controlli clinici per me e
per il bambino , il quale , a di -
spetto dei più autorevoli pareri
medici , continuava a crescere
dentro di me. A fine maggio po-
tei sapere che la mia creatura
era una bambina. Fui sorpresa,
poiché immaginavo un ma-
schietto che avrei chiamato Do-
menico in onore del mio santo
benefattore. Il mio stupore durò
pochi istanti. Guardai negli oc-
chi mio marito, perché mi con-
fermasse nel mio parere , cioè
di chiamare la nostra piccola
con il nome di Maria Caterina,
proprio come la sorellin a di Do-
menico , che egli salvò metten-
do al collo di sua mamma, sof-
ferente per il parto , un nastro (il
miracoloso abitino). Maria Ca-
t_erina è nata il 16 ottobre 2004.
E una bambina sana e piena di
vita , nonostante la difficile e
dolorosa gravidanza.
O. S. Monserrato (CA)
MATTIA DONO
OIDIO
Fui ricoverata in ospedale nel
2001 per gonfiore ai linfonodi
del collo. I medici in seguito alle
analisi sospettavamo la mono-
nucleosi. In seguito riscontraro -
no un 'infezione pregressa da
citomegalovirus. Impi ega i un
anno per ricuperare le forza di
prima. Rimasta incinta, nel giu-
gno del 2004, ero felicissima ;
ma dopo le anali si del sangue,
cominciarono seri guai per va-
rie disfunzioni emerse. Soprat-
tutto mi preoccupò il ginecologo
quando mi disse che i ventricoli
cerebrali erano asimmetrici .
Ero disperata, ma anche decisa
a portar a termine la gravidan-
za. Da qual momento , indossai
l'abitino di san Domenico Sa-
vio , che già tenevo , rec itando
ogni giorno la noven a. Due
giorni dopo decisi di cambiare
ospedale. In una vis ita succes-
siva la ginecologa mi disse che
secondo lei non esisteva nes-
suna malformazione al cervel lo .
Mi sottoposi a un esa me ri-
schioso per verificare la pre-
senza di citomegalovirus. L'esi-
to fu negativo . Così ringraziai
subito san Domenico Savio e
trascorsi altri tre mesi di gesta-
zione un po ' più serena, indos-
sando sempre l'abitino . Il 22
marzo 2005 è nato il mio bam-
bino , Mattia. Dopo due giorni il
pediatra mi disse che era ne-
cessario praticare un 'ecografia
cerebrale al bambino , poiché la
testa era troppo grossa. Mi affi-
dai nuovamente a san Domeni-
co Savio. Una settimana dopo ,
presso la patologia neonatale , il
medico, fatta l'ecografia, mi dis-
se che si trattava semplicemen-
te di conformazione fisiologica
familiare. Ora Mattia ha 5 mesi
e mezzo ed è un bambino sano
e vispo. Il suo nome mi richia-
ma quanto ho sempre pensato
durante la gravidanza: "Dono di
Dio è il mio bambino , perché
dato dal Signore". Per questo
invoco sempre su di lui la pro-
tezione di Dio.
Pizzini Chiara, Valdagno (VI)
- Beato Michele Rua
LA PROMESSA
Diversi mesi fa ho sofferto
dolori fortissimi al le costo le
che non mi permettevano di
dormire né di giorno , né di
notte . Mi recai dal medico
che mi disse trattarsi di her-
pes , il cosiddetto "fuoco di
sant'Antonio". Le cure che
intrapresi non portarono nes-
sun rimedio; al lo ra co-min-
ciai a implorare il beato Mi-
chele Rua di aiutarm i. A po-
co a poco i dolori diminuiro-
no , fino a scomparire . Per
questo ringrazio e ringra-
zierò sempre Don Rua , co -
me ho espressa-mente pro-
messo, nel momento del bi-
sogno , e non solo a motivo
di questa grazia ricevuta.
Nella mia famiglia e nella
mia vita è sempre stata pre-
sente la devozione verso tut-
ti i santi della Famiglia sale-
siana, per cui la mia ricono-
scenza non verrà mai meno.
C.F. , Cardano al Campo (VA)
DICEMBRE 2006 8S
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non.
firmale e senza r~capito. Su
richiesta si potra omett ere
l'indicazione del nome.
Don Ignazio Stuchly Mons. Ottavio Ortiz

5.7 Page 47

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~~•-.- - _......: .... .,.~,,:,.,. ,, ~ __ •11 ...,_f1~:-.~~-·•
, ,, ,. ~~·: :., ,·~ ~1\\r;,._:-:.. ., •• •" ,.. • "'~-..-,..~ • - •
redazionale
FOCUS
Padre
IJORGE PUTHENPURA
Salesiano di Poovathodu, Kerala,
India. Nel 1970 è andato
missionario in Guatemala.
È il fondatore de Las Hermanas
de la Resurrecci6n .
Padre, come le è venuto in mente di fondare un istituto femminile?
Non l'ho mai pensato. Sono state le circostanze a portarmi a questa
risoluzione. Ho sempre avuto il desiderio di lavorare per le Vocazioni.
Al "forum" Nazionale dei Religiosi in Guatemala, nel 1972, dissi che,
data la pluralità di culture e lingue del Guatemala, ogni vescovo do-
vrebbe pensare a fondare una congre_gazione diocesana di religiosi.
Chi le suggerì di fondare una congregazione?
L'allora ispettore del Centro America. Mi consigliò di cominciare da
un gruppo di ragazze indigene che aiutavano le Suore della Carità in
parrocchia; e diede al sottoscritto piena autonomia e garanzia di conti-
nuità per portare avanti la fondazione senza ostacoli.
Ha trovato difficoltà o è andato tutto liscio?
Le prime giovani erano illetterate, con scarsa eredità di spirito fami-
liare, umano e religioso. L'idea di vita religiosa era totalmente scono-
sciuta nella loro cultura. Fu difficile per alcuni credere che potessero
essere idonee per una scelta così impegnativa, e capaci ed efficienti
nell'apostolato pastorale.
Qual è lo scopo specifico della congregazione, e quale il carisma?
Le suore si dedicano esc lusivamente ai "campesinos", alle donne, ai
giovani e ai bambini. I campesinos formano la classe più numerosa del
popolo indigeno d'America. Quasi nessuno si prende cura di loro. Le
religiose organizzano il lavoro pastorale e sociale nelle aree rurali della
Diocesi.
Com avvenuto che lei andasse missionario in Guatemala?
Fui sfidato a dimostrare che ero pronto ad attuare io stesso ciò che
insistentemente proponevo di fare. "Vediamo se tu hai il coraggio di
lasciare la tua patria", mi dissero. In quattro giorni mi preparai ed in-
viai una lettera al Rettor Maggiore offrendo me stesso come volonta-
rio per le missi01ù del "Terzo Mondo" .
La sua congregazione si sta allargando o il flusso vocazionale si è
interrotto?
Si sta allargando anche se lentamente. Gli aspiranti stanno cercando
non solo in numero ma anche in qualità e perseveranza.
Quali programmi e prospettive ha per il futuro?
Si è stabilito di aprire un aspirantato per la preparazione dei giovani
che desiderano entrare in noviziato. Fra gli indigeni prevedo abbon-
danti vocazioni anche per la nostra congregazione salesiana.
DINPAL & C.
Una città del Tamil Nadu.
L'essiccatoio del riso è ubicato
oltre il muro della bidonville.
Ci lavora Dinpal, l l anni, con
due coetanei, Alka, una bim-
betta di 9 anni e Achal, 11 co-
me Dinpal. Lavorano in condi-
zioni subumane, sottoposti a
una fatica bestiale e a un caldo
infernale. Dinpal, il più grande
(si fa per dire), dirige gli altri
due con sussurri appena per-
cettibili: si deve lavorare in si-
lenzio. Comunque, anche se si
potesse parlare, non si riusci-
rebbe ad articolare parola: i
polmoni, molestati dal fumo
denso e puzzolente dell' enor-
me forno, la gola arsa, la lin-
gua impastata permettono a
stento di respirare. Aiutato da
altri bambini Dinpal butta per
ore e ore nella vorace bocca
del forno secchi di combusti-
bile: forse è segatura, oppure
olio bruciato, o rifiuti essicca-
ti, o non si sa cos 'altro. Quel
che si sa è che né lui né i com-
pagni avranno vita lunga: il
caldo, le esalazioni, il lavoro
sfibrante per bambini di quel-
1' età, macerano il corpo e lo
invecchiano precocemente. Po-
chi si curano di loro, perché
appartengono alla categoria
degli intoccabili. Se è vero che
la divisione in caste è scom-
parsa per legge, non lo è per la
gente dei villaggi e delle cam-
pagne. Un padre salesiano ha
promesso a se stesso che farà
di tutto per tirarli fuori di là.
Gli auguriamo di riuscirci.
BS DICEMBRE 2006

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CHIESA
di Silvano Stracca
Relegata nel privato (3)
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INSERTO CULTURA
di Gianluigi Colombo
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Le contingenze e i sogni