Bollettino_Salesiano_201411

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IL
NOVEMBRE
2014
Un numero speciale:
Calendario
Salesiano 2015
I luoghi di don Bosco
Rivista fondata da
S. Giovanni Bosco
nel 1877
Il Rettor
Maggiore:
Volare
più in alto
e andare
più lontano

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IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME
Volare più in alto
e andare più lontano
Questo è il miglior regalo che potremmo fare a don Bosco in questo suo
duecentesimo compleanno: quello di una Famiglia Salesiana più missionaria,
più apostolica, più ‘in uscita’, come ci ricorda papa Francesco
Miei cari amici e amiche della Famiglia
Salesiana, è appena trascorso il mese
missionario mondiale. Ho ripetuto e
già condiviso con voi molte volte che
sarebbe bellissimo se in quest’anno del
Bicentenario del nostro amato padre
don Bosco, e negli anni successivi, potessimo con-
tare su una forte animazione di pastorale giovanile
in tutta la Congregazione e la Famiglia Salesiana
che si traducesse anche in un’abbondante raccolta
di frutti missionari, come “Missio ad Gentes” per
tutta la nostra famiglia apostolica. Il carattere mis-
sionario è molto “nostro”, costitutivo della nostra
essenza carismatica.
In questo momento, è molto viva nella mia me-
moria e nel mio cuore la celebrazione del man-
dato missionario che ho avuto la grazia e la gioia
di presiedere nella Basilica di Maria Ausiliatri-
ce a Valdocco il 28 settembre passato. È stata la
spedizione missionaria numero 145. Ho pensato
molto a quella prima spedizione, presieduta dal
commosso e risoluto don Bosco, quando inviò i
suoi primi figli, capitanati da Giovanni Caglie-
ro, nella remota Argentina, in quel neppure tan-
to lontano 11 novembre 1875. Le statistiche ci
parlano di undici mila salesiani di don Bosco e
tremila e cinquecento Figlie di Maria Ausiliatrice
partite da allora in poi dalla stessa Basilica.
Posso raccontare, frugando nel baule delle mie
esperienze, che durante il mio servizio nella
Ispettoria dell’Argentina Sud in questi ultimi
anni, particolarmente in dialogo con i confratelli
salesiani della Patagonia, ho potuto approfondire
con maggiore attenzione e ammirazione le eroi-
che pagine missionarie e le straordinarie dimen-
sioni apostoliche di quei primi figli di don Bosco,
così come l’ardimento delle nostre sorelle, quelle
giovani Figlie di Maria Ausiliatrice, nel conti-
nente latinoamericano. E ho potuto apprezzare,
una volta di più, la qualità umana, il coraggio apo-
stolico e la santità di quei primi missionari e mis-
sionarie. Don Raul Entraigas, nella sua biografia
del cardinal Cagliero, aveva scritto: «Pareva che
questi uomini avessero saputo strappare dal cuore
di don Bosco il segreto della sua santità».
Un mese fa, nella celebrazione in Basilica, fissando
i miei occhi e il mio cuore in ciascuno dei salesiani,
Figlie di Maria Ausiliatrice e laici che ricevevano la
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croce e il mandato missionario a Valdocco, passavo
rapidamente in rassegna ciascuno dei membri della
Famiglia Salesiana nel mondo intero. Quel piccolo
gruppo non voleva essere un semplice gruppo di
privilegiati o persone scelte in modo esclusivo, ma
un pizzico di fermento nella massa. Uno stimolo
per tutti, in tutto il mondo, perché siamo sempre,
lì dove ci troviamo, autentici evangelizzatori e mis-
sionari dei giovani. Questo, credo, sia uno dei mi-
gliori regali che potremo fare a don Bosco in que-
sto suo duecentesimo compleanno: quello di una
Famiglia Salesiana più missionaria, più apostolica,
più “in uscita”, come ci ricorda papa Francesco.
Risvegliare la fantasia
della carità
Per questo, in questo mese missionario del nostro
anno giubilare, invito ogni gruppo della nostra fa-
miglia a prendersi del tempo, nei diversi livelli di
responsabilità, per fare una sincera autovalutazio-
ne missionaria che li porti a chiedersi come pos-
siamo essere più e meglio missionari, secondo gli
aspetti caratteristici dell’identità carismatica del
nostro gruppo. L’invito è rivolto anche ad ogni
amico e amica di don Bosco, ogni giovane che si
sente ispirato e amato dal Padre dei giovani, ogni
coppia di sposi e ogni famiglia che considera don
Bosco come protettore e modello.
In questo percepiamo un elemento essenziale di
rinnovamento missionario per la Famiglia Sale-
siana: saper risvegliare nei nostri giovani la “fan-
tasia della carità, come amava ripetere san Gio-
vanni Paolo II.
Là, dove noi adulti che stiamo con don Bosco
possiamo correre il rischio di “impantanarci” in
strutture complesse e vetuste, che non sempre ri-
spondono pienamente alle necessità urgenti dei
più poveri, degli esclusi e dei pericolanti, i giova-
ni, animati e ispirati dalla esperienza degli adulti,
potranno trovare “cieli nuovi e terra nuova”.
Non dobbiamo quindi aver paura di concedere
loro spazio perché volino in alto, perché vadano
più lontano. E così con loro tutta la Famiglia Sale-
siana potrà volare più in alto e andare più lontano.
Essere più missionaria e più apostolica. Così come
don Bosco la pensò, la sognò e la formò.
L’artista del nostro calendario: Guido Appendino
Guido Appendino, “Il pittore dei sogni e delle favole”, è nato a Chieri nel 1937. Le sue prime per-
sonali a Torino, Milano, Bologna, Monte Carlo e Venezia, per citare solo le città più importanti,
risalgono al 1973. La sua vena artistica spazia dalla riproduzione delle antiche cittadelle medievali,
dipinte con colori vivacissimi e popolate da festosi animali reinventati, ai famosi murales, dipinti
con colori acrilici per spingersi fino alla creazione di eleganti gioielli in oro. Vari oggetti di marca,
foulards, rubriche telefoniche, ombrelli, oggetti in porcellana, ecc. riproducono i soggetti di una
lunga carriera dedicata al colore.
Da qualche anno è nata una felice collaborazione con il marchio Pastiglie Leone, nato nel 1857, attra-
verso la personalizzazione delle famose scatoline di metallo per le Pubbliche Istituzioni con immagini
realizzate in esclusiva.
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