Bollettino_Salesiano_200311

Bollettino_Salesiano_200311



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Mensile· Anno CXXVII· nr. 10
Sc>edix. in o.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96
Faiale di Firenze
Spedizione nr. 10/2003
Autorin. Direx. Prov. P.T. 50100 Firenze · C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- IL CALENDARIO 2004
di Pascual Chavez Villanueva
ALLA SCOPERTA...
I FRUTTI
/ GENNAIO 2004
I
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I'tU-.l0.7110
DEL SISTEMA
PREVENTIVO
Presentiamo il Calendario salesiano 2004. Il sistema pedagogico
di Don Bosco che i salesiani applicano fin dalla loro fondazione,
ha dato nel corso di più di 150 ann i frutti quasi insperati,
ha formato eroi e santi, e anche uomini e donne rimasti
sconosciuti ma "straordinari nell'ordinario".
·-- - -·-~ ....
,._,.::.,--
·-·- ~ 2'1>--=----,
...... ;},
r.'7.:::
~
L a cele-
brazione
del cin-
quantesimo an-
niversario del-
la canonizza-
zione di san
Domenico
Savio e il
centenario
della morte della beata
Laura Vicuiia ispirano il calendario
2004 del Bollettino Salesiano . La
presa di coscienza della data , la
voglia di cogliere questa celebra-
zione per riproporre ai giovani "una
misura alta di vita cristiana ordina-
ria", ci hanno portato a valorizzare
il ricco patrimonio di ragazzi e
ragazze che il sistema di Don
Bosco ha incamminato sulla via
della santità, facendone dei capola-
vori di umanità e di grazia. Mi riferi-
sco, dunque, soltanto a quelli/e che
sono stati allievi/e dei Salesiani e
delle Figlie di Maria Ausiliatrice .
Questo vuol dire che l'albo divente-
rebbe ancora più ricco e variegato
se si prendesse l'intera Famiglia
Salesiana . Sono veramente i frutti
più preziosi del Sistema Preventivo.
Lungo l'anno 2004 mi propongo di
presentare alcune di queste figure ,
chiamate a essere modelli per i/le
giovani d'oggi. Tutta la nostra azio-
ne educativa tende, infatti, a questo
scopo.
Tutti sappiamo che il riferimento alla
vita vissuta può risultare più incisivo
della luce di un principio, soprattutto
adesso che il mondo sembra soffrire
di una forte carenza di modelli. Que-
sta affermazione, che resta valida
NOVEMBRE 2003 BS
per tutte le età, lo è in modo partico-
lare per l'età giovanile. Se il nostro
bagaglio culturale ci permetterà di
incarnare i nostri messaggi in modelli
concreti, li avremo resi più convin-
centi e propositivi.
"Poche cose possono feconda-
re e ringiovanire la teologia, e per
mezzo suo tutta la vita cristiana ,
come una trasfusione di sangue
proven iente dall'ag iografia", dice
uno dei teologi contemporanei pi ù
brillanti (Hans Urs von Balthasar).
I nostri santi , specialmente i/le gio-
vani santi/e, sono il miglior timbro
di autenticità oltre che fonte privile-
giata di pensiero. Essi non solo "si
sono avvicinati sempre più a Cri-
sto", ma come tutti i santi hanno
arricchito di valori e di sensibilità il
nostro ambiente e il tessuto socia-
le. Quando ha voluto parlare di spi-
ritualità giovanile , Don Bosco non
ha scritto dei trattati di teologia spi-
rituale o di mistica giovanile , ha
semplicemente scritto la vita di
Domenico Savio, di Michele Mago-
ne e di Francesco Besucco. Addita-
va così - scegliendoli tra quelli in
carne e ossa che frequentavano il
suo Oratorio - gli ideali da proporre
ai ragazzi.
Rifarsi ai nostri santi e rifarsi
alle figure che più hanno inciso nel-
l'età degli ideali dei nostri exallievi
è per ogni educatore salesiano una
motivazione in più : così ha fatto
Don Bosco, quel pedagogo straor-
dinario che conosceva tanto bene il
cuore dei ragazzi, da saperli indiriz-

1.3 Page 3

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zare "allegramente" su strade che
tutti consideravano difficili e fuori
portata dei ragazzi comuni.
Se diamo uno sguardo d'insieme ci
possiamo rendere conto di disporre
di un patrimonio molto ricco e va-
riegato: dalle figure più note, come
quelle di Domenico Savio , Laura
Vicuna, Ceferino Namuncurà, pas-
sando per la categoria dei martiri
come i cinque giovani polacchi
beati, giungendo alle figure senza
aureola ma ugualmente esemplari,
come i vari D'Acquisto , Marvelli,
Maffei , Bracco, Devereaux, Oca-
sion .. .
O Per quel che riguarda la prove-
nienza, vengono dall'Italia, Argenti-
na, Cile, Spagna, Francia, Polonia,
Portogallo, Lituania, Messico ...
Questo soltanto a mo' di esempio.
Faccio auspici che ogni lspettoria
possa riscrivere il proprio "Libro
d'Oro" dell'educazione salesiana e
pubblicare i profili biografici di ra-
gazzi considerati modelli.
Questi giovani santi non sono però
semplici "fiori all'occhiello", ma sti-
molatori autorevoli del nostro cam-
mino e della nostra proposta edu-
cativa.
Questa è la ragione per cui saranno
loro, con la loro vita, a parlarci lungo
l'anno 2004. Vi auguro sin d'ora
una buona e feconda lettura. O
L'albero salesiano ha dato i suoi
frutti in tutto il mondo.
Novembre 2003
Anno CXXVII
Numero 1O
In copertina:
Lo spaz io nuovo
a disposiz ione dei giovani
si chi ama Intern et.
Non se ne parl a mai
abbastan za . Intern et sta
cambiando la vita
e la cultura dei giova ni.
E, ahimè, non è esente
da pericoli. Tutt'altro.
(Foto : Santo Cieco)
- CHIESA
1 O Le radici d'Europa
- CENTRALE
12 Esperienza in Guatemala
- FMA
16 Estate sulle Ande
- ANNIVERSARI
18 125 anni del Manfredini
- SOCIETÀ
21 La giovane generazione
Mensile di informazione
e cu ltura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
D i re ttor e:
GIAN CARLO MAN IER I
di Silvano Stracca
di AA. VV.
di Graziella Curti
di Giovanni Eriman
di Vito Orlando
I
- RUBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 // punto giovani - 6 Lettere al direttore - 8 In Italia & nel
mondo - 14 Osservatorio - 15 Il mese - 20 Laetare et benefacere - 23 Libri
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Matfioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cip riano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi !
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tftij"jt 11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo . .
in 55 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni,
~
più di quelle in cui operano I sales1an1.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS NOVEMBRE 2003

1.4 Page 4

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di Carlo Di Cieco
GENERAZIONE E
La chiamano "Generazione E" ossia Generazione Europa, co
da quei giovani, dai 35 anni in giù, che si trovano bene nel vecchi
continente e vi scorazzano come fosse il loro paese. Parlano le
lingue, hanno studiato all'estero e, spesso, vi si sono radicati
trovandosi un lavoro.
e ome sia questa Generazione
E, ognuno la descrive a modo
suo, per influenzare in
qualche modo le tendenze culturali
nel futuro del continente. Tempo
addietro un quotidiano di grande
tiratura ha riassunto l'identikit del
giovane europeo in 12 tendenze : usa
il telefonino (80,3%), fa un'attività
sportiva (50%), usa un Dvd e una
consolle, fa abitualmente lo shopping
(38,4%), ascolta musica (66,2%), va
in discoteca (24, 1%), legge almeno
un quotidiano (42,2%), va al cinema
o teatro o concerti musicali (45,1%),
guarda la tv (67,7%) passa le serate
con gli amici (75,1%), suona uno
I strumento musicale (10,2%), si
dedica la volontariato (7,4%).
Sarebbe interessante riscontrare
quanti giovani europei effettivamente
si riconoscono in questo identikit un
tantino banale, da soldatini
consumatori e tranquilli , ingolfati nei
propri affari, con scarsi orizzonti che
non siano virtuali. Sembra quasi una
carta di credito se non per l'infelicità,
certamente per una vita grigia e
incolore. Più adatta al vecchio ceto
impiegatizio, maturo di età, appagato
e avido al tempo stesso.
Se i giovani europei in
maggioranza fossero davvero così,
si dovrebbe concludere che stiamo
facendo nascere un'Europa abitata
da giovani vecchi. O forse sazi e,
quindi, sul viale del tramonto.
Ma si potrebbe subito aggiungere
che questo identikit non considera
cose importanti come la cultura, la
solidarietà, la religione che prese sul
serio e non come passatempo salot-
tiero, ti cambiano la vita . Per non
parlare dell'amore. Già, perché non
solo l'amore verso l'Altro trascen-
dente , ma anche verso un ragazzo
o una ragazza ti cambia la vita.
Sempre che di amore si tratti e non
di consumismo sessuale.
O A prescindere tuttavia da questi
frammenti di pe nsieri sparsi sui
NOVEMBRE 2003 BS
giovani europei , resta un dato
indiscutibile: l'Europa e i suoi
cittadini che potrebbe presto
diventare l'universo di riferimento
mentale invece di Italia e i suoi
cittadini. Come saranno, che cosa
faranno , che cosa decideranno per il
futuro di sé e del mondo. E su
questo tema i dialoghi sono appena
agli inizi.
Se ne parla poco tra gli adulti e se
ne parla poco tra giovani e adulti.
Se ne parla poco come progettualità
politica ed economica, culturale e
sociale. Si rimuove la realtà di milio-
ni di esclusi a fronte di alcune mi -
gliaia di giovani componenti la Ge-
nerazione E. Si affoga nella paura o
nel disinteresse il dramma del lavo-
ro che cambia, dei diritti che anzi-
ché varcare le frontiere vanno re-
stringendosi.
Si balbetta davanti alla prospettiva
di quale Europa gli educatori e le
famiglie pensino, se ci piace
un'Europa grande e sterminata m\\
da subito poco coesa e dipendente
dagli Stati Uniti, oppure preferiam
un'Europa che si allarga con
decisione ma con criterio e
gradualità, restando amica del Ter
Mondo e salvaguardando il
patrimonio di umanesimo cristiano
laico costruito nei secoli trascorsi.
Un'Europa dei mercanti e degli
affaristi oppure dei popoli e dei
cittadini che amano come Socrate
essere cittadini del mondo, ma non
dimenticano di operare secondo
giustizia e non secondo i propri affari
nel territorio che abitano ogni giorno.
L'Europa preme alle porte, ma
preme anche nel nostro quotidiano
che non sarà più come prima.
Dovremo, infatti, ricollocarlo in un
contesto di riferimento più ampio. Per
l'educazione si tratta di una grande
questione da investigare per creare
linguaggio e mentalità, senza
doversela ritrovare addosso come una
sciagura, una camicia di forza, una
modernità subita e mai amata.

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messa sulla collina che so- del BS, così, come si suol "Per i giovani" , allora può
vrastava Vienna, f ece la sua dire, tagliamo la testa al to- pensare che quel tale sia dav-
ultima e infiammata predica, ro!... Per inciso : chi l'ha vero poco salesiano, perché
e mentre le truppe cristiane, scritto è una specialista in "salesianità" è spendersi per
senza artiglieria e inferiori letteratura anglosassone, con i giovani. Beh, fa ccia la
della metà al nemico si lan- alle spalle scritti di teologia prova!
ciavano ali' assalto, lui conti- e bioetica.
2. A proposito della "vexata
O nuò a pregare, come Mosè
sul monte. L'impeto fu tale
che travolse tutto .. . La sua at-
quaestio" su Giuseppe sposo
di Maria, non credo sia scan-
COMANDAMENTI daloso pensare ciò che pensa
tività predicatoria fu decisiva CAMBIATI! Egregio di- lei, anche se la cosa non ap-
anche nelle battaglie succes- rettore, sono exallievo di quan- pare così semplice a livello
sive di Budapest, Belgrado, do le case erano piene di sa- storico . Una cosa è certa: nei
Karlowitz, ecc. che ricaccia- cerdoti e coadiutori... Oggi Vangeli i ''fratelli di Gesù."
rono definitivamente i Turchi nelle case.. . c'è solo il diretto- non sono chiamati figli di
""1/. N,AMMA LI TUR-
CHI! Caro Direttore,
il prof. di religione ci ha par-
lato di un certo cappucci-
no Marco d'Aviano [...] che
avrebbe salvato l'Europa dai
Turchi, nel 1600 o giù di
[...] Ma non è stato il polacco
Giovanni Sobierski? Chi è
questo Marco che non ho mai
sentito?
Simona, Roma
entro i loro confini. Sai qual
era, cara Simona, il progetto
di Mustafà ? Arrivare a Ro-
ma! Beh , se oggi non hai il
burka o il chador, forse chis-
sà, lo devi a Marco d'Aviano!
Che fu anche un uomo di
grandissima carità: la gente
che lo avvicinava gli strappa-
va pezzi del saio per conser-
vare la reliquia di un santo.
Morl assistito dallo stesso im-
peratore che poi lo fece sep-
re e un altro confratello, e di
salesianità poco o niente...
Ho assistito a messa alle acro-
bazie del prete... nel tentativo
di spiegare chi erano i fratelli
di Gesù... Perché considerare
uno scandalo dire che Giu-
seppe era stato sposato e ave-
va avuto sei figli poi, vedovo,
all'età di 48 anni sposò Ma-
ria? ... Vorrei ancora (a.d.r.)
sapere chi si è permesso di
manomettere i 10 comanda-
Maria (o di Giuseppe), solo
lui , Gesù., viene qualificato
come figlio di Maria. Il Van-
gelo di Matteo , inoltre, rac-
conta che sul Calvario di quel
tragico venerdì di passione
c'erano tre Marie , una era la
Madre di Gesù., l'altra Maria
di Magda/a , e la terza ( "l'al-
tra Maria", dice l' evangeli-
sta) era la madre di Giacomo
e Giuseppe (due dei presunti
fratelli di Gesù.). Quest' ulti-
Cara Simona, Marco d'Avia- pellire - privilegio quasi uni-
no (in realtà si chiamava co - nella famosa Cripta dei
Carlo Domenico Cristofori) Cappuccini accanto alle tom-
era un frate. Un po' sui gene- be degli Asburgo.
O ris. Alquanto timidotto, ma
con una volontà di ferro. Se è
vero che da noi non è cono-
L SIGNORE DEGLI
sciuto, in Austria e nei paesi ANELLI. Caro Direttore,
del!' Est europeo è veneratis- lei che cosa ne dice de "Il Si-
simo e molte statue lo ricor- gnore degli anelli?". Pare che
dano in varie piazze. Era di- stia arrivando il terzo episo-
ventato un forbitissimo .predi- dio. Io ho visto gli altri due,
catore, tanto che se lo con- ebbene non mi sembra affatto
menti.. . il "Non ti farai
idoli né immagini" è scom-
parso... il 4°... è stato modifi-
cato in un generico "Ricordati
di santificare le feste; il 7°
"non commettere adulterio"...
è stato ritoccato nel più tra-
sgredito e inutile "non forni-
care", il decimo poi è stato di-
viso in due...
Salvatore , Catania
Caro signore,
ma Maria l' evangelista Gio-
vanni la chiama Maria di
Cleofa , e Marco la madre di
Giacomo minore... Come può
constatare, la sua tesi non è
poi così scontata!
3. Per ciò che concerne i 10
comandamenti, è vero quan-
to dice del e 2 ° uniti e del
10° scisso in due, ma è anche
vero che in realtà i comandi
secondo le versioni del!' Eso-
do (e anche del Deuterono-
tendevano tutte le corti di Eu- educativo, non mi sembra un 1. Per quanto riguarda la
ropa (siamo in pieno 1600). film da vedere da far vede- "salesianità" dei salesiani, ci
Non solo, ma l'imperatore
Leopoldo I d'Austria lo volle
suo consigliere. Divenne fa-
moso proprio perché quando
re ai ragazzi... Qualcuno ha
detto che addirittura c'è una
certa spiritualità... ma voglia-
mo scherzare?
andrei un po' più. cauto a dire
così asciuttamente che è
scomparsa. Io che giro il
mondo ne constato ancora tan-
APPELLI
(siamo costretti a informare gli
estensori di questi appelli che le
richieste sono moltissime, e dun-
l'esercito di "Mustafà il
Nero" ,forte di 150 mila tur-
Sr. Firmina, Roma ta, ovunque. Forse è questio-
ne di intendersi sul vocabolo.
chi e giannizzeri, con una No, cara suora, non si vuole "Salesianità" è voler bene ai
que non e' è da meravigliarsi se
il proprio appello arriva dopo
molti mesi sul BS!)
avanzata travolgente attra- affatto scherzare. Intanto le ragazzi , lavorare per la loro Cerco santini, immaginet-
versò i Balcani arrivando alle dico che Tolkien era un cat- crescita umana e spirituale, te, cartoline e tutto ciò che
porte di Vienna , il papa Inno- tolico, come cattolica era sua fare della loro formazione lo riguarda il Natale, i prese-
cenzo IX, quasi disperato per moglie. E poi, per non stare scopo della propria vita. Que- pi in immagini , ecc. Chi
la situazione, inviò il fraticel- a dilungarmi (ho dovuto già ste "operazioni" sono possibili mi aiuta? Miele Antonio,
lo famoso per cercare di met- rispondere a un altro lettore dal cortile, dalla chiesa, dalla Via Casarsa, 77 - 33080
tere d'accordo i rissosissimi
prìncipi cristiani e marciare
tutti insieme per salvare l' Eu-
ropa. Sembrava un'impresa
disperata, ma frate Marco
riuscì nel miracolo, conside-
rato quasi impossibile. Cosl il
12 settembre 1683, celebrò la
che ce l'aveva con lui , cre-
dendo di conoscerlo, ma pro-
babilmente non aveva letto
una sola riga del volume), le
indico il libro "La spiritua-
lità del Signore degli Anelli"
che trova recensito a pag. 23
colonna 4 di questo numero
cattedra, dal'ufficio... An-
ch'io sento di non tradire la
mia vocazione , benché mi ab-
biano messo a far "fogli" in-
vece che ''figli!". Se dico a
un salesiano "per chi lavori",
e tra le varie risposte che mi
dà non c'è quella che recita
Orcenigo S. (PN).
Sono collezionista di im-
maginette sacre. Ringrazio
chi vorrà fare scambi con
me. Predoti Rocco, Via
Quarto, 5 - 89022 Citta-
nova (RC).
NOVEMBRE 2003 BS

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~
,,~ ,,.__, ( . { - (
mio) sono 12! Non ci crede? zioni continuano ogni giorno l'oggetto della fede è Dio nel
li contiamo: Non avrai [...]. Coloro che si sono recati suo abissale mistero d' amore
altri dei (Es 20,3); Non ti in questo luogo hanno cambia- e di perdono, non Medju-
farai idolo né immagine (Es to vita [...]. La Chiesa, dopo gorje. lasciamo dunque le
20,4); 3° Non li servirai (Es aver osservato tutto questo, può cose al loro giusto posto sen-
20,5); 4° Non pronuncerai il confermare l'autenticità delle za forzare i segnali. "Che pe-
Nome (Es 20 ,7); Ricordati apparizioni?
ricolo c'è?", mi ha domanda-
del sabato per santificarlo
(Es 20,8); 6° Onora tuo pa-
Gilbert, Malta
to un.a volta qualcuno. Gli ho
risposto che il pericolo pote-
dre e tua madre (Es 20,12); Caro Gilbert,
va essere quello di scambiare
Non uccidere (Es 20,13); la Chiesa non si è ancora uf- i mezzi con i/fine.
Non commettere adulterio ficialmente pronunciata su
(Es 20,14); 9° Non rubare Medjug01je, dove la Vergine
(Es 20,15); 10° Non pronun- sarebbe apparsa a sei giovani r.,UÒ SUCCEDERE!
ciare il falso (Es 20,16); 11 ° veggenti. E tuttavia non ha , . .Caro Direttore, in segui-
Non desiderare la casa del bloccato nulla. È pe,fetta- to a un appello qualcuno mi
tuo prossimo (Es 20,17); 12 ° mente consapevole che - ap- ha scritto... Non ho capito
Non desiderare la moglie del parizioni o no - là dove av- bene che tipo fosse... So che
tuo prossimo (Es 20,17b). vengono conversioni, dove la mi ha chiesto del denaro, cui
Perciò la questione è che f ede è viva e si alimenta, dove ovviamente non ho dato se-
ebrei e cristiani hanno adot- fe rvono preghiere e opere guito, ma [...].
tato due modi diversi di con- buone, "quel luogo" non può
Un lettore.
tarli. Quanto poi ai "ritoc-
chi" (feste invece che sabato;
fornica zione al posto di adul-
terio) , credo che lei abbia di-
menticato una cosa fonda-
mentale, e cioè che per i cri-
stiani la fonte del!' etica non è
che essere benedetto. Non mi
sembra poco. Quanto ai "pro-
nunciamenti ufficiali" sulla ve-
rità o meno di un' apparizio-
ne, la cautela è d'obbligo. Ri-
fletti: il mondo e l' uomo ,
usciti dalle mani di un Artista
Egregio Dir. mi ha scritto un
lettore del BS [...] Dopo un
lungo discorso [...] mi ha in-
vitato ad accompagnarlo in
un viaggio di piacere dal mo-
mento che era solo [...]
il decalogo ma Cristo stesso, senza pari com'è Dio , non
Una lettrice .
il quale è venuto "non per
abolire la legge ma per com-
pletarla" e dunque incarna il
comandamento nella sua
espressione definitiva : "Avete
in.teso che jì1. detto ... ma io vi
dico!" ... Non solo, ma Gesiì
ha addirittura aggiunto un
comandamento, sintesi ulti-
mativa di tutti gli altri: "Vi
do un comandamento nuovo,
amatevi come io vi ho amati"
(G. 13 ,34) . Comunque, per
amor di storia, il conteggio
cristiano risale a sant' Agosti-
no, in assoluto uno tra i più
grandi Padri della Chiesa, e
tra i maggiori filosofi e teolo-
gi che conti la cristianità, il
quale certo non l'ha fatto
perché una mattina si è alzato
con la luna di traverso ... Mi
rimarrebbe da spiegare la
questione tra sabato e festa ,
ma la cosa mi sembra abba-
stanza intuitiva, anche se la
dovrebbero aver bisogno di
miracoli (come ben sai, il mi-
racolo è uno sconvolgimento
delle cose, una eccezione alle
leggi naturali... ma le ecce-
zioni non hanno ragione di
esistere se chi ha stilato le re-
gole è un l egislatore infalli-
bile!.. .). D'altronde, la fede ,
se è vera fede , non necessita
di supporti miracolistici, che
anzi, meno ne ha e più appare
genuina: "Beati quelli che pur
non avendo visto crederan-
no!". la fede, diceva Maz zo /a-
ri, è guardare al di là, oltre il
segno, se essa ha bisogno del
supporto dei miracoli, vuol
dire che è una fede "debole" .
Dunque, ben venga Medju-
go,je se offre a visitatori e
pellegrini la possibilità di
"sterzare", di cambiare rotta ,
rifondare le convinzioni, rico-
struire una vita, e se i creden-
ti vengono confermati nella
Ahimè sì, può succedere, cari
lettori. Nel mondo come pote-
te constatare "de visu" c'è di
tutto e di più . Non sto ad
elencarvi quello che arriva
sulla mia scrivania, ci crede-
reste a stento , o forse per
niente! Anch' io non do segui-
to a richiese di aiuti in. dena-
ro , prima di tutto per non tra-
sformare la redazione di una
rivista in un ufficio della Ca -
ritas, e poi proprio perché
troppo spesso tali petizioni
sono redatte da furbi e profit-
tatori che cercano di "sbar-
care il lunario" a buon mer-
cato. Altri sono i canali della
carità. È ovvio, poi, che il dar
seguito a inviti estemporanei
e camuffati da pellegrinaggi,
visite a luoghi di pace e sere-
nità, ecc. non solo è impru-
dente, forse è meglio dire che
è da incoscienti!
storia che c'è sotto è quella fede. Ma , caro Gilbert, Me -
del Figlio di Dio.
djug01je non deve diventare
un idolo. Serve "quanto" e
"quando" serve, nulla più.
U4J , , ,EDJUGORJE. Caro la vita cristiana la fan.no le
direttore, da 22 anni la opere, ben prima che i mira-
Madonna appare a Medjugo,je coli. Un cristiano che fa il
Non ci è stato possibile p~b~
blicare tutte le lettere pe1ve
nute in reda zione . Ce ne
. Provvederemo a
a sei veggenti [...]. Le appari- bene è uno che fa miracoli! ~~~s~:;;;;~ alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corris po n-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS NOVEMBRE 2003

1.8 Page 8

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(!N ITALIA _ _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ __ __
MIRABILANDIA,
ITALIA
SEMPRE PIÙ GREST
Anc he quest'anno pw di
1000 ragazzi/e che hanno
partecipato ai va ri GREST
organizzati dagli oratori del-
le ispettorie salesiane sdb ed
fma di Lombardia ed Emi -
lia/Romagna hanno volu to
ritrovarsi tutti ins ieme per
una giornata di festa nel
grande parco gioch i di Mira-
bilandia. Sono stati accolti
da giocolieri e clown, hanno
cantato e pregato insieme, e
poi via per il parco a parteci-
pare ai tantissimi giochi che
la struttura offre. La giornata
ha av uto un risvolto partico-
lare: l'amministratore dele-
gato di M irabil andia Gian-
carlo Casoli in ricordo dell a
simpatica manifestazione de-
gli oratori ha an nunciato l' i-
niziativa dell 'adozione a di-
stanza di quattro bam bini
(d ue dell 'Ecuador e due del-
l'Etiopia).
CUORGNÈ, ITALIA
CENTENARIO
DI UN MARTIRE
Giovan i, autmi tà e tanta fo lla
al centenario della nascita
di san Callisto Caravario, il
27enne salesiano trucidato in
Cina il 25 febbraio 1930, e di-
chiarato santo assieme al suo
vescovo e compagno di mar-
tirio, san Luigi Versiglia il 1°
ottobre del 2000. Invitato d'o-
nore, il successore di Don Bo-
sco, don Pascual Chavez, cui i
ragazzi hanno voluto rivolgere
alcune domande. Il Rettor
Maggiore non si so~trae mai al
confronto coi giovani che ama
più d,ella sua vita, non glissa
Foto scattata nella casa
di san Caravario: dietro
a don Faletti sono
rispettivamente
Giancarlo Vacca
Cavalot, sindaco di
Cuorgnè (con la fascia
tricolore) e Luciano
Ponzetti, assessore
alla viabilità della
Provincia di Torino
(con la fasc ia celeste).
sulle domande, non sfugge i
problemi; con la franchezza
che gli è abituale, risponde con
semplicità e chiarezza, guada-
gnandosi la stima dei suoi in-
terlocutori che sempre di più lo
ammirano e attendono la sua
parola. Don Chavez ha addita-
to don Caravario come esem-
pio di un giovane in cui la
forza dell 'amore è più forte
della mo1te.
Maestro e Guida-
I GIOVANI DEI CAMPEGGI
1 O Agosto 1952
Ci gn.1lta, Oratorio Vafdocco rorino • Don Michele Do, di St. Jacques
ppe Fosson,Augusto e Umberto Favre,Guide Alpine dl Ayas
16 agosto 2002
A m ici della Madonna dei Ghiacciai
Parroco di Gressoney - Guid e Alpine di Ayas
SULLE CIME
CHIUSO IL 50°
Sul Castore, una delle vette del
Monte Rosa, vigila dall'agosto
NOVEMBRE 2003 BS
del 1952 - anno della elezione
a rettor maggiore di don Rena-
to Ziggiotti - Don Bosco. Da
lassù domina e benedice le
splendide valli di Ayas e Gres-
soney. La montagna forgia la
personalità e il carattere, è un
cammino verso l'alto. Facile la
simbologia. I salesiani harmo
sempre annesso valore educa-
tivo al le gite in montagna,
luogo di silenzio, di preghiera,
di sacrificio, ma anche di gioia
intima per la conquista. Il 16
agosto del 2002 si è aggiunta
una targa per 1icordare la na-
scita di Don Bosco avvenuta il
16 agosto 1815.

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Charles Cini
redazionale
PISANA, ROMA
UN CONTAINER
PER L'INDIA
I gruppi ABC (Amici di Bea-
titudes di Chennai) sono for-
mati da persone che vogliono
dare una mano concreta al-
1'Opera Mantovani di Madras
che gestisce una impressio-
nante serie di attività a favore
degli ultimi tra gli ultimi: la-
boratori per handicappati, un
ospedale per anziani, opere
sociali per minorati, una clini-
ca gratuita, un lebbrosario, un
ospizio per figli di lebbrosi ...
Questa volta i gruppi ABC
hanno preferito , alle solite of-
ferte, organizzare un contai-
ner con materiale medico, ge-
neri scolastici, indumenti, gio-
cattoli , oggetti utili, ecc.
Per saperne di più:
06/63 .84.840;
2iulianorossi@fastwebnet.it
I 17 SECOLI DEL MARTIRIO
DI SAN GIORGIO A MALTA
San Giorgio è un martire del quarto secolo
(303). La sua storia è intrisa di leggenda, eppure il
~uo culto è stato ed è uno tra i più seguiti tutt'oggi.
E il santo patrono dell'Inghilterra, della cavalleria,
degli scout. Fu un soldato di indomito coraggio ,
tanto che attorno alla sua persona fiorirono nume-
rose leggende, la più importante quella dell'ucci-
sione del drago, chiaro riferimento al Male. Chiese
piccole e grandi , nomi di persona , fondazioni
benefiche religiose, civili e militari, paesi, confra-
ternite .. . Non si contano quante istituzioni e perso-
ne si rifanno al suo nome.
Malta celebra quest'anno san Giorgio con gran-
de solennità. Il 23 aprile le Poste della Repubblica
dell'isola hanno emesso un set di cinque magnifici
francobolli che ritraggono altrettante pitture di san
Giorgio. Questi dipiti si trovano presso la co-catte-
drale di san Giovanni, la Cappella di Hai Millieri, e
presso le chiese parrocchiali di Qormi e Rabat nel-
l'isola di Gozo.
Il valore delle emissioni è rispettivamente di 3, 7,
14, 19 e 27 lire maltesi. Le ha disegnate l'isolano
Joe Mizzi. Sono state stampate in offset su fogli
contenenti 1O francobolli ciascuno.
Esiste anche una scheda telefonica dedicata a
san Giorgio.
Per saperne di più: alfasac@global.net.mt
'fi' 00.356.2133.4614
BS NOVEMBRE 2003

1.10 Page 10

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
NIENTE CRISTO CHIESA
WOJTYtA,
PAPA EUROPEO,
NIENTE EUROPA RIVENDICA
CON FORZA
LE RADICI CRISTIANE
DEL VECCHIO
CONTINENTE.
di Silvano Stracca
A ll 'inizio del semestre italia-
no di presidenza dell 'Unio-
ne, Papa Wojtyl:a non ha
dunque nascosto la sua preoccupa-
zione per "i tentativi di dare un
volto all'Europa escludendone le
eredità religiose e, in particolare, la
propria anima cristiana". Nel docu-
mento, tra i tanti segnali allarmanti
Giovanni Paolo II punta il dito
contro " una sorta di agnosticismo
pratico e di indifferentismo religio-
so, per cui molti europei danno
l'impressione di vivere senza retro-
terra spirituale e come degli eredi
che hanno dilapidato il patrimonio
consegnato loro dalla storia".
Nell 'Europa d'oggi, è l'amara
constatazione, "pare più facile dirsi
agnostici che credenti, come se il
non credere vada da sé, mentre il
credere abbia bisogno di una legitti-
mazione sociale ovvia sconta-
ta". A ciò si aggiunge la "paura nel-
l'affrontare il futuro", "un affievolir-
si della solidarietà", "il tentativo di
far prevalere un 'antropologia senza
Dio e senza Cristo". "La cultura eu-
ropea", rileva il Papa, " dà l' impres-
sione di una "apostasia silenziosa"
da parte dell 'uomo sazio che vive
come se Dio non esistesse".
PERCHÉ
UN RIFERIMENTO?
Ricordando che alla costruzione
della civiltà europea hanno contri-
buito innumerevoli fonti , Giovanni
Paolo II sottolinea che, se "moltepli-
ci sono le radici ideali", tuttavia "si
deve riconoscere che queste ispira-
zioni hanno storicamente trovato
nella tradizione giudeo-cristiana una
forza capace di armonizzarle, di
consolidarle e di promuoverle".
NOVEMBRE 2003 BS
"Si tratta di un fatto - afferma il
pontefice - che non può essere
ignorato; al contrario, nel processo
di costruzione della "casa comune
europea", occorre riconoscere che
quest' edificio si deve poggiare
anche sui valori che nella tradizio-
ne cristiana trovano la loro epifa-
nia". Di qui l'appello, pur nel
pieno rispetto della laicità delle
istituzioni, ai legislatori della
"magna charta" della nuova Euro-
pa affinché nella futura Costituzio-
ne figuri un riferimento esplicito al
patrimonio religioso e specialmen-
te cristiano.
Giovanni Paolo Il durante la sua
allocuzione al Parlamento
Europeo di Strasburgo, martedì
11 ottobre 1988, dove ribadì con
forza: "Il messaggio della Chiesa
riguarda Dio e il destino ultimo
dell'uomo, problemi che hanno
caratterizzato al massimo grado
la cultura europea".
La Chiesa, che non chiede privile-
gi, sogna quindi un 'Europa "promo-
trice di valori universali", di quei
"valori fondamentali che le ha dato
il cristianesimo" e che il continente
ha dato al mondo moderno con gli
ideali democratici ed i diritti umani
attingendo proprio alla sua eredità
cristiana. "Dire Europa", secondo il
Papa, "deve voler dire apertura".
Cioè un continente aperto, acco-
gliente, ospitale che continui a "rea-
lizzare, nel!' attuale globalizzazione,
forme di cooperazione non solo eco-
nomica, ma anche sociale e cultura-
le". Su questo sfondo Giovanni
Paolo II spinge l'Europa a intrapren-
dere "iniziative audaci" per offrire ai

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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, .........................................................." ••••• •••••••••••
I "Alla costruzione della civiltà
europea hanno contribuito
innumerevoli fonti" ...
popoli più poveri i mezzi per il loro
sviluppo. E ritiene necessario "un ri-
pensamento della cooperazione in-
ternazionale nei termini di una
nuova cultura di solidarietà".
LE SFIDE
Tra le sfide più urgenti il cre-
scente fenomeno delle migrazioni,
"che interpella la capacità della
Chiesa di accogliere ogni persona"
e che deve stimolare "l'intera so-
cietà europea e le sue istituzioni
alla ricerca di un giusto ordine e di
modi di convivenza rispettosi di
tutti, come pure della legalità, in
un processo d'integrazione pos-
sibile". Per gli immigrati papa
Wojty:ta chiede "intelligente acco-
glienza" e riconoscimento dei dirit-
ti fondamentali di ciascuno in
nome della pari dignità di ogni per-
sona. Ma con rigore sollecita con-
temporaneamente "rispetto delle
leggi", "controllo dei flussi" , "fer-
ma repressione degli abusi".
Per poter instaurare un dialogo
con i ·numerosi migranti musulma-
ni che vivono in Europa, è impor-
tante "un corretto rapporto con l'I-
slam" e una sua migliore conoscen-
za. In sostanza, un contatto chiaro,
prudente, consapevole del divario
che esiste tra la cultura europea che
ha profonde radici cristiane e il pen-
siero musulmano. In questo conte-
sto Giovanni Paolo II denuncia il
senso di "frustrazione" dei cristiani
che accolgono in Europa i credenti
di altre religioni e "che si vedono
interdire l'esercizio del culto cristia-
no nei paesi in cui questi credenti
hanno fatto della loro religione l'u-
nica ammessa e promossa". Perciò
la Chiesa, mentre chiede alle istitu-
zioni europee di promuovere la li-
be1tà religiosa nel continente, allo
stesso tempo chiede "la reciprocità
della libertà religiosa" nei paesi
arabi e musulmani dove i c1istiani
sono minoranza.
LA CRISI
DELLA FAMIGLIA
Tra i numerosi temi affrontati
nell'esortazione apostolica sulla
Chiesa nella nuova Europa, il Papa
leva un grido d'allarme per la crisi
della famiglia, per l'indissolubilità
matrimoniale "sempre più misco-
nosciuta", per il riconoscimento
giuridico concesso alle coppie di
fatto e per i tentativi di accettare
persino "modelli di coppia dove la
differenza sessuale non risulta es-
senziale". È in questo quadro che,
assieme a un rinnovato appello a
mettere al bando aborto ed eutana-
sia, va letto il forte richiamo con-
tro "ingiustizie e violenze perpetra-
te a danno delle donne" e la richie-
sta decisa di "misure efficaci con-
tro l' uso umiliante di immagini
femminili nella propaganda com-
merciale e contro il flagello della
prostituzione".
Non manca infine nel documento
pontificio una parola per i giovani,
i cittadini europei di domani: "Non
bisogna aver paura d'essere esi-
genti con loro", stimolandoli a
"scelte impegnative" per "resistere
alle seduzioni di una cultura che
spesso propone loro soltanto valori
effimeri o addirittura contrari al
Vangelo".
O
Il documento pontificio accenna
anche ai cittadini di domani:
"non bisogna aver paura
di essere esigenti con loro".
BS NOVEMBRE 2003

2.2 Page 12

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PE
10oPO
Sono partito per il Guatemala con un gruppo di miei
compagni e due salesiani. .. Là ho condiviso per tre
settimane la vita quotidiana e la preghiera con una
delle tribù indigene dell'arcipelago della cultura Maya.
Una esperienza scomoda e unica che continuerò
a portarmi dentro per tanto tempo, forse per sempre.
Anche là, nella foresta, tra i discendenti degli antichi
Maya, ho trovato Don Bosco, maya come loro...
(Gaetano R.)
Sono partito pensando di essere un bravo ragazzo,
che qualche opera di carità potesse bastare.
Sono tornato avendo sperimentato che c'è gente che
il Vangelo lo vive davvero, con semplicità e naturalezza
nonostante l'incertezza per il futuro. Ho potuto
constatare che bambini e adulti, tutti ci superano
in amore. Sono tornato con la coda tra le gambe,
come chi va orgoglioso del suo sapere e t orna
vergognoso della sua ignoranza e della sua superbia.
(Maurizio C.)
Mi ha colpito il donare gratuito della gente
Iche ho incontrato nella foresta. Nella mia vita
occidentale a chi mi chiede qualcosa, qualcosa do,
ma del mio superfluo, di ciò che non mi serve. Alcuni
dei miei piccoli amici guatemaltechi mi davano tutto
quello che avevano, anche se il loro tutto non arrivava
al di là di un sorriso e un biscotto. (Lorenzo C.)
I ricordi si affievoliscono col tempo... la mente
Ili cancella inesorabilmente; ma il cuore no, non cancella
nulla. Racchiusi e custoditi gelosamente nel mio cuore
ci sono i ricordi di un'esperienza che mi ha dato i brividi.
L'ospitalità gioiosa di chi non ha nulla da offrirti,
il sorriso dei bimbi, la voglia di vivere delle persone...
Ecco il mio Guatemala. (Romano G.)
NOVEMBRE 2 003 BS
ISono una ragazza " precisa", programmo ora dopo ora
le cose da fare ... sono quasi assillante. Là, in
Guatemala, ho vissuto invece alla giornata accogliendo
tutto quello che mi capitava e come mi capitava, senza
pormi domande, senza i soliti " perché", rispondendo
acriticamente sì. E mi sono accorta di aver vissuto
giorni meravigliosi. (Chiara A.)

2.3 Page 13

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Un'esperienza così non poteva essere vissuta che
Iabbandonandosi nelle mani di Dio, fidandosi di Lui
e confidando nel sostegno del proprio gruppo. Proprio
il gruppo è stato il vero e proprio sostegno. Mi ha fatto
scoprire quanto sia facile, bello e fruttuoso vivere
in armonia seguendo una sola regola: volersi bene.
(Emanuele DM.)
Travolto da sensazioni e immagini: la città, la foresta,
i villaggi, gli indigeni. Intontito dai contrasti: guardi
i loro piedi nudi e le tue scarpe imbottite. Tocchi i loro
capelli ruvidi, la pelle secca e pensi al profumo
del tuo bagnoschiuma... Ti accorgi che non smettono
mai di sorriderti, e ti viene spontaneo pensare che loro,
forse, sono più felici di te.
(Alessandro T.)
L'ho sentita come una chiamata e ho risposto
superando mille dubbi, mille domande ... E ho
incontrato Dio negli occhi dei tanti bambini, l'ho toccato
quando ti prendevano la mano per fare un giro tondo,
l'ho coccolato quando ti mettevano in braccio il loro
fratellino più piccolo per dirti che si fidavano di te.
L'ho sentito vicino quando loro volevano starti vicino ...
(Arianna C.)
Ho visto a tutta prima i bimbi spaventati dal colore della
Imia pelle, dai nostri occhiali, dalla bandana sul capo...
Poi s'è rotto il ghiaccio e anche la diffidenza.
Sono belli. .. A volte coperti di mosche, un po' sudici,
stracciati, ma infinitamente belli. Dentro e fuori.
Ho trovato gente perfettamente libera nella povertà
e perfettamente integrata nella propria terra. (Laura C.)
Quale emozione.
Chi non la vive non
la può capire.
Nella foresta
a contatto coi poveri
ho riscoperto
l'essenziale: mi
hanno insegnato,
senza saperlo, che
si può vivere senza
lusso ed essere
straordinariamente
felici. Ci si può
emozionare per un
palloncino colorato,
per un disegno
sul pavimento ...
(Daniela R.)
Vivere 24 giorni in condizione precaria, lontanissima
dal mio normale stile di vita mi ha fatto riflettere non
poco. Mi ha rimesso in discussione. Ho ripercorso
la realtà della mia vita che scivola via quasi senza che
mi accorga di ciò che mi circonda. Il Guatemala mi ha
ridato la capacità di stupirmi delle piccole cose,
delle facce pulite, del cibo, dell'acqua, dei tramonti.. .
( Vanessa S.)
BS NOVEMBRE 2003

2.4 Page 14

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OSSERVATORIO -_
Ada Genuardi
~
••QUEL
MAGNIFICO
sorta di San Vincenzo per
la raccolta e la distribuzio-
ne dei soccorsi nelle zone
più misere e abbandonate
della sua città. Non giu-
SERVO
dicò ancora sufficiente
l'impresa, e nel 1880 fon-
dò la congregazione delle
DEI POVERI'' "Serve dei Poveri", poi,
quattro anni dopo , la "As-
sociazione dei Fratelli", e
nel 1887, a novembre, so-
lo quattro mesi prima di
morire, diede vita alla con-
gregazione dei "Missionari
Servi dei Poveri".
Un mese e mezzo
dopo la morte di
Don Bosco a Tori-
no lo stesso anno 1888
moriva a Palermo don
Giacomo Gusmano. L'u-
no venne definito "Padre
e maestro dei giovani ",
l'altro "Servo dei poveri".
Si t ratta di un'altra
straordinaria figura rega-
lataci dal quel secolo
d'oro della santità che fu
il 1800. Giacomo stud
alle superiori presso i
gesuiti - se lo poteva
permettere - poi si iscris-
se alla facoltà di medici-
na e chirurgia , lau rean-
Perché i poveri?
I poveri furono dunque la
sua gioia e il suo cruc-
cio. Il motivo di questa
predilezione lo si trova
nelle sue stesse parole:
"Gesù elevò a sacramen-
to la povertà, facendo di
voi un oggetto di culto.
Essendo così , ecco che
io mi prostro ai vostri
piedi e li bacio . lo credo
che facendo questo con
voi io lo faccio alla per-
sona stessa di Gesù Cri-
sto". Illuminante anche il
suo motto: "Carità senza
limiti". Ospedali , case per
dosi a 21 anni. Sensibi-
anziani poveri e abban-
lissimo fin dalla più tene-
donati, orfanotrofi sono
ra età al dolore e alla
la sua carta di identità . I
sofferenza altrui , i suoi
suoi figli oltre che in Ita-
pazienti privilegiati diven-
lia sono in Romania ,
nero i poveri e i sofferen-
negli USA, in Messico, in
ti in una Palermo marto-
Brasile, nella Repubblica
riata da carestie, pestilenze e grand i sacche di Democratica del Congo, in Cameroun , in Ugan-
povertà. Ma questa sua dedizione professionale da, nelle Filippine e in India.
ai poveri non gli sembrò sufficiente, così decise
la svolta radicale, e abbracciò la vita ecclesia-
stica.
Una grande perdita.
Quando morì il 14 marzo del 1888 a soli 54
Una carità che non si ferma...
anni di età, Palermo la città che gli aveva dato i
natali , seppe di perdere uno dei suoi figli miglio-
Nel 1860, a 26 anni , divenne prete per servire ri. A tutti senza distinzione aveva fatto del bene
meglio i suoi poveri. S'accorse però molto presto e tutti , senza distinzione , lo piansero. Quel gior-
che da solo gli sarebbe stato impossibile far fronte no , senza alcun dubbio, Palermo si ritrovò più
alla realtà indigente che aveva attorno a sé . Così povera. Giovanni Paolo Il lo ha beatificato 20
fondò l'associazione "Boccone del Povero" , una anni fa.
NOVEMBRE 2003 BS

2.5 Page 15

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Novem~/
LUNARIO & ALTRO
Il Sole: il 1° sorge alle 7.04 e tra-
monta alle 17.04; il 15, alle 7.23 e
alle 16.49. Luna piena il 9; luna
nuova il 23.
LA FESTA
Il mese inizia con Ognissanti e i
"morti". Assai importante nelle
campagne è la festa di san Marti-
no, 1' 11 . Il 21 , a Venezia si fe-
steggia la Madonna della Salute,
in ricordo del voto fatto per la
miracolosa fine della peste nel
novembre del 1631. Il 30, festa di
sant' Andrea, patrono dei pesca-
tori: ad Amalfi si svolge la proces-
sione col busto del santo , nel
Viterbese ci si scambia pesci di
cioccolato o di pasta di mandorle.
IL NUMERO
In molte culture l'undici ha valen-
za negativa. È un numero primo ,
cioè divisibile soltanto per se
stesso e per l'unità . Undici si
chiamavano i magistrati ateniesi
preposti alle prigioni : uno in rap-
presentanza di ciascuna delle die-
ci tribù , più un segretario. E altret-
tanti sono, oggi , i giocatori di una
squadra di calcio. Qualcuno ricor-
da 1' 11 settembre 2001 per l'at-
tentato alle Torri Gemelle di New
York. Per i cristiani, ricorda il
numero degli Apostoli, dopo il sui-
cidio di Giuda (At 1, 13).
IERI ACCADDE
1° novembre 1952: gli Usa fan-
no esplodere nel Pacifico la prima
bomba "H".
2 novembre 1917: la "dichiarazio-
ne Balfour'' riconosce l'esigenza di
un "focolare ebraico" in Palestina.
2 novembre 1975: uccisione del-
lo scrittore-regista Pier Paolo
Pisolini.
4 novembre 1918: fine della guer-
ra tra Italia e Austria-Ungheria.
4 novembre 1956: intervento mi-
litare sovietico in Ungheria.
5 novembre 1911 : con la guerra
italo-turca, annessione della Libia
all ' Italia .
7 novembre 1917: in Russia, i
bolscevichi di Lenin prendono il
potere.
9-1 O novembre 1989: crolla il
muro di Berlino.
12 novembre 1918: in Austria è
proclamata la Repubblica.
14 novembre 1918: nasce la
Cecoslovacchia .
15 novembre 1938: in Turchia,
muore Kemal Ataturk, "padre del-
la patria".
17 novembre 1974: in Grecia,
prime elezioni dopo la dittatura
militare.
19 novembre 1946: in Romania,
alle elezioni , vincono i comunisti .
19 novembre 1955: alla Tv, ini-
zia la trasmissione "Lascia o rad-
doppia?" .
22 novembre 1916: muore l'im-
peratore d'Austria "Cecco P-eppe".
22 novembre 1963: assassinato
il presidente degli Usa , John F.
Kennedy .
27 novembre 1927: sudditanza
dell'Albania all 'Italia.
27 novembre 1977: le BR as-
sassinano il giornalista Carlo Ca-
salegno .
29 novembre 1945: nasce la
Repubblica popolare di Jugoslavia.
LA LENTE
Su richiesta di alcuni lettori : tra i
cataloghi filatelici 2004, da se-
gnalare il Sassone nella versione
semplificata o in due volumi (1550
pagine) . Poi l' Unificato nelle ver-
sioni Super, Junior e su cd-rom.
Laser lnvest (via Chiassi 71 ,
46100 Mantova) oltre alle vendite
su offerte, ha edito Il nuovo Per-
tile, specializzato sugli interi po-
stali dell'area italiana. Visitare an-
che il sito www.vaccari.it.
L'Italia dedica un francobollo
all'abbazia di Nonantola, fondata
nel 752 . Il Vaticano ha emesso
un minifoglio per la beatificazione
di Madre Teresa . Dall'Ordine di
Malta, due dentellati in onore del
patrono san Giovanni Battista. Dal
Liechtenstein, una serie su quat-
tro santi venerati nel Principato:
Biagio , Giorgio, Erasmo e Vito .
L'Onu onora Ralph Bunche, ex
sottosegretario generale. L'Olan-
da ricorda gli 85 anni di Nelson
Mandela.
LE MOSTRE
Ad Alba (Cuneo), sino all '8 di-
cembre , Tesori dal Marchesato
Paleo/ago: cinque secoli d'arte nel
territorio delle odierne Diocesi di
Alba e di Casale Monferrato . A
San Marino, sino al 30 novem-
bre, Libertatis Fundator. Il santo
Marino. Iconografia, Arte, Storia:
150 opere ded icate al patrono ,
nei 1700 anni della Repubblica. Al
Museo di Villabassa (Bolzano),
sino al 31 gennaio 2004, Tempo-
ra: 230 orologi, anche di quattro
secoli fa. A Treviso, nella Casa
dei Carraresi , sino al 7 marzo :
L'oro e l'azzurro-I colori del Sud,
da Cézanne a Bonnard.
IL PENSIERO
La vita filosofica di Socrate e la
vita cristiana di Gesù sono l'origi -
ne dell' Europa (Adriano Sofri, in
La Repubblica, 11 luglio 2003) .
BS NOVEMBRE 2003

2.6 Page 16

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Patagonia argentina, regione del Neuquén:
ESTATE SULLE ANDE
di Graziella Curti
Sono più di centomila
i mapuche dell'Argentina.
Vivono in comunità
disperse, soprattutto
nella zona andina del
N euquén. Luigina
Silvestrin, giovane
missionaria italiana, li
visita, durante l'estate,
nelle capanne sui monti.
Un gesto fondamentale
e gradito per la loro
cultura, che mette
l'accoglienza al primo
posto.
Ruca Choroi è una località
montana (m 1200) della cor-
digliera, a pochi chilometri
dal Cile, nella Patagonia argentina.
Nella zona dall'ampiezza di 10 km2
vivono 120 famiglie, circa un mi-
gliaio di persone tra cui molti bam-
bini e adolescenti. Che sia un paese
al limite, Luigina Silvestrin l'ha ca-
pito da tempo, quando, come volon-
taria, vi è giunta per la prima volta,
otto anni fa, camminando a fatica
tra la neve alta più di un metro. Era
il mese di maggio, ma neppure un
filo d'erba si poteva sognare, date le
stagioni invertite dell'emisfero Sud.
Quassù il tempo assume un ritmo
lento e la comunicazione non è mai
fagocitata dalla fretta. La visita alle
famiglie costituisce un 'attività mol-
to importante. È un tipo di evange-
lizzazione inculturata che le Figlie
di Maria Ausiliatrice, una piccola
comunità di tre, e padre Mateos, il
salesiano che viene tutte le domeni-
che, hanno imparato a valorizzare.
NOVEMBRE 2003 BS
a ~lata
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Mard
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I
Bo~ndary ;epresentation is- -::I, --
noi necessari! authoritatlve. .''
La cartina della Patagonia con la posizione della missione di Ruca Choroi.
Luigina, ora religiosa forse anche
un po' per merito dei mapuche, ri-
siede a Bahia Blanca, ma torna in
questa comunità lontana durante
l'estate, tra un anno accademico e
l'altro. Scrive sul suo diario: "Il mio
compito è quello di visitare le fami-
glie più distanti dalla missione,
ossia quelle che durante l'anno le
mie consorelle anziane e che vivono
inserite in questa zona non possono
raggiungere perché bisogna cammi-
nare tre ore o arrivarci a cavallo".
Suor Luigina crede nella liturgia del
visitare, che ha la bellezza e l'inten-
sità di un rito: quasi un richiamo
alle pagine bibliche. "Già da lonta-
no, la gente, grazie alla vista acuta,
vede che qualcuno intraprende il
sentiero che porta alla propria casa.

2.7 Page 17

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sui sentieri dell'incontro interculturale.
Così quando entri senti bollire l'ac-
qua già pronta per un buon mate, la
bevanda tipica che ci si passa da
uno ali' altro mentre si parla o si
ascolta. Anche la pasta per il pane è
già impastata e lasciata a lievitare".
Oltre la gioia dell'incontro, questa
specie di catechismo domiciliare
aiuta a conoscere meglio la fami -
glia, a cogliere le inquietudini, a
stabilire un rapporto personale rit-
mato da lunghe pause di silenzio ti-
piche di questa cultura.
I SIGNORI DELLA TERRA
Esiste un detto in Patagonia che
sintetizza buona parte dell 'antropo-
logia della gente indigena: "C'è chi
crede che la terra gli appartenga. . .
noi sappiamo di appartenere alla
terra".
Gli indigeni mapuche hanno ap-
punto un legame strettissimo con la
terra, comune anche a numerosi al-
tri popoli nativi d'America, testimo-
niato pure dal significato stesso del
loro nome: Mapu=terra, Che=gente.
Nella loro origine erano davvero i
signori delle loro zone, dei coltivi e
dei pascoli della Grande Valle. Da
secoli, però, stanno lottando per
conservare la loro autonomia rispet-
to a delle leggi che li vorrebbero as-
sorbire neutralizzando la loro mino-
ranza e ignorandone la cultura.
Suor Luigina Silvestrin con Maria
Ramos e il piccolo Christian.
Attualmente, ci sono anche nuovi
problemi che insidiano la sopravvi-
venza mapuche: i grandi petrolieri,
attraverso installazioni di pozzi, ge-
nerano moria tra il bestiame e avve-
lenano i raccolti. Inoltre, alcune mul-
tinazionali comprano le terre desti-
nate a pascoli o a coltivi per instal-
lazioni turistiche e sottraggono l'e-
lemento vitale a chi, come il mapu-
che , vive di pastorizia e dei prodotti
agricoli. A volte, addirittura, le terre
acquistate da stranieri vengono cin-
tate come proprietà privata impe-
dendo così l'accesso al fiume che vi
sc01Te e dove l'indigeno solitamente
pesca l'alimento per la propria fa-
miglia. Queste nuove forme di usur-
pazione vanno contro i sentimen~i
più profondi dei mapuche, che attn-
buiscono alla terra un significato re-
ligioso e un diritto inscindibilmente
legato alla sopravvivenza economi-
ca, culturale e spirituale; un diritto
comunitario, visto che per questo
popolo la gestione della terra è col-
lettiva e non una proprietà privata.
SCUOLA DI FRONTIERA
"Ho osservato a lungo - annota
suor Luigina sul suo diario - dona
Juana Lefiche mentre preparava la
pasta per il pane: c un tempo per
impastare, un lavoro lungo e che
implica molta forza. C un tempo
per farla riposare in cui il lievito
realizza il processo di fe1mentazio-
ne. C'è un tempo in cui si modella-
no i panini per farli cuocere e c 'è,
infine, un tempo per condividere e
mangiare. Sembra tutto così sempli-
ce . . . però è sufficiente sbagliarsi in
un procedimento perché il pane non
riesca".
È questione di equilibri, di armo-
nie. In queste terre estreme, nell 'es-
senzialità e semplificazione della
vita, si diventa alunni di una scuola
di frontiera, che richiama la traspa-
renza evangelica.
I mapuche hanno scritto nelle loro
tradizioni il senso del sacro. Una
volta all'anno celebrano la grande
festa religiosa, la rogativa. Sono
quattro giorni di intensa preghiera,
in primavera, al tempo della luna
piena. La gente si dispone sotto le
tende, che riparano dal freddo e dal
111 padre Antonio Mateos sdb,
durante un battesimo nella
cappellina della missione di Ruca
Choroi.
vento, orientate verso est. Lì canta-
no al sorgere del sole, al fiorire
della vita.
Nonostante i torti subiti e le leggi
ingiuste, nei mapuche sono molto
forti il senso di riconoscenza e il ri-
spetto per gli accordi presi. A di-
stanza di tempo, ricordano e ringra-
ziano per un piccolo favore.
"Un ragazzino - conferma suor
Luigina - ha cavalcato per ore, nel
freddo intenso, per portare alle
suore un pezzetto di carne in cam-
bio di una bottiglietta di cherosene
ricevuta mesi prima dalla sua fami-
glia per accendere la lampada. Ora,
i suoi hanno ucciso una pecora e
hanno voluto mantenere la parola
data". Questa gente è molto riserva-
ta, non dà facilmente fiducia.
Ogni settimana arriva quassù i~
salesiano padre Mateos facei;_idos1
novanta chilometri in jeep. E un
uomo dolcissimo e, insieme con le
suore, ha approfondito qui il capito-
lo decimo del vangelo di Giovanni:
"dare la vita per la pecora indifesa,
malata", "conoscere ognuna con il
suo nome".
E, appunto, per raccogliere tutte
le pecore sperdute hanno pure idea-
to una radio comunitaria, gestita
dagli stessi mapuche. Accanto ai
programmi religiosi, ci sono bollet-
tini del tempo, consigli per le semi-
ne e i raccolti, segnalazioni di even-
ti. La storia quotidiana di un popo-
lo, che nonostante le forti pressioni
nazionalistiche non vuole perdere la
propria identità, il tesoro della me-
moria e delle tradizioni.
O
BS NOVEMBRE 2003

2.8 Page 18

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Si è concluso l'anno di celebrazione
E VILLA PESARO di Giovanni Eriman
DIVENNE IL MANFREDINI
Da don Tamietti a don
Gallo, a don Signoretti,
a don Marchisio, a don
Coglio/o, a don Ramelli,
a don Festini, a don
Rigoni, a don Ghibaudo,
a don Tomba, a don
Busato, a don Zanella,
a don Griggio, a don
Pericolosi, a don
Cappelletto, a don
Boscaini, a don Trettel,
----- a don Bugna, a don
- - Busana...
I giovani "croce e delizia" lo
sono sempre stati. A volte, per
educatori, sacerdoti e insegnanti
sono apparsi più croce che delizia,
non perché cattivi ma perché il per-
corso di crescita verso la maturità si
presenta sempre zeppo di ostacoli.
Difficoltà e intralci i giovani spesso
Ii trovano anche là dove meno so-
spetteresti che fossero , per esempio
nelle istituzioni educative come col-
legi, convitti, scuole, gruppi, ecc. Se
poi ci si riferisce alla crescita reli-
giosa e spirituale, scogli e baITiere
si moltiplicano. Don Agostino Pe-
rin, pa1rnco a Este negli anni
1866/1880, ne era tanto convinto
che, "angosciato per i danni che il
laicismo scolastico arrecava alla gio-
ventù" , decise di interpellare Don
Bosco che godeva di fama tauma-
turgica, perché portasse nella sua
città il carisma che già da una trenti-
na d'anni stava facendo miracoli a
Torino .
A VILLA PESARO
Quando Don Bosco gli assicurò
che sarebbe "sbarcato" a Este, il vi-
NOVEMBRE 2003 BS
vace prete si dette d'attorno per tro-
vare un posto adatto al prezioso la-
voro dei salesiani, e qualche spon-
sor (ma allora si diceva anima
buona) che sostenesse l'operazione.
Il posto adatto sembrò essere l'au-
stera e imponente Villa Pesaro, ap-
partenuta a una nobile famiglia ve-
neziana, poi passata ai conti Grade-
nigo che annoveravano nel proprio
albero genealogico prelati, generali,
letterati e perfino dogi. L'anima
buona invece fu il cavalier Benedet-
to Pelà che sborsò circa 24 delle 35

2.9 Page 19

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per il 125° anniversario del Manfredini di Este.
mila lire che venne a costare l' ope-
razione. Il tutto assomigliava alla
storia di molte case salesiane: Don
Bosco cercava un posto e un bene-
fattore che egli ricompensava o pro-
mettendo preghiere e benedizioni, o
ottenendo per lui un qualche favore
che desse un certo prestigio e... gli
costasse niente, date le amicizie che
con furbizia tutta contadinesca era
andato facendosi nel corso degli
anni. Per il signor Pelà ottenne da
papa Leone XIII l'onorificenza a
"Cavaliere dell'Ordine di San Silve-
stro " .
Non fu difficile l' adattamento:
per i primi ragazzi, bisognosi di cu-
re materiali, morali e spirituali, Vil-
la Pesaro dovette assomigliare a una
reggia, anche se non c'era quasi
niente. I primi 21 ospiti, 5 salesiani
e 16 minori, dovettero affidarsi ad
amici e benefattori (sempre loro ci
sono agli inizi delle opere salesia-
ne), per recuperare le suppellettili
indispensabili. Per una batteria di
servizi decenti bisognò aspettare 14
anni; l'acqua e la corrente elettrica
furono installate solo verso il 1910,
quando già centinaia di ragazzi (al
terzo anno erano già 116) avevano
vissuto in quelle stanze buie, fredde
e senza acqua che al piano delle ca-
mere dovevano portarla a spalle! I
I Ottobre 1929: ragazzi del gruppo
missionario del Manfredini
(zelatori) con il rettor maggiore
don Filippo Rinaldi.
termosifoni, poi, arrivarono nel
1925 : fino allora ci si arrangiava
con stufe a segatura. E tuttavia la
pedagogia salesiana veniva applica-
ta in tutta la sua interezza: studio,
pietà, gite, teatro, canto, musica,
esercizi ginnici, corse in bicicletta e
solenni premiazioni per gli alunni
con la condotta e il profitto miglio-
ri, premiazioni che erano una vera
manna per ragazzi che certo non
scialavano come i nostri oggi, affo-
gati da ogni ben di Dio!
IL MANFREDINI
E I SUOI FRUTTI
Già Don Bosco aveva cambiato la
denominazione del collegio, sce-
gliendo il nome del più entusiasta
tra coloro che volevano i suoi figli a
Este, il vescovo di Padova Luigi
Manfredini. Così l'istituzione con
tenacia si conquistò prestigio e ap-
prezzamento ovunque nella regione.
La serietà della sua scuola, la capa-
cità degli insegnanti salesiani, il me-
todo, lo stile, suscitarono un coro di
consensi e i frutti non mancarono.
Dalle mura dell'antica Villa Pesaro
uscirono non poche vocazioni, alcune
delle quali hanno fatto la storia della
congregazione salesiana, tra tutti don
Renato Ziggiotti che divenne il
successore di Don Bosco.
La festa della canonizzazione del
fondatore nel 1934 vide il collegio
spostarsi in massa a Roma, e tanta
fu l'emozione che si volle ricordare
l'evento dipingendo nel soffitto
della vecchia chiesa la visita che
Don Bosco fece al convitto un anno
dopo la sua apertura, nel 1879. L'ar-
tista vi raffigurò, oltre naturalmente
al santo, il benefattore Pelà, Pio XI,
papa della canonizzazione, i salesia-
ni presenti allora nell 'istituto, e gli
alunni in lunga fila guidata da Do-
menico Savio verso il Signore Ri-
sorto. Dovette rimanere nella mente
di tutti come un evento memorabile,
se da allora gli exallievi non cessa-
rono più di andarla a visitare ogni
volta che capitavano nel collegio,
per ritrovare le loro fattezze di allo-
ra e "ricordare i bei tempi". Certo!
Perché nessuno ha mai detto che i
tempi duri non siano belli.
I 22 marzo 1966: Il presidente
Aldo Moro in visita al collegio
salesiano.
FINO Al NOSTRI GIORNI
Gli anni immediatamente prece-
denti la seconda guerra mondiale vi-
dero il Manfredini raggiungere i
300 alunni di cui 250 interni, e un
prestigio ormai diffuso che lo met-
teva alla pari di altre prestigiose
istituzioni scolastiche salesiane di
quegli anni. Passata la buriana della
guerra, la scuola si arricchì del liceo
classico e si arrivò a 350 alunni e a
nuove costruzioni e spazi/gioco: il
campo di calcio, la pista per pattini
a rotelle, il campo di pallavolo,
quello di pallacanestro, quello di
bocce, quello di tennis ... L'interna-
to durò fino al 1975 poi venne chiu-
so. Successe un po' dovunque: i
tempi degli internati erano ormai
agli sgoccioli. Anche il classico
dopo circa 30 anni di gloriosa "car-
riera" non superò la crisi generale e
venne estinto. Il mutamento più ra-
dicale, l'apertura della scuola anche
alle ragazze nel 1984, fu percepito
fortemente soprattutto dagli anziani.
Fu un avvenimento epocale negli an-
nali salesiani che una tradizione risa-
lente alle 01igini voleva che si occu-
passero dei maschi lasciando l'in-
combenza/femmine alle suore. Non
poco sconcerto e un po' di malumore
serpeggiarono tra gli anziani, ma an-
cora una volta si ebbe il coraggio di
dire "con Don Bosco e coi tempi!".
Anche la scomparsa del classico
venne rimpiazzata con la creazione
della scuola professionale... e così,
araba fenice, il Manfredini tornò a
correre e risplendere. I suoi attuali
750 alunni testimoniano che la gran-
de istituzione voluta da Don Bosco
ha sette vite e, ci si può scommettere,
continuerà il cammino!
BS NOVEMBRE 2003

2.10 Page 20

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coMf; FAI Al?
çSSç~f 51Cl)RA?
'\\

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Il grande problema delle nuove tecnologie
e della cultura giovanile di esse imbevuta.
INTERNET
di Vito Orlando
IL NUOVO OCEANO
I giovani navigano sicuri
in un nuovo mare... Non
sappiamo se ne
conoscano tutti i
pericoli, né quali
cambiamenti comporterà
alla lunga nei costumi,
nelle idee, nei
comportamenti...
Le ricerche sui giovani in que-
sti primi anni del nuovo mil-
lennio sottolineano alcune no-
vità del vissuto quotidiano di bam-
bini (sì, anche loro!), ragazzi, adole-
scenti e giovani che richiedono at-
tenzione e riflessione perché hanno
un significato rilevante per l'oggi e
per il futuro. I "consumi culturali" e
le modalità di utilizzo del tempo li-
bero vanno sempre più orientandosi
verso il mondo del web; Internet
non è solo mediazione di informa-
zione, ma di aggregazione, di appar-
tenenze, di interazione, di evasione
e, insieme, di creatività e partecipa-
zione. Dal mondo del web dipende-
ranno sempre più le nuove prospet-
tive di realizzazione degli stili, dei
gusti, della stessa identità dei giova-
ni. Su queste nuove tendenze, espe-
rienze, modalità di uso del tempo e
di relazione, non sono pochi i so-
spetti e le apprensioni del mondo
adulto, preoccupato soprattutto per
le conseguenze dell'espansione ec-
cessiva dell'uso del computer e dei
rischi della navigazione in rete. Le
preoccupazioni e i sospetti sono le-
gittimi, e possono essere relativizza-
ti solo conoscendo come stanno le
cose.
I La diffusione e l'uso che ne fanno
ragazzi, adolescenti e giovani,
fa pensare a una sintonia
particolare tra loro, il computer,
Internet e il mondo del web.
ALCUNI DATI
Il dato, impressionante, è che dal
1997 al 2001 l'uso delle nuove tec-
nologie è raddoppiato: secondo il ri-
sultato di un sondaggio europeo
(eurobarometri 2001), solo il 6%
dei giovani non utilizza nessuna
delle nuove tecnologie; il 56%, in
media, usa il computer e uno su tre
Internet ed e-mail. Le percentuali
sono ancora molto diverse per i dif-
ferenti paesi dell'Europa (87% degli
olandesi e il 41% dei greci che
usano almeno una volta alla setti-
mana il computer), ma attualmente i
dati vanno rivisti... al rialzo! La dif-
fusione e l' uso che ne fanno ragaz-
zi, adolescenti e giovani, fa pensare
a una sintonia particolare tra loro, il
computer, Internet e il mondo del
web. Una sintonia che forse è nata
I Le play station, cult della nuova
generazione, catturano anche
i giovani papà ... e non solo.
dal fatto che è apparso come lo stru-
mento più efficace tra la solitudine
della propria cameretta e il vasto
mondo a cui si vuole comunque ap-
partenere. La sintonia si è instaurata
facilmente, fino a creare qualcosa di
profondo tra giovani e Internet,
BS NOVEMBRE 2003

3.2 Page 22

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11giovani navigano sicuri
in un nuovo mare... Sono i pionieri
del lii millennio... il timone che
li porta ovunque essi vogliano
è il mouse !
.
un'esperienza intrisa di elementi af-
fettivi: "Molteplici e anche contrad-
dittori, sono questi elementi: dal
piacere di essere a contatto con l'al-
tro al gusto che dà il potersi scher-
mare dietro l'anonimato; dal gioco
del travestimento psicologico (e
dello sperimentare la dissimulazio-
ne) all'impegno-passione per le più
raref;:ttte . sofisticazioni intellettuali
(e per--lo' sperimentare la simulazio-
ne); clall'attrazione per il nuovo, l'i-
gnoto; l'incommensurabile alla si-
curezza di poter conservare e ripro-
durre tutto". Internet è, per il giova-
ne, "l'ambiente entro il quale da.re
una dimensione costruttiva e speri-
mentale all'impulso a proiettarsi in
sempre più numerose e originali di-
mensioni di realtà". Si tratta di una
nuova forma di interazione quoti-
diana che la realtà di Internet con-
sente. I siti web sono diventate le
nuove piazze di ritrovo e di intera-
zione virtuale che hanno portato a
nuove forme di comunicazione.
LE COMUNITÀ VIRTUALI
Contesti di incontro e fonne di
comunicazione hanno fatto svilup-
pare vere "comunità virtuali". Tra
queste, sono particolarmente signi-
ficative quelle che nascono attorno
a videogiochi on-fine (una realtà
sempre più diffusa e diversificata). I
giovani che li frequentano sono in
costante crescita, si mantengono in
contatto, entrando in dialogo, si in-
contrano anche nel reale, interagi-
scono per migliorare il sito e i livelli
di utilizzo del gioco, fino a cambiar-
lo anche radicalmente o a divenire
gestori di server di gioco; svolgono
partite accanite in appositi server e
sviluppano un forte senso di appar-
NOVEMBRE 2003 BS
tenenza. Nella comunità virtuale si
diventa soggetti attivi, si acquista
una specifica identità, si entra in in-
terazione con gli altri utenti con vari
tipi di programmi, si partecipa a de-
terminare i programmi, i contenuti e
l'insieme di ciò che identifica la
stessa comunità virtuale.
Vi è chi ha paragonato il sito web
alla sede di un'associazione, ove gli
associati trovano tutto ciò che può
servire alla loro attività, il loro
punto di riferimento, Io spazio sim-
bolico di aggregazione che li rassi-
cura e li identifica. Le pagine web
consentono di strutturare comunità
anche più vaste di una normale as-
sociazione; in ogni pagina si potran-
no svolgere determinate attività e
dalla pagina principale (homepage)
è possibile attivare collegamenti
(link) con aree tematiche e servizi; a
essa possono essere collegati altri
siti web con contenuti relativi ad
aree di interesse condiviso. La co-
munità diventa così un network in-
tegrato e organico di homepage e
siti satelliti. La comunità virtuale,
strutturata a partire dal gioco online
o da altri interessi, appare come una
vera risorsa che offre ai partecipanti
varie opportunità per valorizzare le
capacità e potenzialità personali.
NON POCHI
INTERROGATIVI
È chiaro tuttavia che vi sono tipo-
logie diverse di utenti del web e che
l' esperienza non è esente da rischi.
Alcuni sono legati alla natura stessa
del contesto di Internet: non è ga-
rantita la veridicità dei contenuti, la
loro adeguatezza ai diversi utenti;
ciascuno può fornire un 'immagine
falsa di sé e anche la conoscenza di
quanti interagiscono non è esente da
ambiguità. Altri rischi sono legati
all'uso: quello che si offre, quello
che si vende, quello che si scambia
può essere finalizzato a recar danni
a sé e agli altri. Per non parlare del-
1'invasione sconcertante di perver-
sione sessuale e di erotismo: l'ano-
nimato o la falsa identità possono
sfrenare la fantasia e la perversione;
il virtuale appare sovente come la
fiera della povertà e bestialità
umana.
Un'altra serie di problemi, e quin-
di di rischi, è relativa aUe conse-
guenze nella vita individuale e so-
ciale dell'uso della rete senza nes-
sun limite di tempo: coloro che non
sono ben integrati nella vita reale a
livello relazionale cercano un SUITO-
gato nella rete, illudendosi di poter
scambiare la relazione reale con
quella virtuale. Il tranello più grave
in cui si può cadere è legato, tutta-
via, alla facilità che accompagna la
comunicazione e l'uso di Internet.
Sono ben diverse le fatiche esisten-
ziali richieste al soggetto per la con-
quista di mete importanti della vita.
La facilità illusoria del mondo vir-
tuale rischia di far perdere il caratte-
re di realtà alla stessa identità perso-
nale. "Ci vuole un po' di cervello
per non abusarne".

3.3 Page 23

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i
l IL
MESE
IN
LIBRERIA . ppeMoran\\e
a cura di G1use
--------- ~ ~ ~
LE sASDI ucAZJONE VALORI
OELL'E
FAVOLL,i,osJTÀ?
O RE
ESPERIENZE
TRA MINORI A RISCHIO
ICARO TORNA
A VOLARE
Esperienze tra minori
a rischio
di Alfonso Alfano,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2003
pp. 206
Il volo di Icaro è una
speranza per l'autore
di questo libro che vi-
ve in prima persona il
problema educativo del
recupero dei ragazzi
a rischio. Qui offre le
sue riflessioni e propo-
ste alternative con un
inno all 'educazione ve-
ra, non a livello di trat-
tato scientifico, ma in-
carnata in un'espe-
rienza di recupero, in-
ventando strategie ori-
ginali, vere e profonde.
Di specifico si nota il
collegamento tra edu-
cazione e cultura della
mediazione penale e
sociale, come autenti-
ca perla della peda-
gogia contemporanea,
mentre la resistenza
alla cultura della riconci-
liazione e il prevalere
dell'odio sul perdono
affondano le radici sul
senso onnipotente radi-
cato nella natura uma-
na.
PAIDEIA E VANGELO
di Salvatore Nicolisi,
Boria, Roma, 2002
pp. 148
La paideia viene qui intesa
nel senso totalizzante di
formazione dell'uomo, traen-
do ispirazione dalle geniali
suggestioni del mondo gre-
co, ed estendendole, per
l'antichità, al mondo biblico
e, per la storia post-elleni-
ca, al mondo che ha
ascoltato, attraverso il Van-
gelo, l'insegnamento "edu-
cativo" di Gesù Cristo. La
ve ra paideia affonda le ra-
dici nel racconto biblico
della Genesi , che fa del-
l'uomo un collaboratore-
continuatore nella storia
dell'opera del Creatore nel
lungo processo di "abbelli-
mento" dell'universo. Il re
della creazione è senz'al-
tro l'uomo, redento dalla
colpa, reintegrato nella li-
bertà, trasfigurato dalla gra-
zia. In questa opera di
educazione il "maestro" ha
il compito di restaurare l'uo-
mo nel suo processo di for-
mazione integrale.
SI FA VENDITA PER
~g~RI SPO ND ENZA. I l!bn
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le ~br:ti
ie cattoliche o vanno ne ie
~irettarn ente alle rispettive
Editrici.
LE SIRENE CANTANO
ANCORA.
Confusioni esistenziali
del moderno Ulisse
di Mario Carminati ,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2003
pp. 134
le sirene Mario
CARMINATI
cantano ancora
L'autore offre le sue rifles-
sioni sulle scelte della vita
quotidiana per giovani, ca-
techisti e famiglie. Indivi-
dua alcuni temi urgenti su
cui è necessario riflettere ,
come lavoro, vacanze , reli-
giosità, politica, sport, uso
del denaro, ecc. Si tratta di
argomenti che permettono
di evidenziare dei differenti
comportamenti che seguo-
no la logica della "confu-
sione" culturale attuale.
Così, risponde alle doman-
de più pressanti e vitali at-
traverso schede che pro-
vocano la riflessione con
interviste, lettere, fatti di
cronaca; con alcune consi-
derazioni di approfondi-
mento e domande finali,
che rimangono anche aper-
te, così che il lettore possa
arrivare a formulare alcune
conclusioni dopo essere
passato attraverso l'itinera-
rio proposto.
LA SPIRITUALITÀ
DEL SIGNORE
DEGLI ANELLI.
Il senso nascosto
dell'opera di Tolkien
di lrène Fernandez,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2003
pp. 96
Chi non ha letto il libro o
non ha visto il film "Il Si-
gnore degli anelli", uno dei
più grandi successi lettera-
ri del secolo XX? A partire
dagli scritti di Tolkien, l'au-
trice ne decifra e fornisce
le chiavi di interpretazione.
In uno stile chiaro permette
a tutti gli appassionati di
coglierne la profondità di
senso che aiuta a scoprire
la dimensione spirituale
dell'esistenza. Sul raccon-
to è stato detto tutto. Non
sempre però è noto che,
nel pensiero e nei termini
usati dall'autore, si tratta di
"un'opera profondamente
rel igiosa e cattolica", i cui
valori sembrano essere: re-
sistere al male, rinunciare
al potere, amare la crea-
zione, credere in una prov-
videnza nascosta, aver fi-
ducia nel trionfo della mi-
sericordia e nell'innalza-
mento degli umili. .. come
esito finale della storia.
NANDEZ
La
spiritualità
del
SDEIGGAU NNOERrnE
BS NOVEMBRE 2 003

3.4 Page 24

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
GIOVANI
di Vito Orlando
Rapporti nuovi tra generazioni
~
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-v"~i'
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SFIDE ETICHE
di Giovanni Russo
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La vergogna della pedofilia
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INSERTO CULTURA
di Giovanni Eriman
Museo della Natività di Barcellona
PRO MISSIONI
di Filippo Manoni
Progetti per i poveri