Bollettino_Salesiano_200806

Bollettino_Salesiano_200806



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Mensile - Anno CXXXII - nr. 6
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 6/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Giugno 2008

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STRENNA 2008
di Pascual Chávez Villanueva
EDUCARE
CON IL CUORE DI DB
EVANGELIZZARE
EDUCANDO
“La pastorale di Don Bosco non si riduce mai a sola catechesi
o a sola liturgia, ma spazia in tutti i concreti impegni
pedagogico/culturali della condizione giovanile. (…)
Si tratta di quella carità evangelica che si concretizza (...)
caci; cresce l’ignoranza religiosa nel-
nel liberare e promuovere il giovane abbandonato e sviato”1. le nuove generazioni, e… continua
l’emigrazione silenziosa “extra-
muros” della Chiesa.
Il mese scorso abbiamo
messo in chiaro che
educare ed evangeliz-
denze sono più deboli fra i
giovani, che vivono sempre >> L’ignoranza religiosa è quasi
più lontano dalla fede. “Si assoluta. Non è facile definire l’im-
zare sono azioni diverse,
tratta di uno strato della magine che i giovani hanno di Dio,
ma che nella prassi sale-
popolazione… più colpito ma certamente il Dio cristiano ha
siana non si possono
dalla secolarizzazione perso la centralità nei confronti di
separare: devono comple-
ambientale”3. L’evangeliz- un Dio mediatico che porta alla divi-
2
tarsi e arricchirsi mutual-
mente. Tutti conoscono la
zazione diventa ogni volta nizzazione delle figure del mondo
più difficile a causa di que- dello sport, della musica, del cine-
situazione della cultura euro-
sta secolarizzazione degli ma. I giovani sentono la passione
pea e le difficoltà che incontra la
ambienti. L’ignoranza religiosa e per la libertà e non si fermano
Chiesa per evangelizzare le nuove i pregiudizi che ogni giorno i giovani davanti alle porte delle chiese: pen-
generazioni. Parlare di religione/i bevono da certi mezzi di comunica- sano che la Chiesa sia un ostacolo
nell’Europa di oggi è veramente zione hanno alimentato in loro l’im- alla loro libertà. Di fronte a questa
qualcosa di complesso. Di fronte alle magine di una Chiesa/istituzione situazione, quale educazione offro-
cifre di appartenenza ufficiale vi conservatrice, che va contro la cultu- no le istituzioni scolastiche ed
sono la prassi personale e la pratica ra moderna, soprattutto nel campo ecclesiali? Perché la domanda reli-
sociale (battesimi, matrimoni…), le della morale sessuale; perciò tutte le giosa è stata cancellata dall’orizzon-
credenze più profonde, tutta una offerte religiose vengono automati- te vitale dei giovani? Giovanni Paolo
tipologia del vissuto di esperienza camente svalutate, relativizzate. Il II ha convocato la Chiesa a una
religiosa che va dal credente convin- dramma è la rottura esistente nella nuova evangelizzazione da farsi con
to e coerente all’ateo più radicale. catena di trasmissione della fede. Gli nuovo ardore, nuovo metodo e nuo-
Evidentemente i sondaggi e le stati- spazi naturali e tradizionali (famiglia, ve espressioni. Adolescenti e giova-
stiche non sono l’ultima parola sul scuola, parrocchia) si rivelano ineffi- ni sono generosi per natura e si
vissuto religioso dei nostri contem-
entusiasmano per le cause che val-
poranei, ma non possiamo ignorarli.
gono. Perché Cristo ha cessato di
I semafori in Europa sono sul rosso.
essere significativo per essi? La
Sono molti gli articoli e i saggi pub-
Chiesa deve imparare i linguaggi
blicati in questi anni sul fatto religio-
degli uomini di ogni tempo, etnia e
so. In genere sono pessimisti.
luogo... evidentemente, ha un “serio
>> Il Sinodo per l’Europa – ottobre
problema di linguaggio” che non le
permette di esprimere in forme ade-
1999 – affermava che “il predominio
guate la salvezza che Cristo offre.
culturale del marxismo è stato sosti-
In fondo si tratta di un problema di
tuito da un pluralismo indifferenziato
comunicazione, di inculturazione del
e fondamentalmente agnostico o
Vangelo e di educazione alla fede.
nichilista (...) È grande il rischio di
L’educazione salesiana parte dalla
una progressiva scristianizzazione
situazione concreta della persona,
del continente, fino al punto di for-
mulare l’ipotesi di una sorta di apo-
stasia del continente”2. È evidente
che sia la pratica religiosa sia le cre-
I semafori in Europa sono
sul rosso per quanto riguarda
la fede e la pratica religiosa…
GIUGNO 2008 BS

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Sia le credenze sia la pratica
religiosa sono più deboli
soprattutto fra i giovani;
la catechesi deve trovare nuove
strade per arrivare al cuore.
dalla sua esperienza umana e reli-
giosa, dalle sue angosce e ansie,
dalle sue gioie e speranze, privile-
giando la testimonianza nella tra-
smissione della fede e dei valori.
>> “Evangelizzare educando”
vuol dire saper proporre la migliore
delle notizie (la persona di Gesù)
adattandosi e rispettando la condi-
zione evolutiva del soggetto. Il gio-
vane cerca la felicità, la gioia della
vita ed è capace di sacrificarsi per
raggiungerle, se gli mostriamo un
cammino convincente e se ci offria-
mo come compagni competenti di
viaggio. I giovani erano convinti che
Don Bosco voleva loro bene, che
desiderava la loro felicità qui sulla
terra e nell’eternità. Per questo
accettavano il cammino loro propo-
sto: l’amicizia con Cristo. Don Bo-
sco ci insegna ad essere allo stes-
so tempo educatori ed evangelizza-
tori. Come evangelizzatori conoscia-
mo e cerchiamo la meta: portare i
giovani a Cristo; come educatori
dobbiamo saper partire dalla situa-
zione concreta del giovane e riusci-
re a trovare il metodo adeguato per
accompagnarlo nel suo processo di
maturazione.
ٗ
1 Cfr. ACS 290, 4.2.
2 Sinodo vescovi europei (Instrumentum
Laboris).
3 LLUIS OVIEDO TORRÒ, La religiosidad de
los jòvenes, Razòn y Fe, giugno 2004,
p. 447.
giugno 2008
Anno CXXXII
Numero 6
Mensile - Anno CXXXII - nr. 6
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 6/2008
In copertina:
L’allarme ambiente
è sempre maggiore, via via
che scorrono gli anni.
È ormai indispensabile che
autorità e cittadini
prendano coscienza
che animali e natura
vanno tutelati.
Foto: Vincenzo Biuso
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Giugno 2008
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (19)
di Silvano Stracca
ANNO PAOLINO
14 Similarità
di Michele Ferrero
VIAGGI
18 Un desierto muy abundante
di Giancarlo Manieri
EVENTI 1-2
20 Educare? È una scienza / In memoria di Morante/dal Covolo
INSERTO CULTURA
23 Un teatro educativo
di Michele Novelli
FMA
28 Spiritualità del creato
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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SALESIANO
O
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
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web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS GIUGNO 2008

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RIBALTA
di Alessandra Mastrodonato
G IOVANI
VALORI IN CORSO
Troppe volte i media parlano della parte “malata” dei giovani,
dando l’impressione che la gioventù sia malata. Mi ribello.
C’è anche la parte sana. È fresca e vitale, crede nella solidarietà,
si dà da fare per strappare un sorriso, per seminare una gioia,
per sanare un contatto…
SSabato pomeriggio, ore 15,30.
Nell’atrio del reparto di pediatria
dell’ospedale San Paolo di Bari,
cominciano ad arrivare in ordine sparso
una dozzina di giovani tra i quindici e i
venticinque anni. Qualcuno è vestito da
del tipo: “Questi giovani d’oggi… così
superficiali, così disimpegnati, così privi
di valori…”, e potrei continuare
all’infinito. Sì, perché sembra che
giovinezza” sia quasi esclusivamente
sinonimo di deresponsabilizzazione, di
clown, qualcuno indossa cappelli e/o
intemperanza e di superficialità e
frac colorati e stravaganti, qualcun altro troppo spesso si dimentica che accanto
arriva carico di giochi da tavola, a quei giovani che, incapaci di trovare
marionette e caramelle. Volti un po’ dei valori in cui credere, buttano via la
assonnati, ma sorridenti. Occhi vispi e
propria vita senza riuscire ad
curiosi che si guardano intorno. Mani intravedere un senso e delle coordinate
rapide e indaffarate nel modellare di orientamento nella propria esistenza,
palloncini e nell’accordare chitarre. E in ce ne sono tanti altri che invece hanno
un attimo, non solo l’atrio, ma l’intero
reparto è invaso da un colorato brusio…
5 imparato a mettere la propria vitalità
ed anche la propria inquietudine al
Tra questi giovani, che ormai da svariati servizio degli altri, seminando impegno
anni hanno scelto di dedicare i loro
e valori che portino frutti duraturi
pomeriggi del sabato ad un’esperienza
all’esperienza della crescita.
di servizio e di volontariato in
Di certo questi ultimi fanno molto
ospedale, c’è anche Daniela che non si
meno rumore dei primi, giacché è
vergogna di percorrere tutto il tragitto
indubbio che giovani che si perdono
fino in ospedale con il viso truccato da
nell’incubo della droga, che muoiono
clown, a dispetto dell’ilarità delle sulla strada dopo una serata sfrenata in
persone che incontra per strada.
discoteca o che semplicemente si
C’è Roberto che con la sua vitalità e la
smarriscono accumulando mille
sua energia riesce sempre a mettere
esperienze vuote di significato, fanno
sottosopra l’intero reparto,
più notizia di un piccolo gruppo di
coinvolgendo nei suoi scherzi persino le ragazzi come tanti che, rimboccandosi
infermiere più irreprensibili. C’è Davide le maniche nel volontariato, si sforzano
che ogni volta esordisce con
di dare ”valore” alla propria vita e a
l’immancabile frase: “Oggi non contate
ogni minimo gesto che fanno.
su di me! Sto dormendo in piedi…”,
E, tuttavia, tanti di questi giovani
e poi si dà da fare più di tutti. continuano silenziosamente a darsi da
E poi ci sono anch’io. Ci sono anch’io
fare per costruirsi dei valori solidi e
con la mia innata timidezza, ma con la
autentici a cui conformare i propri
voglia di mettermi in gioco e di
percorsi di crescita.
strappare un sorriso ai bambini
Forse, per tutti quegli adulti e quegli
ricoverati.
educatori che s’interrogano su come
Qualcuno forse penserà che si tratti di
risvegliare nei giovani la voglia di
un’eccezione alla regola, di un caso più
impegnarsi con sollecitudine nella
unico che raro, e invece sono tanti i costruzione della propria identità, potrà
giovani che si impegnano
risultare utile la lezione di Antoine de
quotidianamente in esperienze di
Saint-Exupéry: “Se vuoi costruire una
servizio negli ambiti più disparati. Sono nave non chiamare la gente che procuri
tanti i giovani che attraverso percorsi di
il legno, che prepari gli attrezzi
questo tipo si sforzano giorno dopo
necessari, non organizzare il lavoro;
giorno di costruire la propria identità
prima invece, sveglia negli uomini la
e i propri valori, facendosi portatori di
nostalgia del mare lontano e
speranza e di solidarietà. sconfinato. Appena si sarà svegliata in
A volte mi capita di infuriarmi quando,
loro questa sete, gli uomini si
in autobus o ascoltando i dibattiti in
metteranno subito al lavoro per
televisione, mi imbatto in luoghi comuni
costruire la nave”.
BS GIUGNO 2008

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LETTERE AL DIRETTORE
Solo dire che il clima di gra- Questo vi dice quanta sfac- Stato insegnino finalmente “i
ve contrapposizione creatosi ciata libertà domini in Occi- limiti della libertà” e soprat-
tra la Chiesa e varie organiz- dente. Una libertà che non si tutto li facciano rispettare. Se
zazioni ha contribuito – so- preoccupa dei sentimenti tutti sono d’accordo sul codi-
prattutto nel popolino – a della gente a cui si dirige, ce della strada che limita la
sprigionare reazioni blasfe- ma del ritorno monetarizzato libertà di correre come si
me. A onor del vero, tuttavia, che può originare una pub- vuole, perché non si dovrebbe
mi corre l’obbligo di qual- blicità spinta fuori dai binari essere d’accordo sul “codice
che ulteriore precisazione. del buonsenso. Ahimè, oggi interiore” che impedisce di
La Costituzione di Anderson nulla può più essere “norma- conculcare i sentimenti al-
del 1723, che non nomina le” perché la post/modernità trui? Insomma è sempre vali-
mai Cristo e/o cristianesimo è insensibile alla normalità. do (oggi più che mai) ciò che
M ASSONERIA? Ca- sottintende un sottile relati- Possiede troppo e, come re- diceva Martin Luther King:
ro direttore, […] che vismo compromissorio che cita l’antico e sempre valido “la mia libertà finisce dove
cosa dice riguardo alla mas- riconosce la più completa li- proverbio, “il troppo strop- inizia la vostra”.
soneria? Io sono stato molto bertà di scelta a ciascun Li- pia”. Siamo tutti un po’
N vicino all’organizzazione e ho bero Muratore. Nulla da ec- “stroppiati”, che poi vuol di-
ancora amici che vi apparten- cepire, ma qui nasce la di- re induriti, freddi come
gono. La voglio assicurare versificazione, a volte ma- ghiaccioli, indifferenti; la
UOVA LINGUA?
Illustre direttore, sono
che non sono bestemmiatori, croscopica, delle Logge, an- pubblicità l’ha capito da un un uomo maturo, vicino alla
come lei propende a credere che nei rapporti con le chie- pezzo, e allora cerca bevan- pensione […] di discreta cul-
avendo scritto che una delle se, e soprattutto con la Chie- de forti come droghe per tura […] Volevo comprarmi
cause della diffusione della sa cattolica. Non per nulla “catturare” i polli che poi un portatile, e ho chiesto a
blasfemia è proprio la masso- dalla prima condanna uffi- saremmo noi... Ha letto be- uno dei miei nipoti, quello
neria. A me pare ottima, e uti- ciale del 28 aprile 1738 di ne: “catturare”, non “edu- più esperto nel genere, di
le anche alla Chiesa. I miei papa Clemente XII, attraver- care”, purtroppo. Giunti a mandarmi la descrizione di
amici massoni sono persone so la Lettera apostolica “In saturazione anche con que- un computer moderno per to-
degnissime e onestissime e eminenti, i pronunciamenti sto modo di agire (perché gliermi uno sfizio, dopo una
6 l’organizzazione è nata con contro la massoneria sono l’assuefazione è sempre die- vita di lavoro. Le trascrivo
rigorosi principi morali […] stati circa 600 (per la preci- tro l’angolo), ci si tufferà quanto ho ricevuto… “Caro
E poi mi hanno detto che an- sione 586) fino alla scomu- nella ricerca di nuove pie- nonno,[…] Air, Apple ha
che certi alti prelati… […] nica contenuta nel CDC tanze... ancor più “drogate” completato il suo new-deal
Toni, Palermo
(Codice di Diritto Canonico)
del 1917. Nell’enciclica Hu-
e nessuno sa fin dove si po-
trà arrivare.
nel settore mobile rilasciando
i nuovi modelli di MacBook e
Caro signore, so che la mas- manum genus di Leone XIII D’altro canto, il detto, an- MacBook Pro. La grande no-
soneria è nata come “mutuo la massoneria viene condan- ch’esso dalla sapienza popo- vità consiste nell’aver adotta-
appoggio e perfezionamento nata perché veicola il trionfo lare, che esorta a “scherzare to le cpu Intel Core 2 Duo
morale” tra artigiani mura- del relativismo ed è volta a con i fanti, ma a non toccare i con architettura Penryn, e
tori, e con “ideali morali e distruggere l’ordine religio- santi”, non ha più cittadinan- processo produttivo a 45 na-
metafisici…”. Di questa so e sociale nato dalle istitu- za in Occidente. Personal- nometri, dotate inoltre di 6
massoneria – a quanto si zioni cristiane, e a creare un mente pagherei volentieri a MB di L2 cache (3MB per
sussurra – farebbe parte an- nuovo ordine a suo arbitrio. certi strafottenti pubblicitari ognuno dei 2 core), la sotto-
che qualche alto prelato. Ma
nostrani un soggiorno di sezione video, GeForce
B lei sa, meglio di me indub-
biamente, che non esiste una
sola massoneria, e che alcu-
qualche mese, che so, in Ara- 8600GT di NVIDIA con 512
IRRA PER GESÙ bia Saudita, o magari in Af- MB di memoria dedicata
BAMBINO. Gentile ganistan: ritroverebbero il MacBook Pro, hard disk di
ne Logge, a connotazione direttore, ho assistito, qual- senso delle proporzioni in un grandi dimensioni (fino a 300
fortemente anticlericale e an- che tempo fa, alla pubblicità batter d’occhio e si convince- GB), 2 GB di ram ed il track-
ticattolica, hanno preso pie- di una nota bibita in televi- rebbero – sulla loro pelle – pad Multi Touch presentato
de in varie parti d’Europa e sione: un fantomatico re ma- che badare alla propria liber- per la prima volta su MacBo-
del Mondo, e hanno dato del go porta in dono a Gesù tà e conculcare quella degli ok Air”. Ma è italiano questo
filo da torcere tanto alle ge- Bambino una cassa di birre. altri è un gioco che in certe o trattasi di un fricandò per
rarchie quanto alle comunità Reputo tutto ciò fortemente nazioni si ritorcerebbe loro soli addetti ai lavori? Non le
ecclesiali, e di cui si possono offensivo nei confronti della contro. Allora sì che mi pia- dico che cosa ho risposto a
citare episodi di intolleranza nostra religione, inoltre non cerebbe sapere come la pen- mio nipote, perché non voglio
irriverente. A questa masso- oso pensare a quale potrebbe sano sulla libertà. Se uno di- scandalizzare nessuno, né
neria comunemente si fa rife- essere stata la reazione se al ce: “Mi prendo la libertà di beccarmi una denuncia, ma…
rimento, quando generica- posto di Gesù Bambino ci fare questo”. Come può dire le pare giusto che noi poveri
mente si parla di anticattoli- fosse stato, che so, Maomet- all’altro: “Non puoi prenderti mortali dobbiamo essere mal-
cità / anticlericalismo / anti- to o Budda, o…
la libertà di fare quello?”. La trattati così, anzi offesi da un
cristianesimo dei massoni.
Ma non si vuole affermare
Giulio, Emilia @…
libertà “soffre” di limiti. E
sono limiti benedetti. Si augu-
linguaggio che ti fa sentire un
povero ignorante anche se hai
che gli affiliati alla murato- Cari Signori, una cassa di ri che genitori, educatori, psi- in tasca una laurea? Non ba-
rìa siano dei bestemmiatori. birra a Gesù Bambino... cologi, pedagogisti e lo stesso stava il linguaggio criptico
GIUGNO 2008 BS

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Appelli
amerai il tuo prossimo e odie-
rai il tuo nemico ma io vi di-
co: Amate i vostri nemici, fate
Mi chiamo Matteo, cerco con immaginette della mia del bene a coloro che vi odia-
amici/che per sincera amici- zona e della Sicilia in gene- no...” (Lc 6,27).
zia. 338/7811883.
rale. Scrivete a: La Rosa I cristiani sono chiamati a
Giovanni, Via Cipressi 9, odiare solo il male: “Chi dice
Desidero ricevere e scam- 90012 Caccamo (PA).
di essere nella luce e odia suo
biare santini, calendarietti
fratello, è ancora nelle tene-
tascabili e francobolli. Ge- Mi chiamo Armando, so- bre” (1Gv 2,9); “Chiunque
novese Antonia, Via Fiera no argentino, e desidero cor- odia suo fratello è omicida”
13, 85020 Atella (PZ).
rispondere con persone che (3,15-4,20). Da questo, dun-
amano la Storia, letteratura, que, si deduce che il discorso
Mi chiamo Miriam e ho archeologia, e per stabilire di Gesù che parla di odio ver-
15 anni. Vorrei corrisponde- sincera amicizia. Leggo e so i propri congiunti è un’iper-
re con ragazzi dai 15 ai 20 scrivo anche l’inglese e il bole, si tratta ancora del-
OGNI MESE anni per instaurare una buo- francese. Scrivere a: ar- l’eterna contrapposizione be-
na amicizia con giovani seri, mandovegacapriccio@hot- ne/male. Il Maestro vuole af-
simpatici e di fede. Bianco mail.com.
Miriam, Via Santorre di
Santarosa 28, 13100 Ver- Sono una studiosa di teo-
fermare una verità lapalissia-
na, che l’obbedienza a Dio
deve prevalere su qualsiasi
CON
celli.
DON BOSCO logia e testi biblici, deside- altra cosa, anche sui legami
rerei corrispondere con altre parentali, perché Dio è Dio e
A CASA TUA Sono un appassionato col- persone interessate al setto- non c’è altri a Lui superiore.
lezionista di immaginette re. Inoltre cerco e scambio Una legge naturale è certa-
sacre, mi piacerebbe rice- santini di ogni genere. Ri- mente questa: siamo tenuti ad
verle e scambiarle con chi sposta assicurata. Alessia
condivide la mia stessa pas- Masone, Via Derna 3,
sione. Vi risponderò subito 83100 Avellino.
amare di più le persone che ci
amano di più... Gesù con
quelle parole che appaiono
fin troppo dure vuol dire che
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
lui ha fatto, fa e farà più di
dei medici e delle medicine? mentando “Di là ci vai nudo quanto un padre, una madre,
[…] Che rabbia! E pensare e senza alcuna diavoleria su- un fratello abbiano fatto o
che mi chiamo “Virgilio”. .. pertecnologica… tutto ciò che possano fare per renderci fe-
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
Doppio scorno!
ti serve è ‘L’Imitazione di lici; ha fatto, fa e farà più di
Virgilio, Parma
Cristo’” che è chiarissima.
Un po’ drastico il padre, ma
quanto noi stessi possiamo
fare per noi stessi. E se è vero
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
Caro signor Virgilio… di come dargli torto?
che Egli è figlio di Dio, tutto
fronte a questa offensiva tec-
ciò non può che essere vero.
O nocratica non abbiamo armi,
né io né lei. Che cosa dire?
Don Bosco prima di rendere
Non è tanto una questione
DIARE I FAMILIA- linguistica, quanto una que-
RI? Gentile direttore, stione contenutistica, è, le ri-
pubblico un testo lo leggeva leggo in Luca: “Se uno viene peto, la rappresentazione del-
alla mamma, analfabeta, per a me e non odia suo padre e la grande lotta tra il Bene e il
essere sicuro di scrivere cose sua madre… non può essere male. In questo caso, dunque,
comprensibili da tutti. Oggi mio discepolo!” […]. Gesù i familiari che dovessero op-
sembra che di fronte a uno dunque ordina di odiare i pro- porsi a Dio, o mettersi al po-
scritto meno comprendi più pri cari? […] Non è un po’ sto di Dio, rappresenterebbe-
esso assume valore, e più troppo? […].
ro la parte avversa a Dio.
quelli che ci capiscono poco
lo comprano. Il linguaggio
Non dimentichi infine, che la
Claudio, Firenze Scrittura va sempre interpre-
criptico fa business. I catte- Caro signore, cerco di rispon- tata. Occorre – dicono i teo-
dratici preposti alla tutela dere al suo grande interroga- logi scritturisti – fare sempre
della lingua, pare che abbia- tivo, quello sull’odio verso i l’ermeneutica (l’interpreta-
no altro da pensare e lascia- propri congiunti, a favore zione dei testi), per compren-
no che l’italiano si inquini dell’amore verso Gesù, di dere fino in fondo la verità di
sempre di più. Un simpatico fronte al quale ogni altro un testo sacro.
padre francescano mi ha in- amore è spazzatura. Il che
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
viato qualche tempo fa una non significa nemmeno alla
Casella post. 18333
lettera in cui aveva messo a
paragone un annuncio più o
meno come quello da lei
scritto con un brano del “De
imitatione Christi”… com-
lontana “odiare” i propri fa-
miliari... Basterebbe che lei
mettesse a paragone la frase
incriminata con l’altra di Ge-
sù: “Avete inteso che fu detto
Nbnssnlcouuieucnotoasecitraeaieimlnmèltauposrtort.teaiesdPtapolalreolozpaslvioteoapvsttnesupeidbeebrebe.rilrsleCpieocemnpearauzovlnbieeo-ea-.-
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS GIUGNO 2008

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& IN ITALIA
NEL MONDO
CUORGNÉ, ITALIA
tà del mondo salesiano e non. scovo, e molte altre personali-
Quest’anno a un quarto di se- tà. Il Presidente ha incentrato
colo dalla beatificazione il suo discorso sulla figura del
COMMEMORAZIONE (15/05/1983), la commemora- giovane martire cuorgnatese,
Ogni anno il paese natale del
santo martire salesiano don
Callisto Caravario ricorda il
suo illustre concittadino con
varie iniziative, cui sono invi-
tate autorità civili e personali-
zione è stata particolarmente
solenne e sentita. Vi hanno
preso parte il presidente del
Consiglio regionale del Pie-
monte, il nunzio apostolico, il
sindaco della cittadina, il ve-
“personalità ricca, completa,
umile, coraggiosa, attuale co-
me non mai… Callisto amava
la sua terra... amava la sua fa-
miglia... amava le terre di
missione e in particolare la
Cina... amava Gesù Cristo, e
seguendo il carisma di Don
Bosco ebbe il coraggio di te-
stimoniarlo fino alla mor- MILANO, ITALIA
te...”. Conclude, il Presidente,
che “sicuramente il più popo- UNA GRANDE
loso Paese del mondo è pro-
fondamente cambiato: è in ef-
TESTIMONE
fetti più ricco, in sorprendente
espansione, ma ancora in ri-
tardo con la concessione dei
diritti umani e civili fonda-
mentali”. Spontanea la con-
clusione: che Callisto interce-
da oltre che per i suoi com-
paesani per la terra dove fu
missionario e per la quale of-
frì il suo sangue.
È doveroso il ricordo di Chia-
ra Lubich, fondatrice del Mo-
vimento dei Focolari, morta a
88 anni il 14/03/2008. Unani-
me è stato il cordoglio, presso
il mondo cattolico e presso il
mondo laico; presso i cristiani
e presso i fedeli di altre con-
fessioni religiose. Era una
donna di pace, aperta al mon-
8
do dei giovani, testimone di
un impegno senza precedenti
nella Chiesa a favore del-
l’unità e della fraternità uni-
SYDNEY,
AUSTRALIA
versale. Può indubbiamente
essere accostata alla grande
Madre Teresa di Calcutta. Il
Movimento da lei fondato
DOPO LORETO,
continua a prosperare, diffuso
SIDNEY
in 182 Paesi del mondo con
circa due milioni di iscritti;
Pochi credevano che Loreto
un movimento silenzioso, ma
avrebbe ospitato all’Agorà
oltremodo operoso, e anche
mezzo milione di giovani. Il
discreto che parla e scrive
venerdì 31 agosto un’addetta
senza cercare lo scontro, ali-
all’organizzazione diceva,
mentare polemiche, pretende-
sconsolata: “Peccato, peccato!
re la visibilità mediatica. Una
Sembra che non arriveremo a
donna, Chiara, che farà anco-
200 mila!”. Un altro un po’
ra parlare di sé. La sua morte
caustico: “Avevano ragione i
ha commosso il Pontefice e
responsabili della Pastorale
rattristato i cattolici che sanno
Giovanile che pronosticavano
di aver perso un altro gigante
un flop!”. Fuori dal coro una
della fede e uno dei più gran-
ragazza: “Saremo in tanti. Lo
di testimoni del nostro tempo.
sento!”. Ha avuto ragione.
Nella sua Trento è stato lutto
L’indomani le strade di acces-
cittadino. Ebrei, musulmani,
so a Loreto, bloccate alla cir-
indù, buddisti e perfino perso-
colazione ordinaria, erano stra-
ne senza un chiaro riferimen-
colme di interminabili colonne poliziotto con un suo collega grandi raduni portino linfa to religioso fanno parte dei
di giovani, un flusso impres- mentre a stento regolava la nuova nelle stanche file dei Focolarini, coinvolti nel gran-
sionante che ha lasciato senza fiumana che involontariamen- cristiani, infondano coraggio de progetto di questa grande
fiato organizzatori e forze del- te forzava gli sbarramenti per e fiducia, costituiscano una donna: “vivere e diffondere la
l’ordine. “Questo Papa è pro- entrare nella splendida vallet- boccata di ossigeno per la fraternità universale”. Foto:
prio un panzer… diverso da ta. Ora lo spettacolo di fede si Chiesa. Beneaugurante il te- la copertina del numero spe-
Wojtyła, ma pare che c’ha la trasferisce a Sydney. La Chie- ma della GMG: “Riceverete ciale che i Focolarini hanno
stessa calamita!”, ragionava un sa intera si augura che questi forza dallo Spirito Santo”. dedicato alla loro Chiara.
GIUGNO 2008 BS

1.9 Page 9

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redazionale
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
DINGLI, MALTA
CORSO
INTERNAZIONALE
DI FORMAZIONE
37 giovani provenienti da 10
diverse nazioni europee si so-
no riuniti al Savio College per
un corso di Formazione al vo-
lontariato. I giovani attraverso
workshop, seminari, giochi di
simulazione e lezioni teoriche
hanno appreso le competenze
necessarie a svolgere nei ri-
spettivi paesi d’origine o in
terra di missione il loro servi-
zio volontario. Il corso DBYN
(Don Bosco Youth Net) in par-
te è stato finanziato dall’U.E. e
ospitato e organizzato dallo
SPYS (Servizio di Pastorale
Giovanile Salesiana) di Malta.
CITTÀ DEL VATICANO
che continua ad assistere la
Chiesa fino alla fine dei secoli,
e vuole anche richiamare la
IL PROGRAMMA
carità pastorale verso i giovani
DI UN VESCOVO
(Don Tarcisio è un vescovo
9
salesiano). La “stella” identifi-
Monsignor Tarcisio Scaramus- ca la luce di Maria, stella mat-
sa ci ha inviato il suo scudo tutina che illumina la vita; Le
araldico che, più che stemma “onde” e i “monti” richiamano
nobiliare, rappresenta la visua- i luoghi della vita di monsi-
ANNIVERSARI
SUL TITANO
lizzazione grafica del suo
programma di pastore
di un territorio
ecclesiastico.
Secondo la tra-
dizione cattoli-
ca, lo stemma è
composto da uno
scudo conte-
nente i simbo-
li che rappre-
sentano ideali
personali e/o
familiari. La
gnor Tarcisio: gli stati del
Minais Gerais e del-
lo Spirito Santo,
dove ha lavo-
rato. Infine il
capo”, la parte
più importante
dello scudo, con
fondo in argen-
to è il simbo-
lo della traspa-
renza quindi del-
la verità. Vi
sono inseriti
Con una raffinata moneta d’argento da 10,00
realizzata da Uliana Pernazza – noto incisore che
ha lavorato e lavora anche per il Vaticano, per la
Zecca dello Stato, ecc. – la Repubblica di San
Marino ha solennizzato il centenario appena tra-
scorso della morte di Giosuè Carducci, rappresen-
tato sul rovescio con penna, calamaio e firma
autografa. Il diritto, poi, reca una composizione
allegorica: tre penne, simbolo della sammarinese,
con tre calamai racchiusi in un riquadro alla base
del quale campeggia la scritta “LIBERTAS”.
Tiratura: 16.000 esemplari coniati in versione fon-
do specchio.
croce astile,
in oro, è il suo vero pa-
storale. Il cappello prelati-
zio con i cordoni a 12 fiocchi
il “libro” che
rappresenta, com’è ov-
vio, la Sacra Scrittura e le
lettere maiuscole “Alfa (A)” e
È opera, invece, di Maria Carmela Colaneri –
autrice tra l’altro della moneta italiana da 2,00 –
la moneta d’argento da 5,00 che ricorda sul Tita-
di colore verde. Un cartiglio Omega” (Ω) a significare no il cinquantenario della scomparsa di Arturo
con il motto. Ed ecco il signi- che il Signore è il Principio e Toscanini. Il rovescio mostra il Maestro nell’atto
ficato dei colori e dei simboli. la Fine di tutto secondo della direzione di un’opera, il diritto una composi-
L’“azzurro” simboleggia la re- l’Apocalisse 1,8. Il libro è in zione allegorica delle tre rocche sammarinesi con
altà umana assunta da Gesù rosso, il colore dell’amore: pentagramma e note musicali. Tiratura: 16.000
per portarla a salvezza; lo amore alla Parola che salva esemplari realizzati in versione fondo specchio.
scaglione” in oro vuole ri- sacrificandosi. Infine le “spi-
chiamare una tenda (Il Verbo ghe”, simbolo classico del Pa- Le coniazioni possono essere richieste diretta-
si fece carne e pose la sua ten- ne eucaristico a indicare la
da tra noi), e dunque la fede; presenza costante e sacrificata
la “fiamma” simboleggia lo di Dio in mezzo a noi sotto le
Spirito Santo, il Consolatore” specie sacramentali.
mente all’Azienda di Stato Numismatica della
Repubblica di San Marino, tel. 0549.882370
E-mail: aasfn3@omniway.sm
BS GIUGNO 2008

1.10 Page 10

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Il BS di giugno di cent’anni fa riporta la
IV parte della relazione scritta da don Clemente
Bretto sulla visita alla casa del Medio Oriente
fatta da don Michele Rua, primo successore di
Don Bosco. Nazaret, Betlemme, Gerusalemme,
la Samaria, il Sepolcro, Cremisan, Beit-gemal,
ecc. Ovunque accolto con entusiasmo. Ecco uno
stralcio sulla visita a Betlemme.
ROMA, ITALIA
L’ADDIO
A DON HELVÉCIO
Inaspettatamente il 21 febbra-
io u.s. è morto a Roma il sale-
siano don Helvécio Baruffi,
consigliere regionale per
l’America Cono Sud. Era tor-
nato a Roma dal Brasile per
partecipare al Capitolo Gene-
rale XXVI della congregazio-
ne. Si era appena rimesso da
una ospedalizzazione per cu-
rare una pleurite e sciogliere
un piccolo embolo in una ar-
teria. Un uomo, don Helvé-
cio, dal carattere felice, un sa-
lesiano allegro e ottimista, un
prete con la passione del la-
voro, supportato da uno zelo
che non gli faceva risparmia-
re fatiche. 233 capitolari, i
confratelli della Pisana, una
rappresentanza delle FMA, il
fratello e la sorella hanno par-
tecipato commossi alle ese-
quie presiedute dal rettor
maggiore don Pascual Chá-
vez. È stato tumulato a Roma
nella tomba dei salesiani a
Prima Porta.
ROMA, ITALIA
stosa ai primi vespri della do-
menica delle Palme, presieduta
da monsignor Gianfranco Ra-
10
LA BASILICA
DI DON BOSCO
vasi, presidente della Pontificia
Commissione dei Beni Cultu-
rali della Chiesa. La basilica
La grande basilica di San Gio- (45 m di larghezza, 78 di lun-
vanni Bosco a Roma, monu- ghezza, 73 di altezza e 1200
mento dell’architetto Rapisar- posti a sedere) ospita opere di
di, aveva bisogno di un lifting 47 artisti tra i più in vista degli
accurato e profondo per elimi- anni ’60. Tra gli altri France-
nare le rughe del mezzo secolo sco Messina, Pericle Fazzini,
di storia transitato sulla sua Emilio Geco, ecc. 44 mila gli
struttura. Il restauro è comin- abitanti del quartiere intitolato
ciato. Ora la facciata e il pro- a Don Bosco e 14 mila le fa-
nao godono dell’antico splen- miglie della parrocchia. Per sa-
dore. Questo primo lotto è sta- perne di più: www.donbosco-
to inaugurato con la liturgia fe- parrocchia.pcn.net.
Nel pomeriggio del 23 (marzo n.d.r.) si proseguì per Be-
tlemme, e con un tempo tale che la carrozza non ci di-
fendeva dalla pioggia. Eppure all’uscire dalla città in-
contrammo un numerosissimo pellegrinaggio di russi, a
piedi e carichi dei loro fardelli, con una devozione che ci
commosse. Ma se il cattivo tempo tolse a noi la vista dei
dintorni, non tolse però la pazienza ai buoni Betlemiti,
che a cominciar dell’arco di trionfo improvvisato nelle
vicinanze dell’Orfanotrofio, gremivano in due fitte ale la
via e in un batter d’occhio empirono la bella chiesa del
S. Cuore, ove scese D. Rua e in lingua italiana, che da
molti è compresa, porse a tutti i più vivi ringraziamenti,
dopo cui impartì solennemente la benedizione.
Compiuta la devota funzione religiosa, tutta la numero-
sa comunità (oltre 150 interni tra superiori orfanelli e
convittori ed altri 250 alunni delle scuole esterne), pre-
senti varii PP. Francescani e alcuni Fratelli delle Scuole
Cristiane, diede il benvenuto all’amatissimo Superiore
con una cordiale e commovente accademia.
GIUGNO 2008 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (13)
Divagazioni (mica tanto) su una normalità che tale non dovrebbe essere: la prima volta.
Alice è finalmente partita per la gita scolasti-
ca. Lei e i suoi compagni di scuola sono a
Parigi. Oggi hanno visitato il Beaubourg, la
cattedrale di Notre-Dame e hanno passeggiato per
sono tutte stupidaggini”. “Che cosa? Mi hai preso
in giro? Ma sei proprio st…”. Chiara quasi urla.
Non ti ho presa in giro, ti ho detto quello che
volevi che ti dicessi. Ricordi? Eravamo con Martina
gli Champs-Élysées. Alice è felicissima, anche per- e Gaia, e tutte raccontavate le vostre performance,
ché tutti quei bei posti li ha visitati insieme alle sue e io… ho detto che l’avevo fatto anch’io, ma non
amiche e a Fabio, il ragazzo con cui sta assieme era vero”. “Perché Sara?”, chiede Alice. “Per non
da qualche mese. In albergo Alice divide la stanza essere presa per una ragazzina, e per non far pren-
con Viola, Sara e Chiara. Devono prepararsi per la dere in giro il mio ragazzo”. “Quindi il tuo Mauro
cena, poi andranno in una piccola discoteca dove non ti chiede…”. “Certo che no, ne abbiamo par-
concluderanno la serata. Nel pomeriggio, hanno lato spesso, ma non è un problema. Anche per lui
fatto in tempo a fare un po’ di shopping, così ades- sarebbe la prima volta. Aspetteremo. Oltretutto sia-
so stanno sui letti sfatti a chiacchierare e guardare i mo credenti. Vogliamo essere pronti sul serio, per
loro acquisti. “Alice, ma tu con Fabio l’hai già fat- una cosa così seria! Giocare al sesso ci sembra
to?”, chiede Chiara all’improvviso. “Fatto cosa? Di rischioso e inutille. Ne ho parlato persino con mia
che parli?”, chiede a sua volta Alice. “Dài, che madre. Mi ha consigliato di sentire la sua gineco- 11
l’hai capito!”. “Ma che dici, come parli?”, sbotta loga, degnissima persona, ma le ho detto che non
Alice un po’ a disagio. “Guarda che non ci ce n’era bisogno. Sappiamo che cosa fare”.
sarebbe niente di male…” risponde Chiara, ma
l’amica non la lascia finire: “Questo lo dici tu!”. >> “E tu, Alice? Ne avete parlato tu e Fabio?”.
Io con Paolo l’ho fatto dopo due mesi che sta- Beh, certo… Però anche lui è d’accordo di aspet-
vamo insieme”. “Già, e vi siete lasciati il mese tare. Io per il momento non ci penso. Forse prove-
dopo!”. Interviene Viola: “Non ti pare che avresti rò anch’io a parlarne con mia madre. Tra due mesi
dovuto pensarci un po’ meglio?”. “Te, Viola, nasce il fratellino, non voglio darle altre preoccu-
nemmeno ti ascolto che non hai mai avuto un pazioni. E di certo non approfitterò dell’occasione
ragazzo sul serio… quindi non conti. E guardate della gita scolastica. È così bello stare in questa
che a 16 anni l’hanno fatto quasi tutte…”. “Altra città meravigliosa, tutti insieme, con i miei migliori
stupidaggine indimostrabile. Noi, per esempio, amici. Ho cose più divertenti a cui pensare... Per-
non siamo della schiera e non siamo sole!”, insi- ché il sesso non è un divertimento. Ma basta con
ste Viola. “Ma insomma, con chi sto
queste cose. Allora ragazze, che ci mettiamo stase-
parlando? Con delle suore?”.
ra? Vi piace la maglietta che ho comprato alle
Galeries Lafayette? Secondo voi ci stanno bene
>> Entra in conversazione anche
questi pantaloni neri?”…
ٗ
Sara: Beh, Chiara, forse loro han-
no ragione…”. “Proprio tu Sara?
Ma che ti vergogni? Racconta
quello che hai raccontato a me.
Qui le strane sono loro, non noi”,
dice Chiara sempre più alterata.
Non sei tenuta a raccontare
niente, dice Alice, siamo amiche
ma questo non vuol dire che
tutte dobbiamo sapere i segreti
di tutte”. “Infatti… conclude
Sara a voce bassa; del resto
quello che ho detto a Chiara
BS GIUGNO 2008

2.2 Page 12

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QUO VADIS CHIESA
L’EMERGENZA
EDUCATIVA
EUROPA? (19)
di Silvano Stracca
“Non possiamo non
essere solleciti per
la formazione delle
nuove generazioni,
per la loro capacità di orientarsi nella
vita e di discernere il bene dal male,
per la loro salute non soltanto fisica
ma anche morale. Educare però non
è mai stato facile, e oggi sembra di-
ventare sempre più difficile. Lo san-
no bene i genitori, gli insegnanti, i
sacerdoti e tutti coloro che hanno di-
rette responsabilità educative. Si
parla perciò di una grande emergen-
za educativa, confermata dagli in-
successi a cui troppo spesso vanno
12
incontro i nostri sforzi per formare
persone solide, capaci di collaborare
con gli altri e di dare un senso alla
propria vita. Viene spontaneo, allo-
ra, incolpare le nuove generazioni,
come se i bambini che nascono oggi
fossero diversi da quelli che nasce-
vano nel passato…”. È il lungo ed
L’Europa unita...
IL PROBLEMA
Un problema che, ormai da tem-
po, inquieta in Italia, in Europa e in
ccmtpc“oahaaAunriraesntnersmecniibahoeaulenlattbocelonluea”eonca.lhreqeneBr,èuoeeèacdsnpatluoeroeronbdse’sbecitimteiibitaalmoipsmleprcpXe,oruoVsoènaIppeourcdoniouorèa---
incisivo “incipit” dell’appassionata tutti i continenti non solo gli addetti
lettera sull’educazione che, all’ini- ai lavori, ma persino l’opinione pub-
zio dell’anno, Benedetto XVI ha vo- blica più distratta: è ancora possibile sciati soli di fronte alle sfide della
luto simbolicamente indirizzare alla educare? Non si tratta solo dell’al- vita”. “Non temete!”, ripete Bene-
Chiesa di Roma, ma che idealmente larme destato dal ripetersi ovunque detto XVI a tutti, ricordando che chi
ha consegnato a tutta la Chiesa met- di episodi di bullismo e di violenza crede in Gesù Cristo ha un ulteriore
tendo a fuoco la generalizzata crisi che hanno come protagonisti giova- e più forte motivo “per non avere
dei rapporti fra giovani e adulti.
ni “normali”. Ma più profondamen- paura”, “sa infatti che Dio non ci ab-
te, osserva il Papa, di una “frattura bandona, che il suo amore ci rag-
tra le generazioni” che rivela la giunge là dove siamo e così come
“mancata trasmissione di certezze e siamo, con le nostre miserie e debo-
di valori” e dà luogo oggi a una vera lezze, per offrirci una nuova possibi-
e propria emergenza educativa. Non lità di bene”. Le difficoltà, assicura
è dunque un caso, secondo il Ponte- papa Ratzinger, “non sono insor-
fice, se da ogni parte si manifesta montabili”, ma rappresentano “il ro-
una grande domanda di educazione: vescio della medaglia del dono della
“La chiedono i genitori, preoccupati libertà”. La libertà dell’uomo, ag-
e spesso angosciati per il futuro dei giunge, “è sempre nuova e quindi
propri figli; la chiedono tanti inse- ciascuna persona e ciascuna genera-
gnanti che vivono la triste esperien- zione deve prendere di nuovo, in
za del degrado delle loro scuole; la proprio, le sue decisioni”. Perché
chiede la società nel suo complesso, anche i più grandi valori del passato
Lo sanno bene i genitori,
gli insegnanti, i sacerdoti
e tutti coloro che hanno dirette
responsabilità educative.
che vede messe in dubbio le basi
stesse della convivenza; la chiedono
nel loro intimo gli stessi ragazzi e
giovani, che non vogliono essere la-
“non possono essere semplicemente
ereditati”, ma vanno “fatti nostri at-
traverso una spesso sofferta scelta
personale”. Il problema educativo
GIUGNO 2008 BS

2.3 Page 13

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va ben al di là dei confini delle sin-
gole istituzioni. Se oggi è così com-
plesso, le cause vanno cercate in-
nanzitutto nel clima complessivo in
cui la famiglia, la scuola, la Chiesa,
si trovano a svolgere il loro delicato
compito. “Troppe incertezze e trop-
pi dubbi, infatti, circolano nella no-
stra società e nella nostra cultura,
troppe immagini distorte sono vei-
colate dai mezzi di comunicazione
sociale. Diventa difficile, così, pro-
porre alle nuove generazioni qualco-
sa di valido e di certo, delle regole
di comportamento e degli obiettivi
per i quali meriti spendere la propria
vita”.
Ragazzi e giovani, che non
vogliono essere lasciati soli
di fronte alle sfide della vita.
LE COLPE
vani d’oggi, Benedetto XVI avverte
Dobbiamo dunque dare la colpa un disperato bisogno di punti di rife-
agli adulti di oggi, che non sarebbe- rimento che non trovano più né in
ro più capaci di educare? “È forte famiglia, né a scuola, né a volte nella
certamente – non si nasconde Bene- stessa Chiesa. Perciò il primo dono
detto XVI – sia tra i genitori sia tra di cui hanno bisogno è quello che
gli insegnanti e in genere tra gli edu- solo la famiglia può dare ... un clima
catori, la tentazione di rinunciare, e di autentico amore. Di qui deve sca-
ancor prima il rischio di non com- turire un serio impegno, da parte dei
prendere nemmeno quale sia il loro genitori, nell’indicare con chiarezza
ruolo, la missione loro affidata”. In ai figli dei criteri per distinguere il
13
realtà, non sono in questione solo le vero dal falso, il bene dal male, non-
responsabilità personali degli adulti ché la fermezza nel farli rispettare
o dei giovani, che pure esistono, ma nella pratica. Quanto agli insegnanti,
anche un’atmosfera diffusa, una il Papa sottolinea l’enorme impor-
Le difficoltà, non sono
insormontabili, ma rappresentano
“il rovescio della medaglia
mentalità e una forma di cultura che tanza del loro ruolo, troppo spesso
del dono della libertà”.
“portano a dubitare del valore della sottovalutato, che “non può limitarsi
persona umana, del significato stes- a fornire delle nozioni e delle infor-
so della verità e del bene, in ultima mazioni, lasciando da parte la gran- personale tra l’adulto e il giovane,
analisi della bontà della vita”. In- de domanda riguardo alla verità”. purché sia fondato sull’autorevolez-
somma, il problema educativo non Una scuola che si limitasse a tra- za.
riguarda solo i giovani, ma in primis smettere delle conoscenze, tradireb-
gli adulti. Il venir meno di un oriz-
zonte di valori condivisi, la difficol-
be il suo compito volto alla crescita
globale della persona. Anche la co-
LE RESPONSABILITÀ
tà di credere ancora nella verità e nel munità cristiana è chiamata a rinno- Papa Ratzinger richiama, infine,
bene, non colpisce solo i figli e gli vare il suo impegno, consapevole con forza “la responsabilità che noi
alunni, ma i padri e i maestri, che che nulla può sostituire il rapporto condividiamo insieme, come cittadi-
non riescono più ad essere tali.
ni di una stessa nazione e come
Dietro l’apparente disinvol-
membri della famiglia umana e, se
tura dei ragazzi e dei gio-
siamo credenti, come figli di un uni-
co Dio e membri della Chiesa”. Di
fatto, le idee, gli stili di vita, le leggi,
Solo la famiglia
gli orientamenti complessivi della
può dare
un clima
di autentico
amore.
società in cui viviamo, “esercitano
un grande influsso sulla formazione
delle nuove generazioni per il bene,
ma spesso anche per il male”. La so-
cietà però, afferma Benedetto XVI –
“non è un’astrazione; siamo noi
stessi, tutti insieme”. Dunque “c’è
bisogno del contributo di ognuno
perché la società diventi un ambiente
più favorevole all’educazione”.
(Continua)
BS GIUGNO 2008

2.4 Page 14

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ANNO PAOLINO
Il 28 Benedetto XVI proclamerà l’Anno di
12 SIMILARITÀ di Michele Ferrero
PER UN RAFFRONTO
Nel 1857 Don Bosco
scrisse una “Vita di
S. Paolo Apostolo
dottore delle genti”,
dove raccontava ai
lettori la vita del grande
evangelizzatore.
Senza volerlo descriveva
anche se stesso: molte
14
le caratteristiche
in comune.
Ne scelgo dodici.
In questa stupenda chiesa di “San Paolo Fuori le Mura”, a Roma il 28 giugno
papa Benedetto XVI indirà l’Anno Paolino.
1 Cristo risorto come fonda-
mento dell’imperativo mora-
le. Per me vivere è Cristo”, “Non
sono io che vivo, è Cristo che vive
in me”, dice Paolo. “Non mise ma-
no a impresa che non avesse di mi-
ra la gloria di Dio e la salvezza
della gioventù”. “Il sistema pre-
ventivo si basa tutto sulla carità”:
questo è Don Bosco. Per tutti e
due l’unica motivazione dell’agire
morale è la presenza viva del Cri-
sto risorto nella storia. Non la pau-
ra di castighi, non la conformità
sociale, non le leggi esterne, non
gli ideali platonici…
2 La distinzione “buono”/“cat-
tivo” invece di “sacro”/ “profa-
no”. Paolo l’ex fariseo divenuto
cristiano capì che ciò che conta
nella vita è fare la volontà di Dio.
GIUGNO 2008 BS
Cuore del dovere cristiano sono le
dieci leggi. Dio ha parlato, anzi ha
scritto: a noi obbedire, non con ri-
tuali ma con la vita. Don Bosco
non si stancava di ripetere: “Basta
che non facciate peccati”. Ogni
azione umana o è come Dio la vuole
o ne è difforme, cioè o è buona, o è
cattiva. Non c’è una terza possibili-
tà. Giocare a pallone può essere
buono, senza essere “sacro”. Canta-
re, suonare, correre, saltare: tutto è
buono, anche se non “sacro”. In una
parrocchia due catechiste litigarono
fin quasi ad odiarsi per divergenze
su come organizzare… una “pre-
ghiera di Riconciliazione”! Sacro o
profano? Don Bosco insegnava che
la Chiesa ha molto da dire alla so-
cietà civile, perché il Vangelo non
divide le azioni in sacre e profane,
ma in buone o cattive.
3 Un forte senso del male e
del peccato. Per Paolo il peccato
è una realtà innegabile e terribile da
cui solo Cristo ci salva. Quando de-
scrive il peccato lo associa sempre
alla morte, di cui è causa. Egli ha la
chiara visione di un mondo dove
tutti, senza eccezioni, sono peccato-
ri e nessuno può salvarsi da sé. Per
Don Bosco il peccato era un nemico
da combattere con la forza di due
sacramenti, confessione e comunio-
ne. Paolo e Don Bosco non hanno
paura di chiamare per nome il male:
peccato, diavolo, satana, tentatore.
4 L’amicizia tra il maestro e
l’allievo. La lettera di Paolo a File-
mone è piena di espressioni di sin-
cera amicizia. Più volte Paolo parla
con le lacrime agli occhi riferendosi
ad amici lontani, o ai quali deve da-

2.5 Page 15

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San Paolo, durante una celebrazione ecumenica.
re un addio. Rimproverando i Co- necessariamente accettare tutto e la
rinzi, non si appella alla propria au- libertà non può diventare una scusa
torità e li supplica in nome del- per la licenziosità. Don Bosco ha in
l’amicizia. Don Bosco nel suo in- comune con Paolo questa continua
contro con lo sconosciuto Bartolo- insistenza sulla purezza “regina del-
meo Garelli, lo presenta al sacresta- le virtù”. Con la purezza non si
no come “un amico”. Le sue espres- scherza. La nostra fede determina
sioni più frequenti erano: “Siamo una trasformazione totale nei com-
amici”; “Vuoi essere amico di Don portamenti, un modo nuovo di vive-
Bosco?”; “Saremo sempre amici”. re i rapporti interpersonali, nel ri-
spetto, nella modestia, nella purezza
5 L’imitazione come metodo di parole, opere, pensieri e siti web
educativo. Paolo invita i destinatari visitati.
della sua lettera a “farsi suoi imitato-
Il magnifico dipinto della
ri”, a ripetere quello che hanno udito 7 Gioia e speranza in ogni cir-
e veduto in lui, a prenderlo come costanza. “Siate sempre allegri”;
modello. Potrebbe suonare presun- “gioite”; “siate lieti”. Paolo lo dà
“Conversione di San Paolo”,
di Michelangelo Merisi,
il Caravaggio (1571-1610),
conservato nella cappella Cerasi
tuoso, ma la verità è che egli a sua come un comando e lo descrive co-
di Santa Maria del Popolo a Roma.
volta cerca di imitare Cristo. Anche me una realtà. Il Signore è vicino,
Don Bosco ripeteva che i salesiani questa è la fonte della vera gioia. Le
dovevano semplicemente ripetere lettere di Paolo scoppiano di ottimi- ra in Paolo fu sempre vinta dalla fe-
quello che avevano visto a Valdocco. smo e gioia, di speranza e letizia. de. Come in Don Bosco. Nelle diffi-
Per molti l’imitazione rigorosa di Don Bosco è il santo dell’allegria, coltà né poche né di poco conto
Don Bosco è stata strada maestra per l’educatore dal quale Domenico Sa- sempre trovò sostegno nel “signore
raggiungere i cuori dei ragazzi.
vio imparò che la santità consiste degli eserciti”. “Coraggio” è una
nello stare molto allegri, il prete che delle espressioni che ripetevano più
6 La purezza, virtù necessaria non sopportava i musoni.
spesso i suoi salesiani.
15
per ogni cristiano. Paolo vi insi-
ste a tal punto che qualche critico 8 Laboriosità e temperanza. 10 Fiducia nei giovani. Paolo
l’ha definita “un’ossessione”. In real- Paolo si sedeva solo per scrivere scrive a Timoteo “Nessuno disprez-
tà era la perfetta consapevolezza lettere. Altrimenti, era sempre in zi la tua giovane età”. Un giorno
che tutto l’uomo è stato redento, viaggio, in movimento per il Vange- qualcuno disse a Don Bosco che al-
corpo e anima, e tutto gli appartie- lo. Nel tempo libero lavorava come cuni dei suoi direttori e insegnanti
ne. Nella I lettera ai Corinzi c’è an- tessitore di tende per guadagnarsi il erano troppo giovani. “Questo è
che un richiamo esplicito a quella
comunità cristiana orgogliosa di es-
sere così liberale da poter tollerare
ogni comportamento sessuale negli
pane, egli che poi spendeva le sue
energie a fare collette per gli altri.
Era pronto a sopportare ogni cosa in
Colui che gli dava la forza. Lo stes-
certamente un difetto – rispose il
santo – che il tempo provvederà a
rimediare”.
altri: essere liberali non significa
so si può dire di Don Bosco.
Un’operosità instancabile, un
moto continuo, un pressante
invito al lavoro assiduo, alla
vita semplice, alla fatica co-
me unica carriera di cui un
salesiano dovrebbe vantarsi.
11 Zelo missionario. Raggiungere
tutti, portare a tutti il messaggio cri-
stiano. Per Paolo la sua vita non
aveva altro senso che questa missio-
ne. “Fino ai confini della terra”. Don
Bosco andò in missione attraverso i
suoi salesiani. Anch’egli volle rag-
9 Coraggio di fronte al-
le avversità. Paolo elenca
nella II lettera ai Corinzi tut-
giungere il mondo intero. “Tanti
giovani ci aspettano, in tutto il mon-
do. Li vedo”, ripeteva ai suoi.
te le sue avventure e disav-
venture: ostilità, rischi, feri-
te, umiliazioni, difficoltà.
Aveva tanti nemici e affron-
tò tanti pericoli. Ma la pau-
12 Scrivere lettere. Di Paolo ce ne
rimangono poco più di una dozzina,
ma dicono gli esperti che ne scrisse
di più. La qualità supplisce alla quan-
tità. Paolo scriveva lettere perché vo-
leva comunicare con il mondo intero
in un’epoca in cui i viaggi erano dif-
“Noi facciamo consistere
la santità nello stare molto
allegri”. (Dipinto del pittore
ficili. È vero anche per Don Bosco:
quante lettere! Bene seminato dalla
maltese Camilleri Cauchi). fatica della carta e della penna. ٗ
BS GIUGNO 2008

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
ROMA, PISANA
gione Europa Ovest, nuovo
eletto; don Basañes Guiller-
IL NUOVO
CONSIGLIO
GENERALE
DEI SALESIANI
mo Luis, statunitense, con-
sigliere generale per la re-
gione Africa-Madagascar,
nuovo eletto; don Marian
Stempel, segretario genera-
Il XXVI Capitolo Generale
le. Per i prossimi sei anni sa-
dei salesiani tenutosi a Roma
ranno loro ad animare la
dal 23 febbraio al 12 marzo
congregazione salesiana,
scorso ha eletto il nuovo
guidandola verso le mete
consiglio generale che ani-
che lo stesso capitolo gene-
merà per i prossimi sei anni
rale ha programmato per il
la congregazione di Don Bo-
suo futuro. I 232 delegati,
sco. Eccoli nella foto. Ne
provenient i dai 5 continenti,
pubblichiamo nome e incari-
hanno affrontato il tema “Da
co. Dal centro verso sinistra: fan Turanský, slovacco, eletto; don Núñez Moreno mihi animas, cetera tolle
don Pascual Chávez Villa- consigliere generale per la José Miguel, spagnolo, con- dammi le anime e tieniti pu-
nueva, rettor maggiore, con- regione Europa Nord, nuovo sigliere generale per la re- re il resto –.
fermato; don Adriano Bre-
golin, vicario, confermato;
don Fabio Attard, maltese,
consigliere per la pastorale
giovanile, nuovo eletto; don
BREVISSIME DAL MONDO
16
Václav Klement, della Re-
pubblica Ceca (già consi-
gliere regionale per l’Asia
Est-Oceania), consigliere per
le missioni, nuova nomina;
don Kanaga Maria Aro-
kiam, indiano, consigliere
generale per la regione Asia
Sud, nuovo eletto. Dal cen-
tro verso destra: don Fran-
cesco Cereda, consigliere
per la formazione, conferma-
to; don Filiberto González
Plasencia, messicano, consi-
gliere per la comunicazione
sociale, nuovo eletto; dott.
Claudio Marangio, econo-
mo generale, nuovo eletto
ZEVIO, ITALIA. Per la
prima volta in Italia e, a
quanto se ne sa, nel mon-
do, un Comune, quello di
Zevio nel veronese, 14 mi-
la abitanti circa, ha confe-
rito una delega di “Asses-
sore alla vita nascente”. Si
tratta di una novità asso-
luta, voluta e firmata dal
sindaco e affidata a una
signora già sindaco dello
stesso comune e attual-
mente assessore provincia-
le in carica.
ROMA, ITALIA. Il Con-
sultorio del centro “La
che non cattolici, hanno
espresso su Benedetto XVI
un’idea positiva e molto
positiva; il 63% considera
altrettanto positivamente
la Chiesa Cattolica di cui
il Pontefice è capo; il 70%
vorrebbe ascoltare, e non
solo per curiosità, le sue
parole; il 64% apprezza i
suoi consigli…
ROMA, ITALIA. La Curia
dell’ordine carmelitano ha
comunicato che il “Defini-
torio Generale” ha proce-
duto alla aggregazione di
due congregazioni di ispi-
portato da 49 a 100 i rap-
porti diplomatici. La mis-
sione dell’Ordine oggi è of-
frire assistenza con ospe-
dali, ambulatori, fondazio-
ni, interventi, iniziative, là
dove più acuto è il biso-
gno. 12000 i membri del-
l’Ordine e 80 mila i volon-
tari permanenti.
ATENE. L’8 febbraio scor-
so è stato eletto arcivesco-
vo di Atene e degli Orto-
dossi Greci il metropolita
Girolamo di Tebe che so-
stituisce il defunto Chri-
stodoulos morto il 27 gen-
(si tratta del primo salesiano Famiglia”, fondato nel razione carmelitana. Una, naio u.s. a 69 anni. Gli or-
laico eletto a questa carica,
rompendo una tradizione che
persisteva dai tempi di Don
Bosco); don Ortiz González
Esteban Antonio, ecuadore-
ño, consigliere generale per
1968 dal padre Luciano
Cupia degli Oblati di Ma-
ria, compie 40 anni. È
una realtà vitale attorno a
cui ruotano 45 addetti tra
consulenti familiari ed
nata in Messico nel 1986,
ha il carisma della cura
dei bambini orfani e degli
anziani affetti da malattie
contagiose (sono poco più
di 300 religiose in 23 case).
todossi delle varie chiese
(greca, russa, serba, rume-
na, ecc.) sono complessi-
vamente circa 250 milioni.
PALMA DE MALLORCA.
la regione Interamerica, con- etici, psicologi, psicotera- L’altra, nata in India nel Eduardo Bonnin Aquiló
fermato. Seconda fila, da si- peuti, assistenti sociali, 1953, ha il carisma di in- dei fondatori dei Cursillos
nistra verso destra: don medici, ecc. per consulen- carnare la presenza di Cri- de Cristianidad è morto il
Francesco Maraccani, pro-
curatore generale; don An-
drei Wong, consigliere ge-
za, training autogeno, sto nel mondo (144 profes- 6 febbraio a 91 anni. I cur-
corsi di formazione, ado- se in 21 case).
sillos sono un’associazione
zioni… Una mole di servi-
di laici che intendono vi-
nerale per la regione Asia zi che lo hanno reso pre- ROMA. Il 7 febbraio u.s. è vere integralmente e an-
Est-Oceania, nuovo eletto; stigioso.
morto il 78° Gran Maestro nunciare il Vangelo con
don Pierfausto Frisoli, con-
del Sovrano Militare Ordi- azioni personali e comuni-
sigliere generale per la re- WASHINGTON, USA. ne di Malta, frà Andrew tarie. Sono presenti ormai
gione Italia-Medio Oriente, Interessante un’indagine Bertie. Aveva 79 anni. Era in tutti i cinque i continen-
confermato; don Natale Vi- americana sul Papa, fatta a capo dei Cavalieri dall’8 ti, in più di 60 Nazioni. I
tali, consigliere generale per prima della sua visita. Il aprile 1988, parlava per- cursillos sono nati a Palma
la regione America Cono 58% degli intervistati, an- fettamente 5 lingue. Ha di Mallorca il 7/1/1949.
Sud, nuovo eletto; don Šte-
GIUGNO 2008 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
CASELLE TORINESE,
ITALIA
L’Associazione “Don Bo-
sco Caselle” ha organiz-
zato presso la chiesa del-
la “Confraternita dei Bat-
tuti” una mostra dal titolo
Alberto Marvelli: il cam-
mino spirituale di un laico
cattolico”, sulla figura del
giovane exallievo salesia-
no di Rimini. La mostra in
15 pannelli e un video/do-
cumentario presentava
Alberto come modello di
una vita spesa senza ri-
sparmio a favore della so-
cietà civile e della Chiesa,
come testimoniano i due
francobolli.
GIZO, ISOLE SALOMON
Lo tsunami del 1° aprile
2004 ha distrutto tra le al-
tre cose (e case!) anche
la cattedrale dell’allora
appena nominato vesco-
vo monsignor Luciano
Capelli. In attesa della ri-
costruzione del tempio,
alcuni volontari hanno
preparato per il vescovo
una cattedrale (!) provvi-
soria. E monsignore li ha
ricompensati con una gita
nella splendida isola Ken-
nedy, non abitata ma for-
se proprio per questo un
vero paradiso.
17
CLUSONE, ITALIA
Se non è da guinness dei
primati poco ci manca.
Ecco la famiglia Pisoni
con papà Enrico, mamma
Maria e sei delle nove fi-
glie. Nell’ordine: sr. Giu-
seppina, sr. Teresa, sr.
Vincenzina, sr. Vittorina,
sr. Enrica, e infine sr. Lu-
cia, unica superstite che
vive nella Casa di riposo
delle FMA a Clusone di
Bergamo. Le altre tre fi-
glie dei coniugi Pisoni so-
no Daria, Massimina e
Carla. Una famiglia bene-
detta da Dio.
BAKU, AZERBAIGIAN
Lo scorso marzo il segre-
tario di Stato cardinal
Bertone ha visitato Baku,
accolto dal Governo, e
dai rappresentanti delle
principali religioni pre-
senti nel Paese. L’extra
della visita è stato tutto
salesiano: il cardinale ha
voluto incontrare i giovani
della parrocchia tenuta
dai Figli di Don Bosco,
con loro ha colloquiato,
scherzato e pregato. “È
stato un incontro da non
dimenticare”, ha asserito
qualcuno.
CATANIA, SICILIA
Madre Antonia Colombo
ha concluso a Catania le
celebrazioni del centena-
rio dalla morte della beata
Maddalena Morano. L’in-
tervista alla Superiora
Generale delle FMA è
stata fatta da Radioforyou
nella rubrica “L’angolo
della Camomilla”, tenuta
dai ragazzi degli oratori di
Palermo, Canicattì e Ca-
tania, e che riesce a met-
tere in comunicazione i
giovani di tutta Italia. Per
saperne di più www.ra-
dioforyou.pcn.net.
CITTÀ DEL VATICANO
Il gesto dell’exallievo Mag-
di Allam, vicedirettore del
Corriere della Sera, ha
sorpreso molti, sconcerta-
to altri e indignato qualcu-
no. Il suo essersi fatto bat-
tezzare dal Papa ha voluto
essere un messaggio: oc-
corre non nascondersi,
non essere pavidi, né ri-
nunciare alla propria liber-
tà, nonostante i pericoli e
le minacce di chi vorrebbe
incatenare anche le co-
scienze. Il dottor Allam è
un esempio per i troppi cri-
stiani “all’acqua di rose”…
BS GIUGNO 2008

2.8 Page 18

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VIAGGI
UN DESIERTO di Giancarlo Manieri
MUY ABUNDANTE
L’aquila
e la calandria.
18 Un deserto affatto
deserto ma anzi ricco...
di ogni ben di Dio!
Una natura lussureggiante sulle rive dei fiumi.
La nostra regione “es un desier-
to muy rico, muy abundante”.
Così Ñancufil. Così anche
l’anziano Kalfú che incontrai
nella sua casetta sul lago Rosario, il
quale tra un mate e l’altro narrò con
enfasi i prodigi della sua terra. A co-
minciare dalla ricchezza del clima,
que hay: árido de estepa, árido pa-
tagonico, frío y húmedo, andino”.
Ogni tipo ha i suoi vantaggi e i suoi
svantaggi. Ho chiesto quali potesse-
ro essere i vantaggi e la risposta fu
telegrafica: “Las riquezas del sub-
suelo y del sobresuelo!”. La Patago-
nia, a dispetto della sua pampa step-
posa, della sua meseta arida, della
sua cordillera gelida è un forziere
che custodisce tesori incredibili.
LA FLORA
La vegetazione della parte arida
comprende piante che resistono a
una siccità prolungata, come arbusti
spinosi dagli strani nomi che arriva-
GIUGNO 2008 BS
no anche a tre metri di altezza e
piante isolate. Gli alberi crescono
solo in luoghi riparati lungo i cana-
loni umidi e sulle rive dei fiumi e
dei laghi, dove la vegetazione, ali-
mentata dall’acqua, cresce rigoglio-
sa e crea ottimi pascoli. Boschi di
cipressi, araucacarie, alerce, algar-
robo, ecc. ornano e coprono la base
pedecordillerana. Vistosi i fiori. Al-
cuni come la mutisia sono protago-
nisti di delicate leggende. Si narra
La mutisia degli amanti (a.b.).
di due innamorati – l’amore supera
la barriera dell’odio – figli di caci-
que nemici, che una notte fuggono
insieme. Li accompagna lo stridio
di una civetta. E proprio quel lugu-
bre singhiozzo permette al padre di
lei di individuarli, riprenderli, giudi-
carli e condannarli. A morte. Alcuni
giovani eseguono la sentenza e ab-
bandonano i corpi maciullati dei
due amanti nella pampa. La mattina
seguente le povere carcasse erano
sparite; al loro posto un grande fiore
sconosciuto, rosso come il sangue
dei due martiri, la mutisia appunto,
con i petali come gocce di sangue e
le foglie a forma di lance... quelle
che uccisero i due spasimanti.
LA FAUNA
Varia e non comune anche la fauna.
Quella terrestre è composta da ani-
mali in genere ottimi corridori per
sfuggire ai predatori. Ed ecco la mara
(lepre della Patagonia) che comunica

2.9 Page 19

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I lobo marini di La Roca.
Ñandú, o struzzo
della Patagonia.
Guanaco.
IL SOTTOSUOLO
avevano assicurato – la compagnia di
Benetton ha intentato causa, vincen-
con i suoi simili attraverso segnali Altrettanto ricco è il sottosuolo dola e riprendendosi la terra che Ati-
acustici; il guanaco che assomiglia al patagonico che offre alla curiosità e lio Curiñanco e sua moglie avevano
lama e vive in gruppi guidati da un all’avidità dell’uomo innumerevoli recintato, lavorato, irrigato, seminato.
maschio dominante; il ñandú, una minerali con pietre di inimmagina- Vinta la causa, tuttavia, la compagnia
specie di struzzo che si mimetizza bile bellezza. L’acquamarina, per italiana non ha vinto la guerra, perché
con la vegetazione della steppa, non esempio, o il caledonio, la fluorite, ha riacceso rivendicazioni e tensioni
vola ma corre velocissimo. Nei bo- il quarzo, l’ametista, l’agata, l’am- mai del tutto sopite. La diatriba, pare,
schi andini vive il pudú, il più piccolo bra, la fluorite... Ma il subsuelo, il finirà in Parlamento. Ma la “Compa-
cervo del mondo. Nei luoghi più sottosuolo è anche imbottito di “oro ñía de la Tierra” non è sola a fare in-
inaccessibili abita il puma. La fauna nero”, il petrolio non ancora com- cetta di terreni, molte, troppe compa-
acquatica schiera in prima fila i lobo
marini che ho visto crogiolarsi pigra-
piutamente sfruttato che è un’altra
fonte di ricchezza. Fanno seguito
gnie straniere s’impossessano con po-
co denaro di ciò che appartiene a un
19
mente al sole sulla spiaggia di La Ro- gas e carbone. Non solo. Si estrag- popolo che ancora non si rende conto
ca. Meglio non avvicinarsi: emanano gono oro, argento, platino, piombo, della ricchezza che possiede.
un fetore peggiore di quello delle alluminio, tungsteno. Ci sarebbe
puzzole, ma sono innocui. La Patago-
nia ospita ancora pinguini, cormo-
molto, ancora, da dire, tanto che il
famoso aneddoto che racconta come
E CEFERINO?
rani, cigni dal collo nero, martin pe- Dio, distribuendo i suoi doni alle I miei mentori erano prodighi di
scatori, ecc. e una varietà sorpren- varie regioni della terra, arrivato in notizie che regolarmente registravo
dente di pesci. Sulla fauna celeste re- Patagonia fosse prodigo come non nel taccuino: volevo rendermi conto
gna regina l’aquila che nidifica sulle mai, disseminando in quella terra un di tutto. Volevo soprattutto avere
colossali guglie di montagne roccio- po’ di tutto, sembra più una realtà l’idea della terra del piccolo mapuche
se. L’accompagna il condor, pulitore che un sogno, o una favola.
che visse tra Chimpay e San Ignacio,
di carcasse, utilissimo in natura. Le
in una zona ricca di acqua, di coiro-
grandi estensioni della pampa ospita- CONTROVERSIE
no sterminate mandrie di pecore, ca-
ne, colapiche, jarilla, vegetazione del
deserto e foraggio di mucche, cavalli,
pre e mucche. Quante sono? Tante, se Detto questo si capisce anche per- guanaco, ñandú e quant’altro. Mole-
nel 2000 le intense nevicate fuori sta- ché non pochi mapuche si siano stato, come tutti i suoi fratelli, da
gione hanno provocato la morte di un schierati contro la “Compañía de la estati caldissime e inverni freddissi-
milione di ovini.
Tierra” dei Benetton. “Perché?”, chie- mi, della sua terra conosceva ogni
si al padre Santilli, mio accompagna- zolla, ogni animale, ogni pianta, ogni
tore. “Comprare quasi un milione di fiore, ogni rivolo... Nessuno del resto
ettari di suolo significa comprare tut- poteva permettersi di crescere in una
to quel che c’è sopra e tutto quel che zona come quella, senza conoscere a
c’è sotto. “Spiegati meglio!”. “Sopra menadito il territorio. Certo non im-
significa 15mila bovini, 250mila pe- maginava, Ceferino, le tante ricchez-
core, un milione e 300mila chili di la- ze che sono state scoperte in seguito.
na ogni anno, fonti d’acqua, ecc. ecc. Non sapeva che cosa fosse il petrolio
E sotto… Chi lo sa? Ma certo non o il carbone, il gas o le pietre fossili,
sono bruscoline! È terra mapuche e i o... i tessuti Benetton! Sapeva e met-
mapuche mordono il freno”. Così teva in pratica quello che un buon
seppi che allorquando due di loro oc- mapuche doveva sapere e fare. Preci-
cuparono 500 ettari perché convinti samente qui comincia la sua avventu-
Cigni dal collo nero.
che fosse terra demaniale – glielo ra verso la santità.
ٗ
BS GIUGNO 2008

2.10 Page 20

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EVENTI
EDUCARE?
I tempi che corrono
esigono sempre più
È UNA SCIENZA!
attenzione da parte di
genitori, insegnanti ed
educatori al problema
di Giuseppe Morante
dell’educazione. Li aiuta
oggi anche il Dizionario
di Scienze
>> Prof, quali le maggiori novità migliaio di voci che il nuovo volu- dell’Educazione (1977)
di questa seconda edizione del di- me contiene?
che quest’anno è uscito
zionario di scienze dell’educazio-
ne, che pare abbia avuto una buo-
Agli studenti di scienze dell’edu-
cazione, ovviamente, ma data l’at-
in edizione rinnovata e
na accoglienza?
L’impegno di revisione e aggior-
tuale emergenza educativa il dizio-
nario può costituire un utilissimo
aggiornata. Abbiamo
namento ha comportato l’inseri- strumento di lavoro e di consultazio- intervistato uno degli
mento di nuove voci (78 in totale) di
particolare rilevanza nel clima cul-
ne anche per tutte le persone che a
livelli e in contesti diversi si interes-
autori, il prof. José
turale attuale, (per esempio: bulli- sano ai problemi educativi e scola- Manuel Prellezo.
smo, dipendenza da internet, edu- stici (educatori e genitori, insegnan-
cazione di genere, mediatore inter- ti, giornalisti, politici, sindacalisti).
culturale, relativismo etico...). Altre >> E i giovani? Il cd-rom allegato
20 operazioni sono la rilettura di tutti i può servire loro, anche se non so-
testi; la rielaborazione di alcuni; no studenti di Scienze dell’Educa- Maria Mazzarello, Cerruti, Da Sil-
l’aggiornamento della bibliografia. zione…?
va, Calonghi, tra gli altri).
>> A chi hanno pensato i quasi Me lo auguro. È davvero auspica- >> Come curatore di un volume
200 collaboratori nel redigere il bile che attraverso una consultazio- complesso com’è questo diziona-
ne off line il dizionario possa rio, quali sono state le principali
diventare per i giovani uno difficoltà incontrate? Come le ha
stimolo allo studio di temi e superate?
fatti nei quali essi sono prota- Il lavoro non avrebbe visto la luce
gonisti. È anche in costruzio- senza la collaborazione di molti.
ne un sito Internet.
Come coordinatore, ho trovato una
>> Ovviamente, non può generosa disponibilità. Dalla espe-
non essere utile per la Fa- rienza della prima edizione sapevo
miglia Salesiana…
che bisognava mettere in preventivo
Ovviamente! Tutti i talune difficoltà “classiche”: ritardi,
membri possono trovare incoerenze o lacune nell’apparato
nel grosso volume un’am- tecnico, testi troppo lunghi... Il su-
pia e variegata problemati- peramento di quest’ultimo problema
ca pedagogica ed educati- si è dimostrato particolarmente la-
va, nella quale il pensiero borioso e ha comportato insistenze,
e l’opera di Don Bosco e dialogo e qualche compromesso.
la tradizione educativa sa- >> C’è una presentazione del Ret-
lesiana hanno un necessa- tor Maggiore dei salesiani… E il
rio e illuminante quadro Papa?
di riferimento. D’altra Benedetto XVI è particolarmente
parte, sono di particolare attento e sensibile ai problemi al-
interesse non poche voci l’educazione, lo ha dimostrato pa-
specifiche (amorevolez- recchie volte, tra l’altro con la lette-
za, Figlie di Maria Ausi- ra ai parroci di Roma e con il suo
liatrice, prevenzione, si- messaggio ai membri del Capitolo
stema preventivo, sale- Generale XXVI dei salesiani che si
siani) e autori della “Fa- è svolto nei mesi di marzo e aprile
miglia” (Don Bosco, scorsi.
ٗ
GIUGNO 2008 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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IN MEMORIA…
di Enrico dal Covolo
Ex-rettore del Pontifico
>> Figura ieratica, austera,
nobile nel tratto, l’incedere da
Ateneo Salesiano,
studioso… Le molteplici attività
ex-preside del
che hanno caratterizzato la sua
operosa esistenza, sempre densa
Pontificium Institutum
di incarichi e responsabilità,
Altioris Latinitatis,
non lo hanno sottratto allo stu-
dio e lo confermano le sue nu-
ex-consultore di
Congregazioni
merose pubblicazioni, tra le
quali è doveroso ricordare i
poderosi volumi delle due col-
Romane, ex-perito
di tre commissioni del
lane da lui fondate e dirette:
Studia Gratiana” e “Studia et
Textus Historiae Iuris Canoni-
Concilio Vaticano II,
ex-prefetto della
ci”. Ha ricevuto tre lauree Ho-
noris Causa nelle università
di Monaco di Baviera, In-
Biblioteca Apostolica
sbruk e Salisburgo.
Venne creato cardinale da
21
Vaticana, il 12
Giovanni Paolo II il 25 maggio presente”. Era convinto che di con-
dicembre 2007 è morto
1985. Scelse come motto “Omnia et trarietà e sfide è fatta la vita degli
in omnibus Christus”. In effetti alla uomini, cristiani compresi, e con
il cardinale salesiano
base della sua attività – lo attesta lui queste realtà occorre giornalmente
Alfonso Maria Stickler
stesso – “c’è sempre stato l’ideale misurarsi.
della fede e della vita cristiana […] Era un uomo “robusto nella fede e
a 97 anni di età.
Tutti i miei sforzi e i miei studi sono nella sua vita religiosa, che seppe
serviti ad approfondire soprattutto coniugare grandi responsabilità e
il sapere religioso”. L’ultimo cano- grandi orizzonti a uno stile di vita
nista degno di questo nome, hanno semplice che non disdegnava il la-
detto di lui, che non disdegnava, voro concreto e gli impegni della vi-
L o stesso papa Benedetto ha
voluto presiedere la messa
esequiale del cardinale Alfons
Maria Stickler, morto quasi
centenario (classe 1910). “Un’esi-
stenza, ha detto il Pontefice, spesa
totalmente dapprima nell’insegna-
mento, poi nel servizio alla Santa
Sede”. Le tappe della sua prepara-
zione culturale furono
Austria, Germania e Ita-
lia. L’ultima consistente
parte della sua lunga vita
il cardinale l’ha vissuta
stante la sua grande conoscenza del-
la lingua ufficiale della Chiesa, il la-
tino, di celebrare spesso in quella
lingua secondo l’antico rito.
Ma egli non dimenticò mai di es-
sere un figlio di Don Bosco e di se-
guire gli ideali del fondatore.
>> Giurista d’eccezione, attaccato
alla tradizione, era anche
un uomo pratico che sa-
peva leggere la realtà,
anche quella della Chie-
sa, senza farsi illusioni.
ta quotidiana”. Così ha detto il Ret-
tor Maggiore dei salesiani dopo
aver appreso la notizia della sua
morte.
>> Sua Eminenza Stickler, nato a
Neunkirchen, nell’arcidiocesi di
Vienna, il 23 agosto 1910, secondo
di dodici figli, ha chiuso il suo te-
stamento spirituale con tre verbi al-
l’indicativo presente che sono un
progetto di vita, quasi a voler rassi-
curare che con quelle tracce era
vissuto, quelle strade aveva percor-
in Vaticano, abitando nel
Pur fondata da Cristo, re- so. Tre verbi nobili, che costitui-
Palazzo del Santo Uffi-
sta fatta di uomini e per- scono un programma formidabile
cio, abbastanza vicino
ciò soggetta alla “debo- non solo per un ecclesiastico, ma
fere proximum”, come
lezza qualche volta per tutti coloro che hanno il corag-
ha detto il Papa, al-
scandalosa di noi suoi gio di essere cristiani e figli della
l’abitazione dell’allora
rappresentanti e mem- Chiesa fino in fondo: “CREDO,
cardinale Ratzinger.
bri, nel passato e nel SPERO, AMO”.
ٗ
BS GIUGNO 2008

3.2 Page 22

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LAIEGTTEIORAVANI apLerpotavtoretcraiaret“omdraoialdlaaeriraegtaioaltvmaàendni.e.t.ief”atti
La mia
risposta è no!
Elogio del sì
Devo andare in prestito del titolo di un saggio di Il presente non è un inferno,
Lagerkvist Pär:
il futuro non è una minaccia,
“La mia parola è no” per capire
il passato non è una colpa.
la tua sofferta contestazione
Non perdere la strada di casa,
verso tutto e tutti.
conosci la direzione giusta.
No, a parenti, no ad amici, no alla moglie,
Sì, sono ancora tuoi
no a … Che sta succedendo?
i fiori di primavera,
Hai smesso di chiedere aiuto,
il cielo d’estate,
di fare due chiacchiere.
il canto degli uccelli,
Vivi in assenza di gravità.
la figlia nelle tue braccia
Non sai dove appoggiare i piedi.
a giocare con le foglie di autunno.
Tutto è sbagliato,
Le stelle non sono a portata di mano,
tutti sbagliano nei tuoi confronti.
ma i tuoi occhi
22 Le stelle ce l’hanno con te.
guardano ancora in alto.
Il cielo è contro di te.
Per chi cammini, ti agiti, ridi?
Il tempo non tiene conto di te.
Se rispondi
La vita viene avanti senza di te.
hai trovato la voglia di parlare,
Se hai deciso di allontanarti da tutti è perché c’è vivere, telefonare.
tanta nostalgia di compagnia,
Di chi hai paura?
di rinnovato amore.
Prima di dirlo allontanati dalla tristezza
Se hai deciso di dimenticarti
e mi dirai,
di tanti volti,
pensando all’amore della tua vita.
di tanti ricordi
Non vedo intorno a me
è perché non vuoi continuare
che te intorno a me.
a vivere in un deserto affettivo.
Tu conosci la collera,
Non sono appassiti i fiori
ma anche l’amore.
che portavi al tuo rientro in casa
Tu conosci la paura,
per festeggiare ricorrenze ed affetti.
ma anche la nostalgia.
Non puoi rubare la notte
a chi ti vuol bene.
Carlo Terraneo
Non ti sei mai chiesto:
Dove si nasconde il vento
in caso di bonaccia?
Dove si ritira la tempesta
nei giorni di sole?
Dove va a finire il terremoto
in tempi di calma?
In te – rispondo.
E questo in andata e ritorno.
Se stai vivendo una bufera,
una tempesta, uno tsunami,
è altrettanto vero che in te puoi ritrovare
bonaccia, sole, pace.
GIUGNO 2008 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO ILlatesautarovagliiodvitaàniflue
è stato
canone
readcuccoamtiavnodaantochdeapi epriùi
grandi
grandi
eedduuccaattoorrii.del
passato.
UN TEATRO EDUCATIVO
di Michele Novelli
Per Don Bosco non esisteva un “teatro per il teatro”: o era educativo
o “non era”! I riflettori erano puntati sui giovani o giovanissimi attori;
insomma non si recitava tanto “per il pubblico” quanto piuttosto
per gli stessi attori, per la loro formazione. Ecco perché risultava
indispensabile la presenza dell’educatore.
23
BS GIUGNO 2008

3.4 Page 24

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Le foto del presente inserto
mostrano i giovani protagonisti
nell’allestimento di una recita.
esperienze diverse e quindi
occasioni di divertimento, crescita
e maturazione. E i giovani
buttavano l’anima per offrire
il meglio di sé.
I GIOVANI AL CENTRO
La grande tentazione è porre
come scopo primario del teatro
quello di competere, fare bella
figura, soddisfare le aspettative di
genitori e animatori. Simpatico
quell’avviso parrocchiale
comparso nella bacheca di una
chiesa: “I bambini del
Catechismo sabato prossimo
rappresenteranno l’Amleto di
Grande peso culturale
ebbero le opere di
Jacques Copeau (1879-
sua azione educativa. Si trattava
di Don Bosco, e la sua fu una
novità assoluta per la società
24
1949) e di Henry Ghéon contemporanea (andavano per la
(1875-1944): la maggior parte
maggiore le tragedie di Alfieri e i
degli studiosi fanno risalire a loro melodrammi di Verdi), ma anche
le origini del Teatro educativo. Ma per quegli Istituti religiosi (gesuiti,
già mezzo secolo prima, un prete barnabiti, ecc.) che allestivano
piemontese aveva messo il Teatro spettacoli per i figli dei nobili.
Shakespeare. Siete tutti invitati
ad assistere a questa tragedia”.
In proposito Don Bosco è
chiarissimo quando scrive nel
Regolamento del Teatrino: “La
materia deve essere adattata agli
autori, cioè servire di istruzione e
di ricreazione agli allievi senza
badare agli esterni”.
in una posizione privilegiata della Don Bosco ebbe l’ardire di
mettere sul palco spazzacamini,
manovali, muratori, insomma i
suoi “ragazzi di strada” e dar loro
la possibilità di esprimersi. Un
secolo e mezzo fa i ragazzi
rispetto agli adulti erano tenuti
in grado di soggezione assai più
pesante di quanto non facciano
gli educatori più rigorosi di oggi.
Per i “suoi” ragazzi, dunque, Don
Bosco inventò quel genere di
“Teatrino” che “funzionasse” per
un obiettivo meno spettacolare,
ma più determinante: la loro
educazione. All’Oratorio, per
ogni rappresentazione
venivano coinvolti decine
e decine di giovani attori,
sostituti, musicisti, solisti,
coristi, tecnici delle scene,
costumisti, suggeritori.
In rappresentazioni
successive i ruoli venivano
scambiati per offrire ad
ognuno la possibilità di

3.5 Page 25

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siano coperti da giovani, ma è
anche indispensabile far
riferimento ad adulti competenti:
un regista, una coreografa, uno
scenografo, un musicista, un
maestro di canto. L’équipe
organizzativa formata dagli
stessi giovani coordina l’intero
allestimento.
TEATRO FATTO
PER I GIOVANI
L’unico motivo del
far teatro è quello di
giovare all’educazione
dei giovani che lo
fanno. Lo stesso Don
Quando parliamo di
Bosco, in una preziosa
“Protagonismo dei giovani” in
conversazione avuta
campo educativo, non c’è miglior con don Barberis, così
mezzo per dimostrarlo e renderlo sintetizzava i vantaggi e
concreto ed efficace che quello il valore educativo del
dell’esperienza teatrale. Educativo Teatrino: “Il Teatro, se le
non è tanto il teatro “per” quanto commedie sono ben
il teatro “dei” ragazzi e giovani, scelte, 1. È scuola di
quello da loro ideato, interpretato
e realizzato: vera educazione
moralità, di buon vivere sociale e, cattivi discorsi allontana,
talora, di santità. 2. Sviluppa assai richiamando ivi tutta l’attenzione
25
all’espressione, all’osservazione, la mente di chi recita e gli dà
e tutte le conversazioni! 5. Attira
alla libertà, possibile in un quadro disinvoltura. 3. Reca allegria ai
molti giovani nei nostri collegi,
pedagogico totalmente
giovani che vi pensano molti
perché nelle vacanze i nostri
antiautoritario, così come si va
giorni prima e molti giorni dopo. allievi raccontano ai parenti, ai
delineando nella moderna
L’allegria, svegliata da questi
compagni, agli amici l’allegria
pedagogia. I giovani debbono
teatrini, decise alcuni a fermarsi delle nostre case”. (M.B. XIII,
essere presenti in ogni fase
in congregazione. 4. È uno dei
pp. 135-136). Don Bosco ci
dell’allestimento teatrale, dalla
mezzi potentissimi per occupare stupisce per quanto miri in alto:
scelta del testo, alla fase
le menti. Quanti pensieri cattivi o teatro come scuola di santità,
realizzativa, all’organizzazione
dell’evento spettacolare.
Discussione delicata è quella
dell’attribuzione delle parti.
Anche qui crediamo che il ruolo
dell’educatore sia quello
propositivo. Si suppone che egli
conosca in maniera approfondita i
suoi giovani, nel loro cammino di
maturazione, nei loro bisogni,
nelle loro qualità, nel loro
carattere e temperamento.
Sebbene i giovani possano
appoggiarsi ad adulti disponibili
(mamme e nonne sarte, papà
carpentieri e tuttofare per le
scene, ecc.), tuttavia la
responsabilità dell’organizzazione
deve gravare sulle loro spalle.
Occorre, allora, impiantare un
organigramma in cui i vari settori

3.6 Page 26

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come veicolo vocazionale, come
calamita per iscrizioni alle nostre
opere.
E tuttavia il teatro promuove
ancora altri valori:
– fa emergere qualità che gli stessi
giovani non sanno di possedere;
– abitua a lavorare con sacrificio;
– mette gomito a gomito giovani
e adulti coinvolti nello stesso
progetto;
– è esercizio d’arte, di lingua, di
dizione, di controllo e gestione
del corpo;
– è esperienza di gioco, di attività
sociale, controllo e autocontrollo
di emozioni;
– costruisce appartenenza,
fondamentale per una crescita
identitaria di ogni giovane;
– accumula ricordi belli,
emozioni forti che
accompagneranno i giovani per
moltissimo tempo.
In teatro si diventa amici. “Se
vuoi che siano fratelli, obbligali
a costruire una torre. Ma se vuoi
26 che si odino, getta loro del
grano”, dice Antoine de Saint-
Exupéry. Messi insieme a
costruire, i ragazzi imparano
ad accettarsi, a scoprirsi, ad
inserirsi; recitando insieme sono
costretti dall’interno del loro io
ad eliminare le forze negative,
ad affrancarsi dal loro “io
ribelle” per accettare il lavoro
in e con il gruppo. Sono attutiti
anche gli aspetti negativi del
recitare, quali l’esibizionismo,
le ambizioni, le gelosie e le
discordie.
Educando il giovane al teatro
d’insieme, lo si educa alla
socialità, alla collaborazione,
al lavoro di gruppo. Non si può
recitare “insieme” se non c’è
volontà di accettazione degli altri
e un corretto orientamento della
propria aggressività. È attraverso
la drammatizzazione che il
ragazzo riesce a superare il
complesso dell’altro che ascolta
o che vede. In alcuni casi invece
viene ridimensionato: le sue
ingiuste pretese o l’individualismo
vengono disciplinate dal gruppo o
dal regista per raggiungere lo
scopo d’insieme.
GIOVANI PER I GIOVANI
Le prime rappresentazioni
teatrali nate nell’Oratorio di Don
Bosco erano frutto dello
spontaneismo creativo derivato
da episodi, fatti, avvenimenti
della vita quotidiana. “Festa” nata
dal vissuto dei giovani e quindi
pienamente goduta. Don Bosco
teneva che si operasse una
selezione tra gli spettatori,
soprattutto per non snaturare la
fisionomia tipicamente giovanile
del suo Teatrino. Gli adulti erano
accettati solo se espressamente e
personalmente invitati.
Conserviamo numerosi biglietti
di invito a manifestazioni
organizzate nell’Oratorio
(riservati a quegli adulti, ad
esempio, in grado di godere della
rappresentazione a volte recitata
in latino). I suoi invitati Don
Bosco li sceglieva solamente tra
gli amici dell’Opera, tra i suoi
benefattori, tra coloro, cioè, che
fossero addentro allo spirito del
suo Teatrino, alla vita
dell’Oratorio, e ne potessero
vivere le emozioni.
Di tempo ne è passato,
le condizioni, oggi, sono mutate,
le nostre sale/teatro si sono
ingrandite e attrezzate e quindi
è possibile ospitare un maggior
numero di spettatori.
Tuttavia, rimane il principio
voluto da Don Bosco: gli
spettacoli fatti dai giovani hanno
come destinatari privilegiati gli
altri giovani. Per noi, malati di
esibizionismo e di referenzialità,
il suo richiamo resta attuale; al
di là di genitori, parenti e amici,
invitati naturali, lo sforzo da
compiere è individuare gruppi
giovanili, sia all’interno dell’opera
sia esterni, cui offrire lo
spettacolo.
L’alto valore di questa scelta
è innanzitutto a vantaggio dei
protagonisti della
rappresentazione che si sentono,
così, propositori di messaggi nei
confronti di loro coetanei
(educare i giovani attraverso i
giovani), e in secondo luogo per
gli altri giovani spettatori che
sono stimolati all’imitazione, ma
ancor più ad accettare quei valori
che, suggeriti da adulti, li trovano
più diffidenti.
Michele Novelli
GIUGNO 2008 BS

3.7 Page 27

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BAGLIORI
serena.manoni@libero.it
MAGGIORINO
VIGOLUNGO
Ènato, Maggiorino, in un scappava qualche bisticcio, sa-
paesino delle Langhe. Un peva anche chiedere perdono e
bimbo dall’insolito nome, richiamare chi sbagliava”. Fu
ma dal temperamento energico e proprio il sacerdote a convincer-
volitivo che, muovendo i suoi lo – ottenuto il permesso dei ge-
primi passi in una famiglia di ori- nitori – a frequentare la scuola
gini contadine ma convintamene tipografica che egli aveva fon-
cristiane, cresce in salute nel fisi- dato ad Alba e che era il prelu-
co e nello spirito. Ancora in tene- dio di una nuova fondazione: la
ra età, già mostra fierezza e de- Società San Paolo.
terminazione tanto da far dire ad
alcuni che da grande Maggiorino N Ad Alba Maggiorino maturò
diventerà “o un brigante o un la sua vocazione e iniziò anche
santo”. Ma lui non aveva dubbi: la scuola media, pur continuan-
diavolo no! L’alternativa era solo do a lavorare in tipografia. Una
27
una, imboccare la strada della sera don Alberione spiega ai
santità. E quella soltanto volle suoi ragazzi il programma che
percorrere, senza compromessi. porta da tempo nel cuore: lavo-
rare per tutta la vita alla diffu-
N La svolta della sua vita co- sione del Vangelo, come san
minciò nel 1911, quando in par- Paolo, ma con un mezzo che il
rocchia arrivò un giovane prete grande apostolo non aveva, la
Maggiorino Vigolungo
(6/3/1904-27/7/1918).
trentenne, Giacomo Alberione, stampa. Maggiorino fa suo quel
che intuì le qualità eccezionali programma.
del suo piccolo parrocchiano e Interessanti e profonde sono le primavera del 1918, infatti, co-
cominciò a seguirlo senza per- riflessioni che il ragazzo annota minciò a non sentirsi bene.
derlo di vista. È lo stesso don sul suo quaderno e vale la pena Tenne tuttavia nascosta la cosa
Alberione, poi fondatore di
quella moderna congregazione
che ha come carisma la diffusio-
ne del vangelo attraverso i mez-
zi di comunicazione sociale –
che scrive: “A confessarsi da me
cominciò verso i sette anni, una
volta al mese, poi più spesso.
Tra i sette e gli otto anni prese a
frequentare spesso la Comunio-
ne… si distingueva nel prepa-
rarsi e nell’accostarsi al Signo-
re. Nel banco stava quasi immo-
bile, con lo sguardo all’altare,
riportarne alcuni passi per meglio
comprenderne il livello di cresci-
ta spirituale che procedeva a rit-
mi impressionanti: “Il mio capo è
Gesù... Non mi resta che obbedi-
re in tutto. Voglio farmi santo.
Gesù, tu solo mi basti. Chi voglio
amare se non te? Per tuo amore
voglio progredire un tantino ogni
giorno”. Lavora con metodo e
precisione in tipografia, ma si
impegna anche nello studio per-
ché aveva ormai deciso che sa-
rebbe divenuto sacerdote.
per non disturbare, e perché ri-
teneva che potesse essere un
malore passeggero. Purtroppo,
invece, tutta la gravità del suo
stato di salute non tardò a ma-
nifestarsi, attraverso sintomi
seri e preoccupanti. Era una
pleurite. Tornò in famiglia, do-
po che un’ultima volta riuscì a
presentarsi nella “sua” casa ad
Alba per salutare i suoi compa-
gni. A 14 anni si spegne, era il
27 luglio 1918.
specialmente quando era espo-
Il 28 marzo 1988 Giovan-
sto il SS Sacramento”. E conti- N Ma i suoi programmi non ni Paolo II lo ha proclamato
nua: “ Tra i compagni, pur se gli andarono in porto. Un giorno di “venerabile”.
ٗ
BS GIUGNO 2008

3.8 Page 28

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F MA
SPIRITUALITÀ
DEL CREATO
di Graziella Curti
In Corea, paese del
chiaro mattino, si
realizzano percorsi
Da tempo, suor Gem-
ma Lee e le sue
consorelle educatri-
ci di Seoul si rivol-
gevano una domanda: cosa
ecologici e spazi culturali
fare per l’educazione dei
bambini di oggi, immersi in
a favore delle giovani
un mondo che corre nella
generazioni.
Le Figlie di Maria
via del progresso senza li-
mite travolgendo i più
grandi valori, in particolare
Ausiliatrice hanno risposto
la grazia dell’incontro, della relazio-
ne personale, la capacità di meravi-
In ascolto.
28 ai concorsi promossi dalle gliarsi di fronte al mistero e alla bel-
istituzioni governative
lezza? La risposta, secondo suor ideato un programma che ora viene
Gemma, è venuta dal cielo e dagli applicato nelle quattro scuole ma-
animando centinaia di
insegnamenti di don Bosco. Lei è terne e nelle cinque Case del bam-
bambini e giovani nella
direttrice della scuola materna Song bino che operano nella provincia
Mi (stella lucente), da molti anni vi- FMA. «Nel 2003 – racconta – ab-
scoperta della spiritualità ve a contatto con i piccoli e ha capi- biamo iniziato a preparare e a svol-
del creato e del valore
to che l’infanzia è l’età più aperta gere un regolare corso di studio per
alla spiritualità e la più adatta ad as- le maestre. Nel 2006 si è costituito
dell’arte.
sumere quei comportamenti che du- un centro studi dove si preparano
reranno per tutta la vita. Così ha programmi educativi, coordinato da
me, che intanto sto preparando la te-
si di dottorato in questa materia.
Adesso sto studiando la program-
mazione annuale con quattro conso-
relle insegnanti, per condividerla
con altre istituzioni religiose e
non». La linea scelta dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice è stata apprezzata
dal Centro di Educazione Infantile
di Seoul, che ha premiato alcuni
contributi con la medaglia d’oro. È
la valorizzazione della spiritualità
del sistema preventivo, che tende ad
armonizzare il rapporto tra persona
e natura, tra l’io e il tu, tra la perso-
na e Dio, tra la meraviglia e la for-
za, tra la Provvidenza e la condivi-
sione; il tutto in unità, mirando alla
salvaguardia del creato.
Suor Gemma.

3.9 Page 29

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INCONTRARE DIO
DOVUNQUE
Il disastro ecologico, l’urgenza del-
l’intervento umano per salvare la
Terra sono alla base della spiritualità
della creazione, che tuttavia oltrepas-
sa i dati catastrofici delle ricerche
ecologiche affermando che possono
essere modificati da atteggiamenti
più responsabili di vita. Per realizza-
re ciò è tuttavia necessario educare a
valori spirituali profondi. Suor Gem-
ma, nella stesura del suo programma,
si è ispirata appunto al Vangelo e alla
Concerto nella metropolitana.
pedagogia salesiana. Lo sguardo
nuovo sulla natura e il diverso stile di
vita che ne deriva sono determinati dei fiori, del cielo, del sole. Con l’at- giovani in attività musicali, pittori-
da cinque linee educative, che tendo- tenzione vitale, la sobrietà di vita e lo che, manuali, che hanno soddisfatto
no alla formazione di un onesto citta- stupore dello sguardo gli possiamo non solo i protagonisti, ma la gente,
dino, il quale crede in un Dio Creato- esprimere il nostro grazie.
i passanti occasionali, gli utenti del-
re che si rivela nell’universo. Tale
la metropolitana dove, generalmen-
spiritualità richiede l’educazione alla
gioia della vita, all’amicizia profonda
CONCERTO
tra l’uomo e la natura e con gli altri NELLA METROPOLITANA
te, si svolgevano le attività. «Abbia-
mo preparato progetti che già nella
denominazione potevano attirare
simili. Soprattutto esige l’amicizia
l’interesse per le attività che si svol-
della creatura con il suo Creatore che Kwangju è una città dinamica, gevano. I temi che volevamo pro- 29
porta alla gratitudine e alla capacità con più di un milione di abitanti, porre, in forma artistica e trasfigura-
di sopportare le scomodità e i limiti nella Corea del Sud a più di trecento ta, erano quelli più cari ai giovani:
che la salvaguardia del creato ci chie- chilometri dalla capitale. Qui le amicizia, riconoscenza, gioco, amo-
de per conservare la bontà e la bel- suore salesiane contano sei comuni- re…». I gruppi avevano il loro ap-
lezza della Terra per le nuove genera- tà con le opere tipiche di accompa- puntamento il sabato, perché libero
zioni. Una sintesi trasfigurata di que- gnamento ed educazione dei giova- dalla scuola e più adatto per incon-
sto programma educativo è sorpren- ni. Da qualche anno, la pubblica trare la gente, meno di fretta perché
dentemente espressa dalle foto di ar- amministrazione promuove progetti libera dal lavoro. «Faceva notizia e
chivio di suor Gemma e da una in a favore dei giovani perché si rea- attirava curiosità vedere e sentire
particolare, qui pubblicata. La bam- lizzino “zone di cultura” che liberi- giovani che suonavano, in modo
bina che, quasi adagiata sul tronco no la creatività giovanile, molto professionale e serio, vari strumen-
d’albero, accosta l’orecchio ad ascol- compromessa da uno stile di vita ti. Scoprire un bel concerto all’in-
tare la vita che vi scorre, dice tutta la consumistico e stressante.
terno, spesso squallido, di una me-
delicatezza e l’amore necessari per Suor Maria Chae, attualmente a tropolitana, costituiva una piacevo-
udire la voce del creato. Dio continua Roma per un dottorato, ci racconta le sorpresa che conciliava una pau-
a imbandire per noi, da venti miliardi come lei e le consorelle siano riu- sa a contatto con l’arte». A poca di-
di anni, la festa del fiume, del lago, scite a coinvolgere più di duecento stanza, ad un’altra fermata della
metro, si poteva trovare una mostra
di libri o un gruppo di ragazzi che
costruiva oggetti simpatici con una
manualità davvero eccellente. «Tut-
to questo – continua suor Chae – ha
dato passione per le cose semplici
ai giovani e ha donato speranza agli
adulti, che hanno potuto toccare
con mano che i loro figli non sono
sempre e solo problema, ma posso-
no costituire risorsa e speranza per
la famiglia e il futuro della nazio-
ne». E proprio qui, negli “spazi cul-
tura” si va a scuola di spiritualità,
Tutti in festa.
Qui si lavora.
s’incontra Dio.
ٗ
BS GIUGNO 2008

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
UN
DA
APASPCAOLTARE
EFFETTO BENEDETTO.
Papa Ratzinger
in 40 parole
di Paolo Fucili
e Leonardo Possati
Effatà Editrice
Cantalupa (To)
2007, pp. 192
AETDTUUCAALTIITVÀA
L’ESPERIENZA
EDUCATIVA
PREVENTIVA
DI DON BOSCO
di Francesco Casella
LAS, Roma, 2008
pp. 176
RLAACFCEODENTARE
GIOVANI FEDE
E COMUNICAZIONE
Raccontare ai giovani
l’incredibile fede di Dio
nell’uomo
di José Luis Moral
ELLEDICI, Leumann (To)
2008, pp. 246
L’autore presenta il magi-
Il volume appare in conti-
stero di Benedetto XVI tra-
nuità con il precedente
mite 40 voci di glossario.
(Giovani senza fede? Ma-
Alcune sono parole a lui
nuale di pronto soccorso
molto care (ricorrenti) co-
per ricostruire con i giovani
me amicizia, bellezza, feli-
la fede e la religione) e
QUANDO AMARE
cità, libertà, relativismo, ve-
apre la strada a un terzo
È DIFFICILE
rità. Su altre ha fatto rifles-
(Giovani e Chiesa. Ripen-
Coppie in crisi,
sioni per iscritto di profon-
sare la prassi cristiana con
divorziati,
do spessore teologico e
i giovani ) che chiuderà
omosessuali...: quali
intellettuale, come Euro-
quello che egli considera
cammini alla sequela pa, laicità, ragione, teolo-
un piccolo progetto di
del Risorto?
gia. Un’altra serie affronta
“prassi cristiana con i gio-
di Carlo Miglietta
ebraismo, ecumenismo, gio-
vani”. La trilogia ripensa la
Gribaudi, Torino, 2007 vani, islam, pace. Né tra-
pastorale giovanile, cer-
30 pp. 256
scura termini come bibbia,
cando un’alleanza effettiva
Sono sempre più nume-
rose le persone che vi-
vono in situazioni irre-
golari rispetto al piano
di Dio sul matrimonio. Il
libro è per chi si prepa-
ra al matrimonio: gli
sposati, perché sappia-
no prevenire le crisi; le
coppie in difficoltà, per-
ché ricuciscano incom-
prensioni e strappi; ve-
dovi, separati, divorziati
risposati, omosessuali,
perché nelle loro ango-
sce si sentano sempre
avvolti dalla tenerezza
di Dio; preti, diaconi,
laici che accompagna-
no coloro che vivono si-
tuazioni di affettività e
sessualità sofferta; le
comunità cristiane, per-
ché non dimentichino il
primato di una salvezza
che è sempre dono gra-
tuito di Dio. Si tratta di
un libro pratico, quasi
una guida fondata su
ciò che la Chiesa inse-
dottrina sociale, liturgia,
Maria, sacerdozio, vocazio-
ne, ecc. Si tratta di un mo-
do originale di penetrare
nel pensiero del pontefice
e comprenderne l’insegna-
mento, che oggi, in un tem-
po di confusione culturale,
costituisce un punto di rife-
rimento dottrinale, che può
illuminare i credenti e per-
mettere ai non credenti un
sereno confronto.
L’autore esamina alcune
tematiche dell’esperienza
preventiva di Don Bosco
per farne emergere nuclei
fondamentali e prospetti-
ve di possibili applicazio-
ni nel contesto educativo
odierno. Il riferimento è
in particolare a giovani e
adulti che si ispirano a
Don Bosco: educazione
religiosa, disagio giovani-
le, mondo della globaliz-
zazione, impegno per
l’educazione degli adulti.
Nel riflettere su tali pro-
blemi, l’autore fa emerge-
re il rapporto stretto tra
teoria e prassi. Don Bosco
rifuggiva dall’astrattismo;
il suo sistema era una
specie di “laboratorio edu-
cativo” dove idee e pratica
si coniugavano, misuran-
dosi sul campo dell’espe-
rienza concreta. Oggi,
questo modo di educare è
attualissimo in una realtà
sociale e complessa co-
me la nostra.
con le nuove generazioni,
per ricostruire con esse i
processi dell’educazione
alla fede e la prassi all’in-
terno della comunità cri-
stiana. Interpretare, rac-
contare e attuare la fede
sono rispettivamente le tre
prospettive corrispondenti
alle diverse opere. I tre vo-
lumi, pur collegati, hanno
ciascuno un senso proprio.
In questo si narra l’incredi-
bile avventura della fede.
gna per il matrimonio
cristiano.
GIUGNO 2008 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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BEN RIFLETTERE
IL VIAGGIO
IRRINUNCIABILE
Lectio divina
sul passaggio
dalla dispersione
all’essenzialità
di Maria Pia Giudici
Paoline, Milano, 2007
pp. 174
RDIEPLRLEASFAEDE
LO STUPORE
DI UNA RISCOPERTA
Itinerario di adulti
verso la Cresima,
secondo il modello
del catecumenato
di Salvatore Muratore
ELLEDICI, Leumann (To)
2007, pp. 190
SCCATUTOOLLEICHE
LA TERRA E LE STELLE
Ragione e fede
nella scuola nell’era
del post-moderno
di Antonio D’Angelo,
ELLEDICI, Leumann (To)
2007, pp. 224
La cultura occidentale è og-
gi molto frantumata. Senza
ansie o titubanze occorre ri-
conoscerne l’aspetto, per-
ché su di essa si possono
giocare molte possibilità di
bene, come cristianesimo
nuovo di vera novità evan-
gelica. La fama di infinito e
di verità che sta in ogni cuo-
re indicano la strada da per-
correre. Nella misura in cui
la persona va verso l’unifi-
cazione di se stessa, si la-
scia tirar fuori dai subdoli
adescamenti, avviando il
viaggio verso l’interiorità do-
ve il Signore “guarda il cuo-
re” e l’identità di quello che
si è, prima ancora di quello
che si fa. Nell’incontro per-
sonale con Gesù ci si sente
scuotere, per riprendere ali
nel volo di una libertà piena
di slancio. La riflessione fa
scoprire questa verità, fa-
cendo diventare uomini e
donne veramente liberi.
Il sussidio propone un cam-
mino di fede per adulti, at-
traverso un percorso a tap-
pe nel ritmo dell’anno litur-
gico. Gli incontri prevedono
l’intrecciarsi di catechesi,
celebrazioni della Parola,
benedizioni, consegne, pas-
saggi e impegni concreti.
Ogni unità si compone di
tre schede (per il candidato,
per il catechista e per la ce-
lebrazione della Parola). Le
schede offrono tracce di la-
voro semplici ed essenziali.
Hanno una funzione spic-
catamente evocativa. Le te-
matiche vengono proposte
con gradualità. Un argo-
mento viene indicato nel
tempo dell’accoglienza e
della decisione, approfondi-
to nel tempo della conver-
sione e della sequela e, infi-
ne, presentato in forma mi-
stagogica nel tempo della
presenza nella comunità e
della testimonianza.
Il testo racconta i molteplici
aspetti della vita di un uomo
che mette a disposizione
dei giovani la sua vocazione
ministeriale. Raccoglie le
lettere loro inviate nel tempo
della frequenza scolastica
(è direttore di questa scuo-
la) con spunti di riflessione
filosofica e teologica, frutto
di un diuturno dialogo. Così
l’autore ripresenta i valori
che crede e vive quotidiana-
mente, ma che, in contesto
pluralista e relativista, non
sono molto considerati. Il
lettore è chiamato a con-
frontarsi con i contenuti pro-
posti, per tracciare una stra-
da da seguire. L’intento è
quello di accompagnare i
giovani a fare delle scelte li-
bere, nella piena autonomia
della propria coscienza. Si
tratta di aiutare a riscoprire
delle ragioni per vivere, sen-
za far spegnere mai la spe-
ranza sul loro volto.
NCcsrdihoOeOienrNeRcovatReattSatncIoSmIqgliuoPFceinhsAOnoteatNeVrsoeDeEagvpENlanrlNeenDasnZlIasroTAoitsiA.rlpseicIiePhlplitbEiiteobirRvssert-ei-i
Editrici.
31
BS GIUGNO 2008

4.2 Page 32

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ON LINE
UN GRAFICO di Giancarlo Manieri
CON FIOCCHI
E CONTROFIOCCHI
Un uomo, un religioso, un grafico;
Mario Gottardello è una figura
indimenticabile nel panorama dei
A Gatchina parlava ai ragazzi con l’aiuto dell’inter-
prete perché il russo non gli entrava in testa e
perciò la lingua non ne voleva sapere di formulare
le sue esortazioni al di fuori dal vocabolario materno.
salesiani laici che hanno fatto onore
alla Chiesa, alla congregazione e
alla società civile; e soprattutto ai
Ogni tanto di fronte a un errore, a un racconto, a una bi-
richinata dei suoi ragazzi, a un compito così così, o an-
che a un bel lavoro, a una festa, ecc. gli usciva “caram-
ba!”, così spontaneo, così frequente, così simpatico che
ragazzi.
i ragazzi del collegio ci mancava poco che lo chiamas-
sero il signor Caramba.
Mario, dietro al giocoso “caramba” nascondeva una
competenza che tutti gli hanno sempre riconosciuto,
32
dovunque abbia svolto il suo mestiere di tipografo: al
Colle o al Pio XI di Roma, nella Tipografia Poliglotta
Vaticana o a Gatchina presso San Pietroburgo. “Pulizia,
ordine, precisione” era il suo trinomio e il suo pallino. Ma
dove c’era lui le cose funzionavano a dovere. Gli stru-
menti buttati sul tavolo, i fogli sparsi, i libri messi alla
bellemeglio, gli scaffali impolverati, il pavimento lastrica-
to di ritagli di carta o pezzi di cartone, le risme ammon-
ticchiate alla rinfusa, le macchine non perfettamente
oliate, e via elencando, erano cose che non sopportava,
perché indice di pressapochismo. E lui era nemico giu-
rato del pressapochismo, perché indicava – ne era con-
vinto – pressapochismo anche nell’impegno, pressapo-
chismo nella preparazione, pressapochismo educativo,
pressapochismo – Dio non voglia – morale. Anche per
questo aveva stampato locandine con il suo trinomio e
le aveva appese qua e là nei laboratori.
Il signor Mario Gottardello (13/10/1931-28/04/1999).
GIUGNO 2008 BS
PER I RAGAZZI
Mario era un salesiano tutto d’un pezzo. E, come si sa,
un salesiano così ha una caratteristica inconfondibile,
la passione per i ragazzi. Quando non riusciva a paro-
le – per via della lingua russa che gli si inceppava nel
gargarozzo – lo faceva con la mimica facciale, con i
gesti e, soprattutto, con un comportamento irreprensi-
bile. Tanto rigido, quanto amabile. I ragazzi “dentro”, in
aula o in laboratorio, filavano dritti, “fuori” lo aspettava-
no... per il feeling che aveva con loro e per le sue
caramelle. Proprio così. Faceva come i vecchi salesiani
che, dopo la lezione, davano il contentino per far com-
prendere che sì erano educatori, quindi era d’obbligo
“insegnare” come maestri, ma erano anche padri e fra-
telli maggiori, quindi il bene che volevano loro si espri-
meva, perché no, anche con qualche regalo, non
foss’altro, una caramella.

4.3 Page 33

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ALESIANI COADIUTORI
Il signor Gottardello al suo arrivo a Gatchina;
aveva 62 anni.
Gatchina 20 maggio 1994. Inaugurazione
della scuola grafica alla presenza del rettor maggiore
don Egidio Viganò.
avemarie. In campagna si cominciava presto a lavorare
a quei tempi, senza la tutela delle leggi sui minori, del
telefono azzurro, dell’obbligo scolastico, ecc. Una vita
fatta anche di marachelle, scherzi e vivacità varie, nono-
stante il lavoro e... la guerra. È dopo che la sua vita
Il maestro Mario fa lezione con l’interprete.
Il russo proprio non gli entrava in testa.
cambia e lui se ne va in collegio dai salesiani. Ci arriva 33
seduto sulla canna della bici del fratello maggiore con
uno scatolone contenente le poche cose d’uso persona-
le; in bici da santa Giustina a Padova, poi in camion da
Le sue agende raccolgono il meglio di sé: vi fissava i Padova al Colle Don Bosco... Là, “la grafica divenne la
pensieri che voleva comunicare ai ragazzi, ogni giorno, mia vita”, ricordò più volte, raccontando dei suoi primi
prima di iniziare la lezione. Il “buongiorno” non era per passi nella vita salesiana. Il contadinello di santa Giusti-
lui una formalità ma un apostolato, il suo esprimersi na divenne maestro grafico. Nel 1958 era a Roma al Pio
come religioso/educatore. Sono parole di incoraggia- XI dove dà inizio alla stampa offset e la dirige per 10
mento, di speranza, di fiducia nell’avvenire, pensieri alti anni... Altri 16 anni li passò al Colle come insegnante e
da tradurre in pratica nella vita di ogni giorno. Del istruttore. Fu un salesiano come lo voleva Don Bosco: in
resto, se vogliamo ancora parlare delle sue caratteristi- maniche di camicia o... di grembiule, come si usava al
che, non possiamo dimenticare l’esemplarità della sua Colle. Poi il salto. Nel 1978 viene chiamato ad assumere
vita religiosa, fatta di attenzione agli incontri comunitari la direzione tecnica della tipografia dell’Osservatore
e puntualità alle pratiche di pietà. Con uno sforzo Romano. Altri 10 anni di impegno appassionato ad altis-
sovrumano aveva imparato l’Angelus in russo, così simo livello, con l’ammirazione del direttore Biagio
poteva guidarlo sempre lui. Non faceva mistero sull’im- Agnes e dei dipendenti.
portanza che annetteva alla vita comunitaria, tant’è Poteva considerarsi appagato, avendo raggiunto una
che quando arrivava l’ora di un impegno in tal senso, notevole notorietà anche per la partecipazione compe-
tagliava corto qualsiasi cosa avesse tra le mani o qual- tente a commissioni di studio e convegni di aggiorna-
siasi colloquio stesse svolgendo.
mento sia in Italia sia all’estero, avvalorati dalla pubbli-
A Gatchina il maestro Gottardello ha consumato in fretta cazione di alcuni libri.
la sua via. Ma l’ha fatto per una buona causa, né mai si Invece no! L’incontro con il direttore di Gatchina gli
è risparmiato, anche quando non si sentiva bene. Tra i cambiò di nuovo il corso della vita. “È vero che vuoi
suoi appunti da comunicare ai ragazzi c’è tra l’altro: venire in Russia? ”. “Se mi mandano... ci sono! ”. A
Mario ha bisogno di vedere giovani entusiasti del lavo- Gatchina ci andò in effetti e, racconta lui stesso: “Mi
ro. Entusiasmo e voglia di imparare, altrimenti Mario si misi al lavoro ancor prima di cominciare a disfare le
scoraggia! ”. Insomma metteva in gioco se stesso.
UN PROFILO
valigie”. Gatchina era l’ultima sfida apostolica della
congregazione. C’era da fare tutto. E lui a 62 anni
“ricomincia” come se ne avesse 20! Quattro anni inten-
È morto a 67 anni, Mario, quando ancora poteva fare si, pieni di fatiche e soddisfazioni nonostante la lin-
tanto per i suoi ragazzi. E lui l’avrebbe voluto. Ma il gua... ma bastò il fascino della sua persona e la gran-
Signore aveva disposto diversamente. La sua terra con- de competenza a conquistare tutti. Un male che non
tadina – santa Giustina in Colle (Padova) – dov’era nato perdona lo riportò in Italia per poco tempo, poi lo tra-
nel 1931 – l’aveva formato facendogli masticare fatica e sferì in cielo. Era il 28 aprile 1999.
BS GIUGNO 2008

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
UNA POESIA
CHE HA FATTO
FORTUNA (1)
Una poesia ha fatto il giro del mondo… una poesia che non è solo
poesia e che genitori ed educatori dovrebbero imparare a
memoria e soprattutto applicare quanto afferma.
questa poesia, che in poco
tempo ha fatto il giro del
mondo:
Se i bambini vivono con le criti-
che, imparano a condannare
Se i bambini vivono con l’ostili-
tà, imparano a combattere
Se i bambini vivono con la pau-
ra, imparano a essere apprensivi
Se i bambini vivono con la pie-
34
tà, imparano a commiserarsi
Se i bambini vivono con il ridico- volenza, imparano che il mondo
lo, imparano a essere timidi
è un bel posto in cui vivere.
Se i bambini vivono con la gelo-
sia, imparano a provare invidia
La poesia esprime con semplicità
Se i bambini vivono con la vergo- un principio pedagogico molto sale-
gna, imparano a sentirsi colpevoli siano: i più piccoli apprendono solo
Se i bambini vivono con l’inco- dalle esperienze condivise con
raggiamento, imparano a essere adulti significativi. L’educazione è
sicuri di sé
una forma di apprendistato pratico
Se i bambini vivono con la tolle- della vita. In famiglia la “convivenza”
ranza, imparano a essere pazienti è tutto. Il primo stadio dell’educazio-
Se i bambini vivono con la lode, ne passa attraverso gli occhi e si
Dorothy Law Nolte, l’autrice
di questa poesia, che in poco
tempo ha fatto il giro del mondo.
imparano ad apprezzare
forma concretamente attraverso l’at-
Se i bambini vivono con l’accet- mosfera familiare: non è mai que-
tazione, imparano ad amare
stione di “prediche” o insegnamenti
Se i bambini vivono con l’appro- astratti. I bambini sono come spu-
vazione, imparano a piacersi
gne, assorbono tutto quello che fac-
“Ho pubblicato per la prima
volta I bambini imparano
quello che vivono nel
Se i bambini vivono con il rico-
noscimento, imparano che è
bene avere un obiettivo
ciamo e diciamo. Imparano da noi in
ogni momento, anche quando non
ce ne rendiamo conto. Quello che la
1954 nella rubrica settimanale per Se i bambini vivono con la con- dottoressa Nolte afferma è che
famiglie che tenevo su un giornale divisione, imparano a essere l’ambiente e il modello emotivo della
locale della California del sud. Al- generosi
famiglia formano le strutture di base
l’epoca avevo una figlia di dodici an- Se i bambini vivono con l’onestà, della persona dei figli. La maggior
ni e un figlio di nove. Ero consulente imparano a essere sinceri
parte delle madri e dei padri voglio-
familiare nel programma di pedago- Se i bambini vivono con la corret- no realmente essere amorevoli,
gia per adulti del locale distretto tezza, imparano cos’è la giustizia comprensivi, disponibili, sinceri e
scolastico ed ero la direttrice del Se i bambini vivono con la genti- giusti con i propri figli. La loro pre-
servizio pedagogico per genitori in lezza e la considerazione, impa- parazione sui metodi e sulle tecni-
una scuola materna. Non immagina- rano il rispetto
che d’interazione, comunicazione e
vo neppure lontanamente che la Se i bambini vivono con la sicu- disciplina è quasi sempre approssi-
mia poesia sarebbe diventata un rezza, imparano ad avere fiducia mativa. La fretta e le preoccupazioni
classico in tutto il mondo». Così rac- in se stessi e nel prossimo
materiali bruciano anche le migliori
conta Dorothy Law Nolte, l’autrice di Se i bambini vivono con la bene- intenzioni. Non esistono certo dei
GIUGNO 2008 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
genitori che si sveglino la mattina e
dicano alla consorte: “Ecco, ho pen-
sato a quattro modi fantastici per di-
struggere l’autostima del piccolo
Marco: giudicarlo, deriderlo, farlo
vergognare e non dirgli la verità”.
Nessuno decide di ferire apposta i
suoi bambini, eppure spesso i geni-
tori fanno proprio questo. Anche se
non è loro intenzione.
L’ARIA
CHE RESPIRIAMO
S’impara dall’esempio. Educando, è facile inquinare,
se chi educa non vive quello che trasmette.
LE SETTE NEGATIVITÀ
La poesia inizia con sette momenti
potenzialmente distruttivi che ri-
Si dice che i gesti contano più
delle parole, soprattutto con i
bambini, che fanno fatica a ca-
che una famiglia utilizza nel linguag-
gio verbale e non verbale: quando il
poi impedisce all’adesso di assume-
schiano di condizionare la persona-
lità dei figli. Si parte dalle critiche. È
l’atteggiamento più frequente e si
manifesta sotto forma di rimproveri,
lamentele croniche e brontolio conti-
nuo. Non porta mai soluzioni e i
bambini cominciano a pensare che
il modo “normale” di reagire ai pro-
blemi sia lamentarsi. Sempre più dif-
fusi sono anche climi familiari carichi
di ostilità, rabbia repressa, paura e
aggressività. La nostra cultura ci for-
nisce moltissimi esempi di violenza
e di lotta. Altrettanto fanno la scuola,
la strada, il quartiere. I bambini pos-
sono anche vedere o ascoltare i loro
genitori che litigano tra di loro, con i
loro superiori o con i vicini. Vivere in
un’atmosfera aggressiva fa sentire i
pire i grandi discorsi, ma imparano
subito dall’esempio diretto dei genito-
ri. È, questa, una verità particolar-
mente valida all’interno della casa; la
qualità della vita quotidiana dipende
molto dall’aria che circola e che tutti,
grandi e piccoli, respirano. In questa
verifica – ogni famiglia che si rispetta
dovrebbe periodicamente farla, alme-
no con la stessa diligenza che si usa
all’inizio dell’inverno per revisionare la
caldaia del termosifone –, capita,
quasi inevitabilmente, di accorgersi di
piccole e grandi forme di inquinamen-
to. Fra i comportamenti inopportuni o
apertamente sbagliati, ci sono, prima
di tutto, l’egocentrismo, che fa mette-
re in primo piano i miei bisogni, i miei
desideri, i miei progetti, i miei proble-
mi, i miei sentimenti e stati d’animo, i
re compiti e responsabilità concrete;
quando l’ormai prende il posto del
non ancora seminando delusioni e
frustrazioni; quando il forse chiude in
un angolo il e il no di cui un bam-
bino ha bisogno per comprendere le
regole del gioco della vita; quando il
mai distrugge il desiderio del sempre
che ogni cuore si porta dentro come
attesa di felicità e di benessere…
sarebbe bene fermarsi a riflettere e
provare a ripartire da capo, cercando
di dare valore alla trama minuta delle
esperienze quotidiane. Si diventa
grandi quando ogni secondo è vissu-
to con serietà e serenità, senza rim-
pianti e senza illusioni, superando la
tentazione di sterili rivendicazioni e
rimboccandosi le maniche per fare
del proprio meglio, perché le esigen-
35
bambini vulnerabili. Alcuni reagisco- miei ritmi di vita (perché mai i miei li- ze autentiche della famiglia possano
no diventando violenti e attaccabri- miti, i miei difetti?). Anche quando trovare spazi adeguati di realizzazio-
ghe, altri diventano apprensivi e non si trasforma in vero e proprio ne. C’è, ancora, un terzo ordine di
insicuri. La pietà, la commiserazio- egoismo, la tendenza a mettere in fattori che può rendere irrespirabile
ne, il ridicolo e la vergogna sono primo piano la mia individualità è cau- l’aria di una casa: le certezze degli
la faccia buia del crescere. Tutti sa di tensioni e conflitti più o meno adulti che non vengono mai verifica-
qualche volta siamo oggetto di espliciti, di competizioni e accaparra- te, né spiegate; le regole minuziose,
canzonature o sarcasmo. I bambini menti dello spazio e del tempo comu-
devono assolutamente imparare ni, di rifiuti e di latitanze che costano
che è possibile sbagliare, senza molto care. Se una famiglia si riduce
che questo diventi un giudizio sulla ad essere la somma dei singoli com-
loro persona. E i genitori possono ponenti, potrebbe diventare impossi-
loro donare il regalo più bello: fare bile per i figli imparare a declinare il
della casa un porto sicuro, in modo noi, quando sarà il momento di vivere
che i figli possano contare sul fatto più consapevolmente l’affettività o di
che c’è almeno un posto dove pos- costruire un progetto di vita sensato.
sono essere semplicemente loro
stessi, liberamente. È questa la via ᭿ Un’altra forma di inquinamento
per neutralizzare un altro senti- abbastanza pericolosa è riconoscibi-
mento distruttivo: la gelosia che le dagli avverbi e altre paroline simili
porta all’invidia, alla competizione
e al confronto continuo. I genitori
devono imparare ad apprezzare
I genitori devono aiutare i figli
a valutarsi, ad accettarsi. Spetta
ciò che è unico in ogni bambino e
aiutare i figli a valutarsi, ad accet-
tarsi e a crescere con una buona
immagine di sé.
ai genitori il compito di
trasformare i bisogni in valori,
attraverso una testimonianza
di vita intelligente, ma anche calda
dal punto di vista affettivo.
BS GIUGNO 2008

4.6 Page 36

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tanto più soffocanti, se imposte
solo ai piccoli; le abitudini rigide,
che rendono noioso lo scorrere
delle giornate; l’ordine, se diventa
un fine piuttosto che un metodo;
l’imposizione di particolari scelte o
impegni, che impedisce ai figli di
sperimentare la propria intrapren-
denza e creatività; l’insistenza sulle
cose da fare, quando sarebbe
meglio percorrere la strada dell’es-
sere e la strategia del condividere;
la richiesta di una presenza mag-
giore in famiglia, quando manca
qualsiasi attenzione a trasformare
lo stare con nell’essere per.
᭿ Quando ci accorgiamo di tutte
queste cose, non basta spalanca-
re le finestre e fare entrare una
ventata d’aria fresca: può accadere
che l’esterno sia anche più inqui-
nato dell’interno, soprattutto se si
ha la disgrazia di vivere in città.
Occorre, invece, sviluppare un’eco-
logia della mente e del cuore. Biso-
gna ripartire, con pazienza e ottimi-
36 smo, dal bisogno d’integrità e d’ar-
monia che ogni persona avverte
dentro di sé come esigenza di pie-
nezza; spetta a noi genitori il com-
pito di trasformare questi bisogni in
valori, attraverso una testimonianza
di vita intelligente, ma anche calda
dal punto di vista affettivo. Siamo
chiamati, prima di tutto, a coltivare
l’interiorità: la nostra e quella dei
nostri ragazzi. Ma c’è anche un
secondo impegno: diffondere que-
sta attenzione dentro e fuori casa,
in ogni ambiente dove scorre la
quotidianità dei bambini e degli
adolescenti. Sono tante le cose
che si possono curare; ma una le
sintetizza tutte: costruire il bene. La
posta in gioco sarà la verità e la
ricerca di tutto ciò che è buono;
l’amore per la bellezza e il rispetto
dell’uomo, di ogni uomo; i valori
che costano fatica (l’onestà, la leal-
tà, il senso della giustizia) e quelli
che si gustano con gioia (la gene-
rosità, la solidarietà, la serenità).
Quel che conta, è assumere con
gioia la prospettiva di un futuro che
sia qualitativamente migliore del
presente; e non lasciare da soli i
figli alle prese con il compito di svi-
luppare una tensione positiva verso
tutto ciò che rende la vita degna di
essere vissuta.
GIUGNO 2008 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Fernando Bassani, classe 1920,
vive e lavora a Villanova di Mondovì.
Balzato alla notorietà attraverso
“i Mondi” del 1974, nati dalla
materia grezza; si possono
considerare opere irripetibili.
FERNANDO BASSANI
SECUNDUM SINDONEM
Che volto aveva Gesù? La
domanda ha attraversato i
secoli. La ricerca non è
mai stata interrotta. Ci
hanno provato tutti. Bassani, in occa-
sione del Giubileo del 2000 ha dato la
sua risposta di artista riportando sul
bronzo i lineamenti del negativo sin-
donico. Il misterioso volto dell’Uomo
della Sindone è, da sempre, quello
più impressionante e quello più stra-
ordinariamente vicino al racconto
evangelico della passione. Su quel
volto torturato dalla ferocia umana ha
giocato la sua arte Fernando Bassani.
Ne è uscito un capolavoro. Maestà e
sofferenza marcano l’opera, a sottoli-
neare che il dolore è un elemento
essenziale alla salvezza.
>> Bassani crocifigge il capo non il
corpo1: tutta la croce è occupata
dall’enigma del volto. È nel capo
che si nascondono i centri portanti
della vita umana: è nel capo che si
forma il pensiero, lì sono collocate
le centraline della vista, dell’udito, lì
le segrete energie che scatenano i
sentimenti, le emozioni, le passioni.
Il mistero di un uomo risiede nella
sua parte più alta e più nobile, il
1 Di Bassani il BS ha ricordato la “Croce per
Nassiriya”, nel numero di aprile 2004, con il ti-
tolo “19 chiodi per Nassitiya”, dove l’artista
sulla grande “Croce della Misericordia” ha in-
castonato precisamente questo volto maciullato
del Cristo assieme ai 19 chiodi, uno per ogni
morto di quella tragedia.
capo per l’appunto. Lì è tutto l’uo-
mo: attraverso il capo, centrale idea-
tiva e operativa, egli ama, ha com-
passione, piange, perdona, compren-
de, tollera, gioisce, soffre, spera, for-
mula, progetta, immagina... L’artista
ha fatto indubbiamente un’opzione
intelligente e significante.
>> Anche la scelta del modello – il
sacro lenzuolo di Torino – si è rivela-
ta vincente. In effetti, l’impatto emoti-
vo della Sindone su credenti e non
credenti è unico al mondo: i credenti
restano afferrati dal fascino di quella
figura che narra l’arcano più alto e
incomprensibile dell’universo; i non
credenti sono costretti a interrogarsi, a
ricercare affannosamente motivi per
inquadrare un soggetto che sembra
voler sfuggire all’indagine scientifica
e alla razionalità umana per puntare
decisamente verso la trascendenza.
L’opera si presenta come radicalmen-
te distante dalle innumerevoli tipolo-
gie di crocefissi, considerati finora.
Essa è stata considerata dallo stesso
Centro Internazionale di Sindonolo-
gia di Torino, oltre che per il suo pre-
gevole valore artistico, anche quale
valido documento; lo stesso Bassani
parlando della propria creazione dice:
Io presento il mio lavoro con il titolo
“Secundum Sindonem” non perché
riproponga il Volto Sindonico come
una fotografia ma perché la Sindone
ne fu l’occasione con il Suo linguag-
gio di “antico documento scritto con
il sangue”.

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) Ci sono delle persone che passano dalla culla
alla bara senza toccare terra.
2) L’amore finisce per tante ragioni. Quasi sempre
per colpa della ragione.
di Aloi & César
37
BS GIUGNO 2008

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
PRETENDERE
LAMENTARSI
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Esiste, né può essere
diversamente, un’etica
del rispetto che troppo
spesso è sottostimata e
dunque elusa.
Se seminiamo il bene, presto
germoglierà… (Van Gogh
1853-1890).
Esiste una diffusa tendenza
a lamentarsi degli altri,
perché pretendiamo che si
comportino secondo le no-
stre aspettative, cioè il nostro modo
di vedere le cose, i nostri modelli di
pensiero, le nostre convinzioni so-
ciali, politiche, religiose. L’aspetto
che qui merita particolare attenzio-
ne non è, però, la lamentela, quanto
il nostro “pretendere”. A volte sia-
mo esigenti nei confronti di noi
stessi e perciò esigiamo molto dagli
altri, oppure abbiamo una scarsa sti-
ma di noi stessi e facciamo pressio-
ne sugli altri perché siano e faccia-
no quello che vorremmo essere e
saper fare noi stessi. Le aspettative
nei confronti di noi stessi, diventate
“pretese” nei confronti degli altri,
sono motivo di stress, di incom-
prensioni e dissapori, a volte di veri
bisticci tra famiglie. Dagli altri pre-
tendiamo che siano come sogniamo
di essere noi: più giusti, precisi, os-
GIUGNO 2008 BS
servanti. Ma l’altro è precisamente
“un altro”, è come è, come desidera
o ha programmato di essere, o come
cerca di essere. Ci aspettiamo più
dagli altri che da noi stessi. È buffo!
Il che vuol dire che non è corretto…
“Pretendere” dagli altri non è mai
corretto anche se si crede di aver
dato molto e dunque di avere il di-
ritto al “ritorno”, al contraccambio.
Il nucleo etico della questione è il
seguente: non tutto ciò che gira in-
torno a noi deve conformarsi al no-
stro mondo, ai nostri desideri, alla
nostra visione delle cose.
L’ETICA
DELLA GRATUITÀ
E DEL RISPETTO
Omologare gli altri ai no-
stri schemi è una mancan-
za fondamentale di rispet-
to. Pretendere e lamentarsi
è segno che il nostro agire
non è all’insegna della gra-
tuità e del rispetto. Il credente
fa del bene senza aspettarsi ne-
cessariamente di essere ricam-
biato, anzi spesso è chiamato a
farlo nel segreto, e solo il Padre
Gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date: la logica
del dono disinteressato.
VALORI in questione
QQQvpQvbIaLgnlsiueOrnsissLlarsioptdnnoiosatremoeseaoiteuntlagtustèoo“trotadnipsuioogmltuoqdsioioàmt.is,cngupaiatcdedeoadPadeengoerimtiriltrcvidierplsrteevcapeadaeoe”eotrannitgiedldiennissnrvtzdlnroedaidituieafotiidslaaeàtualnseldpedmln;’cnttafnierororzeai“èeileileptnltaenitraisdanroosdoadedièsore.t,acleien,tdaln.le’omlinoiilsonnnarsn’nadseeisdecmcfotstergneoru”etiopoe.rintgmvcdeanesrsoeneealtcpsaeinanig.hslrctdeldoeediddphonimaaieregdusogllniliitrln-io-alrioèii-li-,i
che vede nel segreto lo ricompense-
rà (Mt 6,4). La logica cristiana
dell’attesa dagli altri è quella del
dono d’amore: diamo, diamo gene-
rosamente, seminiamo largamente,
consapevoli che se seminiamo il be-
ne presto germoglierà. La logica
cristiana dell’attesa è anche quella
del rispetto, ad imitazione di quello
paziente di Dio, che aspetta anche
quando la nostra libertà sceglie di-
versamente. L’etica della gratuità e
del rispetto è un’etica incentrata sul
dono. Tutto il cristianesimo è incen-
trato sull’idea di dono: quello che
Dio ci fa, dando suo Figlio in pura
gratuità, senza prospettiva di gua-
dagno, contro ogni logica di equiva-
lenza, contro ogni calcolo. Soprat-

4.9 Page 39

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tutto, però, esso rimanda a un com-
pimento finale in cui giustizia e do-
no saranno una cosa sola (G. Sava-
gnone).
LA LOGICA
DEL “DO UT DES
Pretendere e lamentarsi è segno
che la relazione è problematica,
che non c’è reciprocità, che la sin-
cerità è malata e che il rapporto è
superficiale. Infatti, la logica del
do ut des è la logica di un rapporto
di convenienza. Altre volte può es-
sere una logica di dominio, per
esercitare un ruolo, per influire au-
toritariamente sugli altri. Così mol-
te lamentele nascono dal pretende-
re dall’altro in condizione asimme-
trica rispetto a noi, più fragile. Più
che il pretendere, molte volte ci si
attende il bene, semplicemente per-
ché abbiamo dato del bene. È vero,
l’attesa dagli altri in questo caso è
un atto “giusto”. Per il cristiano,
esigere giustizia comporta perdo-
nare, anche perché spesso chi ci
deve qualcosa o chi dovrebbe ri-
La logica dei regali che “chiedono”
altri regali non ci è estranea.
Sarebbe bene interrogarsi quanto
siamo liberi nel regalo.
LA “FAIDA” DEI REGALI
Il rapporto asimmetrico del do ut
des, induce nel ricevente un biso-
CONFRONTIAMOCI
in Gruppo e in Famiglia
QQmgLtcSeaaoeinlanildemofircsgaoohtimnrceataoain“eddmcaeivhoo?linelrltotidoecioadsntamttooeg”o,slilsltaaaoillt“terrfiaei?pisrdeeigagre”canidlòitei ièprnreeea--i
Q
nnrEeoos?nigeveirserpieegssicuseso.tiSzcioahni cococimadppeoavrcetea
perdona-
qualcosa
di perdo-
39
cambiarci qualcosa, non vi riesce, gno di parità sicché il dono diventa
o per situazioni in cui sono coin- un modo per innescare un rapporto
Q cEadudcehllaiamgroatui intàosetrdi eral griaspzzeittaol?la logi-
volti altri, o per debolezza, o per di scambio seppure differito. Infatti
negligenza, o per mille altri motivi. il dono, anche se si propone vestito
Il giudizio del credente non è di di generosità gratuita, in realtà ri- ricatto, la “faida” dei regali che
condanna, di lamentela, di giudizio sulta spesso un tentativo di esten- “chiedono” altri regali forse non ci
severo, ma di comprensione, con- dere il proprio “potere” sull’altro è così estranea. Sarebbe bene inter-
sapevoli dell’insegnamento del inducendogli vissuti di gratitudine rogarsi quanto siamo liberi nel re-
Maestro: “Gratuitamente avete ri- e dipendenza. Non a caso al riceve- galo, quanto ci interessa sul serio
cevuto, gratuitamente date” (Mt re deve sempre seguire un dare: chi regalare, per esempio, ai nipotini il
10,8). Come insegna Benedetto riceve percepisce nel dono ricevuto tal giocattolo, o quanto non siano,
XVI nella Spe salvi, la giustizia una sorta di possibile ricatto, un essi stessi bambini, oggetti media-
che il credente si aspetta dagli altri pericolo da esorcizzare e non po- tori attraverso cui far giungere in-
deve essere impregnata di grazia: tendo rifiutarlo occorre almeno re- formazioni precise ai “grandi”, ai
“Dio è giustizia e crea giustizia. È stituirlo e più bello. La logica del genitori (A. Cortese). La logica
questa la nostra consolazione e la
del do ut des e la logica dei regali
nostra speranza. Ma nella sua
portano a una logica delle attese
giustizia è insieme anche
e delle pretese, a una logica del la-
grazia. Questo lo sappiamo
mentarsi perché il mondo gira di-
volgendo lo sguardo sul
versamente da come noi ce lo at-
Cristo crocifisso e risorto.
tendiamo. Tutto questo comporta
Ambedue – giustizia e gra-
una responsabilità etica. È un pro-
zia – devono essere viste
blema morale aspettarsi che gli al-
nel loro giusto collega-
tri rispondano alle nostre sollecitu-
mento interiore” (44).
dini, senza considerare che proba-
bilmente mal tollerano la nostra
iniziativa, non la condividono, non
“Dio è giustizia e crea
giustizia… ma nella
sua giustizia è anche
grazia”, “grazia” cioè “dono”.
vogliono essere coinvolti, oppure
non accettano i nostri metodi e i
modi di realizzarla.
ٗ
BS GIUGNO 2008

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
I DIRITTI
DEGLI ALBERI
di Severino Cagnin
16a Giornata mondiale
MENO CARBONIO
E PIÙ ALBERI
stodisca e lo coltivi con libertà re-
sponsabile.” Sono poi elencate diffi-
dell’Ambiente. “Pianta
per il Pianeta!” è lo
slogan dell’UNEP
(Programma ONU per
L’ONU da Wellington dice al
mondo: “Da’ un calcio all’abitu-
dine”, per mettere in evidenza come
si possono raggiungere obiettivi cli-
matici di grande rilievo. La Nuova
coltà e proposte di soluzione, tra cui
è necessario intensificare il dialo-
go tra le nazioni sulla gestione delle
risorse energetiche del pianeta”.
L’argomento ecologico è per lui
prioritario: la sua terza enciclica
l’Ambiente) che lancia
una sfida al
Zelanda, infatti, è un paese pioniere, Caritas in veritate tratterà del “ruo-
impegnato verso un’economia a bas- lo sociale dei cristiani nell’era della
so contenuto di carbonio. Benedetto globalizzazione”.
cambiamento
40
climatico tra ostacoli e
proposte. Il deserto
tornerà a fiorire?
XVI recentemente ha espresso più
volte e con vigore la sua grande in-
quietudine su “un diffuso clima di
incertezza e di paura di catastrofe
atomica per la nuova corsa agli ar-
mamenti nucleari: è in gioco il desti-
MENO PLASTICA
PIÙ VOLONTARI
La soluzione sarà difficile, ma ur-
gente. In occasione del 5 giugno mi-
lioni di volontari piantano alberi,
no stesso dell’intera umanità”. Nel raccolgono rifiuti, invitano a rende-
messaggio per la Giornata Mondiale re le città più pulite. La Coldiretti
della Pace 2008, esplicita gli effetti propone di usare oggetti di materiali
Un disastro non
fantascientifico,
ma documenta-
to: i ghiacci del
Polo Nord scompari-
ranno entro il 2040; in
Europa un mammifero
su sei è minacciato di
estinzione; nei primi
anni del nostro secolo il
CO2 si è triplicato, fa-
cendo diminuire le fo-
reste di un terzo (“Ab-
biamo bisogno di alberi
quasi più del pane”, ha
sentenziato allarmato
agricoli biodegradabili.
L’UNEP suggerisce 77
modi, tra cui: cammina-
re e andare in bicicletta,
tenere pulito il proprio
ambiente, comprare pro-
dotti biologici, non spre-
care carta, piantare un
albero, scrivere ai politi-
ci e ai giornali… E con-
clude il suo invito: “Fare
qualcosa oggi di speciale
per l’ambiente non è poi
così difficile e magari
potremo farlo anche do-
mani…”.
ٗ
uno scienziato dell’am-
biente… Se l’aria si av-
velena siamo morti! E l’aria s’in- della distruzione dell’ambien-
quina se togliamo agli alberi il di- te, come lacerazioni, conflitti
ritto di esistere!). Per questo e guerre. Afferma il principio
l’ONU nel 1972 a Stoccolma ha fondamentale che la casa co-
istituito l’UNEP per ricordare a mune di tutti è la terra, ”per
tutti l’importanza dell’aria che re- cui dobbiamo avere cura del-
spiriamo e delle foreste che la pu- l’ambiente. Esso è stato affi-
rificano.
dato all’uomo, perché lo cu-
GIUGNO 2008 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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ALFREDO
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
La nostra esagerata attenzione a fatti di cronaca
efferati a volte è ipocrisia, perverso voyerismo,
non reale compassione.
Franceso Bianconi, Rachele
Bastreghi e Claudio Brasini,
si fanno chiamare Baustelle.
>> Il punto di vi-
sta della canzone
offre una prospettiva
Vengono dalle nobili terre di Sie-
finora inaudita: è Dio
na ma le loro canzoni hanno po-
stesso, mosso a com-
co della dolcezza e della solarità
passione da quel figlio
che quel territorio suggerisce. Pa-
sofferente, che usa la
role e musiche, piuttosto, sono
televisione per mettere
pervasi da un’aria cupa, pesante,
il dolore e la morte
quasi angosciante e mettono in
sotto gli occhi di tutti,
primo piano un profondo males-
potenti e gente qua-
sere del vivere. (La Malavita è ap- zione su Alfredo. Il titolo e le pa- lunque, buoni e cattivi. Cercando
41
punto il titolo dell’album che nel role rimandano ad una vicenda di smuovere almeno un po’ co-
2005 li ha fatti apprezzare anche tristemente nota: l’agonia e la scienze distaccate ed inaridite e
dal vasto pubblico oltre che dalla morte di un bambino caduto in suscitare partecipazione ed aiuto.
critica). Nel loro recente Amen, un pozzo seguita passo passo Una provocazione, chiaramente,
accanto alla descrizione cruda di dall’impietoso occhio delle tele- che accogliamo come tale ma
una realtà maligna, però, ripetuti camere. Quella diretta televisiva, che, siamo sicuri, spiazza a tal
rimandi al Sacro, a Dio, al Cielo, a suo tempo, scatenò le stesse punto da far sorgere una quantità
aprono ad una ricerca di Senso polemiche e gli stessi accesi di- inaspettata di dubbi.
(anche se solo intellettuale) e fan- battiti che oggi accompagnano La musica che accompagna que-
no intravedere barlumi di speran- l’attenzione puntigliosa, a tratti ste parole rende ancora più vivo
za e squarci di sereno. Tra le mol- morbosa, con cui i media seguo- il coinvolgimento. È un valzer dal
te canzoni degne di nota dell’al- no episodi di cronaca feroci.
carattere intimo e malinconico.
bum, soffermiamo la nostra atten-
La melodia è animata nella strofa,
quando il narrante è lo stesso
bambino, mentre nel ritornello,
ALFREDO di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi
con note più rade, assume un ca-
rattere più mesto ma in qualche
Un pezzetto bello tondo di cielo d’estate
sta sopra di me.
Non ci credo. Lo vedo restringersi. Conto
le stelle. Ora.
Sento tutte queste voci. Tutta questa gen-
te ha già capito che
ho sbagliato. Sono scivolato. Son caduto
dentro il buco.
Bravi, son venuti subito. Son stato stupido.
Ma son qua gli aiuti.
Quelli dei pompieri. I carabinieri.
Scivolo nel fango gelido. Il cielo è un
punto. Non lo vedo più.
L’Uomo Ragno mi ha tirato un polso. Si è
spezzato l’osso. Ora.
Dormo oppure sto sognando, perché
parlo ma la voce non è mia.
Dico Ave Maria. Che bimbo stupido. Pie-
na di grazia. Mamma.
Padre Nostro. Con la terra in bocca. Non
respiro. La tua volontà sia fatta.
Non ricordo bene. Ho paura. Sei nei cieli.
modo più autorevole. L’arrangia-
mento è costruito sopra un piano-
forte conduttore che ripercorre a
tratti la linea melodica. Il suo
suono, filtrato ad arte, comunica
già da solo grande tristezza, sen-
timento che non viene per niente
attenuato dall’ingresso in succes-
sione di batteria e archi. L’inter-
pretazione, semplice e pulita,
Intanto Dio guardava il Figlio Suo. E in
onda lo mandò. A Woytila e alla P2.
A tutti lo indicò. A Cossiga e alla DC. A
BR e Platini. A Repubblica e alla RAI.
E Lui guardava il Figlio Suo. In diretta lo
mandò. A Woytila e alla P2.
A tutti lo mostrò. A Forlani e alla DC. A
Pertini e Platini.
non fa che amplificare questa
sensazione di accoramento che
permea l’intero brano.
ٗ
La morte ricordò.
A chi mai dentro di sé il Vuoto misurò.
BS GIUGNO 2008

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di … o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
42
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l’immobile sito in…
per i fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o
l’Istituto Salesiano per le Mis-
sioni, con sede in Torino) la-
sciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
GIUGNO 2008 BS
I NOSTRI MORTI
SCUCCES sac. Antonino (Ninì),
sacerdote
¦ Viagrande (CT), il 21/06/2007, a 69 anni
FLAIBANI sr. Luigia, Figlia di Maria
Ausiliatrice
¦ Conegliano (TV), il 18/11/2007, a 95 anni
Qualcuno lo chiamava “il prete antidroga”.
La passione per gli ultimi, infatti, l’ha spin-
to a donare la sua vita per la “gioventù pe-
ricolante”, oggetto delle attenzioni pastora-
li dello stesso Don Bosco. Don Ninì, sale-
siano fino al midollo, volle imitare il suo
padre fondatore. Nel 1987, vent’anni fa,
apriva la Casa Nazareth, comunità di ac-
coglienza per giovani a rischio, nell’intento
tutto apostolico e salesiano di “recuperarli”
e reinserirli nella società, nella Chiesa,
nelle famiglie. Qualche anno fa a Centuri-
pe ecco un’altra casa per ragazze a ri-
schio, Casa Rossano. Non si è mai rispar-
miato, ha sempre pensato agli altri prima
che a se stesso. Un uomo, un sacerdote,
un salesiano di quelli che l’ardore apostoli-
co spinse a operare oltre il limite delle for-
ze. Don Ninì ha improvvisamente lasciato i
suoi assistiti e i suoi confratelli giusto un
anno fa, nel sonno… per non disturbare
nessuno!
Ha lavorato con dedizione nelle case dei
confratelli salesiani senza mai risparmiarsi,
facendo tutto con generosità e spirito di sa-
crificio. A mano a mano che le forze veniva-
no meno aumentava la sua unione con Dio.
La corona del Rosario si è consumata nelle
sue mani, pregava sempre di notte e di
giorno per i giovani e le anime da salvare.
FOTI sr. Vita, Figlia di Maria
Ausiliatrice
¦ Livorno, il 19/11/2007, a 84 anni
Suor Vita è stata per 30 anni guardarobiera
e poi portinaia con gentilezza e cordialità.
Sensibilissima al dolore degli altri, si è pro-
digata moltissimo per i poveri che bussava-
no alla porta. L’ultimo tratto di vita è stato
particolarmente doloroso, ma anche ricco
di grazia. Si ricordava di tutti, anche a di-
stanza di anni, in virtù di un’intelligenza e
di una memoria senza eguali.
IOLIS sig.ra Lucia ved. Mascherini,
cooperatrice salesiana
¦ Roma, il 24/08/2007, a 68 anni
Un male incurabile l’ha strappata all’affetto
dei suoi cari, e alle sue occupazioni. Da
anni in famiglia arrivava (e arriva tuttora) il
Bollettino Salesiano a nome del suocero,
cooperatore salesiano. La signora Lucia
era Assistente Sociale Ospedaliera, pro-
fessione che esercitava con spirito di sacri-
ficio e grande umanità. Ma era anche im-
pegnata nell’associazione dell’Adorazione
Perpetua e nel “Sostegno alle Chiese Po-
vere e delle Terre di Missione”. Serena, vi-
gile, attiva, donna di fede, lascia un grande
ricordo di sé unito a un profondo rimpianto
in coloro che l’hanno conosciuta e hanno
beneficiato dei suoi servizi.
LA ROSA sr. Giuseppina,
Figlia di Maria Ausiliatrice
¦ Messina Valle degli Angeli (ME),
il 17/11/2007, a 83 anni
Suor Giuseppina svolse la sua missione di
cuoca sempre con generosa disponibilità,
responsabilità e precisione in diverse case,
anche presso i confratelli salesiani. Aveva
molte attenzioni sia per i salesiani sia per i
giovani studenti interni e andava incontro
alle loro necessità con disponibilità e gioia,
come una buona mamma. Amava molto la
preghiera ed ogni giorno sostava a lungo in
chiesa in adorazione.
COSSU sac. Salvatore, salesiano,
¦ Sassari, il 21/01/2008, a 69 anni
Persona ottimista, preparata e dal carattere
forte, mitigato da un animo sensibile e af-
fettuoso. Stimato docente di lettere a Ca-
gliari e Lanusei, per più di diciotto anni è
stato consigliere ispettoriale. Delegato di
Pastorale Giovanile dal 1987 al 1993, ani-
matore del centro di spiritualità di Arborea
per vari anni e parroco a Sassari. Ha colti-
vato le sue competenze in campo catechi-
stico, della formazione in genere e della vi-
ta consacrata. Accompagnatore spirituale,
ha guidato diversi giovani nella scoperta e
nella crescita della vocazione consacrata
salesiana. Anche il dono della voce robu-
sta, che nel canto rallegrava i momenti li-
turgici e conviviali, sarà ricordato come se-
gno della sua gioia di vivere e di affetto per
la sua terra.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”
GIANNELLI sr. Fortunata,
Figlia di Maria Ausiliatrice
¦ Livorno, il 18/11/2007, a 96 anni
La vita di suor Fortunata è stata donata
nella fedeltà a Dio e al carisma salesiano.
Fu educatrice nella scuola materna, capa-
ce di accogliere e guidare con fermezza e
buone maniere. Ha svolto anche l’ufficio di
sarta sempre servizievole, sensibile, deli-
cata e pronta allo scherzo. Lascia un pre-
zioso ricordo per lo spirito di preghiera, per
l’amore a Maria e al sacramento della ri-
conciliazione.

5.3 Page 43

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IL MESE
tesa a integrare le
industrie del car-
Savina Jemina
bone e dell’ac-
ciaio dell’Euro-
pa occidentale;
4 giugno
1991: il Consi-
glio “Sanità” adot-
ta il piano “Euro-
go, aperti i negoziati per l’adesio-
ne di Danimarca, Gran Bretagna,
Irlanda e Norvegia (questa non
entrerà a causa di un referendum
pa contro l’Aids”.
popolare con esito negativo).
5 giugno 1947: è annunciato
il “piano Marshall”, per favorire
la ricostruzione economica del- LE MONETE AI TEMPI
l’Europa dopo la seconda guerra DI GESÙ
Giugno
mondiale.
7 giugno 1984: il Consiglio e i
rappresentanti dei governi degli
Stati membri decidono la riduzio-
ne dei controlli sulle persone alle
frontiere.
ANIMALI DELL’ANTICO
7-10 giugno 1979: prime elezio-
TESTAMENTO
ni del Parlamento europeo a suf-
LA VIPERA DI SAN PAOLO
fragio universale.
10 giugno 1996: la Slovenia
È uno degli animali più odiati e presenta la domanda di adesione
temuti dall’uomo. Attacca solo se all’UE.
disturbata, minacciata o pestata. 11 giugno 1986: dichiarazione
Ma il morso è raramente mortale contro il razzismo e la xenofobia.
(a rischio, sono i bambini e le per- 12 giugno
sone debilitate o anziane). Non a 1985: trattati di adesione di Spa-
43
caso, dopo il naufragio a Malta, gna e Portogallo.
san Paolo è morsicato a una 1995: accordi di associazione con
mano da una vipera “risvegliata Estonia, Lettonia e Lituania.
dal calore” del fuoco; ma l’Aposto- 14 giugno 1985: a Schengen,
lo non ha conseguenze, tanto che Belgio, Germania, Francia, Lus-
la gente del posto, vedendo che semburgo e Olanda firmano
non gli succede nulla, “diceva che l’omonimo accordo sull’eliminazio-
era un dio” (At 28,3-6). L’episodio ne dei controlli alle frontiere.
richiama il salmo 91: “Camminerai 17 giugno 2001: l’UE e il Liba-
su aspidi e vipere” (91,13). Per no ratificano l’accordo di associa-
contro, Gesù definisce “razza di zione.
L’ASSE
vipere” scribi e farisei (Mt 23,34 e 18 giugno 1999: è istituito l’Uffi- L’asse è la prima moneta romana:
Lc 3,7). La vipera è citata 15 volte cio europeo per la lotta antifrode. realizzata in bronzo, inizialmente
nella Bibbia e compare in vari 20 giugno 1990: Cee ed Efta ha il valore di una libbra latina
stemmi comunali. Sono generici avviano negoziati per creare lo (273 g), poi di una libbra romana
serpenti e non vipere, invece, il See-Spazio economico europeo (327 g), ma successivamente si
rettile forgiato da Mosé (Num (l’Efta-Associazione di libero riduce acquisendo quello dei sot-
21,8), quello presente nello stem-
ma dei Visconti e anche quello
attorcigliato a un bastone, simbolo
di Esculapio e quindi, dei farmaci-
sti e medici.
LA NOSTRA PATRIA
EUROPA
1° giugno 1998: vie-
scambio, è fondata nel 1960 da
Stati che non intendevano far
parte della Cee, anche se poi
alcuni vi entrano.
23 giugno 1981: accordo di
cooperazione economica e com-
merciale tra la Comunità e l’India.
25 giugno 2001: firmato l’accor-
do di associazione tra UE
tomultipli: da mezza libbra attorno
al 286 a.C., all’oncia (1/12 di lib-
bra) e alla mezza oncia nell’89
a.C. Con la riforma monetaria di
Augusto, compare l’asse in rame
(10,9 g), che ha tra i sottomultipli
il semiasse (metà asse) e il qua-
drante (un quarto di asse; in
ne istituita la Banca
ed Egitto (in vigore dal rame) e tra i multipli il dupondio
centrale europea.
1° giugno 2004).
(due assi) e il sesterzio (quattro
3 giugno 1950: i “Sei”
26 giugno 1956: a assi; entrambi in una lega di rame
(Belgio, Francia, Germa-
Bruxelles trattative per e zinco, detta oricalco). L’asse è
nia, Lussemburgo, Italia e
redarre gli atti istitutivi coniato sino alla fine dell’impero,
Olanda) sottoscrivono la
di Cee ed Euratom.
anche se con valore via via
dichiarazione Schuman,
30 giugno 1970: a Lussembur- decrescente.
BS GIUGNO 2008

5.4 Page 44

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P RIMA PAGINA
Dominik Qerimi
DECISI
A EDUCARE (2)
per una cultura preventiva
dei Diritti Umani
diritti umani dei ragazzi più poveri e svantaggiati, i
minori di etnia rom e i ragazzi venuti dalle aree
rurali del profondo nord in particolare, e per la
promozione della donna, troppo spesso vittima di
violenza soprattuto intrafamiliare.
>> Il Centro Sociale Don Bosko di Tirana è orato-
Promuovere i diritti dei bambini e dei ragazzi rio, centro di formazione professionale, liceo, scuo-
più svantaggiati: l’impegno dei salesiani
in Albania.
la materna, impresa sociale di pony
express per i ragazzi con disabilità,
centro diurno per riscattare i bambini
e i ragazzi rom dalla strada. Presso la
L’Albania nel cuore dell’Europa
eppure ancora così lontana e
poco conosciuta. Il popolo
sede nel quartiere di Breglumas si è
costituita anche un’associazione di
donne che produce oggetti di artigia-
albanese affronta una storia comples-
nato destinati al mercato equosolida-
sa: un regime totalitario durato quasi
le. Sono moltissime le attività quoti-
cinquant’anni e caduto nel 1991, tre
diane che hanno cercato di rispondere
ondate emigratorie di dimensioni bibliche, la gra- ai bisogni dei ragazzi più poveri e svantagiati come
vissima crisi economico-finanziaria e politica soggetti di diritti e protagonisti del proprio processo
44
seguita al crollo delle cosiddette piramidi finanzia- di educazione alla vita e di sviluppo umano inte-
rie che ha portato il paese sull’orlo della guerra grale. La formazione di formatori in materia di pro-
civile nel 1997, l’approvazione della prima Costitu- mozione e protezione dei diritti umani, in partico-
zione democratica nel 1998, l’afflusso di 450.000 lare dei bambini e degli adolescenti, è iniziata in
rifugiati kosovari nella primavera del 1999. L’impe- modo strutturato nel 2001 e poi con un primo pro-
gno dei salesiani per i diritti umani in Albania è getto finanziato dall’Unione Europea nel 2003 e un
iniziato il 31 gennaio 1993 quando è stata posta la secondo progetto biennale nel 2005.
prima pietra del Centro Sociale Don Bosko di Tira-
na. Quel giorno, nel suo discorso augurale, il Presi- >> I progetti hanno consentito di realizzare decine
dente dell’Albania aveva detto: “La Chiesa non di attività educative con i ragazzi su temi di diritti
poteva fare un dono migliore all’Albania regalan- umani: concorsi tematici, tavole rotonde, indagini
doci Don Bosco e il suo sistema di educazione”. conoscitive, spettacoli teatrali e musicali, sfilate, gare
Sin dai primi giorni i salesiani, i volontari e i colla- sportive, “Estate Ragazzi”, per dialogare di diritti
boratori si sono impegnati per la promozione dei
umani, perché diventino protagonisti attivi di un
percorso di democrazia partecipativa e cittadi-
nanza mondiale responsabile. Sono stati pubbli-
cati due testi di strumenti didattici per l’educa-
zione partecipativa ai diritti umani. Il 7 aprile
2007 in occasione della giornata internazionale
della comunità Rom un’attività all’anfiteatro
presso il lago di Tirana ha visto la presenza di
300 persone e l’intervento del sindaco di Tira-
na. Sempre ad aprile, una maratona sportiva
dal titolo “Corri per difendere i tuoi diritti” ha
coinvolto più di 500 persone. Il 20 novembre
2007 nella giornata internazionale dei diritti
dei bambini e degli adolescenti i salesiani han-
no promosso “Le olimpiadi della solidarietà” e
hanno inaugurato un piccolo centro di docu-
mentazione per i Diritti umani che vuole dive-
nire strumento di informazione e formazione.
Piccoli passi per... grandi cose!
ٗ
GIUGNO 2008 BS

5.5 Page 45

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45
BS GIUGNO 2008

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
“ANDIAMO
DA DON BOSCO”
Oggi, guardando gli occhi sor-
ridenti e vispi della mia bambi-
na, ripeto che è valsa la pena
accettò la proposta e si pre-
sentò puntuale, ogni settima-
Fin da quando ero piccola, il
mio papà spesso prendendomi
per mano mi diceva: “Su, andia-
mo da Don Bosco!”. In seguito,
diventata insegnante non ho po-
tuto non seguire i consigli e il si-
stema educativo di Don Bosco,
dopo aver appreso e praticato la
didattica luminosa del grande
santo, al quale va tutta la mia ri-
conoscenza. Infatti, sia nelle
piccole come nelle grandi circo-
stanze della mia vita, ho sempre
personalmente sperimentato
l’intervento che oso definire “ra-
pido” del caro Don Bosco e la
premurosa intercessione di Ma-
ria Ausiliatrice.
Prof. Zugolaro Gabriella, Torino
desiderarla così tanto. A suo
modo, anche lei ringrazia Do-
menico Savio per il dono della
vita. Nella sua culla ho riposto
l’abitino che ho indossato du-
rante la gravidanza. Spero, in
futuro, di avere la grazia di
un’altra piccola vita: un fratelli-
no o una sorellina.
M.D.D., Vicenza
DESIDERAVA
PARTORIRE IN
MODO NATURALE
Sono una nonna e desidero rin-
graziare san Domenico Savio
per averci donato uno splendido
fiore di bimba. Ho pregato con
Mamma Margherita.
UNA BELLA
SORPRESA
na, alle lezioni seguendole
con vero interesse. Terminata
la Strenna, mi venne tra le
mani un opuscolo di Pier Luigi
Cameroni intitolato “Essere fa-
miglia alla scuola di Mamma
Margherita”. La signora in
questione seguì attentamente
anche la lettura di parecchi
capitoli di questo secondo ar-
gomento, mostrando un vero
interesse. Giungemmo così a
fine settembre 2006. Termina-
te le lezioni, non ebbi più oc-
casione di incontrare la signo-
ra. Ma il 31 gennaio 2007, fe-
sta di San Giovanni Bosco, el-
la venne a trovarmi, presen-
tandomi una magnifica sor-
presa. Raggiante di gioia, in-
fatti, mi disse: “Dall’ottobre
DRAMMATICA
fede questo santo durante la Nel dicembre 2005 una giova- scorso mio marito e io ci sia-
gravidanza di mia figlia che de- ne signora mi aveva chiesto se mo riconciliati, con grande
ESPERIENZA
siderava partorire in modo natu- fosse stato possibile avere le- gioia nostra e dei figli. Tutto
rale. Io condividevo questo suo zioni per perfezionarsi nella ciò che ho sentito sulla fami-
A sei anni dal nostro matrimo- grande desiderio, nonostante le lingua italiana. Riflettei che glia e l’esempio di Mamma
nio, dopo la drammatica espe- sue preoccupazioni ed ansie, avrei potuto aiutarla e perciò le Margherita mi hanno spinta al
rienza di tre aborti spontanei e causate da un temperamento
numerosi controlli specialistici molto emotivo. Temevo che ver-
risposi affermativamente. Nel
corso della prima lezione, la
grande passo. Sono stata a
Lourdes; al ritorno ho ritrovato
con esiti talvolta scoraggianti, so la fine del travaglio i dolori in- signora mi confidò che da due l’amore e il rispetto per mio
46 io e mio marito eravamo tristi e tensi e la stanchezza prevales- anni viveva separata dal mari- marito. Mamma Margherita è
spaventati con il timore che sero sulle sue forze, rendendo il to e aveva con sé tre figli dai la mia protettrice”. Tali parole
una nuova gravidanza potesse parto pericoloso per lei e per la sette ai dodici anni. Conosciu- mi arrecarono grande gioia e
procurarci un’ennesima delu- bimba. Seduta nella saletta d’at- ta questa sua situazione, mi in cuor mio ringraziai di cuore
sione. Mi sono allora affidata a tesa, tenevo trepidante tra le venne l’ispirazione di proporle la mia cara protettrice, la ve-
san Domenico Savio ed ho mani l’abitino di san Domenico la lettura e il commento della nerabile Mamma Margherita,
deciso di indossare con fede Savio e gli affidavo tutte le mie Strenna 2006 del Rettor Mag- perché, oltre al resto, mi aveva
l’abitino benedetto che non ho ansie, chiedendo di stare ac- giore dei salesiani: “Assicurare liberata da una allergia alla
considerato un portafor tuna, canto alla mamma e alla nasci- una speciale attenzione alla bocca, dopo cinque mesi di
ma un segno di fede e una ri- tura. Alle ore 20 circa del 2 apri- famiglia che è culla della vita e sofferenze.
chiesta di aiuto. Pregai inten- le 2007 è nata Martina, e io con dell’amore e luogo primario di Sr. Zacconi Giovanna - FMA,
samente con passione, ponen- tutti i miei famigliari continuere- umanizzazione”. La signora
Vöcklabruck (Austria)
do ogni speranza nell’interces- mo sempre a chiedere la prote-
sione, presso Gesù, della Ma- zione di san Domenico Savio
donna e del nostro piccolo e sulla carissima nipotina.
grande “santo delle mamme in
attesa”, affinché ci donasse un
Musso Marisa, Asti
mogenita Sabrina Domenica. Al che in sala parto stava acca-
altro bimbo. Dopo pochi mesi,
termine dei nove mesi sembra- dendo qualcosa di grave. Il tem-
quasi inaspettatamente, la no-
stra preghiera è stata esaudita.
Sono rimasta nuovamente in-
INTERVENTO
TEMPESTIVO
va che tutto andasse per il me- pestivo e concorde soccorso ha
glio; quando improvvisamente al permesso al piccolo Luigi Do-
momento del parto, senza che menico di nascere perfettamen-
cinta, nonostante la minaccia
E CONCORDE
nulla lo facesse prevedere, il te sano.
di una gravidanza non facile,
bambino venne a trovarsi in uno
soprattutto dal punto di vista fi- Il 27 gennaio è nato Luigi Do- stato di imminente pericolo di
Biondi Renato, Catania
sico e psicologico, e alla fine di menico, atteso per nove mesi da morte o di grave malformazione
un lungo travaglio. A dicembre tutti i famigliari, con apprensio- cerebrale. Il ginecologo di turno,
abbiamo potuto abbracciare la ne, per le continue minacce di presente in sala parto, ebbe
nostra bambina, un dono unico aborto della mamma, che tutta- un’improvvisa ispirazione di
e immenso. Spero che questa via era fiduciosa nella protezio- controllare il bambino quasi
mia vicenda possa infondere ne di san Domenico Savio, già pronto per nascere. Resosi con-
nuovo coraggio a tante coppie da lei esperimentata durante la to della gravità e del pochissimo
che, come noi, si sono trovate gestazione e la nascita della pri- tempo a disposizione per salva-
in difficoltà, affinché perseveri-
re il bambino, si mosse subito,
no nella loro strada, senza
chiedendo l’aiuto necessario, af-
scoraggiarsi. Vale la pena di ri-
finché si provvedesse immedia-
schiare e di cercare una nuova
tamente al parto per taglio ce- Martiri spagnoli L. Olivares
vita, perché ogni bambino è
sareo. In pochi minuti, con ecce-
una benedizione di Dio. La no-
zionale sincronismo, quasi mos-
stra bambina, con la sola sua
si da inspiegabile volontà, si so-
presenza e con i suoi sorrisi ci
sta ripagando giorno dopo
giorno di tutto ciò che abbiamo
sofferto durante questi tre anni.
GIUGNO 2008 BS
no ritrovati presenti e pronti il
primario, l’anestesista e la neo-
natologa. Pur essendo impe-
gnati altrove, avevano avvertito
Ptfrlii’eiericrmnnhedlaiaietccesoaptnaezuitboossbenidlneipeczdloaaletezrrlieàolnecnotaoetmepmrnieeteo.otnnt.eoSsrnuei

5.7 Page 47

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IN PRIMO PIANO
redazionale
Dott.ssa
CAROLA CARAZZONE
Vive e lavora a Torino presso
la Facoltà di Giurisprudenza
dell’Università degli studi.
A Roma presso il VIS (Volontariato
Internazionale Salesiano) dal 2002
coordina il settore dei Diritti Umani.
Come sei capitata al VIS?
Ho conosciuto il Vis per la prima volta quando ho deciso di frequen-
tare a Valdocco un “Corso di Mondialità” per un anno, organizzato
proprio da questa associazione. Venivo da alcune esperienze, svolte
nel volontariato.
Ce ne puoi accennare alcune?
Perché no? Ho lavorato ad esempio in un centro down; ho fatto un
mese in Paraguay in un centro che si occupava dei “niños de la calle”;
un intero anno l’ho passato con i padri gesuiti a Salamanca occupan-
domi sempre dei più svantaggiati. Quando sono rientrata in Italia, mi
sono iscritta a un master sulla “Cooperazione allo Sviluppo” che si te-
neva nella città di Pavia, e ancora una volta era promosso dal Vis. E
quando sono ripartita, stavolta l’ho fatto come volontaria del Vis, meta
l’Albania del dopo Enver Oxa. Quella esperienza è durata tre anni.
Ora a Roma coordino l’ufficio Diritti Umani.
Di che ti occupi in questo momento?
Di parecchie cose, a dir la verità. Ad esempio di corsi on line di for-
mazione ed educazione; ma anche di progetti di promozione e prote-
zione dei diritti soprattutto di bambini/e; di azioni di advocacy
Sarebbe?
Si tratta di fare pressione sui vari governi per richiedere leggi ad hoc
per la tutela dei diritti dei fanciulli, o per la regolamentazione delle
adozioni reali o a distanza, ecc.
C’è qualcosa in programma per il prossimo futuro?
Certamente sì! C’è in vista un grande congresso mondiale su “Peda-
gogia salesiana ed educazione ai diritti umani”, anche in consonanza
con la strenna attuale del Rettor Maggiore dei salesiani. Tale meeting
si svolgerà il prossimo gennaio dal 2 al 6 e proprio alla Pisana, presso
la Casa Generalizia della congregazione salesiana. Sarà un evento di
grande importanza e, speriamo, anche di grande impatto mediatico.
Insomma tutto procede bene?
Si sta camminando, ma c’è ancora bisogno di prevenzione perché
sono ben numerose in ogni parte del mondo le violazioni dei diritti
umani. Anche in Occidente, badi bene! Ecco il perché del congresso;
abbiamo bisogno di educare per prevenire.
Auguri a te e al Vis per la buona riuscita dei vostri progetti.
BIRTUKAN
Il suo nome è anche quello di
un frutto: nel linguaggio locale
Birtukan significa, infatti, aran-
cia. Una bambina piccolina ma
bella e coraggiosa, che ha co-
minciato a lavorare sodo già
quando aveva 5 anni, nel 1992.
In Etiopia nessun bambino di
famiglie povere e numerose
può permettersi il lusso di pas-
sare la fanciullezza tra giochi e
bizze. Ci si dà da fare per aiuta-
re la baracca, si gioca, se ci si
riesce, nei ritagli di tempo. Bir-
tukan era la quarta di otto figli
e, poiché in famiglia l’unico
che aveva un impiego saltuario
era il padre, tutti i membri do-
vevano fare qualcosa, piacesse
loro o no, per rendersi utili.
Quando i missionari salesiani
47
l’hanno contattata, si sono ac-
corti che aveva un’intelligenza
viva, una volontà ferrea e una
gran voglia di studiare. Così
l’hanno accettata nella scuola e
l’hanno fatta studiare, pur conti-
nuando lei a risiedere in fami-
glia e a lavorare. Era una delle
più brave della classe e ce l’ha
fatta: nel 2006 si è diplomata
alla scuola agraria. Ora dice di
essere felice e non manca di
ringraziare chi l’ha aiutata a ti-
rarsi fuori dall’ignoranza e
dall’abbandono dove rischiava
di rimanere per tutta la vita.
BS GIUGNO 2008

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Michele Novelli
Teatrino: un gioco liberatorio
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
FMA
di Maria Antonia Chinello
In rete: navigatori o naufraghi?
CHIESA
di Silvano Stracca
Quo vadis Europa? (20)
ON LINE
di Giancarlo Manieri
Il comm. Caccia e la S.E.I.