Bollettino_Salesiano_200607

Bollettino_Salesiano_200607



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Il "BENEDET'fO''
ATTUALE
(pag. 12)
Lc;c'EsDIDTIOMRIAALDRID
(p09· 23)
METÀ GIORNATA
soTTOTERRA
(pag. 32)

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150 - MAMMA MARGHERITA - 150
di Pascual Chévez Villanueva
C. L
FAMl(iLIA
DELLA VITA
SUDORE
PER IL PANE
Il LAVORO dei genitori è il mezzo con cui concretamente
"danno la vita'\\ goccia a goccia, giorno dopo giorno,
ai loro figli, e serenità a se stessi.
Gli esperti
sono in al-
to mare sui
pro e i contro del
crescere in una
famiglia dove en-
trambi i genitori
lavorano, ma è
chiaro che cro-
giolarsi nei sen-
si di colpa può essere
devastante sia per i genitori sia per i
bambini. I genitori che lavorano per
necessità traggono conforto dal pen-
siero che i loro figli intuiscono il sacrifi-
cio che stanno compiendo . Se non su-
bito, magari quando saranno più gran-
di. Non c'è nulla di male nell'amare il
lavoro, lo status e il denaro che procu-
ra. Per molte mamme che lavorano, la
maggiore fonte dei sensi di colpa na-
sce dal sentimento di deprivare i figli
della loro presenza affidandoli, magari,
ai nonni. E se si è afflitti dai sensi di
colpa, si tende a viziare i bambini e si
ha difficoltà a essere severi quando
necessario. D'altra parte, inviare il
messaggio che il lavoro pesa non fa
che peggiorare il problema. I genitori
che amano il loro lavoro, o ne apprez-
zano i benefici che procura alla fami-
glia, devono farlo sapere ai figli.
Ma è importante inviare costan-
temente ai figli il messaggio che
sono amati più del lavoro. Può sem-
brare ovvio, ma non è così. Dopotutto
l'amore non è soltanto un sentimento
che si prova ma anche qualcosa che
si dona. Troppo spesso il lavoro porta
via la parte migliore dell 'attenzione e
dedizione dei genitori , che finiscono
per riservare ai figli i residui , scari-
cando più spesso su di loro che sui
capi o su i clienti il nervosismo , l'im-
pazienza e l'apatia orig inati dalla
LUGLIO/A GOSTO 2006 BS
stanchezza. In parte è una questione
di tempo , soprattutto se si lavora tutta
la giornata. Solo pochi si sentono in
forma al mattino quando sono in cor-
sa contro il tempo, o alla sera quan-
do per tutto il giorno non hanno fatto
altro che eseguire ordini. Ma a casa
bisogna usare al meglio il tempo da
passare con i figli. Non è necessario
inventare chissà che cosa. Basta
focalizzarsi sui familiari invece che
sul giornale o sulla TV.
Ma è bene anche ricordare la
vecchia massima : «Quando il lavo-
ro è un piacere, la vita è una gioia!
Quando il lavoro è un dovere, la vita
è una schiavitù». Occorre insegnare
ai figli a impegnarsi. Non è questio-
ne di prediche o storie sul nonno
che lavorava in una miniera per ven-
tidue ore al giorno , sette giorni la
settimana. I genitori devono insegna-
re concretamente ai figli a svolgere
determinate attività in casa , e per-
mettere loro di lavorare con papà o
mamma mentre caricano la lavasto-
viglie , passano l'aspirapolvere , puli -
scono la vasca da bagno, cambiano
l'olio all'auto o curano il giardino. Si
tratta di mostrare come si ·fa, e di
invitarli a provare. È un insegnamen-
to "sul campo". Offrendo ai figl i le
competenze necessarie per svolgere
vari lavori e la fiducia in se stessi , i
genitori rimuovono uno fra gli osta-
coli più seri dell 'armonia familiare.
vita. Per molti, invece, è così. Ormai
la locuzione che va a braccetto con
"posto di lavoro" è "uomo di suc-
cesso", cioè uno che è pregiuçlizial-
mente ricco . Il mito del successo è
parallelo a quello della ricchezza, e i
ragazzi pensano che sia la cosa più
importante della vita , che il fine da
raggiungere sia la conquista del mag-
gior numero possibile di ammiratori e
di seguaci... qualunque cosa si faccia
e comunque la si faccia. I ragazzi con
. genitori normali che cosa pensano,
sotto una simile martellante apologia
del successo? Che i genitori non val-
gono nulla? Che tanto bravi non de-
vono essere, visto che nessuno va in
Oggi è difficile affrontare serena-
mente con i figli l'argomento "la-
voro" . La questione del denaro può
passare in primo piano. Nel nostro
costume la locuzione "posto di lavoro"
è divenuta sinonimo di stipendio. Giu-
sto, beninteso . Ma è pure giusto il
non farne la ragione primaria della
I I genitori devono insegnare
concretamente ai figli a svolgere
determinate attività in casa,
e permettere loro di lavorare
con papà o mamma.

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I Tornati dal lavoro occorre che
i genitori si focalizzino sui familiari
invece che sulla TV.
I Per molte mamme che lavorano,
la maggiore fonte dei sensi
di colpa nasce dal sentimento
di deprivare i figli della loro
presenza ...
estasi davanti a loro? Situazione in-
dubbiamente sgradevole. Vi si aggiun-
ga che quegli stessi genitori, che per
il figlio non valgono un gran che , lo
incitano a darsi da fare per "farsi stra-
da", per "diventare qualcuno". Ma per-
ché , potrebbe chiedersi il figlio , non
l'hanno fatto loro?
Questo rende talvolta difficile
formare i figli alla "laboriosità". Virtù
oggi poco di moda, che invece ha
un9 spazio importantissimo nella
pedagogia di Don Bosco , e che so-
prattutto i genitori possono ragione-
volmente "impiantare" nei figli. Nasce
dalla creatività e dalla voglia di aggre-
di re la realtà ; si nutre di fortezza ,
responsabilità, perseveranza e senso
del dovere ; ha bisogno di pazienza,
attenzione, apprendimento. I bambini
e i ragazzi racchiudono semi di capa-
cità, talento , abilità, intuizioni che per
germinare e crescere esigono ve re
motivazioni (che non possono essere
solo il guadagno o il successo) e
disciplina. Per tutto questo sono
necessari dei buoni insegnanti e
dei buoni genitori .
Lugli o/Agosto 2006
An no CXXX
Numero 7
In copertina:
Sempre più giovani
soprattutto extracomunitari,
si ritrovano nelle gra ndi
città abbandonati
a se stessi. Occorre che
forze sociali e religiose
si mobil itino.
Lo hanno fatto le FMA.
Foto: MCS Triveneto
Mensi le di inform az ione
e cu ltura re ligiosa edi to
dall a Congregazione Sales iana
di Sa n Giova nni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IER I
- CHIESA
12 Benedetto XVI
di Silvano Stracca
- CASA NOSTRA
14 Un pioniere del futuro
- EVENTI
18 Una storia di manoscritti
di Sabino Palumbieri
di Nata le Maffioli
INSERTO CULTURA
23 Editoria! CCS
di }osé Antonio San Martin Pérez
FMA
28 Una casa a Porta Palazzo
- ONLINE
32 Metà giornata sottoterra
di Maria Antonia Chine/lo
di Giancarlo Manieri
RuBRICHE
2 Il Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatotio - 16 Box - 17 Zoom - 20 Viaggi - 22 Lettera ai giovani -
27 Bagliori - 30 Libri - 34 Come Don Bosco - 36 Arte Sacra - 37 Laetare e t beneface-
re .. . - 38 Sfide e tiche ...: 40 Dibattiti - 41 Varia - 42 I nostri morti - 43 // mese (luglio) -
45 44 Il mese (agosto) - Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni • Giancarlo De Nicolò Franco Lever
Natale Maffioli . Francesco Motto · Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin Ernesto Gattoni
g~To"~i2~0u?§~~~ ~~~~;~~ g~~~;eEL~~ina~~ovolo
~~ib~~~ ~,;';7~~~':,"~~~u~Zi~r~i~~~~~tfs~
~~~~;):~go
Fabio Sandroni • Arnaldo Scaglioni· Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco · Cipriano Demarie
Chiara Fantini . Tadeo Martin · Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertone
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori : Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma• Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. · Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. • Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi Il
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I Associato alla
U nion e Stam pa
Periodica Ita liana
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

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IL PUNTO
di Carlo Di Cieco
L'ANOMALIA
CRISTIANA
Al perdono, alzi la mano chi ci crede. Alzi la mano chi è disposto
a perdonare. La storia/tragedia del piccolo Tommaso è un
campanello d'allarme. È urgente e indispensabile educare
al perdono.
Orribili storie di violenza sui
bambini, fino alla loro uccisione,
sono immagini simboliche
dell'ampia cittadinanza che la violenza
gode nelle nostre società. Stiamo
correndo il rischio serio di abituarci
talmente alla violenza, al sopruso dei
più forti , agli affari loschi, alla
spregiudicatezza affaristica che
promette garanzie di vita più agiata,.che
riusciamo con difficoltà a pensare
normale una vita sociale più vivibile e
sicura. In questo clima avvelenato dove
la vita si sta trasformando in una lotta
per la sopravvivenza e nella garanzia di
poter godere e possedere ad ogni costo
dei beni materiali, cresce la tentazione
di ritenere sorpassata la speranza
cristiana. Non solo.
Anche altre proposte di radice
evangelica sembrano superate,
inattuali, come l'amore che è stato
proposto dal Papa con la prima
enciclica programmatica del suo
pontificato. L'amore viene ricacciato
nell'ambito dell'utopia, dei bei sentimenti
che tuttavia non si possono coltivare in
questa società che, con frequenza
crescente, ci mostra storie di
ammazzamenti, rapine, torture, abusi,
rivalse. Di fronte a storie come quella
del piccolo Tommaso, rapito ai genitori
forse per una vendetta o un'estorsione,
e poi ucciso, ci si gela il sangue, si
arriva a invocare la pena di morte per gli
autori del delitto, si pensa con angoscia
al contesto in cui ci tocca vivere. E si
trova del tutto normale cancellare la
parola "perdono" dal vocabolario
quotidiano. Perdonare viene
considerato da vigliacchi o da deboli, la
vendetta un nobile sentimento dei forti.
D'altro lato perdonare è facile a
parole, quando devono farlo gli altri.
Se può recare una certa sorpresa
sentire parole vendicative da chi ha
subìto torti inauditi sulla propria pelle,
o sui propri cari , una sorpresa più
grande potrebbe riservarci la vita, se
a patire torti e ingiustizie dovessimo
essere noi stessi . La capacità di
perdono non si improvvisa. Come non
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
si improvvisa nessuna delle virtù
cristiane. ·
Ma è tanta l'urgenza nel mondo che i
cristiani tornino a essere cristiani di fatto
e non a parole, che Benedetto XVI,
nella Giornata Mondiale della Gioventù
di quest'anno ha proposto una grande,
ma antica e semplice verità. "La nuova
arma, che Gesù ci dà nelle mani, - egli
ha detto ai giovani nella domenica delle
Palme - è la Croce, segno di
riconciliazione, di perdono, segno
dell'amore che è più forte della morte.
Ogni volta che ci facciamo il segno
della Croce, dobbiamo ricordarci di non
opporre all'ingiustizia un'altra
ingiustizia, alla violenza un'altra
violenza; ricordarci che possiamo
vincere il male soltanto con il bene e
mai rendendo male per male".
Una verità cristiana elementare che
oggi appare una virtù eccezionale,
riservata a pochi, mentre la massa può
tuffarsi nella rivalsa anziché nel
perdono. Benedetto XVI riporta alla luce
il senso del farsi il segno della Croce
che non sia un rito scaramantico, ma
una rappresentazione costante di quello
che comporta l'essere cristiani nei fatti e
non solo nelle parole. Considerato in
questa luce, anche il segnarsi con la
Croce ci ricorda costantemente che
essere cristiani sotto il profilo anagrafico
non serve alla diffusione del Vangelo e
che esserlo con la vita ci costa una
conversione costante. Vivere da
cristiani è duro come il legno della croce
a cui è stato appeso il fondatore.
Perciò anche l'educazione al perdono
non si può dare per scontata. Tanto più
se non ci dimentichiamo che siamo stati
invitati a perdonare settanta volte sette,
ossia sempre. Richiede una grande
saggezza che colloca questo agire
tipicamente cristiano, controcorrente,
inattuale, entro il contesto reale della
vita oggi, sfoltito dal vuoto che si crea
nel pensiero e nella prassi cristiana
quando l'educazione viene pensata
entro recinti ormai improbabili o viene
proposta in termini disancorati dalla vita
quotidiana.
'

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~
TTERE AL DIREITORE
sono riuscito a impedire che sapere qual è la valutazione un profondo smarrimento ...
Harry Potter entrasse a casa cristiana, se no rischia di far ho difficoltà a credere ... so
mia [...]. Perché mai dovrem- la figura di chi ignora pro- di avere dei blocchi stanziati
mo misurare tutto con il metro prio ciò che dovrebbe esser- dentro ...
della dottrina cristiana? E per- gli più familiare (sono in mol-
Daniela
ché si criticano solo i prodotti ti a rimproverare ai cattolici
che si conoscono? Quanti altri di non sapere nulla della reli- La sua lettera, signora, non mi
lavori. di fantasia vengono tra- gione che professano, e con presenta una persona per la
smessi che non avendo avuto il ragione: di cristiani sprovve- quale "l'unica certezza è l'in-
successo di Harry Potter, nes- duti ce ne sono a bizzeffe, ce1tezza stessa". Tutt 'altro. Vi
suno li critica, o anche quei purtroppo).
ho trovato una persona che ha
reality o soap opera...
Quanto poi alla critica fatta un quadro chiaro di sé, ed è
Roberto
solo a certi prodotti che si co-
noscono e non ad altri che
capace di capire gli altri. So-
no doni che pochi hanno. Ne
I miei rilievi critici al Codice non si conoscono.. . la cosa faccia tesoro. E non dimenti-
da Vinci (BS gennaio 2005) ha già in se la sua giustifica- chi mai che la vita - ogni vita
non intendevano impedirne la zione. Sarebbe davvero sin- - ricomincia a ogni levar del
lettura, ma criticarne il con- golare che mi mettessi a criti- sole! O non è vita. Probabil-
tenuto spacciato per storico, care ciò che non conosco. So- mente ricorda la storiella -
f:I NCORA IL CODI- mentre contiene grossolani no anche d'accordo che tali arcinota - del leone e della
I,j,/ CE. Egregio direttore, errori e non in buona fede. prodotti possono far molto gau.ella: "Ogni giorno il leo-
non passa giorno senza Codi- Del resto a cominciare da male agli sprovveduti. Ma ne si sveglia e sa che deve cor-
ce.. . intendo quello da Vinci. Umberto Eco, credo non ci non si può arrivare a tutto, rere più della gazzella... Ogni
Ma non è che sul serio qualco- sia stato un uomo di cultura ecco perché si sceglie qualco- giorno la gazzella si sveglia e
sa di vero ci sia? Perché, vede, (di destra o di sinistra) che sa per mettere in guardia an- sa che dovrà correre più del
le pure fantasie non suscitano non lo abbia messo in discus- che su altri prodotti similari. leone... Non importa che tu
tanto polverone... O no? [...]. sione. Se proprio vuole il mio D 'accordo con lei sul talento sia leone o gazzella, quel che
Mario, Parma
parere, ho l'impressione che
lei abbia commesso un errore
o sui talenti da sfruttare: non
mi sogno, infatti, di rimprove-
impmta è che ogni giorno tu
ricominci a correre! ". Non è
Polverone, ha detto giusto. ll
BS è intervenuto più volte sul
caso. Se vuol sapere per filo e
per segno la serie di topiche in
cui è incorso "coscientemen-
a convincere la sua amica
"librovora " a evitare la lettu-
ra del Codice. lo avreifatto il
contrario. Idem dicasi di
Harry Potter (BS dicembre
rare alla Rowling di aver
scritto quei romanzi, anzi mi
auguro che continui a scrive-
re... chissà che prima o poi
si decida a far trionfare il
solo un apologo. .. offre un
senso alt'esistenza.
Ho l'impressione - suffragata
da esempi pressoché quoti-
diani - che l'uomo moderno
L,.I,I,JOro te" l'autore, legga "La frode
del Codice da Vinci ", edito
dalla ELLED!CI e scritto da
vari specialisti per fa r emer-
gere le tante mistificazioni di
Brown, che alle spalle della
credulità acritica di troppi cri-
stiani ha raggranellato fama e
miliardi. Potrà così conoscere
la vera storia del Priorato di
Sian, il mito del Graal, la vi-
cenda dei Merovingi e quella
dei Templari, ecc. Le farà luce
su Maria Maddalena, la cac-
cia alle streghe, la gnosi, la
famigerata (pe r Brown) Opus
Dei, e pe,fino sul caso Calvi.
Quel che è certo in tutto que-
sto polverone è che noi cri-
stiani spesso facciamo la figu-
ra dei polli, perché - mi scrive
un amico - siamo ricchi di
ignoranza.
2005). Poiché, in questo caso
si tratta di un libro per bam-
bini (almeno nelle intenzioni
della Rowling), mi sono per-
messo di far rilevare quello
che qualsiasi educatore di
buon senso avrebbe fatto al
mio posto. Due le critiche:
l'uomo è spregiativamente
chiamato babbano; il Male è
troppo presente in confronto
al Bene. Ma anche in questo
caso non ne ho sconsigliato
la lettura. Harry Potter può
essere un ottimo libro se rac-
contato da un grande con la
testa sul collo, se letto da un
piccolo e confrontato col pa-
rere di papà e/o mamma (il
consiglio vale anche per i
film). La vita va affrontata
nel presente, perché ciascuno
va educato nel presente al
presente, senza inutili futuri-
Bene in modo definitivo! Mi
permetto di ribadire, infine,
che l 'educazione non è una
questione di "libri" letti ma
di "valori " assimilati, non di
ideali creduti ma di ideali vis-
suti... Se poi crede che il Co-
dice da Vinci dica delle verità
e che Han y Potter sia un ro-
manza "pedagogically cor-
rect''... beh, non ha che da
leggere Dan Brown e fare
educare i figli dalla Rowling.
DIFFICOLTÀ. Ca-
Direttore [... ]. Sono
pi cco la, fragile.. . [... ]. Ho
difficoltà ad adattarmi, ho
bi sogno di tempo per elabo-
rare quello che mi accade
[... ]. L' unica certezza è l'in -
certezza stessa [.. .]. Ho in-
segnato Letteratura all'Uni-
(ma potrei tranquillamente
scrivere il cristiano di oggi)
ha smarrito una qualità
esclusiva che gli appartiene
come persona e non è patri-
monio di alcun altro essere
vivente. Ho una gran voglia
di tradurle il concetto con un
altro esempio, invece che ra-
gionarci su... Ma sì, fo rse è
meglio. L'ho imparata in Ni-
geria la breve favola allego-
rica che le trascrivo, me l'ha
raccontata in uno stentato in-
glese un vecchietto raggrinzi-
to e senza denti: "Nel mio
giardino c'era un grande e bel
bambù , alto, altissimo, very,
very, very high. Il Signore gli
disse: "Posso usarti ?". "Certo
Signore". "Ma devo tagliar-
ti .. .". "E sia!". "Devo anche
spaccaiti". "Mi spiace, ma se
vuoi...". "Devo anche levarti
IlE DIRETTIVE DEL
U 85. Caro Direttore, se-
guendo le "direttive" del BS,
sono riuscito a non far leggere
ll Codice Da Vinci ... ma non
smi o nostalgici passatismi.
Nessuno le dice di misurare
tutto con il metro della dottri-
na cristiana. Lei misuri come
vuole. Ma, visto che si consi-
dera cristiano, è anche bene
versità, come assistente, ho
fatto altri cors i, lavorato con
persone con gravi depressio-
ni ... aiutand o ad essere forti
ab bastanza per accettare le
proprie ferite [... ]. Ma sento
il cuore". "Così sia!". Il Si-
gnore fece così, poi portò il
lungo bambù vicino alla ca-
scata, collegò un 'estremità al-
l'acqua e diresse l'altra verso i
campi aridi. E il deserto rifiorì,
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS

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\\
~ . ..
~-
q:r /},, .
,1-1:1
e produsse riso, e piante, e fio-
ri: produsse vita, insomma.
Stroncato e ferito il bambù di-
venne un canale fecondo del
Signore". Noi la chiamiamo
sofferenza. Dio la chiama:
''Ho bisogno di te!".
l':J ~
ARCERI SÌ
Caro Direttore.
-
NO.
Leggo
spesso che tanti vorrebbero
riformare i regolamenti car-
cerari e rendere i luoghi di
detenzione più vivibili. Ma
che? Vogliamo trasformarle
in alberghi? Allora che senso
ha un carcere in cui si sta me-
glio che non a casa propria!
Di questo passo arriverà pure
lo stipendio. Il carcere per es-
sere una pena deve essere du-
APPELLI
Desidero fare nuove cono-
scenze di penna, in Italia,
perché mi sento molto solo.
Citarèlla Carlo, Via Li-
bertà, 24 - 80018 Mugna-
no di Napoli (NA).
Ringrazio chiunque vorrà in-
viarmi immaginette di santi,
libretti religiosi e rosari . Sa-
rei contenta di riceverli e
scambiarli con i miei dop-
pioni. Maione Emilia, Via
Sud Piazza d'Armi, 2 -
81100 Caserta (CE).
Ho 23 anni, amo la vita, la
famiglia, la natura, l'amici-
zia. Cerco sincere amicizie.
Risposta assicmata. Picchi
Silvia, Via Filopanti, 8 -
47039 Savignano sul Rubi-
cone (FO).
Vorrei corrispondere con ra-
gazzi e ragazze per instaura-
re una bella amicizia. Erika
Sicari, Via Tommaso
Campanella, 19 - 89025
Rosarno (RC).
Ho 26 anni e vo1Tei corri-
spondere con ragazze che
come me amano le cose
semplici della vita come la
natura, gli animali, la lettura,
vi. Di duro nel carcere c'è
già la restrizione della li-
bertà, l'onta di essere per
l'appunto un condannato, il
fatto che te lo scrivono sui
documenti personali. Di duro,
anzi durissimo, c che da un
luogo di detenzione non si
esce quasi mai migliori, e c'è
la promiscuità di vecchi con
giovani, di uomini incalliti
nel vizio assieme a ladruncoli
di primo pelo; di giovani ca-
pitati lì per sfortuna (e spesso
anche per sbaglio) costretti a
convivere con lestofanti irre-
ro, se no incentiva ancora il cuperabili, ecc. Si dice che in
deli tto! Non le pare?
certi luoghi non si deve anda-
Lino re troppo per il sottile, e inve-
ce sarebbe proprio il caso di
Nossignore, non mi pare! Per andare per il sottile: un car-
alcuni motivi alquanto intuiti- cere non può essere solo una
punizione, deve poter essere
anche e soprattutto una re-
denzione, per il bene dello
un bel film. Cerco delle vere
amiche. De Benedittis Mo-
nica, Via Balbi, 2 - 21050
Cuasso al Monte (VA).
stesso carcerato e soprattutto
della società. E la prova che
il carcere è unfallimento del-
lo Stato e dei giudici lafomi-
sce una breve statistica che le
Ho 16 anni e cerco amici/e
di penna... Potete scrivere
anche in inglese. La risposta
è assicurata. Crepaldi Enri-
ca, Località Tinella, 30 -
12050 Neviglie (CN).
sottopongo. Tiri lei, poi, le
conclusioni. Personalmente
posso solo dire che se c'è una
istituzione che ha bisogno di
una profonda riforma, questa
è proprio il carcere. Forse a
cominciare dal nome. Ecco,
Sono solo e non ho amici
per comunicare, desidero
corrispondere con ragazzi/e
di tutte le età. Di Bono
Francesco, Via Epicarmo,
362 - 96011 Augusta (SR).
comunque, la breve ma signi-
ficativa statistica.
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morti, di cui 51 per suicidio.
Anno 1999: 126 detenuti
morti, di cui 53 per suicidio.
Anno 2000: 160 detenuti
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m01ti, di cui 56 per suicidio.
Anno 2001: 177 detenuti
morti, di cui 69 per suicidio.
Anno 2002: 160 detenuti
morti, di cui 52 per suicidio.
Anno 2003: 157 detenuti
morti , di cui 57 per suicidio.
Anno 2004: 172 detenuti
morti, di cui 52 per suicidio.
Anno 2005: 110 deten uti
morti, di cui 58 per suicidio.
In totale: 1191 morti, di cui
448 suicidi .
Sono una collezionista di
cartoline di tutta Italia e vor-
rei scambiarle con Torino e
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Via Bertola, 5 - 10020 San
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N ci è stato possibile pub-
bi~are tutte le lettere perve-
nute in reda zio ne. Ce ne
5cusw. n10. Provvedere. mo· a
·suo tempo alla pubb/1caz10-
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Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
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denza:
IL BOLLETTINO
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Casell a post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.643
E-mail : biesse@sdb.org
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

1.8 Page 8

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CATANIA/BARRIERA
E MESTRE
Varie e ben programmate le
iniziative sorte un po' dovun-
que, a segui to della Strenna
2006 sulla famiglia. A Cata-
nia/Barriera l'oratorio e la
parrocchia hanno puntato su
una serie di appuntamenti che
hanno spaziato sulle problema-
tiche attuali della famiglia e sui
correttivi - nuove "pensabi-
lità" le hanno chiamate - per
1i dare forza e vitalità a que-
sta istituzione. Specialisti ed
esperti religiosi e laici si sono
avvicendati per anicchire i di-
battiti. Anche a Mestre il tema
è stato affrontato con un titolo
che invitava a scoprirne gli
aspetti positivi e i valori: Bene-
detta jàmiglia!, "perché questa
pietra angolare ... sempre più e
meglio si affermi" .
ROMA, ITALIA
t1i.r.,<,."n,~, ,10,.n,
· u,,.u1,1.,,,.,,~.,~,.. I ru.,t.l,.,nc...,1
EZ IO LIGNOLA
"Suo oW.mo servilm
sac. q,oanni Bosco"
Don Bosco e Fossano
Un aflresco di vita tra storia e fede
FOSSANO, ITALIA
"Suo obbl.mo servitore sac.
Gioanni Bosco". Don Bosco
e Fossano. Un affresco di vita
tra storia e fede cli Ezio Li-
gnola. Tee Editrice Fossano,
2006.
Il volume, curato da un exal-
lievo dell'Istituto Maria Ausi-
liatrice di Fossano, dopo una
sintesi delle vicende politiche
e sociali del peri odo imme-
diatamente successivo alla
Restaurazione d'Europa, ri-
perc01Te l'evoluzio ne stori-
co/religiosa del rapporto in-
tercorso tra don Giovanni Bo-
sco, la città di Fossano e alcu-
ni suoi uomini e donne di
spicco, tramite una ricostru-
zione testuale, ma soprattutto
avvalendosi di una memoria-
listica esclusivamente sales ia-
na, parte dell a quale non an-
cora del tutto analizzata. Il li-
bro nelle sue 250 pagi ne illu-
strate con foto d'epoca, alcu-
ne inedite, ricchezza di note e
una bibliografia essenziale,
un isce il carattere divulgativo
ai rigorosi approfondimenti
storici, e offre una particolare
testimonianza della cultura
del terri torio fossa nese e delle
Comunità a esso legate.
Ancora una volta la "Bene-
merita" si è mossa per fin i so-
ciali e caritativi. La "Lumbe-
lumbe ONLUS" ha organjzza-
to presso la parrocchja san
Giuseppe al Trionfale un con-
certo di beneficenza in favore
dell'Angola per un progetto
concreto: si vuole ristrutturare
un edi fic io per una scuola di
apicoltura e per la produ zione
di miele. Il concerto, magnifi-
co, l' ha tenuto il coro "Virgo
ficle lis", circa 50 cantori pro-
venienti dal!' Arma o loro fa-
miliari e simpatizzanti. Il
rilaestro Dina Guetti lo dirige
LASSÙ A BARBIANA
IERI E OGGI
Studi, inten-cn1i. totimoniai11r su don l.oTt'IUO MiUl\\i
LASSÙ A BARBIANA
IERI EOGGI
di Bruno Becchi
Ed. Polistampa
L'ennesimo lavoro sulla vi-
cenda di un grande prete da
molti osannato ·e da altri di-
leggiato. Non è una biografia
Corale Polifonica
''Vi'rgo Fidelis ''
fi n dalla fon dazione (1996). Il
coro spazia su un vasto reper-
torio di polifonja sacra e pro-
fana ed è ormai molto noto e
ricercato. La serata del 3 mar-
zo u.s. è stata piacevolissima.
Nella bella chiesa di san Giu-
seppe strapiena, ha presentato
la serata la nota conduttrice Al-
da D 'Eusanio, davanti a uffi-
ciali dell'arma, autorità, Ornel-
la Muti come ospite d' onore e
molta gente. Sempre più sor-
prendenti questi carabinieri,
nostri "angeli in divisa", che a
volte devono fare i duri per ne-
cessità, ma hanno un cuore
grande e ideali invidiabili .
ma il tentativo di mettere al
vaglio del lettore intelligen-
te "Studi , interventi , testimo-
nianze su don Lorenzo Mila-
ni ", come recita il sottotitolo .
Lo scopo dell'autore è forni-
re un altro contributo alla co-
noscenza di un personaggio
tra i più singolari della nostra
storia, con lo scopo dich iara-
to di salvaguardare l'aspetto
documentario che si riferisce
alla sua persona e al suo
tempo . Una appendice bio-
bibliografica, orientamenti bi-
bliografici e l'indice dei nomi
impreziosiscono il volume .
LUGLIO/AGOSTO 2006 BS

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
HONG KONG, CINA
Il " D. B osco Youth Centre"
è prati camente un oratorio
itinerante. H a 32 ann i sulle
spa lle e 4 ca mbi di sede. M a
don Attili o, 86 anni , è sem-
pre Il , fo ndatore e nume tute-
lare che l' ha sostenuto con il
suo caris ma e iI suo entusia-
smo salesiano. L'orato ri o
opera nell a zo na popo lare di
She k Lei (Recinto de lla Pie-
tra) e si avval e di numeros i
coll aboratori laici che sareb-
be lungo elencare. Il week-
end è desiderato e atteso per-
ché l'oratori o apre e lancia le
sue numerose qu alificate at-
tività: doposcuo la, corsi di
computer, teatro, canto, dan-
za. Ma anche confez ione di
g io ie lli , c io nd o li con finte
perl e, pittu ra; senza contare
le attività tradi zionali qu ali
sport, gite al mare, visi te cui-
tura ii... I coll aboratori laic i
costitui scono la colonna por-
tante dell 'oratori o, e il pa-
tri arca don Attili o Gallo con-
tinu a a rin graziarn e Di o e chi
g li dà un a mano per educare
ragazz i e g iovani .
SAN GIOVANNI
ROTONDO, ITALIA
La Scuola M edia Statale di vi a
M anin a san Giovanni Roron -
do, intitolata al grande compo-
sitore e musicista salesiano
don Alessandro De Bonis, fe-
steggia i 25 anni di atti vità di-
dattica. Per l'occasione, il Pre-
sidente dell a Repubblica ha
confe rito ali ' intestatario della
scuola la Medag li a d' Argento
all a me mori a per la sua valen-
za culturale e la personalità
arti sti ca. Un volume illustra-
to, un cortometraggio, un con-
certo polifo nico, un recital e
un a mostra curata dagli stu-
denti hann o accompagnato, in
giornate di verse, l'evento, or-
gani zzato da Stefano De Bo-
ni s, paren te dell 'i llustre musi-
co. Il 3 giugno poi è stato
inaugurato presso l' istituto
scolastico un busto in bronzo
di don Alessandro.
VATICANO
CELEBRAZIONE DI ANDREA MANTEGNA
A ricordo del V Centenario della morte del grande
pittore veneto (1430-1506), la Città del Vaticano ha
emesso una splendida serie stampata dalla ITVF
(Francia) che ha come soggetto il Polittico di San
Zeno, capolavoro realizzato nel 1457 per la chiesa
del santo a Verona. La scena principale è rappre-
sentata all'interno di un quadriportico classico, men-
tre nella predella sono dipinte scene della Passione,
oggi conservate al Louvre e al Museo di Tour.
Andrea Mantegna nacque a Isola di Carturo (PD)
nel 1431 e morì a Mantova, città nella quale si era
trasferito per lavoro, nel 1506. Contemporaneo di
artisti toscani quali Andrea Castagno, Paolo Uccello
e Donatello. Fu pittore di corte per Ludovico Gonza-
ga, per il quale realizzò alcuni autentici capolavori,
tra cui il polittico sopracitato che , secondo alcuni cri-
tici, sarebbe il suo capolavoro . Sue opere sono
sparse in vari musei: National Gallery di Londra,
Pinacoteca di Brera, Galleria di Capodimonte, Lou-
vre di Parigi, Prado di Madrid, ecc.
Il foglietto , composto di due valori da 2,80 Euro,
propone l'opera per intero : i tre francobolli (0 ,60,
0,85 e 1,00 euro) raffigurano, invece, la Vergine e
il Bambino, i Santi Gregorio e Giovanni Battista e i
Santi Pietro e Paolo.
Tiratura: 120 000 foglietti e 300 000 serie complete.
Per saperne di più: 'B' 0761/307.124
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS del luglio 1906 dedica ben 13 pagine
alle feste organizzate dai salesiani di Milano
per l'inaugurazione della nuova chiesa di
S. Agostino. Presenti, oltre al Rettor Maggiore
don Rua, quasi tutto il capitolo superiore e una
nutrita schiera di arcivescovi, vescovi, pr.elati,
nobili, autorità. Presiedeva il rito l'arcivescovo
di Milano cardinale Ferrari. Arrivò in visita
perfino un'Altezza Imperiale. Riportiamo
proprio questo brano, con la foto del costruttore,
architetto Cecilio Arpesani.
L'architetto della Chiesa, Cecilio Arpesani.
Il giorno 12 alle ore 10,30, Sua Altezza Imperiale e Reale
la Principessa Laetitia di Savoia Napoleone, Presidente
delle Dame e Patronesse Torinesi per l'Opera di D. Bo-
sco, giungeva in automobile all'Istituto S. Ambrogio di
Milano, accompagnata dalla contessa Balbis, sua dama
d'onore, e dal conte Bonvicino.
Fu ricevuta dal suono della marcia reale, tra il giubilo di
tutti i giovanetti. Erano convenuti ad ossequiarla il prin-
cipe D. Carlo Gonzaga, il conte Emiliano Parravicini,
l'architetto Cecilio Arpesani ed altri signori e signore del
Comitato Salesiano Milanese.
Un giovanetto declamò un indirizzo di omaggio all 'au-
gusta visitatrice, e i giovanetti cantori eseguirono un deli-
catissimo coro del Carissimi .
S. A. si compiacque di visitare minutamente l'Istituto,
accompagnata da Mons. Giovanni Cagliero, da Don Sa-
luzzo e da Don Antonio Dones direttore dell'Istituto.
S' intrattenne particolarmente cogli orfanelli calabresi
che le umiliarono un lavorino in ceramica; e visitò con
alta soddisfazione la nuova Chiesa di S. Agostino.
LUGLIO/ AGOSTO 2006 iJS
"""'""""'
GM8TECMPl8CUOl.A21Xl8 O!.so0cn8oloo•c.nc.lHJ
:.:::r..::.;-e!o hrblò:idlJot4nPab7
~ -~
ccs,i~dlCREATIVAAf
CANICATTÌ, ITALIA
Il ricordo del Papa dei giovani
non appassisce. A piµ di un
an no dalla morte, Karol Woj-
tyla è più che mai vivo. L'ora-
torio di Canicattì ha impostato
il Grest proprio su Giovanni
Paolo II. "Una gita con Karol"
è il filo conduttore un itine-
rario ludico e formativo che
ha interessato centinaia di ra-
gazzi. La fi gura del Papa, le
sue parole più forti, la sua
gioia dello stare con i giovani
hanno accompagnato educato-
di Enrica Ottone
ri, animatori e ragazzi per tut-
Una scuola secondaria supe-
riore alle prese con le riforme
affronta la sfida del rinnova-
mento, rileggendola nel qua-
dro di una più consapevole e
concreta impostazione dell 'at-
tività educativa scolastica. Si
cercano modalità fattibili per
rivolgere l' attenzione al sin-
golo, entrare in dialogo con
lui, coglierne la potenzialità e
ta l'estate. Cacce al tesoro,
mimi, clownerie, canti , sket-
ch, incontri con la natura, con
le persone, e quant'altro han-
no rinfocolato nel cuore dei
giovani il ricordo di un Papa
che ha voluto loro bene come
e più di un papà, e che per lo-
ro ha inventato raduni, con lo-
ro ha cantato, camminato,
gioito, sofferto ...
i bisogni . Il volume presenta
la ricerca-azione condotta nel-
la scuola "Maria Ausiliatrice"
di Roma. Descrive il percorso
di formazione dei docenti-tu-
tor, l' intervento e il monito-
raggio; raccoglie gli strumenti
e i materiali usati; documen-
ta i risultati. Educatori, inse-
gnanti, genitori e studiosi di
pedagogia possono trovare in
queste pagine sollecitazione e
guida per ripensare il proprio
impegno educativo.
ZAFFERANA ETNEA,
SICILIA
Non capita tutti i giorni di im-
battersi in un volume cultural-
mente valido e sponsorizzato
da un albergo. È capitato
all '"albergo Emmaus" , centro
di spititualità e cultura gestito
dai salesiani . A 750 metri slm,
sulle pendici dell ' Etna, gode
di un panorama stupendo. Il
volume, uscito in chiusura del-
1'anno dell'Eucaristia, è una
raccolta autorevolmente com-
mentata dall'autore (Santo
Russo sdb) sull' icona di Em-
maus, così come è stata "trat-
tata" lungo i secoli da pittori,
santi, scrittori, scultori, cera- ·
misti. Davvero un ' opera origi-
nale e meritevole di menzione.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Alberto Piastre/lini
ORE10
LEZIONE DI CINEMA
,'Siamo sicuri di
aver capito ab-
bastanza del Ci-
nema e dei vari generi televi-
Un volume, di due docenti e animatori CGS,
raccoglie i risultati di vari anni di esperienze
"sul campo" e propone percorsi didattici
suoni , situazioni , implicazio-
ni narrative ed estetiche che
rimandano ad altro. Per la
parte musicale si segnala la
sivi'? Con questa domanda,
Italo Moscati, saggista, scrit-
per scuole e gruppi giovanili.
competenza di un'altra "fir-
ma" già nota al Bollettino
tore e curatore di noti pro-
Salesiano: Lorenzo Ange-
grammi culturali per la TV,
lini , musicista e composito-
apre la sua prefazione al
re , da anni impegnato nel-
volume: "Il Maestro & Bian-
l'Associazione CGS.
caneve - appunti di didat-
tica con i cartoon Disney",
L'identità "laboratoriale"
iniziativa culturale specifica
della pubblicazione è resa
dell'Associazione Nazionale
evidente dalle schede ope-
CGS, edita dalla Mediateca
rative offerte all'attenzione di
delle Marche nella collana :
docenti ed educatori delle
"I Quaderni della Mediateca".
varie fasce d'età, schede
Il volume , a cura di Fabio
che raccolgono piste per im-
Sandroni e Nadia Ciambri-
bastire lavori successivi alla
gnoni, membri della reda-
visione del film , volti allo svi-
zione del Bollettino Salesia-
luppo emotivo-cognitivo; alla
no, si pone come strumen -
rivisitazione delle emozioni
to/supporto alla didattica del-
provate durante la visione ;
le discipline curricolari , af-
all 'affinamento delle capa-
frontate nei vari percorsi sco-
cità di osservazione e identi-
lastici (o all'interno di singoli
ficazione; all 'implementazio-
gruppi giovanili), proponendo
ne di operazioni logiche; alla
ai lettori prospettive insolite,
scoperta di tecniche e "truc-
suggerite dalla lettura e dal-
chi" del linguaggio immagine
l'analisi attenta di alcuni lun-
e, per i più grandi, alla lettu-
gometraggi selezionati fra i
ra strutturale del prodotto
più significativi della Factory
mediale e successivi ap-
Disney.
profondimenti sulle temati-
che e le implicazioni stori-
Si parte da Biancaneve
che , pedagogiche, filosofi-
e i sette nani (1937) e, at-
che e sociali presenti nel
traverso un cammino che
film . Nel dna de Il Maestro
ripercorre la storia del Cine-
& Biancaneve si sommano
ma di animazione : Dumbo
i vari "geni" dell'Associazio-
(1941) ; Cenerentola (1950) ;
ne Nazionale CGS, e della
Le avventure di Peter Pan
sua sezione marchigiana,
(1953) ; La spada nella roc-
della Mediateca Regionale
cia (1963) ; Mulan (1998) ,
delle Marche e del Circuito
Monster & Co. (2002) , e si
regionale CGS-ACEC "Sen-
arriva al recente Alla ricerca
tieri di Cinema", ma anche il
di Nemo (2003) . Naturalmente l'itinerario proposto dal Bollettino Salesiano può vantare la sua paternità: infatti
libro non si esaurisce con la semplice e scontata anali- il lavoro ha preso l'avvio da una serie di articoli usciti
si dell'evoluzione tecnica ed estetica del prodotto car- proprio su queste pagine nel biennio 2003-2004. O
toon , ma da utile strumento qual è, propone schemi di
analisi di possibili percorsi interpretativi delle singole Il Maestro & Biancaneve è disponibile presso le Libre-
opere prese in esame e suggerisce chiavi di lettura da rie Feltrinelli (15,00 ) e presso la Mediateca delle
proporre ai ragazzi per guidarli in una visione più atten- Marche, P.zza del Plebiscito 17 - 60122 Ancona Te/.
ta e critica, alla scoperta dei significati celati dietro la 071-205403; Fax 071-203370; www.mediateca.mar-
ricchezza del linguaggio-cinema: immagini , musica, che.it: Mail: mediateca.marche@regione.marche.it
BS LUGLIO/ AGOSTO 2 006

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA IL "BENEDETTOu
ATTUALE
di Silvano Stracca
I 1 Papa venuto dalla Germania
che, in segno di riconciliazione,
visita la sinagoga di Colonia,
distrutta dai nazisti nella famigerata
"notte dei cristalli" del 1938. E si
inginocchia nel campo di sterminio
di Auschwitz, luogo simbolo del-
1' Olocausto, assumendosi il peso e
chiedendo perdono per le colpe
della Chiesa e del popolo tedesco.
Il Grande Inquisitore, com'era chia-
mato quando per un quarto di seco-
lo ha guidato l' ex Sant'Uffizio, che
dedica l'enciclica programmatica
del pontificato, Deus caritas est, al-
la parola chiave del cristianesimo:
"Dio è amore". Perché "in un mon-
do in cui al nome di Dio viene a
volte collegata la vendetta o perfi-
no il dovere dell'odio e della vio-
lenza, questo è un messaggio di
grande attualità e di significato
molto concreto".
QUELLO CHE ERA
Il rigoroso custode della Tradi-
zione che, per la prima volta nella
storia, rinuncia nello stemma papale
al Triregno, la tiara con le tre coro-
ne che, dal tempo delle Crociate,
simboleggiava il triplice potere del
pontefice: padre dei re, rettore del
mondo, vicario di Cristo. E al Trire-
gno sostituisce una semplicissima
mitra episcopale quasi a significare,
nel governo della Chiesa, una mag-
giore vicinanza al collegio dei ve-
scovi. Il crociato della fede che si
1ivolge ai seguaci dell'Islam chia-
mandoli "amici", e lancia ponti di
dialogo verso Pechino che final-
mente sembra schiudere po1te rima-
ste sempre serrate dinanzi al suo
predecessore. L'intellettuale che si
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
spoglia della sua cultura e diventa
un catecheta dai discorsi incisivi e
penetranti, dal linguaggio straordi-
nariamente semplice, come quelli ai
giovani sulle rive del Reno e ai fan-
ciulli della prima comunione. Il teo-
logo principe, autore di innumere-
voli opere dottrinali, che suona al
Un papa mite, che non ha nulla
del Grande Inquisitore, come era
chiamato quale capo
dell'ex Sant'Uffizio.
piano Bach e Mozait, ama i gatti, ti-
fa per la squadra del Bayern di Mo-
naco ... ora è diventato il Pontefice
che, preoccupato per un mondo sen-
za pace e senza giustizia, ha voluto
riprendere il nome di Benedetto,

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
111 rigoroso custode della
tradizione che sostituisce la tiara
papale con la mitra vescovile,
per la prima volta nella storia
della Chiesa.
dopo quasi ottant'anni, in memoria
di Benedetto XV, il Papa della con-
danna della prima guen-a mondiale
come "inutile strage".
GESTI SEMPLICI MA ...
Gesti di portata simbolica e tratti
d'insospettata umanità che appaiono
la filigrana di questo "Annus Pri-
mus" di Benedetto XVI, eletto al
quarto scrutinio, a larga maggioran-
za, da centoquindici cardinali di
ogni età ed angolo del pianeta, i
quali erano entrati nel primo concla-
ve del nuovo millennio sentendo tut-
to il peso di dare un degno successo-
re a Giovanni Paolo II, il papa che
per 27 anni aveva offerto alla Chiesa
un magistero ampio, articolato, di
alto profilo teologico e pastorale.
"Nella Cappella Sistina - ricorda
così il 19 aprile 2005 il cardinale
Tarcisio Bertone, salesiano - mi tro-
vavo di fronte a Ratzinger. Lo vede-
vo molto tranquillo. Seduto al suo
posto era sereno. Traluceva tranquil-
lità d'animo, una grande pace inte-
riore. Non mi sembrava agitato,
preoccupato. Aspettava gli eventi e
la volontà di Dio". Poi "scoppiò
l'applauso. Alle due domande di rito
Ratzinger 1ispose con molta serenità
e pacatezza, con convinzione. Alla
prima domanda - Accetti l'elezione
canonicamente avvenuta? - rispose
in latino: 'Anche se indegno, con
l'aiuto di Dio accetto'. Così da su-
bito Benedetto XVI non nascose di
sentirsi un 'debole servitore di Dio',
rispetto al 'compito inaudito' che
stava per assumere".
La rapida elezione del nuovo Pa-
pa fu, senza dubbio, una scelta nel
segno della continuità con Karol
Wojtyla, dato che il cardinale bava-
rese ne era stato per quasi cinque
lustri il più fedele collaboratore.
Ma, al tempo stesso, fu anche una
sorpresa. Si sapeva infatti che molti
porporati volevano un Papa pasto-
re, cioè un cardinale con vasta
esperienza alla guida di una Chiesa
locale per poter meglio portare la
responsabilità della Chiesa univer-
sale. E, invece, il prefetto della
Congregazione per la dottrina della
fede era stato arcivescovo di Mo-
naco di Baviera per soli cinque an-
ni, e nel lontano 1977 fino al 1982!
Ecco perché l'elezione di Benedet-
to XVI fu, in certo senso, anche
una "sorpresa".
FERMEZZA E MITEZZA
Il perché lo ha ben spiegato l' ar-
ei vescovo salesiano Angelo Ama-
to, per anni il più stretto collabora-
tore di Ratzinger: seri ve Amato, i
cardinali, eleggendo uno di curia,
che per più di un ventennio era sta-
to tenace difensore della purezza
della dottrina cattolica, attirandosi
spesso commenti poco lusinghieri,
avevano compreso un dato della
sua personalità, che noi collabora~
tori sperimentavamo quotidiana-
mente: la sua grande umiltà, la sua
profonda umanità, unita a una pa-
zienza benevola e misericordiosa
verso tutti. Papa Ratzinger è tutto
qui. Un uomo dalla mente lucida e
dal cuore paterno".
Una paternità sicuramente avver-
tita da ognuno degli oltre quattro
1 11 teologo che siede al pianoforte
e suona Bach e Mozart, ama
i gatti, tifa Bayern ...
milioni di fedeli che l' hanno in-
contrato in un anno. Sorridente e
timido, come s'era presentato la
prima volta sulla loggia di San Pie-
tro. Una presentazione che già an-
ticipava la diversità di stile di ap-
proccio alle persone e ai problemi
rispetto al grande Karcil. E una
maggiore sobrietà negli atteggia-
menti come naturale conseguenza
del carattere riservato e riflessivo
dell'uomo di pensiero.
Da un an no , poco più, Joseph
Ratzinger è dunque Servus servo-
rum Dei, il Servo dei servi di Dio,
secondo il bel titolo papale intro-
dotto quattordici secoli fa da un
grande padre della Chiesa quale
fu Gregorio Magno. E Benedetto
XVI, imbevuto com' è della tradi-
zione, aveva subito reso manifesto
il suo programma: "Quello di non
fare la mia volontà, di non perse-
guire le mie idee, ma di mettermi
in ascolto della parola e della vo-
lontà del Signore in quest ' ora del-
la storia" . Parole chiare che tutti
hanno capito e che si traducono in
un progetto di reggere la Chiesa
secondo l'antico adagio "Suaviter
in modo, fortiter in re". Ossia:
dolce nei modi, deciso nella so-
stanza. "Pregate Dio perché mi
conceda di essere un pastore fer-
mo e mite", ha chiesto nell 'anni-
versario dell'elezione. Un anno in
cui è emerso sempre più come sia
davvero la ricchezza del papato
esprimere, di volta in volta, un
aspetto della multiforme grazia di
Dio. Ieri gli inestimabili carismi
di Wojtyla. Oggi la fermezza e
mitezza di Ratzinger.
D
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

2.4 Page 14

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
In vista del "Simposio" del 23/24 settembre presso l'UPS
UN PIONIERE
DEL FUTURO
di Sabino Palumbieri
Un 'indagine semplice,
un amarcord sereno e
certamente ammirato
da parte di un alunno del
salesiano teologo e
filosofo don Tommaso
Demaria, ancora non
adeguatamente
conosciuto né studiato.
U n uomo singolare: in lui
genialità, profondità, sem-
plicità, affabilità si danno
pleto che è la comunità del presen-
te collegata a quella del passato e
convegno. Esperto dello scavo nel
capace di preparare quella del futu-
cuore della realtà, come tanti della
ro. La comunità è dunque il vero
sua terra contadina lo erano nello
concreto, perché è fatta di persone
sterro delk zolle. Sempre assorto
che in essa si integrano, come la
nell'elaborazione di grandi proget-
terra con il suo movimento di rota-
ti. Grazioso un episodio che al sot-
zione e di rivoluzione si integra nel
toscritto, suo alunno, e segretario
moto più ampio del sistema solare
per un po' di tempo, narrò un ami-
e questo in quello senza confini del
co comune. Un giorno, come di
dinamismo cosmico. Tutto è movi-
solito, don Demaria uscì per una
mento: l'essere e il divenire nel-
passeggiata fuori porta con l'ami-
1'essere. L'applicazione di questi
co don Galizia. Da provetti cam-
princìpi metafisici alla realtà della
minatori, decisero di arrivare a
Chiesa offriva a don Demaria la
Superga. La camminata si svolse
possibilità di scoprire e scolpire
nel massimo silenzio. Arrivati in
un'ecclesiologia organico-dinami-
cima: "Che dici, don Tommaso, Don Tommaso Demaria
ca, in certo senso precorritrice del
cambiamo discorso?". Una sonora
(1908-1996) :
Concilio Vaticano Il. Folgorato
risata di entrambi ruppe il silenzio
dall'enciclica Mystici Corporis di
di due uomini geniali, liberi e ami- movimento. Termine ambiguo per Pio XII, investigò in essa e la tra-
ci. Eccone il ritratto: naso adunco, il professore che insegnava a di- dusse nella visione affascinante di
occhio acuto, sorriso a mezz'asta,
corporatura ossuta, gestualità es-
senziale e... alto grado di "rumi-
nazione". Il termine, tipico dei Pa-
dri, riferito alla necessità di rimu-
ginare, riconsiderare, riesaminare
continuamente la Parola di Dio,
quasi come la mucca rumina, ri-
mastica il suo cibo, ben si adatta a
stinguere un moto frenetico non
finalizzato da un moto dinamico
mirato a un obiettivo, concluden-
do che ogni essere è finalizzato al
suo specifico bersaglio e tutti gli
obiettivi sono tendenti al supremo
Fine, che è Dio Bellezza, Bontà,
Sapienza, Amore, Pienezza.
una universale comunità, prolunga-
mento organico del Cristo vivente,
in crescita lungo i tornanti della
storia. Grazie a tale sua concretez-
za, ha tenacemente voluto che que-
sto grandioso progetto avesse uno
spazio sperimentale e, con l'aiuto
di don Paolo Arnaboldi, ha fondato
il FAC (Fraterno Aiuto Cristiano)
don Tommaso. Come "ruminan-
te", egli macinava pensieri che gli UOMO CONCRETO
come vero laboratorio di rieduca-
zione all'amore evangelico opero-
scoppiavano dentro, al seguito del
suo carisma eccezionale di scruta-
Come la gente della sua te1Ta,
so, e vero elaboratorio di progetti
sociali, politici ed economici ispi-
re la realtà nel profondo per co- Demaria è stato un uomo concreto, rati al Vangelo, come risposta alle
gliere le coordinate della struttura ma di una concretezza panoramica. urgenze del tempo. I suoi convegni
: ultima dell'essere. Che si offre so- Questa filosofia del completo e ve- e le settimane di studio erano fre-
lo a chi, pazientemente, si mette a ro concreto veniva da lui chiamata quentate da imprenditori di piccole
: scavare per scovare senso ed es- dell'ente dinamico. E in questo e grandi aziende insieme ai loro
: senza delle cose. Così don Dema- quadro di concretezza la stessa per- collaboratori - quadri e operai -
: ria ha potuto cogliere la realtà in
sona si salva se si integra nel com-
desiderosi di coniugare giustizia,
LUGLIO/AGOSTO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • e • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
su Demaria a l O anni dalla morte. info@lucacipriani.it
I Il complesso del FAC (Fraterno
Aiuto Cristiano) a Roma
(Via Portuense) fondato da don
Tommaso assieme a don Paolo
Arnaboldi.
Uno dei corsi al FAC, con don
Paolo e don Tommaso nel 1959.
mercato e imprescindibili esigenze
della fede, mediata dalla Dottrina
sociale della Chiesa.
FILOSOFIA ALTRETTANTO
CONCRETA
Negli anni in cui al progresso
tecno-scientifico veniva consegna-
ta la speranza totale dell'uomo,
egli ricordava l'austero insegna-
mento di Hiroshima che la scienza
Foto di Tommaso poco più che
ventenne.
gestita senza coscienza porta al di-
sastro. Negli anni in cui imperver-
savano i sistemi totalizzanti del
collettivismo materialistico con-
trapposto al capitalismo liberistico,
Demaria ha proposto una visione
d' insieme in cui l'individuo non
viene fagocitato dal sistema come
parte nel tutto, ma nemmeno può
venire esaltato con il suo avere e
potere. In una vera democrazia se-
condo la visione cattolica la comu-
nità è al servizio della persona e la
persona è costrutt:tice della comu-
nità, come nell'indicazione di Mou-
hier. Si può avanzare l'ipotesi che
il suo sforzo di sintesi sia vicino a
quello di Theilard de Chardin: De-
maria ha tentato la sintesi tra storia
e fede, Theilard nel rapporto evolu-
zione e fede. Don Tommaso ha as-
sunto le profezie straniere, cioè le
tendenze del suo tempo (anche
quelle lontane dalla fede) e le ha ri-
lette in chiave di umanesimo inte-
grale. Ha insomma aperto orizzonti
nuovi. Il suo risulta essere un po-
tente stimolo in un tempo di pigri-
zie mentali e operative per la cre-
scita di una comunità ecclesiale
unitaria ma non uniforme, non fac-
cendona ma dinamica. Una comu-
nità stimolata a passare dalle tenta-
zioni delle angustie di vedute alle
sollecitazioni di globalità di oriz-
zonti.
MERITA DI ESSERE
RISCOPERTO
m Un uomo, don Demaria, sincera-
mente umile, e perciò veramente
grande. Che vola alto e che invita
a considerarsi in regime di pasqua
perenne (pesah): il grande passag-
gio dallo starnazzare nella palude
alla prospettiva delle vette, dal
piccolo cabotaggio del nihilismo
che oggi si respira al prendere il
largo della consegna di Giovanni
Paolo II, come passaporto per il
terzo millennio. Un magistero ca-
rico di attualità e pregnante di no-
vità interpretative del messaggio
evangelico nella fedeltà alla Paro-
la che resta un punto di riferimen-
to e di rifornimento per i secoli.
Un'indicazione oggi estremamen-
te provvida di fedeltà nel dinami-
smo e di dinamismo nella fedeltà,
da parte di un uomo che è stato fe-
dele alla tradizione e pioniere di
novità esplorate. Un uomo che ha
pensato come uomo di azione e ha
agito come uomo di pensiero: il
realizzatore di quella che lui stes-
so ha chiamato ideo-prassi come
forma di riproduzione del Verbo
che si fa carne, dell' ideale che si
fa storia. Un viatico prezioso per il
pellegrino di oggi scippato della
bussola e pur bisognoso di speran-
za, respiro della storia.
D
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • .- • BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

2.6 Page 16

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redazionale
MONSIGNOR
GUGLIELMO PIANI
IL RICORDO
DI UN GRANDE
Cinquant'anni fa moriva un
grande salesiano, il vescovo
monsignor Guglielmo Piani.
Era entrato all'oratorio di
Valdocco un anno prima che
Don Bosco morisse. A 21 an-
ni partì per l'Uruguay (il
5/3/1896) dove divenne sa-
cerdote. Fu ispettore in Mes-
sico, e nel 1922 venne consa-
crato vescovo. Nominato De-
legato Apostolico nelle Filip-
pine, vi rimase 26 anni. Tor-
nerà in Messico prima come
visitatore poi come Delegato
Apostolico, e vi rimarrà fino
al 1956, anno della. morte.
Una biografia di Francisco
Castellanos intitolata "Un
grande cuore", narra la sua
vicenda storica, il suo fervore
apostolico, la sua vita santa.
Fu un "diplomatico" che servì
la Chiesa, guadagnandosi sti-
ma universale. Vescovi e pre-
ti, autorità civili e povera
gente, salesiani e FMA l' han-
no amato e rimpianto dopo la
sua scomparsa. L'agile volu-
metto mette bene in evidenza
le sue doti, il suo valore uma-
no e la sua santità.
BARI, ITALIA
100ANNI PER
SOGNARE IN GRANDE
I contatti per un'opera a Bari
iniziarono fin dal 1876 tra-
mite la cooperatrice signora
Calò Carducci, e continuaro-
no con il canonico Beniami-
no Bux, finché nel 1905 si
giunse all'inaugurazione del-
!'opera salesiana a Bari. Va-
rie le vicende del SS. Reden-
tore che per un certo periodo
fu anche requisito dal Comu-
ne per altri scopi. Comun-
que, dal 1920 in poi è stato
tutto un fervore di iniziative,
e i salesiani sono diventati
un polo di attrazione e di ri-
ferimento per centinaia di
famiglie e migliaia di perso-
ne: una vera "Arca di Noè",
come scrisse il canonico
Bux. L ' opera man mano si
arricchì dell ' Oratorio-Centro
Giovanile, negli anni ' 60 di-
TORINO, ITALIA
venne casa ispettoriale, negli
anni ' 70 fu istituito il Centro
Catechistico Salesiano Meri-
dionale, negli anni ' 80 una
grande ristrutturazione, ed
ecco la sala teatro .e il con-
vitto universitario. Oggi è
un ' opera "dai mille volti",
avendo aggiunto, oltre ai già
menzionati servizi, la comu-
nità di accoglienza "don Gre-
gorio Varrà" per i più margi-
nali. Una nutrita schiera di
gruppi appartenenti alla fa-
miglia salesiana integra la
presenza di SDB e FMA a
Bari. Alle feste per il cen-
tenario ha dato rilievo la pre-
sen za del Rettor Maggio-
re don Pascual Chavez, il
26/04/2006.
EXALLIEVI
A CONGRESSO
È il nono Congresso Naziona-
le dei 15 mila exallievi iscritti
all ' Unione in Italia, che rap-
presentano solo l a punta dell'i-
ceberg delle centinaia di mi-
gliaia che hanno frequentato le
scuole o gli oratori salesiani.
La grande assise è stata indetta
a 10 anni dall ' ultima, che si
svolse a Rimini con il titolo
"Rinnovarsi per rinnovare". Il
tema di quest'anno è altrettan-
to impegnativo: "Dare di J?iù a
chi ha avuto di meno" . E un
altro sforzo di rilancio di que-
sta glmiosa associazione che
risale infonnalmente al 1870
quando un gruppo di antichi
allievi guidati dal capo rilega-
tore Carlo Gastini si presentò
a Don Bosco .. . Nel 1908 eb-
bero il primo Statuto, auspice
don Rinaldi. Da Valdocco gli
exallievi del 2006 ricomincia-
no, con una marcia in più, in-
dispensabile per affrontare la
modernità.
BREVISSIME DAL MONDO
CIVITANOVA MARCHE,
1TALIA. A Vill a Conti,
l'infermeri a ispettori aie, an-
che quest'anno è arrivato
"Babbo Natale": un a serie
di pantofole perché gli an-
ziani salesiani (sacerdoti e
laici) avessero i pied i sem-
pre caldi ! Un gesto di squi-
sita tenerezza di una signora
di Fusignano che vuo le rin-
graziare chi ha tanto cam-
minato lungo i sentieri del-
l'aposto lato!
MONTECHIARUGOLO,
ITALIA. L' isti tuto salesiano
di Montechiarugolo che nel
numero del BS di aprile ave-
vamo dato per chiuso, senza
altra specificaz ione, in realtà
è ancora aperto e fun ziona
come Scuola Media e di
Agra.tia, gestita da una coope-
rativa composta da exallievi,
cooperatori salesiani e a.tnici
di Don Bosco. Lieti di com-
pleta.t·e la noti zia e dare testi-
monianza di un caso esem-
pla.t·e in cui è coinvolta a pie-
no titolo la famiglia salesiana.
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS

2.7 Page 17

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CITTÀ DEL VATICANO
Il Rettor Maggiore don Pa-
scual Chavez, il cardinale
Tarcisio Bertone e il Postu-
latore Generale don Enrico
dal Cavolo sul sagrato di
Piazza San Pietro, in atte-
sa dell'arrivo di Benedetto
XVI e dei nuovi cardinali il
giorno del Concistoro , 24
marzo 2006, in cui è stata
consegnata la berretta car-
dinalizia all 'arcivescovo
salesiano di Hong Kong
monsignor Zen Ze-Kiun ,
con il titolo di S. Maria Ma-
dre del Redentore a Tor
Bella Monaca.
VASTO, ITALIA
Anche gli scout vogliono
bene a Don Bosco. Non
sono pochi gli oratori sale-
siani che hanno una sezio-
ne scout al loro interno.
Quasi ovunque, partecipa-
no volentieri alle feste sa-
lesiane e si fanno onore. A
Vasto ogni anno, con l'ini-
ziativa ''Tazebao", lupetti e
coccinelle s'impegnano nel
disegnare qualche episo-
dio della vita di Don Bo-
sco. Quest'anno c'era an-
che la sua mamma, Mar-
gherita, per il 150° anniver-
sario della morte.
MILANO, ITALIA
I ragazzini del laboratorio
di giornalismo della rivista
"Aeroplanino di canto"
dell 'istituto salesiano S.
Ambrogio di Milano sono
stati in Polonia. Tre gli ap-
puntamenti : il famigerato
campo di sterminio di Au-
schwitz , i luoghi di papa
Wojtyta e l'intervista a co-
lui che per 26 anni fu il
segretario particolare del
pontefice , il cardinale di
Cracovia Stanislaw Dziwi-
sz. Bravi ragazzi!
CAPRIGLIO, ITALIA
Il paesetto che ha dato i
natali alla mamma di Don
Bosco, Margherita Occhie-
na, ha voluto dedicare a lei
la piazza principale. Il 6
aprile u.s. si è svolta la ce-
rimonia inaugurale alla
presenza del sindaco, dott.
Barberis , del vescovo di
Asti, monsignor Ravinale,
dell'ispettore salesiano
don Migliasso e di nume-
rose autorità civili e religio-
se, oltre a una nutrita riJ.p-
presentanza di salesiani.
KHARTOUM,SUDAN
Ci piace ricordare così
don Valentin de Pablo ,
Consigliere Regionale
dell'Africa, repentinamen-
te scomparso il 16 aprile
u.s. a Touba in Malì. Il suo
animo pastorale cercava
sempre i ragazzi , con loro
posava e si intratteneva
volentieri - soprattutto con
i più sfortunati - da vero
figlio di Don Bosco. Ecco-
lo con alcuni bambini nel
campo rifugiati di Khar-
-toum in Sudan.
CITTÀ DEL VATICANO
Il 13 febbraio u.s . papa
Benedetto XVI ha nomi-
nato il salesiano don Ed-
mundo Ponciano Valen-
zuela Mellid, Vicario Apo-
stolico del Chaco Para-
guayo. Don Edmundo era
missionario in Angola, di-
rettore dell'opera salesia-
no di Luena. Ha studiato
a Roma fino al dottorato
in Scienze dell'Educazio-
ne. Il suo nuovo campo di
apostolato si estende per
più di 6 mila km 2 e com-
prende zone non molto
accessibili.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

2.8 Page 18

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UNA STORIA
DI MANOSCRITTl
di Natale Maffioli
Il maestro Antonio Vivaldi.
I 1 14 febbraio scorso si è aperta a
Torino, nei locali della Bibliote-
ca Nazionale Universitaria, una
mostra singolare che esibisce una
scelta rappresentanza di manoscritti
autografi del musicista veneziano
Antonio Vivaldi (1678-1741), testi
selezionati tra quelli conservati nella
biblioteca che costituiscono il 92%
della produzione manoscritta del
musicista. E va bene, mi si dirà, ma
che c'entra questo con i Salesiani?
C'entra eccome! Perché metà del
fondo proviene dal Collegio Sale-
siano San Carlo di Borgo San Mar-
tino (AL). I Salesiani erano entrati
in possesso dei manoscritti nel
1922. Morendo, il marchese Marcel-
lo Durazzo, ultimo discendente di
uno dei rami della nota famiglia ge-
novese, aveva legato la sua bibliote-
ca ai Salesiani di Borgo. Il lascito,
che subito si rivelò di notevole valo-
re, comprendeva libri a stampa, ma-
noscritti e un rilevante insieme di
stampe e di disegni.
VICENDE COMPLESSE
Le origini dell'insieme sono da
far risalire a un antenato di Marcel-
lo, al conte Giacomo Durazzo.
Giacomo, nato a Genova il 27 apri-
le 1717, fu avviato alla carriera po-
litico-diplomatica e, sul finire del
1749, fu inviato a Vienna come
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
Lo mostro dei manoscritti
del musicista Antonio
Vivaldi o Torino. Molti di
siti dai Salesiani di Borgo con
l'eredità di Marcello.
I manoscritti vivaldiani, invece,
hanno una storia ben più complessa.
quei manoscritti furono
conservati nel collegio
I 27 tomi ora alla Nazionale erano
appartenuti al collezionista venezia-
no Jacopo Soranzo (1686-1750 cir-
salesiano di Borgo Son
Martino, ereditati dallo
ca) . Alla m01te di questi, la sua im-
mensa raccolta libratia, che contava
oltre 4000 manoscritti, fu divisa fra
genovese famiglia
due rami della famiglia e poi vendu-
Durazzo. Uno storia
interessante.
ta. Dopo il 1764 gli autografi di Vi-
valdi furono acquistati da Giacomo
Durazzo. La sua biblioteca passò da
un erede all'altro fino all' ultima di-
visione tra i fratelli Marcello e Fla-
rappresentante straordinario della vio Durazzo. Il primo donò la sua
Repubblica Genovese presso la parte ai Salesiani di Borgo San Mar-
corte di Maria Teresa e si era subito tino, il secondo la passò al figlio
fatto notare, oltre che per l'accor- Giuseppe.
tezza diplomatica, come uomo di Nell' autunno del 1926, per avere
raffinata cultura e ottimo organiz- fondi necessari ad apportare mi-
zatore di spettacoli teatrali. Appas- gliorie e riparazioni al Collegio, il
sionato di teatro e di musica, nel direttore del San Carlo di Borgo
1752 fu nominato vicedirettore dei San Martino, don Federico Ema-
teatri viennesi e dal 1754, General- nuel, decise di vendere alcuni
Spektakeldirektor. Caduto in di- manoscritti della biblioteca duraz-
sgrazia, nel 1764 il Durazzo fu de- ziana e chiese al direttore della Bi-
.signato come ambasciatore impe- blioteca Nazionale, dott. Luigi Tor-
riale a Venezia, presso la Serenissi- ri, una perizia degli stessi e delle
ma Repubblica e nella città laguna- edizionì musicali; il Torri si rivolse
re radunò un' importante collezione all' amico Alberto Gentili, docente
di grafica e di libri . Mise insieme, di Storia della musica presso l'U-
dapprima per il duca Alberto di niversità di Torino ed esperto di
Sassonia e poi per sé, due impo- musiche sei-settecentesche. Poiché
nenti raccolte di stampe. La prima dall'analisi di tali documenti ri-
rappresentò il nucleo iniziale del- sultò la presenza nel fondo di ma-
l'Albertina di Vienna, una delle più noscritti vivaldiani, il Torri cercò
prestigiose collezioni di grafica del un acquirente che facesse poi dono
mondo. La seconda, portata a ter- del materiale alla Nazionale. Fu il
mine nel 1784, fu ammirata da tutti Gentili che trovò l' acquirente nella
i conoscitori, ma dai discendenti fu persona di Roberto Foà, un agente
messa all'asta e dispersa presso la · di cambio torinese, il quale comprò
Casa Gutekunst di Stoccarda nel il fondo (secondo la stima effettua-
1872. Alcuni prodotti marginali ta il fondo era stato valutato
di questa raccolta furono acqui- 300 000 lire circa) e offrì la raccol-

2.9 Page 19

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I Manoscritti di Antonio Vivaldi
provenienti dall'istituto salesiano
di Borgo San Martino.
- La Biblioteca Nazionale di Torino.
- Il collegio salesiano di Borgo San Martino.
ta in dono alla Biblioteca in memo-
ria del proprio figlio Mauro, scom-
parso poco prima.
LE ULTIME RICERCHE
Poiché dagli studi risultò che il
fondo acquisito non poteva essere
che una parte di una raccolta libra-
ria più ampia divisa in epoca im-
precisata, vennero avviate imme-
diatamente delle ricerche presso il
Collegio San Carlo per rintraccia-
re la provenienza del lascito. Le
ricerche approdarono alla bibliote-
ca del marchese Giuseppe Maria
Durazzo, nipote di Marcello, an-
cora residente nel palazzo di fami-
glia a Genova. Dopo laboriose trat-
tative si convinse anche quest'ulti-
mo alla vendita. L'acquirente di
questa seconda parte dei mano-
scritti fu l'industriale tessile tori-
nese Filippo Giordano che donò
poi il fondo alla Biblioteca Nazio-
nale in memoria del figlio Renzo,
prematuramente scomparso all'età
di quattro anni.
Si veniva così a ricostruire pres-
so la Biblioteca Nazionale di Tori-
no l'originaria raccolta della fami-
glia Durazzo, contenente 27 tomi
delle opere di Vivaldi, 16 tomi
delle intavolature tedesche per or-
gano, 10 tomi di composizioni di
Alessandro Stradella, oltre a nu-
merosi volumi, manoscritti e a
stampa, di fondàmentale impor-
tanza per gli studi di storia della
musica. È vero che la vendita dei
manoscritti da parte dei Salesiani
fu dettata da motivi venali, ma è
altrettanto vero che senza l'accor-
tezza di don Emanuel, il com-
plesso avrebbe potuto finire sul
mercato antiquario ed essere di-
sperso. Perciò possiamo con legit-
timo orgoglio dire che la gloria vi-
valdiana di Torino un poco è an -
che merito dei salesiani di Don
Bosco.
.D
, BS LUGLIO/AGOSTO 2006

2.10 Page 20

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IL FUTURO
DASAMPRAN
di Giancarlo Manieri
Nuove costruzioni per altre
attività.
A una quarantina di
chilometri da Bangkok
c'è una cittadina: si
chiama Sampran. Ospita
opere salesiane sia degli
SDB sia delle FMA,
soprattutto case di
fo,mazione. Ma non solo.
' ''.Andiamo a visitare una
meraviglia!". "Di qua-
le monumento si trat-
ta?". "Non è un monumento!" .
una pagoda?". "No!". "Un la-
go . .. " . "Macché lago! " . "Un pon-
te, un rudere, un cimitero, un mu-
seo?" . un collegio". "Tutta
questa manfrina per un colle-
gio?". "Sì. .. delle FMA". "Sia
pure. Ma che cos ' ha di specia-
le?". "Vedrai!". Don Battista non
volle scucire una parola in più.
Arrivammo presso una vasta area
occupata da un grande complesso
e da un cantiere che lavorava a
pieno ritmo per realizzare una
nuova costruzione. "Ci siamo!".
"Tutto qui ?". "Non essere preci-
pitoso. Intanto questa città è la
capitale della formazione salesia-
na. Ospita il noviziato, lo studen-
tato filosofico , la casa per ritiri
dei salesiani; oltre all' aspirantato,
il postulato, il noviziato e lo ju-
niorato delle Figlie di Maria Au-
siliatrice". "Vuoi dire che il futu-
ro di SDB e FMA dipende da
Sampran?" . "In un certo senso
sì" . "E in cert' altro senso ?". "Te
ne accorgerai e subito! Entriamo,
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
La casa delle FMA a Sampran.
siamo nella casa delle suore".
"OK! Entriamo".
LA CASA
Fummo accolti come dei vip: in-
chini, complimenti, sonisi, frutta
esotica, dolci e l'immancabile tè.
Solo dopo i convenevoli di etichetta
ho potuto iniziare l'intervista: "So-
rella, ho visto delle bambine sgu-
sciare un po' d'ovunque ... ". "Nel
complesso ne cù·colano più di
2000!". "Capperi! Così tante?" .
"Certo! Divise tra scuola materna,
primaria, media e supe1iore" . "So-
no tutte cristiane?" . "In minima
parte. La grande maggioranza sono
buddiste, e ci sono perfino alcune
di religione musulmana, oltre che,
naturalmente, delle cristiane". "Ma
voi fate funzioni religiose, per
esempio la messa, la catechesi . .. ".
"Certo! Perché no? Ci siamo per
questo" . "Ma a chi e quando se .. .".
"Caro dù·ettore, a messa e alla ca-
techesi qui vengono anche le bam-
bine buddiste, e le dirò che sem-
brano addirittura più interessate
delle cristiane. Sono avide di cono-
scere Gesù, la sua storia, i miraco-
li, gli insegnamenti. Per loro sono
cose suggestive, e ne restano affa-
scinate". "Le famiglie non hanno
niente da dire?" . "Niente. Anzi, so-
no contente. Mica insegniamo il
male!".
LA VISITA
Ci eravamo incamminati verso i
laboratori. "Ecco - mi disse la
suora accompagnatrice entrando in
un enorme stanzone - questo è il
nostro fiore all ' occhiello, come si
dice in Italia: siamo nel settore
delle non/vedenti. Sono una set-
tantina. Per loro abbiamo organiz-
zato una sezione per massaggi thai
- che le ragazze cieche sanno fare
davvero bene - e una sezione di
lavori artigianali". "Di che tipo?".

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I massaggi thai fatti
da non/vedenti.
Lavori di non/vedenti.
"Produciamo merletti, scialli, ce-
stini con carta di guide telefoniche
opportunamente trattata che fode-
riamo poi con stoffa merlettata; e
ancora scatole per salviette, scato-
line per stuzzicadenti, ecc. ecc. co-
me può vedere esposti alle pareti".
A dir la verità non guardavo affat-
to le pareti, mi ero incantato dietro
una ragazza che di fronte a un te-
laio artigianale stava tessendo un
magnifico tappeto screziato. "Suo-
ra, ma... come distingue i colo-
ri?". "Attraverso tutta una serie di
accorgimenti che sarebbe lungo
spiegarle. Come vede, non sba-
gliano né una mossa né un colore.
Per loro questo nostro collegio
rappresenta la manna. Qui posso-
no progettare il loro futuro di
non/vedenti. E sono felici. Soni-
dono, cantano, danzano, recitano e
lavorano volentieri". "Come si
mantengono?". "I tanti lavori che
riempiono tavoli e armadi costitui-
scono la nostra produzione e sono
in vendita. Molti sono richiesti da
ditte commerciali perché, come
può constatare anche lei, sono
davvero ben fatti. Ma non è tutto:
il ricavato va alla ragazza che ha
prodotto il pezzo, o i pezzi" . "Un
incentivo a far meglio, insomma".
"Assolutamente sì !". "E una volta
terminato il ciclo?" . "Sono pronte
a mettersi in proprio o a costituire
piccole cooperative. Oppure ven-
gono assunte da ditte. Abbiamo
davvero delle belle soddisfazioni
dalle nostre care non/vedenti".
INSIEME Al SALESIANI
Ma il grande complesso non as-
sorbe tutto il lavoro. Le necessità
sono innumerevoli e l' impegno di
lavorare in sinergia è cogente. Ecco
perché le suore operano anche assie-
me ai salesiani nell'oratorio - so-
prattutto le FMA della casa di novi-
ziato/juniorato, le quali sono attive
anche nella catechesi scolastica - .
Alla fine, formulo la domanda già
fatta altrove: "Voi risiedete in una
nazione buddista, e avete un compi-
to non solò sociale, ma anche e, di-
rei, soprattutto religioso. In effetti,
opera di promozione sociale posso-
no svolgerla associazioni benefiche
e/o assistenziali private o pubbliche,
e associazioni di volontaiiato. La
vostra azione come suore non può
prescindere dall 'evangelizzazione.
Come funziona? Più specificamen-
te: ci sono conversioni? Fate dei bat-
tesimi?". "Ogni anno abbiamo la ce-
rimonia dei battesimi. Dunque sì, ci
sono conversioni. Del resto siamo
qui anche per questo, anzi l'evange-
lizzazione è il nostro fine primario.
A questo mira il lavoro missionario.
Oltre ai salesiani e alle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice, operano le suore del
Sacro Cuore Immacolato di Mai.fa, i
cooperato1i, gli exallievi. Nel "Sale-
sianum", l' oratmio che gestiamo in-
sieme agli sdb, confluiscono moltis-
si mi ragazzi e giovani che hanno
l' oppo1tunità di sviluppare le pro-
prie attitudini sportive o musicali o
informatiche o teatrali".
Non/vedenti al lavoro.
Nel tragitto di ritorno verso
Bangkok, mi ha colpito una singola-
re distesa di panni ad asciugare nel
cortile di una piccola pagoda. Nien-
te di eccezionale, eccetto un paio di
tuniche di bonzi . "Don Battista,
quelli sono stracci più che tuniche!".
"Sono stracci, infatti. I bonzi che
smettono la tunica perché vecchia o
logora non possono gettarla via,
farla uscire dal recinto della pagoda.
Si ricicla, usandola come straccio
per pulire, togliere la polvere, asciu-
gai·e i pavimenti, lucidare i metal-
li .. . poi si brucia, perché venga del
tutto consumata. E cosa sacra e non
deve entrare in contatto con cose
profane". C'è qualcosa da imparare
anche dal manto logoro dei bonzi,
ho pensato.
O
(Serivzio fotog reifico dell 'autore)
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

3.2 Page 22

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lettera ,
ai giovani
IL GRANDE SILENZIO
Carissimo
in queste settimane ha generato interesse e af-
flusso "IL GRANDE SILENZIO", un f ilm girato tra
le pareti di un convento di Certosini, in perfetto
sile nzio.
L'aggettivazione risulta insufficiente se si vuole
sottolineare la forza di quel silenzio eloquente, ri-
spettoso, significativo, strategico, tattico, provo-
catorio.
ç>ggi non c'è più posto per il silenzio.
E stato abolito, bandito.
Le stesse parole sono vuote, anemiche. Non cono-
scono più il loro grembo: il silenzio.
li silenzio fa paura, siamo incapaci di un minuto di
silenzio.
Si chiacchiera, si parla sempre, a voce alta.
Non esiste più una zona di silenzio.
Tutto diventa rumore, ch iasso.
Non si è mai parlato tanto come adesso.
Da questo punto di vista la televisione è rimasta
radio. Le t rasmissioni sono povere di "parole" ric-
che di "voci".
Non è come una trappola per catturare qualcuno.
Nell'amore c'è più silenzio che parola.
Anzi è una forma di amore e di pudore.
Chi tace sente due volte: chi parla e la sua eco.
In questo periodo di villeggiatura si cercano luoghi
dove regna la quiete della natura e il silenzio.
Qualcuno cerca il silenzio dei conventi, il grande
silenzio per l'afpunto.
Il silenzio non e un'evasione, una fuga dai chiasso-
si caseggiati; ci fa ritrovare l'eco della presenza di
Dio, noi stessi.
Beethoven una volta disse che "la cosa più impor-
tante della musica non sono le note".
Lo stesso Mozart conferma che "in musica i si-
lenzi sono più importanti dei suoni".
Il silenzio è d'oro.
Dovesse morire il silenzio, inevitabilmente scom-
parirebbe la parola.
Il silenzio crea unità, comunione, senso, armonia.
Tuo
Carlo Terraneo
Due interrogativi.
A che serve il silenzio?
li silenzio è la casa della parola.
Ch i sa tacere impara a parlare.
li silenzio dà un peso alle parole.
Il silenzio è un grande fiume: porta lontano. Ha
ta nti affluenti quali l'interiorità, la pensosità, la
prudenza ...
A chi serve il silenzio?
A tutti.
li silenzio è l'aiuto che diamo a Dio per comunicare
con noi.
LUGLIO/AGOSTO 2006 BS

3.3 Page 23

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. •••••••••••••••
••
••
•••••••••••••••••
INSERTO
cviTVRA
L'inserto/cultura di questo mese presenta
ai lettori del Bollettino S~lesiano l'impresa
di Comunicazione Sociale Salesiana
che ha sede nella capitale spagnola
e che si configura come una delle
realizzazioni più importanti del settore.
••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••
"EDITMOARDIARLIDCCS" .
. •••••••••••••
di José Antonio San Martin
È una delle imprese
di comunicazione più
efficaci e produttive
della Spagna salesiana.
Una lunga storia che
affonda le radici
negli ultimi anni della
grande guerra, quando
il Rettor Maggiore
don Pietro Ricaldone
diede il via a Madrid alla
"Casa del Bollettino
Salesiano". Gli apporti,
i progetti, la gestione,
il panorama della CCS.
L'edificio dell'Editoria! CCS
a Madrid.
• • • • • •• • • • • • • • •• • • • • • • • •• • • • • • • •• • • • • • • • •• •• • •• •
Pérez
••••••
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006
•••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••••

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
aggiunsero altre pubblicazioni:
testi scolastici , sussidi per la
catechesi, testi di pedagogia,
.••••••••••••••••••••••••••••••
Il direttore generale.
1 31 di gennaio del 1944
1don Pietro Ricaldone fonda-
va la "Casa del Bollettino Sa-
lesiano" e i due primi religiosi
si installavano nella madrilena
volumi sulla storia, la dottrina
cristiana e libri a tema sa les ia-
no. Nel 1957 si amp li arono
ancora di più la produzione e
la diffusione dei libri e si iniziò
la pubblicazione di audiovisivi
a carattere re i igioso e formati-
vo che resero celebre la Cen-
trai Catequfstica Salesiana, che
in quegli anni vide la divulga-
zione di altre due riviste: Mis-
siòn Joven, Catequistas e Juven-
tud Misionera .
Dal 1994 l'Editoria/ CCS di-
venne un'opera a sé, autono-
ma rispetto all e altre opere sa-
lesiane che avevano la sede
nella casa Don Bosco di A l-
calà. Il portone d' entrata venne
.•••••••••
"Calle de Alcalà" al civico
164. Uno di essi, don Miguel
Riera, ne sarà iI di rettore re-
sponsabile. La prima denomi-
nazione attribuita all'impresa
fu Società Editrice Iberica (SEI),
La hall di accoglienza.
veniente che rimanesse ancora
vincolata al Consiglio genera-
le. Fu so lo nel 1993 che l'allo-
ra Rettor Maggiore, don Egidio
spostato al numero 166 del la
medesima via. A partire da quel-
1'anno si diede un nuovo im-
pulso alla casa editrice attra-
verso una maggiore configura-
zione impresariale, una struttu-
.••••••
che venne poi sciolta il 23 ot-
tobre 1958. Dal 27 luglio 1964
si chiamò Centrai Catequfstica
Salesiana (CCS) e come tale ot-
tenne la licenza di "editare e
Viganò, passò la proprietà del
CCS alla conferenza iberica . At-
tualmente il nome ufficiale è
Editoria/ CCS.
ra più adeguata e un personale
pib qualificato, concentrandosi
nella produzione di libri. Da
allora il numero delle novità è
via via andato aumentando, rag-
••••••
vendere libri, dischi, diapositive,
medaglie, rosari". Nel 1974 la
conferenza iberica degli ispettori
sollecitò il Rettor Maggiore a
LA MISSIONE
All ' inizio lo scopo della nuo-
va casa editrice era " la pubbli-
gi ungendo ultimamente i cir-
ca 90 titoli all 'anno. Anche la
produzione si è ampliata note-
volmente soprattutto nel setto-
passare alle ispettorie spagnole cazione di libri scolastici e reli- re dell'educazione e in relazio-
la responsabi lità dell'Editoria/. giosi e in special modo, cate- ne a temi di interesse sociale,
Ma per allora non se ne fece ch istici". Di conseguenza al mantenendo ciò che già esiste-
nulla: sembrò, infatti, più con- " Bol lettino Salesiano" subito si va concernente soprattutto la
••••••••••••
..
•••• Contabilità.
Sala stampanti.
••• • • LUGLIO/AGOSTO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••
Sala del Consiglio.
Una riunione del Consiglio di Redazione.
Libreria Don Bosco.
Sala tecnica.
catechesi e la pastorale. Oggi
l'editrice presenta due catalo-
ghi differenti, uno attinente al-
l'educazione e ai temi sociali,
e l'a ltro per le pubblicazioni di
tipo religioso/formativo come
catechesi, pastorale, liturgia, sa-
lesianità.
disfare le necessità degli edu-
catori, degli operatori di pasto-
rale e degli animatori socio/cul-
turali; nello stesso tempo offre
sussidi per studenti universitari
dei corsi umanistici e per mae-
stri e professori delle scuola
dell'infanzia, della primaria e
della secondaria. L'apporto più
nera". Inoltre presta un 'atten-
zione particolare ai temi sale-
siani. La CCS vuole presentare
uno stile di animatore/educato-
re inspirato alla pedagogia sa-
lesiana che cerca di agganciare
il giovane e farlo protagonista
della propria educazione inte-
grale. La linea editor iale si rias-
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
APPORTI DIVERSI
significativo della CCS è l' in- sUme nello slogan II Libri utili,
tervento sociale e l'animazione materiali pratici". Editiamo sus-
Storicamente gli audiovisivi del tempo libero. Varie colle- sidi educativi, catechistici e pa-
hanno reso prestigiosa la CCS zioni si concentrano su questi storali già sperimentati, per
r in Spagna e non solo. Questa temi: scuola di animazione, gio- questo nostri clienti ci contat-
editrice fu pioniera nell'introdu- co, laboratori, teatro, formazio- tano sapendo che offriamo ma-
zione delle filmine e dei mon- ne degli animatori, educazione teriai i pratici e app licabili in
taggi audiovisivi nell a cateche- per l'az ione sociale, intervento classe, nella pastorale e nei più
si. Una linea editoriale che in sociale, ecc.
diversi interventi educativi, con
questo momento, per dive_rse La Centrale Catechistica Sa- esiti ga rantiti. Così pure è van-
,
ragioni interne e di produzio-
ne, è stata abbandonata. At-
tualmente l'ed itrice edita libri,
riviste e altri materiali per sod-
• ••• •• • •• • ••• • •• • •• ••• • •• • •
lesiana elabora la rivista "Cate-
quistas", amministra e distribui-
sce il "Boletfn Salesiano", "M i-
si6n }oven", "Juventud Misio-
• • • • • • • • • • • • • ·-• • • • • • • • • • • •
to della nostra casa editrice la
pubblicazione di opere di tea-
tro. Seguendo la tradizione sa-
lesiana, negli ultimi anni sono
• • • • • • • • • • • • BS LUGLIO/AGOSTO 2006
•••••••

3.6 Page 26

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Luciano NERVI
0AtLARltJ!iS
t>S ·t>IO&
Adela y Ritardo Sole
Sala spedizioni.
•••••••••••••••••••••••
stati editati abbondanti mate-
riai i riguardanti questa materia.
Si tengono aperte 3 co ll ane di
testi teatrali: una centrata sull a
cateches i, un'altra su ll a sc uo la
e la terza riguardante il teatro
propriamente detto.
REALIZZAZIONI
E PROGETTI
Senza dubbio il primo grande
successo dell'Editoria / CCS so-
no state per vari decenni le nu-
merose co ll ane di diapositive
prodotte e distribuite in tutta la
Spagna e nell'America Latina.
Alcune adattate da origina li ita-
li ani e altre elaborate in pro-
prio, come ad esemp io la ser ie
riguardante l'educaz ione all 'a-
more. In collaborazione con il
Centro Nazionale di Pastorale
Giovanile hanno ottenuto un
grande successo editoria le le
co llane come IIA la y Viento" e
11 Doc umentaciòn y Servicio".
Attualmente, questa co ll abora-
zione co ntinu a e porta frutti
ed itorialmente interessanti, tra
gli altri è da segnalare II Itin era -
rio de Educacion en la Fé". Pro-
pri dell'Editoria/ e del tutto origi-
naii sono iI II Pian de Formacion
"Adultos en for-
maciòri', ma non
solo questi. Ben
altri, infatti, e di
ampio respiro so-
no i materiali e
1 sussid i ed iti
dall'editrice, che
contr i buiscono
al prestigio nazionale del la CCS .
Tra questi possiamo menziona-
re: "Matariales para Educado-
res", "Celebrar y Orar', " Recur-
sos de Pastora/" , "Don Bosco",
"Educar', "Campus", " Escena y
Fiesta".
LA GESTIONE
E IL CONSUNTIVO
L'editr ice è proprietà delle
ispettor ie salesiane della Spa-
gna. La gestione e l'amministra-
zione vengono affidate a un sa-
les iano esperto nel campo della
comuni caz ione sociale e del-
l'edito ri a coadiuvato da altri·tre
confratelli che si occupano ri-
spettivamente dei settori del I'e-
ducazione, della pastorale, e
dei laboratori . Tutti gli altri co l-
laboratori sono laic i. L' Editoria/
CCS ha, come tutte le società
imprenditoriali, il Consiglio di
Alcune produzioni.
preoccupazione ge-
nerale es iste nte nel
panorama ed itori a-
le spagnolo. Siamo
in molti a fare edi-
toria con caratteri-
stich e similari, affrontando i
ca mpi dell'educazione e dell a
pastorale secondo i diversi ca-
ri sm i eccles iali. D'a ltra parte le
esigenze del mercato e la breve
durata di un libro es igono con-
tinue novità, tirature brevi e
prezzi competitivi , cose che
non sempre è [_)Ossibile coniu-
gare insi eme. E evidente che
bisogna puntare all a qualità e
alla specializzazione in deter-
minate materie rinunciando a
coprire tutti i ca mpi . Inoltre al-
cuni ca mpi della riflessione pa-
storale sono in piena ebo llizio-
ne con tentativi di riformula-
zione. Tutto ciò ovv iamente in-
cide sull e pubblicazioni. Ma
vogli amo contin uare a mante-
nere la forza del nostro mar-
chio ed itori ale sul mercato na-
zionale, rinforzando possibil-
mente la nostra rete co mmer-
ciale e cercando di restare al-
l'avanguardia. Nel medesimo
.•••••••••••••••••••••••••••••••
.
..•••••••••••••
. de Animadores" e, più recente- Amministrazione, iI Consiglio tempo, vog li amo amp liare la
mente, le collane "Catequesis di Direzione e il Consiglio di nostra presenza nei paesi del-
••
Familiar', 11 lntervenciòn So- Redazione. La casa editrice non 1'America di lingua spagno la.
c ia/" , 11 Educaciòn, Orientaciòn, dispone di un a propria tipogra-
Terapia Familiar', " Va lorandia" , fia. La situazio ne risente della José Antonio San Martin Pérez
.
••
• • LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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SANTINO
COME
IL .SUO NOME
A soli 15 anni Santino
Calabrò è andato in-
contro a Cristo. Lineare
la sua breve parabola umana.
Lo si poteva trovare, sbarazzi-
no e furbo con il perenne sorri-
so sulle labbra, nei pomeriggi
di tutti i giorni nelle sale del-
l'Oratorio Salesiano di Barcel-
lona a giocare a ping-pong, op-
pure in teatro per le tante prove
delle recite, che lo vedevano
appassionatamente impegnato,
o dei canti dove eccelleva con
la sua bella voce (aveva vinto
il festival oratoriano con la
canzone "Torero Camomilla"),
ma anche e soprattutto in chie-
sa a stare con il suo amico Ge-
sù, quasi estatico davanti al-
l'Eucarestia, o davanti alla bel-
la statua di Maria Ausiliatrice,
che ogni anno passa per le vie
di Barcellona a benedire tutta
la città "salesiana", o a quella
di Don Bosco con accanto due
ragazzi a simboleggiare ogni
categoria di giovani.
La definizione di sé la dava
tranquillamente lui stesso: "lo
sono molto vivace, non riesco
mai a star fermo ... però voglio
anche essere molto studioso
perché non debbo farmi battere
da nessuno . ..". A scuola riusci-
va, infatti, benissimo perché si
applicava con costanza ed era
molto puntiglioso. Era un vulca-
no di idee e di attività in peren-
ne eruzione. Una ne realizzava
e a mille già pensava. Faceva
parte del gruppo folk siciliano e
nonostante la "ciccia" (era un
po' grassottello), ballava con tan-
ta grazia.
In un quaderno di appunti
di quinta elementare scrive:
"Noi dobbiamo aiutare il pros-
simo, specialmente quello che
soffre e quello che muore, per-
ché in lui c'è Dio, in lui c'è
l'amore. Amare Dio non signi-
fica solo andare a messa la do-
menica, ma amare chi mi sta
vicino". Da qui la sua disponi-
bilità non teorica, ma pratica, a
compiere il bene attraverso
piccoli gesti con i compagni,
con papà e mamma, con la
nonna e la sorellina, così come
il patrono del gruppo di cui era
parte attiva il Savio Club. Mi-
nistrante, innamorato della pre-
ghiera davanti a Gesù, felice di
poter essere vicino a Lui du-
rante la celebrazione dell'Eu-
carestia. Tante volte scende-
va giù nella cappella a prega-
re sprofondandosi nel silenzio
e, presentando al Grande Ami-
co tutto quello che aveva nel
cuore e tutte le persone che
avevano bisogno dell'aiuto del
Signore.
A casa e con gli amici era
sempre pronto a raccontare bar-
zellette, .;:t scherzare, con una
Santino Calabrò (1971-1986).
perenne esplosione di gioia, cht;
a casa si trasformava in una
guerra a suon di cuscinate con il
papà, mentre la mamma faceva
da arbitro. Desiderava mettersi
a servizio dei più piccoli nell'O-
ratorio, chiedendo di poter par-
tecipare al campo estivo per i
nuovi giovani animatori. E di-
ventato animatore come lo fu il
suo modello Domenico Savio.
Giovane animatore a 15 anni, è
andato incontro al suo Signore
improvvisàmente nell'estate del
1986, travolto con il suo scooter
in un pauroso incidente stradale.
Era ormai pronto a cantare le
lodi di Dio con la sua bella vo-
ce, accompagnandosi con la sua
tastiera.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

3.8 Page 28

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UNA CASA
di Maria Antonia Chinello
A PORTA PALAZZO
È il regalo che le Figlie
di Maria Ausiliatrice
d'Italia hanno deciso di
fare alla loro fondatrice,
a 125 anni dalla morte.
Perché, oggi come allora,
è il segreto che hanno
imparato: piantare la
tenda tra la gente, abitare
fianco a fianco, incontrare
i profumi, i sapori, le
musiche, i colori del
mondo, dialogare perché
le diversità si armonizzino...
-
Festa al teatro Regio di Torino.
L a cornice ideale per rispondere
con "cuore grande e generoso"
e rinnovare l'impegno educati-
vo a essere presenti là dove le pove1tà
giovanili chiamano, è stata la Festa del
Grazie a madre Antonia Colombo, su-
periora generale dell' istituto, nello
scorso mese di aprile. Tre giorni di fe-
sta, tra Torino, Mornese e Nizza Mon-
ferrato, che hanno coinvolto giovani,
ragazzi, laici e laiche delle comunità
educanti di tutto il Piemonte e che han-
no avuto una particolare connotazione
missionaria. Il culmine si è avuto a To-
rino, presso il maestoso Teatro Regio
dove, tra coreografie e danze, musiche
e canti dei giovani e dei piccoli delle
scuole e degli oratori animati e gestiti
dalle FMA, si sono alternate le voci
delle autorità civili e religiose. Una tra
tante, quella del vicesindaco, dott.
Marco Calgaro, che ha voluto ringra-
ziare la Madre e l'Istituto per il corag-
gio manifestato nell'aprire una comu-
nità interculturale a Porta Palazzo: «In
questa zona di Torino - ha sottolineato
- uomini e donne di ogni parte del
LUGLIO/AGOSTO 2006 BS
mondo arrivano non più e non solo
con il sogno di un futuro economica-
mente migliore, ma con il desiderio di
fare famiglia. L'amministrazione co-
munale conta su di voi, sulla vostra
passione educativa per avviare percor-
si che aiutino le persone a passare da
uomini e donne a cittadini e cittadine a
pieno titolo di questa città».
LA STORIA CONTINUA
Porta Palazzo è un luogo caro alla
memoria salesiana: qui è iniziata l' o-
pera di Don Bosco che, 130 anni fa,
accoglieva le prime FMA giunte a
Valdocco, dando loro questo consi-
glio: <<Andate per le vie qui intor-
no... ». E le suore non hanno dimenti-
cato. <<Andate per le vie qui intorno... »
sembra ripetere oggi Maria Domenica
Mazzarello alle sue figlie, guardate
con gli occhi del cuore, abbiate il co-
raggio di sognare in grande, fate speri-
mentare ai giovani più poveri la tene-
rezza di Dio. Orat01i, scuole, centri di
formazione professionale sono le trac-
Madre Antonia· Colombo
commemora la fondatrice.
ce concrete che le FMA negli anni
hanno dato alle esigenze poste da una
realtà cittadina in perenne trasforma-
zione, per essere là dove i giovani era-
no più numerosi, le situazioni familiari
più faticose, i territoti più poveri di ri-

3.9 Page 29

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Extracomunitari a Porta Palazzo.
Il grande mercato di Porta Palazzo.
sposte. E oggi, camminare per le stra-
de e guardare con gli occhi del cuore
significa scoprire "frontiere" della città
in cui le etnie e le culture s'incontrano
e spesso si scontrano. E allora qui, lun-
go la Dora, in una delle grandi perife-
rie torinesi, connotate da disgregazione
fami liare, bassa scolarità, povertà eco-
nomica e spirituale, le suore hanno de-
ciso di fermarsi tra gli immigrati e i
nomadi , perché i giovani incontrino un
segno di speranza e siano accompa-
gnati a superare l'indifferenza, il non
senso e l' intolleranza.
LA PIAZZA
DELL'INCONTRO
Sono tanti ... quasi il 20% della po-
polazione residente su questo territorio.
Provengono dal Marocco, dalla Nige-
ria, dall'Egitto, dal Senegal e dalla Tu-
nisia; arrivano dalla Cina Popolare, dal
Perù, dal Brasile e non ultimi dalla Ro-
mania e dall 'Albania. Ci sono i Rom
dell'ex Jugoslavia, trapiantati in questa
zona forzatamente dal Campo sosta di
Strada dell'Arrivare. S'inseriscono fa-
ticosamente in un quartiere in cui il di-
sagio sociale tocca uno dei livelli tra i
più alti della città, dove le famiglie ita-
liane in assistenza economica fanno re-
gistrare una fo1te concentrazione e il
numero di alcoli_sti e tossicodipendenti
è emblematico. E un 'area ben nota per
lo spaccio di stupefacenti, per lo sfrut-
tamento della prostituzione e per i reati
contro il patrimonio. In questo contesto
si registra la presenza piuttosto elevata
di famiglie monoparentali, in particola-
re di donne straniere con precedenti
percorsi di devianza e una forte neces-
PORTA PALAZZO
Il quartiere di Porta Palazzo prende il
nome dalla porta che segnava l'ingres-
so alla città fortificata romana di Augu-
sta Taurinorum. All 'inizio del 1700 ven-
ne ampliata l'area detta Contrada di
Porta Palazzo in quanto luogo di tran-
sito in entrata e in uscita dalla città. La
piazza di fatto saldò la città al Borgo
Dora. L'area detta attualmente Ba/6n,
era una zona campestre abitata, in
epoca romana, da agricoltori. Nel me-
dioevo la zona diventò territorio ammi-
nistrativo della città, popolandosi prima
di cascinali , mulini e orti , poi di alcuni
primordiali nuclei industriali . All 'inizio
del 19° secolo Borgo Dora si presenta-
va come un'area viva e florida. Oggi ,
con i suoi 51 300 m2 è la più grande di
Torino, con il mercato all'aperto più va-
sto d'Europa. La realtà commerciale e
popolare ha attirato le ondate migrato-
rie della Torino industriale. Dal sud Ita-
lia negli anni '60, e dal resto del mon-
do negli ultimi decenni ; fino a raggiun-
gere, una percentuale d'immigrati stra-
nieri del 20%. Centomila visitatori ai
mercati del sabato , più di diecimila abi-
tanti , la più alta concentrazione stra-
niera della città, tutti questi elementi
rendono Porta Palazzo un quartiere
fonte di risorse preziose ma anche di
problematiche complesse, un laborato-
rio urbano che ben rispecchia lo svi-
luppo della città nella direzione di una
metropoli europea.
sità di orientamento e di attività educa-
tive. Nella zona, poi, i minmi stranie1i
non accompagnati sono molto numero-
si, vivono in situazioni abitative fati-
scenti e in una solitudine affettiva de-
vastante. Hanno bisogno, questi ragaz-
zi stranieri, non diversamente da quelli
italiani, di braccia ape1te che li accol-
gano, di qualcuno che aiuti le 'culture'
La piazza del mercato di Porta
Palazzo.
a incontrarsi, che dia vita sul territorio
a luoghi di familiarità e di aggregazio-
ne e valorizzi le risorse di cui sono por-
tatori. Come rispondere a questi biso-
gni e a queste attese? Come porsi nei
_confronti di un territorio poliedrico in
cui spesso gli estremi si toccano e le
contraddizioni paiono non avere fine?
Come leggere con gli occhi della spe-
ranza la storia singolare degli innume-
revoli poveri che oggi come ieri popo-
lano le sue strade? Sono interrogativi
profondi che possono trovare risposta
soltanto se si sceglie di condividere con
questa gente un tratto di cammino. Le
suore sanno che «è cosa di cuore». Su
questo sentiero hanno camminato ma-
dre Mazzarello e le p1ime sorelle di
Mornese. E, dopo di loro, ancora oggi,
tante sorelle in ogni parte del mondo.
Per questo, bisogna «osare strade nuo-
ve» e scrivere nel quotidiano pagine di
amorevolezza per i giovani e con i gio-
vani, perché «abbiano la Vita, in ab-
bond anza» .
O
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

3.10 Page 30

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IL
a~ESE
IYI
IN
LIBRERIA . ppe t-,Aorante
a curo di G1use
UMBERTO DE VANNA
NON SIAMO ISOLE
I nuovi problemi
giovanili
di Umberto De Vanna,
ELLEDICI, Leumann (To)
2006, pp. 142
Scrive Chiocciolin@ : "Mi
sento una piccola isola
in mezzo a un oceano
in burrasca. Sola in
mezzo a un mare di
persone diverse da
me.. .". Il bisogno di vin-
cere la solitudine è so-
lo uno dei tanti proble-
mi giovanili di oggi. li li-
bro li affronta dando an-
che la parola agli
esperti, ma soprattutto
lasciando che siano i
giovani stessi a espri-
mersi e a prendere po-
sizione. Essi hanno pro-
blemi inediti rispetto al
passato : il loro mondo
attuale con i problemi
di vita ; l'innamoramen -
to e l'amore ; la condi-
zione giovanile con la
solitudine e i problemi
della propria identità; le
ragioni della fede con il
rapporto personale con
Dio o l'agnosticismo...
sono gli argomenti po-
sti da loro stessi nelle
Lettere pubblicate dalla
rivista Dimensioni Nuo-
ve negli ultimi anni .
~~~
DIREZIONE SPIRITUALE
Un cammino verso
la pienezza della vita
in Cristo
di Raimondo Frattallone
LAS, ROMA
2006 , pp. 456
Il volume si rivolge a chi ha
ricevuto il ministero di gui-
da e di accompagnamento
spirituale nella comunità ec-
clesiale. Costituisce un ten-
tativo di ridefinire l'essenza
e le modalità di attuazione
della direzione spirituale al-
la luce dell'esperienza del-
la Chiesa e degli appor-
ti delle discipline umane
odierne. Gli argomenti so-
no: l'analisi delle cause che
sono all 'origine dell'attuale
crisi ; le tappe principali del-
la direzione spirituale lungo
la storia della Chiesa; la
visione organica che , in
quanto riflessione teolog ica
sistematica, può essere con-
siderata come I'inte/lectus
fidei di questo evento salvi-
fico ; la sua identità nel con-
fronto con altre attività di
discernimento e animazio-
ne spirituale....
Un cammioo ~rso la pkmu:u; della vh-a In Crbto
L\\S. R0\\1\\
OGGI VADO
VOLONTARIO
Il volontariato come
strumento di
empowerment
individuale e sociale
di A. Caldelli-F. Gentili-
S. Giusti , Erickson Trento
2005, pp. 148
1
Chi si accosta al volonta-
riato ha la sensazione di
essere al centro di un'e-
sperienza stimolante. Tra-
mite il confronto con la di-
versità dell'altro, si compie
una continua verifica di sé,
della propria posizione so-
ciale , della propria funzio-
ne. Diventa quindi forte il
suo valore educativo. Se
una delle funzioni dell'edu-
cazione è attivare le risor-
se presenti negli individui e
nelle comunità, il volume
fornisce una guida ai rap-
porti tra scuola e volonta-
riato e conduce a scoprire
tutte le potenzialità di que-
sta relazione , sia sul fronte
dell'orientamento sia su
quello formativo . Così l'a-
zione volontaria diviene
chiave d'accesso a compe-
tenze professionali com -
plesse che fanno percepire
la possibilità di condividere
percorsi di impegno socia-
le con altre persone.
IL PENSIERO
CHE ASCOLTA
Come uscire dalla crisi
di Maurice Bellet
Paoline , Milano
2006, pp. 172
Il pensiero dell'autore è co-
sì espresso : "Al punto in cui
siamo, ho la sensazione
che né la relig ione né la fi-
losofia, così come appaio-
no oggi , né tanto meno la
psicanalisi, siano capaci di
affrontare la distruzione in
maniera abbastanza radi-
cale da permettere che
l'uomo ne esca vivo. Parlo
di un altro senso del pen-
siero , quello dell'ascolto.
Per il pensiero è essenziale
stare all'ascolto. Il che si-
gnifica cogliere l'estraneo
sotto l'aspetto del dono". In
questa esperienza del limi-
te il mistero cristiano è la
critica di tutte le culture e fa
emergere un'umanità non
più fondata sulla morte. Al
fondo di questa notte di cri-
si l'uomo può diventare
"ascolto" e recepire una pa-
rola d'amore che gli ridoni il
senso del proprio destino.
~
LUGLIO/AGOSTO 2006 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~~
L'EREDITÀ PASTORALE
DEL VATICANO Il
di Luis A. Gallo
ELLEDICI , Leumann (To)
2006, pp. 110
· Luis A. Gallo
L'eredità pastorale
del VA CANO II
Sono passati quarant'anni
dalla chiusura del Vaticano
11. Tra i libri usciti questo
focalizza l'attenzione - in
conformità con la prospetti-
va della rivista NPG che lo
edita e lo omaggia ai suoi
lettori - sulla dimensione
pastorale, analizzando le
quattro Costituzioni (sulla
liturgia, sulla divina rivela-
zione, sulla Chiesa in se
stessa, sulla Chiesa nel
mondo attuale) nei loro
contenuti essenziali e nella
loro rilevanza per la vita
concreta della Chiesa e del
cristiano . Ampio spazio è
dato soprattutto alla Gau-
dium et Spes. La speranza
è che i giovani animatori e
gli educatori possano rien-
trare in possesso del patri-
monio che lo Spirito di Dio
ha consegnato alla Chiesa
e all'umanità in quel preci-
so momento storico .
GIOVANNI PAOLO Il
La guerra in Iraq
e in Medio Oriente
di Gino Concetti
VIVEREIN
Roma-Monopoli (Ba)
2005, pp. 352
"Guerr_a alla guerra" è stato
il grido che Giovanni Paolo
Il ha fatto risuonare negli ul-
timi anni di pontificato. La
guerra è un sacrilegio con-
tro Dio, un crimine contro
l'umanità. Con ardore inten-
sissimo ha sviluppato il suo
ministero per il quadrilatero
mediorientale: Libano, Israe-
le, Palestina e Iraq. Rivendi-
cando per le popolazioni
che vi abitano gli stessi diritti
e le stesse libertà. In questo
libro si ripropone il suo ma-
gistero attraverso l'esame
degli avvenimenti cui esso
si riferisce , a testimonianza
della verità e della sua giu-
sta posizione con la quale
ha rafforzato il ruolo di pala-
dino mondiale di pace. Ha
riprovato la guerra, il terrori-
smo e le varie forme di vio-
lenza che generano morte e
distruzione, in una spirale
incontrollabile .
ISLAM E DIRITTI UMANI:
UN (FALSO?)
PROBLEMA
di Mario Nordio e Giorgio
FILM & MISSION
Per una storia del cinema
missionario
di Maria Francesca Piredda
Vercellin (a cura)
A&G Marco, Milano
DIABASIS, Regg io Emilia 2005, pp. 206
2005, pp. 166
L'autrice, tesi alla Cattolica
sul Cinema italiano, si è im-
pegnata con ottimi risultati,
nella ricerca della produzio-
ne cinematografica dei mis-
sionari e sul cinema missio-
nario. A produrre pellicole
hanno cominciato i cappuc-
cini quasi contemporanea-
mente ai salesiani, poi la
produzione si è estesa ad
altre congregazioni e il vo-
lume lo documenta am-
piamente. Le pagine de-
dicate ai salesiani svelano
che il loro primo documen-
tario risale al 1923. Molti i
"registi": don Sante Garel-
li , monsignor Mathias, don
Cimatti, don De Agostini.
Gli autori colgono il variare Quest'ultimo "esploratore,
delle forme, l'orizzonte di- alpinista, fotografo, cineasta
verso delle attese e la ricer- . e missionario in Patagonia",
ca di altre risposte nel con- divenne notissimo non solo
fronte Islam e diritti umani. in Patagonia e in Italia ma
L'idea di fondo consiste nel anche nel resto del mondo.
tentare di ridefinire i termini
dello scontro, distinguendo
fra le diverse dimensioni del
fenomeno Islam da un lato
e le varietà storiche e sociali
delle realtà musulmane dal-
l'altro, differenziando tra fe-
de religiosa e leggi statuali.
"Scovare il bandolo di una
matassa intricata come
quella che intreccia Islam e
diritti umani sembra una fa-
tica di Sisifo, tanto che sem-
bra di essere di fronte a un
compito impossibile. Eppure
nelle polemiche che conti-
nuano a imperversare intor-
no al cosiddetto scontro di
civiltà quel nodo continua a
essere tirato in ballo, in ma-
niera più o meno esplicita".
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le ~bre;
rie cattoliche o vanno ne ies I
direttamente alle rispettive
Editrici.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

4.2 Page 32

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LII/E
-
Breve profilo di un grande salesiano laico, il coadiutore belga Jozef Vanden Berk
(Lommel 1920-Roma 2004).
META' GIORNATA
SOITOTERRA
di Giancarlo Manieri
Una vocazione a due vie: alla vita
religiosa e al servizio nelle
catacombe. Quasi un terzo della
vita vissuta sottoterra, a salire e
scendere ogni giorno centinaia di
gradini e percorrere tunnel: milioni
di scalini e migliaia di km in 32 anni
di servizio. Per lasciare ai visitatori
un ricordo indelebile. Da
agronomo/orticoltore a guida delle
catacombe per seminare la fede!
I Jozef Vanden Berk
(Lommel 20/06/1920 - Roma 08/05/2004).
T utto cominciò con una gita scolastica organizzata
dal collegio salesiano di Hechtel dove Giuseppe
studiava. Oggi le gite sono uno spauracchio per i
prof accompagnatori a causa delle assurde imprese di
certi studenti . Allora la rigorosa disciplina e la meticolo-
sa e sacrificata assistenza erano garanzia di successo.
La sua scuola dunque andò in Olanda, a Valkenburg
(vicino a Maastricht, quella del trattato sull 'Unione Eu -
ropea) per visitare una perfetta ricostruzione in un uni-
co complesso sotterraneo di 18 catacombe romane , tra
cui quelle di San Callisto. La visita, al lume di candela,
la suggestiva storia dei primi cristiani , le gesta dei marti-
ri lo colpirono profondamente : "Vorrei fare la guida delle
LUGLIO/AGOSTO 2 006 BS
catacombe". Correva l'anno 1933, Giuseppe aveva 13
anni. Quel sogno si realizzerà. Quarant'anni dopo!
AGRONOMO E ORTICOLTORE
Nel 1932, era entrato in collegio. Per studiare. Ma gli
piaceva poco: amava molto di più l'orto , le piante , la
vita all 'aria aperta, il darsi da fare attorno a lavori
manuali. Il direttore del "Don Bosco" capì la situazio-
ne e, anche a causa di una condizione fisica non
eccellente , lo mandò nelle Ardenne a Grand Alleux ,
dove poté ricuperare la salute e diplomarsi in orticol-
tura . Poi fu presso il noviziato di Groot Bygaarden ,
infine ad Halle, come factotum .
La svolta avvenne nel 1958 quando andò missionario
nel Congo Belga. Per anni insegnò a coltivare l'orto ,
ad allevare bestiame , a seminare , a raccogliere , a
conservare .. . Un 'esperienza che non dimenticò mai.
Roma fu l'ultima lunga tappa. San Callisto e le Cata-
combe realizzarono un desiderio rimasto nascosto per
40 anni nel cuore di Giuseppe. Aveva 53 anni , ma che
importa? Meglio tardi che mai. Si considerava ormai
vecchio, ma furono , a suo dire , gli anni in assoluto più
intensi e proficui della sua non breve vita.
APOSTOLATO ... SOTTERRANEO
Prese il nuovo lavoro come una forma di apostolato ,
una vera evangelizzazione, e ci si buttò a capofitto. Par-
tecipava con tutto se stesso a quei pellegrinaggi sotter-
ranei , stavolta nelle vere catacombe, le più grandi e bel-
le di Roma, quelle di san Callisto. Metà della sua gior-
nata la passava sotto, a spiegare, a commuoversi e

4.3 Page 33

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----------------fl1LEcflll!tll 6011f)ltf77JRI
I Un tratto delle Catacombe di San Callisto che Vanden
Berk spiegava ai turisti.
Simpatico come uomo e come salesiano, basta la vi-
gnetta seguente a fotografare la sua arguzia, gli scopi
e le modalità del suo lavoro, la sua salesianità:
Centinaia di scalini al giorno.
commuovere, a convincere , a esternare la sua fede e
far crescere quella dei visitatori , a far riconoscere la sto-
ria in assoluto più gloriosa della Chiesa di Gesù, percor-
rendo i più di 100 scalini più volte al giorno. In 32 anni
di attività ha disceso e/o salito milioni di gradini : un bel
cumulo di meriti per il cielo. L'altra metà della giornata
continuava a lavorare per i suoi turisti: ha realizzato
così decine di migliaia di audiocassette in una ventina
di lingue che distribuiva come regalo dopo la visita. C'e-
ra la storia e soprattutto il significato, il messaggio delle
catacombe. Ha fabbricato con le sue mani decine di
migliaia di corone del rosario molto robuste perché
durassero : immaginava che venissero usate giornal-
mente, e allora doveva farle antiusura. Anche queste
regalava ai suoi fortunati "clienti" o le vendeva per aiuta-
re le missioni (non dimenticò mai il suo periodo congo-
lese) . Senza contare le centinaia di migliaia di immagi-
nette del Buon Pastore fatte stampare come segnalibro
per il breviario di preti, religiosi e religiose in visita. Tutte
piccole cortesie , messe in atto affinché il ricordo della
visita e della catechesi rimanesse indelebile o durasse il
più a lungo possibile. "Ho parlato con ardore e amore,
anche con molto umorismo per far capire ai visitatori...
il canto di speranza delle catacombe".
UNA VITA IN 3 TAPPE
La vita apostolica di Giuseppe è limpida e senza invo-
luzioni . Tre tappe hanno caratterizzato il suo servizio :
venti anni di lavoro in Belgio, 12 anni in missione nel
Congo belga (poi Zaire e ora R.D. Congo) , e 32 anni a
Roma come guida ricercata dai turisti , apprezzata dai
superiori , ammirata dai confratelli.
Fratello di due sacerdoti salesiani e di una sorella suo-
ra, Giuseppe non poteva che ripetere quel che scrisse :
" Voglio essere come il parroco che mette al servizio del-
la Chiesa tutta la sua vita!~ Alle catacombe andava
avanti con una convinzione inattaccabile : "lo qui sono
cento volte più missionario che in Africa. Questo è un
lavoro missionario in formato mondiale". Si congedò
definitivamente dai suoi confratelli e dai suoi ammirati
turisti il giorno 8 del mese di maggio dell'anno del
Signore 2004. li suo ricordo è ancora vivo. E molti chie-
dono ancora di lui.
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
IL DECALOGO
DELU\\ COMUNICAZIONE
Nel secolo della comunicazione, possiamo dialogare
su Internet con uno sconosciuto della Papuasia,
ma non con i nostri figli. Possiamo sapere quello
che accade a Kabul, ma non quello che accade
nel cuore di nostra moglie.
La comunicazione gode di mol-
ta stampa ma non di una ricet-
congiunti di praticare ogni mese il
"dovere di sedersi": prendere il tem-
ta semplice. Proviamo a offrire po di parlarsi e di fare il punto sulla
ai nostri l\\3ttori un decalogo della co- loro vita affettiva e spirituale . L'e-
municazione familiare.
sperienza dimostra che molti non
sentono più questo bisogno dopo
1. Senza comunicazione la fami- qualche mese o qualche anno:
glia muore. Quando non ci si parla "Non abbiamo più niente da dirci, ci
più, si fi nisce per non avere più siamo detti tùtto".
nulla da dirsi. Quando smettiamo di 5. Per comunicare bisogna pren-
guardarci, finiamo per non vederci dersi il tempo necessario. Fare
più . E tutto questo si fa in modo del attenzione agli ostacoli esterni : fati-
tutto inconscio. Il peccato di omis- ca, stress , televisione ... Reperire i
sione, così poco considerato , è il momenti privileg iati , inventare dei
più terribi le. Ciò che fa morire una simbol i ri cch i di senso : biglietti
famig li a, non sono i litigi , le diffi-... lasciati dovunque quando ci si
coltà, la mancanza di denaro, non assenta, piccoli regali significativi.
·è neppure l'infedeltà: è l'abitudine. 6. È importante sviluppare le qua-
Quando non ci si guarda più , quan- lità indispensabili per comunica-
do non ci si parla più , quando non re: la coe renza, l'umiltà, la sempli-
si litiga neppure più .
·
.. cità, necessarie per concedere agli
2. La comunicazione permette di altri il diritto di pensare, di sentire le
conservare uno degli elementi cose liberamente. Per permettere
più importanti della vita familiare alla moglie di dire: "Ne ho abbastan-
l'am!f1irazione e la stima per l'al- za! I rag azzi sono insopportabil i".
tro. E la più bella dichiarazione d'a- Per permettere ai figli di esprimere il
more: «lo ti do tutta la mia attenzio-
ne perché tu sei importante per
me». Se non si parla, si finisce per
non vedere più il meraviglioso del-
l'altro . Coloro ch e dialogano sco-
prono costantemente il tesoro inte-
riore, e l'amore rispunta a ogni sco-
perta . La comunicazione è l'indi-
spensabi le complemento spirituale
dell'armonia fi sica.
3. La comunicazione è un piace-
re. Essa apporta momenti deliziosi
di cui la coppi a e la famiglia avreb-
bero proprio torto a privarsi.
4. Ma nello stesso te'llpo, è ne-
cessario constatare che dobbia-
mo tutti imparare a comunicare, e
questo apprendimento richiede uno
sforzo. Un movimento di spiritualità
fami liare, come le "Équ ipes Notre-
Dame", richiede imperiosamente ai
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
loro rifiuto della scuola, la loro paura
per gli altri ragazzi o per gli inse-
gnanti. È necessario fare attenzione
ai malintesi, ai troppi dialoghi banali,
al linguaggio fatto di luoghi comuni ,
accompagnato da gesti rituali: baci
freddi e abituali , carezze che susci-
tano uno sbadiglio.
7. Ricordarsi che la comunicazio-
ne ha due chiavi: l'ascolto e la
parola. Per comunicare occorrono
un buon emittente e un buon rice-
vente. Il ricevente sa ascoltare, l'e-
mittente sa parlare. Ma la porta del-
la comunicazione ri uscita è la vo-
lontà di accogliere , che nasce da
un clima generale di apertura agli
altri all'interno della famiglia. Que-
sto porta a diventare disponibili ,
saper valorizzare l'altro offrendogli
il tempo di ascolto che merita.
Troppo spesso i bambini pensano
che i loro genitori siano molto pres-
sati da preoccupazioni più impor-
tanti dei loro problem i personali :
"Di ', mamma, un giorno parleremo
a lungo noi due , a lungo , tutta la
notte e tutto l'indomani?".
8. Comunicare è imparare a deco-
dificare. Quando una persona dice:
"Per favore , ascoltami !", che cosa
dice se non: "Comprendimi!"?. Quan-
ti padri rispondono con l'aggressività
all 'aggressività irritante di un figlio,
invece di chiedersi se quella aggres-
sività non sia il segno di una grande
sofferenza nascosta che bisogna
scoprire? In un mondo in cui il bam-
bino è sottoposto nell'ambiente e
con i media ai messaggi più dispara-
ti come ai più dannosi , come aiutarlo

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
COMUNIC/FARE
Le difficoltà del dialogo in famiglia ... Comunicare "come"?
Esistono regole e modi di fare indispensabili. La comunicazione
è un "clima", non è mai routine. L'amore c'entra, eccome!
I Uno dei grandi doveri dei genitori
è quello di trovare tutte
le occasioni per parlarsi,
discutere, capirsi.
a riflettere, ad acqu istare uno spirito
critico se non per mezzo di un dialo-
go rispettoso e paziente?
9. Comunicare è anche dimostrare
di aver capito. Ascoltare non vuol
dire tacere. Com'è difficile parlare
quando non c'è risposta! «Ne ho
abbastanza di essere sempre io a
parlare! Arrivo a non dire più niente,
perché so che non serve a nulla,
dato che lui non risponde, si direbbe
perfino che non abbia sentito. Sono
ancora più sola di prima», dice una
signora. Il mendicante della parola
sente un immenso bisogno di dialo-
go a misura della sua profonda sete
d'amore . Le frustrazioni durante l'i n-
fanzia ne sono spesso la causa:
"Ero una bambina e aspettavo la
parola di mio padre . Oggi aspetto
quella di mio marito", afferma triste-
mente un'altra signora.
10. La vera comunicazione è "met-
tere in comune" il meglio di sé.
Per i cristiani è molto di più: è diven-
tare specchio della comunicazione
perfetta, totale, ineffabile della San-
tissima Trinità.
I Senza la comunicazione
la famiglia muore... Ciò che svuota
una famiglia non sono i litigi
o le difficoltà, è l'indifferenza.
A lzi la mano chi ha il coraggio di
affermare, senza timore di esse-
re smentito, che le famiglie sono
ambienti in cui si dialoga con facilità e
in modo efficace. Il dialogo ha motiva-
zioni , esigenze e regole che vanno ben
oltre il semplice scambio di informazio-
ni . Chiede pazienza, attenzione, voglia
di ascoltare ; il riconoscimento che mi
importa del l'altro e che sono pronto a
prendermi cura dei suoi sentimenti e
dei suoi stati d'animo prima ancora che
delle sue opinioni ed esperienze ; la
consapevolezza che quel che potrò fa-
re per la sua crescita, con le parole e
con i gesti, è comunque meno di quello
che lui mi regalerà attraverso la dispo-
nibilità e lo sforzo di entrare in relazio-
ne con me. Esige che si costruiscano
spazi e tempi appositi per coltivare e
custodire quel che viene offerto e rice-
vuto come dono. Segue una grammati-
ca molto particolare: poiché i significati
sono parte integrante del significante,
ne consegue che quel che si dice vale
meno del come e del perché si espri-
mono determinate cose .
La comunicazione familiare è, pri-
ma di tutto, una questione di clima:
non può esserci il consenso ad aprire il
proprio cuore se manca la verifica ordi-
naria di un atteggiamento di apertura, di
comprensione, di solidarietà. E questo
NPN K 1IIS&1thl1 A
-,,,- ,.,~=- / VIVC/lE LJJ.Vr,i(Nt) p,,ff
S,µo, #ntt r ~ ,
I Anche quando non sembra
i ragazzi hanno capacità di
ascolto... ma non lunga. Brevità,
incisività, dolcezza e fermezza
vanno a braccetto.
E
vale ·per tutti. Senza reciprocità, i dialo-
ghi si immiseriscono in patetici monolo-
ghi. E se conta tanto la temperatura, è
fondamentale che il dialogo sia reso vi-
sibile da un passaggio di calore ed
energia: quel che dico e quel che ascol-
to deve trasformarsi in una fonte capa-
ce di riscaldare e illuminare, di abbrac-
ciare e di temprare. È dialogo anche il
discutere e il litigare. Il conflitto, se vis-
suto come ricerca di una verità e come
scoperta del valore delle differenze, è
una delle esperienze importanti che
consentono di costruire quel "noi" che
non è soltanto la somma dell"'io + tu +
tu ...". Ciò significa che il dialogo non
potrà mai divenire routine : la comunica-
zione non è mai scontata, facile, acco-
modante; è, invece, continua tensione,
sforzo, impegno, responsabilità; non è
esente da fallimenti o quanto meno dal-
la consapevolezza che resta un divario
incolmabile fra attese e realizzazioni. Il
volersi bene non è garanzia di succes-
so immediato, ma riconoscimento che
è possibile ritentare giorno per giorno di
percorrere una strada poco agevole.
Perciò in casa, più che altrove, si speri-
menta la capacità di perdonarsi recipro-
camente di fronte alle povertà comuni-
cative di tutti. Affrontando l'impegno del
comunicare, un genitore sa bene che,
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

4.6 Page 36

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oggi più che mai, deve farsi carico
della difficoltà di catturare l'attenzione
dei giovanissimi: come entrare in sin-
tonia con un mondo dominato dal fra-
stuono e dai rumori di sottofondo che
ritmano la quotidianità? Urlare non
serve ; anzi , per una strana legge del-
la psicologia, la relazione educativa
può essere awiata e sostenuta solo
se si è disposti a parlare sottovoce
per accostarsi delicatamente all 'i nti-
mità del cuore.
Il secondo problema: che cosa
dire? Mettersi in competizione con gli
altri messaggi, cercando di essere più
accattivanti e seducenti? Oppure ri-
schiare di dire cose impopolari, sa-
pendo che la verità fa male ma è l'u-
nica cosa capace di produrre un bene
duraturo? La scelta dei contenuti del-
la comunicazione familiare è molto
impegnativa: o"ccorre garantire l'es-
senzialità, perché i ragazzi hanno una
capacità di ascolto che ricorda più
una merenda in un fast food , che un
lungo pranzo familiare ; bisogna cura-
re la significatività, perché senza una
cordiale convergenza a livello di moti-
vazioni qualunque informazione o ri-
chiesta cade nel dimenticatoio. Né si
può dimenticare la ragionevolezza e
l'intelligibilità di quel che si dice: le co-
se senza senso possono anche colpi-
re la fantasia, ma non lasciano mai un
segno duraturo.
L'unico modo per risolvere que-
sto problema è decidersi a parlare di
amore. Dobbiamo avere il coraggio di
dire ai nostri ragazzi che vogliamo
loro bene ; dobbiamo far capire loro
quanto ci stanno a cuore e soprattutto
che siamo disposti a credere in loro a
qualunque costo. Come esprimere
tutto questo? Le parole, dice un auto-
re caro ai giovani, sono spesso fonte
di malintesi. E poi ci sono ormai diver-
si linguaggi che caratterizzano, ma
anche separano, le nuove generazio-
ni dalla realtà adulta. E i gesti? Beh,
su questo piano ognuno può sbizzar-
rirsi come vuole, ma soprattutto può
divertirsi a creare e sperimentare una
pluralità di codici espressivi , impe-
gnandosi a renderli sempre più effica-
ci nella loro immediatezza e intensità.
Ogni famiglia ha il suo lessico, che è
unico, originale, irripetibile ; che si ar-
ricchisce e rigenera nel corso del
tempo con il contributo di tutti ; che co-
stituisce un giacimento di risorse af-
fettive a cui attingere nei momenti di
crisi e di conflitto. Almeno in casa, i
nostri ragazzi devono sperimentare ,
senza ombra di dubbio, che comuni-
care è un bene, fa bene, costruisce
beni da condividere .
LUGLIO/AGOSTO 2006 BS
ARTE SACRA:
·--CROCIFISSI
di Filippo Manoni
, _ijlippo652 @interfree.it
L'artista è un coadiutore salesiano.
Dopo il diploma d'arte ha dedicato la sua
vita a "evangelizz.are" con il pennello.
Continua oggi il suo lavoro presso
la ELLEDICI.
GUERINO PERA
IL CANTO DEL COLORE
I suoi «Quad1i Nuovo Testamento»
non sono «illustrazioni» dei fatti prin-
cipali dell a vita di Gesù e dell a vita
dell a Chiesa primitiv a, ma so no un a
vera «esegesi visiva». Mentre raccon-
tano il fatto, ne comunicano il signifi-
cato attraverso l'uso simbolico del lin-
guaggio del colore, dell a linea, del
codice gestuale e della composizione.
Un esempio mirabile è la sequenza
sull a «Parabola del Padre misericor-
dioso» (Q uadri Nuovo Testamento,
quarta serie) che per anni è stata ed
è ancora oggi uno strumento efficacis-
'simo per preparare i ragazzi alla Con-
fessione. Le ultime sue opere son o
nate dalla collaborazione con Dossier
Catechista. È una serie di quadri strut-
turati nella for ma delle «icone» sulla
vita di Gesù, che costitui scono una
vera «ctistologia visiva»·. L' immagine
che presentiamo è il qu adro centrale
dell ' icona che racconta «La Passione
di Gesù».
Il quadro della Crocifissione rappre-
senta la scena che solitamente è chia-
mata «Maria e Giovanni ai piedi della
croce» in cui Gesù è in alto ed essi
distanti e straziati dal dolore. Basta un
colpo d'occhio per rendersi conto del-
la «novità» dell a composizione. Il
nostro quadro non rappresenta il fatto
nella sua plausibilità storica (estrema-
mente difficile, se non impossibile fare
un simile gesto), ma visualizza I' inte-
riorità dei protagoni sti . Maria e Gio-
vanni rispondono all 'amore di Gesù
che ha donato la sua vita, con lo slan-
cio di un abbraccio (le braccia dei due
si congiungono fino a formare un cer-
chio) pieno di tenerezza e di amore.
Gesù è già morto, ma la bocca è aper-
ta, quasi avesse appena pronunciato:
«Donn a, ecco tuo figlio»; «Figlio,
ecco tua Madre». Gesù è il re. La
corona di spine non è «realisticamen-
te» marrone, ma «simbolicamente»
giallo oro, per significare la divina
regalità del Salvatore. Dalla ferita del
costato escono sangue ed acqua segno
dell a donazione totale di Gesù e sim-
boli del Battesimo e dell ' Eucaristia.
Dal cuore squ arciato nasce la Chiesa,
simboleggiata da Maria e Giovanni,
che rappresentano noi tutti.
L ' immagine perciò racconta, an-
nuncia, ci fa conoscere Gesù nella sua
identità di Figlio di Dio e nostro Salva-
tore e ci invita ad amarlo e a imitarlo,
sull 'esempio di Mrui a e Gi ovanni. Pro-
prio per questa st:raordinru'ia capacità di
raccontare attraverso il colore il nostro
artista è conosciuto nel mondo salesia-
no e fuoti di esso. Molte le riviste di
catechesi che contengono i suoi disegni
anche solo in bianco e nero, pronti per
essere colorati dagli alunni stessi, usan-
do i suoi colori significativi e dunque
imparando catechismo attraverso il co-
lore. (Bartolina Bartolini)

4.7 Page 37

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o
. cU o
i ,4u9t+
L!j(R~
-----
DEflNIZIONE
LUGALUITOOÈBUILS MNOESNESIINACPURIOSNUOGLI
~ QUEI FINESTRINI
~
... CHE PROPRIO NON
SI VOGLIONO CHIUDERE
'-5 ~ MESE DI GENNAIO!!
~
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

4.8 Page 38

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sF\\OE e.1,cHE
per ragazzi, genitori, educatori
PREGARE
IN FAMIGLIA?
PERCHÉ NO?
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Ecco un'altra delle
attività religiose che
sembrano in estinzione:
la preghiera in famiglia,
prima dei pasti, prima di
andare a letto, subito
dopo alzati... Al tempo
: dei nostri bisnonni era
un dovere inderogabile.
I Ci si può raccogliere in preghiera
ovunque: in casa come in
campagna, sui monti o al mare...
L a preghiera è il cuore stesso
della vita della famiglia: la
famiglia essendo Chiesa do-
mestica è una comunità orante, un
tempio dove si celebra l'eucru.istica
dell' amore e della vita. La famiglia è
chiamata ad alimentarsi alle sorgenti
di una spititualità solida e profonda
che si esprime in un dialogo con il
Signore dove genitori, figli, nonni e
tutti i componenti della famiglia cele-
brano con una preghiera gioiosa la
bellezza dell'essere ciistiani. La pre-
ghiera in famiglia non è un optional,
ma esprime il tono concreto dell ' i-
dentità cristiana, il senso più vero
dell' appartenenza a Ciisto.
CARATTERISTICHE
DELLA PREGIDERA
FAMILIARE
Diverse sono le caratteristiche dell a
preghiera familiare: è gioiosa e gio-
vane, in comune, semplice, p~rsonale
e liturgica, aderente alla vita. E gioio-
sa e giovane, perché la gioia che ani-
ma la famiglia nasce dalla ceitezza
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
della continua compagnia di Dio; Dio
vive nella famiglia, segue con amore
il cammino dei coniugi , soffia sulle
ali dei figli perché l'entusiasmo gio-
I La preghiera in famiglia è come
la rugiada sui fiori: .rinfresca,
nutre, prepara ad affrontare
la giornata nel modo migliore.

4.9 Page 39

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~
I
. . ma uno dei posti più intimi
e consoni per la preghiera è
la propria cameretta.
vanile sia la forza per la trasforma-
zione della st01ia. Nella famiglia si
prega giovane, si porta nella preghie-
ra la vita dei giovani, si coinvolgono i
ragazzi attraverso la preghiera spon-
tanea, le preghiere del buon cristiano,
la lettura familiare della Parola di
Dio. La preghiera della famiglia non
permette se1iosità e pensieri contorti,
ma tocca la bellezza del vivere quoti-
diano, la gioia dell'amore dei coniu-
gi , il gioco dei ragazzi, l'impegno
della scuola, anche se a volte porta
dentro di sé le sofferenze, le difficoltà
e I~ ansie di tutta la famiglia.
E una preghiera fatta in comune,
matito e moglie insieme, genit01i e
figli insieme. La comunione nella
preghiera è, ad un tempo, frutto ed
esigenza di quella comunione che
viene donata dai sacramenti del bat-
tesimo e del matrimonio. Ai membri
della famiglia cristiana si possono
applicare in modo particolare le pa-
role con le quali il Signore Gesù pro-
mette la sua presenza: "In verità vi
dico: se due di voi sopra la terra si
accorderanno per domandare qua-
lunque cosa, il Padre mio che è nei
cieli ve la concederà. Perché dove
sono due o tre riuniti nel mio nome,
io sono in mezzo a loro" (Mt 18,19s)
(cfr. Familiaris consortio, 59).
Inoltre, la preghiera della famiglia
è semplice, senza fronzoli e senza
sofisticazioni. I giovani in essa pre-
senti, i figli, non amano artifici e lun-
gaggini, ma cercano nella preghiera
f qualcosa che tocchi la loro vita i lo-
ro progetti, le loro speranze. bello
in famiglia pregare con i Salmi, con
le lodi e i vespri, anche se questo esi-
ge l'adattamento tipico di una pre-
ghiera che è fatta con i ragazzi .
Una preghiera personale e liturgi-
ca. Una finalità importante della
preghiera della Chiesa domestica è
di costituire, per i figli, la naturale
introduzione alla preghiera liturgica
propria dell'intera Chiesa, nel senso
sia di preparare a essa, sia di esten-
derla nell'ambito della vita persona-
le, familiare e sociale. Di qui la ne-
cessità di una progressiva partecipa-
zione di tutti i membri della fami-
glia cristiana all'Eucaristia, soprat-
tutto domenicale e festiva: alla mes-
sa domenicale la famiglia cerca di
partecipare insieme, trovando orari
comuni e possibili come per altri mo-
menti della vita familiai·e.
In famiglia la preghiera deve essere
aderente alla vita, non ammette frat-
ture con la vita quotidiana: è liturgia
della vita. La preghiera è parte costi-
tutiva essenziale della vita cristiana,
colta nella sua integralità e centralità,
anzi appartiene alla nostra stessa
umanità: la prima espressione
della verità interiore dell'uomo, la
prima condizione del! 'autentica li-
bertà dello spirito" (Giovanni Paolo
II). I giovani cercano una preghiera
che respira la vita, che tocchi in tutte
le sue espressioni la stessa vita di fa-
miglia, che in tutte le sue diverse cir-
costanze viene interpretata come vo-
cazione di Dio e attuata come rispo-
sta filiale al suo appello: gioie e dolo-
ri, speranze e tristezze, nascite e com-
pleanni, anniversari delle nozze dei
I La casa è la cattedrale della
famiglia. Il Vaticano Il nella
Lumen Gentium ha definito
la famiglia "piccola chiesa
domestica"
genitori, partenze, lontananze e ritor-
ni, scelte imp01tanti e decisive, la
morte di persone care, ecc. segnano
l'intervento dell'amore di Dio nella
st01ia della famiglia, così come devo-
no segnare il momento favorevole
per il rendimento di grazie, per l'im-
plorazione, per l'abbandono fiducio-
so della famiglia ~ comune Padre
che sta nei cieli.
LA FAMIGLIA EDUCA
ALLA PREGIIlERA
In forza della loro dignità e missio-
ne, i genitori cristiani hanno il compi-
to specifico di educare i.figli alla pre-
ghiera, di introdurli nella progressiva
scoperta del mistero di Dio e nel col-
loquio con lui. "Soprattutto nella fa -
miglia cristiana, arricchita della gra-
zia e della missione del matrimonio-
sacramento, i figli fin dalla più tene-
ra età devono imparare a percepire il
senso di Dio e a venerarlo e ad ama-
re il prossimo secondo la fede che
hanno ricevuto nel battesimo" (Cate-
chesi Tradendae, 36).
Elemento fondamentale e insosti~
tuibile dell'educazione alla preghiera
è l' esempio concreto, la testimonian-
za viva dei genitori: solo pregando
insieme con i figli, il padre e la ma-
dre scendono in profondità nel cuore
dei figli, lasciando tracce che i suc-
cessivi eventi della vita non riusci-
ranno a cancellai·e. Riascoltiamo
l'appello che Paolo VI ha rivolto ai
genitori: "Mamme, le insegnate ai
vostri bambini le preghiere del cri-
stiano? Li preparate ai sacramenti
della prima età: confessione, comu-
nione, cresima?... A invocare l'aiuto
della Madonna e dei santi? Lo dite il
Rosario in famiglia? E voi, papà, sa-
pete pregare con i vostri figliuoli, con
tutta la comunità domestica, almeno
qualche volta? L'esempio vostro, nel-
la rettitudine del pensiero e dell' azio-
ne, suffragato da qualche preghiera
comune, vale una lezione di vita, vale
un atto di culto di singolare merito".
Nel rispetto della libertà dei figli di
Dio, la Chiesa ha proposto e continua
a prop01Te ai fedeli alcune pratiche di
pietà con una patticolare sollecitudi-
ne ed insistenza. Tra queste è da ri-
cordare, sull'esempio di Don Bosco,
la recita del Rosario.
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

4.10 Page 40

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TURISTI PER CASO
O TURISTI INCANTATI?
di Severino Cagnin
In ferie si deve viaggiare.
Comedoveperché! Esiste
anche un turismo
intelligente.
Nel 2006 si celebra la Prima
Giornata Mondiale del Turi-
smo , indetta dall 'UNESCO su
proposta dell a Chiesa. Questa atti vità
non è più un hobby superfluo, ma una
espressione della persona. Il turismo
ha varietà e spazi infi niti. Un originale
turismo ecologico è sperimentato da
alcuni, nei prati vicino a casa. Il pro-
fumo delle zàgare e la luce dei man-
dorli in fiore fa nno gustare la prima-
vera nella Valle dei Templi , come la
brezza estiva nei boschi delle Alpi. Il
FAI (Fondo Ambiente Italiano) orga-
nizza manifes tazioni floreali e vi vai-
stiche in giardini e palazzi storici ab-
binando natura e arte.
Sfoglio "VIAGGI CULTURA
STILI DI VITA" , rivista splendida per
fo to, titoli e carta. C'è da scegliere:
LUGLIO/AGOSTO 2006 BS
posso andare a scoprire l'ultimo Medi-
te1rnneo in Turchia su spiagge e isole
sconosciute, o contemplare l'oceano a
Tenerife da piantagioni e fattorie sulle
rive dell ' isola. Il Grande Nord in Dani-
marca offre fiabe e divertimenti per i
più piccoli, come la Sirenetta. Il parco
di Tivoli offre di tutto, di giorno e di
notte. Roma si propone, tra l'altro, con
la mostra di Antonello da Messina che
vede riunite per la prima volta le opere
del pittore siciliano. Ravenna espone
130 opere del critico Arcangeli, tra cui
Turner, Monet e Pollock. Venezia
espone i sei episodi del Ciclo di Santa
Caterina di Tintoretto. Chi preferisce il
moderno può vedere le fotografie di
Mariano Fortuny e 140 opere di Arp e
il movimento Dadaista. La sorpresa
viene dai piccoli centri. San Severino
Marche espone le opere di Bernardino
Mariotto a confronto con Luca Signo-
relli e Pintu1icchio, e Fermo (Ascoli
Piceno) i rapporti artistici e commer-
ciali tra Venezia e il litorale adiiatico in
opere raramente disponibili, tra cui la-
vori di Lotto, Crivelli e Jacobello.
Altre manifestazioni si stanno
affermando per unire spettacolo, turi-
smo e impegno cristiano. Penso a Infi -
nity Festival di Alba sul cinema a te-
matiche spirituali, anche orientali e
islamiche, con proposte di viaggi e
soggiorni . Un percorso guidato in Cina
può far capire il senso della Grande
Muraglia e del misterioso silenzio della
Città Proibita per percepire un popolo
tanto diverso e sempre più presente in
Europa. Il mensile I luoghi dell 'Infinito
di AVVENIRE ha tracciato dei percorsi
di viaggi nel Celeste Impero, in Gior-
dania con i templi di Petra e in Egitto
fino ad Assuan e alle fai·ao niche pira-
midi per la crescita di un dialogo e una
possibile convivenza. Che dire poi del
turismo religioso ad alta valenza cul-
turale? Sono entrato nella cattedrale di
Chartres e mi sono sentito risucchiato
dalla penombra e dal silenzio. Visitatori
di ogni lingua ed età, ma non si vede-
vano bene perché la luce delle vetrate
al tramonto taglia lo spazio in orizzon-
tale. Solo dalla policromia del rosone
scendevano falci abbaglianti. Un' ora a
Chartres, una celebrazione liturgica nel
monastero di Montserrat o il canto dei
Vespri nel chiostro di Monreale o a
Montecassino possono rivelai·si, a sor-
presa, la miglior gita dell' anno. D

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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DAR LIN
di Lorenzo Angelini
Lo sfruttato diventa sfruttatore. Cabuso subìto
diventa maltrattamento praticato.
La prevaricazione genera se stessa, senza scampo,
senza speranza. Questa sembra essere l'unica
verità.
l /Aura, vent'anni di cui due
passati a San Franc isco, un a
buon a padro nanza tecni ca d i
pi anoforte e violino, un' ori gin ale
capacità espressiva con iI ca nto ha
raccolto pl ausi tra critica e pubbl i-
co. li singolo Radio star, grazi e a
un riff di pi anoforte ben architetta-
to e a un ritorn ello in c isivo, ha su-
bito colto nel segno soprattutto
presso le radio, dando realtà al de-
siderio ch e vi si cantava: 11 / wanna
be a radio star'. Ben presto esibi-
zioni dal vivo fanno scoprire L'Au-
ra original e anche nel modo di
porsi: un po' dark e un po' mag ica,
un po' onirica e un po' psichedeli -
ca, un po' strega e un po' fata. Tut-
to questo si ripercuote sull e sue
canzoni: i testi (molti in in glese) so-
no brevi schi zz i poeti c i in cui me-
tafo ra e simbo li smo la fann o da pa-
drone; le mu siche si distinguono
per melodi e brevi , spezzettate, irre-
qui ete e cura estrema nell'arrangia-
mento; l' interpretaz ion e è intensa,
tesa, inqui eta. L'a lbum che le rac-
coglie ha un tito lo strano Okumuki
che, come ha spi egato lei stessa, è
un a paro la che in Gi appon e sta a
desi gnare la parte più intim a e ap-
partata di un a casa.
Nel 2006, dopo la partecipa-
zione al festival di Sanremo co n
Irraggiungibile, il di sco vi ene ri -
proposto arri cc hito d a quattro bra-
ni. Uno è appunto Dar Lin che,
co n poc hissimi versi, mette sul
tappeto una qu antità stupefacente
di temi attualissimi : il tur ismo ses-
su ale, la prost itu z io ne min o ril e, la
co ndi z ion e della donn a, l' incon -
tro/ scontro tra culture, l' ipoc ri sia
del puritanesim o occ id entale, I' A-
meri ca co me illusori o ideal e di li-
bertà e giusti z ia. In fo ndo però si
narra un a pi ccol a stori a esempl a-
re: l' unico inseg nam ento c he pro-
du ce la viol enza è la vendetta e
cioè la reiteraz ion e dell a viol enza.
Un con cetto tri ste e pesante com e
un mac igno, raccontato con un a
mu sica " legge ra", all eg ra qu as i
spensierata. La melodi a è sempli-
ce, ma ben co struita, l'a rran gia-
mento mette ins ieme con sapi enza
le sonorità cald e dei f ia ti, del pi a-
no e dell e piccol e percussioni , con
qu ell e molto più fredde dell e c hi-
tarre e della batteria, l'interpreta-
z ion e dopo un ' ini z iale voluta am-
bi guità si lasc ia and are all a se re-
nità e al lirismo per poi conclud e-
re co n un moto di improvviso tur-
DARLIN
di L'Aura
Dar Lin è un fil di seta in vendita in
Cina
e il bianco s'ha da rammendar la mar-
sina
È ovvio che lei non può scegliere
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
ora vive in America
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
con gli occhi in su
Ora che l'ago è pago della bambina
va progettando un altro viaggio in Cina
Che ne sarà di quella piccola
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
malediva quell'America
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
con gli occhi in su
Dar Lin non sa che un bottone cova
già nella cavità di maternità
e presto scoprirà che se parlerà il
bianco non avrà più scampo :
Lui lavorerà si prodigherà per evitar
di perdere la faccia
Lui lavorerà per ordinanza per garan-
tirti la felicità
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
malediva quell'America
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
con gli occhi in su
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
benedice quell 'America
Dar Lin oh Dar Lin con gli occhi in su
con gli occhi della verità
bamento. U n pi ccol o gio iello, que-
sta canzo ne c he qu as i co me la
D ar Lin del titolo, fa p iace re avere
fra le man i e trattare co n legge rez-
za, ma da cui b isog na guard arsi
per le num erose impli caz ioni c he
nasco nd e e co n cui prim a o poi
bi sogna fa re i co nti .
D
8S LUGLIO/AGOSTO 2006

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regìo De-
creto 13-1 -1924 n, 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € .. . o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili ·
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell ' Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per.le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e da ta)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a della Pi sana, llll
00 I 63 Roma-Bravetta
Te!. 06.656 12678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Vi a M aria Ausiliatrice, 32
I0152 Torino
Tel. Ol 1.5224247-8 - Fax Ol 1.5224760
C.C.P. 28904 100
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
....J I NOSTRI MORTI
CALONGHI sac. Luigi , salesiano,
t Torino, il 04/12/2005 , a 84 anni
Fu di certo uno degli uomini più in vista
della congregazione non solo in Italia.
Un 'intelligenza viva di cui fanno fede gli
studi all'Unfversità Cattolica di Lovanio , a
Parigi , a Londra, a Ginevra. Fu professore
stimato e ammirato sia presso l'Università
Pontificia Salesiana di Roma, sia presso le
Università di Torino, di Salerno e alla Sa-
pienza di Roma. È stato uno dei promotori
della riforma scolastica italiana: è lui· il pa-
dre nazionale della "Scheda" di valutazione
formativa della scuola dell'obbligo . Ha con-
tinuato per tutta la vita le sue ricerche e le
sue pubblicazioni. Personalità poliedrica,
ricca di doti e di fede , lascia una produzio-
ne di una cinquantina di libri e 170 articoli
di altissimo· livello, oltre ai manuali e ai sus-
sidi didattici creati per la scuola italiana. Fu
per tutti un maestro e un testimone!
CHIOCCHETTI sac. Bernardo,
salesiano,
t Castelfranco Veneto (TV) , il 06/03/2006,
a 92 anni
Nella preparazione al sacerdozio i superio-
ri scrivono di lui : "Di buon conto e assen-
nato". E davvero su don Bernardo si pote-
va "fare conto", dargli responsabilità , sicuri
che avrebbe portato avanti con scrupolo e
in spirito di obbedienza i suoi compiti. Fu
negli oratori di Chioggia, Venezia Castello
e Schio. Poi , in qualità di economo, fu in-
viato prima a Monteortone poi a Belluno. In
questa città soggiornò gli ultimi 34 anni
della sua vita, a contatto con le "sue" mon-
tagne amate fin dalla fanciullezza. Quest'a-
more per la montagna lo conserverà sem-
pre e lo comun icherà ai giovani , scout e
oratoriani , con i quali soggiornava nei pe-
riodi estivi in campi scuola a diretto contat-
to con la natura. Ormai carico di meriti e di
anni, gli ultimi periodi della sua vita li de-
dicò con passione ai piccoli servizi pasto-
rali della parrocchia. Fu amato dalla gente :
lui ricambiava con il sorriso e la preghiera.
ERCOLANI sig.ra Tecla,
cooperatrice,
t Roma, il 25/01 /2006, a 86 anni
Una donna "innamorata" di Don Bosco e di
Mamma Margherita che prese come mo-
dello per sé, e cercò di imitarla nella bontà
e nella laboriosità. Cooperatrice dal 1961 ,
distribuì le proprie forze e risorse tra la sua
numerosa famig lia e la comunità salesia-
na, sempre pronta a un servizio gioioso e
sacrificato. Regalò a Don Bosco una figlia,
che entrò nell'Istituto delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. La semplicità e la dedizione fu-
rono sue doti precipue che hanno lasciato
di lei un ricordo indelebile. In parrocchia
era conosciuta e stimata sia dalla gente sia
dai confratelli salesiani, proprio per questa
sua spontanea prontezza a mettersi a di-
sposizione dove c'era bisogno con assolu-
ta dedizione . Non sarà facilmente dimenti-
cata .
passione che lo accompagna sempre, an-
che quando i superiori lo assegnano a uno
studentato di chierici o quando premono su
di lui , laureato in matematica, per un apo-
stolato scolastico in qualità di preside. Nei
fine settimana corre in parrocchia dove at-
tende alle confessioni senza mai stancarsi
anche nei periodi di salute malferma. Pia-
cevole nel conversare, adopera una sottile
verve che lo rende simpatico all'interlocu-
tore. Discreto , mai invadente , rispettoso
dell'altrui pensiero. Conciliante per natura
si è fatto amare da tutti. Più volte chiede di
andare in missione. Lo accontentano solo
quando già aveva settant'anni. Corre con
la passione di sempre. Rientra in Italia per
una brutta malattia: il corpo si consuma
non il suo sorriso, non la sua pazienza. Di-
sponibile anche nella sofferenza: sono pic-
coli gesti d'amore che suggellano una vita
donata ai fratelli e ai giovani (O. Paron) .
SAVIO sr. Francesca,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Torino, il 04/07/2005, a 85 anni
Era· legatissima alla cultura torinese , al-
l'ambiente salesiano di Borgo San Paolo
dove era cresciuta e dove è nata anche la
sua vocazione . Ha vissuto praticamente
tutta la sua esperienza di consacrata e di
educatrice a Torino. Chi ha collaborato con
lei ricorda l'attenzione e la cura con cui
suor Franca accompagnava le ragazze più
disagiate e ribelli , che vivevano le proble-
matiche legate all'immigrazione del dopo-
guerra. Era responsabile della "squadra
Don Bosco", ritenuta la più difficile e tutta-
via da lei privilegiata, che ha sempre porta-
to con affetto nel cuore. Godeva molto nel
dedicarsi alla catechesi e alla preparazione
ai Sacramenti di giovani e di adulti , in parti-
colare immigrati. Anche se non desiderava
scrivere di sé, ultimamente aveva conse -
gnato alcuni ricordi , ed è qui che troviamo
il ricorrente motivo della sua serenità e del-
la sua forza d'animo: "Con il passare degli
anni sono sempre più attirata da Gesù e
con Lui verso il Padre che mi dona il suo
Spirito. Sento di essere pienamente tran-
quilla perché sono certa che Dio pensa a
me e mi ama tantissimo. Con Dio sono si-
cura e perciò posso dimenticare completa-
mente me stessa".
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
MONDIN sac. Rosario, salesiano,
t Aviano (PN), il 07/04/2006, a 74 anni
"Da mihi animas". Possiamo raccogli ere e
riassume re così la vita di don Rosario. Una

5.3 Page 43

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luglio
IL FRUTTO DEL MESE
LA PESCA
Il pesco, coltivato in Cina già
3000 anni fa, arriva in Europa dal-
la Persia, tanto che i romani lo
ch iamarono malus persicus, mela
persiana. La pianta, ha foglie lan-
ceolate e seghettate e fiori erma-
froditi , di colore rosa. La pesca è
una drupa rotondeggiante , con
buccia sottile, polpa succulenta al
cui interno c'è il nocciolo legnoso,
con un seme non commestibile.
Le molte varietà sono raggruppa-
te in comuni (a buccia vellutata) ,
pesche noci o nettarine (a buccia
liscia e consistenza maggiore) e
percoche, usate per produrre i
succhi . La pesca contiene pecti-
na, zuccheri facilmente assimilabi-
li , potassio, acidi (citrico, malico
e tartarico) , vitamina A e C. È
nutriente, di~setante, leggermente
depurativa. E ideale per la mace-
donia e, se cotta, per marmellate,
dolci e sorbetti .
L'ITALIANO DEL GIORNO
1° luglio 1855: muore il religioso
filosofo Antonio Rosmini.
2 luglio 1897: Guglielmo Mar-
coni brevetta la radio .
3 luglio 1642: muore Maria de'
Medici , vedova di Enrico IV, re di
Francia.
4 luglio 1807: nasce a Nizza
Giuseppe Garibaldi.
5 luglio 1802: nasce lo scrittore
Ezio d'Errico.
6 luglio 1961: muore Giovanni
Treccani , fondatore dell"'Enciclo-
pedia Italiana".
7 luglio 1901: nasce a Sora l'at-
tore Vittorio De Sica.
8 luglio 1528: nasce Emanuele
Filiberto di Savoia.
9 luglio 1856: muore lo scienzia-
to Amedeo Avogadro.
1O luglio 1888: nasce l'artista
Giorgio de Chirico.
11 luglio 1899: Giovanni Agnel-
li e altri imprenditori fondano la
Fiat.
12 luglio 1884: nasce il pittore e
scultore Amedeo Modigliani.
13 luglio 1918: nasce il pilota
Alberto Ascari .
14 luglio 1602: a Pescina (AQ),
nasce Giulio Raimondo Mazzari -
no , più noto come cardinale
Mazarino.
15 luglio 1609: muore il pittore
Annibale Carracci.
16 luglio 1965: Luigi Saragat e
Charles de Gaulle, inaugurano il
traforo del Monte Bianco.
17 luglio 1928: muore il politico
Giovanni Giolitti.
18 luglio 1610: muore Michelan-
gelo Merisi , detto il Caravaggio.
19 luglio 1992: Paolo Borselli-
no è assassinato dalla mafia.
20 luglio 1903: muore papa Leo-
ne Xlii, Gioacchino Pecci .
21 luglio 1919: nasce a Cuneo
lo scrittore Nuto Revelli .
22 luglio 2001 : muore il giornali-
sta Indro Montanelli.
23 luglio 1401 : nasce France-
sco Sforza, signore di Milano.
24 luglio 1115: muore la Contes-
sa Matilde di Canossa.
25 luglio 1398: nasce l'umanista
e polemista Francesco Filelfo.
26 luglio 1956: !'"Andrea Doria",
speronata da un mercantile sve -
dese affonda nell'Atlantico.
2 7 luglio 1835: nasce Giosuè
Carducci, Nobel nel 1906.
28 luglio 1503: nasce monsignor
Giovanni Della Casa, autore del
"Galateo ".
29 luglio 1900: sale al trono Vit-
torio Emanuele lii.
30 luglio 1511: nasce l'artista e
scrittore Giorgio Vasari .
31 luglio 1954: Achille Compa-
gnoni e Lino Lacedelli raggiun -
gono per primi la vetta del K2 .
IL BESTIARIO
DELLA BIBBIA
I PESCI
Nella 1711 domenica del Tempo
Ordinario (30 luglio) , il Vangelo di
Giovanni ricorda il miracolo della
moltiplicazione dei cinque pani
d'orzo e dei due pesci (6,9) . Nella
Bibbia, i pesci sono citati in tutto
74 volte . Da sempre il pesce è
simbolo di vita dell 'acqua ; non a
caso , il mare che ne è senza si
chiama Morto. Il pesce è anche
simbolo di Gesù . I primi cristiani
usarono la parola greca "ictus"
come acronimo delle iniziali delle
parole /estJs Krist6s Theou Ui6s
S6tér, cioè Gesù Cristo Figlio di
Dio Salvatore . Di conseguenza ,
anche nell'arte cristiana il pesce è
usato per rappresentare l'Eucari-
stia e l'umanità redenta, sulla
quale Gesù e gli Apostoli - alcuni
dei quali erano, appunto, pescato-
ri - gettano le reti della salvezza.
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

5.4 Page 44

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3 agosto 1667: muore l'architetto
Francesco Borromini.
Savina Jemina
4 agosto 1906: nasce Maria
José, ultima regina d'Italia.
5 agosto 1912: nasce lo scrittore
ed editore Neri Pozza.
6 agosto 1978: muore papa
Paolo VI G.B. Montini .
7 agosto 1902: muore Annibale
Ferrero, direttore dell'Istituto Geo-
grafico Militare.
8 agosto 1919: nasce il regista e
produttore Dino De Laurentiis.
9 agosto 1903: è incoronato Pio
X Giuseppe Sarto , eletto il 4.
10 agosto 1810: nasce Camillo
Benso conte di Cavour.
11 agosto 1953: muore il pilota
...,....--=,..,,.,1, Tazio Nuvolari.
12 agosto 1964: muore l'artista
Agosto
futurista Ardengo Soffici .
13 agosto 1912: nasce Salva-
dor E. Luria , Nobel per Fisiologia
e Medicina nel 1969.
14 agosto 1910: nasce il musi -
cologo Massimo Mila .
IL FRUTTO DEL MESE
ANGURIA
15 agosto 1799: muore il poeta
sacerdote Giuseppe Parini.
16 agosto 1815: nasce san Gio-
L'anguria (dal greco angourion) o vanni Bosco .
cocomero (dal latino cucurbita 17 agosto 1591: scorticato vivo
citru/lus) è originaria dell'Africa. È dai Turchi , muore Marcantonio
citata anche nella Bibbia: per Bragadin a Famagosta.
esempio, in Nm 11,5 gli ebrei er- 18 agosto 1276: muore papa
ranti nel Sinai ricordano che in Adriano V, Ottobono Fieschi. Lo
Egitto ne mangiavano gratuitamen- stesso giorno sono deceduti Ales-
te. In Italia, la coltivazione sembra . sandro VI Borgia (1503) , e Paolo
sia iniziata con le Crociate. Oggi è IV Carata (1559) .
coltivata in molte varietà, diverse 19 agosto 1954 : muore Alcide
per forma (sferica, ovoidale o allun- De Gasperi a Sella di Valsugana.
gata), dimensioni (dai 20 cm di dia-
metro ai 70 cm di lunghezza), colo-
ri della buccia (dal verde al bianco)
e della polpa: in genere rossa, ma
anche rosea o biancastra. All 'este-
ro, sono grandi coltivatori Turchia,
Russia, Stati Uniti e Brasile. L'an-
guria è il frutto che contiene sino al
95% di acqua e poi potassio e vita-
mine A e C: in pratica, è dissetante
e diuretico . Il gusto dolce è dato
non dagli zuccheri , ma da partico-
lari sostanze. I semi hanno effetto
lassativo .
20 agosto 1901 : nasce Salvato-
re Quasimodo , Nobel per la Let-
teratura nel '59.
21 agosto 1862: nasce lo scritto-
re Emilio Salgari a Verona.
22 agosto 1978: muore Ignazio
Silone (Secondino Tranquilli).
23 agosto 1910: nasce il calcia-
tore Giuseppe Meazza.
24 agosto 1503: muore il pittore
Francesco Mazzola, "il Parmigia-
nino" a soli 37 anni .
25 agosto 1960: Giovanni Gron-
chi , apre le XVII Olimpiadi estive.
L'ITALIANO DEL GIORNO
26 agosto 1978: è eletto papa
1° agosto 1252: muore il missio- Giovanni Paolo I, Albino Lucani .
nario francescano Giovanni da 27 agosto 1576: muore il pittore
Pian del Carpine che aveva rag- Tiziano Vecellio .
giunto la corte mongola.
28 agosto 1904: nasce Secon-
2 agosto 1216: san Francesco do Campini , progettista del moto-
riceve l'indulgenza del "Perdon re a reazione .
d'Assisi', per la chiesa della Por- 29 agosto 1300: muore il poeta
ziuncola.
Guido Cavalcanti.
30 agosto 1580: muore -il duca
Emanuele Filiberto di Savoia,
"Testa di ferro ".
31 agosto 1870: nasce l'educa-
trice Maria Montessori .
IL BESTIARIO
DELLA BIBBIA
IL CAVALLO
Nella Bibbia, l'animale è citato
181 volte nell'Antico Testamento
e 15 nel Nuovo (Apocal isse). Il
giudizio è in genere negativo : pur
usato come bestia da tiro (1 Re
5,8), il suo impiego era soprattutto
militare , quindi riprovevole . Al
contrario di quanto avveniva in
Mesopotamia e in Egitto , Israele
usò il cavallo in guerra soltanto
durante il regno di Salomone che
ne importò migliaia proprio dall'E-
gitto. L'animale è simbolo del ven-
to. Nelle visioni di Zaccaria sono i
cavalli a trainare i carri dei "quat-
tro venti del cielo" (Zc 6,5). Anche
il testo dell 'Apocalisse rileva che
"la potenza dei cavalli sta nella
loro bocca" (9, 19) e che per fre-
narli bisogna usare il morso. Il
cavallo , insomma, è un animale di
cui l'israelita non sentiva la man-
canza. Un 'ultima nota: negli Atti
degli Apostoli si parla della caduta
da cavallo e della conversione di
Saulo mentre è in viaggio verso
Damasco (9.4-8).
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
19
di Roberto Desiderati 22
25
Visitiamo i
luoghi di culto 28
del nostro aese
i più conosciuti 31
e i meno noti.
Rilassandoci.
_J f-- Z<l'.-~0 C/) w
<l'. WZ.<l'.Z ■-
(l'.'.d 1--1-- <l'. I - 00'.'.
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O<{ •Z -
3o WC'.'. w~ -1-- <l'. ■ !l'.'.
VI ~<{ z • (!)O .JO <l'.
A gioco completato risulterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santumio.
Def jnizion j
VERTICALI. I. Il Santo falegname - 2. Antica re-
ORIZZONTALI. 1. Vedi foto -16. ll popolo che
abitò l'Italia nell'età del fen-o -17. Lo strumento di
misurazione detto anche verniero - 18. Adesso -
19. Gridare - 20. Può essere spiovente- 21. La con-
cubina di Abramo- 22. Lo èil maiale- 23. Brucian-
te innamoramento - 24. Sminuzzata - 25. Ripidi -
gione italica - 3. Impegnano i ciclisti - 4. Lancieri
tarta1i delle cavallerie di un tempo - 5. L'inventore
della pem1a a sfera - 6. Battuta vincente a tennis - 7.
Ora a Napoli- 8. Incapace - 9. Precede l'alba -10.
Vergogna, disonore - 11 . Il Creatore - 12. L'ego -
13. Atto stipulato dal notaio - 14. Preparato con
26.11 soldato appiedato- 27. Città cinese importan- l'aratro - 15. Assicurata - 20. Tardo di mente, ottu-
te per il commercio - 28. Molto religiose, devote - so - 21. Cassetta per allevare le api-23. Ne sono co-
29.Parecchio-30. Si con-e a Siena -31. Gli estremi stituite in prevalenza le ossa- 24. L'elemento chi-
della pacchia - 32. Tiene i suoi spettacoli sotto un mico che ha per simbolo TI - 26. Tutt'altro che de-
gran tendone - 33. Pancho, rivoluzionario messi- boli-27. La tipica viuzza di Venezia-29.Anticadi-
cano - 34. Il principio della liberazione - 35. Battu- nastia cinese - 30. Quello "delle Fugazze" è sul Pa-
ti, sconfitti-36. Luogo di sosta e di carico e scarico subio -32. L'lntelligence degli Stati Uniti -33. Ver-
di merci o passeggeri-37. Una quantità imprecisa-
ta - 38. Inizia con un solstizio o un equinozio - 39.
Ha aderito da poco a una nuova idea.
celli (sigla)-34. Il biblico marito diSara-35. La vi-
ta leha dispari!-36. Mette in dubbio - 37. A te.
La so luzione nel prossimo numero.
LA CHIESA DEL PICCOLO RE
Fin dai prirrti anni del 1600 i Carmelitani scalzi valutarono la possibilità
di fondare un convento ad Arenzano, nei pressi di Genova, ma solo nel
1889 si rea lizzò questa intenzione. Nella ch iesetta annessa al nuovo
convento, sotto la statua della Madonna del Carmine, a riaffermazione
del va lore della fam.iglia, fu collocato dal priore padre Giovanni della
Croce un piccolo quadro raffigurante Gesù Bambino, era il 25 settembre
del 1900. L'immagine fu presto sostituita da una statua, donata dalla
marchesa Delfina Gavotti di Savona e nel 1904 iniziò .la costruzione di
una chiesa più ampia, inaugurata
pochi anni dopo. Nacque la
Confraternita del Santo Bambino
SOLUZIONE del
·~ . numero precedente
,~ ~
Il-
" CA LO RE R u o TA N EON
AR OM A ■ ID OL o ■ TE NDA
DI NO • c RO MO ■ M AR ZO•
UT E ■ DI AR I ■ MA L T O ■ L
CA ■ P AR TE ■ M ER CE ■ VI
E ■ CA RR I ■ MA NZ o ■ TEN
ON OR IO ■ c ED UI ■ N ORD
■ o L I o ■ L I RE ■ o TA t, I E
Gesù di Praga. Va detto che la devozione a Gesù
Bambino nel convento dei Cannelitani scalzi di
Praga risale al 1628, per iniziativa di padre
Giovanni del! 'Assunta, e grazie alla donazione,
anche allora, di una statuetta di Gesù Bambino,
il Piccolo Re, da parte della principessa
Polissena. Il santuario di Arenzano fu ampliato
nel 1966 rendendo la chiesa e la struttura
circostante più funzionale ad accogliere
l'accresciuto numero di pellegrini. È in stile
neoclassico, rivestito di mamù, con uno snello
campanile che svetta fino a 43 ·metri di altezza e
alla cui sommità rintoccano ben 12 campane.
Lungo la navata si aprono sei cappelle laterali,
la prima delle quali è la cappella di Nostra
Signora del Carmelo a cui l'Ordine è votato. A
fianco della basilica, sorgono due chiostrini
dove sono collocati un presepe artistico
permanente e le statue della Vergine del
Cannelo e di S. Teresa del Bambino Gesù.
BS LUGLIO/AGOSTO 2006

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
SENTII
NACQUE SANO
cità che si provano quando_vie-
SQUILLARE
IL TELEFONO
Mia figlia dopo alcuni anni di ma-
trimonio desiderava un figlio ; ma
a motivo di impegni sopraggiunti,
quel desiderio fu vanificato. lo 1n
quel periodo pregav_o , e conti-
nuai per anni , aff1nche quel desi-
derio rinascesse in lei e non ve-
nisse meno. Un'amica mi consi-
gliò di rivolgermi a una suora,
chiedendole che mi fornisse l'a-
bitino di san Domenico Savio .
Una domenica, rientrando in ca-
sa con l'abitino che avevo appe-
na ricevuto , mentre aprivo la po_r-
ta, sentii squillare il telefono. Mia
figlia, piangendo dalla g101a, m1
annunciava di aspettare un bam-
bino. Grazie a Domenico Savio è
nato il mi o nipotino. Ora ogni
giorno prego questo santo per
tutte le mamme che desiderano
un figlio e per tutti i bambini che
sono nella culla.
Trentini M. Grazia, Padova
È NATO FILIPPO
E BELLO
Sia io che mio padre siamo exal-
lievi salesiani. Dopo il matrimo-
nio, io e mio marito desiderava-
mo avere un figlio. Dopo un anno
e mezzo , quando ormai_ avevo
quasi perso la speranza d1 diven-
tare mamma, ri masi incinta. Era-
vamo felicissimi ; ma la gravidan-
za purtroppo s'interruppe fisiolo-
gicamente intorno all'ottava setti-
mana. Dopo un nuovo tentativo_,
rimasi subito incinta, ma - com'e
facile immaginare - ero sempre
in ansia per il mio bimbo. M1 affi-
dai alla Madonna Ausiliatrice ,
pregando tutti i giorni con fede e
promisi che se fosse andato tutto
bene, avrei portato a san Dome~
nico Savio, presso la bas1ll?a d1
Maria Ausiliatrice, il fiocco d1 na-
scita del mio bambino. Nonostan-
te una nuova minaccia di aborto
al terzo mese, tutto andò benissi-
mo . Nac que un bimbo sa no _e
bello, proprio lo stesso giorno .(n
cui era nato mio padre. Perc10,
ringrazio la Madonna e i _miei
santi protettori e a loro affido 1\\
piccolo e la mia famiglia.
ne alla luce una creatura s1 so-
no improvvisamente trasformate
in profondo smarrimento. Sono
state subito ricoverate nel repar-
to di terapia intensiva del Policli-
nico "Gemelli" di Roma. Mio f1_-
g\\io e mia nuora temevano 1\\
peggio, poiché tante persone I~
davano per spacciate. In un cli-
ma di general e costernazione
per me e per tutti i famll1an ac-
corsi dire o fare qualunque co-
sa s~ mbrava fuori luogo . Non
restava che preg are e sperare
nell'aiuto di Dio. Andando all'o-
spedale , portai alle ~ipotine _g li
abiti ni di san Domenico Savio.
lo con mia nuora chiedemmo
che fossero messi nelle incuba-
trici dove si trovavano le bamb1_-
ne . Abbiamo pregato tanto 1\\
piccolo Domenico che desse lo-
ro forza per lottare e sopravvi-
vere. Oggi , a distanza di tre me-
si circa, Francesca e Rebecca
sono nella loro casa e hanno
tanta voglia di vivere. Sono si-
cura che, se potessero parlare,
anche loro ringrazierebbero san
Domenico Savio per averle ve-
gliate e protette. Appe~a saran-
no in grado d1 v1agç;i1are , an-
don Giuseppe
Quadrio
Ml ALZO
SOLO UNA VOLTA
Sono un assiduo lettore del
Bollettino Salesiano. Nutro
particolare interesse .nel leg-
gere la pagina che riporta le
·grazie r.icevute , anche per:
ché ho conosciuto il Servo d1
Dio don Giuseppe Quadrio1
mio insegnante. Una sera m1
sono fermato a guardare il
beato Luigi Variara , poi so-
no passato a considerare i
nostri Servi di Dio. Pensavo
a don Quadrio che ricordo
lI
Una mia amica dopo tre aborti
spontanei e inspiegabi_li tra _il
quarto e quinto mese d1 gravi-
danza, è rimasta incinta per la
quarta volta. Alla sua terza gravi-
danza andata male, io, leggendo
il Bollettino Salesiano , avevo
scoperto la figura del piccolo san
Domenico Savio . Non sapevo
se, dopo ciò che le era accaduto,
lei e suo marito avrebbero ripro-
vato ad avere un bambino; per
questo non avevo il coraggio di
parlarne alla mia amica. Ma ap-
pena seppi di questa s_ua quarta
gravidanza, le parlai d1 Domeni-
co e dell'abitino . Lei se lo pro-
curò presso i Salesiani di Verona
e iniziò una novena con molta fe-
de. La gravidanza proseguì be-
ne, anche oltre il fatidico quar-
to/quinto mese , e fu portata a
termine con la nascita d1 un bel-
lissimo bambino di nome Filippo.
Ora ha un anno ed è la gioia di
tutti. Desidero ringraziare san
Domenico Savio per la sua inter-
cess ione e chiedergli di proteg-
gerlo sempre.
Menini Paola, Verona
Moews Erika, Torino
FELICEMENTE
GUAR ITO
Mio nipotino Samuele Domenico
di 20 mesi si trovava al mare
con i genitori. Una notte venne
colto da febbre alta e convulsio-
ni ; perciò fu trasportato al pronto
soccorso pediatrico del l'ospeda-
le di Catania, in condizioni allar-
manti e tra lo sconforto dei fami-
liari. Avvertito di prima mattina
da mia figlia, mi recai da _Piazza
Armerina, la città dove m1 trova-
vo, all'ospedale di Catania? por-
tan do con me \\'ab1t1no d1 san
Domenico Savio. Tutti noi lo in-
vocavamo per il miglioramen_to
del bambino. Le cure dei med1c1
e \\'intervento straordinario del
piccolo santo hanno risolto feli-
cemente il caso. Ora Samuele
Domen ico tornato a casa con
\\'abitino ch'e non lascia mai, sta
bene. Mentre continuo a chiede-
re protezione per i miei _nipoti ,
prego per tutti quei bambini che
non hanno la possibilità d'invo-
care grazie dai "nostri santi".
dranno co n i loro genitori a Val-
docco a ringraziare di persona
questo piccolo grande santo.
Pina, San Paolo di Civitate (FG)
SUPERATO
OGNI TIMORE
Desideriamo ringraziare con tutto
il cu ore \\ddio nostro Padre , per-
ché per l'intercessione di Ma_ria
Ausiliatrice e di san Domenico
Savio ci ha sorretto nei momenti
di sconforto e mi ha protetta du:
rante la terza gravidanza che s1
present_ava diffi_ci_le e problemati-
ca già fin dall'1niz10. Un heve 1gro-
ma cistico al feto e una 1nfez1one
da citomegalovirus che aveva in-
teressato la mam ma facevano
presagire il peggio. Ebbene il pie:
colo Tommaso ha ora sei mesi
ed è sano come un pesce e pie-
no di gioia di vivere, grazie al pic-
colo grande santo_che abbiamo
invocato con tutto 1\\ cuore e tutta
la fiducia. Siamo sicu ri che sa~
Domenico Savio lo proteggera
sempre, e con lui tutta la nostra
famiglia.
con tanta stima e simpatia.
Da due giorni soffrivo_di di-
sturbi all'apparato urinano.
Di notte non dormivo, dove-
vo alzarmi ogni 20 minuti o
mezz'ora, sedermi per 5/1O
minuti nel tentativo di eva-
cuare qualche goccia. _Pen -
savo che il perdurare d1 tale
crisi non mi avrebbe permes-
so di continuare il mio lavo-
ro · ma non osavo domanda-
re' a don Quadrio e a don
Variara di aiutarmi , perché
sono sempre stat_o del pare-
re che sia meg\\10 lasciare
che la natura faccia il suo
corso e non domandare mi-
racoli . Tuttavia, ho guardato
\\e immagini dei due "nostri
santi" e mi è sembrato che
avessero capito il mio desi-
derio. Coricato , mi sono su-
bito addormentato e mi sono
svegliato solo verso le due .
Andato in bagno , ho scarica-
to senza fatica. Mi sembrava
che i miei due protettori sor-
ridessero e io dicevo : "Agi-
mus tibi gratias". Da allora di
notte mi alzo solo una volta,
mentre prima normalmente
Granato Nando,
Piazza Armerina (EN)
Togni Laura, Sondalo (SO)
dovevo farlo tre o quattro
volte . Segnalo qu esto fatto
solo per ri ngraziare.
NASCITA
PREMATURA
D. Betong -Thailandia
M. Romero Meneses Laura Meozzi
LUGLIO/ AGOSTO 2006 BS
Francesca e Rebecca sono na-
te premature, nel magQiO 2005 1
anziché - come previsto - a1
primi di ag osto. La gioia e la fell-
Per la pubblicazione non si
s u.ene coiito delle letter·e non
fi rmate e senza r~cap1to. _u
richiesta si potra omettei e
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

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Nel numero di maggio abbiamo
attribuito ad Aldo Gentilini il tito-
lo di "don". È un salesiano laico.
FOCUS
Don Francis
DESRAMAUT
Salesiano, scrittore specialista
di Don Bosco e dei suoi tempi.
Il volume Don Bosco en son
temps è ormai un classico cui
attingono tutti gli studiosi
del santo dei giovani.
Don Francis, lei ha dedicato una vita allo studio di Don Bosco.
Che giudizio generale ne ha ricavato?
Non pretendo di definire la personalità di Don Bosco. È troppo com-
plessa. Posso solamente dire che il suo carisma e la sua forza di attra-
zione sono pari alla sua bontà, al suo amore verso i,giovani, un amore
così grande che gli ha fatto dimenticare se stesso. E poi sorprendente
che questa operazione l'ha compiuta con estrema naturalezza.
A proposito: che cosa l'ha sorpreso e meravigliato di più della fi-
gura di Don Bosco?
La sua grande flessibilità. Era capace di adattarsi a tutte le circostanze
con una facilità sconcertante. L'aver inventato una congregazione diversa
da tutte le altre del suo tempo e l'averla fatta riconoscere a Roma ha del
miracoloso. mi meravigliano di meno la sua capacità di resistenza e la
sua tenacia: basti pensare alla querelle con l' arcivescovo Gastaldi. E badi
che non aveva sempre ragione. Anche sulla politica della formazione del
clero non sempre è riuscito a primeggiare: le generazioni di salesiani del
ventennio 1870-90 avevano una scadente formazione teologica. Una
1iforma in senso positivo la si deve a don Rua.
Secondo lei Don Bosco ha qualcosa da dire ai giovani di oggi?
Quello che so è che egli continua a sedurli, tutte le volte che essi in-
contrano la sua figura. Il lato sportivo, un po' avventuroso e visionario
del personaggio continua a piacere alle giovani generazioni. Certo lui si
adatterebbe alle mutate condizioni dei tempi. Sarebbe bello scoprire co-
me e che cosa farebbe oggi.
Secondo lei qual è la diff.erenza più vistosa tra i tempi di Don Bo-
sco e i nostri tempi?
Don Bosco sarebbe certamente colpito dalla dissoluzione delle cellule
sociali che caratterizzano in negativo questo nostro tempo: non riconosce-
rebbe più la famiglia, ma anche la parrocchia, il villaggio, e forse nemmeno
lo Stato. Pensi anche ai grandi flussi migratori, pensi ai divorzi, alle unioni
gay, alle convivenze senza matrimonio, alle parrocchie senza parroco...
Viviamo in un mondo che sembra evolversi in maniera incontrollata. I
tempi di Don Bosco erano duri, ma certamente meno complessi.
Permetta una domanda impertinente... in Francia i salesiani so-
no ancora "significativi" come un tempo?
I salesiani di Francia invecchiano, e le vocazioni scarseggiano sempre
di più. Oggi sono la metà di quelli che erano negli anni Sessanta. Ma ci
sono salesiani ancora molti validi e rinomati nel campo della teologia
morale, della pastorale giovanile, della storia salesiana... Salesiani e Fi-
glie di Maria Ausiliatrice si sforzano di mantenere vivo lo spirito di
Don Bosco, in attesa di tempi migli01i che certamente arriveranno.
ISAIAS
Settembre 1994. Apriamo la
casa famiglia in due: un sale-
siano e un obiettore. Il primo
ragazzo che abbiamo accolto
era orfano di padre, morto per
una storia di droga. Poi è venu-
to Isaias, proveniente dal Cor-
no d'Africa, un ragazzo chiu-
so, il cui sguardo inquieto e
sfuggente tradiva . un vissuto
smaliziato da adulto. Aveva 13
anni appena e molti difetti: non
accettava alcuna regola, scap-
pava da scuola, reagiva con
violenza a ogni richiamo, sfa-
sciava porte e mobili. E beve-
va. Molto. La sorella, da tempo
in Italia, esasperata, l'aveva
cacciato di casa. L'abbiamo
trovato e accolto in comunità.
L'esperienza quotidiana di vio-
lenza, l'abitudine a vivere in li-
bertà, l'arte dell' arrangiarsi, la
forte diffidenza rendevano dif-
ficile il dialogo educativo.
Reagiva in modo violento,
sproporzionato alle provoca-
zioni; non voleva legami di
nessun genere. Diventava sem-
pre più inquieto, insoddisfatto,
intrattabile e passava da una
crisi all'altra. A scuola ostenta-
va disprezzo e rifiutava ogni
proposta. Perdeva diversi lavo-
ri, frequentava bar e amici ai
margini della legalità. La sua
ansia di libertà lo allontanava
da tutti. Lo chiamavamo "cane
sciolto", ma non lo mollammo
mai, continuando il nostro la-
voro, a volte estenuante di edu-
cazione, finché Isaias cominciò
ad accettare qualche regola.
Oggi vive da solo, ha imparato
a controllarsi maggiormente. E
torna sempre volentieri a tro-
vare la comunità che gli ha in-
segnato a vivere in Occidente.
Ce la farà.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2006

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
I
FMA
di Graziella Curti
Sognare a Timor
::c:r:i
-~
(1j
·u;;i
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c.
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aQ:);
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di Silvano Stracca
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I figli del vento
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CASA NOSTRA
di Francesco Motto
Salesiani ed ebrei
INSERTO CULTURA
di Roberto Granelli
Una per tutte : la sala San Luigi