I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
DIVORATA
DALL:ANSIA
Al quarto mese di gravidanza
mi sottoposi a un esame per ve-
rificare lo stato di salute della
bambina che portavo in grembo.
Il giorno nel quale ritirai l'esito,
ricevetti una cartolina che m'in-
vitava a comunicare una grazia
ricevuta. Non avendo nul la in
merito da comunicare, cestinai
quella cartolina. Nel pomeriggio
dello stesso giorno ricevetti una
telefonata dal mio medico che
mi comunicava "alto rischio ge-
netico", prenotandomi l'amnio-
centesi d'urgenza. Essendo
molto devota di san Domenico
Savio, in quel momento più che
mai chiesi il suo aiuto. Dopo
l'amniocentesi, durante i venti
giorni in attesa dell'esito, ero di-
vo rata dall 'ansia. Dopo due
giorni sognai il mio piccolo san-
to che mi rassicurava sull 'esito;
così fu. Potrò partorire fra due
mesi, e per questo mi affido an-
cora a Domenico Savio.
G. M. , Viagrande (CT)
PER PREMIO UN
BAMBINO SANO
Siamo Michela e Ugo. Ci siamo
sposati nel 1999. Era nelle nostre
intenzioni avere un figlio, ma do-
po due anni di tentativi ancora
non arrivava. Una nostra amica,
suor Amata del Buon Pastore, ci
ha parlato dell'abitino di san Do-
menico Savio . Sicuri che affi-
dandoci con fede all 'intercessio-
ne di questo piccolo santo sa-
remmo stati esauditi, le abbiamo
chiesto che ci imprestasse l'abiti-
no . Dopo poco tempo ecco la
bella notizia: Michela era incinta.
Nacque il primo bambino, Giulio.
Desideravamo dare compagnia a
Giulio. Dopo un tentativo non riu-
scito, ebbi una seconda gravi-
danza. A un primo esame i medi-
ci ci avvertirono che il nostro
bambino avrebbe potuto nascere
con la sindrome di Down. Di co-
mune accordo abbiamo deciso di
affidarci alla volontà di Dio, e di
accettarlo comunque fosse nato.
Ed ecco, il Signore ci ha donato
in premio il nostro secondogenito
Samuele, nato sano e bellissimo.
Martiri spagnoli
GIUGNO 2006 IJS
Siamo riconoscenti per i due bel-
lissimi tesori che abbiamo.
Michela e Ugo, Treviso
TRE BAMBINI
TRE GRAZIE
Desideravamo da 4 anni, inutil-
mente , un figlio. lo mi ero sotto-
posta a una cura cortisonica per
guarire a una spalla. Ma i medi-
cinali mi avevano procurato del-
le irregolarità nel ciclo mestrua-
le. Fu allora che chiesi l'abitino
del caro san Domenico Savio
e cominciai a indossarlo perma-
nentemente, continuando nello
stesso tempo a pregare la nove-
na, con la promessa che al più
presto mi sarei recata in pelle-
grinaggio sulla sua tomba. In-
credibilmente , già il mese se-
guente il mio ciclo , che per tanto
tempo era stato irregolare, tornò
alla normalità. A novembre, pro-
prio dopo aver ritirato gli esami
fatti da mio marito che ci lascia-
vano ben poche speranze di
avere un figlio, scoprii di essere
incinta. Il dottore mi praticò più
ecografie , esse ndo non poco
perplesso su quella mia gravi-
danza. Ma tutto andò bene fino
alla diciottesima settimana ,
quando si rivelò una ciste sulla
testina del feto. Mi spiegarono
che questo poteva significare
sindrome di Down. Spaventata,
mi sottoposi a diversi controlli al
Sant'Anna di Torino, dove i me-
dici mi dissero che se il risultato
degli esami era positivo potevo
fare un'amniocentesi e poi abor-
tire. Non volli neppure ascoltare.
Il medico mi chiese se sapevo a
che cosa sarei andata incontro
tenendo il bambino. Ma io firmai
il mio risoluto rifiuto all'amnio-
centesi e a tutto il resto. Dopo le
visite in ospedale io e mio mari-
to ci recammo con grande emo-
zione alla basilica di Maria Au si-
liatrice, dove potemmo pregare
sulla tomba di Domenico Savio
e affidargli la nostra situazione.
Sentivo che era stato lui a voler-
mi lì per invocarlo : qualche setti-
mana prima, infatti , l'avevo so-
gnato sorridente, mentre mi ras-
sic urava . La ciste alla testa
scomparve prima della venti set-
tesima settimana di gravidanza
e il 18 luglio 1997 nacque Bea-
trice , bella e sana. Noi conti-
nuammo a recarci periodica-
mente al santuario. In una di
queste visite nel maggio 1998
chiesi a san Domenico Savio la
grazia di poter dare un fratellino
a Beatrice. Ebbene , 9 mesi do-
po, il 6 febbraio 1999, nasceva
Elia, il più vivace dei nostri tre
bambini. Le sorprese non erano
finite , poich é nel febbraio 200 1
arrivò anche Edoardo , sano e
robusto. Di questo mio terzo fi-
glio desidero raccontare come
Domenico Savio gli abbia salva-
to la vita. A quattordici giorni
dalla nascita mi accorsi che
qualcosa non andava nel suo
comportamento: dormiva trop-
po, anche sette ore di seguito,
senza sentire il bisogno di nu-
trirsi. Non dava però segni di
malessere, come tosse o feb-
bre. Dopo un 'accurata visita,
durante la quale si era svegliato
e aveva pianto, il dottore disse
che dovevo ricoverarlo urgente-
mente , perch é era pieno di liqui-
do nel torace con probabile
broncopolmonite. Mentre lo te-
nevo in braccio, durante la cor-
sa verso l'ospedale , non sen-
tendolo più respirare , gli slacciai
la tutina, ma lui diventava sem-
pre più cianotico. Tuttavi a non
piangeva e non reagiva a nulla.
Gli appoggiai sulla gola l'abitino
di san Domenico Savio che ave-
vo con me, pregando disperata-
mente di arrivare in tempo a sal-
varlo. Giunta al Pronto Soccor-
so , un 'infermiera me lo prese
dalle braccia. Tutti i medici della
pediatria si prodigarono per te-
nerlo in vita. Dovettero rianimar-
lo. Dopo ore di esami , risultò
che aveva contratto il virus della
bronchiolite, un'infezione rapida
e asintomatica che lo stava por-
tando silenziosamente alla mor-
te. Il pianto in casa, durante la
visita del pediatra, l'aveva ag-
gravato, togliendogli il respiro.
Edoardo fu portato in neonatolo-
gia, messo in incubatrice , sotto-
posto a terapia intensiva. Poten-
do stargli vicino solo per pochi
minuti , chiesi al medico se era
possibile accostargli l'abitino di
san Domenico Savio, e mi fu
co ncesso. In quel modo sapevo
che il santo l'avrebbe protetto
ogni momento. Il bambino mi-
gliorò già dopo un paio di giorni:
respirava con l'aiuto dell'ossige-
no, era sottoposto a massicce
dosi di antibiotico , però apriva
pian piano gli occhi e reagiva
ag li stimoli. In seg uito venne
sottoposto all 'elettroencefalo -
gramma e a visite neurologiche
per accertare eventuali danni
ce rebrali. Fu dimess o dopo 1O
giorni. Era debole, ma aveva
appetito e qu esto era un buon
segno. Oggi (2004) , Edoardo ha
tre anni e mezzo e da settembre
ha cominciato a frequentare l'a-
silo. Il suo cervello non ha subì-
to danni e del focolaio al polmo-
ne non è rimasta traccia. Ho
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lette~e non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
■ Suor Eusebia
Palomino
AMPUTAZIONE
EVITATA
All 'inizio di febbraio 2005 ,
mia madre di 83 anni non
riusciva più a camminare. Fu
ricoverata d'urgenza in una
clinica di Torino per una for-
ma di vasculite molto grave.
I medici non erano del tutto
sicuri di poter evitare l'ampu-
tazione della gamba. Gli
esami del sangue denuncia-
vano parecchi valori anoma-
li , che lasciavano aperte le
interpretazioni più negative.
Di fronte a tale situazione
abbiamo dato alla mamma
una reliquia di suor Eusebia
Palomino , affidandoci alla
sua intercessione. Dopo tre
settimane di ricovero , mia
madre è stata dimessa in
carrozzella. Attualmente la
gamba è molto vicina alla
guarigione e gli esami del
sangue rivelano valori corret-
ti , tanto che i medici a ogni
visita di controllo fotografano
la gamba, restando soddi-
sfatti e stupiti. Mia madre ha
ripreso la sua vita in autono-
mia. Siamo convinti che que-
sta positiva evoluzione, oltre
che alle capacità professio-
nali dei medici , sia dovuta al-
l'intercessione di suor Euse-
bia Palomino.
Demichelis, Torino
pregato tanto per la salvezza
del mio bambino e tanti si sono
uniti in preghi era per chiederne
la guarigione . Ogni sguardo che
po so su di lui è un ringrazia-
mento a Dio che, attraverso l'i n-
tercessione di Domenico Savio,
ha voluto concedere a me e alla
mia famiglia questa meraviglio-
sa grazia.
Simona e Gino,
Serrava/le Sesia (VC)