Bollettino_Salesiano_200606

Bollettino_Salesiano_200606



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1.1 Page 1

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EI "BENEDE
(pag. 12)
I SIG RA
DELLA TER
(pag. 23)
DI SEGRE
(pag. 28)

1.2 Page 2

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150 - MAMMA MARGHERITA - 150 ___,
di Pascual Chévez Villanueva
FAMIGLIA
CULLA DELLA VITA
AIUTI ALLA FAMIGLIA
GLI AMICI
Uno dei più importanti elementi per la "manutenzione" familiare
è la ricerca di compagnia di persone ricche di speranza.
Una famiglia ha bisogno di crescere in un ambiente carico di
stimoli positivi. I buoni amici sono necessari per vivere meglio.
Una delle ne-
cessità as-
solute del-
la vita è il rinforzo
sociale. L'uomo è
stato creato per
la compagnia. Co-
me leggiamo in
Genesi: «Non è
bene che l'uo-
mo sia solo ». Dio è Trinità,
c1oe è comunione, è amore. Gesù
ha voluto il gruppo dei Dodici e ha
fondato la Chiesa. I genitori devono,
in ogni caso , aiutare i figli ad avere
veri amici , e la stessa famiglia non
può farne a meno. Dietro un 'amicizia
c'è un vero incontro, qualcosa che fa
sì che , dopo questo incontro, non si
sia più gli stessi. I genitori che vivo-
no esperienze di amicizia sincera e
genuina insegnano realmente ai figli
che cosa significhi avere amici . È tri-
ste avere genitori che non invitano
mai amici in casa: in questo modo
viene a mancare una finestra sul
mondo, e per genitori del genere è
difficile, se non impossibile, capire
quanto l'amicizia sia un valore
importante per la vita. L'amicizia ve-
ra dà la forza di lanciarsi in un'av-
ventura, di guardare lontano, di im-
pegnarsi per gli amici e con gli ami-
ci. Forse è per _questo che quasi tutti
gli adolescenti dicono che l'amicizia
è per loro la cosa più importante. E
questo perché nell'amicizia ci si sen-
te più forti grazie alla sicurezza e alla
fiducia in noi stessi che ci deriva dal-
la fiducia di un'altra persona che ri-
spettiamo, a cui è possibile con-
fidare tutto, anche quello di cui non
si è orgogliosi, sapendo che sarà ac-
cettato con tolleranza.
GIUGNO 2 006 BS
Gli amici sono importanti. La
saggezza popolare ha sempre
espresso il problema con chiarezza
e semplicità: «Dimmi con chi vai e ti
dirò chi sei ». I figli sono influenzati
dai loro amici, dal loro giro, dalla loro
banda. Secondo alcuni studi recenti ,
la personalità dei figli, fermo restan-
do il peso dell'ereditarietà, è influen-
zata principalmente dai coetanei ,
destinati a plasmare il comportamen-
to e le scelte assai più dell'educazio-
ne paterna e materna. Sono i com-
pagn i/amici (di gioco, di scuola o di
quartiere) a determinare l'accento e
gli atteggiamenti del bambino, a ren-
derlo fragile e insicuro quando si
sente rifiutato perché non accetta le
regole del gruppo, a indurlo addirittu-
ra ad abbandonare gli studi . Può
sembrare eccessivo, ma molti geni-
tori vivono realmente questa preoc-
cupazione . La pressione dei compa-
gni e degli amici è potente. In grup-
po, il più gentile ragazzo del mondo
può lasciarsi trascinare in azioni che

1.3 Page 3

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mai nessuno avrebbe potuto imma-
ginare. La scelta degli amici non è
mai una scelta facile e non è mai
una scelta neutra: può essere disse-
minata di delusioni, tradimenti, soffe-
renze. Per questo i genitori sanno di
dover agire con tatto e prudenza in
questo campo.
Il discorso degli amici è impor-
tante soprattutto per i figli. «Per-
ché i suoi amici sono più importanti
della sua famiglia? ». Per quanto i
genitori siano bravi e comprensivi, la
madre serena ed equilibrata, il padre
affettuoso e tollerante, il distacco del
figlio adolescente sembra obbligato-
rio e inevitabile, almeno in parte .
Una certa rottura fa parte del norma-
le cammino familiare. A partire dalla
pubertà, le priorità dei figli si ribalta-
no : «Gli amici prima di tutto! ». E la
famiglia al secondo posto. Attraverso
le relazioni amichevoli o aggressive
che vive, l'adolescente comincia a
prendere le distanze dai genitori e
scopre la "vita in società". Non c'è
da allarmarsi : in fin dei conti è lo
stesso percorso che hanno fatto i
genitori, a riprova che gli amici sono
non solo utili ma indispensabili. Con
gli amici, si comincia ad amare qual-
cuno fuori dalla famiglia, a rispettare
~ltre priorità, a scoprire altre fedeltà.
E un apprendistato necessario, che
non finisce con l'adolescenza ma
continua per tutta la vita. Gli amici
immettono nel "circolo familiare" idee
nuove, costringono a verificare le
proprie, ad approfondire la ricerca su
problematiche scottanti, a valutare i
propri e gli altrui punti di vista. Sono
fonte di conoscenza, di confronto e
di apertura, stimolando a spostare i
propri interessi anche fuori della
famiglia, a scoprire e a volte farsi
carico delle difficoltà e dei problemi
del prossimo... L'amicizia, insomma,
arricchisce, insegna il rispetto e la
tolleranza, soddisfa il bisogno di
incoraggiamento e di appoggio che
ciascuno sente e cerca. Gli amici
non servono per fuggire dalle proprie
responsabilità, al contrario inducono
a guardare in faccia la realtà per
o affrontarla con le dovute energie.
I I genitori che vivono esperienze
di amicizia sincera e genuina
insegnano ai figli che cosa
significa avere amici.
Giu gno 2006
Anno CXXX
Numero 6
In copertina:
Puntuale è arrivata
la grande kermesse
del ca lcio mondiale.
Stavolta in Germania.
Ètutto bello,
o ltre la splend ida
organizzazione?
Foto: Santo Cieco
~ !!lo
Q)1J~aw
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IER I
- CHIESA
12 Malachia e i "Benedetti" (8)
di Silvano Stracca
- EVENTI
14 La grande kermesse
di Roberto Guarino
- VIAGGI
18 Don Bosco in Thailandia
- , NTERVISTE
20 Figlia di santi
di Gianca rlo Manieri
di Giovanni Eriman
- , NSERTO CULTURA
23 I signori della terra
di Maria Antonia Chine /lo
FMA
28 A caccia di segreti
di Graz iella Curti
RuBRICHE
2 I/ Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel Mondo
- 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Bagliori - 30 Libri
- 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Arte sacra - 37 Laetare et benefacere...
- 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 41 Varia - 42 I nostri morti - 43 Il mese - 44 Prima pa-
gina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Mattioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Utticio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Fotocomposizi one: Puntografica s.r.l. - Torino
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il prossimo numero, collegandosi
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS GIUGNO 2006

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di Carlo Di Cieco
LA VERITÀ
VITA
La verità sulla vita aiuta la qualità della vita.
La verità sulla vita aiuta la qualità
della vita. L'educazione non può
fare a meno di chiedersi se ha le
carte in regola nei confronti della
verità. Verità e vita sono strettamente
collegate e nell'ambito educativo non
si esaurisce il loro rapporto se si
affronta solamente l'aspetto biologico
o individuale della vita. La verità non
impedisce di sognare, ma di prendere
cantonate e cocenti delusioni.
Chiedendo verità nel processo
educativo non sono in discussione le
componenti filosofiche o teologiche
del vivere e del morire, il chiedersi da
dove veniamo e dove andiamo. Esse
rimangono essenziali, ma le
domande sulla vita eterna non
cancellano le domande sulla vita
nella terra e nel tempo . Il più delle
volte sono proprio le risposte
insufficienti sulla vita nella ,terra a
contribuire all 'infelicità della vita.
D Sapere di Dio è primario , cambia
la vita stessa; ma non è meno
urgente sapere dell'uomo e della sua
città. La verità impedisce di creare
una frattura nelle cose della vita, tra il
vivere e il pensare, tra ideali e
comportamenti , tra l'inizio e le cose
ultime, quelle che sono al principio
del significato dell 'esistenza ma
vengono rimosse e accartocciate in
un angolo remoto , quasi sepolte dalla
paura del morire, visto come pietra
tombale sul nostro essere e
desiderare di restare vivi.
D Nella globalizzazione economica
che finora ha portato a globalizzare
purtroppo più la violenza e la
sopraffazione che la gentilezza e la
solidarietà, il vivere da persone
pensanti e libere diventa sempre più
complicato . Ci ritroviamo più
facilmente tutti spinti a ritrovarci nei
panni della cattiva regina della favola
di Biancaneve, e cerchiamo il senso
della nostra vita davanti allo specchio
televisivo, a imparare come essere
competitivi, vincolati dalla
superficialità e dalla manipolazione
informativa che rischia di disperdere
le enormi possibilità che la
comunicazione apre all'incontro.
L'apparire e il consumare sono
diventati i verbi cardine che
GIUGNO 2006 ns
supportano la riuscita in questa età
della storia umana. E perciò anche le
nostre analisi sulla difficoltà della
famiglia restano inefficaci.
Persiste il metodo di lamentarsi sulla
deriva della famiglia. Ma l'analisi delle
cause non è pari al lamentarsi. Si getta
la croce sulla libertà dei costumi .
Potrebbe essere un abbaglio. E difatti
non si ferma la deriva familiare se non
si va fino in fondo nell'esame delle
cause strutturali del cambiamento.
Trovarsi nella condizione di sofferenza
familiare non significa di per sé che le
persone vogliano questa condizione.
La famiglia non determina il sistema
ma è da esso condizionata.
D Occorre spostare l'analisi sul
sistema per trovare una soluzione alla
crisi della famiglia. Lo esige la verità. Il
confronto con la verità resta un
compito primario anche
nell'educazione. Se la verità ci rende
liberi secondo quanto si legge nel
Vangelo, la verità in educazione serve
_a formare persone libere, ossia capaci
di scegliere secondo coscienza e non
secondo le convenienze. Il confronto
con la verità in ambito educativo agita
il quieto vivere e scombina
l'educazione formalistica.
Educare alla verità nella società
informatica significa dare strumenti di
analisi per andare dietro le quinte di
ciò che appare. La guerra in Iraq è
stato un classico pugno nello
stomaco di quanti speravano che
fosse giunto il tempo altro rispetto al
tempo della guerra. Ma in quella
vicenda c'è tutta la capacità di
manipolazione possibile delle menti e
dei cuori al mondo d'oggi. A riflettere
ci accorgiamo quanto vuoto esista
ormai sotto parole grandi per la cui
realizzazione intere generazioni
hanno lottato: libertà, uguaglianza,
democrazia, diritti umani , diritti del
lavoro, emancipazione, fraternità.
D Oggi è possibile m ·
opinioni pubblioh .
a
far sembrare che le pietre diventino
pane. Educare alla verità significa
educare a conoscere, capire e
giudicare quale città dell'uomo attende
i giovani. Quale chiesa, quale lavoro
quale gente, quali valori , quali paesi.

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G} ~~ :;~!ES~~!t~T
cambiare e in realtà cambia- nasce? Ma prima e dopo aver poco la sua affermazione suJ
no". Le cifre fomite dai prof!. varcato la soglia dell'utero ma- " ricatto della carità" operato
letto le sue risposte sul!' omo- Van den Aardweg e Nicolosi terno, non è lo stesso? C'è un dalla Chiesa nel corso dei se-
sessualità e non sono d 'accor- parlano del fallimento della te- mom.ento nell'evoluzione del col i, così da poter poi domina-
do. [... ] Essere omose suale è rapia "riparativa" per 1/3 del feto o del bambino in cui scatta re coloro cui ha elargito la sua
una situazione normale, nor- campione. Il che vuol dire che tale consapevolezza? O biso- carità. Lei pensa che la Chiesa
malissima, è cioè un fatto ge- 2/3 o hanno evidenziato sensi- gna ammettere che ci troviamo sia stata tanto perfida da . ..
netico contro cui non si può bili miglioramenti o si sono di fronte a un "continuum "
far nulla, se non accettare completamente ri/orientati e senza salti di qualità per cui i
Lisa, Roma
quello che si è, ed esserne or- vivono la loro nuova condizio- limiti che noi poniamo hanno Carissima signora,
gogliosi. Il 10% della popol a- ne in modo stabile e appagan- solo carattere di convenzione o non mi va di sprecare tempo e
zione è omosessuale. Perché te. Qualche Lestimonianza in idealizzazione semantica (la inchiostro su queste abusate
tutti gli studi dicono che nes-
suno ha mai cambiato natura,
tornando etero. Perciò quella
lettera sul numero di febbraio
è inventata. Lei è invitato a
più sulla terapia riparativa per
il ri/orientamento sessuale può
fornirla la navigazione sul sito
www.pathinfo.org. Questo per
dire che non conto frottole!
nascita, il terza mese, l'eLà del-
la ragione o cose del genere).
E, nell'arco della vita, non vi
sono fasi, anche molto evidenti,
di maggiore o minor consape-
falsilà, dette solo per insoffe-
renza contro la Chiesa. Le
propongo solo qualche esem-
pio. Giudichi lei.
San Giovanni di Dio era un
non dire bugie.
volezza?
soldato che, tornato dalla guer-
r■J Igino, Roma
Secondo. Come la mettiamo ra, si mise a fare il mendicante
ETO ED ESSERE UMA- con i soggetti momentaneamen- e tutlo ciò che riusciva a raci-
Egregio signor Igino, non uso
inventare Lettere "ad usum
" NO. Egregio dir. , [.. .]
non mi dispiacerebbe avere le
idee un tantino più chiare su
Delphini". Che cosa ci guada- embrione, feto ed essere uma-
gne rei? Né uso scrivere a van- no. Quand'è che l'embrione è
vera. Le offro perciò qualche un essere umano? Dalla rispo-
giustificazione delle posizioni sta, lei capisce, discendono
che sostengo.
comportamenti diversi. Prossi-
- Non mi sembra che possa ma mamma, sono interessata a
esistere un gene dell 'omoses- questo, anche perché non sono
sualità, come Lei sostiene. Al- poche le divergenze che ho,
trimenti i gemelli omozigoti sia con mio marito sia con al-
dovrebbero essere ambedue o cune amiche [.. .]. Tenerlo o
etero, o omosessuali. Invece si sopprimerlo se ci si accorges-
danno casi in cui uno è omo- se che ha qualche, diciamo,
sessuale e L'altro no!
difetto? Come può ben imma-
te privi di consapevolezza:
bambini prima dell'età della
ragione, anziani in fase decli-
nante, persone affette da grave
forma di malattia mentale... O
semplicemente con individui in
momentaneo stato d'incoscien-
za: ubriachi, drogati, dormien-
ti? Dobbiamo considerarli uo-
mini o semplici potenzialità
unwne cui può essere negato il
diritto all'esistenza? Non sarà
il caso di tornare a una impo-
stazione realistica, tipo quella
aristotelica, secondo cui le
qualità sono collegate all'og-
molare lo devolveva ai poveri
(fondò i Fatebenefratelli).
San Camilla de Lellis, -ricove-
rato agli Incurabili di Roma,
si mise a curare gli altri, sen-
za più pensare a (fondò i
Camilliani, per la cura dei
malati).
San Vincenzo de Paoli duran-
te la Fronda - siamo nella
Francia del secolo XVII - isti-
tuì una mensa per i poveri che
distribuiva 200 pasti al giorno
(fondò i Lazzaristi e le Figlie
della Carità).
San Giuseppe Cottolengo in
- Non è nemmeno vero che ol- ginare le opinioni divergono getto (in questo caso al feto) a un'osteria organizzò la "Pic-
tre il 10% della popolazione mo ltissimo [... ].
prescindere dalla consapevo- cola casa della Divina Provvi-
presenti un orientamento
omosessuale, come scritto nel
Mara, Napoli
lezza dello stesso? O dobbiamo
ammettere che ci è lecito deru-
denza", dove accoglieva i ri-
fiuti della società, quelli con
famoso rapporto Kisney del Cara signora Mara, mi è bare qualcuno dal momento le malattie più deformanti e
1948. Studi recenti riducono giunla qualche tempo fa la let- che è distratto e quindi non vergognose (fondò i preti del-
drasticamente quella percen- tera del prof Luciano Verdo - consapevole? Non sarà il caso la SS. Trinità e le suore cotto-
tuale al 3%.
ne che, guarda caso (o Prov- di tornare a una filosofia - lenghine).
- E non è nemmeno vero che videnza?) mi pare che conlen- quella aristotelico/tomista, ap- San Francesco di Assisi ri-
gli omosessuali non possano ga una risposta precisa sul- punto - secondo cui, in base al nunciò alla vita agiata per
cambiare orientamento, stando l'argomento che le interessa. binomio potenza-atto, un essere "sposare Madonna Povertà"
alle ricerche degli psicotera- Ecco quanto contesta al dott. non è solo ciò che già è in que- e aiutare i più bisognosi
peuti Joseph Nicolosi (Omo- Corrado Augias (e che mi tro- sto momento ma anche ciò che (fondò i Francescani).
sessuali tà maschile, Su.garco, va pienamente d 'accordo). è destinato a diventare? Se uc- San Giovanni Bosco si è pro-
Milano 2002) e Gerard van Augias sosteneva che la tesi cido un pulcino, sopprimo an- digalo per dare un'educazio-
den Aardweg (Omosessualità e secondo cui l 'embrione è già che la gallina presente nel pul- ne, un tetto e un lavoro ai gio-
speranza, Ed. Ares, Milano un essere umano subito dopo cino. E se elimino un embrione, vani "poveri, abbandonati e
1999). Secondo il prof Irving la sua formazione non è soste- io annullo la vita di un essere pericolanti" (fondò i Salesiani
Bieber circa il 30% dei pazienti nibile sul piano razionale e umano. E non di uno qualun- e le FMA).
che si sottopongono a un trat- scientifico in quanto all 'em- que, ma dell'unico, originale, Madre Teresa di Calcutta
tamento psicoanalitico inverto- brione manca la consapevo- compiuto essere umano, pre- donò la su.a vita al cascame
no il loro orientamento sessua- lezza. E "la ragione dice che sente in quell'embrione. Che ne inutile della società, accoglien-
le. A sua volta il prof Robert La vita umana è diversa dalla dice Corrado Augias?
do gli abbandonati, i disereda-
Spitrer della Columbia Univer- vita animale perché l'uomo è
ti, gli agonizzanti. (fondò le
sity ha scritto: "Ero tra quelli un essere consapevole, capace
Piccole Sorelle della carità).
1,,,,\\1 convinti che alla tendenza omo di riflettere su se stesso". Ora, r.,ICAUO DELLA CA- Costoro (mi sono fermato per
si potesse solo resistere ma io chiedo ad Augias due cose.
RITA. Caro direttore, ho non scrivere un libro) dunque
non invertirla. Ma ora credo Primo. Quando inizia la consa- letto su "Io donna" un 'intervi- sarebbero dei ricattatori ? Ver-
che questa convinzione sia fal- pevolezza nella vita umana? sta al famoso regista Marco rebbe da ridere, se non ci fosse
sa. Alcune persone possono Nel momento in cui il bambino Bellocchio. Mi ha turbato non da piangere! Non cada nella
GIUGNO 2006 BS

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rete di chi soffre ancora di ri-
gurgiti di anticlericalismo illu-
minista che tutto era ed è, ec-
cetto che "illuminato ".
f.al'f1APOLOGO DEL SA-
PONE. Caro Direttore,
lo chiedo a te, visto che l' ho
chiesto a mamma e l'ho trova-
ta tanto impacciata che quasi
quasi mi ha fatto pena, e papà
non g liene frega niente (con
ogni probabilità non sa pro-
prio che cosa rispondere, an-
che se è un insegnante e do-
vrebbe essere più preparato di
altri). La domanda è questa:
come mai dopo 2000 anni di
cristianesimo nel mondo c'è
tan ta cattiveria? Non ti pare
che abbia fallito su tutti i fro nti
questa nostra religione? Anzi ,
non ti pare che tante malefatte
siano addirittura colpa sua,
cioè da lei provocate? [. .. ]
Alberto, Rimini
Carissimo Alberto, ti rispon-
derò brevissimamente stavol-
ta... Se poi non dovessi rima-
nere soddisfatto, beh, riscrivi-
mi! Qui a Roma gira un apo-
logo che può fare al caso no-
stro. A una domanda più o
meno uguale a quella che hai
fatto tu, rivolta da un figlio a
suo padre, costui rispose:
"Fijo mio, puro er sapone
esiste da sempre, ma c'è chi
resta sempre zozzo! Non è
mica corpa der sapone !".
ON FAMIGLIA. Caro Di-
rettore, sono una mamma e
nonna amaregg iata. Mia nuo-
ra è una don na cattiva. A noi
nonn i non permette di avvici-
nare la nipoti na, che pure ci
vuole un bene de ll 'anima.
Guai se la mamm a sa che ci
vediamo, nonostante i suoi
divieti . Cerca anche di met-
terci contro nostro fi giio, non
vuole che eg li ass uma la no-
stra attività [.. .] piuttosto
preferi sce ri empirsi di debiti .
[... ] Non vuole che mio fi -
g lio ci venga a trovare nem-
meno a Natale e a Pasqua,
ecc. Possibile che es istano
persone così? E, noti , non le
abbiamo fatto proprio nu ll a,
se non de l bene.
N.N.
APPELLI
Raccolgo i punti delle varie
raccolte. I regali a me per-
venuti li uso per organizza-
re lotterie a scopo di bene-
ficenza. Ringrazio coloro
che vorranno aiutarmi. Pos-
so contraccambiare con im-
maginette sacre e cartoline.
Cortinovis Marialuisa,
Via Locatelli 4/a, 24010
Costa di Serina (BG).
Sono un giovane 30enne e
mi piacerebbe corrisponde-
re, anche via e-mail, con
ragazzi/e che desiderano
stringere un' anlicizia since-
ra ed autenticamente cri-
stiana. Scrivete a federi-
co.777 @libero.it.
Mi piacerebbe corrisponde-
re con tutto il mondo e in
tutte le lingue. Scrivete a
Marturana Diego, Via
Cesare Battisti 51, Cani-
cattì (AG).
Cara signo ra,
pochi san.no che cosa capltt
nel cuore dell 'uomo, e ancor
meno in quello di alcun.e per-
sone in particola.re (v. g. sua
nuora, ma non è la sola!).
Certi comportamenti ci sor-
prendono e impauriscono, co-
me quelli di chi senza una ra-
gione sparla di tutto e di tutti,
o di chi si chiude a ogni col-
loquio, a. ogni affetto, a ogni
rapporto, perfino con i propri
familiari : in questo mondo
c'è di tutto .. . e di più! Pur-
troppo.
A volte di fronte a. comporta-
menti insensati - che mancano
di una ragion d 'essere e che,
per contro, sembrano accade-
re in persone normali, laddove
perfino gli psicologi non cava.-
no un ragno dal buco - non
sai che pesci prendere. C'è chi
dà la colpa alle circostanze
(l ' occasione fa l'uomo ladro,
si dice), chi all'aggressività
del carattere, chi a problemi
di tipo neurologico, chi alla.
condizione sociale, chi a ca-
renze affettive, o a con.trasti
familiari ... Dio solo sa che co-
sa si agita nel "g uazzabuglio
del cuore umano". Ebbene, di
fronte a. comportamenti come
quelli da lei descritti, io non
trovo alcuna spiegazione: è il
volto del peccato! Quando un.a.
persona perde alcune qualità
fondamentali che la "informa-
no " (come la. compassione, la
pietà, la. carità, l'indulgenza,
la comprensione, la mitezza,
ecc. ), vuol dire che qualcosa
non funziona più, che c'è più
bisogno di compassione che di
rimpro veri. Esiste nel nostro
sistema educativo un grave
problem.a. o, se vuole, una
grande lacuna: ci si preoccu-
pa e si chiede che a scuola.
venga.no impartite lezioni di
educazione civica., di educa-
zione stradale, di educazione
ai media.. . Quando verranno
concesse delle ore per educare
le emozioni e le conseguenti
reazioni ? Quando affronteran-
no l'educazione al sentimen-
to? Rita Levi Montalcini ha.
scritto che per quanto riguar-
da la sfera emoti va l'uomo è
ancora allo stadio dei caverni-
coli. E forse ha ragione,
ahimè! Chiudo consigliandole,
cara signora, di continuare a
fare quanto la coscienza le
detta, cercando di far capire a
sua nuora. la sua. buona fede,
più con il comportamento che
con le parole.
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Pro vvede r~mo_ a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
t:,
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vos tra c orris pon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS GIUGNO 2006

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REGGIO CALABRIA,
ITALIA
DON BOSCO
A REGGIO
CALABRIA
Una bella scultura, reali zzata
dal maestro Antonio Pepe, di
Pagani (Salerno) domin a sul
frontone dell a casa dell e Fi-
glie di Maria Ausiliatrice a
Reggio Calab ri a, proprio sot-
to la statua della Madonna di
Don Bosco coll ocata al cui-
mine della struttura. Don Bo-
sco è reali zzato con la tecni-
ca dell a "saldatura", vivo ed
espressivo, affia ncato da un
bambin o e da un preadole-
scente ... perché senza ragaz-
zi attorno è qu asi un contro-
senso: a loro egli ha conse-
gnato la vita. Auto rità e citta-
dini hanno ass istito alla ceri-
moni a della benedi zione e
dell ' intronizzazione della scul-
tura fo rtemente vol uta dalla
famiglia salesiana e dalla co-
munità parrocchi ale di San
Bi agio.
XUAN HOA,
VIETNAM
AICONFINI
DELL'EST
La sosta di Madre Antonia
Colombo in Vietnam è stata
calorosa e colorata. La Madre
Generale ha potuto incontrare
le suore e le giovani delle di-
verse case. Un viaggio dentro
le diverse cu lture ed etnie di
cui si compone il Vietnam, un
percorso attraverso le regioni
di cui è composta la nazione:
Nord, Centro e Sud, con i lo-
ro costumi caratteristici e le
tradizioni, in particolare la ce-
rimonia del tè. La Madre si è
recata a far visita a varie co-
munità constatando la varietà
del lavoro svolto dalle suore
per la promozione della don-
na e per l'educazione di bam-
bini e giovani. Molte ore sono
state dedicate agli incontri
personali con le giovani in
formazione, i rappresentanti
della Famig li a Sales iana e
tanti giovani che nell ' ultimo
giorno hanno presentato attra-
verso una sequenza di danze
la cultura e la storia del Viet-
nam , il passato e il presente.
NOVARA, ITALIA
FRUTTI... DI BOSCO
I frutti di bosco sono i mig lio-
ri per la salute fisica; i "frut-
ti . . . di Bosco" (don) sono i
migli ori per la salute dello
spirito. Al palazzetto de llo
Sport di Novara gli istituti
delJ ' Immacolata, di Maria
Ausiliatrice e di San Lorenzo
hanno dato vita a un gra nde
spettacolo di arte varia, con-
dito di rievocazioni storiche,
brani di musica leggera, sket-
eh, mimi , danze, ecc. con la
presenza di Re Biscottino e
Regina Cuneta, rinomate ma-
schere della tradizione cittadi-
na. Tutti hanno sfoderato le
mi gliori doti che avevano in
serbo con uno scopo preciso:
fin anziare un grande dipinto
per il santuario di Ma.ria Ausi-
liatri ce di Baluardo Lamarmo-
ra che immortalasse, per l' ap-
punto, "i frutti di Bosco" .. .
L' ha dipinto, da par suo, il no-
tissimo Mario Bogani che an-
cara una volta impreziosisce
con la sua arte una chiesa te-
nuta dai sales ian i.
IL PATTO
Un thriller di tipo teologico.
I coniugi Lupieri si stanno
speciali zzando neJ settore.
Dei tre gialli scritti, quello
teo logico è part icolarm ente
attu ale e intri gante, dopo il
can can suscitato dal "Codi-
ce da Vinci" di Dan Brown.
Ma quello non dipende da
questo. Gi à ne l 1999 a l
prof. Lup ie ri ve nne l' idea
de Il Patto: "Se a qu alc uno
ve nisse in mente di clo nare
Gesù, spinto da motivi
in co nfessa bili , in qu anto
seg uace di Satana?". In
qu esto III mi ll e nni o in cui
la c lo naz io ne sa cosa di
routine e g s i profil ano
te ntativ i di ma nipol az io ne
ge netica degli esseri um ani ,
un romanzo come Il Patto
può susc itare non poche ri-
fl essio ni .

1.9 Page 9

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ROMA, ITALIA
EVENTI AL PIO XI
L ' isti tuto salesiano Pio X I si
trova in un quartiere di Roma
tutto particol are che alcuni
chiamano addiri ttura i l quar-
tiere salesiano, perché attorno
alla chiesa, intitolata a Maria
A usiliatrice, si snodano nu-
merose vie dedicate a perso-
nalità salesiane: via don Rua,
via Paolo Albera, via don Fi-
lippo Rinaldi, largo Michele
Unia, via Giacomo Costama-
gna, piazza Giovanni Caglie-
ro, via suor Maria Ma zzarel-
lo, via (e anche piazza) S. Do-
menico Savio, tutti santi o
personaggi di spicco dell a
congregazione fondata da
Don Bosco. I n i ncontri di ver-
si verrà spiegata ag li abitanti
la storia dei titolari delle loro
vie. Il Pio Xl al quartiere T u-
sco lano celebra i 75 anni dal -
la sua apertura. Si è reso noto
a Roma per la sua scuola pro-
fessionale, soprattutto per la
tipografia che continua a sfor-
nare tecnici qualificati, ma
l' istituto ospita anche la scuo-
la media, il ginnasio e liceo
class ico, oltre al Cospes e all a
formazione superiore per gra-
fica e informatica. Un bel cu-
mulo di atti vità che manten-
gono alto il li vello qualitati vo
dell ' opera.
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
---Daredipiù
a chi ha avuto
dimeno
fianco .._, 9kwwil
TORINO, ITALIA
DARE DI PIÙ A CHI HA
AVUTO DI MENO
Gl i exallievi sono giunti al lo-
ro IX congresso Nazionale.
Si terrà a Torino dal 28 set-
tembre al 1° ottobre, sul te-
ma "Dare di più a chi ha avu -
to di meno", una rivi sitazione
dello slogan di Don Bosco
che ha fondato i suoi sale-
siani per i giovani "abbando-
nati e pericolanti". L'esercito
di exallievi ha davvero biso-
gno di prendere coscienza
della necessità di impegnarsi
con tutte le forze per miglio-
rare la società. Molti ne pre-
dicano la decadenza morale
e ne predicano la decaden-
za socio/politica. Occorre lo
sforzo sinergico dei buoni
per riequilibrare il livello su
valori alti. A questo compito
immane deve dare il suo
contributo di qualità l'Asso-
ciazione degli exallievi sale-
siani .
UN NUOVO SAN GIORGIO
PER LA STERLINA DI ELISABETTA
Tra i coni più prestigiosi al mondo è senz'altro
da annoverare la Sterlina, che deriva il suo nome
da Eastern , in quanto coniata da uomini che veni-
vano dall 'Est ; gli zecchieri di cui si serviva il re
d' lnghiterra erano infatti tedeschi ed olandesi.
Soprattutto durante il regno di Vittoria, la moneta
diviene simbolo della potenza politica ed economi-
ca della Gran Bretagna.
Per la Sterlina millesimata 2005, la Zecca Reale
Britannica ha affidato la realizzazione del classico
rovescio "San Giorgio e il drago" a Timothy Noad,
artista di fama internazionale, già autore del rove-
scio della Sterlina 2002 , celebrativa del 50° di
ascesa al trono di S.M. la Regina Elisabetta Il. La
stilizzata figura del Patrono d'Inghilterra e della
Cavalleria sostituisce, però, solo per quest'anno la
magistrale incisione dell'italiano Pistrucci che com-
pare sulle Sterline britanniche fin dal Regno di
Giorgio lii.
Caratteristiche tecniche della moneta: peso:
gramm i 7,99 ; diametro : mm 22 ,05 ; titolo dell 'oro:
916,7/1 000 ; tiratu ra: 75000 esemplari.
Distributore Ufficiale per l'Italia:
lntercoins, via Carducci n. 9 - 20123 Milano.
BS GIUGNO 2006

1.10 Page 10

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l00annifa
Il terremoto del 18 maggio 1806 seguito da un
immane incendio distrusse San Francisco ...
Anche i salesiani persero un'opera e il tempio
di San Pietro e Paolo. Ne troviamo la descrizione
in una lettera scritta da don Piperni, allora
direttore dell'opera, a don Rua e riportata
dal Bollettino Salesiano del giugno 1906.
VILLA COLON,
URUGUAY
PROGETTO
DI SPIRITUALITÀ
MISSIONARIA
Il Progetto di spiritualità mis-
sionaria del Cono sud del-
!'Ame rica, pensato e voluto
quale seguito idea le del 125 °
anniversario della prima spe-
di zione mi ss ionari a, celebra-
tos i ncl 2002, continua il suo
cammino. Fu madre Angela
Vallese, capo de ll a prima
sped izione mi ss ionaria nel
J877, a dare il via a l cammi-
no del carisma salesiano vi s-
suto a l femmini le nelle terre
americane. Il progetto è affi-
dato alle FMA di Argenti na,
Cile, P arag uay e Uruguay.
L'obiettivo è quello di ravv i-
vare nelle comunità l' ard o-
re mi ss ionario delle origini ,
confrontandosi con l' espe-
rienza de ll e prime suore mi s-
sionarie in que ll e zo ne. Un
consistente gruppo d i suore,
prove ni enti da queste nazio-
ni , hanno peregrin ato sulle
vie mi ss ion ari e de ll e origi-
ni : da Mo ntevideo (Uruguay)
a Buenos Aires (Argenti na),
passando per Junin de los An-
des, luogo in cui si è consu-
mato il martirio dell a Beata
Laura Vicuiia.
La chiesa di San Pietro e Paolo in ricostruzione
dopo la devastazione del terremoto.
Il telegrafo le avrà già portato la noti zia e i particolari
de lla terribi le catastrofe di S. Francisco, cominciata col
terremoto merco ledì passato, giorno 18 aprile, alle 5. 15
di mattina, e proseguita dal fuoco divoratore. Oggi è il
3° giorno dell ' incendio e forse l'ultimo, perché non av
che più bruciare.
San Francisco, città di c irca 350 mila abitanti, non è più ,
il fu oco l' ha divorata ! Da ieri ad oggi è tutta un oceano
di fiamme, di cui nessuna forza umana potette domare la
rabbia divoratri ce. E si noti, che non spirava no ven ti , anzi
l'atmosfera era in perfetta calma. Ma siccome nove deci-
mi degli edifici sono in legno, le fi amme fecero presto a
d ivorar li.
Tutte le chiese, con rara eccezione, sono state rovinate;
questa mattina, durante un 'ora, anche la nostra cara chi e-
sa dei SS . Pietro e Pao lo, insieme coll a casa, è stata di-
strutta. [.. .] Più di 200 mil a fu ggiti vi si sono raccolti qui
in Oakland [... ]. Un cento mi la persone [. ..] sono pro-
prio nella mi seria [... ]. La c ittà è un ammasso di ceneri!
[... ] I danni si fanno ascendere a due miliardi di dollari
ed oggi come oggi S. Francisco, da città fiorente e pro-
sperosa, è di venuta la città della miseria.
Noi ci acci ngevamo a co llettare per le vittime disgraziate
del Vesuvio. [... ] Non è quindi più possibile pensa.re ai
danneggiati del Vesuvio.
ROMA, ITALIA
SCUOLA
DI FORMAZIONE
PER ANIMATORI
FAMILIARI
L 'Associazione "Cerchi d' On-
da" ONLUS , nata come sup-
porto alle fa miglie cristiane,
in quest'anno dedicato secon-
do la strenna de l Rettor Mag-
giore all a fa mig li a, organi zza
per il prossimo mese (dal 20
al 26 lug li o) , un a "scuo la
estiva di formazione" per ani-
matori fa miliari . T utti posso-
no constatare la crisi de ll ' i-
stituzione famili are e tutti so-
no più che convin ti dell ' ur-
gente necessità di mettere in
opera qualche particolare ini -
ziativa per rivitali zzare que-
sta cellul a primordiale dell a
società. Ben venga no istitu-
zioni che si pongono iJ pro-
blema e l' affro ntano con sug-
gerimenti e proposte di qua-
lità come questa da noi socia-
li zzata. Per saperne di più:
Mario Oscar Llan.os, sdb,
339/751.29.42; Loredana e
Ruggiero 320/62.93.228.
GIUGNO 2006 8S

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
I
Redazionale
SENZA PEDANA
NÉ TAPPETO
Giovedì 16 marzo è
arrivata presso la
Casa Generalizia
dei Salesiani, al c1v1co
1111 di via della Pisana,
una statua in bronzo di
Don Bosco alla Pisana è sceso
dal piedistallo ... Ora si fa vedere
tutto intero e accoglie confratelli
e ospiti come un padre accoglie i figli.
mata ditta ha fra l'altro
realizzato la statuaria del-
la nuova chiesa salesiana
di Adua, in Etiopia.
È stato il vicario del
Don Bosco ad altezza
Rettor Maggiore, don
naturale (a dir la verità è
Adriano Bregolin , in Val
1O cm più alta di quel
Gardena per un breve pe-
che era lui in carne e
riodo di vacanza, a rima-
ossa, ma è l'unica licenza
ne re impressionato dal
che gli autori si sono per-
modello in plastilina della
messi , licenza che a Don
scultura, colpito soprattut-
Bosco non dovrebbe di -
to dall'espressività del
spiacere , lui che più di
volto - quel mezzo sorriso
una volta è salito su un
furbo ma buono che ca-
predellino per poter esse-
ratterizza il santo dei gio-
re all'altezza - sia chiaro,
vani - e dalla postura. Ne
parliamo di metraggio -
ha parlato con il Rettor
dei suoi interlocutori). Ora
Maggiore che si è dichia-
accoglie ospiti e visitatori
rato entusiasta , così il
nella grande hall della
fondatore dei salesiani
residenza del Rettor Mag-
accoglie senza pedana né
giore e dei suoi collabo-
tappeto , confratelli e visi-
ratori.
tatori nell'atrio grande del-
la Pisana. L'ha accolta e
L'opera proviene dalla
collocata sul posto lo
ART STUDIO Demetz di
stesso don Pascual Cha-
Ortisei in Val Gardena ,
vez che non ha mancato
ben nota in Italia e nel
di farsi fotografare con lo
mondo. L'équipe degli
scultore accanto al suo
scultori, tra i quali il mae-
predecessore e padre .
stro Konrad Piazza (in foto
Non sono mancati i com-
con il Rettor Maggiore) ha
menti: qualcuno l'avrebbe
al suo attivo una nutrita
voluto con un pallone in
serie di sculture in legno ,
mano , qualche altro con
bronzo , vetroresina, ecc.
un ragazzo accanto. Non
per chiese e case salesia-
era il caso : c già sul
ne (citiamo l' Etiopia , gli
piazzale il monumento
USA, il Giappone, le Filip-
con i ragazzi . Nella hall
pine, Hong Kong e, natu-
della Casa Generalizia,
ralmente , l'Italia). Fra tutte si staglia per l'imponen- cuore della congregazione , Don Bosco vuol ricor-
za e l'esecuzione la grande statua in legno di tiglio dare con il libro delle Regole, o il Messale, o la
del Redentore Risorto che domina il santuario del Bibbia, o il Breviario - si può interpretare come si
Colle Don Bosco, a suo tempo (nel 1988) bene- vuole - la scelta di fondo di chi si è fatto salesia-
detta da papa Wojty-la, sotto il rettorato di don Elio no: "Primo oggetto della nostra Società è la santi-
Scotti , statua che resta nel suo genere la più gran- ficazione de ' suoi membri" - come ha scritto lui
de del mondo con i suoi 8 metri di altezza, sei di stesso nella lettera circolare ai salesiani del 9
apertura delle braccia e 3000 kg di peso. La rino- giugno 1867.
D
BS GIUGNO 2006

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA
LE PROFEZIE
DEL FAMOSO
SAN MALACHIA
RIGUARDANTI I PAPI
CHE HANNO SCELTO
DI CHIAMARSI
BENEDEno.
,'Sono nato il 16 aprile 1927,
Sabato Santo, a Marktl sul-
l'lnn. [. ..] Fui battezzato il
mattino successivo con l'acqua appena
benedetta della notte pasquale che allo-
ra veniva celebrata al mattino. L'essere
il primo battezzato della nuova acqua
era un importante segno premonitore".
Traspare, da questa pagina autobiogra-
fica, tutta la commozione di Joseph
Ratzinger nel rievocare la sua venuta al
mondo quel lontano Sabato Santo, o
dell'Ulivo, che ini zia con la benedi zio-
ne dei ramoscelli d'ulivo. Scorrendola,
quella pagina, non si può non restar
sorpresi per l'inopinata, e tuttavia cal-
zante, corrispondenza tra l'elezione del
cardinale bavarese e il motto latino -
"De gloria olivae - DalJa gloria dell ' u-
li vo" - con il quale viene indicato il
successore di Wojtyfa nella famosa
quanto apocrifa profezia di Malachia.
MALACHIA
E/PAPI
"BENEDErrO" <B>
di Silvano Stracca
CHI ERA COSTUI?
Malachia, al secolo Mael Mhaedoc,
monaco, vescovo, primate d'Irlanda e
santo, è vissuto tra il 1094 e il 1148. Al
suo nome è legata l'opera De summis
pontificibus, in cui è vaticinata per gli
inizi del 2000 la fine di Roma e del
mondo, dopo che sul soglio pontificio
sarà salito l' ultimo papa con il nome di
Pietro II. Questi sarebbe il l 12mo vica-
rio di Cristo di una lista che inizia nel
1143 con Celestino II, contemporaneo di
Malachia, nella quale ogni pontefice è
simbolicamente individuato con un bre-
ve cartiglio in latino. Ormai è impossibi-
le attribuire al santo omonimo le tanto
discusse quanto temute "Prophetiae Ma-
lachiae". Il fatto che per 400 anni nessu-
no ne parli , getta più di un ' ombra sulla
loro autenticità. Il Pastor, nella sua mo-
numentale Storia dei papi, nota che la
profezia cominciò a circolare nel 1595,
allorché il benedettino Arnold Wion la
inserì nel suo "Lignum vitae". Si può
dunque supporre che il testo fosse fab-
bricato dopo la metà del XVI secolo, for-
se durante il Conclave del 1590. Il carat-
tere apocrifo si deduce, alt:resì, dal fatto
che i motti per le previsioni da Celestino
GIUGNO 2006 BS
II a Gregorio XIV, papa tra il 1590 e il
1591 , furon o ricavati dallo stemma o dal
casato o dal nome di battesimo dei di-
versi pontefici . Altre volte si conforma-
vano al titolo cardinalizio o al. paese d'o-
ri gine dell 'eletto. Dopo Grego1io XIV le
frasi si fanno più enigmatiche e "solo a
forza", sottolinea il Pastor, possono es-
sere messe d'accordo con la storia reale.
Altro elemento di dubbio sull' autenticità
è l' inclusione nell'elenco degli antipapi.
SUGLI ULTIMI PAPI...
Per curiosità, ricordiamo che Gio-
vanni XXIII, patriarca di Venezia prima
dell'elezione, fu definito dallo pseudo
Malachia "Pastor et nauta", pastore e
navigatore. Paolo VI, che nelJo stemma
aveva tre gigli, era "Flos forum" , il gi-
glio sarebbe il "fiore dei fiori". Giovanni
Paolo I era "De medietate lunae", una
defi ni zione che potrebbe riferirs i ai soli
33 giorni del suo pontificato, poco più di
un mese lunare. Mentre Giovanni Paolo
II veniva indi viduato come "De labore
solis'', ossia "dallo sforzo del sole" che
si leva a Oriente e ilJumina il mondo co-
me ha fatto il Papa venuto dall'Est. Con-
tinuiamo ad andare a ritroso. Pio XI, che
sfidò senza paura Mussolini , Stalin e Hi-
tler, pubblicando un'enciclica in cui de-
nunciava il razzismo e l'antisemitismo
nazista, era "Fides intrepida". Leone

2.3 Page 13

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XIlI, il papa della p1ima enciclica socia-
le, Rerum Novarum, era "Lumen de coe-
lo", "una luce dal cielo", e il suo stemma
conteneva una cometa. Pio IX, il papa
del Risorgimento, veniva indicato come
"Cru.x de cruce", "la croce che viene
dalla croce", a significare forse, la tribo-
lazione della Chiesa durante l'unifica-
zione de!Jo stato Italiano.
. . . E SUI BENEDETTO
Natmalmente le profezie riguardano
anche i Benedetto. Tre nel 1300. Il pri-
mo Benedetto XI indicato come "Con-
cionator patarens" , "Predicatore di Pata-
ra". Definizione che combina il luogo
d ' origine di Niccolò di Boccassio, Pata-
ra, e la sua appartenenza alJ'ordine do-
menicano. Benedetto XII è "Frigidus
Abbas'', "un freddo abate". Il francese
Giacomo Fournier fu infatti eletto men-
tre era abate del monastero di Fontana-
fredda. Infine l'antipapa Benedetto xm
era "Luna cosmedina", "Luna di Cosme-
din" con riferimento all'elezione dell'a-
ragonese Pedro de Luna che aveva il ti-
tolo della basilica romana di Santa Ma-
ria in Cosmedin. Solo con un notevole
sforzo creativo può invece trovarsi un
nesso tra i motti e i due Benedetto del
1700. "Miles in bello" , "soldato in guer-
ra", era il cartiglio che designava l'au-
tentico papa Benedetto xm, Pierfran-
cesco Orsini . Per lui ci si può soltanto ri-
chiamare a un'epoca storica caratterizza- .
ta da aspri conflitti o all ' aspra controver-
sia sul giansenismo. Ancor più ermetico
il motto "Animai rurale", "animale di
campagna", riservato a Benedetto XIV,
uno dei papi più amati della storia. Da
alcuni si è ipotizzato un riferimento al-
1'amore per la campagna di Prospero
Lambertini, il quale, in tempi di carestia,
concesse ai poveri contadini di spigolare
in tutti i campi dello Stato della Chiesa
in barba ai ticchi proprietari. Altri invece
si sono richiamati a ciò che, con estrema
umiltà, avrebbe dichiarato entrando in
conclave e riferendosi alle virtù di altri
candidati: "Se vorranno eleggere un asi-
no, eleggeranno me". Più chiare, senza
dubbio, le indicazioni per i due Benedet-
to del nostro tempo. Benedetto XV, che
fu papa durante i massacri della prima
guerra mondiale, il genocidio degli ar-
meni e di altri cristiani e il flagello della
"spagnola" che fece milioni di vittime,
era "Religio depopulata" , "religione
spopolata". A quel grande predecessore
che definì la guerra "inutile strage", ha
voluto ricollegarsi esplicitamente l'at-
tuale pontefice indicato come "De gloria
olivae" . E l'ulivo è, appunto, il simbolo
della pace per cui Benedetto XVI non
cessa di adoperarsi . Papa Ratzinger è il
penultimo pontefice della lista di Mala-
chia. L' ultimo dovrebbe chiamarsi Pie-
tro II. Dopo di lui la catastrofe(!).
(continua)
- Papa Benedetto XVI.
BS GIUGNO 2006

2.4 Page 14

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Giugno è il mese dei mondiali di calcio
CALCIO
IL RITO PLANETARIO
di Roberto Guarino
18esima edizione: 9 giugno
- 9 luglio. Inizio a Monaco
di Baviera, finale a Berlino.
32 le squadre. Presenti
tutti i continenti. Le partite
saranno trasmesse in
diretta sui videofonini. Può
lasciare indifferenti?
E' lo sport più praticato al mondo,
l'evento mediatico di maggior
importanza a livello globale. In
Italia è lo sport nazionale per eccellen-
za, l'unico che unisce e inchioda l'at-
tenzione di un numero enorme di spet-
tatori. Eccitazione e tensione vanno al
massimo e spesso si scaiicano nelle
strade cittadine, coinvolgendo anche
chi non c' entra niente. È un gioco che
si reinventa quotidianamente nelle mi-
gliaia di campetti sportivi più o meno
improvvisati, nelle scuole e nei co1tili
delle case, nelle strade e negli oratori.
L' i11tramontabile fascino del gioco del
calcio si concentra su due elementi: il
pallone e lo stadio. Gli att01i sono i
giocatori e il pubblico: i primi animano
attivamente il gioco, i secondi seguono
i movimenti dei giocatori senza per-
derli di vista un istante, li incitano, li
sospingono. Per questo si parla di "do-
dicesimo giocatore in campo" . Il tifoso
non è solo un osservatore ma tutt' uno
con i giocatori. Questo fenomeno so-
ciale fa parte integrante del nostro uni-
verso quotidiano, delle manie colletti-
ve, dei bisogni primai·i di molti. Come
spiegarlo?
SPETTATORI A MILIONI
"Nel 1978 più di mille milioni di
persone hanno guai·dato la finale di
coppa del mondo Argentina/Olanda,
GIUGNO 2006 ns
I Lo stadio olimpico gremito per
la partita giocata davanti
a Giovanni Paolo Il durante
il Giubileo degli sportivi.
un guaito dell 'intera popolazione mon-
diale! Desmond M01Tis, nel suo La
tribù del calcio (The Soccer Tribe) , af-
ferma che questo gioco viene visto co-
me caccia rituale, battaglia stilizzata,
celimonia religiosa, droga sociale, im-
presa commerciale e teatrale... Niente
viene tralasciato: le coccarde, i premi,
le sc1itte, le mascotte, i denudamenti,
secondo un ptincipio rigorosamente
antropologico che analizza ogni aspet-
to concreto del fenomeno. "Molti deni-
grano il calcio e lo definiscono solo un
gioco. In realtà, ogni paitita di calcio è
un evento simbolico piuttosto com-
plesso. Bisogna analizzai-Io, studiarlo e
capirlo...". Tra le interpretazioni più in-
teressanti, c' è chi vede nel calcio un
grande 1ito di massa, un fenomeno cul-
tmale presente con patticolare intensità
nel mondo giovanile. C'è un mondo
del calcio che è fatto di notizie, dati
tecnici , numeri, nomi , storie, racconti :
una nomenclatura pesante e un po' os-
I Tutti giocano a calcio, nei grandi
stadi e nei campetti asfaltati
di periferia...

2.5 Page 15

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in Germania, evento che interessa il mondo intero.
I Tutti gioc<!no a calcio, grandi
e piccini. E davvero un grande rito
collettivo ... e planetario!
sessiva che tuttavia è anche veicolo di
socialità, di festa, di fantasia. La ban-
diera è uno dei simboli più 1icorrenti
della ritualità sportiva: lo stadio è cir-
condato di bandiere, per i vincitori dei
giochi durante la premiazione viene in-
nalzata la bandiera della propria nazio-
ne. È un indicatore della nazionalità,
dell 'appartenenza etnica, ma appare
una contraddizione nella società globa-
lizzata e interetnica. Così il rito della
nazionale di calcio assume un ruolo
catartico, un modo di incanalare le
aspirazioni nazionalistiche, di solleti-
care l'orgoglio nazionale. In occasione
delJe partite dell'Italia è tutto un fiorire
di tricolori che ·magicamente appaiono
alle finestre o sulle autovetture sfrec-
cianti nelle vie delle città. Tutti uniti,
tutti felici di essere italiani.
RITO NON SOLO
La partita è il rito principale, cele-
brato alla presenza di migliaia di per-
sone che attendono i medesimi segni:
la presentazione delle squadre, il lan-
cio della moneta, il fischio dell 'arbitro,
grande "officiante". Ma esiste tutta una
serie di piccoli riti paralleli: il tifoso si
prepara sin dal mattino, ripete azioni
scaramantiche come indossare gli stessi
abiti, sedersi allo stesso posto allo sta-
dio, interpretare da piccoli segnali gli
eventuali buoni o cattivi auspici. Una
ritualità quasi pagana, che riguarda an-
che i calciatori con i loro mille piccoli
gesti: baciare il pallone, cantare un in-
no, toccare il terreno facendo più segni
di croce, ecc. "Il calcio è l'ultima rap-
J?resentazione sacra del nostro tempo.
E rito, anche se è evasione. Mentre al-
tre rappresentazioni sacre, persino la
messa, sono in declino, il calcio è l'u-
nica rimastaci. È lo spettacolo che ha
sostituito il teatro" (Pasolini). Manuel
Vasquez Montalban (Una religione al-
la ricerca del suo dio) afferma che il
calcio è uno dei pochi sport in cui mi-
steriosamente le sensazioni di un indi-
viduo si fondono con quelle di una col-
lettività, un paese o almeno una parte
di esso. Una religione commerciale,
che si adatta in modo simbolico e ri-
tuale alle necessità di fede della società
postmoderna. Una religione laicale con
i suoi riti, i suoi simboli, le sue catte-
drali, le sue sette. Non solo. Il mondo
della cultura e dell'arte non è rimasto
estraneo a questo fenomeno. Secondo
Jean-Paul Sartre il calcio è una metafo-
ra della vita. La vita è una metafora del
calcio, coITegge il filosofo Givone. Il
calcio è un linguaggio con i suoi poeti
e prosato1i, aggiunge Pasolini, che in-
serì iJ pallone nei suoi romanzi di vita.
Per Thomas Eliot "il calcio è un ele-
mento fondamentale della cultura con-
temporanea". Per Darwin Pastorin il
pallone rappresenta un'utopia, un ri-
scatto, un'opposizione al potere. Basta
leggere Eduardo Galeano: "Per quanto
i tecnocrati lo programmino perfino
nei minimi dettagli, per quanto i potenti
lo manipolino, il calcio continua a vo-
ler essere l'arte dell ' imprevisto". In
tutte le periferie del mondo i bambini
giocano a calcio con i coetanei - mu-
latti, ebrei, giapponesi , polacchi, afri-
cani - non importa di quale razza o na-
zione. E quella palla di stracci e spe-
ranza rappresenta la lingua comune, un
modo per stare insieme, per sognare,
capire e farsi capire. Insomma, il cal-
cio è metafora del vivere moderno, in
cui allo sforzo meticoloso di predi-
sporre schemi e programmi, corrispon-
de l'imprevedibilità delle situazioni e
l'imponderabilità dei fattori che deci-
dono un incontro. Tanto che poi l'esito
del match si presta a interpretazioni e
recriminazioni infinite: non sempre sul
campo vince il più bravo, a volte pre-
vale il più fortunato o il più scaltro, o
magari il più ostinato e risoluto, quello
che non molla mai fino al novantesi-
mo. È appunto il carattere aleatorio del
gioco che permette agli spettatori di
Il logo e la mascotte delle
olimpiadi 2006 in Germania
sentirsi protagonisti e alimenta il loro
impegno ad essere "il dodicesimo uo-
mo in campo": C'ero anch'io!.
E ALLORA?
Gli eventi sportivi più recenti - l'ec-
cessiva spettacolruizzazione, l' invaden-
te mercificazione, l' allarmante diffu-
sione di atti di violenza, l'abuso di so-
stanze dopanti - hanno stravolto i car-
dini della cultura e dell ' etica sportiva,
hanno messo in risalto più gli aspetti
negativi contro quelli educativi. C'è da
recuperare il terreno perduto. Nel cal-
cio il soggetto sperimenta in forma mi-
tigata tutta la gamma delle emozioni
che fanno parte della vita: l'incertezza,
il rischio, l'imprevedibilità dell'esito,
la delusione, l'individualizzazione, la
solidarietà, ecc. e le affronta in un am-
biente che le legittima e le compone
sotto l'ordine della reciprocità piutto-
sto che sotto quelJo della separazione e
del!' equivalenza. Per queste ragioni
potremmo dire che il calcio è formati -
vo proprio perché permette di convive-
re più serenamente con le dimensioni
conflittuali della nostra società. O
BS GIUGNO 2006

2.6 Page 16

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redazionale
NEW YORK, STATI UNITI
IL VIDES
ALLE NAZIONI UNITE
Il Vides Internazionale è stato
presente, a New York nel Pa-
lazzo delle Nazioni Unite, al-
la 53a Conferenza Annuale
del Department of Public In -
formation che ha avuto per
tema : La nostra sfida: voci
per la Pace. Le ONG per il
cambiamento. La conferenza,
come noto, ha preceduto nel-
la sede dell'ONU il Summit
M ondi ale dei capi di stato e
d i go verno sul raggiungimen-
to degli Obietti vi di Sviluppo
del Millennio (Millennium De-
velopment Goals). Vi hanno
preso parte circa 3500 rappre-
sentanti di ONG e di altri
partners. Per la prima vo lta,
sono state organizzate tavole
rotonde per permettere lo
scambi o e la conoscenza tra i
partecipanti de ll a società c i-
vile, rappresentanti degli Stati
Me mbri e Presidenti dei par-
lamenti de l mondo intero. Gli
scambi hanno permesso di
esaminare gli impegni che i
governi si sono ass unti , in
particolare il ragg iungimento
di tre obietti vi: la promozione
del la pace e dell a sicurezza, lo
sviluppo e i diritti dell ' uomo.
Per il Vides hanno preso la pa-
ro la Joe Washington, dell 'U-
niversità per la Pace di Pisa, e
suor Vera Camerotti, FMA
brasiliana, che ha parlato del-
l' attività delle suore a favore
delle popolazioni rurali nel
suo paese. Anche quest' anno
due FMA, suor Maria de los
Angeles Cont:reras e suor Ber-
nadette Sangma hanno parteci-
pato, al Palazzo di Vetro, alla
Conferenza che aveva per te-
ma una maggior partecipazio-
ne delle donne allo sviluppo e
nei processi decisionali . Le
due suore salesiane hanno pre-
sentato la situazione dei cosid-
detti "bambini strego ni" nella
R.D. del Congo e il lavoro
delle FMA a favore della loro
e mancipaz ione.
la famiglja cristiana
nella casa del
TORINO, ITALIA
Una bella, ma soprattutto uti-
le iniziativa è stata messa a
punto dalla editrice salesiana
ELLEDICI. Si tratta de ll a rie-
di zione in un ' unica confezio-
n~ de l diffus issimo libro di
canti "La famiglia cristia-
na nella casa del Padre"
corredato stavo lta dal
cd in mp3 (che contie-
ne tutti i 761 brani). Il
cd permette di ascolta-
re e insegnare il canto,
di stampare il testo, di
stampare lo spartito mu-
sicale con le melodie per i
cantori e gli accordi per i
suonatori di chitarra.
BACAU, ROMANIA
La casa di Bacau in Romania
è eretta da tre anni . Cinque
sa les iani si dedi cano "anim a
e c uore" a ll a g ioventù ge-
stendo un oratori o, un centro
g iovanile e alcuni picco li
cors i profess ionali , e aiutan-
do i giova ni a scegli ere il lo-
ro futuro . Una missione,
dunque, ancora solo agli ini-
zi, ma la sempli ce serenità di
questi volti , fel ic i di fre-
quentare l'orato ri o, fa be n
s pe rare.
GIUGNO 2006 BS
BREVISSIME DAL MONDO
GERUSALEMME, ISRAE-
LE. Dopo quattro anni, cioè
da quando è iniziata la secon-
da Intifada, fu1almente i pel-
legrini sono tornati in massa
a Gerusalemme. Si calcola
che per la Pasqua 2006 siano
gi unti in Te1rn Santa circa
15 000 pellegrini .
ROMA. "OraTV", è un
progetto sperimentale sv i-
luppato dal Forum Oratori
Italiani, che ha lo scopo di
sperimentare il mondo del-
la comunicazione video a
partire da esperienze rea-
lizzate direttamente dai ra-
gazzi. L ' ini ziativa cerca an-
che di "poter disporre in
modo gra tuito di strumenti
di comunicazione all 'avan-
guardi a". (Da Zenit)

2.7 Page 17

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TAORMINA, SICILIA
La congregazione chia-
ma i giovani : sono il futu-
ro della Chiesa e del
mondo. I salesiani inten-
dono valorizzare sempre
di più i GEX - giovani
exallievi, carichi ancora
di gioventù e di vita. Un
po' dovunque , si stanno
riscoprendo i giovani
cooperatori e i giovani
exallievi e su loro si pun-
ta per ridare nuovo slan-
cio e nuova forza al cari-
sma. Nella foto i Gex di
Sicilia al Convegno an-
nuale a Taormina.
ROMA, 1TALIA
Il VIS (Volontariato Inter-
nazionale per lo Sviluppo)
di matrice salesiana è un
"giovanotto" di vent'anni!
Nato per il progetto Afri-
ca, voluto da don Egidio
Viganò , opera in 24 pae-
si , si è servito finora di
254 volontari , realizzando
centinaia di progetti di svi-
luppo umano in sinergia
con le comunità salesia-
ne . Gestisce un sito web
da 100 mila accessi men-
sili , una rivista, la scuola
di mondialità ; edita libri ,
svolge annualmente un
grande Harambée. Lunga
vita al VIS.
TORINO, ITALIA
Il CEC (Centro di Evange-
1izzazi one e Catechesi)
Don Bosco ha organizzato
e svolto un importante in-
contro su un tema di primo
piano : "La Catechesi oggi
in Italia". Il desiderio di ri-
presa e rilancio della cate-
chesi è grande, le aspetta-
tive di parroci e catechisti
enormi. All'incontro ha par-
tecipato monsignor Walter
Ruspi , direttore dell'Ufficio
Catechistico Nazionale
presso la Cei , e già colla-
boratore alla stesura e ve-
rifica dei catechismi.
CITTÀ DEL VATICANO
Monsignor Zen , arcive-
scovo di Hong Kong , sa-
lesiano , è cardinale, con il
titolo di Santa Maria Ma-
dre del Redentore a Tor
Bella Monaca in Roma.
Noto nel mondo per la
strenua difesa dei diritti
umani, della libertà reli-
giosa e della libertà d'in-
segnamento è stimato an-
che dal governo cinese,
nel quale il porporato ve-
de segni di disgelo nei
confronti della religione. Il
neocardinale ha passato
un giorno alla Pisana, ac-
colto dal Rettor Maggiore
e dai confratelli.
SANTIAGO DEL CILE 1 che ha rinunciato per rag-
li 4 marzo u.s. Benedetto giunti limiti di età. Monsi-
XVI ha nominato l'ispetto- gnor Bastres , classe
re salesiano don Bernar- 1955, fu direttore del pre-
do Bastres Florence nuo- noviziato e poi del post-
va vescovo di Punta Are- noviziato , e dello studen-
nas , che succede a man- tata teologico. Ha studiato
signor Tommaso Gonza- Diritto Canonico all 'UPS
lez anche lui salesiano , di Roma.
MELBOURNE,
e riviste, comunicati, ecc.
AUSTRALIA
Qualche mese fa ha ter-
La missione delle isole minato (con i componenti
Salomon continua con i dell'Orma) un giro in Au-
suoi progetti. Pur di non stralia per raccogliere i
fermarsi , don Luciano Ca- fondi che gli permetteran-
pelli le trova e prova tutte : no di portare a termine
benefattori , volontari , giri l'ospedale. Nella foto don
di propaganda, e-mail , re- . Capelli (a destra) con il
soconti, diffusione di foto Vescovo di Brisbane.
BS GIUGNO 2006

2.8 Page 18

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ATUTTO CAMPO
di Giancarlo Manieri
Nel "Paese dei liberi" i
salesiani compiono un
lavoro prezioso per la
Chiesa e la società: opere
sociali centri professionali
scuole tecniche, scuole
umanistiche, chiese,
oratori centri giovamli
parrocchie, cappellanie,
convitti centri missionari
assistenza ai lebbrosi...
Cenni di una multiforme
attività.
L a presenza salesiana in Thailan-
dia si è andata costruendo lenta-
mente con alterne vicende fino
all'assetto attuale. Cominciò da Ban-
gokhuek, dove i salesiani nel 1927 fu-
rono chiamati a sostituire i padri fran-
cesi delle Missioni Estere. Fecero su-
bito grandi e costosi lavori per riparare
la chiesa e per costruire i locali man-
canti: "Abbiamo la malattia del matto-
ne, noi salesiani" - esclamò a questo
punto don Battista -. Uno dei pan-oci,
don Gaetano Pasotti, consacrato poi
vescovo, vi fondò la congregazione
delle Ancelle nel 1937. La presenza
dei figli di Don Bosco durò fi no al
1965. La chiesa divenne per qualche
tempo anche la cattedrale prima di
monsignor Pasotti poi di monsignor
Carretto.
A Lak Hà, un villaggio di famiglie
cristiane, fu don Andrea Vitrano, su
disegno di don Ceccarelli, a costruir-
vi una chiesa e una scuola che conti-
nuarono il loro cammino, anche
quando i salesiani la consegnarono ai
sacerdoti locali. La chiesetta di Lak
ha celebrato il suo 50° nel 2004.
A Vat Phleng iniziarono nel 1929
e, come al solito, abbellirono e resero
più funzionale sia la residenza mis-
GIUGNO 2006 BS
La grande scuola di Banpong
Sa rasit ...
sionaria sia la chiesa della pan-oc-
chia. Il chierico Vit:rano, artista e pit-
tore, l'abbellì con numerosi dipinti .
Qui capitò che uno dei parroci, don
Mané, venne un giorno sequestrato
dai banditi che lo minacciarono di
morte. Solo l'intervento deciso della
polizia e una mezza sollevazione dei
fedeli gli salvò la vita. Vi fu parroco
anche l'ex ispettore don Giovanni
Casetta che proprio qui era stato or-
dinato il 1° luglio 1933. Nel 1965
anche Vat Phleng fu 1iconsegnata al
clero indigeno perfettamente risiste-
mata e attrezzata. La scuola (in Thai-
landia non esiste parrocchia senza
scuola) operò così bene che ebbe
perfino allievi non cristiani.
Khok Mottanoi è una località cui
si poteva accedere solo attraverso il
fiume Mekhlong e un tortuoso cana-
le. Don Curti, che ne fu il primo par-
roco, riorganizzò la liturgia e sistemò
la scuola che raggiunse anche i 1000
alunni. Il successore, don Munrui,
riuscì a irrigru·e una grande estensione
di ten-eno usando l'energia prodotta
da mulini a vento, il che costituì per
quel luogo un'autentica meraviglia,
attirando non pochi visitatori e la ri-
.. con il suo monumento
a Don Bosco.
conoscenza degli abitanti che ne be-
neficiarono. Anche i buddisti si re-
cavano a pregare nella chiesa di
sant'Antonio soprattutto per chiedere
di vincere alla lotteria: chissà come
s'era ingenerata una tale credenza.

2.9 Page 19

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Khok Mottanoi fu ceduta ai diocesani
nel 1960.
A Don Krabuang, si arrivò il 22
settembre 1928. Come era stato fatto
nelle altre stazioni missionarie, si do-
vette anche qui ristrutturare la chiesa
dedicata a san Michele, la scuola, la
canonica e rivitalizzare la liturgia.
Scuola e parrocchia prosperarono fi-
no a quando nel 2001 subentrarono i
sacerdoti indigeni.
POI BANPONG
"Insomma, in due anni lungo la za-
na del Mekhlong arrivarono 46 sale-
siani, di cui 26 novizi, per una cristia-
nità di circa 7000 persone. Dieci anni
dopo, veniva eretta l'ispettoria sale-
siana del Siam. Bel primato no? -
esclamò don Personeni alla fine della
stori a. Poi continuò - Ma le stazioni
missionarie sono ben più numerose sia
al Nord sia al Sud. Ciò che ti ho rac-
contato - concluse - è solo perché ti
rendessi conto dell 'evoluzione salesia-
na in Thailandia. Non ti dico di più,
ma la nostra vicenda nel Siam è ben
più lunga e qrticolata. Oggi andremo
a Banpong. E una città salesiana. Se
dovessi morire in Thailandia, vorrei
riposare a Banpong, assieme agli altri
confratelli; ci sono quasi tutti: monsi-
gnor Carretto, don Uliana, don Ruz-
zeddu, don Vitrana, don Mané, don
Jelllici, don Ceccarelli, .. .".
Il 1928, dunque, fu l'anno di Ban-
pong, con la scuola san Giuseppe. Si
trattava di una casa/chiesa in legno.
Tre anni dopo l'arrivo dei salesiani
c'era già la scuola in muratura, grezza,
che i chierici tirocinanti provvidero a
rifinire e pitturare. Oggi nella città so-
no presenti quattro opere salesiane e il
cimitero. C'è Sarasit, con scuola ele-
mentare, media, liceo, e pre/universi-
taria pareggiata per interni ed esterni:
un complesso che ospita più di 2000
alunni. Ci trovammo immersi in un
mare di ragazzi e ragazze che occupa-
vano i grandi cortili, erano arrampicati
sul monumento di Don Bosco, si aggi-
ravano attorno a una marea di motori-
ni, sfrecciavano davanti a noi , special-
mente i più piccoli, intenti a rincorrer-
si in giochi che non conoscevo ...
"Aria di Valdocco!", esclamò compia-
ciuto don Battista. Non potei non dar-
gli ragione: un bagno di salesianità pu-
ra. A stento attraversammo la folla per
arrivare all'altra opera; la parrocchia
con la splendida chiesa dedicata a san
Giuseppe: una grande moderna costru-
zione a detta del parroco molto fre-
quentata, ma anche, me ne accorsi dal-
le numerose bacheche, perfettamente
organizzata.
LA CASA
DI FORMAZIONE
NON SOLO
Visitammo ancora, nella stessa città,
la scuola professionale che oltre a più
di 400 alunni ospitava un altro monu-
mento a Don Bosco dello scultore
Prawat. Poi andammo al cimitero. Ho
visto don Battista commuoversi di
fronte alla tomba dei salesiani: "Beh,
don? Hai gli occhi lucidi". "Sai? L'ho
fatta costruire io questa tomba,
quand'ero economo ispettoriale. E ci
ho radunato tutti i nostri grandi. Con
questo cuore matto che mi ritrovo, mi
sa che tra poco ci verrò anch'io...".
"Piantala, Battista... sei fresco e ve-
geto! Che cosa c'è scritto sul fronte-
spizio sotto il Cristo risorto?" "Io so-
no la risurrezione e la vita". "Ecco.
Quindi siamo a posto no?". La suc-
cessiva visita alla casa di aspirantato e
postulantato Ban Nazareth lo risol-
levò. Davvero una bella costruzione,
curata nei dettagli. I giovani che l'abi-
tavano avevano turni di lavoro oltre
allo studio. "Ti piace?". "Capperi!" .
"Beh, l'ho costruita io!". "L'avrei giu-
rato! Ti si legge in faccia!".
L' ultima visita della giornata fu a
Sampran , 40 krri da Bangkok: novi-
ziato, studentato fùosofico, casa di ri-
tiri, oratorio festivo. "/ novizi non solo
assorbono il carisma di Don Bosco,
ma imparano ad amare il lavoro, an-
che quello manuale, perché stare con
i ragazzi esige di saper cavarsela nelle
situazioni più disparate e soprattutto
vuol dire una vigilanza continua, me-
todica, senza distrazioni". Non mi ha
meravigliato più di tanto l'insistenza
di don Battista sulla necessità, per un
salesiano, di essere sempre pronto e
preparato a qualsiasi evenienza: con i
ragazzi non si sa mai come ti va a fi-
nire: le sorprese sono ali' ordine del
giorno e a volte dell'ora.
D
BS GIUGNO 2006

2.10 Page 20

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Abbiamo intervistato la figlia dei coniugi
FIGLIA DI SANTI
Giovanni Eriman
La signora Enrichetta
Be/trame Quattrocchi
ultima figlia dei beati Luigi
e MariQ beatificati da
Giovanni Paolo !! ti
21/10/200l ha risposto
alle nostre domande,
parlandoci della sua vita e
dei suoi ricordi...
GIORGIO PAPÀSOGU
I La signora Enrichetta e
don Sabino Palumbieri
nello studio dell'intervistatore.
- Signora Enrichetta che cosa
ricorda più volentieri dei suoi
santi genitori?
Tutto! Sì, proprio tutto!
- È vero che lei, quarta e ultima
figlia, non avrebbe dovuto nasce-
re?
Una disfunzione della placenta al
quarto mese di gravidanza mise in
pericolo la mia vita e quella della
mamma. Il ginecologo consigliò
l'aborto. La mamma e il papà di co-
mune accordo dissero no! "Avvoca-
to, lei sa bene che potrà rimanere
vedovo con tre bambini piccoli" ...
A questo punto papà lo invitò gen-
tilmente ad andarsene. Tre mesi di
angoscia senza nome... ed eccomi
qua. Non dovevo nascere e oggi ho
più di novant'anni!
- Come definirebbe la sua fami-
glia in rapporto alle famiglie di
oggi?
GIUGNO 2006 BS
Meravigliosa e, purtroppo, anche
eccezionale!
- Ci spiega il ''purtroppo"?
Perché è raro, per lo meno al
giorno d'oggi, trovare una fami-
glia così normale e così straordina-
riamente fusa, allegra, disponibile
agli altri , aperta all'ospitalità di
qualunque genere. Perché, vede, in
casa nostra un ospite, se aveva bi-
sogno, poteva restare anche per
mesi. Ospitalità di tutti i generi.
Una volta ospitarono una neonata
di pochi giorni che stava al piano
di sotto, i cui genitori erano morti
di spagnola, e si sa bene come fos-
se contagiosa. I miei la tennero per
vari mesi come una figlia finché
una nonna non la prese con sé.
Ospitalità anche di persone non
completamente a posto con l'equi-
librio, ex suore, ex preti, persone
in crisi ... Potevano restare anche
giorni e giorni. E un ' ospitalità an-
cor più eroica, quando, durante
l'occupazione tedesca (la nostra
I La copertina del libro che traccia
la vita dei santi genitori
di Enrichetta.
abitazione è dirimpetto al ministero
dell'interno), capitavano dei carce-
rati, dei rifugiati, dei fuggiaschi:
alcuni giovani che non volevano
andare con i tedeschi e vivevano in
casa nostra vestiti da frate . ..
- I rudimenti della fede cristia-
na e della morale li ha avuti dai
genitori?
Certo! I miei anche durante il fi-
danzamento si sono comportati

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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beati Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini.
con una correttezza assoluta. La
massima espressione che si pote-
vano dire per lettera, era: "Un mi-
lione di baci sulle tue mani" , que-
sta era per loro il colmo dell'auda-
cia amorosa! Sono state pubblicate
le lettere da Città Nuova: varrebbe
davvero la pena leggerle. La ca-
stità per la mamma era un elemen-
to fondamentale di formazione. Ci
salvaguardava in una maniera as-
soluta. La vita spirituale è entrata
in casa nostra dopo circa due anni
dal matrimonio, con l'aiuto di un
padre francescano il quale, sia pu-
re con molta delicatezza, ha susci-
tato nella mamma un vero amore
per questa virtù. Questo padre le
lasciò anche un piccolo regola-
mento di vita che fa pensare "mu-
tatis mutandis" alla Filotea di san
Francesco di Sales, e papà che
aveva tantissimo amore per la
mamma la seguì, quindi comincia-
rono la loro cordata che è finita
soltanto in cielo.
- E il divertimento?
Il circo equestre o il teatrino del
Massimo o il carnevale; questi era-
no i divertimenti fissi che aspetta-
vamo con molto piacere. E poi l' e-
state. La famiglia viveva con so-
brietà, anche se papà era un avvo-
cato dello Stato. Non ci faceva
mancare nulla ma non si sprecava
niente. I vestiti si riciclavano da
uno all'altro: si rovesciavano i
cappotti, si ritoccavano pantaloni e
gonne, ecc... L'unico lusso era l'e-
state, perché i nostri genitori sce-
glievano per le nostre vacanze una
villa con parco in Toscana, o in
Umbria. Allora papà si dedicava
completamente a noi: escursioni a
piedi, o passeggiate in bicicletta,
sempre con i figli. E poi le ripeti-
zioni, perché non è che fossimo
studiosissimi... sempre qualcuno
doveva sostenere gli esami di ripa-
razione a ottobre. Don Tarcisio
una volta si beccò sei materie!
- Don Tarcisio? A proposito, che
fine hanno fatto i suoi fratelli?
Filippo è il primo, che come reli-
gioso si chiamò don Tarcisio, don
Tar per gli scout. Fu lui che com-
pose il famoso "Al cader della
Enrichetta con papa Giovanni
Paolo Il nel 2001 .
giornata", che si canta tuttora. È
stato loro assistente fino a quando
non è morto, tre anni fa, a 97 anni.
La seconda è Stefania poi divenuta
suor Cecilia, il terzo Cesare, che si
è fatto trappista con il nome di pa-
dre Paolino. La quarta sono io,
professoressa di liceo che solo da
poco sono entrata nel "TR" (Testi-
moni del Risorto) di don Palum-
bieri, e dunque appartengo alla Fa-
miglia Salesiana.
- Come ha conosciuto il TR?
Perché don Sabino Palumbieri
volle conoscerci poco prima della
beatificazione dei nostri genitori .. .
E io mi entusiasmai del suo movi-
mento e ne volli far parte.
- Quindi eravate bravi, tutto
sommato . . .
No, non noi eravamo bravi, era-
no bravi loro, i nostri genitori.
Quando chiedevamo qualche cosa
e la mamma non ce lo vo leva da-
re, diceva "Poi vediamo" e il poi
non arrivava mai, ma intanto noi
stavamo tranquilli. E vede, quan-
do faccio qualche testimonianza
così, alle mamme, dico questo
"Se voi riusciste a meritare la pie-
na stima e fiducia dei vostri bam-
bini, qualunque cosa diciate l'ac-
cetteranno, perché sentono che
voi siete per loro". In effetti, noi
figli eravamo fieri dei nostri geni-
tori . Il segreto è tutto qui: fare in
modo che i figli siano fieri dei
propri genitori. C ' è un ' altra cosa:
la mamma usava fare con i figli
più grandi un discorsetto più o
meno una volta al mese, a tu per
tu , di carattere spirituale. A 15
anni Filippo le espresse il suo de-
siderio segreto di diventare sacer-
dote. La mamma si stupì, perché
non se n'era mai parlato. Lo disse
al papà e ... e basta! Non hanno
insistito per il "Vai!", né per il
"Resta!". La vocazione ha fatto
da il suo corso, né poteva esse-
re diversamente, se la chiamata è
di Dio. L' altro fratello seguì lo
stesso percorso. Papà accettò che
andasse a un corso di esercizi spi-
rituali a San Paolo Fuori le Mura
e lui s'innamorò di quella vita.
Ma non ricordo bene quel che
successe. Ricordo solo che il
grande entrò al Capranica e il se-
condo entrò nel pomeriggio a San
Paolo. Così pure mia sorella prese
ad un certo momento la via del
convento ... E io sono rimasta a
casa. Ricordo bene quel che papà
disse con risolutezza ai miei due
fratelli: "Non diventate preti per
fare carriera!".
- È simile a quello che disse
Mamma Margherita a Don Bo-
sco... Grazie, signora, di questa
magnifica testimonianza.
BS GIUGNO 2006

3.2 Page 22

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lettera ,
ai giovaru
LE REGOLE
DEL GIOCO
Carissimo
in questo periodo andiamo tutti nel pallone.
Noi italiani, chi più, chi meno, siam.p tutti pallonari.
Come l'aviaria, è una sindrome sociale che attra-
versa i confini e colpisce ovunque.
çrea dipendenza: pochi vogliono guarire.
E un virus che non si riproduce ma si moltiplica.
Incollati come francobolli al video.
Te ne accorgi dalle autostrade semideserte.
Andare da Milano a Bologna in un'ora e mezza è
possibile se la percorri quando l'Italia gioca.
Il morbo del pallone porta febbricole, febbre alta e
febbrone da cavallo.
La febbricola contagia la famiglia.
Il televisore è aperto in cucina, nel tinello, a tavola,
nella camera da letto.
1
Dal più piccolo al più grande si ingoia tutto: parate,
rigori, goal. .. Alla fine della giornata tutti hanno il
mal di testa nonostante si vedano solo piedi, scar-
pe, tacchetti e i tanti annunci pubblicitari.
Siamo come la damigiana che si lascia riempire.
La febbre alta prende il tifoso: l'abbonato che non
perde mai una partita. Vive lo sport come una fede.
!_.a febbre da cavallo colpisce il tifoso-tifoso.
E un tipo inconfondibile. Vive di sciarpe a strisce,
di magliette a pois, ha mani e braccia tatuate, la
voce roca. Quando va allo stadio è come se an-
dasse alla guerra.
Vede sempre due partite: quella che vedono tutti
e quella che vede solo lui.
Quando esce dallo stadio sembra un fuoruscito
da un campo di concentramento.
Non si dà pace. Il suo disc~tere corre sempre e
solo a un terminale: PERCHE'? Non si può perdere
una partita così.
Regola numero uno: per giocare occorre almeno
essere in due.
Il gioco unisce e non divide due amici in due awersari.
A calcio si gioca undici contro undici.
La partita vera non è lo scontro, ma l'incontro di
due moduli, di ~ue filosofie di gioco, di due schemi.
Regola nume o due: anche se si gioca con i piedi
si vince con la testa.
Giocare è ragionare, è coinvolgere, è fare squadra.
Regola numero tre: finalizzare, tirare in porta, fare
goal.
çJgnuno di noi ha una partita da vincere.
E vero che la palla è rotonda. Niente va lasciato al
caso.
Allenarsi, accettare una disciplina, lasciarsi gui-
dare da una regola di vita porta alla vittoria, al
senso dell'esistenza.
Ritornare alla regola come una zattera durante
una tempesta.
La regola mi ricorda l'arca i;Noè.
Perché quando non si risr1-ettano le regole le partite
finiscono in un diluvio. Sullo staì:Ho' piove di tutto.
Questa parola non è molto alla moda.
Lo è stata per molto tempo. È ora che torni a es-
serlo.
Rifiutiamoci di ammettere di aver visto una bella
partita quando le regole sono finite in fuori gioco.
Non si nasce virtuosi, lo si diventa con l'educazio-
ne, con l'amore, con la regola di vita.
Aff.mo
Carlo Terraneo
Non si rassegna. Perché'?
"Bisogna saper perdere", si sente ripetere.
Il calcio è solo un gioco.
Rimane un giocattolo solo se si rispettano le regole.
E\\ la regola che da\\ senso al gioco.
La vita si accende, prende il senso se tu ne intui-
sci la legge, la norma, il segreto.
GIUGNO 2006 BS

3.3 Page 23

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.••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••
INSERTO
CULTURA
A Ruca Choroi, nelle Ande argentine,
c'è un'emittente di vetta. Da circa dieci anni,
Radio Comunidad FM 92.7 rompe l'isolamento
della comunità mapuche.
FM92.7
LA RADIO
DEI SIGNORI DELLA TERRA
di Maria Antonia Chinello
•••••••••••••••••••
Legati visceralmente alla terra dal loro stesso nome, 'mapu' (terra)
'che' (gente), questo popolo della Patagonia, sopravvissuto a secoli
di sfruttamento economico e culturale, cacciato dal suo territorio,
è costretto a vivere in povertà (solo poche coltivazioni che l'altura
permette). Le comunità lottano per conservare l'autonomia
di fronte a una società che li vorrebbe assorbire,
calpestandone i diritti e cancellando la cultura.
La nuova sede di Radio Comunidad FM 92.7.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
t è
••
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• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2006 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• !
•••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
La comunità FMA in preghiera.
Lavoro di editing per i programmi.
Giovani operatrici della radio in attesa di andare in onda. Una giovane donna ritorna dalla radio verso la sua casa.
Radio Comunidad FM 92.7 è
tutta nuova, e la casita co n il
suo co lore verde spicca sul-
l'a ridità del suolo circosta nte. Un
ince ndio, nel 2003, aveva distrut-
to tutto: sa le di registrazione e di
trasmissione, strumenti, arch ivio
e... anche i sogn i dei mapuche, i
«signori del la terra», che vedeva-
no nuova mente fa rsi inco mbente
il rischio dell'incomunicabilità,
dovuto all'isolamento c he la co-
munità vive. Grazie però al l'ai uto
di molti am ici, benefattori, enti,
dopo so lo un an no sono potute ri-
prendere le trasmissioni. «La radio
è molto apprezzata dalla co mu-
nità - racconta suor Ana A ravena
zione dopo l'incendio si è potuto
co ntare sull 'apporto della provin-
cia e avere così la costru zione in
muratura» . La gente sa che la ra-
dio è a loro servi z io; è uno spazio
per la com unità, situata nel Parco
del Lanfn, un imponente vu lcano
spento e innevato tutto l'anno, do-
ve vivo no nel raggio di 1O km 2 un
migliaio di persone. Le FMA so no
arrivate a Ru ca Choroi nel giugno
1992, un luogo intatto dal punto
di vista natu rale, ma con gross i
problemi di sopravvive nza per la
scabrosità del terreno e il freddo
intenso dei tempi inverna li . La lo-
ro casa diventa presto il punto di
riferimento per il cacique, il capo
cupazioni di tutti i giorn i, le loro
battaglie per il riconoscimento del-
le terre più a valle per potervi tra-
scorrere I' invernada, il sogno di ve-
der valorizzati e rico nosciuti in un
mercato più ampio il lavoro artigia-
nale delle loro donne, la tessitura ».
Le suore provano l'inverno delle
Ande, che porta con sé temperatu re
fino a -25° e nevicate abbondantis-
sime. Anche a loro cap ita di restare
isolate per la neve, o di dover spa-
lare ore per aprirsi un varco e usci-
re di casa. li silenzio è rotto solo
dal soffiare del vento e dal rumore
del torrente. È nel contatto porta a
porta, e attorno al fuoco nell a sa la
della comunità, dove si tengono le
- . Lo sforzo maggiore è stato quel- dell a com unità, e le fa migli e.
riunioni, che nascono i grandi pro-
lo dell e suore che si sono mobili-
getti . Proprio prende corpo la de-
tate per acquistare tutto: dall'edifi-
c io all a strumentaz ione. H anno
TESSERE I FILI
cisione di avere una stazione radio.
Nel 1995, se ne presenta l'opportu-
saputo però trasfo rm arl a in un'a- «Parlando con loro dei problemi nità: un benefattore di Buenos Ai-
zione della com unità, perché han- quotidiani - continua suor Ana - res, Eduardo O liva, è disposto a do-
no co in volto tutti. Per la ricostru- siamo venute a conoscere le preoc- nare tutta la strumentazione neces-
• • GIUGNO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • é • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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·•··•••••••••••••·••··••·••••·••···••·•••···•·•···••••••••••••••••••••••••••••• - --- •-••v-••••••••••
:.
Il cacique - capo della comunità - e il maestro seguono
i lavori di messa in onda dell'emittente comunitaria.
Lavoro di ricerca per preparare il programma musicale
settimanale.
Celeste, una delle voci giovani di Radio Comunidad.
Inonda.
punto il progetto, propongono i pa- CON TUTTE LE VOCI
linsesti, organizza no le forze e le ri-
sorse, diventando così i primi pro- li lungo ca mmino di "apprende-
duttori e conduttori dei programmi. re" e mettere in funzione la radio
Si disegna ben presto la mappa del- è stato sostenuto da ami ci, da tec-
le esigenze e dei desideri della co- nici e operatori di Radio A ler
munità. Sulla ca rta fini scono gli in- (Asociaci6n Latinoa merica na de
teressi di tutti, in partico lare dei Educaci6n por Radio) che han no
giovani: la musica da loro preferita, gestito la preparazione, il lavoro
i problemi che assillano la loro vita, di indagine previa e l'a llestimento
ecc. Da questi dati e da un'analisi dei programmi. Fin dall'inizio si
.
La famiglia di Diego.
saria. Dopo lunghe e fati cose mes-
se a punto del materiale, si dà ini-
zio ai laboratori di abilitazione, di-
retti da suor Graciela Jorge, laurea-
ta in comunicaz ione. I primi allievi
sono i giovani che apprendono il
linguaggio rad iofonico, mettono a
••••• ••••••• •• ••••• •••••••
delle ridotte possibilità di scolariz-
zazione, si deducono gli obiettivi
principali dell'emittente: l'educa-
zione permanente e lo sviluppo in-
tegrale della comunità secondo i
princìpi del Vangelo; la valorizza-
zione degli organismi comunitari e
delle ri sorse umane già esistenti; la
divulgazione, in forma sistemati ca,
del sapere popolare; l' incremento
di nuove professionalità, specie tra
i giovani, la partecipazione popola-
re nel processo di una comunica-
zione altern ativa .
• •••••••• ••••••••••••••••••
sono sotto lineate le caratte risti che
della radio comunitaria affinché
tutti, dal più piccolo al più gran-
de, fo?sero protagonisti nell 'i m-
presa. E evid ente che nell 'emitten-
te non ci sono scopi co mmerc iali,
che la radio è al servi zio della co-
munità, serve per unire e com uni-
ca re, inform are e intrattenere. È
soprattutto radio partecipativa, at-
traverso cui è possibile ricevere e
invi are messagg i di ogni tipo: sa-
luti, informaz ioni per le persone
che sono impegnate nell ' inverna-
• • • • • • • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2006
••••••••••••••••
••

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••
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Jij ~ :::"';~ ,--- - - - - - - - , , - - - -- :c----rvsr.-..------..-....
I Il capo della comunità legge un messaggio attraverso
la radio. A destra, Diego, 9 anni, uno dei più piccoli
operatori di Radio Comunidad. Lui se ne intende
di tecnologia!
Il gruppo dei tecnici volontari di Bahia Bianca, che
hanno seguito le fasi di installazione della nuova radio.
da e nella veranada. Attraverso la pri e della cu ltura, anche il Giorno ado lescente la voce più conosciuta
rad io, il cacique informa le fa miglie della Radio, la prima , o seconda e riconosc iuta dai mapuche. «Gra-
..••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
circa la data dei raduni comunitari domenica di gennaio . E un giorno zie all a co ll aboraz ione co n il Vides
e invita la comunità a partecipare di festa e di incontro per tutti. Av- - spiega Celeste - possiamo ora
alla grande rogativa, i quattro giorni venimento centrale è l'am mini- contare su un computer con
della preghiera mapuche a Dio; gli strazione comunitaria del battesi- software di digitali zzazione e di
insegnanti fanno sapere il giorno mo, l'accoglienza dei nuovi nati messa in onda automatica. Nel
del raduno dei genitori ; si apprende nell a famig li a mapuche, e poi si febbraio dello scorso anno si sono
quando verrà il medico per le per- gioca, si danza, si co ndivide insie- tenuti i corsi con un gruppo di tec-
sone e il veterinario per gli animali; me il cibo . C'è posto per tutti e nici vo lontari, cui hanno partecipa-
in quale periodo il guardaboschi tutti hanno un posto: grandi e pic- to le suore, i bambini e i giovani
verificherà lo stato degli alpeggi, co li, uomini e donne. Tutti ri co r- operatori e locatori della radio.
ecc. Attraverso la rad io si diffonde dano l' inauguraz ione dell a prima Questa nuova strumentazione ci
l'omelia domenica le, si appun- sed e e la benedizione dei nuovi permette di registrare i programmi
•••••
ta mento alle donne per ritrovarsi
nei laboratori artigianali, si organiz-
za no gli incontri di pastorale e di
catec hesi, si progettano le feste del-
loca li. Se la rad io è lo spazio dell a
com unità, è anco ra di più la casa
dei giovani, protagonisti di tutto il
processo di emi ss ione. Ogni gior-
e di mandarli in onda quando le
persone non possono essere pre-
senti alla radio come operatori.
Non è un particolare da poco, in
la comunità. La rad io ha un alto in- no, acca nto a suor El sa, suor Tere- quanto durante l'inverno, quando
dice di gradimento. Non è raro in- sa e suor Ana, che alternano la la neve raggiunge anche i tre metri
contrare, cammi nando per i sentieri presenza all a rad io co n gli altri di altezza, è perico loso per i ragaz-
della Cordigliera, gente con la ra- impegni pastorali , si trovano loro. zi e le ragazze camminare anche
diolina attaccata all'orecchio. Nel
tempo dei rapidi mutamenti, del
mondo globale connesso alla rete,
si fa fatica a pensare e immaginare
che a Ruca Choroi tutto è capovol-
to: che la gente, cioè, debba per-
Tra questi, Diego ha solo 9 anni
ed è una delle voc i,p iù giovani di
Radio Comunidad. E lui che acco-
glie i vis itatori e s' impegna quoti-
dianamente a spiegare come fun-
zio na la rad io, anche agli anziani
due o tre ore per arrivare alla ra-
dio. Nello stesso tempo, ci permet-
te di dare maggiore continuità ad
alcu ni programmi che così potran-
no avere una continuità annuale,
in quanto potremo preparare le tra-
•••••••
correre distanze molto grand i, a dell a comunità: è un inco ntro di smissioni con gli agenti sanitari, i
volte cavalcare anche per una o generaz ioni. Spesso gli anziani maestri , i medici e i guardacaccia,
più ore, per lanciare un messaggio hanno un a formazione scolare mi- che possono essere presenti a Ruca
attraverso le frequenze della ra- nima, c i sono poi i " maestr i", che Choroi solo durante l'estate».
dio... Può sembrare un paradosso, co nosco no la lingua loca le e lo Radio Comunidad FM 92.7 vive
ma ... la comunicaz ione in questo spagnolo, e poi ci sono loro, i gio- delle storie, dei volti, delle voc i del-
•••••••••
angolo delle Ande è molto effi cace
e, soprattutto, rapidissima.
UNA RADIO DEI GIOVANI
La comunità mapuche ha scelto
di ce lebra re, tra le altre feste pro-
vani e i picco li, che all e due lin-
gue, affianca no anche il linguag-
gio tecnologico.
Celeste ogn i lunedì e mercoledì,
si occupa dei programmi musicali,
intrattenendo il pubbli~o su lle fre-
quenze dell a rad io. E di questa
la comunità mapuche di Ruca Cho-
roi, ma il suo sogno è quello di al-
largare l'esperienza e unire in una
sola catena di trasmissione tutte le
comu nità indigene della zona.
Maria Antonia Chinello
••••••••••
• • • GIUGNO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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DIANA PATRIZIA
STELLA
LUMINOSA
DEL GIORNO
Siamo in Colombia,
dove 40 anni fa, il 21
ottobre del 1966, una
piccola stella polare
viene a rischiarare la
vita di mamma e papà
Tabares e di tante
amiche ...
Diana Patrizia conosce un'in-
fanzia felice in famiglia e
nella comunità che la cir-
conda e scorge in lei sin dagli al-
bori una protagonista attiva e
convinta del progetto di Dio nei
suoi confronti. Inizia gli studi
presso il Collegio Eucaristico
delle Madri Mercenarie del San-
tissimo Sacramento, dove oltre a
distinguersi per la sua intelligen-
za "viva e pronta", comincia a
profilarsi la sua autentica voca-
zione missionaria, attraverso i
primi e intimi "colloqui con
Dio". All'interno dell'istituto, in-
fatti, c'è una cappella dove tra-
scorre insieme alle sue compa-
gne momenti di adorazione e
crescita spirituale.
La prima Comunione nel 1975 e
il sacramento della Conferma-
zione nell'anno successivo sigla-
no il definitivo sigillo di Dio in
un ' anima che non soffoca il
"chicco" che il buon seminatore
ha gettato. Sceglie di vivere una
vita intensa che si fa dono agli
altri in nome dell'esortazione di
Cristo nel Vangelo "gratuitamen-
te avete ricevuto, gratuitamente
date".. . e la missione diventa
l'impegno, l'entusiasmo, il servi-
zio responsabile che evidenzia
l'impronta della sua carità cri-
stianamente vissuta.
Nel 1977 cambia scuola ed entra
nel Collegio "Maria Ausiliatri-
ce" in cui troverà spazio la sua
dimensione spirituale; nella casa
salesiana c'è odore di santità ad
ogni angolo e una gioia che stra-
ripa dalle stanze fin lungo i cor-
ridoi dove Diana non può che la-
sciarsi coinvolgere e continuare
ad arricchire con la sua indole
ilare e contagiosa. Studia con di-
ligenza e profitto, suona e canta
in gruppo accompagnata dalla
sua chitarra, animando le cele-
brazioni liturgiche. Nel 1979 la
scuola lancia una "sfida": la mis-
sione catechistica a San Bernar-
do de Los Vientos, un villaggio
di gente povera e bisognosa; ed
ecco che Diana si sente chiamata
per farsi dono in questa iniziati-
va nella quale collaborerà con
tutto lo slancio giovanile che le
scorreva nelle vene. Ma imme-
diatamente prima della partenza
del gruppo per il villaggio, Dia-
na si sente male: la febbre la co-
stringe a letto dunque.. . addio
missione! Ma solo per quest'an-
no perché lo spirito è sempre vi-
gile e operativo e si attiva già per
la missione dell'anno successi-
vo. La salute della giovane però
è messa a dura prova da un ma-
lessere sempre più presente, ma
lei nonostante tutto, continua con
Diana Patrizia Lopez 1966-1980.
assiduità nei suoi impegni con la
stessa sincera collaborazione e la
stessa gioia. Racconta una sua
amica che mai Diana perse il suo
smalto e la sua passione verso i
propri compiti, riuscendo sempre
a spendersi al meglio. Un giorno
non poté fare a meno di nascon-
dere quella sofferenza e la cosa
apparve strana alla sua amica,
perché Diana "non era solita da-
re peso ai suoi malesseri. Non
pensai però che quello fosse il
suo addio".
La grave diagnosi, miocardite
acuta, mise fine ad ogni speran-
za, ma non cancellò il segno di
Dio e quella scia di santità che
Diana ha lasciato in eredità. Si
congedò definitivamente da tutti
il 27 marzo 1980.
BS GIUGNO 2006

3.8 Page 28

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.....
A CACCIA DI SEGRETI
di Graziella Curti
Alla fine delle scuole/
si riempiono i cortili
Sono quasi un centinaio
i centri estivi salesiani che
organizzano tempi di
vacanza attorno a
tematiche educative in
un clima di amicizia e
solidarietà.
T ra le molte esperienze pre-
senti in Italia ne abbiamo
scelte due, che, in ambienti
diversi e con disponibilità di spazio
e di presenze differenti , sono riusciti
a coinvolgere nella gioia e nell'im-
pegno cinquecento ragazzi. Si tratta
del GREST organizzato a Roma
dalla Facoltà di Scienze dell'Educa-
zione Auxilium e della stessa oppor-
tunità offerta dalla comunità delle
Figlie di Maria Ausliatrice di Mon-
leone, un piccolo centro ligure sulle
colline, alle spalle di Chiavari. Due
esperienze diverse con il denomina-
tore comune dell 'ambiente educati-
vo salesiano.
CONTA SU DI ME
Queste le parole magiche che i ra-
gazzi ripetono nei canti, nei gruppi
di riflessione, nei giochi. Insomma,
un orientamento di vita che d'ora in
poi segnerà i loro giorni. Sono cen-
totrenta i partecipanti al Grest e ven-
gono da tutta la Val Fontanabuona.
Già all'entrata, nel cortile dell' o-
ratotio, sono proiettati in un mondo
altro. I cartelloni parlano egiziano,
le figure stilizzate e le frasi bibliche
annunciano la stotia di Giuseppe il
sognatore, per invidia venduto dai
fratelli. E ogni giorno, i trenta giova-
ni animatori, insieme alle suore, di
cui due cinesi, e al sacerdote latino-
americano, attualizzano un percorso
GIUGNO 2006 IJS
Monleone, Genova: prove teatrali durante l'estate ragazzi.
studiato nei dettagli e anicchito dal-
la creatività di ciascuno. Tre giorni
al mare, a Sestti Levante, dove cer-
tamente non ci si può annoiare, per-
ché oltre ai bagni, alla compagnia, ci
sono giochi organizzati. Tutto ri-
chiama la stotia di quel ragazzo
ebreo che, maltrattato dai suoi , ha
imparato a sue spese i gesti della
giustizia, del perdono e dell'amore.
Quegli stessi gesti che segnano le
vacanze di quest'anno e che divente-
ranno bussola sicura per la vita.
A casa, poi, è tutto un alternarsi di
laboratori: cucina, uncinetto, danza,
teatro. Non mancano le visite di per-
sonaggi illustri: sindaco, vescovo, al-
tre autorità. Il temtotio è contagiato
dall'esperienza dei ragazzi . Le fami-
glie vengono convocate per incontri
di riflessione e di preghiera, insieme
con i figli. Ma è la festa finale che Ii-
vela quanto sia bella questa rete di
solidaiietà che avvolge tutta la valle.
La cena condivisa nel campo del cal-
cio dell'oratorio vede oltre 600 pre-
senze. Segue la festa al teatro com u-
nale dove si intrecciano canti, danze
e tanta musica. Gli animatori sono
d' accordo per una sorpresa per tutti i
genitori. Contemporaneamente, però,
i genitori vogliono fare una sorpresa
ai loro figli e salgono sul palco da
dove dedicano loro due canzoni ap-
plauditi ssime. Svelato il segreto del-
la reciprocità. Al termine, un dono
simbolico per tutti: il salvadanaio,
perché come Giuseppe della Bibbia
s' impari la sobrietà per poter aiutai·e
chi è povero.
LA CINA È VICINA
Nel grande parco dell 'Auxilium, la
Facoltà di Scienze dell'Educazione
retta a Roma dalle Figlie di Maria
Ausiliattice, spiccano tra il verde
numerosi gazebo. Sono le sedi dei
340 bambini e ragazzi che vivono
qui la loro avventura insieme a Ryù,
un cinese della loro età, protagonista
dell a storia preparata per loro, che li
porterà a scoprire ben 16 segreti.
Circa 60 animatori, tra cui studenti
della Facoltà, suore provenienti da
tanti Paesi del mondo accompagna-
no i partecipanti ora per ora come da
cronogramma stabilito in preceden-

3.9 Page 29

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'...
Il gruppo dei giovani animatori del campo estivo
alla Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium.
Attività: al pomeriggio ci si dà da fare in gruppo;
c'è da riflettere, scoprire, disegnare, scrivere ...
Grest: la festa dell'accoglienza.
Ecco il gruppo Grest 2005: tanti colori per gli amici
di Ryù alla scoperta dei suoi segreti.
za attraverso condivisionj, preghie-
ra, studio. Per gli animatori, lo stare
con i ragazzi costituisce uno stimo-
lante tirocinio che si integra nel cur-
ricolo della loro professionalità. Tut-
to è stato previsto: le divise con i di-
versi colori, le scritte in caratteri ci-
nesi, i giochi educativi che fanno ri-
flettere in modo divertente. In ogni
gazebo c'è il baule dei segreti dove i
ragazzi del gruppo raccolgono i ma-
teriali prodotti, il quaderno con gli
elenchi e tutto il necessario per le at-
tività. Ogni animatore è fornito di
una specie di diario di bordo dove
trova le tracce per ogni giorno:
obiettivo del segreto, spiegazione
del gioco, suggerimenti per interagi-
re e una sezione denominata "e
poi ... " per favorire la nascita di
nuove idee per la riflessione e la
concretizzazione della storia.
Il tema scelto, lo dichiarano gli
educatori, è la santità «più volte il
Santo Padre - scrivono - ha invitato
i giovani a essere i santi del nuovo
millennio e noi crediamo che si pos-
sa annunciarlo ai più piccoli Questo
è il cuore dell 'avventura, che non
viene mai presentato direttamente,
ma costituisce l'anima di tutte le atti-
vità. Abbiamo voluto affrontare un
tema molto arduo però rimanendo
molto vicini al mondo dei ragazzi
d'oggi. È spiegata così anche la scel-
ta grafica che ricorda alcuni cartoni
animati che i nostri ragazzi seguono
in televisione». Identificarsi quindi
con Ryù, il piccolo protagonista del-
la storia, non è difficile per i parteci-
panti, che imparano dalla vita, alla
maniera di Domenico Savio, che
«noi facciamo consistere la santità
nello stare molto allegri». Un'alle-
gria che è davvero contagiosa, ma
che non dimentica chi soffre. Per
questo, i "laboratori di solidarietà",
che coinvolgono i partecipanti nella
creazione di piccoli oggetti serven-
dosi di cento e più tecniche, sono fi-
nalizzati alla realizzazione di merca-
tini o bancarelle parrocchiali il cui ri-
cavato andrà per la costruzione di
una scuola in Thailandia, in una zona
tra le più colpite dallo Tsunami.
Questo è il segreto dei segreti:
una vita donata.
O
BS GIUGNO 2006

3.10 Page 30

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IL
I&TAIE SE
IN
LIBRERIA
Motonte
o cuto di Giuseppe
~~~
E SI ERA MESSO
A TAVOLA CON
I PECCATORI.
di Vittorio Chiari
Centro Ambrosiano,
Milano, 2005
pp. 164
Quando, come spesso
accade oggi, non si sta
più a tavola insieme, di-
venta difficile la cate-
chesi che narra l'espe-
rienza della convivialità
eucaristica. In questo te-
sto, con linguaggio sem-
plice, l'autore prova a
narrare l'Eucaristia, spie-
gandone i motivi dello
stare a tavola per sentir-
si di casa, recuperando-
ne l'esperienza di Cristo
come ultima invenzione
dell 'amore per ogni uo-
mo, tracciandone l'itine-
rario che porta dal
cenacolo al Calvario, de-
scrivendone le esigenze
del giorno del Signore...
Così offre delle indicazio-
ni ai credenti per vivere
profondamente il mistero
eucaristico, perché l'Eu-
caristia domenicale do-
vrebbe essere per i cri-
stiani la prima fondamen-
tale forza della missione
della Chiesa, della sua
presenza nella società.
GUERRE
ALLA FINESTRA
Rapporto di ricerca su
conflitti dimenticati,
guerre infinite, terrorismo
internazionale
a cura della Caritas Italiana
il Mulino, Bologna, 2005
pp. 452
Il volume presenta i risultati
di un nuovo percorso di stu-
dio scientifico su guerre e
conflitti nel mondo, sulla di-
sattenzione da parte di lar-
ghi strati dell 'opinione pub-
blica e su alcune ipotesi in-
terpretative del fenomeno .
Riporta inoltre dati e rifles-
sioni sulle attività delle isti-
tuzioni pubbliche (italiane,
europee e internazionali),
sui mass-media (agenzie-
stampa, quotidiani, TV e
radio) , sulla Rete Internet,
sulla Chiesa Cattolica (lo-
cale e universale) , sui ri-
sultati di un sondaggio te-
lefonico su un campione
della popolazione italiana.
La ricerca, arricch ita da un
focus su 6 conflitti si collo-
ca in un progetto il cui
obiettivo non è solo (in)for-
mare l'opinione pubblica,
ma soprattutto sviluppare
spazi di riflessione e ap-
profondimento su temi an-
cora troppo taciuti.
I PADRI DELLA CHIESA
E L'USURA
di Lorenzo Dattrino
VIVERE IN
Roma-Monopoli , 2005
pp. 140
Il testo è in linea con l'inse-
gnamento del Magistero sul
problema dell'usura e aiuta.
I problemi presenti nel feno-
meno dell'usura, le espe-
rienze dei protagonisti di
questa piaga sociale, le ac-
quisizioni dottrinali, le moti-
vazioni spirituali, pastorali e
sociali della Chiesa nelle
varie epoche storiche, ecc.
documentano il percorso
della cultura della solida-
rietà, l'attenzione ai giusti
passi per ogni realtà di
commercio, la validità della
promozione della cultura
anti-debito o dell'uso re-
sponsabile del denaro, mo-
tivate dal rispetto della di-
gnità delle persone. Per i
cristiani la fedeltà alla Paro-
la è base della carità verso i
poveri e i bisognosi, rispet-
tando la norma biblica che
esorta a concedere prestiti
ai fratelli in necessità, senza
interesse e senza l'infamia
dell 'usura .
VOLTI DI GESÙ
Per la contemplazione,
per la preghiera
e la catechesi
di Gaetano Brambilla
ELLEDICI, Leumann (To)
2005 , pp. 184
In 1O brevi meditazioni in-
torno al senso di importanti
immagini del volto di Cristo,
si riscopre il messaggio cri-
stiano depositato e leggibile
in alcuni capolavori dell'arte
medievale e rinascimenta-
le. L'autore privilegia le
fonti neo-testamentarie per
suggerire l'originaria forza
comunicativa delle opere ,
che egli collega all 'espe-
rienza della Chiesa con-
temporanea mediante fre-
quenti rimandi ai documen-
ti del Concilio . Risulta at-
tento all 'aspetto educativo
del compito , aderendo all'in-
vito di Giovanni Paolo Il d'in-
traprendere con ogni mezzo
una nuova evangelizzazio-
ne al servizio delle giovani
generazioni, in cui la memo-
ria di Cristo è spesso labile
e offuscata. L'opera può
aiutare chi vive alle soglie
del terzo millennio per sco-
prire con stupore il messag-
gio di Gesù.
vo1tldi GAETANO BRAMBILLA
del medioevo
olr,nom,~
GESO
P'" k, contemplazione, pe1 lo pregh\\efo e lo co'Khesi
GIUGNO 2 006 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
cR1s1 o1
a10VA1NrL01NE
poLITICsAeRVIZIO
esoL
coME
SOLUZIONI D'AMORE
Come superare
le barriere e i problemi
del vostro matrimonio
di Gary Chapman
ELLEDICI, Leumann (To)
2005, pp. 224
,
t
R
CHAPMAN
soluzioni
~ ore
Il volume accende una
speranza che i mass me-
dia stentano a offrire . Si dà
perciò un aiuto concreto ai
coniugi che ritengono di vi-
vere il loro matrimonio con
barriere e problemi che, se
non risolti , possono di-
struggerlo ; si ridona spe-
ranza a tanti coniugi che
soffrono, attraverso il rac-
conto di innumerevoli epi-
sodi vissuti dall 'autore nel
suo studio di consulente. I
casi disperati di alcolismo ,
di abusi fisici e verbali , di
infedeltà, di traumi infanti-
li. .. hanno trovato soluzioni
soddisfacenti e durature.
Di fronte a matrimoni pro-
blematici , per uscirne c'è
spesso solo l'omicidio, il
suicidio o il divorzio. I primi
due non sono certo pensa-
bili per persone equilibrate,
ma il divorzio rimane quasi
sempre l'unica soluzione.
Qui invece si offrono sboc-
chi alternativi.
VIVERE ...
SE QUESTO BASTA
Un sentiero d'amore
di Valentino Salvoldi
Paoline, Milano, 2006
pp. 106
La solitudine caratterizza il
mondo giovanile. Non la si
vince con il chiasso , le lette-
re al direttore, I ripetuti mes-
saggi SMS. Si esige un in-
contro personale, un 'espe-
rienza forte, una guida, un
amico spirituale che introdu-
ca a una vita degna di esse-
re vissuta. In questa lettera
aperta l'autore rivela ai gio-
vani quanto Dio può rende-
re affascinante l'avventura
della vita, se lo si cerca nel-
l'Eucaristia e lo si trova ne-
gli altri. Nel parlare di sé, nel
riportare lettere di tanti gio-
vani amici, nel rendere at-
traente la parola di Dio e af-
fascinante il rito eucaristico,
egli prospetta il cammino
verso l'amore, che scioglie
l'enigma e la sfida: "Vivere.. .
se questo basta". Lo fa con
uno stile poetico, ricorrendo
alla teologia narrativa.
SI FA VENDITA PER
~g~RISPONOENZA. I libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le ~breti
rie cattoliche o vanno ne ies
dir ettamente all e ri spettiv e
Editrici.
GIORGIO LA PIRA
PROFETA, TESTIMONE
DEL RISORTO
di Adolfo L'Arco
Salesiani Don Bosco
Napoli, 2005
pp. 126
Il politico Giorgio La Pira è
descritto come il laico cri-
stiano dalle cento vite e
dalle otto beatitudini. Nel-
l'impegno storico si scorge
il mistico ; nel docente lo
scrittore; nel Sindaco l'apo-
stolo. Si conversa con l'a-
mico dei poveri e ci si im-
batte nell 'interlocutore del-
le personalità più celebri.
Mentre ammiri il fedele del-
la comunità cristiana ti ac-
corgi di conversare con un
architetto della nuova era.
Se elogi il costruttore della
città terrena, sei folgorato
dalla luce che si sprigiona
dalla sua contemplazione
della città celeste . Si sco-
pre così che il profeta della
Speranza vive come se ve-
desse l'Invisibile: mistica-
mente abita in Cielo , stori-
camente abita nel futuro ,
concretamente opera nel
presente . La Pira è un uo-
mo senza frontiere , cittadi-
no del mondo , architetto
della città umana con Dio
dentro.
VUOI
CONOSCERE
Dl+ILMGS
Movimento
Giovanile
Salesiano?
ADRIATICA (IAD)
(Abruzzo, Marche, Umbria)
Ezio Rossi
Tel. 071 .2810265
Email : pgiad@pcn .net
LAZIO (IRO)
Francesco Marcoccio
Tel. 06.44483408
Email: pgiro@tiscali.it
LIGURIA/TOSCANA (ILT)
Valerio Baresi
Tel. 0187.777840
Email :
valerio@valeriobaresi .it
LOMBARDIA/EMILIA
ROMAGNA (ILE)
Stefano Vanoli
Tel. 02.67074344
Email :
svanoli @salesiani.it
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Calabria,
Puglia, Basilicata)
Luigi Cella
Tel. 081 .7809270
Email: pgime@pcn.net
PIEMONTE/V ALLE
D'AOSTA (ICP)
Piermario Majnetti
Tel. 011 .5224238
Email : pastoralegiovani-
leicp@valdocco.it
SARDEGNA (ISA)
Antonello Sanna
Tel. 070.659635
Email : pg-isa@libero.it
SICILIA (ISI)
Edoardo Cutuli
Tel. 095.509119
Email: pgisi@mail.gte.it
TRIVENETO (INE)
(Veneto, Trentino Alto Adi-
ge, Friuli Venezia Giulia)
Roberto Dal Molin
Tel. 041 .54.98.337
Email :
pg.ine@donboscoland.it
BS GIUGNO 2 006

4.2 Page 32

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Wtl!VE
-
Un sintetico profilo del salesiano laico signor Antonio Savino,
, romano de Roma.
,
NE SOPRA NE SOTTO
LERIGHE
di Giancarlo Manieri
Un uomo che ha lasciato un
profondo ricordo di nel cuore di
tanti exallievi. Niente per tutto
per gli altri. Maestro di vita oltre che
maestro grafico: la grafica fu la sua
passione ma volle essere anche un
grafico delle anime.
Il signor Antonio Savino.
A Savino hanno fatto l'acrostico. Opera di un suo
exallievo che del ~maestro" conserva ancora un ri-
cordo indelebile. E un acrostico un po' speciale, a
dire il vero , che si trasforma in una lode e una preghiera.
Al calar del buio della morte, a te venne una grande luce.
Nel suo baglior ti avvolse e tra le bea titudini ti con-
dusse.
Trovasti ad accoglierti Don Bosco, da te tanto amato.
Onore volle darti, per essere stato figlio suo esemplare.
Nel tuo viver salesiano molti si sono in te specchiati.
Immenso e proficuo il tuo lavoro tra i giovani.
Operasti con tenacia per tener viva la nostra "unione".
Sorridente e affabile accoglievi con gioia gli ex allievi.
Amico eri per loro: sulla tua bontà potevano contare.
Vissuto sei nel timor di Dio e nel culto di Maria.
GIUGNO 2006 BS
In seno a loro, ora, godi dei frutti che hai fatto maturare.
Nella tua beatitudine, chiedi a Dio un bagliore.
Ogni tuo exallievo, come te, possa un giorno rivestirsi.
TANTI MERITI
Savino merita senza detrazioni gli elogi del suo speciale
acrostico, anzi , benché un po' enfatico, non dice tutto ,
non racconta della sua modestia, non sottolinea la sua
amabilità verso tutti e soprattutto verso quelli più in diffi-
coltà. Non parla del suo straordinario equilibrio: mai
sopra, mai sotto le righe. Visse giorni difficili durante la
seconda grande guerra, ma fu per molti l'angelo salvato-
re . Capitarono al "Pio Xl" due ragazzi , scappati fortuno-
samente dalle grinfie delle famigerate SS dopo un
rastrellamento e un viaggio in condizioni inumane, chiusi
in un carro bestiame. Per la prima volta in collegio , si
sentivano a disagio, un malessere palpabile e continuo.
La tipografia.

4.3 Page 33

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------------~IILEtflll!VI 0()11[)/tfTT}R/
Il signor Savino conversa con Paolo VI
(a/ centro il prof. don Vincenzo Miano).
... e con Giovanni Paolo Il.
Non sapevano nulla dei genitori e la disciplina pesava:
quel luogo appariva per loro non molto dissimile da una
prigione. Pianti , tentativi di fuga, disperazione. "Solo
Savino è stato per noi l'angelo accompagnatore: ci fece
da padre. Attraverso di lui conoscemmo il sorriso, la
gentilezza, l'umanità, e Don Bosco".
Al "Pio Xl" il signor Savino dimorò attivamente per più di
60 anni, la metà dei quali come capo della grafica. Sotto
di lui la tipografia del collegio divenne una delle più pre-
stigiose di Roma ma, come dicemmo, egli "curava con
maggiore impegno la grafica interiore dei suoi ragazzi',
come afferma convinto un exalunno. I ragazzi non li
lasciava mai, non perché avesse paura che combinas-
sero qualche guaio materiale o morale, ma perché vole-
va loro un bene dell'anima; si trovava perfettamente a
suo agio con loro, erano la ragione della sua vita e della
sua vocazione. Ne era tanto innamorato che "inventò un
oratorio del tutto particolare, dove raccoglieva tutte le
sere i giovani che non avrebbero mai varcato la soglia
dell'oratorio tradizionale" , e a questi piccoli scapestrati
non mancava di dare la buona notte e approfittava di
ogni "pertugio" per infilarvi una parolina buona, un consi-
glio veloce, un incoraggiamento amabile. L'ideale che
aveva in testa era sempre e solo quello di Don Bosco:
fare di questi figli , regalatigli dalla Provvidenza, degli
"onesti cittadini e buoni cristiani".
Mollò solo quando l'età e gli acciacchi non gli permise-
ro più di reggere l'esuberanza dei suoi giovani. Gli ci
voleva un lavoro più alla portata dei suoi malanni. Ed
eccolo trovato : l'obbedienza gli affidò gli exallievi e lui
vi si applicò con la caparbietà di chi sa che da quel
lavoro dipendeva la sua sopravvivenza apostolica. La
sua disponibilità divenne proverbiale, tanto che i suoi
assistiti con un gesto di commovente riconoscenza
vollero offrirgli il distintivo d'oro.
IN COMUNITÀ
Savino era un salesiano che sentiva e viveva la comu-
nità come la sua vera famiglia. Era ben voluto e a sua
volta voleva bene agli altri. Era stimato perché a sua
volta stimava tutti con profonda convinzione : per lui i
confratelli erano fratelli . Aspettava le feste salesiane
con gioia e quasi con impazienza: perché in quelle
occasioni poteva esprimere tutta la felicità di stare
insieme e l'affetto che lo legava a tutti e ai singoli . A
ciascuno offriva, in occasione dell 'onomastico o del
complea!7no, qualche sua composizione. Certo! Savino
era anche un poeta. Ciò che scriveva poteva apparire
un po' troppo celebrativo, quindi un po ' meno vero .
"No, noi Ci credo a quello che scrivo!' , rispose un
giorno a chi si era permesso un'osservazione ai suoi
versi. Un poetare classico, un po' eccedente, tinto di
qualche ampollosità, ma era quel che sentiva. Come i
versi dedicati al suo ultimo direttore:
In spazi di cielo
ti libri felice
e teca conduci
in linde fresch 'aure
delf'alme anelanti
di luce, a scrutare
sentieri di vita,
schiudentesi al Vero,
per tutto donarsi
ad altri, a Dio
in sensi fraterni.. .
Qualcuno sorrideva al verseggiare antico, ma mai si
sarebbe permesso una benché minima osservazione
metrica o sintattica al "verseggiatore".
Quando morì , il 31 marzo 1999 alla bella età di 92
anni , confratelli ed exallievi sentirono di aver perduto
un impareggiabile amico, e a nessuno passò in mente
che con il tempo sarebbe andato perduto il suo ricor-
do, tant'è che confratelli ed exallievi si trovarono pre-
sto d'accordo a istituire un "Premio Maestro Antonio
Savino" che rendesse merito a un ragazzo o a una
ragazza che durante l'anno scolastico si fosse distin-
to/a per studio , bontà e altruismo . Il premio oltre al
riconoscimento consiste anche in un congruo aiuto
economico per la prosecuzione degli studi.
I 75 anni di vita del collegio Pio Xl sono stati riempiti
dalla figura di questo grande salesiano "dal volto inno-
cente e sorridente".
BS GIUGNO 2006

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
EDUCARE
ALL'OTTIMISMO
Per molti giovani e ragazzi, oggi, l'ottimismo non ha senso:
la vita assume troppo presto l'aspetto arcigno e scostante
di una cassaforte ermeticamente chiusa.
Nella vita di Don Bosco c'è una
pagina di luminoso ottimismo:
«Margherita entrò per prima
nella nuova casa: tre stanzette nude
e squallide, con due letti , due sedie e
qualche casseruola. Sorrise, e disse
al figlio: "Ai Becchi, ogni giorno dove-
vo darmi da fare per mettere in ordi-
ne, pulire i mobili, lavare le pentole.
Ora potrò riposare molto di più". Ri-
presero fiato poi si misero tranquilli a
lavorare. Mentre Margherita prepara-
va un po' di cena, Don Bosco appese
alla parete un crocifisso e un quadret-
to della Madonna, poi preparò i letti
per la notte. E insieme Madre e Figlio
si misero a cantare. La canzone dice-
va: "Guai al mondo - se ci sente / fo-
restieri - senza niente.. ."».
L'ottimismo è la combinazione per
aprire la cassaforte della vita, ma ci
vuole qualcuno che fornisca i "nume-
ri" perché ottimisti non si nasce, si di-
venta. Educare all'ottimismo significa
prima di tutto creare e mantenere
un'atmosfera familiare ricca di stimoli
che nutra le quattro dimensioni più
importanti della vita: fisica, affettiva,
mentale e spirituale. Lo possono fare
soprattutto i genitori con alcune sem-
plici attenzioni.
Dare ai figli una valida immagine di
sé. Ammirate i vostri figli e dimostra-
te loro la vostra stima, fiducia e re-
sponsabilità. Il modo migliore consi-
ste nel coinvolgerli sempre di più
nella vita della famiglia.
Fornire loro dei punti di riferimento.
Lo strumento più adatto sono i «no »
che soprattutto nei primi anni di vita
"segnano" il cammino fisico e spiri-
tuale dei figli. I «no » siano sempre
seri e attentamente motivati.
ottimisti sono ben consapevoli di vi-
vere in un mondo imperfetto dove
l'amore è fragile, gli ingenui vengo-
no imbrogliati e i malati muoiono.
Tuttavia gli ottimisti mettono in prati-
ca alcune fondamentali strategie
che consentono di mantenere con-
trollo ed equilibrio: pensano a se
stessi come a risolutori di problemi;
sanno che esistono sempre delle al-
ternative; prevedono i problemi. I
genitori devono insegnare ai figli
che, quando un tentativo fallisce, si
può sempre scegliere un'altra stra-
da. Devono fornire ai figli un arse-
nale di alternative. Troppi genitori
mettono semplicemente in guardia i
fig li contro tutto e tutti. È un atteg-
giamento senza vie d'uscita che
porta alla scoraggiamento.
Abituarli ad apprezzare quello
che hanno. I veri ottimisti si con-
centrano sulle cose che hanno e co-
sì non hanno più tempo per mettere
a fuoco le ragioni di tristezza. In una
famiglia che si dibatteva in grosse
difficoltà, la madre trasmise ai fig!i
un messaggio di forte intensità: "E
quando si fa buio, che si possono
vedere le stelle". I figli non lo hanno
mai dimenticato.
Proporre delle mete e raggiungerle
insieme. L'incertezza, l'oziosità, il
"bricolage" morale provocano solo
noia e pessimismo. Il potenziale
umano è sbalorditivo , se solo deci-
dessimo di usarlo . San Paolo, nel-
la Lettera ai Filippesi , scrive: "Infine,
fratelli , prendete in considerazione
tutto ciò che è vero , ciò che è buono,
che è giusto, puro, degno di essere
amato e onorato; ciò che viene dalla
virtù ed è degno di lode". Anche lui
quindi pensa che noi possiamo sce-
gliere i soggetti della nostra contem-
plazione e dei nostri pensieri: il con-
tenuto della nostra mente è in gran
parte a nostra discrezione e, facendo
uso di questo potere selettivo, pos-
siamo modificare il nostro mondo.
Incoraggiarli sempre e abituarli
allo sforzo. Evitate i falsi incorag-
giamenti. Un incoraggiamento fa-
sullo è in genere l'ultima cosa di cui
un ragazzo ha bisogno . Semmai,
serve qualcuno che dica: "Siamo in
un bel pasticcio ma, se tutti noi ci
rimbocchiamo le maniche, pos-
siamo fare qualcosa per uscirne".
Insegnare ai figli che i problemi
si risolvono. Educare un ottimista
non significa affatto costruire un illu-
so che vive facendo lo struzzo. Gli
GIUGNO 2006 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
LA VITAMINA ••o••
Ogni mamma, durante la crescita dei suoi bambini, si affretta
ad abbondare nella dose di vitamine giornaliere, perché i figli
crescano robusti e possano avere adeguate difese
contro tutte le intemperie della vita.
I Attualmente, la più grande forma
di solidarietà è regalare un po ' di
serenità e di confidenza nel futuro.
La vitamina "A" fa bene agli oc-
chi ; la "C" previene il raffred-
dore, la "D" è ottima per le os-
sa; La "E", invece la si assume per-
Impedite loro di commiserarsi con
troppa facilità o di prendersi mental-
mente a calci. Esistono persone
che vivono di catastrofismo , quasi
fossero dei "telegiornali ambulanti",
prevedono guai a ogni istante, si
sentono incapaci , inadeguati , col -
pevoli di tutto. Un bambino deve
crescere senza pensare al "falli-
mento". I figli devono essere educati
alla fiducia in se stessi e nel futuro .
Insegnate come si può dominare il
proprio temperamento.
ché è bene cominciare da neonati a
combattere i radicali liberi che porta-
no all'invecchiamento .. . Ma nell'al-
fabeto della salute, è compresa an-
che la "O", cioè la vitamina dell'otti-
mismo? Si direbbe proprio di no : in
giro si vedono troppi adolescenti
"spioventi" (l'immagine è di Alessan-
dra: spalle in giù, angoli della bocca
ridotti ad una smorfia amara, occhi
socchiusi che guardano in basso,
abiti informi e pendenti .. .), che di-
chiarano poca grinta e molta rasse-
gnazione, tasso zero di gioia e inte-
Cercare la compagnia,di perso-
ne ricche di speranza. E davvero
vitale crescere in un ambiente ricco
di stimoli costruttivi. Cercate un rin-
forzo sociale positivo .
ressi altissimi di disperazione.
Qualcosa, dunque, non ha funzio-
nato nel modo in cui questi ragazzi
sono stati allevati. Del resto , anche
gli adulti che si incontrano ogni
giorno appaiono molto carenti nella
Coltivare la fantasia e la creati-
vità. Donate loro abitudini intellettua-
li. Abituateli a vedere il bello, ascol-
tate musica, fate passeggiate, ridete
spesso.
virtù della speranza. E la cosa peg-
giore , è che molti si convincono
che non c'è nulla da fare ; le cose
vanno così e basta. Urge, allora,
porre dei segnali dissonanti : in ca-
sa, perché i figli possano alimen-
Aiutarli a vincere i punti deboli.
Devono essere e sentirsi "compe-
tenti" in qualcosa.
tarsi di ottimismo ; fuori , perché re-
galare ragioni al prossimo per un
po ' di serenità e di confidenza nel
futuro è, attualmente , la più grande
Alimentare con cura lo spirito. fo rma di solidarietà. A che cosa fa-
La cosa peggiore che può capitare re attenzione? Pesco un po ' a caso
ad una persona è la perdita della nei ricordi di questi anni di vita fa-
forza dello spirito. Ma lo slancio spi- miliare.
rituale tende ad "evaporare" nelle · La prima esigenza: sorridere e
famiglie che non si ritagliano uno ridere. Per le cose grandi e per
spazio per leggere e meditare sulla quelle piccole, per quelle belle e
fede e, soprattutto, per pregare in- per quelle problematiche : una risa-
sieme .
O ta è liberatoria e risolve con suc-
cesso tante situazioni che potreb-
bero creare insicurezza, disagio ,
conflitto. Educare al senso dell'u-
I Ammirate i vostri figli e dimostrate
loro la vostra stima, fiducia
e responsabilità. Il modo migliore
consiste nel coinvolgerli nella vita
della famiglia.
morismo e condividerlo, fra genitori
e figli , è il modo migliore per dire e
fare cose serie , senza però mai
prendersi troppo sul serio. È il se-
I Abituate i vostri figli a vedere
il bello, ascoltare musica, fare
passeggiate, giocare con loro,
ridere spesso.
gno di una complicità che resta in-
tatta anche quando occorre essere
critici per rispetto della nostra re-
sponsabilità educativa, che ci ob-
bliga a fare discernimento degli er-
rori e delle cose giuste ~he i figli
combinano abitualmente. E un taci-
to insegnamento sull'opportunità di
guardare ogni cosa anche da un al-
tro punto di vista : ogni momento
della vita ha sempre tanti significa-
ti ; basta cambiare il punto di osser-
vazione per lasciarsi sorprendere
dall'inedito di ogni giornata.
La seconda: guardare sempre in
avanti. La lungimiranza consente di
relativizzare le cose spiacevoli, di
puntare comunque un po' più in alto,
di convincersi che ogni persona e
ogni evento contengono sempre un
po' di buono, su cui far leva per ulte-
ss GIUGNO 2006

4.6 Page 36

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riori miglioramenti. Nei tornanti del-
la crescita, nelle derive giovanili,
l'ottimismo conferma un atteggia-
mento di stima e la disponibilità ad
accordare fiducia anche quando
mancano prove oggettive che i figli
siano del tutto meritevoli di questo
credito. Ma proprio la gratuità di
tutto questo aiuta i bambini e gli
adolescenti a sconfiggere le con-
traddizioni e le incoerenze, le pau-
re e le fragilità.
La terza : un genitore capace
di ottimismo è un catalizzatore di
energie . Non soltanto in casa,
quando si attraversano particolari
momenti di tristezza e di sconfor-
to; ancor più fuori , nei rapporti
sociali, quando occorre creare un
clima positivo perché i figli pos-
sano imparare a stare bene con
ogni persona e in ogni impegno .
Almeno per noi che viviamo al
Sud, dove predomina nella cultu-
ra collettiva la percezione del-
l"'ormai ", è importantissimo tran-
sitare tutti insieme alla prospetti-
va del "non ancora" : è un diritto e
un dovere allo stesso tempo, che
vanno esercitati nell'ambito di uno
sforzo di protagonismo e di supe-
ramento delle deleghe di qualun-
que tipo.
E, infine, se una famiglia non
si abitua ad essere ottimista, co-
me potrebbe educare i ragazzi al
senso religioso? La posta in gio-
co non è soltanto quella di soste-
nere il cammino della crescita
perché i piccoli possano diventa-
re grandi; ma testimoniare la pro-
pria fede nella forza di Dio , che
guida la storia umana verso il
suo compimento e non abbando-
na mai gli uomini , lasciandoli sci-
volare verso il basso e condan-
nandoli ad una progressiva emor-
ragia di senso . L'ottimismo , in
fondo, è la capacità di guardare il
mondo con gli stessi occhi di Dio :
è questo che ci dà la forza di agi -
re nel piccolo della quotidianità,
continuando a pensare in gran-
de ; che ci permette di mettere in
connessione il microcosmo del
presente e il desiderio dell'eter-
nità. Perché dovremmo rinuncia-
re a donare ai nostri figli questa
certezza?
GIUGNO 2006 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Aldo Calò nasce a San Cesareo di Lecce
nel 1910. Espone in una prima personale
al Cavallino di Venezia nel 1947.
Sue sculture sono presentate nelle
maggiori rassegne mondiali. Nel 1973
il Ministero della PI gli conferisce la
medaglia d'oro per meriti culturali.
ALDO CALÒ
LE LIBERE FORME
DELLA PASSIONE
Di fro nte ali' opera di questo artista
non ci si può fermare al solo dibattito
culturale, a valutazioni che riguar-
dano solo "gli addetti ai lavori" cioè
gli artisti, quella cerchi a di persone
che, si dice, siano continuamente ac-
compagnate, imbevute di una qualche
ispirazione. Qui il discorso non può
non all argarsi all a vita di ognuno, non
può non toccare il vissuto quotidiano.
Senza fa rci caso, siamo costantemen-
te immersi nell'eterno dualismo di
materi a e forma, d ualismo che sembra
collocato entro un manuale e regolato
da ferree leggi, volte a classificarne
l' importanza umana, sociale e spiri-
tuale, ma che ogn uno cerca di modu-
lare, di riformulare secondo le proprie
indi vid uab inclin azion i.
È una riflessione molto persona-
le, ma oso pensare che abbia colto o
almeno sfiorato, gli elementi essen-
ziali della meditazione artistica del
salentino Aldo Calò, uno dei maggio-
ri esponenti dell a scultura del Nove-
cento. Incanalato sin da giovanissimo
verso la scuola Artistico-Industriale
da suo padre - del quale disse poi che
"scelta più giusta non avrebbe potuto
fare" anche se non pensava al fig li o
come a un artista - egli si distinse ben
presto per le sue scul ture basate su
criteri di bidimensionalità in cui con-
vivono una certa libertà di forme geo-
metriche unita allo stagliarsi degli
elementi scultorei m un determinato
spazio. Egli usava parl are di 'Bifor-
me', costituite da tre elementi: uno
statico, uno dinamico uniti , amalga-
mati e vivificati dalla luce: l' ausib o
del raggi del sole movimenta la mate-
ri a, trasforma le superfici.
Le stesse riflessioni applicate nel
campo della scultura le assunse come
linee direttive anche per la pittura che
occupò l' ul tima parte dell a sua produ-
zione e che vide tra l'altro la reali zza-
zione dello stupendo dipinto che pre-
senti amo, raffigurante la scena della
crocifissione, in cui il sapiente impie-
go dei chiaroscuri urta violentemente -
questa è la sua reale intenzione - con
la libertà delle for me corporee del Cri-
sto , dolorosamente chin ato verso l' u-
manità: Maria mater dolorosa e Gio-
vann i fig lio acquisito, danno origine a
un incontrollabile senso drammatico in
cui si coglie tutta la potenza di un mo-
mento fatto di dolore e di consapevole
obbedienza, a un disegno divino e sal-
vifico, di momentanea perdizione e
sconfitta, ma anche di una insuperata
intimi tà familiare. Tale crocefisso rap-
presenta a nostro avviso la fotografia
più nitida del pensiero di Aldo Calò
che scrive: "Un artista deve vivere la
propria condizione umana nella cultu-
ra, nelle ansie, nelle gioie e nei dram-
mi che la società stessa che lo circon-
da genera".

4.7 Page 37

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I DONI DEL SIGNORE
di R. Desiderati
MA .. DOVRÒ
' ?7 r RIPETERE L'ANNO! Sii FELICE
0osTESSO...
... PERCHÉ OGNI GIORNO
CHE VIENE É UN BELLISSIMO
~ NO DEL SIGNORE !
BS GIUGNO 2006

4.8 Page 38

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5f\\OE Ei\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
La famiglia di fronte ai mass media:
ILDRITTO
E IL ROVESCIO
DELIAMEDAGLIA
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
I mass media sono
il grande fratello di oggi
i cui tentacoli luminosi o
sonori arrivano ovunque
e non ti lasciano in pace
un minuto. Possono
essere un pericolo, ma
anche una grande
risorsa.
I mass media, come ogni mez-
zo di comunicazione sociale,
hann o in la capacità di es-
sere una ricchezza, contribuendo
all a crescita deJla fa mi glia e al be-
ne di tutti i suoi co mponenti. Co-
me ha sottolineato Benedetto XVI,
ne ll 'attu ale epoca de ll ' imm agine
i mass medi a costi tui scono un a
straordin ari a ri sorsa per promuo-
vere la solid ari età e l' intesa della
fa migli a. Tutto dipende, però, dal
modo in cui ve ngon o usati . Questi
importanti strumenti della comuni -
cazione posso no fa vorire la cono-
scenza rec iproca e il di alogo, op-
pure, al contrario, alimentare il
pregiudi zio e i1 di sprezzo tra gli
individui e i po poli ; posson o co ll a-
borare a diffo ndere la pace o a fo -
me ntare la vi ole nza. Ecco perché
occorre sempre fare appello all a
res ponsabilità person ale; è neces-
sario che tutti facciano la loro par-
te per ass icurare in ogni form a di
comunicazione obiettività, rispetto
della dignità umana e attenzione al
bene comune. In tal modo si con-
GtUGNO 2006 BS
I E occorre anche tenere alta
la guardia : i media possono
isolare i ragazzi (e non solo loro),
e/o creare dipendenza.
tribui sce ad abbattere i muri di
ostilità che ancora di vidon o l'um a-
nità, e si possono consolidare qu ei
vin coli di ami c izia e di amore che
so no segni del Regno di Dio nell a
stori a.
I MEDIA DENTRO CASA
L a fa mi gli a è circondata di mass
medi a: dalla radio alla tel evi sione,
dal quotidiano alle riviste, dai libri
VALORI IN QUESTIONE .
I media vanno usati com~ u~a. ri -
sorsa per promu?vere la sohdaneta e
l'intesa della famiglia.
•l'eIdumcaaszsionmeedidaei•sofn,'go1.unGvuaalordr,~ampoelr1
quIinmdiepdoiasintiovnamseonnotep. rivi
.
d1
..
nsch1
mo-
rali per la famiglia. Occorre pertanto
ro ettarne un uso corretto co~ , ra-
~az~i e nella stessa vita di coppia.
Una fami~lia che evang~~z!~iv~~
usare i media, program_ma~ . -
con altre famiglie e la d1ffus1one d1 va
lori via Internet.
ai CD e ai DVD, da internet agli
altri mezzi multimediali. Interagia-
mo con le noti zie che sentiamo e
che vediamo, accompagnano i no-
stri pensieri perso nali, fa voriscono

4.9 Page 39

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come valutarli, come difendersi, come sfruttarli.
11media, come ogni mezzo
di comunicazione sociale, hanno
in sé la capacità di essere una
ricchezza.
le nostre discu ss ioni a casa, tocca-
no i nostri sentimenti, ci fanno co-
noscere che cosa sta succedendo
nel mondo, ma non è da trascura-
re dal punto di vista valoriale che
creano opinioni e condizionano i
nostri giudizi morali. Ad esempio,
tele/novelle e altre trasmissioni te-
levisive di intrattenimento usano
linguaggi, offrono immagini, indi-
cano valutazioni che sono contra-
rie all'insegnamento del Vangelo,
esprimono giudizi sulla sessualità,
sulla società e su tanti temi che so-
no spesso estremamente categori-
ci. Magari si condanna l' insegna-
mento morale della Chiesa, ritenu-
to dogmatico e non al passo con i
tempi, offrendo considerazioni che
non si giustificano, ma che si ba-
sano sul "secondo me" , sulle "opi-
nioni", che vengono fatte passa-
re per "verità", soprattutto quando
i giudizi sono accompagnati da
personaggi dello spettacolo o della
vita pubblica che hanno un ruolo
significativo. Così i mass media
giocano un ruolo "formativo" di
rilevo e gradualmente trasforma-
no le nostre idee, condizionando
le nostre scelte libere sia in bene
sia in male.
ATTENZIONE AI FIGLI
Una famiglia cristiana, che ha
messo Gesù al centro del focolare
domestico, si domanda che cosa de-
ve fare per aiutare i figli a crescere in
maniera responsabile di fronte ai
mass media. Una prima ce1tezza è
che non possiamo pensare1di "allon-
tanare" i nostri ragazzi da questo
mondo, piuttosto dobbiamo aiutarli a
un rapporto critico, ad aprire e chiu-
dere i mass media tutte le volte che
non co1Tispondono al nostro progetto
di vita. Ci devono essere giornali e
settimanali che accompagnano la no-
stra quotidianità e che svolgono un
positivo ruolo nella formazione della
nostra famiglia; ma ci sono tante al-
tre pubblicazioni e trasmissioni che
non hanno priorità nei valori che ri-
teniamo fondamentali per la fami-
glia, per cui limitiamo quantitativa-
mente la presenza e la frequenza.
Come potrebbe dirsi cristiana una fa-
miglia dove si offrono diverse riviste
e nessuna rivista di impostazione cri-
stiana? Gira nei nostri ambienti fa-
miliari mate1iale e documentazione
sulla vita di fede? È documentazione
appetibile per i nostri ragazzi? Sce-
gliamo di vedere e commentare in
famiglia un fùm che ha suscitato un
certo dibattito pubblico?
NELL'ERA DI INTERNET
Internet è una vera rivoluzione
nell a comunicazione sociale: offre
strumenti straordinari di conoscen-
za, notizie e documentazione im-
mediata su eventi locali e intern a-
zionali, dati della scienza, della re-
I Occorre educare i ragazzi
a un rapporto critico, ad aprire
e chiudere i mass media tutte
le volte che non corrispondono
al nostro progetto di vita.
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Che tipo di mass media circolano
neMllaatneorisatlrea
famiglia?
e riviste
..
c_r~st1ane
sono
adQeguuaaletacmoentnrtoellopreesseernctiit.iamo
.
111
.
ftr:17~ -
glia su media di impostazione a1c1-
stac?ommentiamo
.
111
f ami.q 11·a-'
so..prat-
tutto con i figli , notizie d1 s1g111f1cato
moCriarleit?roviamo
come
fami·g1·ia
er ve-
P 1?
dere insieme un film e commentar o .
••
ligione, comunicazioni in tempo
reale e a costo ridotto, ecc. Inter-
net è ormai un luogo in cui s' in-
contra e si conosce la vita: ci sono
una vita reale e una vita virtuale.
Circola di tutto in Internet, con ri-
schi notevoli per la famiglia, sia
per i figli sia per la stessa coppia.
Si possono incontrare persone per
una vera amicizia e persone che
hanno solo interessi bassi e, in
qualche caso, pericolosi per i no-
stri ragazzi o per la coppia. Inter-
net può creare dipendenza, per cui
dovrebbe essere usato offrendo un
limitato spazio di tempo nell'arco
della giornata o della settimana, e
posto in un luogo comune dove la
famiglia condivide la maggior par-
te del tempo. La famiglia cristiana
dovrebbe rapportarsi con Internet
nello stesso modo con cui si rap-
porta alla vita e alle persone nelle
strade: nella massima educazione e
rispetto, con occhi discreti e con-
sapevoli che è un luogo straordina-
rio di testimonianza ed evangeliz-
zazione. Sarebbe bello se le fami-
glie cristiane, usufruendo anche
degli spazi gratuiti, potessero of-
frire in siti familiari valori e di-
mensioni capaci di accompagnare
tanti navigatori: sia i ricercatori di
verità, sia i disorientati e bisognosi
della luce di Cristo.
BS GIUGNO 2006

4.10 Page 40

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SDRAIO OPANTOFOLE...
UN LIBRO EQUEL
CHE Cl VUOLE
di Severino Cagnin
Leggere non è mai stato
facile. Anche se i !tbri li
regolassero, il loro destino
è finire allineati in salotto o
nei rifiuti. I giovani ne
hanno un mucchio do
pO!tore su e giù do coso o
scuoio. I genitori lavorano
e nel weekend riposano.
Agli anziani si stancano gli
occhi. Almeno durante le
ferie qualche lettura in più
non guasto: in spiaggio o
in montagna uno pagina
sorridente è più energetico
delle medicine ricostituenti.
Ho preso alcuni libri di spiri-
tualità... avete letto bene,
che c'è di male? Li ho scelti
perché il ten-itorio dello spirito sta
diventando un deserto è ha sete d'ac-
qua! Ne metterò uno sul comodino,
più vicino alla testa. Gli alt1i, roman-
zi/relax, ti vengono a tiro, li gusti o li
getti, in poltrona o in viaggio. Questi
sono invece del genere di libri che
vengono essi stessi a cercarti. Li pro-
pongo senza ordine: ognuno saprà
scegliere secondo la propria sensibi-
lità e ... la propria sete.
- Su Lanza del Vasto, pellegrino
della nonviolenza, patriarca, poeta
scopriamo un ritorno alle sorgenti
dell'anima del mondo (A. Fougère -
C. Rocquet, Paoline 2006).
GIUGNO 2006 BS
- L'arte di essere genitori e non-
ni è un 'autentica avventura umana
(D. Sonet, ELLEDICI 2005).
- I giovani de La Rosa Bianca
(Morcelliana) divengono per Roma-
no Guardini modello della conce-
zione cristiana dell'azione politica.
- Il cammino spirituale dei mona-
ci è quello di ogni cristiano? Luce
ai miei passi (Ancora 2006) di Ber-
nardo Oliveira ce lo fa capire, anche
in famiglia e in azienda.
- Ultima raccolta di pensieri per
tutti, soprattutto per chi non è sicuro
di credere, è questo Cammino verso
la fede di David M. Turoldo (San
Paolo 2006).
- Stop alle lamentele sul nostro
tempo, ci dice René Juan Trossero
in Decalogo per vivere bene in tem-
pi difficili (San Paolo 2006), brevi
pagine s01Tidenti.
- Cesare Paletti è stato monaco e
priore in Francia, poi torna in Pie-
monte a convincere e scrivere che
ognuno sente Dio dentro di (Come
voce di sottile silenzio, Paoline 2006)
- Nel diario È il Signore ! (Paoli-
ne 2006) José Maiia Arnaiz raccon-
ta l'avventura all a ricerca di Dio
nella svolta decisiva della sua vita.
- Mamice Bellet propone una ri-
sposta agli interrogativi politici e af-
fettivi: ascoltare è cogliere "l'estra-
neo" come dono (Il pensiero che
ascolta, Paoline 2006).
- Cristianesimo e cultura politica
(N. Valentini, Paoline 2006) non parla
solo dei due ai·gomenti del titolo, ma
riporta l'eredità di testimoni, come
don Sturzo, la Pira, don Mazzolari,
Alcide De Gasperi, Adriano Olivetti.
Ho scommesso con me stesso
che leggerò uno o più di questi li-
bri, a turno , qualche pagina all a
volta. Se perdo la scommessa, ri-
proverò, perché ormai credo nella
carta stampata, solo in quella che
aiuta a vivere e sorridere al futuro ,
anche durante le ferie. Ringrazio
chi mi dirà che un o di questi libri
gli è piaciuto, dopo averlo trovato
in una libreria con opere di editrici
cattoliche.
LA ZA
Ul l A TO

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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VORREI AVERE
IL BECCO
di Lorenzo Angelini
/ / vorrei avere il becco".
"Fare come fa un pic-
cione". Desideri stra-
vaganti! Ma è proprio quello che
ci si aspetta da chi ha saputo can-
tare con tanta efficacia la fantasia e
lo stupore dei bambini. Sto parlan-
do di Pavia, il giovane cantautore
che il grande pubblico ha scoperto
durante il festival di Sanremo 2005
grazie a I bambini fanno ooh... La
canzone, fuori gara per promuove-
re la campagna di raccolta fondi
per i bambini del Darfur, ha sur-
classato per consenso quel le uffi-
ciai i della manifestazione diven-
tando in breve tempo un vero e
proprio inno popolare. Per la ve-
rità, Povia aveva già riconoscimen-
to e attenzione dalla critica e da l
pubblico "colto" grazie alla vittoria
nel premio Città di Recanati 2003
con Mia sorella (canzone diversa
da / bambini fanno ooh; più inten-
sa, meno " leggera" che ha per pro-
tagonisti una ragazza bulimica e i
suoi rodimenti interiori), ma le sue
vicende e le sue ca nzoni, pur vali-
de, sembravano destinate a rima-
nere sconosciute ai più. Poi il
camb iamento improvviso di rotta,
a dimostrazione di come il succes-
so di personaggi e canzoni orma i
non sia più figlio di qualità, doti,
impegno ma segua ben altri per-
corsi.
Dopo aver passato un anno ad
esibirsi sposando la causa dei
bambini del Darfur (anche in fe-
ste ed eventi giovanili della CE I),
Pavia torna all 'u ltima edizione
del festival di Sanremo, in gara, e
ne esce vincitore co n Vorrei ave-
VORREI AVERE IL BECCO
di G. Povia
ed mus. Cronometro
Vorrei avere il becco per acconten-
tarmi delle briciole
concentrato e molto attento sì , ma
con la testa fra le nuvole
capire i sentimenti quando nascono
e quando muoiono
perciò vorrei avere i sensi per senti-
re il pericolo
se tutti quanti lo sanno ma hanno
paura che l'amore è un inganno
oh, ce l'ha fatta mia nonna per 50
anni con mio nonno in campagna
Più o meno come fa un piccione lo
so che è brutto il paragone
però vivrei con l'emozione di dare
fiducia a chi mi tira il pane
più o meno come fa un piccione
l'amore sopra il cornicione
ti starei vicino nei momenti di crisi
e lontano quando me lo chiedi
dimmi che ci credi e che ti fidi
Un giorno avevo il vento che mi ac-
compagnava su una tegola
a volte sono solo e mi spavento ,
re il becco. Nella sua apparente
bizzarria la canzone ha per tema
qualcosa di molto pratico e con-
creto: la "normalità" della vita di
coppia, la quotid'ianità fatta di alti
e bassi, minuzie che non possono
e non devono minare i sogni e gli
amori che sono per natura grandi
e importanti. Il paragone è con
l'amato/odiato piccione che "si
accontenta del le briciole", "vola
basso", fa " l'amore sopra il corni-
cione", è fede le alla sua compa-
gna a cui sta "vic ino nei momenti
cosa ci fanno due piccioni in una
favola?
oh , me l'ha detto mia nonna "lo sai
quante volte non pensavo a tuo
nonno?"
Più o meno come fa un piccione e
mica come le persone
che a causa dei particolari manda-
no per aria sogni e grandi amori
camminerò come un piccione a
piedi nudi sull'asfalto
chi guida crede che mi mette sotto
ma io con un salto all'ultimo mo-
mento volerò
ma non troppo in alto perché il se-
greto è volare basso e un piccione
vola basso
ma è per questo che ti fa un dispetto
ma è per questo che anche io non lo
sopporto
Noi però alla fine resteremo insieme
Più o meno come fa un piccione
l'amore sopra il cornicione
Ti starei vicino nei momenti di crisi
e lontano quando me lo chiedi
Dimmi che ci credi
Ci sveglieremo la mattina, due cuori
sotto una campana
di cr isi e lontano quando lei lo
chiede" . Anche la musica è linea-
re e diretta un po' in obbligo al
contesto sanremese un po' per
accompagnare al meglio parole
così semplici , schiette e veraci;
l' interpretazione è fresca, quasi
scanzonata e l'arrangiamento
"funziona" senza nessun partico-
lare segno distintivo. Una ricetta
che, senza puntare a niente di al-
to e duraturo, produce certamen-
te gradimento in un pubb li co am-
pio, bambini inclu si.
O
BS GIUGNO 2006

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" . .. Lascio all a Direzione Ge-
ne ral e Ope re Don Bosco, con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di .. . o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell ' Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in . . .
per i fini istituzionali dell ' Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" . .. Annullo og ni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mi o erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasci ando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fo1i istituzionali dell ' Ente".
(Luogo e da ta)
(fi rma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pi sana, I I 11
001 63 Roma-Bravetta
T el. 06.6561 2678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Vi a Maria A usiliatrice, 32
I Ol 52 Torino
Tel. 01 l.5224247-8- Fax 011.5224760
C.C.P. 28904!00
GIUGNO 2006 BS
I NOSTRI MORTI__,
BERGAMELLI dott. Benito (Gino),
exallievo salesiano,
t Bergamo, il 14/02/2006, a 65 anni
Stroncato da una devastante emorragia ce-
rebrale, Gino ci lasciava la sera di san Va-
lentino, lasciando nel dolore moglie e tre
giovani figli. Ha donato fegato , reni e cor-
nee , perché altri vivessero. A 12 anni era
entrato nell'aspirantato di Penango per se-
guire le orme del fratello maggiore salesia-
no. Nel corso della sua vita, conservò sem -
pre un attaccamento vivo e profondo a Don
Bosco e ai salesiani. Laureatosi in sociolo-
gia, psicologia e medicina, esercitò per lun-
ghi anni la professione di medico e psichia-
tra, stimato e apprezzato da tutti. Dice un
paziente : "In lui cultura, professionalità e
umanità si fondono in un'unica persona". Ha
cu rato malattie e malati, condividendo con i
suoi pazienti preoccupazioni , paure, ango-
sce e stabilendo un rapporto di dialogo e di
amicizia. "Come farò ora a trovare un medi-
co, che, quando vado in ambulatorio mi dica
Ecco il mio amico... come va ?", ripeteva
sconsolato un vecchietto al funerale . Per lui
i pazienti non erano solo dei malati, ma so-
prattutto degli amici. I suoi figli hanno scritto:
"Se un giorno ti svegli e non vedi più il sole,
o sei morto o sei il sole. Caro papà Gino,
sarai per sempre il nostro sole!'. Gino conti-
nua a illuminare la sua famiglia e tutti quelli
ai quali ha voluto bene e gli hanno voluto
bene. Don Bosco accolga questo suo allie-
vo e vegl i sui giovani figli!
FLERI sr. Carmelina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Messina, il 25/02/2006, a 103 anni
Suor Carmelina visse ben 51 dei suoi 79 an-
ni di vita religiosa al "Don Bosco" di Messina.
Amava i giovani e dedicava le sue forze mi-
gliori alla loro educazione, trasmettendo an-
che la sua grande passione per la musica.
Preparava e dirigeva con grande entu sia-
smo cori polifonici nel salone/teatro del "Don
Bosco". Animava e guidava il canto della co-
munità delle suore, sempre attenta alla litur-
gia del giorno per scegliere i canti più adatti.
Era una donna sempre in moto , profonda-
mente impegnata, che non amava perdere
tempo: il suo tempo libero, infatti, lo dedica-
va a fini lavori all 'uncinetto. Era una religiosa
che amava leggere e pregare, e quando la
sua vista si indebolì, sua compagna fedele
divenne la corona del rosario , fino alla sua
morte in età patriarcale.
STRUMIA sr. Laura,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Torino , il 18/07/2005, a 81 anni
Orfana di mamma a soli tre anni , crebbe ac-
canto alle zie e trascorse una giovinezza
serena. Divenuta FMA, dopo nemmeno due
anni dalla professione religiosa, si ammalò
iniziando la sua lunga salita al Calvario. Il
di Gesù al Padre divenne il suo incessante
sì alla sofferenza: una serie di gravi patolo-
gie arteriose e ossee la portarono, negli an-
ni ottanta e novanta, all 'amputazione di en-
trambi gli arti inferiori. La casa di "Villa Sa-
lus" divenne il luogo della sua offerta e della
sua missione per cinquantadue anni . Le so-
re lle ammalate, le infermiere, i medici , i gio-
vani dell'Oratorio sono tutti concordi nel te-
stimoniare un'esistenza straordinaria di ero-
ce e di profonda umanità, concretizzata nel-
l'ascolto e nell'attenzione agli altri , nell'inte-
resse educativo, nella creatività dei vari la-
vori di ricamo , di pittura, di cartellonistica, di
scrittura. Dal letto della sua camera assiste-
va, consigliava, incoraggiava e soprattutto
offriva e pregava. "Se vai a trovare suor
Laura, non ti parlerà dei suoi mali, ma si in-
teresserà di te "; "Venire da questa suora
vuol dire partire con l'impegno di diventare
più buoni e più giusti".
AIDALA sr. Antonina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Catania, il 10/07/2005, a 91 anni
A 21 anni maturò la sua scelta e divenne Fi-
glia di Maria Ausiliatrice. Il suo laboratorio di
ricamo, frequentatissimo dalle ragazze, di-
ventò una scuola di formazione cristiana e
una fucina di vocazioni. In quell'atmosfera
satura di preghiera, di impegno apostolico,
di spirito missionario, di allegria e convivia-
lità, maturarono infatti molte vocazioni che ,
ancora oggi, ricordano suor Antonina come
maestra di vita. Tutto essa escogitava, gite,
passeggiate, incontri , per tenere alto il clima
di allegria del gruppo, ma sapeva anche im-
pegnare le giovani nella preghiera e nel ser-
vizio. Nel 1996 fu costretta, per le condizioni
precarie di salute, a lasciare l'attività. Ultima
tappa, questa, vissuta nella preghiera e nel-
l'offerta per fecondare quei semi di bene de-
posti con cura nel cuore di tante giovani , pa-
recchie delle quali oggi sono felici Figlie di
Maria Ausiliatrice.
CILLARIO sr. Celestina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Los Teques (Venezuela) , il 07/07/2005,
a 101 anni
Allo scoppio della prima guerra mondiale la
famiglia emigrò in Argentina. Quando aveva
21 anni ritornò nel suo caro Piemonte con i
genitori e dopo 6 anni entrò tra le FMA. Do-
po la professione religiosa, partì missionaria
per il Venezuela. Fu maestra per moltissimi
anni, esprimendo la tenerezza del suo es-
sere madre verso gli alunni della scuola che
accompagnava nella loro crescita cercando
borse di studio perché potessero continuare
gli studi. Fu sempre molto attiva, dedicando-
si a distribuire donazioni alle famiglie più bi-
sognose. Era il suo modo di rendere viva
l'opzione per i poveri nei limiti delle sue pos-
sibilità. Si manteneva informata degli avve-
nimenti nazionali attraverso il giornale .
Quando le era possibile, seguiva le partite
di calcio facendo il tifo per l'Italia e per la Ju-
ventus. Esprimeva così quella vena ludica
che sempre l'ha accompagnata e che l'ha
resa indimenticabile.
Venuta la sera di
el giorno Gesù disse:
~ - - --1 qu "Passiamo
all'altra riva!"
- - (Mc. 4,35)

5.3 Page 43

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Giugno
IL FRUTTO DEL MESE
CILIEGIA
Il ciliegio è una pianta delle
Rosacee, originaria dell'Asia e
presente nell 'area mediterranea
già tremila anni fa. Ne esistono
due specie : il Prunus avium o
ciliegio dolce , dal quale si otten-
gono quasi tutte le varietà oggi
consumate, e il Prunus cerasus o
ciliegio acido, che produce ama-
rene e marasche, adatte in parti-
colare per marmellate e liquori.
La ciliegia è dissetante e contie-
ne potassio , calcio e fosforo ,
oltre che una discreta quantità di
vitamine A e C. Coadiuva la cura
dell'artrite, ha proprietà diuretiche
e disintossicanti , mantiene la pel -
le tonica e idratata . All 'acquisto ,
controllare l'assenza di ammac-
cature o di muffa , e preferire
quelle con polpa soda e con il
picciolo attaccato.
L'ITALIANO DEL GIORNO
1° giugno 1489: a Venezia, rien-
tra Caterina Cornaro , regina di
Cipro .
2 giugno 1882: muore Giuseppe
Garibaldi .
3 giugno 1098: i crociati di Boe-
mondo liberano Antiochia .
4 giugno 1577: muore il doge
Alvise Mocenigo.
5 giugno 1505: muore il duca
Ercole I d'Este.
6 giugno 1861: a 51 anni, muore
Camilla Benso di Cavour.
7 giugno 1332: nasce Cangran-
de Il della Scala.
8 giugno 1625: nasce l'astrono-
mo Giovanni Domenico Cassini.
9 giugno 68: muore suicida l'im-
peratore Nerone.
1Ogiugno 1969: Paolo VI è rice-
vuto dal Consiglio Ecumenico del-
le Chiese .
11 giugno 2002: il congresso
Usa riconosce ad Antonio Meuc-
ci l'invenzione del telefono.
12 giugno 1478: muore Ludovi-
co lii Gonzaga.
13 giugno 1321: muore sant'An-
tonio ; era nato a Lisbona 35 anni
prima.
14 giugno 1671 : nasce il compo-
sitore Tommaso Albinoni.
15 giugno 1920: nasce l'attore
Alberto Sordi.
16 giugno 1846: Giovanni
Mastai Ferretti è eletto papa Pio
IX (beatificato nel settembre
2000) .
17 giugno 1603: nasce san Giu-
seppe da Copertino, il "santo dei
voli".
18 giugno 1918: nasce Franco
Modigliani , Nobel per l'Economia
nel 1985.
19 giugno 1918: muore l'aviatore
Francesco Baracca; la madre
affida il suo stemma, il cavallino
rampante, a Enzo Ferrari.
20 giugno 1634: nasce Carlo
Emanuele Il di Savoia.
21 giugno 1891 : nasce l'architet-
to Pier Luigi Nervi.
22 giugno 1527: a Santa Croce
di Firenze è sepolto Niccolò
Machiavelli.
23 giugno 1668: nasce il filosofo
Giovanbattista Vico.
24 giugno 1519: a 39 anni muo-
re di parto Lucrezia Borgia.
25 giugno 1789: nasce Silvio
Pellico, autore de Le mie prigioni.
26 giugno 1967: a 44 anni, muo-
re don Lorenzo Milani , priore di
Barbiana.
2 7 giugno 2003: muore lo scrit-
tore Giuseppe Pontig_gia.
28 giugno 1808: nasce la princi-
pessa Cristina di Belgioioso.
29 giugno 1931 : papa Pio Xl fir-
ma l'enciclica Non abbiamo biso-
gno, contro il fascismo.
30 giugno 1849: muore Luciano
Manara .
Pier Luigi Nervi
IL BESTIARIO DELLA BIBBIA
GIOVENCA/O
Nella solennità del Corpus Domi-
ni (18 giugno) , in due Letture, com-
pare la giovenca. In Es 24,5 Mosè
"incaricò alcuni giovani. .. di sacrifi-
care giovenchi come sacrifici di
comunione, per il Signore". In Eb
9,12: "Se il sangue dei capri e dei
vitelli e la cenere di una giovenca,
sparsi ... ". Questo versetto è l'unico
del Nuovo Testamento dove è cita-
to l'animale. Nell'Antico , invece, è
nominato 20 volte al femminile
(vacca giovane) e 123 al maschile
(bue giovane), ed è presentato
quasi esclusivamente come desti-
nato al sacrificio . I popoli antichi
sigillavano un'alleanza uccidendo
alcuni animali , e l'importanza del
gesto era sottolineata dall'offrire "in
libazione" uno o più giovenchi ,
bestie adatte al lavoro nei campi e
fonte di ricchezza. Questi aspetti
sono sottolineati dall'autore della
Lettera agli Ebrei: le ceneri della
giovenca diventano ricordo e sim-
bolo del sacrificio di Cristo, che
nell'Ultima Cena aveva detto "Que-
sto è il calice del mio sangue".
BS GIUGNO 2006

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Fabio Sandroni
Insegnante di Letteratura
med ioevale a Oxford ,
Lewi s era amico perso-
nale di Tolkien, l'autore de
111/ Sig nore degli ane lli",
che lo ha ispiratato sia sul
RE LEONE
COME GESU'
variegato bestiario, cui la
computer grafica ormai ci
ha abitu ato, pur dimostran-
do un lavoro molto accura-
to, non sempre ri escono a
restituire il senso di mera-
versante letterario, sia nel
vigli a cui aspirerebbero.
percorso di ri avvicinamen- "Le cronache di Narnia" di A. Adamson hanno
to all a fede cri sti ana. Un
ca mmino singolare, ra c-
co ntato nel Iibro autob io-
riportato all'attenzione dei più una saga
fantasy di sette racconti scritti tra il 1950 e il
Più interessante l'algida
luminosità con cu i il mon-
do para llelo di Narnia si
grafi co "Sorpreso dalla 1956 dall'irlandese Clive Staples Lewis. contrappone ai colori del
gioia". I sette titoli in cui si
vecchio mondo, spesso
arti co lano "Le cronache di
brumoso, incupito da una
Narnia" rappresenta no una
fotografia che restitu isce
mirabil e parabola evangeli-
uno spazio reale più pro-
ca per grandi e piccini e
blematico, attraversato dal-
definiscono un'operazione
le paure dell a seconda
culturale necessa ri a: il rie-
guerra mondiale. A Narni a
mergere di una dimensione
la guerra tra il Bene e il M a-
dell' immaginario fortemen-
le è più "semplice" da cap i-
te intri sa di cristi anesimo.
re del conflitto che nel
mondo umano allontana i
"Il leone, la strega, l'ar-
giovani protagonisti da lla
madion è il seco ndo dei
loro fami glia. E all ' insegna
racconti dell a saga. Q uat-
di questo allontanamento
tro giova ni ssi mi fratelli,
che può essere rintracciato
Peter, Susan, Edmond e
uno spunto originale del la
Lucy attraverso un gua rda-
pell icola. Non a caso l'u ni-
roba trovano accesso a una fa ntasiosa dimensione ca sostanziale differenza tra la sceneggiatura e il rac-
para ll ela nell a qua le sono attes i per porre fine al conto letterario è nell'incipit del la pellicola, quando il
dominio di una strega malvag ia e permettere il piccolo e ribelle Edmund rischia la vita per rientrare
trionfo del leone Aslan, "Signore" delle terre di Nar- in casa durante un bombardamento su Londra e recu-
nia. Il film, approdato nelle sa le a Nata le 2005 con perare la foto del padre partito in guerra. L'episodio
una mega produzione Di sney, si avvale di una sce- carica di senso la successiva inquietudine del ragaz-
neggiatura che si di scosta poco dal libro: null a di zo, che poi trad irà i fratelli, per approdare, nella se-
nuovo, quindi, rispetto a quanto già visto nell' impo- conda parte, a un ca mmino catartico di redenzione.
nente trilogia de "Il Signore degl i anelli" di Peter
Jackson . Le grandi scene di massa e di battag li a, il Il tema della ricerca della paternità si integra
bene con il racco nto di Lew is, co nferend o mag-
giore spessore al sacrifi c io cristologico del leo ne
As lan, interpreta bil e co me il sacrificio del l' inno-
ce nte che si immo la per la sa lvezza di un intero
mondo .. . Un As lan nel co ntempo nei panni de l
Pad re che perdona, in quelli dell 'Agnello/Ges ù
che dona se stesso e, in fin e, capace di rest itu ire
la vita all e v ittime del Mal e co n il soffio del pro-
prio ali to, completando così la metafora Trinita-
ri a. Molto spaz io v iene lasc iato all a battaglia fina-
le, in cui l'e lemento v isivo più caratter istico è la
sostanz iale differenza tra i du e ese rciti : all 'ordin e
tutto raz ionale della co mp ag ine de l Bene, fa da
co ntrapp unto l' in cede re caotico e ferino dell e
ord e malvag ie... Uno stereotipo vis ivo che allude
alla leg ittim ità de l co nflitto che gli espo nenti de l
Bene affrontano per necess ità e rag ion e.
O
GIUGNO 2006 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
18
di Roberto Desiderati 21
24
Visitiamo i
luoghi di culto 28
del nostro paese,
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
o
A gioco compl etato risulterà, nelle case lle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario.
Definizioni
VERTICALI. l. Lo sposo della moglie - 2. Lo la-
ORIZZONTALI. I. Vedi foto-15. Lo emana il ter-
mosifone -16. Una delle prime invenzioni -17.11
gas dei tubi fluorescenti-18. Quello del caffè si sen-
te prima di berlo-19.Lo venerano ipagani-20.Ri-
para il campeggiatore- 21.11 nome di Zoff-22. Un
metallo che in alcuni usi è lucido e riflettente - 23.
li mese pazzerello - 24. Ufficio Tecnico Erariale -
25. Vi s1scrivono appunti ogni giorno - 26. Serve
scia la macchia-3. Reso mansueto-4. Sessanta mi-
nuti - 5. Pari in ante - 6. Entusiasmo, fervore - 7.
CattedraE-8. ll dio del vento- 9. Andato, in poesia
-10. La fine della ri ga -11. Inoperoso, passivo -12.
fl promesso sposo manzoniano -13. Fa discutere,
giuridicamente, guello Maccanico - 14. Istituto
Naz. Assicurazioni -15. Emblema dei farmacisti-
t 9. Arrabbiati-20. Si usa dopo il bagno-22. Nuvo-
per produrre birra - 28. Poco codardo - 29. Un ele- la alta a ricciolo - 23. Anco, quarto re di Roma - 25.
mento dell'intero - 30. Gli articoli messi in vendita L'imperatore persiano che perse a Maratona - 26.
-31. Centro di Cervin ia-32. Veicoli trainati da ani- La lista dei cibi - 27. Pulite - 29. I nobili britannici
mali - 33. Bue giovane destinato al macello - 34. che s iedono nella camera dei Lord - 30. Fatto "in
Dieci a Londra - 35. Imperatore romano, figlio di Italy'' - 31. Autentici - 32. Con il - 33. Mare, per i
Teodosio - 37. Boschi che si tagliano periodica- francesi - 34. C'è quella Vajanica - 36. La risposta
mente- 38. Opposto al sud- 39. S1 usa per condire- chedelude-37. Anoi-38. Simbolo del sodio.
40. Le ha sostituite l'euro-4J. Leone marino.
La so luzione nel prossimo numero.
LA MADONNA DELLE RONDINI
Il simbolo del paese di Campione d'Italia, unica enc lave ita liana fuori dal
te rritorio nazionale, è la chiesa della Madonna dei Ghirli che deve il suo
nome alle rondini la cui voce dialettale è, appunto, ghirli. Questo
Santuario, di origine romanica, ma ricostrnito nel '700, è caratterizzato
da una scenografica doppia scalinata che dalla facciata scende verso il
lago di Lugano. Dal lago era infatti l'approccio principale alla chiesa
quando ancora il transito nord-sud non era consentito dalla v ia stradale.
L'edificio, custode di ragguardevo li lavori artistici di scuola campionese
e lombarda del XIV e XV sec. e
delle magnifiche opere di Isidoro
Bianchi, pittore e decoratore, è ad
SOLUZIONE del
numero precedente
A
Ak
IA A I-'
l,
CL AR I S SE ■ T RA ■ RE N
AT RI o ■ SM AR T ■ TA NT
LA NA ■ V IO L E ■ B ON TON
AR I ■ ~ I EL E■ CA L D •I
TE ■ c A L MO ■ R I D DE F M
A• CA L L E ■ DA L I A ■ CIA
■ M OR IA ■ A RI EL ■ K ANT
MA N I ER AT o ■ AE RO B10
una sola navata e presenta una facciata barocca
affiancata dal porticato con affrescl1i del 1514
riportanti il Giudizio Universale, l' Inferno e
storie di Adamo ed Eva mentre l' interno è
decorato con pitture della Vergine e impreziosi-
to da ricche stuccature. Nel 1634 fu terminato il
tiburio, più alto de l campani le, per segnalare la
torre della Madonna, emergente dal "'.erde
circostante, al la gente che transitava per il lago .
La Chiesa esisteva già dal 777, anno in cui il
nobile e facoltoso Totone donò i suoi beni, posti
in buona pa11e del territorio di Campione,
all'Arcivescovado di Milano. In forza di un
"p lacito" del 878 Campione ri sultò "soggetto
per lo spirituale e il temporale" ali' Abate di S.
Ambrogio di Milano. Soppresso nel 1797, il
monastero di S. Ambrogio, venne eretto
Campi9ne in Vicarìa; così si spiega come quella
terra sia oggi italiana, nella provincia di Como,
ma dipendente dalla Curia milanese.
BS GIUGNO 2006

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
DIVORATA
DALL:ANSIA
Al quarto mese di gravidanza
mi sottoposi a un esame per ve-
rificare lo stato di salute della
bambina che portavo in grembo.
Il giorno nel quale ritirai l'esito,
ricevetti una cartolina che m'in-
vitava a comunicare una grazia
ricevuta. Non avendo nul la in
merito da comunicare, cestinai
quella cartolina. Nel pomeriggio
dello stesso giorno ricevetti una
telefonata dal mio medico che
mi comunicava "alto rischio ge-
netico", prenotandomi l'amnio-
centesi d'urgenza. Essendo
molto devota di san Domenico
Savio, in quel momento più che
mai chiesi il suo aiuto. Dopo
l'amniocentesi, durante i venti
giorni in attesa dell'esito, ero di-
vo rata dall 'ansia. Dopo due
giorni sognai il mio piccolo san-
to che mi rassicurava sull 'esito;
così fu. Potrò partorire fra due
mesi, e per questo mi affido an-
cora a Domenico Savio.
G. M. , Viagrande (CT)
PER PREMIO UN
BAMBINO SANO
Siamo Michela e Ugo. Ci siamo
sposati nel 1999. Era nelle nostre
intenzioni avere un figlio, ma do-
po due anni di tentativi ancora
non arrivava. Una nostra amica,
suor Amata del Buon Pastore, ci
ha parlato dell'abitino di san Do-
menico Savio . Sicuri che affi-
dandoci con fede all 'intercessio-
ne di questo piccolo santo sa-
remmo stati esauditi, le abbiamo
chiesto che ci imprestasse l'abiti-
no . Dopo poco tempo ecco la
bella notizia: Michela era incinta.
Nacque il primo bambino, Giulio.
Desideravamo dare compagnia a
Giulio. Dopo un tentativo non riu-
scito, ebbi una seconda gravi-
danza. A un primo esame i medi-
ci ci avvertirono che il nostro
bambino avrebbe potuto nascere
con la sindrome di Down. Di co-
mune accordo abbiamo deciso di
affidarci alla volontà di Dio, e di
accettarlo comunque fosse nato.
Ed ecco, il Signore ci ha donato
in premio il nostro secondogenito
Samuele, nato sano e bellissimo.
Martiri spagnoli
GIUGNO 2006 IJS
Siamo riconoscenti per i due bel-
lissimi tesori che abbiamo.
Michela e Ugo, Treviso
TRE BAMBINI
TRE GRAZIE
Desideravamo da 4 anni, inutil-
mente , un figlio. lo mi ero sotto-
posta a una cura cortisonica per
guarire a una spalla. Ma i medi-
cinali mi avevano procurato del-
le irregolarità nel ciclo mestrua-
le. Fu allora che chiesi l'abitino
del caro san Domenico Savio
e cominciai a indossarlo perma-
nentemente, continuando nello
stesso tempo a pregare la nove-
na, con la promessa che al più
presto mi sarei recata in pelle-
grinaggio sulla sua tomba. In-
credibilmente , già il mese se-
guente il mio ciclo , che per tanto
tempo era stato irregolare, tornò
alla normalità. A novembre, pro-
prio dopo aver ritirato gli esami
fatti da mio marito che ci lascia-
vano ben poche speranze di
avere un figlio, scoprii di essere
incinta. Il dottore mi praticò più
ecografie , esse ndo non poco
perplesso su quella mia gravi-
danza. Ma tutto andò bene fino
alla diciottesima settimana ,
quando si rivelò una ciste sulla
testina del feto. Mi spiegarono
che questo poteva significare
sindrome di Down. Spaventata,
mi sottoposi a diversi controlli al
Sant'Anna di Torino, dove i me-
dici mi dissero che se il risultato
degli esami era positivo potevo
fare un'amniocentesi e poi abor-
tire. Non volli neppure ascoltare.
Il medico mi chiese se sapevo a
che cosa sarei andata incontro
tenendo il bambino. Ma io firmai
il mio risoluto rifiuto all'amnio-
centesi e a tutto il resto. Dopo le
visite in ospedale io e mio mari-
to ci recammo con grande emo-
zione alla basilica di Maria Au si-
liatrice, dove potemmo pregare
sulla tomba di Domenico Savio
e affidargli la nostra situazione.
Sentivo che era stato lui a voler-
mi lì per invocarlo : qualche setti-
mana prima, infatti , l'avevo so-
gnato sorridente, mentre mi ras-
sic urava . La ciste alla testa
scomparve prima della venti set-
tesima settimana di gravidanza
e il 18 luglio 1997 nacque Bea-
trice , bella e sana. Noi conti-
nuammo a recarci periodica-
mente al santuario. In una di
queste visite nel maggio 1998
chiesi a san Domenico Savio la
grazia di poter dare un fratellino
a Beatrice. Ebbene , 9 mesi do-
po, il 6 febbraio 1999, nasceva
Elia, il più vivace dei nostri tre
bambini. Le sorprese non erano
finite , poich é nel febbraio 200 1
arrivò anche Edoardo , sano e
robusto. Di questo mio terzo fi-
glio desidero raccontare come
Domenico Savio gli abbia salva-
to la vita. A quattordici giorni
dalla nascita mi accorsi che
qualcosa non andava nel suo
comportamento: dormiva trop-
po, anche sette ore di seguito,
senza sentire il bisogno di nu-
trirsi. Non dava però segni di
malessere, come tosse o feb-
bre. Dopo un 'accurata visita,
durante la quale si era svegliato
e aveva pianto, il dottore disse
che dovevo ricoverarlo urgente-
mente , perch é era pieno di liqui-
do nel torace con probabile
broncopolmonite. Mentre lo te-
nevo in braccio, durante la cor-
sa verso l'ospedale , non sen-
tendolo più respirare , gli slacciai
la tutina, ma lui diventava sem-
pre più cianotico. Tuttavi a non
piangeva e non reagiva a nulla.
Gli appoggiai sulla gola l'abitino
di san Domenico Savio che ave-
vo con me, pregando disperata-
mente di arrivare in tempo a sal-
varlo. Giunta al Pronto Soccor-
so , un 'infermiera me lo prese
dalle braccia. Tutti i medici della
pediatria si prodigarono per te-
nerlo in vita. Dovettero rianimar-
lo. Dopo ore di esami , risultò
che aveva contratto il virus della
bronchiolite, un'infezione rapida
e asintomatica che lo stava por-
tando silenziosamente alla mor-
te. Il pianto in casa, durante la
visita del pediatra, l'aveva ag-
gravato, togliendogli il respiro.
Edoardo fu portato in neonatolo-
gia, messo in incubatrice , sotto-
posto a terapia intensiva. Poten-
do stargli vicino solo per pochi
minuti , chiesi al medico se era
possibile accostargli l'abitino di
san Domenico Savio, e mi fu
co ncesso. In quel modo sapevo
che il santo l'avrebbe protetto
ogni momento. Il bambino mi-
gliorò già dopo un paio di giorni:
respirava con l'aiuto dell'ossige-
no, era sottoposto a massicce
dosi di antibiotico , però apriva
pian piano gli occhi e reagiva
ag li stimoli. In seg uito venne
sottoposto all 'elettroencefalo -
gramma e a visite neurologiche
per accertare eventuali danni
ce rebrali. Fu dimess o dopo 1O
giorni. Era debole, ma aveva
appetito e qu esto era un buon
segno. Oggi (2004) , Edoardo ha
tre anni e mezzo e da settembre
ha cominciato a frequentare l'a-
silo. Il suo cervello non ha subì-
to danni e del focolaio al polmo-
ne non è rimasta traccia. Ho
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lette~e non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
Suor Eusebia
Palomino
AMPUTAZIONE
EVITATA
All 'inizio di febbraio 2005 ,
mia madre di 83 anni non
riusciva più a camminare. Fu
ricoverata d'urgenza in una
clinica di Torino per una for-
ma di vasculite molto grave.
I medici non erano del tutto
sicuri di poter evitare l'ampu-
tazione della gamba. Gli
esami del sangue denuncia-
vano parecchi valori anoma-
li , che lasciavano aperte le
interpretazioni più negative.
Di fronte a tale situazione
abbiamo dato alla mamma
una reliquia di suor Eusebia
Palomino , affidandoci alla
sua intercessione. Dopo tre
settimane di ricovero , mia
madre è stata dimessa in
carrozzella. Attualmente la
gamba è molto vicina alla
guarigione e gli esami del
sangue rivelano valori corret-
ti , tanto che i medici a ogni
visita di controllo fotografano
la gamba, restando soddi-
sfatti e stupiti. Mia madre ha
ripreso la sua vita in autono-
mia. Siamo convinti che que-
sta positiva evoluzione, oltre
che alle capacità professio-
nali dei medici , sia dovuta al-
l'intercessione di suor Euse-
bia Palomino.
Demichelis, Torino
pregato tanto per la salvezza
del mio bambino e tanti si sono
uniti in preghi era per chiederne
la guarigione . Ogni sguardo che
po so su di lui è un ringrazia-
mento a Dio che, attraverso l'i n-
tercessione di Domenico Savio,
ha voluto concedere a me e alla
mia famiglia questa meraviglio-
sa grazia.
Simona e Gino,
Serrava/le Sesia (VC)

5.7 Page 47

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Suor
ANNAMARIA ANTONACCI
amafma@tiscali.it
Psicologa nei Centri
di Orientamento Scolastico
e Professionale, in varie
case d'Italia, nel 2003 è stata
chiamata a collaborare presso
il Segretariato della GEI
(Conferenza Episcopale Italiana).
Suor Anna Maria, come si trova una religiosa negli uffici della
segreteria CEI?
A mio agio. Lavoro insieme a molti alti.i e cerchiamo cli fare comunità
di arniche/i, condividendo momenti di vera fraternità ed esperienze spiri-
tuali di notevole livello. Dai colleghi mi sento accolta, stimata, rispettata.
Qual è il senso di una salesiana alla CEI?
Don Bosco ha sempre affermato di voler essere un fedele servitore
del Papa e dei suoi Pastori, anche a costo di qualche sacrificio. Certo,
in un ufficio di segreteria non è come essere in un'aula scolastica o
con un gruppo di giovani, ma anche a questa chiamata ho risposto Ec-
comi! Non a caso è avvenuta il 25 marzo del 2003.
Ci sono problemi pesanti da affrontare?
Più o meno gli stessi che avevo quando operavo nella scuola, con i
giovani, i docenti, le famiglie, sempre su as petti che toccano le ragioni
profonde della vita, la sua dimensione trascendente, la realtà sociale
con le varie e spesso pesanti problematiche che singole persone, orga-
nismi, interi territori si trovano a vivere.
Può far sentire i problemi dei giovani e delle donne in un'assem-
blea di maschi?
Il fatto stesso che la Chiesa abbia voluto la presenza di una donna, e
sono l' unica, in un ambito di così alta 1iservatezza, può dire molto al
riguardo. Sono fiera che la Chiesa italiana abbia guardato all'Istituto
delle FMA per affidarle questo servizio ecclesiale.
I giovani sono presenti nelle preoccupazioni della CEI?
Assolutamente sì. Lo si può vedere dalle varie attività che l'Ufficio
di Pastorale Giovanile mette in atto per loro. Posso testimoniare che i
Vescovi italiani hanno veramente a cuore i giovani. Essi sono nelle
preoccupazioni dei Pastori, i quali sono toccati dalle loro problemati-
che, dalle loro esperienze e testimonianze, pensano alla loro formazio-
ne integrale, si interpellano sul loro futuro, soffrono per e con loro.
Il suo lavoro le piace, lo trova utile?
Sono stata colpita dalla novità e dagli orizzonti che mi si sono ape1ti.
Uno sguardo così ampio sulla Chiesa italiana non l'avevo mai avuto e
non l'avrei mai avuto se non attraverso questo nuovo servizio. Lo ritengo
un privilegio e voITei tanto che tutta la Chiesa che è in Italia potesse
guardare a questa Sposa di Cristo, santa e sempre bisognosa di conver-
sione, con quell'amore con cui Cristo stesso l'ha scelta e l' ha voluta. E
l'ha amata.
FOCU
ALEX
Quando aniva da noi è un ra-
gazzino cli prima media con
grossi problemi personali, che si
manifestano in evidenti disturbi
cli salute che ne bloccano la so-
cializzazione. Appare trasanda-
to, sciatto, senza quelle cono-
scenze anche più semplici di
igiene personale che hanno i
suoi coetanei . Papà e mamma?
Sono troppo occupati a bi sticcia-
re fra cli loro, a insultarsi, a citar-
si in tribunale, per rendersi cont?
dei problemi del proprio figlio. E
lontana da lui più la mamma che
il papà. La scelta fatta dal padre
di inserirlo in una comu1ùtà di-
venta per la madre motivo di ri-
picca: fa scenate in pubblico,
non rispetta gli oraii concordati
per le visite, grida, minaccia di
ricorrere ai carabinieri quando
non ottiene quello che vuole. Poi
è capace di dimenticarlo alla sta-
zione e deve cotTere il padre a
recuperarlo e ripo1tarlo al Cen-
tro. Poco per volta, tuttavia,
Alex ritrova un suo equilibrio.
Un giorno mostra a un educatore
i suoi "piani di scappo", fatti ap-
pena entrato. Una sera, però, do-
po la solita telefonata del papà,
cainbia umore; va a letto silen-
zioso, preoccupato, disorientato.
La mattina dopo racconta ciò
che lo turba: "Papà ha avuto una
bambina con la convivente". Gli
domando: "Ma non sei contento
di avere una sorellina?". Mi
guai·da sorpreso, poi si apre a un
grande sorriso e, del tutto solle-
vato, corre ad avvisare i compa-
gni: "Ho una sorellina!".
BS GIUGNO 2006

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c .M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Presenze sociali ... non solo
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INSERTO CULTURA
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di José Antonio San Martin Pérez
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Editoriale CCS Madrid
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CASA NOSTRA
di Natale Maffioli
I salesiani ... e Vivaldi
CHIESA
di Silvano Stracca
Il "Benedetto" attuale