Bollettino_Salesiano_200605

Bollettino_Salesiano_200605



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"TER
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(pag. 23)

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- 150 - MAMMA MARGHERITA - 150
di Pascual Chavez Villanueva
FAMIGLIA
CULLA DELLA VITA
AIUTI ALLA FAMIGLIA
I PARENTI
La famiglia in senso lato non può ridursi al nucleo composto
da genitori e figli; essa comprende l'insieme dei PARENTI
che allargano i confini e gli orizzonti della famiglia.
Una volta an-
dava di mo-
da l'albero
genealogico , un
modo simpatico di
presentare la sto-
ria della propria
famiglia. Aveva
un 'enorme riso-
nanza sia bibli-
ca sia umana. Il
simbolo dell 'albero con radici ,
rami e foglie , corroborato da un 'unica
linfa vitale , dà il senso del gioco di le-
gami che unisce la famiglia "di san-
gue". Dal punto di vista biblico , la ge-
nealogia risale nel tempo fino ai pro-
genitori , e a Dio come anello generan-
te . L'albero genealogico, dunque, era
un modo per sentire di essere stati vo-
Iuli da Dio come una mamma vuole il
suo bambino , il quale si sente sicuro
perché ha molti a proteggerlo. Ma la
famiglia patriarcale è scomparsa ; oggi
è ridotta a una piccola "cellula", a vol-
te "arroccata" su se stessa. Zii e cugini
erano punti d'appoggio e di sfogo che
oggi si "sentono" sempre meno.
I figli che si trovano all'improvvi-
so a vivere da soli per la scomparsa, il
divorzio o la separazione dei genitori
riescono a superare la crisi e ritrovare
l'equilibrio grazie alla presenza dei
parenti prossimi che rappresentano la
continuità familiare , e un porto sicuro.
La presenza dei parenti , fatta di assi-
stenza e consiglio , è importante per
aiutare i figli a capire la preminenza
dell 'affetto sull 'interesse. La cerchia
parentale consente di condividere gioie
e dolori , responsabilità e "segreti". Nei
parenti i bambini sentono il conforto
della solidarietà e non l'aspro giudizio
degli estranei . Dal punto di vista edu-
cativo , la cosa più importante è edu-
carsi alla "fratellanza" e alla convivia-
lità; zii e cugini in questo lavoro sono
indispensabili . Oggi però sembra che
la famiglia con più figli faccia paura :
« Sta per nascere il mio secondo figlio
e mi spaventa affrontare la gelosia del
primo; io da piccola ne ho sofferto tan-
to.. .». La gelosia tra fratelli, con il suo
corteo di litigi, ripicche, dispetti, lacri-
me, non deve preoccupare solo i geni-
tori : sono in gioco anche gli educatori
e i parenti prossimi.
La gelosia è un sentimento na-
turale. Chi ama prima o poi prova
questo sentimento che nasce dalla
voglia di "possedere" totalmente l'og-
getto amato. Nessuno è "cattivo" solo
perché è geloso : chi è assediato dal-
la gelosia è uno che non ha imparato
ad amare bene. La gelosia è una tap-
pa della crescita da superare. Ci
sono adulti che sono rimasti impania-
- I parenti sono un sostegno importante nella vita di una famiglia.
MAGGIO 2 006 BS

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nati nella gelosia e la man ifestano in
modo imbarazzante e talvolta dram-
matico. Il bambino deve essere aiuta-
to da genitori e parenti a uscire dalla
trappola delle relazioni esclusive. Zii
e zie giocano un ruolo decisivo.
La famiglia è una costellazione in
cui tutte le stelle sono importanti.
Alcuni bambini sono terribilmente ge-
losi perché sono abituati a considerar-
si piccoli tiranni assoluti . In questo
caso i parenti , meno teneri dei genito-
ri, possono aiutare a dirigere la cre-
scita verso la giusta direzione, offren-
do al bambino la possibilità di consta-
tare che si può ricevere affetto anche
in forme diverse e da persone diver-
se . Occorre pe non chiudere mai i
bambini in un ruolo : il piagnone, il
distratto, il bugiardo, lo studioso.. .
genitori né parenti devono far leva su
questi temi . Può risultare pericoloso .
In caso di litigi o accesa rivalità
tra bambini è importante stabilire delle
regole. La prima è semplice : non si è
obbligati a condividere tutto o a gioca-
re sempre insieme, ma tutti sono tenuti
al rispetto reciproco. I parenti, primi
coadiutori dei genitori , possono inse-
gnare ai bambini le norme basilari del-
la convivenza . Tuttavia , non devono
intromettersi in tutti i litigi , devono
essere attenti a proteggere l'incolumità
fisica del piccolo e il mondo interiore
del grande, che può rimanere sconvol-
to dalla violenza dei suoi sentimenti
aggressivi , specie se non ha imparato
a controllarli . In nome di una sana riva-
lità, ai bambini sempre più frequente -
mente è permessa la libertà di conflig-
gere con fratelli e cugini. Chiunque del-
la famiglia li vede lottare deve trasmet-
tere che si comprendono i loro senti-
menti e risentimenti ; e tuttavia non si
può permettere che ci si faccia male
l'un l'altro né con atti né con parole.
Occorre scansare il giochetto del
"di chi è la colpa?", perché è quasi
impossibile uscirne. Ed è necessario
evitare, nei rimproveri, gli aggettivi
"grande" e "piccolo" come anche gli
eccessi di "equa ripartizione": una rigi-
dissima par condicio non è sempre la
cosa migliore. L'importante è aiutare
ogni bambino insegnandogli con pa-
zienza a fare ciò che è giusto ed evita-
re ciò che è sbagliato. Questa solleci-
tudine fa scattare la molla dell 'amore
parentale che è uno dei sentimenti più
soddisfacenti della vita.
Ma oggi incontriamo sempre più
spesso famiglie "esplose": entrano a
far parte della parentela un altro papà
o un 'altra mamma, altri nonni e/o
magari la fidanzata di papà ... È il capi-
tolo della crisi. Ne parleremo.
Maggio 2006
Ann o CXXX
Numero 5
In copertina:
Da 500 anni
la guardia del Papa,
la famosa guard ia svizzera,
serve lo Stato Pontifico,
ridotto oggi all a
pi ccolissima
Città del Vaticano.
Foto: L'Osserva tore
Romano
-
~N!'r'/1/flJIIJPJ
. - •7.ffl]JJJ))
M ensil e di info rm az ione
e cultura religiosa edito
dalla Co ngregaz ione Sales iana
di Sa n Giova nni Bosco
D irettore:
GIANCAR LO MAN IERI
- .CHIESA
12 I Benedetti prima di Benedetto (7)
di Silvano Stracca
CASA NOSTRA
14 I salesiani a Latina
di Francesco M otto
- ANNIVERSARI
18 I 500 anni della Guardia Svizzera
di Savina }emina
V1AGGI
20 La pagoda cinese
di Gianca rlo Ma nieri
INSERTO CULTURA
23 Le radio salesiane del Piemonte di N . Maffio li/ 1. A lbergucci
FMA
28 Il sogno di Aunty Tina
di Maria A ntonia Chine/lo
RuBRICHE
2 // Re ttor Maggiore - 4 Il punto gio vani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osserva torio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Bagliori -
30 Libri - 32 On Une - 34 Come Don Bosco - 36 Arte sacra - 37 Laetare et beneface -
re ... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 41 Varia - 42 Prima pagina - 43 Il mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vi to Orlando
Segreteria : Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Ru sso - Roberto Saccarello
Fabio Sandron i - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Utticio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
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11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
' Unione Stampa
Periodica Italiana
BS MAGGIO 2006

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di Carlo Di Cieco
SOLO
DEI RAGAZZI
I giovani a sorpresa prendono vie coraggiose che i loro padri non
sanno o non vogliono prendere. Nel corteo giovanile di Reggio
Calabria, oltre al famoso cartello, molti recavano dei crisantemi.
Chiaro il significato.
' ' siamo solo dei ragazzi, ragazze
e ragazzi con stone e percorsi
di vita diversi , ma che vogliono
tracciare insieme la strada per ui") vero
riscatto civile della nostra terra". E la
nuda spiegazione che alcune migliaia di
giovani studenti hanno dato quando
hanno organizzato una manifestazione
nazionale nelle strade di Reggio Calabria
contro tutte le mafie e per la legalità.
Davanti al corteo è tornato uno striscione
già apparso tra i giovani di Locri in
occasione dell 'assassinio di Franco
Fortugno : "E adesso ammazzateci tutti".
O I giovani c'erano . Hanno fatto richieste
da segnare sull'agenda politica del
parlamento e del governo. Ma intorno a
loro c'è stata molta distrazione. I giornali
nazionali non hanno dedicato loro più di
15 righe. E neppure tutti , impicciati come
non mai a dare fiato e visibilità al teatro
di una infuocata campagna elettorale. La
circostanza ha delineato due mondi e
due modi di fare politica. Quella dei
giovani che chiede un impegno in prima
persona mettendo avanti gli ideali , i
valori , gli aspetti belli che allietano la vita
di tutti. Quella dei politici e dei partiti con
al primo posto il potere che consente
affari e visibilità. I giovani a chiedere di
sradicare la mafia come potere occulto e
come stile di vita. La politica politicante a
far credere che la mafia è una questione
accessoria, una deviazione occasionale
nell'amministrazione pubblica.
O L'entusiasmo dei giovani da un lato, il
realismo dei grandi navigati dall'altra. E
in mezzo qualche voce di educatore o
più sensibile politico a gridare: "Non
deludiamo ancora una volta i giovani".
Del resto , nel Meridione, la delusione era
già calata altre volte. Contro la mafia si
erano mobilitate tante coscienze, tante
energie culturali. Era nato addirittura un
centro dei gesuiti a Palermo per varare
la formazione di possibili nuove classi
dirigenti. Le diocesi si erano risvegliate,
scosse anche dal grido di Papa Wojtyta
nella valle dei Templi invitante i mafiosi
alla conversione.
Belle stagioni volate via. Sul campo
erano rimaste realtà sparpagliate
intorno alle chiese e agli oratori ,
qualche nascita di gruppi di
volontariato . Il fuoco delle pistole o del
MAGGIO 2006 BS
tritolo aveva tolto di mezzo scomodi
lottatori, compreso un prete dal nome
Pino Puglisi. Pareva che gli affari
avessero calato una pietra tombale sul
rinnovamento sociale del Sud.
O Nel tempo del massimo sconforto
sono tornati i giovani . Hanno raccolto il
testimone degli ammazzati . Anche la
Conferenza Episcopale italiana ha
insistito caparbia nel sostenere il
"Progetto Policoro" per l'inserimento
lavorativo giovanile. Una goccia nel gran
mare della disoccupazione e della
precarietà. Lunghe stagioni , quando il
grano seminato nella terra fredda del
tardo autunno sembra irrimediabilmente
morire. La primavera sembra lontana
quando i campi sono coperti di brina che
indurisce le campagne.
Il corteo dei giovani è stato una
scintilla. Si sono autorganizzati
all'insegna di "Su la testa". Hanno
parlato della loro iniziativa in un loro
sito nel quale insieme alle riflessioni
spiccatamente politiche si potevano
leggere t!3sti di Gandhi e di Madre
Teresa. E stato impressionante il
silenzio che ha fasciato questa
iniziativa. Sarebbe stato piuttosto
interessante cogliere il segnale per far
irrompere nella campagna elettorale
aria nuova, orizzonti di senso, progetti
di riscatto per tutti in una situazione
stagnante dove vince la rincorsa
all 'interesse particolare .
O In alcune parti dei programmi el_ettorali
si parla pure di politiche giovanili. E un
rito che si ripete. Fa parte della caccia al
voto. Ma poi la voce dei giovani torna
lontana come l'eco dai palazzi del
potere. Chissà se succederà mai di
assistere a una campagna elettorale
interamente modellata su programmi
maturati insieme dai giovani e dalle
realtà sociali più deboli , che chiedono di
cambiare i pesi insopportabili nella vita
quotidiana. Almeno una volta che i
politici non siano essi a proporre, ma si
facciano scrivere tutta l'agenda dalla
società civile. Utopia, si dirà. Speranza,
cioè possibile traguardo. Saranno i
giovani a spingere. Con efficacia rispetto
al passato, se la politica degli adulti avrà
nuove orecchie per ascoltare, prima di
parlare pensando agli affari.
O

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i nostri antenati delle pala- tutt' altra direzione. Me ne ac- determinato dalla saggezza
fitte!
corgo con gli alunni a scuola, che dimostra di fronte alle
Per quanto poi riguarda il se- con i miei figli a casa, con la proprie responsabilità, come
condo argomento, non con- gente per la strada, nei nego- amministratore della Creazio-
fondere le reliquie con la reli- zi, nei bar. .. Davvero siamo ne, quale l'ha voluto Dio. Oggi
gione; la devozione con la arrivati al punto del non-ritor- il possesso è il metro del suc-
teologia; l 'amuleto con Dio. no? Certamente qualcosa va cesso, e per raggiungerlo spes-
Le reliquie di un santo non corretto . ..
so si esige una certa dose di
sono contro né a favore di
Dio, sono solo il ricordo di
Giandomenico, Verona
sregolatezza... Così addio mo-
dera zione; per buona pace di
qualcosa d 'importante anzi di Caro signore, siamo, inutile Tommaso d'Aquino che la de-
fondamentale per la vita dei nasconderlo, una società in fini va "retta norma dèll 'azio-
credenti, o di qualcuno (uomo decadenza. Dal punto di vista ne". Ma in questa nostra so-
o donna che sia) che ha ten- morale, intendo. Io ho una cietà libertaria, di norme meno
tato, con successo, di essere mia opinione in proposito che si parla meglio è, salvo poi
coerente! È ben per questo può non essere condivisa, ma circondarci di una selva di
Clt~~ di1!tto1!Effi'!e~l~i che molti desiderano posse- di cui sono fermamente con- norme per cercare di tampo-
dere "qualcosa" che ricordi vinto. La convinzione è che nare le falle del sistema indivi-
un personaggio così raro nel abbiamo abbandonato l'etica dualistico che ci sta lentamen-
Trovo ass urdo credere in un
messaggio tanto mag nifico
quanto improbabile, traman-
dato attraverso due millenni
di 111anipolazio11i, nascita e
consorzio umano. Se non pos-
siedono nulla e non riescono
a trovare nulla. beh. se lo in-
ventano. Dunque, che i denti
della tal santa sparsi nelle va-
fondata sui valori tradiziona-
li. Oggi le antiche virtù, come
l'onestà, il coraggio, la pa-
zienza, la prudenza, il pudore
sembrano in rottamazione. Al-
te portando alla ro vina. Oggi,
insomma, caro amico, vanno
alla grande le.. . "auto": auto-
stima, autorealizzazione, au-
tonomia, autoreferenzialità,
cad uta cli imperi , regni e dina- rie località che la venerano tre - nuove di zecca - vengono autociffermazione, autoappren-
stie, ideologie, intrighi politi- siano 32 o 302, o che i pezzetti alla ribalta e non pochi politici dimento, autocensura, auto-
ci, scismi [... ] Ho visitato le della croce siano tanti da ba- e ciffabulatori ci si riempiono certificazione, autoerotismo,
chiese che raccol gono sante stare per un boschetto, poco la bocca: la filantropia, il ri- autoindulgenza... insomma au-
reliqui e come braccia e gam- importa: ciò non lede alcuna spetto dell 'ambiente, la cura tolatria! Tutto sbagliato ? No!
be asso rtite di santi, martiri , verità teologica. Ben venga del corpo, l'istintività, la pri- Volevo solo ricordare che tra
tanti pezzi della croce che tutto ciò che mi una spinta vacy... È interessante un sag- le "auto" c'è anche l'autoaf-
messi insie me formerebbero verso l'Altro, che mi apre una gio di Duccio Demetrio intito- fondamento! ... e potrebbe es-
un "crociane" di migliaia di strada verso Dio. L 'oggetto è lato "Virtuosi vizi in virtù vi- sere necessaria l'autopsia.
metri. Tutto questo è rivela- Lui, la meta è Lui, non le esa- ziose" che mostra come la so-
zione? Non posso che scarta- gerazioni più o ,neno supersti- cietà sia capace di trasformare
a~~!~'!-e!o?ef~?}!i!; re ta)j tesi assurde.
ziose delle reliquie.
i vizi in virtù e viceversa! Per-
Giorgioc@ ...
E in ultimo stai attento...
Quando dici di scartare le tesi
sonalmente, credo che certe
sbandierate virtù moderne sia- porle il seguente quesito. Sic-
Caro Giorgio,
assurde, vuol dire che accetti no più slogan che sostanza. come invidia e gelosia sono
tu trovi assurdo, mentre io tro- solo tesi lineari, logiche, sen- Pensi alla "privacy" diventata peccati, come vincerli. [. .. ]
vo magn(fico "credere in un za misteri. Ma il mistero è un
messaggio tramandato attra- criterio di riconoscimento del
verso due millenni di manipo- divino. Un divino senza mi-
ag- a . lazioni, nascita e caduta di im- steri è una menz.ogna.
peri, regni, dinastie, ideolo-
gie, intrighi, scismi" e
giungo aberrazioni come ro-
OCIETA IN DECA-
ghi, torture, falsità; messag-
DENZA. Gentile Diret-
gio che nonostante tutto·è vi- tore, mi permetto una rifles-
un mito. Eppure mai come og-
gi l'uomo è spiato, ascoltato,
tallonato, fotografato, impor-
tunato ... Rispondi al cellulare
e sei quasi sicuro che il tuo in-
terlocutore non sia l'unico a
sentire la conversazione. E
sempre più si parla del Gran-
de Orecchio, e/o del Grande
Chiunque potrebbe dire "Quel
tale è fortunatissimo . . . ebbene
voglio esserlo anch'io". Anche
disprezzare la vita è peccato . ..
perché spesso chi non vuol
morire muore e chi vorrebbe
morire perché è stufo di stare
al mondo è condannato a vive-
re e pure a lungo.
vo e attuale. Vuol dire che sione su questa nostra società Occhio. Io ho nostalgia della
l'uomo c'entra poco con quel piena di slogan, di pressioni ''prudenza ", così importante
Nadia, Pavia
messaggio, il quale ha vita al consumo, di regole che per l'equilibrio del comporta- Cara signorina Nadia,
propria, e... se ne sbatte delle nessuno ri spetta e nessuno fa mento. Ogg i la .filosofia "utili- quella di cui lei mi parla è
imbecillità umane.
rispettare, di discorsi contrad- taristica" che cerca la massi- sana emulazione, è desiderio
Se infatti l'idea di Dio supe- dittori udi ti alla radio e alla tv mizzazione della felicità/pia- di star meglio, cli essere for-
ra indenne queste sabbie mo- dall a bocca di guru della co- cere personale, l'ha mandata tunati tanto quanto lo sono,
bili, queste acque torbide, municazione, da politici , da in pensione, povera, negletta, ad esempio, i nostri vicini, o
può voler dire che non è poi ammini stratori locali , da tele- vecchia virtù! S'è ridotta, la la nostra amica, o il nostro
così peregrina, che resiste predicatori, e via dicendo, co- prudenza, a capacità cli evitare datore di la voro (ammesso
anche alla civiltà informati- me se la moralità più rigida i rischi. Ho nostalgia della poi che fortunati lo siano
ca, la quale - pur lanciata ves tisse tutti questi signori, ''parsimonia " o "moderazio- davvero, dato che non capita
alla conquista dello spazio - ma ho l' impressione che si ne " che secondo Theodor spesso di sentire delle perso-
si ritrova a lottare con le tratti di un vestito abusato e Malloch si fo ndava sull 'idea ne che si dichiarano fortunate
stesse paure che affliggevano con griffe fa lse: la realtà va in che il valore di un individuo è e felic i: c'è sempre qualcosa
MAGGIO 2006 BS

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che rode e toglie il sonno).
Comunque, desiderare di es-
.sere fortunati come loro non
è peccato, è una legittima
aspirazione. Questa aspira-
zione, questa ansia di voler
essere favoriti dalla sorte co-
me " il tale " o "la tale" di-
venta invidia (cioè peccato)
quando degenera, e uno vuole
il bene per sé e il male per
l'altro/a, la fortuna per sé e
la disgrazia per l'altro/a.
L'invidia, la gelosia, ecc. ag-
giungono insomma la cattive-
ria verso la persona più for-
titnata di noi.
Per ciò che riguarda "la vi-
ta": essa non ci appartiene.
E a questo punto mi pare
davvero inutile e un po ' pre-
suntuoso indagare il Mistero
di Dio e voler capire i suoi
disegni. Nostro compito è vi-
vere "al meglio " la vita che
. ci è stata donata, lottare per
difenderla, cercare di preser-
varla anche contro le malat-
tie, insegnare a rispettarla,
proprio perché è il più gran-
de dono che abbiamo ricevu-
to. Pretendere di capire la vi-
ta è come pretendere di capi-
re Dio che ne è l'autore, ma
capire Dio non si può. Diceva
un antico filosofo: "Se io
comprendessi chi è Dio, o
Dio non sarebbe più Dio o io
sarei un Dio ".
APPELLI
L' Oratorio San Giovanni Bo-
sco raccoglie testi per l' alle-
stimento di una biblioteca,
sia nuovi che usati, per mo-
menti di lettura personale o
collettiva. Parrocchia Sacro
Cuore di Gesù, Via P. To-
gliatti, 71046 S. Ferdinando
di Puglia (FG) - Tel-Fax
0883/622195, parsacrocuo-
redigesu@virgilio.it
Vorrei conispondere con chi
si sente triste e solo come me.
Inoltre dipingo per i bambini i
soggetti animati della Walt
Disney. Dodi Sergio, Via
Vittorio Bachelet 2, 90129
Palermo (carcerato).
Desidero conispondere con i
giovani, famiglie, bambini e
anziani pensionati a scopo
amicizia, dialogo, spiritualità.
Padre Francesco Di Pa-
squa, Apartado Postal 4480,
Tegucigalpa - D.C., Hondu-
ras - Centro America.
Ho 27 anni e vorrei conosce-
re ragazze 27/40 anni scopo
amicizia, vera e sincera.
Maccari Marco, Via Anto-
nio del Pollaiolo 8, 50142
Firenze
marco.macc@tiscali.it
Colleziono immaginette sa-
cre di qualsiasi genere. Gra-
direi fare scambi con altri
collezionisti. Gero Manga-
nello, Via R. Viganò 24,
92020 Palma di Monte-
chiaro (AG).
Voglio corrispondere con
chiunque, uomo o donna
che sia, non cerco nessun ti-
po di sostegno, ma solo un
po' di compagnia. Di Gior-
gi Danilo, Via La Monta-
gnola 76, 59100 Prato
(PO).
l'd like to c01Tespond with
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about religious and histori-
cal subjects. I'm 31 years
old. Claudio Dito, Via G.
Saragat 8, 87029 Scalea
(CS) .
Vorrei corrispondere con let-
tori interessati a formare L111a
nuova amicizia. Sc1ivete a
Raffaele Serofani, P.Ie Mar-
coni 15, 96100 Siracusa.
Ricerco ceneriere di tutti i
tipi, anche pubblicitarie. De
Luca Rosario, Via A.
Manzoni 26/A, 80123 Na-
poli .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
J;J ~ILENZIO SU DIO.
Caro dir, [...] Il mio pen-
siero su Dio è che un Creato-
re esista, ma che ness uno ne
possa dir nulla [...]. Ritengo
che un Dio esista, ma il fatto
che nessuno possa averne la
matematica certezza, né leg-
gere nei suoi pensieri o ri-
spondere alle grandi domande
dell'uomo, abbia spinto tutte
le civiltà del mondo a crearsi
delle religioni, per esorcizza-
re la paura di qualcosa che
non si conosce, inventandosi
delle false certezze.
Gianni@ ....
Caro Gianni,
hai ragione a pensare che
forse di Dio è meglio tacere
che parlare, perché più se ne
parla più si rischiano castro-
nerie! Questo tipo di teologia
del silenzio ha un nome, si
chiama "teologia apofatica ".
Ma se è vero che "a tacere
non si sbaglia mai ", è anche
vero che a parlarne si fa be-
ne: l'uomo è un animale par-
lante. L'uomo dà gloria a Dio
con tutto se stesso, usando fin
le più intime fibre di se stes-
so, perché tutto è di Dio! An-
che la bocca, anche la voce.
E l'uomo non può fare a me-
no di parlare di ciò da cui di-
pende la propria salvezza, ciò
che dà senso alla propria esi-
stenza. Anche a rischio di di-
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in reda zione . Ce ne
scusiamo. Provveder~mo_a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
re cose errate. Dio deve esse-
re un argomento dei discorsi
oltre che dei pensieri, delle
sensazioni, e dei desideri del-
! ' uomo.
Tu dici che tutto ciò che le
religioni dicono di Dio (i
dieci comandamenti scritti su
una pietra, l'incarnazione e
via discorrendo) sono inven-
zioni della paura dell 'uomo
e del suo bisogno di inven-
tarsi delle certezze... Vec -
chio argomento. Io te la met-
to così: e se Dio avesse sta-
bilito come strada per la ri-
cerca di sé da parte dell 'uo-
mo il crearsi delle religioni
per esorcizzare la paura di
qualcosa che non si conosce
inventandosi delle false cer-
tezze? Chi impedisce a Dio
di usare questo mezzo per
''farsi trovare?".
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vo stra corri spon-
den za :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12 .643
E-mail : biesse@sdb.org
BS MAGGIO 2006

1.8 Page 8

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TORINO, ITALIA
LA FIACCOLA
OLIMPICA
Anche a un salesiano è toccato
l'onore di recare per un tratto
di strada la fiaccola delle
Olimpiadi invernali di Torino.
Dal Cottolengo al piazzale di
Maria Ausiliatrice è stato il
Vicario del Rettor Maggiore
don Adriano Bregolin, vestito
della tuta regolamentare, a fa-
re il tedoforo della XX edi-
zione dei Giochi Olimpici In-
vernali, giovedì 9 febbraio,
tra due ali di fo lla entusiasta
e, secondo alcuni commenta-
tori, perfino commossa. Quel
percorso Don Bosco l'aveva
fatto chissà quante volte! È
stato un omaggio di Torino al
grande santo dei giovani e
dello sport.
TORINO,
MORNESE, NIZZA
MONFERRATO
UNA GRANDE
RICORRENZA
A 125 anni dalla morte di
Maria Domenica Mazzarello
le Figlie di Maria Ausiliatrice
di tutto il mondo si sono ritro-
vate idealmente nei luoghi
dove è vissuta la santa per ri-
confermare la scelta di dedi-
care la vita a Cristo e alle gio-
vani del mondo. Il 24, 25 e 26
aprile scorsi, insieme con ma-
dre Antonia Colombo, Supe-
riora generale, a Torino, Mor-
nese e Nizza si è realizzata la
festa del grazie dell' Istituto. Il
coinvolgimento di giovani,
ragazzi, laici e laiche di tutto
il Piemonte e del mondo inte-
ro ha avuto una particolare
connotazione missionaria. Le
FMA sono ancora chiamate a
privilegiare I'evangelizzazio-
ne e la promozione umana
non solo nelle terre di missio-
ne, ma anche nelle periferie
delle grandi città dell' occi-
dente, nei centri di raccolta
degli esuli e dei rifugiati, fra i
migranti, gli sfollati. Per ri-
spondere alle nuove povertà
che interpellano la missione
educativa, le FMA d'Italia
hanno deciso di "regalare" a
Madre Mazzarello, 125 anni
dopo la sua morte, una casa e
una comunità interculturale,
nella zona di Porta Palazzo,
uno dei luoghi dove è iniziata
l'opera salesiana e che ora so-
no di nuovo, in modo diverso,
meta di immigrazione.
MAGGIO 2006 BS
DON BOSCO
IN QATAR
Don Bosco è entrato ufficial-
mente in un paese musulma-
no . Non con un'opera, ma
con la televisione. Infatti , un
gruppo bandistico composto
da ex-ragazzi di strada che
ora si chiamano "Ragazzi don
Bosco", provenienti dal cen-
tro salesiano di EL-OBEID in
Sudan , il 26 dicembre u. s. ha
tenuto un concerto nella sede
ONU a Khartoum per tutto il
personale. C'era anche la TV
del Qatar, la famosa Al Jazee-
ra, che ha girato alcune ripre-
se, poi mandate in onda in un
programma serale. Così per la
prima volta il nome di Don
Bosco è penetrato in quell 'an-
golo arabo/islamico della pe-
nisola saudita attraverso la te-
levisione più accreditata del
mondo arabo.

1.9 Page 9

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BIANCAVILLA,
SICILIA
DB FRIEND'S
Oltre 45 giovani allievi ed
exallievi dell ' istituto e dell'o-
ratorio FMA di Brancavilla di
Catania si sono riuniti in un
gruppo teatrale di impegno per
far del bene a modo loro, con
la musica e la rec itazione.
Hanno iniziato con "Caino e
Abele" poi "I dieci comanda-
menti". Per la festa di Don
Bosco del 3 1 gennaio u.s. han-
no proposto "Gran Galà del
Musical", un audace viaggio
attraverso i musical più famo-
si. Sono "novellini" ma sem-
bra che non abbiano mai fatto
altro: sicuri , entusiasti , simpa-
tici quando sono sul palco tan-
to quanto vivono la vita quoti-
diana. A Biancavi lla le FMA
operano ormai da 104 anni e
sono nel cuore della gente.
L' istituto ha anche ospitato la
beata Maddalena Morano.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
MATU
NON DARTENE
TORMENTO
di Ardea Montebelli
L' autrice, cooperatrice salesia-
na, si è voluta misurare con il
dolore degli altri in un magni-
fico libro illustrato con fo to da
lei stessa scattate e sostanziato
da riflessioni poetiche su brevi
versetti dai Salmi e dal Deute-
ronomio, che narrano il dolore
di un popolo esiliato, perse-
guitato, macerato dalla sventu-
ra ieri come oggi: il popolo del
Libro. Il richiamo alla Shoà è
d'obbligo, anche perché le
mosse sono pé111ite dal raccon-
to di due sopravvissuti all'olo-
causto, Ida e Shlomo. Fa bene
leggerl o.
SERIE ONU PER L'EGITTO
PATRIMONIO MONDIALE
L'Amministrazione postale delle Nazioni Unite
ha emesso una serie di sei francobolli commemo-
. rativi e tre libretti sul tema "Patrimonio mondiale-
Eg itto". I sei siti dell'Egitto sono custoditi gelosa-
mente come testimonianze uniche di una straordi-
naria civiltà.
I primi due francobolli distribuiti dalla Sede
Onu di New York, con il valore espresso in Dolla-
ri Usa, mostrano, rispettivamente: la Grande Sfin-
ge di Giza, una statua di calcare con il volto di un
uomo ed il corpo di un leone, collocata sulla riva
occidentale del Nilo, di fronte alla Grande Pirami-
de di Giza , la più antica e l'ultima rimasta delle
sette Meraviglie del Mondo ($ 0,37) ; la colossale
statua di Ramesse Il, posta nel tempio di Luxor a
Tebe ($ 0,80) .
Sui due dentellati distribuiti dalla Sede Onu di
Ginevra, con il valore espresso in Franchi Svizze-
ri , sono, poi raffigurati: il Tempio di Iside sull 'isola
di Phile; la fontana a cupola circondata da doppie
arcate sui tre lati , realizzata dal Sultano Ladjin per
la Moschea di lbn Tulun , la più antica d'Egitto .
Infine, i due francobolli distribuiti dalla Sede
Onu di Vienna , con il valore espresso in Euro ,
sono dedicati al Monastero di Abu Mena, costruito
nel 111 secolo a sud di Alessandria, e il Monastero
di Santa Caterina, fondato nel v1 secolo ai piedi
del monte Horeb dove Mosè ricevette le tavole
della Legge.
Per prenotazioni: Amministrazione postale delle
Nazioni Unite, Casella Postale 900, A-1400 Vien-
na. E-mail: UNPA-Europe@unvienna.org
BS MAGGIO 2006

1.10 Page 10

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100annifa
Il BS di 100 anni fa riporta a pagina 319 un
articolo sulla visita che il beato Michele Rua,
primo successore di Don Bosco, fece in
Portogallo, in occasione della inaugurazione del
nuovo fabbricato delle "Scuole Professionali
San Giuseppe" di Lisbona. Stralciamo per i
lettori il brano riguardante questa
inaugurazione.
L'architetto Mario Ceradini.
[. . .]All' indomani il sig. D. Rua celebrò la messa della
comunità, durante la quale ammise dodici alunni alla
prima communione (sic n.d.r.); e il sig. D . Giuseppe
Bertello cantò la messa solenne, con accompagna-
mento di scelta musica sacra. A pranzo gli alunni fra-
terni zzarono lietamente con i loro compagni di Braga
e di Vianna; e i benefattori dell' Istituto, si radunarono
attorno il sig. D. Rua ad un'agape modesta. Sua Ecc.
Rev.ma, il Nunzio Apostolico, ebbe la degnazione di
presiederla.
Finalmente alle 2 pom. le porte dell ' Istituto si aperse-
ro e un pubblico enorme cominciò ad affluire pei va-
sti locali, ammirandone la eleganza e la mirabile di -
sposizione. L ' onore è tutto dell ' architetto torinese il
sig. Mario Ceradini, autore dell ' intero progetto dell' I-
stituto Salesiano di Li sbona.
Quindi ebbe luogo una tornata accademica. Presiede-
vano il Nunzio Apostolico, l'Arcivescovo titola.re di
Mitylene e il Vescovo tit. di Trajanopoli, con varie
autorità civili e molte persone della più eletta aristo-
crazia [... ] Il signor Don Rua ripartiva il giorno 22
(febbraio n.d.r.) per le case salesiane di Madrid, Va-
lencia, Sarrià, Barcellona, Matarò e Gerona.
RICHIAMI
DI ANNARITA FOSSA
1500 ANNI
DELLA SINDONE
La festa liturgica della Sindo-
ne di Torino si celebra ogni 4
maggio. Quest' anno per la
cinquecentesima volta! Fu pa-
pa Giulio II che nel 1506 ap-
provò i testi dell'Ufficio e
della Messa in onore del len-
zuolo funerario che ha avvol-
to il corpo di Gesù. In effetti ,
quelle impronte sul celebre li-
no appaiono le più inquietanti
del] 'intera storia deIla cristia-
nità, e non hanno cessato di
porre interrogativi a credenti
e non. Certo è che papa Della
Rovere la ritenne autentica, se
no non avrebbe mai approva-
to un Ufficio e una Messa in
sua memoria. Pio XI si di-
chiarò persuaso della autenti-
cità. Paolo VI disse a sua vol-
ta: "Tutte le volte che lo guar-
do (il volto sindonico) il cuo-
re mi dice: è Lui! ". Giovanni
Paolo II la definì "una reli-
quia insolita e misteriosa! ".
Ecco un ' altra silloge di que-
sta poetessa plurilaureata, e
assidua frequentatrice delle
lezioni di teologia presso l' A-
teneo Salesiano di Roma. "Ri-
chiami" è un diario in versi,
pennellate di vita quotidiana e
di fuggevoli commenti sul
vissuto ... lievi, senza dram-
mi, tesi a superare gli ostaco-
li: il "temporale", la "neb-
bia", !' "autunno" , la "cene-
re" , !' "alternanza" . .. Richia-
mi, dicevamo, a ciò che acca-
de ogni giorno per dire che
"ad ogni giorno basta il suo
affanno" . La vita è così "al-
ternanza di sole e nubi , quella
che i meteorologi chiamano
instabilità .. .", è la fotografia
di ogni vita: ma pochi posso-
no o sanno dire quel che dice
la poetessa... "passa, senza
toccarmi, in una grande pace
del cuore" .
Annarita Fossa
Richiami
per immagini e riflessioni
I
MAGGIO 2006 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Padre Silvio Calzoni
PENSANDO ALLA
MAMMA
In onore di tutte le mamme, offriamo
il nostro cielo trapuntato
questa bella poesia scritta da un sacerdote,
a stelle
che nulla, o nulla più sa-
prigioniero, il cui unico affetto
pevam dire .. .
era la mamma lontana,
alla quale dedicò versi struggenti.
La signora, tra l'altro era
una affezionata lettrice del BS.
Mamma, poi, ti ricordi?
Anzi il riposo 1
in un sommesso mormo-
rio d'amore,
alla Madonna buona
porgevam la corona,
serto2 di perle amanti
triste di tutti i pianti
Tutto tace nel buio di
stasera;
che salgon verso lei da
tutti i cuori .
la notte è gia calata,
Mamma, tu dal balcone,
tutto dorme tra l'ombra
forse ancora,
dell 'oriente,
miri l'azzurro al lago o ver-
sembra caduto l'agitarsi ,
so il cielo ,
e una gran pace torna.
ma, ne son certo, mamma,
tu non sorridi più come
Esule e senza suolo
una volta,
ritorna il cuor dell 'emi -
che il tuo figliolo non t'è
grante al cielo
più vicino.
della sua terra e sogna .. .
lo stesso indistinto bruli-
Credilo , anche per me
chio .. .
manca ogni cosa,
perché non ci sei tu .. .
Mamma, te ne ricordi?
Anche a quest'ora, se po-
Noi si stava
tessi mamma,
là, sul balcone, ed era l'o-
venir vicino a te, là sul
ra quella,
balcone ,
in cui , sì, mi sentivo tuo fi-
solo un istante, ti direi,
gliolo ,
mammina :
in cui sentivo il cuore tuo
Mi riconosci? Oh non son
sul mio,
più
l'ora dei miei sorrisi più
quell'angioletto biondo,
sinceri
ma sono ancora, tu lo sai, mammina,
l'ora a cui si riservano le pene
sono sempre ancora il tuo bambino.
l'ora eletta e divina in cui si piange ...
Betlemme - 20 maggio 1944
Mamma, te ne ricordi? Era sì bello
Padre Silvio Calzoni
il nostro lago tremolante al chiaro
di una luna fatata.
Rimanevam talvolta silenziosi ,
te ne ricordi , mamma? Era sì bello
1 Anzi il riposo: prima di andare a letto.
2 serto: ghirlanda.
BS MAGGIO 2006

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA I "BENEDETTI"
PRIMA DI
"BENEDETTO" (7)
di Silvano Stracca
Il 1° settembre del 1914, con la
guen-a ormai alle porte, iniziava
il conclave per eleggere il suc-
cessore di Pio X. Ci vollero dieci
scrutini in tre giorni per la "fumata
bianca". Tra la sorpresa generale
veniva eletto il sessantenne Giaco-
mo della Chiesa, arcivescovo di Bo-
logna, cardinale da poco più di tre
mesi. Prese il nome di Benedetto
XV in memoria di Prospero Lam-
bertini, suo predecessore, prima sul-
la cattedra di san Petronio e poi su
quella di san Pietro come Benedetto
XIV. Il nuovo Papa era mingherlino
e in curia lo soprannominarono su-
bito " il piccoletto". Per il sarto fu
un problema accorciare, a furia di
spilli, il più corto dei tre abiti bian-
chi preparati per il pontefice novel-
lo. Della Chiesa aveva una scoliosi
pronunciata e un volto pallido ed
emaciato. Ma se qualcuno, votando-
lo, aveva pensato che sarebbe dura-
to poco, dovette ricredersi. A di-
spetto della precaria prestanza fisi-
ca, il neo Vicario di Cristo, già po-
che ore dopo l'elezione, mostrò d'a-
ver in pugno la situazione, tanto che
un cardinale manifestò la sua mera-
viglia: "Caspita, abbiamo un Papa
già professo, non un Papa novizio !" .
NOTIZIE SPARSE
Giacomo della Chiesa era nato a
Genova il 21 novembre 1854 da fa-
miglia aristocratica, che vantava tra
gli antenati un papa, Innocenzo VII.
Aveva studiato nella città natale si-
no a laurearsi in legge, prima di in-
traprendere gli studi di teologia a
Roma e d'essere ordinato sacerdote
nel 1878. Il futuro cardinale Maria-
no Rampolla - quello del famoso
MAGGIO 2006 BS
veto dell ' imperatore Francesco
Giuseppe nel conclave che eleggerà
Pio X - lo volle suo stretto collabo-
ratore. Numerosi e delicati incarichi
diplomatici gli meritarono nel 1901
la nomina a prosegretario di Stato.
A fine 1907 venne mandato a Bolo-
gna come arcivescovo da Pio X,
che lo creò cardinale il 25 maggio
1914. Il successivo 3 di settembre
gli succedeva.
Cinque giorni dopo, il nuovo Papa
rivolgeva al mondo il suo primo mes-
saggio per la cessazione della guen-a
appena scoppiata. Benedetto XV è
passato, infatti, alla sto1ia come il
"Papa della pace" per la costante cen-
sura del primo conflitto mondiale. Il
suo magistero è un susseguirsi di
condanne della Grande Gue1rn, defi-
nita di volta in volta "spettacolo mo-
struoso", "spaventoso flagello", "or-
renda carneficina", "suicidio del-
l'Europa civile", "tragedia dell 'urna-

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
BENEDETTO XV
E I SALESIANI
Lo stemma araldico di papa
Della Chiesa.
na demenza", per anivare alla "inuti-
le strage" dell'appello rivolto ai go-
verni belligeranti nell'agosto 1917.
Condanne che gli provocarono valan-
ghe d'insulti sino al "Pape boche"
del francese Clemenceau, ovvero
"Papa crucco", soprannome dato con
disprezzo ai soldati tedeschi.
CONTRO OGNI GUERRA
"La definizione della guerra - scri-
ve lo storico Andrea Riccardi - come
' inutile strage' , in un'Europa pervasa
da fur01i bellici e dilaganti sciovini-
smi, valse a Benedetto XV l'avver-
sione di tutte le classi dirigenti dei
paesi coinvolti nel conflitto. Anche
parecchi dirigenti cattolici, nell'uno
o nel! ' alt:ro fronte, rigettarono le
istanze di pace del pontefice, senten-
dosi tutt'uno con i rispettivi governi
nell 'esigere come unica pace possi-
bile quella della vittoria e dell'an-
nientamento del nemico. Una vera
campagna denigratoria fu messa in
atto contro Benedetto XV nei paesi
in guerra. Diversa fu l'accoglienza
delle parole del Papa nelle masse po-
polari, sia cattoliche sia socialiste,
quest' ultime tradite dai loro leader
proni alle politiche di guerra dei go-
verni". Dinanzi al conflitto mondia-
le, il Pontefice genovese assunse una
posizione di assoluta imparzialità,
secondo modalità umanitarie e diplo-
matiche che avrebbero poi ispirato i
papi da Pio XII a Giovanni Paolo Il.
Benedetto XV non si limitò a espri-
mere mere posizioni di principio,
ma elaborò dettagliate proposte di
pace come "la diminuzione simulta-
nea e reciproca degli armamenti" e
"l'istituto dell 'arbitrato" in sostitu-
zione del ricorso alle ·armi.
Scrisse al Kaiser e al Sultano, a
Francesco Giuseppe e a Lenin. Fece
della Chiesa anche una grande
agenzia umanitaria mondiale per il
soccorso delle popolazioni civili e
specialmente dei prigionieri. Nel
1920 pubblicò la prima enciclica
dedicata alla pace che un papa aves-
se scritto, Pacem Dei munus, che
affermava l'esigenza di una riconci-
liazione tra vincitori e vinti.
BENEMERENZE
Benedetto XV fu anche "Papa del-
le missioni". In una Chiesa scossa
La preziosa pianeta regalata da
Benedetto XV con cui è tutt'ora
rivestito il corpo di Don Bosco
posto nell'urna nella basilica
di Maria Ausiliatrice a Torino.
1. Il Papa teneva nel suo studio la
vita di san Domenico Savio scritta
dal cardinale Salotti.
2. Il 13/05/1916 concesse l'indulgen-
za plenaria a chi il 24 maggio visitas-
se il santuario di Maria Ausiliatrice e
pregasse per il Sommo Pontefice.
3. Inviò una pianeta a don Albera per
i) suo 50° di messa (2 agosto 1918).
E quella che ricopre ancora il corpo di
Don Bosco nell'urna presso il santua-
rio di Maria Ausiliatrice a Valdocco.
4. Crea cardinale il 78enne monsi-
gnor Cagliero 1'8/12/1915.
dalla disputa sul modernismo, cercò
di ripo1tare la pace interna per ridar·e
slancio ali' azione missionaria. Nel
1919 appar·ve il primo documento
pontificio che affrontava in modo
globale questa tematica. Indicava una
nuova prospettiva "indigena" per l'e-
vangelizzazione, liberando il cattoli-
cesimo dei paesi di missione dai vin-
coli dei nazionalismi europei e pro-
clamando l'indipendenza delle mis-
sioni cattoliche dalla politica delle
potenze coloniali. Il Papa aveva pre-
sente soprattutto la situazione cinese,
dove il cattolicesimo era visto come
"la religione francese". Mentre il
missionario non doveva essere porta-
tore di interessi di parte, ma del Van-
gelo. Il "piccoletto" compì i primi
passi verso un riavvicinarnento con
l'Italia, spezzando il formalismo del-
la protesta ereditata dai predecessori.
Abolì il "non expedif' sulle visite dei
sovrani cattolici ai re d' Italia e inco-
raggiò la partecipazione dei cattolici
alla vita politica. Accettò, senza be-
nedirlo, ma pure senza smentirlo, il
Partito popolare fondato da don Stur-
zo. L'Azione Cattolica, tar1to cara a
Pio XI, venne impostata dal Papa ge-
novese che fece così risorgere un mo-
vimento laicale di massa. A lui si de-
ve pure la fondazione dell'università
cattolica di Milano. Tra le sue inizia-
tive più importanti, la promulgazione
ciel Codice di diritto canonico. Per i
pochi anni che gli fu dato di governa-
re sino alla morte, il 22 gennaio
1922, Benedetto XV incise molto in
un 'epoca segnata, oltre che dalla
"Grande Guerra, dal crollo nell'Euro-
pa continentale di quattro impeti
(germanico, asburgico, zarista e otto-
mano), dal genocidio degli Armeni e
di altri cristiani, dalla rivoluzione
bolscevica e dall a virulenza cli nazio-
nalismi esasperati".
(continua)
BS MAGGIO 2006

2.4 Page 14

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•................••.....••..........•.•..•••......•••.••...••.•.• ,
Un altro volume di storia di cui l'ispettoria romana
LlrrORIA
"TERRA DI MISSIONE"
di Francesco Motto, direttore 155
l\\\\ 0 1\\ '. 11 \\ hllt hll \\ \\ !I\\ \\ ,1 1 li.i ~\\I \\
•••••••••••••
" , 11 :11
Clenwnte Cinmmnruconi
Un clero
per la «città nuova»
I Salesiani eia Ultoriu a Lutina
Volunw I
10a2- 1042
La copertina del testo
di Ciammaruconi.
' ' v olete capire una buona
volta di lasciare stare i
giovani ? Rinchiudetevi
nel guscio della vostra sacrestia. Ho
permesso che metteste il dito, avete
messo la mano; ora aspetto che met-
tiate il braccio per troncarvelo di
: netto.. . Mando nei vostri locali cin-
: que squadristi, e vi ci pianto la ca-
: serma della GIL (Gioventù Italiano
Littorio ndr)". La minaccia del f ede-
: raie Ferdinando Pace ai salesiani di
Latina nel 1940 era chiara, ma altret-
tanto chiaro era che i salesiani non
potevano rinunciare a essere educa-
tori dei giovani alla maniera di Don
Bosco. All ' oratorio di Latina essi mi-
ravano all'educazione integrale dei
giovani attraverso mille iniziative:
non solo celebrazioni religiose, ma
anche attività culturali, musicali ,
sportive, teatrali, cinematografiche...
tutte cose che evidentemente costi-
tuivano un'alternativa al "cittadino
fascista" che il regime voleva forma-
re. Rischiarono dunque molto i sale-
siani dell ' epoca, e pagarono un prez-
zo alto: non solo sofferenze e preoc-
cupazioni, ma anche l'ingiustificato
allontanamento del direttore don
Alessandrini (che l' anno dopo sal-
verà dalla deportazione tedesca 70
ragazzi ebrei da lui nascosti nell'Isti-
tuto Pio XI, e post mortem sarà rico-
nosciuto "Giusto fra le Nazioni").
Non si tratta di inutile retorica ma di
invitare a leggere quelle autentiche
pagine di "storia vera" e drammatica
che si trovano nel bellissimo volume
Un clero per la «città nuova». I Sale-
siani da Littoria a Latina. Voi. I
1932-1942, edito il dicembre scorso
dalla LAS nella collana "Studi" del-
l'Istituto Storico Salesiano. Ne è au-
tore un giovane professore, Clemente
Ciammaruconi, docente di Storia
della Chiesa presso l'Istituto di
Scienze religiose di Latina.
UNA STORIA
INCREDIBILE
Il volume intende ricostruire le vi-
cende che portarono all'assegnazione
ai salesiani della parrocchia di Litto-
ria (oggi Latina), il primo «comune
rurale» della regione pontina, inau-
gurato da Benito Mussolini il 18 di-
cembre 1932 e appena due anni dopo
- convertito ormai allo status di
«città» dalla propaganda di regime in
Italia ed ali' estero - solennemente
proclamato capoluogo della novanta-
treesima provincia del Regno d' Ita-
lia. L' autore prende le mosse dall' e-
same delle conseguenze che la boni-
ficazione pontina aveva imposto an-
che ali ' assetto ecclesiastico locale
La chiesa dei salesiani ogg i.
con la fondazione di borghi e centri
abitati, la cui popolazione, in larga
parte di origine veneta, reclamava
quell'ass istenza spirituale alla quale
era abituata nei paesi di provenienza;
una sfida alla quale la diocesi subur-
bicaria di Velletri, sotto cui ricadeva
il territorio del nuovo comune, non
era in grado di rispondere. L'arrivo
dei salesiani nella «città nuova» sul
130 maggio 1933: Vittorio Emanuele
lii davanti alla ch iesa dei salesiani
in occasione di un sopralluogo
all 'Ag ro Pontino.
MAGGIO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.5 Page 15

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
----------, : può legittimamente andare orgogliosa.
,---
Rossi Giorgio , L'istruzione professio- 1
Inate in Roma capitale. Le scuole pro- :
fessionali dei Salesiani al Castro Pre-
torio (1883-1930). Roma - LAS 1996, :
pp. 79.
:
D'ANGELO Augusto, Educazione cat- :
tolica e ceti medi, L'Istituto salesiano
"Villa Sara " di Frascati (1900-1950). :
Roma - LAS 2000 , pp. 136.
Mono Francesco 1 «Non abbiamo fat- :
to che il nostro dovere». Salesiani di :
Roma e del Lazio durante l'occupa-
zione tedesca (1943- 1944). Roma - :
LAS 2000, pp . 275.
MELLANO M. Franca, I salesiani nel
quartiere romano del Testaccia. (Pri- :
mo ventennio del '900). Roma - LAS
2002, pp. 216.
:
PORTELLI Alessandro (ed.) , I ragazzi :
i~~~~-Bii~a~ 'i~t~~e~f~1ti~~ ~~~~~ :
111 direttore don Armando
Alessandrini osserva i lavori
per la costruzione del muro
di cinta dell'oratorio.
finire del 1933 fu forteme nte vol uto
da Pio XI e promosso dal regime
stesso, quasi alla vigilia della cano-
ni zzazione di Don Bosco (1 ° aprile
1934). L'avvio dell'opera si svolse
tra aspettative, andate ben presto de-
luse, e oggettivi problemi a svolgere
un ' efficace azione pastorale tra la
popolazione di Littoria e dei limitrofi
borghi rurali , dove risultò quasi im-
possibile attribuire ai sacerdoti delle
case canoniche nonostante l'impegno
del parroco: "Ho rimontato tante vol-
te le scale del Vaticano, del Ministe-
ro dei culti, dei nostri superiori,
Ispettore e Procuratore. E fin ora
nessun spiraglio di luce" , e ciò "no-
nostante i nostri rapporti con tutte le
autorità civili, del Comune, della
provincia, del regime, [siano] cor-
diali". Evidentemente Chiesa e regi-
me, benché entrambi interessati e
promotori della parrocchia salesiana
di San Marco a Latina, nello stesso
Agro Pontino vivevano relazioni ric-
che di contraddizioni e alquanto pro-
blematiche già a metà degli anni
Trenta, e dunque prima ancora che si
venisse a creare il succitato acuto
dissidio con le gerarchie fasciste lo-
cali a causa dell'incremento dell 'atti-
vità oratoriale salesiana.
"TERRA DI MISSIONE"
Politica a parte, il volume analizza
il primo decennio di presenza della
congregazione nella nuova città e
118 dicembre 1934: il cardinale
Gasparri benedice la nuova
provincia Littoria alla presenza
di Mussolini.
tenta di vaglia.re quale contributo ab-
biano saputo dare i salesiani - il pri-
mo parroco anzitutto, il "mitico" don
Carlo Torello - all 'ini ziale opera di
costruzione e rafforzamento dei lega-
mi coesivi comunitari. Una comunità
ecclesiale che ha seguito e amato i
giovani, sognando anche una scuola
accanto all'attivissimo oratorio; un
clero inviato in una autentica " terra
di missione", che non ha abbandona-
to - benché seriamente tentato di far-
lo - il difficile campo di lavoro fatto
di celebrazioni liturgiche, ammini-
strazione dei sacramenti, visita alle
famiglie, costruzione della chiesa,
della casa parrocchiale e dell 'orato-
rio; "una Chiesa" che ha capito come
il legame religioso assumesse impor-
tanza notevole, con il tener vivi i le-
gami con la terra di origine, con il
rafforzar·ne l'identità, con l'opporsi
allo sradicamento culturale dei colo-
ni , vittime già di dmissime condizio-
ni di lavoro e di vita, senza adeguato
tiposo né notturno né festivo. Lo stu-
dio si arresta alle soglie del pieno
coinvolgimento del territorio pontino
pp. 148.
- - - - - -- - :
nei fatti bellici (1932-1942), ma è da :
considerarsi parte di una ricerca che
sarà presto continuata fino agli anni :
Cinquanta.
:
Come in ogni volume di storia :
che si rispetti - ne fan no fede il :
preciso impianto storiografico, lo
stile rigoroso, la prefazione del :
prof. Parisella dell'Università di :
Parma e la postfazione del direttore :
dell ' Istituto Storico Salesiano - vi
si trovano appendici documentarie :
di notevole interesse, precise stati- :
stiche, utili indici bibliografici e di :
nomi, nonché un inserto fotografico
non certo pleonastico. Foto talora :
più espressive delle parole: basti :
pensare alle posizioni in cui appare :
il Duce, alla visita in chiesa del mi- :
nistro della propaganda nazista
Goebbels o del re Vittorio Emanue- :
le, alla foto del teatro con la scritta :
a caratteri cubitali Divertendomi :
imparo , ai gruppi giovanili attor-
nianti i loro preti e così via. "Si sen- :
te allo stesso tempo l'urgenza di :
una maggior completezza storica e :
un miglior impianto degli studi, che
rendano adeguatamente l'immagine :
del nostro insediamento in un con- :
testo concreto" scriveva l'allora ret- :
tor maggiore, don Juan Vecchi nella :
circolare ai salesiani del 1998. La
richiesta non poteva essere più per- :
spicua. Era un invito a mettere in :
cantiere studi e ricerche che andas- :
sero al di là sia della contingenza
sia dell ' area salesiana. È quanto ha
fatto l'ispettoria romana con questo
volume e con le altre recenti pub-
blicazioni scientifiche da essa pro-
mosse (v. riquadro).
O
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2006

2.6 Page 16

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,I-?":::;::::. ~
-- ~ ·-
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27aRAgg,EGNA DI POEglA
DIALETTALE ABRUZZEgE
24°CONCORgo
9 °CONCQRgQ
DI PQEglA IN LINGUA
DI PQEglA IN LINGUA
gezione Giovane !:zio Pepe
redazionale
BREVISSIME DAL MONDO
SOLO ESAGERAZIONI?
Nel Regno Unito 70 milioni
di Euro sono stati spesi in
regali di Natale per animali
domestici (da "Scotsrnan"
19 novembre).
In Giappone è stato inaugu-
rato un hotel a cinque stelle
per cuccioli (da "Guardian"
1° dicembre) in cui la tariffa
giornaliera per una gabbia è
di quasi 30 €. Le stanze in-
vece, con aria condizionata e
comfort vaii, possono arri-
vare anche a 150 €. La spe-
sa complessiva per gli ani-
mali supera, in Giappone, i 7
miliardi di Euro l'anno.
Negli Stati Uniti si arriva a
37 miliardi di dollari all' an-
no per gli animali. Più di 7
miliardi vanno in prodotti
(esclusi mangimi).
In Australia haimo inaugu-
rato la prima macchina a ri-
sonanza magnetica per gli
animali. Costo di una riso-
nanza 700 €. Non sappiamo
se ridere o piangere!
CASTEL GANDOLFO.
ITALIA
L'ORATORIO DEL PAPA
La sperimentata compagnia
teatrale "Diapason" dell'arato-
_ _ _ _ _ _ __ __ __ _ _ __ _ cannarsa
rio salesiano di Castel Gan-
. dolfo ha affrontato in prepai·a-
zione alla festa di Don Bosco
un pezzo di bravura, quel
VASTO, IlALIA
ANNUALE
CONCORSO
DI POESIA
[I concorso di poesia che da
27 anni fa da contorno alla
annuale festa di Don Bosco
attira sempre più partecipanti
tanto che la manifestazione
ha ormai tre sez ioni, la rasse-
gna della poesia dialettale
(27 edizioni); il concorso di
poesia in lingua (24 edizio-
ni) ; il concorso di poesia in
lingua sez ione g iovani e ra-
gazzi (9" edizione). Una di
queste poesie vogliamo pub-
PACE
Pace, dove sei?
Nell'anima di una farfalla
che vola libera in cielo?
In un ramoscello d'ulivo
spezzato
dal vento di guerra?
Sulle ali di una bianca colom-
ba perseguitata ?
Pace, dove sei?
Non ha mai abitato sulla Terra,
nemmeno per un solo giorno.
Tutti ti cercano,
sui tetti e nelle piazze svento-
liamo
la tua bandiera.
Pace, dove sei ?
tutti parlano di te,
"Forza venite gente" scritto da
Castellacci e Paulicelli, e idea-
to e recitato, in uscita nel 1981 ,
dall 'exallievo salesiano Silvio
Spaccesi. Il musical ha avuto
un numero incredibile di repli-
che e molte compagnie l'han-
no aggiunto al loro 1;epertorio.
Ultima quella dell'oratorio di
Castel Gandolfo. Più che la
storia di san Francesco è la sto-
blicare intitolata "Pace", di nelle case, nelle strade, nei TG.
Davide Di Zio, alunno dell'I- Pace, scendi sulla terra,
stituto Comprensivo Statale porta via lo scempio della
di Pianella (CH).
guerra!
ria dei tormenti di Bernardone
il padre/mercante del Poverello
di Assisi che, in un accattivan-
te dialetto misto umbro/mai·-
chigiano, provoca i padri di
oggi, li mette di fronte alle loro
responsabilità, ne sottolinea le
preoccupazioni, ne svela la
grettezza, ragiona sul gap ge-
nerazionale padri/figli. E un la-
varo ancora attuahssimo, un
invito per tutti a riflettere sulle
scelte "pazze" dei figli , che ha
Francesco come antesignano,
in contrasto con i sogni dei pa-
dri. La compagnia dell' arato-
rio salesiano l'ha interpretato
magistralmente: canti, scena-
grafie, balletti , recitazione. Un
plauso è d'obbligo. E merita-
ti ss imo .
MAGGIO 2006 BS

2.7 Page 17

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ADDIS ABEBA
Semplice e bella la nuo-
va chiesa "Don Bosco" di
Addis Abeba , di cui ri-
produciamo la vetrata.
L'arcivescovo aveva chie-
sto ai salesiani di _aprirsi
al centro città. E sor-
prendente constatare in
un paese a prevalenza
ortodossa (59%) e. mu-
sulmana (40%), con solo
1' 1% di cattolici, come
questa chiesa quando si
recita il rosario si riempia
di ortodossi e musulma-
ni, con i quali i rapporti
sono ottimi.
ROMA, ITALIA
La collana promossa dalle
due associazioni CNOS-
FAP e CIOFS-FP si intito-
la "Studi progetti esperien-
ze per una nuova forma-
zione professionale ". Si
tratta di una serie nata nel
2002 , e mai interrottasi ,
che consta ormai di 42 vo-
lumi. Tutte le scuole pro-
fessionali , religiose o lai-
che , vi possono trovare
materiali , strumenti , idee
per aggiornare e adeguare
l'attività alle normative ri-
guardanti l'istruzione e for-
mazione professionale.
ISPETTORIA TEDESCA
Lo scorso Natale abbia-
mo scoperto anche una
stecca di cioccolata pro-
dotta in Germania e spon-
sorizzata dai salesiani
che hanno voluto la con-
fezione che presentiamo :
sul davanti la "pray sta-
tion" di Gesù Bambino ol-
tre alla "play station" di
Babbo Natale e, dietro , il
bollino con il log'o dei sa-
lesiani di Germania. Un
dolce metodo di "evange-
lizzazione". Complimenti!
TORINO, ITALIA
L'OMI (Opera Munifica
Istruzione) è una bella e
benefica istituzione di
Torino , nata con lo scopo
precipuo di organizzare e
svolgere iniziative cultu-
rali a favore della gio-
ventù . Quest'anno propo-
ne "Itinerari di santa Pe-
lagia", una serie di con-
certi di giovani musicisti
eseguiti nelle case di ri-
poso per anziani , con
programmi pensati per
loro. Per saperne di più:
011 /81.78.968; opera:
mu @tin.it
PORTO RECANATI,
ITALIA
Festa nella cittadina turi-
stico/marinara di Porto
Recanati a don Wiesiek
che , sorprendendo tutti ,
ha scelto la missione in
Papua-Nuova Guinea per
il suo apostolato salesia-
no. Tutti si sono mobilitati,
anche i più piccoli, con
iniziative varie e diverse,
mentre il coro della par-
rocchia ha prodotto in
proprio un cd , devolvendo
il ricavato alla missione
dove opera il loro antico
direttore di oratorio .
TERNI, ITALIA
"Dante De Maria fecif', è
la firma su questo ma-
gnifico portafoglio. Il
27/10/1987 una coppia di
sposi fece tappa in S. Ma-
ria della Porta a Ravenna.
Facile all 'approccio e al-
l'amicizia, la sera di quel
giorno il signor Dante, sa-
lesi ano laico e artista,
aveva già pronto il regalo,
costruito con un pezzo di
pelle, decorato e firmato. I
signori Luzi lo custodisco-
no ancora come una reli-
quia. L'hanno incorniciato :
troppo bello per usarlo.
BS MAGGIO 2006

2.8 Page 18

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Ci@fè:\\tls._
....
iSOO ANNI DI FEDELTA
di Savina Jemina
1 Sono i soldati più
fotografati e più riprodotti
sulle cartoline. Difendono
un Paese che non è il loro.
Giurano persino di morire
per un capo di Stato che,
sino o oggl non è mai
noto nello loro terra.
Formano il corpo militare
più antico del mondo: lo
guardia svizzero pontificio.
F ame parte è un onore. Hanno
combattuto battaglie passate
alla storia. Eppure da tempo
sono considerati i più pacifici, e tutti
i bambini sognano di vestire quella
divisa. Sono gli "svizzeri" o meglio,
la Guardia Svizzera Pontificia. Che
lo scorso 22 gennaio 2006 ha festeg-
giato i cinquecento anni dalla fonda-
zione. Una storia, la loro, che 1isale
al Rinascimento. All'epoca, e per al-
tri secoli ancora, non esistono eser-
citi nazionali, ma truppe formate
quasi esclusivamente da mercenari,
al comando di capitani di ventura. In
quegli anni , i soldati svizzeri sono i
migliori e i più fedeli, confermando
il grande storico latino Tacito: "Gli
Helvetii sono un popolo di guerrieri,
famoso per il valore def suoi solda-
ti". Il moti vo? Sono montanari e per
difendere le loro terre e per sottrarsi
alla povertà, fan no il "mestiere" del-
le armi e hanno elaborato strategie
vincenti, pur senza cavalli e con po-
ca o nessuna artiglieria pesante. Non
a caso, quindi, si rivolge a loro an-
che il papa (e sovrano) Giulio Il, il
savonese Giuliano della Rovere,
pontefice dal 1503 al 1513, amico di
Michelangelo e Raffaello. Così, dal
cantone di Uri, il 22 gennaio 1506
arrivano a Roma i primi 150 soldati,
comandati da Kaspar von Silenen.
Benedetti da Giulio II, prendono su-
MAGG10 2006 BS
I
Giuramento delle guardie svizzere
nel cortile di San Damaso
il 6 maggio di ogni anno.
bito servmo nei palazzi vaticani.
L'avvenimento, importante, è anno-
tato nel diario del cerimoniere ponti-
ficio. E quel giorno è considerato la
data di fondazione della Guardia
Svizzera Pontificia.
VICENDE
Per inciso, la divi sa a righe del
Corpo, che la tradizione vuole dise-
gnata da Michelangelo, adotta i co-
lori giallo e bl'u dello stemma fami-
liare di Giulio II e giallo e rosso di
quello del successore Leone X, de '
Medici (1513 al 1521). Nei secoli
sono introdotti alcuni elementi, co-
me il colletto bianco, i guanti o il
morione, il copricapo metallico con
punte all'insù. Questa divisa è usata
nei servizi di rappresentanza, duran-
te le liturgie, nelle udienze generali
e in qualche altra occasione. Negli
altri casi, gli "svizzeri" vestono la
divisa di "piccola tenuta", blu. Ma
torniamo alla storia.
Alabardiere delle guardie svizzere
pontificie del 1911.

2.9 Page 19

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artiglie1i, dragoni e altri Corpi) com-
battono contro i soldati sabaudi, e il
20 settembre 1870 con la presa di
Porta Pia, ha fine lo Stato della Chie-
sa. Quel giorno, gli svizzeri proteg-
gono le porte esterne del Vaticano. Le
successive vicende e i nuovi, miglio-
rati rapporti tra la Santa Sede e lo
Stato italiano portano a riorganizzare
anche la Guardia Svizzera che, nel
1970, per volontà di papa Paolo VI
resta l' unico Corpo rumato pontificio.
Svizzeri in uniforme di manovra.
OGGI
Svizzeri in uniforme di parata.
Oggi, le Guardie Svizzere conti-
Quando il papato ·si trova coinvolto
nelle vicende dei Borgia e l'Italia di-
venta un campo di battaglia tra fran-
cesi e germanici, il numero degli
svizzeri a Roma aumenta. Durante il
nuano a controllare gli ingressi ester-
ni dello Stato Vaticano, oltre che
quelli del Palazzo Apostolico: un ser-
vizio che ogni giorno impegna due
persone su tre. Poi, ci sono i servizi
d'onore, di controllo e d'ordine, du-
ne, incontri e altro ancora. Non a ca-
so, è stata prop1io una guardia sviz-
zera, l'artista Rudolf Mirer, migina-
rio dei G1igioni, a disegnare i due
francobolli che le Poste vaticana e
svizzera hanno emesso lo scorso 22
pontificato di Clemente VII (Giulio
de' Medici; 1523-1534), il 6 maggio
rante le celebrazioni liturgiche, le
udienze generali e le visite di capi di
novembre per ricordru·e i 500 anni di
fondazione del Corpo. Si è trattato di
1527 accade il "sacco di Roma". I Stato, di Governo e ambasciatori, e una serie "congiunta", cioè con iden-
soldati dell'imperatore Carlo V occu- altro ancora. A tutto questo si aggiun- tico disegno, ma nome dello Stato e
pano la città e penetrano nei palazzi
apostolici. incontrano la resistenza
gono corsi di autodifesa, esercizi di
tiro, attività sportive e prove della
importo diversi (da 0,62 e 0,80 euro
e da 0,85 e un franco svizzero), che
degli svizze1i che, a costo della vita,
pennettono a Clemente VII di per-
correre il "passetto", un corridoio sul
banda musicale. Ancor oggi, può fai·
prute del Corpo soltanto chi è cittadi-
no svizzero, celibe, di religione catto-
per la bellezza grafica ha fatto anche
la gioia dei filatelici.
O
muro tra il Vaticano e Castel lica, con età tra i 19 e i 30 anni, alto Per saperne di più:
Sant' Angelo, e di rifugiarvisi. Il co- almeno 174 cm, che abbia assolto la http://www.vatican. va/roman_cu-
mandante degli svizzeri, Kaspar Roi- scuola/reclute svizzera e sia in pos- ria/swiss__guard/index_it.htm.
st, è trucidato sotto gli occru della sesso di un certificato di capacità pro-
moglie. Dei suoi 189 uomini, si sal- fessionale o di una maturità di scuola
vano soltanto i 42 che al comando di medio-superiore.
Hercules Goldli accompagnano il pa- Chi è ammesso, il 6 maggio presta
pa in Sant' Angelo. Gli altri sono uc- gi uramento, in uniforme di gran ga-
cisi, persino sull'altare maggiore del- la, nel cmtile di San Damaso alla
la basilica di san Pietro. Il 5 giugno presenza di politici e militari della
successivo, Clemente VII deve arren- Confederazione Svizzera, impegnan-
dersi. Gli è imposto anche il cambio dosi a "se rvire fedelmente, lealmente
della "guardia": i lanzichenecchi al e onorevolmente il Sommo Pontefice
posto degli svizzeri. Lui, in segno di Benedetto XVI e i suoi legittimi suc-
riconoscimento, ottiene che i "suoi" cessori, come pure di dedicarmi a lo-
possano entrare nel nuovo corpo, ro con tutte le forze, sacrificando,
senza discriminazioni. Ma per gli ove occorra, anche la vita per la lo-
svizzeri la fedeltà e l'affetto al Papa ro difesa". Tra i santi invocati per
sono supe1iori: accettano soltanto in mantener fede al giuramento figura-
12. Passano 11 anni, e nel 1538 papa
Paolo m ricostituisce la "sua" Guar-
no i patroni del Corpo, san Martino
(festa 1'11 novembre), san Sebastia-
dia Svizzera, che da allora continua a no (20 gennaio) e lo svizzero san Ni-
difendere i palazzi e soprattutto il cola da Fli.ie (1417-1487 - santifica-
pontefice. E il 6 maggio diventa il to nel 1947 da Pio XII e dichiarato
giorno più importante per il Corpo, patrono della Svizzera), la cui festa
quello, non a caso, in cui le reclute si celebra il 25 settembre. I legami
prestano il giuramento.
Si arriva al Risorgimento italiano.
L'esercito pontificio (fanteria, zuavi,
tra quanti hanno prestato questo ser-
vizio continuano anche dopo il rien-
tro in patria, grazie a un'associazio-
I
Guardia svizzera vista
dal disegnatore comico/satirico
Benito Jacovitti (1923-1997).
BS MAGGIO 2006

2.10 Page 20

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LA PAGODA CINESE
di Giancarlo Manieri
In Occidente svettano le
chiese con i loro campamli
alti e dritti; tesi a
conquistare !I cielo.
In Oriente dominano
le pagode.
' 'Non hanno campanile le
pagode, ma gli aggetti dei
loro spioventi puntano de-
cisamente verso l'alto, come a dire
che la dimora felice dell'uomo appar-
tiene a un'altra dimensione, e di que-
sta dimensione i costruttori vogli ono
dare un 'immagine attraverso la ric-
chezza dei materiali e soprattutto delle
decorazioni , dove è profuso oro in
quantità". Così don Battista preparava
la visita, mentre in taxi correvamo (si
fa per dire) verso la splendida pagoda
cinese. Arrivammo in una piazza ed
entrammo attraverso un arco in un
cortile che ci disvelò una meraviglia
abbagliante, di quelle che stenti a cre-
dere che possano essere concepire e
realizzate dall'uomo. M'ero fermato
incantato. "Che cosa strana, eh? - ri-
fletteva ad alta voce don Battisa -
L'uomo è capace di creare capolavori
sia nel bene che nel male". "Che dici,
Battista? Quali sarebbero i capolavori
umani nel male?". Rispose senza esi-
tazioni: "~eh, la bomba atomica per
esempio! E un capolavoro di tecnolo-
gia. Ed è capace di distruggere le bel-
lezze del creato. Però non siamo venuti
a parlare dei fiori del male, ma di
quelli del bene. Ed ecco qui un fiore
meraviglioso".
A SPASSO
TRA CAPOLAVORI
Aveva ragione. Anche a lui scintilla-
vano gli occhi. Il complesso era da
Paese delle meraviglie. "Battista, quel-
lo strano palazzo è un' altra pagoda?".
"Sì e no: fa parte del complesso degli
edifici del tempio ed è una pagoda/ci-
MAGGto 2006 BS
Apparve ai nostri occhi
un'autentica meraviglia.
mitero. La visiteremo". Ci interruppe
un giovane bonzo con i suoi inchini di
saluto. Battista l'avvicinò subito: non
gli pareva vero di scambiare qualche
chiacchiera in thai. "Lo conosci? Ma
che ci fa qui? Avrà sì e no 16 anni".
"Ne ha come minimo 21. Prima non si
può entrare tra i bonzi!". "Battista,
qualcosa non mi torna: ho visto sem-
pre bonzi il cui unico vestito era un
grande mantello arancione. Mi dicevi
che non avevano altro, camicia
mutande. Ma questo qui"... In effetti il
giovanotto che seguiva senza capire,
ma con il sorriso sulle labbra, la nostra
conversazione vestiva una specie di
giacca/camicia arancione sopra una tu-
nica dello stesso colore. Sotto di essa
spuntavano le falde dei pantaloni.
"Buddismo tibetano! , sentenziò laconi-
camente Battista. Non dimenticare che
siamo in un tempio cinese!".
La pagoda centrale del complesso
conteneva la grande statua del Bud-
da. Ai quattro angoli - i punti cardi-
nali - erano di guardia quattro "ange-
li", certo non molto somiglianti a
quelli che i cristiani qualificano co-
me tali. Le facce rese patibolari da
Il giovane bonzo accompagnatore.
orribili mascheroni li facevano rasso-
migliare più ai nostri "angeli ribel-
li!", Si presentavano armati fino ai
denti . "Beh, è naturale se devono fa-
re la guardia... ", sottolineò divertito
il mio accompagnatore. Sul cornicio-
ne del baldacchino sotto cui era posta
la statua del Budda figuravano deci-
ne di piccoli Budda, presentati nelle
diverse posizioni che la religione as-
segnava, contenenti tutto l'insegna-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Entrammo attraverso un arco nel cortile della pagoda.
All'interno la grande statua dorata del Budda.
La pagoda/cimitero.
La statua di san Tommaso
apostolo, in veste di bonzo.
mento morale dell'Illuminato. Una
quarantina di bonzi mantenevano ef-
ficiente il complesso del tempio.
UNA STORIA
INCREDIBILE
L'attrazione del luogo tuttavia era
costituita proprio dalla grande pago-
da/cimitero, come l'aveva chiamata,
sette piani individuati da finestre ro-
tonde. Abbiamo cominciato dall 'ulti-
mo piano, quell o che tutti i turisti vo-
levano visitare. Non c'erano loculi,
solo qualche stanza di servizio e un
enorme salone, una specie di grande
cappella dedicata a tre individui le
cui statue troneggiavano accostate al-
la parete orientale. "E quelli chi so-
no?". "La statua centrale sul baldac-
chino dorato è quella del fondatore
della pagoda. Quella alla sua destra
raffigura uno dei più venerati santoni
del buddismo tibetano". "Ma è l'altro
che mi interessa ... ". "Come a tutti !".
"Quello non ha l'aria di essere un
orientale. Ha i tratti somatici di un
occidentale anche se ha il puntino
rosso degli indiani segnato sulla
fronte. Il manto arancione dei bonzi
gli sta proprio male ... È uno ctie s'è
convertito al buddismo?". "E san
Tommaso apostolo!':. Guardai don
Battista in tralice: "E una delle tue
barzellette?". la verità!". "Ma che
c'azzecca san Tommaso con i buddi-
sti?". Seppi così di una antichissima
e accreditata tradizione che voleva
l'apostolo, obbediente al comando di
Gesù, scegliere come campo della
sua missione evangelizzatrice il lon-
tano Oriente. "Dov'è mai scritta que-
sta fantasia?". "Negli Atti di Tomma-
so", apocrifi naturalmente, redatti
verso la fine del Il secolo, quindi
davvero antichi. Tant'è che il raccon-
to della predicazione e del martirio
dell'apostolo è unanimemente ritenu-
to autentico dai cristiani del Kerala
dove egli ha predicato. Anche se -
s'affrettò ad aggiungere Battista -
documenti veri e propri non esistono.
E, tanto per completare la tradizione
dicono che l'allora re del luogo, cer-
to Gondofares, sarebbe nientepopo-
dimeno che uno dei tre re magi. Va a
sapere come si formano certe tradi-
zioni . Però un qualche fondo di ve-
rità c'è sempre. "Battista, posso es-
sere scettico?". Ovviamente potevo
esserlo. Anche perché il racconto
non era finito. L'apostolo in questio-
ne che aveva fondato chiese, ordina-
to presbiteri e diaconi, sarebbe poi
rimasto vittima di una reazione dei
bramini ; il suo corpo sarebbe stato
seppellito a Mylapore, dove cento
anni fa misero piede per la prima
volta i salesiani. Come il corpo di
san Tommaso sia poi finito nella cit-
tadina abruzzese di Ortona è un altro
rompicapo. Il martirologio romano
dice che le spoglie dell 'apostolo fu-
rono prima portate a Edessa in Me-
sopotamia, da qui a Ortona il 6 set-
tembre 1258 come bottino di guena
del capitano Leone degli Acciaiali.
"Ti do altre due belle notizie. Prima
di tutto che il rito della chiesa di san
Tommaso Apostolo non è quello la-
tino, ma quello siro/malabarico e poi
che questa chiesa ha il più alto tasso
di vocazioni del mondo. Sembra che
la percentuale si aggiri su una voca-
zione ogni 50 fedeli. Un bel miraco-
lo no?". "Assolutamente sì, ma non
credo che basti a provare che sia
proprio dell'apostolo Tommaso".
"Miscredente! " . I primi piani di que-
sta straordinaria costruzione erano
riservati ai loculi con le ceneri dei
morti .
(continua)
(Serv izio fo tografico dell'autore)
BS MAGGIO 2006

3.2 Page 22

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lettera .
ai giovani
IL RISPETTO
Carissimo,
abbiamo vissuto insieme - dico insieme perché
eravamo in tanti a discutere - un vero e proprio
tsunami a proposito di "vignette", e bandiere bru-
ciate.
Rispetto sì. Per almeno tre ragioni.
La prima ragione viene dalla storia di questa pa-
rola.
Gli antichi romani facevano derivare questa paro-
la RISPETTO dal verbo latino respicere = rispec-
chiare. lo mi metto davanti allo specchio e vedo il
mio volto.
Si ha rispetto quando la tua immagine è riflessa
nell'altro, e viceversa.
È come se dicessi: Fa' agli altri quello che vorree;ti
foe;e;e fatto a te.
Mi rispecchio in te, mi metto nei tuoi panni, mi ve-
do in te.
La cultura è la seconda ragione. Non è scontro di
civiltà: l'uomo non è un lupo.
Il motore della quotidianità è la tolleranza.
Al mattino ti alzi, esci di casa, vai al lavoro in uffi-
cio, non scendi nell'arena dello scontro.
Il nostro corpo obbedisce alla legge della simme-
tria.
Se ti muovi, la destra accompagna la sinistra.
Se osservi, i tuoi occhi guardano da punti divere;I
ma nella stessa direzione.
Essere strabici, asimmetrici è disturbo, malattia.
Se vuoi che un alb,ero dia i suoi frutti devi rispet-
tare le sue radici. E saggezza popolare.
L'ultima ragione è di ordine mentale.
Mancare di rispetto è andare in frantumi in due:
io ete.
lo perché non sono disponibile ad accoglierti, tu che
vieni a sbattere sulla fragilità del mio specchio.
Non puoi vivere una vita intera a pugni chiusi.
Una mano chiusa è rattrappita: non può dare,
stringere, accarezzare, prendere, porgere.
Non è lessicale dire: io e;ono tu.
Èesistenziale invece sentirsi accolti, capiti.
Non è grammaticale dire: io e;iamo noi.
È vitale invece sentirsi mani, braccia piedi, occhi,
~orpo. Cuore e mente insieme.
E irrazionale lasciarsi andare alla cecità delle
emozioni.
La strada che va dal cuore alla mente è lunga e
faticosa. Dura una vita intera.
·Quando il cuore non si unisce alla mente è dram-
ma, è paralisi, è tragedia.
Teniamo il "rispetto" in seria considerazione e ci
ritroveremo mano nella mano.
Se diciamo sì al rispetto reciproco dobbiamo dire
almeno tre no:
no alla violenza,
no alla morte,
no alla violazione del diritto di accoglienza e di
opinione.
Difficile'? Una perla di saggezza africana:
Se mangi il frutto di un grande albero
non dimenticare di ringraziare il vento.
Aff.mo
MAGGIO 2006 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••••••••••
1NSfRTO
cviTVRA
Presentiamo in questo numero di maggio
del Bollettino Salesiano la bella realtà
delle due radio salesiane piemontesi ora unificate.
Èin qualche modo la voce di Don Bosco
che continua il suo apostolato attraverso
i moderni mezzi della Comunicazione Sociale.
••••••••••••••••••••
•••••••••
EMITTENZA SALESIAN'A
IN PIEMONTE
di Natale Maffioli/lsidoro Albergucci
Antenna di Radio Proposta sul torrione dell'Istituto
Salesiano Conti Rebaudengo.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2006 • •

3.4 Page 24

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••••••••• • •
••
•••
••
•••
•••
••
•••
••
•••••••••••••••••••••••••••
mi a, perché svolgesse con mag-
giore incisività il servizio ecclesia-
•••••••••••••••••••••••••••
senze di gio rn ali sti qualificati per
dare spesso re sop rattutto al servi-
••
le che era stato all'origine de ll a zio informativo. Tutto questo ri-
sua nasc ita: una voce dell a chiesa mase grossomodo invari ato f ino
torinese con partico lare attenz ione al 2000 quando, per ragioni eco-
al mondo giova nile.
nomi che, si rese necessa ria una
Q uesto peri odo si potrebbe de- revisione de ll ' insieme, crea ndo
fin ire co me il tempo della ra- una maggiore sinergia co n l'a ltra
dio/orato rio, vivace e professio- emittente sa les iana Primaradio di
nale, nonosta nte che i co ll abora- Asti.
tori fossero tutti giovani alle pri-
me armi. La legge M ammì, con B. PRIMARADIO
tutte le sue es igenze di palinsesto
e di organ ico, era ancora lontana. Non sono facili da raccontare
trent' anni di Primaradio. Nata nel
POI LA LEGGE MAMMÌ
1975 come Radio Asti Ooc, nel
1995 mutò il nome in Primara-
E si giunse all a legge 223 del- dio, perché, con una punta di or-
l'agosto 1990, la cos iddetta legge goglio, si voleva sottolineare che
PRIMARAD
Mammì . S' ini ziò così un periodo era stata la prima rad io nata ad
o di nuove fusioni ben più co nsi- Asti. Nel 199 4 divenne una emit-
Logo delle due Radio.
stenti della precedente, al punto tente salesiana . L'orografia del ter-
di far pensare, e con rag ione, a ritorio su cui agisce Primaradio
un a rifondaz ione di Radio Propo- (q uasi tutto collinare) ha costretto
sta, questa volta co n l'agg iunta l'emittente a un importante inve-
••
A. RADIO PROPOSTA
Lf avventura di Radio Propo-
sta, l'emittente radiofonica
salesiana torinese, ha avuto
del sostantivo Piemonte : vale a
dire si era creata una radio regio-
nale. Diverse diocesi, dunque, co-
me Ivrea, Casale, Saluzzo, Biella
co ntinu arono la loro esperienza
stimento di natura tecnica per ot-
tenere una rete di diffusione otti-
mal e del segnale e un a cope rtura
capillare del territorio. Sono di-
verse le freq uenze, ma la princi-
iniz io tre nt'a nni fa. Si chiamava rad iofoni ca unendosi a Rad io Pro- pale è di 99 .100 Mhz.
Radio In contri, e aveva gli stud i posta di Torino.
Sul versante dei conten uti si av-
presso l' istituto sa lesiano Conti O ltre all'assetto strutturale, co n vale, da sempre, di una redaz ione
Reba udengo di Torino. Era nata un agg iorn amento delle frequen- giornalistica interna con qualifica-
dalla volontà, capa rbi a, di un sa- ze (q uell a principale è di 89.00 te collaborazioni professionali , per
les iano, don Mario Viglietti che Mhz), e i tempi lo esigeva no, si corrispondenze loca ii e regionali
l'aveva iniziata per soddisfare fecero delle modifiche anche sul esterne. L' informazione naz ionale
du e esigenze: la prima, profetica, versante del personale con pre- e internazionale di Primaradio è
presagiva l' importanza dei mezzi
diffusa graz ie a collegamenti satel-
di comunicazione sociale e se-
gnatamente del mezzo rad iofo ni-
co; la seconda aveva le caratteri-
litari e via web, con corrispondenti
in ltal ia e nelle magg iori capitai i
estere, e con redazioni specializ-
stiche di una passione per tutto
zate per l'economia, lo sport e lo
quanto conteneva fili e va lvo le .
spettacolo e dall 'agenzi a News
Grosso modo nello stesso perio-
Press . Sono servizi informativi as-
do, la diocesi di Torin o aveva da-
sai curati che fanno particolare ri -
to vita a un a sua emittente loca le,
ferimento ad aspetti socio-politi ci
denominata Radio Proposta che
dell 'a rea coperta dall'emittente.
rea lizzava i suoi programmi in un
In totale, tredici ed izioni giorna-
ambi ente del co mplesso del san-
li ere di notiziari loca li , e altret-
tuario torinese della Consolata.
tante di notiziari naz ion ali e in-
All'inizio degli anni Ottanta, per
ternazionali per un sistema d' in-
non disperdere inutilmente ener-
formazione rapido, tempestivo e
gie, si operò una fusione delle due
sempre oggettivo.
em ittenti e nacque quella che si
I ••••••••••
••
ch iamò Radio Proposta Incontri;
in seguito, si abo lì il secondo ter-
mine e rimase il solo Radio Propo-
sta . Non solo si cambiò il nome,
ma si definì meglio la sua fisiono-
MAGGIO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Manuela Maccario premiata
per la sua attività giornalistica
nel 2002 .
•• ••• ••• • •• • ••• •• •• ••
••
/CONTENUTI
Un a caratteristi ca saliente di
Prima radio è rapp rese ntata dalla
cura pe r gli aspetti positivi delle
•• ••• •• • •• •• •• •• • ••• • ••• •• •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
- La segreteria di Radio Proposta.
- Studio di registrazione di Radio Proposta.
•••••••••••
- Sala regia di Radio Proposta.
- Elisabetta Marti nelli premiata nel 2005.
notiz ie, la cosid detta "b uona no- cuito da ll a sede di Radio Proposta
t iz ia" . Prima radio si propone co- di Torino. La co ll aboraz ione tra le
me otti mo ve icol o pubb li citar io due emittenti è cresc iuta e si è
co n costi che rispetta no sempre rafforzata in questi ulti mi anni
gli investime nt i del le az iende. co n evident i va ntaggi per entra m-
U na radio q uind i da asco ltare bi . Un a in iz iativa che ha dato
tutto il gio rn o per informars i, ma sodd isfaz ione è stata la co ll abora-
anche un a rad io da vive re, aper- z ione co n lnB/u per trasmettere
ta al rapporto diretto co n gli tutti gli eventi dell a Fi era del Li bro
asco ltato ri , che ogni gio rn o ma-
nifesta no il lo ro grad imenti o
da nno co nsigli o esprimo no la
loro critica co n sms, te lefo nate
di Torino. Primaradio è al serviz io
de ll e Chiese loca li ed è portavoce
dell e iniz iative dell a Pastora le
Giovani le Sa les iana a livello re-
•••••
ed e- mail .
gionale, co n info rmaz ioni e noti-
I rapporti istituzionali co n i Co- z ie sulle diverse atti vità. Partico la-
muni e le Provi nce serviti da ll 'e- re attenz ione è riservata all a dio-
mittente e co n la stessa Reg ione ces i d i Torin o tramite il co llega-
Pi emonte sono costruttivi. Parte mento dell e due emittent i e que-
del pomeri gg io di Primaradio Pro- sta si nergia è denomin ata Prima-
posta è curato dall a redaz ione In - radio-Proposta. Non mancano gli
Blu (una prod uzio ne dell a Confe- interventi qualificati del Superi ore
-
Antenna Primaradio.
•• ••••• ••• ••• •
re nza Episcopa le Italiana) . I pro-
grammi per ln B/u entrano in cir-
•••••••••••••••••••••••••••
M aggiore dei Sa les iani che ac-
co mpagnano gli asco ltatori nell e
• • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2 006

3.6 Page 26

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~ •••••••••••••••
••
••••
Sala
••••••••••••
regia Primaradio.
••
••
••
••
•••••••••••••••••••••••••
Alcuni collaboratori di Primaradio.
Macchina pubblicitaria di Primaradio.
••
••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Collaboratori.
feste e nell e ricorrenze più signifi- spaz io agli asco ltatori. Un a rad io La parabola del seminatore di-
cative per la Fami glia Sales iana . giovane, profess ionale da asco lta- ce: "U n sem inatore uscì per pian-
Anc he al superiore regionale e i re tu tto iI giorno per non perd ere tare il seme ... il seme è la parola
suo i co llaboratori , responsab iIi gli appu nta ment i importanti dell o di Dio". Il terreno è il mondo in
nei diversi settori del le attività è spettacolo, de ll a cultura e de ll e cu i viv iamo e questo è il mondo
ri servato uno spaz io nei momenti attività co mmerciali , ma anche in cu i siamo invitati a sem in are la
chiave dell a vita dell a realtà Sa le- una radio da vivere!
Parola e ad annunciare la Buona
siana. L'eccl es ialità dell'emittente Primaradio ha al suo attivo la Novell a. Per co ntribuire a evan-
è messa in evidenza dagli inter-
ve nti dei Vescov i piemontes i per
tutto quanto ri guarda la v ita ec-
clesia le reg ionale.
LA BANCA DATI
A ltro aspetto importante è l'a r-
chivio-ba nca dati delle registra-
zio ni : in caso di necess ità si di-
spone ve loce mente di notizie sto-
ric he e/o interv iste a perso nalità.
La linea musi ca le pred ili ge i
grandi success i; viene dato ampio
formazione di numerosi giovani
nell a professione giornali sti ca;
l' attività all ' intern o de ll 'emittente
ha permesso a 6 giovani d i acce-
dere all ' ordin e e 3 d i questi sono
diventati profess ionisti co ll ocan-
dosi in im porta nti situaz ioni lavo-
rative. Il ris ultato di questo impe-
gno è stata l'assegnaz ione del
Premio Ast i-Europa di Giorna li -
smo a 2 co ll aborato ri di Primara-
d io: nel 2002 lo ha ricevuto Ma-
nuela M acario e nel 2005 Elisa-
betta Martine ll i.
gelizza re dobbi amo appre ndere il
linguagg io del mondo e ri spettare
le sue co nve nz ioni. Viviamo in
una cu ltura mediatica che plasma
molti de i nostri attegg iamenti e
va lori. Per questo motivo abb ia-
mo scelto la radio e il suo lin-
guagg io per com unicare, info r-
mare, formare, aiutare, cresce re e
intratte nere . Crediamo in una ra-
dio uti le e creativa, cred iamo nel-
la radio come servizio .
Maffioli/ Albergucci
••••••••••••••••••••••••••
MAGGIO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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NIBVBSITA
IL FBKVOIIB
NBLVOLTO
Otilia de las Nieves e il Ci-
le: un binomio che nasce
in un paese lontano, acca-
rezzato dal sogno rmss10nario di
Don Bosco e germogliato anni
avanti nella storia di una ragazza
semplice. Otilia de las Nieves, per
tutti Nievesita, è accolta come mi-
racolo tra l'entusiasmo del fratel-
lino Giulio Cesare e il calore di
mamma e papà che in un clima di
festa benedicono l'alba di una
nuova vita. La piccola cresce in
un ambiente sereno dove non
mancano precisi riferimenti edu-
cativo-religiosi prontamente ab-
bracciati dalla piccola, attenta al-
1' ascolto e all'ubbidienza, non
senza qualche perplessità tipica
delle creature innocenti e dei loro
mille "perché".
Deliziosa e determinata, è lei a
decidere di frequentare la scuola
presso l'Istituto delle "Figlie di
Maria Ausiliatrice" perché, è lei
stessa a dirlo, "quando passo da-
vanti alla loro casa, se c'è qualche
suora sulla soglia, mi guarda e mi
so1Tide". Ed è presso questo colle-
gio che riceve la prima Comunio-
ne. Quell'incontro diviene il centro
propulsore della sua esistenza che
le cambia il disincantato sguardo
di bambina in due occhi che brilla-
no della luce di Dio. La religiosa
che la preparò al sacramento ricor-
da infatti: "Nievesita era felice. Le
traspariva nel volto il fervore del-
1' anima. Mentre spiegavo, teneva
un atteggiamento composto e rac-
colto, ma la tensione del suo spi-
rito era chiaramente sensibile".
Un'altra importante testimonianza
della sua generosa interiorità ci ar-
riva da un padre assunzionista che
suo fratello le presentò dopo aver
preso la decisione di entrare nel-
1' ordine per seguire la vocazione
sacerdotale. Ricorda infatti padre
Vargas: "Conobbi Nievesita quan-
do aveva dieci anni. Dal suo viso
traspariva una purezza angelica:
era timida, IPa soave ed attraente.
Seppi poi che era dotata d'intelli-
genza vivida e chiara".
Terminato il primo ciclo di
studi entra al liceo delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, dove la sua vo-
cazione "in germe" stava lenta-
mente maturando fino a esplicitar-
si: "Mamma, che ne pensi? Voglio
farmi religiosa. So che il Signore
mi chiama e sono decisa... Mi da-
rai il permesso?". Colta di sorpre-
sa la signora rispose con un secco
"no": avendo già "dato" un figlio
al Signore, Nievesita sarebbe do-
vuta rimanere accanto ai genitori.
Intanto continua a frequentare la
scuola, ma i suoi discorsi assumo-
no sempre più spesso un'aria qua-
si sibillina, foriera di un triste pre-
sagio per quanti l'ascoltavano ...
che si sarebbe rivelato in tutta la
sua tragicità ma che Nievesita (e
solo lei), viveva come un anelito
verso la felicità. Giorno dopo
giorno, le sue forze diminuivano e
aumentavano i disturbi. Ed ebbe
anche inizio il travaglio degli esa-
mi diagnostici e delle visite spe-
cialistiche che si conclusero con il
ricovero in ospedale e il tristissi-
mo verdetto: tumore maligno. La
sua risposta? Fu sorprendente e
splendida nella sua semplicità:
"Bene! Ci vedremo presto, Signo-
re" ! L'incontro quotidiano con
l'Eucarestia le diede la forza per
I
Otilia de las Nieves
Santiago del Cile
10/09/1 944-22/01 /1964.
interessarsi a tutti non spegnendo
l'entusiasmo per la vita e il prossi-
mo, assicurando a ciascuno la sua
presenza con la preghiera, ed
esprimendo la propria riconoscen-
za a quanti si recavano a farle visi-
ta. Era turbata da un pensiero che
confidò a monsignor Wladimir
Borie, salesiano, vescovo di Pun-
tarenas: Nievesita non accettava di
poter sopportare i suoi dolori con
il solo intervento di massicce dosi
di morfina, ma il vescovo la tran-
quillizzò dicendole di stare serena
e di seguire il consiglio e l'aiuto
dei medici. E venne presto, tra la
costernazione di chi le voleva be-
ne, cioè di tutti, il giorno del con-
gedo, in cui ella si concesse defi-
nitivamente tra le braccia di Colui
che tanto aveva amato. Era il 22
gennaio 1964.
O
BS MAGGIO 2006

3.8 Page 28

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--
0 f,O 100 I
ILSOGNO
DI AUNTY TINA
di Maria Antonia Chinello
. ,Kri cnéh
Kàmpéng Cham,
~~ , PHNOM PENH ""
Kong
Kàmpòng
.saom . KàmpOt
VIETNAM
Gulf
OUtt!
ol
... è diventato realtà. Tina
Sirtori volontaria Vides,
per tre anni ha fatto la
spola tra rito/io e la
Cambogia/
tra amici e benefatton;
amiche e volontari
per realizzare il desiderio
di dare educazione a 500
bambini e bambine.
Ce l'hanno fatta. .. la
scuola ora c'è. Bellissima!
La cartina della Cambogia.
L a Don Bosco El~mentary_School
si staglia sull 'onzzonte di Phum
Chreh, uno dei tanti villaggi nei
dintorni di Phnom Penh (Cambogia).
La povertà è di casa tra le famiglie, ma
ora questa scuola sta a si~nificare ~n~
possibilità di iiscatto per 11 domani cli
uomini e donne di un intero paese.
Grazie alla tenacia cli Tina SÌltori che
ha saputo smuovere la solidaiietà di
tantissima gente, dal giugno dello
scorso anno il desiderio di suor Oph-
riini si è realizzato: 500, tra bambini e
bambine, hanno aule, co1tili, laboratori
e materiale per imparare a leggere,
sc1ivere e dimenticare così la vita sulla
strada e nella strada. Il giorno dell'i-
naugurazione erano presenti, ac~anto
alle famiglie e alle suore, anche il se-
oretario del Ministro dell'Istruzione e
ibl governatore della contea m. cm. s1
trova il villaggio. Ci sono state danze,
preghiere, discorsi cli ringra~i~ento
per lei, Tina, per i be~efatto~1 giappo-
nesi che hanno acqmstato il ten-eno
per la costruzione, per le suor~, per i
volontari del Vides, per la Cai·1tas Ita-
liana, ma soprattutto per la città di Sa:
vona che si è mobilitata in una gara d1
solid~ietà senza precedenti. Scon-o
MAGGIO 2006 BS
Tina Sirtori con i bambini
di Phum Chreh.
con Tina le foto dell' inaugurazione
della scuola. Sembra quasi di toccai·e
la sua gioia incontenibile, quella_delle
suore delle autorità di veder assicura-
to un' pezzo di futuro non solo per i
bambini e le bambine che ormai affol-
lano le aule e i cortili di Phum Chreh,
ma anche per le loro famiglie. Il_ go-
verno cambogiano ha voluto espnm~-
re con un atto simbolico il grazie per il
ponte cli solidaiietà che ha 1:1ni_to l'~u-
ropa all'estremo Sud-est asiatico: il 5
novembre scorso, alla presenza straor-
dinaria di suor Ophriini e Thary, una
giovane cainbogiana, con un atto pub-
blico hanno consegnato al Comune e
alla ~ittà di Savona una tai·ga di 1ingra-
ziamento.
FOTOGRAMMI
DI SOLIDARIETÀ
Incontro Tina in una delle sue so-
ste a Roma, in visita di coordinamen-
to alla sede centrale del Vides inter-
nazionale. Viene da Vado Ligure, e
della sua ten-a ha assorbito il calore
del sole che si trasforma in so1Tiso
costante, e ha ereditato la vastità del
mai·e che si traduce in gioia dirom-
pente. Aunty Tina , così le ba~bine e
i bambini di Phum Chreh chiamano
familiaimente questa loro infaticabi-
le amica, si racconta menti·e insiem~
sfooliamo un album di fotografie: «E
un ~racolo che abbiamo realizzato
insieme a tanti amici. Phum Chreh è
un villaggio molto povero. Ric?rdo il
mio prÌlno viaggio in Cambogia: Era
il maooio 2003, e sento ancora nsuo-
nare d~ntro quanto mi confidò s~or
Ophriini, missionaria . di ori~ine m-
diana davanti a una distesa d1 campi.
Una ~cuoia affinché i bambini potes-
sero accedere all'educazione e ab-
bandonassero la strada. Diventò per
me il cortile dei sogni. Il mio cuore
si mise subito a battere»... e non si
fermò più. Il cuore di Tina, custode
della speranza delle suore di dare sal-

3.9 Page 29

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... ..... _._~ ...,.., ~
Tina taglia il nastro
dell 'inaugurazione della scuola.
Phum Chreh: gli alunni davanti
alla loro scuola.
suore cambogiane non lasciano dor-
mire tranquilli e ci si dà da fare .
IL MIRACOLO
CONTINUA
E ora? chiedo a Tina. «Andiamo
avanti - s01ride - . È stato bello creare
questo ponte: i bambini di Phum Ch-
reh hanno la scuola, ma insieme a
I 17 giugno 2005, viene inaugurata
la nuova scuola di Phum Chreh.
Tina Sirtori davanti alla targa che
segnala anche il suo nome tra
i benefattori.
vezza a tanti piccoli e piccole, è riu-
scito a contagiare e a far battere altri
cuori. «Attraverso le mie foto - con-
tinua Tina - il racconto delle mie
emozioni, il resoconto dei viaggi sul-
la rotta Italia/Cambogia, mi sono fat-
ta anch'io pellegrina e, percorrendo
chilometri e chilometri, ho incontrato
tantissimi giovani, adulti, anziani,
bambini. Insieme abbiamo raccolto
fondi , bussato a porte di istituzioni ,
allargato la rete della solidarietà. Cir-
ca 350 bambini hanno trovato una
"famigli a" a distanza. Piccoli gesti
che dicevano la volontà e l' impegno
di non spezzare il filo, di non abbat-
tere il ponte d' oro che si andava co-
struendo tra due continenti».
ISavona 5 novembre 2005 alla
presenza di suor Ophriini e Thary,
una giovane cambogiana, con
un atto pubblico, è stata
consegnata al Comune e alla città
di Savona una targa
di ringraziamento.
media Maria Ausiliatrice. Quasi un
tam-tam, i suoi racconti, il sogno e la
speranza giungono ai genitori e alle
famiglie dell ' intera comunità edu-
cante. E ci si mobilita, aguzzando
l' ingegno. Alcune mamme, abili con
i ferri e gli uncinetti, formano il
gruppo Fatto a mano per dare una
mano, e danno vita a una vera e pro-
pria cooperativa di ideazione, confe-
zione, produzione di bomboniere per
Prime Comunioni, Battesimi, Cresi-
me. L' iniziativa, ma soprattutto l'o-
biettivo viene condiviso e il cerchio
si allarga, la notizia si diffonde tra
questo sanno di avere oltre oceano
tantissimi amici e amiche, grandi e
piccoli, che pensano a loro e che han-
no fatto in modo che il loro sogno di-
ventasse realtà ma, soprattutto, che
non si esaurisse il miracolo dell'amo-
re». E il miracolo dell 'amore è appro-
dato in India. Su richiesta di un volon-
tario del Vides, Tina è riuscita a rac-
cogliere 18 mila dollari che sono ser-
viti a costruire serbatoi di filtraggio e
raccolta dell'acqua piovana all'Auxi-
lium. Seva Nilaya, di Garavam , nello
stato di Andra Pradesh, nell ' India
centro meridionale. In queste zone,
ogni anno la siccità colpisce provo-
cando gravi conseguenze sulla popo-
lazione, la quale spesso non dispone
neanche di acqua potabile, che sta di-
ventando un bene sempre più prezioso
con un costo economico elevato, so-
prattutto per gli istituti scolastici che
si fanno carico dei bisogni dei loro
studenti . «Chiunque - sorride Tina -
può riuscire a dare un sorriso ai bam-
QUANDO SI AGUZZA
amici , parenti, conoscenti . In tanti si bini e alle bambine. Noi siamo stru-
trovano coi nvolti nell ' avventura di menti nelle mani di Dio, confidando
L'INGEGNO
costruire non solo la scuola, ma un a in lui , possiamo raccontare al nostro
casa. Quasi un a sfida ali' indifferenza prossimo che tutti, insieme, con il po-
La testimonianza di Tina arriva an- e alla crosta d'abitudine che si porta co che siamo, possiamo fare molto. Il
che a Bologna, tra i bambini e le dentro, e che rischiano di soffocare il bene realizzato si chiama amore e l' a-
bambine, i ragazzi e le ragazze che quotidiano e la sua sete di bellezza e more donato ci viene ridato indietro
frequentano la Scuola elementare e di dono . I sorrisi dei bambini e delle moltiplicato centinaia di volte». D
BS MAGGIO 2006

3.10 Page 30

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a• IL
,••EsE IN
LIBRERIA
orante
o curo di Giuseppe M
~~~
VITA DI MAMMA
MARGHERITA
La mamma di Don
Bosco
di Teresio Bosco
ELLEDICI
Leumann (To), 2005
pp . 160
I FIORETTI
ED I PROVERBI
DI MAMMA
MARGHERITA
di Natale Cerrato
stessa editrice, pp. 86
Nella vita della Famiglia
Salesiana, che quest'an-
no riflette sulla famig lia
come aiuto alla crescita
armonica dei figli, posso-
no esser utili questi due
libri , semplici e profondi,
che aiutano a compren-
dere gli atteggiamenti del-
la vita di mamma Mar-
gherita, nel 150° anniver-
sario della sua morte. Il
primo è ricco di insegna-
menti educativi e cate-
chistici, a cui educatori,
mamme e catechiste pos-
sono attingere boccate di
sapienza quotidiana per i
propri figli e per i ragaz-
zi del catechismo. Il se-
condo è una raccolta di
esperienze educative che
evidenziano il senso pra-
tico delle cose , la fiducia
nell'avvenire, la serenità
che tanto bene hanno
prodotto nella vita e nel
lavoro educativo del gran-
de figlio diventato grande
santo: Don Bosco.
«MOSTRATI MADRE»
Colloqui con la Vergine
di Valentino Salvoldi
ELLEDICI-VELAR
Leumann (To)-Verona
2005, pp. 128
Si offre un aiuto a chi vo-
glia vivere nella meditazio-
ne seria e fruttuosa la pre-
ghiera del rosario, per in-
nalzare un inno a ogni uo-
mo destinato, secondo il
progetto di Dio , alla gloria
del cielo con il proprio cor-
po, un corpo che il Figlio
ha assunto, atteso con tre-
pidazione , portato in seno
con amore, custodito con
stupore: il latte della Vergi-
ne diventa il sangue di Dio.
Dio in Maria si fa uomo,
perché l'uomo si faccia
Dio. Questa è la realtà na-
scosta e meditata nei mi-
steri di gioia, luce, dolore,
gloria, che il fedele medita
pregando il rosario, collana
che lega la terra al cielo e
preserva questa umanità
dal male, grazie alla Vergi-
ne . Come infatti può una
madre restare indifferente
verso chi la prega : "Mo-
strati Madre"?
s \\ ' \\I r,n,o \\ I.\\ OLI li
« /\\/ \\ C_) s -1-Rr\\TI
J\\;1AD RE»
L'EUCARISTIA
E IL ROSARIO
Contemplazione
"eucaristica" dei misteri
della gioia
di Ignazio Schinella
Vivere in , Monopoli (Ba)
2005,pp.96
LA LITURGIA MARIA
E IL ROSARIO
di Ignazio Schinella
Vivere in , Monopoli (Ba)
2005, pp. 100
L'Elll 11'Sl
rllllffltlrkl
Anche questi due sussidi
aiutano a penetrare la ric-
chezza della preghiera ma-
riana del rosario, così cara
alla trad izione cristiana. Il
primo volumetto aiuta a
entrare nella meditazione
dei misteri della vita di Cri-
sto, come un prolunga-
mento personale del signi-
ficato della Parola, per il le-
game che esiste tra le due
parti dell'unico atto di culto .
La preghiera fa andare al
di là del mistero evocato e
mette tutto in relazione alla
centralità del mistero pa-
squale di Cristo. Il secondo
volume ha l'intento di ap-
profondire il senso di que-
sta preghiera tradizionale ,
il suo rapporto con la litur-
gia celebrata e una sentita
pratica sia del rosario sia
dell ' eucaristia che aiuti a
celebrare la vita quotidiana
del credente come "storia
sacra" personale.
IL MANUALE DEI NONNI
La corsa non è finita,
anzi. ..
di Marie-Madeleine Martinie
ELLEDICI , Leumann (To)
2005 ,p. 258
Un libro per i nonni di oggi,
con età dai 45 ai 95 anni,
una salute che va dalla for-
ma eccellente alla dipen-
denza assoluta e che vivo-
no le situazioni economiche
più svariate. I nonni hanno
ancora un ruolo . L'autrice,
madre e nonna, offre con
garbo e un po' di umorismo
una guida che ne approfon-
disce il ruolo, senza lascia-
re mai in ombra la dimen-
sione spirituale. Il testo è
pratico ma non superficiale.
In oltre 50 capitoli affronta
altrettante situazioni di vita.
Ad esempio : Vacanze dai
nonni, L'armadio delle cian-
frusaglie, La televisione e
Internet presso i nonni, La
droga come parlarne?, La
morte ecc. Vi si trova poi
anche un decalogo che ini-
zia con "Aboli rai gli oggetti
fragili " e termina con "E non
sarai assolutamente pos-
sessivo ".
lL
MANUALE
DI
NONNl
MAGGIO 2006 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
I TRIONFI DI S. MICHELE
Un Arcangelo
e tre santuari
di Vincenzo Mercante
Ed. Segno, Tavagnacco (Ud)
2005, pp. 58
Questo essenziale profilo,
tra storia e leggenda, affon-
da le radici nel pellegrinag-
gio della vita e offre sinceri
spunti di riflessione. L'ar-
cangelo Michele, di fonte
biblica, è una delle figure
più riconosciute e celebrate
nella devozione popolare.
Narra un'antica leggenda
che , dopo la vittoria su Lu-
cifero , l'Arcangelo ottiene
da Dio il privilegio di sce-
gliersi tre luoghi per il suo
culto. Così che volando al-
to , giunge a scegliere il
Gargano, la Val Susa e
Mont Saint-Miche/ in Breta-
gna. I tre santuari , sorti nel
corso dei secoli e segnati
da pellegrinaggi , tracciano
quasi una retta e un cam-
mino lungo il quale i cristia-
ni marceranno per rafforza-
re il bisogno di fede e can-
tare un Dio che , attraverso i
suoi messaggeri, penetra
nella storia e nel cosmo.
APRIAMO LE FINESTRE
Al SOGNI
di Silvio Mantelli
Vannini Ed ., Gussago (Bs)
2005, pp. 160
li libro è del mago Sales : un
uomo, un prete, un salesia-
no, un ... mago , che ha fatto
della sua vita un intermina-
bile viaggio per il mondo al-
la ricerca dei bambini più
soli e disperati per regalare
loro, mediante i suoi giochi
di prestigio, i sorrisi e la soli-
darietà che non hanno mai
incontrato. E così , con le
poesie scritte nel corso de-
gli anni, frutto sofferto e
gioito di centinaia di incontri
con i bambini del mondo,
mago Sales guida alla sco-
perta del segreto che sot-
tende la più grande magia
di cui un uomo è capace :
"aiutare un piccolo della ter-
ra anche solo annullando,
per un istante, la sua paura
e il suo dolore e sostituen-
doli con un sorriso". Il libro
ha un messaggio che va
dritto al cuore , al di là di
ogni confine geografico,
culturale o religioso .
SILVJO MAN'TELt.t
APIUAMO LE FINESTRE Al SOGNt
IL PENSIERO
DI ZYGMUNT BAUMAN
di Keith Tester
Erickson , Trento
2005, pp. 238
Bauman è un sociologo
che ha trasformato il pano-
rama del pensiero sociolo-
gico contemporaneo . Ana-
lizza la realtà a partire da
una scelta di campo e, in
contrasto con la maggior
parte della sociologia occi-
dentale, costruisce un pun-
to di vista originale sul mon-
do sociale che si caratteriz-
za per due principali ele-
menti. Il primo deriva da
una constatazione: il conte-
sto umano è segnato dal-
l'ambivalenza: qualunque
forma della vita sociale mo-
stra una insanabile contrad-
dizione. Il secondo ha a che
fare con la centralità del
concetto di essere umano.
Non esiste sociologia se
non in rapporto alla vita
concreta dell'uomo. In que-
sto tempo della specializza-
zione e dell'irrilevanza, la
tesi di Bauman costituisce
un prezioso antidoto contro
la cultura dominante.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le hbre'.
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttamente alle rispettive
Editrici.
~dij1JE I ! (!)In
lffnerari per crescere insieme nella
coscienza dello vita come vocazione
sul tema della 43" Giornata Montiole
di Preghiera per le Vocazioni:
AIJc,e
tu 01 Critft
, i\\ltta
i««aJ 1;era1iuE
In collaborazione con
il Centro NazionaleVocazioni
pp. 66
+ Guida Educatori
5,00 md.
Ragazzi:in un villaggio speciale...
per essere, giorno per giorno, co-
me Gesù, sorgente, luce, pane...
per la vita del grande Villaggio in
cui viviamo: il mondo. Catechesi
originali sotto forma di racconti;
giochi e proposte di animazione
per 5 giorni di Campo
p. FRANCO CAGNASSO pime,
l.ETizJA MOLESTI e sr. U\\URA CENCI, ap
A dolescenti: alla ricerca del te-
soro nascosto nella propria vita ...
per dire con forza che ogni per-
sona è il dono prezioso di Dio,
progetto di speranza per il mon-
do. Spunti di catechesi, attività,
giochi e celebrazioni per 6 giorni
di Campo
p. FABIO SCARSATO ofmc
ANTONIETTA ESPOSITO
G iovani: accompagnati dal pro-
feta Elia alla scoperta del Dio del-
la vita... per diventare oggi, attra-
verso scelte coraggiose e coeren-
ti, profeti di Cristo, speranza del
mondo. Riflessioni bibllche su tutto
Il ciclo di Elia, laboratori e celebra-
zioni per 5 giorni di Campo
d. WALTER LOBINA ssp
LETIZIA MOLESTI e sr. U\\URA CENCI, ap
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BS MAGGIO 2006

4.2 Page 32

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-
Profilo di Bernardo Ferrero salesiano laico, perito chimico
e fotografo impareggiabile.
IL PERFEZIONISTA
di Giancarlo Manieri
Un professionista sempre alla
ricerca della perfezione. Volitivo,
intelligente, intransigente. La
scorza esterna nascondeva un
animo sensibile e servizievole.
Allegro quand'era tempo,
inflessibile nell'esigere il meglio.
Bernardo Ferrero, nato a Savi gliano (CN) il 9/11 /1919;
morto a Torino il 7/2/2004.
A ttenzione e precisione erano le caratteristiche che
esigeva dai confratelli che lavoravano con lui e dai
dipendenti ... una precisione quasi maniacale. "Noi
dobbiamo consegnare sempre il meglio del meglio! Chia-
ro?". "D'accordo, signor Bernardo, però .. .". "C'è un però?".
"Beh, sì ! Molti parroci, catech isti, direttori di oratorio, ecc.
vedesse lei dove proiettano! Su muri inqualificabili, segnati
da pesanti tracce di quadri tolti per l'occorrenza, da residui
di scotch , segni di lapis, ditate ; e perfino imbrattati da
macchie di inchiostro ...". "E allora? Ho detto che noi dob-
biamo consegnare il meglio. Punto e basta!". Se il famoso
marchio "Filmine Don Bosco" ebbe tanta fortuna, il merito
va indubbiamente ascritto alla sua caparbietà per il meglio.
I cinque salesiani e i sette impiegati esterni alle sue dipen-
denze dovevano impegnarsi al lo spasimo per accontentar-
MAGG10 2006 BS
lo , perché Bernardo non mollava un ,secondo. Non per
nulla i clienti restavano sempre più che soddisfatti, e filmi-
ne e diapo tiravano alla grande sul mercato.
Teneva personalmente i contatti con i clienti e con i for-
nitori così come con i dipendenti e, naturalmente, i con-
fratelli. I saloni di Colonia e di Milano lo vedevano
costantemente presente: non voleva lasciarsi sfuggire le
nuove macchine e le nuove tecniche . Ma era capace ,
una volta acquistate, di intervenire per migliorarle . E se
il mercato non forniva determinati macchinari , era capa-
ce di progettarli lui stesso e di farseli costruire da qual-
che amico sotto la sua attenta direzione . Così capitò
con la macchina imbustatrice e con il numeratore pro-
gressivo dei telaietti delle diapositive . Era, in effetti , un
grande ingegno : il suo contributo fu decisivo per l'espan -
sion e del mercato di filmine e diapositive nel mondo .
Queste realizzazioni solo da poco tempo si sono arrese
alla tecn ologia digitale.
TRATTI DEL CARATTERE
Se qualcosa andava storto lo si sentiva fremere
" Brrrrrrrrrrr...", con cui esternava una costernazione
momentanea che durava quanto il mugolio . Poi metteva
tutti in ricerca e non c'era nessuno che riuscisse ad
ammansirlo ; finché non era arrivato alla fonte dell'errore
non dava tregua a nessuno . "Signor Bernardo, perché
tanta pignoleria?", gli chiese un giorno un confratello .
"Perché se arriviamo alla fonte lo sbaglio non si ripeterà.
Non questo almeno . Semplice no?". Come dargli torto?
C'era sempre qualcuno che aveva bisogno della sua
competenza e ricorreva a lui anche nelle ore più impe-
gnate nel lavoro. Egli ascoltava attento, ma continuava ad
applicarsi a ciò che stava facendo. E quando arrivava la
domanda finale : "Allora, signor Ferrere, si può fare questa
cosa?". "No! Impossibile! C'è troppo da fare qui . C'è da
consegnare domani ...". "Beh , allora, magari un po ' più
tardi .. .". "Imposs ibile!". li confratello o l'impiegato se ne
andavano "con la coda fra le gambe". Ma la sera, imman-
cabi lmente trovavano quello che avevano chiesto . Per cui
tutti avevano capito che per lui il no equivaleva a un sì.

4.3 Page 33

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Vltl77JR( cfllLEcf//11/1
Il logo delle Filmine Don Bosco che compariva in tutti
i prodotti.
I
Il signor Ferrero (secondo a sinistra) con il nipote Bruno
(primo a sinistra), irdirettore della ELLEDICI,
e il coadiutore Sebastiano Russo.
La macchina per imbustare le diapositive, progettata
da Ferrero.
Il signor Ferrero all 'opera.
Nonostante quel che appariva, Bernardo era un uomo
socievole, dalla barzelletta facile, dalla satira pungente
ma benevola. Pieno di giovialità quand'era il momento.
UNA PERSONALITÀ POLIEDRICA
Alcune caratteristiche della sua personalità affondavano
le radici nella sua famiglia, cui restò sempre molto lega-
to . Sulla copertina di un fascicolo nel quale aveva trac-
ciato l'albero genealogico della sua famiglia, aveva scrit-
to: "Due sono le cose necessarie per vivere, le ali e le
radici. Le ali per volare nel cielo della vita. Le radici per
sapere chi sei". S'innamorò di Don Bosco a Cumiana,
nella scuola agricola salesiana, donde uscì perito chimi-
co per passare al Colle a specializzarsi in tecniche della
fotografia. E proprio in questo campo divenne il numero
uno . Le sue produzioni si diffusero in tutto il mondo.
Ovunque, si trovano ancora i suoi diapomontaggi : "Gesù
di Nazaret" di Zeffirelli , "Gli Atti degli Apostoli' di Rossel-
lini , il "Mosè" di De Bosio e gli album dei Diagroup usate
da catechisti e animatori per anni. I grandi lavori li rea-
lizzò al Leumann, dove egli stesso curò meticolosamen-
te tutto il piano dedicato a questa produzione , e dove
per diciassette anni fu l'indiscusso capo laboratorio, rico-
nosciuto tale soprattutto per la competenza.
Semplice ed efficace la sua filosofia . Scrisse su un
foglietto : più facile essere eroi (basta esserlo una vol-
ta sola) che galantuomini (bisogna esserlo sempre)".
Bernardo fu un galantuomo che qualche volta dovette
anche fare l'eroe: un'azienda del tipo ELLEDICI richiede
a volte nervi di acciaio, inventiva pronta, preveggenza,
acutezza di ingegno, audacia nel precorrere i tempi. ..
Presenti in una sola persona queste qualità ne fanno un
eroe .. . o giù di .
IL RELIGIOSO SALESIANO
La statura fisica di Ferrero era decisamente imponente,
non meno che la sua statura morale e religiosa. Fu un
salesiano a prova di bomba, che possedeva tutte le qua-
lità unanimemente riconosciute in un figlio di Don Bosco :
l'amabilità, la fermezza, la forza d'animo, la scrupolosità
nei propri doveri religiosi e professionali, una buona dose
di giovialità e umorismo, un forte senso del dovere. In più,
l'amore per i giovani, la fedeltà al lavoro, l'esemplarità nei
propri doveri. Bernardo fu un salesiano "concreto", senza
fronzoli , con una fede adamantina, una pietà semplice,
una costanza da far invidia e una grande modestia, nono-
stante le grandi responsabilità cui venne man mano chia-
mato dall'obbedienza religiosa.
O
BS MAGGIO 2006

4.4 Page 34

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- coME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
L'IMPORTANTE E'
CHE SE NE ACCORGANO
certo : sono note le conseguenze di
questa carenza nei bambini che non
hanno avuto la loro misura di carez-
ze, di tenerezza, di scambio con i
genitori . Soffrono nel cuore , nel cor-
po, nel linguaggio.
Nella lettera da Roma del 1884, Don Bosco scrive una frase
fulminea e felice: «Che i giovani non solo siano amati,
ma che essi stessi conoscano di essere amati». Si tratta
di dare una risposta al secondo bisogno fondamentale
della vita (per il bambino come per l'adulto):
il bisogno di amore e tenerezza.
,,--- ~
La tenerezza è assolutamente
gratuita e incondizionata. È un
piacere, non un dovere. Non è mai
"moneta di scambio", non s'inscrive
in un rapporto di potere, perché è
anzitutto abbandono e offerta. An-
che se sembra paradossale , la
ibia~ la tener,gzf~asce sempre
e solo nei- sac rifici cr:-,d?e'' questo la
A nche l'esperienza lo dimostra
ampiamente . L'amore dei ge-
nitori e quello degli altri com-
ponenti della famiglia portano al
bambino quello che gli occorre per
vivere , per avere fiducia in sé e
affrontare le varie realtà . L'amore
offre energia e dinamismo . Un
bambino amato osa esprimersi con
piena fiducia e oserà vivere la sua
vita altrove.
~ r'èìzf' ~-
, : ~ ~ / I te [il e~ zza s'addieé' ai ge -itori.
altrove . Anchif,i rp eml:>ri.,della cop- La te
è reskO sabilità e
pia h_anno ~_Ì$9;@1i11~L~i un m~,lil1il nto / prote.(IDJ1e. È arÌi or- \\ ermo e coe-
1n cui poter vuoJafje tV~adG:<Q
rente. ( ,fi~ li,.,~an\\111@ 01sogno di auto-
r1
La
_tenerez~a
,
e
' '.
co~tatt,
c~
.
~t .
ità, perch·é so~d animati da desideri
mèra,vigliosi , ma infiniti , che vogliono
bambino ha bisogno d1 una,J~lile f:JZ- tutto I E bene non uccidere questi
za espressa : a che cos-a;,;,seJ e \\ de$ide;;~i che sono i motori della vita
volersi t~nto bene in famigli~ , dir-, \\dei ' figi(, e coltivarli ; poiché sono
selo cosi poco? Per 9uale sp1aG vo~ \\ imp~ecisi , è ~n_che impo~a~te indir!z-
le pudore tanti padri nascondono I zarh . r bambini sono I pnm1 a capire
sentimenti_~i ~mmir_azio?'e che pro~ ·che ha; rtò bisogno di essere protetti
La tenerezza è presenza. Per il
neonato , il bisogno di relazione con
la madre è immediato , s'interessa
molto presto al viso della mamma.
Poi , gradualmente, distingue il padre
dalla madre. L'attaccamento del
bambino diventa più profondo verso
i sei /otto mesi : quando la persona
che il piccolo ama va via, sorgono le
vano per I figli? «Mio padre non m1-"-sda se g essi. Un eccesso di liberalità
ha mai detto che mi v9leva eneJt»O U4as<§fà nelJ!ir:isicurezza e li obbliga a
L'amore forma , perchéA: av_oris1 e
O!!)pi,e. è, ~celte difficili da soli.
realizzazione di se stessi. i' urne ~
1
rose sono le relazioni 1 'amore, più il La tenerezza è rispetto e sti-
bambino è strutturato . Ciò aeeacie--ma; e'èlJfla cosa su cui i genitori
quando vede l'amore reciproco tra i non possono mentire o fingere: la
genitori , l'amore dei genitori per i stima per i figli. O c'è o non c'è. Ed
suoi fratelli e le sue sorelle, tra gli è ciò che i figli desiderano di più.
amici o i vicini . Se questo bisogno
proteste. E al ritorno , una gioia relazionale non viene soddisfatto , il La tenerezza è perdono. La te-
incontenibile. Il bambino vuol sentire bambino parte con uno svantaggio nerezza esagera un po' nei compii-
i genitori presenti nella sua esisten-
za. È noto che i bambini di sei/dieci
anni si lamentano così : «Perché non
facciamo qualcosa insieme? Perché
papà non gioca più con noi?». Molti
adulti conservano il ricordo di una
passeggiata con il nonno, di giochi
proposti una sera, di un campeggio
con mamma e papà.
La tenerezza è comunicazione.
Il bambino non viene concepito
solo con il dono dei corpi , ma
anche con le parole dei genitori ,
che lo umanizzano . La comunica-
zione permette di risolvere in fami-
glia le tensioni. La verbalizzazione
dei sentimenti è una liberazione .
Un bambino deve poter esprimere
la sua sofferenza, la sua collera, la
gioia dei suoi successi a scuola o
MAGGIO 2006 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
QUANDO L'EDUCAZIONE
È COSA DI CUORE
I . . mi torna in mente quello
straordinario affresco
di Rembrandt...
menti , e sa perdonare. Anzi, aggiun-
ge al perdono qualcosa di importan-
te: la capacità di dimenticare. Perdo-
nare e non dimenticare è come sep-
pellire l'ascia di guerra con il manico
che spunta dal terreno, in attesa
della prossima battaglia.
La tenerezza è sincerità. Que-
sta è una dimensione spesso tra-
scurata. Proprio perché rispetto e
attenzione nei confronti di se stessi
e dell 'altro , la tenerezzà esige co-
me elemento fondamentale la sin-
cerità, legame indispensabile tra
cuore e corpo: il corpo deve essere
sempre espressione fedele dell 'a-
more realmente vissuto dal cuore.
La tenerezza è capacità di sor-
ridere. I bambini hanno bisogno di
serenità. La paura tende a rendere
fragile il bambino, a fargli compren-
dere che gli adulti non hanno fidu -
cia in lui. Le difese migliori di un
figlio non sono fuori , ma dentro di
lui. Un bambino è reso forte ed
equilibrato dalla serenità e dall 'am -
mirazione. dei genitori che gli fanno
comprendere le ricchezze che sono
in lui, dal loro esempio di vita, dalle
loro convinzioni che lo aiutano a
sviluppare valori interiori.
La tenerezza è punti interrogati-
vi. Siamo tutti abituati a esprimerci
per punti esclamativi : ordini , imposi-
zioni , norme , ritorsioni , condizioni ,
arroganza... Il punto interrogativo è
liberante , J:?aziente , coinvolgente,
rispettoso. E il metodo preferito da
Gesù.
Ti voglio bene per quello che sei
e non per quello che vorrei tu fossi.
La tenerezza è alla base dell'educazione, secondo il sistema
preventivo di Don Bosco. Ma deve essere alla base di ogni
sistema educativo: essa deve suggerire i comportamenti e le
parole di genitori ed educatori.
Non a caso la tenerezza è un
sostantivo femminile : come
accoglienza, amorevolezza,
comprensione, delicatezza, dolcez-
za, disponibilità, fiducia , generosità,
gratuità, intimità , misericordia, pa-
zienza, sensibilità, solidarietà, solle-
citudine. L'atteggiamento di cura è,
che piaccia o no , declinato con
maggiore creatività e fedeltà dalle
mamme. Ti alzi la mattina e cominci
a preparare la colazione ; se non
volessi bene ai tuoi figli più che a te
stessa, non avresti voglia di buttarti
giù dal letto o sistemeresti qualcosa
da man~iare in modo affrettato e
sciatto. E la tenerezza ciò che ti fa
scegliere al supermercato i biscotti
che piacciono ai figli , che ti fa appa-
recchiare la tavola ce rcando un
minimo di simmetrie armoniose, che
ti fa scrivere un bigliettino di saluto
al pargolo ritardatario che si siederà
a tavola quando ormai sarai da un
pezzo al lavoro (e che ti farà trovare
al ritorno le tazze sporche e le bri-
ciole sulla tovaglia, perché non ha
avuto tempo di mettere ogni cosa al
suo posto) .
È ancora la tenerezza che alla
sera ti fa raccogliere le energie
residue di una giornata vissuta in
corsa e in affanni per chiacchiera-
re un po ' con i ragazzi e sostenerli
nella fatica della crescita, per gioi-
re dei piccoli successi scolastici e
confortarli per qualcosa che è an -
dato storto , per essere solidale
con le loro difficoltà e aiutarli a
guardare in avanti verso quel futu-
ro che sembra sempre troppo lon,-
tano e difficile da realizza re. E
sempre la tenerezza che ti fa
esprimere con una carezza anche
quando vorresti allungare uno
Gli occhioni dei bimbi sono
spalancati sul viso della mamma.
sch iaffo , che lascia spazio ad un
abbraccio quando ti dovresti arrab-
biare per una mancanza, che ti fa
sorridere quando verifichi che i
tuoi figli sono anatroccoli goffi in
un mondo che non guarda con
simpatia gli "imbranati". "Ti voglio
bene per quello che sei e non per
quello che vorrei tu fossi ": è la
convinzione più profonda che noi
mamme ci portiamo dentro dal
giorno in cui sono nati i nostri
bambini. E non si tratta di una fra-
se sdolcinata : la tenerezza è un
atteggiamento affettivo che chiede
grandissima intelligenza. Capire
che l'educazione è cosa di cuore è
una sfida molto impegnativa,
soprattutto in questi tempi in cui il
rapporto fra le generazioni appare
sempre più asettico.
BS MAGGIO 2006

4.6 Page 36

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Per comprendere fino in fon-
do questa responsabilità , occor-
re continuare a sfogliare il diziona-
rio dell'educazione che ogni geni-
tore continua quotidianamente a
comporre , anche se non si accor-
ge di scrivere sulle pagine bian-
che della pedagogia nuovi termini :
dialogo, dono, esempio, impegno,
perdono, rispetto, servizio. E forse
un caso che la tenerezza ha con-
nessioni significative con sostanti-
vi maschili? È un errore decidere
di distribuire i compiti e di distin-
guere in maniera netta i ruoli
materni e paterni: i figli hanno
bisogno di ritrovare anche nel pro-
prio papà una concreta capacità
di declinare il valore dell'affettività
in modo pregnante. E non è male
un'interpretazione virile della tene-
rezza: perché ci vuole molto
coraggio per praticare la pedago-
gia del cuore al di là degli stereoti-
pi culturali che vogliono da una
parte la forza e dall'altra la dolcez-
za: l'autorevolezza è un at-
teggiamento che entrambi i geni-
tori devono dimostrare nel rappor-
to quotidiano con i figli.
Proprio la tenerezza è un'e-
sperienza che merita la disponibi-
lità a scambiare le parti: poiché è
qualcosa che sorprende sempre (è
un regalo che viene offerto ai figli
al di là dei loro effettivi meriti), vale
la pena stupirli fino in fondo: Dio si
diverte a mescolare le carte ed è
l'artefice di una pedagogia in cui
verità e amore si incontrano in
modo fecondo nell'etica della fidu-
cia. Dio è padre e madre allo stes-
so tempo: mi torna in mente quello
straordinario affresco di Rembrandt
che sintetizza la parabola del figliol
prodigo, rappresentando il gesto
del perdono con un abbraccio. So-
no evidenti , nella figura del Padre,
una mano maschile e una femmini-
le che stringono con vigore e deli-
catezza quel ragazzo che ha fatto
fatica a tornare a casa dopo una
serie di brutte avventure nel rap-
porto con se stesso e il mondo cir-
costante. L'~morevolezza diviene
tenerezza proprio in questa sapien-
te mediazione, che è riconciliazio-
ne perfetta fra dimensioni che ap-
paiono troppo distanti per fare
unità.
MAGGIO 2006 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652 @interfree.it
Nato nel 1925 a Bourg San Miche[
da genitori italiani, forgia la sua
struttura umana e professionale presso
i salesiani e gli Istituti di Arte di Torino
e Perugia. Nel 1942 diventa salesiano
coadiutore.
PIERRE OCTAVE FASANI
UNA TEOFANIA
INB ISBRÙLÉ
U n' immagine stereotipata che
s in da fanci u11 i entra ne l
bagag li o mnemonico-vi sivo
de ll a nostra immag in az ion e vede la
figura del pittore in abiti maga ri
osc ill anti entro un ' epoca medioeval-
rin asc ime nta le c he in uno sfo ndo
vaga me nte natura li stico è intento a
dipingere con la tavolozza, un piedi-
stallo e un pennello; qual siasi altra
rappresentazione, qualsiasi altra tec-
nica, qualsias i altra strume ntazione
provocano a tutta prima qualche
sconcerto . Nel panorama della pittura
italiana contemporanea il maestro
Pie"e Octove Fasani ha raggiunto le
più alte vette della produzione e della
rifl essione mistico-cri stiana adottan-
do una tecnica che d' impatto sembra
possedere una strana natura distrutti-
va, soprattutto in certe composizioni ,
ma c he in realtà, proprio in virtù
degli elementi impiegati risulta deci-
samente creativa e creatrice.
el corso degli anni ha tro\\'alo
nella Torre Comunale di an Beni-
gno Cana,-ese il suo laboratorio/offi-
cin a e l' esposizione permanente della
sua ispirazione. L' educazio ne cristia-
na e salesiana unita a una meditazione
sempre viva ha condotto Fasani a
esp rimere proprio nei temi sacri la
parte migliore e peculiare di sé. Ne i
grandi cicli pittorici di carattere sacro-
evangelico - la Via Crùc is di 15 tavo-
le e L' Apocalisse di 22 tavole - Fasa-
ni ha impiegato e pe1fezionato la tec-
nica pittorica denominata "bois
brCtlé", del legno bruci ato : si tratta di
dare voce al " legno modificato dal
fuoco che è principio attivo e creato-
re", afferma. Il ri sultato è un percorso
introspettivo fino alla radice dei suoi
personaggi , spogliati di ogni elemento
descrittivo superfluo, e rivestiti solo di
ciò che è capace di creare, fo ndere e
ravvivare ogni cosa. Ciò che colpisce
nei vo lti di Cristo e della Madonna è
la luminosa e allo stesso tempo trava-
gliata espressione degli occhi, frutto
di una luce spirituale e di una divina
solarità percepibile solo dagli artisti.
La cromatura generale, l'uso
deciso e intenso di coloriture pro-
fonde potrebbero far pensare a un 'al-
chimia pittorica creata ad hoc, per
celare effetti visivi privi di qualsiasi
percorso intellettuale, ma siamo lonta-
ni dalla realtà; è invece proprio con
l'obiettivo di ottenere e trasmettere il
concetto di arte come messaggio e
come messaggera che la tecnica del .
bois brCtlé trova la sua corretta collo-
cazione nell'opera cli Fasani. La luce
della fiamma, ci sentiamo di conclu-
dere, è il bacio di Dio all'umanità! D

4.7 Page 37

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PGR,. Otl=tNIRfi P/0/>I SONO
J/1PEuNA-TI
s:TUPIOSI
:AqLDv,.5w0~Fl.J1TAWTLV0A4-I
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UfOR...ERÒ!
LA SVli'6LIA AUE 4 Dl W11NA &
POI TU'l'IO n. GIORNO A TRASPORTARE
CA<:;E~j__...,
~
ACCIDENTI! 6 DA
'-
QOAN'IO FA QU!m'A
" VfrA? ~
di R. Desiderati
BS MAGGIO 2006

4.8 Page 38

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--~i-'ll!P.mt.
.. .
SE L'AMORE
CCHIA
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
La crisi dell'amore di
coppia esiste:
l'affermazione è
inconfutabile. Ma è
altrettanto vero che non
è irreversibile. La crisi
dipende dalle persone più
che dalle circostanze e
ciascuno ha in mano la
propria vita e ha la
libertà di dirigerla dove
crede e come crede. Le
potenzialità della
famiglia cristiana.
E' vero solo in parte che la fa-
miglia vive un difficile mo-
mento di crisi di valori. La
famiglia cristiana è vista come un
"ideale" umano e spiritu ale e le sue
esigenze di fedeltà e indissolubilità
come riferi mento a valori stabili
tanto desiderati dalle persone che si
amano veramente. Le fa miglie poi
che vivono cammini di spiritualità
nell e nostre comunità cristiane, so-
no un a grande risorsa e un segno
della vivacità e bellezza della fami-
gli a come "Chiesa domestica". È
pure vero che la famiglia cristiana
oggi è minacciata da più parti , da
un a società che esalta la ricerca del
piacere e l' instabilità delle relazioni ,
la fuga del sacrificio e della rinun-
cia. Ma non sono solo queste le cau-
se della crisi, è il tessuto sociale che
è cambi ato, la sua complessità, la
superficiali tà di un ménage dove
tutto deve essere faci le, veloce, pro-
duttivo , con uno scarso interesse per
cose profonde, e dove l'incertezza
MAGGIO 2006 JJS
I Gli sposi diventano "un cuor solo
e un'anima sola", camminano
insieme e insieme raggiungono
la loro perfezione umana.
di situazioni economiche nuove,
l' impegno di ambedue i coniugi nel
lavoro professionale e la mobilità
dell 'occupazione creano disagi un
tempo impensabili e costringono a
ripensare la convivenza fa mil iare.
Non possiamo non ribadire che la
soluzione sta nei valori dell 'amore
coniugale. Ne indichiamo alcuni .
UN AMORE
PIENAMENTE UMANO
L' amore coniugale è prima di tut-
to amore pienamente "umano", va-
le a dire sensibile e spiritu ale. Non è
quindi semplice trasporto di isti nti
e/o di sentimenti, è anche e princi-
palmente un atto dell a volontà libe-
ra, destinato non solo a mantenersi,
VALORI IN QUESTIONE .
La famiglia cristiana , con le .s~e _esi-
genze di fedeltà e indissolub1hta, e un
"idIevaalelo"rui mcoanniuogealsi pdiiriutumaalern..ta_,
._
tota.lita,
fedeltà e fecondità son~ tanto deside-
rati dalle person~ che s1 amano ._ -
L'amicizia cornugale non puo ~m
mettere parzialità e riserve , ma I o.f-
ferta del proprio tutto e della.. P.ropna
oblatività, un amore che ama sino al-
la
fine".
Il matrimonio
e
l'amore
·1
cornuga e
sono ordinati per loro natura alla pro-
creazione ed educazione del_la prole .
Ma la fecondità non è solo f1s1ca.
ma anche ad accrescersi mediante le
gioie e i dolori della vita quotidiana;
così che gli sposi diventano "un
cuor solo e un ' anima sola", cammi-
nano insieme e insieme raggiungo-
no la loro perfezione umana. Si trat-
ta di un amore che coinvolge l'uo-
mo e la donna in quanto "persone",
cioè soggetti capaci di mettere al
centro dell a relazione il meglio del-
la propria umanità, il proprio essere
"dono", la propria mascolinità e
fe mminili tà in quanto reciprocità
per la convivialità e la comunione.

4.9 Page 39

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UN AMORE TOTALE
Un amore totale significa una for-
ma tutta speciale di amicizia perso-
nale, in cui gli sposi generosamente
condividono ogni cosa, senza inde-
bite riserve o calcoli egoistici. Chi
ama davvero il proprio consorte,
non lo ama soltanto per quanto rice-
ve da lui, ma per se stesso, lieto di
poterlo arricchire del dono di sé.
L'amicizia coniugale vissuta fino in
fondo ha un altro nome, si chiama
amore, ed è condivisione di realtà
profonde che proprio per questo non
possono ammettere parzialità e ri-
serve, dubbi o secondi fini , ma ac-
cettano soltanto l'offerta del proprio
tutto e della propria oblatività. L' a-
more oblativo è il più alto grado
dell 'amore, un amore che ama "sino
alla fin e", cioè al massimo; è, in de-
finitiva, l'amore con il quale Cristo
ha amato e ama gli uomini.
UN AMORE FEDELE
È ancora amore fedele ed esclusi-
vo, fino alla morte. Così infatti lo
percepiscono e lo concepiscono lo
sposo e la sposa nel giorno in cui as-
sumono liberamente e in piena con-
sapevolezza l' impegno del contrat-
to/vincolo matrimoniale. Fedeltà che
I Amore fedele ed esclusivo: così
lo percepiscono e lo concepiscono
sposo e sposa nel giorno
del matrimonio.
CONFRONTIAMOCI IN
1t?AL=.=..:w::.....= ..=..o.=..:...~"-""-"-~=i GRUPPO E IN FAM~~LIA .
1figli sono il preziosissimo dono
Sei convinto che la famiglia cn~t1a-
del matrimonio e contribuiscono
i è minacciata dalla mera ncer-
in modo determinante al bene
degli stessi genitori.
ncaa ~2rpiacere , dall'instabilità de_ll~ re-
1az.1oni. e dalla fuga del sacnf1c10 e
deÈlla
rinuncia?
possibile
un
amore
fede1e
d
e
può talvolta risultare difficile, ma esclusivo fino alla morte? Che cosa
che è sempre possibile, sempre no- può fare la grazia del sacramento del
bile e meritoria. E nessuno può ne-
garlo. Chi è infedele tende a scarica-
re le colpe su qualcuno/a, ma "in
maDtirimfroonntieo?alla
. .. ,
poss1b1l1ta
de_ 11
t ·_
a.,,5 en
lità fisica ha senso "ac~arnrs1 con
tecnologi~ riproduttive eticamente ri-
fondo in fondo" sa che la colpa è an-
che sua, e ciò che fa è comunque
colpevole nonostante vere o presun-
te giustificazioni. L' esempio di tanti
proCvheevocloi?sa
possiamo
fare
ne 11 a
t
ca e-
chesi giovanile per promuovere i va-
lori dell'amore coniugale?
sposi attraverso i secoli dimostra
non solo che la fedeltà è consenta- sua realtà più profonda, l'amore è es-
nea alla natura del matrimonio, ma senzialmente dono e l'amore coniu-
altresì che da essa, come da una sor- gale, mentre conduce gli sposi alla
gente, scaturisce un'intima e duratu- reciproca conoscenza che li fa una
ra felicità. In una prospettiva cristia- carne sola, non si esaurisce all' inter-
na è un amore che si dona sino a of- no della coppia, poiché li rende ca-
frire la propria vita per la sposa, co- paci della massima donazione possi-
me Cristo per la Chiesa.
bile, per la quale diventano coopera-
tori con Dio per il dono della vita ad
UN AMORE FECONDO
una nuova persona umana. Non si
deve tuttavia dimenticare che anche
È infine amore fecondo, che non si quando la procreazione non è possi-
esaurisce tutto nella comunione dei bile non per questo la vita coniugale
coniugi, ma è destinato a continuarsi, perde il suo valore. La sterilità fisica,
suscitando nuove vite. Il matrimonio infatti, può essere occasione per gli
e l'amore coniugale sono ordinati sposi di altri servizi imp011anti alla
per loro natura alla procreazione ed vita della persona umana, quali ad
educazione della prole. I figli infatti esempio l'adozione, le vaiie forme di
sono il preziosissimo dono del matri- opere educative, l'aiuto ad altre fa-
monio e contribuiscono moltissimo miglie, ai bambini poveri o handi-
al bene degli stessi genitori. Nella cappati.
O
BS MAGGIO 2006

4.10 Page 40

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VIVERE
SENZA STAMPA
ETV? di Severino Cagnin
I medio sono uno rete
per comumcore,
comprendere e
collaborare.
Dal messaggio del Papa
per lo 40° Giornata
Mondiale delle
Comunicazioni Sociali
E' sempre sfida nei confronti dei
mezzi di comunicazione sociale:
non possiamo ignorare o spegne-
re TV, radio o stampa ecc. Scrive il Pa-
pa: I progressi tecnologici nel campo
dei media hanno vinto il tempo e lo
spazio, permettendo la comunicazione
istantanea e diretta tra le persone, an-
che quando sono divise da enormi di-
stanze. E poiché un tale sviluppo impli-
ca un potenziale enorme per servire il
bene comune, non possiamo affidare ad
altri o scaricare su governo, poteri eco-
nomici o interessi privati la nostra per-
sonale risposta. L' impegno del credente
è quello di illuminare le coscienze e
non è mai un impegno neutrale. Occor-
re non lasciarsi spaventare dagli aspetti
negativi , oggi ingigantiti , ma credere
che attraverso i media si possa contri-
buire costruttivamente alla diffusione di
tutto quanto è buono e vero.
Il messaggio del Papa incide sul
concreto. Ogni giorno sfogl iamo i
quotidiani e vediamo il telegiornale:
quale notizia è al primo posto? Nel
commento, i termini usati sono obietti-
vi? I giudizi sono espliciti e motivati ?
Su un quotidiano di ispirazione cattoli-
ca non può mancare un 'accurata cro-
naca degli eventi, un'esauriente spie-
gazione degli argomenti di interesse
pubblico, un'onesta presentazione dei
diversi punti di vista. Il messaggio del
Papa afferma che i media devono ap-
MAGG10 2006 BS
profittare e servirsi delle grandi oppor-
tunità che derivano loro dalla promo-
zione del dialogo, dallo scambio di
cultura, dal'espressione di solidarietà
e dai vincoli di pace. Si tocca, insom-
ma, il prob lema più grave del nostro
tempo, il rapporto tra popoli e religioni
che rifiutano spesso il dialogo e il ri-
spetto dei diritti umani. Penso a emit-
tenti televisive e/o a trasmissioni radio
che hanno parlato delle elezioni in
Israele, del martirio di don Santoro in
Turchia, della visita del Papa in quel
Paese, delle vignette su Maometto, del-
1' infezione aviari a, e del film vincitore
degli Oscar. ..
Ragionare con la propria testa...
e non con quella del giornalista, diventa
sempre più difficile! La suggestione
delJe immagini e l'efficacia dei com-
menti conquistano e fanno opinione. La
gente crede sempre più al comico e
sempre meno alle proprie convinzioni.
Per non cadere in una totale perplessità
o seguire la corrente, la formazione a
un uso responsabile e critico dei media
aiuta le persone a servirsene in manie-
ra intelligente e appropriata. Nel docu-
mento Per una Pastorale della Cultura
(1999), sono esplicitamente proposte: la
scuola, i centri culturali cattolici, l' arte,
il turismo religioso e, per i giovani, cicli
di conferenze e di riflessione; associa-
zioni culturali o socioculturali, con pro-
grammi aperti di attività ricreative e
f01mative; collane di cultura (libri o vi-
deocassette). Saranno i giovani che aiu-
teranno i media a svilupparsi come rete
di comunicazione, comunione e coope-
razione, aiutando uomini, donne e
bambini a diventare più consapevoli
della dignità della persona umana, più
responsabili e più aperti agli altri... .

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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130 ANNI
INSIEME
di Giovanna Bovino
L'opera salesiana
di Vallecrosia in Liguria,
composta da salesiani
e Figlie di Maria
Ausiliatrice, compie
130 anni.
Fu Don Bosco stesso a volere
salesiani e Fi glie di Maria Au-
siliatrice a Vallecrosia, dietro le
pressanti insistenze dell'anziano ve-
scovo monsignor Lorenzo Biale
che desiderava avviare un'opera
educativa a favore dei ragazz i e
delle ragazze del luogo. Così Il 9
febbraio 1876 partirono da Torino
don Nicolao Cibrario, il chierico
Cesare Cerruti e il coadiutore si-
gnor Giovanni Martini, quello
che Don Bosco chiamava scher-
zosamente "magg iordomo".
Da Mornese lo stesso giorno la
madre Maria Domenica Mazzarel-
lo salutava suor Orsola Camissasa,
la maestra suor Rosalia Pestarino e
la novizia Agostina Calcagno che si
mettevano in viaggio verso la me-
desima destinazione. Fu lo stesso
vescovo ad accog liere gli uni e le
altre e successivamente ad ac-
compagnar! i a prendere possesso
della casa Lavagnina loro destina-
ta. Tre salesiani , dunque, e tre Fi-
glie di Maria Ausiliatrice, in per-
fetta par condicio, si direbbe og-
gi, che assieme avrebbero lavora-
to per il bene della gioventù di
Vallecrosia e dintorni.
Don Bosco seguì personal-
mente la nuova fondazione e
mostrò di tenere molto a quell ' o-
pera, tant'è che vi si recò per ben
12 volte, prima della sua morte,
accolto sempre da una folla fe-
stante, che egli ripagava anche
con segni prodigiosi. Si racconta-
no, infatti, quattro o cinque mira-
coli da lui operati in occasione
delle sue v isite . Quella del 1881
durò una quindicina di giorni.
Venne ospitato del cava li er More-
no, cui Don Bosco guarì la mo-
glie e il figlio.
Ma le cronache sottolineano
anche l'ultima impresa del famo-
so cane "grigio" che più di una
volta prese le difese di Don Bo-
sco, liberandolo da malintenzio-
nati. La misteriosa bestia compar-
ve al suo fianco, improvvisamen-
te come le altre volte, in una notte
di tempesta, il giorno in cui il
santo, in occasione di una delle
sue visite all'opera, stava per ini-
ziare il viaggio a piedi da Venti-
miglia a Vallecrosia. Vigile e si-
lenzioso, lo accompagnò, gu idan-
dolo nel buio e nel fango, fino al-
la porta della casa salesiana, poi
scomparve. Per non ricomparire
più.
Il progetto dello stesso Don
Bosco riguardante la casa, messo
su carta da don Chivarello, preve-
deva una grande chiesa con ai
due lati un co llegio maschile te-
nuto dai salesian i e uno femmini-
le affidato all e FMA. Così è stato
ed è tutt'o ra . Grande l'impronta
data dalle du e comunità in 130
an ni di aposto lato intenso e sacri-
ficato. Anche la gu ida turistica di
Vallecrosia, redatta da Enzo Ber-
nard ini e pubb li cata nel 2005 a
cura del Comune, dedica alcune
pagine alla storia delle opere sa-
les iane e ai prodi gi ivi operati dal
santo di Torino.
O
BS MAGGIO 2006

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzion e Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l' immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell' Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell' Ente".
(Luogo e data)
(fi rma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via delia Pisan a, 1111
00163 Rom a-Bravetta
Tel. 06.6561 2678 - Fax 06.6561 2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Au siliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
MAGGIO 2006 BS
..,,,,J I NOSTRI MORTI
SANTUCCI sac. Italo, salesiano,
t Roma-Sacro Cuore , il 02/11 /2005,
a 93 anni
Ha chiuso la sua operosa giornata salesia-
na e sacerdotale a Roma nell 'Opera del
Sacro Cuore che lo aveva accolto adole -
scente negli anni Venti del secolo scorso e
dove ha passato gli ultimi 29 anni della sua
lu nga vita. Finché le forze e la salute glielo
hanno permesso ha tenuto ferme le sue
posizioni al confessionale e alla tastiera
dell'organo della Basilica. Lavorare con de-
cisione e metodo, a testa bassa, è stato il
segno che lo ha contraddistinto. Sulle stes-
se orme ha sempre ce rcato di spi ng ere
schiere di suoi allievi. Era amabile ed esi-
gente. Sapeva dir.e tutto a tutti con chiarez-
za e franchezza. E stato uomo di spiritualità
solida e essenziale. Non ha amato i fronzoli
di nessun genere. Ovunque ha lasciato un
ricordo luminoso dei suoi anni di servizio e
di apostolato (Nazareno Centiom).
ROSSI sac. Giuseppe, salesiano,
t Vibo Valentia, il 25/11 /2005, a 97 anni
Don Giuseppe Rossi è stato accolto dal-
l'abbraccio del Padre alla veneranda età di
97 anni , di cui gli ultimi 56 vissuti a Vibo
Valentia. Apparteneva a una famiglia nu-
merosa con 9 figli , tra cui una suora , un
missionario in Giappone con il grande Ser-
vo di Dio don Cimatti e il nostro don Giu-
seppe . Era un uomo dotato di grandi qua-
lità e carisma. Sacerdote stimato e seguito
come consigliere , scenografo , poeta, mu-
sicista (compositore e suonatore di molti
strumenti), è stato tra l'altro ca-fondatore
del "Gruppo Folk Città di Vibo Valentia",
impegnato in vari campi anche del sociale.
Con don Rossi un pezzo di storia della
città se n'è andata. Per tanti giovani e
adulti è stato padre , fratello e maestro di
vita. Era difficile trovare una figura così
poliedrica e di grande simpatia. Maria Au-
si liatrice e Don Bosco certamente lo han-
no accolto nel "giardino salesiano ". Tutti
ringraziano Dio di avercelo donato per tan-
to tempo.
FEDERICI sig. Duilio,
salesiano laico,
t Civitanova Marche (MC) , il 09/08/2005,
a 72 anni
Gli ultimi dieci anni sono stati un progressi-
vo staccare la spina della comunicazione.
Alla fine lo potevi contattare con una ca-
rezza , con un canto, una caramella e lui ri-
spondeva solo con occhi sorridenti , ma l'a-
nima lontana. Dentro di lui c'era sempre il
bambino buono . Da ragazzo aveva aspira-
to al sacerdozio, poi la salute precaria lo
aveva fatto ripiegare su servizi meno appa-
riscenti , ma non meno pieni di amore. La
sacrestia, ma soprattutto l'altare sono stati
il centro di gravitazione della sua vita. Gli
era connaturale . Glielo ha chiesto anche la
Congregazione. Amava la bellezza delle
celebrazioni. Suonava, cantava e faceva
cantare . Alla sagra di Rocca di Cave , un
nido di aquile, non ha mai fatto mancare la
sua animazione . Ha seguito e formato
schiere di chierichetti a Porto Recanati , Ci -
vitanova e per 25 anni a Ortona. È giusto
pensare che in Paradiso abbia un bel da
fare (Nazareno Centiom).
BASSI sac. Giuseppe, salesiano,
t Arese (Ml) , il 19/03/2004, a 62 anni
A due anni dalla morte ricordiamo un gran-
de missionario che dal 1976, 5 anni dopo
l'ordinazione, ha lavorato in Rwanda, Bu-
rundi e Congo, imparando tre lingue , cer-
cando ovunque la collaborazione dei laici
che sceglieva con discernimento e forma-
va con scrupolo, dedicandosi anima e cor-
po al bene delle anime. Animato e spinto
da un grande senso della verità e della giu-
stizia, seguiva gli avvenimenti politici con
interesse, interessandosi con coraggio e
determinazione dei numerosi e gravi pro-
blemi dei popoli che abitano la Regione dei
Grandi Laghi. Tutto faceva per il bene dei
suoi fede li : ha finanziato le scuole parroc-
chia li , impostato le adozioni a distanza,
portato a termine varie costruzioni. Tornato
in Italia per curarsi , il tumore diagnosticato
ha avuto in breve tempo il sopravvento.
SAVIO sr. Francesca,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Torino , il 04/07/2005, a 85 anni
Era legatissima alla cultura torinese, all'am -
biente salesiano di Borgo San Paolo dove
era cresciuta e dove è nata anche la sua
vocazione. Ha vissuto praticamente tutta la
sua esperienza di consacrata e di educatri-
ce a Torino. Chi ha collaborato con lei ricor-
da l'attenzione e la cura con cui suor Franca
accompagnava le ragazze più disagiate e ri-
belli, che vivevano le problematiche legate
all 'immigrazione del dopoguerra. Era re-
sponsabile della "squadra Don Bosco", rite-
nuta la più difficile e tuttavia da lei privilegia-
ta, che ha sempre portato con affetto nel
cuore. Godeva molto nel dedicarsi alla cate-
chesi e alla preparazione ai Sacramenti di
giovani e di adulti , in particolare immigrati.
Anche se non desiderava scrivere di sé, ulti-
mamente aveva consegnato alcuni ricordi,
ed è qui che troviamo il ricorrente motivo
della sua serenità e della sua forza d'animo:
"Con il passare degli anni sono sempre più
attirata da Gesù e con Lui verso il Padre
che mi dona il suo Spirito. Sento di essere
pienamente tranquilla perché sono certa
che Dio pensa a me e mi ama tantissimo.
Con Dio sono sicura e perciò posso dimen-
ticare completamente me stessa ".
Venuta la s;;:iil
e\\ giorno Gesù disse: \\
qu "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc, 4,35)

5.3 Page 43

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Maggio
IL FRUTTO DEL MESE
ALBICOCCHE
L'albicocco , coltivato in Cina da
oltre tremila anni , si diffonde in
Europa quando i Romani conqui-
stano l'Armenia . Non a caso , il
frutto è chiamato Armeniacum
malum, mela d'Armenia. Nel x se-
colo , la pianta è diffusa in Fran -
cia dagli arabi, e nel Settecento
arriva nel Nord America. I frutti di
colore variabile dal giallo all 'aran-
cio intenso , sono raccolti in Euro-
pa per tutta l'estate , d'inverno ,
sono importati dalla Nuova Zelan-
da e dal Sud America. L'albicoc-
ca è ricca di minerali (potassio ,
calcio , fosfor9 , magnesio, ecc.), e
di vitamine . E indicata quando ci
si espone al sole, negli stati di
nervosismo e nelle convalescen-
ze. Ottima fresca , è apprezzata
anche sciroppata, ed è utilizzata
per preparare dolci , marmellate e
sorbetti.
L'ITALIANO DEL GIORNO
1° maggio 1908: nasce Giovan-
ni Guareschi , "papà" di Don
Camilla e Peppone .
2 maggio 1519: muore in Fran -
cia Leonardo da Vinci .
3 maggio 1469: nasce Niccolò
Macchiavelli.
4 maggio 1999: muore il filosofo
Marco Mondadori, nipote dell 'e-
ditore Arnoldo .
5 maggio 1936: Badoglio con -
quista Addis Abeba; nasce l'impe-
ro!
6 maggio 1860: Giuseppe Gari-
baldi parte con i Mille da Quarto .
7 maggio 1825: muore il campo-
sitore Antonio Salieri.
8 maggio 1906: nasce il regista
Roberto Rossellini .
9 maggio 1946: sale al trono
Umberto Il di Savoia.
1O maggio 1503: Cristoforo
Colombo scopre le isole Cay -
man , che chiama Tortugas per le
molte tartarughe presenti .
11 maggio 1610: muore il famo-
so gesuita Matteo Ricci.
12 maggio 1980: muore lo stori-
co Arturo Carlo Jemolo.
13 maggio 1981 : Ali Agcha
spara a papa Wojty-ta .
14 maggio 1725: nasce Ludovi-
co Manin , ultimo doge di Vene-
zia .
15 maggio 1961 : Giovanni XXIII
firma l'enciclica "Mater et magi -
stra".
16 maggio 1857: nasce il geofi -
sico Luigi De Marchi.
17 maggio 1656: è eletto doge
Francesco Corner; muore dopo
19 giorni.
18 maggio 1939: nasce Giovan-
ni Falcone, ucciso dalla mafia il
23 maggio 1992.
19 maggio 1906: Vittorio Ema-
nuele Il inaugura la galleria del
Sempione.
20 maggio 1506: muore Cri-
stoforo Colombo.
21 maggio 1973: muore lo scrit-
tore Carlo Emilio Gadda.
22 maggio 1859: muore Ferdi-
nando Il di Borbone, "re bomba".
23 maggio 1729: nasce il poeta
sacerdote Giuseppe Parini.
24 maggio 184 7: nasce Ales-
sandro Cruto, inventore della
lampada a incandescenza.
25 maggio 1887: nasce France-
sco Forgiane, Padre Pio.
26 maggio 1974: muore lo
scienziato Enrico Medi.
27 maggio 1902: nasce l'attore
comico Erminio Macario.
28 maggio 1369: nasce il con -
dottiero Muzio Attendalo , detto lo
Sforza.
29 maggio 1265: nasce Dante
Alighieri .
30 maggio 1845: nasce Ame-
deo Ferdinando di Savoia, pri-
mo duca d'Aosta.
31 maggio 1594: muore Iacopo
Robusti detto Tintoretto.
.---=--:---,.Savina Jemina
Giuseppe Garibaldi
IL BESTIARIO DELLA BIBBIA
LA PECORA
Nel Vangelo della IV domenica di
Pasqua (7 maggio) , Gesù si defini-
sce "il buon pastore" che "offre la
vita per le pecore" (Gv 1O, 11ss.).
Simbolo di dolcezza e innocenza,
l'animale è citato 172 volte nella
Bibbia. Era una delle vittime dei
sacrifici ("offrirai le tue pecore e i
tuoi buoi", Es 20,24). Giovanni
Battista definisce Gesù "l'agnello di
Dio che toglie il peccato del mon-
do" (Gv 1,29). E Gesù: "Chi di voi
se ha cento pecore e ne perde
una, non lascia le novantanove nel
deserto e va dietro a quella perdu-
ta? " (Le 15,4) , oppure "Non sono
stato inviato che alle pecore per-
dute della casa d'Israele (Mt
15,24) . Le folle sono definite "stan-
che e sfinite , come pecore senza
pastore " (Mt 9,36) . Ed è sempre
Gesù che affida a Pietro la comu-
nità cristiana: "Pasci le mie peco-
relle" (Gv, 21 .15-17). L'arte cristia-
na rappresenta Gesù come il Buon
Pastore .
BS MAGGIO 2006

5.4 Page 44

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QUALCOSA
appoggio, quale mezzo in-
vierà Di o a Don Bosco?
Quale? C'è nell a vita del-
DI DIO
l' uomo una donna che ha
qualcosa di Dio per l'i m-
mensità del suo amore, e
I Ramon Angel Jara -
Opere Oratorie 11, 26-43,
Scuola Gratitud Nacional
1920, Santiago del Cile.
U n dato interessante:
il 24 gennaio 1886
Don Bosco ricevette
il fi lantropo c il eno signor
Manuel Arriaran Barros
MOLTO
DELL'ANGELO
150° anniversario della morte di mamma
Margherita (1788-1856): il ricordo della
mamma di Don Bosco nelle (arole del famoso
molto dell'angelo per la
soll ec itudine in sta ncab il e
delle sue cure; una donna
che, essendo giovane, pos-
siede la rifless ione di una
anz iana, e nella vecc hiaia
lavora co n il vigore della
giov in ezza; una donna
che, se è illetterata, penetra
i segreti della vita con mag-
giore acutezza di un saggio
(1845- 1907). «Don Bosco
mi ha ricevuto - scriveva
egli stesso all a mogli e -
co n somma gentil ezza e
persino con tenerezza. For-
oratore cileno _Ram?n Ange J~ra. R!~ortiamo
questa testimonianza per mtens,ficare
l'ammirazione verso questa grande donna,
esempio per tutte le mamme cristiane.
e, se è istruita, gode co n il
ca ndore dei bambin i; una
donna eh~ se è povera,
s'accontenta con la fe li cità
d i quelli che ama e, se è
se non mi credera i, ma mi
ricca, darebbe con piacere
ha proprio fatto vede re iI
ogn i tesoro per non sentire
I I ritratto dell a sua mamma, il
nel suo cuore la ferita del-
cui ri cordo, dopo 30 anni
1' ingratitudine. C'è un a
lo intenerisce ancora» (let-
donna che, qu ando è vigo-
tera d i Ma nuel Arriaran
rosa, trema di fronte al va-
Barros alla moglie, signora
gi re di un bambi no e,
Blasa Gonza lez - 27 gen-
quando è debole, si ri veste
naio 7886).
a vo lte dell 'aggressività del
Un altro dato: il 3 maggio
leone; una donna che,
1887 Don Bosco ri cevet-
mentre è viva, non la si sa
te a Torin o il sacerd ote
stimare, perché accanto a
cileno (futuro vescovo) don
lei si dimenticano tutti i do-
Ramon Angel Jara Ruiz
lori ; e che quando è morta,
(1852- 1917) che gli pre-
si darebbe tutto ciò che si
sentò, perché le benedices-
è, e tutto ciò che si possie-
se, alcune medaglie e
de per guardarla di nuovo
immagini , tra le quali un
anche per un solo istante,
ritratto di mamma Marghe-
per ricevere da lei ancora
rita. Il sa nto, veduto questo,
un abbracc io, per ascoltare
ne fu scosso, lo co ntemp lò
un' ultima semplice espres-
q ualc he istante e poi,
sione dalle sue labbra ...
mostrando lo al v isitato re:
Chi è questa donna? Ah si-
«Amatela », gli disse (Me-
gnori! Non domandatelo al
morie Biografiche 18, 274).
sacerdote, se non vo lete gli
si annod i la voce in gola e
Dopo la morte di Don
si bagnino di lagrime i suoi
Bosco, il 28 aprile 1888
abiti sacri ... Chiedetelo ai
don Ramon Angel }ara Ruiz - ormai famoso oratore - bambini : chiedete loro se amano la vita e vi grideran-
nel discorso funebre che pron unciava nell a catted ra- no di sì, co rrendo a buttarsi al co llo delle loro mam-
le di Santiago del Cile in suffragio del grande prete me [...). Troverete gi ustificata, signori, questa digres-
educatore di Torino, fece la seguente prez iosa allu- sione, nel sapere che l'a iuto appropriato e il mezzo
sione a mamma Margherita . Parlando della grandez- necessa rio di cui abbisognava l'opera di Don Bosco,
za e delle difficoltà del santo, esc lamò: «Ma quale fu la sua mamma ».
D
MAGGIO 2006 BS

5.5 Page 45

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RE LAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro aese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco completato risulterà , nelle caselle a dopp io bordo, il nome cli un famoso Santuario.
o
Definizioni
ORIZZONTALI. l. Stupefacenti- 12. Grande fiu-
me della Russi.a - 16. Spiaggia - 17. Vedi foto - 18.
Lo affrontano in battaglia i soldati- 19.11 dramma-
turgo norvegese di
inglese dell'ultima
"Casa
guerra
di bambola" - 20. Mih·a
mondiale - 2L Recita...
a bocca chiusa - 22. Color nocciola - 23. Un attivo
vulcano italiano - 24. L'André, Nobelper la lettera-
tura nel '47 - 25. Pascià, famoso generale turco -
27. Un tipo di copertura ass icurativa - 28. Mezza
otaria - 29. Vedi foto - 31. Aeronautica Militare -
33. La nota che si chiede rer accordare uno stru-
men to-34. Pallide, quasi bianche - 36. Poco rapido
- 37. Il nome deJ comico Frassica - 39. Una portae-
rei nucleare americana - 40. Il poeta greco del la Teo-
gonìa - 42. Mitico figlio di Apollo e della ninfa Ci-
rene -43. Le imprese compiute nei cieli .
VERTICALI. I. Uomo, a Londra - 2. Si isola da
tutto e da tutti -3. Aveva il "tocco d'oro" -4. Quelle
sante vanno in Paradiso - 5. Una stretta viuzza - 6.
Fondò Troia - 7. Genova- 8. Ancora privo di barba
-9. Vi si fa tappa nel deserto -10. Indignarsi, offen-
ders i- 11. Atomo elettrizzato -12. Un minuto divi-
so 60! -13. Veloce, rapida - 14. Città dello Yemen
che il nome ad un vasto golfo-1 5. Il nome della
Wertmiiller-19. La ch itarra usata da Joe Satriani -
24. La Meir, indimenticato ministro israeliano -
25. Vengono consacrate per la Comun ione-26. Fuo-
ri di testa - 27. Prefisso iterativo - 30. Vivace, fe-
stosa - 31.11 partito di Fini -32. Divise il mare-34.
Il cuore di Melissa - 35. Sono pari in dalmata - 38.
La banca vaticana - 39. Né sì, né no - 40. Vaime,
scrittore(iniz.)-41. Unpo' ottuso.
La soluzione nel prossimo numero.
CAPOLAVORO DI FEDE E ARTE
Il Santuario dedicato alla Madonna di San Biagio venne eretto su una
precedente e antica pieve dedicata appunto al santo vescovo e martire
Biagio. Situato sulle pendici del colle di Montepulciano a poco più di 2
chilometri da questa località, il sacro edificio si trova immerso in una folta e
ri lassante vegetazione, al termine di un viale fiancheggiato da cipressi.
L'origine del tempio è legata ad un fatto miracoloso avvenuto il 23 aprile
1518: due donne ed un pastore, passando davanti ad un affresco raffigmante
la Madonna con il Bambino in grembo e San Francesco, videro che gli occhi
della Vergine si muovevano come
se fosse vi va. Dopo questo
prodigioso avvenimento i miracoli
e le grazie si moltiplicarono e fu
SOLUZIONE del
,. numero precedente
11111-\\
l'I N ,~
!O
A MED EO c ER NI A I R I
CE L I o ■ L I RI CA ■ F RED
E L FO ■ c OD I N E ■ PR ONA
RI I• DE Cl SA•P IE NO•
IA ■ M ES AT Al FO RN I ■ C
E ■ DE ST RA •D ES IO•TO
■ c IA NT N ■ RA BA T ■ NON
TA LE A ■ OR C l o• E S I TO
presa la decisione di iniziare la costruzione cli
una chiesa più imponente affidandone il
progetto al celebre architetto Antonio da
Sangallo il Vecchio. Al completamento
dell ' opera, nel 1545, il Santuario si presentò
come un vero capolavoro. Esso ha un impianto
di tipo centrale, a croce greca, sormontato da
una cupola e un tamburo classico e abside
semicircolare. Con questo, il Sangallo realizza
uno dei modelli più interessanti di edificio
religioso, traducendo la lezione rinascimentale
del Bramante in monumentali masse architetto-
niche. L'esterno, in h·avertino, è caratterizzato
da un timpano h·iangolare che si ripete sui
quattro lati; inferiormente vi sono grandi portali
e, sopra, un ampio uso di modanature. Il fron te
nord è fiancheggiato da due campanili di cui,
quello di destra, è incompiuto. All ' interno
troviamo stucchi barocchi, affreschi , una
mirabile vetrata e l'altare risalente al 1584.
BS MAGGIO 2006

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
DIMESSA DOPO
TRE GIORNI
Ho promesso di rendere pub-
blica la grazia, ricevuta per in-
tercessione di san Domenico
Savio, a favore di mia nipote di
9 anni. Il 16 aprile 2005 la bim-
ba si svegliò vomitando san-
gue. Fu portata all 'ospedale,
accompagnata dall 'abitino di
Domenico Savio, donato in oc-
casione della nascita dallo zio
salesiano. La prima diagnosi
lasciò preoccupata tutta la fa-
miglia, data l'incertezza della
situazione. Cominciarono le
analisi. Fiduciosi nella prote-
zione di questo nostro piccolo
santo, chiedemmo con fede la
guarigione della nostra bimba
che invitammo a tenere stretto
tra le mani l'abitino. Dopo ulte-
riori accertamenti la nostra Al-
tea Maria venne dimessa, non
essendo stata individuata nes-
suna malattia preoccupante.
Arduino Maria,
S. Benigno Canavese (TO)
LINFOMA
SPARITO
Operata per linfoma nel 1999,
mi sono assoggettata a che-
mioterapie. Ero sempre de-
pressa, non solo fisicamente
ma anche psicologicamente ,
pensando che non sarei so-
pravvissuta. Tuttavia sentivo
in me una forza che mi spin-
geva a rivolgermi a san Do-
menico Savio . Dopo due anni
incontrai l'uomo della mia vita,
che sposai dopo un anno di fi-
danzamento. Controlli periodi-
ci e TAC mostravano che non
c'era più nulla di preoccupan-
te . Ma quello che io ritengo
essere stato un vero miracolo
nella mia vita, consiste nel fat-
to d'aver potuto partorire una
bambina nel 2004, nonostante
le insorte complicazioni. Al
momento del parto essa scar-
seggiava di liquido e il suo re-
spiro si faceva sempre più
lento. Fu necessario un inter-
vento operatorio d'urgenza,
con anestesia parziale. Dell 'o-
V. Dorotea .Chopitea V. Rodolfo Komorek
perazione ricordo tutto: ero
sveglia, cosciente e tenevo tra
le mani la medaglia di san Do-
menico Savio. Mi sentii felicis-
sima quando sentii piangere
la mia bambina Ilena: era an-
dato tutto bene . Adesso ha un
anno ed è splendida.
Terrana Giovanna,
Favara (AG)
SI RIAPRONO
LE ARTERIE
OCCLUSE
Il 20 settembre 2004 ho partori-
to la mia terza figlia. Dopo una
settimana dal lieto evento co-
minciai a sentire forti mal di ca-
po, poi difficoltà a parlare e per-
dita della coscienza. Trasporta-
ta al pronto soccorso, mi venne
diagnosticata l'occlusione delle
arterie carotidi interne. Vista la
gravità del mio stato, chiesi a
mio marito di procurarmi l'abiti-
no di san Domenico Savio, a
me noto tramite il Bollettino Sa-
lesiano. Affidai a questo santo
la mia salute e anche le altre
mie bambine ancora piccole.
La mia salute peggiorò, fino a
ridurmi a stato comatoso. Tra-
sportata d'urgenza in altro
ospedale, da Trento a Verona,
mi viene diagnosticata anche
l'ostruzione delle arterie verte-
bra Ii. Trasferita di nuovo a
Trento iniziai una terapia an-
tiaggregante. Per alcuni giorni
la mia salu te peggiorò . Ma
giunto l'abitino, le mie condizio-
ni di salute lentamente e gra-
dualmente migliorarono . Ora
parlo , cammino e mi muovo
senza difficoltà. Da recenti con-
trolli risulta che sono in netto
miglioramento. Infatti le arterie
sono nella norma e le carotidi
si sono parzialmente riaperte.
Girardi Laura, Civezzano (TN)
ATTESA
ESAUDITA
Mia nipote , già al secondo
mese di gravidanza, era felice
di aspettare un bambino . Ma
in seguito a visite e analisi , le
furono diagnosticati valori
anormali del sangue . Ci met-
temmo subito a pregare san
Domenico Savio, il santo del-
le culle. Trascorsero giorni di
ansiosa attesa. Successivi
controlli ed ecografie ci diede-
ro un po' di sollievo , poiché il
sangue manifestava valori
pressoché normali, ma resta-
va sempre il dubbio che il
bambino non nascesse nor-
male. Durante questo periodo
molti parenti e amici pregava-
no per noi. La gioia fu grande
quando nacque Daniele , per-
fettamente sano e vispo che
ora ha 11 mesi . Non posso far
altro che consigliare a tutte le
mamme in attesa di rivolgersi
con fede a san Domenico Sa-
vio , poiché il Signore ascolta
sempre le nostre suppliche
per la sua intercessione.
Musso Laura, Torino
PREOCCUPATA
MA FIDUCIOSA
Sono diventata mamma 5 an-
ni fa. Quando rimasi incinta
stavo facendo la cura per l'e-
patite B. Al secondo mese di
gravidanza, il medico non mi
ha nascosto le conseguenze
che si sarebbero potute river-
sare sul bambino . Così ho vis-
suto i mesi che rimanevano
con tanta preoccupazione , ri-
cevendo tuttavia grande forza
da san Domenico Savio , di
cui sono da sempre devota e
che ancora ringrazio perché la
mia bambina, Eleonora, è na-
ta sanissima. Alla trentesima
settimana della seconda gra-
vidanza i medici riscontrarono
anomalie ai piedi del bimbo
che portavo in grembo. Anche
stavolta fui presa dalla paura
che ci potessero essere altre
e più gravi conseguenze . Ma
ancora una volta Domenico
Savio mi ha dato fiducia e
speranza. È nato Domenico
che ora ha i piedi ingessati ,
ma per il resto il suo fisico è
sano . Ora, continuo a pregare
il mio piccolo protettore per
l'intervento che mio figlio do-
vrà affrontare ai suoi piedini.
B.M. , Escolca (NU)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fi rmate e s~nza r~capito. Su
richiesta si potra omettere
l'indicazione de l nome.
MAGGIO 2006 BS
- Beato Filippo Rinaldi
TUTTO ANDRÀ
BENE
Una gravissima malattia
nel dicembre 2003 mi ha
ridotto in fin di vita. Il co-
raggio dell'oncologa , le
cure dei medici e la bontà
delle consorelle mi hanno
aiutata in una così gran-
de sofferenza. Una notte
ho sognato il beato don
Fifi.ppo Rinaldi che con
voce paterna mi ha rassi-
curata : "Piano , piano, non
avere paura di soffrire, io
ti sono vicino" . Al mattino,
sfogliando il Bollettino
Salesiano , ho trovato un
piccolo articolo con la sua
fotografia e la data: otto-
bre 1929. Una conferma,
una grande consolazione
e poi il coraggio di soffrire
e sperare attendendo .
Qualche giorno dopo, una
nuova consolazione: una
suora sogna don Rinaldi
che nel corridoio delle no-
stre camerette cammina
un po ' curvo , con un bi -
glietto in mano e la rassi -
cura per me : "Tutto andrà
bene ; ci vuole solo un po '
di tempo". Ho praticato la
terapia, ho avuti molti di-
sturbi ma sono guarita. Ai
controlli la soddisfazione
dei medici . Ho ripreso a
lavorare con l'entusiasmo
di prima , grazie all 'inter-
cessione del beato Filip-
po Rinaldi .
Berlingieri sr. Liliana,
Napoli

5.7 Page 47

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Natale Maffioli
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don
IALDO GENTILINI
Un trentino trapiantato in Piemonte.
Dopo un lungo periodo come
economo in varie case salesiane ,
scopre la sua vera vocazione:
la radio!
Don, ci regali qualche cenno sulla svolta della tua vita?
Quello che facevo come economo non mi bastava... L'avvento delle
radio private mi ha fatto intravedere nuove possibilità: arrivare a tante
persone, diversamente irraggiungibili nelle città come nelle campagne.
E mi ci sono tuffato.
Perché proprio radio e... vecchie canzoni?
La radio e il mondo dell'elettronica mi hanno affascinato da sempre.
Quando me lo sono trovato tra le mani ho capito che cosa il gran pub-
blico prediligesse: la musica leggera italiana. Piaceva anche a me. Ho
provato e mi pare sia andata bene.
Hai trovato difficoltà, come religioso, a gestire programmi di
musica leggera?
Non proprio. Ho iniziato con un centinaio di dischi, poi gli ascolta-
tori e gli appassionati mi hanno offerto molto materiale per continuare
con varietà questi programmi. Le canzoni del tempo passato, ancora
incise sui 78 giri sono molto poetiche, delicate, piene di bei sogni e
perfino buoni consigli. In più sono allegre, trasmettono serenità e
gioia. Bada che ho scelto la musica leggera dal 1910 al 1970.
In definitiva, chi ti segue?
Persone diversissime, molte delle quali poi telefonano in diretta, o
scrivono ... C'è tanta gente che vuole dialogare. In più, tanti ascoltatori
affermano che quando inizia il programma sentono come una ventata
d'aria fresca e dicono che è come se la casa diventasse un cielo pieno
di serenità e di pace. Molti affermano di aver ritrovato pace e voglia di
vivere per i ricordi suscitati in loro dalle canzoni che faccio ascoltare.
Molti aspettano con ansia il programma. Tra i miei ascoltatori ci sono
non pochi ammalati, diversamente abili e non vedenti. E credo che non
ci sia nulla di più religioso che donare pace e serenità alle persone.
•Però... è solo una radio regionale...
Ci sono ascoltatori che mi hanno registrato inviando copie delle tra-
smissioni in tutto il mondo. So di Argentina, Venezuela, Canada, Co-
rea ... Oggi poi con Internet la cosa si è allargata, come puoi immagi-
nare. Inoltre mi hanno chiesto interviste Rai due, Blu Sat 2000, Tele-
subalpina, La Stampa, Avvenire, ecc. Ho tantissime lettere di ascolta-
tori ... Sono convinto che anche questa sia una forma di apostolato.
NABAS
Otto anni e sogni da bambi-
na. Suo padre in un momento
di cupa disperazione l'ha ven-
duta a un coltivatore d'oppio
del Sud. Ci ha ricavato circa
200 dollari. Le voleva bene,
era la sua bambina, ma era po-
vero in canna e non aveva più
nulla per tirare avanti gli altri
figli, così ha venduto la più
piccola. Ora si è amaramente
pentito, ma riscattarla sarà im-
possibile: la bimba è stata
comprata per essere la terza o
quarta moglie di un ultrases-
santenne. Che fine farà proba-
bilmente non lo si saprà mai .
Quello che si sa è che né il
Governo né le truppe straniere
presenti nel te1Titorio (siamo
in Afghanistan) possono nulla
contro tradizioni millenarie, e
non si azzardano a inoltrarsi in
territori inospitali e accidenta-
ti, dove ogni pietra può na-
scondere una mina, ogni an-
fratto un cecchino, ogni casa
un nemico. Il mercato delle
spose/bambine continuerà in-
disturbato, nonostante i pro-
clami di democratizzazione e
di modernizzazione del paese,
che la propaganda governativa
e straniera propina ogni gior-
no . Nessuno indaga su questi
casi aberranti e perciò nessuno
paga. "Qui la guerra non ha
portato alcun cambiamento, a
parte le distruzioni - si lamen-
ta un uomo del Sud - Solo la
speranza sopravvive.
BS MAGGIO 2006

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
FMA
di Graziella Curti
A caccia di segreti
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ATTUALITÀ
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di Roberto Guarino
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Calcio , un rito planetario
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CHIESA
di Silvano Stracca
Curiosità sui "Benedetti"
INSERTO CULTURA
di Maria Antonia Chine/lo
La radio dei signori della terra