Bollettino_Salesiano_200601

Bollettino_Salesiano_200601



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Mensile Anno CXXX • nr. 1
Poste "!'liane S.p.A. Spedizione in A.P. D.L 353/2003
!Comi. 1n L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 DCB PD
Spedizione nr. 1/2006
'
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NIL 1877
100 ANNI
ATTRAVERSO~UN PRINCIPE
I RICORDI
(pag. 18)
DON BOSCO
IN THAILANDU.l~oNOSCIUTO
ÈIL PRETE PI
(p09· 20)
goNNATCRAOSAIL
O
DISAGI
(p09· 28)

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- 150 - MAMMA MARGHERITA - 150
di Pascual Chévez Villanueva
FAMIGLIA
CULLA DELLA VITA
L'AMORE
VIENE DA NAZARETH
Quest'anno 2006 (a proposito, BUON ANNO a tutti!),
scriverò sulla famiglia. In occasione del 150° anniversario
della morte di Margherita, mamma di Don Bosco e dei suoi
ragazzi di Valdocco, ho invitato la Famiglia Salesiana
a prestare una cura particolare alla famiglia, "culla della vita
e dell'amore e luogo primario di umanizzazione".
A lla ricor-
renza del
150° della
morte di Mar-
gherita, si ag-
giunge il 25° an-
niversario della
Familiaris Con-
sortio: una
doppia oppor-
tunità per puntare gli
occhi sulla più importante istituzione
per la persona, la società e la Chiesa,
la famiglia, minacciata oggi da fattori
sociali e culturali che fanno pressione
su di essa insidiandone la stabilità. In
alcuni paesi è messa in pericolo an-
che da una legislazione che ne intac-
ca la struttura naturale : l'unione tra un
uomo e una donna fondata sul patto
matrimoniale. Anche se parlerò lungo
l'anno degli elementi che costituisco-
no la famiglia, ritengo opportuno inco-
minciare dalla famiglia di Nazaret che
il tempo di Natale richiama alla me-
moria, e che continua a essere il mo-
dello di ogni famiglia da quando il Fi-
glio di Dio ha voluto incarnarsi e con-
dividere fino in fondo la storia umana,
inserendosi in una famiglia dove è
maturato come uomo e come Dio. La
Santa Famiglia è dunque il nostro
modello.
Mi riferirò al significativo episo-
dio di Gesù dodicenne al Tempio ,
perché vi si trovano alcune interessan-
ti strategie familiari made in Nazareth.
Il brano fa da cerniera tra i Vangeli
dell'infanzia e la vita pubblica di Gesù ,
come l'adolescenza sta tra l'infanzia e
la vita adulta. È questa la prima carat-
teristica dell'adolescenza: non essere
GENNAIO 2006 BS
I
La famiglia è senza dubbio la più
importante istituzione per la
persona, la società e la Chiesa.
più bambino e non essere ancora
adulto. Non è una situazione comoda,
né per il figlio né per i genitori. La pre-
posizione più importante è «con»:
Gesù affronta i momenti più importanti
della vita religiosa e personale «con» i
suoi genitori, e c'è come uno scontro
tra il primo e il quarto comandamento.
Gesù deve fare la volontà del Padre.
È il momento della ricerca del proprio
progetto di vita, un periodo da affron-
tare e "risolvere", e chi non lo fa re-
sterà adolescente, cioè oscillante e
ambivalente per tutta la vita. È anche
un momento di gioiosa scoperta e di
formale accettazione della realtà . La
crisi è semmai dei genitori che fatica-
no a "lasciare" il figlio e soffrono per-
ché troppe volte non sanno come aiu-
tarlo. Ma la questione della propria
"vocazione" è la prima che la creatura
umana deve affrontare da solo.
C'è un grande Insegnamento nel
Vangelo di Luca ; il dialogo tra Gesù
e i suoi genitori è fatto di interrogati-
vi : "Figlio, perché ci hai fatto questo?
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti
cercavamo"... "Perché?.. . Non sape-
vate che io devo occuparmi delle
cose del Padre mio?". Il segreto del-
l'educazione e della pedagogia di
Gesù consiste nell'usare molto i pun-
ti interrogativi e quasi mai i punti
esclamativi. Purtroppo genitori , mae-
stri e pastori d'anime sovente fanno
il contrariò . Perfino Maria fatica a
comprendere. Il distacco è sempre
faticoso . I figli adolescenti devono
essere guardati con simpatia e
ascoltati seriamente. In questo tem-
po è più che mai vincente la "strale-
I Modello di ogni famiglia è quella
di Nazareth, composta
da Giuseppe, Maria e Gesù.

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1 1genitori ritrovano il dodicenne
Gesù al Tempio, in disputa
con i dottori della legge.
gia dell 'attenzione": ascoltare, osser-
vare , cercare di capire, cogliere i
messaggi inespressi , leggere fra le
righe. Si parla "con" i figli , non "at''
figli . Giuseppe e Maria non abbando-
nano Gesù : non si deve uscire dalla
vita dei figli anche se si allontanano.
Bisogna essere presenti e protegger-
li . Se si presenta l'occasione è bene
abbracciarli forte : sbufferanno, ma
gradiranno. Hanno pochi ma impor-
tanti bisogni : di compagnia perché si
sentono soli ; di attività perché si
annoiano; di sicurezza perché hanno
paura di un mondo da conquistare ;
di dialogo perché sono tante le cose
che non sanno . Anche la formazione
deve avvenire "con" i figli , cercando i
loro coinvolgimento: «Gesù poi ritor-
a Nazaret con i genitori e ubbidi-
va loro volentieri».
È necessario stimarli e farsi sti-
mare. Servono calma, serietà e rispet-
to. L'adolescente può conquistare una
giusta autostima se si sente valorizza-
to. Deve poter disporre di un minimo
di autosufficienza e autonomia. La sti-
ma non si può fingere e si dimostra
con fiducia e responsabilizzazione cre-
scenti. Affidare al preadolescente inca-
richi anche delicati, dargli la responsa-
bilità di maneggiare i soldi che gli pos-
sono servire per le sue necessità, rico-
noscergli il diritto di scegliere e coltiva-
re amicizie, passatempi , gruppi sporti-
vi , attività sociali , sono cose ottime.
Incoraggiarli. Gli adolescenti sono
poveri , possiedono soltanto i loro
sogni che tanti si divertono a calpesta-
re. Esternate la vostra soddisfazione e
la vostra gioia quando i figli fanno
qualcosa di buono: a quest'età, la lode
consolida i legami affettivi. Pregare
con loro. Molti adolescenti abbando-
nano la fede come un residuo dell 'in-
fanzia: tocca ai genitori dimostrare che
essa non è un biberon , ma una forza
da adulti . Perdonarli. È bene tenere
sempre la porta aperta. Sbagliare è il
loro pane quotidiano. Essi devono im-
parare dai genitori e questi non devo-
no mai dimenticare che anche loro
sono stati adolescenti.
Gennaio 2006
Anno CXXX
Numero 1
In copertina:
Un figl_io è sempre
un figlio, da quando
com inc ia tacitamente
a c rescere nel grembo
materno a quando
la rnamrna può strin gerl o
tene ram ente tra le bracc ia.
Foto: Fabiana Di Bello
f!~ l
:fili 7f(JiJff)
M ensi le d i informaz io ne
e cu ltura religiosa ed ito
da ll a Congregazione Sales iana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 I benedetti prima di Benedetto (3)
_. - ATTUALITÀ
14 Cronaca di una mattinata
di Silvano Stracca
di Valeria Battimiello
- MISSIONI
18 Amarcord indiano
di Giovanni Eriman
- VIAGGI
20 Don Bosco thai
di Giancarlo Manieri
- , NSERTO CULTURA
23 Portai Praga
- FMA
28 Una casa contro il disagio
di }osef Beranek
di Maria Antonia Chine/lo
- RUBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 // punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani ·- 27 Bagliori -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Crocifisso d'arte - 37 Laetare et be-
nefacere.. . - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 41 Varia - 42 I nostri morti - 43 // mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nico lò - Franco Lever
Natale Maffioli • Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Cavolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco : Cipriano Demarie_ .
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odor1221
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori : Utticio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
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È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
più di quelle in cu i operano i salesiani.
~
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS GENNAIO 2006

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di Carlo Di Cieco
IL METICCIATO
TRA PAURA
E POSSIBILITÀ
Oggi il vocabolo crea divisioni tra favorevoli, contrari e indifferenti.
Ma, a meno di qualche tragico stop, il meticciato avanza in Europa
a passi veloci. Il problema è combatterlo o accettarlo?
Con o senza regole?
11meticciato può far male e colpire
duro la vita di milioni di persone
lasciando piaghe non meno dolorose
dell 'Aids. Di recente l'Unicef ha
denunciato che in Africa almeno 18
milioni di bambini , a causa dell'Aids,
entro il 201 O resteranno orfani. Questi
bambini resteranno segnati per l'intera
loro vita dal trauma. E, giustamente,
l'Unicef ha lanciato una campagna
"uniti per i bambini . Uniti contro l'Aids".
Anche il meticciato, ormai irreversibile,
può diventare un 'occasione per ferire le
diversità culturali. E restringere gli
orizzonti , specialmente di quanti
diventano vittime della discriminazione.
A differenza dell'Aids , il meticciato non
è una pandemia, ma una possibilità,
resa attuale dall 'emigrazione, dalle
guerre con le immancabili deportazioni
e fughe, dalla tecnologia che facilita
scambi e spostamenti sul pianeta.
Siamo tutti sollecitati a saper
riaggiustare in modo permanente le
nostre categorie di pensiero ,
allargando la nostra capacità di vivere
e pensare in democrazia. Per tanti
anche colti , il meticciato costituisce ,
invece, un pericolo che bisogna
fronteggiare con energia e stroncare ,
alzando ogni possibile ponte levatoio .
Si spinge per un 'Europa pura e
integra nella sua cultura e nella sua
tradizione. Per i puristi delle radici
culturali nostrane, mescolarla con i
milioni di emigranti che hanno messo
a soqquadro il mondo del benessere ,
sarebbe una perdita secca. Non
stiamo decidendoci solo per un
mondo nuovo e aperto. C'è pure chi
veleggia verso nuovi nazionalismi e
integralismi sperando di trovare
consensi maggioritari.
Il meticciato ci pone tutti a un bivio :
quale via scegliere, quale mentalità
sostenere, quale educazione
promuovere, quale società costruire,
quale religione abbracciare.
La facilità di pasticciare su un tema
certamente molto attuale che suscita
passioni forti , ma che pure apre
orizzonti inediti alla nostra cultura e
alla civile convivenza,·nel nostro
GENNAIO 2006 BS
Paese ha creato una situazione
paradossale, parecchio enfatizzata
dai media. Anche i cosiddetti laici
devoti che non disdegnano di
stringere alleanza con la Chiesa
cattolica, sono piuttosto sospettosi
e timorosi del meticciato. E molti lo
respingono, teorizzando una
gerarchia delle diversità culturali nella
quale - ovviamente - noi occidentali
siamo a pieno titolo il punto più
evoluto e avanzato. Ci .pare per lo
meno curioso, per non dire
contraddittorio , teorizzare le
ineguaglianze culturali e voler
stringere patti e alleanza a fini politici
con una Chiesa, nata dalla
Pentecoste che non può, pertanto,
rinnegare la pluralità di culture
nell'unità senza rinnegare le
proprie stesse.origini.
Proprio l'innata apertura della
Chiesa, sancita dalla Pentecoste , rende
il meticciato un elemento primario di
ogni percorso educativo perché
un'educazione se non è aperta
all'universale e allo scambio, non è
un'educazione cattolica. La sapienza
dell'educazione cattolica sta proprio
nella sua capacità di attenzione e di
ascolto di ogni cosa che sia bella e
buona, dovunque si trovi e chiunque
la proponga. L'eredità educativa della
tradizione cattolica suggerisce oggi di
non sottovalutare le resistenze che ci
sono alla condizione di meticciato
culturale nel mondo e nei nostri paesi
che fino a qualche decennio fa erano
segnati da un certo immobilismo etnico
e culturale.
O Questo cadere quasi improvviso
nella nostra società di una corrente
tanto vivace e problematica può aver
risvegliato sopite paure, creando le
premesse alla voglia di scaricare sulle
vittime di questo gran calderone
globalizzato la colpa di essere venuti
a disturbare il nostro mondo ordinato.
Ma è tempo di abbattere la voglia di
discriminare e di emarginare cogliendo
invece la grande possibilità di futuro
che il meticciato porta con sé .

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J':,UALE NATALEI Egre- ve venivano ammazzati per non smarrire del tutto il sen- ciata. da un pezzo e, pur tra
t,,,;;,/ gio direttore, [.. .] nella un nonnulla' Presentarsi a tiero. l ei è la conferma che non poche resistenze, sta an-
mia città è stato vietato il pre- tutti come "credenti " attira il esistono anche i "rovesci delle dando avanti. Se ne scopriran-
sepio nelle scuole, in quella rispetto, non il disprezzo de i medaglie": del concetto cli pa- no ancora delle belle, perché
di un 'altra città l'annuale rap- fedeli di altre confessioni. ternità (e maternità) fanno in- le ricerche continuano a ritmo
presentazione presepiale è sta- Esempio lampante ne è stato sostituibilmente parte gran.i cli incalzante e ormai senza più
ta sostituita con quella di papa Woityia, ammirato da bontà, di tenerezza, di pazien- remore. Non mi sono ma.i so-
"Cappuccetto Rosso"; in un'al- credenti e atei, israeliti e mu- za, cli sollecitudine, cli vigilan- gnato - né mi sogno - di nega-
tra ancora nei canti natalizi sulmani, induisti e buddisti. za, cli protezione.. . Il rovescio re gli errori della Chiesa cli cui
fatti esegu ire dai ragazzini la Continuate a battervi per non. sa ben.e qual è. le auguro di papa Woitylafece a suo tempo
parola Gesù è stata sostituita vedere conculca.ti i vostri di- essere un.a ragazza che ha in. ampia amm.enda, so,prenden-
con "virtù", e "Stella" di ritti cli credenti né oscurata la riserva depositi cli energie po- do tutti, ma vi invito a conside-
Venditti ha sostituito ·"Tu nostra millenaria cultura.
sitive: son.o tante quelle che rare le vicende di quei tempi
scendi dalle stelle" di sant' Al-
appartengono alla sua natura come esse sono state realmen-
fonso .. .
di donna. Non si scoraggi te, non inficiate da leggende e
Angela, Modena e altri
ma.i! Ricorda il film Star pregiudizi illuministici.
Wars ? Ebbene, non la dia vin- Potrei citare decine cli esempi
Cari signori,
ta al lato oscuro! Anche quan- in cui proprio la famigerata
so quel che sta succedendo in
do le nubi più nere coprono la Inquisizione disse stop, frenò
Italia: con la scusa cli non of-
terra, si ricordi che lassù oltre eccessi, come nel caso di Trio-
fendere la sensibilità di chi
la corte opaca il sole continua ra., il paese ligure delle stre-
professa. altre religioni, si
a risplendere con l'energia. ghe. l 'inquisizione ha tortura-
smette di professare la pro-
sufficiente a penetrare lo sba.r- to e bruciato molto meno cli
li . . e pria.. È un'ideologia. comoda
per scaricarsi la coscienza. da
impegni cli coerenza, come
esigerebbe la religione cli ap-
partenenza. Sono convinto che
--...-
ramento dei cumuli grigi e
continuare a coltivare la vita,
nonostante tutto.
APA CHI E? Salve,
a certe persone non interessi
direttore. Che cos ' è un
EMPRE STREGHE.
quanto si pensi, è stata meno
accanita contro le "streghe"
cli quanto non lo furono i tri-
buna.li civili. Questa è la sto-
ria dei fatti che emerge, per
esempio, dalle 789 pagine del
affatto il rispetto di questa o padre? Per me solo un sogno.
Egregio direttore, sulla volume L'inquisizione che rac-
quell 'altra idea religiosa. Il Il mio tornava a casa quando questione dei roghi alle stre- coglie gli atti del convegno in-
discorso è diverso, le ripeto: voleva, non salutava mai, an- ghe mi sembra che lei liquidi ternazionale svoltosi nel 1998
indifferenza religiosa, ateismo che quand' ero piccola mai quel -tragico capitolo in ma- a Roma.
pratico, rispetto umano, rela- una carezza, un abbraccio. .. niera oserei dire pilatesca o Per non parlare "a braccio"
tivismo morale, supeificialità Poi litigate, botte, dispetti ... gesuitica (Cfr. BS giugno 06) vi fornisco qualche dato.
culturale, fragilità di caratte- Io crescevo triste, sola con la [... ] Le nostre chiese hanno L 'inquisizione spagnola su
re ... Un.a tantum, credo che mia "peppa"; unico svago e commesso e1rnri orribili [.. .] 125 000 processi ha mandato
bene abbia fatto Tony Bla.ir a sfogo i sogni. Ho un gran Si è mai chiesto dov 'era la al rogo 59 streghe. Altre 36
esigere che gli ara.bi che ven- vuoto nell a inia vita, il vuoto pietà di quei galantuomini di ne sono state bruciate in Ita-
gono ospitati permanente- di 1nio padre.. .
prelati che condannavano a lia, 4 in. Portogallo. Se som-
men.te in Inghilterra debbano
morte dei poveracci invasati miamo questi dati non si arri-
"inculturarsi" nel Regno Uni-
Asia... [.. .] o semplicemente gente va neppure a 100 ca.si rispet-
to, con tutte le conseguenze Cara Asia,
strana o a loro antipatica, op- to alle 50 mila persone con-
del caso, dando così - pur capisco la grande disillusione pure dissidenti o eretici [... ] danna.te al rogo da tribunali
senza rinunciarvi - un colpo patita per quanto riguarda Che cosa pensavano quei reli- civili su un tota.lç cli 100 mila
cli freno al "multiculturali- l'amore cli suo papà per lei. giosi quando ordinavano sup- processi, celebra.ti in età mo-
smo" che aveva caratterizza- Spesso, cli fronte a certi padri plizi e torture alle quali assi- derna. in tu/fa Europa. Per la
to finora la politica inglese energumeni, la poesia della stevano per estorcere confes- pena di morte su 44674 pro-
verso gli immigra.ti. A noi, ca- paternità si sfalda, il desiderio sioni? [... ] Troppo spesso si cessi celebrati dall 'inquisi-
ri signori, spetta il compito di cli tenerezza dei figli viene tende a nascondere cose sco- zione spagnola tra il 1540 e il
n.on mollare, cli rima.nere coe- conculcato, i sentimenti morti- mode o a negare errori ma- 1700 i condanna.ti al rogo
renti a.i prin.cìpi che da sem- fica.ti ... e restano a tenere ilfi- domali commessi dalla Chi.e~ ammontano all'J,8%. Quanto
pre informa.no la nostra cui- lo della speranza solo i sogni, sa e dal suo capo[. ..]
all'Italia, il tribuna.le di Aqui-
tura e il nostro modo cli vive- come lei dice. Anche i sogni,
re. Essere coerenti con la tuttavia, costituiscono un.a
propria fede e con gli impe- "energia vita.le" che sorregge
Enrico, Roma.no, Filippo
da varie località
leia-Concordia. nei primi mil-
le processi ha condannato a
morte 5 persone (lo 0,5%).
gn.i che comporta. non signifi- l'essere umano quando le al-
Per concludere, l'ultimo libro
ca disprezzare le altre fedi o tre forze vengono meno. Rin- Cari signori, è la storia che ha sull'argomento è quello del
metterle a disagio. I veri graziamo Dio per i sogni. nascosto troppo spesso cose maggiore storico italiano del
"credenti" a qualunque fede Certo non ba.stano, certo non scomode, o ne ha interpretate Medioevo - Franco Cardini -
appartengano, non sono a son.o i sostituti dei sentimenti e alcune a seconda della menta- La lunga storia dell 'Inquisi-
disagio in nessun posto. Gli delle emozioni, certo non col- lità del momento. la "rivisita- zione - Luci e ombre della
antichi cristiani si considera- man.o i vuoti... eppure posso- zione " del Medioevo e delle leggenda nera, Città Nuova,
vano a ca.sa loro a Roma, do- no essere il filo cli Arianna. per "leggende" connesse è comin- pp. 184, 13 (è la seconda o
GENNAIO 2006 BS

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Non ci è stato possibile P'.'b-
blicare tutte le lettere pe1ve-
nute in reda zione . Ce ne
scus iamo. Provvedererrw a
su.o tempo alla pu.bblicazw-
ne o alla risposta personale.
terza volta che lo consiglio). avanti in comune tra persone tuale, che latino e greco ser-
Se avete l'occas ione acqui- religiose e non religiose! Mi vano a qualcosa, che l'arte
statelo: può permettervi di sembra davvero un tentativo dei cavernicoli ci insegni a
" ristrutturare " qualche anti- audace ma lodevole di globa- vivere, che studiare qualche
ca convinzione non più di mo- lizzare i valori, in vista di un poesia a memoria è perdere
da. .. o meglio, non più ri- mondo senza le aberranti in- tempo, che rompersi le sa-
spondente alla realtà storica. giustizie che oggi lo caratte- cre scatole con l'Iliade porti
!J~~~~r. le~~~::
rizzano. Non è poco, non ti
pare? Anzi, credo che il tenta-
tivo possa diventare una via
privilegiata all'unità, un puntq
qualche giovamento, che.. . ?).
E davvero difficile compren-
dere il p erché dei tagli opera-
ti dalla tua prof I Presocrati-
sto per le rime a una lettera di contatto dialogico tra reli- ci rappresentano i plinti basi-
che sollecitava un parere su gioni finora distanti (vedi lari della Storia del p ensiero,
Hans Kung in completa disso- islam e cristianesimo; buddi- la filosofia è nata con loro.
nanza con il Papa polacco. A smo ed ebraismo, zo roastri- La patristica sta a fondamen-
questo punto mi permetto di smo e animismo). Senza dub- to del pensiero della più
richiederle un parere su un'al- bio, può incrementare il dialo- grande religione del mondo e
tra dottrina - se così posso go anche tra agnosticismo e dell'intera civiltà occidentale.
esprimermi - del famoso teo- religione; filosofia e teologia, Quanto alla filosofia scolasti-
logo che riguarda la Wel- spiritualismo e materialismo. ca che ha dominato il Me-
tethos, di cui dicono che vada Mi piace questo considerare i dioevo, è quella che ha spinto
fiero e che ne abbia perfino valori l'anello di congiunzione e supportato la lenta costru-
parlato con papa Benedetto . delle diversità.
zione · dell 'Europa. Gugliel-
Vito, Roma
mo Baco ne, Bonaventura da
Bagnoregio, Alberto Magno,
r:J C'è del buono in tutti, anche ~ I PUÒ? Direttore caris- Tommaso D' Aquino, Duns
nei ragazzi più discoli, diceva
simo, quest' anno la prof Scoto, Guglielmo di Ockam,
don Bosco; dunque anche in di filosofia - frequento la 1a Dante, ecc. ecc. sono grandis-
Hans Kung, nonostante le sue Liceo Classico - presentando simi pensatori di livello mon-
intemperanze contro la Roma il programma ci ha detto: diale, prima che grandi cri-
curiale e contro le posizioni "escluderò i presocratici, la stiani e/o grandi santi. È cu-
teologiche e morali di papa patristica e la scolastica, non rioso che la scolastica la si
Woity la ritenute sorpassate. più aderenti alla realtà dei no- studi più in America che in
La questione del'etica mon- stri giorni, e quindi supera- Europa dove è nata e s'è svi-
diale (Weltethos) mi intriga. ti! " . Ma si può? [... ] Io leg- luppata. Comprendi anche tu
Non mi pare una costruzione gerò per conto mio presocra- che non si possono escludere
cervellotica, ma un 'esigenza tici , patristica e scolastica, dallo studio quasi 500 anni di
reale del mondo globalizzato. però[ ...].
storia del pensiero occidenta-
Già dal 1990, con Progetto
per un'etica mondiale il prof
Carlo, Roma
le, quel pensiero, di cui siamo
figli e che costituisce in qual-
di Tubinga cominciava a met- Caro Carlo,
che modo il nostro albero ge -
tere in luce i valori morali at- no, non si può! Quella della nealogico. Forse è bene che
torno ai quali sembrava possi- tua prof di filosofia è una po- tu sappia che le più grandi
bile far convergere tuttè le re- sizione ideologica e non certo realizzazioni di cui oggi go-
ligioni. Tali valori potevano una ragione pratico/didattica. diamo sono nate in quel ''for-
essere validi anche per gli Beh, almeno sai con chi hai a tunato" periodo. Pe,fino lo
gnostici e perfino per gli atei che fare. Ora qualche osser- stesso sistema scolastico con
e, in genere, per tutti gli uomi- vazione. La prof non può - tanto di metodo. E il Medioe-
ni di "Buona Volontà ", come come ti dicevo - a suo piaci- vo ha prodotto le Università,
avrebbe detto papa Giovanni mento sconvolgere i pro- gli ospedali, gli ospizi, le far-
XXJII, per tutti quelli insomma grammi scolastici: è un abu- macie, lo sfruttamento mec-
che usano (bene!) la ragione. so. Sanzionabile. Basta che tu canico delle forz e della natu-
Scrive Kung che il progetto di prenda in mano i programmi ra, il metodo della votazione
un'etica mondiale è sostenuto ministeriali e potrai legge rvi che usiamo tutt 'o ra, i primi
da quattro convinzioni: * Non che Presocratici, Patristica e orologi, la bussola.. . E la
c'è pace tra le nazioni se non Scolastica vi fanno parte. cultura dei grandi monasteri
c'è pace tra le religioni; * non Dunque non sono facoltativi che hanno plasmato la civiltà
c'è pace tra le religioni senza (con lo stesso principio qual- (Cluny - Fatfa - Bobbio .. .) è
dialogo tra le religioni; * non siasi prof potrebbe arrogarsi quella scolastica. le bene-
c'è dialogo tra le religioni sen- il diritto di operare decurta - merenze finiscono qui. Il tuo
za norme etiche globali; * non zioni alla propria materia, personale programma di leg-
c'è sopravvivenza del nostro con la scusa dell'inattualità. gere comunque ciò che la
pianeta senza un' etica globale, Ad esempio, tu sei convinto prof ha scartato ti fa onore.
un'etica mondiale, portata che Alessandro Magno sia at- Sei in gamba!
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vost ra co rrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.643
E-mail : biesse@sdb.org
BS GENNAIO 2006

1.8 Page 8

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UPS, ROMA
INA UGURAZIONE
L'università Pontificia Sa-
lesiana (UPS), alla presen-
za del Gran Cancelliere
don Pascual Chavez, il 19
ottobre 2005 ha inaugurato
l'anno accademico con la
rel azione del Rettor Magni-
fico don Mario Toso e la
prolusione del cardinale Se-
gretario di Stato Angelo
Sodano. Ha inoltre conse-
gnato una targa d 'arge nto
ai professori emeriti, una
medaglia agli studenti che
hanno raggiunto la "summa
cwn laude" all'esame di
dottorato o di licenza. Il
coro interuniversitario di-
retto dal maestro Massimo
Palombell a ha introdotto e
concluso la manifestazione.
GENNAIO 2006 BS
PORT MORESBY,
PAPUA-NUOVA
GUINEA
25ANNIDI
APOSTOLATO
SALESIANO
Il Rettor Maggiore don Pa-
scual Chavez ha visitato le
grandi isole di Papua Nuova
Guinea, dove i salesiani sono
sbarcati 25 an ni fa e contano
attualmente 8 presenze con
una cinquantina di religiosi.
Sono zone di grandi bellezze
naturali, ma anche di grand i
sfi de per l' evangelizzazione.
Non sempre gli sforzi dei
missionari in prima linea rie-
scono a sortire gli effetti desi-
derati: la mancanza di normali
vie di comunicazione, la pre-
senza di tante tribù ognuna
con i propri usi e costumi, le
quasi settecento lingue, le di-
sparità sociali tra villaggi ru-
DUBLINO, IRLANDA rali e città, tra gli abitanti del-
le val late e quelli della mon-
tagna, costituiscono ostacoli
DONNE IN RETE
che mettono a dura prova
Dublino (Irlanda). Suor Maire
O'Byrne lavora come volonta-
ria i.n un Centro di Risorse per
le Donne nel centro di Dubli-
no con un gruppo di suore di
altre Congregazioni. "Abbi a-
mo scoperto che la condi vi-
sione dei diversi carismi è
l'impegno e lo zelo dei mi s-
sionari. Il Rettor Maggiore,
dov unque accolto con mani-
festaz ioni di gioia e gratitudi-
ne, ha esortato i confratelli e
collaboratori laici a continua-
re nell o slancio missionario e
nell a fedeltà al carisma.
molto arricchente ... Il mio
servizio si concretizza nelI' in-
segnare l'uso del computer a
donne che desiderano aiuto questa opp01tuni tà di alfabetiz-
per apprendere e muovere i zazione informatica. L'unico
primi passi nel mondo del- lavoro finora era far·e pulizie
]'i11fo1111atica mentre i figli so- negli uffici, nelle scuole, nel-
no a scuola. Sono contente di le case dei privati" .

1.9 Page 9

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SACRO CUORE,
ROMA
DIRETTORI BS
A CONVEGNO
I direttori delle 54 edizioni
del Bollettino Salesiano si
sono dati convegno a Roma,
provenienti dai cinque conti-
nenti. Hanno fraternizzato,
ascoltato, discusso, analizza-
to, proposto ... convinti di
ave re in mano un mezzo for-
midabile di apostolato e una
platea vastissima, che ness un
pan-oco, o conferenziere pos-
sono vantare. La non poca
responsabilità che pesa sulle
loro scelte editoriali li ha resi
attenti alle parole del Rettor
Maggiore, agli approfondi-
menti dei relatori, agli scam-
bi di opin ione, agli interroga-
tivi del momento, alle sfide
della globalizzazione. Sono
stati giorni proficui che non
potranno che avere esiti posi-
ti vi per le varie testate.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
Rita Adamini
San Luigi Versiglia
lt 1uc 1idici Mllt Tonictll, \\'crutc di fine '800
~ Grednet
SAN LUIGI
VERSIGLIA
È una biografia particola-
re, quella di Rita Adamini,
che insiste sul filone mater-
no delle origini di san Luigi
(Maria Giorgi, la mamm~,
era di Torricell a Verzate) . E
lo spunto per l'analisi del-
1' ambiente ru rale di Verzate
nell a prima metà del Nove-
cento: il lavoro dei campi,
l'allevamento del baco da
seta, il commercio di frutta
e vino, la trebbiatura vissuta
come un rito, il mulino "Pe-
der" che papà Versigl ia ac-
quistò nel 1894 per trasfe-
rirvisi. L'autore, attraverso
testimonianze di parenti,
coetanei e fotografie anche
inedite, delinea il profilo del
santo che proprio a Torri-
cel la celebrò la sua 1• messa
dopo l'ordinazione, e dove
passò ore di gioco, da pic-
colo, quando dimorava pres-
so i parenti materni . Un 'an-
golatura inedita, ma decisa-
mente accattivante del pro-
filo del santo martire sale-
siano.
INIZIO DEL MINISTERO
DELSOMMOPONTEFlCE
BENEDETTO XVI
In occasione dell'inizio del Ministero del Som-
mo Pontefice Benedetto XVI , le Poste Vaticane ,
lo sco rso giugno, hanno emesso una busta-ricor-
do. La busta reca in alto il logo del Governatorato
dello Stato della Città del Vaticano e la scritta
Poste Vaticane . Su l lato sinistro è raffigurato i,I
Santo Padre Benedetto XVI. Sul lato destro del-
l'immagine è riportata la scritta in lingua italiana,
inglese e tedesca, "Inizio del Ministero del Sommo
Pontefice Benedetto XVI".
Il francobollo da euro 0,30 della seri e "L'euro
unisce l'Europa: 15 Stati, una sola moneta", emes-
so precisam ente il 3 giugno 2004 è timbrato con
l'annullo postale speciale posto in uso per la circo-
stanza . Completano l'annullo il motto latino
"BENEDICTVS XVI PONTIFICATVM SOLLEMNI -
TER INIT" e "POSTE VATICANE 24.IV .2005 ".
Nel rovescio della busta, in basso a destra, è indi-
cata la sigla PV/55 identificativa della bu sta.
Il costo di una busta-ricordo è di euro 2,50 o di
euro 4,00 se racchiusa in un raccoglitore. Il contri-
buto per le spese postali di spedi zione è di euro
0,80 .per gli invii raccomandati e di euro 2,58 per
quelli assicurati . La richi esta va accompagnata
dall'importo relativo pagato mediante vaglia posta-
le internazionale o assegno circolare all 'ordine:
Poste Vaticane - Governatorato
00120 Città del Vaticano
Tel. 06/69.88.34.06 - Fax 06/69.88.53.78
BS GENNAIO 2006

1.10 Page 10

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l00annifa
Troviamo sul BS di gennaio 1906 un lungo
articolo (tre pagine) sulla chiesa di S. Maria
Liberatrice al Testaccio di Roma allora in
costruzione, supportato da ben sette
illustrazioni (la pianta, le sezioni, la facciata,
ecc.). Ne stralciamo un brano che ci sembra
interessante per i nostri lettori.
La Chiesa di S. Maria Liberatrice o Libera nos a
poenis inferni, sorgeva al Foro Romano, fra il
Palatino e le tre famose colonne, avanzi del tem-
pio di Castore e Polluce, in vicinanza della base
rotonda del tempietto di Vesta e della casa delle
Vestali. Fu demolita soltanto nel 1900, per dar
luogo a quegli scavi che sotto la diligente dire-
zione dell'egregio ing. Boni riposero in luce
l'antichissima chiesa primitiva di S. Maria Anti-
qua, sopra la quale era stata fabbricata in gran
parte l'abbattuta Chiesa di S. Maria Liberatrice,
che di S. Maria Antiqua aveva giustamente ri-
vendicato una gloriosa leggenda. Le vecchie me-
morie delle Chiese di Roma, parlando di S. Ma-
ria Liberatrice ricordano tutte una profonda ca -
verna dentro la quale il Santo Pontefice Silvestro
confinò colle sue orazioni uno spaventoso Dra-
go, che col suo fiato pestilenziale infettava l 'a-
ria, cagionando perciò la morte a molte persone
(I). È la nota leggenda, tanto famosa nel medio
evo, di Papa Silvestro che doma il dragone alle
radici del Campidoglio: Sanctus Silvester ligavit
draconem in fine palatii majoris, qui infinitos
Romanos interfecerat, ubi nunc est ecclesia S.
Mariae de inferno (I) ossia di S. Maria del
profondo, del basso, o della caverna.
GENNAIO 2006 BS
GENOVA, ITALIA
mostra che è possibile fare
educazione .. . anche con i
robot. L' iniziativa ha inte-
ROBOTICA
ressato 450 ragazzi di sette
AL PALASPORT
"DON BOSCO"
Paesi europei. Il lavoro ha
unito le classi nella voglia
di protagonismo , nell' in-
Tre istituti salesiani, il tento di sviluppare cono-
"Bearzi" di Udine , il "Bre- scenze utili per il futuro ,
da" di Sesto san Giovanni e nell 'educarsi a una sempre
il "Don Bosco" di Sam- maggiore partecipazione, e
pierdarena (GE), hanno nel legarsi in amicizia tra
partecipato nel maggio coetanei di diverse scuole e
2005 alla gara che vedeva nazioni. Ansia ed emozioni
42 robot (predatori e prede) li hanno provati durante la
di 25 scuole secondarie eu- gara, oltre alla dura appli-
ropee affrontarsi in un ' ap- cazione per preparare, i mo-
passionante gara/duello al duli del programma. E stata
Palasport Don Bosco di una gran bella avventura
Genova/Sampierdarena. La educativa. I partecipanti si
simpatica competizione ha sono potuti rendere conto
visto trionfare proprio i ra- che la robotica costituisce
gazzi del Don Bosco. Un ' i- uno dei principali business
niziativa originale il pro- del futuro , e che impegnar-
getto "Edurobot", pensato si in quel campo è come
e scritto dal prof. Athos firmare una polizza di assi-
Arrentou con il salesiano curazione sulla propria vita
don Rodolfo Bogotto. Di- professionale.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Redazionale
UN ESPERTO
Al. S11110D0
- Prof. Moloney, come
ha visto il Sinodo?
Una grande assemblea
ecclesiale desiderosa di
attrezzarsi per rispondere
alle sfide di oggL
- Quali le difficoltà più
rilevanti?
l...'.evolversi in senso ne-
gativo dei valori tradi-
zionali. l...'.allarme lanciato
dai padri sinodali su que-
sta lenta scristianizzazio-
ne è stato forte. Hanno
parlato 250 vescovi e la
preoccupazione è emer-
sa praticamente in tutti
gli interventi.
È il salesiano Francis Moloney.
Insegna alla Catholic University of America
in cui è decano della Facoltà
di Teologia biblica.
Ora è ispettore in Australia.
una scelta intelligente del-
lo Spirito Santo.
- È possibile un risve-
glio d'interesse per
l'Eucaristia e la Chie-
sa?
Certo. Vedi , l'Eucaristia
non è un culto, è la gram-
matica della vita cristiana.
l...'.Eucaristia cultuale di-
venta sacramentale quan-
do il popolo ri sponde ,
quando i credenti sono
disposti a "rompersi ",
"spezzarsi " come fece
Gesù, a diventare pane, a
mettersi a disposizione
dell'altro ...
- C'è stato qualcosa di
nuovo? Di che si trat-
ta?
Sì. Per la prima volta i
padri sinodali hanno ac-
cettato di parlare , · anzi
discutere, di temi d'im-
portanza globale, come
l'apertura alla possibilità di ordinazione di uomini
sposati di provata fede , i "viri probatt' , soprattut-
to là dove manca il sacerdote, anche se ciò
non rappresenta la soluzione alla mancanza di
vocazioni . Si è parlato di un avvicinamento più
pastorale ai divorziati e ai risposati , ecc .
Insomma c'è stata una grande sensibilità dei
pastori per le condizioni del loro gregge, com-
prese le pecorelle smarrite, quelle deboli, quel-
le di altri ovili , e perfino le "nere".
- E del Papa che ne dice?
Credo sia l'uomo più intelligente che abbia mai
conosciuto. La dote migliore è saper ascoltare.
Non perdeva una parola di quanto si veniva
dicendo. Inoltre sa scendere dalla cattedra e...
parlare con i bambini. Questo Papa costituisce
- Qualche intervento
che ha particolarmente
apprezzato?
Quello del belga Dan-
neels: L'uomo moderno
non ama i riti eppure in-
venta sempre i propri riti.
Vuol dire che il rito è
connaturato nell'uomo. Va perciò ripensato per-
ché colga l'uomo in situazione. George Brown
della Nuova Zelanda: Perché è possibile che i
preti anglicani sposati possono essere ordinati e
svolgere attività da preti cattolici, mentre ex-preti
cattolici dispensati del celibato non possono più
svolgere alcun mistero? Il salesiano Dominic
Jala di Shillong ha parlato sulla sfida di trovare
dei modi per mostrare qualche segno di ospita-
lità eucaristica verso i membri delle altre fedi. E
Oswa/d Co/man dello Sri Lanka ha parlato d'in-
cultu razione , proponendo lo studio dei modelli,
cultural i dei vari fedeli al fine di integrarli nella
liturgia ! Ma le idee espresse sono state tan-
tissime e bellissime. I risultati pratici? Forse
non si avranno subito ma si avranno, ne
sono certo.
BS GENNAIO 2006

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I "BENEDETTI"
PRIMA DI
"BENEDEITO" (3)
di Silvano Stracca
Il secondo millennio dell'era cri-
stiana è incominciato appena da
un decennio quando sale sul tro-
no pontificio un nuovo Benedetto,
l' ottavo, al secolo Teofilatto. Il nuo-
vo Papa appartiene, come il prede-
cessore Benedetto VII, alla potente
famiglia dei conti di Tuscolo. Al
momento della sua elezione nel
maggio dell'anno 1012 era ancora
un laico. Assurto alla cattedra di
Pietro, Benedetto VIII si trovò subi-
to a dover lottare contro un antipa-
pa, Gregorio, fatto eleggere e soste-
nuto dalla famiglia dei Crescenzi,
rivale dei Tuscolo. La contrapposi-
zione fu violenta e armata. La
cruenta contesa si risolse a favore di
Benedetto. E quando i rivali, recati-
si in Germania alla corte di Emico
II, chiesero il suo aiuto, l' imperato-
re, contrariamente alle aspettative,
si affrettò a riconoscere Benedetto
che dava garanzie politiche più soli-
de. Gregorio venne spodestato e il
Papa legittimo, che aveva promes-
so di incoronare Enrico in San Pie-
I Benedetto VIII, dei conti Tuscolo,
eletto quando era ancora
un laico, il 18 maggio 1012.
Morì a Roma il 9 aprile 1024.
GENNAIO 2006 BS
to VIII. Misure che resteranno però
lettera morta.
tro , procedette come da accordi.
Per l'occasione l'imperatore gli
consegnò una "regola", nella quale
veniva ribadito il diritto imperiale
di controllare che l' elezione ponti-
ficia avvenisse secondo le norme
canoniche. Era una misura rivolta
contro lo strapotere e la conflittua-
lità della nobiltà romana, in parti-
colare i Crescenzi e i Tuscolo, dal-
le cui fila usciva lo stesso Benedet-
I SARACENI
Un pericolo esterno per lo Stato
della Chiesa era rappresentato dai Sa-
raceni che, sbarcati in Toscana, met-
tevano a ferro e fuoco Pisa. Benedet-
to VIII si adoperò per organizzare
una flotta capeggiata dal padre, ed
equipaggiare un esercito che, al suo
comando, sconfisse gli infedeli nel
1016. I Saraceni tentarono di rifugiar-
si in Sardegna, ma la flotta pontificia,

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
alleata con quelle di Genova e Pisa,
se ne liberò definitivamente. Bene-
detto Vill s'impegnò anche a contra-
stare l'avanzata dei Greci nell'Italia
meridionale. Si recò, per questo, a
Bamberga per convincere Emico II a
scendere nella penisola con il suo
esercito per fermarla. Missione riu-
scita: nel 1022, l'imperatore sbara-
gliava nelle Marche gli avversari con
l'aiuto dei Normanni. Con gli stessi
Normanni il pontefice s'affrettò a
stringere un'alleanza importante per
lo Stato della Chiesa. Nonostante i
successi militari, il papa guerriero ac-
carezzò pure un grandioso progetto
di pace universale coinvolgendo
l'imperatore e altri potenti del tempo.
Ma la morte lo colse nel 1024. Sul
piano ecclesiastico, Benedetto VIII
s'era dedicato con energia alla rifor-
ma della Chiesa. Tramontato il "so-
gno" di un concilio ecumenico, ne
organizzò uno provinciale per pro-
mulgare norme atte a ristabilire la di-
sciplina, molto compromessa nei co-
stumi del clero. Soprattutto, per l' os-
servanza del celibato e la condanna
della simonia. Ma in barba alla lotta
contro la simonia e alla difesa della
santità delle istituzioni ecclesiastiche,
da parte di Benedetto VIII, alla sua
rnmte divenne papa il fratello Roma-
no, un laico che, 1icevuti in fretta gli
ordini sac1i, fu consacrato con il no-
me di Giovanni XIX.
BENEDETTO IX
Alla scomparsa di Giovanni XIX
(1032), il papato si presentava come
Benedetto IX, dei conti Tuscolo,
nipote di Benedetto VIII,
salì al trono pontificio il
27/08/1032. Fu uno dei più
giovani papi della storia.
Morì ai primi di gennaio del 1056.
Non fu uno specchio di moralità.
una questione di famiglia dei conti
di Tuscolo. Al capofamiglia Alberi-
co non fu , perciò, •difficile c01Tom-
pere un gruppo di ecclesiastici e far
ascendere al pontificato il figlio
Teofilatto II, che assunse il nome di
Benedetto IX. Si trattava chiara-
mente di un giovanissimo, forse at-
torno ai vent'anni, certo non di un
dodicenne come sostenuto da qual-
cuno. La sua elezione fu un clamo-
roso atto nepoti stico che dimostrava
come ormai la Cattedra di Pietro
fosse come un qualsiasi altro trono
che si poteva comprare o vendere.
Non solo gli storici, ma addirittura i
suoi successori al Soglio pontificio
stigmatizzarono il comportamento
di questo Papa. Secondo Vittore III,
Benedetto IX fu ladro e assassino,
giungendo a dire di vergognarsi nel
rife rire la vita lai da e scellerata del
predecessore. "Con Benedetto IX -
nota lapidariamente lo storico Gre-
gorovius - il papato toccò il fondo
della decadenza morale. Le condi-
zioni di Roma in quel periodo . ..
forse superebbero in orrore quelle
del periodo dei Borgia" . Pur copren-
dosi d'infamia, Benedetto IX liuscì
a governare con relativa tranquillità
sino alla fine del 1044, quando una
rivolta popolare lo rimosse dal trono
e fece eleggere al suo posto Silve-
stro III. Qui ha termine il primo
pontificato di questo Papa conside-
rato, come attesta l'Annuario Ponti-
ficio, eletto per ben tre volte. Infatti,
Benedetto IX già nell ' aprile 1045
rientrava a Roma, scacciando Silve-
stro. Di fatto, egli non fa che prose-
guire il proprio pontificato, non es-
sendo stato deposto da nessun con-
cilio. Ma il secondo periodo di re-
gno durò soltanto 21 giorni: il tem-
po di vendere la tiara all'arciprete
Graziano che assunse il nome di
Gregorio VI, abdicando liberamen-
te. Mentre Benedetto si ritirava nei
possedimenti di famiglia, calò in
Italia Enrico III, animato dalla fer-
ma volontà di riformare la Chiesa
romana. Nel dicembre del 1046 egli
convocò un concilio che dichiarò
deposti tutti e tre i papi in circola-
zione, ed elesse come nuovo ponte-
fice Clemente IL Tuttavia, tornato
Enrico in Germania e morto Cle-
mente II nell'ottobre 1047, Bene-
detto IX si riappropriò ancora una
volta del trono, e lo mantenne fino
al luglio dell ' anno seguente quando,
scacciato dai legati imperiali, con-
cludeva il suo terzo pontificato riti-
randosi nel monastero .di Grottafer-
rata, dove rimase sino alla morte.
BENEDETTO X
L' uscita di scena di Benedetto IX
segnò la fine del monopolio dei conti
Tu scolo sulla Cattedra di Pietro. An-
che se nell'aprile 1058, un fratello di
Benedetto IX con altri nobili romani
tentò di tiprendere il controllo del
pontificato. Di notte fecero entrare
nella città una moltitudine di armati
e acclamarono papa il vescovo di
Velletri, Giovanni, che prese il nome
di Benedetto X. Ma san Pier Da-
miani si rifiutò di riconoscerlo e
consacrarlo. I nobili allora diedero
· l'incarico a un semplice sacerdote di
Ostia. Si trattava chiaramente di
un 'elezione e di una consacrazione
irregolari, per cui Benedetto X ven-
ne subito considerato un antipapa.
Durò poco. Verso la fine dello stesso
anno, i cardinali fuggiti a Siena eles-
sero Niccolò II che convocò subito
un Concilio per deporre e scomuni-
care Benedetto X. Costui l'estate
successiva si sottomise a Niccolò, e
venne rinchiuso nella basilica di S.
Agnese fuori le mura, ove rimase si-
no alla morte.
San Pier Damiani. Fu il grande
oppositore di Benedetto X
(fratello di Benedetto IX) dei conti
Tuscolo. Costui considerato
antipapa , venne sostituito
dal vescovo di Firenze che prese
il nome di Niccolò Il. Di Benedetto X
non si conserva alcun dipinto,
proprio perché antipapa.
BS GENNAIO 2006

2.4 Page 14

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Una congerie di sigle, oggi, nasconde problemi
CRONACAdi Valeria Battimiello
DI UNA MATTINATA
Di fronte o certi fow;
ormai comuni nelle
cliniche, non si riesce o
non riflettere. Il disagio ti si
avvinghio addosso come
l'edera allo pianto. Ti
guardi attorno, vedi tonto
umanità diverso che
piange, che ride, che
sospiro, che ho fretto, che
ho paura... Ecco lo
cronaca di uno giornata.
Cronaca vero.
U na mattina come tante ... la sve-
glia, la metro, la pioggia.
Gli esami sono finiti , la laurea è
alle po1te, in reparto già mi chi amano
"dottoressa" . .. Potere del canùce bian-
co ! Mi avvio aJ Policlinico, oggi è il
mio turno per il tirocinio in Ginecolo-
gia ed Ostetricia, mi sento ancora nelle
braccia di Morfeo, indubbiamente avrei
prefetito rim anere tra le coperte del
mio accogliente letto, ma no: prefe1isco
arrivare prima così da guadagnarmi
"un posto in prima fila" in sala parto.
Sono emozionata, sento il potere della
natura femminile che mi pervade, il
mi stero della vita che comincia...
La situ azione è però tranquill a, nes-
sun nuovo "esserino" sta bussando al-
le porte di questo mondo e, almeno
per questa mattina, starò come gli al-
tri giorni in ambulatori o.
INVECE NO!
Invece no! Oggi si sale all ' ultimo
piano dal!' ascensore sul retro, l'unico
che arri va al 5° pi ano, e porta dritto
nel settore chirurgico. Il corridoio è
lungo e lo sembra ancora di più per
via di quella pittura data di fresco che
lo inonda di un bi anco abbagliante.
Le stanze sono tutte vuote, non è più
un reparto di degenza, adesso è dedi -
cato ai regimi di Day Hospital. Un ra-
gazzo intorno ai diciott'anni , tutto tra-
felato, mi chiede notizie di una certa
paziente, la sua ragazza... e cruda-
mente scopro dove sono. Questa è
l'entrata per l'IVG una sigla per non
spaventare, un a delle tante, ormai che
I Troncare una vita nel grembo
materno vuol dire impoverire
l'umanità di un'intelligenza per
scoprire, di un cuore per amare ...
GENNAIO 2 006 IJS
... di un essere forse destinato
a grandi imprese.

2.5 Page 15

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ben più seri di quel che appare a prima vista.
I C'è chi rifiuta il frutto delle proprie
viscere in modo crudele
e violento.
in qualche modo sembrano nasconde-
re la realtà. IVG è Interruzione Vo-
lontaria della Gravidanza, ma 111
realtà è di aborto che si parla.
UN VIA VAI
PARTICOLARE
Non ci sono molte persone qui, le
"pazienti" entr~10 da una patta secon-
daria "per il 1ispetto della privacy", mi
spiegano. La sala operatoria è piccola e
spartana. Un con-idoio adiacente è già
occupato da barelle in "dolce" attesa.
Qui entro i 3 mesi una donna ha il dirit-
to legale di imporsi alla vita e di rinun-
Per la legge, fino a 12 settimane
il feto non è persona.
ciare al dono della maternità. Ed è pro-
prio qui che si garantisce l'idoneità a
usufruire di questo diritto con l'ausilio
di un'assistente sociale e di un gineco-
logo che, previa ecografia, ne stabilisce
i tempi . Mi aspettavo di trovare una
maggioranza di ragazzine sprovvedute,
quattordicenni spau1ite, donne indigen-
ti . In realtà, camice a patte, sono pro-
prio come me, con i miei jeans, le mie
scat-pe da ginnastica, la mia coda di ca-
vallo.
C' è Federica. Lei ha 28 anni e un
bel viso, fa la commessa, ma adesso
un bambino "non era proprio il caso".
Entra Anna, 42 anni. Leggo in car-
tella che è sposata e ha già tre bambini
e due aborti alle spalle. La guat·do, di-
scretamente ... non sembra turbata, lei
è di casa qui, e ride di gusto all'invito
dell'amica che è con lei, di comprarsi
un televisore per avere qualcos' altro
da fare, la sera!
Sabrina ha 22 anni. Lei è venuta qui
solo per un controllo, infatti ha già
abottito circa un mese fa, ma avve1te
dei dolori quando "fa il rapporto", ed è
spaventata, perché sa che l'abo1to non
è una passeggiata e può comportare
anche complicanze molto setie non so-
lo a livello fisiologico ma anche - ed è
pure peggio - psicologico.
Alessia è invece accompagnata da
Arturo, il suo ragazzo. Belli da coper-
tina, vestiti alla moda, caschi da moto-
cicletta. Fanno tenerezza: lui le tiene la
mano con atnore e le chiede continua-
mente se va tutto bene, ma lei con gli
occhi perlati· di lacrime non tiesce
neanche a guardare il monitor. Ha solo
una gran fretta di uscire da quel luogo
e di rifiorire con i suoi vent'anni.
Con Alina, 35 anni, è più difficile
comunicare. Lei viene dall'Ucraina, ha
già nna figlia e una grossa necessità di
lavorai·e, non può permettersi una gra-
vidanza adesso, ma neanche l' aborto
visto che ha superato i 3 mesi, termine
legale per l'IVG, e a nulla valgono le
lacrime con cui ci spiega che con la vi-
ta che fa andata su spiaggia con uo-
mo che poi sparito".
È il turno di Carmela, 30 anni. Lei e
suo marito questo figlio lo volevano,
lo aspettavano da tanto, ma purtroppo
la natura è stata crudele: la diagnosi è
di "feto anencefalico, non compatibile
con la vita extra-uterina". Ma Carmela
è una donna coraggiosa, avrebbe co-
munque portato a termine la gravidan-
za, se solo non avesse scoperto quel
grave problema cardiaco.
IGianna Beretta Molla (1922-1962),
medico chirurgo, oggi santa.
Ha preferito morire piuttosto che
abortire: Se doveste decidere tra
me e il bimbo, nessuna
esitazione... Salvate lui.
IL BISOGNO DI USCIRE
Ci sono altre donne ancora in fila,
ma a questo punto sento l'esigenza di
uscire da questa che mi sembra una
rappresentazione macabra, una specie
di Giudizio Universale in cui si decide
la sotte di un condannato che nemme-
no sa di esserlo, e che perciò non ha
avvocati difensori: è soltanto un pa-
ziente, totalmente inerme che non può
che obbedire. La preoccupazione più
grande non sembra essere la coscienza
quanto piuttosto il certificato di non
specificata "visita medica ginecologi-
ca" da portare sul lavoro. Più in là ci
sono le "operate" di questa mattina
che si stanno risvegliando e la mam-
ma di Tiziana, 14 anni, non smette di
vai1tarsi di quanto sua figlia "non si
sia per nulla lamentata dei dolori",
esortandola a sbrigarsi in modo da
tornare a casa per pranzo. Sì, infatti,
una vita umana può cominciare in un
attimo di passione e terminare in
mezza giornata, in tempo per l'ora di
pranzo. Intanto in sala operatoria c'è
Gabriella. Non è assopita del tutto,
infatti, mi dimostra che il dolore si
sente eccome; urla forte, non sembra
cosciente ma il suo inconscio lo è for-
se più di lei, e le fa gridare disperata
un nome: "Emanuele". La scena è
straziante; pensiamo sia il nome del
marito, e invece no, è il suo istinto di
donna e di madre che prende il so-
pravvento, sta chiamando suo figlio,
il fratello maggiore di quel bambino a
cui ha impedito di venire al mondo.
Questa è cronaca. Cronaca di
una giornata come tante, qui in
ostetricia.
O
BS GENNAIO 2006

2.6 Page 16

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BOVA MARINA, ITALIA
PER L'AFRICA
C'è chi ne parla e bas ta.
"Riempire di parole non riem-
pie l'Africa", diceva un mis-
sionario. C'è chi si rimbocca le
maniche per tirare fuori il me-
glio. L ' hanno fatto i giovani
dell 'oratmio salesiano di Bova
Marina per compiere un gesto
concreto di solidruietà, sce-
gliendo il Madagascru· come
terminal del loro impegno. Il
progetto"... insieme per l'Afri-
ca" tra le altre iniziative ha
prodotto un cd di canzoni ine-
dite. Gli autori come guida si
sono scelti Tony Cercola il
noto "percussautore", espo-
nente della musica mediter-
ranea. Ne è nato: "In venta
un 'altra musica", 15 canzoni
ori ginali per l'Africa. Realiz-
zru·e un cd costa, così oltre a
Cercola hanno concesso il pa-
trocinio il VIS, la Elledici, la
Proloco e l'Amministrazione
Comunale di Bova. Ciò che
ricaveranno dalla vendita sarà
devoluto per il Madagascru·:
15 brani per 15 capanne. Una
casa/capanna in Madagascru·
costa 100 . Uno sforzo si
può fare : bovaime @libero.it;
Tel. 348/70.24.069.
redazionale
'' TI 71?.0f10
BENE.,,
/
ff
))
DEL VAGLIO
Un delizioso libretto, candi-
do come il candore di Del
Vaglio, il ben conosciuto
cartoonist, coll aboratore del
BS, diventato famoso con i
suoi angioletti semplici nel
tratto grafico e nell ' animo , in
perenne cagnara con i diavo-
letti. Un vignettista di qua-
lità, anzi di alta qualità, che
crede nella bontà e si esprime
con serenità anche di fronte
a situazio ni difficili. Stavolta
la sua pen na ha di segnato
per i nonni. Ecco qualche as-
saggio delle battute (per le
vignette beh, acquistate il li -
bretto : i 10 li vale tutti).
Lui : Per iscriversi all'uni-
versità della terza età quale
titolo ci vuole ?
La segretaria: Basta la ma-
turità della vita.
A nc o ra.
I due an ziani coniugi al la-
dro : Signor ladro, mi creda,
di prezioso in casa abbiamo
solo le nozze d'oro'
Infine.
Loro: Abbiamo portato la
nostra vecchia zia in una ca-
sa di riposo, così sta meglio.
L ' angioletto: O state meglio
voi?
GENNAIO 2006 BS
BREVISSIME DAL MONDO
GERUSALEMME. Il
Pontificio Ateneo Regi-
na Apostolorum (Roma)
organizza un Corso di
Rinnovamento Spiritua-
2005. Per l'occas ione, i ve-
scovi cli Irlanda, Gran Bre-
tagna e Scozia hanno firma-
to una lettera pastorale con-
tro l'eutanasia, ribadendo
che "il diritto cli poter sce-
le , per sacerdoti, presso gli ere di morire può con
il Pontificio Istituto No- troppa facilità trasformarsi
tre Dame di Gerusa - in dovere di morire".
lemme. Si terrà questo NEW YORK. La commis-
mese di gennaio e nel sione ONU per le migrazio-
prossimo agosto. L'un- ni (composta da l9 membri)
portanza dell 'iniziati-
va è evidente. Per sa-
perne di più: tel./fax
06.665.27.917. e-mail:
istitutosacerdos @ar-
ha consegnato al Segretario
Generale Kofi Annan il pro-
prio rapporto sui flussi mi-
gratori attuali, dove si affe r-
ma che i migranti nel mon-
do raggiungono ormai la ci-
col.org
fra cli 200 milioni di indivi-
dui. Da parte sua la Confe-
WASHINGTON. Cherishing renza Episcopale USA ha
the Evening of Life (pren- sostenuto che il sistema na-
dersi cura del tramonto del- zionale relativo ali' immi-
la vita) era il titol o dell a grazione è "moralmente
"G iornata cieli.a Vita" del inaccettabile".

2.7 Page 17

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CITIÀ DEL VATICANO
11 3 ottobre scorso è stato
consegnato in Vaticano al-
la "Congregazione delle
Cause dei Santi" il " Tran-
sunto", ovverosia la copia
del processo diocesano
sulla vita, virtù e fama di
santità del servo di Dio
Francesco Convertini ,
missionario salesiano in
India. I documenti servi-
ranno per strutturare la co-
siddetta "Positio" che com-
porterà il passaggio da
Servo di Dio a Venerabile.
LIMA, PERÙ
Il Centro Salesiano di Co-
municazione Sociale del
Perù ha realizzato un cd-
rom sulla patrona della na-
zione, santa Rosa da Lima,
vissuta a cavallo del 17°
sec. Il prodotto multimedia-
le ripercorre la sua storia,
accenna alla sua incredi-
bile vita, ai miracoli che
l'hanno accompagnata,
commenta l'arte che è fiori-
ta per celebrarla e mostra i
doni che nel corso dei se-
coli hanno impreziosito la
basilica del S. Rosario do-
ve il suo corpo riposa.
LEOPOLI, UCRAINA
Per le case salesiane del
mondo gennaio è il mese
d i Don Bosco , morto il
31 /01 /1888. A Leopoli , in
Ucraina, le celebrazioni si
svolgono in rito bizantino
ucraino e... a meno 15° !
Se fuori si gela, nel cuore
il calore è altissimo : gioia,
giochi , canti , scenette,
bans, cui partecipano ora-
toriani , parrocchiani , stu-
denti,. animatori di altre
parrocchie della città. Il
gelo non vinc e il calore
con cui Leopoli ricorda
Don Bosco .
PISANA, ROMA
La Presidenza Confede-
rale degli Exallievi , eletta
nell'Aprile del 2004 , si è
riunita il 7 luglio u.s. alla
Pisana. I 12 consiglieri ,
coordinati dal presidente,
hanno affrontato le se-
guenti tematiche : distribu-
zione delle zone di ani-
mazione; formazione ; co-
municazione ; progetto
GEX ; progetto Africa ;
coordinamento con i
gruppi della F.S. e, infine,
revisione dello Statuto . Si
lavora per il rilancio della
confederazione .
CITTÀ DEL VATICANO
Il 26/27 settembre si sono
riuniti i rappresentanti de-
gli Istituti di vita consacra-
ta per i 40 anni del decreto
Perfectae caritatis sul rin-
novamento della vita reli-
giosa. Il Papa ha esortato
a "un generoso e creativo
dono si sé ai fratelli senza
mai .. . indulgere al pessi-
mismo e alla stanchezza".
Le sfide , tante e grand i,
hanno lasciato ferite. Ma
la sequela del Cristo è an-
cora e sempre la strada
vincente per recuperare
forza attrattiva.
CITTÀ DEL VATICANO
Il 16/07/05 il Papa ha no-
minato il salesiano belga
P. Albert Vanbuel, vesco-
vo di Kaga-Bandoro in
Centro Africa. P. Albert è
stato uno dei fondatori del-
la missione salesiana nel
Paese. Vi arrivò nel 1994
con l'incarico di direttore
della comunità e parroco
di una parrocchia tutta da
inventare. In breve tempo
riuscì a organizzarla in
modo tale che in breve
tempo divenne il punto di
riferimento delle altre par-
rocchie della città.
BS GENNAIO 2006

2.8 Page 18

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100 anni di Vangelo in India... Un vecchio
AMARCORD INDIANO
di Giovanni Eriman
Si chiamo Wenceslous
Leviticus Ropthrop. Ho
E' un vecchietto simpatico il si-
gnor Leviticus, il primo indiano
di etnia khasi che può vantare
_,
vissuto do/l'inizio
di aver fatto una tournée in Italia, in
l'avventuro salesiano
nell'Indio del Nordest.
occasione della canonizzazione di
Don Bosco nella piovosa Pasqua del
1934. Cent'anni fa, sei salesiani, gui-
Alcuni suoi dcordi e
dati da don Giorgio Tomatis, misero
piede in India nella zona di Bombay e
qualche cenno allo sbarco una quindicina di anni dopo un' altra
dei salesiani in Indio,
giusto 100 anni fa.
spedizione di 11 figli di Don Bosco, al
"comando" di don Mathias, si stabili-
rono a Shillong, allora poco più che un
villaggio. Leviticus aveva sei/sette an-
ni, e divenne uno dei p1imi allievi del
Don Bosco. imparò l'arte del fale-
gname. Così bene che fu scelto per in-
segna.ria a sua volta in quella stessa
scuola "il che mi permise di trasmette-
re il mestiere a centinaia di giovani",
dice ancora con malcelato orgoglio.
I Monsignor Mathias che ha
"nominato" principe il maestro
falegname Wenceslaus Leviticus
Rapthrap.
I Wenceslaus Leviticus Rapthrap,
davanti al monumento di
Don Bosco a Shillong.
GENNAIO 2006 BS
UN PO' DI STORIA
PERSONALE
L'ormai quasi centenaiio maestro
falegname naiTa volentieri la storia
pionieristica dei primi tempi salesia-
ni , paite della quale ha vissuto in pri-
ma persona. Ricorda con ammirazio-
ne mista a venerazione don Mathias,
don Foglia, don Vendrame, don Bo-
nardi , don Deponti e don Lyngdoh
che fu il primo indio di etnia khasi a
fai·si salesiano e diventare un dottis-
simo professore di teologia, cono-
sciuto in tutta l'India. A questi suoi
antichi amici e maestri, rimane lega-
to nel ricordo e continua a mostrare
tutta la sua riconoscenza a.i successo-
ri. Né si stanca di racconta.re il primo
grande avvenimento della sua vita
che considera quasi un miracolo: il
viaggio in Italia con don Mathias per
assistere a.Ila canonizzazione di Don
Bosco. Dalle foreste dell ' Assam calò
in un altro mondo, e non dimenticò
mai più quell 'esperienza. Per l' occa-
sione il direttore li volle (erano in
quattro) con il costume tradi zionale
della propria tribù. E Leviticus si
presentò con collare, turbante, cordo-
ni dorati, mantello ... Assomigliava a
un principe, anzi a un ma.hai·ajà - in
Italia conoscevano così i prìncipi in-
diani, grazie alle lettissime pagine
dei romanzi di Emilio Salgari - che
per la verità in Indi a non c'era mai
stato, b,enché scrivesse come se ci
fosse sempre viss uto-. Quel simpati-
co burlone di don Mathi as, che poi
fece una caJTiera folgorante, li pre-
sentò tra il serio e il faceto come
quattro prìncipi indiani. E non solo ai
pellegrini, ma addirittura a papa Pio
XI, e poi anche al Duce, che volle
informarsi della loro patria, dei loro
usi e costumi, della religione tribale,
della lingua. Non sapp iamo se il loro
scherzoso accompagnatore li presen-
tasse come rajà anche al Rettor Mag-
giore don Pietro Ricaldone, quel che
sappiamo è che da allora Leviticus
ebbe l'etichetta di principe india.no,
benché il nome ai·ieggiasse 1' ebraico
(ma in Israele i prìncipi più cono-
sciuti erano solo i malnati figli di
Erode!).
Oggi i ricordi del vecchio "princi-
pe" si concentrano, com' è ovvio, sul-
1' istituto che l'ospitò scolaro e ap-
prendista falegname per cinque anni

2.9 Page 19

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insegnante di etnia khasi ne ha vissuti novanta.
I Don Aurelio Maschio, uno
dei missionari più conosciuti
in assoluto.
di studio-lavoro-sport-teatro-musica-
messa-buonanotte: gli ingredienti ti-
pici del sistema educativo salesiano,
tutti ben armoruzzati, in modo da
fonnare un cocktail esplosivo di
"educazione". Era proprio questa
sorprendente mistura che impressio-
nava gli inglesi, allora governatori
dell ' India, soprattutto per i risultati
positivi, del tutto imprevisti. Leviti-
cus è sempre vissuto all'ombra di
Don Bosco (abita ancora a un passo
dal St. Anthony College in Don Bo-
sco Square), anche quando si sposò
nel 1939. Ne benedisse il matJ.imoruo
monsignor Stefano FetTando che era
succeduto a monsignor Mathias.
I SALESIANI IN INDIA
Egli sentì parlare spesso dei confra-
telli salesiani che una quindicina
d'anni prima che giungessero. a Shil-
long, erano già arrivati a Bombay,
avevano impiantato scuole e orfana-
tJ.·ofi a Tanjore e a Mylapore, dove
"facevano miracoli". E se è vero che
dalle due prime località dovettero riti-
rarsi dopo una ventina d ' anni di suc-
cessi, è anche vero che la loro espan-
sione continuò senza altre intetTuzio-
ni , e continua ancora. Nei primi tem-
pi , alcuni salesiani di Shillong erano
stati tJ.·asferiti a Tanjore e/o Mylapore,
come il padre Hauber, mentre altri da
quelle case erano approdati a Shillog,
come il padre Mora. Questi sposta-
menti di personale permisero al gio-
vane Leviticus di conoscere la storia
dei primi tempi della congregazione
salesiana in India. Egli racconta, am-
mirato, che molti di quei primi sale-
sia.1ù divennero famosi, come il suo
indimenticabile don Mathias p1ima
fatto Nunzio apostolico dell' Assam,
poi vescovo di Shillong, quindi arci-
vescovo di Madras, o come don Ste-
fano Ferrando succeduto a monsignor
Mathias a Shillong; o don Eugenio
Menderlet, a sua volta nominato arci-
vescovo di Madras, e don Mariasel-
vam vescovo di Vellore. Degli altri
grandissimi, il cui nome è legato a
opere e azioni mirabili, come don
Aurelio Maschio conosciuto in tutto
il mondo, don Convertini di cui è ad-
dirittura in corso la causa di beatifica-
zione, don Careno, poeta, musicista,
divulgatore scientifico, don Pianazzi,
divenuto consigliere generale, don
Vendrame, don Alessi ... ecc. nomi
che hanno fatto la storia della congre-
gazione in India.
Un'epopea vera e propria quella
dei figli di Don Bosco in quella che
più che una nazione è un continente:
da due piccoli semi (sei missionari la
I
Don Giorgio Tomatis , il primo
missionario salesiano ad aver
messo piede in India.
IRitratto di don Francesco
Convertini di Cosimo Musio. Di lui,
uno dei più grandi missionari
salesiani in India, è stata
introdotta la causa
di beatificazione.
prima spedizione nel 1906 e 11 la se-
conda nel l922), hanno costJ.·uito un
"impero" del bene. Oggi sono circa
2560 salesiani, divisi in nove ispetto-
rie, e costituiscono ormai la seconda
forza della congregazione dopo l'Ita-
lia. Gestiscono scuole umanistiche e
tecniche di altissimo livello, centri di
orientamento, università (il St. An-
thony College di Sbillong è il primo
collegio universitario del mondo sa-
lesiano, dove hanno studiato anche
alcuni ministJ.·i dello Stato e perfino
un Primo Ministro), case-famiglia,
lebbrosari, chiese, case editrici, cen-
tri di comunicazione sociale, dispen-
sari, cliruche, ospizi, centJ.·i di riabili-
tazione e di alfabetizzazione, opere
assistenziali, pa1Tocchie, oratori, san-
tuari (come quello di Bande!, cono-
sciuto anche fuo1i dell'India) . .. È
una realtà· tuttora in crescita esplosi-
va, al contJ.·ario di quanto capita in
Occidente.
GRAZIE A LEVITICUS
Di tutto questo Leviticus è orgo-
glioso, ne ringrazia il cielo e prega
perché l' espans.ione continui. E co-
sciente che il miliardo di indiaru suoi
connazionali abbia sempre più biso-
gno di Don Bosco, del suo sistema
preventivo, della sua capacità di ac-
coglienza, del suo metodo di lavoro,
del suo stile pastorale. Grazie anche
al caro vecchietto quasi centenaiio, la
cui testimoruanza di professionalità,
di onestà, di cristianesimo convinto
portano l'impronta del "padre e mae-
stro della gioventù".
BS GENNAIO 2006

2.10 Page 20

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I salesiani in Thailandia: una lunga storia
DON BOSCO THAI
di Giancarlo Manieri
Tra le mille vicende, lo
storia di Don Bosco in terra
thai assume i risvolti di
un'owenturo. Don Battista
Personeni racconto con
gusto gli inizi e lo lento, o
volte faticoso espansione,
non privo di contrasti
spesso anche duri.
''Don,qu~fta} orm~i la tu<:
terra... . Proprio cosi.
L'amo quanto la mia
Clanezza!" . Si stava tornando verso il
"Dori Bosco Technical School", dopo
la visita al centro di Bangkok. "Imma-
gino che conosca bene la storia dei
salesiani!" . "Ci mancherebbe pure
che non la conoscessi! Sono in Thai-
landia dagli anni Sessanta". "Allora,
comincia a raccontare!". Cominciò,
non senza infiorare il suo dire con
qualche barzelletta che magari c' en-
t.rava poco con la stori a, ma gli veniva
in mente a causa di una parola, un
cenno, un ricordo, un nome di perso-
na... I salesiani misero piede nel "Pae-
se degli uomini liberi" il 27 agosto
1927. Erano in due, don Giovanni Ca-
setta e il chierico Giorgio Bainot-
ti , pro venienti da Macao. Furono gli
apripi sta, qu ando la Thailandia si
chiamava ancora Siam. II 25 ottobre
dello stesso anno arrivarono in 20 de-
stinati all a mi ssione di Ratchaburi , un
centinaio di km a sud di Bangkok, e il
17 dicembre altri 6 da Torino. Il quar-
to gruppo arrivò l' anno dopo, e anche
stavolta erano in 20. La grande mag-
gioranza dell ' intero "contingente" era
costituita da giovani in fo rmazione.
"Così, l'occupazione era completata",
conclu se soddisfatto don Battista.
VICENDE
La prima missione fu Bangnok-
khuek. I salesiani vi furono chiamati a
GENNAIO 2 006 BS
Don Casetta, il primo salesiano
a mettere piede in Thailandia e il primo ispettore.
sostituire i pad.ri delle Missioni Estere
cli Parigi. " ]I 8 mila km2 di territorio,
due milioni e mezza di abitanti, 6600
cristiani", snocciolò a memoria il mio
mentore. L' ispettoria Thai fu creata
nel 1937 e superiore venne designato
don Giovanni Casetta, il primo sale-
siano che mise piede in Thailandia.
"Però noi volevamo una casa a
Bangkok", disse don Personeni con
una certa passione. A dir la verità un
piecl-à-terre ce l' avevano. Fin dal
1927 avevano comprato in via Sala-
deng la villetta di un certo dott. Gaietti
che se ne tornava in Itali a. Nel 1939,
trasfo rmata in casa di accoglienza, vi
fu ro no trasferiti gli uffici ispettoriali.
Negli anni dell a guerra d' Indocina, di-
venne una specie di teni torio fra nco
dove s' incontravano giapponesi e in-
glesi, francesi e thailandesi, autorità
civili e religiose, imprendit01i e com-
pagnie commerciali .. . Quando, nel
1945, di venne direttore don Mario
Ruzzeddu , il sogno di una scuola per
gli orfani e i pove1i si concretizzò. Do-
po molto cercare, infatti, furon o affit-
tati 25 rai (più o meno ettari) di terre-
no con dei caseggiati già pronti sul-
la strada di Vitthoyou. S' ini ziò subito
con sarti , meccanici e falegnami .
Quando, in maggio, arrivarono i mac-
chinari della sta mperia di Ban-
gnokkhuek, partì anche quell' attività.
- Le bancarelle di via New Petchburi.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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che ha ottant'anni e molti risvolti.
Il grande laboratorio di meccanica
del "Don Bosco Technical School".
Il collegio "San Domenico Savio"
della capitale, ospita intorno ai 2000 alunni.
Ma il proprietario poco dopo mise in
vendita il te1Teno e i salesiani dovette-
ro spostarsi in via Ruam Ciai non po-
tendo sostenere l'enorme spesa per ac-
quistarlo. Da allora fu un crescendo
che non si fermò nemmeno quando il
Municipio di Bangkok tagliò in due la
proprietà face ndoci passare in mezzo
la strada New Petchburi.
LE DUE OPERE
DI PETCHBURI
"Come compenso per aver accetta-
to senza porre ostacoli l'esproprio di
una parte della proprietà per farv i
passare la strada ci diedero due mi-
lioni di baht!". "Cioè?". "40 mila eu-
ro, che vennero utilizzati per ricollo-
care i laboratori e per costruire di là
della strada, l 'edificio che vedi". "Il
San Domenico Savio?". "Precisa-
mente!". Per un 'opera così grande,
tre piani per circa duemila ragazzi, è
stato necessario anche l'aiuto occi-
dentale, il ricavato dell a vendita di
Saladeng alle FMA, e donazioni di
benefattori . Mancava ancora la chie-
sa, ma presto se ne iniziò la costru-
zione, e poté essere inaugurata nel
1963 : una gran bella chiesa che ha
assistito allo sviluppo vertiginoso del
quartiere sulla via New Petchburi, di-
venuta man mano un 'arteria frequen-
tatissima e uno snodo commerciale di
prim'ordine. Ai due lati della strada,
prospera una fiera di bancarelle, so-
prattutto alimentari, che offrono ogni
sorta di gustosità thai, vermi fritti
compresi. Per tutto il giorno e gran
parte della notte la strada profuma
di ... cucina. Fornelletti di tutte le fog-
ge sono sempre in funzione e bollo-
no, friggono, rosolano, scaldano ... ma
soprattutto riempiono l'olfatto di ri-
chiami invitanti. "Battista, sembra
che in questa città l'unica occupazio-
ne sia il mangiare!". "E ti pare poco ?
Viviamo in mezza a un popolo felice
di vivere che cerca di non farsi man-
car nulla. Certo, non tutto fila liscio,
ma tu conosci qualche paese dove
tutto fili liscio?". Domanda retorica.
Era ovvio che questo paradiso non lo
conoscessi, dal momento che non po-
teva esistere.
GUIZZO ...
ALLA PERSONENI
Stavamo percorrendo a piedi la
New Petchburi, e don Battista non fi-
ni va più di raccontare. Non dimenti-
cava nessuno dei grandi salesiani del
passato e del presente. Solo di lui non
parlava, eppure sapevo che era stato
tra i protagonisti in anni difficili.
Raccontava di direttori che avevano
dato un forte impulso, di coadiutori
che avevano organizzato i laboratori
secondo le tecniche più avanzate,
nan-ava di visite di ministri, di prìnci-
pi , di nobildonne, e addirittura di re,
come Baldovino del Belgio e lo stes-
so sovrano della Thailandia.. . A un
certo punto si fermò. Di colpo. Era-
vamo davanti a una bancarella dai cui
fornelli emanava un accattivante odo-
re di frittura di pesce. Ma lui non
guardava il pesce, si beava del!' o-
dore del fritto, stava invece fissando
un vecchietto che, estraneo a tutto,
sbocconcellava un tozzo di pane (era
pane?) con qualcos 'altro che non riu-
scii a identificare, lo sguardo perso e
vuoto, una faccia da fa nciullo e un
son-iso fisso, u n po' ebete. Faceva te-
nerezza. Battista s'avvicinò, gli sus-
surrò qualcosa in thai , gli fece una
carezza, gli allungò qualche spiccio-
lo, poi senza introduzioni attaccò:
"La sai quella della creazione? Te la
dico io. Quando creò gli esseri viventi
Dio, per esser giusto, assegnò 30 an-
ni di vita indiscriminatamente a tutte
le creature. Gli si avvicinò il bue: Si-
gnore, mi costringi, dunque, a tirare
l'aratro per trent'anni tra gli imprope-
ri e le frustate del padrone? Non mi
va! Mi bastano 10 anni. Fammi que-
sto regalo. L'uomo vicino sentì e
intervenne: Dalli a me gli anni che ri-
fiuta il bue. Così sia! disse Dio. Ma
ecco subito il cane: Signore, 30 anni
a far la guardia incatenato in un gu-
scio da tartaruga, o a seguire i capric-
ci del padrone e subire le sue sfuria-
te? Anch ' io rinuncio volentieri a 20
anni. E l'uomo: Posso prendere anche
quelli , Signore? Così sia! sentenziò il
Signore. Intervenne allora la scim-
mia: Anche per me sono troppi 30
anni di smodie, a far la scema da un
albero all'altro. Ne bastano 10 anche
a me. L 'ingordigia dell 'uomo chiese
anche i 20 della scimmia. .. e così
egli vive da uomo fino a 30 anni, la-
vora com.e un bue fino ai 50, fa la
guardia ai nipoti fino a 70 e... vive
da scimunito gli ultimi 20 anni!".
(continua)
(Servizio fotografico dell'autore)
BS GENNAIO 2006

3.2 Page 22

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lettera ,
ai giovani
UN INTERROGA
"A che serve?" Sarà l'interrogativo che ci accom-
pagnerà durante tutto quest'anno. A partire da
gennaio, mettendo un interrogativo proprio su ciò
che più comunemente si fa in que,sti primi giorni
del nuovo anno: il farsi gli auguri. E buona costu-
manza. Ma se si tratta di buona educazione, pun-
to e basta, farsi gli auguri non produce alcun ef-
fetto pratico e non riempie il cuore. Lo stesso ra -
gionamento possiamo fare ad esempio quando
parliamo di virtù ... A che serve la fedeltà, a che
serve la carità, a che serve la speranza, a che ser-
ve la pietà, a che serve la purezza, a che serve la
bontà, a che serve il pudore, a che serve l'one-
stà'?.. .
Cercherò, nel corso di quest'anno di dare corpo a
qualche virtù magari un po' "negletta" cercando di
mostrarne l'indispensabilità per l'uomo.
~ invisibile et
· depressione.
E devastante
'vità e fo rza.
È un veleno: a
ti porta in vie
uscita.
Quante volte
esta musica
a casa, in ufficio, a scuola.
Da grandi e oon.
L'ho sentita
to
nei momenti
sione nera, di emotività,
~i passività psicologica .
E una nota stonata.
Non porta armonia.
Proprio per questo ti dico di cuore:
BUON ANNO!
BUON 2006.
Carlo Terra neo
Carissimo/a,
a che serve ...'?
Voglio dire, a che serve scrivere, farsi tanti auguri
se ...
A che servono gli amici se ...
Il "se", come puoi comprendere, nasconde la delu-
sione, il fallimento.
A che serve la vita se,
sul più bello, Dio mi porta via un figlio'?
A che serve amare
se poi sono trad~ta e messa da parte'?
Non è una litania e tanto meno - data la circo-
stanza dell'anno nuovo - un pacco dono.
Così impostato l'interrogativo è un virus difficile
da debellare.
È un nemico temibile.
GENNAIO 2006 IJS

3.3 Page 23

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••••••••••••••
I salesiani sono nella Repubblica Ceca e in particolare
a Praga da quasi settant'anni, precisamente dal 1937,
ma i primi ci avevano messo piede già nel '36. ~
Hanno sempre sognato di consolidare
la loro presenza con una editrice...
Efinalmente arrivò il Portai.
, ..........•.........
•••••••••••••••••••••••••••
INSERTO
CULTURA
ILPORTAL
APRE IL FUTURO
di Josef Beranek
•••••••••••••••
I salesiani della Repubblica Ceca si sono aperti alla comunicazione
con la fondazione del Portai. // vocabolo significa per l'appunto porta.
Una breve storia di questa impresa di comunicazione sociale evidenzierà
gli sforzi dei figli di Don Bosco per essere fedeli al loro fondatore.
•••
Il nuovo edificio del Porta i
entrato in funzione nel 2005.
••
•••••
'••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • IJS GENNAIO 2006 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
,
or a
Lo stand dell'editrice durante la fiera dei libri del 2005.
••••••••••
rovatka tra i laici - avevano co l- pietra dell a casa ed itrice salesia-
tivato l' idea di poter arrivare a na che ogg i prospera a Praga . A
un a ri vista cri sti ana principa l- questa prim a redaz ione partec i-
mente rivo lta ai giovani , che fos- parono come anche due sacer-
se indipendente dal fe rreo co n- doti che po i divennero vescovi,
trollo del reg ime, il quale non don Vac lav Ma ly e don Karel
so lo faceva profess ione di ate i- Herbst. Furono prop ri o queste
smo ma lo insegnava add irittura persone che diedero al Portai la
in scuo le e università. In effetti, sua prima co nfi guraz ione e ne
due anni prima dell a rivo luzione stil arono gli scopi : cioè un a forte
di "Velluto" ess i riu sc irono a sensibilità verso le necess ità del-
pubbli ca re clandestin amente i la gente più bi sognosa e un al-
primi numeri dell a rivi sta. Q ue- trettanto fo rte impegno verso la
sta sa miz dat (sam = auto e gosiz- mi ss ione cri stiana oltre a uno sti-
da t ed izione statale, cioè ediz io- le di lavoro profess ionale che
ne senza editore) uscì con il tito- tutt' oggi qualifica l' editri ce.
lo A D Magazin, e pu ò essere
senz'altro considerata la prim a INCOMINCIA L'ATTIVITÀ
••
La stori a del Portai ini zia in
maniera sorprendente. Si
può pa ragonare all a stori a di
Il prim o libro ed ito non poteva
che essere una biografia di sa n
Giovann i Bosco, che ebbe un
due genitori che per lunghi anni
buon successo e tutto faceva pre-
hanno atteso che veni sse all a lu-
sag ire che potesse continu are. In-
ce il loro ba mbino, e quando fi-
vece, l' interesse del pubblico per
na lmente è giunto, la gioia per
l'ed itoria cristiano/catto lica in
quell a nasc ita è inco ntenibil e. La
breve tempo d iminuì sensi bil-
casa ed itri ce Portai- è nata, infat-
mente. Il motivo non era difficile
ti , nell a Rep ubblica Ceca, dopo
da arguire: l'edu cazione comuni-
la caduta de l governo comuni sta
sta basata sull 'ate ismo di Stato
risalente al 199 0. M a l' idea di
cominciava a dare i suo i amari
una casa ed itrice i sa les iani la
frutti. Non c' era posto nell a so-
co ltivavano già da tempo. Per
cietà comuni sta per i valori cri-
molti anni di seguito alcuni sa-
sti ani . Nel 199 2 il direttore Jindi"i-
cerdoti sa les iani ass ieme ad altri
co ll aboratori laici - citiamo du e
su tutti : don Jaroslav Kopec ky tra
i preti . e il signor Jindi"ich Si-
I L'ex ispettore di Praga Jan
Komàrek con l'attuale direttore
dell'editrice salesiana, Jaroslav
Kuchaì'.
ch Sirovatka e i suoi co ll eghi del-
la redaz ione cercarono di reagire
con tempismo, prim a che fosse
troppo ta rdi, e pubbli carono li bri
• • GENNAIO 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
L'antico edificio del Portai di Praga.
Lo smantellamento del vecchio edificio per ricostruire
il nuovo.
••••
MAZIONE 3/8 (anche questo testa, quando non li superano, ai
mensile, rivolto a maestri e mae- profession isti che operano nel
stre d'asi lo e agli operatori dei medesimo campo in altre grandi
giard in i di infanzia); DETI A MY editrici. Dell'impresa sa lesiana
(mensile, pensato per i genitori); sono ampiamente soddisfatti i ge-
PSYCHOLOGY TODAY (mensile nitori, gli insegnanti e i pastori
per professionisti) e UNIVERSUM delle chiese cristiane della Re-
(mensi le per i cristian i intellettua- pubb lica Ceca.
li). Come supporto all a diffusione
e vendita di tali prodotti, sono Cl SONO ANCHE LE SPINE
state approntate tre li brerie in tre
grandi città della Repubblica . L' E- Naturalmente lo sviluppo del
ditrice, tuttavia, ha anche una Portai non ha sempre trovato la
produzione decisamente sostan- strada lisc ia e senza ostacoli. Nei
ziosa che riguarda la stampa di li- suoi primi cinq ue anni di vita,
bri. Pubblica, infatti, circa cento l'azienda crebbe tanto rapida-
nuovi libri all 'anno, e produce mente che si trovò in cr isi per
Il caporedattore Zdenek Jancarfk
e la sua segretaria.
più di settanta ristampe. C'è dari- mancanza di finanziamenti. li
levare un aspetto importante: l'e- mercato era saturo e la pubblica-
ditrice Portai non si perde nel la zione di altri prodotti librari si
pubblicazione di novell e rosa, o presentava come un grosso ri-
di argomento pedagogico/educa- di libri da cucina, o di vecchi rac- schio. Tuttavia, il produrre solo
tivo che furbamente non avevano conti comici et similia, allo scopo poch i li bri sarebbe stato ancor
una linea dichiaratamente cristia- di far soldi. No, questo non è tra i più dannoso. Non solo. Una o
na, ma presentavano gli argomen- suo i scopi. Tutto ciò che sforna due pubblicazioni sbagli ate sa-
ti con un linguaggio moderno, (guide, libri di giochi, quaderni di rebbero bastate per condurre al
accattivante e qu alifi cato . Ebbero tutti i tipi, libri utili per gli opera- fa llimento . Proprio questa è stata
subito un successo che andò oltre tori che prestano servizio in opere la ragione per cui la direzione
ogni aspettativa. L' idea, insomma, socia li, volumi di spiritualità, in- de ll 'impresa, assieme ai superiori
si rivelò vincente proprio e so- terviste a personaggi di grido, pic- sales iani, decise di prendere in
prattutto perché i temi trattati era-
no di grande attualità: educaz io-
ne, pedagogia, psicologia, soc io-
logia, ecc. e segnarono lo svi lu p-
cole storie provenienti da culture
differenti, ecc.) sono di qualità
garantita . Detto con una punta di
soddisfaz ione - ma è la pura ve-
seria considerazione l'offerta di
una grossa casa ed itrice austriaca
di acquista re il Portai. Correva
l'anno 1997. Prima che questa
.
••••
po dell a casa ed itrice.
rità - il Portai si configura come trattativa arrivasse in porto, i sale-
una delle circa trenta ed itrici che siani cechi si recarono a Rom a
GLI OBIETTIVI OGGI
va nno per la maggiore e che per sottoporre la cosa ai superiori
emerge fra un migliaio di altri dell a congregaz ione. Ma il Con-
Oggi il Pqrtal ed ita cinque rivi- soggetti operanti nel campo della siglio Generale bloccò la vendi-
ste: AD SPECIAL (bimestrale diret- produzione cartacea. Al Porta i la- ta. A tutta prima la cosa lasciò
to ai giovan i cri stiani); INFOR- vorano professionisti che tengono perp less i: perché impedire la ces-
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2006 • •

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•••••••••••••••••• ,----,---,:-:---:-------•••••••••••••••••••••••••=-=••~~==••===••===••==:....:..:=••===••-=••===••===••~••·••••
Operatori e dirigenti del Portai presenti alla fiera
di Praga del 2005.
Il pullmino per la distribuzione
con il distributore Jan Kubanek.
si one di un'az ienda in bi lico tra
un drasti co ridimensionamento e
un devasta nte fa ll imento, quando
c'erano tanti che avrebbero vol u-
to acqu istarl a? li fatto è che il
Consigli o Genera le vide nel Por-
tal un si mbo lo dell a rinascita sa-
lesiana dopo il comun ismo, e
prese la dec isione di supportare
l'editri ce con finanz iamenti ade-
guati . C'è da dire che meno del
10% dell a produz ione del Portai
è apertamente cristi ana e cattoli-
ca, anche perché - occorre ag-
giungerl o per chi arifica re questa
scelta - la maggior parte deg li in-
.•••••••••••••
segnanti cechi non sono in grado
di percepire la differe nza tra il
cattolices imo e le sette. Per trop-
pi anni la psicologia è stata con-
siderata una peri co losa sc ienza
borghese: così era qualificata dal-
la propaganda stata le "Con l'at-
mosfera che regna nel nostro de-
solato Paese - scri sse il fa moso
giornali sta cattolico Petr Pì'ioda -
noi non dobbiamo sostenere uni-
camente i valori cristiani, ma an-
ne degli orientamenti quando si
programma la prod uzi.one e si
scelgono i tito li da stampare. Al
meeting dei sa lesiani della Re-
che sottolinea re con va lidi argo- pubb lica Ceca egli affermò con
menti che tali valori sono prima decisione: "Mi sembra che la
di tutto umani e morali" . Q uesta priorità per la nostra editrice, ol-
è anche l' idea programmatica del tre alla formaz ione di buoni cri-
nuovo di rettore generale, il sa le- stiani e onesti cittadini, sia da ri-
siano Jaros lav Ku chaì'. li carattere cercarsi in una educazione de-
sa les iano dell'ed itri ce si dimostra gna di rispetto che privilegi la tol-
principalmente ne llo sti le del le lera nza e solleciti la creatività
relazioni sia intern e sia estern e, professionale. Questo esigono i
nell a simpati a e nell a considera- tem pi".
zione reciproca, nell a condivisio-
Josef Beranek
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
- - - --==-==========;;;:,J :
• • GENNAIO 2 006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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SILVANA,
IL CORAGGIO
DELLE
SCALATE
Un po' introversa e a
tratti irriverente, la gio-
vane Silvana Agosti -
che nasce il 4 giugno 1930 - è
però chiamata a scalare le vet-
te più alte ... quando si dice
che le vie del Signore sono in-
finite! La piccola non viene al-
la luce sotto una buona stella:
perde infatti dapprima il padre,
poi anche la madre, divenuta
fragilissima a causa della mor-
te del marito e di una vita che
ogni giorno si faceva più sten-
tata anche a causa dello scop-
pio della guerra. Silvana, affi-
data allo zio che sarà suo tuto-
re, non è animata da quello
smalto di colori, profumi, sen-
sazioni che riecheggiano come
grida da un monte all'altro ne-
gli anni d' oro della giovinez-
za, ma spegne quasi ogni luce
attorno a per chiudersi nel
buio della sua stanza dei ricor-
di e della nostalgia.
C'è però chi è in grado
di far tintinnare quel campa-
nellino di vita che è rimasto lì
da qualche parte nell'attesa di
chi sappia farlo suonare; Sil-
vana, infatti, ormai da qualche
tempo in collegio a Ulzio,
presso l'istituto delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, mette a du-
ra prova la volontà e la pa-
zienza delle sue compagne di
studio rendendosi spesso in-
sofferente alla loro presenza.
Ma non stinge neanche un po'
la determinazione della diret-
trice che con instancabile virtù
materna cura le ferite della
giovane, schiudendola di nuo-
vo lentamente alla vita. Sco-
perta la straordinarietà dell' e-
sistenza nella gioia, è poi uno
snocciolarsi di inaspettate e
insperate qualità: adesso è la
prima nelle attività ricreative
ed eccelle nella preparazione
scolastica, facendo dono di
anche alle altre allieve. L' ag-
ghiacciante teatro della guer-
ra, che semina terrore e morte,
sembra perdersi nella tranquil-
lità del collegio, avvolto dal
morbido candore delle cime
innevate e riscaldate dai cori
delle giovani collegiali che
ora si arricchiscono della voce
di Silvana.
Toccate le corde dell'a-
more (quello vero!), comincia
a farsi strada un'idea: quella di
dedicarsi completamente e in-
teramente alla vita religiosa,
pur nella consapevolezza delle
resistenze che dovrà incontra-
re; l'arcigno zio, suo tutore,
cerca di dissuaderla mettendo-
la di fronte allo "scintillio"
dell'eredità che l'aspetta, ma
niente per lei brilla ormai di
più della luce di Dio. La sua
predisposizione al "sì" si è fat-
ta, con il tempo, granitica e
non si piega neppure .di fronte
ai più umili servizi che, al con-
trario, intraprende con slancio
Silvana Agosti (1930-1946)
e fervore alimentati dalla pre-
ghiera e dall'appuntamento
quotidiano con Gesù che si fa
Eucaristia. Ma qualcuno chia-
ma dall'alto e nei momenti di
sofferenza che precedono la
morte il suo ripetere "Deus
meus et omnia", diviene l'ar-
ma che si fa salvezza dell'ani-
ma. Colpita da difterite è tra-
sportata d'urgenza in ospedale
seguita dalla madre ispettrice,
la quale le domanda: "Silvana,
che cosa dobbiamo chiedere
per te"? E lei: "Che io sappia
fare bene la volontà di D.io".
Chiede di poter ricevere i voti,
richiesta che le viene accorda-
ta e che pronuncia tra fatica e
gioia, quando Dio alle ore 17
di venerdì 1° febbraio la chia-
ma a sé.
O
BS GENNAIO 2006

3.8 Page 28

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Le Figlie di Maria Ausiliatrice di Cerignola
UNACASA
CONTRO IL DISAGIO
di Maria Antonia Chinello
Frequentatori del "Punto Giovane".
// Punto Giovane
de/l'Oratorio Centro
Giovanile di Cerignola ha
solo un anno di v!la.
La sua apertura la si deve
alla tenacia degli stessi
giovani, che hanno
restaurato da soli l'ex pista
di pattinaggio in disuso da
tempo.
Or~ è punto d'incontro/
di attività ricreative e
formative/ aperto a tutte
le ore/ soprattutto serali
e notturne.
E ra il 22 novembre 2004. Nel-
1' aria l'entusiasmo era pal-
pabile, sembrava di poterlo
tagliare a fette.
Il Punto Giovane veniva inaugu-
rato, dopo circa un mese e mezzo
di duro lavoro da parte dei giovani
del quartiere, che avevano rimesso
a nuovo i locali. Alla cerimonia di
apertura, c'erano il sindaco di Ce-
rignola, Antonio Giannatempo, il
consigliere provinciale e alcuni
consiglieri comunali.
Il sindaco, nel suo intervento, ha
sottolineato e lodato più volte l' o-
pera che da sempre le Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice svolgono sul ter-
ritorio e in particolare nel quartiere
a rischio, dove è' ubicato l'istituto.
Anche suor Mariella D'Ippolito,
animatrice della comunità, ha 1in-
GENNA10 2006 BS
graziato le autorità presenti, so-
prattutto perché, ancora una volta,
si sono mostrate sensibili ai pro-
blemi del disagio giovanile, evi-
denziato dalla mancanza di struttu-
re idonee per il recupero dei giova-
ni in questo quartiere.
Accanto ai ragazzi e alle ragazze
del quartiere, si sono affiancati
cooperatori, exallieve, genitori e
animatori. Insieme con suor Maria
Grazia Rizzo, responsabile del-
1' Oratorio Centro Giovanile, han-
no contribuito anche con aiuti eco-
nomici a lanciare e a far cammina-
re questa scommessa e promessa di
vita giovanile. La finalità è chiara,
stampata sui fogli del progetto, ma
ancora di più nella mente e nelle
scelte educative che la reggono:
costituire un luogo di riferimento,
di accoglienza e di ritrovo per tutti
i giovani che vivono senza modelli
di vita, trovandosi molte volte in
balia della delinquenza minorile.
Tutta la comunità educante, perciò,
si propone di aiutare ed educare tali
giovani nello stile salesiano, conti-
nuando l' opera di Don Bosco e at-
tuando gradualmente un progetto
formativo su misura.
OLTRE I SEGNI
DELL'EVIDENZA
Cerignola è una cittadina in pro-
vincia di Foggia, ai margini del Ta-
voliere delle Puglie. È un impor-
tante nodo di comunicazioni stra-
dali e uno dei maggiori centri agri-
coli della regione; alla sua attività
intensa rurale sono collegate effi-

3.9 Page 29

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di Puglia hanno inaugurato il "Punto Giovane".
cienti industrie alimentari. Nono-
stante queste premesse, è sempre
risultata una città ad alto rischio
giovanile. C'è da sottolineare, tra
gli altri, il fenomeno preoccupante
delle bande minorili, dedite ai furti
di auto da destinare al mercato dei
pezzi di ricambio o al traffico con i
paesi dell'Est europeo. Il tasso di
dispersione scolastica nell ' intera
città è molto alto, ma nel quartie-
re dove operano le Figlie di Maria
Ausiliatrice raggiunge il picco
maggiore. A questo si aggiunge la
totale mancanza di punti di aggre-
gazione giovanili e di centri per il
recupero e la prevenzione.
Il progetto educativo del Punto
Giovane è il risultato di un lavoro
di studio e riflessione di una com-
missione appositamente formatasi
tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, i
cooperatori, le exallieve, gli inse-
gnanti e gli animatori dell' Oratorio
Centro Giovanile.
Scegliendo di aprire un tale spa-
zio di aggregazione, ci si mette a
La cattedrale.
disposizione del territorio e della
Chiesa locale per un ' azione pre-
ventiva a favore di adolescenti e
giovani che vivono ai margini del-
la legali tà, per strapparli alla stra-
da, attraverso azioni integrate con
la scuola e con le famiglie, e per
stimolare e sostenere la loro inte-
grazione nel tessuto sociale e l' in-
serimento graduale nel mondo del
lavoro.
Il grande orizzonte entro cui si
situa, giorno dopo giorno, la rispo-
sta della comunità fm a e dei giova-
ni stessi, è la prevenzione della
marginalità giovanile, attraverso
una -serie di azioni volte a promuo-
vere competenze sociali di base
quali l'autonomia, la collaborazio-
ne, la comunicazione, nonché la
crescita personale, rafforzando
l'autostima e promuovendo atteg-
giamenti positivi con le persone e
con l' ambiente.
UN PO' DI STORIA
«L' idea del Punto Giovane - ri-
corda suor Maria Grazia Rizzo - è
nata attorno a un tavolo di calcetto,
in modo quasi casuale. Un gruppo
di loro frequentava sporadicamente
l'oratorio, e il punto di ritrovo era
proprio un vecchio "calcio balilla",
che aveva come unico pregio il co-
sto dei gettoni di molto inferiore a
quello delle sale giochi . I ragazzi
avevano tutti dai 14 ai 20 anni e ci
siamo· subito rese conto che poteva
essere un ' occasione d' oro per ag-
ganciare, attraverso di loro, anche
gli altri del quartiere che non ave-
vano e non hanno punti di riferi-
mento adatti.
Pur con numerose difficoltà dal
punto di vista organizzativo e di ri-
sorse, cominciammo ad accoglierli
tutti i giorni dalle ore 18 alle 22.
Non fu semplice all'inizio instau-
rare un qualsiasi tipo di dialogo,
ma gradualmente cominciarono a
sentire come loro quella stanzetta
che ormai avevamo adibito a uso e
consumo».
Ma non è tutto facile. Il chiasso
dei "ragazzi del calcetto" disturba-
va gli incontri formativi di quelli
che frequentavano il Centro Giova-
Il paese delle olive.
nile; e anche chi voleva intrattener-
si qualche minuto in pt'eghiera nel-
la vicina cappelJa, non trovava fa-
cile il raccoglimento. Il loro giro-
vagare, inoltre, per i corridoi della
casa e tutto il resto fecero nascere
la necessità di un luogo in cui po-
tessero sentirsi di casa.
«Dopo aver riflettuto a lungo -
continua suor Mariella D'Ippolito
- l'attenzione cadde su una ex-pi-
sta di pattinaggio coperta, ormai
in disuso da qualche anno. Il loca-
le era spazioso e, a prima vista,
adatto ma quasi fatiscente, e ne-
cessitava di una ristrutturazione. I
ragazzi, messi al corrente della
necessità di risistemare gli am-
bienti e, soprattutto, delle diffi-
coltà a li vello economico, con no-
stra grande sorpresa, ma con al-
trettanta gioia, si sono offerti
spontaneamente di riordinarla. In
fondo, sono del mestiere. Infatti,
molti di loro sono apprendisti mu-
ratori o piastrellisti». La storia è
poi quella di oggi: in due mesi i
ragazzi hanno dato prova di gran-
de disponibilità e tanto sacrificio.
Appena terminato il loro lavoro,
nel primo pomeriggio, li trovavi
là, nella "loro" casa a lavorare ...
Instancabili. Oggi, come allora, i
giovani sono i primi protagonisti
del Punto Giovane: una risposta
concreta al disagio e a chi scrolla
la testa davanti ai giovani. Se si
vuole, si può. Insieme, poi è anco-
ra meglio!
D
BS GENNAIO 2006

3.10 Page 30

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GLI SPAZI DELLA
GLOBALIZZAZIONE
Flussi finanziari,
migrazioni e
trasferimento
di tecnologie
a cura di
Fabio M. Parenti
Diabasis, Reggio Emilia
2004, pp. 236
Il libro spiega la globaliz-
zazione nella complessa
dinamicità dei suoi in-
trecci , nelle geografie
che interroga, da un ta-
glio particolare. Una pre-
messa definisce lo spa-
zio della globalizzazione
come il luogo per l'inte-
razione fra la dinamica
degli spazi abitati dagli
uomini e la dinamica dei
flussi economici e politi-
ci. Si analizzano i movi -
menti di capitali fino alla
venuta dell'euro . Si de-
scrivono le nuove migra-
zioni internazionali, con
un'attenzione particola-
re all 'Italia e le proble-
matiche che questo com-
porta. Si descrive, infi-
ne, la globalizzazione in
rapporto all'espansione
delle nuove tecnologie
che l'open source (il mo-
vimento internazionale
per il software libero) ri-
vendica come accesso
di tutti alla conoscenza ,
a costo zero.
GENNA IO 2006 BS
~
g~~TIDIANA
CREDERE. A CHI?
VITA DA VITA
365 LUCI
CHE COSA? PERCHÉ? Riflessioni sul vangelo SULL'EUCARISTIA
Percorsi di catechesi
di Paolo Spoladore
a cura di suor Emanuela
per adulti, catecumeni, Usiogope Ed., Padova
della Trinità e
fidanzati
2005 , pp. 296
Marino Gobbin
a cura del Catecumenato
ELLEDICI , Leumann (To)
di Montréal
1f- ELLEDICI, Leumann (To)
. 2004 , pp. 400
2005, pp. 208
Le pagine di questo libro
offrono per i 365 giorni del-
Il sussidio offre una propo-
l'anno alcune riflessioni di
sta articolata, agile, attiva
vari autori che guidano il
per promuovere e ap-
lettore nel cammino della
profqndire una fede "adul-
riscoperta della Presenza
ta". E indirizzato agli adulti
di Cristo nel Sacramento ,
che iniziano (o riscoprono)
donata dall'amore di un
il loro cammino di credenti.
Dio che si fa cibo e bevan-
Si tratta tanto di un primo
da. Si delinea per il cre-
approccio che mira a so-
dente un camm ino quoti-
stenere la professione di
diano con Cristo al seguito
fede battesimale che risuo-
·di santi e di sicuri maestri
nerà nella Veglia pasquale.
di fede , persone che han-
Il contenuto delle schede è
no fatto l'esperienza viva
in linea con le tappe del
del Grande Dono e hanno
cammino che i catecumeni
sono chiamati a percorre-
re , ma può ugualmente
servire per riscoprire e rin-
saldare la fede di tutti: de-
gli adulti che si preparano
alla Confermazione , delle
coppie che si avvicinano al
matrimonio, dei cristiani
desiderosi di approfondire
il Credo . Insomma il mate-
riale è facilmente adattabi-
le alle situazione locali.
Pur trattandosi di testi omi-
letici dell'anno B, queste ri-
flessioni superano il tempo
e si allargano all 'esperien-
za di qualunque tempo , co-
me suggeriscono anche i
paragrafi ... Il titolo stesso
quasi ci suggerisce che la
preposizione semplice (da)
diventa una voce del verbo
"dare", e cioè vita dà vita.
Tutto ciò che è vivo si
muove, in totale armonia
balbettato le uniche parole
che potevamo comprende-
re : nell 'Eucaristia c'è tutta
l'amicizia del Figlio, tutto
l'amore del Padre , tutto il
fuoco dello Spirito . Si tratta
di un 'occasione di medita-
zione quotidiana, dopo il
sinodo sull 'Eucaristia, che
fa respirare la realtà del
sacrificio della nuova al-
leanza e fa approfondire la
vita in chiave eucaristica.
credere
con i movimenti di ogni al -
tra realtà vivente ; solo ciò
che è morto non si muove.
A CHI? CHE COSA? PERCHÉ? Quando la vita dell 'uomo,
,-3.65"
pur nell'agitazione quoti-
diana, inizia a perdere il
suo regale movimento , è
rf~:-isfu
segno che qu~cosa non
funziona. Se il movimento
della vita si ferma per un
Aflastas,o Ballestrero
•0
s. Pier Giuhano Eymard
qualsiasi motivo, in qual-
Giovanni PàOlo 11
che modo iniziano da qual-
Mariano Magra.ssi
che parte necrosi e morte .
C,uoM Martin
La rabbia ferma, il perdono
Henri J,M. Nouwen
muove .
Ciovanru Saldarini
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I l!bn
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le libre'.
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttamente alle nspett1ve
Editrici.
·-s. 1eresa di lisieux

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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E~ DUCARE E~ DUCATORI M~ ESSAGGI
RELIGIOSI
A FUMETTO
ORIENTARE
ALLE SCELTE
Percorsi evolutivi,
strategie e strumenti
operativi
a cura di P. Del Core ,
S. Ferraroli , U. Fontana
LAS, Roma
2005,pp.246
COSPES
O TAl<f llf 5CflT
Pe,corsl C\\lolutivl.
strategie e strumenti operativi
Coordinamento di
»• Puth C:
Foru.:: UIMDI foirtU,-1
LAS . ROMA
Il testo interessa insegnanti
e genitori che hanno i figli
in età evolutiva, perché of-
fre materiali di riflessione e
lavoro per orientare alla
crescita e a un progetto di
vita personalizzato dei sin-
goli ragazzi. Come vero e
proprio manuale educativo,
orienta verso una scelta di
vita che dovrebbe diventa-
re un impegno flessibile di
adattamento alle nuove esi-
genze di insegnamento, al-
l'evoluzione tecnico-socio-
economica del mondo del
lavoro , alle nuove situazio-
ni ambientali, familiari e di
sviluppo della persona. Pro-
pone perciò di imparare a
valorizzare tutte le compo-
nenti di cui essa è portatri -
ce , per evitare inutili rinvii
di formazione , di lavoro o
di carriera, dovuti a una
superficiale conoscen za di
, del mondo del lavoro e
del sapere .
UNA DISCIPLINA
IN EVOLUZIONE
Terza indagine nazionale
sull'Insegnante di
Religione Cattolica nella
Scuola della Riforma
a cura di G. Malizia,
Z. Trenti, S. Cicatel li
ELLEDICI , Leumann (To)
2005, pp. 312
Dopo le precedenti , questa
ricerca riflette su lla discipli-
na "Religione" da un nuovo
punto di osservazione: quel-
lo dell'autonomia, della ri-
forma e dello stato giu ridi-
co degli Insegnanti di Re li-
gione. Si caratterizza per
alcune scelte: l'attenzione
alla figura dell'insegnante,
il taglio progettuale in vista
dell'el aborazione di propo-
ste in grado di affrontare il
rinnovamento in atto; la
considerazione del sistema
educativo nazionale nel
suo insieme (scuole statali
e paritarie) ; l'adozione del
pluralismo come sfondo
trasversale della ricerca ; la
valutazione del ruolo del-
l'Insegnamento della Reli-
gioone Cattolica nei piani
pastorali della Chiesa ita-
liana. Offre una lettura ric-
ca di possibili sviluppi pe-
dagogici e religiosi.
·-·GUGUELMO MAllZIA
ZEUNOO lRENTI
SElGIO CICATElll
una
çlisciplina
leivl oluzz.one
TERZA INDAGINE NAZIONAlf
SUU: INSEG NANTE
DI RELIGIONE CATTOLICA
NELIA SCUOIA DELIA RIFORMA
365 GIOCHI CON DIO
Il primo libro calendario
da tavolo per bambini
tutto da giocare e
colorare con una storia
della Bibbia al giorno
di Tim Dowley e Peter
Wyart
(Trad. Marisa Pestarino)
ELLEDICI , Leumann (To)
2004, pp. 366
-...
,
Si tratta di un'originale stren-
na-regalo che offre labirin-
ti , quiz, sorprese, colori.
Un esercizio ogni giorno, a
iniziare da qualsiasi giorno.
11 testo può trasmettere
messaggi religiosi piace-
volmente appresi. Tutte le
storie da completare e di-
segnare sono ricavate dal-
la Bibbia (da Genesi agli
Atti degli Apostoli) . Bambi-
ni e adulti possono divertir-
si , leggere le pagine bi-
bliche indicate ed entrare
insieme nel meraviglioso
mondo della parola di Dio.
Con questo piacevole sus-
sidio i bambini , aiutati dai
loro educatori , entrano in
un mondo religioso che di-
venta come un continuo fa-
miliare accostamento alla
Bibbia e possono essere
aiutati a comprendere dei
messaggi che si stampe-
ranno nella memoria.
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BS GENNAIO 2006

4.2 Page 32

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Wtl!VE
-
Il profilo di un formidabile maestro d'arte, il coadiutore salesiano signor Dante
De Maria.
di Giancarlo Manieri
Una figura carismatica il cui nome
ha superato le mura della città dove
ha lavorato. Un uomo buono,
generoso e gioviale, un grande
lavoratore, un maestro di rara
esperienza, un salesiano saggio
e coerente.
- Il signor De Maria.
''
che? Qui è scoppiata la fogna ?" L'esclama-
zione era quella di un infermiere che era
entrato nella camera di degenza che ospita-
va il coadiutore salesiano De Maria , costrettovi da
un'occlusione intestinale così dispettosa che resisteva
imperterrita a ogni lassativo .. . Fino allo scoppio
improvviso , che fece sobbalzare il suo vicino di letto ,
un tedesco che non spiccicava una parola d'italiano
GENNAIO 2006 JJS
manco a pagarlo , ma nel momento della "scarica" del
signor Dante si tirò le lenzuola sulla testa gridando:
"Oh, mamma mia!". Raccontando l'episodio , il maestro
De Maria diceva sganasciandosi : "Ho fatto parlare l'ita-
liano a un tedesco senza manco una lezione!".
o
Il maestro De Maria era uno che sapeva ridere e non
sapeva arrabbiarsi . Un gigante buono , come molti lo
chiamavano , le cui manone sapevano disegnare ,
miniando , finissimi capolavori. Era un legatore , un
maestro legatore , che aveva fatto della sua arte una
forma di evangelizzazione . I suoi messali istoriati in
oro sono presso cattedrali , sedi episcopali , chiese e
perfino musei . Quando se ne andò , a 75 anni , accorse
in S. Maria in Porto a Ravenna anche l'arcivescovo
Ersilio Tonini , poi cardinale, che di De Maria era since-
ro ammiratore, e lo considerava un "segno dell'amore
di Dio per la comunità ravennate ". " In chiesa , fece
notare qualcuno, quel giorno non c'entrava più uno
spillo": la folla l'aveva invasa sfruttando ogn i angolo
per dare l'ultimo saluto al "gigante buono", al "motoci-
clista solitario", all'artista inimitabile, al salesiano gio-
viale, al maestro che sul letto di morte a chi gli chiede-
va se soffrisse rispose chiedendo una biro e un foglio
di carta su cui , con mano ormai incerta, tracciò 5 qua-
drati disposti a croce e riconsegnò il fog lio . "Qualcuno"
aveva sofferto per lui e più di lui!
La mattina presto , chiuso nel suo mini-studio , gli
occhialoni da presbite inforcati e il bulino in mano, lavo-
rava di fino , spingendo lo strumento a piccol i colpi deli-

4.3 Page 33

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------------COll{}/~T!)RI cfllLEcf/111/I
cati come se volesse raccomandargli di non sbagliare,
e nello stesso tempo scandendo sommessamente il rit-
mo con : Avemmaria, Avemmaria, Avemmaria.. . Termi-
nata una fase lavorativa gli capitava, talvolta, prima di
rimettersi al lavoro, di vagare qua e là cercando qual-
cosa che aveva perduto e brontolando tra sé e sé: "A
so un por vece imbarlé .. . sono un povero vecchio rinci-
trullito ". "Maestro, che cosa è successo?" . "Zitto! Ho
bisogno di concentrazione : non ricordo dove ho messo
gli occhiali! ". "Maestro ... ma li ha sul naso!". "Ohi... A
so un por vece imbarlé", e giù una risata rilassante. Da
lui si usciva rigenerati , puliti , rasserenati. "Quasi fosse
un confessore laico", riferisce un ex alunno.
Il suo unico svago? La moto , una grande moto Guzzi ,
rossa, una di quelle dismesse dalla polizia e acquista-
ta con pochi soldi , ma adatta alla sua stazza. Quando
ci montava sopra ... "sembrava occupasse l'intera stra-
da !'. Volava via a 140, "un km al chilo!' - scherzava
talvolta - anche quando era ben avanti negli anni. E
se gli facevano qualche osservazione ribatteva con un
sorriso: "Beh, provate a far entrare la mia stazza in
una macchina ...". In effetti i suoi 140 kg facevano sof-
frire qualsiasi vettura.
Non faceva prediche De Maria, non improvvisava ser-
moni , non si preparava discorsi elaborati. Lavorava.
Con una passione e una gioia tali che valevano più di
qualunque predica. Un po ' del Maestro è sparso in
varie parti d'Italia. Molti , provenienti dai luoghi più
diversi , hanno cercato di accaparrarsi qualcuna delle
sue mirabili miniature , incise su messali , evangelari,
lezionari e perfino quadranti di orologi . Ravenna l'ha
goduto , "artisticamente ", dal 1947 al 1985 e lui per
quasi quarant'anni gli ha regalato il suo gen io, e ha
trasmesso i segreti della legatoria, gli arcani della
doratura e gli enigmi della miniatura a centinaia di gio-
vani. Era diventato per tutti un'istituzione: "Li conosce-
vano anche i muri!' . "Li?.. . Come lì?'. "Lui e la sua
moto, naturalmente . Sembrava fossero un tutt'uno".
Uno grande, grosso e forte , con le mani che parevano
badili , incapace di far male a una mosca, eppure
capacissimo di creare capolavori. Nella biblioteca del
Maestro Dantesco di Ravenna si possono tutt'ora
ammirare tre grandi tomi della Divina Commedia rile-
gati in pelle e decorati splendidamente dal maestro
Dante . In Vaticano è esposto il breviario di Pio Xli in
pelle istoriata del nostro artista. Alla Pisana regalò un
Don Bosco bulinato su cuoio.
e
E Hl C,
Era un distratto , come già abbiamo raccontato , ma
non se la prendeva più di tanto , anzi ci rideva su .
Come quella volta che si mise a sparare foto a ripeti-
zione in un convegno exallievi , e il rullino non finiva
mai . Raccontava: "Ho fatto una cinquantina di foto con
il medesimo rullino!'. "Davvero Maestro? Sa fare
anche i miracoli?'. "Macché! M'ero solo scordato di
infilare la pellicola nella fotocamera". Una risata e via!
Solo una volta gli scappò la pazienza. E fu quando,
giocando a pallone, un avversario si divertiva a marto-
riargli la caviglia con una certa cattiveria. A un certo
punto Dante non ne poté più e lasciò partire uno
"sventolane" alla don Camilla. Il malcapitato si ritrovò a
Mostra un suo...
capolavoro.
Opera miniata
del maestro.
1 11 signor De Maria al 25° di professione del sig.
Gaetano Ventura. Il primo a sinistra è il comm.
Augusto Castellani, exallievo e cooperatore di Loreto.
quattro metri di distanza! Lui d pianse su come un
bambino e per un paio di giorni si chiuse in camera
come autopunizione.
Quando mostrava ai confratelli e agli amici qualche suo
capolavoro , e quelli sgranavano tanto d'occhi: Come
avrà fatto un omone così grosso a ricamare ghirigori
tanto piccoli e perfetti? Lui intuiva la domanda non
espressa e rispondeva sorprendendo tutti : "Mi ha aiuta-
to lui!'. Indicava compiaciuto il ~uadro di Don Bosco.
A 20 anni compiuti dalla morte, nessuno l'ha ancora
dimenticato.
D
BS GENNAIO 2006

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
30 CONSIGLI
PER GENITORI
FRETTOLOSI
Qualche semplice regola che può migliorare
la vita familiare e l'educazione.
1 I primi anni di vita sono
importanti : è in questo peri o-
do che si posano le strutture
fondamentali della persona.
2. I bambini sono persone con
carattere , temperamento , bisogni ,
desideri , cambiamenti di umore pro-
prio come voi. Lasciate che anche i
vostri figli qualche volta diano in
escandescenze .
3. I bambini imitano quello che fate
voi . Non faranno mai quello che
ordinate. Soprattutto non fate predi-
che . I bambini imparano solo quello
che vivono.
4. I due genitori" devono avere la
stessa idea di educazione. Questo
non significa che devono fare le
stesse cose o apparire un muro di
cemento armato .
5. Non entrate in conflitto con i
vostri figli. Ogni volta che entrerete
in conflitto con i vostri figli voi avre-
te già perso.
6. Siate pazienti. Anche con voi
stessi. Nessuno ha mai detto che
sia facile essere un genitore.
7. I genitori non sono i soli educa-
tori: c'è anche la società in cui i figli
sono immersi.
8. Dite "no". In questo modo i vostri
figli sapranno che li proteggete
anche dai loro errori. Insegnate ai
vostri figl i che ,:ion possono avere
tutto e subito . E prudente , perciò ,
usare con cautela il sistema di as-
secondare: i bambini devono impa-
rare a manovrare le frustrazioni,
perché la vita dell'adulto ne è pie-
na. È pura assurdità partire dal
principio che il bambino sarà in gra-
do di affrontarle quando sia più
grande ; che cosa, infatti , c'è di ma-
gico nella crescita per fornire una
capacità che si dovrebbe rivelare
fin dai primi anni di vita?
9. Riservate del tempo per ridere
insieme e divertitevi insieme. Vivete
GENNAIO 2006 BS
i vostri valori nella gioia. Se fate la
morale tutto il giorno ai vostri figli
verrà voglia di scappare.
1O. Scambiatevi dei regali.
11 . Imparate a relativizzare i pro -
blemi, ma risolveteli.
12. Accogliete in casa gli amici dei
vostri figli .
13. L'incoraggiamento è l'aspetto
più importante nella pra!ica di edu-
cazione del bambino. E tanto im -
portante , che la mancanza di esso
si può considerare quale causa
fondamentale di certe anomalie del
comportamento. Un bambino che si
comporta male è un bambino sco-
raggiato .
14. Consentite ai vostri figli di non
avere il vostro parere. E soprattutto
ascoltateli veramente . Fa parte del
nostro pregiudizio comune sui bam-
bini pretendere di capire quello che
vogliono dire senza in realtà ascol -
tarli . I figli hanno una diversa pro-
spettiva e spesso soluzioni intelli-
genti da proporre. Il nostro orgoglio
ci impedisce di ascoltarli . Quante
volte potremmo approfittare della
loro sensibilità se li trattassimo alla
pari e li ascoltassimo davvero.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
15 . Sottolineate i lati positivi dei
vostri figli . I bambini non ne sono
sempre coscienti. I complimenti
piacciono a tutti, anche ai vostri figli.
16. Consentite loro di prendere par-
te alle decisioni della famiglia. Spie-
gate bene i motivi delle vostre scel-
te. Rispondete ai loro «perché ».
17. Mantenete la parola. Siate coe-
renti. Attenetevi alle decisioni pre-
se. Non promettete o minacciate a
vanvera.
18. Riconoscete i vostri errori e
scusatevi. Abbiate il coraggio di es-
sere imperfetti e consentite ai vostri
figli di esserlo .
19. Giocate con i vostri figli.
20. Quando dovete fare un "discor-
so serio" con i vostri figli , aspettate
che siano in posizione orizzontale.
Non fatelo mai quando sono in
posizione verticale.
21 . Ricordate che ogni bambino è
unico . Non esiste l'educazione al
plurale.
22 : Alcuni verbi non hanno l'impe-
rativo . Non potete dire: «Studia! »
«Metti in ordine!» , «Prega! » e spe~
rare che funzioni.
23. Spiegate ai vostri figli che cosa
provate. Raccontate come eravate
voi alla loro età.
24 . Aiutateli a essere forti e a
riprendersi quando le cose vanno
male .
25 . Raccogliete la sfida della TV.
La televisione non è tanto pericolo-
sa per quello che fa quanto per
quello che non fa fare.
26. Non siate iper/protettivi. Cerca-
te le occasioni giuste per tirarvi
indietro e consentire ai vostri figli di
mettere alla prova la loro forza e le
loro capacità.
27. Un bambino umiliato non impa-
ra nulla. Elimihate la critica e mini-
mizzate gli errori . Sottolineando
costantemente gli errori , noi sco-
raggiamo i nostri figli , mentre dob-
biamo ricordarci che non possiamo
costruire sulla debolezza, ma sol-
tanto sulla forza.
28. Non giudicate gli altri genitori dai
l~ro figli e_n_o~ mettetevi in competi-
zione per I figli con parenti e amici.
29. Date loro il gusto della lettura.
30. Raccontate loro la storia di
Gesù. Tocca a voi.
~ b~llo ridere insieme e divertirsi
insieme.
SI PUÒ ESSERE
GENITORI
FRETTOLOSI?
Nel rapporto con i figli la cosa più pericolosa
è dimostrare di avere fretta.
I È bello stare insieme, passare
qualche ora con loro... Perdere
tempo con i propri figli non è mai
una perdita di tempo.
N?n dimostrate di aver fretta: se
e vero che essere genitori è
l'avventura più bella che ci
possa capitare nella vita (lo sanno
bene tutte le coppie che non riescono
a realizzare una maternità/paternità
biologica e che spesso sono disposte
a tutto pur di ·regalarsi questa espe-
rienza) , rinunci are a gustarla giorno
per giorno è davvero un gran pecca-
to . E un torto che facciamo a noi
stessi e anche un 'ingiustizia che fac-
ciamo ai nostri ragazzi , perché li spin-
giamo a vivere il proprio cammino di
crescita con infinite ansie e conse-
guente senso di inadeguatezza; li abi-
tuiamo precocemente che quel che
conta è affrontare le giornate come un
insieme di prestazioni che hanno' sen-
so soltanto se uno arriva prima alla
meta e batte un personale record .
È indubbio che noi adulti di tem-
po ne abbiamo sempre meno rispet-
to a quel che ci servirebbe per assol-
vere a tutti i nostri impegni; ma do-
vremmo , innanzitutto, fidarci un po' di
più del buon Dio, che ci dà tutto il tem-
po necessario per fare ciò che davvero
è essenziale nella nostra vocazione
umana. E comunque, occorre organiz-
zarsi: se si fa attenzione a costru ire
una graduatoria seria delle cose che
contano, è scontato che i figli stanno in
cima _all'elenco e dunque vengono pri-
ma d1 tante altre cose. Resta poi sem-
pre il jolly da giocare: le relazioni edu-
cative hanno sicuramente bisogno di
una presenza durevole, ma soprattutto
di qualità. Dunque, perché affannarsi
in tante fesserie che creano incom-
prensioni piuttosto che convergenze
fra genitori e figli? Bisogna puntare con
decisione su alcuni elementi : il primo,
appunto, è dimostrare di non avere
fretta, anche se è inevitabile qualche
volta dover rinviare. Ma basta dire che
questa è una scelta e non una costri-
zione: si rimanda a dopo quel che si
vuole vivere con maggiore intensità. E
non è affatto una bugia.
BS GENNAIO 2006

4.6 Page 36

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Una seconda attenzione: la
gradualità. Un genitore non può
pretendere da un figlio tutto e subito
(che è poi ciò che maggiormente
caratterizza la difficoltà di crescere
dei ragazzi di oggi) . Occorre saper
modulare la propria presenza, sia
dal punto di vista affettivo sia sotto il
profilo educativo, con interventi di-
screti ma allo stesso tempo costanti
e coerenti, che offrano un continuo
rinforzo per chi deve raggiungere il
traguardo della maturità. Tutto que-
sto abilita alla pazienza, che non è
soltanto un atteggiamento interiore:
è una condizione perché la recipro-
cità possa trovare spazio concreto
di attuazione. Bisogna costruire con
pazien za un ambiente educativo ,
entro il quale tutte le relazioni fami-
liari possano acquisire senso e con-
sistenza. Una madre può essere
presente anche quando è fisica-
mente lontana da casa ; sono tanti i
modi e i segnali con cui esprimere
questa disponibilità a essere com-
pagni di viaggio , rispettando l'auto-
III nomia dei giovanissimi. Un certo
stile di vita , pe raltro , non viene
abbandonato dai ragazzi soltanto
perché manca un immediato riferi-
mento agli adulti ; se è stato propo-
sto e testimoniato in modo auto re-
vole , diviene abitudinario e caratte-
rizza tutti i comportamenti quotidia-
ni , dentro e fuori la ristretta cerchia
del nucleo domestico.
Infine, la voglia e la disponibi-
lità a ritrovarsi insieme tutte le volte
in cui è possibile. Soprattutto quan-
do i figl i diventano un po' più gran-
di , è forte la tentazione di badare
ciascuno ai propri impegni , di vivere
in famiglia come in un albergo. È
proprio allora che noi genitori dob-
biamo smentire i ragazzi , dimo-
strando loro di avere sempre tempo
e spazio per accoglierli , magari
rinunciando a qualcosa nella nostra
vita. Senza però ir:iutili recriminazio-
ni e piagn istei : anzi, con un sorriso
a trentadue denti che dica con chia-
rezza : "avrei potuto fare altro , ma
sono più contento se stase ra stia-
mo insieme". È l'occasione per una
cena più succulenta e festosa ; per
qualche confidenza più intima; per
fare spazio ai desideri , ai sogni e ai
progetti ; per regalarsi e reg alare un
rallentamento del ritmo della vita
che fa bene al cuore , oltre che agli
altri organi.
O
GENNAIO 2006 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652 @interfree.it
Iniziamo con questo numero una
rubrica di arte sacra esaminando
una serie di crocifissioni di autori
contemporanei e cercando di trarne
spunti meditativi e ricavarne notizie
dell'autore.
LUCA SORRENTINO
IL SACRO LUNGO LA VIA
L a carriera di un artista che
abbia deciso di dedicare alla
rappresentazione creati va la pro-
pria professionalità e la propria
medi tazione necessi ta - condicio
sine qua non - di tre elementi, dei
quali almeno due appartengono al
codi ce genetico, passione e
talento, il terzo invece diventa un
po' il nutrimento che offre materia
prima alla creatività, l'ispirazione.
Luca Sorrentino, giovane pittore
sardo, cresciu to alla scuola di Pie-
tro Collu - uno dei maggiori espo-
nenti della pittura "tonale" - trova
la sua fonte d'ispirazione nella
quotidianità della vita, nei volti dei
pastori e degli anziani che animano
le vie cagliaritane. Egli sublima
ulteriormente, nel sacro, questa sua
scelta. L 'artista - sono sue parole
- non fa altro che trovare ed esal-
tare ciò che una mente superiore
ha mirabilmente disposto nel mon-
do: la bellezza de lla creazione! In
questo modo dunque la pittura si
pone come esaltatrice dell a gloria
di Dio , attraverso "colui" che ha
creato a Sua immagine e somi-
glianza. Un'opera testi mone di tale
concezione è il ritratto di papa
Giova nn i Paolo II eseguito "in
diretta" e in soli q uarantacinq ue
minuti, de nominato Incipit Vita
Nova. Il po ntefice viene co lto in
un'espressione che dimostra ancora
una volta la divina semplicità della
grandezza di Dio.
Estremizzazione e compimento
della co ncezione artistico-religiosa
di Luca Sorrentino è l' opera deno-
minata Abbà Pater. In un pannello
di legno - un a spi anatoia da mas-
saia - è stato tracciato con colore
scuro il contorn o della croce; il
Cris to è un m ani chino pro tetto e
quasi accarezzato da una mano che
scende dall 'alto: infinita tenerezza
di Dio! I colori - a lutto - si limi-
tano, oltre ai contorni dell a croce,
ai semplici contorni delle figure di
Maria e Gi ova nni. La volontà di
Dio sta proprio nella scelta rappre-
sentativa del Cristo, compiuta dal-
1' artista: un manichino in croce,
paradigma dell a croce di og ni
uomo. Non tragga dunque in ingan-
no la somiglianza, il nesso logico
che potrebbe sorgere spontaneo
osservando proprio Ges ù: no n è
stato (come non lo siam o noi) una
semplice marionetta i cui fili veni-
vano mossi dall 'Alto; al contrario,
Lui e noi siamo chiamati a riceve-
re, anche negli istanti più duri e
tre mendi, la tenera carezza di un
Padre che sa sempre q uello che
chiede all a sua creatu ra e la lascia
agire autonomamente !
D

4.7 Page 37

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'R!U.SC!TO ·A
ROVIHP,RE
ANO-IE-
QUf STO .I
~
\\,____,
-
.. HO v,s-ro
..
Lf PLJBe,L/CITA'
SUI -re1,..eFONINI
G s1;,MSRA
CHE SGrJ.VANO
A5$0L.UiAM~N%
P~R COMUNICARe
CON a1.1
ALiRt ...
sr~ PfR NON SeNTIRSI SOL.O
IN A1G.i,z,0 .
A 4t;N$
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... O NO?.'
,..I
J.
_j
Il PIAUISJA
BE!L UNO Ml
SERVIREBBE PROPRIO
DI CHE MARCA SONO?
di R. Desiderati
AH, IO CE LI HO
SOLO ' INRI" Il
BS GENNAIO 2006

4.8 Page 38

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Sf\\OE E1\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
UNACRISI
DA TENERE D ' O C c m o
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Sempre più la vecchia
Europa, ma non solo
essa, deve fare i conti
con una delle crisi più
eclatanti e profonde, la
crisi della famiglia. Bene
ha fatto il superiore
generale dei salesiani a
lanciare la sua strenna
annuale su un tema
tanto attuale.
L a strenna del Rettor Maggiore
dei salesiani per il 2006 è
un 'occasione privilegiata per
guardare alla famiglia come luogo
teologale ed educativo. Teo logale
perché nella famiglia si rende mani-
festo il mistero stesso della Trinità,
famiglia delle Persone divine, espe-
rienza fontale di comunione, di
amore e di vita, modello irradiante
della coniugalità come dono. Edu-
cativo perché la famiglia è l' espe-
rienza primordi ale di formazione al-
la vita, luogo di educazione alla re-
ciprocità, all ' impegno per il bene
comune, al rispetto, al sacrificio, al-
la benevolenza e a quell'affetto vero
e profondo che è l'amore casto.
Come luogo teologale ed educati-
vo insieme, la famiglia è esperienza
di fede, di comunione e di carismi :
una piccola Chiesa, una "Chiesa do-
mestica" in cui Dio si rende presen-
te, manifesta le sue meravigli e e
realizza il suo amore salvifico per
ogni uomo. L a famiglia è il "segno-
sacramento" dell 'amore che il Si-
gnore ha stabilito con ogni uomo,
dell 'alleanza alla quale non verrà
GENNAIO 2006 BS
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLI~
Con quale atteggiam_en~o vedi l_a fa-
miglia nell'attuale soc1eta: ott1m1smo
0
pessimismo?
Che cosa pensi
della
tua
.•
famiglia,
che cosa fai per renderla "Chiesa do-
I mePsetincsai"?che
lo
"spirito
.
d1
. •"
famiglia
·
sia
~ - - - - ~ - - - - - ---1 luogo di "umanizz~zio~e". e poss~
La fam iglia è in crisi dovunque nel costruire una societa p1u giusta e so
mondo. Se si sfasciasse sarebbe
l'intera società ad andare in crisi.
lidaLl'ea?ttenzione
alla
. I'
tamig ia
"culla
'?
del-
C''
E i primi a subirne le conseguenze la vita" come viene vista ~gg1 . e
sarebbero i figli.
sufficiente apertura alla vita .
Che cosa potremmo program~are ,
mai meno, di una fedeltà che va al
di là dei limiti umani e che si ri nn o-
va all e sorgenti della salvezza.
nell'animazione e nella catechesi , per
porre in quest'ann~ ~na speciale at-
tenzione alla famiglia .

4.9 Page 39

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L'opera concepita dal prete dei
Becchi non assomigliava molto
a un ambiente istituzionale, al
contrario il suo sforzo fu sempre
quello di far percepire ai suoi
ragazzi quel clima di famiglia
che doveva creare attorno a loro
un ambiente educativo di alta
efficacia.
CULIADIDIO
E DELIA CIDESA
Dio ha tanto amato la famiglia fi-
no a farla diventare il luogo e il
mezzo più naturale con cui cono-
scerlo, un segno a noi così vicino e
connaturale da manifestarsi come
profezia di quella esperienza di fa-
miglia che siamo chiamati a vivere
per sempre nel Regno di Dio. Dio
ha tanto amato la famiglia al punto
da sceglierla come luogo sulla terra
per il suo incontro con gli uomini,
· l'ambito più specifico per la sua in-
carnazione. Dio, in Gesù, ha scelto
di nascere in una famiglia umana,
quella di Maria e di Giuseppe, e di
assumere, attraverso le piccole sem-
bianze di un bambino, la bellezza
della procreazione e della vita che
nasce: segno con cui Dio viene a vi-
sitarci e a benedirci. La famiglia,
culla della vita e dell 'amore, come
ci dice il successore di Don Bosco,
è la culla di Dio e della Chiesa, ver-
so cui ci accostiamo con sguardo
estasiato e pieno di tenerezza, con-
templando il mistero della bellezza
originaria. Se Dio ha voluto incon-
trare gli uomini attraverso l' espe-
rienza della famiglia, senza famiglia
non c' è incontro con Dio.
VALORI IN QUESTIONE .
Nella famiglia si rende -~antfes~or il
mistero stesso della Tnntta, fam1g ia
delLlea
Persone
famiglia
divine .
è esperien_za
fontale
d'
i
comLaunfaiomnieg,liadi
amore e d1 vita._
è esperienza d1 fe~.e
e
di carismi: una "Chiesa domes_t1c\\ a
L'amorevolezza che educa in c im
di famiglia è modello salesiano della
pesdeagoo·1g0i,a1·ndeGlleasCùh, hieasavo. lut,o inco·ntrzaa-
re gli uomini attraverso _I e_spenenc'è
della famiglia, senza fam1gl1a non
incontro con Dio .
WSPIRITO
DI FAMIGLIA
DI DON BOSCO
Lo spirito di famiglia è stato lo stile
educativo con cui il fo ndatore dei sa-
lesiani ha formato i suoi giovani e
resta uno dei punti cardini del suo si-
stema. L'ambiente di Valdocco era
improntato a un clima di calore uma-
no, di ascolto, di rispetto, di progetto
educativo condiviso, di reciprocità e
di accoglienza tipico della famiglia.
L'opera concepita dal prete dei Bec-
chi non assomigliava molto a un am-
biente istituzionale, al contrario il
suo sforzo fu sempre quello di far
percepire ai suoi ragazzi quel clima
di famiglia che doveva creare attorno
a loro un ambiente educativo di alta
efficacia. L' Oratorio, infatti, veniva
percepito dai ragazzi e dagli educa-
tori come una "casa" dove tutti si
sentivano partecipi e corresponsabili.
"La familiarità porta affetto e l'affet-
to porta confidenza" ... "Il maestro
visto solo in cattedra è maestro e
non più, ma se va in ricreazione con
i giovani, diventa come frate llo... i
cuori si aprono e fanno conoscere il
loro bisogno e palesano i loro difet-
I Dio ha tanto' amato la famiglia
al punto da sceglierla come luogo
sulla terra per il suo incontro con
gli uomini, l'ambito più specifico
per la sua incarnazione.
ti". Un ruolo fondamentale ha gioca-
to in tutto questo quella santa donna
che fu Mamma Margherita, che
ebbe il coraggio di seguire il figlio e
incoraggiarlo nella sua "impossibile"
impresa, fornendo agli inizi un con-
tributo che si rivelò fondamentale,
una fonte di saggezza da cui il figlio
prete attinse a piene mani. Ella di-
venne la mamma degli scalmanati
ragazzi di Don Bosco ed essi come
tale la percepirono e come tale l' a-
marono. La famiglia di Valdocco
non era una famiglia qualsiasi, ma
era una famiglia santa, con Don Bo-
sco santo e con Mamma Margherita
altrettanto santa, e della cui santità
tutti attendono la proclamazione uffi-
ciale da parte della Chiesa.
LE FONDAMENTA
La famiglia si costruisce sull' a-
morevolezza. L'amorevolezza che
educa in clima di famiglia è il para-
digma della Chiesa e della sua mis-
sione evangelizzatrice, ma anche la
sua maniera di dialogare con l' uo-
mo del nostro tempo: il dialogo con
la laicità e la costruzione della pace
passano per questo modello. Ma l'a-
morevolezza è anche un metodo pe-
dagogico peculiare, capace di effi-
cienza nell ' attuale ricerca di tecno-
logie educative. Nell' occasione del
25 ° anniversario della "Familiaris
Consortio" questo modello è da ri-
proporre con rinnovato entusiasmo,
perché lo stile e lo spirito di fami-
glia diventino sempre più il criterio
fondamentale per l'educazione, la
vita pubblica, l'esperienza di Chiesa
e di globali~zazione.
D
BS GENNAIO 2 006

4.10 Page 40

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PACE DA FARE
PACE DA VIVERE
di Severino Cagnin
Pino Roveredo.
Anche la pagina mensile
di dibattiti vi auguro un
2006 ricco di idee, di
ottimismo e... di pace.
A All'inizio di un anno vole
lo peno parlare di pace.
gennaio Giornata Mondiale
{ della Pace : nelle chiese, nelle
piazze, nelle scuole si parla, si
discute e si prega per questo bene,
condizione prima per vivere insieme.
Oggi è più difficile di ieri. Vicino a
noi c'è gente di lingua diversa, di cul-
tura e tradizioni altre, di religione e
comportamenti morali propri. Rifiuta-
re tutti non è possibile. Accogliere
senza criteri e norme adeguate è peri-
coloso. La diversità impera ormai do-
vunque: nel lavoro, a scuola, nella
musica, nella moda, in cucina, per la
strada. Stiamo diventando società co-
smopolite. La globalizzazione riduce
le distanze e... aumenta le diversità.
Ormai anche la letteratura conferma
queste tenden ze. Il SuperCampiello
2005 è stato assegnato inaspettata-
mente a un autore sconosciuto, Pino
Roveredo . Ha esperienze multiple: ha
lavorato in fabbrica, ha fatto l'opera-
tore di strada, ha collaborato con or-
ganizzazioni umanitarie... Mandami
a dire ha pagine strane e stupende su
come accettare persone che ·vivono
nell ' ombra, nel disagio e nella mino-
razione fisica e mentale che lui stesso
GENNAIO 2006 BS
ha provato. Se non sentiamo questa
debolezza e nello stesso tempo questa
sacralità dell 'esistenza - sembra dire
Roveredo - non capiremo i problemi
del mondo, della nazione, della fami-
glia e nemmeno della persona. Analo-
go e diverso è il diario-racconto a due
mani James & Virginia la facevano
complicata... , dove Emanuela e Lo-
renzo confessano pens1en, ansie,
gioie e timori che nascono nella rela-
zione madre/figlio. La pace si comin-
cia a costruire in famiglia, vivendola
tra le mura domestiche, esercitandola
con i propri familiari ...
Per un discorso globale sulla pace,
tuttavia, oggi non si può prescindere
dall'Islam che si presenta alla ribalta
del mondo con una fede aperta, dichia-
rata e vissuta, ma anche con un 'ag-
gressività che arriva al terrnrismo. E il
mondo - per la prima volta "tutto",
senza eccezioni - è in allarme e sta co-
noscendo la paura. L'evento delle Due
Torri, e le stragi recenti portate a ter-
mine con un 'arma inconsueta, la bom-
ba umana, lascia attoniti e con il fiato
sospeso. Sul versante opposto, conve-
gni, testimonianze, dichiarazioni di enti
internazionali e di cònfessioni religio-
se parlano di accoglienza degli ele-
menti positivi da qualsiasi parte pro-
vengano. Cito, su tutti, la parola e l'a-
zione di. papa Benedetto. Fortunata-
mente non è più solo. Magdi Allam
propone la pacificazione tra Islam ed
Europa. Il suo Vincere la paura ha un
successo di lettori e di valutazioni cri-
tiche insperato. Efficace il sottotitolo,
La mia vita contro il terrorismo isla-
mico e l'incoscienza dell'occidente.
Alla base di tutto sta il valore della
"tolleranza". Ciò esige autonomia da
ogni concezione filosofica e religiosa,
la quale faccia credere di dare la verità,
in opposizione agli altri: si richiede
cioè una "giusta laicità" , come ha
sempre affermato papa Wojtyla. Su tali
fondamenti teoretici è il saggio di Giu-
lio · Giorello dal titolo: Di nessuna
chiesa che si riferisce a Popper, Hei-
degger e Martin Buber, dove afferma:
"C'è uno scopo per la specie umana: il
nostro scopo è la creazione della pace.
Il mondo dell'umanità è fatto per di-
ventare una cosa sola". Dibattito aper-
to e, ce ne rendiamo conto, non facile.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I una scuola di PACE
edi DIALOGO
tra culture
e religioni
di Mauro Mantovani
Come affrontare oggi
il tema dell'educazione
alla pace?
U n contributo interessante
per formarsi e formare alla
pace e alla convivenza tra
gli uomini e i popoli è senz'altro
l'esperienza vissuta da un gruppo
di venti docenti (metà israeliani e
metà palestinesi) ospiti dal 26 set-
tembre al 1° ottobre 2005 dell'U-
niversità Pontificia Salesiana di
Roma, in occasione del I Corso in-
tensivo di qualificazione per ope-
ratori nel civile, nella pace e nella
democrazia organizzato e sponso-
rizzato dalla Facoltà di Filosofia.
Uno stage di 60 ore di lezione e
varie visite culturali ha permesso
di approfondire i valori della de-
mocrazia e della pace, con parti-
colare attenzione alla psicologia,
alla qualità della comunicazione,
al valore della non-violenza, alla
giustizia, alle religioni monoteiste
e alle qualità umane indispensabili
per i leader e per gli educatori. I
temi: Dialogo interreligioso tra le
religioni monoteiste; Approccio fi-
losofico al dialogo interreligioso; li
tema della pace nei testi sacri; Psi-
cologia ed educazione alla pace;
Teatro ed educazione alla pace;
Media ed educazione alla pace; I
conflitti nel mondo; Musica e poli-
tica; Metodologia della coesisten-
za pacifica; Giovani, ecologia e
pace; Gandhi e la non-violenza;
Tolstoj e la non-violenza; Educare
al perdono e alla riconciliazione.
I corsi accademici fanno parte
di un vasto progetto elaborato
dalle due organizzazioni culturali
che hanno collaborato per la rea-
lizzazione di questa iniziativa,
una israeliana (ESHED) e una pa-
lestinese (PCAS: Palestinian Cen- situazione del la terra cosiddetta
ter far Alternative Solutions). Sco- "santa", laddove si incontrano le
po preciso del corso, già avviatosi tre principali religioni monotei-
con una settimana residenziale te- ste. " Proprio per evitare pericolo-
nutasi a Gerusalemme presso il si estremismi e fondamentalismi -
Centro Salesiano di studi teologici sottolinea il dr. Nadal Jayousi, re-
di Ratisbonne, la convivenza sponsabile del Pcas - ci impe-
pacifica tra Ebrei e Palestinesi. Ta- gniamo in prima persona in un
le ideale è raggiungibile - come lungo e non facile processo edu-
ha affermato il dr. Rami Degany, cativo che coinvolge per primi gli
responsabile di Eshed - se la gio- insegnanti delle scuole e i re-
ventù viene educata a una vita so- sponsabili delle comunità locali".
ciale attiva, consapevole dei valo- I partecipanti al corso, accolti
ri democratici, nel pieno rispetto dal Rettore Magnifico dell'Ups,
delle persone e delle nazioni di . don Mario Toso, e dai suoi colla-
qualsiasi etnia e cultura. li ruolo boratori, hanno potuto anche visi-
chiave di questo progetto consiste tare diversi luoghi significativi di
nell'educazione tramite la forma- Roma e dintorni: il Centro Cultu-
zione di docenti e leader capaci rale Islamico, la Sinagoga romana
di incarnare nelle istituzioni e tra- e l'area circostante, gli scavi ar-
smettere i valori sociali indispen- cheologici di Ostia Antica. Merco-
sabili alla pace" .
ledì 28 settembre l'intero gruppo
ha partecipato in Vaticano all'U-
Tutti sappiamo che cosa ha si- dienza generale del Santo Padre,
gnificato , particolarmente in que- che ha benedetto l'iniziativa augu-
sti ultimi decenni, la trascuratez- rando a tutti i partecipanti frutti
za di questi valori, a partire dalla abbondanti di pace e di gioia. D
BS GENNAIO 2006

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente" .
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 111 1
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 T01ino
Te!. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
GENNAIO 2006 BS
I NOSTRI MORTI__,
ARDENGHI sac. Mario, salesiano,
t Ferrara, il 07/08/2004, a 74 anni
Don Mario se n'è andato senza disturbare,
dopo molta sofferenza cristianamente sop-
portata . L'adenoma ipofisario e i conse-
guenti interventi al cervello ne avevano da
tempo debilitato l'organismo. Dotato di
grande intelligenza, di fine senso dell'umo-
rismo e di profonda fede , sapeva sorridere
anche della sua malattia. Aveva passato
27 anni in Rwanda come miss ionario e
quel periodo era rimasto nella memoria e
nel cuore. Avrebbe voluto tornare a morire
laggiù , dov'era "dive ntato africano": "Man
coeur est en Rwanda" , scriveva a un con-
fratello. La terribile guerra civile tra Hutu e
Tutsi, poi trasformatasi in orrendo genoci-
dio , lo riportò definiti vamente in patria, ma
non gli cancellò dal la mente le trage di e
della sua missione, specie Mus ha, nella
cui chi esa, dov'era stato vicario parroc -
chiale, ve nnero massacrati 1200 Tutsi. Era
convinto che i contrapposti interessi dell e
grandi potenze avessero favorito quel
massacro . Da salesiano convinto e coe-
rente , stava vole ntieri co n i giovani , con lo-
ro scherzava, cantava, suonava la ch itarra,
chiacchierava ... Finché ha potuto è rima-
sto sul la breccia. Scompare con lui una
esemplare figura di salesiano.
PAROTTI sr. Battistina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Torino, il 31/01/2005, a 93 anni
Oratorio, Azione Cattol ica, messa quotidia-
na, grande devozione al la Madonna e a
Gesù Sacramentato, uno zio salesiano so-
no i tanti e preziosi elementi che hanno su-
scitato e sostenuto la sua vocazione e la
sua miss ione. Divenuta FMA a Milano ,
venne a Torino per diplomarsi come infer-
miera professionale. Nel 196 1, non più gio-
vanissima; ma ricca di esperienza e di inte-
riorità, entusiasta del la sua vocaz ione , par-
te per l'Argentina. Per quarant'anni lavo-
rerà in terra di missione prestando la sua
competenza infermieristica in luoghi dive rsi
e con tante categorie di persone . Il suo se-
greto sta nella sintesi serena ed equi librata
tra attenzione umana, annuncio della Paro-
la e sostegno spirituale. Rico rda con tene-
rezza il contatto con molte giovani di condi-
zione disagiata e l'incarico specifico di
"prepararle ad affrontare una vita onesta,
mediante una formazione cristiana e uma-
na secondo il nostro metodo educativo".
Suor Battistina aveva ben presenti nella
mente e nel cuore il significato e l'efficacia
del carisma salesiano.
FENAROLI sr. Adele Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Sant'Ambrogio Olona (VA), il 02/02/2005,
a 91 anni
L'ane lito missionario ha caratterizzato la
sua vita fin dai primi anni della formazione.
Infatti , due mesi prima della professio ne
religiosa, dal Noviziato di Casanova passò
in Inghilterra dove fece professione e qui
rimase per 13 anni occupandosi dell'i nse-
gnamento della scuola elementare a Lon-
dra e poi del guardaroba. Nel 1948, per
problemi di salute , ritornò in Ital ia, nell a
Casa generalizia di Torino , dove lavorò
nella stamperia. Passò poi nella casa "Ma-
dre Mazzarel lo" dove cu per quasi dieci
anni il Museo Missionario e in seguito pas-
a Bessolo in Piemonte e in case della
Lombardia (Brescia e Varese) , con piccoli
inca rich i di insegnamento della lingua in-
glese a bambini e ragazzi. Suor Adele è
stata un 'anima semplice , devota di Maria
Aus iliatrice, amante della preghiera cui ri-
correva sove nte, anche nei momenti più
cupi e faticosi dei suoi anni di vita religiosa .
DE RENZIS sac. Nicolino,
cooperatore salesiano,
t Roseto Valfortore (FG), il 27/12/2004,
a 93 anni
Ricordo e gratitudine per don Nicolino re-
steranno in eterno nella memoria e nel
cuore dei suoi cittadini e in quanti l'hanno
conosciuto. Per la sua poliedrica attività a
favore della gioventù, durata per più di 70
anni, ha meritato l'appellativo di "Padre e
maestro dei giovani", co me Don Bosco. E
come del santo dei giovan i egli seguì le or-
me sia mettendo in pratica il sistema pre-
ve ntivo, sia spendendosi per.i ragazzi, con
una disponibilità esemplare. E morto carico
di anni e di meriti. Nella Chiesa Madre ,
presente l'intero paese, ne ha celebrato i
funerali il vescovo di Lucera. Tutti i canti
che hanno animato la toccante funzione
religiosa sono stati" scritti e musicati dallo
stesso don Nicolino .
·
DONADON sr. Maria ,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Rosà (VI) , il 15/02/2005 , a 91 anni
Rim asta presto orfana del padre, morto in
guerra, la mamma non le fece mancare
affetto , possibilità di formazione cultura-
le ; per quel tempo non era davvero poco
otte nere il diploma di maestra di scuola
elementare! Dopo la professione religiosa ,
è già in segnante di lettere a Conegliano
poi a Padova. Insegnerà per 35 anni. Sem-
pre puntuale nel suo lavoro, si preocc upa-
va eccessivamente perché era convi nta di
non essere sufficientemente preparata per
un compito tanto importante come l'inse-
gnamento. Dalle alunne esigeva precisione
nei comp iti , diligenza nello studio, senso di
responsabilità, e sapeva amarle e aiutarle
con costante dedizione , perché tutte potes-
sero raggi ungere le opportun ità sufficienti
per un impiego dignitoso nella vita. Lascia-
to l'insegnamento, suor Maria accettò con
sollievo il servizio di portinaia. Accoglieva i
bambini e i genitori con affabilità e pregava
per tutti quelli che aveva incontrato e che
incontrava lungo la giornata. ::-:;;-7
- - - - ---~< quel gio;rna-o;~;e:s~ù~ dttissssee:: \\
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc . 4,35)

5.3 Page 43

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Gennaio
IL FRUTTO DEL MESE
ARANCIA
Dall 'arabo na-rang e dal sanscrito
na-garanja, gradito dagli elefanti.
Orig inario dal Sud-est asiatico ,
l'albero arriva nell'Italia meridiona-
le con gli arabi e in secondo
momento dal Portogallo . L'arancia
conquista subito le tavole dei
nobili (simbolo di ricchezza e
abbondanza) , e nei primi decenni
del Novecento si diffonde anche
tra le classi popolari. Le principali
varietà italiane sono : tarocco (sici-
liano, senza semi) , moro (polpa
rossa) , sanguinella (più piccola e
scura) , nave/, americana, con un
secondo frutto nella parte alta.
L'arancia è ricca di vitamina C
(una è sufficiente per il fabbiso -
gno giornaliero) , calcio e potassio:
cento grammi forniscono 34 calo-
rie . È usata per preparare mar-
mellate e cosmetici antirughe . La
buccia serve per ottenere liquori e
cand iti. In infusione con il tè , aiuta
a digerire e ha funzioni antisetti-
che ; posta sui caloriferi , profuma
l'ambiente. Quella amara è tipica
per !"'anatra all 'arancia".
L'ITALIANO DEL GIORNO
1° gennaio 1449: a Firenze, na-
sce Lorenzo il Magnifico .
2 gennaio 1912: a Bagheria
(PA) , nasce il pittore Renato Gut-
tuso .
3 gennaio 1496: Leonardo da
Vinci spe rimenta una "macchina
volante ".
4 gennaio 1710: a Jesi (An) ,
nasce il compositore G.B. Pergo-
lesi.
5 gennaio 1964: Paolo VI incon-
tra il patriarca Atenagora , a Geru-
salemme .
6 gennaio 1755: a Brescia, muo-
re l'ecclesiastico e letterato Ange-
lo M. Quercini.
7 gennaio 1610: Galileo Galilei
scopre i primi quattro satelliti di
Giove.
8 gennaio 1337: a Firenze, muo-
re Giotto .
9 gennaio 1324 : a Venezia ,
muore Marco Polo .
1O gennaio 1593: nasce Mauri-
zio di Savoia , ecclesiastico e
politico .
11 gennaio 1944: Galeazzo Cia-
no ed Emilio De Bono sono fuci-
lati.
12 gennaio 1810: nasce F=erdi-
nando Il di Borbone , re delle
Due Sicilie.
13 gennaio 1970 : a Cesena,
nasce Marco Pantani , "il pirata".
14 gennaio 1494: muore il pitto-
re fiorentino Domenico Ghirlan~
daio .
15 gennaio 1858: ad Arco (TN) ,
nasce il pittore Giovanni Segan-
tini .
16 gennaio 1749: ad Asti , nasce
lo scrittore Vittorio Alfieri .
17 gennaio 2001: muore lo scrit-
tore Geno Pampaloni.
18 gennaio 2000: papa Wojtyra
apre la Porta Santa a S. Paolo
fuori le mura.
19 gennaio 1860: Enciclica Nul-
lis certe: Pio IX difende l'esisten-
za dello Stato della Chiesa.
20 gennaio 1920: nasce il regi -
sta Federico Fellini.
21 gennaio 1926: muore Camillo
Golgi , Nobel 1906 per la medicina.
22 gennaio 1918: nasce a Roma
l'architetto Bruno Zevi .
23 gennaio 1899: a Torino,
nasce il poeta Carlo Betocchi .
24 gennaio 1959: Giovanni XXIII
annuncia il Concilio Vaticano Il.
25 gennaio 1887: a Piove di
Sacco (PD) , nasce lo scrittore
Diego Valeri.
26 gennaio 1975: muore la can-
tante lirica Toti Dal Monte.
27 gennaio 1901: muore , a Mila-
no , Giuseppe Verdi .
28 gennaio 1972: muore lo scrit-
tore Dino Buzzati.
29 gennaio 1873: a Madrid,
nasce Luigi Amedeo di Savoia ,
duca degli Abruzzi .
30 gennaio 2005: muore Dario
Sala, inventore della creta "Das".
31 gennaio 1888: a Torino , muo-
re san Giovanni Bosco .
(J -r.!
!.) .5
Savina Jemina
. Marco Pantani
IL "BESTIARIO"
DELLA BIBBIA
IL CAMMELLO
Nella Bibbia sono nominati decine
di animali. Ogni mese accennere-
mo a uno , citato in una Lettura
festiva del mese. Nella prima let-
tura dell'Epifania (ls 60,6), si leg-
ge : "Uno stuolo di cammelli ti
invaderà, dromedari di Madian e
di Eta". Il cammello è nominato
65 volte nella Bibbia e si distingue
dal dromedario perché questo ha
una sola gobba. Nell 'A.T. il cam-
mello è descritto sia come cavalca-
tura, sia come bestia da soma. Pur
apprezzato per la sua resistenza e
adattabilità, è considerato impuro,
"perché rumina , ma non ha l'un-
ghia divisa" (Levitico 11 ,4). Nel
N.T. - e nelle raffigurazioni artisti-
che delle chiese - simbolizza tem-
peranza e saggezza, con riferimen-
to alla parabola della cruna dell'ago
(Mt 19,24) e alle "guide cieche"
che filtrano il moscerino e ingoiano,
appunto, il cammello (Mt 23,24).
BS GENNAIO 2006

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Redazionale
Giornata Mondiale
ECHI DI
Sono stanco, anz i, stan-
c hi ss im o, fradicio di
acqua, infangato e affa-
COLONIA (2)
incontrato uno solo di questi
ragazz i che mi abbi a detto :
che ci fa il vecchietto qui ?
mato. M a sono soddi sfa tto
di qu esti malanni! Non
chiedermi il perché. (Fabio)
Passeggiando tra i ragazzi della XX GMG
durante la festa degli italiani - e la veglia
Sc iò! (Antonio)
- Mi ci ha trascinato Lucy.
con il Papa. Alcuni pareri colti qua e là Sai io non sono un cristia-
- lo sono contenta di esser-
ci... ma anche un po'
''a rrabbiata II co ntro i tede-
offrono qualche sprazzo del clima
di quelle memorabili giornate.
no. Cioè. .. sì, forse sono
cristiano, cioè... di battesi-
mo, ma non credo...
sch i : possibile che no n
cioè.. . non è che non cre-
avessero dei ma x is chermi
do ... Insomma ha i afferra-
per farci vedere da qui in
to! Cioè, sono un ateo pra-
fondo ciò che succedeva
tico, però adesso non sono
in cima? (Emanue la)
p così sicuro. Insomma
sono in crisi. H o perfino
- Le parole del Papa mi
provato a pregare. Pensa
ll
hanno conqu istata ; in sieme
all a suo sguardo mite, a qu el
un po '! Non sono riuscito a
co nfessa rmi, nonostante le
suo modo di chi amarci "cari
insistenze di Lu cy. Mi sa
ciofani"! Qu elli che hanno
che deve farmi ancora
pronosticato che sarebbe
qua lche m ese di ca techesi
stato un " pan ze rpapa "...
e forse vincerà lei! (A lv ito)
hanno sparato una " panzer-
str ... ". Vabbè, non lo di co,
- Non ho potuto vedere il
tanto hai cap ito. (Marika)
Papa, l' ho so lo asco ltato,
co lpa dell a mi a statura. Ho
- Non ho chiuso occhio e
mangiato poco perché man-
mi sento tutto rotto. In compenso non ho mai pregato cava sempre qu alcosa . Se chiedevo ai poliziotti dov'era
tanto in vita mia. A un ce rto m omento ci ho preso un bagno non ca pi va no (o facevano finta), anche se
quasi g usto... Ègrave? (Elio - vo lontario)
facevo con le dita il segno dell a W e dell a C. Quando
poi ci arri vavo ... brrrrrr che sc hifooo! M a se la GMG
- lo, come puoi notare, non sono giovane, ma sono qui fosse di nuovo qu i ci tornere i. Ratz inger mi ha conqui-
co n i giovan i, perché la giovin ezza non è qu estione stato... forse proprio perché è tanto diverso da Woityl'a.
d'anagrafe, come si dice, e io ne so no un esempi o: mi E poi la gio ia dell a condivisione, i ca nti , la festa, gli
sento un " papaboy" a qu as i 70 anni! E, bada, non ho amici, il clim a di preghiera. (Letizia)
- Mi ha co lpito il Papa. È un tedesco semp lice e
profondo, amabile ed esigente quanto Woityfa . Ci ha
nel cuore! Non m ' interessa altro. Sia benedetto papa
Benedetto! (Marco)
- Com'è and ata? Dal punto di v ista spiritu ale, bene.
Da l punto di vista dell a fraternità, ultrabene. Dal pun-
to di vista del la gio ia e dell a festa, del ca nto e dell a
preghiera, beni ss im o. D al punto di v ista d ei tede-
sc hi ... un a fra na! I poli z iotti sapevano so lo d ire
" nein!". Dal punto d i vista dell' aiuto e dell 'accog li en-
za ai pe ll eg rini ... beh , a Roma l'acq ua te la davano
gratis, qui un a bottiglia 5 5 ! G iudi ca tu. (Manuela)
GENNAIO 2006 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d1ltalia
18
di Roberto Desiderati 23
27
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro oese
i ~iù conosciuti
e i meno noti. 35
Rilassandoci.
38
A gioco completato risu lterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario.
Definizioni
VERTICALI. 1. Espressioni algebriche con un
solo termine- 2. Un mitico bello- 3. Lo è il migno-
ORIZZONTALI.1-16. Vedifoto-13.Ame-14. lo -4. Uno a New York - 5. Una risposta che delu-
o
Dio della mitologia nordica - 15. Precede Alamos
e Angeles -18. Conosciute - 19. Fumano... ma non
per vizio! - 21. Istituto Naz. Assicurazioni - 23.
Cono senza testa! - 24. II loro cavallo di battaglia è
"Io Vagabondo" - 25. Il fiume che attraversa Bol -
zano - 27. Metà mese -28. Non sane - 29. Regione
della Spagna con capoluogo Oviedo - 30. Lo cerca
il disoccupato - 31. La casa dove risiede il presi-
dente argentino-32. I teloni che coprivano gli anfi-
teatri - 33. E celebre il suo Campo dei Miracoli -
35. Improvvisi cedimenti - 36. Può essere da por-
tata - 37. Nicola II fu l'ultimo - 38. Imbarcazioni
leggere spinte dalle pagaie - 39. Albero in minia-
tura -40. Lo lavora il fornaio.
de - 6.1 bottoni del montgomery - 7. Reso mansue-
to - 8. Dea egizia- 9. Il Wan Kenobi di Star Wars -
1O. Poco necessario - 11. Amò Isotta -12. Fu Pre-
sidente della Repubblica dal '48 al '55 -13 . Ades-
so a Napoli - 17. Una popolare Raffaella televisi-
va -19. Formano l'arcobaleno - 20. Né sì né no -
22. Scrivere versi - 24. L'Accademia per ufficiali
del la Marina - 25. Sollevati con fatica - 26. A1cen-
tro del decimo - 28. Riveste la noce - 29. Era chia-
mata Augusta Praetoria - 30. Noto ballerino - 31.
Fiordi spagnoli - 32. Numero segreto - 34. li...
Grande della Scala - 35. Carabinieri - 36. Nasce
dal Monviso -37. Gli estremi della zattera.
La sol uzione nel prossimo numero.
IL SANTUARIO DELLE DUE CHIESE
li Santuario della Madonna di Monte Berico si erge in vetta al colle che
sovrasta a sud-ovest la città di Vicenza. La costruzione è monumentale e
incorpora due chiese: quella tardo-gotica e quella seicentesca. La chiesa
più antica venne costruita in appena 3 mesi , nel 1428, con il concorso del
popolo convinto della prodigiosa liberazione dalla peste. La strada che
porta al Santuario è in salita e il suo inizio è segnato dal! 'Arco trionfale,
fatto erigere in onore della Beata Vergine nel 1595. La scalinata è protetta
da una lunga serie di portici che collegano la città con il luogo di culto.
L' opera è eccezionale: iniziata nel
marzo del 1746, ha una lunghezza
di 700 metri e 150 arcate con 1O
cappelle. La facciata attuale non è
SOLUZIONE del
numero precedente
'"
,u I D . "" ~
MAS
AV AR CIT
NI CO ■ s CE NA TA ■ E sso
AT I ■ AL E N IA ■ IIV AS TER
GO ■ E LE T T A ■ TE ST INE
U• AN DA TE - s OT TA NA ■
AC EF A L A ■ TE TR o■ OLI
■ I D I ■ T RO VA TO RE ■ E I\\
OD I O lr= RA T I ■ ET A• A
quella originaria perché un radicale rinnovamen-
to operato nel 1860 ne ha appesantito l'aspetto.
La chiesa seicentesca, iniziata ne l 1688, è opera
dell'architetto Carlo Borella. All'esterno
l' architettura si ripete identica su tre lati e tre
ampie gradinate simmetriche introducono alla
chiesa che, maestosa e imponente, popolata da
numerose statue, accentua la verticalità delle
forme con la sua cupola coronando le tr·e fonti . Le
origini del Santuario sono legate alle due
apparizioni della Beata Vergine su questo colle:
la prima risale al 1426, la seconda avvenne due
anni dopo. Di questi due eccezionali avvenimenti
venne istruita formale inchiesta da parte del
Comune di Vicenza per mezzo di notai pubblic i, i
quali nel novembre 1430, stilarono un vero e
proprio "Processus". La "magnifica Comunitas
Vicentiae" che si era riservata per convenzione il
diritto di patronato su Monte Berico, il maggio
dello stesso anno dava in possesso chiesa e
convento ai Servi di Maria.
BS GENNAIO 2006

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
I MIEI TRE
MIRACOLI
Mi chiamo Francesca e ho 33
anni. Sposata da 12. Ho tre stu-
pendi bimbi: Giulio di 10 anni ,
Rossella di 7 e Domenico di 4
mesi. Devota di san Domenico
Savio, desideravo dare questo
nome al più piccolo. Durante la
sua gestazione, al secondo me-
se ho avuto una minaccia di
aborto, che poi s'è risolta ; a set-
te mesi dovetti ricoverarlo con
urgenza per una forte otite
perforata. Arrivai in tempo . Mi
capitò poi di scivolare sulle sca-
1e di casa con Domenico in
braccio , ma anche stavolta finì
bene. Devo dire che sempre du-
rante le mie gravidanze ho in-
dossato giorno e notte l'abitino
di Domenico Savio. Ora ce
l'hanno i miei figli a letto. Nella
mia vita matrimoniale ho passa-
to anche momenti tristi di de-
pressione e sbandamento , ma
ho sempre chiesto a Dio di ritro-
vare me stessa, ed Egli mi ha
sempre aiutata attraverso l'inter-
cessione di Domenico Savio. Vi -
viamo soli , io e mio marito , con i
bambini , senza nessun parente.
Siamo molto uniti. I miei tre figli
che io chiamo i miei tre miracoli ,
mi danno la forza di andare
avanti. Prego il piccolo santo di
continuare a proteggere loro e
tutti i bimbi sofferenti.
Schifano Francesca,
Biasca (Svizzera)
SOTTO IL
PIEDISTALLO
Mia moglie Pasqualina, colpita
da tumore, ha lottato per oltre
due decenni contro il male inva-
sivo che le consumava inesora-
bilmente il corpo. In casa esiste
una testa di san Domenico Sa-
vio ricevuta dallo scultore prof.
Caffaro-Rore che mi onorò della
sua amicizia. Dopo la morte di
mia moglie, trovai sotto il piede -
stallo della scultura i biglietti che
lei giornalmente vi poneva. Fu
proprio questo a lenire la sua
lunga sofferenza, unitamente al
ritratto del santino, che teneva
sul comodino di ogni reparto
ove fu ricoverata. Con le poche
parole che le restarono mi disse
di porre questo ritratto nella ba-
ra , affinché le fosse di conforto.
Spegnendosi lo strinse tra le
mani , baciandolo. Ovviamente
feci quanto desiderava. Non po-
chi ammalati divennero devoti di
san Domenico , constatato l'a-
more di mia moglie per lui.
Poggi Medardo, Genova-Sturla
SCOPRII
DI ESSERE
INCINTA
Mia figlia cresceva con il desi-
derio di poter avere un fratellino.
Anch 'io lo desideravo ormai da
molti anni. Mi sono sottoposta a
un gran numero di visite specia-
listiche e cure. Nel 1996, dopo il
fallimento di un intervento in la-
paroscopia, consigliatomi dal gi-
necologo, perdetti ogni speran-
za. Nei primi mesi del 2002, con
l'arrivo a casa mia del Bollettino
Salesiano , venni a conoscenza
di san Domenico Savio. Allora
mi rivolsi a lui , iniziando una no-
vena per 1O sabati consecutivi.
Il 14 giugno feci una piccola
oblazione tramite il BS, e il 13
luglio scoprii d'essere incinta.
Lo stesso giorno trovai nella bu-
ca delle lettere le immagini di
Don Bosco, di Maria Ausiliatrice
e di san Domenico Savio, con il
ringraziamento per l'offerta che
avevo fatto. In seguito seppi che
il mio bambino , affidato alla pro-
tezione di san Domenico Savio,
era stato concepito il 14 giugno.
Si chiama Giuseppe Bucci , ma
nel mio cuore egli è Giuseppe
Savio .
Marconi Piera, Corato (BA)
SOLLEVATA
DA OGNI TIMORE
Sono una mamma di 32 anni.
Verso il sesto mese della gravi-
danza accusavo una forma di
gestosi ipertensiva molto grave.
Essendo la situazione critica, si
decise di far nascere il bambino
a sole 29 settimane. Così nasce
Michele , il mio piccolo "guerrie-
ro", che dopo vari mesi di ospe-
dale decide di continuare a vive-
re e stare con la sua mamma.
La paura è stata tanta da non
voler altri figli. Ma, dopo quasi 5
anni dalla prima gravidanza , a
Natale 2003, scopro di essere di
nuovo in dolce attesa. Sono più
preoccupata che felice , per il ti-
more del possibile riemergere
della gestosi. Nel quinto mese,
sfogliando il Bollettino Salesiano,
leggo le storie di tante mamme
in difficoltà che si sono affidate a
san Domenico Savio. Comin -
ciai anch'io a chiedere il suo aiu-
to , recitando la novena e portan-
do al collo il suo abitino, fino al
giorno del parto . Il 14 agosto
2004 è nato Girolamo Marco ,
perfettamente sano. Grande è la
mia gratitudine al piccolo santo
per avermi fatto godere piena-
mente la maternità. Ora continuo
a invocarlo affinché protegga i
miei due angioletti e aumenti la
fede e la speranza a tutte quelle
donne e mamme che si trovano
ad affrontare momenti di grande
difficoltà.
Mincuzzi Carmela,
Triggiano (BA)
MIHA
TROVATA LUI
Pochi mesi fa ho visto alla TV il
film "Don Bosco". Sono rimasta
colpita dalla figura di un bambi-
no, suo allievo molto generoso,
che divenne santo: san Dome-
nico Savio. Per tre giorni pen-
sai spessissimo a lui. Non riu-
scivo a togliermelo dalla mente
e desideravo avere una sua im-
maginetta per pregarlo. Il quarto
giorno venne a farmi visita una
mia cugina con la sua bambina.
Fu proprio la piccola a far cade-
re dalla borsetta della mamma
tutto ciò che conteneva. Rim-
proverata dalla mamma, la pic-
cola dovette raccogliere tutto da
terra e consegnarlo a mia cugi-
na. Tra le varie cose c'era an-
che l'abitino di Domenico Savio
che io non conoscevo. Mentre
lo rimetteva a posto, io ne chiesi
la spiegazione , pregandola di
informarmi anche sul piccolo
santo che compariva nell'abiti-
no. Così venni a sapere di Do-
menico e della sua particolare
protezione alle mamme in atte-
sa. Non riuscii più a togliermelo
dalla mente , anche perché
aspettano anch'io un bambino .
Non conoscendo nulla di lu i,
non potevo nemmeno cercar-
lo .. . fu lui che trovò me. Ora in-
dosso l'abitino e prego con mol-
to fervore san Domenico Savio,
affinché protegga me e la mia
cre~ura.
·
Di Tacchio Marianna,
Andria (BA)
GENNAIO 2006 BS
Beata Maria Romero
Meneses
AL POSTO DELLA
CATAPECCHIA
L'oratorio salesiano "Filhos de
Dom Bosco" della parrocchia
S. Teresina del Bambino Ge-
sù a Rondonopolis, nel Mato
Grosso dove lavoro come
missionario da molti anni,
aveva bisogno di uno spazio
più ampio per accogliere gli
oratoriani. Ma nel mezzo del
terreno adiacente all'oratorio
c'era una catapecchia e la
proprietaria ricusava tenace-
mente qualsiasi proposta di
venpita. Non sapendo più co-
me convincerla a cedere, mi
sono affidato all'intercessione
della beata Maria Romero
Meneses. Scattai una foto
della 9atapecchia e la collocai
tra due fotografie della nostra
beata. La grazia venne. Con-
tro ogni aspettativa, la pro -
prietaria stipulò un contratto in
pretura che le assicurava un
indennizzo come lei desidera-
va. Inoltre durante la festa del
nostro patrono (31 .01 .2005) ci
fu l'inaugurazione della squa-
dra sportiva di volley intitolata
a Bartolomeo Garelli , il primo
oratoriano di Don Bosco. Ora
stiamo costruendo una cap-
pella dedicata alla Beata Ma-
ria Romero Meneses.
D. Rina/di Danilo,
Rondonopolis - Brasile
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fi rmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

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ISig. Colonnello
VINCENZO PEZZOLET
Dal 1997 è Direttore
Responsabile della rivis)a
IL CARABINIERE.
L'abbiamo intervistato.
Colonnello, la rivista Il Carabiniere che lei dirige è scritta per
tutti i cittadini o solo per i membri dell'arma e loro familiari?
Il Carabiniere è un periodico di antica tradizione - risale al 1872 -
ed è nato, in origine, a uso interno dell 'Istituzione. Dal 1983 per l'am-
piezza del panorama informati vo, la rivista è stata defi nita dall'Ordine
dei Giornalisti "mensile di grande ù1formazione e cultura professiona-
le" . Al momento, 1'80% dei nostri lettori non è militare.
Che cosa vuole trasmettere questa vostra pubblicazione?
Vuole essere uno strumento con cui l'Istituzione si propone non solo
come garante di sicurezza pubblica e privata, ma anche come portatrice
di cultura e di valori; tra questi figurano senz'altro la solidarietà, il
senso della giustizia e lo spirito di servizio.
Abbiamo letto che a volte parte del ricavato della campagna
abbonamenti va ad alcune associazioni (LumbeLumbe, VIS, Vl-
DES, Marchini) che si occupano di solidarietà.
Il carabiniere non è solo un professionista vicino alla gente per debi-
to di servizio, ma anche e soprattutto un uomo che ha scelto di realiz-
zarsi, anche nel credo di quei princìpi di solidarietà e di disponibilità
che, da prima della scelta dell ' uniforme, egli ha profondamente radi-
cati nel suo bagaglio spirituale.
Probabilmente costituisce una sorpresa per molti la libertà con
cui un ufficiale della Benemerita,possa anche fondare una ONLUS
per aiutare i più svantaggiati... E un 'eccezione?
Molti ufficiali, marescialli, brigadieri e carabinieri si adoperano con-
cretamente in quella che, con termine un po' generico, si usa definire
"beneficenza", sia economicamente sia personalmente; si deve però
dire che il Ten.Col. Governatori è stato il primo, con l'approvazione
dell'Arma, a percorrere questa via della fondazione di una ONLUS.
Parliamo del calendario: ci può dire qual è la tiratura?
Il Calendario dell'Arma tira circa 1200 000 copie; la sua storia ini-
zia nel 1928 e le annate vanno a ruba, sia da parte degli estimatori, sia
nel mercato dei collezionisti. C'è da rilevare che i cittadini ammirano
l'Arma dei Carabinieri e considerano una dimostrazione d' affetto reci-
proco e un punto di orgoglio possederne il Calendario.
UZURI
Uzuri in swahili significa
"bello", ma la sua è una vita
d'inferno. Uzuri è un "ragaz-
zo/serpente" e I:a 10/12 anni,
non si sa bene. E uno di quelli
che, abbandonata la scuola per-
ché non aveva soldi per com-
prarsi l' uniforme, è finito nelle
miniere di Ashura nel nord del-
la Tanzania, a cercare la "tan-
zanite", la pietra blu che in
gioielleria costa un occhio della
testa, ma che quando lui la tro-
va, infilandosi negli strettissimi
cunicoli delle miniere (per que-
sto li chiamano "ragazzi ser-
pente") si becca, a seconda del-
le dimensioni, fino a 100 $, il
che capita molto raramente; se
no per il massacrante e inuma-
no lavoro che è costretto a fare
gli rifilano poco più di mezzo
dollaro. Vive in una baracca ti-
rata su alla meglio con altri
sventurati come lui, ed è desti-
nato, prima o poi, a prendersi la
silicosi o la tubercolosi, e allora
1u0nv;·~1l~~:~~~: \\~i:;c:i:o!:~
non lo sa nemmeno lui. Il nome
scientifico di questa pietra,
gioia dei ticchi occidentali e di-
sgrazia dei "ragazzi/serpente" è
zoisite. Se provate a pronun-
ciarla in inglese vi accorgete
che ha assonanza con la pro-
nuncia di suicide . Proprio per
questo mister Tiffany, il famo-
so gioielliere USA, gli diede il
nome del Paese di provenienza.
Se comprate una "tanzanite" ri-
cordatevi da dove viene.
- Ane llo con tanzanite.
BS GENNAIO 2006

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Roberto Giannatelli
MED - Media Education
ATTUALITÀ
-
di Maria Giulia Palocci
I
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Male... con la "M" maiuscola
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CHIESA
di Silvano Stracca
I Benedetti prima di Benedetto
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Un party speciale