Bollettino_Salesiano_200507

Bollettino_Salesiano_200507



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Mensile · AnnoCXXIX nr. 7
........~
(Coni,, i, L 27
n.
"-61111i1n.
A.P.•
1, -
D.L353/2003
2, DCI PD
Spldlriolte..-. 7
RIVISTA FONDATA
DA I. GIOVANNI 80ICO
NIL 1877

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- 40 ANNI DAL CONCILIO . - - - - ~ ~ - -
di Pascual Ch6vez Villanueva
RINGIOVANIRE
IL VOLTO
L'ESPLOSIVA ENERGIA
DEI FONDATORI
"Senza gli ordini religiosi, senza la vita consacrata,
la Chiesa non sarebbe pienamente se stessa"
(Giovanni Paolo Il, 7/3/1980).
Non è fa-
cile per
la mag-
gioranza dei cri-
stiani capire la
distinzione tra
gerarchia, pa-
stori , sacerdo-
ti diocesani,
religiosi , mo-
naci. .. "In fin dei conti si
tratta di preti e monache". Ma non
è così. La Chiesa presenta in se
stessa una .grande molteplicità e
diversità, come multiforme e com-
plessa è la vita degli uomini e delle
donne: non vi è espressione o atti-
vità umana in cui Dio non voglia
essere presente come pienezza di
vita e fermento di salvezza . San
Paolo lo spiegava con chiarezza e
plasticità: "Il corpo non si compone
di un membro solo, ma di molte
membra... mani. .. , piedi ... , occhi .. .,
cuore ... ogni membro ha una sua
propria funzione , ma tutti sono a
servizio dell'insieme" (1Cor12, 1-31).
Lo stesso succede nella Chiesa,
Corpo di Cristo.
Le diverse vocazioni sono i
doni con cui Cristo arricchisce la
Chiesa. Così essa si mantiene gio-
vane e può offrire la salvezza a
uomini e donne di ogni luogo, con-
dizione, epoca o cultura. I carismi -
così si chiamano queste vocazioni,
o doni dello Spirito - sono sempre
al servizio dell'unità della Chiesa e
del bene comune. È san Paolo che
. dice: "Vi è diversità di doni, ma un
medesimo Spirito. Vi è diversità di
funzioni, ma un medesimo Signore"
(1Cor12,4-6). E cita alcuni di questi
carismi, i più importanti: apostoli,
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS
profeti, maestri. Alcun i hanno il
compito di predicare, altri il dono di
compiere miracoli, di curare infer-
mità, di dirigere la comunità, di par-
lare lingue diverse ... Dio continua
ancora ad arricchire la Chiesa con i
carismi. Ha suscitato uomini e don-
ne che hanno seguito il Cristo con
radicalità e con uno stile di vita
obbediente, povera e casta. Si trat-
ta di persone con una sensibilità
particolare che hanno colto i biso-
gni via via emergenti dell'umanità e
con grande audacia hanno cercato
le migliori soluzioni. La testimonian-
za della loro vita, la chiarezza degli
obiettivi , la bontà della causa e la
tenacia nel difenderla hanno moti-
vato presso altre persone gli stessi
ideali. Questa è stata l'origine di
ordini, congregazioni, istituti e, og-
gi , movimenti. Uomini e donne su-
scitati dallo Spirito Santo per dar
vita a famiglie religiose con stili di
Sant'lgnazio di Loyola.
vita profetici e presenze capaci di
rendere visibile ed efficace l'amore
di Dio per il mondo. Sono i Fonda-
tori.
Dopo le persecuzioni, quando
il cristianesimo , ormai religione di
Stato , subisce una caduta di ten-
sione e di radicalità, sorgono gli
eremiti , i cenobiti , i monaci e le
grandi Regole di san Pacomio ,
san Benedetto, sant'Agostino.
Più tardi san Domenico di Gu-
zmàn , che fonda l'Ordine domeni-
cano la cui missione è predicare il
Vangelo . Quando , in pieno Medio-
evo , l'umanità si sente afflitta da
innumerevoli mali e persino la ge-
rarchia della Chiesa pare lasciarsi
tentare dalle vanità terrene, ecco
san Francesco di Assisi che spo-
sa "madonna povertà" e presenta
agli uomini del suo tempo, e di tutti
i tempi, un Cristo che salva per e
con amore, pieno di compassione
per chi soffre e di stupefatta ammi-
razione per il creato : l'acqua, le
piante, le stelle, il fuoco, gli animali,
la terra e perfino la morte, chiamata
sorprendentemente "sorella", loda-
no l'Onnipotente . È l'uomo della
"perfetta letizia", giacché la povertà,
la sofferenza e la morte l'avvicina-
vano al Bene definitivo. Quando la
Riforma Protestante strazia la Chie-
sa e questa vede interi popoli allon-
tanarsi dalla casa materna, Dio
suscita Ignazio di Loyo/a, che fon-
da la Compagnia di Gesù, i gesuiti,
un "corpo specializzato" che, agli
ordini del Papa, ha difeso la Chiesa
e la dottrina cattolica; protagonisti
di innumerevoli gesta a favore della
giustizia, della libertà e della verità.
Molti sono i fondatori e le fondatrici,

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di congregazioni maschili e femmi-
nili. San Giovanni di Dio dà origi-
ne ai Fatebenefratelli per gli amma-
lati e i bisognosi ; san Vincenzo
de ' Paoli ai Preti della Missione e
alle Figlie della Carità; san Marcel-
lino Champagnat ai Maristi e san
Giovanni Battista de la Sai/e ai
Fratelli delle Scuole Cristiane per
l'apostolato nelle scuole. Quando
comincia la rivoluzione industriale e
ondate di giovani giungono ai sob-
borghi delle città, con il pericolo di
venire scandalosamente sfruttati,
san Giovanni Bosco con le sue
scuole professionali, prepara i gio-
vani a essere "onesti cittadini e
buoni cristiani". In pieno secolo XX,
Madre Teresa di Calcutta fonda le
Missionarie della Carità come rispo-
sta alle nuove e molteplici povertà
della società moderna.
Indubbiamente i carismi dei
fondatori rappresentano uno dei
"volti" più belli che la Chiesa può
offrire al mondo, e i religiosi/e , se-
guaci radicali del Vangelo, sono co-
me un "corpo di rapido intervento"
per rendere presente la sollecitudi-
ne materna della Chiesa tra i più
emarginati. Oggi come ieri la vita
religiosa deve affrontare e accetta-
re la sfida a essere esperienza e
testimonianza di Dio, segno e sa-
cramento del suo amore in un
mondo laicizzato e materialista. Co-
me diceva Giovanni Paolo Il , la vita
religiosa non ha solo un passato
glorioso da raccontare , ma anche
un futuro da continuare a costruire,
insieme a tutti gli uomini e donne
della terra. Per questo basta che i
religiosi e ·le religiose siano uomini
e donne pieni di passione per Dio e
di compassione per l'umanità.
Madre Teresa di Calcutta.
Lugli o/Agosto 2005
Anno CXX IX
Numero 7
In copertina:
I ragazzi di strada
costituiscono una delle
grandi emergenze
del mondo moderno
e della Ch iesa, la qua le
non poteva non porsi
il problema.
Foto: Lucia Angelini
Mensil e di info rm az ione
e cu ltura re lig iosa ed ito
da ll a Congregaz ione Sa les iana
d i Sa n Gi ova nni Bosco
D irettore:
GIANCAR LO MAN IERI
- CHIESA
12 Ragazzi in fuga
- G,ovANI
14 La testa tra le stelle
di Silva no Stracca
di Ez io Rossi
- CALENDARIO
18 Una forza di punta
- 1NSERT0 CULTURA
23 Don Bosco Medien
- FMA
28 Bisogno di memoria
- ONLINE
32 40 anni di note
di Pascual Chavez Villanueva
di H ennecke I Tangerding
di Graziella Curti
di G iancarlo M anieri
RuBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 // punto giovani - 6 Lettere al Diret(ore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 20 Viaggi - 21 Prima pagina - 22 Let-
tera ai giovani - 27 Doctor ]. - 30 Libri - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesia-
no - 37 Laetare et benefacere... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 41 // mese (luglio) -
42 // mese (agosto) - 43 I nostri santi - 44 Santità salesiana - 45 Relax - 46 I nostri
morti - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Mattioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
;;\\';,?~ ~~~n~~~u~i~'~i~~~~~~fs~ ~~i;~~~ ~~~~;):~io
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fan tini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizz i
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale. Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusi one e Amm inistrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Intern et:
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11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni.
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I Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

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di Carlo Di Cieco
TRA DUE PAPI
Inattesa, ma sperata staffetta tra papa Wojtyta
e Benedetto XVI sulla questione giovanile.
Dopo l'elezione di Ratzinger, un
professore di teologia alla
cattedra di Pietro, si sono aperti
squarci promettenti per la credibilità
futura della Chiesa di fronte ai giovani.
Karol Wojtyfa era morto sperando,
sino alla fine , in una ripresa di salute
minima per non mancare - dopo 20
anni dalla prima volta - all'incontro
con i giovani a Colonia nel prossimo
agosto .
Ma la lunga stagione del suo servizio
alla Chiesa si era conclusa e la
Giornata Mondiale della Gioventù era
rimasta una casella vuota nell'agenda
papale.
Non ha avuto alcun indugio il
suo successore a esprimere la
voglia di riprendere il testimone. A
Colonia andrà lui, Benedetto XVI.
Straordinario, perché sarà pure il
ritorno in patria di un pontefice
tedesco dopo quasi mille anni.
Nel primissimo messaggio
programmatico, sotto le volte della
Sistina ancora arredata per
l'emergenza del conclave appena
concluso, Benedetto XVI ha rivolto un
saluto speciale ai giovani . Un
"affettuoso abbraccio - ha detto
proprio così smentendo la leggenda di
essere un algido - nell'attesa, se
piacerà a Dio, di incontrarli a Colonia
in occasione della prossima Giornata
Mondiale della Gioventù. Con voi cari
giovani, futuro e speranza della
Chiesa e dell'umanità, continuerò a
dialogare, ascoltando le vostre attese
nell 'intento di aiutarvi a incontrare
sempre più in profondità il Cristo
vivente, !'eternamente giovane".
(E Colonia è ormai alle porte!).
. Non capita tutti i giorni di
rivolgere un pensiero ai giovani in
un contesto tanto solenne. Ma dal
1985, con l'awio delle Giornate
Mondiali, papa Wojtyfa aveva scosso la
Chiesa cattolica, portandola a
considerare l'importanza della
pastorale giovanile rimasta sino ad
allora ai margini. Che il suo successore
ne abbia ripreso la passione, conferma
che ormai i giovani sono soggetti attivi
e importanti nella missione
dell'evangelizzazione e nel servizio alla
pace che la Chiesa vuole offrire.
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS
E risalta una radice davvero
impegnativa di questa attenzione: sia
Wojtyfa sia Ratzinger ne parlano nel
contesto di fedeltà al Concilio
Vaticano Il. I giovani sono, infatti, una
componente della dignità recuperata o
da recuperare dei laici nella Chiesa,
vissuta come popolo di Dio e come
comunione di tutti i credenti in Gesù
Cristo.
O I giovani sono un umano
universo tanto variegato e si
esprimono con altrettante differenze
legate a contesti , culture , condizioni ,
storie personali e sociali. Dovunque,
tuttavia, vogliono portare il vento di
novità e chiedono di essere presi in
considerazione , come interlocutori di
pari dignità con gli adulti . E sotto ogni
cielo del globo, specialmente di questi
tempi, esprimono disagio per il
diminuire di speranza. Prima erano gli
occhi della fame a porci
nell'inquietudine. A quegli occhi si
sono aggiunti ora quelli indagatori e
giudici dei giovani che vivono nel
benessere. Sono inquieti perché
vedono che non si sa dove andare e
che la via preferita per uscire dalle
crisi, continua a essere spaccare tutto
con la violenza e la guerra. Troppo ·il
divario tra gli ideali che i grandi
invitano a coltivare e la coerenza a
questi ideali che non si ritrovano quasi
per niente nell'ambito sociale e
nell'ambito privato di vita. Non è un
case che nella sola Italia sono 800
mila i giovani sofferenti di
depressione. Segno che qualche
grossa disfunzione sta mangiando
dall'interno il nostro sistema di vita e
di società tanto decantata.
Strano, ma vero, una pastorale
giovanile come Don Bosco la
pensava, non si contenta di cori da
stadio, ma punta a formare giovani
adulti nella responsabilità della fede e
del servizio sociale. Un bell'impegno
per la Chiesa e per la società
rispondere a questo genere di giovani
non fanatici , ma laboratorio di progetti
di vita significativa che vogliono
condividere pacificamente.
La GMG del prossimo mese a Colonia
non potrà non confermare la linea
Wojtyta sul rapporto privilegiato
Papa/giovani.

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~
ITERE.AL lllllEIIDRE
sastro" possa essere chiamato questo avrebbe poco senso. rogativo che mi propone sul
"Magno" (Grande), che ab- Un Dio che non crea è un Dio far e o no la comunione quan-
biano potuto innalzargli un inutile, un Dio-per-sé è un do la coscienza rimorde per
migliaio di statue e monumenti Dio che non serve... È com.e una colpa , è prassi che, nella
in tutto il mondo, che sia finito se un uomo pe1fettamente impossibilità di una confes-
sulla copertina delle più pre- "normale" e con una magni- sione immediata, ci si possa
stigiose riviste, che abbia fica voce, rinunciasse a par- accostare alla comunione. Ho
avuto l'onore di decine di bio- lare, restando muto per tutta chiesto a qualcuno che mi po-
grafie? (Se prova a digitare su la vita. Sarebbe un nonsenso. neva lo stesso interrogativo
un qualsiasi motore di ricerca Applichi a Dio , la cui caratte- che cosa ne pensasse di un
"biografie di Giovanni Paolo ristica prima è creare.. .
tale che, ùivitato a cena, ac- ·
li" Internet gli squaderna più Allora il fine della creazione cettasse di parteciparvi, si
di 22 mila pagine!) . Hanno è la costituzione di persone, presentasse a mensa, si se-
forse tutti perduto il ben del- create, capaci di prender desse tra gli altri invitati, poi,
l'intelletto , e l'unico ad averlo parte alla vita dell'Essere as- dopo il "buon appetito" di
mantenuto sarebbe Han s soluto che è "personale": prammatica, non toccasse
D,ACCUSE•.. Egregio di-
rettore [... ], avrà letto il
Kung? Forse la verità è che il
prof è l'unico che ha sbaglia-
to! "Esiste, infatti, un sentire
comune che misura in modo
dalla "Persona" alla "perso-
na". In questa divina comuni-
cazione riposa tutto il senso
della creazione e dell'uomo ,
cibo! Sarebbe per lo meno
strano, non le pare ? Per non
dire scortese. Ebbene , penso
che, mutatis mutandis, il pa-
j' accuse del teologo Hans intuitivo, ma profondamente o della creazione dell' uomo. ragone possa insegnare qual-
Kung sul papato di Giovanni logico, il valore di un avveni-
cosa, fermi restando gli ob-
Paolo II [...] Lei che ne dice? mento o di un uomo. Posso
I':, sbagliarmi - mi scrive un prof
l,,;j U.C.@. .. di filosofia - ma credo che
blighi morali prescritti, da
UE INTERROGATI· espletare o prima o dopo.
VI. Caro Dir. il sesso è
Caro U.C,
nessuno fino a oggi, imperato- come il vino: un po' fa bene
t::,/ Beh, la smentita più clamoro- re, condottiero, guida spiritua- di più fa male... Chi si sente f.:JONO INFELICE. Ca-
sa alle teorie di Kung è stata le, artista che sia. .. abbia mai in peccato e vuol fare la co-
ro dir, sono figlio di da-
la morte del Papa e il suo ricevuto le testimonianze di munione, può farla o deve per narosi professionisti che, gra-
trionfo "post mortem!" . Un stima universale di Karol forza prima confessarsi? Mi zie a Dio, non mi fanno man-
pastore che ha fallito non Wojtyia". Per buona pace di risponda per favore.
care nulla. Ho solo l'imbaraz-
D raccoglie il plauso ammirato Hans Kung.
di 200 capi di governo prove-
nienti da ogni parte del
mondo e appartenenti a reli- L SENSO
DELLA
Firma illeggibile
Ho già scritto sull'argomento
a più riprese. Ho affermato
zo della scelta. Le ragazze mi
cadono ai piedi una dopo l'al-
tra, anzi tutte insieme. Posso
<lisporre di soldi quanti ne vo-
gioni e ideologie le più diver- CREAZIONE. Egregio che il sesso è cosa naturale, glio, perché il papà e il nonno
se; molti addirittura nemici direttore... qual è in sostanza che non va demonizzato, che è mi hanno aperto un conto in
tra loro, eppure uniti dalla il senso e il fine della creazio- un' invenzione magnifica sca- banca. Mi compro quel che
comune ammirazione per un ne [.•.]
turita dalla inimitabile fanta- mi pare, ho anche un apparta-
grande!
Comunque il vero smacco di
Kung l'ha evidenziato Messo -
ri. Ciò che il vecchio prof di
Tubinga auspica (e che ha
rimproverato a papa Wojtyia),
"preti sposati", donne/preti,
nuove nozze sacramentali per
Angelo, Torino
Caro signore, il senso della
creazione è il senso stesso
della vita: è il contrario del
vuoto , del nulla , cioè del
"non senso". Ciò che non ha
senso è ciò che "non è"' Lo-
sia di Dio... N el contempo ho
detto che appartiene alla
sfera del mistero , che non
può essere considerato, data
la sua importanza, alla stre-
gua di una qualsiasi innocen-
te abitudine, ecc. Il sesso, in-
somma, è un capolavoro, e
mento regalato al compimen-
to del mio 18° anno. Embè,
che vuoi di più? - dirà lei. Ma
io sono sempre sfelice e scon-
tento, come ha scritto lei una
volta. Non so che cosa voglio.
E non so a chi rivolgermi, sic-
come a casa mia arriva il Bol-
i di vorziati, aborto accettato, gico quindi che tutto ciò che come ogni capolavoro, non lettino (i miei sono entrambi
contraccezione libera, ecc. è esiste abbia un senso . Tale può essere bistrattato , vilipe- exallievi) ho pensato di scri-
già da tempo patrimonio del affermazione è - ovviamente so , mortificato, maltrattato verle...
protestantesimo. Ebbene il ri- - teorica, filosofica , nel senso (nel senso etimologico di trat-
sultato è che le chiese prote- che si configw;a come una tato male) . Al contrario , va
NN di Milano (lì vicino!)
stanti sono desolatamente conclusione logica della difeso e curato come cosa Provo a fare qualche conside-
vuote molto più che le chiese menta umana.
preziosissima, perché porta razione, "documentata". In
cattoliche. La riforma che Per i credenti il senso e il fin e in l' energia grande e terri- tutto l'Occidente il reddito
vorrebbe Kung è già mar- della Creazione sono chiari: bile della vita. È questa qua- medio da 10 anni a questa
chiata da un fallimento pla- Dio crea per elargire ad altri lità incomparabile ad asse- parte ha continuato a cresce-
netario! Perché mai dovrebbe il Suo bene, per far partecipi gnargli un'importanza unica re. Magnifico, dirai. Mica
accettarla la Chiesa cattoli- altri di qualche scintilla di di- nel palinsesto divino della tanto. Con esso sono aumenta-
ca?
vino. È proprio di Dio (sua creazione. È il sesso, procla- te anche le malattie, la depres-
Kung chiama il consuntivo del qualità primaria) "creare" , mava sicuro un direttore di sione, lo scontento, la frustra-
pontificato di Giovanni Paolo far balzare alla luce. Un Dio spirito, che f a l'uomo "simi- zione. Perché? Semplice. Per-
Il "un disastro". Le pare che solitario, chiuso nelle barrie- le" a Dio Creatore.
ché l' uomo ha "troppo" di
un uomo che ha fatto "un di- re della sua onnipotenza, Per quanto riguarda l'inter- "tutto" . Il sociologo america-
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS

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APPELLI
l'uomo. Fare sacrifici non è
perciò un' imbecillità, né un
Sono un collezionista di crudele masochismo, come
santini e vorrei scambia.rii qualcuno è portato a credere ,
con altre persone che come è, lo rip eto, una terapia sia
me condividono lo stesso per l'anima sia per il cmpo!
interesse. Angelo Maffia, La f elicità insomma non è di-
Via Pietro Cono di Lo- rettamente prop orzionale al-
renzo, 3 - 84078 Vallo i' incremento del proprio gruz- f'IA MADONNA E
della Lucania (SA).
zolo, al contrario pare sia ad- ,,..L'ISµtM. Caro di.retto-
dirittura inversamente pro- re, un mio compagno di scuo-
Sono una ragazza che vor- porzionale. E meno male che la... che, le confesso, mi piace
rebbe corrispondere con a dirlo non sono io , se no ma è musulmano, vedendomi
amici/che. Ho un animo qualcuno mi sparerebbe alle una medaglietta della Madon-
sensibile alle bellezze della spalle! Questo vuol dire che na al collo, mi ha detto che il
natura e dello spirito. Ni- l'American way of life non Corano parla di Ma.ria più di
coletta Matteini, Via An- porta da nessun'altra parte qualsiasi altra donna, persino
tonelli 32 - 51100 Pistoia. se non alla depressione... An- della figlia del Profeta. Io ci
che questa non è farina del credo poco ... Il Corano parla
Cerco corrispondenze con mio sacco, semplicemente con- davvero di Ma.ria?
giovani sacerdoti; vi prego cordo con Paul Kennedy che
di contatta1mi a: ndondo- queste cose ha scritto, dopo
Elena, Forll
millo@tiscali.it
Vorrei corrispondere con
lettori con i qua.li forma.re
una duratura amicizia. Raf-
faele Bruno, Piazzale
Marconi, 15 - 96100 Si-
racusa.
lunga indagine. È una· bella
seccatura dover prendere atto
che "lo sviluppo economico
non migliora l'essere uma-
no", come dice R. Easterlin
che abita nelia patria dello
sviluppo economico, gli USA.
Dal canto suo Aristotele (ba-
Cara Elena,
sì, è vero . Maria è l'unica
donna che nel libro sacro del-
l'Islam viene chiamata, indi-
cata col suo nome proprio
per ben 34 volte. Non solo .
C'è un capitolo (i musulmani
lo chiamano Sura) tutto dedi-
Sono Anna. Vorrei corri-
spondere con chi ama la
vita semplice, dà più valo-
da che si parla di quasi 2400
anni fa!) che chiamava la fe-
licità "eudaimonia", vale a
dire buon rapporto con se
cato a Lei, s'intitola infatti la
sCtra di Maria. Il Corano dice
anche quale fu il dolore più
grande della mamma del
re allo spirito che alla ma-
teria, si sacrificherebbe per
un amico .. . e tutti quelli
stessi e con il mondo, "spara" "prof eta" Gesù: quello di of-
che una felicità solo indivi- frire a un mondo che lo
duale è da idioti: o è colletti- avrebbe perseguitato e infine
che credono che si può
sempre migliora.re. Anna
Romanato, Via Nicolai
2905 - 41052 Samone Fr.
Guiglia (MO).
va, comunìtaria, conviviale, o
non è. La f elicità non si vende
si compra, caro NN di Mi-
lano (lì vicino!).
La conclusione . Mi pare lo-
ucciso, il suo unico figlio . Ma
sarà proprio questo dolore a
far zampillare nuova vita.
Maria per il Corano è il mo-
dello pe1fetto di donna da se-
gica, e la ripeto. Impara a guire e imitare da tutti i cre-
fare rinunce, sacrifici, tagli. denti. Ella , che si conservò
no Barry Schwartz scrive che Costringiti, qualche volta, a sempre Vergine, canta in
per l' uomo più ampia è la essere povero . .. Lascia stare eterno la lode dell'Altissimo.
scelta e peggio è; essere som- ciò che hai e fatti conoscere Ella è i/fiore più raro germo-
mersi da un numero di possi- per ciò che sei! Hai soldi? ... gliato p er volere di Dio , ca-
bilità spropositate genera Spendili magari per un viag- pace di ospitare in grembo un
stress, insicurezza, insoddisfa- getto - per esempio in Africa Verbo di Allah (nota, non
zione. 4ltre ricerche fatte in - in una missione in cui si " il" ma "un": Gesù è solo
Giappone concludono che uno stenta a trovare un tozzo di uno dei profeti), per poi of-
più guadagna . .. più è preoc- pane per arrivare a sera! Se frirlo al mondo . Ella è l'eletta
cupato. E la preoccupazione, non sai "dov'è" un posto si- sopra tutte le donne del crea-
come si sa, non appartiene mile, te lo suggerisco io. to . Mi pare che Maria possa
alla categoria della fe licità! Stacci un po', come hanno costituire un punto di parten-
Ma perché i soldi non danno fatto Claudia Koll e molti za per il dialogo cristianesi-
la f elicità? Bella domanda! altri. E non ti scordare che la mo/islam. Non trovi ?
La risposta, comunque, la cosa più bella, più gustosa e
Chiesa la sta predicando da
2000 anni: far e sacrifici. Non
storcere il naso : fare sacrifici
fa bene, è terapeutico. Il sa-
crificio di Cristo ha salvato
più santa è "dare", non com-
prare, e nemmeno consuma-
re! E .. . "non sparare sul pia-
nista" p er aver osato darti un
consiglio come questo.
Non ci è stato possibile p~,b~
blicare tutte le l_ettere pe1~~e
nute in reda zio ne. Ce
sscuuositaemmpoo· Palrloavvpeudbebrlie'cmaoz1·0a-
ne o alla risposta personale .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS LUGLIO/A GOSTO 2005

1.8 Page 8

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PÉTION-VILLE,
HAITI
CITTADINI
RESPONSABILI
Il 7 novembre 2004, circa ses-
santa bambini e giovani del
movimento CACH (cittadini
attivi per costruire Haiti), in-
sieme con i loro responsabili,
si sono incontrati a Pétion-
Ville, per riflettere sul tema:
Cittadino: non si nasce, lo si
diventa! L ' obiettivo del radu-
no era di trattare la fo1mazio-
ne civica dei movimenti, per
vivere la cittadinanza. Il dott.
René Julien, studioso e autore
di Verso una cittadinanza
haitiana responsabile , nel suo
intervento ha tracciato la dif-
ferenza tra individuo e citta-
dino, sottolineando le caratte-
ristiche e gli atteggiamenti
fondamentali di quest' ultimo.
Il dibattito ha permesso di mi-
surare la maturità dei giovani
e la loro comprensione del
tema. Tra le decisioni finali ,
l'invito ai gruppi di produ1Te
poesie, sketchs , disegni, co-
reografie, che possano tradur-
re il messaggio appreso . In
seguito, si potranno condivi-
dere le produzioni con gli
altri giovani, coinvolgendoli
in iniziative concrete come la
pulizia della zona, il rimbo-
schimento di alcune aree na-
turali, per diventare cittadi-
ni/e ali'altezza della missione
che è affidata dal Signore: ri-
costruire insieme Haiti , la
perla dei Caraibi!
PRAGA,
REPUBBLICA CECA
BUON
COMPLEANNO
Suor Zdenka Svedova scrive
da Praga, dove si sono cele-
brati i 1O anni di presenza
delle FMA: «A Praga-Karlìn
la nostra opera educativa si
concretizza nella scuola ma-
terna, e nella scuola profes-
sionale con annesso internato,
realtà che si sono lentamente
sviluppate in questi 10 anni.
Nel 2002, quando tutto sem-
brava ormai avviato, una forte
inondazione della Moldava ha
distrutto gli ambienti educati-
vi della scuola. Nello smairi-
mento di dover ricominciare
da capo, l'aiuto della Provvi-
denza non è mancato: molte
agenzie umanitarie europee e
ONG internazionali e nazio-
nali sono venute in nostro
soccorso. Per vivere al meglio
la memoria di questi primi
dieci anni, abbiamo pensato
di condividere insieme ai no-
stri insegnanti e ai collabora-
tori laici un pellegrinaggio
nei luoghi salesiani. Abbiamo
vissuto l'esperienza della fra-
ternità, della preghiera salesia-
na, dell 'accoglienza, là dove
aITivavamo. Ci siamo "sentiti
a casa" ovunque. Abbiamo
compreso che siamo parte di
una grande Famiglia».
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS
MEDELLIN,
COLOMBIA
COLTIVANDO
UNSOGNO
La Casa de la Mujer a Manri-
que, un quartiere a nord di
Medellfn (Colombia), è la
realizzazione di un sogno, che
si è potuto attuare grazie alla
tenacia delle suore che hanno
creduto alla possibilità e alla
capacità di un lavoro in rete
con altri organismi per am-
pliare l 'offerta di formazione
e di aiuto. L ' idea del progetto
è nata tre anni fa quando suor
Aura Rosa Escobar si inter-
rogò su come aiutare tanti
bambini rimasti orfani a cau-
sa della guerra e, nello stesso
tempo, come dare una possi-
bilità alle madri, divenute
càpi famiglia, di portare avan-
ti con dignità la loro vita.
Suor Aura decise così di pre-
sentare il progetto di lavoro in
una zona popolare a favore
delle persone vittime dell 'e-
migrazione interna. Il proget-
to ha attirato l'attenzione di
un organismo internazionale
che, dopo aver richiesto ulte-
riori informazioni e dopo un
lungo tempo di attesa, ha dato
la sua approvazione, offrendo
il contributo per costruire il
Centro di accoglienza.

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
SAN ANTONIO,
STATI UNITI
UFFICIO
PER LO SVILUPPO
L 'ispettoria Maria Immacola-
ta con sede a San Antonio
(Stati Uniti) sta compiendo
passi significativ i per quanto
riguarda l'attenzione agli im-
migrati del vicino Messico,
non soltanto attraverso le
scuole parrocchiali affidate al-
le suore, ma anche con la
creazione di spazi di evange-
lizzazione non formale in di-
verse zone, come per esempio
nella città di Austin o nella
regione desertica dell ' Arizo-
na. La nostra presenza educa-
Adnano Greppi
tiva negli Stati Uniti si deve
però confrontare ogni giorno
con la fatica di trovare il fi-
nanziamento economico delle
opere. In una nazione che
mantiene una netta separazio-
ne fra lo stato e le diverse
chiese e confessioni, non esi-
ste un sussidio permanente
concesso all 'educazione pri-
vata, anche se ci sono diversi
programmi di aiuto ai centri
educativi indirizzati ai più po-
veri. Per far fro nte a questa
situazione, si è deciso di crea-
re un Ufficio per lo Sviluppo
e di affidarlo alla direzione di
Mary Anne Oehler, una dina-
mica educatrice, già inse-
gnante nella St John Bosco
School di San Antonio. Ac-
canto a lei, c'è suor Kathly
Keane, che l'assiste, tra l' al-
tro, per la redazione del noti-
ziario Connections, l'organo
specifico dell 'Ufficio, dedica-
to agli amici dell 'opera delle
FMA dell ' ispettoria.
so padre di un disabile, che
coloro che devono occuparsi
di questo problema hanno bi-
sogno di un bagaglio d'infor-
mazioni e di un supporto psi-
cologico ben maggiori. Il volu-
me colma dunque una lacuna
,, presente in questo campo: è
EdiZion, Mercuno
fatto di consigli, di informazio-
ni, di esperienze maturate sul
CRESCERE
CON ANDREA
campo. Adriano Greppi, exal-
lievo salesiano, si batte per-
ché la società accetti a pieno
UN LIBRO
DA CONOSCERE
titolo questi ragazzi "diversa-
mente abili", e sappia inserirli
nei suoi gangli vitali, all'inse-
Ecco un libro che può rivelar- gna del "dare di più a chi ha
si di grande utilità per quei avuto di meno", come ha
genitori che hanno un figlio detto il Rettor Maggiore dei
disabile. Dice l'autore, lui stes- salesiani don Chavez.
60° ANNIVERSARIO
DELLE NAZIONI UNITE
Il 25 aprile del 1945 i rappresentanti di cinquanta
Paesi si incontrarono alla Conferenza di san Fran -
cisco, convocata dagli Stati vincitori della seconda
guerra mondiale. Si erano convocati per redigere
la Carta delle Nazioni Unite . Il documento venne
sottoscritto dagli stessi delegati il 25 giugno di
quell 'anno, ma entrò in vigore solo il successivo
. 24 ottobre . Quest'ultima data, quindi, è considera-
ta la data di nascita dell 'Organizzazione delle
Nazioni Unite (ONU) commemorata ogni anno con
la "Giornata delle Nazioni Unite".
Per commemorare il 60° anniversario dell'ONU,
.le Poste Azzurre hanno emesso tre francobolli e
tre foglietti rico rdo, realizzati dallo svedese Cze-
slaw Slania, uno degli incisori di valori postali e
banconote tra i più noti al mondo. Le vignette raffi-
gurano l'assemblea generale presso il Palazzo di
Vetro, un "Parlamento di Nazioni" in cui sono rap-
presentati tutti gli Stati membri dell'ONU.
I tre dentellati e i tre foglietti , distribuiti dall'Ammi-
nistrazione Postale delle Nazioni nelle sedi di New
York, Ginevra, Vienna, hanno rispettivamente il valo-
re di $ USA 0,70; franchi svizzeri 1,30; 0,55; $
USA 1,00; franchi svizzeri 3,00; 2,1O.
Per informazioni rivolgersi all'Ufficio Filatelico
del Governatorato, 00120 Città del Vaticano,
tel. 06.6988.31.65
Per saperne di più: 'li' 0 761/ 307. 124
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS di Luglio e agosto 1905 riporta le ultime due
parti della relazione di don Calogero Gusmano sul
viaggio di don Albera in visita alle case salesiane
d'America. Abbiamo trovato particolarmente
interessante la descrizione dell'arrivo a New York,
che documentiamo con una foto dell'interno della
chiesa parrocchiale della Trasfigurazione con la
statua di Don Bosco e Domenico Savio, risalente
alla seconda metà del 1900.
URNIETA, SPAGNA
FESTIVAL DEI CORI
Si è tenuto a Umieta, nei Paesi
Baschi, un Festival dei Cori,
cui hanno partecipato 550 gio-
vani entusiasti. Sotto il tema
"Musica hecha vida" - musi-
ca che si fa vita - i gruppi co-
rali, provenienti da tutta la
Spagna, si sono radunati il 2 e
il 3 aprile, presso il collegio
salesiano , per condividere il
piacere del canto in chiave di
fede . È stato un fine settima-
na indimenticabile. È vero, la
morte del grande amico dei
giovani , il papa Giovanni
Paolo II, ha in qualche modo
adombrato la manifestazione,
ma nello stesso tempo ha
spinto i ragazzi a ricordarlo
con accenti di affetto, come si
ricorda un amico di cui non si
può fare a meno.
Era sabato... alle 9 del mattino eravamo alla grande
città... una fitta nebbia non ci lasciava scorgere nulla;
alla nostra casa non si arrivava mai. Ad un tratto il
tramway si ferma : una moltitudine di gente, immobile
avanti una chiesa, aspettava che uscissero quelli che sta-
vano dentro ad ascoltar la messa per compiere alla loro
volta il precetto festivo. Noi non vedevamo che una
spianata di ombrelli perché pioveva; ma quel primo in-
contro mi impressionò favorevolmente . I cattolici degli
Stati Uniti sono francamente cattolici e non si lasciano
spaventare dal ridicolo rispetto umano; né mi venne mai
fatto di vedere offendere i principi religiosi di alcuno;
per altro le guardie, quasi tutti nerboruti irlandesi, sa-
prebbero anche con le loro sferze indurre i mal consi-
gliati a rispettare le nostre idee religiose. Celebrata la
Santa Messa le varie compagnie istituite nella nostra
parrocchia della Trasfigurazione si presentarono ad osse-
quiare D. Albera ed egli rivolse a tutti parole di rallegra-
mento e di soddisfazione. L'indomani si fece visita alle
diverse classi parrocchiali. Negli Stati Uniti quasi ogni
parrocchia ha annesse le sue scuole. In varie delle princi-
pali parrocchie della città, il parroco accoglie nelle sue
scuole più di 2000 tra ragazzi e ragazze con una spesa
che non di rado supera le 80 mila lire all'anno! La pietà
dei fedeli non solo sopperisce a queste spese, ma prov-
vede al culto, ai suoi ministri e tutto abbondantemente.
Da questo lato mi pare che a noi resti molto da imparare.
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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'
OSSERVATORIO
Serena Manoni
L a Voivodina è una
, regione autonoma
della Serbia, come
il Kosovo. Ha una carat-
teristica peculiare: è un
crogiolo di razze. Vivono
nel suo territorio ben 38
diverse etnie: serbi, un-
gheresi, croati, slovac-
chi, rutheni, cechi, bulga-
ri, rumeni, macedoni, mon-
tenegrini, rom, tedeschi,
sloveni, bielorussi, turchi,
ecc. La convivenza è...
obbligatoria! Com'è intui-
tivo, i problemi non sono
mai mancati , e nell'ulti-
mo periodo si sono ac-
centuati - soprattutto do-
po la dittatura titina - e
hanno subito ancora
un'impennata negativa
dopo la caduta di Milose-
vic. Il dopoguerra infatti -
ci riferiamo a quella del
Kosovo - si caratterizza
per situazioni di limite:
gente senza lavoro, fab-
briche chiuse, centri in-
dustriali bombardati , fa-
miglie sfasciate e rigur-
giti di orgoglio etnico.
IN UN
CALDERONE
DI RAZZE
I salesiani sono stati inviati in Voivodina
giusto 40 anni fa, nel 1965, dall'ispettoria
slovena. La situazione oggi: ·
un tessuto religioso da ricostruire,
un crogiolo di razze e molte
confessioni religiose.
In mezzo a queste
realtà, ora più che mai
complicate, lavorano sei
salesiani. Sono a Muz-
slya, parrocchia popolare
e giovanile , la più grande
della diocesi di Zrenja-
nin, e ancora a Belo Bla-
to e a Beograd Karabur-
ma, in situazioni certa- "'
mente non facili. Il tessu-
to religioso è pratica-
mente da ricostruire. In
effetti i grandi cambia-
menti degli ultimi 1O anni hanno influito e non
sempre positivamente sul modo di vivere della
gente, specialmente dei giovani , hanno rimesso
in discussione i valori antichi, hanno prodotto
lacerazioni vistose nel tessuto religioso e socia-
le. "Rievangelizzare" è il verbo giusto per que-
sta regione , non perché sia andata perduta la
fede, ma perché è da rivitalizzare la pratica reli-
giosa, da ripristinare le
tradizioni più belle della
Chiesa, da rivalutare i
sacramenti come tappe
indispensabili della vita
dei credenti.
Su 12 mila abitanti di
Muzslya, circa 8 mila so-
no cattolici e 1600 sono
i giovani: un campo vasto
di apostolato, reso più
complicato dal ridestarsi
dei problemi di identità
tra le innumerevoli etnie,
una sfida dunque, cui i
figli di Don Bosco non si
sottraggono.
Un altro problema, che è
anche un'opportunità, è
costituito dalla conviven-
za con le diverse confes-
sioni religiose: il cristia-
nesimo della Voivodina è
costituito da cattolici, or-
todossi, calvinisti, evan-
gelici, luterani e da molte
sette. L'ecumenismo è di
casa.
Infine, da quattro anni la
Chiesa ha potuto final-
mente rimettere il piede
nella scuola pubblica per
un'ora di catechesi. Un'al-
tra opportunità che oc-
corre saper gestire per
"costruire" onesti cittadini
e buoni cristiani come
chiede Don Bosco". O
O 40 80km
O
40
60ml . ,
ROMANIA
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

2.2 Page 12

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ••••••••••••••••••••
RAGAZZI CHIESA
UN CONVEGNO
ECCLESIALE SU UN
IN FUGA... GRAVE FENOMENO
DEL NOSTRO TEMPO:
111 RAGAZZI
DI STRADA"
di Silvano Stracca
Pdi cento milioni nel mon-
do, secondo un rapporto di
Amnesty international. Cen-
tocinquanta stando alle stime del-
!'Organizzazione Internazionale del
Lavoro. Quarantacinque in America
Latina, quaranta in Asia, dieci in
Africa. Neppure gli Stati Uniti
sono immuni da questa piaga. E
così l'Europa, specialmente nei
paesi dell 'Est. Li chiamano "home-
less'', "moineaux", "meninos da
rua", "nifios de la calle", insomma
ragazzi di strada che spesso fini-
scono dietro le sban-e. La loro età
va dai cinque ai diciotto anni. Sono
le prime vittime della disgregazio-
ne familiare , dell'urbanizzazione
forsennata, delle migrazioni, della
miseria, delle tossicodipendenze,
del!' alcolismo, della prostituzione
e, non ultimo, delle guen-e e dei di-
sordini sociali del nostro tempo.
Un fenomeno di portata planetaria
in crescita quasi ovunque. Una
vera e propria emergenza sociale,
dunque, oltre che pastorale. Di qui
il recente incontro internazionale
in Vaticano, promosso dal Pontifi-
cio Consiglio per i Migranti e gli
Itineranti. Una novità assoluta e
.coraggiosa per confrontare realtà
ed esperienze lontanissime: Russia
e Brasile, Congo ex Zaire e Messi-
co, Filippine e India, ecc. In Brasile
i ragazzi di strada sono dodici mi-
lioni. Solo a Città del Messico
quasi due milioni. Nelle Filippine
più di un milione. Ma la "realtà"
della strada non è fatta solo di cifre
impressionanti. Così si è scoperto
che in alcuni paesi del! 'Africa i
bambini finiscono in strada anche
per motivi legati alla superstizione,
frutto dell'ignoranza. Sono noti a
tutti come "ndoki" o "enfants sor-
ciers", ossia bambini stregoni.
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS
I ragazzi di strada costituiscono
indubbiamente una delle sfide
più impegnative e inquietanti
del nostro secolo.

2.3 Page 13

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
In ogni parte del pianeta è in
agguato un Capitan Uncino
capace di mille travestimenti.
Ha il volto del trafficante di droga,
dello sfruttatore della
prostituzione ...
IN CASA NOSTRA
Passiamo a situazioni più vicine
a noi. Secondo le statistiche del
Consiglio d'Europa , in Francia so-
no almeno diecimila i giovani
"abitanti della strada". In Olanda,
settemila. A Mosca ogni anno ven-
gono abbandonati cinquemila mi-
nori. Nel Regno Unito 156 mila ra-
gazzi sono senza casa, e annual-
mente scompaiono da casa circa
centomila giovani. Negli Stati Uniti
sono quasi cinquecentomila i mi-
nori scappati o cacciati da casa.
Per tutti la strada, secondo la defi-
nizione dell'arcivescovo Marchet-
to, segretario del Pontificio Consi-
glio organizzatore dell'incontro, è
"una madre-matrigna". All'inizio
sembra "un 'isola di salvezza" per-
ché vissuta come gioco o come
"scenario di ·un·•avventura meravi-
gliosa, che può fare piacere e libe-
rare dalla visione ripetuta della
madre picchiata, dei fratellini affa-
mati, della violenza e dell'umilia-
zione". Per trasformarsi poi, ed è il
racconto del presidente della Preda
Foundation delle Filippine, in un
luogo terribile. Una sorta d'inferno
dove "devono scavare tra i rifiuti,
mendicare, vendere e sniffare dro-
ga, rubare. Spesso non sono rispet-
tati dalla polizia, subiscono violen-
ze, sono costretti a prostituirsi. Lo
sfruttamento peggiore dei bambini
è quello di togliere loro un rene per
venderlo a malati benestanti in at-
tesa di trapianto". Ancora peggio,
quel che accade in Brasile, Guate-
mala, Honduras, dove i ragazzi so-
no considerati dei parassiti dai com-
mercianti, che ne chiedono l'elimi-
nazione. Numerose città sono state
testimoni di attività degli "squadro-
ni della morte", gruppi di vigilantes
- in genere sono poliziotti che
hanno terminato il loro servizio.
Nel solo Brasile, negli ultimi cinque
anni, questi nuovi "tutori dell 'ordi-
ne" hanno ucciso, per lo più impu-
niti, circa 16.500 bambini.
IL VATICANO
In Vaticano l'arcivescovo Mar-
chetto ha evocato l'immagine di
Capitan Uncino per mettere a fuo-
co i pericoli della strada. Come nel
famoso racconto di Peter Pan, nella
storia di ogni ragazzo in ogni parte
del pianeta è in agguato un Capitan
Uncino capace di mille travesti-
menti. Ha il volto del trafficante di
droga, dello sfruttatore della pro-
stituzione, di un turista occidentale
in cerca di sesso facile, di un pro-
cacciatore di merce fresca per il
mercato degli organi. Tutto ciò
porta facilmente a infrangere la
legge e ad aprire le porte del carce-
re minorile. I ragazzi vengono
spesso visti come una minaccia al-
1' ordine pubblico. Così l'allarme
che regna in alcuni paesi, non è do-
vuto a "ragioni umanitarie", ma
piuttosto a "esigenze di autoprote-
zione" contro coloro che "mettono
in crisi la sicurezza della vita so-
ciale". E, spiace rilevarlo, "stenta a
emergere anche il senso cristiano"
" I bambini non hanno voce, non
hanno voto e dunque non hanno
potere, non hanno nessuno che
li protegga".
nonostante la gravità del fenome -
no. "I ragazzi di strada costituisco-
no indubbiamente una delle sfide
più impegnative e inquietanti del
nostro secolo anche per la Chiesa",
si afferma nelle conclusioni del-
1'incontro in Vaticano. Si ammette,
onestamente, l'assoluta inadegua-
tezza sinora della risposta ecclesia-
le e delle associazioni d' ispirazio-
ne cristiana di fronte alla vastità
dei problemi. Si sottolinea pure
come a livello di diocesi e di con-
ferenze episcopali il problema non
sia "sufficientemente" sentito.
RIPENSARE
LA PASTORALE
Da un questionario inviato ai
paesi più coinvolti nel fenomeno
emerge la carenza di una pastorale
specifica. Inoltre, mentre esistono
molti progetti qualificati ed effica-
ci per affrontare i bisogni di natura
socio-assistenziale ed educativa, so-
no pochi quelli di prevenzione at-
traverso la mobilitazione delle co-
munità cristiane per modificare le
condizioni sociali ed economiche
all'origine di questa piaga. La pa-
storale per i ragazzi di strada non
può infatti limitarsi agli effetti, ma
deve rivolgersi anche alle cause.
Le iniziative sono comunque mol-
tissime. Per esempio, "Concordia"
è un progetto nato nel 1991 a Bu-
carest, grazie all'impegno dei ge-
suiti austriaci, per aiutare i bambini
in Romania e Moldavia. In Porto-
gallo esiste dal 1940 "Obra da rua"
che in 65 anni ha accolto più di ot-
tomila ragazzi con un successo nel
reinserimento pari all '80%. In Bra-
sile è attiva un 'organizzazione non
governativa, presieduta da una reli-
giosa salesiana, che si basa sul me-
todo di Don Bosco. Molti i centri
salesiani di recupero, in questo
campo un po' dovunque. E questo
è certamente un segnale di speran-
za. Ma, allo stesso tempo, è una
denuncia fortissima verso l' indiffe-
renza dei poteri e delle strutture. "I
bambini non hanno voce, non
hanno voto e dunque non hanno
potere, non hanno nessuno che li
protegga", è stata l'amara constata-
zione finale dell 'incontro in Vati-
cano .
O
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

2.4 Page 14

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LA TESTA TRA LE STELLE
di Ezio Rossi
All'annuale raduno
"animatori"
dell'ispettoria salesiana
Adriatica, svoltosi a
Loreto il 20 novembre
2004, è stata invitata
Gede (Giuditta) Marvelli,
sorella di Alberto,
exallievo salesiano ora
beato, esempio e modello
per tutti i giovani
impegnati. L'abbiamo
intervistata.
Signora Gede, che cosa ricorda
dei suoi primi anni di vita?
Sono l'ultima di sette figli, unica
femmina dopo sei maschi... Papà è
morto quando avevo appena 6
mesi .. . così sono venuta su un po'
capricciosa e un po ' viziata. Meno
male che avevamo una mamma ec-
cezionale e Alberto che era il nostro
parafulmine.
Una mamma eccezionale e un
fratello parafulmine?...
Mi spiego: mamma aveva una
gran fede e una gran forza: altri due
dei miei fratelli sono morti giova-
nissimi, prima di Alberto. E Alber-
to.... Beh, lui ci ha fatto da padre, al
posto del nostro.
Com'era il rapporto tra lei e Al-
berto?
Contavamo su di lui. Lo sentivo
come un padre. La sera non vedevo
l'ora che arrivasse a casa. Prima di
cena ci leggeva un brano della Bib-
bia o un racconto della vita di Don
Bosco. Non ricordo di averlo visto
mai turbato, era sempre sereno, ma
mi riprendeva quando facevo i ca-
pricci... proprio come un papà può
riprendere una figlia viziata.
Ricorda qualcosa del suo rappor-
to con le ragazze?
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS
Un dipinto che raffigura il beato Alberto Marvelli, exallievo
salesiano di Rimini.
Alberto era bello e prestante, per-
ciò aveva attorno una schiera di ra-
gazze: lo cercavano spesso. Lui trat-
tava tutti, amici e amiche, ugual-
mente, senza alcun imbarazzo. Sta-
va bene in compagnia. Quando tut-
tavia si accorgeva che qualche ra-
gazza cercava da lui un'amicizia più
profonda, con molto garbo se ne di-
staccava. Non ricordo che avesse
un 'amicizia particolare con qualcu-
na di loro. Solo dopo la sua morte
venimmo a sapere che negli ultimi
mesi della sua vita si era innamora-
to di una ragazza dalla quale, però,
non venne corrisposto.
Che cosa ricorda della vita spiri-
tuale di Alberto?
Ho un ricordo indelebile. Andava-
mo regolarmente a messa nella par-
rocchia dei salesiani a Rimini. Al-
berto durante la celebrazione euca-
ristica guidava la preghiera. Al ter0
mine, prima di uscire, s'inginoc-
chiava e sostava a lungo sulla ba-
laustra. Allora io mi staccavo dalia
mamma, che rimaneva anch'essa in
chiesa, andavo vicino a mio fratello

2.5 Page 15

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In ascolto di monsignor Comastri
che parla di Marvelli testimone
dell'Eucarestia ai 168 giovani
animatori presenti al raduno.
In prima fila da sinistra: Ardea
Montebelli, monsignor Fausto
Lanfranchi, la signora Gede
Marvelli sorella del Beato,
l'ispettore don Arnaldo Scaglioni.
e mi mettevo a fissarlo. Lui conti-
nuava a stare raccolto. Ma poi si de-
cideva a guardarmi, e mi sorrideva.
Era un sorriso luminoso, felice ...
Allora tornavo dalla mamma e le di-
cevo: "Mamma, Alberto ha la testa
tra le stelle!".
Alberto le parlava di Dio?
Spesso. Ma Dio lo faceva traspa-
rire soprattutto nel comportamento.
Ed era sempre allegro. Noi fratelli
ci rendemmo conto della sua grande
fede e della sua profonda spiritualità
solo dopo la morte.
Le ha mai scritto qualche lettera?
Sì. Quando era a lavorare alla
FIAT mi scrisse una splendida lette-
I Monsignor Comastri, ex
amministratore apostolico
di Loreto, ora Arciprete della
Basilica Vaticana.
ra in occasione della mia prima co-
munione. Mi fece capire, in un gior-
no così importante per me, quanto
mi volesse bene quel mio grande
fratello e quanto amasse Gesù.
Dunque lei era convinta della
santità di suo fratello.
Non proprio: quindici anni di dif-
ferenza erano tanti... Non credo
fossi in grado di cogliere la santità
di Alberto. Tuttavia ricordo bene
che le sue giornate erano sempre
zeppe di impegni. Si alzava presto
per andare al lavoro e non faceva
colazione perché voleva passare in
chiesa per fare la Comunione. Al-
l'epoca bisognava rispettare il di-
I
Monsignor Fausto Lanfranchi,
vice postulatore della causa
di beatificazione di Alberto.
ginno assoluto dalla mezzanotte del
giorno precedente. Alle 15,30 torna-
va a casa, ma c 'era sempre qualche
persona ad aspettarlo sull'uscio, per
chiedergli consigli, o favori , o solo
un aiuto. Lui, chiunque fosse , face-
va accomodare il suo interlocutore e
non si sedeva a tavola a mangiare se
non aveva terminato di dare ascolto
a chi l 'aveva cercato. Ebbene, nono-
stante la continua tensione, non l'ho
mai visto inquieto, non l'ho mai
sentito lamentarsi ...
Come si comportava in casa?
Aveva sempre una serenità da far
invidia. Quando ne combinavamo
qualcuna, non lasciava perdere, ci ri-
prendeva, ma sempre in maniera so-
bria, precisa, convincente, senza
tanti svolazzi o prediche; sapeva an-
dare subito al dunque. Poi ci raccon-
tava le barzellette, le stesse che rac-
contava all 'orat01io salesiano ai suoi
ragazzi. All 'oratorio aveva tanti im-
pegni, anche sportivi, perché lui si
destreggiava bene in molti sport, ed
anche per questo era molto ammirato
e seguito. L'oratorio lo raggiungeva
in bicicletta, suo mezzo abituale di
locomozione. Il camion militare re-
sponsabile della sua morte lo investì
quand'era in bici.
Era un bravo studente?
Altro che! Riuscì a laurearsi in in-
gegneria in cinque anni , fallendo
solo un esame. Oltre ad avere una
buona salute aveva anche una gran-
de forza di volontà. Non ha mai
perso tempo ... come invece capitava
a me. Non si perdeva in chiacchiere
inutili. Ricordo uno dei suoi propo-
siti che scrisse nel diario: "Non
stare mai in ozio". Credo proprio
che l'abbia messo in pratica fino in
fondo . Nel diario aveva' anche scrit-
to: "Il tempo è tuo, Signore, fa che
non lo trascorra inutilmente". Dio
mi ha tolto un fratello ma mi ha re-
gaiato un santo.
D
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

2.6 Page 16

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redo:i.ionole
MONTERREV, MEXICO
L'ENNESIMO RITRATTO
Eccoci di fronte a un altro di-
segno raffigurante Domenico
Savio. Si tratta di una
simil/icona del pittore sale-
siano messicano Franciscjo-
sé Enriquez Zulaica. I sim-
boli che lo circondano ne di-
svelano il profilo spirituale:
la figura è essenziale, come
per le icone e ispira serenità;
l'aureola che ne incornicia il
capo porta raffigurata la
spiga dell'Eucarestia, il gi-
glio della purezza, la rosa
della carità, le violette del-
l'umiltà, la genziana della
mortificazione, i sempreverdi
della perseveranza, il giraso-
le della docilità. Nell 'angolo
superiore destro appare il
monogramma di Maria e in
quello sinistro l'ostia con il
monogramma di Gesù Salva-
tore, ambedue accompagnati
dalle lettere greche. A destra
in basso lo scudo della Com-
pagnia dell'Immacolata da
lui stesso fondata. Il papillon
è sciolto: identifica la sua
"normalità" di adolescente in
tutto figlio del suo tempo. La
fascia rossa come cintura
simboleggia l'innocenza con-
servata con sforzo e sacrifi-
cio. Un omaggio a Domenico
che continua a riscuotere il
favore di tanti ragazzi e di
tante mamme, che a lui affi-
dano i figli nascituri e quelli
che affrontano le insidie del-
l'età puberale.
BETAFO,MADAGASCAR
IL PREMIO "SAVINO "
L'mmuale premio "Maestro
Antonio Savino" istituito
dagli exallievi salesiani del
Pio XI di Roma ha quest' an-
no varcato i confini della ca-
pitale e d'Italia ed è approda-
to a Betafo, in Madagascar.
L ' ha ottenuto un alunno "spe-
ciale", Delphin Randrianaso-
lo. Ecco in sintesi la motiva-
zione. A 12 anni , dopo la V
elementare dovette lasciare la
scuola, per la povertà della
famiglia, che aveva da mante-
nere altri otto fi g li , e per due
a1mi fece il guardiano dei
buoi, senza rinunciare al suo
sogno. Trasferitosi, poté ri-
prendere gli studi e arrivare
fino al liceo salesiano di Be-
tafo. Per mantenersi fa il ma-
novale in un ' impresa edile, si
cucina da sé, lava, stira, spac-
ca la legna, vanga. .. perché
c da aiutare la famiglia. No-
nostante questo è tra i primi
della classe, oltre a essere il
più grande di età con i suoi 22
anni. Ora pensa al sacerdozio
tra i figli di Don Bosco.
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS
BREVISSIME DAL MONDO
IL CAIRO, EGITTO. Oltre
centomila zibellin - cristia-
ni/copti - vivono discriminati
nella capitale dell'Egitto, in
un quartiere loro 1iservato, in
condizioni di grande miseria,
tanto da essere costretti a cer-
care nelle discariche qualcosa
per sopravvivere. Non pochi
hanno preso dimora nel cimi-
tero, e vivono accanto ai lo-
culi dei morti. Nell'indiffe-
renza generale.
MOSCA, RUSSIA. Cade
quest' anno il 25° anniversa-
rio della perestrojka , voluta
da Mikhail Gorbaciov, nuo-
vo segretario del PCUS . Da
allora iniziarono il grande
cambiamento e il declino
dell'URSS, cui ha dato una
spinta determinante anche
papa Wojtyfa.
CITTÀ DEL VATICANO.
Il 24 aprile 2005 l' agenzia
di notizie Zenit pubblicava
che papa Ratzinger aveva
già un indirizzo di posta
elettronica, dove è sempre
possibile inviare messaggi:
benedettoxvi@vatican.va.
CITTÀ DEL VATICANO.
"L'ignoranza" ma anche
"l'odio ideologico" (come
afferma lo scrittore Mes-
sori) hanno dipinto il capo
dell'ex Santo Ufficio car-
dinale Ratzinger, come un
Panzer-Kardinal, ortodos-
so fino al fanatismo. I pri-
mi mesi di Benedetto XVI
hanno completamente re-
legato in soffitta la leggen-
da, che si è rivelata così
falsa che più falsa non si
può.

2.7 Page 17

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UPS, ROMA
Cinque cardinali salesiani
il 12 aprile si sono trovati
all'Università Pontificia Sa-
lesiana nel ricordo di Gio-
vanni Paolo Il , papa dei
giovani , per pregare, e
prepararsi al Conclave .
La straordinaria riunione,
fortemente voluta dal Rei-
tor Magnifico prof. Mario
Toso, ha visto la parteci-
pazione degli eminentissi-
mi Maradiaga, Obando
Bravo, Castillo Lara , Ja-
vierre Ortas e Bertone .
BRESCIA, ITALIA
La Fondazione Mago Sa-
les Onlus ha assegnato
l'annuale premio "Gianni
Ghidini Bosco" al grande
scrittore francese Domi-
nique Lapierre per la
sua inestimabile opera di
artista, di romanziere e di
solidarietà , attraverso
l' aiuto ai bambini della
Città della Gioia, che rac-
conta la storia di alcuni
dei 300mila abitanti di
uno dei quartieri più po-
veri e popolosi di Calcut-
ta , Anand Nagar. Un
mondo fatto di povertà e
di eroismo , di bruttura e
di dedizione .
CITTÀ DEL VATICANO
Un aneddoto "vero " su
papa Wojty1a e don Larry
Lorenzoni, salesiano, pub-
blicato dal New York Ti-
mes. Nominato direttore
dell'Ufficio Informazione e
Stampa in Vaticano, don
Larry si presenta al Pon-
tefice dicendo : "Santità ...
dopo 50 anni negli USA,
sono stato condannato al
Vaticano! " . "Anch 'i o !" ,
rispose prontamente Gio-
vanni Paolo Il con un sor-
riso furbo sulle labbra.
CITTÀ DEL VATICANO
Uno dei momenti più sug-
gestivi del funerale di papa
Wojty1a. Vi hanno assistito
un numero impressionante
di persone e 200 delega-
zioni dei governi di tutto il
mondo. Un trionfo, per un
uomo che ora in molti chia-
mano "magno", grande, e
che ha saputo radunare
attorno a sé folle di giovani
entusiasti , uniti nella asso-
ciazione dei papaboys.
Benedetto XVI ne ha rac-
colto il testimone.
ROMA, ITALIA
Un gruppo di ragazzi ap-
partenenti a varie associa-
tzioni e scuole, stimolato da
un loro educatore, ha deci-
so di fare un giornalino,
per ora artigianale, in cui
raccogliere la "cronaca
bianca", i fatti positivi che
capitano nel mondo e a cui
nessuno fa caso , perché
"fa più rumore un albero
che cade di una foresta
che cresce". I ragazzi
vogliono dar voce alla
''foresta di bene" che cre-
sce senza rumore attorno
a noi. Non per nulla il loro
giornalino si chiama "Cro-
naca Celeste".
MONLEONE, ITALIA
L'estate è un fervore di ini-
ziative in tutte le opere
salesiane SDB e FMA, so-
prattutto negli oratori.
Grest, campiscuola o
Estate ragazzi si alternano
praticamente ovunque da
giugno a settembre. Tali
iniziative non sono costitui-
te solo da sport, giochi ,
gite, escursioni , ecc. sono
anche e soprattutto tempo
privilegiato per l'educazio-
ne e la formazione . Nella
foto un'immagine dell' Esta-
te Ragazzi 2004 dell'orato-
rio FMA di Monleone (GE).
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

2.8 Page 18

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Il calendario salesiano presenta in agosto
LA FORZA di Pascual Chavez Villanueva
EVANGELIZZATRICE
DI PUNt
I n quanto espressione dello spiri-
to umano tutte le culture e le ci-
vi ltà sono buone. Esseri umani
di qualsiasi epoca e luogo, noi por-
tiamo impressa l'orma di Dio,
siamo sua immagine. Ma tutte le
realtà storiche sono limitate; le cul-
ture e le civiltà hanno quindi biso-
gno di essere assunte, purificate ed
elevate da Gesù e dal suo Vangelo.
Dio si è fatto uomo, simile a noi in
tutto eccetto il peccato : nacque,
visse, crebbe, patì e, infine, morì in
un luogo, in un tempo, in un popolo
determinati. Incarnazione significa
anche inculturazione: Egli scelse
una cultura attraverso la quale pre-
<1eor1
•••,11 ~
sentarsi al mondo. Cultura significa ~ -=--- ~- - - -~ J:ìl..d.i~
valori, ma significa anche limiti ...
fino a quello estremo ed estrema- esclusa, di aprirsi alla novità del
mente doloroso, la morte. Morte e Vangelo. Proprio guardando all 'o-
la risurrezione rappresentano la ma- scuro maestro di Galilea si può infe-
nifestazione suprema dell'amore di rire chi è Dio e chi è l' uomo, che
Gesù , la prova che era veramente il cos la vita e che cosa la morte.
Figlio di Dio, la conferma di quanto Nella persona del figlio di Maria di
aveva predicato e annunciato; ma Nazareth tutto ricupera il proprio si-
sono anche il segno evidente che gnificato, e si dipana il senso della
ogni cultura è chiamata a superare vita e della storia: donde viene e
tutto ciò che in essa conduce alla dove va.
morte o al peccato.
Il cristianesimo non è, dunque,
una filosofia e - si potrebbe dire -
CRISTIANESIMO NON È... nemmeno una religione, è piuttosto
la manifestazione storica di Dio e
L'evangelizzazione come voca- del suo piano di salvezza: Dio si fa
zione e missione della Chiesa e la uomo per far convergere la storia
missio ad gentes (il mandato mis- umana verso il Regno, il che vuol
sionario) come espressione concreta dire verso la sua pienezza, verso il
di tale compito, affondano le radici fine per il quale il mondo e l'uomo
nel mandato del Maestro di Galilea sono stati creati. Il cristianesimo
ai discepoli che l 'avevano seguito non è un insieme di norme da prati-
(cfr. Mt 28,19; MI 6 ; Le 24; At 1,8). care o di riti da celebrare, è ricono-
Da ciò scaturisce anche la convin- scere quanto Dio ha operato attra-
zione della necessità e possibilità verso Gesù per "risignificare" la
che hanno tutte le culture, nessuna storia dell'uomo e del mondo . La
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS
Lo dimensione missionario
costituisce ressenza dello
Chiesa, lo suo ragion
d'essere: annunciare al
mondo il Vangelo di
Gesù. Egli è lo provo e lo
garanzia che Dio ho
stretto un'amicizia eterno
con /'umanità e ho fotto
gli uomini suoi figli.
morale non è altro che il vivere que-
sta rivoluzione. Annunciare questa
"buona notizia" è stata, è e sarà la
missione della Chiesa. Cristo non è
un'alternativa tra le tante. Egli stes-
so ha detto di essere Via, Verità e
Vita.
Oggi si sente parlare del cristiane-
simo come di qualcosa di superato o
come di un nemico del progresso,
della cultura e persino dell' uomo
- San Benedetto.

2.9 Page 19

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una delle realtà più belle della Chiesa: missionari.
né la civiltà né la cultura; li con-
fronta con altri valori più profondi e
li apre a orizzonti nuovi e più ampi.
Il cristianesimo non è nemico del-
l'uomo, tutt ' altro, lo nobilita e lo
potenzia fino al punto di farlo , in
Cristo, figlio di Dio, aprendogli le
porte di un destino eterno di felicità
con Dio/Creatore/Padre.
I MISSIONARI
~n Jlàtntbttt.o
San Bonifacio.
stesso. L'ignoranza religiosa e certi
atavici pregiudizi - propagati inte-
ressatamente - possono indurre a
ciò. Ma così non è, né lo è mai stato
storicamente. Cristo non è venuto a
condannare, ma a salvare. Tutto ciò
che vi è di buono nel cuore e nella
mente degli uomini, nei riti, nei co-
stumi e nella cultura dei popoli, non
solo non si perde con il cristianesi-
mo, ma, purificato, si converte in
vero cammino di salvezza e dunque
di felicità per l 'essere umano. Il
Vangelo non annulla il progresso,
Santi Cirillo e Metodio.
E la Chiesa - madre e maestra -
attraverso i suoi missionari, ha por-
tato fino agli ultimi angoli della
terra, oltre alla forza e alla luce del
Vangelo, la forza e la luce del pro-
gresso, del sapere, e una sim-patia
"efficace" nei confronti di chi soffre
ed è dimenticato. Con le sue comu-
nità di apostoli, missionari e creden-
ti ha fondato scuole e università,
ospedali e centri di salute, centri di
promozione, di addestramento e for-
mazione professionale. Per molti se-
coli le sue istituzioni hanno costitui-
to il canale privilegiato, quando non
unico, per la diffusione della cultura
e della dignità umana tra i più emar-
ginati della terra. Inimmaginabile fu
l'opera sia a livello culturale sia a
livello economico/sociale e perfino
sul versante politico dei primi evan-
gelizzatori d'Europa (i santi Bene-
detto, Bonifacio, Cirillo e Meto-
dio). Impressionanti le gesta di ge-
suiti, francescani , domenicani nel-
1'America appena scoperta. San
Francesco Saverio evangelizzò l'In-
dia, la Malacca, le Molucche, il Giap-
pone; il gesuita Matteo Ricci riuscì a
entrare in Cina grazie alla sua cono-
scenza della matematica e dell'astro-
nomia; monsignor Daniele Comboni
e il cardinale Charles Lavigerie,
fondatori e insigni missionari in Afri-
ca, hanno dimostrato che Vangelo è
sinonimo di impegno per la dignità di
ogni persona umana.
Migliaia di missionari e di missio-
narie, religiosi e laici, continuano
oggi ad annunciare la buona nuova
di Cristo, difendendo i diritti umani e
lottando contro ogni forma di schia-
vitù e di sfruttamento nella maggior
parte dei Paesi del continente africa-
no, tra i popoli dell 'Asia e dell'O-
ceania. Un popolo senza Dio è un
popolo senza avvenire. Una vita
Matteo Ricci.
senza la dimensione trascendente è
una vita senza senso. Per questo da-
vanti alla situazione di laicismo, ma-
terialismo, violenza e perdita di valo-
ri che sta sperimentando il nostro
mondo, Giovanni Paolo II convoca-
va con insistenza i pastori a una
Nuova Evangelizzazione. Cristo Ge-
e il suo messaggio devono conti-
nuare a essere luce, sale, lievito,fer-
mento di una nuova umanità, radica-
ta nella pace, nella giustizia, nel ri-
spetto, nella fraternità universale.
Annunciare, vivere e testimoniare
il Vangelo continua a essere la mis-
sione della Chiesa e la ,responsabi-
lità di ogni cristiano. E detto per
tutti "Predicate il Vangelo fino agli
ultimi confini della terra" (Mt
28,19).
O
Daniele Comboni.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2005

2.10 Page 20

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UN PAESE SPECIALE Chiudiamo con alcune
nfiessioni dello storico don
Lush Gjergji gli orticoli del
viaggio in Albania e
Kosovo.
Monastero ortodosso di Gracanica
nei dintorni di Pristina.
La cristianizzazione degli Illiri
aiutò molto la cristianizzazione
dei popoli slavi. Costoro, una volta
convertiti, hanno saputo realizzare
una Chiesa molto fiorente, ricca
anche della testimonianza dei
martiri, e dotata di un'eccellente
organizzazione sia territoriale
sia gerarchica, che durò fino
all'invasione turca.
IScuola statale vicina ai salesiani.
Il Kosovo è l'antica Dardania. Durante la persecuzione dell'imperatore
Adriano, a Ulpiana, la capitale, ci furono due illustri martiri, san Floro
e san Lauro. Questa zona ha dato i natali anche a un Papa che risponde
al nome di Gaimo o Caio. Egli ha occupato la sede di Pietro dal 283 al 296,
come ventottesimo Papa della storia della Chiesa.
Moschea a Pristina.
Il periodo del dominio turco
(1468-1912) fu il più triste e duro.
Dopo la venticinquennale
resistenza dell'eroe Gjergji
Kastrioti (Skenderbergu) molti
albanesi emigrarono nell'Italia
meridionale. Ecco spiegato
il perché di enclave albanesi in
Calabria e Sicilia, di cui resistono
anche tracce nella lingua parlata.
IAlunni del "Don Bosco" di Pristina.
Il dominio turco portò all'islamizzazione violenta dei territori occupati.
Comunque il cristianesimo lasciò il segno: il primo documento scritto è la
formula del battesimo, risalente al 1462; il primo libro è un messale del 1555;
la prima poesia è del vescovo Budi del 1621; il primo dizionario
latino-albanese è del vescovo Bardhù del 1635.
Edicola cristiana.
Oggi è in atto nel popolo kosovaro
di etnia albanese un processo
di ricerca storica delle radici. Molti
lo chiamano "battesimo culturale".
Ci si vuole rendere conto di "ciò
che eravamo prima della forzata
islamizzazione", quali fossero
la lingua, la letteratura, i valori,
i costumi... Vuole essere uno sforzo
collettivo per ricuperare l'identità
perduta.
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS
IAlunni a lezione al "Don Bosco".
A onor del vero l'Islam kosovaro ha caratteristiche uniche al mondo:
è pro/europeo e non è anti/cristiano. Ciò dimostra che un dialogo
interreligioso non solo è possibile ma "qui, da noi è una realtà concreta, e da
far conoscere. Non solo c'è tolleranza religiosa, ma spesso c•~ collaborazione,
soprattutto sulle questioni sociali", afferma sicuro don Lush. E un augurio
perché questa collaborazione si estenda dovunque.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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PRIMA PAGINA
Redazionale
l,.a casetta delle apparizioni.
E innalzata esattamente
a Cova di /ria sul luogo
dove per cinque volte è
apparsa la Madonna.
La statua posta davanti
alla piccola costruzione
e protetta da vetri
antiproiettile è collocata
su un cippo innalzato al
posto dell'elce sopra la
quale la Vergine appariva
ai pastorelli.
FATIMA
NEL CUORE
Dal 6 al 12 marzo 2005 un gruppo
di 25 salesiani ha soggiornato a Fatima
e ha avuto occasione di visitare i luoghi
delle apparizioni e di avvicinare i parenti
dei tre piccoli veggenti. Lo raccontiamo
con qualche foto.
Il santuario.
È del 1928. Imponente con
il suo altissimo campanile
centrale. Contiene al suo
interno le tombe di
Francesco nella cappella
a sinistra dell'altare e di
Giacinta in quella di
destra. Vicino alla tomba
della piccola è pronto
un nuovo loculo dove sarà
trasferita Lucia, morta ultra
novantenne il 13 febbraio
2005 a Coimbra.
IJoao Santos Rosa e Jacinta Pereira Marto.
Sono i nipoti dei due fratellini veggenti, incontrati nella
loro casa ad Aljustel. Hanno raccontato della loro famiglia
e dei loro piccoli zii morti l'uno a 11 anni di spagnola
nel 1919, l'altra a 1O anni di tubercolosi nel 1920.
Ne hanno vivissimo ricordo.
I Il muro.
La più famosa e diffusa foto dei tre pastorelli è stata
scattata proprio davanti a questo muro che era
la parete esterna della stalla della famiglia Marto.
Don José Valinho.
È salesiano , figlio
di Maria dos Santos
Pereira, sorella di Lucia
che ha periodicamente
visitato nel carmelo
di Coimbra. È stato il
custode delle confidenze
spirituali della zia
veggente , delle sue
trepidazioni , della sua
costante preghiera per
il Papa e per le necessità
del mondo.
I Don José Antonio Soares e don Julio Santos Rosa.
Sono ambedue salesiani; don Antonio direttore a Evora, opera salesiana con scuola
elementare, parrocchia, oratorio e libreria. Don Julio , invece, si trova da trentacinque anni
in missione in Mozambico. Ambedue sono nipoti diretti dei pastorelli Francesco e Giacinta.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2005

3.2 Page 22

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lettera ,
ai giovani
6l!iJONANOTTE
LA\\VORO
(anche il lavoro è a rischio
come la casa e il futuro....)
Carissimo,
mi porto via una strana sensazione di disagio e di
sconforto.
Mi confidi sconsolato: "L'azienda ha un manage-
ment nuovo e si è affidata a un manager che
parla un linguaggio strano quasi fosse una neo-
lingua".
Risultato: "tutti a casa".
Stanno scomparendo una dopo l'altra parole
come "gestione", "stoccaggio", "competenza". Ne
nascono di nuove: "packaging" al posto di "imbal-
laggio", "reporting" per "resoconto" e infine "feed-
back'' invece del più semplice "ritorno".
La parola di casa, la lingua della gente semplice
sembra sconfitta. L'ufficio del tecnici e ammini-
strativi violenta la parola stessa. La complica più
che semplificarla. Usa il verbo "finalizzare" invece
di "finire", molto comune, "posizionare" al posto
del più concreto "mettere". La lista continua con
"ottimizzare", "coordinare" più carichi di burocra-
~ia del semplice "eseguire".
E nato un pantheon nuovo di verbi e parole che
occupano la nicchia della divinità.
Ci sentiamo degli iniziati, degli up-to-date, per
stare al gioco.
li troppo stroppia.
Viviamo nella civiltà del troppo: troppi negozi,
troppi prodotti, troppi modelli di macchine, troppi
pensionati.
Troppi lavoratori?
Sentendo te, avverto che il lavoratore ha vita
breve, è a rischio quando arriva ai 50 anni e deve
ricollocarsi.
La grande impresa si sta gonfiando di consulenti
e specialisti remunerati per dire ciò che il consu-
matore vuole sentirsi dire e aiutare a spendere gli
ultimi spiccioli a chi è tentato di imboccare la via
del risparmio.
Il lavoro, travail per i francesi, trabajo per gli spa-
gnoli rimane - stando all'etimologia della parola -
uno strumento di preoccupazione e sofferenza:
travaglio.
Una vera tortura farsi spazio nel mercato del
lavoro.
Tutti sognano di mettersi in giacca e cravatta, di
svolgere un ruolo importante all'interno di una
fortunata holding, di poasedere una grossa cilin-
drata e rispondere ogni 5 minut i a un cellulare.
"Lavorare o non lavorare" è il vero problema, molto
più esistenziale del famoso "essere o non essere"
pronunciato da Amleto e consegnato per sempre
alla letteratura.
Due consigli:
Tieni d'occhio il "seme" e assicurati che germogli.
Ciò che è nuovo e vitale è dentro di te. Non aver
paure. Cresce solo ciò che coltivi.
Aiutati che il ciel t'aiuta.
Non abbandonarti alla filosofia del "dolce far
niente", non stare con le mani in mano, o con il
giornale sotto braccio.
Fidati e troverai fiducia.
~ussa e ti sarà aperto.
E di Ghandi questo asaioma: "A man is but the
product of the thoughts".
L'uomo è l'insieme dei suoi pensieri.
Prima o poi il lavoro arriva se è in cima alle tue
preoccupazioni.
Carlo Terra neo
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
INSERTO
cviTVRA
La Don Bosco Medien s.r.l. di Monaco è considerata
come una delle case editrici multimediali
leader per quanto riguarda il settore
della religione e dell'educazione
in Germania.
•••••••••••••••••••••
~~s~ ===::::;1 :
•••••
LA ''DON 8OS CO
MEDIEN" DI MONACO
••
di Katharina Hennecke e Christina Tangerding
La Don Bosco Medien GmbH (in italiano s.r.l.) è nell'ispettoria salesiana
della Germania Sud. L'impresa copre una vasta gamma di ambiti:
la casa editrice (Don Bosco Verlag), /a libreria (Don Bosco
Fachbuchhandlung), l'agenzia di notizie (Don Bosco Communikation),
e ancora un ufficio editoriale e la tipografia con la grafica
•••••
(Don Bosco Grafischer Betrieb) a Ensdorf/Oberpfalz.
•••••••••••••••••••
E9
B
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS LUGLIO/ AGOSTO 2005 • •

3.4 Page 24

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DVEORNLABGOSCIO ••••••••••••••••••••••
••••
••••
•••
•••
•••
•••••••••••••••••••••••••••••
Wolfgangs n. 1O, sempre a Mona-
co . Negli anni ' 60 la Don Bosco
Verlag ampliò ancora il suo rag-
gio d'azione, estendendo i suoi
interessi al campo educativo e
formativo per i più piccoli . Si
cominciò così a presentare una
serie di testi specifici con infor-
mazioni e consig li calibrati, per
sostenere i genitori e qu anti era-
no impegnati nell'educazione dei
bambini, affinché crescessero in
•••
•••
•••
•••
••••
••
modo consapevole e responsabi-
le. Nel 1973 ancora un trasloco,
Nel 1925 don George Ring
fondò a Monaco l'editrice
stavolta nella vecchia casa ispet-
toriale dei sales iani , dov'è anche
oggi. Nel 1988, alla morte del
direttore don Johanne Ernestber-
salesiana (Salesianer Ver- ger, l'incarico passò a don Alfons
/ag), e ne divenne il direttore fino
alla morte avvenuta nel 1932. A
succedergli fu eh iamato don Jo-
Friedrich.
Con l' istituzione dell ' Agenzia
di Comunicazione Don Bosco -
I Reinhard Graf, manager
del dipartimento di composizione
e stampa.
seph Schubert che, assuntane la nata all'inizio come Ufficio Stam-
guida, si dedicò a rafforzarne la pa dell'ispettoria Germania Sud -
•••••••••
capacità produttiva e a ingran-
dirla, aggiungendovi la libreria.
Ma nel 1938, sia la casa editrice
sia la libreria vennero prese di
mira dal regime nazista e chiuse.
Durante la guerra, le due costru-
zioni colpite da una grossa
bomba incendiaria andarono di-
strutte con tutto quel lo che ave-
vano all'interno, archivi compre-
si. Accadde nella notte tra il 24
e iI 25 apri le 1943. La Salesianer
Verlag finì, dunque, dopo 18
anni di attività .
e l'aggiunta di prodotti multime-
diali nasce la Don Bosco Medien
GmbH. Don Friedrich pensò di
metterla a servizio anche di altre
case editrici, librerie e istituzioni
educative senza scopo di lucro,
offrendo loro la possibilità di
usufruire di spazi pubblicitari.
Da questo momento l'impresa
salesiana si configura come un ' a-
zienda specia le e unica nel cam-
po della stampa e dei prodotti
multimediali. Le sue principali
mansioni riguardano oltre alla
pubblicità classica, le relazioni
non solo con i propri clienti, ma
anche con quelli di altre organiz-
zazioni editoria li, religiose ed
ecclesiali per pubblicizzare e
vendere i loro prodotti. L'impre-
sa, che ha esteso in maniera
esponenzia le il suo campo di
azione, serve ormai anche gran-
di gruppi, come l'Augsburg Welt-
bild Gruppe, uno dei maggiori
centri multimediali della Germa-
RI/FONDAZIONE
nia. La realizzazione di seminari
E STORIA
ava nzati di formazione ed edu-
cazione fa altresì parte dell'offer-
11 7 ottobre 1948 l' editrice ven-
ne ri-fondata con il nome di Don
ta vasta e artico lata del Don
Bosco Medien. Per i salesiani,
Bosco Ver!ag dal sa lesiano don
Edmund Johannes Lutz. Suo sco-
po era riproporre l'attività edito-
ma non solo per loro, crea e for-
nisce pieghevoli, volantini, bro-
chure e supporti vari.
riale introducendo contenuti in
•••
accordo con le mutate esigenze
dei tempi. Il nuovo cata logo pre-
sentò argomenti attinenti al lavo-
ro pastorale ed educativo tra i
GLI ANNI '90
Alla fine degli anni '80 il Don
Bosco Medien (DBM) fa ancora
giovani e al sostegno per le classi
un passo avanti, arricchendosi
di catechismo . Ben presto fu
coinvolta nell'impresa tutta la
anche della tipografia, la "Don
Bosco Grafischer Betrieb" (impre-
Famiglia Salesiana, che si rivelò
sa grafica Don Bosco). Un altro
preziosa nel promuovere l' imma-
modo per consolidare la posizio-
gine e diffondere i prodotti della
•••
nuova realtà editoriale. La sede
venne trasferita in Piazza St.
Konrad HoB, responsabile della
"Don Bosco Kommunikation" .
ne raggiunta fu quello di assume-
re il controllo della casa ed itri ce
"Bernward" di Hldesheimer nel
: • • LUGLIO/ AGOSTO 2005 8S • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Christof Bilttgen (a sinistra) e Daniel Schopker impiegati
della libreria.
Antje Leuthmetzer, responsabile della "Don Bosco
Grafischer Betrieb".
••
no de ll a Germ an ia-. Suo prin ci- band Bajericher Verlage und
pa le compito è quell o d i diffo n- Buchhandlungen" (casa editrice e
dere notizie sa les iane ed eccle- libreri a bavarese) e del " Verlags
sia li, racco nti e cronac he dell e Gruppe Engagement' (gruppo edi-
mi ss ioni, artico li d i pedagog ia, tori ale Engagement) che è un'unio-
interventi sul ca ri sma, sull a Fami- ne di diec i case editrici cattoli che.
glia Sa les iana, sul metodo pre- In stretta collaborazione con le
ve nti vo, ecc. La ri v ista va in ma- case editrici salesiane della re-
no non so lo ai sa lesi ani ma anche gione Europa Nord - del cui terri-
ad altri ordin i e congregazion i, e tori o fa parte - iI Don Bosco Me-
a istituz ioni ecc les iali . Il 28 otto- dien ha pubblicato 2 libri per bam-
bre 1998 il DBM ha ce lebrato bini. La " Piccola guida ecclesiale"
con gran battage pubbl ic itari o il - sempre per i più piccoli - è usci-
50° anniversari o dell a sua fo nda- ta in 8 lingue. Nell'agosto 2003 è
z ione. Oggi una qu arantina di stato immesso nel mercato "My
impi egati lavo rano a Monaco e a big book o f saints', in 6 Paesi , con
Ensdorf. Q uando il Rettor M ag- una tiratu ra iniziale di 30 mila
giore don Pasca l Chavez ha vi si-
I Christina Tangerding responsabile
dell'ufficio editoriale del
" Don Bosco Magazin".
tato l' impresa nel maggio 2003 ,
ha elog iato il lavoro profess io na-
le e il successo ottenuti non so lo
a M onaco ma in tutta la Germ a-
ni a: "Mi congratul o per quell o
1995, la cui attività (ass istenza che fate . La vostra im presa ha
per la pastorale e l'ed ucazi one contri buito in maniera dec isiva a
re li giosa) poteva fac ilmente esse- fa r conoscere Don Bosco in Ge r-
re impl ementata nel prog ramma mani a".
del DBM. Il suo reparto vendite è
vasto e ben strutturato: ri fo rni sce
più di 25 mil a as ili in tutta la Ger-
UN CONSUNTIVO
mania e resta in contatto costante Il DBM ha ormai una pos izione
con tutti i cli enti offrendo peri od i- consolid?ta e un'eccellente repu-
camente informaz ioni sulle no- taz ione. E, tra l'a ltro, membro del-
vità correnti . Un 'a ltra be ll a rea- la Catholischen Medien Verband
lizzazion e, andata in porto a me- (assoc iaz ione dei media cattoli ci),
tà degli anni '90, è la pubbli ca- è membro dell a Bòrsenverein des
zione della rivista " Don Bosco 'oeutschen Buchhandels (assoc ia-
I Magazine" - il Boll ettin o Salesia- zione naz ionale librai), del " Ver-
Esther Hebert (a sinistra) e Gesa
Rensmann impiegate alla
"Don Bosco Verlag'' .
••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ~ • • • • • • • • • • • •
•• BS LUGLIO/AGOSTO 2005 • • •

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\\-\\e\\\\\\genund
•••••••••••••••••
Mein gro\\\\es ~uch der
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in groBes Buch
Namenspatrone
iligen
o
•••
I Il "Big book of saints" (il grande libro dei santi), per
bambini, che viene pubblicato dalle case editrici
del gruppo salesiano in sei Paesi europei.
Madre e figlio leggono il Bollettino
Salesiano nell'edizione
germanica, che ha una tiratura
di 50 mila copie.
copie. Il Rettor Maggiore nella sua
visita a Monaco ha incoraggiato
don Alfons Friedrich a creare mag-
giori sinergie. "Non c'è futuro sen-
za cooperazione reciproca", ha
detto il Rettor .Maggiore.
Più di 1300 titoli con o ltre 1O
milioni di copie sono stati pubbli-
cati a partire dalla sua Fondazio-
••••••••••
ne nel 1948. Oggi, la DBM usa
mezzi e tecniche di ultima gene-
razione ed è cons iderata una del-
le principali imprese multimedia-
Ii. Tra le altre cose ha affrontato
con successo il campo de lle
scienze dell 'educaz ione, editan-
do libri di giochi per i bambini, e
volumi per la formazione dei
maestri e delle maestre di asi lo.
L'obiettivo è formare educatori e
insegnanti qualificat'i . Per quanto
concerne la religione, ha pubbli-
•••••••••
cato testi adatti al lavoro giovani- Numeri del Bollettino Salesiano tedesco.
le, suss idi per il catechismo, libri
religiosi adatti agli adu lti e libri
spirituali per una vita cristiana to sa lesia no. Per quanto riguarda razione con il Bollettino Salesia-
intensamente vissuta. Ormai, ven- l'edizione tedesca de l "Bo ll etti no no austriaco, il Don Bosco Today,
gono annualmente editi più di 20 Salesiano (Don Bosco Magazine), raggiungendo così, insieme, oltre
nuovi libri. L'impresa insomma è la sua tiratura o ltrepassa le 50 70 mil a copie.
proiettata verso il futuro .
mila copie e ha un ritmo bime-
Il cata logo contiene anche li bri strale, 6 numeri all 'anno. Dal
Katharina Hennecke
di teologia e volumi di argomen- 2001, si è entrati in stretta coope-
e Christina Tangerding
• • LUGLIO/AGOSTO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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L'ABBIGLIAMENTO
SHOCK DI MIA MADRE
di Jean-François Meurs
S alve, Doc! Mia madre mi dà
ai nervi. Mi vergogno di
camminar/e a fianco per la
strada. A lei dispiace, ma è colpa
sua.. . Si considera una ragazzina
e da come si veste potrebbe (e
vorrebbe) sembrare mia sorella.
"Che figura ci faccio? ", le dico.
Allora lei per vendicarsi mi rimpro-
vera di vestirmi e darmi arie da
donna . A me non pare . E poi,
dopo tutto, ho il diritto di piacere
agli altri. Tuttavia non sono come
quelle Lolite di dieci o undici anni,
con il tanga e l'ombelico all'aria. Mi
vesto come le ragazze della mia
età, e questo è tutto. Ma non come
le più snob: ci sono delle cose che
non mi p iacciono. Dimmi, Doc,
come faccio a far capire a mia
madre che la MIA moda non può e
non deve essere come la SUA?
Alicia, 15 anni
Salve, Alicia !
Esistono delle madri che si sforza-
no di rassom igliare il più possibi-
le alle loro figlie! E certe marche
di abbigliamento assecondano e
incoraggiano questo desiderio,
proponendo degli abiti identici sia
per le madri sia per le figlie . È una
questione di business! Ma, farla
diventare un'abitudine è un 'altra
cosa. All 'infuori di un gioco occa-
sionale, c.he può anche avere del
piccante , penso che le ragazze
debbano detestare di abbigliarsi
come le loro mamme e viceversa!
Questo pone un interrogativo. Non
si sa, in effetti , se le mamme che
acquistano questi ab iti per sé e
per le loro figlie siano nostalgiche
della loro infanzia, o siano invece
impazienti che la propria figlia
diventi adulta. Per alcune mamme,
abbigliarsi come le figlie è un
modo di esse re moderne . Può
essere una cosa positiva - qual-
che volta - abdicare al ruolo di
· genitrice , per cercare una compli-
cità da amiche: alleggerisce la fati-
ca di essere mamma e libera dalle
preoccupazioni del ruolo . La fun-
zione materna è , infatti , molto
impegnativa, obbliga a imporsi dei
limiti , a saper dire no, a imparare a
dirigere , ad affrontare il nervosi-
smo, e sopportare le offese e le
critiche dei figli che s'accorgono
facilmente degli screzi che nasco-
no tra i genitori. Tutto ciò non è
molto gratificante, tuttavia è es-
senziale per costruire la propria
identità.
La società in cui viviamo ci
spinge a minimizzare l'impatto
dell'età e del tempo che passa,
tende a omologare eliminando le
differenze, ad appiattire le posi-
zioni , a cancellare le responsabi-
lità , a negare le generazioni. Lé
mamme rivaleggiano in snellezza,
con le figlie , e molte mamme ,
dopo il parto , fanno di tutto per
tornare ad avere il corpo che ave-
vano prima del pancione. Per
questo, cercano di cancellare
tutte le tracce della maternità . Il
corpo di una donna incinta o quel-
lo di una mamma non è più per-
cepito come un corpo luminoso,
che irradia la snella bellezza di
quello di un'adolescente . Certe
mamme sono alla ricerca di una
bellezza da far invidia a una figlia
quindicenne . Fare come se non
esistessero differenze tra le gene-
razioni non facilita le cose ai gio-
vani , i quali hanno bisogno di
punti di riferimento , di occupare il
loro posto nella scala generazio-
nale , differenziandosi dai loro
genitori, per conquistarsi una pro-
pria identità. È per questo che
non poche ragazze , il dorso
denudato da un pantalone che
cade sul basso delle anche , non
sopportano di vedere la loro
madre vestirsi come loro. È forse
per questo che molte adolescenti
si tatuano e si perforano di pier-
cing , mostrando un coraggio che
molti adulti non hanno?
Alicia, mi scrivi che non vuoi
più camminare a fianco di tua
madre perché ti rassomigl ia come
una sorella. D'accordo, però tu sai
bene che ci sono ragazze della tua
età che preferiscono camminare
50 m dietro la loro madre perché la
trovano vestita in modo sciatto o an-
tidiluviano... ma nonostante questo,
capita che queste stesse ragazze
non si fanno scrupolo di chiedere in
prestito alla loro mamma un pullo-
ver o un paio di pantaloni. Ciò che
invece è comune a tutti, ragazzi e
ragazze, è la domanda, a volte an-
gosciosa in un periodo nel quale il
corpo cambia: «Sarò capace di pia-
cere? ». E la prima persona dalla
quale le figlie vanno a cercare la ri-
sposta, è proprio la mamma... Non
è forse lei il primo modello, il punto
sicuro di riferimento?
Ma ci sono più risposte . E la mo-
da può fornirne una parte, nella
misura in cui essa è un mezzo
per trovare la differenza nono-
stante una certa rassomiglianza.
É per questo che è utile , saggio
lasciare ai giovani il diritto di
gestire un proprio spazio per
quanto riguarda l'abbigliamento.
"La MIA moda non è la TUA.
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

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---
BISOGNO DI MEMORIA
di Graziella Curti
Sono parole che vengono
do lontano, mo che
inodono nell'oggi,
quelle pronunciate do
Riccardo Di Segni,
rabbino capo dello
Comunità Ebraico di
Roma,
intervenuto olla Pontificio
Facoltà di Scienze
dell'Educazione Aux!lium
di Roma,
in occasione del
Seminario annuale di
spiritualità.
A temo: Lo memoria nello
Sacro Scritturo e nello
tradizione ebraico.
''siarno consapev~li che la
nostra generaz10ne sta
perdendo la memoria,
appiattendosi sul momento presente
da sfruttare al massimo, senza riferi-
mento all'esperienza di chi ci ha
preceduto e di conseguenza rinun-
ciando anche alla progettualità per il
futuro". Così, Grazia Loparco,
FMA, docente di storia, introduce
l'intervento del prof. Di Segni. No-
nostante il prestigioso curricolo e
benché discendente di tre genera-
zioni di rabbini, Riccardo Di Segni
si dichiara piuttosto intimidito di
fronte a un 'Aula Magna affollatis-
sima, in particolare di religiose.
"Se riuscirò a interessarvi - dice -
potrò aggiungere ai dati della mia
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS
La sinagoga di Roma dove
Di Segni è rabbino capo.
presentazione, che è stata appena
letta, un elemento importante: ha
superato la prova dell ' Auxilium".
La battuta e un discreto sorriso mi-
tigano la soggezione della platea,
che scruta un uomo ancora giova-
ne, capo coperto dalla kippà , sposa-
to con figli, di professione medico,
laureato Rabbino Maggiore, simbo-
lo di una cultura millenaria e di una
religione antichissima che sta alle
radici di quella cristiana.
RICORDARE DERIVA
DA CUORE
In un tempo di presentismo esa-
sperato, l'arte del ricordare può es-
sere delegata solo all<!_ memoria
fredda del computer? E una do-
manda che interpella fortemente
tutti, ma specialmente le istituzioni
educative. La risposta non è indif-
ferente, perché incide sul senso
della vita, la sua umanizzazione o il
suo appiattimento. Attraverso un'a-
I Il rabbino capo dott. Riccardo
Di Segni durante il suo intervento
al seminario annuale di spiritualità
dell 'Auxilium.
nalisi chiara e, a tratti, evocativa di
fatti e di atmosfere, il rabbino Di
Segni richiama i significati del ter-
mine memoria nella Bibbia. Esso
include il ricordare, in cui si eviden-
zia l'elemento cuore; e il dimentica-
re, dove l'accento è posto sulla
mente. In questo intreccio di memo-
ria e cancellazione sono protagonisti

3.9 Page 29

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La facoltà di Scienze
dell'Educazione Auxilium di Roma.
Suor Loparco, docente di storia,
introduce l'intervento del dottor Di Segni.
Dio e il suo popolo, il singolo e la
comunità. Eventi lontani di millenni
nel tempo, eppure così attuali nel
tessuto dei nostri giorni, che ripro-
pongono esodi diversi, ma altrettan-
to imponenti di popoli. Domande
sempre ricorrenti nella grammatica
del dialogo tra Dio e l'umanità. Per-
ché la tragedia dell'll settembre?
Dov'era Dio nel momento dello tsu-
nami? Questi gli inte1rngativi più
recenti e a sfondo tutti gli altri: dalle
guerre dei vari secoli fino all 'Olo-
causto, dai genocidi dei Grandi
Laghi in Africa alle stragi del
Sudan. Esiste però, ed è prevalente
per il popolo ebraico, una memoria
buona che vuole superare quella di-
struttiva, richiamando i grandi temi
del ricordo: la creazione e l'uscita
dall'Egitto. Allora nasce il memo-
riale, che permette di attualizzare le
grandi opere di Dio e di tramandarle
di generazione in generazione.
Quasi a conferma, Emanuele Pacifi-
ci, figlio di ebrei uccisi ad Au-
schwitz, si alza in assemblea e legge
una preghiera di suo padre, rabbino
capo di Genova, che loda Dio per la
cura del suo popolo. Di un passato
che poteva essere segnato solo dalla
tragedia della Shoah, oggi viene ri-
cuperato il lato sacro dell' invocazio-
ne di un uomo che voleva comuni-
care, nonostante tutto, la profondità
di un amore.
Questo è l'evento che fonda il
popolo d'Israele come popolo del
Signore: la consapevolezza di un
Dio che lo ama, lo protegge e cam-
mina con lui. Esso è un "passag-
gio", un "attraversamento", Pesach
in ebraico, diventato, nel nostro ita-
liano, Pasqua. Di questo evento il
popolo non si deve più dimentica-
re, perché quando un popolo, una
civiltà si dimentica dei valori che la
fondano, allora perisce.
CREARE ATMOSFERE
Tra le domande che vengono po-
ste al Rabbino al termine della con-
ferenza, si nota l'interesse educati-
vo, tipico di una Facoltà di Scienze
dell'Educazione. Come salvare il
dono di una memoria, che non sia
solo evocazione nostalgica o alie-
nazione dal presente? Come creare
atmosfere che sollecitino il ricor-
do? Come, in una comunità inter-
nazionale, vivere il senso della con-
tinuità rispettando i contesti di r?f'e-
rimento ?
Le risposte vanno nella linea di
una pedagogia d' ambiente, tanto
cara anche al mondo salesiano.
Un 'atmosfera di bellezza evocati-
va come la tavola della cena dello
shabbat dove le luci dei candela-
bri, i canti dei salmi, il pane e i
cibi rituali che coinvolgono anche
l'attenzione dei pw giovani può
indurre a ritornare, con il favore
del simbolo, a un passato che non
si è dissolto nel nulla. Fare memo-
ria connette alla compagnia di altri
e di altre vicende, allarga i confini,
tratteggia una diversa comprensio-
ne di sé, genera cambio, conver-
sione. Vivere senza radici fa cade-
re nell'oblio, distrugge le persone
e i popoli. È ciò che avviene oggi
negli esodi dei profughi, nella di-
spersione dei clandestini. L'ebrai-
smo ha sviluppato nei secoli una
delle riflessioni più organiche del
bisogno di memoria, non solo co-
me difesa della propria cultura e
della propria identità, ma come es-
senza della struttura del mondo. Il
libro sacro ammonisce: "Guardati
e guardati bene dal dimenticare le
cose che i tuoi occhi hanno viste:
non ti sfuggano dal cuore, per
tutto il tempo della tua vita. Le in-
segnerai anche ai tuoi figli e ai
figli dei tuoi figli".
La lezione rigorosa del rabbino
Di Segni, oggi, in questa Facoltà di
Scienze dell'educazione, è stata in
fedeltà piena a questo comanda-
mento. Dio, ché ci vuole persone
vive, indica l'atto del ricordare co-
me forza di presente e futuro. Per-
ché la memoria non è clonazione di
eventi che abbiamo già vissuti: è
un atto creativo di nuove realtà. D
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

3.10 Page 30

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M IL
ESE
IN
LIBRERIA
t,Aotonte
o cuto di Giuseppe
~~~
LEGGENDE
CRISTIANE
Storie straordinarie
di santi, martiri, eremiti
e pellegrini
a cura di Roberta Bellin-
zaghi
PIEMME, Casale M. (Al)
2004, pp. 320
Angeli e demoni, santi e
martiri, eremiti e anacore-
ti, pellegrini e nomadi di
Dio sono alcune straor-
dinarie figure che popo-
lano queste antiche leg-
gende: intrepide fanciulle
affrontano pellegrinaggi
in terre lontane, santi
che uccidono mostri, mo-
naci che incontrano dia-
voli, eremiti in lugubri
spelonche ... Fede, me-
raviglia, incanto si me-
scolano e si rincorrono
tra gesta eroiche e im-
prese miracolose. Si trat-
ta di un piacevolissimo
repertorio di racconti ,
miti e aneddoti , attinti
dalle fonti più varie e ri-
scritti in linguaggio cor-
rente. Abbandonandosi
alla narrazione, si verrà
trasportati in un'atmo-
sfera fiabesca e inge-
nua, in un mondo fanta-
stico in cui il divino
s'insinua nell'umano
spalancando le porte
del cuore all'inaudito e
all'impossibile.
LUGLIO/ AGOSTO 2 005 BS
IL CREDO
PER I GIOVANI.
Commento al "Simbolo
apostolico"
di Carlo Fiore
ELLEDICI , Leumann (To)
2005 , pp. 176
Tempo di vacanze e di
campi-scuola. Ecco un aiuto
per la pastorale giovanile
che si giustifica per alcuni
fatti. Viviamo in un'epoca di
religiosità confusa. C'è il
"sacro selvaggio" degli oro-
scopi, della magia, dei
chiromanti .. .; e c'è il richia-
mo deduttivo della spiri-
tualità e delle religioni orie-
ntali (buddhismo, induismo,
tantrismo... ). Ne nasce l'esi-
genza, per i cristiani, di ricu-
perare le verità fondamen-
tali della loro fede. E questo
soprattutto per i giovani, più
inclini a un nomadismo reli-
gioso. Il testo si apre con
cinque interventi che inqua-
drano il problema del crede-
re oggi, prosegue con il
commento agli articoli del
"Simbolo apostolico", si chiu-
de con tre interventi su pro-
blemi tuttora vivissimi , il
neo-darwinismo, le neuro-
scienze, la laicità/laicismo.
Crulo
per1g
SI FA VEND ITA PER
~g~RISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le ~bre;i
rie cattoliche o vanno ne ies
direttamente alle rispettive
Editrici.
VIENI A TROVARMI
Preghiere davanti al
tabernacolo per ragazzi e
giovani
di Stefano Varnavà
ELLEDICI , Leumann (To)
2005 , pp. 166
L'Arcobaleno di Dio.
Preghiere a fumetti
di Stefano Gorla
e Franco Luini
Efìatà, Cantalupa (To)
2004, pp. 48
Il primo testo offre schemi
di visite e adorazioni da-
vanti al Santissimo punto
di incontro tra Cielo e Ter-
ra , il luogo dove si può tro-
vare l'Universo della Glo-
ria. Ogni visita si articola in
quattro momenti: l'illumina-
zione di un brano della Pa-
rola di Dio; la Parola che
Gesù rivolge al suo visita-
tore in un dialogo a tu per
tu ; un breve periodo di ri-
flessione , aiutato da una
traccia; una preghiera a
due cori alternati con ritor-
nello comune.
Il secondo testo, rivolto par-
ticolarmente ai fanciulli , per-
ché sussidio visivo per im-
parare a pregare, offre uno
"scrigno di preghiere": paro-
le preziose, piene di gioia e
di calore, che Dio stesso ha
donato, e che costituiscono
l'arcobaleno di Dio per im-
parare a pregare.
VERSO L'ESSENZIALE
L'anima e i suoi discorsi
a cura di Danila Biglino e
Marco Guzzi
Paoline, Milano, 2005
pp. 174
In un tempo carico di sfide,
è necessario ritornare alla
parte più essenziale del no-
stro essere uomini: ascol-
tare i discorsi dell'anima e
chiedersi : Chi sono io? I
dieci interventi del volume
presentano, pur nella di-
versità dei linguaggi, nu-
merosi punti di convergen-
za perché chiariscono il bi-
sogno di affermare la pro-
pria identità culturale e reli-
giosa in modo non polemi-
co, ma competitivo. Nel li-
bro le parole fondative del-
le più importanti religioni
(Ebraismo, Islam , Buddhi-
smo, Cristianesimo, Indui-
smo) si intrecciano con i lin-
guaggi contemporanei della
psicoanalisi e della medici-
na, della sociologia e della
critica poetica e trasmetto-
no il senso della straordina-
ria ricchezza culturale che
l'umanità ha ereditato e che
al contempo è chiamata a
far fruttificare .
Verso l'essenziale
L'a nima e i suoi dist.·or.,i
,I< u1 ·.1 ,lr
lh,11 ., llu,11-...,,- \\1n«,,(,tlll
\\ illoriu I ul1d l u~1dl,11Ji
l',wlo Il,· lln1,•d,,1ti
\\!.11, ·1,t,11 , 1 i
1,;1hrkk\\l,m1l,·I
lJh l\\,11\\II Ì \\1 ,11.,-,1rhu,
Sal\\,1h111• .\\.i1,1h
,\\111lr,-,1 Sl h nlilkt
C.i.niph·11uS01111 I 111iu11
luqti \\ uu L,aa
thl;u n / mnh,m1

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
RELIGIONE
SCELTE
I GIOCHI ESTREMI
COME DA UN GIARDINO
Storie di vite cambiate
DEI GIOVANI
di Alfredo Scarciglia
di Giovanni Anversa
Mode, hobby e tendenze Libreria Editrice Vaticana,
MONTI-RAI-ERI, Saronno oltre ogni limite
Roma, 2004
(Va), 2004, pp. 190
di Carlo Climati,
pp. 100
Paoline , Milano , 2005
pp. 166
In queste liriche di profon-
do sapore mistico, l'autore
Fra i giovani è cambiato il raggiunge nella profondità
modo di divertirsi , giocare, del suo cuore l'ispirazione
stare insieme. C'è la ten- del suo messaggio esi-
denza a superare ogni limi- stenziale: la divina presen-
te, a cercare emozioni forti za alita su di noi, le tenta-
ed esperienze pericolose. zioni che durante il viaggio
Quali sono le radici di certi umano tentano di oscurare
stili di vita pericolosi e il cuore, l'invocazione della
senza senso? Siamo da- purificazione. Il cuore chie-
vanti a un'inchiesta che de aiuto ed è in ascolto
documenta giochi, hobby, della Parola, dell'Uno, del-
tendenze, mode trasgressi- la Speranza che non delu-
ve dei giovani: sport estre- de. Il suo voluto silenzio è
mi, abbigliamento, film, mu- musica che si diffonde, lu-
sica, videogiochi , Internet. ce che si dispiega, ricamo
Ciò che più conta è misu- di pace interiore.
rarsi con qualcosa di più
L'esperienza diretta, la te- grande, rischiare, assapo-
stimonianza, il racconto in rare il brivido dell'imprevi-
prima persona sono le ca- sto. Per cercare di stupire
ratteristiche di questo libro si infrange ogni regola o si
che dà voce a personaggi , supera ogni limite. L'unica
situazioni e storie di gran- norma che sembra carat-
de interesse. I personaggi , terizzare lo stile di vita del-
noti e meno noti, che si le nuove generazioni è la
raccontano sono uomini e non-cultura del rischio e il
donne motivati nelle loro mito dell'apparenza. Il libro
scelte dalla voglia di amare offre consigli a famiglie ,
e dal bisogno di agire. Ciò
che hanno scelto di essere
e di fare non è lontano dal
sentire contemporaneo; le
~- educatori e giovani. ..
Come
da 11n gìmdim,
loro sensibilità sono le no-
stre, la voglia di farsi coin-
volgere è attiva anche in
C.\\UO Cliii.IATI
noi, il desiderio di cambia-
re è anche nostro. Grazie
a queste testimonianze ci
}'~
si sente meno soli, la fragi-
lità che accompagna l'esi-
stenza di tutti diventa me-
no pesante, sapendo che
esistono persone capaci di
vero ascolto e di forte so-
stegno .
J~
-
ll t.>, iochi estrem i
dei gioYani
Mode, hobby e tendenze
oltre ogni limite
L'orante cuore si nutre di
Dio, si disseta e fiorisce
come un giardino lussureg-
giante. Il filo rosso che lega
l'uomo a Dio costituisce la
via da seguire per cui egli
può dire: per me ora, la
notte è chiara come il gior-
no. Allora, la visione di vita
si fa totale, risplende.
MOVIMENTO
-GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06.44700145
E-mail: cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06.4462179
E-mail:
italia.pgs@pcn.net
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06.4460946
E-mail :
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
•vis (Salesiani)
Tel. 06.516291
E-mail: vis@volint.it
•VIDES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06.5750048
E-mail:
segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
•Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06.4940522
E-mail: scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06.4450257
E-mail:
mspreafico@pcn.net
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

4.2 Page 32

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LI/I/E
-
Il profilo del maestro PAOLO SOLA, tutt'uno con la sua banda musicale.
QUARANTA diGiancarloManieri
ANNIDI NOTE
Il maestro di banda Paolo Sola è
rimasto nel cuore di molti. Una
grande bontà unita a un'altrettanto
grande professionalità. Un
salesiano a tutto campo. Un
apostolo che usava come strumenti
di evangelizzazione quelli stessi del
mestiere.
Il signor maestro Sola e il suo strumento... a volte
sembrava fossero tutt'uno.
' 'u n-ta.. un-ta... un-ta... bisun-ta! Oh, razza!...
Seguite il tempo!"
Il maestro con il vocione che lo caratterizza-
va ritmava il solfeggio accompagnandosi con le mani
battute a tempo e, per non far pesare troppo la diffi-
coltà di tenere il ritmo, tipica di tutti i principianti, infio-
rava il tutto con un suono vocalico tutto suo: Unta-
bisunta, appunto! Con lui dovevano imparare anche i
più tardi di comprendonio ... musicale. E non si può
certo dire che non riuscisse nell'i ntento o che il suo
metodo fosse poco professionale o poco produttivo, se
è vero , come è vero, che ebbe allievo uno dei più
grandi trombettisti del mondo, il conosciutissimo Nini
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS
Rosso, che non ha mai dimenticato il suo primo mae-
stro di strumento, tant'è che periodicamente si recava
a trovarlo.
IL MAESTRO E LA SUA BANDA
Sola era nato a Racconigi in quel di Cuneo. Vide la
luce il 12 maggio 1891. A 13 anni entrò al Martinetto
di Torino, il collegio salesiano che gli diede la vocazio-
ne. Fu sempre convinto del passo che aveva fatto,
tanto che si tuffò a pesce nel clima di lavoro, di sana
allegria e di preghiera che caratterizzavano la vita dei
salesiani nei loro collegi e oratori. Scelse come campo
del suo apostolato la banda. La rilevò dalle mani di
don Casalis, quando l'obbedienza lo inviò a lavorare a
Cuneo. Era, quella ereditata, una banda un po' ap-
prossimativa, composta da una trentina di elementi,
solo una decina dei quali sapeva suonare , gli altri
"facevano le comparse". Proprio così. Portavano
durante le esibizioni lo strumento alla bocca, gonfiava-
no diligentemente le gote , muovevano le dita, ma...
non emettevano suoni. E meno male! Capitava anche,
talvolta, che il motivetto fosse finito e le "comparse"
continuassero la loro muta pantomima, come se anco-
ra il brano continuasse. Pure sordi! Ma la musica cam-
biò quando la banda passò sotto la sua direzione. Da
allora partì la sua sfida più grande. E vinse. La banda
dell'oratorio di Cuneo crebbe , affinò il repertorio, si
specializzò, conquistò fama fino a diventare il com-
plesso musicale cuneese più richiesto per feste, sagre,
processioni, concerti. .. era un complesso dinamico.
Con il maestro Sola non si nasceva né si moriva musi-
cisti: la banda era un periodo di formazione. In due
anni , ricorda il maestro , si avvicendarono nel corpo
bandistico, più di 250 suonatori. Solo alcuni rimasero

4.3 Page 33

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---------------6()11!}/~77)RI cfllLEg/11;1//
La Banda del maestro in divisa impeccabile posa
per una foto ricordo.
Il maestro con il suo migliore e più famoso allievo, Nini
Rosso, che ogni tanto andava a fargli visita a Cuneo.
fino alla fine, diventando i pilastri del sistema bandisti-
co solano. E smisero solo quando smise definitiva-
mente anche lui, a 86 anni, nel 1977, anno della sua
morte e della "morte" della banda.
I TRE AMORI
La banda era il suo lavoro, la comun ità era la sua
casa , la sua famiglia lo scarico delle tensioni , e il tea-
tro costituiva il palco delle sue performance. Gli piace-
va un mondo "celebrare" qualche ricorrenza, perché gli
offriva la possibilità di tenere allegri i confratelli . Quan-
do non c'era niente, inventava qualcosa per non per-
dere l'occasione di una bicchierata, di una cantata e di
quattro risate fatte assieme. L'altro suo ambiente di
lavoro, quello apostolico-salesiano, era il cortile. Sem-
pre presente alle ricreazioni, non stava però a fare la
guardia. Era sempr~ in movimento: giocava a pallone,
Ecco la banda mentre suona... in trasferta, a Valgrana,
sfilando per le vie del paese.
a bocce, a carte, a piastrelle... e vinceva quasi sem-
pre , perché truffava. Tutti se ne accorgevano , e lui
non faceva nulla per nasconderlo "altrimenti - diceva -
il gioco diventa piatto ... e poi che gioco è se non provi
a truffare un po'. Per gioco, naturalmente". E ci rideva
su a crepapelle . Il terzo dei suoi amori era il teatro.
Era convinto che fosse un mezzo educativo eccellen-
te . Perciò non solo non si tirava mai indietro , ma in
genere faceva da protagonista, e passava con grande
naturalezza dal ruolo tragico a quello comico. Eccolo
ne "Il piccolo parigino" , "Satana", "Paolo lncioda",
"Loca", "La gerla di papà Martin", "Pietro Micca" ...
eccolo in pantomime, farse, sketch, scenette, monolo-
ghi. E durante gli intervalli , che servivano per far pren-
dere fiato ad attori e spettatori ma soprattutto per cam-
biare le scene , scendeva tra i suoi della banda per
un'esibizione, o prendeva la cornetta per qualche pez-
zo assolo.
LE CRISI
Non mancarono momenti di crisi. Del resto la crisi fa
parte della vita, di ogni vita. E quando per la sua ban-
da .arrivarono i momenti di stanca, perché uno si era
"stufato", un altro faceva troppe assenze, un altro era
oberato da impegni, un altro aveva litigato , un altro
"marcava" visita... lui prendeva carta e penna, si met-
teva a tavolino e scriveva "circolari" che poi faceva
distribuire a tutti i componenti della banda: "Bisogna
svegliarsi e reagire"; "Chi non si impegna è di ingom-
bro"; "Nella scuola gelida per lungo deserto, gli stru-
menti impolverati... insorgono essi pure!"; "Qui si parrà
vostra nobilitade"; "(Alcuni) presi uno per uno non san-
no tirar fuori tre note senza sbagliarne due e stonare
la rimanente". Riuscì sempre nel suo intento : dopo
aver riorganizzato ciò che minacciava di scompaginar-
si, ripartiva con l'entusiasmo e la grinta di prima.
Aveva dentro la carica del vero religioso. Non smette-
va di credere nei ragazzi. Era convinto che il buon
salesiano non dovesse mai abbandonare la fiducia
verso di essi. Lui buon salesiano lo era: puntuale alle
pratiche di pietà, alla meditazione , alla messa. Tutti ,
confratel li e giovani, ricordano quel suo inchinarsi rive-
rente , che aveva un che di affettuoso, davanti alla sta-
tua della Vergine ogni volta che in chiesa le passava
accanto. Lei era la sua consigliera, il suo sfogo, la sua
padrona. Era davvero un salesiano doc, verace e sen-
za malizia.
D
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
ED È SUBITO SERA
«Alla sera, qualche volta, non vorrei tornare a casa»,
brontola una brava mamma sul bus. Sa che dopo
una spossante giornata di lavoro, aprendo la porta di casa si
troverà intrappolata in una serie di corse folli e snervanti
per far fronte alle richieste dei figli e alle necessità domestiche.
Q uello serale è diventato il
tempo quotidiano normale
della famiglia . Potrebbe es-
sere un momento magnifico, il por-
to che accoglie i naufraghi della
giornata, come vorrebbero i poeti .
Nella maggior parte dei casi è inve-
ce un vulcano, che ha accumulato
energia durante la giornata e che
esplode alla sera, sconquassando i
nervi di tutti. È importante convin-
cersi che i bambini assillano i geni-
tori quando tornano a casa perché
li amano e hanno sentito la loro
mancanza. Nel corso della giorna-
ta, i figli hanno immagazzinato ogni
sorta di emozioni . Hanno bisogno
di riversarle sui genitori per com-
prenderle. Se i genitori non trovano
il tempo per ascoltarli, è probabile
che alla lunga si stanchino e si rifu-
gino nel silenzio . I figli adolescenti,
in effetti , si accontentano di un
vago brontolio, se sono sprofondati
nel sofà davanti alla tv, o del fra-
casso assordante dello stereo, se
sono chiusi nella loro stanza . An-
che questo è un modo per dire: «Ci
sono anch'io! ».
pano la comunicazione e instaura-
no un vero rispetto (non si lascia la
tavola prima di aver finito di man-
giare , chi ha terminato prima degli
altri attende senza sbraitare quindi~
ci volte : lo ho finito! I genitori devo-
no evitare le discussioni che riguar-
dano solo loro due e il loro lavoro. I
bambini si sentirebbero esclusi e
cercherebbero di attirare l'attenzio-
ne con "capricci e pasticci".
Una cosa importante : i bambini
sanno istintivamente distinguere
molto bene tra presenza fisica e
presenza psichica . I genitori devo-
no sentirsi disponibili "nella testa",
prima che nei fatti. Devono mettere
tra parentesi le tensioni della gior-
nata e della vita professioAale. È
già troppo facile nella vita familiare
sfiorarsi e incrociarsi senza "esser-
ci". Troppi genitori trovano un solo
tipo di riposo che permette loro sia
di tenersi al corrente delle vicende
esterne, sia impedire ai bambini di
saturarli di domande: la televisione.
È la sola che alla sera non parla
dei guai della giornata. Non c'è
niente di più impersonale della tele-
visione . In troppi casi finisce per
essere la comunicazione più fre-
quente con i bambini, la sera . È
essenziale invece che genitori e fi-
gli trovino un momento di affet-
tuosa complicità , magari sprofon-
dati nel divano , per ascoltarsi , per
guardare un bel film , per stare ab-
bracciati. Può essere il modo di
rasserenare il cielo familiare e pla-
care le tempeste della giornata.
Perché la sera può diventare anche
il tempo della "resa dei conti". C'è
sempre qualcuno che piange , la
sera. Per ogni questione è bene
che mamma e papà decidano in
vero accordo. Se lui rientra più tar-
di, la mamma può dire: «Ne parle-
remo quando ci sarà papà». I bam-
bini si renderanno conto che l'auto-
rità è condivisa e che le decisioni
sono prese in comune dai genitori.
Questo atteggiamento è rassicuran-
te perché permette ai bambini di
conoscere chiaramente i limiti.
I genitori devono ricordare anche
che i bambini non si "mandano"
mai a letto: i bambini si "portano"
a letto. Anche questo può essere
un momento d'intensa partecipazio-
Per non affogare nello stress, il
rimedio è un minimo di "organiz-
zazione serale" . Gli orari di rientro
dovrebbero essere combinati e
molti compiti serali suddivisi. I geni-
tori devono esigere dai figli che gli
abiti del giorno siano riposti , i mate-
riali scolastici ordinati, compiti e
lezioni almeno impostati, gli orari tv
rispettati , ecc. Alla sera, ciascuno
dovrebbe avere qualche incarico
preciso da esegu ire: preparare. la
tavola, badare al cane, portare fuori
i rifiuti, ecc. Il pasto serale è uno
dei momenti più facili da ritualiz-
zare . Si può trasformare in un mo-
mento di qualità , in cui ciascuno
ascolta ed è ascoltato, rispetta del-
le regole precise che non interrom-
w Guo/AGosm 2005 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
IN ATTESA DELLA
BUONANOTTE
Quello che in una famiglia avviene alla sera testimonia la realtà
profonda della famiglia stessa, i suoi valori, le sue linee guida,
la sua unità e la sua concordia ...
ne emotiva. I bambini adorano es-
sere coccolati a letto. I figli in "posi-
zione orizzontale" sono molto più
malleabili di quando si trovano in
"posizione verticale". È distensiva
ogni tanto, una bella battaglia a cu~
scinate, sul letto grande. Il modo
più intenso per terminare la giorna-
ta rimane quello di pregare insie-
me, leggere o raccontare una pagi-
na della Bibbia. Diventerà un ricor-
do indelebile nei figli, qualcosa che
accompagna tutta la vita. Racconta
una signora: «Uno dei ricordi più
vivi della mia infanzia si riferisce a
quando mio padre tornava a casa
dal lavoro. lo e mio fratello lo senti-
vamo suonare il campanello più e
più volte, per gioco, fino a quando
uno di noi due non andava ad
aprirgli la porta. Di solito, noi erava-
mo al piano di sopra, a fare i com-
piti o a guardare la televisione e
lanciavamo grida d'entusiasmo nel
sentire quel familiare scampanellio.
Ci precipitavamo giù per le scale,
spalancavano la porta di casa e a
quel punto lui ci diceva: "Beh, come
mai ci avete messo tanto?" . Era il
momento migliore della giornata.
C'è un altro ricordo che mi accom-
pagnerà per sempre e si riferisce a
quello che per lui era un vero rito
quotidiano: la cena. Ci accomoda-
vamo a tavola e lui, posando una
mano sul braccio della mamma
diceva: "Ma voi due lo sapete eh~
avete la mamma più straordinaria
del mondo?". Era una frase che
amava ripetere tutte le sere» .
Il pasto serale è uno dei momenti
più facili da ritualizzare.
Durante la giornata, si sa,
ognuno ha da badare a tanti
impegni ed è risucchiato in
ritmi di vita non facilmente compati-
bili con quelli degli altri membri del
gruppo domestico. È una delle tra-
g~die del tempo moderno: l'orga-
nizzazione del lavoro, dello studio,
della vita sociale in genere è sem-
pre pi~ disegnata sulla dimensione
individuale o collettiva, piuttosto
che su quella comunitaria e fami-
gliare. Che ci piaccia o no, dobbia-
mo adattarci al fatto che ci si veda
di gran fretta al mattino come se si
fosse al bar, cioè alla spicciolata e
praticamente in piedi. Ci siamo in
sostanza rassegnati al fatto che il
pranzo non sia più un momento di
incontro: lo viviamo come una sosta
a un crocevia, dove ci si incontra al
volo. Come dice mia madre, a mez-
zogiorno c'è una sorta di "mensa
continua" dove ciascuno di noi cer-
ca di sfamarsi a tempo di record
per scomparire nuovamente e/o rin-
chiudersi nel proprio spazio per fare
qualcosa di urgente.
Per fortuna, però, c'è la sera: è
il momento in cui ognuno spera di
ritrovare i propri cari, di abbandona-
re impegni e preoccupazioni, di ral-
lentare il ritmo per fare spazio al
dialogo e alla condivisione. E qui ci
si misura con la temperatura della
propria famiglia: davvero si ha
voglia di stare insieme con calma e
con gioia, per costruire incontri e
serenità, per vivere il tempo del
riposo come occasione di valorizza-
zione degli affetti? Non è scontato;
o meglio, lo è stato finché i figli
erano piccoli e potevamo decidere
di cenare insieme à. un'ora decen-
te; potevamo permetterci di vedere
insieme la televisione o di spegner-
la per chiacchierare o giocare; c'e-
ra il tempo per infilarmi nel letto di
I Un segno di croce, una breve
preghiera... Chiudere la giornata
con un pensiero a Dio lascia più
sereni e fiduciosi.
Alessandra (che è la "grande", ma
era più smilza e quindi poteva ospi-
tarmi fra le lenzuola con maggiore
disponibilità di spazio) o per arroto-
larmi in un angolino ai piedi di
Claudio (che faceva sempre baldo-
ria arrotolando le coperte, e mi
costringeva a strategie complicate
per non morire di freddo) e poter
raccontare una favola prima di dor-
mire. A quei tempi c'era il famoso
"libro invisibile" che i figli non pote-
vano vedere né consultare: in real-
tà ogni sera mi inventavo una sto-
ria diversa che potesse chiudere la
giornata offrendo uno spunto di
riflessione sui piccoli avvenimenti
vissuti o aprire una prospettiva nuo-
va per affrontare nuovi impegni; ma
era importante che i bambini cre-
dessero che il mio racconto aveva
l'autorevolezza di uno scrittore
famoso perché non concludessero
che volevo pilotare in modo esplici-
to i loro pensieri e sentimenti.
8 S LUGLIO/ AGOSTO 2005

4.6 Page 36

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E poi, c'era la buonanotte: le
preghiere recitate insieme, un
bacio, il perdonarci reciprocamen-
te per qualcosa di spiacevole, l'ul-
tima ca rezza (chissà perché sul
culetto, quasi a voler sottolineare
un'intimità anche fisica) :.. e final-
mente il silenzio, i bambini
sprofondati nel sonno. Qualche
volta anche io mi addormentavo
alla grande nella loro camera;
altre volte correvo a recuperare
qualche faccenda lasciata incom-
piuta, o finalm~nte ritrovavo il mio
ruolo di mogl ie. Il passare del
tempo ci ha messi di fronte a
cambiamenti impietosi: la cena
insieme è diventata sempre meno
scontata (però è bello l'aver scel-
to tutti insieme che almeno qual-
che sera nella settimana si condi-
vida questo momento, sacrifican-
do altri impegni) ; niente più favole
prima di addormentarci , ma una
verifica e un confronto serio sulle
cose serie della giornata e sui
progetti del futuro ; la preghiera è
giustamente divenuta una que-
stione più personale , anche se
condividiamo la messa domenica- ·
le ; niente carezza sul culetto e
soprattutto niente silenzio . Il più
delle volte cado stecchita sul
divano davanti alla televisione ,
mentre intorno a me la truppa è
ancora rumorosamente in azione.
Se si accorgono che sto dormen-
do , i fi gli mi mettono pietosamen-
te a letto, e tornano ai loro impe-
gni : essi , in fondo , appartengono
alla generazione della notte e
anche in casa sono ancora arzilli
dopo la mezzanotte .
Rimpianti? Qualche volta sì , e
penso che forse fra qualche anno
potrei diventare una nonna e an-
dare a rispolverare il "libro invisi-
bi le". Per il momento , però, ap-
prezzo la nostra flessibilità; ci si
può volere bene e condividere la
vita anche se la serata è meno
esclusiva e la buonanotte ha per-
so i suoi rituali. L'essenziale è
che non venga mai meno l'attesa
e il desiderio di dedicarci un po'
di tempo reciprocamente e, so-
prattutto, di essere solidali nella
costruzione della nostra storia
familiare .
D
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS
MOVIMENf
SALESIANO
di Julio Olarte
I Missionari di Cristo Buon
Pastore sono stati fondati nel
1989 da don Anton De Groo
classe 1943, nato ad Amsterda
in Olanda. Èmissionario a Ruxru
dal 1984, località dove egli ha cos
tuito il primo nucleo del suo gruppo.
I MISSIONARI
·DI CRISTO BUON PASTORE
I Salesiani sono arrivati nella
regione dell'Alta Verapaz, nel nord
dell a Repubb li ca del Guate mala,
70 ann i fa, nel 1935. La sto ri a
doc umentata d i questa reg ione,
però, ri sale ai tempi dell'imperatore
Carlo V e all 'arri vo dei mi ss ionari
domeni ca ni , ve rso il 1500. Sono
8686 km2 di una var iegata topog ra-
fi a che dagli oltre 3000 metri delle
montagne scende fi no a 300 metri ,
co n un a clim ato log ia altretta nto
va ri a. Il 50%, de ll a popo laz ione
parla lo spagnolo, l'a ltra metà usa
so lo gli idiom i in digeni Q uekchf,
Pocomchf e Achf. Nonostante l'ap-
parente povertà culturale possiedo-
no un patrimoni o di tutto ri spetto
ri sa lente sia all 'epoca preispa ni ca
(64 siti archeologici) sia co loniale e
repubb licana.
La storia dei "Missionari di Cri-
sto Buon Pastore" è co min c iata
nel 1989, a Raxruh a una delle cin-
que reg ioni del Muni cipio di Chi-
sec, 235 co muni in d ige ne che
poss iedo no la te rra in forma so li-
dale come " Patrimonio Agrario co l-
lettivo". L' ul tim o ce nsimento se-
gnala 69.325 ab itant i, il 91% dei
quali indigeni e il 9% mettici. L'a-
nalfabetismo arri va al 53%. È una
zon a co n clim a trop ica le umido, a
230 metri slm .
Pos si amo dire, a occ hi o e croce,
c he la sto ri a dei II Missio nari d i
Cristo Buon Pastore" si d ipa na
pa rall elamente a que ll a dell a Pic-
co la Co munità de lle Suo re della
Risurrezione, ul t im o gruppo uffi -
cialmente ri co nosc iuto nell a Fami-
glia Sa les iana (Cfr. BS di di cembre
2004). Certamente di ve ntano de i
sa les iani p ienamente in culturati
nell a loro rea ltà indigena.
La loro missione è pienamente
salesiana e fa parte del Progetto
Educati vo Pastora le Sales iano de l
lu ogo. Ess i, con la sp iritualità del
Siste ma Preve nt ivo, si occ upa no
dell a evangelizzaz ione de i giovani
indigeni , i "ca mpesin os", che stu-
diano in due ce ntri ded icati a Don
Bosco, quell o di Raxruh a freq uen-
tato da 200 giova ni e quell o di
Tzacan iha con più di 600. Bi sogna
te ner co nto che più del 50% dell a
popolazione co mun ica solo in lin-
gua Q uekchf, l'a nt ico idio ma de i
"maya". Ma i mi ssio nari sono an-
cora pochi : 13 profess i e 6 nov izi.
Si attende un incremento signifi ca-
ti vo di pre/ nov izi quest'anno. Sono
in proc into d i diventa re una co n-
gregaz ione diocesana; propri o per
questo co nt inu ano gl i in co ntri
sistematici co n il vescovo. La per-
severanza è buona: il gruppo non
ha ancora avuto defez ioni.
Per ulteri ori info rm az ioni :
adegroot@itelgua.com

4.7 Page 37

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\\
-n ?~~'s~-ro
Il, MIO NVOv'O
flDÀr-tz.A.10 !
\\
~1mt:
' .- .. ......
...... <:. _.,.... .
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
Ingegne ria genetica e genoma umano sono
MIGUO
SARA' VERO?
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
L'UOMO
I progressi della scienza
sono sempre più
sorprendenti... ·
l'ingegneria genetica è
arrivata fino al genoma...
Quali altre frontiere
toccherà? E con quali
rischi? La questione è
grave e aperta a tutte le
soluzioni.
I Museo delle scienze diValencia
(Spagna): la grande struttura
del genoma umano.
LUGLIO/AGOSTO 2 005 BS
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLI~
È vero che l'uomo attraverso I inge-
gneria genetica sta "giocando a fare
DioP"e?nsi
che
sia
.
proprio
·
necessario
"mRigitliieonrai rceh"elasniaantouracounmtr~allnaab?1_h.
.
,
..
nsch1
~eÈr lelefuctituore
generazioni . .
costruire soqgett1
.
uman~
con caratteristiche genetiche part1co
lari?
L' interesse per l'ingegneria
genetica e la genomica,
sempre in crescendo, non
nasce da mera curiosità nei riguar-
di delle nuove conquiste dell a me-
dicina, ma dalle aspettative circa il
mi glioramento della salute e della
qualità dell a vita e dai valori coin-
volti per il rispetto della persona
e dell ' ambiente. Le notizie sulla
mappa del geno ma umano , sulle
cellule staminali , come anche quel-
le sul consumo di alimenti geneti-
camente modificati o sulla clona-
zione di nuovi animali, utili anche
a fi ni di trapianto, accendono fre -
quentemente vivaci dibattiti e con-
fronti. A ques te conquiste occorre
guardare positivamente, senza lan-
ciare ombre e sospetti come invece
si fa solitamente (Serra). È vero
che questi risultati possono essere
usati ideologicamente e politica-
mente, come fecero ad esempio Hi-
tler e Stalin, ma è anche vero che i
sospetti in un campo che offre
grandi speranze possono essere
molto più pericolosi e paralizzanti.
A fronte della positiva luce proiet-
tata dalle conquiste, che non rappre-

4.9 Page 39

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temi che diventano sempre più roventi.
VALORI IN QUESTIONE
Il "miglio~amento" della salute e
della qual_1ta della vita attraverso la
g~n~t~rap1a passa per il rispetto dell
d1gnita umana.
a
Occorre gu~rdare positivamente alle
~0~9wste dell ingegneria genetica.
re"L1iad_enaatdu1raunumpraongaetètolepgeitrti"mmo·191m1· ora-.
me~~i_n~n sono indifferenti. ' a 1
C ~ J! ~ischio di nuove discriminazio-
ni: s1m1l1 a quelle del progetto del mi-
glioramento della razza effettuato dal
nazismo.
"Ritoccare" il genoma umano
I(il patrimonio genetico) - si
afferma - è utile e indispensabile
per dirigere verso il meglio
la supposta evoluzione dell'uomo...
Ma i rischi non sono né pochi né
di poco conto...
... e poi, verso quale evoluzione?
sentano che la minima parte di quan-
to si è già raggiunto e di quanto già
si attende, sta comparendo sullo
sfondo una possibilità densa di
ombra, quella di "ritoccare" il geno-
ma umano (il patrimonio genetico)
al fine - si afferma - di dirigere
verso il meglio l'evoluzione dell ' uo-
mo. L'idea di un progetto per mi-
gliorare la natura umana è legittima
e rispettabile. I . mezzi tuttavia non
sono indifferenti. L'intervento sul
patrimonio genetico non può sosti-
tuire, ma deve piuttosto concertarsi
con quello, già ben noto all ' umanità,
che consiste nell 'educazione etica
delle persone (Spinsanti). Ciò è im-
portante, poiché si presenta il rischio
di nuove discriminazioni, simili a
quelle del progetto del miglioramen-
to della razza (eugenia) effettuato
dal nazismo, quantunque, almeno uf-
ficialmente, non sia consentito con-
durre esperimenti di questo genere
su embrioni umani, neppure in vista
di una terapia.
CURARE
NON MODIFICARE
È necessario, comunque, tenere
sempre presente la sottile differenza
che sussiste nell'usare il termine mi-
glioramento per indicare la correzione
di difetti organici, la qual cosa è da
considerare nella fattispecie di un in-
tervento terapeutico, oppure per indi-
care l'introduzione di una novità, cioè
il potenziamento di alcune caratteristi-
che, come l'intelligenza, la persona-
lità, ecc., e in questo caso si scivole-
rebbe nell'eugenismo propriamente
detto, che è contrario al principio di
uguaglianza tra gli uomini e alla di-
gnità di colui che verrebbe da altri mo-
dellato a volontà (Sgreccia-Di Pietro).
Questa eventualità si carica ancor più
di ombra alla pubblicazione di dati che
dimostrano la possibilità di produrre
soggetti di una data specie tutti con lo
stesso genoma (clonazione) o soggetti
ibridi con due o più genomi (chimere).
Per valutare meglio le problemati-
che connesse con questo problema è
necessario distinguere schematica-
mente quattro finalità: a) colmare un
deficit che senza essere propriamente
malattia lascia il soggetto in condizio-
ni di inferiorità rispetto alla media sta-
tistica; b) potenziare nel soggetto e
nella sua discendenza unq_ o più qualità
al di sopra della media. E il caso del-
l'ingegneria genetica cosiddetta mi-
gliorativa; e) costruire soggetti umani
con status biologico particolare, ad
esempio con caratteristiche genetiche
identiche; d) costruire individui di una
nuova specie biologica uomo-animale,
mediante la fecondazione interspecie.
DIMENSIONI ETICHE
Ma allo stato attuale della ricerca,
non è possibile verificare quanto le
quattro ipotesi sopra descritte siano
soltanto teoriche, a modo di chiarifi-
cazione di principio oppure siano di-
stinzioni "praticabili".
In sintonia con il rapporto statuni-
tense "Splicing !ife" si considera
inaccettabile l 'intervento di ingegne-
ria genetica alterativa per le seguenti
ragioni: a) il concetto di migliora-
mento è materia di giudizio soggetti-
vo; b) il miglioramento non terapeu-
tico apre la strada alla costruzione
dell'uomo perfetto; e) la costruzione
di uomini migliori di altri infrange il
principio di uguaglianza fra gli esseri
umani; d) non sono controllabili i ri-
schi per le future generazioni.
Certo sembra comunque che l'at-
teggiamento odierno delle società
occidentali non ha sicuramente chiu-
so un dibattito, ma ne ha solo posto,
forse in modo inusuale e perfino
inatteso, i nuovi presupposti.
D
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

4.10 Page 40

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.,.
'
I
'
I
'
'
DIBATTITI
Severino Cagnin'
I
CON UN
LIBRO
Ferie con un libro per distendere i nervi.
Ne segnalo alcuni di quest'anno. La scelta,
evidentemente, è del tutto personale.
Carli Toni, Tanto per rimanere
uguali, 2005
Storia appassionata e ironica di una
trasformazione: "Nei primi tempi di
questa esperienza sulla sedia a
rotelle, accettare la realtà mi
procurava quasi sempre un
insopportabile senso di sconforto. E
invece a un certo punto...". Tutto
comincia a cambiare: i colori della
natura, il gusto della luce in ogni ora
del giorno, gli alberi e gli animali che
gli parlano. E tanta musica: il rock, i
Velvet, la conquista di Bach. "Non mi
sento più di questa terra quando
suono o ascolto Bach". Bloccato da un
incidente in moto, ora è animatore
musicale con la coscienza di avere
qualcosa da comunicare.
Covacich Mauro, Fiona, 2005
Libro originale e discutibile, ma
capace di raccontare una società,
quella italiana di oggi, in cui le
persone non sanno che cosa vogliono
e non sono neppure poi tanto sicure di
volerlo. Pensano con la testa della TV,
che non pensa. Un discorso ironico,
drammatico, un giallo da doppia vita!
Giovanni Paolo li, Memoria e
identità, 2005
Ultimo libro del Papa, quasi un
testamento che nei due termini del
titolo segnala i principi irrinunciabili per
la Chiesa: la fedeltà alla tradizione e la
necessità di essere quella che Cristo
ha voluto e vuole oggi in ri~posta alle
domande del lii millennio. E una serie
di conversazioni con due filosofi
polacchi , Joseph Tischner e
Krzysztof, nel 1993 e qui rivedute e
aggiornate. Queste pagine offrono
l'interesse di un'analisi storica, della
autobiografia di un personaggio, di un
trattato di teologia e di spiritualità, con
squarci luminosi di poesia.
Mazzariol Ferruccio, // Paese dei
Gelsi, 2005
Protagonisti umanizzati di queste
memorie sono gli alberi della
campagna della sinistra Piave, per
l'allevamento dei bachi da seta.
Ricordano all'autore i nonni, i vicini di
casa, i negozietti, le feste . Il racconto
è nato non trasgressivo, ampiamente
idilliaco, pronto alla trasfigurazione
affabile e lieta; radicato nell'oralità
narrativa e nella coralità del mondo
contadino veneto, fondato con
sicurezza sulla fede. Opera piacevole,
che dona serenità e gioia.
Chiavacci Enrico, // cammino della
morale, 2005 (intervista di
Valentino Maraldi)
Un ingegnere esperto in trasporti entra
in seminario a 21 anni e, ordinato
sacerdote, mentre fa il parroco, si
laurea in teologia morale, alla quale
dedica una vita di studi e
insegnamento. Dall'alto dei suoi
ottant'anni l'autore ripercorre con
lucidità i cambiamenti nella Chiesa e
nella società, nel periodo del
dopoguerra, del Concilio Vaticano 11,
dell'inizio del terzo millennio. Un libro
chiaro, coraggioso e aperto.
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS
Nigro Raffaele, Malvarosa, 2005
Eustachio e Maijd El Houssi sono amici
e lavorano assieme in Algeria, presso
l'antica Tagaste, patria di sant'Agostino.
L'italiano è un assistente archeologo
universitario, con un formidabile fiuto per
le necropoli; l'altro, un sessantenne
tunisino da tempo emigrato in Italia. I
due vengono sequestrati da una banda
di guerriglieri e trovano l'occasione per
raccontarsi la loro vita. Qui sono il bello
e l'attualità del libro: awenture,
tradizioni, feste, amori, religioni...
perché, se c'è Dio, c'è un Dio
dappertutto. Discorso vario, saporoso,
ironico, realistico e anche sognatore.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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L.:ibisco (hibiscus) è il fiore di
luglio
FLORA D'APPARTAMENTO
Al genere Hibiscus (famiglia delle
Malvacee) appartengono oltre 300
specie, originarie dell'area tropica-
le, che raggiungono anche gli otto
metri d'altezza e formano fitte sie-
pi. La più nota è Hibiscus rosa-si-
nensis, dagli splendidi fiori, larghi
anche 15 cm, con tonalità rosa,
rossa , gialla e bianca. Coltivabile
all'aperto soltanto in zone tempera-
te (mentre I' Hibiscus syriacus resi-
ste anche nell'Italia settentrionale),
preferisce terreni fertili e drenati.
Se in vaso, la pianta va rinvasata
all'inizio della primavera e messa in
zona soleggiata. Le annaffiature
devono essere crescenti e d'estate
anche quotidiane, purché il terreno
lasci scorrere l'eventuale eccesso
d'acqua o non ci sia ristagno nel
sottovaso. Da maggio a settembre,
ogni 15 giorni, è consigliato mesco-
lare fertilizzante liquido. D'inverno,
con i termosifoni accesi, ogni tanto
è bene nebulizzare la pianta con
acqua. La potatura è necessaria per
la pianta in vaso, a fine inverno,
sino a 15 centimetri dalla terra.
NOBEL ITALIANI
Giosuè Carducci nasce a Valdica-
stello (Lucca) il 27/07/1835. Studia
alla Scuola Normale di Pisa, lau-
reandosi in magistero, e a 25 anni
ottiene la cattedra di Eloquenza
all'Università di
Bologna che terrà
sino al 1904. Nel-
le molte opere
poetiche e lettera-
rie si riverbera il
suo impegno poli-
tico: dapprima è
anticlericale (Inno
a Satana -1863),
mazzin Iano
e Giosuè Carducci
repubblicano; poi,
cerca di unificare le due "anime" del-
l'Italia e si riawicina alla monarchia.
Con Odi barbare - 1877, diventa il
poeta più autorevole dell'Italia
umbertina. Dedica poi alla regina
Margherita l'Ode alla Regina d'Italia
- 1878 e quand'è nominato senato-
re nel '90, sostiene il governo con-
servatore di Crispi. Il premio Nobel
per la Letteratura gli fu assegnato
nel 1906 "Come tributo all'energia
creativa, alla freschezza dello stile e
alla forza lirica che caratterizzano i
suoi capolavori poeticP'. Muore a
Bologna il 16/02/1907.
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° luglio 1872. Louis Blériot, primo
ad attraversare in volo la Manica.
2 luglio 1961: muore suicida lo
scrittore Ernst Hemingway, nato il
21/07/1899.
3 luglio 1883: a Praga, nasce lo
scrittore Franz Kafka .
4 luglio 1934: muore la polacca
Marie Sklodowska Curie , Nobel
per la Fisica nel 1902 e per la Chi-
mica nel 1911.
5 luglio 1810: nasce Phineas
Taylor Barnum , fondatore dell'o-
monimo Circo.
6 luglio 1849: muore Goffredo
Mameli , autore del testo dell'Inno
nazionale .
7 luglio 1887: nasce il pittore rus-
so Mare Chagall .
8 luglio 1621: nasce Jean de la
Fontaine, scrittore di favole.
9 luglio 1819: nasce Elias Howe,
inventore della macchina per cucito.
10 luglio 1888: nasce il pittore
metafisico Giorgio De Chirico.
11 luglio 1899: il sen. Giovanni
Agnelli e otto imprenditori e nobili
piemontesi fondano la Fiat.
12 luglio 1536: muore Erasmo
da Rotterdam .
13 luglio 100 a.e. : nasce Caio
Giulio Cesare.
14 luglio 1918: a Uppsala, in
Svezia, nasce il regista lngmar
Bergman .
G. Bartali e F. Coppi
15 luglio 1606: nasce il pittore
olandese van Rijn Rembrandt.
16 luglio 1896: nasce Trygve
Lie , primo segretario generale del-
l'Onu.
17 luglio 1787: nasce l'industriale
tedesco Friedrick Krupp .
18 luglio 1914: nasce il ciclista
Gino Bartali .
19 luglio 1374: ad Arquà (Pado-
va) muore Francesco Petrarca.
20 luglio 1969: Neil Armstrong
ed Edwin Aldrin , americani, sono i
primi a scendere sulla Luna.
21 luglio 1831: Leopoldo I diven-
ta primo re del Belgio.
22 luglio 2001 : a 92 anni, muore
il giornalista Indro Montanelli .
23 luglio 1908: a Siracusa, nasce
lo scrittore Elio Vittorini.
24 luglio 1949: Fausto Coppi
vince il Tour de France.
25 luglio 1934: il politico austria-
co Engelbert Dollfuss è ucciso
dai nazisti.
26 luglio 1856: nasce il comme-
diografo George Bernard Shaw.
27 luglio 1980: muore Moham-
med Reza Pahlavi , scià dell'Iran.
28 luglio 1741: a Vienna, muore
Antonio Vivaldi .
29 luglio 1900: a Monza, è as-
sassinato il re d'Italia Umberto I.
30 luglio 1511: nasce l'architetto
Giorgio Vasari.
31 luglio 1954: Achille Compa-
gnoni e Lino Lacedelli conquista-
no il K2.
BS LUGLlo/AGOSTO 2005

5.2 Page 42

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Savina Jemina
Il gladiolo è il fiore di
Agosto
FLORA D'APPARTAMENTO
Il gladiolo è uno dei bulbi più colti-
vati, per la bellezza del fiore e per
la durata che questo ha anche
quando è reciso. La pianta, appar-
tenente alla famiglia delle Iridacee,
si adatta a quasi tutti i terreni e
raggiunge persino i 120 cm d'altez-
za. Richiede clima temperato ,
esposizione in pieno sole, annaffia-
ture abbondanti e concimazioni ,
ma senza eccesso. I fiori sono pro-
dotti da una sola infiorescenza,
lunga dai 1O ai 20 cm ; sono sim-
metrici e hanno forma a punta, con
tonalità dal rosso al giallo , dal
bianco al violetto e al bicolore . In
autunno i bulbi vanno tolti dal ter-
reno e conservati in ambienti fre -
schi e asciutti.
NOBEL ITALIANI
In questo mese sono nati Salvatore
Quasimodo e Salvador Edward
Luria. Quasimodo a Modica (Ragu-
sa) il 20/08/1901. Si diploma geome-
tra a Messina e nel '19 s'iscrive alla
facoltà d'Agraria di Roma. Nel '41,
"per chiara fama" è nominato profes-
sore di letteratura al Conservatorio
"Verdi" di Milano. L'anno dopo pub-
blica "Ed è subito sera'. Le sue poe-
sie e le molte traduzioni sono critica-
te per antifascismo. Nel '59, ottiene il
Nobel per la letteratura "Per la sua
poesia lirica che con classico fuoco
espressivo esprime la tragica espe-
rienza della vita
nei nostri tempi'.
Riceve , poi , la
laurea honoris
causa dall'Univer-
sità di Messina e,
nel '67, da quella
di Oxford. Muore
ad Amalfi (Saler-
no) il 14/06/1968. Salvatore Ouasimodo
Luria, invece, nasce a Torino il
13/08/1912 e si laurea in medicina.
Nel '40 lascia l'Italia per la Francia e
poi per gli Stati Uniti, di cui nel '47
assume la cittadinanza. Insegna a
Bloomington e al Massachusetts ln-
stitute of Technology. Pioniere della
biologia molecolare, nel '69 riceve il
Nobel in medicina, con Delbruck e
Hershey, "per le sue scoperte sul
meccanismo di riproduzione e la
struttura genetica dei virus'. Muore a
Lexington (Usa) il 6 febbraio 1991.
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° agosto 1819: nasce lo scrittore
Herman Melville, autore di "Moby
Dick".
2 agosto 1820: nasce John Tyn-
dall; scoprì perché il colore del cie-
lo è blu.
3 agosto 1958: William R.
Anderson , con il sommergibile
"Nautilus" attraversa il Polo Nord,
passando sotto la banchisa.
4 agosto 1906: nasce Maria
José, ultima regina d'Italia.
5 agosto 1930: nasce Neil Arm-
strong , primo astronauta sulla
Luna .
6 agosto 1978: muore Paolo VI ,
G.B. Montini ; il 26 è eletto Giovan-
ni Paolo I, Albino Luciani .
7 agosto 1876: nasce Marga-
retha Geertruida Zelle, nota come
Mata Hari.
8 agosto 1830: Luigi Filippo
diventa re di Francia.
8 agosto 1937: nasce l'attore
Dustin Hoffman.
9 agosto 1828: nasce lo scrittore
Lev Tolstoj , autore di "Guerra e
pace" .
1O agosto 1942: muore la carme-
litana Edith Stein , santa e compa-
trona d'Europa.
11 agosto 1253: muore santa
Chiara di Assisi , patrona d'Italia.
12 agosto 1848: muore George
Stephenson, inventore della loco-
motiva.
13 agosto 1899: nasce il regista
Alfred Hitchcock.
Brigitta Bardot
14 agosto 1321: muore Dante
Alighieri .
15 agosto 1769: nasce Napoleo-
ne Bonaparte.
16 agosto 1815: nasce san Gio-
vanni Bosco.
17 agosto 1887: nasce Carlo I
d'Asburgo, ultimo imperatore
d'Austria-Ungheria, beatificato il 3
ottobre 2004.
18 agosto 1905: nasce l'attrice
svedese Greta Garbo.
19 agosto 1954: muore lo statista
Alcide De Gasperi.
20 agosto 1914: muore san Pio
X, al secolo Giuseppe Sarto, eletto
il 9/08/1903.
21 agosto 1831: Nat Turner
guida la rivolta degli schiavi in Virgi-
nia.
22 agosto 1867: nasce il medico
Maximilian Bircher-Benner, in-
ventore del "Muesli".
23 agosto 1754: nasce Luigi
XVI , re di Francia sino al 1789.
23 agosto 1927: negli Usa, ese-
cuzione di Sacco e Vanzetti.
24 agosto 1923: ad Argenta (Fer-
rara) i fascisti uccidono don Gio-
vanni Minzoni.
25 agosto 1743: nasce il fisico
Antoine Lavoisier.
26 agosto 1898: nasce il compo-
sitore americano George Ger-
shwin.
27 agosto 191 O: nasce Madre
Teresa di Calcutta , Nobel per la
pace, beatificata il 19/10/2003.
28 agosto 1934: nasce l'attrice
francese Brigitte Bardot.
29 agosto 1901 : nasce il fisico
Enrico Fermi.
30 agosto 1852: nasce il chimico
olandese Jacobus van't Hoff.
31 agosto 1870: a Chiaravalle
(Ancona) , nasce la pedagogista
Maria Montessori.
LUGLIO/ AGOSTO 2005 BS

5.3 Page 43

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fm. nate e senza ,·ecap1to. Su
·richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
SE TI AFFIDI
A DON BOSCO,
SEI IN BUONE
MANI
Laureato da più di un anno, no-
nostante innumerevoli colloqui e
diverse selezioni , non riuscivo a
entrare nel mondo del lavoro.
Dopo un periodo di crisi ho inizia-
to a invocare Maria Ausialiatri-
ce, Don Bosco e la sua santa
mamma , grazie anche a un
amico salesiano, che mi incorag-
giò dicendomi: "Se ti affidi con
fede e umiltà a Don Bosco, sei in
buone mani". Domenica scorsa
mi sono recato a Valdocco per
assistere alla S. Messa e riceve-
re la particolare benedizione del
pellegrino. Durante la settimana
ho preso l'abitudine di dedicare
più tempo alla preghiera e alla
visita al SS. Sacramento, recan-
domi nella chiesa salesiana di
Milano. Ieri mi è giunta la notizia
dell'assunzione al lavoro.
Emanuele, Saronno (Ml)
FESTA DI NOZZE
INDISTURBATA
Si avvicinava il giorno del matri-
monio di mia sorella. Nostro
padre qualche settimana prima
era stato colpito da un infarto.
Temendo un peggioramento
delle sue condizioni di salute ,
invocai il beato Filippo Rinaldi
- la cui immagine tenevo ben
visibile sul mio comodino - ,
affinché la festa di nozze non ne
fosse turbata o dilazionata. Quel
giorno tutto andò per il meglio.
Riconoscente , rendo questa
testimonianza sull'intercessione
del beato Filippo Rinaldi.
L. L. , Mondragone (CE)
ESAME
SUPERATO
BRILLANTEMENTE
Desidero ringraziare san Dome-
nico Savio al quale mi rivolsi
con fiducia , per l'aiuto recato a
mio figlio in occasione di un
esame superato con esito bril-
lante. Riconoscente , continuerò
a invocare il piccolo grande
santo, affinché aiuti e protegga
tutti i giovani.
M. T. , Chieri (TO)
FEDE PREMIATA
Sin dalla prima gravidanza mi
procurai un abitino di san
Domenico Savio , perché senti-
vo la necessità di affidare la
mia creatura a questo santo. E
tutto andò per il meglio. Suc-
cessivamente rimasi di nuovo
incinta. Alla 36a settimana di
gestazione mi preoccupai
molto, quando seppi che il feto
si presentava in posizione
podalica, cosicché il ginecologo
decise di effettuare il cesareo.
Con fede incominciai a pregare
tutte le sere il santo e posi l'abi-
tino sul mio ventre , affinché la
bimba si girasse . Alla 37a setti-
mana all'improvviso sentii un
forte dolore; si ruppero le acque
e l'ecografista al pronto soccor-
so mi disse che la bambina si
era capovolta: cosa molto rara
alla fine di una gravidanza. L'a-
bitino rima se con me fino al
mom ento della nascita della
meravigliosa Giusy , nata sana
e bella, grazie all'intercess ione
di san Domenico Savio.
Marianna Margarita, Bari
DON BOSCO
PROTEGGE
Il 31 gennaio 2004 sono stato
investito frontalmente da un'au-
to , mentre guidavo la mia cor-
rettamente , co n a fianco una
nipote di 14 anni che ebbe rotta
la clavicola. Nell'incidente il con-
ducente della macchina investi-
trice restò ucciso sul colpo ,
mentre i due figli che gli sedeva-
no accanto rimasero fortunata-
mente illesi . Ancora oggi non
ricordo assolutamente nulla
dello scontro, ma sono quasi
completamente guarito da varie
fratture (setto nasale, sterno, e
una costola) e dal ginocchio
destro scheggiato. Ricordo inve-
ce che a due giorni dall'inciden-
te un mio genero mi mostrò la
patente con dentro l'immagine
di Don Bosco, e mi ricordò che
il giorno dell'incidente era il 31
gennaio. Compresi allora che
Don Bosco protegge i suoi exal-
lievi e... vuole che si preparino
meglio al grande passo.
Livio Lavato, Verona
SCORAGGIATA
E TIMOROSA
giorni, tuttavia, dovette subire
una seconda operazione . Sco-
raggiata e_timorosa, intensi)i?ai
la mia preghiera al beato Frhp-
po Rinaldi , riponendo tutta la
mia fiducia in lui per la guarigio-
ne della mia amata sorella. In
effetti ella dopo una terza ope-
razione e la cura di chemiotera-
pia, cominciò a riprendersi. Sot-
toposta ai periodici controlli, si
constatò un progressivo miglio-
ramento. Oggi ella gode di otti-
ma salute. Sono fermamente
convinta che la guarigione sia
dovuta all 'intercessione del
beato Filippo Rinaldi che ringra-
zio e prego ancora, affinché
continui a proteggere mia sorel-
la e tutta la mia famiglia.
Sr. Giuseppina Campisi, Torino
FUNZIONA ANCHE
SENZA
Circa tre anni fa sono rimasta
incinta per la prima volta. Avevo
il terrore di partorire , e più si
avvicinava il tempo del parto più
si accentuavano i miei timori.
Verso la fine della gravidanza,
una signora in chiesa mi disse
di non temere e di pregare san
Domenico Savio e Maria Ausi-
liatrice . Mi regalò anche una
copia del Bollettino Salesiano ,
mostrandomi la pagina delle
grazie , e mi raccontò la storia
del santo. lo lo pregai con fede.
Potei partorire senza difficoltà
un bambino che chiamai Salva-
tore. Non ebbi modo però di
acquistare l'abitino del santo,
perché non sapevo che esistes-
se. Recentemente avevo inten-
zione di chiederne uno per una
mia amica, affinché pregasse
per una prossima gravidanza ,
ma con grande felicità sono
venuta a conoscenza della sua
gestazione appena iniziata, e
anche questa volta senza abiti-
no. Con ciò intendo testImonIa-
re che la preghiera funziona
sempre . Inoltre può essere un
commento alla lettera della
signora Luisa di Treviso, eh~
esprimeva le sue perpless1ta
riguardo all 'abitino di san
Domenico Savio (cfr. B.S. set-
tembre 2004, pag. 6-7).
Cecilia Antasi @...
Dopo alcuni accertamenti fu dia-
gnosticato a mia sorella Teresa
un tumore al co lon . Il chirurgo
che l'aveva visitata consigliò di
sottoporsi a un intervento chirur-
gico che venne eseguito il 12
novembre 2003 . Dopo dieci
Beato Luigi Variara.
RISULTATI
INSPERATI
A marzo di quest'anno è stato
diagnosticato a mio marito un
adenocarcinoma al polmone.
Dopo l'operazione la situazio-
ne s'è aggravata ulteriormen-
te, fino a mettere in luce la
presenza di numerose meta-
stasi, tra cui una al cervello.
Radioterapie e chemioterapie
hanno ridotto mio marito a uno
stato di prostrazione tale da
far prevedere il peggio. Nel
mese di agosto ho letto sul
Bollettino Salesiano la guari-
gione prodigiosa da liposarco-
ma, una forma severa di can-
cro, ottenuta da Kazuhiko Shi-
mamoto per intercessione del
beato Luigi Variara. Nella
mia sofferenza ho pensato:
"Se questo beato ha guarito il
sig. Kazuhiko, perché non po-
trà aiutare anche mio manto,
colpito dalla stessa malattia?".
Mi sono quindi rivolta a lui con
fiducia e fin dal giorno dopo le
condizioni di mio marito sono
lentamente migliorate. Dopo la
tac effettuata il 15 settembre
scorso l'oncologo ha detto che
tutto va benissimo e che le
cure hanno dato i risultati spe-
rati: la metastasi al cervello
non c'è più e le altre sono in
netta regressione . Mi ricordo
una frase di Pascal, spesso ci-
tata da Vittorio Messeri nei
suoi libri: "C'è tanta luce per
chi vuol credere e tanto buio
per chi non vuol credere'.
Sono convinta che il migliora-
mento di mio marito sia avve-
nuto per intercessione del
beato Luigi Variara , che conti-
nuo a pregare tutte le sere
con immutata fiducia e gratitu-
dine. Certo, mio marito dovrà
sottoporsi ancora a numerose
applicazioni e chemioterapie,
con tutte le difficoltà e soffe-
renze che le cure comporte-
ranno ; certo dovrà passare del
tempo prima che la situazione
si stabilizzi e che il migliora-
mento possa considerarsi de-
finitivo , ma io non mi scorag-
gio e mi affido al beato Luigi
Variara con pari fiducia, affin-
ché preghi Gesù Miserico rdio-
so di conservare mio marito
alla sua famiglia e ai suoi af-
fetti.
Maria Giuseppina Esposito,
Roma
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

5.4 Page 44

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STATO DELLE CAUSE
dei SANTI della FAMIGLIA
SALESIANA
al 01 °-07-2005
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BOSCO GIOVANNI sac.
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MARIA MAZZARELLO sr.
DOMENICO SAVIO adol.
VERSIGLIA LUIGI mart. mons.
CARAVARIO CALLISTO mart. sac.
RUA Michele sac.
VICUNA Laura exalllieva
RINALDI Filippo sac.
MORANO Maddalena fma
KOWALSKI Giuseppe sac. e 5 gg., mart.
VARIARA Luigi sac.
j::
mewt
ZATTI Artemide coad.
CALASANZ Gius. sac. e 31 cc., martiri
ROMERO M. Maria /ma
CZARTORYSKI Augusto sac.
PALOMINO Eusebia /ma
da COSTA Alexandrina cooperatrice
MARVELLI Alberto exal/ievo
MARKIEWICZ Bronislao sac.
NAMUNCURÀ Zeffirino adol.
BELTRAMI And rea sac.
m:i VALSÉ PANTELLINI Teresa /ma
ozwwet:
>
CHOPITEA Dorotea cooperatrice
CIMATTI Vincenzo sac.
SRUGI Simo~e coad.
KOMOREK Rodolfo sac.
OLIVARES Luigi mons.
SAIZ Aparicio sac.e 62 cc., martiri
TRONCATTI Maria /ma
QUADRIO Gi useppe sac.
MEOZZI Laura/ma
OCCHIENA Margherita mamma diDB
GIORDANI Attilio cooperatore
HLOND Augusto card.
o
5
STUCHLY Ignazio sac.
5 LUSTOSA Antonio mons.
>cown:
ORTIZ Ottavio mons.
ARRIBAT Giuseppe sac.
COMINI Elia sac.
SALEM Matilde cooperatrice
CONVERTINI Francesco sac.
SWIERC Giovanni sac. e 8 cc., martiri
DELLA TORRE Carlo sac.
FERRANDO Stefano mons.
VANDOR Giuseppe sac.
LUGLIO/AGOSTO 2 005 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba
Santuari d'Italia
18
di Roberto Desiderati 23
27
Visitiamo i
luoghi di culto 30
del nostro paese,
i più conosciuti
e i meno noti. 37 38
Rilassandoci.
41
A gioco completato risulterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
Definizioni
ORJZZONTALI. I. Vedi foto - 15. Così è detto
chi assicura di adempiere un impegno preso -16. I
suoi frutti vanno al frantoio -17. I camion più...
ingombranti-18. Arrabbiate, fuori di sé-19. For-
tunatamente- 22. Belle Arti - 23. Negli Usa corri-
spondono a circa 4 mila m' - 24. Impetuosi soffi di
vento-25. Città dellaRuhr-27. Il nomignolo dato
a Ernesto Guevara - 28. Lo sono tutti gli uomini
sposati - 29. Benestante - 30. Le hanno doppie i
ghiri - 31. Vi si lanciava la cavalleria-32. Forte de-
siderio - 33. Vela i dipinti antichi - 34. Attacca i
denti-35. Nord-Est - 37. Un mare italiano-39. Lo
ha chi nonharagione-40. Società (abbr.)-41. Lu-
brificare-42. Ha per capitale Damasco - 43. Il pez-
zo più importante degli scacchi.
VERTICALI.1. Circolavano in Germania-2. Sol-
care i campi - 3. Termini di un problema - 4. L'Air
Force del presidente Usa - 5. Nuovo Testamento -
6. Protagonista de "L'e lisir d'amore" - 7. Regalata
- 8. Schiavi spartani - 9. Sommità dei monti - 1O. Il
nome della Gardner - 11. L'uso a pagamento di
qualcosa - 12. Extra Terrestre - 13. Lo è il Dalai La-
ma - 14. Città dell'Algeria - 20. Nell'aereo o nella
nave la fa girare il motore - 21. Gracile, sotti le - 24.
Si producono macinando i cereali o il grano - 26.
Abiti monacali - 28. Madre... per i romani - 29.
Importante arteria - 31. Costosa - 32. Molteplici -
33. Partito Repubblicano Italiano - 34. Fa rima con
"amor" - 36. ll fenomeno della riflessione dei suo-
ni -38. Articolo per mare-39. L' inizio del tiro -40.
Il selenio dei chimici.
La so luzione nel prossimo numero.
DA TEMPIO PAGANO A CENTRO MARIANO
Posto nel Parco Nazionale d'Abruzzo, a 1020 metri di altezza, nei pressi
di Settefrati, il Santuario della Madonna di Canneto è il centro mariano
più visitato della Ciociaria. Del Santuario, sorto ove si trovava fin dal IV
sec. a.C. un tempio pagano dedicato alla dea Mefite, non si sa con
certezza quando sia stato edificato. Una chiesa dedicata a S. Maria di
Canneto viene citata in alcuni documenti dell'VIII secolo, ma la fonte
più sicura è uno scritto di Papa Nicolò IV del 1288. L'origine del nome è
invece attribuibile alla presenza di canneti, ora non più esistenti, che si
trovavano nelle vicinanze. Ha
subito nel corso dei secoli
rifacimenti e ampliamenti vari,
SOLUZIONE del
numero precedente
HIA S
UM AN I T AR IA I I AL INO
vA LA TO I NAN o ■ p R ■
08 I" E• AS MA RA• A•P
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IL A- SA L I RE ■ N AT AL I
CE ■ s AP 100 M l SE RIA
~ SA L I CE ■ F AL EN E•N
I F ES IN A ■ C LO RE ■ SA
per cm e impossibile individuare il nucleo
primitivo e originale, forse il portico centrale.
Nel 1475 , per invogliare i fedeli a rivisitarla e a
concorrere alle spese del restauro, fu indulgen-
ziata dalla S. Sede per alcune ricorrenze liturgi-
che. Nel 1857 iniz iarono i restauri che diedero
successivamente al tempio di Maria la fisiono-
mia dei nostri tempi. La Chiesa si presenta a tre
navate con volte in pietra, a tre uscite e portico
frontale e, all'interno, due altari; su quello di
destra troneggia la statua della Madonna in legno
intagliato che ricorda una leggendaria apparizio-
ne della Madonna a una contadinella. In
quell 'evento sgorgò l'acqua da una roccia dando
origine al fiume Melfa e fu dato consiglio di
edificare la chiesa. Il restauro del Santuario fu
fatto a spese soprattutto di Ferdinando II, re di
Napoli, e della gente di Settefrati, ma numerose
altre opere, a fine '800 e nel corso del '900, si
sono susseguite per armonizzare la vecchia
chiesa con le nuove esigenze.
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

5.6 Page 46

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede' in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" . .. Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta.:
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Mis sioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore .
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678- Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 -Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
LUGLIO/AGOSTO 2005 BS
I NOSTRI MORTI_.,
DI GIAMBERARDINO sac. Savino,
salesiano,
t Civitanova Marche Alta, il 14/04/2005,
a 92 anni
Un salesiano a tutto campo, entusiasta di
esserlo, fedele ai suoi doveri religiosi e
impegni apostolici. Ha passato la vita i"n
cattedra e in confessionale. Quando face-
va l'insegnante di scuola media era anche
incaricato dell'animazione spirituale dei
ragazzi, riassunta nella figura tutta salesia-
na del catechista. Ed egli fu un catechista
compreso del ruolo: seguiva i suoi ragazzi ,
li organizzava nelle associazioni tradizio-
nali, li seguiva con il consiglio, li riconcilia-
va con il Signore. L'ultima parte della sua
lunga vita l'ha dedicata alla preghiera e
alle confessioni, in varie case. Geniale , ai
confratelli non ha mai fatto mancare qual-
che sua apprezzata composizione poetica
nei raduni comunitari e durante gli esercizi
spirituali. Forte e convinta la sua d~vozio-
ne a Maria la cui corona aveva sempre tra
le mani.
DE MAIO sr. Ida, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
t Conegliano (TV) , il 22/8/2004, a 88 anni
Era nata negli Stati Uniti , dove i genitori
erano emigrati. Tornata in Italia a 9 anni, è
diventata FMA. Per alcuni anni ha accom-
pagnato le numerose giovani aspiranti nel
loro primo tratto di cammino formativo .
Tutte le serbano riconoscenza per la frater-
na accoglienza, la squisita delicatezza, le
generose premure verso i familiari soprat-
tutto nel primo distacco dalle figlie , ma
ancor più hanno apprezzato la sua testi-
monianza di vita come consacrata salesia-
na. In seguito assunse il compito di sacre-
stana, che svolse con puntualità, precisio-
ne e grande discrezione. Preparava la cap-
pella con gusto e finezza perché la comu-
nità e gli alunni potessero trovare nella
Casa del Signore un vero ambiente di pre-
ghiera. Non si risparmiava nelle fatiche e le
viveva con amore .
·
TAGLIABUE sr. Camilla, Figlia di
Maria Ausiliatrice,
t Pune (India), il 26/8/2004, a 74 anni
Era la seconda di dodici fratelli e sorelle.
La sua vocazione religiosa maturò al con-
tatto con la ricca spiritualità apostolica del-
1'Azione Cattolica . Nell'ottobre del 1955
giunse in India, dove imparò la lingua tamil
e con generosità si adattò al caldo, al cibo
e alle tradizioni. Fu assistente, insegnante,
direttrice di comunità. Aveva doni speciali
di animazione e di organizzazione. Fu
anche incaricata di seguire la costruzione
di nuove opere educative , attività che le
permise di testimoniare il suo ardente spiri-
to apostolico. Era felice di poter offrire ai
bambini poveri una casa e un'educazione
integrale. L' internato per le ragazze a
Lonavla attesta il suo grande e fattivo
amore per le bambine povere . Nei suoi
progetti di bene ha saputo coinvolgere
amici e benefattori.
tano sacerdoti salesiani il primo don Euge-
nio e il terzo don Gino appunto. Viene ordi -
nato quando aveva 29 anni. Da allora la
sua vita apostolica passa tra la cattedra e
la direzione spirituale. Dal 1978 è al Centro
Studi dell ' Università Salesiana di Roma
dove alterna i suoi impegni di docente a
quelli di apostolato: circoli mariani, pellegri-
naggi mariani , convegni mariani, ritiri spiri-
tuali, campi scuola per giovani e adulti.
Senza mai dimenticare il servizio ai poveri,
agli emarginati , ai tossicodipendenti , conti-
nuo e sacrificato. Lo chiamavano, anche di
notte , e lui era sempre pronto . Gli ultimi
anni sono stati segnati da lunghi ricoveri e
cure interminabili.
GAMBA sig. Adolfo,
salesiano raico,
t Verona, il 23/02/2005, a 84 anni
"Uomo di pietà e amante del lavoro". Que-
sto l'apprezzamento dei formatori salesiani
fin dall'aspirantato, che egli fece nella casa
salesiana di Verona "Don Bosco". Vi entrò
a 14 anni e, tolto l'anno di noviziato e quel-
lo del magistero al Rebaudengo di Torino ,
vi rimase , dapprima come maestro mecca-
nico e poi come "factotum", per un periodo
lungo quasi settant'anni. Generoso, si pre-
stava per qualsiasi lavoro, ed era felice di
poter aiutare e servire in comunità. Di
carattere bonario, era amato da tutti per la
sua serenità e semplicità: l'aveva ereditata
dall 'ambiente familiare e oratoriano di
Chioggia dove aveva ben fondato la sua
vocazione a servizio dei giovani. (O.
Paron)
MOSCA sac. Mario, salesiano,
t Castello di Godego (TV) , il 23/10/2004,
a 92 anni
Da giovane in famiglia leggendo la rivista
"Gioventù Missionaria" si entusiasmò per
l'ideale missionario. Divenuto salesiano,
non riuscì a partire per le missioni perché
apparteneva a quei confratelli "scelti tra i
più esemplari e più stimati per pietà, pru-
denza, dottrina e abilità tecnica" da desti-
narsi alle Case di formazione . Infatti, dopo
la laurea in lettere e l'abilitazione, insegnò
nell'Aspirantato di Trento, in quello di Ca-
stello di Godego e nello Studentato Filoso-
fico di Cison di Valmarino. Fu anche stima-
to insegnante nei ginnasi di Verona, Este e
Pordenone. Arguto e brillante nel conver-
sare, interessava i giovani con piccole sue
invenzioni pratiche, come , ad esempio ,
mastici per riparare palloni , polveri per far
scoppiare barattoli e altre bazzecole. Attor-
no aveva sempre un nugolo di ragazzi. Il
Signore gli conservò, anche in tarda età,
lucidità di mente e serena bonomia.
FRANGI sac. Gino, salesiano,
t Roma, il 27/02/2005, a 77 anni
Don Gino è figlio di una famiglia profonda-
mente cristiana; due dei quattro figli diven-

5.7 Page 47

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redazionale
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Don
ENRICO dal COVOLO
Postulatore Generale per
le cause dei santi della
congregazione salesiana,
professore di letteratura
cristiana antica all'Università
Salesiana. Succede
a don Pasquale Liberatore.
Don Enrico, di che cosa si occupa specificamente? Glielo chie-
diamo per i nostri lettori.
Mio compito è seguire le cause di beatificazione e canonizzazione
della Famiglia Salesiana. Come sai abbiamo 5 santi, 50 beati, 8 vene-
rabili e 88 servi di Dio. Per quasi tutte le Cause avviate, c'è anche un
vice-Postulatore che collabora a questo scopo. Spetta a me coordinare i
singoli processi (ma anche suscitarne di nuovi), e presentarli nelle loro
diverse fasi alle autorità competenti della Congregazione per le Cause
dei Santi.
È un lavoro facile/difficile/complesso?
Si tratta di un lavoro che richiede tempo, pazienza, dedizione... Mi
sono di esempio e di stimolo i Postulatori che mi hanno preceduto.
Devo riconoscere che essi hanno organizzato la Postulazione in modo
eccellente: così non mi è stato troppo difficile inserirmi in questo lavoro.
Immaginiamo che questo compito le dia qualche soddisfazione e
magari anche qualche emozione...
Sì, ogni volta che ripenso alle parole con cui il Rettor Maggiore mi
ha affidato questo incarico: "Metto nelle tue mani la cosa più preziosa
che abbiamo nella Congregazione e nella Famiglia Salesiana: la san-
tità". Motivo di soddisfazione è stato il 2004 dedicato alla santità nella
FS. Ricordo la Strenna, il pellegrinaggio dell ' urna di Domenico Savio,
i 4 nuovi beati (Augusto Czartoryski, Eusebia Palomino, Alexandrina
da Costa, Alberto Marvelli), e - dulcis infundo, la lettura del Decreto
sull'eroicità della vita e delle virtù di mons. Luigi Olivares.
Quali dei "venerabili" salesiani è più vicino alla beatificazione?
Per i "venerabili" è richiesto un miracolo: stiamo lavorando su alcuni
fatti attribuiti all'intercessione di Zeffirino Namuncurà (di cui cele-
briamo il centenario della morte), di Rodolfo Komorek, di don Vin-
cenzo Cimatti e di Simone Srugi. Per le Cause di martirio non è richie-
sto il miracolo, per cui è promettente la testimonianza dei 63 servi di
Dio di Madrid e di Siviglia, "guidati" da don Enrico Saiz Aparicio e
da don Antonio Torrero.
Trova più utile insegnare all'Università o... spingere i candidati
verso gli altari?
Non ho smesso di insegnare letteratura cristiana. Trovo che fra le
due attività è facile una sintesi spirituale che dà forte motivazione sul-
l'uno e sull'altro versante. "Santi" nella Chiesa delle origini e nella
più antica letteratura cristiana sono chiamati tutti i fedeli, perché tutti
membri di un unico Corpo santo. Dalla testimonianza dei Padri fino a
oggi scorre una storia bimillenaria che invita a rintracciare nel tempo
orme robuste di santità... e soprattutto a seguirle!
GEORGE
Paraplegico e poverissimo,
tanto da non possedere nulla,
eccetto una sgangherata car-
rozzella che ~pingerla era una
fatica boia. E comparso alla
missione salesiana all 'improv-
viso. Aveva saputo, Dio sa co-
me, che insegnavano un me-
stiere, come a dire davano una
speranza a chi speranze non
ha. E George Sankoh, paraple-
gico, era in cerca di speranze
per non morire disperato. Pro-
prio in quei giorni comparvero
alla missione anche due volon-
tari USA. Linda e Michael,
avevano alle spalle parecchi
anni di matrimonio e una gran
voglia di donare un po' del
loro tempo ai più diseredati.
S'incontrarono con George al-
le messa delle 7. Era ancora
buio. Nacque subito il feeling.
I due nuovi amici procurarono
a George una robusta e deco-
rosa sedia a rotelle, poi una ca-
meretta, povera sì, ma privata
e dignitosa... Lo accompagna-
vano a scuola, lo aiutavano a
capire, lo riaccompagnavano a
casa. George Sankoh si è sen-
tito rinascere. S'è impegnato
fino allo spasimo. Ora è un
esperto di informatica e inse-
gna alla scuola Don Bosco
della missione, grazie a don
Albert, grazie a Linda e Mi-
chael, grazie alla missione, lJla
grazie anche alla sua voglia in-
finita di farcela.
men~onsdb@yahoo.com
BS LUGLIO/AGOSTO 2005

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
I
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
La terra dei Thai
SFIDE ETICHE
di Gianni Russo
I
C1.
Etica dello sport
:i:
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CHIESA
di Silvano Stracca
Parrocchia casa aperta
INSERTO CULTURA
di Marta Rossi
Radio Don Bosco-Madagascar