Bollettino_Salesiano_200505

Bollettino_Salesiano_200505



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~ 40 ANNI DAL CONCILIO
di Pascual Ch6vez Villanueva
RINGIO\\l NIRE
IL VOLTO
VIVERE IL CIELO
SULLA TERRA
Il MONACHESIMO è una tappa fondamentale della crescita
in qualità della Chiesa fondata da Cristo: una vita,
quella dei monaci, "dedicata al ricupero
della propria santità e al servizio dei fratelli".
Nei primi
secoli la
Chiesa
soffrì frequenti
e sanguinose
persecuzioni .
Il cristianesi-
mo si pre-
sentava per
molti aspetti
in opposizio-
ne alle credenze e agli
usi del tempo ,_ perciò fu visto come
una minaccia. E vero , le persecuzioni
non furono continue: da Ottaviano a
Costantino, su una cinquantina di im-
peratori solo una decina perseguitò i
cristiani ; tuttavia, il martirio era la prova
che l'amore a Cristo e la fedeltà alla
sua dottrina erano i valori supremi per i
cristiani che vivevano con radicalità la
loro fede . La conversione di imperatori
e di funzionari permise l'ingresso dei
cristiani nelle strutture civili facilitando
la vita della Chiesa, ma tolse tensione
e radicalità al vissuto della fede. La
fuga dal mondo apparve allora come
un'alternativa, un altro cammino di per-
fezione. Sotto certi aspetti, si può affer-
mare che l'ideale di vita monastica
nacque come reazione agli inevitabili
compromessi che la Chiesa all'epoca
di Costantino si rassegnò ad accettare.
Comunque, il Vangelo stesso racconta
la storia del giovane che cercava la
perfezione, e fu invitato da Cristo ad
abbandonare tutto e tutti e a seguirlo,
ma era ricco e rifiutò. Gli stessi aposto-
li , chiamati, avevano lasciato tutto per
seguire il Maestro. Così , moltissime
persone di ieri e di oggi.
Il Concilio Vaticano Il constata
che fin dai primi tempi della Chiesa vi
fu chi volle seguire Cristo con maggio-
re libertà e imitarlo più da vicino. Molti
fondarono famiglie religiose che la
Chiesa accolse e approvò. Le persone
MAGGIO 2005 BS
che seguono i "consigli di Gesù" sono
chiamate "religiosi/e". Rinunciano a co-
stituire una famiglia, a possedere "per-
sonalmente" beni economici , a fare la
propria volontà. Vivono in obbedienza,
povertà e castità per il Regno di Dio.
All'inizio, religiosi e vergini consacrate
vivevano in mezzo alla comunità cri-
stiana, dedicandosi alla preghiera e al
servizio dei poveri, degli infermi, degli
Sant'Antonio Abate.
anziani, degli orfani. Tra il 250 e il 350,
prima ancora che Costantino conce-
desse la libertà ai cristiani, alcuni si riti-
rarono nel deserto. Tra i primi ,
sant'Antonio Abate , egiziano, consi-
derato il padre del monachesimo .
Rompendo ogni vincolo con il mondo
scelse la solitudine e si addentrò nel
deserto per una vita di rigorosa peni-
tenza, dividendo il suo tempo tra lavo-
ro, e preghiera. Il suo esempio attras-
se molti altri, cosicché la vita monasti-
ca poté offrire al popolo cristiano un
ideale di santità che contesta, in qual-
che modo, il cristianesimo tacile che
cominciava già ad apparire. Questi
monaci vivevano in parziale isolamento
nelle proprie celle per meditare e lavo-
rare , ogni giorno facevano un po' di
preghiera in comune e una volta alla
settimana s'incontravano per la cele-
brazione liturgica.
Con il trascorrere degli anni , i
monaci passarono dalla vita solitaria a
quella in comune . Sorsero i monasteri
abitati da gruppi numerosi che senti-
vano l'esigenza di norme per regolare
la convivenza. Ecco allora san Paco-
mio. Egli approntò una "regola" che
organizzava tutti i dettagli della vita in
comune , secondo lo spirito del Van-
gelo. Il suo esempio fu seguito ovun-
que. Alla povertà e alla castità si ag-
giunge l'obbedienza volontaria non
solo al vescovo, ma anche al superio-
re del monastero o del convento. San
Basilio è considerato dalla Chiesa
greca il legislatore monastico per ec-
cellenza . Scrive le "Regole morali"
dove espone con semplicità le esigen-
ze della vita cristiana . La Regola di
san Benedetto, invece , si affermerà
in Occidente . Egli , nel 539, si stabilì
con i suoi discepoli a Montecassino,
dove costruì la celebre abbazia che
perdura fino ai giorni nostri . La sua
Regola si distingue per l'armonia tra
San Pacomio.

1.3 Page 3

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- San Basilio.
l'attività spirituale , il lavoro manuale e
il lavoro intellett1,Jale, ed è improntata a
direttive chiare che garantiscono il fun-
zionamento ordinato di comunità auto-
sufficienti. Le abbazie diventano centri
di spiritualità e cultura. In esse si pre-
ga e lavora (ora et tabora) , si traduco-
no e si studiano e si ricopiano le ope-
re dei saggi greci e latini e molti mo-
naci raggiungono le più alte vette delle
discipline dell'epoca: filosofia, medici-
na, geometria, matematica, Nelle ab-
bazie si scoprono medicine, si inven-
tano strumenti utili, si lavora la terra, si
insegnano arti e mestieri.
Maggio 2005
Anno CXXIX
Numero 5
In copertina:
La morte di Papa Wojtyta,
benché prevista, è stato
uno shock per il mondo.
I suoi gesti e le sue gesta
rimarranno nell a storia
del papato e
dell 'intera uman ità.
Foto: L'Osservatore Romano
Mensil e di informazione
e cul tura reli giosa ed ito
dalla Congregazio ne Sa lesiana
di San Giova nni Bosco
Direltore:
GIANCARLO MANIERI
- CHIESA
12 26 anni di sorprese
R1cERCHE
14 Novità in casa Mazzarello
- ANNIVERSARI
18 I 100 anni di Zeffirino
V1AGGI
20 li Paese dei merli
INSERTO CULTURA
23 Missioni Don Bosco media centre
di Silvano Stracca
di Francesco Motto
di G iova nni Erim an
di Gianca rlo Manieri
di Stefano Bianco
28 Dove cresce la pace
di Maria Antonia Chine /lo
RuBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 l ettera ai giovani - 27 Doctor J. -
30 libri - 32 On line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et
b e nefacere ... - 38 Sfid e etiche - 40 Diba ttiti - 42 / nostri morti - 43 Il mese -
44 Prima Pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
- San Benedetto.
In tutte le epoche Dio chiama a
seguirlo più da vicino. L'invito al giova-
ne ricco si ripete costantemente. In tut-
te le epoche sono vissuti uomini e
donne che hanno ascoltato la voce di
Dio e l'hanno seguita, per vivere la
propria fede con radicalità, coerenza e
al servizio dei loro fratelli . Anche oggi
Dio continua a chiamare e attende
risposte .
O
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertone
Direttore Responsabil e: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione : Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. · Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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I Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
IJS MAGGIO 2005

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di Carlo Di Cieco
CAPACI DI INDIGNARCI
Ancora una volta parliamo di bambini, prendendo lo spunto
da un fatto di cui hanno parlato le cronache. La condizione
dei minori non è quella che sembra, nemmeno da noi,
oltre a essere tragica in certe regioni del mondo.
11tentativo di riportare i minori con
disturbi psichiatrici nei manicomi in
Italia c'è stato. E successo a
Castiglione delle Stiviere. Con
l'aggravante che il reparto era
strettamente collegato al manicomio
per gli adulti. Ora quell'esperimento -
grazie alla denuncia pubblica sollevata
da un quotidiano - si è concluso.
Almeno così ha assicurato il governo.
Non si può negare l'esistenza della
sofferenza psichica di tanti giovani,
aggravata dal contesto attuale, ma la
risposta del manicomio è un ritorno al
passato che pareva superato e
dimenticato. Anche il solo averlo
pensato possibile e realizzato a titolo
sperimentale indica la rinascita di una
mentalità autoritaria e costrittiva nei
confronti dei giovani in difficoltà.
D È un brutto segnale che si
aggiunge ai tanti che ci raccontano
di una condizione infelice per troppi
giovani. E non è buonismo parlare di
questo mare di sofferenza giovanile.
C'è stato un Rettor Maggiore
salesiano che a questo pianeta dello
sfruttamento e del disagio giovanile ha
dedicato 12 robuste riflessioni mensili
su questa rivista. Lame taglienti nel
nostro quotidiano. Non a caso, e non
per hobby estemporaneo di un
successore di Don Bosco, ma in vista
di una strategia di solidarietà nei
confronti di questa gioventù.
Assumendosene pure le conseguenze
sul piano sociale .
Non stiamo vivendo tempi normali e il
rispetto per i giovani e per l'infanzia
diventa ancora più difficile e raro. Le
parole in loro difesa sono muraglia.
L'informazione globalizzata che
permette il massimo della rapidità e il
massimo della manipolazione, lascia
filtrare più le parole a difesa dei giovani
che i fatti dalla loro parte.
L'infanzia e l'adolescenza, più
ancora che la giovinezza, restano
una sor:ta di diritto di proprietà degli
adulti. E difficile pensare i bambini
come alterità rispetto agli adulti,
fossero pure genitori o educatori.
Questo pensiero antico, che cova sotto
la cenere della nostra cultura
aggressiva o egocentrica, riesce a
MAGGIO 2005 BS
giustificare tutte le devianze e tutti gli
abusi che si commettono nei confronti
dell'infanzia. E non riusciamo a
indignarci abbastanza nei confronti
delle ingiustizie e delle violenze
strutturali che colpiscono più della
metà dei ragazzi del mondo. Quando
pensiamo ai ragazzi, noi dei paesi
benestanti abbiamo in mente i nostri
ragazzi, le nostre possibilità di vivere e
crescere. Gli altri ragazzi restano nella
penombra del pensiero e
dell'interesse. Vengono a galla quando
scoppia qualche scandalo. O qualche
catastrofe. Ma poi ci abituiamo e
riusciamo a dormire con la coscienza a
posto sentendo che migliaia di ragazzi
sono storpiati o muoiono di fame, di
malattie, di bombe a grappolo, di Aids
ereditato, di pallottole di ogni calibro e
di ogni paese. Pensiamo con buona
coscienza che le nostre guerre, fatte
come si dice oggi per esportare la
democrazia, i bambini non li
ammazzano e non li fanno soffrire.
D Se in tante occasioni i minori
restano una preda degli adulti pedofili,
in altre essi sono vittime del primato
degli interessi per le cose rispetto
all'amore per le persone che prevale
nel nostro mondo.
Si pensi allo sfruttamento del lavoro
minorile, specialmente nei paesi poveri
- ma nei nostri paesi non si scherza -
e alla giustificazione che si avanza:
con il lavoro si dà loro una mano a
r:nangiare .
E la spia di una mentalità perbenista
che pensa con buona pace di tante
chiacchiere, che una certa differenza
tra gli umani è sana e voluta dalla
natura e dalla fortuna. Anzi dalla
capacità di impresa che ciascuno ha.
E che l'uguaglianza è un'utopia ormai
sorpassata.
La capacità di indignarsi rispetto a
questo panorama di inciviltà nei
confronti dei giovani e dei bambini,
significa che non ci vogliamo
rassegnare quasi fosse un destino.
E non vogliamo perché non possiamo.
E non possiamo perché è nel DNA del
cristiano l'amore per gli altri che non si
dà pace finché non regni la fraternità
garantita dalla giustizia.
D

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1.6 Page 6

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sione che fa oggi a te. Se ne sà che per renderli un po' più ni, perché più lontani dal
comprendeva bene il senso e maturi, i nostri pupi, non oc- male, non ancora contaminati
la portata. Storicamente, non corra tornare a parlare di dal'avarizia , dalla sete di de-
risultano contestazioni di sor- peccato! Quale altro antidoto naro e potere, dalla malizia,
ta, perché vivissimo era il conosci per evitare lo sfascio? più alieni dai furbi "doppio-
senso del peccato e altrettan- Ma c'è dell' altro. È bene non giochismi" che lacerano l'ani-
to vivo il senso di Dio , del dimenticare che oggi il pec- ma e le relazioni. Certi gran-
Dio della vita. Ragazzi , gio- cato si chiama anche terrori- di propositi arrivano alla fine
vani e adulti sapevano bene smo omicida, peccato è il di lunghi percorsi educativi,
che ogni volta che l'uomo va bimbo che muore cli fame a quando l' educando ormai ma-
contro se stesso (questo in fronte di quello che muore di turo può fare le sue scelte in
fondo vuol dire peccare), indigestione, è la bimba co- piena libertà. Noi diciamo che
commette un'assurdità tale stretta a prostituirsi dal/' avi- Domenico Savio era maturo a
da compromettere, a volte in dità di squallidi individui , è otto anni. E non è una barzel-
modo irreparabile, la propria la pedofilia, il traffico di or- letta, ma una realtà. La matu-
salvezza eterna , e non poche gani, il turismo sessuale; è rità non arriva per decreto mi-
volte, anche quella degli altri giurare amore eterno a uno/a nisteriale . Del resto, caro
perché qualsiasi colpa ha e poi spassarsela con un' al- Gaetano, quella frase è stori-
sempre dei riflessi sociali.
tro/a, costruire la propria fe- ca. Domenico Savio l'ha scrit-
Oggi invece viviamo un' epo- licità sulle macerie della feli- ta in tenera età e c'è da scom-
ca di "oscuramento" religio- cità degli altri , tradire i pro- mettere, dati i tempi, che l' a-
so. S'è perso il senso del pec- pri ideali per soddisfare i vesse capita molto meglio di
cato. Battute, barzellette, elet- propri sensi, predicare agli quel che la capisce un qualun-
ti e motti sarcastici lo smon-
tano mettendolo in ridicolo.
Ho letto, nella striscia di una
rivista diffusissima, la suppli-
ca di un uomo inebriato dal
altri la legalità solo per giu- que adolescente nostrano.
l,..O;~ir, [...] stificare la propria illega-
lità .. . (continua tu, l'elenco è
ben più lungo!). Ebbene , viste
le conseguenze che questi
TSUNAMI. Caro
ha seguito il disa-
I Un Domenico Savio
di cartapesta reperito
· presso un antiquario (AQ).
fascino di una donna: "Si-
gnore, ti prego: aiutami a pec-
care!". Ai tempi di Domenico
Savio sarebbe stata una be-
stemmia. Sono cambiati il
peccati procurano, io me la
sentirei di dire, anche ai ra-
gazzini, che sarebbe preferi-
bile la morte a una vita così
concepita e condotta. Un
stro nel Sudest Asiatico? Io
sono smarrito e anche arrab-
biato. Ma dov 'era Dio? Non
ci capisco più niente [...]
Come si spiega un fenomeno
quadro valoriale e la perce- tempo era lo Stato a vendica- simile con l'esistenza di Dio?
,.A MORTE MA NON zione del male e della colpa . re le offese più gravi condan- Sono basito, come lo sono
,...PECCATI. Caro dir, ... Il soggettivismo e l'individua - nando a morte il reo. Oggi cento, mille altri [...].
sono entrato in cappella, al- lismo imperanti hanno decre- fortunatamente no! Ma oc-
i' oratorio... c'erano molti car- tato che il peccato è ciò che corre più che mai puntare
Gianni, Diego, Alda, C. , ecc.
telli scritti da bambini . Uno non ti piace, il bene è ciò che sul/' educazione, è questa la Cari Diego, Gianni, C., Alda,
mi ha colpito: La morte ma ti piace. Punto e basta. (Non grande scommessa. Perché, ecc.
non peccati. Un amico mi ha riesco a trattenere un dubbio: vedi, il peccato è una cosa anch' io mi smarrisco, di fron-
detto che è una frase di Do- il giorno in cui dovessi "sen- seria... non è una nocciolina te a tragedie simili... Siamo in
menico Savio. Ma... Dio è tire" che mi farebbe un gran sgranocchiata per passatem- scacco, tutti: sono drammi che
amante della vita e non della piacere ammazzare il ta- po, né un grappolo sgrappo- feriscono l'intelligenza ma an-
worte. Un Dio che fa tutto per le? .. .). Lafrase che hai visto, lato per puro gusto .
che la fede. Credo e so che
l'uomo e la donna, tranne anche se scritta da fanciulli, "La morte ma non pecca- Dio attua il suo potere sempre
mettere paura. Penso che quei non è tanto rivolta ad essi, ti! " ... Si tratta di spiegare e e solo secondo un disegno di
cartelli fossero per i bambini. che ben poco sanno di pecca- di saper contestualizzare que- sapienza e amore. Non può es-
Legare i peccati alla morte to, quanto agli adolescenti, sto semplice e formidabile sere diversamente, altrimenti
fosse pure quella dell 'anima, abitanti di quel'età in cui tra proposito formulato 150 anni sarebbe un mostro . Ma allora
mi sembra molto, molto lon- crisi distruttive ed entusiasmi fa. Sono convinto che, alla lo tsunami ? Ancora una volta
tano da come Gesù trattava i ribollenti si va lentamente as- fine di un p ercorso educativo devo chinare la testa, ricor-
bambini. Davvero non capi- sorbendo la linfa che disegna efficace, qualunque p ersona darmi di essere creatura, e
sco che bene possano trane i il loro futuro. Se il nutrimento sia in grado di comprendere non Creatore, convincermi di
bambini da quel cartello ...
preparato per i nostri ragazzi che p er una convivenza ar- afferrare , e con fatica, solo
Gaetano, Napoli
in via di maturazione sono i
reality show come " li Grande
monica alcune "storture" va-
dano assolutamente elimina-
qualche tenue barlume di
Dio... perché "l suoi sentieri
Caro Gaetano,
Fratello", le telenovele, il mo- te. Chi è più sensibile e capi- non so110 i nostri sentieri" (1s
Il cartello di cui parli è lega- do di usare il matrimonio sce l'orrore che nasce da re- 55 ,8) . E "quanto incomprensi-
to al tempo in cui venne scrit- come fanno i divi e le dive di gole disattese, da norme mo- bili sono le sue vie!" (Rm
ta quella frase : siamo a metà oggi, l'esibizione strumentale rali calpestate è anche chi ha 11 ,33). Ciò che vediamo noi è
del XIX secolo. All'epoca una del corpo femminile, allora il il coraggio di dire "meglio la l'immediato, il tangibile; la vi-
formulazione del genere non futuro non mi pare possa pro- morte". Forse , ad avere tanta sione di Dio penetra il tempo
faceva certamente l' impres- mettere molto di buono. Chis- temerità saranno i più giova- e lo spazio... Per lui l' irifinito
MAGGIO 2005 BS

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APPELLI
Ho una piccola raccolta di
santini. Gradirei fare degli
scambi con santini locali e
doppioni. Berardi Angeli-
na, Via Boscone 1508 -
47023 Cesena (FO).
Vorrei corrispondere con
amici coetanei della terza
età. Marra Giovanni, Piaz-
za B. Tanucci, 2 - 50134
Fi renze.
è meno di un puntino, e il non-
senso non esistei L'episodio
del bimbo che sulla spiaggia
vuole svuotare col suo sec-
chie/lo il mare, di sani' Agosti-
no che gli predica tutta l' im-
possibilità di quel' operazione
e della risposta del fa nciullo -
E tu che tenti di capire la gran-
dezza e la sapienza di Dio? - è
eloquente: riferisce tutta l' ina-
deguatezza cieli' uomo a co-
struire l'impossibile torre che
affi vi ali' irraggiungibile di-
mora divina.
Sulla immane tragedia del
terre/maremoto è stato detto
di tutto. Tante le lettere arri-
vate in redazione. Di tutti i
tipi , di tutti i colori. Ho rice-
vuto missive di insulti - quasi
fosse colpa mia lo scatenarsi
degli elementi - messaggi di
persone smarrite, sconsolate,
allarmate... Qualcuno mi ha
scritto notando: "Buffo, però!
Gettiamo con nonchalance
Dio nell 'immondizia e poi ci
meravigliamo che il mondo
sti a andando in rovina. Ab-
biamo in mano (anzi in testa)
tutto ciò che occorre per ter-
minare la costruzione del
mondo e questo potenziale lo
usiamo per fabb ricare bombe,
gas letali , ecc. Poi bestem-
miamo Dio se non fa da para-
fu lmine alle nostre bestiali-
tà! "
Una ragazza annota: "Ho
dubitato, eccome ! Ho dubita-
to di Dio . Mi ha sorretto so lo
il pensiero che Egli, il Forte,
si è fatto debole, decidendo di
soffrire come noi, di subire le
stesse ingiustizie, di essere
roso dagli stessi interrngativi ,
dagli stessi dubbi: Padre, per-
ché? Perché mi hai abbando-
nato?".
Un signore mi ha inviato i
pensieri di certa lane Clac-
son, di cui peraltro avevo già
scritto, che comincia cosl:
"Io credo che Dio sia profon-
damente rattristato .. . Per anni
noi gli abbiamo detto di an-
darsene ... dalle nostre scuole,
dal nostro governo, dalle no-
stre vite. Ed essendo Lui quel
gentiluomo che è, io credo
che con rammarico si sia fatto
da parte, anche se continua ad
amarci nonostante tutto".
Un'anziana professoressa di
Siena mi ha ricordato un epi-
sodio di santa Caterina, quan-
do s'aggirava per la cùtà col-
pita dalla peste a soccorrere
gli ammalati. Una volta si ca-
ricò sulle spalle un tale in con-
dizioni pietose per accompa-
gnarlo dai medici. Scivolò e si
ritrovò nella melma con ad-
dosso il malato. Le venne
spontaneo il grido: "Dio, dove
sei?". E sentl una voce: "Sono
qui... ne/fango.. . con te!".
Un religioso mi ha inviato,
strappandolo dalla rivista ,
l'editoriale di "Servire" gen.
'05 con sottolin eate le paro-
le: "Consegnando il cosmo
all a custodia dell ' uomo Dio
gli ha concesso anche parte
del suo potere ... Da quel mo-
mento Dio ha cessato di esse-
re il "tappab uchi " delle nostre
deficienze per diventare il cu-
stode de ll a nostra liberta!".
Uno studente di Tor Verga -
ta , in vece, prossimo alla lau-
rea in ingegneria, riflette:
"Mi sono arrabbiato in un
primo momento, poi rifletten-
do mi sono detto che se l' uo-
mo invece cli sprecare il suo
cervello a inventare macchine
di morte (bombe, carri armati
micidiali, aerei invisibili,
laser mortali e via discorren-
do) avesse speso il suo poten-
ziale creativo per risolvere i
problemi della terra av rebbe
preso due piccioni con una
fava: av rebbe obbedito al co-
mando ciel Genesi di essere il
custode della terra, e avrebbe
reso la terra un giardino! E ho
riflettuto che l' uomo non può
fare le c... più inverosimili
come se Dio non esistesse, e
poi pretendere che questo
"non esistente" scendesse a
risolvere le sue imbecillità" .
Buon ultimo, un tecnico del-
l'Enea mi ha spedito una let-
tera zeppa d'interrogativi. Ne
trascrivo alcuni. "Caro diret-
tore, lei sapeva che il mare-
moto con le nostre apparec-
chiature supersensibili si sa-
rebbe potuto tranquillamente
prevedere? Perché non è stato
fatto? . .. E lo sapeva che esi-
ste nel Pacifico un super siste-
ma sofisticatissimo di allarmi
per prevenire questi eventi?
Funziona sempre per il Giap-
pone; perché non ha funzi ona-
to per l'Indonesia e regioni li-
mi trofe? Ho letto che se I'on-
da fosse giunta in Giappone
non avrebbe fa tto vittime: I' u-
mani è disuguale anc he nei
cataclismi ? Una ri vista scien-
tifica cui sono abbonato de-
nuncia che lo tsunami era
stato visto dai centri di ri leva-
mento americani; però nessun
all arme è stato inviato per non
spaventare il turi smo. Non è
agghiacciante? Lo sa che
molti degli stranieri erano
per turismo sessuale? Ed è al
corrente che alcune organiz-
zazioni europee hanno stan-
ziato mii.ioni di euro per rico-
struire subito i vi llaggi turisti-
c i distrutti ? Altro che solida-
rietà per i colpiti dalla trage-
dia! E poi, direttore, perché
mai la stragrande maggioran-
za dei morti dello tsunami ap-
partengono alle fasce più po-
vere? Perché i media hanno
parlato dei più di 50 mila
mort i fa tti dall 'onda assassina
ad Aceh, e non dei più 50
mila morti fa tti sempre dalla
guerra? Morire affogati o mi-
tragliati ... c'è d ifferenza?".
Lascio questi interrogativi ai
le/fori. Lo tsunami deve far
riflettere credenti e non. C'è
da dare un senso al nonsenso
totale , come scrive una rivi-
sta. Diceva Primo Levi: " li
male è una obiezione più con-
tro l'uomo che contro Dio!".
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nu te in redaz ione. Ce ne
scusiamo . Prov vederemo_ a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail : biesse@sdb.org
BS MAGGIO 2005

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NIZZA,
MONFERRATO
ANNIVERSARI
ARBOREA,
SARDEGNA
Il 12 settembre 2004 c'è stata
grande festa a Nizza Monfer-
rato per i cento anni di nonna
Maria Celi Fiorin, e i 50 anni
di professione religiosa, 40 di
sacerdozio e 15 di vita mis-
sionaria di suo figlio don Pa-
squale Fiorin. Uno stuolo di
figli, nipoti, pronipoti, paren-
ti , amici e benefattori di don
Pasquale hanno fatto corona
ai festeggiati. Il fratello di
nonna Maria, don ·Giuseppe
Celi fu per 54 •anni direttore
dell'oratorio salesiano della
città. Proprio a lui si ispirò
Umberto Eco nel delineare la
figura del prete che appare
nel romanzo "Il pendolo di
Foucault".
MONUMENTO
RINNOVATO
L'INCIDENTE
UN PERCORSO
ORIGINALE
Il volume di Pietro Rota è il
frutto di una ricerca di Dio
tutta personale, perché ogni
Nuovo monumento a Don Bo-
sco e Domenico Savio inau-
gurato ad Arborea, il 30 gen-
naio. Al progetto, partito per
iniziativa della locale Unione
exallievi, hanno partecipato
anche gli exalunni di altre re-
gioni d'Italia, contribuendo al
costo non indifferente dell 'o-
pera. Il monumento è in mar-
mo bianco di Carrara, opera
della scultrice Roberta Castel-
lari di Pietrasanta (Genova).
Ha sostituito la precedente sta-
tua in cemento misto a ferro e
carta che il tempo aveva irri-
mediabilmente deteriorato fi-
no a renderla non più restau-
rabile. È stata per Arborea
una grande gioia in una gran-
de festa.
ricerca, usando la ragione
ma anche il sentimento del
soggetto, non può che esse-
re personale. L'autore de-
scrive il lungo itinerario per
scoprire le tracce di Dio
lungo la storia del pensiero:
l'uomo le ha sempre tentate
tutte per arrivare a Dio, per-
ché la Verità è la meta su-
prema di ogni sua investiga-
zione. Così Rota può conclu-
dere a ragion veduta che la
religione cristiana ha le cre-
denziali migliori per accredi-
tarsi come quella vera. Sem-
plice , spontaneo, persuasivo
il linguaggio anche quando
affronta punti difficili.
MACEIO, BRASILE
L'ARCIVESCOVO
VOLANTE
L'areivescovo salesiano eme-
rito, monsignor Amara!, dopo
quattro mesi di esperienza
missionaria con i brasiliani
del Giappone, pare abbia
preso gusto nell'evangelizza-
re gl i arcipelaghi. Dallo scor-
so fe bbraio fa il parroco in
quello di Fernando di No-
ronha. Il curioso è che monsi-
gnor Amara!, 77 anni, per ar-
rivarci (I 'arcipelago è a 500
km da Recife, in pieno ocea-
no), due o tre volte al mese
deve necessariamente servirsi
dell' aereo. È diventato un
parroco volante. E dice di
averci preso gusto.
MAGGIO 2005 IJS

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
SAN CATALDO,
SICILIA
L'ORATORIO NUOVO
Anno 2005: nuovo lancio e
nuovo slancio per l'oratorio
salesiano di San Cataldo. Do-
menica 23 gennaio, superiori
salesiani, autorità eccles iasti-
che, civili e militari erano
presenti all ' inaugura zione del
nuovo oratorio assieme a una
marea di ragazzi, giovani e
popolo. L 'avevano atteso con
tanto desiderio, dopo che il
vecc hio glorioso stabile aveva
cominciato a mostrare vis to-
samente tu tti i suoi anni.
Qu ando si decise la completa
ristrutturazione e ampliamen-
to ne aveva sul groppone ot-
tanta! A San Cataldo i sale-
siani furo no quasi costretti a
venire: "Vog liamo i salesiani ,
vogliamo i salesiani! ", scan-
diva una fo lla oceanica ri vol-
ta all' allora Rettor Maggiore
il beato Filippo Rinaldi in vi-
sita ai salesiani del! 'Isola nel
1923. E lui, commosso, pro-
mise e mantenne. L '8 dicem-
bre di un anno dopo (poteva
essere un altro giorno?) , quat-
tro sa lesiani aprirono l'orato-
rio e cominciarono la loro av-
ventu ra apostolica.
GLI ARTISTICI DOLLARI
DI OTTAWA
Ancora un prezioso omaggio a uno dei maggiori
esponenti dell'arte contemporanea da parte della
zecca reale britannica. Il rovescio della moneta
d'oro da 200 dollari battuta col millesimo 2004 ,
infatti , riprende il dipinto di "Fragments'' (del 1948)
opera di Alfred Pellan (1906-1988).
L'artista lasciò giovanissimo Quebec City per rag-
giungere Parigi, dove aderì con entusiasmo al
movimento Surrealista di cui fu il primo rappresen-
tante in patria.
A quest'esperienza artistica si deve anche la
sua opera , "Fragments", ispirata a una poesia di
Paul Eluard - poeta francese appartenente al
movimento dadaista - cofondatore del Surrealismo
- dal titolo "Les petits justes' . Il dipinto di Pellan ,
riprendendo un verso della poesia , rappresenta
una figura femminile formata da blocchi di pietra,
che si disintegra di fronte a una figura maschile. Il
diritto dell'aureo reca il ritratto della regina Elisa-
betta Il , realizzato da Susanna Blunt.
La moneta - pesante 17,135 grammi d'oro 916,7
- è distribuita in Italia dalla lntercoins (Via Carduc-
ci n. 9, 20123 Milano. Il telefono è 02 .890.04.04) .
Per saperne di più: -a- 041/5987. 111
BS MAGGIO 2005

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel BS di Maggio di cent'anni fa troviamo un
pezzo dedicato al presidente del Messico
Porfirio Diaz, come esempio di buon governo.
Ci pare davvero interessante, per questo
l'offriamo ai nostri lettori.
Il Pre ldeote del \\\\es lco D. Porfirio Diar.
ORIA, ITALIA
INFESTA
Grande e bene organizzata la
fes ta di Don Bosco ali 'orato-
rio senza salesiani di Ori a.
Festa in memoria di Chiara
Luce Badano, una focolarina
diciottenne morta in concetto
di santità, tanto che è stato
iniziato l'iter per portarla su-
gli altari ; di Melania, quindici
anni appena, ragazza dell 'ora-
torio, stroncata da un male in-
curabile; e di Donato, venti-
cinque anni, ammazzato da
un rapinatore per poche mi-
gliaia di lire. Una fes ta della
memoria. Decine gli ospiti il0
lustri, autorità civili e religio-
se che hanno impreziosito ed
esaltato le giornate.
Don Porfido Diaz sono ormai 26 anni ch presidente
della Repubblica Messicana; ogni 4 anni viene rielet-
to senza opposizione, e malgrado la sua età avanzata
acconsente a ripresentarsi qual candidato pel 1904-
1908. Egli è ancora vegeto e robusto e si spera che la
sua caJTiera politica abbia a prolungarsi molti anni
ancora. Dico si spera, perché è forse l'unico capo di
Stato in cui s ' accordano mirabilmente tutti gli animi ,
benché divisi in opposti partiti, ché don Porfirio è
ugualmente amato e temuto dai conservatori e dai li-
berali e riceve il suffragio unanime dall'uno e dal-
l'altro partito. Non è col dispotismo, no, ch'egli
s'impone alla libera scelta dei suoi concittadini,
bensì col suo valore, col successo delle sue opere,
coll ' accortezza e praticità di sue vedute.. Si conside-
rerebbe come una calamità nazionale il suo rifiuto di
governare il paese, come si teme lo sarà il giorno
della sua scomparsa dalla scena di questo mondo.
Quando D. Porfirio andò per la prima volta in carica,
il paese trovavasi infestato da bande... Il nuovo Pre-
sidente, buon soldato... riuscì a catturarne parecchie;
le trattò con clemenza e offrì ai loro capi... impieghi
onorevoli nell'esercito regolare e nell'amministra-
zione civile... e così avvenne che la maggior parte di
essi fecero la loro sottomissione, diventando per lo
più pacifici funzionari.
PISANA, ROMA
stra". Storiche, sociologhe,
esperte di pedagogia, teolo-
ghe, ecc. hanno indagato e sot-
MARIA
tolineato il ruolo della "Mae-
NELL'EDUCAZIONE
SALESIANA
stra" di Don Bosco, l'Au-
siliatrice, nella pedagogia sa-
lesiana. I superiori generali
Dal 27 al 30 gennaio 2005 ,
dopo una lunga preparazio-
ne, la Pontificia Facoltà di
Scienze dell'Educazione Auxi-
/han ha organizzato e svolto
un convegno internazionale
dal titolo : "Ti darò una Mae-
delle due congregazioni , Ma-
dre Antonia Colombo e don
Pascual Chavez, hanno dato
il loro apporto per il rilancio
di un ' educazione integrale,
in cui non può mancare il
ruolo di Maria, che fu mae-
stra impareggiabile sia della
suora di Mornese sia del
prete di Torino.
MAGGIO 2005 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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..
'
OSSERVATORIO
.
Redazionale
I
LA CHIOCCIOLIN@
VA IN PENSIONE
I giovani hanno sempre più fretta, e mandano
già in pensione la chiocciolina della e-mail,
perché per i loro gusti va veloce
proprio come una lumaca!
La posta elettroni-
ca , quella che tutti
conosciamo come
e-mail, è stata dichiarata
"nonna" dai giovani. Qua-
rant'anni fa avrebbero det-
to che la famosa chioc-
ciolina, chiave dell'indiriz-
zo elettronico, era "ma-
tusa". Oggi non più :
muoiono in fretta anche i
vocaboli; la gioventù mo-
derna brucia.. . quasi tutto,
dai vestiti alle parole.
La stupefacente con-
clusione è il frutto di una
ricerca fatta in ambiente
universitario che ha evi-
denziato alcuni dati inop-
pugnabili:
1. prima di tutto che la
· tecnologia dell'e-mail risa-
le agli anni '70. Qua-
rant'anni è un abisso tra
la rivoluzionaria gioventù
di allora e quella festaiol-
pacifista di oggi ;
2. in secondo luogo che i ventenni di oggi - in
effetti - usano !'e-mail quasi esclusivamente per
interloquire con gli anziani. Tra loro , infatti, la
comunicazione segue altre vie , più dinamiche e
veloci, tanto che essa avviene ormai in tempo
reale: botta e risposta come se tra due interlocu-
tori, che potrebbero essere a centinaia di km l'u-
no dall'altro, ci fosse un passo di distanza.
Le vie telematiche per
la comunicazione giova-
nile oggi si chiamano
SMS (Short Message Ser-
vice), i famosi "messaggi-
ni" che stanno inducendo
una nuova forma di lin-
guaggio , stringato e sen -
za fronzoli anche se effi -
cace; MMS (Multimedia
Messaging Service) cioè i
"messaggini" che sono
accompagnati da immagi-
ni e audio, CHAT (la con-
versazione on line in tem-
po reale tramite co -
municazioni scritte al
computer) , VIDEOCHIA-
MATA (conversazione al
cellulare con la rispettiva
visione dei due interlocu -
tori) .
Per i prossimi anni le
grandi ditte di settore
promettono ancora rivo -
luzioni . La vecchia carto-
lina, dunque , ha termina-
to la sua parabola , ed è
ormai solo da museo. Tutto a posto? Non pro-
prio . C'è, infatti , da domandarsi , come evolverà
la psicologia dell 'adolescente , cambiando così
profondamente i modi di comunicare . La
domanda non è sen za senso e la risposta non
è scontata.
Ah, dimenticavo: non è una provocazione per
gli educatori...
O
BS MAGGIO 2005

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA
GIOVANNI PAOLO Il,
CERTAMENTE UNO
DEI PIÙ GRANDI
PAPI DELLA STORIA,
È SPIRATO
IL 2 APRILE 200 5
ALLE ORE 21,37
''Lasorpresa del Con-
.
clave" intitolava il suo
articolo di fondo il di-
rettore di un grande quotidiano
laico, l'indomani del 16 ottobre
1978. Una scelta che coglieva e
sintetizzava, con ammirazione, il
coraggio dei centoundici anziani
cardinali che avevano eletto, in soli
tre giorni, il primo Papa non italia-
no dopo quattro secoli e mezzo. E
la prima sorpresa l'aveva riservata
ai fedeli il nuovo vescovo di Ro-
ma, quando, nella Sistina, aveva
deciso di interrompere un'antica
tradizione e di parlare dalla loggia
di San Pietro prima della benedi-
zione " Urbi et Orbi". Poche, com-
mosse parole per confessare la sua
umana "paura" nel ricevere la no-
mina e chiedere con umiltà aiuto:
"Se sbaglio , mi corrigerete". Che
di innovazioni sarebbe stato ricco
il pontificato del cinquantottenne
Karol Wojtyla, si ebbe la conferma
il giorno della solenne inaugura-
zione del suo ministero pastorale.
Allorché, brandendo alta sulla folla
la croce astile che era stata di
Paolo VI, aveva gridato a tutti:
"Non abbiate paura! Aprite, anzi
spalancate le porte a Cristo!"
UN PROTAGONISTA
In più di un quarto di secolo, con
le sue parole e i suoi gesti, Giovan-
ni Paolo II ha rinnovato l'immagi-
ne della Chiesa, modificato la geo-
grafia mondiale, cambiato la storia
contemporanea, aperto un dialogo
con i giovani, impresso un nuovo
corso ai rapporti tra le religioni,
proponendosi spesso come l'unica
voce coraggiosa in difesa di ogni
uomo e dell'umanità intera. Solo
cento giorni dopo la sua rivoluzio-
naria designazione, il giovane pon-
MAGG10 2005 BS
26ANNI
DI SORPRESE
di Silvano Stracca
tefice parte alla volta dell 'America
Latina, il continente dove vive il
maggior numero di cattolici, primo
di centoquattro viaggi, 31 volte -
con le 146 visite in Italia - il giro
del mondo. "Cristo non ci ha detto
sedete in Vaticano, ma : 'Andate in
tutto il mondo e predicate a tutte le
genti" , sottolinea una volta per ri-
spondere alle critiche, anche nella
Chiesa, al suo viaggiare. Neppure
cinque mesi dopo essere salito
sulla cattedra di Pietro, appare la
prima delle sue 14 encicliche, Re-
demptor hominis, con la famosa af-
fermazione che "l'uomo è la via
della Chiesa" . Il mese successivo
proclama i primi due degli oltre
1800 beati e santi fatti, a Roma e
in giro per il mondo, in quasi 27
anni, da Giovanni · XXIII a padre
Pio, da Escrivà de Balaguer a ma-
dre Teresa.

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I Un gruppo di ragazze
musulmane saluta il Papa
a Casablanca in Marocco
nel 1985... per la prima volta
nella storia.
durante il giubileo del 2000, per i
peccati della Chiesa nel corso dei
secoli : le Crociate e le guerre di re-
ligione, le divisioni tra i cristiani ,
l'antisemitismo, la discriminazione
della donna, il caso Galileo, l'In-
quisizione, la tratta dei neri, l'op-
pressione degli indio nelle Ameri-
che e degli aborigeni australiani, il
razzismo, la xenofobia contro emi-
granti e zingari, le responsabilità
dei cattolici nel genocidio in
Rwanda nel 1994, il mancato ri-
spetto delle culture dei popoli, 111
primis quello cinese.
Al Colle nel 1988, per il centenario della morte
di Don Bosco e la Beatificazione di Laura Vicuiia.
Per la pace affronta missioni dif-
ficili come nel 1982 durante il con-
flitto tra Inghilterra e Argentina per
le Falkland-Malvinas. Per scongiu-
rare un 'invasione sovietica torna
nella sua Polonia e incoraggia Soli-
darnosc. Si inginocchia tra le ma-
cerie di Sarajevo e Beirut. "La
guerra è sempre una sconfitta del-
!' umanità", ammonisce durante la
prima crisi del Golfo Persico e
l'invasione nel 2003 dell'Irak. Per
tre volte riunisce ad Assisi i rap-
presentanti di tutte le Chiese cri-
stiane e delle principali religioni
del mondo per pregare contro la
minaccia di un conflitto nucleare,
la guerra nei Balcani e il terrori-
smo internazionale che, dopo gli
attentati dell ' 11 settembre 2001,
bolla come " un crimine contro l' u-
manità", proclamando che non si
può mai uccidere "in nome di
Dio". Assisi è il simbolo dell 'im-
pegno di Wojtyla per l 'ecumeni-
smo e il dialogo interreligioso. Va
a Costantinopoli dove s'è consu-
mato lo scisma d' Oriente, in Ger-
mania la terra di Lutero, nella Gi-
nevra di Calvino. Prega nella catte-
drale anglicana di Canterbury. Sale
sull ' Aeropago di Atene da dove
san Paolo annunciò il "Dio scono-
sciuto". Compie un viaggio di 19
secoli per visitare la Sinagoga di
Roma, chiamando gli ebrei "fratel-
li maggiori". Pronuncia il "mea
culpa" per le colpe dei cristiani
nella Shoah dinanzi al Muro del
pianto a Gerusalemme. Entra a pie-
di scalzi nella moschea di Dama-
sco. Chiede perdono, soprattutto
SEMPRE COERENTE
E IMPARZIALE
Denuncia i "mali" del comuni-
smo, contribuendo in modo deter-
minante al crollo dell 'impero so-
vietico. Ma mette anche in guardia
contro le insidie del "capitalismo
selvaggio" e di una globalizzazio-
ne che si traduce solo in una "nuo-
va versione del colonialismo". Non
lesina critiche alle dittature del ter-
zo mondo, dal Cile di Pinochet alla
Cuba di Fidel Castro, ma neppure
ali' attuale leadership mondiale ame-
ricana che si sente quasi onnipo-
tente. Si batte per inserire nella
nuova Costituzione europea un ri-
chiamo alle radici cristiane. Perdo-
na il suo attentatore. Rinnova il
suo "non uccidere" dall ' aborto al-
1'eutanasia, dalla pena di morte
alle nuove minacce per la vita na-
scente. "Forse la Provvidenza mi
ha affidato la cattedra di Pietro -
dichiara - per essere un appassio-
nato avvocato della vita" . Abbrac-
cia i lebbrosi in Africa, Asia, Ame-
rica Latina. Si china sui sopravvis-
suti alla morte atomica a Hiroshi-
ma. Accarezza le vittime dell 'Aids.
Anche in san Pietro vuole sempre
gli ammalati vicino. Malato lui
stesso, inchiodato sulla sedia a ro-
telle, tremante per il Parkinson. Te-
stimone sino ali' ultimo del valore
salvifico della sofferenza. Un gran-
de. GRAZIE, WOJTYLA!
BS MAGGIO 2005

2.4 Page 14

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- - --::::::::::::iiiillll!!f!ffl·r--------------- - - - - - - - - - - - - -
11 cappellano delle FMA
NOVITÀ
IN CASA MAZZARELLO
di Francesc o Motto
Abbiamo interrogato
don Tommaso Durante,
cappellano presso le Figlie
di Mario Ausiliatrice
di Mornese, che do anni
scruto pazientemente
gli archivi per svelare
lo storia completo dello
famiglia di santo Mario
Mozzare/lo, cofondatrice
con Don Bosco delle
FMA.
I Santa Maria Domen ica Mazzarello,
cofondatrice delle FMA,
la cui festa si celebra il 13 maggio.
- Don Durante, quando si parla
di alberi genealogici, non sempre le
risposte sono quelle che tutti sanno.
Ad esempio, se ti chiedessi quanti
figli ha avuto mamma Margherita
dai due suoi matrimoni...
... Hai ragione. Credo che la mag-
gior parte degli amici di Don Bosco
a una domanda del genere risponde-
rebbe tre, e cioè Antonio, G iuseppe
e Giovannino, perché di loro tre si
parla nelle Memorie Biografiche, e
loro tre menzionano le numerose
biografie di Don Bosco, non sapen-
MAGG10 2 005 BS
do che, invece, mamma Margherita
ebbe in realtà dal primo mari to,
oltre ad Antonio, anche una bambi-
na, Teresa, morta due giorni dopo la
nascita nel 19 1O.
- Qualcosa di simile è capitato
anche in casa Mazwrello? Quanti
figli hanno avuto i genitori di
santa Maria Domenica?
Q ui la domanda è un po ' pi ù com-
plicata e difficile. Molti , con ogni
probabilità, non saprebbero che
cosa rispondere , mentre alcuni , più
ferrati, potrebbero dire che la signo-
ra Maddalena Calcagno, moglie di
G iuseppe Mazzarello ne ha avuti
sette di figli, secondo altri otto, altri
ancora, i più aggiornati, ne conte-
rebbero addirittura dieci. Invece...
-Invece?
Sembra di no ! Dalle m ie ricerche,
per altro ancora in corso , ris ulta che
il numero dei fig li dei due coniugi
Mazzarello fu tredici, di cui solo
sette, com 'è noto, sono sopravvissu-
ti: il tasso di mortalità infantile allo-
ra era, purtro ppo, molto elevato. Gli
altri sei - e non tre come si è sem-

2.5 Page 15

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scruta gli archivi e scopre...
pre scritto - sono morti appena nati
o, comunque, nella primissima in-
fanzia. Fra questi ultimi si contano
due maschietti ambedue di nome
Giovanni/Antonio nati rispettiva-
mente nel 1842 e nel 1848) e quat-
tro femminucce, Maria Cattarina, e
le tre Maria Maddalena che sono
nate una nel 1843, una nel '44 e l'a-
tra nel '57 ).
- Due Giovanni/Antonio e tre
Maria Maddalena? Ma non ti pare
un po' sospetta l'omonimia di due
figli e addirittura tre figlie?
Il fatto dell'omonimia non deve
meravigliare, poiché era molto dif-
fusa la tradizione di dare il nome di
un figlio defunto a uno dei successi-
vi. Era anche molto comune l'am-
ministrazione del battesimo a opera
della "levatrice", quando si fosse
accorta del pericolo di vita in cui
versava il neonato (la mortalità al
momento del parto era altissima in
quei tempi). Nel caso dei Mazzarel-
lo l'ostetrica somministrò il battesi-
mo a ben tre neonati, fra cui i ma-
schietti succitati, cioè i due Giovan-
ni/ Antonio.
- Insomma, a conti fatti bisogna
aggiornare la storia della famiglia
Mau.arello?
Proprio così. Del resto anche que-
sto è prassi comune, come mi puoi
insegnare da storico quale sei: man
mano che si scoprono nuovi docu-
menti si aggiornano date ed eventi.
Perciò, la futura santa, cofondatrice
delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
non solo ha avuto ben dodici fratel-
li, ma in qualche modo ha assistito
al fu nerale di ben sei di loro; la
morte era di casa presso la sua fami-
glia naturale, come lo sarà pure
- Il panorama di Mornese come appariva circa 40 anni fa.
nelle prime sue comunità religiose.
E ti dico qualcosa di più. Avrai no-
tato che tutte le bambine di casa
Mazzarello avevano come primo
nome Maria, segno sicuro di una ra-
dicata devozione familiare alla Ma-
donna. Mi pare anche significativo
che Maria Mazzarello abbia poi
fondato le Figlie di Maria Ausilia-
trice!
- Però!... Non ci avevo pensato.
Comunque, don Durante, questa
tua ricostruzione può essere consi-
derata la parola definitiva sulle vi-
cende familiari della santa di Mor-
nese?
Non credo. Le ricerche di archi-
vio, come credo tu sappia per espe-
rienza personale, sono estremamente
laboriose e la pazienza è d' obbligo.
Comunque, in attesa che dall'archi-
vio parrocchiale di Mornese possa,
come mi auguro, estrarre ulteriori
dati a completamento e a maggior
precisazione di quanto già noto -
qualche "sorpresa" potrebbe ancora
Giuseppe Mazzarello
n. 29·2·1808 · m. 19·9·1879
sp. il 4-11-1834
M. Maddalena Calcagno (figlia di Silvestro)
n. circanel 1815 m. 25-3-1894
La camera in cui il 14 maggio 1881
morì suor Maria Domenica
a Nizza Monferrato.
arrivare sia a riguardo di Madre
Mazzarello che di don Pestarino - ti
sottopongo l'albero genealogico co-
struito sui dati offerti dai certificati
di battesimo della parrocchia.
- Scusami, solo una velocissima
precisazione per i nostri lettori: chi
è don Pestarino?
Era il parroco di Mornese che poi
divenne salesiano. Era lui l'animato-
re spirituale della comunità di ragaz-
ze che diede origine, sotto la spinta
di Don Bosco e di una di loro, pro-
prio la Mazzarello, all'Istituto delle
Figlie di Maria Ausiliatrice.
O
M. Domenica M. Felicita M. Cattarina Giovanni M. Maddalena M. Maddalena Domenico
Giovanni M. FIiomena Giuseppe M. Assunta M. Maddalena Nicola
Antonio
Antonio
n. b.9-5-1837 n.b. 20-1 -1839 n.8-3-1841 n. b.20-9-1842 n. b. 10-7-1843 n. 15-5-1844 n. b.31-3-1846 n. b. 22-1-1848 n. b.28-11 -1848 n. b. 19-3-1850 n. b.20-10-1853 n.b. 19-2-1857 n. b.28-1-1859
m. 14-5-1881 m. 1-8-1886 b.9-3-1841 p.21-9-1842
b. 16-5-1844
sposa
p.23-1-1848 sposanel 1869 m. 24-3-1889
m. 4·3·1857 sposa nel 1873
m. 26-8-1842
m. 2-6-1844 Caterina Bricola
Gio. Andrea sposa nel 1873
Caterina Merlo
(figlia di Giacomo)
Bodrato M. Natalina
figlia di
Merlo
L. Pietro
n. 15-2-1858
e Domenica
figlia
di Giuseppe e
Legenda: n. nato; b. battezzato; p. presentato; m. morto.
Rosa Mazzarello
BS MAGGIO 2005

2.6 Page 16

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redazionale
BARCELLONA,SPAGNA
GENOVA, ITALIA
UN GIOIELLO:
IL TEMPIETTO
Ha 26 anni " il Tempietto", il
noto centro culturale dell ' Isti-
tuto salesiano di Geno-
va/Sampierdarena, la cui fa-
ma travalica ai-mai la città,
l' ispettoria, e l'Italia! Le sue
edi zioni de "I Quaderni " con
i profi li di personaggi comè
Edit Stein , Giorgio La Pira,
Immanuel Kant, ecc. dimo-
strano ampiamente l' alta qua-
lità della proposta culturale;
le sue iniziati ve, pensate, atti-
ra
pi· tto
mamente curate, hanno av uto
e hanno ampia risonanza:
come i Forum internazionali
dei giovani , le Biennali cl 'ar-
te, i Concerti , le Giornate let-
terarie, ecc. e ne hanno con-
sacrato la fam a. L'intuizione
di don Riccardo De Grandis
ha preso lentamente forma
fino a diventare, con tanto di
rogito, un vero "tempietto"
della cultura. Le edizioni ,
sceltiss ime, ciel Centro ne te-
stimoni ano abbondantemente
la caratura.
Per saperne di piiì:
www.tempietto.it
L 'EXALLIEVO
SCULTORE
La statua di Don Bosco collo-
cata sulla facciata del tempio
incompiuto della Sag rada Fa-
milia di Barcellona è opera
dello scultore Joan Puigdol-
lers, exallievo salesiano di
Sarria. Lo scultore, diventato
fa moso, non ha mai cessato di
operare nel mondo salesiano.
Un artista decisamente proli-
fi co: circa 300 statue, 160 al-
torilievi, 30 gruppi scultorei.
Senza contare 1300 progetti
di mobili e 1500 modelli per
medaglie e monete. Tra le
statue 60 sono di Maria Ausi-
liatrice e 50 di Don Bosco,
PERUGIA, ITALIA
S.PROSPERO
RESTAURATO
Il 30 gennaio u.s. all a presen-
za di numeroso e qualificato
pubblico, di autorità civili e
militari, è stata inaugurata la
chiesa di San Prospero, uno
scrigno d 'arte e di fede resti-
tuito ali ' originale splendore.
Il restauro attuale può consi-
derarsi il più completo e con-
sapevole, inteso come lavori
di recupero, ripristino, conso-
lidamento e miglioramento an-
tisismico e fun zionale. È se-
guita la presentazione del
libro "San Prospero, un santo,
una chiesa" cli don Pietro Di-
letti , direttore cieli 'Istituto Don
Bosco. La Chiesa primitiva
risale ali 'VIII secolo, così co-
me il meraviglioso ciborio di
stile greco/bizantino, un mo-
numento eucaristico che non
ha l 'eguale. Le pitture della
cappell a costituiscono un do-
cumento storico/artistico del-
la massima importanza, per-
ché sono le prime pitture da-
tate e firmate di Perugia.
sparse 111 Spagna e altri 16
paesi del mondo. Numerose
le sue statue cli Don Bosco e
Maria Ausiliatrice poste in
molte opere salesiane spagno-
le. Questo scultore, che po-
tremmo definire "sales iano" ,
è morto il 5 dicembre 2004 a
77 anni di età.
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA. L 'Ateneo Pontifi-
cio Regina Apostolorum ha
organizzato un master in
Scienze Ambientali in cui
sono stati ammessi anche
studenti con diploma di ma-
turità, e che poteva essere se-
guito anche in videoconfe-
renza. Le lezioni volgono
ormai al termine, e la tesina
e l'esame finale sono per il
prossimo mese di giugno.
Una bella u1iziativa oggi per
questi tempi in cui l'allarme
per l'ecosistema ha raggiun-
to livelli di massima allerta.
CASERTA. L'Associazio-
ne culturale "E. Caruso" ha
indetto un concorso nazio-
nale di poes ia sul tema: "La
pace nel III millennio", per
poeti residenti in Italia. Le
composizioni , non più di
due, devono pervenire, non
oltre il 30 settembre, all'As-
sociazione Culturale Enrico
Caruso , e/o Centro Servizi
Sociali S. Agostino, Largo
San Sebastiano, 81100 Ca-
serta. Per saperne di più :
coordinatrice Elisa De San-
tis 0823/353 .575 .
MAGGIO 2 005 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
BANSKA BYSTRICA,
SLOVACCHIA
Le FMA sonO arrivate nel
quartiere Sàsovà , 30
mila abitanti , nel 2001 .
Esse vivono tutt'ora in
un appartamento con la
gente, insegnano nelle
scuole statali e lavorano
nel Centro Giovanile col-
laborando con i salesia-
ni , arrivati nel 1990. So-
no una benedizione per il
quartiere in cui vivono
numerose famiglie di-
sgregate , e bisognoso di
vera e propria evangeliz-
zazione .
AHMEDNAGAR, INDIA
L'Auxilium Community
College di Ahmednagar,
aperto da poco, è il segno
della scelta di educazione
fatta dalla FMA dell'ispet-
toria di Mumbay nel cen-
tenario di Laura Vicufia.
Esso offre soprattutto alle
giovani dei villaggi dei
dintorni corsi residenziali
in Home nursing, Office
assistence, Home scien-
ce, scelti dopo un'accura-
ta indagine del contesto
socio-culturale da cui le
ragazze e le giovani pro-
vengono.
LA VALLE AGORDINA,
ITALIA
Il 6 febbraio u.s. , a 50 anni
dalla sua morte , è stato
commemorato il grande
salesiano don Giacomo
Mezzacasa , biblista, poli-
glotta, organista, tradutto-
re ... che conobbe i sale-
siani attraverso il BS . Il
paese natale gli ha intito-
lato le scuole elementari
e un busto bronzeo nel
1989. Ora , nella frazione
Fades , sulla parete nord
della sua casa natale è
stata scoperta una lapide
in suo onore.
LVIV, UCRAINA
"Don Bosco è ben conser-
vato qui" , scherzano i
salesiani di Leopoli che
quest'anno hanno celebra-
to la festa del fondatore
con la temperatura ester-
na a meno 10 e meno 15
gradi. Eppure i 40 chieri-
chetti c'erano tutti, impec-
cabili , gioiosi , e pronti, con
quel freddo , a far onore al
"rinfresco" (!) , dopo la ce-
lebrazione. La festa è sta-
ta estesa anche alle altre
parrocchie della città con
risultati oltre le aspettati-
ve .. .. e il gelo!
BIELLA, ITALIA
La lebbra non ha finito di
tormentare l'uomo. Anche
oggi i malati del morbo di
Hansen sono milioni .
L'associazione "Voglio
Vivere" è una Onlus che
vuole tener vivo il proble-
ma nella coscienza delle
persone di buona volontà.
Anche questa organizza-
zione si rifà al grande
benefattore dei lebbrosi ,
l'uomo dalla generosità
più contagiosa della
malattia: Raoul Follereau.
vogl io.vivere @tin .i t;
-a- 015/352 .777
PACOGNANO,ITALIA
Il movimento ecclesiale
"Testimoni del Risorto" ha
animato una scuola per
missionari laici della dio-
cesi di Nola che si è svol-
ta dal mercoledì delle
Ceneri alla Pentecoste. Vi
hanno partecipato circa
1300 persone che poi
hanno a loro volta anima-
to la missione diocesana.
I "missionari laici" hanno
raggiunto famiglie , scuo-
le, carceri , uffici, aree del
tempo libero . Una espe-
rienza unica , a detta di
molti di loro.
BS MAGGIO 2005

2.8 Page 18

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Cento anni fa, I' 11 maggio 1905, moriva
EDLESLAANSTTIOTOLDERI-AS
di Giovanni Eriman
I vescovi dello Patagonia
ricordano con uno lettera
olle loro popolazioni !I
centesimo anniversario
dello morte del giovane
indio araucano, che è
diventato un punto di
nferimento spirituale per
tutto l'Argentino.
La regione degli araucani e dei
tehuelche con uno degli animali
di quelle terre, lo Jabalf.
ehimpany è il villaggio, ma
sarebbe meglio dire accam-
pamento, tolderfa, dove il 26
agosto 1886 nacque al gran cacicco
degli Araucani il suo sesto figlio
che chiamò Ceferi no, Zeffirino.
Chimpany, in lingua tehuelche " luo-
go di riposo", in araucano curva, ri-
ferita al calotti no della culla che
protegge il bambino dal sole, è a più
di mille chilometri da Buenos Aires,
zona di guanachi e iiandu, jabalf e
puma, nutrie e vizcacha ... ingentili-
ta da fiori e piante dai nomi esotici:
il calafate, il caman, la plata de
oro... E spazi infiniti e il vento che
ti accompagna a volte tranquillo a
volte violento e spazza la pianura, i
monti, il cielo. E quando tace il si-
lenzio invade gli spazi immensi, la
gente, le cose. Chimpany è nel medio
Rio Negro, tolderia selvaggia, domi-
nio di Manuel Namuncura e della sua
gente, gli indio araucani. Solo nel
1967 poterono arrivare a tutta la po-
polazione luce e acqua corrente.
LE PRIME AWENTURE
Zeffirino fu battezzato, quando
aveva due anni, da don Domenico
MAGGIO 2005 BS
I rr11 C I
Melanesia, in una delle sue escur-
sioni missionarie in quelle terre. Il
cacicco suo padre, promosso nel
frattempo colonnello dell'esercito
dopo la sconfitta e la sottomi ssione
del suo popolo al generale Roca,
probabilmente per tenerlo buono,
desidera che quel suo figlio lo faccia
carriera. Nell 'esercito , ovviamente.
Lo porta a Buenos Aires in una
scuola dell 'esercito, che per Zeffiri-
no si rivela semplicemente depri-
mente. Quando infatti il padre torna
a trovarlo lo trova smagrito, intristi-
to, depresso. Abituato agli spazi
della Pampa, le mura del complesso
e la ferrea disciplina militare lo
hanno debilitato nel fisico e nella
psiche. Gli fu allora consigliato il
a
collegio dei salesiani, dov 'era diret-
tore il fut uro cardinale Giovanni
Cagliero. Ci andò, ci si trovò bene:
la disciplina era un'altra cosa, lì po-
teva correre, giocare, saltare e...
cantare. Magnifico il suo timbro da
soprano, tanto che divenne il solista
del coro. La sua voce risuonò spes-
so anche nell a cattedrale di Buenos
Aires. La sua vita da allora prese
un 'altra piega, perché sentì forte il
desiderio di farsi salesiano, di di-
ventare prete e missionario tra i
suoi, perché "esta era la forma de
defender a su raza de los civiliza-
dos". Aveva insomma già capito che
non era tutto oro quel che luccicava:
i cosiddetti civili non erano poi tan-
to civili.

2.9 Page 19

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nell'ospedale san Calibita Zeffirino Namuncuré.
L'Isola Tiberina con l'ospedale
" San Giovanni Calibita" .
L"11 i!IACC.IO l'lOS
IQl.l• !!ctlCA SALA 1cr
DI O!ìiE.STO ve· Oli'El)AU
Il SS! VO DI DJO
ZEFFIRINO KAMUKCURA
CIII.VDEYA SA.,."{TAAEKfE
U. Slr& DEVE C(ORHATA
Tni!:aiA
IN ITALIA
Proprio a Buenos Aires Zeffirino
si buscò una tosse insistente che
presto gli attaccò i polmoni . A que-
sto punto monsignor Cagliero pensò
di portarlo a Viedma, più vicino alla
sua terra, dove il clima era più con-
facente perché più simile a quello di
Chimpany. Era il 1901. Viedma non
risolse nulla: le fredde notti patago-
niche, anzi, aggravarono il suo
stato, trasformando la tosse in tu-
bercolosi. E quando nell 'aprile del
1904, Cagliero fu chiamato a Roma
per essere nominato arcivescovo, se
lo portò con pensando che il
clima italiano gli avrebbe giovato. Il
giovane, poco più che diciottenne,
poté incontrare prima don Rua a To-
rino poi Pio X a Roma, cui offrì una
coperta di pelle di guanaco e tenne
un discorsetto in perfetto italiano,
tanto che il santo Papa si commos-
se. Poiché sembrava star meglio,
monsignor Cagliero lo fece acco-
gliere a Frascati nel collegio salesia-
no di Villa Sora per continuare gli
studi. Entra in ottobre, studia di lena
fino alla primavera del 1905, quan-
do la tosse che non l'aveva mai ab-
bandonato diventa di un 'intensità
allarmante. Fu necessario ricoverar-
lo. Il 28 aprile il figlio del cacicco
entrava nell 'ospedale del Fatebene-
fratelli ali 'Isola Tiberina. Sente che
è la sua ultima tappa. Chiude, infat-
ti, rimpianto, la sua giornata terrena
l' 11 maggio, giusto cento anni fa. Il
vecchio padre pianse nell 'apprende-
La chiesa e il monumento
di Zeffirino a Viedma.
re la notizia: il migliore e più lussu-
reggiante fiore del suo vecchio tron-
co era marcito. L'hanno riportato in
patria solo nel 1924. Ora riposa a
Fortin Mercedes, meta di pellegri-
naggi numerosi e ininterrotti.
SEMPRE ARAUCANO
Zeffirino mai rinnegò la sua origi-
ne: l'universo culturale del suo po-
polo con i tanti valori umani e con
tutta la sua ricchezza spirituale fu
sempre anche il suo. Tutto quello
che ha segnato la strada intrapresa,
gli studi, i viaggi aveva uno scopo:
"Quiero ser titil a mi gentes". All 'o-
spedale dell'Isola Tiberina rimase
poco tempo. Era stato messo nella
sala Amici . morì. Nonostante don
Cagliero l'avesse affidato a un dot-
tore famoso , medico di due papi,
Leone XIII e Pio X. Nella ristruttu-
razione scomparve. Ma non il suo ri-
cordo. Una lapide fu posta nella sala
Assunta con un suo dipinto che lo ri-
trae in abiti indi. I suoi compagni
del San Carlo dicevano di lui che era
un indio che salvava i bianchi.
Zeffirino è il "santo" più invocato
dell 'Argentina senza essere ufficial-
mente santo. Un tempo si sarebbe
detto "santo a furor di popolo". D
I La lapide e il quadro che
si trovano attualmente
al Fatebenefratelli dell'Isola
Tiberina, nella sala dell'Assunta.
I La lapide di Zeffirino che è stata
al cimitero del Verano di Roma
fino al 1924.
Il 15 maggio il comune di Frascati farà il ge-
mellaggio con Chimpany, in onore di (san) Zef-
firino. Molte le feste a Fortin Mercedes, a
Chimpany, a Frascati e in tutta la congregazione
salesiana, che prega perché il primo ragazzo
indio della storia diventi santo.
BS MAGGIO 2005

2.10 Page 20

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Il Kosovo, un paese in bilico che ha lottato
IL PAESE DEI MERLI
di Giancarlo Manieri
Y
U
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~~O.. ,
•• s,
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La cartina
del Kosovo.
o ,o
iiu&
Il panorama di Pristina
da una delle sue colline.
A lzi la mano chi si ricorda del
Kosovo. Sembra, ahimè, una
storia dimenticata. Ogni
tanto qualche scontro/scaramucc ia
riporta per un attimo l' attenzione
dei med ia e della gente a una stori a
" pesante" che è ancora "d ietro I'an-
golo". Originariamente illiri di etni a
albanese, inv asi success ivamente da
serbi di etnia slava, nel periodo di
massim a es pansione tra il 133 1 e il
1335 il Paese spaz iava dal Danubio,
all'Egeo, allo Ionio. L'indipendenza
finì il 28 giugno 1389, qu ando l' e-
sercito ottomano sconfisse l'arm ata
serba. Per cinque secoli i turchi/ot-
tomani governeranno quei territori
con una toll eranza di facc iata, favo-
rendo le conversioni ali 'Islam e
ostacolando, in modo soft ma effi-
cace, la popo lazione di reli gione
cristiana: nessun aiuto, ness un fa vo-
re ai cristiano/ortodoss i; ogni poss i-
bile agevolazione a tutti coloro che
intendevano divenire seguaci di
Maometto, abbandonando la reli-
gione dei padri. Il ri sultato? Alla
MAGGIO 2005 BS
fine della dominazione turca il 90%
della popolazione era diventata mu-
sulmana. Contrariamente a quanto
avvenne in altri paesi, dove la reli-
gione mu sulmana fu imposta senza
tanti complimenti usando la pers ua-
sione della forza, nei Balcani I'I-
slam s' impose non con la forza
della persuasione, ma con la subdo-
la propaganda de lla dissuasione.
CAPOVOLGIMENTI
Un altro fatto re di non secondari a
importanza contribuì alle sfortune
antiche e recenti del Kosovo , e fu
l' immi grazione. Il Paese, fe rtili ss i-
mo ne lla sua parte pianeggiante, co-
stituì sempre una meta per chi era in
cerca di terra da lavorare. Ma i con-
tinui flussi migratori , quasi escl usi-
vamente da parte degli albanesi, fi-
nirono per capovolgere la composi-
zione etnica della regione. Così pro-
prio gli albanesi da minoranza di-
vennero maggioranza, e quando
presero coscienza di costituire l'et-
Un territorio non gronde:
11 mila km? .. di
contraddizioni e contrasti
e due etnie, quello
albanese musulmano (il
90% dello popolazione),
e quello serbo
cristiano/ortodosso (con
/'8%), che però conseJVo
memorie itnportonti dello
proprio civiltà: chiese,
monasteri monumenti;
cimderi edicole.
ni a di gran lunga più numerosa del-
la regione, cominciarono le rivendi-
cazioni indipendenti ste e i moti per
sostenerle. Ormai consideravano lo-
ro quella terra, e ne reclamavano la
guida. La voglia d'indipendenza
crebbe in maniera esponenziale...
Ma quando , nel 1912, la vicina Al-
bania si liberò dal giogo turco, e di-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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e lotta ancora per l'indipendenza.
La Moschea di Pristina.
venne indipendente, la Serbia oc-
cupò a sorpresa il Kosovo, annet-
tendolo e vanificando di colpo le
mire della maggioranza albanese.
La prima Grande Guerra assegnò il
territorio al Regno serbo-croato-slo-
veno, poi, nel 1929, il Kosovo entrò
a far parte della Jugoslavia, sicché
gli albanesi, fino allora maggioran-
za, tornarono a essere minoranza,
per di più senza diritti, inseriti a
forza nella nuova entità geopolitica,
mentre l'Albania restò uno stato in-
dipendente.
FINO ALL'IRREPARABILE
Nel 1941 l'avventura coloniale
italiana permise temporaneamente
l'annessione del Kosovo, della Ma-
cedonia occidentale e del!' Albania
all 'Italia fascista. Ma, come si sa,
ebbe vita breve: prima i tedeschi
(1943) poi Tito fecero naufragare
ogni revanscismo. Il territorio venne
inglobato nella federazione jugosla-
va come provincia autonoma della
Repubblica Socialista di Serbia. Per
20 anni dovette subire una dura re-
pressione: prigionia, deportazioni,
esilio, uccisioni .. . Più di 400 mila
kosovari albanesi furono costretti a
emigrare in Turchia. Il ministro
degli interni della federazione,
Rankovic, passò alla storia come un
loro tenace persecutore. Caduto fi -
nalmente il ministro, il dittatore Tito
intelligentemente usò la mano leg-
gera: concesse più autonomia, rico-
nobbe la lingua, permise la fonda-
zione a Pristina di un'Università
degli albanesi che divenne il loro
centro accademico (arriverà in
breve a 40 mila iscritti), e, buon ul-
timo, pennise di issare la bandiera
albanese accanto a quella jugoslava,
nel tentativo, riuscito, di evitare il
proliferare del nazionalismo. Scom-
parso però anche Tito nel 1980,
l' indipendentismo kosovaro rialzò
la testa, sfociando in scontri violenti
che bisognò domare con i carri ar-
mati. Migliaia gli arresti per cospi-
razione e feroci le torture da parte
dei serbi. Finché s'affacciò alla ri-
balta Slobodan Milosevic. Preso il
potere nel 1987, iniziò il processo
di cancellazione dell'autonomia del
Kosovo in nome della Grande Ser-
bia. Il resto è storia recente, fino
alla rovinosa guerra condotta dalla
Nato contro il dittatore serbo, alla
sua sconfitta, alla cattura e al pro-
cesso - ancora in corso - di fronte
al tribunale internazionale dell 'Aia.
NUOVI IDEALI
Il Kosovo, dunque, grazie alle
forze Nato ha riacq uistato una sua
autonomia, ma l'aspirazione ali' in-
dipendenza deve fare i conti ancora
sia con la Serbia che non vuol mol-
I Il monumento a Gjergj Kastrioti
detto Skanderberg , posto in loco
nell'anno 2001 , per ricordare l'eroe
albanese che si oppose con tutte
le forze ai turchi.
Chiesa ortodossa di Gracianiza
a 5 km da Pristina.
lare quello che considera parte inte-
grante del suo territorio , sia con
l'Albania presso cui è latente l'anti-
co sogno della "Grande Albania",
proprio perché la maggioranza della
popolazione kosovara è di etnia al-
banese. La formazione più o meno
clandestina di un "esercito di libera-
zione albanese" (UCK) che ha com-
battuto a fianco delle forze Nato
non facilitò, ma complicò le cose.
Del resto la guerra non ha risolto i
contrasti e forse ha accentuato l'o-
dio degli uni e degli altri. Nel viag-
gio in Kosovo ho constatato la divi-
sione tra le zone serbe abitate esclu-
sivamente da serbi e quelle albanesi
popolate di albanesi. Quando meno
te Io aspetti scoppia improvviso
qualche disordine, segno che sotto
la cenere la miccia è sempre accesa,
e solo l'intervento dello SFOR (le
forze Nato ancora presenti) impedi-
sce il peggio.
In questa situazione, certo non fa-
cile, sono arrivati nel 2000 i salesia-
ni. A Pristina, la capitale. Chiamati
per dare una mano. Dopo i primi
approcci, attualmente gestiscono
una parrocchia, hanno costruito un
plesso per corsi professionali, fanno
oratorio il sabato, in attesa che di-
venti quotidiano, e ultimamente
hanno inaugurato la loro abitazione.
Al "Domenico Savio" ragazzi serbi
e albanesi stanno insieme senza se-
parazioni. Qui essi imparano, oltre a
un mestiere, l'accoglienza e il ri-
spetto reciproco: l ' uomo è, prima di
essere serbo o albanese, fratello; la
pace dipende dalla reciproca convi-
venza, e dalla tolleranza. Uno dei
valori indispensabili è la "coesisten-
za pacifica". Con queste virtù si può
ancora sperare in un futuro di pace e
di libertà.
(continua)
(Servizio fotografico del ' autore)
BS MAGGIO 2005

3.2 Page 22

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''MAMMA,
50N TA TO FELICE''
Carissimo/a,
Non ti nascondo l'emozione che provo a passare
davanti alla Villa di Beniamino Gigli, tra Loreto e
Porto Recanati.
Evocare "Mamma, son tanto felice" da una voce
pura e cristallina come la sua, mi fa dire che non
fu una sola la terra di "O sole mio". Senza
mamma non c'è futuro, non c'è sole, non c'è vita.
Mamma è il grembo della vita, è il braciere ancora
pronto a divampare. Nel cuore di mamma sono
nascosti i colori con cui dipingere il mondo che ci
sta attorno. Il cuore di una mamma è il libro di
tutti i libri, l'alfabeto della vita, la grammatica dei
sentimenti. Sono lontani i tempi in cui la donna
doveva stare in casa, tenersi fuori dal lavoro, viag-
giare non da sola, non portare i capelli corti.
Oggi occorre fare i conti con la tata, la baby sit-
ter. Il bimbo cresce nello zainetto, perché la
mamma sembra non avere più stabile dimora. Un
virus sta dilagando nel mondo familiare prima di
adesso sconosciuto. Stare fermi, lontani dalla
professione è uno status che trova pochi estima-
tori. Le mamme di oggi si riconoscono a vista:
sono le eroine del "ciao, a questa sera" sussurra-
to alle nonne, alle zie di turno. La vita è costruita
su uno stipendio sicuro, su un conto in banca da
alimentare di mese in mese. Ho un nodo alla gola,
o come si dice in gergo, ho un rospo che non rie-
sco a mandar giù. La donna da sempre rappre-
senta la nuova vita con la sua energia esplosiva e
istintiva.
Il pianeta donna richiama a sé sensibilità, dedi-
zione, intuizione.
Non ha niente da invidiare all'uomo, con cui com-
petere per ruoli non omologabili alla sua condizio-
ne di donna. Se per "acqua sporca" intendi che ti
viene meno il tempo per te, il lavoro per te, gli
amici per te ... il bambino non arriva più, è già but-
tato. Con l'acqua sporca attento a non buttar via
il bambino, come sentenzia un detto anglosasso-
ne. "Son tutte belle le mamme del mondo", anche
quelle di oggi. Il bambino è l'orologio della tua vita,
ti riempie le ore della giornata, ti toglie il tempo
per pensare e in alternativa ti lascia tutto il
tempo per amare. Il rumore e il silenzio si mesco-
lano senza nevrosi. Il sorriso e le lacrime si fanno
compagnia e stanno bene insieme. In te vivono
risorse capaci di vincere l'urto di un bambino:
pazienza, generosità, educazione.
In un tiro alla fune sei tu la più forte. Tu diventi
Signora, Madame... e tuo marito il Signor... Mon-
sieur Vincent ... Sentirsi dire "mamma", è vivere
un'emozione da Dio.
Aff.mo
Carlo Terraneo
MAGGIO 2005 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
••••••
1NSERTO
cviTVRA
Presentiamo in questo numero di maggio del Bollettino
Salesiano un'impresa di comunicazione
di livello professionale che da dodici anni
lavora in Italia e all'estero, anzi soprattutto all'estero,
per documentare le opere missionarie
della congregazione salesiana e le loro
migliori realizzazioni.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ••••••••••
MISSIONI DON BOSCO
MEDIA CENTRE
di Stefano Bianco
È il centro di produzione audiovisivi e prodotti multimediali delle Missioni
Don Bosco (procura salesiana per le missioni in Italia) di Valdocco,
inaugurato dal Rettor Maggiore don Egidio Viganò il 24 maggio 1993.
Palazzo " Spiri" del Don Bosco Media Centre.
•••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2005 • •

3.4 Page 24

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
.••••••••••••••
In Etiopia.
Stazione di montaggio e compositing.
.••••••
••••••
In principio fu Enzo Spiri (il BS
ne ha parlato nel n. 7 .del Lu-
glio/agosto 2002). Un formida-
bile salesiano laico, di altissima
professionalità che, innamorato
delle Missioni, fondò la SAF
(scuol a applicaz ioni fotografiche),
lo storico centro di fotografia, ci-
nema e an imazione missionaria
sala per i progetti multimediali e
DVD, sa la audio per speakerag-
gio attrezzata con cab in a anecoi-
ca, ufficio amm inistrativo e ma-
gazzini . Evoluti i mezzi per la la-
vorazione e la gestione delle im-
magini elettroni che digitali e la
realizzazione di prodotti multi-
mediali. Sofisticate le apparec-
/a yer video e di importare EDL
esterne .
GRAFICA 2D/3D : Grafica 2D:
Workstation grafiche Windows
collegate in rete ed eventua lmen-
te affiancate all e diverse sa le per
lavorazion i di importazione ed
esportazione di contributi, ritoc-
co grafico, sv iluppo di contributi.
che intendeva documentare le chiature hardware e software.
Possibilità di conversione formati,
grandi rea lizzaz ioni dei sales iani Il centro si avvale di tecnologie: stampe a colori , scanner, maste-
in terre lontane. Nel 1993 Enzo, OFF-UNE : sistemi di editing vi- rizzazione CD, Video CD e DVD,
con un'intuizione che hanno solo deo non Iineare configurati con trasmissione di file a mezzo inter-
gli spiriti più preparati e attenti opzioni film composer, multica- net.
all 'evoluzione dei tempi, precor- mera play, paint ed effetti 3D in AUDIO : Sala di registrazione,
se i tempi suggerendo di affidare tempo reale. Possibilità di impor- montaggio, sincron izzaz ione e
a exa ll iev i con alta professiona- tare EDL esterne, di montare in sou nd disegnata su tecnologie
1ità e sa lesianità provata la conti- qualità non compressa e di effet- completamente digitali a 24 bit.
nuazione del lavoro .
tuare comp lesse correz ioni co lo- La sala è comp letamente configu-
re in tempo reale .
rata per lavorazioni dolby sour-
TECNOLOGIE
COMPOSITING ED EFFETTI: Si- round 5+ 1.
stema di compositing video ed ef- CD-ROM & DVD : La divisione
Oggi il centro è situato a Tori- fetti speciali, non compresso che che si occupa della realizzazione
.•••••••••••••••••••••••
no-Valdocco, all'u ltimo piano del
palazzo "Enzo Spiri", con sa la di
posa per riprese, sale di montag-
gio digitale audio-vid eo, posta-
zione per la Computer Grafica,
integra funzioni avanzate di paint,
/ayering, color correction ed ef-
fetti 30. Il sistema è configurato
con 120 minuti di video a banda
piena, possibilità di gestire infiniti
di DVD e CD ROM è co ll ocata in
una struttura tecnologica ali'avan-
guardia che consente la lavora-
zione comp leta di ogni prodotto
audiovi sivo.
.••••••••
•••••
Sala Duplicazione.
Kenia, riprese con i Masai.
• • • MAGGIO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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I
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Da sinistra: Federico Barberis, Marco Chieregato,
Stefano Bianco, Piero Giordano, membri dell'équipe
tecnica del Media Centre.
Postazione DVD.
- Rea lizzaz ione grafica
- Acquisizione dei materiali (en-
cod ing)
- Programm az ione, co nfi gu ra-
codifica aud io/v ideo di videocas-
sette provenienti da altri paes i e
registrate in altri standard.
Il " Missioni Don Bosco Medi a
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••
z ione e controllo (a uthorin g)
Centre" ha già svolto molti lavori
- Produzione DLT per dup li ca- tra i quali documentari missiona-
z i o ne.
ri , vi deofi lmati per la Pastorale
Giovanile, per ANS (CG24 e
SERVIZI
CG25), per le Fi glie di Maria Au-
siliatrice (CG2 1), il Centro Maria-
I servizi che il centro è in grado no Salesiano, LDC Multimedia e
di offrire sono molteplici: dalla riprese di co nce rti e manifesta-
realizzazione di filmati di co ntenu- z ioni. Essendo interno a una casa
to d iverso (mi ss ionari o didattico, salesiana, offre all a congregazio-
vocazionale, istitu zionale, com- ne anche la possibilità di costitui-
memorativo) all e video-riprese di re nel tempo un archivio di im-
manifestazioni mu sicali o teatra li. mag ini e di avere a portata di
Non so lo speakeraggio nelle prin- mano, a costi molto favorevol i,
cipali lingue con utilizzo di voci una troupe co n una profonda co-
professionali d i madre lingua, nosce nza delle es igenze e dello
cons ul enza nell 'a llestimento di sp irito sa les iano. La struttura,
teatri e sa le multimedia li e nel- inoltre, proprio per la sua voca-
l'acqu isto di prodotti atti all a d if- z ione mi ss ionaria, è diventata
fusione sonora e alla video-proie- anche luogo di addestramento
In Perù.
z ione, ma anche duplicazione e pratico per i confratelli salesiani
confezionamento di CD -ROM, che si sta nno spec ializzando in
DVD, videocassette VHS. Trans- questo settore.
••••••••••••
Riprese nel Nordest dell'India.
Nella Pampa patagonica.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2005 • •

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• • • • • • • • • •
. . •••••••••••••••••
••
•••••••••••
In Mozambico.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
La Digitai Betacam in Canada .
fond i, ma soprattutto per sens ib i-
lizza re la gente sulle tematiche
della povertà e di una più eq ua
red istribu zione delle ricchezze;
- essere strumento di conoscen-
za dell 'operato della co ngrega-
z ione sales iana nel mondo;
- mettere a d ispos izione di tutti
i sa les ian i immagini che li aiutino
e archi viare l' immenso patrimo-
nio di immagini video che è ve-
nuto crea ndosi a partire dag li
anni '70. A questo scopo la strut-
tura si è dotata di attrezzature
specifiche per l'anali si e la de-
scrizione del materiale. In futuro
verrà messo a disposizione, via
internet, un browser per le ri ce r-
••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••
.•••••••••
a conosce re le rea ltà in cu i ope-
rano gl i altr i co nfratelli ;
- essere la memori a della co n-
gregazione, ponendo cura nell a
tutela e nell a co nservaz ione del
materiale stori co accumul ato .
che v ideo, che conse ntirà la co n-
sultazione, in bassa risoluzione
(Mpeg l , con timecode in e out),
çlel materi ale girato e archiviato.
E già possibile, co munque, ri-
chiedere le imm ag ini all 'associa-
.•••••••••••••••••••••••••
Postazioni per la computergrafica.
L'ARCHIVIO
VIDEO-FOTOGRAFICO
Nel 1993 nasce anche l'Archivio
Fotografico delle Mission i Don Bo-
sco: sua finalità è quell a d i coa-
L'ARCHIVIAZIONE
L'Arc hi vio delle fotografie è or-
ga nizzato secondo un cr iter io
"geografico". Le immagi ni, di di-
versa provenienza, arriva no a
"coprire" quasi ogni angolo del
globo terrestre. Le immag ini d i un
paese o dell'attività dei mi ss io na-
ria vengono sudd iv ise e vagliate.
Delle migliori si ri cava una cop ia
informatizzata in alta ri so lu z ione,
per scongi urare la perd ita di qua-
lità de ll ' immagine stessa. Le altre
sono conservate in appos iti dos-
sier. Ogg i l'Archivio possiede
zione, spec ifica ndo l' utilizzo che
se ne intende fa re e il tipo di for-
mato di cu i si ha bisogno : al mo-
mento possiamo fornire cop ie del
girato in formato DigitalBetacam,
Betacam SP, Dvcam e MiniDV.
Da dove arriva tutto il materia le
v ideo e fotografico? Un a parte
delle immagini viene messa a di-
sposizione dai mi ss ionari . L' Asso-
ciaz ione ha fo rn ito ai sa lesiani
che ne hanno fatto richiesta le at-
trezzature soprac itate. L'Archivio,
però, riceve anche mo lte fotogra-
fie tecnicamente fo rse più "pove-
re", ma ricchissime sul piano
umano, perché documentano in
.••••••••••••••••••
diuvare le attiv ità dell'Associazio-
ne. Il primo passo è costitu ito da l
lavoro d i cata logaz ione e archi-
viazione della grande eredità, in
termini di materi ale video e foto,
lasciata dalla S.A.F., cos icc hé a
tutt'oggi l'Archivio poss iede un'i n-
teressantissima raccolta di imma-
gini su ll e tribù amazzoniche del
Brasil e e del Venezuela. Sempre
meglio si de lineano gli scop i e gli
ob iettivi :
ci rca 60.000 imm agini d i prima
scelta, cata logate attraverso un
software d i archivi az io ne d i ulti-
ma generaz ione, che perm ette la
consu ltaz ione informatica del
materiale. La struttura è, ino ltre,
dotata di strumenti tecno logici
per l'e laboraz ione de lle immagi-
ni . Le fotografie utilizzate per le
pubb li caz ion i cartacee, le mostre
ecc. sono a disposizione di tutta
la Congregaz ione.
modo semplice ma efficace la
rea ltà delle te rre di mi ss ione. La
maggior parte del materiale in
nostro possesso è però frutto di
lavoro qu alifi cato, opera di pro-
fess ioni sti attraverso "v iagg i mis-
sion ari".
Stefano Bianco
Per sapern e di più: 011-52246 19;
•••
- raccogliere immagini per pro- L'Archi v io sta ora per affrontare www.misionidonbosco.org;
muovere campag ne di raccolta una nuova avventura: cata loga re info@missionidonbosco.org
•••••
.•••••
.••••••
••••••••••••••••
• • • MAGGIO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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CHI CANTA
NON INVECCHIA
di Jean-François Meurs
C aro Doctor J. , sono
((
stato particolarmente
contribuisce al successo comune .
Si può dire che una corale costi-
impressionato dal film tuisca un 'alchimia particolare di
francese "I coristi". La musica voci diverse che si fondono come
diventa, in questa storia, una fonte se fossero una sola. In un coro
di speranza e di cambiamento per ogni voce , presa individualmente,
ragazzi feriti dalla vita . Molti mi sarebbe banale - eccetto che la
prendono in giro quando dico che partitura prevedesse esplicitamen-
faccio parte di una corale; imme- te un solista per certi pezzi. La
diatamente vengo classificato co- bellezza viene dalla coralità dell'in-
me cattolico. Ma sbagliano. Prima sieme e questo richiede un forte
di tutto, la gente non sa che noi spirito di gruppo. Per amalgamarsi
non eseguiamo solo canti religiosi, occorre prima di tutto ascoltarsi ...
abbiamo invece un repertorio mol- Ebbene , proprio questa è una del-
to vario, composto anche da can- le rivendicazioni che sento più di
zoni modernissime. In secondo frequente dai giovani. Si vive nel
luogo, cantare fa bene, rasserena mondo della super/comunicazione,
e rilassa . Devo però anche dire dove però i messaggi spesso so-
che una corale è come il football: no a senso unico, volti unicamente
è necessario lo spirito di gruppo, ci al consumo: si consumano le can-
si passa la nota come ci si passa
la palla. È magnifico! Dirò di più, a
volte è meglio del pallone perché
non esiste quello spirito di compe-
tizione che spinge a barare o a
zoni, la radio, la televisione. In un
coro, invece, la faccenda è diver-
sa : non basta ascoltare bisogna
ascoltarsi. E, puoi crederlo, questo
è un esercizio davvero salutare.
forzare', o a voler prendere a ogni
costo il posto di un altro. Non c'è
bisogno di fare i gradassi; inoltre,
con la voce non si può barare.
Tutto sommato, la corale è come
una grande famiglia . Ci si ritrova
anche per chiacchierare e passare
un po' di tempo insieme. Insomma,
quel che voglio dire è che far parte
di una corale è una gran bella
cosa e non è affatto ridicolo. È bel-
lissimo per dei giovani trovarsi a
cantare assieme. Peccato che nel-
le corali non ci siano molti giovani;
purtroppo sono zeppe di persone
anziane.
Severino, 15 anni, Codigoro
C'è bisogno di tempo per pro-
gredire verso la qualità che, per
l'appunto , richiede un lavoro pa-
ziente e continuo. Anche questo
modo di procedere va contro il
diktat della nostra epoca che pre-
tende che si arrivi al top in tempi
brevi e senza spese, a detrimento
della qualità e del gusto. Al giorno
d'oggi, molte corali non sono più
legate come un tempo a una par-
rocchia, e la loro immagine si ritro-
va desacralizzata. E questo va
anche bene, se costituisce un in-
centivo per farne sorgere altre. Ma
le piccole coral i parrocchiali, for-
mate da persone di buona volon-
Caro Severino,
Se il film "I coristi" tocca così pro-
fondamente le persone , è forse
tà, hanno avuto e hanno un altro
grande merito, quello di sfatare la
convinzione che il canto sia riser-
vato solo a coloro che madre na-
perché è l'antitesi de «L'isola dei tura ha dotato di una bella voce .
famosi», dove domina la competi- Esse valorizzano e riescono a met-
zione dura e pura. Ormai la gente tere a proprio agio anche chi cre-
sa distinguere bene fra la competi- de di non saper cantare ; il ragio-
zione senza esclusione di colpi namento è semplice: tutti quelli
che vige tra cantanti affermati , e la che sanno parlare devono anche
musica vera , gratuita, di una cora- . saper cantare . Ciascuno ha qual-
le dove ciascuno dei componenti che potenzialità vocale, si tratta di
))J'.' LEI E IO!..
& L'INIZIO
I lltJA
I
metterla a frutto al meglio. È pro-
prio questo il merito delle piccole
corali di parrocchia.
Quando si canta, si è veri, si
è se stessi. La tua voce sei tu!
Essere quello che si è, senza
orpelli o artifici è una grande ric-
chezza. Cantare non è una cosa
futile , superficiale. Al contrario, fa
parte di quello che c'è di più
umano in una persona . Se si
comprende che il canto permette
di comunicare da anima ad ani-
ma , .allora non si potrà mai più
dire con disprezzo, come ho inte-
so dire da un professore di scien-
ze: «Andare al corso di musica
vuol dire andare a far baccano! ».
No! È, al contrario, una delle atti-
vità più essenziali. Quando una
persona è affetta dal morbo di
Alzheimer, benché il paziente
perda lentamente l'uso della pa-
rola e sembra non avere più alcu-
na possibilità di comunicazione
nemmeno con i propri familiari , il
canto resiste : vo i potete ancora
cantare e danzare con la persona
ammalata, e perciò attraverso la
musica o il canto comunicare con
lei. Questo ci fa capire che nella
vita è veramente importante non
il fatto che tutti sappiano fare tut-
to ... quanto piuttosto che chi sa
fare qualcosa lo faccia per gli
altri, non per sé . Questa è carità
squisita.
BS MAGGIO 2005

3.8 Page 28

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..,,,,.
DOVE CRESCE LA PACE
di Maria Antonia Chinello
I Benguela. C'è un programma
alimentare per i piccoli
della scuola materna.
Pu1troppo, le statistiche del-
l'Organizzazione Mondiale del-
la Salute dicono che ancora
oggi, un bambino su quattro, in An-
gola muore prima dei cinque anni di
vita. Nel Paese vi sono oltre 2 mila
campi minati o contaminati da ordi-
gni inesplosi. A soffrire le conse-
guenze di questa realtà sono soprat-
tutto i civili, che rappresentano il
75 % delle vittime di incidenti ricon-
ducibili a deflagrazioni di residuati
bellici. L'ufficio per gli affari uma-
nitari dell'Onu (Ocha) ha calcolato
che in Angola sono disseminate
quasi 15 milioni di mine su una po-
polazione di 10 milioni di persone,
la più alta concentrazione al mondo,
che rende improduttivo un terzo del
Paese. L'ex colonia portoghese de-
tiene anche il primato di un amputa-
to ogni 334 abitanti, per un totale di
MAGGIO 2005 BS
circa 70.000 v1tt1me, delle quali
circa 8 mila hanno meno di 15 anni.
Questo il terreno su cui cresce la
pace, dopo un conflitto che, tra il
1975 e il 2002, ha provocato oltre
mezzo milione di morti. Davanti a
queste cifre lo Stato sta prendendo
posizione, dichiarando l'attenzione
ai bambini come priorità assoluta:
c da sperare che si passi , dalla
presa d 'atto ai fatti concreti. E evi-
dente che tutto non può cambiare
dall ' oggi al domani... è , in ogni
caso, consolante constatare che pian
piano le case di terra e argilla ven-
gono sostituite con abitazioni di
blocchi di cemento e, per i più for-
tunati , di mattoni; che la paura e la
sfiducia lasciano posto alla frater-
nità e che chi è vissuto per tanti
anni nella foresta o nelle basi mili-
tari di uno o dell'altro esercito ed
Dopo anni di guerra/
l'Angolo vive un tempo
di speronzQ di futuro/
di pace. 7 cambiamenti
sono evidenti Lo
poss,bdità di circolare
do uno provincia all'altro
del Paese senza posti di
blocco e pericolo di
attacchi o di mine
permette di uscire
dall'isolamento. Lo gente/
anche lo più povero/ si dà
do fare per migliorare le
proprie condizioni di vita
e il fotto di non sentirsi
perennemente
7uggioschi" o "rifugiati"
mette oli allo creatività.
era pensato morto o disperso dalla
famigli a, molte volte fa ritorno a
casa ...
NEL QUARTIERE
DEI NAVIGA TI
Le Figlie di Maria Ausiliatrice
sono in Angola dal 1984, e con la
gente hanno condiviso attimi di
paura e di sofferenza, di speranza e
di gioia. Nel 1999 sono arrivate a
Benguela, la seconda città dell 'An-
gola, lungo la costa atlantica. Abita-
no per i primi tempi nel quartiere,
dividendo la vita fianco a fianco
con chi cerca di resistere alla fuga
per via della guerra. Da subito,
però, accanto alla conoscenza ap-
profondita del contesto socio-cultu-

3.9 Page 29

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Benguela. Alcuni dei ragazzi che
frequentano il corso di calzature.
I Benguela. Suor Maribel Gonzales
con i bambini e le bambine
della scuola elementare.
Benguela. L'arrivo in città.
rale, danno vita al Centro Sociale
Laura Vicuiia che, ben presto, apre
le porte a centinaia di bambini, ado-
lescenti e giovani in cerca di un fu-
turo di speranza. Il progetto di ali-
mentazione per Ja scuola materna e
l'alfabetizzazione per la scuola ele-
mentare (sono divisi in tre turni:
mattino, pomeriggio e sera) riem-
piono la casa dall'alba al tramonto
di bambini e bambine, ragazzi e ra-
gazze, giovani e adulti... La presen-
za di tre volontarie per un periodo
di due anni dà un tocco nuovo alla
comunità delle suore e con l'aiuto
di tanti giovarri animatori si riesce
anche a trasformare in tempo educa-
tivo il tempo libero dei ragazzi e
delle ragazze offrendo loro sport,
teatro, danza, bricolage, musica, let-
tura all'aperto e soprattutto frater-
nità e am1c1zia. Ottanta giovani e
adulti distribuiti in tre corsi profes-
sionali possono migliorare le loro
conoscenze di lingua inglese e da
un paio di mesi con un gruppo di
adolescenti e due giovani artigiani
si è dato inizio a un corso di lavora-
zione del cuoio.
CHILOMETRI
DI SOLIDARIETÀ
Molto è stato fatto grazie al Mini-
stero degli Esteri Italiano, che ha
dato l' appoggio per un progetto di
"Sostegno alle politiche di lotta al-
l'esclusione sociale per minori".
Considerata l'attuale situazione del
Paese, e in particolare della popola-
zione residente nella periferia della
città, le FMA, i volontari del Vides-
Italia e la Cooperazione italiana, in
accordo con le autorità locali, si
sono messi al lavoro per far cresce-
re vita là dove la vita sembra mori-
re, là dove la guerra ha provocato la
divisione delle famiglie, l'impoveri-
mento e la miseria, l' analfabetismo
e l'esclusione sociale per molti gio-
vani angolani.
Il progetto, iniziato nel 2003, ha
concluso la prima fase che prevede-
va la costruzione di tre ampie aule,
che permettono di accogliere al
Centro circa mille alunni, oltre a
quelli che già lo frequentano per
l'alfabetizzazione. Si stanno esple-
tando le formalità per avviare i
Corsi Professionali di Panetteria e
di Calzature. Saranno un centinaio i
giovani che vi accederanno prossi-
mamente. Infine, è prevista la co-
struzione di un salone polivalente
per avere uno spazio dove poter far
riunioni, seminari, incontri per adul-
ti , giovani , collaboratori ecc. Per
tutto il periodo del progetto sono
previsti anche corsi di aggiorna-
mento e formazione per operatori
sociali nell 'ambito della salute, del-
1' igiene, delle politiche sociali.
Sempre la Cooperazione italiana
ha fatto fronte alle difficoltà di man-
canza di energia elettrica per soste-
nere e continuare le attività del Cen-
tro, soprattutto durante le ore serali,
quando arrivano circa 300 giovani
per i corsi professionali.
Molte delle energie delle FMA
sono assorbite anche dalla pastorale
catechistica e giovanile che in parroc-
chia brulica di gruppi e movimenti,
ma che necessita di presenza e ac-
compagnamento. «Il lavoro non
manca - sorridono le missionarie -
ma con Don Bosco e madre Mazza-
rello, ogni giorno continuiamo a
scommettere sulla gioventù nella cer-
tezza che il sogno di Dio su ciascuno
dei nostri giovani è grande e che a
loro è affidato il compito di costruire
un 'Angola nuova, chiamata ad af-
frontare tante sfide, a recuperare i
suoi valori culturali e ad approfondire
la sua fede; un 'Angola dove tutti ci si
sente finalmente fratelli e sorelle». O
BS MAGGIO 2005

3.10 Page 30

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LA CtTTÀ
CHEN'ON C'È
L'internet, frontiera
di uomini
di Giuseppe Romano
Edizioni Lavoro, Roma
2004, pp.218
Internet somiglia a un
continente appena sco-
perto e in via di civilizza-
zione , dentro una gran-
de rete comunicativa. La
prospettiva del libro non
è tecnologica, ma uma-
na e sociale, perché con
internet siamo dentro
l'era della comunicazio-
ne globale: frontiera e
territorio fatto di uomini
e donne che comunica-
no con computer, telefo-
no, carte di credito, ban-
çhe , forni a microonde...
E anche "luogo" dove gli
uomini si incontrano, co-
me in un territorio di li-
bertà, in una specie di
p~tria controllata da leg-
gi e decreti restrittivi ma
è anche regno dell'~nar-
chia (come confermano
le quotidiane intrusioni
di virus, ladri di identità
terroristi via software) . Il
messaggio è chiaro: è
ora di proiettarsi nel fu -
turo per civilizzare la
frontiera e diventare veri
e rispettosi cittadini
della rete .
~~~
E DIALOGO
L'IMITAZIONE DI MARIA
di Mariano F. Grosso
Shalom, Camerata Picena
(An) 2004, pp. 512
PER PREGARE BENE
RECITANDO
IL ROSARIO
di Michel Chausfoin
Edizioni Segno
Tavagnacco (Ud)
2004, pp. 68
Due sussidi utili a chi vuole
rinnovare la propria devo-
zione mariana, vivendo me-
glio il mese mariano. Il
primo testo , dialogo tra un
catechista e un giovane in
un linguaggio chiaro ed ef-
ficace, aiuta a entrare nella
vita della santificazione per-
sonale avvicinandosi a Ge-
sù, attraverso la vicinanza
alla sua madre. Il secondo
libretto, attraverso una buo-
na comprensione e una re-
cita meditata della preghie-
ra del .Rosario , aiuta a pe-
netrare l'immensa gran-
dezza di Dio nel suo amo-
re infinito, mettendo in rilie-
vo , sotto forma di preghie-
ra, l'elevazione e le pre-
minenze incomparabili del-
la Madre di Dio. Chi se ne
serve potrà verificare una
vivace ricaduta nella testi-
monianza personale quoti-
diana.
SIAMO VENUTI
PER ADORARLO!
Itinerario di fede
sulle orme dei Magi
di Luigi Guglielmoni
e di Fausto Negri
ELLEDICI, Leumann (To)
2004, pp. 192
GUGl!ElMONI NE{;RI
siamo vml4fi per
aborarlof
11 volume propone un itine-
rario di approfondimento
della fede sulle orme dei tre
Magi, con un'attenzione alla
~ult~ra del nostro tempo, in
nfenmento sia ai contenuti
sia alle diverse dimensioni
dell'esperienza credente. Il
materiale si presta a una
peparazione in un gruppo
parrocchiale, anche se
buona parte di esso può
essere facilmente adattato
a varie tipologie di attività
e di ambiente formativo.
Questa versatilità perme-
terà all 'animatore di mette-
re insieme anche i suggeri-
men'ti , i materiali , le iniziati-
ve e le proposte prove-
nienti dalla diocesi , dalle
associazioni , dal Servizio
Nazionale di Pastorale Gio-
vanile . La cosa risulterà
più facile se si metteranno
al centro i giovani con i
sogni e le inquietudini che
si portano dentro.
IL TEMPO1 LA TORAH,
LA VERITA
Ebraismo e
cristianesimo,
continuità e dialogo
di Vincenzo Mercante
Edizioni Segno
Tavagnacco (Ud)
2004, pp. 104
Tra il mondo giudaico e
quello cristiano la conti-
nuità è insita nella logica
della storia, e trova il suo
fondamento nelle Scritture
che le due religioni condivi-
dono, insieme a diversi riti
e tradizioni. Come è im-
possibile studiare il Nuovo
Testamento senza riferi-
menti all 'Antico , così senza
frutto risulterebbe ogni ap-
proccio alla civiltà cristiana
senza l'aggancio con usi e
costumi ebraici. Ciò richie-
de un esame severo delle
fonti , cercando di evitare
tutto ciò che non sia stori-
camente provato. In un
momento in cui , come mai
nel passato, la Bibbia vie-
ne letta, studiata, tradotta ,
questo testo offre al lettore
dei moderni criteri di lettura
intelligente, nonché pun-
tuali accorgimenti critici al
fine di una illuminata com-
prensione della verità del
messaggio biblico.
IL TEMPIO. L.\\ TOR.AI l
L \\ \\ 'ERIT.\\
'
e,;.., ~~Clllill,,m,
MAGGIO 2 005 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
OGGI
PASTOR
SOCIALE
INIZIAZIONE CRISTIANA:
UN INVITO
ALLA SPERANZA
a cura dell'Ufficio
Catechistico del Nord Est
Gregoriana Libreria
Editrice Padova, 2004
pp. 125'
U r n a ~ ua..Nolw Esr
CO~'\\'ECNO C\\nX.,IISTKX> Rf.GIONAU!
Iniziazio11e cristiana:
wi inulto allasperanuJ.
Partendo dal fatto che la
maggior parte dei cresi-
mandi abbandona la prati-
ca sacramentale e la fre-
quentazione della parroc-
chia, anche se conserva
qualche forma di fede . La
Chiesa triveneta ha ricono-
sciuto l'esistenza e la com-
plessità del problema. Non
avendo soluzioni pronte,
affida agli operatori pastora-
li, parroci e catechisti , il
compito di sperimentare
nuove modalità e nuovi
orientamenti di iniziazione
cristiana, perché il processo
sacramentale sia accompa-
gnato da una più efficace
catechesi con il coinvolgi-
mento degli adulti, da cui
fanciulli e ragazzi dipendo-
no affettivamente. Tali indi-
cazioni dovranno contribuire
a realizzare una prassi di
iniziazione cristiana più ri-
spondente ai tempi.
A VE ND IT A PER
NON SI FONDENZA. I libri
CORR ISP e nalati si pos-
che vengo_no s 9resso le libre·
sono acquistare P
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I' h o vanno ne i
rie catto ic et all e rispettive
direttamen e
Editrici.
DOPO DI NOI,
INSIEME A NOI
Famiglie e servizi nella
cura dei disabili adulti
a cura di Francesco Belletti
(CISF)
San Paolo
Cinisello Balsamo (Mi)
2004, pp. 300
L'assistenza ai disabili adul-
ti, privi di genitori , è oggi
un'emergenza sociale; i
più recenti dati parlano di
700 mila disabili gravi che
in Italia vivono in famiglia,
e dovranno affrontare il
problema dell'invecchiamen-
to e della perdita dei geni-
tori. La ricerca presentata
in questo volume offre una
lettura dei bisogni , paure e
progetti delle famiglie e
degli operatori dei servizi
pubblici e privati, insieme a
indicazioni pe r supportare
la progettazione di inter-
venti , verificando i modelli
operativi , le opportunità di-
sponibili per le fam iglie e
per i disabili , le soluzioni
più adeguate, le carenze
più rilevanti , la ricerca di
buone pratiche da promuo-
vere. La sfida è quella di
abbattere la paura del futu-
ro e la solitudine delle fa-
miglie .
CISf . ..... - - . . . .... _
""""""°""""""-O
Dopo di noi,
insieme a noi
Famiglie e servizi
nella curo dei dLsabiU udulti
•rw'lf4'i l~&Nttti
PREDICATELO
CON I MEDIA!
Proposte pastorali per
accogliere e praticare il
Direttorio CEI
COMUNICAZIONE E
MISSIONE
di Tonino Lasconi
Paoline, Milano, 2004
pp. 152
Non è un commento del
documento, è solo un ten-
tativo per stimolare tutti gli
operatori pastorali a pren -
dere sul serio il Direttorio ,
e a cercare strade concre-
te e praticabili per farlo en-
trare nella cultura e nella
pastorale. Si offrono perciò
spunti per inserire nelle
normali attività e nelle ini-
ziative tradizionali della li-
turgia e della pastorale i
criteri della comunicazione ,
in modo da rinnovarle dal-
l'interno, così che , senza
sfasciare un altare prima di
averne pronto uno nuovo,
diventino adeguate alle
esigenze della evangeliz-
zazione attuale . Ma l'auto-
re azzarda anche stimoli
per la fantasia degli opera-
tori pastorali , suggerendo
possibili strade nuove , già
in via di sperimentazione,
o da inventare.
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06.447001 45
E-mail : cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06.4462179
E-mail:
italia.pgs@pcn.net
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06.4460946
E-mail:
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS (Salesiani)
Tel. 06.516291
E-mail: vis@volint.it
•v1DES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06.5750048
E-mail:
segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
•Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06.4940522
E-mail: scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06.4450257
E-mail :
mspreafico@pcn.net
BS MAGGIO 2 005

4.2 Page 32

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LII/E
-
Il breve profilo di un grande salesiano laico, panificatore,
il signor GIOVAN BATTISTA UGETTI.
IL CIECO DEL PANE
di Giancarlo Manieri
Dicevano di lui che ogni giorno,
anzi ogni notte, impastava il pane
con acqua, farina e preghiere, e lo
cuoceva con il fuoco del forno e con
quello della carità.
TRATTI
Chi è dunque il signor Giovan Battista Ugetti? Prima di
tutto un figlio d'arte: il padre faceva il fornaio a Susa,
quando lui nacque, secondo di 12 figli, il 1° gennaio
1886. Dovette iniziare presto a lavorare con papà, per
tirare avanti la baracca che aveva sempre più bocche
da sfamare . Sempre obbediente, puntuale , preciso a
fianco del padre fino a 26 anni a fare il garzone, poi
morto improvvisamente il genitore, a dirigere l'azienda
ammodernandola e facendola prosperare.
Nel 1914 indossò la divisa mil itare per servire la
patria . Lo presero nel Corpo degli Alpini , quelli dal
"cappello con la penna nera"! Poi di nuovo al forno ,
fino al 1923, quando anche mamma Maria raggiunse
in cielo papà Giuseppe, dando un gran dolore a Batti-
sta e agli altri figli. Quel mestiere, tuttavia, non poteva
durare, perché da tempo stava sorgendo il germe del-
la vocazione religiosa . Quando spuntò in tutto il suo
rigoglio, il 1° gennaio del 1930 egli piantò tutto e partì
Giovan Battista Ugetti.
Betlemme, che significa città del pane, mai lo fu
così tanto come nel periodo in cui vi operò il
signor Giovan Battista Ugetti, coadiutore sale-
siano e fornaio. Faceva il pane per tutti , ebrei e pale-
stinesi , tutto lo conoscevano e lo stimavano. Vent'anni
di lavoro massacrante e le vampe del forno gli indebo-
lirono la vista fino a renderlo cieco. Poi un'artrite defor-
mante lo immobilizzò per il resto della vita. Ma la sua
fama di santità aveva ormai ampiamente debordato da
Betlemme. Tanto che, forse per la prima volta, il Ret-
tor Maggiore additò alla congregazione , come modello
di·santità, un confratello coadiutore ancora vivo.
MAGGIO 2005 BS
Alunni italiani della scuola salesiana di Beirut in visita
al signor Ugetti poco tempo prima della sua morte.

4.3 Page 33

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-----------~()l1!}/tf77}R/ cfl1LEcfll1tVI
Il signor Ugetti con il confratello legatore signor Fissore,
sul terrazzo della casa salesiana a Betlemme.
per farsi salesiano. Aveva 44 anni. Portò in dote (!) 25
mila lire, frutto di quasi 30 anni di fatiche. L'economo
di Ivrea sgranò tanto d'occhi : non aveva mai avuto a
disposizione in un colpo solo tanto denaro. Nel giro di
24 ore Giambattista Ugetti da piccolo industriale del
pane divenne bracciante , incaricato dell'o rto e delle
galline .
LA TERRA SANTA
Un anno dopo fu inviato in Terra Santa. Definitivamen-
te. fece i suoi voti religiosi , a Cremisan , poi, scherzi
della Provvidenza, lui panificatore da sempre , ricevette
l'obbedienza di andare a Betlemme, Casa del Pane, a
fare il pane. Avrebbe dovuto astenersi da quel lavoro
dopo un incidente nel forno di casa che gli aveva inde-
bolito la vi sta, ma lui non fece obiezioni. Lavorava
come un mu lo . Soprattutto di notte com "privilegio"
dei panificatori , e dormiva di giorn o, quando dorm iva.
Le pratiche comuni lo trovavano sempre presente e
puntuale. Come facesse a reggere, Dio solo lo sa. E
mentre spaccava la legna e scaldava il forno cantava,
mentre impastava cantava, mentre infornava o sforna-
va cantava! Non s'arrabbiava mai. Lavorava cantando
e pregando. La guerra sfasciò tutto.. . ma quale guerra
lascia in piedi qualcosa? Passata la terribile bu riana
ricominciò a impastare , cantare , pregare . Se non ci
fosse stato lui forse Betlemme avrebbe chiuso, obera-
ta di debiti.
L'ULTIMA LUNGA FASE
Quando s'accorse che la vista lo stava abbandonando,
scrisse al Rettor Maggiore, don Ricaldone: "Deo gra-
tias! Così potrò pregare molto di più!". E così passo da
un 'attività manuale stremante a un 'attività spirituale
altrettanto intensa: era già in chiesa alle tre del matti-
no e ci rimaneva fino alle 7,30. Ci tornava alle quattro
per restare fino all'ora di cena. La preghiera fu il moto-
re e la luce dei suoi anni di cecità. Rosario e bastone i
nuovi strumenti di lavoro. "Signor Ugetti, davvero non
Con (da sinistra) don Dalmaso, direttore, don Laconi,
ispettore e don Atallah , confessore nel 1961 .
vede nemmeno un .. . ba rl ume ?". "Caro mio, posso
diventare forse più stupido, ma non più cieco di così ".
Divenne però più infermo di quello che era. Nel 1963,
infatti , viene colpito da paralisi progressiva e in breve
è costretto all 'immobilità completa. Un tronco adoran-
te , sormontato da un volto sereno di chi vive ormai
solo di fede . Non perse mai la serenità e il buonumo-
re. L'ispettore don Lacon i un giorno gli porta la notizia
che un altro confrate llo, il coadiutore Parodi , era stato
ricoverato colpito da paralisi. E aggiunse come battuta:
"Non che fate la gara a chi arriva primo ?". E Battista
osservò: "Uno senza gamba e paralitico, l'altro cieco e
paralitico... Davvero una bella gara". E quando udì del-
la morte di Parodi : "Cieco e paralitico ho perso con
uno zoppo. Era il mio turno!". Nel settembre 1959 ven-
ne a fargli visita a Betlemme il fratello Leopoldo (batti-
sta non si mosse mai dalla Terra Santa) , e lui gli disse
serio: "Quando sarò morto, sturate qualche bottiglia di
quelle buone!".
Ugetti chiamò le due grandi malattie che lo afflissero
"le due grandi grazie".. . Beh , solo i santi sanno inter-
pretare così le disgrazie e il dolore. Quando la febbre
saliva verso i 40° lo si sentiva mormorare : Cresce il
dolore, ma cresce anche l'amore! A volte invece:
Ormai fastidi non ne ho più, devo fare solo l'ammalato!
E quando seppe che don Ziggiotti mandava i suoi
saluti al "cieco di Gerico", disse Signor ispettore, scri-
va al Rettor Maggiore che non sono come il cieco di
Gerico, perché quello gridava: "Gesù, fa ' che io veda!",
io invece sono contento di essere cieco.
Il signor Ugetti riacquistò det;nitivamente la luce il
18 novembre 1965.
8S MAGGIO 2005

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
IL CORREDO
PER LA VITA
Tutti i genitori sentono di dover fornire ai loro figli alcuni principi
chiari, espressi e preferiti ad altri che servono proprio
a riuscire nella vita. Sono punti di riferimento,
sicurezze, una bussola.
A nche se oggi la trasmissione
dei valori da una generazio-
ne all 'altra è difficoltosa, un
figlio che sente i genitori insistere
su questi punti sarà loro grato per-
ché comprenderà lo sforzo spiritua-
le ed etico che hanno compiuto per
avviarlo al mondo . È un dono di
piccola immortalità che rimarrà im-
presso e infonderà energia. Così
anche quando scompare , un geni-
tore sarà sempre presente . Ecco-
me un esempio.
La fiducia in se stessi, il senso
di identità. Vostro figl io deve pren -
dere in mano il timone della sua
vita e scegliere la rotta. Questa vita
è la sua sola possibilità, quaggiù:
non deve copiarla da altri , né rim-
piangere quello che non ha . Ha
bisogno di una meta e sapere che
può arrivarci e che troverà solo in
se stesso la forza per farlo .
errori e ciò che ci insegnano. Non
rifugiarsi nella sicurezza e nelle abi-
tudini . Non affidarsi alle mode, limi-
tano il modo di vestire, di mangia-
re , di vivere.
Il buon uso dell'autonomia. È
importante che un figlio sappia che
può controllare se stesso e che
quindi è responsabile delle sue de-
cisioni , delle sue emozioni, della
sua realtà interiore. Non deve mai
dare con leggerezza la colpa agli
altri o alla fortuna. Dovrebbe sem-
pre indossare una giacca con due
tasche . In ogni tasca un pezzo di
carta. Su uno sta scritto: "Non sono
altro che polvere", sull'altro: "Il mon-
do dipende da me".
L'accettazione delle regole, il
principio di realtà. I vostri figli
dovranno lavorare , avranno degli
impegni professionali, delle scaden-
ze da osservare . Per prendere il
posto che loro spetta nell'esistenza,
dovranno riconoscere che esistono
leggi da rispettare. Ognuno, nel
posto che occupa, ha dei compiti da
svolgere . Agire non è subire l'in-
fluenza altrui, e non è neanche rea-
gire: è essere padroni di sé. Un'altra
cosa molto importante: bene e male
esistono e avrà solo la "coscienzçJ."
per distinguere uno dall'altro.
Il riconoscimento dell'altro, il
rispetto delle differenze. Lo scopo
della vita è di essere felici , non di
arrivare prim i. Deve imparare a es-
sere onesto, gentile, rispettoso, tol-
lerante. Non deve confrontarsi con
gli altri: ognuno è diverso e ognuno
ha un suo valore. Invece di fare pa-
ragoni guardi con orgoglio a quello
che ha realizzato. Impari a non
sentirsi in competizione, a non criti-
care e a non giudicare in base alle
apparenze.
La partecipazione al bene co-
mune, la solidarietà. I vostri figli
devono essere guidati a compiere
La fiducia negli altri. Punto di
partenza è saper valorizzare il buo-
no, il bello, l'interessante che spes-
so è patrimonio di chi è vicino, im-
parare a svelare il tesoro celato
negli altri , apprendere a tendere la
mano , in un gesto di amicizia . Gli
altri possono consigliare e sostene-
re. Vive re è sempre convivere.
La forza d'animo, il coraggio,
la capacità di risollevarsi sem-
pre. Qualunque sia il problema, vo-
stro figlio deve sapere che può far-
cela. Vivere è sempre correre qual-
che rischio . Non deve avere paura
di sbagliare e dell'ignoto: solo così
si scoprono cose nuove. Non spa-
venta rsi per gli errori: contengono
sempre una lezione per il futuro. Si
progredisce soltanto attraverso gli
MAGGIO 2 005 8S

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
gesti solidali . Esistono bambini di-
sposti a esternare affetto, a stabili-
TRASMETTERE
re contatti amichevoli, mentre altri
,_
camminano staccati e lontani . La
colpa non è loro . La base della
VALORI. MA QUALI?
solidarietà familiare è una sensibi-
lità reciproca che si concretizza
anche in piccole collaborazioni : aiu-
Questo nostro travagliato tempo. Ciò che manca e ciò che c'è.
tare la mamma, non creare disordi-
Occorre fare discernimento e fare chiarezza sui criteri.
ne, evitarle di fare troppa fatica.
L'atteggiamento solidale si forma
Sono molte le domande che ogni educatore deve porsi.
giorno dopo giorno. Vostro figlio
deve sentirsi uno strumentista in
una grande orchestra. Ci sono par-
titure meravigliose per ogni stru-
mento. Ogni giorno ·deve partecipa-
re. Gli altri sono compagni di stra-
da, non avversari.
Si dice sempre che il nostro è
un tempo travagliato; tutti
d'accordo su questo, ma non
su come interpretare la "crisi" attua-
le dei valori che segna negativa-
mente la crescita delle nuove gene-
Il lavoro, la creatività e l'auda-
cia della mente. Insegnate ai figli
a conquistare, esplorare, impegnar-
si. C'è chi è disposto a tutto pur di
riuscire : a barare, a drogarsi, a fare
a gomitate , a sbraitare , a dare in-
formazioni false . Per salire in alto
occorre faticare scalino per scalino:
un piccolo sforzo dietro l'altro.
razioni. C'è, infatti , chi dice che
mancano del tutto gli ideali cui ispi-
rare l'esistenza personale e comu-
nitaria (come se fosse davvero
possibile vivere nella mancanza
assoluta di criteri di orientamento,
seppure precari o fasulli); altri
sostengono, al contrario , che ci
sono troppi valori in circolazione ,
per cui è molto difficile selezionare i
riferimenti più opportuni da proporre
L'amicizia, l'amore vero. Compi- e testimoniare (come se la gente
to dei genitori e della famiglia in fosse tanto stupida da non capire
generale è aiutare i figli a scoprire la
sacralità della re lazione . Facendo
parlare non solo i sentimenti , ma
la differenza che corre tra un pezzo
di pane e una fetta di torta) . A mio
parere , il problema vero non è la
I
Vivere è sempre convivere...
Gli altri sono compagni di strada
non avversari!
anche la ragione . Devono imparare quantità di valori in circolazione
ad amare. Anche se vedono intorno attualmente, ma la loro solidità.
a sé divorzi e separazioni, devono
credere che è possibile amarsi per
sempre . Ma amare è sempre una
cosa seria, mai un gioco. Il cuore ha
bisogno di allenamento.
Dio. La serenità interiore è il
grande segreto della vita. Dio e la
sua parola, Gesù, la comunità dei
cristiani sono l'unica vera "marcia in
Non mi sembra, infatti , che ci sia
mai stata una famiglia o una
società in cui certi ideali perdono di
significatività perché risultano infla-
zionati; piuttosto quel che ciascuno
di noi vive sulla propria pelle è la
difficoltà di proporre cose di cui non
è in prima persona convinto a tal
punto da spendersi completamente
per la loro realizzazione .
mente questo sforzo di discerni-
mento critico , che non porta ad
azzerare alcuni ideali , ma a costrui-
re una gerarchia .che ci aiuti a rico-
noscere le priorità, tenendo presen-
te che c'è da mediare con saggez-
za la dimensione etica e quella esi-
stenziale, affinché il dover essere, il
poter essere e il voler essere dei
nostri figli venga maturato con una
più" che esiste quaggiù . Fonte di
certa continuità.
una speranza radicale e di una for- Voglio dire che non mancano Dunque è una "metodologia" - piut-
za che nessun altro può dare.
riferimenti seri sui quali fondare tosto che un insieme di contenuti -
l'esistenza e neppure la nostra con- ciò che dobbiamo impegnarci a tra-
sapevolezza su ciò che è giusto smettere ai nostri figl i: solo in que-
offrire ai nostri figli perché crescano sto modo possiamo mediare il
nel modo migliore; la difficoltà è rispetto della loro libertà individuale
semplicemente quella di non saper con il dovere di esprimere chiara-
testimoniare ciò che davvero è mente che cosa costituisce un radi-
IÈ importante ricordare che non
mancano riferimenti seri sui quali
fondare l'esistenza e neppure
la nostra consapevolezza su ciò
che è giusto offrire ai nostri figli
perché crescano nel modo
migliore.
essenziale per la vita. Questo per-
ché anche noi spesso confondiamo
l'utile con il necessario e il neces-
sario con il fondamentale . Per tra-
smettere i valori occorre dunque
che noi adulti compiamo preliminar-
camento e un orizzonte per la
nostra vita, sapendo bene che il
mutare della cultura collettiva pro-
voca comunque una differenziazio-
ne della sensibilità e dell'attenzione
personale.
BS MAGGIO 2005

4.6 Page 36

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Nella definizione di questa
"metodologia" occorre poi fare
chiarezza sui criteri a cui attener-
ci. In questo campo , la mia espe-
rienza è molto precisa, poiché
non sempre è possibile a priori
stabilire se un valore è più o
meno valido, vale la pena porsi
con sincerità e condividere con i
ragazzi alcuni interrogativi:
- quanto l'ideale a cui vorrei ispi-
rarmi è presente nel contesto abi-
tuale della mia vita? Se non lo è,
costituisce un'interessante disso-
nanza o qualcosa che resta estra-
neo e giustapposto al modo di
sentire comune?
- Quest'ideale ha una sua storia,
un particolare radicamento, una
consolidata esperienza? O nasce
improvvisamente dal nulla? E in
questo caso: ha un impatto pro-
positivo sulla mia vita e sulla
realtà alla quale appartengo o
rappresenta soltanto l'irruzione di
una novità che è tutta ancora da
valutare?
- Il valore a cui voglio fare riferi-
mento è in grado di illuminare
solo alcuni momenti della mia esi-
stenza o attraversa la mia quoti-
dianità arricchendola giorno per
giorno di senso?
- È un ideale esigente , faticoso ,
impegnativo o qualcosa che pos-
so vivere a buon mercato? Se lo
adotto, mi differenzio dagli altri o
mi omologo ancora di più? Ser-
virà a farmi raggiungere maggiore
prestigio o un po' di credibilità?
Soprattutto, mi aiuterà a crescere,
migliorare, cambiare o sarà sol-
tanto un riferimento utile per la
mia affermazione?
Accanto a queste, ci sono
ancora molte domande. Ma non
vale la pena che io le elenchi tutte.
Ogni genitore può sollecitare ulte-
riori riflessioni e verifiche. Quel che
conta è aiutare i grandi a compren-
dere che non si possono proporre
e trasmettere valori senza proble-
matizzarli adeguatamente; i giovani
vanno invece messi in guardia,
perché capiscano che un valore
"ereditato" rischia di servire a poco,
se non è ri-motivato in prima per-
sona.
MAGGIO 2005 BS
MOVIMENTO .~
SALESIANO '
di Julio Olarte
li vescovo salesiano Antonio
Campelo de Aragao (1904-
1988) è stato il fondatore
delle suore Messaggere di
Santa Maria (1957), delle suore .
Mediatrici di Pace (1968) e delle \\ ,
laiche Serve Mediatrici della Pace \\ ,
(1984). Morì con il desiderio di fondare ·-
il ramo maschile dei Mediatori di Pace. · ·
SUORE MEDIATRICI
DELLA PACE
Nato il 5/12/1904 nel lo Stato di
Pern anbuco, Brasile, rimase orfano
di padre a 1O anni e di madre a 13.
Frequ entò elementari e medi e pres-
so i salesiani, poi fece domanda per
entrare in noviziato a Jaboatao. Per
la teologia fu invi ato a Torino dove
fu ordinato sacerdote il 5/07/1936.
Tornato in patria, nel 1939 gli
venne affidata la direzione del col-
legio lnacio Rolim, a Cajazeiras
(PB) dove costruì il Santuario di
Maria Ausiliatrice. Poi ebbe la dire-
zione del collegio di Fortaleza (CE)
e della chiesa "da Piedade", presso
cui costruì le Scuole Profession ali.
Proprio qui lo raggiunse la nomin a
a Vescovo ausil iare di Cuiabà (Ma-
to Grosso) nel 1950. Sei anni dopo
fu trasferito a Petrolina.
Pefrolina aveva un territorio im-
menso e clero scarsissimo. Fu un
lavoratore instancab il e, co raggioso,
creativo e un preci icatore ass iduo e
intelligente. Per soppe rire alle ne-
cess ità pastora Ii, fo ndò le suore
Messaggere di Santa Maria che in
breve si estesero a diversi Stati del
Brasile. Dieci ann i dopo, fu la vo lta
delle suore Mediatri.ci della Pace
(riconosciute nel 1993), per annun-
ciare Cri sto ai più abbandonati. La
catechesi e l'evangeli zzaz ione nel-
le parrocchie più povere, la promo-
z ione della vita, della sa lute, dell 'e-
ducazione e della cul tura della
pace cost1tu1scono il loro cari sma.
Monsignor Campelo se rvì la diocesi
per 18 anni, co n prudenza e fer-
mezza, e nel febbraio del 19 75 pre-
sentò le dimissioni per raggiunti li -
miti di età, tornando a vivere in
co ngregaz ione. Nel 1984 fondò an-
co ra un gruppo, le Serve Mediatrici
della Pace, al serviz io delle vocaz io-
ni e dell'evangelizzazione, con lo
stesso cari sma delle suore omonime.
Pensava al ramo maschile quando
arrivò la sua morte, il 10/09/1988, a
Salvador (B rasile). L' iniziativa dei
"fratelli Mediatori'' verrà portata
avanti dalle Mediatrici. Oggi essi si
trovano in tre opere.
"Tuttofa re pe r gli eletti" fu il suo
motto. Si mantenne all 'avanguard ia
pastorale e soc iale, appoggiando
organizzazioni giovanili e operai e,
promovendo associazioni per la
cura dei poveri e reca ndosi fino
agli ultimi angoli della sua dioces i.
Sotto la sua spinta sono sorte mo l-
teplici opere: nel ca mpo della co-
municazione fondò l'emittente " La
voce d i san Francesco", più ospe-
da li , sc uo le di magiste ro, sind acati
rurali , ecc . Suor lzabe l M aria Reis
è la cofo ndatrice e superiora delle
65 Mediatrici dell a Pace, sparse in
14 co munità del Brasile.
Per saperne di più
e-mai I: ismp@ssa.zaz.com.br

4.7 Page 37

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.r•·---------•r-_____. .,
BS MAGGIO 2005

4.8 Page 38

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Sf\\OE E'T\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
Siamo ormai vicinissimi al voto popolare
REFERENDUM
SF1ll)APER
ICATTOUCI
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Il Paese chiama ancora
una volta i suoi cittadini
a esprimersi attraverso il
voto referendario su una
legge che ha suscitato e
suscita mille discussioni
e divide le coscienze dei
cattolici. La materia del
contendere non è di poco
conto. Che cosa
chiedono i referendum?
Qual è la dottrina della
Chiesa?
IIl voto è sempre un diritto di tutti
i cittadini. Tuttavia, non sempre
è un dovere. A volte ci si può
privare del diritto di andare
a votare quando il non/voto
esprime un'indicazione precisa
di ciò che si vuole.
I l dibattito pubblico su lla pro-
creazione assistita, molto in-
tenso da oltre 25 anni, è cresciu-
to soprattutto in questi ultimi mesi,
in prossimità della pubblicazione
della legge 40/2004 che è il frutto di
una convergenza tra varie forze po-
litiche che supera la dialettica de-
stra/sinistra. Ma si è fatto incande-
scente con la proposta dei gruppi re-
ferendari di abolire la legge. E noto
che il 13 gennaio scorso i giudici
della Corte Costituzionale hanno de-
ciso per l'inammissibilità della pro-
posta dei Radicali di abolire comple-
tamente la legge, mentre hanno am-
messo gli altri quattro quesiti di
MAGGIO 2005 IJS
abrogazione parziale della predetta
legge: 1) eliminare i limiti alla spe-
rimentazione sugli embrioni; 2) per-
mettere il trasferimento di più di tre
embrioni e il congelam ento dei me-
desimi; 3) permettere la feconda zio-
ne eterologa (cioè con l' intervento
di seme o di ovuli di una persona
esterna alla coppia); 4) affermare
che l' embrione non ha i medesimi
diritti delle persone già nate.
IADOTTRINA
CATTOIJCA
La Chiesa accetta la procreazione
assistita a tre condizioni: a) deve
svolgersi ali ' interno di una coppia
legata da un vincolo stabile, che ge-
neralmente è quello matrimoniale;
b) deve essere effettuata con un co-
mune rapporto sessuale, e non ev i-
tando il rapporto coniugale; c) non
deve comportare interventi invasivi
o rischi rilevanti a danno dell'em-
brione o del feto nel momento in cui
si interviene per prelevare il seme e
impiantarlo nell ' utero femminile.
(Questi tre criteri sono proposti nel
documento Donum vitae, 1987). At-
tualmente, queste tre condizioni si
verificano solo nella inseminazione
artificiale tra marito e moglie (co-
siddetta omologa), conseguente a un

4.9 Page 39

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per i referendum sulla procreazione assistita.
IConsiderando il rischio di
conseguenze peggiori che si
potrebbero avere nel ritoccare
la legge 40 , per i cattolici - e non
solo per essi - è preferibile
conservarla .
rapporto sessuale. Ogni altro inter-
vento che prevede una terza perso-
na, o un danno ali 'embrione o al
feto, o che non preveda l'atto ses-
suale è per la Chiesa non lecito. Ad
es. la procreazione in vitro non è ac-
cettata per l'insuccesso (aborto del-
1'80% degli embrioni), per la frantu-
mazione del legame sessualità-pro-
creazione, per le malfmmazioni e
malattie congenite del nascituro ,
quando poi non sono previste terze
persone (eterologa), utero in prestito
o in affitto, congelamento degli em-
brioni, "nonne madri", ecc. Di con-
seguenza, le affe1mazioni di radicali
e di altri politici o giornalisti che
hanno tacciato come legge cattolica
l'attuale legge 40, non sono vere: è
una legge "vicina" ai nostri valori,
ma non è una legge confo1me alla
morale cattolica.
INDIFESA
DELIALEGGE
Questo è un Paese dove non esi-
stono solo cattolici - anche se la
stragrande maggioranza si professa
appartenente a tale denominazione
- e comunque non si può trascurare
che in seno al cattolicesimo ci sono
sostenitori della procreazione in
vitro, limitata alla coppia stabile.
Pertanto, questa legge anche se non
piace completamente ai cattolici è
quella che concretamente si può tol-
lerare in uno Stato di impostazione
pluralista e con visioni morali diver-
se. Considerata, inoltre, la riduzione
di conseguenze peggiori di altre tec-
niche di riproduzione assistita, for-
tunatamente non previste nell'attua-
le legge, per i cattolici è preferibile
conservarla piuttosto che rischiare
cambiandola. Questo è lo spirito
degli interventi critici nei confronti
dei quesiti referendari da parte della
Conferenza Episcopale Italiana.
Tra le ragioni di difesa dell'attua-
le legge possiamo riportare le se-
guenti:
- assicura i diritti di tutti i soggetti
coinvolti, compreso il concepito;
- nega l'eterologa, cioè il coin-
volgimento di persone esterne alla
coppia;
- afferma il diritto alla vita e la
destinazione alla nascita;
- il diritto all'identità genetica;
- il diritto alla famiglia;
- il divieto di eccedenza, per cui
non si possono produn-e embrioni in
numero superiore a quello stretta-
mente necessario a un unico im-
pianto, comunque non superiore a
tre embrioni;
Bella la vignetta del bulgaro
Dimitrov: si dà anche il caso che
un voto possa rivelarsi un "cavallo
di Troia", nel senso che l'andare
a votare dà validità al referendum
anche se per molti non ne ha, anzi
è dannoso. In tal caso non votare
per impedire il raggiungimento
del quorum, si configura come
una obiezione di coscienza.
In genere al referendum si è
Ichiamati a scegliere tra un "sì"
e un "no". Sembrerebbe semplice.
Poi ci si accorge che la
formulazione della domanda
è talmente complicata che
si stenta a capirla.
- divieto di produn-e embrioni a
scopo di pura sperimentazione;
- divieto di congelamento di em-
brioni, tranne quando è necessario
rinviare per cause di forza maggiore
il trasferimento dei medesimi;
- divieto di soppressione degli
embrioni;
- divieto di riduzione di gravidan-
ze plurime;
- divieto di diagnosi genetica pre-
impianto e quindi di selezione gene-
tica tra embrioni;
- divieto di clonazione o di pro-
duzione di ibridi e chimere;
- accesso solo a coppie maggio-
renni (stabili, non improvvisate) e
di sesso diverso;
- divieto di uteri in prestito o in
affitto;
- è negata l'azione di disconosci-
mento di paternità;
- la madre non può dichiarare la
volontà di non essere nominata;
- consente interventi sperimentali
solo per curare l'embrione-feto.
Da notare, infine, che non è previ-
sto nessun trasferimento coatto
degli embrioni, come invece affer-
mano alcuni.
BS MAGGIO 2005

4.10 Page 40

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8 maggio 2005, trentanovesima Giornata
AL SERVIZIO
DELLA COMPRENSIONE
di Severino Cagnin
7 media hanno un
potenziale enOJme per
promuovere la pace e
costruire ponti di dialogo
tra i popo/J; rompendo il
ciclo fatale di violenza/
rappresaglia e nuova
violenza/ oggi così diffuso"
(Giovanni Paolo IO.
D opo anni di sospetto e anche
di rifiuto, con il pregiudizio
che i media servissero solo
al guadagno di pochi e al supe1ficia-
le passatempo delle masse, la Chie-
sa ha cominciato a valorizzarne le
valenze positive e a sostenerli a fa-
vore della persona umana. Ogni cri-
stiano riceve oggi questo impegno:
"I comunicatori hanno l'opportunità
di promuovere una vera cultura
della vita prendendo loro stessi le
distanze dall'attuale cospirazione a
danno della vita, e trasmettendo la
verità sul valore e la dignità della
persona umana".
IRAQ, TSUNAMI,
TERRORISMO IN TV
Perché questi principi acquisiti in
campo cattolico non sembrino
astratti, ho provato anch'io a vederli
in concreto nei giornali e nella TV.
Circa il futuro dell 'Iraq, martoriato
da guen-e e attentati, la soluzione
che i cattolici devono sostenere è la
salvezza e la formazione dei bambi-
ni. Purtroppo le mine e gli ordigni
inesplosi (venduti da chi?) causano
numerose vittime tra i ragazzi, molti
MAGGIO 2005 8S
"I comunicatori hanno l'opportunità di promuovere una vera cultura della vita".
dei quali rovistano tra i residuati
bellici in cerca di materiale da ri-
vendere. E non hanno neppure
acqua da bere: l'accesso all'acqua
potabile rimane un problema, con
gravi implicazioni di natura igieni-
co/sanitaria. Tuttavia la strada da
prendere è unica: non fermarsi di
fronte a queste gravi difficoltà, ma
andare oltre, con gli occhi al futuro.
L'UNICEF nell'estate 2004 ha rea-
lizzato un 'altra campagna salvavita
nel Tagikistan. Qui un bambino su
dodici non an·iva a cinque anni,
come nei paesi africani. L'acqua è
inquinata, mancano le medicine, la
povertà dilaga e si stenta a credere
che si muoia di malnutrizione. Chi
di noi sa dove si trova il Tagikistan?
L'UNICEF ha programmato la cam-
pagna con un preventivo minimo di
quasi 80.000 dollari per comprare le
scorte di sali idratanti. Si vedano le
associazioni -di volontariato, dai Me-
dici senza frontiere al VIS - Volon-
tariato Internazionale Sociale, che
opera ormai in 14 paesi del mondo
sulla spinta missionaria di Don
Bosco. L'ONU ha ufficialmente di -
chiarato che non bastano afferma-
zioni ideal i, sono sufficienti in-
terventi di aiuto economico, nem-
meno di infrastrutture come ospedali
e scuole, se non saremo tutti decisi
e d'accordo a salvare i diritti ele-
mentari dei bambini. Nel suo mes-
saggio il Papa indica il principio su
cui si fondano queste convinzioni e

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
È urgente cominciare dalla scuola.
II media sono stati definiti il primo
Aeropago dell'era moderna... .
il principale strumento informativo
e formativo, di guida e di
ispirazione per i comportamenti
individuali, familiari e sociali.
organizzazioni: "La persona umana
e la comunità umana sono il fine e
la misura dell ' uso dei mezzi di co-
municazione sociale. La comunica-
zione dovrebbe essere fatta da per-
sone a beneficio dello sviluppo inte-
grale di altre persone". E per dimo-
strare la concretezza di tali principi ,
egli indi ca come i media possono
realizzare una veloce mobilitazione
di aiuti in ri sposta ai disastri natura-
li. Riferendosi al recente tsunami e
alla veloce mobilitazione di aiuti, ri-
conosce: "la rapidità con cui oggi si
propagano le notizie accresce chia-
ramente la possibilità di prendere in
tempo misure pratiche per offrire il
maggior sostegno possibile. In que-
I I media offrono opportunità
pressoché illimitate
di informazione, di educazione,
di arricchimento culturale e
perfino di crescita spirituale.
sto modo i media possono conse-
guire un ' immensa quantità di bene."
RISCHIO E SFIDA
Il problema attuale dei media è
grande e complesso, forse il primo
nell 'ordine a condizionare molti
altri settori della vita sociale. E non
bastano certo queste parole, né le
associazioni di volontari e neppure
un così alto messaggio di papa
Wojty-1:a a risolverlo. Tuttavia è ur-
gente muovere anche solo il primo
passo, tutti , ognuno nel proprio am-
bito e secondo il ruolo che uno rico-
pre in famiglia, nel quartiere, nella
parrocchia, nell'esercizio della pro-
fessione . È da anni che il mondo
cattolico, a cominciare dal Progetto
Cu lturale della Chiesa Italiana (si
veda il Direttorio della CEI in mate-
ria), afferma che è urgente comin-
ciare dalla scuola. È l' indicazione
del Papa, negli anni passati e nel
messaggio del 2005: "Un modo pre-
gevo le e per raggiungere questo
scopo è l'educazione. I media pos-
sono educare bilioni di persone
circa altre parti del mondo e altre
culture. A buon motivo sono stati
definiti il primo Aeropago del!' era
moderna .. . per molti il principale
strumento informativo e formativo,
di guida e di ispirazione per i com-
portamenti individuali, familiari e
sociali" .
Insegnanti, genitori e animatori di
gruppi hanno il loro compito. E
anche, in modo particolare, gli ope-
ratori sociali con incarichi di re-
sponsabilità. Pensiamo a scuole che
hanno inserito la materia come di-
sciplina ordinaria settimanale, centri
culturali come promotori di una
proposta, aperta e critica, editrici
con periodici e pubblicazioni, con-
vegni e festival. Il mensile Note di
Pastorale Giovanile del dicembre
2004 tratta di "Mass media ed edu-
cazione religiosa. Strumenti media-
tici e criteri catechetico-pastorali"
con un dossier che apre il discorso
su "visione cristiana e cultura me-
diale/ una sfid a da accogliere", rifa-
cendosi a direttive recenti e ufficiali
dei salesiani, come la Lettera del
Rettor Maggiore e il documento del
Dicastero della Comunicazione So-
ciale.
I media offrono, dunque, nel ver-
sante positivo opportunità presso-
ché illimitate, di informazione, di
educazione, di arricchimento cultu-
rale e perfino di crescita spirituale,
ha scritto il cardinale Ennio Anto-
nelli nella lettera pastorale ai cristia:
ni di Firenze. La TV offre a me,
anche questa sera, programmi di
informazione e di intrattenimento,
mi consente di partecipare in diretta
ai grandi eventi, fa sperimentare in
certo modo il mondo come "villag-
gio globale".
Se poi alla TV aggiungo il mio
computer con internet, dispongo di
un immenso libro multimediale, dove
posso leggere e scrivere, sc01rere i
giornali, consultare documenti, vede-
re film, visitare musei, ascoltare mu-
sica... Che cosa farò quest'anno di
nuovo per la Giornata 8 maggio? O
BS MAGGIO 2005

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" . .. Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torù10) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali del! 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in.. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano _per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e da/a)
(firma per disreso)
NB . Il res,amemo deve essere seri/lo per
i111ero di mano propria dal 1es1a1ore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 111 I
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678- Fax 06.656 12679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
I0152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax O11.5224760
C.C.P. 28904100
MAGGIO 2005 BS
....J I NOSTRI MORTI
BARALE sr. Maddalena,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t a Roma (RM), il 09/08/2004, a 78 anni
Suor Maddalena è vissuta nella terra dura
e feconda che ha educato anche Madre
Mazzarello alla semplicità del lavoro e
della preghiera, A Nizza fece l'aspirantato,
il postulato e il noviziato. Poté godere la
ricchezza di salesianità di quell'ambiente
ed ebbe la fortuna di avere come direttrice
una umile maestra del carisma salesiano:
suor Ersil ia Canta , poi Madre Generale
(1969-1981 ). Dal 1961 , fu trasferita in Ca-
sa Generalizia come responsabile dell'Uffi-
cio Propaganda che sarebbe stato per
tutta la sua vita l'espressione della sua
obbedienza ricca di fede e di doti umane
nel vasto campo di relazioni a livello mon-
diale che le si schiudeva dinanzi. Vi rimane
fino alla morte, tra le carte, i libri , gli oggetti
religiosi , i registri e le spedizioni , forse
senza mai aver occasione di avvicinare i
giovani. Serena, riservata eppure attenta a
ogni delicatezza, dolce e gentile, ha intes-
suto la sua vita di lavoro e di preghiera, in
un impegno assiduo e, a volte, faticoso a
servizio di tutto il nostro mondo.
RIZZO sac. Marcello, salesiano,
t Verona, il 19/07/2004, a 89 anni
Un grande salesiano, un grande educatore
che tutti ricordano per la gentilezza e la
bontà del tratto, per la cultura e la compe-
tenza nell'insegnamento e per l'interessan-
tissimo museo di scienze naturali che ha
allestito quasi da solo catalogando con
certosina precisione i pezzi che trovava lui
stesso o gli giungevano da ogni parte del
mondo. Felice di essere quello che era e di
fare quello che doveva. Anche a scuola,
pur essendo esigente, non perdeva mai il
sorriso, e una barzelletta ci scappava sem-
pre per rasserenare gli animi. Ebbe tra i
suoi allievi anche il critico d'arte Vittorio
Sgarbi. Aperta la mente, dunque , e grande
il cuore. Non si fermava mai: "Don Rizzo
lavora sempre , sorride e non si lamenta
mai", fu il giudizio di una dipendente. Cer-
cava di aiutare sempre tutti. Tra le altre
cose , ogni mese confezionava circa 150
grossi pacchi da offrire ad altrettante fami-
glie povere. Aveva nella sua agenda una
curiosa mass ima: "Il vero problema del
fannullone è che , siccome non fa nulla ,
non sa mai quando ha finito! ".
PATTARO sig.ra Antonia
Leandrina, cooperatrice salesiana,
t Trebaseleghe (PD) , il 04/05/2004,
a 84 anni
Ne l primo anniversario della sua morte ,
ricordiamo questa cooperatrice salesiana,
devota di Don Bosco e Maria Ausiliatrice.
Ha affidato i propri figli ai salesiani , sicura
che sapessero educarli all'onestà, alla coe-
renza, alla fedeltà agli impegni del proprio
battesimo. Profondamente buona, è stata
una fedele ed entusiasta lettrice del Bolletti-
no Salesiano, di cui spesso parlava ripren-
dendo, per commentarla, qualche notizia o
qualche idea ivi letta. Ha desiderato e pre-
gato che qualcuno dei suoi figli si donasse
al Signo re. Il Signore l'ha accontentata
anche in questo: uno dei suoi figli è diventa-
to religioso e una figlia religiosa tra le FMA.
SARTORI sig. Ildebrando,
coadiutore,
t Chioggia (VE) , il 09/06/2004, a 81 anni
Dire o pensare all'oratorio di Ch ioggia è
dire e pensare a "Brando". Non c'è ragaz-
zo, giovane o adulto, in tutta la città che
non sia stato avvicinato da questo salesia-
no e ne sia rimasto impressionato dalla
forte personalità e insieme dalla semplicità
dell'approccio. Non c'è mattone o suppel-
lettile all'oratorio a cui non abbia messo
mano: "Brando" in chiesa, in cortile , in tea-
tro e al cinema, al bar, nella sala giochi ;
"Brando" sul tetto, sulle impalcature , in
cucina, in cantina, nella soffitta, nel reparto
caldaie... Dappertutto la mano di "Brando".
E sempre nella giusta misura con natura-
lezza. Aveva azzeccato bene il direttore di
Verona nell'aprirgli la strada salesiana al
noviziato nel luglio del 1941: "Dotato di
molto criterio e senno pratico". Oggi, quanti
l'hanno conosciuto sottoscriverebbero in
pieno tale giudizio. E il motivo di tanto
"fare" l'ha confidato quando la malattia l'a-
veva ormai stroncato: "Tutto il mio lavoro
l'ho fatto sempre pensando a questi ragaz-
zi poveri dell'oratorio"... "per loro, l'ho fatto
per loro".
TAMBURRINI Sig.na. Anna,
Volontaria di Don Bosco,
t Settefrati (FR), il 29/11 /2004, a 76 anni
Una donna amata e rispettata da tutti ,
punto sicuro di riferimento per un intero
paese. Ha speso la vita per i suoi cittadini,
da sindaco del paese per oltre dieci anni;
per i ragazzi come maestra elementare per
40 anni; per la Famiglia salesiana, come
VDB con varie responsabilità nell'istituto.
La sua fu una vita all'insegna dell'impegno
forte , costante, efficiente. In parrocchia era
"la catechista" per eccellenza. Proprio in
quest'ambito il suo sèrvizio è stato il più
lungo e da tutti apprezzato: generazioni di
ragazzi l'hanno avuta insegnante attenta e
convinta di catechismo e non hanno più
dimenticato la sua fede, la sua pietà, la
sua devozione mariana. Sicura che senza
la forza di Dio la vita non ha senso né valo-
re , la signorina Anna ha cercato con tutta
se stessa di insegnarlo agli altri con la
parola e soprattutto la testimonianza coe-
rente fino allo scrupolo. Anna lascia un
grande vuoto e un esempio da imitare.
Venuta la sera di
e\\ giorno Gesù disse:
qu "Passiamo
all' altra riva!"
(Mc . 4,35 )

5.3 Page 43

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sponsabile dell'I-
stituto di Chimica
Industriale del Po-
litecnico di Mila-
no, dove compie
studi sulla gom-
ma sintetica e
sulla polimerizza-
zione. Nel '54 ot-
tiene in laborato-
rio il polipropilene Giulio Natta
isotattico, determinante per ottenere
materie plastiche, filati e film (uno di
questi prodotti è noto con il marchio
"moplen"). Nel '63 Natta riceve -
con il tedesco Karl Ziegler - il Nobel
per la Chimica. Nella sua vita de-
posita oltre un migliaio di brevetti.
Muore a Bergamo il 2 maggio 1979.
Rosa, fiore di
Maggio
FIORE D'APPARTAMENTO
La rosa, apprezzata già dai Sumeri,
dai faraoni e dagli imperatori cinesi,
è citata nel biblico Cantico dei Can-
tici , ed è poi diventata simbolo della
Vergine Maria. Ne esistono migliaia
di varietà, che in genere si acquista-
no in vaso pronte per essere pian -
tate in giardino. La rosa va innaffia-
ta e concimata in modo regolare,
soprattutto durante la fioritura : la
mancanza d'acqua riduce lo svilup-
po della pianta e dei fiori , e fa cade-
re le foglie. Occorre eliminare i rami
rovinati e se ne possono potare
alcuni per rinnovare il fogliame. La
rosa è da sempre simbolo d'amore
e per questo, quando si regala,
bisogna prestare attenzione al
numero dei fiori (dispari) e al loro
colore : il bianco simboleggia la
purezza, il giallo la gelosia o l'infe-
deltà, l'arancio il fascino, il rosso l'a-
more, la tonalità muschiata allude
all'avvenenza capricciosa, ecc. I
petali sono usati per preparare pro-
fu mi, creme di bellezza, medica-
menti e persino marmellate.
NOBEL ITALIANI
In questo mese ricorre la morte di
Giulio Natta. Lo scienziato, nato a
Imperia il 26/02/1903, si laurea in
chimica a Milano; insegna a Pavia,
Roma, Torino. Dal 1939 al '79 è re-
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° maggio 1908: nasce Giovan-
ni Guareschì , "papà" di Don Ca-
milio e Peppone.
2 maggio 1519: nel castello di
Cloux, muore Leonardo da Vinct
3 maggio 1469: nasce Niccol.ò
Macchiavelli.
4 maggio 1994: l'israeliano
Yitzhak Rabin e il palestinese
Yasser· Arafat firmano un accordo
di pace.
5 maggio 1846: nasce il polacco
Henryk Sienkiewi.cz , autore di
"Quo vadis?".
6 maggio 1856: nasce Sigmund
Freud , fondatore della psicanalisi.
7 maggio 1833: ad Amburgo, na-
sce il musicista Johannes Brahms.
8 maggio 1828: nasce Jean H.
Dunant , fondatore della Croce
Rossa.
9 maggio 1978: a Roma, è trovato
assassinato lò statista Aldo Moro.
1O maggio 1899: a Omaha, na-
sce l'attore e ballerino Frederick
Austerlitz, in arte Fred Astrure.
11 maggio 1904: nasce il pittore
surrealista Salvador Dalì .
12 maggio 1907: a Hartford, na-
sce l'attrice Katharine Hepbum.
13 maggio 1981 : a Roma, il tur-
co Alì Agca attenta a Giovanni
Paolo Il.
14 maggio 1881: muore santa
Maria Mazzarello , cofondatrice
delle Figlie di Maria Ausiliatrice ,
nata il 9 maggio 1837, a Mornese
(Alessandria).
15 maggio 1988: muore il can -
tante Frank Sinatra .
Frank Sinatra
16 maggio 1831: nasce David
Hughes, inventore del microfono.
17 maggio 1749: nasce Edward
Jenner , inventore del vaccino con-
tro il vaiolo.
18 maggio 1920: a Wadowice,
nasce Karol Wojfyta , Giovanni
Paolo Il.
19 maggio 1536: in Inghilterra, è
decapitata per adulterio Anna. 8&-·
lena, seconda moglie di Enrico VIII.
20 maggio 1506: a Valladolid,
muore Cristoforo Co ambo .
21 maggio 1471: nasce il pittore
e incisore tedesco AJbert Dilrer .
22 maggio 1873: a Milano, a 88
anni, muore Alessandro Manzoni..
23 maggio 1498: esecuzione di
fra' Gerolamo Savonarola.
24 maggio 1543: muore l'astrono-
mo polacco Niccolò Copernico,
noto per la teoria eliocentrica.
25 maggio 1889: nasce Igor
Sikorslòj' , inventore dell'elicottero.
26 maggio 1976: muore il filo-
sofo tedesco Martin Heiddeger.
27 maggio 1564: a Ginevra,
muore il riformatore Gi.ovanni Cal-
vino.
28 maggio 1908: a Londra, nasce
lan lancastetr Aenùng, inventore di
James Bond, l'agente "007".
29 maggio 1917: nasce Jofm F.
Kennedy, il più giovane presiden-
te degli Usa.
30 maggio 1778: muore il filo-
sofo François-Marie Arouet, noto
come Voltaire .
31 maggio 1809: muore il com-
positore austriaco Franz Joseph
Haydn .
BS MAGGIO 2005

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Redazionale
Dimapur, un a v ivace
c ittadin a di circa
200 mil a abitanti , è
BOSCOME
Oggi Casa Don Bosco
ha c inqu e ce ntri in altret-
tanti vi ll agg i. C'è da scom-
il centro di più rapid a
es pan sion e commerciale
del N aga land . Proprio per
CASA
mette re che l'es pansion e
co ntinu erà, anc he perché
le neces sità ri c hi ede reb-
DON BOSCO questo, dai villaggi calano
a frotte giovan i e ad ulti in
cerca di fortuna: in perife-
bero ce nto, mill e Bosco-
me e don Sebastian lo sa .
Intanto da Dim apur in v ia
ri a maleodoranti baracc he
iI personale inseg nante ai
nascono come fun ghi, af- A Dimapur, nello stato indiano del Nagaland, diversi centri, organizzan-
fol late da gente di diverse uno dei più turbolenti del nordest, dove do scuo la e attività neg li
tribù e con Iingua e cu Itu-
ra propria, acco mun ati
so lo da una grand e po-
movimenti indipendentisti combattono contro
l'esercito governativo, i salesiani hanno
sium , ne l le pi azze, ne l le
strade. Tante le difficoltà:
tra le altre bisogna trovare
vertà. Così i villaggi resta- inventato un'opera senza struttura per i più inseg nanti "d i madre lin-
no sguarniti delle forze
poveri e abbandonati.
gua" si direbbe in Occi-
migli o ri , con pochissimi
d ente, perc hé nel N aga -
mezz i a disposizione e
land co nvi vo no ben quat-
metodi primiti vi di produ-
tord ic i diverse tribù , c ioè
zione: non poche famig li e
qu attord ic i di ve rs e tradi -
non hanno neppure i mez-
z io ni c u lturali e soc iali e
zi per mandare a scuola i
quattord ic i lin gue. M a la
propri fig li.
1l
Di questa situazione si
sono fatti carico i sales ia-
ni che nel Paese hanno
una quarantina di opere.
Proprio a Dim apur hanno
creato " BOSCOME" o Bo-
sco Hom e, un a casa c he
in rea ltà casa non è, per
carità non si scoragg ia. E
se fra uno/due anni rip ar-
leremo di Boscome siamo
ce rti di presentare un a
rea ltà c resc iuta, perché
bonum est diffusivum sui,
il bene chiama bene, cer-
ca sempre nuove opportu-
nità...
l'edu caz ione dei più po-
ve ri , BOSCOME sembra il
nom e di un a struttura, di
un col legio o un oratorio,
o un a scuola, o ... Ni ente DonSebastianinunodeicentriconbambini
di tutto questo. Boscome
e insegnanti.
so no uomini , sa les iani e
laici o rga niz zati per l'edu caz ione dei più pover i.
Frequentare Boscome vuol dire istruirsi , ed uca rsi ,
attendere ad atti v ità soc iaIi, al ca nto, al la musi ca,
ecc . Vuol dire usc ire dalla strada, rinun c iare al
vagabo nd agg io, la vo rare per prepararsi un futuro.
L' ha inventata don Sebastian, nell 'a nno 2000, sce-
gliendo co me campo di lavo ro un o dei posti più
disgraz iati della c ittà, il quartiere Signa / Basti. H a
pensato c he fosse inutile, o qu as i, un a struttura;
tutto doveva esse re mobil e, ag ile, un a specie di
pron to intervento : non doveva essere la ge nte a
venire a Bosco me, ma Bo sco me ad andare all a
ge nte. Ovviamente, la sua ca rità non si fer m ò a
Dim ap ur: i vi ll agg i aveva no altrettanto bisogno.
MAGGIO 2005 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d1ltalia
17
21
di Roberto Desiderati 22
25
Visitiamo i
luoghi di culto 29
del nostro Qaese, 35
38
i giù conosciuti
e i meno noti. 39
Rilassandoci.
44
A gioco completato ri sulterà, nell e caselle a doppio bordo, il nom e di un famoso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTALI. 1-13. Vedi foto - 14. Onde
Medie - 15. li Castelnuovo, attore (iniz.) - 16.
L'eroe re dei Mirmidoni e padre di Peleo - 17.
Massima autorità letteraria in Francia - 22. Capo-
luogo lombardo - 23. Bile, cosa estremamente
amara - 24. Moneta, negli Usa - 25. Serve per vo-
lare - 27. Venerata nell ' Olimpo - 28. La "cassa
dello stato" - 29. Un infaticabile turista senza me-
ta - 33. ~bbellivano i pavimenti delle case roma-
ne-35. E sede del governo olandese-36. Sono di-
spari nelle sedie - 37. Abito femminile indiano -
38. Idem (abbr.)-39. Unanavedaguerra-42.Ne
hanno tre i triangoli - 44. Antico precettore - 45.
Dolciastro -46. Salta nello stagno.
LA SANTA CON LE STIMMATE
VERTICALI. I. Lo sono gli abitanti di Gela o di
Catania - 2. Re degli Ostrogoti - 3. Niente a Ma-
drid-4. L'essere pensante- 5. Si usano per pesca-
re - 6. Ambiguo, sleale - 7. Schinieri - 8. Sciacalli
- 9. Sacerdote (abbr.)-10. Albero delle Mimosa-
cee - 11. Tediosi -12. Tonsilla faringea - 13. Fra-
scame -18. L'ente al quale si iscrivevano maestre
e direttori scolastici - 19. Lo scrittore Flaiano
(iniz.) - 20. Particolare bottone con cordino - 21 .
Scarsità d'acqua - 26. Credeva di averle trovate
Colombo - 28. Federaz. Stampa Italiana -30. Ba-
gna Bema - 31. Antico popolo campano - 32. 11
New varato da Roosevelt-34. Il giorno ne ha 24-
37.SaveOurSouls- 40. Unpo' d'ombra-41. Tori-
no -42. Articolo per casa-43. Al centro della stan-
za.
La so luzione nel pross imo numero.
La prima pietra della chiesa di Santa Rita da Cascia fu posta il 20 giugno
del 1937, ma solo diec i anni più tardi l'edificio fu consacrato. L'aspetto
attuale si deve alla volontà di Papa Pio XII e all'opera degli architetti
Ma1iinenghi e Calori . La basiJica, rivestita di travertino bianco delle cave
di Tivoli , presenta 1m impianto a croce greca con quattro grandi absidi
laterali e cupola centrale che domina il presbiterio . L'artista Eros Pellini
ha scolpito sul portale principale alcuni episodi della vita di Santa Rita da
Cascia e all'interno, in marmo di CatTara, le tappe della Via Crucis;
l'a ltare maggiore è opera di
Giacomo Manzù. Le spoglie
terrene di Santa Rita riposano
SOLUZIONE del
numero precedente
r
14
Il
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- · - - - o A• P AR ME NS E ■ DI
Ancora perfettamente conservate protette da una
cancellata. La Santa, nata nel 1381 ne lla vicina
Roccaporena e battezzata con il nome di
Margherita, per il volere del padre si sposò,
rinunciando, in un primo tempo, a entrare in un
convento Agostiniano secondo quelle che erano
invece le sue più intime aspirazioni. Dopo 18
anni di un matrimonio travagliato e violento, la
sua esemplare condotta spinse il marito a
convertirsi. In 1m periodo di lotte comunali
intestine il marito fu ucciso dalla famiglia dei
Cascinai e Margherita, per evitare sanguinose e
infinite vendette trasversali, perdonò i propri
compaesani e trovò accoglienza nel Monastero
delle Suore Agostiniane di Maria Maddalena.
Nel 1442, la notte del Venerdì Santo, ri cevette le
stimmate da una spina della corona del
Crocefisso, che secondo la tradizione, le si
conficcò in fronte. Si spense il 22 maggio del
1447, nel 1628 fu beatificata e solo il 24 maggio
del 1900 fu santificata da Papa Leone XIII.
BS MAGGIO 2005

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covalo postulatore generale
RITROVA
LA FIDUCIA
IN SE STESSA
mia esperienza sia stato l'aver
ritrovato fiducia nelle mie capa-
cità, grazie alla preghiera e al
tangibile sostegno dei nostri
portare aiuto al vicino paese di
Ugovizza. La sua macchina era
stata vista, ma non lui. Lo stra-
z io cresceva con il passare
Sono una donna di 33 anni. Ho santi.
conseguito da alcuni anni la lau-
T.S., Bronte (CT)
rea in Giurisprudenza e l'abilita-
zione all'esercizio della profes-
RITROVATA
sione. Con caparbio impegno
ho cercato un inserimento nel
LA GIOIA
lavoro, ma ogni mio tentativo Sposati da 13 anni, eravamo
sembrava destinato all 'insuc- felici , ma non avevamo ancora
cesso: nei concorsi restavo la gioia di diventare genitori.
regolarmente eliminata, anche · Per questo qualche tempo fa
se per pochissimi punti. Lo scor- mi rivolsi alle Figlie di Maria
so anno, in occasione di un ulte- Ausiliatrice , di cui ero stata
riore concorso, ho preso la deci- allieva mentre frequentavo le
sione di ra cco mandai a san scuole su periori , e chiesi loro di
Domenico Savio , conosciuto poter avere un abitino di san
tramite la rubrica "I nostri Santi" Domenico Savio con la nove-
del _Bollettino Salesiano. Sapen- na. Cominciai a p regarlo , ma
do inoltre che questo sa nto si ad un certo punto interruppi ,
era distinto negli studi , e che
quindi ben poteva comprende re
il mio bisogno, gli ho c hiesto
che intercedesse anche per mia
sorella, iscritta al medesimo
concorso. Ebbene, le tre prove
concorsuali so no state ben
superate da entrambe: io ho
vinto il co ncorso e mia so rella
ha conseguito l'i doneità. Ma
ancor prima di conoscere i risul-
tati io mi sentivo tranquilla e
molto fiduciosa, oserei dire sicu-
ra del buon esito . Pochi mesi
dopo ho sostenuto un'altra
prova, rivolgendo ancora la mia
pur senza perdere la speranza
di essere un giorno esaudita.
Dopo un certo tempo mi accor-
si con gioia di essere in attesa.
Allora ripresi a indossare l'abiti-
no e a pregare, chiedendo che
tutto andasse bene per me.
Così avvenne: a marzo mio
marito e io abbiamo avuto la
gioia di stringere tra le braccia
il nostro pi cco lo angelo. Ora
mantengo la promessa fatta,
rendendo pubblica questa gra-
zia, ed esprimo a san Domeni-
co Savio la mia ri co noscenza.
preghiera al nostro santo affin- Mara Chiare/, Fontanelle (TV)
ché continuasse la sua protezio-
ne nei miei co nfronti . Il mio inte-
resse questa volta riguardava la
TORNA A CASA
mia prefe renza verso la sede
lavorativa, la mia regione , cioè
A PIEDI
la Sicilia. In base al concorso
precedente, infatti , avrei dovuto Avendo ereditato da mia madre
trasferirmi nel Veneto. Anche in amore e attenzione per Don
questo caso, con la vincita del Bosco e Maria Ausiliatrice
conco rso , posso affermare di leggo sempre con grande inte'.
avere sperimentato la forza d'in- resse e stupore sul BS i miracoli
delle ore. Dopo mezzanotte, mi
ritirai nella mia stanza e decisi
di recitare il rosario, prometten -
do a Maria Ausiliatrice che
avrei dato testimonianza del suo
ai uto, se il disperso fosse stato
rit rovato. Parlai confidenzial-
mente a Maria: "Tu che sei
Sposa e Madre, ti prego, prov-
vedi". Poi m ' addormentai. Il
mattino seguente mi precipitai in
sala da pranzo a trovai la came-
riera tranquilla e sorridente , poi-
ché suo marito era tornato a
casa a piedi , nel cuore della
notte , sano e salvo. L'abbracciai
e le raccontai tutto.
Elena di Colloredo Mels, Trieste
GUARISCE
IL GIORNO
SUCCESSIVO
Mia sorella nel marzo 2004 subì
un impegnativo intervento al
cuore. In seguito a complicanze
post-operatorie avrebbe dovuto
essere sottoposta nuovamente
a un altro intervento chirurgico
notevolmente rischioso per l'a-
nestesia. Il 25 aprile, giorno
della Beatificazione di Suor
Eusebia Palomino Yenes , ci
rivolgemmo a lei con fede e pre-
gammo intensamente affinché
ci accordasse la grazia della
guarigione. Il giorno successivo
i medici eseguirono tutti gli
accertamenti , ma gli esiti circa
la necessità dell'intervento furo-
no negativi. Da allora mia sorel-
la cominciò a migliorare fino a
raggiungere la completa guari-
gione.
tercessione del nostro piccolo ottenuti per intercessione di
Puddu Rosa, Alessandria
santo. 11 problema lavorativo tut- Maria Ausiliatrice e dei santi
tavia non è ancora del tutto salesiani. Mai però li avevo
risolto. Occorrerebbe un 'altra "messi alla prova" . Nell'agosto
"spintarella" da parte di san 2003 , mentre ero in villeggiatura
Domenico Savio , perché si · a Malborghetto (UD), fui spetta-
sblocchino le assunzioni nella trice della tragica alluvione del-
Pubblica Amministrazione l'Alto Friuli. Nel primo pomerig-
ferme per il terzo anno consecu'. gio del 28 agosto , il cielo
tivo, cosicché i vincitori dei con- improvvisamente si fece buio
cors i possano finalmente conse- dando il via a piogge torrenziali
guire il lavoro per il quale si che nel giro di 6 ore sgretolaro-
sono preparati. Tuttavia, ritengo no i fianchi delle montagne .
che un aspetto importante della Fiumi e torrenti tracimarono
inv aden do campagne e case V. Dorotea Chopitea V. Rodolfo Komorek
con le acque piene di fango e
sassi. Immane il disastro. A
sera molti alluvionati si riversa-
rono nell'albergo dove soggior-
navo. Eravamo isolati, poiché
privi di comunicazioni telefoni-
che. Una cameriera, madre di
un bimbo di 4 anni, si accorse
con angoscia che suo marito
mancava all'appello. Si sapeva
Per la pubblicazione non si
tiene conto de lle lettere non
firmate e senza r~capi10. Su
ri chiesla s1 polra ome1te1e
{' indicazione del nome.
che nel pomeriggio era andato a
MAGGIO 2005 BS
Attilio Giordani.
GUARITO DA
ENCEFALITE
VIRALE
Alla nascita, avvenu ta con
una certa urgenza attraverso
il taglio cesareo, il piccolo era
sano. Ma dopo 9 giorni di vita,
sono iniziate le difficoltà: il
bambino non mangiava, si
lamentava di continuo, e il
suo colorito giallastro preoc-
cupava non poco. I genitori
l'hanno portato al pronto soc-
corso dell'ospedale "Manzoni"
di Lecco, dove è stato imme-
diatamente ricoverato. La sua
situazione venne considerata
grave, poiché gli esami ave-
vano accertato una encefalite
virale. Immediatamente mi so-
no rivolta al servo di Dio Atti-
lio Giordani, di cui sono stata
amica d'infanzia, abitando
allora in una casa di fronte
alla sua a Milano, in via Cac-
cini. Ebbene, dopo pochi gior-
ni la situazione parve miglio-
rata e, trascorso un mese in
terapia intensiva, il mio nipoti-
no ha potuto essere dimesso
con una diagnosi rassicuran-
te. Adesso , infatti, pur conti-
nuando frequenti controlli
medici, Adriano cresce sano e
vivace, ed è la felicità dei suoi
cari. Il medico curante affer-
ma che è un miracolo . Noi
non stentiamo a crederci. Ri-
conoscente ad Attilio Giorda-
ni, continuo a invocarne la
protezione e sono lieta che
anche il fratello del Servo di
Dio, Don Camilla Giordani, sia
partecipe della nostra gioia.
Elvia Spandri Rossi,
Pasturo (LC)

5.7 Page 47

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FR.
ANTHONY HUMER PINTO
Superiore della nuova Visitatoria
salesiana dello Sri Lanka.
Lo scorso dicembre ha ricevuto
dal suo Paese un riconoscimento
nazionale per il suo impegno
sociale. La tragedia dello tsunami
lo ha visto in prima fila
Fr. Anthony, com'è lo Sri Lanka dal punto di vista sociale?
È un R_aese instabile che negli ultimi 20 anni ha conosciuto solo la
guena. E attraversato da agitazioni religiose, politiche e sociali di
estrema gravità. Lottano da sempre indù, buddisti e cristiani. A Nord i
Tamil che pretendono l'indipendenza (sono il 18% della popolazione).
A Sud la ribellione comunista... E ancora, il turismo sessuale, la pedo-
filia, i baby/soldato...
Quali sono i più dolorosi problemi che deve affrontare?
Dal punto di vista morale i tre appena accennati. Dal punto di vista
sociale, ovviamente, l'immensa tragedia dello tsunami. Immagini
quello che c'è da fare . Ormai il tam tam dei media si è affievolito, ma
noi abbiamo ancora problemi da capogiro. I nostri 12 grandi centri
professionali per giovani analfabeti e drop out, ragazzi abusati e
baby/soldato sono del tutto insufficienti, soprattutto di fronte all'emer-
genza del terre/maremoto che ha moltiplicato per mille la miseria e i
bisogni.
È vero che spesso è stato minacciato di morte? Perché?
È vero. Credo per il mio impegno contro il traffico sessuale, ecc. La
mafia esiste anche qui e, se possibile, è anche più feroce. Le dirò che
mi hanno accusato di traffici illeciti, per aver accolto e protetto bambi-
ni da bande criminali, e sono anche stato arrestato e processato. Ma,
mi hanno assolto con formula piena. La verità ha vinto. Anzi, devo
dire che da allora il governo mi dà tutto l'appoggio possibile. Specie
ora con questa nuova calamità naturale che vede i salesiani in prima
fila.
Sono molti i profughi dello tsunami?
Non molti, ma moltissimi! E tutte le nostre strutture sono state mo-
bilitate. E sono zeppe di ragazzi che non hanno più nulla e nessuno.
Insomma a problema si aggiunge problema. Ma ci siamo abituati. Qui
la vita è davvero dura. Tuttavia l'aiuto dei buoni non ci è mai manca-
to. Dopo l'arrivo dello tsunami in alcuni dei centri professionali i no-
stri allievi e anche molti exallievi hanno cominciato a fabbricare mat-
toni per la ricostruzione. Mi auguro che Io Sri Lanka si riprenda e di-
venti una grande e moderna nazione.
ocu
DIFANE
Padre Vincent Donati l'ha
trovato a un angolo di strada,
vestito di cenci sporchi e puz-
zolenti. Accanto, una donna
con un bimbo in braccio. Si è
avvicinato, tentando di farlo
alzare per rendersi conto di
che cosa avesse bisogno. Era
un gobbetto sciancato che stri-
sciava per terra con le mani e
con i piedi. P. Vincent lo fa
trasportare all'ospizio di Ma-
dre Teresa e Io va a visitare
ogni giorno. Non si parlano
perché il dialetto del piccolo è
incompressibile, ma il padre
gli tiene la mano a lungo, pro-
prio come un papà! Il ragazzi-
no ha lampi di riconoscenza.
Un giorno gli fa vedere la
grossa ferita sulla coscia...
Chissà quante ne ha passate,
poveretto. Era ridotto come
una larva: la fame, la deforma-
zione del corpo, gli insulti dei
compagni, il rifiuto della gen-
te.. . Resisterà? Passano alcuni
giorni, prima che Padre Vin-
cent riesca a tornare a trovarlo.
Poi una mattina, appena trova
un po' di tempo, si precipita al-
i 'ospizio per salutare il ragaz-
zo. Ma, invece di Difane, trova
alcuni giovani che trasportano
una barella. Sopra c'è il suo
piccolo sciancato. Mmto. Il suo
gracile cuore non ha retto a
tanti strnpazzi. Sono troppi i ra-
gazzini che fanno quella fine,
perché da queste parti troppa è
la miseria, la violenza, la soffe-
renza; troppo il terrore, l'odio,
l'abbandono; troppe le ingiusti-
zie. Potrà mai finire?
ppavrambil2002@yahoo.co.in
BS MAGGIO 2005

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C,M,P,
NEL PROSSIMO NUMERO
EVENTI
di Savina Jemina
Matteo Ricci
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SFIDE ETICHE
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di Giovanni Russo
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La salute della terra
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INSERTO CULTURA
di Jean Noel Charmoille
La Comunicazione sociale in Francia
CASA NOSTRA
di Giovanni Eriman
L'epopea di don Albino