I NOSTRI SANTI
0 cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
ERA TORNATO
le ore 18 circa. La mamma aveva
IN FAMIGLIA
ancora dei capogiri e doveva
stare sdraiata. lo le consegnai d1
Con mia sorella e mia madre mi
recai per la prima volta al santua-
rio del Colle Don Bosco. Appena
giunte, andammo a pr~curarci ~n
abitino di san Domenico Savio.
Prima di allora non conoscevo
nulla di questo santo ; me ne
parlò brevemente la persona che
mi diede l'abito e il libricino. MISI
l'uno e l'altro nella borsetta e per
qualche ora mi separai da mia
madre e mia sore ll a. Dopo un
certo tempo, vo lendo sapere
dove fossero, cercai di mettermi
in comunicazione con il cellulare
di mia sorella, ma non riuscendo-
vi iniziai a recitare il rosario. Men-
tre m'incamminavo verso il san-
tuario le vidi sedute lungo la sca-
linata, poiché la chiesa era gre-
mita. Mia madre aveva dei capo-
giri e non riusciva ad alzars L
Vennero in soccorso alcuni
volontari della Protezione Civile.
un medico ci suggerì di traspo~-
tare la mamma all'ospedale p1u
vicino. Prima che l'adagiassero
nell'ambulanza, presi dalla bor-
setta l'abitino di Domenico Savio,
glielo appoggiai_ sul cuore e le
misi tra le mani la corona del
rosario, poi mi feci il segno della
croce e chiesi a due suore che
pregassero per la mamma. Men-
tre con mia sorella al volante per-
correvamo i 15 km di strada
nuovo l'abitino. Infermieri e medi-
ci l'assistevano con premura e
grande umanità. lo feci .una corsa
in duomo, che era davanti all'o-
spedale, accesi una candela alla
Madonna e intinsi un fazzoletto d1
carta nell'acqua benedetta, p_oi
tornai dalla mamma e le bagnai 11
capo con il fazzoletto intinto nel-
l'acqua benedetta. Verso le ore
21.30 portarono l'es ito degli
esami: negativo . Anche _la
mamma diceva che non sentire
più nulla. Così _la _d im isero .
Uscimmo tutti a p1ed1 dall ospe-
dale serenamente come se nulla
toss~ successo. Prima di salire in
auto mi girai verso il duomo e
l'osp~dale e ringraziai il Signore.
La mattina seguente la mamma
mi mostrò l'abitino di Domenico
Savio che da anni lei aveva
rich iesto. Era uguale a quello che
aveva tenuto nell'ospedale d1
Chieri. San Domenico Savio era
ritornato nella nostra famiglia e ci
resterà' per sempre. Anche mia
sorella, che con me al Colle_ Don
Bosco aveva preso un abitino ,
ebbe modo di esperimentare la
protezione di Domenico Sav1_0
nel periodo della sua matern1ta'.
quando dopo quattro anni d1
matrimonio diede alla luce 11 suo
bambino che chiamò Diego Gio-
vann i.
verso· l'ospedale, pur tra l'agita-
D'Ammassa Maria Grazia,
zione e l'angoscia pregammo:
Vespolate (NO)
recitai la novena di san Domeni-
co Savio, affidando la mamma
all a sua protez ione. Eravamo
PROTEZIONE
preoccupate, specialmente mia
sorella infermiera professionale.
Dopo la preghiera senti_i in me
CONTINUA
SULLA FAMIGLIA
una grande pace, per cu i d1ss1a
mia sore ll a: "Sento che la
mamma sta bene". T rovammo
facile anche il percorso, per noi
tutto nuovo, verso l'ospedale d1
Chieri. All'arrivo vidi la mamma
adagiata in bare ll a. Aveva lo
sguardo sereno. Prima che la
introducessero per vis itarla, l_e
tolsi l'abitino e le lasciai il rosan".
che poco dopo un'infermiera m1
riconsegnò. In sala d'attesa pre-
gavo di nascosto il ms~rio. _Dopo
un po' il medico c1 chiamo e c1
disse che non c'era nul la d 1_
preoccupante ma !'_avrebbero
trattenuta in osservazione. Erano
Sento il bisogno di ringrazi:3-re
apertamente san Domenico
Savio e san Giovanni Bosco
per la protezione continua con
cui hanno accompagnato la mia
famiglia e in p·articolare le mie
figlie. Conoscevo solo di_ nome
questi due santi ; ho cominciato
a venerarli dopo che me ne ha
parlato mio marito, exall1evo
sales iano. Ho affidato a san
Domenico Savio le mie figlie ,
prima che nascessero, portando
l'abitino che mi era stato dona-
to. Nei momenti di maqg1or
sconforto, ho sempre sentito la
presenza di ques_ti miei patroni:
mi hanno dato sicurezza, sug-
gerendomi le decision_i da pren-
de re. Pochi mesi prima della
discussione della tesi di lau_rea,
mia figlia uscì illes_a d_a un 1nc1-
dente , in cui ando distrutta la
B. Filippo Rinaldi
FEBBRAIO 2005 BS
p . la pubblicazione non si
_e, e conto delle lettere non
t•tiermn ate e senza r~cap1·1.0. S.u
Jn,.chi.esta si. potra omettei e
l'indicazione del nome .
• Suor Eusebia P_alomino
SI RISVEGLIA
DAL COMA
11 1o agosto 2003 nostro fig_lio
Francesco di 17 anrn fu coin-
volto in un incidente stradale:
Era senza patente a bordo d1
una giardinetta, imprestata da
un'amica, scontratasi con una
"Punto". I danni riportati erano
gravi: trauma cranico e toraci-
co, compromissione_de1 polmo-
ni e di altri organi 1ntern1 con
funzioni vitali. Diagnosi : due
ore di vita. Portato d'urgenza
all'ospedale di Albano , venne
subito trasferito nel reparto d1
rianimazione dell'ospedale S.
Giovanni di Roma. Era i_rricono-
scibile: gonfio , giallo in viso,
tumefatto, con il corpo ricoper-
to di fili e dispositivi di rianima-
zione. Rimase in coma per tre
settimane . I medici nelle loro
dichiarazioni giornaliere erano
drastici : scarse possibilità di
sopravvivenza, con possibili
complicazioni improvvise e
imprevedibili. La nostra fami-
glia era distrutta. lo e mio man-
to trascorrevamo le nostre gior-
nate nel corridoio dell'ospeda-
le, aspettando di poter vedere
nostro figlio attraverso 11 _vetro
durante gli orari d1 v1s1_ta:
Parenti, amici e compagni di
scuola partecipavano _al .nostro
dolore e venivano ogrn giorno a
visitarlo, nonostante il calore
estivo. Non riuscivamo_ ad
accettare di perdere un f1gl10 d1
17 anni. Unico nostro conforto
era la preghiera e in _essa c1
siamo rifugiati. Ogni giorno
recitavamo il rosario nella cap~
pella dell 'ospedale e COSI
anche la sera prima di addor:
mentarci. Erano momenti d1
intensa unione con Dio. Una
mattina ci siamo recati a Fra-
scati , a Villa Sora, la scuola
macchina. Ora che la stessa si
è brillantemente laureata e l'al -
tra frequenta con profitto l'uni:
versità, ho promesso che avrei
testimoniato la grandezza d1
Don Bosco e del suo alunno
Domenico Savio che ringrazio e
invoco.
S. L., Pavia
salesiana frequentata da
nostro figlio. Abbiamo trovato
molta comprensione da parte
di don Francesco, un g1ovan~
salesiano molto amato dai
ragazzi. L'indomani lui con l'ex
preside della scuola, don ~1er
Fausto Frisali , sono venuti 1n
ospedale e hanno pregato
insieme con noi . Don France-
sco ci ha donato un'immagi~e
con la reliquia di suor Eusebr~
Palomino, raccomandandoc!
di metterla vicino al letto d1
nostro figlio e così ab_b(amo
fatto. Contro ogrn prev1s1one,
dopo tre settimane è iniziato un
lento e graduale risveglio dal
coma. Le condizioni di France-
sco sono andate migliorando,
tanto che dopo un mese e
mezzo dal ricovero è stato
dimesso dall'ospedale e trasfe-
rito in una clin ica di riabilitazio-
ne dove tuttora sta effettuando
le 'necessarie terapie riabilitati-
ve. 11 7 novembre è rientrato a
scuola, accolto festosamente
da insegnanti e compa~n1. Una
santa messa di ringraziamento
è stata celebrata con tutta la
sua classe . Il Preside de_ll8:
scuola con alcuni insegnanti s1
è recato presso la clinica di ria:
bilitazione per parlare con 1
medici delle condizioni psico-
organiche e cognitive di Fran-
cesco. Credo di non esagerare
affermando che nostro figlio ha
beneficiato di un doppio mira-
colo: è sopravvissuto a condi:
zioni così gravi e dopo soli
quattro mesi ha ricuperato
quasi perfettamente tutte le
sue funz ioni , tranne qualche
disturbo di attenzione. Fr~nce.-
sco oggi è cambiato: e p1~
responsabile e ri!less1v_o, s1 e
avvicinato di p1u a Dio , dal
quale è sicuro di essere stato
aiutato. La sera prega. Siamo
lieti di raccontare questa nostra
esperienza anche ai compagni
di scuola dell'ultimo anno d1
Liceo, perché pensiamo che
quanto è successo a France-
sco possa essere loro. di aiuto.
Noi genitori abbiamo 1mp~rat?
che anche nei momenti p1u
disperati non bisogna smettere
di credere, di pregare! d1 f1d8:rs1
dell'immensa bonta d1 Dio .
Siamo infinitamente grati a Dio
di averci dato la forza necessa-
ria per, affrontare questa prova
e di averci concesso la grazia
tanto invocata anche attrave~so
l'intercessione di suor Eusebia.
f genitori di Francesco
Marcoccio, Frascati (Roma)