Bollettino_Salesiano_200409

Bollettino_Salesiano_200409



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Mensile • Anno CXXVIII • nr. 8
Spediz. in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96
Faiale di Firenze
Spedizione nr. 8/2004
Aulorizz. DireL Prov. P.T. · 50100 Firenze• C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

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- SANTITÀ GIOVANILE
di Pascual Chévez Villanueva
I FRUTT DEL 15 EM
PREVENTIVO
GIACOMO
E BARTOLOMÉ
Eccovi due altri splendidi esempi di santità feriale incarnati da
altri due ex alunni salesiani, Giacomo Maffei (9/11/1914-24n/1935)
che ha frequentato il liceo salesiano di Valsalice e Bartolomé
Bianco (25/12/1914-2/10/1936) exallievo dell'oratorio.
Giacomo
nacque
da geni-
tori cristianissi-
mi . Ecco un
giudizio di don
Ricaldone :
"Lo ricordo
sempre quel
carissimo fi -
gliuolo: modestamente spi-
gliato, serenamente allegro e piace-
vole, esemplare senz'ombra di osten-
tazione, tutto infiammato di pietà eu-
caristica, spontaneamente apostolo
per la carità che gli ardeva in cuo-
re , soave conquistatore di anime
col suo sorriso infiorato di purez-
za... Il caro Giacomo, come Dome-
nico Savio , sarà il modello dell'a-
lunno salesiano e l'esemplare del
giovane di Azione Cattolica". Fino a
15 anni visse in famigl ia, esempla-
re per studio e pietà. In V ginnasia-
le la matematica gli fece lo sgam -
betto: bocciato! Fu un colpo duro; il
padre lo mise in collegio dai sale-
siani al "San Giovannino" di Torino.
Fu la sua salvezza, perché là in-
contrò don Pietro Zerbino che di-
venne suo "direttore spirituale" e
amico . L'espansività del carattere,
lo sviluppo fisico che gli dava più
dei 16 anni che aveva e lo spirito di
famiglia dell'ambiente facilitarono
un'intesa fraterna con i compagni e
un'immediata confidenza con i su-
periori. In questa atmosfera ricca di
spiritualità, la sua naturale bontà si
trasformò in virtù riflessa che tro-
verà il suo crisma negli esercizi spi-
rituali. egli si immerge nel so-
prannaturale, il 19/4/1931 dà ini-
SETTEMBRE 2004 BS
zio al suo "Diario" che narrerà, set-
timana dopo settimana , la sua
ascensione spirituale. Accettato
eccezionalmente come interno,
data, l'età, smentì tutti i timori e le
riserve, cantando a superiori e
compagni l'elogio più sincero di
quella vita ove aveva trovato affetto
e comprensione . Terminata la V,
passò al liceo di Valsalice , dove
trovò il campo aperto alle iniziative
più varie dell'apostolato: dalle tradi-
zionali "Compagnie" all 'Azione Cat-
tolica , alla "Confe renza di S. Vin -
cenzo". La domenica nelle ore del
passeggio i giovani liceali sciama-
vano in visita ai casolari più umili e
alle soffitte più misere e, a sera, si
sentivano più uomini e più cristiani.
Nei tre anni che passò a Valsalice
fu di pietà profonda e convinto zelo
apostolico. Si profilava evidente in
lui il laico cattolico che avrebbe
dato alla Chiesa e al mondo la
nuova forma di santità sulle orme
di Pier Giorgio Frassati. La maturità
classica, un successo (anche in
matematica!) , gli spalancò le porte
dell'università. Scelse Medicina per-
ché il medico è la vocazione più
vicina a quella sacerdotale, a Bolo-
gna perché era a due passi dalla
famiglia . Là trovò la "Congregazio-
ne Mariana" dei Gesuiti , continua-
zione ideale dell 'apostolato asso-
ciativo di Valsalice . La sintonizza-
zione si rivelò così pronta e sponta-
nea che fu subito eletto segretario .
Le riunioni non erano accademia :
uscivano, lui e i suoi compagni , per
andare a visitare, nelle ore libere
della domenica, i baraccati e portar
loro non solo pane , ma anche la
parola incoraggiante e quella soli-
darietà che apre la porta alla spe-
ranza e all 'azione . Il "Diario" sarà
l'espressione continua e sempre
aggiornata di questo travaglio e di
questa molteplice attività. A Bolo-
gna visse un solo anno, ma si fece
tanti amici . A vent'anni venne
improvvisa la morte. Ancora oggi ci
si domanda sgomenti perché quella
crudele peritonite. Forse occorreva
un santo per i giovani. Quale il
segreto delle conquiste di Giaco-
mo? La purezza del suo cuore che
è integrità di vita e che gli faceva
scrivere : "Come Domenico Savio
anch'io dico: La morte ma non pec-
cati! ".
Bartolomé era di Pozoblanco,
in Spagna. Sua mamma mo-
rì prima che compisse i quat-

1.3 Page 3

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tro anni , e figlio e padre andarono
a vivere dagli zii . A scuola il profes-
sore , osservando la sua diligenza,
gli diede il titolo di "Capitano".
Orfano anche di padre a 12 anni,
dovette lasciare la scuola e metter-
si a lavorare da seggiolaio nel pic-
colo laboratorio del cugino. Quando
arrivarono i salesiani (settembre
1930), Bartolomé frequentò l'orato-
rio e aiutò come catechista. Trovò
in don Antonio do Muino un diretto-
re che lo spinse a continuare la
sua formazione intellettuale, cultu-
rale e spirituale. Più tardi entrò nel-
1'Azione Cattolica, di cui fu segreta-
rio e dove profuse il meglio di sé .
Trasferitosi a Madrid per specializ-
zarsi nell'apostolato fra gli operai
presso l'I stituto Sociale Operaio, vi
spiccò come oratore eloquente e
studioso della questione sociale e
della dottrina sociale della Chiesa .
Ottenuta una borsa di studio, poté
conoscere le organizzazioni ope-
raie cattoliche di Francia, Belgio e
Olanda. Nella opzione politica, Bar-
tolomé fu coerente con le sue con-
vinzioni. Nominato delegato dei sin-
dacati cattolici , nella provincia di
Cordoba fondò otto sezioni. Fu un
cristiano impegnato, con una testi-
monianza seria di vita interiore e
una dedizione generosa all'aposto-
lato sociale, un cristiano che lottava
per i valori del Vangelo, anche in
quelle attività che potevano appari-
re come politiche. Proprio questo fu
preso a pretesto per assassinarlo,
anche se in realtà egli fu ucciso
perché cattolico . Quando esplose
la rivoluzione , il 30 giugno 1936,
Bartolomé ritornò a Pozoblanco e
si mise a disposizione della "Guar-
dia Civile" per la difesa della città
che dopo un mese si arrese ai ros-
si. Si consegnò il 18 agosto. Accu-
sato di ribellione fu portato in car-
cere , dove continuò ad avere un
comportamento esemplare: "Per
meritarsi il martirio , bisogna offrirsi
a Dio come martiri!". Venne proces-
sato e condannato a morte a Jaén .
Disse : "Avete creduto di farmi un
male e invece mi fate un bene per-
ché mi cesellate una corona". Fu
fucilato il 2 ottobre 1936.
I Giacomo e Bartolomé, due vite
diverse, due morti diverse, ma
un 'unica intensità di virtù e di zelo
apostolico.
Settemb re 2004
Anno CXXVIII
Numero 8
In copertina:
Una giovanissima
" turista" polacca
venuta a Roma
in occasione della
beatifi c azion e
del principe/sacerdote
sa les iano
Augus to Czartoryski
Foto: Martin Tadeo
M ensil e d i in fo rm az ione
e cultu ra reli giosa edi to
dalla Congregaz ione Sa les iana
di San G iovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 Chiesa e turismo ok!
- Soc1ETÀ
14 Logos, eros, tekne
di Silvano Stracca
di Mario Scudu
- vlAGGI
18 Passeggiando qua e
di Giancarlo Manieri
- CASA NOSTRA
20 Occasione mancata
di Francesco Motto
- , NSERTO CULTURA
23 Il Museo di Shillong
- FMA
28 Un grumo di sogni
di Natale Maffioli
di Maria Antonia Chinello
- RUBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor f. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et
b enefacere... - 38 Sfide etiche - 40 Diba ttiti - 42 I nostri morti - 43 // mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Cavolo
Carlo Di Gioco - Bruno Ferrere - Cesare Lo Monaco
if;;~~~~n~~~u~c~~i~~~~ ~ifs~ ~~~;~~~ ~~~2:)!~io
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni • Serdu - Silvano Stracca
Fotore porter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fanti ni - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera • Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Utticio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amm inistrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 31 lingue diverse. Raggi unge 151 Nazioni,
,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS SETTEMBRE 2004

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di Carlo Di Cieco
UN ALTRO
OCCIDENTE
No a un mondo dove un liberismo sfrenato detta "leggi senza
regole", dove in fatto di mercato è vietato vietare, dove squilibri
sempre maggiori allargano le differenze e approfondiscono
le sofferenze.
Si può dire no, si deve dire no, i
popoli dicono no al mondo
unipolare, no all'attuale
sistema economico internazionale
che allarga la forbice tra ricchi e
poveri. E il segnale emerge dalle rive
del fiume dove si consuma la tragedia
di una guerra che i militari hanno
ch iamato con il nomignolo "antica
Babilonia". Cogliere questo segno dei
tempi può essere importante su l piano
educativo perché disegna il quadro
mondiale entro cui avviene il dialogo
tra generazioni giovani e adulte.
O Al crepuscolo delle colonie, quando
la Chiesa cattolica celebrava il suo
Concilio più grande della storia, la
guerra del Vietnam fu un segnale
geopolitico rilevante. Un invito
all'Occidente a cambiare strada, perché
i popoli considerati di seconda fila
decidevano per l'autodeterminazione.
Allora Paolo VI e La Pira - in forme
discrete - làmentarono i
bombardamenti devastanti su Hanoi.
E con la "Populorum Progressio" la
Chiesa cattolica proseguì nella sua
marcia verso i popoli subalterni. Quel
segnale non fu preso in seria
considerazione, temendo che quella
strada per la giustizia e l'uguaglianza
portasse a Mosca, aborrita dal sistema
occidentale.
L'Occidente, anche dopo la caduta del
comunismo sovietico, ha continuato a
pensare come del tutto normale una
Terra a due velocità con gli uomini e
le donne divisi nelle grandi categorie
di chi può e decide e di chi non può e
subisce. Fortunatamente, insieme alla
voce di valenti economisti, si è levata
la voce del Papa a contrastare questa
illusione.
Ed è stato credibile, quale portavoce
di una Chiesa purificata nel Giubileo
con la richiesta di perdono per il
coinvolgimento dei suoi figli in tante
storie di dolore procurato e di
ingiustizie. Quando le due Torri,
emblema dell'attuale potere
finanziario consolidato, sono crollate,
SETTEMBRE 2004 BS
c'è stata una reazione segnata dal
senso di pericolo per l'Occidente che
ha bollato come terroristi non solo i
terroristi veri, ma anche tutte le
persone convinte , dai segni dei tempi,
che l'Occidente dovesse percorrere
una strada nuova verso la pace.
O Richiamandosi al Concilio, il Papa
anche questa volta ha chiesto
all'Occidente di non perdere la testa e
di non partire fucile in spalla. Ma di
fermarsi a capire le cause che possono
alimentare la esecrabile pratica del
terrorismo. Ha chiesto all'Occidente di
ritrovare la parte migliore della sua
anima, cristiana e laica purificata dalle
tante incoerenze, colpe e ingiustizie
seminate nei secoli. Intorno alla culla di
questo progetto ha invitato le altre
chiese e religioni per gettare le basi di
una storia altra segnata da
condivisione , solidarietà e pace.
L'Occidente - in questo progetto -
deve accettare di non voler più fare
parti disuguali tra uguali. E
convincersi che l'umanità resta tale
anche fuori del nostro cerchio e della
nostra civiltà. Solo così - dopo l'orrore
che ha scoperchiato la lunga pratica
della tortura - l'Occidente può
ritrovare la sua anima e credibilità per
una leadership autorevole - se ne ha
la forza pacifica - piuttosto che
autoritaria.
O Il dialogo educativo oggi passa per
questo sentiero stretto, ma sarebbe
davvero cattolico, nel soffio conciliare
che ha voluto adattare il vangelo ai
nostri giorni, se fosse animato
dall'orizzonte immenso della fraternità
e della solidarietà universale. Solo un
pensiero che pensa che in fondo gli
uomini sono disuguali e tali devono
restare perfino nella spartizione delle
risorse di vita, continua a predicare
che giustizia e solidarietà sono
un'utopia perché da sempre l'uomo è
cattivo ed egoista. Non c'è solo Caino
nel cuore dell'Occidente. Bisogna
ritrovare Abele . Educando. E metterlo
al primo posto.
O

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che il Cristo di Mel Gibson che la scelta delle lingue ori- zìone. [...] Anche il fatto di
oltre agli sberleffi della solda- ginali (l'aramaico dei giudei "offrirsi vittima per...", come
ta glia romana si b ecc herà e il latin o dei romani) testi- ha fatto Laura Vicufia mi la-
anche quelli della gioventù monia questa cura che riem- scia non poco perplessa.
nostrana. Tutto sbagliato. Fin pie di mistero la vicenda nar-
dalla prima scena è calato un rata e contribuisce a risve -
Luisa, Treviso
silenzio tombale che è durato g liar e qu e ll a s comoda No , signora , il Signore non
senza soluzione di continuità domanda: "Chi è Costui ?" . ha bisogno di alcun supporto
fino ali' ultima scena , e oltre. Se esiste già in cassetta quan- · material e p er compiere ,
Sì, perché quando all' uscita do uscirà la mia risposta ,
ho cercato di carpire qualche cara Simona , corri a com-
commento, non ho carpito prarla: certe opportunità è
O proprio niente: si usciva in bene non lasciarsele sfuggire
silenzio, il che non è proprio in questa civiltà che sembra
HE PASSION. Caro
direttore, ha visto il film
di Mel Gibson? E le è piaciu-
ta questa pellicola così san-
guinolenta? Sa quante critiche
ha suscitato? A me non è pia-
ciuta per niente, perché ha
presentato Gesù così uomo
che più uomo non si può, e
non ha presentato Cristo. [... ]
Insomma manca la parte teo-
cosi normale! Ma allora qual-
cosa do veva essere successo,
qualche sentimento inusuale
per quei luoghi doveva aver
colpito i re cessi più intimi
dell' anima degli spettatori , e
posto qualche interrogativo in
più. Ho riflettuto che se un
film suscita sentimenti tali da
la sc iare senza parola gli
astanti per di più giovani, di
aver perso le coordinate . E
fai tesoro dello sguardo della
Madonna , così intenso nella
sua straziante tenerezza.
L e critiche? lo ho una mia
teoria. Il film ha riportato
ali' attenzione universale un
uomo (uomo ?) talm ente
imbarazzante e ingombrante
che il mondo tenta da sempre
di seppellire nel dimentica-
toio d ell' indifferen za . D el
logica del personaggio. [...] c ui ogg i si parla e sparla resto lo attesta già la Scrittu-
Simona ,
studentessa alla Sapienza
come di generazione indiffe-
rente , incerta , se.nza ideali ,
ecc. vuol dire che ci si trova
ra che egli sarebbe stato
"occasione di ro vina o di
risurrezione p er molti" (Le
Ho 20 anni e cerco amici e
amiche di penna... Mi basta
anche solo una cartolina
del vostro paese. Risposta
assicurata. D'Agostino
Ursula, Via Gorizia 7 -
10046 Poirino (TO).
Ciao, mi chiamo Teresa.
Vorrei scambiare santini e
cartoline a tema religioso
con altri amiche/ci che
come me hanno questa
passione. Starno Teresa,
Via Redipuglia 7 - 70029
Santeramo (BA).
Gentile Simona , quando deci-
do di andare a vedere un film ,
non pretendo di assistere a un
reportage documentaristico,
alla proiezion e del profilo
storico di un personaggio, né
tanto meno a una rappresen-
tazione "teologica" . Un film
di fi0onte a un capolavoro, un
masterpiece, per come hanno
detto gli americani, da far
riman ere attoniti. A questo
punto, che l'autore sia un cat-
tolico tradizionalista, che si
sia ispirato alle visioni di
Ca terina Emm eri ch, o che
2 ,34) , un segno cli contraddi-
zione. "Chi è Costui? " è un
interrogativo che la pellicola
in questione ha riproposto a
tutti , volenti o nolenti: a cri-
stiani e no, credenti e atei...
Questo a molti proprio non
va ghì, s'impone sullo stoma-
Ho 29 all11i e mi piacereb-
be corrispondere con
ragazzi e ragazze per una
sincera amicizia. Santa-
maria Filippo, Via De
Rossi 27 - 70016 Noicat-
taro (BA).
è un film . Punto e basta. A
quanto mi risulta Gibson non
ha mai dichiarato di aver fil-
mato la vicenda di Cristo per
presentare al mondo una ri -
cerca storico/critica su Gesù.
Molta - troppa - dietrologia
è sta ta fatt a s u "Th e pas-
abbia attinto dal ' idi o ta di
Dostoe vskij, o al dipinto di
Han s Holbein , o chissà dove
ancora, poco importa. Che il
la voro non sia teologico, né
scientif,co, altrettanto poco
imp orta .. . Se a vessi vo luto
una storia del Cristo della
co. Soprattut.to p erc h é la
fu gace scena finale del suda-
rio che s' affloscia , improvvi-
samente e inopinatamente
privato del cadavere.fa intra-
vedere la risp osta alla
domanda che rode: "Chi era
in realtà Costui ?" .
Faccio collezione di im-
maginette e santini e vorrei
scambiare i miei doppioni
con altri che hanno il mio
stesso hobby. D'Agostino
Elena, Via Gorizia, 7 -
10046 Poirino (TO).
l'tJ s ion" : g li son o pi ovu te f ede sarebbe stato sufficiente
addosso critiche a ventaglio un buon manuale di cristolo-
ABITINO/ Caro Di-
perché è cosl, o cosà , perché gia .
. . . .~·ettore, leggo spesso sul
manca di questo, è carente di "Th e passio,?'' è un film che BS da lei diretto la rubrica dei
qu ello, è tradizionalista , è interroga, perciò è da tenere santi... e mi accorgo che quasi
esagera to , è, come di ci tu , in cineteca e da rivedere ogni tutti quelli che hanno ricevuto
sanguinolento, e via di questo tanto. "Chi è Costui ?" , dice- favori da san Domenico Sa-
passo.
va allora chi l'in contrava e lo vio affermano di aver indos-
Mi sono recato a vederlo in sentiva parlare. Ma è una do- sato o fatto indossare l'abiti-
una g ra nde sala di R oma. manda che il film ha ris ve- no. [.. .] Possibile che il Si-
C ' eran o molti g iov ani. In gliato anche n el' intimo degli gnore abbia bisogno di questo
attesa che iniziasse la proie- spettatori di ogg i, loro mal- oggetto materiale per conce-
zione, ridevano, scherzavano, g rad o . E cco p erc hé mo lti dere grazie? Mi sa di supersti-
sgranocchiavano pop- corn escono senza parole dalle
con ritnii da roditori, parlava- sale dove è stato proiettato. Il
P:'~~ no e sparlavano infiorando il regista ha curato i particolari Non ci è ~rato possibile
loro dire del solitissimo gergo più insignificanti, le minuzie.
da bassifondi. Ahimè, pensa- Ora, precisamente, un capo-
vo , sono capitato male. Mi sa lavoro è fatto di minuzie! An-
SETTEMBRE 2004 BS
bll·ca
nute
re tutte le lette re
in recl az10· 11 e.
pe1v
Ce ne
sscuuost,.eammpoo·
Provvederemo_ a
alla pubblicaz1to-
ne o alla risposta persona e.
Sono prete tra tantissimi
bambini poveri, anzi pove-
rissimi. Ringrazierò Dio e
pregherò per ognuno che
mi voglia aiutare. Don
Freitas José Almeida,
Rua 8 de Junho 120,
60512-030 Fortaleza CE
Brasil.
Sono brasiliana di 56 all11i.
Cerco amicizie, scambi di
pareri, opinioni... Potete
scrivere in italiano, tede-
sco, spagnolo, portoghese.
llse Breier, Joao Macluf
194 - 98 900 000 sta Ro-
sa, R.S. Brasil.

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direttamente o tramite i suoi più grande di colui che dà la g ico . Mi chiedi qualche
santi, ciò che è al di fu.o ri vita per i propri amici!", non esempio . Mah! Le modifiche
della portata del/' uomo. Sem- sono parole mie ma di Cristo. sono migliaia e perciò mi
mai è l'uomo che necessita di Dal can to suo lo Stato lo trovo un po' in imbarazzo .
supporti. L'uomo che è fatto chiama eroismo. L 'offe rta Annoto qui solo la sostituzio-
di materia, ha bisogno di della propria vita è, dunque, ne di alcuni vocaboli, perché
avere tra le mani qualcosa di il piiì elevato atto di amore tu ti faccia un' idea, seppur
co ncreto, di manipolabile , che l'u omo possa fare. Di vaghissima , di ciò che è stato
qualcosa che lo aiuti a ricor- esempi d' amore fino al sacri- fatto e di cui si attende la
dare o ad abbordare detenni- fici o della vita, la storia divulgazione.
nate realtà diffici lmente anche laica è piena. A nessu- - "Lavori forzati" al posto di
agganciabili perché apparte- no è mai venuto in mente che "g ravami" in Es 6,6
nenti al soprasensibile . Chi il sacrifico di Salvo D'Acqui- - "Droghe" al posto di "ma-
non ha nulla in mano si sente sto, che chiede di essere fuci- /le" inAp 18,23
nudo, immagina che gli man- lato purché siano salvi altri - "Non abbandonarci · alla
chi l'energia e la capacità di prigionieri in mano ai tede- tentazione" al posto di "non
operare. Il mago non fa a schi , sia stato una esagera- indurci in tentazione" nel Pa-
meno della sua bacchetta , il zione; e non ha lasciato per- dre nostro ,
cuoco del su.o capp ello , il plesso nessuno il sacrificio di - "Alloggio" al posto di "al-
militare delle sue medaglie, il Pietro Micca che si fa saltare bergo" in Le 2,7
·
prete del/ ' acqua santa, il in aria , kamikaze nostrano, - "Moneta d'oro" al posto di
vescovo del pastorale .. . L' a- p er salvare Torino dal- "mina" in Le 19,13
bitino non è un talismano , ma /' invasione francese, o quello - "Barella" al posto di "let-
solo un supporto che aiuta a del tappezziere milanese Ama- tuccio" in Mc 6,55
rivolgersi con più fede, con tore Sciesa che col suo cele- - "Cavallette" al posto di
più decisione , con maggiore bre "Tiremm innanzi" rifiutò "locuste" in Mt 3,4; e via di
sicurezza al santo o meglio al di co llaborare co l nemi co questo passo .
Signore tramite il santo accettando la morte. È sem- E comunque uscito edito dal-
richiamato dall'abitino .
pre l' uomo che decide della la P/EMME un libro piacevo-
Per accennare qualcosa su prop ria vi ta , non Dio che lissimo, scritto con stile argu-
quello di Domenico Savio , richiede obbligatoriamente il to e accattivante da R. Beret-
esso vien.e usato a ricordo di sacrifico totale di sé per con- ta e A. Pitta dal titolo: "Co -
un abitino della Vergine che cedere le grazie richieste.
me cambia la Bibbia", che
Domenico applicò alla mam-
spiega i cambiamenti appor-
l'!J ma ammalata. Ma inviando
questo segno a chi lo richie-
tati e soprattutto il perché. È
AMBIAMENTI. Caro proprio quello che ti consi-
de, nel libricino che l' accom- ft:l ctirettore, ho più volte glio. Magari potresti farn e
pagna è opportunamente scrit- letto e sentito parlare di cam- dono al tu.o insegnante di re-
to: "Non basta portare l' abi- biamenti nei testi ufficiali ligione per poterne poi discu-
tino come fosse un amuleto, è della Bibbia. Anche il prof. di tere in classe! Che ne dici?
necessario pregare con fede ... religio ne ne ha accennato. Qui sotto ti metto la riprodu-
vivere cristianamente . L'abi- Sono davvero necessari? Non zione della copertina, così
tino incoraggerà i genitori a può farmi qualche picco lo i?on ti sbagli. Ciao.
essere fedeli ai loro dove- esempio?
ri .. .". Niente superstizione ,
quindi, piuttosto impegni pre-
Enzina, Il superiore ROBERTO BERITTA-ANTON!O PITTA
cisi di vita integerrima. Pos- Cara Enzina,
siamo perciò dire che l'abiti- un ca mbio , se si fa , lo si
no è un segno sensibile che reputa necessario almeno a
aiuta a manifestare la pro - certi livelli. Altrimenti è inu-
COME
priafede efidu.cia in Dio; non tile sprecarci 20 anni di studi
è un oggetto di culto, serve e discussioni, come hanno
solo per invitare al culto, è un fatto per la BiiJbia, non ti
richiamo, un incoraggiamen- pare? 1 motivi sono molti:
to, un monito che supporta la l'evo luzione della lingua , la
CAMBIA
LA
nostra fragilità, che induce a correzione di qualche errore
percorrere con più decisione di tradu zione e di qualche
BIBBIA
la strada verso Dio.
altro di interpretazione: "Chi
Quanto alla sua perplessità traduce tradisce" dice il pro-
sul' offrirsi come vittima per verbio e, come sai, la Bibbia
Tn m, teprinia il nuovo testo iifficiale
della Co1ifert11ta Episcopale ltalrmw
la salvezza di un'altra perso- è una traduzione da l/' ebrai-
na , la Chiesa lo c hiama co, da l/' aramaico, dal greco,
"Carità" con la "C " maiu- dal latino. Qualche svarione
sco la: "Nessuno ha amore di traduzione è quasi fisiolo-
BI
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Pe r la vostra corri spon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse @sdb.org
BS SETTEMBRE 2004

1.8 Page 8

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TAM-HA, VIETNAM
LA FESTÀ
DELLE LANTERNE
A Tam-Ha si è vissuta la festa
autunnale della luna, inizio
del nuovo aI1110, come un ' op-
portunità per ragazzi, ragazze
e giovani dell ' Oratorio di ap-
profondire il significato dell a
festa delle lanterne. «È stata
una festa costruita insieme
educatori, educatrici e giova-
ni. Ci siamo aiutati reciproca-
mente per pensare e decidere
i simboli che volevamo appa-
rissero sulle lanterne». Parole
come amore, solidarietà, pa-
ce , famiglia hanno preso cor-
po a partire dall 'esperienza
personale e sono diventate
patrimonio di tutti, attraverso
messaggi spiegati e lanciati
all ' assemblea di genitori e
amici che si erano raccolti ,
nel giorno della festa, per ce-
lebrare insieme l'inizio del
nuovo anno. La giovane visi-
tatoria del Vietnam vive da
anni , nonostante le difficoltà,
al ritmo della gente: le scuole
materne e gli oratori sono
luoghi in cui poter avvicinare
giovani e bambini con le loro
famiglie. La testimonianza di
comunione delle comunità è
testimonianza per tante gio-
vani che decidono di dedicarsi
interamente alla missione edu-
cativa.
•!iM=l;1t3li;1!J~i•U• le e mare. Per dipingere i mu-
rales e decidere il titolo del-
l'intera serie la direzione del-
PICCOLE ARTISTE
la scuola ha organizzato una
vera gara. Ha vinto lo slogan:
Guidate da un vero artista,. Our forever friends (Nostri
Des Langford , le allieve della amici per sempre, ndr). «Ogni
Scuola Elementare FMA di classe ha atteso pazientemente
Limerick haI1110 dipinto le mu- il suo turno - spiega la preside,
ra dei porticati della loro suor Sarah O'Rourke - e, in-
scuola con quadri che rappre- sieme a Des Langford, le bam-
sentano le stagioni dell ' aI1110, bine haI1110 imparato a pensare
la storia e la cultura dell 'Ir- un'opera nel suo insieme, a di-
landa. Anche Don Bosco e segnare, accostare i colori, sce-
Madre Mazzarello hanno tro- gliere le tonalità, lavorare in
vato posto, accanto a perso- équipe». I disegni haI1110 tra-
naggi dei fumetti, a fiori, frut- sformato quest' area della scuo-
ti , animali , case e prati , nuvo- la, molto frequentata.
SEOUL, COREA
DEL SUD
RICONOSCIMENTO
UFFICIALE
SETTEMBRE 2004 BS
"
Suor Agata Song Yon-Sun,
FMA, ha ricevuto un ricono-
scimento ufficiale da parte
del governo del suo paese per
la dedizione alle bambine e
alle giovani che vivono parti-
colari situazioni di disagio fa-
miliare . La Corea del Sud, in-
fatti, negli ultimi decenni ha
fatto progressi sorprendenti a
livello economico ed è ritenu-
ta uno tra i paesi all ' avan-
guardia della tecnologia. La
ra pidità delle trasformazioni,
tuttavia, ha generato nuove
forme di povertà: la disoccu-
pazione, i casi di divorzio, di
violenza sessuale, anche al-
l'interno delle mura domesti-
che, sono in continuo aumen-
to. Le FMA coreane haI1110
cercato di trovare una forma
di aiuto per prevenire il disa-
gio soprattutto delle giovani
donne. Così si sono aperte
case-famiglia a Seoul, Chang-
Song e in altre città. Suor
Agata vi ha lavorato con tutte
le sue forze, andando a cerca-
re le ragazze per le strade, a
volte anche di notte. Dal 1999
è direttrice del Mazzarello
Center, responsabile non solo
di una casa-famiglia, ma an-
che di Oasi, un ' altra casa per
circa 40 ragazze di strada,
dove possono frequentare cor-
si di formazione professio-
nale. La premiazione di suor
Agata costituisce un ricono-
scimento pubblico dell ' opera
educativa di tutte le FMA in
Corea.

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto
Saccarello
redazionale
GUWAHATI, INDIA
VISITA DELLA
MADRE GENERALE
"A Guwahati, racconta la Ma-
dre, ho constatato la pacifica
convivenza sullo stesso suolo
di gruppi etnici e di religioni
diverse, soprattutto hindu e
musulmani che hanno espres-
so in molti modi la loro sim-
patia per la presenza delle
FMA. Vi è una forte impronta
lasciata dalle prime missiona-
rie. Molti conservano ancora
ricordi, parole, ma soprattutto
attestano la dedizione con cui
hanno lavorato e sofferto sen-
za badare a sacrifici». Le FMA
offrono risposte di versificate
ai bisogni della società civile:
scuole con tantissimi alunni ,
opere sociali nelle periferie,
presenze a servizio dell a gente
dei villaggi, con dispensari e
piccoli ospedali, visite alle fa-
miglie, programmi di promo-
zione della donna, piccole
scuole e internati. Significati-
vo l' incontro con i piccoli
ospiti della Casa dell'Amore,
consegnati dalle autorità civili
perché raccolti dalla strada;
l' incontro con numerosi grup-
pi di donne e bambini che vi-
vono ai margini della società,
trovando nelle suore l'aiuto
per crescere nella propria di-
gnità.
VILLARRICA,
PARAGUAY
progetto di sostenere hogares
per le bambine in difficoltà,
lanciato a Punta Arenas (Cile)
nell 'aprile 2002. È realmente
INAUGURAZIONE
una realtà di economia solida-
Esattamente un anno fa, alla
presenza di autorità civili ed
ecclesiali, è stato inaugurato a
Villarrica un complesso che
comprende cappella, sala spor-
tiva, garage, lavanderia per 35
bambine e adolescenti a ri-
schio dell 'Hogar Tesape Po-
ra, grazie alle offerte giunte
da tutto l'istituto a seguito del
le, una realizzazione concreta
della rete di amore e di citta-
dinanza attiva». L 'Hogar Te-
sape Pora si trova a ridosso
dell'antica ferrovia che colle-
gava la capitale Asunci6n alla
città di San Salvador. Le gio-
vani accolte sono minori dai 4
ai 18 anni in situazione di ri-
schio o in stato di "alta vulne-
rabilità". Hanno alle spalle fa-
miglie emarginate. Senza ge-
nitori, o abbandonate da essi,
le suore le hanno incontrate
direttamente per la strada, o
sono state affidate loro dal
Tribunale dei Minori. In dieci
anni di attività, l'Hogar Tesa-
pe Pora ha accompagnato
tante giovani all'incontro con
la vita.
SUONA A NEW YORK
LA CAMPANA DELLA PACE
Le Poste Azzurre hanno emesso una serie di tre
francobolli e una cartolina-ricordo per commemo-
rare il cinquantenario della Campana della Pace
giapponese . Progettata da Chiyogi Nakagawa e
fusa con il metallo di monete raccolte in sessanta
Paesi diversi, la Campana venne presentata alla
Sede dell'Onu a New York nel giugno del 1954
çlall'Associazione delle Nazioni Unite in Giappone.
E situata all'interno di una struttura tipicamente
giapponese - simile a un tempio shintoista -
costruita in legno di cipre_sso; la base in pietra,
poi, è un dono di Israele. E divenuta una tradizio-
ne suonare la campana due volte l'anno : il primo
giorno di primavera e il giorno di apertura della
sessione autunnale dell'Assemblea Generale , in
settembre.
I francobolli, del valore nominale di 0,80 Dollari
Usa, 1,30 Franchi svizzeri e 2,1O Euro, sono incisi
da Martin Morck. L'artista, di nazionalità norvege-
se, ha realizzato oltre quattrocento francobolli per
diversi Stati, tra cui tutti i Paesi scandinavi, la
Francia, il Principato di Monaco, gli Stati Uniti e il
Canada.
La cartolina-ricordo, stampata in 25.000
esemplari, riproduce i tre dentellati e riporta una
dichiarazione del Segretario Generale Kofi A.
Annan. Il giorno dell'emissione saranno disponibili
presso la Sede di New York, il Palazzo delle
Nazioni a Ginevra e il Centro Internazionale di
Vienna annulli primo giorno figurati.
Per eventuali prenotazioni: Amministrazione postale
delle Nazioni Unite - Palais des Nations - CH- 1211
Ginevra 1O - Svizzera.
Per saperne di più: -n- 0761/307.124
BS SETTEMBRE 2004

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel BS di settembre 1904 un bell'articolo di
don Albino Carmagnola commemora i SO anni
(oggi dunque sono 150!) della ''fondazione
dei laboratori che Don Bosco fece qui nell'anno
scolastico 1853-54". Il lungo e dotto articolo
di cui riportiamo il primo stralcio è
accompagnato dalla foto seguente.
Tutti sanno che D. Bosco dopo aver fondato la
grand 'opera degli Oratorii fes tivi nella nostra città di
Torino sentì ben presto il bisogno di aprire nella mode-
sta casa, che appigionava in questi paraggi , un ospizio
per taluni di quei giovani, i quali erano del tutto, o
quasi, abbandonati . Affine di provvedere al loro avve-
nire in modo rispondente alla loro condizione D .
Bosco dando a questi giovani insieme coli 'educazione
religiosa-morale l'alloggio, il vitto ed il vestito, li in-
viava durante la giornata al lavoro in qualche officina
o laboratorio della città.
Ma sebbene egli facesse di tutti affine di preservarli
dai pericoli , ai quali ivi andavano incontro, sino a re-
carsi egli stesso in persona, di tratto in tratto a visitarli
dove lavoravano, tuttavia i suoi cari artigiani non di
rado in quei laboratorii e in quelle officine imparavano
ben altro che il mestiere, sicché l'opera riparatrice di
D . Bosco si rendeva quasi inutile. Volendo dunque ov-
vi a.re ad un guaio sì grave, e tenere lontani i suoi figli
dalle perverse dottrine che nelle fa bbriche e nelle bot-
teghe si andavano spacciando, cominciò nell ' anno sco-
lastico 1853-54 ad aprire in laboratorio interno, e
quale? Calzolai, rallegratevi e andate santamente su-
perbi : il primo laboratorio fo ndato da D. Bosco nell ' O-
ratorio fu il vostro.
SETTEMBRE 2004 IJS
CHENNAI, INDIA
namento nazionale». Il con-
fronto si è arricchito nel dia-
logo e nella condi visione del-
MEETING
le esperienze con alc une rap-
DELLE DONNE
presentanti di organizzazioni
non governati ve impegnate
Il l Meeting Nazionale delle sul versante femminile. Sono
donne si è svolto nell 'ottobre stati indi viduati alcuni cam-
2003, a Chennai e vi hanno mm1 comun i: lavorare in
partecipato 19 FMA e 11 stretta interdipendenza; avere
donne provenienti da tutte le una delegata nel National
ispettorie indiane. «Questo in- Forum of Women Develop-
contro - spiega suor Jacintha ment; incontrarsi una volta al-
lrudaysamy - aveva un tripli- 1' anno; fa r circolare le espe-
ce obiettivo: conoscere come rienze e i materiali di rifles-
le ispettorie hanno lavorato sione e approfondimento del-
per lo sviluppo e la promozio- la questione femminile; dare
ne della donna; chiarirci at- il via a una rete di collabora-
torno ad alcuni concetti come zione con altre ONG che la-
genere e sviluppo; considera- vorano per la donna a livello
re la possibilità di un coordi- locale.
COTONOU, BENIN
pro prio futuro». Il Benin è uno
dei paesi dell 'Africa occiden-
tale che alimenta maggior-
BOUTIQUE LAURA mente la tratta dei minori e la
A Cotonou esiste la Boutique
Laura. Si tratta di un progetto
di autofinanziamento del Cen-
tro profess ionale gestito dalle
FMA. È un negozio in cui le
ragazze della Scuola Profes-
sionale vendono sapone di lo-
ro produ zione, prodotti colti-
vati nell ' orto e preparati in cu-
lotta contro i trafficanti è ar-
dua, come pure non è fac ile il
tentati vo di sensibilizzare le
fa miglie e la popolazione circa
i diri tti dell ' infa nzia. I sogni
della comunità riguardo a que-
sta nuova iniziativa si stanno
moltiplicando, grazie anche al
sostegno di molti benefattori .
cina, capi di abbigliamento
confez ionati nel corso di taglio
e cucito. «È un primo tentati-
vo per far conoscere l'opera
educativa - spiega la direttrice
suor Dieudonne Jean-Louis -
E voglian10 anche aiuta.re le
giovani a ritrovare fiducia in
se stesse, a sostenere le pro-
prie famiglie, a contrastare il
fe nomeno della prostituzione,
a diventare protagoniste del

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Redazionale
Si avverte sempre più
non solo un "biso-
MANCAVA
affetti e la sessualità dei
ragazzi. Egli guardava alla
gno" di infamarsi e
conoscere , ma in particola-
ORA C'È
vita con entusiasmo ed
era fiducioso nelle risorse
re di individuare percorsi e
di bene dei giovani. Con
itinerari formativi per giova-
lo stesso sguardo positivo
ni , fidanzati , famiglie , ani-
matori, educatori. Si sente
un "bisogno" di formazione
etica per camminare ver-
so un futuro responsabile ,
È uscita l'enciclopedia di BIOETICA
E SESSUOLOGIA dello stesso autore
che sta curando per la nostra rivista
la rubrica "SFIDE ETICHE". È certamente
di Don Bosco guardiamo
le nuove frontiere della bio-
etica e della sessuologia,
dialogando con la cultura e
i valori del nostro tempo,
perché i mutamenti com -
portamentali in campi co-
me la sessualità e la bio-
etica possono veramente
un'opera di ampio respiro
che apre prospettive su materie
oggi oggetto di grandi discussioni.
consapevoli di essere in-
seriti in società sempre più
secolarizzate e multicultu-
rali, con visioni diverse dei
cambiare l'uomo e la so -
valori morali. Illuminati dalla
cietà. Oggi occorre un con-
prospettiva del Vangelo,
fronto forte con i valori eti-
guardiamo la vita e la ses-
ci , ma anche un dialogo
sualità come valori prove-
aperto e sensibile con le
nuove conquiste della
scienza. Il progresso è
CA e
nienti dal Creatore.
Il bisogno di forma-
"per l'uomo". Ma non sem-
pre è stato così. Gli scien-
GIA
zione e informazione è
sollecitato anche dagli svi-
ziati si sono prestati ad
assurde sperimentazioni
durante il fascismo o lo
a cura di
Giovanni Russo
luppi delle biotecnologie in
campo alimentare e am-
bientale. Come formare i
stalinismo. Clonare un uo-
ragazzi al senso di re-
mo è un progresso "per
sponsabilità nei confronti
l'uomo"? In quali vie etiche
dell'ambiente e dell'ecolo-
per il credente le nuove tec-
gia? Con quali atteggia-
nologie riproduttive possono
menti porsi di fronte al-
essere di aiuto alle coppie
l'inquinamento ambientale
cristiane? Che dire di fronte
(che a volte si configura
ai trapianti , all'eutanasia,
quasi come un "agricidio"),
all 'ingegneria genetica, agli
alle mutazioni climatiche ,
organismi geneticamente
alle armi chimiche e biolo-
modificati, all'Aids, alla dro-
giche, al bioterrorismo,
ga, al doping, alla pena di
alla circolazione stradale ,
morte? Come educare i
ai rifiuti pericolosi? Come
ragazzi in tematiche come
l'innamoramento, i rapporti
prematrimoniali , la contrac-
cezione, il fidanzamento, il
matrimonio , l'aborto , il di-
I L'Enciclopedia di Bioetica e Sessuologia, con
circa 500 voci sulle nuove frontiere della vita,
della medicina e della sessualità,
Editori Velar-Elledici, 2000 pagine.
recuperare un sano rap-
porto con la natura, 'gli
animali? Come produrre
uno sviluppo che si dica
veramente sostenibile, qua-
vorzio, l'omosessualità, l'au-
le globalizzazione può
toerotismo, la pedofilia , il
condurre verso un mondo
controllo dei sentimenti e la progettualità nelle rela- più giusto e capace di produrre una vera qualità
zioni affettive?
della vita? Questi interrogativi non possono essere
liquidati sbrigativamente , ma esigono itinerari e
Don Bosco non si è mai lasciato abbagliare percorsi formativi per i nostri ragazzi e per noi stes-
né dalle nuove frontiere della scienza e della tecni- si ; esigono un approccio non superficiale , ma
ca che pure guardava con positività e simpatia, né profondo e aperto al futuro. È quanto offre l'enci-
dagli impulsi che sono capaci di condizionare gli clopedia in questione.
O
BS SETTEMBRE 2004

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA CHIESA
LA CHIESA
HA UNA SUA VISIONE
ETURISMO SUL TURISMO: NON
SOLO VACANZA
E MAI VACANZA
OKAY/ DELLO SPIRITO
' interesse della Chiesa per
il turismo , che è ormai
L l'industria numero uno
nell 'economia mondiale e che per i
paesi in via di sviluppo costituisce
la seconda fonte di valuta pregiata
dopo il petrolio, viene di lontano.
Già la Sacra Scrittura considerava
l'esperienza del viaggiare come
un 'occasione di conoscenza di ter-
re, popoli, culture, costumi diversi.
"Chi ha viaggiato - afferma infatti
- conosce molte cose, chi ha molte
esperienze parlerà con intelligenza.
Chi non ha mai avuto delle prove
poco conosce; chi ha viaggiato ha
accresciuto l'accortezza". Nella
Genesi, nel libro dei Profeti e in
quello della Sapienza, nei Salmi, la
bellezza del creato rappresenta un
segno rivelatore della grandezza e
della bontà di Dio. Nelle parabole,
Gesù invita a contemplare la natu-
ra per apprendere come la fiducia
nel Padre debba essere totale e la
fede costante.
di Silvano Stracca
LA VISIONE
DELLA CHIESA
Di qui i principi base della visio-
ne della Chiesa sul turismo come
fenomeno rispettoso della dignità
della persona e attento al suo
aspetto spirituale. Di qui il ricono-
scimento dei suoi valori positivi: le
migliori relazioni tra persone e po-
poli, il reciproco arricchimento
umano e culturale, il contatto con
la natura, l'incontro con Dio. Ma
anche una visione realistica delle
conseguenze negative del turismo
moderno, specie di quello di mas-
sa: rischio di spersonaliz-zazione,
SETTEMBRE 2004 BS
I Un papa "turista", hanno definito
Gioyanni Paolo Il. Ma egli non ha
mai fatto un viaggio al solo scopo
turistico.
fo nte di edonismo e di esagerato
consumismo, occasione di abusi
economici da parte del turista, pos-
sibile scontro di culture tra coloro
che ospitano e quelli che vengono
ospitati, sfruttamento delle persone
e popolazioni più povere. Pericoli
purtroppo insiti nelle caratteristi-
che di un fenomeno che, di fatto,
riguarda solo un terzo della popo-
lazione mondiale, quella più agia-
ta. I turisti dei paesi industrializzati
e neoindustrializzati costituiscono
1'80 per cento del giro d'affari del
settore. Per questi paesi il turismo
è diventato parte importante della
vita quotidiana dei loro abitanti. E
le dinamiche di mercato influenza-
no negativamente la pianificazione

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Il turismo ecologico di papa
Wojtyfa: boschi e montagne
le sue mete preferite.
del turismo verso i paesi emergen-
ti. All'inizio di luglio, a Bangkok,
durante il congresso mondiale del-
la pastorale del turismo è emerso
ancora una volta l'impatto negati-
vo del turismo sui paesi meno fa-
voriti. Basta pensare al cosiddetto
turismo sessuale che ha le princi-
pali mete in alcune zone dell 'Asia
e dell 'America Latina e che contri-
buisce ad alimentare il mercato
della prostituzione minorile. Con
lauti guadagni per le agenzie che si
rivolgono ai sex-tourist.
PREOCCUPAZIONI
Una politica spregiudicata, l'avi-
dità economica di classi privilegia-
te locali, l'estrema povertà di certi
paesi e la lotta per la sopravviven-
'za di strati della popolazione costi-
tuiscono l'humus, la base, su cui si
sviluppa questa piovra rivoltante.
A ciò si devono aggiungere le
pressioni economiche esercitate
dagli investitori stranieri nel setto-
re turistico nei paesi del terzo
mondo e l'attrazione dei beni di
consumo incentivata dai paesi ric-
chi. La preoccupazione della Chie-
sa per questa nuova forma di schia-
vitù di donne e bambini l'ha porta-
ta a intervenire, da tempo, per argi-
nare l'ondata di immoralità che le
correnti turistiche hanno trasferito
nei paesi esotici del sesso libero.
Più volte il Papa ha fermamente
condannato certo turismo senza
scrupoli, definendo la prostituzione
infantile un "flagello mondiale" e
sottolineando che la lotta a tale fla-
gello è di tutti, deve "accomunare
cristiani e non cristiani".
In occasione della giornata mon-
diale del turismo del 2001, Gio-
vanni Paolo II ha lanciato un seve-
ro monito contro "l'esotismo su-
perficiale" delle vacanze commer-
ciali di turisti "assetati" solo di
nuove esperienze sessuali. Ed ha
sollecitato le istituzioni dei paesi di
partenza dei sex-tourist a porre
fine allo scempio morale del turi-
smo sessuale, definito "uno scan-
dalo intollerabile". Per il Papa, il
turismo deve essere invece una pe-
culiare e preziosa: occasione di so-
lidarietà. Ai milioni di turisti chie-
de di avere occhi capaci di "vedere
la realtà" quando visitano luoghi e
situazioni in cui la gente vive in
precarie condizioni umane e dove
l'aspirazione a un equo sviluppo è
seriamente minata da fattori di
squilibrio ambientale e di ingiusti-
zia strutturale.
ECOTURISMO
La Chiesa non può non condivi-
dere poi la preoccupazione per l'e-
mergenza ecologica che l'umanità
Il Papa ha lanciato un severo
monito contro "l'esotismo
superficiale" delle vacanze
commerciali di turisti "assetati"
solo di nuove esperienze
sessuali.
deve affrontare. E denuncia le re-
sponsabilità di "certo turismo sel-
vaggio" che ha contribuito, e tutto-
ra contribuisce, al degrado ambien-
tale. Incoraggiando un turismo
"più rispettoso dell'ambiente, più
moderato nell 'uso delle risorse na-
turali, più solidale verso le culture
locali".
La nuova sensibilità conosciuta
col nome di "ecoturismo" è "certa-
mente buona". A patto però che
"non si snaturi e non diventi un fe-
nomeno di sfruttamento e discrimi-
nazione". Infatti, qualora si pro-
muovesse la tutela dell'ambiente
come "fine a se stessa", si corre-
rebbe il rischio di vedere nascere
"forme moderne di colonialismo" e
di sottrarre risorse economiche al-
l'autorità dei governi locali, "primi
responsabili degli ecosistemi nei
rispettivi territori".
Di fronte allo sfruttamento scon-
siderato della creazione, ammoni-
sce Giovanni Paolo II, la società
odierna "non troverà soluzione
adeguata se non rivedrà seriamente
il suo stile di vita, giungendo a
poggiarne le basi su saldi punti di
riferimento e di ispirazione: la co-
scienza chiara della creazione co-
me opera di Dio e la coscienza
della dignità e responsabilità del-
l'uomo nel disegno creazionale".
E il turismo, se poggia su una
forte motivazione etica, può essere
strumento efficace per formare
questa coscienza.
O
BS SETTEMBRE 2004

2.4 Page 14

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Incursione nel mondo della società
LOGOS, EROS,TEKNE...
BASTANO PERVIVERE?
di Mario Scudu
Anche in questo 2004
continuo !I dibattito su
modernità e post
modernità/ sul se o ti
quando è avvenuto lo
transizione ·dall'uno
all'altro. So molto di
disquisizione accademico/
un po' lontano dallo vita
di tutti i giorni Mo. ..
I Che cosa posso sapere? Che cosa
debbo fare? Che cosa posso
sperare? Che cos'è l'uomo?
S ono sempre attuali le doman-
de che si poneva Immanuel
Kant all ' inizio dell a sua Logi-
ca: Che cosa posso sapere? Che
cosa debbo fare ? Che cosa posso
sperare ? Che cosa è l' uomo ? Do-
mande, specialmente l' ultima, da
milioni di euro perché valgono il
senso di una vita, domande cui tutti
devono rispondere dal barone uni-
versitario all'ultimo dei barboni.
Che senso ha il mio lavorare e stu-
diare, il mio divertirmi e arrabbiar-
mi, il mio amare e soffrire e morire?
Domande antiche quanto l' uomo,
moderne e post moderne, cioè eter-
ne. E questo nonostante la progres-
siva e inarrestabile tecnologizzazio-
ne della nostra vita, con la conse-
guente digitalizzazione e virtualiz-
zazione di molti segmenti del nostro
correre quotidiano (giornali e riviste
virtuali, giochi virtuali, amicizie
virtuali e si parla perfino di sesso
virtuale!) .
Nonostante tutta questa tecno/di-
pendenza quotidiana che dovrebbe
SETTEMBRE 2004 BS
rendere meno stressati e quindi più
felici e ottimisti, non sono infre-
quenti lettere di lettori e lettrici , fatte
a quotidiani e riviste, proprio su
questi problemi così esistenziali e
così universali. E sembra che se uno
ha il coraggio e la capacità di scri-
vere, ce ne sono altri diecimila e più
che sentono lo stesso problema, ma
non hanno uguali qualità espressive.
NELLA GIOIA
DELLA LOGICA
E DELLA RAGIONE
Una di queste, scritta alcuni mesi
fa, mi ha colpito profondamente.
Eccone alcune parti più significati-
ve: "Ho 45 anni, un compagno da
20, ho un lavoro importante e desi-
derato, sono attraente e amata. Sono
infelice come non credevo di potere
mai arrivare ad essere". Strano, ep-
pure ci sono gli ingredienti di una
vita serena, sicura e felice. Invece. :.
Dopo i primi 20 anni, passati "nel
dialogo con il dol ore e con la paura
della morte e della defotmità", su-
perata la malattia e le angosce con-
comitanti, ecco gli altri 20 anni
vissuti "incantata dalla bellezza e
dalla geometria delle cose, nella
lettura dei saperi, nella gioia della
logica e nell 'esercizio della ragio-
I Tutto ha solo e desolatamente
un orizzonte terreno, l'uomo
è dominato da tekne, nuovo idolo
dell'era informatica.

2.5 Page 15

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informatizzata dove... non tutto funziona.
I L'uomo tecnologico... rischia di
perdere il senso del limite e con
esso il senso del senso.
ne". È il trionfo di logos, della ra-
zionalità, della tecnologia applicata
nella propria professione e per la
propria carriera (un lavoro impor-
tante e senza la "complicazione" dei
figli, impedimento a essa). Le ragio-
ni della ragione sembrano avere tro-
vato le loro risposte nei perché tec-
nici, cioè in quelli che riguardano la
struttura e il funzionamento di una
realtà, di un fenomeno, di un pro-
blema. Queste risposte tecniche
sono frutto dell'intelligenza logico-
matematica, che riguarda quindi il
livello fattuale, dimostrabile, verifi-
cabile, quantificabile. È cioè il
campo della comprensione positiva,
scientifica, strumentale del reale. È
quindi il dominio e il trionfo del
logos umano e della tekne , sua
degna figlia e alleata. Solo negli
anni del terzo ventennio della prota-
gonista è arrivato prepotente eros:
"La mia anima ha sfiorato i segreti
degli dei e ha desiderato la morte.
Ho amato, ci siamo amati, con pro-
fondità e con totalità... Ma avrebbe
seminato troppo dolore. Abbiamo
cercato un equilibrio, ci siamo lace-
rati, poi ci siamo lasciati. Ora non
riesco a mettere insieme i pezzi". È
interessante l'accostamento di tana-
tos (sentimento della morte) a eros
quando ancora si era all'apice della
passione travolgente di quest ' ulti-
mo, accostamento trattato dalla psi-
canalisi e da tanta letteratura. Conti-
nua poi nella sua analisi lucida e
spietata dopo il fallimento della pas-
sione: "Continuo ad avere un lavoro
importante, un compagno da cui mi
separano ormai anni luce, continuo
a essere attraente e amata. Ma io
non amo più niente e nessuno . ..
Nulla mi sembra avere significato.
La mia anima è malata, ma 1100
vuole psicanalisti, né consolatori...
Vuole soltanto ritrovare un appi-
glio di senso che non riesce più ad
afferrare".
NESSUNA TRACCIA
DELLA DIMENSIONE
RELIGIOSA
Impressiona, in tutta la lunga let-
tera, la mancanza di un benché mi-
nimo accenno alla religione. Nessu-
na traccia. Come se la questione di
Dio non si ponesse affatto. Niente.
Ci troviamo davanti una persona a
una sola dimensione: quella mate-
riale, terrena, professionale, razio-
nale, emozionale. Tutto ha solo e
desolatamente un orizzonte terreno.
Eppure le religioni, particolarmente
quella cristiana, sono indicate come
fonte di certezze metafisiche, di
senso totalizzante e securizzante,
sufficiente per impostare il proprio
vivere e morire, per essere balsamo
alle ferite esistenziali. Anche l' uo-
mo post moderno sempre più hi-
tech e sempre più di corsa, sembra
aver bisogno, come si evince dalla
lettera citata, di dare una risposta ai
perché ultimi della propria vita (e
morte), vuole avere una compren-
IE sembra che se uno ha
il coraggio e la capacità di
scrivere, ce ne sono altri diecimila
che sentono lo stesso problema,
ma non hanno uguali qualità
espressive.
sione metafisico-religiosa dell 'esi-
stenza. E queste risposte non posso-
no arrivare dalla tecnologia ma
dalla teologia, cioè dal discorso di
Dio ali 'uomo e dell'uomo su Dio. È
interessante notare che nel famoso
prologo d'inizio del Vangelo di
Giovanni, introducendo l'Incarna-
zione del Cristo, si parli di lui come
del logos. Questa, secondo gli ese-
geti, è una parola dalla valenza se-
mantica rriolto ampia, significa in-
fatti: parola, mente, intelligenza, ra-
gione, sapienza, il conto della spesa
e altro. Secondo il biblista cardinal
Martini per un greco o per un ebreo
di cultura ellenistica e convertito il
significato più evidente che egli
percepiva dal diffuso contesto filo-
sofico era quello di Cristo come
Logos delle cose, cioè di ragione ul-
tima dell'essere di ogni essere, di
tutta la realtà. Anche se quest'ulti-
mo non è il significato preferito
dagli esegeti, "di fatto è impossibile
immaginare che un cristiano di
Efeso di quel tempo sentendo parla-
re di logos in senso assoluto non
pensasse alla ragione ultima delle
cose, al perché del mondo , e non
cominciasse di qui la sua riflessio-
ne" su Gesù. Cristo-Logos può
quindi essere visto come senso ulti-
mo del vivere, del! 'amare e del mo-
rire, come rivelatore dei perché de-
finitivi (e quindi meta-fisici) del-
l'uomo moderno o post moderno.
Per l'impostazione della propria vi-
sione della vita e per le grandi deci-
sioni di cui essa è intessuta, affidarsi
solamente a un 'unica dimensione,
quella ten-ena, anche se "confortata"
e alleviata da tanta tecnologia può
risultare pericoloso. Marcuse, alla
fine del suo celebre saggio L'uomo
ad una dimensione affermava che
"la società opulenta nasconde l'in-
ferno dentro e fuori i suoi confini".
E la nostra è una società decisamen-
te ricca di tanti mezzi materiali ma
che spesso (purtroppo) non aiuta
a evitare che l'esistenza diventi
"una passione inutile" (Sartre) o "un
morso amaro" (U. Saba), né ad atte-
nuare "la sofferenza di una vita
senza senso" (V. Frankl). E nemme-
no a cercare i fini ultimi e decisivi
per vivere in pienezza la condizione
umana.
O
BS SETTEMBRE 2004

2.6 Page 16

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redazionale
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Aumenta il numero dei cat-
tolici nel mondo, ma dimi-
nuisce leggermente la per-
centuale, secondo l'Ufficio
Centrale di Statistica della
Chiesa. Rileviamo per i Jet-
tori alcuni dati interessanti. È
superata la crisi delle voca-
zioni sacerdotali diocesane
ma permane quella delle vo-
cazioni religiose. · I cattolici
sono passati da 757 milioni
del 1978 ai 1070 del 2002.
L'aumento maggiore in Afri-
ca col 150% di incremen-
to. Comunque nel 1978 il
17,99% degli abitanti della
tetTa erano cattolici, nel 2002
la percentuale è del 17,20%.
Il 49,92 % dei cattolici è in
America, contro il 26,15 % in
Europa. Il numero dei sacer-
doti è diminuito negli ultimi
25 anni del 3,78%. La dimi-
nuzione più pronunciata e
preoccupante è quella dei re-
ligiosi laici che sono dirni-
nuiti del 27,67% e delle
suore la cui percentuale è
scesa del 20,98%. I diaconi
permanenti al contrario sono
passati da 5562 nel 1978 a
30.097 nel 2002 con un in-
cremento del 441 ,12%. Dati
per riflettere.
LORETO, ITALIA
L'ING. ALBERTO
MARVELLI BEATO
Domenica 5 settembre a Lore-
to, in occasione del 1° grande
raduno nazionale dell'Azione
Cattolica nel vallato di Mon-
torso che ospitò già col Papa
circa 400 mila giovani per il
pellegrinaggio europeo del
1995, di fronte ad almeno 200
mila giovani Giovanni Paolo
II, condizioni di salute per-
mettendo, dichiarerà beato il
giovane ingegnere di Rimini,
membro dell'AC ed exallievo
del locale oratorio dei salesia-
ni, dove ha fatto le sue prime
esperienze apostoliche, noto
per l'impegno politico e cari-
tativo. Il Rettor Maggiore don
Pascual Chavez parlerà di lui
il prossimo mese nell'articolo
di fondo della nostra rivista.
Il raduno prevede cinque
giorni intensissimi per tutti i
settori dell' AC dai giovanissi-
mi agli adulti. Sono previsti
campi scuola organizzati
nelle varie diocesi delle Mar-
che, catechesi, incontri musi-
cali, feste, dibattiti, testimo-
nianze e quant'altro. Questo
raduno può essere iscritto nel-
l'albo della preparazione al
GMG che si terrà il prossimo
anno a Colonia.
MILANO, ITALIA
RICORDO DELLO
SCULTORE MANFRINI
Il 16 maggio u.s. è morto al-
l'età di 87 anni il noto sculto-
re Enrico Manfrini. Artista di
grande talento, il suo nome
viene accostato ai più grandi
scultori del secolo scorso,
Giacomo Manzù e Francesco
Messina di cui Manfrini fu al-
lievo. Vasta la produzione ar-
tistica: sua è la porta centrale
del duomo di Siena, suoi gli
arredi della cappella privata
del Papa in Vaticano, il busto
di Pio XII nella cattedrale di
New York, la statua di Gio-
vanni XXIII a Sotto il Monte,
la porta giubilare in bronzo
della basilica di San Paolo
Fuori le Mura a Roma, sue
ancora numerose monete e
medaglie per il Vaticano.
Manfrini ha lasciato il segno
anche tra i salesiani. È infatti
lo scultore del monumento a
Mamma Margherita al Col-
le Don Bosco; sua è anche la
"medaglia del centenario
1988", riportata, tra l'altro,
sulla copertina del BS di apri-
le dello stesso anno; ed è
dello stesso autore il meda-
glione in bronzo raffigurante
Paolo VI che dà il nome alla
sala omonima all 'UPS. L 'o-
pera fu donata all'Università
Salesiana da monsignor Pa-
squale Macchi, già segretario
dello stesso Pontefice. Nella
foto qui sopra l'artista dà gli
ultimi tocchi alla statua di
Giovanni XXIII che sarà poi
portata a Sotto il Monte.

2.7 Page 17

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$ Sales1ans in Malta
100 Years ofService to the Young
SLIEMA, MALTA
Ancora un 'iniziativa per
chiudere i festeggiamenti
del centenario dei sale-
siani nell'isola : un annullo
speciale delle poste isola-
ne su un francobollo al-
trettanto speciale, dise-
gnato dal pittore Paul
Camill~ffi Cauchi , che rap-
presenta sulla sinistra il
volto di Don Bosco, sotto
la sua firma autografa,
sulla destra don Michele
Rua , il primo benefattore
sig. Galea e don Patrick
O'Grady, primo direttore a
Malta .
PISANA, ROMA
Per la canonizzazione
di don Luigi Orione
(16 / 5/ 2004) il Rettor
Maggiore dei salesi;,rni ha
fatto dono all'archivio cen-
trale degli Orionini di una
copia della lettera auto-
grafa del santo scritta 1'8
giugno 1918 al Superiore
Generale dei salesiani
don Paolo Albera in occa-
sione del suo giubileo
sacerdotale , dove ringra-
zia per il bene ricevuto e
assicura un ricordo -in
tutte le case dei Figli della
Divina Provvidenza .
PIOXI, ROMA
Il 24 marzo , giorno com-
memorativo di Maria Ausi-
liatrice, il cardinale arcive-
sco vo di Genova monsi-
gnor Tarcisio Bertone ha
preso possesso del Titolo
della chiesa di Maria Ausi-
liatrice al Tuscolano, asse-
gnatogli dal Papa , com'è
uso da secoli: ogni cardi-
nale nominato , infatti,
entra a far parte del clero
del Papa e per ciò stesso
di v iene titolare di una
chiesa di Roma .
PIAZZA SAN PIETRO,
ROMA
Il 25 aprile il Papa ha bea-
tificato tre membri della
Famiglia Salesiana. Si trat-
ta del principe polacco, fat-
tosi salesiano don Augusto
Czartoryski , della Figlia di
Maria Ausiliatrice spagnola
suor Eusebia Palomino e
della cooperatrice salesia-
na portoghese Alexandrina
Maria da Costa. La loro
memoria liturgica è fissata
rispettivamente il 2 agosto,
il 9 febbraio e il 13 ottobre.
PIOXI, ROMA
Anche quest'anno il 21
marzo 2004 è stato con-
segnato il premio istituito
alla memoria del "Mae-
stro Antonio Savino" al-
l'alunno/a che si è distinto
nell 'anno per bontà , ap-
plicazione, profitto , so-
cievolezza e disponibilità
ve.rso gli altri. Nella foto
la consegna del ricono-
scimento alla studentes-
sa di ragioneria Laura Lo
Cicero. Una iniziativa un
tempo comune nelle ca-
se salesiane e da ripren-
dere .
BANGKOK,
THAILANDIA
In Thailandia tutte le reli-
gioni hanno la loro "Fon-
dazione" per aiutare i po-
veri. Ogni anno viene or-
ganizzata un'assemblea
generale di queste Istitu-
zioni per fare il punto del-
la situazione e program-
ma re nuovi interventi .
Nella foto il salesiano don
Paolo Trabucchi parteci-
pa per la " Don Bosco
Foundation" e dialoga con
il bonzo buddista che coor-
dina gli aiuti per i malati di
AIDS .
·ss SETTEMBRE 2004

2.8 Page 18

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PASSEGG... IANDO
QUA E LA
Un ultimo sguardo alla piccola gloriosa
Respublika di Gediminas che da
qualche m~se è entrata a far parte della
UE. Di alcune cose abbiamo patiato nel
corso dei precedenti articoli
Completiamo con qualche altra
annotazione fotografica utile per una
conoscenza più "turistica " del Paese.
di Giancarlo Manieri
IVilnius, la capitale, ospita non pochi capolavori. Degna
di nota è la gotica chiesa di Sant'Anna, di cui si racconta
che l'imperatore Napoleone, conquistato dalla
splendida architettura, abbia espresso il desiderio che
venisse smontata pietra su pietra per essere ricostruita
a Parigi. Meno male che i desideri del grande Corso
rimasero, per l'appunto, solo desideri.
Un altro luogo altamente simbolico si trova nel parco
Kalnu a Vilnius. Tre grandi croci lo segnano a ricordo
di tre frati che nel secolo xm vi furono crocifissi. Sono
il simbolo del cristianesimo lituano che, ultimo arrivato
sulla scena europea, si è radicato profondamente nel
tessuto sociale e nell'animo della gente. Durante la
dominazione sovietica esse furono fatte saltare, ma fu
uno dei primi monumenti ricostruiti dopo la liberazione.
Notissima è la " Collina delle Croci ", circa 200 km a est
di Vilnius. Migliaia di croci di ogni tipo, dimensione e
colore, in ferro, legno, pietra, osso, plastica e perfino
argento ricoprono una collinetta, piantate lì, o appese
ad altre più grandi, o ammucchiate una sull'altra a
testimoniare la fede di un popolo. Distrutte e bruciate
più volte dal regime comunista, venivano caparbiamente
ripiantate di notte sullo stesso posto. La " battaglia delle
croci " si concluse con la vittoria di chi le voleva . E ci
sono ancora. Papa Wojtyia le visitò il 7/9/1993.
SETTEMBRE 2004 BS
La Cattedrale neoclassica di Vilnius fu costruita da
architetti e maestranze italiane sulle ceneri di una
precedente chiesa l[gnea che sorgeva sulle basi di
un tempio pagano. E del xv11 secolo. Durante i lavori
di scavo per ristrutturarne le fondamenta sono state
ritrovate le statue di bronzo alte cinque metri di
sant'Elena, san Stanislao e san Casimiro, " sparite"
durante gli anni del potere bolscevico. I sovietici la
trasformarono in museo dell'arte. Venne restituita
al culto nel 1989.

2.9 Page 19

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Caratteristica la cucina lituana, e a prezzi modici... ma
non si sa per quanto dureranno data l'entrata della
nazione nella UE. Come tutte le città turistiche, offre
locali tipici, alcuni ornati da cacciagione impagliata,
(vedi foto), o da manufatti dell'artigianato. Si gustano gli
" zepelinal" grossi gnocchi ripieni , le minestre di carne
e verdura come la " saltibarnscial" di barbabietole rosse,
l'esclusiva torta di patate che chiamano " kugelis", ecc.
La Porta dell'Aurora sorregge la Cappella della Madre
della Misericordia, altro punto di riferimento della
cattolica Vilnius. L'icona della Vergine, risalente al xvi
secolo, di autore sconosciuto, è veneratissima. Una
preziosa riza d'argento la ricopre lasciandole scoperto
volto e mani. Resistette all 'incendio del 1655, appiccato
dai russi, operò prodigi fino a diventare così importante
che i vescovi eletti della città facevano il loro ingresso
dalla porta dell'Aurora sostando in preghiera davanti
all'immagine.
La Lituania si sta mettendo velocemente al passo con
l'Europa. L'industria, dopo la profonda crisi seguita allo
sfascio dell' URSS verso cui l'esportazione era diretta in
toto, si va lentamente riprendendo, ed è giudicata in
grado di reggere e integrarsi al mercato dell'Unione.
Alcune industrie sono dirette da personale italiano,
come questa grande tipografia cattolica, nei dintorni
della capitale che tra l'altro stampa il BS lituano.
IIl castello di Trakai, l'antica capitale dei granduchi
Jagelloni. Quando il lago non è ghiacciato è
raggiungibile solo attraverso un piccolo ponte. Era
considerato imprendibile. Oggi dentro al castello è
allestito un bellissimo museo storico. Purtroppo la
costruzione è pressoché rifatta, ma sulla base dei
disegni e delle incisioni dell'epoca.
Caratteristici dell'arte
popolare lituana sono
i " Rupintojelis", i Gesù
pensosi-preoccupati,
intagliati nel legno.
Rappresentano il Cristo
staccato dalla croce,
ma ancora con la corona
di spine, seduto su una
pietra che medita sulle
sofferenze del suo
popolo... Lui che per
il popolo ha sofferto fino
all 'ultima goccia di
sangue!
La cattedrale ospita la splendida cappella barocca
(unico resto della precedente chiesa) dedicata al
patrono della nazione, il granduca Casimiro, spentosi
nel 1484 a 25 anni per tubercolosi. Venne dichiarato
santo da papa Leone X dei Medici nel 1521 e fatto
patrono della Polonia e della Lituania. La storia di
Casimiro che rinuncia alle ricchezze della corte e
al matrimonio per seguire il suo ideale di povertà e
di castità è emblematica.
BS SETTEMBRE 2 004

2.10 Page 20

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• ••••••• ••••••••••••••
Presentiamo un interessante episodio ancora
UNA SPLENDIDA
OCCASIONE
MANCATA ...
GRAZIEA
di Francesco Motto
UNPRETE
eentinaia di volumi, migliaia
di articoli, decine di migliaia
di pagine, nessuno ha mai ac-
cennato all ' interessante episodio
della vita di Don Bosco che stiamo
per narrare. Il motivo è evidente:
nessuno lo conosceva. Ora non è
più così, grazie a documenti emersi
dall'archivio storico del Ministero
della Pubblica Istru zione di Roma.
Di che si tratta? Del fatto che Don
Bosco per un soffio non riuscì a far
adottare un suo libro in tutte le
scuole del Regno, l'allora "Regno
di Sardegna". Ma andiamo con or-
dine.
I PRECEDENTI
Don Bosco, nel 1847 - a 32 anni
- a un anno dalla prima sua sistema-
zione nella cappella Pinardi - aveva
pubblicato a Torino una Storia sa-
cra ad uso delle scuole utile ad ogni
stato di persone arricchita di analo-
ghe incisioni. Il volume era stato
ben acco lto dalla critica competen-
te. La rivista per insegnanti L' Edu-
catore giornale di educazione e di
istruzione, in data 2 febbraio 1848,
pubblicava una Lettera d'un mae-
stro di scuola che apprezzava tanto
l 'opera - sia dal punto di vista con-
tenutistico che didattico - da adot-
tarla e consigliarla ai suoi colleghi :
"i miei scolari vanno a ruba per
averla nelle mani, e la leggono con
ansietà e non rifiniscono di p resen-
tarla agli altri e di parlarne, chiaro
segno che la capiscono". Quella
della comprensione era veramente
un ' idea fissa, un " pallino" di Don
Bosco. Scrivere, parlare, predicare
senza farsi capire anche dai meno
colti non gli andava a genio, tant
che già nell'introduzione alla sua
opera scriveva che proprio a questo
fine si era proposto la "facilità della
La straordinaria fortuna
dicitu ra e popolarità dello stile", a
costo di scapitarne in eleganza. Del
editoriale della Storia
Sacra di Don Bosco in
tutte le classi del Regno
Sabaudo e nella
Repubblica italiana,
SAll QIOV.Ali lJl BOSCO
fatto si erano ben accorti i recensori
dell 'opera precedente di Don Bo-
sco, la Storia Ecclesiastica, i quali
ne avevano apprezzato la "forma
dialogica" e la scrittura «popolare,
ma pura ed italiana».
addirittura fino al 1964.
La situazione oggi.
SOCIETÀ EDITRICE 1NTERNA'ZIONALE
La Storia Sacra di Don Bosco
nell'edizione del 1955.
SETTEMBRE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
sconosciuto della vita di Don Bosco.
LA BASILICA
I
DEL SACRO CUORE
I pubblici riconoscimenti ricevuti
da Don Bosco proprio nel momento
in cui la riforma Boncompagni riba-
diva contenuti e metodi dell ' inse-
gnamento della Storia Sacra nelle
scuole diurne, serali e domenicali,
devono averlo incoraggiato, nel di-
cembre 1849, a fare un passo mai
tentato prima: quello di chiedere
formalmente al Ministro della Pub-
blica Istruzione di adottare come
testo scolastico il Corso di Storia
Sacra del!'Antico e del Nuovo Te-
stamento che intendeva pubblicare
"adorno anche di stampe, in modo
acconcio per !' ammaestramento del-
le scuole elementari". Come da
prassi , il mi1ùstro inoltrò la doman-
da al Consiglio Superiore della Pub-
blica Istruzione che "sottoposto a
diligente esame" il testo "osservò
che quantunque difetti qualche poco
dal lato dello stile e della esposizio-
ne, sembra tuttavia assai commen-
devole perché sparso di opportunis-
sime considera zioni morali, e per-
ché, colla necessaria chiarezza, fa
emergere assai ben.e dai fatti i dog-
mi fondam entali della religione:
opinò quindi che tale operetta, nel-
l'assoluta mancanza di un libro mi-
gliore potesse venire approvata".
Dunque delle riserve "stilistiche ed
espositive" c'erano, ma venivano
compensate da validi elementi di
contenuto, per cui il testo poteva es-
sere adottato per le scuole elementa-
ri del regno subalpino. Bisognava
però fare i conti con un altro mem-
bro molto autorevole del Consiglio
Superiore della Pubblica Istruzione,
cui si era dato l'incarico di "riferi-
re" sulla materia in questione: don
Giuseppe Ghlringhello (1807-1897),
teologo collegiato, espe1to di lingue
orientali e bibliche, professore ordi-
nario di Sacra Scrittura nella facoltà
teologica di Torino, membro del con-
siglio comunale di Torino dal 7/11/
1848 (lo fu fino al 23/10/1859) - e
appunto del Consiglio Superiore della
Pubblica istruzione (dal 30/10/1848 al
3/1/1858).
Il giudizio del "professore", aduso a
insegnare a universitari, non a fan-
ciulli appena alfabetizzati che nor-
ST ORIA ECCLESIASTICA
Il> t ·;;o llEl,L.1 (;ffll' E:Vl'L'"
p,• I Sue. Gio,·nnni Ho ·t•o
r(;.
(_.;
~-
.
,.
' ·'
ILUC. QIOfllll IO!!CO
TORI~
- f.lRllkRlA SAL&"ilAN.l KDITnlCt
1~07
La Storia Ecclesiastica nella XVII edizione del 1897.
malmente si esprimevano in dialet-
to, fu piuttosto severo. Si legge in-
fatti nel verbale della seduta del
Consiglio della P.I. del 16/12/1849
presieduta dal ministro Cristoforo
Mameli, presenti il vicepresidente e
nove consiglieri: "Il Consigl.re Ghi-
ringhello relatore dice che esamina-
to quel corso di Storia Sacra crede
che non si debba dal Consiglio Su-
periore né adottare né approvare,
attesi i molti errori grammaticali e
ortografici che rendono meno utile
quel lavoro per altro verso assai
commendevole, e formula in questo
senso le sue conclusioni".
RICHIESTA RESPINTA
Così la Storia Sacra di Don Bo-
sco non entrò fra i testi adottati
nelle elementari di Piemonte, Ligu-
ria e Sardegna. Invero egli si rifece
abbondantemente: nel 1853 pub-
blicò la seconda edizione «miglio-
rata»; alla sua morte (1888) le edi-
zioni-ristampe erano an-ivate a ben
diciannove e tante altre sarebbero
state immesse sul mercato editoria-
le fino al 1964. Il testo venne adot-
tato anche per scuole ginnasiali.
Non sappiamo se a Don Bosco ven-
nero fornite le motivazioni della
"bocciatura" della sua domanda;
ma è sicuro come fosse cosciente
dei suoi limiti letterari e soprattutto
come soffrisse che i suoi scritti po-
tessero andare a detrimento del
"bene della Religione". Non si fece
scrupolo di farli coITeggere da per-
sone più colte di lui e sovente in-
vitò i giovani scrittori salesiani ad
adottare uno stile letterario ali ' al-
tezza della situazione. Non solo: a
Valdocco "i suoi" si impegnarono
nel preparare volumi, dizionari, col-
lane di letteratura classica e cristia-
na per la scuola che ebbero notevole
fortuna per deceruù, grazie anche
alle tipografie salesiane. I salesiani
dei primi deceruù del Novecento
ampliarono il raggio di azione; cen-
tinaia i volumi per la scuola editi ad
es. dalle editrici salesiane SEI ed
LDC, per linùtarci all 'Italia. Oggi la
situazione sociale e culturale è
cambiata: Radio , TV, CD, Inter-
net. .. , ma la passione per l'educa-
zione dei giovani attraverso i mo-
demi media non può venir meno :
nella Famiglia Salesiana; tradireb-
bero il fondatore che, senza alcun
titolo accademico, fu scrittore ed
editore di successo per i giovani e il
ceto popolare.
D
PS. Per saperne di più, si veda Ricer-
che Storiche Salesiane n. 43 (2003 ).
' • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 4t • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 2004

3.2 Page 22

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LEifERA Al GIOVANI
L'ECO ...
E PIU' IMPORTANTE
DELLA PAROLA 5TE55A
Carieeimo,
mi viene il dul,1,io che quella eera non ci 6iamo
detti tutto.
Un angolo del noetro animo è rimaeto ineepre66o,
lneeplorato.
Il valore di un amico lo percepieci eolo nel momen-
to in cui lo perdi.
Il valore di un 6egreto lo avverti 6olo nel momento
in cui lo comunichi.
Chiedi a un atleta il valore di una frazione di
6econdo.
Chiedi a una madre che coea eignificano nove
meei d'atte6a.
Chiedi a uno etudente reepinto che coea vuol dire
un anno.
L'-altro giorno per una manciata di 6econdi hai
pereo l'Euroetar per Roma. Un appuntamento è
andato a 1,uca.
Se etai leggendo que6te righe eignifica che non
eei disposto a buttare tutto all'aria, a fare come
tutti dicono di fare, a seguire l'andazzo delle coee.
Quando ti metti di fronte alla televleione entri,
senza volerlo, nel gioco dell'indice di gradimento.
In te l'eco che peroepieci nel segreto del tuo
animo ha una voce distinta, alternativa rispetto
al luogo comune.
La tua interiorità ei muove con protagonisti diver-
si àa (.\\IIelll meàiatlct, ti suggerisce epartiti meno
confusi di 'tuelli c:he ti vengono smineetrati.
In~ c'è una eola voce pacata, umile, ricca ài fw:;J..t..
ro. Questa è la strada da seguire.
L'ammucchiata avviene in euperficie, sullo 6chermo.
ae Tante voc:i ecompo5te ti aggredi5c:ono l'{Br n n-
dertl. Che pena vedere profe5sio11le!t
stampata, della politlc;a, Q ~ rt Inter re.
contemporaneamente, alza,.._.Jj Aìoce fino alla male-
ducazljn~ noti darti la rlipmiii che attendi.
i:eco èp ilmportante della parola steesa.
ee àlo addio", l'eco risponde "Dio".
Non è un'espres6ione tronca, decapitata. È l'invi-
to a non sentirti solo, come se la tua ragazza se
ne fosse andata, salutando definitivamente chi
occupava il tuo cuore. Dio re6ta come eco.
iu puoi ripartire da questa certezza per ricostrui,-
re la parola intera.
Se tu mi dici: "non c'è più niente da fare", l'eeo di
rimando ti dice "fare!".
Fa' quello che non hai mai voluto prendere in eon-
siderazione.
Fa' un gesto di umiltà. Chiedi scusa, rico6trui6ci il
dialogo. Fa' di nuovo il pa660 verso colei che in un
momento di ral,l,ia hai voluto cancellare.
Il tempo non a6petta nessuno. Chiedi a chi per
una frazione di secondo ha evitato un incidente,
che cosa significa essere tempista.
Cogli que6ta occasione per impedire che il ellenzio
pos6a diventare l'inverno del tuo cuore.
Un'ultima battuta.
Gridale: "Perdono!".
Sono certo che la ragazza che non tl rae~gni a
perdere, ritornerà a e5serti "dono", l'eco di tutto
quello-che arde dentro di te.
SETTEMBRE 2004 BS

3.3 Page 23

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MUSEI SALESIANI ••••••••••••••••••••••
. MUPESREIONLADDICOGUNELNTBAUORSACO ••••••••••••••••••••• .
Èl'ultimo dei nostri appuntamenti "museali". Il grande
museo di Shillong chiude la nostra rassegna che in tre
anni e mezzo ha presentato ben 36 musei salesiani sparsi
nel mondo. Forse qualcuno ce n'è sfuggito di quelli
scolastici, ma il nostro scopo era quello di far conoscere
da queste pagine il grande impegno culturale
della congregazione salesiana.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •••••••••••••••
••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••
di Natale Maffioli
L'impegno dei salesiani in India abbraccia il livello apostolico,
quello culturale, quello civile e sociale. Una delle più importanti
e belle realizzazioni culturali è il "Centro Don Bosco
per la Cultura Indigena" che sorge a Shiflong.
••••
Il " Don Bosco Centre for lndigenous Cultures" .
•••
: i.=.:=======
:
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS S ETTEMBRE 2004 • •

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•••••••••••••••••••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
••
•••••••••••••••••••••••••••
museale, denominato Centro Don
Bosco per la Cultura Indigena,
(C.D.B.C.I.), di Shillong.
Shillong è la cap itale del Megha-
laya, uno dei sette stati che forma-
no il Nord-Est indiano (gli altri
sono: Arunachal Pradesh, Assam,
•••••••••••••••••••••••••••••
mato, diagrammi a carte pittore-
sche sono uti Iizzati per descrive-
re le tappe della cu ltura umana
nel periodo preistorico, mettendo
in evi_denza l'eco logia e l'econo-
mia. E uno specc hio del passato
preistorico del le gente del Nord-
••
Manipur, Mizoram, Nagaland e Est india no. Questa parte dell'In-
Tripura) ; la città si trova a 1496 dia ha delle caratteristiche geolo-
Galleria della terra e dei popoli.
Statue e teste rappresentanti
metri sul livello del mare, fu capi- giche sue peculiari: possiede
tale dell'Assam dal 1874 fino al montagne coperte di neve che
fisionomie delle varie tribù
del Nord-Est dell'India.
1972, anno della creazione dello confinano con il Tibet, vaste pia-
stato di Meghalaya. Questo occu- nure con ca ldo soffocante e piog-
pa l'area nordorientale dell' India; ge torrenziali che riempiono fino
Là Chiesa Cattolica è presente
nel Nord-Est dell'India da
si estende 300 km in lunghezza e
circa 100 chi lometri in larghezza.
Confina a nord con i distretti di
a farlo straripare il gra nde fiume
11 O anni ; i salesiani, invece Goalpara, Kamrup e Nowgong, ad
da 80 anni , dal 13 gennaio 1922, est con Karbi Anglong e con il di-
quando il primo drappello dei stretto delle North Cachar Hills,
figli di don Bosco, gu idati da don con tutto I'Assam e, a sud e ad
Mathias (futuro vescovo di Shil- ovest, con il Bangladesh . Il territo-
long e di Madras), giunsero in rio è abitato da popolazioni di
città. Lo stesso don Mathias scris- varie razze e culture. Di fatto que-
se nel suo diario: "All a vista della sta regione e un mosaico di popoli
città, se qualcuno ci avesse toc- ed un paradiso per gli antropologi.
cato il polso c i avrebbe senz' altro
dichiarati tutti febbricitanti: era la PROFILO CULTURALE
gio ia di trovarci dopo 24 giorni di
viaggio nell a nostra Terra Promes- Un pannello co llocato all ' inizio
sa". L'impegno di evangelizzazio- del percorso museale, denomina-
ne dei salesiani è sempre stato to Profilo Culturale, mostra al vi-
accompagnato da una profonda sitatore una chiara immagine del
attenzione alla cultura locale. L'in- mondo tribale in questo incante-
cu lturazione del Vangelo, cioè vole angolo dell'India. Il Museo
sa lvagua rd are tutto ciò che di espone i manufatti indigeni in al-
.
•••••••••
bello e di buono vi è in una cul-
tura, è stato uno degli impegni
prioritari, già dagli inizi, anche
perché l' Indi a ha una grande tra-
dizione culturale. Ed è questa con-
sapevolezza che ha spinto i sa-
lesian i indi ani a creare il polo
cune gallerie di differenti dimen-
sioni disposte in modo che i visi-
tatori, passando da un piano al-
i' altro, le possano visitare tutte.
Nella Galleria Preistorica è pre-
sentata l' evoluzione bio-culturale
dell'uomo. Pannelli di grande for-
I Scudo per proteggersi dalla
pioggia presso i Poumai Naga
di Manipur.
Lavorazione di canestri nella tribù Khasi.
••
• • • SETTEMBRE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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=••==::::;::::===••==::;;::~;:::';;;;=;;;;;;:~;;::;:~:,=::::;;:;:;;;;;;==;;;;::;;;;:::;;;;::::===:,:;,;:==••=======::::::;:===••====~=:;;::,-. :
Braccialetti naga.
origine a oltre 200 diverse. tribù
con molti sottogruppi. Gli oltre
35 milioni di individui che vivo-
no in questa parte dell'India sono
impegnati nelle più diverse occu-
pazioni. La caccia, la pesca e la
raccolta continuano a essere le
principali attività tribali e la loro
pratica è illustrata da una gran
varietà di cesti di ogni forma, con
•••••••••••••••••••
valvola e senza valvola, usati per
Brahmapbltra, famoso in tutto il pescare. Ogni reperto è accom-
mondo, e le valli del Barak. Tutto pagnato da una didascalia che ne
ciò è descritto per mezzo di foto- descrive il nome, il-posto di origi-
grafie a colori e in bianco e nero. ne e l'uso. Una cura particolare è
Le caratteristiche somatiche del- data agli strumenti di caccia che
le diverse razze che compongono
il mosaico etnico del Nord-Est
sono presentate da venti modelli
in fibra di vetro e 50 busti, fabbri-
formano l'attrazione del Museo;
altri cesti esposti sono usati per la
raccolta dei frutti del lavoro dei
contadini. Pitture e schizzi dida-
I
Canestro per portare una persona
ammalata. Si indossa dietro alle
spalle come uno zaino.
cati con massima cura. Le princi- scalici rendono l' idea delle diver-
pali etnie sono gli Ariani, i Oravi- se attività.
gallerie successive sono articolate
diani, i Tibeto-Birmanesi ed i Mon-
in modo da dare l' idea delle di-
goli. Questi ultimi hanno dato LE ALTRE GALLERIE
verse tipologie di abitazioni, cia-
scuna con un cortile; e qui viene
Una Galleria è dedicata all'atti- illustrato il sistema tradizionale di
vità agricola . Da sempre, le po- fabbricare i cesti . Nei cortili anti-
polazioni del Nord-Est dell ' India stanti le case sono raccolti la ma-
si sono dedicate all ' agricoltura teria prima, gli strumenti, gli ani-
come attività principale. Prospe- mali, gli oggetti casalinghi e crea-
rano tre tipi di coltivazione: col- no l'atmosfera di una vera abita-
tura a terrazzo, spostamento o zione domestica. Alcuni ambienti
jhum, nelle colline, e coltivazio- del Museo sono dedicati all'espo-
ne nelle pianure e nelle valli, do- sizione degli strumenti musicali.
ve è facile l'utilizzo dell'aratro. Gli indigeni sono amanti della
Lavorazione def cuoio.
Per coltivare, la gente usa stru-
menti dalle forme più diverse; un
discreto numero di esemplari so-
no esposti nella galleria. Grandi
diorami danno una chiara dimo-
strazione delle differenti difficoltà
e dei risultati delle colture. Le
musica. I momenti di gioia e di
lutto di una famiglia sono vissuti
da tutto il villaggio con il canto e
la danza. Nella Galleria degli
Strumenti Musicali sono passati
in rassegna i più vari strumenti,
alcuni strani per noi occidentali.
••••••••
Strumenti musicali a corda, di varie tribù. Da sinistra:
dei Bodo, dei Karbi, dei Rabha, dei Khasi e dei Tiwa.
Tamburi Karbi e Khasi.
2004 • • 1 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE

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·••••-····················································~·································
"••••••••••••••••••••••••••••••••••••••.••••••••••••••••••••••••,
•••••••••••••••••••••
Collana dei Naga.
Strumenti agricoli di diverse tribù del Nord-Est.
ne sono di bambù, di legno, musicali, gli ornamenti, ecc. Una
di osso. Vi sono strumenti a corda Galleria è attrezzata per presenta-
come il perkhung dei Mizo, il re le seguenti tecnologie: mani-
chirgring dei Caro, il duitara dei scalco, oreficeria, tessitura, pre-
Rabha, il marynthing dei Khasi, il parazione dei cesti, delle stovi-
sara nga dei Tiwa, ecc. I lunghi e glie, cesellature in legno e pellet-
piccoli tamburi delle diverse tri- teria. I diorami che rappresentano
bù, i flauti e i corni rendono que- le diverse abilità permettono ai
sto ambiente uno dei più attraenti visitatori di cogliere con uno
per gli indigeni stessi.
sguardo l'intero modo di vivere
In un Museo come il nostro di quella gente.
non poteva mancare una colle-
zione di armi sia di difesa sia di
offesa. Per secoli le diverse tribù
NONSOLOMUSEO
sono vissute nell'isolamento, se-
parate le une dalle altre dalla fo-
resta e da una natura impervia. E
ogni gruppo ha sviluppato armi
Il Museo di Shillong non è uni -
camente una sede espositiva:
sono numerose le iniziative per
promuovere gli studi, le ricerche
proprie, offensive e difensive. In e le pubblicazioni sulle differenti
questa galleria sono esposte le culture. Si tengono corsi, anche
armi tradizionali; non bisogna di- brevi, seminari, simposi, ecc. Per
menticare che queste popolazio- attuare questo secondo aspetto
ni dovevano lottare per la loro con maggiore efficacia, il Centro
sopravvivenza . L'isolamento ha Don Bosco per la Cultura Indige-
fatto sì che ogni gruppo umano na è dotato di una biblioteca spe-
sviluppasse una propria tecnolo- cializzata, ricca di circa 10.000
gia avvalendosi dei prodotti repe- volumi. L'intento è quello di co-
ribili sul territorio: ogni tribù era noscere e valorizzare le varie cul-
autarchica nel preparare i suoi at- ture indigene, non solo del Nord-
trezzi per la pesca e la caccia, le Est dell'India, ma, più in genera-
proprie armi, gli utensili domesti- le, dell'Asia Sud-Orientale. In un
ci, iI material e tessi le, gli espe- settore del Centro Don Bosco è
dienti per fumare, gli strumenti presentata la diffusione del Van-
gelo in questa parte del sub con-
tinente indiano, o meglio: come
il Vangelo ha influito sulle culture
e come queste stesse culture
hanno, a loro volta, influenzato
la diffusione del Vangelo. L'inte-
razione del cristianesimo con i
valori tribali ha dato origine ad
una catena di movimenti progres-
-sivi in tutti i campi della vita
degli indigeni. Gli effetti di ciò si
Spada e fodero degli Apatani
dell' Arunachal Pradesh .
rivelano nel campo dell'istruzio-
ne, della cura sanitaria, nei pro-
I
Il Dao, grande coltello tribale
con cinghia, delle tribù degli
Angani Naga.
grammi di sviluppo e di anima-
zione giovanile, d'istruzione del
laicato, nella promozione di "lea-
ders" in ogni aspetto della vita,
nella pubblicazione di quasi tutte
le Iingue del la region e, progetti
per favorire l' unità fra tutti i po-
poli , nell ' inculcare la consapevo-
lezza politica e nell 'addestramen-
to vocazionale.
Non poteva di certo manca-
re un settore dedicato all'attività
dei salesiani di Don Bosco, degli
ideatori del Centro Don Bosco
per la Cultura Indigena . La Gal-
leria Don Bosco presenta, bre-
vemente, la presenza salesiana
nel mondo ed in particolare in
India e specialmente nel Nord-
Est dove la presenza è capillare
con più di 100 opere. E fra le
varie attività nelle quali sono im-
pegnati i salesiani, quella prefe-
rita e messa in maggiore eviden-
za è il servizio reso ai giovani
perché questi sono i prediletti di
Don Bosco .
Natale Maffioli
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••
: • • SETTEMBRE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • -

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IL COGNOME.••
SCELTA PERSONALE?
earo dottor J., lei ha par-
((
lato _d! /egis_lazioni di-
versificate ,n matena
di attribuzione del cognome a un
bambino. Le legislazioni, come la
nostra, che impongono il cognome
del padre sono frutto di una cultu-
ra non universale, come lei ben
sa. Esistono altre logiche ... E le
dirò di più: ho l'impressione che la
nostra logica sia incompatibile con
il principio della uguaglianza dei
sessi. Allora, questa nostra legisla-
zione non è forse un vestigio di
una società patriarca/e? E ancora,
lei & proprio sicuro che non sia
discriminante?
Alfredo, Bari
Caro Alfredo,
si confondono con troppa facilità i
termini uguaglianza con indifferen-
ziazione. La querelle della parità è
spesso mal definita, come se
«uguale» significasse .«medesimo »,
o «identico », cioè «intercambiabi-
le ». Ora, la questione è piuttosto
questa: come stabilire una ugua-
glianza tra esseri o ruoli differenti ;
come essere uguali pur restando
diversi. Nel caso specifico del
nome di famiglia , o cognome, si ri-
schia, in nome di una uguaglianza
mal compresa, di privare i ragazzi
della funzione che struttura la diffe-
renza . Il legame tra la madre e il
figlio è di ordine del tutto differente
da quello che lega il padre e il
figlio : per quest'ultimo non è né
naturale né automatico.
Il nome di famiglia, infatti , non
pone unicamente un problema tec-
nico, biologico o sociologico. La
sua componente psicologica non
va sottovalutata. Essa aiuta a defi-
nire l'identità di un individuo a parti-
re dalla sua origine. In un'epoca
dove tutto è basato sull 'immediato,
tutto è a breve termine, assume
un 'importanza radicale poter fare
riferimento a coloro che ci hanno
preceduto, ai nostri ascendenti. La
scelta aleatoria del cognome a ogni
generazione romperebbe questo ri-
ferimento al passato e ridurrebbe
ancora di più la cellula familiare,
sopprimendo ogni nozione di pa-
rentela al di fuori della filiazione
diretta tra persone viventi. Si com-
prende sempre maggiormente l'im-
portanza dei legami genealogici
nelle terapie e si fa sempre più ri -
corso alla "psicogenealogia". Per-
ciò, non complichiamo ulteriormen-
te le cose creando problemi là do-
ve non ce ne sono.
L'uguaglianza dei sessi non è un
soggetto da trattare alla leggera ,
magari attraverso una decisione
politica ché annienterebbe una re-
gola che ha impiegato secol i per
definirsi e imporsi. Con questo, non
voglio dire che va tutto bene così e
nulla deve cambiare, voglio solo
ribadire che è necessario mettere
in ordine tutti quegli elementi che
permetteranno ai padri di prendere
il loro posto tra la madre e il figlio.
Del resto , quello che oggi va sotto
il nome di «diritto di scelta del co-
gnome » rischia di non essere utile
a nessuno.
Gli uomini possono risultare
perdenti . Non sono pochi quelli
che confessano : «Quando mio fi-
glio è nato, non sapevo quali valori
trasmettergli ». Ebbene, se c'è una
cosa fuori discussione è che essi
trasmettono il loro cognome che
assume il valore di un messaggio
di responsabilità nei confronti del
figlio . Per un padre dare il proprio
cognome è già un punto di parten-
za. Se alcuni papà di oggi sono
più .. . "materni" che paterni , essi
restano tuttavia in prima linea come
rappresentanti simbolici della legge.
Anche le donne possono a loro vol-
ta risultare perdenti , quando, ad
esempio, i loro mariti sono «assen-
ti », o perché totalmente assorbiti
dal lavoro o perché si sono rico-
struiti la vita con un'altra donna, e
hanno perciò un'altra famiglia ... Il
cognome dato ai propri figli serve
quanto meno a ricordare la loro
responsabilità. Altrimenti che cosa li
legherà ai figli se essi non portano
nemmeno più il cognome paterno?
Già all'interno della coppia si pos-
sono creare situazioni di contrasto
tra i due: la donna prova il deside-
rio di avere un figlio , l'uomo spesso
esita a questo riguardo. Se un figlio
non desiderato dal marito nasce lo
stesso, l'uomo non può decidere di
far ricadere tutta la responsabilità
sulla mamma. Lasciare alla valuta-
di Jean-François Meurs
r1 ~
j
AVR.EI VOUJTO
CllE MIO P4.J>flE
6 1 CHIAMASSE
.D'A12TA GNAN
~PPURf 20R~O !..
." ~
zione dei genitori la scelta del
patronimico rischia di creare delle
situazioni paradossali.
Soprattutto non dobbiamo di-
menticare i ragazzi. Troppo spes-
so i padri si tirano indietro quando
il loro figlio adolescente va in crisi :
non c'è modo di avere un confron-
to , di sperare in un aiuto . Invece ,
come si sa bene, il colloquio fran -
co , il confronto o magari anche lo
scontro sono utili per trovare una
soluzione . Tutte le pratiche riguar-
danti la delinquenza dei giovani
descrivono la sofferenza e lo smar-
rimento di chi non ha chiara la sua
appartenenza familiare e/o cultura-
le. Il sistema di scelta libera , à la
carte come dicono i francesi , può
creare delle disparità tra i ragazzi:
alcuni possono avere due casati di
riferimento, altri uno solo. In nome
di che cosa una discendenza vie-
ne el iminata? Perché scegliere di
non rendere il padre presente? E
l'assenza del nome della madre
diventerà una questione che prima
non si poneva? Rendere ai sessi
la loro particolarità e la loro diffe-
renza non è forse un buon modo
di vidimare la loro uguaglianza? La
donna dà la vita, l'uomo dà il suo
nome , questo principio trova la
sua origine nella tradizione e si
rivela un patto assai equilibrato
che invita ciascuno ad assumere
la sua parte di responsabilità. Non
è poco, ci pare .
D
BS SETTEMBRE 2004

3.8 Page 28

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Lettura scenica di testi di cultura europea
UN GRUMO
di Maria Antonia Chinello
DI SOGNI
I Milano. Coreografia del Cantico
delle creature di Francesco
d'Assisi.
1 t.\\~441.<>
f r~T~ l)(ll' (URO?~
E ra il 9 maggio 1950 quando
Robert Schuman, ministro
degli esteri francese, pronun-
ciò il famoso discorso in cui propo-
neva di fare ciò che oggi si chiama
l'Unione Europea. Per celebrare
anche il nuovo ampliamento dell 'U-
nione, la più vasta aggregazione
mai conosciuta dal Vecchio conti-
nente, i ragazzi e le . ragazze del
Liceo della Comunicazione dell'Isti-
tuto Maria Ausiliatrice di Milano,
via Bonvesin de la Riva, insieme
con i docenti, hanno studiato e ri-
flettuto per circa tre anni. II Proget-
to "AAA. Radici d'Europa cercasi"
li ha visti impegnati alla ricerca
delle radici plurime dell 'Europa.
Le finalità chiare e precise hanno
guidato il percorso didattico per ri-
trovarsi cittadini di un 'Europa allar-
gata e promuovere lo sviluppo della
SETTEMBRE 2004 BS
l 'ALW<GAMEl'<TO OEU\\JNIONE EUROPEA.
UN PASSO STORICO
coscienza storica e di appartenenza
alla civiltà europea. Insieme si sono
proposti di interrogarsi circa I' ere-
dità storica da cui è nato il nostro
continente; cogliere l'apporto speci-
fico delle singole civiltà storiche
che 1'hanno costituita; riconoscere
l'humus valoriale che contraddistin-
gue il cittadino europeo; riconosce-
La Festa del/'Europa si è
svolta nella cornice
classica dell'Auditorium
di Milanq lo scorso
8 maggio. E non per
coincidenza.
Il 9 maggio, infatti; è la
data scelta da/l'Unione
Europea per celebrare
e nfiettere sulla pace, la
libertà, il bene comune.
Una festa di compleanno
per /'Europa che,
quest'anno, è stata
particolarmente
significativa perché, dal
1° maggio 2004, l'Unione
Europea ha accolto dieci
nuovi paesi membri
re l'apporto originale dell'Italia al-
l'eredità comune e maturare il senso
di appartenenza ali 'Unione.
SCOMMETTERE
L'EUROPA
«Davanti ali 'Europa che va co-
struendosi - racconta Cristina Mer-
li, FMA, coordinatrice del Liceo
della Comunicazione - intrigo di
speranze e di opportunità, di incer-
tezze e di positività, abbiamo voluto
interrogarci sul faticoso cammino
dell'Unione europea e della sua Co-
stituzione. Ci siamo lasciati guidare
da una affermazione di Gadamer:
"Domandarsi che cosa sarà l'Euro-
pa domani, significa anzitutto do-
mandarsi come l'Europa è divenuta
ciò che è". Per questo abbiamo ri-
flettuto a lungo, con serietà e con
passione, sulle nostre radici euro-
pee, radici di una nuova cittadinan-
za». Lungo il cammino didattico,

3.9 Page 29

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alla "Scuola Maria Ausiliatrice" di Milano.
I
Da sinistra, suor Patrizia Colombo,
suor Cristina Merli, Massimo Panizzari regista di teatro,
Marisa Furlani coreografa.
I Milano. Le giovani del Liceo della
Comunicazione durante
l'esecuzione dell'Inno alla gioia.
che ha coinvolto un team di docenti
delle singole discipline, è scattata la
voglia di rappresentare ciò che si
andava scoprendo, di offrirlo agli
altri allievi ed allieve dell 'intero
istituto, che accoglie centinaia di
bambini e bambine, ragazzi e ragaz-
ze dalla scuola materna alla scuola
superiore. Sono stati allora interpel-
lati un regista teatrale, tecnici del
suono e video, esperti di recitazione
e coreografi professionisti per rive-
stire di musica, immagini, suoni le
parole antiche e nuove.
GIOVANE EUROPA
«Sono l'incrocio di mille idee,
occhi e voci. Nasco tra ferro e
fuoco , da musica e parole. Millenni
di vita hanno plasmato il mio viso
sul quale hanno consumato le suole
greci, romani, arabi e cristiani. Toc-
co la teffa, sono immersa nei con-
trasti del mondo e lascio entrare il
mondo in me. Mi chiamo Europa».
Sul palco, contrasto di luci e di
ombre, siedono i giovani attori. Le
loro voci risuonano, si alternano e
interpellano il pubblico formato da
amici, genitori, insegnanti. Ci sono
anche i piccolissimi della scuola
materna e i loro compagni della
scuola elementare, attenti ai colori e
alle danze. I testi classici si susse-
guono: Kant, Platone, Sofocle, Ma-
chiavelli, Eschilo, Socrate, Demo-
crito, Aristotele ... per dire che il
cittadino d 'Europa è un individuo
che osa pensare, capace di memoria,
che si interroga e si stupisce, che ri-
conosce la sua dignità, esperto di
democrazia e giustizia, attento ai
valori.
La Giovane Europa incalza: chi
sei? che cosa vuoi diventare? «Una
bambina di 100 anni, che sogna, che
cerca, che scopre, al di là della ra-
zionalità, una sorgente d'acqua pura
fluire da sé. Percezione profonda di
avere tra le mani un dono d'amore
divino». Ed ecco le parole di Kier-
kegaard, dell'Antico e Nuovo Testa-
mento, di Agostino, Benedetto, Ci-
rillo e Metodio, Caterina da Siena,
Edith Stein, Simone Weil che rac-
contano l' avventura di figli e figlie
creati per amore, nella reciprocità
delle differenze: maschio e femmi-
na; per ricondurre alla fonte del dia-
logo, della capacità di interloquire
con Dio, per esultare nella danza,
nel Cantico delle creature di France-
sco: pace, fraternità, gioia, armonia
del creato e dell ' amore.
UNA SCELTA
TRA LE MANI
«Ed eccomi ormai giunta a un
nuovo crocevia - recita la Giovane
Europa. - In questo vento non
siamo tutte vele? Ma per dove fare
rotta? Nella mia storia sono state
costruite tante barriere, ma il battito
del cuore non si può murare... Dob-
biamo decidere chi essere e come
vogliamo esserlo. Brucerò, distrug-
gerò ciò che mi tiene legata a ieri?
A volte lo desidero ... ma mi chiedo
se siano catene o radici! ». È l'ulti-
mo tratto, quello della scelta: cre-
scere è cambiare, lasciare, trovare e
perdere di nuovo. Possibilità, dram-
ma, responsabilità si incrociano e i
pensieri si fanno profondi, grida di-
sperate dell 'uomo e della donna di
questo ultimo secolo trascorso.
«Non è stato sempre semplice -
spiega Massimo Panizzari Mazza, il
regista teatrale -. L' avventura che
ho condiviso con suor Cristina, suor
Carla, suor Patrizia, gli insegnanti e,
sopràttutto, i ragazzi e le ragazze sa
ora di miracolo. Ma credo che l'e-
sperienza di inteffogarci, e rappre-
sentare, i pensieri e le parole di filo-
sofi, poeti, politici antichi e contem-
poranei ha riportato i giovani, e
anche noi adulti, al cuore della con-
sapevolezza che ognuno di noi è
soggetto creatore, costruttore inso-
stituibile della civiltà nuova del-
l'Europa e del mondo».
Non è scontato il futuro: la con-
quista più alta della nostra storia è
la consapevolezza della libertà. Li-
bertà e responsabilità di una scelta
da cui dipenderà l'avvenire.
Un grumo di sogni è l'Europa, af-
fidato alla nostra responsabilità. D
BS SETTEMBRE 2004

3.10 Page 30

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M IL
ESE IN
LIBRERIA
f,J\\otonte
o cuto di Giuseppe
MASSIMO INTROVIGNE
FONDAMENTALISMI
I diversi volti
dell 'intransigenza
religiosa
IBia
FONDAMENTALISMI
I diversi volti
dell'intransigenza
religiosa
di Massimo lntrovigne
PIEMME, Casale M. (Al)
2004, pp. 240
Dall'11 settembre 2001
la parola fondamentali-
sta è un'etichetta abu-
sata che indica tre di-
verse tipologie di orga-
nizzazioni religiose: con-
servatrici, fondamentali -
ste e ultra-fondamentali-
ste. Ma conservatore
non è sinonimo di fon-
damentalista. Sono sta-
te le politiche di repres- ·
sione avviate da governi
laicisti a impedire che il
conservatorismo avesse
uno sbocco normale, fa-
vorendo così la ripresa
del fondamentalismo . È
la tesi dell'autore secon-
do il quale se l'Islam
conservatore non ha la
possibilità di emergere,
si sviluppano le frange
estremiste ed esplodo-
no gli episodi di terrori-
smo suicida. L'analisi ri-
gorosa delle statistiche
dimostra la radice reli-
giosa dei fenomeni e
getta una luce inquie-
tante sui possibili svilup-
pi dell'ultra-fondamenta-
lismo in ogni parte del
mondo.
SETTEMBRE 2004 BS
~
PROFETI
CARLO MARIA MARTINI
Una voce nella città
di Luisa Bove
Monti , Saronno (Va)
2003, pp. 392
Martini è stato un pastore
profetico che ha parlato al-
l'uomo d'oggi nella prospet-
tiva di un traguardo che si
intravede lontano ma reale,
perché fondato sulla Bibbia.
Ha parlato alla sua città
scuotendola e facendola
uscire dal suo riserbo, dal-
la penombra delle sue pau-
re, restituendole fiducia in
anni bui e orgoglio davanti
a inchieste e verità sconvol-
genti. Si è rivolto allo stesso
modo al barbone di strada
come all'imprenditore; al-
l'amministratore come al-
l'anziano solo e rassegnato
nelle periferie rese insicure
da una immigrazione disor-
dinata; all'uomo di fede co-
me al laico e all'ateo. Le in-
terviste dimostrano che
ognuno lo rimpiange , a suo
modo, e ne dimostra il be-
neficio ricevuto . Ma lui parla
ancora tutti i giorni anche
attraverso le testimonianze
di questo testo.
~~
auoNE
VALORISPIAITO
DELLO
COME ANNUNCIARE
LA BELLA NOTIZIA
OGGI CRISTO GESÙ
Colloquio orante sul
Corso di
Vangelo di Luca
evangelizzazione
di Antonio Zanin
popolare
Messaggero, Padova
di Giangaleazzo Gaddi . 2003, pp. 382
ELLEDICI, Leumann (To)
2003, pp. 226
È un commento, in forma
di colloquio, al Vangelo di
come annunciare oggi Luca con l'aggiunta di pre-
\\ ghiere e richieste di perdo-
no. Descrive un cammino
che approfondisce e dà so-
lidità alla fede. Il lettore
può sperimentare con gioia
chi è Gesù , l'immenso do-
no della salvezza che ha
portato a tutti la potenza
della Parola; conoscerà il
volto misericordioso del Pa-
dre; apprezzerà i doni del
battesimo e dell'eucaristia;
scoprirà come si ama Dio,
il prossimo e se stessi ;
verrà formato nella povertà
e umiltà alla vita di pre-
Può essere visto come una ghiera e di fede, alla ricer-
godibile esemplificazione ca e all 'annuncio del regno
del programma pastorale di Dio, per essere un de-
CEI "Annunciare il vangelo gno discepolo del Signore ;
in un mondo che cambia". contemplerà pieno di stu-
L'autore intende facilitare pore il mistero d'amore del-
la conoscenza di Gesù per la Passione, Morte e Risur-
interiorizzarne il messag- rezione del Signore. È un
gio, attraverso uno stru- sussidio per uso personale
mento .che aiuti a capire e e comunitario.
a vivere più coscientemen-
te la propria fede , per dar-
ne ragione a chi ne rimane
estraneo. Il volume è sem-
plice e facile; può diventa-
re un valido sussidio per gli
animatori pastorali (sacer-
doti, diaconi, genitori , cate-
chisti, insegnanti) che han-
no a cuore la vita di fede e
la formazione della Comu-
nità. Il materiale, formulato
in termini accessibili , può
servire per organizzare cor-
si popolari ed elementari di
ri-evangelizzazione e di for-
mazione cristiana.
SI FA VENDITA PER
~g~RISPONDENZA I libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le ~br!;i
rie cattoliche o vanno ne ie
direttamente all e rispettive
Editrici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
SALESIANI
LA FEDELTÀ
CONIUGALE
Un problema d'attualità
nella prospettiva
del futuro
di J . Silvio Botero Giraldo
Edizioni vivere in
Roma, 2003, pp. 306
PROPORRE LA FEDE
NELLA CULTURA
CONTEMPORANEA
Riflessioni salesiane
a cura di Francis
Desramaut
Éditions Don Bosco
Paris, 2004, pp. 342
EDUCARE
Guidare a vivere nella
verità e nell'amore
di Lorenzo Macario
APRA, Roma, 2003
pp. 254
I. SIMI hlen lll'lltlo
Un problimad'altuahta
nellapros,e1111adeliuluro
Nella nostra epoca la fe-
deltà coniugale è diventata
una virtù difficile perché
l'autonomia e l'indipenden-
za suggerite dall'ambiente
privilegiano l'individualismo
anziché l'integrazione uma-
na. Il tema della fedeltà co-
niugale è, senza dubbio,
oggi uno dei temi più di-
scussi. Ai padri conciliari
del Vaticano Il non è sfuggi-
to il fenomeno di cambia-
mento che favorisce il sor-
gere di un formidabile com-
plesso di nuovi problemi,
che stimola gli analisti a
sintesi nuove. Questo volu-
me in tre capitoli espone e
giudica la realtà del matri-
monio nei nostri tempi: sta-
tistiche allarmanti circa i
matrimoni distrutti; il con-
cetto del "tempo di prova"; il
divorzio... sono indici di una
realtà nuova che richiede
maggiore attenzione pasto-
rale e nuove mediazioni per
richiamare i principi della
fedeltà coniugale.
Il libro raccoglie le riflessio-
se u:-..zr RF.I IGIOS[
ni di un simposio europeo
della Famiglia Salesiana
che ha come tema di rifles -
Lrn-cn10 M:ictrio
sione le modalità di una
proposta di educazione al-
la fede in un contesto di
1-Jll ( ,\\Rf-'
scristianizzazione. Parten-
do dal nucleo tematico spe-
cifico dell'educazione cri-
stiana si evidenzia il pro-
cesso educativo informato
dalla pedagogia salesiana
analizzando sia gli ambien-
ti educativi sia le dimensio-
ni della persona che "ma-
tura". Tematiche specifiche "In che cosa consiste l'e-
come "l'esperienza uma- ducazione? Per rispondere
na", le "emozioni giovanili , a tale domanda vanno ri-
il pluralismo religioso, alcu- cordate due verità fonda-
ne scelte esperienziali pilo- mentali : la prima è che
ta , guidate da esperti , l'ini- l'uomo è chiamato a vivere
ziazione religiosa.. . aiutano nella verità e nell'amore; la
a entrare nello specifico del seconda è che ogni uomo
tema; ne guadagna una vi- si realizza attraverso il do-
sione d'insieme che può no sincero di se stesso.
aiutare a entrare nella pro- Questo vale sia per chi
blematica educativa giova- educa, sia per chi viene
nile del mondo d'oggi.
educato" (Giovanni Paolo
Il) . L'educatore è, quindi,
impegnato in un processo
singolare nel quale la reci-
proca comunione delle per-
sone è carica di grandi si-
gnificati. Egli è una perso-
na che "genera" in senso
. spirituale; guida allo svilup-
po della piena umanità di
ogni giovane, perché la
sua partecipazione all'u-
manità sia la più ampia
possibile. Ecco perché l'e-
ducazione può essere vi-
sta come un vero e proprio
apostolato.
VUOI
CONOSCERE
Dl+ILMGS
Movimento
Giovanile
Salesiano?
ADRIATICA (IAD)
(Abruzzo, Marche, Umbria)
Ezio Rossi
Tel. 071.2810265
Email: pgiad@pcn.net
LAZIO (IRO)
Raffaele Panno
Tel. 06.44483208
Email: pgiro@libero.it
LIGURIA/TOSCANA (ILT)
Valerio Baresi
Tel. 0187.777840
Email: valerio@italynet.it
LOMBARDIA/EMILIA
ROMAGNA (ILE)
Stefano Vanoli
Tel. 02.67074344
Email: svanoli@salesiani.it
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Calabria,
Puglia, Basilicata)
Pasquale Cristiani
Tel. 081 .7809270
Email: pgime@pcn.net
PIEMONTENALLE
D'AOSTA (ICP)
Stefano Martoglio
Tel. 011 .5224238
Email: pastoralegiovanile
icp@valdocco.it
SARDEGNA (ISA)
Antonello Sanna
Tel. 070.659635
Email : pg-isa@libero.it
SICILIA (ISI)
Francesco Di Natale
Tel. 095/445656
Email : pgisi@dimtel.nti.it
NORDEST (INE)
(Veneto,
Trentino Alto Adige,
Friuli Venezia Giulia)
Roberto Dal Molin,
Tel. 041 .5498310
Email: pg.ine@donbosco
land.it
BS SETTEMBRE 2004

4.2 Page 32

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-
Il coadiutore salesiano Guido Luigi Colombini (Mezzolombardo 1881 - Torino
Valdocco 1971).
ARTISTA RILEGATORE
di Antonio Miscio
Guido Luigi Colombini un rilegatore
di libri e un maestro di altissima
professionalità nelle scuole
salesiane, chiamate fin dai tempi di
Don Bosco Scuole di Arti e Mestieri;
un professionista apprezzato anche
fuori dell'ambito salesiano.
Superiore , s1 incarica di spegnere la speranza di
Colombini : resti coadiutore e smetta l'idea di passare
chierico. Non fu crudeltà, ma profezia di un destino
eccelso come salesiano laico: fu un grande!
Torna in Italia. Tutti lo ricordano serio, distinto, colto, il
gesto parsimonioso, le movenze da distinto signore,
senza alcuna affettazione. A Sampierdarena, dove lo
mandano, trova un'accolta prestigiosa di laici salesiani:
Ballotti e Ancarani nei laboratori di composizione e di
stampa; Berta in falegname ria, Actis in sartoria,
Colombara e Forno in libreria... Sostano i visitatori ,
nell'annuale esposizione dei lavori della scuola di Arti
e Mestieri , indugiano di più nella sala che mostra "i
capolavori" di Colombini e dei suoi allievi , lavori sor-
prendenti , quasi straordinari. Fa figura il volume di
Colombini , "Manuale di Legatoria" che sarà adottato in
gran parte delle Scuole professionali d' Italia, tra le
quali al momento quelle salesiane di Arti e Mestieri
godono di grande prestigio.
Guido Luigi Colombini.
A pprodò a venti anni a San Benigno Canavese e
fu assegnato al laboratorio di Legatoria a impa-
rare il mestiere. Di fare ben altro aveva in cuore
il giovane Colombini che intanto ringrazia, ubbidisce e
si applica. Impara bene e presto. Così , quando in Boli-
via si vuole aprire una scuola di Arti e Mestieri che sia
efficiente e apprezzata dalle autorità non tutte amiche-
voli , non fa meraviglia di trovare a Sucre Colombini
come maestro di Legatoria, presto fatto segno a rico-
noscimenti , presto maestro senza confronto, ricoperto
di onori e di gratificazioni. Ma si sente stretto nei panni
del coadiutore . Tre volte dalla Bolivia scrive a Don
Albera nel 1911 per avviarsi al sacerdozio. Ma niente.
Don Calogero Gusmano , segretario del Consiglio
SETTEMBRE 2004 BS
A FIRENZE
Non fa meraviglia che don Bernardo Savarè, direttore
della casa salesiana di Firenze, sostenitore accanito e
intelligente delle scuole professionali che vuole incre-
mentare nella sua nuova sede , chiami Colombini a
Firenze. Andrà il 4 novembre 1926 a mettere la prima
pietra delle nuove scuole Sua Maestà Vittorio Ema-
nuele lii , con una folla di personaggi , tra i primi don
Filippo Rinaldi , il cardinale di Firenze Alfonso Maria
Mistrangelo, che benedice; quattro generali , tra cui il
maresciallo d'Italia Pecori Giraldi . Grande avvenimen-
to, grande impegno davanti ai fiorentini e alla congre-
gazione. Colombini sarà un vanto e un maestro nella
patria dei libri. Quando il 4 aprile del 1927 Don Savarè
restituirà in Quirinale la visita a Sua Maestà il re Vitto-
rio , il dono al re offerto , i due volumi della Vita di Don
Bosco di G.B. Lemoyne, da chi potevano essere stati

4.3 Page 33

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Il brevetto Colombini.
I La magnifica rilegatura della Vita di Don Bosco del
cardinale Salotti, donato a papa Pio Xl dal Rettor
Maggiore.
arricchiti di una leggerissima e splendida copertina,
fiammante di intarsi e di dedica su fondo d'oro, se non
da Guido Luigi Colombini? E possiamo qui anticipare
che nell'aprile del 1934, una settimana dopo il giorno
della canonizzazione di Don Bosco, don Pietro Rical-
done col Capitolo Superiore si presenta davanti a Pio
Xl per ringraziarlo. E doni vengono offerti al Papa. Tra
essi spicca la Vita di Don Bosco del cardinale Salotti,
patrocinatore della causa di canonizzazione e protetto-
re. Sul volume XIX delle Memorie Biografiche le pagi-
ne 304-305 descrivono la raffinata composizione che
Colombini ha rèalizzato sulla copertina del volume pre-
sentato al Papa, un vero capolavoro. "Campeggia nel
centro la figura di Pio Xl, vista di profilo e riprodotta a
medaglione, con leggenda d'oro impressa. A prima
vista stemma e medaglione policromi si sarebbe detto
che fossero miniature: invece erano mosaici ottenuti
con tanti tasse/lini di pelle, perfettamente connessi a
guisa di intarsio. La doratura del ritratto si limitava alla
sola stola, arricchita con un fitto motivo a puntini, che
le dava l'apparenza di filigrana".
I
Il maestro Colombini (di spalle) mostra a don Ricaldone
e a una illustre visitatrice i lavori eseguiti dalla legatoria
di Valdocco.
POI TORINO
A Torino Valdocco dal 1930 in poi Colombini vive la
sensazione di essere finalmente giunto in patria,
accanto a Don Bosco. Capo venerato e stimato, lavora
e inventa con molta genialità. Molto apprezzato dagli
editori dei vocabolari è il cosiddetto Brevetto Colom-
bini che consiste in una originale copertina cartonata,
telata, pieghevole inventata per rendere maneggevole
il grosso volume di un vocabolario. Oltre che nella
scuola, nei manuali e nella pratica del laboratorio il
maestro narra la storia della rilegatura in riviste spe-
cialistiche. Corredano gli articoli riproduzioni esemplari
di copertine della scuola di rilegatura di Valdocco. Per-
sonaggio veramente singolare , nell'Archivio Centrale
Salesiano troviamo di Colombini non la solita semplice
scheda. C'è una intera grossa scatola che apriamo
con sorpresa. Ben rilegati , ottimamente scritti a mac-
china , ordinati uno dopo l'altro , troviamo molti lavori
teatrali, drammi e commedie , composti da Guido Luigi
Colombini e, nei decenni della sua vita, rappresentati
sui palcoscenici dei teatrini salesiani. Se ne sono per-
se le tracce, ahimè! Abbiamo letto qualcosa, invogliati
dalla sorpresa e dalla composta bellezza con cui si
presentano a chi prende in mano queste composizioni.
Drammi di contenuto biblico, di contenuto romano sto-
rico cristiano, di argomenti salesiani. Il 17 ottobre
1949, nella certezza che un padre si compiace delle
attività di tutti i suoi figli , fa per iscritto omaggio al Ret-
tor Maggiore di tutte le sue pubblicazioni, che sono
sette, le due ultime: Il Doratore rilegatore e L'ornamen-
tazione artistica della Rilegatura. Di questa seconda
opera fanno parte cento tavole fuori testo, ossia cento
disegni eliografati .
Di un siffatto confratello salesiano, morto a Valdocco
nell'ottobre del 1971 all'età di 90 anni, esiste solamen-
te una scheletrica nota biografica, una specie di pro-
memoria, per di più in brutta copia, scritta nel 1980,
frutto forse di una resipiscenza da parte di qualcuno
che sentiva defraudato Colombini e non onorata la
memoria di un uomo altamente benemerito, vero sale-
siano, osservante , laborioso , fedele a Don Bosco e
devotissimo a Maria Ausiliatrice. Il desiderio di riscatta-
re da questa dimenticanza Colombini ha mosso e gui-
dato la nostra mano.
D
BS SETTEMBRE 2004

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
NON INGANNIAMO
I BAMBINI SU DIO
I bambini hanno il diritto all'educazione reli~iosa. In famiglia.
I bambini imparano solo quello che vivono. E importante non
trasmettere loro un'immagine deforme di Dio.
Un bambino stava disegnan-
do con grande impegno e
l'insegnante gli chiese:
un disegno inte(essante. Che cosa
rappresenta?" "E un ritratto di Dio. "
"Ma nessuno sa com fatto Dio. "
"Quando avrò finito il disegno lo
sapranno tutti!" I bambini sanno
com'è fatto Dio . Quanto tempo im-
pieghiamo a farglielo dimenticare?
Il più delle volte è solo questione di
settimane . Ma i bambini hanno il
diritto all 'educazione religiosa e
la famiglia è la matrice spirituale
(una specie di stampo indelebile) di
tutti i significati spirituali dell'esi-
stenza. In famiglia i bambini ap-
prendono il "sapore" di concetti e
atteggiamenti profondamente spiri-
tuali come accoglienza, ascolto,
perdono, consolazione , comunione,
benedizione , gratitudine, dono , sa-
crificio .. . che saranno indispensabili
per formare una grammatica della
religione.
La frase «Mio figlio deve poter de-
cidere più tardi da solo quale reli-
gione scegliere » è completamente
sbagliata dal punto di vista psicolo-
gico/evolutivo . I bambini partecipa-
no in primo luogo alla lingua dei
genitori e anche ai loro riti e a ciò
che per loro è importante. Essi
prendono parte innanzitutto alla
comunicazione e alla vita quotidia-
na normale e vi si inseriscono .
Quando anche leggere la sera con
il bambino una storia biblica oppure
dire una breve preghiera con il
bambino fa parte della vita quoti -
diana, i bambini imparano in manie-
ra molto semplice , senza grossi
problemi o sforzi a diventare perso-
ne capaci di parlare in modo reli-
gioso. Perciò il comportamento
«Mio figlio deve decidere da solo
più tardi .. .» priva un bambino del-
l'opportunità di formarsi una com-
petenza linguistica religiosa, gli
SETTEMBRE 2004 BS
toglie la possibilità di sviluppare
una base religiosa a partire dalla
quale più tardi potrà realmente
capire che cosa significa una scelta
religiosa. Un bambino a cui viene
impedito di sviluppare la sensibilità
per la presenza di Dio , non sarà
affatto in grado di scegliere . E più
che mai , ancora una volta, altri
avranno deciso per lui. '
Anche per la religiosità vale il prin-
cipio generale: i bambini imparano
solo quello che vivono. L'apprendi-
mento religioso si sviluppa in tre
stadi. Il primo è quello che passa
attraverso l'osservazione e l'imi-
tazione. Dal punto di vista teologi-
co e psicologico possiamo ricorda-
re che l'immagine di Dio rimane ,
nella sua pienezza e come totalità,
incomprensibile e inafferrabile per
gli uomini. Per la nascita e lo svi -
luppo dell'immagine di Dio infantile
tuttavia l'influenza dei genitori è
decisiva. Il rapporto genitori-figlio
viene innanzitutto trasferito al rap-
porto con Dio . Anche l'autostima
del bambino e dell'adolescente ha
le proprie radici nella famiglia e si
ripercuote essenzialmente sul rap-
porto con Dio. Un bambino che non
vede mai pregare la mamma e il
papà, molto difficilmente pregherà
in seguito. La cosa più importante
per i genitori è chiarire la propria
immagine di Dio. Hanno la re-
sponsabilità di non ingannare i figli
a proposito di Dio, rivelando loro
un'immagine di Dio nemica della
vita e dell'amore, danneggiandoli in
questo modo dal punto di vista psi-
chico . I _bambini hanno bisogno di
un rapporto con Dio , non di una
ideologia su Dio. Il più delle volte i
bambini ricevono immagini diaboli-
camente deformi e fortemente ne-
vrotizzanti di Dio: il Dio giudice che
punisce ; il perfido Dio di morte; il
Dio contabile e della legge ; il Dio
che esige un alto rendimento; il Dio
che vende a caro prezzo i suoi
favori, ecc.
Le icone di Dio positive sono diffe-
renti: Dio che ha creato ogni uomo
a sua immagine e che gli dona pie-
namente la vita; Dio che accompa-
gna e protegge la vita dell'uomo
come un "buon pastore"; Dio che si
occupa degli uomini come un padre

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
"materno"; Dio che soffre con l'uomo
e che lo libera alla vita attraverso la
sofferenza e la morte. Dio stesso si
è mostrato agli uomini nel suo figlio
Gesù Cristo: la fede comincia sem-
pre da un incontro personale con
Gesù. La religiosità però viene ac-
quisita non solo in base a un model-
lo, ma anche attraverso l'insegna-
mento e l'accompagnamento. I bam-
bini hanno il diritto di sapere e capi-
re, di conoscere la storia di Gesù, le
sue parole, la riflessione e la tradi-
zione della comunità dei credenti. E
poi di essere "iniziati" ad una vita
"con Dio dentro".
La terza via importante per impa-
rare la religiosità passa attraverso
il rafforzamento che viene dal-
l'approvazione degli altri e la
conferma sociale. La sicurezza
interiore necessaria e l'autentica
conoscenza e comprensione del
comportamento religioso crescono
non solo attraverso i genitori, ma
anche attraverso la relazione dei
bambini con la comunità dei cre-
denti e con le sue attività. In que-
sto contesto sociale la Chiesa ha
la sua elevata importanza in qua-
lità di comunità credente: senza le
tante altre persone che percorrono
la strada verso Dio insieme a
Gesù , la fede cristiana non è spe-
rimentabile né può crescere. La
conferma sociale derivante dalla
preghiera e dalla celebrazione in
comune nella chiesa o anche in
gruppi, all'oratorio, fa apparire plau-
sibile e degno di essere vissuto
tutto ciò che viene trasmesso al
bambino dai genitori e dai catechi-
sti. Ma anche le comunità possono
ingannare i bambini. Molte funzioni
religiose sono celebrate in modo
che i genitori e i bambini non rie-
scano a capire quasi niente e si
sentano a disagio . Il pensiero che
c'è dietro a questo modo di fare è
che i bambini devono adattarsi alla
funzione religiosa degli adulti.
Ancor oggi esistono molti "disce-
poli" che ritengono che i bambini
disturberebbero Gesù, che continua
a ripetere: «Lasciate che i bambini
vengano a me ».
I Ma i bambini hanno il diritto
all'educazione religiosa e
la famiglia è la matrice spirituale
di tutti i significati spirituali
dell'esistenza.
SE LA VERITÀ
FOSSE MOLTO PIÙ
SEMPLICE?
È indispensabile in famiglia l'educazione religiosa. Non va demandata
ad altri. I bambini apprendono più volentieri dai genitori
che dai catechisti, e spesso sanno fare sintesi meravigliose.
E' un ricordo molto nitido nella
mia memoria: un giorno, tor-
nando dall'asilo, Claudio -
aveva solo tre anni - ha riassunto
così· l'origine del mondo: Dio ha
creato la luce e il buio, la terra e il
cielo, il mare, gli animali e le pian-
te l'uomo e la donna. Poi li ha
chiamati e gli ha detto: Bene, potrei
continuare a fare tante altre cose,
le città e le strade, le case e le fab-
briche, ma non voglio che vi an-
noiate; costruite voi il mondo, io
sono sicuro che siete bravi come
me. Ho pensato subito: ma guarda
un po' questo marmocchio come mi
ha "sistemato" tutto il conflitto fra Un bambino stava disegnando con
scienza e fede, fra creazionismo ed
grande impegno...
evoluzionismo, in quattro battute ,
mentre io mi arrabatto per ore con i ché sentiamo il bisogno di barare
liceali per far comprendere loro che anche su Dio, che è la cosa più bel-
la ragione non è né estranea, né la che si possa immaginare, deside-
nemica della Rivelazione cristiana. rare , amare? Forse il problema è
che noi proiettiamo sui bambini le
Tornando sulla questione a nostre incertezze e timori, ma ancor
mente fresca , mi sono poi detta: più le difficoltà legate alla pretesa di
dove sta scritto che sono gli adulti a razionalizzare tutto. E poiché venia-
dover parlare ai bambini di Dio e mo da una storia remota di infiniti
non viceversa? E perché noi adulti conflitti fra fede e ragione, alla fine
siamo tanto convinti che la verità sia concludiamo che è meglio racconta-
una faccenda da grandi? Non è re favole e bugie, piuttosto che
cosa saggia, né giusta, il nostro dare affrontare le questioni religiose in
per scontato che i piccoli non possa- modo sereno, ma soprattutto serio. I
no guardare le cose della vita con ragazzi, dal canto loro, capiscono
uno sguardo realistico. E se può molto bene il nostro imbarazzo e
accadere che talvolta ci tocchi menti- stanno al gioco: per un po' di anni ci
re sulla realtà e le sue tragedie, per- danno la sensazione di dare credito
a quel che raccontiamo, ma poi,
J quasi improvvisamente, ci spiazza-
.§> no : a sei anni ci provocano con la
@ domanda fatidica "ma Dio chi lo ha
creato?"; a otto anni ci riferiscono
I Dio ha creato la luce... il cielo...
il mare... l'uomo... e poi gli ha
detto: "Bene, ora costruite voi
il mondo, io sono sicuro che siete
bravi come me!".
BS SETTEMBRE 2004

4.6 Page 36

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che la maestra di storia ha spiega-
to la differenza fra le teorie scienti-
fiche sull'origine del mondo e le
tradizioni riportate nella Genesi; e
via dicendo, finché, alle soglie del-
l'adolescenza, buttano a mare la
religione e tutte le sue verità.
A questo punto noi pensiamo,
quasi automaticamente, che le
nuove generazioni sono incapaci di
guardare oltre, di aprirsi alla di-
mensione della trascendenza, di
gustare e contemplare la presenza
misteriosa di Dio. Non ci chiedia-
mo, invece, se abbiamo seminato
diffidenza proprio con l'abitudine a
sminuire eventi che invece merita-
vano di essere proposti in modo
chiaro, fedele e coraggioso ; o se
abbiamo confuso i nostri ragazzi
con l'attitudine a complicare le co-
se, volendo spiegare tutto invece di
provare ad accettare con molta
semplicità la compagn ia e l'amore
del Padre che si manifestano nelle
realtà ordinarie della vita.
Purtroppo molto spesso rinuncia-
mo alla comunicazione della verità
semplicemente perché facciamo
fatica ad esprimerla con un lin-
guaggio adeguato ai fanciulli. E a
riconoscere che non è Dio a man-
care di credibilità, ma noi che sia-
mo testimoni malfermi della fede.
Peraltro, faremmo forse bene
a puntare sull'essenzialità del
messaggio cristiano, insistendo
meno sui contenuti teologici e più
sulla capacità di contagiare i ragaz-
zi della passione a cercare senza
stancarsi il volto di Dio. Né ci rimet-
tiamo nulla, come genitori, se con-
fessiamo che anche a noi capita di
sperimentare dubbi e tentazioni
intellettuali; se ammettiamo che
sbattiamo la testa contro la nostra
incredulità perché insistiamo a vo-
ler credere noi in Dio piuttosto che
accettare il fatto che è Lui a crede-
re in noi; che la nostra intelligenza
si affanna a voler penetrare i
misteri della fede, quando baste-
rebbe invece cercare di viverli con
onestà e coerenza. "Dio ci ha crea-
to gratis" diceva un bambino napo-
letano qualche anno fa: probabil-
mente basterebbe questa semplice
verità per far innamorare i ragazzi
di Dio e farli restare in questa con-
dizione di continua meraviglia e
stupore.
D
SETTEMBRE 2004 BS
MOVIMENT
SALESIANO
di Julio Olarte
FCMN
Il fondatore è diventato, dal
1998, arcivescovo di Montevideo
(Uruguay). Si tratta del salesiano
Nicola Cotugno, nato nel 1938 a \\, ,
Sesto San Giovanni, salesiano dal 1957;'
sacerdote dal 1967, vescovo dal 1996.
FRATERNITÀ C ONTEMPLATIVA
M ARIA DI N AZARETH
Quando si parla di contemplazio-
ne nell'ambito cristiano si pensa ai
mo nac i. Viverla da laic i, o come
co nsacrat i di vita attiva, è la scom-
messa di questo gruppo che asp ira a
esse re ri co nosc iuto nell a Famig li a
Salesiana. Fin dal nov iziato monsi-
gnor Cotugno sentiva una specia le
attraz ione per l'interi orità d i Do n
Bosco, del quale si afferm ava la con-
tinu a unione co n Dio nonosta nte le
moltep li ci attività. Come si dice ora,
era contemplativo nell'azione, aveva
la "graz ia di unità". Andato mi ss io-
nario in Uruguay, don Nico la passò
in Cile per gli studi di teologia
(1963 -1 967) dove ebbe come diret-
tore don Egidio Vi ganò, futuro Rettor
M agg io re, che lo esortò a co ltivare
questa attenzione all a d imensi one
contemplativa della vita sa les iana.
Nel 1973, direttore della scuola
agricola di Manga, si rivolse ancora
a don Viganò, diventato Consigli ere
Generale per la Formaz ion e, nel-
l' intento di app rofo ndire la dimen-
sione co ntempl ativa nell a pastorale
giova nil e. Do n Egidio gli ris pose
che vedeva attua li zza bil e il suo
progetto di Movimento contemplati-
vo giova nile. Il 31 ge nn aio 1977
venne costrui ta una casa a questo
scopo, così l' in c ipi ente movi mento
com in ciò a diventare visib il e, susci -
tando ades io ni ma anche riserve e
opposizioni. Nel gen naio 1986 fu
inaugurata la prima sede uffic iale, e
il 7 dicembre dell'anno dopo, co n
un a so lenn e cer im o ni a presieduta
dal sa les iano monsi gnor Gottardi ,
Arcivescovo di M ontev ideo, 33
" naza reni " facevano il loro voto di
co ntemp lazion e. Nel 1989, don
Vi ga nò, o ra Rettor Maggiore, pro-
poneva un a presenza al Co ll e Don
Bosco. Nel 1993 la fraternità è stata
ri co nosc iuta uffic ialm ente co me
Associazione di Fedeli .
La loro spiritualità può essere così
riassunta: "Laici, consacra ti e sacer-
doti, attingendo dal cuore stesso di
Don Bosco, vogliono vivere negli
affari quotidiani e nelle condiz ioni
ordinarie della vita, l'esperienza di
unione con Dio che lo stesso Don
Bosco visse nella sua vastissima e
assorbente attività con i giova ni a
Valdocco . Maria di Nazaret, il più
alto modello di unione con Dio,
accompagna i Nazareni nella loro
testimonianza e nel loro apostolato a
serviz io particolarmente dei giovani".
La fraternità è attualmente composta
da 20 consacrati con i voti di castità,
povertà, ubbidienza e contemplazio-
ne. Inoltre da 1O fa mi gli e (copp ie)
col solo voto di contemp laz ione e da
altri 15 con voto temporaneo.
Per ulteriori notiz ie: Co lle Don Bosco
- 74022 Castelnuovo Don Bosco - A T.
Te/. 07 7/ 9877 764.
E-mail: fraternita @colledonbosco.it

4.7 Page 37

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BS SETTEMBRE 2004

4.8 Page 38

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Sf\\OE E1'\\CHE
per ragaz:zi, genitori, educatori
Il nostro viaggio attraverso i problemi
D COME GUARDI
TI DICO COSA PENSI
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Lo sguardo dice molto di
una persona e non pochi
nel giudicare il prossimo
si basano sullo sguardo.
pAenrcsoonrap,iùl. sruivoez.lpaennoszu.enrza..
Sguardi e pensieri
interessano l'etica.
Qualche riflessione sui
nostri atteggiamenti
affettivi.
Nei nostri sguardi e nei nostri
pensieri noi siamo qualcuno.
Abbiamo uno stile e una per-
sonalità quando guardiamo o pen-
siamo certe cose; il nostro sguardo
lascia trasparire come guardiamo e
che cosa pensiamo. Si vede quando
guardiamo in modo benevolo e
' - -- - --t CONFRONTIAMOCI IN
Lo sguardo carico di attese della
giovane.
GRUPPO E IN FAMIGUA . .
Qual è la qualità dei nostri pens1en
e
dei nostri sguardi?
I nostri occhi quali
.
affetti
?
cercano .
quando pensiamo in modo malizio- vogliamo male; si nota quando
so; si vede se vogliamo bene o se guardiamo una persona ·ammirando-
ne il fascino e la bellezza e quando
nei nostri pensieri quasi la possedia-
i mo. Nei nostri sguardi si legge non
ChCe i
tipo di relazioni desiderano?
sentiamo, a volte ,_ lettera11:1ent~
bersagI.iat·1 da figure e immag. ini te?le
visPivoesspiraomvoocaenstsi.erCeomvitetimre_eag_dia1 mqou~.nt~.
attraverso quelle immagini c1 domma
t solo se siamo delusi o soddisfatti ,
a ma si legge anche se siamo puliti e
leali o se siamo volgari e indecenti.
no portandoci dove loro hanno p_ro-
ge,ttato,
per
i
loro
sco pi
come.
genito-
?
re o educatore che cosa faccio .
Si vede che cosa cerchiamo, che
cosa desideriamo. Si vede ... Si
vede che cosa, infine? Si vede CHI meraviglioso, perché fa sognare e
noi siamo, che tipo di persone progettare, ci fa in qualche modo in-
siamo, che tipo di ragazzi siamo, travedere il futuro, la possibilità di
che tipo di personalità ci stiamo co- costruire un mondo nuovo, più giu-
struendo.
sto e più bello. Ma è anche vero che
I ragazzi, in particolare, sono per- a volte nei nostri pensieri e sguardi si
sone fantastiche, ma nello stesso nascondono tante frustrazioni, per
tempo che hanno tanta fantasia, la cui con le nostre fantasie cerchiamo
fantasia con cui percorrono strade e compensazioni e surrogati, sogni
Lo sguardo sognante
dell'adolescente.
balocchi, sogni e desideri impossibi- proibiti, cose e possibilità che poi in
li. Tutto questo da una parte è bello e realtà sono inverosimili.
SETTEMBRE 2004 BS

4.9 Page 39

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etici si sofferma stavolta su ...
Lo sguardo carico di tenerezza
della mamma al suo bambino.
Gli sguardi innamorati dei
fidanzati.
GLI OCCID, PORTA
AFFETTIVA
È importante, per i giovani come
anche per le persone più mature, per
gli educatori come per gli animato-
ri, per i genitori come per i docenti,
domandarci qual è la qualità dei no-
stri pensieri e dei nostri sguardi.
Che tipo di personalità vogliamo
costruirci, quale futuro? Pensiamo
cioè cose buone o cose discutibili? I
nostri sentimenti e i nostri affetti
che cosa cercano , che cosa sogna-
no? La sessualità è una realtà bella,
opera di Dio creatore, si possono
pensare cose belle e stupende della
nostra amicizia con una ragazza o
un ragazzo, dimensioni affettive di
condivisione autentica. Ma è anche
vero che con i nostri pensieri si può
spogliare la bellezza di una creatura
e ridurla a "cosa", strumentalizzare
i doni della sua corporeità per pia-
ceri egoistici. Con i nostri occhi
VALORI IN QUESTIONE
Gli occhi non sono solo uno stru-
mento dei sensi , ma _il luogo attraver-
so cui esercitiamo ,1 controllo della
noAsttrtraavpeerrssoonialnitoàs. tn.
.
sguardi
.
s1
ve?e
chi noi siamo, che tipo di p~rsone sia-
mo, che tipo di personahta c1 stiamo
coIstnruoesntrdi os.guardi
esigono
.
d1
essere
"orientati" secondo il nostro progetto
di Nvietallo. stile salesiano la "mort·'1·,cazio~
ne" degli occhi è il passo concr~to cui
orientiamo la nostra vita verso Cnsto.
possiamo guardare in modo posses-
sivo una persona e desiderare cose
che - se altri pensassero dei nostri
familiari, genitori o sorelle - ci sen-
tiremmo profondamente indignati.
"Mai come oggi la nostra società
si è trovata ad avere a che fare con
il visivo, al punto da autonomin arsi
civiltà del!' immagine. Mai come
oggi è stata così disattenta nei con-
fronti del saper guardare, così poco
interessata al voler capire, all 'ana-
lizzare, al cercare significati" (Bim-
bibo). Attraverso i nostri occhi en-
trano dentro di noi molte immagini,
provocazioni erotiche che certe
mode o spettacoli accentuano. Ci
sentiamo, a volte, letteralmente ber-
sagliati da queste figure e rappre-
sentazioni , provocati intimamente,
stimolati nei nostri istinti. Tutto
questo può edificare in noi manie e
distorsioni di personalità da cui
forse un giorno potremmo sentirci
disturbati.
ATTEGGIAMENTI
SALESIANI
Il cristiano reagisce facendo scel-
te, cambiando canale televisivo,
evitando di accarezzare pensieri
osceni e indecenti, "mortificando gli
occhi" e cioè orientando i suoi
sguardi verso altre cose, quelle che
ha progettato come appartenenti al
suo stile e ai suoi valori. Se non
"orientiamo" i nostri sguardi e i no-
stri pensieri, diventiamo vittime di
quanti attraverso quelle immagini
Lo sguardo curioso del bambino.
hanno deciso di dominarci , di por-
tarci dove loro hanno progettato,
usandoci per i loro scopi.
Don Bosco era molto sensibile
alla psicologia religiosa degli occhi,
invitando i suoi ragazzi alla mortifi-
cazione orientata alla progettualità.
Come Domenico Savio, scegliamo
di essere dalla parte di Gesù, delle
cose belle; cerchiamo un'affettività
che è amicizia vera, fatta di un af-
fetto sincero e leale, di fiducia e di
confidenza, del piacere di stare in-
sieme e godere del bene delle nostre
persone. Affermiamo dunque che
l'educazione dello sguardo è essen-
ziale.
'
BS SETTEMBRE 2004

4.10 Page 40

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Leggere qualche "buon" romanzo durante
I ROMANZI
di Severino Cagnin
DELLA STAGIONE Il 18 di questo mese viene
assegnato il premio
Campiello. Qualche
Stare qualche momento da soli,
talora, è ricreare le visioni di
una vita intera. Il ragazzo la-
scia gli amici vocianti, si stende per
nascita: anche oggi, tra fare e pen-
sare, dobbiamo dare più spazio e
slancio a riflettere e fantasticare.
Nella lettera al fratello sulla salita al
previsione contro
corrente. Siamo sicuri che
vinceranno donne e
sognatori
terra in giardino e apre il libro pre- Mont Ventoux in Proveòza, il poeta
ferito . Il quindicenne stufo delle le- contempla il panorama, prova mera-
zioni pomeridiane, saluta i compa- viglia per ogni fiore, ma capisce che
gni avviati alla noia del bar, entra il mondo più ricco da scoprire è
nella propria stanza, getta lo zaino e quello dentro di sé, nella quieta
trae dallo scaffale il romanzo più profondità dei sentimenti e dei so-
caro, lasciandosi rapire da una vi- gni. Come Petrarca, anche i nostri
cenda attraente. E l' adulto, stanco scrittori contemporanei si atTampi-
delle troppe parole radiotelevisive, cano su questo sentiero. Quando
rifiuta la solita serata, ossessiva di Montale implora Non domandarci la
frasi ripetute e si regala in poltrona formula che mondi possa aprirti, ci
le pagine dell ' autore preferito. E ricorda che la verità sulla vita non si
l I l 'anziano che ne ha passate tante, domanda, ma si scopre; che non è ri-
ora preferisce acquietarsi nelle ri- ducibile a una formula e che questa
flessioni del cosmo, dello spirito, non può aprire mondi sconosciuti,
del divino. Torna alla mente Solo e superiori alle freddezze matematiche
pensoso di Francesco Petrarca, at- e scientifiche. La letteratura di valo-
tuale nell 'ottavo centenario della re - commenta uno studioso - "spre-
me la realtà, cogliendone la sostanza
e dandole una espansione. Se un ro-
manzo non dischiara un mondo e
non lo spalanca davanti al lettore
Qon fa compiere una vera esperien-
za, non fa conoscere nulla: è vuoto e
noia". Il problema è questo: leggere
per pensare, oppure distrarsi per evi-
tare di penetrare nel quadro del no-
stro presente con i suoi conflitti,
I Giuseppe Pontiggia morto
il 27/6/2003. Vinse il Campiello
nel 2001 con "Nati due volte".
passioni e speranze. Su tale scelta,
per le qualità di cui sono espressio-
ne, segnalo i romanzi in corsa per i
premi della stagione 2004.
più la gallina che vola del suo primo
romanzo a convincere l'allieva han-
dicappata a raggiungere l'impossibi-
LA CINQUINA IDEALE
le, ma la barca che risale la corrente
tra gli antichi alberi dei classici. Un
DEL CAMPIELLO
racconto da meritare la finale del
Premio Campiello, assieme al coin-
Una barca nel bosco di Paola Ma- volgente Tre metri sopra il cielo di
strocola (Guanda Editore) inserisce Ferruccio Moccia (Feltrinelli), un
in situazioni realistiche l'invenzione amore impossibile nella violenza
e il messaggio etico. Il figlio del pe- quotidiana, ma che tocca le stelle.
scatore, immigrato dal Sud a Torino, Invece il più noto riconoscimento
vuole a tutti i costi frequentare il italiano lo assegnerei a La stanza
liceo classico. Una prof ottimista lo del cuore di Luciano Marigo (Santi
La copertina del libro di Santagata, sostiene fino alla laurea, con fanta- Quaranta). È un "giallo dell'anima",
vincitore del Campiello 2003.
stiche invenzioni impreviste. Non è in cui Cristiana, attrice anoressica in
SETTEMBRE 2004 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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le vacanze fa bene al fisico e alla mente.
Ferruccio Perazzoli con Sandro
Veronesi e Lidia Ravera.
11final isti della XLI edizione del Campiello,
da sinistra: Alajmo, Montesano, Pariani, Santagata, Vinci.
(I fina listi 2004 sono: Abate, Arslan , Bevilacqua,
Guarnieri, Mastrocola).
difficoltà, scopre il misterioso mon-
do della clausura, è pervasa dall 'In-
visibile, incontra l'Amore. Scritto
con austerità penetrante, il racconto
esprime perfettamente la fede del-
1' autore, per cui Cristiana conquista
la felicità. Il caso letterario mondiale
dell ' anno, in 18 lingue, è il difficile
viaggio di ragazze nel regno del
Male alla ricerca di salvezza in Le
tre pietre (Sonzogno), della sedicen-
ne francese Flavia Bujor. Sulla ma-
lattia e la morte trionfa il sogno:
"Non ho il diritto di morire! Devo
trasmettere la speranza! E se fosse
troppo tardi? La morte è qui. Eppure
continuo a credere al mio sogno, al-
l'impossibile. Non mi resta altro se
non la speranza. Avrei dovuto do-
narla agli altri. Ma non l'ho fatto.
Perché non credere ancora in essa?
Finché è dentro di me, la m01te può
veramente portarmi via?". Straordi-
naria favola fantastica, in cui la
realtà viene trasformata. Un Harry
Potter al femminile, con una marcia
in più! Così è anche il racconto au-
tobiografico di Toni Carli Tanto per
rimanere uguali, che dalla catTOZ-
zella ha preso il volo in una espe-
rienza felice di musicista. Non vin-
cerà i premi letterari, perché ha già il
Premio - Qualità - della Vita, con 2
edizioni esaurite e inviti a convegni.
Un meritato successo mondiale, e
anche italiano, è La ragazza dall'o-
recchino di perla della inglese Tra-
cy Chevalier (Neri Pozza), affasci-
nante attrazione del pittore Vermeer
verso la giovane Greta nel mistero
arte-bellezza. Finalista ai maggiori
premi italiani sru·ebbe Io non ho
paura di Ammaniti (Einaudi) per la
coinvolgente ricerca sul bambino se-
questrato, ma già in classifica nei ta-
scabili. Invece ci sarà Non ti muove-
re della Mazzantini (Mondadori),
per la amara analisi psicologica
della coppia in crisi, ma soprattutto
.per il successo del film e la spinta di
un 'ru·ea politica.
DIECI CONSIGLI
DI PONTIGGIA
Chiudo queste previsioni con due
racconti validi e diversi. Per queste
strade fa miliari e feroci (risorgerò)
di Ferruccio Parazzoli (Mondadori)
presenta don Ennio, giovane prete a
Milano, con i suoi problemi e una
inguaribile allegria. L'autore è un
credente che soffre i nodi del Cri-
stianesimo attuale e ha il coraggio
di aprire ferite e indicare nuove te-
rapie. Anche Culicchia è critico sul-
La ragazza con l'orecchino di perla
di Vermeer.
l'attualità, ma ci scherza sopra e Ri-
dere per sopravvivere sembra.il suo
motto, quello della Fiera Interna-
zionale del Libro di Torino in mag-
gio. Sorridere sopra i malanni è una
soluzione antica, da Aristofane a Pi-
randello. È un bisogno incoercibile,
afferma il Manzoni, ma non sempre
è definibile: come distinguere tra
riso e sorriso, tra la satira di Stupid
man di Moore, trionfatore a Cannes
e l'ironia manzoniana? Anche so-
gnando, Giuseppe Pontiggia in 10
consigli per l'acquisto dei libri (a
me stesso) , ci fa capire che non
dobbiamo mai mandare in vacanza
la nostra razionalità. Ne scelgo tre,
non a caso. 1. Non acquistàre i libri
per leggerli questa sera. Ma acqui-
sta solo quei libri che, anche questa
sera, avresti voglia di sfogliare. A
volte ho acquistato libri pensando
che in futuro mi avrebbero interes-
sato. Me ne sono sempre pentito.
Da allora penso sempre all 'ipotesi
della sera. 3. Tra un libro di Ein-
stein e un libro su Einstein scegli il
primo. C'è più da imparare dalle
oscurità di un maestro che dalla
chiarezza di un discepolo. Gli sco-
pritori di continenti hanno disegnato
contorni sempre imprecisi delle
coste, che oggi qualsiasi agenzia tu-
ristica è in grado di correggere. Pre-
ferisco chi ha scoperto i continenti.
8. Scegli quei libri che farai vedere
a un altro come te, perché possa
condividere il tuo piacere o provare
una tonificante invidia. Queste fan-
tasie non si realizzano quasi mai,
ma orientano spesso le scelte dei bi-
bliomani.
BS S ETTEMBRE 2004

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB . Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 -Fax 06.6561 2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8-Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
SETTEMBRE 2004 BS
_ _ J I NOSTRI MORTI
BARATTO sac. Giovanni,
salesiano,
t Verona, il 02/10/2001 , a 89 anni
È morto carico di anni e di saggezza, quan-
do ancora era ricercato per la semplicità e
la bontà del suo animo . Un uomo che ha
fatto sempre quanto gli si diceva di fare ,
senza obiezioni , senza mai un lamento,
anzi sempre volentieri e col sorriso sulle
labbra. La sua serenità, la sua parola sem-
plice e convincente, la bontà personale, lo
spirito di accoglienza e un gran cuore furo-
no le sue armi. Il suo confessionale era
sempre frequentato sia dai confratelli sia
dal popolo. La sua parola, sempre appro-
priata, faceva bene, ridava coraggio, cal-
mava gli animi. Anche i ragazzi correvano
da lui: pur vecchio il suo candore e la sola-
re apertura del carattere attiravano anche
le giovani generazioni, per le quali era un
magnifico nonnino. Gli ultimi tre anni della
sua lunga vita li passò all 'ospedale di
Negrar ormai impossibilitato a fare qualsia-
si cosa, eccetto che ad accogliere sorriden-
do riconoscente chi andava a visitarlo.
PENZO sac. Giampaolo, salesiano,
t Chioggia (VE), il 15/10/2003, a 72 anni
Un male incurabile l'ha stroncato in meno
di tre mesi nel pieno del suo lavoro. Sacer-
dote zelante, dal tratto genti le, attento ai
bisogni altrui , si era specializzato in scien-
ze pedagogiche . Don Penzo iniziò nel
1970 il Centro psicopedagogico di San
Donà di Piave. Molto apprezzato il suo
lavoro di consulenza a singoli e più ancora
a famiglie e coppie di giovani. Era impe-
gnato per l'assistenza pedagogica e l'o-
rientamento presso il locale Centro profes-
sionale . Fu richiesto per consulenze da
molte scuole statali del territorio e da
ambienti ecclesiali per conferenze. Entu-
siasta del metodo educativo di Don Bosco,
lo mise scrupolosamente in pratica nel dia-
logo pe rsonale a servizio dei giovani:
metodo che fece amare dai tanti suoi colla-
boratori ed exallievi.
PROFILIO Valeria, exallieva,
t Lipari-Canneto (ME) , il 28/09/2003,
a 81 anni
Exallieva delle FMA di Alì Terme, si adoperò
con zelo perché la scuola elementare dove
assieme ad altre exallieve prestava il suo
servizio, venisse intitolata al santo dei giova-
ni. Dal 30/05/1991 , infatti, la scuola elemen-
tare di Lipari-Canneto si chiama "Scuola Ele-
mentare Don Bosco". Valeria si è fatta dono
alla famiglia, alla scuola e alla Chiesa. Assi-
stette con amore i suoi cari, ebbe sempre il
cuore di una madre senza esserlo mai stata
biologicamente, dimostrando come la mater-
nità morale non sia inferiore a quella fisica. A
scuola educò generazioni di alunni sempre
benvoluta, rispettata, ricercata. Attiva nell'A-
zione Cattolica, nel Consiglio pastorale, nel-
l'Apostolato della preghiera, non si rispar-
miò, sicura che ciò che si fa per la Chiesa lo
si fa per se stessi.
genza di interiorità e di preghiera, trovando
in essa la sorgente della pace e dell'ab-
bandono alla volontà di Dio soprattutto
negli ultimi anni di progressiva malattia e di
sofferenza. Ha trascorso sessant'anni della
sua vita religiosa a Torino, a servizio di
diverse Madri e Consigliere Generali. In
suor Maria è possibile cogliere la pienezza
di trasformazione della "grazia" perché chi
la ricorda negli anni giovanili , mentre ne
sottolinea il carattere piuttosto riservato e
austero, ne riconosce anche il deciso cam-
mino spirituale di ascesi che le ha permes-
so di vivere l'anzianità e l'infermità in -modo
sereno, pacificato.
AVETTA sr. Teresa,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Roppolo Castello (BI) , il 28/11/2003,
a 90 anni
Figlia di emigranti, nelle sue memorie suor
Teresa scrive: "A cinque anni ho fatto un
sogno che mi fece capire chiaramente che
ero chiamata alla vita religiosa, anche se
non avevo mai visto suore". Essendo la
maggiore di tre fratelli , non poté tuttavia
lasciare la famiglia se non quando il papà
decise di non tornare più in America. Dopo
la professione , fu assistente nei convitti
operai del vercellese. Una FMA che fu sua
"convittrice" ne ricorda con immensa rico-
noscenza la finezza di tratto, l'accoglienza
materna e soprattutto l'arte educativa che
sapeva guidare e animare alla preghiera,
all'obbedienza, all'umiltà, all 'ordine nella
dimensione del quotidiano. Scriveva anche
alle mamme per un cammino di vita e di
formazione ed era particolarmente attenta
alle giovani che coglieva aperte alla chia-
mata del Signore .
DELGADO HERNANDEZ
sac. Andrés, salesiano,
t Città del Messico, il 16/12/2003,
a 65 anni
Coronò la sua vita di salesiano esemplare
ed educatore competente con il servizio
alla Chiesa: dal 1985 al 1991 come Presi-
dente Nazionale delle Scuole private del
Messico, poi dal 1991 al 1992 come Se-
gretario Nazionale di Cultura ed Educazio-
ne della Conferenza Episcopale Messica-
na, e finalmente in Belgio dal 1993 al 2002
come Segretario Generale dell'Organizza-
zione Internazionale delle Scuole Cattoli-
che. Nel 2002 era stato chiamato alla Dire-
zione Generale Opere di Don Bosco per
collaborare nel dicastero della Pastorale
Giovanile , ma la sua malattia glielo impedì.
Venuta la ser_a d_i . 1oc-;..,,.,,""""
quel giorno ~ esu disse.
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
TOSETTI sr. Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Torino, il 23/11 /2003, a 93 anni
Di famiglia profondamente cristiana, suor
Maria ha sempre coltivato nel cuore l'esi-

5.3 Page 43

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per problemi alla vista, si dedica
alla scultura: ancora cavalli e bal-
lerine . Nel frattempo , continua a
collezionare dipinti, disegni e
stampe (oltre 5 mila pezzi) . Muore
quasi cieco il 27 settembre 1917.
Savina Jemina
Settembre
UN SANTO UN ORDINE
San Vincenzo de' Paoli. Nasce a
Pouy nel 1581. Lavora nei campi,
studia grazie a un avvocato del
luogo e nel 1600 è sacerdote .
Durante un viaggio in nave è cat-
turato dai corsari e venduto schia-
vo a Tunisi, ma converte il padro-
ne e con lui rientra in Francia. Nel
1613 è precettore in casa del
generale Gondi. Lì un anziano
agricoltore si confessa da lui e ne
parla con entusiasmo alla signora
Gondi: è lo spunto per le "missio-
ni" ai contadini. Dà inizio alle Da-
me della Carità per aiutare i pove-
ri. Nel 1625 inizia i Preti della
Missione. Con Luisa de' Marillac,
poi santa , fonda le Figlie della
Carità. Istituisce la prima Carità
maschile e, nel 1634, avvia la pri-
ma Carità ospedaliera, poi l'assi-
stenza ai forzati. Manda missiona-
ri in Algeria e Tunisia, apre ospizi
per mendicanti e vecchi : non c'è
miseria che non soccorra. Muore
a Parigi nel 1660 ed è canonizza-
to nel 1737.
UN PITTORE
Edgar Degas nasce a Parigi il
19/7/1834, figlio del banchiere De
Gas . Vive sempre nella capitale,
tranne che per venire in Italia
quasi ogni anno tra il 1854 e il
1886. Conosce Manet e gli im-
pressionisti, e dal '74 all '86 parte-
cipa é! tutte le loro mostre (tranne
nell '82) . Non ama dipingere "en
plein air'', ma in studio, sulla base
di schizzi e appunti . Tra i temi
preferiti : corse di cavalli , scene di
ballo , il lavoro delle modiste , la
vita nei locali di ritrovo. Dal 1898,
DIARIO DI MEZZO SECOLO
1° settembre 1969: Gheddafi as-
sume il potere e proclama la Re-
pubblica araba libica.
2 settembre 1973: muore J.R.R.
Tolkien , autore de "Il Signore degli
Anelli ".
3 settembre 1982: a Palermo,
assassinati il generale Carlo Al-
berto Dalla Chiesa e la moglie
Emanuela Setti Carrara.
3 settembre 2000: Giovanni
Paolo Il beatifica Pio IX e Giovanni
XXIII.
5 settembre 1997: muore madre
Teresa di Calcutta; nata nel 1910,
beatificata il 19 ottobre 2003.
6 settembre 1991: Leningrado
torna a chiamarsi San Pietroburgo.
9 settembre 1976: muore il lea-
der comunista cinese Mao Ze-
dong .
11 settembre 2001: aerei pilotati
da arabi distruggono le Torri Ge-
melle a New York e danneggiano
il Pentagono a Washington ; quasi
3000 morti.
12 settembre 1974: in Etiopia, de-
posto l'imperatore Hailè Selassiè.
12 settembre 1981: muore Euge-
nio Montale, Nobel per la letteratu-
ra.
12 settembre 1990: firmato il
Trattato di unificazione tedesca.
14 settembre 1981: enciclica
"Laborem Exercens", nel 90° della
"Rerum Novarum" di Leone Xlii.
16-24 settembre 1970: in Gior-
dania represso il movimento pale-
stinese "Settembre nero", con mi-
gliaia di morti.
22 settembre 1980: l'Iraq attacca
l'Iran; la guerra finirà nelI'88.
22-27 settembre 2001: visita di
Giovanni Paolo Il in Kazakshtan e
in Armenia per i 1700 anni di cri-
stianesimo nel Paese.
27 settembre 1996". in Afghani-
stan , i talebani conquistano il potere.
LA LENTE
Il Portogallo ricorda i 400 anni
della nascita del re Giovanni IV di
Braganza; la Slov nla i 1000 an-
ni di Bled , località famosa per il
lago e il castello. L'Austria dedica
un francobollo all 'Ordine Equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalem-
me. L'Olanda e la Norvegia fe-
steggiano la nascita delle rispetti-
ve principesse. La Flnlandla de-
dica sei splendidi francobolli ad
animali della foresta . Il Cif vende
il catalogo Unificato di monete e
cartamoneta che compendia co-
niazioni e banconote di Regno e
Repubblica, San Marino e Vatica-
no (pp. 260 , euro 13). L'editrice
Vaccari propone la Guida al colle-
zionismo degli autografi, unica in
Italia (pp. 136, euro 19).
LE MOSTRE
A Venezia , al museo Correr, sino
al 23 gennaio 2005 , Turner and
Venice, sull'artista inglese. A
Vicenza , a Palazzo Leoni Monta-
nari , sino al 10 ottobre, L'ultimo
Caravaggio, sul restauro de Il Mar-
tirio di Sant'Orsola. A Valdobbla•
dene (Treviso), dal 3 al 12 settem-
bre, la 41" Mostra degli Spumanti.
A Teramo , nella Pinacoteca, dal
15 settembre al 16 novembre, Alle
origini del potere. Arslantepe, la
collina dei leoni. A Ravello (Saler-
no) sino al 22 settembre, Rave/lo
Festival sul tema // sogno. A M r•
aala (Trapani), nel Convento del
Carmine, sino al 17 ottobre, Rena-
to Paresce, sull'artista attivo tra le
due guerre mondiali.
BS SETTEMBRE 2004

5.4 Page 44

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,,,.
~
1
~~~=~~"'"
PRIMA PAGINA
Redazionale
A ree di indi cibile sot-
tosviluppo si trovano
un po' dovunque in
APIS
ma vo lta a un pubblico
lontano e indigente. Centi-
naia son o qu este associa-
questo nostro mondo glo-
zioni . L'APIS è una tra tan-
balizzato. Troppe, per una Nata quasi per caso, a seguito di un viaggio in te, pi cco la ma grintos a,
civiltà basata sul commer- India di una coppia di pensionati romani, frutto dell a sensibilità di
c io globale ma non sull a
giusti z ia globale. Così c'è
chi tenta nel suo pi cco lo
l'ONLUS "Pro India del Sud" sta impegnandosi
con inusitata inventiva per quanti in alcune
un a cop pi a d i pension ati
che co ntinuano imperterriti
a lavorare, raccogliendo at-
privato di dare un a mano zone di sotto/povertà del subcontinente torn o a sé quanti vogliono
all a giu stizia che sembra indiano aspettano un aiuto senza il quale di ventare uomini di spe-
dimenti cata dai Grandi. I
pi ccoli salveranno il mon-
è a rischio la stessa sopravvivenza.
ranza per chi speranze non
ha. Oper-a no preva lente-
do. La Terra è disseminata
mente pe r il Tamil Nadu
a macchi a di leop ard o di
ove si registra, oltre che ad
aree che chiamare depres-
un nuovo, all arm ante au-
se è un eufemismo, alcune
mento della lebbra e della
potrebbero essere più sem-
d iffusione di altre malatti e
pli ce mente definite un
endemi che, anche la per-
inferno . L' inferno nell ' im-
centuale mondiale più ele-
mag in ari o co ll etti vo è il
vata di bambini lavoratori .
luogo del fu oco dell a sof-
L'APIS si propone di realiz-
ferenza, del caos, dell a
za re progetti mirati di
manca nza di tutto ciò che
carattere sociale, tendenti a
è buono. Quindi ci si amo.
promu overe atti vità econo-
È qu anto si vuol dire: in
miche e culturali nei centri
alcune aree del pi aneta
rurali fra i più poveri e più
non c'è null a eccetto l' in-
sperdu ti. M olte le rea li zza-
digenza, la malatti a, l'ab-
zioni : tubazion i, pozz i,
bandono, la di speraz ione,
laborator i, macchin e, ri-
lo sfru ttamento. Il vuoto di
strutturaz io ni , dispensari ,
ogni bene.
adoz ioni a d istanza ... At-
tualmente l'impegno è per
I privati, proprio per-
ché privati, non legati a
progetti da complessivi 40
mila Euro.
mac rostrutture da poten-
z iare, né in se ri ti in multi-
naz ion ali c he succ hi ano
le forze, l' intelli gen za e
Per saperne di più :
"B' 06.58.233.062;
dom .ant @tiscali.it
qualche volta anche l' on està, i privati , perché più
liberi sono anche più sensibili, più capac i di scor-
gere le emergenze e le urgenze, d i re ndersi co nto
del degrado materi ale e mora le che inquina alcune
zon e del Globo. E si mu ovono anche se non sta-
rebbe a loro muoversi, e accendono speranze, pi c-
co le luci che perm etton o ai più poveri dei pove ri
di acce nd ere nella loro v ita qualch e barlum e in
più. Sono gli uomini dell a speranza. Sono lo ro
generalmente a " scocc iare" ami c i, parent i, cono-
sce nti , istitu zi oni reli giose e laic he perché di ano
un a mano alla mi seri a affinché d iventi meno mi se-
ra; una mano per aiutare altre mani , per fa r sorgere
il so le in zo ne dove il sole sembra scomparso.
Poi consolidano questa volontà di rendersi utili
cercando, es igendo l' intervento dello Stato, che dia
l'avall o dell a lega Iità a questa loro atti vità, privata
SETTEMBRE 2004 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
23
19
di Roberto Desiderati 21
27
Visitiamo i
luoghi di culto 31
del nostro aese
i Qiù conosciuti
35
e i meno noti. 40
Rilassandoci.
36
44
A gioco compl eta to ri sul terà, nell e case ll e a doppio bordo, il nom e di un famo so Santu ario
Definizioni
ORIZZONTALl.1-15. Vedi foto- 5. Il "mal sot-
til e" (sigla) - 8. La Terra - 11. La gomma per gli
americani - 14. Associazione Bancaria Italiana -
19. Produ sse per primo le penne a sfera - 20.
L' idi oma del paese d' origine - 21. Privo d 'ac-
cento - 24. Contenenti teina - 25. Nord-Nord- Est
-27. La dinastia di Emico VIII -28.Dispari in tela-
to - 29. Le inizia li di Tasso - 30. La piscina... in-
glese - 31. Come prima - 32. Nato da genitori di
razza bianca e nera - 34 . Poco aderente - 35. Il ta-
glio dell 'estremità dei ram i -37. Prefisso iterati-
vo - 38. Preposiz. articolata - 39. Agrigento (si-
gla) - 40. Che non emana puzzo profumo - 41.
Magri , emaciati - 44. Basso, profondo - 45. Un
animale con qua li mimetiche.
UNA BASILICA PATRIARCALE
VERTLCALI. 1. Ann i di congedo retribuiti - 2.
Consuetudine - 3. Difese Gesù di fronte al Sin e-
drio - 4. Iniziali di Manzoni - 5. Sentiero - 6.
Addetta alle pulizie e alla custod ia della scuola - 7.
La chiedono i poveri per strada - 8. Relativa allaga-
lassia - 9. L' attraversa il Nilo - 10. Ciascuno - 11.
Compose i!Faust -12. Un pianeta del nostro siste-
masolare -13. lo -17. Gli uomini .. . inglesi-18. La
Grand i cantante (ini z.)-21. Lo sono i popoli che si
spostano di continuo - 23. Subito, in breve - 26.
Compon imenti poetici - 30. Prefis so che sta per
"antico" - 32. Quello di Berlino divideva la città -
33.11 bus... che va sui binari - 36. Lo zio della ca-
panna -38. Sigrida alla partita-39. Gatto senza ca-
po nécoda -41. Esprimedubbio-42.Articolo -43 .
Numeri (abbr.). La soluzione nel pross imo numero.
Santa Maria Maggiore è una delle quattro Basiliche patriarca li di Roma
con San Giovanni in Laterano, San Pietro in Vaticano e San Pao lo fuori le
mma. Sorge nell ' omonima piazza e la sua edifi cazione è legata ad un
sogno che papa Liberio ebbe la notte del 5 agosto del 356: la Vergine lo
invitava a costruire una chiesa sul luogo dove la mattina seguente avrebbe
trovato la neve. li miracolo si avverò e il giorno dopo, sul luogo dove si
trova oggi la basilica, nevicò. Il grandioso ed armonioso interno della
Basilica, lungo 86 metri , diviso in tre navate da co lonn e monolitiche (36 di
marmo e 4 di granito) con capitelli
i o ni c i c h e sos t e n gono
direttamente la trabeazione ornata
SOLUZIONE del
numero precedente
MA LA C CA
n INI
A
AG
~
11~ 1 " '
CA RA A L B I S- M L I s
ER E• TR I C OT BOA ■ PI
D ■ SA H I B ■ PA L O■ R CA
OM s ES I L E ■ TE RM I T I
N I ET s TO RE •R EA LT A
IN ■ I DE OL OG I AT EO
AG IR E• Ao D ■ C l ANO
da un fregio di mosaico, custodisce ancora
prez iose testimonianze delle sue origini
paleocristiane. l mosaici della navata mediana e
quelli de l grandioso arco trionfa le risalgono
all 'epoca del papa Sisto III (432-440) mentre
ne ll 'abside Jacopo Torriti , di sce polo di
Cava llini, raffigurò, nel 1295 , l' Incoronazione di
Mari a. Due delle tante Cappelle interne alla
Basi lica meritano particolare nota: la Cappella
Sistina del Santissimo Sacramento iniziata nel
1585 per opera di Domen.ico Fontana e la
Cappella Borghese compiuta nel 16 11 . L'abside
fu rifatta nel 1288 e la facciata principale venne
rid isegnata prima ne l '600 da Clemente X e poi , .
nell 'attuale versione, dal Fuga che sovrappose
all ' an tico prospetto una nuova facciata, chiusa
tra due ali a forma di palazzi dai quali emerge il
campanile roman ico, che con i suoi 75 metri, è il
più alto di Roma. La loggia che si apre sopra il
po1iico conserva mosaici della fin e del XIII
seco lo. Sul lato sinistro vi è la Porta Santa.
BS SETTEMBRE 2004

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
ABBIAMO
SCOMODATO IL
PARADISO
prestissimo, prendendo l'auto-
strada verso Padova. A metà
percorso sentirono la macchina
sbandare a sinistra. Rimasero
Per intercessione di san Dome-
nico Savio il Signore in questi
stupefatti, non sapendo che
cosa stesse succedendo. Co-
munque continuarono e fecero
ultimi tre mesi ha voluto regala- visitare il bambino . Al ritorno
re ai miei cari due nuovi nipotini: furono informati che la carreg-
Roberta e Antonio. Soprattutto . giata da loro percorsa all'andata
per il secondo nato dopo tanta era stata chiusa, perché si era
attesa le vicende sono state rovesciato un camion pieno di
alquanto difficili. I genitori sono sabbia che era finita sulla corsia
entrambi portatori sani di una di marcia, causando diversi inci-
patologia genetica piuttosto ra- denti . Mia cognata disse che
ra . Quando sembravano esau- non si erano accorti della terra,
rirsi buona parte delle speranze già caduta sulla strada al loro
umane , tutta la famiglia si è passaggio: ella è convinta che
messa in preghiera, sapendo sia stato san Domenico Savio a
che solo un miracolo poteva far far sbandare la macchina per
sì che il figlio tanto desiderato evitare di urtare lo strato di terra
nascesse sano. Abbiamo sco- sulla parte destra della carreg-
modato tutto il paradiso, ma io e giata. L'esame aveva conferma-
mia madre abbiamo soprattutto to ai medici di Padova che il
invocato san Domenico Savio, rene malato non funzionava e
incoraggiate dalle numerose dunque era necessario interve-
testimonianze di grazie ricevute. nire per asportare le cisti. Allora
Ho indossato l'abitino del picco- la mamma del bambino prese a
lo santo e ho recitato la novena pregare più intensamente il ra-
tutti i giorni. Il giorno della festa gazzo santo. Quando al terzo
del S. Cuore di Gesù , per felice mese il piccolo fu ricondotto
coincidenza è nato Antonio : è all'ospedale per una ecografia,
sano e gode di ottima salute. si constatò con grande sorpresa
Anche Roberta che ormai ha tre che tutte le cisti erano sparite.
mesi sta bene, nonostante una La dottoressa, che a Motta di Li-
diagnosi prenatale facesse venza teneva sotto controllo il
sospettare alcuni problemi.
bambino, incredula del fatto che
fma, IME
le cisti fossero scomparse in
così breve tempo e tutte , fece
ripetere l'ecografia. Riccardo,
SCOMPAIONO
LE CISTI
nonostante viva con un rene so-
lo, perché l'altro a causa delle
cisti si è prosciugato, sta bene e
mia cognata ringrazia tantissimo
Mia cognata nel terzo mese di san Domenico Savio per le gra-
gravidanza si sottopose a una zie ricevute.
ecografia che evidenziò nel
nascituro alcuni problemi renali.
Diana, Eraclea (VE)
In un successivo esame fatto al
sesto mese si constatò un note-
vole peggioramento: un rene si
NON VOLEVA
era riempito di cisti di grandi
NASCERE
dimensioni che probabilmente
impedivano all'organo di funzio- Avendo avuto una gravidanza
nare. Era indispensabile preve-
de re di operare il bambino
appena fosse nato. Fu allora
che mia cognata si procurò un
abitino di Domenico Savio e
cominciò a pregarlo con fede .
Poté partorire senza troppi pro-
blemi il suo Riccardo che tutta-
via nacque con le cisti. Sempre
fiduciosa nell'assistenza di Do-
menico Savio, chiese alla dotto-
molto difficile, chiesi , ottenni e
ricevetti l'abitino di Domenico
Savio. Rimasi coricata per nove
mesi , con molta difficoltà. Stavo
male ed ero depressa anche
moralmente. Tutti i giorni prega-
vo assieme ai miei familiari reci-
tando il santo Rosario. Giunto il
tempo di partorire , il mio bambi-
no non voleva nascere . Ma ec-
co un fatto inaspettato : nella
ressa che aspettasse qualche
tempo prima di operare il suo
piccolo: voleva continuare a
pregare nella fiduciosa speran-
za che le cisti scomparissero da
sole. Dopo un mese il bimbo fu
portato a una visita per control-
·Iare se il rene attaccato dalle
cisti riusciva a funzionare. I ge-
nitori partirono in macchina con
il piccolo Riccardo alla mattina
SETTEMBRE 2004 BS
stanza dove mi trovavo con altri
degenti entrò una suora chie-
dendo chi desiderasse fare la
santa Comunione. lo fui tra co-
loro che chiesero il sacramento.
Ricevuta l' Eucaristia, incomin-
ciai a star male, ma dopo mez-
z'ora già tenevo il mio bambino
tra le braccia e felice ringraziavo
il Buon Dio per avermi esaudita.
Marchiano Rosa, Carini (PA)
NON DAVA
SEGNI DI VITA
La mattina del 4 luglio, intorno
alle ore 7, siamo andati a sve-
gliare mio nipote Luca, di anni
16, ma non rispondeva . In un
primo momento abbiamo pen-
sato che scherzasse, ma poi ci
siamo resi conto che stava
male. Gli abbiamo praticato la
respirazione bocca a bocca e
massaggi cardiaci, ma non dava
segni di vita. Giunto suo padre,
fu lui a continuare gli esercizi di
rianimazione , ma sembrava tut-
to inutile. Quando vidi mio fratel-
lo piangere dal dolore, implorai
dal cielo aiuto e nello stesso
tempo misi mio nipote sotto la
protezione di san Domenico
Savio. Dopo un paio di secondi
mio nipote si riprese. Trasporta-
to poi all'ospedale per accerta-
menti, non risultò nulla. Ringra-
zio di cuore la Divina Provviden-
za per l'intervento operato.
Curto Concetta,
Sommatino (CT)
IL BIMBO
NACQUE SANO
Sono la mamma di Margaux. La
mia bambina è nata il 24 giugno
2003. Desidero con mio marito
testimoniare la grazia ricevuta
per intercessione di san Dome-
nico Savio. Nel novembre 2002
ho appreso d'essere incinta e
nello stesso tempo sono stata
co lpita da un cancro al seno .
Prima dell'intervento chirurgico i
medici mi hanno avvertito sulla
pericolosità per il bambino del
trattamento che sarebbe seguito
all'operazione e del rischio d'a-
borto spontaneo. Ci è stata pro-
posta l'interruzione terapeutica
della gravidanza, ma d'accordo
con mio marito l'ho rifiutata. Nel
mese di gennaio sono ricorsa a
san Domenico Savio che aiuta
le mamme e i bambini in diffi-
coltà, indossando il suo abitino.
Gli siamo molto riconoscenti e
ringraziamo il Signore che in
questi mesi ci ha donato la forza
di vivere nella fede, nella fiducia
e nel desiderio di far nascere un
Mi fu diagnosticato un lipo-
sarcoma, una forma severa
di cancro . Fui sottoposto a
intervento chirurg ico. In uno
dei controlli che seguirono, il
mio medico in Giappone mi
trovò perfettamente guarito.
La stessa cosa mi conferma-
rono i medici a Jakarta. lo
sono convinto di essere
stato miracolato per l'inter-
cessione del beato Luigi
Variara, cui mi sono rivolto
con fidu c ia sin dall 'inizio
della mia malattia. Alla mia
preghiera si è unita mia
sorella a Jakarta, oltre che le
Figlie dei SS. Cuori di Gesù
e di Maria a Roma e in
Colombia. Personalmente,
continuo a pregare il nostro
caro Beato , perché la guari-
gione sia duratura.
Kazuhiko Shimamoto,
Tokyo - Giappone
Giuseppe Quadrio Maria Troncatti
bimbo in buona salute. Margaux
ha molta vitalità e grande gioia
di vivere. Continuiamo a spera-
re che il Signore e la medicina
guariscano anche me.
Christèle e Lione/ Férère,
Bois-Colombes - France
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmat e e senza r~cap1to . S_u
richiesta si potra omettei e
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

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ocu
FRANCESCO MUCEO
Classe 1967, nato a Palermo,
laureato in giurisprudenza,
ispettore di banca.
Ha fatto un lungo percorso
nella Associazione coprendo
svariati incarichi. Dal 27 aprile
2004 è il successore del prof.
Antonio Pires.
Aspettava questa nomina o è stata una sorpresa per ki?
Il mio nome circolava tra quelli che potevano essere scelti per il
compito di Presidente. Con la votazione l'Assemblea ha espresso un
chiaro orientamento su alcuni nominativi, tra cui il mio che è entrato
anche nella tema proposta al Rettor Maggiore. Durante il colloquio
con lo stesso, ho pensato che avrei potuto essere scelto, visto il calore
con cui don Pascual mi ha ricevuto. Le sue successive parole in As-
semblea me lo hanno confermato... ed eccomi Presidente Confederale.
Che cosa significa per lei stesso e per la sua famiglia?
Per me è un grande onore aver la stima della Federazione Italiana,
dei presidenti nazionali e, insieme, la fiducia dal Rettor Maggiore.
D'altro canto, in considerazione dei miei impegni di lavoro, la nomina
comporterà ulteriori sacrifici per poter compiere tutti i compiti che lo
Statuto prescrive, il primo dei quali è l'animazione territoriale e la rap-
presentanza nei diversi continenti. Il tutto si ripercuoterà sulla famiglia
e in particolare su mia moglie Maria Rosaria che da buona exallie\\!a
saprà, come ha fatto finora, supportarmi e darmi energia e coraggio
per il nuovo incarico.
È stato allievo dei salesiani. Dove e quando? Ricorda qualcosa di
quegli anni?
Sono stato allievo al Ranchibile di Palermo dal 1974 all'85 (dalla III
elementare al V liceo scientifico). Ricordo le accademie, la consegna
delle medaglie agli alunni meritevoli e, durante il liceo, i colloqui in
cortile, con i professori salesiani che si trasformavano da severi docen-
ti a saggi educatori e maestri di vita.
Ha dei sogni nel cassetto per l'Associazione?
Il primo sogno è di dare maggiore visibilità sul territorio all'Asso-
ciazione; il secondo è quello di lavorare per la formazione di nuovi di-
rigenti giovani, collaborando, per questo, con la Confederazione con-
sorella delle exallieve FMA; il terzo infine è la crescita nel continente
africano.
Qual è lo stato attuak della Confederazione? Dove è più viva?
Direi che complessivamente, seppur tra realtà variegate, lo stato ge-
nerale è buono, in particolare in Europa e in America Latina. Non
mancano certamente presenze significative anche in Asia e Africa,
dove deve continuare l'opera di sensibilizzazione.
Quali le realizza:don.i che lei considera più significative?
La presenza in tutti i continenti, anche grazie al Progetto Africa su
cui molto si è investito, il lavoro per i giovani, la rappresentanza nel-
1' ambito delle organizzazioni internazionali (OMAEEC, Consiglio
d'Europa), infine l'avvio di un progetto di formazione.
Mille auguri per il suo mandato, Presidente.
CLEMENTINA
, Sedici anni appena compiuti.
E una ragazza ruandese che ha
vissuto sulla sua pelle l'orrore
della guerra interetnica che ha
fatto 800 mila morti. Quel
giorno era in chiesa, stracolma
di fedeli che invocavano la
pace, quando scoppiò l'inferno.
Un gruppo di soldati irrompe
nella navata: prima la mitra-
glia, poi le granate, infine il
machete e i' bastoni. Una stra-
ge inconcepibile dettata da un
altrettanto inconcepibile odio:
braccia, gambe, teste, staccate
dai rispettivi corpi riempivano
il pavimento allagato dal san-
gue di tante vittime. Clementi-
na fu raggiunta da una manga-
nellata e svenne. Intrisa da
capo a piedi dal sangue dei
corpi maciullati, fu creduta
morta. Rinvenne più tardi e
pazza di terrore fuggì per la
campagna. Fu catturata al mat-
tino da una banda di militari e,
consegnata a uno di loro, di-
venne la sua donna, o meglio
la sua schiava: regolarmente
picchiata, umiliata, violentata,
rimase incinta. Un giorno l'uo-
mo non tornò e lei miracolosa-
mente fu libera. Oggi, lontano
dalla patria, tenta disperata-
mente di dimenticare e di "ri-
costruirsi". Ha con la sua
bambina, la sua unica ricchez-
za, l'unica compagnia che non
le incute terrore ma speranza.
Potrà mai ricuperare la fiducia
negli uomini?
BS SETTEMBRE 2004

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
STORIA SALESIANA
di Francesco Motto
Comboni e Don Bosco
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di Silvano Stracca
Solidarietà e missione
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DIBATTITI
di Severino Cagnin
L'anno del riso
INSERTO CULTURA
di Giancarlo Manieri
Il pellegrinaggio di Domenico