Bollettino_Salesiano_200406

Bollettino_Salesiano_200406



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Mensile -Anno CXXVIII - nr. 6
SpediL in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96
Filiale di Firenze
Spedizione nr. 6/2004
AuluriZL Direz. Prav. P.T. • 50100 Firenze- C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- SANTITÀ GIOVANILE
di Pascual Chavez Villanueva
I FRUTTI DEL 5 STEMA
PREVE TIVO
CINQUE
ORATORIANI MARTIRI
Anche l'oratorio ha i suoi martiri, sono Edoardo Klinik (23 anni),
Francesco K~sy (22 anni), Jarogniew Wojciechowski (20 anni),
Ceslao J6zwiak (22 anni), Edoardo Kazmierski (23 anni),
oratoriani a Poznan, in Polonia.
Erano ora-
toriani,
tutti e cin-
que consape-
volmente im-
pegnati nella
propria cresci-
ta umana e
cristiana, tutti
e cinque coin-
volti nell'animazione dei
compagni , legati da interessi e pro-
getti personali e sociali. Arrestati
quasi insieme e imprigionati in sedi
diverse per un brevissimo periodo
di tempo , ebbero un percorso car-
cerario comune e subirono il marti-
rio lo stesso giorno e allo stesso
modo . Così si espresse don Vecchi
in occasione della loro beatificazio-
ne. Ciascuno ha una biografia sin-
golare che si intreccia con quella
degli altri per appartenenza a un
ambiente salesiano che li attrezzò
umanamente e spiritualmente per
abbracciare il martirio.
Edoardo Klinik, timido e tranquillo,
diventò più vivace da quando entrò
in oratorio . Era uno studente siste-
matico , responsabile. Nel gruppo
dei cinque si distingueva perché
era molto impegnato in ogni campo
di attività e dava l'impressione di
essere il più serio e profondo.
Francesco sensibile e fragile , si
ammalava spesso; ma era allegro,
simpatico, amava gli animali ed era
sempre disposto ad aiutare gli altri .
Aveva l'intenzione di farsi sa-
lesiano. Durante l'occupazione, non
potendo continuare gli studi , si im-
piegò in uno stabilimento industria-
le. Il tempo libero lo passava all'o-
GtuGNo 2004 BS
ratorio dove, in grande amicizia con
gli altri quattro, animava associazio-
ni e attività giovanili.
Jarogniew spic;cavà sugli altri : era
un meditativo , tendeva ad appro-
fondire la visione delle cose, cercava
di capire gli awenimenti. Era un ani-
matore nel senso migliore del termi-
ne. Si distingueva per il buon umore,
l'impegno e la testimonianza.
I Un cristianesimo maturo conduce
fino alle vette più elevate della
santità, come il martirio.
Ces/aò era di carattere un po' col-
lerico , ma spontaneo, pieno di
energia, padrone di sé , pronto al
sacrificio , coerente. Godeva d'indi-
scussa autorità tra i più giovani. Lo
si vedeva aspirare alla perfezione
cristiana e progredire in essa. Scri-
ve un compagno di carcere: "Era di
buon carattere e di buon cuore ,
aveva l'anima come un cristallo .. .
ho capito che il suo cuore .era libe-
ro da ogni macchia di peccato, da
ogni cattiveria. Mi ha confidato una
preoccupazione: non macchiarsi
mai di alcuna impurità".
Edoardo Kaimierski si caratteriz-
zava per la sobrietà, la prudenza,
la bontà d'animo. All 'oratorio poté
sviluppare insolite doti musicali. La
vita religiosa che attinse dalla fami-
glia lo portò presto, sotto là guida
dei salesiani , alla maturità cristiana.
Du rante la prigionia dimostrò un
grande amore verso i compagni.
Aiutava volentieri i più anziani e
rimase libero da qualsiasi senti -
mento di odio verso i persecutori.
D Questi giovani esaltano la for-
za plasmatrice dell'esperienza
oratoriana, quando essa può con-
tare sulla corresponsabilità, sulla
personalizzazione delle proposte
educative e su salesiani capaci di
accompagnare i giovani nel cammi-
no di fede e di grazia. Furono arre-
stati nel settembre 1940 e rinch iusi
nella fortezza VII di Poznan. Passa-
ti nel carcere di Neukoln prima e di
Zwickau poi, subirono interrogatori
e torture e furono costretti a lavori
pesanti. Due biglietti rivelano che si

1.3 Page 3

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tratta di giganti dello spirito: "Dio
solo sa quanto soffriamo. La pre-
ghiera ci fu unico aiuto nell'abisso
delle notti e dei giorni" ; "Dio ci ha
dato la croce, ci sta dando anche
la forza di portarla". Il 1° agosto
1942 fu pronunziata la sentenza :
condanna a morte per tradimento.
L'ascoltarono in piedi. Seguì un
lungo silenzio interrotto solo dall'e-
sclamazione di uno di loro: '.'Sia fat-
ta la Tua volontà". Sono stati con-
dannati unicamente per la loro
appartenenza ai movimenti cattolici ,
dai quali si sospettava potessero
nascere resistenze .
O Prima di morire poterono scri-
vere ai genitori. A leggere quelle
righe si resta attoniti , come davanti
ai grandi. Valga come esempio
quanto scrisse Francesco : "Miei
amatissimi genitori, fratelli e sorelle,
è giunto il momento del congedo
da voi e proprio nel giorno 24 ago-
sto, giorno di Maria Ausiliatrice ... Il
Buon Dio mi prende con sé. Non
deplorate che in età così giovane io
parta da questo mondo . Adesso
sono in stato di grazia e non so se
più tardi sarei fedele alle mie pro-
messe ... Vado in cielo, arrivederci.
Là pregherò Dio ... Pregate qualche
volta per me ... Ora vado". Furono
portati nel cortile del carcere di
Dresda e decapitati. Nelle nostre
comunità si celebrava la comme-
morazione mensile di Maria Ausilia-
trice . Il loro martirio è venuto a
completare la tipologia agiografica
giovanile salesiana. "Li additiamo
come intercessori, oltre che come
ideali dei valori più ardui" (Don
Vecchi) .
Giugno 2004
Anno CXXVI II
umero 6
In copertina:
Il Papa continua
a intervenire con
la sua voce fl ebi le,
incerta, ma potente,
a fa vore dei bambini
divorati dall a fame
e da lle ma lattie,
soprattutto nella
martoriata Afr ica.
Foto : Ser.Mi.Co M acerata
Mensil e di info rm az ione
e cu ltura religiosa ed ito
dall a Congregaz ione Sa lesiana
d i Sa n G iova nni Bosco
D irettore :
GIANCA RL O MAN IERI
- CHIESA
12 Il grido dei bambini
di Silva no Stracca
- G1ovAN1
14 La generazione della notte
di Marta Rossi
- VIAGGI
18 La città del Cigno Bianco
di Giancarlo Ma nieri
- CASA NOSTRA
20 I colli più cantati del mondo
di Pietro Frigerio
INSERTO CULTURA
23 Il Museo CITES
di Na tale Maffio li
- FMA
28 L'alternativa di Sara
di Graziella Curti
R BRICHE
2 Il Re ttor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Le ttere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Le ttera ai giovani - 27 Doctor f. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare e t
benefacere ... - 38 Sfide e tiche - 40 Diba ttiti - 42 I nostri morti - 43 // m ese -
44 Prima Pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Cavolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Utticio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Rorna - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
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È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
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e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 31 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Sta mpa
Periodica Italia na
BS GIUGNO 2004

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di Carlo Di Cieco
CHE SENSO HA?
Pensare ... È un verbo importante per il senso che ha. Continua
ad essere fondamentale nella civiltà della comunicazione.
Q ualcuno ritiene che la ricerca di
senso sia cosa specificamente
cristiana. Forse. Sarebbe in
ogni caso un punto a favore di quanti
hanno la fortuna di credere che la loro
speranza non inganna. La ricerca di
senso non si lega solo a chiedere una
spiegazione al dolore, alla malattia,
alla morte, ai momenti bui e disperanti
che costellano la vita di tutti , e che
oggi hanno preso la dimensione di
malattia sociale con il nome di
depressione. Nella sola Italia più di 6
milioni di persone ne soffrono e
stanno a ricordarci che qualcosa non
funziona nel nostro modello di vita che
ci ostiniamo a credere sia il migliore e,
perciò, che valga la pena di esportarlo
anche con la forza e addirittura con la
guerra.
O Solo in apparenza la ricerca di
senso si pone meno, quando
sperimentiamo la felicità. Le
domande, certamente minori di
numero, nel cuore dei felici lasciano il
posto al tarlo del dubbio che la felicità
raggiunta possa essere fragile e
provvisoria. Si è disposti a qualunque
baratto per rendere duratura una
felicità pure egoista. Ed è nel
momento di ricerca per stabilizzare la
felicità che rispuntano le domande di
senso .
O Nel film "La strada" di Fellini c'è una
donna all'apparenza un po' matta - o
così viene calcolata - che ama
guardare le stelle e che al suo infelice
e rozzo compagno dice: "Tu non
pensi". Siamo tanti , troppi ormai, che
come Zampanò felliniano non
pensiamo o abbiamo perso l'abitudine
al pensiero.
Con il risultato che altri guidano la
nostra mente, ci attardano in fatui
interessi, ci convincono di paradisi più
o meno artificiali verso cui
incamminarsi a tutte le età.
Nel momento in cui anche a livello
sociale e a dimensione europea e
mondiale si attraversa un tempo
decisivo per determinare come
saranno le nostre società negli anni a
venire, l'abitudine a pensare potrebbe
salvare la qualità del nostro futuro
terrestre.
GIUGNO 2004 BS
O Pensare diventa davvero
importante e imparare a pensare
sempre, comunque, dovunque,
anzitutto, è uno spazio educativo per
eccellenza. Solo il pensare ci aiuta a
farci domande di senso anche nel
momento della felicità. Proprio
perché ogni nostra felicità si rivela
effimera e sfuggente. Poi capita che
la ricerca di senso , più va in
profondità; più eleva la mente e il
cuore verso l'indicibile e ci offre
coordinate impensate nella vita
quotidiana.
Pensare e saper pensare ci
garantisce il gusto della libertà. Non è
un caso che la paura del pensiero è
caratteristica dei regimi, delle strutture
e delle persone autoritarie. Oggi si
soffre perché esiste un pensiero unico
dominante che non globalizza ma
riduce la libertà, l'uguaglianza, la
giustizia. Anzi le sacrifica a questo
pensiero e vorrebbe controllare le
menti, la cultura, decidendo per tutti e
tracciando nuovi confini del bene e del
male.
O Torna d'attualità, in questa
temperie culturale, la teoria che il
confronto degli adulti con i giovani sia
scarsamente produttivo e che siano i
giovani a doversi adeguare agli adulti,
ponendo fine alla stagione
pedagogica del dialogo e dell'ascolto.
Ma l'età giovane è una grande lezione
rispetto allo stile della ricerca di
senso. Sono i giovani a porsi
domande radicali senza il disincanto
dei grandi.
È l'insufficiente ricerca di senso che a
mano a mano nella vita affievolisce la
carica dinamica dell'esistenza. È
come perdere gradualmente la
bussola o il faro. Si va per tentativi e
ci consegniamo in mano al fato e a
cieche speranze.
O Anche il bambino fa tante
domande, le più impensate, che a
volte imbarazzano i grandi. Saper
rispondere ai bambini con parole
convincenti e vere è la prova e la
misura di quanto vivere con senso
siamo riusciti a raggiungere.
O

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1.6 Page 6

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contempo tutti cercano di im- minacciare la vita dell' uomo
possessarsene con tutti i mez- sulla terra. Perché, come lei
zi sia leciti sia illeciti, chissà sa, invece di essere il custode
che anche questo non sia un e il garante della creazione,
segno, una prova della sua com'è la sua vocazione origi-
grandezza, della sua pervasi- naria, l'uomo , per colpa sua
vità, della sua onnipresenza non del Creatore, ne è diven-
in tutte le pieghe anche mini- tato il distruttore.
me della vita, ed anche della Ma so anche un' altra cosa,
sua sostanziale inafferrabili- che Dio non può rimangiarsi
tà, perché l'amore, come an- quanto ha fatto , come se
che lei credo creda, è altro avesse sbagliato tutto. È
dal gioco, dal piacere, dal questa la nostra forza e il
garbuglio, dal raggiro , dalla nostro maggior vanto, che
circonvenzione, ecc. è il mi- Dio non ha sbagliato . Pro-
r.,EAUTIFUL! Gentile meglio, con la religione della stero pùì vicino al Mistero: prio per questo non intervie-
l,;J direttore, credo che lo pagana dea fortuna, debita- nelle sue pieghe fa capolino ne. Dio continua a credere
sceneggiato televisivo "Beau- mente fornita di tutti i possi- Dio. E nella soap in questio- che l'uomo possa farcela.
tiful" sia una delle fonti di bili e impossibili intrighi per ne Dio è proprio il grande as- Continua ad aver fiducia in
corruzione della famiglia[ ... ] afferrarla; la religione del sente.
lui. Ci pensi bene, caro si-
incesti, intrallazzi, manifesta- bengodi, come se i personag-
gnore, è proprio qui il nu-
J'!, zioni di follia, isterismo, esi- gi avessero i sentimenti a
bizionismo fra mobili, tappeti senso unico per la conquista
cleo centrale della nostra
ERCHÉ NON IN- fede: Dio crede nell'uomo, e
e accessori da Mille e una del piacere costi quello che , . . TERVIENE? "Non ci crede perché sa bene di
Notte [... ] Sembra piaccia costi: raggiri, macchinazioni, preoccupatevi per quello che averlo fornito di tutto. Sa di
tantissimo alle casalinghe e violenze, ma sempre garbate, vestirete e mangerete doma- non aver creato un pupazzo,
non solo, trasmesso proprio compite, sottili, sorridenti, ni ... Guardate gli uccelli del sa di non aver fatto un buco
durante il pranzo, per cui guai come si addice a quel mondo. cielo: non seminano, non mie- nell'acqua dando un'anima
a chi parla [...] Ma non c Che cosa c'è di buono in una tono ... eppure il Padre vostro vivente a un ammasso di ma-
nessuno che distrugga quei trasmissione del genere? li nutre ... Siete voi forse da teria inerte. Sa perciò che il
maledetti copioni?
Ecco, se servisse a far dire meno degli uccelli?". Caro di- capolavoro che ha creato ha
Liliana, Trieste
alla gente "Che schifo!",
come l'ha fatto dire a lei, ben
rettore, desidererei avere una
risposta a queste parole di
potenzialità spettacolari, e lo
dimostra in certi campi... In
Desolato, Signora, non c'è venga anche questa soap! Al- Gesù, considerato che mai, questi giorni sonde dell' in-
nessuno che li distrugge, c'è trimenti, non resta che farsi come in questi tempi, mi- gegno umano stanno posan-
solo chi li inventa. Ho chiesto la sua stessa domanda, maga- gliaia di bambini nel mondo dosi su alcuni pianeti del si-
qua e là notizie sulla famosa ri in forma di supplica: "Si- soffrono la fame e ogni gior- stema solare. Cose impensa-
soap di cui sento parlare da gnore, per pietà, fa che qual- no molti muoiono per denu- bili solo un centinaio di anni
anni, ma non vedo, perché cuno distrugga quegli orrendi trizione e malattie.
fa ... e duemila anni fa sareb-
fortunatamente nella nostra copioni!".
dining-room è bandita la TV. Il perché del successo? Non
Ubaldo , Cuneo
bero apparse bestemmie ad-
dirittura!
Per scrupolo, ne ho viste due glielo so dire , signora. Ma , Caro Maestro ,
E capisco anche che il Crea-
puntate, ma confesso di non ho sentito che alcuni giornali ovviamente, conosco poco dei tore non può mettersi a fare il
averci capito quasi nulla e mi di grande tiratura in America programmi del Signore Iddio capo del Governo mondiale, e
hanno non poco infastidito. svelano con anticipo come e delle sue idee riguardo agli nemmeno il Mago Merlino
Ho comunque potuto notare andranno a finire gli episodi uomini e ai bambini che planetario che dove le cose
un mondo dorato di belli, ric- in corso di trasmissione, e se muoiono di fame .. . Per quel non vanno a fagiolo ti stampa
chi e. .. viziosi. Un mondo in- capita che le redazioni ven- che ne so, posso arguire che su la sua bella pozione magi-
vidiabile "fuori" , ma alquan-. gano sommerse da lettere di sia alquanto inquieto anche ca e... oplà! il gioco è fatto:
to meschino "dentro". Ho protesta , allora la produzione lui, per tale situazione. Cono- tutti i pupazzetti fuori posto
pensato: una fiction del gene- in quattro e quatt' otto cambia sco, invece, un po' meglio i tornano miracolisticamente
re può costituire lo scarico il finale, assecondando il de- programmi degli uomini e le in linea , le cose storte si rad-
ideale di tutto ciò che si vor- siderio degli spettatori/utenti. loro idee, e sono convinto che drizzano, i cuori duri si am-
rebbe fare e non si fa (per ra- Forse è proprio questo uno in gran parte siano da butta- morbidiscono... Non credo
gioni di convenienza, o di dei segreti del successo: la re: sono, infatti, pessimi, no- proprio che sia auspicabile
paura, o di armonia familia- gente vede quello che si nostante che Domineddio un dio Mangiafuoco che
re, ecc.), una specie di com- aspetta di vedere o che desi- abbia fornito tutti gli strumen- muove i fili delle sue mario-
pensazione occulta "di" e dera fortemente vedere. In- ti sia per inte1facciarsi con nette in modo che la pantomi-
"per" tutto ciò che si vorreb- somma, furbamente la fiction Lui sia per inventare e mette- ma mondiale fili liscia come
be essere e non si è, perché la interpreta gli umori dei tele- re in piedi progetti e pacchetti l'olio!
Fortuna , cieca, non ci ha ba- spettatori. "Che volete di applicativi tali da spianare Se ci ha creati liberi. liberi ci
ciato!
pl.U'?. " .
tutti gli intoppi e portare a so- deve lasciare. Se ci ha pla-
Una fiction senza morale, Se poi l'amore è bistrattato in luzione tutti (senza quasi) i smati come dèi (Sl 82,6), non
senza fede, senza religione , o modo in.verecondo, ma nel problemi che continuano a può tornare indietro e degra-
GIUGNO 2004 BS

1.7 Page 7

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darci di colpo a burattini. Se chiami come vuole. Ma que- bambÌIÙ. .. Tutti siamo insi-
ci ha fatti responsabili di noi sto è il destino preparatoci gniti del sacerdozio battesima-
stessi, degli altri e del creato, da Dio, a questo dovevamo le quindi abilitati a prestare
non può pùì sottrarci tali re- puntare, questo , infine, resta servizio nella liturgia. ..
sponsabilità. A nessun costo. ancora il nostro compito.
Se no, è tutto una fregatura: Se migliaia di bimbi soffro-
Santino , Teramo
la libertà, la fede, la vita, no la fame e migliaia di al-
l'incarnazione... e soprattutto tri muoiono di indigestione e
Lui stesso diventerebbe una sono costretti a diete ferre e,
grande, terribile, tragica bal- lei è proprio certo che ci vo-
la planetaria . le pare logico glia un intervento di Dio per
che Dio debba intervenire risolvere un problema di "bi-
ogni volta che l'uomo "dà di lanciamento" delle risorse? ...
testa" ?, tutte le volte che non Quel che voglio dirle, insom-
fa il suo dovere ? dove la- ma, è che se ci sono bambini
scia morire di fame i suoi che muoiono di fame la colpa
figli, fa guerra ai suoi fratelli, è dell'uomo non di Dio.
non rispetta la natura e lascia
straripare i fiumi?
Le faccio un ragionamento l'!JACILI SOLUZIONI?
tanto semplice che mi sem- " D irettore, sono un giovane
bra addirittura semplici- di 26 anni e alcuni adulti non
stico . Se l'uomo invece che soppmtano che indossi l'alba
dedica rsi a costruire armi di durante la celebrazione euca-
distruzione di massa, spen- ristica perché potrei essere
dendo patrimoni incalcola- scambiato per un sacerdote! .. .
bili (no n ho trovato tra i co- Personalmente sono contrario
mandi dati ad Adamo nell' E- a queU a mentalità che vuole il
den quello di sprecare la sua servizio liturgico solo per i
intelligenza e spendere le
sue energie per inventare e
costruire armi sempre più
terribili e ormai in grado di APPELLI
far esplodere il mondo... Ho
invece trovato il comando
contrario!), strizzando cer-
velli acutissimi, avesse pun-
tato la sua creatività a risol-
vere il problema della fame,
cieli' acqua, delle malattie,
ecc. se invece di far guer-
ra ai propri simili avesse
dichiarato guerra ai ma-
Salesiani e allievi salesiani
sono inviatati ad inviare
mediante posta elettronica
ali' indirizzo pietates@li-
hfil:M preghiere e poesie
religiose in italiano e/o in
dialetto; il materiale rice-
vuto sarà inserito nel sito
www.pietates.it.
Caro Santino , il fatto che gli
adulti non sopportino un
"pari età" vestito come un
prete è il segno della incom-
mensurabile e - sembra -
immarcescibile ignoranza teo-
logico!liturgica di cui soffre
da sempre il popolo cristia-
no/cattolico. Forse qualche
responsabilità è da imputare
a preti e catechisti che non
sono riusciti a insegnare
alla gente che "siamo tutti
preti" in forza del "sacerdo-
zio comune", il quale non è
una mera fùi"zione conso-
latoria, ma una splendida
realtà teologica p,eraltro,
ahimè, quasi del tutto di -
menticata.
Forse un altro po' di colpa
può essere anche attribuito
alla sopravvalutazione del-
/' importanza del sacerdozio
ministeriale che lentamente, e
senza volerlo, ha in pratica
creato una specie di casta,
assegnando ai presbiteri una
dignità che li ha di fatto "se-
parati", fino a creare per
loro vestiti appositi (vedi la
talare) , luoghi appositi (vedi
la canonica) , pe1fino un lin-
guaggio peculiare ed esigen-
ze particolari... Ma , come
ben sai, "Ecclesia non sunt
li del mondo, se invece di Chiedo a tutti quelli di clerici" la Chiesa non sono i
costruire an ni avesse co- buona volontà di inviarmi preti, la Chiesa è il popolo di
struito astronavi per conqui- cartoline soprattutto di pae- Dio, e i suoi pastori sono con
stare l'universo, a quest'ora saggi montani. Essendo in il gregge a servizio del greg -
avremmo colonizzato lo spa- carrozzina per sclerosi a ge . Per il resto hai tutte le ra-
zio, a quest'ora avremmo placche, mi sono appassio- gioni: chi ha mai scritto che
soddisfatto il comando divi- nato a tali collezioni per il servizio liturgico vada ri-
no riguardante il dominio
"pos itivo" della terra: l' a-
vremmo non distrutta , come
stiamo fa cendo, ma allarga-
ta , abbellita... forse sarem-
mo in viaggio tra le stelle,
forse ... Sogni ? Utopie ? Le
godere almeno con gli oc-
chi quello che non posso
godere nella realtà. Grazie
della carità. Giancarlo Ru-
bini, Rep. G4, Casa di ri-
poso Via Gleno 49 -
24124 Bergamo.
servato ai bambini? Anche
questa è una prassi che è an-
data consolidandosi al di
fuori di cogenti indicazioni
teologico/pastorali. C'è per-
ciò da augurarsi che torni ad
avere la più ampia applica-
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla pubbhcazw-
Raccolgo per devozione im-
maginette sacre. Ringrazio
anticipatamente chiunque me
ne invierà. Martino Car-
mine, Via D. Mondo ex Ga-
sometro - 81100 Caserta.
zione la parola di Gesiì:
"Nella casa di mio Padre ci
sono molti posti" (Gv 14,2)
applicata poi alla Chiesa :
"Nella Chiesa santa di Dio ci
sono posti e mansioni diver-
se", e per tutti.
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra co rri spon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.643
E-mail: biesse @sdb.org
BS GIUGNO 2004

1.8 Page 8

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VALENCIA, SPAGNA
MARCHABOSCO
A Valencia il "Marchabosco"
è ormai una tradizione affer-
mata. Anche quest' anno per
l'edizione 2004 circa 300 gio-
vani hanno compiuto la loro
impresa tra i boschi delle
montagne di Alicante e Va-
lencia. La fatica affratella e i
ragazzi e le ragazze dell' i-
spettoria valenciana di fatica
ne hanno fatta molta, soppor-
tando il freddo, il vento, la
marcia.. . Ma alla fine hanno
dichiarato entusiasti la loro
gioia di aver passato alcuni
giorni in perfetta armonia,
rinsaldando amicizie, condi-
videndo il pane e lo sforzo
della marcia, pregando e can-
tando insieme.
LOCOROTONDO,
ITALIA
GIORNALINI
DI CLASSE
Più di una volta attraverso
questa rubrica abbiamo dato
conto di scuole e associazioni
che optano per la pace, ·e par-
tecipano o inventano iniziati-
ve singolari come concer-
ti, marce, sit-in, concorsi, ecc.
per affermare questa loro scel-
ta. I giovanissimi sembrano i
più sensibili a questa impor-
tante tematica e ciò fa ben
sperare. Ci capita ora un gior-
nalino di classe dal titolo "Il
chiodo fisso" . Gli alunni che
lo scrivono e lo editano hanno
dedicato l'intero anno 2003
alla "Pace sopra ogn i cosa"
ed hanno diffuso un'etichetta
(vedi foto) per sponsorizzare
questa loro sacrosanta cam-
pagna. Alla scuola media G.
Oliva di Locorotondo va il no-
stro plauso.
ANCONA, ITALIA
uscito in occasione della
festa di san Francesco di
POLLICINO
Sales, patrono dei giorna-
NEL BOSCO
listi , ha come tema centra-
DEI MEDIA
le proprio quello dell'edu-
L'era della comunicazione cazione ai media. L'inser-
globale esige una forte to pedagogico "Dalla TV
spinta dell'educazione ai ai libri: viaggiando coi figli
mezzi di comunicazione. nel mondo della comuni-
Se ne avverte la necessità
ogni giorno di più. 11 pre- cazione" e "Internet e i mi-
sente volume, curato dal- nari' sono il fiore all'oc-
l'exallievo salesiano Vin- chiello di questo volume
_______________________________;;=- - cenzo Varagona, presi- che raccomandiamo a ge-
dente regionale UCSI , e nitori ed educatori.
V,· acurat1,·
lnce,izo I/,,,rago,,a
GIUGNO 2004 BS

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
RONDONOPOLIS,
BRASILE
frutti così straordinari è sta-
to Don Bosco. Non si potrà
mai abbastanza ringraziare la
provvidenza per aver donato
DON BOSCO 2004
al mondo questo grande santo
educatore che plasma capola-
Domenico Savio viene festeg- vori di santità attraverso l' al-
giato ovunque nel mondo sa- legria, la diligenza nello stu-
lesiano in questo anno 50° dio e nei doveri quotidiani, e
della sua proclamazione a l'impegno nella vita spiritua-
santo. Accanto a lui c Lau- le. Queste sono le idee che
ra Vicufia (100 anni dalla sua hanno catalizzato l'attenzione
santa morte). Chi ha creato della folla di ragazzi parteci-
quel formidabile sistema edu- panti alla festa di Don Bosco
cativo che ha prodotto due 2004.
scuo1.Af,IEDIA STATALE
'SAN GIOVANNI BOSCO.,
SPEZZANO
ALBANESE, ITALIA
INTITOLATA
A DON BOSCO
Spezzano Albanese è un pae-
sino di 7500 abitanti o poco
più , di origini antichissime (i
primi insediamenti risalgono
ali 'età del fe1rn) , oggi conno-
tato culturalmente dall 'immi-
grazione albanese del XV sec.
Dal feb braio 2004 la scuola
media statale, fi nora senza in-
titolazione ufficiale, si chia-
ma scuola media statale San
Giovanni Bosco. Nel paese le
FMA, presenti da 80 anni, ge-
stiscono una scuola materna,
un CFP e l'oratorio.
GIOVANNI PAOLO Il E LA SUA POLONIA
Si compone di otto francobolli e di sedici
chiudilettera - raccolti in due foglietti, composti
rispettivamente di quattro valori di 0,45 e 0,62 ,
e di otto chiudilettera - la serie con cu i il Vatica-
no ha celebrato il 18 marzo scorso i numerosi
viaggi di Giovanni Paolo Il nella sua terra tra
preghiera, ricordi , affetti , speranze, memoria e
sfida , ripercorrendo le tappe salienti della sua
vita e recando un messaggio di fede, speranza e
carità. Da Cracovia che lo ha visto prima pren-
dere la strada del sacerdozio e poi ha assistito
alla sua consacraz ione a ,Vescovo, alla visita dei
suoi luoghi più cari fino alla tomba dei suoi fami-
liari.
La serie, in emissione congiunta con la Polonia, è
stata stampata in 200 000 esemplari dalla francese
Cartor.
Per informazioni: Ufficio Filatelico del Governatorato,
00120 Città del Vaticano. Te/. 06.6988.3414
Per saperne di più: -a- 0761/307.124
BS GIUGNO 2 004

1.10 Page 10

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l00annifa
Abbiamo incontrato nel BS di giugno 1904
un articolo che parla degli italiani immigrati
a New York. Ci sembra meritevole di qualche
attenzione.
VILNIUS, LITUANIA
mezzo alla neve, per il tradi-
zionale falò , sul quale viene
bruciata la strega che nella
FESTA
tradizione lituana rappresen-
DI PRIMAVERA
ta il freddo inverno, invitato
a sloggiare per far posto alla
Festa di primavera nella par- primavera. Più di 400 frittel-
rocchia salesiana di Vilnius: le hanno coronato e chiuso
giochi, danze, celebrazioni e, per i ragazzi la tradizionale
alla fine, festa all ' aperto, in festa.
Una delle correnti più vaste dell'emigrazione italiana è
precisamente quella che fa capo agli Stati Uniti del
Nord America. Al principio del 1901 vi erano nella
sola New-York non meno di 370.848 Italiani; cioè
145.433 Italiani puro sangue, 214.799 figlioli di italiani
e 10.616 figlioli nati da madre straniera e padre italia-
no , o viceversa. Da quel tempo moltissimi altri appro-
darono a quel porto; e quindi, nonostante i 3.716.139
abitanti che sul finire del 1903 contavansi in quella va-
stissima città, gli Italiani a New-York son sempre in
numero assai rilevante. Colà essi abitano in due quar-
tieri che sono esclusivi per loro; anzi uno di questi è
chiamato La Piccola Italia. Per quelle vie non si sente
parlar che italiano: le botteghe ed i negozi hanno le in-
segne in italiano e ciò che vi si vende è esportato in
gran parte dall 'Italia. In breve i nostri connazionali
formano a New-York una città nella città: la vita ame-
ricana non ha ancora avuto grande influenza sopra di
loro . [. ..] Trasportati tutto d'un tratto dall'atmosfera
cattolica d' Italia nel vortice della più vasta città delle
Americhe, dove centinaia di migliaia di persone intor-
no a loro non professano nessuna religione, e molte
sono le società di proselitismo sempre in moto per
strappare ai poveri emigrati italiani la loro fede, questi
hanno un bisogno estremo di chi si interessi di loro e
dei loro figlioli con quel disinteresse e con quella ab-
negazione, di cui è capace il sacerdote cattolico.
PORTICI, ITALIA
BENEDETTO
CASILLO
L'attore comico napoletano
Benedetto Casillo, una delle
figure più simpatiche e popo-
lari della commedia napoleta-
na e italiana, è stato ospite dei
salesiani ali' Auditorium Don
Bosco. Egli ha dato testimo-
nianza di napoletanità: "Mi
piacciono di Napoli anche le
pietre"; di fede : "Il primo de-
siderio è che Dio mi doni una
forte fede"; e di vita: "O du-
lore è de chi 'o sente, no' è
chi passa e tene mente - il do-
lore è di chi lo sente e non di
chi guarda soltanto". Un
esempio da imitare. (Emilio
Vitto zzi)
GIUGNO 2004 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Antonio Miscio
,,Non si sa se sia
teologicamente
100 ANNI DI
Firenze, dopo il 1965, era
commovente vederlo il 31
esatto dire che
non si dà educazione senza
GIORGIO
gennaio, festa di Don Bo-
,sco, arrivare nel cortile sen-
la Grazia", come "non si dà
autorità, senza la Grazia" .
La seconda affermazione fu
LA PIRA
za essere invitato, e me-
scolarsi ai ragazzi tra la di-
menticanza e la trascura-
di un eretico dell'ultimo tre-
tezza anche dei salesia-
cento, Wycliffe. E fu con- Nel centesimo anniversario della nascita del ni, mettersi a parlare alla
dannata. La prima è di
Giorgio La Pira che in un'in-
tervista pubblicata su "La
sindaco di Firenze Giorgio La Pira, ne
ricordiamo la simpatia per i salesiani.
buona. La sua presen-
za esprimeva il bisogno di
mettersi a contatto con Don
Scuola" di Brescia la soste-
Bosco e con i suoi figli che
neva con convinzione. Se
per lui erano i maestri del-
fosse vero il principio affer-
l'educazione fatta nella gra-
mato da La Pira, il mondo
zia, e perciò l'unica educa-
sarebbe nell'assoluta ine-
zione valida. Ma la concre-
ducazione e nella disubbi-
ta partecipazione alla vita
dienza. Chi è senza pecca-
dei salesiani di Firenze La
to , lanci la prima parola
Pira l'ha realizzata quando
che tenti di educare . La
nel 1956, dopo un'annosa
Pira nell'intervista dice a un
questione tra il Comune e
certo punto: "Ministro del-
l'istituto per il prolungamen-
l'educazione dovrebbe es-
to di Via Giotto che avreb-
sere Don Bosco, o ideale
be tagliato a metà il cortile,
ministro della educazione
La Pira scrisse di suo
sarebbe stato Don Bo-
pugno: si conceda quanto è
sco". Sono le esagerazio-
richiesto, per motivi di im-
ni dei profeti che vedono ,
portanza educativa e socia-
prevedono, intuiscono, af-
le. Così risolse una lite che
fermano, idealizzano, col-
durava dal tempo di Firen-
gono nel profondo realtà desiderate e impossibili.
ze capitale e che neppure l'avvocato dei salesiani, il
grande Pietro Calamandrei, era riuscito a placare. Ri-
Grande ammiratore di Don Bosco fu La Pira. spondendo a don Paltrinieri direttore, che gli aveva
Né poteva essere altrimenti per un uomo che passa- inviato gli auguri, nel dicembre del 1957, La Pira scri-
va parte della giornata tra i giovani dalla .cattedra di ve: "Caro Direttore, le due parole, tre anzi, sono que-
Via Laura. La Pira visse quasi tutta la vita a contatto ste: dilatantur apatia charitatis! È la divisa di Don
coi Domenicani di San Marco. In una cella del con- Bosco ... Lo spazio di Gesù è lo spazio di Don Bosco.
vento aveva la sua cameretta. Coi dotti padri Coiro, Firenze è uno di questi spazi che Don Bosco ama e
Lenzetti, Cai, Colosio ebbe grande dimestichezza. I nel quale la sua carità è fiorita, attraverso l'opera dei
dodici numeri della rivista "PRINCIPI " del 1939-40 suoi figli. Auguri d'ogni bene e preghi sempre la Ma-
uscirono come supplemento di "Vita Cristiana", la rivi- donna Ausiliatrice per me, il suo aff. La Pira."
O
sta dei Domenicani di San Marco. Ebbe anche con-
tatti intensi con padre Ernesto Balducci, don Benzi,
don Facibeni. Siamo nella Firenze delle grosse per-
sonalità che agitano problematiche religiose ad alto
livello. Coi salesiani ebbe contatti in particolari circo-
stanze. Li chiamava "padrini". Don Carucci, don Gel-
0 ,41
somino, don Morelli erano "padrini", perché i "padri"
erano i Domenicani, i Francescani, gli Scolopi.
Ai tempi effervescenti del suo impegno poli-
tico e amministrativo, venne più volte a parlare ai
giovani dell'oratorio. Nei comizi del 1953 in piazza
Alberti godeva di avere a fianco qualche "padrino"
della vicina parrocchia salesiana. E don Morel-
li si prestava volentieri. Quando non era più sindaco di
GIORGIO LA PIRA
1 9 o 4 - 1 9 7 7·
p ~e,taliane filatelia
BS GIUGNO 2004

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• •• ••• •••••• ••• •••••••••••••••••••••••••••••
ILGRIDO GIOVANNI PAOLO Il
NON CESSA
DEI BAMBINI DI ALZARE LA VOCE
A FAVORE
DEI BAMBINI CHE
NON HANNO VOCE
di Silvano Stracca
Il messaggio del Papa per la
Quaresima: "Chi accoglie anche
solo uno di questi bambini
in nome mio, accoglie me".
I volti di due piccoli africani con
gli occhi nascosti, cancellati,
da una serie di righe e la scritta
semplice, drammatica: "Bambini
vittime dell' Aids". È l'ultimo fran-
cobollo appena emesso dalle poste
vaticane per ricordare a credenti e
non credenti le parole di Giovanni
Paolo II: non possiamo chiude-
re gli occhi di fronte alla tragedia
che si consuma soprattutto in quel
continente. Secondo i dati di Cor
Unum, l'organismo caritativo del
Papa e della Santa Sede, nel mon-
Il messaggio del Papa punta
a smuovere la coscienza dei
credenti sull'infanzia "violata".
GIUGNO 2004 BS
I Bisogna fare pressione per
convincere le case farmaceutiche
ad abbassare i prezzi delle
medicine ...
do sono due milioni e mezzo i
bambini segnati dal marchio del-
! 'Aids e di essi uno su cinque è
morto nel 2003. L' Organizzazione
mondiale della sanità calcola in
undici milioni i bambini restati or-
fani, solo in Africa, a causa della
morte per Aids dei loro genitori. E
stime attendibili prevedono trenta
milioni di bambini abbandonati a
fine decennio.
CONTRO CHI SPECULA
Ce n'è abbastanza, dunque, per
giustificare l'allarme lanciato dal
Vaticano e l'accusa di genocidio
diretta contro le multinazionali far-
maceutiche per il costo eccessivo
dei medicinali ed il monopolio dei
brevetti che condanno a morte mi-
lioni di bambini. Non è la prima
volta che la Santa Sede sollecita un
intervento della comunità interna-
zionale sui prezzi dei farmaci. Lo
ha già fatto ripetutamente in occa-
sione delle riunioni del Wto, l'or-
ganizzazione mondiale per il com-
mercio, e davanti all'assemblea
dell'Onu. Invano o quasi. Di qui il
nuovo appello indirizzato all'opi-
nione pubblica nel contesto del tra-
dizionale messaggio del Papa per
la Quaresima, che quest'aI1110
aveva per titolo la frase di Gesù:
"Chi accoglie anche solo uno di
questi bambini in nome mio, acco-
glie me". "Che dire della tragedia

2.3 Page 13

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..............................................................~ ..................... .
dell 'Aids con conseguenze deva-
stanti in Africa?", si chiede con an-
goscia Giovanni Paolo II. "Si parla
ormai di milioni di persone colpite
da questo flagello, e di queste, tan-
tissime sono state contagiate sin
dalla nascita. L'umanità non può
chiudere gli occhi di fronte ad un
dramma così preoccupante!".
Commentando il messaggio ponti-
ficio, il presidente di Cor Unum,
l'arcivescovo Paul Cordes, ha espli-
citato: "Questi bambini muoiono
perché non hanno medicine. Biso-
gna fare pressione sull'opinione
pubblica per convincere le case far-
maceutiche ad abbassare i prezzi
delle medicine od a concedere l'uti-
lizzo dei brevetti per produrle".
1 11 fiocco rosso sangue simbolo
internazionale della lotta contro
l'AIDS.
20 milioni i bambini morti dopo
la nascita per la denutrizione
della madre, 11 milioni morti
prima dei cinque anni per
malattie, 200 milioni gli affamati.
UN'INGIUSTIZIA
CHE SI PERPETUA
La denuncia più chiara delle re-
sponsabilità delle multinazionali è
venuta da un testimone sul campo
nell 'Africa sub-sahariana, il mis-
sionario e medico statunitense An-
gelo D'Agostino, fondatore e diret-
tore di un ospedale per bambini a
Nairobi: "Oggi circa 400 persone
muoiono ogni giorno in Kenya per
Aids, una malattia che in Europa e
in America del Nord non è più
mortale, ma cronica". "Perché que-
sta differenza?", si è domandato il
missionario. "Per l'azione genoci-
da dei cartelli farmaceutici che ri-
fiutano di abbassare i prezzi per
l'Africa, nonostante abbiano rea-
lizzato profitti per 517 miliardi di
dollari nel 2002. È una questione
morale che dimostra la mancanza
di coscienza sociale di tali imprese
capitalistiche, che potrebbero sal-
vare la vita di 25 milioni di africa-
ni afflitti dal virus Hiv". Contem-
poraneamente alla campagna con-
tro il monopolio delle multinazio-
nali, Cor Unum ha lanciato due
iniziative concrete: l'emissione del
francobollo vaticano dedicato ai
bambini vittime dell 'Aids, dalla
cui vendita si contano di ricavare
500 mila euro, ed una raccolta di
fondi per un centro destinato a pic-
coli malati, che si chiamerà Nyum-
bany Village, sorgerà nei pressi di
Nairobi e servirà da modello per
villaggi simili in Africa. Iniziative
che non possono certo risolvere il
problema degli orfani di Aids nei
paesi del continente. Ma sono "un
segno", secondo il presidente di
Cor Unum, "che la Chiesa opera
per far percepire a chi soffre la vi-
cinanza di Dio. Ed anche un segno
che, al di là di tante parole, la
Chiesa opera sul campo e con effi-
cacia".
CIFRE CHE GRIDANO
VENDETTA
È proprio quel che si propone il
messaggio del Papa, che punta a
smuovere la coscienza dei credenti
sull 'infanzia "violata", a far coniu-
gare l'annuncio del Vangelo con
l'impegno sociale, a spingere a tra-
durre in gesti e azioni i due aspetti
dell'unico insegnamento del Si-
gnore: "diventare" piccoli ed "ac-
cogliere" i piccoli. Purtroppo, rile-
va con amarezza Giovanni Paolo
II, accanto a "tanta generosità" si
deve registrare "l'egoismo" di mol-
ti: "Ci sono minori feriti profonda-
mente dalla violenza degli adul-
ti: abusi sessuali, avviamento alla
prostituzione, coinvolgimento nel-
lo spaccio e nell'uso di droga;
bambini obbligati a lavorare o ar-
ruolati per combattere; piccoli tra-
volti dal turpe traffico di organi e
persone". Un dossier dell'agenzia
Fides, del dicastero vaticano per le
missioni, sintetizza i dati più in-
quietanti sui tanti calvari dei picco-
li nel mondo d 'oggi: 20 milioni i
bambini morti dopo la nascita per
la denutrizione della madre, 11 mi-
lioni morti prima dei cinque anni
per malattie, 200 milioni gli affama-
ti, 121 milioni quelli che non ricevo-
no istruzione, 211 milioni quelli co-
stretti a lavorare, 300 mila i baby
soldato. Più di un milione, infine,
vengono venduti ogni anno, vittime
del traffico di esseri umani. Alcuni
di essi uccisi per fornire organi da
trapianto con un "listino prezzi"
sconvolgente: 50 mila euro per un
neonato maschio in buona salute, 30
mila per un fegato, ecc. TI tutto per
un giro d'affari che supera il miliar-
do di dollari l'anno! "Che male
hanno fatto tanti piccoli per meritare
tanta sofferenza?", si chiede, ci chie-
de, Giovanni Paolo II.
D
BS GIUGNO 2004

2.4 Page 14

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Ancora un intervento sui giovani
NOTTE GIOVANE
TEMPO SENZA TEMPI
di Marta Rossi
Chi ha detto che giovani e sballo
del sabato sera siano sinonimi?
P reoccupati, a volte allannati.
Sono i sociologi della notte.
Studiano un fenomeno che
non ha ancora 50 anni di vita ma è
in espansione, quello dei giovani
" nottambuli", una moda che scom-
bina il calendario, mette in crisi ge-
nitori, educatori, e perfino la illumi-
nata saggezza del biblico Qoelet:
3,1 "c' è un tempo per... un tempo
per... un tempo per...". L'orologio
non scandisce più le fasi dei diversi
spezzoni di una giornata con compi-
ti, doveri, occupazioni, tempo libe-
ro, ciascuno a suo tempo. Insomma,
il vecchio calendario di Dionysius
Exiguus non governa più il tempo
dei giovani, e viene posto impieto-
samente in soffitta. La notte non è
fatta per dormire. Non più! La
GIUGNO 2004 BS
È un mondo nuovo
quello che sembra si
stiano costruendo i
giovani. Spiazzando gli
adulti. Un mondo
alternativo che ha scelto
come scena delle proprie
imprese la notte al posto
del giorno e come
imprese alcuni
comportamenti che
mettono in crisi la
società delle regole.
Ce n'è abbastanza
perché se ne parli.
L'opinione di tre giovani
clienti della notte.
nuova cultura giovanile ha scovato
l'alternativa all'asfissiante, mono-
corde, ripetitivo, piatto quotidiano.
Nell'immaginario delle nuove gene-
razioni trionfa l'altra metà del gior-
no: "La notte è piena di luce!", dice
sicura una ragazza. Il fascino del
buio ha conquistato i giovani perché
la notte è uri tempo che invece di
appartenere alla società, all 'istitu-
zione, appartiene loro; invece di
scandire impegni e doveri lascia
nelle loro mani la fetta incustodita
delle 24 ore di una giornata, le ore
notturne. La nuova misura è il sole:
"Quando se ne va comincia la mia
libertà, quando torna, ahimè, fini-
sce", dice Micol.
La notte è una livella: in discoteca
non ci sono il meccanico, la studen-
tessa, l'operaio, l'impiegato, la se-
gretaria, il figlio di papà. . . Tale
omologazione è accettata dai giova-
ni, perché pe1mette di recuperare la
dimensione corale, creando una
sorta di società parallela che nel-
l'immaginario giovanile diventa
sempre più normalità e sempre
meno trasgressione. La discoteca, il
night, il pub offrono spazi quasi del
tutto impermeabili agli adulti, una
società più rumorosa ma, per i fre-
quentatori, più vivibile, scevra da
imposizioni, etichette, formalità,
detta!Ili propri della società "norma-
le". E la nuova liturgia, con i suoi
riti, le sue cerimonie, i suoi vestiti,
la sua musica. Lì i giovani speri-
mentano limiti e confini. La notte
sta presentando alla società moder-
na e alla Chiesa, a genitori ed edu-
catori, una mutazione antropologica
profonda dove tutto è possibile,
anche lo sballo, l'eccesso, l'abuso,
il trip ... perché in discoteca l'edu-
cazione con le sue regole non c'è
I Fumo, alcool, droghe sono troppo
spesso gli inquinanti dei locali
notturni, cui non è facile opporsi,
nonostante la vigilanza di alcuni
gestori.

2.5 Page 15

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che sembrano preferire la notte al giorno.
Night, discoteche, pub, rave-party
sono i templi dei giovani della notte...
La notte sta diventando il "giorno"
dei giovani.
I ... dove essi consumano i loro titi
in perfetta libertà, non priva,
tuttavia, di grandi rischi.
ancora arrivata. Sociologi, psi-
chiatri, opinionisti affollano i salotti
delle trasmissioni televisive e occu-
pano spazi sui giornali per spiegare
tanti atteggiamenti dei giovani d'og-
gi, spesso senza ascoltarli. Ma...
che ne pensano i giovani? Siamo
andati a cercarne qualcuno, e gli ab-
biamo chiesto di raccontarci "la
notte", come la vivono, che cosa ne
pensano. Sappiamo già che molti di
loro diventano i tragici protagonisti
dei fine settimana. Sentendoli ci si
può rendere conto almeno in parte
dei perché di certe scelte e compor-
tamenti, e del fatto che non tutti
siano "branco", e finiscono ubriachi
o fatti. Indubbiamente, c'è qualcosa
da capire, e qualcosa da fare. Per
par condicio abbiamo intervistato
alcuni giovani di sesso, condizione
sociale e punti di vista diversi.
L'INTERVISTA
Che cos'è per te la notte?
- Un momento della giornata in
cui non c'è il sole.
- È il momento dedicato al riposo
ma anche agli amici in qualche lo-
cale.
- La notte? È la mia giornata!
Perché i giovani amano tanto la
notte e la vivono più intensamente
che il giorno?
- Chi l' ha detto? Non credo che i
giovani non vivano il giorno! Co-
munque, si esce di notte perché di
giorno si lavora.
- Penso che per tanti giovani la
notte possa essere il momento in cui
"si stacca" e si può trascorrere qual-
che ora divertendosi.
- La notte spesso mi ritrovo tra
sconosciuti, ma mi sento tra pari.
Non ho il fastidioso fastidio di quelli
che mi giudicano.
Qual è il giorno della settimana
più atteso dai giovani?
- Un giorno speciale, che può es-
sere il lunedì come il sabato.
- II venerdì, perché la mia setti-
mana all'università finisce, final-
mente.
- E me lo chiedi? II sabato, ma
non quello di Leopardi, il sabato
sera, anzi il sabato notte.
Su cento avventori dei locali not-
turni quanti secondo te consuma-
no, almeno per quella notte, dro-
ghe (alcool, ecstasy, spinello, ecc.)?
- II 70%, forse .. .
- Parecchi, perché è vista come
uno "sfogo", forse 1'80%.
- Boh! Io sì, perché mi fa sentire
vivo; degli altri non mi frega!
Notte, discoteca, sesso ... secondo
te c'è un rapporto stretto?
-No!
- No, anche se non è escluso.
- Ma tu sei un sessuofobo? Co-
munque, è questione di principi e di
convinzioni personali ... forse anche
di fede per chi ce l'ha, perché, non
ti illudere, al night ci vanno anche i ·
cattolici, e anche loro trasgredisco-
no!
La notte è per te una trasgres-
sione?
- La notte di per sé non è tra-
sgressione, sono luoghi comuni che
si sentono in TV. La gente che vive
di notte è quella che di giorno lavo-
ra. Quanto ai giovani, ho già detto.
Ma sono molte le ragioni di questa
"uscita dai binari".
- Considero "trasgressioni" degli
eccessi che per natura non sono abi-
tuato a fare. Nel mio piccolo una tra-
sgressione potrebbe essere fumare
una sigaretta (io non fumo) oppure
bere qualcosa di forte in occasioni
speciali. Però, la notte non può esse-
re vista solo come trasgressione.
- Mi sembra di vivere il giorno
con un cappio al collo, guardato a
vista da tanti occhi, oggi anche elet-
tronici. Lasciateci vivere almeno la
notte nella libertà. Io certe cose le
faccio per rabbia contro l'ipocrisia
di una vita in cui tutti trasgredisco-
no, soprattutto gli adulti, ma lo
fanno di nascosto e, come dite
voi ... con savoire faire! Vedi tu chi
è più vero e onesto.
Ciò posto, crediamo che sociolo-
gi, educatori, genitori, sacerdoti
debbano rimboccarsi le maniche e
decidersi a studiare il problema.
Insieme.
BS GIUGNO 2004

2.6 Page 16

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redazionale
TELEFONO
c o 'l l r o l o.
SOLITUDINE
TUTTI I GIORNI DAllf ORE 16 Allf ORE 20
095.439355
UNA f'AROlA DI CONFOllTO
Nfl /,\\A.~f· DELLA SOUTUOJNf
UN AIUTO SPIRtrUAlE
A CHI SI SENTE A88ANOONAT0
!X AWEVI DON SOSCO . S. AtM0 N!1l . CATANl.l
~-,oA(01,\\ 0ll KIWI.NIS CWI muo ~I:~ ::..:
CATANIA, ITALIA
CONTRO
LA SOLITUDINE
"Il telefono contro la solitudi-
ne" fondato a Catania presso
l'Unione Exallievi dell 'Istitu-
to salesiano san Filippo Neri,
ha esteso il suo raggio d'azio-
ne per tutto iI territorio nazio-
nale. Il telefono opera dalle
16 alle 20 dei giorni fe riali
con 2 linee che fanno capo al
n° 095/43.93 .55. Nel corso
del 2003 sono state accertate
intorno alle 5000 chiamate, di
cui 2300 riguardanti problemi
e di sagi gravi. Da alcuni me-
si, su richiesta della questu-
ra di Catania, alcuni esperti
stanno addestrando gli opera-
tori del 11 3 a gestire anche le
emergenze spirituali, in conti-
nuo aumento. I vo lontari di
questo "telefono" sono quasi
50, particolarmente addestrati
alla scuola di Don Bosco. Al-
cuni sono giornalisti, vigi li
del fuoco , poliziotti, finanzie-
ri , ecc. Tutti riuniti nella mis-
sione di "conduttori di ani-
me" e attentamente seguiti
dall 'ispettore dei salesiani
(Af$atino Zizza).
Nello stesso oratorio conti-
nua l'attività della cooperati-
va futur@, che svolge la sua
opera di animazione promuo-
vendo iniziative ludico/ricrea-
tive, incontri culturali, mani-
festazioni nelle scuole e nei
quartieri, attività nelle struttu-
re carcerarie minorili e nei
centri di accoglienza della
città. È l'esempio di un orato-
rio che esce fuori dalle mura
e si pone a servizio dell ' intera
comunità cittadina.
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO. e decisa, la Chiesa cattolica
A proposito del film di Me! cinese continua a crescere
Gibson "The Passion" accu- e le relazioni con la cosid-
sato di antisemitismo, il detta "Chiesa ufficiale",
padre Cantalamessa ha di- quella riconosciuta dal go-
chiarato che nessuna formula verno, vanno sempre me-
di fede del Nuovo Testamen- glio: gran parte dei vescovi
to e della Chiesa dice che sono in comunione segreta
Gesù morì a causa dei pecca- col Papa.
ti dei Giudei . . . ma a causa
dei "nostri" peccati. Pensare BRUXELLES. La " Caritas
dunque oggi che si possa at- Europea" ha presentato al
tribuire la colpa della sua Parlamento dell'Unione a
morte ai Giudei è fuori Strasburgo il suo secondo
luogo, anzi contro la fede. rapporto sulla povertà del
Vecchio Continente, in cui
MADRID. In marzo, du- si constata un allarmante
rante il drammatico attenta- aumento delle famiglie se-
to che costò la vita a quasi parate che versano in con-
200 persone, la Chiesa ma- dizioni economiche ormai
drilena si è fatta presente oltre la soglia della po-
con una mobilitazione sen- vertà. I più a rischio sono i
za precedenti per accoglie- · vecchi, gli infermi, le per-
re, consolare, assistere, ser- sone non autosufficienti, i
vire, ai utare chi aveva biso- ragazzi... È un invito a
gno, con una generosità e una politica pro fa miglia
disponibilità riconosciute an- seria e concreta.
che dai mezzi di informa-
zione.
CITTÀ DEL VATICANO.
L 'Osservatore Romano, gior-
MOZAMBICO. La supe- nale della Santa Sede, ha
riora provinciale delle suore denunciato ancora nel mese
Comboniane con un grande di gennaio un incremento
atto di coraggio ha chiesto della piaga mondiale dei
di rompere il silenzio sulla bambini soldato. La cosa
scomparsa di troppi bambi- del resto era già stata diffu-
ni , rapiti e usati per un in- sa dall 'ONU con un comu-
concepibile traffico di orga- nicato di 50 pagine, in cui
ni . Le suore hanno ricevuto venivano esposti i risultati
non poche minacce di morte di una ricerca del HRW, il
e sono state fatte oggetto di comitato per la difesa dei
più di un attentato.
diritti umani. Il vergognoso
fenomeno invece di dimi-
ROMA. Nonostante una nuire nel 2003 ha assunto
repressione che negli ulti- proporzioni ancora più al-
mi tempi appare più cruda !armanti.
TERNI, ITALIA
SAN FRANCESCO
È la stupenda Chiesa romani -
co/gotica di san Francesco,
dell a parrocchia sa lesiana di
Terni, monumento insigne
per la memoria, l'arte e la
spiritualità. Testimone della
primissima ora del francesca-
nesimo, il sacro edificio ha
acc umul ato segni di tutte le
epoche e malauguratamente
anc he non poche ferite. Il re-
stauro cui è stata sottoposta
gli ha ridato l'anti co splendo-
re, coni ugato brillantemente
con le moderne forme ed esi-
genze. Ne l complesso i lavori
rappresentano un esempio di
rispetto nella memori a, di va-
lorizzazione dell 'arte e di
adattamento alla liturgia rin-
novata.
GIUGNO 2004 BS

2.7 Page 17

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CANNARA, ITALIA
Per quasi un secolo le
FMA hanno custodito
nella Chiesa della Buona
Morte a Cannara una
rara statua lignea della
Madonna di Loreto , risa-
lente al Xli / Xlii sec . Il
prezioso simulacro da-
vanti al quale , per con-
cession e di papa Grego-
rio XVI si poteva lucrare
l'indulgenza plenaria, è
stato ora trasferito nei
laboratori scientifici della
basilica di San Pietro per
il restauro , data la prezio-
sità dell'opera.
PISANA, ROMA
La Direzione Generale ha
rinnovato l'edizione "La
santità nella Famiglia
Salesiana" con 3 prodotti:
un blocco contenente tutti
i quadri di 55 santi , beati ,
venerabili e servi di Dio
della Famiglia Salesiana
in formato 17 X 24. Sono
poi a disposizione le
locandine degli stessi in
formato 35 X 70 e ancora i
quadri in formato 50 X 70.
Eventuali richieste vanno
indirizzate all 'ufficio
postale della Casa Gene-
ralizia .
MOGLIANO VENETO,
ITALIA
La scuola media dell'Istitu-
to salesiano "Astori " ha
organizzato una gita/pelle-
grinaggio nei luoghi di Don
Bosco a febbraio . Non è
mancata la neve che ha
imbiancato il Colle e la
casetta di Don Bosco ,
quasi a sottolineare le diffi-
coltà dei tempi del santo,
quando ci si scaldava lavo-
rando e si lavorava tutto il
giorno per guadagnarsi il
poco pane quotidiano.
SLIEMA, MALTA
Il noto pittore maltese
Paul Camilleri Cauchi ha
disegnato in questo 50 °
della beatificazione di san
Domenico Savio una
nuova immagine del pic-
colo santo che certamen-
te piacerà ai giovani , per
la sua modernità. Così un
nuovo ritratto viene ad ar-
ricchire la sua galleria che
va da Tomatis a Caffaro
Rare , Musio , Bogani•,
Zonta e altri , grazie al
dinamismo dei confratelli
maltesi e al pennello di
Camilleri.
aurro, ECUADOR
Marzo 2004: don Chavez
è in visita a Quito. Intensi
come sempre i suoi pro-
grammi , memorabili gli
eventi che l'hanno accom-
pagnato, calorosi gli incon-
tri sia con i giovani sia con
le autorità. A Cuenca (cfr
foto) il Rettor Maggiore ha
incontrato i giovani del
MGS che gli hanno fatto
gran festa. Il successore di
Don Bosco è stato accolto
e applaudito da circa sei-
mila persone.
SANTIAGO, CILE
Ricorre quest'anno il 5°
annive rsario della morte
del cardinale salesiano
cileno Raul Silva Enri-
quez, una figura straordi-
naria pèr la nazione cile-
na, per la congregazione
salesiana e per la Chiesa.
Non per nulla il presule è
stato più volte ricordato
dal suo Paese con l'emis-
sione di francobolli dise-
gnati dall'artista A. Oliva-
res ed anche con una
moneta da 500 pesos ,
tutt'ora in corso, emessa
nel 2001 .
BS GIUGNO 2004

2.8 Page 18

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La seconda città della Lituania, Kaunas,
....
LACITTA
di Giancarlo Manieri
DEL CIGNO BIANCO
Kaunas, quasi 400 mila
abitanti, secondo città
dello "Respubliko" lituano
per importanza/ non
resto indietro rispetto olla
capitole/ Vilnius, per orte/
storia/ cultura/ attività
imprenditoriali È un
importante snodo stradale
e ferroviario.
I salesiani o Kaunas, le
opere e le attività.
I I Nemunas e la Neris, i fiumi
che arricchiscono con le loro
acque la città, sono i testimoni
della bellezza naturistica del luogo,
della cultura e della storia di Kau -
nas e dell'intera nazione. La città,
attraversata da una delle principali
vie di comunicazione e punto di
passaggio obbligato per raggiungere
le principali zone del paese, la co-
siddetta Via Baltica, è in posizione
strategica, costruita sulla striscia di
terra formata dai due fiumi che la
bagnano. Iniziò la sua esistenza
come una fortezza, imponente e ben
difesa per resistere agli assalti ripe-
tuti dei Cavalieri Teuto1ùci, i più
fieri nemici affacciatisi alla ribalta
della Lituania proprio quando Min-
daugas, capo degli Aukstaiti, unificò
le varie tribù baltiche e insieme a
loro si convertì al cattolicesimo.
IL CIGNO BIANCO
Splendido il centro della città vec-
chia, occupato dal Municipio - il
Cigno Bianco lo chiamano - che si
GIUGNO 2004 BS
Il Cigno Bianco, il Municipio di Kaunas.
erge solitario in mezzo alla piazza,
attorno a cui si snoda la teoria delle
costruzioni più rappresentative del-
la vita politica e religiosa. Come un
po' dovunque in Europa, anche a
Kaunas il fulcro della vita cittadina
era costituito dai due poteri di sem-
pre, quello civile/politico rappresen-
tato dal Cigno e quello religioso, in-
carnato dalla barocca chiesa dei
Gesuiti, da quella rinascimentale
della Trinità e dalla cattedrale goti-
ca poco più lontana. Mi ha fat-
to sorridere il pensiero del Cigno
del potere politico, quasi bracca-
to dalle varie e imponenti forme di
quello religioso. Ma questo solo
nella realtà di mattoni. Concreta-
mente la situazione assume aspetti
ben diversi, almeno ai nostri giorni.
- Per me è una riprova che il vero
potere è stato sempre quello dello
spirito . ..
- Della Chiesa fors e, non dello
spirito.
- Se non è zuppa è pan bagnato!
- Non sono d' accordo. Lo spirito
non. costruisce edifici, non. inventa
scuole, non fa ospedali, non. allesti-
sce parrocchie, 01fanotrofi, asili,
università ...
- Ma la Chiesa queste cose le ha
fatte, dunque è un potere. E non
piccolo!
- Un potere di servizio. Come do-
vrebbe ....
- Bel servizio l'inquisizione, la
caccia alle streghe, le guerre ...

2.9 Page 19

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è una città d'arte, commerci e cultura.
I Gli animatori dell'oratorio
a Pazaislis sostano presso
il cosiddetto "mare di Kaunas".
I
Gruppo del teatro di salesiani e Figlie
di Maria Ausiliatrice con l'attuale direttore di Kaunas,
l'italiano don Massimo Bianco.
- Parli del potere o delle sue
aberrazioni?
- L'aberrazione è sempre presen-
te ...
- Ma non è il potere. Perché non
focalizzi su ciò che la Chiesa ha
prodotto di buono, invece che sem-
pre e solo sui suoi errori? Nessuno
può negare il contributo di cultura
da essa apportato nel/' arte, nella
scienza, nella letteratura e nella
stessa economia. E le appartengono
santità ed eroismo...
Sono alcuni sprazzi della conver-
sazione con un turista italiano che
aveva soggiornato a Kaunas qual-
che tempo. A proposito di italiani,
sono rappresentati nel grande com-
plesso architettonico della barocca
Abbazia di Pazaislis, secolo XVII,
attraverso diversi artisti chiamati a
lavorarvi dai nobili mecenati lituani.
Kaunas è, senz'ombra di dubbio , la
capitale culturale della Lituania,
culla di artisti, compositori, scritto-
ri , filosofi le cui produzioni arric-
chiscono musei e gallerie cittadine.
Tra l'altro ha dato i natali a Emma-
nuel Lévinas, uno dei più originali e
profondi pensatori del XX secolo.
Una curiosità: un'imponente quan-
tità di rappresentazioni dell'antico
dio pagano Velinas che, venuto a
contatto col cristianesimo, per chis-
quale metamorfosi si è trasforma-
to nel diavolo, sono raccolte nel co-
siddetto "Museo del diavolo", in li-
tuano "Velniu Muziejus", unico al
mondo, che ospita più di 800 esem-
pi di manufatti di diavoli, diavoletti
e diavoloni ... "Tra gli altri anche la
statua di un demonio in sembianze
caprine che trasporta verso l' infer-
no un prete cattolico!", ha sottoli-
neato con un sorriso malizioso il
mio interlocutore.
I PROBLEMI
E I SALESIANI
Prima della seconda guerra mon-
diale ai salesiani era affidata la cen-
tralissima parrocchia della Trinità
che oggi ospita il seminario dioce-
sano: si incontrano ancora uomini
ormai con i capelli bianchi che ri-
cordano il mare di iniziative orato-
riane dell 'epoca (uno è l'ex presi-
dente della repubblica, Valdas
Adamkus). A Kaunas , nel quartiere
periferico e popolare di Palemonas,
i salesiani hanno messo piede per la
prima volta nel 1991. Il nome Pale-
monas Io si fa risalire a un leggen-
dario esule romano, transfugo ai
tempi delle persecuzioni di Silla e
qui sbarcato dopo un avventuroso
viaggio... Già allora gli italiani
erano emigranti! Dal 1992 Palemo-
nas è parrocchia con una bella chie-
sa dedicata alla Rozanciaus Kara-
liene , Regina del Rosario, oltre al-
l'oratorio e alle case degli SDB e
FMA. Problemi e salesiani sembra
abbiano stretto un patto nuziale!
Dove ci sono problemi - soprattutto
riguardanti i giovani - là, _prima o
poi, piombano i salesiani. E un de-
stino, o meglio, un carisma. La zona
è dissestata economicamente e so-
cialmente e i salesiani si sentono nel
loro elemento: le FMA gestiscono
due centri diurni per bambini con
problemi familiari. Gli SDB si dedi-
cano ai ragazzi e giovani più "peri-
colanti", che hanno nell 'oratorio
l'unica alternativa alla strada. I pro-
blemi che affliggono gli oltre 11
mila fedeli sono quelli tipici delle
zone a rischio: l'alcolismo, prima di
tutto, che miete vittime a tutte le
età, l'assenza di modelli positivi, la
prostituzione, il degrado morale e la
disoccupazione: problemi che gene-
rano altri problemi, in primis la di-
sgregazione delle famiglie, oltre alla
scristianizzazione, dovuta a 50 anni
di esilio forzato di Dio, mandato in
soffitta dalla "dittatura del proleta-
riato", che dittatura lo fu di certo
ma del proletariato proprio no! L'o-
ratorio, fondato da don Alessandro
Barelli, è un 'alternativa messa a di-
sposizione dei ragazzi e giovani lo-
cali. Alle volte bussano alla porta
anche nelle ore notturne, quando
per esempio il genitore di turno che
ha esagerato con i liquori incomin-
cia a picchiare tutto e tutti ... I gio-
chi, le attività, i campeggi concedo-
no una "tregua affettiva" che sostie-
ne i giovani nella loro lotta quoti-
diana. Le famiglie non stanno me-
glio: c'è chi fa fatica a pagare le
medicine, il telefono, la luce elettri-
ca... Anche per esse i salesiani non
si tirano indietro, sostengono, aiuta-
no come possono, soprattutto porta-
no la croce insieme. Sei salesiani e
otto FMA hanno accettato la scom-
messa di provare a restituire a Pale-
monas la dignità di quartiere vivibi-
le e cristianamente maturo.
D
BS GIUGNO 2004

2.10 Page 20

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I COLLI PIU CANTATI ••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Settantacinque anni fa, nel 1929, nasceva l'inno
~
=
NELMONDO
La copertina del libro sulla vita
di don Gregorio, compositore
dell'inno più famoso a Don Bosco:
Giù dai colli.
di Pietro Frigerio
I colli dell'astigiano sono
i colli di Don Bosco, il
santo del Sistema
Preventivo. In occasione
della sua beatificazione,
nel 1929, nacque l'inno
che ha fatto il giro del
mondo. L'autore della
musica e quello delle
parole. L'opera di don
Michele Gregorio a
Ferrara.
Don Gregorio al pianoforte.
tanta simpatia come donna, perché
ha saputo educare i propri figli in
una famiglia che oggi definiremmo
problematica: lei vedova, la nonna
in casa, due figli suoi e uno nato dal
primo matrimonio del marito, più
tanta povertà. L'inno Giù dai colli
la celebra accanto al figlio, con la
sola madre accanto: non si può can-
tare il figlio senza cantare la
mamma. Ma com nato quell'inno
che si canta ancora in tutte le lin-
gue?
S ono passati settantacinque an-
ni dalla beatificazione di Don
Bosco, il santo che la gente
chiama familiarmente con il don in-
vece che con il san. Un barabitt di
Arese, un ragazzo del Centro Sale-
siano che dal 1955 accoglie ragazzi
in difficoltà, diceva: "Don Bosco è
così simpatico che non sembra nep-
pure un santo". E un altro: "Don
Bosco mi piace: ha fatto tanti me-
stieri come me: fornaio, sarto, eia-
battino.. . Solo il ladro non ha
fatto! ". Ma forse il ladro lo ha fatto,
rubando dal Vangelo quel sistema
educativo che lo hf reso popolare in
tutto il mondo: "E l'unico santo -
scriveva un extraparlamentare - che
riesce a mettere insieme destra e si-
nistra senza transenne". O forse
Don Bosco il suo modo di educare
non l' ha rubato direttamente dal
Vangelo, ma l'ha appreso da Mam-
ma Margherita che suscita sempre
UN POETA EUN MUSICO ·
È appena uscito un libro, a cura
della Comunità Salesiana di Fe1Tara,
che racconta la sua origine. Da esso
prendiamo a piene mani, essendo
l'unica fonte a disposizione, insie-
me a un articolo di "Voci fraterne",
scritto nel 1959 da un exallievo di
don Gregorio, Gaetano Pedrielli. Se
"lo straordinario risiede nel cammi-
no delle persone comuni", come
scrive Cohélo, esso era presente in
GIUGNO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
più famoso a Don Bosco "Giù dai collf'.
I Il salesiano poeta don Rastello,
grande amico di don Gregorio,
è l'autore delle parole dell'inno.
sovrabbondanza in questo prete pie-
montese, colto e preparato, dotato di
tanta umanità e fedeltà al fondatore
da essere considerato a Ferrara co-
pia fedele di Don Bosco; un giudi-
zio non di maniera dell'arcivescovo
Natale Mosconi, nel giorno del suo
commiato. L' occasione per l'inno
gli è stata offerta dalla beatificazio-
ne del Padre e maestro dei giovani.
Un inno ci voleva, ma non era stato
commissionato a nessun celebre
compositore del tempo: solo un
cuore salesiano, innamorato di Don
Bosco, poteva comporlo! Ci si sono
messi in due: il poeta don Secondo
Rastello e il musico don Michele
Gregorio. Giù dai colli nasce dal
loro cuore, ma ·forse ce l'avevano
dentro da quando erano entrati in
congregazione e avevano conosciu-
to l'amorevolezza del metodo. Don
Gregorio era cresciuto a Valdocco
dove aveva incontrato il primo suc-
cessore di Don Bosco. Stava gio-
cando, quando don Rua gli lanciò
una domanda, in cortile come face-
va il santo: "Come ti chiami?". Il
ragazzo rispose prontamente: "Mi-
chele! ". "Che combinazione, ribatté
subito don Rua, anch'io mi chiamo
Michele. Vuoi diventare salesiano?
Così saremo due colonne per tenere
in piedi l' opera di Don Bosco". Don
Gregorio nel 1929 si era già diplo-
mato organista a Bologna. Don Ra-
stello, dal canto suo, era un fine let-
terato. Se il loro inno fosse stato co-
perto dai diritti d'autore, sarebbero
diventati ricchi, tanto è risuonato -
e risuona ancora - nel mondo sale-
siano e non.
ALLA SALESIANA
Solo un mese prima della beatifi-
cazione, il 2 giugno 1929, si presen-
ta a don Gregorio, direttore dell 'o-
ratorio di Casale Monferrato e retto-
re del Santuario locale, una coope-
ratrice, Adele Pugno: "Ho un bi-
glietto per lei, da parte di don Ra-
stello". Diceva così: "Si avvicina la
festa di Don Bosco e noi non abbia-
mo ancora un inno da cantare in San
Pietro il giorno della beatificazione.
lo ho buttato giù i versi che ti alle-
go. Se ti sembrano buoni, cerca di
scrivere la musica". Don Gregorio
era come uno che aveva il fuoco
sotto i piedi: si chiuse nella stanza
dove c'era il pianoforte e quasi di
getto compose la musica. Don Ra-
stello non era molto convinto del
primo tentativo: ci vorrebbe un'aria
più marziale! Altri versi, altra musi-
ca! I due inni vengono sottoposti al
giudizio di un "generale" della con-
gregazione, dal piglio autoritario e
deciso, don Pietro Ricaldone, futuro
Rettore Maggiore. Chiama i due.
Don Gregorio si siede al pianoforte:
canta e suona. Don Ricaldone non
ha dubbi e sceglie il primo. "Devi
armonizzarlo per banda! ". Lo suo-
neranno in Piazza San Pietro ben
I Gennaio 1944: un bombardamento
riduce così la chiesa parrocchiale
di San Benedetto, che toccherà
proprio a don Gregorio ricostruire.
venti bande, ma la prima esecuzione
è stata della banda dell ' oratorio di
Casale Monferrato. Al termine, don
Gregorio non voleva scendere tra la
gente che voleva complimentarsi
con lui. Ma l' applauso più bello lo
riceverà da don Pagella, un grande
musico salesiano, e da don Lorenzo
Perosi, che in lui vedeva un ottimo
maestro e compositore. Giù dai colli
e l'operetta lirica Bibinof hanno re-
so famoso nel mondo salesiano don
Gregorio che a Ferrara è ricordato
come il prete dei poveri e degli in-
tellettuali, parroco dal cuore grande,
insegnante apprezzato nel seminario
della Diocesi, confidente e consi-
gliere di fiducia dei vescovi Bovelli
e Moaconi.
NON SOLO MUSICA
II suo nome è legato anche alla ri-
costruzione del tempio di San Bene-
detto, polverizzato dalle bombe nel
1943. Era parte, come la parrocchia
e l'istituto salesiano, del Monastero
benedettino, edificato nel 1500 su
disegno del Rossetti. Di fronte al
cumulo di macerie, don Gregorio
ringraziò il Signore perché il bom-
bardamento non aveva fatto vittime,
e disse subito: inutile piangere!
II Tempio va ricostruito dov'era e
com 'era". I lavori iniziarono nel
1951 e nel 1954 venne inaugurato
alla presenza del cardinal benedetti-
no il beato Ildefonso Schuster, ac-
colto a Ferrara da una grande folla
che in lui riconosceva il carisma
della santità e la forza morale, che
aveva salvato Milano da altre trage-
die della seconda Guerra Mondiale.
Per don Gregorio, per il suo colla-
boratore l'onorevole Natale Gorini,
per la comunità salesiana e per l'in-
tera città fu un giorno memorabile
che consolava tutti dell 'amarezza
per i bombardamenti caduti sul
quartiere che tanti danni avevano
fatto. La gratitudine della Chiesa
diocesana e della città per don Gre-
gorio si è manifestata nel giorno del
suo funerale, nell 'omelia preziosa
del Vescovo, e nel canto Giù dai
colli, con il quale coralmente lo
hanno accompagnato al cimitero
della Certosa. Era il 7 febbraio del
1982. Aveva 80 anni; il suo inno ne
aveva 33.
D
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2004

3.2 Page 22

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LEIIERA Al GIOVANI
(IN) DIFFERENZA
Carissimo/a
In una goccia d'acqua vedo i fiumi, i laghi, il mare.
Ma ti può capitare di trattare il mare, il fiume, il
lago come un cestino di rifiuti, senza che nessuno
si ribelli, senza un occhio di riguardo per un bic-
chiere d'acqua . Un filo d'erba ti ricorda le verdi
vallate, le pianure sterminate, i paesaggi incante-
voli. I prati stanno scomparendo sotto colate di
cemento. L'asfalto arriva dappertutto cancellan-
do i colori dell'arcobaleno.
Gli occhi grandi dei bambini occupano le riviste,
fanno da copertina a centinaia di testate. Vedono
la terra arida della povertà, i tronchi secchi della
malattia . Guardano la mamma morire di AIDS,
aspettano i papà che non tornano a casa. I nostri
occhi non vedono più, non scrutano più, non
osservano più. La cateratta dell'indifferenza c'im-
pedisce di distinguere un ricco da un povero, un
bianco da un uomo di colore.
Sono tutti uguali. Anzi non esistono nel nostro
cuore, perché lontani dai nostri occhi.
Un giorno chiesi ad un bambino di prima comunio-
ne la cosa più bella del suo corpo, "gli occhi - mi
rispose - perché mi fanno vedere la mamma" .
Tutto diventa bello, se l'occhio è puro, limpido,
sano. Distinguere i colori, scoprirli tutti nella vita
è estasi. Il chiaro-scuro, lo sfumato, la gradazio-
ne, il giallo-oro, il grigio-perla, l'azzurro-cielo, il
verde-mare, il rosso-sangue stanno scomparendo
dalla circolazione. Tutto è indifferente, senza
colore, senza intensità. Tutto diventa uguale,
tinta unica, nero fumo di Londra.
Il mondo è minacciato da soluzioni incolori. Tutto
viene cancellato. La proporzione tra differenza e
indifferenza, tra identita e massificazione è pari
alla proporzione tra distruzione e riforestazione.
La proporzione è di uno a mille.
Se uno diventa europeo, non smette di essere
Italiano. Se uno incomincia a parlare in Inglese,
non dimentica la lingua materna. Se uno diventa
ricco non si sente umiliato delle sue povere radici.
Se per lavoro qualcuno viene in Italia non cancella
i suoi dati anagrafici, targati Nigeria, Etiopia,
Tunisia, Marocco ... Non esistono immigrati, ma
uomini e donne; non esistono clandestini, ma
poveri e giovani senza lavoro. I poeti mettono
d'accordo le parole, i musicisti mettono insieme
le note più diverse, i pittori danno ospitalità a
tutti i colori.
L'arcobaleno viene dopo ogni conflitto, tempesta.
La differenza è come l'alfabeto. Ti permette di
parlare con la ricchezza delle vocali e delle conso-
nanti.
L'indifferenza è come la balbuzie: ripete fino al
ridicolo una sola sillaba. Ripetere per una vita
intera io .. . io .. . io ... è balbuzie. Dire a voce alta e
per disteso come utopia della vita: "lo e te cam-
bieremo il mondo" è poesia.
Dieci sillabe è molto meglio di una sola. Ridicolo
sarei se mi si sentisse balbettare e ... e ... e...
Uomo del terzo millennio sono, perché con fatica
ma con entusiasmo ripeto in una sola emissione
di voce: Europa.
Aff.mo
Carlo ferraneo
GIUGNO 2004 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
Presentiamo stavolta un museo del tutto particolare,
ospitato dai salesiani del Centro di accoglienza
e spiritualità sito in via Pacognano 34 di Seiano
di Vico Equense, in provincia di Napoli. Un gruppo
di cooperatori ne ha la custodia e lo cura
con amore e discrezione.
••••••••••••••••••••••
e===::;;;;;::.;;:;;::=;=::;::;:=~
•••••
MVSEI SALESIANI
'
-,---. ,, ...
~~~
~:- .
IL MUSEO CITES
DI SEIANO
DI VICO EQUENSE
di Natale Maffioli
La CITES: che cos'è e di che cosa si occupa. li grande pericolo delle
specie minacciate e l'impegno di sorveglianza e controllo degli organismi
preposti. li percorso museale di Seiano.
L'entrata del Museo CITES.
•••••••••••••••••••••••
:••••••1..=========================
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2004 • •

3.4 Page 24

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••
Inizio del percorso dell'ecomuseo.
Coccodrilli.
Calco di grampo, un delfinide senza rostro che può
raggiungere i 700 kg.
Pelle di coccodrillo e... sua destinazione commerciale.
T ra le tante tipologie di musei La CITES, che è compresa nelle
presenti nelle opere salesia- attività del Programma delle Na-
ne, il museo CITES (Confe- zioni Unite per l'Ambiente, è en -
ren ce on lnternational Trade in trata in vigore in Italia nel 1980
Endangered Species - Conferenza ed è, attualmente, applicata da
sul Commercio delle Specie in oltre 130 Stati nel mondo. Nella
via di Estinzione) è del tutto parti- nostra nazione l' attuazione del la
colare sia per il contenuto sia per Convenzione di Washington è af-
le modalità con cui è stato realiz- fidata al Ministero delle Politiche
zato. li 3 marzo 1973 è stata fir- Agricole, appunto tramite il Servi-
mata a Washington la convenzio- zio CITES, che cura il controllo
ne che regola il commercio di tecnico-specialistico per il rispet-
specie animali e vegetali protette; to della Convenzione .
l'iniziativa è nata dall'esigenza di
controllare il commercio degli I CONTROLLI
animali e delle piarite (vivi, morti
o parti e prodotti derivati), in Il sistema dei controlli si fonda Un Don Bosco... ecologico!
quanto lo sfruttamento commer- sull' accertamento della situazio-
ciale è, assieme alla distruzione ne biologica delle specie animali commercio; specie il cui com-
degli ambienti naturali nei quali e vegetali che possono risultare mercio è regolamentato per evita-
vivono, una delle principali di tre categorie : specie gravemen- re sfruttamenti incompatibili con
cause dell ' estinzione e rarefazio- te minacci ate di estinzione, per le la loro sopravvivenza; specie pro-
ne in natura di numerose specie . qu ali è ri gorosamente vietato il tette da sin goli Stati per regola-
• • GIUGNO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••• •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• •••• ••••••••••
Testa/trofeo di rinoceronte.
Puma.
mentare le esportazioni dai loro
territori. In Italia dall'anno 1992 è
in vigore una legge con la quale
sono state indicate specifiche
sanzioni alle violazioni delle di-
sposizioni della Convenzione . In
base a tale legge, è vietato impor-
tare, esportare o riesportare, tra-
sportare, vendere, esporre o dete-
nere esemplari vivi, morti, non-
ché loro parti .
LE SPECIE MINACCIATE
Nel novero delle specie minac-
ciate di estinzione sono elencate
circa 1000 specie animali e vege-
giaguaro, la tigre, il leopardo, l'o-
celot, gli elefanti, qualche zebra,
i rinoceronti , la cicogna, alcuni
cervi, lo struzzo nordafricano, al-
cune specie di fenicotteri, i rapa-
ci diurni e notturni, molte specie
di pappagalli (soprattutto le are e
le amazzoni), le tartarughe mari-
ne, alcune testuggini di terra, al-
cune specie di alligatori e cocco-
drilli, alcuni varani asiatici, la sa-
lamandra gigante, il pitone india-
no, la vipera dell'orsini, lo storio-
ne comune, certe conchiglie, al-
cune farfalle (papilionidi), le or-
chidee e i cactus selvatici, alcune
specie di aloe. Di altre specie, in-
ci diurni e notturni, zebre, pecari,
ippopotami, guanachi , nandù, fe-
nicotteri, gru, pappagalli, buceri,
tucani, colibrì, tartarughe di terra,
alligatori, caimani, coccodrilli,
gechi, camaleonti, iguane, cordi-
1idi , tegu, elodermi, varani, boidi,
cobra, salamandre, storioni, far-
falle della specie orn itottere, san-
guisughe, conchiglie tridacne,
coralli madreporari a forma com-
plessa, alcune palme, cactus,
felci arboree, cicas, euforbie,
aloe, orchidee, ciclamini .
IL MUSEO
•••••••••••••••••••••••••••••••••••
tali . Tra queste si trovano: le vece, il commercio deve essere Il Museo CITES di Seiano di
scimmie antropomorfe (orango, compatibile con la loro sopravvi- Vico Equense è ospitato nella
scimpanzé e gorilla), i lemuri, il venza in natura. L'elenco com- casa salesiana, accanto a un Cen-
panda, alcune scimmie sudameri- prende oltre 3000 specie, delle tro di Accoglienza e Spiritualità.
cane, i mammiferi marini , il lupo quali le più comuni sono: scim- Due sono gli ambiti espositivi: le
indiano, alcuni orsi, le lontre, il mie, lupi, orsi, lontre, felini , rapa- sale al chiuso allestite nel modo
•••••••••••••
Vetrina dei coralli.
Vetrina con pezzi di avorio lavorato.
•••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • , • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2004 • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Pesce istrice.
Pf-~cr.
l<iTRJ( l
Tartaruga gigante.
tradizionale, e un percorso natu- ralli , animali imbalsamati, acquari zione del guscio dell'animale. Pelli
ralistico, aperto sulla natura che indebitamente collezionati da chi di animali esotici, zanne di elefante
circonda il Centro . La raccolta , la natura non la rispetta . A questa finemente lavorate sono ad evi-
che comprende circa 600 esem- messe abbondante si sono in se- denziare l'utilizzo, spesso segnato
plari, è il frutto di sequestri ese- guito aggiunti reperti tassidermici dall'abilità di un artista, di tanti
guiti dal Corpo Forestale perché e talun e attrazioni come la testa prodotti, un tempo ampiamente
il possesso non era in regola con
le disposizioni della Convenzio-
ne di Washington. Ma è riduttivo
pensare a questa collezione co-
me un insieme di esemplari con-
di un rinoceronte e il calco di un
delfino a grandezza naturale.
IL PERCORSO
disponibili sul mercato e oggi, giu-
stamente, interdetti in vista della
salvaguardia della specie. In linea
con gli intenti didattici del Museo
è stata allestita una sorta di percor-
••••••••
fiscati . Le prospettive del Museo Il percorso dell'esposizione per- so naturalistico lungo il quale sono
sono innanzitutto didattiche: un manente si articola in due ampi stati ricostruiti alcuni ambienti tipi-
monito per alcuni e un insegna- saloni. Entro vetrine appositamen- ci con cui si manifesta la natura:
mento per altri . In questo conte- te costruite, è allestita la mostra di un vigneto e un orto biologico,
sto si è inserita più volte I-'Asso- animali imbalsamati, ma non solo, una zona arida ricca di piante che
ciazione "Pro Natura", fin dal ad esempio accanto a esemplari allignano in luoghi desertici, un
1976 con i suoi volontari nell'e- delle diverse specie di coccodrilli orto botanico. Il percorso com-
ducazione ambientale e nella sono esposti pure prodotti derivati prende anche un giardino della
sensibilizzazione ecologica. Le dalla lavorazione della pelle del flora in via di estinzione e un setto-
•••••••••••
vetrine offrono al visitatore testi- rettile: borsette e cinghie. Nella re dedicato al la losca pratica del
monianze tangibili del depaupe- vetrina delle tartarughe sono esibiti bracco11aggio.
ramento ambientale: avorio, co- alcuni vasi ottenuti dalla lavora-
Natale Maffioli
••
Faina.
La vetrina degli uccelli.
Vetrina con pezzi di avorio lavorato
••
• • GIUGNO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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LA LEGGEREZZA
DELL'ESSERE
di Jean-François Meurs
earo Dottor J., sul treno
((
Milano-Firenze, ero se-
duta al fianco di un
signore sulla sessantina. Un inspie-
gabile impulso mi ha spinto a un
il mio fratellino più piccolo che ne è
entusiasta.
Con ogni probabilità non rivedrò
mai più questo signore, incontrato
per caso in treno e del quale non
CORAu
TOCCA-
NOAJNI
certo punto a rivolgergli la parola, ' conosco nemmeno il cognome, tut-
perché da lui mi pareva che ema- tavia gli vorrei esprimere tutta la
nasse calma e disponibilità . Ha mia riconoscenza, il mio grazie,
accettato subito la conversazione e così come a tutti i papà e le mam-
mi ha detto che si recava a trovare me che sono come lui.
sua figlia. Allora, imprudentemente,
Gina, Milano
gli ho chiesto perché sua moglie Cara Gina,
non fosse con lui. Avrei voluto uno dei più bei regali che le persone
rimangiarmi la domanda, perché ho anziane possono fare ai giovani è la
visto una lacrima scendergli dagli loro «leggerezza di essere», la ca- ne da loro ricevuta e quella impartita
occhi, ma era ormai tardi. Lei era pacità cioè di "esserci" senza di- ai loro figli e tanto più ai loro nipoti.
morta da un anno. Mi sono scusata sturbare, senza essere pesanti, col- Così i loro consigli trovano sempre
e lui mi ha risposto di non preoccu- mi di sapienza e serenità. Non sono poca accoglienza ed essi non hanno
parmi: gli faceva piacere parlare di più in prima linea per quanto riguar- alcun diritto di intromettersi nell'edu-
lei. Così, mi ha raccontato come i da l'educazione e la fatica di tra- cazione. Pur tuttavia, il loro ruolo in
suoi anni di matrimonio fossero sta- smetterla, tuttavia, possono stabilire certi casi appare, almeno da parte di
ti meravigliosi. Ciò che andava relazioni basate sulla disponibilità; alcuni , grandemente valorizzato e
dicendomi mi faceva molto bene. possono agire liberamente, senza idealizzato. Questo può risvegliare in
Dopo, è stato lui a interessarsi di forzature , senza esserne obbligati; loro certe inquietudini: si domandano
me, ma gli ho risposto che la mia possono offrirsi come zona di rispet- se fanno bene ad agire così , se
vita non era interessante. Egli si è to, luogo dove poter esprimere i pro- sono dei bravi nonni . Con sempre
dimostrato molto discreto e non ha pri conflitti, i dubbi e le problemati- maggiore frequenza essi si trovano a
insistito. Ha invece continuato a che che ci agitano, senza il timore di far fronte a situazioni familiari a volte
parlare della sua vita che, malgra- essere giudicati e condannati. In molto complesse: le famiglie dei lqro
do i dispiaceri, continuava a essere questo senso le persone anziane figli sono spesso sfasciate e/o ricom-
invidiabile. Il suo sorriso era since- apportano un supplemento di anima poste con persone diverse. In questi
ro. Alla fine anch'io mi sono aperta al nostro vivere quotidiano.
casi sta a loro intervenire, trovandosi
ì
e gli ho confidato che i miei genitori
erano in procinto di chiedere il
divorzio e non riuscivo a capire
come avessero fatto ad arrivare a
questo punto, non riuscivo proprio
a rendermene conto. "La cosa
assurda - dicevo - è che io non mi
sento più a casa mia, perché i miei
genitori non mi calcolano nemmeno
un po"'. Era la prima volta in asso-
luto che ne parlavo a qualcuno. E
lui mi ha fatto capire che non ero la
sola in quelle condizioni. Così, gra-
zie a lui ho deciso di recarmi più
spesso a visitare i miei nonni e ciò
mi è stato e mi è di grande aiuto.
Proprio così sono spesso i non-
ni. Alcune istituzioni l'hanno com-
preso e hanno creato centri di acco-
glienza, case/famiglia e perfino abi-
tazioni comun i dove vivono anche
altre persone anziane. Secondo le
loro disponibilità, queste organizza-
zioni sono felici di potersi servire di
nonne e nonni a supporto dei giova-
ni che non hanno più famiglia. Gli
anziani, infatti, non mancano di tem-
po e di pazienza per ascoltare storie
e sfoghi, in più hanno dell'affetto da
investire e lo fanno volentieri . In-
somma, alla fine tutti ci guadagna-
no, perché ci si accorge, tirando le
costretti ad adottare dei piccoli già
grandi e quasi sconosciuti. Non è
per niente facile!
Ciò che essi possono apporta-
re di nuovo è mostrare, per esem-
pio, ai propri nipoti ma anche a tutti
i giovani che si può essere felici
anche se non si è più giovani. Con
la loro serenità affermano che l'esi-
stenza può avere un senso, che i
fallimenti , le sofferenze, l'età avan-
zata non sono delle obiezioni alla
vita. Essi testimoniano il coraggio
di essere se stessi. Tanto meglio
quando trovano il coraggio di rac-
contare la loro storia o altre storie
Personalmente parlo molto con la
nonna che vive da sola e prova un
gran piacere a raccontare le cose
somme, che la qualità della vita
risulta decisamente migliorata.
di vita. È un modo per rivelare che
l'esistenza è tessuta di decisioni, di
scelte, di passaggi difficili , di cadu-
passate. Gli altri due nonni sono Ma, ahimè, il contesto attuale te e di risurrezioni. Essi faranno
molto più silenziosi, ma si capisco- non è molto favorevole alle relazioni intuir-e che nella vita sono indispen-
no al volo senza bisogno di parole tra generazioni diverse. Nell'immagi- sabili l'umiltà, la verità, il rispetto , il
e la loro casa è animatissima, per- nario collettivo le persone anziane perdono, la fiducia in se stessi e
ché è diventata un punto di ritrovo vengono spesso dequalificate, per- nell'avvenire, la fede in Dio . I gio-
dei miei cugini. Anch 'io a volte ché la loro esperienza appare sor- vani dai racconti e dagli esempi
vado a passare il week-end presso passata. I valori sono sottosopra, degli anziani potranno prendere ciò
di loro e non di rado ci porto anche non c'è più continuità tra l'educazio- che è utile per loro.
O
BS GIUGNO 2004

3.8 Page 28

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Una missione delle Figlie di Maria Ausiliatrice
!:ALTERNATIVA
DI SARA
di Graziella Curti
È filippino, missionario do
sette anni in Cambogia e
Myanmar.
Specialista nel tessere reti
di solidarietà.
Suor Soroh, in uno suo
recente sosto o Roma, ci
ho raccontato
lo parabola di comunione
e di preventività delle FMA
nelle terre difficili del
Sudest asiatico.
Secondo i dati UNICEF, la
Cambogia è uno dei paesi più
arretrati del Sudest asiatico.
Presenta il più alto tasso di diffusio-
ne dell 'AIDS e il traffico di minori
è in forte espansione. Il 35% delle
prostitute cambogiane ha meno di
17 anni e il 43% di esse è sieroposi-
tivo. Le cause di questa situazione
sono ancora una volta povertà e
mancanza di istruzione. Di fronte a
questo quadro, nel ' 92, le Figlie di
Maria Ausiliatrice cominciarono a
rimboccarsi le maniche e in poco
tempo hanno realizzato corsi di al-
fabetizzazione e corsi professionali,
oltre a pensionati per giovani stu-
denti, attività promozionali special-
mente a favore di ragazze e giovani
donne. La stessa attenzione l'hanno
avuta per Myanmar, una nazione a
lungo sottopm;ta a dittatori e giunte
militari che hanno cancellato ogni
traccia di democrazia. Questi sono i
dati di fondo della storia che ci ha
raccontato suor Sarah Garcia duran-
te un suo recente soggiorno in Italia.
GIUGNO 2 004 BS
Cambogia. Suor Sarah Garcia con i bambini dell'oratorio
di un villaggio nei dintorni della capitale.
THARY LA PRIMA
"La grammatica della comunione
la impariamo vivendo gomito a go-
mito nella comunità. Nella casa pro-
vinciale a Phnom Penh siamo otto,
di sette nazionalità diverse e sono
rappresentati tre continenti". Alla
domanda: come fate a vivere e a
procedere insieme, suor Sarah ri-
sponde sorridendo: "Il progetto co-
munitario unifica la nostra vision e
il contatto con i poveri ci libera da
tanti bisogni, ci insegna lo stile
della minorità".
In Cambogia, le FMA hanno
aperto tre case: due nella capitale e
una a Battambang, ai confini con la
Thailandia, zona segnata più inten-
samente dalla tratta delle giovani
donne. Qui abita anche Tha.ry, la
prima ragazza cambogiana che
vuole diventare Figlia di Maria Au-
siliatrice. Ha 21 anni. I suoi genitori
sono buddisti, lei e i suoi fratelli
cattolici. Ha frequentato i corsi di
taglio e cucito delle FMA a Phnom
Penh. Dopo un anno, ha dovuto la-
sciare la scuola per cercare un lavo-
ro e aiutare la famiglia. In seguito,
con una borsa di studio si è per-
fezionata come sarta in Thailandia
e da qualche tempo insegna. Ora si
trova a Battambang dove ha iniziato
il cammino di formazione. Thary ha
un po' di paura, perché nessuno
prima di lei ha percorso questa stra-
da. Nessuno della sua gente ha cer-
cato di incarnare in Cambogia il Si-
stema Preventivo. Ma guardando
I
An isakan, Myanmar. All 'oratorio
delle suore si fa di tutto
e si impara molto di più.

3.9 Page 29

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nel Sudest asiatico.
suor Lina Chiandotto, missionaria
doc per tutta la vita e le giovani
consorelle di Myanmar Thary si
anima.
"La casa di Battambang l'abbia-
mo dedicata a Maria Domenica
Mazzarello e come lei vogliamo
aiutare le giovani che ogni giorno
bussano alla nostra porta. Ormai
sono sessanta e imparano a leggere,
scrivere e tutte quelle attività pro-
mozionali che servono a restituire
dignità. Certamente ci stiamo dando
da fare per ottenere aiuti a favore di
progetti che possono procurare una
professione spendibile in questa
cultura e che potrebbe facilitare il
Suor Teresa Maria e suor Beata con le studentesse del Centro
Professionale di Battambang.
loro futuro". L'album fotografico di
suor Sarah allinea istantanee di ra-
gazze allegre, disinvolte, intente ai tenerla in cura intensiva per un donne. Ma nella terra di Aun San
lavori domestici o riprese in mo- lungo periodo. Anche quando è tor- Suu Kyi, la donna Premio Nobel
menti di pausa. Ci spiega che pro- nata da noi - racconta suor Sarah - per la Pace 1991, che da anni porta
vengono dai villaggi più poveri non dimostrava nessun interesse per il peso di una reclusione limitante in
dove le suore fanno le loro visite la vita. Si trascinava da un locale al- nome della giustizia, si è provocate
apostoliche.
l'altro e non faceva nulla. Il suo a vivere con coraggio e creatività.
cuore era pieno di odio e aveva un
LA VENDETTA DI ANH
unico desiderio: 'Voglio tornare da QUANDO Ml ARRABBIO
quella famiglia che r1i ha maltratta-
Anche in Myanmar le FMA han- ta per vendicarmi! ' E stato più diffi- Suor Sarah è una donna serena.
no una comunità. Proprio qui, poco cile curare le ferite del! ' anima che Prima di partire missionaria per la
tempo fa, è stata accolta una bambi- quelle fisiche, ma l'ambiente diste- Cambogia era m~estra delle novizie
na buddista, priva di forze, sporca, so e l'accoglienza delle suore e nelle Filippine. E aperta alla colla-
I- con i segni dei maltrattamenti rice- delle compagne hanno fatto il mira- borazione e per questo è in contatto
vuti dalla famiglia presso cui stava colo. Ora Anh sta meglio, una foto con molte delle trecento ONG che
a servizio. "L'abbiamo subito porta- recente la mostra intenta a cucire, lavorano nel Paese. È stata scelta
ta all'ospedale dove hanno dovuto insieme ad altre ragazze della mis- come rappresentante delle Superio-
sione. Ha riguadagnato peso, solo i re Maggiori presso la Federazione
capelli, ancora cortissimi, e qualche dei Vescovi del! 'Asia (FABC) ed
lampo sofferto nello sguardo rivela- è responsabile della provincia del-
no parte della sua storia.
le FMA che comprende Cambogia e
La casa di Anisakan si trova a sei- Myanmar.
cento chilometri da Yangoon, la ca- Un fatto, capitato qualche tempo
pitale, in una zona isolata. Non c'è fa, ci rivela il segreto del suo essere
telefono ed è appena stata installata dolce e nello stesso tempo forte e
la corrente elettrica. Nonostante appassionata. "Mi trovavo a un ra-
questi limiti, funziona un centro di duno di vescovi - racconta - e mi
promozione umana per giovani hanno chiesto di fare da moderatrice
donne provenienti dai diversi gruppi per il gruppo dei religiosi/e. Duran-
etnici, l'internato per accogliere le te un intervallo, mi si avvicina uno
ragazze che abitano nei villaggi più dei presenti e mi chiede a bruciape-
lontani e una scuola materna con 93 lo: 'Ma lei non si arrabbia mai?'.
bambini/e a maggioranza buddisti. ' Certo che mi arrabbio, ma sempre
Anche qui, i sogni non si misurano. mi chiedo quale possa essere l'alter-
Ci sono progetti ambiziosi che si nativa a una reazione violenta e
aprono a un futuro di professiona- sempre trovo che posso fare qualco-
lizzazione per le ragazze della zona. sa di meglio "'.
Questo in un Paese sottoposto a dit- Il meglio, l'alternativa di suor
I Anisakan, Myanmar. Suor
Veronica con le giovani del Centro
Professionale.
tatura militare che discrimina forte- Sarah, l'abbiamo scoperto, è sempre
mente le minoranze etniche e sotto- la scelta evangelica delle Beatitu-
mette ai lavori forzati uomini e dini.
BS GIUGNO 2004

3.10 Page 30

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M IL
ESE IN
LIBRERIA
Moronte
o curo di Giuseppe
~~~
SCUOLA
PER ANIMATORI
Schede e materiali
già pronti per un
cammino di
formazione specifico
per animatori
a cura di Alberto Martelli
ELLEDICI
Leumann (To), 2003
pp. 192
Questo strumento di la-
voro formativo (munito di
CD-ROM) traccia un ve-
ro percorso di formazio-
ne per animatori, strut-
turato secondo la quan-
tità (molte schede per-
ché si possano sceglie-
re gli stimoli più aderenti
alla propria realtà); la
qualità (si vuole offrire la
migliore formazione pos-
sibile: si tratta di mate-
riale testato e sperimen-
tato); l'adattabilità (si of-
frono dei materiali e un
CD con la versione in-
formatizzata degli stessi
perché ognuno possa
rendere facile e pratico
l'utilizzo delle schede).
In questa maniera si in-
tende permettere a tutti
di elaborare per conto
proprio una vera e pro-
pria scuola di formazio-
ne per animatori, sce-
gliendo il materiale all'in-
terno di una vasta gam-
ma di proposte e adat-
tandolo al gruppo con
cui si lavora.
GIUGNO 2004 BS
UN'ESTATE SENZA FILI
Sussidio per campi
estivi... sulle avventure
di Pinocchio
a cura di NOI
(Team oratori piemontesi) ,
pp. 128 (CD-ROM allegato)
LA FEDE DEI GIOVANI
Linee per un progetto
di maturazione alla fede
dei giovani
di Zelinda Trenti
ELLEDICI, Leumann (To)
2003, pp. 216
CON GESÙ
Giochi e segreti.
Sussidio al catechismo
di Danilo Vetdicchia
e Marilena De Benedittis
Vivere in , Monopoli (Ba)
2002, pp. complessive 21 O
DUE PELLEGRINI
PER NOI
Per pellegrinaggi,
campi-scuola ...
di Rosanna Bertoglio e
Balbo Francesco
IN VIAGGIO CON PAOLO
... per giornate
di animazione
Pastorale Giovanile Emilia
Romagna (a cura), pp. 96
Tutti della ELLEDICI
Leumann (To)
I tre ottimi sussidi offrono
materiale efficace e ben
congegnato per l'estate di
ragazzi e giovani nelle più
varie iniziative, scegliendo
quello che più fa al proprio
progetto e così rendere si-
gnificativo e proficuo il
tempo delle vacanze nella
pastorale giovanile, con
esperienze che lasciano il
segno .
.~\\.---
\\
!:~0fa l;Il
- :- stnzP. ;
'
,,.m,
/
la fede
dei giovani
lNtDLNPliOGéTTO
OIMAS\\11~
All.A.ff:OE-OOOOV"1t-1
Il saggio interpreta il mon-
do interiore dei giovani do-
ve l'aspirazione è più forte
della tentazione all'evasio-
ne e la provocazione della
fede li sfida ad accoglierla
o rifiutarla. Qui la vita gio-
vanile è considerata nel
suo aspetto più qualifican-
te, quello in cui la persona
definisce la propria iden-
tità. L'analisi però verte su-
gli atteggiamenti, nell'in-
tento di esplorarne in ma-
niera specifica la disponibi-
lità religiosa, soprattutto
nelle aspirazioni che se-
gnano l'età giovanile. In
realtà per la crescita della
fede s'impone una scelta
educativa globale che ne
legittimi l'itinerario e di cui
la comunità è prima re-
sponsabile . L'itinerario de-
scritto comprende tre mo-
menti successivi: la propo-
sta organica che dovrebbe
essere fatta su misura, ve-
rificandone la sua efficacia;
la scelta di strategie a mi-
sura di giovane in conte-
sto; la responsabilità per il
Regno.
I tre volumetti offrono sus-
sidi didattici per "riprende-
re" il cammino della cate-
chesi ai fanciulli dai 6 ai 12
anni e possono costituire
un momento attivo e piace-
vole per non dimenticare
l'itinerario fatto e recupera-
re una più piena conoscen-
za del Gesù presente nei
catechismi. Si tratta di ma-
teriale utilizzabile anche
nel tempo estivo; utile a
fanciulli , genitori , catechi-
sti , educatori interessati a
un'autentica educazione cri-
stiana che non si interrom-
pa nel tempo. I testi richia-
mano i tre catechismi CEI
e sono ricchi di verità cri-
stiana, di sorprese e di fan-
tasia; agevolano piacevol-
mente l'incontro col Figlio
di Dio, amico e fratello di
ogni uomo. Il materiale può
aiutare i fanciulli a non di-
menticare il cammino fat-
to nella ca_techesi durante
l'anno .
Doniki V•rdkd1io
Moria.no O. lenedit1is
Danllo'llimtk.ctlìci
Mo,li.nca D• h,wdlttil
,2
1
su\\
-E St6R-En
--- --..J f= ::--::::;-c~~..,
-=.....,. -.,. ~
- '!..J

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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LA QUARTA GUERRA DON GIOVANNI MINZON I TRISAGIO
MONDIALE
Educatore e martire
Eliodoro. Poemetto
Islam contro
di Nicola Palumbi
Teologico
cristianesimo
San Paolo, Cinisello B. (Mi) di Gianni Pecorella,
di Giancarlo Giojelli
2003, pp. 90
Palermo, 2003, pp. 40
PIEMME , Casale M. (Al)
2004,pp. 154
GIANCARLO GIOJELLI
LA
QUARTA
GUERRA
Giovanni Minzoni oggi è
considerato uno dei princi-
pali esponenti dell'antifasci-
smo cattolico. È stato forte-
mente impegnato sui ver-
santi più attuali della pasto-
rale, quello della dottrina
sociale e dell'educazione
dei ,giovani alla vita cristia-
na. Convinto sostenitore
RADIOGRAFIE
ALLO SPECCHIO
di Pietro Luzi ,
Edizioni Segno,
Tavagnacco (Ud), 2003
pp . 140
ACQUAFORTE
di Gladys Basagoitia
Fara Ed., Santarcangelo
di R., 2004, pp. 96
MONDIALE
della partecipazione dei cat-
tolici alla vita pubblica,
ISLAM
prese parte come cappella-
no alla prima guerra mon-
CONTRO
diale, distinguendosi per
eroismo e dedizione. Si op-
CRISTI ANE SI M O
pone ai soprusi delle squa-
dre fasciste , fondando del-
le organizzazioni educative
molto frequentate dai giova-
ni. Secondo l'autore, pro-
prio perché i giovani diser-
La cronaca di questi ultimi tavano i raduni fascisti per
20 anni dimostra che non la sua azione educativa,
solo l'ateismo e l'opulenza venne ucciso. Ed è il moti-
dell'Occidente sono di gra- vo della sua morte "glorio-
ve scandalo per l'Islam, sa" che fa acquistare luce
ma anzitutto la concezione alla sua coraggiosa opera
della persona umana, pro- educativa e pastorale.
clamata dal cristianesimo.
È un fantasma dai tanti
volti che non ha paura di
Nicola Palumbi
sacrificare la propria vita ,
sicuro di morire e di rina- DON GIOVANNI
scere ; ha il viso arabo, ira-
niano, indiano, caucasico ,
africano, ma talvolta anche
MINZONI
Educa /ore e martire
europeo; è un fantasma
che ha scatenato una gue-
Il "trisagio" è un poemetto
teologico che fa trasparire
un amore profondo a Dio
mistero trinitario e un'espe-
rienza umile e intensa del-
l'essere nascosti con Cri-
sto in Dio. Si conclude con
un inno a Maria, donna
pienamente riuscita. Il se-
condo libretto è un giro di
orizzonti sulla nostra cultu~
rra mondiale, dichiarata
ra: un vademecum , anche
1400 anni fa nel deserto
spirituale, in casa, sui mon-
dell'Arabia e che oggi inve-
ti , al mare. Il genere lette-
ste il pianeta da New York
rario è l'epigramma, antico;
alle savane del Sudan , dal-
fa riflettere sorridendo. Il
l'Europa alle isole della
Malesia. Si chiama Jihad:
si tratta di "un fondamenta-
lismo spirituale" per la puri-
ficazione di sé , che non
accetta nessun luogo sulla
terra dove il Corano non
sia legge.
FA VENDITA PER
~g~Ri~P ON DENZA . I li~;i
che vengono segnalati s1 P ·
sono acquistare presso le ~~;: ;i
rie cattoliche o vanno ne ttive
direttam ente alle nspe
terzo è poesia che sa
ascoltare, registrare, rievo-
care. Una raccolta di pre-
ghiere implicite ed emozio-
ni semplici che si appiglia-
no all'essenziale, sgorgano
dall'animo e scavano con
sapienza nella nostra con-
traddittoria realtà.
Editrici.
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
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Tel. 06.44700145
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E-mail :
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
•vis (Salesiani)
Tel. 06.516291
E-mail: vis@volint.it
•v1DES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06.5750048
E-mail:
segreteria @vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
•Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06.4940522
E-mail: scs @cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06.4450257
E-mail:
mspreafico @pcn.net
BS GIUGNO 2004

4.2 Page 32

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L/;1/E
-
Un coadiutore salesiano cinese, il signor GIOVANNI YU SHEK-TCHU (1925-2003).
FRATELLO
PER I FRATELLI
di Lanfranco M. Fedrigotti
Una gloria della congregazione
salesiana. Una vita tirata sempre al
massimo, seguendo l'esempio di
grandi salesiani missionari in Cina.
Sempre fedele, anche durante i
lunghi anni di prigionia e di lavori
forzati.
Il signor Yu a Roma con papa Giovanni Paolo Il: uno dei
momenti più belli della sua vita.
N on sembra abbia altro tema su cui conversare .
Ogni volta che ci si incontra con questo gobbet-
to , sul cui viso non tramonta mai il sorriso, il
discorso si porta inevitabilmente sulla vita della con-
gregazione , l'andirivieni di superiori , il lavoro della
comunità , i ragazzi nella scuola, le nuove speranze di
vocazione ... Quest'ultimo, in particolare, è il tema pre-
ferito . Da lui , piccolo pechinese, vocazione pescata a
Shanghai dal Don Bosco della Cina, don Carlo Braga,
nei tragici anni della Seconda Guerra Mondiale. Dice-
va di essere stato conquistato dall'esempio di uomini -
non cinesi - venuti da lontano che ai cinesi hanno
dato tutto quello che erano e che avevano , tutto,
anche la vita, come don Versiglia, don Caravario, don
Lareno, don Matkovics , don Munda. Generazioni di
salesiani cinesi si sono formate , specchiandosi in que-
sti esempi. Quando si gettano sui terreni dell'anima
semi di questo genere , il raccolto è sicuro e i frutti
hanno la stessa forza, soffrono la stessa passione ,
camminano sulle medesime altezze, fino ad accettare
la stessa sorte, come Pietro Yeh , Giuseppe Fu , Simo-
ne Leung e, ovviamente, Giovanni Yu .
MISSIONARIO IN PATRIA
Diventato salesiano nel 1946, Giovanni è subito scelto
come socio cofondatore dell'opera salesiana di Pechi-
G/UGNo 2004 BS
Ancora a Roma alla Pisana, il 1° ottobre 2000,
col salesiano cinese don Paul Leung.
no assieme a don Mario Acquistapace e don Marcello
Glustich . La loro dimora è prima una vecchia pagoda
abbandonata e cadente . Poi un ampio terreno con
qualche catapecchia. Proprio in quest'opera sognata
da Don Bosco , di giorno Giovanni è il factotum che
provvede a tutti i bisogni materiali , lavorando in cucina
e nell'orto, provvedendo alla manutenzione della casa

4.3 Page 33

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come manovale, imbianchino, elettricista, idraulico -
c'era bisogno di tutto -. Di notte è l'assistente di
camerata dei suoi poveri giovani. Li avvolge di pre-
ghiera, mentre sgrana la corona del , Rosario andando
su e giù tra le lunghe file di letti . E membro di una
comunità che viene definita dall'allora Nunzio Apostoli-
co a Pechino "la più povera che abbia mai visto al
mondo". Ma nel giro di due o tre anni diventa un viva-
cissimo centro di diffusione di tutta la diocesi di Pechi-
no della devozione a Maria Ausiliatrice , patrona ufficia-
le della Cina. A migliaia vengono, ogni 24 del mese,
stipando il non piccolo terreno dell~ casa salesia~a. Si
va avanti così per ben otto anni , anche se g!a nel
1948 su Pechino è sorto il rosso sole di Mao. E solo
questione di tempo. Come si può permett~re che c~n-
tinu i indisturbato un centro che lavora sI per la gio-
ventù povera e abbandonata, ma che allo stesso tem-
po irradia viva fede cristiana e irremovibile fedeltà al
Papa? E poi non ci pensa il Partito ai giovani abban~
donati? Il 26 gennaio 1954 gli ultimi due confratelli
missionari , don Glustich e don Fels, vengono espulsi.
Il 3 marzo viene arrestato il giovane direttore dell'ope-
ra don Paolo Fong che rivedrà la libertà solo _nel
1991 . Dopo qualche tempo è la volta di Giovanni. E i~
prigione o ai lavori forzati fino al 1981 , sent~ndo 11
Signore più vicino di prima. Nel . 1981 la s~olta n~or~a-
trice di Deng Xiao Ping lo lascia tornare in fam1gl1a a
Shanghai, accettando la generosa e coragg iosa ospi-
talità di una nipote.
I
Giovanni a Macao col consigliere generale don D' Souza
e don Savio Hon, poi nominato ispettore della Cina
salesiana.
no si ritrovava con 40° sotto zero. Ai giovani porta la
sua parola amica e incoraggiante, piena di bo_ntà e
saggezza salesiana. Parla con loro, ra~cogl1endo
come tanti tesori i racconti dei loro problemi, delle loro
sofferenze, del loro coraggio, del loro zelo, delle loro
speranze. Diventa un punto di riferimento, sicuro e for-
te come una roccia .. . come il suo nome, Shek- Tchu,
colonna di pietra, sostegno vigoroso per tutti quelli che
ha la ventura di incontrare .
DOPO LA PRIGIONIA
Giovanni ha 56 anni . Pensione in vista? Assolutamen-
te no! Dal quel momento si dedica ai confratelli ancora
ai lavori forzati e alle nascenti vocazioni, tanto maschili
che femminili. Si sente come mandato da Don Bosco
a prendersi cura dei suoi figli e figlie. Giornate e gior~
nate di treno , per migliaia di chilometri. Porta pesanti
fardelli di generi di prima necessità, olio specialmente,
per condire i poverissimi pasti dei campi di concentra-
mento . Non era uno scherzo : deve macinare anche
tremila chilometri, quando va a portare conforto al con-
fratello Marco Wong ancora ai lavori forzati, e d'inver-
VERSO IL TRAMONTO
L'attacco di paralisi del 1998 non lo ferma ; solo gli fa
cambiare abitazione. A Macao dal 1999 è membro
della comunità della Casa Madre salesiana cinese.
Vive di fervida preghiera, umile servizio , amichevole
accompagnamento dei confratelli ~ dei ragazzi ~he
gremiscono la scuola . Non parla dI altro e non vIv~
d'altro. Diventa l'assistente generale, presente al matti-
no tra gli scolari nel momento dell'accoglienz~, in ~orti~
le durante le ricreazioni , a refettorio durante I pasti dei
ragazzi. .. Un nonnino delizioso che parla con tutti , ha
una parola buona per tutti, un sorriso, un'esortazione
per ognuno ... Finché la malattia, dop~ la festa dell'ln:i-
macolata lo stronca di nuovo e alla fine ha la meglio
su di lui.' La vigilia del suo 78mo compleanno, il 18
gennaio, un sabato, tradizionalmente_de?icato ~Ila
, Madonna, il primo giorno dell'Ottavano d1 preç;h1era
per l'unità dei cristiani, è il giorno prescelto dal .Signore
per l'incontro con quest'uom? che l'h~ se~u_Ito ne!I~
sua estrema povertà, nel suo 1nstancab1le mIn~stero It~-
nerante , nel suo amore per i giovani e per I poveri .
Appare come una finezza della Prov_v_idenz~ per gue-
sto figlio di Don Bosco che ha sacnf1cato 11 fior fiore
della vita dai 29 ai 56 anni , per rimanere fedele alla
Chiesa e' al suo Pastore, alla congregazione e ai suoi
doveri di religioso.
.
Gli è stata concessa, prima di chiudere la sua giornata
terrena , una gioia indicibile , quella di assistere a
I
Roma, il 1° ottobre 2000, alla canonizzazione dei mar-
Con l'ispettore don Zen durante una delle pri!11e visite
a Hong Kong . Chiederà di tornare a Shangha1 per essere ,
coi suoi giovani.
tiri cinesi , tra i quali due che aveva ammirato e amato:
monsignor Luigi Versiglia e don Callisto Caravario.
BS GIUGNO 2004

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
ADOLESCENTI:
IL LOOK
12-17 anni: uno dei grandi problemi di ragazzi e ragazze è come
vestirsi, come presentarsi, come muoversi, come parlare ...
T utto ciò che riguarda il corpo
per un adolescente non è
uno dei tanti problemi. È il
problema. «Faccio la prima media
e ho dovuto superare delle grosse
difficoltà . Mio fratello mi insultava
continuamente, mio cugino anche,
per non parlare dei miei compagni
di scuola. E solo perché ho le orec-
chie un po ' grandi. Ero riuscito a
eliminare questo problema (per me
molto grande) lasciandomi crescere
un po' i capelli. Per quasi sei mesi
tutto è andato bene. Per la prima
volta nella mia vita ero diventato
socievole, più calmo, insomma più
normale. Non rimanevo più ore e
ore chiuso nella mia cameretta a
leggere, disegnare, piangere, tirar
pugni a tutto. Avevo vinto la solitu-
dine. Uscivo perfino con i miei ami-
ci. Purtroppo mio padre ha deciso
di farmi tagliare i capelli e io... sono
tornato come prima » (Saverio, 11
anni). Capelli lunghi o corti? Per un
adolescente è una questione di
sopravvivenza. Non badarci può
provocare spiacevoli sorprese.
Una delle domande più frequenti
dei genitori è proprio:,«E ossessio-
nato dal suo look. E normale?» .
Niente di più normale. Per un ado-
lescente , adottare un look signifi-
ca rendere pubblico se stesso . È
molto di più che un modo di vestir-
si, è un modo di essere, di manife-
stare il suo mondo mentale, le sue
scelte culturali, la sua musica. Ave-
re un look è inviare un messaggio
riguardo ai propri valori , a un certo
modo di concepire la vita. È proprio
·scegliendo un look che l'adolescen-
te sfugge al "potere" dei genitori e
si allontana dalla sua infanzia.
Quando era piccolo , i genitori si
divertivano a vestirlo come un bam-
bolotto. Ora decide da solo. E ado-
ra "staccarsi" dal modello familiare :
se papà e mamma sono sempre
eleganti, curati, "a posto", girerà con-
ciato come uno straccione , stile vin-
tage. Il look non è solo un segno di
autonomia nei confronti della fami -
glia è anche un march io di ricono-
scimento per gl i altri giovani, un
modo per comunicare ai compagni :
«Sono dei vostri . Abbiamo gli stessi
ideali e gli stessi avversari ». Si può
anche essere sconcertati dal modo
di vestirsi di qualche adolescente,
ma questo è anche il suo modo per
cercare , oltre alla propria identità,
anche la propria originalità. Per
questo è soddisfatto se riesce a
provocare quelli che lo circondano.
«Si veste grunge, con gli abiti
sformati o i pantaloni strappa-
ti ...» . Anche questa è una reazione
normale, anche se talvolta un po'
esagerata agli abiti perfettini dell'in-
fanzia. Non può essere un proble-
ma. Due secoli fa, tutte le persone
rispettabili , femmine e maschi , por-
tavano la parrucca. Tutti , anche chi
era dotato di capigl iatura singolar-
mente rigogliosa e fluente. Pensate
alla moda femminile di un secolo
fa , con busto e gonne fin sotto le
suole delle scarpe , o a quella
masch ile di pochi decenni fa , con
colletti inamidati e ghette. I genitori
non devono perdere di vista però
che ogni moda ha delle ispirazioni
e dei messaggi che in qualche
modo "parlano" al posto degli ado-
lescenti . Dalla moda adottata si
possono arguire anche disagi e
inquietudini esistenziali e allora la
moda diventa una maniera per
chiedere aiuto.
«Si veste come una velina... ».
Non è fac ile per un 'adolescente
imparare a controllare la propria
femminilità e i segni che l'accompa-
gnano. Certi giorni , nasconde le
sue forme sotto maglioni immensi ,
altre volte viaggia con l'ombelico di
fuori e mini vertiginose. Sarebbe un
grosso errore dei genitori pensare
che la loro bella ragazzina cerchi di
attizzare gli sguardi di tutti i maschi
incrociati sulla strada! Al contrario,
cerca semplicemente la sua femmi -
nilità e si identifica più o meno nei
modelli della tv e delle riviste . Gli
sguardi che attira in effetti la metto-
no a disagio. Madri e padri devono
aiutare le figlie adolescenti con
delicatezza e discrezione, spiegare
che gli uomini non hanno il rispetto
negli occhi , che equ ivocano facil-
mente e che certe mode provocano
reazion i che rischiano di essere
molto sgradevoli. I papà devono
stare molto attenti ai commenti sul
look delle figlie .
«Perché si mette i miei vesti-
ti?». Una figlia può aver voglia di
entrare nei vestiti della mamma, un
modo di infilarsi nella sua pelle,
magari nello stesso tempo in cui
rifiuta e mostra di detestare . Può
anche prendere a prest[to maglioni
e giubbotti del papà . E come se
I Infinite peregrinazioni per negozi
alla ricerca dei capi che tutti
i coetanei indossano ...

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
L'ABITO NON FA...
OFA?
Tra i tanti problemi che assillano figli e genitori, per motivi
diversi, c'è anche il modo di vestire degli adolescenti.
Alcune considerazioni.
prendesse a prestito un po' di per-
sonalità. I genitori devono essere
tolleranti , ma fare attenzione a non
fare dei camb i "alla pari": non
dovrebbero mai indossare i vestiti
dei figli. I genitori sono gl i adulti. I
figli ammirano la loro sicurezza e
hanno bisogno che la loro identità
sia più che mai salda.
«A 15 anni vuol farsi il pier-
cing nella lingua. Devo proibir-
glielo?». I genitori devono resistere
al piercing. E anche a certi tipi di
tatuaggi. E una moda che passerà.
Proprio per questo è importante
aiutare i ragazzi a capire che esi-
stono mode innocue, come colorar-
si i capelli, e altre che possono
essere molto pericolose e lasciare
segni permanenti, soprattutto se
non hanno un adeguato controllo
igienico e asettico. Bisogna resiste-
re e discutere. Con un adolescente
si po' negoziare tutto. È importante
riconoscere il suo diritto a provoca-
re e scandalizzare e spiegargli che
può ottenere lo stesso risultato , se
proprio ci tiene, con dei marchi non
definitivi.
«Parla come un carrettiere... ».
Anche il turpiloquio è di moda, tan-
to di moda che certe parolacce non
sono ormai più parolacce, ma un
semplice intercalare buono per
qualsiasi discorso. Può essere op-
portuno, questo sì , avverti re il ra-
gazzo che molte persone sono in-
fastidite, persino offese talora, dal-
l'impiego di certi vòcaboli , e che
perciò il controllo del proprio lin-
guaggio deve essere considerato
come un atto di cortesia. Avvertire ,
senza arrivare a essere troppo
puntigliosi. Alcuni modi di dire sono
oggi così comuni che "scappano"
fin troppo spesso agli stessi genito-
ri. E allora...
D
F J inalmente un argomento frivo-
lo ... o forse no: nell'educazio-
ne dei figli il look è sempre ,
in qualche modo , un problema e
non sempre si riesce a risolverlo
brillantemente; anche quando non
genera confl itti profondi , è sempre
fonte di malumori più o meno di-
screti e di confronti un po' tesi. Do-
po una lunga analisi per verificare
se quel che accade da noi in fami -
glia costituisce un caso isolato o
piuttosto rappresenta situazioni pa-
radigmatiche del rapporto fra le
generazioni , sono arrivata alla con-
clusione che sostanzialmente ci so-
no due tipologie di giovani.
Da un lato, c'è la tipologia
"Alessandra" , che raccoglie so-
prattutto le adolescenti di carattere
tranquillo , ma allo stesso tempo
determinato, capaci d'infinite pere-
grinazioni per negozi alla ricerca
dei capi che tutti i coetanei indos-
sano e che , a ben vedere , sono
disponibili in qualunque bottega e
bancarella sotto casa. Dopo questi
estenuanti giri per la città tornano a
casa esibendo abiti alquanto anoni-
mi e magliette che sembrano reduci
da gravi disavventure come se fos-
sero trofei di guerra; li indossano un
paio di volte , poi li abbandonano
nell'angolo più remoto dell'armadio
per tornare ai cari vecchi jeans,
compagni fedeli della vita quotidia-
na e delle scelte esistenziali più
delicate. Nella tipologia "Alessan-
dra" rientrano anche le ragazze che
sistematicamente ogni sabato sera,
prima di uscire di casa, passano tre
ore a riprovare tutto il guardaroba
per poi indossare i famosi jeans con
"allegate" scarpe da tennis, in nome
della comodità che precede e supe-
ra qualsiasi tentazione di vanità.
E tu, vecchia genitrice, ti chiedi
perché hai dovuto spendere tanti
soldi per niente; a che cosa è ser-
I Si può anche essere sconcertati
dal modo di vestirsi di qualche
adolescente, ma è un modo per
cercare, oltre alla propria identità,
anche la propria originalità.
vita aver condiviso i vagabondaggi
nei negozi del centro e offerto
generosamente consigli inutili su
come essere più carine. E ti senti
anche una madre fortunata, perché
almeno tua figlia· non sente il biso-
gno di andare ogni settimana dal
parrucchiere per provare tutte le
tinte, le sfumature e altre diavolerie
simili che la moda suggerisce a
ogni piè sospinto.
Seconda tipologia, detta "Clau-
dio". Parlare di look è praticamente
superfluo: il figlio (notare la presen-
za di maschi in quest'universo, ma
conosco anche qualche dolce fan -
ciulla che rientra benissimo in que-
sta casistica) non si pone neppure il
problema del vestirsi; lui, molto sem-
plicemente , si "copre", costruendo
una specie di puzzle con pezzi di
varia natura e colore che stanno in-
sieme con molta fatica e reciproca
sofferenza. I più perversi del grup-
ns GIUGNO 2004

4.6 Page 36

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I Quando erano piccoli, i genitori
si divertivano a vestirli come
bambolotti.
po, oltre a non preoccuparsi di
avere un po' di gusto nella scelta
dell'abbigliamento, godono del
fatto di indossare abiti su cui pre-
cedentemente si sono allegra-
mente seduti o su cu i "casual-
mente" hanno poggiato lo zainetto
della scuola o di peggio.
E tu, vecchia genitrice, ti chiedi
perché sei andata a cercare per
lui nei negozi qualcosa di carino e
soprattutto perché hai trascorso i
pomeriggi a lavare e stirare ciò
che non ricorda minimamente le
tue amorevoli fatiche di madre.
Dopo un po' di anni, ti accor-
gi però che non vale più la p~n~
porti delle domande , tanto I f1gl1
sono refrattari a qualsiasi propo-
sta, lamentela o proposta che
tenti di invertire la tendenza. E
cominci a convincerti che in fondo
i figli sono carini lo stesso anch~
se vivono perennemente negli
stessi abiti o al mattino si vestono
al buio; che, per fortuna , sono
ragazzi tanto intelligenti e torniti di
buone virtù umane, da costringe-
re gli altri a guardare la sostanza
e non le apparenze.
Resta insoluto il perché spen-
di tanti soldi per migliorare il loro
aspetto; ma anche a questo è
possibile trovare una buona rispo-
sta: in fondo , è bello periodica-
mente preparare i pacchi di indu-
menti per i poveri, potendo sentir-
si confortati dal fatto che , trattan-
dosi di roba nuova, non è umilian-
te la carità che fai. E di questo ,
non puoi che essere grata ai tuoi
ragazzi. Del resto, la sera è bello
vederli girare per casa in "pigiami-
no": glielo hai comprato tu perso-
nalmente e finalmente godi per-
ché i fig li sono proprio carini ,
"morbidi" e profumati al punto giu-
sto.
GIUGNO 2004 BS
MOVIMENTO
SALESIANO
di Julio Olarte
Non è un gruppo della
Famiglia Salesiana però la
sua attività è nata strettament
legata alla vita del Santuario
di Maria Ausiliatrice, a Valdocc
(Torino). Il suo fondatore è
· eresa (1920-1997). '
GRUPPO FILATELIA
RELIGIOSA "DON PIETRO CERESA"
Lo presentiamo come un gruppo
"nel giro" del Movimento Sa lesiano.
Il suo fondatore, don Ceresa, fu chia-
mato a vivere nella Casa M adre di
Va ldocco nel 1978, con il compito di
fondare e curare il Centro Salesiano
di Documentazione Storica e Popola-
re Ma riana. Già da ragazzo investiva i
suoi soldini nell'acquistare e collezio-
nare immaginette che a poco a poco
concentrò sul tema mariano. Q uando
si fece salesiano portò con la colle-
zione che andò quasi interamente
perduta sotto i bombardamenti a Bo-
logna. Salvò quel che poté e ri comin-
ciò. Nel 1954, centenario della pro-
cl amazione dell'Immacolata, orga-
nizzò una grande " mostra mariana".
L'abbondante materiale che né la sua
camera, ne, un'aItra stanza "ad ho_c"
riusc iva più a contenere, fu trasferi to
in soffitta. Fu la prima sede dell'Archi-
vio Storico Mariano.
Per questa sua passione i superiori
lo chiamarono a Torino nel 1978,
dove il suo archivio trovò fin almente
il posto giusto. Così riprese vigore lo
scomparso M useo del culto a Mari a
Ausiliatrice. Si trattava d'i llustrare le
parole della Madonn a a Don_Bosc?:
"Questa è la mia casa, da qui la mia
gloria". Ora il M useo Mariano è uno
dei più importanti d'Europa: le imm~,-
ginette di ogni tipo ed epoca sono p1u
di 70.000 .. . tanto per fare un esem-
pio. La bibl ioteca ha più di 300 opere
su Don Bosco, e una straord in aria
raccolta di francobo lli a tema mari a-
no e sa lesi ano. Per curare ed incre-
mentare questa raccolta un gru ppo di
entusiasti fil atelici si è unito a lui e
nel 1988, centenario della morte di
Don Bosco, diede vita al GRUPPO
DI FILATELIA RELI GIOSA, oggi intito-
lato a "Don Pietro Ceresa" .
Scriveva Don Pietro : " Nessuno ha
posto l'occhio sopra l' interesse di
Don Bosco per uno degli strumenti
più necessari per la divul gazione del-
le sue idee: il Servizio Postale. A me
pare di poter dire che nessun santo h~
tanto utilizzato il servizio postale d1
tutto il mondo e in tutte le sue espres-
sioni come lui [...]. Ecco perché il
gruppo di Fi latelia Re ligiosa [... ]
vuole proprio illu strare come Don
Bosco è presente nella fi latelia un i-
versale [...] come attraverso i franco-
bolli, gli annulli, gli interi postai~, I~
affrancature meccaniche, perche s1
possa presentare Don Bosco come
eccezionale figura di sa nto, di soc io-
logo, di educatore e di creato_r~ di in~
numerevoli servizi a benef1c10 dei
giovani e ragazzi di ogni c!tego~ia e
continente" . Nel 1996, 150 anniver-
sario della fondaz ione dell'Oratori o
di Valdocco, il Gruppo di Fila~elia
Reli giosa ha pubblicato u~ bel libr?
generosamente illustrato, d1 189 pagi-
ne intito lato : "Don Bosco e l'Opera
Salesiana nella Filatelia Mondiale".
Per saperne di più te /. 071.627.01 .50
E-ma il : angelo.siro@tiscalinet.it

4.7 Page 37

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A\\A.N~JJ~JA-~ Ca,"'rY--..;,A..11'

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
Il medico resta una figura centrale
UNA MISSIONE
PIU' CHE
UN MESTIERE (1)
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Il caduceo, bastone alato con due
serpenti attorcigliati, simbolo della
classe medica. Pare risalga al 2600
a.e. Era l'emblema di Hermes
(Mercurio), messaggero degli dei,
poi passato ad Asclepio (Esculapio),
dio della medicina. Sarebbe bello
che i medici fossero davvero con
la loro arte messaggeri della
volontà di Dio di volere tutti
"sani e salvi"!
Il medico ideale ha dei valori che animano la sua vita.
F are il medico è diffici le. I pa-
zienti oggi si attendono
molto, per non dire moltissi-
mo. Un dato sembra emergere dalle
indagini: pochi sono contenti del
proprio medico. La gente oggi non
si accontenta. Al paziente non basta
un medico che capisca la sua malat-
tia, vuole uno che soprattutto "lo"
capisca, capisca la sua paura, il suo
travaglio interiore, il suo dramma,
le domande che emergono dalla ma-
lattia. Il medico, già a partire dalla
scuola greca di Cos (460 a.C.), è un
uomo distinto, curato nella persona,
nobile nel tratto e nel portamento.
GIUGNO 2004 8S
Non si tratta di mera cura esteriore,
né di albagia. Quella del medico
non è ricercatezza, ma "stile perso-
nale", modalità con cui esprime
l'essere che c'è nella sua persona, i
valori a cui è legato, ciò che vuole
comunicare e consegnare all'altro.
Il medico è distinto perché distinte
sono le sue vie, i suoi pensieri, la
sua passione per la vita. Non perché
appartiene a un ceto, ma perché
nella sua persona si "distinguono"
tratti di nobiltà umana e professio-
nale. È distinto nel portamento, nel
parlare, negli sguardi, nei tratti per-
sonali .
Come dovrebbe essere un
vero medico? Quali
dovrebbero essere i valori
imprescindibili della sua
professionalità, della sua
personalità e del suo
carattere? Tentiamo di
tracciare l'identità di un
medico nella società
d'oggi.
UOMO DI PAROLA
Un vero medico è una persona de-
corosa, dignitosa e discreta nelle
sue apparenze. Veste con proprietà e
decoro, non tanto perché ama l'ele-
ganza, ma perché è una persona di
relazioni particolari, desidera soddi-
sfare i suoi pazienti, per i quali
conta molto. Non fa sfoggio di va-
nità, ma si compiace del bello che
sa riprodurre con i tratti peculiari

4.9 Page 39

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per la salute fisica di ogni individuo. Ci riflettiamo.
della sua arte medica. Il decoro
della sua persona promana da come
appare, da ciò che della sua interio-
rità sa far emergere. In questo è
chiamato a essere abile moderatore
dell'austerità che si può richiedere a
una persona seria e regolata. Un de-
coro che risalta anche dalla cura
dell'igiene personale e .dal profumo
che emana la sua persona, il profu-
mo di fragranze naturali e morali,
non di solo fashion. Il medico è
l'uomo della parola, quella che in-
contra le persone. La sua parola ha
una forte efficacia curativa, perché
sa far leva sulle risorse del malato.
È una parola che motiva e spinge al
coraggio dell'impresa terapeutica,
sollievo nel dolore, infonde co-
raggio, ma soprattutto libera dalla
paura. La parola del medico, quan-
do è unita al suo essere personale e
alle sue competenze, è una parola
che "libera". Non è un chiacchiero-
ne, dunque, ma moderato e garbato
nel linguaggio; mai lubrico, ma
sempre contenuto e simpatico,
scherzoso e pronto alla battuta. Col
paziente non è sofisticato nel lin-
guaggio, semmai sa spiegarsi, sa
mettersi al livello del suo interlocu-
tore, sa parlargli nel modo migliore
anche quando deve comunicare la
patologia peggiore. Nel dare speran-
za la sua parola illumina. Sa mante-
nere la parola data, perché lui è la
sua parola. Sa anche essere l'uomo
dalla parola "silente", soprattutto
quando il silenzio parla con elo-
quenza; silente in quanto custode
del segreto professionale.
VIRTUOSO, ONESTO,
GIUSTO
Il medico ideale è virtuoso nell 'e-
tica. Non è un soggetto amorfo, ma
ha dei valori che animano la sua
vita. Sa esprimerli nelle sue virtù,
cioè nella sua personalità etica ama-
bile, e generosa, rispettosa e delica-
ta. E servizievole, ma sa esprimerlo
nella peculiarità del suo essere ari-
stocratico. E aristocratico soprattut-
to nell'etica: conosce i valori non
solo intellettualmente, per lui non
sono solo concetti e princìpi, li co-
nosce dal di dentro perché quotidia-
namente si mette alla sua scuola,
sperimentando che è sempre disce-
polo e mai maestro di quei valori.
Sa essere generoso, conosce il sacri-
ficio, lotta per la salvezza di una
vita. Senza arrendersi, sa trasforma-
re l'insuccesso di una situazione in-
fausta in cura della qualità della
vita. Un medico autentico è una per-
sona onesta. L'onestà non sta sol-
tanto nelle cose che ricerca, ma in
ciò che vive. È un attributo della
sua personalità, prima ancora che
un modo d~ relazionarsi ai pazienti e
agli al!ri. E una persona perbene e
retta. E retto particolarmente nelle
intenzioni e nelle azioni, non stru-
mentalizza perché è integro e incor-
ruttibile. Non ha secondi fini, ma
agisce esclusivamente nell'interesse
del bene del paziente. Per la sua
onestà rispetta le leggi e le fa rispet-
tare ai suoi dipendenti, sa interpre-
tarle intelligentemente a servizio
delle persone e della cura della loro
salute. Il medico ideale è una perso-
na giusta. Non solo perché rispetta
le norme deontologiche e professio-
nali, ma perché ciò che ha ricevuto
sa darlo con generosità. Un buon
medico cercherà il bene e il giusto
anche quando ciò avviene a sue
spese o a costo di sacrifici personali
o di legittimo interesse personale.
Non si lascia intrappolare dalla ri-
cerca affannosa di denaro, perché la
malattia degli altri non è la condi-
zione di un profitto discutibile. L'e-
sercizio professionale non è per lui
un business. Un buon medico non si
lascia intrappolare da una mentalità
"proprietaria", conseguente a un
esercizio medico concepito come
"vendita di servizi".
I La gentilezza, la simpatia,
l'affabilità sono essenziali per
un medico nell'approccio
coi pazienti. (da "Famiglia
Cristiana" 1999).
Statua di Escu/apio, l'antico
dio romano della medicina.
SOCIALMENTE
IMPEGNATO
Il medico ideale è una persona so-
cialmente impegnata. Un vero me-
dico non si rinchiude nella clinica,
ma è un uomo "pubblico", di forte
interesse sociale e politico. La sua
vocazione di medico lo porta a
un'alleanza che per sua natura non
può rinchiudersi nella sola relazione
col paziente; è un'alleanza coinvol-
gente i familiari, la società, la vita
politica. È un notabile della società
per la sua cultura e la sua scienza e
per il servizio che svolge nella vita
pubblica. Il medico, infatti, non è
solo un clinico e un tecnico, ma è
un uomo che rappresenta con parti-
colare dignità la città (polis), è un
soggetto politicamente rilevante,
che sa impegnarsi per la causa pub-
blica. Nel rispetto di questa sua di-
mensione pubblica, sa anche scen-
dere in politica e impegnarsi per la
trasformazione dei valori, per la tu-
tela della salute e della vita. Cono-
sce i dinamismi del tessuto umano e
lavora nel tessuto sociale per ren-
derlo più sano e robusto. Se si lascia
coinvolgere nell'attività politica lo
farà per "curare" il corpo sociale.
Perciò anche nell'impegno politico
un vero medico porterà con sé il pa-
radigma di cura, con le dinamiche e
i valori che lo caratterizzano.
(continua)
BS GIUGNO 2004

4.10 Page 40

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Si avvicinano le vacanze 2004: tempo propizio
ALMARE,
IN MONTAGNA
CON UN LIBRO
di Severino Cagnin
Leggere fa bene olla
salute. Tonti corrono
e gridano. Noi invece
commm,omo
controcorrente, olla
scoperto del mondo più
incantevole. Premi
letterorl offerte speciali
quasi culturali e convegni
su scrittori poco noti: chi
abbocco è perduto!
A cavallo di un buon !tbro
un viaggio nel/'invis,bile ci
attende.
"Leggere bene è uno dei grandi piaceri che la solitudine
può concederci" (8/oom).
A nche se non ci si crede più,
leggere è una risposta attuale
alla nostra anima, un cibo,
un piacere, anche una terapia globa-
le. Il massimo esperto americano di
libri, Harol Bloom, confessa: "Leg-
gere bene è uno dei grandi piaceri
che la solitudine può concederci,
perché, almeno secondo la mia
esperienza, è il più terapeutico dei
piaceri". Prima di tutto leggere ciò
che piace, ma "leggere bene", cioè
corl età, tempi e modi adeguati per-
sonalmente a ciascuno. Dobbiamo
ammettere per esperienza che il
massimo piacere e vantaggio della
lettura è capire la vita. Non importa
se tra le mani teniamo i Pensieri di
Pascal o Il commissario Maigret di
Simenon. Quell'acuto lettore e in-
terprete che è Claudio Magris ci
GIUGNO 2004 BS
dice che la lettura non serve a nien-
te, se non a questo. Oltre le forme
linguistiche e gli argomenti, una pa-
gina è una manifestazione del divi-
no, nascosto nella quotidianità. "La
lettura - come l'amore, l'amicizia o
anche solo uno sguardo sul mare o
sui colori della stagione - dovrebbe
essere un momento privilegiato di
vivere il presente, di accostarsi al-
1'epifania della vita rivelata da una
pagina, che si legge non perché
quella pagina serva a un disegno da
realizzare, ma perché essa ci fa
guardare meglio in faccia il riso o la
morte ... ". In Itaca e oltre, identifi-
cando ogni uomo nel mitico Ulisse,
Magris indica la lettura di noti autori
europei moderni, come un viaggio
verso la patria dell 'anima, un asso-
luto irrecuperabile nella cultura di
1 11 protagonista di Farenheit 451
salva dal rogo dei libri L'isola
del tesoro.. .
oggi, che manca delle certezze del
passato e dei valori che avevano ap-
passionato i poeti e i narratori prima
della crisi del Decadentismo euro-
peo. L'oltre sta, come per Ulisse,
nella terra natale, nella sposa e i
figli, il cielo e il cane di casa. Lo
studioso triestino ha recentemente
ritrovato questo pezzo di mondo nel
boscaiolo scultore, rocciatore e

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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per non ammazzare il tempo, ma...
scrittore Mauro Corona che sa sco-
prire in ogni albero, nelle stagioni e
nella selvaggina quella meraviglia
che in città non si riesce più a vede-
re. Spesso, costa anche poco il volu-
metto tascabile; ci accompagna
senza peso nel bosco, tra i campi, in
spiaggia. Uno di questi con le liri-
che dell'americana Emily Dickin-
son ci rivela i confini lontani ine-
splorati, dove ci porta questo carro,
quando i cavalli rompono la corsa
monotona e si impennano. Non si
paga alcun biglietto, per fare questo
straordinario viaggio dell'anima.
"Non esiste un vascello veloce
come un libro per portarci in teITe
lontane, né corsieri come una pagi-
na di poesia che si impenna. Questa
traversata può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio.
Tanto è frugale il caITo dell 'anima".
ITALIA ULTIMA, MA...
La stampa (degli editori interessa-
ti) ha pubblicato che gli italiani
sono i lettori più numerosi d'Euro-
pa. Attenzione alle statistiche pilo-
tate! Ormai in ogni stagione, nelle
sagre paITocchiali o durante i festi-
val di partito, si moltiplicano gli in-
viti culturali con miss-libro, gastro-
nomia rinascimentale e scoperte di
menu medievali o extraeuropei. In
pratica, però, lo scopo è divertirsi a
spendere e stare in compagnia! E
quante opere di lirica, naITativa, arte
quasi ogni giorno vengono offerte
nelle edicole; come anche enciclo-
pedie conosci-tutto-e-sei-importan-
te, proposte soprattutto in Cd-Rom.
Vince l'illusione di diventare istrui-
to e di fare bella figura. Conosci
uno che legga questi facili acquisti?
Dopo qualche mese, occoITe libera-
re gli scaffali del salotto perché
zeppi... e molte cose scompaiono.
Invece il protagonista di Farenheit
451 salva dal rogo dei libri L'isola
del tesoro e la manda a memoria di
nascosto dal controllo del dittatore,
per tramandarla ai posteri. Tuttavia,
oltre le apparenze e le cronache, esi-
stono nuove qualificate esperienze e
percorsi di formazione alla lettura.
Le scuole stanno muovendosi con
insegnanti giovani che seguono
gruppi di lettura e applicano una
metodologia di accostamento e di
piacere nel leggere, evidentemente
con gradualità e creando interessi
nel ragazzo. Nelle scuole superiori
sono più frequenti di un tempo gli
incontri con un autore, anche fuori
dell'orario delle lezioni. Conosco
una città, dove vari docenti univer-
sitari si sono resi disponibili per
programmare e animare tali occa-
sioni di scambio tra studenti e auto-
ri. Una scuola superiore ha realizza-
to da anni un Piano di lettura con
titoli di scrittori italiani del Nove-
cento, approvato da docenti e da cri-
tici, con criteri di progressivo impe-
gno, generi e tendenze ideologiche
diverse al fine di ottenere alla fine
del quinquennio un quadro comple-
to della nan·ativa italiana del secolo.
Si va da Marcava/do nelle prime
classi fino a Il Gattopardo , La luna
e i falò di Pavese e Il cielo è rosso
di Giuseppe Berto. Un periodico,
specializzato in pedagogia e forma-
zione giovanile, nel 2003 ha propo-
sto ad animatori e gruppi, uno stu-
dio sui diritti umani, attraverso can-
zoni, film, documenti e anche opere
di narrativa di autori europei e degli
altri paesi che aITicchiscono lo
scambio interculturale, con sorpren-
denti novità. Troviamo interessanti
schede-guida su scrittori come Do-
minique LapieITe, Primo Levi,
George Orwell, Pontiggia, Silone e
Sciascia. E per i più lontani, ma
·sempre più presenti, i vincitori di
premi Nobel, dalla Cina, dal Giap-
pone e dall'Africa. Hanno contri-
buito a farli conoscere, anche i
premi letterari, non sempre del tutto
pilotati e in via di ristrutturazione. Il
francese Goncourt estende le sue
scelte prevalentemente oltre l'ambi-
to europeo. Il Grinzane-Cavour af-
fida a studenti la scelta delle opere
vincitrici, così Il battello a vapore
per i più giovani della editrice
PIEMME.
Libri sotto l'ombrellone.
IL TESORO
DENTRO DI NOI
Alvaro ha approfondito con pas-
sione questo percorso di salvezza re-
dentrice nelle ultime sue opere, due
grandi commoventi creazioni postu-
me incompiute, Be/moro (1957) e
Mastrangelina (1960), testamento
maturato e anticipato a causa di un
tumore inesorabile che lo colse a 61
anni. I protagonisti, straziati da
amare disgrazie, ricuperano in sé
nella dimensione morale e affettiva
la gioia di nuovi giorni. Per loro la
vita non è possesso e appagamento,
ma la risposta a una chiamata per un
misterioso e difficile progetto. Ne
La notte di Toledo di FeITuccio
Ulivi leggo che il mistero si nascon-
de nel buio della ragione. Persino il
grande mistero di Dio. Nessuno di
noi può decidere quando far spunta-
re l'alba. "Ognuno può portare sol-
tanto un minimo granello, una qual-
siasi impercettibile particella, come
contributo a quella che si dice ve-
rità". Oppure ha ragione Stephen
King quando ci propone che prima
o poi ci sarà una risposta? "Il mes-
saggio di Corrado Alvaro - scrive
Maria Letizia Cassata - è: l'unica
grandezza umana è la fedeltà corag-
giosa al progetto di vita per costrui-
re il significato dell'esistenza che
consiste nella volontà di esistere,
per lasciare nel mondo le impronte
indelebili del proprio amore e co-
raggio, della propria fede e speran-
za, della propria serietà, dell 'attac-
camento al dovere di vivere viril-
mente; con chiara coscienza della
·propria natura e del proprio supre-
mo destino".
O
BS GIUGNO 2004

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lasc io alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8- Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
GIUGNO 2004 BS
I NOSTRI MORTI
CARMINATI sr. Giannina,
Figlia df Maria Ausiliatrice,
t Torino, il 28/11 /2003, a 83 anni
Apparteneva a una famiglia numerosa e
di fede solida (ben tre vocazioni religio-
se) . L'obbedienza la destinò dapprima a
Mornese presso il Collegio delle orfane
dell ' Arma dei Carabinieri. Poi, in varie
altre case dell'lspettoria Piemontese.
Spese gran parte della sua vita nel pre-
zioso ruolo di guardarobiera anche , per
sedici anni, presso i salesiani del Colle
Don Bosco . A Torino, ultima sua Comu-
nità, rimase per più di vent'anni. Si dimo-
strò sempre suora di intensa preghiera,
manifestando una grande capacità di sof-
frire e di offrire. Le sue devozioni preferite
furono: lo Spirito Santo e Maria Ausiliatri-
ce . I bambini della scuola elementare che
assisteva durante la ricreazione le voleva-
no un gran bene. Aiutò molto anche per-
sone anziane esterne con consigli e paro-
le buone . Subì un rischioso intervento al
cuore e la rottura del femore che la porta-
rono alla tomba, dopo sei mesi di intensa
sofferenza, nellà casa "San Giuseppe".
Ora dal cielo prega per tutti noi, che la
ricordiamo con vivo affetto.
MONTECCHIO sr. Gemma,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Conegliano (TV) , il 22/04/2003,
a 93 anni
Dalla sua numerosa famiglia sono matu-
rate , oltre a lei, una sorella e due nipoti
FMA e un fratello salesiano. Per molti
anni ha lavorato in guardaroba nelle case
addette ai salesiani. Era attenta alle loro
necessità fino a prevenirle; sempre pronta
al servizio e all 'aiuto fraterno, il suo "bron-
tolare" non era che un volere il meglio e il
bene per tutti. Nel suo libro delle preghie-
re conservava, consumata , un 'immagine
con il nome di alcuni chierici salesiani che
si preparavano al sacerdozio , per i quali
aveva un ricordo speciale. Il cuore sale-
siano di suor Gemma aveva confini ampi
e, pur non essendo vissuta a contatto
diretto con i giovani , quando occasional-
mente li incontrava nel cortile delle case
salesiane con affabilità e tenerezza parla-
va loro di Dio .
MORELLO sr. Clara,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Padova, il 03/04/2003, a 92 anni
Suor Clara partecipò agli inizi dell'organiz-
zazione dei Corsi Professionali finanziati
dal Ministero del Lavoro, cui dedicò tutte le
sue energie , per permettere la formazione
e l'inserimento delle ragazze nel mondo
del lavoro . Le giovani le volevano bene ,
perché sentivano che suor Clara predilige-
va chi aveva più bisogno di guadagnarsi il
pane. Terminata la scuola, cercava loro il
posto di lavoro e per un po' le seguiva, le
educava, insegnava loro a fidarsi di Dio, a
essere oneste . Per questo, intrattenne
molte relazioni con autorità, funzionari , for-
nitori, insegnanti, per ottenere riconosci -
menti, aiuti , finanziamenti. Intelligente, atti-
va, dinamica, aperta al futuro , si impegnò
sempre per l'aggiornamento richiesto alle
persone e alle strutture dei Centri di For-
mazione Professionale.
CARRABBA diac. Giuseppe,
cooperatore salesiano,
t Caserta, il 29/01 /2004, a 77 anni
Di animo buono e generoso , sensibile ai
valori umani e cristiani , dotato di grande
umiltà , mitezza e spirito di accoglienza
verso tutti. Molte le attività caritative cui si
è dedicato nel corso della sua vita con
esemplare dedizione , soprattutto a favore
degli ammalati dell'ospedale civile come
volontario ospedaliero. La sua vita si è
nutrita di una fede solida e profonda. Ordi-
nato diacono, ha continuato la sua attività
pastorale in parrocchia e in ospedale,
curando i malati senza mai trascurare i gio-
vani. Durante la sua ultima malattia , ha
mantenuto sempre una grande serenità
fino all'ultimo istante, ringraziando quanti
andavano a fargli visita.
BORRONI MELLA sig.ra
Giuseppina, exallieva,
t Castellanza (VA) , il 22/09/2003,
a 88 anni
Ha sempre: nutrito una grande riconoscen -
za per le sue insegnanti FMA di Nizza
Monferrato e le sue compagne di studi. Per
quasi 40 anni, è stata lei stessa insegnante
presso le scuole elementari delle FMA di
Castellanza (Varese) , facendosi amare da
alunni e alunne. Sempre pronta a dare una
mano, a distribuire un sorriso, un buffetto
di incoraggiamento, un consiglio ... È stata
circondata da ammirazione per le sue doti
e simpatia per il suo carattere. Ha costan-
temente sostenuto le missioni salesiane
inviando periodicamente qualche offerta
per i più poveri e bisognosi.
ALFIERO sac. Michelangelo,
salesiano,
t Castello di Godevo (TV) , 1'11 /12/2003,
a 94 anni
Si potrebbe dire, quella di don Alfiero, una
vita semplice e serena vissuta negli Istituti
di Schio, Mogliano, Udine e Venezia San
Giorgio, dedita all'insegnamento e all'assi-
stenza salesiana, se non fosse per quei
cinque anni (1940-1945) di sacrifici imma-
ni , di sofferenza e di dolore vissuti , durante
la guerra, in Grecia e nei Balcani tra i sol-
dati del battaglione alpino "Bassano" come
cappellano militare. Li racconta in un suo
diario di memorie di prossima pubblicazio-
ne. Quei ricordi gli rimarranno sempre
impressi nell'animo e non toglieranno più
dal suo volto quel velo di serena mestizia
portata con nobiltà nell'adempimento del
suo compito di educatore salesiano.
~ - -- ~
Venuta la ser_a d_i .
quel ~iorno ~esu disse.
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

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Giugno
UN SANTO UN ORDINE
San Norberto nasce verso il 1080
a Magonza, in Germania, figlio del
conte di Gennep. Dapprima condu-
ce vita mondana. Poi, si converte e
diventa sacerdote (1115), attirato
dall'ideale monastico. Attraversa
Germania e Francia, predicando. Il
vescovo di Laon gli affida una valle
incolta, detta "Prémontré", e nel
1121 Norberto pone le fondamenta
della sua congregazione, l'Ordine
Premonstratense. Nel 1126 è no-
minato arcivescovo di Magdeburgo.
Contribuisce alla spedizione impe-
riale in Italia per ristabilire il papa le-
gittimo Innocenzo 11, contro l'antipa-
pa Anacleto. Muore nel 1134. È ca-
nonizzato nel 1582 e la sua festa
cade il 6 giugno.
UN PITTORE
Paul Gauguin nasce a Parigi il
7/6/1848. L'anno dopo la famiglia
si trasferisce in Perù. Tornato in
Francia, nel 1865 s'imbarca come
cadetto e naviga per tre anni. Poi,
partecipa alla guerra franco-prus-
siana. Diventato agente di cambio ,
inizia a dipingere e si lega al grup-
po impressionista. Sposa la dane-
se Mette Sophie Gad, dalla quale
ha cinque figli. Attratto dall'arte
"primitiva", si reca in Sud America
e nelle isole Marchesi; rientra e in
Bretagna elabora lo stile definito
"sintetismd'. Ad Arles è ospite di
Van Gogh. Dal 1891 soggiorna più
volte a Tahiti, "paradiso ritrovato
dell'Oceania", dove si ammala. Ri-
coverato più volte all 'ospedale di
Papeete, nel 1898 tenta il suicidio.
Muore nelle isole Marchesi 1'8
maggio 1903.
DIARIO DI MEZZO SECOLO
1° giugno 1973: in Grecia, Papa-
dopoulos proclama la repubblica .
3 giugno 1963: muore papa Gio-
vanni XXIII (beatificato il 3/9/2000).
Il 21 è eletto Giovanni Battista Mon-
tini, Paolo VI.
3-4 giugno 1989: a Pechino, i
carri armati soffocano nel sangue
la protesta degli studenti.
4 giugno1989: a Teheran muore
l'ayatollah Khomeini.
5 giugno 1961: a Vienna, vertice
tra J.F. Kennedy e N. Kruscev.
5-1 o giugno 1967: con la guerra
"dei sei giorni" gli israeliani occupa-
no Gerusalemme Est, la Cisgior-
dania e il Sinai.
5 giugno 1968: a Los Angeles,
assassinato Robert Kennedy, can-
didato alle presidenziali.
5-9 giugno 2003: 100° viaggio
apostolico di Giovanni Paolo Il (in
Croazia).
10 giugno 1967: Felice Gimondi
vince il 50° Giro d'Italia.
14 giugno 1985: a Schengen ,
accordo tra Francia, Germania e
Benelux per la soppressione gra-
duale dei controlli di frontiera.
15 giugno 1982: l'Argentina si ar-
rende alla Gran Bretagna, nella
guerra delle Falkland-Malvinas.
16 giugno 1963: la russa Valenti-
na Tereshkova è la prima donna a
volare nello spazio.
·
17 giugno 1967: scoppia la pri-
ma bomba H cinese .
17 giugno 1976: in Sud Africa, ri-
volta nel ghetto nero di Soweto:
176 morti.
18 giugno 1982: Roberto Calvi è
trovato impiccato sotto un ponte di
Londra.
19 giugno 1953: negli Usa, ese-
cuzione sulla sedia elettrica dei
coniugi Rosenberg accusati di spio-
naggio a favore dell'Urss.
25 giugno 1950: la Corea del
Nord invade la Corea del Sud: è
guerra.
27 giugno 1980: nel mare di
Ustica, precipita un Dc9 dell'ltavia:
81 morti.
LA LENTE
L'Austria ha dedicato un bel fran-
cobollo alla Pasqua. Vaticano e
Polonia propongono splendidi fo-
glietti per i viaggi del Papa nella
sua terra. Un francobollo della Co-
lombia, dedicato all'artigianato con-
Savina Jemina
temporaneo, raffigura la cattedrale
di Le6n. Il regno di Tonga propo-
ne quattro sue chiese. L'Italia ha
emesso i primi francobolli promo-
zionali dei XX Giochi Olimpici In-
vernali 'Torino 2006". Per i numi-
smatici: è in vendita il catalogo
"Unificato Euro 2004", con la quo-
tazione delle monete e banconote
dei Paesi con valuta in euro (164
pagine).
LE MOSTRE
A Padova sino al 31 luglio, Petrar-
ca e il suo tempo. A Verona, sino
al 20 giugno, Restituzioni 2004.
Capolavori restaurati. A Trento,
sino al 4 luglio, Dolomiti: tesori di
cristallo. A Ferrara, sino al 4 lu-
glio, Edward S. Curtis. Fotografie
degli Indiani d'America. A Perugia
e in altre località umbre, sino al 18
luglio, mostre in onore del Perugi-
no, il divin pittore. A Roma, Palaz-
zo Ruspali, sino al 18 luglio, I te-
sori degli Aztechi. A Vienna, nella
Hofburg, Sisi Museum, dedicato
all'imperatrice.
BS GIUGNO 2004

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Mario Scudu
Sono numeros i i sa n-
tuari mari ani, in Ita-
MARIA
Per du e anni apparve
co n cadenza bimensile
lia e nel mondo,
poi diventò mensil e, con
AUSILIATRICE presso i quali viene pub-
blicata una rivista che
lo stesso obiettivo del
beato Rin aldi . E così con
parla della M adonn a, con
il 2004 la Rivista è entra-
lo scopo di mantenere e
ravvivare la devozione
alla M adre di G es ù . È
VIRTUALE
ta nel suo 25° anno.
Dal 2000 è anche vir-
così anche presso il San-
tuale su www.donbosco-
tuario di Maria Ausiliatri-
La Rivista Maria Ausiliatrice
torino.it. Tra i buoni pro-
ce di Torino-V ald occo,
presso la Casa Madre dei
Salesiani. All'origine del-
la Rivista Maria Ausiliatri-
compie 25 anni dalla sua ri-nascita.
Dal 2000 è disponibile anche su Internet
sul sito: www.donbosco-torino.it.
positi scaturiti invece dal
Grande Giubileo del 2000
c'è stato quello della sua
pubblicazione su Internet:
ce troviamo il beato Fi-
nasceva così Maria Ausi-
lippo Rin aldi , un sa les ia-
li atri ce virtuale, disponibi-
no della prima ora (fu
le sulla Grande Rete mon-
il terz o successore di
diale. La maggior parte
Don Bosco) e gra nd e
degli arti co li comparsi dal
devoto dell a M ado nn a.
2000 in poi so no stati
Fu lui c he nel lontan o
organizzati attorno a due
24 maggio 1928 diede
grandi sez ioni denominate
inizio alla rivista. La
Formazione Cristiana e
pubblicazione era stata
Formaz ione M ariana, sud-
preceduta da una lettera
divise queste in 17 rubri-
del Beato a divoti di
che. È stata scelta questa
Maria 55. Ausiliatrice in
strutturazione del materi a-
cui egli manifestava il
le per renderlo più facil-
proposito della nuova
mente reperibile a chi è
pubblicazione.
Don
interessato al suo uso.
Rin a.Idi scriveva di aver
Questo lavoro di intern e-
sentito sove nte Do n Bo-
tizzaz io ne della Rivi sta è
sco ripete re le parole
stato fatto· per offr ire un
della M ado nn a: "Questa
arc hivi o delle precedenti
è l a mi a casa, di qui la
ann ate a disposizione di
mi a glori a" e manifestava
tutti. Così a seconda degli
a questi "d ivoti" il pro-
interess i dei " nav igatori" i
getto della Rivi sta per
vari art ico li (dal 2000 al
"con la parola e le opere
dicembre 2003, c ioè nei
far sì che la gloria di Lei
primi 4 anni , era no già
s'irradiasse ininterrotta-
più d i 700 !) possono esse-
mente fino alle estremi-
re usati sia per la forma-
della terra, a salvezza
z io ne e l'agg io rn ame nto
delle anime".
personale, sia per la cate-
Dopo alc uni anni purtroppo la Ri v ista cessò la chesi nell e parrocchie e per grupp i di studi o, o
pubblicazione. Arriviamo così fino al 13 ap ril e come sussidio per la predicazione.
1980, all a fa mosa visita a Torino-Va ld occo di Ljn E così mentre la Rivista ri -nata nel 1980 co mpi e
energico ed entu siasma nte Giovanni Pao lo Il. 25 ann i, Maria Ausiliatrice virtuale nata nel 2000
Indimenti ca bil e l' in co ntro con c irca 30.000 per- sta vivendo il suo anno . M a ambed ue le ini -
sone, perlopiù giovani , nell a Piazza M aria Ausi- ziat ive mirano, per usa re anco ra le parole del
liatrice, ant istante la basilica. Tra i buoni propo- beato Filippo Rin aldi , a parlare di Lei "co n la
siti scaturiti dalla memorabil e visita ci fu quello parola e le opere", tutto e sempre alla ma gg ior
dell a ri-n asc ita della Rivista Mari a Ausiliatrice. glori a di Dio .
GIUGNO 2004 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba
Santuari d1ltalia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luohi di culto
del nostro paese,
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco comp letato ri sulterà, nelle case lle a doppio bordo, il nome di un fa moso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTALI. I. Vedi foto -15. Le popolava-
no pellirosse e indios -16. Rischio, pericolo - 18. Il
Nick attore -19. Ingiusta al centro - 20. Il partito di
Pertini - 21. Dottore in breve - 22. Ulisse l'uccise
con un pugno - 23. Gustata nuovamente, come la li-
bertà ritrovata - 27. Fiume tedesco- 29. La Grandi,
cantante-31 . Le prime di ognuno -33. Indecisione
- 36. La città che accolse un famoso cavallo - 39. Jn
buona salute -40. Dentro il-42. Tessuto di seta per
abiti-45.Lo diceva Totò: "Siamo uomini o..." -49.
Parte della Messa - 50. Lo stato di chi è desto.
VERTICALI 1. Il "rotolo" di pelliccia per tene-
re al caldo le mani- 2. Fa rima con "cor" -3. Iso la
greca - 4. Porto senza capo coda - 5. Vetta delle
Alpi Cozie - 6. Iniziali di Carosio, l' indimenticato
radiocronista - 7. Si esclama per il dolore - 8. È
"ex machina" chi trarnanell ' ombra-9. La città de-
gli spezzini -10. Si trattano in borsa - 11. Nuova
Zelànda-12. Ente Autonomo - 13. Verona (sigla)
- 14. La figlia di Mussolini che sposò Ciano -17.
Ora in poesia~ 20. Sistema di cam1co le per solle-
vare pesi - 24. La terza desinenza verbale - 25. Si-
tuata - 26. li condannato che può essere " confes-
so" - 28. Comune in prov. di Caserta - 30. Scher-
zo, burla - 32. La "Spee", famosa corazzata tede-
sca autoaffondatasi - 35. Ente assistenziale - 37.
Contrario di "on" - 39. Aria poetica-41. L'ultimo
sospiro di Gesù - 43. lniziah di Tasso - 44. Torino
(sigla) - 46. Prossimo venturo - 47. Opposti nella
bussola - 48. Al centro delle targhe.
La soluzione nel prossimo numero.
LA CRIPTA DELLA MADONNA
Il Santuario è sorto in seguito all ' apparizione della Madonna in questo
luogo a un pastorello sordomuto 1' 8 luglio 1519. Il messaggio della
Madonna conteneva un richiamo ad una vita cristiana un po' ... più
cristiana, e la costruzione di un santuario. Il miracolo del sordomuto che ha
cominciato a urure e a parlare ha fatto sorgere in tempo di record il
santuarietto (1521) . Di questo si conserva solo l' abside con l'affresco
dell'apparizione a fianco dell'altare maggiore attuale. L'affresco è del
1550 circa. Il santuario fu visitato
da san Carlo Borromeo nel 1581.
Divenuto troppo piccolo per
l' affluenza dei pellegrini, nel 1750
SOLUZIONE del
lnumero preced ente
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fu demolito per far posto a quello attuale. Fu
costruito su disegno dell'architetto Gaspare
Turbini e inaugurato nel 1776. La sua vita ha
incominciato a rifi orire non appena ebbe
un 'appropriata assistenza con lo stabilirsi dei
Carmelitani di Santa Teresa, che costruirono il
convento qui accanto con il loro seminario. Sotto
il profi lo architettonico il santuario è veramente
pregevole . Il centro spirituale, dopo il
tabernacolo, è la Cripta (scuròlo) posta sotto
l'altare maggiore. La statua attuale in legno
dorato è dello scultore Poisa di Brescia e
sostih1isce la primitiva del Fantoni. Fu visitato
da Giovanni XXIII e Paolo VI quand'erano
cardinali. Durante la festa della Franciacorta il 5
di agosto il santuario è gremito di persone che
giungono da lontano. Un rito a cui tutti tengono,
fin dai tempi più lontani è lo scendere in cripta "a
vedere la Madonna". Accanto al Santuario un
discreto parco ben ombreggiato, con tavoli e
panchine, offre gradito ristoro ai pellegrini.
BS GIUGNO 2004

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
LA VITA È UN
DONO
Mi chiamo Omar e ho 11 anni.
Mia madre tre anni fa per mio
desiderio mi ha fatto conoscere
Domenico Savio, del quale sono
devoto e a cui debbo tutta la mia
vita. Voglio raccontarvi che cosa
mi accadde la settimana Santa
del 2003. Durante lo svolgimen-
to di una missione, con degli
amici stavo andando a racco-
gliere dei regali. Mi trovavo in
viaggio sopra il rimorchio di un
furgone. I miei amici hanno
cominciato a saltare dal furgone
al rimorchio. Volendo imitarne il
gioco, caddi per terra e le ruote
del furgone - del peso di due
tonnellate - mi passarono sopra
il corpo due volte. Ricordo solo
che muovevo le ciglia. Mia
madre mi raccontò poi che mio
fratello correndo in cerca di aiuto
si era imbattuto in un medico ,
giunto in quel posto un ' ora
prima. Accompagnato da mia
madre e da un dottore a un eli-
porto, dopo un volo di due ore
giunsi all'ospedale. Mia madre
non si rese conto della gravità
della mia situazione; ciò la rese
molto calma. In ospedale fui
subito operato. Riscontrarono il
fegato spappolato, come pure
parte del pancreas e dello sto-
maco, i polmoni lesi e la rottura
di alcune costole. Durante le cin-
que ore di operazione furono
praticate varie trasfusioni di san-
gue del mio tipo "O negativo"
donato da varie persone. Quello
stesso giorno fui visitato dalla
mia maestra d'asilo che chiese a
mia madre se ero devoto di
qualche santo. Saputo che ero
devoto di san Domenico Savio,
ella uscì e ritornò poco dopo con
una statuina di Don Bosco e
Domenico Savio, con qualche
libro e alcune immaginette del
santo. In serata il parroco del
Rosario don Alejandro Martinez
venne a visitarmi e benedisse la
statua. Da quel momento Dome-
nico Savio non s'è più separato
da me . Il parroco pregò e mi
amministrò l'unzione degli infer-
mi. Il mio stato era molto grave:
ero ricoverato nel reparto di tera-
pia intensiva. Venne pure monsi-
gnor Hinojosa e amministrò la
Confermazione. Mia madre
cominciò a distribuire immagini
di Domenico Savio a tutti i giova-
ni che venivano a visitarmi . Mi
resi conto che il ragazzo santo
era conosciuto fra i miei compa-
gni, amici e professori di scuola,
nel collegio. Essi mi chiedevano
dove trovare maggiori informa-
zioni sul santo. Dopo una setti-
mana di terapia intensiva passai
in corsia. Monsignor Hinojosa
venne e mi portò la S. Comunio-
ne, che mi diede grande confor-
to e incoraggiamento per la gua-
rigione. Grazie a Domenico
Savio ora sto perfettamente. Ho
potuto ritornare a scuola dopo
un mese di cure e ho ripreso la
mia vita quasi normale. Il fegato
è totalmente ricostruito , pure il
pancreas funziona molto bene.
Posso camminare e correre e
spero di poter riprendere il gioco
del calcio che tanto mi piace .
Credo che Dio attraverso Dome-
nico Savio mi ha concesso una
nuova opportunità di vivere e so
HANNO SEGNALATO GRAZIE:
Per intercessione di san Do-
menico Savio:
Giuffrida Rosaria, Torino - B.
R. , Belmonte Mezzagno (PA) -
F. A. , Campora (SA) - P. B.,
Genova - V. P., Vercelli - Loca-
telli Maria, Villa d'Almé (BG) -
C.T., Palermo - Emilia, (TO) -
Arnese Mariuccia, Legnano (Ml)
- Nunzia, Catania
moz Maria , Aosta - T . I. ,
Milazzo (ME) - Ravinale Maria
Grazia, Caraglio (CN)
Per intercessione di Maria
Ausiliatrice e Santi della
Fam. Salesiana:
Giuseppe e Franca Ragusa,
Mazzarino (CL) - M. Piana,
Pinerolo (TO)
Per intercessione di Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, san
Domenico Savio:
Buonanno Anna , Marano di
Napoli (NA)
Per intercessione di Maria
Ausiliatrice:
Ferrari Maria, Imperia - C. M. ,
Potenza
che ho una missione importante
da svolgere nella vita ; parte di
essa è di diffondere la devozione
a san Domenico Savio, affinché
tutti desiderino essere santi co-
me io lo desidero.
Omar /sas G6mez,
Monterrey - Messico
FEDE PREMIATA
All 'ottavo mese di gravidanza ,
durante un'ecografia, mi dissero
che la bambina che portavo in
grembo era morta e che, se non
m'avessero operato d'urgenza,
anch'io avrei rischiato di morire.
Era 1'8 giugno 2001. lo dopo
due mesi fui guarita fisicamente ,
ma moralmente io e mio marito
eravamo distrutti. Dopo mesi di
sofferenza ci consigliarono un
viaggio. Partimmo per Londra,
dove conoscemmo una siciliana
che ci parlò di san Domenico
Savio e dei suoi miracoli. Ritor-
nati a casa, scrissi al Bollettino
Salesiano, raccontando la mia
storia e richiesi l'abitino. Iniziai a
pregare il santo con la novena,
affinché la nostra vita un giorno
fosse allietata dal sorriso di un
bimbo . lo e mio marito aspet-
tammo nuovamente con spe-
ranza un figlio ; ma i medici ci
dissero che il bimbo sarebbe
morto comunque anche nei
primi mesi di gestazione, come
era già accaduto precedente-
mente. Continuai a pregare
senza mai staccarmi dall'abitino
e così giunsi fino al sesto mese,
quando i medici dopo gli esiti
dei nuovi esami ritennero oppor-
tuno prescrivermi una cura anti-
coagulante. All 'ottavo mese pur-
troppo la cura non fu più effica-
ce ; cosicché decisero di rischia-
re facendo nascere il bimbo pre-
maturamente. Il 19 dicembre
2002 , mentre in sala operatoria
io stringevo tra le mani l'abitino,
vidi tra lacrime di gioia venire
alla luce il mio bambino , che
chiamai Marco. Ma Marco pre-
sentava subito difficoltà respira-
torie. Fu ricoverato d'urgenza in
clinica pediatrica e dopo due
giorni , peggiorando le crisi
respiratorie , in reparto di riani-
mazione. lo , costretta a letto ,
consegnai l'abitino a mio marito
Attilio Giordani.
LEIÈ
UN MIRACOLATO
Andavo a funghi sulle mon-
tagne della Val Taleggio .
Inavvertitamente sono ince-
spicato e ho battuto violente-
mente la testa contro un sas-
so , perdendo i sensi. Per
quanto tempo, non so. Quan-
do mi sono ripreso mi sono
accorto di perdere molto
sangue dalla testa. Sono riu-
scito a trascinarmi fino alla
mia casetta di montagna.
Mio cognato ha provveduto
al mio ricovero immediato
nel più vicino ospedale di S.
Giovanni (S. Pellegrino) . Da
qui, constatata la gravità del
caso , mi dirottarono subito
agli Ospedali Riuniti di Ber-
gamo . Ne sono uscito con
22 punti in testa, ma vivo,
contro ogni speranza. Nella
mia parrocchia salesiana di
Pavia il Servo di Dio Attilio
Giordani è molto conosciu-
to. lo ho con me la sua im-
maginetta. Per questo gli
dico: "Grazie , Attilio, per la
grazia che mi hai fatto! An-
che a nome dei miei figli e di
mia moglie".
Carlo Lobbia, Pavia
perché lo portasse al bimbo e
appena dimessa dall'ospedale
mi precipitai presso di lui, conti-
nuando a pregare Domenico
Savio. La vigilia di Natale Marco
stava già meglio e 1'8 gennaio
con gioia potemmo rientrare a
casa tutti tre insieme . Ora il
bambino sta ottimamente e
siamo certi che san Domenico
Savio non l'abbandonerà mai,
donandogli altri fratellini o sorel-
line. Sono lieta che venga pub-
blicata la grazia, affinché quanti
sono in necessità ricorrano con
fiducia a san Domenico Savio.
Mascia Lucia, Sinnai (CA)
Per intercessione di Maria Per intercessione di Mamma
Ausiliatrice e Don Bosco:
Margherita:
Ruttilio Laura, Torino - Die- Giufer, Spinea (VE)
GIUGNO 2004 BS
Martiri spagnoli L. Olivares
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza r~cap1to. s_u
.richiesta si potra omette, e
/' indicazione del nome.

5.7 Page 47

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111 cardinale
TARCISIO BEATONE
Salesiano, già Rettore Magnifico dell'Università Pontificia Salesiana,
poi vescovo di Vercelli, quindi segretario della Congregazione per la Fede,
e dallo scorso anno cardinale arcivescovo di Genova
Eminenza, come interpreta la nomina a cardinale?
Può essere un riconoscimento per il servizio che la congregazione e
io stesso abbiamo prestato alla Chiesa e al Santo Padre, come è nella
più genuina tradizione salesiana.
Che cosa cambia nella sua vita dopo la berretta cardinalizia?
Poco o nulla, a parte il colore del vestito ufficiale! L'impegno indub-
biamente sarà maggiore, perché il lavoro pastorale si presenta molto
diverso dal lavoro curiale.
Qual è stato l'impatto con la città di Genova?
Devo dire che non conoscevo la città. Ma mi sono dato con tutta la
forza pastorale che possiedo, cercando di conoscere tutti, clero e po-
polo, organizzazioni e autorità. Questa stupenda città mi piace e
sento di volerle un gran bene. Io vengo, in un certo senso, dal mondo
del lavoro: per dieci anni ho insegnato morale sociale, quindi tutti i
problemi del lavoro e la dottrina sociale della Chiesa. Insomma mi
trovo a mio agio in questa capitale della cultura! E la città, devo
dire, mi ha accolto con un entusiasmo che non mi aspettavo. Genova
poi è, dopo Torino, la città più salesiana, non per nulla veniva chia-
mata la "nuova Valdocco".
Qual è la situazione dal punto di vista sociale ed ecclesiale?
Una città di 630 mila abitanti e una diocesi di 850 mila: i problemi
non mancano, ovviamente. Il traffico del porto, l'industria grande e
piccola, l'immigrazione, la caduta delle nascite, la crisi vocazionale, il
problema dell'iniziazione dei fanciulli ... Dovrò affrontare tutti questi
problemi. Ma, grazie a Dio, ho un buon clero che mi aiuterà, ne sono
più che certo.
Che cosa ricorda di Roma?
Il lavoro col cardinale Ratzinger e gli incontri col Santo Padre. Due
grandi della storia odierna della Chiesa. Ratzinger non è quello che a
volte la stampa dipinge, è un uomo dolce e accogliente, custode infles-
sibile dell ' ortodossia, ma sempre pronto al dialogo. Il Papa poi è un
uomo davvero superiore, che ha una visione chiara e lungimirante dei
problemi del mondo, dei quali si fa carico, come fossero suoi, e soffre
degli squilibri e delle ingiustizie che procurano tante difficoltà ai po-
poli. Uno che lavora e prega perché gli uomini siano protetti da Dio, e
non commettano gli errori che tante volte commettono.
FOCUS
BONDO
Rapita dai ribelli e portata
nella giungla in Sierra Leone.
Schiava a poco più di quattro
anni, aveva il compito con
altre di fornire l'acqua ai guer-
riglieri. Una vita in fuga, senza
ripari: sotto l'acqua quando
pioveva, sotto il sole quando
era -bel tempo, sempre in com-
pagnia delle donne dei ribelli,
in attesa che anche a lei toc-
casse di di ventare la donna di
tutti. Una vita d'inferno. L'a-
vevano tatuata sul petto con
una lametta, incidendole il
segno dei ribelli. Lei per can-
cellarlo si era bruciata con l'a-
cido, ma niente: la cicatrice
era ricomparsa appena la bru-
ciatura era guarita. Sette anni
con uomini brutali e senza
scrupoli. Si stava ormai avvi-
cinando il tempo in cui sareb-
be stata messa a disposizione
di tutti, oggetto delle soddisfa-
zioni sessuali di quella ciur-
maglia violenta e drogata. Fi-
nalmente la fortuna l'ha assi-
stita: in uno degli scontri con
le truppe regolari cadde in
mano ai governativi. Così fu
portata nella 'missione cattoli-
ca. E per lei fu la salvezza. Fi-
nito l'incubo, ora c'è da cerca-
re la sua famiglia, i suoi paren-
ti ... Ma almeno Bond_o intra-
vede un po ' di luce nel suo fu-
turo ...
BS GIUGNO 2004

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CHIESA
di Silvano Stracca
Chiesa e sport
ONLINE
di Giancarlo Manieri
-
I
Il signor Mario Di Giovanni
o..
u:i:
w
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ii:
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èri
FMA
di Graziella Curti
Amici cartoneros
MISSIONI
di Filippo Manoni
I Fratelli dimenticati