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LIBRERIA SALESIANA -TORINO
Estratto dal Catalogo Scolastico, il quale si spedisce gratis a chi ne fa domanda .
STORIA. D'ITALIA
RACCONTATA ALLA GIOVENTÙ
DAI SUOI PRIMI ABITATORI
SINO AI NOSTRI GIORNI
CON ANALOGA CARTA GEOGRAFICA
PEL SAC.
GIOVANNI BOSCO
1887 . Un bel voi . in-16° grande, di pag . 560 : L . 2 00 (E)
~I
Legato uso scuole L . 2 50 (D) - Legato uso premio L . 3 00 (D)
I
Se i libri giudicassersi dall'utilità che recano Meramente, se ne avrebbe una misura più giusta di quella che
i sogliono i letterati adoperare, e correggerebbersi, o almeno si tempererebbero molte loro sentenze peccanti o di
I servile ammirazione o di disprezzo tiranno . Ecco un libro modesto che gli eruditi di mestiere e gli storici severi
degnerebbero forse appena di uno sguardo, ma che può nelle scuole adempire gli uffizi della storia meglio assai
di certe opere celebrate . A far libri in uso della gioventù, certamente l' esperienza dell'insegnare non basta,
j l ma è grande aiuto, e compiste le altro doti a questo difficile ministero richieste . Difficile segnatamente là dove
]I trattasi di compendia, i quali devono essere opere intiere nel genere loro, non smozzicare i concetti, nè offrirne
i lo scheletro arido .
3
L' abate Bosco in un volume non grave presenta la Storia tutta d'Italia ne' suoi fatti più memorandi, sa
sceglierli, sa cir ondarli di luce assai viva . Ai piemontesi suoi non tralascia di porre innanzi quelle memorie
elio riguardano più in particolare il Piemonte, e insegna a fare il simile agli altri maestri, cioè le cose men note
'I e più lontane ifur' a^ con le più note e più prossime .
In tanta moltitudine di cose da dire, l'abate Bosco serba l'ordine e la chiarezza, che diffondendosi da una
mente serena insinuano negli animi giovanili gradita serenità . Giova a chiarezza, secondo me, anche il racco-
gliere in un capitolc: distinto le considerazioni generali sopra la religione o le istituzioni dei popoli, e le consue-
tudini e gli usi . Questo è stato ripreso in alcuni storici del secolo andato ; e richiedeasi che tali notizie fossero
~~ a luogo a luogo infuso nella narrazione stessa e le dessero movimento e pienezza di vita . (NicoLò TOMDIASEO)

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Per` 1' ir,$egrlan1erlto della lingua e 1ettdatur`a gr`e~a
Quando diciamo doversi dal Clero diligentemente curare lo studio delle,
lettere, intendiamo parlare non pure delle nostre, ma eziandio delle greche ...
Negli scrittori greci si deve porre accuratamente lo studio, imperocchè i lu-
minari greci rifulgono con tanta precellenza in qualsivoglia genere che non
è dato di pensare cosa più gentile e perfetta.
(Lcoeen XIII)
ULTIMA PUBBLICAZIONE
VOCABOLARIO
ITALIANO
pel Teol . Canonico MARCO PECIIENINO
PROFESSORE EMF,RITO NEL REGIO GINNASIO CAVOUR
Un Vol . in-8° di pagine 1522 L . 8 (E) : Legato L . 10 (D) .
Preso coll'italiano Greco, due volumi, L . 14 (E) : I due volumi legati L . 17 (D) .
Ecco dopo un lavoro indefesso di 18 anni della nostra Tipografia ed oltre a 20 da parte dell'infaticabile autore, condotto,
a termine il Vocabolario Italiano-greco e Greco-Italiano .
Allorchè 11 anni or sono vedeva la luce il volume Italiano-Greco, i giornali fecero plauso all'impresa incomin-
ciata, e noi ci contenteremo di riportare per tutti il giudizio dei due principali
S taremo contenti a questo, che è per avventura il primo lessico 'italiano-greco compiuto, il quale si
stampi nel nostro paese ; come quello che, fatto senza il sottoposto rigo di nessun altro precedente lavoro, non solamente
di tutte e singole parole italiane ci dà le corrispondenti greche, ma eziandio dei neologismi, divenuti indispensabili per lo
cose di fresco scoperte, ne pone sott'occhio la versione o la perifrasi, giovandosi con parsimonia del greco antico, e ado-
perando il greco moderno . Afa al chiarissimo compilatore è dovuta ben altra lode . Egli si astenne affatto dallo inserire nelle
sue colonne quelle voci e maniere di dire, che, giuocando di turpe anfibologia, o destando chiaramente l'idea di cose diso-
nesto, potrebbero guastare la mente ed il cuore del giovinetto che, al dire del poeta Venosino, è di cera nel piegarsi al vizio .
Il PPCHENINO di questa sua dotta o paziento fatica sarà rimontato da Colui che è la sola mercede sufficiente di ogni
umano benfatto, ma non gli fallirà anche quaggiù la schietta lode degli insegnanti di buoni studi e di buona volontà, i quali
nel suo volume troveranno avverati i loro voti .
(Unità Cattolica, 18 giugno, 1876) .
Non è opera soltanto di lunga e paziente fatica il Vocabolario Italiano-Greco che il Chiarissimo Teologo
PECuENINo regala all'Italia ; ma, ciò che vai più, esso è frutto di una perizia non comune del greco linguaggio, perocchè
di dizionari, i quali alle voci italiane, a' diversi loro significati, ai vani usi rendano le greche parole e i modi greci cor-
rispondenti , noi non possediamo che meschinissimi abbozzi, da cui niuno o quasi niun servizio possono aspettarsi gli stu-
diosi . Or questo servizio appunto è quello che loro rende il soprallodato compilatore col suo nuovo Vocabolario, e,
come dicevamo, con prova di un valore non ordinario . Onde noi lo raccomandiamo con amore a quanti desiderano avviarsi
allo studio della classica lingua e tanto più volentieri, in quanto si è studiato di sbandire da esso ogni voce o modo di dire
che potesse recare offesa all'innocenza de' giovanetti, alla quale, innanzi ogni altra cosa, vuolsi aver riguardo ne' libri
d'istruzione .
(Civiltà Cattolica, quaderno 65, 1876) .
Ora la parte Greco-Italiana è per nulla inferiore all'Italiano-Greca . Come rilevasi dalla Prefazione, l'Autore non trascurò
mezzo alcuno perchò il lavoro riuscisse il più compito che fosse possibile, e che, senza aumentare soverchiamente di molo,
avesse tutte quelle parole, tutte quelle frasi e quei modi che potessero esigere i progrediti lavori in questo genere, ed es-
sere di vero aiuto a chi frequenta le nostre scuole di Liceo . Tenendo sott'occhio I Ilederik e l'Alexandre, da questi insigni
lessicografi greci tolse qua e là quanto di buono avevano fatto prima di lui, e quanto di buono seppe introdurre nella filo-
logia greca lo studio paziente, acuto ed appassionato dei moderni . Per la scelta, dei vocaboli egli si mostrò largo, senza
fare eccezione di secolo, da Orfeo alla scuola Alessandrina, non escludendo la, traduzione greca della Bibbia ed i più tersi
ed eleganti Padri greci, glossando le voci più oscure o straniere introdottesi nella lingua nel periodo della sua decadenza.
In tal modo questo Vocabolario, non solo risponde ai Programmi Governativi poi Ginnasio e Liceo, i quali vogliono, coll'in-
segnamento greco educare l' intelletto ad ammirare scritture di arte perfetta od illuminata sulla civiltà ellenica onde
la nostra discende, ma eziandio risponde al bisogno dei piccoli e grandi Seminarii d'Italia, nei quali, oltre all'educato in-
telletto ad ammirare scritture di arte perfetta, si vuole il cuore educato all' amore della recondita sapienza, che dalla Bibbia
e dai Padri greci si trasfuse sulla civiltà umano-cristiana .

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ANNO XI - N. 10 .
Esce una volta al mese.
OTTOBRE 1887
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario - Gl'ItalininAmerica-Monsignor Ca-
gliero nel Chili - Grazia di Maria Ausiliatrice - Let-
tera da Carmen - Esplorazione della Terra del Fuoco
e D . Fagnano Giuseppe - Passeggiate (seguito) Capo V .
- Bibliografia.
GLI ITALIANI IN AMERICA
e le nostre Missioni .
Nei mesi scorsi coi dati della Direzione
generale di statistica i giornali annunzia-
vano che in media sono circa 150 mila
Italiani, i quali, costretti dalla miseria, e-
scono ogni anno dall'Italia e vanno a cer-
carsi da vivere, la maggior parte, nell'A-
merica . Non vi è quindi a stupire che tutte
le città e le campagne del nuovo mondo
contino quale più, quale meno migliaia e
migliaia di Italiani di ogni provincia : Pie-
montesi, Lombardi, Veneti, Toscani, Liguri,
Napolitani e via dicendo. Il più doloroso
si è che questo esercito di emigrati, uo-
mini, donne, fanciulli e fanciulle, trovansi
in quelle regioni privi d'istruzione religiosa
e morale, e se a stento riescono talora a
procacciarsi un tozzo di pane, finiscono
dopo alcun tempo col perdere ogni prin-
cipio di moralità e cadono quasi nell'ab-
brutimento .
Moltissimi, isolati in mezzo a sterminate
pianure, o nelle gole di montagne deserte,
lontani dalle residenze dei sacerdoti centi-
naia di leghe, vivono e muoiono senza
alcun religioso conforto , senza pensiero
dell'eternità . Altri si stabiliscono nei centri
popolosi, ma i ministri dell'errore cercano
con ogni mezzo di toglier loro quel solo
tesoro che seco han recato dall'Italia : la
Fede. Fin nella Terra del Fuoco hanno già
i ministri protestanti posta loro stanza, per
ivi attendere le turbe incalzantisi degli
emigranti e per tentare di strapparle dal
seno della Chiesa cattolica .
I Vescovi americani, addolorati per un
sì deplorabile fatto e conscii di essere de-
bitori, come diceva S. Paolo, sapientibus
et insipientibus, obbligati cioè a procurare
l'eterna salute di tutti , cercano bensì di
avere dei sacerdoti italiani che conoscano
la lingua dei nuovi diocesani, che vivano
tra di loro, o li vadano a visitare di spesso,
per istruirli e provvedere almeno in parte
ai loro bisogni religiosi e morali : ma per
quanto essi facciano, riesce tuttavia impos-
sibile sopperire a tutte le necessità, im-
possibile provvedere all'educazione ed istru-
zione dei piccoli e degli adulti, perchè questi
e quelli sono migliaia e migliaia e i sacer-
doti in proporzione non sono che pochissimi .
Avviso - Nelle regioni del Biellese e della Valsesia van girando alcuni scrocconi, i
quali dicono di raccogliere elemosina per l' Oratorio nostro, e vendono polveri predicate da
essi per miracolose, e per benedette da D . Bosco . Segnaliamo ai Sigg . Cooperatori questi

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Muovono al pianto le lettere che ad ogni
istante giungono a D . Bosco dai più esimii
Prelati di ogni parte dell'America del Sud
e del Nord, colle quali descrivendo spe-
cialmente i bisogni, le miserie, i pericoli,
la straziante condizione spirituale dei no-
stri Italiani , vanno ripetendo : - Venite ,
venite, non fosse altro, per salvare almeno
i vostri connazionali .
D. Bosco ascoltò queste voci e incominciò
a muovere in loro soccorso, mandando i
suoi discepoli in qualcuna di quelle im-
mense provincie ; li mandò non come uno
il quale creda solamente di compiere un'o-
pera buona, di esercitare un atto di carità
dettato dal cuore, ma come uno che è per-
suaso essere questo uno stretto suo obbligo,
essere questa la sua missione affidatagli dal
Supremo Pastore della Chiesa, missione che
esso deve immancabilmente compiere , e
della quale il Signore gli chiederà ragione :
essere questa la sua vocazione , questo il
volere di Dio .
Ma ciò non è che il principio di un'im-
presa che a noi Italiani deve essere caris-
sima. Sono sangue nostro, sono fratelli no-
stri coloro che noi vediamo tutti i giorni
avviarsi a quelle terre lontane, vittime so-
vente di indegni speculatori, abbandonati
spesse volte su spiaggie alle quali non in-
tendevano di approdare e dove nulla tro-
vano di quanto si era innanzi alla loro
fantasia fatto brillare con la più lusinghiera
speranza .
Non vi è forza umana che riesca a fermar
queste turbe che per illusione o per ne-
cessità aspirano ad una nuova patria . Perciò
il Missionario deve precederli per aspet-
tarli dove ancora non sono, o raggiungerli
dove essi hanno incominciato a bagnare
col loro sudore e colle lagrime una terra
che fa loro desiderare la patria abban-
donata .
È perciò che D . Bosco ha incominciato
e non desisterà dallo estendere le sue Mis-
sioni fin dove potrà cogli aiuti dei suoi ge-
nerosi cooperatori . . Enormi sono le spese ,
i sacrifizi, i debiti . Chi può calcolare quanto
costi l'albergare, nutrire, educare per lunghi
anni centinaia di giovani apostoli? Quanto
i viaggi lunghissimi e le moltissime prov-
viste? Quanto l'erigere ospizi e accogliere
centinaia e migliaia di fanciulli in quelle
americane città in attesa solamente della
carità cristiana, che provveda giornalmente
il pane a coloro che la Provvidenza ci af-
fida? Quanto lo stabilirsi in mezzo ai de-
serti selvaggi ove tutto manca, tutto è da
farsi, chiese, case, ospizii, e dove a peso
d'orcnviepdrognicsae-
saria alla vita per sé e per gli altri? Dio
solo conosce le ansietà, le cure, le preoc-
cupazioni, le strettezze continue dei Missio-
narii e di chi li ha mandati.
Ma e con ciò dovremo scoraggiarci? Non
sia detto che diffidiamo della Provvidenza!
Tornare indietro? mai, perché la strada è
tracciata . Arrestarci anche per brevi istanti?
Ma come? Se al di là, sempre al di là degli
ultimi confini toccati dai Missionarii nostri
sorgono nuove tribù selvaggie, nuove mol-
titudini di Italiani e specialmente di fan-
ciulli abbandonati che invocano il nostro
soccorso?
Dunque avanti, con un soave conforto
nel cuore . Dice D. Bosco : - I Cooperatori
Salesiani risposero sempre con una gene-
rosità senza pari al mio appello, e son
certo che il loro aiuto non mi mancherà .
Grandissimo è il loro numero, e per poco
che faccia ciascheduno a vantaggio delle
Missioni si avrà un risultato sufficiente per
compiere le più grandi intraprese, a gloria
di Dio, a salvezza delle anime e a loro
glorificazione eterna nel Cielo .
MONS, CAGLIERO NEL CHILI.
Partenza di Monsignore dal Chilì . - il collegio di San
Giuseppe a Concezione.
D . Rabagliati con lettera del 22 Maggio così de-
scriveva la partenza di Mons . Cagliero dal Chili .
« Appena ebbi notizia di quella decisione partii
pel porto di Talcahuano ove doveva far sosta
il vapore che portava il nostro Vescovo e
con me venne pure il Sig . Vicario Dot . Don Do-
mingo B . Cruz . Col treno che arriva a Talcahuano
alla 1 e 1/2, doveva pure arrivare S.aMoSInlm
Blaitt e varii sacerdoti e cooperatori,chevolan
ancora una volta stringere la mano al Vescovo
Salesiano e raccomandargli per l' ultima volta
che volesse sempre bene alla loro patria e man-
dasse loro altri figli di D . Bosco . Ma il treno
soffrì un ritardo di 2 ore e Monsignor Cagliero
doveva trovarsi a bordo per le 4 . Quindi si
mandò un telegramma a Mons . Blaitt e comitiva,
pregandoli a non disagiarsi, perché forse non sa-
rebbero più arrivati in tempo .
» Tuttavia vennero varii Signori, che non ave-
vano potuto accompagnarci la mattina, fra i quali
l'intrinseco di Mons . Cagliero e dei Salesiani
D . Hesperidion Herrera .
» Finalmente alle 4 e 1/2 di sera eravamo tutti
a bordo, si augurò ancora una volta un felicissimo
viaggio a Monsignore e si ricevé l'ultima sua

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benedizione . Egli è partito pieno di entusiasmo
e di amore per questa terra Chilena, ove ebbe
generosa ospitalità e simpatie universali . Non vi
ha persona delle molte che lo avvicinarono e lo
trattarono che non l'ami e che non ne parli con
grande entusiasmo .
» Noi ripartimmo subito per Concezione. Erava-
mo al principio della novena di Maria Ausiliatrice
e abbiamo la più intima convinzione che questa
buona Madre, che tanto ama Monsignor Cagliero
e dal quale è tanto amata, lo accompagnerà sano
e salvo nel suo lungo e periglioso viaggio, fino
a lasciarlo fra le braccia dei confratelli di Monte-
video e poi di quelli di Buenos Aires .
» E adesso? Noi siamo qui sotto il manto del
nostro S. Giuseppe, in mezzo ai giovanetti Chileni .
Sulle prime ricevemmo ad occhi chiusi tutti
coloro che ci furono raccomandati, e solo ci rin-
cresce che già dobbiamo rispondere con negative,
perchè non abbiamo più posto, e le petizioni non
hanno fine . Sono tutti orfani accettati gratuita-
mente . Come li manterremo e vestiremo ? Non
lo sappiamo e rifuggiamo dal fare questo calcolo
perché ci spaventa . Ma vi è la Provvidenza, che
provvede a così buon prezzo ... !
» Il Collegio attuale non aveva posto che per
una ventina di alunni e ci siamo ristretti tanto
che abbiamo preparato il sito per 35 . Gli esterni,
che frequentano la nostra unica scuola elementare,
sono più di 50, ma arriveranno presto a 90 e
più . L'Oratorio festivo è poi cosa che incanta .
Il giorno dell'Ascensione non erano meno di 150
i ragazzi che giuocavano con noi ed assistevano
alle nostre funzioni, e speriamo che il loro nu-
mero aumenterà fino a 250, o 300, appena corra
la voce e si sappia quello che da noi si fa . Deo
gratias! Il cortile è vasto e possono benissimo
giuocare e saltellare anche tutti 300 senza in-
comodarsi .
» I nostri giovani sono tutti di buon cuore e
docili . Caro padre ! Se potessi condurglieli ai suoi
piedi affinchè li potesse benedire e dir loro qualche
parola, come sarebbero contenti . Tutti mi chia-
mano : - Quando verrà il padre D . Bosco a farci
una visita?
» Che cosa debbo loro rispondere?- Che amino
il Signore e così lo vedranno nel cielo ; che
preghino per lei, perchè è certo che Ella sempre
prega per i suoi figli del Chilì .
» E i giovani della scuola esterna e gli alunni
dell'Ospizio le hanno indirizzate due lettere d'au-
gurio pel suo giorno onomastico, colle firme di
tutti quelli che sapevano scrivere . Viva San
Giovanni! »
Monsignor Cagliero a Punta Arenas e a Montevideo . -
Lettera del Rev.mo Vicario Capitolare di Concezione .
Siamo al fine della nostra narrazione, e noi la
concluderemo colla lettera che Mons . Cagliero
scriveva a D . Bosco dallo stretto di Magellano .
« REV. E AMAN mO . PADRE .
La mia ultima lettera che le scrissi portava
la data di gennaio e partiva dal mezzo del de-
serto Patagonico . Dopo di allora non'ho più po-
tuto scriverle, perché mi mancarono le forze ed
il tempo! Ma altri le hanno scritto per me, ed
io ancora soffro per quello che il suo cuore pa-
terno avrà dovuto soffrire per causa mia, cioè per
la disgrazia succedutami nelle Cordigliere . . . .
La mia salute continua ad essere buona e quasi
non sento più le conseguenze della caduta, quan-
tunque il mantice sinistro alle volte non soffia
come soleva prima . I medici però consultati mi
assicurano non esservi stata lesione alcuna al
polmone .
Io e D . Fagnano siamo partiti il 15 maggio
da Valparaiso ; ci fermammo in tre porti ed il 24
giorno di Maria Ausiliatrice eravamo nella baja
di Punta Arenas . Questo giorno così solenne per
la nostra Pia Società, quanti bei ricordi suscitò
in noi pel luogo dove ci trovavamo! Quanti pre-
sagi si formarono nella nostra mente !
Desiderammo celebrare a terra la S . Messa e
parlare alla nostra futura popolazione, ma non ci
fu possibile, perchè di buon mattino il vapore
Magellan Liverpool doveva partire, onde gua-
dagnare il tempo perduto nei porti e nel vincere
una tormenta, che ci sorprese all'entrata dello
stretto e che ci fece ballare per bene .
Allora tutti e due corremmo a Torino e ce-
lebrammo in ispirito nella nostra invidiabile Chiesa
di Maria Ausiliatrice.
Ai primi di giugno arriveremo a Montevideo
dove ci fermeremo una settimana coi nostri bravi
fratelli Orientali. Passeremo quindi a Buenos
Aires e di qui a Patagones.
E perché non ci sorprenda il ritardo o la man-
canza di tempo per augurarle buona festa ono-
mastica pel giorno di S . Giovanni, qui io lo faccio,
desiderando alla Paternità vostra ogni benedizione
del cielo e tutte le consolazioni della terra . E
queste aumentino, crescano, per lei, per noi e
per la Congregazione sino alla fine dei secoli .
Amen .
Ci ami e ci benedica sempre ed ogni giorno,
perchè possiamo compiere santamente la nostra
missione in questi ultimi confini della terra e
perchè possiamo salvare la povera anima nostra .
Noi ogni giorno preghiamo per la sua con-
servazione, affinché possa vedere i figli dei figli,
fino alla quarta generazione .
Punta Arenas 24 maggio 1887 .
In G . C. affezionatissimo figlio
+ GIOVANNI Vescovo di Magido.
Il giorno 4 di giugno Monsignore arrivava
felicemente a Montevideo. Deo gratias et Mariae .
Quasi contemporaneamente alla soprariferita
lettera, D . Bosco riceveva un altro caro foglio
scritto dai Rev .mo Vicario Capitolare di Con-
cezione.
« Concezione del Chilì 30 aprile 1887.
» REV. E AMaTISSIMO SIGNORE .
Sieno rese infinite grazie a Dio Nostro
Signore e alla SS. Vergine Ausiliatrice per aver
potuto noi stabilire in questa città di Conce-
zione la Pia Società di S. Francesco di Sales .

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» Grazie rendo eziandio di tutto cuore alla S . V .
per essere stato il degno strumento di cui Iddio
si servì per concedere questo beneficio tanto
importante alla diocesi di Concezione .
» Ho avuta finalmente la grande consolazione
di accogliere l'Illmo . Monsignor Giovanni Cagliero,
i sacerdoti, i chierici, i confratelli che la S . V.
si è degnata di mandare . Tutto il popolo di questa
diocesi, come eziandio il clero e tutti i cattolici
del Chilì, giustamente celebrarono la venuta della
Congregazione Salesiana . Per mia parte ho già
preparata una casa abbastanza spaziosa, quan-
tunque non ancor finita, coll'aiuto di altre persone
e specialmente coll'aiuto del Sacerdote D . Espe-
ridion Herrera ; e l'abbiamo ceduta in proprietà
all'Illmo . Mons . Cagliero .
» La congregazione Salesiana già si pigliò cura
in questa città di 12 giovanetti poveri ricoverati
nell'Ospizio e fa gran bene a tutti i fedeli .
» Rinnovo alla S. V. i sensi della mia più pro-
fonda gratitudine, mi raccomando alle sue pre-
ghiere, come anche questa diocesi, e mi dico, ba-
ciandole la mano,
» Suo affezionatissimo servitore
DoMINGO B . CRuz Vicario Capitolare . »
Noi chiudiamo queste pagine con una riflessione .
Gesù Cristo si è umiliato, ha faticato, ha patito
ed è morto per salvare le anime . Cooperare alla
salute di queste è un'opera divina, e tale da
meritarsi dal Signore ogni più eletta benedizione .
Felice il Missionario che, logorando la sua vita
in mille stenti, alza gli occhi al cielo e pensa
Lassù vi sono molte anime che trionfano, perchè
io le ho redente dalla schiavitù del demonio . For-
tunato il Cooperatore Salesiano che può sog-
giungere : Se esse sono salve è pur mio il merito,
poiché ho dato i mezzi al Missionario per com-
piere la sua opera di redenzione!
LETTERA DA CARMEN.
M . R . SiG. DIRETTORE,
Il nostro buon Direttore e Vicario generale di
Mons . Cagliero, . D . Riccardi, m'incarica di dare
alla S . V. una notizia che per questi paraggi è
importante .
La notizia è che dopo un anno circa di lavoro
si poté il 25 di maggio p . p . inaugurare il nuovo
faro del Rio Negro alla foce del medesimo fiume .
Fu scelto detto giorno perché é la festa dell'in-
dipendenza Argentina ; e le Autorità con lodevole
pensiero ci pregarono di benedire il nuovo edi-
fizio e la lanterna che lo corona . Don Riccardi
occupato in varie cose non poté andarvi, e mandò
me a rappresentarlo e a compiere il sacro rito .
Alle 7 1/2 ant.del25magiocnutep
bellissimo, benché di autunno inoltrato, il vapo-
rino Limay della Squadra del Rio Negro pave-
sato a festa riceveva a bordo il Governatore del
territorio del Rio Negro, generale Wintter, le
Autorità civili e militari di Patagones e Viedma,
un centinaio circa d'invitati, proprietarii, com-
mercianti, impiegati, delle due sponde, e il sa-
cerdote sottoscritto coi chierici Aceto e De Ste-
fenelli. In due ore e mezza di placidissima navi-
gazione, regnando a bordo la più schietta allegria,
si giunse alla foce . Altri battelli pavesati aspetta-
vano colà il Limay e i suoi passeggieri, e sulla
destra sponda del fiume un buon numero di
cavalli e carri stavano preparati a trasportarli
sino al faro, distante un paio di leghe .
Il Governatore fece sedere il sacerdote alla
sua destra nella barca che ci recò a terra e nella
carrozza, e si mostrò sempre cortesissimo . Alle
undici si giunse al faro , candida e sveltissima
torre di nove metri d'altezza, sopra un grande
ottagono alto quattro metri, contenente parecchie
comode stanze . Per l'ora tarda e per l' appetito
aguzzato in tutti da quella passeggiata mattu-
tina, si cominciò dal banchetto, che sebben pre-
parato in un deserto e a tanta distanza dalla
cucina milanese, avrebbe soddisfatto il convitato
più schifiltoso . Il sacerdote sedette a tavola di-
rimpetto al Governatore .
Appena finito il pranzo, il Comandante della
Squadra signor Rivadavia mi domandò se non
avrei avuto difficoltà di procedere subito alla
benedizione . Vestii perciò il rocchetto e la stola
e mi avanzai fra i due chierici in cotta e mi
collocai sullo spianato dinanzi alla porta princi-
pale del faro . Dietro e intorno al prete si schie-
rarono le Autorità e gli spettatori , che si sco-
prirono rispettosamente . Allora, in mezzo al più
religioso silenzio, in faccia all'Oceano Atlantico,
che a trenta metri sotto di noi spingeva le onde
dell'alta marea contro la barranca che scende a
picco nel mare, coll'immenso deserto da ogni
lato , sotto gli sguardi maravigliati degli Indii
prigionieri, le cui braccia robuste avevano in-
nalzato quella torre, coll'artiglieria a pochi passi
che si preparava a salutare colle sue salve to-
nanti la dedicazione all'Altissimo di quel benefico
edifizio, avanguardia della civiltà nel deserto, mi
sentii commosso e pronunziai alcune fervide pa-
role che si possono riassumere in queste : Sur-
sum corda ! Gratias agamus Domino Deo no-
stro, e diedi la benedizione loci domus novae ,
novi ignis, non trovandone nel Rituale una par-
ticolare pel faro . Allora il Comandante della
Squadra con un breve discorso consegnò il faro
al Governatore, il quale rispose con felicitazioni
ed augurii alla prosperità della Repubblica, e
con queste belle parole : « Ed ora lasciamole
alla custodia e tutela della divina Provvidenza . . . »
Scoppiarono applausi ed evviva , brillò per la
prima volta la luce del faro al 42° parallelo au-
strale, e i cannoni con una salva di venti e un
colpo ne salutarono l'inaugurazione .
La comitiva intraprese subito la gita di ri-
torno per giungere in tempo ad inaugurar la
Biblioteca pubblica di Viedma, cerimonia fissata
per le 4 1/2 pom.delostgirn
Una Biblioteca pubblica in Patagonia ? Do-
manderà non senza stupore la S . V . Ed io Le
risponderò che lo stupore fu generale quando si

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conobbe questo pensiero del Governatore . Ma a
e le provvigioni della spedizione si componevano
lo hecho pecho, direbbero qui, e in Italia : Cosa
fatta capo ha . Certo questa Biblioteca avrà po-
chi lettori . Tuttavia l'intenzione è buona .
La cerimonia fu poco su, poco giù, come quella
del faro, eccettuando la Benedizione, il fervorino
e il banchetto . Si firmò da tutti i presenti il
verbale d'inaugurazione e ce n'andammo con Dio,
non senza aver io audacemente promesso al si-
gnor Governatore, che me ne richiese, la colle-
zione della nostra Biblioteca della Gioventù Ita-
liana per i nostri compatrioti di qui . Ora tocca
alla bontà e mediazione di V . S . a non farmi
mancar di parola . E non sarà un onore per la
gioventù italiana adagiarsi nella Biblioteca più
australe del mondo?
La saluto caramente, mi raccomando alle sue
orazioni, la prego di riverire il sig . D . Bosco e
gli altri Superiori e conchiudo in questo bel
mese di giugno con un : Viva il Sacro Cuor di
Gesù! Viva s . Giovanni! Viva D . Bosco
Di V . S .
di quaranta mule per il trasporto delle persone
e dei bagagli, di cinquanta pecore e di generi
alimentari disseccati ed in conserva, bastevoli per
sei mesi .
Si levò l'àncora da Patagones il giorno 12 no-
vembre . Nella notte toccammo il porto di Golfo
Nuovo, di dove si diparte la ferrovia tendente
al Chubut : quello di Santa Croce, dove potei
visitare i reverendi nostri confratelli, don Angelo
Savio e don Giuseppe M . Beauvoir, e quello
di Gallegos, specialmente rimarchevole perché ,
nelle massime cresciute, la sua marea si eleva
persino all'altezza di 48 piedi sopra il pelo or-
dinario delle acque . Il 21 giungemmo felicemente
a Baia di S . Sebastiano, all'Est della Terra del
Fuoco . Giusta le indicazioni della carta idrogra-
fica di Fitzoroy , si effettuò lo sbarco al lato
Sud-Est della baia , dove una piccola cascata
d'acqua precipitando in mare dall'altezza della
sponda, sembrava quasi invitarci a guadagnar la
riva.
Carmen de Patagones, 14 giugno 1887.
Difficoltà dello sbarco . - Fuga e ricuperazione delle
Rev .mo aff.mo confr
mule. - Ansietà. - Apparizione d'un europeo .
Sac. ANGELO G . PiccoNO .
Primo a sbarcare fu il capitano Giuseppe
Marzano con 12 soldati e sei mule. Tutti i pas-
seggieri assistevano con curiosità non scevra
d'inquietudine il loro sbarco in mezzo al mare
ESPLORAZIONE DELLA TERRA DEL FUOCO
agitato della baia, il cui fondo, formato d'un'ampia
secca , anche nel periodo del massimo flusso
(da 18 a 21 piedi d'altezza), non permette alle
D . Fagnano Giuseppe .
navi miglior punto d'approdo che ad una distanza
minima di tre miglia da terra ; mentre le imbar-
Buenos-Ayres, 3 marzo 1887 . cazioni più leggiere possono avvicinarvisi fino a
M . REV. SIG. DIRETTORE,
120 metri. Il decrescimento poi della marea si
produce con massima violenza, causando uno spa-
Incomincio oggi ad inviarle le prime notizie ventevole fracasso . Egli è perciò che il capitano
concernenti la spedizione alla Terra del Fuoco . ed i suoi uomini, che scesero primi dalla nave
Ella saprà condonare le imperfezioni dello stile cogli animali, dovettero calarsi in acqua circa
nelle quali potrò incorrere scrivendo, conscia un miglio distante dalla sponda, cosa questa che
com'è delle gravi difficoltà che in ciò fare sempre
si incontrano nei viaggi . e specialmente in un
viaggio come il nostro . Procurerò tuttavia di
mantenermi il più possibilmente esatto, special-
diedo luogo ad un incidente molto comico . Nel
saltare nell'acqua le mule si erano disciolte dalle
loro cavezze, e siccome dei nove giorni dacchè
trovavansi imbarcate avevano passati gli ultimi
mente nelle indicazioni geografiche, nei numeri
e nelle date .
1°. Preparativi per la partenza. - Patagones, S . Croce,
Golfo Nuovo . - Arrivo alla Terra del Fuoco .
due senza bere e senza mangiare, così, morte
di fame e di sete , anzichè dirigersi al punto.
dove dovevano guadagnar la costa, lanciaronsi
a tutta corsa verso l'Ovest in cerca della pia-
nura . Immagini Ella il sussulto, il terrore del
Come Ella non ignora, il 31 ottobre salimmo capo-spedizione, quando, dal barco, vide scompa-
a bordo del Villarino, piroscafo che il dì stesso rire le prime mule e pensò che le stesse ca-
doveva salpar da Buenos Aires diretto per la Pa- drebbero senza dubbio nelle mani degli Indiani,
tagonia, dove avea da imbarcar le pecore viventi, e che per tal modo verrebbero a difettargli i
le carni crude preparate, le mule da trasporto, nonchè mezzi di trasporto ! Per fortuna una di esse,
i 25 uomini di scorta alla spedizione, comandati bene assicurata alla barca, non potè fuggire, e,
dal capitano signor Giuseppe Marzano . Il giorno giunta a terra, fu insellata ed inforcata da un
3 novembre giungemmo pertanto a Patagones, soldato il quale, per suo mezzo, potè dar la
dove ci soffermammo otto dì in attesa della preac- caccia alle rimanenti . Noi, da bordo, assiste-
cennata scorta e nel fare gli ultimi preparativi . vamo a tale avvicendarsi di cose con una vera
La spedizione veniva a comporsi : del signor ansietà, molto dubbiosi dell'esito che poteva sor-
Lista , ufficiale maggiore del Ministero della tirne . V'era, per esempio, chi si limitava a pre-
guerra ; del dottore don Polidoro Segers, chirurgo sagire la perdita dello mule , mentre tal altro,
dell'armata nazionale ; di 25 militari e di colui più pessimista, lamentando che un unico soldato
che ha il bene di vergarle queste righe . Il traino avesse mosso a rintracciarle, se lo figurava già

1.8 Page 8

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preda certa e fors'anco divorato dai selvaggi .
Giunse infine di ritorno la lancia a vapore ri-
morchiando il canotto, e coloro che si trovavano
ancora sulla nave si disposero a scendere col
capo-spedizione, per avvisare insieme al modo di
ricuperare le bestie da soma o di difendersi da
possibili attacchi degli Indiani, quando costoro
avessero ardito avvicinarsi . Quando ebbero però
toccato terra, videro con lieta sorpresa il soldato
Manuel Arce, il quale ritornava colle mule fug-
gitive che, seguendo la costa , si erano allonta-
nate più di tre miglia dall'ultima collina a Sud-
Est della Baia .
Riferì questi di avere incontrato un uomo a
cavallo diretto al Nord, il quale , anziché d'un
Indiano, aveva tutta l'apparenza d'un Cristiano .
Si suppose pìù tardi potersi trattare di qualcuno
degli esploratori componenti la spedizione Poper .
Si sperava frattanto di poter operare tutto lo
scarico del vapore nel giorno seguente , ma tali
speranze vennero deluse dalla fortissima mareg-
giata che flagellò la baia .
3 ° Trasporto a terra delle munizioni e dei viveri . Un
colpo di pistola e il timore degli indiani .
Il comandante Spurr, temendo potessero difet-
tare i viveri agli sbarcati, inviò loro due sacchi
di galletta e due di carne cruda in conserva per
mezzo di una barca che, sebbene tratta da sei
robusti marinai, poté soltanto toccar riva col su-
perare molte e gravissime difficoltà .
Al ritorno di costoro a bordo, il sig . Lista fece
rimettere al comandante un biglietto , nel quale
era detto : Gli Indiani mi circondano d'ogni
banda, speditemi viveri.
Il giorno dopo, cioè il 23 novembre, poteronsi
sbarcare finalmente le pecore, le rimanenti tren-
taquattro mule ed il bagaglio . Scendemmo pur da
bordo io ed il dottore Polidoro Segers , ambi-
due però costretti a calare in acqua ed a gua-
darne non poca prima di approdare. La maggior
fatica che ci aspettasse fu quella di trasportare
il carico fino alla riva e di là al luogo del no-
stro accampamento . Tutti i soldati, scalzi ed in
camicia, si avvicinavano alla barca a ricevere
ciascuno la sua porzione di bagagli e di provvi-
gioni, mentre la marea decresceva con somma
violenza, costringendo i marinai a sforzi straor-
dinari per impedire l' arenamento del piccolo
legno .
Sbarcate le pecore, prima cura fu quella di
farle salire sopra una specie d'altipiano , prov-
visto d'un pascolo abbondante e di buonissima
acqua. Ed affinché non potessero allontanarsi an-
che senza custodia, furono loro, al pari che alle
mule, legate la gambe, sicché i soldati ri-
masti completamente liberi, tutti poterono atten-
dere alla preaccennata operazione . Non è facil
cosa immaginare la fatica e la pazienza che oc-
corsero per trasportare sulle spalle e per oltre
un miglio così grande quantità di colli e nel ri-
stretto periodo di tempo in cui lo si doveva fare,
se non si voleva che la marea ce li portasse via
o li distruggesse, come infatti avvenne di alcuni .
Al cader della notte si fece udire un colpo di
révolver ed una voce che mi chiamava per nome :
corsi a riconoscere di che si trattasse e mi in-
contrai nel capo-spedizione che mi disse aver
veduto Indiani che si avvicinavano all'accampa-
mento . Scorgendo l'urgente necessità di riporre
in luogo ben sicuro ed asciutto i viveri sbarca-
tici dalle lancie del Villarino, mi offrii al signor
Lista per custodire il nostro bivacco, assicuran-
dolo che avrei in ciò impiegato ogni maggior
diligenza . Accettato il partito , quale movimento
non si vide subito in ogni parte! Gli uni corre-
vano trasportando casse, altri le traevano loro
di mano, questi le aprivano per ridurle a minor
peso, mentre talun altro attendeva a riceverle ed
a disporle convenientemente . Il signor Lista di-
rigeva ogni cosa, intanto che il capitano Marzano
coll'energia e coll'attività sue proprie dava ga-
gliardo impulso a' suoi soldati . Di quando in
quando questi ultimi si avvicinavano al fuoco per
ristorarsi con qualche bevanda e per riscaldarsi
un tantino, essendo la notte piuttosto fredda : tale
e tanto era l'avvicendarsi che pareva un vero fini-
mondo . Al sorgere dell' alba i lavori erano fi-
nalmente condotti a termine, ed i soldati, vinti
dalla stanchezza, quasi digiuni pel gran lavoro
che avevali impediti di mangiare durante il
giorno precedente , poterono finalmente pren-
dere un poco di riposo , gettandosi a dormire
sulle bardature dei proprii cavalli .
4° L' accampamento. - Una bella valletta. - Il missio-
nario prepara I' altare per celebrare la prima messa
sulla Terra del Fuoco.
Gli Indiani non si fecero vedere e ci lascia-
rono in perfetta pace, la quale però fu rotta alle
10 antimeridiane dalla battuta della sveglia, che
ritornò dovunque la più viva aminazione . S'in-
nalzarono le tende, si accesero i fuochi, si posero
ad asciugare gli indumenti bagnati, si ispeziona-
rono e rimisero in ordine le cavalcature e si pre-
parò il pranzo . Era questa la prima volta che i
membri della spedizione si trovavano riuniti
sopra la terra che dovevano esplorare . L' ac-
campamento era stato eretto nell'ultima valli-
cella al Sud-Ovest della Baia, ai piedi di un'a-
mena collinetta . Un limpido ruscello nascente ad
un centinaio di metri di distanza divide in mezzo
il breve piano, e dopo avere irrigato il suolo
coperto di vegetazione esuberante, corre mormo-
rando a perdersi nell'Oceano. Il sito era stato
assai ben scelto, sia perché al riparo dei venti ,
sia perchè ottimo punto strategico in caso di
attacco per parte degli indigeni . Per ordine
del capo-spedizione si distribuì ai soldati una co-
perta da campo, un poncho ed un paio di calzoni
in più, coi quali effetti potessero meglio difen-
dersi dalla inclemenza della stagione : e si diede
mano ad innalzare uno steccato per rinchiudervi
le pecore . A quest'uso ci servì assai bene un ar-
busto detto m ata-negra, unica pianta di qualche
consistenza che s'incontri da Baia S . Sebastiano
al Nord del Capo Pegnas e di cui ci servimmo
pure vantaggiosamente come combustibile .
Mentre i soldati attendevano all'ordinata ere-
zione del campo, io mi industriai a comporre

1.9 Page 9

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l'altare portatile onde celebrarvi sopra la Santa
Messa, ed attirare così la benedizione del Cielo
sulla incipiente Missione .
5° Un gran fuoco in lontananza . - Una ricognizione. -
Gli Indiani inseguiti dagli Argentini . - Combattimento .
- Un uffiziale ferito . - Strage degli Indiani .
Al cadere della notte apparve un gran fuoco
verso la sponda Nord, che ci fece avvertiti
della presenza degli Indiani in quei paraggi. Al-
l'alba del 25, il capo-spedizione , scortato da
15 soldati, volle fare una ricognizione ad Ovest
verso mezzogiorno s'incontrò in una trentina
d'Indiani, dieci o dodici uomini ed il resto donne
e fanciulli, i quali , allo scorgerlo col suo drap-
pello, si diedero a fuga precipitosa, abbandonando
le povere loro capanne . Alcuni soldati li insegui-
rono e giunsero a tagliar loro ogni ritirata, co-
sicché, vistisi chiusi da ogni parte, corsero a na-
scondersi fra la mata-negra, dove ben presto
furono circondati dai soldati , i quali fermaronsi
ad una certa distanza in attesa degli ordini del
loro superiore . Questi cercò farsi comprendere
dai poveri selvaggi coi segnali più eloquenti, in-
vitandoli ad arrendersi, offrendo loro anche carne
e galletta . Sembra però che nulla comprendes-
sero della sua mimica amichevole, poiché, invece
di rispondere, scagliarono le loro freccie contro
i militari, senza però arrecar loro danno di sorta .
Dopo più di mezz' ora di vani tentativi e dopo
avere inutilmente loro intimata la resa , il capo
ordinò di sloggiarli dai loro nascondigli, ed a tal
uopo s'incominciò a far fuoco dovunque apparisse
una pelle di guanaco . Ogni detonazione era se-
guita da un grido degli Indiani , fra le cui voci
distinguevasene una che, tutte dominandole, sem-
brava informarsi a tutte le intonazioni della
sfida . Ciò indusse il comandante ad ordinare una
carica alla sciabola, nella speranza di poterli così
prender tutti con minore spargimento di sangue .
Mosse innanzi l'intrepido capitano Giuseppe Marzano
e slanciossi verso la mata-negra di dove continuava
ad uscire quella voce che sembrava provocare .
Giunto però a brevissima distanza dal nemico in-
visibile, fu colpito alla tempia sinistra da una
freccia di legno, e cadde al suolo privo di sensi,
perdendo sangue dalla ferita . A questo punto non
fu più possibile contenere l'animosità dei soldati,
anelanti di vendicare la ferita del valoroso loro
capitano ; si gettarono essi rabbiosamente contro
gli Indiani e tanti ne uccisero quanti osarono
ancora opporre resistenza . Fecero 13 prigio-
nieri, compresi due bambinelli . Riuscirono a scap-
par loro, fuggendo come cerbiatti, e sebbene feriti
ed inseguiti a fucilate , due soli uomini che
troppo s'internarono perché fosse loro prudente
il seguirli .
Il capo-spedizione aveva mandato all'accampa-
mento pel rinforzo di sei uomini, e quando questi
furono partiti, ci trovammo ad esser quivi soli
il dottore ed io con tre soldati .
Ritorno della spedizione all'accampamento . - Cure ai
prigionieri feriti . - Scene strazianti .
Alle 5 1/2 vedemmo da lungi ritornare il drap-
pello maggiore traendo seco, sulle proprie caval-
cature, alcuni ragazzini ; ed alle 6 pomeridiane fu
anche di ritorno il capitano con la testa tutta
sanguinolente, seguito da tre donne ferite e da
sei altri ragazzi della Terra del Fuoco . Si pro-
trasse allora una scena assai commovente ed
assai triste . Quei poveri feriti, male ricoperti e
tormentati dal male, emettevano grida così dolo-
rose che spezzavano il cuore .
Il dottore si pose subito a medicare le ferite .
Impiegò più di mezz'ora ad estrarre la punta
d'una freccia lignea dalla tempia del capitano ,
freccia che aveagli prodotta una ferita di sette
centimetri di larghezza, perforando il cappello e
la fodera di esso e conficcandosi parallelamente
nel parietale sinistro. Mentre egli cuciva questa
ferita, io mi occupai a distribuir abiti alle indi-
geni, mentre si lavavano e preparavano le loro
ferite per una cura conveniente . Le simultanee
operazioni durarono fino alle 9 della sera ; ed
allora quali scene, mio Dio, quali scene ; Le donne
indiane piangevano e cercavano ogni mezzo di
scappar via ; piangevano i ragazzi, e, per quanto
si volesse persuaderneli, né volevano mangiare,
né, tanto meno , ridursi sotto la tenda loro ap-
prestata .
Fu pertanto giuocoforza lasciarli al di fuori
sulla nuda terra, dove, continuarono tutta la notte
ad emettere grida strazianti .
Allo scopo di premunirci contro ogni sorpresa
della loro gente, furono disposte sentinelle tutto
all'intorno dell'accampamento, ed i soldati ebbero
preavviso di tenersi pronti pel primo grido d'al-
larme . Nulla segui però d'anormale, per cui nel
giorno seguente s'attese soltanto a distribuire i vi-
veri alla scorta, a ripulire le armi, allo ispezio-
nare le cavalcature, in una parola ai preparativi
più indispensabili per mettersi in marcia , non
senza speranza di veder quanto prima comparire
qualcuna delle navi che dovevano seguire la spedi-
zione costeggiando . E allo scopo, di far segnali
alle navi issossi una bandiera argentina e, durante
la sopravvenuta notte, s'accese un gran fuoco
sul punto più elevato della collina, alle cui
falde giaceva il nostro bivacco .
7 .° Indole mansueta degli Indiani . - Un medico carita-
tevole .
Gli Indiani finora incontrati sembrano svelare
un carattere dolce e mansueto : vestono pelli di
guanaco . Portano arco e freccie ; vivono della
caccia d'uccelletti, di carne di guanaco, di pesci
che la marea, ritirandosi, abbandona sulla spiag-
gia, e di molluschi, che trovano abbondanti fra
le scogliere.
Sono poi specialmente ghiotti del tucu-tucu ,
sorta di sorci che sorprendono ed acchiappano
abilmente sull'orificio delle tane loro e della ci-
coria selvatica che mangiano cruda in un colla
radice, non sempre ben purgata dalla terra che
seco porta nella sua estrazione .
Dormono entro certe loro capanne formate di
palizzate e rivestite di pelli di guanaco ove si
possono appena riparare dal vento .
In principio i prigionieri non volevano mangiare
né gallette, né confetti, né carne in conserva ; ag-

1.10 Page 10

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gradirono però quest'ultima se cruda o se ab-
brustolita da loro stessi.
Il dottor Segers adoperavasi con somma cura
a guarire gli infermi ; ma spesso gli sfuggivano
lagnanze pel mal procedere dei soldati i quali
avevano commesso tanto inutili barbarie contro
creature inermi e seminude , fuggenti da essi e
che nulla avevano tentato contro la spedizione .
8 .° L'arrivo di una seconda nave . - La missione privata
del sacrificio della messa . - Aspetto di quella terra .
Il mattino del 27 comparve finalmente il cutter
Bahia Blancache presto diede fondo a tre mi-
glia dalla costa . Ne sbarcarono il comandante
Basualdo e tre marinai che ci vennero a raggiun-
gere . Il signor Lista fece imbarcare sul loro
cutter cinque indiane con due bambini lattanti ;
tutti gli effetti ed i ninnoli che avevo portato
meco per regalarne i poveri selvaggi ; la cassa
di legno contenente l'altare portatile nonché la
mia valigia con tutto il' mio corredo, di maniera
che io mi rimasi col semplice abito che indos-
savo, più una camicia, pochi libri, un rocchetto
e la stola per l'amministrazione dei Sacramenti .
Con mio sommo dolore m'avvidi allora che ap-
pena appena avrei per lo innanzi potuto vivere
da cristiano, recitare il breviario e poco o nulla
di bene operare a pro degli Indiani . Infatti che
cosa proteva produrre una missione che inco-
minciava col terrore e col sangue e che rima-
neva priva del mezzo più potente di propizia-
zione e d'intercessione, la s . Messa! Qual con-
forto poteva ancor rimanere al Missionario? Mi
ritirai nella mia tenda, mi raccomandai al Si-
gnore, piansi e rimasi molto addolorato per tutto
il giorno . Ma pazienza; finii col rassegnarmi, non
potendosi altrimenti .
Alle 3 pomeridiane ascesi, passeggiando , la
vetta della collina Est ; provai sommo diletto nel
contemplare la bellezza della baia , delle colli-
nette e delle graziose vallette circostanti tap-
pezzate di belle erbette, abbondanti di fresche
acque, e, di tratto in tratto, ricoperte da estesi
prunai di mata-negra. Leggiadri augellini veni-
vano a raccogliere il volo delle loro lievi e va-
riopinte alette distante una ventina di passi da
me, e si davano piacevolmente a beccare le bric-
ciole di pane che venivo loro gettando . Mane e
sera essi rallegravano molto il nostro attenda-
mento col loro ignoto e soave gorgheggiare . Oh
quanto desidererei di essere qui attorniato da Sa-
lesiani e da confratelli per imprendere con esso
loro di conserva la rigenerazione e la conver-
sione di questi infelici abitanti ! Io credo che co-
storo abbiano indole molto buona , e che, se si
sono battuti colla nostra scorta , sianvi stati co-
stretti in difesa di sé, dei loro figli e delle mo-
gli loro .
9 ° Una passeggiata . - Un temporale . - Ritorno all' ac-
campamento .
Il giorno 28 chiesi ed ottenni il permesso di
fare una passeggiata a cavallo per meglio abi-
tuarmi alla marcia che presto si doveva intra-
prendere . Alle 12 meridiane pertanto, vale a dire
dopo il primo rancio, mi diressi verso la costa
in compagnia del signor Segers per vedere se
ci fosse dato rintracciare qualche pesce in quella
parte della baia . Trovammo in effetto alcuni re-
sti di balena e di altri grossi pesci, nonché al-
cuni piccoli cetacei : parecchie traccie di zampa
di cavallo impresse nel suolo ci svelarono il pas-
saggio per di là di qualche ignoto cavaliere .
Troppo cammino ci rimaneva ancora da per-
correre prima di toccare la costa Nord perché
dovessimo continuare per raggiungerla : vol-
gemmo quindi indietro , unendoci di poi al ser-
gente Rozas e ad un soldato che andavano cac-
ciando .
Dopo un breve riposo ci assalse il desiderio
di raggiungere la vetta di una montagna che si
innalza a Sud-Est della baia . Detto, fatto : inco-
minciammo ad inerpicarci lungo i suoi fianchi,
e, man mano che ascendevamo, cresceva la no-
stra meraviglia per la rigogliosa vegetazione che
colpiva i nostri sguardi fino all' altezza di circa
1200 piedi.
Fra le vette delle alture che incoronano l'al-
tipiano da noi raggiunto , scorgemmo un bellis-
simo lago sulle cui acque abbondavano anitre
selvatiche, gagliarite (specie di galline selvatiche
proprie del paese) e molti e svariati altri uccelli
da caccia .
Fummo di repente sorpresi da un grosso tem-
porale, e la grandine cominciò a rovesciarsi con
tanta furia, da costringerci ad un vigoroso trotto
delle nostre cavalcature per raggiungere presto
l'accampamento . V'arrivammo abbastanza tardi
ed abbastanza fradici sicché grondavamo acqua
per ogni parte . Il capo-spedizione ne fu alcun poco
sconteo,inbedoci maipùerloinazi
avventurarci così soli e così lontano . Così tras-
corse la giornata ; giornata di preparativi per
la marcia che si doveva intraprendere la mat-
tina successiva . Il comandante Basualdo ri-
torna a bordo della Baia Blancaesi offre cor-
tesemente di portare la nostra corrispondenza a
porto Gallegos .
Saluta la S . V . l' aff.mo in G. C .
Sac . FAGNANO GIUSEPPE
Pref. Apost . M.
Grazia di Maria SS . Ausiliatrice .
Las Piedras, 26 maggio 1887.
AMAT .MO E REV. PADRE,
Sento un dolce e forte dovere di darle notizia
di una grazia che Maria SS . ha concesso, per-
ché ella avendone occasione la faccia conoscere
anche costì, affinché sempre più si riconosca la
grande efficacia delle medaglie di Maria Ausilia-
trice e se ne faccia uso con gran confidenza .
Il giorno 22 maggio vennero di buon mattino
due uomini in parrocchia a chiamar un sacerdote

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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per un'inferma . Essendo fuori il Curato, impedito
il Direttore e non trovandosi in casa altro sa-
cerdote che potesse cavalcare, venne a me affi-
dato l' incarico . Cantata la messa parrocchiale,
che terminò alle 11 1/2, dopo un breve ringra-
ziamento e un po' di colazione ci ponemmo in
cammino . Si fecero di galoppo i 10 chilometri e
finalmente si giunse al rancho.
Lungo il cammino mi avvisarono che l'inferma
dopo aver passati bene i suoi anni giovanili, e -
rasi da alcun tempo data a una vita alquanto
scostumata, e che mi avevano chiamato all'insa-
puta dell'inferma, non volendo essa neppur con-
fessarsi in quel pericolo di morte .
Lo stesso mi ripeté la donna che assisteva
l'ammalata, ed io pur troppo ebbi ad accertarmi
della verità, perchè appena mi vide entrare si
pose a gridare : « Non voglio il Padre, non vo-
glio vederlo, non voglio confessarmi, » e si voltò
dall'altro lato, coprendosi persino la faccia colle
lenzuola . A nulla valsero le nostre parole, vede-
vamo essere inutile ogni tentativo, e già mi di-
sponeva a ritirarmi afflitto . Non voleva neppur
ascoltarmi, e smaniava sempre stringendo le len-
zuola coi denti .
Che fare? la malattia era troppo pericolosa.
La raccomandai alla SS . Vergine e con un filo
cercai di sospendere una medaglia al collo del-
l'inferma voltata colla faccia dall' altro lato . Lo
crederebbe, amatissimo D . Bosco? non le aveva
ancor posto la medaglia, che l'ammalata dà una
forte scossa , un fremito e si volta in fretta : io
teneva la medaglia in mano e « baci, almeno,
le dissi, la medaglia della Madonna . »
La baciò, e poi ad un tratto « Padre, se mi
confesso , il Signore mi perdona ancora i miei
gravi peccati? »
Si può immaginare come rimasi a quell' ina-
spettate parole, così repentinamente opposte alle
tante altre dette prima, e se non l'animai a confi-
dare nell'infinita misericordia di Dio : « Ebbene,
voglio confessarmi, ella disse ; mi aiuti, Padre,
sono tanti anni che non mi confesso più! »
Uscite le persone dalla camera, la preparai e
si confessò . Non mai udii a ripetere l'atto di con-
trizione con tanto dolore : baciava e ribaciava la
medaglia, che teneva sempre in mano : postole
un Crocifisso davanti, esclamava : « Quanto è
buono il Signore ! e calde lacrime le calavano
dagli occhi ; bagnando il Crocifisso e la mia mano
tremante, che glielo presentava . Le amministrai
con suo gran contento l'Estrema Unzione, e poi
a voce elevata : « Padre, il Signore vorrà ancora
farmi la grazia di venirmi a visitare per mezzo
del S . Viatico? » Assicuratala che anche quella
grazia le avrebbe fatto il Signore e che io me-
desimo Lo avrei portato all' indomani, non per-
mettendolo più l'ora già tarda e la grande lon-
tananza, mi ringraziò . All' indomani essendo ve-
nuti 9 uomini a cavallo per accompagnar il santo
Viatico e portar il necessario , stretta bene al
seno la s . Pisside e coperto di una larga moz-
zetta di seta rossa, rimontai il cavallo e in due
ore fummo al letto dell' inferma . Dettole alcune
parole di preparazione , mi raccomandò di invi-
tare tutta la gente a pregar per essa . Ricevette
colla maggior divozione possibile il s . Viatico,
ripetendo sovente giaculatorie . Mi dissero coloro
chel'asitvnochempravltode
suograndeircveilSgnor,che
aspettava con ansia il giorno e che nel medesimo
sonno parlava col Signore .
Le diedi pure la benedizione papale e le posi
in mano un crocifisso , che per molti motivi mi
era caro ; quando terminai e volli riprenderlo :
« Padre, mi disse, non me lo tolga, me lo lasci
perchè possa meditare e pregar un poco Chi tanto
mi amò . »
Dovetti lasciarglielo ; ero intenerito alle lacrime ;
i circostanti non sapevano spiegare questo cam-
biamento, piangevano e si diceva : che grazia le
ha fatto il Signore e la SS . Vergine . Morì poi
il giorno seguente, festa di Maria SS . Ausilia-
trice, e io sono sicuro che Maria, la quale le
aveva fatto la grazia grande della conversione,
l'avrà pur presa con sè a far festa, qual nuova
prova di quanto Ella sia nostro potente Aiuto .
Oh se il mondo conoscesse l' amor di Maria
per noi e corrispondesse al suo amore . Preghi,
amatissimo Padre, perchè cresca sempre più in
me l'amore e la confidenza verso la nostra cele-
ste Patrona, la faccia amare e così anche possa
rendere più fruttuoso il mio ministero .
Mons . Cagliero che in questi giorni è in mezzo
di noi, avendo saputo di questa grazia , mi rac-
comandò di dar la presente relazione .
Mi benedica e mi creda sempre
Suo affamo in G . C.
Sac . G ASTALDI SEBASTIANO .
PASSEGGIATE .
CAPO V.
La fontana dello zolfo - La tomba di Savio
Domenico - Si ritorna a Torino - A But-
tigliera e poi ad Anderzeno - Separazione
- La fruttiera - A Torino - Ringrazia-
mento .
Fu argomento di una piccola passeggiata, la
famosa fontana del zolfo. Molte sono le sor-
genti di tali acque, che si trovano pel Monferrato,
ma forse quella, che meriterebbe di più l'onore
di una bella relazione e pubblicità, crediamo che
sia appunto quella che si trova a Castelnuovo .
Se essa fosse in altri paesi, dove fossero meno
altre risorse, io credo, che cercherebbero di far-
nela conoscere ai quattro venti, come quella che
potrebbe recare la salute a tanti mali che afflig-
gono la povera umanità . Bisogna dire , che Ca-
stelnuovo d'Asti ripone la sua salute e corporale
e finanziaria nel vino , che suol raccogliere da-
gli immensi e ben coltivati vigneti, perchè , se
non è proprio da lamentarsi che abbia trascu-
rata quella fontana, non ci parve la tenesse in
quel conto che si meritava. Ora fu introdotto

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un po' di miglioramento, ma dapprima era in un
completo abbandono . Certamente che la prima
volta, che siamo capitati là, dopo aver sentiti gli
elogi senza misura che si facevano di quell'acqua,
noi ci credemmo burlati . Quando cominciammo
a sentire in lontananza il forte odor di zolfo ,
che si spandeva d'attorno, e maggiormente quando,
senza pensarci su più che tanto, accostammo al
labbro il bicchiere che avevamo lentamente riem-
pito, ci credemmo proprio avvelenati . L' orrore
provato fu pari al disinganno ; e gettando tazza
ed acqua per terra , cercavamo di purificarci la
bocca, nettandocela in tutti i modi .
» Oh che orrore!
» Oh che barbarie !
» Burlarsi così della gente!
» Non avete che di quest'acqua?
» E questa l'acqua miracolosa?
Queste esclamazioni erano su per giù ripetute
da quanti gustavano la fetida acqua ; e più vive,
mordaci ed anche spiritose da quelli che veni-
vano dopo . Qualcuno però che conosceva di già
qual era il gusto, e quale poi il buon effetto di
quell'acqua solforosa, si accostava intrepidamente
alla sorgente, e, chiudendo gli occhi, giù in un
fiato . « Ecché? diceva a noi, quasi istupiditi per
la meraviglia ; ecchè? Chi disse mai che le me-
dicine debbano essere appetitose? E quest'acqua
è una vera e potente medicina, per chi trova
difficoltà di stomaco e per pienezza di sangue .»
Dopo uno, viene un altro, e senza interruzione
tre, quattro, dieci, e tutti a bere di quell'acqua,
che doveva avere effetti cotanto prodigiosi . Ve-
ramente eravamo meravigliati noi medesimi, di
essere omai indifferenti, e quasi amanti di quel
sapore di uovo stantio , che , a pensiero calmo ,
metteva quasi ribrezzo, eppure si beveva ora a
sorsi larghi e copiosi, come del liquore più pre-
libato .
Ci affezionammo tutti in breve a quest'acqua
che chiamavamo putrefatta, e poco alla volta chi
ne bevette cinque, chi dieci e chi fino quindici
bicchieri . Ed il Redi, che aveva avuto il coraggio
di far dire al suo Bacco in Toscana .
Chi l'acqua beve
Mai non riceve
Grazie da me!!!
credo, che avrebbe cambiato parere, se, come
medico che era, avesse assaggiato l'acqua mira-
colosa di Castelnuovo d'Asti . Non vi diciamo qual
effetto ci produsse, perché lo potete immaginare .
Ma fu certamente mirabile . E questa prima vi-
sita all'acqua del zolfo fu memorabile, e formò
il tema gradito dei nostri discorsi nelle varie vi-
cende capitate lungo le nostre vacanze autunnali .
Ultima scorreria di quest'anno fu la passeg-
giata a Mondonio, dove riposavano le benedette
spoglie del nostro esemplare amico Savio Dome-
nico . Era morto in quell'anno, e noi non ce la
sentivamo di ritornare a Torino, senza essere
andati a dire almeno una preghiera sulla sua
tomba. Anzi il nostro buon padre, pensando di
scriverne i cenni biografici a nostra comune edi-
ficazione, come poi fece, incaricò il nostro amico
Carlo Tomatis, che a quei di studiava pittura
all'Accademia Albertina, perché vedesse di rica-
vare, o a memoria o con l'aiuto di qualcuno dei
fratelli di Savio, le amabili sue sembianze . Lo fece
di fatto con intelligenza ed amore, sebbene noi non
vi vedessimo intieramente in quel suo lavoretto
l'amico soavissimo Savio Domenico . Mentre il buon
padre di lui, che vive tuttavia e ricorda con af-
fetto e con lacrime il figlio, ci voleva preparare
un po' di merenda, noi ci siamo, bisogna dire la
verità, precipitati sul modesto cimitero del paese
ove riposavano in pace le ossa dell'amico . Alcuni
di noi non ebbero neppure pazienza di aspettare
la chiave, che ne aprisse la porta, ma siccome il
muriccio di cinta era contermine con un piccolo
rialzo di terra, per di là, senza pur immaginare
di contravvenire a qualche legge o regolamento,
saltarono nel luogo sacro, e corsero ad inginoc-
chiarsi sulla povera tomba . Più d'uno di noi fu
visto colle lacrime agli occhi pregare colà , e
quasi richiamarsi alla mente quell'anima pia, che
ci fu compagno, collega, consigliere, amico bene-
fico per poco tempo all'Oratorio, e che ora si
sperava potesse continuare l'opera santa dal pa-
radiso . Avevamo portato da Torino una corona
di semprevivi con le parole ; A Savio Domenico,
allievo dell'Oratorio di S . Francesco di Sales
d i Torino, i suoi amici ! e ve la lasciammo ap-
pesa alla croce modesta, che ne copriva le spo-
glie. Chi sa se esiste ancora!
L'anno dopo di quella visita, un pio signore di
Genova, che aveva letto ed ammirato le virtù
del nostro giovane amico, e, in un grave cimento,
avendone implorato l'aiuto presso Dio , ne era
stato esaudito , fece collocare su quella tomba
una bella lastra di marmo con analoga inscri-
zione . Forse ben altre cose farà Dio per il pio
giovinetto, che brevi vivens tempore, fece sì mi-
rabili opere! Poi si pregò, e non si sarebbe ces-
sato di stare là sopra, se il tempo non fosse stato
appena bastante per arrivare a tempo in casa.
Nel ritorno noi ci sentivamo molto malinco-
nici, pensando alla rapida dipartita da questo
mondo del nostro amico : e nell'istesso tempo più
fervorosi, perché, ripetendoci i suoi atti virtuosi,
ci pareva di sentircene animati a ricopiarli in
noi, lasciati da Dio in questo povero mondo .
Dopo di aver parlato fra di noi di questo e di
quell'altro atto virtuoso, ci piacque imitarlo, col
fare, come era solito, intonare una lode ; che là
tra quelle valli ed a quell'ora produceva un senso
bellissimo .
Alla dimane si partiva per l'Oratorio, e biso-
gnava essere freschi, per assaltare la via, che do-
vevamo farci tutta a piedi con molto nostro gusto .
Dopo messa, in cui facevamo per solito la santa
Comunione, si sparecchiava la cappella , che po-
verina, non faceva più bella figura ; e, rimessi tutti
gli addobbi, per essere riportati a Torino, si chiu-
deva, e per un anno non la vedevamo più . Solo
nel mese di maggio , alcune anime divote sole-
vano ivi raccogliersi alle feste, per onorare la
Madonna, con l'offerta di qualche mazzo di fiori,
ed invocarla, perché benedicesse le campagne, e
non lasciasse rovinarle o dalla siccità o dalla
grandine . Noi poi, verso le nove e mezzo o le

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dieci, facevamo un po' di ristoro, e quindi con il
buono e carissimo padre ci restituivamo allegri
e contenti a Torino .
Dai Becchi si partì dunque verso le undici,
passando per Buttìgliera d'Asti, dove era parroco
allora, e, per benedizione di quel popolo c'è tut-
tavia, il cav . D. Vaccarino . Egli desiderava aver
sempre un giorno con sè D . Bosco ed i suoi figli,
epperciò era una stazione obbligatoria . Ma a But-
tigliera viveva la contessa Miglino, che aspettava
con molto piacere una visita di D . Bosco . Il suo
palazzo, il giardino, un ampio porticato, dove ac-
coglieva i bambini come per asilo d'infanzia, tutto
ella metteva a nostra disposizione . Colà eravamo
obbligati a far una piccola sosta . Ricordiamo le buo-
nissime castagne, che per la prima volta della sta-
gione, noi potevamo gustare . Ce n'erano a lesso,
ad arrosto, pelate e con la scorza, da contentare
tutte le voglie . Poi pane , cacio , salame se non
era venerdì, od un uovo duro, e quindi, ristorato
con qualche buon bicchiere di vino così lo sto-
maco, si metteva mano a fare un po' di ricrea-
zione .
Alla buona contessa piaceva la musica , e noi
avevamo sempre qualche cosetta per contentarla .
Fu là che per la prima volta fece comparsa Il
signor Demetrio, capo cuoco, con una bella schiera
di aiutanti, che formavano un magnifico coro . Fu
come il principio di quella operetta intitolata poi
a suo tempo Il poeta ed il filosofo, musicata
così bene dal nostro amato monsignor Cagliero .
Questa invece era poesia e musica del nostro
amico Carlo Tomatis , anima allora della nostra
ricreazione e poeta necessario della compagnia
comica . Quella poesia e quella musica ora noi
vorremmo sentire , far come rivivere in queste
carte, che ne riceverebbero pregio, ma vive sol-
tanto una piccolissima rimembranza nella me-
moria di qualcuno, ed il resto scomparve come
un'onda che passa . Come ce ne rincresce ! Pre-
gammo e pregammo l'amico tuttora vivente,
ma egli non se ne può più ricordare .
La nostra gita a Buttigliera doveva essere ra-
pida, perchè la notte non ci sorprendesse lontani
da Torino . Si partì verso le due o tre dopo mez-
zodì, e, piegando un poco a destra, ci portammo
verso Andezzeno . Colà D . Bosco era aspettato
dalla famiglia De-Maistre, che in quell'epoca vil-
leggiava in una casa di campagna, chiamata la
Fruttiera , forse per i molti e diligenti frutteti,
che vi si coltivavano con ingegno ed attenzione .
Un nostro amico, e specialmente il parroco di
quel paese , ci fecero riposare un poco , e poi
con pena e molte raccomandazioni ci separavamo
da D . Bosco, « Ma perchè ci abbandona? fu uno
che disse a D . Bosco, mentre noi saremmo così lieti
di accompagnarlo fino a casa? » « Perchè, perchè,
ci disse amorevolmente D . Bosco , perchè due
non son tre! Se potessi farne a meno, oh lo
farei volentieri! Chè il buon Dio mi ha mandato
per voi : ma appunto per questo io me ne devo
separare . »
« Oh! e perchè? » saltò fuori un altro, stu-
pito di quella ragione che non riusciva a ca-
pire . . . « Guardate,cidsealornifta
compiacenza il nostro buon padre ; qui vicino
abita un'ottima famiglia di benefattori dell'Ora-
torio . Essa mi promise qualche sussidio per voi,
ma pose la condizione, che io mo lo venissi a
prendere alla loro campagna . So che vi vogliono
bene, perché mi aiutano a sostenere le molte
spese, ed io devo contentarli. Voi intanto mi
precederete solo, perchè domani o dopo domani
sarò di nuovo con voi all' Oratorio . Fate buon
viaggio, ed il Signore vi accompagni . » « Ci
dia la benedizione ! gridò uno ; ci dia la bene-
dizione ! » gridammo a coro . E D. Bosco, molto
commosso da questo spontaneo atto di amorevo-
lezza e pietà, ci disse : « Sì, sì, vi benedico, e
lo faccio ben di cuore .» Noi ci inginocchiammo
per terra in sulla pubblica via, e prendemmo
così nel partire la benedizione .
Molte persone e dalle finestre delle case, e
sulla strada, accorse alla novità del nostro pas-
saggio, guardavano con meraviglia il nostro bel
quadro, che formavamo ai piedi di D . Bosco, e
si inginocchiarono con noi per essere benedetti .
Nella storia dell'Oratorio si dovrebbero scrivere
più pagine per narrare le benevolenze che la
famiglia illustre De-Maistre usò sempre verso
D . Bosco e verso i suoi figli . Ma qui non pos-
siamo dimenticare una bella circostanza . Alla
Fruttiera in quell'epoca viveva nella penitenza
e nella pietà la signorina Francesca Ottavia De-
Maistre, la cui vita e le cui rare virtù furono,
in questi ultimi dì passati, pubblicate dalla nostra
tipografia e scritte dall'aurea penna dell'Oblato
di Maria P . Gastaldi . La quale signorina Fran-
cesca era colà chiamata la Signora Santa, per la
divozione che praticava e per le generose sue
carità . Per aver un'idea del come apprezzava
D . Bosco, e si studiava di soccorrere le sue o-
pere, basta dire che ella poi, morendo nel 1862
a Beaumenil in Francia, si ricordò di lui, e pregò
sua zia, l'illustre duchessa Laval di Montmorency,
a passare per amor suo un sussidio annuo a Don
Bosco.
Questo è il bene pubblico che fece per il no-
stro Oratorio, ma dev'essere ben piccola cosa in
confronto di quello che faceva privatamente . Noi
ricordiamo d'averla veduta quella pia damigella
anche qui all'Oratorio, ed il suo contegno riser-
vato e modesto ci faceva assai impressione e
pietà. Il vederla poi con abiti ordinarissimi e di
casa, con una semplice cuffia nera in testa, ci
pareva piuttosto la serva e non la figlia del
conte De-Maistre . Questo è in breve l'abbozzo
della casa a cui si volgeva D . Bosco con qual-
cuno di noi.
Già, bisogna dirlo, D . Bosco fu sempre l'amico
di quell'avviso del Vae soli! e scelse perciò fra
noi qualcuno che lo accompagnasse anche in quel
castello . Noi sentivamo , se si vuole , un po' di
desiderio di essere i prescelti, ma nessuna in-
vidia per chi D . Bosco eleggeva, o malumore
contro la scelta . Facemmo i saluti cordiali , ba-
ciammo con riverente affetto la mano a D . Bosco
e poi, via verso Chieri, mentre egli con due dei
nostri si rivolgeva alla casa dei novelli suoi
ospiti. Or qui come faremo ? Dobbiamo parlare

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di D . Bosco, e lasciare la narrazione delle nostre
vicende, o dire di noi e lasciare, che D . Bosco,
vada dove lo conduce il bisogno e la riconoscenza?
Guarderemo di non dimenticare nessuno , e non
far dire la gente sul conto nostro .
D. Bosco non sapeva la via che conduceva alla
Fruttiera, e dovette passare alla parrocchia per
informarsene, e farsi anche guidare, qualora ne
fosse necessario . Egli poi per non portare inco-
modi al castello, ignorando se fosse o no ampio,
lasciò in parrocchia i due nostri compagni, e con
la scorta del buon pievano egli andò come an-
gelo desiderato in quel luogo . Appena si seppe
che si avvicinava D . Bosco, la pia famiglia venne
all'incontro , e ve lo condusse con i segni della
più alta cortesia e devozione . Sapendo poi che i
nostri due compagni erano rimasti ad Andezzeno,
mandarono subito a chiamarneli, per non sepa-
rare, com'essi dicevano, il padre da' suoi figli .
E fu allora che essi videro ed ammirarono lo
spirito di pietà che si respirava in quella fami-
glia virtuosa. C'era la Francesca, la Zaveria e
la Filomena ; la prima cioè e le due ultime fi-
glie, che vivevano con la mamma, mentre il si-
gnor conte con i due figli, conte Eugenio e Fran-
cesco, si trovavano allora a Borgo con la zia
duchessa di Montmorency.
Abbiamo voluto parlare a lungo di questa vi-
sita perchè tutte e tre quelle damigelle, od in
casa o tra le mura di un monastero, si solleva-
rono ad un altissimo grado di virtù . A quell'ora,
dopo una seria conversazione, la pia Francesca ci
invitò alla recita del Rosario in cappella di fami-
glia . Noi fummo edificati della sua pietà, che si
sentiva uscire dal labbro e dal cuore, sia dalle
preghiere, sia dal piccolo mistero che si doveva
meditare .
Ricordiamo che era venerdì, e si contempla-
vano i misteri dolorosi , e ci sorprese lo stento
con cui pareva dir le parole, che narrano i su-
blimi patimenti di Gesù . La pia signorina sentiva
troppo nel cuore le pene del Salvatore, e le la-
crime sovente non la lasciavano parlare .
Alla dimane D . Bosco volendo partire per re-
carsi a Torino , quei pii signori lo accompagna-
rono per un buon tratto di via verso a Chieri .
Quella visitina dovette essere stata molto gra-
dita anche alla signorina Francesca, perchè pareva
impossibile che ella se ne potesse separare . Quella
figura di pietà e di penitenza, e pur sì lieta nel
l'aspetto, rimase nella nostra memoria, tanto più
che cominciavamo già allora a sapere qualche
cosa della sua virtù eroica . Per esempio si era
venuto a sapere, nella sera che noi ci eravamo
fermati in parrocchia, come tutte le mattine per
tempissimo la pia damigella a piedi nudi si re-
cava, recitando preghiere, alla chiesa per fare la
santa Comunione . Sovente la trovava ancor chiusa,
ed ella si metteva a pregare sulla gradinata ,
aspettando così che venisse l'ora per entrare in
chiesa . Il suo contegno era proprio edificante, e
la voce pubblica delle sue virtù faceva sì che il
popolo la chiamasse senz'altro la signorina santa .
A noi pareva una penitenza già molto rigida,
quella di andare a piedi nudi, in quella stagione,
che al mattino si vedeva già molta brina, ma
eravamo ben lontani dal pensare, che quella era
una delle pochissime, che non poterono sfuggire
alla altrui conoscenza, e che le mortificazioni pri-
vate, e note solo a Dio, ed a noi neppur ora dopo
morte, erano assai di più.
D . Bosco intanto con i due figli prescelti, piede
innanzi piede, arrivò all'Oratorio per consolare i
suoi figli, che nella sera antecedente, senza alcuna
cosa degna di nota, erano arrivati all'Oratorio . Con
qual festa noi gli siamo corsi all'incontro, appena
si seppe , che egli era entrato nella porta ! Si
fece risuonare una e due volte un sonoro Viva
D . Bosco ! e poi ascoltammo la sua parola . Egli
ci disse che era stato contento che avessimo
fatto buon viaggio , ma più ancora perché du-
rante la passeggiata ci fossimo regolati da degni
figli dell'Oratorio. « Domani poi, soggiunse prima
di ritirarsi nella sua camera, domani è la festa
della Vergine Maria sotto il bel titolo di Nostra
Madre, e sta bene che noi la facciamo degna-
mente, anche per ringraziarla dei favori che ci
ottenne in queste vacanze . » E noi abbiamo cer-
cato del nostro meglio per mostrare la nostra
riconoscenza alla Madonna, e quella festa riuscì
quale si desiderava, cioè divota .
Qui finisce una parte delle nostre peregrina-
zioni autunnali, che potremmo quasi chiamare
primo periodo, e che presero dopo e subito
un così ampio sviluppo . Ma di ciò più e meglio
un'altra volta .
BIBLIOGRAFIA .
FABRE (prof. A .) Temi di Componimento (sono
più di 300 di cui molti col saggio) proposti alle
scuole italiane e specialmente ginnasiali, tecniche
ed elementari superiori . Un vol . in-16° L . 1,80
FABRE (prof. A.) Dizionarietto delle Antichità,
Romane e Greche ad uso delle scuole italiane
contenente oltrechè un copioso indice per classi,
8 mìla e più articoli riguardanti la vita privata
e pubblica, le istituzioni, i riti, le feste, le ca-
riche, gli studi, le artì, le vesti, gli attrezzi, le
armi, ecc . Un vol . in-16° , pag. 226 . L . 2,80
Son due opere con le quali il dotto Prof . Fabre, già noto
per parecchi altri lavori letterarii, ha reso un segnalato ser-
vizio ad insegnanti ed alunni . La prima contiene una scelta
di temi, fatta con molto giudizio, sì per l' adattezza didat-
tica, come per la bontà loro morale . La seconda poi si pub
dir come cosa nuova, e pel modo almeno con cui è compi-
lata , è di un' opportunità particolare alle scuole secon-
darie , a cui la raccomandiamo sicuri di far opera alta-
mente giovevole .
Rivolgersi alla Libreria Salesiana in Torino .

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Non è una semplice ristampa la pubblicazione che qui annunziamo ; ma un lavoro, possiam dire, affatto
nuovo . Il Prof. Durando dopo aver nel 1876 pubblicato il suo lessico a vantaggio delle scuole d'Italia, non
dimenticò negli anni seguenti l'opera sua . Ma con quella diligenza ed accuratezza che gli è propria, soste-
nendo le fatiche e le noie che accompagnano lavori siffatti, i due interi volumi attentamente rilesse, emendò .
anzi rifece, tante sono le aggiunte introdotte in questa quinta edizione ; la parte latino-italiana fu aumen-
tata di un buon terzo . Noi pertanto crediamo di non andare errati se affermiamo che per abbondanza di
vocaboli e ricchezza di frasi il vocabolario del Prof . Durando sia ora fra i migliori che si usano nelle scuole
d'Italia.
Giova pure ricordare, quello che è di non piccola importanza, che il Prof . Durando esperto educatore
della gioventù, mentre ha conservato all'opera sua la piena integrità, ha saputo nelle espressioni e nelle
frasi evitare tutto ciò che menomamente possa offendere il buon costume . Di questo gli sapranno grado i
genitori ed i maestri .
La tipografia poi nulla ha ommesso affinchè questa nuova edizione riuscisse degna di lode ; i caratteri
furono nuovamente fusi a questo scopo, nitida è la stampa, buona la carta . Benchè poi i due volumi siano
stati molto accresciuti di mole, non si volle aumentare il prezzo delle edizioni antecedenti .
Si spedisce una pagina di saggio a chi la domanderà, affinchè si possa giudicare della bellezza dell'edizione .

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ULTIMO FASC, DELLA RACCOLTA DI CRISTIANI SCRITTORI PER USO DELLE SCUOLE,
Acta Sanctorum Martyrum Viti, Modesti et Crescentim cum adnotatio-
nibus Sac . Joannis Tamiettii politiorum litterarum doctoris .
- In-16° pice. di pag . 24
(E) L . 0 20
IN CORSO DI STAMPA
----V N.WJ -
SANCTI AMBROSII MEDIOLAI EN SIS EPISCOPI
ZIE OFPICIIS
Libri Tres
FMDIT JOANNES TAMTFTTIUS
SAC . POL . LITT . DOCTOR.