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ANNO VIII . N. 12 .
Esce una volta al mese .
BOLLETTINO SALESIANO
DICEMBRE 1884
Direzione nell'OratoriO Salesiano. - Via Cottolengo, N. 32. TORINO ,
SOMMARIO . - Riconoscenza ed augurii di felicità -
Monsignor Giovanni Cagliero - L'Episcopato - Let-
tera del Brasile - L'edificante conversione di un set-
tario - I nuovi Programmi scolastici e le pubblicazioni
della tipografia Salesiana .
Monsignor GIOVANNI CAGLIERO.
ED AUGURII DI FELICITÀ .
Il Sacerdote D . Giovanni Bosco e i
numerosi suoi giovanotti, ricordando con
piacere come, l'anno passato, molte bene-
volo persone abbiano avuto il caritatevole
pensiero di mandar loro la strenna, godono
di cogliere la propizia occasione delle pros-
sime Feste Natalizio e della Fine dell'anno
per augurar loro con viva riconoscenza le
più elette benedizioni ed ogni prosperità .
La Comunione, che per privilegio Pon-
tificio faranno nelle loro Chiese nella mez-
zanotte del Santo Natale, i Salesiani e i
loro alunni la indirizzeranno a Dio, affin-
chè, per i meriti del graziosissimo Gesù
Bambino, spanda sopra dei loro Benefat-
tori e Benefattrici l'abbondanza delle sue
grazie celesti, e conceda loro un nuovo e fe-
licissimo anno, colla perseveranza nel bene .
Nel pubblico Concistoro del 13 novembre
1884 il nostro carissimo confratello Monsignor
Giovanni Cagliero, Provicario della Patagonia
settentrionale, veniva proclamato Vescovo tito-
lare di Magida .
Questa sede Vescovile della seconda Pam-
filia nell'esarcato di Asia, sotto la Metropoli dì
Pirgi fu eretta nel V secolo . Fra i suoi Vescovi
fu Afrodisio che intervenne al concilio di Ni-
cea ; Macedonio che fu a quello di Calcedonia ;
Conone che intervenne al quinto concilio ge-
nerale ; Platone che sottoscrisse il sesto conci-
lio ; e Martino che fu al settimo concilio gene-
rale . Magida fu città illustre della Caramania,
presso l'imboccatura del Saros . Ma al presente
è un titolo Vescovile che conferisce la S . Sede .
Leone XII conferì questo titolo il 20 marzo
1827, a Mons . Browne, che nel 1829 divenne
Vescovo di Kilmore ; Gregorio XVI il 22 lu-
glio 1833 lo diede a Mons . Bonaventura Ca-
no-y-Torrente Vicario e procuratore generale in
Italia nell'Ordine della Mercede, Consultore del
Santo Ufficio ; Pio IX nel 1866 a Monsignor

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Vincenzo Bracco oggidì Patriarca di Gerusa-
lemme ; Leone XIII nel 9 agosto 1883 a
Monsignor Bernardino Caldaioli ora nominato
Vescovo di Grosseto .
Torneranno graditi ai nostri Lettori alcuni
cenni biografici intorno al nostro Vescovo no-
vello .
Monsignor Giovanni Cagliero nacque a Ca-
stelnuovo d'Asti nel gennaio del 1838 e per-
dette il padre nella sua infanzia . Terminate
le scuole elementari nel paese, la madre sua
interamente ed illimitatamente lo affidò alle
cure paterne del Sacerdote D . Giovanni Bosco
suo compaesano . Mons . Cagliero entrò nell'O-
ratorio di S. Francesco di Sales l'anno 1851 .
Compiuto il ginnasio fu dei primi che vestis-
sero l'abito chiericale per mano del suo bene-
fattore e padre e frequentò le scuole di Filo-
sofia e di Teologia nel venerando Seminario
Arcivescovile di Torino . Dotato di grande at-
tività e di svegliato carattere diresse nei pri-
mordii dell'Oratorio la sacristia, la musica, la
ginnastica ed i catechismi negli Oratorii festivi .
Ancor chierico fu dai socii della nascente Con-
gregazione Salesiana eletto a formar parte
del Capitolo Superiore . Ricevuto il sacro Pre-
sbiterato nel 1862 stabilì fermamente di non
lasciare Don Bosco, e quantunque lusingato
dalla proposta di lucroso impiego, non cedette,
ed a lui tutto si donò .
Compito il corso di morale casistica sotto la
disciplina dell'umile ma eruditissimo suo con-
terraneo Monsignor Giovanni Battista Berta-
gna, ora degnissimo ausiliare del nostro a-
matissimo Arcivescovo Cardinale Alimonda,
si consacrò al ministero della predicazione
contemporaneamente nell' Oratorio, in molti
istituti della città, e in varii paesi ; spessis-
simo nei molti Collegi della nostra Congre-
gazione . In questo ufficio acquistossi fama di
esimio predicatore popolare . Addottoratosi in
sacra Teologia, fu maestro di morale e di er-
meneutica e prefetto di sacre cerimonie ai leviti
dell' Oratorio . Valente musicista pubblicò ap-
plauditissimi canti, oltre un ricchissimo reper-
torio di musica sacra .
Nel 1875 si offerse al Superiore per ca-
pitanare la prima spedizione dei Missionarii
Salesiani nell'America del Sud e, nella sua
permanenza di due anni colà, fondò cinque case
e gettò le basi della vasta Missione presso i sel-
vaggi della Patagonia . Richiamato a Torino,
fu incaricato della direzione generale della na-
scente Congregazione delle figlie di Maria Au-
siliatrice . Come visitatore della Congregazione
percorse tutta l'Italia trattando a nome del
Signor D . Bosco la fondazione di case ed otto ne
stabilì nella sola Sicilia . Per lo stesso motivo fu
più volte in Francia, visitò il Portogallo, e fece
tre viaggi nella Spagna cattivandosi la sim-
patia di quella nobile nazione e stabilendo la
casa di Utrera presso Siviglia e quella di Sarrià
presso Barcellona . Attualmente occupava la
carica di Direttore Spirituale nel Capitolo Su-
periore della Congregazione Salesiana .
Un aneddoto - Nell'anno 1851 il giorno
di tutti i Santi arrivava a Castelnuovo d'Asti
proveniente da Torino un umile Sacerdote per
fare il discorso dei Morti . Un giovanetto poco
più di 12 anni con febbrile ansia aveva pre-
ceduti i compagni in sacrestia alcune ore prima
che cominciasse la funzione . Desiderava essere
il prescelto ad accompagnare in qualità di chie-
richetto il predicatore al pulpito . Dopo il di-
scorso il buon prete disceso in sacristia, con
aria dolce ed affabile voltosi al suo piccolo
inserviente - Sembra, gli disse, che tu abbia
qualche cosa a dirmi, ed a manifestarmi
qualche tuo ardente desiderio . Non è vero ?
Sì signore, rispose tutto infiammato in volto
il giovanetto , voglio proprio dirle una cosa
che da tempo mi agita ; voglio venire con lei
a Torino, continuare gli studi e farmi prete.
- B ene ; verrai con me ; disse il Sacer-
dote : il signor Prevosto già di te mi ha par-
lato ; di' a tua madre che ti accompagni
stassera in canonica e ci intenderemo .
Al suono lugubre delle campane che invi-
tavano i fedeli a pregare per i defunti, tra il
mesto raccoglimento della popolazione, entrano,
nella casa del Parroco la madre ed il figlio --
Mia buona Teresa, disse allora scherzando

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quel caro Sacerdote e padre già di tanti orfa-
nelli,s; ietvnuampo io già vi atten-
deva ; parliamo adunque del nostro negozio .
Èv?erochltndermivostfgl
- Oh! venderlo no, esclamò la buona ma-
dre, ma se lo gradisce piuttosto glie lo regalo!
- Meglio ancora, rispose il Sacerdote, al-
lora preparategli il suo piccolo fardello . Do-
mani verrà con me ed io gli farò da padre .
La fortunata madre è Teresa Cagliero e il
venerando Sacerdote è D . Giovanni Bosco, ed
ambidue assisteranno alla consacrazione Epi-
scopale del loro comune figlio Mons . Giovanni
Cagliero .
La buona Teresa Cagliero va a compiere
presto gli 88 anni della sua vegeta vecchiaia,
e il Signore certamente ha voluto conservarla
fino a sì tarda età, perchè colla consolazione
di vedere il suo Giovanni sublimato a tanto
onore, avesse, eziandio su questa terra, il pre-
mio che si merita l'aver generosamente secon-
data la vocazione dell'amato figliuolo .
Quando Mons . Cagliero partì la prima volta
per le Missioni d'America essa contava già 80
anni di vita, eppure non esitò un solo istante
a fare il sacrifizio , che Dio da lei richiedeva .
Con ciò mostravasi sempre fedele a quella mas-
sima che ripeteva sovente ai suoi figli quando
erano ancor fanciulli : - Abbracciate pure
quello stato al quale dal Signore sarete chia-
mati, vostra madre vi lascia in piena libertà .
Essa non porrà il minimo ostacolo alla vo-
stra vocazione . Sia fatta sempre la volontà
di Dio!
I bisogni della Missione richiedendo in que-
st'anno la presenza di Monsignor Cagliero in
America i Superiori della Congregazione Sale-
siana decisero che esso ritornasse nella Pata-
gonia seguito da nuova schiera di Missionarii .
Monsignor Cagliero fu a visitare sua madre
per darle questa notizia con ogni maggior fi-
gliale delicatezza . Allora non poteasi ancora
prevedere che sarebbe stato nominato Vescovo .
La veneranda madre ascoltò, e quindi nella sua
semplicità rispose : So che i predicatori del
Vangelo debbono andare ove li chiama la
volontà di Dio . Anche Gesù Cristo per pre-
dicare abbandonò sua madre Maria Santis-
sima . Esso pure passò il mare, (il mare di
Tiberiade) . Dunque va, e che Dio ti benedica
corte ti benedice tua madre .
Noi diciamo commossi a questa madre vera-
mente cristiana : - Iddio renda a te centu-
plicata la tua benedizione ; chè le anime salvate
dal figlio saranno la corona della madre !
Mons . Giovanni Cagliero sarà consacrato Ve-
scovo domenica 7 dicembre dall'Eminentissimo
Cardinale Arcivescovo Gaetano Alimonda assi-
stito da S . Eccellenza Mons . Giovanni Battista
Bertagna Vescovo ausiliare, e da S . Eccellenza
Mons . Emiliano Manacorda Vescovo di Fossano .
La sacra funzione avrà luogo nella chiesa di
Maria Ausiliatrice in Torino .
Il giorno dopo, festa di Maria SS . Imma-
colata, Monsignor Cagliero canterà pontifical-
mente la Messa ed i Vespri, e darà la Benedi-
zione col SS . Sacramento . Questo giorno è
per noi doppiamente lieto poichè cade in esso
il 43° anniversario della fondazione dell'Ora-
torio . Che Dio sia benedetto .
L'EPISCOPATO .
La proclamazione di Monsignor Giovanni
Cagliero a Vescovo, ci porge una fortunata
occasione, per trattare un argomento che ci
sta vivo nel cuore . Il mondo dato tutto alle
cose materiali non solo non curasi delle cose
spirituali, ma le disprezza . Tutto ciò che ri-
guarda la Chiesa è per esso oggetto d' abbo-
minio e i giornali e i libri degli eretici, dei
settari e dei cattivi cristiani sono ogni giorno
in questo, di abbassare e di coprire col fango
dell'insulto le più sacre autorità . Quindi ne
avviene che eziandio molti buoni cristiani in
mezzo al rumore di tanti maligni assalti si la-
sciano alquanto intepidire nell' anima quella
venerazione, quell'obbedienza, quell'affetto che
debbono ai loro Pastori . Perciò noi parleremo
dell'ineffabile dignità dell'Episcopato Cattolico
sicuri di averne il plauso dei nostri Cooperatori

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delle nostre Cooperatrici, nei quali tanto viva
la fede e tanto ardente l'amore verso la Santa
Romana Chiesa . Per maggior chiarezza poniamo
alcuni titoli ai paragrafi di questo nostro scritto
primo sarà :
Gesù Cristo e i Vescovi .
L'Apostolo S . Giovanni, rapito in estasi
in giorno di Domenica ebbe una visione . Vide
sette candelabri d'oro, ciascuno dei quali aveva
sette bracci sorreggenti altrettante lucerne . In
mezzo ai sette candelabri stava un personaggio
simile al Figliuol dell'uomo, il quale appres-
savasi ora ad un candelabro ora ad un altro,
curandone con diligenza le lucerne . Era vestito
di abito talare ceruleo e cinto il petto con una
fascia d'oro . I capelli del suo capo aveva can-
di comelan bianc,lucid esplend ticome
la neve . Gli occhi aveva ardenti come fuoco fiam-
mante . I suoi piedi erano simili all'oricalco,
quale appare arroventato sfavillante nell' ar-
dente fornace . La sua voce forte , sonora, pe-
netrante come il fragore di molte acque, che
precipitano impetuose dall'alto di una cascata ;
e dalla bocca sua usciva una spada a due tagli .
La sua faccia risplendeva come il sole in tutta
la forza della sua luce . Quel personaggio rap-
presentava Gesù Cristo e portava sopra di se
questi simboli del sommo sacerdozio, della
regale dignità, della eternità, dell'umanità
trionfante, dell' efficacia della predicazione e-
vangelica, della giustizia, del suo sdegno contro
i nemici della Chiesa, della cura che si prende
delle singole diocesi .
Nella destra egli aveva sette stelle . Gio-
vanni veduto che ebbe quel divino aspetto cadde
come morto ai suoi piedi per riverenza e per
timore . Ma Gesù Cristo pose sopra di lui la
mano destra in atto di protezione dicendo : " Non
temere . Io sono il primo e l'ultimo, e vivo ma
fui morto, ed ecco che sono vivente pei secoli
dei secoli ed ho le chiavi della morte e del-
l'inferno . Scrivi adunque quelle cose che hai
vedute ... Scrivi il mistero delle sette stelle
le quali hai vedute nella mia destra e dei sette
candelabri d'oro . Le sette stelle sono i sette
.
angeli delle Chiese e i sette candelabri sono le
sette Chiese : Scrivi all'angelo della Chiesa E-
fesina . " I Vescovi adunque da Gesù Cristo
stesso vengono chiamati STELLE ed ANGELI
e sono sostenuti dalla MANO sua . Et eris
corona gloriae in manu Domini, et diadema
regni in manu Dei tui . - Sarai corona di
gloria nella mano del Signore e un diadema
reale nella mano del tuo Dio . Così dice Isaía
della Chiesa e dei suoi Apostoli e Vescovi (1) .
I Vescovi sono Stelle .
I.
Le stelle sono poste negli altissimi spazi
dei cieli e la dignità Vescovile è tanto eccelsa
che in essi Gesù Cristo si disse personificato
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza
voi disprezza me, e chi disprezza me Co-
lui sprezza che mi ha mandato (2) . Perciò in
essi sta la pienezza del Sacerdozio, sta il carat-
tere indelebile degli Apostoli dei quali sono i
successori, dovendo durare il loro ministero fino
alla fine dei secoli . Ecce ego vobiscum sum o-
mnibus diebus usque ad consummationem sae-
culi (3) . Essi sovrastano per dignità, grado, po-
testà, sacramento, giurisdizione a tutti i ceti del
clero e del popolo cristiano . In essi la cagione,
l'origine della continua presenza di Gesù Cri-
sto, vittima immacolata sopra la terra . Hoc fa-
cite in meam commemorationem ; hoc facite
quotiescumque bibetis in meam commemora-
tionem (4) . Come i cieli narrano la gloria di Dio
e l'opera delle sue mani annuncia il firmamento,
così i Vescovi nella Chiesa dimostrano come Dio
sappia elevare dalla polvere i poverelli per collo--
carli tra i principi del popolo suo e per mezzo di
essi spargere in tutto il mondo le sue benedi
zioni . Mira, dice S . Giovanni Grisostomo, la di-
gnità del Sacerdote . S'intrattiene sulla terra
m a il suo ufficio è trattare negozi celesti . Non
l'uomo, non un angelo, non un arcangelo, non
una qualsivoglia creatura quantunque grande,
non una potenza o virtù per quanto altissima,
ma lo stesso Spirito Santo ha istituita questa
(1) ISAIA , LXII , 3 .
(2) Luc . x, 16 .
(3) M ATT . xvi,20
(4) 1 Cor. xi, 24 .

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dignità . Non vos me elegistis sed ego elegi
vos (1) . L' onore e la sublimità episcopale
non si può rappresentare con verun paragone,
continua S . Ambrogio ; se la dirai simile allo
splendore dei re ed al diadema dei principi, dirai
un paragone infinitamente inferiore alla realtà,
come se volessi paragonare il piombo all'oro,
perchè sotto la mano del Vescovo che benedice
debbono i principi e re piegare le ginocchia e
il capo . Per i Vescovi, ripiglia S . Giovanni Gri-
sostomo, noi ci rivestiamo di Gesù Cristo, per
essi ci congiungiamo col Figlio di Dio, per
essi diventiamo membra dello stesso beato Capo .
Perciò i Vescovi non solo debbono per noi ri-
verirsi più che tutte le potestà della terra, ma
eziandio più degli stessi nostri parenti .
II .
Le stelle col loro soave splendore sono la
guida del pellegrino che cammina fra le tene-
bre della notte, del pilota che in mezzo alle acque
sconfinate dell'Oceano , cerca il porto deside-
rato . Così i Vescovi fra le tenebre dell'eresia
e delle persecuzioni segnano colla loro dottrina
agli uomini la via che conduce al Paradiso . Di-
ceva San Paolo ai Vescovi radunati della pro-
vincia di Efeso . Badate a voi stessi e a tutto
il gregge di cui lo Spirito Santo vi ha costi-
tuiti Vescovi, per pascere la Chiesa di Dio
acquistata da lui col proprio Sangue . Io so che
entreranno tra di voi dei lupi crudeli, che
non risparmieranno il gregge ; ed anche di
mezzo a voi stessi si leveranno su degli uo-
mini ad insegnare cose perverse per trarsi
dietro dei discepoli . Per la qual cosa siate
vigilanti (2) .
Lo stesso grande Apostolo scriveva a Ti-
moteo . Ti scongiuro innanzi a Dio ed a Gesù
Cristo il quale giudicherà i vivi ed i morti,
per la venuta e per il regno di lui ; predica
la parola, insta opportunamente e importu-
namente, riprendi, supplica, esorta, con ogni
pazienza insegnando ... Veglia sopra tutte
le cose, sopporta tutte le afflizioni, fa l'uffi-
cio di predicatore del Vangelo, adempi il
(1) IOAN . XV, 16.
(2) Act. xx, 28 .
tuo ministero (1) . Perciò come la stella con-
dusse le primizie dei popoli gentili alla città
di Betlemme e loro scoperse coi raggi il pre-
sepio di Gesù, così i Vescovi fanno conoscere
al mondo la divinità, la dottrina, la legge del
suo Salvatore e quindi la via del Cielo . Di
tanta maestà è questo loro ufficio che Daniele
profetò : Coloro che hanno la scienza rifulge-
ranno come la luce del firmamento, e quelli
che insegnano a molti la giustizia, come
stelle per le intere eternità (2) .
III.
Finalmente le stelle splendono di una luce
purissima che attrae lo sguardo e l' ammira-
zione del contemplatore, inspirandogli un sen-
timento profondo della maestà e potenza di Dio,
facendogli comprendere colla costanza dei loro
periodici giri l'obbedienza e la sommessione
dovuta alle eterne leggi . Così il Vescovo splen-
dente di virtù, col suo esempio attrae i popoli
a Dio ; e, colla fermezza nella fede e, col resistere
alle passioni sbrigliate del mondo, insegna la
perseverante obbedienza alle leggi di Dio e
della Chiesa, conforme a quello che del Ve-
scovo dice l'Apostolo : factus forma gregis ex
animo ; facendosi sinceramente esemplare del
gregge .
Fa d'uopo, scrive S . Paolo a Tito, che il
Vescovo sia senza colpa come economo di
Dio, tenace di quella parola fedele che è se-
condo la dottrina . In tutte le cose fa vedere
te stesso modello del ben fare, nella dottrina,
nella purità dei costumi, nella gravità ; il
discorrere sia sano, irreprensibile, talmente
che chi ci sta di contro abbia rossore non
avendo nulla onde dir male di noi (3) . E con
ciò ripeteva le parole di Gesù Cristo ai suoi
Apostoli : Risplenda la vostra luce dinanzi
agli uomini, affinchè veggano le vostre opere
buone, e glorifichino il vostro Padre che è nei
cieli. Voi siete il sale della terra, voi siete
la luce del mondo (4) . Tutti i secoli videro gli
(1) Tim . iv, 1.
(2) xii, 3 .
(3) I 7 .
(4) MATT. V, 16.

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sfolgoranti splendori di queste stelle che illu-
minarono, dal giorno della Pentecoste fino ai
giorni nostri, ogni regione della terra . Nume-
ratele se potete . S . Agostino , S . Gregorio ,
S . Ambrogio, S . Carlo Borromeo, S . Francesco
di Sales basterebbero soli a rendere gloriosi
i fasti di qualsivoglia più grande impero . Leg-
gete le storie di ogni città e troverete che o-
gnuna di esse conta ne' suoi Vescovi numerosi
portenti di santità che riformarono i costumi
del popolo . Date uno sguardo riverente ai
Prelati che oggigiorno occupano le sedi delle
molteplici diocesi e vedrete perpetuati gli e-
sempi ammirabili degli antichi Pastori .
Vescovi sono eziandio Angeli .
Di essi si ponno ripetere le parole dell'A-
postolo Pietro : Sono eglino tutti spiriti am-
ministratori che sono mandati al ministero
(di servir Dio e far la di lui volontà) in grazia
di coloro i quali acquisteranno l'eredità della
salute (1) . Essi infatti, come gli angioli, sono
assistenti al trono di Dio dimorante sovra gli
altari, per dare a lui tributo di gloria per tutte
le creature ; come gli angioli sono ambascia-
tori ai popoli della Divina volontà ; come gli
angioli in cielo, così essi sulla terra a nome
della. Chiesa presentano all'Altissimo le loro
suppliche . Ma ciò non basta . Vi è in essi an-
cora qualche cosa d'immensamente più grande .
Sono essi POTENZA, FORTEZZA , MEDI-
CINA di Dio, sono gli Angioli CUSTODI delle
anime .
I.
L'Arcangelo Michele, principe della mi .-
lizia celeste, col significato del suo nome pro-
clama ; Q UIS UT DEUS! Chi grande, chi
invincibile come Dio ! E col suo grido :Im -
peret tibi Dominus, sbaragliò il Dragone e le
sue legioni . Ai suoi Vescovi pure Gesù Cristo
ha data tale potenza ; È stata data a me tutta
la podestà in cielo ed in terra . Andate a-
dunque per tutto il mondo, istruite tutte le
penti, battezzandole nel nome del Padre e del
1) Hebr. I, 14.
Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando
loro di osservare tutto quello che io vi ho
comandato . Chi crederà e sarà battezzato
sarà salvo, chi poi non crederà sarà condan-
nato (1) . E gli Apostoli e i Vescovi si presen-
tarono al mondo pagano colla potenza del Verbo
e alzarono la voce . In omnem terram exivit
sonus eorum et in finesorbitave
eorum . A questa voce, eco di quella che scuote
i deserti e spezza i cedri del Libano , caddero
infranti gli idoli della Grecia e di Roma e al
loro posto giganteggia vincitrice la Croce . Come
le onde del mare spumeggianti si slanciano
contro gli scogli, così si elevarono e si elevano
continuamente a battaglia contro la verità le
sette, le eresie, le congreghe degli uomini ma-
ligni, Ma tutte furono e saranno vinte da questa
voce . Omai sono quasi due mila anni di conti-
nue vittorie . Portae inferi non praevalebunt .
QUIS UT DEUS! È la voce potente
dei Vescovi contro quei Cristiani ribelli che
calpestano le leggi del Signore . Gesù Cristo
ha detto : Chi non ascolta la Chiesa, abbilo
per gentile e pubblicano . In verità vi dico,
tutto quello che legherete sovra la terra, sarà
legato nel cielo, e tutto quello che scioglie-
retee sovra la terra sarà sciolto anche nel
cielo (2) . È la formidabile potestà della sco-
munica, che scaccia dall' ovile di Gesù Cristo
i lupi . coperti dalla pelle di agnello , che gli
esclude dalla Chiesa privandoli dei tesori di
grazie che in essa si trovano . Quest'arma, che
Gesù Cristo ha dato ai Vescovi così solenne-
mente e con giuramento, se vien vibrata non
falla mai . Gli empi si ridono della scomunica
perchè arma spirituale, invisibile ; ma la storia
è là per narrarci come in ogni secolo Vidi im-
pium superexaltatum et elevatum sicut ce-
dros Libani ; et transivi et ecce non erat ;
et quaesivi eum, et non est inventus locus
eius (3) .
(1) MATT . XXVIII, M ARCO xvi, 2 .
(2) MATT . XVIII, 18 .
(3) Psal . xxxvi, 35 .

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Sta scritto : conculcherai il leone ed il
dragone . QUIS UT DEUS! grida il Vescovo
agli spiriti delle tenebre colla sua podestà degli
esorcismi ; e i demoni tremano e sgominati la-
sciano la preda, rimanendo liberi gli ossessi .
Et dedit eis potestatem ejiciendi dàemonia(1) .
Quando i figli di Sceva esorcizzavano gli inde-
moniati dicendo : Vi scongiuro per quel Gesù
predicato da Paolo, il malo spirito rispose : Co-
nosco Gesù e so chi è Paolo ; ma voi chi siete?
E malmenò coloro i quali non avevano podestà
dipronucaetdilunomearbil
del Salvatore . Ma al cospetto del Vescovo i
demoni sentonsi privi di forza, e di ardire, ten-
tano spezzare invano le misteriose catene che
li allacciano, e conoscono che quell'unto del
Signore il quale loro intima di ritirarsi, un
giorno cogli altri santi siederà giudice eziandio
di essi . Angelos iudicabimus (2) .
l'incarnazione del Verbo eterno acciocchè dive-
nissero potenti, gli uni di cooperare al gran
mistero, gli altri di riconoscerlo ed accettarlo .
Simile è la missione dei Vescovi . Annunziano
agli uomini come Dio, colla sua vocazione, e-
lesse le cose stolte del mondo per confondere
i sapienti e le cose deboli del mondo per con-
fondere le forti ; e annunziando infondono negli
eletti la divina fortezza . Infatti col Sacramento
dell' Ordine e col Sacramento della Conferma-
zione imprimono nelle anime un carattere in-
delebile, e le riempiono coi doni proporzionati
dello Spirito Santo . In mezzo alle schiere dei
sacerdoti , tra lo splendore dei sacri riti, nel-
l' ora del Sacrifizio solenne, il Vescovo chiama
all'altare il giovane suddiacono e gli annunzia
solennemente : Non abbiam da lottare con la
carne e col sangue, ma coi principi, colle po-
testà, coi dominanti di questo mondo tene-
broso, cogli spiriti maligni dell'aria . E sten-
dendo la destra sopra di lui : Ricevi, gli dice,
QUIS UT DEUS! Se Dio nell'antica
legge a sè riserbava la scelta dei luoghi de-
stinati al suo culto , ora ai Vescovi ha ceduta
questa suprema podestà che rende quei luoghi
terribili e li muta in case di Dio e porte del
cielo . I Vescovi hanno giurisdizione primaria
eziandio sul corpo reale di Gesù Cristo . Spetta
ad essi regolare il divin culto, benedire le vesti
sacre ad uso del Sacrificio, consacrare le Chiese
lo Spirito Santo onde aver forza di resistere
al demonio ed alle sue tentazioni . Nel nome
del Signore ! Ministra all' altare, porta i
vasi sacri, predica, battezza . Rivestito della
stola sorge il novello Levita e pronto a seguire
il suo Pastore fino al martirio, legge senza ar-
rossire il vangelo al popolo che pende dalle
sue labbra . Santo Stefano e S . Lorenzo hanno
sbalordito il mondo colla loro fortezza .
gli altari, i vasi, i tabernacoli dai quali partirà
quel fuoco che Gesù Cristo è venuto ad accen-
dere sovra la terra, quel fuoco che rende i Cri-
stiani così formidabili contro i demoni . Tutte
le volte che noi passiamo innanzi ad una Chiesa
dovremmo pensare al nostro Vescovo ed escla-
mare : Hai preparato dinanzi a me una mensa
in faccia di quelli che mi perseguitano (3) .
Il Vescovo chiama ai piedi dell' altare un
Diacono e presentandolo a Dio prega che con
tutte le altre virtù gli sia pur concessa la co-
stanza e la fermezza ; gli impone le mani ; ed
unge la sua destra e la sua sinistra coll' olio
dei catecumeni . Quindi, porgendogli il calice
col vino e coll' acqua, la patena col pane, gli
II .
Non dissi ancor tutto . I Vescovi sono chia-
mati Angeli e l' Arcangelo Gabriele col suo
nome vuol dire ; forza di Dio . FORTITUDO
DEI. Egli fu mandato ad annunziare agli umili
dà il potere di offrire Sacrifizio a Dio per i vivi
e per i defunti ; stende poscia le mani sul suo
capo dicendo : Ricevi lo Spirito Santo . A chi,
rimetterai i peccati saranno rimessi, a chi li
riterrai saranno ritenuti ; e lo Spirito Santo
discende . Il Sacramento imprime in quell' a-
(1) MARC . III, 5 .
(2) 1 Cor . VI, 3 .
(3) Psalm . xxii, 5.
nimo un carattere che in eterno da nessuna
potenza celeste, terrestre, infernale potrà venir
scancellato . Dio stesso giammai lo scancellerà .

1.8 Page 8

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Il Diacono è divenuto Sacerdote . Egli offre il
sacrifizio, benedice, presiede, predica, battezza ;
e le folle del popolo corrono a lui che dà il
pane della vita agli affamati, il pane dei forti
ai deboli, a lui che riconduce sul buon sentiero
la pecorella smarrita, a lui che con mille altri
perpetua l' offerta dell' Ostia monda in ogni
luogo fino alla fine dei secoli .
Il Vescovo attende nel Santo dei Santi
quel Sacerdote che dal Successore di Pietro gli
è indicato come pastore di popoli . I leviti can-
tano : Quanto sono amabili i tuoi tabernacoli,
o Signore degli eserciti! e al nuovo eletto che
giura fedeltà alla Chiesa esso dice : Presiedi,
giudica, interpreta, consacra, ordina, offrì,
battezza, c. onferma Quindi stende le mani so-
pra di lui proferendo la sacra portentosa for-
mola : Ricevi lo Spirito Santo ; e coll' olio e
col sacro Crisma lo unge come re e profeta .
Lo Spirito Santo accende allora nell'anima del
consacrato la fortezza delle virtù pastorali . Ecco
il buon pastore che è pronto a dar la vita per
le sue pecorelle , e le pecorelle chiamate per
nome da lui lo seguiranno ; perchè conoscono
la sua voce ; egli camminerà innanzi ad esse e
le menerà ai pascoli della vita . A lui il Vescovo
consacrante pone in dito l'anello simbolo del
suo sposalizio colla Chiesa ; porge il vangelo
perchè vada e predichi ; dà il baston pastorale
simbolo dello scettro del buon pastore, pone
sul capo la miptra, erchè come armato del-
l'elmo dei due testamenti apparisca térribile
agli avversarii della verità . Così lo presenta al
popolo, e il popolo si prostra al suo passaggio
curva la fronte sotto la mano che benedice e
riconosce avverata la profezia di Davidde : Con-
stitues eos principes super omnem terram ;
Tu li costituirai principi sopra tutta la
terra (1) .
Se il Vescovo col Sacramento dell'Ordine
crea e fortifica i Pastori, i Principi del nuovo
Israello, col Sacramento della Confermazione
forma e fortifica le schiere dei soldati di Gesù
Cristo . La vita dell'uomo sopra la terra è una
continua milizia . Benchè ricevuto il S . Batte-
simo esso è ancor debole : ha nemici numerosi,
instancabili, visibili ed invisibili, interiori ed
esteriori . Ha bisogno del Santo Divino Spirito
e di tutti i suoi doni per divenire un valoroso
combattente . Il Vescovo stende le mani sopra
di lui invocando lo Spirito Santo e il Divino
Paracleto discende e imprime quell'anima come
di un ammirabile ed indelebile suggello . Quindi
lo stesso Vescovo con una mistura di olio e di
balsamo, da lui benedetta nel giovedì Santo,
gli unge la fronte con triplice segno di croce
perchè non impallidisca per timore, o arrossisca
per rispetto umano ; lo percuote leggermente
sulla guancia acciocchè intenda che deve es-
sere pronto a, soffrire con invincibile coraggio
ogni sorta di contraddizioni pel nome di Gesù
Cristo ; e sembra dirgli : Ora sorgi, cammina,
combatti, trionfa . E milioni di confessori, di
vergini, di martiri incedono novelli atleti di
fede, di virtù, abbattendo tutti i nemici della
loro anima, fatti spettacolo a Dio, agli angioli
ed agli uomini per la loro fortezza .
III .
Ma non solo i Vescovi sono angioli di
fortezza, sono eziandio medicina di Dio come
l' Arcangelo Raffaele M EDICINA DEI.
Chi può numerare le umane infermità spirituali
e corporali, transitorie ed eterne delle quali è
principe e causa il peccato ! Quante volte il
Cristiano nel corso della breve sua vita, im-
memore dei tanti benefizi ricevuti da Dio, stra-
scinato dalla violenza delle proprie passioni,
muore alla grazia, ed è vicino a morire per
sempre anche alla gloria ! Ma il Vescovo ine-
rente al suo carattere ha la medicina che ri-
dona la vita e la speranza fondata della gloria .
Accipite Spiritum Sanctum . Quorum remi-
seritis peccata remittuntur eis, quorum reti-
nueritis retenta sunt (1) . In essi è la podestà
e la giurisdizione di assolvere, in essi il potere
di concedere colle sacre ordinazioni simile po-
destà e simile giurisdizione ai semplici sacerdoti .
Essi rinnovano spiritualmente i miracoli della
(1) Psalm. XLIV.
(1) Ioan. xx, 53 .

1.9 Page 9

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risurrezione e i morti dell' anima , che ave-
vano perduto il diritto di essere chiamati fi-
gliuoli di Dio, in ogni luogo , mille e mille
volte al giorno , e ad ogni istante ritornano
alla vita. Nella mano del Vescovo sta la mise-
ricordia del Signore che ad esso confida l'eser-
cizio di questo ammirabile suo attributo . Caeci
vident, claudi ambulant, leprosi mundantur,
mortui resurgunt .
I Vescovi sono M EDICINA DEI. Mi-
rate l'uomo nell'approssimarsi che fa agli ultimi
istanti della sua vita . L' orrore della morte
vicina, la memoria dei peccati commessi, il
dubbio straziante se ne abbia ottenuto il per-
dono, lo spavento dei giudizi di Dio, la me-
lanconia e gli spasimi cagionati dall'infermità,
gli assalti più violenti delle tentazioni, il de-
starsi più vivo delle ree inclinazioni lo assal-
tano di siffatta guisa che egli facilmente si
lascia andare allo scoraggiamento e fors' anco
alla disperazione . E questa l'ora più trista della
sua esistenza . Ma in quell' istante nel quale
tutti gli amici, e persino i più cari congiunti
lo abbandonano, ecco avvicinarsi al suo letto
il Sacerdote . Viene per dargli il Sacramento
dell'estrema Unzione che è la perfezione e la
consumazione della penitenza, la cui virtù pro-
pria è di rimettere i peccati . La materia del
Sacramento è l'olio benedetto dal Vescovo nel
Giovedì Santo . L'uomo di Dio unge i cinque
sensi dell'infermo e il tocco di quell'olio con-
dona i peccati ignorati o dimenticati, terge le
reliquie delle colpe, solleva, rallegra, conforta,
fortifica quel povero cuore oppresso e talora
dona la sanità del corpo, se tal beneficio è gio-
vevole all' anima . Che se Dio ha stabilito di
chiamare al suo tribunale questo suo esule
figlio, la potenza della SS . Trinità invocata
dal Vescovo su quest'olio, infonde nell'infermo
tale una pace che esso terge le lagrime, re-
spira, confida, sorride e muore abbandonando
il suo capo in seno a Gesù .
salmi : Egli ha commessa di te la cura a' suoi
angeli ed eglino in tutte le vie tue saranno
tuoi custodi . Ti sosterranno colle loro mani,
affinchè sgraziatamente tu non urti col tuo
piede nel sasso (1) . Dio ha pur commessa simile
cura ai Vescovi acciocchè con saggi ordinamen-
ti, precetti e leggi dirigessero i fedeli nell'os-
servanza dei suoi comandamenti, e si tenessero
saldamente avvinti al principio ed unità della
fede senza la quale non vi è salute . Siate ob-
bedienti ai vostri prelati, scrive san Paolo, e
siate ad essi soggetti (imperocchè vegliano
essi come dovendo render conto delle anime
vostre), affinchè ciò facciano con gaudio e non
sospirando . - Obedite praepositis vestris et
subiacete eis, ipsi enim pervigilant quasi ra-
tionem pro animabus vestris reddituri, ut
cum gaudio hoc faciant et non gementes (2) .
Tutti vediamo con quanta vigilanza e carità i
Vescovi esercitino questo loro diritto e dovere
e tanto più nobilmente, in quanto che per sal-
vare i figli del loro cuore debbono esercitarlo
con dolore e sospirando . Lo provano le tante
confische di beni, i tanti esilii e le tante carce-
razioni di Vescovi di che fu ed è testimone il
secolo nostro in ogni parte della terra . Coloro
che van macchinando de' vani disegni hanno
stabilito : Rompiamo i loro vincoli e riget-
tiamo lungi da noi il loro giogo (3) . Stolti!
non pensano che giammai cadrà la solenne
parola di Dio : Ti darò in tuo retaggio le
genti e in tuo dominio gli ultimi confini del
mondo . Noi intanto per nostra parte circon-
diamo di affetto e venerazione i nostri Pastori
che con tanta fermezza compiono il loro ufficio .
Non dimentichiamo che Paolo perseguitato in
Antiochia della Pissidia, in Iconio, in Listri,
una notte a Troade vide in visione l'angelo
tutelare della Macedonia che presentatosi a lui
lo pregava dicendo : Passa nella Macedonia ed
aiutaci (4) ; e Paolo passò in quelle regioni . Gli
angeli tutelari dell'Africa, dell'Asia, dell'O-
ceania quante volte avran tese le mani verso i
nostri Vescovi dicendo loro ; Passate, aiutateci .
IV.
Finalmente i Vescovi sono gli .angeli . cu-
stodi delle Diocesi e delle anime . E scritto nei
(1) Psal . xc, 11 .
(2) Hebr.xi,17
(3) Ps. ii .
(4) Act . xvi .

1.10 Page 10

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I Vescovi e l'unità della Chiesa .
di tutti coordinati a vicenda formano quell'ar-
monia espressa da Dio a Giobbe con quelle
parole : Ubi eras cum me laudarent astra
Finalmente questa ineffabile dignità del- matutina et jubilarent omnes filiiD(.e1i)
l' Episcopato cattolico si desume dall' unità
Ogni Vescovo non è un angelo isolato, ma
della Chiesa . Nella visione dell' Apocalisse le sibbene un angelo posto in gerarchia ed ordine
stelle erano riunite nella destra del Salvatore . fra i cori dei proprii fratelli, quindi la gloria,
Infatti Gesù Cristo morì ut filios Dei qui la magnificenza, la potenza di uno riceve au-
erant dispersi congregaret in unum - per mento di maestà dalla gloria, dalla magnifi-
riunire insieme i figluoidDiocherano
cenza, dalla potenza di tutti gli altri . I Che-
dispersi (1) . Nell'ultima cena Egli pregava il rubini visti da S. Isaia erano sulla stessa base
Padre per gli Apostoli : Serva eos in nomine del trono di Dio et clamabant alter ad alte-
tuo quos dedisti mihi ut sint unum sicut et rum : Sanctus, Sanctus Sanctus Dominus
nos . - Custodisci nel nome tuo quelli che Deus exercituum (2) .
hai a me consegnati affinchè siano una cosa
Ora il Papa è il capo visibile di questo
sola come noi (2) . E l' Apostolo Paolo alta- corpo, è il centro luminoso di questi astri, la
mente proclama a tutti i fedeli : Un solo corpo mano di Gesù Cristo che li sorregge, la base il
e un solo spirito, come siete ancora stati fondamento della Chiesa di Dio . Super hanc pe-
chiamati ad una sola speranza della vostra tram aedificabo Ecclesiam meam(.I3n)lui
vocazione . Un solo Signore, una sola fede, sta la pienezza di ogni autorità, da lui emana
un solo battesimo... Ed Egli (Gesù Cristo) l'Episcopato . Esso ha le chiavi del regno di Dio
costituì altri Apostoli, altri profeti, altri e- ed apre e nessuno può chiudere, chiude e nessuno
vangelisti, altri pastori, e dottori, pel perfe- può aprire . Esso il Primo, il Capo , il Re, il
zionamento dei santi, per la edificazione del Sommo Sacerdote, il Vicario di Gesù Cristo,
corpo di Cristo, fino a tanto che ci riuniamo Pietro ! Considerando in questo vero punto di
tutti per l'unità della fede e seguendo la ve- vista la Chiesa Cattolica noi scorgiamo nella
rità nella carità andiamo crescendo in ogni sua unità nuovo argomento di gloria per l'E-
parte in lui che è il capo (cioè Cristo) . Da piscopato .
ciutolrpcmagintoes
per via di tutte le giunture di comunicazione,
I.
in virtù della proporzionata operazione so-
pra di ciaschedun membro, prende l' au-
gmento proprio del corpo per sua perfezione,
mediante la carità (3) .
Se la Chiesa adunque è un corpo perfetto
bisogna che abbia un capo solo e questo visi-
bile . Ogni Vescovo perciò non è una stella
isolata e indipendente nel firmamento, ma un
astro che bisogna considerarlo in tutto l' in-
sieme del sistema sidereo regolato da un centro
solo, da una legge sola . Allora quale magni-
ficenza di luce non si spiega innanzi agli occhi
nostri . Un astro cresce in splendore per la
vicinanza di altre stelle ; la bellezza dell'ordine
TuttiiVescovnfatgorivlt
loro sguardi al Papa e verso a lui muovono
guidando le innumerevoli tribù della terra
varie per lingue, costumi, paesi . Et ambula-
bunt gentes in lumine tuo - alla tua luce
cammineranno le genti (4) . Gesù ha detto a
Pietro : Pasci le mie agnelle - Pasce oves
meas . (5) . E i Vescovi, che sono le agnelle
madri dei popoli, inchinando innanzi a Pietro
le nobili fronti dànno l'esempio dell'umiltà
nell'esaltazione, riproducono in sè Gesù Cristo
che fu obbediente fino alla morte . Così i po-
poli camminano allo splendore della loro obbe-
rende più vaghi i singoli astri, e i movimenti
(1) Joan . xi, 52.
(2) Joan . XVII, 11 .
(3) Ep hes. Iv, 4, 5, 11 .
(1) Iob . xXxviii, 7.
(2) ISAI . VI, 3.
(3) MATT. XVI, 18.
(4) IsAI . LX . 3 .
(5) JOAN . XXI, 17 .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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dienza e si lasciano guidare ai pascoli sicuri . una sola cosa siamo noi (1) . Innamorati a
Sono mille i Vescovi sparsi sulla faccia della tanto fuoco di carità noi esclamiamo guar-
terra e tutti hanno lo stesso nome sulle labbra, dando i nostri Vescovi : O chiesa, tu sei eletta
il nome del Papa ; un solo pensiero, il pensiero come il sole per i tuoi splendo ri ; Electa ut Sol .
del Papa ; una sola norma di operare, la legge
del Papa ; una sola parola da bandire, la pa-
III .
rola del Papa . Quale differenza tra l'unità del-
l'Episcopato e la tirannia, rivolta, dissoluzione,
confusione che regna negli scismi e nelle ere-
sie . E noi mirando l' ordine mirabile della
Chiesa Cattolica dobbiamo esclamare : Tu sei
bella come la luna : Pulchra ut Luna.
Mirate in ultimo i Vescovi radunati in con-
cilio, assistiti dallo Spirito Santo . Se due di
voi, ha detto Gesù Cristo, si accorderanno so-
vra la terra a domandare qualsiasi cosa sarà
loro concessa dal Padre mio che è nei cieli.
Imperocchè dove sono due o tre congregati
II .
Tutti i Vescovi obbediscono al Papa perchè
in nome mio, quivi io sono in mezzo di
essi (2) . È questa la corona della dignità Epi-
scopale . I Vescovi radunati formano la Chiesa
lo amano d' amor sviscerato, soffrono con lui, insegnante e partecipano dell'infallibilità data
esultano con lui, son con lui nel giorno della da Dio al suo Vicario . Pietro è il centro
persecuzione, son con lui nel giorno del trionfo . donde incessantemente tutto irraggia e dove
Ed ecco la magnificenza dell' amore : Verita- incessantemente bisogna che tutto ritorni . Ad
tem facientes in Charitate . Gesù comandava esso spetta radunare, ad esso confermare i con-
agli Apostoli : M andatum do vobis ut diliga- cilii . Ubi Petrus ibi Ecclesia . Mirateli involti
tis invicem sicut dilexi vos . - Che vi amiate nei sacri pallii, assisi sui loro seggi come quei
l'un l'altro come io vi ho amati . Ecco la ca- vegliardi visti da S . Giovanni intorno al trono
gione di quell'amore che stringe il Papa coi
Vescovi, i Vescovi fra di loro e i Vescovi coi
loro popoli : Pascete il gregge di Dio che da
voi dipende governandolo non forzatamente
ma di buona voglia secondo Dio (1) . E per
questa carità che i popoli si stringono a' loro
Pastori e, imparando da essi ad amare il Papa,
si vedono nel inondo tanti ammirabili attestati
di Dio . In essi sta il fiore della santità e della
scienza del mondo intero . Son venuti da ogni
parte del mondo, sono di svariatissimi paesi,
eppure tengono una sola dottrina . Il Papa pre-
siede . Essi decidono sulle cause di fede e di
morale, essi bandiscono leggi generali, essi
condannano le sette e le eresie . Il loro voto
è sanzionato dal Papa e la loro sentenza è ir-
di devozione e di affetto alla Cattedra del Ro-
mano Pontefice . I popoli scorgono la verità
dove è l' amore . In hoc cognoscent omnes,
quia discipuli mei estis, si dilectionem habue-
ritis ad invicem - Da questo conosceranno
tutti che siete miei discepoli, se avrete amore
l'uno per l'altro (2) . Così per mezzo dei Ve-
scovi si vede adempiuta la preghiera di Gesù
Cristo- al Padre : Che siano tutti una cosa
reformabile . Nessuna potenza terrena può ren-
dere irriti quei decreti e quelle definizioni . La
loro autorità è superiore di gran lunga agli
stessi angelici Cori i quali assistono ai Concilii
come guardie d'onore, poichè la Chiesa Catto-
lica è la Sposa di Gesù Cristo . I Vescovi non
hanno armi ed armati per fare eseguire i loro
decreti, ma Dio stesso veglia perchè sieno ese-
guiti e la sua terribile giustizia è pronta a pu-
sola, come tu sei in me, o Padre, e io in te,
che siano anch'essi una sola cosa in noi ;
onde creda il mondo che tu mi hai mandato .
E la gloria che tu desti a me, l'ho io data
ad essi :afinchèsianounacosasola,come
nire i trasgressori . La Chiesa intima ai fedeli,
la vita eterna a chi obbedirà, la morte eterna
a chi sarà ribelle . Questa sentenza è la salute
di molti . La Chiesa ha parlato ogni questione
è finita . I deboli si rinfrancano, gli illusi si
(1) 1 . PETR . v, 2.
('2) JOAN. xiii, 35 .
.
21
xvi, (1) JoAN,
(2) Matt. xviii, 20 .

2.2 Page 12

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ravvedono, gli erranti ritornano ; e un grido
immenso di plauso e di giuramento di fedeltà
si leva da ogni parte nell'orbe Cattolico . Vi
sarà qualche individuo, qualche provincia che
non voglia obbedire? Dio col suo braccio po-
tente stritolerà i superbi, scancellerà eziandio
la nazione dalla faccia della terra ed eseguirà
infallibilmente la sentenza di morte eterna con-
tro gli ostinati . Qui non crediderit condem-
nabitur. Noi commossi , stupiti al cospetto
delle maestose assemblee dei nostri Vescovi
dinanzi alle quali caddero sempre sconfitte
tutte le eresie, noi applaudiamo alla Chiesa
Cattolica terribile come un esercito ordinato a
battaglia. Terribilis ut castrorum acies or-
dinata .
Il Papa ! i vescovi ! il Concillo ! quale
capo ! quali principi ! quale podestà ! Ma so-
vrattutto quale carità, quale unità ! Non cadrà
mai dalla memoria lo spettacolo d'amore e di
unità dato dai Vescovi al mondo stupefatto nel
1° Luglio 1867 . Cinquecento Vescovi erano
radunati nella grand' aula sopra il portico
di San Pietro in Vaticano . Quando apparve
Pio IX quei venerabili prelati con una gioia
direi quasi infantile si strinsero intorno a lui .
Il Santo Padre procedeva avendo una parola,
un sorriso per ciascheduno di quei figli predi-
letti . Quando ecco tutti i Vescovi cadere in
ginocchio ed esclamare ad una voce : Tu es
Petrus ! E Pio IX stendeva ambo le mani su
quelle fronti canute e sollevava gli occhi al
cielo imperlati da lagrime di indescrivibile te-
nerezza . In quell'istante la voce misteriosa del
Principe degli Apostoli dovette far risuonare al
cuore di tutti i radunati quelle parole che indi-
rizzava nella prima sua lettera ai Vescovi della
Chiesa primitiva : Cum apparuerit princeps
pastorum, percipietis immarcescibilem glo-
riae coronam .-Quando apparirà il principe
dei pastori, riceverete corona immarcescibile
di gloria (1) .
(1) 1 Petr. v, 4 .
LETTERA DEL BRASILE .
Nictheroy, 29 Luglio 1854.
Viva Gesù e Maria!!
REvmo ED AMAT .MO SAC . D . RUA,
È dai 12 di Marzo che ho la sua lettera sul
tavolino del mio uffizio ; tutti i giorni dico di vo-
ler rispondere e poi rimando sempre per più tardi .
Quante cose sono passate dall'ultima mia lettera
sino ad ora! Il demonio ha voluto metterci alla
prova, e se non è riuscito a gettarci a terra, ci
ha dato però una buona batosta . Ringraziamo la
SS . Vergine Ausiliatrice nostra buona Madre, che
ci ha tanto visibilmente protetto e mostriamocene
per sempre riconoscenti . - Le aveva nell'ultima
mia narrato il nostro primo arrivo in Brasile e
le prime nostre intraprese dell'Oratorio festivo e
della nuova fabbrica . Speravamo allora che ogni
cosa avrebbe proceduto prosperamente, ma non a-
vevamo calcolata l' opposizione e le forze dei ne-
mici
del
Conclusie
bene .
Abbiamo
vicini
i
protestanti .
L'o-
ratorio non si potè sostenere per opera di alcuni
maligni i quali fecero sì che da una Domenica al-
l'altra scomparissero tutti i giovani dei quali un
solo continuò a venire . Che fare ? Tentammo vari
mezzi per vedere se potevamo riuscire in questa
impresa, ma visto essere inutile ogni fatica e stu-
dio lasciammo a Dio la cura di premiare la nostra
delusa intenzione e di fissare il tempo delle nostre
consolazioni . Ci siamo in compenso messi a lavo-
rare con più impegno nella fabbrica per cominciare
cogli alunni interni . Si spinsero i lavori ed in prin-
cipio di Gennaio stava pronta già una parte dell'e-
difizioc. apedi40o5ragz Aprimmo il Col-
legio con 10 alunni . Tutto prometteva bene . Femmo
una festa solennissima di san Francesco di Sales
nostro glorioso Protettore . Venne il Vescovo, il
Vicario Generale e moltissimi altri benefattori e
tutto procedette con ordine ; Messa della Comu-
nione, Messa in musica con panegirico del Santo,
il pranzo ed i vespri . Fu una festa che destò l'at-
tenzione del popolo ; i buoni davano lode a Dio
per la nostra venuta ; i cattivi per il contrario
bestemmiavano e maledivano il nostro arrivo , e
giurarono la nostra perdita . Cominciarono a spar-
lare di noi, poi a criticare il nostro metodo, poi
a spargere voce che i giovani stavano male . Dei
dieci giovani che avevamo 5 si ritirarono in un
solo giorno , due altri il giorno dopo . Irrisioni ,
satire, calunnie, improperii di ogni genere si lan-
ciavano continuamente su di noi e del nostro col-
legio . Quando uno di noi aveva da uscire, andava
incontroalmartirio. Furono giorni di vera per-
secuzione . Visite sopra visite delle autorità civili
e scolastiche le quali mosse da tante dicerie vole-
vano coi loro occhi depurare la verità . Mi parea
di essere ai primi tempi dell' Oratorio . Sorprese
durante il pranzo, durante la scuola , durante lo
studio . Quasi nello stesso tempo si fece un decreto
per l'incameramento dei beni dei frati : tal de-
creto pareva inchiudere ogni sorta di religiosi, co-

2.3 Page 13

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sicchè i pochi benefattori che ancora ci sostene-
vano credettero prudenziale partito ritirarsi per
non fare un' opera vana . Fu questo il punto più
terribile per noi , e più pericoloso per la nostra
casa . Temevamo da un momento all' altro giun-
gesse l'ordine di sfrattare dal Brasile . Frattanto
io procurava di animare il meglio che poteva i
Confratelli , e vedendo che dagli uomini nulla si
poteva sperare, ricorsi a Colui che tutto può quando
vuole, e con grande fervore cominciammo una no-
vena solenne di Via Crucis . Da quel momento si
può dire che cambiò di aspetto la cosa . L'autorità
civile conobbe la rettitudine delle nostre inten-
zioni, ed entrarono subito nell'Ospizio varii nuovi
giovani . Si burlarono, è vero, ancora di noi vari
sconsigliati e ci imprecarono ancora negli ultimi
giorni di carnovale , però erano gli ultimi sforzi
del nemico ; finiti i quali cedettero e noi acqui-
stammo di nuovo un poco di pace . Si continuò per
tutta la quaresima la Via Crucis con il solito
fervore e si andò avanti . I benefattori si anima-
rono di nuovo e cominciarono di nuovo ad ani-
marci . Per accenderei di maggior coraggio venne
anche D . Lasagna da Montevideo e tutto contri-
buì a risorgere a nuova vita . Avvicinandosi la fe-
sta della nostra buona Madre Maria Ausiliatrice,
cercammo di scuotere di nuovo un poco l' apatia
di molti . Mandammo numerosi inviti da tutte le
parti . Il Vescovo venne per dar maggior prestigio
ed assistere alla festa . Si fece la conferenza dei
Cooperatori e si celebrò una festa solennissima ,
coronata di ottimi successi . Presentemente 30 al-
lievi sono in Collegio ; abbiamo cominciato con i
falegnami, i sarti ed i calzolai . Ci fu regalata una
bella tipografia ed aspettiamo solo alcuni mezzi
per metterla in azione . Abbiamo cominciato un'al-
tra fabbrica e finita che sia potremo dar ricetto
a circa 80 giovani . Davvero che è un miracolo
dei più belli ; una grazia fattaci dalla nostra buona
Madre Maria . Ecco qui in succinto , amatissimo
Padre , ciò che abbiamo fatto nella prima metà
dell'anno . Spero poter fare assai di più in questa
seconda parte . Spero tutto in Dio e niente in me,
perché mi conosco bene e so che sono buono a
niente . A questo fine faccio fare speciali orazioni
da' miei giovani e mi raccomando anche a Lei per-
ché faccia pregare e preghi per noi . Fra tutte lo
case Salesiane, nessuna, credo, abbisogna tanto di
aiuti spirituali e temporali quanto la nostra . Siamo
in paese lontano dalle altre case dei Confratelli,
circondati da persone nemiche alla nostra santa
Religione ; ci è necessaria la protezione divina per
poter resistere ed ottenere la vittoria . Così pure
abbiamo bisogno di aiuto materiale e personale .
Siamo pochi, pochissimi per il lavoro che abbiamo .
Almeno almeno tre di più sarebbero necessari per
alleggerire un poco i troppo carichi ed attendere
dove si deve attendere . M . Cagliero quando verrà
con i nuovi missionari? Non potrebbe portarmi
qualche soccorso di personale ? Oh ! io mi racco-
mando a Lei, amatissimo sig . D . Rua ; ascolti le
mie suppliche . D . Lasagna stesso mi disse mi ri-
volgessi a Lei per aiuto poiché esso non me ne
poteva dare ; riconosce il mio bisogno , ma non
può aiutarmi . Confido adunque nella sua bontà .
Questa casa benché tanto combattuta, è d'un grande
avvenire e soddisfa ad una necessità pressantissima
in questo paese dove lo strade rigurgitano di ra-
gazzi abbandonati . Oh che miseria ! se vedesse
Schianta il cuore vedere andare alla rovina ed
alla perdizione tanti poveri giovani che educati
cristianamente potrebbero dare ottimi frutti . Non
insisto dunque di più, ma conto sopra di un sicuro
aiuto tra pochi mesi o tra pochi giorni .
Perdoni, amatissimo Padre, la mia lungaggine,
e la cattiva calligrafia . Che vuole ? Scrissi con
molta fretta e ad intervalli . Mi perdoni e mi be-
nedica . Saluti tanto per me l' amatissimo nostro
Padre D . Bosco . Dal Bollettino abbiamo saputo
delle sue notizie ed abbiamo seguitato con vera
ansietà le varie fasi della sua malattia . Oh! Id-
dio ce lo conservi ancora per molto e molto tempo .
Faccia il piacere di presentargli i miei ossequii e
quelli di tutti i confratelli e dei giovani di questa
casa . L' assicuri che ci ricordiamo e preghiamo
molto per lui e per tutti gli altri superiori . Mi
riverisca tutti i superiori dell'Oratorio, D . Laz-
zero, D . Durando specialmente .
Gradisca anche Lei i miei più sinceri voti di fe-
licità e benedica chi si professa con tutta la stima
e la riconoscenza possibile suo
Obb .mo ed Um .mo Figlio in G. e M
MICHELE BORGHINO .
L'EDIFICANTE CONVERSIONE DI UN SETTARIO.
ESTRATTO DALL'UNITA CATTOLICA 20 SETTEMBRE .
In questi giorni, davanti le Assise di Firenze,
fu dibattuto il clamoroso processo pel duello Par-
rini-De Witt , terminato colla morte del primo ,
ed ora ci sembra opportuno di far conoscere la ge-
nuina storia del come il defunto al capezzale si con-
vertisse perocchè, appena accennata già da qualche
giornale, questa conversione può servire di esem-
pio a molti , ed illustra il contenuto nell'ammi-
rabile Enciclica Humanum genus del Santo Padre
Leone XIII, a condanna della Massoneria . E noi
siamo lieti di pubblicare la relazione del fatto ,
che ci è stata trasmessa da persona assai fede-
degna ed informatissima delle cose . Ecco questa
relazione
« Firenze, 15 settembre 1384.
» Egregio signor Direttore
dell'Unità Cattolica,
» Non le sia discaro far luogo nel suo riputa-
tissimo giornale l' Unità Cattolica alla narrazione
che le mando degli ultimi momenti del professore
Cesare Parrini , morto per conseguenza d'una
grave ferita, riportata nel duello che sostenne a
Quarto, presso Firenze, nella villa Torrigiani, il
18 decorso luglio, col signor De Witt, il cui pro-

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cesso per questo caso si viene ora discutendo nel
tribunale delle nostre Assise con gran rumore .
» Il Parrini , uomo di svegliato ingegno, di
buon cuore e di non comune coltura, occupava un
grado elevato nella Massoneria fiorentina, era no-
torio corrispondente della Gazzetta d'Italia e
scrittore del Fieramosca , giornale massonico di
questa città . Che il Parrini fosse o volesse appa-
rire consumato nello spirito anticristiano della
setta, prova il testamento che fece due anni sono,
del quale ecco la copia letterale :
Firenze, li 13 marzo 1882 .
Al Venerabile ed ai Fratelli Massoni
della R .* . L .*. la Concordia,
Sano di mente e di corpo, questo dì 13 marzo 1882,
dichiaro essere mia volontà
1° Che nessun sacerdote, di qualunque siasi culto
o rito, entri nella mia camera quando, per avventura,
dovessi cadere ammalato a morte ;
2° Che dal letto, ove io sarò morto, non voglio es-
sere messo nè in bara, nè accompagnato al sepolcro
da nessuna Congregazione religiosa, Arciconfraternita,
prete, ecc ., ma soltanto dai miei fratelli, amici e co-
n; oscenti
3° Che sul patrimonio, che sarò per lasciare mo-
rendo, siano prelevate lire 500, le quali saranno di-
stribuite come crederà meglio il Venerabile della
L .* . Concordia, fra le vedove e gli orfani di Fratelli
rimasti privi di mezzi di fortuna ;
4° L'esecuzione di queste mie volontà è affidata al-
l'Oriente della L .*. Concordia, nel cui archivio se-
creto desidero sia conservata quest'espressione della
mia ferma volontà .
CESARE PARRINI .
La mattina del 18 luglio 1884 , prima di an-
dare sul terreno per battersi all' ultimo sangue
col signor De Witt , il Parrini scrisse un altro
testamento, tutto dispositivo del suo patrimonio,
con legati o ricordi a varii amici . Ma in questo
secondo nulla era che abolisse , pel caso di sua
morte, quanto avea prescritto nel testamento pre-
citato .
E noto come, dopo sedici o più assalti , egli
finalmente cadesse mortalmente trafitto . Nell'atto
che, steso sopra una materassa, era portato nella
casa attigua alla villa Torrigiani per la medica-
tura, egli disse al medico che gli stava accanto
- Bada che quando vi sia pericolo, voglio es-
serne avvertito, perchè ho gravi faccende da ac-
comodare . -
Due giorni appresso , peggiorando sempre il
male, con atroci strazi del povero infermo, tra i
chiamati vicino a lui fu un rispettabile signore ,
di sentimenti cristiani, col quale egli era legato,
quasi fin dall'infanzia, in cordiale amicizia . Questo
signore, inteso lo stato del Parrini , che già era
di disperata guarigione , riconobbe cogli altri a-
mici la necessità di non fargliene più mistero . Si
sa che questo ufficio di notificare la gravità del
male ad un amico è sempre penoso ; pure il me-
dico lo fece col miglior garbo del mondo .
Il Parrini avea già dichiarato di non voler fare
testamento, poiché lo aveva fatto poco innanzi .
Quali erano dunque le gravi faccende che egli de-
siderava accomodare prima della morte? Furono
manifeste non appena ebbe udito che il pericolo
di morire ci poteva essere . Immantinente , con
accento risoluto, disse ad una gentildonna sua co-
noscenza , che era corsa in quella villa ad assi-
sterlo : - Chiamatemi subito un prete ; voglio il
prete . Ve lo promisi , lo sapete , e tengo la pa-
rola . Voglio il prete . -
Tutti si allontanarono dal suo letto , intanto
che si spediva un espresso a chiamare in tutta
fretta il rev . signor don Luigi Miccinesi, vicario
spirituale della chiesa parrocchiale di Santa Maria
a Quinto . L'ora era ardente, verso il tocco dopo
mezzogiorno . E, siccome qualche tempo ci voleva
pure per l'espresso a portare la chiamata ed a
venire col Vicario, perciò il Parrini, come impa-
ziente di non veder presto il sacerdote arrivare,
si sfogava con quel buon signore, vero suo amico,
il quale lo confortava , ricordandogli che in ogni
caso Dio vedeva la sua buona volontà , e facen-
dogli intendere che un sincero atto di contrizione
avrebbe supplito alla impossibilità di avere il mi-
nistro del Sacramento delle divine misericordie .
In questo dire entrò il signor Vicario , che il
Parrini accolse come un messo del cielo . Trascorsi
alcuni istanti, il Vicario, che era rimasto solo con
lui si affacciò all'uscio e domandò due testimoni .
Quel signore , che non lasciò mai la casa dell'a-
mico, si offerse e fu chiamato l'unico uomo che
vi si trovasse allora con lui, ed era un inserviente
dello spedale , ricercato perché visitasse ed aiu-
tasse l'infermo .
Alla presenza di questi due, il Vicario lesse una
formladitzone,chabrivtuo
quello che era necessario, per un uomo il quale
si era illaqueato nelle censure ecclesiastiche , a-
vendo dato il nome alla setta ed essendosi bat-
tuto in duello , e tanto avea scritto contro la
Chiesa e la fede cattolica . Letta la formola , il
Parrini, col Crocifisso al petto , dichiarò di fare
questa ritrattazione , ed aggiunse : Perdono a
tutti, come desidero che Dio perdoni a me . L'atto,
firmato dai due testimoni , si conserva in questa
Curia arcivescovile . Ciò fatto , si confessò , e si
apprestarono le cose necessarie per l'amministra-
zione del Sacro Viatico . In questo frattempo , il
povero infermo , divenuto molto sereno e tran-
quillo, non faceva altro che abbracciare e baciare
il Crocifisso, che si teneva stretto nelle mani, e
pregava raccomandandosi con intenso affetto a quel
Gesù che riconosceva per unico consolatore ed u-
nica speranza che gli rimanesse al mondo .
Gli fu detto : - Cesare, come mai tu che sei
stato quel che sai, ora preghi così pentito il buon
Gesù ? - Amico, rispos'egli, in un modo si vedon
le cose quando si vive, ed in un altro si vedono
in faccia alla morte . - Ricevette il Viatico con
tali dimostrazioni di fede a di pietà , che gli a-
stanti piangevano di commozione ; ed un signore
d'altra religione, che era fra essi , non poté fre-
nare le lagrime ed i singhiozzi . Prima di dargli
l'Estrema Unzione , il Vicario fu consigliato ad

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aspettare un poco . Questo tempo íl Parrini spese
in un tranquillo raccoglimento col Signore, che
avea vivo dentro di sè, ripetendo sempre a chiara
voce le sante aspirazioni di fede, di speranza e di
amorosa contrizione a Dio, e d'invocazione a Ma-
ria SS . che il sacerdote gli veniva suggerendo .
Non guari dopo fu assalito da una violentissima
stretta . Ci fu appena il tempo di dargli l'Estrema
Unzione, e, col nome di Gesù in bocca ed il Cro-
cifisso sul petto, il Parrini spirò .
Quando era già cadavere sul letto, entrò nella
camera uno dei capi della Massoneria e lo schiaf-
feggiò . Il che visto da una domestica , la mosse
a farne un acerbissimo risentimento . Lo schiaffeg-
giatore si scusò con dire che questo era il rituale
saluto di estremo addio, che i massoni fanno ai
fratelli defunti . Risaputasi la cosa, fu invece da
altri interpretata come un castigo inflitto dalla
setta al defunto, perchè, morendo , l'avea rinne-
gata, ritornando a Cristo ed alla sua Chiesa .
Certamente questa inaspettata e tutta spontanea
conversione di un tale adepto è scottata molto
alla Massoneria . La quale però, ad onor del vero,
non fu tenace dei legali pretesti , che per fargli
un funere scandaloso le dava il primo testamento
del Parrini . Al primo punto aveva derogato egli
col fatto chiamando da sè il ministro della Chiesa :
all'altro i capi della Loggia ebbero il buon senso
di rinunziare ; e così il Parrini ottenne esequie
religiose ed esemplari, senza nessun contrasto ; e
quale in punto di morte si era ridotto alla Chiesa,
tale dalla Chiesa fu abbracciato , benedetto e se-
polto in terra sacra , all' ombra della Croce di
quel Cristo, con cui egli si era così lealmente ri-
conciliato .
Si potrà chiedere come avvenisse una così mi-
rabile mutazione , in un uomo qual era Cesare
Parrini, all'età di presso a cinquant'anni . La ri-
sposta che può darsi è, che egli , nel fondo del
cuore, era diverso da quel che si mostrava ; e
dalla fede, succhiata col latte da una madre che
ebbe religiosissima , non si separò del tutto , nè
mai per intimo convincimento . Cesare Parrini
inoltre ebbe animo pietoso verso i poveri, e fece
sempre molte e generose carità . Le opere di mi-
sericordia attirano la grazia della Misericordia in-
finita , anche sul capo dei più disgraziati pecca-
tori che le fanno . Cesare Parrini ebbe sempre
gran divozione alle anime dei defunti . Si può dire
che il Deprofundis fosse l' orazione che , se non
unicamente, certo più specialmente recitava . Ogni
sera pregava ; e mai non si scordava del Depro -
fundis . Qualora un amico suo morisse, aveva da
lui i suoi Deprofundis . Quel che potessero va-
lere nello stato d'anima e di coscienza in cui egli
vivea, Dio solo sa . Ma la buona disposizione del
cuore era veduta da Dio, che cerca ogni via per
salvare le anime da lui create e redente .
Da ultimo Cesare Parrini amò la Madonna . Con
tutto che scrittore di tante empietà nei giornali,
con tutto che massone , egli teneva l'imagine di
Maria SS . nel cassetto del suo scrittoio , e non
ve la teneva a caso . Maria si ricordò di lui nel
suo bisogno più estremo, nel punto dal quale di-
pendeva la sua eternità .
Altre cose potrebbero aggiungersi . Ma basti
questa, ch'egli, nell'ultimo periodo della vita, era
travagliato da rimorsi . Più volte fu inteso dire
ch'egli meditava di lasciar Firenze o ritirarsi al-
trove per mutar modo di vivere ; giacché, rima-
nendo in questa città, temeva di essere maltrat-
tato dai vecchi amici . Qual fondamento avesse un
tal timore, egli soltanto poteva conoscerlo, giac-
chè egli soltanto sapeva fino a che punto si sten-
dessero i giuramenti e gli impegni con cui s'era
vincolato alla setta . Ma non v'ha dubbio che ,
dentro se, egli era amaramente pentito di aver
legata la libertà della coscienza sua alla tirannia
d'una congrega che non dà requie a chiunque tenta
sciogliersi da' suoi lacci .
L'esempio del Parrini serva di lezione alla gio-
ventù, tanto insidiata ; e valga di eccitamento a
molti e molti infelici , che a malincuore servono
la setta, di cui si sono fatti schiavi, per interesse
o per rispetto umano . In un modo si vedon le
cose mentre si vive, e in un altro in faccia alla
morte, disse Cesare Panini moribondo . Ci pensino
in tempo, e si persuadano che le braccia della
Misericordia eterna sono aperte per ricevere anime
anche più perdute che non fosse quella , ora for-
tunatissima, del Parrini .
I NUOVI PROGRAMMI SCOLASTICI
e le Pubblicazioni della Tipografia Salesiana .
Sono testè usciti i Nuovì Programmi per l'inse-
gnamento nei Ginnasi e nei Licei del Regno . Rac-
comandando essi per lo studio della lingua, della
storia e di altre materie, le opere che più rispon-
dono allo scopo che si prefiggono , noi crediamo
di far cosa grata ai padri di famiglia ed agli edu-
catori segnalando loro le varie pubblicazioni della
Tipografia Salesiana, che perfettamente rispondono
al bisogno .
Prima d' ogni altra cosa, i Programmi racco-
mandano l'insegnamento della lingua italiana, la-
tina e greca ; e fin dal primo entrar nella scuola
dicono essi, debbono i giovani apprendere che
la parola ha pregio solo in quanto è usata a si-
gnificare cose utili alla professione morale del-
l'uomo . Se non che, seguono a dire, tra le molte
opere che servono all'apprendimento della lingua,
riesce assai difficile la scelta, non essendovene forse
alcuna che possa essere data intiera ai giovanetti
delle prime classi ginnasiali senza pericolo di su-
scitare in loro idee mal convenienti alla età, e ve-
nendo ai particolari raccomandano la Vita del Cel-
lini, dicendo d'essere inutile avvertire che doveva
essere letta in edizione purgata, tanto sono delicati
in fatto di professione morale dell'uomo .
Lasciando ad altri il far conoscere che senza re-
ligione riesce impossibile la professione morale
dell'uomo non possiamo fare a meno di lodare

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sotto questo punto di vista i Programmi Gover-
nativi . Noi fin dal 1866 intraprendemmo una scelta
di classici latini in edizione purgata, e nel 1869
i classici italiani, incominciando da Dante venendo
giù giù fino al Manzoni ed al Pellico, i quali due
ultimi, in cose utili alla professione morale del-
l'uomo, superano forse tutti i passati . Di detti clas-
sici scrittori i padri di famiglia e gli educatori
possono aver l'elenco nella coperta di questo Bol-
lettino . Ivi troveranno pure delle tre lingue non
solo grammatiche e precetti, ma eziandio i Dizio-
narii in edizione purgata , da togliere ogni peri-
colo di suscitare nei giovanetti idee malconvenienti
all' età loro .
Prescritto l'insegnamento delle tre lingue ita-
liana, latina e greca passano a raccomandare l'in-
segnamento della storia orientale, greca, romana
ed italiana . Qui pure affinchè i giovani apprendano
che la storia ha pregio solo in quanto è usata ad
esporre cose utili alla professione morale del-
l'uomo, insistono, affinchè colla storia si lumeggi
sinteticamente i progressi della coltura e la grande
rivoluzione lentamente avvenuta nelle credenze
religiose dell'impero romano nei tre primi secoli
dell'era volgare . Essi vogliono pure che gli alunni
acquistino alcuni concetti sintetici, ma chiari e
ben definiti circa i popoli egizio, assiro, ebreo ,
fenicio, ecc . Servono quindi a meraviglia la Storia
Sacra, d'Italia ed Ecclesiastica del Sacerdote Gio-
vanni Bosco, l'Orientale e Greca del Teol . Giulio
Barberis, la Romana e d'Italia del Prof. Terreno,
il Sommario di Storia Patria e le Storie del Fa-
rini, compendii che presentano un concetto sinte-
tico, chiaro, e ben definito circa i popoli egizio,
assiro, ebreo, fenicio, stendendosi specialmente
sulla storia del popolo greco e romano , siccome
quelli a cui risale in gran parte l'origine della
civiltà nostra .
Prescrivono in seguito la Matematica, la Storia
Naturale, la Fisica e finalmente la Filosofia, ed
all'apprendimento di queste scienze servir possono
le Aritmetiche del Sac . G . Bosco e del Cervetti
e la Geometria del Bretto e via via, e special-
mente il nostro Atlante Zoologico, di cui già ab-
biamo pubblicato la Prima Parte - L'uomo : e la
Seconda : -I Mammiferi : le cui tavole si vendono
a L . 1 ciascuna .
Raccomandiamo quindi caldamente ai nostri Si-
gnori Cooperatori e Signore Cooperatrici le Pub-
blicazioni dellanToisptrgaf,cmequl
che sopra tante altre rispondono al fine supremo
delle lettere e delle scienze ed insieme ai Nuovi
Programmi Governativi , a quello cioè della for-
mazione morale dell'uomo, evitando il pericolo di
suscitare nell'età sua di formazione idee mal con-
venienti .
La Storia Antica Orientale e Greca .
Gli ultimi Programmi ed Istruzioni Governative
per l'insegnamento della Storia nei Ginnasii e nei
Licei prescrivono lo studio della Storia Orientale
e Greca .EsiracomandanoalProfesoredi far
intendere ai discepoli, con opportune notizie circa
i costumi, le istituzioni politiche, le arti, le lettere
e le scienze, quanta e quale parte spetta al po-
polo greco nella storia dell'umano incivilimento e
come a quello risalga l'origine della civiltà nostra;
fanno eziandio giustamente osservare che quando
non si fa ciò, i giovani sovente reputano sprecato
il tempo impiegato nello studiare le vicende di
una gente, la quale non veggono in qual rapporto
si trovi colla generazione cui essi stessi appar-
tengono .
La Storia Antica Orientale pubblicata dal Teo-
logo G . Barberis e specialmente quella della Grecia,
testé ristampata ed adattata completamente ai re-
centissimi programmi Coppiniani, serve mirabil-
mente a tale uopo . Il Professore può far intendere
al discepolo quanta e quale parte spetta al popolo
greco nella storia dell'umano incivilimento .
Dette Storie vennero dalla stampa assai enco-
miata e basti per tutta l'encomio dell'Istitutore .
Ecco quanto stampa .
È questo un lavoro che si può mettere nelle mani
della nostra gioventù, senza tema d'inconvenienti non
solo, ma colla certezza che ella ne ritrarrà un utile
vero . Il chiaro autore, convinto che scopo della Storia
non è solo la nuda esposizione dei fatti, delle epoche
e dei luoghi in cui quelli avvennero, ma l' ammae-
stramento morale del lettore, non tralascia mai quando
l'occasione gli si presenta, d'instillare nella sua mente
quei principii di sana morale che gli possono servir
di norma per camminare diritto il sentiero della vita,
onde la Storia deve essere maestra e duce . Amore alla
virtù, abborrimento al vizio, ossequio e riverenza ai
fini imperscrutabili che la provvidenza divina si pro-
pone nella direzione e nella successione degli umani
avvenimenti sono pregi che traspirano da ogni pagina
e da ogni periodo del libro . I fatti sono bene conca-
tenati gli uni agli altri, di guisa che il filo sto-
rico non presenta mai nessun interrompimento . L'e-
sposizione è chiara e facile, motivo per cui lo studioso
senza sforzo intende subito quel che legge. A differenza
di certi storiografi moderni i quali adoprano l'inse-
gnamento della Storia per fine settario, per fare trion-
fare l' idea rappresentata dal proprio partito, e per
ciò conseguire alterano i fatti, sopprimono circostanze,
smozzicano documenti e a forza di stiracchiamenti,
di sofismi e sfregi alla logica ed al buon senso, tirano
gli avvenimenti ai loro perversi fini, quantunque alle
volte ne siano le mille miglia lontani, per non dir
contrarii, il nostro erudito autore è assai parco ne'
giudizi i quali si presentano sempre calmi, ponderati,
inspirati unicamente al trionfo della verità storica da
cui niuno scrittore dovrebbe mai allontanarsi . Per lui
la storia è la maestra dei buoni costumi, nello stesso
tempo che indirizza l'ingegno degli studiosi alla co-
gnizione dei grandi rivolgimenti civili e religiosi degli
antichi imperii dell'Asia e della Grecia . A tutto ciò
s'aggiunga il corredo di belle carte geografiche, gero-
glifiche, simboliche eseguite con sufficiente nitidezza, e
che aiutano e facilitano di molto l'intelligenza del testo
escihavpruàònodiStraAnc
molto vantaggioso ai giovani dei nostri ginnasi, i quali
potranno in esso attingere tutte quelle cognizioni che
sono richieste per gli esami di licenza .
(Dall'Istitutore, N . 8, An . XXVII, 22 febb . 1870) .