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ANNO VI . N . 11 .
Esce una volta al mese .
NOVEMBRE 1882 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo. N . 32 . TORINO
SOMMARIO . Consacrazione della Chiesa di San Gio-
vanni Evangelista-Il Conte Carlo Reviglio della Ve-
naria - Il Conte D . Carlo Cays di Giletta-Apertua
di un Collegio-Convitto per fanciulle di civile condizione
Storia dell' Oratorio di San Francesco di Sales -
Il Collegio di Valsalice agli inondati di Verona -
Collaudazione di Organo - Un Vescovo Cinese nell'O-
ratorio di San Francesco di Sales-Conferenza religiosa
in Torino sulla missione cattolica dell'Ho-nan in Cina -
Solennità del Catechismo nella Parochia del Sacro Cuore
a Roma - Distribuzione dei Premii nell' Oratorio di
Santa Croce in Lucca -- Oratorii festivi - I Pellegrini
Francesi in Torino - Indulgenze speciali pei Coope-
ratori Salesiani .
CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
di San Giovanni Evangelista.
Laudate Dominum de coelis ... Laudate
Dominum de terra . Sì davvero, se fosse in
poter nostro, vorremmo formare del cielo
e della terra siccome due cori, e chiamarli
a sciogliere con noi all' altissimo Iddio il
più bell'inno di ringraziamento e di lode .
Sì, lodate il Signore, o Angeli, vorremmo
gridare, lodatelo, o Santi , lodatelo, o Sa-
cerdoti, lodatelo, o anime giuste, lodatelo,
o giovani, lodatelo, o vecchi, lodatelo, o prin-
cipi, lodatelo, o popoli, lodatelo, o creature
tutte : Laudate Dominum de coelis . . . Lau-
date Dominum de terra . Ma non essendo
ciò in nostra facoltà, noi ci rivolgiamo ai
nostri Cooperatori e alle nostre Coopera-
trici, e li preghiamo ad unirsi con tutti i Sale-
siani ad inneggiare al Signore . Si, lodate e
ringraziate Iddio, o Confratelli e Consorelle
in Gesù Cristo, chè ne abbiamo ben donde .
Il 28 dello scorso ottobre, festa dei
santi Apostoli Simone e Giuda, venne final-
mente consacrata dal Revmo Arcivescovo di
Torino, ed inaugurata al divin culto la Chiesa
di S . Giovanni Apostolo ed Evangelista, e-
retta mediante il concorso della carità vo-
stra . In quel giorno avventurato furono co-
ronate le fatiche e le sollecitudini di tante
benemerite persone, che nel volgere di più
anni col senno , col'artemnoci
aiutarono ad innalzare a Dio questo sacro
edifizifuroonapgti;vdanbuoi
Torinesi, desiderosi e pur bisognosi di ap-
profittare per sè, pei figli , pei domestici
loro, del luogo santo ; furono consolate tante
anime pie, che dopo i più ardenti sospiri ve-
dono oggimai aperta in Torino una novella
Casa della preghiera, un nuovo Tabernacolo
del Dio Vivente, una scuola di verità accanto
alla cattedra dell'errore e dell'eresia ; furono
pur confortati molti pusillanimi e diffidenti,
che, mirando sorto e dedicato a Dio uno
splendido monumento di religione in tempi
così cattivi e sfavorevoli, prendono corag-
gio, e vieppiù si rinfrancano a sperare nei
trionfi della Chiesa Cattolica, sempre vivaa
semprgiovne,smprebla,perchèFigla
-
di Dio, perchè Sposa di Gesù Cristo. Si,
laudate Dominum .
Le feste splendidissime celebrate in quel-
l'occasione ; il concorso di popolo alle sa-
cre funzioni sì straordinario, da far dire che
pareva colà riversarsi la città di Torino ;
la musica, della quale non avresti saputo
giudicare, se fosse più a lodarsi la scelta o
la perfetta esecuzione ; i Presuli venerandi,
che, ciascuno alla sua volta, circondati da

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numeroso Clero, involti maestosamente nei
sacri paramenti pontificarono per tre giorni
mattino e sera ; l'altare maggiore ricco di
marmi ed oro, ed illuminato come a giorno
da cento fiammelle ; le tre navate della
Chiesa, rischiarate da superbe lumiere a
luce di gaz ; le armonie soavissime del mae-
stoso organo, sposate alle candide e robuste
voci dei musicanti, questo ed altro ancora
era impossibile che non risvegliasse in tutti
gli animi sentimenti di fede, di pietà e di
compunzione . In certe ore un sacro entu-
siasmo, ed una sovrana dolcezza s'impa-
dronivano dell' anima tua, e ti pareva di
trovarti come sulle soglie della celeste Ge-
rusalemme . Compresi da profonda venera-
zione, egli era pur d' uopo esclamare col
Patriarca Giacobbe : Quam terribilis est
locus iste ! Non est hic aliud nisi Domus
Dei et Porta coeli : Quanto è mai terribile
questo luogo ! Non v'ha qui altro se non la
Casa di Dio e la Porta del Cielo . Oh! sì,
lodatene, lodatene il Signore : Laudate
Dominum .
Nei luoghi, ove concorre gran popolo di ogni
età e condizione, sono pur sempre a te-
mersi disgrazie per cause talora fortuite, le
quali sfuggono alla sagacia dell'uomo il più
accorto e previdente . Chi non ricorda a mo'
d'esempio le persone rimaste vittime della
morte nello stesso vastissimo Duomo di Mi-
lano, nell'occasione dei funerali di Vittorio
Emanuele II?Ond'èchealmirfoa
immensa di gente nella Chiesa novella, so-
prattutto al tempo delle funzioni vesper-
tine, non pochi ne stavano come trepidanti ;
ma vana trepidazione . Le cose procedettero
così ordinate e tranquille, che non si sarebbe
potuto desiderare d'avvantaggio, e quindi le
feste terminarono senza che si avesse a la-
mentare il minimo disordine . Per circo-
stanze tali è questo un fatto più unico che
raro . E pur di questo lodate il Signore, o
anime dilette : Laudate Dominum .
Nei giorni precedenti alla festa, nella sera
e nella notte stessa del 27 al 28, il cielo
dilu viava sì, che ne sembravano rotte le ca-
tera tte ; laonde si temeva non senza ragione
che il brutto tempo ci avrebbe disturbate
le feste ed amareggiatele con notizie di
nuove inondazioni e di nuovi disastri, per
la piena dei torrenti e dei fiumi . Ma al mat-
tino, e poco innanzi che l'Arcivescovo con-
sacrante si portasse alla Chiesa, la pioggia
cessava di repente, e finita la consacrazione
e mentre celebravasi la prima Messa com-
parve il sole a destare in ogni cuore la
speranza e la gioia . Per tutta l'ottava della
Dedicazione continuò un tempo sì bello, che
tale da oltre a due mesi più non si vedeva .
Ed anche di questo segnalato e per poco
insperato benefizio lodate il Signore : Lau-
date Dominum .
Lodatelo soprattutto per le molte anime,
che mediante la grandiosa ed imponente
manifestazione di fede religiosa, data da ben
oltre a 100 mila Cattolici, accorsi in quei
giorni alle sacre funzioni o alla visita della
nuova Chiesa riverenti e devoti, Egli ri-
condusse a più sani consigli e appiè dei
sacri tribunali di penitenza, ricolmandoli di
grazie, di misericordia e di perdono : Si,
laudate Dominum de coelis . . . laudate Do-
minum de terra .
Dopo aver invitato i suoi Cooperatori ed
amici a ringraziare con lui il Signore, Don
Bosco coglie di buon grado questa propizia
occasione per dare un pubblico attestato di
riconoscenza e di gratitudine a tutti coloro,
che in qualche modo gli vennero in soc-
corso, si per la erezione della Chiesa e pei
suoi ornamenti, sì pel felice riuscimento
della solenne sua inaugurazione . Egli rin-
grazia anzitutto sua Eccellenza Revma Mon-
signor Lorenzo Gastaldi , suo Arcivescovo
veneratissimo, per la bontà addimostrata
nel sobbarcarsi alla gravosa fatica della con-
sacrazione, non ostante la sua malferma sa-
lute ; lo ringrazia del permesso benigna-
mente accordato a che s'invitassero pei tre
primi giorni dell' ottava altri Prelati, per
rendere la solennità più splendida e divota ;
ringrazia dal più intimo del cuore i tre An-
geli di Fossano, di Biella e di Alba, Mon-
signor Manacorda, Mons . Leto e Monsignor
Pampirio, che ad un semplice invito se ne
volarono a Torino, e colla loro veneranda
persona diedero gran lustro e pompa alle
auspicatissime feste ; ringrazia i sacri ora-
tori, i RR . Sigg . Canonici Venck e Monti-
celli, che con apostolico zelo annunziarono
pei primi nella nuova Chiesa la divina pa-
rola ; ringrazia i rispettabili Curati ed altri
membri del Clero Torinese, che si presta-
rono volenterosi a servire nelle sacre fun-
zioni, o vi si portarono a celebrare la Messa
a comodità dei fedeli ; ringrazia i distinti
musici di Torino, che benevoli si unirono
co' suoi giovanetti nel sostenere ed eseguire
con tanta maestria il difficile canto ; ringrazia
i coraggiosi membri del Circolo della Gio-
ventù Cattolica, che con esempio edificante
si recarono a raccogliere la limosina per la
Casa di Dio ; ringrazia tante pie signore
e caritatevoli signori, che o da lontano o da
vicino mandarono in dono oggetti di culto

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ed offerte per sopperire alle spese del di-
vino servizio, e quali in uno e quali in un
altro modo cooperarono a far sì, che ogni
cosa tornasse a maggior gloria di Dio, a de-
coro della Religione, a vantaggio delle a-
nime . Che più ? Don Bosco non ricusa di rin-
graziare persino quei pochi male intenzio-
nati della città, i quali spinti forse più dallo
spirito d'abisso che dalla propria malvagità,
avrebbero voluto disturbare le nostre feste,
come nella scorsa primavera turbate ave-
vano quelle della Chiesa di S . Secondo, e
pure se ne sono astenuti . Se questa loro
astensione è un'opera buona, come è cer-
tamente il rispetto alla libertà e alla roba
altrui, noi preghiamo il buon Dio che ne
li ripaghi coll'aprire gli occhi loro alla luce
della verità, e col ricondurli al seno di sua
infinita misericordia, innanzi che abbiano a
provare i rigori di sua tremenda giustizia .
Sì, tutti i benefattori suoi D . Bosco ringrazia
dall' imo del cuore ; e non potendo fare
di meglio egli li assicura che pregherà
ogni giorno il Signore, perché ne li ricom-
pensi coll' abbondanza dei suoi celesti fa-
vori, li benedica nel corpo, li conforti nel-
l'anima, li protegga in vita, li assista in
morte, e sia loro `mercede, corona e gaudio
per tutta la eternità .
RELAZIONE DELLE FESTE
fatta da due Giornali Cattolici.
Noi dovremmo dare qui una minuta descrizione
di quanto si fece negli otto giorni della Dedica-
zione della Chiesa di S . Giovanni ; ma stante la
premura di stampare il Bollettino ci riserbiamo
di ritornare sopra questo argomento un altro mese .
In questo numero ci limitiamo a riprodurre ciò,
che intorno alle prime feste ne pubblicarono in
quei giorni il Corriere di Torino e l'Unità Cat-
tolica .
La Chiesa di San Giovanni Evangelista .
(Dal n. 255 del Corriere, domenica 29 ottobre 1882)
« Ieri , verso il mezzodì , un festoso scampa-
nio annunziava che era compiuta la solenne fun-
zione per la Consacrazione della Chiesa dedicata
al rapito di Patmos evangelista, celebratasi, se-
condo il rito, a porte chiuse .
» Ma non sì tosto queste si apersero, un'onda
di popolo devoto, che da lunga ora stava aspet-
tando, entrava ad ammirare la magnificenza della
Casa del Signore, e devotamente assisteva alla
Messa del Reverendissimo D . Giovanni Bosco .
» Impossibile numerare i devoti che accorsero
ai vespri solenni, e ad ascoltare la parola sem-
plice ed affettuosa dello stesso Sacerdote, così ze-
lante della gloria di Dio e della salute delle a-
nime .
» Disse degli umili esordi delle opere sue, della
carità che dappertutto incontrò, dei generosi suoi
cooperatori, e delle grazie che il Signore concede
a coloro che con fede lo invocano ; e , ricordata
la Dedicazione del primo tempio di Gerusalemme,
finì coll' invocare sugli oblatori e su tutti i de-
voti cittadini le benedizioni, che Salomone aveva
invocato sopra i suoi sudditi .
» Quanto all'orchestra, per la valentia dei can-
tori e del maestro, nessun elogio è troppo .
» L'organo è uno dei più grandiosi che s' in-
contrano nell'Alta Italia .
» Le campane dànno le sette note musicali .
» Lavoro di buon gusto è la porta principale,
la maggior parte in bronzo , su disegno del ca-
valiere Boidi, professore all'Istituto industriale .
» Molti ammirano la bellissima statua del Pon-
tefice Pio IX , di venerata memoria , opera del
Confalonieri milanese .
» Il disegno della Chiesa fu dato dall' illustre
patrizio Vercellese, Conte Edoardo Arborio Mella,
sullo stile romanico del 1200 .
» Si desidera che il Municipio voglia quanto
prima far atterrare alcune piante del viale , che
impediscono la vista della bella facciata . »
Le prime feste nella Chiesa di S . Giovanni Evangelista .
(Dal n . 253 dell' Unità Cattolica
martedì 31 ottobre 1882)
» La consacrazione della Chiesa di S . Giovanni
Evangelista fu fatta . Viva Dio ! É questo il grido
spontaneo, che uscì dal petto di tutti i buoni To-
rinesi e di mille e mille altri Cattolici . La festa
che ebbe luogo in quel giorno, e che continua ,
è uno splendido trionfo della Religione cattolica .
Sfidiamo a negarlo chiunque vi prese parte . La
sera della consacrazione D . Bosco medesimo rac-
contò all'affollato popolo ciò che 35 anni or sono .
era quel sito ; accennò ciò che è oggidì ; disse
quel che sarà colla protezione di Dio e colla be-
nevolenza degli uomini di buon cuore . Sette lu-
stri or sono era una rimessa, era una catapecchia ;
oggidì è quello che mirano gli occhi nostri, vale
a dire uno dei più belli e ricchi monumenti sa-
cri, non solo di Torino e del Piemonte, ma per
molte rarità anche dell'Italia ; sarà d'ora innanzi
Casa di Dio, luogo di grazia e di misericordia ,
scuola di religione e di buon costume pei fan-
ciulli, per gli adulti, per quanti ne vorranno ap-
profittare a vantaggio delle anime loro .
» Domenica poi il concorso di popolo, la maestà
delle sacre funzioni, la Messa ed i Vespri, pon-
tificati da S . E . Revma Monsignor Emiliano Ma-
nacorda, vescovo zelantissimo di Fossano, la musica
scelta ed eseguita maestrevolmente dai giovinetti di
D . Bosco e da distinti professori di canto della
città nostra , rapirono alla più alta meraviglia e
riempirono di sacro entusiasmo ogni animo gen-
tile . In quel giorno memorando, in quella Chiesa,
si sono passate ore di Paradiso ! Lo spettacolo im-
ponente ci ha data una idea della grandiosa so-
lennità, celebrata dal più sapiente dei Re, quando,
coll' intervento di un popolo innumerevole , colle
armonie più svariate , alla testa dei sacerdoti e

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dei leviti, dedicava solennemente a Dio il magni-
fico tempio di Gerusalemme : Fecit Salomon so-
lemnitatem in tempore illo septem diebus, et
omnis Israel cum eo, ecclesia magna valde .
Nella sera predicò il M . R . signor canonico Venck,
il quale non venne meno alla fama, che gode di
valoroso sacro oratore , e tesse un discorso ben
degno della festa .
» Lunedì la festa non fu meno splendida e gran-
diosa : pontificò alla mattina S . E . Rev . ma Mon-
signor Basilio Leto, vescovo di Biella . Oggi pon-
tifica Monsignor Lorenzo Pampirio , dei Padri
Predicatori , vescovo di Alba . Le sacre funzioni
proseguiranno sino a sabato prossimo, ottava della
Dedicazione, secondo l'orario già da noi annunziato .
» Non possiamo porre fine a queste poche pa-
role, senza mandare un cordiale plauso a D . Bo-
sco, il quale, in tempi così malaugurati e tristi,
sa col suo zelo apostolico e colla sua carità in-
dustriosa trovar modo di compiere opere , che
hanno del portentoso . Voglia Iddio continuare a
proteggerlo ; e vogliano anche i buoni Cattolici
coadiuvarlo ciascuno secondo le proprie forze . Uo-
mini siffatti meritano l'appoggio di tutta la gente
di buon conto ; meritano l'appoggio dello stesso
Governo, il quale, se avesse molti D . Bosco, e,
quello che meglio vale, se li aiutasse, non avrebbe
le prigioni rigurgitanti di malfattori , e tanto a
temere dai radicali . »
NB . Nel prossimo n . riferiremo una non meno
preziosa pagina, che troviamo nella Stella Con-
solatrice di Torino , ottimo periodico , degno di
correre per le mani di ogni persona cattolica .
Esce due volte al mese . Prezzo di associazione
L . 3 all'anno . Dirigersi alla Libreria Consolatrice,
piazza della Consolata, N . 5, Torino.
sacro edificio per causa a noi non punto impu-
tabile, l'illustre gentiluomo già maturo pel Cielo ne
veniva da Dio chiamato in Torino il 19 dello
spirato mese, quasi alla vigilia della desiderata
solennità . Il non poter aver parte alla comune
esultanza certo non fu per lui una pena, poichè
le sue virtù, la sua carità, le sue opere buone
lo avranno, come fondatamente speriamo, fatto de-
gno di entrare tosto negli eterni tabernacoli, nel
vero tempio di Dio, tra il consorzio dei Santi ; onde
il dolore fu tutto nostro, fu de' suoi degni pa-
renti, fu dei suoi affettuosissimi amici .
Ma la gioia, che non gli potemmo partecipare
in vita, noi vorremmo comunicargliela dopo morte .
Per la qual cosa, memori di quanto il Conte
della Veneria fece a vantaggio della Chiesa
di S . Giovanni, abbiamo deliberato, d'accordo colla
rispettabilissima sua famiglia, di celebrare nella
Chiesa medesima un servizio funebre in suffragio
dell'anima sua . Sarà celebrata una Messa solenne
da Requiem, con accompagnamento delle flebili
note musicali, il giorno 16 del corrente, alle ore
10 . Le campane ne daranno il lugubre annunzio
la sera innanzi, e nel mattino all'ora competente .
Invitiamo pertanto i Cooperatori e le Coopera-
trici della città di Torino e dei suoi dintorni,
che vogliano unirsi in quel giorno con noi ad
implorare all'anima del compianto signore la luce,
il riposo, la pace eterna ; e preghiamo tutti i lon-
tani ad udire una santa Messa, oppure a recitare
un De profundis per lo stesso fine .
IL CONTE D . CARLO CAYS DI GILETTA .
IL CONTE CARLO REVIGLIO DELLA VENERIA .
Una delle pene più vive, che ci abbiano nello
scorso mese ferito il cuore, si fu quella arreca-
taci dalla luttuosa notizia della morte del Conte
Carlo della Veneria . Cattolico a tutta
prova, valentissimo nell'architettura il nobile patri-
zio, e col consiglio e coll'opera, era stato per noi in
più casi quale una provvidenza di Dio . Ad onore
del vero ci è dolce il confessare che, se D . Bosco
è riuscito a vincere le svariate difficoltà, le quali si
frapposero alla erezione della Chiesa di S . Gio-
vanni Evangelista, alcune delle quali ritenute per
insuperabili, egli lo deve allo zelo, alla costanza,
ed alla carità del nobile Conte, che gli fu largo del
suo concorso . La storia farà a suo tempo rilevare
gli alti suoi meriti, e gli archivii di quella
Chiesa ne segneranno il nome tra i principali nostri
benefattori .
Di qui ognuno può immaginare con quanto pia-
cere noi attendessimo di poter aprire la nuova
Chiesa al divin culto, a fine di partecipare al-
l'egregio signore la gioia, che arrecava l'esito
felice delle comuni fatiche ; ma ohimè ! avendo
dovuto ritardare di troppo la inaugurazione del
Oramai non passa anno senza che la inesorabil
morte ci tolga or questo or quello dei Salesiani,
nel quale la nostra Pia Società aveva posta grande
fiducia, e di cui servivasi per compiere nel mondo
opere di carità e di religione . Quantunque addo-
lorati, noi non intendiamo punto di muovere lamenti
di quello, che Iddio dispone a questo riguardo . Il
dolce e l'amaro riconosciamo procedere egualmente
dalle sue mani amorevoli ; e come lo ringraziamo
di cuore quando egli ci dispensa il dolce coll'in-
viarci dei buoni confratelli, che potentemente ci
aiutano, così pure ci corre obbligo di benedirlo,
quando ci somministra l'amaro chiamandoli a sè
Deus dedit, Deus abstulit ; sit nomen Domini
benedictum . E tanto più il dobbiamo ringraziare
in quanto che la vita di zelo e di sacrifizio, che
essi hanno menata tra noi, ci lascia la più fon-
data speranza elio siano tosto entrati nella gloria
dei Santi, e di là ci aiutino ancora di più colla
efficacia di loro preghiere .
Uno dei Salesiani, che ci era carissimo ed u-
tile quanto altri mai ; uno dei Salesiani, il quale
più che fratello ci era già stato ed eraci tuttavia
maestro e padre, ci venne tolto dal Signore il 4
dello scorso ottobre . L' alba di quel dì segnava
la dipartita, da questo all'altro mondo, del M . Rev .
signor D . Carlo Cays, Conte di Giletta e di Ca-
sellette , illustre per alto ed antico lignaggio , e

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chiarissimo per virtù ed atti nobilissimi . - Fan-
ciullo e giovinetto ci ritrasse san Luigi ; sposo fu
modello di fedeltà ed amore ; vedovo e padre fu
esemplare di castimonia e di sollecitudine nella
educazione della prole ; nella vita pubblica fu in-
trepido sostenitore della patria e della religione ;
nella vita privata fu l'angelo consolatore dei po-
veri e degli infermi ; religioso fu un luminare di
osservanza e di perfezione ; Sacerdote fu sino al
giorno di sua breve e mortale malattia un apo-
stolo di carità e di ardentissimo zelo per la sa-
lute delle anime .
A dire adeguatamente delle virtù e dei meriti
di quest'uomo insigne in tutti gli stadii, da lui
percorsi nella sua non breve carriera della vita,
non che poche pagine di un periodico, occorre-
rebbe un grosso volume . Mentre si stanno rac-
cogliendo i materiali per iscrivere una biografia
degna di lui, noi cominciamo a dare qui alcuni
tratti più rilevanti della sua vita a comune edi-
ficazione dei suoi confratelli religiosi, e a con-
forto e ad esempio dei suoi parenti ed amici .
I.
Nacque D . Carlo Alberto Cays in Torino , il
21 di novembre dell'anno 1813, dal Conte Luigi
Francesco e da Vittoria Brizio della Veglia, am-
bidue per sangue e per virtù illustri . La nobile
sua famiglia, originaria di Nizza Marittima, presso
cui un dì possedeva molti feudi, era già rinomata
e fiorente sin dall'anno 1066 . Nel corso di oltre
a sette secoli parecchi de'suoi maggiori si resero
celeberrimi in pace e in guerra . Circa il 1300,
un membro cadetto di questa famiglia diede ori-
gine ad un altro ramo dei Cays, stabilitosi nella
città di Arles in Francia, ed estintosi verso la
metà di questo secolo .
Il Conte Luigi Francesco, padre del nostro D .
Carlo, in qualità di Capitano del reggimento di
Nizza , negli anni 1794-95-96 , segnalossi nella
guerra del Piemonte contro i Francesi . Invaso il
Piemonte, il Conte Luigi continuò il suo servi-
zio sotto i Tedeschi a pro del suo legittimo So-
vrano Amedeo III, e di Carlo Emanuele IV, figlio
di lui . Costretto il re con tutta la reale famiglia
ad abbandonare i suoi Stati di terra ferma, e a
ritirarsi in Sardegna , il nobile Conte gli serbò
la giurata fede , e piuttosto di passare sotto le
bandiere Francesi depose la spada e si ritirò . In
conseguenza di questo coraggioso rifiuto e della in-
concussa fedeltà sua al Sovrano spodestato, il Go-
verno Francese gli confiscò tutti i suoi beni di
Nizza, che costituivano un patrimonio di oltre un
milione di franchi, e glieli pose in vendita . A que-
sta si aggiunse un'altra sciagura . Nella ristora-
zione del Governo Piemontese nel 1814, tutte le
vendite dei beni degli emigrati, fatte sotto il do-
minio di Francia, vennero dichiarate valide ; quindi
la Casa Cays trovossi spogliata delle sue sostanze
di Nizza ; dovette per sempre abbandonare la città
degli avi suoi, e venirsi a stabilire in Torino .
Sebbene Vittorio Emanuele I e Carlo Felice gli
dessero una indennità e le più onorevoli cariche
alla Corte, tuttavia la condizione del nobile e fe-
delissimo Conte non avrebbe raggiunta più mai
l'antica floridezza, se il Signore non lo avesse rime-
ritato con un tratto dell'ammirabile sua Provvi-
denza, come diremo più sotto .
Intanto il nostro Contino applicatosi agli studii
e dedicatosi alla giurisprudenza fece mirabili pro-
gressi, ed ottenne nella medesima la laurea dot-
torale nel 1836 . Nel Collegio-Convitto del Car-
mine in Torino, sotto la saggia direzione dei Pa-
dri Gesuiti, il nobile giovanetto per ingegno, studio
e pietà segnalossi tra i primi, e l'unico suo com-
petitore era il Conte Gloria, col quale disputava
ora il primo, ora il secondo posto nella scuola .
Spirava poi da tutto il suo contegno un'aria così
soave ed angelica, che tutti lo stimavano ed a-
mavano grandemente .
In questo frattempo un amico di famiglia fece
conoscere al Conte Francesco come egli aveva di-
ritto al feudo di Casellette, al quale il Cays non
pensava nemmeno . Maravigliato di tale notizia, il
Conte fece tosto notare che per far valere i pro-
prii diritti ed entrarne in possesso sarebbero oc-
corse gravissime spese , a cui egli non poteva
sobbarcarsi . Ciò udito, l'amico promise di soccor-
rerlo senza alcun rimborso se avesse perduto, e l'a-
iutò così generosamente che riuscì appieno nel-
l'intento . Poco dopo l'amico medesimo, viaggiando
per la Francia e trovandosi ad Arles, si stupì di
vedere fra le altre iscrizioni ancora questa : Piazza
Cays . Interrogato chi di ragione, venne a conoscere
che eravi già in quella città una Casa di Cays di-
scendente da quella di Nizza, ma che stava per
ispegnersi nell'ultimo suo membro, celibe e senza
eredi , per nome Giacomo Enrico . Da secoli i
Cays di Nizza e di Arles non si conoscevano più .
Quell'amico fedele si presentò al Cays di Arles,
e lo mise in relazione con quei di Torino, Poco
dopo quegli moriva, e lasciava erede universale
di tutti i suoi beni, consistenti in più di mille
giornate di terreno, Luigi Francesco , Conte di
Giletta e di Casellette . In siffatto modo Iddio ri-
munerava la fedeltà del padre e la pietà del figlio .
Compiuto felicemente il corso de' suoi studii,
ricca la mente di utili cognizioni e formato il
cuore a soda virtù, il Conte Carlo addì 24 mag-
gio del 1837 sposava la nobile Erminia Agnese Pro-
vana del Sabbione, donna di preclarissime doti, ben
capace di felicitare sì nobile famiglia . Essa lo
rese padre di un figlio e di una figlia . La fi-
gliuola, chiamata Vittoria, gli moriva nell'infan-
zia ; e il figliuolo Luigi Casimiro gli sopravvive,
erede de' suoi titoli ; e, come fondatamente spe-
riamo, anche delle sue virtù .
Ma Iddio aveva decretato che il Conte Carlo
passasse per tutti gli stati della vita umana, af-
finchè lasciasse in ognuno esempi luminosi da i-
mitare . Nei suoi imperscrutabili disegni l' anno
1845 il Signore gli toglieva la degnissima con-
sorte nella immatura età di 24 anni . Per questa
dolorosa ed irreparabile perdita il nobile uomo,
rimasto vedovo a 32 anni, volse tutte le sue cure
alla educazione del figlio, all'assistenza dei po-
veri , alla difesa della Religione . Membro e poi
Presidente della Società di S . Vincenzo de'Paoli
egli spiegò un ardore singolare, un amor di pa-
dre in pro delle famiglie povere, e soprattutto a

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vantaggio della tenera loro figliuolanza . Nelle vi-
site che ei faceva nei miseri e spesso luridi loro
tugurii egli con soccorsi materiali , con avvisi ,
conforti ed ammonizioni era sempre quale un an-
gelo di salute e di pace . I giovanetti dell'Orato-
rio di S . Francesco di Sales, di S . Luigi Gonzaga
e dell' Angelo Custode lo ebbero spesso a cate-
chista, a priore ; a benefattore generoso .
In occasione del terribile disastro dello scoppio
della polveriera, il 26 Aprile del 1852, il Conte
Cays diede prova di una carità e di un coraggio
superiore ad ogni encomio . Nelle ore del mag-
gior pericolo, quando il quartiere di Borgo Dora,
anzi l'intiera Torino stava come nelle angoscie
dell'agonia, aspettando forse l'ultima sua rovina,
il Conte lungi dal fuggire volle recarsi in sul
luogo, e là in mezzo allo scompiglio ed al ter-
rore consigliava, aiutava, trasportava feriti, di-
mostrandosi così, per amor del suo Dio, ben degno
nipote di quei tanti suoi maggiori, che da prodi
avevano esposta sui campi di battaglia la propria
vita a difesa della Patria e della Religione .
Non meno che l'illustre suo genitore , il no-
stro Conte fu sempre carissimo al suo Sovrano
e alla reale famiglia . L'anno 1854, nell'occasione
che il coléra-morbus infieriva in Torino , tutta
la real Corte andò ad abitare nel suo castello di
Casellette , situato in luogo saluberrimo a piè
delle Alpi, e colà vi rimase al sicuro per ben
tre mesi .
Nè dobbiamo passare sotto silenzio che il Conte
Carlo, nella VI Legislatura, dal 1857 al 1860 fu
Deputato del Collegio di Condove al Parlamento
Subalpino, e non venne meno giammai alla fidu-
cia de'suoi elettori . Nell' aula parlamentare egli
insieme coi Conti Solaro della Margherita, di
Camburzano, Costa della Torre, Crotti di Costi-
gliole ed altri intrepidi Deputati cattolici fece più
volte udire la nobile sua parola a difesa dei prin-
cipii. di sana politica e dei diritti della Chiesa .
Nella celebre tornata del 1° di Giugno 1858 egli
tenne alla Camera un lungo e bellissimo discorso,
nel quale con irrefragabili prove difese la conte-
stata validità della elezione del Collegio di Ori-
stano , fatta nella persona del dotto e valoroso
scrittore del giornale L'Armonia, oggidì Direttore
dell' Unità Cattolica, il teol . D . Giacomo Margotti .
L' anno 1860, prendendo la politica una piega
troppo contraria alle aspirazioni ed ai sentimenti
di un buon Cattolico, il Conte Cays si ritirò a
vita privata, o ridiede tutti i suoi pensieri ed af-
fetti alle opere di carità e di religione . Visitare
gli infermi nelle case e negli ospedali, soccorrere
i poveri più derelitti, catechizzare i fanciulli, im-
piantare e presiedere Conferenze di S . Vincenzo
de' Paoli in città e fuori, indirizzarne i membri
all'adempimento degli assunti impegni, promuo-
vere la buona stampa, essere sempre tra i primi
ogni qual volta trattavasi di compiere un bene
od impedire un male, ecco la vita operosissima
del Conte Cays, finchè rimase nel secolo e in seno
alla famiglia .
I suoi sentimenti religiosi e la sua devozione
al Re e alla Casa di Savoia non gli furono per-
donati dai rivoluzionarii di quel tempo . Egli come
tantissimi altri insigni personaggi del clero e del
laicato ebbe a sostenere una minuta perquisizione,
fattagli dagli Agenti del Governo, sotto il pre-
testo di trovare in lui un cospiratore , siccome
Presidente del Consiglio Superiore della Società
di San Vincenzo dei Paoli in Torino . La perqui-
sizione venne eseguita il 9 di febbraio del 1862 ;
fu sequestrato tutto il suo carteggio, ed esami-
nato minutamente linea per linea ; ma con quel-
l'atto anticostituzionale il Governo lungi dal trovare
cosa, che potesse interessare le sue viste e por-
gere il menomo sospetto di cospirazione contro
l' attuale ordine di cose, fece per l'opposto splen-
didamente constare che il sant'uomo nelle opere
sue non era uscito mai dal campo della carità per
entrare in quello della politica, e pose fuori d'o-
gni dubbio che si può essere fervoroso cattolico
senza cessare di essere savio e prudente citta-
dino . Di questa perquisizione abbiamo una ME-
MORIA scritta dal Conte medesimo, la quale vuol
essere consultata da chiunque desideri di farsi
un'idea esatta del suo carattere nobile e schietto (1) .
Dopo qualche tempo Iddio ricompensò il fedele
suo servo di quanto faceva e soffriva per Lui .
L'anno 1877 egli sentissi farsi vivissimo in cuore
un antico desiderio, il desiderio cioè di appar-
tarsi affatto dal mondo, ed abbracciare la vita reli-
giosa nell'Istituto dei Salesiani . Un giorno pertanto
venuto all'Oratorio di S . Francesco di Sales, ci si
aperse intieramente con D . Bosco, nel quale ebbe
sempre una confidenza illimitata . Don Bosco lo
ascoltò e poi gli disse : - Va tutto bene, signor
Conte ; ma ha Ella pensato che cosa voglia dire
farsi religioso ? Ha Ella pensato che ciò esige ab-
bandonare ricchezze, onori, piaceri ed ogni cosa
del mondo? - E da molto tempo che vi penso,
rispose il Conte , e so tutto quello che importa
questo passo ; ma so anche per propria esperienza
che le ricchezze , gli onori, i piaceri di questa
terra non contentano il mio cuore, e che a nulla
mi serviranno nell'ora della morte . Che aiuto in-
fatti , che conforto potranno dare all'anima mia
in quegli estremi momenti le sale dorate, i ricchi
tappeti, le squisite pietanze , i vini prelibati , i
domestici in livrea pronti al mio servizio ? - Ma
la S . V . è assuefatta , riprese D . Bosco , ad a-
vere in casa sua molte comodità della vita ; al
contrario in un Istituto religioso, quantunque non
le si lasci mancare nulla del necessario, tuttavia
le dico schietto che le mancheranno tantissime di
quelle cose, di cui oggi abbonda e pel vitto, e
pel vestito, e pel letto e via dicendo . - Il so,
rispose il nobile uomo, ma so pure che molti
vissero e vivono senza tanti agi e delicatezze, e
spero che coll'aiuto di Dio potrò vivere ancor io .
- Ma in casa sua, soggiunse D . Bosco, Lei co-
manda ora da padrone , ed invece in una Comunità
religiosa le toccherà di obbedire da umile servo ;
vì ha Lei badato? - Si, vi ho pur badato, e mi
sono altresì convinto che al punto di morte mi
sarà più consolante l'aver obbedito che l'aver co-
(1) Vedi : Una perquisizione, ossia le Franchigie co-
stituzionali sotto al Ministero Ricasoli ; nternoria del
Conte Carlo Cays di Giletta e di Casellette . - Torino,
Tipografia Giulio Speirani e Figli, 1862 .

1.7 Page 7

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mandato . - Mi perdoni, signor Conte, se le ag-
giungo un' osservazione : Lei ha già un' età un
po' avanzata, e non saprei se le permetterebbe di
osservare le regole dell' Istituto . - Questo ul-
timo riflesso di D . Bosco fece un gran colpo
sull'animo del Conte, il quale si fermò un istante,
e poi con accento commosso rispose : - E vero
che non sono più giovane , ed è questo che mi
cagiona un grande rammarico, il dover dare cioè a
Dio gli ultimi avanzi della mia vita . Tuttavia mi
conforta il pensiero che non sono ancora vecchio
decrepito, e malgrado de' miei 64 anni godo an-
cora sì buona salute, che mi lascia fondata spe-
ranza di potermi adattare alla vita comune . Per
lo meno non mi pare imprudenza il tentare la
prova .
Vedendolo così risoluto e conoscendolo per uomo
di grande virtù, D . Bosco avrebbe potuto fin da
quel momento confermarlo nel suo proposito e
dargli promessa di accettarlo tra i suoi ; ma vo-
lendo provarlo ancor d' avvantaggio gli suggerì
che passasse alcuni giorni nel ritiro e nella pre-
ghiera, e poscia venisse a dirgli le ultime riso-
luzioni . Si era nel mese di Maggio e stava per
incominciare la novena di Maria Ausiliatrice .
Vedremo in altro numero quello che ne sia se-
guito .
APERTURA DI UN COLLEGIO-CONVITTO
PER FANCIULLE DI CIVILE CONDIZIONE .
Partecipiamo ai nostri Cooperatori e alle nostre
Cooperatrici che nella Casa delle Suore di Maria
Ausiliatrice in Torrione presso Bordighera venne
aperto quest'anno un Educatorio per le fanciulle .
Lo scopo si è di dare l'insegnamento morale e
scientifico in modo che lasci nulla a desiderare
per una giovanetta di onesta e cristiana famiglia .
Il sito è presso al mare, l'aria è saluberrima, il
clima mitissimo . L' insegnamento abbraccia le 4
classi elementari ed è impartito da maestre ap-
provate . La pensione è fissata a L . 24 al mese .
Per ulteriori informazioni, pel programma ed ac-
cettazione, rivolgersi alla Direttrice dell' Istituto
di Maria Ausiliatrice in Torrione presso Bor-
dighera .
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
PARTE SECONDA.
CAPO VIII .
Elogio del sistema preventivo nella educazione morale
- Saggio della sua bontà ed efficacia - La Gene-
rala - Uno stuolo di giovani prigionieri a libera
passeggiata - Racconto del Conte Conestabile -
Parlata di D . Bosco .
Tra le varie interrogazioni, che il signor Rat-
tazzi mosse a D . Bosco nella sopra riferita con-
versazione, una si fu intorno al mezzo da lui
adoperato per conservare l'ordine tra tanti giovani,
che affluivano all'Oratorio .
- Non ha la S . V . ai suoi cenni, domandò il
Ministro, almeno due o tre guardie civiche in di-
visa o travestite ?
- Non me ne occorrono punto, Eccellenza .
- Possibile? Ma questi suoi giovani non sono
mica dissimili dai giovani di tutto il mondo ; sa-
ranno ancor essi per lo meno sbrigliati, accatta-
brighe, rissosi . Quali reprensioni, quali castighi usa
adunque per infrenarli e per impedire scompigli?
- La maggior parte di questi giovani sono
davvero svegliati della quarta, come si dice ; ciò
non di meno per impedire disordini qui non si
adoperano nè violenze, nè punizioni di sorta .
- Questo mi pare un mistero ; favorisca di
spiegarmi l'arcano .
- Vostra Eccellenza non ignora che vi sono
due sistemi di educazione ; uno è chiamato sistema
repressivo, l'altro è detto sistema preventivo . Il
primo si prefigge di educare l' uomo colla forza,
col reprimerlo e punirlo, quando ha violato la
legge, quando ha commesso il delitto ; il secondo
cerca di educarlo colla dolcezza, e perciò lo aiuta
soavemente ad osservare la legge medesima, e
gliene somministra i mezzi più acconci ed efficaci
all'uopo ; ed è questo appunto il sistema in vigore
tra di noi . Anzitutto qui si procura d'infondere
nel cuore dei giovanetti il santo timor di Dio ;
loro s'inspira amore alla virtù ed orrore al vizio,
coll'insegnamento del catechismo e con appropriate
istruzioni morali ; s'indirizzano e si sostengono
nella via del bene con opportuni e benevoli avvisi,
e specialmente colle pratiche di pietà e di reli-
gione . Oltre a ciò si circondano, per quanto è
possibile, di un'amorevole assistenza in ricreazione,
nella scuola, sul lavoro ; s'incoraggiano con parole
di benevolenza, e non appena mostrano di dimen-
ticare i proprii doveri, loro si ricordano in bel
modo e si richiamano a sani consigli . In una parola
si usano tutte le industrie, che suggerisce la carità
cristiana , affinchè facciano il bene e fuggano il
male per principio di una coscienza illuminata e
sorretta dalla Religione .
- Certo è questo il metodo più adatto ad edu-
care creature ragionevoli ; ma riesce egli efficace
per tutti ?
- Per novanta su cento questo sistema riesce
di un effetto consolante ; sugli altri dieci esercita
tuttavia un influsso così benefico, da renderli meno
caparbii e meno pericolosi ; onde di rado mi oc-
corre di cacciare via un giovane siccome indoma-
bile ed incorreggibile . Tanto in questo Oratorio,
quanto in quelli di Porta Nuova e di Vanchiglia,
si presentano o sono talora condotti giovani, che
o per mala indole, o per indocilità, od anche per
malizia furono già la disperazione dei parenti e
dei padroni, e in capo a poche settimane non
sembrano più dessi ; da lupi, per così dire, si mu-
tano in agnelli .
- Peccato che il Governo non sia in grado di
adottare siffatto metodo nei suoi Stabilimenti di
pena, dove per bandire disordini occorrono centi-
naia di guardie, e i detenuti diventano ogni giorno
peggiori .

1.8 Page 8

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- E che cosa impedisce il Governo di seguire
questo sistema nei suoi Istituti penali ? Vi s'in-
troduca la Religione ; vi si stabilisca il tempo
opportuno per l'insegnamento religioso e per le
pratiche di pietà ; si dia loro l'importanza che si
meritano da chi presiede ; vi si lasci entrare di
spesso il Ministro di Dio, e gli si permetta di
trattenersi liberamente con quei miseri, e di far
loro udire una parola di amore e di pace, ed allora
il metodo preventivo sarà bell'e adottato . Dopo
alcun tempo le guardie non avranno più nulla o
ben poco da fare ; ma il governo avrà il vanto di
ridonare alle famiglie e alla società tanti membri
morali ed utili . Altrimenti egli spenderà il danaro,
a fine di correggere o punire per un tempo più
o meno lungo un gran numero di discoli e colpe-
voli, e quando li avrà rimessi in libertà dovrà
proseguire a tenerli d'occhio, per premunirsi con-
tro di loro, perché pronti a fare di peggio .
Di questo tenore D . Bosco tirò innanzi per un
buon pezzo ; e siccome fin dal 1840 egli conosceva
lo stato dei prigionieri giovani e adulti, perché
sull'esempio del signor D . Cafasso e del T . Borel
faceva a quei miseri frequenti visite , così poté
far rilevare al Ministro dell'Interno l'efficacia
della Religione sulla morale loro riabilitazione .
Al vedere il Sacerdote di Dio, ei soggiunse, al-
l'udire la parola di conforto il detenuto rammenta
gli anni beati, in cui assisteva al catechismo,
ricorda gli avvisi del Parroco o del Maestro, ri-
conosce che se è caduto in quel luogo di pena si
è, o perché cessò di frequentare la Chiesa, o perché
non mise in pratica gli insegnamenti, che vi ha
ricevuti ; onde richiamando a mente queste care
rimembranze sente il più delle volte commuoverli
il cuore, una lagrima gli spunta in sugli occhi,
si pente, soffre con rassegnazione, risolve di mi-
gliorare la sua condotta, e, scontata la sua pena,
rientra in società disposto a ristorarla degli scan-
dali dati . Se invece gli si toglie l'amabile aspetto
della Religione e la dolcezza delle sue massime e
delle sue pratiche ; so lo si priva delle conversa-
zioni e dei consigli di un amico dell'anima, che
sarà del misero in quell'odiato recinto ? Non mai
invitato da una voce amorevole a sollevare lo spi-
rito oltre la terra ; non mai animato a riflettere
che peccando ha offeso non solo le leggi dello
Stato, ma Iddio, Legislatore Supremo ; non mai
eccitato a domandargli perdono , né confortato a
soffrire la sua pena temporale in luogo della
eterna, che gli vuol condonare, egli nella sua
misera condizione altro non vedrà che il mal garbo
di una fortuna avversa ; quindi invece di bagnare
le sue catene con lagrime di pentimento, egli le
morderà di mal celata rabbia ; invece di proporre
emendamento di vita, si ostinerà nel suo male ;
da' suoi compagni di punizione imparerà nuove
malizie, e con essi combinerà il modo di delin-
quere un giorno più oculatamente, per non rica-
dere nelle mani della giustizia, ma non già di
migliorare e farsi buon cittadino .
D . Bosco, colta la favorevole occasione, segnalò
al Ministro l'ùtilità del sistema preventivo soprat-
tutto nelle pubbliche scuole e nelle case di edu-
cazione, dove si hanno a coltivare animi ancor
vergini di delitti ; animi, che si piegano docilmente
alla voce della persuasione e dell'amore . So bene,
conchiuse D . Bosco, che il promuovere questo si-
stema non é cómpito devoluto al dicastero di Vostra
Eccellenza ; ma un suo riflesso, ma una sua parola
avrà sempre un gran peso nelle deliberazioni del
Ministro della pubblica istruzione .
Il signor Rattazzi ascoltò con vivo interesse
queste ed altre osservazioni di D . Bosco ; si con-
vinse appieno della bontà del sistema in uso negli
Oratorii, e promise che dal canto suo lo avrebbe
fatto preferire ad ogni altro negli Istituti gover-
nativi. Se poi non mantenne sempre la sua parola,
la cagione si è che anco a Rattazzi mancava talora
il coraggio di manifestare e difendere le proprie
convinzioni religiose .
Era trascorso appena un anno da questa impor-
tante conversazione, quando un fatto molto singo-
lare venne a far toccare quasi con mano al Ministro
dell'Interno la efficacia del sistema preventivo nella
morale educazione dei giovani anche i più discoli .
E qui anzitutto giova sapere che vi aveva, come
vi ha tuttora in Torino, una Casa correzionale
per giovani minori, o consegnativi dai parenti per
indocilità , od anche condannati dai Consigli di
polizia, o dai Tribunali per qualche delitto più o
meno grave . Lo Stabilimento chiamasi La Generala.
Fu aperto dal Governo Piemontese nel marzo del
1845, a mezzodì della città ; è capace di 300 gio-
vani, e dipende dal Ministero degli interni . Molti
dei detenuti spettano a genitori, che poco o nulla
si curano della loro educazione ; altri appartengono
a famiglie o cattive o di sospetta condotta ; taluni
hanno od ambidue i genitori od uno di essi od
altri parenti già incarcerati ; non pochi sono orfani
e lasciati in tale abbandono, per cui si macchia-
rono di colpe, che interessarono la polizia . I gio-
vani, che varcati i vent'anni non hanno ancora
terminata la loro pena, sono traslocati nelle carceri
degli adulti . I ditenuti di notte sono rinchiusi in
celle separate, e di giorno vengono applicati o
all'agricoltura, o a qualche arte o mestiere, sor-
vegliati sempre dalle guardie, talvolta colle baio-
nette in canna . Nei primi tempi bisognava punire
rivolte giornaliere, litigi, risse, ferite, attentati
contro ai costumi ed altre azioni abbominevoli ;
ma di mano in mano che la Religione vi prese il
suo posto d'onore, e venne fatta conoscere, amare
e praticare, la disciplina si rese più facile, mi-
gliorarono i costumi, e a poco a poco i giovani
si trovarono come rigenerati a vita novella . Se
poi talora successero e succedono in quel luogo
deplorevoli disordini, la precipua ragione si è la
poca o niuna influenza, che vi può esercitare la
Religione, e il predominio che il sistema repres-
sivo ha preso sopra il preventivo (1) .
Or fin da quando il Governo aperse quel Peni-
tenziario , e ne affidò la direzione alla Società
di s . Pietro in Vincoli (2), D . Bosco ottenne di
potersi recare di quando in quando in mezzo a
(1) Chi vuole notizie più ampie sull'Istituto della Gene-
rala può consultare il dizionario di Goffredo Casalis, artic .
Torino, parag . Generala .
(2) Questa Società venne fondata nel 1839 dal canonico
abate Fissiaux, sotto agli auspizi di Mons . de Mazenod
Vescovo di Marsiglia.

1.9 Page 9

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quei poveri giovani, degni della più alta compas-
sione . Egli col permesso del Direttore delle carceri
li istruiva nel catechismo, faceva loro delle pre-
diche, li confessava, e molte volte s'intratteneva
con essi amichevolmente in ricreazione, come pra-
ticava coi suoi figliuoli dell'Oratorio . Non occorre
il dire che quei giovani prigionieri, vedendosi
trattati con si bel garbo, riguardavano D . Bosco
come un padre, e gli davano ogni volta le più
sincere prove di stima ed affetto, e per non di-
sgustarlo si sforzavano di menare una vita, per
quanto sapevano, irreprensibile . Una volta eglino
operarono, per così dire , un miracolo, e dimo-
strarono luminosamente quale potere abbia il si-
stema preventivo per ammansare gli animi anche
i più ostinati e ribelli . Il fatto venne già pubbli-
cato da varii scrittori . Fra gli altri ne parlarono
l'abate Luigi Mendre, il dottor Carlo d'Espiney,
e il Conte Carlo Conestabile . Ecco come lo racconta
quest' ultimo nel suo opuscolo avente per titolo
Opere religiose e morali in Italia .
« Ma l'influenza di D . Bosco sulla gioventù non
è mai stata dimostrata meglio che dal fatto se-
guente . D . Bosco era Direttore spirituale (1) di una
Casa di correzione in Torino . Aveva dato ai gio-
vani prigionieri gli Esercizi spirituali, che furono
fecondi di benedizioni per le loro anime (2) . Nei
suoi uditori, nei suoi penitenti aveva riconosciuto
una sincera conversione al bene, e nel tempo stesso
una affezione profonda ed una riconoscente simpatia
per la sua persona . Il santo Prete ne fu commosso,
e risolvette di ottenere per quei giovani un qualche
alleviamento alla loro prigionia . Si recò dal Direttore
delle carceri della città (3) , e, - Vengo, gli disse,
a farle una proposta ; vi è probabilità che sia accet-
tata? - Faremo tutto quello che potremo, signor
Abate, per compiacerla, rispose l' Ufficiale, perché la
sua influenza sui nostri carcerati ci è stata di grande
aiuto - Ebbene! la mi permetta, signor Direttore,
che io implori una grazia per questi poveri gio-
vani, la cui esemplare condotta da parecchio tempo
non dà motivo ad alcuna lagnanza ; la mi permetta
di farli uscir tutti per un giorno : li condurrò a
fare una gita a piedi a Stupinigi (4) : questa pas-
seggiata farà loro bene per l'anima e pel corpo . -
Il Direttore sbalordito aveva fatto un salto sulla
seggiola . - Ma lei non parla sul serio, signor
Abate, sclamò egli.-Parlocmgisertà
del mondo, ripigliò il Prete, e la supplico di pren-
dere in considerazione la mia domanda . - Lunga
fu la discussione : D . Bosco insisteva : il Direttore
trinceravasi dietro la inflessibilità del Regola-
mento : finalmente, non potendo prendere nulla
sopra di sé, acconsentì di parlarne al Ministro .
(1) Non è già che D . Bosco fosse Direttore stabile della
Generala, ma mentre attendeva al suo Ospizio ed Oratorio
di Valdocco trovava modo di consacrare parte delle sue
fatiche ai giovani di quello Stabilimento .
(2) Era il tempo pasquale e il mese di maggio del 1855 .
(3) D . Bosco si recò da prima dal Direttore dello Sta-
bilimento, poscia dall'Intendente o Prefetto, e finalmente
dal Ministro .
(4) Stupinigi è un villaggio di circa mille anime, situato
presso il Sangone, a 4 miglia ed a Sud Ovest di Torino,
dove vi ha un regio parco . Erane parroco in quel tempo
il M . Rev. D . Emanuele Amaretti, amicissimo di D . Bosco
e di D . Alasonatti .
» Era allora al Ministero Urbano Rattazzi, uomo
che, se difettava di qualità morali, aveva però
molto ingegno. Rifletté un istante sulla proposta,
che il Direttore delle prigioni gli presentò in nome
di D . Bosco ; poi fece sapere a questo che desi-
derava di vederlo . Don Bosco si presentò al Ministro
con quell'aria semplice ed aperta, che gli è na-
turale, e che conserva sempre anche alla presenza
dei più alti personaggi . Il Ministro lo ricevette
con isquisita gentilezza . - Voglio, signor Abate,
acconsentire, diss'egli, alla proposta, che in nome
della S . V . mi è stata fatta : uno di questi giorni,
Lei potrà mettere in esecuzione il suo disegno di
passeggiata, la quale farà molto bene a questi
giovani prigionieri sì dal lato morale come dal
lato fisico : darò gli ordini necessarii : da lontano
la seguiranno carabinieri travestiti, per aiutarla
in caso di bisogno a mantener l'ordine, e per far
uso della forza, se alcuni recalcitranti rifiutassero
la sera di rientrare in prigione .
» Il Ministro aveva pronunciato queste parole
con accento fermo, e credeva di aver soddisfatto
a tutti i desiderii di D . Bosco . Ma questi aveva
sorriso udendo parlare di carabinieri .-Eccellenza,
rispose egli , io Le sono riconoscentissimo della
sua cortesia, ma non metterò in atto il mio disegno
che ad una sola condizione, che Ella mi permetta
cioè di essere tutto solo co' miei giovani, che mi
dia la sua parola di onore di non mandare la forza
pubblica sulle mie traccie . Prendo la cosa tutta
a mio rischio ; e Vostra Eccellenza mi farà met-
tere in prigione se avverrà qualche disordine . -
Il Ministro fu stupefatto ; - Ma, sclamò egli, Lei
alla sera non ne ricondurrà nemmeno più uno di
quei tristi arnesi . - La si fidi di me , rispose
D . Bosco, e il suo contegno mostrava chiaramente
che non avrebbe ceduto . Dunque o prendere o la-
sciare . D'altra parte Rattazzi era curioso di fare
la prova ; oltre a ciò, quel Prete gl'inspirava piena
fiducia ; e perciò permise a D . Bosco di fare quel
che voleva (1) .
» Pochi giorni dopo una brigata festante, compo-
sta di ben trecento giovani guidati da un Prete,
usciva di Torino, prendendo la strada di Stupinigi .
Apriva la marcia un somiere carico di provvigioni .
Erano questi i protetti di D . Bosco i quali, usciti
dalla loro prigione, godevano con riconoscente gioia
quella giornata di sole e di libertà . La loro con-
dotta fu inappuntabile ; nessuna contesa venne a
turbare la pace di quel giorno, e il Direttore non
ebbe bisogno nè di avvertimenti, nè di rimproveri
per mantenere la disciplina . La sera rientrarono
tutti nella trista loro dimora più rassegnati alla
loro sorte e più docili di prima .
» Il Ministro aspettava con impazienza il risul-
tato della spedizione : non ostante la fiducia che
gli inspirava D . Bosco, egli non si sentiva del
tutto tranquillo . Ma D . Bosco, senza perdere tempo,
andò in persona dal Ministro, il quale fu attonito
al racconto del Prete . - Le sono riconoscente,
signor Abate, diss'egli, di quanto ha fatto pei no-
(1) Per altro lato il Ministro avrà pur detto a se stesso :
Qualora taluno avesse l' ardimento di prendere la fuga,
non sarà difficile ai gendarmi il rinvenirlo tra pochi giorni
e ricondurlo in gabbia .

1.10 Page 10

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stri giovani prigionieri, ma vorrei sapere dalla
S . V . il motivo, per cui lo Stato non ha sopra
quei giovani l'influenza, che Lei ha esercitato? -
Eccellenza, rispose il Prete, la forza che noi ab-
biamo è una forza morale : a differenza dello Stato,
il quale non sa che comandare e punire, noi par-
liamo principalmente al cuore della gioventù, e
la nostra parola è la parola di Dio . - Ed il Mi-
nistro dovette comprendere che la Chiesa possiede
una forza misteriosa che non attinge quaggiù, e
che le persecuzioni degli uomini non fiaccheranno
giammai . » Fin qui il nobile pubblicista .
Da ulteriori ricerche fatte abbiamo pure avuto
notizia sul modo usato da D. Bosco, onde prepa-
rare i trecento prigionieri a godere degnamente del
singolarissimo favore loro accordato . La sera in-
nanzi a quel giorno memorando, egli li raccolse
tutti insieme e tenne loro un discorso, concepito
presso a poco in questi termini : -
Giovani cari, ei disse, vi ho a dare una notizia,
la quale vi farà molto piacere. In premio della
benevolenza che mi avete finora dimostrata ; in
premio della buona condotta che da qualche tempo
menate ; in premio soprattutto della vostra corri-
spondenza alle povere mie fatiche nel corso degli
Esercizi spirituali, mi sono recato dal signor In-
tendente generale (1), indi dal signor Ministro,
ed ho ottenuto la licenza di condurvi domani a
fare una passeggiata sino a Stupinigi . - Udite
queste parole, quei poveri giovani alzarono un
grido colossale di maraviglia e di gioia, impos-
sibile a descriversi . Ricondotto dopo alcuni mo-
menti il silenzio e la calma, D . Bosco continuò :
- Voi vedete quanto sia grande questo favore ; è
questa una grazia più unica che rara ; e fino ad
oggi non fu concessa ancora . - Viva il Ministro !
Viva D . Bosco, esclamarono con gran voce i gio-
vani pieni di entusiasmo . - Sì, viva il Ministro,
proseguì D . Bosco ; ma ora ascoltate, o miei cari,
il più necessario : Io ho impegnata la mia parola
che voi dal primo all' ultimo vi sareste regolati
si bene, da non aver bisogno né di guardie nè di
gendarmi presso di noi ; ho impegnata la mia pa-
rola che domani sera dal primo all'ultimo voi
sareste rientrati in questa dimora . Potrò io vivere
tranquillo sulla vostra condotta? Potrò io stare
sicuro che niuno di voi cercherà di fuggire ? - Sì,
si, stia sicuro ; saremo buoni, saremo buoni - ; fu
questo il grido unanime . Anzi uno dei più adulti
prese a dire : - Pel corpo di mille bombe, se mai
qualcuno cercasse di fuggire gli correrò dietro e
lo squarterò come un pollo ; - ed io, aggiunse un
altro non meno violento, con una pietra spaccherò
la testa a chiunque le desse un dispiacere ; - non
verrà di certo più a casa vivo, gridò alla sua volta
un ercolaccio sui 18 anni, quel furfante che diso-
norasse la nostra partita . - Basta, basta, disse
D . Bosco ; questo parlare non istà bene e mi fa
pena . Io mi fido di voi tutti ; so che mi volete
bene, e non mi darete disgusti . Intanto, così per
dire, vi noto solo che la città di Torino domani
avrà gli occhi sopra di noi . Se mai qualcuno si
regolasse male, ne scapiteremmo tutti e ne sca-
(1) Intendente generale o Prefetto era in quel tempo il
Cav . Carlo Farcito di Vinea .
piterei io pel primo, che ho dimandato e vi ho
ottenuto questo favore, e il pubblico avrà ragione
di dire che io fui un imprudente e che mi sono
lasciato gabbare ; ne scapitereste voi pure , e
passereste per giovani, di cui niuno abbia più a
fidarsi . - E poi che cosa varrebbe il fuggire? A
meno che uno mettesse le ali, del resto dopo poche
ore, o tutto al più dopo un giorno o due sarebbe
nuovamente arrestato, messo in più dura prigione .
Invece se tutti vi diportate bene, e che alla sera
rientriate in Casa senza alcuna difficoltà, chi sa
che non vi sia in appresso riconceduto questo fa-
vore medesimo, e così di quando in quando pos-
siate godere di consimili passeggiate? - Ma tutte
queste sono considerazioni umane ; una ve ne ha
ancora, miei cari giovani, molto più importante .
Voi avete ultimamente fatto le più belle promesse
a Dio, di essere buoni e di non più offenderlo .
Orbene egli vi guarda dal Cielo pronto a benedirvi
adesso e in avvenire, se gli sarete fedeli . Date
adunque domani una prova luminosa della since-
rità e fermezza delle vostre risoluzioni . Tutti al-
l'ordine ; bando alle disobbedienze, agli alterchi,
alle risse . Lo promettete? - Si, si, lo promettia-
mo ; parola d'onore ; vedrà, vedrà . - Ed uno di loro
aggiunse : Lei sarà nostro generale in capo, e a-
nome di tutti i miei compagni l'assicuro che non
mai generale alcuno avrà avuto soldati più docili
e più disciplinati .
D . Bosco così assicurato passò indi ad annun-
ziare l'ora dell'uscita, l'ordine dell'andata, della fer-
mata e del ritorno, e in fine licenziandosi per ritor-
nare in Valdocco disse : A rivederci domattina . -
Quei poveri giovani non capivano più in sè per la gio-
ia, e fin da quella sera si mostrarono coi loro custodi
così quieti ed ubbidienti quali non erano stati mai .
IL COLLEGIO DI VALSALICE AGLI INONDATI DI VERONA .
Gli alunni del nostro Collegio di Valsalice, il
26 del trascorso mese, diedero un'Accademia let-
teraria, cantando in bellissimi versi le eroiche
fatiche e le glorie imperiture del non mai abba-
stanza compianto Mons . Daniele Comboni, figlio
della diocesi di Verona, Vicario Apostolico e ci-
vilizzatore dell'Africa centrale . Vi assisteva un colto
uditorio, dal quale i giovanetti e il loro Direttore
D . Giovanni Francesia, autore dei più bei canti,
vennero meritamente applauditi .
In quell'occasione istessa doveva aver luogo la
distribuzione dei premii agli allievi, che per istu-
dio e per condotta eransi segnalati nel corso del-
l'anno scolastico passato ; ma quei savii e pii
giovanetti, consapevoli delle disgrazie, cagionate
dalle orrende inondazioni, avvenute nel mese di
settembre nel Lombardo-Veneto ; consapevoli delle
lagrimevoli miserie, in cui versano oggidì tante
povere creature, ebbero il felice pensiero di sa-
crificare tutti d'accordo il premio meritato, e in-
caricarono il loro amato Superiore di spedirne il
prezzo all' E.mo Signor Cardinale di Canossa, Ve-
scovo di Verona, affinché lo distribuisse tra i suoi
Diocesani, stati dalle inondazioni più orribilmente
flagellati .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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La somma montò a L . 450, e venne accompagnata
dalla lettera seguente
EMINENZA REVERENDISSIMA,
Il giorno dei premii è grande, solenne per noi,
e segna nella nostra mente una data memoranda .
Ma la gioia di questo giorno cessa intieramente,
quando si viene a sapere che tanti infelici nostri
fratelli sono nella miseria e gemono nel dolore .
Forse quanti giovanetti della nostra età, che ieri
solamente erano agiati e bastevolmente provveduti,
ed oggi coi loro parenti mancano di quel pane ,
che prima potevano dividere con altri infelici ! A
questi abbiamo rivolto il pensiero in questo giorno
faustissimo, e, se potessimo dire così, li vogliamo
chiamare a parte della nostra festa .
É così dolce cosa sentire pietà per la gioventù!
A noi intanto basterà il pensiero d'aver meritato
il premio, di aver avuto le carezze dei nostri ge-
nitori, che ci educarono con questi sentimenti di
carità, ed il resto vada ad asciugare almeno una
lagrima : Sappiamo che è ben piccola cosa per il
bisogno immenso di cotesta sua popolazione ; ma fu
pur benedetto dal divino Gesù l'obolo della pove-
rella . Dobbiamo poi ricordare l'opera di bontà di
tanti nostri fratelli, che non avendo potuto per
questa volta meritare il premio , e fare così un
sacrificio sempre prezioso per la nostra età, vol-
lero unirsi con noi nell' opera bella , vuotando
quel borsellino, ch'essi tenevano in serbo per sod-
disfare i loro piccoli desiderii . Autore di questa
nostra deliberazione fu quel medesimo Monsignor
Comboni , che Verona considera come suo figlio,
e di cui parla la nostra Accademia . Ella poi vo-
glia gradire la nostra umile offerta e nel nome
di Dio benedirci nei nostri studi ed età, per con-
fermarci sempre più in quella Religione, che tra
le sue opere di misericordia volle fosse annove-
rato come fatto a Dio stesso anche un tenue be-
nefizio ai poverelli .
Ci creda di V . Eminenza Revma
Dal Collegio di Valsalice-Torino
26 Ottobre 1882
Firmati : ecc . ecc .
COLLAUDAZIONE DI ORGANO .
Pregati pubblichiamo il presente attestato e per
amore dell'arte e per norma dei nostri Coopera-
tori della diocesi di Fossano .
Centallo, 9 Ottobre 1882.
« Invitato dal Molto Rev . Sig . Arciprete D . Ono-
rato Corrado a collaudare il nuovo grandioso Or-
gano or ora costrutto, in questa Insigne Chiesa
Parrocchiale, dalla ditta Fratelli Vittino da Centallo,
dopo il lungo e svariato esperimento da me fattone
durante le Sacre funzioni del giorno 8 corrente
Ottobre, dichiaro che l'Organo stesso è riuscito
alla perfezione a tutta prova sia per robustezza,
uguaglianza e dolcezza dei Ripieni, come per la
perfetta imitazione dei molti Istrumenti che lo
compongono, per cui dal lato armonico nulla lascia
a desiderare, e corrisponde col più gradito effetto
all'ampiezza e maestosità di questa insigne Chiesa .
» Non appagatomi di ciò, ho voluto in oggi esa-
minare il detto Organo in ogni sua parte, e men-
tre ho trovato pienamente eseguito quanto risulta
dalla Scrittura . di Contratto 8 Gennaio 1882 e
relativo dettaglio, ho parimenti verificato che sia
per la scelta qualità dei materiali come per la soli-
dità e massima esattezza, con cui è lavorato in ogni
sua parte, il detto Organo è veramente meritevole
della più ampia collaudazione, e meritano pure
un imparziale e giusto elogio i fratelli Vittino,
che hanno compiuto un'opera veramentelodev,
e d'altronde per un prezzo modico e di cortesia .
In fede
VINCENZO PETRALI . »
UN VESCOVO CINESE
nell'Oratorio di San Francesco di Sales .
Nel giorno 7 del mese di Settembre, il nostro
Oratorio di s . Francesco di Sales in Valdocco è
stato onorato dalla presenza del Reverendissimo
Monsignore Simeone Volonteri, Vescovo di Pa-
leopoli, e Vicario Apostolico di Ho-nan nella Cina,
il quale è in viaggio per l'Europa .
Giunto in Torino l'intrepido Apostolo si degnò
di recarsi in questa nostra Casa, per incontrarsi
col nostro D . Bosco ; ma con suo e nostro disgusto
ciò non gli fu dato, perchè D . Bosco era lontano
dalla città .
L'illustre Prelato volle tuttavia visitare tutta
la Casa, e prendere conoscenza così delle varie
opere che vi fioriscono , come del numero degli
studenti e degli artigiani, impiegati nelle diverse
professioni . Percorse le classi, i laboratorii, le offi-
cine, visitò quanto ha attinenza calle diverse oc-
cupazioni dei giovani quivi ricoverati, informan-
dosi con vivo interesse di ciò che spetta alla loro
educazione .
Monsignor Volonteri è Italiano, nativo di Mi-
lano . Egli è uno di quei generosi , educati nel
Seminario di San Calocero . Ventitrè anni addietro,
egli abbandonata la patria fece parte di una spe-
dizione di Missionarii, partiti per la Cina a por-
tarvi la parola di Nostro Signor Gesù Cristo .
La non troppo robusta salute faceva temere che
egli non potesse durarla a lungo nelle evange-
liche fatiche, ed alcuni de' suoi amici avevano
cercato di dissuaderlo . Ma egli, che cercava avi-
damente la salute delle anime, non condivise i
timori de'suoi . Confidato nell'assistenza di Dio ,
si decideva al lungo tragitto , e passato il Capo
di Buona Speranza sopra di un legno a vela,
compiva il disastroso viaggio di 4 mesi, arri-
vando felicemente alla Cina . Il Signore sventando
i funesti presagi degli uomini premiò il suo
servo, con dargli sanità da sopportare le innume-
revoli fatiche di zelante Missionario ; ed oggi
Vicario apostolico di Ho-nan egli spiega tutta l'e-
nergia di un ardentissimo zelo .
Dopo 23 anni d'assenza Mons . Volonteri ritornava
in Europa non per passatempo, ma pel bene della
vasta diocesi, affidatagli dal Vicario di Cristo .

2.2 Page 12

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Nella sua utile corsa, passato già a Lione ed cadenza , che ripetuta ad ogni finale di senso
a Parigi, ei vi patrocinava gl'interessi di sua concentra in un medesimo pensiero l' animo di
Missione presso la pia Società della Propagazione i chi prega, mentre diletta dolcemente l' orecchio
della Fede e della S . Infanzia , non che presso di chi ascolta .
a Cattolici potenti, che ebbe occasione di visitare .
I giovani colpiti dalla novità s'erano aggrup-
Passò pure a Roma ad invocare la Benedizione pati attorno al cantore, ed applaudivano di cuore
del Padre comune di tutti i fedeli, a rinfocolare la al canto sconosciuto ; ma quando intesero dal
sua carità sulla tomba degli Apostoli , e ad in- Vescovo, che le parole di quel canto esprimevano
spirarsi a più gravi patimenti, e fors' anche al letteralmente gli Articoli del Simbolo Apostolico,
martirio, sulle venerate ceneri di tanti eroi della e che il ritornello tante volte ripetuto altro non
Fede .
era che la parola Credo, ruppero in entusiastici
Oltre ad un Sacerdote Savoiardo che lo accom- applausi a conferma della Fede comune, ed a
pagnava Mons . Volonteri aveva con sè un suo cordiale saluto ai nuovi fratelli Cinesi .
Catechista Cinese , per nome Scin-Abelle, a
Monsignor Volonteri alla sera partiva da Torino,
cui desiderava di far conoscere le principali lasciando in tutti il rincrescimento di una fermata
istituzioni ed opere Cattoliche, che sotto sva- sì breve . Il nostro Oratorio non dimenticherà
riate forme abbelliscono il Giardino della Chiesa mai l'onore ricevuto in quel giorno dalla preziosa
di Gesù Cristo . Non ultime fra queste metteva sua visita, e pregandogli da Dio un viaggio felice
quelle, che la nostra Torino possiede in via Cot- innalzerà a Dio fervidi voti che ei possa nella
tolengo, cioè la Piccola Casa della Divina Prov- vasta sua Diocesi formare un elettissimo gregge
videnza, e l' umile Istituto di S . Francesco di al Nostro Signor Gesù Cristo , e inviare al
Sales .
Cielo una immensa moltitudine di anime .
In questa escursione Europea gli si era fatto
compagno un suo venerando amico e parente, il
Rev . Padre Fogliaretti, Superiore della Casa di
Rho, ove i RR . PP . Oblati di S . Carlo tengono
CONFERENZA RELIGIOSA IN TORINO
aperto un fiorente Collegio , utile alla gioventù
che vi si accoglie a cristiana educazione, e per
n sulla missione cattolica dell' Ho- an in Cina.
le mute d'Esercizii, che vi si tengono a vantaggio
Ripassando per Torino il preladato Mons . Vo-
del Clero Milanese .
lonteri l'8 di Ottobre tenne nella chiesa della SS .
Sua Ecc . degnossi di accettare il frugale e mode-
sto pranzo della Comunità, e dopo il desinare scese
nel cortile in mezzo ai giovanetti, felici oltre mi-
Trinità una conferenza per raccomandare la sua
missione alla pietà dei Torinesi . Ecco quello che
ne scrisse L'unità Cattolica nel suo n . 235, mar-
sura di poterlo festeggiare da vicino, ed esprimer- tedì 10 ottobre .
gli colle giovanili e cordiali loro dimostrazioni
« Domenica, nella chiesa della Santissima Tri-
la gioia, che provavano nel vedersi onorati dalla nità, monsignore Simeone Volonteri, vescovo di
visita di un Ospite così venerando . Dopo alcuni Paleopoli e vicario apostolico dell'Ho-nan, tenne
pezzi di scelta musica eseguita dalla banda del- una conferenza sulla sua missione nel centro della
l'Oratorio, essi poterono udire dalla bocca stessa Cina, detto anticamente il fiore del mezzo . Tra-
di Monsignore la descrizione delle fatiche Apo- endo argomento dalla chiesa stessa in cui discor-
stoliche che ha da sostenere , lo scarso numero reva, entrò a discorrere della missione data da
dei Missionarii addetti a quella Diocesi, che nella Gesù Cristo agli Apostoli, missione che continua
sua estensione comprende ben 14 milioni di a- e continuerà fino all'ultimo dei secoli . Poi dimo-
nime . Tutti pendevano dal suo labbro, e col strò che, essendo la Chiesa un corpo solo, tutti
massimo interesse pigliavano parte alla commo- i membri debbono concorrere all'opera delle mis-
vente narrazione . I loro sguardi erano pure oc- sioni . I modi di questo concorso sono tre : preghiera,
cupati del Catechista Cinese , della sua figura , sacrificio personale e sussidii materiali . Spiegò
del suo vestire , non che della lunga ciocca di diffusamente ed eloquentemente questi tre mezzi,
capelli, che stretti a modo di codino gli pende- e dei sacrifizi personali parlava abbastanza la sua
vano dagli omeri fin quasi a mezza gamba . Essi presenza . Giacchè monsignor Volonteri, abbando-
avrebbero voluto potersi far intendere anche da nati gli agi della famiglia e della patria, da 23
lui, e chi sa quante cose non gli avrebbero detto ; anni consacrò tutto se stesso all'evangelizzazione dei
ma la assoluta differenza di linguaggio era un Cinesi . E molto opportunamente avvertiva i padri
ostacolo insormontabile . Ma Monsignore nella e le madri a non opporsi alla volontà del Signore
sua gentilezza volle soddisfare in parte alla loro manifestata per mezzo delle vocazioni . Fu molto
innocente curiosità, col porli in mutuo rapporto commovente l'allusione che fece alla figlia della
per quanto era possibile .
Cananea tormentata dal demonio, e raffigurò in
Pertanto indirizzandosi al suo Catechista, Sua essa la propria missione, invocando per lei le
Eccellenza lo invitava a recitare nel suo linguaggio bricciole almeno della carità torinese . La confe-
le preghiere comuni , come si usa dai Cristiani renza cominciò colla professione di fede in lin-
Cinesi nelle loro riunioni ; ed egli ben tosto senza gua cinese . Monsignore Volontari è accompagnato
scomporsi incominciava dalla recita del Simbolo nel suo viaggio in Europa da un letterato cinese,
Apostolico, che volto letteralmente in Cinese si ottimo cattolico, per nome Scin-Abelle . Presen-
recita accompagnato da un ritmo tutto proprio tandolo alla pia adunanza, avvertì che, dovendo
ed originale . É una specie di canto con regolare discorrere della propagazione della fede, era con

2.3 Page 13

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veniente che s'incominciasse dal professarla . E,
per dimostrare che la fede non muta né per luoghi,
né per lingua, né per costumi, invitò Scin-A belle
a recitare ad alta voce il Credo in lingua cinese ;
ed egli lo recitò con molta grazia e sentimento
di pietà, tra l'ammirazione e commozione univer-
sale . Quale onore e fortuna sarebbe pei Torinesi,
se, con quei mezzi che il venerando prelato ha
suggerito, riuscissero a far sì che quel Credo,
finora recitato da soli seimila cattolici, si reci-
tasse da tutti i quattordici milioni di persone
che compongono la sua missione ! Monsignor
Volonteri partiva il mattino del lunedì per far,
ritorno in Cina ; chi non avesse potuto concorrere
all'opera santa, e volesse prendervi parte o con
sacrifizi personali od offerte pecuniarie, si rivolga
al benemerito monsignor Marinoni, superiore in
Milano del Seminario di San Calocero per le
estere Missioni .»
SOLENNITÀ DEL CATECHISMO
nella Parrocchia del Sacro Cuore in Roma .
L'egregio giornale Romano , La Voce della
Verità, nel suo numero 191 del 22 agosto, pub-
blicava il seguente articoletto sotto il titolo
Premiazione .
« Nel pomeriggio di domenica ebbe luogo per la
prima volta la distribuzione dei premi agli alunni
ed alunne della Dottrina Cristiana della Parrocchia
del Sacro Cuore di Gesù, al Castro Pretorio .
« La solennità, compiutasi nella vasta area - ac-
conciamente preparata ed ornata - del Presbiterio
della nuova Chiesa Parrocchiale, che si sta edi-
ficando, fu onorata dalla presenza di Sua Emi-
nenza Rev .ma, il Cardinale Vicario , Monaco La
Valletta, e di Sua Ecc . Revma, Monsignor Gandolfi,
Vescovo titolare di Doliche, e del Revmo, Monsignor
Negrotto, Canonico di S . Pietro .
« Vennero in tale circostanza cantati alternati-
vamente da alunni d' ambo i sessi , dei cori con
accompagnamento di harmonium , tenuto dal
maestro sig . Andrea Neri, e di pianoforte suo
nato dalla maestra signora Emilia Grangetti ; e
vennero anche recitati parecchi componimenti .
Piacquero sovra tutti i versi (quartine) della
signorina Dardano Elettra, alla quale era toccato
il premio, come pur l' ebbero la sorellina ed i
tre suoi fratellini, il minore dei quali, ci è dol-
cissimo ricordarlo, è precisamente quel fanciullo
che, nell' anno precorso, cadendo dal terzo piano
della casa, in cui abita la famiglia dell' egregio
cav . Pio Dardano, sopra il durissimo marciapede
di marmo, ebbe per miracolo salva la vita , non
riportando egli la menoma lesione .
« E quei versi piacquero e riscossero merita-
mente i vivi applausi del numeroso pubblico ivi
raccolto, perché rivelanti genio ed ispirazione
nella signorina Dardano , ricchi di sentimenti
nobili, e finalmente morali e religiosi , e perchè
detti con passione molta, superiore all' età della
gentile e modesta giovinetta .
« I premiati sono stati in grande numero ; ed
era cosa veramente grata il vedere quei leggiadri
e vispi fanciulli, e quelle fanciulle e giovinette
vagamente ornate e tutte giulive, ricevere o dalle
mani di Sua Em . Revma, il Cardinal Vicario, o
da quelle degli altri Revmi Monsignori, il premio
loro assegnato e consistente o in una bella meda-
glia, od in un scelto libro , ovvero in un qua-
dretto con l'effigie di Sua Santità Leone XIII, o
in altri oggettini diversi .
« La festa ottenne il suo complemento dal con-
corso del noto bravissimo Concerto dei poveri
Ciechi di Sant'Alessio , i quali eseguirono eletti
pezzi musicali .
« Nel chiudere questi cenni, tributiamo per debito
di giustizia, e assai di buon grado , una parola
di encomio al solerte , zelantissimo e benamato
Parroco , Don Francesco Dalmazzo , a precipua
cura del quale si fece la cara festicciuola , e
ricordiamo in pari tempo, a titolo di onore, quel-
l'efficacissimo di lui ausilio ed alto protettore -
della gioventù, che è il sullodato Monsignor Ca-
nonico Negrotto, nonché i zelanti precettori e le
pie Suore Dorotee , che il Reverendo Dalmazzo
coadiuvarono nell' insegnamento della Dottrina
Cristiana . »
DISTRIBUZIONE DEI PREMII NELL'ORATORIO
di S . Croce in Lucca .
Nell'Agosto testé decorso si fece la distribu-
zione dei premii agli alunni interni ed esterni,
che frequentarono con profitto singolare le scuole
aperte in quell'Oratorio, o che sono ivi occupati
nei laboratorii .
Parecchie cose resero cara e solenne quella
festa . Il numero grande dei signori intervenuti,
massime fra i parenti degli alunni, un saggio di
declamazione , un inno magnificamente musicato
dal professore Giorgi, vani pezzi e marcie ese-
guite dalla piccola banda, formata da una ventina
di alunni , gli addobbi, ecc . ecc ; ma ciò che la
rese veramente splendida e memorabìle fu la
presenza di Sua Ecc . Revma Monsignor Giuseppe
Gelli, Vescovo di Volterra . Già Parroco dell'insigne
Collegiata di S . Alessandro in Lucca aveva sempre
dimostrato speciale benevolenza verso quel nostro
Oratorio , ed ora che sta per andare a prendere
possesso della sua Sede, vollero i giovanetti di-
mostrargli la loro riconoscenza , indirizzando a
sua lode il trattenimento .
Verso il fine Sua Ecc . si compiacque di volgere
alcune nobilissime parole ai presenti, che le ascol-
tarono con riverenza, e ne fecero tesoro nel proprio
cuore . Ringraziato dapprima dell'invito ricevuto,
si rallegrò poscia dell'esito felice ottenuto dalle
annuali fatiche, e continuò : « Questa è una novella
prova di valentia ed operosità , che si aggiunge
alle innumerevoli di già date dal benemerito istituto,
fondato da D . Bosco in questa città . Sia sempre
benedetto Iddio , che in questi tempi così cala-
mitosi per la gioventù , si è degnato di provve-
dervi opportunamente , con questo mezzo . E noi
quanti siamo ringraziamone il Signore, e preghia-

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molo a conservarci quest'Opera, ed accrescerla pel
bene della nostra gioventù, e per quanto dipende
da noi cooperiamovi efficacemente . » Quindi animò
i giovanetti ad approfittare dell'istruzione e della
buona educazione, che si impartisce sia nelle scuole
sia nei laboratorii, notando che questo è il mezzo
per divenire virtuosi cristiani, onesti cittadini, la
consolazione, il conforto, il sostegno dei genitori .
In pegno poi dell'aiuto di Dio, che è sempre ne-
cessario a compiere le belle imprese, Sua Eccel-
lenza impartiva a tutti la benedizione .
Se durante il discorso i giovanetti ricevevano
in profondo silenzio quelle parole informate a
benevolenza e carità, al fine fecero vivo applauso
come segno della loro profonda riconoscenza . E
certamente negli animi di quei giovanetti e dei
loro Superiori e Maestri resterà indelebile la
memoria di un tanto benemerito ed insigne Pre-
lato, e di un giorno reso dalla sua presenza così
solenne .
ORATORII FESTIVI .
» Chiunque vi osserva in così santa fatica, non
può a meno di amarvi e di proteggervi ; e voi
ben sapete che nessuno meglio vi osserva che Dio .
»» La vanitosa e petulante incredulità è facile a
volgere, voi lo sapete, e preferiste la fede , la
pratica del bene, il nobile sacrifizio delle ore vo-
stre più belle, a vantaggio della povera gioventù
della vostra Patria ; siete superiori agli anni vo-
stri, e, ben può dirsi con ragione, superiori alle
preoccupazioni dell'epoca vostra .
» Proseguite pure nell'onorevole impresa , voi
tutti o giovani, che vi siete inscritti all' Opera
degli Oratorii festivi ; non vi arrestino le spine
che in quella potrete incontrare ; ché, se pungono
il vostro piede, non feriscono il cuore, ne vi
smuovono dal nobile vostro proposito .
Volgiamo sopra di loro l'attenzione dei catto-
lici ; invochiamo sopra di loro il plauso e l'ap-
poggio efficace, mentre noi loro ricordiamo la
frase dell'energico poeta degli onori : - Excel-
sior : Avanti, avanti sempre .
» Ecco la Relazione ed il Rendiconto cui accen-
nammo :
Dal Giornale El Bien Publico di Montevideo
dell'8 Agosto riproduciamo il seguente articolo
sugli Oratorii festivi di quella città, impiantati
per iniziativa dei Salesiani, coadiuvati da giovani
fervidi cattolici della Repubblicana Uruguayana .
« Con vera soddisfazione inseriamo nelle colonne
del nostro giornale la relazione e il rendiconto
intorno alla bellissima Opera degli Oratorii festivi,
promossi e mantenuti dalla buona volontà di al-
cuni nostri giovani cattolici, il cui zelo per la
vera rigenerazione della patria li colloca nella
stima de' loro concittadini, al di sopra di quanto
essi non pensarono mai .
» Non desideriamo che questo si pubblichi, di-
» cevaci l'ottimo ed infaticabile signor Pietro
» Lenguas, nel presentarci la bellissima memo-
» ria ; non merita la pena . » Pensò il giovine
presidente degli Oratorii festivi, che noi divides-
simo la sua opinione . S'ingannava però ; noi am-
miravamo lui ed i suoi compagni, e prendevamo
risoluzione di proporre ed essi e l' Opera loro al
plauso ed alla protezione dei cattolici e credenti
del nostro paese .
» Sì, amici ; si deve a voi cordiale applauso e
tutto l' appoggio il più efficace : appunto per-
che sono questi i vostri primi passi nel nobile
cammino, che vi tracciò la fede vostra e la ret-
titudine dei vostri cuori ; appunto perchè voi
avete diritto alla nostra simpatia , inseriamo la
vostra Relazione ed il vostro Rendiconto nella
nostra colonna di fondo, poichè altra non ne ab-
biamo di maggior onore e preferenza .
» Quelle ore, che rubate all'onesto sollievo nelle
vostre Domeniche , per donarle trasformate nel-
l'insegnamento e nelle sane ed utili pratiche ai
vostri concittadini, la cui infanzia è in pericolo ,
quelle ore si trasformano alla loro volta in titoli
di gloria per la vita vostra, in soave profumo
che s'innalza fin sull'altare di Dio, ed in fiori di
rigenerazione, che sbocciano sul piedestallo della
Patria .
Azione, Preghiera, Sacrifizio.
SIGNORI SOCII :
» Di piena soddisfazione riesce pel Consiglio di-
rettivo sottoscritto, il presentarvi oggi la Me-
moria dei lavori compiuti nel periodo di sua am-
ministrazione . Prima di entrare nei particolari
di questi lavori, dobbiamo fare alcune considera-
zioni intorno alla origine ed allo sviluppo della
nostra nascente istituzione . Voi tutti conoscete
l'origine degli Oratorii festivi . Alcuni Alunni del
Collegio Pio, commiserando il lagrimoso stato di
molti poveri fanciulli, che sui loro passi incon-
travano nelle loro passeggiate, i quali crescevano
nella più vergognosa ignoranza di ogni principio
morale e religioso, senza che potessero assistere
alle scuole gratuite del Collegio, nè alle funzioni
ed ai catechismi dei giorni festivi ; considerando
che semplici lamenti non sarebbero bastati per
impedire le conseguenze di tanta ignoranza, si de-
cisero, spinti dai sentimenti caritatevoli degli ar-
denti loro cuori, di fondare una Società, che a-
vesse per íscopo di migliorare, per quanto fosse
possibile, la condizione morale di quegli infelici,
presentando loro i mezzi ed allettandoli, perché
frequentassero le funzioni e spiegazioni della Dot-
trina Cristiana, che tutte le Domeniche e giorni
festivi si fanno nella Cappella del Collegio Pio .
« Con quale entusiasmo non si accinsero quei
giovani animosi a quest'Opera tanto umanitaria!
« Conoscevano essi invero la grandezza dell'Opera
cui si accingevano , le difficoltà che avrebbero a
superare per condurla a compimento, e ciò che
più monta, si animavano con vie maggior coraggio
e forza a perseverare ed a non cedere mai alle
difficoltà .
« Facilmente si comprende che in tutt'altro modo
non sarebbe esistito degli Oratorii un giorno, che
il nome . Ma la esistenza della nostra Società ,
così piena di vita come trovasi oggigiorno, è di
per sè sola un evidente testimonio che i suoi

2.5 Page 15

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fondatori faticarono con abnegazione e costanza
intorno ad essa .
« Un Sacerdote dotto ed esemplare, il carissimo
nostro Padre D . Lasagna, il cui ricordo ci obbliga
ad un tributo di affetto e di gratitudine, dirigeva
quei primi lavori, che erano necessarii per orga-
nizzare la Società ; indirizzati i giovani da quel
degnissimo Sacerdote poterono fondare l'Istituzione
cui tanto bramavano, e che prese il nome di A-
mici del Popolo, nome che in seguito cambiarono
i Socii in quello di Oratorii festivi, senza dub-
bio per adeguarlo più allo scopo della Istituzione .
Or ecco l'origine, a tutti nota, della nostra So-
cietà . Da umili inizii, come vedete, ella si svi-
luppò rapidamente , e non erano trascorsi pochi
mesi dalla fondazione del primo Oratorio nel Col-
legio, che già i Socii, animati dagli incantevoli
risultati ottenuti, si decisero a fondarne due al-
tri nelle popolazioni di La Paz e Las Piedras .
« Non contava la nostra Società un anno ancora,
quando i suoi Membri inauguravano in Montevi-
deo l'Oratorio del Sacro Cuore di Gesù .
« Oggi ne annoveriamo uno ancora di più nella
Villa de la Union, del quale ci occuperemo par-
titamente nel corpo di questa Relazione .
« Ci è doloroso, ma pure dobbiamo dichiarare
come, quantunque avessimo avuto la soddisfazione
di inaugurare in Aguada un altro Oratorio, ci ve-
demmo tuttavia nella necessità di chiuderlo alcuni
mesi dappoi, per inconvenienti impreveduti, come
ad esempio il trovarsi il locale per l' Oratorio
assai discosto dalla Chiesa Parrocchiale rendeva
troppo incomodo ai fanciulli il poter prati-
care le loro devozioni a norma del nostro Rego-
lamento , ed ancora la mancanza di Socii suffi-
cientemente abili per ispiegare il Catechismo nelle
Domeniche . Questi ed altri motivi, che qui non
monta numerare , obbligarono il Consiglio , suo
malgrado , a chiudere temporaneamente quel-
l' Oratorio .
«' Ma questo insuccesso non poté disanimarci,
poiché pochi mesi di poi ci fu dato di aprire un
nuovo Oratorio all' Union . E qui dobbiamo una
parola di felicitazione al caro nostro Consocio sig .
D . Domenico Olarte per l'entusiasmo spiegato nel
promuovere quell'Oratorio . Né meno degno delle
nostre lodi si è la Commissione organizzatrice
del medesimo .
» Sono tuttora presenti all'anima nostra le gra-
tissime impressioni ricevute nel giorno dell'inau-
gurazione di quell'Oratorio . Precedette l'inaugu-
razione una solenne funzione religiosa, e dalla
Chiesa passati processionalrnente al locale del-
l'Oratorio festosamente adorno , quivi il signor
D . Luigi P . Arboleya, Presidente della Commis-
sione organizzatrice, con un bellissimo discorso
letto, dichiarò ufficialmente aperto l' Oratorio di
S . Agostino . Ricordiamo tuttavia come varie al-
tre persone, tra cui alcuni Socii, diressero parole
affettuosissime riguardanti quell'atto, alla nume-
rosissima folla accorsa .
Come vedrete nel Rendiconto somministratoci
dal Consiglio particolare di quell' Oratorio, non
potevano i risultati essere più soddisfacenti .
» Altrettanto può dirsi degli Oratorii del Sacro
Cuore di Gesù , fondato in questo Collegio , e di
quelli della Paz e di Las Piedras .
» Potremmo ora passare al Rendiconto, ma vo-
gliamo farvi note alcune opere eseguite .
» Al principiare dei nostri lavori, ci preoccupava
il pensiero di formare un Regolamento pel regime
interno degli Oratorii, di cui la Società mancava .
Un Membro del Consiglio, nostro Consocio, Don
Manuel Conzalez, incaricossi di stenderlo ; fu pas-
sato alla revisione del P . Luigi Lasagna ; oggi è
stampato, e sta a disposizione dei signori Socii .
» Ci è pur grato annunciare che il Regolamento
o Statuto della Società, è già disteso, e nelle
mani del P . D . Luigi Lasagna . Essendo egli per
ritornare da un giorno all' altro da un viaggio
fatto al Brasile , sarà facil cosa pel Consiglio il
fargliene domanda per istamparlo .
» Affine di aumentare i fondi della Società ab-
biamo nominato degli Agenti per cercare sotto-
scrizioni ; essi sono i signori : D . Nicola Oddo
D . Alfredo Arocena : D . Augusto Ponce e Don
Martino Udabe .
» Abbiamo pure potuto accrescere il numero dei
Socii attivi . Solennizzammo colla maggior pompa
possibile la festa del S . Cuore di Gesù, protet-
tore di quest'Oratorio . In quel giorno ricevettero
la S . Comunione quasi tutti i giovanetti dell'Ora-
torio ; ai quali fu quindi distribuita una colazione
con pane, cacio e dolci .
» Dobbiamo notare che il pane ed il cacio per
questa colazione ci fu inviato da una caritatevole
persona, la cui eccessiva modestia non ci permette
di nominare . A meglio solennizzare la festa ,
molto concorse colle sue esortazioni il nostro Di-
rettore spirituale .
A quest'effetto ebbe il bel pensiero di invitare
i cantori del Collegio Pio per la Messa Solenne ;
e il Vice-Direttore del medesimo, P . Giordano ,
per pronunciare il discorso .
« Passiamo ora alla lettura dei dati statistici
della Società .
1
Oratorio del S . Cuore di Gesù .
Frequenza a quest'Oratorio .
In media ogni Domenica 80 fanciulli, e nel-
l'anno
4100
Preparati per la S . Conf . e 1a Comunione 160
2 Oratorio di S . Agostino nella Villa Union .
Frequenza a quest'Oratorio .
In media ogni Dom . 70 fanciulli .
Preparati per la S . Conf . e prima Com . 40
3 Oratorio di S. Isidoro in Las Piedras .
Frequenza a quest'Oratorio .
In media ogni Dom . 40 fanciulli e nell'anno 2080
Preparati per la S . Conf . e prima Com . 64
4 Oratorio di Nostra Signora della Pace
in Las Paz .
Frequenza a quest'Oratorio .
In media ogni Dom . 35 fanciulli e nell'anno 1820
Preparati per la S . Conf . e prima Com . 54
5
Oratorio di Maria Ausiliatrice
nel Collegio Pio .
In media ogni Dom . 20 fanciulli e nell'anno 1040
Preparati per la S . Conf . e prima Com . 26

2.6 Page 16

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SOCIETÀ DEGLI ORATORII FESTIVI .
Stato generale delle Entrate ed Uscite dal 19 Luglio
del 1881 al 19 Luglio 1882 .
Entrata .
Fondo in cassa dal 19 Luglio del 1881
Sottoscrizioni esatte dagli Agenti . .
Doni particolari
35 30
288 65
17 70
Totale dell'entrata
341 ~ 65
Uscita .
Compra di oggetti per la lotteria .
Spese di viaggi all'Ispettore . . . .
Al falegname per trapezio , parallele
nell'Oratorio del S . C . di Gesù .
Soccorso all'Oratorio di Las Piedras
»
» dell'Aguada . . .
»
» di S . Agostino per
coprire le spese di fondazione
.
Per la stampa di 500 foglietti in cui si
fa conoscere l'origine ecc .
.
Al sig . Direttore spirituale P . M . Bor-
ghino a saldo di conti incontrati dal
Consiglio anteriore col Collegio Pio .
Al P . Cipriano a saldo di conti incon-
trati con lui dal Consiglio anteriore
Pagati all'Esattore della Società .
» al Tesoriere per utili alla Società
Limosine a varii poveri
131 '90
101
20 50
5
6 , 30
20
3
30
20
7
0 60
I
Totale dell'uscita . . . . 263 ,25
Fondo in cassa 341,65 - 263,25 = 78,40
LUIGI PIETRO LENGUAS
Presidente .
I PELLEGRINI FRANCESI IN TORINO .
Nel pomeriggio di lunedì 23 Ottobre giunsero
in due riprese a Torino i pellegrini francesi re-
duci da Gerusalemme e da Roma . In compagnia
di alcuni membri della Gioventù Cattolica visita-
rono la nostra Chiesa di San Giovanni Evangelista .
Verso le 4 celebrarono una funzione religiosa al
Santuario della Consolata , e più tardi a quello
di Maria Ausiliatrice ; dopo la quale entrati nel
nostro Ospizio, furono oggetto di un modesto, ma
cordiale ricevimento, rallegrato da scelta musica .
Parlò dapprima con infuocati accenti , inspirati
alla più viva fede , l' esimio ingegnere Alberto
Buffa , dando il benvenuto ai pellegrini, ralle-
grandosi degli splendidi esempi di pietà e di sa-
orifizio che davano alle genti cristiane .
Sorse di poi Don Bosco, che ebbe parole di
lode e di incoraggiamento per i cattolici francesi,
i quali sono angeli della Provvidenza, perché per
vie nascoste asciugano tante lagrime delle di-
sgraziate popolazioni italiane, dalle quali devono
essere contraccambiate coi sentimenti della rico-
noscenza . E impossibile riepilogare le tenere e-
spressioni di questo semplice ma commovente
discorso . Il Padre Hippolyte con fare brioso ri-
spose ai due oratori, ringraziando le Associazioni
Italiane, e specialmente la gioventù cattolica, per
i cortesi ricevimenti loro fatti nelle città visitate,
toccò del significato delle due Croci (delle dimen-
sioni di quella del Divin Redentore) portate al
Vaticano . - Fece voti perché la Francia e l'I-
talia ritornino cattoliche, perché nuovi pellegri-
naggi si promuovano in Terra Santa , e perché
presto anche la città di Parigi abbia una Casa
Salesiana . Pregatone D . Bosco diede loro la be-
nedizione, la quale pose termine al breve tratte-
nimento, a cui presero parte alcune famiglie
della nostra città . - Al martedì mattina i pel-
legrini fecero nella Chiesa di San Carlo un'ultima
funzione di ringraziamento alla comunione gene-
rale e dopo un magnifico discorso del P . Hippo-
lyte, che raccomandò agli astanti di mettersi
sotto la protezione dell'Angelo San Raffaele , di
cui ricorreva la festa, i divoti pellegrini parti-
rono per la Francia, lasciando in Italia luminosi
esempi di fede e di pietà .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani .
Per concessione pontificia in data dei 9 di mag-
gio 1876 ogni Cooperatore ed ogni Cooperatrice
può guadagnare tutte le indulgenze dei Terziarii
di S . Francesco di Assisi, tanto plenarie quanto
parziali .
Fra le altre può acquistare Indulgenza plena-
ria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste Indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bi-
sogno di Confessione e Comunione purché sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica , e nei giorni qui sotto
notati, purche confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa , pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Dicembre .
3 . S . Francesco Zaverio Apostolo delle Indie .
8 . Immacolata Concezione di Maria Vergine .
16 . Primo giorno della Novena del SS . Natale .
21 . S . Tommaso Apostolo .
24 . Ultimo giorno della Novena di Natale .
25. Natività di N . S . G . C .
27 . S. Giovanni Apostolo ed Evangelista .