188210


188210



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


ANNO VI . N . 10 .
Esce una volta al mese .
OTTOBRE 1882 .
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo . N . 32, TORINO
SOMMARIO . Dionigi il tiranno e i maestri irreligiosi
- Lugubre fatto recente - L'Arcivescovo di Napoli e
le scuole elementari - La Rosa del Carmelo nelle mani
del Santo Padre -- La Rosa del Carmelo e l'Unità Cat-
tolica - Un regalo appropriato per la prossima festa
di Santa Teresa- L'Apostolo S . Giovanni e la Chiesa
primitiva - La Chiesa di San Giovanni evangelista
descritta dall'ingegnere Alberto Buffa - Le inonda-
zioni - Il LXVII natalizio di D . Bosco e un brin-
disi del prof. Vincenzo Lanfranchi - Lettera ameri-
cana - Storia dell'Oratorio di S . Francesco di Sales
- Bibliografia - Indulgenze speciali pei Cooperatori
Salesiani .
DIONIGI IL TIRANNO
E I MAESTRI IRRELIGIOSI .
Racconta Plutarco, nelle Vite degli uomini
illustri, un morale assassinio, commesso da
Dionigi , tiranno di Siracusa , a danno di
Dione suo cognato . Cacciato questi in esiglio
aveva lasciato in città colla moglie un figli-
uolino, che per indole, per ingegno e per
costumi formava la speranza , l'amore , la
delizia dei genitori e di tutti i parenti . Or
che fece il tiranno ? Per disfogare la sua
rabbia contro dell' esiliato padre, comandò
che al fanciullo fosse impartita una educa-
zione scellerata : Filium eius, scrive il Cor-
nelio, sic educari jussit, ut, indulgendo ,
tuirpissimis imbueretur cupiditatibus . Quindi
con lezioni inique, con esempi scandalosi,
con atti infami ne perverti la mente , ne
corruppe il cuore , ne avvelenò l'anima per
siffatta guisa , che per male inclinazioni,
per vizi e turpitudini il ridusse più bestia
che uomo. Dopo alcun tempo , Dione rim-
patriò ; ma non gli fu più possibile di ri-
vocare a sani consigli il depravato figlio, il
quale anzi, infastidito e delle ammonizioni
del padre e della sorveglianza dei custodi ,
salito un giorno sul tetto della casa, si tolse
la vita precipitandosi a terra . Effetto funesto
e spaventoso di una trista educazione ! É da
compatire il figlio, da compiangere il padre,
ma da esecrarsi Dìonigi, causa precipua del
terribile caso. La sua fu vendetta , tradi-
mento, assassinio, di cui non poteva essere
capace fuorchè un tiranno barbaro e cru-
dele , abborrito dai secoli .
Ma ohimè ! La catena di consimili fatti
non è ancor finita . Spenta non è ancora
la razza di quei maestri d'iniquità , che de-
pravano le anime dell'incauta gioventù ; e
i padri e le madri, oggi più che mai, hanno
motivo di temere insidie e tradimenti pei
figli loro. Segnaliamo qui un fatto solo .
Nei primi giorni dello scorso settembre si
è tenuto in Napoli il III Congresso dei ma-
estri e delle maestre elementari d'Italia, di
coloro cioè, in cui deposito , e alla cui edu-
cazione sono affidate le gioie e le speranze
delle nostre famiglie . Or bene, questo Con-
gresso, satanicamente inspirato, votò e sancì
una proposta fatale , che deve atterrire ogni
padre ed ogni madre, che abbia figliuoli
alle scuole primarie . Il Congresso mede-
simo, l'anno passato, raccoltosi in Milano ri-
solveva di rendere la scuola laica, come
dicono, cioè atea, senza Dio ; deliberava di
abolire il Catechismo nelle scuole ; eccitava
quindi maestri e maestre a non parlare di

1.2 Page 2

▲back to top


Religione ai loro allievi ed allieve, a te-
nerli insomma, su tal punto, in una igno-
ranza assoluta . Ma quest'anno l'inconsulta
Assemblea, per promuovere più facilmente
il regno di Satana in sulla terra , e distrug-
gervi, se dato le fosse, quello di Dio, fece
un passo in avanti, e prese la funesta de-
liberazione di rendere la scuola elementare
anticlericale, vale a dire, apertamente irre-
ligiosa ed empia ; propose ed inculcò ai
maestri e alle maestre d'Italia di allevare
i fanciulli e le fanciulle della rispettiva
scuola non solamente ignoranti, ma nemici
della Religione , nemici di Dio , nemici di
Gesù Cristo , nemici della Chiesa , nemici
del Papa ; di formarli derisori di ogni ve-
rità e pratica sacrosanta ; derisori della im-
mortalità dell'anima e del giudizio ; derisori
del paradiso e dell'inferno ; renderli in una
parola increduli, viziosi, bestiali, sventurati
in vita, disperati in morte, dannati per tutta
la eternità .
Davvero che solo il demonio, chiamato
già dall'apostolo S . Giovanni omicida fin
dal principio del mondo , potè essere il
consigliere di una tale proposta e delibe-
razione . Davvero che maestri e maestre,
che riducano in pratica una risoluzione sif-
fatta, sono più dannosi che i ladri, più temi-
bili che gli assassini, più micidiali che gli
avvelenatori . Davvero che cotali maestri e
maestre per una famiglia sono più funesti
di chi con tradimenti, con frodi e rapine
la spogli di ogni ben di Dio, e la getti sul
lastrico .
I bimbi anticlericali , i bimbi atei ! e-
sclama dolorosamente tra gli altri giornali
L'Osservatore Cattolico di Milano . È una
mostruosità che mette ribrezzo . Avete mai
veduto la mamma , che domanda al fanciul-
letto : « Dov'è Dio? » -- Il fanciulletto stende
l'indice , lo rivolge al cielo, e risponde
« È là » - « Sì, Dio è in cielo, in terra, in
ogni luogo, prosegue la mamma . Tu verrai
alto, tu lavorerai, tu soffrirai, e quando
soffrirai ricórdati che Dio ti è sempre vicino,
e conterà le tue lagrime , le muterà in
gemme per una corona eterna . Tu siigli fe-
dele . Egli per la sua Chiesa ti comanda il
bene, ti vuol buono, ti giudicherà . Io morrò,
figliuol mio, ma in Dio sarò, anche morta,
presso di te, e tu in Dio saprai amarmi e
pregare per me » . Un bacio sonoro , umido
di soavissimo pianto depone la mamma sulle
gote del fanciullino, che non tutto comprende
ancora , ma a suo tempo comprenderà, e
intanto sente la commozione di quel mo-
mento indescrivibile di fede e di amore -
un bacio, che è un patto che dura sino
alla eternità . Il maestro di scuola farà ben
altro . Inaridirà coll'istruzione anticlericale
le fonti tutte, dalle quali derivano queste
maraviglie, Sulla tomba dei genitori dirà
al figlio : Tuo padre non è che polvere,
tua madre è putredine, tua sorella è ver-
mini !!! . . .
In vista di sì grande pericolo di per-
vertimento , che sovrasta forse anche a
tante famiglie dei nostri Cooperatori e Co-
operatrici, leviamo noi pure la debole nostra
voce , e diamo l' allarme . Padri e madri,
aprite l'occhio, e badate che certi maestri
e certe maestre non siano per voi e pei figli
vostri altrettanti Dionigi di Siracusa . Non
permettete che i vostri figli si rechino a
cotali scuole . « Che i maestri crescano degli
asinelli, diremo col citato periodico, è già
deplorevole ; ma che poi agli asinelli, che
crescono, abbiano ad insegnare a tirar calci
contro le verità sacrosante , contro la Re-
ligione divina, contro la Chiesa Cattolica, è
cosa assolutamente intollerabile . Sacra è la
Religione, sacro è il fanciullo . I maestri,
che hanno proposto la istruzione anticleri-
cale , sono turpissimi iconoclasti : riman-
gano soli nelle loro scuole, e non un padre,
non una madre, che abbia buon senso, af-
fidi loro i figliuoli . Nè basta ; ma genitori
e Sacerdoti sorveglino i maestri elementari,
e se sono antireligiosi sappiano cacciarli,
come si meritano, dalle scuole dei loro paesi :
non si dia loro quartiere ; la pietà e i ri-
guardi ai maestri anticlericali sarebbe l'ec-
cidio dei figli . Non vogliamo sicarii » .
LUGUBRE FATTO RECENTE .
Mentre stavamo correggendo le bozze dell'ar-
ticolo soprascritto ci giungeva, da un paese del
Monferrato, relazione di un tristissimo caso, che
ritrae assai di quello del pervertito figliuolo di
Dione . Lo esponiamo qui quasi a conferma dei
manifestati timori, sopprimendo solo il nome del
luogo e della desolatissima famiglia .
« Nel paese di . . ., havvi una famiglia signo-
rile , cognominata . . ., la quale teneva un giovane
alla Università, studente di matematica . Or bene
qpaureesnttoi,gieovlaonestgeissàodsauoduzeioandniistiinngtoanDnoatvta.idisumoei-
dicina, dando ad intendere che studiava e che era lo-
devolmente promosso ai corsi superiori, mentre in-
vece passava il tempo in cattive letture, in male
compagnie, e lontano affatto da ogni pratica di reli-
gione . Quest'anno ei doveva prendere la laurea .
Noto che l'anno scorso dall'Università di Torino
passò a quella di Pavia, forse per continuare la
sua vita scioperata, e per meglio ingannare la fa-

1.3 Page 3

▲back to top


miglia . Nel mese del passato luglio i genitori l'a-
spettavano ansiosi per la speranza della conseguita
laurea, ma egli non comparve . Ai 4 del corrente
settembre si porta a Pavia per trovarlo il suo
cognato colla moglie , e lo veggono irrequieto e
furibondo . I due signori si accorgono ben tosto
che lo studente non è pure inscritto a quell' U-
niversità , e se ne accertano de visu . Allora
procurano di calmarlo , notandogli che vi sono
moltissime altre carriere onorevoli nella società ;
ma l' infelice giunge a sottrarsi alla loro sorve-
glianza, e il giorno 7 va a buttarsi nelle acque del
Ticino, lasciando scritto in un foglio queste pa-
role : Colla morte vado a purgare i miei errori .
Il suo cadavere fu rinvenuto due giorni dopo . Il
povero giovane non aveva che 22 anni ! ! »
Ed ora, genitori tutti quanti, parenti, profes-
sori e maestri, erudimini, imparate . La sola Re-
ligione co' suoi celesti insegnamenti , co' suoi
timori, colle sue speranze, co' suoi conforti può
salvare la studiosa gioventù , e risparmiare alle
famiglie i più amari disinganni, le più terribili
sciagure .
L'ARCIVESCOVO DI NAPOLI
E LE SCUOLE ELEMENTARI .
Lo scandalo, prodotto in Napoli dal III Con-
gresso degli insegnanti italiani, colla diabolica de-
liberazione da noi accennata , ha dato occasione
allo zelantissimo Mons . Guglielmo Sanfelice, Arci-
vescovo di Napoli, di scrivere una preziosissima
lettera pastorale, per condannare l' empio atten-
tato , premunire il caro suo popolo, e ricordare ai
padri di famiglia il più santo dei loro doveri .
Quantunque diretta alla sola archidiocesi na-
politana, tuttavia gli insegnamenti, che la detta
pastorale contiene, sono utilissimi a tutti gli altri
fedeli, soggetti oggidì agli stessi pericoli e agli
stessi doveri .
Per la qual cosa noi la riproduciamo per aggiun-
gere maggiore efficacia a quanto esponemmo più
sopra, e per fare vie meglio conoscere le insi-
die dei lupi rapaci, che sotto le blande lane del
maestro cercano di menare strage degli agnelli di
Gesù Cristo, e portare la desolazione nelle fami-
glie cattoliche .
GUGLIELMO SANFELICE ECC .
Al Clero ed al Popolo della sua Archidiocesi
salute e pace nel Signore .
« Posti dal Signore a vegliare sulle sorti di
questo popolo fedele , Noi ci sentiamo profon-
damente contristare l' animo al vedere i pericoli
sempre crescenti, che esso corre , e siamo stati
costretti più volte a levare la nostra voce per
avvertire quelli, che n'erano più particolarmente
minacciati . Ma oggi, dilettissimi Figli, un pericolo
assai più grave Ci obbliga a dirigervi la Nostra
parola, conciossiachè i diabolici sforzi de' nemici
della nostra fede han preso più direttamente di
mira l'educazione della gioventù, di questa cara
gioventù, speranza della famiglia e della società,
e con un insegnamento irreligioso e libertino ten-
tano di distruggere in sul nascere le speranze
dell'avvenire .
« E per verità, senza dire di quegli insegnanti,
e sventuratamente ce ne ha di molti, i quali, mentre
sempre che loro cade in acconcio , gittano dub-
bii su' dommi di nostra fede, pongono in dileg-
gio i riti della Chiesa e ne vilipendono la divina
Autorità, e tessono le più sperticate lodi ad uomini
per le loro false dottrine, e per la loro vita mal-
vagia condannati dalla Chiesa, si dilettano poi di
propalare le colpe, nelle quali la fragilità umana
ha trascinato qualche ministro dell'altare, aggra-
vandone le tinte, ed aggiungendovi senza scrupolo
le invenzioni di perfidi calunniatori, tacendo con
ogni studio le virtù di quegli altri moltissimi,
che furono esempi specchiati di virtù morali e
cittadine ; senza dire di quella colluvie di libri,
che nelle scuole si mettono ad arte nelle mani
de' giovani semplici ed inesperti, ove il veleno della
corruzione e dell'incredulità si propina largamente,
libri perciò condannati espressamente dalla Chiesa
nostra tenera Madre , ed infallibile Maestra ; in
questi giorni il nostro cuore è stato atrocemente
straziato dall'eco di un grido uscito di mezzo ad
un Congresso d' insegnanti elementari, tenuto in
questa nostra carissima e cattolica Napoli . Perocchè
quasi non bastassero le insidie tese alla gioventù
nell'insegnamento superiore dei Licei e de' Gin-
nasii, si è tentato di attaccarne le radici, scendendo
alle scuole elementari , ed alle piante tenerelle,
che in queste scuole si coltivano, innestare il ve-
leno dell'ateismo .
« E ciò si è procurato di fare non pure nega-
tivamente, non essendosi quel Congresso dato alcun
pensiero dell'istruzione religiosa, che fu mai sempre
riputata come la base di ogni sana educazione, ma
si è preteso positivamente di elevarlo a dignità
di principio, dichiarando che la scuola elementare
debba essere anticlericale ! Quel che oggi suoni
codesta barbara parola , già tutti lo sanno . Essa
suona odio al Clero, odio alla Chiesa, odio soprattutto
al Papa, che n'è il Capo e per conseguenza alle
pratiche religiose ; odio a Dio, perchè fuori della
Cattolica Chiesa dov'è la vera Religione, dov'è Dio?
E or quest'odio appunto si vuole infondere, alimen-
tare nell'animo de' bambini ! E si vuole infondere ed
alimentare nelle scuole, da quelli che han contratto
innanzi alla famiglia ed alla società l' obbligo di
educarne la mente ed il cuore! E non è questo il
più nero tradimento? Non è questo il baratro più
orrendo, che si scava alla famiglia ed alla società?
Ah! imbevuto di false massime il fanciullo travia
ben presto ; traviato non torna indietro, perchè
non sa dove tornare ; andrà oltre , sempre oltre
nella via dello scostume , dell' iniquità e del de-
litto! Il giovanetto (lo ha detto lo Spirito Santo
ne' Proverbi XXII, 6), presa che ha la sua strada,
non se ne allontanerà nemmeno quando sarà
invecchiato .
« Or come Pastore e Padre delle anime vostra
Noi protestiamo, Figliuoli dilettissimi, altamente
contro codesto gravissimo attentato . e con tutte le

1.4 Page 4

▲back to top


forze dell' animo Nostro , con tutto il peso della
Nostra Autorità detestiamo, riproviamo e condan-
niamo siffatto empio disegno di eliminare dalle
scuole de' fanciulli ogni elemento religioso .
« E però a voi innanzi tutti, o religiosi inse-
gnanti, che avete coscienza dell'alta missione af-
fidatavi, a voi, da' quali dipende in gran parte la
prosperità delle famiglie, e l'avvenire della civile
società, a voi Ci rivolgiamo,coelmagirz
di cui è capace il Nostro cuore, vi esortiamo, per-
ché nel compiere il vostro gravissimo uffizio non
cessiate mai d'ispirarvi alle sante dottrine della
Chiesa, e non solamente vi guardiate con ogni cura
dal porgere a' vostri allievi insegnamento alcuno,
che possa comecchessia menomare in essi il ri-
spetto alle dottrine , alle pratiche religiose , ai
ministri della fede degli avi nostri, ma cerchiate
anzi efficacemente co' precetti, co' consigli e con
gli esempi di istallare in que' vergini cuori quel
senso di pietà, che, come dice san Paolo (I Ti-
moth . iv, 8), è buona a tutto, avente le promesse
della vita di adesso e della futura .
« Voi poi, o genitori cristiani , voi , che siete
i primi ad assaporare i frutti della educazione
de' vostri figli, deh abbiate pietà, nonché di loro,
di voi medesimi . I figli vostri sono altrettanti ta-
lenti, che il celeste Padrone diede a voi da traf-
ficare . E guai, guai a voi, se per vostra colpa questi
talenti andranno perduti . Vedete adunque a quali
mani li affidate ; e non vi lasciate sedurre dalla
speranza, per lo più vana, di procurar loro più
felicemente per mezzo di empii maestri un titolo
legale . Quand'anche ciò fosse vero, dovreste sempre
ricordarvi, che i figli vi sono dati, perché l'indi-
rizziate primieramente pel Cielo , dov' è la vera
nostra patria, e la perpetua nostra dimora . E per-
ché i padri di famiglia, specialmente del popolo,
sieno aiutati nel disimpegno di questo loro im-
portantissimo cómpito, Noi invochiamo l'opera di
tutti que' zelanti Cattolici, che fanno parte delle tan-
te Opere Pie istituite in questa Città Nostra , che
si occupano del Catechismo cattolico, e li scon-
giuriamo nel Nome di Gesù Nostro Signore, perchè
nel crescere de' pericoli si raddopii l'opera loro .
Ma che cosa diremo poi a voi, o Sacerdoti, a voi,
che innanzi agli altari assumeste l'obbligo di spen-
dervi in servigio delle anime redente dal San-
gue di Gesù Cristo, Nostro sommo Sacerdote? Ah !
lo zelo, di cui deste sempre si splendide prove, è
necessario che in questi giorni si accresca, e che
facciate quanto è in voi per isventare le trame,
che a' figli del nostro popolo ordiscono i nemici
della nostra fede .
« Si, stringiamoci tutti, Fratelli e Figliuoli di-
lettissimi, nel Nome di Gesù Nostro Salvatore, e
di Maria nostra Madre, che oggi la Chiesa so-
lennemente commemora ; stringiamoci attorno alle
preziose spoglie del nostro Protettore S . Gennaro,
il cui Sangue é per noi sempre vivo a testimo-
niare l'antica sua fede in Dio, ed il potente pa-
trocinio verso di noi : invochiamolo , perché ci
ottenga da Dio la grazia di preservare la nostra
cara gioventù studiosa da' pericoli, che la circon-
dano, di serbare ad esempio di lui, anche a costo
del sangue, intera la fede, e tramandarne intatto
ai nostri nepoti , quale lo ricevemmo da' padri
nostri, il preziosissimo deposito .
« A questo fine ordiniamo che in tutte le Chiese
in cui si conserva il Santissimo Sacramento si
faccia un Triduo di apparecchio alla festa di que-
sto Taumaturgo Confessore della fede, recitandosi
le Litanie de' Santi, il Credo e tre Pater, e con-
chiudendosi con la benedizione del Santissimo .
« Intanto con tutta l'effusione del cuore Vi be-
nediciamo nel Nome del Padre e del Figliuolo e
dello Spirito Santo .
Dato dal Nostro Palazzo Arcivescovile nel di
sacro al Nome SS . di Maria dell'anno 1882 .
+ GUGLIELMO Arcivescovo . »
LA ROSA DEL CARMELO
nelle mani del Santo Padre .
Siamo lieti di far conoscere un nuovo tratto
d'insigne bontà del nostro Santissimo Padre,
Leone XIII .
Poco tempo fa lo scrittore della vita di santa
Teresa di Gesù « La Rosa del Carmelo » per mano
dell' Eminent.mo Signor Cardinale Lorenzo Nina, a-
morevole Protettore dei Salesiani, ne faceva umiliare
una copia a Sua Santità . Or bene il Santissimo Pa-
dre non solo gradiva l' umile offerta, ma aveva
l'incomparabile degnazione di dare alla prelodata
Eminenza l' incarico di far pervenire all' autore
parole di conforto e di ringraziamento, unitamente
all'Apostolica Benedizione .
Questo atto di benignità, che rivela mirabil-
mente il bell' animo del Supremo Gerarca della
Chiesa , riesce ad un tempo un forte incorag-
giamento a tutti i fedeli, per industriarsi, ognuno
secondo le proprie forze, a far qualche poco di bene
in mezzo al popolo cristiano, soprattutto in que-
sti tristissimi tempi ; onde le parole di conforto
e di ringraziamento, nonché l'Apostolica Benedi-
zione mandata all' umile scrittore della vita di
S . Teresa, possono estendersi altresì a tutti quelli,
che si adoprano a diffonderla a vantaggio spirituale
delle anime .
Ecco pertanto la preziosissima lettera dell'E-
minentissimo Cardinal Protettore .
REV . SIGNORE,
Nella udienza di giovedì decorso mi recai a
premura di umiliare al. S . Padre, per di Lei
conto, la vita di S . Teresa, ed in pari tempo
gli manifestai i bei sentimenti contenuti
nella lettera a me diretta, che la stessa San-
tità Sua volle leggere tutta quanta ; e quindi
mi affidò l' onorevole incarico di manife-
starle il suo gradimento per la offerta , e
ben persuaso dei sentimenti da Lei espressi
nella lettera ani ordinò di farle giungere
parole di conforto e di ringraziamento in-
sieme alla Benedizione Apostolica, che Le
comparte con tutto il cuore .

1.5 Page 5

▲back to top


Lieto di esaurire tale officio, ed unendo Intanto affinchè ognuno meglio conosca il li-
anche i miei sinceri ringraziamenti per la
copia favoritami, con preghiera di non di-
menticarmi nelle sue orazioni passo con
sensi di distinta stima a raffermarmi
Di Lei Rev . Signore
Roma, 16 settembre 1882
Affez.mo per servirla
L . Card . NINA Protettore .
Al Rev.do Signore
D . Giovanni Bonetti de' Salesiani
in Torino .
bretto annunziato crediamo bene di qui riferire
il bellissimo articolo bibliografico , che già ne
pubblicava la egregia Unità Cattolica, nel suo
NŒ 192, del 19 ultimo Agosto, col titolo : La
Rosa del Carmelo ossia Vita popolare di Santa
Teresa . Ecco adunque le parole dell' autorevole
giornale .
« Nell' ottobre del 1880 il Sacerdote D . Gio-
vanni Bonetti, dell'istituto Salesiano di D . Bosco,
ci scriveva una lettera, con cui ci pregava che
volessimo ricordare nell' Unità Cattolica il pros-
simo centenario della preziosa morte di S . Teresa,
ed esortare gli Italiani a prepararsi a celebrarlo
degnamente, proponendo ad un tempo il da farsi .
Accogliendo di buon grado il lodevole consiglio,
non abbiamo creduto di meglio favorire l' ottimo
LA ROSA DEL CARMELO
e L' UNITA CATTOLICA .
divisamento che col pubblicare la fervida sua
lettera, che vide appunto la luce nel N 247 del
nostro giornale .
» La nobile proposta fu accolta con particolare
É veramente edificante l' ardore, col quale slancio . Poco dopo di quella pubblicazione fu in-
molti Cooperatori e Cooperatrici accolsero la nostra stituito un apposito Comitato, composto di parec-
proposta, di acquistare e diffondere tra i fedeli l'o- chi personaggi insigni e di varii membri dell'E-
peretta : La Rosa del Carmelo, ossia la recente piscopato ; si promossero varie opere di pietà e
Vita popolare di S . Teresa di Gesù, scritta ad onore di beneficenza ad onore della Santa ; si domandarono
e gloria di Lei pel prossimo III Centenario della pre- ed ottennero dalla Santa Sede grazie e favori
ziosa sua morte, e venduta a vantaggio della Chiesa per la prossima ricorrenza delle feste centenarie .
del S . Cuore di Gesù in Roma . Da circa un mese Mentre si lavorava e si lavora in Italia, la Spagna
la libreria Salesiana di Torino è in continuo moto si mosse altresì, e da un anno si prepara alla
per ispedire pacchi ai Committenti, i quali non sua volta a festeggiare con solennità veramente
si contentano d' inviare il prezzo per una o due splendide e grandiose la Donna più celebre e più
copie, ma per 11 ed anche per 100, a fine di santa, che essa abbia dato alla Chiesa,
godere l'agio indicato, e per dilatare maggior- » Ma colui, che colla sua opportuna proposta
mente il bene spirituale tra. le anime cristiane . aveva gettato la prima scintilla per iscaldare i
Noi non possiamo a meno di ringraziarli di detta cuori al centenario avvenimento, non lasciava di
benevolenza e favore, e imploriamo sopra di essi i adoperarsi ancora in appresso al glorioso còmpito .
le più copiose benedizioni del divin Cuore, e le Egli scriveva, e di questi giorni pubblicò, una
gioie più prelibate della Vergine del Carmelo . vita popolare, col titolo : La Rosa del Carmelo,
Speriamo poi che i Cooperatori e le Cooperatrici, coll' intento di far conoscere gli alti meriti di
i quali non hanno ancora' avuto tempo od opportu- santa Teresa, e per questo modo innamorarne i
nità di concorrere a questa dimostrazione di carità e fedeli, ed indurli più facilmente ad onorarla, ad
di fede, il vorranno fare in questi ultimi giorni, imitarla, a festeggiarla prossimamente con maggior
onde il 15 del corrente Ottobre, giorno della Cente- trasporto di devozione . Noi siamo d'avviso che
naria Solennità, possano gioire in cuor loro di avere egli non potesse fare d meglio per conseguire il
efficacemente cooperato alla gloria di una Santa nobile scopo ; anzi, colla sua operetta, il Sacerdote
così degna di stima, di riverenza e di amore, Bonetti ha innalzato un bel monumento alla Se-
e allargare il cuore alla dolce speranza di aver rafina del Carmelo, e i devoti di lei gliene sapranno
parte a quelle grazie, di cui il suo Sposo celeste grado .
la faràin quel dì memorando più larga dispensatrice . » L' autore con una lingua purgata, ma in istile
Chi non avesse comodità di spacciarne copie piano e alla portata di tutti ; con un fino criterio
da Cent . 50 tra conoscenti ed amici, e volesse nella scelta dei fatti più edificanti ; coll' inserire
tuttavia in questa occasione promuovere la divo- nelle sue pagine preziosi detti ed utili insegna-
zione verso la Santa , e concorrere alla erezione menti, tolti dalle più belle opere della Santa,
della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Roma, colla descrizione delle pene, dei travagli, delle
potrebbe supplirvi coll'acquistare, per sè o per lotte da lei sostenute, e delle vittorie infin ri-
la famiglia, una delle copie dell' operetta stam- portate, ti mette come sott'occhio la sua grande
pata su carta fina, oppure legata in lusso, da L . 2, figura, il suo nobile carattere ; te la mostra ve-
o da L .3 .
ramente degna di stima, di amore, di venerazione ;
Parecchi giornali cattolici si compiacquero di ti costringe di tratto in tratto ad esclamare : Te-
annunziare l' operetta in discorso, con espressioni resa di Gesù è una gran Donna, è una gran
molto benevole , tra questi fu L'Unità Cattolica Santa, è una Eroina .
di Torino, e La Stella del Carmelo di Siena . » Quello che è pur degno di essere notato si
Noi ne li ringraziamo di cuore, e facciamo voti è che il biografo, senza omettere le cose sopran-
che il Cielo ne li ricompensi per noi .
naturali e mirabili, si trattiene di preferenza a

1.6 Page 6

▲back to top


segnalare le singolari virtù della Santa, dalla sua
fanciullezza sino al letto della morte ; ti svela e
mette in bella luce il suo zelo per la gloria di
Dio e per la salute delle anime, il suo coraggio
e la sua pazienza, la sua fortezza d'animo, la
sua carità e tenerezza verso il prossimo . Egli ti
dipinge tutte queste ed altre virtù con sì vivi
colori, te le rappresenta in sì bello ed attraente
aspetto, che tu ne resti preso, e ti risolvi a rico-
piarle in te .
» Quindi noi non ci peritiamo di affermare che
questa operetta è destinata a fare del gran bene
in mezzo ai fedeli ora e in avvenire ; e perciò
ne raccomandiamo la lettura e la diffusione . Si
vende alla libreria Salesiana in Torino al prezzo
di centesimi 50 per ogni copia ; di lire 5 per
ogni 11 copie, e di lire 40 per ogni cento copie .
Stampata su carta fina in brochure, lire 2 per
copia ; legata in lusso, lire 3 . Avuto riguardo ai
nitidi caratteri, e alla grossezza del volume di
oltre a 350 pagine, il prezzo è modicissimo . Lo
scopo della libreria Salesiana si è di facilitarne
la diffusione ad onore della Santa e a vantaggio
morale e religioso del popolo . »
UN REGALO APPROPRIATO
per la prossima festa di S . Teresa .
Tra i buoni cristiani regna la lodevole usanza
di fare doni e regali alle persone, parenti od a-
miche, nel giorno loro onomastico, ossia nella fe-
sta del Santo o della Santa, di cui portano il nome .
Chi sa quante Terese, il 15 del corrente ottobre,
riceveranno simile attestato di stima, di gratitu-
dine, di affetto ! Or bene , chi avesse da fare
un regalo a qualche Teresa per la detta occa-
sione , noi lo consiglieremmo di offrirle una Vita
della Santa, legata in lusso . Costa, è vero, lire 3
ma per la finezza del lavoro e per gli ornati
riesce un dono, che potrebbe tornare gradito
a qualsiasi persona, anche ricca e nobile .
L'APOSTOLO S . GIOVANNI
E LA CHIESA P. RIMITIVA
Per l'occasione dell'apertura della Chiesa di
S . Giovanni Evangelista in Torino, il Sac . Don
Giovanni Lemoyne, nostro confratello, scrisse per
incarico di D . Bosco la vita del discepolo pre-
diletto col titolo : L'Apostolo San Giovanni e
la Chiesa primitiva . Nel desiderio di darne un
opportuno annunzio bibliografico, la porgemmo a
leggere ad un nostro Cooperatore Salesiano di
Torino, con preghiera di farcene avere il proprio
giudizio . Accolse egli la nostra preghiera, e ce
ne scrisse le soavi impressioni, che di buon grado
qui pubblichiamo .
PREGmO SIG . DIRETTORE,
Ho letto attentamente la nuova opera del Sa-
cerdote D . Lemoyne : L'Apostolo S . Giovanni e
la Chiesa primitiva, e secondo la preghiera che
la S. V . mi fece, gliene trasmetto il mio giudizio .
Le dico sinceramente che , se il D . Lemoyne
colle preziose sue operette : Cristoforo Colombo ;
L'Evangelista di Vittemberga ; Il Tiberio della.
Svizzera, ecc. si era già mostrato prima d' ora
uno scrittore facile ed ameno, coll'opera « L'Apo-
stolo S. Giovanni » si schierò tra gli scrittori
dotti e valorosi . Il suo libro basterà che sia co-
nosciuto, perché si diffonda per tutta l' Italia . In
quelle auree sue pagine egli rappresenta il Santo
Apostolo in tutto il suo amabile e sublime ca-
rattere ; lo mette in relazione coi luoghi , coi
fatti contemporanei , coi personaggi , che servi-
rono a dare maggior risalto alla nobile sua figura .
Percorrendole ei ti pare di trovarti con Giovanni
alla scuola di Gesù, e con Maria in casa e nei
viaggi . Ti vedi passare dinanzi le città della
Palestina e dell'Asia Minore , e qui accompagni
il Santo passo passo nelle sue fatiche, prendendo
parte alle sue gioie, e ai suoi dolori . La descri-
zione procede sempre grave, maestosa, tranquilla
e improntata di sacra maestà, quale si addice
all'argomento .
Alcuni capitoli poi sono veramente mirabili .
Chi legge per es . il capitolo - S. Giovanni, Ma-
ria SS . e la via dolorosa, è costretto in fine ad
esclamare : Vale un tesoro .
L'autore non si contenta di narrarci la vita
del Santo, ma ci fa gustare i capi più squisiti
del Vangelo da lui scritto , ci mette innanzi gli
squarci più belli delle sue lettere ; anzi ci da
persino un breve commento del libro mirabilis-
simo dell'Apocalisse , facendoci come assistere
alle lotte, che deve sostenere la Chiesa, e spro-
nando i lettori a prendervi parte e a combat-
tere in sua difesa .
Un'altra dote ancora rende preziosa ed utile
quest'opera del Sacerdote Salesiano . I tentativi
dei nemici sono oggidì rivolti specialmente a ra-
pire la fede alle cristiane popolazioni, spargendo
dubbii , e negando persino la divinità di Gesù
Cristo . Contro coloro, che tale empietà spaccia-
rono, atteggiandosi a dotti di grande calibro , sor-
sero gravi ed eruditi scrittori cattolici, che loro
ricacciarono in gola la sacrilega bestemmia ; ma
le opere di questi valorosi per essere più o meno
voluminose sono a mala pena il patrimonio dei
ricchi e dei dotti . A difesa del semplice popolo,
tra il quale emissarii stipendiati , giornali e li-
bercoli satanici diffondono a man salva l'empio
errore , di molto si è pur fatto ; ma pur troppo
non abbastanza . Or bene, il libro del Lemoyne
mira in modo speciale a confermare e dimostrare
al lettore che Cristo è Dio, celeste la sua dot-
trina , divina la sua Chiesa , e il fa con argo-
menti così solidi e ad un tempo così popolari, che
appagano il dotto e istruiscono l'ignorante .
La S . V . adunque per mezzo del Bollettino
faccia pure conoscere questo libro , che davvero
lo merita . Dal canto mio non temo di dirle che
appena i Sacerdoti, i Parrochi, i maestri, i capi di
famiglia e di comunità lo avranno letto da capo
a fondo , lo troveranno così utile ed opportuno,
che ne faranno premurosamente ricerca per dif-
fonderlo in ogni parte .

1.7 Page 7

▲back to top


DIVISIONE E INDICE DELL'OPERA .
A queste parole del benevolo Cooperatore ag-
giungiamo la divisione e l'indice dell'opera, af-
finché meglio si conosca la importante materia
svolta dall'autore .
PARTE PRIMA . - San Giovanni alla scuola di Gesù Cristo .
L'espettazione del Messia . - Le rive del Giordano . -
Gesù Cristo e S . Giovanni . - Vocazione di S . Giovanni .
- La pesca miracolosa . - Elezione di San Giovanni all'A-
postolato . - Giovanni testimonio della risurrezione della
figlia di Giairo . - Giovanni cogli Apostoli è mandato da
Gesù nei paesi e nelle città per annunziare la sua ve-
nuta . - La promessa dell' Eucarestia . - La trasfigura-
zione . - Tre ammonizioni date da Gesù a S . Giovanni .
- La risurrezione di Lazzaro . - Vocazione, consigli
evangelici, premio celeste . -S . Giovanni e l'entrata trion-
fale di Gesù in Gerusalemme . - S . Giovanni interroga
Gesù sulla profetata distruzione di Gerusalemme, sulla
fine del mondo e sulla seconda sua venuta sulla terra . -
Giovanni è mandato a preparare la cena Pasquale . - La
cena legale . - L'istituzione della SS . Eucarestia . - La
lavanda dei piedi . - S . Giovanni, Giuda e gli altri Apo-
stoli nel Cenacolo . - Ragionamenti di Gesù nell'andare
al monte Oliveto . - Pietro, Giacomo e Giovanni testimoni
delle agonie di Gesù nell' orto . - Cattura di Gesù e
miracoli . - S . Giovanni , Maria SS . e la via dolorosa .
- Giovanni ai piedi della Croce . - Il colpo di lancia
e Giovanni testimone della sepoltura di Gesù . -- S . Gio-
vanni e la risurrezione di Gesù Cristo . - Gesù apparisce
sulle rive del lago di Tiberiade . - Conferisce a Pietro il
supremo potere nella Chiesa, e di Giovanni predice il fu-
turo . - L'Ascensione .
PARTE SECONDA . -S . Giovanni Figlio Adottivo di Maria SS .
La discesa dello Spirito Santo - S . Pietro e S . Giovanni
guariscono il paralitico alla porta del Tempio, e confes-
sano la prima volta Gesù Cristo al cospetto del Sinedrio .
- S . Giovanni cogli altri Apostoli è messo in carcere,
liberato da un angelo e poi flagellato . - S . Giovanni e
Maria Santissima . - Un amico ed un discepolo di San
Giovanni . - Maria SS ., S . Giovanni e la Chiesa primi-
tiva . - Il primo Martire e un nuovo Apostolo . - Pietro
e Giovanni in Samaria . - Maria e il monte Carmelo . -
Vocazione dei Gentili . Partenza di S . Giovanni per l'Asia
Minore .- Efeso .- Apostolato di San Giovanni nn Efeso .
- Maria SS . e le tradizioni . - Ritorno di Maria in Pa-
lestina . - Giovanni al concilio di Gerusalemme . - Maria
SS . in Gerusalemme e trionfi del Cristianesimo in Efeso .
- S . Giovanni e la morte di Maria Santissima .
PARTE TERZA . - Apostolato di San Giovanni .
San Giovanni ritorna in Efeso . Chiese dell'Asia Minore .
- Lettera di S . Paolo agli Efesini . - Le Chiese dell'A-
sia Minore . - S . Giovanni fra i Parti . Distruzione di
Gerusalemme . - Gli Eresiarchi . - Apollonio di Tiane .
PARTE QUARTA . - S . Giovanni Martire e Profeta .
Persecuzione di Domiziano . - San Giovanni ante por-
tam latinam, . - Patmos . - L'Apocalisse . - Le sette
Chiese . - Il trono di Dio e l' Agnello . - Combattimenti .
- I segnati da Dio in mezzo alla sconvolgente corruttela
del mondo . - Castighi di Dio sul mondo prevaricatore
a difesa de' suoi eletti . - Gli avvenimenti s'incalzano .
I precursori dalla seconda venuta di Gesù Cristo . - La
donna e il suo figlio . Guerra che muove loro il Dragone .
- Il regno della Bestia . - Sorte finale riserbata da Dio
ai vergini ed agli iniqui . - Spaventose amarezze degli
empi mentre sperano trionfare della Chiesa . - Condanna
e sconfitta della Bestia.-Sconfitadeisuo
seguaci . - Fine del mondo, venuta di Cristo Giudice,
premio eterno dei giusti . condanna eterna degli empi . -
La Gerusalemme Celeste . - Il gaudio dei Santi, la spe-
ranza dei Giusti manifestata da Giovanni alla Chiesa col
suo libro dell' Apocalisse, anima i Cristiani a sostenere
le prove e le persecuzioni . - Cessa la persecuzione pel
decreto di Nerva . S . Giovanni è liberato dall' esiglio .
PARTE QUINTA . - San Giovanni Evangelista .
Ritorno di S . Giovanni in Efeso . La pecorella smar-
rita . - Il Vangelo e San Giovanni . - Prima lettera di
S . Giovanni . - Mezzi per mantenersi in società con Gesù
Cristo . -- Nemici della nostra società con Gesù Cristo .
Il peccato e gli eretici . - Motivi pei quali il Cristiano
deve stare con Gesù Cristo . - La carità cristiana e la
fermezza della fede frutto della società con Gesù Cristo .
- L' amore del prossimo e la pace della coscienza pro-
vano la nostra società con Gesù Cristo . - La fede in
Gesù Cristo colle opere buone sono il fondamento della
vita eterna . - Seconda lettera di S . Giovanni ed Eletta .
- Terza lettera di S . Giovanni a Gaio . - Ultime fati-
che e morte del salito Apostolo .
PREZZO DEL LIBRO .
L'opera è in due edizioni, e si vende alla Li-
breria Salesiana di Torino . L'edizione ordinaria :
Due volumi in-32 di pag . VIII-372 il 1 e di
344 il 2 : L . 1, 25 ; legati in tela : L . 2, 25 .
L'edizione di lusso, su carta orientale satinata
ed illustrata da tre incisioni, due volumi in-16
di pag . xii-400 il 1 e di 364 il 2 : L . 4 ; le-
gati in tela fina : L . 6 .
LA CHIESA Di SAN GIOVANNI EVANGELISTA
descritta dall'ingegnere Alberto Buffa.
Non dobbiamo passare sotto silenzio la descri-
zione della Chiesa suddetta, fatta dal sig . Alberto
Buffa, non meno abile e dotto ingegnere, che fervido
e coraggioso cattolico . Accennato l'origine della
Chiesa, e l'idea di farla servire a monumento al
grande Pio IX, in memoria degli insigni benefizi
da lui impartiti ai Salesiani e ai loro Coopera-
tori, egli ci dà una intelligente descrizione dello
stile, dell'architettura, e delle singole parti del sa-
cro edificio interne ed esterne, e non dimentica gli
oggetti di ornamento e di utilità, ,tra cui l'organo, la
statua di Pio IX, e i dipinti . E un opuscolo in-8
grande di 22 pagine, preceduto dal disegno della
prefata statua e susseguito da quello della Chiesa
medesima . Il lavoro è molto pregevole, e mentre ri-
leva la grande perizia dell'autore, spiega dinanzi a-
gli occhi le intime bellezze del sacro monumento .
Si vende al prezzo di Cent . 75 , a beneficio
dell'Ospizio annesso in costruzione .
LE INONDAZIONI .
Muovono al pianto le disgrazie e le rovine pro-
dotte verso la metà dello scorso mese, dallo stra-
ripamento e dalle rotture dei fiumi in molti luoghi
dell'alta Italia . Allo scorrere i dispacci e le let-
tere, che recavano in quei giorni le desolanti no-
tizie di campagne e città allagate, di case rove-
sciate, di centinaia e di migliaia di persone in
pericolo della vita, il nostro pensiero rivolgevasi
sui tanti Cooperatori e Cooperatrici, che abbiamo
in quelle parti . Oh! con quanto ardore li abbiamo
raccomandati a Maria Ausiliatrice, ed implorato
per essi la sua potente e misericordiosa interces-
sione ! Voglia il Cielo aver esaudite le nostre pre-
ghier risparmitoalmenoleorpersone .
Intanto al vedere molte famiglie anche ric-
chissime spogliate in poche ore d' ogni sostanza,
e ridotte alla mièsermpao,blnifetr
che caduchi e passeggieri sono tutti i beni di que-
sta terra . Tanta pena per raccoglierli, tanta cura

1.8 Page 8

▲back to top


per conservarli, fors'anche contro la legge di Dio,
della Chiesa, e della carità, e poi in un baleno tutto
è trascinato via e scompare . Felici coloro, che
possono almeno ripetere di averne per lo passato
rimesso una parte nelle mani di Dio colle opere
di religione e di beneficenza! Certo è che quelli
non periranno per alcun rovescio di fortuna, ma
si troveranno intatti e moltiplicati pel dì della
morte . Questo pensiero sproni ognuno che può a
porgere soccorrevole la mano a tanti fratelli, i
quali oggidi implorano l'aiuto della carità per
campare la vita .
IL LXVII NATALIZIO DI DON BOSCO
e un brindisi del prof. -Vincenzo Lanfranchi.
Il giorno 15 del passato agosto, festa di Maria
SS . Assunta in Cielo, cadeva pure il giorno nata-
lizio del nostro amatissimo Superiore e Padre, D .
Giovanni Bosco . Perla quale felice circostanza pa-
recchi amici e benefattori si unirono ai membri
dell'Istituto Salesiano ed ai giovanetti della nostra
Casa di Torino, per fargli le più vive e cordiali
congratulazioni . La mancanza di spazio avendoci
impedito di farne cenno nei numeri precedenti,
ne diamo ora un breve ragguaglio .
Alla sera dopo le sacre funzioni, ad un'ora fis-
sata, i giovani, studenti ed artigiani, si disposero
in largo cerchio nel cortile ; i cantori salirono
sopra apposito palco ; la banda, capitanata dall'e-
gregio maestro Giovanni De-Vecchi, si schierò in
avanti . Assiso che si fu D . Bosco sopra il trono
per lui eretto, circondato da una eletta schiera
di signori della città, si diede principio al trat-
tenimento . Si cantò un melodioso inno di circo-
stanza, accompagnato dai musicali strumenti ; si
lessero discorsi e componimenti varii in prosa e
in poesia ; e si distribuirono i premii a quelli tra
i giovanetti, che per condotta , studio e lavoro
eransi durante l'anno meglio segnalati .
Di tratto in tratto la banda eseguiva scelti
pezzi di musica, rallegrando gli animi del Padre
e dei figli .
Sul far della notte una splendida luminaria
si aggiunse a rendere più gioconda la festa . Sul
balcone, in prospetto alla cattedra di D . Bosco,
formato con lumi di vario colore, e a caratteri
cubitali, compariva questo bellissimo augurio :
Multiplicentur tibi anni vitae:Ti si moltipli-
chino gli anni della vita . Questo augurio rispon-
deva appieno ai voti di tutti gli astanti , e in
quel dì fu ripetuto a D . Bosco le cento volte a
voce e per iscritto .
Vorremmo eziandio qui riprodurre almeno per
sommi capi l'allocuzione, che in fine tenne D . Bo-
sco ; ma per amor di brevità notiamo solo che egli
parlò dei premìi e dei premiati, accennando come
32 anni fa, in una festa pur molto solenne, erasi
distribuita a tutti i giovani dell'Oratorio una pre-
ziosa coroncina, benedetta e regalata dal grande
Pontefice Pio IX, di santa memoria ; parlò del
suo giorno natalizio, ringraziando il Signore di
averlo conservato sino a quel dì, esternando la
speranza di celebrarlo ancora in avvenire, come
tutti gli auguravano,ma esternando eziandio i suoi
timori, stante l'incertezza della vita e la certezza
della morte ; ringraziò i benefattori e le benefat-
trici, presenti ed assenti, del favore e dell' ap-
poggio, che avevano fino allora prestato a lui e
alle sue opere, pregandoli a volerglierlo conti-
nuare, e promettendo d'invocare tutti i giorni nella
Santa Messa sopra di essi e le loro famiglie le bene-
dizioni del Cielo ; infine raccomandando a tutti che,
anche in mezzo alle varie vicissitudini del mondo,
tenessero ognora rivolti i pensieri della mente e
gli affetti del cuore al Cielo, dove era Assunta e
dove ci attende Maria, ebbe compimento la festa .
Ma se non possiamo esporre per intiero il di-
scorso di D . Bosco , godiamo che ci sia dato
di qui riprodurre il classico brindisi, che in quel
giorno, nel levar delle mense, gli lesse l'egregio
professore Vincenzo Lanfranchi, ricevuto da tutti
i commensali con fragorosi applausi . Ed eccolo
in tutta la sua bellezza .
Più non sorridemi
Visto quel bambolo
Il Pieno coro,
Su tanti putti
Gli estri dileguano
Così bellissimo,
Coi sogni d'oro :
Pensaron tutti
Cadonmi i rosei
Qual nel battesimo
Serti dal crine :
Nome egli avrìa ;
E, mentre transito
Fra sassi e spine,
Chi il volea Giacomo,
E chi Matia:
Dura, aspra, ferrea
La prosa dietro
Uno, Anastasio,
Un Ghirigori . . .,
Viene, ed inseguemi
E già movevansi
Vindice spettro .
Vivi i rumori .
Pur, dove palpita
Quando la savia
La vita, io sento
Sua genitrice
Ancor l'etereo
Parlò : - ascoltatemi ;
Fuoco ncn spento ;
E in te fisandomi,
Il cor mi dice,
Che questo pargolo,
Unto di Dio,
Cui Dio mi dona,
Dei carmi a pungermi
Lorchè allevandosi
Torna il disìo
Farà persona,
Oggi, che memore
Vorrà a' più miseri
li dì beato,
Dei giovanetti
Che al secol devio
Volger le assidue
Tu fosti dato .
Cure e gli affetti ;
E poiché ad agape
Trarli dal vizio,
Lieta i tuoi cari
E ai loro verdi anni
Qui ti circondano
Giovare ... ; oh chiamisi
Nei sacri lari,
Dunque Giovanni! -
A farli un brindisi,
- Brava, bravissima,
Come amor spira,
Questa è un idea! -
Lascia che spingali
Sclamò allegrissimo
La smessa lira.
Un che sedèa. ;
- Amici, un brindisi
Un, che l'origine
A Don Giovanni
Delle parole
Bosco, che compie
Seppe senz'essere
Sessansett'anni !
Ito alle scuole .
Il vino è vecchio,
Trovato ha il Paroco
Pretto, non fosco ;
Colmiamo i calici :
Quel nome vero,
EGiovandiselo
Viva Don Bosco!
Al battistero .
Quest'oggi, quindici
Noi da quell'epoca
Agosto è nato :
Alla su t gloria
Assai remoti .
Scorgendo ad litteram
Cionchiam d'un fiato!
Non l'anno dicovi,
Compiuti i voti
E dell'amabile
Non il paese
Della sua nascita;
Tutto è palese .
Solo un aneddoto
Madre, e del sano
Sottil filosofo,
E del Pievano,
Amici, un brindisi
Narrar vi devo :
Indi a suoi meriti
A Don Giovanni
Bosco, che inizia
D'un fiato io bevo .
Sessantott'anni!
Il vino è vecchio
Strevi, il conosco ;
Alziamo i calici
Viva -Don Bosco !

1.9 Page 9

▲back to top


LETTERA AMERICANA .
Paysandú, 2 Luglio 1882 .
AMATmo E Rev.do PADRE,
Con grande nostra soddisfazione abbiamo rice-
vuto nel mese scorso da Colon la gratissima sua
lettera , con cui ci partecipava la Benedizione
Apostolica, che l' augusto Sommo Pontefice nello
scorso Aprile si degnava elargire alla nostra
Pia Società . Tutti i Salesiani di questa pic-
cola Casa ne ringraziarono di cuore il Signore
e pregarono, come lo pregano, che ci conservi per
lunghi anni il nostro SS . Padre .
Nel tempo stesso il cordiale saluto della S . V . mi
richiamò a mente la promessa, che le feci cinque
mesi or sono, d'informarla cioè più distesamente
sopra questa Missione, affidata da un anno e mezzo
alle nostre cure . Varie cause mi hanno impedito si-
nora di compiere questa promessa . Una di queste fu
l'incendio sviluppatosi in questa nostra Chiesa, la
notte della domenica di Passione al lunedì . Era
il 26 di marzo . Nella sera aveva avuto luogo la
novena della SS . Vergine dei Dolori , devozione
assai comune tra questo popolo . Sventuratamente
il sagrestano, avendo dovuto compire qualche la-
voro, dimenticò una candela accesa dietro l'altar
maggiore . Consumandosi, la candela diede fuoco
al cassone sopra cui era posta, e di qui a poco
a poco si comunicò all' altare tutto di legno, il
quale si alzava altissimo, ricco d'ornati e di la-
vori preziosi . L'incendio non ci fu manifesto che
presso le due del mattino, quando già le fiamme
vorticose e distruggitrici uscivano per le finestre
del presbiterio . Che notte trista fu quella mai !
Abbiamo proprio fatto compagnia al pazientissimo
Gesù, e alla sua Madre addolorata . Noi dormi-
vamo tranquilli, e quando fummo destati la Chiesa
era già come una fornace . Il primo a darne l'av-
viso fu il Sereno o guardia notturna . D' improv-
viso sento alla porta ripetuti colpi di martello . . .
Che sarà ? Pensai tosto che fosse qualche povero
moribondo come il solito . -- Que hay ?domando . -
Arde la Iglesia , risponde ; presto las llaves!
Apersi la finestra per porgere le chiavi, e vidi
cogli occhi miei il tristo caso . Lo splendore il-
luminava sinistramente la collina opposta, e la
fiamma, che si sollevava sino alla cima della cupola,
vomitava una pioggia di scintille, spinte in alto
vorticosamente dal vento . Il doloroso spettacolo
mi fece tal colpo, che dopo quattro mesi ne sento
ancora le conseguenze, sicchè il solo affacciarsi al-
l'immaginazione lo spaventoso quadro mi scuote ed
agita, non ostante i continui sforzi per vincermi .
Le campane suonate a stormo destarono tosto
tutta la città, e col popolo atterrito si presenta-
rono le Autorità e la truppa . Entrato nella Chiesa
non potei far dieci passi pei fumo, pel calore
soffocante, e per la polvere prodotta dalle mace-
rie, che cadevano dalla volta . Feci spalancare le
tre porte d'ingresso, onde dopo un poco di sfogo,
rischiaratasi la Chiesa, potè vedersi l'altare tutto
avvolto in una fiamma . Per buona sorte il sacro
edifizio è di pura pietra e mattoni, e di uno
spessore a prova di cannone, altrimenti sarebbesi
intieramente diroccato .
In mezzo all' immenso dolore avemmo pure la
consolazione di aver salvato il SS . Sacramento ,
che si conservava all' altare del Sacro Cuore di
Gesù . La prima cura fu di trasportarlo alla Cap-
pella del battistero in fondo alla Chiesa , poiché
si temeva fortemente che il fuoco scoppiasse pure
a destra e a sinistra in prossimità dell'altar mag-
giore ; ciò che Dio non permise . Alle cinque del
mattino l' incendio era domato e si poteva dire
spento . La gente si ritirava commossa, e noi aiu-
tati da molti benevoli riordinammo le cose alla
meglio, facendo in appresso le sacre funzioni ad
un altro altare . La novena si seguitò nondimeno
con molto concorso ; e fuori, della perdita fatta ,
tutto fu aggiustato . Le Autorità si radunarono
tosto ; si formò una Commissione incaricata di
raccogliere fondi per restaurare la Chiesa . So-
prattutto le signore della città si prestarono a
quest' opera con molto zelo , e la compirono ec-
cellentemente . Che Dio le benedica ! Il danno fu
calcolato da trenta a quaranta mila lire, e sinora
si è già raccolto presso a poco la metà . Ci per-
vennero aiuti da molte parti della Repubblica, e
anche dall'Italia . Adesso daremo principio ai re-
stauri , che speriamo di terminare prima del
giorno della festa della nostra Patrona, che è la
Madonna del Rosario . L' altare maggiore segui-
terà tuttavia ad essere provvisorio, perchè i la-
vori richiedono molto più tempo . Oltre le opere
di riparazione si costruirà pure la gradinata della
facciata della Chiesa stessa , che sarà tutta in
marmo bianco di Carrara, del valore di quindici
mila lire .
Per la Settimana Santa è venuto ad aiutarci
il nostro Ispettore , D . Lasagna , e fece tre di-
scorsi di circostanza . Dopo Pasqua sono partito
subito alla campagna per la missione parrocchiale,
e vi attesi per una ventina di giorni . Dovendo
poi ritornare in città a causa dei lavori della
Chiesa, mi venne a surrogare D . Mazzarello, e vi
seguitò ancora per un mese .
Non so se già altra volta le abbia detto come
si fanno queste missioni parrocchiali ; perciò glie-
ne fo cenno nella presente . Partiti dalla città ,
andiamo a fermarci in un punto più o meno cen-
trale, secondo che si crede opportuno, ma distante
almeno quindici o venti miglia dal paese . E que-
sta è la prima tappa ; dopo ne viene la seconda,
la terza e via di seguito . Ma per avere la gente
raccolta si fa così : Quindici giorni od anche un
mese prima di dare principio alla missione si
avverte che il tal dì o il tal altro il Sacerdote si
troverà in tal casa, affinché le famiglie abbiano
tempo a provvedersi, sia per far battezzare , sia
per contrarre matrimonio . A quest'uopo si scrive
ad una casa di commercio di quel tal punto ; di
colà si sparge la notizia, ed il vicinato pel giorno
prefisso si trova riunito nella casa, che gli è stata
indicata . Si fa presso a poco come nei primi tempi
della Chiesa , quando avevano luogo le così dette
Stazioni . In quel giorno se il tempo è bello si
vedono arrivare in lontananza e da tutte le dire-
zioni gruppi di gente a cavallo, uomini e donne

1.10 Page 10

▲back to top


coi loro bambini , e' talora frotte di fanciulli an-
cor essi in groppa al loro cavallino . E uno spet-
tacolo che muove alle lagrime . Dove il luogo e
il terreno lo permette, vengono anche su carri o
in carrozze, secondo le condizioni di ciascheduno,
giacchè vivono per queste campagne permanen-
temente anche famiglie agiatissime e signorili .
Essendo la campagna la unica ricchezza , molti
signori preferiscono la vita del campo a quella
della città, nell'estate principalmente, per essere
più tranquilla ed anco più utile, attendendo per-
sonalmente ai proprii interessi .
Riunitasi in tal modo la gente, si dirigono
alcune parole d' istruzione circa le verità fonda-
mentali della fede , per quanto il tempo lo per-
mette, giacchè avendo fatto chi dieci, chi quin-
dici e chi anche venti miglia nel mattino per
venire , e dovendo rifare la stessa distanza per
ritornare al loro rancho, molte volte possono ap-
pena attendere una breve esortazione . E novan-
tanove su cento bisogna contentarsi che sappiano
il Pater noster , il Credo e i Comandamenti .
Dopo si passa all'amministrazione dei sacramenti .
Trovandosi famiglie educate e cristiane , e pas-
sandosi per queste, nell'occasione della Messa, vi si
fa pure qualche Comunione anche fuori del tempo
pasquale . Per ordinario parlare di questo Sacra-
mento è come favellare in tedesco, ed il tempo
non dà luogo a fare di più . In fine si distribuisce
qualche immagine , medaglia , o librettino a chi
sa leggere , con qualche buon ricordo , e si la-
sciano andare .
Fermatisi due o tre giorni in un luogo, si ca-
rica l'equipaggio sulla groppa di qualche ronzino,
e si parte alla volta della seconda tappa, o me-
glio stazione, alla distanza di altri quindici o venti
miglia, dove la gente già prevenuta ci sta aspet-
tando . Quivi si ripetono le stesse sacre funzioni
ad altre povere creature , e così di seguito per
uno o più mesi ; dopo cui si ritorna in città, ca-
richi più o meno di spirituali manipoli .
Questo andare in giro ha le sue incomodità ,
vuoi per la cavalcatura, vuoi per il tempo, il
luogo e le persone, con cui si deve trattare . Fa
bisogno un sacco di pazienza per la molta igno-
ranza, che ha sempre le sue tristissime conse-
guenze . Benchè la gente in generale sia docile ,
tuttavia se ne trovano di quelli, che non vogliono
sentirsi a dire certe verità, che ciò non pertanto
fa d'uopo ripetere senza ambagi, con fermezza e
faccia franca, non curando il malumore, che pos-
sano produrre in qualcuno . In alcuni luoghi il
concubinato è all' ordine del giorno , ed i figli
crescono come i genitori . Quindi avviene che lo
scandalo si fa come un'usanza ed un costume del
luogo, e non fa più ribrezzo, Resta tuttavia in
salvo la idea religiosa, che coltivata produce an-
cora buon frutto . Senza di questo certe famiglie
sebbene battezzate diventerebbero come pagane .
Per impedire questo disastro noi procuriamo di
moltiplicarci, e farci vedere il più spesso che ci
è possibile tra questa povera gente, la quale ha
buon cuore e rispetta il Sacerdote . Quantunque
per ignoranza non intenda tutto il valore del Sa-
cerdozio, tuttavia conosce che rappresenta qualche
cosa di superiore, e che il Prete è un Messo di Dio .
Questo sentimento avrebbe già dato prima d'ora più
copiosi frutti , se coloro che doveano coltivarlo
non l'avessero in quella vece trascurato, e come
soffocato, servendo non già a Dio e alle anime,
ma bensì a mammone , all' idolo della borsa .
Nella prossima domenica, 16 del corrente lu-
glio, festa della Madonna del Carmine , andrò a
benedire una Cappella in campagna, distante di
qui circa ottanta miglia, in, un punto assai popo-
lato di questa parrocchia . E un edifizio sempli-
cissimo di dieci metri di lunghezza, ma di grande
utilità, perchè serve a radunarvi il vicinato e a
poter fare qualche sacra funzione . In quel giorno
si farà in quel luogo una gran festa, e più di uno
dalla barba bianca vedrà celebrarvi per la prima
volta la santa Messa .
Vi ha pure un' altra Chiesuola molto bellina,
distante dalla città una quindicina di miglia, pro-
prietà di una buona famiglia d' Inglesi, sotto il
titolo del Buon Pastore , e vi si va a celebrare
tutti gli anni in settembre e ottobre , facendovi
udire la parola di Dio .
Qui in città abbiamo in costruzione la Chiesa
di S . Raimondo , che quando sia finita sarà di
grande utilità per la popolazione del porto, lon-
tano un miglio dalla Chiesa parrocchiale .
In quest'anno avevamo pensato d'impiantare un
oratorio festivo , ma non ce lo permisero ancora
tante circostanze, di cui le principali sono , che
siamo pochi, e la parrocchia per la sua estensione
a centinaia di miglia ci dà moltissimo a fare .
Aspettiamo il ritorno del nostro Ispettore dal Bra-
sile, e poi vedremo ciò che si potrà fare .
I tre confratelli , che sono con me , godono
buona salute , specialmente il nostro buon vec-
chiotto, che sta lottando colla lingua spagnuola a
più non posso . L'armonia in casa è perfetta , e
spero che seguirà così pure in avanti colla be-
nedizione del Cielo . Siam pochi , ma uniti ; e
l'unione fa la forza . Frattanto ella ci benedica e
non ci dimentichi mai nelle sue preghiere . Ri-
ceva gli affettuosi saluti dei suoi figli di Pay-
sandù, e particolarmente dal suo in G . C .
Umil.mo ed Aff.mo figlio
SaC . PIETRO ALLAVENA .
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
PARTE SECONDA .
CAPO VII .
Il primo prefetto od economo della Cisa - Il march.
Domenico Fassati - Abile catechista - Lode-
voli fatti - Acconcia osservazione sugli Oratorii -
Gravi strettezze -- Renato d'Agliano - Piccola lot-
teria -- Il Sindaco di Torino e il Ministro dell'Interno
- U . Rattazzi all'Oratorio - S . Clemente e Mons .
Luigi Fransoni - Dialogo tra Rattazzi e D . Bosco.
Il dono di un santo giovanetto, quale Domenico
Savio , non fu il solo, che Iddio facesse in quel
torno al nostro Oratorio ; imperciocchè nell'anno

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


stesso il Signore inviava eziandio a nostro ser-
vizìo, e in aiuto di D . Bosco, uno dei più esem-
ilari e laboriosi ecclesiastici dell'Archidiocesi di
Torino, che fu il Sacerdote D . Vittorio Alaso-
natti di Avigliana . Egli fu il primo prefetto od
economo della Casa ; fu per D . Bosco il braccio
destro, per noi un secondo padre, per l'opera de-
gli Oratorii un forte ed intelligente sostegno . Per
consacrarsi a nostro vantaggio quel degno Sacer-
dote lasciò generosamente l'agiatezza di sua be-
nestante famiglia ; rinunziò ad un considerevole
stipendio, che percepiva come esperto e stimato
maestro nel suo paese ; pose in non cale le con-
siderazioni più o meno mondane, che alcuni co-
noscenti, e persone anche ragguardevoli del Clero,
gli mettevano dinanzi per distornarlo dal suo di-
visamento . Più di ogni altro valse nel suo cuore
e lo mosse verso l' Oratorio il riflesso che Don
Bosco era solo, ed aveva bisogno di un Prete, che
stesse abitualmente con lui in Valdocco ; lo mosse
il sapere che gli apriva un vasto campo da eser-
citarvi utilmente il sacro Ministero a pro di tanta
gioventù derelitta , e che se non poteva dargli
altro stipendio fuorché il vitto ed il vestito, gli
prometteva a nome di Dio una ben ricca corona
di gloria in Cielo . Disposta pertanto ogni cosa ,
egli abbandonò la sua casa, la sua patria, i suoi
cari, e venne tra noi la vigilia dell' Assunzione
della Beata Vergine al Cielo, e vi stette sino alla
morte . La sua vita fu così ricca di buone opere,
che merita un particolare ricordo, e noi ne diremo
più a lungo, quando parleremo di sua preziosa
morte, avvenuta nel nostro Collegio di Lanzo il
giorno 8 di ottobre dell'anno 1865 . Qui ci basta
l'aver segnalato il regalo fattoci dal Signore nel-
l'anno 1854, inviandoci un Sacerdote operosissimo,
e in fama di straordinaria virtù .
Né qui si fermarono i favori di Dio e de ., li
uomini verso di noi . Se prima di quel tempo molte
persone del Clero e del laicato si mostrarono af-
fezionatissime all'Oratorio, d'allora in poi i be-
nevoli crebbero e di numero e di zelo . L' opera
di carità, l'assistenza prestata dai giovani ai co-
lerosi durante la terribile epidemia, e la pubblica
lode tributata dal Municipio di Torino, fecero vie
meglio conoscere l'Istituto di D . Bosco , la sua
natura e il benefico scopo . Per altra parte la stra-
ordinaria, per non dire prodigiosa, preservazione
dal primo all'ultimo di noi dal morbo fatale mo--
strò ad un tempo un tratto di specialissima pro
tezione e benevolenza del Cielo verso l'Ospizio e
l'Oratorio di S . Francesco di Sales . Di qui ne
venne che gli antichi benefattori continuarono ed
accrebbero le loro sollecitudini verso di noi po-
verelli, e molti altri ne imitarono l'esempio .
Noi avremmo qui da registrare vani nomi di
persone benemerite, in buona parte tuttor viventi,
che per più anni furono per noi gli strumenti
della Divina Provvidenza ; ma riserbandoci di farne
parola a luogo più opportuno , ricordiamo in
quella vece il signor Marchese Domenico Fassati,
già chiamato da Dio a godere il premio della in-
signe carità sua .
Scendeva egli da una delle più nobili famiglie
del Piemonte . Fedele al suo Re , lo aveva ser-
vito da prode in pace ed in guerra, e si era se-
gnalato sui campi lombardi nel 1848 e 49 . Pel
suo valor militare era insignito del grado di
maggior Comandante delle Guardie del Corpo, che
formava come l'antica coorte dei pretoriani . Era
congiunto in matrimonio con Maria De-Maistre ,
figlia dell'illustre Rodolfo, e degna nipote di quel
Giuseppe, che fu diplomatico accorto ed abilis-
simo, filosofo insigne e profondo, scrittore forbito
e sapiente, della cui fama é tuttora ripieno il
mondo ; donna di sì rare qualità di mente e di
cuore, che la Regina Maria Adelaide, sposa di Vit-
torio Emanuele II, la scelse per sua Dama di corte,
anzi per sua prima amica ed intima confidente .
Or quest'uomo di sì alti meriti e di così splen-
dide e rare attinenze, avendo conosciuta l'Opera
di D . Bosco, se ne fece tosto ammiratore e so-
stenitore . Tra le altre cose qui ci rammenta che
egli veniva sovente all'Oratorio, come se vi o-
spitasse una sua famiglia ; vi si portava ad istruire
i giovanetti interni ed esterni ; e per più anni
nelle feste e in tutti i giorni della quaresima vi
si recò assiduamente a fare il catechismo ad una
classe numerosa di poveri artigiani , trasferendo
persino ad ora più incomoda la sua refezione . Una
volta che vi giunse un po' tardi, e trovò un altro
catechista a suo posto, l'umile non meno che no-
bile signore disse : « Ho commesso un fallo e ne
debbo fare la penitenza . » Ciò detto si pose a
sedere sulla panca tra i ragazzetti, e vi stette in-
sino alla fine ad ascoltare il catechismo come uno
di loro .
Singolare era lo zelo, mirabili le industrie che
adoperava per rendere i giovani attenti ed assidui,
e per farli progredire nella scienza della religione .
Assuefatto all'ordine, egli da buon soldato dispo-
neva i suoi giovanetti in modo di averli tutti sotto
gli occhi, interrogava or questo or quello alla
spicciolata e come all'improvviso, affinché nel ti-
more di essere domandato a rispondere niuno si
divagasse . In un foglio teneva registrato il nome
e cognome di tutti i suoi catechizzandi, ne segnava
le assenze e la più o meno buona condotta . Di quando
in quando distribuiva imaginette , medaglie, li-
briccini e simili ai più diligenti . Quantunque te-
nesse coi giovani un aspetto serio e da militare,
pure questi lo amavano tanto, che quando lo ve-
devano giungere in classe ne davano vivi segni
di gioia, e difficilmente vi mancavano . Insomma
il Marchese Fassati manteneva i fanciulli in sì
bell'ordine di disciplina e li ammaestrava si bene
da essere proposto a modello . Desideroso di per-
fezionarsi ognor più nell'arte d'istruire i piccoli,
il nobile uomo non disdegnava di assistere alle
conferenze, che D . Bosco teneva di tratto in tratto
ai suoi catechisti . Soleva poi dire che niuna con-
versazione, niun convegno, niuna serata anche la
più brillante tornavagli di tanta soddisfazione ,
quanto una mezz'ora di catechismo fatto ai gio-
vani dell'Oratorio . Esempio questo e parole assai
edificanti, e ben meritevoli che ne faccia tesoro
ogni buon cattolico specialmente nei giorni che
corrono .
Né il sig . Marchese mostravaci la sua bene-
volenza solamente a parole, ma bensì con certi

2.2 Page 12

▲back to top


fatti non tanto facili ad essere dimenticati . Uno
di questi fu nell' ultimo giorno di carnovale del
1855 . Don Bosco fin dai primi anni dell'Oratorio
aveva introdotta la pratica del cosi detto Eser-
cizio della buona morte . Consiste questo nel fare
una Confessione ed una Comunione come se fosse
l'ultima della vita, e nella recita di alcune pre-
ghiere acconcie alla circostanza . Questo Eserci-
zio ha luogo ogni mese e nell' ultimo giorno del
carnovale, e in questo dì si compie in suffragio
delle anime del purgatorio . Ciò saputo il Mar-
chese Fassati disse : « I figli di Don Bosco l'ul-
timo giorno di carnovale sogliono consolare le a-
nime purganti , coll' offrire in loro sollievo la
Confessione, la santa Comunione, ed apposite pre-
ghiere , ed io voglio rallegrare essi mede-
simi ; » e così fece . Era il 20 febbraio . Al
mattino oltre un centinaio di giovanetti dell' O-
spizio e molti altrì dell' Oratorio festivo u-
dirono la Messa, si accostarono ai santi Sacra-
menti, risposero alle preghiere della buona morte
recitate da D . Alasonatti, ed offersero a Dio per
le anime sante non solo quelle pratiche di pietà,
ma la pena di un freddo intenso, che intirizziva
le membra . Ma all' uscire di Chiesa noi ci tro-
vammo un premio inaspettato ; ed erano due buone
pagnotte, accompagnate da una grossa fetta di sa-
lame . Pareva che le anime dei purgatorio ci ri-
compensassero, per mano del signor Marchese, del
sollievo loro portato coi nostri suffragi .
Ma fuori di ogni usato fu il pranzo allestitoci in
quel giorno medesimo . Il caritatevole signore ol-
tre ad una buona pietanza volle che ci fossero serviti
gli agnellotti . Ne occorrevano oltre a 100 dozzine ;
onde fu necessario che nella vigilia vi lavorassero
attorno la buona mamma Margherita, e parecchi
giovani sotto la sua guida . « Ma gli agnellotti
vanno bagnati, » disse il provvido signore ; e
quindi spedì all'Oratorio una buona quantità di ot-
timo vino delle sue vigne del Monferrato . Si com-
piacque poi di assistere egli stesso in persona al
nostro convito dicendo : « Voglio vedere cogli
occhi miei l'effetto, che producono nei giovanetti
due bicchieri di buon vino ; » e il vide e l'udì con
sua grande soddisfazione . Dopo cinque minuti che
ne avevano bevuto il primo , i giovani non po-
tevano già più stare nella pelle ; le chiacchere si
mutarono in un passeraio ; gli evviva al sig . Mar-
chese si succedevano senza interruzione ; era uno
spettacolo da carnevale, ma onesto ed innocente .
Si trattava di mescere il secondo bicchiere ; ma
in vista della nostra allegria giunta oramai al
colmo, D . Bosco domandò al signor Marchese che
gli permettesse di battezzare alquanto quel gene-
roso liquor di Bacco, a fine di premunirci da suoi
fumi e dai capogiri . In quel giorno noi fummo
arcicontenti ; ma la gioia più soave fu quella del
signor Marchese . La pietà, la fede, che guidava
tutte le sue azioni, gli insegnava cbe aveva ral-
legrato uno stuolo di poveri giovanetti , i quali
avrebbero pregato Iddio ad aprirgli un giorno il
seno della sua misericordia, e a dargliene in Cielo
un premio adeguato ed imperituro ; questo pen-
siero gli inondava l' anima di consolazione inef-
fabile .
Un'altra non comune allegria ci procacciò l'e-
gregio signore nella festa di S . Luigi, di cui era
stato fatto Priore . La sera di quel dì, che fu la
prima Domenica di luglio, dopo le sacre funzioni,
egli provvide pane e salame a tutti i convenuti
all'Oratorio, i quali, compreso il gran numero di
esterni, superavano gli ottocento . Siccome era molto
generoso, così ei volle che il companatico fosse piut-
tosto abbondante ; onde era un divertimento il ve-
dere i giovani, che, ricevuta la propria porzione,
se la mettevano dinanzi agli occhi , e mirandola
gridavano in tono di giubilo : Non si vede Su-
perga, non si vede Superga . É questa una frase
famigliare tra noi, per dinotare la grossezza di
una fetta di salame o di cacio ; in quanto che se
lascia vedere Superga, collina al nord est di To-
rino, è segno che è sottile e trasparente ; se no,
è prova che è spessa ed opaca, e vi ha molto a
godere . E tale appunto era quella, regalataci dal-
l'amorevole Priore .
Questi ed altri consimili atti di carità, eserci-
tati ora da questo ora da quell'altro dei signori
di Torino, erano di efficace stimolo ai giovanetti
esterni ad intervenire al catechismo, e alle reli-
giose funzioni dell'Oratorio . Eglino vi scorgevano
come un avveramento di quella sentenza del santo
Vangelo : Cercate prima il regno di Dio e la
sua giustizia, e il resto vi sarà dato per giunta .
Ricevendo di quando in quando questa giunta in
modo loro adattato, attendevano più spesso e vo-
lentieri alle cose di Dio e dell' anima , a poco a
poco si fondavano nella religione, si fortificavano
nella virtù, e così rendevansi buoni cristiani, savii
ed onorati cittadini .
E qui, poiché ci cade in acconcio, giova dirlo
per norma dei direttori e promotori degli Ora-
torii festivi . Se si vogliono frequentati dai giova-
netti, vi sono indispensabili onesti allettamenti .
Senza di questi, la maggior parte dei fanciulli li-
beri di se stessi , o perchè orfani di genitori, o
perché trascurati dai medesimi , non s'inducono
punto ad intervenire alle sacre funzioni e alla
istruzione religiosa, che vi s'imparte . Per sua
leggerezza e vivacità questa cotal gente rifugge
quasi per natura dallo stare ritirata, e dall'assog-
gettarsi alla sorveglianza . Bisogna quindi atti-
rarvela e prenderla come le mosche, con buoni favi
di miele . Quindi affinchè prosperi un Oratorio fe-
stivo si richiedono divertimenti, giuochi, trastulli,
belle ed amorevoli maniere, e questo sempre ; po-
scia di quando in quando occorrono teatrini, pic-
cole lotterie, regalucci, passeggiatine, colezioni,
merenduole e via dicendo . Se vi hanno queste at-
trattive, sì vedranno gli Oratorii gremiti di ra-
gazzi ; se no, si avrà il rammarico di vedere nei
giorni festivi le piazze, i viali , i dintorni delle
città ingombri di monelli, i quali crescono nell'i-
gnoranza della religione e nella scienza di ogni
mal fare ; si avrà il cordoglio di vedere crescere
una generazione senza Dio , senza fede e senza
legge ; si avrà il dolore di vedere a formarsi fa-
miglie e società, che rimpiomberanno il mondo
negli orrori del paganesimo e nella barbarie . Se
ne veggono fin d' ora luttuosi esempi in molte
città d'Italia e di Francia, che non è mestieri di

2.3 Page 13

▲back to top


qui segnalare .SiscuotnadqeiCtolcpù
Una volta tra le altre inviò ben mille lire in
meno favoriti di beni di questa terra, e in tanta tri-- suffragio dell'anima dell'augusto suo consorte . In
stizia di tempi sappiano fare qualche sacrifizio, sap un'altra circostanza, trovandosi D . Bosco in grave
piano privarsi eziandio dei loro onesti piaceri, per bisogno , le scrisse domandandole un qualsiasi
attirare al bene tanti scapatelli, per conservarli o soccorso, e la santa donna al domani per tempo
ridonarli a Dio, alla patria , al Cielo . Se più si gli faceva tenere altre lire mille . In più altre
aspetta, non saremo più in tempo ; ché la igno- occasioni ella ci fece da vero angelo della Prov-
ranza, le passioni, le male compagnie faranno di videnza . Quindi è che la sua morte fu anche per
tanti poveri ed incauti giovani le reclute, i gre- noi una delle più grandi sventure .
garii delle società sovvertitrici, i discepoli di co-
Parimenti la guerra di Crimea e la spedizione
loro, che si gloriano persino di inneggiare a Sa- di 15 mila soldati Piemontesi in aiuto dei Tur-
tana, di raccogliersi e combattere sotto i suoi chi , della Inghilterra e della Francia contro la
neri vessilli, gridando : Viva l'inferno!
Russia minacciosa ; la così detta crittogama o ma-
I signori badino anche a se stessi , e temano i lattia delle uve, che da alcuni anni intisichiva i
che Iddio tardi o tosto non si serva di qualcuno più floridi vigneti del Piemonte ; la scarsità delle
li questi esseri disgraziati, come di un flagello, a raccolte nelle campagne ; la ricomparsa del coléra
punirli di quella loro indifferenza , per cui tanta nella Sardegna , e più altri malanni servirono
g;iopvrenctuùamsieclrat
pure alla lor volta a peggiorare la condizione
tutti almeno colla carità e colla beneficenza nostra dei ricchi e dei poveri . Laonde il nostro Ospizio,
di meritarci la misericordia di Dio nel giorno , che viveva di carità, ebbe a trovarsi in gravi
fo,nreslquactpiàlgusa
ira sua .
Noi avremo ancora molti altri lodevoli fatti da
notare a memoria e ad encomio dell'illustre Mar-
bisogni e in dolorose strettezze .
Ma di tratto in tratto Iddio dava a divedere
che non ci avrebbe abbandonati . Appunto in uno
di quei giorni, mentre D . Bosco stava par uscire
chese Domenico Fassati ; ma siccome ci accadrà in città in cerca di qualche soccorso per noi, gli
di riparlare di questo insigne nostro benefattore ed si presenta il signor Conte Renato d' Agliano ,
amico, così a suo tempo ne faremo cenno in al- nobile gentiluomo di Torino, illustre non meno
tre pagine di questa nostra istoria .
per sangue che per sentimenti di cristiana pietà,
Se la Dio mercè, cresceva la benevolenza degli e gli dice : « Ho mia consorte gravemente amma-
uomini, non diminuivano punto i bisogni del nostro lata , preghi e faccia pregare i suoi giovanetti
Oratorio . Negli anni 1854 e 1855 la miseria di per la sua guarigione ; » e in così dicendo gli
molte famiglie fece moltiplicare le domande di ac- rimette una limosina, che corrispondeva alla metà
cettazione di poveri giovani nell' Ospizio . Man- del debito del pane . Don Bosco ringraziò il cari-
cando il posto, il più delle volte davasi bensì una tatevole signore e lo esortò a confidare , notan-
dolorosa negativa ; ma talora l'abbandono di certi dogli che con quell' opera di carità , compiuta
ragazzi e i pericoli dell'anima e del corpo, in cui prima ancora di ottenere la grazia, egli obbligava
versavano, erano di tal fatta, che a D . Bosco non in certo qual modo Iddio a concedergliela . Intanto
reggeva l'animo di rispondere con un rifiuto . Molti della sera stessa alle orazioni comuni D . Bosco
poi non solo di Torino, ma di altre parti dello ci fece aggiungere un Pater ed Ave per una
Stato, per ottenere più facilmente di essere ri- malata , e raccomandò che altrettanto si facesse
coverati, ricorrevano ora al Sindaco del paese , nei giorni seguenti infino a nuovo avviso . Ma
ora all'Intendente o Prefetto della provincia , e il terzo giorno ritorna all'Oratorio il nobile Conte,
non di rado agli stessi Ministri del Re, i quali e con parole di profonda gratitudine racconta che con
poi alla loro volta li raccomandavano a Don alto stupore del medico la moglie sua era fuori
Bosco con espressioni troppo efficaci . Per la di ogni pericolo e come guarita . Pieno di rico-
qual cosa il nostro numero si accresceva, si ag- noscenza a Dio pel favore così inaspettatamente
gravavano le spese, e si facevano ingenti i debiti ottenuto, egli rilasciava a nome di lei un' altra
specialmente verso il panattiere . Soprattutto l'anno offerta per ringraziamento . La divina Provvidenza
1855 fu assai memorando ; funesto pel Piemonte, sempre ammirabile nel suo governo aveva dis-
e gravoso per noi . Nello spazio di pochi mesi posto che questa seconda limosina fosse eguale
ben cinque persone della famiglia reale furono alla prima ; così che D . Bosco in capo a tre dl
rapite dalla morte, tra cui il savio e prode Fer- potè saldare appieno il suo debito col panattiere .
dinando di Savoia-Carignano, Duca di Genova, e Questi atti di beneficenza, che avevano piuttosto
le due Regine, Maria Teresa e Maria Adelaide, dello straordinario e prodigioso, infondevano grande
due angeli della Corte, due madri dei poveri (1) . fiducia nella bontà di Dio, e nel tempo stesso
Maria Teresa moglie di Carlo Alberto, e madre inspiravano a D . Bosco le . più amorose industrie,
del defunto Re Vittorio Emanuele Il , mandava per provvedere a tutti i nostri bisogni . Le rela-
sovente all'Oratorio non comuni limosine, ora per zioni che abbiamo in proposito sono concordi nel
mano del signor Teologo Roberto Murialdo, ora mostrarcelo in quel tempo come una povera ma
per mezzo del Cav . San Giusto addetto alla Corte . sollecita madre, che, vedendosi circondata da nu-
merosa famiglia, e temendo che per la penuria i
suoi bimbi abbiano in qualche modo a soffrire ,
(1) A proposito di queste morti e di tanti funerali in
Corte avremmo un fatto ammirabile da raccontare, ma
dobbiamo riservarlo ad altro tempo, a fine di non dispia-
cere a colui, che è il nostro protagonista .
non si dà posa, affinché nulla venga a loro man-
care del necessario alla vita .
A quest'uopo egli, per non istancare la gene-

2.4 Page 14

▲back to top


rosità dei soliti benefattori, divisò di fare ricorso
alla carità pubblica . Pertanto essendo rimasti
liberi alcuni dipinti della lotteria precedente ,
D . Bosco ne ideò una seconda più piccola, come
appendice della prima, con biglietti a soli 20 cen-
tesimi l'uno . Egli diceva : - Due anni sono ,
siamo ricorsi alla carità dei fedeli per la fabbrica
della Chiesa e della casa ; ora vi ricorriamo per
la fabbrica dell'appetito . - Con questo intento
sin dai primi mesi del 1854 egli stabilì un ap-
posito Comitato di caritatevoli signori e signore
Mentre poi le professo la sincera mia grati-
tudine, l' assicuro che mi unirò coi beneficati miei
figli per pregare Iddio buono, affinché voglia span-
dere copiose benedizioni sopra di Lei e sopra di
tutti quelli, cui Ella desidera in particolar maniera
augurare . felicità per la vita presente e per la
futura . Con pienezza' di stima reputo al massimo
onore il potermi dire
Di V . S . Ill.ma
Obblmo Servitore
di Torino ; domandò le facoltà opportune e si
SAC . GIOVANNI Bosco .
diede attorno a smerciare biglietti per ogni
parte . Egli ne face invio ai Vescovi e ai Parroci
del Regno ; ne distribuì ai Sindaci, ai Senatori,
ai Deputati, ai Ministri del Re ; ne mandò a
tutte le persone costituite in qualche dignità ec-
clesiastica o civile , e non dimenticò le persone
più o meno benestanti, mettendole così nella dolce
necessità di fare un' opera buona a sollievo di
tanta povera gioventù, statagli da Dio affidata . La
comparsa del colera avendo sospeso il corso di
quest'opera, essa venne ripigliata e condotta a
fine nell'anno seguente .
Ad ogni pacco di biglietti andava unita una
copia di lettera litografata, di questo tenore .
Fu in vero edificante il concorso prestato a
D . Bosco in quella circostanza . Presso che ognuno
ritenne i biglietti ricevuti, e ne spedì l'importo,
aggiungendo parole d'incoraggiamento . Fra gli
altri vi prese bellissima parte il Sindaco di To-
rino, né si stette dal concorrervi lo stesso Urbano
Rattazzi, in allora Ministro degli affari interni .
Sono degne di essere conosciute le lettere scritte
in quell'occasione da questi uomini autorevoli, i
quali davano a conoscere con quale criterio giu-
dicassero, e in quale alta stima tenessero l'Opera
degli Oratorii, e l' Ospizio di S . Francesco di
Sales .
Il signor Cav . Notta , Sindaco di Torino, fin
Torino, 8 Maggio 1835 .
ILLmo SIGNORE,
dal 13 maggio del 1854 scriveva : - Premu-
roso di dimostrare, sebbene in tenue modo, il
vivo desiderio di concorrere a quanto possa tor-
La critica annata ed il gran numero di ragazzi,
fatti orfani nella fatale invasione del coléra , mi
hanno posto quasi nella necessità di dover consi-
derevolmente aumentare il numero dei giovani,
ricoverati nella Casa dell' Oratorio di S . Fran-
cesco di Sales, sicchè il loro numero attuale a-
scende a cento circa . Pelché ridotto a gravi stret-
tezze, nè sapendo a qual partito appigliarmi per
provvedere loro il pane, ho chiesto il parere di al-
cuni pii e benemeriti Signori, nominati nell'Elenco
dei Membri della Commissione, i quali proposero
di fare una piccola lotteria di alcuni dipinti . Accolta
tale proposta, e adempiuto le incombenze dalla
nare ad utile degli Oratorii festivi , dalla S . V .
Molto Reverenda con tanto plauso iniziati e sor-
retti a profitto morale e materiale dei giovani
abbandonati, mi professo ben fortunato di poter
secondare l' invito da Lei ricevuto colla lettera
in margine accennata, ritenendo i 100 biglietti
di lotteria a beneficio degli Oratorii medesimi
trasmessimi ; e compiegandole il prezzo di detti
biglietti in L . 20, unite alla presente, faccio voti
perchè i pii Oratorii trovino ognora patrocinio
presso chi si trova in grado di proteggerli, come
ben lo meritano, e dommi il pregio di profes-
sarmi ossequiosamente
legge prescritte, tratterebbesi ora di smerciare i
Di V . S . molto reverenda
biglietti, che ho divisato di affidare a quelle pie
persone, che in altre occasioni presero parte ai
miei bisogni . Per questo mi faccio animo di ri-
Devmo Obblmo Servo
NOTTA .
correre eziandio alla provata bontà di V . S . Ill.ma
unendovi biglietti N ... con pregliera di volersi
adoperare per ismerciarli presso coloro, che giu-
dicherà propensi a simili opere di carità . Qualora
però non potesse distribuirli tutti, e non giudi-
casse di poterli ritenere per sè, la prego di ag-
Breve ma non meno cortese è pure la lettera
di Urbano Rattazzi, avuto per uno dei più famosi
uomini di Stato . Dal suo gabinetto particolare
così egli scriveva a D . Bosco, in data del 12 di
maggio dell'anno medesimo .
giugnere novello favore e spedirli otto giorni
prima del ' estrazione (12 Luglio) a quel o tra i
Membri della Commissione, presso cui le tornerà
più agevole il recapito : la qual cosa potrà egual-
mente fare per la rimessione dell'importo dei bi-
glietti smerciati o ritenuti .
Avrei ben voluto poter fare a meno di recare
a Lei questo disturbo ; ma attesa la gravezza delle
spese cui debbo far fronte, e il gran numero dei
ILLmo e REv mo SIGNORE,
Di buon grado assecondando la richiesta della
S . V . fattami di concorrere alla pia Opera insti-
tuita per sopperire alle urgenti spese, che occor-
rono all' Oratorio maschile di S . Francesco di
Sales in Valdocco, Le acchiudo nella presente
L . 40 in un colla restituzione dei 200 biglietti
di lotteria inviatimi ; e ringraziandola d'avermi
ragazzi abbandonati che dimandano pane, ho do- per tale effetto richiesto, ho l'onore di costituirmi
vuto appigliarmi a questo spediente . Mi creda con distinta stima
è proprio un dar da mangiare ai poveri affamati .
U . RATTAZZI .

2.5 Page 15

▲back to top


Forse i nostri Cooperatori faranno le maravi-
glie nell' apprendere che il Ministro Rattazzi
pigliasse sì vivo interessamento per D . Bosco e
per l'opera sua ; imperocchè sono note a tutto il
mondo le sinistre opinioni politiche di quell'uomo,
e la parte pur troppo efficace che egli si ebbe in
certi fatti dolorosi, sopra cui non occorre che noi
portiamo qui il nostro giudizio, essendo già in
dominio della storia . Lasciando dunque a parte
la sua politica , notiamo ad onore del vero che
l'avvocato Rattazzi da Deputato e da Ministro
guardò sempre di buon occhio il nostro Oratorio
ed Ospizio . Soleva dire che il Governo era ob-
bligato a proteggere cotale istituzione, perché coo-
perava efficacemente a scemare gli inquilini delle
prigioni, e a formare dei savii cittadini, nel mentre
che ne faceva dei buoni cristiani ; ed egli stesso
ne dava l'esempio . Quindi incoraggiava D . Bosco
nell' opera sua , inviava sussidii , raccomandava
giovanetti, e giunse persino ad affidargli un gio-
vane suo cugino, dì nome Cesare Rattazzi, affinché
glielo riducesse a buoni sentimenti e a sani consigli .
Ogni qual volta poi che saliva al Ministero de-
gnavasi di far sapere a D . Bosco che nulla a-
vrebbe a temere . Queste benevole disposizioni egli
prese a nutrire sin dal momento che fece perso-
nale conoscenza con D . Bosco, e in modo inco-
gnito venne al nostro Oratorio . Il fatto è degno
di essere qui segnalato .
Era una Domenica mattina del mese di aprile
dell' anno 1854 , verso le ore dieci e mezza .
I giovani dell' Ospizio con molti altri degli e-
sterni si trovavano per la seconda volta in Chiesa ;
avevano cantato Mattutino e Lodi dell' Ufficio
della Beata Vergine, ascoltata la Messa , e D .
Bosco salito in pulpito stava raccontando un
tratto di Storia Ecclesiastica , già incominciata
da qualche tempo addietro . In quel mentre
entra per la porta esterna della nostra Chiesa
un signore, che nessuno e neppur D . Bosco conobbe .
Udendo che si stava predicando, ei si sedette sopra
uno dei banchi preparati in fondo pei fedeli, e fer-
mossi ad ascoltare sino alla fine . Don Bosco
aveva principiato la Domenica innanzi a narrare
la vita di S . Clemente Papa, e in quel mattino
raccontava come il santo Pontefice in odio alla
Religione Cristiana era stato dall'Imperatore Tra-
jano mandato in esiglio nel Chersoneso, chiamato
oggidì Crimea, dove in quell'anno incominciava
la guerra sopra accennata . Terminato il racconto
egli soleva interrogare qualcuno dei giovani , se
avesse qualche domanda a fare in proposito, o
quale moralità si potesse trarre dal fatto di storia .
In questa guisa egli ci obbligava a stare attenti,
e nel tempo stesso dava alla narrazione un più vivo
interesse . Così pur facendo in quella mattina, egli
interrogò uno dei giovani esterni . Costui con-
trariamente ad ogni aspettazione venne fuori con
una domanda appropriata bensì, ma inopportuna
pel luogo, e per quei tempi molto pericolosa .
Disse adunque : - « Se l'Imperatore Traiano com-
mise una ingiustizia, cacciando da Roma e man-
dando in esilio Papa S . Clemente, ha forse fatto
anche male il nostro Governo ad esigliare il
nostro Arcivescovo Mons . Fransoni? - A questa
domanda inaspettata D . Bosco rispose senza punto
scomporsi : - « Qui non è il luogo da dire, se il
nostro Governo abbia fatto bene o male a mandare
in esiglio il nostro veneratissimo Arcivescovo ; è
questo un fatto di cui si parlerà a suo tempo ;
ma il certo si è che in tutti i secoli e fin dal
principio della Chiesa i nemici della Religione
Cristiana hanno sempre preso di mira i Capi della
medesima, i Papi, i Vescovi, i Sacerdoti, per-
ché credono che tolte di mezzo le colonne cada
l'edifzio,echepercosoilpastoresisbandino
le pecorelle , e divengano facile preda dei lupi
rapaci . Noi pertanto quando udiamo o leggiamo
che questo o quel Papa, questo o quel Vescovo,
questo o quel Sacerdote è stato condannato ad
una pena, come per es . all' esilio, alla prigione
e fosse anche alla morte , non dobbiamo tosto
credere che egli sia veramente colpevole come lo
dicono ; imperciocchè potrebbe darsi in quella vece
che egli sia una vittima del suo dovere , sia un
confessore della fede , sia un eroe della Chiesa ,
come furono gli Apostoli, come furono i Martiri,
come furono tanti Papi , Vescovi-, Sacerdoti e
semplici fedeli . E poi teniamo sempre a mente
che il mondo, il popolo ebreo, Pilato condannò alla
morte di croce lo stesso divin Salvatore, quale un
empio bestemmiatore, ed un sovvertitore del po-
polo, mentre era vero Figliuolo di Dio, aveva rac-
comandato obbedienza e sottomissione alle potestà
costituite, mentre aveva ordinato di dare a Cesare
quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di
Dio » .
Aggiunte alcune altre parole sul dovere di
tenersi forti nella fede e nella devozione e ri-
spetto ai Ministri della santa Chiesa , D . Bosco
discese dal pulpito, e noi, recitato il solito Pa-
ter ed Ave in onore di S . Luigi Gonzaga , e
cantato il Lodato sempre sia il nome di Gesù
e di Maria, ce ne uscimmo di Cappella per la
porta laterale . Dietro di noi usciva pure lo sco-
nosciuto signore, che venuto nel cortile domandò
di parlare con D . Bosco . Questi era allora allora
salito in camera , e gli fu accompagnato da un
giovane . Fatti i primi convenevoli, tra D . Bosco
e Rattazzi usci un breve dialogo udito dal gio-
vine medesimo . il quale, secondo il solito di quei
tempi poco beati, dopo aver introdotto il signore,
erasi fermato colà sino a che D . Bosco non gli
accennò di andarsene pure, perchè nulla occorreva .
Il dialogo è questo .
D . Bosco - Potrei sapere con chi ho l' onore
di parlare?
Rattazzi - Con Rattazzi .
D . B. - Con Rattazzi : Quel grande Rattazzi
(coul gran Ratass), Deputato, già Presidente
della Camera ed ora Ministro del Re?
Rat . - Per lo appunto .
D . B. Dunque (sorridendo) posso preparare i
polsi alle manette, e dispormi per andare all'om-
bra della prigione .
Rat . - E perché mai?
D . B . - Per quello che V . Eccellenza udì
poc'anzi nella nostra Chiesa, a riguardo di Mons .
Arcivescovo .
Rat . - Niente affatto . Lasciando a parte, se

2.6 Page 16

▲back to top


fosse più o meno opportuna la domanda di quel
ragazzo, Lei dal canto suo rispose e se la cavò
egregiamente, e niun Ministro del mondo potrebbe
fargliene il minimo rimprovero . Del resto, quan-
tunque io sia di parere che non convenga trattare
di politica in Chiesa, tanto meno con giovanetti,
che non sono ancor capaci di farne il dovuto ap-
prezzamento, non si hanno tuttavia da rinnegare
le proprie convinzioni in faccia a nessuno . Si
aggiunga anche che in un Governo Costituzionale i
Ministri sono responsabili delle loro azioni, le quali
possono essere sindacate da qualsiasi cittadino, e
perciò anche da D . Bosco . Io stesso, sebbene non
tutte le idee e gli atti di Mons . Fransoni mi arri-
dano, sono lieto che la severa misura contro di lui
non sia stata presa sotto il mio Ministero .
D . B. - Se è così, conchiuse facetamente Don
Bosco, posso dunque stare tranquillo che V . E, per
questa volta non mi farà mettere in gattabuja, e
mi lascierà respirare l'aria libera di Valdocco .
Allora passiamo ad altro .
A questo lepido esordio tenne dietro un serio
discorso di quasi un'ora ; e il Rattazzi con una
infilzata di domande a D . Bosco si fece dire per
filo e per segno l'origine, lo scopo, il progresso,
il frutto della instituzione dell'Oratorio e dell'u-
nito Ospizio ; e uomo qual si era di buon cuore
ne andò così bene impressionato , che da quel
giorno, come abbiamo di sopra accennato, e come
vedremo ancora in appresso, divenne nostro av-
vocato e protettore . Fu questo per noi un tratto
di speciale provvidenza , imperciocchè facendosi
anno per anno più difficili le condizioni dei tempi,
ed avendo il Rattazzi avuto molto sovente le
mani al Governo, ed essendo rimasto ognora uomo
influente, il nostro Oratorio ebbe in lui tale un
appoggio, senza di cui avrebbe forse risentite delle
fortissime scosse, ed anche sofferti dei gravissimi
danni . Ed invece fu il contrario . Pare che il
Signore abbia voluto servirsi di lui per farci del
bene, e per non lasciarci recare del male, come
allo stesso fine sotto il re Nabucodonosor erasi
servito dell' opera di un Ministro potente in pro
del giovane Daniele e dei suoi compagni . Dio
giammai non muta . Egli é sempre qual provvido
Padre . Felice chi lo ama e in lui confida .
BIBLIOGRAFIA .
La materia é divisa in tre libri . Nel primo
l'Autore parla della retta , e porge le primarie
nozioni sui poligoni ; nel secondo tocca delle no-
zioni secondarie sui poligoni e viene quindi a
trattare del circolo ; nel terzo infine espone quanto
è più importante della Geometria solida . Vanno
unite circa 270 figure per la più facile e retta
intelligenza .
Il Prof. Bretto, avendo per più anni insegnato
la Geometria in un Liceo, seppe coll'operetta sua
alleggerire di assai al maestro la fatica di tale
insegnamento, e nel tempo stesso rese all'allievo
meno arida e disgustosa una scienza , la quale
per quanto utile ed importante , non gli é però
sempre tra le più gradite ed amene .
Si vende nella libreria Salesiana di Torino a
L . 2 la copia .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori Salesiani .
Per concessione pontificia in data dei 9 di mag-
gio 1876 ogni Cooperatore ed ogni Cooperatrice
può guadagnare tutte le indulgenze dei Terziarii
di S . Francesco di Assisi, tanto plenarie quanto
parziali .
Fra le altre può acquistare Indulgenza plena-
ria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste Indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-
ter, Ave e Gloria in qualunque luogo senza bi-
sogno di Confessione e Comunione purché sia in
grazia di Dio .
Oltre a queste, un' altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica , e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa , pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
La Geometria in servigio delle
scuole ginnasiali, tecniche e
normali, esposta secondo i nuovi pro-
grammi governativi pel Sac. Prof. Cle-
mente Bretto - Un Vol . in-16 di circa
pag. 240 .
Nell'aprirsi del nuovo anno scolastico annun-
ziamo ai professori e ai direttori questo trattatello,
molto acconcio al bisogno, sia perchè conforme ai
nuovi programmi del Governo, sia pel modo fa-
cile e chiaro, con cui l'Autore procede nelle sue
dimostrazioni .
Mese di Novembre .
1 . Festa di Ognissanti .
2 . Commemorazione di tutti i fedeli defunti .
6 . S . Agnese d' Assisi sorella di S . Chiara .
9 . Sant' Elisabetta di Ungheria .
21 . Presentazione di Maria Vergine al Tempio .
26 . S . Leonardo da Porto Maurizio .
29 . Festa di tutti i Santi dei tre Ordini di San
Francesco d' Assisi .
30 Sant'Andrea Apostolo .

2.7 Page 17

▲back to top


AVVISO
Questo mese diamo un se-
condo numero del Bollettino
Salesiano ai Cooperatori, a
fine di partecipare loro la So-
lenne Dedicazione della Chiesa
di S. Giovanni E vangelista in
Torino, come vedranno nelle
pagine seguenti.

2.8 Page 18

▲back to top


CONSACRAZIONE DELLA CHIESA DI S . GIOVANNI EVANGELISTA
BenmritoSg
Con lieto animo sono in grado di dare alla S . V . la consolante notizia che il
28 del corrente Ottobre sarà consacrata al divin culto la Chiesa di S, Giovanni,
Apostolo ed Evangelista, eretta in Torino per cura e specialmente per la carità dei
Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane . A giudizio dei più ragguardevoli artisti,
la Chiesa, e per l'architettura e per la decorazione, riuscì uno dei più perfetti ed
eleganti sacri monumenti, che arricchiscano la città . del SS . Sacramento e di Maria SS .
Ora è nostro dovere di ringraziare il Signore che ci abbia in tante guise aiu-
tati a superare le varie ed innumerevoli difficoltà incontrate per innalzare questo
Tempio ad onor suo, e che nella sua pietosa Provvidenza, per mezzo del consiglio,
dell'arte, e dell'opera di tante pie e benemerite persone, ci abbia fornito i mezzi
per riuscire nell' impresa .
Nel tempo stesso dobbiamo pregarlo che voglia degnarsi di prendere la nuova
Chiesa sotto la onnipotente sua protezione, e guardare con occhio benigno ed amo-
revole tutti coloro, i quali verranno in appresso ad effondere il loro cuore dinanzi
a' suoi altari, ad esporgli le proprie necessità spirituali e temporali, ed implorare
il suo possente aiuto .
A questo fine, ed anche perché la Dedicazione fosse per riuscire più solenne,
sarebbe mio vivo desiderio che vi prendessero parte i nostri Cooperatori e Cooperatrici
non solo di Torino , ma di ogni altra città e paese ; ma siccome questo generale
intervento non è possibile, così io li invito ad unirsi con noi in quel modo, che a
ciascuno suggerirà il proprio cuore .
Qualora V . S . o qualcuno della famiglia, potendo, volesse intervenirvi perso-
nalmente , troverà più sotto l' orario delle sacre funzioni , che avranno luogo negli
otto giorni della Dedicazione .

2.9 Page 19

▲back to top


Ho voluto dare questa comunicazione alla S . V . Benemerita, affinché goda nel
sapere che la carità sua comincia ad ottenere il santo fine, per cui l'ha fatta, quale
si è la gloria di Dio, il vantaggio della Religione, la salvezza delle anime . Le lodi,
che da quel giorno in poi nella nuova Chiesa s' innalzeranno a Dio, le preghiere,
che vi faranno tanto migliaia di fedeli , la salute , che vi otterranno innumerevoli
anime , sono altrettanti beni, che saranno altresì partecipati alla S . V ., e dei quali
Ella riceverà a suo tempo dal Signore una copiosa mercede .
Dal canto mio non cesserò di unire le povere mie preghiere a quelle dei Sa-
lesiani e dei giovanetti loro affidati , e domanderò ogni giorno al Signore che si
degni di spandere sopra la S. V . e sopra i suoi parenti le più elette benedizioni
nella vita presente, e che le conceda un premio distinto nella vita futura, secondo
queste sue divine parole : « Io non toglierò la mia misericordia a chi edificherà la
Casa al mio Nome, e gli stabilirò un trono nel regno sempiterno : Misericordiam
meam non auferam ab eo ; et stabiliam thronum regni ejus us-
que in sempiternum . »
Voglia infine la S . V . continuarmi il valido appoggio della carità sua per le
molte opere, else Iddio per sua bontà ci ha posto nelle mani, affinchè possiamo fare
un po' di bene al nostro prossimo, soprattutto alla povera gioventù abbandonata,
mentre con sentimento di profonda gratitudine ho l'onore di professarmi
Di V. S . Benemerita
Torino, 15 Ottobre 1882 .
Obbligatissimo Servitore
Sac . GIOVANNI BOSCO .
NB . La Chiesa è terminata in ogni sua parte , ed alcuni oggetti dì minore
importanza, che mancano ancora, sono già ordinati . Tuttavia non debbo nascondere
che rimane ancora una passività di 45 mila lire da estinguere, parte per l'organo,
parte per la decorazione ed altri lavori eseguiti in questi ultimi mesi . Chi per-
tanto, potendo, mi prestasse la mano a soddisfare questo debito farebbe davvero
opera di carità e di religione, e Dio certamente non lascierebbe di dargliene una
condegna ricompensa .

2.10 Page 20

▲back to top


ORARIO DELLE SACRE FUNZIONI
NEL GIORNO DELLA CONSACRAZIONE E DURANTE L'OTTAVA
SABATO 28 OTTOBRE .
Giorno della Consacrazione
MATTINO .
Alle ore 8 comincierà la Solenne Consacrazione, fatta da Sua Eccellenza Revma
Monsignor Lorenzo Gastaldi, Veneratissimo Arcivescovo di Torino . - Finita la
sacra funzione, e verso mezzogiorno, il Sacerdote D . Giovanni Bosco celebrerà
la santa Messa pei Benefattori e per le Benefattrici della suddetta Chiesa .
SERA .
Alle ore 3 1/2 avranno luogo i Vespri Solenni . Seguirà un Discorso tenuto dal Sa-
cerdote Don Giovanni Bosco ; e in fine si darà la Benedizione col Santissimo
Sacramento .
DOMENICA, LUNEDI' e MARTEDP
Solenne Esposizione del SS . Sacramento .
Nel mattino dei tre giorni predetti, 29, 30 31 di Ottobre, si darà comodità ai fe-
deli di accostarsi ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e
di ascoltare la santa Messa in tutte le ore .
Alle ore 10 di ciascun giorno vi sarà Messa Solenne Pontificale, indi Esposizione
e Adorazione del SS . Sacramento.
Nella sera, alle ore 3 1/2 : Vespri Solenni Pontificali, Discorso del M . Rev. Signor
Canonico Prospero Wenk, e Benedizione col Venerabile .
PRIMO GIORNO DI NOVEMBRE .
Festa di Ognissanti .
Nel mattino, comodità di accostarsi ai santi Sacramenti, Messe lette ad ogni ora,
ed alle 10 Messa Solenne, conce nei giorni precedenti . - Alla sera, Vespri se-
condo il rito, Discorso detto dal M . Rev. Sig . Can. Wenk, e Benedizione .
SECONDO GIORNO DI NOVEMBRE
Commemorazione di tutti i fedeli defunti .
Nel mattino, Messe lette a comodità dei fedeli, e alle ore 10 Messa funebre So-
lenne in suffragio delle anime dei defunti, specialmente dei Benefattori e delle
Benefattrici della Chiesa consacrata . - Nella sera, all' ora solita, cantati i
Vespri, avrà luogo un breve Discorso, dopo cui si darà la Benedizione .
DUE ULTIMI GIORNI DELL'OTTAVA
3 e 4 di Novembre .
Nel mattino, Messe lette ; alle ore 10, Messa Solenne, e nella sera dopo i Vespri si
terrà un Sermoncino e si darà la Benedizione. La sera del Sabato, ultimo giorno
dell'ottava, si canterà in oltre il Te Deum in ringraziamento a Dio pei bene-
fi.zcompart
NB . In tutte le Solenni Funzioni, eccettuata quella della Consacrazione, verrà eseguita scelta musica, con accompa-
gnamento dell'organo, dai giovani dell'oratorio di S . Francesco di Sales, coadiuvati da distinti Maestri della Città di Torino,
che prestano volentieri l'opera loro .