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( DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO - Una corona sulla tomba di Pio IX --
Ultimi giorni ed ore di Pio IX - La festa del Dottore
s . Francesco di Sales, e la prima Conferenza dei
Cooperatori in Roma - Accademia ad onore del
nuovo Dottore s. Francesco di Sales - Poesia - Ma-
ria Ausiliatrice - Avventure e termine del viaggio
dei Missionari Salesiani - Indulgenze - Il nuovo
Papa .
UNA CORONA
SULLA TOMBA DI PIO IX
Co operatori e Cooperatrici,
Si è coll'animo tuttora immerso nel
più profondo dolore, si è cogli occhi
ancor gonfi di lagrime, che noi vi vol-
giamo queste parole .
Già vi è nota di certo là grande ed
immensa perdita che là Chiesa, Roma,
l'Italia, il mondo, hanno fatto colla morte
del gran Papa Pio IX ; del più illustre
dei successori di s . Pietro, di cui emulò
il pontificato e nella durata, e nelle
opere immortali .
Non mai persona si è dipartita dà
questa terra trafiggendo più cuori, e
lasciando più desiderio di sé quanto Pio
IX ; perché niuno più di lui colle bene-
ficenze, coi patimenti, con ogni sorta
di fatti strepitosi e sovrumani, seppe
guadagnarsi l'amore di tanta gente in
ogni angolo del mondo.
Non vi è scrittore cattolico che non
abbia in questi lugubri giorni vergate
bellissime pagine à gloria di sì eccelso
Pontefice . 'lutti i giornali di buon conto
si composero a lutto, portarono un fiore
di ammirazione, e di riconoscenza sopra
là tomba di quest'Angelo del Vaticano .
Noi pure alla nostra volta vorremmo
scrivere ad onor suo alcun che intorno
alle sue egregie virtù, e alle sue alte
cresta ; enumerare le esimie doti per-
sonali, là giovinezza angelica, là lon-
gevità sempre incontaminata e santa .
Passar vorremmo a rassegna le innu-
merevoli e gloriose sue opere ; porre
in bella mostra lo zelo apostolico nel

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chiamare alla luce del Vero immensi
popoli ; la vigilanza di fedelissima scolta
nel segnare a tempo i nemici, ed impe-
dire lo scempio nel gregge affidatogli .
Proclamar ne vorremmo la tenerezza
di Pastore nel correr dietro alle pecorelle
smarrite, e l'amor di Padre che piange
la fuga, che sospira il, ritorno dei pro-
dighi figli, e pentiti li perdona, li acco-
glie, li consola e conforta colle più
care finezze . Mostrar vorremmo la sua
carità inesausta, per cui non fuvvi sulla
terra calamità pubblica o privata, alla
quale Egli non portasse sollievo, sino a
leggere biglietti e suppliche, che da tutte
parti gli spedivano vecchi cadenti, vedove
e pupilli, ed ogni sorta di sventurati,
e di propria mano segnarvi i soccorsi
da mandarsi loro . Tesser vorremmo i
meritati elogi alla costanza instancabile,
alla invitta fortezza del suo imperturbato
animo. Encomiar vorremmo il suo co-
raggio, la libertà sua nel proclamare
la verità ai Grandi della terra, e nel
prodigar loro consigli e rimproveri .
Vorremmo far risaltare la fecondità
della sua mente nel concepire, e l'at-
tività, la tenacità di proposito nel com-
piere le più ardue imprese ; nè quindi
tacere il dogma di Maria Immacolata ;
la Canonizzazione dei Martiri Giap-
ponesi ; il XVIII Centenario del martirio
dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ; il
Concilio Vaticano ; il ristabilimento
della Gerarchia Ecclesiastica nell' In-
ghilterra, nell'Olanda, nella Scozia ; la
creazione di circa 200 tra nuove sedi
vescovili, delegazioni apostoliche, vica-
riati, e prefetture. Segnalare vorremmo
il fatto straordinario ed unico nei fasti
della Chiesa, che cioè Pio IX tra i 262
Papi, non escluso s . Pietro, fu il primo
che nel corso di 19 secoli, abbia sorpas-
sato i 25 anni di Pontificato romano ;
segnalare altresì il fatto non meno
stupendo, elle colla sua prudenza ed
accortezza, col prestigio della sua persona
il gran Pio seppe dare e conservare
alla Chiesa un Episcopato, che formerà
il modello di tutti i secoli, tenerlo così
compatto, si unito, si attaccato di mente
e di cuore alla Cattedra di Pietro, che
di mille e più Vescovi di ogni rito, na-
zione e lingua, durante il suo pontificato
di 32 anni non uno fece scismi o scandali
nel mondo . Vorremmo pur far sentire la
potenza della sua parola, la dolcezza
delle sue maniere, con cui illuminava
e convinceva le menti e incatenava i
cuori. Vorremmo narrare i suoi Giubilei
memorandi, Sacerdotale, Pontificio ed
Episcopale, e come in ciascun di essi
si scosse il Mondo Cattolico, e da
ogni più lontana spiaggia mandogli in
Roma non solo innumerevoli indirizzi
e preziosissimi doni, ma a migliaia i
pellegrini di ogni età e condizione, che
con sacrifizi immensi, con pericolo della
vita pei lunghi viaggi di terra e di mare
vi si affollarono, per bearsi di un suo
sorriso, udire una sua parola, riceverne
una benedizione, per attestargli in per-
sona il loro cocentissimo affetto, e
dirgli in cento, e mille lingue : Santis-
simo Padre, noi crediamo alle vostre
parole ; noi vi amiamo ; noi saremo con
voi sino la morte . Si, di tutto questo e
d'altro ancora scrivere vorremmo, e in-
trecciare come una corona di laudi da de-
porre sopra la gran tomba . Ma ohimè !
Un tanto lavoro è superiore alle nostre
forze, e la debole nostra penna se ne
ritrae atterrita . Noi ci limitiamo in quella
vece ad accennare alcuni fatti, che più
da vicino ci riguardano, e mostrano ad
evidenza che il compianto Pio IX del-
l'Oratorio, dei Salesiani, dei Cooperatori
fu Amico, Benefattore e Padre.

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I tratti di alta benevolenza di questo augusto
Pontefice verso di noi si hanno da ripetere sin dai
primordii del suo Pontificato .
Nel 1849 gran disordini, ribellioni e minacce
di morte lo costrinsero a trafugarsi da Roma, e
riparare in Gaeta . L'anno seguente nel luogo del
suo esilio avendo Egli saputo che in un angolo
di Torino, nell'Oratorio cioé di S . Francesco di
Sales, allora nascente, stavasi raccolta una schiera di
poveri giovani ammaestrati nella Religione, nelle
scienze e nelle arti, ne andò lietissimo . Quindi in
mezzo alle sollecitudini, che gli dava il governo
della Chiesa universale, il Padre amoroso trovò
tempo da volgere loro un suo pensiero, e mandò
al loro Superiore un pacco di medaglie e corone
da distribuirsi a ciascuno di essi in segno della
sovrana e cordialissima predilezione . Da quel giorno
Pio IX prese questa Casa sotto le ali dell'alta
sua protezione, e pel corso di 28 anni più
non cessò di amarla e beneficarla . Ne pago di ciò,
Egli con parole d'incoraggiamento, con amorevoli
accoglienze, con spirituali tesori, e pur con eccle-
siastiche e civili onorificenze conservò e suscitò
numerosi benefattori a concorrere con mezzi materiali
e morali, per sostenere ed accrescere l'Oratorio
di S . Francesco di Sales, e per promuovere efficace-
mente le opere sue .
L'anno 1858 ode dal Superiore che si trova in
pecuniarie strettezze, ed Ei tosto gli dice : « At-
tendete un istante . » Entra quindi in una camera
attigua, mette la mano nello scrigno, e gli porta
tanti marenghi quanti le dita capir ne potevano
dicendo : « Prendete, e fate contenti quei miei cari
figli . »
Nel 1860 gli vien riferito che nell'Oratorio
di Torino si stampano le Letture Cattoliche ; e
l'ammirabile Pontefice con una preziosissima lettera
del 7 gennaio le loda e raccomanda ; anzi, dà ordine
che siano attivate e diffuse nello stato Pontificio, fa-
cendo dal Cardinal Vicario diramare in proposito
una circolare a tutti gli arcivescovi e Vescovi dello
Stato medesimo .
Si pensa nel 1864 di fabbricarvi una Chiesa,
che sia qual monumento degno di restare sino alle
più tarde età . Si fa sapere a Pio IX, ed Egli con
alto consiglio suggerisce d'innalzarla ad onore della
Gran Madre di Dio sotto il titolo di Aiuto dei
Cristiani ; ne benedice il disegno, manda una
somma rilevante per darvi incominciamento ; poscia
magnifici doni ed arredi ; e in fine profonde i più
ricchi tesori di sacre indulgenze parziali e plenarie
a chi la visita e frequenta .
Fu Pio IX che nell'anno 1858 coi suoi incorag-
giamenti e consigli infervorò e diresse D . Bosco
a fondare la pia Società di S . Francesco di Sales ;
fu Pio IX, che sei anni dopo ne emanò il Decreto
di collaudazione ; fu Pio IX ancora, che nel 1874
l'approvò definitivamente, la pose sotto il patrocinio
della Santa Sede, la colmò di privilegi, l'arricchì
di celestiali favori .
Due cari fatterelli, avvenuti in quell'occasione,
dànno a divedere la paterna bontà sua verso di noi .
La Commissione dei Cardinali, stabilita apposita-
mente per esaminare le nostre costituzioni, dopo
matura e seria discussione, diede il suo parere
favorevole, ma mancava un voto a formare l'unani-
mità . Portatasi questa deliberazione al Santo Padre
come fu ? domandò Egli al relatore . - Fa-
vorevole, Santità, rispose questi ; non manca che
uno per avere i pieni voti . - Ebbene, soggiunse
piacevolmente l'augusto vicario di Gesù Cristo, la
cosa è presto aggiustata ; ci metto il voto mio, e
così li avremo tutti .
Avuta la definitiva approvazione, il Superiore
prima di partire da Roma, gli esternò il desiderio
di avere un Cardinale protettore come hanno gli
Ordini e Congregazioni religiose . Il Papa con dolce
amabilità gli rispose : « Quanti protettori volete ?
Non vi basta quello che avete avuto finora ? Mi
avete sempre chiamato padre e protettore, ed io
lo sarò . » Oh ! sì, la lingua nostra si dissecchi, o
Gran Pio, piuttosto di cessar di proclamare da
per tutto la tua bontà verso di noi .
Ne qui é il tutto .
L'Opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni
allo Stato Ecclesiastico non fu ella ancora benedetta
e raccomandata da questo gran Papa ? Non furono
da Lui di preziose grazie ricolmi tutti coloro, che
porgeranno la mano per sostenerla ? E appunto col
favore di Pio IX che quest'Opera in tre soli anni
di esistenza ha già dato frutti ubertosissimi, e dei
più abbondanti ancora ne fa sperare . Colle offerte,
colle limosine degli Oblatori, Benefattori e Corri-
spondenti, di cui si compone, essa ha già raccolte da
varie parti d'Italia, ed oggidì mantiene ed istruisce
in apposite Case Salesiane ben 300 giovani adulti
che tra poco saranno altrettanti zelanti operai nella
vigna del Signore . Costoro e quelli che li seguiranno
e le anime da loro salvate, dovranno a Pio IX pel
primo la loro felicissima sorte .
Oltre a quest'opera , la _Congregazione Salesiana
conta ormai 60 Case aperte nell'Europa ed America
a pro della gioventù . Or le più fiorenti di esse si
sono aperte appunto per consiglio, colla benedizione
e col sussidio di Pio IX . Ei concorse generosamente
ad impiantare l'Ospizio di San Vincenzo in Sam-
pierdarena, ove circa 600 poveri fanciulli sono
educati nella scienza, nelle arti e mestieri . Altri
nostri Collegi ancora e Laboratorìi ebbero dal Gran
Pio vita, incremento, e sostegno .
Solamente l'anno passato avendo saputo che, per
effettuare la spediziene dei nostri Missionari in
America, si era dovuto contrarre nn debito di 20
mila franchi, né sapevasi come pagarlo, Egli, senza
che alcuno gliene facesse richiesta (certamente da
Dio inspirato), offerì questa precisa somma per quei
più urgenti bisogni, affinché i nostri poveri giovanetti
non ne avessero a soffrire, Oh ! sì, figli e allievi
carissimi, piangete pure la perdita del gran Pio
IX, che ne avete ben d'onde .
Che diremo ancora delle nostre Missioni ameri-
cane ?
Questa impresa colossale, che Dio misericordioso
volle affidare alla nostra Congregazione, ebbe pure
da Pio IX forte impulso, validi appoggi, alti favori .
Se nn giorno, che speriamo non lontano, la incolta

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Patagonia fiorirà, come in più luoghi la generosa
Argentina Repubblica, di ogni cristiana e civile
virtù, la storia verace dovrà darne il vanto a
Pio IX ; poiché il savio progetto di cingere quella
barbara ed immensa regione di Collegi Salesiani,
e tentare di evangelizzarla co' suoi proprii figli
pria raccolti ed istruiti, uscì dalla mente di questo
gran Papa .
E dovrò io tacermi della benevolenza sua verso
dei Cooperatori Salesiani ? - Non fia giammai,
perché Pio IX fu il primo di essi ; primo, perché
la loro Pia Unione Egli consigliò e promosse ;
primo ancora perché talmente la favorì, che quando
venne pubblicato il suo Breve del 9 maggio 1876,
allo scorgere la copia dei celesti tesori che col-
l'apostolica Autorità Ei profondeva a pro di chi
ne facesse parte, tutti ne fecero le più alte mera-
viglie .
Con quale occhio benigno Egli poi riguardasse
questa novella associazione, qual fiducia in lei ripo-
nesse, il dimostrò l'anno scorso e nel presente ancora.
Un anno or fa, Pio IX parlava dei Cooperatori
con persona di sua confidenza, quando uscì in tali
espressioni, che noi ci periteremmo di qui riportare,
se non tornassero più ad onor sue, che a lode
nostra : « I Cooperatori Salesiani, disse il gran
Pontefice con maestosa enfasi, sono destinati a fare
del gran bene nella Chiesa e alla civile società .
L'opera loro, perché mira specialmente alla coltura
ed al sollievo della gioventù pericolante, sarà col
tempo così apprezzata, che già mi par di vedere
non solo famiglie, ma città e paesi intieri a farsi
Cooperatori Salesiani . Ecco il perché io li amo,
e li ho cotanto favoriti ora ed in perpetuo . »
Cosa pur degna di particolare menzione è questa .
Da principio taluno era d'avviso che la Pia Unione
compor si dovesse di soli uomini ; ma Pio IX, che
colla sua mente acutissima penetrava a fondo le
cose, e col suo gran cuore abbracciava le anime
tutte, osservò e disse : « E perché farne fuori le
donne ? Ancor esse potranno aiutarci assai ed operare
gran bene . » Quindi di moto proprio pose nel Breve
suddetto le parole : Omnibus utriusque sexus Christi
fidelibus : a tutti i fedeli dell'uno e dell'altro sesso,
vale a dire, ai Cooperatori e Cooperatrici .
Un'altra prova, che doveva essere l'ultima, di
sua cordiale benevolenza, il Sommo Gerarca Pio
IX ce la dava ancora pochi giorni prima dell'infausta,
ma preziosa sua morte . Il 29 Gennaio, festa del
glorioso nostro patrono S . Francesco di Sales, del
quale Egli aveva poc'anzi resa più ricca e fulgida
la corona di gloria coll'aggiungervi la preziosa
gemma del Dottorato, Pio IX incaricava lo stesso
suo Vicario, l'Eminentissimo Cardinale Raffaele
Monaco La Valetta, di onorare e presiedere la
prima conferenza dei Cooperatori Salesiani tenutasi
come sotto i suoi occhi e nella sua Roma, maestra
di verità , fonte ed esempio d'ogni più bella
azione .
Ben ci avvediamo che più non finiremmo, se
volessimo qui tener parola di tutti gli atti di
amorevolezza, con cui ci confortò questo compianto
Pontefice . Basti la rassegna di questi pochi fatti,
scelti tra mille, per appieno convincerci che colla
morte di Pio IX, noi abbiamo fatto una incommen-
surabile perdita ; perdita di un Benefattore insigne,
di un Padre amoroso ; perdita di sì gran danno,
che solo Iddio ce ne può risarcire .
« O grande Pontefice, o Padre amatissimo, che
ci hai lasciati su questa terra, siam certi che ora
stai già pregando per noi in Cielo, ove hai ricevuto
quella immarcescibile corona di gloria, che ti hanno
meritato le tue virtù . Ma non c'é possibile frenare
il pianto, né trarre conforto alla nostra desolazione
dal saperti eternamente felice . Troppo ci hai amati,
Santissimo Padre, e troppo sei stato amato, perché
la tua dipartita non ci strappi il cuore . Prega, oh
sì prega per la Chiesa, pel mondo Cattolico ; prega
per noi, e sulla santa tua fronte risplenda l'aureola
di nostro benigno mediatore presso il trono di
Dio » . (1)
COOPERATORI E COOPERATRICI .
Pio IX ci fu Benefattore e Padre . Or tocca a
noi più che ad ogni altro, il dare alla sua felice
Memoria un attestato non dubbio di sincera gratitu-
dine e di figliale amore .
Noi vi esortiamo ad unirvi per intrecciare una
corona di preghiere e deporla sulla sua tomba .
Quantunque speriamo, anzi nutriamo la più viva
fiducia che quell'anima pia, di tanti meriti ripiena,
sia già entrata nei tabernacoli eterni, e che, lungi
dall'abbisognare dei nostri suffragi, non tardi a
spuntare il giorno che potremo, non solo in privato,
come fin oggidì, ma ancora in pubblico ai piè degli
altari rivolgergli come a Santo le nostre preghiere,
tuttavia voi fareste al vostro Superiore cosa del
più alto gradimento, se insiem congiunti, o ciascuno
di per sé, vi sceglieste un di del corrente mese, e
vi accostaste divotamente ai santi Sacramenti, col-
l'intenzione di acquistare la indulgenza plenaria,,
che ci è concessa a pro de' defunti . Se le nostre
preghiere ed indulgenze non avranno più a giovare
all'anima di Pio, perché già in gloria, intendiamo
che vadano a sollevare quell'anima invece che su
questa terra gli fu più fedele ed amica .
Nei luoghi, in cui siete in numero da formare
almeno una Decuria, quanto ci tornerebbe caro se
faceste celebrare una Messa cantata, o almeno letta
da vivo o da morto, come vi aggrada, e durante
la medesima partecipare alla Mensa degli Angeli !
Raccomandiamo questa cosa allo zelo e prudenza
dei Capi o Decurioni .
Ai Direttori poi delle nostre Case ordiniamo che
procurino, se ancor nol fecero, di celebrare nel
mese di marzo un funerale il più sontuoso che si
(1) Dall'Osservatore Romano, 8 febbraio 1878 . - Parole
queste uscite dal cuore e dalla penna di figli amorosissimi
e fedelissimi di Pio IX, e che noi abbiamo tatto nostre, perchè
corrispondono appieno ai sentimenti del nostro cuore.

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possa ; e in quel mattino si faccia da tutti il così
detto Esercizio della Buona Morte (1) .
Noi abbiamo molta fiducia nella vostra pietà, o
dilettissimi Confratelli e Consorelle, e non possiamo
neppur dubitare che non siate per offrire questo
tributo di riconoscenza ed amore al gran Pio IX .
Vi confessiam fin d'ora che quando sapremo che
in ogni luogo, ove esistono Cooperatori, si sono
formate di queste mistiche corone di preghiere e
Comunioni per deporle, a così dire, sul suo sepolcro,
in suffragio della bell'anima sua, il vostro Superiore
ne sentirà sì dolce conforto, che gli allevierà di
molto il dolore immenso, di che tuttora gli amareggia
il cuore la morte di sì buon Amico, Benefattore e
Padre .
AVVERTENZA-
A figliuoli affettuosi torna assai caro il
ricordare le ultime azioni del loro buon
Padre . Quindi a costo di duplicare e
fors'anche di triplicare i fogli del
BOLLETTINO di questo mese, noi ab-
biamo deliberato di aggiungere le
seguenti notizie sugli ultimi giorni
ed ore del compianto Pio IX .Speriamo
che i nostri Cooperatori e Coopera-
trici le gradiranno, e ce ne vorranno
saper grado .
Ultimi giorni di Pio IX
Da qualche tempo il nostro amorossimo Padre
Pio IX cominciava a sentire più che mai il peso
dei suoi 86 anni, e a venirgli meno di giorno in
giorno le forze del corpo, mentre freschissime gli
rimanevano le facoltà della mente, sempre lucida e
serena .
Sul finire dell'anno passato e sul principio del cor-
rente, per un continuato malore, Egli fu obbligato
a tenere il letto ; e stante la sua così grave età,
si temeva fortemente che ne avesse a soccombere .
Appena si ebbe sentore di siffatto pericolo, la
più viva commozione s'impadronì di tutti i cuori,
prima in Roma e poi in ogni paese dell'orbe
cattolico ; quindi nel timore di una imminente
sventura, da tutte parti si levarono le mani al
Cielo, e colle più fervide preghiere in pubblico ed
in privato, e pur colle lacrime, si domando a Dio
(1) Giovedi 7 del corrente, intorno alle 912, avranno
luogo solenni Funerali pel compianto Pontefice, con musica
e con 4 assoluzioni, nella nostra Chiesa di Maria Ausiliatrice
in Torino. Invitiamo i nostri Cooperatori di Torino e sue
vicinanze a volervi prender parte .
che non ci volesse rapire un Padre sì dolce, ma
lo lasciasse ancora quaggiù al governo della Chiesa,
all'amore e conforto de' suoi figli diletti . Molte
anime pie dicevano in quel giorno al Signore
« Oh buon Dio, facciamo un cambio : noi vi cediamo
i giorni, gli anni e la vita nostra, e Voi, misericor-
dioso qual siete, concedeteci ancora la vita preziosis-
sima del nostro S . Padre . »
Da preci cotali, da si pietose dimande Iddio sentì
farsi dolce violenza al cuore, e le esaudì . Ecco
pertanto Sua Santità ristabilirsi in piena salute, e
lasciare la più fondata speranza che avesse ancora
a restare molto tempo tra noi .
E impossibile il descrivere la gioia che si destò
nel cuor dei Cattolici al diffondersi con certezza
una così consolante notizia .
« Oggi, 3 febbraio (cosi una lettera da Roma),
il Santo Padre cominciò a fare un poco di passeg-
giata nelle camere del Vaticano ; gran festa in
Roma . »
Di questo miglioramento Pio IX era pur Egli
contento, sorrideva ed era raggiante di gioia in
mezzo alle lagrime degli astanti, che piangevano
ad uno spettacolo cotanto sospirato ed umanamente
inatteso . « Ora, disse il Santo Padre, ora non
domando a Dio che una cosa : che mi dia forza bastante
perché io possa mettermi in ginocchio e ringra-
ziarlo . » Parole degne del grande e piissimo Pon-
tefice .
Né l'accennato ristabilimento era solo apparente ;
poiché il Sommo Pio prese tosto a sbrigare gravis-
simi affari per la Chiesa, scrivere a vescovi, dare
udienza e tenere eziandio importanti discorsi .
L'anno 1803, il 2 di febbraio, giorno sacro alla
purissima Vergine, un giovanetto di sembianze
angeliche, acceso di serafico amore, nella chiesa
cattedrale di Sinigallia, sua patria, faceva la sua
prima Comunione . Quel caro fanciullo era Pio IX .
Or, l'amor figliale che sentì sempre l'universo
Cattolico per questo Pontefice straordinario, cercando
nel corso di sua vita i principali e più lieti avveni-
menti per festeggiarli trovò che il 2 febbraio del-
l'anno corrente si compieva il settantesimo quinto
anniversario di quel giorno beato . Quindi il desi-
derio, quindi il proposito di degnamente onorarlo nel
modo che sapevasi tornare più gradito al divotissimo
Pio . Laonde Cardinali, Vescovi, Parrochi, Sacerdoti,
Direttori e Direttrici d'Istituti e Case d'educazione,
Maestri e Maestre di scuola, Padri e Madri di fa-
miglia, e soprattutto le varie società e Comitati della
Gioventù Cattolica, accesi del più ardente zelo, si
diedero attorno a fine di preparare drappelli di
giovinetti e giovinette, ed anche degli adulti, a
fare in quel dì la santa Comunione a pro dell'angelico
Pio .
I Romani, che in ogni altra occasione furono mai
sempre i primi nel dare le più sincere manifestazioni
di riverenza e d'amore al loro Principe e Padre,
nella suddetta circostanza non si mostrarono secondi
ad alcun popolo, ma a tutti modello . In quel giorno
memorando le Chiese dell'alma Città dal mattino
sino alla sera furono costantemente affollate di fedeli .
Straordinario, indicibile fu il numero di divoti che
si accostarono alla santa Mensa per implorare al

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loro dolcissimo Padre giorni lunghi e felici . La
cara festa fu celebrata solennissima nella Chiesa del
Gesù, e preceduta da un devoto triduo di predica-
zione . Al mattino poi del bellissimo giorno vi celebrò
la Messa l'Eminentissimo Cardinale Vicario, che
nella Comunione generale vi distribuì il Pane degli
Angoli ad una schiera immensa di fanciulli e fanciulle
e ad innumerevoli altri . Dopo la Messa si cantò il
Te Deum, in ringraziamento all'Altissimo che avea
per sì lunga serie d'anni conservato alla Chiesa un
Pastore sì pio e zelante, e restituitagli poco anzi la
primiera salute .
Alle preghiere degli innocenti, agli inni di grazie,
alle armonie dei musicali strumenti si unì in quel
giorno il canto dei poeti, ed un valentissimo di essi,
Domenico Panizzi da Reggio Emilia, dopo aver
celebrato in bellissimi versi il faustissimo settan-
tesimo quinto anniversario della prima Comunione
del Nono Pio, finiva pregando così
Dio clemente,
Al Vicario tuo dolente
Per quel giorno pien d'affetto,
Quando in petto
Ei t'accolse, infante ancor,
Fa che torni
Lo splendor dei primi giorni,
E la terra rinsavita
Viva unita
AI suo Prence, al suo Pastor .
Ciò che quel giorno si fece in Roma e in Italia,
si praticò pressochè in tutti i paesi cattolici .
Pio IX, cui palpitava in petto un cuore il più
grato e riconoscente, fu altamente commosso a tante
prove di ossequio e di amore, che non cessavano
di porgergli i diletti suoi figli . Laonde, come
presago della vicina sua morte, Egli colse la prima
occasione che gli fu presentata per volgere a tutti
il più vivo ringraziamento e dare alcuni consigli,
che furono come gli ultimi ricordi di un padre alla
cara famiglia (1) . Pertanto nel giorno stesso che
Roma, l'Italia, il mondo cattolico festeggiava la
sua prima comunione e i fanciulli innocenti gli pre-
gavano ogni bene dal Cielo, questo amatissimo
Padre, attorniato dalla sua nobile Corte, dai Capi-
toli delle Patriarcali e Collegiate di Roma, non
che dai Capi d'Ordine, Collegi ed altre rappre-
sentanze, che gli avevano presentato i Ceri, tenne
il seguente memorando discorso .
« È per me una grande consolazione il vedervi
qui riuniti a farmi gradita corona di figli affettuosi .
Vi ringrazio dello zelo, che non cessate di manifestare
per la tutela e salute delle anime che vi son confidate .
Ringrazio i Pastori delle anime che si sforzarono di
ottenere la frequenza della Preghiera e dei Sacra-
menti .
Ringrazio anche i Pastori di anime e tutti del
Clero secolare e regolare delle preghiere che sotto
la loro direzione i fedeli non hanno cessato di
innalzare a Dio per me . Vi invito a ringraziarne
in mio nome tutti coloro che alle vostre cure sono
affidati . Ringraziate e significate loro ch'io domando
a Dio che ad essi conceda la perseveranza nella
preghiera, nella fedeltà al Capo della Chiesa . Dite
a questi ch'io mi ricordo di loro, e che prego Dio
per essi ogni giorno, affinchè voglia conservarli sotto
l'egida della sua destra protettrice . Una cosa ho
poi a dirvi prima di congedarvi .
» So che vi son sempre nelle diverse parrocchie
degli ignoranti, che non hanno neppur le necessarie
nozioni della Religione . So pure che vi sono genitori
colpevolissimi di lasciar siffattamente crescere i
loro figliuoli in questa ignoranza religiosa ; ma
so ancora che noi dobbiamo correre in traccia
dei peccatori per convertirli, e degli ignoranti per
illuminarli .
Cercate dunque gli ignoranti ; illuminateli con
zelo, affinché non si possa dire che nel Centro del
mondo cattolico vi sono anime, che ignorano i
principali misteri della nostra santa Religione .
Adoperatevi con tutte le forze vostre per togliere
da Roma questa vergogna ; adoperatevi, perché,
mediante il vostro zelo e le vostre preghiere, si
convertano le anime, e la verità risplenda dappertutto
nella Città santa .
Son queste le parole che più mi premeva
di rivolgervi in questa circostanza, non permetten-
domi la debolezza mia di dirvi davvantaggio .
» Ed ora vi benedico . Benedico le vostre persone,
le vostre Case religiose, tutte le anime che vi sono
affidate. Questa benedizione vi accompagni in tutti
i giorni della vita, e questa benedizione sia il tema
delle vostre preghiere e delle vostre lodi, quando
piacerà a Dio di chiamarvi in Paradiso . »
La Voce della Verità, dopo aver riferito questo
mirabile discorso, soggiunse
« Il labbro venerato e caro del Padre amorevole
e santo, che pronunciava soltanto sei giorni addietro
queste parole di salute e di carità, ora è muto .
Ma eterne resteranno le ultime sue parole
ispirate . Raccogliamo con affetto e con forti propositi
questo sante testamento del Padre nostro, che ora
è in Cielo . E nell'adempimento fedele di questo testa-
mento, degno di un gran Pontefice, di un padre
amorossimo qual fu Pio IX, é in questo testamento,
in questi consigli supremi che stanno la salvezza
della Chiesa di Gesù Cristo, ed il risorgimento
dell'umana Società decadente . »
(1) Iddio a molte anime sue predilette suole far conoscere
o nel segreto della preghiera, o per arcane illustrazioni,
il tempo di loro morte, o almeno ne dà loro sì forte pre-
sentimento da non poter più dubitare che essa sia loro
vicina. Da qualche tempo Pio IX presagiva ancor Egli
non lontano il suo fine .
L'anno scorso ai 13 di Maggio egli entrava negli 86 anni
di vita . Avendogliene un suo Cappellano augurato in quel-
l'occasione ancora molti altri, il Santo Padre, sorridendo
come era solito a fare : Eh! ottantasei, disse, e poi, e
poi basta .

1.7 Page 7

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La sera del mercoledì 6 febbraio, 24 ore prima
della gran catastrofe, il Santo Padre fece la sua
Ultime ore di Pio IX
piccola refezione, come il solito . Verso le ore 10
il Dottor Ceccarelli, recatosi a visitarlo, avvertì
nel Sommo Pontefice i sintomi di una febbretta,
Il Cielo invidiava Pio IX alla terra ; e da lungo ma non se ne fece caso . Pio IX era sereno di mente ;
tempo i figli della Chiesa trionfante erano pel suo saluta il medico e lo licenzia (1) .
possesso, in dolce conflitto coi figli della Chiesa
Se non che verso mezza notte Egli sentissi assa-
militante . Questa gemma, questo tesoro di Papa lito da gagliarda febbre ; chiamò il famigliare che
reclamavano gli Angeli, cui Egli somigliava cotanto dormiva nella camera attigua, che accorso trovò il
nella vita intemerata e pura ; il domandavano i santi Santo Padre oppresso e prostrato di forze . Venne
Pontefici suoi predecessori, le cui virtù sublimi ed con premura avvisato il prelodato Dottore, che non
eroiche aveva sì bene imitate e le orma fedelmente tardò ad avvedersi della gravezza del male .
seguite ; il bramavano gli innumerevoli Santi e Beati,
Sopraggiunsero intanto altri dottori e Prelati, e
a cui Egli aveva quaggiù decretato l' onor degli il Santo Padre, rivolto uno sguardo attorno, disse
altari (1) ; al suo seno materno pure il sospirava alcune parole interrotte e confuse agli uni e agli
Maria Immacolata, perché suo devotissimo figlio altri .
e di sue altissime glorie predicatore e promotore
insigne . In questa gara amorosa la Chiesa militante
colle sue fervide preci, colle caldissime lacrime
Verso le due del mattino del 7 la febbre si fece
più intensa, e l'augusto infermo si assopì . Ma alle
tre essendogli somministrato un po' di ristoro, sen-
sparse ai piedi dello Sposo divino, aveva sino a
questi ultimi giorni riportata prodigiosa vittoria .
Ma ahimè ! finalmente il Cielo vinse la prova e
tissi alquanto rinvigorito, riacquistò la favella e
passò circa due ore bastantemente tranquillo .
Erano le cinque quando manifestossi un males-
la vinse per sempre .
sere generale ; forte tremolio nelle membra, grande
Dopo il festosissimo giorno del 2 febbraio, la agitazione ed una inquietante frequenza di respiro .
salute del Santo Padre continuò ad esser buona e
Il Santo Padre aveva lucida e serena la mente,
permettergli di levarsi ogni giorno di letto, e at- libera la parola .
tendere più ore al governo della Chiesa . Al domani
Intorno alle otto, aumentando ognora la prostra-
Egli ricevette nella sua biblioteca privata alcuni zione, e la respirazione facendosi vie più difficile,
membri del corpo diplomatico, varii Cardinali e il Sommo Pontefice conobbe tutta la gravità del suo
Prelati ; e così fece nei tre giorni seguenti, lunedì, stato . Senza provare il menomo turbamento, chiese
martedì e mercoledì . Anzi, in quest'ultimo giorno, immediatamente del suo Confessore, si riconciliò e
che fu la vigilia di sua morte, Egli compì ancora domandò il SS . Viatico, che alle otto e mezzo gli
due atti che resteranno memorandi nella storia ; e fu portato in forma solenne da Monsignor Marinelli,
furono l'invio di un magnifico dono al Vescovo di Sacrista di Sua Santità .
Piacenza, ed un'affettuosissima lettera al Vescovo di
Pio IX ricevette il suo Gesù con piena cogni-
Alessandria, ambidue meritevoli di lode e di conforto . zione di ciò che faceva, con animo tranquillo, e con
Nulla, nulla affatto faceva perciò presagire la ter- una gioia pura e serena, che gli brillava sul volto .
ribile sciagura, che quindi riuscì per tutti quanto Fu un momento di commozione indescrivibile . Gesù
dolorosa, altrettanto improvvisa .
e il suo Vicario si abbracciavano per l'ultima volta
Ma eziandio pel suo Vicario in terra il Signore in terra . La cameruccia del Santo Padre spirava
voleva che si avverasse il suo gran detto : Qua in quel punto qualche cosa di soprannaturale ; ei ti
hora non putatis : io verrò in quell'ora che noi pareva di trovarti colà più vicino a Dio, e come
pensate . Felice Pio IX, che vi era apparecchiato, nell'anticamera del Paradiso . Era uno spettacolo di
di cui anzi tutta la vita pura, innocente e santa, mestizia e di gioia misteriosamente insieme con-
non fu che una continua preparazione alla morte (2) . giunte ; spettacolo che strappava dagli occhi lacrime
di dolore e di consolazione ad un tempo .
Dopo la Comunione passò un intervallo, in cui
(1) In due solenni canonizzazioni Pio IX elevò all'onore
degli altari 52 Santi, in 17 beatificazioni 221 Beati, ed ap-
provò il culto immemorabile di altri 105 Beati . Tre sono i
Santi fregiati dell'aureola di Dottore : S . Ilario di Poitiers,
Sant'Alfonso de' Liguori, e S . Francesco di Sales .
(2) Si ritiene fondatamente che a Pio IX non riuscisse
punto inaspettata la morte, ma solo ai suoi figli.Eglipo,
Pio IX rimase raccolto ed in silenzio adorando e
godendo il suo Dio, quantunque il male incalzasse
e sempre più gravi se ne manifestassero i sintomi .
Alle ore nove lo stesso Monsignor Marinelli
amministrava al Santo Padre l'Estrema Unzione .
oltre al presagirla vicina, vi era preparatissimo e da molto
tempo l'attendeva . Nella sua carriera aveva un quadruccio
in rame rappresentante Gesù Cristo che batte alla porta
dell'anima, per chiamarla con sè nella gloria, dicendo
Ecce sto ad ostium et pulso : ecco che sto alla porta e
batto . Or, udita che ebbe il Santo Padre la morte del Re,
disse : « In quanto a me sto qui aspettando la volontà di
Dio ; vedete quel rame ? l'ho fatto a bella posta collocare
in cornice, e lo tengo sempre sugli occhi ; appena il Pa-
drone bussi, io sono già per le scale ». Sempre piacevole
anche nel discorrere di cose ingrate, poteva Pio IX par-
lare così di sua morte, appunto come il Giusto, che avendo
nulla a temere, anzi tutto a sperare, aspetta il Giudice
con gioia .
(1) Dal più profondo del cuore facciamo ancor noi
plauso alle parole di sentita riconoscenza che l'Osserva-
tore Romano rivolse all'egregio professore Ceccarelli,
che senza riguardo alla sua delicata salute, si è giorno
e notte incessantemente adoperato intorno alla persona
del nostro amatissimo Padre, finchè fu in vita ; e, de-
funto, non l'ha abbandonato un momento, finchè non lo
ebbe composto sul suo letto di morte in quel miglior
modo, che alla umana scienza era possibile . Tutti i Cat-
tolici gli serberanno di certo la più viva gratitudine
delle sollecite cure da lui usate al loro dolcissimo Patire
Pio IX .

1.8 Page 8

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Intanto per Roma cominciava a spargersi la triste
novella che Pio IX era stato soprappreso nella notte
da un improvviso affollamento di umori, tale da
metterne in forse la preziosa esistenza ; ma voci
siffatte non vennero tosto credute . Si era tanto av-
vezzi a sentire menzogne intorno alla malattia e
morte del Papa, che da bel principio si credette
ad uno dei soliti indegni tranelli per atterrire i
suoi figli affettuosi . Ma ecco a togliere ogni dubbio
venir fuori un ordine del Cardinal Vicario di esporre
in tutte le Chiese parrocchiali il SS . Sacramento,
e chiamare i fedeli ai piedi dell'Ostia Santa a suppli-
care Iddio, che ci conservasse il nostro amatissimo
Padre ed avesse pietà dei figli suoi . Dire allora la
costernazione dei buoni Romani non é possibile . Le
Chiese furono tosto ripiene di popolo . Si piange, si
sospira, si prega ; ed ogni cuor ben fatto si sforza
di piegare il buon Gesù e l'Augusta sua Madre e
tutti i Santi del Paradiso a continuarci la grazia .
Ma a Roma, alla Chiesa, ai Cattolici di tutto il
mondo era riservata una prova suprema ; doveva
colpirci tutti la sventura più grande .
Mentre la gente si avvicendava presso gli altari,
cominciò un vero pellegrinaggio al Vaticano . Cardi-
nali, Prelati, Diplomatici, Principi e Nobili, tutti si
dirigevano colà, ove stava riposto il tesoro di tutti ;
ognuno vi portava il cuore trepidante tra il timore
e la speranza . Coloro che venivano ammessi nelle
stanze del Vaticano, non tardavano a leggere la
conferma dei loro timori nella tristezza che regnava
su tutti i volti .
Difatto, il morbo fatale faceva rapidi progressi .
Alle ore dieci il polso del Santo Padre era appena
sensibile ; la superficie del corpo accennava a raffred-
darsi, e alle estremità compariva un incipiente
lividore .
Passava un'altra ora, e la respirazione si faceva
sempre più difficile, e, cosa straziante, era accompa-
gnata da un rantolo di tristissimo augurio . La mente
del Sommo Pontefice rimaneva per altro sempre
serena .
Le anticamere erano gremite di tutti gli attinenti
alla Corte, i quali, confusi cogli Eminentissimi
Cardinali, coi membri del Corpo diplomatico e con
altri personaggi, non celavano ormai la espressione
del loro dolore .
In sulle undici e mezzo il Santo Padre, preso in
mano il Crocifisso, benediceva tutti coloro che gli
circondavano il letto .
Suonava il mezzo giorno . Molti Porporati stavano
raccolti nella stanza del moribondo Pontefice, e ai
suoi fianchi tenevansi continuamente gli Eminentis-
simi Cardinali, Bilio, Penitenziere Maggiore, e
Marinelli . Il respiro si faceva sempre più affannoso
e il rantolo sempre più dichiarato .
All'una pomeridiana l'Eminentissimo Bilio in
mezzo ad un religioso silenzio, interrotto solo dai
singulti degli astanti, incominciava la raccomanda-
zione di quell'anima benedetta, e Pio IX da se stesso
ripeteva, sebbene a stento, le preghiere . Nel recitar
l'atto di contrizione, Egli, raccolte tutte le sue forze,
pronunziava con sensibile voce queste parole : Col
vostro santo aiuto . Poi disse commosso : In domum
.Domini ibimus : Noi ce ne andremo nella casa del
Signore . Erano pur queste le parole che pronunziò
S . Luigi Gonzaga quando gli venne detto che sa-
rebbe morto tra poco . Pio IX poteva ripeterle con
tutta ragione, perchè era stato una copia perfetta
di quell'angelico giovane, sicchè veniva chiamato
l'Angelico Pio .
Detta una parte delle commoventi preghiere che
la Chiesa fa recitare presso al letto dei suoi figli
morenti, il Cardinal Bilio si arresta visibilmente
commosso a quella, che incomincia : Proficiscere
Parti, o anima cristiana, da questo mondo . Il Santo
Padre si accorge, e con inarrivabile coraggio gli
dice : Sì, proficiscere ; quasi dicesse come il divin
Maestro : Consummatum est ; finito è il mio cóm-
pito quaggiù ; finite le mie pene, le mie angustie,
le mie persecuzioni ; più nulla ho da fare su questa
terra ; sì, partiamo pure .
Finite le stupende preghiere, Pio IX sempre in
perfetta cognizione, vedendosi circondato da tanti
divotissimi figli, fa capire come gli dolga di non
potere esprimere verbalmente le sue idee . L'Emi-
nentissimo Bilio gli domanda che benedica tutto il
Sacro Collegio dei Cardinali, ed Egli leva la mano
e benedice .
Intorno alle due, risollevate un poco le forze,
Pio IX dura per qualche tempo in questo stato . Era
la fiamma della lucerna, che un istante prima di
spegnersi, manda ancora uno sprazzo di luce più viva .
Ma alle quattro gli occhi del Santo Padre comin-
ciano a velarsi
e l'agonia incomincia . E qui ci
manca la lena, scrive l'Osservatore Romano, da cui
sono pur tolte queste care notizie, per descrivere
lo spettacolo straziante che nelle due lunghissime
ore che essa è durata, hanno presentato quelle sale
tutte piene della presenza del Santo Pontefice, mute
spettatrici dei suoi dolori, testimonii delle sue diu-
turne ed ardenti preghiere . Non pareva possibile
che una tanta vita stesse per ispegnersi .
Frattanto le più sante parole di conforto erano
pronunziate all'orecchio dell'augusto moribondo dai
Cardinali assistenti ; le preci si alternavano alle
preci, e tutto il tesoro delle divine Misericordie
era invocato sul capo dell'amatissimo Padre, che
stava per lasciare derelitti su questa terra i suoi
amorosi figliuoli .
Nelle anticamere si affollavano moltissime persone,
cui era stato consentito l'ingresso, e che, genuflesse
al suolo, invocavano piangenti la divina Pietà .
Alle cinque il Cardinal Bilio ripeté il Profici-
scere ; poscia incominciava a recitare i Misteri dolo-
rosi, a cui affannosamente rispondevano i presenti .
Ma ohimè ! il momento fatale era giunto . Erano
le ore 5,45 . Nell'incominciarsi del quarto Mistero,
quelli che più da presso circondavano il letto del
Pontefice, sorgono in piedi ; il rantolo va cessando ;
l'ultima lagrima appare sul ciglio dell'ottimo Padre ;
le parole dell'Assoluzione sono ripetute ad alta voce,
accompagnate dal lento rintocco della campana, che
suonava l'Ave Maria della sera . A quel suono,
quasi fosse l'invito di Colei, che Pio IX proclamò
Immacolata, dalle labbra del Pontefice esce col-
l'ultimo respiro la sua bell'anima immortale .
« Così quando al mesto cadere del giorno la gentil
preghiera, che saluta la Vergine, suonava sul labbro

1.9 Page 9

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dei credenti, in Cielo -gli Angeli baciavano in fronte
il santo Vegliardo, chiamato al premio dopo una
lotta da gigante, sostenuta per un lungo mezzo se-
colo » (1) .
Qual supremo momento ! quale desolazione pei figli
della Chiesa militante !
Il Cardinale penitenziere maggiore con voce
grave, velata dalla commozione, pronunzia allora il
Requiem aeternam dona ei, Domine . A queste
parole nessuno più regge la piena dell'affanno che
trabocca dal cuore ; ognuno si sente impotente a
frenare il pianto, i sospiri, le grida ; e tutti, Cardi-
nali, Prelati, guardie, famigliari, si precipitano,
s'incalzano per baciare ancora una volta la mano,
che li aveva tante volte benedetti ; quella mano che
aveva sparso dappertutto benefizi, consolazioni e
conforti .
In un baleno si sparse per Roma la funesta no-
tizia che Pio IX era morto, mentre i fili del tele-
grafo la tramandavano per ogni parte del mondo .
La penna nen é atta ad esprimere la stretta che
ne sentì ogni cuore veramente Romano e Cattolico ;
ogni volto si coperse di lutto ; ben poche ciglia
rimasero asciutte.
L'Osservatore Romano, scritto da figli devotis-
simi a Pio IX, all' indomani dava il triste annunzio
della sua dipartita con queste dolorose parole :
« Una suprema, immensurabile sventura si è
aggravata sulla Chiesa, su Roma, sull' Italia, sul
mondo, nel momento stesso in cui schiudevasi il
Cielo per accogliere un Santo di più .
» Il Sommo Pontefice Pio IX, il Vicario augusto
di Gesù Cristo, il Maestro infallibile dei Cattolici,
il Principe clemente e magnanimo, il Padre, l'Amico,
il Benefattore universale, ieri alle ore 5,45 pom .
rendeva a Dio la santa sua anima .
» Le lagrime, le suppliche, la desolazione del
popolo cristiano non valsero ad ottenere dalla Prov-
videnza divina che fosse ritardato l'eterno guider-
done, che all'Angelo benedetto del Vaticano avevano
meritato le sue virtù, le sue opere, i suoi sacrifizi,
i suoi dolori inenarrabili e sovrumani .
» Lo sgomento che ci ha colpiti, il dolore im-
menso che ci opprime tronca sul nostro labbro ogni
parola .
» Cattolici, chiniamo umilmente la fronte dinanzi
ai formidabili decreti della Provvidenza divina !
Prostriamoci ad invocare dalla sua misericordia con-
solazione ed aiuto alla Chiesa ed a noi .
» Ed affinché le nostre preghiere non abbiano
ad essere inesaudite, invochiamo il Patrocinio di
Colui, che cinse di nuova ed immortale corona la
Madre benedetta di Dio . Pio IX sia mediatore per
noi presso l'Onnipotente e presso la Vergine Imma-
colata » .
(1) Osservatore Cattolico di Milano .
La festa del Dottore S . Franceso di Sales
e la prima Conferenza dei Cooperatori in Roma .
Nel mese di gennaio noi facevamo umile invito
ai nostri Cooperatori, che, ove si trovavano in
discreto numero, volessero celebrare il meglio che
osse lor dato, la festa del glorioso nostro Patrono
f
s . Francesco di Sales, stato recentemente procla-
mato Dottore di Santa Chiesa dall'Oracolo infal-
libile dell'ammirabile Pontefice Pio IX, (ahimé !
rapitoci poc'anzi da inesorabil morte) . Or dalle let-
tere che ci pervengono ogni giorno da varie città e
paesi, ci gode l'animo di scorgere che la nostra parola
fu accolta di buon grado ed ascoltata . Il giorno
29 gennaio venne da loro festeggiato coll'acco-
starsi ai Santi Sacramenti, in alcuni luoghi con
far cantare Messa solenne accompagnata pur anco
da scelta musica, con panegirico, con apparati e
funzioni splendidissime . Dove la solennità non si
poté celebrare in pubblico, o con tanta pompa e-
steriore, vi si supplì in privato con pratiche di
pietà non meno divote e gradite al Santo . Quasi
poi da per tutto, sotto la direzione degli zelanti
ed operosi Capi e Decurioni, si tenne la Con-
ferenza prescritta dal Regolamento, inspirandosi
ognuno in tanta tristizia di tempi, ed eccitandosi
vicendevolmente ad operare il maggior bene pos-
sibile a pro della gioventù di ambo i sessi, nelle
famiglie, nelle chiese, nelle scuole, negli istituti
e col consiglio e colla mano, e facendo altresì l'of-
ferta che la pietà a ciascun suggeriva, e le forze
permettevano .
Ne siano pertanto lodi amplissime a Dio, Autore
primo di tanto bene ; e vive grazie ed applausi
altresì ai Cooperatori e Cooperatrici, che diedero
una novella prova di voler essere uniti di mente
e di cuore al loro superiore, mettendone così fe-
delmente in pratica gli amichevoli e paterni consigli .
Se lo spazio del Bollettino cel consentisse, noi
riferiremmo qui di buon animo quanto di bene si
fece in parecchi luoghi in questa circostanza ; ma
per dover di brevità conserveremo negli archivii
della nostra Pia Unione le relazioni che ci ven-
nero e che ci verranno ancora spedite in propo-
sito ; e daremo in quella vece una più estesa notizia
della prima Conferenza tenuta ai Cooperatori e
Cooperatrici in Roma, sicuri che ciò tornerà a
tutti di maggior gradimento e della più alta edi-
ficazione .
Roma cristiana fu e sarà sempre l' inspiratrice,
il focolare d'ogni bella impresa : fu e sarà sem-
pre il Sole, che illumina le menti e riscalda i cuori
a conoscere e a praticare il bene nel mondo, dan-
done per la prima l'esempio . Né può essere al-
trimenti ; poiché in quell'alma Città nella persona
de' suoi Pontefici vive ed opera ognora il divin
Salvatore, che è la Verità e la Vita ; in essa più

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che altrove si é trasfuso lo spirito e l'ardore di
Or, questi ferventi cattolici, e Romani di nome
S . Pietro, primo sempre nella fede e nell'amore ; e di fatti, dopo di aver già messo mano in pub-
in essa più che in qualunque altra città del mondo blico ed in privato a parecchie opere secondo lo
si fa sentire tuttora il profumo delle virtù degli spirito e lo scopo della nostra Pia Società, die-
innumerevoli martiri che parlano dai loro sepol- dero testé una novella e più splendida prova che
cri, ed accendono i loro figli e nepoti a seguire ne sono e vogliono essere membri esemplari, ze-
le loro orme, segnate col proprio sangue . E que- lanti ed effettivi . Laonde, come fu già accennato,
sto un fatto più chiaro che la luce meridiana ; dietro semplice invito del Superiore, che per af-
fatto che negare non si può fuorché da una mente fari importanti trovavasi in Roma, intervennero
ignorante, o da chi malignando voglia far getto numerosi alla prima Conferenza prescritta dal Re-
della propria ragione . Ed in vero, per poco che golamento, celebrando con lui la festa del Dottore
sia versato nella storia, chi non conosce le Mis- S . Francesco di Sales, nostro celeste Patrono, con
sioni, che in ogni tempo da Roma cristiana pre- i pompa e magnificenza veramente Romana .
sero le mosse ad ammaestrare ed incivilire le più
Nei giorni precedenti si spediva ad ogni Coope-
incolte e barbare genti? Chi non conosce i con- ratore e Cooperatrice un invito a stampa, conce-
sigli di salute, che nello spazio di 1800 e più anni pito in questi termini
mandò Roma ai popoli e ai loro reggitori ? In una
« Il 29 del corrente Gennaio, alle ore 3 pome-
parola, chi può ignorare oggidì che tutte le Isti- ridiane, con l'autorizzazione e con l'intervento di
tuzioni che illustrano la Chiesa, e consolano l'af- S . E . Rev .ma il Sig . Cardinal Monaco La Valletta,
flitta umanità ebbero in Roma e da Roma principio, Vicario di Sua Santità, avrà luogo la prima Con-
od incremento ? Tutte queste opere benefiche sono ferenza dei Cooperatori Salesiani, come sta pre-
dovute principalmente ai Papi, ciascuno dei quali scritto nel Capo VI, articolo 4 del Regolamento .
nel più o meno lungo suo pontificato pertransiit La radunanza sarà tenuta nella Chiesa della
benefaciendo su questa terra come il divin Mae- Eccell .ma Casa delle Oblate di Santa Francesca
stro ; ma in parte si hanno da attribuire pur anco Romana, nota sotto il nome di Torre de' Specchi .
allo zelo ed alla fede operativa del clero e po-
Si entrerà per la porta maggiore dell'Istituto e
polo Romano, al quale convenne in ogni tempo si andrà direttamente in Cappella .
la lode, che fin dai primordii del Cristianesimo
Tutti i Cooperatori sono rispettosamente invitati .
tributavagli l'Apostolo delle genti scrivendo : « La Sua Santìtà con tratto di grande bontà concede
vostra fede, o Romani, vien celebrata per tutto indulgenza plenaria a tutti i Cooperatori, che pren-
il mondo : fides vestra annuntiatur in universo deranno parte a questa Conferenza .
mundo » (Rom . I, 8) .
Secondo la prescrizione delle regole sarà fatta
Non è intento nostro di qui segnalare tutte le una questua in favore dei Missionarii Salesiani
opere di fede e di carità praticate in ogni tempo che sono in America, per altri che si preparano
da Roma papale, e da lei promosse e sostenute alla partenza, ed anche in favore di alcune case
per ogni dove ; chè questo non sarebbe lavoro per che si stanno attivando in paesi, in cui ve n'è
la nostra penna . Ma per quello che più ci riguarda, massima urgenza .
i nostri lettori più non ignorano che la Congre-
gazione Salesiana, e la Pia Unione dei suoi Coope-
Roma, 25 Gennaio 1878 .
ratori e Cooperatrici ebbero dal primo Pastore
della Chiesa, incoraggiamento, vita e sostegno . Nè
basta ; ché i fidi Romani dall'oracolo e dall'esempio
del loro Maestro e Padre avendo conosciuto che
queste due Instituzioni erano per divina Provvi-
denza destinate a fare del gran bene in mezzo al
popolo cristiano, e specialmente tra la gioventù peri-
colante, non tardarono ad appoggiarle e favorirle
e colla parola e coi fatti . Quindi é che dietro
istanza di Eminentissimi Personaggi del Collegio
Cardinalizio, e di altri illustri individui del clero
e vero popolo Romano, ben tre Case Salesiane
Sac . Giovanni Bosco .
I Cooperatori romani accolsero questo invito con
entusiasmo, e vi corrisposero appieno .
La Chiesa delle nobili e benemerite Oblate era
magnificamente addobbata, e l'altare così ricca-
mente adorno, che rapiva l'anima a Dio, e ti fa-
ceva assaporare il dolce della divozione e della
pietà, che in quel sacro recinto, santificato dalla
presenza e dalle opere di santa Francesca, dalle
degnissime sue figlie sì beve come in sua fonte (1) .
stanno già aperte nei dintorni di Roma, come ad
Albano, ad Ariccia, a Magliano, ed altre non tar-
deranno ad aprirsi nello stesso suo seno.
La Pia Unione poi dei Cooperatori e Coopera-
trici annovera ormai nella Metropoli del Mondo
Cattolico un contingente di parecchie centinaia di
individui, nel quale primeggiano varii Principi della
Santa Romana Chiesa, tra cui lo stesso Eminen-
tissimo Cardinale Raffaele Monaco La Valletta, Vi-
cario di S . Santità, insigni Prelati, cospicui gen-
tiluomini, illustri Matrone, ed altre rispettabili
persone del clero e del laicato, nobili tutte o per
nascita, o per dottrina, o per singolare pietà .
(1) Il meraviglioso Istituto delle Oblate di Torre de'
Specchi fu fondato da S . Francesca nel 1433 . - Questa
Matrona Romana spaventata dal lusso smodato cui si ab-
bandonavano molte signore della prima nobiltà, fondò una
Casa a' piè del Campidoglio e precisamente vicino alla
Rupe Tarpea, e la offrì a quelle zitelle o vedove nobili
che desiderassero rifugiarsi dai guasti del secolo . - Molte
pie e ricche signore si raccolsero in quell'arca di salva-
mento, e la stessa S. Francesca rimasta vedova ivi si ri-
tirò e si fece Oblata nel 1440 . - Il fervore e l'osservanza
religiosa si sono costantemente conservati inalterabili . La
pietà e la carità furono sempre note caratteristiche delle
Oblate di Torre de' Specchi .
Diconsi oblate perché non fanno voti, ma una semplice
Oblazione con cui rinunciano alle mondane vanità, pro-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Nel giorno ed ora prefissa il luogo santo si riempì
di un'eletta schiera di ecclesiastici e laici, Signori I
e Signore, non sapresti dire se più illustri per
sangue, o per dignità e sapere . Tu vi scorgevi
vani Monsignori e Prelati ; parecchi Vescovi ed
Arcivescovi ; Cavalieri, Conti e Marchesi ; molte
Matrone delle prime famiglie, Duchesse e Princi-
pesse pur anche : il fiore insomma del Clero, del
Patriziato, e Nobiltà di Roma .
Siffatto Consesso, già così imponente di per sè,
veniva reso più magnifico dalla presenza di due
Eminentissimi personaggi, il sopra detto Cardinale
Monaco La Valletta, Vicario della prima Sede del
Mondo, ed il Cardinale Enea Sbarretti, entrambi ze-
lanti Cooperatori, i quali vi presiedevano ornati delle
divise cardinalizie . Breve : il decoro, e la grandezza
di cotale spettacolo, i sensi di commozione e di ve-
nerazione che destava la maestosa presenza dei
due Porporati, circondati da una sì splendida corona
di tante illustri persone, appena colla mente im-
maginar si possono, e non colla penna descrivere .
Tutto era grande, tutto imponente .
Alle 3 pomeridiane si dava principio alla com-
movente funzione colla lettura di un capo della vita
del Santo Dottore, cioé dell'amor suo verso i po-
veri . Dopo in ossequio al Santo Padre veniva can-
tato il bellissimo Mottetto, Tu es Petrus, eseguito
con molta grazia e maestria, con accompagnamento
e organo .
Cessato il canto, D . Bosco salì su apposito ed
elegante palco, e pronunziò un discorso di circo-
stanza, che durò quasi un'ora . Egli cominciò così
« Eminenze Reverendissime, nobili e rispettabili si-
gnori . In questo bel giorno dedicato a S . Fran-
cesco di Sales, prima solennità, che celebra la
Santa Chiesa dacchè ne venne proclamato Dottore,
ha luogo in Roma la prima Conferenza dei Coo-
peratori Salesiani, e a me è dato l' alto onore di
parlare alla vostra presenza . Il Santo Padre ci
manda la sua apostolica Benedizione, e ci concede
il prezioso tesoro dell'Indulgenza Plenaria, mentre
il Cardinal Vicario si degnò di venire ad assistere
e a presiedere questa adunanza . Fu scelta all'uopo
questa Chiesa delle Nobili Oblate di Santa Fran-
cesca, perchè questo Istituto fu il primo che in
quest'alma Città abbia cominciato a beneficare i
poveri ragazzi delle Case Salesiane . Io stesso,
che avrei dovuto trovarmi altrove, ho dovuto
per forti motivi trattenermi qua, e questo mi
mettono di osservare le loro regole che sono quelle di
S . Benedetto, modificate secondo il loro stato e condizione .
Il nome Torre de' Specchi, dal latino Turris Speculo-
rum„ si vuole derivato da un'alta torre del Campidoglio,
ove di notte splendeva una grande lucerna, il cui lume di
lontano vedevano i naviganti, ai quali serviva di guida
sul mare . Sopra quella stessa torre e accanto a quella
lucerna erano congegnati alcuni Specchi, con cui pretende-
vasi di scoprire le cose che facevansi in tutto il mondo .
Così il Cancellieri nell'opera Delle Campane .
Ma il Bernardini, Rioni di Roma, dice che Torre de'
Specchi derivò da un'antica famiglia di tal cognome, che
un tempo dimorava in un suo palazzo, presso cui venne
più tardi edificata la casa delle Oblate di S . Francesca .
Si può leggere il Dizionario del Cav. G . Moroni, arti-
colo : Oblate di S . Francesca.
procaccia la dolce consolazione di prendere parte
a questa prima Conferenza . Sia dunque benedetto il
Signore, siano sempre adorate le sue divine disposi-
zioni . Intanto per secondare lo scopo di questa prima
radunanza io non fo un discorso accademico, non
una predica morale, ma un racconto istorico in-
torno all'origine e progressi dei Cooperatori Sa-
lesiani . »
Dopo questo esordio, D . Bosco passò ad esporre
i principii e le prime opere dei Cooperatori e Coope-
ratrici Salesiane ; accennò il rapido progresso ed i
buoni risultati di quest'Opera protetta e favorita dal
Santo Padre Pio IX, epperò benedetta da Dio . Narrò
lo stato presente della Salesiana Congregazione ;
come vada estendendosi in tutte le parti d'Italia non
solo, ma altresì nella Francia, e, varcati i limiti
dell'Europa, si propaghi ampiamente nell'America
del Sud, ove colla grazia di Dio consolantissimi sono
i frutti già ottenuti . In un punto specialmente
l'oratore eccitò nel nobile uditorio la più grande
emozione, e il più vivo interessamento ; e fu quando
annunziò che le Chiese e le Case Salesiane aperte
sono già in numero di 60, e che in tali Chiese,
Collegi ed Ospizi ascendono a ben 20 mila i gio-
vanetti tra studenti ed artigiani, ritratti dalla via
del male ed educati a virtù cristiane e civili .
Ove si accalorò la sua parola fu nel dimostrare
lo scopo precipuo dei Cooperatori e Cooperatrici,
e nell'esortarli a coadiuvare i Salesiani a far fronte
e porre un argine all'irreligione e al mal costume
ognor crescenti, che nelle città e paesi travolgono
alla eterna rovina tanta povera ed inesperta gio-
ventù . « Illustri Signori, diss' Egli, i protestanti,
gli increduli, i settarii di ogni fatta nulla lasciano
d' intentato a danno della incauta gioventù, e come
lupi affamati si aggirano a far scempio degli agnelli
di Cristo . Stampe, fotografie, scuole, asili, collegi,
sussidii, promesse, minacce, calunnie, tutto met-
tono in opera a fine di pervertire le tenere anime,
strapparle dal seno materno della Chiesa, adescarle,
tirarle a sé, e gettarle in braccio a Satana . E
quello che più addolora si è che maestri, istitu-
tori, e persino certi genitori prestano la mano a
quest'opera di desolazione . Ora a spettacolo così
straziante ce ne staremo noi indifferenti e freddi?
Non sia mai, o anime cortesi ; no, non si av-
veri che sieno più accorti, più animosi nel fare
il male i figli delle tenebre, che non sieno nell'o-
perare il bene i figli della luce . Laonde ciascuno
di noi si faccia guida, maestro, salvatore di fan-
ciulli . Alle arti ingannatrici della malignità con-
trapponiamo le industrie amorose della carità nostra,
stampe a stampe, scuole a scuole, collegi a col-
legi ; vigiliamo attenti sui bimbi delle nostre fa-
miglie, parrocchie, ed istituti ; e poichè una turba
immensa di poveri ragazzi e ragazze si trova in
ogni luogo esposta ai più grandi pericoli di per-
vertimento o per incuria di parenti, o per estrema
miseria ; e noi, secondo le forze e la posizion no-
stra, facciamoci lor padri e nutrici, mettendoli in
luogo sicuro, e al riparo dalle lusinghe del vizio,
e dagli attentati dei traditori . A stimolarci poi e a
rinfrancarci ogni dì più ad opera sì bella ci ricordi
sovente le cure, le amorevolezze, le finezze d'amore

2.2 Page 12

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dal Figliuolo di Dio prodigate ai pargoli in sua
mortal carriera ; ci rammenti l'alto premio da Lui
promesso a chi coll'esempio, colla parola e colla
mano farà del bene ad un fanciullo . Il centuplo
Egli ci assicurò in questa vita, ed una corona im-
marcescibile nell'altra . »
Venendo a toccare delle difficoltà, che gli udi-
tori avrebbero potuto muovergli, D . Bosco due ne
accennò, e disse : « I Salesiani nell'opera loro non
incontreranno ostacoli presso le autorità civili ?
- Non avvi questo pericolo, Egli rispose, perché
l'opera dei Salesiani e loro Cooperatori tende a
giovare al buon costume, diminuire il numero dei
discoli, che abbandonati a se stessi corrono grande
pericolo di andare a popolare le prigioni . Istruire
costoro, avviarli al lavoro, provvederne i mezzi, e
dove sia necessità, anche ricoverarli, nulla rispar-
miare per impedirne la rovina, anzi farne buoni
cristiani ed onesti cittadini, queste opere, dico, non
possono non essere rispettate, anzi desiderate da
qualsiasi governo, da qualsiasi politica . Certamente
in tanta nequizia di tempi è . d'uopo colla sempli-
cità della colomba unire nel più alto grado la
prudenza del serpente . Noi dal canto nostro use-
remo questa prudenza, mirando a salvare le anime,
sostenendo inviolabilmente i principii, ma rispar-
miando e rispettando le persone . »
Taluno dirà, soggiunse ancora D . Bosco : Le
opere dei Salesiani, a cui si dovrebbe cooperare,
sono belle e buone, ma sono fuori di Roma . Or,
é d'uopo che noi Romani limitiamo le nostre be-
neficenze a sollevare le miserie della nostra città .
- Rispondo : I Romani che fecero sempre grande
carità, e fortemente aiutarono le opere dei Sa-
lesiani, devono consolarsi di aver fatta cosa utile
ai Romani . In ogni tempo un notabile numero di
ragazzi fu inviato da questa Città nelle Case Sa-
lesiane ; molti vi si trovano presentemente, pa-
recchi dimandano ora di esservi condotti e rico-
verati . Del resto ognuno cooperi pure al benessere
della gioventù di questa grande città ; poiché i
Salesiani stessi godono della speranza che Dio
concederà loro di potersi presto unire a Voi, e
a questo zelantissimo Clero a pro della povera
gioventù di Roma . Ma frattanto si rifletta che
Roma è città cattolica, anzi il Centro del Cat-
tolicismo ; perciò in ogni tempo la carità dei
Romani si é estesa a tutti i paesi, e a tutti i
Cattolici . Da Roma, e col soccorso dei Romani
partirono' sempre drappelli di Missionarii a pro-
pagare, e a sostenere la religione nelle estere
contrade . Pertanto se voi aiutate i Salesiani che
sono all'estero, se aiutate le opere che essi pro-
muovono nei paesi nostri, Voi lavorate pel Cattoli-
cismo, voi lavorate per la Chiesa tutta, la quale,
avendo in Roma il suo Capo Supremo, è sparsa
nei suoi figli per tutta la terra : Te per orbem
terrarum sancta confitetur Ecclesia.
Con queste ed altre simili parole ed eccitamenti
il Superiore dei Salesiani poneva fine al suo dire,
lasciando la nobilissima assemblea vivamente com-
mossa, ed animata alla nobile impresa .
Disceso D . Besco dal palco, apparve un vero spetta-
colo ; egli discendeva, ed il Cardinal Vicario, vestito
di tutti gli ornamenti di sua alta dignità, saliva al
luogo medesimo . Ognuno commosso serbava pro-
fondo silenzio. « Io non posso che lodare l'opera,
dei Cooperatori Salesiani, disse l' Eminentissimo .
Porporato, i quali mentre hanno il sublime scopo
di tutelare il buon costume e giovare alla civile
società, non trascurano d'insinuare e propagare i
sani principii di nostra Santa Cattolica Religione .
Coraggio adunque . Ma non dimenticate Roma, dove
in questi momenti è gravemente sentito il bisogno
dell'opera vostra . Qui voi dovete rivolgere le vo-
stre mire ; qui le vostre sollecitudini ; qui fare
in modo che quanto prima si apra una Casa di
Salesiani, i quali si uniscano al nostro Clero per
salvare tanti fanciulli pericolanti, cui sovrasta un
tristo avvenire, se una mano benefica non li rac-
coglie, non li sostiene, non li conduce al lavoro,
alla Religione, alla virtù . » Fattosi poscia a svol-
gere il testo di S . Paolo ai Tessalonicesi : Vos
autem fratres, nolite deficere benefacientes : ma
voi, o fratelli, non vi rallentate nel ben fare ;
l'eloquente oratore con profonda dottrina, e con
quella unzione, che faceva ricordare quella dei
santi Padri della Chiesa, prese ad esortare i Coo-
peratori e Cooperatrici a continuare vie più ani-
mosamente nella loro santa impresa . Accennò le
principali difficoltà e pericoli che per lo più si in-
contrano nell'operare il bene, che sono : la noia,
la tristezza ed il timore . Disse non dover noi la-
sciarci vincere dalla noia, ma crescere di giorno
in giorno nel fervore ; non dover lasciarci abbat-
tere dalla tristezza, malgrado che alcuna volta non
si scorga il frutto delle nostre buone opere, ma
consolarci al pensiero che il nostro è un buon seme,
che al certo germoglierà frutti salutari ; non dover
infine lasciarci spaventare dai pericoli e persecu-
zioni, ma da forti essere costanti fino alla morte .
Le forbite parole di Sua Eminenza furono una
ben degna sanzione di quanto prima aveva detto
il Superiore, e nulla più lasciarono a desiderare .
Si cantò un altro mottetto, Panis vivus, e si con-
chiuse la carissima festa colla solenne benedizione
del SS . Sacramento, che degnossi impartire l' Emi-
nentissimo Vicario, lasciando tutti col cuore contento
e pieno di sante risoluzioni .
Così la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani
arricchita con tante indulgenze dalla inesauribile
bontà del Santo Padre Pio IX, accresciuta di molte
ottime persone, onorata da illustri personaggi, a
tanti altri vanti può aggiungere pur quello di aver
tenuta colla pompa più solenne la sua prima Con-
ferenza come sotto gli occhi del Sommo Pio, poco
prima che Ei li chiudesse per sempre, sotto gli
auspizi del suo degnissimo Vicario, ed in quella
Roma, che, Centro della Relìgione Cattolica, è
modello sempre e di fede e di carità (1) .
(1) La relazione di questa Conferenza venne altresì pub-
blicata dai giornali l'Unità Cattolica di Torino nel suo
N. 30, l'Osservatore Cattolico di Milano, N . 27 ; e lo Set .
tatore 5 e 6 Febbraio 1878 .

2.3 Page 13

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UN'ACCADEMIA
In onore del nuovo Dottore della Chiesa
S . FRANCESCO DI SALES
In tutti i Collegi della Congregazione Salesiana
in Europa e in America la festa di S . France-
sco fu celebrata colla più splendida pompa . In
alcuni di essi poi si solennizzò non solo in Chiesa,
ma fuori altresì, e si tennero Accademie, in cui
coi più melodiosi canti si fecero echeggiare le
lodi del Dottore Ascetico, e con varii componi-
menti in verso ed in prosa si proclamarono gli
alti suoi meriti, le virtù esimie, le gloriose gesta .
A piccolo saggio pubblichiamo la seguente poesia
molto bellina, che veniva recitata in quell'occasione
da un allievo del nostro Collegio di Varazze .
La semplice parola dell' Infanzia .
Confitebor tibi in cithara
(Psal. 42 .)
Io son parvolo, - Io non son vate ;
Mi sento al genio - L'ali tarpate,
E raro avviene - Ch' io faccia bene.
Ma i condiscepoli - Che fanmi schiera
Scuoton la cetera - In questa sera ;
E ohimé che versi - Torniti e tersi !
E dovrò mutolo - Senza due carmi,
Senza due sillabe - Sol io restarmi ?
Signori, no . - Parlare io vo' .
Parlar del Massimo - Nuovo Dottore,
Della Savoia - Sublime onore
Ancorché sia - D' Italia mia !
Ma già la facile - Rima mi manca,
L'erta sì ripida - Già già mi stanca . . .
Caro Francesco ! - Oh mi stai fresco .
D'onde comincio ? - Quando al castello
Soling o, patrio - Cresceva ? e bello
Se lo nutria - La madre pia ?
Oh sì ! la vivida - Pupilla ardente
Fra tanti secoli - Ci vede niente . . .
Ahi ! che non ne esco, - Caro Francesco !
Dirò le prediche - Di lui Bambino,
Quando investivalo - L'amor divino ?
Ma ascolto invano - Da sì lontano !
Poi, come esprimere - O in versi o in prose
L' immenso cumulo - Di quelle cose?
Perciò che pesco - Per S . Francesco ?
Quale spettacolo - Curioso, e bello
Fu a tutto il nobile - Paterno ostello ;
E quanti affetti - Destò ne' petti !
Già fin da bambolo - Per chi l' udiva
Il Santo Apostolo - Si presagiva,
Che avrebbe a Dio - Chiamato il rio .
E quando a Padova - Si fe' Dottore,
Concordi dissero : - Di mente e cuore
Com'é gagliardo - Il Savoiardo !
Ma il santo giovane - Con nobil ira
Spregiando il secolo, - Che sì delira,
Sol volle Iddio - Fervente e pio .
Lasciò la gloria - Del mondo vana,
Vestì del Chierico - L' umil sottana,
E fu la gioia - Della Savoia !
E quelle ruvide - Alpine creste
Stupite videro - L' umile veste,
E i sorridenti - Natii torrenti.
Con alma intrepida, - Con gran virtù
Ei corre, predica ; - E al buon Gesù
Chiama a salute - L'alme perdute .
Siccome turbine - D' ira feroce
Svellea l'eretico - Di Dio la Croce
Ei ripiantolla - Per ogni zolla .
Il sacro tempio - Era crollato
Egli l'edifica - Per ogni lato ;
E alla sua fede - Ogni alma cede .
Era l'immagine - Di quel Pastore
Che l'alme pascola - Con vivo amore
E ancor s'apprezza - La sua dolcezza .
Qual sol che placido - Scioglie le nevi,
I cuor più rigidi - Piegar vedevi
A sua parola - Che passa e vola .
Ogni tugurio - Più poveretto
Accolse il gemito - Del santo petto,
Che in voce bella - A Dio l'appella .
Chi può combattere - Col prode atleta ?
L'accento, l'anima - Ha d' un profeta,
E sulla fronte - Di Dio le impronte !
Se imprende a scrivere - Sembra Giovanni,
Quei che dell'aquila - Riporta i vanni,
Quei che sul cuore - Stette al Signore .
Se quindi libera - Apre la bocca,
Con mille immagini - Rapisce e tocca
Il cuor, la mente - Come un torrente .
O balze ripide - Della Savoia,
Fate tripudio, - Sonate a gioia,
Cingete a festa - La nivea testa !
Dall'alto cerchio - De' vostri massi
Guerrieri intrepidi - Mossero i passi,
E d' un tal pondo - Che empiro il mondo .
Ma niun negli animi - Fe' tanto impero,
Come il Salesio - Col dolce e il vero
Dei cuor si fe' - Padrone e Re .
L'ultima foglia - Di sua corona
F Pio l'angelico - Che gliela dona
Ei che esemplare - Sel volle fare !
Ed ora trepido - Finisco il canto ;
L' umile cetera - Depongo, e intanto
Ti fo preghiera - Calda, sincera
Su questi giovani - Con cui lavoro,
Delle tue grazie - Versa il tesoro
Ora che il puoi - Rendici tuoi !
Fa che nel vivere - Su questa terra
Sappiam combattere - Di Dio la guerra ;
Stimiamo bello - Il tuo modello .

2.4 Page 14

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Tu della gloria - Spregiando i vanti
Avesti titoli - E tanti e tanti . . .
Hai questa sorte - Sin dopo morte .
Dl' lor che cerchino - Di Dio la gloria ;
E sì fia stabile - La lor memoria,
Che avranno vita - Mai più finita .
La via dei triboli - A noi rischiara,
E dall'empireo - I voti impara
Di chi t'onora - Presso alla Dora .
Alla famiglia - Che nata é appena,
La tua sant'anima - Infonda lena
Tu la difendi - Ne' giorni orrendi.
MARIA AUSILIATRICE .
Fra le molte relazioni che ci vennero fatte di
grazie ricevute dopo divoto ricorso a Maria Ausi-
liatrice, diamo per ora la preferenza alla seguente,
siccome quella che ha per testimonio un intiero
paese .
Vignole Borbera, 5 Gennaio 1878 .
M . R . SIGNORE,
Nell'or passato dicembre 1877 si presentava
gagliarda la malattia difterite, o angina, nei fan-
ciulli di questo paesello : e i padri e le madri ne
temevano pei loro figli . A porre un sicuro osta-
colo al rio malore si pensò allora di ricorrere al
Cielo . Pertanto si fece una colletta, alla quale
concorsero ben cinquantasei persone, e col frutto
della medesima si fece celebrare nella nostra Chiesa
un triduo in onore di Maria Ausiliatrice, implo-
rando la sua protezione in tanto pericolo, con pro-
messa di mandare al suo Santuario in Torino il
sopravvanzo delle offerte, per ordinarvi speciali
preghiere .
Non tornò vano il nostro ricorso a sì dolce e
pietosissima Madre : imperocché dal primo giorno
del triduo, 28 dicembre, festa degli Innocenti,
sino ad oggi non si ebbero più sinistri casi, essendo
scomparso affatto il temuto nemico . Noi nutriamo
la più grande fiducia che la Vergine Ausiliatrice
lo terrà da noi per sempre lontano, e continuerà
a coprire noi e i figli nostri col manto della sua
materna e validissima protezione .
Fedeli alla fatta promessa, ecco pertanto nelle
mani della S . V . la piccola somma avanzata . Ne
faccia Ella quell' uso che crede tornare più gra-
dito a Maria SS . soddisfacendo così al nostro co-
mun desiderio .
Sono con tutto rispetto
Suo Dev .mo ARONA PRIMO
Cooperatore Salesiano .
AVVENTURE E TERMINE DEL VIAGGIO
dei Missionaria Salesiani .
I varai drappelli dei nostri Missionarii partiti
per l'America nel passato novembre giunsero tutti
sani e salvi alla propria destinazione . Da alcuni
punti del loro viaggio, e poscia dalle nostre Case
ove son giunti, eglino scrissero a D . Bosco certe
avventure loro occorse, e gli diedero varie notizie,
che torneranno pur gradite ai nostri Cooperatori e
Cooperatrici ; e perciò secondo la promessa fatta
nel N° antecedente qui le pubblichiamo a comune
edificazione e diletto .
Isola di Flores, 14 dicembre 1877 .
Carissimo e Rev .mo nostro D . Bosco,
Isola di Flores !! - 14 dicembre !!! Che cosa
ne dice nostro buon padre ? Quanto non sarà Ella
maravigliato al leggere questo nome e questa data?
« I miei figli in un' isola ! ci sembra udirla ad
esclamare . Ma io li mandai in un continente, a
Montevideo, a Buenos Ayres, a S . Nicolas ; ed ai
14 dicembre già vi dovevano essere arrivati ; ed
invece mi scrivono da un' isola, e sono tuttora in
viaggio . Che é mai ? » Ecco, Sig . D . Bosco, per
Lei e per noi verificato il gran proverbio, che dice
L'uomo propone, e Dio dispone . Ascolti ora la
nostra dolente storia .
Dopo un viaggio felicissimo di 15 giorni sul
grande Oceano, il nostro Vapore Savoie ancorava
il 16 corrente nell' incantevole porto di Rio Ja-
neiro, capitale del grande impero del Brasile,
nella quale da qualche tempo era scoppiata la
terribile febbre gialla . Noi discendemmo tuttavia
per ossequiare il Vescovo, Monsignor Pietro La-
cerda, il quale nel suo soggiorno in Italia erasi
degnato di prendere ospitalità nel nostro Oratorio
in Torino, e ci aveva altamente edificati colla sua
rara dottrina ed esimia pietà . Siccome il nostro
illustre ospite era partito dall' Italia assai prima
di noi, così credevamo che già fosse arrivato alla
sua sede ; ma c' ingannammo . Essendosi egli fer-
mato per varai giorni in Portogallo, noi lo ave-
vamo preceduto al Brasile . Fummo per altro accolti
e trattati con molta amorevolezza dal suo sig . Se-
gretario, dal Vicario generale, e da altri degni
Sacerdoti, ed abbiamo potuto scorgere che una
casa di Salesiani in quelle parti sarebbe vista di
buon occhio, e vi potrebbe fare del bene assai .
Delle accoglienze però ricevute al molo, ed in
alcune vie della città non ci sentiamo il coraggio
di fargliene la descrizione . Che cose, che cose
le sono cose proprio dell' altro mondo ! Le basti
il sapere che se la ciurmaglia del porto non ci ha
messo le mani addosso lo avemmo a gran ventura .
Fu un momento che noi ci credevamo in mezzo

2.5 Page 15

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a tanti diavoli . Per fortuna che avevamo lasciato
le Suore a pregare sulla nave . In Rio Janeiro vi
saranno senza dubbio delle anime buone, ma di
certo colà vi deve essere il covo di Satana . Dio usi
misericordia a quella misera città, la quale assai più
che dalla febbre gialla è travagliata dalla febbre
nera della irreligione e immoralità . Quanta povera
gioventù ingannata e tradita, o caro D . Bosco !
quante anime che vanno perdute ! Noi ci resti-
tuimmo a bordo coll'animo profondamente ama-
reggiato per quello che avevamo veduto ed udito .
Tiriamogli un velo sopra, e non parliamone più .
Intanto il venerdì, vigilia di Maria Immacolata,
noi salpammo per la Repubblica dell' Uruguay,
lieti della speranza di abbracciare i nostri fratelli,
e ristorarci alquanto nel nostro Collegio di Villa
Colon ; ma ahimè ! quale duro disinganno non ci
attendeva mai al nostro arrivo nel porto di Mon-
tevideo ! A nostra insaputa partiva da Rio Janeiro
un telegramma ed avvertiva le autorità di questa
Repubblica che il nostro bastimento aveva toccato
quel porto, e comunicato per dove infieriva la
febbre . Tanto bastò per fabbricarci quel fulmine, che
dopo 5 giorni scoppiar dovea all' improvviso sul
nostro capo, e mutarci la sospirata gioia dell'ar-
rivo in un cordoglio amarissimo .
Tuttora ignari di ciò che ci stava aspettando
noi salutammo con giubilo l' aurora del giorno
undici dicembre, in cui dovevamo discendere a
terra ; e quando cominciammo a vedere le torri
e i campanili di Montevideo, il cuor nostro esultò
di un inesprimibile gaudio . Crebbe ancora la no-
stra gioia quando nel primo vaporino che ci venne
incontro, scorgemmo un ecclesiastico . Chi sarà
mai ? ci domandammo l' un l'altro ; e poi guarda
e riguarda, mira e rimira ; finalmente in un giovane
pretino dai capelli rossi, dagli occhi vivaci ci venne
dato di riconoscere il nostro carissimo D . Luigi
Lasagna, Direttore del Collegio Pio di Villa Colon .
Salutatolo di sopra il ponte, già ci preparavamo
a calare nel suo barcone per abbracciarlo e por-
tarci con lui alla spiaggia ; ma ohimé ! nel più
bello ci cascò l'asino, e cascò morto decisamente .
Frammischiate ai saluti del caro D . Luigi noi u-
dimmo le sinistre voci : « Signori, non si discende ;
ma bisogna fare nove giorni di quarantena nel laz-
zaretto dell' isola di Flores » . Alla parola quaran-
tena e lazzaretto, noi rimanemmo mutoli, e come
di stucco . Scossi dopo alcuni istanti, e rotto il si-
lenzio, scambiammo ancora qualche mesta parola
con D . Lasagna, gli demmo le commissioni più
necessarie, e poi addio . Il vaporino disparve, e con
lui la magica visione del caro confratello .
La cena di quella sera ci parve di assenzio ; la
notte turbata da funesti pensieri ; ed il sole del-
l' indomani per quanto bello sorgesse sull'orizzonte
ci sembrava rifulgere di mestissima luce . Sino ad
una cert' ora noi andavamo tuttavia lusingandoci
che la nostra condanna non fosse che un sogno,
o almeno fosse revocabile ; ma ben tosto ogni rag-
gio di speranza ci venne rapito e dalla bandiera
gialla, che il capitano della Savoie dovette inalbe-
rare sulla prora, e da un ordine ricevuto dalla
Commissione sanitaria di partire immantinenti per
l' isola fatale . Allora fu d'uopo chinare il capo, e
rassegnarci alle disposizioni della divina Provvi-
denza . Caricati tosto sopra un grosso barcone i
nostri bagagli, e salitivi ancor noi ci mettemmo
in balla delle onde in cerca del luogo del nostro
esiglio, ridottoci a sei giorni . I nostri fratelli che
non avevano da discendere a Montevideo conti-
nuarono il loro viaggio sino a Buenos Ayres at-
tesi ancor essi ad una quarantena più o meno lunga
sui lazzaretti flottanti della Plata . Credevamo che
l'isola di Flores non fosse distante che di pochi
metri ; e quindi per farci coraggio ci mettemmo a
cantare sulla nostra baleniera ; ma quando ve-
demmo a scomparire il Savoie, e a poco a poco
anche la bella capitale dell' Uruguay, ci morì sul
labbro ogni canto, e non pensammo più che a rac-
comandarci a Dio, e a difenderci dai cocenti raggi
del sole.
Dopo più di due ore di tragitto vedemmo final-
mete a spuntare il nostro isolotto, e in breve ne
fummo alla riva . Altri passeggieri di quarantena
ci stavano colà osservando, e pareva che ci di-
cessero : « Coraggio, non siete soli » . Il coman-
dante del luogo ed il dottore ci vennero tosto in-
contro, e ci accolsero molto cordialmente ; anzi
quando seppero che noi e i nostri compagni quasi
in N° di 100 eravamo pressoché tutti italiani ci
fissarono la parte più vasta dell' isola per nostro
soggiorno .
Ma di una cosa non ci vollero far grazia, e noi
dovemmo sottometterci con grande disagio . Questi
signori temevano che noi portassimo la febbre
dentro i bauli ; quindi tratti i bagagli a riva, fummo
costretti a cavarne una per una le nostre robe,
sciorinarle al sole ed aspettare un impiegato che
passasse ad aspergerle con una cert'acqua disin-
fettante . Fatto ciò, ogni oggetto veniva segnato
colla lettera R, che alcuni interpretavano per Ri-
veduto, ed altri più giustamente per Rovinato . Se
avesse veduto, signor D. Bosco, che spettacolo !
A noi pareva di trovarci sul marcà dle pate ant
ë l borg dël Balon a Turin . Durante tutte queste
così diligenti operazioni noi facemmo qualche os-
servazione morale e sociale insieme . Quante pre-
cauzioni, dicevamo tra noi, quante cautele si u-
sano mai, perché non s' introduca una febbre, un
contagio in un paese ! Cose tutte e belle e buone ;
ma perché non si usano le stesse cautele, affinché
non entri nei regni, nelle repubbliche, nelle città,
nelle famiglie, la peste delle anime, le male dot-
trine, i libri, i fogli empii ed immorali ? Ah ! cecità
umana, quanto sei da compiangere !
Or le daremo breve contezza di quest'isola, che
ci serve di Purgatorio ; dico Purgatorio, perché
difatti vi ci hanno cacciati nostro malgrado, e a fine
di purgarci, come dicono, dai miasmi assorbiti in
Rio Janeyro, e così mondati da ogni neo meritare
di contemplar tra poco il caro aspetto della città
di Montevideo, e godere la dolce compagnia dei
nostri confratelli di Villa Colon . Sappia dunque
che quest' isola non è che un gruppo di tre scogli
di circa 400 metri quadrati ; in due dei quali stanno
i viaggiatori della quarantena, e l'altro è occupato
dai conigli e dalle vacche che vengono uccise col

2.6 Page 16

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fucile, e servono di cibo ai condannati a domi
cilio coatto, rei di null'altro che d'aver fiutato
l'aria del Brasile . Il lazzaretto é diviso in tre va
sti cortili, che mettono in tre parti dell' isola, i
ciascuna delle quali escono a passeggio i poveri
esiliati . Mi limiterò a farle visitare il quartier
toccato a noi, perché guai se varcassimo il confine
che ci é segnato da un fil di ferro! Ci raddoppie-
rebbero la quarantena, o purgatorio ; cosa che no :
ci garba punto, perché sospiriamo ardentemente
la patria . Primieramente questa si chiama isola
Flores cioé dei fiori, e noi non vi troviamo che
fiori di camomilla . Al contrario abbondano le lu-
mache, e sotto un' erbaccia alta un metro stri-
sciano qua e là lunghe serpaccie, che ci fanno da
salti di spavento . Ah ! se fosse con noi il caro teol .
Belasio, che paventa cotanto le biscie, il buon ve
gliardo ne morrebbe certo di paura ! Intorno al .
l'isola per altro si possono cogliere le ostriche ih
quantità ; e chi fosse buon tiratore potrebbe fari
ottima caccia di uccelli, che passano a stormi,
si fermano anche su queste roccie, come spediti
dalla Divina Provvidenza a gradito pascolo dei poveri
isolani . A quando a quando si veggono dalle onde
gettati sulla spiaggia avanzi di bastimenti e barche
naufragate, legni, cappelli, ciabatte, candele e si-
mili ; ed oggi stesso se fossimo abili ad aggiustare
un bastimento ne avremmo uno a nostra disposi-
zione . Poveretto ! Due giorni prima del nostro ar-
rivo venne a dar di cozzo contro questi scogli, E
vi lasciò la vita, rimanendo però salvi tutti i
passeggieri . Questa sventura ci fece meglio riflet-
tere quanto sia stato buono Iddio con noi, poiché
abbiamo passato i maggiori pericoli senza la mi-
nima disgrazia .
Ma qui ci pare di udire il nostro caro .D Bosco
a dire : Voi mi parlate dell'isola Flores senza
fiori, delle sue lumache, delle biscie, e di millanta
cose per me poco o nulla interessanti ; ma nulla
di voi, ditemene pur qualche cosa : come state di
salute ? che cosa fate di bello su cotesto scoglio ?
Carissimo padre, viva pur tranquillo sul nostro
conto . Tolta la pena sofferta all'annunzio della
inaspettata nostra quarantena, noi non abbiamo
patito male alcuno nè di corpo nè di spirito . Ci
duole la spesa non prevista di circa mille lire, che
ci costa la fermata in questo luogo, dovendo pa-
gare uno scudo al giorno per testa ; ma il Signore
saprà ricompensarcene colla carità inesausta dei
nostri benefattori, e questa fiducia ce ne lenisce
il dolore .
Il capitano dell'isola é un italiano e ci usa quindi
molti riguardi ; con isquisita gentilezza ci tratta
eziandio il medico, certo Sig . Bertelli, che é di
Gavi presso al nostro Mornese, appartenente ad
una famiglia a noi conosciutissima . Alle nostre
Suore fu assegnata una decente camera da potervi
stare tutte insieme ; ed un'altra per noi molto co-
moda . Come vede, neanche in questa situazione
che pareva doverci tornare così trista, il Signore
non ci venne meno, ed oltre alla sanità che ci
dona, ci fa usare dagli uomini le maggiori finezze .
Oh ! beati quelli davvero che sperano in Lui, e si
abbandonano nelle sue mani .
Ma ora che fate di bello costi ? - Quello stesso
che lungo il viaggio, e qualche altra cosa ancora .
Anche qui noi troviamo Iddio da servire e delle
anime da salvare ; anche qui vogliamo essere figli
di D . Bosco. Quindi al mattino se la S . V . si tro-
vasse sulla cima di questo faro vedrebbe in fondo
in fondo davanti alla Chiesuola del Cimitero uno
stuolo di Suore di Maria Ausiliatrice, le quali at-
tendono alle loro preghiere, e più in qua sopra
di una roccia vedrebbe raccolti i Salesiani con qual-
che buon Napolitanetto che recitano le loro orazioni,
e fanno la meditazione . Più tardi ci troverebbe a ta-
vola con un appetito che bello é il vedere come ci
serve ; e con cui facciamo toccare con mano al sór
Dottore Sanitario, che invece della febbre gialla ab-
biamo la fame grigia . In certe ore poi del mattino,
e del dopo pranzo Ella ci troverebbe parte a stu-
diare, parte a lavare, ché tal è l'ordine del co-
mandante, parte a pescare e cacciare ; ed altri a
tenere piacevole conversazione coi nostri compagni
di viaggio allo scopo di far loro alcunchè di bene
all'anima . Nè dimentichiamo i pochi ragazzi che
qui si trovano, i quali tengono sempre il primo
posto nel nostro cuore . Insomma noi procuriamo
che questi pochi giorni ci tornino utili ; e vedremo
di trarne profitto col meglio apprendere la lingua
e i costumi del paese, ed anche col fortificarci
e farci buon sangue, a fine di lavorare poscia con
maggior lena, quando tra poco ci troveremo in
campo coi nostri fratelli .
La lettera é ormai troppo lunga, e perciò conc l.udiamoTuti,eSalesianieSuorediMariaAu-
siliatrice, la riveriamo cordialissimamente, e ci
raccomandiamo tuttora alle sue preghiere . Finito
l'esiglio, le scriveremo dalla patria .
Suo aff.mo in G. C.
SaC . GIACOMO COSTAMAGNA .
Villa Colon, 4 Gennaio 1878 .
Rev .mo ed amatissimo Padre,
Coll'aiuto di Dio e della Vergine SS . Ausilia-
trice, non che per le preghiere di chi ci vuol bene,
noi siamo giunti felicemente al nostro nido . D . Co-
stamagna e i destinati a Buenos Ayres e a S . Ni-
colas sono già di qui partiti, e speriamo che ancor
essi saranno arrivati al loro posto incolumi, poi-
chè il tragitto non è che di dodici ore .
Noi stiamo ottimamente . In questo paese incan-
tevole si respira un'aria balsamica, si gode di un
cielo bellissimo, e vi ha da lavorare finchè si vuole .
Ma ohimé! ci manca una cosa . . . la vista del no-
stro caro D . Bosco . Oh se sapesse come ora lo
desideriamo ! Quando avremo la fortuna di vederlo
in America?? Lo speriamo, sa! Ce lo ha promesso .
Tutti i giorni noi ci ricordiamo di Lei . Moltis-
sime volte nella giornata noi sulle ali del nostro
pensiero veniamo costì, e col nostro spirito ci
raggiriamo or nella Chiesa di Maria Ausiliatrice,

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or nel cortile dell' Oratorio, ora sotto il porti-
cato in cerca del nostro buon padre . Ma se cogli
occhi del corpo non ci é dato di vederlo, ben il
vediamo con quelli della mente, e questo ci basta,
perchè il buon Dio ci consola in tante altre maniere .
Non le stiamo ora a descrivere il nostro viag-
gio fin qui, nè la famosa visita a Rio Janeiro, nè
la nostra quarantena, nè altre particolarità, per-
ché Le furono già a nome di tutti raccontate dalle
varie nostre soste, specialmente dalla più lunga e
e disgustosa dell'isola Flores . Le narriamo invece
la festa che pochi giorni dopo il nostro arrivo si
fece in Collegio per la chiusura delle scuole .
Qui giunti noi trovammo i nostri fratelli occu-
pati negli esami finali, che terminarono il 22 di-
cembre . Il 25 festa del SS . Natale fu l' ultimo
dell'anno scolastico . Alla Messa di mezzanotte si
fece una funzione splendida e divota, e ci pareva
davvero di trovarci in mezzo ai giovani dei nostri
Collegi in Europa . Nel pomeriggio poi ebbe luogo
una magnifica Accademia letteraria e musicale,
stata prima annunziata su pei giornali di Monte-
video col suo programma . Quindi all'ora stabilita
una folla di gente invitata si versò nel Collegio .
Il salone più vasto era tappezzato da più di 60
bandiere di varie nazioni . Un palco da una parte
serviva pei cantori, e per quelli che declamavano ;
dall'altra parte un secondo palco sospeso in alto
era pei forestieri, che più non vi capivano sotto .
La gran sala adorna in modo brillante, gremita
di gente, faceva un effetto mirabile .
L'accademia si apri coll' inno nazionale . Per la
parte letteraria si pronunziarono discorsi, si de-
clamarono poesie spagnuole, portoghesi, inglesi,
italiane, e persino in latino, sebbene qui siasi po-
chissimo amanti di questa lingua . Nella parte mu-
sicale, se non temessimo di mettere invidia ai
musici dell'Oratorio, diremmo che in un anno
solo questi musici hanno propriamente fatto mi-
rabilia . Oltre all'inno nazionale si cantò il terzetto
di Crispino, il coro del Giuramento, Alla pace
degli Eletti, la Preghiera nel Mosè, il terzetto del
nostro D . Costamagna, gli Esami Finali, e qual-
che romanza, tutta roba italiana . Gli applausi fu-
rono strepitosi .
L'Accademia fini colla lettura dei voti ottenuti
negli esami, che ebbero un esito felicissimo . Un
discorso assai applaudito del Direttore pose fine
alla festa .
I giovani nella sera stessa se ne andarono tutti .
Ma se partirono gli alunni non partì il lavoro
poichè assai vi é da fare in Collegio e fuori a pro delle
anime ; e non solo pei sacerdoti, ma per tutti .
Laonde noi come soldati giunti or ora sul campo,
e perciò ancor freschi di forze, solleviamo i no-
stri fratelli, che in si poco numero sostennero
nondimeno da soli per un anno intiero tutto il peso
della battaglia . Poverini ! sono magri e spartiti,
che mettono compassione ; ma per grazia di Dio
nessun ammalato .
Ora più che mai noi abbisogniamo di aiuti dal
Cielo . Perciò ci raccomandiamo vivamente alle
preghiere di Lei, ottimo, Padre, e di tutti coloro
che ci vogliono bene . I suoi figli di questa Casa,
i primi e i secondi arrivati, Le domandano la pa-
terna benedizione, ed in modo speciale
Il suo affamo in Gesù Cristo
Ch . PIETRO ROTA .
Buenos Ayres, 2 Gennaio 1878 .
Carissimo D . Bosco,
Finalmente ci siamo, e ci siamo davvero senza
pericolo più di burrasche e di quarantene . Ne sia
benedetto Iddio, e la Vergine Immacolata che vi
ci hanno condotti sanissimi . Diciamo sanissimi
non solo perchè ci liberarono da gravi pericoli per
terra e' per mare, ma perché diedero mirabilmente
la sanità a quelli di noi, che partirono di costì poco
bene in salute . Così fu difatto del nostro caro Don
Vespignani, il quale sta così bene, che ormai più
non lo si riconosce da quello che era due mesi
fa . Anche gli altri godono salute . E di star bene
si ha qui un grande bisogno, perchè il lavoro è
molto, e va crescendo ogni dì . Sapevamo per re-
lazioni, che qui non si stava in ozio ; ma ora che
vediamo le cose cogli occhi nostri ci accorgiamo
davvero che non erano cose esagerate . Oltre al
ministero sacerdotale nelle Chiese della Bocca, della
Misericordia, del Collegio, nonchè di altre an-
cora, oltre la visita e l'assistenza agli infermi,
si aggiungono le scuole ai giovani poveri, come
la S . V . tanto ci raccomandò . Laonde, or pei sani,
or pei malati, or per gli adulti, or pei giovinetti,
si è da tutti e tutto il giorno occupati .
Varii sono i campi che il Signore ci ha dato
qui a coltivare ; ma il più vasto e che pel mo-
mento presenta una più abbondante raccolta, si è
la Chiesa della Misericordia . Le basti il sapere
che lungo il giorno noi non facciamo che calare
e salire le scale, perchè in Chiesa vi é sempre
gente venuta or da più, or da meno lontano, che ci
chiama . La maggior parte sono Italiani . E non sono
soltanto persone pie e divote, che ci dànno questo
gradito disturbo ; ma il più delle volte sono pesci,
così grossi, che farebbero stracciare le nostre reti,
se non fossero di filo celeste e ben forte . In questi
incontri è tanta la consolazione che noi proviamo,
che ci fa dimenticare ogni pena e fatica . Il cuor
nostro va poi veramente in giubilo quando in certe
ore del giorno ci vediamo attorniati da una bella
schiera di bamboletti dai 19 ai 20 anni, i quali
non hanno ancor fatta la lor prima Comunione,
e sanno appena che vi é Dio . Dopo averli per
qualche giorno bene istruiti, oh ! quanto si gode
al vederli poi a confessarsi con grande compun-
zione, e poscia con divoto contegno accostarsi a
ricevere per la prima volta il Pane degli Angeli,
e dar principio ad una vita veramente cristiana !
E allora che noi esperimentiamo adempita in noi
medesimi la promessa fatta da Gesù Cristo a co-
loro che lasciano tutto per amor suo, di dare cioè
in premio, oltre la vita eterna, il centuplo ancora

2.8 Page 18

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su questa terra ; centuplo di beni spirituali, di
gioie, di delizie anticipate di Paradiso . Noi rice-
viamo appunto questo centuplo, più prezioso, più
desiderabile che non tutte le più grandi cose del
mondo . Oh! si tengano pure i ricchi le loro ric-
chezze, i mondani i loro divertimenti, le loro li-
bertà, le loro gioie, chè noi non li invidiamo . Im-
perocchè conforta di più, consola di più il condurre
un'anima ad amare Iddio, cui prima non conosceva
né amava, che non tutto il pelago degli umani
piaceri . Or di queste stille di celestiale dolcezza
noi ne riceviamo nel cuore tutti i giorni, pel gran
numero di giusti e di peccatori, che vengono a
cercare rifugio in questa Chiesa .
Abbiamo voluto esaminare qual fosse la causa
di tanto concorso a questo luogo, la causa di tanta
pietà, di tante conversioni, la causa insomma per
cui questo campo del Signore presenta messe così
abbondante . Crediamo di non andare errati dicendo
che, dopo Dio e l'Augusta Madre di Gesù, due
sono le principali cagioni di tanto bene . La prima,
sono i sudori del compianto D . Baccino. Impe-
rocchè dopo che quello zelante fratello della prima
spedizione venne a lavorarvi, la gente prese ad
accorrervi in gran folla, e cominciò fin d'allora
quel movimento che continua tuttavia, e mostra
di andar crescendo ancora . La seconda cagione
sono le preghiere che vi fanno, e gli esempi di
singolarissima pietà che vi dànno i confratelli
della Misericordia, quasi tutti Cooperatori Sa-
lesiani .
Questi buoni e ferventi cattolici ogni mattino
per tempo vengono in gran numero alla prima
Messa, dicono ad alta voce le loro orazioni, e
la terza parte del Rosario, e poi fanno la Santa
Comunione . Dopo ciò ognuno si reca alle pro-
prie occupazioni, e vi passa santamente la gior-
nata .
Alla sera poi sul fare della notte vi ritornano
con molte altre persone, cantano lodi alla Mater
Misericordiae, di cui sono divotissimi, e Le ripetono
il Rosario . Ma le loro preghiere sono fatte così
di cuore, il loro contegno é così esemplare, che
pare di trovarsi in mezzo ad una comunità reli-
giosa delle più fervorose . Essi presero questa ma-
niera di vita fin dal primo anno che vi giunsero
i nostri fratelli . Sentendo che i nostri al mattino
facevano la meditazione e preghiere in comune,
cominciarono pochi per volta a venirvi a prendere
parte ancor essi, ed ora vengono moltissimi, e fanno
così bene, che tutto il popolo n'è edificato . Or è
facile argomentare così : « Oratio justi clavis est
Coeli. . . ascendit oratio, et descendit Dei mise-
ratio : » l'orazione del giusto é la chiave del Cielo ;
vi ascende l'orazione, e ne discende la misericordia .
di Dio . La loro vita edificante, i loro esempi di
virtù, dimostrano che questi Confratelli e Coope-
ratori Salesiani sono persone pie e giuste ; quindi
le loro preghiere penetrano il Cielo, e sono da
Dio ascoltate . Ed ecco per conseguenza dal trono
della divina Misericordia discendere la rugiada, anzi
la pioggia di copiosissime grazie ; grazie di per-
severanza pei giusti, grazie di conversione per le
anime più perdute .
Per tutte queste cose, o caro D . Bosco, noi la
ringraziamo che ci abbia qui mandati, dove ve-
diamo le nostre fatiche così ben corrisposte . Ap-
pena si abbia costì qualche altro operaio evangelico
lo mandi pure ad aiutarci in questo gran campo,
nel quale non si ha solo a spigolare, ma a rac-
cogliere grossi covoni, vale a dire innumerevoli
anime, che attendono di essere radunati nei sicuri
granai del Signore . Né si tema che per la nostra
venuta non vi sia più del lavoro per altri ; no,
no, questo non sarà mai . Se quest'anno vi è qui
da fare per dieci, l'anno venturo ve ne sarà per
venti .
Tuttavia non creda già che in mezzo a queste
rose non vi siano le pungenti spine . D . Bodrato
mi narrò poc'anzi che passò alcuni giorni di vera
trepidazione . Il demonio accortosi che i nostri co-
minciavano ad incomodarlo, prese a dimenarsi ed
agitarsi contro di loro orrendamente . I framassoni
minacciarono nientemeno che bruciare la casetta
di tavole che D . Bodrato con molta spesa e fatica
si era fatto fare nella Parrocchia della Bocca . Ma
Iddio non ha permesso questo delitto . Speriamo
che i malevoli finiranno per convincersi che l'opera
nostra ad altro non mira che a fare del bene
al popolo, e ai figli del popolo, che essi hanno
sempre in bocca . Noi chiamiamo l'opera nostra,
opera di carità ; essi la chiamino pure umanità
e filantropia, ma è opera sempre degna di essere
rispettata da ogni persona ragionevole e di buon
cuore . Carissimo Padre, preghi tanto per essi e
per noi ; per essi affinchè non ci facciano del male,
per noi, affinché possiamo far del bene a loro, e
a tutto il mondo .
Monsignor Arcivescovo, che qui ci fa da padre,
e ci tien luogo di D . Bosco, ci lascia di ringra-
ziarla cordialmente dei libri che ` . S . gli ha man-
dato per mezzo nostro .
I nostri fratelli andarono in festa a ricevere le
sue care letterine . Se potesse scrivere più di
spesso quanto bene ci farebbe ; ma non osiamo
pretenderlo, ben sapendo il gran peso di affari,
che le gravita ogni giorno sulle spalle . Tutti la
riveriamo . Saluti tutti i fratelli, e raccomandi ai
sacerdoti che nel Memento dei vivi si ricordino
sempre dei loro Missionarii americani . Gradisca
in particolar modo i rispetti di chi scrisse la let-
tera, che é il
Suo affamo in G . C.
Sac . GIACOMO COSTAMAGNA .
NB . Una delle prime notizie che riceverà in America que-
sto nostro caro confratello, è una notizia ben dolorosa, la
morte della madre, avvenuta poco fa in Caramagna sua
patria . La pia donna nell'abbracciarlo quasi presaga di
non averlo più a vedere su questa terra gli disse : A
rivederci in Cielo . Quantunque speriamo che essa abbia
già ricevuto il premio pel suo sacrifizio, tuttavia la rac-
comandiamo alle preghiere dei Cooperatori e Cooperatrici,
anche per lenire il dolore del figlio, e dargli un segno
di sincera riconoscenza, e di amor fraterno .

2.9 Page 19

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INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori .
Ogni Cooperatore può acquistare indulgenza ple-
naria una volta al giorno da applicarsi alle anime
del purgatorio, recitando la terza parte del Rosario
di Maria Vergine avantì al SS . Sacramento, e non
potendo avanti al divin Sacramento, recitandola
innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che celebra la
Messa, o si accosta alla santa Comunione .
Oltre alla indulgenza della Messa o della Co-
munione, un'altra plenaria ne può guadagnare ogni
Domenica e nelle feste qui sotto notate, purché
confessato negli otto giorni, e comunicato, visiti
una qualche Chiesa, pregandovi secondo l'inten-
zione del Sommo Pontefice .
Mese di Marzo .
5 . S . Giovanni della Croce .
9 . Santa Francesca Romana, vedova .
11 . Santa Catterina da Bologna .
19. S . Giuseppe, Sposo della SS . Vergine .
25 . Annunziazione della SS . Vergine .
IL NUOVO PAPA .
Ringraziamo il Signore, non sola-
mente perché ci abbia così presto con-
solati di un nuovo Papa, ma perché
ce lo ha dato nella persona di un
Cardinale, degnissimo delle Somme
Chiavi .
L' alta sua dottrina, le virtù egre-
gie, la esimia bontà dell' animo ; lo
zelo apostolico, la prudenza nel trat-
tare gli affari più delicati, il coraggio
e l'energia nel mandare ad effetto le
imprese più ardue, l'attività sorpren-
dente dimostrata già e come Delegato,
e come Vescovo, come Nunzio Apo-
stolico, come Cardinale, e in fine come
Camerlengo della Santa Romana Chiesa,
tutte queste ed altre singolarissime
doti, mentre lo facevano meritevole
della più sublime dignità del mondo,
sono altresì una caparra sicura che
per Lui la Sede di Pietro continuerà
a risplendere di fulgidissima gloria per
tutta la terra .
Diamo tregua alle lacrime, e la me-
stizia ceda posto alla gioia . Cessò di
esser vedova la Chiesa ; non sono più
orfani i figli di Lei .
Il 20 Febbraio, appena 1 .4 giorni
dopo la morte del Grande Pio IX, il
buon Dio allietava di un nuovo Capo
la Chiesa, e noi tutti rallegrava di un
altro amorosissimo Padre nel Cardi-
nale Gioachino Pecci, che assunse il
nome di Leone XIII (1).
(I) Il nuovo Pontefice nacque in Carpineto, diocesi d'Ana-
gni, il 2 Marzo 1810. Gregorio XVI nel I837 lo nominò suo
Prelato domestico, e lo mandò Delegato a Benevento, a
SANTISSIMO PADRE,
Noi Salesiani e Cooperatori, pro-
strati in ispirito ai Vostri piedi, esul-
tiamo della più viva gioia per avervi
a Pastore supremo, a Guida sicura, a
Padre amorosissimo delle anime nostre .
Noi crediamo che voi siete il succes-
sore di Pietro, il Maestro infallibile,
Spoleto, a Perugia . Nel 1843 lo inviò nunzio nel Belgio, e
nel I846 gli diede il governo della Chiesa di Perugia, che
egli resse saggiamente per 32 anni . Il compianto Pio IX
lo creò Cardinale nel I853 ; e il 21 settembre dell'anno
scorso gli conferì la dignità di Camerlengo . Finalmente
il Collegio cardinalizio lo eleggeva a succedere a Pio IX
il Grande, e il Figliuolo di Dio gli consegnava come a
Pietro le chiavi del regno dei Cieli .

2.10 Page 20

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il Vicario di Gesù Cristo ; e perciò
con tutta l'effusione del cuore vi giu-
riamo obbedienza, fedeltà ed amore .
Parlate, e Vi ascolteremo, comandate,
e Vi ubbidiremo ; segnateci la via, e
noi, facile od aspra, la batteremo sino
alla fine . No, col divino aiuto, noi
non ismentiremo giammai il nostro
nome . Figli del Salesio, noi ci glorie-
remo di stare con lui attaccatissimi
a cotesta Cattedra di Verità, e nella
nostra pochezza ci faremo ognora un
vanto di Cooperare davvero con Dio e
con Voi all'esaltazione di Santa Chiesa,
alla salute delle anime colla parola,
colla penna, coi libri ; coopereremo spe-
cialmente alla coltura della povera
gioventù, a Voi più cara che la pu-
pilla degli occhi, ed ahimè ! or più
che mai insidiata dai nemici di Dio,
che nella fede e nei costumi cercano
di corromperla e pervertirla .
SANTISSIMO PADRE,
Dalla Vostra sublime altezza degna-
tevi di volgere uno sguardo benigno
sopra di noi, e sopra le opere nostre ;
Vi piaccia di continuarci l'alta bene-
volenza, colla quale ci ha sempre con-
fortati l' immortale Pio IX, Vostro il-
lustre Predecessore ; benediteci, e noi
Vi saremo devoti sino alla morte .