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ANNO IV . N. 11 .
Esce una volta al mese .
NOVEMBRE 1880 .
BOLLETTINO SALESIANO
-
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
-
SOMMARIO - Applicazione e moralità di una favola
- Festa del catechismo a Roma - Norme per pro-
muovere il catechismo - Relazione di D . Antonio
Espinoza intorno ad una Missione in Patagonia - Let-
tera Patagonica - Storia dell'Oratorio di S . France-
sco di Sales - Bibliografia - Grazia di Maria Ausi-
liatrice - Grazia ottenuta per intercessione del Santo
Padre Pio IX - La Patagonia e le Terre australi del
Continente americano - Nuovo presidente della re-
pubblica Argentina - Avviso ai Cooperatori-Indul-
genze speciali pei Cooperatori .
APPLICAZIONE E MORALITÀ
DI UNA FAVOLA .
Gli antichi per insegnare con profitto so-
levano raccontare leggiadre e morali fa-
volette, con cui istruivano e dilettavano ad
un tempo . Una di queste ci sovviene di
aver letta, la quale nell'aprirsi di un nuovo
anno scolastico ci porge il destro di fare
un'applicazione e trarre una moralità, che
ci pare opportuna . Eccola pertanto .
La volpe, andando per un bosco, trovò
un mulo . Non avendone mai veduti, n'ebbe
paura e fuggì . Fuggendo incontrò il lupo,
al quale, interrogata, disse aver trovata una
bestia nuovissima, e non saperne il nome .
Il lupo rispose : Andiamo a vedere . Giunti sul
luogo, al lupo parve quella una bestia vieppiù
nuova . Essendo ambidue curiosi di saperne il
nome, la volpe gliel dimandò . Rispose il mulo :
Certo il mio nome non l'ho bene a mente ; ma
se tu sai leggere, io lo tengo scritto nel piè
destro di dietro. Ciò udito, me lassa! ri-
spose la volpe, chè io non so leggere ;
chè molto lo saprei volentieri . Disse allora
il lupo : Lascia fare a me, ché a leggere
so ben io . Pertanto il mulo gli mostrò il
piè diritto, sicchè i chiodi parevano lettere .
Disse il lupo : Io non le veggo bene . Ri-
prese il mulo : Fatti più dappresso, perchè
sono minute . 11 lupo babbeo si fece più
sotto e guardava fiso . Allora il mulo mali-
gno e ingannatore trasse, e diegli un cal-
cio sì forte nel capo, che lo stese morto .
Ciò veduto, la volpe se ne andò e disse
Davvero! Ogni atomo che sa lettere non
é savio . Così là favola .
La volpe può di leggieri rappresen-
tare ai giorni nostri chi non sa di let-
tere, ma è fornito di un buon criterio, e
soprattutto di quella prudenza che vie-
ne da Dio e dalla Religione, la quale con-
siglia e guida saviamente in tutti i casi
della vita . Al lupo, che si picca del suo sa-
pere, possono rassomigliarsi coloro, che pa-
ghi della scienza profana punto non si cu-
rano nè di Dio nè di Religione, e quindi
senza una scorta sicura finiscono per dive-
nire le vittime dei tristi, e perdersi nel
tempo e nell'eternità . Il mulo poi raffigura
assai bene quei malvagi, i quali, giurata guerra
a Cristo e alla sua Chiesa, diffondono nel
mondo libri e fogli empi ed immorali , a-
prono scuole, piantano cattedre di pestilenza,
e seminano per ogni dove inganno, rovina e
morte .
A noi, che consacriamo la vita ad istruire i fi-
gli del popolo in cento e più case nell'an-
tico e nel nuovo mondo ; a noi, che coll'a-
iuto dei nostri Cooperatori e Cooperatrici o-

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gni mese spargiamo nelle città e campagne a
cento mila e cento fogli e libri d'istru-
zione ; a noi, ripetiamo, non garba punto
la morale, che dall'anzidetta favola, troppo
generalizzando, ne trasse la volpe ; ma con
tutti i dotti antichi e moderni dichiariamo
ancor noi che è assai meglio essere un
ignorante ma pio, che non un dotto ma
empio ; è assai meglio conoscere anche solo
il Catechismo cattolico, che non, coll'igno-
ranza di questo, possedere tutte le scienze
del mondo . Imperocchè la sola terrena
sapienza, sia pure la più sublime e pro-
fonda, come quella di Atene e della Roma
pagana, lascia cadere l'uomo nell'imo di tutte
le depravazioni, e caduto non vale a risol-
levarlo ; la sapienza invece del Catechismo
della Chiesa cattolica anche da sola lo trat-
tiene, o lo rimette nella via della giustizia
e dell'onore, lo rende onesto e morigerato,
utile a sè stesso, alla famiglia, alla patria . Di
ciò è mallevadrice la storia di diciannove se-
coli cristiani, in un colla quotidiana espe-
rienza . Perciò si studino pure e s'imparino
scienze ed arti, ma prima di tutto si studii e si
impari la scienza di Dio, e l'arte del buon
Cristiano. Senza di questo il mondo ricadrà
nelle antiche aberrazioni, ricadrà nell'abisso .
Oggidi questa scienza ed arte nella scuola
più poco s' insegna e ancor meno si pratica .
Orbene quale spettacolo ci presenta la ci-
vile società ? Il più desolante e spaven-
toso . Oh! davvero, che alla vista di tanti
delitti in questo secolo chiamato il secolo
dei lumi, si sarebbe tentati di sentenziare
colla volpe : Ogni uomo che sa lettere non è
savio . Ma no, il male non viene dalle let-
tere, ma da ben altre cagioni, la precipua
delle quali si è la mancanza d'istruzione e
ili educazione religiosa nella gioventù .
Cooperatori e Cooperatrici , e voi tutti,
cui è dato di trattare con giovani o dell' uno
o dell'altro sesso, cogliete tutte le propizie
occasioni per instillare nelle tenere menti le
verità del Catechismo, impreziosite dal san-
gue di Gesù Cristo . É questa la diga più
valida e più potente da opporre alla fiu-
mana di tanti delitti, che irrompe e dilaga
a rovina ; è questo il mezzo sicuro ed in-
fallibile per cessare tanti morali disordini,
vuotare o almeno scemare le prigioni, risto-
rare la famiglia, formare una società costu-
mata e tranquilla .
Maestri e Maestre, cui la Provvidenza af-
fida in quest'anno la coltura della prima età,
ricordate che la legge Casati, 13 Novembre
1859, la quale regge la pubblica istruzione
nel nostro Stato, è tuttora in vigore, e che
non può essere nè abolita nè autorevolmente
interpretata fuorchè dal Re e dalle due Ca-
mere. Ora questa legge nel suo articolo 315
prescrive l' insegnamento religioso nelle
scuole elementari inferiori e superiori . Il Re
Umberto I alla sua volta dimostrò ancor esso
il suo avviso favorevole a questo proposito,
poichè il 6 giugno 1878 con suo decreto
annullava la illegale deliberazione del Con-
siglio scolastico di Genova, che aveva ap-
provato l' abolizione del Catechismo nelle
scuole, pur decretata da quel Municipio . In-
stitutori e Institutrici, pubblici e privati, inse-
gnate adunque la Religione ai vostri alunni e
alle vostre alunne . Così prescrive la legge,
cosi decreta il Sovrano, cui devono piegare il
capo Consigli Scolastici, Provveditori, Ispet-
tori, Municipii e Delegati .
Padri e madri, a voi soprattutto incombe
l'obbligo di mostrare il più vivo interesse che
i figli vostri imparino il Catechismo . Se sono
scolari informatevi di quando in quando se
lo sanno, e fatevelo eziandio recitare in casa .
Qualora aveste la sventura di trovarvi in pae-
se, nelle cui scuole questo importante inse-
gnamento o non s'impartisca o venga trascu-
rato, in questo caso protestate, poichè ne
avete il diritto ; e frattanto fate voi da mae-
stri, assegnando ai figli e alle figlie vostre
una o più lezioni di Catechismo per setti-
mana . Questo fate parimenti se la figliuo-
lanza, per qualsiasi cagione, invece della
scuola debba frequentare la bottega o la cam-
pagna . Non mancate ad un tempo di man-
darli o condurli al Catechismo in chiesa,
ove si faccia . Ma nell'un caso o nell' altro
non vi rincresca di aggiungere stimolo col
fare loro un regalo, col fissare un premio,
quando sappiano a memoria in tutto od in
parte il Catechismo della Diocesi .
Nè vi entri in capo che questo sia per voi
una spesa sprecata ; che anzi sarà un largo
guadagno . Imperocchè le verità della fede,
per simili eccitamenti bene imparate nella
tenera età, non tarderanno ad esercitare il
loro benefico influsso sulla morale condotta
della vostra prole ; quindi il figliuolo dive-
nuto giovinotto e uomo fatto sarà alieno dal
giuoco, dalle partite e dai bagordi ; la figlia
crescerà amante del ritiro, contenta del suo
stato, e non punto ambiziosa ; e cosi o non
mai, o ben di rado vi accadrà di gettare
danaro per assecondarne i capricci . Altri-
menti di quali disordini non farassi capace
un figlio sul fiore de' suoi anni senza il freno
della Religione? Di quali e quante frascherie
non lascierassi riempire il capo una giovi-
netta, non informata per tempo alle massime
del Vangelo ? Ben lo sanno tanti genitori,
che da una figliuolanza irreligiosa ed im-

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morale ebbero depauperata la casa, ama-
reggiata la vita, e talora una morte precoce,
consunti da dispiaceri e angustie crudeli .
E tu finalmente, Gioventù diletta, tu fa da
senno . Secondo la condizione tua, attendi a
dirozzare la mente o collo studio o coll'ap-
prendimento di un'arte, onde campare ono-
ratamente la vita ; ma fa per tempo, in cuor
tuo, tesoro delle sante verità della Religione
cattolica ; amala ed apprezzala come il più
ambito retaggio dei Padri tuoi ; osservane
i salutari precetti con franchezza ed amore .
Chi sa a quali vicende andrà forse soggetta
la tua vita ! Ti farà buon viso la fortuna ?
E tu, se religiosa e timorata di Dio, non ne
abuserai a tuo ed altrui danno ; che anzi
servendotene in bene diverrai guida al cieco,
sostegno al debole, padre all'orfanello, e
acquisterai nome di benefica, benedetta in
vita ed in morte da Dio e dagli uomini . Sa-
rai sfortunata ? E allora la Religione, che ti
fu compagna ed amica nei verdi tuoi anni,
additandoti una vita immortale al di là della
tomba, ti sarà quaggiù di sollievo e di con-
forto, ti renderà esempio di rassegnazione
e di fortezza, ti allevierà nelle pene, ti a-
sciugherà i sudori della morte, e ti schiuderà
il Soggiorno dei Beati, dove ti attende una
indefettibile gioia .
Amabile Gioventù, ma inesperta e troppo
facile alla seduzione, si, ascolta la voce della
vera amicizia . Deh ! ti guarda da coloro,
che cercano di allontanarti da Dio e dalla
Chiesa ; da coloro, che attentano alla tua
fede e al tuo pudore . Non ti vinca curiosità
di leggere i loro fogli ; rigetta sdegnosa-
mente i loro doni ; fuggi, non ti appressare ;
poichè costoro sicut equus et mulus non
farebbero che calpestarti e darti la morte .
Cristiana, ed erano riusciti vincitori di un pre-
mio .
Or bene, a più splendida lode di quei cari fan-
ciulli, e a maggiore eccitamento di tutti, dall'appo-
sito Comitato fu deciso che la premiazione si facesse
in modo pubblico e solenne . Pertanto il 29 di detto
mese, giorno sacro all' Arcangelo S . Michele, che
già fecit victoriam in Cielo, il magnifico tempio
dei Padri Domenicani era splendidamente addob-
bato . Presiedevano alla funzione personaggi rag-
guardevolissimi, e in capo ai quali lo stesso Cardinal
Vicario . La folla era stragrande ; la gioia rag-
giante su tutti i volti . Fu davvero la festa del
Catechismo, gioconda, ordinata, solenne . Sua Ec-
cellenza Rev . ma Mons . Sallua Arcivescovo di Cal-
cedonia tenne un nobilissimo discorso sul vantaggio
del Catechismo , ascoltato dall' immenso uditorio
con profondo rispetto .
Venutosi poi all' atto della premiazione, tra ge-
nerali applausi fu proclamato Imperatore della
Dottrina Cristiana un cotal giovinetto di 11 anni,
per nome Giovanni Lucchetti, della parrocchia di
Santa Maria in Trastevere . Agli altri fanciulli ven-
nero conferite altre onorifiche dignità e premi ,
secondo il constatato merito di ciascuno . Alcuni
giorni dopo la solennità, il Santo Padre degnavasi
inoltre di ammettere alla sua presenza il piccolo
Imperatore , accompagnato dai condiscepoli Mi-
schini Giona e Perotti Augusto , primi Principi,
non che da altri che negli esami ebbero la carica
di Deputato, di Camerlengo e di Segretario . Sua
Santità li accolse con grande amorevolezza, ebbe
per tutti felicissime parole, e infine impartì loro
l' apostolica benedizione .
Applaudiamo di vivo cuore ai valorosi giova-
netti Romani, che meritarono sì splendida corona ;
applaudiamo a coloro eziandio, che promòssero la
bella festa, dando così un nobile esempio, il quale
se fosse imitato nelle scuole , nei Collegi , nelle
parrocchie, si verrebbe a porgere alla gioventù un
valido stimolo nello studio e nell' apprendimento
del Catechismo cattolico .
FESTA DEL CATECHISMO
A ROMA .
Sullo scorcio del mese di Settembre si celebrò
in Roma, nella chiesa di Santa Maria sopra Mi-
nerva, una festa delle più care e simpatiche .
Anzitutto si ha da sapere che in quella metro-
poli del mondo cattolico , per opera soprattutto e
per lo zelo efficace del Santo Padre Leone XIII,
sorgono e si mantengono molte scuole private per
la gioventù di ambo i sessi, affidate a maestri e a
maestre di buono spirito, che colla istruzione pro-
fana impartiscono di gran cuore e sodamente l'i-
struzione religiosa, base e colonna di ogni buona
educazione . Nel corso dell'anno scolastico circa
140 giovanetti di queste scuole edificanti sonosi
distinti tra gli altri per lo studio della Dottrina
NORME PER PROMUOVERE IL CATECHISMO .
Dagli Atti della prima adunanza regionale, te-
nutasi nei giorni 11 e 12 dicembre 1878 in Torino
dal Comitato Piemontese per l' opera dei Con-
gressi Cattolici, ci piace di riprodurre un estratto
riguardante il Catechismo . Quello che ivi si dice
dei Comitati e della Compagnia della Dottrina Cri-
stiana, i Cooperatori lo applichino a sè stessi, e
sotto la guida dei loro Decurioni, Capi e Direttori
potranno fare un gran bene .
« L' opera del Catechismo, così nei citati Atti,
deve appoggiarsi ai Comitati Parrocchiali, Dioce-
sani e Regionale . Questi Comitati hanno in or-
dine al Catechismo un triplice campo d' azione .
La parrocchia, la famiglia, e la scuola . Quanto
alla Parrocchia l' azione dei laici deve restrin-
gersi a coadiuvare quanto è più possibile lo zelo

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dei Reverendi Parroci . In molti luoghi già esi-
ste la Società o Compagnia della Dottrina Cri-
stiana . Dove manca, si promuova ; dove esiste, le
si accresca vita e vigore . Si procuri che siano
molti quelli, che si prestino per fare i Catechismi
ai ragazzi e alle ragazze . Sarebbe utilissimo che
ad ogni catechismo potessero trovarsi due cate-
chisti, uno per la spiegazione e l'altro per badare
alla disciplina ; ma per ciò occorre buon numero
di zelanti persone, che si prestino per l'impor-
tantissima opera di catechizzare i fanciulli . Con-
viene poi dare il maggior possibile splendore alla
premiazione dei fanciulli più diligenti . Ed a ciò
possono concorrere grandemente i laici , sia for-
nendo al Parroco danaro ed oggetti, sia interve-
nendo numerevoli e con solennità alla funzione .
Eguale solennità è opportunissima per le funzioni
della prima Comunione dei fanciulli .
« Quanto all' azione del Comitato nelle famiglie,
vi hanno mezzi indiretti , come è appunto l' at-
trattiva dei doni e la pubblicità e solennità data
alla premiazione ecc . , e mezzi diretti , che ri-
chiedono molto tatto , prudenza e circospezione .
Avuto l' elenco dei fanciulli, che frequentano il
Catechismo parrocchiale, non sarà difficile formare
quello delle famiglie, i cui ragazzi non vanno al
Catechismo . Allora bisogna trovar modo di avvi-
cinare amichevolmente quelle famiglie, conoscere
quelle persone che vi sono ben viste, e far loro
dire da queste una buona parola , invitarle alle
funzioni di premiazione ; usare insomma tutte
quelle industrie che la carità suggerisce : tra cui
è utilissima quella degli Oratorii festivi, ove col
divertimento i fanciulli trovano altresì la salute
dell'anima .
« Finalmente l'azione del Comitato riguardo
alla Scuola è doppia : 1° Conviene promuovere a
tutto potere quelle scuole private, dove s'insegna
a dovere e con serietà il Catcehismo ; 2° Riguardo
alle scuole pubbliche, dalle quali pur troppo l'an-
dazzo dei tempi tende a bandire il Catechismo ,
non v' ha che un mezzo per assicurarvelo, ed è
di concorrere numerosi e concordi alle elezioni
municipali per avere buoni Consiglieri. Nè giova
illuderci, se in parecchie città ed in molti comuni
di campagna l' insegnamento religioso è ancora
impartito, imperocchè la tendenza è di bandirlo,
e tosto o tardi vi si giungerà, se i Cattolici non
se ne preoccupano per tempo, con efficacia e co-
stanza . . . .
« Fin qui abbiamo parlato del cómpito del Co-
mitato della Parrocchia . Il Comitato diocesano ha
un campo assai più vasto . Nelle città , ove la
divisione per Parrocchie è meno sentita , è di
somma importanza promuovere quelle opere, le
quali, più che la divisione parrocchiale, conside-
rano i bisogni generali . E fra esse annoveriamo
principalmente le Conferenze catechistiche per soli
uomini, i Catechismi fatti con un certo apparato
esteriore pei giovanetti dell'aristocrazia e dell'alta
borghesia, le solenni premiazioni fatte dopo esami,
a cui concorrono come a bella gara i giovanetti
già premiati nelle diverse Parrocchie, gli Esercizi
Spirituali in apparecchio alla prima Comunione,
e via discorrendo . »
RELAZIONE DI D . ANTONIO ESPINOZA
intorno ad una Missione in Patagonia .
L'Eccellentissimo Arcivescovo di Buenos-Ayres
nella graziosa lettera che scriveva a D . Bosco,
in occasione della morte del compianto D . Bodrato,
da noi pubblicata nel numero precedente , tra le
altre cose diceva : « La S . V . si sarà rallegrata
per le notizie , che le ho fatto pervenire , della
Missione di Patagonia . » Con queste parole l'esimio
Pastore alludeva alla relazione , che D . Antonio
Espinoza, suo Vicario Generale, colà mandato in
sul principio dell'anno in Missione straordinaria,
gliene faceva per iscritto dopo il suo ritorno . Noi
crediamo ben fatto arricchire il nostro periodico
di questo documento ufficiale .
All' Eccell .mO Monsignor FEDERICO ANEYROS
degnissimo Arcivescovo di Buenos-Ayres .
Incaricato dall'Eccellenza Vostra Reverend .'n 0
della Missione nelle Terre Australi di questa
Archidiocesi, rendo conto di essa a V . E . R . ma
Il giorno 16 di gennaio dell'anno corrente partii,
dal porto della Bocca del Rio Chuelo, sul vapore
Santa Rosa, in compagnia di quattro Sacerdoti
Salesiani, un giovane loro allievo, e quattro Suore
dell' Istituto di Maria Ausiliatrice , e dopo un
viaggio regolare, giungemmo in Patagones il 20
dello stesso mese .
Premesso un triduo di preparazione, cominciai
in Patagones ad amministrare il Sacramento della
Confermazione, in virtù della facoltà, che dietro
domanda di V . E . Rev .ma, mi era stata conferita
dal Nostro Santissimo Padre, Leone XIII .
A cagion dell'estate (1) una gran parte della po-
polazione trovavasi dispersa nelle isole e nel
campo, e perciò determinai di recarmi a visitare
alcune isole , e poscia le popolazioni situate sul
territorio nazionale della costa del Rio Negro ,
fino al Rio Nauquén, onde dar tempo di ritornare
alle famiglie che stavano in campagna .
Invero, dopochè ebbi installato in Patagones il
nuovo Curato Salesiano D . Giuseppe Fagnano, ne
partii col Molto Reverendo D . Emilio Rizzo , il
4 di febbraio , e demmo una missione di otto
giorni alla popolazione chiamata Guardia Mitre .
Indi continuammo il nostro viaggio , fermandoci
qualche giorno in ciascuna popolazione delle spiag-
gie del Rio Negro, cioè nella nuova e vecchia
colonia Conesa, Choele-Choel, e Fiscomanocò, a
cento cinquanta leghe all'ovest di Patagones, quasi
già nel rio Nauquén . Vi ci fermammo una set-
timana, facendo quattro ore di Catechismo al gior-
no, e amministrando i Sacramenti . Benedissi pure
le bandiere del 5° e 7° di Cavalleria di linea,
il Cimitero e la Croce , che è finora la più a-
vanzata nel deserto .
Il martedì della settimana di Passione , 16 di
marzo, ritornammo a Patagones, ove celebrammo
(1) Il mese di Gennaio, che per noi è il cuore dell' in-
verno, per l'America del Sud è il forte dell'estate .

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la Settimana Santa con solennità non mai vista
colà, poichè non eranvi mai stati quattro Sacerdoti .
Vi distribuimmo in tal modo l'orario , che ter-
minati gli uffizi presso una popolazione , attra-
versavamo il Rio Negro, per andarli a celebrare
presso di un'altra ; di modo che tanto Patagones,
quanto Viedma, capitale della Patagonia, ebbero
una solennissima Settimana Santa .
Finito questo, andai a visitare la parte popolata
della Patagonia, insieme col medesimo D . Rizzo,
e facemmo circa cento leghe tra andata e ritorno,
traendo la nostra attenzione il gran numero di
uomini maggiori d'età, che si accostavano ai santi
Sacramenti . Tra questi vuolsi fare singolare men-
zione di un Indiano per nascita, ma cristiano, di
Chico, per nome Casildo, schiavo della rispetta-
bile famiglia dei Crespo , ed al quale nel censi-
mento fattosi quest' anno in Patagonia, si attri-
buiscono cento cinque anni di vita, Ebbi il piacere
di dargli la Cresima .
Questa Missione in Patagonia ci occupò tre set-
timane, e ritornammo a Viedma il 21 di aprile .
Là giunti, mi occupai dell'erezione della nuova
Parrocchia, ed il 24 di detto mese eressi, in nome
di V . E . Rev . ma la prima parrocchia, che mai
abbia esistito in Patagonia , nominando primo
Curato Vicario il Molto Reverendo Salesiano D .
Emilio Rizzo . Il giorno seguente si cantò la
Messa ed un solenne Te Deum di ringraziamento,
con l'assistenza di tutte le autorità , presiedute
dal signor Governatore della Patagonia , D . Al-
varo Barros, il quale per dimostrare il suo ag-
gradimento e il pregio in cui teneva il nuovo
Curato, lo nominò municipale, affidandogli la Di-
rezione di tutte le scuole della Patagonia, incarico
che fino a quel giorno aveva disimpegnato il mi-
nistro protestante di residenza colà .
Nei giorni appresso coi diversi Curati per-
corsi ambo le rive del Rio Negro per nove leghe,
che separano Patagones e Viedma dalla foce del
Rio stesso, amministrando i santi Sacramenti ai
loro fedeli .
Con queste escursioni fu terminata la mia Mis-
sione sulle due rive del Rio Negro, e quindi il
6 di maggio partii da Patagones col mentovato
Don Emilio Rizzo dirigendomi a Bahia Bianca,
dietro la scorta del maggior D . Ramon Perez ,
il quale ci colmò di gentilezze in quella traver-
sata di 75 leghe in mezzo ad un vero deserto .
Giungemmo a Bahia Bianca l' undici di mag-
gio con una dirotta pioggia , e diedi principio
alla visita canonica ed alla missione nella solen-
nità di Pentecoste, 16 maggio .
Questa missione, che durò 10 giorni , fu fre-
quentatissima . Di 1500 anime, quali conta la po-
polazione, si accostarono circa 1000 a ricevere i
santi Sacramenti .
Terminate le nostre fatiche tra quel popolo, ri-
tornò il Curato della Patagonia alla sua parroc-
chia, ed io mi diedi a visitare la campagna di
Bahia Bianca, in compagnia del sig . Curato Don
Enrico Levantini, e dei Reverendi vicini D . An-
gelo Inarcos e D . Pietro Ugoni , che ci presta-
rono preziosi servizi, conducendoci volontariamente
per le cinquanta leghe che percorremmo , a fine
di amministrare i santi Sacramenti ai contadini,
che non avevano potuto venire alla Chiesa .
Il 15 giugno segnò il nostro ritorno a Bahia
Bianca , e il 19 dello stesso m' imbarcai per
questa capitale in una nave a vela, per non aver
avuto altro mezzo di trasporto . Rimisi piede in
questa città il 29 giugno , dopo cinque mesi e
mezzo dalla mia partenza .
In si lungo tempo, oltre a 400 leghe di viag-
gio di mare, ne abbiamo fatte circa 500 per terra,
sempre a cavallo, se si eccettuano le 50 leghe
per la campagna di Bahia Bianca, dormendo tal-
volta, senz' altro tetto, che il cielo . Avemmo la
consolazione di celebrare, quasi tutti i giorni, il
santo sacrifizio della Messa , sull'altare portatile,
che avevamo con noi, ed amministrammo il bat-
tesimo a 566 persone, la Cresima a 3741, e be-
nedicemmo 89 matrimonii, come V . E . vedrà dalla
qui unita tavola sinottica .
Può V . E . Rev . ma esser soddisfatta per aver
messo in opera tutti i mezzi possibili per il bene
spirituale di quei suoi lontani figliuoli , poichè ,
nelle più che 500 leghe di territorio da noi per-
corso , non abbiamo incontrato nè capanna ,
tenda, che non visitassimo in suo nome .
Rimangono ora colà tre Sacerdoti Salesiani ed
un Catechista loro coadiutore , e quattro Suore
di Maria Ausiliatrice, per continuare il bene in-
cominciato, e conservar la fede in tanti cuori, che
la ricevettero per la prima volta . Tuttavia sono
ben pochi, per la immensa zona di terreno, sopra
cui ha da stendersi la loro azione benefica, e sgra-
ziatamente non possono per ora accrescere il per-
sonale per l'assoluta mancanza di soggetti .
Nonostante tutte le fatiche incredibili dell' E .
V . Rev,' per ottenere che l'eccellentissimo Go-
verno Nazionale continuasse l'assegno mensile per
le missioni , finora non si potè ottenere un cen-
tesimo, e così al mio partire, i Salesiani avevano
già dovuto contrarre un debito di più che 6,000
pesos, per soddisfare alle prime necessità della
vita, tanto per sè che per le Suore .
L'avvenire di questa Missione dipende dal pronto
invio di persone ; e poichè il Governo Nazionale
non presta aiuto, V . E . Rev .ma giudichi se non
sia il momento di far ricorso alla carità dei
fedeli, affinchè non muoia una Missione , da cui
si può aspettare tanto bene .
Nonostante questa infelice situazione , i Sale-
siani continuano a ricevere ragazzi nei Collegi ,
aperti da loro in Patagones e in Viedma, l'antica
Mercedes della Patagonia, e le Suore hanno più
di trenta ragazze nel loro Collegio di Santa Lu-
cia delle Indie in Patagones ; ma queste occupa-
zioni, del resto assolutamente necessarie in tali
centri di popolazioni, loro impediscono di scorrere
la campagna . Sarebbe necessario proporzionar loro
i mezzi per tener missionarii stabili, od almeno,
per ora , se ciò non è possibile , Sacerdoti che
visitino con qualche frequenza le popolazioni di
Fiscomanocó , a 150 leghe da Patagones, ad 80
da Choele-Choel, a 20 da Guardia Mitre, a 7 da
San Zavier, e a 40 da Conesa, dove sono fino a
700 Indii dell'antica tribù di Catriel , bramosi
di esser istruiti nella cristiana religione . Nel.

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passaggio potemmo istruire sufficientemente tre
principali Cacichi e loro famiglie, cui demmo il
battesimo, cresimammo, ed abbiamo uniti in ma-
trimonio ; ma è doloroso il pensiero che tante
fatiche sono al punto di perdersi per mancanza
di persone, che proseguano l'opera del missiona-
rio fra quelli Indii, si ben disposti alla vita cri-
stiana . La nuova parrocchia della Patagonia manca
di tutto, nè può sperare di provvedersi coll'aiuto
de'suoi buoni, ma poveri fedeli . Di questa scar-
sezza di mezzi si risente eziandio la povera pa-
rocchia di Bahia Blanca . Privato il Curato del
sussidio già accordatogli dall'Eccellentissimo Go-
verno Nazionale, e della pensione che gli conce-
deva il Governatore della provincia, trovasi talvolta
senza mezzi da far fronte alle prime necessità
della vita .
Non terminerò questa relazione senza compiere
un atto di rigorosa giustizia verso i Reverendi
Salesiani e il Curato di Bahia Blanca , ai quali
è dovuto il bene fatto in questa Missione, e senza
tributare il mio più vivo ringraziamento a loro,
ed a tutte le autorità civili , militari e maritti-
me, ai nostri compatriotti ed agli stranieri, che
niuno eccettuato, ci hanno albergato generosamen-
te, e colmati di attenzioni nella nostra lunga e
penosa spedizione . Voglia il nostro buon Dio ri-
compensarli di tanta carità .
Tal' è, Eccellentissimo Monsignore , la breve
relazione delle fatiche della nostra Missione . Dio
volesse, fossero accette a V . E . Rev .' n a, cui più
che ad ogni altro si pregano da Dio nostro Si-
gnore benedizioni di vita eterna, e da noi, e dai
buoni abitanti di quelle remote contrade .
Dio guardi V . E . Rev . ma
Buenos-Ayres, 5 Luglio 1880 .
TAVOLA SINOTTICA .
Battesimi, Cresime, Matrimonii fatti dal Pro-
curatore e Vicario Generale D . Antonio Espi-
noza, in compagnia dei Reverendi Salesiani,
D . Giuseppe Fagnano, Curato di Carmen di
Patagones, D . Emilio Rizzo, Curato di Vied-
ma, nella Patagonia , e del sig . Curato di
Bahia Bianca, Don Enrico Levantini .
Nella parrocchia del Tribunale di Pace di
Carmen di Patagones
Battesimi 16, Matrimonii 15, Cresime 1036 .
Nella parrocchia di Mercedes di Patagonia,
Tribunale di Pace di Viedma, Governo della Pa-
tagonia e territorio nazionale sopra il Rio Negro :
Battesimi 450, Matrimonii 46, Cresime 1677 .
Nella parrocchia e Tribunale di Pace di Mer-
cedes di Bahia Bianca
Battesimi 70, Matrimonii 28, Cresime 1028 .
Totale : Battesimi 566, Cresime 3741, Ma-
trimonii 89.
LETTERA PATAGONICA .
Abbiamo ricevuto poc' anzi dalla Patagonia la
seguente lettera, scrittaci dal sac . D . Giuseppe
Fagnano, capo della Missione Salesiana, stabilitasi
in Patagonia sul principio dell'anno corrente .
Patagones, 5 settembre 1880 .
CaRIssI:,Io D . Bosco,
Da questi ultimi confini della terra già le scrissi
più volte ; ma temo che, per causa degli scon-
volgimenti politici, succeduti quest' anno tra di
noi, le mie lettere siano andate smarrite . Ora
pertanto rompo nuovamente il silenzio, e le mando
questa mia, fiducioso che le pervenga . Essa le
darà un breve ragguaglio di quel poco, che abbiamo
fatto in questi mesi, e del molto che vi sarebbe
da fare .
In Patagones io mi trovo con D . Chiara e il
catechista Luciani . Don Rizzo trovasi in Viedma,
ossia Mercedes di Patagonia, in faccia a Patagones .
Con noi esercitano pure la loro carità quattro
Suore di Maria Ausiliatrice .
La scuola che vi abbiamo aperta è frequentata
da 48 giovanetti, e quella delle Suore da circa 40
fanciulle . Oltre a questa occupazione e alla col-
tura del popolo . attendiamo all'istruzione dei figli
e delle figlie degli Indiani, che vengono in paese
o per motivo di commercio, o per mettersi a ser-
vizio . Nell' occasione che lo zelante ed intrepido
D . Antonio Espinoza fu qui sul principio di que-
st'anno per amministrare la Cresima con facoltà
straordinaria del Santo Padre, venne pur confe-
rito il battesimo a più centinaia di persone . Or
dopo la partenza di Monsig . Espinoza ben cento
nuovi cristiani furono aggiunti all' ovile di Gesù
Cristo, sicchè cominciansi a vedere più copiosi i
frutti della santa Missione .
Ma affinehè questi vadano ognor crescendo sono
da promuoversi più altre opere e in più altri siti .
Io le dirò le cose principali, perchè la S . V .
possa conoscere meglio il bisogno e provvederci
d'aiuto .
Primieramente sarebbe da stabilirsi qui un
Ospizio pei poveri figli degli Indiani, i quali li
manderebbero volentieri per impararvi un'arte o
mestiere, e a leggere e scrivere . Un altro pari-
menti ne occorrerebbe per le ragazze . In questo
caso colla istruzione continuata noi potremmo fa-
cilmente renderli cristiani, ed anche capaci ad
aiutarci nella conversione dei loro parenti .
Un'altra opera, che frutterebbe immenso gua-
dagno di anime, si è la evangelizzazione dei sel-
vaggi, che abitano lungo le rive del gran fiume
Negro .
Vi è pure una colonia sul fiume Ciubut a due-
cento chilometri al sud del Rio Negro, intera-
mente composta d' Inglesi del paese di Galles,
Protestanti tutti, eccetto una quarantina che sono
Cattolici . Colà si portano gli Indiani per vendere
cuoi, pelli e lane, e per comperare zucchero, mate
e liquori . Vi si potrebbe fare molto bene, so-
prattutto per l'occasione propizia di poter trattare
cogli Indigeni, i quali pei loro commercio vi ac-
corrono da molte parti frequenti e numerosi .
Altro punto eziandio importante da prendersi
di mira è la Terra del Fuoco, abitata da mi-
gliaia di selvaggi, tra i quali pur troppo si tro-
vano già varii missionarii protestanti, che hanno
casa centrale nelle isole Maluine . Presto vi sarà
un vapore che farà viaggi periodici tra Buenos-

1.7 Page 7

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Ayres-Patagones-Ciubut-Santa Cruz, che é presso
allo stretto di Magellano .
Questi mi paiono i luoghi principali , ove po-
terci fissare con molta speranza di buon esito, per
la conversione di questi popoli infelici, ed anche
per impedire che gli eretici menino guasto in
queste povere anime .
Presentemente si sta studiando d'accordo col
Governo Argentino un progetto di colonizzare gli
Indiani ; sarebbe il mezzo più acconcio per ri-
durli a popolo cristiano e civile . Ma di questo le
parlerò un'altra volta .
Ecco, caro D . Bosco, quel poco che abbiamo
fatto finora, ed il moltissimo che vi sarebbe da
fare . Se la S . V . ci mandasse almeno dieci Sa-
lesiani e altrettante Suore di Maria Ausiliatrice,
noi potremmo dar vita a grandi opere . Ce li
mandi, o buon Padre , affinché tanta messe per
mancanza di operai non vada perduta . So bene la
grande difficoltà che si frappone . Anime corag-
giose, che verrebbero in nostro aiuto, non man-
cano, e la S . V . ne troverebbe molte tra i suoi
figli e tra le sue figlie ; ma difettano i mezzi ne-
cessarli per le spese occorrenti . Questa difficoltà
noi speravamo di poterla superare , se il nostro
Governo avesse mantenuta la promessa fattaci di
passarci un annuo sussidio per questa Missione ;
ma i rivolgimenti passati glielo hanno impedito, e
non sappiamo quando e se arriverà ad accordar-
celo .
Che cosa fare adunque ! A bisogni estremi,
estremi rimedii . Noi di qui ci adopreremo a prov-
vedere i mezzi di mantenimento, e perciò siamo
pronti a digiunare, a restringere il nostro scarso
vitto, a fare risparmii di ogni genere, a mettere
insomma in disparte quanto possiamo, per divi-
derlo insieme coi nostri fratelli e colle nostre so-
relle, che attendiamo ansiosamente . Ma Lei, si-
gnor D . Bosco, faccia appello alla carità dei Cat-
tolici di Europa, perché l'aiutino almeno a pagare
il viaggio fin qui ai nuovi Missionarii, e noi spe-
riamo di vederci esauditi . Ecché ? Sarebbe egli
vero che si possa raccogliere tra i cattivi tanto
danaro per impiantare in ogni dove opere inique
e distruggitrici della fede e della morale , e che
poi non se ne trovi tra i buoni per rassodare
un'opera di tanta importanza per la religione e
per la civiltà, quale si è questa nuova Missione
della Patagonia ? Sarà egli vero che in mezzo a
tante buone persone di ambo i sessi non si pos-
sano trovare i mezzi per salvare queste povere
anime redente dal sangue di un Dio ? E dovremo
noi vedere da una parte i Protestanti ad elargire
ingenti somme per inviare missionari ad innal-
zare in questi deserti il vessillo dell'eresia, e dal-
l'altro lato mirare i Cattolici a conservare negli
scrigni il loro danaro, e rifiutarsi dal consacrarne
una parte per diffondere la verità, o farla almeno
camminare di fianco all'errore ? Se ciò avvenisse,
noi poveri Missionari Cattolici ci sentiremmo co-
prire la faccia di rossore , e venir meno il co-
raggio . Ma no, questo non avverrà . Quello che
abbiamo fatto finora, lo abbiamo fatto perché aiu-
tati dalla carità cattolica ; e quello che faremo,
il faremo ancora coll' appoggio della medesima .
Lei, sig . D . Bosco, la invochi a nome di questi
infelici popoli ; la invochi a nome dei suoi figli
sparsi in queste ultime plaghe della terra, e Dio
ci aiuterà .
Mi usi poi la carità, caro D . Bosco, di scri-
vermi due righe, o farmele scrivere in nome suo .
Lontani circa 8 mila miglia dalla patria, ella
può ben immaginare la dolce consolazione, che ci
arreca una letterina di chi tanto ci ama, ed al
quale portiamo si grande amore .
Addio, caro D . Bosco . Chi sa se potrò ancora
baciarle una volta la mano? Tanto lontano, e in
proeinto di allontanarmene ancora di più per la
mia Missione, temo di non rivederla mai più .
Questo riflesso talora mi affligge ; ma tosto mi
conforto pensando che giorno verrà, in cui mi
sarà dato di rivederla in Cielo e per sempre .
Accolga i rispetti miei e quelli de' suoi figli e
figlie, qui residenti, che godono tutti buona sa-
lute .
Le Suore le scriveranno anche esse . Di loro
debbo dire che lavorano con un coraggio virile,
e sono amatissime dal popolo .
Preghi per noi , o carissimo Padre, e faccia
pregare ; e noi dal canto nostro le promettiamo
che, occorrendo, ad esempio del compianto nostro
D . Bodrato, per Dio e per le anime daremo la
vita .
Suo af' mo figlio in Gesù e Maria
Sac . GIUSEPPE FAGNaNO .
STORIA DELL'ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES
CAPO XXIII .
Opera del danaro di S. Pietro - L'obolo degli
artigianelli - Discorso di un giovanetto -
Inno a Pio IX - Parole del Marchese Cavour
- Sentimenti del Papa - Lettera del Nunzio
Apostolico - Offerta dei giovani dell'Oratorio
di S . Luigi - Battaglia di Novara - Abdica-
zione di Carlo Alberto - Una lettera di que-
sto principe.
Al Papa, come a Padre di 300 milioni di Cat-
tolici sparsi sulla faccia della terra, anzi come a
Maestro di tutti i popoli, tocca di provvedere ad
innumerevoli bisogni spirituali e temporali (1) . Per
tacere di altri, egli deve provvedere a molte sa-
cre Congregazioni di Cardinali e di Prelati, delle
quali si serve per discutere e disbrigare gli af-
(1) Secondo i ragguagli più precisi e recenti che si co-
noscono oggidì, la popolazione del globo è di un bilione,
quattrocento cinquantacinque milioni, novecento venti tre
mila, e cinquecento (1, 455, 923, 500) . Essa è distribuita
per le varie parti della terra nella seguente proporzione
Europa
315, 929, 000 .
Asia
834, 707, 000 .
Africa
205, 679, 000 .
America
. 95, 495, 500 .
Australia e Polinesia . 4, 031, 000 .
Regioni polari
0, 082, 000 .
Di tanti uomini, che abitano la faccia della terra . ap-
pena un quinto si trova nella vera Religione, che è la Cat-
tolica . Oh ! imperscrutabili giudizi di Dio

1.8 Page 8

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fari risguardanti a tutta la Cristianità ; provve--
dere al mantenimento dei rappresentanti presso ai
Governi del mondo a protezione dei rispettivi fe-
deli loro sudditi ; provvedere all'invio e sosten-
tamento dei Missionarii nelle varie parti della
terra, dove ancor non si conosce il vero Dio, nè
si gode il benefizio della divina Redenzione e della
cristiana civiltà ; provvedere insomma a cento, a
mille necessità, che troppo lungo sarebbe il qui
enumerare .
Il Papa Pio IX, essendo stato costretto ad esu-
lare da Roma e privato di ogni suo avere, si
trovò nella impossibilità di sopperire a tutte que-
ste spese con grave danno delle anime . Il Re di
Napoli Ferdinando II gli dava bensì in Gaeta
larga e generosa ospitalità ; ma quel Principe non
avrebbe potuto sobbarcarsi a tutti gli aggravii
richiesti pel buon governo della Chiesa univer-
sale ; nè per altra parte pareva conveniente che
il peso pel decoroso mantenimento dello stesso
Pontefice gravitasse sopra di uno Stato solo . Il
perchè appena venne rilegata questa condizione di
cose, i Vescovi di Francia e poi del resto della
Chiesa cattolica fecero ricorso alla carità dei fe-
deli, e li esortarono che come amorose pecorelle
sovvenissero con elargizioni al Supremo loro Pa-
store . La fede e la pietà cristiana risposero ben
tosto all' appello dei Prelati, e in breve tempo
eccitossi in ogni ceto di persone una nobile gara
in favore del Papa . Alla Francia vennero ad u-
nirsi la Spagna, il Belgio, la Germania e in ap-
presso sin le Americhe, l'India, la Cina ed altre
remotissime parti dell'Orbe cattolico . Per questa
guisa ebbe origine l'Opera del così detto Denaro
di S . Pietro in questi ultimi tempi, la quale mentre
somministra al Sommo Pontefice i mezzi opportuni
per tenere relazione con tutti i popoli del mondo,
per far sentire l' influenza benefica dell'alto suo
apostolato sino agli ultimi confini della terra, e
per correre in aiuto agli immensi bisogni spiri-
tuali e temporali di tutta la famiglia cattolica,
serve eziandio di splendida manifestazione di fede
e di amore alla Sede di Pietro .
L'Italia nostra, quantunque in quest'anno, 1849,
fosse pressochè tutta sconvolta dalle orde mas-
soniche , non poteva rimanersi dal concorrere ad
un'Opera cotanto egregia . Il Piemonte soprattutto
gareggiò colle altre provincie sorelle, e porse una
non dubbia prova del suo inalterabile attacca-
mento al Vicario di Gesù Cristo . In Torino poi,
fin dal principio del mese di febbraio, alcuni pii
e zelanti Cattolici, ecclesiastici e laici, si costi-
tuirono in Comitato allo scopo di promuovere tra
i fedeli, e radunare spontanee offerte da deporsi
ai piedi del Sommo Pio . Il Comitato promotore
era composto di questi ragguardevoli personaggi
Marchese Gustavo Cavour : Marchese Lodovico
Pallavicini-Mossi, Senatore del Regno ; Marchese
Birago di Vische ; Marchese Fabio Invrea ; Teo-
logo Guglielmo Audisio ; Teologo Avvocato Ce-
rutti e il Teologo Valinotti Canonico . Molti altri
buoni signori promuovevano pure nelle famiglie
quest'Opera medesima, e tra gli altri il Conte Ca-
millo di Cavour , fratello del Marchese Gustavo .
Conosciutasi nei nostri paesi la strettezza ed i
bisogni, in cui si trovava l'esule Pio IX, i fedeli
si recarono ad onore di correre in suo aiuto, e
non solo i ricchi, ma i poveri eziandio vi con-
tribuirono, offrendo il frutto delle loro fatiche e
il risparmio dello scarso lor vivere . In quell'oc-
casione ancor noi, stimando alta ventura il poter
dare un segno di venerazione al Capo della Chiesa,
ci privammo volentieri di ciò che ci era quasi
necessario alla vita , e facemmo una colletta da
mettersi nelle auguste sue mani . Il Comitato pro-
motore invitato da Don Bosco fu compiacente di
mandare al nostro Oratorio due dei suoi illustri
membri per riceverla in persona . I due delegati era-
no il Canonico Valinotti e il Marchese di Cavour .
Tra i nostri documenti abbiamo trovato copia del di-
scorso letto in quella circostanza da un giovinetto no-
stro compagno ; ed era concepito in questi termini .
ILLUSTRISSIMI SIGNORI,
« Appena giunse tra noi la nuova dolorosa che
il Santo Padre trovasi nelle strettezze, ne fummo
profondamente commossi . Cresceva vie più il no-
stro dolore al riflettere che la nostra posizione ci
impedisce di corrispondere all'inaspettato bisogno .
Ciò non di meno desiderosi di dare un segno di
stima e di figliale venerazione verso il Capo della
Cattolica Religione, verso il comune nostro Pa-
dre, il Successore di S . Pietro, il Vicario di Gesù
Cristo, abbiamo fatto i nostri sforzi : abbiamo
unito l'obolo del povero . Sono trentatre lire che
noi abbiamo raccolto ; somma di poco momento
per la sublimissima sua destinazione , ma che ci
farà degni di benigno compatimento, qualora si
consideri l' età nostra e la nostra condizione di
artigianelli e di poveri figli di famiglia .
« Signori, noi sappiamo che il vostro cuore è buo-
no, e che perciò vorrete gradire la tenue nostra of-
ferta, accertandovi che la nostra volontà farebbe
di più , se la impossibilità non glielo impedisse .
« Che se mai, continuava il nostro amico, che se
mai le nostre parole potessero in questo momento
essere intese dal Santo Padre, tutti prostrati ai
piedi suoi vorremmo ad una voce esclamare così
Beatissimo Padre, è questo il più fortunato mo-
mento di nostra vita : noi siamo un ceto di gio-
vanetti, i quali riputiamo a nostra più grande
ventura il poter dare un segno di venerazione a
Vostra Santità . Ci protestiamo vostri affeziona-
tissimi figli ; e malgrado gli sforzi dei malevoli
per allontanarci dall' unità cattolica, noi ricono-
scendo nella Santità Vostra il Successore di san
Pietro, il Vicario di Gesù Cristo, a cui chi non
è unito va eternamente perduto, e nell'intima per-
suasione che niuno da Voi disgiunto può appar-
tenere alla vera Chiesa, dichiariamo di voler vi-
vere e morire sempre uniti a questa Chiesa, di
cui Voi siete Capo visibile, offrendoci pronti a
spendere ogni nostro avere , ogni sostanza e la
vita medesima, per mostrarci degni figli di un
si tenero Padre .
Il nostro piccolo oratore conchiudeva il suo dire
così : «Voi intanto, o Signori, gradite queste sempli-
ci si, ma sincere espressioni del nostro cuore, e la
grande vostra . bontà supplisca alla insufficienza no-
stra . »

1.9 Page 9

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Finite queste parole, un drappello di giovani
con voce argentina cantava a Pio IX l'inno se-
guente, che loro aveva fatto imparare l'operoso
Teologo Giacinto Carpano .
Siccome in Gerosolima
I perfidi Giudei
Il Signor nostro accolsero
Fra canti e fra trofei,
Poi crudelmente in croce
Dannatolo a morir
Godean fargli atroce
Lenta agonia soffrir ;
Ahi! così pur di perfidi
Un stuol scelesto e rio
L'anima santa e angelica
Amareggiò di Pio ;
Ier d'armonie leggiadre
Tutto echeggiava il ciel,
Oggi quel caro Padre
Abbeveran di fiel .
Pur non temiamo - Sbattere
La nave tua celeste,
O Santo Padre, possono
Del mondo le tempeste ;
Ma disse a Te l'Eterno :
Per affondarla invan
Con gli empi e con l'inferno
Congiurerà Satan .
Superbo è chi ti giudica,
Chi ti condanna insano,
Niun sulla terra uguagliasi
Al tuo poter sovrano,
Dio sol, Dio sol t'impera ;
Quai figli innanzi a Te
Piegano la fronte altera
Imperatori e Re .
La nostra offerta accompagnata dal riferito di-
scorso e dal nostro canto toccarono sì al vivo il
cuore dei membri del Comitato, che ne rimasero
altamente commossi . Essi ci volsero alcune fer-
vide parole di lode e di eccitamento, e fattisi ri-
mettere copia di tutto, nel licenziarsi da noi dis-
sero : « Questi generosi sentimenti meritano di
venire a notizia del Santo Padre, e lo verranno . »
Intanto il Marchese Cavour, essendo in quel
tempo collaboratore del giornale cattolico L'Ar-
monia, dava contezza del fatto, pubblicando in
lode del nostro Oratorio un importante articolo,
che crediamo pregio dell'opera il qui presentare
ai nostri lettori .
« Nel più povero, così il Cavour, nel più po-
vero dei sobborghi di questa metropoli, abitato
quasi esclusivamente da operai, che campano col
prodotto delle loro giornaliere fatiche, e che tro-
vansi spesso ridotti a vera miseria in seguito ad
una infermità od a mancanza di lavoro, sorge da
qualche anno una di quelle opere di beneficenza,
di cui lo spirito cattolico è sorgente inesausta .
Un zelante Sacerdote ansioso del bene delle anime
si è consacrato intieramente al pietoso uffizio di
strappare al vizio, all'ozio e all' ignoranza quel
gran numero di fanciulli, i quali abitanti in quei
contorni per le strettezze o l'incuria dei genitori
crescevano pur troppo sprovvisti di religiosa e
civile coltura . Questo ecclesiastico , che ha nome
D . Bosco, prese a pigione alcune casuccie ed un
piccolo recinto, si è recato ad abitare in quel sito,
e vi ha aperto un piccolo Oratorio sotto l'invo-
cazione del gran Vescovo di Ginevra, s . France-
sco di Sales. Egli ha cercato di attirarvi quei
poveri giovani, che dapprima trovavansi negletti
e derelitti ; nel semplice e modesto Oratorio egli
distribuisce loro quella istruzione, che sopra tutte
le altre discipline è sola necessaria, l'istruzione
religiosa ; egli li accostuma a praticare i loro do-
veri, ad esercitare il vero culto di Dio, a con-
vivere amichevolmente e socievolmente l'uno col-
l'altro . Accanto all'Oratorio si trovano scuole, in
cui s insegnano a quella gioventù i primi ele-
menti delle lettere e del calcolo ; vi è pure l'ac-
cennato recinto, in cui i giovanetti nei giorni fe-
stivi e nelle ore di ricreazione si sollevano con
giuochi innocui e con innocenti trastulli, passando
quel tempo nell' onesta allegria , che tanto giova
alla sanità del corpo e della mente, specialmente
in quella tenera età . In mezzo ad essi trovasi
ognor D . Bosco, il quale è costantemente ad essi
maestro, compagno, esemplare ed amico .
Si vedono solitamente nei giorni festivi da
quattrocento giovanetti riuniti in quel sito, che
non presentando all'esteriore verun'apparenza, ri-
mane da molti inosservato, mentre il bene che vi
si fa è immenso . Tutti quei ragazzi, i più dei
quali sarebbero cresciuti nell'ignavia e nel vizio,
s'incamminano alla virtù e al lavoro . Infatti il
loro zelante precettore ed amico cerca per essi
con tutto impegno qualche onesto artiere, che con-
senta di accettarli presso di sè a tirocinio dell'arte
sua ; e l'essere un ragazzo proposto da D . Bosco,
come un suo alunno, presenta ai padroni di bot-
tega una guarentigia di moralità, che gli rende
facili ad accoglierlo presso di loro, onde avviarlo
nell'esercizio della propria professione . Così da
quel semenzaio di onesti operai escono ogni anno
in buon numero adolescenti, che sono in caso di
provvedere ai proprii bisogni, e che conserve-
ranno, giova sperarlo, nel lungo decorso della loro
vita l'abito di quella moralità, a cui i loro teneri
anni furono informati .
Aggiungiamo ancora che, trovandosi spesso
fra quei poveri giovani chi per la morte o la ro-
vina dei proprii genitori cade in assoluto abban-
dono, parecchi di questi vengono anche ricoverati
in alcune camere esistenti in quelle povere ca-
succie sovraccennate , e vi ricevono pure il loro
sostentamento pel tempo del loro tirocinio, finché
col frutto del loro sudore possano essi medesimi
mantenersi .
In questo albergo di beneficenza recavansi il
giorno dell'Annunziata due membri del Comitato
dell'Opera del Danaro di s . Pietro, colà chiamati
dal benemerito fondatore di quell' Oratorio . Trat-
tavasi di ricevere un' oblazione, che quei buoni
ed esemplari giovanetti avevano disegnato di fare
per l'opera medesima . Edotti essi dei luttuosi
eventi di Roma, e dell'essere il Padre comune
dei fedeli ridotto alla condizione di esule, vollero
spontaneamente concorrere col loro obolo ad in-
grossare quel tributo di figliale venerazione, che

1.10 Page 10

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a Torino si vuol raccogliere per deporlo ai piedi
del Vicario di Cristo .
Entrati i delegati del Comitato nel modesto
recinto, ove tanto bene si va compiendo, essi ven-
nero dal Direttore accolti colla più squisita cor-
tesia ; quindi non senza viva commozione del loro
cuore essi si videro accerchiati da quei ragazzi,
che in aria festiva loro fecero bella e lieta co-
rona .
Due di questi tosto si avanzarono, e mentre
l'uno sopra di un desco presentava i trentatre
franchi raccolti in mezzo a loro, l'altro pronun-
ziava un semplice, ma ben sentito discorso, di
cui presenteremo uno squarcio ai nostri lettori . . .»
Qui l' illustre scrittore riporta una parte del
discorso sopra riferito e poi prosegue
Una soave e dolce commozione si faceva sen-
tire nell'animo dei delegati nell'udire queste pa-
role, pronunziate con aria intelligente e con voce
esprimente l'affetto da un ragazzino, il quale porta
le secchie di calcina e i mattoni pel servizio dei
muratori, ma nondimeno mostra di provare ve-
ramente sensi così nobili e generosi . Essi rispo-
sero alcune brevi parole dichiarando a quei gio-
vanetti, che si gloriavano di averli socii in un
atto, che è una professione di quella fede catto-
lica, che tanto sublima l'uomo in qualunque stato
e condizione egli si trovi . Richiesero quindi il
giovane oratore di una copia del di lui discorso,
e quella copia fu in seguito consegnata al Nunzio
Apostolico, che ne mostrò singolare gradimento,
e si protestò di volerla inviare al Cardinale Pro-
Segretario di Stato del Sommo Pontefice , come
testimonianza di sensi, che riescono altamente
commendabili, se si riflette alla posizione e agli
antecedenti di coloro che li manifestarono .
Noi poi dal canto nostro abbiamo creduto do-
vere alquanto dilungarci nel recare alla cogni-
zione del pubblico un fatto, che ci sembra degno
di essere altamente commendato » (1) .
Così conchiudeva il Marchese di Cavour la sua
relazione sulla povera, ma affettuosa nostra of-
ferta, che inviata a Gaeta tornò al Santo Padre
di sommo gradimento . Persone che raccolsero le
sue espressioni riferirono la cosa con queste pa-
role : « L'offerta di trentatre lire fatta da gio-
vanetti, e le espressioni semplici e sincere che
l'accompagnavano commossero il tenero cuore di
Pio IX . Prese egli la somma e lo scritto che le
andava unito, ne fece egli stesso un pacco, vi
scrisse sopra la provenienza, e disse che voleva
farne un uso particolare . Quindi dava ordine a
Sua Eminenza il Cardinale Antonelli di scrivere
una lettera al Nunzio in Torino, onde venisse par-
tecipata agli offerenti la pontificia soddisfazione .
Difatto poco dopo Mons . Antonucci indirizzava a
D . Bosco una lettera di questo tenore .
MOLTO REVERENDO SIGNORE,
Rassegnando a Sua Santità per mezzo dell'E-
minentissimo Cardinale Antonelli Pro-Segretario
di Stato un'altra somma del Danaro di san Pie-
tro, rimessami dagli Ill .mi Signori D'Invrea e
Cavour in nome del Comitato stabilitosi a tale
oggetto in questa città di Torino, mi permisi di
far rilevare, tra le altre, l'oblazione dei suoi gio-
vinetti in lire trentatre, non che il sentimento
che espressero nel consegnarli al Comitato anzi-
detto .
« La prelodata Eminenza Sua riscontrandomi in
proposito in data del 18 del mese scorso si compiace
apprendermi, che una dolce emozione si è destata
nell'animo del Santo Padre all' affettuosa e can-
dida offerta di poveri artigianelli, ed alle parole
di tenera divozione, onde vollero accompagnarla .
« La prego perciò di far loro conoscere quanto
mai sia stata accetta al Santo Padre tale obla-
zione, ritenendola preziosissima perché offerta dal
povero, e quanto sia lieto di vederli così per tempo
nudrire sentimenti di ossequio sincero verso il
Vicario di Gesù Cristo, presagio non dubbio delle
massime di Religione impresse nella loro mente .
« A pegno pertanto di paterna benevolenza Sua
Santità comparte di tutto cuore a Lei e a cia-
scuno dei giovanetti suoi alunni l' apostolica Be-
nedizione, nel mentre che io coi sensi di distinta
stima e sincero attaccamento ho il bene di ras-
segnarmi
Torino, il 2 Maggio 1849 .
A . B . Arcivescovo di Tarso
Nunzio Apostolico . »
Ognuno può di leggieri immaginarsi la conten-
tezza, da cui fu compreso il nostro cuore alla let-
tura di questo scritto, che ci dava a vedere come
il Papa tra le immense sollecitudini pel governo
di tutta la Chiesa, e in mezzo alle pene e ai tra-
vagli del suo esiglio, aveva avuta l'alta degna-
zione di volgere un pensiero alla nostra pochezza .
Quindi un raggio della più viva gioia brillò in
quel momento sulla nostra fronte, e un grido fra-
goroso di Viva Pio IX echeggiò ripetutamente
in tutto il nostro Oratorio .
Diremo a suo tempo l'uso che il Santo Padre
si degnò di fare della nostra offerta , porgendoci
occasione di celebrare una solennità memoranda .
La mentovata nostra offerta con l'ultima parte
del recitato discorso venne eziandio registrata nella
Storia Ecclesiastica dell' abate Rohrbacher , dove
l'autore, dopo aver raccontato alcuni slanci com-
moventi di povera gente verso il bisognoso Pon-
tefice, fa precedere queste parole al fatto che ci
riguarda . « . . . . Più grande ancora , egli scrive,
è il fatto di certi giovani poverissimi e artigiani
di professione , che economizzando ogni giorno
qualche soldo pervennero a mettere insieme la
piccola somma di trentatre franchi, e la mandarono
ai capi dell'associazione con una lettera da inte-
nerire » (1) .
Somma uguale alla nostra e accompagnata quasi
dalle stesse circostanze veniva pur raccolta nel-
l'Oratorio di S . Luigi Gonzaga, dove quali coo-
peratori di D . Bosco si prestavano parecchi esem-
plari Sacerdoti Torinesi . A questo proposito ci piace
di riprodurre parte di un articolo, che in quel-
(1) Vedi N° 40 dell'Armonia, anno 1849.
(1) V . vol . XV, edizione sesta italiana,lib . 91, p . 558 .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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l'anno stesso vedeva la luce nel N° 53 del citato
periodico .
• Un dotto e pio collaboratore , nel N° 40 di
questo giornale, ha già richiamata l'attenzione del
pubblico sull' Oratorio di S . Francesco di Sales,
fondato in Torino dall'egregio Sacerdote D . Bosco,
che animato dalla più perfetta carità dedicò tutto
se stesso alla istruzione ed educazione dei pove-
relli . L'utilità di quest'ottimo istituto non tardò
a farsi conoscere, ed umili, savi, santi Sacerdoti
non mancarono di unirsi al fondatore per propa-
garne l'idea ; fondarono nuove case ; raccolsero
intorno a sè i poveri fanciulli e adulti, e prepa-
rano così alla società migliori uomini, sollevan-
dola di molti altri, che incamminati per una via
sinistra danno poca speranza del loro avvenire .
« Santa missione ! nell'esercizio della quale il
Sacerdote é coronato di tutto lo splendore del suo
carattere, ed imita più dappresso il nostro Re-
dentore, il quale davagli questo esempio, compia-
cendosi di stare in mezzo ai fanciulli, e si la-
gnava se alcuno avesse cercato di allontanarli
da Lui .
« Sono cari a tutti i buoni per questo motivo
i nomi del T . Vola, T . Borelli, T . Carpano e di
D . Ponte, i quali circondati nei giorni festivi da
più centinaia di questi ragazzi li educano reli-
giosamente e civilmente in una piccola casa del-
l'istituto presso la villa reale, il Valentino .
« Invitati a raccogliere dalle mani di quei buoni
giovanetti le offerte, che vollero spontanei tribu-
tare all'esule Pontefico abbiamo provata la più
soave delle commozioni, ed ammirato l' ordine e
la docilità, che osservano quei ragazzi nelle loro
ricreazioni coi Superiori . Gradita una tale offerta
sarà per certo al Beatissimo Padre , e la Bene-
dizione di Lui scendendo su di essi farà si, che
crescano in virtù e sapienza .
Visitino i democratici questi luoghi, dove la
pietà cristiana opera incessantemente la RIFORMA
della società ; venano questi Sacerdoti che rinun-
ziarono ad ogni lusinghiera speranza della vita,
che tutto sacrificano per dare alla società migliori
cittadini, ed imparino che non le ciance, ma le
opere giovano ; e vedendo quanto paziente e dif-
ficile sia la missione dell'Educatore del popolo
sappiano profittarne . » Fin qui l'Armonia di quei
giorni .
Intanto il ventisei di marzo, all' indomani del
dì, nel quale noi davamo nell'Oratorio un sincero
attestato della devozion nostra all'augusto Esule
di Gaeta , pubblicavasi in Torino un ferale an-
nunzio, che ci arrecava un cordoglio indicibile, e
a parecchi traeva le lagrime . Il Re Carlo Alberto
alla testa di oltre a cento mila uomini era rien-
trato in campagna contro gli Austriaci per al-
lontanarli dall'Italia . Tutto faceva sperare che la
guerra avrebbe avuto pel magnanimo Principe
un esito felice ; ma dopo alcuni fatti d' arme
sul Ticino i Tedeschi, o per tradimento o per
incuria del generale Girolamo Ramorino, che do-
veva stare a difesa di un passo di questo fiume,
riuscirono a tragittarlo, e così, tramezzato l'eser-
cito Piemontese, capitanati dal maresciallo Ra-
detzky, marciarono contro al suo maggior nerbo
vicino a Novara . Quivi il 23 di detto mese i due
eserciti vennero ad una battaglia campale presso
un borgo chiamato la Bicocca . Si fecero da ambe
le parti prodigi di valore ; ma in sulla sera la
vittoria, stata sino allora disputata, rimase agli
Austriaci .
Durante il fiero combattimento il valoroso Prin-
cipe stava impavidamente esposto al pericolo per
animare i suoi . Vedute poi fallite tutte le sue
speranze, e conosciuta la necessità di una sospen-
sione d' armi, egli, per facilitare al suo popolo
una più onorevole pace, volle consumare la sua
carriera con un nuovo sacrifizio . Quindi in quella
sera stessa, circondato da' suoi due figliuoli, Vit-
torio Emanuele e Ferdinando, non che da'suoi
aiutanti di campo, abdicava alla corona in favore
del suo primogenito, che prendeva il nome di Vit-
torio Emanuele II . Dopo questo atto, egli abbrac-
ciò e baciò ad uno ad uno gli astanti, li ringra-
ziò dei servigi resi a lui e allo Stato, e dopo la
mezzanotte partì da Novara, accompagnato da due
soli domestici . In capo a pochi giorni si seppe
che era giunto in Oporto . città marittima del
Portogallo, da lui scelta pel luogo del suo volon-
tario esiglio . Ivi aggravato dal peso della sven-
tura e dall'incrudire di un'antica malattia, Carlo
Alberto, munito dei conforti della nostra santa
Religione, cessava di vivere il 28 luglio dell'anno
stesso .
Noi non possiamo nascondere che tutti questi
eventi ci addolorarono profondamente . Senza en-
trare né portare giudizio sopra fatti politici, di
cui punto non c'intendevamo, era cosa naturale e
pur doverosa che noi stimassimo ed amassimo un
Sovrano, che più volte ci aveva beneficati e pro-
tetti, allora soprattutto quando il Vicario di To-
rino e la Ragioneria minacciavano la chiusura del
nostro Oratorio ; Sovrano, che dal canto suo nu-
triva egregi sentimenti di cristiana pietà .
Una non dubbia prova dell'amor suo alla Re-
ligione cattolica venne testé alla pubblica luce,
ed é una lettera che Agli, non degenere dagli Avi
suoi, scriveva a Pio IX dalla città di Alessandria,
in data del 10 di settembre dell' anno 1848 (1) .
Eccone alcuni tratti, che svelano appieno l'animo
di quel Re .
SANTISSIMO PADRE,
«
I tempi sono divenuti malvagi assai , o
Padre Santo . Noi siamo veramente provati dai
castighi e dalla collera di Dio . Oh! quante volte
io avrei desiderato di aprire a Vostra Santità il
mio cuore, di confidarle le mie crudeli afflizioni
Ma avrei accresciute le pene sue proprie . Ora
però siamo giunti ad un punto così desolante per
la Religione, che non posso tralasciare di par-
larne a Vostra Santità . . . .
« Nemmeno la guerra ha potuto salvare il no-
stro paese, dando agli spiriti direzione più sag-
gia . Vostra Santità avrà saputo quanto si é fatto
presso noi contro la Religione e contro gli Or-
dini religiosi, mentre io era lontano da Torino .
(1) V. l'Aurora di Roma, N° 229, 7 ottobre 1880 .

2.2 Page 12

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Il mio cuore ne è straziato ! Padre Santo, il male
è sì grande, che a ripararlo i mezzi umani non
bastano ; ci occorerrebbe qualche grande grazia
del Signore, giacché questo male è generale, e
senza un miracolo di Dio non vi è nulla a sperare
quaggiù .
« Sono convinto di aver fatto tutto quanto ho
potuto per il bene della Religione e dei miei po-
poli ; ma ora non mi sento più assolutamente
disposto a fare il Re, e non aspetto che la fine
della guerra ed il momento nel quale sia sotto-
scritta la pace, per abdicare e ritirarmi in un
lontano paese a terminarvi i miei di nella oscu-
rità e nella pietà .
« Rinnovando a Vostra Santità le espressioni
della vivissima mia riconoscenza, la supplico di
accordarmi la sua santa benedizione ; le bacio i
piedi e col sentimento della massima venerazione
sono, o Beatissimo Padre,
Di Vostra Santità
Umil.°nO obbl .mo Servo e Figlio
CARLO ALBERTO . »
Un sovrano adunque, che si mostrava animato
da cotali sentimenti di religione e di bontà, non
poteva non essere venerato dai suoi sudditi fedeli
e dai suoi beneficati, tra i quali andavamo alteri
di annoverarci ancor noi . Quindi dopo la disgra-
zia toccata a Pio IX, niun'altra cotanto ci afflisse
quanto quella, che si aggravò sopra questo Prin-
cipe sfortunato .
BIBLIOGRAFIA
STORIA GRECA
DEL Sac . TEOL . GIULIO BARBERIS .
Molti sono i libri in cui viene travisata la sto-
ria con grave danno della fede e dei buoni co-
stumi . Perciò ci crediamo in dovere di raccomandare
ai nostri Cooperatori e Cooperatrici la diffusione
della Storia Antica-Greca del sac . Teol . GIULIO
BaRBERis, come quella che va scevra da ogni pe-
ricolo . E un' operetta pregevole sia pel metodo con
cui è trattata la materia, sia per la bontà della
lingua, sia soprattutto per la sodezza dei buoni
principii . Vagii rinomati periodici d'Italia tra cui
l'Unità Cattolica di Torino, l'Apologista di Mon-
dovì, l'Istitutore di Torino, e Scienza e Fede di
Napoli ne fecero già alti e ben meritati encomii .
Serve per libro di testo a coloro, che frequentano
la quarta classe ginnasiale, i quali devono istu-
diarla per soddisfare ai programmi governativi ;
serve eziandio per tutti quelli, che vogliono istru-
irsi nella storia antica con diletto e con profitto .
Si vende nella Libreria Salesiana in Torino
a L . 1, 40 .
favola . Se quello ha più importanza assoluta per
la materia, questo ne hn la parte sua di relativa .
per la maniera onde sopperisce ad un bisogno delle
scuole,e ripara ai gravi inconvenienti, che da molti
di siffatti libri derivano alla moralità dei giova-
netti studiosi . Il professore Fabre dottore in Let-
tere e solerte insegnante governativo , vista la
difcoltàdispegariclasic,specialmentpoeti,
nelle scuole, senza porre in mano ai discenti un
qualche libro di Mitologia , e d' altro canto ve-
dendo che essi libri o sono voluminosi troppo ep-
però cari, o piccolissimi epperò insufficienti , o
tradotti spesso male, o ridotti con poca esattezza
da lavori stranieri, o, cosa assai peggiore, quasi
tutti cosparsi di espressioni poco oneste o di
sconce vignette illustrative, compilò con diligenza
grande e con scelta giudiziosa un bel Dizionarietto
Mitologico di pagine 176 a doppia colonna , del
quale vagii giornali educativi italiani, ed alcuni
di Francia portarono giudizio molto favorevole .
Ci limitiamo qui a far cenno dell'elogio del Re-
visore Ecclesiastico Canonico Cavaliere Augusto
Berta, e di quello del compianto filologo P . Fan-
fani . Il primo fra l'altre cose dice « che egli non
» può non rendere la debita testimonianza di lode
» al giovane autore per la squisita delicatezza con
» cui seppe esporre , senza venir meno al suo
compito istruttivo, le materie non sempre per
» loro natura delicate, fra cui dovette necessaria-
» mente aggirarsi . . . » ; e il secondo dice : « E' un
» libro condotto con tutta diligenza e opportunis-
» simo nelle scuole . »
A tali giudizi ci associamo volentierissimo an-
che noi, invitando quanti son capi d'Istituto, Pro-
fessori di Lettere italiane e latine , e padri di
famiglia, amanti della sana istruzione dei loro a-
lunni e dipendenti, a provvedersi il Dizionarietto
Mitologico del Fabre, ove in bella forma, piccola
mole, e prezzo modesto troveranno abbondantis-
sima copia di mitologica istruzione .
Vendesi alla Libreria Salesiana , via Cotto-
lengo, n . 32, Torino, al prezzo di L . 1, 20 .
GRAZIA DI MARIA AUSILIATRICE .
Dal mese di Giugno in qua abbiamo ricevuto un
numero sterminato di racconti di nuove e pur se-
gnalate grazie, ottenute dai divoti fedeli di varie
diocesi d'Italia e di Francia per intercessione di
Maria Ausiliatrice, venerata in modo speciale nella
Chiesa a Lei dedicata in Torino, presso la nostra
Casa di S . Francesco di Sales . Quantunque sia
nostra intenzione di pubblicarne a suo tempo un
nuovo fascicolo, diamo tuttavia contezza di una
riferitaci poc'anzi da un buon parroco della dio-
cesi di Tortona , protestando di non darle altra
autorità che l' umana .
Retorbido 11 Ottobre 1880
LA FAVOLA Al SERVIGI DELLA VERITÀ .
REV .MO e CAR .` D . Bosco,
Abbiamo di sopra annunziato un buon libro
di Storia, e qui ci gode l' animo di annunziarne
un altro non meno buono , nel suo genere , di
Se ogni cristiano potrebbe nascondere quei fatti
che tornano ad onore suo, è però in dovere di rendere
note quelle cose, che possono ridondare a maggior

2.3 Page 13

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gloria di Dio e de' suoi servi , e principalmente
della madre di G . C . , Maria Santissima . Ecco
perché io m' accingo a descriverle una grazia
segnalatissima, ottenuta nel maggio scorso per
intercessione di Maria Ausiliatrice da un mio
parrocchiano .
Certo Matti Angelo , padre di numerosa ed
ottima famiglia, s' infermò gravemente di febbre
tifoidea . Il medico curante, che disperava della
di lui guarigione, consigliò la famiglia a chia-
mare altri medici, onde non gravitasse sopra di
lui solo la responsabilità, come egli disse . Ven-
nero da Voghera due distinti dottori fisici ,
i quali crollarono il capo , e dissero, che il caso
era molto grave . Questa frase, uscita da loro
più volte, prova che avevano una ben languida
speranza di guarigione . Appena dopo il consulto fui
chiamato a confessarlo , e compii il mio dovere .
Allora feci una calda esortazione alla moglie del-
l' infermo ed agli altri della famiglia, onde col-
locassero la loro fiducia in Maria Ausiliatrice , di
cui correva la festa all' indomani, e suggerii che
incominciassero subito una novena . Consigliai in
pari tempo alla moglie un voto di offerta alla
Chiesa di costì, se otteneva la grazia . Più tardi
dopo il vespero (era la domenica) ritornai dall'am-
malato, e trovatolo aggravatissimo lo persuasi a
ricevere il SS . Viatico in quella sera istessa . Ri-
tornando alla chiesa a quelli, che mi chiedevano
dello stato dell' infermo , io rispondeva che dai
tetti in giù io non aveva più alcuna speranza, ma
che aveva posto in Maria Ausiliatrice ogni fiducia :
vedremo se Essa vorrà esaudirci . E Maria ci e-
saudì in modo sorprendente .
L' indomani, 24 Maggio, festa di Maria Ausilia-
trice, appena celebrata la'Messa andai dall'infermo,
e con mia soddisfazione lo trovai tutto cambiato in
volto e senza febbre . Seppi da lui medesimo, che
quando bevette quell'acqua, in cui io aveva puri-
ficato le dita dopo averlo comunicato, egli provò un
interno sensibile ristoro . Aveva dormito tutto la
notte e non provava più alcun male . Era quindi
impossibile il non riconoscere l'intervento di Maria
Ausiliatrice, e feci proseguire la novena in rin-
graziamento della grazia ricevuta . Lo visitai alla
sera del giorno stesso, lo visitai al domani, ed egli
sempre affatto libero da ogni male . Il mercoledì poi
lo trovai alzato di letto e in piena convalescenza .
Ecco quanto he creduto mio dovere di notificarle
ad onore e gloria di Dio, e perchè tra i fedeli vada
sempre più crescendo la fiducia in Maria Ausi-
liatrice . Sta scritto di Maria : Qui elucidant me
vitam aeternam habebunt : quelli che mi onorano
avranno la vita eterna . Perciò spero che Maria
vorrà avere la bontà di tenermi conto di questo
poco che ho scritto di Lei, e mi farà provare il suo
potente patrocinio in vita ed in morte . Sia sem-
pre lodato Gesù Cristo e la sua Santissima Madre .
Ora più non mi rimane che raccomandarmi alle
sue valide preghiere, ed a quelle di tutta la nu-
merosa sua famiglia . Gradisca intanto i miei più
rispettosi ed affettuosi ossequii, e mi tenga per
Suo dev ."'° ed a/fez ."t° Servo e Coop .Ye
Prevosto D . Luigi BERRI .
GRAZIA OTTENUTA
per intercessione del Santo Padre Pio IX
Dal periodico il Divin Salvatore di Roma riportiamo vo-
lentieri il fatto seguente ad onore dell' immortale Pio IX
di Santa Memoria .
REVERENDISSIMO PADRE,
Spedisco alla V . R . la relazione seguente . Mi
sembra ch'essa porti tutti i caratteri del sopran -
naturale . Le verranno fornite quelle testimonianze
che crederà opportune . Ciò sarebbe per noi una
vera gioia, contribuire alla gloria del nostro ama-
tissimo Pio IX .
Lodovica Parisot, d'anni 38, era presa da una
paralisi generale cagionata da una malattia della
midolla spinale . Guarita per la prima volta ,
cadde di nuovo in uno stato assai più grave nel
Novembre 1868 . Da questo tempo in poi non poté
più, per così dire, abbandonare il letto . Fu por-
tata allo spedale di Santa Regina verso il fine del
1869 . Venne curata per circa sei mesi . L'arte
avendo esaurito le sue risorse, compresivi i mezzi
violenti, i medici l' abbandonavano intieramente .
In questo punto, cioè verso la metà del 1870,
l'inferma mangiava alquanto, quantunque il vo-
mito fosse frequente .
- Sul suo letto occupavasi in qualche lavo--
retto d' ago .
- Tre anni passarono in tale stato .
- Verso il 1874 la paralisi si manifestò uni-
versale ; le braccia e le gambe in completo tor-
pore ; impossibile alcun movimento ; i vomiti se-
guivano subito dopo il poco pasto, che prendeva
l'ammalata .
Ora ecco in quale stato veramente incredibile
passò gli anni 1875, 1876, 1877 e parte del 1878 .
La parte inferiore del corpo del tutto senza vita .
Le unghie dei piedi intatte durante tale spazio di
tempo furono ritrovate tali e quali : i piedi e le
gambe affatto contorte .
Nello spazio di tre anni niun' egestione . Un
fatto sì straordinario non potè non attrarre l'at-
tenzione delle infermiere, delle Suore e dei medici,
che finivano per dire si sarebbe più tardi venuto
in cognizione di secreti ancora sconosciuti, che spie-
gherebbero il fenomeno . Quelli domandarono di
fare l' autopsia del cadavere morta che fosse Lo-
dovica ; ciò che assai agognavano al punto di vi-
sta della loro curiosità .
La malata era divenuta cieca . Aveva la ma- .
scella contratta . Da un lato della bocca s'introdu-
ceva per mezzo di un cannello qualche poco di ali-
mento liquido, che rigettava quasi subito .
Durante questo stato di cose i medici facevano
le supposizioni le più inverosimili , cioè ch' ella
prendesse il cibo di nascosto ecc . ecc . cose tutte
naturalmente impossibili .
La vita ancora si manifestava da violenti dolori
della schiena, specialmente se si voleva muovere .
L' udito rimase sottilissimo fino alle ultime setti-
mane . La parola e l' intelligenza non furono mai
attaccate . Le mani incredibilmente attrappite .
Così stavano le cose quando il giovedì 16 mag-
gio 1878, la Superiora delle Suore di S . Vincenzo

2.4 Page 14

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de' Paoli propose d' incominciare una novena ad lezza diminuì, e dopo qualche giorno poté disim-
onore di Pio IX, per domandare, mediante la sua
intercessione, alla Madonna il fine d'un simile stato,
un soccorso, quantunque si stesse la povera Lu-
dovica assai vicina a morire .
Ma bisogna dire che la Superiora, la quale se-
condo me è una santa da fare miracoli , andò a
pegnare tutti i servigi ordinarii d' una fantesca .
Ecco, mio carissimo padre, la cosa in abbozzo .
Il giorno 25 maggio scorso, giorno dell'anniver-
sario, mi si parlò di questo avvenimento . Ho vo-
luto mi si raccontasse per disteso ; e glielo spe-
disco .
gettarsi ai piedi della B . Vergine e dirle con ac-
Tra due medici, l' uno afferma categoricamente
cento che Dio sempre ascolta : - O Maria, mia
buona madre, per la gloria del vostro servo Pio IX,
non ardisco domandarvi la guarigione di questa
figliuola, ma pure . . . pure . . .!!!
La novena consisteva nel dire un Pater , Ave,
il Memorare per tre volte, 0 Maria concepita
senza peccato ecc . e nove volte : Pio IX pregate
per essa .
Il venerdì 17, la malata poté fare la S . Comu-
che vi ha intervento divino , l' altro considera
l' inferma con uno stupore superstizioso , avendo
prognosticato che ciò non sarebbe per durare . L
certamente un onesto uomo , ma come tanti al-
tri attribuisce la cosa a ragioni occulte .
Al presente ho d' innanzi a me la malata che
sta benissimo . E una buona figliuola , semplice ,
pia , precisa nelle sue risposte e pronta nell' a-
dempire i suoi doveri .
nione, che da lungo tempo le era stata negata a
causa dei vomiti . - La mattina si passò bene ,
al pomeriggio vi fu aggravamento repentino del
male e si credé essere all' agonia . Sabato 18 fu
agli estremi . Si vegliò durante la notte attendendo
l' ultimo respiro .
Se V . R . giudicherà seria tal cosa metto a di-
sposizione tutte le indicazioni possibili . Non man-
cheranno testimoni degni veramente di fede .
Gradisca ecc .
firmato
T . FAGes . O . P .
Nella domenica 19, la tapina volle cambiare il
letto, operazione che da tre anni erasi resa im-
possibile, e di cui l' inferma non sapeva soffrire
neppure il pensiero a cagione delle sofferenze, che
il più piccolo toccamento le produceva nella parte
LA PATAGONIA
superiore del corpo, talmente che si era dovuto
anche rinunciare a muovere tampoco il suo letto j
e le Terre australi del Continente americano
ordinario .
Innanzi a tal desiderio della malata le Suore cer-
CAPO VI .
cavano qualche ripiego per non contrariarla .
Continua la storia dello stabilimento di Carmen .
Ma persistendo il desio, mentre le Suore erano
in cappella, l' infermiera prese la malata , il cui
La violenza e la tirannia riescono sovente a danno
peso era insignificante, e la cambiò di letto senza di chi le usa . Così fu dei soldati Argentini in
veruna difficoltà né dolori . - La Superiora le' Carmen, che ben tosto s'avvidero non potersi ri-
mostra di sgridare, indi volta l'attenzione a Pio IX, trarre dal paese conquistato, che stenti e miseria .
in cui ella aveva gran fiducia, appose alle membra Disertato il villaggio dagli abitanti impauriti,
malate alcuni pezzi delle vesti del Santo Ponte- abbandonata l'agricoltura, qual mezzo di sosten-
fice . La notte dalla Domenica al lunedì fu buona tamento sarebbe rimasto per avvenire al presi-
(da molto tempo ogni pena era svanita) . Il lunedì dio dei vincitori? Il comandante accortosi del
20 a mattina, l'inferma domandò della zuppa che grave pericolo, si ritirò a Buenos-Ayres, lasciando
inghiottì con avidità . D' allora in poi nessun vo- a sostituirlo uno de' suoi soggetti .
mito . Il martedì 21 mangiò carne ; le mani co-
Intanto gli sfortunati abitatori di quella terra,
minciarono a muoversi ; mercoledì 22 l' inferma costretti dall'indigenza, si diedero al commercio
poté l'arsi il segno della croce . Mangiò da sé . - cogli Indiani, fino allora tanto abborrito ; e fuvvi
Gli occhi s' aprirono d' innanzi alla fotografia di così uno scambio attivissimo di pellicce e di tes-
Pio IX che le si teneva avanti .
suti rceati dai selvaggi, e pagati con utensili ed
Naturalmente le preghiere continuavano ardenti oggetti d' ogni sorta , che i Carminesi avevano
e incoraggiate . - Giovedì 23 mangiò molto . E potuto involare alla rapina dei loro nemici . A
per la prima volta da tre anni ricominciarono le questo modo, in poco tempo la popolazione si
egestioni . Il venerdì 24 l'inferma s' alza, si mette venne di nuovo raccogliendo in paese, e riacqui-
le calze e fa qualche passo con qualche titubanza . stò una certa qual floridezza . Ma sopraggiunse
Sabato 25, chiusura della novena , le si portò la ben presto un nuovo disastro , che rimise a re-
Santissima Comunione con qualche solennità . La pentaglio l'esistenza della colonia . I soldati , che
giornata fu eccellente, l' inferma rimase lunga-
mente in piedi . Domenica 26 s'incominciò una
novena di ringraziamento (naturalmente veniva fe-
guardavano la terra pel Governo Argentino , si
ribellarono al governatore, e lo trucidarono ; quindi,
rivoltisi contro gli ufficiali , incrudelirono su di
steggiato Pio IX) . La malata fece la sua toeletta essi, abbandonandosi al sangue con selvaggia sfre-
per bene affin di andare in cappella, e poté quindi natezza , finché alcune schiere, mandate da Bue-
assistere ai vesperi ed al mese mariano .
nos-Ayres, li costrinsero a fuggire fra gli In-
Col lunedì 27 prese il suo tenore di vita che cas, dove continuarono la loro vita scapestrata e
dura ancora da un anno e più .
sanguinaria .
Fu presa per infermiera della. casa : la debo-
Tuttavia, con' una laboriosità commerciale in-

2.5 Page 15

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stancabile ed assidua, il paese di Carmen risol-
Conchiusa di fatto la pace del 3 ottobre 1828,
levossi ancora da questa scossa, e pervenne a tra il Brasile e Buenos-Ayres , la colonia rico-
così fiorente prosperità, che si videro in poco minciò a decadere, e le si presentò un'era novella
tempo accumulare e crescere ricchezze straordi- di calamità e di ruina . Gli Indigeni ripresero il
narie, sebbene basate sul mal acquisto di bestia- corso delle loro devastazioni , ed il terrore che
mi, che i selvaggi, per ingordigia di compenso, sparsero per lungo tempo sopra le due rive del
andavano predando nei paesi limitrofi . Né Dio Rio Negro fu tale, che un gran numero degli a-
permise che potessero a lungo e tranquillamente bitanti del Carmine andò a cercare nei dintorni
godere di questa fortuna, giacché un ufficiale Ar- di Buenos-Ayres la tranquillità, che non potevano
gentino, chiamato Pincheira, insieme colla mag- più godere nelle vicinanze degli Incas e dei Pa-
gior parte dei suoi soldati, abbandonò l'esercito, tagoni . Circa il 1840 , questo stabilimento , che
ed associatosi coi selvaggi ordinò una compa- ebbe tante vicende di benessere e di avversità,
gnia di circa trecento nomini , coi quali diedesi i si trovava nelle più deplorevoli circostanze . E
ad infestare le terre circostanti, recando gravis- anzi a temere la completa ruina di questa colo-
simo impaccio al commercio, e derubando i più nia, se il Governo di Buenos-Ayres non si dà
ricchi possedimenti . Accadde inoltre che la guerra premura di provvedervi, finché riesce possibile ;
fra Buenos-Ayres ed il Brasile facesse accorrere poiché anche ai nostri giorni il Carmine va man
al paese di Carmen, tenuto come terra fuor di I mano perdendo quel po' di prosperità, che gli era
contesa, una moltitudine di gente, in gran parte rimasta, ed il commercio vi si spegne quasi affatto .
venturiera, e carica di bottino predato per mare
Venendo Carmen a decadere interamente, scrive
e per terra, sui Brasiliani . Questi , irritati di il La Croix, i selvaggi della Patagonia , ormai
veder accogliersi in quella colonia gli oggetti, che sicuri dal contatto dei forestieri, campeggeranno
erano stati lor tolti , stabilirono di impadro- insolentemente nella dimora dell'uomo civile , e
nirsene , ed a quest' uopo inviarono alcune navi sospenderanno gli arnesi dei loro cavalli alle pa-
cariche di soldati, che scesi a terra vennero alla reti delle case cittadine . La distruzione della co-
volta di Carmen . Ma la lunghezza del cammino, lonia di Carmen sarà una vera perdita ai na-
l'ardore del sole estivo e la mancanza d' acqua vigatori e commercianti di Buenos-Ayres ; essa
affransero le forze dei Brasiliani, che abbattutisi renderà inoltre assai difficile ogni altro stabili-
coi nemici furono intieramente sconfitti . Molti di mento in quelle regioni .
essi, fra i quali il loro generale , rimasero sul
I provvedimenti che il citato autore crede ne-
campo ; gli altri colle loro navi furono fatti prigioni . cessari alla conservazione della colonia di Carmen,
Un anno dopo questa lotta si vedevano ancora e perciò al vantaggio commerciale della Repubblica
le pianure del Carmine coperte di ossa sparse, Argentina , oltreché pericolosi ed impossibili ad
e gli uccelli di rapina che si disputavano i brani usarsi senza spargimento di sangue, e senza con-
di carne seccati al sole . Erano i resti dei ca- traccambiare ai selvaggi quel terrore istesso, che
daveri Brasiliani , che i vincitori non avevano essi inspirano agli abitanti delle loro regioni, non
giudicati degni dell' onore della sepoltura . Pare varrebbero di per sé che a mantenere un punto
dei resto, che tale fosse il costume degli Ameri- commerciale d'importanza assai limitato e ristret-
cani, dopo una guerra accannita ; uso che si man- to, nel mentre che costringerebbero a star sem-
tenne in varie regioni ancora, ove è già penetrata pre in sull'armi fra mille pericoli e travagli . Ma
la civiltà . I campi di battaglia, dopo il conflitto, a chi considera la causa dell' umanità , a chi si
presentano l'aspetto di cimiteri sconvolti, spetta- solleva dalla gretta idea di razza, di paese e di
colo atto ad inspirare trista riflessione sulle violente gente, e ravvisa in ogni uomo, in ogni famiglia,
agitazioni, alle quali buona parte della società in ogni popolo un diritto naturale, indistruttibile
americana è tuttavia in preda .
alla giustizia, alla felicità cui aspira l'umana cre-
Intanto i Brasiliani, fatti prigioni nel combat- atura, il risultato dei mezzi sanguinarii può riu-
timento del Carmine, furono, per paura d'ingom- scire tutt'altro che soddisfacente . Con questi mezzi
bro, mandati a Buenos-Ayres a piedi, nella sta- i si dovrebbe vedere un' intera razza di esseri ra-
gione più calda dell'anno , e sotto la condotta di gionevoli al par di noi , esclusa per sempre dal
barbari ufficiali . Quei disgraziati percorsero ol- consorzio de'suoi simili, coi quali non verrebbe
tre a trecento leghe, per deserti aridi ed ardenti, ad avere altra relazione che di odio e d'inimici-
divorati dalla sete, sottomessi alle più dure pri- zia perenne . Eppure quei selvaggi, che a giudi-
vazioni, ed ai trattamenti più disumani . Un gran zio del senno profano, non sarebbero che nemici
numero amori nel cammino, altri sfiniti per la fa- pericolosi da combattersi', fiere crudeli da do-
tica, o indeboliti da malattie , non poterono se- marsi o distruggersi, o esseri incompatibili colla
guire i loro compagni, e vennero abbandonati in moderna civiltà , da ricacciarsi fra le gole roc-
quelle pianure inospitali . Questi barbari tratta- ciose delle Cordigliere o sugli eterni ghiacciai del
menti ci fanno vedere le terribili conseguenze mar polare , innanzi allo spirito infinitamente
delle passioni politiche e di nazionalità in cuori, misericordioso e benigno del Dio Salvatore, sono
cui la religione non freni e non riduca a miti anime preziose , che da una malvagità passata,
sentimenti colla carità cristiana .
rese forse meritevoli dell'abbiettezza, in cui ora
La prosperità del Carmine, che era smisurata- si giacciono, son tuttavia suscettibili di un risor-
mente cresciuta col frequente, affluire dei corsari gimento morale, e d'una santa aspirazione al fe-
e dei forestieri, doveva necessariamente ricadere, lice avvenire, che serba il Signore dei popoli ai
quando questi venissero a mancare .
suoi veri adoratori .

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L'ora di questo risorgimento avventurato pare
ormai segnata da Colui, che tutto guida con peso
e misura, soavità e fortezza . In questi giorni di
misericordia, si rileva in quei selvaggi un' incli-
nazione misteriosa , eppur forte ed espansiva, ad
abbracciare relazioni fraterne co' ministri del Dio
vivente ; una docilità consolante nell' ascoltarne
la parola di salute , e un vivo desiderio di en-
trare nel gregge di Gesù Cristo .
Forse il luogo più acconcio , non solo a co-
minciare, ma a tener viva e rendere efficace l'o-
pera della missione nelle desolate ed immense
regioni della Patagonia , si è appunto il villag-
gio di Carmen, dove i Patagoni mantengono tut-
tavia una traccia di commercio, e che può dirsi
perciò il passo d' incontro fra il mondo civile, e
gli ultimi resti della barbarie umana . I Salesiani
colà approdati sul principio del corrente anno ,
confidenti nell'onnipotenza di Dio, nell' interces-
sione della Celeste Ausiliatrice , avvalorati dalle
preghiere dei buoni , ed aiutati dai soccorsi dei
Cooperatori, dopo lunghi stenti e ripetute prove,
riuscirono già a stabilire due scuole, una pei ra-
gazzi, e l'altra diretta dalle Suore di Maria Au-
siliatrice, per le giovanette . Fra poco s'impian-
teranno due ospizi di carità pei figli e per le
figlie degli Indigeni , e così sempre più vivido
Parassi il raggio della speranza di potere , come
diceva il grande Pio IX, civilizzare e salvare la
Patagonia per mezzo dei Patagoni .
IL NUOVO PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA ARGENTINA .
Il telegrafo recò la notizia che il generale
Rocca venne eletto Presidente della Repubblica
Argentina . Il generale Giulio Rocca, d' origine
italiano, era da tempo preconizzato a si grande
carica, e la sua nomina fu accolta con molta sod-
disfazione . Ha 38 anni circa di età, possiede va-
ste cognizioni militari e politiche, e diede sem-
pre prove di grande patriottismo . E insieme con
lui che l'anno scorso i Missionari Salesiani e l'e-
gregio dottore Antonio Espinoza si avanzarono pel
deserto dei Pampas sino alle sponde del Rio Ne-
gro, sulle porte della Patagonia .
AVVISO AI COOPERATORI .
Arrivano non di rado all' uffizio del Bol-
lettino lettere di Cooperatori con reclami,
ora per numeri loro non pervenuti, ora
per inesattezza di nome, cognome, titoli e
luogo di dimora sulla fascetta dell' indirizzo .
Varie sono le cause che diedero origine a
questi dispiacevoli inconvenienti ; non ultima
delle quali si è la scrittura poco intelligi-
bile, con cui ci furono consegnate alcune
liste di nuovi associati .
A fine di evitare per l' avvenire cotali
inconvenienti, preghiamo i Cooperatori a
volercene avvertire con semplice cartolina
postale o con doppia, se bramano risposta,
e se la cosa dipende da noi, e non dagli
uffizi di posta, vi porremo rimedio al più
presto possibile . Li preghiamo altresì di
volerci indicare l'ultimo uffizio postale, donde
ricevono il Bollettino, e di scrivere quanto
riguarda all' indirizzo con carattere chiaro
e intelligibile .
Noi accettiamo poi con rispetto e con ri-
conoscenza tutte quelle ragionevoli osserva-
zioni e suggerimenti, che ci volessero fa-
vorire i nostri zelanti Cooperatori e massime
i Capi e Decurioni, per la regolare trasmis-
sione del periodico, e pel maggiore sviluppo
di questa Pia Associazione, affinché si possa
sempre meglio conseguire il fine, per cui
fu instituita ed approvata dalla Santa Sede .
INDULGENZE SPECIALI
poi Cooperatori Salesiani .
Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocefisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo senza
bisogno di Confessione e Comunione, purché sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-
dagnare ogni domenica, e _ nei giorni qui sotto
notati, purchè confessato negli otto giorni, e co-
municato visiti una qualche chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Dicembre .
3 . S . Francesco Zaverio, apostolo delle Indie .
8 . Immacolata Concezione di Maria Vergine .
16 . Primo giorno della Novena del SS . Natale .
21 . S . Tommaso Apostolo .
24 . Ultimo giorno della Novena e vigilia di Natale .
25 . Natività di N . S . G . C .
27 . S . Giovanni Apostolo ed Evangelista .
Con permesso dell'Aut . Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip. di San Vincenzo de' Paoli. Sampierdarena 1880 .