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DI S. AURELIO AGOSTINO
LETTERE XXXIII
TRADUZIONE E DICHIARAZIONI
DEL
SIC, GIOVANNI NESPOLI
Opera postuma
Sarà un elegapte volume iu-16° di pag . 300 circa L . 2 00
Sono 33 lettere, lavoro diligente ed assennato, a cui attese con amore il Prof .
D. Nespoli, che fu uno de' mìgliori insegnanti Salesìani . Sorpreso questi da morte,
or fa circa un anno, quando il lavoro era già al termine, un amìco suo le rac-
colse e ne curò la pubblicazione, la quale speriamo abbia a riuscir gradita, oltrechè
per l'eccellenza ìntrìnseca dell'opera, anche per la nitidezza de' caratteri e la bontà
partìcolare della carta . Noi vorremmo che queste lettere, nelle quali risplende
di tanta luce la sapienza del grande Vescovo d'Ippona, fossero nelle mani di
tutti, ma particolarmente degli insegnanti e de' loro alunni . Certo la lettura di
esse , quando sia fatta come si deve , cioè attentamente e ponderatamente,
gioverà in modo efficace ad informar la società in genere e la scuola in ispecie
al vero spirito cristiano ; gioverà nello stesso tempo al progresso reale degli studi .

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TORINO, S . Benigno Canav ., Lucca - LIBRERIA SALESIANA -- Spezia, San Pier d'Arena, ROMA
NOVITÀ VITA E SCRITTI DI S . ALFO\\SO NOVITA
Vita di S. Alfonso Maria de' Liguori, scritta dal sac. Teol . Giulio Bar-
beris. - Un vol. in-32° pag. XII-240 . . . . (E) L. 0 60
Una lettura atta a santificare il mese di Agosto del 1887 è certamente quella della vita e degli
scritti di S . Alfonso Maria de' Liguori ecc . « La vita e le opere di S . Alfonso de' Liguori, scrive il
Rohrbacher, formano come un prezioso diadema che incorona degnamente il maraviglioso complesso dei
santi, dei pontefici, dei dotti, degli artisti e delle opere contemporanee dell' intera Italia . » A far brillare
questo diadema, l'Autore della Vita di S . Agostino si accinse a pubblicare la presente, la quale, perché
scritta con quella popolarità che tanto lo distingue, e con mira di eccitare i fedeli ad imitare il santo,
e ciascuno secondo la propria condizione le proprie forze , noi raccomandiamo volentieri a tutti . Detta
vìta esce nelle letture cattoliche di Torino, ed è stampata dalla nostra Tipografia di S . Benigno Cana-
navese , la quale ha già pubblicato in quest' almo parecchie opere del Santo, ultime delle quali sono
le seguenti
La Via della Salute, Nuova edizione colla traduzione dei passi latini .
Un vol. in-32°, di pag . 360
(E) » 0 70
Legato in tela inglese
(D) » 1 30
Il negozio della nostra salute è il negozio, che importa tutto : importa o la nostra fortuna, o la
nostra rovina eterna . Egli va a terminare all'eternità, viene a dire a salvarci o a perderci per sempre ;
ad acquistarci un'eternità di contenti o un' eternità di tormenti : a vìvere una vita o sempre felice o
sempre infelice . »
Da queste parole di Sant'Alfonso, si può arguire l'importanza di questo libro . Il libro conta 97 medita-
zioni per ogni tempo dell'anno, meditazioni brevi, che in pochi minuti ci danno la via per ben passare la
giornata ; e di altre 45 un po' più lunghe, ma che non oltrepassano dieci minuti di lettura. P, utile per tutti
ed in tutti i tempi, e si presta in modo speciale per coloro che sogliono ogni giorno, in un dato tempo, fare
una breve meditazione che faccia cenoscere e desiderare la via del cielo .
Dei gran mezzo della Preghiera per conseguire la salute eterna . Opera
utilissima per ogni grado di persone, colla trad . dei testi latini . Un
vol. in-32°, di pag . 286
(E) » 0 50
Legato in tela inglese
(D) » 1 20
« Io ho dato alla luce diverse operette spirituali ; ma stimo di non aver fatto opera più utile di
questo libretto, in cui parlo della preghiera ; per essere ella un mezzo necessario e sicuro affin di ottenere
la salute, e tutte le grazie, che per quella ci bisognano . Io non ho questa possibilità, ma se potessì, vorrei di
questo libretto stamparne tante copie, quanti sono tutti i fedeli che vivono sulla terra, e dispensarle ad ognuno
acciocché ognuno intendesse la necessità che abbiamo tutti di pregare per salvarci . . . .
» Vi prego intanto di leggerlo e rileggerlo con tutta l'attenzione, non già perchè sia parto mio, ma perché
egli è un mezzo che il Signore vi porge per bene della vostra eterna salute, dandovi ad intendere con modo
particolare, che vi vuol salvi. E dopo averlo letto, vi prego di farlo leggere ad altri, `amici o paesani con
cui converserete » .
Non occorre aggiungere altro a queste parole del Santo Autore per eccitare quanti amano la propria ed
altrui salute a leggere e a diffondere questo libro . Solo diciamo che è diviso in due parti, la prima delle
quali è di 3 lunghi capi e la seconda di 4 ; e che è seguita dal Breve Trattato della necessità
della Preghiera, divisa in 3 paragrafi,

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ANNO XI - N . S .
Esce una volta al mese.
AGOSTO 1887
DIREZIONE nell'Oratorio Sale siano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario - Devozione e gratitudine - L'Onomastico
di D . Bosco a Valdocco - La prima conferenza dei
Cooperatori e Cooperatrici a Faenza. - v iaggio di Mon-
signor Cagliero sulle Cordigliere e suo arrivo a Conce-
zione . - Avviso . - Processione in San Pier d'Arena . -
Grazia di Maria Ausiliatrice . -
stro amatissimo Arcivescovo Cardinale
Gaetano Alimonda, il cui Onomastico si
celebra il giorno 7 di questo mese . Che
il Signore ce lo conservi per molti anni
al nostro affetto e pel nostro bene.
.
DevozinGratude
Ricordiamo a nostri Cooperatori e Coo-
peratrici come nel giorno 21 di questo
mese ricorra l'Onomastico battesimale di
Leone XIII . E la festa di famiglia del
nostro Santissimo Padre, che di tanti be-
neficii ha consolata la Pia Società Sale-
siana ed i suoi Cooperatori . In questo
giorno come miglior tributo d'affetto cia-
scheduno si faccia un dovere di accostarsi
alla mensa Eucaristica e di recitare un
Pater AveeGoiasrlcnd'itzoe
del Vicario di Gesù Cristo . Non dimen-
tichiamo che la preghiera è la chiave
d'oro che apre le porte di tutti i tesori
celesti .
Nello stesso tempo porgiamo i nostri
umili e sinceri auguri di felicità al no-
L'ONOMASTICO DI D . BOSCO A VALDOCCO .
Non erano soli i figli di D . Bosco che la sera
del 23 e 24 giugno radunavansi all'ombra della
cupola di Maria Ausiliatrice per festeggiare l'o-
nomastico del venerando loro Padre, ma un gran
numero di signori e signore, di giovanetti esterni,
di sacerdoti di Torino , frammischiandosi agli a-
lunni dell'Oratorio, davano alla cara festa un ca-
rattere solenne ed universale .
L'accademia cominciò poco prima delle 8 . Don
Bosco v'intervenne appoggiandosi al braccio di
mons . Leto, vescovo di Samaria, del rev .mo don
Rua e circondato dagli altri suoi discepoli . Ap-
plausi ripetuti salutarono l'arrivo di D . Giovanni
Bosco, il quale mostravasi visibilmente commosso .
E chi avrebbe potuto non commuoversi? Bastava
guardare a quella folla compatta, bastava sentir
le prime note dell'inno musicato dal maestro Do-
gliani . L'amore a D . Bosco inspirò certamente
pensieri e motivi così patetici e solenni!

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« Andiamo, compagni, D . Bosco ci aspetta, La
gioia perfetta Si desti nel cuor ; » così cantavasi
dai giovani dell'Oratorio nel 1846 ; ma nel 1887
queste stesse strofe come divennero eloquenti ed
armoniose ! Era una musica che ti andava al
cuore ! E come ben eseguita ! Al concerto di
Valdocco, accresciuto di molti strumenti, faceva
eco mirabile la banda dell'Ospizio Salesiano di
S . Benigno Canavese da un palco collocato in
altro cortile . - Nell'accademia si parlò in la-
tino, in francese, in ispagnuolo, in greco, in pie-
montese . Si fecero generose offerte in danaro e
in oggetti a D . Bosco . Gli antichi discepoli re-
galarono sei candelabri magnifici . Le Suore di
Maria Ausiliatrice esposero superbi pizzi e og-
getti di culto . Gli artigiani offersero alcunché
dei loro laboratorii, opera delle loro mani . I ti-
pografi poi distribuirono l'inno così ricco di fregi
e d'ornati che tutti ne rimasero, e con ragione,
meravigliati . Il bravo operaio Gastini , sempre
giocoso e sempre affezionato a D . Bosco, mostrò
all'evidenza il santo e sempre più fiorente pro-
gresso delle opere salesiane . L'accademia ter-
minò alle 10 .
LA PRIMA CONFERENZA
dei Cooperatori e Cooperatrici a Faenza .
AMATISSIMO PADRE D . Bosco,
Sia ringraziato Iddio e Maria SS . Ausiliatrice,
nostra buona Madre .
Allorché, sei anni or sono, fummo mandati a
Faenza, vi giungemmo pressoché sconosciuti a
tutti. La nostra povera casetta del Borgo fuor
delle mura pareva dovesse aver breve e stentata
esistenza . Sembrò animarsi a nuova vita quando
la S . V. ci regalò una sua preziosa visita il
12 maggio 1882, festa della B . Vergine delle
Grazie, patrona della città, all'altare della quale
volle la S . V. celebrare la S . Messa . Quella vita
però fu il lampo di un istante, poiché ricadde
tosto nella primiera oscurità, e la nostra istitu-
zione ebbe a sostenere l'urto di tanti e terri-
bili marosi da far temere un imminente nau-
fragio . Noi però, per nulla smarriti, dicevamo
- E passato D . Bosco, l'ha benedetta, è impos-
sibile che perisca ! - Eravamo infatti venuti nel
nome di Dio, e quando appunto sembravamo più
vicini a sommergerci, rassegnati al Divin volere,
allora si fu (come è proprio dell' opera di Dio)
che scoprivamo il faro ed entravamo in porto .
Con ingenti sacrifizi acquistavamo una nuova
casa . E proprio del carattere romagnolo e più
ancora del vero Faentino darsi con slancio a so-
stenere un'opera quando l'ha riconosciuta per
buona . Infatti noi abbiamo trovato in questa
città una rara generosità d'incoraggiamento in
parole ed in fatti . É di ciò sufficiente prova la
nostra casa, ora ridotta a bello Ospizio, conte-
nente oltre 50 giovanetti interni e 150 esterni
che frequentano l'Oratorio festivo .
Ora noi e tutti i Cooperatori, cresciuti in buon
numero, desideravamo ardentemente incominciare
le conferenze allo scopo di meglio convenire sui
mezzi, coi quali prestar soccorso e salvezza al
maggior numero possibile di giovanetti abban-
donati . Si era sperato sino all'ultimo che Ella ,
amatissimo Padre, potesse prendere parte alla
prima, nel suo ritorno da Roma, ma, delusi in
questa nostra vagheggiata speranza , ci tornò
gratissimo il sapere che ci avrebbe mandato un
un suo degno rappresentante, nella persona del-
l'ottimo confratello dottore D . Francesia .
Si mandò adunque l'invito ai Cooperatori per
le ore 10 ant . del giovedì, 2 giugno . La nostra
cappella, addobbata dal giorno 29 maggio , nel
quale avevamo celebrata la festa di Maria San-
tissima Ausiliatrice coll'intervento del nostro ve-
scovo mons . Gioachino Càntagalli, di Monsignor
Vicario e di diversi parroci, presentava l'aspetto
di un piccolo paradiso .
I giovanetti ricevettero il Vescovo, nell'atrio ,
coi più affettuosi e riconoscenti applausi, che fu
tosto accompagnato all'inginocchiatoio e quindi
alla cattedra . Fatta lettura di un capo della vita
del nostro dolce Santo, cantato il Veni Creator,
D . Francesia aprì la conferenza col salutare e
ringraziare tutti i convenuti in nome di Don
Bosco, e fatto un quadro magnifico di quanto
erasi operato in quest'anno dalla Pia Società
di S . Francesco di Sales, esclamava : « Una
cosa sola mi resta a dire . Molto è ciò che si è
fatto, ma molto più ci resta ancora da fare col
vostro aiuto. A voi però in modo speciale rac-
comando l'Oratorio di Faenza. Non vogliate la-
sciar l'opera incominciata . So che amate Don
Bosco, che amate i Salesiani e che il vostro
cuore è acceso dai medesimi desiderii , dai me-
desimi affetti . Guerra adunque, guerra instanca-
bile all'avversario, finché il campo nemico avrà
soldati, e si udiranno le grida : anime, anime!
delle quali esso va in cerca per divorarle . Noi
ripeteremo lo stesso grido , che fu l'ultima pa-
rola di Gesù morente in croce : Sitio : anime ,
anime da ricondurre al Salvatore . Promuoviamo
le opere buone proposte da D. Bosco per guada-
gnare anime a quel Dio che in cielo, ci darà la
nostra mercede » .
Prese poscia la parola il rev . sac . prof. D . Fi-
lippo Lanzoni, il quale dimostrò come l'opera di
D . Bosco fosse : 1° Opera della Provvidenza di-
vina, dimostrando ciò collo sviluppo della sola
Casa di Faenza ; 2° Opera vantaggiosa non sola-
mente ai giovani, ma all'intera società, provando
quanto sia falsa e di quali deplorevoli conse-
guenze feconda quell'onestà naturale che oggi-
giorno si vuol sostituire alla vita governata dalle
leggi del Cristianesimo . « Ed i Cooperatori Sale-
siani che cosa fanno ? conchiudeva il valente ora-
tore . Coll'aiutare l'opera di D . Bosco salvano
tanti fanciulli, che, abbandonati alle massime del
mondo, crescerebbero non contenti del proprio

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stato e alzerebbero un giorno la mano violenta
contro del ricco. E i Salesiani loro insegnano a
contentarsi del proprio stato, a conoscere Iddio,
ad essere virtuosi, onesti ed operosi. Oh ! se tanti
ricchi capissero i vantaggi che recherebbe alla
società e alla patria una schiera di giovani edu-
cata cristianamente , e di quanto male son ca-
gione coloro che furono educati colle norme della
sola onestà naturale, quanto più coraggiosamente
si mostrerebbero generosi nel fare e nel dare!
E poi, chi mai, potendolo, non salverebbe un fan-
ciullo in procinto di essere morso da un vele-
noso serpente? Chi si rifiutasse di dargli aiuto
non sarebbe giudicato reo di quella morte, da
ogni persona di cuore? E noi potremo astenerci
dal salvare e dallo strappare tanti fanciulletti
dalle mani degli apostoli dell'iniquità, che cer-
cano di perdere le loro anime , inducendoli ad
ogni sorta di delitti? Ah ! questo non fia mai !
Aiutiamo dunque D . Bosco nella sua impresa,
nel dar vita verace, vita di spirito, di cuore, di
fede , di morale , di civiltà alla nostra gioventù .
E questo un apostolato della massima importanza!
Noi vediamo quanti apostoli novelli , desiderosi
di condurre anime a Gesù Cristo , abbandonano
parenti , famiglia, casa , amici, patria , solcano
mari tempestosi, volano fra le lande della Pata-
gonia in cerca dei selvaggi, erranti in quelli im-
mensi deserti, per far lorò conoscere Iddio . E noi,
cui si presenta un apostolato che possiamo eser-
citare senza incomodo, senza fatiche, senza di-
staccarci dai nostri cari, senza allontanarci dalle
nostre case , noi non lo intraprenderemo con a-
more ? Coraggio ! Prestiamo mano a quest'opera
.grande, tanto più che Gesù Cristo ci ha assicu-
rato che colui che salva un'anima ha salvata la
propria . Io, Faentino di cuore, godo nel vedere
nella mia patria stabilita la Pia Società di San
Francesco di Sales, e spero da essa grandi cose .
Con qualche sacrifizio adunque aiutiamola perche
possa pienamente conseguire il santo suo scopo ;
così faremo del bene ai nostri giovanetti, all'in-
tera società e Dio buono ci darà aiuto e grazia
in tutti i nostri bisogni temporali e spirituali» .
Non meno splendida, nè meno accalorata di
santo zelo fu l'amichevole parola che diresse al-
l' assemblea il degnissimo Monsignor Vicario,
preposto can . Francesco prof. Baldassari . Dopo
aver narrata l'origine della Casa Salesiana di
Faenza, la parte che esso ebbe in questa fonda-
zione, gli sforzi dell'inferno per distruggerla nel
suo nascere, il bene da essa operato, passò a dire
dei danni cagionati alla famiglia ed alla società dal-
l'educazione atea estesa fino all'ultimo artigianello,
che reca per conseguenza odio al lavoro ed alla
povertà . « Noi invece vediamo, proseguiva, che
ove l'educazione cristiana esercita la sua salutare
influenza è il lavoro che rallegra e consola i
giovanetti, e quelli , allevati con religiose mas-
sime dai figli di Don Bosco , dicono : - Beata
quell'ora passata nel lavoro ! - Quando l'arti-
gianello conosce e pratica queste massime , im-
para ad amare il lavoro, a vivere contento del
suo stato , a non invidiare coloro che si dicono
ricchi, e a persuadersi che la rivoluzione non
apporta ricchezze a nessuno, ma discordia, odio,
rovine . Allevata una generazione coi precetti del
santo Vangelo diviene prospera, organizzata ed
unita coi più santi vincoli della vera fratellanza .
Noi Cooperatori, aiutando quest'Opera, veniamo
ad aiutare le famiglie , poiché questi giovanetti
sono i membri dell'età ventura , ed aiutando la
famiglia, veniamo ad aiutare la società . Questi
giovani, che ora imparano l'arte e la scienza,
quando poi usciranno da questa Casa , sparge-
ranno ovunque la buona semente raccolta. Pro-
curiamo adunque che il numero dei Cooperatori
si accresca sempre di più, e, lavorando pel no-
stro nobilissimo fine, vedremo regnare la pace ,
la concordia, l'unione nei nostri paesi » .
Come Monsignor Vicario ebbe finito, il nostro
buon Vescovo pose il suggello alla conferenza
con improvvisare un di que' soliti discorsini che
scendono fino all' anima . Glielo riproduco nel
modo che ci fu possibile raccoglierlo , tanto più
che noi ci sentiamo troppo inferiori di merito
per meritarci tanta sua benevolenza e stima .
« Trovandomi qui , amatissimi figli , egli disse ,
essendo troppo commosso , non vi farò un di-
scorso , ma non sarà fuor di proposito se io vi
parlerò a modo mio, come sono uso a parlare ;
cioè col cuore sul labbro . Quando seppi che in
Faenza dovevano venire i Salesiani, io era lon-
tano, pastore di altro gregge, e mi sentii l'anima
piena d'allegrezza, perchè io amava ed amo sempre
la mia città . Io invidiava la sorte de' miei con-
cittadini che avevano fra di loro i figli di Don
Bosco . Ma dopo alcuni anni voi sapete che cosa
avvenne . Il Signore , con uno di quelli scherzi
suoi proprii, mandò me a vostro padre e vostro
pastore . Giubilai nel dover tornare alla mia
Faenza, ma ancor più grande fu la mia consola-
zione nel pensare che avrei avuto al mio fianco
questi nuovi apostoli di Gesù Cristo . La società
va innanzi nella via del disordine . Gettiamo uno
sguardo su di essa! E a chi non piange il cuore,
miei amatissimi figli, al vedere tanti fanciulli
che già peccano e bestemmiano, prima ancor di
aver l'uso della ragione, che vanno vagando per
le vie senza Dio e senza religione, che lavorano
in botteghe ed in officine ove perdono la fede e
il buon costume ! Che ne sarà mai della società
ventura, e che cosa ci fanno prevedere i membri
che un dì l'avranno a comporre ? Sventura, sven-
tura ! La Provvidenza di Dio però, che vede ri-
dotta a stato così infelice la condizione umana ,
sicchè nulla più vale l'opera degli uomini, per
salvarla viene Essa in soccorso coll'opera divina.
Difatti la storia di tutti i secoli della Chiesa ne
può far fede . Dio vedendola derelitta e bisognosa
mandava nel secolo xvii un S. Carlo Borromeo
che, colla sua sapienza e colla sua bontà, rifor-
mava il clero e rinvigoriva gli animi colla dot-
trina cristiana . Noi pure vedevamo il nostro se-
colo andare di male in peggio, e Iddio ha suscitato
l'uomo dei tempi, che se la fa coi fanciulli, e

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ge a se sono guadagnati a Dio .
Quest'uomo, colle sue Case, co' suoi Oratorii, ar-
ricchisce l'animo de giovanetti collo studio, colla
bontà, coll'amore , e così li va allevando nella
vera sapienza. E il lavoro manuale non è tras-
curato , ed in questa Casa voi vedete il fabbro-
ferraio, il falegname, il sarto . Egli tiene il cuore
dell'artigiano che ama il suo lavoro, come tien
quello dello studente che ama il suo studio . E
l'operaio da D . Bosco educato, figlio affezionato
della Chiesa, vede il ricco e non l'invidia , vede
il lavoro e si consola, vede le disgrazie e si ras-
segna .
» Il modo rapido, sorprendente col quale si è
estesa l'opera di D . Bosco, dimostra chiaramente
essere questa voluta da Dio . Non solo l'Europa,
ma le Americhe ne cantano le grandezze ; le
canta il Chilì e la Plata , le cantano le Cordi-
gliere , i Pampas , il Rio Negro ed eziandio in
mezzo a quelle regioni risuona amato il nome di
D.BCohsecnditv,fglcarism,d
quest'opera ? Siate lieti di esserne Cooperatori ,
e nel poter dire : anch'io in qualche modo con-
corro ad un'opera amata dal Signore ! Ed ora
che cosa dovrò io ancor aggiungere al gìà detto?
Dirò che seguitiate colla buona volontà, efficace,
ad amare l'Istituto di D . Bosco . Beati voi, se
proseguirete come avete incominciato . Provve-
dete al bene della patria, che è minacciata dal-
l'invadente errore : provvedete alla salute delle
anime di tanti giovanetti che potrebbero andar
perdute . Coraggio ! proseguite nella vostra im-
presa, conducetela a termine, non iscoraggiatevi
a mezza via. Mentre tanti sconsigliati consumano,
sprofondano vistose ricchezze e patrimonii nel
vizio, voi impiegate il vostro danaro nel benefi-
care i fratelli di Gesù Cristo . In ciò sta il se-
g- reto della contentezza eziandio terrena , e ne
godrete il frutto, perché è cosa più dolce e mi-
gliore il fare elemosina che il ricevere doni ,
come ha detto lo Spirito Santo conoscitore del
cuore dell'uomo , e Gesù Cristo ha soggiunto
Date e vi sarà dato .
» E a voi, miei cari Salesiani, apostoli di ve-
rità, che cosa dirò? A voi dovrò rendere onore,
dare lodi ? No , no ! Voi non desiderate onori ,
non cercate lodi, solo le anime voi cercate e
volete : e poichè nulla di ciò posso darvi, vi dirò
ohe vi amo, che sono sempre con voi, che sarò
sempre vostro, e invocherò sopra di voi, su di
D . Bosco, sulla vostra Istituzione le più elette
benedizioni del cielo » .
Dopo questo discorso, s'immagini, o caro Padre,
cnoqualmziednfasoitul
Te Deum, confuso per tanta grazia a noi largita
d.alMoSnisgrecqulaonferz
Vescovo si compiacque di darci eziandio la be-
nedizione col SS . Sacramento , mentre i nostri
giovanetti eseguivano un Tantum ergo in mu-
sica del nostro Mons . Cagliero, il quale pareva
a me si congiungesse con Don Bosco e con noi
tutti por benedire ad una Casa, che Egli stesso
venne ad impiantare . Colla questua, che raccolse
una generosa offerta , finì questa cara e tenera
funzione. Ma non finiva la nostra allegrezza . I
nostri giovanetti, desiderosi di esprimere in qual-
che modo la loro gratitudine, prima a S . E . R .
e poì a tutti i Benefattori , li pregarono ad in-
tervenire alla sera alla ripetizione del dramma
La perla nascosta, colla farsa : Lo spauracchio
della poana . Mons . Vescovo , il suo degnissimo
vicario e diversi fra i nostri più insigni benefat-
tori passarono con noi tutta la giornata . Fu un
giorno di consolazione sì pura, che noi forse non
avevamo più provata, dopo che l'obbedienza ci
allontanò dal caro nido di Torino . La Dio mercè
il trattenimento riuscì di tanta soddisfazione e
così santa allegria, che tutti ne uscirono soddi-
sfattissimi .
Ed ora che mi rimane a dire? Oh, sig . Don
Bosco! Dovrei rendere infinite grazie a S. E . R .,
a tanti amici, benefattori e Cooperatori, e a lei
pure per averci mandato il carissimo D . Fran-
cesia, ma non mi sento forze per compiere il
mio dovere , essendo troppe le grazie straordi-
narie colle quali Iddio ricambia le nostre povere
fa.tiche
Intanto prego lei , amatissimo Padre, a voler
ringraziare per noi il Signore e Maria SS . Au-
siliatrice di tanti favori concessi, scongiurandoli
a non voler permettere che noi veniamo meno
alla delicata ed alta missione che Ella ci ha af-
fidata . Le baciamo la mano con affetto figliale .
Ci benedica tutti e fra tutti il più bisognevole,
suo affezionatissimo figlio
Faenza, 5 giugno 1887 .
Sac . S . B . RINALDI .
VIAGGIO DI MONS . CAGI,IERO
sulle Cordigliere e suo arrivo a Concezione .
Concezione del Chili 11 Aprile 1887
MOLTO REv . E CARISSIMO PADRE D . Bosco,
Vengo con notizie di Mons . Cagliero, notizie
copiose e tutte belle . Non è vero che le reco un
gran piacere, carissimo Padre? Avrei voluto farlo
subito, fin dal primo giorno che siamo arrivati
dalle Cordigliere , ma eravamo nella settimana
santa, e lei saprà già che i preti in tutte parti,
ma particolarmente qui in America, hanno un gran-
dissimo lavoro in quei giorni . Ma adesso che posso
disporre di un po' di tempo, eccomi pronto a man-
darle, secondo la mia promessa, una relazione mi-
nuta, del viaggio di Monsignore , incominciando
dalla casa-capanna, messa là fra le più alte Cor-
digliére e che fu il suo ospedale durante 25 giorni,
fino al suo arrivo a Concezione .
Questo viaggio che durò una decina di giorni
fu di grande miglioramento per la sanità di Mon-
signore e nello stesso tempo uno splendido trionfo
per lui . Di ciò potrà facilmente convincersi leg-
gendo i particolari che vo a narrarle .

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religiosa a Malbarco e predica di
Monsignore .
La vigilia della partenza era una domenica
e il concorso alla missione fu assai maggiore
degli altri giorni. Il motivo di questa affluenza
di popolo che veniva da luoghi lontanissimi, non
era tanto la santificazione della domenica coll'a-
scoltare la s . Messa , dal che lo dispensava la
grande distanza che dovevano percorrere per ar-
rivare fin là, sì bene il desiderio di vedere an-
cora una volta Monsignore, ricevere dalle sue
mani il Pane eucaristico e chiedere l'ultima sua
benedizione. Vi ebbero 35 comunioni, alcune con-
fermazioni in quel giorno ; numero grande , se
si considera che la missione durava in quei dinto.rnidacuemsi
i cavalli servono ; sono necessari cavalli speciali!
quelli dei Missionari, usi solamente a calpestare
le sabbie del deserto, non servivano affatto .Che
fare ? Un buon uomo, certo sig . Filoteo S . Mar-
tin, offri generosamente i suoi per tutta la
spedizione, offrì alcune provvigioni di bocca,
e quel che piú importa, offrì se stesso per
accompagnare Monsignore . E un buon vec-
chio sui 70 anni, che ha famiglia, negozi, inte-
ressi . importanti in quelle montagne ; eppure si
offrì spontaneamente per fare un viaggio peno-
sissimo , tanto piú per un uomo della sua età,
per attestare ancora una volta la viva ricono-
scenza che aveva a Monsignore . Il Signore gli
paghi una sì grande bontà e generosità .
Monsignore celebrò la s . Messa, distribuì la
Comunione, die' la Confermazione, e poi sebbene
stanchissimo , non si contentò con dar loro l'ul-
tima benedizione ; gli pareva troppo poco per
pagare quei sacrifizio che avevano fatto percor-
rendo più leghe . Finita la funzione , diresse la
parola a quei piccolo popolo , prima per ringra-
ziarlo di tutte le prove di affetto che gli ave-
vano dato durante la Missione, e delle preghiere
che avevano fatto per lui durante la lunga malat-
tia, e poi per lasciar loro alcuni ricordi destinati
a mantenere ed accrescere il frutto della Missione .
Tra le altre cose , ricordo un bellissimo pen-
siero che gli venne spontaneo, e che sicuramente
resterà scolpito per sempre nella mente e nel
cuore di quella buona gente . « Guardatevi dalle
cadute , disse Monsignore , e prendete tutte le
precauzioni per evitarle . E non è delle cadute da
cavallo, che intendo parlarvi, ma delle cadute nel
peccato, principalmente nel peccato mortale . Oh!
che precipizio orribile non è mai questo peccato
mortale ! Che conseguenze spaventose non porta
seco alle volte una sola di queste cadute ! Una
caduta da cavallo, per grave che sia, non è sem-
pre fatale . . . Alcuni giorni di letto, di riposo, al-
cune medicine, bastano alle volte per rimediare
ogni cosa . Così a me bastarono 25 giorni per
entrare in convalescenza, ed avere la speranza
di una pronta e totale guarigione ; e sì che il
colpo avuto era evidentemente mortale . Ma che
speranza resta a chi cade nel peccato mortale,
specialmente se questa caduta fosse ripetuta? Il
sig . Lucas con tutte le sue erbe e radici, con
tutte le sue bevande, con tutta la sua capacità
e buona volontà, non potrà mai guarirvi come
ha guarito me ; ci vuole il prete, e voi il prete
disgraziatamente non l' avete, e non l'avrete se
non rarissime volte . Quindi è che una sola di
queste cadute mortali può essere causa niente-
meno che di una dannazione eterna, di un fuoco
eterno . Oh ! che disgrazia! Fuggitele , fuggitele
con tutte le vostre forze siffatte cadute . Si cade
facilmente , ma non si sorge che difficilissima-
mente . » Magnifico pensiero che espresso con
fuoco da Monsignore , sebbene con molto stento,
valse tutta una predica, e servì come di chiu-
sura della Missione .
La giornata si passò nei fare i preparativi del
viaggio . Per attraversare le Cordigliere non tutti
2° L'addio a Malbarco - Scena commovente.
Spuntò l'alba del giorno 28, ma noi preti fino
dalle tre eravamo già in piedi, per celebrare la
s . Messa e fare gli ultimi preparativi . Arrivata
l'ora della partenza , notammo tutti con maravi-
glia , che quei buoni Chileni, accorsi il giorno
avanti per assistere alla missione, erano ancora
quasi tutti là . A che fare mai ? A dar l'ultimo
addio a Monsignore e ai missionarii, e ricevere
l'ultima benedizione .
Infatti, quando videro che Monsignore stava
per montare a cavallo, tutti, uomini e donne ,
vecchi e bambini , circondarono Monsignore , e
messi a ginocchi, gli baciarono l'anello e chie-
sero che li benedicesse . Lo fece di gran cuore
Monsignore. Mi crederà lei, amatissimo D . Bosco,
se le dico che quasi tutti piangevano ? Eppure
è così . Ma perché mai quelle lacrime ? Non credo
sbagliare , se dico che quelle erano lacrime di
dolore e di allegria . Di dolore , perché Monsi-
gnore stava per partire , e chi sa maì se l'a-
vrebbero visto ancora ; e poi era cosa che faceva
proprio piangere il vederlo là, affaticandosi per
arrivare fino alla groppa del cavallo , e non po-
tere . Fu necessario che quattro uomini nerboruti
lo sollevassero di peso , e pian pianino lo ada-
giassero a cavalcioni della bestia ; e dire che chi
si trovava in quello stato era in procinto di fare
un viaggio così lungo e pericoloso ! Non osavano
dirlo ; ma per la mente di tutti passava un Pero
pensiero in quel momento . E se arrivasse un'al-
tra disgrazia? E se Monsignore non potesse fare
tutto il viaggio, e dovesse interromperlo a metà?
Così , io credo , la pensavano tutti , e si è per
questo che molti piangevano . Ma ho detto che
piangevano anche di allegria ; sì, ne sono quasi
sicuro ; perchè non potevano non rallegrarsi, al
vedere che Monsignore, sebbene debole ancora,
pure aveva già forze sufficienti per mettersi in
viaggio . Essi che l'amavano tanto, essi che ave-
vano temuto tanto di perderlo, che avevano tanto
pregato per lui , come non dovevano gioire ve-
dendolo, non solo fuori di pericolo, ma in via di
prossima guarigione!
3° La partenza ; il primo giorno di viaggio . - Vota Mallin .
La piccola carovana diè l'ultimo addio a quella
buona gente, ricevendo in cambio i piú sinceri
augurii per un prospero viaggio ; e si mise in

1.8 Page 8

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cammino alle ore 8 circa del mattino . Monsignore,
D . Milanesio, D . Panaro, il sullodato medico di
Monsignore, Sig . Lucas Becerra, quel vecchio di
cui feci menzione più sopra, Zanchetta ed il sot-
toscritto, componevano quella piccola carovana .
Venivano pure con noi tre giovani svelti e ro-
busti, messi a nostra disposizione dai due signori
sovraccennati per tutto quello che potesse occor-
rere . Si camminava lentamente assai . Era quella
la prima volta che Monsignore montava a cavallo
dopo la sua caduta ; e, nello stato in cui si tro-
vava, era necessario evitare ogni movimento
brusco . Così si andrebbe adagio, ma si andrebbe
bene , o meno male . Per questo s'incominciò il
viaggio al passo, e si finì al passo, per un sen-
tiero tracciato solo dagli animali .
La prima giornata si passò senza inconve-
nienti, e noi li temevamo . Per me trepidava al
vedere il povero Monsignore mal fermo sul suo
cavallo , e che soffriva, non potendo appoggiare
la sua stanca schiena . Si discese subito in una
valle dove scorre il fiume Lileo ; ed incomin-
ciammo a girare or a destra, or a sinistra, se-
guendo le sue mille capricciose curve, fino ad
arrivare verso notte in un angolo formato dal-
l'incontro di due valli, sito che vien chiamato
Vota-Mallin .
Monsignore si trovava stanchissimo, e doveva
essere così, se si pensa che fino a quel giorno
non aveva potuto passare se non poche ore fuori
di letto, e queste con grande fatica . Gli si pre-
parò una tazza di brodo in un pentolino di ghisa,
portato apposta dal sig. Lucas , mentre altri
si affaccendavano a piantare la sua tenda di cam-
pagna e preparargli sotto un giaciglio . Con al-
cune pelli e coperte, messe su di uno strato di
erbe e foglie che si poterono raccogliere nei
dintorni, si preparò un letto che sarebbe stato
morbidissimo per un sano, ma che il povero am-
malato trovò durissimo . Pazienza ; in quei siti
non si poteva trovare di meglio , e si dovè fare
di necessità virtù, e contentarsi con quello che
si potè avere . Tutti noi ci sdraiammo intorno
a quella tenda, e dormimmo come si dorme ge-
neralmente dopo una giornata passata sul dorso
di un cavallo, voglio dire, benissimo .
Si trattava di valicare la montagna dietro la
quale incominciava il territorio chileno . Per giun-
gere là vi sono due strade ; una assai corta, ma
di difficilissima ascensione ; l'altra meno difficile,
ma assai più lunga . Io conosceva la prima, per
averla fatta nel mio viaggio di andata a Mal-
barco, e fu un miracolo se arrivai al fondo colla
testa sul collo e con tutte le coste sane . Lo stesso
cavallo non volle portarmi giù per quella china ;
ed io dovei rassegnarmi a farla tutta a piedi .
Perciò fui di consiglio di prendere l'altra strada
sebbene più lunga di qualche miglio . Io diceva,
essere per nulla prudente condurre Monsignore
per quel cammino ed esporre noi ad un pericolo ;
è meglio arrivar tardi, ma arrivare bene . I tre
altri compagni che conoscevano la difficoltà di
quel passo, furono dello stesso avviso, e si girò
a sinistra, cercando sul fianco della montagna
il sentiero, che dovea condurci alla sua cima, e
poi guidarci giù nella valle, dove scorrono le
prime acque chilene .
Fu qui che Monsignore perdè le sue scarpe ;
s' incapricciò la mula che portava le robe sue,
gettò il carico e nella caduta si sciolsero i fa-
goti, e nel rifarli, quei che n' erano incaricati,
dimenticarono le scarpe di Monsignore . Ce n'ac-
corgemmo poi alla sera, ma non vi era rimedio,
a meno di tornare indietro e ricalcare tutto il
cammino di una giornata . Cosicchè Monsignore
se volle entrare nel Chilì , dovè entrarvi in
pantofole .
La prima cosa che rallegrò la nostra vista al
mettere il piede nel territorio chileno , fu una
bellissima laguna, chiamata Treyle di 400 metri
di lunghezza per 150 di larghezza all'incirca . Al
fianco di questa laguna sorgono ancora le ca-
panne, già quasi in rovina, occupate dalle guar-
die chilene , nei mesi che la Repubblica Argen-
tina aveva con sè il brutto ospite del colera . Ma
questo signore non ha bisogno del permesso di
nessuno per entrare dove più gli talenta ; in poco
tempo i dipartimenti del nord del Chilì e più
che tutti la capitale della Repubblica, Santiago,
erano infetti . Non vi è precauzione sufficiente
per arrestare il flagello di Dio , quando questo
vuole entrare a castigare una nazione .
4° Il secondo giorno di viaggio . - Piccole avvventure. -
Un lago.
5° Sentiero orribile nella Gran Vega . - Attendamento
in riva al fiume .
Alla mattina seguente, trovammo con maravi-
glia che avevamo sulla persona una coperta di
più. Durante la notte, il cielo, vedendoci così mal
difesi dal freddo , aveva avuto compassione di
noi, e ci aveva regalato una coperta bianca,
un po' sottile sì, ma bellissima alla vista . Non
era neve, no ; ma era qualche cosa che aveva
molta rassomiglianza colla neve ; gli indigeni la
chiamano escarchà, e noi la battezzammo con un
nome molto famigliare in Italia, principalmente
nel Piemonte, e la chiamammo brina .
Scossa di dosso la brina , e preparati di buo-
n'ora i cavalli, si bevette da tutti un poco di caffè,
per scaldare lo stomaco ; e la carovana, senza
perdere tempo, si rimise in viaggio . Vi ebbe però
prima un poco di discussione e di sospensione .
Dopo d'aver varcato un' alta vetta , entrammo
in una valle interminabile, detta la Gran Vega .
L'unico inconveniente che trovammo qui du-
rante più ore di cammino , fu che a un punto
divenne tanto pessimo il sentiero, che non era
possibile andare avanti restando sul cavallo . Era
un macigno enorme che sporgeva sul fianco della
montagna, e bisognava arrampicarvisi come un
capriolo per passarlo . Non ci vuole poco corag-
gio in questi casi per restare sulla schiena di una
bestia, che sarà pacifica quanto si voglia , ma
che è sempre una bestia, e che se per disgrazia
mette un piede in fallo, ti porta seco nell'abisso .
E noi che di coraggio non ne avevamo troppo,
principalmente dopo la catastrofe arrivata a Mon-
signore, giudicammo prudente discendere dal no-

1.9 Page 9

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stro cavallo e prenderlo per le briglie . Così
carponi, come meglio si potè, passammo il peri-
colo . E tanto indiavolato quel passo, che due dei
nostri cavalli, che venivano sciolti, non lo vollero
passare per nessun conto. Arrivati là, indietreg-
giarono , e poi si misero a montare su per il
pendio della montagna fino ad arrivare a un
punto, dove non poteva raggiungerli chi li gui-
dava ; e là restarono tutta la notte . Senza met-
tere le ali, non era possibile giungere fin là . Alla
mattina seguente due dei nostri giovani torna-
rono in dietro per cercarli, e furono tanto for-
tunati che li trovarono .
I nostri calcoli però fatti alla mattina, di giun-
gere cioè fino a un sito chiamato Porcura, e là
passare la seconda notte, non si poterono verifi-
care . Ci colse la notte già ben oscura in un posto
assai pericoloso, e si giudicò partito prudente ivi
fermarci per evitare possibili disgrazie . Quindi si
piantarono le tende sulla riva di un fiume, ai piedi
di una altissima montagna, e si passò la notte nella
stessa guisa in cui si era passata la prima .
Monsignore però si trovava più stanco che il
giorno antecedente ; e confessò che non avrebbe
potuto riposare, se non gli si preparava un
letto alquanto più morbido . Allora ci ricor-
dammo che veniva con noi una mula carica di
lana greggia, di proprietà di una delle nostre
guide . A nostra richiesta costui la offrì a Monsi-
gnore, e potemmo con quella lana preparargli un
lettuccio non più bello del primo , ma alquanto
meno duro ; e disse Monsignore alla mattina se-
guente, che aveva potuto riposare assai bene . In
quella notte noi non avemmo il regalo del cielo ;
la brina non cadde, e alle 5, desiderosi di gua-
dagnar tempo , eravamo già in piedi, pronti a
ricominciare l'interrotto viaggio .
6° Terzo giorno di viaggio . - Una mula in fondo ad un
precipizio . - Contrarietà .
In questa terza giornata, 30 di marzo, avemmo
vari incidenti dispiacevoli. Il primo fu che cre-
dendo di poter partire alle 5 come si era com-
binato la sera precedente, non si potè partire che
alle ore 8, perchè i cavallì erano fuggiti in cerca
di pascolo, ed abbisognarono tre lunghe ore per
cercarli, radunarli e prepararli . Così non si potè
partire che verso le ore 8 . Questo primo inci-
dente sconcertò tutti i nostri piani , e ne seguì
subito un secondo che li distrusse totalmente .
Passato il fiume Porcura si trattava di mon-
tare per un' erta ripidissima , chiamata, se non
erro, Huemul, ossia, montagna dei cervi. Già da
più di mezz'ora stavamo animando i nostri stan-
chi quadrupedi e colla voce e collo sprone . Al-
cuni di essi non potevano più obbedire , e biso-
gnava lasciarli riposare alquanto per riprendere
lena . Per questo motivo non eravamo più tutti
assieme . I cavalli di più brio e che portavano
méno peso, andavano più avanti ; altri più affa-
ticatì e che portavano maggior carico, restavano
alquanto indietro, ed altri più indietro ancora . Io
restava al fianco di Monsignore . A un tratto sento
un fracasso, come cagionato da un macigno che
si stacca dalla montagna e rovina giù per la
china . Un brivido mi corse per tutte le ossa .
Che sia caduto qualcheduno ?.chiesamto
Non può essere, ragionava io ; in questo caso
si sarebbe almeno udito un grido, giacche viene
spontaneo il gridare a chi, perduto l'equilibrio,
cade da cavallo . E per rassicurarmi e tranquil-
lizzarmi finii con dire : deve essere una grossa
pietra che smossa dal piede di qualche animale,
rotolò giù e fece questo fracasso . Con simile
ragionamento anche Monsignore, che già temeva
fosse arrivata qualche altra disgrazia, si tranquil-
lizzò . Passarono pochi istanti e in uno svolto, una
delle guide che aveva contato gli animali : - Mi
manca una delle mule , grida . Si cerca in tutte
le parti e non si trova . Eppure bisognava trovarla,
perché era la mula che portava tutto il corredo
di Monsignore . Alla perfine si potè trovare, giù
in un precipizio , profondo venti e più metri,
tutta spelata e già morta ; e intorno al cadavere
si trovarono sparse qua e là le robe di Monsi-
gnore. Meno male ; ma come le disgrazie non
vengono mai sole, al dire di un antico prover-
bio, nella caduta andò in frantumi un pentolino
che la povera bestia portava sulla groppa ; quindi
addio al nostro puchero, e Monsignore non potè
in quel giorno nulla avere di caldo, come era
suo desiderio e sua necessità . Il buon Dio però,
che aveva permessa la caduta, diede a lui forza
per resistere maggiormente a cavalcare . E da
notarsi che quando cadde la mula, Monsignore la
precedeva di pochi passi .
Questo incidente ci fe' sostare alquanto e perdere
un tempo prezioso ; perché si dovè cercare un'al-
tra mula e poi caricarla bene prima di ripren-
dere il viaggio .
Queste contrarietà ci disgustarono molto, per- .
chè forse avrebbero allungato il nostro viaggio
di un giorno . Il nostro calcolo era di arrivare
fino alla prima casa chilena, ove eravamo attesi
con vivo desiderio , per passarvi la notte ; ma
solamente nel caso che non ci fossimo perduti
per via . Dopo i fatti più sopra narrati, i
nostri piani venivano a mancare, le nostre spe-
ranze erano deluse, era quasi impossibile arri-
vare fino al punto designato al mattino ; e già
ci eravamo rassegnati a passare una notte an--
cora al chiaror delle stelle .
In quel giorno, come pur richiedeva lo stato di
Monsignore , non si pensò a riposare alquanto
verso il mezzogiorno ; appena si prese un boc-
cone in gran fretta, e poi a cavallo di . nuovo ,
per tentare se mai fosse stato possibile gua-
dagnare il tempo perduto .
7° Discesa pericolosa . - Indecisione sul far della sera .
- Un messo persuade Monsignore a continuare la mar
cia .
Alle 3 di sera eravamo già sulla cresta della
più alta montagna ; la discesa era orribile ; io lo
sapeva, perché aveva dovuta farla pochi giorni
prima, ma in ordine inverso, montandola ; lo sa-
pevano specialmente il Sig . Lucas e Filoteo , e
vedendo Monsignore molto stanco, eravamo d'av-
viso di fermarci là e passare la notte . Monsì-
gnore, pensando al bene di tutti, sebbene abbi-

1.10 Page 10

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sognasse di riposo, decise di continuare la marcia della Patagonia, e ci stimolò tanto a proseguire
per approfittare di quelle ore di sole che ci resta- il viaggio e terminarlo quella stessa sera, ci disse
vano .
tante belle cose ; . . . . che la famiglia Lantagno ci
- Dormiremo in fondo alla valle, disse ; se aspettava . . . che un Padre francescano ora arri-
non altro domattina ci sbrigheremo più presto vato poche ore prima da Chillan (nientemeno che
e potremo arrivare di buon'ora alla casa del 20 lunghe leghe) con vettura per aspettarci e
Signor Lantagno Gioachino, che ci attende . - condurci al convento di Chillan . . . che egli cono-
Quindi si diedero alcuni minuti di riposo alle sceva bene i sentieri ... che non vi era pericolo
povere bestie , per riprendere fiato, e poi inco- ecc ., ecc ., che alla perfine ci siamo decisi .-
minciammo la discesa, divisi in due squadre . Andiamo, diceva Monsignore ; tre leghe poco più
Monsignore, D . Milanesio, il Sig . Filoteo ed io, poco meno, è nulla. Siamo già stanchissimi, non
formavamo l' avanguardia ; D . Panaro, il signor importa ; uno sforzo ancora e poi saremo al ter-
Lucas, i giovani con tutti gli animali, formavano mine di questo cammino orribile . Così potremo
la retroguardia .
riposare in un buon letto, rifarci alquanto delle
Si fece prima il segno di s. Croce, s'invoca- fatiche sostenute, e poi domanì proseguiremo il
rono mentalmente Maria Ausiliatrice e l'Angelo viaggio in vettura . - Dunque avanti . E senza
Custode, e poi con un po' di batticuore, sì, ma neppure discendere dal cavallo per un momento,
senza paura , si die' principio alla discesa . Era si ripartì .
l' ultima, ma era la più lunga, la più critica, e
dirò anche, la più pericolosa . Per me , lo dirò
francamente , non mi sentii col coraggio suffi-
ciente per affrontare quei precipizii e restarmene
8° Di notte in una foresta . - Timore del leone . - Sulle
sponde di un fiume . - Un fuoco in lontananza - Casa
ospitale .
a cavallo . - No, diceva, non vo' espormi al pe- Il maggior pericolo per allora era la notte che
ricolo, potendo schivarlo ; le mie gambe sono più si avvicinava, ed i sentieri erano quanto si può
sicure che quelle del cavallo : se cado, ho presto dire orribili e spaventosi . Eravamo in una valle
il naso in terra, e non me lo schiaccierò come acca- è vero ; ed in una valle chiamata hermosa (bella),
drebbe se dovessi cadere dal cavallo . E poi il ca- ma di bello non ha se non gli alberi che sono
vallo ha quattro zampe, e basta che sdruccioli con foltissimi e si levano su giganti sui fianchi delle
una , per perdere l' equilibrio e precipitare ca- montagne ; e l'acqua che scorre limpidissima sul
vallo e cavaliere chi sa mai dove. - E così , letto di un fiume che serpeggia là in fondo : ma
misi il piede a terra, attortigliai le briglie al la strada per la quale ci toccava passare nulla
mio braccio , e mi rassegnai a fare tutto quel- ha di bello e molto di brutto . - Che ironia,
l'orribile cammino, che durò più di due ore e diceva Monsignore, chiamare bella una vallata
mezza, a costo di arrivare al fondo senza scarpe così orrida, e che avrebbe potuto servire benis-
e a piedi nudi . Monsignore avrebbe voluto fare simo di modello al nostro Dante, per ideare le
altrettanto ; ma non aveva forze per restare di- più spaventose delle sue bolgie! Ma se neppure
ritto e molto meno per camminare tra quelle pie- le bestie possono camminare per questi siti,
tre a quell' altezza ; e poi confidava nel suo ca- come è possibile che lo possiamo noi uomini ? -
vallo, che dopo tre giorni di prova teneva per E diceva bene, : le bestie non vanno che con
eccellente, e lo era davvero .
gran stento per quelle chine e pendii . Più tardi
Così si viaggiò durante quelle due ore e mezza caduta già la notte, ci toccò entrare in una selva .
senza interruzione fino ad arrivare al fondo . A Io sono convinto che quella vista da Dante , l a
un certo punto però , dovettero discendere tutti selva selvaggia e oscura, non aveva nulla che
da cavallo . Si trattava di calare per una pietra fare con quella per cui noi passavamo . Gli al-
tagliata perpendicolarmente per più di un metro beri, che sono foltissimi e fitti, lasciano appena
di altezza : - Neanche , il diavolo, dicevamo noi, se uno stretto passaggio tra un tronco e l'altro e
prendesse le forme di uomo, oserebbe passar qui bisogna avanzarsi con precauzione fra essi se
a cavallo . - Mi ricordo che la prima volta che mi non vuoi romperti le cervella in un fusto che
toccò passar in quel sito, le guide che mi accompa- tocchi col braccio, tanto ti è vicino . Ci vogliono
gnavano, dopo d'avermi fatto discendere, con una i due grossi occhi del cavallo per vederli e schi-
lunga corda formarono un laccio e lo gettarono varli ; noi non vedevamo quasi più nulla .
al.cNoipdebstarop,
A questo punto lasciammo cadere le briglie
a forza di braccia la tiravamo su ; e così ci toccò sul collo del cavallo, perchè andasse dove voleva;
fare con tutti gli altri animali . E pensare che ai sarebbe stato inutile voler guidarlo ; la sua guida
nostri piedi, a un centinaio di metri, stava l'abisso! era lui stesso . - Mancherebbe adesso che venisse
Giunti al fondo, volevamo levar su le tende e il leone a farci una visita, dicevamo noi ; - e non
prepararci per passarvi la notte : la retroguardia era improbabile , essendo stati avvisati che il
non era ancora giunta, e chi sa quando sareb- leone chiamato Puma ronda in quelle parti du-
be arrivata . Il sole ci mandava i suoi ultimi rante la notte in cerca di una preda, che trova
raggi, e voler proseguire il cammino a quell'ora, o in un vitello, o in un bue, o cavallo . Se non
sarebbe stata una grande imprudenza ; per que- è stimolato dalla fame , non assalta l' uomo, a
sto tenevamo per una necessità il fermarci . meno che non trovi scampo e debba difendersi .
Iqn uel mentre ci venne all'incontro un giovi- M a non sarebbe già stato per noi una grande
nognoreaiMstnelatrvsdelrto to, che già aveva servito di guida a Monsì- disgrazia , se ci avesse ammazzato il cavallo e
p iantati là soli ? Come fare per uscirne? Ma il

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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leone non venne ; i cavalli e le mule hanno le
ossa dure, ed egli vuole carni tenere . Di quando
in quando la luna lasciava piovere su noi ramin-
ghi alcuni dei suoi raggi ; ma solo servivano per
fare più brutto quel quadro .
Usciti di là ci trovammo sulla sponda del
fiume . Il pericolo era ancor maggiore, l'oscurità
era completa ; guai se allora uno di noi fosse
caduto ! Poi di nuovo nella selva, poi si ritor-
nava al fiume, e sempre camminando per sentieri
impediti e dalle grosse pietre e dai tronchi di al-
beri vecchi abbattuti . I cavalli procedevano più len-
tamente, perché s' accorgevano del pericolo per
cui passavano . Noi non parlavamo più . E proprio
vero che la paura toglie perfino l' uso della pa-
rola , e noi in quei momenti avevamo proprio
paura ; pregavamo più col cuore che colla bocca,
e chiedevamo al nostro Angelo Custode, che tro-
vandoci noi senza guida, si degnasse guidarci lui .
Anche quel giovane che ci precedeva si era fatto
muto . - Amico, gli chiedemmo a un dato punto,
anche solo per rompere quel silenzio che ci fa-
ceva male e distrarci un momento ; è ancora di-
stante la casa dove alloggieremo ?
- E là sull'altra sponda del fiume ; mezz'ora
ancora e poi ci arriveremo, - e la mezz'ora
si convertì in un'ora intiera . Fissando poi lo
sguardo sulla riva contraria, notammo in lonta-
nanza un lumicino che pareva messo là espres-
samente per marcarci la strada che dovevamo
seguire . Era un gran fuoco di una famiglia
di boscaiuoii, che l' avevano acceso nel cortile,
per preparare la loro cena . In fine, come a Dio
piacque , dopo più di due ore passate in una o-
scurità quasi completa, potendo ad ogni momento
romperci la testa e accaderci peggio, in uno di
quei mille pericoli per cui passavamo, rotti della
persona, affaticatissimi, perché ci trovavamo a ca-
valcioni del cavallo fin dalle 8 del mattino, quasi
senza aver potuto prendere un po' di ristoro, ar-
rivavamo alle ore 8 di notte sul ponte, che visto
fra quelle tenebre, ci pareva un fantasma, man-
datoci là per portarci alla riva opposta .
Nessuno ci aspettava più ; la famiglia ci aveva
aspettato fino alle 6 (per noi che siamo al fine
dell' autunno alle 6 è già notte), ma più tardi, no .
Ad essi sembrava impossibile che forestieri ignari
dei siti, e principalmente un Vescovo amma-
lato si azzardassero di camminare in quella oscu-
rità, fra mezzo a quei pericoli . . . in quelle ore! . . .
Così almeno ci dissero dipoi . Che improvvisata
per quella buona famiglia ! Che ricevimento cor-
diale ! Il sig. Gioachino ebbe per Monsignore
attenzioni degne di un cavaliere quale egli è e
dell'episcopale carattere dell'ospite . Si chiacchierò
alquanto, si cenò in fretta, e poi subito a letto .
Avevamo bisogno di mangiare, ma assai più di
dormire ; e se avessimo dovuto scegliere fra una
buona mensa e un buon letto, di sicuro che tutti
avremmo preferito questo a quella ; e noi per la
bontà dei signori padroni di casa, avemmo l'uno
e l'altra . D . Panaro e i compagni, che eransi fer-
mati due leghe indietro, ci raggiunsero all' indo-
mani sull'alba . Il cammino che avevamo percorso
si chiama Los Imposibles y la Tiraña .
9° Cappella improvvisata . - La Colonia assiste alla S
Messa . - Desiderio di ricevere la Cresima . - Sa-
crifizii per adempire al precetto Pasquale . - La fab-
brica del sig . Lantagno .
Alla mattina ci aspettava una bella sorpresa .
In una stanza ben pulita era stato preparato un
altare con tutto l' occorrente per celebrare la
s . Messa . Il R . P . Francescano, Don Giovanni
Battista Acituna, ex-guardiano del convento di
Chillan , venuto fin là per cammini silvestri e
gole di montagne, percorrendo circa 100 chilo-
metri , sospettando che noi fossimo senza al-
tare portatile, se ne provvide uno ; e fu la sua
una bella inspirazione . Monsignore, trovandosi
abbastanza in forze , desiderò celebrare, e così
fece verso le 8 . Non solamente i padroni di casa,
ma tutta la servitù e tutti gli impiegati della
sua gran fabbrica di legnami, più di un centi
naio di persone, tutte vestite a festa, assistevano
con una religiosità chilena , al santo sacrifizio
della Messa ; fu questa tutta bontà del padrone
che loro lo permise, sebbene abbiano dovuto
sospendere il lavoro . Nessun Vescovo, che dico,
nessun prete era mai passato in quelle parti
ed ora avevano un Vescovo e quattro preti
che si fermavano tra di loro . Si vedeva chiara--
mente scolpita sulla fronte di tutta quella buona
gente la più schietta allegria, per quell' inaspet-
tato avvenimento ! Monsignore, terminata la santa
Messa, fece loro un discorsino . Egli è così fatto ;
dove trova un gruppo di gente , bisogna che
parli. Gli pare che manchi qualche cosa alla
funzione se non dice nulla . - Le funzioni mute,
ripete sempre, non mi piaccìono e non le voglio .
E coi fatti prova che non le vuole davvero .
Durante la giornata vennero molti di quei
buoni popolani a pregare Monsignore, perché vo-
lesse degnarsi di dar loro la Confermazione . - Vo-
lentieri, rispondeva a tutti, ma per questo biso-
gnerebbe che potessimo fermarci qualche giorno,
darvi una piccola missione per istruirvi bene
sulla virtù di questo sacramento, e sulle dispo-
sizioni necessarie per riceverlo degnamente, confes-
sarvi tutti ecc ., e ciò richiede tempo, e noi non
l'abbiamo questo tempo . È stabilito che domani ci
troviamo in Chillan , e non è possibile fermarci
di più . Ma abbiate pazienza, quello che non pos-
siamo fare adesso, si farà presto . In questo tempo
pasquale avrete qui la vostra missione durante
parecchi giorni ; verrà chi vi confesserà, comu-
nicherà, confermerà, battezzerà i vostri bambini,
ecc ., ecc . Ve lo prometto, e state pur tranquiìli .
- Con questo si consolavano .
Monsignore volle premiare tanta fede, e pro
mise d'interessare il Rev .mo sig . Vicario Capi-
tolare, perché mandasse di quando in quando
qualche Missionario tra di loro . Infatti ottenne
dal Padre Guardiano di Chillan che invierebbe
spesso qualcuno dei Padri . La Delegazione del
Vicario non tarderà ad arrivare .
E cosa che veramente fa piangere . Sono là se-
polti in quelle tane sparse nelle selve circa 900
persone, che vivono a 100 chilom . da Chillan .
Sono tutti buoni, e credo che non si debba fare

2.2 Page 12

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nessuna eccezione . In quanto al compiere al do-
vere pasquale, tutti o quasi tutti sono diligenti,
con gravissimo loro disagio, dovendo impiegare
tre giorni e più per arrivare fino alla città . Ep-
pure è tanta la loro fede e pietà che la fanno
tutti la Pasqua ; ma la Cresima . . . . credo che
nessuno la ricevé . Si trovano vecchi coi capelli
bianchi che non poterono ancora, malgrado tutta
la loro buona volontà , ricevere il benefizio di
questo Sacramento.
Fu in quella casa dove Monsignore ebbe le
prime prove dell'affetto che già gli portavano i
Chileni . Durante la giornata che passammo, nel
fondo dei cipressi, venivano i bambini, mandati
dalle loro buone madri , portando chi un pollo,
chi una gallina, chi una dozzina di uova . - Per
chi sono tutte queste belle cose? chiedeva sor-
ridendo Monsignore . - Para el Obispo enfermo,
rispondevano ingenuamente ; e se ne andavano
contenti, perché avevano potuto ricevere da Mon-
signore una carezza ed una medaglia .
Si visitò in quel giorno la gran fabbrica di
legnami, che il sig, Gioachino Lantagno piantò
su quegli abissi . E una fabbrica di primo or-
dine, montata all' europea , che ha macchine se-
gatrici di gran potenza, messe in moto da un mo-
tore della forza di trenta cavalli ; un vero modello
nel suo genere . Ci diceva il sig. Gioachino che du-
rante le 8 ore di lavoro della giornata, si potevano pre-
parare fino a 800 assi ben pulite e levigate ; nel-
l'estate poi si arriva fino a 1300 . Ebbe da vin-
cere ostacoli da tutti creduti insormontabili, e
fare spese enormi per trasportare quelle pesan-
tissime macchine fra quelle montagne ; si trovò
nella necessità di far aprire a sue spese un cam-
mino speciale ; ma tutto vinse coll'energia della
sua volontà ; ed ora ricava già un guadagno che
ben ricompensa i fatti sacrifizi .
10° Partenza per Chillan . - Onori a Monsignore lungo
la strada. - Pinta.
Per quella famiglia sarebbe stato un gran pia-
cere trattenere Monsignore per qualche giorno,
ma non era possibile . Si era fatto l'orario di tutto
il viaggio, e non si voleva cambiare senza ne-
cessità . Il primo aprile , furono celebrate quattro
messe, l' ultima delle quali fu quella di Monsi-
gnore, seguita da un piccolo suo discorso sulla Ma-
donna, per essere quello il venerdì dei dolori di
Maria SS . A queste messe assisté tutta la pic-
cola colonia . Ringraziati quei buoni signori per
le tante cortesie usateci , ci mettemmo in vettura,
espressamente venuta da Chillan, e mandata dalla
signora madre del sig. Gioachino , donna di esi-
mia pietà .
In due lunghe ali, formate nel bel mezzo del
cortile , stava attendendoci tutta quella buona
gente, gli uomini da una parte, le donne dall'al-
tra, colle mani piene di fiori che gettavano su
Monsignore al suo passare . In seguito presero a
correre dietro la vettura, e ci accompagnarono
per un bel tratto di cammino, finché Monsignore
li pregò che volessero tornare indietro .
Da questo punto fino a Chillan , fu un vero
trionfo per Monsignore . Dovunque eravi una ca-
panna, si trovava un arco fatto di frondi e fiori
che cavalcava la via, di maniera che la vettura
dovesse passarvi sotto . Ciò fu per lo spazio
di tre buone leghe . La gente poi, tutta silen-
ziosa , stava in ginocchio presso la strada, per
ricevere la benedizione . Che fede, che fede viva
non hanno mai questi buoni Chileni, non finiva
di dire Monsignore ! Solamente nei nostri paesi
si vedono queste cose. Ci toccò più volte di do-
ver fermare la vettura . Ora una vecchiarella,
ora una bambina faceva segno al cocchiere di aver
bisogno di parlare a Monsignore . Allora si affac-
ciava allo sportello, e tutta tremando : - Prenda,
Monsignore! diceva, e presentava un fazzoletto
pieno di uova . Verso le 2 di sera le capanne
si fecero più frequenti , più numerose e più belli
gli archi ; si conosceva che ci avvicinavamo a
qualche popolazione . Alcune case erano imban-
dierate .
A un punto ci attendevano varii uomini a ca-
vallo ; qualcheduno li aveva mandati sicuramente
per esplorare . Più in là un polverio immenso ci
avvertiva che veniva un grosso gruppo di gente .
Infatti una quarantina di uomini a cavallo, tutti
coperti di polvere e di sudore , guidati da due
frati francescani, venivano dal paesello vicino,
per dare a Monsignore il ben venuto . Il gruppo
dei cavalieri non fece che ingrossare ogni mo-
mento più, fino a Pinta, piccolo paese che dista
7 leghe da Chillan .
11° Accoglienza a Pinta. - Predica .
A Pinta lo spettacolo si fece più imponente .
Tutta la popolazione messa a festa fiancheggiava
una delle vie, per la quale si procurò che passasse
la vettura ; e mentre questa si avanzava lenta-
mente, tutti col cappello in mano e col ginocchio
a terra, chiedevano e ricevevano la benedizione .
Arrivati nel centro del paese, non era più pos-
sibile ai cavalli dare un passo in avanti ; vi era
pericolo di qualche disgrazia . I due frati france-
scani, con tutti i loro sforzi, non potereno otte-
nere di aprire un piccolo passaggio fra quella
moltitudine compatta di gente .
Tutti volevano vedere Monsignore . Che fare
allora per contentarli tutti? - Non vi è qui
vicino una cappella ? - chiese Monsignore a uno
dei Padri.
- Sì, Monsignore, rispose l'interpellato ; è qui
a pochi passi .
- Tanto bene, concluse Monsignore, discen-
diamo un momento a visitare il SS . Sacra-
mento, e poi dirò due parole a questa buona
gente . - Così si fece . Si comprese subito da
tutti il pensiero di Monsignore, e in un attimo
la chiesuola era gremita di popolo . L'interiore e
l'esteriore di detta cappella non può essere più
E meschino. - un bel granaio ! io pensai al
primo mettere il piede su quella soglia . La pa-
rete sinistra, perché minacciava rovina, si coprì
con delle frasche, acciocché per la pioggia non
restasse maggiormente danneggiata . - E impos-
sibile che qui dentro si trovi il SS . Sacramento ;
la decenza non lo permette ! abbiamo detto. E
infatti non lo trovamm o .

2.3 Page 13

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Arrivato Monsignore alla predella dell' altare,
fece una breve orazione, e poi si voltò indietro
per parlare . Che disse? Quello che sa dire so-
lamente egli in certi momenti d'entusiasmo . Al-
lora non ha bisogno di cercare la parola ; gli
fiorisce naturalmente sulle labbra , e senza cer-
care di essere eloquente, dice cose eloquentis-
sime . In quel momento si dimenticò di essere
ammalato , che uno dei polmoni non funzionava
che con grande stento, che quasi era una impru-
denza quella che commetteva . . . Dimenticò tutto
e si lasciò trasportare dal suo zelo . Lodò la loro
fede, fece l'elogio della fede in generale . - È
il più bel tesoro, disse, che l'uomo possa deside-
rare su questa terra. Il cristiano che conserva
gelosamente questo tesoro, è più ricco di chi ha
milioni senza la fede . Un popolo che crede, è fe-
lice anche nella sventura ; un popolo che non
crede è disgraziato anco quando si vanta di essere
felice . E che voi l'avete questa fede, che l'avete
viva, io ne sono troppo sicuro ; una popolazione
miscredente non riceve un Vescovo di S . Romana
Chiesa, un Vescovo che non conosce, che non è
suo, come voi avete ricevuto me qui di passag-
gio tra voi . - E poi seguitò animandoli alla
perseveranza ; parlò della sua missione, delle le-
ghe percorse, delle fatiche sofferte, della caduta
avuta, della sua guarigione quasi portentosa ;
parlò di quelle tribù della Patagonia pochi mesi
fa ancora pagane ed ora cristiane ; parlò della
missione che veniva a compiere nel Chilì . . . « Ti
saluto, o terra del Chili, disse per ultimo ; adesso
ho prove che la tua fede è grande ; chi ti co-
nosceva, ti portava a cielo ; adesso unirò la mia
voce alle voci di tanti tuoi ammiratori, per cele-
brare la più bella delle tue glorie, quella che ti
viene dalla tua fede, Dio ti benedica e te la
conservi sempre questa fede, perché possa farne
il retaggio dei tuoi figli . » Data la benedizione
a quel popolo e fatta una breve orazione, Mon-
signore, col suo seguito, fu invitato a prendere
un po' di ristoro in una delle principali fami-
glie .
Si voleva che quivi passasse la notte ; ma non
credè bene di accettare, perché si poteva con
comodità arrivare fino a Chillan . Così si fece .
12° Arrivo a Chillan . - I Rev . Padri Francescani . -
Il Tedeum . - Il sermone del Vescovo.
Accompagnati dai due buoni francescani , si
arrivò a Chillan verso le 5 di sera . Tutta la co-
munità francescana, che conta all' incirca 80 re-
ligiosi, tra professi, coristi e novizii, avendo alla
testa il R. P . Guardiano , il quale sebbene am-
malato volle discendere dalla sua cella per rice-
vere Monsignore, si trovava alla porta del gran-
diostempraglisutoercvla
prima benedizione . Come per incanto , in bre-
vissimo tempo , una folla di gente accorse al
tempio, chiamatavi dal suono festivo delle cam-
pane ; e Monsignore si trovò di nuovo attorniato
da un popolo numeroso, che in ginocchio aspet-
tava la sua benedizione . Giunto all'altare , s'in-
tonò dai cantori un motetto solenne, e poi subito
un Te Deumcon accompagnamento di varii stru-
menti da corda e da fiato . In seguito Monsignore
impartì la benedizione col SS . Sacramento .
La funzione era finita ; almeno noi tutti lo cre--
devamo . Monsignore però volle prolungarla un
poco, aggiungendovi un sermoncino . « Avete a-
vuto ragione di cantare questo Te Deum, e di
cantarlo solenne, disse . Toccava a me ed ai miei
fratelli cantar quest'inno, perché è nostro do
vere ringraziare il Signore per i molti benefizi che
ha sparsi su di noi e su di me in particolare . Ma
noi siamo pochi, e poi io ho la voce fioca ancora . .
non posso . . Voi ci avete aiutati ; le vostre armonie
furono già portate dagli Angeli al trono di Dio ; vi
ringrazio di cuore . Dovevamo cantarlo questo Te
Deum per più ragioni : 1a perché abbiamo finito
una missione che dura da 5 mesi, missione che
ha dato frutti più copiosi di quello che attendevamo .
Il Signore ha benedetto le nostre povere fatiche
e, ci ha fatto la grazia di poter accrescere il suo
gregge con più migliaia di nuovi cristiani . Ab-
biamo attraversate tutto il deserto della Pata-
gonia da oriente a occidente, e in ogni parte vi
abbiamo piantato la croce di G . C. Anche là da
qui in avanti vi sarà chi adora ed ama il nostro
divin Salvatore . Dovevamo cantarlo questo Te
Deum in secondo luogo per ringraziare il Signore
della grazia che mi ha fatto . Io non dovrei tro-
varmi qui in questo momento ; se mi trovo qui
tra voi, io l'ho per un favore specialissimo della
Divina Provvidenza che non abbandona mai i
suoi . Umanamente parlando io doveva restare
morto sul colpo ; la caduta fu terribile e doveva
essere mortale . Se sono ancora vivo e in piena
convalescenza, dopo Dio e Maria Ausiliatrice, io
lo devo a un buon Chileno, a un vostro compa-
triota, a uno che molti di voi conoscete ed amate .
É qui al mio fianco, e non è necessario che io
lo nomini (1) .
» In terzo luogo era necessario cantare un Te
Deum, perché dopo varii anni di richieste, dopo
d'aver superato molte difficoltà, si potè aprire la
prima casa salesiana qui tra voi . Vengo nel Chilì
mandato dal mio superiore D . Bosco, per gettare
le fondamenta di una casa, che sarà piccola a-
desso, ma che sarà grande col tempo , se il Si-
gnore si degnerà di benedirla . Altre molte case si
apriranno coi tempo e presto, se la generosità del
popolo chileno ci aiuterà in questa nostra cari-
tatevole impresa, come ne sono certo . » E poi
tornò a parlare della fede , delle sue bellezze,
della sua preziosità . Monsignore era tanto am-
mirato per quello che aveva visto in quel giorno,
che non parlava che di fede. « Tu l'hai, o popolo
del Chili, questa fede ; tientela cara : fintantoché
sarai credente , sarai grande . Mani sacrileghe ,
mani nemiche si sforzano per rovinare questo
fondamento di tua grandezza ; e tu difenditi da
questi tuoi nemici, più ancora che dai nemici
della tua patria . L'empietà non otterrà nulla da
te , purché non ti strappi dal cuore questo tesoro
della tua fede ; ma saresti suo zimbello, e anche
tu diverresti un popolo empio, come tanti altri, il
giorno che disgraziatamente, stanco di lottare,
(1) Il Sig . Lucas Becerra è oriundo di Chillan .

2.4 Page 14

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gettassi le armi e cessassi di credere . No ; hai
mostrato che hai nelle tue vene sangue di eroi ;
hai combattuto e vinto i nemici della tua pa-
tria (1) ; combatti ancora e fa di vincere i ne-
mici della tua fede ; e le vittorie che otterrai in
questa lotta saranno assai più belle per i tuoi
figli, che quelle altre vittorie ottenute sui campi
di battaglia . Queste sono scritte con sangue, scri-
verai quelle o le scriveranno i tuoi figli, ma
con oro . »
13° L'inno nazionale chileno . - Amorevoli istanze a Mon-
signore per una più lunga fermata. - Esperidion Her-
rera e la notizia di un Salesiano moribondo a Con-
cezione .
Subito dopo d'averci dato il saluto di pace in
chiesa, quei buoni religiosi ci diedero il saluto pa-
triottico nel Convento, facendoci sentire l'inno chi-
leno, suonato con harmonium, .e con accompagna-
mento di una piccola orchestra tutta francescana .
Non è cosa da potersi ridire l'allegria che regnava
in quella Comunità e che seguitò a regnare durante
il nostro corto soggiorno . Il nostro piano era già
stato formato : fermarci 4, o 5 giorni nel Con-
vento per riposare bene e prendere forze, perché
potesse poi Monsignore celebrare solennemente
le funzioni della Settimana Santa nella catte-
drale di Concezione, come si era convenuto . I re-
ligiosi non si contentavano di 4, o 5 giorni ;
ne avrebbero voluto almeno una quindicina ;
almeno almeno tutta la Settimana Santa ; e face-
vano le più vive istanze per ottenere questo favore .
Ma al nostro arrivo in Chillan, avevamo tro-
vato il Sig . Segretario D . Esperidion Herrera
nostro buon amico, mandato espressamene da
Monsignor Vicario Capitolare di Concezione,
Dottor D . Benigno B . Cruz, affine di salutare Mon-
signor Cagliero in suo nome, e in nome di tutto
il Clero della sua Diocesi . Egli era eziandio la-
tore di una notizia inaspettata e dolorosa . - Ab-
biamo gravi disgrazie in casa , mi diceva quasi
lacrimando , e senza un miracolo di s . Giuseppe
o di Maria Ausiliatrice non hanno rimedio . Uno
dei Salesiani cadeva gravemente ammalato lo
stesso giorno di san Giuseppe , ed ora si trova
moribondo ; vi é poca probabilità che guarisca ;
ieri l'ho lasciato senza parola, già sacramentato
ep:hrogaiàtdslnpo
cosa per la sepoltura . . . Uno dei suoi più vivi
desiderii che mi manifestava, quando stava ancora
in sé, si era di avere Monsignore e i confratelli
al suo fianco prima di morire ; dunque se fosse
possibile converrebbe partir subito . Che gliene
pare ? -
Restai come impietrito, voleva sapere il nome
e non osava fare la domanda ; aveva proprio
paura . - Ma mi dica il nome , uscii a dire fi-
nalmente con grande sforzo .
-- E il povero Serafino Buzio ! rispose . -
Povero Serafino ! al mio partire da casa l'aveva
lasciato pieno di forze, lavorando a più non posso
per preparare i ragazzi alla solennità di s . Giu-
seppe , ed al mio ritorno lo trovo agli estremi
(1) Si riferisce alla guerra col Perù e la Bolivia
di vita ! Ma che fare se il Signore ha disposto
così? Rassegnarci e pregare !
I Padri del Convento ebbero sentore di quello
che succedeva nella nostra casa di Concezione,
e non è a dire l'afflizione che ne provarono . Ma ! . .
avrebbero voluto che non ne parlassimo con Mon-
signore, e ci dissero mille cose perché prendes-
simo questa risoluzione . Fu tutto inutile ; quella
sera stessa Monsignore prima che andasse a ri-
poso, sapeva già ogni cosa , ed egli stesso deci-
deva sul da farsi .
Aveva stabilito di riposarsi per tre o quattro
giorni, ma a questo annunzio risolse dì rompere
glindu,pochéglisarebtompsible
vivere tranquillo ; quindi mi comandò : - Do-
mani di buon' ora manderete un telegramma a
Concezione per avere notizie dell' ammalato ; se
l'infermità continua grave, partiremo subito ; se
mai vi fosse qualche miglioramento, come lo spero,
aspetteremo fino dopo domani . Intanto preghiamo
e speriamo; s . Giuseppe ha permesso che si amma-
lasse e s . Giuseppe ce lo farà guarire . Siete troppo
pochi in Concezione , aggiunse , perché appena
arrivati nel Chilì , uno di voi abbia da partire
per il Cielo.
La risposta non tardò a venire e fu poco sod-
disfacente : « Il pericolo è grave ancora ; appena
si nota un piccolo miglioramento . »
14° Messa della comunione . - La domenica delle Palme .
- Bontà e cortesia dei Padri Francescani . - Tele-
gramma dei Vicario capitolare .
Ci fermammo un giorno coi Padri, perché non
potevano rassegnarsi a lasciarcì partire subito .
Avevano fatto i più bei calcoli per tenerci con
loro , chi sa maì per quanto tempo . Alla mat-
tina seguente, Monsignore disse la Messa della
Comunità , e distribuì la s . Comunione a più
di 500 fedeli . Al vedere ai suoi piedi tanto
popolo per ricevere dalle sue mani il Pane degli
Angeli, Monsignore, al quale, come già dissi, non
piacciono le funzioni mute, diresse a tutti la sua
parola, per animarli alla pietà, alla divozione, alla
frequenza dei SS . Sacramenti . E veramente cosa
degna di ammirazione il vedere in un giorno di
lavoro (era un sabbato) più di 500 persone fre-
quentare i santi Sacramenti . E la prova più bella,
più sicura per giudicare della pietà che regna
in una popolazione .
Il giorno appresso , domenica delle Palme , il
numero dei comunicati fu di circa 2000 . Mon-
signore, invitato dal Re .moSuPperi,fc
tutta la funzione . Benedisse solennemente le
palme, prese parte alla processione, e poi avrebbe
voluto cantar la messa solenne, ma non senten-
dosi più con forze sufficienti , si limitò a dirla
letta . Fu una funzione che durò in tutto due ore
e mezza, e non è poi la piccola cosa per un con-
valescente, che doveva viaggiare poi da mezzo-
giorno fino alle 5 di sera, per arrivare a Con-
cezione .
Dire qui della bontà, amabilità, cortesie di quei
Padri, non è cosa facile e mi porterebbe troppo in
lu.ngDoiròschengradimcost,
che ci vogliono un gran bene . Hanno una pro-

2.5 Page 15

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fondavenrazioneprD. Bosco e per la Con-
gregazione Salesiana . La nostra missione poi che
abbiamo di educare la gioventù povera e di at-
tendere alle missioni dei selvaggi, è loro som-
mamente simpatica. Anch'essi lavorano nel vasto
campo delle missioni , e la loro porzione è l'A-
raucania ; per questo trattarono Monsignore, come
se fosse loro proprio Vescovo, e gli altri Sale-
siani , come fratelli. Monsignore volle conten-
tarli prima di partire, e promise loro di vi-
sitarli ancora una volta prima di lasciare il Chilì ;
di passare qualche giorno con loro e di ordinar sa-
cerdoti quattro dei loro diaconi ; e manterrà la
fatta promessa, appena abbia aggiustate le cose
nostre di Concezione . Mentre ci trovavamo in
Chillan , Monsignore ricevè un telegramma dal
Sig. Vicario Capitolare-Dottor D . Benigno B . Cruz,
che diceva : « Saluto rispettosamente V. S . Illma
a nome di cotesta Diocesi, per la quale ha sof-
ferto già V . S . Illma tante fatiche . Il clero, i fe-
deli di Concezione , desiderano ardentemente ba-
ciarle l'anello pastorale e, ricevere la benedizione
di V . S . Illma . Domenico B . Cruz . » Chillan, ol-
tre il Convento dei PP . Francescani , ha pure
varie altre case religiose che attendono all' edu-
cazione della gioventù e all'assistenza dei poveri
e degli ammalati ; e Monsignore ben sapendo il
gran regalo che loro avrebbe fatto visitandole,
andò spontaneamente , e se n'ebbe i più vivi
ringraziamenti .
videnza, del suo rapido miglioramento, della sua
convalescenza ecc., ecc., e poi si parlò della fede
chilena . Monsignore non sapeva parlar d'altro ;
era così impressionato per quello che aveva visto '
Ma il Sig . Vicario voleva piuttosto che gli si
ragionasse di D . Bosco e Monsignore lo com-
piacque . Come è mai buono questo Sig . Vicario !
Alle 5 di sera entravamo nella stazione di Con-
cezione .
E questa una stazione di primo ordine , bel-
lissima e vastissima. Lasciamo per adesso il bel-
lissima e veniamo al vastissima , che è ciò
che importa sapere per capire quello che mi
tocca descrivere . Ebbene, la stazione vasta come
è, non era sufficiente per contenere tutto quel
popolo che si era agglomerato per ricevere Mon-
signore . Ho messo la testa fuori dello sportello
per vedere : che spettacolo! Si sarebbe potuto
passeggiare sulle teste senza cadere in terra .
Appena il treno si fermò , un grido immenso,
unanime, gettato là sotto quella volta, da più mi-
gliaia di persone, assordava le nostre orecchie :
Viva Monsig . Cagliero ! si gridava da tutte parti ;
Viva D . Bosco! Viva il Vescovo salesiano ! Viva
l'apostolo della Patagonia! . . . e si continuò gri-
dando prima senza interruzione finchè si potè
arrivare alla vettura (per più di 20 minuti prima di
uscire dal cancello della stazione) e poi a inter-
valli fino all' arrivo nella c. attedrale
16° Dalla stazione alla Cattedrale .
15° Partenza da Chillan . - Incontro di Monsignore col
Vicario Capitolare. - Arrivo a Concezione .
Al mezzogiorno della stessa Domenica delle
Palme , Monsignore accompagnato da tutti i su-
periori della casa francescana, si trovava nella
stazione pronto per partire . Trovammo la stazione
così gremita di gente, che avremmo detto che là
si era radunata tutta la popolazione di Chillan .
Fu necessario ricorrere alle guardie urbane per
mantenere un po' di ordine e aprire il passo
a Monsignore al momento di montare nel car-
rozzone del treno . Dato il segno della par-
tenza , tutta questa gente a capo scoperto, la
maggior parte a ginocchio, riceveva l' ultima be-
nedizione di Monsignore . Uno dei P . Francescani,
rappresentante la sua Comunità , ci accompagnò
fino a Concezione . Ci accompagnarono pure i si-
gnori Lucas Becerra e Filoteo San Martin, dei
quali ho già parlato più volte in questa relazione .
Ogni vagone dei treni del Chilì, ha un piccolo scom-
partimento destinato agli alti personaggi del go-
verno ; e questo venne offerto a Monsignore e
comitiva. Così si viaggiò senza il minimo incon-
veniente per circa 3 ore .
Alla penultima stazione, che dista varie leghe
da Concezione, ci attendevano il Sig . Vicario ed il
Superiore del Seminario . Cordialissimo fu l' in-
contro di Mons . Cagliero col Sig. Vicario, che
esclamava Benedictus qui venis in nomine Do-
mini . Si abbracciarono come se fossero già due
vecchi e cari amici ; e poi Monsignore a richiesta
del Sig . Vicario, si fe' a dargli notizie particola-
reggiate della sua salute . Parlò della sua caduta, del
pericolo corso, del medico mandatogli dalla Prov-
Messo il piè a terra, Monsignore fu subito
circondato da una schiera di giovani delle mi-
gliori famiglie e tutti appartenenti all' associa-
zione della gioventù cattolica , che avevano vo-
luto per sè l' onore di accompagnare più da vi-
cino Monsignore, e aprirgli un passo per entro
quella moltitudine compatta . Altri giovani e si-
gnori rispettabilissimi , fecero altri circoli per
impedire che la folla si avvicinasse di troppo e
molestasse Monsignore . Nel discendere mise un
piede in fallo, e fu per cadere ; ma lo sorresse
da una parte il sig. Vicario e dall'altra un bravo
capitano , che non lo lasciò più fino a metterlo
nella vettura . Tutto questo io l'ho appena visto
di lontano . Per noi fu impossibile tener die-
tro a Monsignore . Neppure sospettando quello
che fosse per arrivare , tardammo un momento
prima di discendere dal treno , unicamente per
lasciare libero il passo a Monsignore e tener
d'occhio le valigie, perchè non andassero smar-
rite . Bastò questo per essere da lui divisi, mal-
grado tutti i nostri sforzi per arrivare fino a lui .
Piazze e vie erano piene e zeppe di una molti-
tudine, nella quale scorgevansi sacerdoti e po-
polo, ricchi e poveri, grandi e piccoli . Se noi ab-
biamo voluto andare alla Cattedrale, abbiamo
dovuto passare chi per altra strada, chi confuso
colla moltitudine . Ma anche di lontano vedevamo
tutto, vedevamo i più lesti arrampicarsi su per i
cancelli, su per gli alberi, vedevamo i fazzoletti
sventolare e più che tutto sentivamo quegli ev-
viva unissoni di tutta una popolazione che accla-
mava . Per me mi aspettava qualche cosa di
grosso, ma non un simile sp ettacolo . Se con tanto

2.6 Page 16

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entusiasmo, aveva io pensato prima, hanno rice-
vuto noi bambini, come riceveranno Monsignore?
E la dimostrazione fu proprio grandiosa, impo-
nente, degna di un Vescovo . Accorrevano ezian-
dio gli alunni del Seminario e dei collegi .
Ricordo tra le altre particolarità, che tra co-
loro che scortavano Monsignore vi erano 800
uo,minvetdalchisePadrGuit
che tutti avevano comunicato la stessa mattina .
Questa dimostrazione è tutta dovuta alla re-
ligiosità della popolazione e alla sua unione col
clero . Bastò che alla mattina si annunziasse in
tutte le chiese l'arrivo del Vescovo salesiano ,
e la convenienza di riceverlo degnamente, perchè
tutta la popolazione in corpo accorresse là dove
il loro Pastore la invitava . Anche il giornale
cattolico di Concezione prese parte in questo
movimento, pubblicando nei numeri anteriori la
visita a Concezione di Monsignor Cagliero , e
il dovere di tutti i buoni di accoglierlo come
si doveva . Il sig . Vicario, che fu l'anima di tutta
questa dimostrazione , può esserne ben soddis-
fatto ; i fatti hanno superato le sue speranze .
La vettura destinata a Monsignore era di lusso,
di proprietà privata, appartenente a un deputato
cattolico della stessa città di Concezione, che la
mise a disposizione di S . S . Ill .ma . Una buona
mezz'ora s'impiegò per arrivare fino a poter en-
trare nella Cattedrale . La vettura procedeva len-
tamente , e non si poteva fare a meno . Tutto al-
l'intorno stavano i giovani dell'unione cattolica ben
compatti per non lasciare avvicinare la folla ; più
volte si videro nella necessità di afferrare i fusi
delle ruote per rallentare il passo, affine di evi-
tare disgrazie . Camminavano tutti a capo sco-
perto, rinnovando sovente gli evviva .
Quale coincidenza! Era quello il giorno delle
Palme, e avevamo così un'idea di quello che sarà
avvenuto in Gerusalemme due mila anni fa, nel-
l'ingresso trionfale che fece in essa il nostro di-
vin Salvatore . Concezione era proprio convertita
in una Gerusalemme che riceveva uno degli A-
postoli di Gesù C ., e lo riceveva proprio bene .
- Una volta sola , mi diceva Don Esperidion
Herrera, ho visto in Concezione tanta gente
riunita, e fu nell' occasione del ritorno di Mons .
Sala dal Concilio Ecumenico Vaticano, nel 1870 .
Allora si capiva la cagione di così festosa ac-
coglienza . Mons . Sala governava la diocesi da
circa trent'anni, ed era un gran savio ed un gran
santo ; adesso è un Vescovo nuovo , straniero ,
sconosciuto affatto ; eppure .
17° La Cattedrale . - Discorso di Monsignor Cagliero .
La Cattedrale di Concezione può contenere
da 7 a 8 mila persone : ebbene, prima che Mon-
signore avesse potuto arrivare fino al presbitero
era già tutta piena ; ed è a notare che moltis-
simi dovettero contentarsi di rimanere fuori non
trovando più sito . Erano almeno 7000 le persone
che erano entrate in chiesa con Monsignore per
pregare con lui, e ringraziare il Signore per lui .
Monsignore era stordito per quello che ve-
deva, e non poteva capire come a lui, Vescovo
forestiere , il cui nome pochi giorni prima era
quasi totalmente sconosciuto in Concezione , si
sia potuto preparare un ricevimento così splen-
dido . Neppure in chiesa, noi Salesiani, potemmo
avvicinarlo . Il Capitolo dei Canonici avevalo a-
spettato all'ingresso .
Credeva che Monsignore, nello stato in cui si tro-
vava, non avrebbe osato dirigere la parola a tutto
quel mondo di popolo . Non era più solamente la
chiesuola di Pinto, nè il tempio di Chillan : era tutta
una Cattedrale di vastissime proporzioni, che ri-
chiede una voce potente per farsi sentire . Ep-
pure col suo polmone mezzo fracassato, non con-
sigliandosi colle sue forze, ma colla sua buona
volontà e col suo zelo, appena si ristabilì un
poco l' ordine nella chiesa, con una respìrazione
faticosa, ma con voce vibrata, incominciò a par-
lare
« Popolo di Concezione, popolo cattolico e pieno
di fede, io ti saluto e ti ringrazio. , Me lo ave-
vano già detto che eri un popolo cristiano, io lo
credeva ; adesso lo credo ancor più . Questa di-
mostrazione che mi hai preparato e che io non
mi aspettava, è il miglior elogio della tua fede .
Popolo beato (1) ti hanno chiamato e ti chia-
mano molti, forse per ironia, ma tu lo sei nel
vero senso della parola , e devi andarne santa-
mente orgoglioso . Sarai beato, finchè sarai cre-
dente, e la tua fede sarà sempre la più bella
corona colla quale circonderai la tua fronte . Adesso
sì che capisco perchè sei un popolo così pieno
di valore e di eroismo sui campi di battaglia
si è perchè sei profondamente cattolico ; hai la
fede che ti dà la vita, e colla fede hai in cuore
la carità , l' amore di Dio e quello della patria .
Una nazione che guarda gelosamente nel cuore
questa fede divina , è assolutamente invinci-
bile, la vittoria la segue in ogni parte . Un e-
sercito composto di uomini che credono in Dio
e praticano la Religione , è un esercito di
prodi che non teme mai il nemico ; sa sa-
crificarsi e morire, non mai indietreggiare e
cedere. Io mi congratulo con te, e ti posso assi-
curare che pioveranno su di te copiose le bene-
dizioni del cielo, se saprai perseverare in questa
fede che hai ereditato dai tuoi maggiori . Eccomi
qui tra voi, dopo un viaggio lunghissimo e pe-
ricolosissimo ; 300 leghe ho percorso coi mieì
fratelli i Salesiani, per venire fino a voi . Ho la-
sciato cinque mesi fa le sponde dell'Atlantico, ed
ora mi trovo sulle sponde del Pacifico. Ho com-
pito così in parte il programma che mi conse-
gnava il sapientissimo Pontefice Leone XIII, di
Colui che regge i destini della Chiesa . - Andate,
mi diceva in sul mio partire dall'Italia, andate
e fatemi cristiana la Patagonia , e piantate le
tende salesiane in quelle lontane repubbliche del-
l' America del sud . - Ed eccomi qui tra voi per
compiere la mia missione. Non è questa una
bella prova che il Sommo Pontefice vi ama e
cerca il vostro bene? É così ; a tutti pensa
Leone XIII ; ha un cuore così grande che tutti
ama come figli suoi ; ma se posso aggiungere
una parola, dirò, che fra tutti, per quelle prove
(1) Beato suona qui bigotto .

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di affetto , di attaccamento che gli deste, ama
voi, cattelici del Chilì, voi e tutto il vostro ze-
lantissimo clero , e vi ama con una predilezione
particolare .
La mia cara missione non è ancora termi-
nata ; la Patagonia non è ancor tutta cristiana ;
appena ho potuto esplorare la parte settentrio--
nale . Ma là in quei deserti non mancano adesso
gli adoratori del vero Dio, ed ho fiducia che cre
sceranno col tempo . Ho trovato pericoli, sofferte
privazioni, avuto disgrazie ; ma coll'aiuto di Dio,
di Maria Ausiliatrice e dei miei Salesiani, ho
anche potuto godere grandi consolazioni e rac-
cogliere frutti copiosi . Una tribù intiera, gover-
nata dal Cacico Sayhueque , quel terribile Say-
hueque che pochi anni or sono era il terrore del
deserto e delle repubbliche limitrofe, oggi ha de-
posta la sua fierezza, ha aperto gli occhi alla
luce della verità, ha abbracciato la nostra santa
religione ed è figlio di G . C ., e con lui lo sono
i 1400 che compongono la sua tribù . Non fu-
rono questi i soli frutti coi quali il Signore ri-
compensò i nostri sacrifizii .
Ma non furono i nostri sudori le nostre fatiche
che fecero germogliare quei fiori di virtù là
in mezzo di quelle steppe della Pampa ; fu
quegli che , per dirlo con una frase del Van-
gelo, dat incrementum : Deus . Venne poi la ca-
duta a troncare a mezzo la mia missione e non
la potei più terminare . Il Signore volle mettere
alla prova la mia pazienza . Invece di lavorare
mi toccò soffrire ! Che si compia in tutto la sua
santissima volontà ! Arrivato alle Cordigliere mi
incontrai con le avanzadas chilene . Mi riceve-
rono a braccia aperte, e tutti approfittarono del
benefizio che il Signore loro concedeva ; cinque
missioni abbiamo dato fra loro. Se ne dovevano
dare altre tre e non si poté più ; ma i buoni e
religiosi chileni vennero a trovare i missionarii
dove si trovavano, percorrendo distanze immense,
unicamente per poter ricevere i santi Sacramenti .
E tra di loro che' ho avuto le più belle conso-
lazioni .
» Adesso poi, assai meglio in salute, sono qui
per compiere un' altra parte del programma del
mio Padre e Superiore D . Bosco, già da voi co-
nosciuto ed amato ; qui mi trovo , invitato dal
vostro zelantissimo Prelato, per fondare una casa
salesiana di arti e mestieri . Si vuole insegnare
un'arte ai figli dei vostri poveri, perché possano
col tempo guadagnarsi con onore un tozzo di
pane ; ma più che tutto si vuole insegnar loro
la più bella e la più importante delle artì, quella
di guadagnare il Cielo e di salvare la loro anima ;
dando loro un'educazione sodamente religiosa che
valga a preservarli dalla corruzione moderna .
Oggi la gioventù è fra tutte le classi della so-
cietà, la più invidiata, quella che trova maggiori
pericoli sui suoi passi incerti , ed è quella che
in pari tempo, se cade una volta, difficilmente si
solleva, perché non trova una mano amica che
l'aiuti . L'empietà fa sforzi per corrompere e per-
dere il cuore dei giovani ; sa che se vi riesce,
avrà corrotto e perduto tutta una generazione ;
e vi riuscirà di certo se i buoni non corrono a
levar su un argine per impedire che il torrente
d'iniquità non irrompa in ogni parte, e perché
non vi resti affogata la povera gioventù . »
Terminò con parlare di D . Bosco, della Pia
Congregazione Salesiana e dello scopo che ha
nella società : delle migliaia di giovani che educa
già nell'Europa e in varie Repubbliche dell'Ame-
rica, e pregò i presenti perché volessero essere i
cooperatori della nostra missione ed i protettori
della nostra casa-taller di S . Giuseppe . Si cantò
poi il Te Deum ed il Sig . Vicario die' la benedi-
zione col SS . Sacramento.
18° Monsignore al letto del confratello infermo . - Gua.
rigione insperata . - Cortesia e carità dei signori Chi-
leni .
Terminata questa funzione religiosa, la prima
visita che Monsignore volle fare , sebbene fosse
già di notte , fu al nostro collegio, per vedere ,
consolare e benedire il nostro ammalato . Lo trovò
male, ma fuori di pericolo prossimo di morire .
S'intrattenne con lui per qualche tempo, gl' im-
partì la benedizione di Maria Ausiliàtrice, lo e-
sortò a ricorrere alla Madre celeste con piena
fiducia, perché, aggiunse : - Infirmitas haec non
est ad mortem . Non è che una prova, e le prove
passano e non restan che i meriti, per chi ha
saputo guadagnarli soffrendo con rassegnazione . --
Fu profezia ; da quel momento l'ammalato co-
minciò a migliorare ogni momento più ; e ieri,
giorno di Pasqua, per la prima volta, Buzio Sera-
fino sedeva con noi a mensa per fare più bella
la nostra festa . Si era pensato di alloggiare Mon-
signore con noi ; anzi egli lo desiderava viva-
mente, ma in quelle circostanze era assoluta-
mente impossibile . Quindi l'abbiamo raccomandato
al nostro caro amico D . Esperidion Herrera, per-
ché gli procurasse un posticino nella sua casa
della Provvidenza, pregandolo che ce lo trattasse
bene ; e possiamo vivere tranquilli ché nulla
gli manca . Se qualche volta si lamenta, si è
di essere trattato troppo bene .
Tutto il clero secolare e regolare non con-
tento di essere stato presente al suo arrivo
alla stazione , si die premura nei giorni suc-
cessivi di venire alla Provvidenza a offrirgli
i suoi omaggi e ad informarsi personalmente dello
stato di sua salute . I più alti personaggi della
città, le autorità stesse del governo, vennero o
mandarono a chiedere sue notizie E Monsignore
in mezzo alle sue fatiche, non solamente non si
lamenta di stanchezza, ma assicura che ogni resto
di male va scomparendo ogni dì più . Deo gra-
tias.
19° Conclusione .
Adesso finisco ; io credo di essere stato impor-
tuno nello scrivere così in lungo, o carissimo
padre, ma sono in pari tempo sicuro che le avrò
procurato un gran piacere, con queste notizie
minuziose . Se queste non hanno nessuna impor-
tanza per altri, l'hanno e molta per lei, che tanto
ama Mons . Cagliero e per tutti i confratelli della
Congregazione . Monsignore mi lascia di salutare lei,
carissimo D . Bosco ; mi lascia anche di dire che sa-

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tutti i confratelli, cooperatori ed
amici d'Italia e d' Europa, e che si raccomanda
alle preghiere di tutti, perché possa condurre a
buon termine la sua missione del Chili, che in-
comincerà di questi giorni . Pensa visitare Los
Angeles, Trayguen sulla frontiera e centro del-
l'Araucania, Talca, Valparaiso, Santiago, dove è
invitato per trattare di fondar case salesiane in
tutti questi centri . Vedrò di tenerla al corrente
delle nostre cose, e di comunicarle quanto posso
credere che le tornerà gradito . Anche Don Fa-
gnano, venuto espressamente qui da Buenos Ai-
res, appena si ebbe notizia del fatale accidente,
mi lascia dì salutarla tanto tanto . Il suo arrivo
fu per noi una cara improvvisata . Il giorno due
di aprile ci giungeva dalle Ande un telegramma,
che ci annunziava per l'indomani il suo arrivo .
Ritornerà presto a Punta Arenas e Terra del
Fuoco, non appena abbia tenuto una conferenza
con S . S . Ill.. mailVescovdAnu I Sale-
siani suoi figli del Taller de S. José, D . Mila-
nesio, D . Panaro , che venuti con Monsignore,
sono ancora qui con noi, tutti la salutano e chie-
dono la sua paterna benedizione . Io poi le bacio la
mano, e la prego che voglia alzarla sovente quella
mano per benedire me, i miei fratelli, la nostra
casa, i nostri benefattori di Concezione . La be-
nedizione e le preghiere di Don Bosco faranno
progredire questa casa di S . Giuseppe, che ap-
pena incomincia . E questo il voto che fa e la
preghiera che le dirige questo
Tutto suo
Aff.mo e carissimo figlio in G. C .
D . EvAsIo RABAGLIATI, sales .
AVVISO
Aderendo volentieri alle molte domande che
ci vennero fatte, abbiamo messo in corso di
stampa queste avventure di Monsig . Cagliero
e dei Missionarii Salesiani formandone un vo-
lumetto a parte . Vi abbiamo però aggiunte molte
notizie , che parte per mancanza di spazio e
parte perchè giunti troppo tardi non poterono
essere pubblicate nel Bollettino . Riuscì un rac-
conto vario, amenissimo, edificante . Si venderà
dalle Librerie Salesiane al prezzo di L . 0, 50 .
Chi ne acquista 10 copie avrà l'undecima gratis .
Il profitto sarà a vantaggio delle Missioni .
PROCESSIONE IN SAN PIER D'ARENA.
Anche quest'anno è riuscita divotissima la pro-
cessione della Parrocchìa di S . Gaetano in San
Pier d'Arena . Il giorno 12 alle ore 6 pom . in
mezzo ad una folla immensa di persone sfilava
con bellissimo ordine dalla Chiesa Parrocchiale
di D . Bosco e lentamente si avviava in giro per
le vie principali della città, che sono entro i li-
miti della stessa parrocchia .
Veniva aperta da un numeroso stuolo di ra-
gazzine tutte in bianca veste e coronate di fiori .
Seguivano gli Istituti della Casa della Provvidenza
e di S . Anna, le figlie di Maria, i giovanetti del
l'Oratorio festivo uniti con catene di fiori, i tre-
cento giovani dell'Ospizio di D . Bosco colla loro
banda musicale, una sessantina di chierici, tutti
i sacerdoti dell'Ospizio, più il Rev . Prevosto della
Madonna delle Grazie, il Rev . Prevosto di Teglia
e Monsignor Negrotti in abito pavonazzo . Dietro
al baldacchino veniva una bella schiera di signori
della parocchia . Le strade erano adorne di ban-
diere e da quasi tutte le finestre pendevano drappi
e festoni . Non si ebbe a deplorare il menomo ac-
cidente .
Ciò poi che fece grata impressione a tutti fu
il bellissimo tratto di riverenza usato dalla banda
municipale . Trovandosi essa nel giardino pubblico
e passandovi da presso la processione invece di
eseguire in quel tempo un pezzo secondo il
suo programma, rispose invece alla banda della
processione stessa con una bellissima marcia che
durò sino a quando la processione fu di là discosta .
Così il valoroso giornale cattolico L'Eco d'I-
talia .
La bella riuscita di questa funzione si deve
eziandio in gran parte all'affetto ed alla genero-
sità dei Cooperatori Salesiani, i quali riguardano
la Chiesa e l'Ospizio Salesiano come cosa loro
propria . Infatti quando i giovani cantori dell'O-
ratorio di S . Francesco - di Sales in Torino dovet-
tero pernottare in Sanpierdarena per circa una
settimana, fu una -ara di tutti i nostri benefat-
tori, nell'offerire loro le proprie abitazioni, nel
proferirsi e provvedere il necessario, nel ricol-
marli delle più squisite gentilezze . I Superiori
dell'Ospizio di S . Vincenzo de Paoli avendo loro
preparato cordialissimo ricevimento fraterno ed
alloggio, si potè fare a meno di dare incomodo a
chi così gentilmente faceva, invito, ma ciò non
toglie che il vincolo di gratitudine ci stringa sem-
pre più alla nobile popolazione di Sanpierdarena .
GRAZIA DI MARIA SS . AUSILIATRICE.
Cunico (Asti), 31 gennaio 1887
MOLTO REV . PADRE D . Bosco,
Evviva Maria Ausiliatrice!
Riconoscenti anche quest' anno mandiamo a
Maria Ausiliatrice lire 50, quale decima delle of-
ferte pei restauri della nostra chiesa parrocchiale
in adempimento del voto per cinque anni, fatto
a Maria e confermato da V . S . M. R . li 31 mag-
gio 1885 per essere preservati dalla grandine .
Anche l'anno 1886, testè decorso , fu per noi
anno di benedizioni, e nonostante spaventosissimi
uragani, la grandine non guastò una foglia alle
nostre viti .
W . Maria! Due anni di esperimentati favorì
ci confortano a sperar bene per gli altri tre e
per sempre. Sac . Domeico GRIvA, Pievano .

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TORINO, S . Benigno Canav ., Lucca - LIBRERIA 'SALESIANA - Spezia, San Pier d'Arena, ROMA
ULTIME PUBBLICAZI ONI ASCETICHE
Diario spirituale. Massime ed esempi di Santi per ciascun giorno del-
l'anno . Un vol. in-32°, di pag . 824 à
. . (E) L. 1 50
Molti sono i libri ascetici, ma pochi, che come il presente rispondano allo scopo dell'ascetica, che i ;
di perfezionare lo spirito umano, mediante una lunga e graduata serie di esercizi tendenti a tale scopo .
L'autore di esso, studiato con grande affetto i più grandi scrittori ascetici di tutti i tempi, ma special-
mente quelli che più rispondono al bisogno dei nostri, quali un S . Francesco di Sales, un S . Vincenzo
ile' Paoli, una S. Teresa e S . Maria Maddalena de' Pazzi, ne estrasse come il meglio e dispostolo con or-
dine graduato, l'offre a tutti ed in tutti i giorni dell'anno . È un libro adunque che fa per tutti ; per
coloro che aspirano a salire il monte della perfezione e per coloro che vogliono raggiungere la cima o
camminare su di essa ; e fa per il clero e per il popolo . La brevità poi con cui viene esso svolto fa
sì che anche coloro, che dicono, ovvero non hanno tempo da spendere intorno al proprio spirituale per-
fezionamento , non possono rifiutarsi dal riceverla . Per comodo di coloro che volessero solo questo o
quell' altro argomento , ovvero non caricarsi le saccoccia del volume, si vende diviso in tanti volu-
nletti così :
GENNAIO : Perfezione ; un vol . di pag. 60
(E)
FEBBRAIO : Umiltà ; un vol . di pag . 80
(E)
MARZO : ; Mortificazione un vol. di pag. 64
(E)
APRILE : Pazienza ; un vol. di pag . 60
(E)
MAGGIO : Dolcezza ; un vol . di pag. 84
(E)
GIUGNO : Ubbidienza ; un vol . di pag . 48
(E)
LUGLIO : Semplicità ; un vol . di pag. 60
(E)
AGOSTO : Diligenza ; un vol. di pag. 52
(E)
SETTEMBRE : Orazione ; un vol . di pàg. 48
(E)
OTTOBRE : Confidenza ; un vol . di pag . 48
(E)
NOVEMBRE : Carità ; un vol . di pag. 72
(E)
DICEMBRE : Unione ; un vol . di pag . 60
(E)
Appendice Ta Pratica dell'umiltà e carità fraterna ; un vol . di pag . 80 . . . (E)
- 2' Confidenza nelle tentazioni ed aridità di spirito ; un vol. di pag . 84. (E)
L . 0 20
» 0 20
» 0 20
» 0 20
» 0 20
» 0 20
» 0 20
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» 0 20
» 0 20
» 0 20
» 0 20
» 0 20
» 0 20
Vita e Virtù Cristiane, considerate nello stato religioso, per Mons . Carlo Gay Vescovo d'Anthedon . Tra-
duzione italiana . Vol . 2° . Prezzo dell'opera in 3 vol
(E) » 6 00
Il valore ascetico di quest'opera è superiore ad ogni nostro elogio. Tutti sanno che gli scritti ascetici di
S. Ignazio occupano un altissimo posto : ebbene, di quest' opera, un figlio del santo, il P. Pontevoy, così
scrisse : mentre S. Ignazio prende gli uomini da terra e li trasporta a poco a poco al cielo, il Gay .
con un libro esso stesso sceso dal cielo rapisce gli uomini alla terra . L'immortale Pontefice Pio IX,
in un Breve diretto all'Autore scrisse : nell'opera vostra, Vita e Virtù Cristiane, benchè edita special-
mente ad uso dei Religiosi, tuttavia ;? bene adattaste i più sublimi insegnamenti teologici al-
l'intelligenza delle pie e colte persone, che anch'esse trovarono in quella un pascolo conveniente
alla loro condizione e gradita alla loro pietà . Il S . Padre Leone XIII, con un elogio superiore forse
ad ogni altro nel Breve, da lui indirizzato allo stesso Autore, si promette spontanee e quasi necessarie
scintille di amore verso Dio da tutti coloro che piglieranno tra mano queste sue opere .

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E ULTIMATA L'IMPORTANTE PUBBLICAZIONE ASCETICA
II Vero Amante del Sacro Cuore di Gesù :
Raccolta di istruzioni, di preghiere e meditazioni con cui, per mezzo della divozione al
Sacro Cuore di Gesù infiammar l'anima del divino amore . Operetta compilata dal
Sacerdote Lorenzo Maria Gerola Miss . Apostolico del Preziosis . Sangue. Settima edi-
zione riveduta ed ampliata . Due vol . in 16° picc. di pag. 1094
. . (E) L . 4 00
Eleg. leg. in tela inglese, con impres . della Chiesa del Sacro Cuore . ( D) » 6 00
In ossequio al grande insegnamento ascetico del divin Maestro : imparate da me ad essere mansueti
ed umili di cuore, l'Autore chiama umilmente operetta un'opera in due volumi di circa 1000 pagine .
Noi però, in ossequio a quel Cuore, da cui viene ogni atto che tenda al vero perfezionamento , giacche
senza di Lui nulla possiamo fare che sia degno del cielo, la raccomandiamo come una grande opera di a-
scetica popolare. Basta dire che è lo stesso autore della Rete Diabolica . Chi vuole avere un saggio dell'im-
portanza ascetica di quest'opera, legga il seguente estratto
Siate santi perchè Santo sono lo . Documenti e Regole per la santificazione
delle anime del Padre Lorenzo Maria Gerola Missionario del Prez . Sangue . Un vol .
in 16° piccolo di pag . 80
(E) » 0 4 0
Il titolo stesso del libro rivela lo scopo ascetico a cui tende . Come il precetto che svolge fa per tutti , ceci
è del libro . L'Autore, nato fatto per iscrivere per il popolo, rivolge ad esso la sua parola e l'esorta a farsi santo,
perché santo è il proprio Dio . Dopo una caldissima esortazione alta santità, presenta un idea di essa, i mezzi per
raggiugnerla, un elenco dei Santi che noi varii stati della vita umana la praticarono e conclude con un'altra esor-
tazione alla perfezione dell'illustre Fenelon . Seguita un Florilegio di massime ed altre istruzioni tutte tendenti
allo scopo prefisso, la santità . Fa per tutti in generale, ma in modo speciale pei roligiosi e religioso, ed a queste
ed a quelli ne raccomandiamo la lettura e la diffusione tra il popolo .
Il Rosario meditato ne' suoi quindici misteri dinanzi a Gesù sacramentato, esposto in forma di Quarant'ore, poi
Canonico Marcello d'Ottavi . Omaggio pel Giubileo Sacerdotale del S . P . Leone XIII . Un vol . di pag. 80
L . 0, 10 la copia e L . 7 ogni cento .
L'argomento è tale che non ha bisogno d'altra raccomandazione oltre il titolo . Per l'acquisto rivolgersi
all'Autore, al Can . Marcello d'Ottavi in Amelia (Perugia) .