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ANNO XIV - N . 12 .
Esce una volta al mese .
BOLLETTINO SALESIANO
DICEMBRE 1890
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
AUGURII .
IL Sacerdote Michele Rua augura col più vivo e riconoscente affetto
BUONE FESTE NATALIZIE e BUON FINE e CAPO D' ANNO ai cari e bene-
meriti Cooperatori e pie Cooperatrici Salesiani .
Agli augurii del Padre s'uniscono gli augurii dei figli, non esclusi quelli che
pure di grati cuore mandano ai loro Benefattori i Missionari Salesiani e i selvaggi
da loro convertiti .
La Comunione poi che per Privilegio Pontificio i Salesiani ed i loro alunni
faranno nella notte del Santo Natale, la indirizzeranno a Dio, affinchè per i
meriti del graziosissimo Gesù Bambino spanda sopra i Cooperatori e Cooperatrici
l'abbondanza delle .sue grazie celesti e conceda loro un nuovo e felicissimo anno
colla perseveranza nel bene .

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SOMMARIO.
Nuova partenza di Missionari Salesiani.
La carità : pericoli e provvedimenti.
Preghiamo pel Cardinale Alimonda .
Don Rabagliati in Torino e Don Bosco in America .
Un regalo a Don Bosco e le Letture Cattoliche di Torino.
Grazie di Maria Ausiliatrice .
I quadri dell'altare maggiore e dell'altare di S . Giuseppe nel
Santuario di Maria Ausiliatrice .
Notizie dei nostri Missionari : Dalla Terra del Fuoco - Dal
Brasile - Monsignor Pietro Maria De Lacerda .
Grazia di Don Bosco.
Notizie varie .
Appendice alle notizie dei nostri Missionari : Don Costamagna
di ritorno dall'Equatore .
L'insegnamento del Catechismo e sua necessità .
Il Cav. Carlo Dufour.
Passeggiate .
Bibliografia .
Cooperatori defunti.
Indice dell'annata.
NUOVA PARTENZA
DI MISSIONARI SALESIANI .
Nel prossimo mese di gennaio par-
tiranno da Torino altri numerosi sa-
cerdoti, chierici, laici e suore di Ma-
ria Ausiliatrice per recarsi ad am-
pliare l'opera di Don Bosco nella
Colombia, nell'Equatore, nel Chilì e
nella Terra del Fuoco.
Si apriranno nuove Case Salesiane
e si porteranno aiuti a quelle che
colà già furono impiantate in questi
ultimi anni.
Non manca la buona volontà, non
manca il sacrifizio per parte di que-
sti giovani nostri compagni, i quali
senza alcuna ricompensa terrena ab-
bandonano patria, parenti, amici e
quanto hanno di più caro in Europa
per recarsi a far del bene alle anime
in lontanissime contrade. Ma i mezzi
materiali, le ingenti spese pel viag-
gio, vitto e vestito ove sono
Questo è un quesito a cui seppero
rispondere con generosa carità in tante
altre simiglianti occasioni i beneme-
riti nostri Cooperatori e benemerite
Cooperatrici . Speriamo anche questa
volta copiosi i loro aiuti.
Chi dà ai poveri dà a Dio. Chi
coopera per la salvezza delle anime
altrui assicura la salvezza dell'anima
propria Divinorum divinissimum est
cooperare Deo in salutem animarum .
Tra le cose sante e divine è santis-
sima e divinissima il cooperare col
Signore nella salvezza delle anime .
Valgano poi anche questa volta a
comune conforto ed incoraggiamento
le seguenti parole che il venerando
D. Bosco indirizzava nella ultima let-
tera, quasi a modo di testamento del
suo cuore, ai Cooperatori ed alle Coo-
peratrici Salesiane
... Se avete aiutato me con tanta bontà
eprsvanz,oipregchontuiae
ad aiutare il mio Successore dopo la mia
morte . Le opere che col vostro appoggio io
ho cominciate non hanno più bisogno di me,
ma continuano ad avere bisogno di voi e di
tutti quelli che come voi amano di promuo-
vere il bene su questa terra . A tutti per-
tanto io le affido e le raccomando .
A vostro incoraggiamento e conforto lascio
al mio Successore che nelle comuni e pri-
vate preghiere, che si fanno o si faranno
nelle Case Salesiane, siano sempre compresi
i nostri Benefattori e le nostre Benefattrici,
e che metta ognora l'intenzione che Dio con-
ceda il centuplo della loro carità anche nella
vita presente colla sanità e concordia nella
famiglia, colla prosperità nelle campagne e
negli affari, e colla liberazione ed allonta-
namento da ogni disgrazia .
A vostro incoraggiamento e conforto noto
ancora che l'opera più efficace ad ottenerci
il perdono dei peccati ed assicurarci la vita
eterna, è la carità fatta ai piccoli fanciulli
uni ex minimis, ad un piccolino abbando-
nato, . come ne assicura il Divino Maestro
Gesù. Vi fo eziandio notare come in questi
tempi, facendosi molto sentire la mancanza
dei mezzi materiali per educare e fare edu-
care nella fede e nel buon costume i giova-
netti più poveri ed abbandonati, la santa
Vergine si costituì essa medesima loro pro-
tettrice ; e perciò ottiene ai loro Benefattori
e alle loro Benefattrici molte grazie e spi-
rituali ed anche temporali straordinarie .
Io stesso e con me tutti i Salesiani siamo
testimoni che molti nostri Benefattori, i
quali prima erano di scarsa fortuna, di-
vennero assai benestanti dopo che comincia-
rono a largheggiare in carità verso i nostri
orfanelli.
In vista di ciò e ammaestrati dalla espe-
rienza parecchi di loro, chi in un modo e
chi in un altro, mi dissero più volte queste
ed altre consimili parole : Non voglio che
lei mi ringrazii quando fo la carità ai
suoi poverelli ; ma debbo io ringraziare

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lei, che me ne fa domanda . Dacchè ho
cominciato a sovvenire i suoi orfanelli,
le mie sostanze hanno triplicato . Un altro
signore, il Comm . Antonio Cotta, veniva so-
vente egli stesso a portare limosine, dicendo
Più le porto danaro per le sue opere, e
più i miei affari vanno bene. Io provo
col fatto che il Signore mi dà anche nella
vita presente il centuplo di quanto io
dono per amor suo . Egli fu nostro insi-
gne benefattore fino alla età di 86 anni,
quando Iddio lo chiamò alla vita eterna
per godere colà il frutto della sua benefi-
cenza.
Sebbene stanco e sfinito di forze io non
lascieripiùdiparlarvieracomandarvi
miei fanciulli, che sto per abbandonare ; ma
pur debbo far punto e deporre la penna .
Addio, miei cari Benefattori, Cooperatori
Salesiani e Cooperatrici, addio . Molti di voi
io non ho potuto conoscere di persona in
questa vita, ma non importa : nell'altro
mondo ci conosceremo tutti, e in eterno ci
rallegreremo insieme del bene, che colla gra-
zia di Dio abbiamo fatto in questa terra,
specialmente a vantaggio della povera gio-
ventù.
Se dopo la mia morte, la Divina Mise-
ricordia, pei meriti .di Gesù Cristo, e per
la protezione di Maria Ausiliatrice, mi tro-
verà degno di essere ricevuto in Paradiso,
io pregherò sempre per voi, pregherò per le
vostre famiglie, pregherò pei vostri cari,
affinché un giorno vengano tutti a lodare
in eterno la Maestà del Creatore, ad ine-
briarsi delle sue divine delizie, a cantare le
sue infinite misericordie, Amen .
LA CARITÀ
PERICOLI E PROVVEDIMENTI .
Anche la carità corre oggi molti pe-
ricoli ; si son veduti patrimoni, dotazioni,
lasciti cospicui per ospedali, orfanotrofii
ed altre opere di beneficenza o di culto,
andar consumando ed in breve ridursi a
minimi termini : altri venire deviati dal
santo scopo cui erano diretti dalla ben
dichiarata volontà dei pii offerenti, altri
per giunta essere rivolti a fini diame-
tralmente opposti a quelli per cui erano
stati offerti.
Dovrà per questo venir meno la carità
dei cattolici? Non sarà mai! La carità
toccò in altri tempi pericoli maggiori, e
fu appunto allora che si sviluppò gi-
gante e manifestò tale una fecondità da
farne meravigliare i nemici stessi del
nome cristiano .
La Storia della Chiesa Cattolica ha
pagine d'oro sulla carità dei fedeli nei
tempi più difficili e bellicosi .
Giustino, Tertulliano , Dionigi di Co-
rinto ed Eusebio magnificano la liberalità
dei ricchi fedeli di Roma verso i fratelli
poveri delle provincie, cui inviavano do-
viziosi sussidi .
Luciano scherniva bensì la fede dei
discepoli di Gesù, ma ne esaltava la in-
defettibile carità .
Giuliano Apostata, che con ogni per-
fidia cercava di spiantare il Cristianesimo
dalla terra , non inveiva forse contro i
pagani, che non sapevano fare l'un mille
di ciò che i cattolici operavano colla me-
ravigliosa loro carità?
Ma come far fronte ai pericoli? Come
assicurare che le nostre elemosine, i nostri
legati sortiranno l'effetto desiderato?
Si aprano gli occhi, si operi con avve-
dutezza e ponderazione.
Nuova vita.
Si son fatte nuove leggi? Orbene la
carità ha già presa nuova vita .
Appena si previde che gli enti morali
potevano cadere in mano profana, gli
araldi della carità gridarono all' erta, e
poser mano a nuova forma di istituzioni .
A queste la vostra carità, a queste i
vostri legati.
Grazie a Dio anche in ciò i Cattolici
Italiani sono bene avviati. Quante cari-
tatevoli società, difatti, non si noverano
tra noi indipendenti da protezioni e da
mani profane ?
Quante pie unioni maschili e femminili
di carità, e per soccorrere i poveri in
casa, e per assistervi gli infermi , e per
ospitare i vecchi, e per curare la buona
educazione della gioventù, e per cento
altri salutari effetti, che sarebbe lungo
il numerare singolarmente ?
Oltre questa congerie di aggregazioni,
aventi carattere privato, le quali si so
stentano con oblazioni ed elemosine, fio-
riscono poi stupende istituzioni di simil
natura, tra le quali l'ottimo periodico
la Civiltà Cattolica, nel secondo quaderno
di Agosto, ebbe la bontà di annoverare

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anche l' umile pia nostra società di S . fosse passato a Firenze, per recarsi a
Francesco di Sales . Non dimentica il ci- Roma.
tato periodico le opere del Venerabile D. Bosco le rispose, che quanto voleva
Cottolengo, degli Artigianelli di Torino, fare, lo facesse subito, perciò gli man-
quelle del P . Ludovico da Casoria in Na- dasse pure subito la sua caritatevole of-
poli ed in Firenze, quelle degli Artigia- ferta.
nelli di S. Giuseppe e di S . Margherita Quando dopo poche settimane D . Bosco
da;CortniRm quella dei Sordo- passava a Firenze, quella nobile signora
muti, diretta dai benemeriti fratelli Gua- era già morta, anzi per la rapidità del
landi in Bologna, in Firenze, in Roma . male non ebbe tempo a far testamento .
Dopo ciò opportunamente soggiunge : Era ricchissima di sostanze e di pii
« Tutte queste gloriose opere di ca- desideri ; non avendo eredi necessari, an-
rità , veramente secondo Cristo , con dava sempre dicendo che avrebbe poi
altre assai, si alimentano della gene- lasciato i suoi milioni a pie opere, ed
rosità dei Cattolici Italiani, i quali invece mori senza neppure aver lasciato
perciò esortiamo a fissar l'occhio in la elemosina per una Messa .
tal campo vastissimo, ogni qualvolta Intelligenti pauca!
si sentono dallo spirito di Gesù Cristo Chi ha sostanze da dare a Dio ed ai
eccitati ad usare misericordia al pros- suoi figli prediletti , che sono i poveri,
simo, per ottenere misericordia da Dio . se non può darle in vita, almeno prov-
A queste e simili istituzioni facciano veda per tempo per via testamentaria,
parte del bene che vogliono largire, a affinchè la sua carità si compia dopo
queste i loro donativi, a queste i loro morte.
lasciti, a queste i loro legati ; certi come
sono, che tutto, in quel modo che viene
Altro pericolo.
dal cuor loro acceso di carità cristiana, Un altro pericolo che può rendere inef-
così terminerà in frutti fecondi di ca-
rità pur cristiana . »
ficace la carità, viene ricordato dal fatto
seguente
Un sacerdote di una città del Piemonte,
Fate testamento a tempo .
disposti per testamento alcuni legati a
pro dei parenti, lasciava il rimanente dei
Non facciamo ancor punto su questo suoi beni a D . Bosco, già suo compagno
argomento, ma vogliamo chiamar l'atten- di scuola, ben sapendo che ne avrebbe
zione dei nostri Benemeriti Cooperatori usato non a vantaggio proprio, ma della
e Benemerite Cooperatrici sopra altri povera gioventù, e a sostegno delle varie
pericoli .
opere di religione e carità, che aveva
Vi sono molte caritatevoli persone che intrapreso nell'Europa e nell'America .
intendono lasciare dopo la morte parte Il pio testatore adoperava queste espres-
di loro sostanze ad opere di culto o di sioni : - In tutto il resto della mia ere-
beneficenza, ma non si danno mai pre- dità, niente escluso ne riservato, chiamo
mura di fare testamento .
e nomino a mio erede universale il sa-
Che il Cielo li conservi ancora a lungo cerdote Don Bosco, residente in Torino,
in florida salute ; ma e se per avventura fondatore ed amministratore dell'Oratorio
fossero sorpresi da male repentino e mo- di S. Francesco di Sales, ed in sua man-
rissero senza più aver tempo a manife- canza chi ne farà le veci ed amministrerà
stare per via legale la loro volontà? I il predetto Oratorio. -
loro pii desideri rimarrebbero per sempre Era dunque chiara la volontà del te-
inefficaci .
statore, e così chiara che il tribunale di
Quando il nostro caro Don Bosco di prima istanza, a cui alcuni parenti ricor-
veneranda memoria, disponevasi per re- sero per far annullare il testamento, diede
carsi a Roma per la fausta occasione una sentenza a noi favorevole . Eppure
della consacrazione della Chiesa del Sacro detti parenti ricorrendo in appello e do-
Cuore di Gesù, una nobile Cooperatrice mandando rinvii ad ogni tratto, riuscirono
di Firenze gli avea spedito in elemosina ad incontrare dei giudici, i quali non so-
lire 500, scrivendogli che ne serbava altre lamente invalidarono la prima sentenza
500 ; ma non sapeva, se aveva da spe- già emanata e il testamento medesimo,
dirgliele subito a Torino, oppure conser- ma condannarono ancora D . Bosco alle
varle per consegnargliele poi, quando spese del processo e al risarcimento dei

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danni, per non aver fin da principio ri-
nunziato all'eredità, lasciatagli per soc-
correre tante migliaia di poveri figli
Questa sentenza fu da magistrati e da
persone intelligenti ed oneste definita per
una mostruosità, e con ragione ; ma il
fatto si è che l'ultima volontà del Sacer-
dote andò interamente frustrata, e quei
beni temporali, che egli aveva raccolti,
forse con molti sacrifizi, finirono nelle
mani di quei parenti, a cui egli non in-
tendeva di lasciarli ., perchè o non ne
abbisognavano , o per altri ragionevoli
motìvi.
Pertanto se il testatore, di cui abbiamo
parlato di sopra, dopo nominato D . Bosco
non avesse aggiunto le altre espressioni :
- Fondatore ed amministratore dell'Ora-
torio di S . Francesco di Sales : - od al-
meno avesse tralasciato queste ultime :
- ed in sua mancanza chi ne farà le veci
ed amministrerà l' Oratorio predetto -
la sfavorevole sentenza si sarebbe potuta
evitare .
Perciò chi vuole per testamento soc-
correre persone che fondarono o sosten-
gono opere pie non legalmente ricono-
sciute, deve avvertire attentamente di
non usare espressioni, che indichino queste
opere medesime, le quali per la vigente
legislazione non sono considerate come
enti morali e non possono succedere nè
ereditare.
Quindi getti l'occhio sopra alcuna delle
persone suddette, e nel testamento, sia olo-
grafo sia pubblico, non metta che il nome e
cognome ed abitazione della persona che
egli vuole lasciar erede, e non faccia alcun
cenno che appartenga a qualche pia istitu-
zione ; altrettanto osservisi delle altre per-
sone che vuol lasciar eredi in mancanza
della prima (1) .
Allora sarà eseguita la sua volontà,
senza che alcuno possa per tribunale in-
validare quell' atto ; ne avranno sollievo
i poveri e vantaggio i figli del popolo,
ne avrà il tornaconto lo stesso Governo,
in quanto che, dov' esso, per le ingenti
spese di stato non può giungere a portar
soccorso, giungerà a portarlo la carità e
la generosità dei privati cittadini, pro-
movendo la pubblica moralità, il buon
ordine sociale ed il verace progresso .
Parole di S . Leónardo da Porto Maurizio .
Ci piace finire quest'articolo con oppor-
tunissime parole ricavate dalla stupenda
predica del Purgatorio , che leggesi nel
Quaresimale di S . Leonardo da Porto
Maurizio .
« Ecco il bel ricordo, così l' ardente
apostolo , che vi mandano quelle anime
sante del purgatorio. Anime cristiane,
fate bene per voi adesso che siete in
vita, perché pochi vi saranno che il fac-
ciano per voi dopo la morte .
« Ricordatevi del proverbio assai trito,
che fa più lume un candelliere dinnanzi
che una torcia dietro le spalle ; più vi
gioverà una messa che vi facciate dire
in vita : che molte dopo morte .
« Fate come un savio e ricco mercante
delle riviere di Genova, che, venuto a
morte, non lasciò cosa alcuna in suffragio
dell'anima sua ; ma morto che fu si trovò
scritto ne' suoi libri il gran bene che si
era fatto per l'anima in vita ; ed in fine
di quel libro vi era scritto : Chi vuol del
bene se lo faccia in vita, e non si fidi
di chi resta dopo la morte .
Salutare ricordo che noi di gran cuore
raccomandiamo a quanti sono i lettori
del nostro Bollettino .
(1) Per maggior chiarezza mettiamo qui qualche for-
mola di testamento o di legato che potrà servire di
norma :
Nomino mio erede universale il sig. (nome, cognome,
via e numero dell'abitazione, senza far cenno dell'istituto
a cui appartiene e della carica che nel medesimo sostiene) .
Lego ecc . (qui si notano i legati ove se ne vogliano
fare) .
Intendo che questo mio scritto sia considerato come
mia ultima volontà, ed abbia forza di testamento ;
pel che mi firmo (paese, giorno, mese, anno - tutto in
parole) .
Firma : N. N .
del fu, o del (nome del padre) .
Altra formola
Lascio o lego al sig. (nome, ecc., come sopra) ed in
sua premorienza al sig. (nome, cognome, ecc .) .
Questo foglio scritto di mio pugno contiene la mia
ultima volontà, ed in fede mi firmo (paese, giorno,
ecc ., come sopra) .
N. N.
del fu, a del (nome del padre).
PREGHIAMO
pel Cardinale Alimonda .
Giorni fa trepidavamo per la preziosa
salute del veneratissimo nostro Arcivescovo
di Torino, l'Eminent.mo Cardinale Gaetano
Alimonda, che colpito da grave infermità,
domandava e riceveva il SS . Viatico. Il buon
Dio si mosse pietoso ai voti ardenti di quanti
conoscono ed amano questo Eminentissimo
Principe di S. R . Chiesa, ed il pericolo fu
felicemente superato .
Tuttavia, la sua infermità, se diminuì di

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forza, non è ancora interamente scomparsa ;
perciò lo raccomandiamo caldamente alle
preghiere dei Cooperatori e delle Coopera-
trici.
Questo illustre Porporato fu mai sempre
amicissimo del nostro Don Bosco, protettore
e benefattore insigne delle opere salesiane e
Cooperatore affezionatissimo .
Esaudisca Iddio i nostri voti e conceda
al venerando Pastore torinese florida salute
e lunga vita.
D. RABAGLIATI IN TORINO
e Don Bosco in America .
Il giorno 29 dello scorso ottobre giungeva
all' Oratorio il carissimo nostro missionario
Don Evasio Rabagliati , attualmente diret-
tore della Casa salesiana di Bogotà ( Co-
lombia) . Grazie a Dio ed alla Beata Vergine
ebbe un viaggio felicissimo e giungeva tra
noi in ottima salute .
Ad ogni visita di Missionari se il nostro
cuore esulta nel poter riabbracciare quei con-
fratelli, che al dire di Don Bosco comperano
il Paradiso a tanto caro prezzo, i nostri gio-
vani allievi li ricevono con festa ed avidità
di sentire mille notizie dal labbro di questi
valorosi apostoli, la cui patria non è un
palmo di suolo, ma il mondo intero . Perciò
la parlata del Missionario è sempre da loro
ascoltata con desiderio indicibile .
Fin dai primi giorni del suo arrivo Don
Rabagliati volle parlare ai nostri giovani .
Aveva campo a dire mille avventure della
vita di missionario, ma la nota che più gli
era impressa nel cuore ed infuocava la sua
parola si era un nome che val quanto un
poema, il nome di Don Bosco ... « - Don
Bosco , diceva egli, ci ha preceduti dovun-
que . Bastava dire : Siam figli di Don Bosco,
per esser subito circondati con affetto e
venerazione. Le città del Chili , della Bo-
livia , della Colombia nelle quali non era
ancora mai penetrato un salesiano, eran già
piene del nome di Don Bosco, ed al nostro
comparire ci vedevamo tra amici e fratelli .
Ma, direte voi, come potè Don Bosco pre-
cedere così presto e preparare il terreno ai
suoi figli?
Rispondo . In Lima il suo nome era scono-
sciuto . Un giorno un Padre Francescano di
quella città era in alto mare sopra un basti-
mento che per fiera burrasca stava per nau-
fragare . Aveva letto su quel medesimo basti-
mento pochi giorni prima la vita di Don
Bosco del d'Espiney . Quando ogni speranza
era perduta ed il naufragio era imminente,
si ricordò di Don Bosco . Promise che, se
otteneva lo scampo da quel pericolo, avrebbe
tradotto quella vita e l'avrebbe fatta stam-
pare e diffondere in Lima . Il voto era fatto,
il pericolo scomparve, e come per incanto
tutti i viaggiatori respirarono a salute .
La vita di Don Bosco divenne in breve il
libro del popolo limese .
Ed in Bogotà?
Anni sono, quando Don Bosco era a Pa-
rigi, una signora di Bogotà ne sentì parlare
assai, volle vederlo, volle udirlo .
Fu da Don Bosco mentre una desolata
madre lo pregava d'una benedizione per un
suo figlio morente . - Sì, rispose D . Bosco,
io lo benedirò, ma a patto che domani mat-
tina venga a servirmi la s . Messa. Quella
scena parve un mistero .
La signora di Bogotá recossi alla casa del-
l'infermo, che era già come agonizzante ; la
mattina seguente intervenne alla Messa di
D . Bosco . Il giovane infermo vi era anch'esso
pienamente guarito .
Non ci volle di più . Ritornata in patria
seppe ben ella far conoscere Don Bosco . La
stampa ne parlò, la vita di Don Bosco e la
fama delle sue opere in breve si diffusero
in Bogotà . Quella signora, ora zelante Coo-
peratrice salesiana , non ebbe piccola parte
in ciò . Il buon Dio ne la rimeriti .
Don Bosco nell'America è ora conosciuto
come in Italia . Alla sua morte gli furon ce-
lebrati funerali in quasi tutte quelle repub-
bliche e stati .
La stampa di tutte le città parlò di lui e
delle sue opere, e tanta è la venerazione che
gli hanno, che i figli suoi arrivano colà sem-
pre desideratissimi » .
Vorremmo riempire tutte le colonne del
nostro Bollettino colle eloquenti e per noi
tanto consolanti parole di questo valoroso
nostro missionario .
Se ci consola col mar di notizie , che ci
arreca, teneramente ci commuove col par-
larci di Don Bosco con affetto impareggia-
bile .
Se un voto ci fa col più vivo sentimento
del cuore si è che Don Bosco sia ognor più
conosciuto ed amato, ed i figli suoi possano,
animati dallo spirito di un tanto padre, com-
piere del gran bene nella vigna del Signore .
UN REGALO A D . BOSCO
e le Letture Cattoliche di Torino .
Una delle opere che stavano più a cuore
al venerando Don Bosco, si era la diffusione
delle Letture Cattoliche da lui fondato e con
paziente fatica sostenute per tanti anni . Sa-
rebbe quindi un bel regalo alla sua venerata
memoria l'adoperarsi per aumentarne gli as-
sociati .
Le Letture Cattoliche di Torino sono una
pubblicazione periodica di un volumetto ogni
mese, al prezzo di L . 2,25 all'anno per la

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posta. La materia che vi si tratta è gene-
ralmente istruzioni morali , racconti ameni ,
vite edificanti e dilettevoli . I 500 volumi già
pubblicati, i 37 anni di vita florida, i tredici
mila associati che la Dio mercè vanno ogni
anno aumentando, sono una bella prova della
bontà e utilità loro . Innumerevoli sono poi
le lodi loro tributate dalla stampa e da molti
autorevoli personaggi .
I . - Voce della stampa periodica .
Parecchi egregi scrittori di giornali e di
altri periodici ebbero parole del più alto fa-
vore a lode delle Letture Cattoliche e ne rac-
comandarono con ardore l'associazione . Ci
piace qui su tale argomento almeno riportare
le seguenti parole dei valorosi scrittori della
Civiltà Cattolica .
« Invitiamo, così essi, tutti i buoni ad as-
sociarsi a questo periodico mensile, che esce
sempre ricco di nuova materia per istruire
ed allettare i suoi associati, ed insieme pre-
munirli contro la profluvie dei libri perversi.
Fondatore di quest'ottima opera è il Reve-
rendo Don Giovanni Bosco , sacerdote del
clero torinese, il quale indefessamente attende
a mantenere questa associazione, unicamente
per mettere un argine ai mali, che produce
la rivoluzione dei libri e delle massime pro-
testanti . Le non poche lettere di Sua San-
tità Pio IX ad incoraggiarlo nell'impresa, le
molte pastorali dei Vescovi che raccoman-
dano queste Letture, le persecuzioni mosse-
gli in vario tempo, massime dai protestanti,
ed il numero grande d'associati che ricevono
i suoi fascicoli provano la bontà del lavoro,
e non lasciano dubbio sopra il bene che da
esse ne deriva » .
II . - La voce dei Parroci .
Un venerando parroco, tra i moltissimi che
ci furon larghi di aiuti e di incoraggiamenti
così esprimevasi :
« Quanto bene si potrebbe fare se le Let-
ture Cattoliche circolassero nelle mani della
gioventù d'ogni comune del Regno . La pri-
vata somma di 15 o 20 lire occorrenti per
costituire un modesto centro di associazioni,
ben si potrebbe dire impiegata al cento per
uno . Facciano appello alle anime generose,
favorite dal Cielo di mezzi di fortuna, di-
cano ad esse di assecondare l'impulso del-
l' Atleta di Maria Ausiliatrice, del vene-
rando Don Bosco! »
ai loro parrocchiani di associarsi a quest'o-
peretta . . »
« All'irrompere di libri osceni e perversi,
così il venerando Pastore di Biella Monsi-
gnor Losanna , è necessario frapporre libri
edificanti e pii:talescopirngle
Letture Cattoliche, le quali per la loro ame-
nità e discretezza di prezzo da nessuno do-
vrebbero rifiutarsi . Si affrettino i signori par-
roci e quanti zelano alla conservazione del
buon costume nei loro paesi a diffonderne la
lettura . »
« Avvertiamo i signori Parroci, diceva il
martello dei Valdesi Mons . Charvaz, vescovo
di Pinerolo, poi arcivescovo di Genova, es-
sere nostro vivo desiderio che vogliano ado-
perarsi per la diffusione delle Letture Catto-
liche, che coll'approvazione del Sommo Pon-
tefice, si pubblicano mensilmente in Torino .
Lo scopo di cotali letture si è di contribuire
a mantenere l'integrità della fede e la santità
dei costumi nel popolo contro gli sforzi degli
empi, che con fogli e libercoli d'ogni maniera
si studiano di pervertirlo e di corromperlo
E il Rev .mo Monsig . Moreno, vescovo d'I-
vrea, scriveva pure a sua volta : « Rinno-
viamo con viva istanza ai RR . Parroci e sa-
cerdoti tutte le nostre esortazioni, affinchè
promuovano la buona lettura coll' associa-
zione alle Letture Cattoliche . »
IV . - La voce del Papa .
Ma per quanto preziose e valevoli siano
tutte queste testimonianze per assicurarci
intorno alla bontà ed alla utilità delle Let-
ture Cattoliche, cionondimeno di gran lunga
le superano e le parole del Santo Padre
Pio IX, di felice memoria, e la raccomanda .
zione fattane a nome suo dall'Eminentissimo
Cardinal Vicario .
L'immortale Pontefice in una preziosa let-
tera che degnavasi di scrivere al venerando
Don Bosco, dopo aver lamentato che la fede
fosse messa in pericolo da una colluvie di
libri e giornali perversi, essendo ad un tempo
stato informato che ad allontanare siffatti
pericoli e porre ostacolo alle macchinazioni
dei nemici della Religione, si pubblicavano
e diffondevano i libretti delle Letture Catto-
liche, se ne mostrò altamente consolato, e
soggiunse : « Non v' ha cosa più eccellente
di questa, non vi ha cosa più utile per pro-
muovere ed infiammare la pietà del popolo
nihil excellentius, nihil utilius (1) .
III . - La voce dei Vescovi .
« Il libro intitolato Letture Cattoliche, scri-
veva Mons . Gianotti vescovo di Saluzzo, sia
per la scelta degli argomenti, sia per la chia-
rezza dell'esposizione e dello stile, sia final-
mente per la modicità della spesa, ci parve il
più adattato all'intelligenza, come ai bisogni
del popolo. Persuasi del vantaggio spirituale
che ne avverrebbe ai fedeli, raccomandiamo
allo zelo dei signori Parroci che suggeriscano
scr( 1i)veIvla
Cardinale Vicario
una circolare, da
poi
cui
a nomo del Papa atomo
rileviamo queste pre-
ziose parole : « La Santità di N. S. sempre intenta al
vero bene di tutti ed informata appieno del vantag-
gio riportato da questo Letture Cattoliche nei luoghi
ove sono state attivate, ha approvato e lodato il pio
divisamento d'introdurlo anche nello Stato Pontificio
a tal fine mi ha autorizzato ad invitare gli Arci-
vescovi e Vescovi dello Stato medesimo per aiuto e
il sostentamento di sì bella impresa, diffondendola il
più che sia possibile per tutto le città e castella, sog-
getta alla spirituale loro giurisdizione .»

1.8 Page 8

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Altrettanto degnavasi ripetere il sapien-
tissimo Pontefice Leone XIII in una delle
ultime visite che l' amatissimo nostro Don
Bosco aveva il bene di fargli poco prima di
morire .
Alcuni mezzi per la diffusione delle Letture Cattoliche .
1° I Direttori di seminari, collegi, scuole
pubbliche e private, i professori, i maestri,
gl' istitutori ne raccomandino l' associazione
ai loro dipendenti ed allievi .
In molti istituti basterebbe che, fattane la
raccomandazione si dicesse agli allievi che
ne facciano dimanda per biglietto al Superiore
da cui sogliono ricevere gli altri libri .
2° Altrettanto potrebbesi praticare negli
eìmducanti onasteri ed altri istituti fem-
minili .
3° I signori Cooperatori e le signore Coo-
peratrici ne parlino coi loro parenti e cono-
scenti e ci procurino col loro zelo buon nu-
mero di associati .
4° In qualche parrocchia negli anni scorsi
se ne parlò dal pulpito e poi si delegarono
zelatori e zelatrici a raccogliere i nomi e l'e-
lemosina dei nuovi associati . Non sarebbe
forse questo un mezzo plausibile ed efficace
anche per altre parrocchie?
5° Le persone doviziose mandino una
somma considerevole per un conveniente nu-
mero di associazioni, onde siano in grado di
far leggere le Letture Cattoliche alle loro per-
sone di servizio , a molte famiglie di loro
conoscenza e diffonderle in mezzo al popolo
nei rispettivi loro paesi e parrocchie .
Altri mezzi anche più efficaci di questi
saprà rinvenire la solerte carità dei nostri
lettori . Noi li raccomandiamo ben di cuore
al loro attivissimo zelo .
vena a Maria Ausiliatrice ; ora l' ora mede-
sima in cui i miei cari figli come per incanto
entrarono in piena convalescenza .
Promettemmo allora io e mia moglie un pel-
legrinaggio al Santuario di Maria Ausilia-
trice a Torino .
La promessa era fatta , ma ritardando ad
osservarla, una gravissima malattia cinque
mesi dopo colpiva mia moglie . Il caso era
disperato . Quando mia moglie chiese i Sa-
cramentiodnuvelao
di Maria Ausiliatrice .
Telegrafai prontamente a Don Bosco
e ne ebbi pronta risposta . Il miracolo dei
figli si ripetè nella madre . L'ora indicata
dal telegramma pel principio della novena,
fu pur quella nella quale mia moglie mira-
colosamente passava da morte a vita . Dopo
tanti giorni di letto e di dolori che l' ave-
vano come consunta, all'improvviso si sentì
guarita e si alzò subito di letto ; ogni male
le era scomparso, potè subito nutrirsi e uscire
presto di convalescenza .
La nostra visita al Santuario di Maria Au-
siliatrice fu fatta , e di gran cuore ringra-
ziammo la Beata Vergine dinanzi alla sua
miracolosa effigie delle grazie ottenute .
Chiavari ..
N . C. V.
Maria ama i bambini.
Il medico mi disse che ci voleva un mira-
colo per guarire il mio figlio cinquenne, grave-
mente infermo . Lo raccomandai a Maria Au-
siliatrice ed il miracolo si ottenne . Ricono-
scente mando offerta per la decorazione del
santuario di Maria .
Alessandria, 15 ottobre 1890 .
BOGLIANI SEBASTIANO .
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE .
Due telegrammi a Don Bosco .
Ci fu consegnata poco fa la seguente rela-
zione, perciò non la potemmo pubblicare prima
quantunque abbastanza arretrata .
Era da quaranta giorni che i miei tre fi-
gli giacevano oppressi per angina e scarlat-
tina . Si ebbero le migliori cure dei più di-
stinti medici del luogo , ma di guarigione
meno che niente .
Finalmente una mattina si sentirono al-
l' improvviso così sollevati dal male che in-
cominciarono a parlare liberamente ed a do-
mandare avidamente da mangiare . Colpito
da alta meraviglia attesi ansioso la visita dei
medici, i quali più meravigliati di me dovet-
tero constatare un vero miracolo .
Un'ora dopo il mio suocero mi consegnava
due telegrammi ; uno da lui diretto il giorno
innanzi a Don Bosco di f. m ., e l'altro era
di risposta ed annunziava l'ora in cui si sa-
rebbe incominciata dai suoi giovani una no-
Maria mi consolò.
Affetta da tre anni da penosa malattia,
giudicata da valenti dottori inguaribile senza
operazione, mi venne il pensiero nella mia
afflizione di ricorrere a Maria SS . Aiuto dei
cristiani, ed ecco che dopo tanto soffrire ot-
tenni miracolosamente la guarigione, senza
dover subire operazione di sorta .
Sciogliendo la fatta promessa d'una offerta
al suo santuario, desidero sia pubblicata tale
grazia ottenuta, onde con confidenza sempre
si ricorra a questa cara Madre nelle nostre
necessità sì spirituali che temporali .
Brà, 1° ottobre 1890 .
MARGHERITA MORINO .
La Madonna di Don Bosco.
Già altre volte, in bisogni miei e spirituali
e temporali, ebbi la bella sorte di sperimen-
tare l' efficacissima protezione di Maria Au-

1.9 Page 9

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siliatrice, venerata costì in Torino, la quale
io uso chiamare colle parole La Madonna di
Don Bosco .
Or è appunto dietro tali dolci esperienze
che io qualche tempo fa, afflitto da un male
assai fastidioso massime durante il disimpe-
gno de' miei doveri di scuola, contro il quale
avevo usato inutilmente tutti i rimedi sug-
geritimi da bravi medici miei amici , mi ri-
volsi di nuovo con viva fede e ferma fiducia
alla Madonna di Don Bosco, pregandola a
voler ottenermene dal suo Gesù la libera-
zione e facendo in pari tempo voto di rega-
laarree L . 50 a cotesta chiesa in Valdocco a Lei
dedicata. Essendo io quindi stato pienamente
esaudito mi fo premuroso dovere di adem-
piere al voto fatto .
Invio pertanto alla S . V . molto Rev .da la
suddetta somma, pregandola a voler impie-
garla in quel modo che crederà bene a de-
coro di codesta chiesa e ad onore di Maria
SS . Madre nostra tenerissima .
Rueglio (Ivrea) .
GIANOLA D . MARTINO
Maestro .
Offerta a Maria ed una strenna .
Come da promessa fatta, anche quest'anno
sono a fare l'offerta per essere stati immuni
della grandine, coll'aiuto di Dio e di Maria
Ausiliatrice .
Unisco vaglia postale di L . 105 ; cento è
l'oferta nuaecinqueda rsicomestrena
al più povero orfanello di Don Bosco, affin-
cSa haèlvdeiRgun Maria Ausilia-
trice.
Rivignano (Udine), 5 novembre 1890 .
CATTERINA OTTELIO .
Salus infirmorum . - Nel passato in-
verno io fui attaccato dalla pur troppo famosa
influenza . Migliorato un po' del primo attacco,
fui colpito, come successe a tanti, dalla pol-
monite con pericolo di morte .
In quelle distrette, non avendo più spe-
ranza negli umani rimedi, un mio conoscente
che aveva già provato a suo vantaggio quanto
sia buona la Vergine Ausiliatrice, si rivolse
a questa benedetta Madre, facendo voto, se
otteneva la guarigione, di far pubblicare la
grazia nel Bollettino Salesiano .
Sia sempre benedetta Maria Ausiliatrice !
Incominciai ben presto a migliorare, ed in
breve mi ristabilii in perfetta salute che mi
dura tuttora da più mesi .
Adempio in ritardo il voto, per far cono-
scere che la mia guarigione non fu parziale
e passeggera, ma intera e durevole .
Torino, 18 settembre .
P. A.
Da una lettera di una Coopera-
trice . - In questa mia troverà un vaglia
postale di L . 120 ; mi furon consegnate da
buoni Cooperatori e Cooperatrici, da alcuni
per grazie ricevute, da altri pel Bollettino e
da altri infine perchè si preghi secondo le
intenzioni degli offerenti . La offerta mag-
giore è di L . 50, ed è di una pia persona che
ottenne da Maria Ausiliatrice una grazia
segnalata .
IARDINI TERESA.
S . Vittoria d'Alba, 23 agosto 1890 .
Loggia . - La signora Spinello Catterina rin-
grazia la Vergine per la prodigiosa guarigione
della figlia, per la quale più nulla speravasi dal
Parte salutare .
Vinovo .- ll sig . Cherasco Natale era fin da
fanciullo affetto da epilessia . Venne più volte a
domandare la benedizione ed a pregare nel San-
tuario di Maria Ausiliatrice . Pertanto il male in-
vece di cessare gli crebbe sempre più . Ma crebbe
col male la fiducia e la preghiera dell'infermo .
Maria Ausiliatrice premiò alfine tanta costanza .
L'infermo ora da più anni è affatto libero dal
terribile male .
Grugliasco . - La signora Bussa Maria at-
tribuisce all'efficacia di una santa Messa fatta ce-
lebrare nel Santuario di Maria Ausiliatrice, l'aver
potuto ancora ottenere una somma dovutale da
più di 20 anni e che omai non sperava più di ri-
cuperare .
Collegno . - La signora Parachiotti Rosa
ringrazia la Beata Vergine per la ottenuta guari-
gione di una sua figlia ch'era affetta da grave
bronchite e febbre tifoidea .
Groppello (Pavia) . - La signora Maria Capa
fece una novena a Maria Ausiliatrice per la gua-
rigione di una sua figlia già ridotta agli estremi
da forte polmonite . Avendo ottenuta la sospirata
grazia, manda offerta e fa celebrare una santa
Messa .
Caluso . - Il sig . Salvetti Teodoro infermo di
fistola, ebbe le cure di valenti medici, ma senza
miglioramento di sorta . Dopo un lungo soffrire
finalmente si rivolse a Maria Ausiliatrice ed in
breve ottenne M sospirata guarigione .
S . Giorgi o Scarampi .- Il sig . Serra Luigi
promise offert a a Maria Ausiliatrice se otteneva un
buon raccolto dai suoi campi . Ottenne quanto de-
siderava e con piena riconoscenza compie la fatta
promessa .
Campo Ligure . - Il M . R . Can . Bernardo
Leoncini ringrazia Maria Ausiliatrice e manda
offerta per la guarigione della sorella .
Torino (Oratorio) . - Il giovanetto Augusto
Scarpellino si raccomandò a Maria Ausiliatrice ed
ottenne una sospiratissima grazia .
Malo . - La sign . Anna Margari-Cozzi manda
un preziosissimo quadro commemorativo d'una se-
gnalatissima grazia .
Ragusa Inferiore - Il Rev. Diac . Calvo Be-
nedetto travagliato da forte catarro al petto e da
dolore neofritico, si raccomandò a Maria Ausilia-
trice promettendole che se guariva avrebbe man-

1.10 Page 10

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dato elemosina per gli orfanelli della Terra del
Fuoco . Ottenne la grazia e ben di cuore manda
la promessa elemòsina.
Grog nardo . - Il sig . Soave Andrea racco-
mandò a Maria Ausiliatrice una sua nipote inferma,
per la quale nulla si era ottenuto colle medicine . La
preghiera a Maria ottenne la sospirata guarigione .
Pensione-Casabianca .-Il sig . Francesco
Benedicenti da molti anni aveva male ad un piede .
Il male andò sempre ampliandosi e peggiorando, di
guisa che dovette sottoporsi all'amputazione della
gamba . Il caso era gravissimo, tanto più per la
sua età di quasi settant'anni ; perciò ricevette
prima i SS . Sacramenti e si raccomandò a Maria
Ausiliatrice . In paese temevano forte di non più
rivederlo ; invece superata felicemente l' opera-
zione vi potè far ritorno ed in buona salute . Ri-
conoscente, ne ringrazia la Beata Vergine Ausi-
liatrice e manda L . 100 per i ristauri del suo
tempio .
Cuorgnè . - La signora Tarizzo Teresa rin-
grazia col più vivo affetto Maria Ausiliatrice per
sospiratissima guarigione ottenuta, per la quale
e.rasigàpdutonimasperz
Scrivono riconoscenti, ringraziano Maria Santis-
sima Ausiliatrice per grazie ricevute e mandano
offerte i seguenti
Porta Amalia (Sestri Ponente) . - Martignoni Ger-
mano (Porto Valtravaglia, Como) . - Sorelle Porta
Emilia e Caterina (Genova) . - Sac . Gianmaria Trio,
(Putignano-Bari) . - Maestri D . Eligio curato (Bre-
guzzo nel Trentino) . - Giusto Clotilde (Varazze) . -
Farinetti Domenico (Rivalta Bormida) . - Antonio Bo-
nanomi, (Pontida Bergamo) . - Dibernardo Lucia,
Portis (Udine) . - Robino Biagio (0rsara Bormida) .
- D . Stefano Blengini arciprete Vicoforto (Moline) .
- Chierano Margherita (11lontiglio) . - Baroselli Or-
solina Ganinara (Pavia,) . - Una Signora di Borgo S.
Martino . - Ch . E . Osella (Torino) . - D . Giuseppe
Tossii vicario Roccaforte (Val Lurisia) . - Sesto Rie-
tardi, Cattabiano di Langhirano (Parma) . - Fetta
Maria (Torino) . - Adele Picco (Messina) . - Ferrero
Teresa maestra (Lequio Tanaro) . - D . Mattia del
Frari (Spilimbergo).-T(CeaoBvlrun)dAt
Asson Giuseppina (Torino) . - Monasterolo Barbara
(Beinasco) . - Castagneto Clara (8 . Giorgio Canavese) .
- Enrichetta Mortarino Moro (Confcenza) . - Artusio
Maria (Corniliano d'Alba) . - Andriua Domenico, Vial-
frè (Ivrea) . - Pistono Domenico (Fogliz.zo) . - Qua-
ranta Angelo (Forlì) . - Marino Maddalena (Bra) .
- Abelonio Antonio, Priocea (Alba) . - Ameri .o Mar-
gherita (Bevigliasco) . Rostagno Annetta (Pino To-
rinese). - Vassallo Carlo (Saluzzo) . - Raviolo Gio-
vanni (Castiglione) . - Benzo Francesco (Casozzo) . -
D.. Cortavesio Francesco arciprete (Soniano) . - Bo-
zello Rosa (Chiusa S. Michele) . - Suor Margherita
(Nizza Monferrato) . - Vignati Antonio Groppello) .
- Luigi Olivieri (Verona) .
(Dalie lettere scritte in lingua francese e spagnuola
faeoiar,eo cenno nei rispettivi Bollettini pubblicati indette
lingue . - Di altre lettere in lingua italiana daremo pub-
Ilioazione nelle Letture Cattoliche) .
I QUADRI
dell'Altare maggiore e dell'Altare di S . Giuseppe
NEL SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE
Ricaviamo dagli scritti dell'indimenticabile
nostro Fondatore e Padre la descrizione del
due principali quadri ch'egli ideava e faceva
eseguire pel gran tempio da lui eretto a
Maria SS . Ausiliatrice .
« Il più glorioso monumento di questa Chie-
sa, così Don Bosco, è l'ancona, ossia il gran di-
pinto che sovrasta all'Altare maggiore . Esso
è opera del Lorenzone, la cui valentia, mas-
sime in opere di soggetto religioso, non ab-
bisogna di parole per essere conosciuta . Amici
e nemici del valoroso artista riconoscono del
pari che in ciò che dicesi sentimento, ossia
espressione d'affetto religioso, che parla al-
l'anima e che desta vivi e svariati affetti
nel cuore di chiunque rimiri la pittura, egli
non è secondo a veruno dei pittori dei no-
stri tempi . L'altezza del quadro è di oltre a
sette metri per quattro . Si presenta allo
sguardo come una comparsa di Maria Ausi-
liatrice nel modo seguente :
« Maria SS . vi campeggia in un mare di luce
e di maestà sopra di un trono di nubi e co-
ronata di stelle nonchè del diadema con cui
è proclamata Regina del cielo e della terra,
Una schiera di angeli, facendole corona, le
porgono ossequio come a loro Regina . Colla
destra Ella tiene lo scettro, simbolo della
sua potenza, quasi alludendo alle parole da
Lei proferite nel santo Vangelo : Fecit mihi
magna qui potens est . Colui che è potente
fece a me cose grandi . Colla sinistra tiene
il Bambino che ha le braccia aperte offe-
rendo così le sue grazie e la sua misericordia
a chi fa ricorso all'Augusta sua Genitrice .
Nell' alto del quadro sono rappresentati
Iddio Padre e lo Spirito Santo . Da essi pio-
vono raggi di luce tutt'intorno a Maria SS .
quasi per dirle : Virtus Altissimi obumbrabit
tibi : la virtù dell'Altissimo ti adombrerà, ti
coprirà ; Ave M aria gratia piena : Dio ti salvi,
o Maria, tu sei piena di grazia .
« Più in basso sono i Santi Apostoli e gli
Evangelisti S . Luca, S . Marco in figura al-
quanto maggiore del naturale . Essi, traspor-
tati da dolce estasi quasi esclamando : Re-
gina Apostolorum , ora pro nobis , rimirano
attoniti la Santa Vergine che loro appare
maestosa sopra le nubi . Finalmente in fondo
del dipinto avvi la città di Torino con vari
divoti che ringraziano la Santa Vergine dei
benefizi ricevuti, e la supplicano a continuare
a mostrarsi Madre di misericordia nei gravi
pericoli della presente vita .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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« Nella crociera a sinistra avvi l'altare de-
dicato a S . Giuseppe . Il quadro è pure opera
del Lorenzone . 1l concetto che informa il
lavoro è semplice, ma divoto quanto mai, e
adatto alla capacità del popolo per fargli
conoscere ad una semplice occhiata la su-
blimità o la potenza del patrocinio del glo-
riosissiino Sposo della Madre di Dio . Il Santo,
ritto in piedi sopra una nuvola , î attorniato
da angeli in attegiamenti vari e tutti di-
voti, ha in braccio il Bambino Gesù, il quale
tiene sulle ginocchia un panierino pieno di
rose. Il Bambino piglia le rose dal panierino
e le dà a S . Giuseppe, e questi a mano a
mano le fa piovere sulla Chiesa di Maria
Ausiliatrice, che vedesi di sotto . L'atteggia-
mento del Bambino Gesù è preziosissimo,
perchè, rivolto al suo padre putativo, gli
sorride con infinita dolcezza . A quel divino
sorriso sembra imparadisarsi il Santo Pa-
triarca, e si direbbe che la celeste letizia del
Divino Infante si raddoppia col riflettersì in
quell'amato volto . A compiere questo deli-
zioso gruppo sta a lato del Bambino Gesù,
ritta; In piedi ed in bella movenza, la sua
Santissima Madre Maria Vergine, la quale,
in atto devotissimo e tutta rapita nella con-
templazione di quel dolce scambio di ineffa-
bile amorevolezza per il suo divin Figlio ed
il suo purissimo Sposo, sembra fuori di sè
per l'infinita gioia che innonda il suo cuore » .
N B . Il dipinto dell'Altare Maggiore, qui sopra descritto, si
può vedere nell'incisione da noi riportata nel numero di
Agosto u . s.

2.2 Page 12

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NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI.
Fueghini dell' Esposizione di Parigi .
Puntarenas, 15 settembre 1890 .
REV mo SIG . D . RUA,
Credo farle cosa gradita annunziandole
ch'Ella è stato fatta padrino ad un ragazzo
indigeno della Terra del Fuoco, il quale però
è già stato in Europa, anzi ha fatto la sua
bella figura nell' Esposizione ultima di Pa-
rigi . Poverino ! dopo aver reso si bel ser-
vigio ai curiosi delle cinque parti del mondo
insieme con altri nove, rapiti da un incet-
tatore francese un mese prima dell'apertura
di detta Esposizione, da paese cattolìco ve-
niva rinviato alle sue deserte spiaggie natìe
ancora ignaro della cognizione del vero Dio
e della santa sua religione !
Il primo incontro ch'io ebbi con questo
fueghino fu nel giugno p . p ., mentre ritor-
navo da Montevideo, dove ero andato per
incarico de' miei Superiori . Vistolo a bordo
del vapore, me gli avvicinai, gli regalai qual-
che cosuccia e cominciai a farmelo amico .
Intanto seppi del suo rapimento, del suo
trasporto in Francia, della mostra che do-
vette fare di sè nella mondiale Esposizione,
efinalmente che era stato imbarcato a Li-
verpool senza guida nè proprietario . M'in-
formai se, ritornando alla sua terra, avesse
saputo trovare i suoi genitori, e mi parve
di no . Pensai allora di farmelo mio per dargli
il battesimo e salvarlo . Le mie maniere me
lo affezionarono talmente, che non sapeva
allontanarsi da me un istante . Giunto a Pun-
tarenas, lo invitai a venire alla nostra Casa,
ec.,hiVasltdovprmealsig
Governatore del territorio, lo ritenni presso
di noi .
Oh quanta gioia provava nel vedersi trat-
tato come uno di noi medesimi! Gli facemmo
un po' di scuola, gli insegnammo un po' di
catechismo, lo istruimmo insomma in modo
da poter ricevere il santo battesimo, il quale
gli fu amministrato domenica scorsa, im-
ponendogli i nomi del venerando suo padrino
ed.lEgaimrnSuoAgelaVs
si chiama Luis Miguel Angel Kalafacte . Il
primo è il nome con cui lo chiamavamo i
primi mesi della sua dimora tra noi, l'ultimo
l'appellativo che gli davano i suoi conter-
ranei fueghini . L'età sua è di circa dodici
anni e finora non ci venne ancora dato di
trovare i suoi genitori .
Dissi sopra che questo ragazzino era stato
portato a Parigi insieme con altri dieci fue-
ghini . Di questi solo cinque rividero la terra
natia, tre morirono in Europa e due soccom-
bettero prima di arrivare allo Stretto di Ma-
gellano . I cinque superstiti capitarono tutti
tra le braccia dei Missionari salesiani, ai
quali furono affidati dallo stesso Governatore
del luogo. Tre adulti li inviammo alla Mis-
sione di Dawson affine di affamigliarizzarli
cogli indigeni dei Canali, dei quali sono
acerrimi nemici i Fueghini . Però una bella
notte, temendo forse le ire di quegli isolani,
coll'unica scialuppa che là avevamo se la
svignarono, nè più abbiam potuto rivederli .
I due ragazzini tenuti nella nostra Casa di
Puntarenas vivono allegri e contenti, ed ora
sono cristiani e portano l'uno il nome del-
l'amatissimo nostro Superiore Maggiore, l'al-
tro quello di un insigne nostro benefattore
d'Italia .
Il Principe Luigi di Savoia a Puntarenas .
Amatissimo Padre, di questi giorni ab-
biamo avuto una preziosa visita, che ben si
merita ch'io gliene faccia parola . Venne a
trovarci il Principe Luigi di Savoia, figlio
del compianto Principe Amedeo, accompa-
gnato dall'illustrissimo conte di Falicon, co-
mandante del vapore italiano l'incrociatore
Americo Vespucci e vice-governatore del Prin-
cipe . Visitò con soddisfazione la nostra po-
vera Casa, chiedendo mille svariate notizie
degli Indii, dei quali aggradi con vera com-
piacenza alcuni oggetti ch'io gli presentai .
Fermossi ad assistere alla Messa parrocchiale
e ad ascoltare la predica ch'io soglio fare a
questa popolazione nei giorni di festa . Noi
abbiam fatto quanto era in nostro potere per
trattarlo il meglio possibile . Egli ci si mostrò
molto affabile, strinse a tutti la mano e prima
di partire lasciò una bella offerta, per cui
gliene siamo riconoscentissimi . Il conte di
Falicon volle ci lasciassimo fotografare, in
vari luoghi e posizioni, insieme cogli indii
che abbiamo in casa, ed egli pure nel la-
sciarci mi pose in mano la sua offerta . Per
ricordo di tale visita ci lasciarono pure una
bella e grande bandiera nazionale italiana,
che noi tosto inalberammo sulla nostra Casa .
Vorrei ancora parlarle di una visita ch'io
feci la settimana scorsa alla Missione del-
l'isola Dawson, dove, oltre ad altri oggetti,
condussi meco cento quintali di pan biscotto
(galletta) per i nostri Missionari e gli indii
di quell'isola . Questa è la provvisione che
loro si manda ogni mese . Quei nostri con-
fratelli incontrano molte difficoltà a far del
bene, specialmente per l'incostanza e volu-
bilità di quegli abitanti. Colla pazienza e
l'aiuto di Dio sperano però di poter far molto.
I principii fanno pronosticare bene .
Qui a Puntarenas coll'aiuto di Dio si va
avanti abbastanza bene . Don Fagnano, per
assunti della Missione, ha dovuto andare a
Santiago ; speriamo che ritornerà presto . Nella
sua assenza benedica Lei, rev .mo ed ama t .mo
sig . D . Rua, questa nostra Missione .
Dev .mo ed obb .mo figlio
Sac . GIUSEPPE MARIA BEAUVOIR .

2.3 Page 13

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DAL BRASILE .
Visita di Mons . Cagliero .
Nictheroy (Collegio S . Rosa),
18 settembre 1890 .
VENERATISSIMO PADRE,
Finalmente anche i Salesiani del Brasile
hanno ricevuto una visita dell'amatissimo
Mons . Cagliero. Da varii anni lo aspetta-
vamo ; ed or con preghiere, or con lettere
tanto abbiam fatto, che fumino esauditi . Mon-
signore sul finir di luglio s'imbarcò in Mon-
tevideo in compagnia del sig . D . Luigi La-
sagna, nostro ispettore, per alla volta di Rio
Janeiro . Il giorno 28 era aspettato il vapore
Équateur in questa vastissima baia . In Col-
legio da vari giorni si viveva in una vera
impazienza ; tutti eravamo in azione per pre-
parare un brillante ricevimento a tanto ospite .
I giornali cattolici della capitale n'avevano
annunziato l'arrivo con parole di encomio
all'Apostolo dei Patagoni .
Festevoli accoglienze a Nictheroy .
Nel dì adunque 28 luglio, di buon mat-
tino, dopo aver assistito alla Santa Messa,
uscimmo di Collegio in numero di circa 200,
preceduti dalla nostra banda, e ci avviammo
verso il molo di Nictheroy . Quivi ci atten-
deva una comoda e bella barca a vapore .
Non le descrivo l'entusiasmo, l'allegria dei
nostri giovanetti ! Erano le sette del mat-
tino . Al suono della banda il vaporino levò
l'àncora, e, salutati da immenso popolo sparso
per la spiaggia, ci spingemmo incontro al-
l'Équateur, che precisamente a quell'ora en-
trava in porto . Giunti a poca distanza si
inalberò la bandiera del nostro Collegio ; i
musici diedero fiato agli strumenti, mentre
da tutti, agitando fazzoletti e cappelli, si
fe' risuonar la baia di fragorosi evviva e di
grida di gioia a Monsignor Cagliero, che
andarono crescendo man mano che il nostro
battello s'avvicinava all'Équateur ; e quando
potemmo scorgere le sembianze dell'illustre
missionario, accompagnato dal non meno
caro nostro Ispettore, fu un vero delirio !
Erano con noi, oltre il sig . D . Giordano,
direttore del Collegio di S. Paolo, e il signor
D . Carlo Peretto, direttore della Casa di Lo-
rena, altri distinti personaggi e nostri intimi
amici e benefattori che mi piace qui ricor-
dare . L'illustrissimo sig . Commendatore Gu-
glielmo Morrissy, il primo che accolse i Sa-
lesiani qui in Brasile, uomo infaticabile nel
promuovere ogni sorta di bene e conosciuto
ed apprezzato in tutta questa vastissima
Repubblica ; il sig . Commendatore Antonio
Benevides, altro dei primi e più cari nostri
amici ; il signor Dottor Saladino de Aguiar,
colui che in S . Paolo lavorò con tutte le sue
forze per ottenere i figli di D . Bosco, sacri-
ficando le proprie occupazioni per raccogliere
elemosine ed offerte per la fondazione di
quella Casa ; il molto rev .° Padre sig . Gian
Battista Gomes, compagno al dottor Saladino
nel cercare mezzi pel Collegio di S . Paolo ;
il molto rev ., Padre sig . Gian Paolo, coa-
diutore della Parrocchia di Lorena e grande
amico dei nostri confratelli di quella città ;
il sig . Dr . Narciano da Silva Pontes e altre
persone a noi benevole .
Appena l'Équateur ebbe gittato l' àncora,
Monsignore discese frettoloso e fra pochi
minuti fu in mezzo a noi, accolto da mille
ovazioni e dalla musica . Allora tutti gli
alunni in fila passarono a baciar l'anello di
Monsignore e la mano al carissimo sig . Ispet-
tore . Che gioia, che soddisfazione si provava
in quei momenti ! E tosto rivolta la prora
verso Nictheroy ci avviammo al Collegio
distante da questa città non più che una
mezz'ora . Alla spiaggia di nuovo numero-
sissimo popolo ci attendeva ; sei tramways
particolari ci trasportarono a S . Rosa . Lungo
il tragitto fuochi e musica e grida d'esul-
tanza che attraevano da ogni parte un mondo
di gente . Alle 10 eravamo in Collegio, ove
pure ci aspettava un'eletta di nostri amici e
cooperatori ; l'entrata era stata graziosamente
addobbata con mille maniere di piante e di
fiori, formando archi di trionfo ; sulla porta
principale leggevasi
JOANNI CAGLIERO
EPISCOPO MAGIDANO CLARISSIMO
LAETI LIBENTER
PLAUDIMUS .
Monsignore e D . Lasagna celebrarono la
S. Messa, a cui assistettero gli alunni e molta
gente del vicinato .
Al pranzo presero parte vari Cooperatori
salesiani, che ben presto rimasero maravi-
gliati dell'amabilità ed insieme della fran-
chezza di Mons . Cagliero .
Dopo quattro giorni di dimora in S . Rosa
Monsignore partì per visitare le Case di San
Paolo e di Lorena . Quivi si ebbe una splen-
dida accoglienza, ma non si fermò che un
giorno, giacchè doveva al ritorno di S . Paolo
celebrarvi la festa di S . Gioachino. A San
Paolo mirabilia!!! In quei giorni si trova-
vano in S . Paolo quattordici Vescovi brasi-
liani radunati a conferenza per intendersi
circa il Concilio Nazionale che dovrà tenersi
nel prossimo anno. Da S . Paolo Monsignore
si recò a Itù, ove i RR . PP . della Compa-
gnia di Gesù hanno un fiorentissimo Colle-
gio frequentato da oltre 400 alunni che vi
accorrono da ogni parte del Brasile. Là si
incontrò col nostro veneratissimo Vescovo
Mons . Pietro Maria de Lacerda, grande nostro
amico ed insigne benefattore nel Brasile .
Dopo una dimora di quindici giorni Mon-
signore, accompagnato da D . Lasagna e da
D . Giordano, ritornò a Lorena, dove ponti-
ficò per occasione della festa di S . Gioachino,
patrono di quel Collegio . Ebbe splendidis-
sima accoglienza dal conte Moreira Lima e

2.4 Page 14

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dal fratello barone di Castro Lima, insigni
benefattori di quella nostra Casa . Da Lo-
rena si recò nella Provincia (presentemente
Stato Federale) di Minas Geraes per visi-
tare in S . Joào d'El-Rei una Casa con va-
stissimo terreno che si vuol dare ai Salesiani.
Colà fu pure ricevuto con grandi dimostra-
zioni, poichè erano ad aspettarlo, oltre il
rev.mo Parroco e altri Sacerdoti, l'intiera po-
polazione con musica e fuochi d'artifizio.
La Festa di S. Luigi Gonzaga .
questo paese. Dio benedica e torni ognor più
efficace lo zelo e l'infaticabile carità di Mon-
signor Cagliero, che sì al vivo ci ricorda le
belle doti del Santo nostro Fondatore .
Gradisca, veneratissimo Padre, gli ossequii
e i più vivi sentimenti di amore di questi
suoi figli del Brasile ; benedica questa Casa
di S . Rosa. Le bacio riverentemente la mano
e mi professo
Di V . S . R.e-v
Umil .m° e obb .m° figlio
Sao . COGLIOLO PIETRO .
Finalmente ai 19 d'agosto fu di ritorno
fra noi . Nel dì 31 si fece la festa di S . Luigi
Gonzaga . Al mattino Monsignore conferì il
sacro presbiterato a due dei nostri confra-
telli. La Messa solenne eseguita in musica
da un bel coro dei nostri alunni fu celebrata
dal sig . Ispettore ; Monsignore assistè pon-
tificalmente .
Dopo la Messa vi fu la conferenza ai Coo-
peratori e Cooperatrici salesiani ; fu tanta
l'eloquenza, tanto lo zelo, tanto l'ardore con
cui Monsignore parlò, che tutti ne erano ra-
piti .
Il pranzo fu onorato da molti illustri si-
gnori, fra cui i già mentovati fratelli conte
Moreira Lima e barone di Castro Lima . Vi
furono brindisi a profusione : alla Congre-
gazione Salesiana, a Monsignore, al Vescovo
Diocesano Mons. Pierto Maria de Lacerda
ed alla prosperità dell'opera di Don Bosco
nel Brasile .
Alle ore 4 pom . ebbe luogo un'accademia
mu.sico-letranoedl'iustrope
Alla funzione della sera fece il Panegirico
di S . Luigi il sig. Ispettore, il quale, ben-
chè residente in paese ove si parla lo spa-
gnuolo, pure possiede e parla con arte anche
la lingua di Camòens .
Usciti di chiesa vi fu grande illuminazione
e fuochi nei cortili del Collegio, immenso
popolo, musica interrotta da calorosi evviva
a Mons . Cagliero .
Il giorno appresso cominciarono gli eser-
cizi spirituali pei giovani, dettati da D . La-
sagna, e, se ne raccolse copiosissimo frutto .
Ed ora debbo dirle della partenza, che fu
ai 5 di settembre . Commovente al sommo fu
l'addio . I nostri giovanetti piangevano e non
finivano più di far ressa attorno all'amatis-
simo Monsignor Cagliero, che benedicendoli
e animandoli alla perseveranza nel bene,
dovette farsi violenza e partire . Fu accom-
pagnato a bordo dell'Europa da vari con-
fratelli e da alcuni nostri Cooperatori . A
quest'ora si trova in Montevideo, e di là
farà ritorno alla sua diletta Patagonia .
Veneratissimo Padre, la visita di Monsi-
gnor Cagliero al Brasile produsse un bene
straordinario . Noi tutti ricevemmo nuova
lena e coraggio per lavorare indefessamente
al bene di tanta gioventù sì abbandonata in
Mons . PIETRO MARIA DE LACERDA .
Il 15 novembre u . s . un telegramma da
Rio Janeiro ci annunziava la morte di Mon-
signor Pietro Maria De Lacerda, vescovo di
San Sebastiano o Rio Janeiro, capitale del
Brasile . Questo prelato era nato in quella
città il 21 gennaio 1830 ed era stato preconiz-
zato Vescovo dalla cara memoria di Pio IX
nel Concistoro segreto del 24 settembre 1868 .
Venuto in Torino nell'anno 1877 si degnò di
accettare l'ospitalità offertagli da D . Bosco,
e rinnovò le vive istanze, acciocchè gli fos-
sero concessi alcuni Salesiani per la vasta
sua Diocesi . D . Bosco dopo alcuni anni lo
accontentò, ed egli li accolse e li trattò con
un affetto più che paterno, mantenendo ad
oltranza la promessa fatta a D . Bosco : I
suoi figli saranno i miei figli . Il Collegio d'arti
e mestieri di S . Rosa in Nictheroy fu sua
fondazione, e deve in massima parte a lui
tutta la sua presente prosperità . Quivi egli
più volte all'anno andava a trovare un po'
di sollievo e di conforto alle gravissime cure
che lo opprimevano in mezzo ai figli di Don
Bosco e suoi ed ai tanti giovanetti operai
da lui beneficati .
Noi raccomandiamo la sua bell'anima alle
preghiere dei nostri Cooperatori e Coopera-
trici, mentre per parte nostra cercheremo
coi suffragi della Chiesa di sdebitarci, per
quanto è possibile, dell'obbligo di profonda
gratitudine che a lui ci lega .
NOTIZIE COMPENDIATE,
Guardia Pringles (Patagonia) . - Così ne
scrivono in data 29 agosto scorso le Suore di Ma-
ria Ausiliatrice colà stabilitesi
« Alla scuola abbiamo un discreto numero di ra-
gazze ; si diportano benino e danno prove che ap-
profittano del poco bene che si procura far loro .
Mediante lo zelo di Mons . Cagliero si è potuto
iniziare la Società delle Figlie di Maria per le
giovinette e quella del S. Cuore di Gesù per le
donne . Della prima si videro presto i fiori, poi
anche i frutti, perchè cominciarono quasi subito
a non voler più frequentare i balli molto usati in

2.5 Page 15

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questi paesi e ancor più pericolosi che non in
Italia, a desiderare la istruzione religiosa e ad
essere ansiose di ricevere i Santi Sacramenti . -
Ma non fu lo stesso della seconda, fondata nel
dicembre del 1889 . Già eravamo alla fine dell'a-
prile di quest'anno, che ancora non avevamo po-
tuto indurre se non due o tre associate a com-
piere almeno la santa Pasqua . Ma arrivato il bel
mese di maggio, mese dei fiori e delle grazie,
Maria ha toccato quei cuori . Dopo d'esserci a Lei
raccomandate per tutto il suo mese, verso la fine
scrivemmo una letterina d'invito a ciascuna ma-
dre di famiglia . Oh miracolo ! La prima domenica
di giugno, giorno fissato per la Comunione, quasi
tutte le donne del paese s'accostarono ai SS . Sa-
cramenti. Fra queste ve ne furono parecchie che
ricevettero in quel giorno la loro prima Comu-
nione ed altre non poche che da dieci e più anni
stavano lontane dai Sacramenti . Alcune, a cui
non fu possibile di andare in quel giorno, ven-
nero a dirne il motivo ed a promettere e che s'ac-
costerebbero al più presto possibile, come infatti
fecero . Deo gratias !
Le famiglie indie continuano ad esserci molto
amiche . Per la festa di Maria Ausiliatrice vi fu-
rono pure molte Comunioni . Le ragazze cantarono
per la prima volta la Messa degli Innocenti del
rev .o D . Costamagna, ed alla sera il Succurre mi-
seris e una lode del medesimo . Fu una festicciuola
semplice sì, ma devota .
La casa che abitiamo presentemente l'abbiamo
in affitto ; però se ne sta costruendo per noi una
benchè piccola vicina alla Chiesa . Non sappiamo
ancora se di quest'anno la potremo abitare per-
chè, per mancanza di mezzi, vi lavora attorno un
solo muratore. Abbiamo pure già incominciato a
raccogliere nella nostra casa alcune orfanelle . »
sferzate . Ma quello che più fa pena a noi italiani
è il trovare qui a gemere ed a soffrire tanti no-
stri connazionali venuti in cerca di fortuna . Muove
proprio fino alle lagrime la narrazione delle mi-
serie e dei patimenti avuti a soffrire nei bei prin-
cipii del loro arrivo, patimenti e miserie che li
riducono in breve inetti al lavoro e costretti a
rifugiarsi, se pur il possono, negli ospedali . Oh !
quanti appena arrivati, pentiti farebbero tosto ri-
torno alla diletta patria se ne avessero i denari
necessari ! Molti di questi nostri buoni italiani per
aver lavoro si spargono nelle estese campagne e
negli sterili boschi distanti leghe e leghe dagli
abitati e dalle chiese, e là vivono poco diversa-
mente dalle bestie, lungi dai Sacramenti e dimen-
tichi affatto di ogni pratica di pietà . Povera gente !
- Non è piccola consolazione per quei fortunati
che trovano ancor modo di venire all'Ospedale a
finire i loro giorni e trovare quivi un Sacerdote
che parla il linguaggio natìo e loro ricorda e fa
gustare le pure gioie di quella religione che han
professato in patria . Ma questa sorte non tocca a
tutti . Oh ! quanti miseramente periscono fra le
deserte steppe senza poter sentire la dolce parola
del Sacerdote ! Oh ! quante famiglie solite in pa-
tria udire ogni festa la calda ed amorevole pa-
rola del parroco che le esortava al dovere, vivono
ora sconsolate, prive d'ogni speranza d'aver un
simile conforto nemmeno in fin di vita ! »
Italiani, udiste ? Voi che fate conto di emigrare
nel mondo della falsa cuccagna, pensate bene
prima d'avventurarvi, provvedete ai casi vostri .
GRAZIE DI D . BOSCO.
Missione di S . Raffaele (Isola Dawson) .
- Le medesime Suore di Maria Ausiliatrice nel-
l'Isola Dawson fanno per le ragazze e le donne
press'a poco quello che i Salesiani per gli uomini
ed i ragazzi . Radunano quelle povere bambine
colle loro madri, insegnano loro a farsi un po' di
pulizia, le vestono decentemente, le raccolgono
nelle scuole e fanno loro imparare un po' di ca-
techismo, a leggere, scrivere e far di conto . Già
hanno provveduto una divisa uniforme per i fan-
ciulli e le fanciulle, i quali la portano nei giorni
festivi quando vanno alle funzioni religiose e alla
scuola . Ora stanno procurandone altra per gli uo-
mini e le donne .
Presentemente quivi si sta fabbricando una
nuova Cappella di legno (come sono tutte le case),
essendo insufficiente, anzi inservibile il corridoio
stato addobbato a cappella provvisoria .
Gli Italiani nel Brasile . - Ricaviamo da
una lettera che ne scrive il Sacerdote salesiano
che attendo alla cura spirituale degli infermi nel-
l'Ospedale di S . Paolo nel Brasile : « Per chi vuol
meditare qui non ha bisogno di libri. Oli! quanto
eloquentemente parlano al cuore le miserie della
vita umana ! Oh ! quanto è mai triste il fine che
hanno in questo inondo stesso il vizio e le pas-
sioni mal raffrenate . . . ! In questo Ospedale vi ha
ogni genere di malattie ed ogni sorta di persone .
Oltre ai brasileni ed ai negri nativi od oriundi
dall'Africa, vi sono pure di varie nazioni d'Eu-
ropa . Ci costa molta fatica l'istruire e preparare
a ben morire i negri, i quali passarono quasi tutta
la loro vita nell'orribile stato, della schiavitù e
non ebbero altra educazione fuori di quella delle
Molti ci mandano relazioni di grazie che
essi dicono d'aver ricevuto per intercessione
di Don Bosco ed insistono perchè ne fac-
ciamo pubblicazione nel Bollettino.
Quanti credessero d'aver ricevuto di tali
grazie, ce ne scrivano pure, che le loro let-
tere saranno sempre bene accolte, tanto più
dacchè si iniziò il processo di Beatificazione
del caro nostro Padre presso la Curia Ar-
civescovile di Torino .
Ma in quanto a pubblicazione non pos-
siamo per ora appagarli .
Sarebbe poi pregio dell'opera se siffatte re-
lazioni fossero confortate con attestati di
autorevoli testimoni, specie poi di medici se
si tratta di guarigioni ; e meglio ancora se
fossero munite del visto dell'autorità eccle-
siastica parrocchiale e vescovile .
NOTIZIE VARIE .
I figli alla tomba del Padre . - Prima
e dopo la solenne commemorazione dei defunti
fummo coi giovanetti del primario Oratorio di Don
Bosco a Valsalice a pregare su quella tomba che
racchiude le spoglie mortali del nostro indimenti-
cabile Fondatore e Padre .

2.6 Page 16

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Oh ! quante cose ci parla al cuore quella tomba!
Ed è per questo che vi ci sentiamo attirati e di fre-
quente la visitiamo ! Frequenti pure sono colà le
visite di Cooperatori e Cooperatrici non solo di
Torino . ma di paesi lontanissimi . Colà si riaccende
l'amoreversoDonBoscoedalesueopere,si
prega con la più viva espansione e ci par che .
quelle ossa parlino con noi, e si uniscano alla no-
stra preghiera perchè più agile sollevisi al trono
dell'Altissimo .
Pregammo per lui, pregammo per le sue opere,
pregammo pei Cooperatori e per le Cooperatrici,
e con gli occhi inumiditi dal pianto partimmo di
là ; ma vi lasciammo il cuore .
I giovanetti alla preghiera unirono il canto ed
eseguirono in facile melodia le seguenti strofe di
un inno intitolato
ALLA TOMBA DI DON BOSCO .
Presso l'augusto avello
Che, padre mio, ti cela
Così quest'orfanello
L'interno affetto svela .
T'amo : ed in quest'esiglio
Guida il mio lasso piè,
Puro sarò qual giglio,
D . Bosco, io vengo a te .
Lasciasti del glorioso
Tuo nome la virtú?
Ripeto ora festoso
« Egli mio padre fu . »
Son di D . Bosco figlio,
Ei pensa ognora a me ;
Deh mi rivolgi il ciglio ;
D . Bosco, io vengo a te .
Alla visita fatta dai giovani studenti il Supe-
riore che li accompagnava lesse il seguente indi-
rizzo
PADRE CARISSIMO,
In numero di oltre a cinquecento vengono alla vostra
tomba i vostri figli studenti dell'Oratorio in sul prin-
cipio del nuovo anno scolastico 1890-91 .
Di quelli che due mesi fa qui raccoglievansi prima
di partire per le vacanze autunnali, in numero di
oltre ottanta indossarono l'abito chiericale e con no-
bile slancio seguirono la voce di Dio che li chiamava
ad ingrossare le file dei sacri leviti . Ancor pochi anni
e poi sparsi pel mondo e nelle civili e nelle selvaggie
contrade lavoreranno da indefessi apostoli per con-
vertire anime a Dio .
Don Bosco carissimo, l'esempio vostro è seme fe-
condo di frutti incessanti.
Questi giovanetti che or circondano con affetto la
vostra tomba anch' essi hanno spiriti ardenti e santi
affetti . Anch'essi qui convengono a prendere magna-
nime risoluzioni!
Se i figli del secolo sono in movimento per imprese
più o meno nobili, più o meno commendevoli, non
dormono, non neghittiscono gli allievi del vostro O-
ratorio, di quell' Oratorio in cui non son morti i pal-
piti del vostro cuore e per sempre vive il vostro spi-
rito di mansuetudine e di fortezza, di studio e di
operosità.
Gli allievi dell' Oratorio si studieranno ognora di
inspirarsi ai vostri gagliardi esempi e rendersi sem-
pre degni di chiamarsi con vanto che consola il cuore
figli di Don Bosco .
Cari giovani, qui sulla tomba del nostro Padre po-
nete la vostra recano per promettere a Don Bosco di
essere degni suoi figli . Un anno scolastico è breve ;
ma può essere fonte per voi di frutti preziosissimi .
Questa tomba vi parli all'intelletto e al cuore . L'An-
gelo dei sepolcri vi dice : Qui son racchiuso, o gio-
vani, le spoglie mortali di uno dei più grandi uomini
del secolo vostro, di uno dei più attivi operai della
religione e della carità, di colui pel quale uno stermi-
nato numero di giovani, al pari di voi, hanno tetto,
pane e scuola . - Ma come si formò dal nulla in cui
nacque alla grandezza delle opere che ci lasciava in
morte ?-Colstudiecaptà
Studiato anche voi, vi dice Don Bosco, studiato e
coltivate la pietà . Queste son le due ali che vi solle-
veranno a voli sublimi . Farete del gran bene nella
società, nella Chiesa ed allo animo vostro .
Padre carissimo, sì, lo studio e la pietà saranno an-
che in quest'anno fiorenti nell'Oratorio, i vostri figli
ve ne danno solenne promessa .
Esaudisca Iddio le preci e gli ardenti voti che noi
facciamo per P anima vostra, e ci aiuti a vivere in
modo da consolare il vostro paterno cuore, e rendere
sempre più accettevoli a voi, o Don Bosco, i vostri
figli dell'Oratorio .
Alla visita fatta dai giovani artigiani prese la
parola il Direttore del Seminario delle Missioni
estere in Valsalice, il Teol . D . Giulio Barberis .
Egli, che è il custode della tomba di l) . Bosco,
ha sempre parole di. efficacissima eloquenza che
trascinano ad amar Don Bosco d'un amore tene-
rissimo ed incancellabile .
Non alzammo la voce per ripetere il grido di
una volta : Evviva Don Bosco , perchè l' aspetto
di una tomba è sempre mesto, ma ben sospirammo
col cuore elio lo spirito di Don Bosco viva in noi,
nei nostri allievi , ed aleggi fecondo di benedi-
zioni sui nostri Cooperatori e Cooperatrici .
I Salesiani a Trino . - Il 19 dello scorso
ottobre in Trino (diocesi di Vercelli) aprivasi ed
inauguravasi solennemente la nuova Casa Sale-
siana, di cui già abbiam fatto cenno in altro nu-
mero .
I voti di ottimi nostri Cooperatori di quella
città sono compiuti . Anni sono un venerando Pa-
dre Domenicano, che risiedeva in quella città,
venne nella felice determinazione di impiantare
un Oratorio festivo per ragazzi . Coll'aiuto di buoni
Terziari del suo Ordine gettò le fondamenta di
una chiesa dedicata al S . Cuore di Gesù. Ogni
festa accorrevano colà al lavoro i detti Terziari,
ma l'opera procedeva lentamente .
Il zelante Parroco del luogo fece allora coniare
medaglie coll'immagine del Cuore di Gesù e col
ritratto del S . P . Pio IX di venerata memoria, e
vendendole al prezzo di 10 centesimi l'una potè
radunare un po' di denaro ; altri sussidi ottenne
da pie persone, ed in pochi anni la chiesa fu
eretta . Nel 1885 veniva benedetta ed aperta al
pubblico . S'incominciò l'Oratorio festivo, che prese
presto a fiorire e produrre buoni frutti stante la
solerte cura del buon Parroco .
Nel 1889 moriva in Trino il Canonico Monta-
rolo, insigne Cooperatore salesiano . Proprietaria
del terreno su cui era stata eretta la chiesa e delle
case annesse, morendo lasciava erede universale
di quelli e degli altri suoi beni il sullodato Par-
roco, colla clausola clic presso la detta chiesa
fosse innalzato un palazzo da offrirsi al sacerdote
D . Michele Rua per l'impianto di un istituto di
educazione .
Il pio desiderio dell'ottimo Canonico e gli ar-
denti voti dei Cooperatori Trinesi ottennero com-
pimento .
La solenne apertura di questa Casa celebravasi
poi con felice incontro con altra carissima festa,
che tutta allietava la città . In quel medesimo
giorno la Società operaia cattolica di Trino inau-
gurava solennemente la sua splendida bandiera

2.7 Page 17

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coll'intervento delle rappresentanze numerose di
Società operaie e Pio Unioni di altre città e paesi .
Ad accrescere splendore e solennità erano in-
tervenuti i venerandi prelati Monsignor Riccardi,
vescovo di Novara, e Monsignor Leto, titolare di
Samaria . Le sacre funzioni furono accompagnate
da scelta musica, eseguita dai giovani cantori del
nostro Oratorio di Torino, e per la città e nel
nuovo Collegio echeggiarono gli armoniosi con-
centi della nostra banda musicale che era stata
invitata colà per così fausta occasione .
Il Sacratissimo Cuore di Gesù a cui è dedicata
la bella Chiesa salesiana di Trino e l'Istituto an-
nesso benedica e protegga quella pia Opera e
quanti concorsero ad impiantarla .
Raccomandiamo poi alle preghiere di tutti i
Cooperatori e Cooperatrici l'anima pia del Cano-
nico Antonio Montarolo, alla cui carità special-
mente devesi l'erezione di questa nuova Casa sa-
lesiana .
A modo di nota ci sia poi lecito di fare qui
un'osservazione alle pie persone che volessero la-
sciarci qualche parte dei loro averi a pro della
pia nostra Società, che non impongano cioè la
condizione impostaci dal sullodato canonico . Pri-
mieramente perchè non potremmo così presto e
forse mai trar partito della loro carità ; seconda-
riamente perchè potremmo forse utilizzar meglio
per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime
i beni che ci lasciassero senza la detta condizione .
Infine poi non devesi dimenticare che dopo morte
giova grandemente a suffragio delle anime che i
beni lasciati subito servano a pie e sante opere,
e non rimangano dimentichi ed infecondi .
Una preziosa visita . - (Dal N . 22 della
V oce dell'Operaio) . - Nella circostanza dell' an-
nuale festa patronale che gli operai (torinesi) della
Sezione di S . Gioachino celebrarono, secondo il
solito privatamente, l'ultima domenica di ottobre,
la riunione straordinaria riuscì memorabile per
l'intervento del venerando D . Michele Rua, supe-
riore della Congregazione salesiana, presidente ono-
rario della Sezione ; il quale fu ricevuto dall'As-
sistente ecclesiastico, dai vice-Assistenti, dal pre-
dicatore, da vari ecclesiastici dal presidente ge-
nerale dell' Unione, da un vice-presidente e dal
computista, nonchè dalla Direzione della Sezione .
Ilr.evRuanpdismotDleua,d
in fine, dopo generale istanza, parlò con quella po-
polarità che caratterizza i figli di D . Bosco, e seppe
trovare nel paterno suo cuore e nella sua mente
illuminata consigli ed istruzioni tali e così adatto
che migliori non si potrebbero desiderare . Fra-
tellanza, unione, coraggio, fortezza cristiana, spi-
rito di sommessione, guerra al rispetto umano,
zelo di propaganda, buon esempio, ubbidienza
alle autorità, alla Chiesa, al Papa, tutto questo
entrava nel discorsetto di D . Rua, e il tutto svolto
in maniera così pratica che non ci resta altro che
dire : « Orsù, all'opera ; facciamo quello che ci
ha detto D . Rua . » La Sezione ricorderà sempre
questa onorevole e graditissima visita del signor
D . Rua, e spera che questo venerando Apostolo
non avrà mai per l'avvenire a lamentarsi co' suoi
membri di non aver essi posto in pratica le sue
parole.
Preghiere pei Benefattori e per le
Benefattrici del Santuario di Maria
Ausiliatrice . - Siamo lieti di annunziare che
nei giorni 26, 27 e 28 dello scorso ottobre, cele-
brandosi nel Santuario di Maria Ausiliatrice in
Torino le solenni QUARANT'oRE, si fecero speciali
preghiere per i Benefattori e le Benefattrici della
Chiesa stessa . Nel manifesto che s'era fatto stam-
pare per l'occasione da affiggere alle porte di tutte
le chiese della città leggevansi le seguenti parole
Tutte le preghiere, le sacre funzioni e le altre pie
pratiche che avranno luogo in detti giorni, saranno
indirizzate per implorare le celesti benedizioni sopra
i Benefattori e le .Benefattrici che concorsero e
concorreranno a sostenere le ingenti spese per la
decorazione di questo sacro Tempio .
Furono tre giorni di festa pel nostro Santuario .
Le sacre funzioni riuscirono grandiose : l'adora-
zione fu frequentatissima e le Comunioni generali
alle Messe delle ore 6 e delle 7 1/2 furono nume-
rosissime .
Qui non restringesi la nostra riconoscenza presso
l'altare di Maria per i Benefattori e le Benefat-
trici delle opere nostre, ed in ispecie per quelli
che ci aiutano nella decorazione del tempio di
Maria Ausiliatrice, ma di loro facciamo memoria
ogni giorno nelle nostre orazioni e pie pratiche .
Con noi s'uniscono tutti i nostri giovanetti, le
cui preghiere e Comunioni speriamo siano bene
accette al cospetto del Signore ed al Cuore dol-
cissimo di Maria Ausiliatrice .
Macerata . - Grazie a Dio ed al potente aiuto dei
Cooperatori di Macerata si aperse colà una Casa
salesiana . Il giorno di S . Carlo, 4 novembre u . S .
se ne fece solenne inaugurazione coll' intervento
dell'illustre Vescovo di quella città e di ragguar-
devoli signori .
Nello stesso giorno fu pure benedetta dal pre-
lodato Vescovo la cappella dell'Istituto .
San Giuseppe, a cui è dedicata questa nuova .
Casa, la prenda sotto la sua valida protezione e
la renda feconda di frutti consolanti ed abbon-
devoli .
Gli zelanti Cooperatori di Macerata che già
tanto fecero a pro della pia nostra Società, vo-
gliano continuarci il loro appoggio ed il loro aiuto
per quella e per le altre opere Salesiane . Noi con-
tinueremo a pregar per loro, affinchè la Beata Ver-
gine Ausiliatrice ne li ricompensi larghissima-
mente ed implori per loro dal suo Divin Figlio le
più elette grazie e copiose benedizioni sui loro in-
teressi spirituali e temporali .
APPENDICE
alle notizie dei nostri Missionari
D. Costamagna di ritorno d. all'Equatore
(seguito)
REV. mO ED AMAT . mO SIG . D . RUA,
Jujuí, 15 agosto 1890 .
Eccomi finalmente giunto nei confini del-
l'Argentina . Che viaggio ! Mi si diceva che
avrebbe durato quarantacinque giorni, in-
vece dovetti impiegarne ben sessantaquat
tro da Quito a Jujuí

2.8 Page 18

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Da Riobamba a Mollendo - L'asina del
Signore ed il pullus subjugalis. - Un
mai di montare, e le curve, e i zig-zag infi-
niti, e le audaci ascensioni erano intermina-
porto che non è porto .
bili .
Lasciato il carissimo D . Calcagno col coa-
diutore Garrone in Riobamba , continuai il
mio viaggio a cavallo in compagnia d'un an-
tico colonnello, Cooperatore Salesiano, che
mi venne istruendo sulla fauna e flora e sulla
storia dell'Equatore.
Alla sera, siccome ci toccava dormire sul
nudo suolo, questo buon colonnello mi pre-
parava il letticciuolo, dopo di avermi fatto
parte del suo cioccolatte che serviva di cena .
E così passai allegramente i quattro giorni
di viaggio da Riobamba a Guayaquil .
A Claimbo prendemmo la ferrovia, e dopo
otto lunghe ore attraverso densissime fore-
ste, giungemmo a Guayaquil in casa dei Fra-
telli delle Scuole Cristiane, che mi diedero
una seconda prova di lor squisita carità .
Il 19 giugno sul piroscafo Quito partii per
Lima . In questo tragitto della costa Peru-
vana ho visto , tra l'altre cose, che in molte
parrocchie si conserva ancora l'asina del Si-
gnore col suo pullus subiugalis . In certi paesi
è un simulacro di legno, su cui collocano
l'immagine del Signore che entra trionfante
in Gerusalemme, ed in altri è proprio viva,
di color bianco e ben mantenuta ; quest' a-
sina non ha padrone, ma tutto il paese s'im-
pegna in alimentarla, e ognuno si considera
fortunadipelvrquachegiorn
in sua casa. Arrivata poi la Domenica delle
Palme, tutto il popolo la conduce alla chiesa,
e così quei buoni Peruvani fan la proces-
sione delle Palme coll'asina viva .
Scesi un'altra volta, in Lima . La colonia
italiana quivi e nei dintorni è assai nume-
rosa, e i Padri Redentoristi , desiderosi di
procurarle il vero bene, inviarono più volte
alla casa di ciascun Italiano un loro Padre
siciliano, per invitarli alla Messa, alla pre-
dica , alla confessione, ecc . Ma quei dis-
graziati pare che non cerchino e non amino
altro che l' oro . Poveri italiani ! ove ven-
gono a perdere la fede e l'anima .
Lasciata Lima, m'imbarcai sul vapore Co-
quimbo e dopo tre giorni sbarcai nel così
detto Porto di Mollendo . Che razza di porto !
Il pìù delle volte i passeggieri, per montar
sul molo, devono lasciarsi metter dentro un
barile e quindi elevar in aria dalla prue, come
fossero merci . Per fortuna quel giorno il mare
era relativamente tranquillo e nel discendere
fui trattato ancora da buon cristiano .
Finalmente verso sera si giunse alla bella
città d'Arequipa, situata alle falde del vul-
cano Misti, che misura un'altezza di m . 5651
sopra il livello del mare . Fui accolto col cuore
aperto dal M . R . Padre Duhamel, prete della
Missione e fondatore d'un piccolo Seminario
in quella città .
In quel giorno si celebravano le nozze d'ar-
gento del vescovo diocesano Mons . Huerta .
Io l' andai a riverire ed a porgergli le con-
gratulazioni e le felicitazioni per parte dei
Missionari Salesiani. La cortesia con cui mi
accolse è indescrivibile . Non appena seppe
che un Salesiano voleva riverirlo, alzossi per
venirmi incontro, ed esclamando : - Oh !
un figlio di Don Bosco ... del gran Don
Bosco - m' abbracciò teneramente . Poi
mi invitò ad accompagnarlo ad una tenera
funzione che si faceva nell' Istituto delle
Suore dei Sacri Cuori . Era la chiusa del
Mese di Giugno, ed ogni educanda, avvi-
cinandosi ad un altarino , dove maestosa
sorgeva fra cento lumi l'effigie del S . Cuore,
tolta una spina dalla corona che ne cingeva il
Cuore, la deponeva nelle mani di Monsignore,
e vi sostituiva una rosa . Quelle educande
eran tutte giubilanti, meno tre o quattro che
in un angolo sconsolate piangevano . Non
avevan saputo meritarsi una tanta grazia le
poverette ! Il perchè, per poter cavar quella
spina, bisognava aver passato tutto il mese
con un dieci di condotta, che voleva dire : In
questo mese ho consolato il Cuor di Gesù,
gli feci dimenticar il dolore delle spine con
cui certi ingrati cristiani crudelmente il tra-
figgono . Finita la commovente e graziosa
cerimonia, Monsignore prese per testo le pa-
role del Profeta : Improperium expectavit Cor
meum et miseriam, et sustinui qui simul con-
tristaretur, et non fuit, et qui consolaretur, et
non inveni ; e fece un tenero discorsetto, in cui
dimostrò che se nel mondo nessuno consolava
il Divin Cuore, in quel sacro recinto Gesù
aveva pur trovato chi lo consolasse e chi
piangesse con Lui, come la cerimonia delle
simboliche spine e la diligenza nei proprii
doveri per tutto il mese di giugno l'avevan
provato. - Monsignore poi volle che io te-
nessi una predica nella cattedrale per aiu-
tare i due oratori che, dovendo predicare
ogni sera del Mese, eran già stanchi ! Non
potei negarmi . Il P . Duhamel coi principali
dei suoi seminaristi ebbero la bontà di ac-
Alla bella Arequipa - Le nozze d'argento
di Mons . Huerta - Una spina sostituita
da una rosa .
Era il dì di S . Pietro, e potei celebrar in
Mollendo prima di partire sulla ferrovia di
compagnarmi alla stazione ferroviaria, ed
accomiatatomi partii .
Sul lago Titicaca - La più alta naviga-
zione del mondo - Alla capitale della
Bolivia .
Arequipa . Per una via poetica, tentavamo Il convoglio cominciò di nuovo a salire
di guadagnar le cime di quegli isterili monti . fino ad un punto che chiamasi Crucero alto,
La macchina sudava, gemeva e non si finiva i situato a metri 4470 sul livello del mare .

2.9 Page 19

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Nessuna macchina a vapore del mondo ar-
riva sì alto . A non pochi la rarefazione del-
l'aria produce il così detto sorroche (emorra-
gia) . A notte buia si arrivò a Puno, piccola
città sulle rive del lago Titicaca . - Alla
dimane viaggio sul lago . Un vaporino di
cui le macchine alimentansi non con carbone
o legna, ma con escremento secco di animali,
ci condusse lentamente quel giorno e la notte
consecutiva. E anche questa è la navigazione
più alta del mondo . Le sponde sono frasta-
gliate assai . Alle volte paion volersi toccare,
poi si allontanano per riavvicinarsi di nuovo.
Il lago è situato a 12505 piedi sul mare. Ha
cento leghe di circuito . Metà appartiene al
Perù , l'altra metà alla Bolivia . Di quando
in quando passavano scivolando a noi vicini
alcuni pescatori Indii, nelle loro barchette di
paglia, con vele pure di paglia . Sopra una
costa del lago si eleva il Santuario di Copa-
cabana, il più celebre di tutti i santuari d'A-
merica . Terminata la navigazione, ci tro-
vammo su d'un grande altipiano con a de-
stra il sistema del Misti ed a sinistra quel
dell'Ilimani, del Huaita Potosi, ecc . tutti co-
perti di neve . Montammo in un vetturone
guidato da otto cavalli, e dopo otto ore, la-
sciando l' altipiano, ci sprofondammo in un
vallone, nel cui fondo giace la città di La
Paz, capitale provvisoria della Bolivia .
Quantunque coperto di polvere come un
Gabaonita, per la fretta di partir tosto , mi
presentai all'Ill .m° signor Presidente Dottor
Aniceto Arce, e per ossequiarlo e per met-
termi ai suoi ordini riguardo alla fondazione
d'una Casa Salesiana in Chuquisaca (Sucre)
dove i Superiori m' inviavano . Egli, dopo
aver tentato inutilmente di farmi restar in
La Paz almeno, come diceva , dieci giorni,
vedendomi risoluto di partir tosto, volle ac--
compagnarmi lui stesso con due ministri e
varii militari graduati, e, fattemi visitare
due case del Governo , mi disse che sce
gliessi, pur d'impiantare colà una casa d'arti
e mestieri, non solo utile, ma assolutamente
necessaria . Poi mi volle a pranzo con sè ;
quindi mi obbligò a parlare in una assem-
blea, dove aveva convocati almeno duecento
operai e varii ministri perchè facessero ressa
ai Salesiani per andar presto colà . Risposi
come il cuore e la mente mi dettarono, e
ricordai al signor Presidente della Repub-
blica ed all'assemblea che l'ultima parola do-
vevano pronunziarla i miei Superiori .
In La Paz m' albergarono i RR . Padri
della Mercede, di cui serberò eterna memoria .
Una cruda notte - A Oruro - Le antiche
tombe degli Indi e le attuali loro cata-
pecchie - La spaccatura di S . Bartolo-
meo - Trionfale ingresso in Potosi!
Accompagnato da un buon Inglese e da
un certo Peruvano di Tacna, educato in Chia-
vari, partii in una vettura aperta per Oruro .
Il primo giorno di viaggio fu buono, ma
verso la fine del secondo, arrivati ad un
punto che chiamano Panduro, trovammo
che era durissimo . I cavalli della posta, che
testè ci avevano dati, eran magri che face-
vano pietà . Già il sole volgeva all' occaso,
quando essi si piantano lì in mezzo alla
strada . Si grida, si spinge, si dà alle ruote,
si dà mano allo scudiscio, si accende loro
sotto il fuoco, ma non c'è verso di farli muo-
vere d' un passo . Che fare ? Quello era un
deserto, senz'acqua, senza un riparo dove ri-
fugiarci ; il sole se n'era andato, la buia notte
ci avvolgeva nel suo negro pianto e, ciò che
era più terribile, il gelo ci assaliva inesorabile,
nè sapevamo come difenderci . Quella notte
fu crudele davvero, nè io so come non ab-
bia sofferto gravemente . Al mattino i vestiti, .
specie il mio cappello, eran diventati bian-
chi a causa della brina .
Facemmo un tratto a piedi, quindi, otte-
nuti altri cavalli, potemmo al terzo giorno
giungere ad Oruro, la città dell'oro, ma che
è brutta assai, nè sa ostentar un miserabile
fil d'erba nè dentro nè fuori del suo recinto .
E qui comincia di nuovo la dolorosa isto-
ria . Addio vapore, addio carrozza, addio
rapidità di viaggio ! Bisogna appigliarsi an-
cora a quelle benedette mule, che già tanto
m'han fatto soffrire . - Il mio fido Inglese,
che doveva andar a Buenos Aires per la via
più breve, non mi volle lasciar fino a Po-
tosi . Arrivando a qualche Tambo di Indii
(luogo dove si cambia la cavalcatura, e ciò
si deve fare tre o quattro volte al giorno),
in quella che io mi gittava in un canto, af-
franto per la stanchezza, a dir un po' di Bre-
viario, o ad insegnare il segno della croce a
quegli Indii che ancora nol sanno, l' amico
Inglese collocatasi la sella sulle ginocchia
e dato di mano alla penna, scriveva alla sfu-
riata le impressioni avute nel tragitto per-
corso di cinque o sei leghe .
Tra le molte cose, abbozzò nel suo taccuino
le antiche tombe degli Indii, che son come ca-
sette tutte d'un pezzo, di terra biancastra,
alte tre metri, con una sola stretta apertura
di m . 0,30, alta 1,50 , e rivolta verso l'o-
riente, come solevan fare gli adoratori del
sole del basso e dell'alto Perù ; le attuali
loro catapecchie , senza un buco per re-
spirare , dalla porta infuori, col fuoco nel
centro e con un' infinità di olle, pignatte e
pignattini dal collo strettissimo, appesi alle
rustiche e strette pareti, tra le quali biso-
gna trovar luogo pel giaciglio dell' animale,
dei genitori, dei nonni, dei figli, dei nipoti,
ecc . ecc .
Gl'insetti che brulicano in alcune di quelle
catapecchie, sono innumerevoli ; tanto che ci
assicurano essere un vero miracolo, se non si
vedono muovere e camminare come di per
stesse. Non poche volte certi Indii sudici sono
obbligati a dar fuoco alla loro casa, abbando-
nare quel luogo infausto e costrursi un altro
nido, che, a causa della lor pigrizia, do-

2.10 Page 20

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vranno ben presto pur abbandonare . È però
da notare che ciò accade solo a certe razze
di Indii . Ve n'è tra essi non pochi che son
piuttosto puliti e laboriosi .
Attirò pure la mia attenzione l'usanza che
hanledobivanportdvanil
petto uno o due grandi cucchiai, i quali men-
tersvonal'urpoidsbarz
il piatto, servono pure di ornamento e di fer-
ma.glio nt
Lasciato l'altipiano per precipitarci in certi
ghiacciati valloni e rimontare sulla vetta di
ardentissime montagne, dopo molti giorni
arrivammo finalmente alla così detta Que-
brada de San Bartolomé, che è una maesto-
sissima spaccatura di montagna, qual non
si vede forse in tutto il mondo. Penetrando
in quella spaccatura il cuore diventa pic-
cino piccino, e si raccomanda necessariamente
al Dio dell'onnipotenza. Tant'è vero che in
due luoghi di quel passaggio sì imponente
s'eleva una croce, quasi a rinfrancare il pau-
roso passeggiero . Se si alza la vista in su,
molto in su, pare che i massi si cimentino
alla lotta ; se si guarda abbasso, un rio che
par di sangue perchè tinto di rosso dalle
fucine dell'oro di Potosi, par voglia conten-
der il passo alle stradicciuole, le quali s'in-
gegnano, per mezzo di spessi ponti di pas-
sargli or alla destra ed or alla sinistra, finchè
pare, che stanche di lott are si separano dove
la Quebrada finisce, e il viaggiatore si trova
un bellissimo panorama di fronte : il monte
Potosi dalla vetta di color rossastro, alle cui
falde giace l'antica villa imperiale di Potosi,
distante non più di un' oretta . Si sferzano ,
si spronano le mule, ed eccoci dopo un'ora
di penosa salita, nella sospirata Potosi . Ma
qui ci si presenta un gendarme, e. . . il pas-
saporto? mi dice, - Lo tengo meco, eccolo .
- Nol voglio, venga alla polizia! Oh
bella ! - Vengan tutti e due . - E l'inglese
protesta in lingua francese : Jamais, jamais .
-- Ma ci convenne obbedire . Un gran mondo
ci accompagnava,, e noi in .breve diventammo
l'ammirazione di tutta Potosi . Il passaporto
nostro era in regola, quindi ci lasciarono
subito in libertà.
L' inglese dopo alcune ore riprese il cam-
mino per Tupiza e Iujuì alla volta di Bue-
nos Aires, ed io mi fermai presso di una ot-
tima famiglia Murga e Morales, che già co-
nobbi da Buenos Aires .
Ma saputo che nella città eravi un con-
vento di Francescani, andai a picchiare alla
loro porta, che tosto mi venne aperta e fui
cordialmente accolto e con ogni finezza trat-
ta.operbndugiaqebuoniPdr
IlmontePsi,fumd'argentofium
di lagrime-La mita- Un vero miracolo
- La Chicha - A Chuquisaca (Sucre) .
Potosi fu fondata per ordine di Carlo V ,
che le diede il nome di Villa imperiale . La
sua altezza sul livello del mare è di metri
4166 ; non ha vegetazione alcuna, benchè sia
nella zona torrida, a cagione della differenza
troppo marcata di temperatura tra la notte
e il giorno . Conta attualmente 15000 abitanti ;
vi fu un tempo in cui ne contava ben 150000,
quando cioè il monte Potosi , alle cui falde
giace la città omonima, rispondeva al suo
nome, che vuol dire sorgente d'argento . Una
tradizione assicura che questo monte, che ha
l'altezza di 4888 metri sul mare, era un vul-
cano, il quale eruttando dal suo cratere una
immensa quantità d' argento s'otturò alla
bocca e rimase con tutto il suo cono coperto
di questo prezioso metallo . Ancor adesso si
vedono molti affannati vagar per gl' infiniti
sentieri del monte in cerca d' argento . Ben
cinquemila bocche di mine lo perforano da
ogni parte . Da quanto Cesare Cantù assi-
cura delle ricchezze americane esportate in
Europa, risulta che la terza parte di esse ven-
nero cavato dalle viscere del Potosi . Da questo
viscere scorse adunque un vero fiume di ar-
gento, ma in esse ci seppellì eziandio un altro
fiume di lagrime . Per ben tre secoli e mezzo
brulicava su quel monte un popolo di minatori,
i quali tutti dopo quattro o cinque anni di
lavoro vi lasciarono la vita . Eppure ben venti
mila Indii, tirati a sorte, erano annualmente
inviati a quell' orribile lavoro . Il giorno del
commiato dai loro cari era chiamato mita,
ed era giorno di duolo generale . Il dolore
dei nostri baldi giovani alla partenza per la
vita militare in tempo di guerra non è da
paragonarsi al crepacuore di quei poveri .
Indii nel dì della mita. - Non avendo acque
la città di Potosi, si dovette far derivare
dall'altissimo monte vicino di Kari-Kari . Per
il che si costrussero grandi lagune difese da
immense dighe . Ma nel 1627, essendosi rotte
le dighe, piombò sulla povera Potosi una
terribile fiumana, che fece due mila vittime
di indii . Il convento dei Francescani, ove io
fui sì bene albergato, avrebbe dovuto essere
uno dei primi edifizi a rovinare ; ma quei
buoni Padri , raccoltisi tosto a pregare in-
nanzi alla miracolosa immagine di Nostro
Signore di Vera-Cruz, ne furono miracolosa
niente scampati insieme col loro edifizio .-
Queste notizie le appresi in parte da quegli
ottimi religiosi, i quali prima di lasciarmi par-
tire alla volta di Sucre o Chuquisaca, mi
provvidero d'un arriero e d'abbondante via-
tico .
Ad un punto di questo tratto di viaggio,
quando io aveva più bisogno dell' arriero,
quest'era sparito senza ch'io me ne fossi ac .
corto . Il sentiero si smarriva in un fiume
detto Pilcomajo, nè io sapeva per dove si
potesse traghettarlo . Che fare? Azzardia-
moci . Spinsi la mula nelle acque e con grave
pericolo le passai e ripassai tre volte non
sapendo più qual via seguire . Dopo d'essermi
anche bagnato per bene e mentre me ne stavo
perplesso e sopra pensiero, ecco l'arriero che
arriva tutto allegro e sorridente . - Ove se

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3.1 Page 21

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n'era andato? - A salutare la chicha (cic-
cia) . È questa una bibita spiritosa formata
di gran turco pesto e masticato, messo in ti-
nozze di terra cotta piene di acqua , e la-
sciato in ebollizione per un dato tempo . Gli
Indii ne sono avidissimi . Dove si vende sven-
tola una bandiera rosso-bianca, e nei giorni
di festa vi si fanno cagnare indiavolate . La
mia guida aveva visto in lontananza un tal
segno sopra di una capannuccia, e senza
nulla dirmi se ne era colà andato . Ora se
ne ritornava quasi brillo . Che doveva dirle?
Sgridarla? Sarebbe stata cosa inutile . Pen-
sai di tacere e di farmi precedere nella via .
Il viaggiò a Sucre, essendo ordinariamente
di tre giorni, io lo volli fare in due, per non
aver a dormire due notti in quegli orribili
tambos con ogni sorta di gente ; ma la pagai
cara . Perchè arrivato alla capitale e rice-
vuto cortesemente dai Padri Filippini, dovetti
mettermi a letto con un a forte febbre . Quei
buoni religiosi temevano che fosse una ter-
zana presa nel fiume Pilcomajo, che suole
fare simili regali ai suoi visitatori, ma per
fortuna si conobbe che la mia era cagionata
solamente dagli strapazzi e dalla stanchezza .
Le cure prodigatemi da questi ottimi figli di
san Filippo e le medicine mandatemi dalle
Suo re italiane di S . Anna colà residenti, fe-
cero sì che al dimani mi trovassi di nuovo
in gamba, come suol dirsi .
Ma che vale? Io era colà andato per trat-
tare coll'Arcivescovo intorno alla desiderata
fondazione salesiana e l' Arcivescovo era in
visita pastorale . Che fare? Mi vennero , è
vero , a pregare per detta fondazione, oltre
i religiosi, già ivi esistenti, i Canonici, spe-
cie il Rev. Sig . Moscoso , e molti signori e
signore della città, ma senza l'intesa coll'Ar-
civescovo non poteva conchiudere nulla ; ri-
solsi adunque di rintracciarlo per quelle be-
nedette montagne boliviane . Ma prima di
partire, i Padri Filippini con tutta cortesia
mi vollero far visitare i monumenti locali,
quali sono il Duomo, la sala del Capitolo, il
convento dei Francescani e il palazzo del
Governo . - Il duomo ha nel centro un ta-
bernacolo sì grande che occupa tutta la su-
perficie corrispondente alla vasta cupola : ha
quattro altari all' intorno e maestoso e gi-
gantesco s'innalza sin verso la cupola : su-
gli altari eranvi candelieri d'argento massic-
cio , dell' altezza di circa due metri . - Il
palazzo del Governo era tutto crivellato dalle
palle ricevuto la notte di s . Pietro di que-
st'anno, in cui è scoppiata quella rivoluzione
o guerra civile che durò dalle 9 di sera alle
5 del mattino e che fece ben 120 vittime .
Sucre dopo questo fatto ignominiosissimo dà
l'aspetto di un deserto ed è tuttora in istato
di assedio per i continui timori che si hanno .
Sulla mula presidenziale - Per l' ono-
mastico - Quanta fede, quanto entusia-
smo pel Vescovo!
Dopo quattro giorni di permanenza in que-
sta città, avuta una bella mula bianca in re-
galo dal Presidente della Repubblica, senza
alcuna guida mi posi in viaggio per rag-
giungere S . E . R.ma Mons . Pietro Gaetano De
La Lloza, Arcivescovo diocesano . Era quello
il giorno del mio onomastico, 25 di luglio .
Dopo aver percorso 18 leghe, sfinito di forze
scendo alle 10 di sera nella città di Camargo,
capitale della provincia dei Cinti . Domando
se v'è qualche albergo e mi si risponde che
no . Colla mia mula presidenziale allora vado
di porta in porta chiedendo di grazia allog-
gio per quella notte, ma niuno vuole aprirmi .
Finalmente veggo in lontananza un lume in
una casa, a quella m'avvio e batto alla porta
- Chi c'è?
- Un povero prete .
D'un tratto si spalanca la porta e si pre-
senta un capitano dell'esercito .
Oh! Taita, che c'è di nuovo a que-
st'ora?
- Ho bisogno ch'ella, sig . Capitano, mi
riconcilii con questo paese che mi tratta
troppo male, ho bisogno che mi dia ciò che
invano ho chiesto ad altre porte, un letto
cioè per riposarmi .
- Oh! povero Padre, venga con me, le
voglio cedere il mio .
- Scusi, ma io non posso accettare, e lei
dove se ne andrebbe a dormire?
- Padre, non ci pensi, venga con me . -
E mi fu forza seguirlo colla mia mula ; ar-
rivati ad una porticina, con un calcio l'apre
e mi trovo in un quartiere ove dormiva una
truppa di soldati . Indicandomi il primo pa-
gliericcio che c'era
- Padre, questo è il mio letto, si corichi
pure .
- Ma, scusi, vi dorme già uno .
- Oh ! birbante ! ti alza dal mio letto - e
sì dicendo prende pel collo quel poverino di
soldato che saporitamente si riposava, d'un
colpo lo getta a terra e ne lo manda in un
cantuccio . - Poveretto, dissi tra me, io debbo
esser cagione di questo tuo maltrattamento .
- Padre, si corichi tosto che è stanco . Veda,
il mio letto è bello e soffice e vi si riposa
bene . - Non faccio per dire, ma io lo tro-
vai abbastanza duro, nulladimeno ringraziai
san Giacomo, mio patrono, e quel buon capi-
tano e mi vi adattai di buon grado, persuaso
di star meglio che in istrada . Raccomandai
la mia mula che era più stanca e più affa-
mata ancora di me, ed avute parole di sicurtà,
diedi la buona note e mi addormentai .
All'indomani mi portai a Camataquì dove
eravi Mons . De La Lloza . Quel santo Arcive-
scovo volle che mi fermassi con lui due
giorni per trattar della Casa di Sucre . Egli
desidererebbe che c'incaricassimo del Semi-

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nario e che pensassimo anche a tante anime
della vasta sua Archidiocesi che non hanno
alcun sacerdote . Povero Arcivescovo ! La vi-
sita pastorale, copiosa di tanti frutti, è per
altro difficilissima nella Bolivia , dove biso-
gna andare sempre per cavalcatura . Egli poi
è molto malandato di salute, eppure ha un
coraggio da leone, non la risparmia a fatica
alcuna pur di apportare un po' di bene a
quest'anime derelitte . - Fra tanti disagi ha
tuttavia delle consolazioni quel buon Pastore .
Fui presente al ricevimento che gli fece il
popolo di S . Giovanni, il quale non ha nè
parroco, nè sacerdote, nè sacristano e ne fui
oltremodo commosso . Già m'aveano edificato
i popolani di Camataquì, i quali nel partire
l'avevano accompagnato tutti in massa per
circa una lega, e prima d'accomiatarsi ne
vollero per l'ultima volta la pastorale bene-
dizione. Due leghe prima di arrivare a San
Giovanni, ecco giungere gli Anziani del
paese, portanti in mano rami d'olivo . Acco-
statisi al venerando Pastore che loro andava
a visitare, scendono di cavallo, stendono al
suolo i verdeggianti rami, e fatta la debita
genuflessione, ne baciano l' anello tremanti
d'emozione . Alcuni minuti dopo arriva pure
una squadra di baldi giovanotti che, fatta
la stessa cerimonia, si mettono co' primi alla
retroguardia . Dopo questi viene pur un
drappello di buone signore, quindi è un con-
tinuo sbucare da tutte parti di gente d'ogni
sesso, età e condizione, che giubilanti veni-
van innalzando archi trionfali a quel santo
Pastore . Egli era commosso fino alle lagrime
ed io ne era ammiratissimo, perchè tanta
fede, tanta devozione e tanto entusiamo per
un Vescovo non vidi in nessuna parte d'A-
merica .
Gli Angeli di Tarija - Commovente addio
di due fratelli ai loro parenti - Il viag-
gio è finito - Ringraziamenti .
Dissi sopra che queste popolazioni non
han sacerdote ; dissi male . Ci sono i Padri
Francescani di Tarija, gli Angeli di queste
terre, i quali da quel loro convento penetrano
nelle valli e con tridui , novene e quaresi-
mali mantengono viva la fede cattolica in
quella buona gente . Io ebbi la fortuna di
passare tre giorni nel loro convento : vi si
respira un' aria di Paradiso . È da più di
duecento anni che lavorano per la conver-
sione degli Indii boliviani orientali ed hanno
delle pagine gloriosissime nella storia di
queste missioni . - Ivi fui visitato dal Pre-
fetto di Tarija, sig . avv . Luigi Paz, il quale,
a nome dei . capi di famiglia che l' accompa-
gnavano, pregommi che volessimo andare
pure ivi a prendere cura dell' educazion dei
loro figli. Promisi loro che ne avrei parlato
con Mons . Cagliero, Superiore generale delle
nostre missioni, e che avrei fatto del mio
meglio per appoggiarli . Però uno di quei
padri di nome Rocco Zuñiga volle che io già
incominciassi a prendere due suoi figli e li
conducessi nel nostro collegio di Buenos Ai-
res, distante 15 giorni di viaggio . La mamma
prima d' accomiatarli recise ad entrambi un
pizzico di capegli, pose loro al collo l'abitino
del Carmine, poi pregò dinanzi ad un qua-
dro della Madonna perchè volesse Ella far
loro da madre, quindi li benedisse fra dirot-
tissimo pianto . Pianse pure il padre nel la-
sciarmeli , ma godeva pensando che li affi-
dava ai figli di Don Bosco .
Lasciando mille altre peripezie, che troppo
lungo sarei se dovessi parlare di tutte, dirò
solo che anche a Jujuì, donde scrivo, questo
povero figlio di D . Bosco è trattato squisi-
tissimamente, specialmente dal Padre Guar-
diano dei Francescani . Il Vicario Capitolare
Mons . Padilla vorrebbe affidarci una Casa
con chiesa . - Oh! quante fondazioni mi of-
frirono in questo mio viaggio . Da tutte parti
si desiderano i Salesiani, dovunque sia pas-
sato ebbi istanze perchè andassimo presto a
prenderci cura della povera gioventù, dei
miseri Indii e delle popolazioni prive di sa-
cerdoti . I bisogni sono reali .
Amatissimo Sig. Don Rua, mentre prego
il Padrone della messe che mandi operai nella
messe sua, vorrei raccomandarmi a lei, per-
chè sia numerosa di prodi la nuova spedi-
zione che intende di fare verso la fine di
quest'anno o sul principio del nuovo . Delle
mille offerte di fondazioni fatteci non poche
furono accettate, dove abbiam visto speciale
bisogno , e parecchie dovremo aprirle col
1891 . Nelle Case già impiantate il lavoro è
immenso ed il personale limitatissimo . Prov-
veda adunque affinchè non abbiam a venir
meno agli alti disegni del venerato nostro
Don Bosco .
Termino questa mia raccomandandomi alle
sue preghiere, perchè continui felice questo
mio viaggio di ritorno fino a Buenos Aires .
Mi riverisca tutti i buoni Superiori di To-
rino, e mi creda
Il suo aff .mo figlio in G. C .
Sac. GIACOMO COSTAMAGNA .
Il 1° settembre scorso Don Costamagna ci
inviava altra lettera , colla quale ci annun-
ziava il suo ritorno a Buenos Aires . Passò
per Cordova ed anche quel Vescovo fece
proposto per aver i Salesiani a reggere la
parrocchia e lo scuole di Chilesito . Visitò le
Case nostre di Rosario e S . Nicolas ed ebbe
gratissime sorprese . Egli ringrazia i Sale-
siani, i benemeriti Cooperatori e le pie Coo-
peratrici e tutti i nostri giovanetti che hanno
innalzate speciali preghiere pei buon esito
di questo suo viaggio ; ci assicura d'essersi
trovato in tali pericoli, dai quali se è uscito
incolume, è un vero miracolo della protezione -
di Maria Ausiliatrice .

3.3 Page 23

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L'INSEGNAMENTO DEL CATECHISMO
lier Carlo Dufour . Dal 1879 rivestiva la carica di
Consigliere comunale a Cornigliano e più volte
fece parte della Giunta, disimpegnando sempre le
e sua necessità .
Togliamo da una circolare di S . E . Rma.
Mons . Richelmy, vescovo d'Ivrea, in data del
4 novembre scorso , il seguente brano che
serve viemeglio a confermare l' articolo no-
stro del numero precedente intorno a questo
argomento .
« Avvicinandosi i giorni del santo Avvento,
richiamo l' attenzione dei venerandi parrochi so-
pra l' avvertimento loro dato nella mia lettera
n° 23 , in nome di tutto l' Episcopato subalpino,
intorno al catechismo dei fanciulli . Due forti ra-
gioni ne devono spingere a moltiplicare le solle-
citudini e fatiche in pro dei nostri cari giovanetti
l'abolizione in molte scuole di ogni insegnamento
religioso e il pericolo da cui è minacciata la di-
letta nostra Italia di perdere lo stesso preziosis-
simo tesoro della fede cattolica . E non è punto
mestieri che si spendano molte parole per ragio-
nare dell' una o dell' altra di tali cause ; quanto
alla prima ne basta aprire gli occhi per essere
sue attribuzioni con grande ed ammirabile atti-
vità . Fu per qualche tempo assistente di clinica
all'Istituto tecnico di Genova, giudice al tribunale
di commercio ed amministratore della Raffineria
Ligure-Lombarda. Altre e di non minor impor-
tanza furono le cariche coperte dal defunto .
Il Cav. Carlo Dufour era uomo religiosissimo ,
esempio di pietà e di modestia . Fornito di largo
censo, soccorreva i poverelli che a lui ricorrevano .
I Salesiani piangono in lui un esimio benefat-
tore, un valido sostegno dell' Ospizio di S . Vin-
cenzo de' Paoli a Sampierdarena, un affettuoso
amico di Don Giovanni Bosco .
Moriva a 63 anni, confortato da quella religione
ch'egli ebbe fedele compagna nel duro cammino
di questa vita.
Per suffragio della sua bell'anima ed a conforto
della sua degnissima famiglia nelle Case salesiane
furon fatte speciali preghiere e numerose Comu-
nioni .
testimoni del triste fatto : riguardo alla seconda,
meglio di ogni mio detto, la voce augusta del
Sommo Pontefice ne ammonisce con mirabile ef-
ficacia . Desidera il Santo Padre che ogni catto-
lico italiano legga e mediti attentamente la Let-
tera da lui scritta nello scorso mese di ottobre ed
PASSEGGIATE
(Continuazione) .
indirizzata appunto ai Vescovi, al Clero e al po-
polo d'Italia ; e frutto legittimo di una tal lettura
CAPO VI .
e meditazione sarà un aumento di operosità e di
zelo per la conservazione ed esaltazione della fede
in Gesù Cristo e nella sua Sposa la Santa Chiesa
cattolica, oggidì cotanto disprezzata a persegui-
Il Castello di Pieia - Si ritorna ai Becchi - La musica
ai merli Un renitente castigato - Lo zio Michele -
Si parte per Torino .
tata . »
I signori del castello di Pieia, nostri buoni
benefattori quando erano a Torino, vollero che
Mentre in Italia si fa di tutto per togliere l'in- facessimo una piccola sosta ; e non fu bisogno
segnamento religioso dalle scuole, il Governo della una replica . Magnifica dimora : una volta però,
provincia di Treveri in Prussia ha diramato la
seguente circolare, che merita di essere riferita
« Il ministro dei culti con sua ordinanza del 2 no-
vembre, n° 21,368, ci ha autorizzati ad aumentare
di un'ora per settimana, recandole così al numero
di cinque, quelle stabilite per l'insegnamento re-
ligioso nelle scuole secondario e superiori ; e di
diminuire del tempo concesso per l'istruzione re-
ligiosa con questa ordinanza, quello stabilito per
ci si dice, era asilo tranquillo di religiosi, e
poi sotto l'opera dello scalpello e del mura-
tore, durante la prima rivoluzione francese,
prese l'aspetto d'uno dei più severi e comodi
castelli dell'Astigiano . Ma pare che non abbia
portato fortuna al suo proprietario, perchè,
malgrado tutte le sue virtù, dovette venderlo
all'asta pubblica, e lui stesso esulare in lon-
l'insegnamento della madre lingua . Recando a co-
gnizione di V . S . quanto sopra, la invitiamo a
modificare in questo senso gli orari scolastici, e
ad impiegare le cinque ore d'insegnamento reli-
giosnelstudioenlaeturdlaBibo
Catechismo , della Istoria sacra e dei cantici ec-
clesiastici . Il Governo stesso ha inoltre stabilito
di lasciar condurre alla chiesa parrocchiale dei
Padri Cappuccini, per frequentarvi il Catechismo
tani paesi in cerca di pane, che gli mancava
in patria . Com'è proprio vero che la roba di
chiesa non porta mai fortuna ! Dopo un po'
di riposo, rallegrato da una buona merenda,
bagnata con alcuni bicchieri di quel vino,
che, a sentir dire dai campagnuoli, darebbe
la vita ai morti, se ne prendessero ancora,
con un nuvolo di curiosi che ci seguiva, si
e gl'insegnamenti religiosi durante la settimana ripartì per la casetta di Don Bosco . Questa
dal 2 all' 8 novembre, gli scolari cattolici delle fermata, non inscritta nell'itinerario, ritardò
nostre pubbliche scuole in Treveri . »
il nostro arrivo di molto ; e a notte avan-
zata noi camminavamo per un boschetto folto
e per noi proprio inesplorato, dove, senza la
guida pratica di Don Bosco stesso, avremmo
IL CAV. CARLO DUFOUR .
dovuto girarvi chi sa per quanto tempo .
Alle 12 pom . del 21 ottobre scorso spirava la
bell' anima in seno a Dio nella sua villeggiatura
di Cornigliano Ligure il Cav . Carlo Dufour . Molte
ed onorifiche furono le cariche coperte dal Cava-
Eran forse le dieci ; splendeva una magni-
fica luna d'autunno, e solo poche stelle bril-
lavano, perchè abbagliate le altre dalla gran
luce che mandava all' intorno il benefico

3.4 Page 24

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astro . Tutta la natura pareva come addormen-
tata in placido sonno, e soli, noi, taciti e
pieni di sonno, camminavamo con rapidi
passi verso all'antico nido . Ma a Don Bosco
nacque una stupendissima idea, di fare cioè
una suonata, per risvegliare i m. erli Che poi
con quella musica insolita siansi svegliati
anche i passeri ed i cuculi, non l'abbiamo
mai potuto sapere . Si diede la voce ai mu-
sici che . . . via, si dica tutta la verità, aspet-
tavano ben altra proposta . . . e giù un po'
di sinfonia . Si misero in giro là sur un poco
di spianata che fu trovata, e con quel maggior
ordine possibile, con gli occhi quasi ad-
dormentati, e la gola asciutta, suonarono
senza potervi dire come ; ma suonarono .
D . Bosco li volle aiutare con l'esempio, bat-
tendo lui la gran cassa, con nostra mera-
viglia, ma anche con suo danno ; perchè,
senza badare più che tanto, non essendosi
trovato subito chi ne aveva il battente, in
tanta fretta e novità, diede giù alcuni colpi
col pugno . Egli non ne potè dare molti,
perchè le dita si spelarono tosto, e dovette
desistere . Ma la musica dei merli fu ricor-
data, e si ricorda da tutti, ed anche per molto
tempo da Don Bosco . Ma uno dei nostri, e
musico per di più, impaziente di arrivar presto
a casa, di cui sentiva indicibile bisogno, non
si degnò di udire la famosa musica, ma con-
tinuò tranquillamente il suo viaggio, conso-
landosi di godere qualche minuto di più di
riposo . « Oh! sì, diceva tra sé e sè, statevene
pur lì a suonare ai merli ! Io non sono così
merlo da lasciarmi cogliere . lo voglio dormire,
io sono stanco e me la batto . Si diverta chi
vuole! Baie ! Questa che è marchiana ! Suo-
nare in un bosco, verso le dieci di sera, ad
onore e gloria dei merli! Il mio strumento l'ho
qui, e non sarà tanto necessario, nessuno se ne
accorgerà . Io fortunato che me la posso così
battere ! » Così pensando e discorrendo fra
sè, si mise in cammino, e andava, andava
avanti lieto nell'animo suo di averla indo-
vinata veramente . E di là ascoltando, diceva
« Senti, senti, che sinfonia ! senti che ac-
cordi, misericordia ! Fuggiamo . » E vera-
mente di buon passo se ne andava ., e per-
dendosi ormai la musica per l'aria, egli si
accorgeva d'aver già fatto molto cammino .
Anzi si immaginava di essere da un mo-
mento all'altro sull'uscio di casa e dire che
tutti erano prossimi ad arrivare . Ma con sua
meraviglia nulla ancora vedeva, anzi nulla gli
poteva dare a presumere di essersi avvicinato .
Ilsilenzioerasifatocompletod'atornoalui ;
la musica taceva intieramente, la collina era
tornata tranquilla, e non si sentiva omai che
il rumore dei suoi medesimi passi . Allora gli
venne in animo il dubbio di avere sbagliata
la via, e che perciò invece di giungere prima,
sarebbe forse arrivato molto dopo di noi . Si
pentiva in cuor suo, di essersi avventurato
così per quelle colline, dove era niente pra-
tico, e di andar forse a male . Anzi un mo-
mento era già lì lì per tornare indietro, nella
speranza di incontrarsi in noi, quando vide
a qualche distanza un lume . « Oh! ecco,
disse, ci siamo! Si sa che dobbiamo arrivare,
e ci aspettano ! Benone ! Coraggio, gambe
mie, ancora un poco... Ma, disse, fermandosì
e girando gli occhi d'attorno con meraviglia,
come tutto è già cambiato ! Non riconosco
più i luoghi lasciati pochi giorni fa . Ma come
va questo ? » Come andasse il poverino se
ne accorse un po' tardi, quando cioè si vide
davanti ad un forno, dove i contadini, a
risparmio di legna, continuavano a far cuo-
cere il loro pane anche di notte . Al chia-
rore della fiamma, distinse qualche persona,
che stava togliendo il pane, sentì il loro
vario discorrere, il raccontarsi a vicenda fa-
cezie .. . « Dunque ho sbagliato ! » disse fer-
mandosi sulla via quel poveretto . « Dove
sono mai capitato? » Stette due o tre minuti
consigliandosi che cosa avrebbe dovuto fare,
e poi disse : « Tornerò indietro ; ma e poi?
Sarebbe peggio : Mi fermerò? Ma come ? »
In questo discorrere fra sé, egli non si ac-
corse che si era accostato di troppo, e che
era già stato veduto da qualcuno . Uno di
quegli uomini, che stavano alla veglia del
forno, vedendo un'ombra, a muoversi, e quel
po' di bagliore, che mandava lo strumento
musicale ch'ei si portava sotto il braccio, so-
spettò che ci fosse qualche ladro e macchi-
nasse non so che male, e si volesse rubare
od assassinare . Dà di piglio ad una di quelle
pale che si adoperano appunto per infornare
la pasta, e sbucando fuori dalla porta, urla
gridando
« Chi va là? Fermi, o vi uccido! » Quel
poveretto fu lì lì per cadere tramortito a quella
mala parata . « Sono un galantuomo, non
affannatevi ! - Un galantuomo? Un galan-
tuomo di dietro alle piante ! Un assassino!
E come vi chiamate? Dove andate così di
notte? - Io non sono di questo paese . .. ma
di Torino . - Dunque un commetti-male, un
vagabondo ! Giù quelle armi! » E, dicendo
queste parole, faceva le viste di avvicinarsi,
ed agitava quell'arnese in aria, disegnando
in terra una di quelle figure così minacciose,
che fecero gelare di spavento quel nostro
povero compagno . Il quale, non sapendo più
a qual santo raccomandarsi, disse : « Io ho
un corno, e non armi . Io suono un corno !
Io sono un figlio di Don Bosco ! Questa
parola produsse un effetto magico, che tolse
il poveretto da ben serio pericolo . Al rumore
erano accorsi già molti, che sicuramente
avrebbero fatto un'accoglienza, tutt'altro che
onorevole, al povero nostro amico . Ma chi,
prima l' aveva assalito, gli disse pronta-
mente : « Don Bosco, hai detto? Oh dunque
sei nostro amico, vieni avanti, » e senza più
depose quell'arnese, ed avvicinandosi corte--
semente a quel nostro poveretto, lo prese per
mano, lo riconfortò con dolci parole, facen
dolo quasi passare dall'inferno ai paradiso .

3.5 Page 25

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s«Mavoiretbsgndiqualchersto,n
è vero? » Perciò anzitutto gli volle far portare
un po' di uva, un po' di pane fresco, ed un
po' di vino. Rifocillato alquanto gli disse
« Ma come va da queste parti? - Mi sono sper-
duto . Venivamo da Villa S . Secondo, e per
fare più presto ho lasciato la compagnia, che
a quest'ora sarà già tranquilla a letto . - Ma
voi avete bisogno di dormire, non è vero? -
Oh sì, sì che ne ho bisogno! Ed è appunto
perchè ne aveva tanto bisogno, che mi sono
perduto! Ma mi preme tornar presto a casa,
e se vi piace di indicarmi la via, io me ne
vado da me . » « Son zio di Don Bosco, per
Bacco ! sapete ; e come voglio bene a lui, così
ncehvoglio ai suoi figli ; a Torino ci vado a
trovarlo qualche volta, ed ogni anno lo vado
a trovare ai Becchi, e tutti conoscono barba
M ichlin, fratello di sua madre . Come vedete
siete in buone mani . » Qui tacque un istante
come contento di sè stesso, senza sapere che
queste parole dette con tanto spirito di bontà,
commossero il nostro buon amico fino alle
lacrime . Poi continuava : « Se volete par-
tire, io vi lodo, e non ve lo posso impedire,
ma non più da solo . O io od uno dei miei
amici vi accompagneremo, quando vi siate
riposato . Non è vero? » Ed i molti che erano
già corsi alle grida, risposero che sì, che
sì . .. E come disse, così fece . L'amico Ciliegia
arrivò prima di tutti noi ai Becchi . . . ; erano
soltanto le quattro del mattino . Pensate che
risata se ne fece, quando si seppe l'avvenuto .
Quante volte gli si diede poi la berta, do-
mandandogli se voleva andare avanti, per
anticipare il riposo ! Ma dove era andato a
parare ? voi mi domanderete, Ed io vi dirò,
che egli era andato a cadere niente meno che
a Caprìglio, paesetto collocato proprio in fac-
cia, ma sur un'altra collina, a quella dove
nacque Don Bosco.
A Capriglio, come si disse alquanto sopra,
era nata colei, che fu madre di Don Bosco,
ed a quel tempo viveva ancora questo suo fra-
tello ; un vero galantuomo, un buon cristia-
none, uno di quelli, che vivono di fede e di o-
pere buone, e che piacciono tanto al Signore .
Ed egli stesso volle a sua età, che ne contava
già una sessantina, accompagnare il povero
smarrito, contento di avere così un'occasione
per rivedere suo nipote D . Bosco. Durante
quel piccolo tragitto, che non era che di
una piccola valletta, così graziosa a vedersi
di giorno, il buon vecchio contò quel poco
e quel molto, che aveva veduto di partico-
lare intorno al suo nipote, quand'era giovi-
netto . Sovente prendeva l'amico nostro per
mano, e, fermandolo, per contargli con mi-
glior agio le cose, soggiungeva poi a modo
di intercalare : « L' ho sempre detto a mia
sorella, fallo studiare questo figlio, vedrai
che non mi sbaglio. Ha una buona testa ;
vedrai, fallo studiare . E son contento che
la mia buona sorella, che Dio l'abbia in
gloria, si sia decisa di seguire il mio con-
iglio . E vedete se mi sono sbagliato! Egli
potrebbe prendere qualunque parrocchia, ed
a sua scelta . Mi dicono anzi che lo avrebbero
già fatto canonico . Chi sa che cosa sarebbe
capace di diventare! Ma io lo presagiva fin
da ragazzo, e lo raccomandava a mia sorella,
e le diceva : Fallo studiare, e vedrai che io
non mi sbaglio . » Quante volte il buon vecchio,
contento del suo consiglio e della mirabile
vita di Don Bosco, ripetè col nostro amico
le sue geniali espressioni, che facevano così
bene al suo animo! Cosìcchè dovette bene-
dire in parte la sua buona sorte di averlo
fatto capitare in quel simpatico contadinello,
che lo divertiva con l'argomento più caro
e mai fosse . Perciò diceva sotto voce a sè
stesso : E tutto questo per la musica ai merli !
Alla dimane si passò di gran corsa a But-
tigliera d'Asti, a Chieri, ed arrivammo nel
nostro caro sempre e simpatico Oratorio verso
le sette di sera . Anche noi sentivamo il bi-
sogno di correre a casa, e senza più fer-
marci in nessun posto, malgrado che a Don
Bosco fossero fatte molte ed insistenti pre-
ghiere. Villa S . Secondo era una memoria
così cara e bella, che non volevamo intor-
bidare per nessuna cosa al mondo . Si arrivò
per Porta Po, e la vista incantevole di To-
rino, con la sua luce così viva per noi allora,
e superata solo adesso con quella elettrica,
le sue vie, il suo ordine, la sua popolazione
vivace e pulita, ci fece capire che si entrava
in una grande città, e bisognava smettere
quelle libertà, quasi padronanze, di cui ci
eravamo serviti di fuori . Raccolti insieme,
e silenziosi, passammo tutta la città, e, scen-
dendo all'Oratorio, si diè per l'ultima volta
fiato alle trombe, per dar segno che era-
vamo noi !
Quei giorni passati come un lampo, ma
giocondissimi, tornano ancora adesso belli e
sereni, e, mentre ci fanno accorti, che tutto
finisce in questa misera terra, e non vi ab-
biamo una dimora stabile, ma che una ben
miglìore e più comoda e sicura ci aspetta ;
ci piace ricordare, col nostro pensiero, in
queste pagine le cose e le persone, ad atte-
starne a tutti la nostra sincera riconoscenza .
BIBLIOGRAFIA .
L'Aritmetica Razionale pel Ginnasio Superiore
secondo l'ultimo Programma Ministeriale,
esposta dal Prof. Ing . PIETRO AGNINO . -
Un vol . in-16° di pag. 176 . (E) L . 1-
Dotti professori che esaminarono l'operetta sopra annunziata
pienamente la approvarono, rallegrandosi coll'autore per la gran
parte d'aiuto che porge all'insegnante ; noi la consigliamo a tutti
i docenti di ginnasio, i quali, siam certi, non avranno che a lo-
darsene, potendo agli alunni loro additare con sicurezza una
guida che spianerà loro la via nelle difficoltà che presenta l'a
ritmetica.
Per l'acquisto rivolgersi alle Librerie Salesiane .

3.6 Page 26

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Il Paradiso assicurato mediante l'Abitino
del Carmine, ossia piccolo manuale ad uso
degli Ascritti alla Confraternita di Maria
SS . del Carmelo, coll'aggiunta delle for-
mole per l' ascrizione ed assoluzione in ar-
ticolo di morte . Un grazioso opuscolo in-64°
di pag . 64
(E) L . 0 10
Al cento
(D) » 8 -
Relativi scapolari di panno color tané o mar-
on, con doppia e bella immagine della
Madonna del Carmine .
Alla dozzina
. (B) L . 1 -
Alla grossa (12 dozzine) (A) » 10 -
Essendo stata spedita copia del suddetto libric-
cino al Priore Generale dei Carmelitani in Roma,
egli, in data 2 p . p . Agosto, così ne scriveva al
Compilatore : « Ho ricevuto il Piccolo Manuale ad
uso degli Ascritti alla Confraternita di Maria SS .
del Carmelo . L'ho letto attentamente e, con mio
grandissimo piacere, debbo dirle che un lavoretto
così breve, preciso, chiaro, esatto e compiuto, ,avuto
riguardo allo scopo cui è diretto, non mi era
stato mai concesso di leggere per lo passato . Me
ne congratulo con la S . V . e le desidero largo
compenso dalla SS . Madre del Carmelo. »
Mezzo facile per andare in Paradiso, ossia
piccolo manuale d'istruzioni e preghiere ad
uso degli Ascritti all'Abitino Ceruleo della
Immacolata Concezione, coll'aggiunta delle
formole per l'ascrizione ed assoluzione in
articolo di morte. Un grazioso opuscolo
in-64° di pagine 76 . . . (E) L . 0 10
Al cento
(D) » 8 -
Scapolari relativi, di panno color ceruleo,
con doppia ed elegante immagine dell' Im-
macolata Concezione .
Alla dozzina
. (B) L . 1 -
Alla grossa (12 dozzine) . (A) > 10 -
È questo un altro elegante opuscoletto non meno
prezioso del primo . Esso fu compilato primiera-
mente per facilitare ai Confratelli del detto Abi-
tino o Scapolare la pratica di questa cara divozione
alla Vergine Immacolata . In secondo luogo per
far viemeglio conoscere ed apprezzare anche da
tutti gli altri Fedeli Cristiani gli immensi tesori
d'Indulgenze e di favori spirituali, che possono
guadagnare, tanto per sè stessi, quanto per le A-
nime del Purgatorio, coloro che abbracciano tal
divozione, portandone divotamente al collo l' Abi-
tino benedetto da un Sacerdote a ciò delegato .
Ecco come S . Alfonso de' Liguori, nel libro inti-
tolato : Le Glorie di Maria all'ossequio VI, Dell'A-
bitino, si esprime, riguardo a questa divota pratica
Singolarmente sappiasi, egli dice, che all' Abitino
dell' Immacolata Concezione che si benedice dai
padri Teatini, o da chi ne ha ottenuta facoltà,
oltre delle molte Indulgenze particolari, vi , sono
annesse tutte le Indulgenze concedute a qua-
lunque luogo pio e persona . E specialmente re-
citandosi sei Pater, Ave e Gloria ad onore della
SS . Trinità e di Maria Immacolata si guadagnano
toties quoties ogni volta (*) tutte le Indulgenze
di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e
di Gallizia, le quali giungono a,533 Indulgenze
Plenarie, oltre alle temporali, che sono innume-
rabili . » Le quali Indulgenze Pio IX il 7 Giugno
1850 dichiarò applicabili eziandio alle Anime del
Purgatorio .
(*) Salvo il decreto Delatae Saepius della S. Cong . delle In-
dulgenze, 7 Marzo 1678, approvato da Innocenzo XI, in cui è
stabilito che la medesima Indulgenza Plenaria peivianes
alla visita di una Chiesa in certi giorni, o ad una pratica di
pietà, ordinariamente non si possa lucrare più d'una volta al
giorno .
Elenco dei Cooperatori defunti nell'ottobre e novembre
1 . Acgnarone Giulia ved. Queirolo -
Genova .
2 . Actis D . Giuseppe prevosto - Ca-
sabianca (Torino) .
3. Aldanesi D . Nicolao Maria cano-
nico- Corneto Tarquinia (Roma) .
4 . Angelini D . Angelo - Tiarno Su-
periore (Austria) .
5 . Balloni D . Cesare arciprete - Po-
lesine (Mantova) .
6 . Belsere Delfina - Morsasco (Ales-
sandria),
7 . Belsere Luigia - Morsasco (Ales-
sandria) .
8 . Berruti D . Filippo arciprete vicario
foraneo - Montafia (Alessandria) .
9 . Bertolini Barbara - Furva (Son-
drio) .
10 . Biotti D . Giacomo teologo - Busto
Arsizio (Milano) .
11 . Bondiè Annetta - Chiari (Brescia) .
12. Brossa D . Giuseppe prevosto -San
Paolo d'Asti (Alessandria) .
13. Calandri D .Gine .-Stroppo (Cuneo) .
14. Cappa Andrea sindaco - Roccaci-
gliè (Cuneo) .
15 . Carrano Mons . Giuseppe barone di
Sant'Arsenio, vescovo di Cava e
Sarno - Teggiauo (Salerno) .
16 . Castelnuovo D . Francesco arciprete
vie . for. - Cuggiono (Milano) .
17 . Colmia D . Francesco Federico vice-
parroco- Chiaverano (Torino) .
18 . Danesi 1) . Luigi parroco - Colleo-
chia (Massa Carrara) .
19 . De Matteis D . Domenico canonico
Giaveno (Torino) .
20 . Dufour cav . Carlo - Cornigliano
Ligure (Genova) .
21 . Eleonoro D . Aronne vescovo - Mon-
talto Marche (Ascoli Piceno) .
22. Ettore dottor D. Raffaele - Sper-
longa (Gaeta) .
23 . Ferrari D. Giovanni priore - San
Giovanni in LQuerzolo (Reggio E-
milia) .
24 . Ferrari D . Luigi arciprete - Ne-
viano degl'Arduini (Parma) .
25 . Gays di Gilotta conto Vittorio sot-
totenente - Castello di Caselette
(Torinoo .
26 . Gervasi Francesca - Fiorenzuola
d'Arda (Piacenza) .
27. Gilli Antonio - Montecchio (Reg-
gio Emilia) .
28. Gualzetti Dionigi chierico- Sondrio .
29. Inandi Teresa - Busca (Cuneo) .
30 . Maira D . Raimondo canonico vica-
rio foraneo - S . Cataldo (Calta-
nicetta).
31 . Maneglia D . Martino parroco - Cnc-
ceglio (Torino).
32 . Manzini D . Gaetano arciprete -
Portiolo (Mantova) .
33 . Marchelli Rosa - Trisobbio (Ales-
sandria) .
34 . Martano Tori-sa - Torino .
33 . Mezzeno Giacomo -Savigliano(Cu-
neo) .
36 . Micozzi D . Giuseppe - Collina (Ma-
cerata) .
37 . Migliavacca Francesca - Trisobbie
(Alessandria) .
38. Pellegrinetti Maria - Camporgiano
Garfagnana (Massa Carrara) .
39. Rainoldi D . Andrea - Ponmarol(
(Austria) .
40. Reverdino cav . Felice professore -
Cunieo (Alessandria) .
41 . Rossetti Maria Cadei - Chiari (Bre-
a .ia) .
42 . Sala Gaetana suora religiosa delle
Orsolino - Sesto Calende (Mi-
lano, .
43 . Sanna Floris Vincenzo - . Mogoro
(Cagliari).
44 . Troia Natalo-Montaldo Roero (Cu-
neo) .
45 . Tuvori Don Francesco parroco -
Pompo (Cagliari).
46 . Zedda D Efisio vice-parroco - For-
dongianus (Cagliari) .

3.7 Page 27

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INDIC E
Gennaio .
Lettera del Sac . Michele Rua ai Cooperatori ed
alle Cooperatrici Salesiane
pag . i
Pia Opera del S . Cuore di Gesù
»6
L'addio e la partenza di nuovi Missionarii Sale-
siani
»8
I pellegrini Operai e D. Rua » 9
Conferenza Salesiana
» 10
L'Immacolata all'Oratorio di S. Francesco di Sales
in Torino
» 10
Notizie dei nostri Missìonarii : dalla Plata . » 12
Necrologia
» 14
Grazia ottenuta per intercessione di Maria SS . Au-
siliatrice
» 14
Bibliografia
» 15
Cooperatori defunti
», 16
Febbraio.
Dopo due anni
» 17
L'Oratorio festivo di S. Domenico in Randazzo
ed i Salesiani
» 18
Il Sacerdozio Cattolico
» 19
Notizie dei nostri Missionarii : dalla Patagonia » 20
Grazie di Maria Ausiliatrice
» 24
Ai Direttori e Decurioni
» 24
Passeggiate
» 25
Il Duca d'Aosta
» 27
Bibliografia
» 28
Cooperatori defunti
» 28
Marzo.
S. Francesco di Sales e D . Bosco . . . . » 29
Don Bosco nel 11 0 anniversario dalla sua morte »' 30
Guarigione ottenuta per intercessione dì D . Bosco » 32
La luce nelle tenebre, ossia l'Enciclica Sapientice
Christianae di Papa Leone XIII . . . . » 32
Conferenze in onore di S . Francesco di Sales :
Genova e Torino
» 38
Notizie dei nostri Missionari : dall'Uruguay e dal.
l 'Equatore
Mons . Pietro Rota
» 40
» 42
Una bella festa
Bibliografia
» 43
» 43
Cooperatori defunti
» 44
Avviso importante
z 44
Aprile .
Avviso ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiani » 45
Don Rua in Francia
» 45
La luce nelle tenebre, ossia l'Enciclica Sapientim
Christianca di Papa Leone XIII (seguito) . > 50
Onoranze a D . Bosco
pag . 53
Notizie de' nostri Missionari
» 55
Un grazioso invito
» 57
Conferenze in onore di S . Francesco di Sales » 57
Bibliografia
» 59
Cooperatori defunti
> 60
Maggio .
Viva Maria Ausiliatrice
> 61
Orario del Mese, Novena e Festa di M . A . . » 63
Grazia ottenuta per intercessione di M . A. . > 63
Viaggio dei nostri Missionari alla Colombia ed
all'Equatore : preziosa morte di uno di essi » 64
Inaugurazione della Società Operaia Cattolica a .
Bordighera-Torrione
» 71
Don Rua in Francia
» 72
Notizie dei nostri Missionari : dalla Patagonia » 72
Una bella festa nell'Oratorio delle Suore di M . A .
a Novara
» 75
Bibliografia
» 75
Cooperatori defunti
» 76
Giugno .
Il mese di giugno e la divozione al Sacro Cuore
di Gesù
» 77
D . Rua in Ispagna
» 78
Notizie dei nostri Missionari : Dalla Patagonia » 81
Come si adempie il precetto pasquale negli Ora-
tori festivi
» 83
S . Giovanni ante Portam latinam . . . » 85
I Salesiani a Parma
» 85
Un'utile passeggiata
» 86
Bibliografia
» 87
Cooperatori defunti
> 88
Luglio.
L'Ausiliatrice di Torino nel 25 0 anniversario della
fondazione del tempio a Lei dedicato presso
il primo Oratorio di D . Bosco . . : , » 8s
La solennità di Maria SS . Ausiliatrice e il monu-
mento di Torino a D. Bosco . .
. » 91
La Conferenza di D . Rua alla vigilia della festa
e la benedizione della . Cartiera di S. Francesco
di Sales in Mathi
» 92
Domanda e risposta
» 93
Grazie ottenute per intercessione di Maria Ausi-
liatrice
Don Rua
» 93
> 94
Norme pei collettori delle offerte per la Pia Opera
del Sacro Cuore di Gesù in Roma . . . » 94
Corrispondenze Lucchesi
» 95
Notizie dei nostri_ Missionari : dalla Patagonia » 97

3.8 Page 28

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Festa di Maria Ausiliatrice e conferenze Salesiane
Mamma Margherita e le provvide imitatrici della
in varie città e paesi
pag . 105
sua carità
pag. 166
Esercizi spirituali per le Maestre ed altre pie Si-
Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice » 169
gnore e Cooperatrici Salesiane . . . . » 107 Notizie dei nostri Missionari : una visita alle Case
Bibliografia
» 107
dell' Argentina e dell' Uruguay : ancora una
Cooperatori defunti
» 108
visita alla Missione di S . Raffaele nell'Isola
Dawson : i Salesiani nell'Argentina durante
Agosto.
la Rivoluzione : una nuova Cappella a Pun-
tarenas e della prima visita alla Missione di
W . S . Gioa'chino! W . il Papa
» 109
A . S . S . Leone XIII ed a S . E . il Card. Alimonda
Arciv . di Torino nell'auspicatissimo loro Ono-
mastico
» 110
Feste di famiglia
» 111
Concorriamo tutti per erigere il monumento a D .
Bosco
» 113
S. Raffaele : notizie compendiate . . . . » 170
Adorazione universale a Gesù Sacramentato . - » 176
L' inaugurazione delle nuove scuole Salesiane a
Londra
» 178
Appendice alle notizie dei nostri Missionari : Don
Costamagna in viaggio per l'Equatore . . » 178
Cooperatori defunti
» 184
Completamento dell'Altare maggiore nel Santuario
di Maria Aus . in Torino
» 114
Novembre .
La decorazione della facciata ed altri lavori nell'e-
Un caldo appello
sterno del tempio suddetto
» 115 Pei nostri defunti
» 185
» 186
Mezzi con cui fuedificata questa chiesa e relazione
Uno studio di suprema importanza '. .
di nuove grazie di Maria
» 115 Un consiglio dato da Maria SS
» 187
» 188
Una cara visita e una nuova Casa alla Venezuela » 1 18 Notizie dei nostri Missionari : il nuovo collegio di
Festa di S . Luigi Gonzaga
» 119
D .Bosco a Paysanrlù ; entusiasmo pei Salesiani
Don Rua al Nord della Francia ed in Inghilterra » 120
Notizie dei nostri Missionaria : dall' Equatore e
dall'Uruguay
124
Passeggiate
» 131
Bibliografia » 135
Necrologia
» 136
Cooperatori defunti
» 136
a B; ogotà altre notizie
» 189
In collegio
» 191
Che s'intende per Cooperatori Salesiani e che
debbono fare
» 192
Appendice alle notizie dei nostri Missionari : D.
Costamagna in viaggio per l' Equatore (se-
guito)
» 192
Grazie di Maria Ausiliatrice
» 198
Settembre .
Notizie varie
» 199
Fioretti per la Novena e Festa dell' Immacolata
La Direzione del Bollettino Salesiano ai Signori
Cooperatori
» 137
Al riaprirsi delle Scuole
» 138
Concezione
Passeggiate
Cooperatori defunti
» 201
» 202
» 208
Gli antichi Allievi di D . Bosco e la memoria del
loro caro Padre
» 139
Dicembre .
Ai Signori Decurioni
» 141 Nuova partenza di Missionari Salesiani . . . » 210
Descrizione del Santuario di Maria Ausiliatrice » 141 La carità: pericoli e provvedimenti . . . . » 211
Grazie di Maria SS . Ausiliatrice
» 142 Preghiamo pel Cardinale Alimonda . . . . » 213
Notizie dei nostri Missionari: dalla Patagonia e
Terra del Fuoco
» 144
Lettera d'un Collettore della Pia Opera del Sacro
Cuore di Gesù in Roma
» 149
Collegi Salesiani ed Educatori per fanciulli . r 150
Corso di Studio per giovani adulti che intendono
consacrarsi a Dio nello stato ecclesiastico » 151
Don Rua al Nord della Francia e nel Belgio » 152
Notizie varie
» 156
Ricordi pei giovani che desiderano passar bene
le vacanze
Bibliografia
1l monumento a D . Bosco
Cooperatori defunti
» 157
» 159
» 160
» 160
Don Rabagliati in Torino e Don Bosco in Ame-
rica
» 214
Un regalo a Don Bosco e le Letture Cattoliche
di Torino
» 21-1
Grazie di Maria Ausiliatrice
» 210
I quadri de11' altare maggiore e dell'altare di
San Giuseppe nel Santuario di Maria Ausi-
liatrice
» 218
Notizie (lei nostri Missionari : Dalla Terra del
Fuoco - Dal Brasile - Mons. Pietro Maria
De Lacerda
» 220
Grazie di Don Bosco
» 223
Notizie varie
» iv
Appendice alle notizie dei nostri Missionari : Don
C,ostamagna di ritorno dall'Equatore . . » 22h .
Ottobre.
L'insegnamento del Catechismo e sua necessità » 231
Il Cav . Carlo Dufour
» ivi
Ringraziamento e preghiera
» 161 Passeggiate
Recitiamo il S . Rosario
» 162 i Bibliografie
Parole di D . Bosco e nuove grazie di Maria Au-
Cooperatori defunti
» ivi
» 233
» 234
siliatrice
» 163