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ANNO IX . N. 9 .
Esce una volta al mese,
SETTEMBRE 1885
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32 . TORINO
SOMMARIO - Una dimostrazione dell'Italia Cattolica
per la Chiesa e pel Papa Leone XIII - Il Cardinale
Arcivescovo di Torino agli Arcivescovi di tutta l'Italia
Appello al popolo cattolico dell'Italia - Documenti
e schiarimenti - Il Cardinale Nina - Festa di fa-
miglia - Grazie di Maria Ausiliatrice - Collegi Sa-
lesiani - Educatorii per le fanciulle - Oratorio Sa-
lesiano e piccolo Seminario in Firenze - Suor Rita
Marianna Marchetti - Il Senatore Augusto Vera o la
libertà di morire cristianamente - Augusto Vera e
il Cardinale Arcivescovo di Napoli - La ritrattazione
del Senatore Augusto Vera - Victor Ugo morto cat-
tolico - Varietà - Bibliografia .
UNA DIMOSTRAZIONE DELL'ITALIA CATTOLICA
per la Chiesa e pel Papa Leone X. III
É giunto omai il tempo opportuno per
rinnovare in Italia una di quelle, splendide
proteste già fatte parecchie volte sotto il
Pontificato di Pio IX e del regnante Leone XIII .
Ma la nuova protesta non deve soltanto com-
parire nei giornali che passano, bensì rima-
nere in un monumento che resti, e si mostri
tosto al viaggiatore, appena uscito in Roma
dalla stazione della strada ferrata . Chi ne
concepì la bella idea è un illustre patrizio
piemontese, il conte Cesare Balbo, in cui
vive la fede nobile e coraggiosa dell'avo e
del padre . Chi ne fa la proposta è il nostro
Arcivescovo , l'Em .mo Cardinale Alimonda ,
il quale ne ha avuto l'approvazione e bene-
dizione del Sovrano Pontefice . La proposta
fu già scritta a tutti gli Arcivescovi dell'I-
talia, che la comunicheranno ai loro suffra-
ganei, e col loro efficace concorso si può
essere certi fin d'ora d'uno splendido ri-
sultato .
I varii preziosi documenti che pubbli-
chiamo più innanzi diranno al lettore in
che consista questa nuova. dimostrazione
dell'Italia cattolica . Noi dobbiamo premet-
tervi alcuni ricordi che valgano a sempre
più illustrarla, ed a chiarirne l'opportunità.
E primo sia l'esempio della Francia . Alli 16
di giugno del 1875 in Parigi, sull'altura di
Montmartre, avea luogo una grande solen-
nità, la benedizione ed il collocamento della
prima pietra per la chiesa da erigersi , in
onore del Sacro Cuore di Gesù da quella
che si riconosce e si dice Gallia poenitens
et devota . Vi assistevano i più nobili ed il-
lustri personaggi, e, dopo che il cardinale
Guibert ebbe posto il cemento alla prima
pietra, presentaronsi a sottoscrivere l'atto ,
col Nunzio pontificio, i Vescovi assistenti, il
Duca di Nemurs , il Duca d'Alençon , suo
figlio , il generale di Geslin, comandante
delle truppe di Parigì, e gran numero di
deputati .
Molti di costoro a Paray-le-Monial avevano
assunto pubblicamente l'impegno di adope-
rarsi pel trionfo della patria col propagare
la divozione al Sacro Cuore di Gesù . L'As-
semblea stessa vi si associava , il 24 di lu-
glio 1873, col sancire una legge speciale per
l'erezione di una chiesa monumentale in Pa-
rigi, sulle alture di Montmartre . Inoltre cento
e più deputati cattolici dell'Assemblea rivol-

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gevano al Cardinale Arcivescovo un'istanza
accompagnata da un'offerta collettiva di al-
quante migliaia di lire, chiedendo che una
delle cappelle della chiesa fosse propria del-
l' Assemblea nazionale , perchè volevano ,
« come uomini politici, associarsi all'idea
riparatrice, che ispirò la costruzione della
chiesa . » Il Cardinale Arcivescovo non solo
acconsentiva alla domanda, ma eziandio la
commendava altamente, rispondendo che in
quella chiesa ed a' piedi di quell'altare « po-
tranno accorrere i rappresentanti della Fran-
cia a meditare sugli interessi e bisogni della
patria, ed a cercare ispirazioni presso Colui,
pel quale i legislatori fanno leggi savie e
giuste. » (Vedi Unità Cattolica, num . 90,
16 aprile 18'15) .
Non molto dopo decretavasi in Roma, non
da Montecitorio, ma dal Vaticano, l'erezione
di una nuova chiesa dedicata al Sacro Cuore
di Gesù, là dove mancano le chiese , cioè
quasi nel centro dei Nuovi Quartieri del
Macao, in via di Porta S . Lorenzo, presso la
stazione della strada ferrata . E nel 1.879 se
ne benediceva e collocava la prima pietra ,
scegliendo per questa funzione il pomeriggio
della domenica dedicata al patriarca S . Gioa-
chino . La cerimonia fu compiuta dall'Emi-
nentissimo Cardinale, Vicarìo di S . Santità
Monaco La Valletta, assistito da varii Ve-
scovi e Prelati, in mezzo ad un gran con-
corso di popolo . Affidata la costruzione della
chiesa allo zelo intelligente ed infaticabile
del nostro D . Bosco, non tardò a progredire
ed omai può dirsi compiuta . Il Santo Padre
Leone XIII, nel giugno del 1884, sobbarca-
vasi alle spese ingenti che richiedeva la ma-
gnifica facciata .
Ma in quello stesso anno sopraggiungeva
il cholèra che minacciava Roma , e l'amo-
roso e generoso Pontefice, non ostante la sua
povertà, profondeva una gran somma di da-
naro per aprire nel Vaticano stesso un ospe-
dale, a cui egli potesse facilmente accedere .
Fu in quel tempo che al conte Cesare Balbo
si affacciò la bella idea di proporre all'Italia
cattolica un'offerta straordinaria di Danaro
di San Pietro , da servire al compimento
della facciata, e fosse come un volo nazio-
nale degli Italiani che credono , pregano e
sperano, ed in pari tempo un atto di grati-
tudine e di amore al regnante Pontefice, e
come un monumento che attestasse non es-
servi nessun bisogno d'una conciliazione della
vera Italia col Papa, giacchè non regna tra
loro la discordia, ma vivono nella più bella,
paterna e filiale armonia .
Comunicato il bel pensiero al Santo Padre,
egli si degnò di approvarlo e commendarlo,
ed ora il nostro Arcivescovo vi aggiunge
l'autorità del suo nome e del suo grado, e
ne propone l'esecuzione all'Episcopato catto-
lico della nostra Italia . Non v'ha dubbio che
gli Italiani lo accoglieranno con alacrità e
con gioia, mostrandosi anche in questo forti,
concordi ed ordinati, come lo stesso Pon-
tefice non ha guari raccomandava ai catto-
lici . Forti, non esitando menomamente a
proclamare la loro fede ; concordi, gareg-
giando soltanto di zelo nel promuovere il
disegno e cercare le offerte ; ordinati da
ultimo, seguendo i consigli dei loro Pastori .
Ciò premesso, pubblichiamo i documenti .
(Dall' Unità Cattolica, 15 Agosto 1885) .
IL CARDINALE ARCIVESCOVO DI TORINO
agli Arcivescovi di tutta l'Italia.
ECCELLENZA REVERENDISSIMA,
Nell'inviare all'Eccellenza Vostra Reverendis-
sima l'unito appello per sollevare il Santo Padre
dalla grave spesa della facciata alla nuova chiesa
del Sacro Cuore di Gesù , che si sta erigendo
in Roma dalla Congregazione Salesiana e che
già é aperta in parte come parrocchia, ardi-
sco cosa che oltrepassa i limiti del mio potere,
non avendo verso l'Ecc. V . che le relazioni di
alta ammirazione, di fraterna carità, di umile
servitù. Contuttociò spero di essere perdonato se
si riflette che trovomi così vicino e in tanta con-
fidenza coll'esimio D . Giovanni Bosco in questa
prima e principale sua Casa, e che divido con lui
la penosa ansietà per la conservazione di tante
caritatevoli opere colossali e per la fondazione di
altre molte, tra cui la chiesa del Sacro Cuore in
Roma e gli annessi edifizi a salvezza dei poveri
fanciulletti e del popolo romano .
Dall'altro lato , perché non avrà da riuscire
gradito all'amabilissimo Cuore di Gesù il concorso
unanime di tutte le diocesi d'Italia, nel suo nome
consacrate, all'abbellimento della sua chiesa come
voto nazionale e quale conferma della consecra-
ziene già fatta, ora che nuovi bisogni e nuovi pe-
ricoli ci stringono ? Ma il più che in ciò m'in-
cuora è il presentarmi che io faccio a Vostra
Eccellenza Rev .ma supplichevole e fiducioso in
nome del Santo Padre medesimo , il quale in ri-
guardo al bisogno speciale della regione di Castro
Pretorio tanto cresciuta di abitazioni e di popolo,
e già invasa dai ministri dell'errore, è impaziente
di veder condotto a termine e il più che sia pos-
sibile adornato il tempio monumentale, cominciato
con un primo appello del suo Cardinale Vicario
alle diocesi d'Italia e del mondo . Per questo la
proposta , per cui invoco il concorso di Vostra
Eccellenza Reverendissima , ebbe il favore degli
incoraggiamenti e della benedizione apostolica .

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Non è poco il fastidio che Le viene a procu- ammirabile ; imperocchè Parigi, la patria del Vol-
rare la preghiera di inviare ai RR .mi suoi suf- taire , e per molti salutata a metropoli dell'em-
fraganei copia della presente lettera, dell'appello pietà, sembrava che dovesse dare al divin Onore
e dei moduli qui uniti . Ma io confido che la san- quella religiosa e nazionale riparazione ; dall'altra
tità dell'opera muoverà lo zelo de' più ragguar- parte Roma, che è la storica sede di San Pietro
devoli suoi ecclesiastici, dei buoni signori secolari, e la metropoli del cattolicismo, mostrava conve-
che si sono , tra tante prove , conservati fedeli nientissimo di dover levare essa, col novello tem-
alla Chiesa ed al Pontefice ; confido che non an- pio, la grande chiamata della fede e dell'amore ,
drà molto che io potrò deporre ai venerati suoi tramandandola a tutte le genti .
piedi una somma che lo metta in grado di co- Godiamo che a scusare in qualche modo i danni
strurre, non inferiore a quelle delle più celebrate ed a lavare, se è possibile, le macchie dell'incre-
basiliche, la facciata del tempio del Sacro Cuore, dulità, vada innalzandosi su la cima di Montmartre,
la quale, secondo gli studi dell'esimio e compianto veramente bello e sontuoso , il tempio parigino ;
architetto comm . Vespignani, toccherà la somma noi dell'Episcopato italiano sentiamo il dovere di
di lire duecento mila . L'appello al popolo catto- rivolgerci più sollecitamente, e non col solo tri-
lico d'Italia, che, come di dovere , s'invia unito buto dell'ammirazione, ma con l'efficace concorso
alla presente all'Ecc . V . Rev .ma, sarà pur fatto dell'opera nostra , a considerare il sorgere del
di pubblica ragione sui giornali cattolici , il con- nuovo tempio nella Città Eterna . Vi è un uomo
corso dei quali giova sperare che tornerà utile in Italia, un degno ecclesiastico , a cui paiono
alla buona riuscita della nostra impresa . Ed ora commessi molti preziosi disegni della divina Prov-
non mi resta se non che ringraziare di gran cuore videnza . Su questo sacerdote pose gli occhi il
la Ecc . V . Rev .ma dello zelo caritatevole che santissimo Pontefice Leone XIII, e gli disse : -
vorrà impiegare nel promuovere un'opera santa e Vi affidiamo l'erezione del gran tempio da consa-
come tale raccomandata dal Sommo Pontefice . E crarsi in Roma al culto del divin Cuore . Noi vi
baciandole rispettosamente le mani, ho l'onore di concorreremo col nostro censo, riserbandoci la co-
rassegnarmi
struzione della facciata . -
Di V . Ecc . Rev .ma,
Torino, 16 luglio 1885, festa della B. Vergine del
Carmine,
Dev .mo obbl .mo servitore
E Don Giovanni Bosco si accinse risoluto all'o-
pera . E già la nuova chiesa poggia alto con larga
fabbrica a lato per alloggio di sacerdoti, per asilo
di fanciulli poveri che avranno scuole diurne e
serali : poggia là nella regione di Castro Preto-
+GAETANO,Card.Arcivescov. rio, di faccia alle cappelle ed alle scuole dei pro-
testanti, quasi Arca Santa di rincontro a Dagon ;
là dove si apre la nuova Roma profana, la Roma
borghese , operaia , trafficante e manifatturiera ,
dove ancora tempio cattolico non è e si patisce
APPELLO AL POPOLO CATTOLICO DELL'ITALIA .
al sommo il difetto della religione ; poggia là, da
quell'altura, donde pare ch'essa debba guardare
È amorevolezza celeste , suprema disposizione
della Provvidenza l'accrescimento di fede e di
pietà che riscuote nei nostri tempi il culto del
Sacratissimo Cuore di Gesù Cristo . Pare che Dio
voglia al certo che , mentre il presente secolo ,
con le molte sensualità, con i suoi orgogli e con
le sue nuove miscredenze, più e più distoglie dal
pensiero della vita eterna il cuore dell'uomo al
benedetto e divino Cuore di Gesù , così fervoro-
samente amato e venerato dalla Chiesa cattolica,
al mondo e dove intanto, per la prossimità della
stazione centrale della via ferrata, è l'incessante
arrivo dei forestieri . Il sorgente tempio a vederlo
promette bene , vuol esser degno confratello dei
monumenti romani ; ma esso attende il suo com-
pimento, attende gli ornati e i fregi che lo deco-
rino ; il mirabile Don Bosco, allenandosi ad una
co' suoi figli della Congregazione Salesiana, vi ha
già profuso tesori ; altri tesori si richiedono a
raffinirlo del necessario . Pure, dove anche l'ope-
rosità dei Salesiani arrivi a questo, non ogni cosa
sia riservato di salutarmente influire su le mise-
rie di esso secolo e ricondurre l'uomo all'amore
delle cose spirituali e celesti . L'Episcopato catto-
lico andò persuaso di questo, maggiormente negli
ultimi anni passati, quando operavasi mano a mano
la consacrazione delle Diocesi al Cuore di Gesù ;
sentì in quell'atto devoto di procurare a se stesso
e ai fedeli un sicuro asilo nei pericoli , la forza
nei combattimenti e l'opportuno contorto nella de-
sarà compiuta . Il tempio aspetta la sua classica
facciata dal Papa .
Le acque del Po e della Dora, che videro ar-
rivare su le loro sponde il fanciullo Bosco ed ora
lo posseggono da cinquant'anni educatore del po-
polo, vanno orgogliose di non poche magnanime
famiglie patrizie . Or ad un illustre rampollo di
cotali famiglie nacque un pensiero non indegno
dell'apostolato di Don Bosco e rispondente alle
solazione .
Si aggiunse a riconfermarlo nel soave pensiero
la proposta, destinata ad adempiersi prontamente,
di due monumentali chiese, una da erigersi in Pa-
rigi e l'altra in Roma ad onore del Santissimo
tradizioni della sua religiosa patria (1) . Egli pensò
e disse : - La chiesa che Roma vede adergersi
a gloria del divin Cuore deve contenere la spe-
cial significazione della fede e della pietà della
Cuore di Gesù Cristo . Si ebbe quell'idea come (1) Il Conte Cesare Balbo, nipote al celebre storico di
un'inspirazione di cielo , come un provvedimento ; tal nome.

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nostra Italia ; adunque sta bene che gli Italiani
validamente concorrano a darvi mano . Ed il nostro
Santo Padre, che si levò a duce di tutti nel con-
sigliare il glorioso tempio e promise del suo la
facciata, Egli, che di gravissimi bisogni è stretto
e vive dell'obolo della cattolicità , non attende
forse che alcuna cosa si faccia da noi ? Oltreché
gli Italiani, assaliti non è ancora gran tempo dal
cholera e con sempre attorno di fiere minacce,
non è conveniente che per domandare a Dio la
preservazione dal flagello si adoprino ad onor suo,
e, quanto è possibile, largheggino? Non è ciò con-
veniente , tenendo in su gli occhi gli esempi del
Pontefice, il quale versò la somma di un milione
per il nuovo spedale di Santa Marta contiguo al
Vaticano, mentre, osteggiato come è dal mondo,
spera tutto e tutto si ripromette dalla divina Prov-
videnza, inteso e fiso nel culto del divin Cuore?
Ebbene, mettasi un voto nazionale ; e quanti sono
figliuoli della credente Italia si risolvano , il po-
vero col suo meschino obolo ed il ricco con l'o-
blazione generosa, a fornire del necessario denaro
il Santo Padre, affinché con l'intervento di tutti
costrugga Egli il frontispizio dell'italiano tempio
di Roma . - Cotale idea del patrizio torinese
piacque, andò di bocca in bocca, ed incontrò pro-
motori . Sortì pure l'onore di penetrare nelle aule
del Vaticano, ed il regnante Pontefice la trovò
bella, la commendò : con lettera dell'Em .mo Car-
dinale Segretario di Stato, mandata in Torino il
giorno 20 del passato ottobre, ebbe l'alta degna-
zione di annunziare la benedizione apostolica a
chiunque si rendesse esecutore della nobile e santa
proposta, chiamandola VOTO NAZIONALE DEGLI ITA-
LIANI AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ CRISTO .
Ed ora che preme di recare ad effetto la pro-
posta divenuta sommamente autorevole, come an-
che ci torna più cara ed attraente , una cosa ci
resta a desiderare , e questa è che l'Episcopato ,
per efficacemente promuovere il V oto nel popolo
italiano, facciasi innanzi il primo . Laonde, nella
speranza del bene grandissimo, saremo perdonati
se osiamo di fare assegnamento sugli eccellentis-
simi e venerandi Arcivescovi e Vescovi della Pe-
nisola, chiedendo di averli a compagni ed a protet-
tori . L'umile preghiera che muoviamo loro è
questa : - Vediamo, infervorandoci tutti del me-
desimo spirito, di raccomandare ai fedeli l'offerta
dell'obolo ed incaricare i molto reverendi narro-
chi di animarli a tal rispetto e guidarli : vediamo
pure, con l'aiuto dei Comitati dei Congressi cat-
tolici , ove questi hanno luogo , e delle altre pie
società, tra le quali amiamo di ricordare quelle
della Gioventù cattolica e degli Operai , di cal-
deggiare l'opera ed aprire, in quei modi che si
reputeranno migliori, la nazionale sottoscrizione .
Noi intendiamo che il prestarsi a questo atto so-
lenne di fede e di amor divino valga il medesimo
che rinnovare la consacrazione dalle nostre diocesi
al divino Cuore di Gesù . -
Sul frontone del nuovo tempio di Roma , in
bellissima lapide marmorea, verrà scritto il fatto
delle italiane diocesi concorrenti ; terrà il campo
di quella gloriosa lapide l'augusto nome e lo
stemma sovrano di Leone XIII . Quella lapide ,
destinata a riuscire storica ed a tutti memorabile,
parlerà di noi e della nostra fede infino agli ul-
timi nostri nepoti . L'Italia è eminentemente cat-
tolica e tale vuol essere : tal vuol essere e farne
nazionale dichiarazione in Roma . Bella idea, con-
cetto evangelico ! Il Papa che sulla pietra del
divin Cuore abbraccia come fratelli i Vescovi del-
l'Italia , e i Vescovi dell'Italia che abbracciano
alla lor volta nelle proprie diocesi e portano ai
piedi del Papa tutti i figliuoli italiani . Il Cuore
di Gesù, ove noi, Padre e figli, Pastori e gregge,
ci troveremo uniti, sarà il centro della comune
vita . La benedizione, che il Vicario di Gesù Cri-
sto anticipatamente ne comparte , è sicuro pegno
all'Italia della benedizione di Dio .
Torino, 16 luglio 1831, festa della Beata Vergine del
Carmine .
Devono obbl .mo servitore
+ GAETANO, Cardinale Arcivescovo .
DOCUMENTI E SCHIARIMENTI,
Lettera dell'eminentissimo cardinale Carlo Lo-
dorico Iacobini , segretario di Stato di Sua
Santità , all'eminentissimo Arcivescovo di To-
rino, in riguardo alla proposta anzidetta .
EM .Mo E REv .Mo SIGNOR MIO OSS .MO,
Mi sono dato ben volentieri la cura di riferire
al Santo Padre il progetto , di cui Vostra Emi-
nenza mi tien parola nel suo foglio del 15 del
corrente, e godo di significarle che esso ha in-
contrate la piena approvazione della Santità Sua,
la quale ne benedice di cuore non solo gli autori
e favoreggiatori, ma tutti altresì i pii fedeli ita-
liani che contribuiranno con le loro offerte al de-
signato Voto nazionale al Sacro Cuore di Gesù .
Se, come non è a dubitarsi, il progetto avrà esito
favorevole , resterà di questo perenne memoria
nella facciata che con tali offerte si compirà nella
chiesa del Sacro Cuore in questa capitale . E, pre-
venendola che tanto dell'approvazione del pro-
getto , quanto della benedizione del Santo Padre
agli ascritti al Voto nazionale , si può fare men-
zione nell'appello da pubblicarsi in proposito, mi
onoro confermarle i sensi del profondo ossequio
onde le bacio umilissimamente le mani .
Di Vostra Eminenza
Roma, 20 ottobre 1834
Dev .mo, obbl .mo servo vero
L . Card . IACOBINI .
Signor Cardinale Alimonda
Arcivescovo di Torino .
Commissione istituita in Torino sotto la presi-
denza dell'eminentissimo Cardinale Arcivescovo
per ricevere le offerte dalle diocesi d'Italia e
trasmetterle al Santo Padre .
Reverendissimo monsignor cavaliere don Luigi
dei baroni Nasi, dottor collegiato, canonico della

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Metropolitana . - Reverendissimo monsignor S ta-
nislao Schiapparelli, prelato domestico di Sua
Santità, assistente ecclesiastico del Circolo della
Gioventù Cattolica . - Reverendissimo commenda-
tore don Augusto Berta, dottore collegiato , ca-
nonico della Congregazione della Santissima Tri-
nità, assistente ecclesiastico delle Unioni operaie
cattoliche . -- Molto reverendo signor teologo
Maurizio Arpino, curato della parrocchia dei Santi
Pietro e Paolo in Torino . - Illustrissimo signor
conte FrancescoPiancinodiPiancino,presidnt
del Comitato regionale piemontese dei Congressi
cattolici . - Illustrissimo signor barone Carlo
Ricci Des Ferres . - Illustrissimo signor banchiere
Giuseppe Antonio Musso, tesoriere . - Canonico
Raffaele Forcheri, segretario (1) .
Sul voto nazionale degli Italiani al Sacro Cuore
di Gesù Cristo e sulle offerte per la costru-
zione della facciata alla chiesa del Sacro Cuore
di Gesù in Roma in aiuto del regnante Ponte-
fice Leone XIII che ne assunse generosamente
la spesa.
I.
Culto al Sacro Cuore di Gesù . - Oggi più
che mai è utile , è necessario il culto, l'onore,
l'amore al Sacro Cuore di Gesù Cristo . Questo
culto giova potentemente a risarcire il Figliuolo
di Dio delle offese che riceve dagli uomini , e in
mezzo al presente pervertimento di idee e alla
corruzione dei costumi conserva il cuore umano
nella fede e nella virtù, lo distacca dalla terra, e
lo infiamma all'amore delle cose spirituali e ce-
lesti . A promuovere sì bella divozione in questi
ultimi tempi si fondarono molle Opere pie in os-
sequio al Divin Cuore, si stabilirono Associazioni,
si organizzarono feste, ed i Vescovi dell'orbe cat-
tolico gli consacrarono se medesimi, i fedeli , lo
diocesi con solennità memorande, persuasi essere
colai divozione la più acconcia a ricondurre gli
uomini a Gesù Cristo, che è via, verità e vita, e
destinata a far fiorire nel mondo le virtù dei primi
cristiani .
II .
Due chiese monumentali . - Tra le opere che
la soavissima divozione inspirò in questi ultimi
anni sono le due chiese monumentali che si stanno
appunto erigendo in onore del Sacratissimo Cuore,
una in Parigi e l'altra in Roma . Il tempio pari-
gino va innalzandosi bello e sontuoso colle obla-
zioni dei cattolici francesi, che intendono in tal
modo di dare al Nostro Signor Gesù Cristo una
qualche riparazione delle empietà contro di lui
commesse , e attirare sopra di sè e la loro na-
zione le benedizioni del cielo . Ai cattolici italiani
(1) La Commissione, che ha sede nel palazzo arcive-
scovile di Torino, andrà rendendo conto delle offerte
raccolte man mano che si troverà in grado di far per-
venire una somma notabile nelle auguste mani del Santo
Padre . Abbisognando dei moduli di sottoscrizione, le re-
verendissime Curie sono pregate di farne domanda al
segretario della Commissione risiedente nel palazzo ar-
civescovile, ed i signori parrochi alla Curia della rispet-
tiva diocesi .
rimane un cómpito non meno glorioso e degno
della loro pietà : rimane di concorrere al compi-
mento del nuovo tempio del Sacro-Cuore in Roma,
sede di san Pietro e de' suoi successori , capitale
del cristianesimo, dalla quale si spandono ognora
nel mondo i vividi splendori della verità e della
fede , gli ardori più cocenti della carità e del-
l'amore .
III .
La facciata del tempio romano . - La erezione
di detta chiesa in Roma venne anni sono dal re-
gnante Sommo Pontefice Leone XIII affidata alla
sollecitudine di D . Giovanni Bosco di Torino e
dei Salesiani . Il Santo Padre gli diceva : Vi af-
fidiamo la erezione del gran tempio da consa-
crarsi in Roma al culto del Divin Cuore . N oi vi
concorreremo col nostro censo , riserbandoci la
costruzione della facciata . La nuova chiesa pog-
gia già alto con larga fabbrica per asilo di poveri
fanciulli, che vi avranno scuole diurne e serali
poggia là nella regione di Castro Pretorio di
fronte alle cappelle e alle scuole dei protestanti,
quasi Arca Santa di rincontro a Dagon . Essa sarà
monumento degno di Roma ; ma aspetta il suo
compimento ; aspetta la sua facciata dal Papa, la
cui spesa toccherà la somma di 200,000 lire .
IV .
Modo di venire in aiuto del Papa pel compi-
mento dell'Opera . - Tutti sanno in quali stret-
tezze trovisi il Capo della Chiesa ai giorni nostri,
obbligato, com'è, a vivere dell'obolo della catto-
licità, ed a ricorrere sovente alla carità de' suoi
figliuoli onde provvedere ai grandi bisogni della
Chiesa . In tale condizione di cose, come potrebbe
egli mai erogare 200,000 lire per il frontespizio
della chiesa del Sacro Cuore, senza togliere detta
somma ad altre opere importanti , che ha tra
mano, reclamate dalla necessità dei tempi, a gloria
di Dio e a bene delle anime? Questo riflesso ge-
nerò un'idea : l'idea d'un voto nazionale in onore
del Sacro Cuore di Gesù , da eseguirsi in questo
modo : Quanti sono figliuoli della credente Italia
forniscano col loro obolo il necessario danaro al
Santo Padre, affinchè coll'intervento di tutti co-
strugga egli il frontespizio dell'italiano tempio di
Roma .
V.
Approvazione e benedizione del Papa . - Co-
tale idea sortì l'onore di penetrare nelle aule del
Vaticano, e il Papa la trovò bella e commendò ,
anzi, per mezzo dell'em .mo suo Segretario di
Stato, ebbe l'alta degnazione di annunziare la be-
nedizione apostolica a chiunque si rendesse esecu-
tore della santa proposta . Lo stesso Santo Padre
volle poi affidare in modo particolare all'em .mo
signor cardinale Gaetano Alimonda, arcivescovo di
di Torino, il nobile incarico di farsi primo bandi-
tore di detta proposta, chiamandola : Voto nazio-
nale degli Italiani al Sacro Cuore di Gesù Cristo .
VI.
I promotori . - A recare ad effetto la riferita
proposta, divenuta sommamente autorevole , e a

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pregati : i reverendissimi Arcivescovi e Vescovi
d'Italia, i sacerdoti e specialmente i parrochi , i
presidenti , assistenti e membri dei Comitati dei
Congressi cattolici e delle altre pie Società, i capi
di collegi e di comunità religiose , i padri e le
madri di famiglia, tutte insomma quelle persone
dell'uno e dell'altro sesso che col consiglio e colla
mano sono in grado di favorire l'importantissima
impresa .
VII .
Vantaggi . - L'offerta di ognuno fatta al pre-
citato fine è un atto di fede e di amore al divin
Salvatore ; è un filiale ossequio al suo Vicario in
terra ; è quale una consecrazione di se stesso al
Cuore di Gesù ; è mezzo efficace per ottenere tra
le altre la grazia di andare preservati dai mali e
flagelli che ci minacciano, specialmente dal cho-
lèra, il quale, infierendo oggidì nella Spagna, po-
trebbe valicare i confini e ritornare a desolare le
italiane contrade . Vantaggio pure sospiratissimo
è quello della benedizione apostolica, la quale ap-
porta sempre frutti salutari sopra quanti la rice-
vono . Del resto sono a tutti note le larghe pro-
messe fatte da Gesù Cristo ai divoti del suo
amatissimo Cuore . Fra le altre sono degne di ri-
cordo le seguenti : - Io darò loro tutte le grazie
di cui avranno bisogno nel proprio stato - Met-
terò la pace nelle loro famiglie - Li consolerò
nei loro patimenti - Sarò loro rifugio in vita e
specialmente nell'ora della morte - Spanderò
copiose benedizioni su tutti i loro affari - I sa-
cerdoti e gli uomini apostolici avranno l'arte di
commuovere i cuori più indurati ed alle loro fa-
tiche terrà dietro un esito mirabile - Di tutti
coloro che si adopreranno a propagare questa di-
vozione , scriverò i nomi nel mio Cuore , donde
non saranno cancellati più mai .
VIII .
Avviso ai collettori ed alle collettrici . - I
collettori e le collettrici per la trasmissione delle
offerte e dei moduli coperti di firme si atterranno
a quelle norme che saranno impartite dai rispet-
tivi superiori ecclesiastici in ciascuna diocesi e
parrocchia .
IL CARDINAL NINA .
Il giorno 3 Agosto alle ore 9 1/2 antime-
ridiane avea luogo nella chiesa di Maria Au-
siliatrice in Torino il solenne funerale in
suffragio dell'anima del Compianto Eminen-
tissimo Cardinale Lorenzo Nina . Sua Eminenza
il Cardinale Arcivescovo Gaetano Alimonda
assisteva pontificalmente . Commovente riuscì
il rito sia per l'apparato, come per i canti
dei giovanetti dell'Oratorio, e le cinque as-
soluzioni intorno al feretro. Era un giusto
tributo di riconoscenza che la pia società
salesiana rendeva a Colui che era stato suo
insigne Protettore e benefattore .
Sua Eminenza moriva in Roma domenica
26 Luglio alle ore 10 e un quarto di sera .
Contava settantatré anni di età e otto di
cardinalato . Fu uno dei più insigni tra i
Porporati, sia per la scienza e la prudenza,
sia per quell'attitudine non comune a gover-
nare ne' tristissimi tempi che corrono .
Nato in Recanati il 12 maggio 1812 da o-
nesta e civile famiglia, fino dai primi anni
mostrò ingegno precoce e diede molto a spe-
rare . Intrapreso e seguito il corso degli studi
nel seminario della sua città natale, lo compì
nell'Università di Roma, ottenendovi il grado
di dottore in Sacra Teologia ed in Diritto .
A ventitré anni fu ordinato sacerdote .
Aveva egli in Roma uno zio, il Canonico
D . Giovanni Nina, Parroco di S . Lorenzo in
Damaso. Presso di lui egli visse, coadiuvan-
dolo operosamente nella cura delle anime, e
prestandosi particolarmente nell' assistere i
cholerosi, quando nel 1837, il morbo infie-
riva in Roma ; ed egli stesso contrasse il ter-
ribile male, dal quale però, la Dio mercè, fu
salvo .
Fu quindi Segreto del S. Tribunale della
Rota con Monsignor Di Pietro ; quindi Udi-
tore di Monsignor D'Andrea Segretario del
Concilio ; poscia uditore e consigliere del-
l'Em° Cardinal Amat ; e finalmente sostituto
della S . C . del Concilio, durante il quale uf-
ficio ebbe grandissima parte nel Concordato
fra la S . Sede e l'Impero d'Austria .
Nel 1867 la Santità di N . S . Papa Pio IX
di s. m . dalla Basilica di S . Lorenzo in Da-
maso, dove Monsignor Nina era canonico,
lo trasferì canonico alla Basilica di S . Pietro,
elevandolo nel tempo medesimo all'alto uf-
ficio di Assessore del S . Offizio, ove rimase
fino al 1877, in cui nel Concistoro del 12
marzo venne creato Cardinale del titolo dia-
conale di S. Angelo in Pescheria, dal quale
poi il 28 febbraio 1879 passò al titolo di
Santa Maria in Trastevere e fu ascritto al-
l'ordine dei Preti .
Avvenuta frattanto la morte del S . Padre
Pio IX, il nuovo Pontefice, Leone XIII, ebbe
larga fiducia nell'Em° Nina, e gliene diede
chiara testimonianza, quando, alla morte del
Cardinal Franchi, chiamò il Cardinal Nina
all'alto ed importantissimo ufficio di Segretario
di Stato nel quale ufficio, rimase per circa
quattro anni .
Il compianto Porporato era al presente
Prefetto della Congregazione del Concilio,
della speciale per la Revisione dei Concili
provinciali, e di quella della Immunità .

1.7 Page 7

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Faceva parte altresi delle Congregazioni
ecclesiastiche della S . Romana ed Universale
Inquisizione, della speciale sopra lo Stato dei
Regolatori, di Propaganda, di Propaganda
per gli affari di Rito Orientale, del Cerimo-
niale, della Lauretana, degli Affari ecclesia-
stici straordinari e degli Studi .
Era protettore dell'Abazia di Grottaferrata,
della Congregazione Salesiana, del Monastero
di S . Caterina dei Fumari, delle Oblate con-
vittrici del Santissimo Bambino Gesù, della
Confraternita del S . Sepolcro in Macerata,
e di quella dell'Immacolata Concezione e S .
Rocco in Norma .
Fu uomo di mente perspicacissima e d'in-
dole oltre ogni dire mite e cortese . Generoso
senza ostentazione di sorta, non rifiutò mai
nè elemosine, nè consigli a chi ne lo richiese .
Prova del suo ottimo cuore si è l'ultimo suo
testamento, nel quale si è rammentato di
tutti i suoi amici, lasciando a tutti un qualche
legato, e nominando i suoi famigliari coeredi,
insieme co' suoi nepoti, della sua modesta so-
stanza.
Ogni anno nella festa dell'Assunzione fa-
ceva un ricco ed utile dono alla Basilica di
S . Maria in Trastevere ; ed anche quest'anno
aveva già commesso un magnifico leggio in
argento e metallo dorato con emblemi e la-
vori di ottimo gusto, che si sta ultimando
presso l'artista Pietro Paci .
Già da molto tempo la sua salute andava
declinando ; tuttavia la sua fine giunse quasi
inaspettata . Morì dopo aver ricevuto tranquil-
lamente tutti i conforti religiosi, assistito negli
ultimi momenti della vita, dagli Illmi e Revmi
Monsignori Battaglini e Petacci, e dai Reve-
rendi Prelati Gessi, Gustavo Persiani, e Ce-
sare Taggiasco, il quale fu suo amico fin
dalla giovinezza .
La sua salma, secondo la sua ultima vo-
lontà, fu accompagnata in forma affatto pri-
vata alla Basilica di S . Maria in Trastevere
da dove, dopo le cerimonie di rito, venne
trasportata al Campo Verano .
FESTA DI FAMIGLIA .
Nel numero precedente del nostro Bollettino
abbiamo dato una breve relazione sulla festa colla
quale nell'Oratorio di S. Francesco di Sales si cele-
brò il nome del nostro amatissimo D . Bosco . Abbia-
mo pur detto, come una eletta rappresentanza degli
antichi allievi dell'Oratorio nel giorno di S.Giovan
Battista , in attestato d' amore e di riconoscenza
gli presentasse in dono due alti candelabri dorati a
maggior decoro dell'altare di Maria Ausiliatrice .
A nome di tutti leggeva un affettuosissimo di-
scorso il Teologo Antonio Berrone .
D . Bosco secondo la consuetudine degli anni
scorsi invitava a mensa con se quei cari figli, che
gli ricordavano gli antichi tempi così pieni di
gioie, di amore, di fatiche, e che tuttora si riprodu-
cono ogni giorno e si riproduranno sino all'ultimo
istante della sua vita . Chi ama è sempre amato,
e le opere di D . Bosco provano la potenza del
suo amore per i giovanetti .
Stante il gran numero degli invitati, fu deciso
che il giorno 26 di Luglio avrebbero preso parte
al pranzo di famiglia i secolari , e il 30 dello
stesso mese i sacerdoti . Furono due feste che la-
sceranno una memoria ìncancellabile in coloro che
vi presero parte . Le agapi furono rallegrate dalla
banda musicale dell'Oratorio e da un inno di ef-
fetto sorprendente musica del M . Petrella ridotta dal
M . Devecchi e cantato dai giovanetti artigiani . I gio-
vani studenti avevano eseguiti i loro magnifici canti
nel giorno di S . Giovanni Battista . La musa piemon-
tese del Prof. Direttore D . Giovanni Francesia ,
piena di affetto, di nuove idee, di concetti sublimi
riscosse gli applausi dei convitati ; come pure la
vena poetica del Sig . Gastini Carlo . Gli evviva e
gli augurii di felicità a Sua Santità Leone XIII,
al Cardinale Alimonda, a D . Bosco e a Mons . Ca-
gliero risuonavano da ogni parte .
Don Bosco in sul finire prese la parola, ma fu
breve per la grande spossatezza delle sue forze .
Così parlò ai secolari :
« Cari miei amici . Vi ringrazio di questa di-
mostrazione che mi date di affetto, coll'essere ve-
nuti qui a passare breve ora in mia compagnia .
Dio sia benedetto, in voi, da voi, in mezzo a voi .
Dio vi conservi sempre in sanità e nella sua santa
grazia . La mia vita volge al suo termine ; non
so se il Signore mi lascierà ancora su questa terra,
sicchè, possiamo ancora altra volta trovarci in
questa cara riunione . Ma se io vi precederò nel-
l' eternità, mentre vi prego di ricordarvi di me
nelle vostre orazioni , vi assicuro che non mi
dimenticherò di voi nelle mie . Se il mio vivere
sulla terra dovesse ancora prolungarsi per qualche
anno, state sicuri che io continuerò ad amarvi e ad
aiutarvi in tutto quel poco che potrò . Intanto voi
ovunque andiate e siate, rammentatevi sempre che
siete i figli di D . Bosco, i figli dell'Oratorio di
S . Francesco di Sales . Siate veri cattolici coi
sani principii e colle opere buone . Praticate fe-
delmente quella religione, che l'unica vera, servirà
a raccoglierci tutti un giorno nella beata eternità .
Felici voi se non dimenticherete mai quelle verità
che io ho cercato di scolpire nei vostri cuori
quando eravate giovanetti . Pregate per me che
io prego per voi . Concludo coll'unirmi a voi nel
mandare un Evviva al Sapientissimo Pontefice
Leone XIII e un altro Evviva al Em . mo Cardi-
nale Arcivescovo nostro Gaetano Alimonda, che ci
usa tanta benevolenza . »
Ai sacerdoti poi il giorno 30 di Luglio così
parlava
« Io non intendo di indirizzarvi molte parole,
ma solamente desidero farvi notare una cosa im-

1.8 Page 8

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portante, la quale mi raccomando riteniate sempre
fissa nella memoria . Questa si è di provvedere
alla deficienza del sacerdozio . Non vi dovrebbe es-
sere sacerdote il quale non cercasse di procurare,
di secondare, a costo eziandio di sacrifizii, lo spi-
rito di vocazione in altri, per lasciarli suoi eredi
e successori nel ministero di salvare le anime . In
molti luoghi è troppo sensibile e con danno grande
dei fedeli, la mancanza di preti . Noi colle nostre
povere forze abbiamo fatto quello che abbiamo po-
tuto per il passato, onde rimediare a questo in-
conveniente . Abbiamo istituito l'Opera dei giovani
adulti per avviarli alla carriera ecclesiastica . Voi
ricorderete che Pio IX nell'ultimo anno del suo
Pontificato, benedisse la nuova Istituzione dei figli
di Maria Ausiliatrice, destinata a procurare sa-
cerdoti zelanti alla Chiesa . Questa opera è stata
approvata dai Vescovi, fu applaudita da tutti co-
loro che intesero l' importanza del suo fine . Al-
cuni di coloro che sono qui presenti, debbono a
questa istituzione l'essere stati insigniti della di-
gnità sacerdotale . Voi tutti sapete quale sia l'o-
pera dei figli di Maria Ausiliatrice . E l'opera a
vantaggio dei giovani già adulti, i quali per man-
canza di mezzi di fortuna, o di tempo, o impediti
nei loro studi dalla leva militare, non poterono
avviarsi allo stato Ecclesiastico come avrebbero
desiderato ed al quale erano chiamati . Molti e
molti di costoro aspettano una mano amica che
li aiuti a camminare per la strada della loro vo-
cazione . Questa mano che li deve guidare già
sorse, già fu loro stesa, e fondò la sua opera se-
condo la mente del grande Pontefice Pio IX . Per-
tanto, se vi imbatterete in qualche giovane di buona
volontà, non trascuratelo, ma cercate i mezzi op-
portuni, perchè esso possa compiere la sua car-
riera . E necessario provvedere la Chiesa di Mis-
sionari, di parroci , di vice-parroci : è necessario
provvedere a mille bisogni grandi , urgenti che
ogni giorno aumentano . Troverete più d'una volta
nei vostri paesi, nelle vostre parrocchie giovani
di 15, 16, 20 anni i quali non hanno ancora in-
cominciato gli studi , eppure avrebbero vivo de-
siderio di studiare . Costoro o non sarebbero ri-
cevuti nei Collegi soliti di educazione per la loro
età, o essi stessi avrebbero ripugnanza ad assidersi
in mezzo a tanti compagni più piccoli, o eziandio,
per il poco esercizio delle loro facoltà mentali,
troverebbero difficoltà enorme a intraprendere un
corso regolare di studii . Costoro si rivolgeranno
a voi chiedendo che gli aiutiate a farsi preti . E
un fatto che si rinnova ogni giorno . Voi acco-
glieteli amorevolmente , incoraggiateli . Indiriz-
zateli ove volete . Se avete luoghi adattati ove
mandarli , se possono pagare la loro pensione ,
bene . Se non sapete ove collocarli, se non hanno
mezzi sufficienti, indirizzateli a D . Bosco il quale
cercherà il modo di favorirli . Procurate solamente
di osservare che abbiano vocazione, e che la loro
condotta manifesti come essi faranno buona riu-
scita . Per costoro le porte delle nostre case
saranno sempre aperte .
« Ecco quanto io volevo dirvi . Sia benedetto il
Signore che ancora una volta ha voluto riunirci
tutti insieme . Procurate col consiglio che io vi
do di accrescere i meriti del vostro sacerdotale
ministero . La gloria della Chiesa è gloria nostra,
la salute delle anime è il nostro interesse . tutto
il bene che gli altri faranno per causa nostra,
accrescerà lo splendore della nostra gloria in Pa-
radiso . La Vergine benedetta vi protegga, Dio
sia sempre con voi . »
GRAZIE DI MARIA. AUSILIATRICE
I.
(Asti) Cunico, 21 luglio, 1885 .
Reverendissimo Padre,
Da alcuni mesi il Signore mi volle Parroco a Cu-
nico, paesello vicino a Cocconato e che V . S . R .m
ben ricorderà come patria di Monsignor Galletti
e del Teol . Monti . Da sette anni circa trovasi
questo villaggio infestato dalla grandine e dalle
cattive annate, e la gente è costretta a zappar la
vigna e bere l'acqua, e molti ancora ad emigrare .
Li ho trovati accasciati sotto il peso della sven-
tura ,tantoche quasi disperavano della Provvidenza .
Io che ho succhiato col latte la divozione alle
Nostra buona Madre Maria SS . e che da Vostra
Paternità ho appreso a ricorrere a Maria Ausi-
liatrice in ogni occorrenza, li ho tutti esortati,
anzi spinti e costretti a confidar in Maria .
Abbiamo celebrato splendidamente il mese di
maggio, e alla fin del mese abbiano fatto il seguente
Voto .
Promettiamo di astenerci dalla bestemmia, e
di santificare le feste - Di fare una pubblica
sottoscrizione di offerte a favore della Chiesa da
pagarsi a rate uguali in cinque anni, mandando
ogni anno la DECIMA A MARIA AUSILIA-
T RICE in Torino, riservandoci di pubblicare la
grazia dopo i cinque anni, e andando anche in
corpo una rappresentanza a ringraziar Maria nel
suo Santuario .
Quanto è buona Maria Ausiliatrice . Cominciò sul
finir di Maggio il bel tempo e poi abbondanza di
fieno, abbondanza di grano, sole e pioggia a tempo
opportuno . La gente, cambiata quella prima con-
dizione di accasciante dolore è così giuliva che
dimentica delle annate scorse, canta giorno e notte
le lodi di Maria, ed io ho la consolazione di non
più sentire una canzone profana; ma uscendo per
la campagna udir squadre intiere di mietitori can-
tare Solchiamo un mar infido ecc . Maria che dolce
nome ecc .
Ne sia ringraziata questa buona Madre ! Ancora
di questi giorni si bramava la pioggia per la me-
liga, fagiuoli, ecc . e una Novena a Nostra Signora,
e una Messa cantata a Maria del Carmine ce la
ottenne opportuna e abbondante.VSsidegn
ratificare a nome di Maria il voto da noi fatto, e
ricordarci nelle sue orazioni e in quelle dell'Ora-
torio .
Le prego ogni bene da Dio, e chiedendo la pa-
terna sua benedizione, le bacio la mano e
sono suo figlio
DoMENIco GRIVA Pievano

1.9 Page 9

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II,
Amatissimo Signor D. Rua,
Ad onore e gloria di Maria SS . Ausiliatrice la
prego di far pubblicare nel Bollettino Salesiano
una grazia segnalatissima, ottenuta di questi giorni
ad intercessione di questa amorevolissima nostra
dolce Madre ; grazia tanto singolare che commosse
tutta Randazzo, e convinse anche i più ritrosi che
non si ricorre mai invano a Colei, che la Chiesa
saluta e proclama Aiuto dei Cristiani .
Eccole il fatto . Circa due mesi addietro uno dei
nostri convittori, di nome Angelo Salto da Licata,
alunno della terza classe ginnasiale, giovanetto per
pietà e studio esemplare, fu colto da grave ma-
lattia, che lo tenne a letto per oltre venti giorni ;
tuttavia, mercé le cure assidue ed affettuose del
valente medico del Collegio Sig . Mariano Priolo,
egli si rimise così bene che parve pienamente ri-
stabilito in salute . Ma, o fosse il repentino cam-
biamento di temperatura, assai frequente in queste
regioni specialmente nell'estate, ovvero il male,
che sembrava al tutto scomparso, perdurasse tut-
tavia latente , il ragazzo ebbe una ricaduta, che
in breve aggravandosi lo condusse a tale estremo,
che il giorno 25 giugno , perduta la cognizione
cadde in profondo letargo, interrotto tratto tratto
da frequenti e terribili convulsioni, che prenun-
ziavano il prossimo suo fine . Rimase in questo
stato i giorni 26 e 27, ed i consulti tenuti
da valenti medici non valsero se non a constatare
la graviti del male e l' imminente pericolo . In-
tanto la sera del 27 sollecitati da lettere e tele-
grammi giungevano a Randazzo il padre e lo
zio del morente giovinetto . lo mi era da poco
scostato dal letto per recarmi in chiesa a confes-
sare, non senza avere fatto prima avvertire il
portinaio che, arrivando i parenti, me ne desse
subito avviso . Non vi fu tempo, imperocchè il
padre, conscio dello stato del figlio, entrò in collegio
senza farsi annunziare, corse diffilato alla camera
dell'infermo, e vedutolo in quello stato, ne uscì
immediatamente gridando poi c: orridoi - È morto !
È morto il mio Angelino . - In questo sovraggiunsi
io, e temetti realmente che fosse allora spirato .
Nondimeno mi feci coraggio, afferrai il padre pel
braccio, mi sforzai di acchetarlo , rientrammo in
camera, ci accostammo al letto del moribondo e
gli feci constatare che il figlio era ancora in vita .
Vennero subito chiamati i medici, i quali prescris-
sero rimedi esterni non per altro, che per prolun-
gargli di alquante ore l'agonia ;afermndosit
essere quistione di ore . Venuta la mezzanotte, non
potendo più reggermi in piedi, imperocchè, inquieto
della sorte dei ragazzo e del ritardo dei parenti
non riposava da più giorni, mi ritirai in una ca-
mera attigua, lasciando ad assistere il moribondo,
oltre i parenti, uno dei nostri preti insieme con
l'infermiere raccomandando loro di chiamarmi se
mai sopravenisse l'istante fatale . Non erano passate
due ore, né aveva ancora potuto chiudere oc hio, che
sento bussare da due porte con tanta insistenza da
farmi venire i brividi : - Presto, presto che muore
adesso . - Balzo in piedi, accorro al letto dell'in-
fermo e lo trovo con gli occhi invetrati, l'aspetto
cadaverico, e col rantolo dell'agonia . Non eravi tempo
a perdere ; gli diedi l'ultima assoluzione, gli rac-
comandai l'anima a Dio poi . . . . poi feci quello che
intendeva di fare da parecchi giorni, ma che mi
era riserbato per l' ultimo istante , quando cioè
esauriti tutti i mezzi umani, potesse essere a tutti
manifesta la protezione e la grazia della Vergine
SS . Ausiliatrice . Lo raccomandai adunque a questa
buona e pietosa Madre, pregandola a volere scon-
giurare una tanta sventura e risparmiare ai deso-
lati genitori un colpo terribile, che per ispeciali
circostanze di famiglia avrebbe potuto avere più
funeste conseguenze . Inoltre le feci voto di un
triduo con comunione generale se a di Lei inter-
cessione, l'infermo, liberato dall'imminente peri-
colo, avesse riacquistato la sanità . Poscia fatto
inginocchiare gli astanti recitai le litanie della
Beata Vergine coll' ora pro eo . Cosa incredibile
e pur verissima, che tutti attestano . Appena ebbi
terminata la preghiera Concede nose.csò
sull'istante il rantolo dell'agonia, il polso battè
meno irregolarmente, disparve dal volto il pallor
della morte e l'infermo parve addormentarsi . La
preghiera era stata esaudita, la grazia era fatta .
Trascorsa altra mezz'ora potei con tutta sicurezza
andare a riposo, e gli stessi parenti, che erano
stati chiamati ad assistere al trapasso del morente,
compresi essi pure di pari fiducia, entrarono a
riposare nella stanza attigua . Il mattino, che fu
la domenica 28 giugno, i medici constatarono tale
miglioramento che non esitarono chiamarlo un mi-
racolo.Ilunedìoicharnfuodipercl
etrgiondp,questmoricatn
cominciò scendere dal letto e nel giovedì seguente,
mentre si faceva la chiusura del triduo, nell'i-
stante appunto che i nostri giovanetti si accosta-
vano alla S . Comunione, il nostro caro Angelino
Salto, pienamente ristabilito in salute, partiva da
Randazzo per Licata, dove giungeva la sera di
quello stesso giorno dopo quattordici ore di viag-
gio, parte in carrozza, parte in ferrovia .
Questa inaspettata e direi improvvisa guarigione
fu ritenuta da tutti un vero miracolo, ed il fatto
è tanto più notorio in quanto che tutti i cittadini
Randazzesi, che in questa come in altre circostanze
analoghe ci diedero prove di singolarissima affe-
zione, erano a cognizione della malattia del ragazzo
e del suo stato disperato, ed unirono le loro alle
preghiere dei nostri giovanetti per implorarne la
guarigione .
Possa questo fatto accendere in tutti i cuori,
ma più specialmente in quello dei nostri giovanetti,
l'amore e la divozione alla Vergine Santissima,
ed eccitarci a ricorrere con fiducia alla materna
sua protezione nelle nostre necessità temporali e
sopratutto nei bisogni spirituali .
Gradisca amatissimo Sig . D . Rua i nostri saluti ;
ci raccomandi al Signore e mi creda suo aff .imno
G. e M.
Randazzo, 10 luglio 1835
D . PIETRO GUIDAZIO

1.10 Page 10

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COLLEGI SALESIANI,
EDUCATORII PER LE FANCIULLE .
Le famiglie, le quali hanno figli da mettere in
educazione, bramano di conoscere gli Istituti, che
porgono loro comodità e sicurezza per collocarveli
a suo tempo . Per la qual cosa noi diamo qui breve
cenno di alcuni Collegi Salesiani in Italia, nei quali
si fa quanto occorre per guarantire agli allievi mo-
ralità, scienza e sanità, e ai quali i nostri Coope-
ratori e Cooperatrici possono indirizzare con tran-
quillità di coscienza quei giovanetti, che intendessero
di percorrere la carriera degli studi .
Oltre l' Oratorio di S . Francesco di Sales in
Torino, l'Ospizio di S . Vincenzo de' Paoli in Sam-
pierdarena, l'ospizio di S . Pietro in Nizza Marit-
tima . l' ospizio della Croce in Lucca , quello di
S . Paolo alla Spezia , la Colonia Agricola di
Moliano Veneto, l'ospizio di Maria Immacolata
a Firenze e quello di S . Benigno Canavese, vi
sono i Collegi di Borgo San Martino, di Penango,
di Lanzo Torinese, di Varazze, di Alassio, di
Este, di Magliano-Sabino, e di Randazzo in Sicilia .
In questi Collegi l'insegnamento comprende il
corso Elementare e Ginnasiale, ed è impartito da
maestri e professori patentati, e secondo i pro-
grammi governativi . Nel Collegio di Alassio vi è
pure il corso Liceale .
Borgo S . Martino è un paesello della Diocesi
di Casale Monferrato, sulla linea di Alessandria-
Vercelli, con stazione a pochi passi dal Collegio .
Penango è pur esso della Diocesi Casalese, posto
sopra amena collina presso Moncalvo, colla sta-
zione propria sulla linea Asti-Mortara .
Lanzo dista dodici miglia da Torino a piè delle
Alpi, e vi si va per ferrovia con più corse al giorno .
Varazze, Diocesi di Savona, trovasi sulla linea
Genova-Ventimiglia, e si arriva da Genova in
un'ora e mezza di ferrovia .
Alassio, Diocesi di Albenga, trovasi sulla stessa
linea Genova-Ventimiglia .
Este, città del Veneto, si trova sulla linea fer-
roviaria di Padova-Bologna .
Magliano-Sabino, è sulla ferrovia Roma-Firenze,
colla stazione a Borghetto, a due ore dalla Capi-
tale del mondo cattolico .
Randazzo, posta sopra un ameno altipiano del
monte Etna, è come un centro della rete e delle
vie provinciali di Messina, Catania, Nicosia, Mi-
stretta . La stazione ferroviaria più vicina a Ran-
dazzo è quella dì Piedimonte sulla linea Messina-
Catania .
In quasi tutti questi Collegi vi sono due gradi
di pensione . La prima varia da L . 35 a 40 mensili ;
la seconda da L . 24 a 30 .
Per avere i relativi programmi, e per le do-
mande di accettazione bisogna dirigersi ai Direttori
dei singoli Collegi, oppure al Sac . Gìovanni Bosco,
via Cottolengo, n . 32, Torino .
Oltre ai mentovati collegi pei giovanetti, vi sono
pure sei Educatorii per le fanciulle, il primo nella
città di Chieri sotto il titolo di Santa Teresa, il .
secondo in Nizza Monferrato sotto il nome della
Madonna delle grazie, il terzo al Torrione di Bor-
dighera, e il quarto, il quinto , il sesto nelle ri-
denti saluberrime colline circostanti l' Etna , a
Bronte, a Mascali, e a Trecastagne in Sicilia, di-
retti dalle Suore di Maria Ausiliatrice .
Scopo di queste Case di educazione si è di dare
l'insegnamento scientifico e morale in modo, che
lasci nulla a desiderare per una giovanetta di o-
nesta e cristiana famiglia, cioè arrichirne la mente
di utili cognizioni, educarne il cuore a sode e
cristiane virtù, addestrarla ai lavori femminili, e
informarla a quei principii di civiltà, che sono ri-
chiesti dalla sua condizione .
L'insegnamento è dato da maestre legalmente
approvate . Esso abbraccia le 4 classi elementari,
vale a dire : corso di lingua italiana, calligrafia,
aritmetica, sistema metrico, e tenuta dei libri per
uso domestico . La declamazione, ed uno speciale
esercizio nello stile epistolare fanno eziandio parte
dell'insegnamento . Si danno pure lezioni di disegno,
di lingua francese e di piano forte ; ma a richiesta
e a carico dei parenti delle allieve .
I lavori femminili consistono nel fare glì abiti
proprii, secondo la condizione delle allieve, lavori
a maglia, calze, camicie, rappezzare, soppressare,
far merletto e tutti i lavori più ordinarii di una
onesta famiglia .
La pensione mensile è di lire 24, e si paga a
trimestri anticipati .
Le domande di accettazìone e dei programmi si
possono fare alla rispettiva Direttrice, od anche
al Sacerdote Don Giovanni Bosco, Superiore del-
l'Oratorio di S. Francesco di Sales, Torino .
La città di Nizza Monferrato è una delle prin-
cipali stazioni della ferrovia tra Alessandria e
Cavallermaggiore .
Quella di Chieri ha comunicazione diretta colla
ferrovia Torino-Chieri, e con le linee Torino-Ales-
sandria, Torino-Cuneo, Torino-Savona con fermata
a Troffarello .
Quella di Bordighera è sullo stradale della ma-
rina che da Ventimiglia conduce a Bordighera,
luogo ameno e di dolce soggiorno agli Inglesi nella
rigida stagione d'inverno .
Se la cristiana educazione dei ragazzi è ai giorni
nostri di massima importanza , non di minor mo-
mento si è la buona istituzione delle fanciulle .
Una figlia saggiamente istruita, e cristianamente .
educata riesce una benedizione, un angelo, un so-
stegno, una sorgente di prosperità e di pace per
una famiglia . Guai invece se la giovanetta crescerà
incolta ed ignorante, peggio poi se verrà guasta
nelle idee e corrotta nel cuore ! Non vi è male
peggiore che una donna cattiva .
Lo scopo precipuo dei Salesiani essendo quello
della cristiana educazione della gioventù, noi ver-
remmo meno ad una parte del nostro dovere, se

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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non inculcassimo ai nostri Cooperatori e Coopera-
trici di aver massima cura delle fanciulle delle
proprie famiglie, e di quante altre sono in loro
potere .
Perciò cogliamo di buon grado questa propizia
occasione per raccomandar loro i sopraddetti Insti-
tuti di Chieri e di Nizza, di Bordighera-Torrione
e ai Siciliani quello di Bronte, Mascali e Treca-
stagne . Se qualcuno avesse giovanette da collocare
in Casa di educazione, oppure gli venisse il destro
di porgere a qualche famiglia un opportuno con-
siglio, veda di approffittare di questi Educatorii,
farà un'opera da vero Cooperatore Salesiano .
2° Sia orfano di padre e madre, nè abbia fra-
teliosrel,odaltripentchposanver
cura .
3° Totalmente povero ed abbandonato . Qualora
avverandosi le altre condizioni, il giovane posse-
desse qualche cosa, egli dovrà portarla seco alla
Casa, e sarà impiegata a suo favore, perchè non
è giusto che goda la carità altrui chi può vivere
del suo .
4° Che sia sano e robusto e ben disposto della
persona .
5° Presenti i certificati comprovanti le condi-
zioni suddette unitamente alla fede di nascita, bat-
tesimo, vaccinazione o sofferto vaiuolo e di buona
condotta dal Parroco .
ORATORIO SALESIANO E PICCOLO SEMINARIO
STUDENTI .
dell'Immacolata in Firenze .
Fino dall'anno 1881 il Sac . Giovanni Bosco allo
scopo di giovare alla gioventù maschile ha aperto
un Istituto in una delle più salubri ed amene po-
sizioni della illustre Firenze, cioè, fuori Porta
alla Croce, Via Fra Giovanni Angelico n . 8 .
In esso si accettano come interni due categorie
di giovani
La 1a è quella degli artigiani composta di gio-
vanetti orfani ed abbandonati, i quali, oltre la
buona educazione cristiana e la necessaria istru-
zione nel leggere, nello scrivere nell'aritmetica
e nel disegno, vengono avviati ad un'arte con cui
possano, fatti adulti, campare onoratamente la vita .
La 2a categoria, ossia piccolo Seminario, è quella
degli studenti, composta di giovanetti che desi-
derano percorrere la carriera degli studi, e che
porgono speranza di vocazione allo stato ecclesia-
stico ; a questi si da l'insegnamento Elementare
e Ginnasiale in conformità dei programmi e rego-
lamenti governativi .
Sì per gli uni che per gli altri, si usano tutte
le sollecitudini perché nulla manchi di quanto può
contribuire al loro profitto religioso, scientifico e
sanitario .
Si accettano come esterni :
1° I giovanetti della città e dei contorni, che
desiderano frequentare le Scuole Elementari .
2° Tutti inoltre i giovanetti, che per santificare
e passare in onesta allegria i giorni festivi ed
istruirsi nelle cose della nostra santa religione
amano intervenire all'Oratorio festivo .
Condizioni per l'accettazione degli alunni interni
nell' Oratorio Salesiano dell' Immacolata in
Firenze .
ARTIGIANI.
Affinché un giovane sia accettato nella Casa
detta : Oratorio Salesiano dell'Immacolata in Fi-
renze come artigiano, sono necessarie le seguenti
condizioni ricavate dal Regolamento dalla Casa
medsia
1° Che il giovane abbia dodici anni compiuti .
Affinché un giovanetto possa essere accettato in
qualità di studente è necessario :
1 ° Abbia compiuto gli anni otto di età .
2° Sia in modo speciale commendevole per la
sua morale condotta .
3° Sia sano, robusto e ben disposto della per-
sona .
4° Si presentino i certificati di battesimo, vac-
cinazione o sofferto vaiuolo e di sana costituzione
fisica.
5° Riguardo alle condizioni di interesse si trat-
terà appositamente secondo i casi.
NB . Chi raccomanda un giovane all'Oratorio, nel
consegnarlo deve lasciar dichiarazione di ritirarlo,
qualora per qualsiasi causa non potesse continuare
a rimanervi .
Condizioni per l'accettazione degli alunni esterni
nell'Oratorio Salesiano dell'Immacolata in Fi-
renze, Via Fra Giovanni Angelico, n . 8 .
Per la Scuola .
1 ° Abbiano compiuto gli anni 6 di età .
2° Presentino i certificati di nascita e battesimo,
di vacinazione o sofferto vaiuolo e di buona con-
dotta dal Parroco .
3° Non siano stati espulsi da altre scuole .
4° Si sottomettano all'intiera disciplina scola-
stica e religiosa dell'Istituto ed intervengano assi-
duamente all'Oratorio festivo .
5° Per i poveri la scuola è gratuita .
6° Pei più poveri si somministrano gratuita-
mente i libri scolastici, quaderni, ecc .
7° Per chi ne avesse necessità si dà anche la
minestra a mezzo giorno .
8° L'ingresso all' Istituto è dalle 8 1/2 alle 9
ant . L'uscita è alle ore 11 1/2,enlpomrig
l'ingresso è alle 1 1/2 e l'uscita alle 4 .Chiper
la distanza, od altre ragioni, avesse bisogno di ri-
manere nell' Istituto eziandio nelle ore libere ,
avrebbe la necessaria assistenza .
Per l'Oratorio festivo .
1° Devono farsi inscrivere regolarmente .
2° Intervenire all'Oratorio non più tardi delle
ore 9 la mattina e delle 2 1/2 dopo il mezzodì.

2.2 Page 12

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3° A chi si trattiene tutta la festa nell'Istituto tavia ciò non basta . Una dolorosa necessità ora
si dà la minestra se ne abbisogna .
preme le religiose da lei così santamente gover -
4° Ai più diligenti nell'intervenire all'Oratorio nate e tanto amate .
festivo, si fanno a quando a quando regali di og- Abbiamo appreso con nostro vivo dolore, come
getti di vestiario, scarpe, libri di devozìone o di detto Convento Agostiniano versi in gravi bisogni .
buone letture ecc .
Colpito già da vari anni dalla legge di soppressione,
ora, per non essere più rimaste la monache antiche
in numero prescritto dalla legge dovranno presto
sloggiare dal loro caro asilo, e ritirarsi non sanno
ancora esse dove . Lo raccomandiamo perciò alle pre-
SUOR RITA MARIANNA MARCHETTI .
ghiere ed alla carità di tutti i buoni, specialmente
Lucchesi, affinché esse possano tosto trovare un'al-
tra casa e così continuare a fare del bene al pros-
In quest'anno nel mese di febbraio l'Oratorio dì simo .
Lucca subiva una gran perdita nella persona di
Suor Rita Marianna Marchetti Monaca Agostiniana,
zelante Cooperatrice Salesiana . Ella fu, si può dire,
la prima e principale benefattrice di questo nostro
Ospizio, quella che più di tutti lo aiutò nel suo
impianto coll'ammirabile sua carità . Essendo Su-
periora e Vicaria del suo nobile Convento, cercava
IL SENATORE AUGUSTO VERA
per quanto poteva di animare non solo nel cuore
degli altri l'amore ai figli di D . Bosco, ma cono- o la libertà di morire cristianamente .
scendo quanto versassero in quei giorni nell'indi-
genza, venivali soccorrendo in varie guise . Manca- Alcuni giornali della rivoluzione si mostrarono
vamo allora di tutto, perfino di letti per dormire turbati per l'annunzio della morte cristiana del
e di alimento necessario pel sostentamento della senatore Augusto Vera, professore di filosofia nel-
vita : tutto confidavamo nella divina Provvidenza, l'Università di Napoli . Noi pubblichiamo più a-
come ci esortò il nostro caro Padre D . Bosco vanti la relazione che dà la Discussione, giornale
mandandoci in questa città, e nella bontà dei Coo- di quella città, intorno alla visita fatta all'illustre
peratori . E questa buona Madre ci provvide di al- defunto dall'eminentissimo cardinale arcivescovo
cuni letti, di biancheria, di molti arredi sacri per Guglielmo Sanfelice . Qui notiamo che quei gior-
la nostra misera chiesa, e per più di un anno ci nali offendono la giustizia e si palesano lontani da
continuò a mandare ogni giorno pane e minestra, quel sentimento, non diremo di carità , ma di fi-
e spesso anche companatico e vino . Crescendo poi lantropia, di cui si millantano tanto seguaci .
la nostra famiglia fu d'uopo la minestra farla in « Omai i nostri lettori sanno chi sia stato Au-
casa, ed allora la caritatevole Monaca non trala- gusto Vera : una splendida intelligenza, fuorviata
sciava di mandarci di quando in quando ora paste, ne' suoi studi intorno alla ricerca della verità .
riso, legumi, ecc ., ora vino, verdura, frutta, ecc . Questa gli balenò prima di morire , ed egli l'ac-
L'industriosa sua carità trovava modo di aggiustare colse con trasporto , trovando nella scienza del
e ripulire la nostra biancheria, di fare calze per Crocifisso quel che avea indarno cercato nei po-
noi e pei nostri poveri ragazzi . In una parola derosi volumi della filosofia germanica . Nato in
ci fece proprio da madre finché visse .
Amelia nell'Umbria nel 1513, esordi la sua car-
Ella morì nell'età di ottant'anni avendone vis- riera letteraria in Francia , e fin dai primi anni
suti sessanta nella religione . Fu sempre pia, in- del suo soggiorno in quella, si fe' conoscere per
temerata, grata a tutti colle sue dolci maniere, famigliarissimo nelle dottrine di Hegel, associan-
caritatevole coi poverelli, privandosi perfino del dosi, come nota il P . Previti, nel dotto suo libro
necessario pel loro sostentamento . Amante del Sulla decadenza del pensiero italiano , con Ber-
divin culto lavorava indefessamente per le chiese trando Spaventa, un ex-prete delle provincie na-
povere e donava arredi sacri, pianete, biancheria, poletane, « nell'integrare l'opera della trasforma-
ecc . Amata da Dio e dagli uomini, ricca di meriti, zione del pensiero italiano in tedesco. »
l'anima sua bella, purgata nella tribolazione di » Fu un periodo doloroso e assai lungo questo
lunga malattia, spiccava il volo al Cielo, lasciando nella storia della filosofia italiana . Vincenzo Gio-
sulateraimperituramemoriadisè .
berti alzava la voce contro il germanismo filoso-
Oh! quanta belle virtù si trovano in molte anime fico dello Spaventa, lodava i Tedeschi pei « meriti
semplici e dimenticate! Ma Dio le vede, ed a suo in molte parti del sapere » ma proseguiva così
tempo le svelerà all'universo e le premierà lar- « Aggiungo francamente che non credo i Tedeschi
gamente!
Noi intanto ci dobbiamo mostrare riconoscenti
a tanta bontà . Non abbiamo però parole atte ad
esprimere questa nostra profonda riconoscenza, né
in grado di essere i maestri di religione e di filoso-
fia . E ciò p erché non hanno più né l'una, né l'al-
tra . Essi hanno perd ute le loro religiose credenze
in virtù della logica , e per lo medesimo fatto
penna abbastanza abile per celebrare le sue eroiche hanno ridotto la filosofia allo stato in cui si vede
virtù . Nulla possediamo fuorché un cuore per pre- al presente . La filosofia non é possibile se non é
garle da Dio ogni benedizione e abbiamo offerte fondata e presidiata dalla religione ; questa è la
Messe e Comunioni pel riposo dell'anima sua . Tut- base, quello il tetto dell'edifizio.Luteroclas

2.3 Page 13

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ribellione spiantò le fondamenta . » Gioberti era
l'uomo delle grandi contraddizioni, e, dopo d'aver
scritto queste parole, si adoperò per bene ad ino-
culare egli stesso in Italia il veleno delle dottrine
tedesche .
» In questa propagazione delle dottrine di Hegel,
il Vera fu di un fanatismo incredibile . La rivo-
luzione trionfante nel 1800 nella penisola lo chiamò
in Italia, e Terenzio Mamiani, ministro dell'istru-
zione pubblica , gli affidava una cattedra di filo-
sofia nell'Accademia filosofico-letteraria di Milano,
e nell'anno successivo era trasferito a Napoli, dove
per cinque lustri non scrisse un libro, non dettò
un articolo, non profferì una parola , che non a-
vesse per argomento Hegel . La rivoluzione lo volle
in Italia per distruggere, non per edificare ; per
avvelenare, non per premunire dalle seduzioni dei
modernì sofisti l' incauta gioventù . E il Vera la
servì fedelmente, e da lui è da ripetere quell'i-
nondazione di filosofia hegeliana che invase i no-
stri licei e le nostre scuole .
» Ma in morte a che servono gli arzigogoli su
cui poggia la dottrina del filosofo di Stuttgard?
Sono note le belle parole che Teodoro Jouffroy
scrisse in lode del Catechismo cattolico , là dove
dimostra che il piccolo libriccino, da noi studiato
nei primi aiuti della nostra vita intellettuale, ri-
sponde a certe domande, innanzi alle quali ammu-
tolisce la filosofia più ardita dei secolo . E questa
insufficienza della scienza umana in prossimità del-
l'eternità fu sentita da Augusto Vera , il quale
confessava al cardinale Sanfelice la sua ignoranza
nell'ordine sovrannaturale . E perchè egli accolse
amichevolmente l'annunzio della vera scienza che
s'innesta sulla dottrina cattolica , che fa capo al
Verbo fatto carne, ed umiliò l' intelletto al Cro-
cifisso, si va gridando all'intolleranza, e si ripe-
tono viete declamazioni e antiche calunnie ! Ma
codesti giornali non badano che essi, patrocinatori
quanto mai zelanti della più sconfinata libertà, si
contraddicono : dopo d'aver lasciato all'uomo ogni
più ampia facoltà nel corrompere l'ingegno e il
cuore, gli negano la libertà di migliorare se stesso .
» Discuta altri se sia giusta la libertà accordata
all'errore, la libertà di propagarlo, ma il concetto
di libertà involge quella di determinare la propria
scelta fra due cose pur contrarie . Ma la Rivolu-
zione è acciecata dall'odio contro la Chiesa e con-
tro Dio : e, dopo d' aver esaltato l' uomo fino al
disprezzo di Die, quest'uomo medesimo riduce in
condizione inferiore a quella in cui lo pose Dio ,
suo Creatore e Redentore . Epperciò , dopo aver
insegnato libertà in ogni guisa , la Rivoluzione
nega all'uomo la libertà, che altamente l' onora,
di ricredersi ne' suoi giudizi, di rinunziare gli an-
tichì errori , di professare la dottrina della ve-
rità, confermata dalla Rivoluzione, proposta dalla
Chiesa, di vivere e morire cristianamente . Dav-
vero non si potrebbe immaginare tirannia peg-
giore .
» E in questa sua crociata contro la libertà del
morire cristiano la Rivoluzione fa opera disumana
e crudele . Quando vengono meno le illusioni della
vita , e si comincia a conoscere le cose per quel
che valgono, i giudizi del mondo ci sembrano lon-
tani dal soddisfarci . E perché togliere all' anima
le supreme consolazioni della vita cristiana, e an-
che quella di rinnegare gli errori passati , ren-
dendo omaggio a Dio, che è infinita verità e giu-
stizia? Oh ! la Rivoluzione è ingiusta e crudele !
Per noi, ora che la tomba si schiuse per Augusto
Vera, non vogliamo più ricordarci del male arre-
cato alla nostra gioventù co' suoi insegnamenti ,
del torto arrecato alla Chiesa , nel cui seno era
nato , e della quale durante quarant' anni parve
ignorare le dottrine e le leggi : dell' offesa alla
patria nostra, di cui trascurò le antiche tradi-
zioni cattoliche e scientifiche . Ma ci è caro ricor-
dare come ritrattasse i suoi errori, e morisse pieno
di fiducia nella divina misericordia .Diovles
che quanti lo seguirono nelle aberrazioni lo imi-
tassero nel ritorno alla verità .» Così l' Unità
Cattolica .
AUGUSTO VERA
E IL CARDINALE ARCIVESCOVO DI NAPOLI .
« Come ci addoloriamo profondamente , scrive
la Discussione di Napoli, nel conoscere la fine in-
felice di tanti, che ostinatamente, dopo una vita
di allontanamento da Dio e di odio alla Chiesa ,
chiudono i loro giorni confermati nell' errore e
nell'apostasia, altrettanto ci consoliamo per quelli
che, quantunque abusando dei doni loro concessi
da Dio, han portato molto danno specialmente alla
gioventù coi loro scritti e con la loro cattiva vita,
pure hanno avuto la sorte di chiudere i loro giorni
con un atto di sincero ritorno a Dio .
» Questo possiamo con gran contento del nostro
animo registrare sul conto del commendatore Au-
gusto Vera, professore nella nostra Università . E
risaputo chi fosse quest'uomo, e come per le sue
idee antireligiose ed avverse ai Papato , avesse
riscosso il plauso e l'ammirazione di quanti fanno
loro gloria tener mano a questa infelice e dispe-
rata guerra ; e pure ogni motivo induce a credere
ch'egli ora sia addormentato nel sonno dei giusti,
rendendo vani gli sforzi che fino all' ultimo ha
fatto il nemico d'ogni bene per averne pieno pos-
sesso . I nostri lettori ci sapranno grado se saremo
un po' diffusi in particolari, la cui verità possiamo
loro assicurare , avendoli conosciuti da testimoni
oculari e degni di ogni fede .
» Da più tempo il cennato professore aveva con-
tratto una grave malattia allo stomaco, e nel corso
di essa, che è stata di circa 6 mesi, non ha vo-
luto neppure sentire parola di religione e di sa-
cerdoti , respingendoli da lui e non ammettendo
altri presso il suo letto oltre il medico ed un fido
discepolo ; ed anche il parroco di S . Giorgio a
Cremano , dov' egli era per curarsi , inutilmente
tentò di essere introdotto a lui . Intanto il Signore
voleva trionfare della durezza di quest'uomo, ed
ecco quali mezzi dispone nella sua altissima sa-
pienza . Per più notti egli, che ebbe sempre in
abborrimento i preti, sognò Cardinali e Vescovi ,

2.4 Page 14

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e destandosi sotto queste impressioni, a chi lo avvi-
cinava era tutto in ripetere : - dove sono questi
miei fratelli Vescovi e Cardinali ? Fateli venire a
me, che io stringa loro la mano . - Così stavano
le cose, quando la mattina del giorno 8 corrente si
presentò al palazzo arcivescovile un operaio sco-
nosciuto narrando ogni cosa e come l'infermo non
desistesse dal ripetere quelle parole , quantunque
fino a pochi giorni prima avesse costantemente ri-
fiutato ogni presenza di sacerdote .
» A tale annunzio l' Eminentissimo , lasciando
le sue gravi occupazioni e nulla curando i riguardi
di prudenza che lo consigliassero ad accertarsi
della serietà della cosa che gli veniva semplice-
mente annunziata da uno del popolo, ed intento
solo al bene di quell'anima, subito mosse per San
Giorgio a Cremano al palazzo del Principe di Ca-
sapenne, dove trovavasi l' infermo . E, fatto dap-
prima interrogare il professore da persone di fa-
miglia se veramente desiderassero vederlo, questi
fe' conoscere che ne aveva gran piacere . Entrato
nella stanza, l' Eminentissimo, affabilmente sorri-
dendo, lo salutò e porsegli la mano, dicendo es-
sere accorso al suo desiderio . E volendo l'infermo
ringraziare il cennato Eminentissimo per l' onore
che facevagli di tal visita, questi soggiunse : -
Son venuto a bella posta ed a quest' ora (le 12
meridiane) lasciando tutto, perché da voi chia-
mato . - Dell' Eminenza Vostra , riprese il pro-
fessore, molto si è parlato, ed io ho piacere di
conversare con voi : amo Dio ed il prossimo, ma
al Papato ho nutrito sempre forte avversione ; ho
studiato molto ; ma in questo momento mi sento
essere un niente : mi rassegno ai giudizi di Dio . -
» - Siete voi cattolico ? soggiunse l' Eminen-
tissimo . - Ed alle affermazioni dategli da lui, -
ebbene , disse , giacchè avete chiamato presso il
vostro letto l'Arcivescovo, che è vostro Pastore,
e vi professate cattolico , e mi avveggo che nel
cuore avete sentimento religioso e siete dotato di
forte ingegno, non potete negare innanzi tutto che
la Chiesa è guidata da una mano invisibile, che è
quel Dio cui voi dite di amare, il quale la governa
per i suoi rappresentanti in terra , a capo dei
quali è il Papa che voi abborrite . Per la qual
cosa dovete d'ora innanzi mostrare sinceramente
che siete cattolico sia nella venerazione ed obbe-
dienza al Vicario di Gesù Cristo, sia nell'adempi-
mento dei vostri doveri come cattolico, tra i quali,
la preghiera, la confessione, la comunione, l'ascol-
tare la messa e dare esempio a tutti di queste
opere di pietà . - Ma io vorrei, ripigliava il pro-
fessore , che i cattolici fossero più spirituali . -
E voi siete così? - domandò il Cardinale , cui
egli rispose : - No! - Ebbene, non riprendete
negli altri quella mancanza che sentite anche in
voi, e piuttosto che perdervi in inutili quistioni,
che più vi angustiano l' animo , riconoscete che
tutti innanzi a Dio siamo vermi di terra, e cat-
tivando la vostra intelligenza nell' ossequio alla
fede, studiatevi con un sincero atto di confidenza
e sottomissione a Dio mostrarvi figlio devoto della
Santa Madre Chiesa , e così avrete quella pace
che finora non avete provato e che io son venuto
a portare nel vostro animo . E siate pur certo che
tale sentimento mi anima in quest'ora per voi che
volentieri vorrei sopra di me cotesta vostra infer-
mità per liberarvene . -
» A queste parole l'infermo fu scosso, e, mentre
l'Eminentissimo aveva nelle mani una piccola teca,
che conservava il legno della Santa Croce , egli
con sincera divozione la prese , la accostò alla
fronte, e divotamente la baciò . Anzi, a testimo-
niare quanta confidenza avesse già riposta nell'E-
minentissimo, siccome gli fu apprestato del latte
con neve, egli desiderava farne gustare nei suo
stesso bicchiere al Cardinale come per refrigerarlo .
Finalmente l' Eminentissimo , già contento del
trionfo pieno che la grazia di Dio aveva portato
su quell'anima, volle congedarsi da lui, scusandosi
se, per le gravi occupazioni della diocesi, non po-
teva più restare ; gli promise per altro che sa-
rebbe tornato a visitarlo, e che frattanto avrebbe
mandato presso di lui un sacerdote, suo rappre-
sentante ; e l' infermo , dicendosene soddisfatto ,
diede all'Eminentissimo le più larghe assicurazioni
che col detto sacerdote avrebbe compiuti tutti i
doveri di buon cattolico . Questa conversazione di
circa un'ora, avuta con l'Eminentissimo, fu tanto
gradita all'infermo, che egli stesso lo asserì ri-
petute volte alle persone che l'assistevano, le
quali assicurano d'aver trovato il senatore Vera
ilare, confortato e soddisfattissimo, ad onta del
fiero morbo che lo tormentava .
Nelle ore pomeridiane dello stesso giorno l'E-
minentissimo mandò presso l'infermo il sacerdote
D . Salvatore Borelli, che ne ascoltò la sacramen-
tale confessione, dopo la quale il professore , in-
nanzi a due persone a ciò delegate , fece ampia
ritrattazione di quanto avesse creduto o scritto
contro la Chiesa ed il Sommo Pontefice, ricevendo
poi il SS . Viatico e l'estrema unzione con edifi-
cante fervore, e mostrando tutto il suo piacere
che restasse presso il suo letto il sacerdote .
La mattina del giorno 10 l'Eminentissimo gli
mandò un altro sacerdote per portargli la bene-
dizione, ch'egli, sempre con piena intelligenza e
dominio di sè, ricevette con grande conforto, sen-
tendosi anche per qualche poco rianimato . La sera
poi del detto giorno volle l'Eminentissimo man-
tenere la datagli promessa di visitarlo di nuovo :
lo trovò quasi agonizzante, dissegli parole di con-
forto, recitò le Litanie della Vergine e diedegli
l'ultima benedizione ; l'infermo però era sempre
in sè, comprendeva tutto e dava segni di risposta .
Finalmente, dopo lunga e penosa agonia, egli si
è addormentato nel bacio del Signore alle ore 6
ant . di oggi . I nostri lettori, commossi por questo
nuovo trionfo della grazia di Dio , abbiano una
prece per l'eterno riposo di quell'anima benedetta» .
LA RITRATTAZIONE
DEL SENATORE AUGUSTO VERA .
Dalla stessa Discussione di Napoli togliamo la
relazione che degli ultimi giorni e momenti del
prof . senatore Augusto Vera pubblicò il prevosto

2.5 Page 15

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Salvatore Borelli , che gli amministrò i SS. Sa-
cramenti, e lo assistè fino agli estremi .
«
Stetti più che due ore accosto al suo
letto , dice il degno sacerdote , ed il professore
fece la sua confessione ; ricevette la sera medesima
i conforti della nostra religione , e molti ceri e
fuochi di bengala accompagnavano il Viatico, a-
venti tutti, e nobili, e plebei, la gioia stampata
sul viso . Fu sofferentissimo ma sempre calmo .
Nella prima delle quattro notti che stetti accanto
al suo letto disse con voce forte e chiara : Il
Rettore m' ha fatto fare la comunione , ha fatto
bene , ha fatto bene . La marchesa Ruffo ed il
cav . Rodoero furono testimoni della sua ritrat-
tazione, e, tra la commozione, tenere lagrime
calarono dai loro occhi, quando intesero che abiu-
rava quanto aveva potuto dire di erroneo ,vuoi
a viva voce, vuoi con l'organo della stampa .
» Un uomo dotto, come il Vera, voleva essere
trattato col distillato della carità e della genti-
lezza insieme ; ebbene , quando sentiva dal mio
labbro : Commendatore, non le arreco noia, se sì
assiduamente mi prendo pensiero della sua salute
non pure corporale, ma spirituale ancora? Rispon-
devami : Che vogliono dire queste parole? mai
noia, mai noia : dica pure : dica... Gli donai un
crocifisso avente indulgenze papali , e quando gli
dicevo che Cristo crocifisso è il nostro conforto ,
il nostro' aiuto, la consolazione nostra, e lo invi-
tava ad imprimere un bacio su quel legno vivifico,
se ne lasciava cadere dal labbro a dozzine .
Altra fiata lo esortava ad offrire a Gesù Cristo
tutti i suoi patimenti, e ciò per compiacergli, è
vero, ma molto più per potersi sdebitare dinanzi
a Lui ; ed egli mi rispondeva : « Come no, come
no : con la grazia del Padre del Figliuolo e dello
Spirito Santo tutto si fa » . Accetta la morte, gli
domandava sovente, dalle mani di Dio?
Vorrei vivere un altro anno, diceva, ma son
contento che si faccia quel che Dio vuole .
» In mezzo a tanto patire, da me domandato :
Come si sente, commendatore : Non c'è male, di-
ceva, non c'è male - Fa sempre la volontà di
Dio benedetto? E perchè no, era la risposta . In
cinque giorni e quattro notti che stetti vicino al
suo letto, non mai un risentimento : sempre calmo,
sempre rassegnato . Tra le preghiere frequenti e
ferventi che per lui si volgevano a Gesù bene-
detto , a Colei che è il rifugio dei peccatori , a
S . Giuseppe e ad altri santi , soventi fiate si ve-
devano lagrimare i circostanti per la gioia di
veder tornato al seno della Chiesa chi n'era troppo
lontano . Tempestato di domande quando mi vede-
vano un momento in chiesa, o fuori la camera del
morente, se l'infermo fosse calmo, se le cose pro-
cedevano per bene ; e da me rassicurati del trionfo
della grazia, non pochi emettevano sospiri di cri-
stiana consolazione .
A tarda sera domenica gli suggerii altri senti-
menti ; mi rispose conforme al solito, ed impresse
ancora una buona volta altri parecchi baci al Cro-
cefisso . Il Signore mi dette dolcezze e maniere
gentili, ed io le profusi tutte a suo bene spiri-
tuale, gli parlai al giovedì della divozione alla
Vergine del Carmine , e al dì seguente , 20 del
corrente, volle essere aggregato allo scapolare di
Maria, e questa veste di salute tenne al collo in-
sino a morte . Nell'ultima notte, che fu quella di
domenica, soffrì rassegnato, sempre in pace, sempre
in calma .
» Per varie ore un gemito continuo annunziava il
suo grande patire . Sul farsi del giorno di lunedì
quel lamentarsi dette giù, cominciai le confortanti
preghiere della Chiesa, e alle ore 6 del mattino
rendette l'anima a Dio . »
VICTOR HUGO MORTO CATTOLICO .
(Dalla Campana del Mezzodì del 18 giugno) .
La Massoneria ha dato nelle sue cento trombe
ed ha messo in iscompiglio mezza Europa, bucci-
nando in trionfo che Victor Hugo è morto rifiu-
tando i Sacramenti della Chiesa .
La meraviglia in noi fu pari al cordoglio , al
pensiero che quel potente ingegno, seguito avesse
una via diversa da tutti i veri grandi uomini
nelle arti, nelle lettere, nello scienze ; dappoichè,
se in vita, perchè vittima delle passioni, non cu-
rarono e forse osteggiarono la fede , che allegrò
i lor sorrisi infantili, i giuochi della puerizia e le
rose dell'adolescenza, essi poi o nell'età matura o
sul gran passo dell'eternità disdissero i loro errori,
piansero le loro colpe ed invocarono i conforti del
sacerdozio .
La Chiesa cattolica va adorna a milioni di si
bei trionfi .
Ed il povero Victor Hugo ?
Avrebb'egli realmente sloggiato da questa valle
di lagrime nell'impenitenza finale
Niuno meglio del troppo celebre prof. Vulpian,
che l'ha curato e assistite, fino agli estremi, può
darcene genuino ragguaglio .
La parola di quest'uomo insigne val più di tutti
i giornalettacci venduti alle sétte .
E che dic'egli?
Dice aver egli udito l'illustre poeta nella sua
ultima malattia implorare a grande istanza i
soccorsi sacerdotali .
E chi gli tolse questa consolazione!
La disumana ed empia congrega dei suoi pa-
renti, che ne circondavano il letto ferale .
Qual lezione terribile a non fidarci neppur dei
congiunti sugli estremi momenti! qual solenne
smentita a tutti gli organi della menzogna !
Invocando il prete, egli morì da cattolico e
e non da bestia come tanti pigmei dell'epoca .
Esaltiamo la divina misericordia . Il suo desi-
derio non sarà rimasto deluso .

2.6 Page 16

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VARIETÀ .
SOLDATI CATTOLICI
E IL GOVERNO TEDESCO-
Estratto dall'Unità Cattolica (10 Luglio 1335) .
Scrivono da Metz : « Sabbato cinquanta soldati
tedeschi, condotti dai loro capi, ricevevano il Sa-
cramento della Cresima , nella nostra Cattedrale
dalle mani di monsignor Vescovo di Sion, coadiu-
tore di Metz Oltre all' assistere che fanno alla
messa nelle feste, i soldati tedeschi cattolici, tutti
gli anni in numero di sei mila all' incirca , com-
piono nella Cattedrale il dovere pasquale . Dap-
prima credetti lo facessero per obbligo , ma mi
disingannai . L'autorità militare dà soltanto ai sol-
dati tutto il comodo e la facilità, e quel tanto di
esenzione dal servizio che è richiesto, perchè pos-
sano accostarsi ai Santi Sacramenti . Ma nessuno
li costringe . Anzi mi dicono che il Cappellano mi-
litare, nell'allocuzione che fa prima di procedere
alle confessioni,f:Cion-lsrcehd
non sono tocchi dalla grazia, possono ritirarsi -
Pochissimi se ne vanno . - Io traversai un giorno
la Cattedrale nel tempo pasquale . Vi erano circa
quaranta soldati che si preparavano alla Santa Co-
mu.nioe Io rincasi edificato del loro contegno ve-
ramente divoto . Nelle caserme tedesche poi è se-
veramente vietato di discutere di cose religiose,
sicchè vi sono dei soldati cattolici soli affatto in
mezzo ad un camerone di soldati protestanti , e
possono compiere i loro doveri religiosi , anche
apertamente , senza che vi sia pericolo ricevano
molestia dai compagni , neppure con una parola
sgradevole .
II .
PROFANAZIONE E CASTIGO .
Scrivono da Livorno al Diritto Cattolico : 9 lu-
glio 1885 .
« L' altra sera rappresentandosi al teatro una
tale empia e sacrilega produzione , in cui niente-
meno era posta sulla scena la SS . Vergine dei
dolori , la prima attrice fu colta da gravissimo
male e la rappresentazione dovette sospendersi .
Ip:n rofanidchesonai oi e tutti i cat-
tolici li appelliamo castighi di Dio! »
Questa terza parte è degno compimento del bel-
lissimo libro - Bellezze e gioie cristiane ;-- che
già abbiamo annunziato ai nostri lettori . E diffi-
cile il trovar libri che Iin così piccol volume sap-
piano riunire tanti alti e nobili pensieri di fede,
tanti amorosi affetti di cristiana pietà, ed ornarli
di imagini così dolci e care, d'uno stile così at-
trattivo e seducente che è impossibile il sospen-
derne la lettura quando si è incominciata . Questa
terza parte poi più ancora delle altre è atta a
richiamare a pensieri e a vita di fede le anime
dubbiose o sedotte dagli errori del tempo, onde
sarà bell'opera cristiana il procurarne loro la let-
tura .
Dello stesso autore : Pensieri e Consigli .
Var i età morali. - Prezzo Cent . 50 .
È un altro bel libro uscito contemporaneamente
al precedente dai nostri torchi di San Pier d'A-
rena, beloutilsmoalpridtuiqelch
escono dalla penna del chiaro e simpatico autore .
Sotto forme svariatissime e sempre attraenti di
lettere, di dialoghi, di esempi, di note e di rac-
conti, conchiude sempre a dimostrare quella gran
verità non abbastanaza inculcata, la necessità che
ha il mondo di fede e di virtù . Fede e virtù
sorgenti d'ogni bene nell' uomo, fede e virtù il
cui indebolimento è la causa di tutti i mali del
mondo .
PIETRO O LA FORZA DELLA BUONA EDUCAZIONE
pel Sacerdote D . GIOVANNI BOSCO .
(Dagli Annali degli Avvocati di San Pietro) .
Parlare del Sacerdote D . Bosco è ricordare un
nonne ammirato dall' intiera Europa per la sua
rara pietà e per l'amore ardentissimo che porta
massime alla gioventù a pro della quale ha dato
in luce utilissimi lavori . In quello che or ora ha
veduto la luce in Torino alla tipografia e li-
breria Salesiana coi titolo di Pietro o la forza
della Buona Educazione l'autore si è proposto
di dimostrare la potenza che esercita nella vita
operaia, sia nelle officine, sia in società, sia nel-
l'esercito e fra i campi di battaglia, la buona ed
accorta educazione data da una prudente madre
cristiana la quale pone a capo dell'educare la prole
l'istruzione religiosa .
BIBL IOG RAFIA
Si vende alla Libreria Salesiana di Torino al
prezzo di lire 0,20 .
Bellezze e gioie cristiane. - Pen-
sieri ed Affetti pel Pr. Luigi Bottaro. Parte 3',
GLORIE CRISTIANE . Sampierdarena, Tipografia San
Vincenzo, Libreria Salesiana a Torino e presso i
principali Librài . - Prezzo Cent . 50 .