188508


188508



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


ANNO IX, N . 8.
Esce una volta al mese .
AGOST O 1885
BOLLETTINO SALESIANO
Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32 . TORINO
SOMMARIO - Il giorno onomastico del Nostro Santo
Padre Leone XIII - La parola del Papa - S . Gre-
gorio VII - L'onomastico del Cardinale Gaetano Ali-
mo-.ndLaCprileG'Etmno
Alimonda - Grazie di Maria Ausiliatrice - La festa
di S . Giovanni Battista nell'Oratorio di S . Francesco
di Sales - Dal Collegio di S . Basilio - La Cattedrale
e il Vescovo di Pinerolo - Conferenza - Divozione
al sacro cuore di Gesù --Missionari Cattolici e mis-
sionari Protestanti - Il Collegio Convitto Valsalice -
Bi.blograf
IL GIORNO ONOMASTICO
del nostro S. Padre Leone XIII .
É commovente il nome dolcissimo di FA-
MIGLIA col quale Gesù benedetto appella
la Chiesa cattolica nelle sue parabole : « È
simile il regno dei cieli ad un PADRE
DI FAMIGLIA, il quale andò di gran
mattino a fermare dei lavoratori per la
sua vigna (Matt . xx) . Eravi un uomo PADRE
DI FAMIGLIA, il quale piantò una vigna
e la cinse di siepe e scavò e vi fece uno
strettoio, e fabbricò una torre ; e la diede
a lavorare ai contadini, e andossene in
lontano paese (Matt. xxi) .
Esso è il padre, noi siamo i figli e il nome
di figlio e di famiglia non esige solo rispetto,
obbedienza, sottomissione, unione, ma di più
confidenza, amore, tenerezza . La Chiesa in-
fatti dall'istante nel quale venne fondata,
presenta questo carattere del quale è priva
ogni sètta, ogni eresia, ogni scisma . Essa é
la famiglia di Gesù Cristo . Magnifico spet-
tacolo che dovrebbe fare aprire gli occhi a
tanti, che indeboliti nella fede, si lasciano se-
durre dalle insidiose insinuazioni dei nemici
della verità . Ma la paternità di Gesù Cristo
è personificata nel Romano Pontefice, che
nell'ascendere Esso al cielo, ha lasciato Capo
della sua casa, suo vicario sopra la terra,
centro dell'unità e dell'amore. Il Papa quindi
è il padre e tutti i Cattolici sono i suoi figli,
e figli veramente si dimostrano non solo
colla venerazione alla sua autorità suprema,
colla piena adesione ai suoi insegnamenti
infallibili, coll' ossequenza ai suoi comanda-
menti ; ma eziandio c. oll'amore anzi con
quella tenerezza di chi cerca guadagnarsi
un sorriso, un amplesso dal proprio geni-
tore. Si avverano continuamente le parole di
Gesù Cristo . « Da questo conosceranno
tutti che siete miei discepoli se avrete
amore l'uno per l'altro .... Padre santo cu-

1.2 Page 2

▲back to top


stodisci nel nome tuo quelli che hai a me
consegnati, affinchè siano una cosa sola
come noi . Che siano tutti una sola cosa,
come tu sei in me, o Padre, e io in te ;
che siano anch'essi una cosa sola in noi,
onde creda il mondo che tu mi hai man-
dato ... Io in essi e tu in me, affinchè
siano consumati nell'unita (Giov. xvii ).
E Pietro è il fondamento dell'unità . Su que-
sta pietra edificherò la mia Chiesa . »
Infatti lasciando a parte le glorie dei se-
coli passati, osservate ciò che omai da venti
anni forma lo stupore del mondo e la rab-
bia dei nemici della Chiesa. Il papa non ha
il prestigio esterno di civile potenza , nulla
possiede di proprio per regalare i suoi de-
voti, non ha eserciti che circondino il suo
soglio, milioni e milioni di Cristiani non lo
hanno mai visto, eppure tutte le menti sono
rivolte a Roma, tutti i cuori battono per il
Pontefice, per il Padre di famiglia . Parlate
del Papa perfino ai selvaggi convertiti del-
l'America e dell'Oceania, ai battezzati della
Cina, del Giappone e dell'India ; da tutte
parti vedrete in loro uno slancio irresistibile
verso il Capo della Chiesa . Gli annali della
propagazione della fede ce ne danno testi-
monianza . Se esso è povero, tra i fedeli
sorge una gara generosa per soccorrerlo, che
pone ai suoi piedi i milioni del danaro di
S. Pietro, frutto in gran parte dei sacrifici
e delle privazioni degli offerenti . Se è afflitto,
si veggono moltiplicate in mille modi le si-
gnificazioni di attaccamento e di devozione
con sottoscrizioni, indirizzi, pratiche di pietà,
concorsi alle Chiese ed ai Sacramenti, opere
buone ìntraprese e tutto pel fine di richia-
mare il sorriso sul venerando suo labbro .
Se è isolato, ecco muoversi a migliaia i pel-
legrini dalla Polonia, dalla Francia, dalla
Germania, dalla Spagna, dall'Inghilterra, dal-
l'Italia, per stringersi attorno a lui, per ac-
clamarlo, per ripetere in sua presenza che
il loro cuore è tutto per lui .
Ma ciò non basta all'amore dei fedeli .
Vanno continuamente cercando nuove indu-
strie, nuove delicate invenzioni, nuove cir-
costanze per infiorare lo spinoso cammino
del Santo Padre . Ora sarà l'anno cinquan-
tesimo della sua prima Messa o della sua
consecrazione episcopale, ora sarà l'anniver-
sario della sua elezione al Pontificato, ora
il suo compleanno , ora il suo onomastico .
E queste ricorrenze si vanno celebrando
con un tripudio, con un accorrere di rap-
presentanti di ogni nazione, ceto, sodalizio,
con espansione di affetti, offerte di doni ve-
ramente indescrivibile .
Chi dunque considerando lo spettacolo che
dà di sè la Chiesa Cattolica non esclamerà :
È simile il regno dei cieli ad un padre di
famiglia ?
Questi sentimenti ci sgorgano spontanei
dal cuore e ci muovono la mano a scrivere,
approssimandosi la festa di S . Gioachino,
giorno onomastico del Sapientissimo Ponte-
fice Leone XIII, del Padre di famiglia nella
Casa di Dio . Sono i figli che usano celebrare
l'onomastico del padre loro . La festa di San
Gioachino è una festa , direi , d'intimità fa-
migliare, perchè riguarda non tanto la di-
gnità, quanto la persona del Papa,. poiché
dal punto che fu Leone XIII, cessò di chia-
marsi Gioachino . Quindi nella festa di San
Gioachino gli ossequii, i plausi, gli augurii
dei Cattolici sono principalmente diretti al
personaggio augusto che sortì questo nome,
ai pregi della sua mente, alle virtù del suo
cuore, a' suoi patimenti, a' suoi meriti, alle
sue beneficenze ed a' suoi trionfi .
Noi dunque Salesiani, umili e poveri figli
della grande, gloriosa, immortale famiglia, la
Chiesa Cattolica, nel giorno della festa di S .
Gioachino uniremo la nostra debole voce al
plauso di tutto il mondo e offriremo un fiorel-
lino, qual pegno del nostro amore al sapien-
tissimo Pontefice, al gran Padre di famiglia .
Perciò noi invitiamo tutti i nostri Collegi
ed Ospizi, tutti i nostri Cooperatori e Coo-
peratrici : 1 . A festeggiare il giorno 16 Agosto
coll'accostarsi degnamente alla Mensa Eu-
caristica, pregando secondo l'intenzione del
sommo Pontefice .
2 . A procurare coll'esempio, colla parola,
e sovratutto colla preghiera incessante, di
trarre a migliori sentimenti coloro che aves-
sero incorsa la sventura di cagionar dolore
al Vicario di Gesù Cristo .
3 . Col formare una cosa sola con lui, sicchè
ogni affetto nostro, ogni pensiero, ogni de-
siderio, ogni opera, sia conforme alla volontà
del Padre della famiglia di Gesù Cristo . -
Che siano tutti una sola cosa, come tu sei
in me, o Padre, e io in te ; che siano
anch'essi una cosa sola in noi, onde creda
il mondo che tu mi hai mandato.
SANTO PADRE BENEDITE I VOSTRI
FIGLIUOLI !
LA PAROLA DEL PAPA,
Ecco l'importantissimo discorso che il Santo
Padre pronunciò al Comitato Romano, promotore
dei festeggiamentiple'rotavCnridsa
Gregorio VII, e alle Società cattoliche di Roma

1.3 Page 3

▲back to top


« Lieti del filiale omaggio, che recentemente
Ci resero i rappresentanti dell'Opera dei Congressi
cattolici, venuti a Roma da molte parti d'Italia,
accogliamo oggi con uguale compiacenza anche il
vostro, figli carissimi . Come essi , così voi siete
mossi dal desiderio di onorare in Noi e con Noi
l'invitto Pontefice, la cui centenaria commemora-
zione venne testè celebrata qui in Roma per im-
pulso del vostro zelo .
» Ed era giusto ché la memoria di Gregorio VII
fosse particolarmente festeggiata in quest'Alma
Città, di cui esso è veramente una delle glorie
più grandi . Dal dì infatti che Ei fu chiesto e
tratto alla Tiara Pontificia in mezzo alle unanimi
acclamazioni del clero e del popolo romano , più
viva da Roma irradiò sull'Europa l'efficacia del
suo zelo apostolico, la maravigliosa forza del suo
genio, la luce splendidissima delle sue virtù . Quivi
Egli tenne le molte conciliali assemblee , d'onde
uscirono quelle sapienti disposizioni che resero poi
il suo splendore al clero e all'ecclesiastica disci-
plina il suo vigore . Quivi presero forza e vita gli
alti suoi concepimenti , maturati già nella quiete
del chiostro, per trasfondere di nuovo nella so-
cietà la virtù ri generatrice del cristianesimo .
» Da qui condusse le incessanti lotte per eman-
cipare la Chiesa dalle ingiuste pretese delle ter-
rene potestà, lotte memorande che produssero a
suo tempo, anche nell'ordine politico, preziosissimi
frutti .
Ma , prima che questi fossero maturi , qual
serie di procellose vicende, e singolarmente quante
arti messe in opera dalla prevalente nequizia , a
fine di sedurre la fedeltà dei Romani ! - Quando
però fu maggiore il pericolo , i padri vostri non
ascoltarono che la voce della coscienza e dell'af-
fetto : e resterà ognor memorabile e benedetto
quel vigoroso slancio di pietà, pur da voi poc'anzi
ricordato, che li trasse concordemente a proscio-
gliere e liberar il Pontefice prigioniero . Essi fecero
scudo de'proprii petti a difesa del loro padre co-
mune, e restituendolo trionfalmente alla violata
Basilica, col vitto protestarono che la prigionia del
Papa non può giovare alla libertà dei popoli . -
» E fosse piaciuto al cielo che avessero tutti
egualmente e costantemente perseverato in quella
unanimità di propositi , e fossero rimasti sempre
inaccessibili alle seduzioni del nemico! Avrebbero
fase risparmiato alla toro città gli orrori di ostili
invasioni ; o certo avrebbero diviso col loro Padre
la gloria di aver sofferto fino all'ultimo per la
giustizia .
» Corsero otto secoli , e i fortunosi tempi di
Ildebrando , rinnovellati sott'altro sembiante, ri-
misero sovente alla prova i sentimenti di Roma
verso i suoi Pontefici . Per non toccare che di
casi recenti, Savona e Gaeta ricordano le luttuose
vicende che strapparono Pio VII dalla sua sede,
e costrinsero Pio IX ad esulare da Roma . Ma in
ambedue i casi si vide come la devozione al Vi-
cario di Gesù Cristo abbia in questa metropoli le
più profonde radici : e le splendide dimostrazioni
di ossequio con cui fu accolto al suo ritorno l'e-
sule e il prigioniero sono registrate ad eterna e
gloriosa rimembranza nella storia di Roma .
» Pur nondimeno uopo è riconoscerlo , all'ora
presente grandi sono i pericoli, numerose le insi-
die di potenti nemici . Onde a meglio cansarle vi
conviene , diletti figli , ora più che mai raddop-
piare la vigilanza su voi medesimi, e sopra tutto,
come abbiamo pur dichiarato in un recente docu-
mento, star saldi nella piena e schietta sottomis-
sione a questa Sede Apostolica, la quale tiene da
Dio il mandato d'illuminarvi e guidare i vostri
passi a salute .
E siavi ancora in particolare maniera racco-
mandato di tenervi lungi dalle discordie, feconde
troppo spesso per il male, sterili sempre per il
bene. Ponete mente che alla santa e nobile causa,
virilmente sostenuta da Gregorio VII, nocque forse
più che altro la disunione degli animi e l'ira delle
fazioni . Senza queste , men faticoso sarebbe stato
il combattimento, più spedita e facile la vittoria .
» Deh voglia il Signore mantenere in voi e
accrescere con la sua grazia questo doppio spirito
di docilità e di concordia fraterna , e concedervi
altresì i suoi più eletti favori . Dei quali vi sia
pegno la benedizione apostolica che a tutti voi,
diletti figli di Roma, e alle vostre famiglie, come
pure al degno Pastore di Salerno qui presente, e
a quei che lo seguirono, con effusione di paterno
affetto impartiamo . »
S. GREGORIO VII .
A spiegazione delle parole del sommo Pontefice
noi diamo un brevissimo cenno della vita di quel
gran Papa che fu S . Gregorio. VII detto prima
Ildebrando . Fu eletto al governo della Chiesa
nell'anno 1073 .
Fin dai suoi primi anni presagì la sua futura
grandezza ; imperocchè ignaro affatto di lettere ,
scherzando nella bottega di un falegname con tru-
cioli, cioè con quelle sottili falde che trae la pialla
in ripulire il legname, formò queste parole : « Co-
manderai da un mare all'altro . » Fattosi religioso
benedettino a Cluny, venne poscia nel monastero
di s . Paolo presso di Roma, ove la sua dottrina,
santità, perspicacia e fermezza gli meritarono la
dignità cardinalizia, e in tutta realtà fu sotto i
cinque pontefici suoi antecessori un valido sostegno
della santa sede . Più volte si aveva tentato di
innalzarlo alla sedia papale , ma egli umilmente
sempre ricusò, finchè venne suo malgrado costretto
ad accettarla nel 1073 . Egli comandò realmente
da un mare all'altro, e qual sole sparse i bene-
fici suoi raggi a pro di tutta la Chiesa . Rivolse
ogni sollecitudine ad estirpare il vizio della si-
monia, a confondere gli eretici , riformare la di-
sciplina ecclesiastica , edifendereidiritidela
sede apostolica . Spiegò grande zelo verso Enrico
IV, dissoluto e crudele re di Germania , il quale
consumava le rendite della Chiesa in bagordi e in
paghe alle milizie arruolate contro la religione ;

1.4 Page 4

▲back to top


imprigionava ed uccideva que' sacerdoti e quei
vescovi che si erano opposti alla sua crudeltà e
a' suoi sacrilegi . Contro di lui s . Gregorio man-
tenne ferma ed immobile l'immunità ecclesiastica ;
lo scomunicò, lo depose, e sciolse tutti i suoi sud-
diti dal giuramento . Dopo questo fatto i seguaci
di Enrico ed i complici delle sue scelleratezze fu-
rono in modo sensibile colpiti dalla divina giu-
stizia . Enrico stesso, da tutti fuggito, venne dal
proprio figliuolo spogliato dell'impero, e finì i suoi
giorni di morte improvvisa .
Questo incomparabile pontefice, dopo di avere
colla scienza e colla pietà fatto cangiar faccia al
mondo, per iscansare le trame dell'empio Enrico,
da Roma ritirossi a Salerno, dove cadde in grave
malattia . Prima di spirare promise , che quando
per li meriti di G . C . fosse salito al cielo, tutti
avrebbe vivamente raccomandato a Dio . Poscia
pronunziò queste parole : « lo amai la giustizia,
odiai l'iniquita, e per questo muoio in esilio . »
Riposava nel Signore il 25 maggio del 1085, dopo
dodici anni di luminosissimo pontificato . Dio con-
fermò la santità di lui con molti miracoli , tra i
quali il seguente . Mentre esso disputava con uno
il quale negava di essere reo di simonia, gli co-
mandò di confermare la sua asserzione colla recita
del Gloria Patri. Quegli lo cominciò tre volte ,
ma non potè mai pronunciare quelle parole et Spi-
ritui Sancto, perchè era colpevole dei delitti im-
putatigli . Celebrando un giorno la santa Messa,
fu veduta una colomba, la quale, scesa dal cielo e
posando sulla destra di Gregorio, gli adombrava
colle ali il capo . Col segno della santa croce
spense un terribile incendio avvenuto in Roma .
Cinquecent'anni dopo che fu morto, il suo corpo
trovossi ancora intero cogli ornamenti pontificali .
la dolcezza di San Francesco di Sales e che
tanta tenerezza nutre per Maria Santissima,
vorremmo fare un rispettoso augurio, che av-
valorato dalle preghiere di tante migliaia dei
nostri giovanetti, avverandosi, possa essere
il suo conforto e la sua gloria .
Ecco l'augurio :
« Allorché Betulia venne liberata dall'ossi-
dione degli Assiri colla morte di Oloferne,
il sommo sacerdote degli Ebrei si portò da
Gerusalemme in questa città per vedere Giu-
ditta , stupenda figura di Maria Santissima .
Appena l'ebbe innanzi la benedisse e con
tutti gli anziani esclamò : - Tu gloria di
Gerusalemme, tu letizia d'Israele, tu onore
del popolo nostro. Tu sarai in eterno bene-
detta .
Alla voce del grande Pontefice tutto il po-
polo rispose : - Così sia, così sia . - E tutti
gli uomini erano in festa colle donne e colle
vergini e coi giovani, suonando organi e
cetre. »
Il nostro amatissimo Pastore ha consacrato
alla Vergine benedetta la mente , il cuore ,
le labbra . È un cantico continuo, soave, ricco
di modulazioni che esso innalza alla gran
Madre del Salvatore Gesù, e abbiamo udita
l'armonia inarrivabile della sua parola nella
festa della Madonna Consolata . Esso mani-
festava per Maria una tenera vivissima con-
fidenza , e nello stesso tempo una profonda
mestizia piena d'amore verso coloro, che al-
lontanandosi dalla fede si allontanano da
Maria.
Faccia dunque il Signore che tutti quei
del suo popolo, nessuno eccettuato, rispon-
dano al suo invito : - Cosi sia, così sia -
e intorno a lui tripudino di gioia, ricono-
scendosi figli della Regina del cielo e della
terra .
LA PAROLA
dell' Em.mo Cardinale GAETANO ALIMONDA.
L'ONOMASTICO
del Cardinale GAETANO ALIMONDA .
Il giorno 7 di Agosto ricorre la festa di
San Gaetano, onomastico dell'Eminentissimo
Cardinale Alimonda, nostro veneratissimo Ar-
civescovo . A Lui che accoglie in cuore tutta
Nell'ultimo N° del Bollettino abbiamo promesso
ai nostri lettori di presentar loro un brano della
stupenda Omelia letta dall' Em .mo nostro Arci-
vescovo Cardinale Alimonda , nel santuario della
Consolata, nel cinquantenario della liberazione di
Torino dal Coléra . Abbiamo scelto la seconda parte,
perchè dimostra il bisogno urgentissimo che ha
il mondo dell'aiuto di Maria .
« Oh, diletti, ascoltate, vedete! Io non ho male-
dizioni, non anatemi da vibrare ad alcuno, ma si
ho delle lacrime da versare .
» La presente età è facile di conoscere come
proceda idealmente e religiosamente . Ella è ve-

1.5 Page 5

▲back to top


svogliata, tentata da Satana : si risente dell'apo-
stasia di Lutero e porta su le labbra la beffa del
Voltaire : è infetta di molti increduli . Osservate
l'educazione privata e pubblica, l'officina, la scuola,
la stampa, i governi : vi accorgete di uomini che
vivono senza preghiera , senza adorazione , senza
altare, senza Dio . Si capisce perché tanta guerra
sia mossa alla Chiesa : ci è l'ateismo che cammina
innanzi . . .
» E guardiamo alla nostra cara Italia . E fatta
ancor essa intristire di miscredenza e fremere di
ateismo . Una generazione giovane vien su allevata
a non più conoscere Dio, a deriderlo anzi e dete-
starlo . Uno scrittore che pur non è della nostra
fede, confessò : Il sovrannaturale è la sfera pro-
pria dell'anima (1) : ma l' incredulità non tiene
altra sfera che il naturalismo e il mondo . Ebbene,
l'anima della generazione giovane è messa ad anne-
gare in cotesta sfera polverosa e piccola . Poveri
i nostri figliuoli ! L'Italia ce la dànno per nazione
grande e libera ; ma se non vi sono più stranieri
da cacciare o vincere, ecco che sul nostro capo e
su quello dei figli tiriamo con le nostre mani ciò
che gli stranieri hanno di peggio ; tiriamo il ra-
zionalismo germanico , il materialismo franccse ,
l'ateismo di tutte le genti corrotte . Adunque ri-
chiamiamo i barbari in casa nostra . E ci deva-
stano meglio che come i dolci campi in antico ;
ci scagliano palle più infuocate che non quelle dei
fucili e dei cannoni, onde i comignoli dei paterni
tetti andavano scassinati . Ah ! ci guastano, ci am-
mazzano le idee belle , sante e nobili , di che fu-
rono sempre ricchi i cervelli italiani ; ci devastano
la coscienza . E per giunta , mentre l' affanno e
l'invilimento soffriamo , ci è forza intendere di
mezzo a noi la voce allegra di chi si augura la so-
cietà senza Chiesa e la patria senza Dio .
» Tal è la presente Europa, tale l'Italia .
O Maria, consolateci, perchè noi versiamo in
gravi bisogni .
Mirate come in tanta avidità di sapere, in
tanto sfoggio di conoscenze nuove si perda il gusto
della fede divina e si faccia lo scarto della scienza
cristiana : mirate come superbi i recenti maestri,
come vanitosi, come nel ripudio che e' fanno dei
principii religiosi, pieghino il capo alle goffe teo-
riche, alle ipotesi vergognose . Negata la divina
origine dell'uomo, lui dicono figliuolo della bestia .
Muovetevi a pietà . Voi che dell' immacolato cal-
cagno premeste il serpente dell' Eden , venite a
schiacciare la bestia di questi pubblici insegna-
menti .
» Mirate come gli uomini che tanto parlano di
progresso e così poco lo intendono, si lancino con-
tro a noi per impedirci il progresso religioso e
cattolico : mirate come gli affocati predicatori di
tolleranza mal sappiano tollerare le gioie e le vit-
torie della Chiesa ; come i moderni genii della li-
bertà si studino di aggiogarci . Pietà , Signora ,
pietà dei servi vostri e del popolo credente . Voi
(1) Lo SCHOBRER .
che donaste al mondo il Liberatore degli schiavi,
il vindice della giustizia eterna, state vigile guar-
diana del nostro morale avanzamento, dei nostri
diritti e dalla nostra libertà .
» Io Pastore di questa subalpina chiesa ho molti
figliuoli afflitti del morbo spirituale dell'età no-
stra, solcati di piaga nell'anima . Ho dei cari che
già sentono il dubitare nelle cose della fede ; altri
ne ho che affatto vacillano : ho dei tiepidi che più
e più si rilassano e poco si accostano alle sorgenti
della grazia che sgorga in vena sensibile dai sa-
cramenti : ho dei paurosi che seguono in lontananza
Gesù Cristo, lo amano ancora i miserabili, ma
più non ardiscono di manifestarsi. Ah sono pros-
simi allo spergiuro di Pietro! In questa adunanza
medesima che festeggia a voi e compone il vostro
trionfo , non ci saranno forse uomini offesi dalla
malattia morale ideologica ? L' educazione avuta ,
un resto di fede, l' istinto del bene che mai non
muore nell'anima, li traggono ai vostri cancelli ;
ma eglino (io temo) hanno già bevuto al calice del
dubbio miscredente , e in quella che vi onorano
ancora, accampano sofismi contro alla Chiesa . Mia
divina Signora, pietà . Se non che, fuori di questo
tempio, lontano di qui, non conto io per avventura
figliuoli che più non conoscono il Padre celeste,
al postutto pervertiti e degeneri? Oh non sono io
amareggiato di apostasie? Non debbo lamentare i
colpi , che danno al cattolicismo i persecutori?
Gl'invasori stranieri , i redivivi barbari ci hanno
posto un duro assedio e si sono introdotti nelle
nostre famiglie . E manifesto lo scempio che fanno
delle credenze del popolo e gl'insulti che mandano
al cielo .
» O Maria, consolateci, perchè versiamo in gravi
bisogni .
» E ricordato con tenerezza dai torinesi, come
sarà sempre cantabile da tutte le lingue dei cre-
denti , il miracolo del cieco di Brianzone . E
colui su queste sacre spanne di terra inginoc-
chiato e supplice, ricuperava il vedere . « Deh ,
beatissima Consolata , perché non ripeterete il
miracolo coi ciechi della nostra città, coi ciechi
del nostro secolo? E quel poveretto non ve-
deva dalle pupille del corpo, si vedeva con l'a-
nima ; ché avea poderosa la fede, e voi eravate,
o Maria, il dolce obbietto della sua visione . Co--
storo , più infelici , non vedono dell' anima . Ah!
ripetete , aggrandite il miracolo , che ce ne
d'uopo . Illuminate i pensatori scettici, che inari
discono lo spirito e sciupano le intellettuali forze
nella scuola del dubbio assoluto . Illuminate della
mente gli atei , che negano la realtà di Dio per
gettarsi nei misteri desolanti del nulla . Illumi-
nate i triviali psicologi, che disdicono l'immorta-
lità dell'anima e la vita eterna . Illuminate i briachi
cultori del progresso, che più non sanno progre-
dire con la religione e retrocedono alla salvati-
chezza, al feticismo dell'antro . Illuminate gl'im-
moderati amanti della libertà , che la libertà ba-
rattano con la licenza . Oh riaccendete nelle anime
umane la lampana della fede , sicchè rivivano a

1.6 Page 6

▲back to top


quel chiarore la scienza , la fratellanza , la pace
delle nazioni, la coltura e la civiltà!
»Avessi tutta raccontata la moral tristezza dei
nostri tempi ! Egli ci è altro : l' uomo , guasto
dell'intelletto, ha facilmente guasti gli affetti e i
costumi .
» E fa stordire la via che percorre, il pronto ter-
mine a cui giunge la scostumatezza odierna .
» Vizi, corruttele, infamie furono in ogni età
chi lo nega? I padri nostri e i padri dei padri
se ne dovettero addolorare per fermo .Senoch,
il mal costume procedeva d'ordinario in sembianza
orrida, era ruvido e feroce e suscitava l'indegna-
zo.?ineChdgèlprasmtneivzo
E tutt'altro che ruvidezza a vederlo : oggi il vi-
zio è bellezza, è rosa, è profumo, è stella, è suono,
è morbidezza, è bacio, è incanto di amore . Sotto
a cotali forme gaie e amiche immensamente rab-
bellite, cammina il mostro della depravazione ; e
gli uomini non più spaventati , bensì affascinati ,
corrono su le sue peste : corrono alla lettura del
romanzo , alla commedia , all' adunanza geniale ,
alla cicalata del professore, alla passeggiata, allo
spettacolo ; corrono per tutte le strade della città
e della villa nè di correre si cessano nei penetrali
del proprio abituro .
» Ora il mostro è sempre mostro checchè ne
paia alla comparenza : egli vestito alle gentili fogge
del secolo XIX, egli musico, ballerino, mimico,
gazzettiere , romanzesco , maneggiante luci elet-
triche, spargente pioggie di fuoco, corridore a ful-
mine, è sempre quel desso : ruota attorno le mani
micidiali e mena vittime .
» O Maria, consolateci, chè versiamo in gravi
bisogni .
» Anticamente scoppiavano quelle immani e spie-
tate pestilenze, da cui scorgemmo disertare con-
tadi, castelli e province intere . E gli uomini im-
pallidivano, tremavano , fuggivano . Nei dì nostri
scoppia la pestilenza del mal costume, le nazioni
invade e l'uomo sorride . Sorridono i voluttuosi ?
Sì, così al primo nello stendere in collo al mo-
stro le braccia ; ma quando il fiato avvelenatore
ne hanno ricevuto in petto e veleno soffiano , si
sentono precidere i nervi della vita , languiscono
e sono miserrimi . Avevano detto : Il piacere è
l' accordo di armonia o di melodia che nasce
dalla combinazione dell'anima e del corpo . Ave-
vano detto : Il piacere è l' ondulazione lasciata
da Dio alla materia viva nell' escire dalle sue
mani (1) . Bellissimo questo : ma quando il pia-
cere sregolato e rodente si addensa tutto nell'a-
moref,laiscombnzedl'aime
corpo è perturbata, l' accordo di armonia o di
melodia svanisce : la cetra di Dio si spezza fra le
dita del contaminato . La materia viva piomba su
l'anima e la sotterra . Allora i depravati si met-
tono a lamenti . Allora il Sennancourt scrive :
(1) Il MANTEGAZZA, Fisiologia del piacere .
Perchè la terra non offre più incanti agli occhi
miei? Io trovo da per tutto il vuoto : il fastidio
mi opprime, l'affanno mi abbatte . Ed un altro
soggiunge : Io più non mi avvedo dell' esistenza
mia se non per un profondo sentimento di noia (1) .
Allora i depravati , fatti disperati,s.ipengo
Ecco il mostruoso crescere dei suicidi .
» O Maria, consolateci perchè versiamo in gravi
bisogni .
» Nelle passate pestilenze era un addoppiare di
preci ai vostri altari, era un gridare misericordia,
e la vostra pietà commovevasi e traeva a sollievo
dell'uomo infestato . Ditemi : Nessuno, o Vergine,
nessuno dei presenti scostumati vi muove supplica,
nè v'invoca ? Ebbene io, Padre di tutti questi miei,
quasi novello Aronne collocato tra i vivi e i morti,
v' invoco per loro , grido pietà per questi miei
poveri morti . Svelatevi , o Bellissima, con tanto
fulgore di santità, che la vostra luce penetri sin
dentro alla tomba dei lor cuori e ne scuota le ce-
neri e ne ravvivi lo spirito, cavandolo illuminato
fuor delle tenebre della carne . Inteneritevi a chi
piange su i propri morti, a chi ne solleva la la-
pide dell'avello spirituale e vi dice : Erano miei,
costoro sono ancora i miei figli, o meglio sono i
figli vostri, o Maria . Morirono . Anime verginali,
ma incaute , non ressero all' assalto della corru-
zione : il giglio non resiste al peso dello sparviero,
il giglio casto e delicato che appena sostiene le
gocce della rugiada . Creature giovanette, di animo
e di corpo belle , sentirono chiamarsi per nome ,
adescarsi dalla sirena ; si volsero, ascesero il colle
dei fiori, ci era l'urna apparecchiata per essi, tra-
dirono l'onestà : ed ora, cadaveri seppelliti, s'in-
coronano di cipressi . Morirono adunque , ma la
risurrezione attendono . E chi potrebbe operarla
se non la potenza , se non la vostra pietà? Ver-
rebbero forse a salvare i morti, i conoscenti, gli
amici? Eh l'amicizia del mondo, la carne inferma . . .!
O sarebbe a sperare che li ricatti dall' obbrobrio
e li risusciti il sentimento innato dell'onore? L'o-
nore, strozzato una volta dall'uomo, aspetta esso
la mano di Dio che lo semini di nuovo e lo ri-
crei . L' onore! l'ultima lampada in un tempio
devastato (2) .
» Sono gravi , sono orrendi i bisogni nostri
consolateci, o Vergine .
» Sancta Maria Dei Genitrix Virgo, et Con-
solatio nostra: intercede pro nobis.
» Una voce che manda il suono dell' impreca-
zione, e che ha pure l'assenso di tutti i savi, di
tutti gli onesti e di tutti i magnanimi, fu profe-
rita nell' antichità ed anche oggidì si ripete : Tu
nominerai quanto vi ha di piè abbominando quando
nominerai l' uomo ingrato : Omne dixeris male-
dictum cum ingratum hominem dixeris (3) .
(1) Il GOETHE, Memorie.
(2) Il VIGNY.
(3) SIRIO, Mimiambi.

1.7 Page 7

▲back to top


» Ma noi non abbiamo bisogno del fulmine per
risvegliarci . Oh no, non è di sasso il nostro cuore,
non di ferro temprata la nostra anima : sentiamo
la gratitudine . E dopo i benefizi stupendi ed in-
cessanti che Maria profuse tra gli avi ; dopo rico-
nosciute le grazie che ella comparte a noi , po-
tremmo non saperlene grado? potremmo non a-
marla, non benedirla? Solamente consci dell'infer-
mità nostra, istruiti da Cristo che senza il divino
a iuto non possiamo far cosa che veramente valga,
domandiamo forza superiore alla nostra per isfo-
garci del cuore ; ci rivolgiamo a Lei, che è la vergine
pietosissima, per isdebitarci con Lei : onde la nostra
terza invocazione : O Maria consolateci , affinché
possiamo consolar Voi .
» È chiaro che un soave e ineffabile diletto ci
toccherà e noi saremo consolati, quando sapremo
di render lieta dal canto nostro, contenta di noi
la santissima Madre . Piuttosto è da intendere e
da spiegare quando Maria a nostro rispetto si terrà
consolata . Ecco che le moviamo incontro, portati
dal dolce senso della gratitudine ; ecco che le vo-
gliam bene e la celebriamo : basta questo ? basta
a consolarla di noi ?
» Una parola ultima nel tripudio dell'amore .
» Osservate il fine della creazione . Dio, che è
bontà, crea l'uomo perché egli sia buono alla pro-
pria volta , perché lo riconosca, lo adori e in sé
lo ritragga . Ciò all'uomo dice l' ordine dell' uni-
verso, dice la luce, dice l'aura, dice il fiore, dice
ogni cosa che gioconda e regge l' umana vita
Vedi in te riflettere l'immagine del Padre cele-
ste, amalo e fa di essere a lui somigliante . Lo
dice più eloquentemente Dio stesso per la bocca
dell'evangelista agli uomini tutti : Siate per fetti,
come perfetto è il nostro Padre nei cieli (1) .
» Il medesimo accadde nella divozione a Maria :
accadde di un peculiar modo nel festeggiare la
Consolata : dobbiamo ritrattarne le virtù , spec-
chiarla nella nostra vita . Avrà gioia la celeste
Genitrice ; sarà adempiuto il fine del culto ver-
ginale, dove ella sfavilla con tanta potenza di brac-
cio, con tanta effusione di cuore : dove moltitu-
dine di anime tira a sé . Ella è santa, e vuole le
anime sante .
» Adunque, Maria, consolateci, affinché possiamo
consolar voi .
» Il guardo mi corre attorno di questo santua-
rio ; miro all'altare e mi avvengo in una miriade
di segni in argento, in oro, in tela stornata, posti
a raccontare i prodigi di lei, Donna Consolatrice .
Vedo in cotali segni, in cotali testimonianze tor-
nati a fior di vita i morenti, raddirizzati i zoppi,
fermati dal fatal colpo i cadenti, i naufraghi tratti
a riva , salvate dall' incendio ,divampanti donne,
salvati giovani e fanciulletti . E un tesoro di sen-
sibili grazie : perchè tali grazie? Bella imitatrice
di Cristo, il quale guariva i corpi per adescare i
miseri alla guarigione delle anime, Maria guarisce
e salva corporalmente i suoi diletti per salvarli
spiritualmente .
1) S. MATTEO, cap. V, vers. 48
» Ebbene, noi abbiamo inteso, o dolcissima Ver-
gine : ci renderemo santi . Presi come per mano
da voi, che ci schiudete innanzi la via del para-
diso, gettiamo il bastone delle nostre brutte in-
fermità, gettiamo le grucce, usciamo dall'incendio
di Sodoma, ci caviamo dai gorghi delle acque pec-
catrici che tentano di nabissarci ; guardiamo di
non cadere, come corpi morti, nella voragine : oh
é profonda e malefica la voragine dei dannati!
Vogliamo ascendere, vogliamo volare . Lassù è il
paradiso : ce lo additate, ci date le ali dei santi,
ci aprite il sentiero sul vostro velo dell'innocenza .
Bene : a che più la terra? Paradiso, gloria sem-
piterna, osanna perpetuo, beatitudine, Dio ! Siamo
angeliche farfalle . Vogliamo volare .
» O Maria, consolateci , affinché possiamo con-
solar voi .
» Risolviamo d' infrangere tutti i fili di colpa
che ci tennero avvinti al mondo , d' infiammarci
alle passioni dei generosi , di emulare i migliori,
di superare noi stessi e di aspirar sempre alle cose
perfette . Promettiamo di non più tradirvi, ma di
ubbidire a voi irrevocabilmente . E bello, è splen-
dido questo tempio, ove si decanta la vostra bontà :
lo hanno adornato i padri ; e noi, figli, ve lo ab-
biamo pure con l'arte preparato augusto . Ebbene,
più bello, più splendilo sarà il tempio interno del
nostro cuore, ove voi sopra tutto amate di abitare
e formar le vostre delizie . Qui dentro, nel nostro
cuore sarà la reggia veramente augusta che inten-
diamo di edificarvi . Noi ereditammo dagli antenati
la fede, la pietà verso Dio, il zelo della religione ;
ma tanto ci sentiamo in voi rapiti, che gli ante-
nati quasi più non ci vengono sufficienti . Non ci
piace di arrestarci allo studio delle copie , ma sì
d'improntarci nell'originale modello . Laonde per-
donateci se ardiamo dichiarare di voler essere gli
eredi vostri . Vogliamo ripristinare per poco in
meglio il testamento dei padri e far cose novelle :
ereditare da voi la sublimità dei pensieri, la pu-
rezza degli affetti, lo splendore degli esempi, la
santità della vita . E, doviziosi delle vostre virtù,
queste vogliamo trasmettere vive e ardenti in
petto ai nepoti .
» Si dice che un imperatore latino, così famoso
per libidine come per tirannide, lasciasse per voto
un serpe a ciascun figliuolo del popolo;e,mornd
invocasse Fetonte che col suo carro infiammato
bruciasse Roma .
» Noi che detestiamo il serpente, facciamo voto
che nei figliuoli del popolo si allevino le miti ed
innocenti agnelle della vostra greggia , o Maria
facciamo voto che nelle donzelle si allevino le co-
lombe innamorate di voi e pronte sempre a svo-
lazzare intorno ai vostri celesti tabernacoli : fac-
ciamo voto che nelle femmine e nei giovani si al-
levino anche leoni spiranti l'ardore della battaglia
sacra per combattere vittoriosi sotto al vessillo
della croce . Sicché docili fanciulletti, amorosi fra-
telli, care sorelle, virtuose mogli e fedeli consorti,
eccovi la famiglia delle belle anime che bramiamo
di lasciare per testamento, deliziosa offerta a voi
e primizia del lieto avvenire .

1.8 Page 8

▲back to top


» Che se, ricordando l'empietà del Cesare latino,
Lo feci vestire , lo presi per mano e già sta-
si potesse da noi correggerla o cancellarla, il so- vamo per usciredals,qunomipresta
spiro del nostro cuore è questo : Via Fetonte e la suora coll' infermiere e quindi il medico . La
il suo carro, via la favola dei pagani : spunti in- suora voltasi al medico così gli disse : - Signor
vece il sole che dall' altissimo scaturisce , oriens Dottore ; questo ragazzo ci vede ; sa in quale stato
ex alto ; spunti con novelli calori nel secolo XIX !, esso era nei giorni passati ; or bene, ieri mattino
il sole divino Gesù Cristo ; corra a passi di gi- all' improvviso si alza e si mette a gridare : ci
gante il nostro cielo, ci divampi della sua carità vedo , ci vedo . Noi dubitando che fosse una suo
benedetta e ci abbruci . Lo partoriste voi il sole illusione, o che scherzasse, gli mettevamo innanzi
del sempiterno amore, o Maria : degnatevi di ri- agli occhi diversi oggetti piccolissimi, ed egli ad
donarlo a noi, allontanatici già tanto dal Calvario uno ad uno ce li indicò con esattezza . - Il medico
per abitare in Babilonia ; a noi, poveri vostri fi- volle allora esaminare bene gli occhi del fan-
gliuoli, ai quali si fa notte insoffribile innanzi sera . ciullo e con grande sua maraviglia dichiarò che
» Così posso io, prima di andarmene dal secolo, realmente era guarito .
sentirmi felice dell' amoroso miracolo , veder tra
le immortali fiamme di Gesù Cristo andare puri-
ficato il mondo .
» Sancta Maria, Dei Genitrix Virgo, et Conso-
latio nostra : intercede pro nobis » .
Pensi con quanta gioia lo ricondussi a casa , e
quanta maggior allegrezza provai dopo tre giorni
quando mi vidi comparire innanzi la cognata .
- Come tu qui? le dissi .
- Sì, Battistina , mi rispose ; la Madonna mi
ha fatta la grazia . La tosse che era così forte
è totalmente cessata, non sento più alcun dolore ;
quella febbricina continua è svanita ; di notte sto
bene e riposo, e adesso mi sento una gran volontà
di mangiare . Bisogna adunque che pensiamo il modo
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE .
per testimoniare la nostra riconoscenza a Maria .-
Questa è la grazia che io le espongo in tutta
Rev . SIG . D . Bosco,
la sua semplicità . Non avea ragione di esclamare :
Viva in eterno Maria SS . Ausiliatrice?
Viva Maria Ausiliatrice ; viva in eterno ! Sono
queste le parole che prima di ogni altra mi cor-
rono alle labbra . Maria SS . Ausiliatrice è davvero
la dispensatrice delle grazie . Quando ricevetti il
suo viglietto col quale mi assicurava che avrebbe
fatto pregare secondo la mia intenzione, mio ni-
poteavperdutalvistaemiacognatcoreva
pericolo di morire per etisia . Ma ad onore e glo-
Lo ringrazio adunque delle preghiere e della
benedizione . Iddio lo conservi lungamente in vita
per il bene di tanti giovanetti che sono ricove-
rati nei suoi oratorii . Le spedisco intanto l'of-
ferta promessa alla Madonna, perchè Essa ci dia
molte grazie spirituali, delle quali teniamo come
caparra quelle temporali, che ora ci son causa di
tanta allegrezza .
ria di Maria SS . e a consolazione de' suoi divoti
28 giugno 1885 .
debbo ora manifestarle che le nostre preghiere
furono esaudite. Maria ha ridonata la vista a mio
nipote e la sanità a mia cognata .
B . STEFANaZZI .
Mio nipote era già stato spedito dai medici i
quali aveano dichiarato l' arte medica più nulla
potere in suo vantaggio . I suoi genitori immersi
nel più profondo dolore si decisero di toglierlo LA FESTA DI S . GIOVANNI BATTISTA
dall' ospedale della nostra città, dove lo avevano
collocato ,per condurlo a Milano e tentare l' ul-
nell'Orat . di S . Francesco di Sales.
tima prova di una nuova operazione . Ora nel giorno
23 di Maggio, vigilia della festa di Maria Santis-
sima Ausiliatrice, giorno nel quale spedii la lettera
(Dal Corriere di Torino) .
all'Oratorio per raccomandare a Maria il ragazzino Una commoventissima festa aveva luogo al-
e mia cognata, alle ore 7 e 1/2 antimeridiane io l'Oratorio Salesiano il giorno di S . Giovanni Batti-
mi recava all'ospedale col mio cognato per pren- sta per l'onomastico del venerando D . Bosco .
dere il fanciullo e condurlo a Milano .
Già fin dalla vigilia erasi cominciato a cele-
Entrato appena nella corsia dell' ospedale ,gli brare con lieta pompa e con affettuosa accademia
ammalati che si trovavano vicino al letto di mio la cara solennità . La sera poi della festa , dopo
nipote si mettono a gridare : - Adesso ci vede ; le funzioni religiose, un'imponente riunione aveva
adesso ci vede . -
luogo in uno dei vasti cortili dell'Istituto .
Mi avvicinai col cuore in tumulto al povero Da un elegante padiglione D . Bosco, circondato
bambino che facea festa mentre mi appressava, e da illustri forestieri , tra cui il principe Czarto-
dopo avere esaminato i suoi occhi senza proferire riski, e da egregi suoi figli ed amici torinesi, do-
parola, finalmente lo interrogai : - Enrico ; è minava la grandiosa e simpatica adunanza , com-
vero che ci vedi ?
p osta di più migliaia di persone .
- Si ; ci vedo , ci -vedo . - rispose tutto al- Vennero letti a D . Bosco molti componimenti
legro.
in prosa ed in versi ed in varie lingue, italiana,

1.9 Page 9

▲back to top


francese, latina , greca , tedesca , ungarica , spa-
gnuola, portoghese, inglese . . . e persino in ebraico .
Numerosi mazzi di fiori , tra cui alcuni di di-
mensioni colossali, e tutti splendidi per artistico
lavoro, furono presentati al carissimo festeggiato .
Si lessero lettere giunte da lontano, tra cui una
affettuosissima dell' ottimo monsignor Cagliero ,
delaqucoitenr
Buenos Ayres, 23 maggio 1885 .
VIVA S. GIOVANNI!
REV .MO ED AMAT .MO PADRE,
I suoi figli in questo giorno del suo Onomastico
guerreggiano e gareggiano tentando di superarsi
l' un l' altro in santi trasporti di figliale affetto ,
di lodi , di benedizioni , di promesse e di viva
cento e cent' anni per chi è loro Superiore , Be-
nefattore e Padre ! Invidiabile gara , nobile ten-
zone e giusto tripudio dei figli, dei fratelli e di
tutta la Salesiana famiglia !
Pel suo primogenito e per i suoi figli d' Ame-
rica (oh come lontana !) non resta, in questo giorno,
di santa e non comune esultanza, che il dolce ri-
cordo del passato, e che vorremmo convertire in
un dolcissimo presente, per dimostrarle ancor noi
che in petto abbiamo valore e nel cuore abbiamo
sentimenti al pari di ogni altro! Quantunque lon-
tani però , abbiamo con noi , in noi e dentro di
noi stampate le parole DON BOSCO - ORATORIO
- VALDOCCO e MARIA AUSILIATRICE !ca-
paci a stuzzicare più che prosa , poesia e musica
ed a saziare ogni desiderio del nostro cuore!
Ed i nostri fratelli d'Europa ed i Beniamini di
Torino si godano pure le belle feste , esultino e
tripudino , ma non ci vinceranno mai in amore,
riconoscenza e sacrifizio per Colui, che ci fu dato
da Dio per guida, maestro, pastore e padre .
Benedica i suoi figli di America ed il suo pri-
mogenito
+GiovanVescovdiMag.
Tra i doni presentati fu molto ammirato un ri-
tratto della piissima e compianta madre di Don
Bosco, offerta in cui è da lodare del pari il pen-
siero gentile e la squisitezza dell'esecuzione .
La lettura dei componimenti e la presentazione
dei doni fu intrammezzata da bellissime suonate
e da cori stupendi, eseguiti colla consueta perizia
dai giovani dell'Oratorio . La bella festa fu poi
ancora a più riprese rallegrata dalle graziose tro-
vate di uno dei primi e più antichi allievi di
D . Bosco, il sempre faceto e simpatico signor Ga-
stini, il cui genio inventivo non lascia sfuggire
occasione alcuna per dimostrare all'ottimo Padre
e benefattore la comune tenerezza e gratitudine
filiale .
Mentre tutto questo avea luogo , l'ampio cor-
tile si andava come per incanto illuminando da
milefadiverscoldipstenla
più vaga guisa ; e così tra quella luce , tra quei
fiori , tra quei concenti , simbolo delle armonie ,
della fragranza e dello splendore che D . Bosco ed
i suoi figli spargono in tutto il mondo colle loro
opere e colle loro virtù, aveva termine la bella
festa, coronata da famigliari ed affettuose parole
di D . Bosco e dalla benedizione apostolica man-
data dal Santo Padre allo stesso D . Bosco ed an-
nunziata dal Reverendo D . Dalmazzo Francesco,
curato della chiesa del Sacro Cuore in Roma .
L'Em .mo card . Alimonda, venuto a visitare don
Bosco verso le ore 4 pomeridiane, non potendo assi-
stere di persona alla cara riunione, vi assistette col
cuore, e volle che il Padre stesso dai Salesiani be-
nedicesse i suoi figli in suo nome .
Quanto sono belle queste feste della gratitudine,
dell'amore, della pietà filiale fra persone d'ogni
età e condizione, tutte unite nei vincoli più soavi
della carità di Gesù Cristo . »
Due circostanze resero più bello questo giorno .
Al mattino verso le ore 9 un gran numero degli
antichi giovani, ora sacerdoti, padri di famiglia ,
posti in ogni condizione onorata della vita sociale,
preceduti dalla musica entravano nell' Oratorio e
salivano agli appartamenti di D . Bosco per of-
frirgli gli attestati della loro riconoscenza . Il
M . R Teologo Antonio Berrone leggeva un ma-
gnifico indirizzo d'occasione .
Alla sera poi in sul finire delle feste erano pre-
sentate a D . Bosco lettere provenienti da tutti i
Collegi d'Europa e di America colle quali si di-
mostrava coree tutti i cuori dei Salesiani e dei gio-
vanetti ricoverati battessero pel Padre delle loro
anime . Noi fra queste ne scegliamo due pubbli-
candole, per alcune notizie non dispregievoli che
contengono sulle nostre missioni .
-
Buenos Ayres, 19 maggio 1885.
MOLTO REV . PADRE ,
Sebbene lontano non posso dimenticare i bene-
fizi da lei ricevuti prima come allievo e poi come
Salesiano . Della S.VMRmircodasvent
nelle pìù angosciose circostanze della mia vita ,
durante la missione di America e particolarmente
della Patagonia . Mi ricordavo di lei nel tragitto
d'immensi mari, nel traversare estesissimi deserti,
nel varcare monti altissimi, nel trattare con gente
di cui ignorava la favella . Ricordo con grata me-
moria la benedizione che V . S . M . R . impartiva
a bordo del Savoie l' anno 1877 ai Salesiani , ed
alle Suore, e l' ultimo sventolare del suo bianco
fazzolletto nell'atto che un promontorio . interpo-
nendosi ci privava di così grata vista . Dopo di
allora oh quante vicende !furontae,chsmi
fossero state rivelate prima, io dubito che sarei
svenuto oppresso da tanto peso . Nelle mie pene,
dopo Dio, ciò che mi confortava era la considera-
zione delle peripezie di D : Bosco nel fondare l'O-
ratorio e la Congregazione Salesiana .
Tuttavia mi consola anche molto il buono an-

1.10 Page 10

▲back to top


damento delle nostre missioni . Da pochi giorni è
giunto D . Fagnano dalla Patagonia e recò notizia
che i nostri collegi prosperano in quelle parti .
Tanto le Suore come i Salesiani educano un bel
numero di giovanetti e giovanette Patagoniche .
Siccome però non si danno rose senza spine, i de-
biti di quelle povere case ascendono a dodicimila
scudi ; se è vero però che chi ha debiti ha cre-
dito, dobbiamo congratularci della nostra buona ri-
putazione presso i banchieri e gli impresari . La
Chiesa della Boca già sta a buon punto ; si è dietro
a metter su il tetto . Non si può negare che Don
Bourlot abbia fatto mirabilia . Questa confessione
usci dalla bocca di uno dei membri della Com-
missione, il quale asseriva l'erezione di quel tempio
doversi alle fatiche del suo parroco .
Io con altri due preti siamo di casa presso la
cappella Mater Misericordiae . Le debbo dire che
qui la Vergine SS . si dimostra proprio quale è
Madre di Misericordia, imperocché, sono migliaia
i fedeli che durante il tempo Pasquale vengono a
purificare le loro anime nel sangue del Divino A-
gnello Gesù, per mezzo dei santi Sacramenti . -
Questa chiesa è assai povera, disse Monsignor Ca-
gliero il giorno di Pasqua , povera di redditi ed
ornamenti, ma è ricca di divozione . - Ogni do-
menica una turba di uomini e di giovanetti cir-
conda regolarmente due ed anche tre confessori .
I tre confessionali destinati per le donne sono pure
assai frequentati e ci reca dispiacere non potere
attendere a queste nelle principali solennità del-
l'anno, per la moltitudine degli uomini che viene
a confessarsi . E neppure si poté ascoltare tutti
quelli che si presentarono nel giorno di Pasqua,
sebbene fossimo sei confessori e si stesse tutto il
mattino nel santo tribunale . D . Savio passò la
settimana alla Plata, nuova capitale della provin-
cia e dice che fu grandissimo il concorso degli
Italiani al suo confessionale . Attesa la grande quan-
tità d' Italiani emigranti in questa repubblica ,
quanto sarebbe necessario promuovere le missioni
di sacerdoti italiani . In questi paesi, per udirne le
confessioni con profitto delle anime, non basta sa-
pere l' italiano, ma bisogna ancora saperne i dif-
ferenti dialetti . Questa cognizione difficilmente si
può conseguire dai sacerdoti Argentini o Spagnoli,
quando si danno allo studio della lingua Italiana
col fine di poter ascoltare le confessioni dei nostri
connazionali . Perciò quale benedizione sarebbe ,
se D . Bosco potesse mandare più numerosi i suoi
figli in mezzo a questi popoli . Con quanta gioia ver-
rebbero accolti da molti e molti che sarebbero
pronti a lasciarsi guidare per la via della salute
eterna, ma che non trovano chi li intenda nel loro
linguaggio . Ho visto più d'uno il quale in Europa
vivea trascurante dei suoi doveri religiosi , all'u-
dir qui il dialetto del proprio paese sulle labbra
di un Sacerdote Salesiano, parergli di veder per-
sonificato in lui quanto avea un giorno di più caro,
padre , madre , fratelli e amici , rompere in la-
grime, arrendersi alla grazia di Dio , e divenire
buon cristiano .
Una prova di ciò che io dico è l'affluenza degli
Italiani alle nostre Chiese . Mons . Cagliero, il giorno
dell'Ascensione, venne a celebrar messa e a dar la
Cresima in questa nostra Cappella detta degli Ita-
liani . Le Comunioni furono assai numerose, poiché
furono più di trecento quelli che si comunicarono
alla sola sua Messa . I cresimati furono cento cin-
quanta . Monsignore, vedendo tanta e divota mol -
titudine, non poté contenere il suo zelo facendo
due bei fervorini , di quelli che sa produrre la
sua facondia quando il cuore é commosso . La sera
predicò sul mistero di quel giorno , dipingendo
con accalorate espressioni i motivi che muovono
il Cristiano ad innalzare il suo cuore al Cielo ,
dove al dire di San Paolo sono i veri gaudii , i
quali Gesù Cristo fece nostri colla sua gloriosa
morte . Più tardi Monsignore assistette all'assem-
blea della Confraternita . I soci, entusiasmati dalla
presenza del caro Vescovo, determinarono di rac-
cogliere elemosine per erigere in detta cappella
un altare più degno dell' attuale . La colletta di
quella sola sera ascese a 4390 lire . Deo gratias .
Che cosa ora mi resta più a dirle? Spero che
questo mio foglio arriverà in tempo per augurarle
buone feste nel suo Onomastico, giorno del quale
desideriamo il ritorno ancora per molti anni . Vor-
rei in questa occasione offrirle qualche dono come
tributo e pegno del mio affetto, ma non so che
cosa offrirle perché nulla possedo . Se lo gradisce,
le ricorderò le migliaia di Indi che i suoi figli
battezzarono nel corso di più anni nella Patago-
nia , fra i quali alcune centinaia di bambini già
passati alla gloria del Cielo e che ricorderanno
in eterno il suo nome innanzi al trono di Dio,
come causa dalla loro salvezza . Ciò sarà pel suo
buon cuore motivo di grande consolazione ; il pen-
sare che il buon Dio già incominciò a coronare i
suoi sacrifizi, mediante le missioni della Patagonia .
Intanto prima di lasciarlo e rinnovando i miei
cordiali auguri, le domando umilmente la benedi-
zione, promettendole che mi adoprerò in tutto ciò
che potrò per cooperare al bene delle anime, al-
l'incremento di nostra Santa Religione e special-
mente in ciò che spetta la salute dell'anima mia .
Se avrà occasione di vedere la mia cara madre
la saluti per parte di colui che si dice con tutta
l' anima
Aff.mo ed umilissimo figlio
Sac . DOMENICO MILANESIO .
.
S . Nicolas de los Arroyos, 1 giugno 1885 .
M . R . ED AMaTISSIMO PADRE ,
Mi unisco di tutto cuore ai miei fratelli di queste
terre lontane per esprimerle il mio affetto e la
mia divozione , ed augurarle con tutto l' ardore
dell'anima mia una buona e felice Festa, seguita
da molte altre ancora . Sì, caro ed amatissimo
Padre, i voti più ardenti che un figlio possa fare
per un Padre diletto, io li faccio per Lei . Che il
Signore La colmi delle sue più elevate benedizioni!
É questa la preghiera che esce spontanea e ben

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


sovente dalle mie labbra , come è quella , senza
dudbio, i tutti gli altri suoi numerosi figli spi-
rituali .
Ella sarà lieto, caro Padre, di sapere che mi
trovo benissimo qui , felice di mia vocazione e
nella speranza di perseverarvi colla grazia del
Si.gnNoredmtc,ahidevopD,
un tale favore, una tale felicità .
Vorrei, mio carissimo Padre, poterle esprimere
tutta la gratitudine di cui mi sento animato verso
di Lei ; ma veramente non trovo parole per farlo .
Spero però di provarlo in altra maniera cioè coi
fatti , procurando di essere un vero Salesiano e
suo degno figlio . Eppoi nel Cielo io La ringra-
zierò per tutto quanto Ella fece per me : e Dio
benedetto e la nostra Santa . Madre sapranno ri-
compensarnela .
La leggera cognizione che ho della lingua fran-
cese mi giova assai qui , e la lingua inglese
ancor più.
Abbiamo in questo Collegio 15 studeuti in più
che l' anno scorso , e son tutti miei connazionali
(Irlandesi), i quali non vi sarebbero mai entrati,
se ivi non avessero trovato un irlandese tra i Sa-
lesiani . Eglino son tutti d'un carattere così dolce
e così docile, che è un vero piacere educarli . Sono
la consolazione dei superiori e il buon esempio e
l'edificazione dei loro condiscepoli . Abbiamo la
ferma fiducia di vedere il loro numero duplicato
pel venturo anno ; il che li farà più numerosi degli
stessi fanciulli del paese , e con tutta ragione
questo Istituto potrà allora meritare il nome, che
già pensiamo di dargli , di Collegio Irlandese-
Argentino .
Se noi avessimo sufficienza di professori , po-
tremmo aprire un Collegio o Seminario a parte ,
destinato unicamente agli Irlandesi . E questo il
desiderio ardentissimo di questa brava gente .
Anzi ce ne parlarono già, e son pronti a fornirci
una bella casa .
Credeva, caro Padre, che qualcheduno de' miei
compagni Le avesse procurato il piacere di darle
una relazione della Festa da noi qui celebrata in
onore dell' Apostolo dell' Irlanda . Era questo il
desiderio del signor Direttore D . Tomatis ; ma
pare che le occupazioni di colui che n'era incari-
cato , ne lo abbiano impedito . Il R . Direttore
D . Tomatis , D . Durando e tre Chierici , fra i
qu,saolni'dmtesrvio
Colonia Irlandese distante circa 30 chilometri da
S . Nicolas , e vi cantarono la Messa di Maria
Ausiliatrice , con grande consolazione dei coloni ,
che furono poi trasportati dall' eloquenza del Di--
rettore, nel panegirico cha egli fece sul santo
loro Patrono . Questo rimarchevole discorso venne
pubblicato nel Giornale Cattolico Inglese , e da
tutti gl' Irlandesi qui residenti ricevuto , per cui
ciascun d'essi avrà potuto leggerlo ed ammirarlo .
D . Rabagliati, accompagnato da D . Angelo Pic
cono e da me, diede una piccola Missione in questi
giorni ad una Colonia Irlandese . Speriamo, colla
grazia del Signore , che alcuni dei nostri allievi
diverranno nostri confratelli nella Congregazione
Salesiana ; cosa che è pur tanto desiderata dai loro
parenti .
Non mancherebbero altri dettagli interessanti,
o caro nostro Padre , e su questa Casa e sulla
nostra Missione ; ma ne lascio l' incarico a penne
più capaci della mia, e pel momento mi contenterò
di questa letterina scritta in tutta fretta , ben
lieto di potermi sottoscrivere di Lei carisssimo
ed amato Padre
Aff.mo Figlio in N. S.
Ch .co PaTRIZIO O' GRADY .
DAL COLLEGIO DI S . BASILIO,
Randazzo, 1° luglio 1885 .
R .E MV O ED AM.MO SiG . DIRETTORE,
Credo far cosa gradita alla S . V . dandole breve
ragguaglio delta festa di S . Basilio, celebrata la
domenica del 21 giugno passato in questo Collegio .
Sebben lontani dall'Oratorio di Torino , ne se-
gniamo le tradizionali usanze . Per infondere nei
giovani nuovo entusiasmo, e dar loro nuovo slan-
cio per la pietà, siamo soliti celebrare di quando
in quando nell'anno qualche solennità con istraor-
dinaria pompa . E splendidissima riuscì quest'anno
la festa dì S . Basilio, patrono e titolare del Col-
legio . Quello però che contribuì non poco a cre-
scerne il lustro e la religiosa pompa fu l'inter-
vento del Vescovo di Lipari monsignor Mariano
Palermo, il quale, annuendo con singolar degna-
zione all'invito del sig . Direttore, la vigilia della
festa giungeva in Collegio, ove era accolto fra gli
evviva e le acclamazioni dei giovani schierati in
due ale . Assiso Monsignore in apposito seggio, i
cantori intuonarono un inno scritto e musicato dal
nostro maestro di musica ch . Attilio Soffientini;
quindi un alunno a nome de' compagni s'avanzò a
dare il benvenuto all'illustre ospite , e lesse un
breve discorso per esprimergli la comune esul-
tanza per avere in mezzo a noi un tanto perso-
naggio .
Il mattino seguente, giorno della festa, la co-
munione generale offrì uno spettacolo assai com-
movente, che fe' versar lagrime di consolazione a
molti parenti dei giovani, che vi assistevano, ed
a noi fece dimenticare per poco i. fastidi e le pene,
che troppo spesso s'incontrano nell'educazione della
gioventù .
Usciti dalla chiesa, avemmo la, grata sorpresa
delta banda musicale del paese, la quale volle pure
generosamente concorrere a rendere più solenne la
nostra festa, e rallegrarci col farci udire maestose
marcie e dolci sinfonie .
La presenza del Vescovo , e più la divozione
che i buoni Randazzesi hanno per l'inclito Pa-
triarca dei monachisrno orientale, S . Basilio Ma-
gno ,litrasepmoingrauel
chie sa per assistere alla Messa pontificale . Mon-
s ignore, verso le ore 10, accompagnato dal clero,
entrava in chiesa per celebrarvi la Messa solenne .
Riesce difficile descrivere la maestà di quella fun-

2.2 Page 12

▲back to top


zione . La chiesa era stata splendidamente addob-
bata con una pompa che non si ricorda la mag-
giore . In mezzo a preziosi arazzi e ricchi festoni
campeggiava la figura del Santo che parea sorri-
dere dall'alto ed invitare tutti al cielo . Al con-
templar la ricchezza degli apparati , lo splendor
dei sacri indumenti tutti rifulgenti d'oro, all'udir
le argentine voci dei fanciulli che eseguivano con
mirabile vivacità la Messa della S . Infanzia, non
si poteva a meno di sentirsi rapire dalla terra al
cielo a contemplare per un istante la magnificenza
e la gioia della celeste Gerusalemme .
Al dopo pranzo, col medesimo concorso di po-
polo, si cantarono i vespri solenni , a cui tenne
dietro l'Orazione panegirica del Santo recitata
dall'esimio oratore can . Panissidi Vincenzo di Ran-
dazzo . Ei ci dipinse S . Basilio qual luminare di
sapienza e di santità mandato dal cielo a diradar
le tenebre che l'eresia avea sparso sull'oriente
nel iv secolo della Chiesa, e lo propose ai giovani
qual modello di cristiana fermezza in questi tempi,
in cui il mondo congiurò coll'inferno a danno del-
l'incauta gioventù, per trarla nella via dell'errore
e del vizio, e strapparle dal cuore il tesoro pre-
ziosissimo della fede . Chiudeva la sacra funzione
la benedizione solenne col SS . impartita da S . E .
Reverendissima .
E a credere che una solennità così bella ed im-
ponente lascierà nel cuore dei nostri giovani in-
delebile e cara rimembranza, che li terrà sempre
affezionati alla religione ed agli esercizi del divin
culto .
Volendo poi onorare come meglio per noi si
poteva l'eminente Prelato, che diede tanto lustro
alla nostra festa, alla sera vi fu la solita rappre-
sentazione drammatica . Gli attori erano pressochè
tutti novelli, dovendo gli anziani prepararsi ad
un'altra recita , per loro più importante , voglio
dire agli esami di licenza ornai imminenti . Tut-
tavia , mercé la solerte ed instancabile pazienza
del direttore del teatrino D . Angelo Lovisolo ,
quegli attori improvvisati fecero meravigiie, e si
meritarono gli applausi dei numerosi spettatori ,
e specialmente di Monsignore, che, facendosi pic-
colo coi piccoli, mostrava vivissimo interesse per
le loro rappresentazioni .
Il lunedì seguente Monsignóre ebbe ancor la de-
gnazione di amministrar la cresima ad una ven-
tina di convittori , ed in quell'occasione volse a
tutti i giovani calde parole d'incoraggiamento a
perseverar nel bene, a conservar nel mondo quella
pietà e religione che avean mostrata in quei
giorni, ed a portar mai sempre alta la bandiera
della loro fede .
Monsignore rimase con noi tutto quel giorno .
Lo accompagnammo a visitare le rarità di Ran-
dazzo, degne invero di essere visitate . Tra queste
primeggia la Chiesa Matrice di S . Maria co-
strutta interamente di massi di lava riquadrati
e ricca di pregiatissimi dipinti di celebrati artisti .
Visitò l' asilo infantile sì bello e ben ordinato ,
che a giudizio delle autorità scolastiche provin-
ciali e di persone competentissime, gareggia con
quelli delle principali città dell' isola . In fine
fummo a visitare il Museo di Archeologia del
cav . Paolo Vagliasindi, ricco di svariatissimi og-
getti di antichità , vasi , urne funerarie , figure ,
statuette, armi, anelli di tutte le epoche : fenicia,
cartaginese, greca, romana, araba e normanna .
Finalmente martedì Monsignore , con nostro
rincrescimento, si dispose a ripartire, e verso le
nove prendeva commiato da noi e da tutti i gio-
vanetti, schierati sotto il grande porticato per ri-
cevere ancora una volta la sua benedizione . Egli,
vivamente commosso , espresse il suo dispia-
cere di dover lasciar così presto un luogo così
caro, mi assicurò che, lontano di corpo, col cuore
sarebbe sempre rimasto in mezzo a noi, e dopo
averci esortati alla pratica dei nostri doveri ed
all'amore di Gesù Cristo, c'impartiva la sua be-
nedizione , pregando Iddio che ci rendesse tutti
fermi ne' santi propositi, e facesse sì che un giorno
avessimo a trovarci tutti in paradiso a quella fe-
sta celestiale che non avrà mai fine .
Egli partiva lasciando in tutti la più soave ri-
membranza della sua visita, e due giorni dopo ,
come per dar sfogo all'esuberante bontà del suo
cuore scriveva da Maleto al sig . Direttore l'ac-
chiusa lettera che ha il difetto di essere troppo be-
nevola e lusinghiera .
Come vede, signor Direttore , anche in questa
isola le nostre fatiche sono benedette dal Signore,
ma oh quanto maggior bene potremmo fare se
fossimo in maggior numero , e potessimo aprir
nell'isola altre case ! Supplichi per noi l'amatis-
simo Padre D . Bosco perchè voglia presto esau-
dire i nostri voti e quelli di tanti buoni padri di
famiglia che desiderano affidare ai Salesiani l'e-
ducazione dei loro figli .
Gradisca intanto i sensi dell'affettuosa stima ,
con cui, raccomandandomi alle sue preghiere, mi
pregio sottoscrivermi,
Della S . V . Reverendissima
Dev .mo servo ed aff.mo in G. C.
Sac . DOMENICO BRUNa .
LA CATTEDRALE E IL VESCOVO DI PINEROLO .
Riceviamo da monsignor Filippo Chiesa, vescovo
di Pinerolo, la bella lettera, con cui fa appello
alla diocesi per i restauri della sua Cattedrale, la
quale, a dir vero ne ha grande bisogno . Nota lo
zelantissimo Prelato che i restauri si eseguiscono
in base « ad un progetto conosciuto da buona parte
della popolazione, esaminato ed approvato da circa
dieci anni da apposita Commissione, e più tardi
dall'onorevole Municipio , dalla Deputazione pro-
vinciale e dallo stesso Ministero di Sua Maestà il
Re . Ed , anche prescindendo da tali e tante ap-
provazioni, basterebbe sapere che questo progetto
è opera del rinomatissimo conte Mella di f. m .,
di quel grande ristoratore delle cattedrali antiche,
che disegnò e diresse i restauri delle Cattedrali
di Alba, Alessandria, Casale, Vercelli e di tante
altre chiese , le quali formano oggidì una vera
gloria delle rispettive città ; basterebbe il sapere

2.3 Page 13

▲back to top


che l'esecuzione del disegno si compie da persone
perite sotto la direzione di valenti ingegneri , i
qualihnot'mpegndifarmoche
i ristauri riescano d'onore al conte Mella ed anche
al proprio loro nome . »
Per incoraggiare i suoi figli a coadiuvarlo nel-
l'impresa assunta , prosegue così : « Vorrei invi-
tarvi a dare uno sguardo ai protestanti istessi.
Voi lo sapete come questi si professino avversi al
culto esterno, eppure volgete i vostri occhi attorno
e vedrete come i protestanti si mostrino zelanti
pel decoro dei loro templi . Cominciate da Pine-
rolo e percorrete, se vi aggrada, le diversi valli
circostanti, e segnatamente portatevi nella valle
di Luserna e d'Angrogna, e vedrete come nessuno
dei loro tempii si trovi in istato così miserabile
come la nostra Cattedrale . Eppure noi professiamo
la necessità del culto esterno, noi professiamo di
credere alla reale presenza di G . C . nelle nostre
chiese! Ah V . F . e F . C ., procuriamo di dimo-
strare colle opere la nostra fede e di non essere
da meno dei protestanti nel provvedere al decoro
del massimo tempio della diocesi . »
Noi speriamo che l'appello di monsignor Chiesa
troverà risposta nella diocesi , ed anche da altre
parti d'Italia giungeranno offerte al beneme-
r ito Prelato , che, seguendo le tracce del ve-
nerato suo antecessore, monsignor Vassarotti, di
s . m ., vuole arricchire la sua citta vescovile di
una nuova opera religiosa e civile . Una chiesa é
non solo la casa di Dio , è pure la casa del po-
polo, dove esiste solo quell' eguaglianza che i ri-
voluzionari predicano a parole e negano a' fatti .
Gli oblatori godranno speciali vantaggi spirituali .
Sebbene, a tenore delle fatte convenzioni, l'am-
ministrazione delle offerte, come la direzione dei
Ristaur i sia oggidì devoluta al solo Vescovo ,
tuttavia , allo scope di procedere colla massima
regolarità ed ovviare ai molti inconvenienti che
Porta seco una sì grave contabilità tenuta da un
solo, mi sono indotto a creare l' apposito Consi-
glio d'amministrazione, composto di un consigliere,
di un tesoriere e di un segretario , ed ho scelto
a consigliere il reverendissimo signor canonico
Martin teologo Gio . Pietro, delegato vescovile pei
Ristauri - a tesoriere il reverendissimo signor
canonico penitenziere Luigi Valletti - a segre-
tario il reverendissimo signor canonico Lantelme
teologo Gio. Battista . La Commissione, così com-
posta , terrà esatto conto di tutte le offerte che
le provengono dalla città e dalla diocesi, e pub-
blicheràanumtilrsaontivche
passivo di sua gestione » . (Dall'Unità Cattolica) .
Nel giorno 24 di maggio u . s . festa dello Spi-
rito Santo ebbe luogo l'adunanza dal regolamento
prescritta, adunanza tenuta in privato, ma cui pre-
sero parte tutti i Cooperatori .
Accondiscendendo al desiderio dei buoni Coope-
ratori che aspettavano da me, come sacerdote e
decurionecapo,qualcheparol,disloral
buona come Maria chiamata Ausiliatrice si dimo-
strò sempre aiuto vero e potente dei Cristiani e
che tale ancora si dimostrerà verso di noi, purché
noi ci dimostriamo veri seguaci del suo Divin fi-
gliuolo Gesù Cristo signor nostro .
Il giorno 7 giugno poi, domenica fra l'ottava
del CorpusDcomin,s elebrò nella chiesa Par-
rocchiale un po' di festa ad onore di Maria Ausi-
l.iaLtaricpeopolazione, cui era stata annunciata
detta festa nella precedente domenica , vi prese
grande parte coll'accostarsi numerosa al tribunale
di Penitenza ed al Banchetto Eucaristico ed alle
sacre funzioni . Fu cosa veramente consolante il
vedere i Cooperatori Salesiani tutti in massa ac-
costarsi al piedi dell'altare a ricevere il loro Sa-
cramentato Gesù, per così presentare fin dal mat-
tino una preziosa corona a Maria e meritarsi il di
Lei potentissimo aiuto .
Alle 10 alcuni bravi giovani vollero cantare la
messa ed eseguirono quella detta di Maria Ausilia-
trice composta da Monsignor Cagliero .
Alla sera con maggior solennità del solito si
cantarono i Vespri, finiti i quali salito sul pulpito
il M . R . D . Giuseppe Iubia (Economo spirituale
di questa Chiesa Archipresbiterale resa vacante
per la morte del compianto M . R . Giacomo Pic-
coni affezionatissimo ai Salesiani) con belle ed af-
fettuose parole tessé le lodi di Maria .
Finito il discorso e cantate con dolce e soave
armonia varie strofe di bella e commovente lode
a Maria, si finì la modesta sì ma cara funzione
col canto del Tantum ergo e colla benedizione del
Venerabile .
Data la benedizione si radunarono ancora una
volta i Cooperatori per fare la loro offerta che ar-
rivò a L . 34,84. Tenue è per vero la nostra offerta,
ma è da tenersi conto che i Cooperatori sono gente
di campagna che lavora da mane a sera per gua-
dagnarsi di che vivere .
Gradisca i miei figliali rispetti e non dimentichi
di pregare per i Cooperatori Salesiani e la popo-
lazione tutta di S . Martino Stella .
8 luglio 1883 .
Sec . SIMONE CAVIGLIO Dec .ne .
CONFERENZA.
DIVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ
Fra gli Indiani nelle Montagne Rocciose
REV . SIGNORE,
Nella certezza che torni assai grato al di Lei
cuore l'aver notizie dei Cooperatori Salesiani, le
dirò qualche cosa della nostra Associazione in San
Martino Stella .
(Dalla Civiltà Cattolica) .
La Chiesa degli Indiani, Cuori di Lesina, è de-
dicata al Sacro Cuore di Gesù . Quasi tutti gli
adulti appartengono all' apostolato della pre-
ghiera e al sodalizio del Sacro Cuore . Sono

2.4 Page 14

▲back to top


esattissimi in recitarne le preci giornaliere e
molti non solo il primo venerdì d' ogni mese
vengono da . lungi per accostarsi alla sacra Mensa,
ma non lasciano passare settimana senza che il ve-
nerdì facciano un tale atto di riparazione verso
questo divin Cuore, così amante degli uomini e
tanto da essi offeso ! Quelli poi che non possono,
perchè lontani o molto occupati, venire il venerdì,
ricevono la Santissima Eucaristia nella prima do-
menica del mese . Non appena seppero della Comu-
nione riparatrice , che si presentarono sette per-
sone per fare la santa lega e comunicarsi una per
giorno , affine di riparare gli oltraggi di che è
fatto segno Gesù nel Sacramento del suo amore .
Quindi ne nacque in molti una santa invidia ; ed
avendo domandato di costituire altri settennarii di
Comunioni riparatrici, si stimò bene appagarli .
La festa del Sacro Cuore, benchè ricorra pochi
giorni dopo quella del Corpus Domini , celebrata
con grande pompa in tutte le missioni , è solen-
nissima fra i Cuori di Lesina, e quanto dir si può
devota . Il capo manda molti giorni prima suoi
messi alle tribù vicine, come ai Nasiforati, agli
Spokàni , a Kalispelem ed anche agli Sgoyelpi ,
che distano di là un centocinquanta miglia , per
invitarli a venire a De-Smet (così chiamasi il loro
villaggio) e prender parte alla gran festa del
Sacro Cuore . Molti accettano l'invito, e, celebrata
nella loro riduzione la festa del Corpus Domini ,
se ne vengono colle famiglie a De-Smet ; donde
ne segue che il villaggio si popola per quei giorni
di più migliaia di persone . E vi traggono pure
gli infedeli , de' quali non manca mai chi si con-
verta , e anche una turba di bianchi ; i cattolici
tirativi da devozione , e i protestanti per ammi-
rare la pietà dei Cuori di Lesina . I capi e mag-
giorenni delle altre tribù sono ricevuti ed alber-
gati nelle case, laddove gli altri piantano le tende
accanto al villaggio.
In questa ricorrenza si fa la questua pei poveri .
Il capo manda attorno il suo banditore, il quale,
percorrendo le pubbliche strade , invita ad alta
voce a far la limosina . Allora uomini e donne in
gran numero escono dalle case e vanno a quella
del capo . Chi porta una coperta, chi un cappello,
chi un soprabito, chi un paio di calzoni o una ca-
micia ; gli uni recano della farina, o carne secca,
o patate, o altre cose mangerecce, e altri offrono
del danaro , giacchè al presente corre anche tra
loro la moneta americana , nè vi manca perfino
chi vi faccia limosina d'un cavallo o d'un vitello .
E qui non è a tacere che l'anno scorso fecero ,
per consiglio di Monsignore l'Arcivescovo d'Ore-
gon, una colletta anche pel Papa, la quale, avuto
riguardo alla loro condizione, riuscì assai copiosa .
E pur bello il vedere questi poveri selvaggi che
aiutano col frutto delle loro mani il Padre co--
mune spogliato dai nemici di Gesù Cristo .
Ora , ritornando alla festa del Sacro Cuore ,
ecco in qual modo si solennizza quel faustissimo
giorno . La mattina confessioni e comunioni in gran
numero ; poi Messa cantata in musica , indi pre
diche in varie lingue indiane, e dopo il meriggio
una solenne processione col Santissimo Sacramento .
Dalla gran piazza dinanzi la chiesa conducono gl'In-
diani con festoni di fiori e d'altre erbe odorifere
per un viale che passa davanti al Conservatorio delle
Suore,dilàcstganordmestal
villaggio va a sboccare nel collegio dei giovanetti
e nella casa dei Missionarii , finche mette capo
nella china . Per mezzo ad esso passa la devota
processione . L'apre uno scelto drappello di soldati
del Sacro Cuore a vessilli spiegati : quindi s'a-
vanzano raccolte e in modesto abbigliamento le
donne della tribù coi loro stendardi, seguite dalle
educande, tutte figlie di Maria, e precedute an-
ch'esse dalle proprie insegne . Un gran tronco di
croce portato da un capo dei Cuor di Lesina va
innanzi ai giovanetti del collegio, i quali, prece-
duti anch'essi dalla loro bandiera, incedono con
modestia ed ordine mirabile . Vengono appresso,
gli uomini della tribù, distinti secondo i gradi di
ciascuno ; e poi, quasi contrapposto a quella loro
austera gravità, ecco inoltrarsi i piccoli chierici
indiani , in una sottana rossa con bianchissime
cotte, cinti ai fianchi di una fascia violacea . Al-
cuni portano in mano accesi doppieri, altri agitano
fumanti turiboli, mentre alcune fanciulline, bianco
vestite e raccolte in candidissimi veli, vanno leg-
giadramente spargendo di fiori la via innanzi allo
Sposo delle loro anime innocenti . Presso al San-
tissimo portato dal Superiore della residenza , o
dal Superiore generale delle missioni, e qualche
volta dal Vescovo , incedono i pochi Missionarii
che poterono venire dalle vicine riduzioni . Reggono
le aste del baldacchino quattro capi di quattro
tribù ; e finalmente chiude la processione o il gran
capo e i suoi ministri con cerei in mano , o gli
ufficiali della milizia . I soldati del Sacro Cuore
tutti in gala corteggiano la processione a cavallo ;
e quando in chiesa si dà la benedizione, in segno
di grande e pubblica letizia, sparano i loro fucili .
Ecco con quanta devozione, e con che splendore
di culto celebrano le sacre funzioni i poveri In-
diani delle Montagne Rocciose, pochi anni fa ab-
brutiti selvaggi !
MISSIONARI CATTOLICI E MISSIONARI PROTESTANTI
La Gazzetta Generale della Germania del Nord
ha inserito nel suo volume una relazione di un
protestante, signor Bulow, intorno all'azione dei
missionari cattolici e dei missionari protestanti,,
nell'isola Samon, e vi leggiamo queste preziose
confessioni : « Come nelle contrade del vecchio
mondo, la Chiesa cattolica si distingue anche qui
dalle confessioni protestanti col disciplinare co-
stantemente i suoi fedeli, avendo sempre in mira
i loro interessi spirituali, senza trascurare la loro
educazione fisica e materiale . Essa dimostra anche
in questi paesi la sua grande potenza di ordina-
mento e di influenza sugli uomini . Essa a primo
sguardo vide dove sta la radice del male, cioè la
straordinaria accidia degli indigeni e si studia di
arrecarvi rimedio promovendo il lavoro, iniziando
piantagioni e insegnando l'agricoltura . E in questa

2.5 Page 15

▲back to top


maniera che le Missioni cattoliche amministrano
tutto il paese delle isole Fatura, Alofa, ecc .
« Del tutto diversa è l'azione delle Missioni
protestanti . I missionari, tirati su in fretta in un
Seminario qualunque, giungono qui pieni d'orgo-
glio ; ma in fondo non sanno nulla e non si di-
stinguono per altro che per essere assai grosso-
lani . Questi signori non si contentano dei loro
onorari, i quali son pure sufficienti , ma cercano
d'aumentarli . Con tutti i mezzi si studiano di ar-
ricchire e formano a poco a poco una Missione
indipendente senza curarsi dei poveri pagani . Nei
momenti più difficili questi signori chiedono prima
di tutto d'essere pagati avanti di rendere alcun
servigio agli indigeni . »
Dopo aver dimostrato come i protestanti tra-
scurano gli interessi religiosi degl'indigeni, fino a
chiudere gli occhi sopra i vizi più scandalosi dei
capi di tribù, il sig Bülow continua così : « I mis-
sionari delle sètte protestanti curano prima le loro
case, e non pensano che dopo alla costruzione
della chiesa ; è precisamente il contrario di ciò
che fanno i cattolici, i quali dapprima costruiscono
una bella e solida chiesa, senza pensare alle loro
personali comodità . Da una parte la speculazione
e lauta vita, dall'altra l'abnegazione per una grande
causa . Gli indigeni protestanti non hanno alcun
carattere cristiano . Non può essere questione di
idee e di convinzioni religiose . Nulla è cambiato .
La moralità del popolo è peggiore che mai . I
preti cattolici invece incominciano, ed hanno tutte
le ragioni, a coltivare la gioventù, e impediscono
l'immoralità colle loro scuole e congregazioni . I
protestanti cercano sì di imitare queste opere, ma
le loro scuole sono veri centri di corruzione »
cui quello notabilissimo di avere all'uopo ottimi e
zelanti Professori, i quali piglino a petto la col-
tura intellettuale e morale dei giovani alunni .
Numerosi tramvays dal centro della città e dagli
scali ferroviari conducono in pochi minuti presso
il ponte in ferro sul Po ai piedi della dolce salita
che mena al Collegio .
Istruzione .
L'insegnamento ha per base fondamentale l'edu-
cazione religiosa e civile degli allievi . Abbraccia
il corso Elementare , Ginnasiale e Liceale , che
viene impartito a norma dei Programmi Gover-
nativi da Professori approvati . Oltre le materie
richieste dai programmi havvi un corso di lingua
Francese in tutte le classi, la scuola di declama-
zione e di .buona creanza . Il Collegio possiede un
ricco gabinetto di Fisica, ed un copiosissimo museo
di Storia Naturale e di Chimica per l'insegnamento
pratico di queste scienze .
L' età richiesta è dai sei ai quattordici anni e
non si ammettono giovanetti espulsi da altro Col-
legio .
DOCUMENTI RICHIESTI . Ogni allievo nella
sua entrata deve essere munito
I° Della fede di Battesimo ;
2° » di vaccinazione o sofferto vaiuolo .
3° Di un attestato della classe percorsa e di
un certificato di buona condotta per chi uscisse
da altro Collegio .
Le domande di ammissione si fanno al Sac . Dot-
tore Cesare Cagliero Direttore e Preside del Col-
legio, oppure al Rev . Sac . GIOVANNI Bosco .
Pensione .
COLLEGIO CONVITTO VALSALICE
PRESSO TORINO
PROGRAMMA
CORSO ELEMENTARE, GINNASIALE E LICEALE,
Il Collegio Convitto Valsalice, situato sopra
un'amena collina a poca distanza dalla città di To-
rino, presenta ai giovanetti di nobile o civile con-
dizione ogni opportunità per una completa educa-
zione religiosa, intellettuale e civile . L'aria pura
che si respira nell'ampio ed elevato edifizio appo-
sitamente costrutto, reso più ameno dai numerosi
e lunghi portici, dai vasti cortili e giardini con-
torniati da viali ombrosi, la ricca palestra di gin-
nastica e le ampie vasche natatorie per la stagione
estiva formano un luogo incantevole ed igienico ,
e favoriscono sensibilmente lo sviluppo fisico degli
alunni, mentre la quiete, che vi regna, concilia
non poco lo studio . La vicinanza poi d'una grande
città qual è Torino offre non pochi vantaggi, tra
La retta mensile è di Lire 50 pel corso Elementare
»
» 60
» Ginnasiale
»
»
» 80 » Liceale .
Ogni convittore deve inoltre pagare per diritto
di entrata L . 80 (senza rimborso) .
Per due fratelli si fa una riduzione di L . 200
annue e di L . 300 se saranno tre .
La pensione comincia dal giorno fissato per l'en-
trata e si paga a trimestri anticipati .
I signori Genitori che volessero ritirare i fi-
gliuoli dal Convitto, dovranno darne avviso al Di-
rettore , almeno un mese prima, e non avranno
diritto al rimborso del trimestre anticipato .
Vitto .
Gli allievi hanno quattro refezioni al giorno
A COLaZIONE : caffè e latte o frutta .
A PRANZO : minestra, due pietanze, vino, frutta
o cacio .
A MERENDA : pane .
A CENA : minestra , pietanza , vino , frutta o
cacio .
Mediante la retta suindicata , il Collegio som-
ministra ancora letto elastico, materasso e guan-
ciale, copertina bianca e gli altri oggetti di ca-

2.6 Page 16

▲back to top


mera e s'incarica delle piccole rimendature della
biancheria, non che delle spese pel parrucchiere .
Sono pure comprese le spese del culto, la mu-
sica vocale e la ginnastica .
Gli oggetti somministrati dal Collegio dovranno
restituirsi tornando l'allievo in famiglia .
Sono a carico de' Genitori le rimendature dei
panni, i libri di testo, gli oggetti di cancelleria
ed i corsi liberi :
1° Di disegno a L . 5 mensili .
Di musica istrumentale a L . 12 mensili ; pel
nolo del Piano a L . 6 mensili .
3° La scherma e la equitazione a prezzo da
concertarsi secondo il numero delle dimande .
4 ° Le rotture, i guasti volontari, le spese pel
dentista, i consulti medici e le cure straordinarie
in caso di gravi malattie .
5° Le spese di bucato e stiratura a L . 5 mensili .
Corredo .
Ogni allievo deve recare con sè il seguente cor-
contrassegnato col numero che verrà dato in
Collegio .
1° Posata e bicchiere di argento o di Cristophle .
2° Lenzuola paia
N. 3
3° Coltre di lana (catalogna) . . . . » 1
4 ° Coltrone (trapunta)
»1
5° Camicie
» 12
6° » da notte
»3
7 ° Stivaletti paia
»3
8° Asciugatoi
»6
9T.°ov»ag6li
10 ° Tovaglia lunga metri 2,50, larga 1,50
che resta al t ollegio
»I
11 ° Fazzoletti
» 12
12° Calze paia
» 12
13° Mutande
»6
14° Corpetti di lana per l'inverno . . . » 3
15° Flanelle o camicie di lana . . . . » 4
10° Guanti paia 2 di pelle e 2 di lana
»4
17° Cravatte, di cui una di seta nera . » 6
18° Mute di abiti per casa . . . . » 3
19° Uniforme (dalle 60 alle 80 lire) .
20° Mantello d' uniforme .
21 ° Gli oggetti di toeletta cioè spazzole, pettine,
pettinetta, saponette, ecc .
L'uniforme deve essere fatto secondo il modello,
.ed il corredo in ottimo stato .
Dichiarazioni .
1 ° I convittori sono tenuti in Collegio tutto
l'anno . A richiesta de' parenti possono tuttavia
passare in famiglia tutto od in parte il mese delle
va;mcnpzeltuiosfa
riduzione alcuna sulla pensione del trimestre .
2° Gli allievi segnalati in condotta potranno
avere l'uscita coi parenti ogni due mesi nel giorno
en.l'orastbidlDreto
Fuori di questo tempo non si permette
l' uscita dal Collegio , tranne che per motivi di
salute .
4° I signori Genitori possono visitare i loro
figliuoli dire volte la settimana, cioè il Giovedì e
la Domenica nelle ore fissate ; nel caso di malat-
tia in qualunque ora del giorno .
5° Non si permette ad alcuno di visitare gli
allievi senza uno speciale permesso de' Genitori .
6° Le lettere saranno viste dal Direttore.
7° Non è permesso agli allievi di tener da-
naro, orologi, coltelli od oggetti di valore . Per
le piccole occorrenze o per minuti piaceri si potrà
far deposito di qualche somma presso il Prefetto .
8° Al termine d'ogni mese i Genitori saranno
raggu figliati dello stato sanitario, della condotta,
del profitto scolastico de' loro figliuoli in ogni
ramo d'insegnamento .
Pei Genitori che desiderassero un prezzo
complessivo si è stabilito :
Annue L . 1400 pel corso Liceale .
» » 1000 pel corso Ginnasiale .
» » 900 pel corso Elementare .
Questo prezzo comprende le provviste e ripara-
zioni di abiti tanto per uso di casa quanto per la
uscita, la prima copia dei libri di testo, carta,
penne, bucato e stiratura ed ogni altra cosa, com-
presa nella pensione mensile, tranne la calzatura,
i corsi liberi e i dizionarii .
BIBLIOGRAFIA .
AGLI AMANTI DELLA BUONA STAMPA,
Tra i molti periodici che si stampano in Italia,
non ne conosciamo uno il quale si possa avere
più a buon mercato ed interessare anche i lettori,
specialmente ecclesiastici, come il seguente :
L'eco del Clero, e in ispecie delle Parrocchie
d'Italia, è un periodico (per ora) mensile, religioso
scientifico , amministrativo , legale e di annunzi
gratuiti .
Questo Periodico , il più importante e ad un
tempo il più economico, (L .1,50al'nodi16
pagine, carta e formato pari al nostro Bollettino)
encomiato da molti Prelati e Vescovi, tra cui li
Em .mi Parrochi ed Alimonda , ed ultimamente
benedetto dal santo Padre Leone XIII,calda-
mente lo raccomandiamo ai R . R . Sacerdoti, specie
ai Parroci .
Ne è Direttore un zelante parroco della pove-
rissima e piccolissima parrocchia di N . S . della
Neve in Savona, dalla quale, sendo l'unico sacer-
dote ivi esìstente , cerca colla buona stampa far
al di fuori tutto quel po' di bene che gli è pos-
sibile : per questo non abbisogna che di abbonati .
- Rivolgersi al M . R . Sacerdote Luigi Cav .
Prof . Caneto direttore dell'Eco del Clero - Sa-
vona - Il Caneto è già conosciuto nella repubblica
letteraria per aver dato alle stampe vari opuscoli
scientifici .