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i
LIBRERIA SALESIANA - TORINO
>olle et lege !
Raccomandiamo ai nostri Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici le seguenti
Nuove Pubblicazioni vendibili presso la nostra Libreria Salesiana di Torino .
Le Azioni Divine ; Lettera Pastorale per la Quaresima del 1886 del Card. Gaetano
Alimonda ; in-4° picc . di pag . 80
L. 1 00
" La quaresima segna il momento opportuno alle gravi considerazioni . Ormai lo spettacolo delle
pazze gioie si chiude, le danze si arrestano , i lascivi canti tacciono . Deh, carissimi , entrate ad un
altro teatro, bello, tranquillo , sublime , ove il dramma si adempie da tutta l'umana stirpe , al quale
presiede Dio : udite di quell'armonia che ha cominciato e non è più per finire, giacchè l'armonia di-
vina dal tempo si prolunga nell'eternità,, .
" Uno dei primi e più speciali caratteri di che s' improntano le azioni divine , è la segretezza
e il nascondimento,, .
Queste parole, tratte da detta Lettera Pastorale, valgono quanto una descrizione di essa, la quale
I non abbisogna certamente di bibliografia per essere bene accolta, basta 1' annunziarla . Tutti i nostri
benemeriti Cooperatori Sacerdoti ed anche laici cultori della scienza religiosa andranno a gara nel
provvedersi questa lettera, che è un vero libro che rivela il mistero delle azioni divine, e la cui let-
tura, fatta nel segreto e lontano del chiasso, diventa una specie di teatro, bello, tranquillo, sublime, ove
si ammirano le infinite bellezze del dramma che si adempie da tutta l'umana stirpe, e nel quale cam-
peggiano le azioni di Dio .
La Storia Biblica ; studio storico critico dalla Creazione del mondo all'Eccidio di
Gerusalemme nel 70 dopo Gesù Cristo, per Secondo Biamonti Romano : 4 bei
volumi in-8 pio. arricchiti di otto carte geografiche corrispondenti alle epoche
trattate
L. 12,00
- Legati in tela inglese, impressione a oro rappresentante Mosè . » 16,00
Ecco il libro, che più al vivo presenta ai suoi lettori come un teatro immenso, grandioso , su-
blime,, ove si vedono succedersi una dopo l'altra, le più grandi scene di quel dramma, che si adempie
I da tutta l'umana stirpe, incominciato da Dio e da lui presieduto . In esso libro, più che in qualunque
altro, brillano maravigliosamente le azioni di Dio , tanto nella creazione dell'universo , quanto nello
! svolgersi dclle umane generazioni .
I
La Chiesa, che conosce la potenza educativa di questa storia_. appunto all'avvicinarsi del tempo
opportuno alle gravi considerazioni, nelle lezioni dell'impareggiabile suo Breviario presenta alla con-
siderazione dei suoi figli il grandioso spettacolo descritto da Mosè nel Genesi , vale a dire la crea-
zionee del cielo e della terra, ed il principio dell'umana stirpe . Non tutti però possono da Mosè o
dal Breviario apprendere la storia delle azioni di Dio e del suo popolo ; ecco perciò le storie ridotte
ad uso del popolo .

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Noi già pubblicammo la Storia Sacra del nostro carissimo D . Bosco, illustrata da parecchie beli;esime inci-
sioni, utile a tutti e specialmente alla gioventù ; già pubblicammo la Storia Sacra di Mons . P . Farini, opera classica
per la lingua ; ma con questa riempiamo opportunamente una lacuna che il progresso della scienza aveva lasciato .
Dalla Bibbia, dagli scrittori più autorevoli dell'antichità sacra e profana e specialmente dalle recenti sco-
perte dei monumenti d'Assiria e d'Egitto, l'Autore ha saputo darci la vera storia scientifica popolare adeguata
alla grandezza del popolo di Dio e raccogliere intorno a lui, come a giusto centro, tutta l'antichità . Questa ricca
materia è esposta con istile facile, ravvivata ed abbellita da vivaci descrizioni e considerazioni .
Cooperatori e Cooperatrici cui sta a cuore l' istruzione del popolo e la diffusione della verità, acquistate
quest'opera, suggeritene l'acquisto, leggetela e fatela leggere ; suggeritela siccome il più bello tra i premii in
occasione di premiazioni scolastiche ; introducetela nelle vostre famiglie, nelle scuole, nelle Biblioteche circo-
lanti e Dio terrà conto dell'opera vostra .
I Cooperatori e Cooperatrici ché n'acquisteranno due copie, aggiungendo 50 centesimi riceveranno in dono 100 copie dell'Enea
elica pel Giubileo 18 8 G da diffondersi tra il popolo .
Le Maraviglie del SS . Sacramento narrate ai fanciulli della Prima Comunione dal Padre Pietro
Laurenti d . C. d. G.-Edizione accresciuta di molti notabili prodigi e degli Atti per la
Confessione, Comunione e per la S . Messa ; in-32
L. 0.60
Legato iu tela
» 1 .20
Non v'ha dubbio che i fatti di cui abbonda ia storia (le' secoli cristiani e dei quali è sì vaga la tenera età . val-
gono mirabilmente non pure a raffermare e ravvio aro la fede di quanto la divina rivelazione intorno alla sacra Euca-
ristia no insegna, ma sì anche a ridestare la pietà e accendere la divozione ; e soprammodo acconci a disporre la mente
e il cuore dei fanciulli ad accogliere convenientemente 1' Ospite divin Gesù Cristo in Sacramento . A conseguire così sa-
lutari effetti mira quindi il presento libretto, il quale è appunto una raccolta di fatti, operati dal Dio nascosto, da ri-
empiere di meraviglia e di santo affetto non pur i fanciulli ma eziandio gli adulti . Lo raccomandiamo a tutti i nostri
Cooperatori e Cooperatrici ed in ispecie ai b11i . RR. Sigg . Parroci, affinché ne facciano acquisto in più copie e lo distribui-
scano come ricordo della Prima Comunione nell'anno del Giubileo 1856 .
Raccomandiamo caldamente eziandio i seguenti :
Il giovane Provveduto coli l'apparecchio di ben confessarsi e comunicarsi ; Legato in tela con
impressione a oro della Cena del Signore
» 1,40
Non solo si raccomanda come ricordo della Prima Comunione per il contenuto, ma eziandio
per la legatura, la quale e illustrata dalla Cena del Signore.
_ALTRI LIBRI SULLA SS, COMUNIONE
La Santissima Comunione per Mons. di
Segur
L . 0 10
Meditazioni sulla SS . Comunione, di S . Bo-
naventura
0 10
Venite tutti a Me, per llons . di Segur ,, 0 10
Ogni Otto giorni, per Mons . di Segur , 0 10
La Pasqua Cristiana . .
. r 0 15
Il Cielo aperto mediante la Comunione
frequente del P . C . Filippo da Poirino r 0 10
Due Gioie nascoste del Frassinetti . „ 0 10
Tatti questi libretti tendono ad eccitare nei lettori il de-
siderio di ricevere Gesù in Sacramento, il qual atto è il
più nobile che si possa fare su questa terra, perchè atto
di vero amore a Gesù.
I seguenti mirano allo stesso scopo e praticamente.
Guida alla Confessione e Comunione di
S . Francesco di Sales
„ 0 30
La SS . Comunione, di S. Bonaventura „ 0 25
Il Cielo aperto mediante la Comunione
frequente con aggiunte .
0 30
L'Igiene dell'Anima . Lettere di un curato di
campagna a un antico discepolo, per F . Marti-
nengo. - Ediz . elegante
1 40
- Ediz . ordinaria
„ 0 60
Legato in tela
r 1 40
Marietta ossia le vere sorgenti della vita
al secolo XIX ; Racconto del Teol . Ilario M .
Zigo . - Opera premiata ad un concorso n 2 -
Legato in tela
„ 3 40
Don Marco ossia perdono e convito ; Rac-
conto contemporaneo del Sac . A . Guerra . - Ediz .
elegante
L . 1 20
- Ediz . ordinaria
„ 0 60
Legato in tela
1 40
Tutti questi libri, o in forma (l'istruzione famigliare, o
di dialogo, o di lettera o di racconto, mirano a far con--
scero e praticare la Confessione . I tre ultimi riguardano anche
alla SS. Comunione.
Consigli e preghiere in preparazione alla
Prima Comunione
„ 0 '.'O
Ricordi della Prima Comunione .
Dono ai Fanciulli nel, giorno faustis-
simo della Prima Comunione pel sac .
Prof. G . Lanza ; in-64° pag . 120 . 0 30
Legato in tela
r 0 Cot)
Dono alle Fanciulle nel giorno faustis-
sìmo della Prima Comunione dello stesso
Autore in-64° di pag . 120 . . . , 0 30)
Legato in tela
0 61)
Il più bel dì della vita ossia la Prima Co-
munione ; operetta di Enrichetta di Saint
Périer
r 0 60
Legato in tela
1 20

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ANNO X - N . 4 .
Esce una volta al mese .
APRILE 1886
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SA-IORlnMcCouradeiGsùl'Eucarti
festa di S . Francesco di Sales e delle Conferenze Salesiane -
continua la Conferenza tenuta in Torino il 28 Gennaio - Gli
ultimi istanti di Francesco Montaldo insigne Cooperatore Sale-
siano di S . Nicolas - Grazia di Maria Ausiliatrice - Patagonia
- Bibliografia - Elenco dei Cooperatori defunti nell'anno 1885 .
IL CUOR DI GESÙ E L'EUCARISTIA .
Divinissima fra le divine cose è l'Eucari-
stia, questa maraviglia delle maraviglie, ap-
pellata giustamente l'opera più bella e più
grande, il capolavoro del Cuor di Gesù . Gli
atti più splendidi, gli esempi più luminosi di
bontà e di tenerezza, di cui è tutta cosparsa
la vita del Divin Redentore, cedono, si eclis-
sano innanzi a questo che S . Francesco di
Sales chiamava l'Amore degli amori . Che è
il buono e il bello di Lui (Signore, Dio),
esclamava già il profeta Zaccaria, se non il
frumento degli eletti e il vino che fa ger-
mogliare i vergini? Quid enim bonum eius
et quid pulchrum eius, nisi frumentum
electorum et vinum germinans virgines ? (1) .
Quindi è che a quest'opera sovrumana di
potenza e di bontà s'indirizzarono costante-
mente in tutta la vita mortale di Gesù i suoi
(1) C. IX, 17.
desiderii più vivi ed ardenti , i palpiti più
nobili e generosi del suo Cuore . E perchè
comprendessimo l'altezza sovrannaturale del
dono e la conseguenza sua infinita per la
fede, volle Egli stesso, ancor innanzi di ope-
rarlo , spiegarcelo e come maneggiarlo con
singolarissima cura questo atto di tanta de-
licatezza, nobiltà ed importanza, facendolo
precedere dallo stupendo miracolo della mol-
tiplicazione dei pani e scegliendo a luogo di
sua parlata e la Sinagoga, dove il popolo
accorreva da ogni parte, e Cafarnao, una
delle più grandi e popolate città della Giu-
dea (1) . Ma giunge alfine l'ora memoranda
dalla eternità prestabilita all'istituzione di
quest'ineffabile Sacramento, ed ecco anche
qui pararcisi innanzi nuovo argomento di
maraviglia nella circostanza affettuosamente
solenne , nelle parole amabili e soavi , nel
contegno sovranamente delicato e paterno
del buon Gesù (2) . Or che più poteva Egli
fare per insinuarci e la dolcezza sovrumana
dell'Eucaristia, e l'importanza, anzi necessità
sua alla vita di un cristiano? La qual ultima
cosa non sarà mai abbastanza ricordata, ai
giorni nostri soprattutto, in cui vediamo pur
troppo diffondersi e quasi pretendere di giu-
stificarsi una cotal foggia di cristianesimo,
che vorrebbe nella pratica prescindere dalla
(1) Joann. VI, 48 e segg.
(2) Luc. XXII, 15 e segg .

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frequenza alla S . Comunione . Non v'ha cat-
tolicismo, diceva un giorno nell'eloquente
sua semplicità il nostro amatissimo D. Bosco,
dove non vi ha la Madonna e l'Eucari-
stia . E ciò ben con ragione, poiché se a
Maria deve il cristianesimo in Gesù la sua
origine e la sua vita , l'Eucaristia è quella
che ne costituisce l'anima , il compimento ,
la perfezione. Guai alla società in genere !
Guai alle nazioni, alle città , agli istituti di
educazione, dove non regna la frequenza
alla Comunione ! La loro esistenza morale-
religiosa non può durare, i loro giorni sono
contati!
Or vogliam noi ravvivare negli animi no-
stri ed altrui la fede e l'amore all'Eucari-
stia? Vogliamo noi che questa fede e que-
st'amore si trasfondano nelle opere, sì da far
rivivere i tempi più belli del cristianesimo?
Vogliamo noi infondere a questa società de-
bole e fiacca un principio di forza, di virtù
e di valore, a questa società guasta e mi-
nacciante cancrena un alito potente di ca-
stità, d'incorruzione, d'immortalità? Promuo-
viamo e pratichiamo con ardore la divozione
al Sacro Cuore di Gesù. E che tale infatti
sia lo scopo principale, primario di questa
soavissima divozione , ben lo rileviamo da
quello tra i Santi, a cui l'alta significazione
e propagazione di siffatta divozione è più
particolarmente dovuta, vale a dire dal no-
stro S. Francesco di Sales. Basta dare uno
sguardo alla sua vita per tosto comprendere
come nel consegnare alle Figlie della Visi-
tazione, da lui istituite , il prezioso deposito
di questa cara divozione, volesse egli anzi-
tutto mantenerle affezionate al Sacramento
dell'Eucaristia, per mezzo del quale il Divin
Redentore ci dona il proprio Cuore, anzi ce
ne fa in certo modo padroni . « Salutate fre-
quentemente, scriveva il santo Vescovo, il
Cuore di questo Divin Salvatore, il quale per
mostrarci il suo amore si nascose sotto le
apparenze di pane, onde dimorare famigliar-
mente ed intimamente con noi. L'amore, se-
guita il santo Prelato, vi farà conoscere
quanto è grande l'amor del nostro Dio, il
quale per rendersi più nostro ha voluto do-
narci Se medesimo in cibo per la salute spi-
rituale dei nostri cuori, affinchè, nutrendoli,
fossero più perfetti . » Quindi è che la Chiesa,
affettuosa madre e infallibile maestra , nel-
l'approvare la festa e gli Uffizi ad onor del
S. Cuore di Gesù, dichiarò che lo faceva « af-
finchè i fedeli sotto l'immagine del S . Cuore
onorassero con maggior divozione, fervore e
spirituale loro vantaggio l'amore che ci di-
mostra Gesù Cristo nella sua passione e
morte e nell'istituzione del Divin Sacra-
mento . » Così il Cuore di Gesù, da cui
nacque coi primordii della Chiesa l'Eucari-
stia, simboleggiata dai Padri e Dottori nel
Sangue sgorgante dalla squarciatura operata
dalla lancia, doveva essere nella decrepitezza
morale e religiosa del mondo anche il mezzo,
lo strumento più potente a farla rivivere e
come rinascere nelle menti, nei cuori e nelle
opere dei cristiani tralignati, divenendo per
tal modo principio e termine, origine e fine
del più Augusto dei Sacramenti .
Ma questa divozione deve avere un luogo
dove abbia sua particolare stanza ; questo
Cuore amabilissimo deve avere un tempio,
donde come da centro si spandano i suoi
raggi benefici per tutt'il mondo . Or qual
altra città poteva porgersi a ciò più acconcia
di Roma, centro e vita della Chiesa univer-
sale? Qual altro luogo doveva essere più adatto
di quel rione di essa, dove tanta gente lon-
tana dalle antiche basiliche e dalle chiese,
vive priva della parola di Dio , e dove mi-
gliaia di poveri giovani senza parenti, senza
protettori, senza pane, provenienti da tutte
parti d'Italia, per non dire del mondo, chie-
dono incessantemente un Ospizio che li salvi
dalla rovina dell'anima e del corpo? Oh sorga
adunque, e si compia con la chiesa e l'O-
spizio del S . Cuore quel monumento, dove la
fede ha ciò che vi è di più augusto, e la ca-
rità di più tenero . Sorga ad eternare l'amore
che dobbiamo a Gesù Cristo, sorga a tener
salda la devozione nostra al centro della cat-
tolicità e della fede , sorga ad immortalare
la gratitudine al Gran Pio IX, che l'iniziò
e al degnissimo suo successore Leone XIII,
che se ne fece strenuo continuatore, sorga
infine a coronare i sacrifizi , a compiere i
voti più ardenti del nostro D . Bosco. E poi-
chè la gioventù e l'avvenire sono la stessa
cosa, e da quest'opera così benefica e salu-
tare si ripromette l'amatissimo nostro Padre
un lieto e sereno avvenire per l'Italia, deh!
si affretti quel momento in cui su quel colle
Esquilino, dove sorgeva un dì il tempio sacro
alla Concordia, vediamo consacrarsi la chiesa
monumentale al clementissimo Cuor di Gesù,
e dove profane excubiae o sentinelle sta-
vano alla guardia di false divinità, s'innalzi
un Istituto per educarvi le sentinelle desti-
nate a vegliare per la gloria del vero Dio e
a salute delle anime.

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ANCORA DELLA FESTA DI S . FRANC . DI SALES
E DELLE CONFERENZE SALESIANE .
Nel giorno 31 di gennaio alle 3 1/2 pomeridiane
nell'Ospizio Salesiano di Firenze aveva luogo la
Conferenza ai Cooperatori, intervenuti in gran
numero. S. E . Rev.ma Mons. Donato Velluti Zati
dei Duchi di S . Clemente , Vescovo titolare di
Orope, tenne un bellissimo ragionamento sulle
molteplici opere di D . Bosco e dimostrò splen-
didamente che il vero mezzo di arrecar decoro
alla patria si è quello di pensare alla sana edu-
cazione religiosa e civile di quella parte del po-
polo, che è la più esposta ai raggiri dell'empietà
e della corruzione . Deplorò che tanta parte della
gioventù povera cada nelle insidie di falsi maestri,
i quali, imbevendola di massime perverse, la ri-
ducono poi ad abitare le prigioni, cresciute ma-
lauguratamente di numero in questi tempi infe-
licissimi . Finì con parole infiammate da santo
zelo, esortando i Cooperatori e le Cooperatrici
ad aiutare efficacemente, colla raccolta di offerte
in danaro od oggetti, l'Asilo Salesiano di Firenze,
degno di richiamare sopra di sè l'attenzione e la
benevolenza di ogni classe di cittadini che amino
a fatti e non a parole il vero decoro della patria .
Dopo la benedizione dell'augustissimo Sacramento
il direttore dell'asilo annunziava che D . Bosco gli
aveva fatto in quell' istante pervenire un tele-
gramma di congratulazione . Alla festa di s . Fran-
cesco, celebrata il 1° di febbraio, S . E . Rev.ma
Mons .ArcivescovdiFirenzecelbròlamesae
distribuì la SS . comunione ai convittori .
Eziandio nell'Ospizio Salesiano di Lucca, cele-
brandosi il giorno 17 la festa del gran Vescovo
di Ginevra, degnavasi S . E . Mons . Arcivescovo di
andare a celebrare la S . Messa e fare la comu-
nione generale . Il M . R . Signor D . Bassi Eco-
nomo di Fiano mostrò col suo panegirico come
egli sia fornito a dovizia di profondi studi e come
sappia scuotere gli animi e toccare le più intime
fibre del cuore. La Domenica seguente alla sera
tenevasi la conferenza .
Dio ricompensi in questa vita e nell'eternità
tanti nostri benefattori .
CONTINUA
LA CONFERENZA TENUTA IN TORINO IL 28 GENNAIO
III .
Mezzi da usare in proposito .
Ma tempo è ormai che io passi al terzo pen-
siero di D . Bosco , svolgendovi il quale avrò
campo a facilitarvi la via per addivenire veraci
nostri Cooperatori. Il terzo pensiero è sui mezzi
da usare per venire in sostegno delle Opere sa-
lesiane . Questi mezzi io li riduco a tre: Pregare,
operare, dare.
Pregare . Sì, pregate che Dio benedica le no-
stre Case , pregate che renda efficaci le nostre
parole in pubblico ed in privato, nel cuore dei
piccoli e dei grandi, dei fanciulli e degli adulti ;
pregate che l'Autore di ogni bene ci conceda lumi
speciali nei dubbii e nelle incertezze, e vigore e
conforto nelle contrarietà ed amarezze della vita .
Credetelo pure, miei cari uditori, talvolta un povero
prete, un missionario, un maestro, un capo d'arte
sente tutto il peso del suo uffizio . Talora il prin-
cipio di un'opera difficile lo accora ; talora la
minaccia di ostilità di persona potente lo impres-
siona e lo affanna ; talora il pericolo di uno scan-
dalo lo ferisce e lo addolora, togliendogli il riposo
e di giorno e di notte. Abbiamo allora bisogno
che Dio ci aumenti la sua grazia ed i suoi aiuti
interni ed esterni, e questo favore Egli lo con-
cede più volontieri alle preghiere altrui, che non
alle preghiere nostre, perché si compiace di dare
agli uni il premio delle fatiche e agli altri il
premio della carità fraterna . Adunque pregate.
Noi come i soldati di Giosuè combatteremo nella
valle per acquistare a noi e al popolo di Dio la
Terra promessa ; ma voi come novelli Mosè sul
monte alzate le mani al Cielo e invocatelo per
noi : le vostre preghiere ci otterranno vittoria .
Pregate pei missionarii, che più di ogni altro si
trovano al cimento . Pregate soprattutto che Dio
ci tenga in vita il nostro D . Bosco, che da solo
vale noi tutti ; con lui per guida, con lui per
consigliere, con lui per conforto i Salesiani non
temono checchè possa loro accadere . Ma non con-
tontatevi di pregare per noi ; pregate anche per
voi medesimi e pei vostri cari, che rimaniate
saldi nella fede e perseveranti nella grazia di
Dio. Pregate che il Signore vi conceda forte e
tenace volontà di fare del bene mentre ne avete
il tempo, e vi levi dal cuore la lusinga di avere
ancora molti anni da vivere, affinché v'impegniate
a non perdere il tempo presente per la speranza,
il più delle volte vana, di molti anni futuri .
Quanti per questo inganno fatale si trovarono
già al punto di morte colle mani vuote! Non sia
così di voi . Pregate adunque. Ecco il primo
mezzo per essere buon Cooperatore e buona Coo-
peratrice .
Operare.;MDaioilvuprleegnobast
di più ; vuole le opere ; quindi operare. E questo
il secondo mezzo . Sì, operate. Non siate paghi di
lamentare i mali presenti ; ma ciascuno nella sua
sfera si adoperi a diminuirli e a portarvi ri-
medio . Tanti padri e tante madri, tante persone
anche costituite in dignità si lagnano, che la fi-
gliuolanza è cattiva, che la gioventù è insolente
e scostumata, ma intanto che cosa fanno per farla
buona, per renderla rispettosa e morigerata?
Fanno un bel niente, se pure non le dànno ansa a
peggiorare col loro malo esempio e col loro scan-
dalo . Operate e colle parole e coi fatti . Il dare
un buon consiglio, il persuadere un'opera di ca-
rità , il dissuadere una cattiva azione , il pacifi-
care due o più persone insieme, il visitare una
persona malata, il promuovere il catechismo, la
frequenza alla Chiesa e ai santi Sacramenti, il
prendersi cura dei fanciulli e delle fanciulle perico-

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ritirare in qualche casa di buona educazione, il favo-
rire nei giovanetti la vocazione allo stato ecclesia-
stico e religioso, ecco tante opere buone, che col-
l' aiutare secondo il vostro potere vi rendete
altrettanti Salesiani e altrettante Suore di Maria
Ausiliatrice in casa vostra e in mezzo al mondo,
quindi veraci Cooperatori e Cooperatrìci . Ope-
rate adunque .
Dare . Ma forse il pregare e l'operare a molti
costa poco o nulla ; quello che loro fa pena è il
dare. Eppure, se non facciamo anche questo a
norma delle proprie forze, noi manchiamo al no-
stro dovere. Questo dare, cioè il fare limosina ,
secondo la propria possibilità, è un obbligo im-
posto da Dio ; obbligo che disgraziatamente molti
cristiani e molte cristiane o non conoscono o
conoscendolo non lo adempiono, con grave peri-
colo della loro eterna salute .
Permettete dunque che in nome di D . Bosco
ve ne parli, o amatissimi uditori, e ve ne parli
colle parole dello Spirito Santo . Dio nell'antica
legge e Gesù Cristo nel Vangelo , ecco gli ora-
coli a cui mi appello : - Dividi il tuo pane col
famelico, dà ricetto al povero e all'abbandonato,
provvedi di vestito chi è mal coperto, così parla
il Signore per bocca del profeta Isaia (1) . I Coo-
peratori e le Cooperatrici, quando soccorrono le
Opere salesiane, compiono tutti questi sacri do-
veri, perchè le loro limosine sono in buona parte
impiegate a dare del pane a chi ha fame, a dare
ricovero a chi è senza tetto, a coprire chi è privo
di abiti, e tali sono appunto migliaia di poveri
giovani ospitati, mantenuti e vestiti nelle nostre
Case di Europa e di America .
Nella nuova legge, nella legge di grazia e di
amore, nel Vangelo il precetto di dare, di fare
limosina, è uno dei più inculcati . A provarlo ba-
stano le parole che il divin Giudice a quelli, che
non avranno fatto limosina, dirà nel giorno estremo,
nel giudizio universale : - Andate via da me, o
maledetti, nel fuoco eterno, apparecchiato al
demonio ed agli angeli suoi ; imperocchè io aveva
fame e non mi deste da mangiare, aveva sete e
non mi porgeste da bere, era pellegrino e non
mi deste ricetto, nudo e non mi copriste . . . Al-
lorquando avete ricusata questa carità ad un
solo di questi piccoli, l'avete ricusata a me
stesso (2) . - Queste parole sono chiare, e non
vi è modo di sofisticarvi sopra . Chi potendo non
fa limosina pecca di crudeltà contro Gesù Cristo
medesimo, e la sua sentenza è già pronunziata
Va via da me, o maledetto, nel fuoco eterno.
Nostro Signor Gesù Cristo in altro luogo del
Santo Vangelo fissa persino quello, che si deve
dare in limosina . Udite quello che Ei dice : Quod
superest date eleemosynam : date in elemosina
quello, che sopravanza al vostro bisogno, e bi-
sogno ragionevole e non creato dal lusso, dal
vizio o dal capriccio . Altrove il Vangelo mede-
simo spiega ancora che cosa sia questo sopra-
vanzo, e dice : Chi ha due vesti ne dia una a
(1) lsaia, LVIII .
(2) Matt, XXV.
chi non ne ha, e faccia similmente chi ha dei
commestibili (1) . Con ciò nostro Signore non
proibisce già di avere in casa due mute di abiti
per qualche circostanza, come pure non proibisce
di tenere presso di noi più cibo o pel giorno
d'oggi o pel domani ; ma fa intendere che non ci
dobbiamo astenere dal fare limosina pel vano ti-
more che ci possa mancare qualche cosa in fu-
turo . Al presente il povero soffre, il giovane è
abbandonato, le anime si perdono : provvediamo
a questi bisogni urgenti, e Dio non mancherà di
provvedere a noi nei bisogni avvenire .
Da queste ed altre sentenze del divin Salva-
tore i santi Dottori della Chiesa insegnano con-
cordi che il precetto di dare in limosina quanto
non è necessario alla vita nè per noi nè pei no-
stri, secondo la propria condizione, è un precetto
che sta inchiuso nel settimo comandamento della
divina legge : Non rubare ; ond'è che il non fare
limosina, o con irragionevoli spese rendersi im-
possibile il farla, o pel sostentamento dei poveri,
o pel vantaggio della religione , o per la salute
delle anime, è una specie di furto . Udite a questo
proposito le parole dei più rinomati Dottori . San-
t'Ambrogio dice : - Non è minor delitto il rubare
a chi ha, che, avendo e potendo, negare limo-
sina ai poveri (2) . San Girolamo scrive : - Se
hai qualche cosa più che il vitto ed il vestito
necessario, dàllo via, e di questo conosciti in do-
vere (3) . Sant'Agostino ripete : - Le cose su-
perflue dei ricchi sono le cose necessarie dei
poveri, e perciò si posseggono cose d'altri, quando
si ritengono cose superflue (4) . S . Bernardo parla
così : - E cosa nostra, gridano i poveri; quello
che voi gettate e spendete in vano lo rubate
crudelmente a noi (5) .E S . Tommaso, l'oracolo
delle scuole, così preciso e misurato nelle sue
sentenze, insegna la stessa verità con queste pa-
role : - Le cose che altri hanno con soprab-
bondanza per diritto naturale spettano ai
poveri Il Signore non solo comanda che si
paghino le decime, ma che si dia anche ogni
cosa superflua ai poveri (6) . E finalmente il
cardinale Bellarmino, uno dei più dotti teologi,
nel suo opuscolo Dell'arte di ben morire, dopo
di aver riportate queste ed altre sentenze, ag-
giunge : - Se vi fosse chi contendesse che non si
devono dare ai poveri le cose superflue a stretto
rigor di giustizia, tuttavia non credo possa ne-
gare che ciò deve farsi per obbligo di carità .
Ed a me pare che sia cosa poco differente l'an-
dare all'inferno per aver mancato alla giu-
stizia, ovvero andarvi per aver mancato alla
carità (7) .
Vi è dunque obbligo di dare, o miei buoni
uditori , e ve lo mostrai non colle parole mie,
che non sarebbero autorevoli, ma colle parole di
Dio, che ci ha da giudicare, colle parole dei
(1) Luc . III.
(2) Serm . 81 .
(3) Epist, ad Hedib .
(4) In tract . in psal . 147 .
(5) Epist . ad Hen .
(6) In 2, quest . 66, art . 7, e quest. 87, art. I.
(7) Lib. 1, cap . 9.

1.7 Page 7

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santi, che saranno i testimoni e gli assessori del
nostro giudizio . Ma in quale misura dobbiamo dare?
Lo dice lo Spirito Santo nel libro di Tobia : - Sii
misericordioso in quel modo che puoi : se hai molto
dà molto, se hai poco dà poco, ma questo poco
studia di darlo volontieri (1) . E poi badiamo
che Dio sa quello che ciascuno può dare, e dob-
biamo fare i nostri conti con Dio, siccome pro-
curatore dei poveri, delle opere di carità, di be-
neficenza, di religione, e non colla cupidigia, e
neppure con certi maestri dalla coscienza larga,
talora poco istruiti od anche ignoranti , ma per
lo più mancanti essi medesimi di carità e di zelo .
Vi è obbligo di dare ; ma quando? Subito che
si può , senza rimandare questo dovere da un
giorno all'altro , lasciando intanto languire i bi-
sognosi, lasciando perdere tante anime che po-
trebbero ancora essere salvate, lasciando che pe-
riscano tanti istituti, tante opere buone , che
sostenute a tempo rimarrebbero in piedi a gloria
di Dio e della Chiesa . Quindi è che il Signore
per bocca del Savio ci dice : - Non rispondere
al povero va e ritorna, ti farò limosina domani,
quando invece subito puoi farla (2) . Tanti cri-
stiani e tante cristiane, contro a questa divina in-
giunzione, dispongono che delle loro sostanze si
facciano opere di carità o di religione per dopo
la loro morte . Certamente è meglio tardi che
mai : ma basterà ella una tale disposizione per
farli sicuri al tribunale di Dio? E non si met-
tono essi al pericolo di non far nulla? E non è
egli vero che certe ultime volontà sono di con
tinuo osteggiate, e il più delle volte vinte e di--
strutte o dai parenti , o dai nipoti , o dagli av-
vocati ?
Vi è obbligo di dare ; ma con quale disposi-
zìone dell'animo ? Con retta intenzione di piacere
a Dio e non per ottenere plauso dal mondo . Non
è gran tempo che un ricco signore fu invitato a
prendere parte alla costruzione della Chiesa e
dell'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma ,
ma egli si è rifiutato dicendo : - Io non voglio
concorrere a fare il bene con altri, ma voglio
farlo da me solo, in modo che il mondo presente
e la posterità lo sappia ; ora fare quest'opera da
me solo non è più possibile, perchè è già troppo
avanzata, e perciò non fo nulla . - E con questo
strano ragionamento s'indusse persino a rifiutare
i biglietti della lotteria egli che, senza scom-
porsi, potéva disporre di milioni . No , Dio non
vuole la carità di limosinieri superbi, ma di co-
loro che, nel poco o nel molto che dànno , met-
tono in pratica l'insegnamento di Nostro Signor
Gesù Cristo : Quando fate limosina non vogliate
suonare la tromba ; e non sappia la tua mano
sinistra quello che fa la destra (3) . La tromba
la suoneranno a suo tempo i vostri beneficati :
la suoneranno i santi in cielo, applaudendo alla
carità vostra ; la suoneranno gli Angeli alla fine
del mondo, svegliando il vostro corpo e chia-
mandolo rivestito di gloria a ricevere anche su
(I) Tob. 1V.
(2) Prov . III.
)Math (3
questa terra il premio delle vostre limosine, in
faccia al mondo universo .
Vi è obbligo di dare ; ma come? Con gioia .
E perchè ? perché è maggior ventura il dare che
il ricevere . Questo appunto insegnò Gesù Cristo
con queste parole : Beatius est magis dare,
quam accipere (1) . E perchè mai è maggior
ventura il fare limosina , che non il riceverla?
Una delle ragioni io credo che siano i grandi
frutti che ella produce a vantaggio di chi la fa .
Uditene alcuni a vostro stimolo e conforto, ed af-
finchè questo stimolo e conforto sia più divino
che umano, udite questi frutti esposti nella Sacra
Scrittura da Dio medesimo .
Primo frutto . La limosina sia che si faccia per
soddisfare ai peccati , sia per impetrare grazie ,
sia per qualsiasi altro santo motivo, libera dalla
morte sempiterna, cioè dalla eterna dannazione,
coll'ottenerci il perdono dei peccati. Eccone le
divine parole : - La limosina libera da ogni
peccato e dalla morte, e non permette che un'a-
nima vada nelle tenebre . . . Essa è che fa trovare
misericordia e vita eterna ... L'acqua estingue
il fuoco ardente e la limosina resiste ai pec-
cati (2) . E in questo medesimo senso si spie-
gano i Santi Padri, dando alla limosina come la
forza del santo battesimo . Per amore di brevità
basti qui per tutti sant'Ambrogio , vescovo di
Milano : - La limosina, egli dice, è in certo qual
modo un altro battesimo delle anime, come lo
manifesta il Signore, dicendo : Date in limosina
e tutto in voi sarà puro ; e, sel potessimo dire,
la limosina ci giova piú del battesimo, poiché
questo si riceve una volta sola, ed una sol volta
ci vien perdonato, mentre la limosina ogni volta
che si fa ci ottiene questo perdono (3) .
Secondo frutto. La limosina accresce in chi la
fa la fiducia verso Dio . Eccone le divine testi-
monianze : - Avranno grande fiducia verso il
Sommo Iddio coloro tutti, che faranno limo-
sina (4) . Onde il martire S . Cipriano, vescovo
di Cartagine, chiama la limosina il grande con-
forto dei credenti . E come no, se ricordano che
il Figliuolo di Dio ha detto : Beati i misericor-
diosi, perchè conseguiranno misericordia, e che
al dì del giudizio a quelli, che avranno fatta ca-
rità, rivolgerà queste consolanti parole : Venite,
benedetti ral Padre mio, possedete il regno che
vi è stato apparecchiato dal prineipio del mondo ;
imperocchè ... quando faceste la carità ad uno
di questi miei piccoli la faceste a me (5)?
Terzo frutto. La limosina concilia la benevo-
lenza di molti, i quali pregano Dio pii loro be-
nefattori, ed ottengono loro grazie temporali e
spirituali, aumento di meriti e di gloria . Ce ne
assicura il divin Salvatore , dicendo : - Fatevi
degli amici colle inique ricchezze, affinché,
quando ne avrete bisogno, siate ricevuti negli
eterni tabernacoli (6) . E bella la spiegazione che
(1) Act. XX .
(2) Tob . VI. XII - Eccli . III.
(3) Serm. 31 .
(4) Tob. IV .
(5) Matt. V. XXV .
(6) Luc . XVI .

1.8 Page 8

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D . Bosco fece a queste parole nell'ultima sua
lettera ai Cooperatori e alle Cooperatrici . Giova
qui il richiamarla alla memoria : - « Questi amici,
egli dice, saranno tanti giovanetti tolti dalla per-
dizione e salvati per la vostra carità ; saranno i
cristiani e i pagani convertiti ; saranno i bambini
degli infedeli battezzati e divenuti angioletti del
paradiso ; saranno i padri e le madri di tanti
figliuoli ricondotti sulla via della virtù e nelle
loro braccia in cielo ; saranno gli Angeli custodi
di tante anime , o già entrate o che entreranno
in loro compagnia per opera vostra ; saranno i
Santi e le Sante , più felici ed esultanti per un
maggior numero di fratelli e di sorelle per
voi acquistati ; questi amici saranno infine la
Beatissima Vergine, il Padre, il Figliuolo e lo
Spirito Santo, che avrete fatto meglio conoscere,
amare e glorificare in terra. »
Quarto frutto. - Potrei esporvi ancora più
altri frutti della limosina, ma per non andare
troppo per le lunghe ve ne cito ancora uno, ed
è che la limosina spesso è pur causa di accresci-
mento dei beni temporali. Questo frutto è anche
degno di essere conosciuto , perchè pur troppo
non pochi cristiani e non poche cristiane non
fanno la limosina, che potrebbero fare, trattenuti
dalla vana paura di dover poscia starne in dis-
agio , mentre invece è tutto il contrario . Udito
anzitutto lo Spirito Santo : - Ha per debitore
il Signore quegli, che usa misericordia coi po-
veri ; chi dà al povero non cadrà in povertà (1) .
La Storia Sacra ci racconta pure che Tobia di-
spensava liberalmente ai poveri, e in breve
ottenne grandi ricchezze . Vero è che fu per
qualche tempo afflitto, ma quella non fu che una
prova mandatagli da Dio per fare meglio risplen-
dere la sua virtù e la protezione del Cielo in
suo favore. La Storia Sacra ci narra ancora
che nella città di Saretta una vedova per avere,
sebben povera e in tempo di caristia, dato limo-
sina al profeta Elia , fu così benedetta dal Si-
gnore, che finchè visse non mancò mai più di
nientenèpersènèpelfigliuolo(2).Se non te-
messi di abusarmi di vostra pazienza, potrei qui
recare in mezzo esempi innumerevoli, raccolti
quali dalla ecclesiastica e quali dalla profana
storia, comprovanti tutti che Dio benedice e pro-
spera anche temporalmente coloro che fanno la
carità . Per questo S . Basilio paragona le ric-
chezze alle acque dei pozzi, le quali quanto più
si attingono tanto diventano più limpide ed ab-
bondanti, ma se sono lasciate ferme e quiete sta-
gnano e marciscono. Quante persone e quante
famiglie anche dei giorni nostri hanno esperi-
mentata questa doppia verità! Molti sarebbero i
fatti che potrei citare in un senso e nell'altro, e
moltissimi ne ricorderete voi pure, perchè acca-
duti forse sotto i vostri occhi medesimi .
Ma passiamo sotto silenzio questi ed altri fatti
e poniamo termine al nostro discorso ; e io pongo
termine col rammentarvi le parole di un Angelo
e l'esempio di un Martire . L'Arcangelo Raffaele
(1) Prov . XIV . 21 - XIX, 17.
(2) III Reg . XVII .
dava a Tobia e al figlio Tobiolo tra gli altri
questo insegnamento : - E meglio fare limosina
che accumular tesori (1) . Riflettete, miei buoni
uditori, che questo insegnamento non è umano ,
ma divino, e perciò verace ed infallibile . Lo ri-
peto quindi, perché s'imprima bene nella vostra
mente : - E meglio fare limosina che accumular
tesori . E meglio per l'anima e pel corpo ; è me-
glio pei grandi frutti che se ne ricevono spiri-
tuali e materiali ; è meglio per la vita presente
e per la vita futura . E meglio perchè con questo
mezzo tirerete sopra di voi le benedizioni di Dio,
le quali faranno fruttificare il cento per uno i beni,
che riserbato per vostro uso e per uso della fa-
miglia ; vi manterranno in sanità, e così non
ispenderete danaro in medici e in medicine;vi
conserveranno e vi renderanno savii i figliuoli e
modeste le figliuole, affinché non diano fondo al
patrimonio col giuoco, col lusso, coi divertimenti,
coll'ambizione ; vi terranno lontane le liti, i fal-
limenti, i rovesci di fortuna e simili, cose tutte
che valgono più che ogni tesoro del mondo .Se
è meglio fare limosina che accumulare tesori
dunque, miei amatissimi Cooperatori e Coopera-
trici, d'ora innanzi l'impegno, la sollecitudine, l'ar-
dore, che forse taluni hanno finora adoperato nell'in-
grandire il patrimonio, senza o con poco riguarda
ai poveri e alle opere di carità e di beneficenza,
lo mostrino nel dare . e nel trovar modo di poter
dare più che sarà possibile . Rendete gloria a
Dio e al suo Angelo col credere verace non solo
in teoria, ma in pratica il suo celeste insegna-
mento, e ne proverete anche in effetto la con-
solante verità .
E E qual è l'esempio ? quello del Martire san
Lorenzo. Viveva egli verso l'anno 260 dell'éra
cristiana, ed era diacono e tesoriere di Papa
Sisto Il, il quale lo aveva fatto depositario dei
tesori della Chiesa e suo limosiniere, e incarica-
tolo della cura delle vedove e degli orfanelli, dei
poveri e dei bisognosi di ogni genere . Insorta la
ottava persecuzione contro i cristiani, mossa dal-
l'imperatore Valeriano, e martirizzato pel primo
il santo Pontefice, il diacono Lorenzo tosto si .
avvide che il persecutore, non meno avido di
danaro che di sangue, non avrebbe tardato a
tentar la prova di rapigli le sostanze della Chiesa,
che aveva in consegna, e da savio pensò di met-
terle al sicuro . Provvede pertanto più centinaia
di abiti e di vesti, compera gran quantità di
frumento e di pane, e divide in più parti il da-
naro che gli resta ; indi raccoglie i più poveri
cristiani e cristiane di Roma, e a ciascuno di-
stribuisce vitto, vestito, e danaro secondo il bi-
sogno . Aveva appena avuto tempo di fare questa
distribuzione, quando il santo Martire è citato
al tribunale del prefetto di Roma, che prima di
ogni altra cosa gli comanda di consegnargli i te-
sori che possiede. Sorride il Santo a quella inti-
mazione, e gli chiede il tempo di mostrargli dove
li ha collocati, che gli vien concesso . Allora egli
raduna presso la casa del prefetto la turba innu-
merevole dei poveri poc'anzi soccorsi, e a lui
(1) Tob . XII.

1.9 Page 9

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rivolto gli dice : - Ecco i tesori che tu mi do-
mandi . Essi sono collocati negli abiti di costoro,
che ho vestiti e coperti ; sono collocati nel vitto,
con cui da più giorni si vanno nutrendo e to-
gliendo la fame ; sono collocati nelle mani di
quei poveri padri e di quelle povere madri, con
cui hanno provveduto a sè ed ai loro figliuoli e
figliuole ; collocati in mano di quegli orfanelli,
che sono le speranze della Chiesa e i futuri cit-
tadini del Cielo . Le mani di costoro hanno già
cangiato i danari, che tu ambisci, in brillanti co-
rone, in tesori celesti per tutti quelli, che li hanno
regalati alla Chiesa : Facultates Ecclesiae, quas
requiris, in coelestes thesauros manus pauperum
deportaverunt . Così il gloriosissimo Martire .
Uditori carissimi, badate a voi . Tempi minac-
ciosi si avvicinano : i beni dei ricchi sono adoc-
chiati, e forse non è lontano il giorno, in cui
mani violente si proveranno a scaricarneli . Sal-
vateli a tempo, collocandoli in luogo dove giun-
gere non possa la rapacità disonesta ; salvateli,
convertendoli in marmi, in colonne, in altari,
in chiese del Dio vivente ; salvateli, forman-
done asili di carità per giovani raminghi e ab-
bandonati, in pensioni per poveri chierici, in
patrimonii per sacerdoti, che saranno salva-
tori di anime ; salvateli, premettendoli in Cielo
per le mani dei poveri. Verrà forse il fallimento,
verrà il disastro, verrà la comune, verrà anche
solo l'esattore a cercare le vostre sostanze più o
meno superflue, e voi col sorriso in sulle labbra
potrete allora rispondergli : - Le sostanze, che
tu ricerchi le mani dei poveri le hanno di già por-
tato nei tesori celesti : Facultates, quam re-
quiris, in coelestes thesauros manus pauperum
deportaverunt .
GLI ULTIMI ISTANTI
DI FRANCESCO MONTALDO
INSIGNE COOPERATORE SALESIANO DI S . NICOLAS
S . Nicolas de los Arroyos, 21 dicembre 1885 .
W. Maria .
MOLTO REV. SIG . DIRETTORE,
Le comunico, per incarico del mio caro signor
Direttore una notizia assai dolorosa ; il sig. Fran-
cesco Montaldo, nostro cooperatore modello, il
Benefattore, il Padre dei Salesiani di S . Nicolas
non è più ; il venerdi 18 del mese di dicembre
p . p . alle 9 del mattino, quasi senza agonia, cir-
condato dai fratelli, dalla sua numérosa famiglia
e dagli amici che non l' abbandonarono un solo
istante nella sua breve ma penosissima malattia,
spirava la sua bell'anima nel bacio del Creatore,
per ricevere, non lo dubitiamo, il guiderdone
dei giusti . Nulla abbiamo tralasciato per far so-
spendere ancora il decreto della sua morte ; tutto
abbiamo fatto per conservare tra noi l'amico, il
padre : le messe, le comunioni, le preghiere fu-
rono continue ma a nulla valsero . se il sig.
Montaldo era amato dagli uomini, lo era molto
più da Dio ; gli angeli gli avevano già intrec-
ciata la corona del trionfo colle perle preziose
delle sue buone opere e Dio non volle aspettar
più oltre per collocarlo sulla sua fronte cristiana . É
proprio il caso di ripetere qui il detto della S .
Scrittura : « Placita erat Deo anima illius:
propter quod properavit educere illum de me-
dio iniquitatis . » La sua morte fu, come do-
veva esserlo, lo specchio della sua vita ; era vis-
suto bene e morì bene ; era vissuto cristiana-
mente e santamente ed ebbe una morte cristiana
e santa .
Dal momento in cui conobbe che il male si an-
dava aggravando e che i medici raccolti in con-
sulta manifestavano serti timori di non poterlo
salvare, volle, senza tardanza aggiustar tutti i
suoi affari temporali, per potere, come egli diceva,
pensare unicamente al gran negozio dell'anima sua
ed a suoi futuri ed eterni destini . Da quel mo-
mento non ebbe più nemmeno un pensiero per
la terra e per tutto ciò che lasciava . Volle bene-
dire, uno per uno, tutti i membri della sua nu-
merosa famiglia, ed a tutti lasciò un pensiero,
un ricordo che loro rimarrà certamente impresso
nel più profondo della mente e del cuore . Non
solo era interamente rassegnato alla santa volontà
di Dio, ma anche animava gli altri, recitando fre-
quentemente e con voce forte, affinchè lo udis-
sero, quelle parole di Gesù Cristo : Sia fatta, o
Signore, la tua volontà e non la mia. Fuvvi
un momento in cui non fu possibile frenar le la--
crime, quando con voce supplichevole ed interrotta
dai singhiozzi volle domandare umilmente perdono
a tutti gli astanti di tutto ciò che avesse po
tuto fare o dire contro di loro, volontariamente
o contro sua volontà . E che cosa dovevano per-
donargli, se solamente avevano ricevuto benefizi da
lui? Se tutta la sua lunga vita era stata impiegata
nel far del bene a tutti, insegnando loro colle parole
e più cogli esempi la pratica della virtù, il cam-
mino della santità? E tuttavia per contentarlo e
tranquillizzarlo fu necessario assicurarlo che tutti
gli perdonavano di cuore e che a loro volta gli
domandavano perdono, se in qualche cosa l'aves-
sero offeso . Fin dai primi giorni della malattia egli
stesso domandò che gli si amministrassero i SS .
Sacramenti, che ricevette con una pietà, con un
fervore, con una fede che lasciò ammirati per-
sino coloro che lo conoscevano intimamente .
Non debbo tralasciare una circostanza che di-
pinge al vivo il cristiano . La domenica 13, alle
9 1/2 di sera gli venne uno svenimento e si cre-
dette che morisse . Non avendo ricevuto ancor
la santa comunione, appena potè parlare : Pre-
sto gridò, presto il Signore e l'Estrema Unzione.
Venne un uomo a cavallo ad avvisarci . Il Diret-
tore partì immediatamente a tutta corsa, mentre si
preparava la vettura nella quale portammo poco
dopo il santo viatico. Appena il Direttore arrivò al
suo letto : Mi porta il Signore ? dimandò con an-
sietà, mi porta il Signore ? Sì, caro sig. Francesco,

1.10 Page 10

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fra pochi momenti arriverà . Alzò allora gli occhi e
le mani al cielo e, grazie, disse, grazie, mio Dio .
Oh! che paura aveva, che gran paura di mo-
rire senza comunione; e coprendosi il volto colle
mani per nascondere le lacrime, grazie, mio Dio,
andava ripetendo . Il Direttore e gli astanti si sen-
tivano commossi alla vista di una fede così viva
e di un amore così ardente a Gesù Sacramentato.
Temendo di morire improvvisamente, manifestò
il desiderio di essere assistito continuamente
da alcuno dei nostri sacerdoti e noi di buon
grado non l'abbandonammo un solo momento nè
giorno nè notte, durante gli otto giorni della
sua malattia . Di quante scene commoventi non
fummo spettatori in questo tempo! Soventi volte
ci pregava che gli facessimo qualche divota
lettura che si sforzava di ripetere con voce de-
bole . Siccome soffriva molto, lo esortavamo fre-
quentemente a sopportar con pazienza i suoi do-
lori col pensiero di Gesù Crocifisso : « Coraggio,
sig . Francesco, soffra tutto per Gesù ; unisca i
suoi patimenti a quelli di Gesù ; » « Oh! si, sì
esclamava subito in italiano : Voglio soffrir tutto
per Gesù : datemi forza, Gesù mio » Quindi av-
vicinava alle labbra il crocifisso che teneva tra
le mani e lo baciava una, due, tre e più volte,
ma con una passione, un ardore tale che intene-
riva tutti coloro che erano presenti : poi lo col-
locava sul suo cuore e se lo stringeva tanto come
se avesse voluto farselo entrare nel petto. Altre
volte lo mostrava agli astanti e col sorriso sulle
labbra, « eccolo qui, diceva, eccolo qui il mio
Dio il mio Salvatore e Redentore » e lo contem-
plava per lungo tempo come rapito in estasi, per
ritornare a baciare ad una ad una tutte le sue pia-
ghe . Correndo numerosissimi i suoi amici a visi-
tarlo e domandandogli di sua salute, siccome non
poteva parlare se non con molta fatica, si conten-
tava di alzar gli occhi e le mani al cielo e ba-
ciava il crocifisso quasi dicesse loro : Colà me ne
vado e questo sarà il mio compagno e la mia
guida in questo lungo viaggio. Ed in quei mo-
menti come resistere e non piangere? Oh! di quante
dolci lacrime non fu testimonio quella camera in
cui giaceva moribondo il nostro sig. Francesco!
Insomma sì può ben dire che questi otto giorni
furono una continua missione, durante i quali a
tutti predicava colla muta ma eloquentissima voce
della sua pazienza, rassegnazione e conformità il-
limitata colla volontà di Dio ! E che ardente de-
siderio aveva di morire ! Avendo saputo che fa-
cevamo un solenne triduo di Messe con Benedi-
zione a Maria Ausiliatrice per ottenere dal cielo
la sua guarigione, una notte mi disse : Padre
io so che non volete che io muoia ; ohi perché mi
priverete della consolazione di andare in para
diso ? Lasciatemi, lasciatemi fare caro sig. Fran--
cesco, gli risposi ; è vero che facciamo tutto il
possibile per non lasciarlo partire : ma con una
condizione... « Mi capì e soggiunse : Allora,
si : sia fatta la santa volontà dì Dio . Quella
mattina prima di ritirarmi gli dissi : sig. Fran-
cesco vado a offrire il S . Sacrifizio per lei ; che
cosa vuole che domandi in particolar al Signore?
Riflettè per un minuto poi disse : che mi con-
ceda la pazienza, la perseveranza e la sua
santa grazia . »
Per dir il vero, quantunque il male andasse
in aumento, ed il povero infermo si indebolisse
sempre più di giorno in giorno, non disperammo
giammai di salvarlo . Conosciamo per esperienza la
bontà e potenza di Maria alla quale lo avevamo
raccomandato per dubitare di Lei : e le nostre spe-
ranze crebbero nella notte del lunedì : durante
quella notte il sig. Francesco parlava con voce
più forte, quasi naturale e senza molta fatica ; il
fuoco interno che lo consumava era diminuito
tanto, da non esser più necessario il ghiaccio dei
giorni precedenti, e noi, fidandoci della apparenza,
realmente speravamo assai. Ma presto svanirono
le nostre speranze ; quel miglioramento non era
che l'annunzio della vicinanza della morte . In-
fatti verso le 9 ant. del venerdì contro l'a-
spettazione dei medici che avevano predetto
una lunghissima agonia, quando men si pensava,
il paziente entrò in agonia. Non si turbarono
neppure gli assistenti, credendo esser quello un
momentaneo svenimento, effetto della sua estrema
debolezza : tanto più che cogli occhi fissi in alto
come se fosse testimonio di una visione, andava
ripetendo : « Oh! come è bella! Guardatela la
nostra Madre, guardatela : come e splendente . »
Poco appresso cessò di parlare, cessò la respirazione
ed ogni movimento che indicasse ancora la vita .
Durante quella dolcissima estasi, la sua bel-
l'anima si era sciolta soavemente dai legami che
la vincolavano per volare al seno di Dio . In breve
tutta la città seppe la triste notizia, e gran nu-
mero di persone si portavano alla casa del de-
funto per dar l'ultimo addio a colui che avevano
tanto stimato ed amato invita . La recita del S .
Rosario continuò quasi senza interruzione durante
tutta la notte : e Iddio avrà sicuramente ascol-
tato quelle preghiere che da cuori pieni di gra-
titudine salivano al suo trono e domandavano il
riposo eterno del nostro caro defunto.
Ma fu al mattino seguente che il sig . Montaldo
riceveva la prova migliore di stima, per la quale
conoscemmo quanto era amato e stimato da tutti .
Tutta la numerosissima colonia italiana, senza
nessun special avviso, accompagnò il cadavere fin
alla sua ultima dimora . Quantunque fosse lunghis-
simo il tratto da percorrersi per giungere al ci-
mitero, i nostri buoni italiani vollero per sè l'o-
nore di portare a mano il cadavere . Poche volte
si era visto in S . Nicolas un accompagnamento
funebre sì numeroso . Giunti al cimitero il Mons .
Ceccarelli Parroco di S . Nicolas benedisse la
tomba e tra la commozione generale recitò sul ca-
davere le preghiere dei defunti . Non ebbe discorsi
quel modesto funerale : nè lo voleva nè lo abbiso-
gnava il defunto, ma ebbe lacrime e numerosi e-
logi spontanei e per certo meritati .
Sig. Direttore ! Il sig. Francesco Montaldo uno
dei nostri più zelanti cooperatori, l'amico sincero,
il padre affettuoso, il cristiano perfetto ha la-
sciato per sempre questo misero esiglio per an-
dar ricevere il premio della sua virtù . Ma ci con-
sola il pensiero che non ci ha abbandonati del
tutto : egli vive tuttora tra di noi colla sua

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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venerata memoria ; vive negli esempi che ci ha la-
sciato e nel ricordo delle virtù che ha praticato
in grado eroico . Noi non dimenticheremo mai
questi esempi, queste virtù : sono e saranno la
più bella eredità, il patrimonio più ricco della nu-
me,e rosafiglchesopravi parteci-
peranno anche di questa eredità tutti coloro che
lo conobbero ed amarono in vita . « Non recedet
memoria ejus, et nomen ejus requiretur a gene-
ratione in generationem, ha detto il savio parlando
dell' uomo giusto : così sarà del nostro amatis-
simo Montaldo. No, la sua memoria non si can-
cellerà dalla nostra mente, non passerà col tempo
ma vivrà più di noi ; e la colonia italiana ricor-
derà sempre con santo orgoglio che il suo fon-
datore fu un uomo integerrimo, un amico sincero,
un consigliere un vero padre : Francesco Montaldo .
Felice la casa salesiana che potrà annoverare
nel numero dei suoi benefattori, dei suoi coopera-
tori, uomini di zelo, di cuore e di fede come il Mon-
taldo!Feicpratoechgiunalterm
della sua carriera mortale potrà avere una morte
sì dolce, sì rassegnata, sì santa ed invidiabile
come questa!
Sig . Direttore : raccomandi alle orazioni,dei buoni
cooperatori italiani l'anima del nostro caro sig. Fran-
cesco, affinchè aiutata da questi suffragi, e piena-
mente soddisfatta , se ancora non lo fosse, la
divina giustizia, sia ammessa negli eterni taber-
nacoli della gloria, per godere eternamente della
vista di quel Dio che tanto ha amato in vita .
D . EvAsio RABAGLIATI.
Papà era già stato colpito due volte da questa
brutta polmonite . Anche allora andò in fin di
vita, ma per grazia di Dio fu salvo benchè ne
avesse per più mesi . Ed ora alla sua avanzata
età, la ripetizione della malattia con sintomi ab-
bastanza gravi, faceva temere una catastrofe, che
sarebbe giunta senza l'intercessione potente di
M . A. I medici, non si sapevano spiegare questa
repentina guarigione, ma lo sapevamo ben noi
e dal profondo del nostre cuore benedicevamo
Dio e M. A. che non lasciano mai senza soccorso
chi ad essi ricorre con fiducia .
Favorisca Sig . D . Bosco, render nota ai Coop .
Sales . la tenerezza, la bontà e misericordia di
M . A. verso di noi, come pure la nostra sentita
riconoscenza verso di Lei, pubblicando nel Bol-
lettino S . la grazia che ricevemmo e ciò per sod-
disfare alla nostra promessa . Spero che sul finir
di Marzo potremo recarci costì con Papà per por-
tarle la nostra offerta e ringraziare Maria SS . nel
suo santuario : e Lei che colle sue preghiere e quelle
dei suoi cari giovanetti sforzò il cielo a conser-
varci sì preziosa esistenza .
Perdoni RevmO D . Bosco se mi dilungo troppo
e creda alla mia sincera riconoscenza ! Che il Si-
gnore continui a colmarlo delle sue benedizioni .
Con la massima stima mi professo
D. V. S. M. R.
Devma serva
ENRICHETTA TAVALLINI
GRAZIA DI MARIA AUSILIATRICE,
Ai primi di Gennaio giungeva al Sig . D . Bosco
una lettera in cui raccomandavasi alle sue pre-
ghiere ed a quelle dei suoi giovanetti un infermo
colpito di polmonite . D . Bosco subito rispose as-
sicurando preghiere . Ora ecco un'altra lettera
che narra quanto siano efficaci le preghiere fatte
alla nostra buona Madre e nostro Aiuto Maria SS .
T . Corte presso Troncano 12 . 1 . 86.
Il 2 Marzo il Sig . Tavallini fu in grado con
tutta la famiglia di esternare la sua profonda
riconoscenza a M . SS . nel suo santuario e de-
pose una generosa offerta nelle mani del Sig .
D . Bosco . Che il Signore ricompensi largamente
la sua carità, e Maria Aiuto dei Cristiani con-
tinui a tener lui, e la sua amata e pia famiglia
sotto il materno suo manto .
PATAGONIA.
Molto. Rev . Sig . D . Bosco.
Carmen de Patagones, 12 novembre 1885
Coll'animo ricolmo della più sentita ricono-
scenza verso M. SS . Ausil. vengo a narrarle la
grazia, che a lei dobbiamo :
Era l'ottavo giorno della malattia di Papà e
benchè passata la settimana, il caro infermo non
dava segni di miglioramento. Aspettavamo tre-
mando la crisi che avrebbe risolto in bene od in
male il terribile malore, quando mi giunse la
pregma sua . Posso con ragione chiamarla la Prov-
videnzaDo,gchèlaserdotgirn
i medici constatavano un principio di traspira-
zione, circostanza indispensabile per la buona ri-
soluzione di questa malattia e che fin allora non
si era potuto ottenere ; ed il domani con loro e-
strema sorpresa trovarono il male completamente
scomparso . Le faccio notare che negli anni scorsi
CARISSIMO SIG . DIRETTORE,
Il mattino del giorno 4 novembre Mons . Ca-
gliero con l'intrepido D . Milanesio e con Zanchetta
partiva per varie colonie a qualche lega distante
da Patagones . Il governatore Generale Winter
mandò gentilmente un soldato che gli servisse
di guida e nello stesso tempo ordinava ai co-
mandanti dei diversi posti di favorire il Ve-
scovo nella sua missione, che durerà quindici
o venti giorni. Di giorno regna un eccessivo
calore e in tutto il campo fino alle Cordigliere
non s'incontra un albero di due metri di altezza .
Ciò non ostante , in mezzo a non pochi disagi,
strapazzi e privazioni, Monsignore continua a go-
dere ottima sanità : O quam bonus Deus!

2.2 Page 12

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Intanto non voglio tralasciare un lepidissimo
fatto accaduto circa un venti giorni fa. Mentre ter-
minavamo di pranzare, scompare dal refettorio il
nostro Z . . . (egli è matto per i cavalli) ; che è,
che non è, eccoti do p o dieci minuti un vigilante
ad annunziarci ridendo, che el famillar de su
Señoria esta en la carcel . Questa notizia che in
altri tempi ci avrebbe rattristati, ci mosse invece
ad una generale ilarità . I giovani stessi ridevano
proprio di gusto . Ecco il fatto .
Z . . . era uscito di refettorio per esercitarsi qualche
minuto sul cavallo senza essere osservato . Udendo
però il rumore dei giovani, pensò meglio di uscir
dal cortile, e così come era, senza nulla in testa,
senza sella nè drappo, spinse il cavallo fuori, e
giù al galoppo per la vasta piazza di fronte alla
Chiesa . Ma oh fatale incontro! Una guardia o
vigilante, vistolo in tal condizione che mal reg-
gevasi in arcione, credendolo un dei tanti soliti
Gauchos Boraches, si spinse dietro a lui col
suo cavallo, e gli intimò l'arresto .
Povero Z . . . ! In quell'istante quei che lo videro,
dicono che diventò pallido pallido come un cencio
lavato, e senza aprir bocca s'accinse ad obbedire .
Ma qui stava il busillis! Il cavallo che conosceva
forse di non avere torto alcuno ed avendo tuttavia
da terminare il suo pasto frugale, non s'arrendeva
alle esortazioni del cavaliere, e resisteva e s'im-
pennava, nè voleva ad ogni costo essere prigione .
Convenne al cavaliere discendere e prenderlo
amichevolmente pel morso, pregandolo a titolo di
amicizia di seguirlo . Buon cuore di un cavallo!
Lo seguì e rimase in carcere per circa una
mezz'ora . Intanto si mandò una persona al co-
missario, il quale avendo conosciuto che il nostro
cavaliere era tanto innocente come il suo ron-
zino, li rilasciò liberi entrambi, solo premo-
nendo Z . . . che la legge proibisce di correre a
galoppo nel luogo abitato . Z . . . ed il cavallo ri-
tornarono ai proprii lari e furono ricevuti a festa
e a suon di trombone . Z . . . in carcere però si fece
tanto onore come il cavallo , poiché , dice egli
stesso , essendo proprio quella l' ora del pasto ,
volle egli pure la sua parte di assado e se la
mangiò con appetito, sebbene da solo una mezz'ora
avesse terminato il pranzo .
Tanto coraggio infonde la coscienza del sen-
tirsi puro! Dopo questo fatto però sbollì un poco
il suo ardore per la cavallerizza, e quando deve
uscire di casa sempre raccomanda ai compagni
di non correre a galoppo , se no . . . . ed egli per
conto proprio tiene le redini ben tese e sta fermo
in arcione come un . . . trionfatore .
2 di dicembre 1885 .
Monsignore è tra noi sano e salvo, vegeto, al-
legro e sufficientemente soddisfatto dell'esito della
sua Apostolica prima missione in Pata g onia . Ri-
tornò la mattina di S. Andrea Apostolo 30 di
novembre p. p.
Egli e noi con lui ci persuadiamo ogni giorno
più della grande verità, che per poter fare un
po' di bene in queste povere colonie e tribù, il
Missionario ha stretto bisogno di molti mezzi
materiali.
Egli può bensì mettervi del suo i disturbi, le
fatiche, la fame, la sete e qualche cosa d'altro,
ma se non ha buoni cavalli, se gli mancano le
guide, se difetta di arredi sacri, se non può portare
seco e distribuire nelle famiglie qualche quadretto,
immagini, corone, medaglie, e se, richiestone da
taluno, non ha un libro buono e di preghiera
da lasciare come missionario continuo in sua vece,
chepuò fare di bene? E di queste cose, (che pur
qui costano un occhio) noi siamo sprovvisti quasi
affatto, senza saper ove rivolgere le nostre mire,
privi come siamo affatto di mezzi, e carichi, tra-
carichi di debiti . Una cosa sola vale a mantenere
in noi la lena, a proseguire innanzi, ed è la spe-
ranza nella D . Provvidenza ed in Colei che di
essa è Madre . Sì speriamo che il Signore, come
sempre, muoverà pure in quest'anno novello molti
dei nostri Cooperatori e Cooperatrici Salesiane a
venire ìn aiuto di questa missione .
Molto hanno già fatto i Missionarii in poco
tempo per mezzo dei soccorsi avuti da cotesti
ottimi Cooperatori , e molto più ci promettiamo
di fare in quest' anno che sta per cominciare .
Monsignore ha in cuore grandi cose e a quando a
quando ne dice qualche parola ;ma,conhiude
subito, attendiamo la Provvidenza ! D . Fagnano
sta disponendosi per la partenza.Ingeaio
febbraio salperà da Buenos Ayres per Punta A-
renas e di là per le Malvine . Che farà egli in
queste terre? Con quali mezzi darà principio alla
sua Prefettura Apostolica? Che cosa potremo noi
dargli di qui se neppur sappiamo trovar modo
di uscir dagli impacci? la Provvidenza ci penserà!
Non dico nulla dei bisogni di personale! Per
essere la messe abbondantissima, è troppo scarso
il numero dei mietitori, le loro forze vengono
meno sensibilmente e diminuisce il loro numero .
Si adoperi lei, Carissimo Sig . Direttore , getti
in mezzo ai nostri cari giovanetti dell' Oratorio
una scintilla di amore per tanti loro compagni
che attendono dall'Italia, da Torino, dall'Oratorio
di san Francesco di Sales quella mano pietosa ,
che li aiuti a percorrere sicuri il retto cammino
della verità e della vita.
4 dicembre 1885
Riattacco la corrispondenza per annunziarle
che ieri sera alle 5 1/2 partì D . Milanesio con
D . Panaro e l'aspirante Forcina per una novella
missione di tre o quattro mesi su pel Rio Negro,
a Rosa, Neuquen, Limay e Malbareo fino alle
Cordigliere, ove arriveranno fra un mese circa,
percorrendo la distanza di 300 e più leghe ossia
900 miglia circa . Dopo gli Esercizi Spirituali di
Buenos Ayres, ritornando Monsignore qui pensa
di andarli a raggiungere colà per vedere se vi
fosse modo di formare in Malbarco un Centro
od una residenza . Qui si vedrà la chiesa intito-
lata al SS . Sacramento, secondo la pia intenzione
di una insigne benefattrice .
Preghiamo per i nostri valorosi Confratelli af-
finchè nulla incontrino di male e possano invece
fare molto ma molto bene in quelle povere Co-
lonie . Le Missioni ora si possono dire aperte uf-
ficialmente e canonicamente.

2.3 Page 13

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21 dicembre 1885
Il giorno 8 dicembre passato fu uno dei più
belli per la nostra Missione .
Sentendosi riposato Monsignore, predicò il triduo
in preparazione alla solennità di Maria Immaco-
lata .
La nostra nuova chiesa quantunque non termi-
nata, faceva bella mostra di ornamenti e tapezzerie
e sopra di un trono maestoso e splendidamente il-
luminato primeggiava la bellissima statua di Maria
Immacolata regalataci dalla pietà dell'Illustrissimo
Sig . M . de Farcy di Rennes .
La vigilia della festa lavorammo tutti, chi in
preparare il canto e chi il suono ; ed i confessori
per disporre le anime a ricevere il Pane degli
Angioli . - Monsignore confessò quasi tutto il
mattino ed il dopo pranzo . Spuntata l'alba del bel
giorno, le nostre tre campane suonando a festa
infondevano santo giubilo nei cuori divoti della
Vergine Immacolata o come dicono qui della Pura
y Limpia. Si confessò ancora assai e Monsignore,
uscito verso le 8 dal Confessionale, si portava al-
l'altare, aspettato dal piccolo Clero e dal servizio
per celebrare la Messa della Comunione Generale .
E che bello spettacolo ! La nostra modesta chie-
setta si trovò questa volta piena zeppa di gente . In
una cappella laterale che serve pure di sacrestia
erano tutti i giovanetti del nostro ospizio e Col-
legio ; presso al trono di Maria Immacolata un nu-
meroso stuolo di giovanette Figlie di Maria vestite
di bianco-celeste, tra le quali figuravano una ventina
di quelle della Prima Comunione cui cingeva la
fronte una corona di bellissimi fiori . Erano gli
angioli della terra che con gli angioli del cielo
faceano nobile corteggio per onorare la loro co-
mune Madre e Regina . Il popolo riempiva il resto
della navata contemplando attonito questo spetta-
colo di divozione per lui raro e nuovo .
La S . Messa fu accompagnata con divote pre-
ghiere, recitate ad alta voce e seguita da un caldo
sermoncino di Monsignore, dal cui volto traspariva
la soddisfazione e l'interna sua gioia per sì bella
e numerosa comunione, fatta dalle anime più sem-
plici e dai cuori più puri .
Fra le venti prime comunioni di giovanetti e
giovanette si notò quella di una ragazzina di poco
più di 7 anni e mezzo .
Un giorno che Monsignore visitava le scuole
e parlava alle alunne della S . Comunione, essa
manifestò con ansia il desiderio di farla ella pure
con le sue compagne . Monsignore sorridendo le
disse : - Ah! carina! tu sei ancora troppo tenera ;
la farai quando las guindas (le nostre griotte)
sieno mature . - La cosa passò senz' altro così,
e;pmiaùnsuoceav,mrntuale
non nella mente e nel cuoricino della piccola fan-
ciulla, la quale con sorpresa di tutti, l'antivigilia
della festa porta alla Madre Superiora, dos bellas
guindas di fresco staccate dalla pianta, dicendo :
Le mostri a Monsignore perché veda che sono
mature e mi lasci quindi fare la S . Comunione . :
La parola era data, la condizione si era verificata . . .
Che fare? . . . Fattole dare un poco di esame la si
trovò più che preparata ed istruita pel grande
atto e le si permise di fare insieme colle sue
piccole compagne la sua Prima Comunione . Che
santa semplicità! Come si trovò bene Gesù in
quell'anima candida ed innocente!
Queste solennità, svegliano non poco il senti-
mento religioso in questa popolazione, ed ai neo-
fiti danno un'alta idea della nostra Fede Santissima,
che mentre tende a sollevarci sempre più al Cielo,
sempre più ci distacca da questa bassa e mise-
rabile terra!
21 dicembre 1885
Ieri e nei due. giorni precedenti abbiamo avuta
una terribilissima tempesta ! Avesse visto il Rio;
che onde! Pareva il mare in burrasca . . . si aggiun-
sero a un tratto ben 14 trombe di terra. In Viedma
una di queste esportò una casa di campo ! Che
spettacolo ! La pioggia dirottissima spinta dalla
bufera inumidiva le pareti delle case di fango, e
noi dobbiamo lamentare in Carmen la caduta di
nove di esse . Due pareti del nostro cortile furono
diroccate per la lunghezza di più che 10 metri
e all'esterno fu scrostata tutta la facciata della
casa . In Viedma ebbero il cortile allagato tanto
da potervisi andare in barca . Si mossero alquanto
i due campanili delle chiese sicché occorrono nuove
riparazioni e nuove spese . Da ben 15 anni nes-
suno ricorda una bufera simile e tanto lunga! Tre
giorni e tre notti . Tuttavia non si hanno fortu-
natamente a lamentare vittime umane . Oggi il
tempo è bellissimo e calmo che pare d'essere in
Italia. Concludo questo mio giornale perchè il
corriere sta per mettersi in viaggio .
Monsignor manda i suoi affettuosi saluti al
Carissimo padre D . Bosco, a D . Rua e a tutti i
Confratelli e giovanetti .
Affm° in Domino
D . ANTONIO RICCaRDI
BIBLIOGRAFIA
Rimangono presso la Libreria Salesiana alcune
copie dell'opera del Padre Giordano intitolata :
La Missione, o Temi facili e po-
polari per Esercizi e Missioni .
Ricordiamo ai nostri lettori la specialità di
questo libro . Quella, imprima, di adattare, per
quanto possibile, gli argomenti ed il metodo di
Sant'Ignazio alle intelligenze anche meno elevate
del pubblico . E quella, in seguito, di mirar sempre
nello svolgimento delle massime alla riforma e
conversione delle anime, penetrandovi per la via
più spedita del cuore.
Que' Sacerdoti impertanto che, nell'occorrenza
del presente Giubileo, venissero ricercati per
dettar Esercizi o Missioni, ma che, sopraffatti
da altre cure del ministero, non avessero avuto
agio né tempo per ultimare lavori a quel uopo,
sono quì prevenuti, che, con l'aiuto del predetto

2.4 Page 14

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libro, facilissimo ne' suoi temi per l'ordine ed i
pensieri, potrebbero, anche presto, riforbir le loro
armi, e, con le benedizioni di Dio, entrar in campo
felicemente .
Il vol . di circa 600 pag . in-16°
Si manda franco per la .posta a L . 3 50
ELENCO
DEI COOPERATORI E COOPERATRICI
DEFUNTI NEL 1885 .
401 None D . Filippo, Can . - Torino .
402 Novaresio D . Gregorio, Prev . - Villami-
roglio (Alessandria) .
403 Nurri P . Fedele - Masullas (Cagliari) .
404 Oberosler Giuseppe - Trento (Austria-Ti-
rolo) .
405 Operti Giacomo - Torino .
406 Ortu D . Francesco, Vic. Pari-. - Situala
(Cagliari) .
407 Ottone D . Pietro Paolo, Prev. - Bellin-
zago (Novara) .
408 Pacchiotti D . Giacinto - Giaveno (Torino) .
409 Pace D . Giuseppe, Prof. - Racconigi (Cu-
neo) .
410 Padre Giovanni della Croce - Loano (Ge-
nova) .
411 Padre Mareello - Novara.
412 Paganoni D . Agostino, Prev. - Bergamo.
413 Pagliari Rosa - Castellamare di Stabia
(Napoli) .
414 Palazzo Lucia - Bagnolo Po (Cuneo) .
415 Palermo D . Vincenzo - Nusco (Avellino) .
416 Pampado Luigi - Pincara (Rovigo) .
417 Pampirio Pio Filippo - Boscomarengo (A-
lessandria) .
418 Panciera D . Giovanni - Schio (Vicenza) .
419 Paolini D . Giuseppe, Parr. - Baggio (Fi-
renze) .
420 Papanti Cav . Vittorio - Voltriano (Pisa) .
421 Parietti D . Luigì, Parr . - Credaro (Ber-
gamo) .
422 Parodi Colomba - Genova.
423 Parodi Giovanni - Roneo (Svizzera-Canton
Ticino) .
424 Parodi Teodoro - Ronco (Svizzera-Canton
Ticino) .
425 Paseto Teresa - Soave (Verona) .
426 Patriarca D . Antonio, Can . Vie . gen. -
Vercelli (Novara) .
427 Patroni D . Raffaele - Bagnoli Irpino (A-
vellino) .
428 Patuzzi D. Francesco, Pari-. - Tenno (Au-
stria-Tirolo) .
429 Pederzoli Francesco - Angone (Brescia) .
430 Pellegrinetti D . Carlo, Prep . - Sillicano
(Massa Carrara) .
431 Pellegrini Giovanna - Trento (Austria-
Tirolo) .
4 .32 Pellerino Giuseppe - Torino.
433 Pellizzari D . Giuseppe, Arcip . - Asigliano
(Vicenza) .
434 Perabò D . Agostino - Milano .
435 Perbellini Mons . Luigi, Can . Arcip . - Ve-
rona.
436 Peretti Giovanni - Cardè (Cuneo) .
437 Peri D . Giuseppe - Sesto San Giovanni
(Monza) .
438 Perletti D . Francesco, Conte - Piacenza .
439 Perlo Maria - Caramagna (Cuneo) .
440 Perotti Rosa - Castelnovo Calcea (Ales-
sandria) .
441 Perrucchetti Giuseppe , Parr. - Cadrez-
zate (Como) .
442 Pesce. Matteo - Mombaruzzo (Alessan-
dria)
443 Pesce Vincenza - Salerno .
444 Pescolonna Giovanni - Chieri (Torino) .
445 Petrini D . Pietro - 1Ylorsingo (Alessan-
dria) .
446 Peyrolo D . Luigi, Prev . - Bruzzolo (To-
rino) .
447 Pezzia D . Antonino, Prev . - Piatto (No-
vara) .
448 Pezzotti D . Angelo, Arcip . - Vttiana (Pe-
rugia) .
449 Piadeni D . Giuseppe, Pari- . - Viconago
(Como) .
450 Piano Anna Maria - Caramagna (Cuneo).
451 Pigliasco Giulia - Saliceto (Cuneo) .
452 Pignatta Catterina - Torino .
453 Pinarni Anna Maria - Rossiglione (Genova) .
454 Pini D . Gaspare, Rett . - Monte Aceraia
(Firenze) .
455 Pini D . Ottavio, Prev . - Coi-lo (Modena) .
456 Pinna Pietro, Prof. - Nuoro (Sassari) .
457 Piobesi Lucia - Piobesi (Torino) .
458 Piras D . Dionigi, pro-Pair . - Lunama
trona (Cagliari) .
459 Pistorino Maria - Incisa Belbo (Alessan-
dria) .
460 Pitti Cont. Maddalena - Firenze .
461 Pojachi D . Luigi - Lodi (Milano) .
462 Poponi Gioacchino - Montecatini (Lucca) .
463 Porru D . Sebastiano, Pari-. - Belvi (Ca-
gliari) .
464 Pozzati D . Egidio, Cur. - Cis (Austria
Tirolo) .
465 Prete Rosa - Trisobbio (Alessandria) ;
466 Prioli D . Michele - Corniglio (Parma) .
467 Priotti D . Giacomo, Prev . Vic . For . - Bra
(Cuneo) .
468 Puggelli Sac., Par-. - Grignano (Firenze) .
469 Pulin D . Luigi, Cappell . - Montebelluna
(Treviso) .
470 Puppa D . Livio - Ariano (Udine).
471 Puxeddu D . Francesco, Vice Pari- . - Arbus
(Cagliari) .
472 Quadrio D . Camillo - Pinerolo (Torino) .
473 Queirolo D . Nicolò - Rapallo (Genova).
(continua) .

2.5 Page 15

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Saggio di Critica Cattolica sul Nuovo Testamento tradotto in lingua italiana da Giovanni Diodati
pel Can . Cav . Vincenzo Brancia, arcidiacono ; un vol . in-16, di pag. 448 < L. 2,50
E notorio a tutti che la Sacra Scrittura è fondamento necessario dell'educazione del prete, del maestro e d'un cat-
tolico qualunque, che voglia essere anche solo mediocremente colto . Ma a quest' effetto bisogna che essa sia- conservata
nella sua integrità, e che nella versione dall'una all'altra lingua, il pensiero dei Sacri Scrittori scorra limpido quale era
in essi, e non quale lo volesse pretendere il traduttore , qualunque siasi , tanto più quando questi sia avviluppato tra le
spire dell'errore protestante, come era Giovanni Diodati . Sviluppare quindi la verità dagli avviluppamcnti dell'errore, e levar
nna buona volta certi idoli dall' usurpato seggio, è opera santissima . Bene fece quindi la Civiltà Cattolica scrivendo
dell'Autore di quest'opera le seguenti parole : j Ila fatto opera di somma utilità col mettere in evidenza gran parte delle
frodi della traduzione del Diodati, producendo i testi della Scrittura come suonano, nella loro genuina espressione, e con-
frontandoli col magagnato volgarizzamento del Diodati . Diciamo che è opera utilisima, giacchè di cotesta versione ap-
punto fanno uso le missioni protestanti per diffondere dappertutto nella nostra Italia gli errori di quelle sètte ; e pur
troppo vi ha anche fra i cattolici o fintì o malaccorti, che la reputano innocente e per quel po' di vernice di eleganza
la preferiscono alla fedelissima e non meno elegante del Martini . Il libro dell'egregio Canonico sarà luce di mezzogiorno
ai loro occhi per iscorgere ad evidenza le male arti dell'eretico, .
Raccomandiamo perciò ai nostri Cooperatori e Cooperatrici di far conoscere questo libro e diffonderlo evo più ferve
la lotta contro gli apostoli dell'errore . Ricordiamoci tutti quanti che sant'Agostino venne convertito dalla lettura della sacra
scrittura e che in questo nostro secolo, detto dei lumi, molti sono che pervertiscono il popolo per via dalla stessa sacra
scrittura tradotta con frode dal Diodati . È dovere di tutti combattere con la vera parola di Dio, la quale, come pungolo
e come chiodo penetra profondamente i cuori dei suoi lettori .
Chi acquistercc i tre libri dianzi annunziati, e manderà nel mese di Aprile L . 16, oltre i
detti tre libri verrei associato per tutto l'anno corrente alle Letture Cattoliche di Torino .
Istruzione Popolare sulle Encicliche di Leone XIII sopratutto sull' ultima riguardante la Costi-
tuzione Cristiana degli Stati, per Mons. Pietro Preposto Tarino, dottorein Teologia,
filosofia e lnetodo ; un vol . in 32° pag . 320
„ 0 60
Lettor caro, io suppongo elie nella tua infanzia tu abbia studiato il Catechismo, ed in esso appreso
la scienza dei molteplici doveri, che ti stringono verso Dio, te stesso ed i tuoi simili, in quello qualsivoglia
stato, in cui potessi trovarti collocato . Ma pur troppo può darsi che vivendo tu in mezzo al mondo dei nostri
tempi,_ ed assorbendo dall'ambiente sociale le massime perverso e storte che corrono al presente, tu l'abbia
in gran parte dimenticato, od almeno frainteso e male applicato, e ti sia formato dei principii e delle norme
di pensare e di operare totalmente opposte ai tuoi interessi materiali e morali, temporali ed eterni .
Il Ora il Papa, che ti vuol bene ed ha sommamente a cuore la tua felicità presente e futura e nel suo
gran cuore abbraccia tutto il mondo universo, sulle sue memorande Encicliche ti richiama a memoria questi
tuoi doveri, ti accenna i principii fondamentali ili ragione e di fede sopra cui sono basati, ti mostra il
modo di intenderli e di applicarli nelle presenti condizioni sociali, ti inette in guardia contro i molteplici
pericoli che ti circondano da ogm parte e congiurano alla tua rovina, e principalmente si adopra con tutte
le forze a restaurare la società e ricostruirla sopra i principiì cristiani, acciocchè tu vivendo in seno ad essa
come in un'atmosfera vitale possa respirare quasi naturalmente questi elementi di vita e conseguire più facil-
mente la tua felicità temporale ed eterna ,, .
Permetti adunque eho io ti accenni che cosa ti insegna il Papa doversi fare da te in questi tempi
fortunosi, per non fare naufragio nel inondo pieno di tanti scogli massime nei nostri tempi, e che sulla
scorta delle sue mirabili Encicliche, e sopratutto dell'ultima sulla coetituzione cristiana della società, ti ad-
diti i fondamenti dei tuoi doveri in quello qualsivoglia stato, tu possa trovarti , gli assalti che si muovon
dai tuoi nemici contro le basi di questi tuoi doveri , e ciò che il Papa ti dice di fare per non valicare
nella fede e nel costume, per non lasciarti guastar la testa da pessimi principii, e guarirne se avessi già
contratto qualche malattia mortale ; sicchè conoscendo la ragione dei tuoi doveri possa operare il bene con
convinzione e con frutto . E per raggiungere questo scopo io comincerò dal fondamento posto dalla natura
stessa al tuo essere, seguendo così quel che ne dice il divino poeta nel canto ottavo del suo paradiso
E se il mondo ponesse mente
Al fondamento chc natura pone
Seguendo lui avria buona la gente .
La Felicità nel Cristianesimo ; pel Prof. Luigi Bottaro . - S . Pier d' Arena, 1885 in-16 gr .
di pag . 132
„ 0 60
Quest'altra operetta svolge con eloquenza, vivezza d' immagine, e potenza di affetto quelle parole del nostro grande
Pontefice, con cui incomincia l'Enciclica - 'nanortale Dei. Cioè che " sebbene la Chiesa per natura sua abbia diretta-
mente in mira la salute delle anime e la eterna felicità del Cielo, tuttavia ancor nell'ordine temporale reca tali e tanti
vantaggi che più e maggiori non potrebbe se destinata fosse direttamente e sovra ogni cosa a procacciare la prosperità
della vita presente . ,
L'autore mette sempre a riscontro della felicità cristiana l'infelicità ciel miscredente ; fa vedere i beni che il cristia-
nesimo procaccia alla famiglia e alla nazione, e le colpe, i dolori, le tristi conseguenze elce loro arreca l'incredulità . La
pace di Cristo e la felicità che ne consegue, sono nell'ultimo capitolo del libro tratteggiate con mano così maestra, da
attirare al Cristianesimo anche i più freddi, anzi gli stessi nemici . Onde è un libro elio può fare e farà certamente ua
gran bene, al quale parteciperanno tutti coloro che ne procureranno la diffusione e la lettura in ogni ceto della società .
A quei benemeriti Cooperatore Salesiani, che, ardenti di zelo per la parola del Papa, acqui-
steranno per lirc 25 di libri in questa annunziati, verranno spedite gratis copie cento dell' En-
ciicclliiccaa pel Giubileo.

2.6 Page 16

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CARITÀ DI DIO
Un vol . in-16, pag. 96 L . 0 50
CARITÀ DEI FRATELLI
Un -vol . in-16, pag . 140 L. O 60
Questi due volumetti sono degni dei precedenti, che già abbiamo annunziato e cal-
damente raccomandato . Il primo di essi contiene, come lo indica il titolo, i discorsi che
più direttamente si riferiscono alla carità di Dio verso noi : Gesù crocifisso - Il Divinis-
simo Sacramento - Il SS . Cuore di Gesù - L'incarnazione del Verbo, ecc . . . Il secondo
(che l'autore si compiacque dedicare ai Sacerdoti Salesiani) contiene l'elogio dei grandi
Apostoli di Carità quali S. Giovanni Evangelista, S . Vincenzo de' Paoli, S . Filippo Neri,
e commoventi perorazioni in favore dell'opera della propagazione della fede e di altre isti-
tuzioni di beneficenza .
Lo stile elevato e conciso che adopera in tutte le opere sue l'illustre autore che
è dottore aggregato alla facoltà di filosofia e lettere della R . Università di Genova, fa sì
che in breve spazio si trovino condensati i pensieri e gli affetti della pietà . Onde ai fedeli
si dà campo di alte e pie meditazioni, ed al Clero si offre quasi un tesoro di riflessioni
e di pensieri atti ad aiutarlo nell'opera santa della predicazione
Per tutti questi titoli vivamente li raccomandiamo ai nostri lettori, che ci sapranno
grado d'averli loro fatti conosere .