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ANNO X - N . 2 .
Esce una volta al mese .
FEBBRAIO 1886
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano . -Via Cottolengo, N . 32 . TORINO
SOMMARIO - Il Giubileo - Lettera Enciclica del S .
Padre Leone XIII- Storia dell'Oratorio di S. Fran-
cesco di Sales - La Guardia d'onore al Sacro Cuore
di Gesù nel secondo Centenario del suo pubblico culto
- Bibliografia - Elenco dei Cooperatori Salesiani
defunti nell'anno 1885 .
IL GIUBILEO
L'anno del Giubileo ossia di giubilo od al-
legrezza, come lo indica il nome, già cele-
bravasi ogni 50 anni dagli Ebrei, sin dal
tempo di Mosè . In detto anno che chiama-
vasi anno santo, chi era schiavo diventava
libero , chi aveva debiti gli venivano con-
donati , chi aveva impegnato case o poderi
ne rientrava in possesso . Era come una figura
dell'anno di vero giubileo in cui doveva
nascere il divin Salvatore e liberarci dalla
schiavitù del demonio, redimerci dal peccato,
farci rientrare nel possesso del Paradiso .
La Chiesa, conservando quest'antica usanza,
la fece servire a ridestare di tratto in tratto
nei fedeli la memoria della Redenzione, ep-
perciò stabili che anche dai cristiani si ce-
lebrasse l'anno santo del Giubileo . Dapprima
ne fissò l' epoca ogni cento anni, poi ogni
cinquanta, indi ogni trentatre e finalmente,
perchè maggior numero di persone ne potesse
approfittare, ogni venticinque anni . Oltre a
questi giubilei periodici , sogliono i Somi
Pontefici concederne altri straordìnarii nelle
occasioni di grandi gioie o di grandi tribo-
lazioni della Chiesa . Così straordinario è il
giubileo di quest'anno . Esso è un indulgenza
plenaria concessa dal sommo Pontefice alla
chiesa universale con piena remissione di
tutti i peccati a coloro, che degnamente lo
acquistano, adempiendo le opere prescritte .
Le intenzioni del Papa nell'invitarci a
prender parte al Giubileo, sono ; 1° di rinno-
vare la memoria della nostra Redenzione e
di eccitarcì perciò ad una viva gratitudine
verso il Divin Salvatore ; 2° di ravvivare in
noi i sentimenti di fede, di religione e di
pietà ; 3° di premunirci mercè i più abbon-
danti lumi che il Signore largisce in questo
tempo di salute, contro gli errori, l'empietà,
la corruzione e gli scandali che da tutte parti
ne attorniano ; 4° di ridestare ed accrescere
lo spirito di preghiera che è l'arma del cri-
stiano ; 5° di eccitarci alla penitenza del cuore,
ad emendare i costumi ed a redimere con buone
opere i peccati, che ci attirarono l'ira di Dio ;
6° di ottenere mediante questa la conversione
dei peccatori e il maggior perfezionamento
dei giusti , che Iddio anticipi nella sua mi-
sericordia il trionfo della Chiesa in mezzo
alla crudel guerra che le fanno i suoi nemici .

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LETTERA ENCICLICA
DEL SaNTISSIMO SIGNOR NOSTRO
LEONE
PER DIVINA PROVVIDENZA
P APA XIII
CON CUI SI PROMULGA IL GIUBILEO STRAORDINARIO
PEL 1886
Ai Venerabili Fratelli Patriarchi, Primati,
Arcivescovi e Vescovi ed altri Ordinarii delle
diverse regioni del mondo aventi grazia e
comunione colla Sede Apostolica
LEONE PAPA . XIII
VENERABILI FRATELLI
SALUTE ED APOSTOLICA BENEDIZIONE .
Motiv i di questo Giubileo .
Quello che, per Apostolica Autorità, una volta
già e poi nuovamente decretammo, cioè che
l'anno sacro, in tutto l'orbe cristiano, straordi-
nariamente si celebrasse, aperti a pubblico van-
taggio i tesori dei doni celesti, cui è in Poter
Nostro dispensare, vogliamo ora, col favore di
Dio, pel prossimo anno stabilire .
L'utilità della qual cosa non può, o Venerabili
Fratelli, sfuggire a Voi, conscii come siete dei
tempi e dei costumi ; ma una certa ragione sin-
golare fa sì, che in questo Nostro Consiglio
maggiore opportunità apparisca , che non forse
altra volta.
Ed invero, avendo Noi colla precedente Nostra
lettera Enciclica sul governo degli Stati insegnato,
quanto importì per essi lo accostarsi ognor più
al vero regime cristiano, già puossi comprendere
quanto consentaneo sia a questo Nostro proposito,
con tutti i mezzi che sono da Noi, dar opera si
ad eccitare, sì a richiamare gli uomini alle cri-
stiane virtù .
Imperocché lo Stato è tale quale lo fanno i
costumi dei popoli ; e come l'eccellenza delle navi
e degli edifizi dipende dalla bontà e dall'acconcia
collocazione delle singole parti, per la stessa
guisa il corso della pubblica cosa nè giusto , né
senza danno può essere, se i cittadini non battono
il retto sentiero della vita. La stessa civile disci-
plina , e tutte le cose che costituiscono l' azione
della pubblica vita, soltanto per opera degli uo-
mini nascono e periscono ; e però gli uomini alle
cose stesse sogliono dare l'espressa impronta delle
loro opinioni e dei loro costumi. Acciocchè dunque
penetrino nei loro animi quei precetti nostri, e,
quel che più monta, ne sia retta la quotidiana
vita di ciascuno, è da fare ogni sforzo, perchè
tutti e singoli s'inducano a cristianamente sentire,
ad operare cristianamente, non meno in pubblico
che in privato .
E in tale impresa tanto più è da mettere studio,
quanto maggiori sono i pericoli da ogni parte
minaccianti . Imperocchè le grandi virtù dei padri
nostri in non piccola parte si dileguarono : e le
cupidigie, che di per sè hanno grandissima forza,
una maggiore ne addimandarono per la licenza :
l'insania delle opinioni, da nessuno, o da poco
atto freno contenuta , ogni dì più si diffonde :
fra quelli stessi che sentono rettamente, molti,
trattenuti da un certo falso pudore , non osano
liberamente professare e molto meno compiere
coll'opera ciò che sentono : la forza dei perniciosi
esempii a poco a poco va penetrando nei popolari
costumi : società non oneste di uomini, le quali già
altra fiata da Noi stessi furono designate, peritis-
sime in colpevoli artifici, studiansi d'imporsi al
popolo e, in quanto possono da Dio, dalla santità
dei doveri, dalla cristiana fede distoglierlo e
strapparlo .
Adunque, nell'incalzare di tanti mali, resi sempre
maggiori dalla loro durata, nulla debbesi da Noi
tralasciare che arrechi con sè qualche speranza
di alleviamento .
Con questo intento e con questa speranza an-
nunzieremo il Sacro Giubileo, ammonendo ed esor-
tando tutti quelli cui sta a cuore la loro salute,
d'innalzare i pensieri immersi nelle cose terrene,
a cose migliori . Il che non solo è per riuscir
salutare ai privati, ma a tutta la cosa pubblica,
perocchè di quanto ciascuno farà profitto a perfe-
zione del proprio animo, e di tanto in onestà e in
virtù si vantaggeranno la vita ed i costumi pubblici .
Esortazione all'acquisto del giubileo .
Ma il desiderato esito dell'impresa ben vedete,
o Venerabili Fratelli, essere per gran parte nel-
l'opera e nella diligenza vostra riposto, essendo
necessario a preparare ìl popolo a conseguire a-
deguatamente i frutti che sono proposti . Sarà
adunque cura della carità e della sapienza vostra
questa impresa a scelti sacerdoti affidare, i quali
con ragionamenti accomodati all'intelligenza del
volgo, istruiscano la moltitudine e precipuamente
la esortino a quella penitenza che e secondo
Agostino, bonorum et humilium fidelium poena,
quotidiana, in qua pectora tundimus, dicentes
dimitte nobis debita nostra . (1)
E non senza motivo rammentiamo in prìmo
luogo la penitenza e quella parte di essa che
consiste nella volontaria mortificazione del corpo .
Imperocchè conoscete il costume del secolo ; una
gran parte si piace di vivere con mollezza, e nulla
fare virilmente e con grandezza d'animo . Uomini tali,,
mentre cadono in altre molte miserie, spesso pre-
sentano falsi pretesti per non obbedire alle leggi
salutari della Chiesa, giudicando troppo grave ed
intollerabìle peso l' obbligo imposto loro di aste-
nersi da certo genere di cibi, e l'osservare il
digiuno in pochi giorni dell'anno .
Snervati da questa costumanza non è a stupirsi
se a poco a poco si dànno a tutte le cupidigie
esigenti pascolo sempre maggiore.
1) Epist. 108.

1.3 Page 3

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Pertanto è conveniente richiamaro a tempe-
ranza gli animi rilassati o proclivi a mollezza ;
per la qual cosa coloro i quali parleranno al po-
polo, diligentemente e chiaramente insegnino ciò
che, non solo per legge evangelica, ma eziandio per
ragione naturale si comanda, che ognuno cioè dee
domandar a sè stesso, e domar le proprie passioni ;
nè si possano espiare i delitti altrimenti che colla
penitenza . - Ed affinchè questa virtù di cui parliamo
si mantenga perenne, non si sarebbe mal prov-
veduto se si affidasse alla custodia ed alla tutela
di una stabile istituzione . Che importi ciò, age-
volmente, o Venerabili Fratelli, voi comprendete,
che cioè ognuno di voi nella sua Diocesi perse-
veri a tutelare e ad amplificare il terzo ordine
dei fratelli Francescani che si dicono secolari.
Certo che a conservare e ad alimentare nella
cristiana moltitudine lo spirito di penitenza va-
lidissimi sono gli esempii e la grazia di Fran-
cesco d' Assisi , che alla somma innocenza della
vita tanto zelo congiunse di mortificare sè stesso,
da sembrare di avere in sè l'immagine di Gesù
Cristo crocifisso, non meno per la vita e pei
costumi, che per le stigmate divinamente impres-
segli . Le leggi del suo Ordine, le quali op-
portunamente temperammo , sono assai lievi a
sopportarsi ; ma non lieve importanza hanno ri-
guardo alla cristiana virtù .
In tante private e pubbliche necessità , consi-
stendopignsperazdisalutenpatrocin
e nella tutela del Padre celeste , ardentemente
vorremmo che rivivesse lo zelo della preghiera
costante e a grande fiducia congiunto . In ogni tempo
più rilevante della cristiana repubblica , tutte
le volte che la Chiesa venne minacciata per e-
sterni pericoli o per intestine difficoltà, con pre-
claro esempio, i nostri maggiorì, alzati suppli-
chevolmente gli occhi al cielo, insegnarono con
qual mezzo e donde si dovesse chiedere la forza
della virtù e gli aiuti acconci ai tempi. Imperocchè
stanno impressi nelle menti quei precetti di Cristo
petite e dabitur vobis ; (1) oportet semper orare et
non deficere. (2)Dei quali così parlano gli Apostoli :
Sine intermissione orate : (3) obsecro igitur pri-
mum omnium fieri obsecrationes, orationes, po-
stulationes, gratiarum actiones pro omnibus
hominibus (4) .
Sulla qual cosa non meno acutamente che con-
forme a verità, a guisa di paragone, lasciò scritto
Giovanni Grisostomo .
« Allo stesso modo che all'uomo, il quale nudo
e abbisognevole di tutto viene alla luce , diede
natura le mani , col ministero delle quali a sè
procacciasse le cose occorrenti alla vita ; così in
quelle necessità che sono soprannaturali , nulla
per sè solo potendo, fu da Dio donato della fa-
coltà di pregare, della quale saggiamente usando,
con facilità impetrasse quelle cose che per l'eterna
salute si richiedono . » Per il che, o Venerabili
Fratelli , ciascun di voi giudicate quanto grato
(1) MATTH. VII . 7 .
(2) Luc . XVIII, I .
(3) Thessal . V, 17.
(4) I Timoth . II, 1.
a Noi e da Noi approvato sia il vostro zelo
speso, massime in questi ultimi anni, per Nostro
impulso , nel promuovere la pia pratica del sa-
cratissimo Rosario .
Né è da passar sotto silenzio la pietà popolare,
la quale, a questo proposito, vedesi in quasi ogni
luogo eccitata ; ma è da guardare con gran cura
che maggiormente s'accenda, e con perseveranza
mantengasi .
Il che se insistiamo ad esortare, come più volte
facemmo , non dee recarvi stupore, giacchè ben
intendete quanta importanza abbia il fiorire presso
i cristiani della consuetudine del Rosario Mariano,
e appieno conoscete essere di quel medesimo
genere di preghiere, del quale parliamo, parte
e forma bellissima, conveniente ai tempi, facile
all' uso, fecondissima per utilità .
E poichè il primo e massimo frutto del Giu-
bìleo,eserdev quelochepiùsopra biamo
indicato, cioè un'emendazione della vita , un av-,
vicinarsi alla virtù, crediamo necessario nomina-
tamente accennare la fuga di quel male, che con la
nostra precedente Enciclica non tralasciammo di de-
signare . Intendiamo accennare agli intestini e quasi
domestici dissidii fra alcuni dei nostri ; dissidii che
appena si può dire con quanto danno delle anime
sciolgano o certo rallentino il vincolo della carità .
La qual cosa perciò ora di nuovo vi rammentiamo,
o Venerabili Fratelli, custodi della ecclesiastica
disciplina e della mutua carità, perocchè a scon-
giurare così grave incomodo, volem o per sempre
rivolta la vostra vigilanza e la vostra autorità .
Coll'ammonire, coll' esortare , col rampognare,
date opera affinchè tutti siano solleciti di con-
servare l' unita dello spirito nel vincolo della
pace, affinchè ritornino al dovere gli autori dei
dissidii , per tutta la vita meditando che l' Uni-
genito figlio di Dio , nello stesso approssimarsi
degli estremi dolori nulla al Padre chiese più
instantemente se non che tra loro si amassero
quelli che credevano o crederebbero in Lui, ut
omnes unum sint, sicut tu, Pater, in une, et
ego in te, ut et ipsi in nobis unum sint . (1)
Condizioni per acquistar il giubileo .
Pertanto, fidenti nella misericordia dell' onni-
potente Iddio , e nell' autorità dei beati Apostoli
Pietro e Paolo , per quella potestà di legare e
di sciogliere la quale a Noi, quantunque indegni,
trasmise il Signore, a tutti e singoli i cristiani
fedeli dell'uno e dell'altro sesso concediamo pie-
nissima indulgenza di tutti i peccati, a modo di
generale Giubileo , però colla condizione e colla
legge che nel termine del prossimo anno 1886
si compiano le cose che prescriviamo.
Quanti sono a Roma cittadini od ospiti, due
volte, visitino la Basilica Lateranese, come pure
la Vaticana e la Liberiana ed ivi per alquanto
tempo preghino per la prosperità ed esaltazione
di quest'Apostolica Sede, per l'estirpazione delle
eresie , per la conversione di tutti gli erranti ,
per la concordia di tutti i Principi cristiani,
(1) Io . XVII, 21 .

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e per la pace e l'unione di tutto il popolo fedele,
secondo la Nostra intenzione . Gli stessi per due
giorni digiunino usando cibi magri, oltre i giorni
non compresi nell'indulto quadragesimale, o altri
per precetti della Chiesa consacrati da simile
digiuno : oltre a ciò , dopo aver bene confessate
le proprie colpe , ricevano il Santissimo Sacra-
mento dell'Eucarestia, e facciano qualche elemosina,
secondo le proprie forze, udito il consiglio del con-
fessore, in pro di qualche pia opera che riguardi
la propagazione e l'incremento della fede cattolica .
È concesso a ciascuno preferire quella di tali
opere che meglio gli piaccia : però crediamo di
doverne nominare due per le quali la beneficenza
sarà ottimamente impiegata, l' una e l' altra , in
molti luoghi, bisognose di soccorso e di tutela ,
l'una e l'altra, non meno alla città che alla Chiesa
utilissime ; cioè le private scuole dei fanciulli e
i Seminarii dei Chierici.
Gli altri tutti che fuori della città e in qualunque
altro luogo dimorano, visiteranno nel detto spazio
di tempo tre Chiese da voi , o Venerabili Fra-
telli, o dai vostri Vicarii, o per vostro o per loro
mandato da coloro che hanno cura d'anime desi-
gnate, due volte ; oppure, se due sole saranno le
chiese , tre volte ; ovvero se il tempio sarà un
solo, sei volte, e del pari faranno tutte le altre
opere che sono accennate più sopra .
La quale indulgenza vogliamo si possa applicare
eziandio alle anime che congiunte nella carità
con Dio uscirono di questa vita, ed oltre a ciò
diamo potestà che pei Capitoli e per le Con-
gregazioni tanto secolari quante regolari, pei
sodalizii, per le Confraternite, poi Collegii visi-
tanti processionalmente le mentovate chiese, le
stesse visite a minor numero, secondo il vostro
prudente arbitrio, possiate ridurre .
Concediamo che i naviganti e i viaggiatori
quando siansi ridotti al loro domicilio o in paesi
stranieri ad una stabile dimora, visitato sei volte
il tempio massimo, ossia parocchiale, e fatte tutte
le opere di sopra prescritte possano conseguire
l'indulgenza medesima.
Ai regolari d'ambo i sessi, eziandio chiusi per
sempre nei chiostri, e a tutti gli altri, tanto laici
quanto ecclesiastici, i quali in carcere, o per in-
fermità, o per qualunque altra causa siano impediti
dal fare le opere suddette od alcuna ne compiano,
concediamo che il Confessore in altra opera di pietà
possa commutarle, fatta eziandio potestà di dispen-
sare dalla Comunione i fanciulli che ancora non
vi furono ammessi.
Oltre a ciò a tutti e singoli i cristiani fedeli,
tanto laici quanto ecclesiastici, secolari e regolari
d'ogni Ordine ed Instituto , da nominarsi anche
specialmente , concediamo facoltà di potersi e-
leggere a questo effetto qualsivoglia sacerdote con-
fessore tanto secolare quanto regolare approvato :
della quale facoltà possono anche fruire le mo-
nache, le novizie, e le altre donne dimoranti nei
chìostri, purchè il confessore sia per le religiose
approvato.
Ai confessori poi, in questa occasione e durante
il tempo di questo Giubileo , elargiamo tutte
quelle stesse facoltà che largimmo colla nostra
lettera Apostolica Pontifices Maximiindat15
febbraio 1879, eccetto però tutte quelle che sono
eccettuate nella stessa lettera.
Del resto , zelantemente si adoperino tutti, in
detto tempo, di invocare la Gran Madre di Dio .
Perocchè vogliamo consacrato questo Giubileo al
patrocinio della Santissima Vergine del Rosario ;
e coll'ausilio di essa confidiamo che non pochi
saranno coloro l'animo dei quali, cancellata ogni
macchia di peccato, si purifichi, e per la fede e
per la pietà e per la giustizia non solo rinasca
a speranza di sempiterna salute , ma anche in
augurio di tempi migliori.
Dei quali celesti beneficii auspice, e testimonio
della Nostra benevolenza a Voi, ed a tutto il
Clero e popolo alla vostra fede e alla vigilanza
vostra commesso , impartiamo amatissimamente
nel Signore l'Apostolica Benedizione.
Dato a Roma, presso S . Pietro, il 22 di di-
cembre dell'anno 1885, ottavo del Nostro Pon-
tificato .
LEONE PP . XIlI .
STORIA DELL'ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES
Parte seconda .
CAPO XV.
Il combattimento, vita dell'Oratorio Salesiano - Nuovi
fastidii - Piano di guerra - Suppliche e dinie-
ghi - D . Bosco alla presenza del R. Provveditore
degli studii - Dialogo - Biografia di Domenico
Savio - Storia d'Italia - Duca di Parma - Do-
manda, visìta, approvazione degli insegnanti -
Gatti contro Selmi - Tra due contendenti il terzo
gode - Un documento per la storia.
Persona, che fin dai primordii ebbe parte alle
vicende del nostro Oratorio, fece un dì questa
veridica osservazione : - L'Oratorio di S . Fran-
cesco di Sales nacque dalle bastonate, crebbe sotto
le bastonate, e in mezzo alle bastonate continua
la sua vita . -Infatti dai maltrattamenti, e dalle per-
cosse del sagrestano di S . Francesco d'Assisi in
Torino ad un povero giovanetto, colse D . Bosco
occasione di cominciare l' opera degli Oratorii a
vantaggio della gioventù abbandonata e perico-
lante ; mentre quest'opera medesima, mediante la
sollecitudine di lui e la carità dei benefattori, an-
dava sviluppandosi venne or dalle private, or
dalle pubbliche persone osteggiata e combattuta
sino al punto, che, come abbiamo veduto , fu ad
un pelo di cadere estinta ; e d'allora in poi ed
ancora oggidì , ad intervalli più o meno brevi ,
non mancarono e non mancano contro di essa as-
salti di altri nemici non meno audaci e potenti .

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Ciò non ostante l' Oratorio non solo non cadde,
ma come albero frondosissimo continua a racco-
gliere sotto i verdeggianti suoi rami mille e più
giovanetti ; anzi stese le sue radici in cento e più
altri luoghi, gettò nuovi polloni, che cresciuti an-
cor essi in altissime pianta ricoverano all'ombra
loro benefica, e coprono e nutriscono migliaia di
fanciulli di altri popoli e di altre nazioni. Quello
che fu in passato giova sperare che sarà in av-
venire ; onde simile all' uomo, di cui, al dire di
Giobbe, la vita in sulla terra é una milizia, il
nostro Oratorio proseguirà a stare in campo di
battaglia in sua difesa contro ad altri avversari,
e per la divina bontà il combattimento non sarà
sua morte, ma sua vita e sua gloria .
Abbiamo superiormente narrato il grave peri-
colo, a cui esso andò incontro per le calunnie di
alcuni malevoli, che ci accusarono di professare
una politica contraria al Governo ; ed abbiamo
esposto in pari tempo, come avendo potuto fare
udire personalmente le proprie difese alla pre-
senza degli stessi Ministri, D . Bosco salvò dalla
minacciata violenza se medesimo e noi tutti, con
grande confusione e dispetto di coloro , i quali
eransi confederati alla nostra rovina . Ma costoro
che parte ci combattevano per massima e per ser-
vire alla rivoluzione, e parte per farsi un nome
e progredire in carriera, non si diedero per vinti,
e perciò dopo alcuni mesi di tregua ritornarono
contro di noi alla riscossa, e sulla fine del 1862
esul principio dell'anno susseguente ricomincia-
rono a dare a Don Bosco nuovi fastidi e nuove
angustie . E qui confessiamo di essere dolenti in
dover segnalare al pubblico alcuni atti poco onore-
voli per taluni di essi, ma il facciamo senza mal
animo e solo per servire alla storia ; anzi ci con-
sola il pensiero di poterli almeno in parte scu-
sare , come già il divin Redentore i suoi croci-
fissori , dicendo che non sapevano quello che si
fa.Pcersvoitàlundroapen
conobbero meglio le cose nostre da nemici si fe-
cero amici, e taluno persino avvocato di D . Bosco
e de' suoi fanciulli. Ma tiriamo innanzi.
Alla testa dei malevoli stavano il cav . Stefano
Gatti, capo di Divisione al Ministero della Pubblica
Istruzione, già abbastanza noto ai nostri lettori, e
il comm . Selmi farmacista modenese, da poc'anzi
Provveditore agli studi per la provincia di To-
rino, dove era stato condotto da Carlo Luigi Fa-
rini, dittatore di Modena, poscia ministro del re
per l'interno .
Questa volta gli avversari non presero più a
pretesto la politica, ma la legalità dell' insegna-
mento, che si dava nelle nostre scuole . Nel loro
piano di battaglia, essi ragionavano così : - Don
Bosco per tenere aperte le sue scuole si giova
di professori sforniti di legale diploma ; in questo
momento pagarne e soprattutto trovarne dei pa-
tentati non può, perché il suo Istituto vive di ca-
rità e l'anno scolastico è già incominciato ; dun-
que obblighiamolo a provvedersi di tali pro-
fessori e così riusciremo a fargli chiudere le
scuole .
Stabilito questo piano, quei signori, avendone
in mano il potere, ne cominciarono la facile ese-
cuzione . Entrò in campo pel primo il regio Prov-
veditore , domandando a D . Bosco i titoli legali
dei suoi maestri. Questi mandò il loro nome e
cognome, e in quanto al titolo osservò che erano
in via di provvederselo, perché frequentavano già
da parecchi anni le lezioni di lettere italiane, la-
tine e greche alla regia Università di Torino . In
pari tempo faceva notare che le sue essendo scuole
di carità e di beneficenza a vantaggio dì poveri
giovanetti erano state pel corso di oltre a venti
anni raccomandate e incoraggiate dall'autorità sco-
lastica, dai regi Provveditori e dallo stesso Mi-
nistero della Pubblica Istruzione, col lasciare piena
libertà ai maestri d'insegnare, senza esigere che
fossero patentati ; citava poi una lettera del mi-
nistro Giovanni Lanza, in data del 29 aprile 1857,
nella quale diceva che - quel Ministero reside-
rava di concorrere con tutti i mezzi che erano
insuopter,afinchèotesulaveroi
maggiore sviluppo . - Addotti questi motivi, Don
Bosco domandava quindi al Provveditore che vo-
lesse approvare per l'insegnamento quegli stessi
professori, almeno sino a che avessero subìto gli
esami, a cui aspiravano . Ma il Selmi non ascoltò
ragioni, si mostrò inflessibile alle suppliche, re-
spinse con disdegno chi voleva fare da mediatore,
ed insistette che D . Bosco o si provvedesse fin
di quell' anno maestri patentati , o chiudesse le
scuole .
Vistosi a sì mala parata D. Bosco tentò di a-
vere udienza dal ministro Mamiani, che teneva il
portafoglio della Pubblica Istruzione, e non poté
riuscire ad averla ; gli indirizzò analoga supplica
in data dell'11 novembre, e non ne ricevette ri-
sposta ; andò allora a parlare col Gatti, e questi,
fingendo affabilità e cortesia, gli suggerì che pre-
sentasse i maestri all' esame d' idoneità all'inse-
gnamento , cui attendevano . Costui così rispose,
perché credeva che i nostri maestri fossero lon-
tani le mille miglia dall'essere preparati a subire
quasi su due piedi esami difficilissimi ; ma quando
seppe che eglino erano pronti alla prova, e do-
mandavano di sottoporvisi, torturò il cervello in
cercare appigli, perché non fossero ammessi, come
vedremo tra poco .
Questo procedere accertò D . Bosco che colui
voleva ad ogni costo la chiusura delle nostre scuole ;
onde pieno di confidenza in Dio, e sapendo che il
Provveditore poteva in via provvisoria approvare
gl' insegnanti almeno per quell' anno , ritentò la
prova presso di lui . - Ripariamoci da un colpo
mortale per un anno, diceva D . Bosco ; il tempo
e il bisogno ci suggeriranno il modo di scher-
mircene in appresso . - Egli pertanto non scrisse
più, né mandò intermediarii, ma si presentò al
Selmi in persona. Era un giorno del mese di di-
cembre del 1862. Dopo più ore di anticamera,
finalmente D . Bosco venne introdotto alla sua pre-
senza . In seguito a pazienti ricerche e da per-
sona, che si trovò a parte del fatto, abbiamo sa-
puto circostanze, che ci mettono in grado di e-
sporre la sostanza dell'intrattenimento .
Pomposamente seduto sopra un seggiolone , il
Provveditore ordinò al povero prete di porsi di
fronte a lui in piedi ; poscia cominciò così

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- Dunque ho l' onore di avere innanzi a
me un famoso Gesuita, anzi il maestro dei Ge-
suiti (1) .
Dopo questo preambolo continuò a discorrere
per buona pezza contro dei preti, dei frati, del
Papa, di Don Bosco, delle sue scuole e dei suoi
libri, e parlava con tanta acrimonia, e adoperava
termini tali, che avrebbero fatto perdere la pa-
zienza a Giobbe . Don Bosco, ricordando forse le
parole di Gesù Cristo, colle quali esorta i fedeli
a godere agli insulti che si riceverebbero per a-
mor suo, raccoglieva tutta quella tempesta d'im-
properii con animo calmo e con un dolce sorriso
sulle labbra . Questo dignitoso contegno di Don
Bosco, così opposto al suo, diede fortemente sui
nervi al Selmi, che, fissandogli in volto due oc-
chi di bragia, gli disse quasi furioso
- Come? io sono delirante di rabbia, e lei si
ride di me?
- Signor commendatore, rispose D . Bosco, io
non rido in disprezzo di lei, ma perchè ella parla
di cose che non mi riguardano .
- Ecchè ? Non è lei D . Bosco?
- Sì, lo sono .
- Non è lei il direttore delle scuole di Val-
docco ?
- Lo sono altresì .
- Non è lei D . Bosco ; famoso Gesuita e ge-
suitante
- Non capisco.
- Ma è forse lei un imbecille?
- Lascio alla Signoria Vostra il farne giudi-
zio . Se ancor io volessi usare consimili termini
avrei materia e ragioni sufficienti, a cui inspi-
rarmi ; ma la qualità di onesto cittadino , il ri-
spetto dovuto a tutte le autorità , il bisogno di
provvedere a più centinaia di poveri orfanelli, mi
consigliano di tacere, anzi di prendere tutto con
indifferenza, e di pregare la S . V. che mi usi la
bontà di ascoltarmi . - Queste parole, spiranti
profumo di una pazienza e di una carità ammi-
rabile, portarono un po' di calma nell'animo esal-
tato del Provveditore,cheritonamglri
sentimenti prese a dire
- Che cosa sono adunque queste sue scuole,
per cui domanda favori?
- Sono la riunione di poveri fanciulli, raccolti
da varie parti d'Italia e di altre nazioni, avviati
gli uni allo studio, gli altri ad un'arte o mestiere,
con cui potersi un giorno guadagnare onesta-
mente il pane della vita .
- Ne ha molti?
- Contando gli esterni ne ho oltre ad un mi-
gliaio .
- Oh che diavolo ! oltre ad un migliaio ! E
chi stipendia lei per ricoverare tanti giovani?
- Io non sono stipendiato da alcuno ; la mia
mercede l'attendo da Dio solo, giusto rimunera-
tore delle opere buone . Neppure ho reddito per
mantenere questi fanciulli ; e perciò fatico da mane
a sera per provvedere loro vitto e vestito . - A
queste parole il Provveditore, divenendo non solo
(1) Con questo nome egli intendeva di dire che Don
Bosco era un nemico delle moderne istituzioni.
sempre più calmo, ma anche cortese, fece sedere
D . Bosco e proseguì
- Ascolti, signor D . Bosco ; io la credeva un
imbecille, ma mi accorgo che ho preso un abba
glio, perchè un imbecille non è capace a dirigere
tale impresa . -Ma perchè mai ella si mostra così
avversa al Governo e alle sue autorità?
- Io mi trovo, signor commendatore, in do-
vere di protestare contro a quest'ultima sua as--
serzione . Sono oltre a vent'anni che dimoro in
questa città, ed ho sempre goduto la benevolenza
dei miei compatriotti e di tutte le classi di cit-
tadini, nè mai mi venne fatto rimprovero d'insu-
bordinazione alle pubbliche autorità . Di ciò chiamo
in testimonio la mia vita, le mie parole, le mie
prediche, i miei libri. Fino a tanto che i Piemon-
tesi furono padroni di se medesimi e le pubbliche
cariche stettero in mano loro, l'opera mia fu sempre
stimata da tutti ; soltanto dacchè molti impieghi
sono caduti in mani straniere (non intendo par-
lare di lei), io divenni il bersaglio dei tristi . Co-
storo, incapaci di provvedere essi medesimi alla
sventura dei figli del popolo, osteggiano e vili-
pendono quelli che vi provvedono, anzi congiu-
rano alla rovina di opere, che ci costarono so-
stanze, fatiche e sudori . - A queste parole troppo
chiare per non essere intese, il Provveditore, che
era appunto uno straniero, interruppe D . Bosco,
e - Aspetti un momento, disse ; pensa ella forse
che come forestiere io sia un suo nemico?
- No, signor commendatore, ed appunto per
questo io l' ho eccettuata . Io intendo parlare di
certi delatori, che sacrificano il benessere dei loro
concittadini, in deferire menzogne e calunnie allo
scopo di fare un passo innanzi nell'impiego, o per
guadagnar danaro . Questi uomini indegni sono la
peste della civile società.
Qui il Selmi si accorse che D . Bosco andava
toccando certi tasti, che mandavano un suono poco
grato alle sue orecchie ; onde cercò di volgere al-
trove il discorso, e facendo una destra evoluzione
disse
- Lei parla bene ; in ciò le sono perfettamente
d'accordo ; ma debbo dirle che mi piacciono assai
poco i suoi libri. - Come vede il lettore, qui i
libri di D . Bosco non avevano nulla a che fare,
ed entravano, per così dire, come il cavolo a me-
renda ; tuttavia nella fiducia di portare un po'di
luce nelle tenebre e trarre il suo interlocutore
sopra un buon terreno , egli assecondò il devia-
mento della conversazione e rispose
- M i rincresce che i miei poveri scritti non
abbiano la fortuna di tornarle graditi, ma se la
S . V . si degnasse di notarmene i difetti ne terrei
conto nelle future edizioni .
- E ben lei l'autore della biografia del gio-
vanetto Domenico Savio?
- Per appunto .
- Ebbene quel libro è pieno di fanatismo ;lo
lesse mio figlio e ne fu talmente preso , che ad
ogni ora domanda di essere condotto da D . Bo-
sco, e temo quasi che gli dia volta il cervello .
- Ciò vorrebbe dire che i fatti ivi contenuta
sono chiaramente esposti ed ameni, da essere con
facilità intesi dai giovanetti e da incontrare il

1.7 Page 7

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loro gusto ; questo appunto era il mio divisamento .
Ma intorno alla lingua e allo stile vi ha ella
- trovato qualche difetto a correggere?
Di questo no ; anzi vi ho scorto purezza e
proprietà di lingua , ed uno stile facile e popo-
lare . Ma lasciando a parte il libretto accennato,
perchèdioamle,npsoarlebuon
laSdI,v'tsocurhiemnd
tutti . Per far disapprovare quest'opera sua ba-
sterebbe quanto ella scrisse di Ferdinando Carlo III
Duca di Parma (1) . Di quel scellerato , che ne
ha commesse di ogni colore, lei ne ha fatto un
eroe, un martire. Le so dire che erano due mila,
i quali eransi offerti e legati con giuramento per
assassinarlo l'uno in mancanza dell'altro .
- Io non sapeva quest'ultima particolarità ; ma,
ancorchè l'avessi conosciuta, non potrei assicu-
rare se l'avrei accennata, perocchè io ho scritto
un compendio di storia e ad uso della gioventù,
e perciò dovea restringermi in certi limiti e sce-
gliere quei fatti soltanto , che potessero tornare
di qualche morale utilità ai miei lettori. Del re-
sto di quel principe non ho tessuto una biografia,
ma narrato solamente la tragica morte, che dissi
morte di un buon cristiano, perché egli mori di
fatto rassegnato ai divini voleri, munito dei con-
forti religiosi, e perdonando al suo assassino .
- Basta, io la consiglierei a correggere questa
Storia prima di ristamparla .
- Se lei, sig. commendatore, volesse essermi
tanto cortese di notarmi o farmi notare le mo-
dificazioni o le correzioni da introdursi, l'assicuro
che ne farei tesoro per la nuova ristampa .
(1) A più chiara intelligenza del fatto crediamo oppor-
tuno di riprodurre qui quanto ne scrisse D. Bosco : -
« La sera del 26 marzo 1854, questo principe dal passeg-
gio ritornava al real palazzo . Giunto ad un angolo della
strada, uno sconosciuto di mediocre statura e capelluto,
che stava colà in agguato, l'urtò, gli ficcò un pugnale nel
seno, e lasciando il ferro nella ferita si diede alla fuga .
Cadde il principe come m; orto il suo aiutante lo sollevò
e gli estrasse il pugnale dalla ferita ed in mezzo ad una
fl.oaIdicpvorsafucndtlpazo
fu giudicato mortale, e in fatto tra poche ore il principe
trovavasi in imminente pericolo della vita . Prima di ogni
altro rimedio, richiamando a memoria i principii di buon
cristiano, pensò di provvedere alla salvezza dell' anima
sua. Chiese egli stesso di confessarsi, e ricevette gli altri
sacramenti a grande edificazione dei sudditi . Interrogato
se non aveva potuto conoscere l'assassino, rispose : « Quella
figura non è parmigiana ; sono tre giorni che mi perse-
guita ; lo vidi starmi di fronte, di dietro e da lato ; ma io
gli perdono di cuore ; e qualora egli venisse scoperto, non
voglio che abbia altro castigo che l'esilio . Sia fatta la
volontà di Dio ; io ricevo la morte in penitenza dei miei
peccati . » Udito poscia che non vi era più speranza di
vita, convocò intorno al suo letto tutti i signori e servi della
corte,lhisprdoneisacrdelosna,
che aveva loro arrecato . Ai figliuoli poi raccomandò l'ob-
bedienza alla duchessa loro madre e l'adempimento d'o-
gni altro dovere. Più volte recitò ad alta voce il Pater
nopster, ronunziando con profondo sentimento quelle pa-
role : Perdona a noi i nostri debiti . siccome anche noi li
perdoniamo ai nostri debitori . Tenendo il crocifisso tra
lemaniobcvspeontaligdcrstanpieà,
che tutti gli astanti erano profondamente commossi . Così
moriva un principe ferito a tradimento nel fiore della
sua giovinezza, e moriva perdonando al proprio uccisore .
Egli spirò ventitrè ore dopo l'assassinio, in età di anni
31, lasciando erede il suo primogenito di sei anni, sotto
la reggenza della duchessa sua moglie » (V . Storia d'I-
talia di D . Bosco, ediz . 14a, pag . 431) .
- Mi piace questa sua condiscendenza ; lei
non si mostra ostinata nelle sue idee ; questo mi
piace . Ma ora passiamo ad altro, e mi dica che
imbarazzo incontri per le sue scuole, e quale dif-
ficoltà trovi nel sottomettersi all' autorità scola-
stica .
- In ciò io non trovo alcuna difficoltà ; di-
mando solo che la S . V. voglia concedere che gli
attuali maestri possano continuare il loro insegna-
mento nella rispettiva classe, cui sono presente-
menti addetti .
- Quali sono questi maestri?
- Sono : Francesia, Durando, Cerruti ed An-
fossi .
- Da chi sono pagati?
- Non sono pagati da alcuno . Furono an-
ch'essi allievi dell'Istituto , ed ora godono d'im-
piegare le proprie fatiche a benefizio altrui, come
altri un tempo le impiegò per loro .
- Se la cosa sta così , io li approverò sen-
z'altro . Ella mi faccia soltanto una formale do-
manda, indicando il nome dei maestri e la classe
in cui insegnano, ed io le spedirò tantosto appo-
sito decreto di approvazione .
- Io la ringrazio di cuore,c signor ommen-
datore, e di tale benefizio le serberò profonda gra-
titudine . Prima però di congedarmi vorrei ancora
pregarla di un favore , ed è ch' ella si degni di
prendere i miei fanciulli sotto la sua protezione,
e che un giorno o l' altro venga ad onorarci di
sua presenza . Sono persuaso che la S . V . amante
qual è del povero popolo proverà grande soddi-
sfazione al vedere colà raccolto un migliaio dei
più bisognosi suoi figli .
A queste parole di D .BoscilSemfutoc
nel più profondo dell' animo ; onde guardandolo
con occhio di compiacenza :
- Caro Don Bosco, disse ; lei è un angiolo
della terra . L'assicuro che d'ora innanzi farò tutto
ciò che è in mio potere a prò dei suoi giova-
netti, e quanto prima insieme colla mia famiglia
renderò al suo Istituto una visita amichevole .
Spero poi che in avvenire le nostre conversa-
zioni avranno altro condimento che non ebbe da
principio questa prima . Sono nondimeno contento
di averla veduta e conosciuta . Dunque siamo in-
tesi e a bel rivederci .
Questo, la Dio mercé, fu il termine della espo-
sta visita, che da prima minacciava una dolorosa
conclusione . D'allora in poi il Provveditore Selmi,
convinto del bene che l'Oratorio faceva alla po-
vera gioventù , lo ha sempre trattato con molta
benevolenza e favorito nei limiti di sua autorità .
Giunto a casa D . Bosco gli inviò tosto domanda
formale per l'approvazione degli insegnanti , se-
condo le anteriori intelligenze . Prima di accor-
darla il Provveditore, forse per operare con piena
cognizione di causa e per dare ad intendere che
egli non si lasciava condurre alla cieca, mandò
il dottore Camillo Vigna suo segretario di uffizio
a visitare l'Oratorio . Dopo ciò, in data del 21 di-
cembre, emanò il promesso decreto, pel quale le
nostre scuole furono per quell'anno poste al si-
curo da ogni attentato .
Non ostante che per questo atto dell' autorità

1.8 Page 8

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scolastica della provincia fosse scongiurato il pros-
simo pericolo della chiusura delle nostre scuole,
pur tuttavia D . Bosco non trascurò i mezzi che
la prudenza suggeriva per sempre meglio pre-
munirle, e perciò riprese le pratiche già inco-
rninciate, onde avere eziandio l'appoggio del Mi-
nistero , e presto forniti di legale patente i pre-
lodati insegnanti . Quantunque sapesse il mal talento
del cav. Gatti, che in quei giorni negli Uffizi del
Ministero faceva e disfaceva a sua posta , pure
sul principio del 1863 si presentò a lui, e dimandò
risposta della supplica inoltrata al Ministro della
Pubblica Istruzione sin dall'11 novembre dell'anno
precedente . Appena uditolo
- Mi rincresce assai, mio caro D . Bosco, gli
disse il Gatti ; ho fatto quanto ho potuto perché
ella fosse favorita, ma non si può andare contro
all'imperio delle leggi. I suoi attuali maestri non
possono essere, nè approvati nè ammessi ai pub-
blici esami .
- Se ne potrebbe sapere la ragione ? domandò
D . Bosco .
- Si, che si può sapere . Essi non hanno fre-
quentato regolarmente le scuole della regia Uni-
versità .
- Ma sì che le hanno frequentate, e in questo
uffizio già esistono i certificati , che dichiarano
questa loro frequenza per oltre a 4 anni .
- Sì, ma soltanto come uditori, e senza pren-
dere regolare iscrizione, e senza pagare le tasse
prescritte .
- Pel passato bastava frequentare regolarmente
l'Università per essere ammessi agli esami, e se
ne hanno molti esempi . Se poi è mestieri pagare
le tasse volute dalla legge, mi offro a farlo quando
che sia .
- Non è più a tempo . Gli esempi sono favori
eccezionali, che non possono addursi contro il di-
sposto della legge .
- Come adunque può concepirsi questo ? Il
Ministero per mezzo di lei medesima tempo fa
ordinò ai miei maestri di subire i pubblici esami,
per essere abilitati all'insegnamento che danno,
e adesso non si vuol concedere che li subiscano .
Mi scusi la S . V . , ma qui io scorgo una vera
contraddizione .
- Il Ministero quando diè l'ordine accennato
non aveva ancora studiata a fondo la questione ;
ma ora si è verificato che per essere ammesso
agli esami pubblici fa d'uopo avere non solo as-
sistito alle lezioni dei rispettivi corsi universitarii,
ma aver ciò fatto dopo presane regolare iscri-
sione .
- Se è così, si compiaccia, sig . cavaliere, di
darmi un consiglio da vero amico . Che cosa do-
vrei io fare al presente?
- Cercarsi professori patentati per quattro
anni, e fare immediatamente inscrivere all'Uni-
versità i maestri attuali . Solo in questo modo
ella può provvedere alle sue scuole .
- Ma non è possibile trovare sull'istante quat-
tro professori patentati, e quand'anche li trovassi
non avrei onde pagarli .
- Mi rincresce .
- E dunque ?
- Chiuda le scuole .
- Almeno per quest'anno io credo di poterle
tenere aporte ; per l' anno prossimo provvederò .
- E con quale autorità vorrebbe lei tenere
aperte le sue scuole anche in questo arino?
- Coll' autorità del regio Provveditore .
- E il Provveditore potrà egli concedere quello
che non può il Ministero? Il Provveditore non
può immischiarsi in questi affari .
- Eppure il Provveditore mi autorizzò gli at-
tuali maestri per l'anno scolastico corrente .
- Ma egli non può fare questo. Ha lei qual-
che suo scritto ?
- Sì, ed eccole copia del suo decreto.
- Ma egli non può, ripetè il Gatti più volte
leggendo, non può , non può ; questa non è cosa
di sua spettanza . Vado subito a scrivergli e a rim-
proverargli l'abuso di potere . Egli è un igno-
rante,ebisognameterloal'ordine .
- Io non conosco i limiti dei loro poteri, con-
chiuse D . Bosco ; so per altro che per gli affari
scolastici della Provincia di Torino tutti fanno
capo al Provveditore . Adunque per ora io me ne
vado a casa tranquillo , ma ad ogni modo, se la
S . V. avrà qualche ordine contrario a questo de-
creto , la prego a volermene avvertire per mia
norma .
Al vedere lo sdegno concepito dal Gatti, Don
Bosco ebbe forte motivo a temere da lui qualche
dolorosa sorpresa ; onde partito dal Ministero andò
tosto dal Provveditore, cui riferì ogni cosa . Que-
sti, all' udire le parole mandate dal Gatti al suo
indirizzo, montò sulle furie . - Io ignorante! prese
a dire il Selmi ; io ignorante! Lui ignorante ed
imbecille! Fu sempre rimandato agli esami, ot-
tenne il titolo di professore non per merito, ma
per grazia . Salì al posto che occupa a forza d'in-
chini e di cortigianerie, ed osa chiamare igno-
ranti gli altri ? Ma lasciamo queste cose a parte .
Lei, sig. D . Bosco, vada pure a casa quieto . Au-
torizzando i suoi maestri ho fatto quello che po-
teva e doveva . Se taluno emanasse ordini contrarii
alla mia approvazione non tema, chè saprò ben
io toglierla d'imbroglio .
Come si vede , accadde allora il contrario di
quanto avvenne già tra Erode e Pilato, quando
ebbero a giudicare il nostro divin Salvatore ; da
nemici divennero amici a' suoi danni . Il Gatti in-
vece ed il Selmi da amici si fecero nemici, ma
questa inimicizia né prevista nè voluta da D . Bosco,
tornò, per divina disposizione, a noi tutti di grande
vantaggio, avverandosi il proverbio che dice : Tra
due contendenti il terzo gode ; e il terzo a go-
dere fu il nostro Oratorio . Di fatto il Gatti scrisse
più lettere risentite al Selmi, e questi gli rispose
per le rime ; ma mentre i due impiegati del Go-
verno si accapigliavano tra di loro, le nostre scuole
tiravano innanzi, e il decreto di approvazione a-
veva suo pieno vigore .
In quanto poi all' ammissione dei maestri agli
esami d'idoneità, d. Bosco nel mese di marzo ri-
ceveva pure dal Ministero una negativa per iscritto,
basata sulle futili ragioni già dal Gatti verbal-
mente manifestate ; circostanza questa , la quale
faceva supporre che la risposta fosse dettata da lui

1.9 Page 9

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medesimo, quantunque non portasse sua firma . A
quel rifiuto D . Bosco non si perdette di animo ,
e nella speranza di fare giungere la sua voce sino
alle orecchie del Ministro, che in altre occasioni
eraglisi mostrato assai favorevole, ripeté la do-
manda ; ma questa ebbe la sorte delle altre, per-
chè andata in ben altre mani ; anzi per togliere
ogni speranza a D . Bosco, il cav . Gatti fece ad-
durre in conferma del rifiuto il parere del Con-
» L'anno scorso (1862), sempre dietro al con-
siglio del Ministero, ne fu domandata regolare
approvazione , ed il regio Provveditore benigna-
mente appagando la domanda con decreto del 21
dicembre p . p . approvava queste scuole nella per-
sona degli attuali insegnanti . Questi maestri da
oltre a sette anni prestano gratuitamente l'opera
loro a benefizio di questi nostri ricoverati , che
ne riportarono profitto veramente soddisfacente,
siglio superiore dell'istruzione pubblica, ligio ai
suoi voleri. Allora fu giuocoforza cedere alla pre-
potenza di un semplice impiegato , considerare
come nulla la frequenza dei professori per 4 e più
anni alla regia Università, e contentarsi che que-
sti subissero l'esame di semplice iscrizione al corso
di lettere,ondeavriltodfrequnal
come studenti ; e così fu fatto . In virtù di questa
formalità i maestri, l'anno appresso, acquistarono
il titolo di bacelliere, e quindi poterono più fa-
cilmente negli anni avvenire ottenere in via provvisoria
la rinnovazione della facoltà d'insegnare,
a segno che molti di essi ora si guadagnano one-
sto sostentamento o come maestri di scuola , o
come tipografi, o come graduati militari, o come
sacerdoti, ed alcuni eziandio come pubblici impie-
gati . Ma mentre attendono all'insegnamento, essi
frequentano da cinque anni le scuole universita-
rie quali uditori, come risulta dal certificato ivi
unito .
» Ora l' approvazione del regio Provveditore
essendo soltanto provvisoria per mancanza di mae-
stri titolati, sarebbe di tutta necessità, che questi
insegnanti subissero un regolare esame, di cui a
sino a che, presi gli esami e la laurea dottorale, giudizio dei loro rispettivi professori si credono
tolsero D . Bosco da ogni pena di simil fatta .
Nel frattempo essendosi stabiliti esami straordi-
narii di abilitazione all'insegnamento nel ginnasio,
anche in favore di chi non aveva frequentato i
corsi relativi, parecchi de' nostri sacerdoti e chierici,
con un coraggio più unico che raro, preparatisi
alcuni mesi studiando quasi giorno e notte, si pre-
sentarono a subirli e furono promossi, riportando
legale diploma da professori . Varii altri sostennero
gli esami da maestri nel corso elementare, e così
tra pochi anni D . Bosco si trovò in grado di
provvedere non solo alle scuole dell'Oratorio, ma
di pensare a quelle di altri Collegi .
Quale storico documento e per altrui norma
riproduciamo qui una delle accennate suppliche
di D . Bosco al Ministero della Pubblica Istru-
zione, in data del 9 marzo 1863 . Come rileviamo
da copia avutane tra mani, essa era così concepita :
capaci .
» A questo scopo io supplicava per ottenerne
l'opportuna facoltà. Ma con lettera in data 2 cor-
rente marzo, div . 3', sess . 2', n° 3828 , mi era
risposto che detti insegnanti non potevano am-
mettersi agli esami richiesti , perché frequenta-
ronoicorsunvetaidlergch,atine
ed italiane, come semplici uditori senza le neces-
sarie iscrizioni . Tali iscrizioni non furono prese
per l' unico motivo che questi maestri essendo
poveri, e lavorando e vivendo in una casa che ci
sostiene di sola beneficenza, non si potevano pa-
gare le tasse stabilite dalla legge 13 novembre 1859 .
» Ciò premesso, io supplico V . E . a voler pren-
dere in benigna considerazione
» 1 . L'appoggio morale ed anche materiale,
che il Ministero della Pubblica Istruzione ha sem-
pre dato a queste scuole ;
» 2. L'idoneità riconosciuta dal regio Prov-
veditore negli insegnanti delle rispettive classi
« ECCELLENZA,
ginnasiali ;
» 3 . Le dichiarazioni dei rispettivi profes-
« Prego rispettosamente V. E . a leggecron
sori dell'Università, con cui attestano la frequenza
bontà questo scritto, diretto a chiedere un favore ed il profitto dai medesimi riportato :
per la povera studiosa gioventù .
» 4 . Il caritatevole servizio che da oltre a
» Nel vivo desiderio di promuovere la istruzione sette anni prestano a favore dei poveri giovani
secondaria nella classe dei giovani poveri o meno di questa casa.
agiati, ho iniziato una specie di piccolo semina-
Per questi riflessi e più ancora per la grande
rio o ginnasio a benefizio dei giovani ricoverati propensione che V. E . ha di beneficare le per-
nella casa detta : Oratorio di S. Francesco di Sales . sone e le istituzioni, che tendono a promuovere
In questa guisa alle arti meccaniche aggiunge- la pubblica istruzione, dimanderei umilmente che
vansi le belle lettere come novello mezzo, con cui la frequenza di detti giovani alla regia Univer-
questi giovani avrebbero potuto procurarsi il sità fosse convalidata, sebbene non abbiano prese
pane della vita .
le necessarie iscrizioni, e che quindi possano es-
» Il Ministero della Pubblica Istruzione vide sere ammessi agli esami di lettere .
sempre con occhio paterno queste scuole ; disse
più volte parole d'incoraggiamento ; venne anche
in aiuto con sussidii pecuniarii, e con lettera in
» Qualora per altro V. E . giudicasse essere
troppo grande l'implorato favore , voglia almeno
per via eccezionale a questi insegnanti concedere
data 29 aprile 1857, n . 1585, mi era significato quello che la legge 719, art . 5°, concede all'Uni-
come codesto Ministero desiderava che queste no- versità di Napoli, ove è stabilito che : « Chiun-
stre scuole avessero il maggiore loro sviluppo ,
disposto a concorrere con quei mezzi che sono in
que volesse in quella Università esporsi agli
esami pe' conseguimento dei gradi accademici .
suo potere .
senza essersi precedentemente iscritto ai corsi

1.10 Page 10

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universitarii, potrà esservi ammesso mediante
il pagamento di una somma eguale a quella
stabilita per le corrispondenti tasse di iscri-
zione ; » purchè col pagamento di queste tasse
siano dispensati dal tempo materiale, che dovreb-
bero ripetere frequentando i medesimi corsi, che
hanno già frequentato come uditori .
» Pieno di speranza che V . E . sia per appa-
gare questa umile mia domanda, l'assicuro che i
giovani beneficati conserveranno incancellabile
verso di lei la più grata rimembranza : mentre
unito ad essi le auguro di cuore ogni bene dal
cielo, professandomi con pienezza di stima
Della E . V.
Obbl.mo servitore
Sac. GIOVANNI Bosco .
Questa medesima supplica era appoggiata dalle
raccomandazioni del Ministero dell' Interno, al
quale D . Bosco erasi pure rivolto ; e perciò , se
la pratica avesse avuto la fortuna di andare nello
mani del ministro Terenzio Mamiani era a spe-
rare che avrebbe sortito migliore esito ; ma tutto
andò a monte per una persona malevola. Il di-
niego spiacque allo stesso Ministero predetto, che
in data del 23 marzo ne informava D . Bosco con
queste parole : « Spiacque a questo Ministero che
non abbiano potuto ottenere il desiderato effetto
le calde raccomandazioni, alle quali si faceva pre-
mura di accompagnare a quello della pubblica istru-
zione l'istanza da lei qui presentata, onde i gio-
vani sacerdoti e chierici docenti presso codesto
Istituto fossero ammessi agli esami universitarii
di abilitazione al secondario insegnamento . » -
Vedremo nel capo seguente altre bravure del
cav . Gatti e il premio per niente invidiabile, che
infine ne ricevette dalla divina Giustizia .
LA GUARDIA D'ONORE AL SACRO CUORE DI GESU'
nel secondo Centenario del suo pubblico culto .
Nello scorso dicembre abbiamo proposto diversi
libri che servissero di preparazione alla venuta
del Divin Salvatore, diretti sopratutto a farlo ben
conoscere . Ora che è venuto, dobbiamo procurare
di trattarlo bene, imitando i Pastori e i Magi che
accorsero solleciti ad adorarlo col più grande
fervore e coi migliori presenti che seppero tro-
vare , nè più potevano staccarsi dalla sua culla ;
dobbiamo in una parola fargli la guardia come
a Re si conviene . La nostra Betlemme, la culla di
Gesù è ora il Tabernacolo, ed è quivi nel SS . Sa-
cramento che dobbiamo riconoscere, adorare, rice-
vere e onorare il meglio che possiamo il Bam-
b ino di Betlemme . Tanto più che è cominciato il
tempo del Carnevale, in cui il S . Cuore di Gesù
riceve i maggiori oltraggi e disgusti nel Sacra-
mento del suo amore .
Perciò tutte le persone , che hanno un po' di
cuore, vanno a gara in questi giorni, sì in pub-
blico come in privato, di consolare questo Cuore
adorabile o compensarlo di tanti oltraggi e di-
sgusti . Or fra le Pratiche, che meglio corrispon-
dono al desiderio manifestato dal Divin Salvatore
alla B . Alacoque , che cioè il suo Cuore adora-
bile venisse onorato con un culto speciale di
riparazione e di amore , ci pare che tenga uno
dei primi posti la Guardia d'Onore al S . Cuore
di Gesù, Opera eminentemente riparatrice ed
eucaristica, , come quella che ha per iscopo di
prestare un culto, non mai interrotto, di Gloria,
d 'Amore e di Riparazione al Sacratissimo Cuore
di Gesù, che, ferito visibilmente una volta dalla
lancia sulla Croce , vien di continuo ferito in-
visibilmente e più crudelmente ancora dall'obblìo,
dall'ingratitudine e dai peccati degli uomini nel
Sacramento stesso del suo amore .
Per ottenere questo scopo le Guardie'Ono
si scelgono un'ora del giorno, durante la quale,
senza nulla tralasciare delle loro ordinarie occu-
pazioni, facendole anzi meglio e con più cuore,
si portano in ispirito a piè del Tabernacolo , e
quivi cercano di consolare il S . Cuore di Gesù
col loro amore e ripararlo degli oltraggi dei suoi
nemici .
Ed a far meglio conoscere un' Opera sì eccel-
lente e diffusa oramai per tutte le parti, propo-
niamo il Piccolo Manuale della Pia Associazione
della Guardia d'Onore al S . Cuore di Gesù, pub-
blicato nell'anno testè passato dalla nostra tipo-
grafia di S . Benigno Canavese . « È questo, come
scriveva la benemerita Unità Cattolica del 16
settembre u . s ., un libriccino, quanto piccolo di
mole, altrettanto importante per l'oggetto a cui
si riferisce . »
Esso venne approvato e altamente commendato
da pii e dottì Vescovi, fra i quali rifulge l'Emi-
nentissimo Card . Alimonda , nostro Arcivescovo,
il quale, or è poco tempo, non solo inculcava
la dotta Pia Associazione, approvata e favorita
pure di grazie spirituali dai Sommi Pontefici, ma
aggiungeva cento giorni d'indulgenza per ogni
ora di guardia, ed impartiva una special benedi-
zione agli Aggregati e Zelatori dell'Opera .
Scopo di questo Manuale è di far non solo co-
noscere, ma gustare lo spirito e le pratiche della
Pia Associazione della Guardia d'Onore . E perchè
tutto sia diretto ad un unico santo fine, il prezzo
di esso Manuale, che è di L . 0,40 la copia, è destinato
totalmente a benefizio della Chiesa del S . Cuore
di Gesù in Roma, sicchè concorre anch'esso con
lo zelo dei sacri Pastori e la pietà dei fedeli al
compimento del Voto nazionale degl'Italiani .
Per maggior comodità al Manuale si unirono
i Biglietti-zelatori della Guardia d' Onore, che
fin qui erano stampati a parte ; perciò il detto M a
nuale è distinto in tre Serie secondo la qualità
dei Biglietti-zelatori che porta in fine, cioè
1°. Serie per le Persone di Comunità;
2° . Serie per le Persone Secolari ;
3a . Serie per le Case femminili d' educazione .
Pei Seminarii si potrebbe adottare quello della
2' Serie, oppure servirsi dei Biglietti-zelatori
latini, fatti appositamente pel Clero .
Del resto , ritornando alla Pia Associazione
della Guardia d'Onore al S. Cuor di Gesù, non

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2.1 Page 11

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vi ha alcuno che ignori qual largo sviluppo ab-
bia preso in poco tempo . Essa infatti, questa umile
Associazione, conta per prima Guardia d'Onore il
glorisPntefcLoXI,hefaognir
la sua Ora , riceve ogni mese il suo Biglietto-
zelatore, ed istituì già egli solo dieci Arciconfrater-
nite della Guardia d'Onore . Dopo di lui vengono
trecento fra Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, più
di cento mila sacerdoti ed un gran numero di
Comunità religiose, collegi ed educatorii . Noi la
vediamo questa soave divozione che novera in
Italia già più di sessanta Confraternite canonica-
me nte erette, entrar ne'nostri Seminarii, come già
entrò in quelli di Francia, Svizzera ed altre nazioni .
Così il Cuor di Gesù va pigliando possesso del
cuor degl'iniziati al santuario e lo riempie delle
sue grazie e delle sue virtù, perché poi queste si
riversino su tutto il popolo e con lo stabilimento
universale del suo regno d'amore s'avveri presto
guella consolante parola : verrà tempo in cui non
saravvi che un solo ovile ed un sol pastore : et
fiet unum ovile et unus pastor .
Ma un altro motivo, non men grande, avvii an-
cora di far conoscere e promuovere largamente
tutto quello che riguarda la divozione del Sacro
Cuore . Compie in quest' anno il secondo cen-
tenario della prima pubblica consacrazione al
Cuor di Gesù , consacrazione avvenuta nel ve-
nerdì dopo l'ottava del Corpus Domini del 1686,
che allora cadeva il 31 maggio,a Paray-le-Mo-
nial nella chiesa della Visitazione , colà stesso
cioè dove per opera della B . Margherita Alacoque
e sotto gli auspizi e le ispirazioni del nostro San
Francesco di Sales questa cara divozione ebbe la
sua origine . E questo pure l'anno in cui speriamo
all'aiuto di Dio e de' nostri Cooperatori e delle
nostre Cooperatrici solennemente consacrare la
Chiesa ormai terminata in Roma ad onore del Sa-
cro Cuore di Gesù . Perché non dovremo adunque
adoperarci in ogni modo a praticare noi pe'primi
e spandere largamente questa divozione? Deh!
voglia il Cuor di Gesù infiammarci tutti del suo
santo amore, e far sì che non risparmiamo nè a
fatiche, nè a disturbi, nè a spese a fine di esten-
dere e propagare ovunque il suo dolcissimo im-
pero ! Per parte nostra promettiamo fin d' ora
di destinar ogni mese un articolo del Bollettino
a trattar particolarmente della divozione al Cuor
di Gesù come preparazione a quel gìorno avven-
turoso, in cui con la consacrazione di quella Chiesa
monumentale a Lui dedicata saran paghi tanti
cuori, ed un torrente di grazìe e di benedizioni
pioverà sui nostri paesi . Così sia .
BIBLIOGRAFIA
Il nuovo Giubileo del 1886
S.. piCeoglatdlTeo Ilario Mau-
rizio Vigo, Curato di Santa Giulia in Torino
e Missionario Apostolico . Opuscolo in, 32 di
pag . 10 . L . 0 . 05 la copia e lire 4 al cento.
Vendibile presso la libreria Salesiana .
In questo opuscolo l' Autore spiega al popolo
la sapientissima parola del Papa, contenuta nel-
l'Enciclica : Quod Auctoritate Apostolica ; pub-
blicata il 22 Dicembro 1885, che contiene la grazia
di questo Giubileo . Non occorre che qui ne facciamo
gli elogi. I commenti popolari fatti dallo stesso
Autore alle Encicliche su S . Francesco d' Assisi
e sul SS . Rosario ci dispensano . Ci basta darne
ai nostri lettori una idea coll'indice seguente :
I . Perchè concedere un nuovo Giubileo nel 1886?
11 . Come prepararci ad acquistarlo ? III . Qual frutto
ricavare dal nuovo Giubileo? IV . Vantaggi del
nuovo Giubileo . V. Condizioni per acquistarlo .
È un libretto che, per la modicità del prezzo,
per la purezza della dottrina, per la chiarezza e
semplicità dell'esposizione, merita di essere lar-
gamente propagato fra il popolo e distribuito ai
giovani catechizzati durante la Quaresima di
quest'anno .
ELENCO
DEI COOPERATORI E COOPERATRICI
DEFUNTI NEL 1885 .
85 Brambilla D . Francesco, Parr . - Chiaro-
valle (Milano) .
86 Brigati D . Luigi, Previ. - Borgo d'Adda
(Mil ano) .
87 Brisolli D . Gio ., Rett . - Campora (Parma) .
88 Briselli D . Luigi - Succiso (Reggio Emilia) .
89 Brisone _Maria - Crernolino (Alessandria) .
90 Brizzolari Luigi - Porto S. Stefano (Gros-
seto) .
91 Brugnoli Gobbi Luigia - Soave (Verona) .
92 Bruni Francesca - Maderno (Brescia) .
93 Bruschi D . Lazzaro, Rett .- Groppo (Panna) .
94 Brusco Elisa , Maestra - Bardolino (Ve-
rona) .
95 Bulfoni D . Domenico - Felleito (Udine) .
96 Buoncompagni Suor Maria - Vene ia .
97 Buonvicino Ponsano Rosa - - Mon calvo
(Alessandria) .
98 Buosi D. Vittorio, A rcip . - Canizzano ('Tre-
viso) .
99 Burlamacchi Elena - Lucca .
100 Burolo Cav . D . Felice, Prev . - Burolo (To-
rino) .
101 Bussinello D . Alessandro - Verona.
102 Cacciamali D . Lodovico , Prer . - Cenati
S. Martino (Bergamo) .
103 Cado Ernesto - Villanova d'Ardenghi (Pa-
via) .
104 Caffuli D . Angelo . Arcip . - Lisciate (Mi-
lano).
105 Cagliero Teresa - Castelnovo d'Asti (Ales-
sandria)

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106 Cagnoli Allegrina - Mondaino (Forlì) .
107 Calastri Riccardo - Como .
108 Calcagni D . Luigi - Gambarana (Pavia) .
109 Calcagno Pietro - Torino.
110 Caidonazzo Domenico - Vicenza .
111 Caldonazzo Nicolò - Vicenza .
112 Calisti D . Vincenzo, Arcip . - Bettona (Pe-
rugia) .
113 Calvi D . Antonio, Parr . - Averara (Ber-
gamo).
114 Calzavara D . Giovanni - Treviso .
115 Camerano Carlo - Buttigliera d'Asti (A-
lessandria) .
116 Campra Giovanni - Cardé (Cuneo) .
117 Candiotti D . Nicola - Trarrivi (Rimini) .
118 Caneva Maddalena - Fumane (Verona) .
119 Cannas Antonio, Sudd. - Pompù (Cagliari) .
120 Cantoli Mons . Alessandro, Vesc. - Bovino
(Foggia) .
121 Capello D . Paolo - Torino
122 Capitani D . Giovanni - Roncoscaglia (Mo-
dena) .
123 Cappellari D . Mattia - Sutrio (Udine) .
124 Carciola Alfio - Pedara (Catania) .
125 Carini D . Antonio, Arcip . Vic . For. - Vil-
lanova (Piacenza) .
126 Carissimo Elena - Lecce.
127 Carli D . Giacobbe - Lomaso (Austria-Ti-
rolo) .
128 Carlis D . Giovanni, Arcip . - Porcia (U-
dine) .
129 Carollo D . Gio . Batt ., Prev . - Santilario
(Treviso) .
130 Carossi D . Pietro - Milano.
131 Carozzi Maria - Orsara Bormida (Ales-
sandria) .
132 Cassini Catterina, Maestra - Bordighera
(Portomaurizio) .
133 Castellano D . Francesco, Canon . - Carotto
(Napoli) .
134 Castellini Maria - Car pen.edolo (Brescia) .
135 Cattani March . Luigia - Brisighella (Ra-
venna) .
136 Cattani March . Pasquale - Bologna .
137 Cavallo D . Gius, Rett., - Grajano (Parma) .
138 Caviglia D . Carlo Amedeo, Parr. - Robi-
lant (Cuneo) .
139 Celli D . Girolamo - Piacenza .
140 Cerruti Luigia - S. Giusto Canavese (To-
rino) .
141 Cerruti D . Martino - Saluggia (Vercelli) .
142 Chersisch D . Giorgio, Cur . - S. Donà di
Piave (Venezia) .
143 Chiaiso D . Giovanni, Can. - Novara .
144 Chiappa Benedetto - Genova .
145 Chiaro Angela - Barone Can . (Torino) .
146 Chiaselotti D . Giacomo, Parr. -' Ioanniz
(Austria-Gorizia) .
147 Chiesa Barbara - S. Vittoria d'Alba (Cu-
neo) .
148 Chollet Adele - Cremona .
149 Cinardi D . Giovanni, Cui - . - I'iumignano
(Ascoli Piceno) .
150 Cinerti Maria Anna - Calaseta (Cagliari) .
151 Cippini Gio . Batt . - Idro (Brescia) .
152 Ciriani D . Giovanni, Capeell. - Zoppola
(Udine) .
153 Colò D . Giovanni, Rett. - Torre (Mace-
rata) .
154 Consolini 1lMons. Domenico, Card . - Roma .
155 Conte Federico - Trento d'Udine.
156 Conte Giovanni Pio - Torricella (Torino) .
157 Conterno D . Alessandro, Parr . - Longara
(Vicenza) .
158 Conti, Sac. - Canetolo (Parma) .
159 Conti Andrea - Vigevano (Pavia) .
160 Conti D . Gaetano - Zevio (Verona) .
161 Contri D . Annibale, Cui-. - S. Lucia sul
Prato (I'irenze) .
162 Coppa Vignola Margherita - S. Vittoria
d'Alba (Cuneo) .
163 Corbetta Bellini Conte Giuseppe - Lessoll
(Torino) .
164 Cordeschi Mons. Benedetto - Roma .
165 Cornali D . Giovanni, Parr . - Scano al
Brembo (Bergamo) .
166 Corpino Carlo - Penango (Alessandria) .
167 Cortiana D . Giacomo, Parr. - Dario (Vi-
cenza) .
168 Corvaglia Nicola - Spezia (Genova) .
169 Costantini D . Bartolomeo, Parr . - Colggne
(Brescia) .
170 Craviolo Pietro - Botto (Novara).
171 Crescimbeni D . Tommaso , Parr . - Treja
(Macerata) .
172 Cristofanini D . Alfonso - Lucca .
173 Cristofori D . Bernardo, Miss . Ap. - Cor-
negliano (Padova) .
174 Crovini D . Luigi, Econ . - Veratto (Pia-
cenza) .
175 Curlo D . Luigi - Ottone (Pavia) .
176 Cuzzi D . Pietro , Can . Cur. - Intra (No-
vara) .
177 D'Acchiardi Filomena - Livorno.
178 Dal Bianco D . Giovanni, Parr . - Longare
(Vicenza) .
179 Dalla Chiara P . Anacleto - Verona.
180 Dalmazzo Luigia - Cuneo.
181 D'Andria Lucia - Salerno.
182 D'Andria Raffaella - Salerno.
183 Danusso Margherita - Cari nano (Torino) .
184 Danzi Marianna - Torriggia (Como) .
185 Deambrgsis D . Aquilino - Milano .
180 Decaroli D . Stefano - Saluzzo (Cuneo).
187 De Casa Marietta - Torino .
188 Decio D . Francesco, Parr. - Ternate (Como) . .
189 Deflorian Maria - Cavalese (Austria-Ti-
rolo) .
190 De Franco M ons . Raffaele, Vesc. - Catan-
zaro .
191 Deganis D . Angelo, Piev. - Porpetto (U-
dine) .
192 De Gaudenzi D . Andrea, Can . - Lodi (Mi-
lano) .
193 Degiovanni Teresa - Castel Bolognese (Ra-
venna) .
(Continua).